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Dettaglio seduta n.3 del 18/05/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.31 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Biolé e Buonanno.


Argomento: Bilanci preventivi

Determinazioni in ordine all'applicazione dell'articolo 92 del Regolamento per la trattazione della Finanziaria e del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle "Determinazioni in ordine all'applicazione dell'articolo 92 del Regolamento per la trattazione della finanziaria e del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il Consiglio deve esprimere il voto in ordine all'applicazione dell'articolo 92 del Regolamento per la trattazione della finanziaria del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010, in conformità a quanto richiesto dalla Giunta regionale.
Chi vota a favore, accetta di seguire l'istruttoria già compiuta e quindi di continuare il bilancio in Aula quando il Consiglio regionale sarà convocato su questo punto.
Chi vota contro, intende che si debba ricominciare daccapo l'iter delle Commissioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Volevo chiederle di suonare il campanello.



PRESIDENTE

Il campanello ha suonato per circa un quarto d'ora. Mi sembra che il numero legale ci sia.



ANGELERI Antonello

Sono d'accordo, ma lo chiedevo solo perché iniziamo la seduta con una votazione, quindi sarebbe opportuno richiamare ulteriormente i colleghi all'interno dell'aula.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulle determinazioni in ordine all'applicazione dell'articolo 92 del Regolamento per la trattazione della finanziaria e del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010.
Il Consiglio approva.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dibattito relativo al programma di governo della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo al dibattito relativo al governo della Giunta regionale, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Buongiorno, Presidente. Buongiorno, Assessori e buongiorno, colleghi Consiglieri.
Dico subito che, a mio avviso, visti gli interventi di questa mattina a differenza di quanto sostengono alcuni - peraltro, sono molto pochi - il Presidente Cota ha lavorato bene ed ha cominciato bene. Il Presidente Cota ha cominciato molto bene.
C'è una differenza sostanziale sulla questione sollevata relativamente ai proclami. C'è chi fa il processo alle intenzioni a pochi giorni dal voto, già sapendo e già sostenendo che non saremo in grado di realizzare il programma, confondendo chiare linee programmatiche e filosofie di fondo con i proclami e chi, dopo cinque anni di governo, sui proclami è stato testato e verificato sul poco o nulla che ha fatto, a partire dai costi della politica.
Abbiamo sentito con piacere l'intervento del Consigliere Reschigna che dice: "Noi siamo pronti, facciamolo in fretta".
Credo che la Giunta Cota l'abbia fatto molto in fretta, noi siamo assolutamente pronti; peccato che non eravamo al governo negli ultimi cinque anni, perché forse questa prontezza di riflessi si sarebbe constatata in maniera differente.
Vorrei però sottolineare un aspetto dell'intervento programmatico di Roberto Cota, che è stato forse lasciato un po' in disparte.



(Segue intervento in dialetto)



MARINELLO Michele

Vorrei iniziare il mio primo discorso in dialetto per ricordare a tutti quanto sono importanti le nostre radici, per ricordare a tutti che c'è un altro Piemonte.



(Segue intervento in italiano)



MARINELLO Michele

C'è un altro Piemonte, Presidente. C'è un Piemonte che è quello delle aree periferiche.
Come avete potuto notare, se mi avete ascoltato, il mio dialetto quello del VCO, è un dialetto più lombardo che piemontese.
La nostra è una terra più lombarda che piemontese per storia, per cultura, per tradizioni, per usi e per costumi, per dialetto, per la qualità dei collegamenti che, di fatto, ci portano molto di più semplicemente a Milano che non a Torino.
La tratta Domodossola-Torino è un calvario, e questa facilità di collegamenti porta i nostri figli a studiare negli atenei di Pavia e di Milano, porta i nostri ragazzi a cercare lavoro nell'hinterland milanese.
Perché vi dico questo? Perché negli ultimi cinque anni la nostra gente si è sentita ancora meno piemontese e ancor più lombarda. Il fatto che molti si siano sentiti molto meno piemontesi è dovuto ad una trascuratezza lampante nei confronti di alcune aree periferiche. Per il VCO non è un pregiudizio e non è una polemica sterile o basata sul nulla.
Penso a quella specificità montana prevista dall'articolo 8 dello Statuto, che non ha mai avuto luce e penso ai canoni idrici, i canoni derivanti dalle concessioni idriche che si sono azzerati nel giro di cinque anni in maniera drammatica per l'ente Provincia. Penso a quella legge sull'autonomia annunciata, promessa e mai ottenuta, ma se vogliamo rimanere sul futile penso a quel libretto intitolato "Cinque anni di governo Bresso", realizzato con i soldi di tutti i contribuenti, che è arrivato nelle case della nostra gente proprio un piena campagna elettorale.
In quel libretto, il VCO, che è la terra che mi onoro di rappresentare è citato per sbaglio 1,4 volte.
Per questi motivi sottolineo uno dei passaggi del Presidente Cota: la necessità di un nuovo patto fra le Province, la necessità di dare pari dignità a tutte le Province. Quando diciamo no al torinocentrismo, non dichiariamo guerra a Torino. Torino è il capoluogo orgoglioso e punto di riferimento, è il faro e il volano di questo nuovo sistema Piemonte che abbiamo in mente, ma sicuramente abbiamo la necessità di non lasciare indietro nessuno, di dare pari opportunità a tutti i territori. Una sorta di nuova Carta di Chivasso riscritta in chiave piemontese, per fare in modo che Alessandria, Asti, Cuneo, Biella, il VCO, che dal Canavese alla Val di Susa, che dall'Ossola alla Val Sesia, tutti possano non rimanere indietro tutti possano avere le stesse opportunità di crescita.
In questo senso credo che la figura del Presidente Cota sia una garanzia, la sua storia e la sua conoscenza siano una garanzia, il suo voler andare nei territori a tastare con mano in problemi è la nostra garanzia.
Quindi, nessuno deve rimanere indietro: questa è la sfida che lancia questa maggioranza e sicuramente da parte dei Consiglieri regionali che come me, arrivano dalle terre più lontane e dalla periferia dell'impero, ci sarà l'impegno affinché questi dettami della linea programmatica vengano concretizzati.
Il sistema Piemonte è vincente se tutte le Province crescono insieme e solo in questo modo, con questa nuova impostazione potremo crescere veramente e diventare competitivi. Solo così potremo dire finalmente, caro Presidente: avanti Piemonte.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sono venuto da lei ed ho preso atto dei Consiglieri che erano iscritti a parlare. C'erano due Consiglieri di maggioranza. Non mi sembra molto corretto, lo dico così, che, in assenza del Presidente della Regione, lei dia la parola ai Consiglieri di maggioranza, perché non mi sembra utile e produttivo per i nostri lavori.
Il primo iscritto era il Consigliere Stara.



PRESIDENTE

Avevo avuto una richiesta in senso diametralmente opposto. Consigliere Reschigna, lei darà atto della mia correttezza come Presidente: il Consigliere Stara, meno di un minuto fa, si è avvicinato al banco della Presidenza e mi ha detto che la minoranza voleva aspettare che arrivasse il Presidente Cota.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, avevo inteso male. Comunque la Giunta è rappresentata e il Presidente ci sta raggiungendo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Solo per ricordare al collega Reschigna che è comprensibile, poi quando interverrò sul merito cercherò di fornire altri elementi.
Nella scorsa legislatura la Giunta non è mai stata così numericamente rappresentata. Abbiamo passato giornate. Mi disturbano, non possiamo cacciarli via tutti? La Giunta è un organo collettivo perché così sancisce il nostro Statuto - che certamente il collega Reschigna, essendo appena arrivato, non ha ancora avuto tempo di leggere, ma cui consiglio di farlo.
Diciamo di andare avanti, perché abbiamo già perso abbastanza tempo.



PRESIDENTE

Bene. Dopo l'intervento per aiutare del collega Burzi, direi di ascoltare il collega Bussola. Nel frattempo ho chiesto, tramite l'Assessore con la delega ai rapporti con il Consiglio, se il Presidente, come mi è stato detto, sta arrivando e se quindi potremo continuare il nostro dibattito.
Prego, Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Colleghi consiglieri, l'illustrazione e il dibattito sul programma di legislatura, che sono espressamente previsti dallo Statuto, offrono certamente un'occasione importante e significativa per avviare uno stretto rapporto tra Presidente e Giunta da un lato, e Consiglio dall'altro entrambi titolari della rappresentanza democratica dei cittadini piemontesi ed entrambi coinvolti nella programmazione e gestione delle iniziative ed attività indirizzate ad accompagnare, per i prossimi cinque anni, la comunità piemontese nel suo sviluppo sociale, civile ed economico.
Le attese espresse dai cittadini nei confronti delle risposte che la Regione può e deve dare sono giustamente elevate. Il programma illustrato dal Presidente Cota è tale da prefigurare le condizioni per un'istituzione che torni ad essere, come è stato in passato, il fulcro del cambiamento cui è chiamato il Piemonte per stare al passo con le sfide che la competizione a livello europeo ed internazionale continuamente pone.
In questo breve intervento voglio puntare l'attenzione innanzitutto su un problema particolare: quello delle risorse finanziarie che sono a disposizione della Regione. Un tema che appare cruciale soprattutto in relazione alle condizioni di partenza che sono ereditate dalla precedente amministrazione regionale.
Uno dei maggiori elementi di preoccupazione è indubbiamente l'entità del debito che è stato accumulato dalla Regione in questi ultimi cinque anni. Considerato che dal 31 dicembre del 2004 lo stock di debiti, mutui e prestiti risultava di oltre un miliardo di euro, si deve poi rilevare come al 31 dicembre del 2008 tale somma fosse già salita a oltre quattro miliardi di euro; ma occorre considerare che la legge di bilancio 2009 ha autorizzato l'accensione in corso d'anno di ulteriori strumenti di debito per un importo fino ad un miliardo.
In attesa di verificare l'esatto ammontare del debito, possiamo ritenere valida la stima recentemente fatta da un'importante agenzia di rating, che calcola in circa 4,7 miliardi di euro il debito complessivo della Regione per un ammontare che corrisponde al 50% circa delle entrate correnti regionali. Tale percentuale è certamente significativa, perch permette il confronto con analoghi risultati delle altre Regioni italiane collocando così il Piemonte in una condizione non certo invidiabile, cioè ad occupare il terzo posto nella graduatoria delle Regioni a Statuto ordinario maggiormente indebitate dopo Lazio e Campania. Per dare un riferimento, rispetto alle Regione del Centro-Nord, la percentuale di indebitamento sulle spese correnti è dell'11% in Lombardia, del 13% in Veneto, del 10% in Emilia, del 15% in Liguria, con risultati di gran lunga migliori rispetto al dato piemontese.
La situazione dell'indebitamento degli Enti locali piemontesi con i primati negativi della Regione e del Comune di Torino è tale da destare una profonda preoccupazione; perché, se non adeguatamente gestita rischia di compromettere le possibilità operative di questi stessi enti, o di costringere a scaricare sui cittadini e sulle imprese l'esigenza di un aggiustamento dei conti: un'eventualità che naturalmente occorre evitare.
A maggior ragione, per il Piemonte è essenziale il tempestivo avvio del processo di responsabilizzazione sul lato dell'entrata che viene definito come federalismo fiscale; un federalismo che possa essere utilizzato come una leva in più dei poteri locali a sostegno dell'economia e non soltanto come uno strumento per drenare risorse.
Oggi l'azione della Regione è particolarmente attesa dal sistema imprenditoriale piemontese, come un indispensabile supporto per il superamento della crisi economica e occupazionale. La crisi internazionale ha mostrato la fragilità dei sistemi economici costruiti sulla finanza cosiddetta virtuale, completamente sganciata dai fondamentali della produzione; così come sono stati puniti paesi, come per esempio la Spagna in cui la bolla immobiliare era cresciuta in modo smisurato.
In tale contesto, l'Italia e soprattutto il Piemonte, che è la regione con la più alta vocazione manifatturiera, possiede certamente i requisiti per sfruttare tutte le opportunità della ripresa. E la sfida, tuttavia, non si annuncia facile per l'emergere, in uno scenario ormai completamente globalizzato, di nuovi sfidanti provenienti dai paesi cosiddetti emergenti.
Un terzo del prodotto lordo piemontese è rappresentato dall'export, che nell'arco di un anno ha fatto registrare una flessione di circa il 25%: un calo superiore alla media nazionale.
Un simile scostamento dei valori pre-crisi comporta che, al momento della ripresa, non si possa dare per scontato che l'export piemontese tornerà a crescere ai livelli antecedenti all'anno 2009, per cui il primo impegno della Regione deve essere quello di diventare un valido interlocutore per l'internazionalizzazione delle imprese. In questo senso credo che il Centro Estero quale unico ente incaricato delle attività internazionali è una scelta corretta, ma la gestione è stata, credo ampiamente insufficiente. Di fatto il CEIP, come dimostrano numerose indagini, non è riconosciuto come vero e proprio referente da gran parte delle aziende, soprattutto le piccole e medie imprese che hanno più bisogno di assistenza quando si recano all'estero. Quindi l'efficacia delle politiche regionale per l'export dipende da una revisione delle attività del CEIP, che devono essere orientate alle esigenze delle imprese, e l'internazionalizzazione deve tornare ad essere una priorità anche nell'assegnazione delle risorse regionali e comunitarie.
Sul piano delle politiche a favore delle attività produttive si deve puntare invece su una strategia di sostegno e valorizzazione adeguata alla realtà del sistema Piemonte, costituito in grandissima parte da piccole e medie imprese, attività artigianali e di servizio a conduzione familiare.
Come corollario alle azioni dirette, la Regione dovrebbe poi assumere una netta posizione in relazione all'esigenza che il sistema bancario piemontese dia un concreto sostegno allo sviluppo delle imprese. L'azione di moral suasion dovrà essere condotta, di concerto con gli Enti locali mettendo in campo tutti gli strumenti, non ultimo il ruolo delle fondazioni azioniste che detengono significative quote proprietarie nei principali istituti di credito operanti sul territorio.
Infine, e concludo, la rinegoziazione delle misure dell'Unione Europea per il periodo di programmazione successivo al 2013 è un impegno che la Regione deve affrontare con l'obiettivo di evitare la drastica riduzione delle risorse dell'Unione Europea.
In conclusione, sono numerose le sfide cui la IX Legislatura è chiamata.
Il gruppo del PdL, consapevole delle responsabilità che ricopre in quest'Aula, è pronto a dare fin dall'inizio un sostegno forte e determinato all'azione della Giunta, contribuendo con idee e iniziative a rafforzare il ruolo e la credibilità dell'Istituzione Regione in seno alla comunità piemontese.
Auguro quindi un buon lavoro alla Giunta e a tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marco Botta.



BOTTA Marco

All'inizio del mio intervento mi si permetta, Presidente del Consiglio di porgere i miei auguri a lei e all'Ufficio di Presidenza e di complimentarmi anche per il suo intervento di due settimane fa: un intervento dove lei ha posto in rilievo l'importanza del Consiglio regionale e, in generale, di tutte le assemblee legislative in un momento in cui corriamo il rischio di vederci schiacciati da esecutivi molto arrembanti. Invece ritengo che il ruolo dei Consigli, dei parlamenti regionali continui ad essere significativo e la sua Presidenza e la sua guida del Consiglio dovrà rafforzare, evidentemente, questo ruolo.
Mi corre quindi l'obbligo anche di salutare seppur in assenza il Presidente Cota e la Giunta regionale; mi rivolgerò all'assessore anziano il collega e amico Ugo Cavallera, che evidentemente in questo momento non avrei mai pensato che già al secondo Consiglio assumesse il ruolo di Presidente della Giunta, ma dirò a Cota di stare attento, perché se poi diventa un'abitudine, sappiamo quanto Cavallera sia in grado di supplire in maniera perfetta.
Rispetto ad alcuni interventi di colleghi che mi hanno preceduto invece ritengo che l'intervento del Presidente Cota nella prima seduta sia stato un intervento efficace, che abbia disegnato a grandi pennellate i grandi temi che dovranno essere affrontati in questa legislatura, essendosi soffermato sulla questione crisi, occupazione e lavoro, che tutti rileviamo come il tema dei temi di questa legislatura.
Il Presidente Cota si è poi intrattenuto sulla questione delle infrastrutture, uno dei punti dolenti del Piemonte, dopo cinque anni di Amministrazione di centrosinistra, che presenta un grave gap che dovremo recuperare; si è soffermato sul tema della sanità, dove molte questioni risultano insolute, e soprattutto la situazione del deficit risulta veramente pesante, e naturalmente su tutte le altre tematiche contenute nel programma di mandato, al quale vorremmo costantemente fare riferimento.
Dell'intervento del Presidente Cota ho apprezzato, in particolare, il riferimento ai valori, perché solo partendo da una politica fondata sui valori possiamo porre in essere politiche di tipo amministrativo capaci di cambiare faccia al Piemonte. I valori sono quelli che il Presidente Cota ha enunciato anche, ad esempio, nel suo intervento al Salone del Libro: sono i valori importanti dell'identità, della comunità, i valori legati alle nostre tradizioni regionali e nazionali.
Soltanto rendendo vivi questi valori in politiche concrete, troveremo le chiavi per risollevare il Piemonte dopo questi cinque anni di difficile amministrazione.
chiaro che il Presidente Cota ha voluto dare un taglio molto diverso al suo intervento, rispetto a quello di altri politici del centrosinistra che forse si innamorano delle loro...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Botta, c'è un brusìo un po' eccessivo. Chiedo, per cortesia, un po' più di attenzione.



BOTTA Marco

Dicevo che alcuni politici si innamorano delle loro parole, mentre questa Giunta e questo Presidente ritengo debbano essere i politici del fare, ponendo al centro della loro attenzione la concretezza del fare legata ai bisogni dei piemontesi.
Volendo sottolineare alcuni temi contenuti nel programma elettorale che diventa anche programma di mandato del Presidente Cota, voglio soffermarmi sulla questione della sicurezza; tema per noi molto significativo ed importante, al quale il Presidente Cota e la maggioranza tutta dedicano una parte importante del proprio programma, perché questo è un tema che è stato molto trascurato nella passata legislatura.
I colleghi ricorderanno che per due anni la legge sulla sicurezza non è stata finanziata ed è stata poi sostituita dalla nuova legge, che più che una legge sulla sicurezza è una legge sui servizi sociali. Solo grazie all'azione dell'opposizione, quindi del centrodestra allora all'opposizione, è stata migliorata, ma rimane insufficiente. Pertanto l'attenzione che la Giunta, il governo del Piemonte darà alla sicurezza sarà un'attenzione che vedrà nei banchi della maggioranza, in particolare nei banchi del PdL, una volontà di lavoro comune molto forte.
Altro tema sul quale mi piacerebbe intrattenermi alcuni istanti è la questione della cultura; tra l'altro mi fa piacere che ci sia l'Assessore competente, perché anche in quest'ambito ci giochiamo una delle battaglie più significative. Per troppi anni abbiamo scontato la cosiddetta egemonia culturale del centrosinistra su questo tema; oggi abbiamo tutti gli strumenti per intervenire direttamente. Le grandi manifestazioni (si è appena concluso il Salone del Libro, ma il Piemonte è ricco di manifestazioni culturali anche di altissimo livello) offrono la possibilità di mettere concretamente in pratica un'idea di cultura legata ai grandi valori del centrodestra piemontese ed italiano. Questi valori non possono che essere quelli dell'identità, anche declinata dal punto di vista culturale, e della comunità.
Altro tema sul quale voglio soffermarmi, prima di arrivare alla conclusione, è quello legato all'immigrazione. Abbiamo visto com'è stata gestita, in questi cinque anni, la questione immigrazione da parte del centrosinistra e crediamo sia necessario, Presidente Cota, assumere al riguardo delle politiche ben diverse.
Non possiamo più pensare, com'è successo in passato e come conferma l'Agenzia Piemonte Lavoro, che oltre il 30% delle risorse dedicate alle persone che perdono il lavoro, che hanno difficoltà lavorative, venga distribuito al 4% della popolazione immigrata extracomunitaria.
Un altro aspetto che richiede una valutazione e una riforma forte è relativo ai Centri di informazione sulla salute per gli immigrati, che sono strutture che permettono agli immigrati extracomunitari clandestini di accedere gratuitamente al Servizio Sanitario regionale, totalmente a spese della comunità piemontese.
Qualcuno ha già ricordato la questione della legge sulla casa, sulle cosiddette case popolari; anche qui si può lavorare per migliorare la situazione.
Mi avvio alla conclusione dicendo che mi dispiace - Presidente Presidenti - di non aver sentito, negli interventi dei colleghi del centrosinistra, una sola riflessione sulla sconfitta, come se la sconfitta di una coalizione (altro che gioiosa macchina da guerra!) che doveva stravolgere ancora una volta il centrodestra non sia ancora stata metabolizzata, assimilata e quindi non possa diventare argomento di riflessione in quest'aula.
Abbiamo notizie di qualcuno che non si vuole ancora dare pace di questa sconfitta (a Roma direbbero: "Nun ce vonno stà a questa sconfitta"), e allora si trovano delle formule per cercare di non rendersi conto che il popolo ha votato, i piemontesi hanno dato una loro indicazione e che quindi bisogna mettersi l'animo in pace, ricoprendo ognuno i propri ruoli.
Mi è dispiaciuto che l'amico Placido abbia voluto indossare, svolgendo un intervento che ricordava quelli fatti quando stava all'opposizione cinque-dieci anni fa, una sorta di maschera da Brighella, cercando di introdurre elementi legati ai costi della politica, ma che in realtà sono elementi di pura polemica. È un po' difficile accettare lezioni da questo centrosinistra sui costi della politica; un centrosinistra che per cinque anni non era a conoscenza di una legge sulla doppia liquidazione e che aspetta oggi per proporre cambiamenti rispetto a quella situazione! Un centrosinistra che oggi si presenta (siamo l'unico Consiglio regionale al mondo, penso, Presidente) con due Gruppi intitolati alla stessa persona! un fatto veramente straordinario.
Naturalmente, in questa duplicità di denominazione, con identica...



PRESIDENTE

La invito a concludere, Consigliere.



BOTTA Marco

Questa duplicità dipenderà da motivi politici, filosofici di altissimo livello; certo so che questo comporta un aggravio per i costi della nostra politica regionale.
quello stesso centrosinistra che presenta un ricorso, che vedremo come andrà a finire, ma che se dovesse concludersi secondo i desiderata del centrosinistra, il Piemonte si troverebbe ad affrontare una grave situazione di non governabilità per altri sei mesi e una spesa di 20-30 milioni di euro per rifare le elezioni. I colleghi devono sapere che le elezioni non vengono più pagate dal Governo nazionale, sono pagate dal Consiglio regionale, dai piemontesi, alla faccia dei tagli ai costi della politica.
Comunque, ritengo ottima la relazione svolta dal Presidente Cota e che l'azione di governo di un governo reale del fare possa cominciare a dare i propri frutti fin dalle prossime settimane.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Botta.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Sono state fatte tante promesse, adesso è il momento dei fatti e sui fatti, partendo da progetti e programmi politici diversi e spesso alternativi, ma senza pregiudizi, ci confronteremo con rispetto istituzionale, ma con fermezza politica, a partire da un elemento che lei Presidente, ritiene centrale come lo ritiene il sottoscritto: il federalismo.
Visto che nel suo discorso di insediamento ha parlato di decreti attuativi e di riforme che riguardano anche il governo del nostro Paese più volte facendo capire in campagna elettorale come la corrispondenza politica tra la Regione e il Governo nazionale possa fare la differenza, le rappresento un punto di vista un po' diverso sul federalismo. Le chiedo fin da subito, non nell'interesse di una parte politica, ma nell'interesse dei cittadini, di coinvolgere tutti gli Enti locali, in primo luogo le Province e tutti i Comuni. Allora, si accorgerà che c'è una grande preoccupazione per un federalismo più di facciata che concretamente a supporto delle Amministrazioni locali. Tra Patto di stabilità e riduzione dei trasferimenti locali, ad esempio, per quanto riguarda la Città di Torino quest'anno c'è stata una riduzione di oltre 30 milioni di euro, salvo, poi intervenire ad hoc su alcuni Comuni in cui è presente quella corrispondenza politica di cui parlavo prima. La preoccupazione è condivisa anche da tante città governate dal PdL e dalla Lega, e lei, Presidente, lo sa bene.
Mi aspetto che il federalismo di cui parla non sia calato dall'alto, ma frutto di confronto continuo e concertazione con tutti gli Enti locali di questa regione, a cominciare da quelle istituzioni più piccole, ma così importanti, come le Comunità montane. Quindi, concertazione e decentramento, perché il rischio è di essere profondamente federalisti fino a quando la gestione del potere politico non arriva al proprio livello istituzionale e lì la voglia di federalismo e di decentramento si fermi.
Un altro tema che sta molto a cuore è quello della sicurezza sicuramente occorrerebbe anche una riflessione nel centrosinistra, più volte ho sottolineato questa emergenza. Ci sono, ad esempio, alcune problematiche di forte impatto sociale e territoriale, come la presenza di alcuni campi nomadi, che giocoforza si concentrano nel capoluogo di una regione, ma che l'Ente istituzionale comunale non può affrontare da solo.
Per lo stesso principio per cui lei stesso, Presidente, afferma che il tema dell'immigrazione non può essere lasciato alla gestione dell'Italia, ma deve essere un tema da affrontare in termini comunitari, per investimenti e impegno politico, allo stesso modo occorre su questi temi affrontare il problema seriamente, al più presto, tra tutti i livelli istituzionali coinvolti: Governo (cioè la Prefettura), Regione, Provincia, Comuni e Circoscrizioni. Dico questo perché la Città di Torino ha chiesto e ottenuto da Roma l'istituzione di un Commissario straordinario per l'emergenza nomadi, ma sinceramente, pur essendo operativo da oltre un anno, giace nel più profondo torpore.
L'ultimo tema su cui mi sento di lanciare un piccolo appello riguarda la capacità legislativa regionale di sostenere con forza le politiche di prevenzione; una metodologia, quella delle politiche di prevenzione, da introdurre trasversalmente a tutte le politiche, non solo a quelle sanitarie, che producono avanzamento civile, una migliore qualità della vita e un grande risparmio di risorse pubbliche nel medio e lungo periodo.
Occorre, però, molta generosità politica; occorre condividere questo principio come Giunta per uscire dalla logica degli Assessorati, perché un investimento importante realizzato, ad esempio, sul tema della sicurezza stradale comporta nel medio periodo risparmi importanti sulla spesa indiretta, ovviamente non per l'Assessorato di competenza, ma per la sanità e i Comuni coinvolti. Le politiche di prevenzione adottate trasversalmente su tutte le azioni politiche, oggi già esempi virtuosi nei Paesi soprattutto del nord Europa, rappresentano quel vero salto di qualità nell'approccio ai grandi temi politici e sociali del nostro tempo.
Quindi, auguri di buon lavoro a lei, Presidente, alla sua Giunta e soprattutto, al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Collega Botta, sono un suo collega dell'opposizione, riconosco che abbiamo perso e prendo atto del vostro successo elettorale, quindi si è alzata una voce di riconoscimento in merito alla vostra vittoria.
Detto questo, la collega Monica Cerutti ha detto di aver svolto stamani il suo primo intervento tra le fila dell'opposizione, a cui non è avvezza data l'abitudine a sedere nella maggioranza.
Il fatto che nella passata legislatura il sottoscritto sia stato percepito - non sempre, qualche volta - come un legittimo, tra virgolette molto tra virgolette, "oppositore", testimonia che nell'attuale opposizione e nell'allora maggioranza ci sono persone - so di non essere l'unico - che si accostano alle tematiche non in modo preconcetto e spesso non con un approccio "ideologico", tra virgolette. Per formazione e/o deformazione professionale sono abituato ad esprimere giudizi nel merito e, oggi, non possiamo esprimere ancora giudizi nel merito, perché non possiamo fare altro che augurare alla Giunta e al Presidente Cota un buon lavoro nell'interesse della ricaduta positiva per i cittadini piemontesi.
Cerco di utilizzare al meglio questi pochi minuti per svolgere alcune riflessioni e socializzandole con voi. Si deduce pertanto, sulla base di quanto ho detto, che la mia non sarà un'opposizione di pancia, bensì un'opposizione di testa, non perché abbia la testa e altri no, ma in quanto ci arrivo con il metodo razionale, per ritornare al discorso di prima circa i giudizi nel merito.
Ascoltando l'intervento del Presidente Cota ho percepito due particolari messaggi, il primo dei quali è quello relativo ai costi della politica. Qui, a mio avviso - mi rivolgo a tutti i colleghi - dobbiamo tracciare una linea di demarcazione in ordine all'etica comportamentale, il buonsenso e l'educazione di una persona che assolve funzioni politiche.
Quindi, il minimo sindacale per fare politica è porre attenzione ai costi degli stipendi dei Senatori, dei Deputati, dei Consiglieri regionali. Senza prenderci in giro, questa è una questione che attiene agli ultimi quarant'anni della nostra Repubblica, questa non è demagogia. Quindi c'è una responsabilità collettiva, quello non è il costo della politica, è un questione di educazione. Quanto sto dicendo adesso me lo ha spiegato un inquilino delle case popolari nella città di Torino e in questo momento sto portando ai colleghi questo concetto, che a me era già noto, ma sono sicuro che è noto anche a voi.
Il costo della politica è, invece, quell'improprio - dico legittimo legale ma improprio - finanziamento dei partiti che oggi non esistono più e continuano a percepire miliardi di euro di rimborso. Non c'è un solo partito che possa permettersi il lusso di dire: "Noi no". Questo non attiene alla destra o alla sinistra; è una questione di etica comportamentale. Questa è la vera questione morale. Forza Italia percepisce ancora soldi e li percepirà fino al 2011; allo stesso modo Alleanza Nazionale; allo stesso modo La Margherita; allo stesso modo i DS. Si tratta di soldi che poi vengono nuovamente percepiti come PD e PdL.
un discorso di costo della politica.
La mia formazione professionale mi porta a fare ulteriori riflessioni.
L'obiettivo deve essere la battaglia per l'efficienza della più grande industria d'Italia, che non è la FIAT, ma è l'industria che gestisce la macchina pubblica. Nella Città di Torino abbiamo società partecipate; ne abbiamo nella Regione Piemonte e in tutte le Regioni d'Italia. È lì che c'è lo sperpero e l'offesa nei confronti di tutti i cittadini, al di là del fatto che abbiano votato a destra o a sinistra. Nelle passate Commissioni abbiamo discusso dell'efficienza del CSI; nella scorsa legislatura - anche se non c'ero ancora - abbiamo discusso dello straordinario controllo di gestione della sanità pubblica. È un problema serio. C'è il controllo di gestione o non c'è? Per lo spreco della politica non sono sufficienti la disponibilità e la volontà. È una questione di capacità, e prima di esprimere giudizi sulle capacità è necessario aspettare il consuntivo.
Penso alla proposta di legge che avevo presentato sulla modifica delle ATC: sarebbero saltate 45 o 50 poltrone - proposta di legge che ripresenterò nei prossimi giorni - per avere un'ATC unica: è superfluo Torino, Novara, Alessandria, Cuneo, Vercelli, Asti e Biella; è superfluo avere una valanga di Consiglieri di amministrazione e di Revisori dei conti. Il fatto che appartenessero al centrodestra o al centrosinistra non mi interessava nella scorsa legislatura e non mi interessa neanche in questa. È un discorso legato al buonsenso ed è su questo buonsenso che prenderò le mie posizioni. Un alloggio che ad un cittadino piemontese costa, come costo della politica, cinque euro, a Biella ne costa 83 euro ad Asti 65! Mi vergogno nel continuare questo ragionamento e passo ad altro titolo: la sanità.
Sulla sanità le domande da porre sono semplici. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore Ferrero, a cui auguro buon lavoro. So che si tratta di persona preparata e competente, ma la domanda è: gli attuali ospedali o le strutture sanitarie della Regione Piemonte oggi sono a norma? Se la risposta è sì ne prendo atto; se è no - ma questo discorso può valere per l'Assessore Ferrero o per un altro Assessore - quali sono gli strumenti e con quali finanziamenti si ripristinano quelle strutture? Questo è il tema che anche questa Giunta deve affrontare, al di là della collocazione della Città della Salute. È un tema vero.
Per quanto riguarda le problematiche del lavoro, come diceva il Presidente Cota, dobbiamo aiutare le imprese. Vi assicuro che le imprese quelle vere, quelle sane, quelle genuine, che esistono nel nostro Piemonte non chiedono prima l'aiuto, chiedono principalmente di non essere danneggiate. Tutte le pubbliche amministrazioni, di destra o di sinistra ancora non capiscono la differenza - parlo dei ritardi di pagamento - tra l'accesso al credito e il ritardo dei pagamenti, che comporta un aggravio ai costi delle aziende.
Avremo anche modo di confrontarci nelle Commissioni sulla questione Grinzane-Cavour. Su tale vicenda abbiamo unanimemente convenuto in Commissione che sia dipesa da una stortura del sistema. Non c'è responsabilità politica. L'auspicio che pongo, ma lo pongo veramente in buona fede e senza malizia, è di non dover trovarmi, o trovarci, tra un anno, due o tre, ad attribuire nuovamente la colpa al sistema se scopriamo che gli uffici degli appalti, dirigenti o funzionari nascondono storture legate al sistema. Dobbiamo intervenire, anzi, voi avete la possibilità di intervenire e in base alle vostre modalità comportamentali avrete dal sottoscritto giudizi solo ed esclusivamente nel merito.
Termino il mio intervento augurando alla Giunta un buon lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente Cattaneo.
Anch'io, come altri Consiglieri in precedenza, desidero augurare a lei e all'Ufficio di Presidenza un buon lavoro. Mi pare ci siano le condizioni per una gestione seria e corretta dell'Aula.
Vorrei anche augurare buon lavoro al personale che ci ha accompagnato nei cinque anni precedenti e che ci accompagnerà nei prossimi cinque anni.
Un personale gentile, disponibile e competente, che sarà uno dei nostri supporti più validi in questa legislatura. Sarà una legislatura impegnativa, come quella precedente. Pensavamo di aver fatto un buon lavoro: evidentemente questo non è bastato, tant'è che i piemontesi hanno scelto un altro governo regionale. Questa è la democrazia e ne prendiamo atto.
Devo dire al Presidente Cota che anch'io penso che l'esordio non sia stato straordinario, ma non intendo ripetere quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Dalla sua voce avremmo voluto sentire, oltre a leggere il suo programma elettorale, come pensa di affrontare i grandi problemi di questa Regione, ma ci sono cinque anni davanti per discutere e confrontarci. C'è una cosa che vorrei sapere, ed è un problema che monitoreremo: come intende la Giunta occuparsi del grande problema delle liste di attesa. L'Assessore Ferrero ha utilizzato questo come cavallo di battaglia durante la campagna elettorale; è chiaro che cercheremo di capire se quanto avete detto corrisponde ad una possibilità reale di intervenire in questo settore difficile e complicato, o se era una delle tante promesse elettorali.
Verificheremo che l'opportunità offerta dalla RU486, all'interno della legge n. 194, sia garantita a tutte le donne di questa regione.
Anche su questo punto, Presidente, non mi pare che il suo esordio sia stato straordinario. Quando ha detto che la RU486 sarebbe rimasta nei cassetti, ce lo auguravamo anche noi, perché avrebbe voluto dire che le interruzioni di gravidanza sarebbero diminuite in maniera considerevole.
Ciò non è successo.
Le ricordo che lei è stato nominato Presidente della Regione e non imperatore, quindi anche lei risponde alle leggi dello Stato. Sulla RU486 dico solo questo: non si tratta di una questione etica, ma di una questione sanitaria. Esiste la possibilità, all'interno del servizio sanitario pubblico, di interrompere la gravidanza con una tecnica che non è chirurgica e questa deve naturalmente essere messa a disposizione...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere, ma c'è un fastidioso brusio. Il Consigliere Boeti ha, come tutti i Consiglieri, il diritto di essere ascoltato.



BOETI Antonino

Dicevo che deve essere messa a disposizione - lo dico con un'espressione che non mi piace - senza se e senza ma.
Poiché occorre un maggior approfondimento, faccio due considerazioni in merito alla relazione sulla legge n. 194 (che la invito naturalmente a leggere) che il Governo ha preparato nel 2007, dalla quale si evince che nel 2006 si sono registrate 130.000 interruzioni di gravidanza, con un decremento del 44,6% rispetto al 1982. Considerato che il 30% di queste interruzioni di gravidanza appartiene a donne immigrate, ciò significa che per le donne italiane questa percentuale è diminuita quasi del 70% in questi anni.
L'aborto farmacologico, laddove utilizzato (peraltro, impiegato dal 1990 in tutta Europa), non ha mai modificato il tasso di abortività e il rischio di complicanze.
Le leggi delle Stato - concludo su questo argomento - valgono per tutti, anche per lei. Noi non permetteremo che il Paese torni, come vi piacerebbe, al tempo degli spilloni nell'utero.
Farò ancora una considerazione su un tema molto importante, che impegnerà certamente il Consiglio regionale: mi riferisco, infatti, alla questione della Città della Salute, in merito alla quale, Presidente, penso che abbiate commesso il nostro stesso errore.
Noi avevamo affidato questo grande tema a tre Assessori diversi: uno si occupava di università, uno di edilizia sanitaria e un altro delle questioni più prettamente sanitarie. Voi avete commesso lo stesso errore tant'è che lei ha tenuto per sé la programmazione sanitaria e l'edilizia sanitaria. Anch'io sono curioso di sapere, Presidente, a che titolo il dottor Zanon invia all'ARESS dieci lettere al giorno con dieci ordini diversi. Le dirò una cosa a cui magari non crederà: qualunque uomo di buonsenso si affiderebbe alle competenze e alla professionalità di un soggetto come Oscar Bertetto. Ma voi, naturalmente, avete la possibilità e il diritto di operare le vostre scelte.
Tra un tiro alla fune e l'altro, forse avrà avuto il tempo di conferire con il Presidente Formigoni: vorrei che quest'ultimo le spiegasse che cos'è il CERBA di Milano.
Il CERBA di Milano è l'ampliamento dell'Istituto Oncologico Europeo del Centro Cardiologico Monzino, dell'Istituto Europeo di Radioterapia della Scuola Europea di Medicina Molecolare, e non è stato realizzato vicino al Duomo, ma in un'area di 62 ettari, nel parco agricolo a sud di Milano.
Se ancora vorrà, potrà chiedere al Sindaco di Monza: l'ospedale San Gerardo di Monza, localizzato storicamente nel centro storico della suddetta città, è stato realizzato a ridosso del parco di Monza, cioè fuori dalla cinta urbana.
Mi piacerebbe che per lei la Città della Salute non fosse un mero progetto edilizio, perché non si tratta di ristrutturare un edificio (peraltro quello che lei ha identificato per primo e che il Comune di Torino ha indicato come "centro commerciale". È vero che la chirurgia oggi fa miracoli, per cui si può anche pensare che dopo un intervento di day hospital si possa andare a fare la spesa, ma penso che la promiscuità fra i due edifici non possa essere compatibile).
Noi pensavamo ad un progetto diverso, che unisse la competenza del San Luigi, del Mauriziano e delle Molinette nella realizzazione di un grande centro toraco-cardiovascolare, che fosse un punto di riferimento per l'Italia, oltre che per la nostra Regione.
Le fornisco ancora due dati (se riterrà, potrò fargliene copia): noi pensavamo ad un incubatore di imprese e abbiamo usato due riferimenti: il primo è l'Illinois Medical District, che impegna 42.000 persone (mi rendo conto che non è in Padania!) ed è la principale fonte di attività per Chicago, perché ospita il Chicago Technology Park, creato per la tecnologia avanzata, con particolare riferimento alle biotecnologie, alle ricerche sul cancro (non sappiamo, naturalmente, se sarà guarito in tre anni; ma ci aspettiamo che il Presidente Berlusconi mantenga questa promessa con gli italiani). Il secondo riferimento che avevamo era Stoccolma: 450 imprese e 26.000 persone formano la filiera sanitaria della Regione. Il settore biomedicale si estende lungo una linea di 15 chilometri a sud di Stoccolma: altro che la cinta daziaria della città di Torino! Il primo farmaco biotecnologico è stata l'insulina umana: dal 1982 l'industria biotech genera profitti per più di 100 miliardi di euro attraverso 6.000 società nel mondo. Magari, in un'altra occasione, le fornirà i dati rispetto all'industria biomedicale europea, che conta 2.163 imprese e fa lavorare 96.000 persone, o l'industria biomedicale statunitense, che conta 1.991 imprese e fa lavorare 190.000 persone.
Noi pensavamo ad un'altra cosa rispetto al progetto edilizio che in questo momento ci sembra che il Presidente Cota abbia in mente.
L'ultimo dato riguarda il parco della Città della Salute di Stoccolma per il quale è stato realizzato appositamente una linea di metropolitana con un investimento di tre miliardi di euro. Questo significa "programmare lo sviluppo di un territorio", e non, appunto, preoccuparsi della cinta daziaria di Torino.
Un'ulteriore considerazione che vorrei rivolgerle, Presidente, riguarda le cure odontoiatriche che ha promesso. Mi auguro, naturalmente, che lei mantenga l'impegno e che i cittadini di questa Regione avranno le cure odontoiatriche gratuite. A tal riguardo, però, vorrei capire di cosa si parla (peraltro, se lo potesse dire già oggi), perché le cure odontoiatriche sono già gratuite: oggi, nei poliambulatori delle ASL, è possibile fare la devitalizzazione di un dente oppure la cura di una carie.
Se invece si riferisce all'ortodonzia (dal momento che ci sono famiglie che si "svenano" per curare i difetti della bocca dei loro figli) oppure all'impiantologia, cioè alla protesi fissa (le ceramiche, per capirci), che saranno a carico del Servizio Sanitario Regionale, noi saremo i primi ad essere d'accordo con tali ipotesi. Faccio tuttavia fatica a capire come questo si concilierà con un risparmio di 125 milioni di euro sui costi delle ASL e con il blocco delle assunzioni. Ma, magari, in questi anni riuscirà a spiegarcelo.
L'ultima considerazione riguarda l'Alta Velocità: durante la campagna elettorale il Governo aveva una fretta tremenda di fare i sondaggi. A due mesi dal termine delle elezioni di sondaggi non parla più nessuno. Va bene.
Bisognava farli in quel periodo? Ne prendiamo atto.
Noi vorremmo che lei si facesse garante del fatto che il sistema ferroviario metropolitano, con quella promessa di 300 milioni di euro che il Ministro Matteoli ha fatto, sarà davvero una caratteristica di questa Regione e che lo sviluppo del territorio, con quel progetto di 700 milioni di euro, sarà garantito. Altrimenti, a mio avviso sarebbe meglio non continuare ad andare in Val di Susa, se non sarà in grado di garantire almeno oggi che il Governo regionale e quello nazionale hanno lo stesso colore, gli impegni assunti dal Governo nazionale.
Come hanno ribadito anche i miei colleghi, noi faremo un'opposizione severa ma seria. Su una cosa, però, non transigeremmo: sull'onestà.
I piemontesi hanno dimenticato - tant'è che le elezioni le avete vinte voi - gli scandali che hanno caratterizzato, nella sanità, il vostro Governo regionale, quello di cui lei, peraltro, era Presidente del Consiglio. Lo scandalo Odasso è nella mente di tutti (cito Odasso perch era un referente politico). Se c'è qualche tecnico disonesto in un ufficio che ha vinto un concorso trent'anni fa, non vi si imputerà assolutamente nulla. Ma noi gli scandali non li abbiamo dimenticati: su questo saremo certamente inflessibili. Buon lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che nell'intervento fatto dal Presidente della Giunta, rispetto al medesimo intervento fatto dalla Presidente Bresso cinque anni fa, e poi nella legislazione regionale che questo Consiglio ha affrontato nella VIII legislatura, vi sia un punto diametralmente opposto.
La priorità del lavoro è stata spesso a parole una priorità, appunto che i Consigli si ponevano, ma i colleghi che hanno un po' di memoria ricorderanno che il primo importante provvedimento che la Giunta di centrosinistra prese nel luglio del 2005, per trasformarlo in legge nel novembre dello stesso anno, fu la "legge FIAT", cioè la legge di acquisizione delle aree; legge che conteneva un articolo - l'articolo 5 finalizzato alla piccola e media impresa.
Noi stanziammo, come Regione Piemonte, quasi 40 milioni di euro complessivamente, come enti pubblici 67 milioni di euro per finanziare, per acquistare le aree e la costituzione di TNE senza che da questo discendesse certamente una spesa per i cittadini piemontesi ma, relativamente a TNE, un solo insediamento produttivo.
L'attenzione che questa Giunta e questa maggioranza ha dato all'aspetto fondamentale, cioè al pacchetto del lavoro che presenterà, è partita in modo diametralmente opposto dicendo che la priorità va data alle piccole e medie imprese; con la più grande impresa del nostro territorio, con la più grande impresa italiana, si dialoga.
Si dialoga correttamente, anche perché se confrontiamo l'ambizioso piano che ha presentato l'Amministratore delegato Marchionne al piano che ci venne presentato per chiedere i 67 milioni di euro, certamente non ha paragone. Un piano non faceva rientrare la gran parte dei cassaintegrati l'attuale ripone Torino come centro produttivo del Piemonte e non solo.
Questo è un aspetto dirimente delle politiche del lavoro. Non so a quali centri studi faccia riferimento il Partito Democratico relativamente all'inutilità dei voucher, ma se ci si confrontasse con le realtà imprenditoriali buone, che sono la gran parte di quelle piemontesi, ci si renderebbe conto che molte imprese oggi chiedono un sostegno alla garanzia occupazionale. È vero che la Regione ha trenta misure di finanziamento al mondo dell'impresa, ma il vero limite è questo: ha misure che sono spesso finalizzate ad addetti ai lavori, di conseguenza il 96% delle micro e medie imprese piemontesi, che costituiscono il nostro tessuto produttivo, non vi accede perché occorre il consulente, il commercialista, la persona dedicata che rappresenta un costo per l'impresa. Semplificare, in molti casi, è come ridurre la pressione fiscale. Per un'impresa avere una semplificazione amministrativa, anche nell'accesso ai benefici economici, è come vedere sgravata l'impresa stessa di un importante costo.
Ovviamente, l'attenzione che il nostro Gruppo consiliare rivolgerà certamente di concerto all'operato degli Assessori, sarà anche rispetto alle altre realtà produttive del Piemonte. Bisogna sempre ricordare che la nostra regione, non soltanto la provincia di Torino, ha ancora una percentuale di impresa manifatturiera che non solo non va trascurata, ma va fortemente sostenuta. Per avere uno sviluppo economico che consenta alla nostra regione di tornare ad avere indici di occupazione che le competono deve investire fortemente con la stessa logica, cioè con una grande attenzione per le piccole e medie imprese, in tutto il resto del settore produttivo. Certamente rimarcando alcuni aspetti che sono dirimenti e che la precedente Giunta non ha risolto; anzi, alcuni hanno dilatato i tempi questo è un dato oggettivo - di pagamento nei confronti delle imprese. Il Consigliere Laus giustamente lo ricordava, perché ci sono alcuni atti che lui stesso presentò quando era in maggioranza. I tempi di pagamento della nostra Regione sono i più lunghi di tutto il Nord Italia. La Lombardia impiega circa 90 giorni in meno rispetto al Piemonte, ma i tempi si sono dilatatati rispetto al 2005, quando la Presidente Bresso iniziò a governare la Regione Piemonte.
evidente che la dilatazione dei tempi di pagamento grava anche sull'accesso al credito. Comprendiamo la difficoltà che esiste nel trattare con le banche, ma la precedente Giunta ha fatto poco e a volte male.
Ricorderete la misura relativamente alla possibilità di rifinanziamento dei fidi e degli sconfinamenti che il Consiglio regionale approvò nell'aprile 2009, ma che divenne operativa a dicembre. Non si ebbe un rapporto diretto con il mondo bancario per cui, per alcune modalità tecniche fondamentali nella copertura degli sconfinamenti, i pagamenti hanno subito ulteriori ritardi.
Maggiore attenzione al mondo dell'artigianato. È vero che la precedente Giunta presentò, e il precedente Consiglio votò anche con il sostegno dell'allora opposizione, un testo unico sull'artigianato, ma è altrettanto vero che quando adottò alcune misure dedicate, per esempio quella sull'anticipo della cassa integrazione, lo fece solo ed esclusivamente investendo 15 milioni di euro per le imprese con più di 250 dipendenti dimenticando che il 91% degli addetti in quel momento in cassa integrazione, erano addetti di imprese artigiane che non avrebbero beneficiato in alcun modo di quella misura.
Bisognerà intervenire in modo concreto sul commercio, non solo con l'applicazione del DURC che ancora non è avvenuta, ciò per tutelare i commercianti che fanno leale competizione, non quelli che non pagano i contributi previdenziali e quindi fanno una sleale competizione (da qualunque nazione provenga il commerciante che esercita). Il commerciante italiano o quello straniero che non paga i contributi si pone in una situazione di competizione non corretta nei confronti dei commercianti in regola.
Occorre anche affrontare la tematica della limitazione, come già detto dall'Assessore Casoni, della grande distribuzione. Credo che sull'area che ricordava il Consigliere Boeti, a normativa regionale vigente, la Città di Torino non possa realizzare un grande centro commerciale. La nostra legge vieta quelle metrature, se non all'interno di un'area già industriale e quella non è un'area industriale. Ovviamente, mi posso sbagliare, sarà una cosa che si verificherà.
Il rilancio del mondo del turismo. Come detto correttamente nella presentazione dei flussi turistici dall'Assessore Cirio, non va buttato via tutto quello che è stato fatto. Tutto ciò che è stato fatto presenta alcuni aspetti positivi, ma è certamente vero che dobbiamo promuovere l'eccellenza piemontese. Occorre riuscire a mettere al centro della promozione il fatto che il Piemonte è l'unica regione al mondo in cui è possibile, per chi è appassionato di montagna, fruire delle Alpi, che rappresentano un'unicità mondiale (noi non ce ne rendiamo conto perché ci viviamo) ma, al tempo stesso, fruire anche di un'offerta gastronomica unica al mondo e di importanti città d'arte. Nessun'altra regione italiana alpina, europea alpina o anche mondiale alpina, ha queste grandi caratteristiche.
Sosterremo, come abbiamo fatto anche quando eravamo all'opposizione, il mondo della montagna, che rappresenta il 43% delle aree piemontesi e sulle quali, quando eravamo all'opposizione, abbiamo proposte misure concrete di intervento con alcune norme allora supportate anche dalla maggioranza.
Così come dovremmo intervenire in modo drastico sull'agricoltura, non solo relativamente al suo sostegno, ma per quanto riguarda la celerità dei pagamenti. Lo dicevamo con l'Assessore Sacchetto: per gli agricoltori attendere mesi e mesi perché ARPEA verifichi uno scostamento di mille euro fra quello che l'agricoltore realmente deve ottenere e quello che, in realtà, ARPEA stessa ha indicato, è una follia. Sappiamo che è un soggetto al quale l'anno successivo dovremmo ridare, come soggetto regionale, una nuova erogazione economica, quindi, al limite, gli dovremmo trattenere quanto non correttamente dovuto.
Così come il sostegno - come è scritto all'interno del programma - del mondo della cosiddetta green economy. Sarà un aspetto fondamentale perch interviene in modo trasversale su molti settori, ma con meno vetrine e più disponibilità.
Uniamo le energie. Costava più di un milione di euro solo la manifestazione, magari quei soldi si utilizzeranno per dare aiuti concreti.
Credo che una convenzione, così come quella fatta con OPDE che, di fatto dava un vantaggio competitivo, ma scorretto, ad una singola impresa rispetto ad altre, sia un'operazione da non ripetere.
Per questo credo che i piemontesi comprenderanno che una nuova possibilità di governare in modo pratico, maggiormente vicini al territorio, in Piemonte è possibile, e sarà possibile, con questa Giunta regionale e con questa maggioranza. Su questo ci confronteremo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "P. Frassati" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "P. Frassati" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dibattito relativo al programma di governo della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sul programma di governo della Giunta regionale.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Voglio attenermi ad un principio, per me molto importante, avendo ricoperto in quest'Aula sia il ruolo di Consigliere di opposizione che quello di maggioranza, e cioè non dare un giudizio pregiudiziale, ma giudicare i fatti, le azioni e le scelte amministrative.
Presidente Cota, intanto mi permetto di dirle che, come è stato fatto rilevare questa mattina, ritengo un errore non aver depositato il testo scritto con il suo programma, come Presidente, e della sua maggioranza e anche una mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio, ma tant'è adesso siamo qui a discutere della sua relazione dello scorso Consiglio.
Questo Consiglio regionale inizia il suo lavoro nel mezzo di una crisi drammatica dal punto di vista economico, una crisi pesante; aumentano i cosiddetti outsider, cioè coloro che rimangono fuori da questa situazione economica e non mi riferisco soltanto ai disoccupati e ai precari, ma anche a categorie come gli artigiani, i commercianti, i professionisti. Basta parlare con i giovani avvocati per rendersi conto di qual è la situazione di difficoltà anche per queste categorie.
Fortunatamente questa situazione non è ancora sfociata in atteggiamenti e in momenti di tensione, ma guardate che il silenzio molte volte deve preoccupare più di una protesta eclatante. Il silenzio di chi non ha votato, di chi non è andato a votare è un silenzio molto pesante; quattro persone su dieci hanno deciso di non votare e molte volte chi decide di non partecipare al voto rischia di allontanarsi definitivamente dal mondo delle Istituzioni.
Inoltre, in questi due anni, a proposito di riflessioni sui dati elettorali e sugli esiti elettorali, dal 2008 ad oggi tutti i partiti, a cominciare dal PD, hanno perso voti, anche la Lega. Non fermiamoci soltanto alle percentuali, perché discutere sulle percentuali molte volte è comodo.
Discutiamo dei voti assoluti e qui tutti abbiamo perso dei voti.
Penso che il primo compito di un'importante istituzione come la nostra è recuperare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
PdL e Lega sono forze di governo, sia a Roma che in questa Regione, che è una tra le più importanti del nostro Paese. Non avete più alibi, non ce ne sono più. Non ci si può più affidare ad alibi che non esistono: non potete più fare l'opposizione nel fine settimana e governare nei giorni di apertura del Parlamento.
Non giudico l'atto di ieri, Presidente, e cioè ridursi lo stipendio a favore dei cassaintegrati, perché è un atto che giustamente lei e la sua Giunta avete ritenuto opportuno fare e, come ha detto lei, è anche un segnale. Benissimo. Ma mi chiedo se volete fare come abbiamo fatto noi relativamente al sostegno dei cassaintegrati. Perché quel risparmio certo è un segnale, sono 100.000 euro, ma noi negli scorsi anni, in particolar modo nei due anni che hanno preceduto la fine della scorsa legislatura, abbiamo stanziato più di 30 milioni di euro per sostenere il reddito dei cassaintegrati. Noi vogliamo sapere se lei, Presidente, la sua maggioranza la sua Giunta volete ripercorrere questa strada nel sostegno alle persone in difficoltà. Ecco perché chiediamo di non fermarsi su questa strada.
Quindi nulla di pregiudiziale, come dicevo, ma ci vuole anche coerenza come è stata richiamata questa mattina, perché è giusto sottolineare che è difficile dire le stesse cose quando si è all'opposizione e quando si è nella maggioranza, ma è giusto farlo rilevare, come è stato fatto in quest'Aula.
Per cinque anni, ci avete criticato (giustamente per la vostra posizione comunque criticabile, perché penso che bisogna dividere i ruoli) per la presenza di Assessori esterni al Consiglio. Due terzi. Presidente ed è lei in qualità di Presidente della Giunta regionale che ne deve rispondere, due terzi dei suoi Assessori sono Assessori esterni! Inoltre, a proposito di coerenza, credo molto importante, Presidente Cota, rimarcare che lei è ancora parlamentare e insieme a lei il suo vice e altri Consiglieri regionali.
Presidente, capisco il suo imbarazzo, perché, quando lei si dimetterà a succederle in Parlamento sarà l'ex Presidente del Consiglio comunale di Alessandria oggi sotto processo per truffa nei confronti del Comune di Alessandria e quindi nei confronti dei cittadini. Capisco il suo imbarazzo ma ognuno deve sopportare e portare le croci che gli vengono messe sulle spalle; la Lega porti anche questa croce e purtroppo se la porteranno anche i cittadini della provincia di Alessandria.
Lei, Presidente Cota, ha detto una cosa molto chiara nel suo intervento: al termine dei cinque anni mi giudicherete dal numero di posti di lavoro nella nostra regione. Lei sa che dipenderà da una situazione più generale; anche qui, fuori da ogni demagogia, se la crisi non passerà l'occupazione non si riprenderà e in ogni caso, tutti gli economisti ci dicono che quando la crisi sarà superata, e speriamo che venga superata al più presto, la situazione non sarà certo quella di prima della crisi economica. Quindi, Presidente, c'è bisogno di nuove politiche capaci di produrre nuova occupazione.
Certo è che nonostante un Governo amico, così considerato da molti piccoli imprenditori e dal popolo delle partite IVA, le imprese continuano a chiudere. Riflettete su questo aspetto.
Lei e la sua maggioranza sicuramente vorrete, come ha affermato nel suo intervento, qualificarsi sulla questione del federalismo. Ma quale federalismo? Anche su questo non ci sono più alibi visto che governate Roma e anche le Regioni del Nord.
Il Governo non riesce a fare i decreti attuativi, perché dal generico della legge quadro bisogna oggi passare al concreto dell'attuazione mediando all'interno della maggioranza di Governo quello che probabilmente non è mediabile.
Lei ha detto che chiederà nuove competenze. Bene, Presidente, stiamo ancora aspettando la risposta del Governo nazionale alla deliberazione del Consiglio regionale di due anni fa, che abbiamo discusso e approvato. Non ricordo se l'abbiamo approvata all'unanimità (ma in ogni caso a larga maggioranza, maggioranza noi allora e voi Gruppi dell'opposizione), ma tale deliberazione chiedeva al Governo di centrodestra nuove competenze. Questa risposta non ci è mai stata data! Speriamo che lei abbia più fortuna e, in ogni caso, da parte nostra ci sarà il pieno sostegno nel momento in cui lei chiederà nuove competenze. Vogliamo capire quali e come avverrà questo passaggio.
Ci dica, infine, Presidente se vuole mantenere l'eliminazione dei ticket sui farmaci, la riduzione dell'IRPEF, come noi abbiamo fatto negli anni scorsi.
Ci dica e diteci quali sono gli sprechi e le inefficienze; le misureremo quando discuteremo in Consiglio il prossimo assestamento perché, come tutti sappiamo, nel bilancio la voce sprechi non esiste.
Bisogna individuare gli sprechi, quindi nel prossimo mese, quando discuteremo dell'assestamento di bilancio, giudicheremo quali per lei e per la sua maggioranza sono gli sprechi e le inefficienze.
Fateci capire quali sono gli indirizzi del nuovo Piano regionale socio sanitario che il Presidente Cota ha annunciato in campagna elettorale.
Fateci capire se volete riprendere la vecchia idea del centrodestra di separare la gestione ospedaliera da quella del territorio.
Su questi argomenti, come su tanti altri, visto che è stato fatto riferimento ai diversi territori del Piemonte, vogliamo capire quali saranno le sue politiche nei confronti della Regione Liguria come della Regione Lombardia, quali saranno le politiche sulle infrastrutture che saranno portate avanti dal governo della Regione Piemonte.
Infine, Presidente del Consiglio, mi permetta di fare un riferimento al nuovo Regolamento consiliare. Questo è stato un elemento che ci ha contraddistinto, che ha contraddistinto l'azione nei cinque anni scorsi. Un nuovo Regolamento consiliare che permetterà alla maggioranza di governare senza intoppi e all'opposizione di avanzare, dopo il no, idee e proposte alternative, facendo in tal modo un'opposizione costruttiva.
questo che faremo nei prossimi cinque anni e quando abbiamo approvato il nuovo Regolamento lo abbiamo fatto - noi crediamo - nell'interesse di quest'Aula e dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi fa particolarmente piacere intervenire dopo il collega Muliere, a cui mi lega una stima di anni, che ha svolto con grande dedizione un ruolo difficile nel corso della legislatura, perché essere Capogruppo di una forza di maggioranza è oggettivamente un lavoro impegnativo.
Poi nella Giunta Bresso lo è stato in maniera particolare, ma questo non dipende dalla maggioranza ma dalla Giunta Bresso, perché evidentemente per difendere una Giunta debole, coloro che devono fare i Capigruppo di maggioranza devono lavorare di più.
E che sia debole non lo dico io adesso, dopo averlo detto per cinque anni, ma l'hanno detto gli elettori con molta chiarezza non più tardi di un mese e mezzo fa. Infatti credo che sia la prima volta che sei Assessori si ripresentano e non ottengono quello che si chiama il prezzo politico delle loro azioni, cioè vengono rimandati a casa.
Lì sta la sconfitta politica e su questo alcune persone, non tutte ma alcune, serie nell'ambito del centrosinistra - e ce ne sono tante - credo che stiano giustamente riflettendo. Come credo che si debba riflettere su un passaggio svolto poco fa dal collega Muliere.
Noi in Regione abbiamo vinto le elezioni, ma non sono mica andate bene per il nostro partito; parlo del mio partito, Forza Italia, oggi PdL.
Abbiamo perso voti e credo che su questo si debba riflettere, perch quando l'assenteismo diventa così alto, evidentemente una riflessione si impone a tutti coloro che hanno serietà per l'Amministrazione pubblica. E serietà per l'Amministrazione pubblica, per lo meno per quanto mi riguarda significa sfuggire il più possibile da una tentazione che è sempre dietro l'angolo, quella di essere tifosi. Lo dice uno che è molto tifoso, ma soltanto per quanto attiene ad una materia fortunatamente esterna a quest'Aula, che è il gioco del calcio, ma per il resto cerca - non sempre riuscendovi - di astenersi dal tifo.
Quindi, facendo questo esercizio, provo a ritornare al tema del dibattito di oggi. Intanto non so chi l'abbia detto in esordio di questo dibattito, ma anch'io sono rimasto colpito dall'intervento di apertura del Presidente Cota, cui va ovviamente il mio interessatissimo augurio di buon lavoro, a lui e a tutta la sua Giunta. Credo che questo sia un augurio interessato sia come parte politica sia come piemontese.
Sono rimasto colpito dal fatto che gli accenti dell'intervento erano inusuali. Quindi, erano - se mi è consentito dirlo - fuori dal gergo, che peraltro il Presidente Cota conosce benissimo, essendo stato Presidente di questo Consiglio, essendo stato Capogruppo di un partito di maggioranza alla Camera, quindi è abituato al linguaggio, anche tecnico, ineludibile della politica. Ma credo che abbia cercato, e in questo lo condivido se era il movente, di parlare con il cuore e, parlando con il cuore, di arrivare anche a chi non è presente in quest'aula, parlando a chi lui dovrà amministrare in un momento difficilissimo di questa Regione. Infatti ha ragione il collega Muliere quando dice che stiamo attraversando quella che secondo me, è una crisi durissima di questa regione, che vede il suo capoluogo forse il punto più di minima nell'ambito della difesa del mondo del lavoro, che per me si traduce in una difesa del mondo dell'impresa.
Quindi, gli auguri sono particolarmente sentiti come appartenente ad un partito, come appartenente ad una maggioranza e ancor più come torinese.
Mi rivolgo ad alcuni dei colleghi della minoranza, anzi dell'opposizione - io mi seccavo quando ci chiamavate minoranza - e lo dico in quanto molti di voi, non casualmente, li ritengo appartenenti a partiti di governo, oggi democraticamente assegnati ad un ruolo di opposizione.
Guardate che si può svolgere il tema (cosa che stamattina molti di voi hanno fatto) con la stessa efficacia da più punti di vista.
Per esempio, alcuni sostengono che io non ho sempre uno splendido carattere. Personalmente potrei cedere alla tentazione e rivolgere una domanda non alla Bresso - non mi ha mai risposto nel merito per cinque anni, figuriamoci se intendo occuparmene adesso - ma al Presidente Reschigna, per non parlare dell'Assessore Artesio.
Ma davvero voi volete insegnare qualcosa a noi all'inizio di questa legislatura sul costo della politica? Ma davvero pensate che questo sia il modo con cui noi possiamo rapportarci con voi? L'Assessore Artesio ha letteralmente occupato l'Assessorato di ogni possibile consulente, ne ha importati anche da fuori Torino.
Nella scorsa legislatura - e la Presidente Bresso per non perdere il tempo si è già incamminata in questo - nella gestione dei finanziamenti dei gruppi di questa Regione, avete intrapreso ogni possibile strada.
E davvero pensate, come il Capogruppo del PD, di dirci che cosa dobbiamo fare sul costo della politica, pensando che noi su questo vi seguiamo? Su questo la trovate molto lunga e sapete perché? Perché il Consigliere Muliere ha detto una cosa molto saggia, che però vi invito a ricordare...



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, le chiedo scusa. Oggi è una giornata pesante.
Invito i commessi a chiedere alle persone che sono fuori nel corridoio di spostarsi, in modo da permettere al Consiglio regionale la continuazione dei lavori.



BURZI Angelo

Stavo dicendo che considero la modifica del Regolamento la cosa migliore della scorsa legislatura, che certamente va nei meriti del PD e del suo Capogruppo - e mi permetto di dire che alcuni Gruppi di opposizione non si sono sottratti a questo dibattito.
Un nuovo Regolamento consente con una maggiore facilità al governo di governare, perché è per questo che è stato costruito, ma questo significa che i Gruppi di opposizione dovranno proporre. L'ha detto con molta chiarezza l'ex Presidente Muliere.
E per quanto riguarda il proporre, ricordo a quello che è stato il Gruppo di maggioranza della scorsa legislatura che fa parte dei nostri meriti molto spesso avere votato anche vostre leggi, indipendentemente dal fatto che le avessimo proposte noi o meno. Ricordo la legge sulla ricerca e sull'innovazione, la legge sull'organizzazione del personale, le leggi che hanno costruito Finpiemonte 1 e Finpiemonte 2, le leggi di SCR che abbiamo riscritto, visto che l'Assessore all'epoca competente ci propose un testo praticamente indicibile.
su questa materia che credo che il PD - scelgo il PD perché è il partito principale di tutta l'opposizione - possa trovare capacità di proposta, capacità di colloqui. Non certo venendoci a fare la morale perché sulla morale, tolte le barzellette - qui chi è senza peccato scagli la prima pietra, ma verrei immediatamente lapidato e non sarò certo io a farlo - se vogliamo parlare di costo della politica, e qui mi permetto di rivolgermi al Presidente Cota, a me piacerebbe che, se il Presidente accettasse la sfida, perché di questo si parla, quest'Aula ospitasse, in aiuto al Governo, a supporto del movimento d'impresa, la legislatura dell'efficienza.
Il nostro bilancio è di 21 miliardi di euro; - era 27 miliardi nel '97 adesso è 21 e qualcosa sul totale di quadratura, di cui circa nove quando ci sono i consuntivi sulla sanità e di cui circa 12 quelli indirizzabili.
Ma anche le partite di giro sono indirizzabili nell'interlocuzione con lo Stato centrale; perché, evidentemente, le partite di giro sono funzione di rapporti tra Stato centrale e amministrazione periferica e sono uno degli oggetti della discussione, anche sul federalismo. Allora, se di questo si vuol discutere, significa dire al Presidente Cota che non è tanto importante se i 30 milioni che sono stati messi verranno riconfermati.
Consigliere Muliere, sono pochi! Secondo noi erano pochi per il bilancio 2008, quando vi proponemmo un bilancio diverso e il giudizio non è cambiato, oggi: sono pochissimi per il sistema di impresa piemontese, se è vero che è in crisi. E che sia in crisi credo che noi lo tocchiamo tutti.
Guardate che fare efficienza non è né di destra né di sinistra, perch all'inefficienza della spesa pubblica hanno contribuito tutti i partiti nel corso di queste nove legislature, dal momento della fondazione del Consiglio regionale. Allora, mi sembra utile chiedere al Presidente Cota di fare una cosa difficile: fare efficienza. Guardate che fare efficienza è enormemente più difficile che operare i tagli, perché per operare i tagli basta scrivere una delibera. E, Presidente Cota, mi sia consentito fare un appunto costruttivo: scrivere una delibera sulla sanità mescolando i pessimi risultati delle Molinette di Torino 2 con altri risultati meno indecenti vuol dire premiare anche gli inefficienti. Capisco che in un primo momento da qualche parte si debba cominciare, ma credo non sia difficile guardare i dati, taroccati, della sanità piemontese e distinguere da subito chi è stato lungamente inefficiente. Questa amministrazione ha anche bisogno di dare l'esempio e poi essere aiutata da tutti alla ricerca dell'efficienza.
Perché se è vero che il sistema dell'impresa ha bisogno di risorse allora servono l'Aula, le forze sociali, serve la parte migliore del sindacato (quella che vorrà starci) e occorre discutere come si fa a produrre efficienza. Perché si può fare solo insieme, non si può fare contro.
Altrimenti torniamo al gioco chi ha fatto più sbagli. Io non ho nessuna difficoltà a spostarmi in curva, perché sono granata; già non ho tanti successi sportivi: non sono un novarese che festeggia l'arrivo in serie B dove noi, temo, rimarremo per lungo tempo se ci va di fortuna (soltanto se la fortuna ci assiste, perché ci meriteremmo ben di peggio) e ci potremmo dedicare, caro Consigliere Muliere, alla ricerca dell'efficienza.
Se invece vogliamo seguire la strada ipoteticamente tracciata dal collega Reschigna e dire "io ce l'ho più lungo", per rimanere nel tema possiamo giocare. Ma allora dobbiamo spiegare alla Consigliera Cerutti, che arriva dal Comune, che non è lo Stato che affama il Comune di Torino. Parli con l'Assessore Peveraro, che non ha lasciato neanche più un pezzo di formaggio a forza di far dei buchi nella sua forma; e che, come ha fatto l'affamatore al Comune di Torino, così ha fatto in Regione Piemonte. Per questa ragione compiango l'Assessore Quaglia che non dovrà predisporre un assestamento, ma che dovrà operare un consolidamento di un bilancio che un tempo era una cosa seria e dopo cinque anni di gestione Bresso e Peveraro è praticamente sgretolato: è tutto un buco.
Buon lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La cosa più difficile da fare in questo Paese nelle varie assemblee elettive, egregio Presidente del Consiglio, della Giunta, egregi colleghi è renderlo una democrazia normale. Per renderlo una democrazia normale bisognerebbe fare alcune cose. La prima: non dire cose diverse quando si è al governo e quando si è all'opposizione, soprattutto se si rimane nella stessa forza politica e in quella stessa forza politica e in quelle stesse liste ci si fa eleggere e si chiedono i voti degli elettori.
L'altra cosa utile in una democrazia normale, oltre a non avere parole diverse a seconda del ruolo che si svolge, soprattutto se si è la stessa persona e si è nella stessa forza politica, è quello di far finire le campagne elettorali nel momento in cui le urne si sono ormai ampiamente raffreddate e cominciare ad abbandonare i comizi e la demagogia, per passare alla concretezza delle proposte e alla normalità del confronto sulle stesse. Sono due cose complesse. Le tentazioni di ricadere negli errori, da parte di tutti, ci sono: bisogna sforzarsi di non farlo.
Per questa ragione cercherò di fare un ragionamento sul suo intervento Presidente, che mi tenga il più possibile lontano da questi duplici errori e poi dirò infine, secondo me, perché l'intervento del collega Reschigna è stato mal interpretato da altri colleghi che sono intervenuti dopo, perch lui ha cercato esattamente di tenersi sulla linea che ho provato ad illustrare.
Allora, penso che lei abbia fatto una scelta nel suo intervento e che si sia trovato a dover decidere fra delle indicazioni programmatiche che dessero il senso della sua proposta di governo o, dall'altro lato, scendere nella concretezza della proposta. Devo dire che forse la sintesi era difficile e ritengo che lei non ce l'abbia fatta: perché quelle che sono state spacciate per proposte concrete in realtà erano mere dichiarazioni di principio, che di concreto avevano pochissimo.
Si possono dire cose difficili anche in modo semplice, se si è in una situazione complessa come quella che il Piemonte vive. Provo a dirne io alcune su alcuni dei temi che ritengo interessanti nella loro elencazione e che invece lei ci ha proposto senza raggiungere, secondo me - lo dico sommessamente - né l'obiettivo di fornire un quadro generale, né quello di avanzare una proposta concreta.
Uno dei temi importanti su cui lei si è cimentato è quello dell'occupazione e dello sviluppo. Bene, il Piemonte è una grande Regione del Nord. Lei fa parte di un partito che ha rivendicato il governo delle grandi regioni del Nord, dicendo di rappresentare una forza politica - e il riscontro elettorale ve l'ha anche, per alcuni aspetti, confermato - che voleva per le grandi Regioni del nord intercettare la modernità, i processi di modernizzazione che lì si svolgevano, le inquietudini di quelle realtà.
Bene, una grande Regione del nord oggi sta nel contesto di una crisi economica che si sta evolvendo quotidianamente, in termini di quantità e di qualità, e che sta investendo l'Europa con una bufera piuttosto significativa. Non c'è maggioranza né opposizione da sola, né a livello regionale, né nazionale, né internazionale che abbia di per sé la ricetta per uscire da una delle situazioni più complesse del secondo dopoguerra.
Dentro una Regione importante come il Piemonte, che sta all'interno di una bufera come questa e che inevitabilmente vivrà dei risvolti di carattere occupazionale piuttosto significativi, essendo tradizionalmente una grande area industriale, si potevano fare tante scelte. Provo a dirgliene alcune con tre parole, che non sono molto complicate. Si poteva dire, nei primi cento giorni e nei primi sei mesi di governo: scelgo tre parole d'ordine e ci investo qualche milione di euro.
Primo, l'innovazione: ho una legge sull'innovazione e la ricerca scelgo un punto avanzato che riguardi la piccola e media impresa piemontese, così come anche altri contesti significativi dell'occupazione prendo un certo numero di milioni di euro, finanzio un'importante azione in questa direzione.
Secondo: mi rivolgo ai giovani che oggi sono il problema e la risorsa del Piemonte e rappresentano il suo futuro; faccio una proposta, ci investo alcuni milioni di euro in direzione di una politica di formazione-lavoro di carattere nazionale e internazionale ed offro loro un'occasione, questo nei primi cento giorni, primi sei mesi di governo, che è molto concreta.
La terza poteva riguardare la green economy, a cui destinare un po' di milioni di euro con una proposta di sviluppo sostenibile e di riconversione in questa direzione, scegliendo un esempio, una cosa o due, all'interno del Piemonte, che fosse significativo.
Infine, la quarta: un'azione molto rilevante nei confronti degli Enti locali. Se c'è un qualcosa che, in questo momento, sostiene la domanda in modo altamente considerevole è rappresentato dai lavori pubblici. È ciò che dal punto di vista del pubblico si può mettere in moto, aprendo in Piemonte non uno, ma dieci, cento cantieri, non attraverso misure che impediscono grazie al Patto di stabilità, ai Comuni che anche hanno i soldi di poter investire, ma devolvendo ad una serie di Enti locali del Piemonte la possibilità di aprire cantieri e realizzare opere pubbliche, che in questo momento sostengono la domanda, l'occupazione e sono un volano significativo.
Sono questioni astruse? No, sono molto concrete, che, però, mettono in campo per l'uscita dalla crisi tre argomenti di grandissimo rilievo economico, nazionale e internazionale: innovazione, formazione, green economy, uso della spesa pubblica come volano per fare ripartire l'economia. Sono concetti molto complessi, non voglio scomodare né Keynes né Schumpeter da questo punto di vista, ma si potevano presentare quattro proposte concrete che avessero questa caratteristica.
C'è poi una questione importante: tutto questo non è possibile se non si attua un'azione vera di sostegno al reddito, soprattutto per i redditi più bassi, soprattutto per chi in questo momento ha gravi problemi di ordine occupazionale, e di sostegno della famiglia. Presidente Cota, i nuovi poveri, anche qui in Piemonte, non sono solo quelli che abbiamo conosciuto fino ad oggi, sono quelle famiglie, magari di quattro persone con due figli, in cui lavora in modo precario uno solo; quelli sono i veri poveri, che non riescono più a sbarcare il lunario, a pagare l'affitto e a sostenere i mutui. È lì, oltre che sulle fasce tradizionali di povertà, che occorreva formulare una proposta di sostegno al reddito, in quella direzione.
Male o bene, il Governo precedente ci aveva tentato. Ritenete che non fossero sufficienti quelle misure? Bene, incentivatele, cambiatele aggiungete dei fondi, fate quello che volete, ma intervenite sui problemi veri del Piemonte.
Un altro aspetto che voglio sottoporle è il seguente: dal mio punto di vista, è difficile affrontare una crisi come questa con una visione esclusivamente economicista, pensando che l'economia da sola possa ripartire ed essere volano. L'economia non riparte se non riparte complessivamente una cultura aperta del Piemonte, una cultura di diritti una cultura come quella di una regione moderna che possa guardare al dopo Olimpiadi e Paraolimpiadi Torino 2006, realizzate grazie ad un grande lavoro di squadra. Quello sì che lo è stato, non solo da parte delle istituzioni, ma anche dell'economia e della società nel suo complesso.
Quella classe dirigente ha saputo guardare non solo a quei quindici giorni ma all'occasione di diversificazione produttiva che quell'evento rappresentava per il Piemonte; tant'è che oggi Valentino Castellani pu dire su La Stampa che la cultura e il turismo possono essere due occasioni di diversificazione produttiva del Piemonte, per mandarlo avanti insieme all'industria e ad altro, non sono semplicemente degli elementi che si riscoprono tra la crisi di un'industria manifatturiera e l'altra.
Detto questo, anche una cultura di diritti e di modernità manda avanti il Piemonte, che deve presentarsi per uscire da questa crisi come una regione che si apre e non che alza steccati, sempre più alti e sempre più miseri, restringendo i confini. Il Piemonte si deve aprire e per aprirsi lo può fare in due modi: proponendo un federalismo che non sostituisca il centralismo romano con quello torinese, perché il centralismo - lei me lo insegna, Presidente - è centralismo sempre e quello torinese può essere più odioso di quello romano.
Mentre attendiamo i decreti attuativi sul federalismo fiscale, che ho visto incontrare successive difficoltà in Parlamento (anche oggi ne abbiamo un riscontro su tutti i giornali), lei cominci a realizzare atti seri di devoluzione nei confronti del sistema delle autonomie locali di questa regione, dei Comuni e delle Province. Noi le presenteremo una serie di proposte di legge che conterranno concrete forme di devoluzione sulle varie materie; ci confronteremo in questa direzione.
L'altra è una squisita questione di diritti. Ho letto con grande attenzione l'intervento della Ministra Mara Carfagna che proprio nella giornata di ieri si è rivolta all'Onorevole Paola Concia in occasione di un incontro, avvenuto a Roma, su un tema molto delicato, il più delicato quello relativo all'omofobia, quello con le organizzazioni che rappresentano i diritti di chi ha un diverso orientamento sessuale. La Ministra ha dichiarato i suoi ringraziamenti: "Consentitemi un pensiero particolare all'Onorevole Anna Paola Concia alla quale sono grata per l'impegno e la delicatezza che ha speso per farmi conoscere la ricchezza del mondo associativo qui presente, con tutte le sue sfumature; per avermi aiutata a sfondare il muro della diffidenza della quale penso di essere stata allo stesso tempo vittima e inconsapevole responsabile, in un passato remoto, ormai ampiamente superato".
Guardi, l'apertura ai diritti, come anche riconosce un'autorevole Ministra del Governo che ha la maggioranza, la stessa maggioranza che lei presiede in quest'Aula, è una questione di grande importanza. In quel suo intervento la Ministra dice anche che guardava a delle realtà, in Italia che avevano fatto molto contro le discriminazioni e una di queste era la Regione Piemonte, che lei citava ad esempio per le politiche in questa direzione.
Senza una cultura moderna ed avanzata sui diritti è difficile andare avanti anche sull'economia; senza una cultura avanzata e moderna sulla formazione e sull'istruzione è difficile andare avanti anche con l'economia. Quindi, occorre una proposta di legge che non sia semplicemente il buono scuola, ma che si occupi di formazione e di diritto alla formazione in tutto il ciclo di vita. Penso che le Assessore che lei ha chiamato in Giunta, se si dimostreranno brave come da lei asserito e riconosceranno che anche le donne dell'opposizione su questo terreno hanno ragione, potranno fare con noi una battaglia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Signor Presidente del Consiglio regionale, signor Presidente della Giunta, colleghi Consiglieri, signori Assessori, intervengo quale Capogruppo dell'UDC per esprimere preliminarmente il più sincero augurio di buon lavoro al Presidente della Giunta e agli Assessori, al Presidente e all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e a tutta l'Assemblea qui riunita.
Il Gruppo UDC ha apprezzato il discorso del Presidente Cattaneo pronunciato nella seduta dell'insediamento di questo Consiglio regionale.
In riferimento al Consiglio delle Autonomie locali il Gruppo UDC condivide l'urgenza di procedere all'adozione del previsto Regolamento; allo stesso modo il nostro Gruppo s'impegnerà per una sollecita definizione della legge istitutiva del Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro.
Nel suo intervento il Presidente della Giunta ha sostenuto la necessità di fare ripartire il Piemonte, come non lo ha detto; si è limitato a rimarcare il programma elettorale della sua coalizione e ci ha detto che cercherà di fare tutto il possibile per ottenere di più dalla Conferenza Stato-Regioni, la sede dove, così ha detto il Presidente, si esprime il parere su tanti provvedimenti, ma anche dove si decidono i riparti.
Caro Presidente, le sue dichiarazioni ci sembrano quasi un invito ad avere una cieca fiducia in un governo monocratico, in nome di una preminenza della governabilità, anche a costo di cadere in forme di decisionismo fondate solo su presunti carismi personali.
Apprezziamo la volontà dichiarata di dare preminenza al tema del lavoro, ma sinceramente avremmo gradito conoscere almeno le direttrici attraverso le quali intende affrontare l'attuale crisi economica, capire meglio cosa intende fare con la sua Giunta nei confronti delle piccole e medie imprese industriali, agricole, commerciali, del terziario, che da sempre costituiscono il tessuto attivo e vitale delle province dell'intera regione Piemonte.
E proprio a proposito di lavoro, di sviluppo, di crescita della comunità, di economia, confesso che ciò cui stiamo assistendo suscita in me un senso di sconforto, a volte anche di delusione.
Trionfa il capitalismo selvaggio di chi pensa che la spontaneità del mercato sia sufficiente a produrre uno sviluppo ordinato. Si rinuncia troppo facilmente ad operare con interventi pubblici per la dignità della vita di tutti, come se l'arricchimento senza freno di alcuni possa garantire la diffusione del benessere fra i molti. Si tende a smantellare lo "stato sociale", cioè l'insieme delle azioni pubbliche volte a rompere gli squilibri troppo stridenti fra le condizioni di vita delle persone.
Onorevole Cota, l'UDC porterà il proprio contributo di idee e proposte per dare sviluppo all'economia regionale e al lavoro. Allo stesso modo non mancherà il nostro impegno rigoroso e fermo su temi importanti come il federalismo che è, senza dubbio, tema importante come è stato sottolineato dallo stesso Presidente Onorevole Cota, ma uguale e rigoroso impegno riserveremo per temi come la sicurezza, l'immigrazione, la solidarietà, la centralità della persone che impone la tutela della vita, della salute della libertà di educazione, del rispetto del proprio credo religioso.
Su questi temi riscontriamo che nulla è stato detto. Non vi sarà, da parte nostra, un arroccamento preconcetto e di chiusura alle proposte della Giunta e della maggioranza che la sostiene. Valuteremo con rigore, ma anche con disponibilità al dialogo e al confronto serio e costruttivo, le proposte e le azioni concrete dell'esecutivo e della maggioranza, in ossequio a quella cultura moderata dei piemontesi che rifiuta l'esasperazione dello scontro politico e la radicalizzazione delle posizioni ideologiche.
Intendiamo lavorare per il Piemonte, ma rifiuteremo con assoluto rigore di subire supinamente gli effetti di scelte nazionali che possano minare la rete dei servizi alla nostra comunità, alle fasce più deboli della popolazione. Allo stesso modo non mancheremo di denunciare immobilismi e ritardi; non accetteremo che la politica degli annunci, degli slogan propagandistici - a cui sempre più spesso il Governo nazionale fa ricorso per coprire le divergenze al loro interno in tema di federalismo o in materia di integrazione e diritti degli immigrati, per non parlare dei temi della giustizia o di moralizzazione della vita pubblica - diventi anche tratto saliente in Piemonte.
A conclusione del mio intervento voglio richiamarmi ancora a quella cultura moderata che contraddistingue il Piemonte, per ribadire ciò che con fermezza abbiamo sostenuto in campagna elettorale e cioè che ci batteremo contro il federalismo fasullo che non rispetta le autonomie locali e le loro rappresentanze.
Allo stesso modo non ci sarà, da parte dell'UDC, nessun tentennamento nel respingere interventi demagogici e populisti in tema di sicurezza e di immigrazione. Faremo politica rifacendoci a quei grandi obiettivi ideali della tradizione cattolica: ordine ed equilibrio nelle città, qualità della vita, sostegno ed accoglienza dei più deboli, priorità ai bisogni della famiglia e alla formazione dei giovani, difesa dei diritti e della dignità del lavoro.
Grazie per avermi ascoltato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo in particolare al Presidente Cota, chiedendogli l'attenzione che personalmente ho dedicato a tutto il dibattito e alla parte introduttiva del suo discorso. Chiedo al collega Vignale di consentirmi di interloquire con il Presidente Cota. Grazie.
Ho seguito con attenzione il suo intervento a cui certamente riconosco elementi di novità; novità che ho difficoltà a ritrovare in questo dibattito. È un dibattito in cui si è visto già tutto e si è già sentito tutto: l'attuale maggioranza che accusa l'attuale opposizione di aver consegnato dei conti non in regola o, comunque, in rosso; la precedente opposizione che accusa la precedente maggioranza di non aver potuto governare. È ovvio che questo tema non appassiona più nessuno, perché se andiamo avanti a suon di accuse reciproche, evidentemente non so se quest'Aula, che lei giustamente ha detto che dovrà essere un'alta Assemblea legislativa, anche oltre il ruolo del legislativo, francamente farà il bene degli elettori e dei piemontesi.
Le riconosco di aver fatto un intervento certamente innovativo rispetto al dibattito che si è sviluppato in seguito; una novità che abbiamo anche visto nella realizzazione di una Giunta "post Erasmus", una Giunta costituita da giovani, tendenzialmente di giovani, obiettivo in parte - mi consenta - realizzato e in parte da realizzare, perché alcune figure di questa Giunta sono molto conosciute, sono esperienze già viste forse troppo viste, quindi è un obiettivo solo parzialmente raggiunto.
Non credo, però, che sia di per sé sufficiente fare questo cambio generazionale per avere elementi sufficienti per dare una nuova impronta tant'è che ci sono giovani bravi ma anche giovani stolti, esattamente come ci sono anziani bravi e anziani stolti. Quello che da lei ci si aspetta è un cambio di passo. La novità vera sta nel metodo. Se il metodo che in questi giorni desumo dai giornali è il "toto nomine", che, mi consenta spero non sia vero, mi pare che, piuttosto che verificare l'efficienza, il curriculum e la professionalità di chi si va a collocare in enti così importanti, il rischio è che ci si limiti a pagare cambiali elettorali.
Non credo che sia nuovo il metodo che sta introducendo.
Questo glielo dico a memoria futura, sperando che tutto questo lei non lo faccia e, se dovesse farlo, si fermi prima di procedere.
La campagna elettorale è finita. Mi spiace aver sentito dalla Capogruppo del partito di maggioranza relativo, che avrebbe dovuto dare un esempio di rispetto vero dell'opposizione, accusare persone neanche elette in questo consesso; accusarle, riprendendo ironicamente i loro voti.
Non faccio il difensore di nessuno che sta fuori, ma ho un codice deontologico della politica, per cui non mi permetto di attaccare nessuno nessuno - che è fuori da questo consesso perché non eletto, perché il risultato elettorale già di per sé parla chiaro del loro operato. Quindi non continuiamo ad andare su un atteggiamento di questo genere, perché a questo punto non ci si eleva a quella che lei dice deve essere un'Assemblea legislativa alta, ma si scende ad un livello basso di mercato.
Questo non lo accetto. Lo dico espressamente a chi oggi ha la responsabilità di governare questa Regione, in particolare in riferimento a questo "scivolone" che è stato fatto dal Capogruppo del PdL proprio in questa seduta.
Ho sentito rilasciare delle dichiarazioni importanti in queste settimane da parte dei suoi Assessori; ne citerò alcune.
Ho ascoltato l'Assessore Cirio sostenere che difenderà le scuole di montagna: me lo auguro, anche se mi paiono lacrime di coccodrillo, dato che nelle mie zone le scuole di montagna hanno dovuto chiudere per un provvedimento congiunto del Ministro Gelmini col Ministro Tremonti. Oggi invece, l'Assessore Cirio ci viene a raccontare che difenderà le scuole di montagna? Ben venga il ripensamento, ci mancherebbe! Sulla sanità ho sentito delle dichiarazioni secondo cui riuscirete a reperire oltre 100 milioni di euro: mi auguro anche questo, perché le cure odontostomatologiche rientravano già in un provvedimento che avevo portato in Consiglio comunale a Torino e che avevo cercato con forza di far approvare. Ma se riuscirete a reperire 100 milioni di euro in questo bilancio, francamente sarò il primo a votarvelo (questa vuol essere quindi, una dichiarazione anticipata di voto!). Temo, tuttavia, che questo non avverrà.
Bene ha fatto il collega Burzi a ricordare che non ha alcun senso operare un taglio trasversale delle spese storiche, perché si vanno a colpire in eguale misura le efficienze di questa Regione quanto le inefficienze. Dobbiamo quindi impegnarci, tutti insieme, a colpire le spese inutili, non quelle utili. Perché se colpiamo le spese utili, colpiamo inevitabilmente l'efficienza del sistema sanitario piemontese, che io difendo. Questo è un aspetto che andrà visto con ugual attenzione.
Mi fa piacere che si presti grande attenzione al tema delle piccole e medie imprese; attenzione che non c'è stata da parte del Governo nazionale.
A tal riguardo, vi ricordo solo alcuni passaggi. Le piccole e medie imprese piemontesi, come tutte quelle italiane, si aspettavano che venisse messa l'IVA ad incasso, ma non l'abbiamo vista, e che fossero previste almeno due aliquote, stante la dichiarazione del Ministro Tremonti (dichiarazione che è durata un'agenzia, dopodiché è sparita); mi è stato detto che sarebbero state introdotte due aliquote fisse di tassazione: non le abbiamo viste.
Abbiamo sentito parlare per mesi di compensazione dei debiti coi crediti pubblici: anche questo è sparito. Avete pubblicizzato in campagna elettorale l'eliminazione o quantomeno la revisione degli studi di settore: di questo non si parla più. In compenso, a Torino - glielo dico, Presidente Cota, perché riveste un ruolo importante a Roma e mi auguro che faccia sentire la voce dei torinesi e dei piemontesi - abbiamo una situazione paradossale, per cui gli evasori fiscali hanno goduto dello scudo fiscale pagando il 5%, mentre i piccoli imprenditori, quelli che voi, giustamente dite di difendere (e mi associo a voi in tali intenzioni), quei piccoli imprenditori, artigiani o commercianti, hanno una scure che si chiama Equitalia.
Equitalia è un'agenzia creata dallo Stato che consente agli evasori di pagare il 5% con lo scudo fiscale, mentre chi oggi è in difficoltà - la maggior parte, purtroppo - paga il 120%. Il risultato è che in questo territorio, Torino e provincia, in due anni Equitalia ha iscritto 40.000 ipoteche - pertanto, nei prossimi mesi, correremo il rischio che migliaia e migliaia di cittadini perderanno la casa per colpa dello Stato - e ha posto 70.000 fermi amministrativi, ma non sulle auto di lusso, ma sui furgoncini sui mezzi che vengono utilizzati tutti i giorni per cercare di "portare a casa la pagnotta", come dite voi! Che cosa ha fatto il Governo? A capo di questa società - Equitalia - ha pensato bene di mettere una persona che con una mano ha ipotecato 40.000 case in due anni e ha messo 70.000 fermi amministrativi sui beni che vengono utilizzati per esercitare la propria attività, e con la stessa mano, anzi con l'altra mano, la stessa signora è Presidente di una società privata che si chiama NPL S.p.A. - se lo segni e se lo ricordi! - che ha nell'oggetto sociale l'acquisizione di beni immobili ipotecati, cessione di crediti pro soluto e pro solvendo e finanziamento a terzi. E poi sentiamo le vostre dichiarazioni di principio di voler difendere le partite IVA e i piccoli e medi? Ma se questo è il vostro modo di farlo, vi prego di dimenticarvi di loro! Perché oggi stanno chiudendo migliaia di persone per colpa di questa società! Io le faccio un'apertura di credito importante, perché credo che l'UDC possa svolgere con lei un ruolo importante - l'ho detto prima ai giornalisti e lo ribadisco in questa sede - non per aiutare ad affossarla perché sono abituato a non affossare nessuno - ma per collaborare con lei facendole vedere quali sono gli sprechi, ma anche quegli elementi negativi che si riscontrano a livello nazionale e che stanno, purtroppo, mettendo in ginocchio la nostra Regione.
Lei vivrà una stagione difficile: è capitato a tutti, e capiterà anche a lei. Il Piemonte risulta essere una Regione non molto simpatica a Roma.
Adesso lei gode ancora della scia di essere il Capogruppo di un partito importante alla Camera, ma fra qualche mese sarà solo il Presidente di una Regione che va a chiedere dei contributi; ma non la Lombardia, il Piemonte che a Roma è giudicata una Regione difficile. Pertanto, si troverà solo! Stia tranquillo che l'UDC non la lascerà solo su questo aspetto: noi alzeremo la voce perché abbiamo l'interesse di portare il Piemonte a quello che è realmente; un Piemonte che deve festeggiare - glielo rammento - i 150 anni con la testa alta. Perché qui si componevano le liste! Quando Cavour componeva le liste, lo faceva con personaggi come Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi! Dobbiamo ricordarci da dove arriviamo per cercare di risalire questa china. Lo dico a lei perché ho interesse e amore per questa Regione e per questa città.
Presidente, sappia che noi non la lasceremo solo, ma lei si troverà il più solo di tutta questa Assemblea.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
L'ora è tarda, ma mi permetto di fare alcune riflessioni su un tema che sicuramente sarà motivo di numerosi ed intensi dibattiti in quest'Aula nonché in sede di Commissione: mi riferisco, ovviamente, alla sanità.
Credo che la Giunta regionale, il suo Presidente e gli Assessori competenti abbiano dovuto affrontare un'emergenza appena insediati, con una manovra sulla spesa sanitaria inevitabile; da qui, una serie di provvedimenti di rientro alle varie ASL territoriali e alle Aziende Ospedaliere; una manovra obbligata, una manovra dovuta, su cui direi di non soffermarsi troppo. Così come, evitando gli errori del passato, commessi sia dal centrodestra che dal centrosinistra, sempre in tema di sanità non dovremmo limitarci a evocare, in questa Aula o in Commissione, solo numeri parametri o statistiche.
Non dobbiamo mai dimenticare che al centro c'è il cittadino, la persona e la qualità del servizio sanitario. Questo deve essere il compito prioritario. Certamente senza dimenticare i conti e la compatibilità finanziaria, rimanendo, quindi, coi piedi ben appoggiati a terra.
Seguendo quindi le linee del programma elettorale del Presidente Cota e della maggioranza di centrodestra si dovrà affrontare con coraggio la storica e tradizionale distinzione fra ospedalità e territorio; due poli che a volte si scontrano e a volte assorbono risorse uno a discapito dell'altro.
Tradizionalmente è l'ospedale che assorbe più risorse rispetto al territorio. Allora, forse, bisognerebbe provare a riequilibrare questa situazione, puntando ad un'ospedalità di eccellenza e di alta elezione potenziando quindi la ricerca, la tecnologia e la qualità dei servizi ospedalieri in alcuni grandi poli per quadrante, senza dimenticare, per gli ospedali minori, i quali, tuttavia, non dovranno rappresentare dei "doppioni" o delle "ripetizioni" dei grandi ospedali di quadrante, ma potranno integrare alcune attività di questi ultimi (penso, soprattutto alla riabilitazione e alle post-acuzie). Pertanto dobbiamo avere anche l'umiltà di prendere esempio anche da altre Regioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, dove hanno puntato alla riconversione di alcuni ospedali in "ospedali di comunità", che, come sapete, sono ospedali dedicati alla parte post acuta della malattia e del ricovero; si fa della riabilitazione, l'assistenza sanitaria e medica è condotta dai medici di famiglia e non dai medici ospedalieri. Un alleggerimento economico per le ASL e per la Regione non indifferente.
Su questa reimpostazione, probabilmente innovativa, magari coraggiosa tutti insieme, ma sicuramente il centrodestra e la Giunta regionale dovremmo avere il coraggio di portare avanti queste novità che puntano esclusivamente, a migliorare la qualità del servizio sanitario e ad evitare sprechi e doppioni di strutture. Tra l'altro, tutto ciò rientra anche nelle recenti linee guida del Ministero della Sanità, quindi vi è una coerenza di comportamento sia a livello regionale sia a livello nazionale.
Sulla valorizzazione del territorio, della sanità territoriale, della sanità residenziale bisogna insistere di più. Alcuni progetti - è capitato di raro - li abbiamo condivisi nella passata legislatura, come quello di puntare ad incentivare la medicina di gruppo fra i medici di famiglia, a far nascere delle case della salute. Ma che non siano case della salute come ricordava ieri la Consigliera Valle, dove per prenotare una visita occorre farlo telefonicamente. Nelle case della salute il medico deve essere sempre disponibile e sempre presente dalle 8 del mattino alle 20 di sera: questo è un vero servizio sanitario, un vero servizio di sanità territoriale. Se aggiungiamo burocrazia inutile anche a questi nuovi servizi, siamo sulla strada sbagliata.
Tra l'altro, questa attività di sanità sul territorio libererebbe e decongestionerebbe gli ospedali per interventi più gravi, per interventi che devono essere seguiti con più attenzione; come anche libererebbe i codici bianchi nei pronto soccorso delle città piemontesi che, ahimè, sono spesso intasati.
Veniamo al problema storico delle liste d'attesa. Ci sarà occasione di ritornarci, in sedute più specifiche, adesso cerco di andare sul concreto lasciando perdere riflessioni più generali di politica sanitaria che ai cittadini interessano poco. Rimane il problema delle liste d'attesa. Le liste di attesa non hanno colore politico. Le aveva il centrodestra, le doveva risolvere la Giunta di centrosinistra, ma le liste d'attesa sono rimaste. Per combatterle, per eliminarle è inutile pensare che semplicemente invitando i medici di famiglia a prescrivere meno visite specialistiche, ciò avvenga. È giusto educare i medici di famiglia e invitarli alla prescrizione appropriata di visite specialistiche, ma bisogna aumentare, è inevitabile, la produttività delle nostre strutture dei poliambulatori di diagnostica sul territorio. Il cittadino del duemila vuole più visite specialistiche, ha un'attenzione maggiore alla propria salute, ed è giusto che sia così. Anche l'età della popolazione si è allungata. Inevitabilmente, quindi, il problema esiste. Bisogna aumentare la produttività delle strutture pubbliche (in seguito parlerò anche di quelle private).
Nella scorsa legislatura vi era stata una promessa fatta dalla Giunta di centrosinistra: i poliambulatori sarebbero stati aperti anche nel tardo pomeriggio, sarebbero stati aperti anche al sabato. Tutto questo purtroppo non è avvenuto. Mi auguro davvero che la Giunta regionale di centrodestra lavori in questa direzione e ottenga buoni risultati.
Bisogna che le nostre strutture e i nostri ospedali, siano utilizzati non dico nell'arco delle 24 ore, ma anche nelle ore pomeridiane. Non è giusto che alle 14 del pomeriggio in certi ospedali non ci sia più nessuno che lavori, non si facciano più visite. Non è logico che le sale operatorie negli ospedali pubblici siano aperte solo al mattino, che si facciano interventi solo al mattino e non al pomeriggio, come invece è possibile nelle strutture private, o in strutture pubbliche di altre regioni. Su questo bisogna avere il coraggio di lavorare, il coraggio anche di scontrarsi con rigidità, burocrazie, resistenze sindacali, magari non di tutto il sindacato. Bisogna cercare, questo sì, la collaborazione con il sindacato, un confronto serrato con i rappresentanti dei lavoratori e poi decidere e andare avanti con chi ci sta.
Su tutto questo ci si deve affrontare senza pregiudizi, cercando anche la collaborazione e l'integrazione con il privato convenzionato. Il Piemonte ha una tradizione di sanità pubblica di alto livello, la sanità in Piemonte deve rimanere prevalentemente una sanità pubblica; dobbiamo essere orgogliosi degli operatori e di chi ci lavora, perché nella grande maggioranza sono operatori di qualità che con abnegazione svolgono il proprio lavoro.
Tuttavia, non bisogna rifiutare l'apporto e il contributo della parte convenzionata privata solo per un pregiudizio ideologico, un pregiudizio che, purtroppo, è stato presente nella precedente amministrazione regionale, al punto da mettere dei limiti di spesa alle strutture private convenzionate, creando un grave nocumento, un grave disagio ai cittadini piemontesi. Sanità prevalentemente pubblica, ma che si integra con la sanità e con la rete privata convenzionata presente in Piemonte, che - di questo bisogna essere coscienti - non ha percentuali e capacità che ha in Lombardia. Aprirsi anche alla collaborazione con il privato con attenti e rigorosissimi controlli su quanto effettua e sulle prestazioni che eroga la parte privata.
Mi soffermo su alcuni temi. Possiamo costruire ospedali nuovi collocare le migliori tecnologie ma, come sapete, è fondamentale l'aspetto umano, cioè l'aspetto del personale. Noi dobbiamo motivare, stimolare e premiare il personale più bravo, il personale che lavora di più, il personale che ha maggiori disagi, il personale che lavora di notte.
Differenziare concretamente con incentivi chi davvero svolge le mansioni più delicate, o anche chi opera di più a livelli di produttività superiori.
Un limite delle strutture pubbliche, come è quello delle ASL, è che fino ad oggi non si è riusciti a premiare a sufficienza chi è più bravo e chi lavora di più. Da questo punto di vista si potrebbe anche sperimentare la trasformazione di alcune ASL in società pubbliche, totalmente pubbliche, ma essendo società per azioni si potrebbero introdurre dei meccanismi di tipo privatistico proprio per premiare il personale più bravo e quello che opera di più.
Concludo facendo un riferimento ad un'esigenza che c'era, che c'è e ci sarà: gli infermieri professionali. Una grave carenza che qualsiasi amministrazione regionale dovrà affrontare. Con un diploma di laurea breve in scienze infermieristiche, consentitemi la battuta, li abbiamo fatti diventare tutti colonnelli e generali, ma questo ha determinato una carenza di personale nelle corsie o di personale che dopo alcuni anni preferiva svolgere altre mansioni. Noi dobbiamo proseguire su una strada che era già stata impostata e realizzarla davvero, quella, ad esempio, di ricreare potenziare e formare gli operatori socio-sanitari, quelli che un tempo si chiamavano infermieri generici.
Concludo con una nota positiva, perché è stata uno dei pochi casi dove abbiamo trovato la condivisione e la collaborazione nella passata legislatura: gli assegni di cura. L'assegno di cura è uno strumento a favore dell'assistenza domiciliare avviato durante la Giunta Ghigo proseguito nella Giunta di centrosinistra e spero potenziato nella Giunta di centrodestra. La domiciliarità, l'assistenza a casa piuttosto che in una casa di riposo non solo è molto più gradita agli anziani stessi e alle famiglie, ma abbiamo anche scoperto che la Regione risparmia soldi. Con quanto spendiamo normalmente per un posto letto in una casa di riposo convenzionata per non autosufficienti, normalmente finanziamo ben due assegni di cura.
Chiudendo con l'auspicio che la sofferenza e l'anzianità davvero non abbiano colore politico, auguro alla Giunta regionale, al suo Presidente e all'intero Consiglio di lavorare proficuamente per l'assistenza e la sanità dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Le chiedo la cortesia di richiamare in aula il Presidente Cota.
tardi, sono già passate le cinque, ma ci sono ancora soltanto quattro interventi e credo che possa fare lo sforzo di ascoltare i pochi interventi dei Consiglieri rimasti. Sappiamo quanto è difficile dopo un certo numero di ore mantenere l'attenzione, ma, come facciamo noi, chiedo possa fare anche il Presidente, prima di iniziare il mio intervento.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera, ho provveduto.



MOTTA Angela

Grazie.



PRESIDENTE

Se lei vuole essere così amabile da continuare, penso che in meno di mezzo minuto ci raggiunga.



MOTTA Angela

Sulla fiducia e sul rispetto che abbiamo per quest'Aula, approfitto per fare i complimenti a lei, e gli auguri a tutto l'Ufficio di Presidenza.
nostra intenzione dare la dimostrazione che non vogliamo fare un'opposizione strumentale, ma vogliamo poter parlare sui contenuti e nel merito delle cose ed è questo il segnale che vogliamo dare.
Grazie, Presidente Cota. L'abbiamo richiamata e ci scusiamo, ma le chiediamo ancora un po' di pazienza. Abbiamo quasi terminato essendoci soltanto ancora quattro interventi.
Presidente, lei ha vinto le elezioni. Questo Gruppo consiliare e il mio partito, in modo particolare, glielo riconosce e glielo ha riconosciuto e così evitiamo ancora questa liturgia del fatto che l'opposizione non riconosca a questa maggioranza di aver vinto e di poter governare.
Lei, Presidente, il 3 maggio ha illustrato il programma di governo per la legislatura in corso. Ha iniziato dicendo che intende valorizzare il ruolo e la funzione del Consiglio regionale e che per questo ha anche nominato un Assessore ai rapporti con il Consiglio, affinché ci possa essere, ripeto (ripeterò molte delle sue parole e mi scuso, ma penso che possa essere importante), "un costante legame fra Giunta e Consiglio dal punto di vista sia istituzionale che politico".
Siamo però al 18 maggio. Sono passati quindici giorni dal suo discorso in Aula e solo oggi è consentito ai Consiglieri di intervenire sulla sua illustrazione del programma. Quindi, questo legame che lei ha dichiarato di volere costante e che non si interrompa mai, ha già messo tra la Giunta e il Consiglio quindici giorni di silenzio. Ma ci auguriamo naturalmente che sia stato solo un incidente di percorso.
Ci aspettiamo però un altro segnale, lo hanno detto tanti miei colleghi e lo ripeto anch'io (mi scuso se dopo tanti interventi alcune cose forse saranno ripetitive, però lo vogliamo sottolineare, perché crediamo che sia importante), un segnale che questa opposizione si aspetta da parte sua e da parte di coloro che si trovano nelle sue stesse condizioni, cioè quello di rassegnare le dimissioni da parlamentare, come gesto di trasparenza nei confronti dell'Ente che oggi è chiamato a governare e soprattutto degli elettori che l'hanno votata.
Apprezziamo invece il gesto e l'esempio che ha dato l'Assessore Maccanti da questo punto di vista; esempio che speriamo venga seguito al più presto da chi ancora non lo ha fatto.
Ma voglio tornare alla sua relazione, Presidente, quella della seduta di insediamento. Le considerazioni che lei ha fatto non hanno toccato molti temi e lei giustamente ha rimandato alla lettura del suo programma (anche qui, è già stato ribadito); un programma che avrebbe dovuto essere depositato che però invece abbiamo potuto solo scaricare dal sito delle elezioni. Ma questo non ci disturba; abbiamo dovuto solo faticare un po' a trovarlo.
Sicuramente, per mancanza di tempo, non posso affrontare come mi piacerebbe il merito dei temi, ma li indico in quattro priorità, che sono quelle che mi stanno più a cuore e che credo siano tra le più importanti anche per questo territorio.
Inizio da un tema che forse è quello che più mi sta a cuore, che è quello sul nucleare. Lei, Presidente, nel suo programma elettorale chiede di superare le contrarietà sul nucleare e di negoziare contropartite per i territori che dovranno ospitare le centrali, come risarcimento per i costi di sicurezza e residui delle scorie.
Noi, Presidente, siamo fortemente contrari a questa logica. Il Piemonte e l'Italia non hanno bisogno di centrali nucleari, ma di politiche forti per le energie rinnovabili. Produrre energie da fonti che si rinnovano, che sono sicure, senza rischi per i cittadini per l'ambiente, che non tolgono nulla alle nuove generazioni, ma che al contrario costituiscono un grande valore perché oltre a scaldare e a illuminare case, scuole, ospedali, e aziende, creano nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro.
La Regione Piemonte nella scorsa legislatura ha attribuito in questi anni una valenza strategica allo sviluppo da fonti energetiche rinnovabili e delle tecnologie verdi più in generale. Ci auguriamo che quanto è stato avviato in questi anni possa essere mantenuto e potenziato.
La sfida di fare del Piemonte un competitor di livello internazionale per la green economy non è velleitaria, è un dovere sia per lo sviluppo economico della nostra regione, che per le generazioni future a cui abbiamo l'obbligo di lasciare un territorio integro e salubre.
L'altro tema che lei ha affrontato è quello della sanità. Vivo in una provincia che in questi cinque ha avviato un importante esperimento, unico in tutta la regione, che è quello delle Case della salute. Sono certa che questo progetto darà grandi risultati nei prossimi anni.
Lei non ne parla, o meglio la cosa che più assomiglia nel suo discorso è quello che lei definisce, citando le sue parole, come "creare tanti piccoli presidi di prossimità calati sul territorio".
Presidente, le Case della salute ad Asti sono già state finanziate e alcune, come quelle di Nizza, sono già operanti. Sono un punto importante per come noi abbiamo inteso la sanità, cioè quella sanità più vicina ai cittadini. Lei parla di medicina del territorio e di medici di famiglia che devono essere messi in condizione di lavorare in modo più capillare.
Presidente, lei parla proprio di questo sistema che la Regione Piemonte nella scorsa legislatura ha attuato e che mi auguro che lei e la sua Giunta vorrete mantenere e potenziare.
Presidente, avrei voluto poter commentare le politiche sull'agricoltura, ma nella sua proposta elettorale, nel suo programma elettorale c'è una semplice rinvio al piano di sviluppo rurale e poche altre cose.
Credo che l'agricoltura in Piemonte sia un settore strategico per la nostra economia e mi attendo di capire prossimamente quali saranno per lei e la sua Giunta le politiche da affrontare su questo settore.
L'ultimo punto, non certo per importanza, che voglio affrontare è quello del lavoro e dell'aiuto alle imprese che tanti altri miei colleghi hanno affrontato. Lei ha dichiarato che sarà un buon Presidente se riuscirà a far diminuire il numero dei disoccupati. Ce lo auguriamo e, se avverrà glielo riconosceremo e cercheremo di lavorare da questo punto di vista collaborando in questa direzione se lei lo riterrà e vorrà la nostra collaborazione.
Attendiamo con ansia il piano che lei afferma che sta preparando l'Assessore Giordano su questo tema. Quando lo presenterà lo commenteremo e ne parleremo.
Questa Regione in questa legislatura ha fatto molto per le piccole imprese, per i lavoratori e anche per la FIAT, che le ricordo che è stata salvata da questa Regione dalla nostra legislatura. Oggi non staremo a parlare di FIAT se non ci fossero stati gli interventi che questa Regione ha operato.
Naturalmente, questa azienda deve mantenere l'occupazione su questo territorio e su questo lavoreremo anche qui in questa direzione, affinch questo avvenga. Perché non si possono solo chiedere i contributi e gli aiuti quando si è in difficoltà e poi delocalizzare.
Chiudo, Presidente, con gli auguri a lei e alla sua Giunta; mi permetta di rivolgere un augurio particolare all'Assessore Giovanna Quaglia astigiana come me, insieme alla collega Valle e, anche se noi la consideriamo in maniera diversa, alla collega Spagnuolo, pure lei astigiana di adozione. Un augurio particolare a queste donne che in politica hanno dimostrato che nella nostra provincia le pari opportunità e le quote rosa non hanno bisogno di esistere, ma forse ogni tanto ci vorrebbero delle quote azzurre.
Sono certa che queste donne, nei rispettivi ruoli di maggioranza e di minoranza e in Giunta, sapranno collaborare nella stessa direzione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio esordire formulando le congratulazioni al Presidente Cota. Gliele ho già formulate, ma nella veste di Presidente del Consiglio uscente dell'VIII legislatura; voglio formulargliele per il suo difficile lavoro e voglio complimentarmi con lui - le cose belle le dico tutte all'inizio - anche per aver dato fiducia, nella nuova squadra di governo, ad una compagine di giovani, alcuni dei quali ho avuto modo di conoscere e di apprezzare nei ruoli di colleghi in Consiglio regionale, in altri incarichi politici o funzionariali, che li hanno portati a raccordarsi con noi e di cui ho avuto modo di apprezzare la capacità e anche le doti umane.
Quindi, formulo al Presidente e alla Giunta i migliori auguri di buon lavoro.
Devo dire che in questi anni ho imparato da alcuni colleghi e colleghe oggi seduti tra i nostri banchi, che le motivazioni che spingono tutti noi a fare politica, seppure in schieramenti diversi, sono poi sostanzialmente simili: costruire il bene comune, nel rispetto delle convinzioni e degli ideali che ciascuno di noi ha individualmente, quindi diversi gli uni dagli altri. E io riconosco anche nelle forze che compongono l'attuale maggioranza questa motivazione: riconosco interlocutori e avversari politici spinti da una motivazione simile a quella che penso di avere io e che hanno i miei colleghi, costruire il bene comune.
Penso, alla luce dell'esperienza fatta in questi 5 anni, che il concorso di maggioranza e minoranza nella costruzione del bene comune, nel rispetto delle diverse convinzioni, avviene istituzionalmente in questo luogo, nel Parlamento regionale, nell'esercizio delle sue funzioni: quella legislativa, di indirizzo e di controllo. In particolare, in questa legislatura potremo sviluppare attivamente il controllo grazie al question time, grazie alle clausole valutative, grazie ad alcuni appigli regolamentari che sono stati costruiti apposta per potenziare questa funzione del Consiglio.
Il concorso di maggioranza e minoranza per il bene comune avviene anche attraverso una dialettica istituzionale forte tra Giunta regionale e Consiglio regionale; una dialettica che c'è stata anche nella passata legislatura e che non era frutto di contrapposizioni personali, ma di diversità di ruoli e di naturale confliggenza tra ruoli che sono in qualche modo anche dialetticamente opposti.
Presidente, mi consenta di fare un riferimento a quello che è successo il 3 maggio, giorno dell'insediamento. Io ho apprezzato le sue dichiarazioni, frutto anche della sua passata esperienza in questo Consiglio come Presidente, in cui lei ha affermato - credo in buona fede la volontà di collaborare e di valorizzare il ruolo del Consiglio regionale. Penso che aver chiuso la discussione il giorno 3 e fare oggi il dibattito a due settimane di distanza non vada in quel senso, ma lo considero un incidente di percorso.
Presidente, l'intervento che ha fatto la volta scorsa è stato un intervento non secondo la prassi, un intervento innovativo, in cui lei ha parlato a braccio. Personalmente lo considero - non me ne voglia - l'ultimo intervento della campagna elettorale piuttosto che il primo di una relazione positiva col Consiglio, ma anche qui si può costruire a partire dalla replica che lei farà al termine di questo dibattito.
Inoltre, Presidente, non depositare il programma trovo che sia veramente inusuale e anche un po' difficile da gestire. La prego, lo depositi. Faccio presente che, per cercare il suo programma, ho dovuto collegarmi a Internet, il cavo non funzionava, i funzionari dell'helpdesk sono venuti due o tre volte, il Presidente Cattaneo si innervosiva, insomma per trovare il programma ho dovuto navigare tra foto di Bossi e camicie verdi; adesso l'ho trovato, l'ho scaricato, ma sarebbe bello che il programma elettorale fosse depositato agli atti di questo Consiglio o che comunque fosse presente almeno sul sito istituzionale della Regione Piemonte, visto che lei ora è Presidente.
Ritengo giusto che il programma di quello che non è più un candidato ma che è il Presidente del Piemonte a tutti gli effetti, sia presente sul sito istituzionale e possa fare fede per futuri dibattiti.
Siccome a quest'ora non possiamo entrare molto nel merito del programma che lei ha toccato, seppur per sommi capi, voglio fare un riferimento ai costi della politica, che sono stati un argomento ampiamente richiamato da altri e più volte da lei sottolineato nel suo intervento di insediamento e in queste due settimane.
Lei ha fatto molte dichiarazioni su questo punto. Noi, in linea di principio, come Partito Democratico, come ha già detto il mio Presidente di Gruppo, siamo d'accordo.
Su questa materia, Presidente, vista l'esperienza che ho fatto in questi 5 anni passati, penso ci siano due insidie con cui lei dovrà confrontarsi: da una parte, la demogogia, il populismo, cioè in qualche modo la tendenza a rincorrere misure tese più a compiacere l'opinione pubblica che non a risolvere i problemi; dall'altra parte, l'insidia opposta, che troverà anche tra questi banchi, quella che io chiamo il "benaltrismo", cioè il pensiero di coloro che dicono: "Sì, serve, ma servirebbe ben altro", e con la logica del benaltrismo non si fa mai nulla perché comunque nulla è sufficiente.
Noi, in questi 5 anni passati, abbiamo cercato di fare alcune cose.
Abbiamo soppresso la possibilità per gli ex Consiglieri di fare viaggi a spese della comunità regionale, che era una guarantigia introdotta alla fine della legislatura precedente dalle Giunte di centrodestra e abbiamo ritenuto di toglierla. Non siamo riusciti - lo confesso qui con un po' di onestà - a rivedere la questione del sistema delle autocertificazioni, che ha degli aspetti scandalosi; so che il Presidente Cattaneo, che è persona attenta, è già impegnato su questo punto e auguro a lui miglior fortuna di quella che non sono riuscito ad avere io.
Non siamo riusciti a tagliare una cosa che è piccola in sé, ma evidente nella sua sproporzione: gli emolumenti del CORECOM, il cui costo complessivo per la comunità regionale va per due terzi a finanziare gli emolumenti dei Consiglieri.
Lei, Presidente - c'è oggi sul sito - ha proposto e deliberato una riduzione del 5% degli stipendi nella sua Giunta regionale. Ha scritto al Presidente del Consiglio regionale chiedendo di fare celermente altrettanto per i Consiglieri. Noi apprezziamo questo intendimento, però riteniamo che un'istituzione debba agire per atti, non per dichiarazioni e non solo per benevolenza dei singoli, quindi ciò che si vuole fare deve essere fatto con provvedimenti che rimangono.
Vede, Presidente Cota, quando lei era a Roma, all'inizio della scorsa legislatura, la Presidente Bresso fece più o meno la stessa cosa: insieme Consiglio e Giunta, decidemmo una riduzione del 10% (diciamo che forse eravamo stati un po' più audaci) degli emolumenti dei Consiglieri e degli Assessori e facemmo una legge (legge 9 del 20 febbraio 2006), e questa rimase. In questo modo togliemmo ai singoli la possibilità di accedere o non accedere a questa misura, l'abbiamo fatto con legge.
Ora io la invito a procedere in questo senso; del resto, il Presidente Cattaneo sa che la normativa Calderoli, una legge di questo Governo impone la riduzione dei compensi complessivamente percepiti dai Consiglieri regionali e dagli Assessori - e impone di ridurli con legge regionale nella misura non superiore all'indennità massima percepita dai membri del Parlamento. Si tratta di una norma che dovrà quindi essere recepita con un provvedimento proposto a questo Consiglio dall'Ufficio di Presidenza.
Noi siamo disponibili e invitiamo a procedere celermente in tale direzione, affinché questo atto diventi legge e tutti noi si possa concorrere a questo risparmio.
Da questo punto di vista, Presidente, noi abbiamo riproposto ad inizio legislatura una proposta di legge che avevo presentato alla fine della legislatura passata - tardivamente, non eravamo riusciti a farla diventare legge - che prevede il dimezzamento dell'indennità di fine rapporto dei Consiglieri regionali, che tanto aveva fatto scandalo; scandalo dovuto al fatto che per la prima volta era stata pubblicata la voce "emolumento complessivo del TFR" e questo aveva destato scalpore.
Noi abbiamo proposto con legge di dimezzarlo, cioè di riportarlo alla misura prevista prima del 2004, prima che, con un colpo di mano, venisse raddoppiato; un colpo di mano delle Giunte di centrodestra che allora guidavano la Regione.
Noi, Presidente, oggi abbiamo fatto una conferenza stampa, la notizia è pubblica, ma la ribadisco qui: noi siamo disponibili, nella logica di concorrere al bene comune, a dare la massima collaborazione per l'approvazione del bilancio tecnico che serve a questa Giunta regionale, ma serve oltremodo ai piemontesi. Ciò a condizione che, contestualmente, venga recepito nella legge finanziaria un emendamento che faccia diventare legge la nostra proposta. Significa risparmiare 3 milioni di euro a legislatura.
Questa è la proposta che il Partito Democratico ha fatto e io mi permetto di rilanciarla qui, perché sono convinto che, se andiamo in questa direzione, passiamo dalle enunciazioni a fatti concreti; fatti concreti su cui si trova l'intero Consiglio, maggioranza e opposizione.
I benaltristi diranno: "Non basta, ci vuole ben altro", ma per intanto è un passo avanti fatto con legge, fatto da tutti, nella direzione di concorrere a dare una risposta anche di eticità agli interessi della comunità.
Infine, Presidente - e mi scuso del breve sforamento di tempo - lei ha più volte citato il fatto che il bilancio non è stato approvato dalla passata gestione. Io, avendo avuto l'onore e anche l'ingrato compito di Presidente dell'Assemblea nella scorsa legislatura, volevo rammentarle che l'approvazione non c'è stata per una decisa volontà dell'opposizione che non ci ha permesso di farlo.
Oggi siamo qui consapevoli che questo è un problema; ne eravamo consapevoli allora e proponemmo di approvarlo all'ultima seduta utile di Consiglio. Oggi le rinnoviamo la nostra proposta: lo faccia, Presidente, ci dia un segnale di dialogo e avrà la nostra collaborazione.
Infine, se mi consente ancora un'ultima annotazione sui toni: non ho apprezzato, nella precedente legislatura, i toni usati dai Capigruppo e da altri colleghi dell'opposizione all'indirizzo della Presidente Bresso. Io penso che si possa fare opposizione anche con educazione e con rispetto dei ruoli. Le dichiarazioni del 3 maggio e alcune dichiarazioni che oggi abbiamo sentito in aula non si convengono alla parte che ha vinto. Essendo stato io in maggioranza e dovendo ora stare, a mio dispetto all'opposizione, mi permetto di citare un'affermazione di Curzio Malaparte a proposito del suo libro "La Pelle" : "Non so quale sia più difficile, se il mestiere del vinto o quello del vincitore, ma una cosa certamente so: che il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori. L'uomo nella sua fortuna, l'uomo seduto sul trono del suo orgoglio, della sua potenza, della sua felicità, l'uomo vestito dei suoi orpelli e della sua insolenza di vincitore è uno spettacolo indecoroso".
Questo lo rammento a tutti noi, Presidente, perché i panni di vinti e vincitori in questi tempi politici si alternano frequentemente.
Presidente Cota auguro, nell'interesse di tutti i piemontesi, un buon lavoro a lei e a tutta la sua Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Prima di dare la parola al collega che segue voglio precisare e rasserenare l'Aula, perché, fin dalla prima riunione dell'Ufficio di Presidenza - i membri dell'Ufficio di Presidenza ne potranno dare conto - ci siamo posti la questione in essere della cosiddetta norma Calderoli e della situazione dello status dei Consiglieri.
stato distribuito ad ogni membro dell'Ufficio di Presidenza, me compreso, un dossier completo sul quale ci stiamo confrontando, quindi come Ufficio di Presidenza non siamo assolutamente spettatori passivi rispetto a quanto avviene legittimamente nei Gruppi, sulle proposte che ogni singolo Consigliere può fare, e da alcuni sono già state fatte.
mio parere, in questa fase, che la norma Calderoli sia una norma invasiva del potere legislativo della Regione. Approfondiremo questa situazione e questo non vuol dire che bisogna andare in una certa direzione, sulla quale mi sembra sia orientata una parte estremamente rilevante del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda - e concludo - la questione dell'autocertificazione, la Presidenza e l'Ufficio di Presidenza sono disponibili ad assumere una proposta di legge da portare all'attenzione dell'Aula e, se serve, siamo anche disposti ad abolirla. Grazie.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Formulo anch'io gli auguri di buon lavoro al Presidente Cattaneo, al Presidente Cota e a tutta la sua Giunta.
Voglio fare due riflessioni, partendo dal tema che il Presidente Cota ha definito "la mia stella polare", cioè il tema del federalismo.
certamente un processo che è stato approvato, ma di cui non abbiamo ancora visto i primi passi. La nostra posizione è stata espressa, ma devo dire che, se penso ai provvedimenti che sono stati approvati dal Governo e dal Parlamento, del quale lei ha fatto e fa parte ancora in questo momento sono estremamente preoccupata.
Su alcune tematiche, come quella della scuola e dell'istruzione o quelle legate al contratto dell'apprendistato, le Regioni hanno dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per vedere riconosciute le proprie competenze. Cito la sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha riconosciuto alle Regioni la competenza sulla programmazione dell'offerta formativa; competenza che, con la legge n. 174, all'articolo 64, il Parlamento e il Governo hanno inteso togliere alle Regioni. E su questo, le Regioni che hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale hanno avuto ragione, vedendone la propria affermazione. Così si è pronunciata anche una recente sentenza del 14 maggio, su un ricorso che era stato proposto dalle Regioni, e anche dalla Giunta presieduta dalla Presidente Bresso sull'apprendistato.
Nella legge 133, all'articolo 23, comma due, il Governo arrogava la presunzione che la parte formativa del contratto di apprendistato potesse essere dato alle parti sociali, quando questa è una competenza esclusiva delle Regioni, così come la legge approvata da quest'Aula ha affermato.
Abbiamo dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per vederci garantito un diritto che la Costituzione e le leggi ci attribuiscono.
Mi chiedo come si possa avere un comportamento coerente quando all'interno delle aule parlamentari sono stati approvati provvedimenti che hanno vista lesa la competenza delle Regioni, riguardo a temi che mi hanno vista protagonista come Assessore, insieme all'Assessore all'istruzione e alla formazione professionale di questa Regione; temi rispetto ai quali abbiamo dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per poter esercitare una competenza che - come ho detto - ci è stata attribuita.
Esprimo una grande preoccupazione su questo, perché mi chiedo come si possa far sì che il federalismo diventi la stella polare e ci sia quindi coerenza nei comportamenti rispetto a quanto è stato fatto finora.
Com'è già stato detto in altri interventi, è stato difficile individuare quello che voi pensate, quello che il Presidente Cota e la maggioranza propongono in materia d'istruzione all'interno del programma, e ci si è dovuti rifare al programma elettorale (mi auguro che non diventi l'unica forma di progetto di governo di questa Giunta).
Rispetto alle tematiche dell'istruzione, mi sembra ci sia un assoluto ritorno al passato, immaginando che l'unico modo per poter ragionare d'istruzione - quindi dimenticando completamente le competenze che sempre di più una Regione dovrà esercitare nei confronti di una materia così importante - sia quello di parlare d'indirizzi, criteri e risorse della precedente legge. Pertanto, ci si rifà alla legge n. 10, la cosiddetta legge Leo.
Questo, peraltro, è uno degli obiettivi che vi prefiggete di raggiungere nei primi 100 giorni di governo.
Ricordo che, nel corso dell'VIII legislatura, quest'Aula ha approvato una legge sul diritto allo studio, approvata anche dall'attuale maggioranza; una legge che si rifaceva ad una libera scelta educativa riconosciuta certamente dalla Costituzione, ma anche dall'articolo 33 della stessa, che garantisce il diritto all'istruzione per tutti i cittadini.
Tale legge si rifaceva anche all'articolo 53: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato ai criteri di progressività".
Cito anche l'articolo 53 perché uno dei motivi per i quali l'VIII legislatura ha pensato ad una legge innovativa, che mai il Piemonte aveva avuto in materia di diritto allo studio, era legato all'esistenza di un principio di iniquità nei confronti di tutti i cittadini piemontesi, i quali potevano avere un riconoscimento in materia di diritto allo studio semplicemente con un'autocertificazione e soltanto 12.000 erano i piemontesi che potevano accedere a queste provvidenze.
Le risorse sono state destinate attraverso un piano triennale, che ha visto il coinvolgimento degli Enti locali, delle Autonomie scolastiche e che ha parlato di merito e di eccellenza, così come all'interno...
Presidente, con un tale brusio diventa difficile intervenire in relazione ad una tematica importante come l'istruzione!



PRESIDENTE

Ha ragione, mi scusi.
Chiedo se possiamo un attimino diminuire il brusio e prestare un po' di attenzione. Grazie.



PENTENERO Giovanna

Grazie.
Le risorse stanziate per il diritto allo studio sono passate da 47 a 111 milioni all'anno. Quindi, il meccanismo di autocertificazione è stato eliminato, perché non rendeva tutti i cittadini piemontesi uguali di fronte all'opportunità di ricevere risorse per garantire il diritto allo studio verso i propri figli. Ritengo sia stato un passo importante e mi auguro davvero che la Giunta e la maggioranza non vogliano immaginare di tornare indietro. Probabilmente ci si vuole ispirare al modello lombardo, dove si distinguono cittadini di serie A e cittadini di serie B: i primi accedono alle provvidenze regionali con una semplice autocertificazione, mentre i secondi devono rifarsi ad un ISEE a seconda del tipo di scuola che i propri figli frequentano.
Credo che questa Regione debba porre attenzione alle competenze che già oggi la Costituzione attribuisce in materia di programmazione e istruzione e, così come il documento all'interno della Conferenza unificata dice debba lavorare per completare il disegno di legge sul federalismo in materia di istruzione approvato di recente dalla ex Giunta regionale. È una legge che crede nella programmazione e che attraverso il piano triennale ha visto nella legge sul diritto allo studio una prima attuazione.
Vede, Presidente, il Piemonte non ha bisogno di crociate tra la scuola pubblica statale e la scuola statale paritaria. La nostra scuola necessita di un sistema che garantisca i diritti costituzionali, che resista alla scure dei tagli del Governo nazionale e all'idea di un federalismo per abbandono, al quale abbiamo assistito e abbiamo dovuto lottare in questi anni.
Certamente lo proverete anche voi. Credo che l'Assessore Cirio sia già alle prese con la definizione degli organici, per cercare di garantire quella programmazione legittima che i nostri territori richiedono: i territori montani, collinari e quelli che hanno una bassa marginalità, con una presenza di alunni ridotta rispetto alle grandi città. Pertanto capirete il significato dell'abbattimento della scure che avete effettuato all'interno delle aule parlamentari.
La scuola piemontese ha bisogno di famiglie che possano contare su un sostegno della Regione per garantire un diritto allo studio ai propri figli. Ricordo soltanto che le famiglie che ricevono provvidenze oggi sono passate da 12 mila a 60 mila, quindi abbiamo ampliato la platea dei beneficiari con lo strumento di cui dicevo prima, che misura la ricchezza di ogni famiglia piemontese.
Caro Presidente, mi auguro che uno dei suoi primi atti non sia la reintroduzione di modalità e meccanismi che, ahimè, spesso hanno premiato i cosiddetti "furbetti": chi ha dichiarazioni basse come reddito, ma, al contempo, ha case, auto e tenori di vita che certamente non si confanno al momento storico e alla crisi economica che stiamo attraversando.
Il Piemonte deve continuare ad investire su tutto il proprio sistema scolastico, sul sostegno alle famiglie, sull'integrazione dell'offerta formativa e non deve introdurre misure che avvantaggino alcuni cittadini a discapito degli altri.
Le risorse destinate alla scuola paritaria - questo elemento è dichiarato all'interno del suo programma - sono state ridotte da 18 a 14 semplicemente perché le 18 che venivano investite non venivano spese venivano spese soltanto quelle che abbiamo previsto all'interno della nostra legge.
Non è vero che abbiamo gestito i bandi in maniera strumentale, come ha dichiarato nel suo programma. Quest'anno abbiamo definito i termini per il bando con la stessa tempestività e necessità di avere una programmazione che tenga in considerazione quello che è l'anno scolastico, infatti i bandi sono stati chiusi il 30 aprile, esattamente un mese dopo la scadenza elettorale e 60 mila famiglie hanno ricevuto le provvidenze della legge n.
28 dopo le elezioni. Quindi, non è stato fatto alcun uso strumentale della nostra legge e delle risorse che abbiamo disposto a favore del sistema piemontese.
Noi crediamo nel diritto all'istruzione e nella libera scelta educativa, così come sancito - l'ho ricordato prima - dalla Costituzione sulla base dei principi elaborati all'interno della legge n. 28.
I colpi di spugna non servono a nulla, come lei stesso ha dichiarato bensì, con un'analisi attenta, fondata sui numeri e sulla discussione dei reali problemi la scuola piemontese, come la scuola italiana, pu concorrere a sostenere al meglio il suo sistema.
Vi attendo con grande attenzione e con grande voglia di confronto su questo tema, per far sì che le famiglie piemontesi e il sistema scolastico piemontese possano continuare a pensare che la Regione è un punto di riferimento, al cui interno trovare non soltanto degli spot elettorali, ma la giusta programmazione, un'attenzione reale e concreta a un pezzo della nostra società importante, anzi, fondamentale per la propria crescita.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, come hanno già fatto altri prima di me, voglio esprimere tutto l'apprezzamento per l'intervento con cui lei, Presidente del Consiglio, ha aperto la seduta di insediamento, per i contenuti che ha voluto esprimere di tutela delle prerogative del Consiglio e di sostegno a questo ruolo.
Voglio esprimere al Presidente della Regione, Onorevole Cota, i miei auguri - già altri lo hanno fatto - più veri per il lavoro che sarà chiamato a fare nell'interesse del Piemonte e dei piemontesi.
Onestamente, stante il fatto che lei conosceva e conosce molto bene il funzionamento di questo ente, mi sarei aspettato una partenza diversa rispetto a ciò che è accaduto nella seduta di insediamento. Cito solo il titolo perché altri già lo hanno fatto: credo che l'improvvida scelta diciamo un errore di percorso, di non lasciare avviare il confronto dell'Aula sulle sue dichiarazioni sia stata, per quello che ci è stato dato leggere, una nota di non buongusto, diciamolo in questi termini, come credo non aiuti il tono molto da intervento elettorale.
Nel suo intervento ha detto che la campagna elettorale è finita, credo sarebbe utile fosse finita per tutti e che nel merito si cominciasse a ragionare.
Lei ha vinto le elezioni e ha ricevuto dai piemontesi il mandato a governare questa Regione. Credo sia compito suo porre sul tappeto non tanto l'obiettivo, come quello che è stato citato, di rilanciare il Piemonte, che ritengo assolutamente condivisibile - chi di noi è contrario all'idea di rafforzare il ruolo del Piemonte, di migliorare le condizioni economiche e di vita della nostra Regione? - il tema non è questo, il tema riguarda il come e cosa fare, i provvedimenti concreti su cui siamo e saremo chiamati a confrontarci.
Nel suo discorso ha parlato della necessità di fare squadra. Voglio sperare che all'interno di questa squadra ci sia anche il Consiglio regionale; se sarà così, potrà contare sul nostro sostegno convinto a tutti i provvedimenti che riterremo di sostenere e sicuramente sulla lealtà complessiva, almeno per quanto mi riguarda, relativamente a quanto sarà messo in campo per il futuro di questa Regione.
Altresì ha dichiarato che una delle finalità che si proponeva era di ridare ruolo al Piemonte e di partecipare alla Conferenza Stato-Regioni e alla Conferenza Unificata: lo spero. Non riesco ad immaginare cose diverse.
In effetti questa è una questione fondamentale. Chi come me ha coperto ruoli di responsabilità assessorile, tutte le settimane era a Roma per partecipare ad incontri con Assessori di altre Regioni per lavorare e costruire percorsi che portassero vantaggi a tutte le Regioni.
In molti interventi sostenuti in campagna elettorale e nel suo intervento di insediamento, è emerso quel valore aggiunto che deriverebbe dal fatto che la sua nomina a Presidente di Regione comporterebbe rapporti privilegiati con chi è al governo nazionale in questo momento. Un valore utile alla Regione Piemonte. La Regione Piemonte ha bisogno di molta attenzione da parte delle istituzioni nazionali.
Molto brevemente le ricordo che noi continuiamo ad essere in attesa di centinaia di milioni di euro legati alle risposte per gli eventi alluvionali sia del 2008 sia del 2009.
Il Presidente ha posto al centro il tema dell'occupazione: noi siamo assolutamente convinti che deve avere una sua centralità. Il problema non è il tema in sé, ma riguarda il come e le cose che concretamente si metteranno in campo. Mi permetta una considerazione che altri hanno fatto prima di me. Lei ha detto che riterrà un fallimento se a fine mandato dovesse rilevare che ci saranno meno occupati di quelli riscontrati al momento del suo insediamento. Voglio sperare che questo sia, in qualche misura, mi passi il termine, al netto della situazione di crisi che stiamo vivendo, altrimenti sarebbe una scommessa troppo facile da giocare e senza grandi prospettive di poter essere smentito.
Sul tema del bilancio già altri hanno detto prima di me. Se il bilancio non c'è, sicuramente non è per scelta della precedente amministrazione, ma è stata una scelta fatta e formulata, in modo chiaro ed esplicito, dalla minoranza di quel momento, in quel quadro di regole, con quel Regolamento.
Il Presidente ha anche detto che per tutto ciò che non era oggetto di esplicita citazione nel suo intervento, è possibile fare riferimento al programma. Al di là del fatto che anch'io sono qui a sollecitare la disponibilità del suo programma in siti ufficiali, sono andato a leggere il suo programma - lei il tema dell'agricoltura non lo ha affrontato nel suo intervento di insediamento e io in questi anni mi sono occupato di agricoltura - e ho visto che rimodulerebbe il PSR per adeguarlo (è già stato fatto alcune volte, va benissimo rifarlo altre), che metterebbe a punto il sistema e che risponderete alle necessità dell'agricoltura. Vorrei capire se c'è qualcuno contrario ad affermazioni di questo genere, ma mi chiedo che senso e significato hanno tali affermazioni, perché non dicono assolutamente nulla.
Credo che sia necessario, Presidente, entrare nel merito delle questioni e ragionare concretamente sulle stesse. Mi passi una considerazione conclusiva. Lei avrà sicuramente, nel merito dei provvedimenti, una collaborazione, un sostegno e una proposizione puntuale da parte nostra sulle questioni che riguarderanno il futuro della Regione tuttavia credo che l'affermazione che lei ha fatto - che la campagna elettorale è finita e che dobbiamo lavorare sulle cose da fare - debba essere valida per tutti, anche per i suoi Assessori.
Cito due questioni puntuali. Nei giorni scorsi su La repubblica è uscita una dichiarazione dell'Assessore Quaglia la quale, parlando dell'Assessorato all'agricoltura, dice che tra le cose da tagliare c'è un ingaggio, da parte dell'Assessorato, di società esterne per la comunicazione che non sarebbe necessario, in quanto in Assessorato ci sono quaranta persone che potrebbero fare questo lavoro.
L'Assessore Quaglia dovrebbe sapere la differenza che passa tra la comunicazione istituzionale e quella prevista dalla programmazione del Programma di Sviluppo Rurale; dovrebbe conoscere, prima di fare affermazioni, quali sono le regole che sovrintendono alla comunicazione oggetto del Programma di Sviluppo Rurale. Se si vuole ragionare a campagna elettorale finita, bisogna ragionare sulle questioni concrete. Se questo sforzo non sarà soltanto un'enunciazione ma una prassi concreta che lei e la sua Giunta metteranno in campo, le possibilità di collaborazione concreta saranno molte.
Da parte nostra diamo la massima disponibilità, anche perché il Regolamento questo ci chiede: lavorare nel merito e sulla proposizione concreta. Credo che questa disponibilità debba essere accolta nei fatti e non a parole. Se questo accadrà, faremo qualcosa di buono per il Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
L'ora è tarda, ma sarò breve. Tante cose sono state dette, quindi vorrei fare i miei auguri a beneficio di tutti i cittadini piemontesi.
Vorrei augurare sia al Presidente del Consiglio sia al Presidente della Giunta un buon e proficuo lavoro.
Vorrei soffermarmi su un aspetto molto importante che diversi colleghi hanno sottolineato, quello del risparmio. Risparmiare, secondo me, è possibile e credo che in sanità sia assolutamente necessario e potrei fare degli esempi. Un esempio che potrei prendere in considerazione è il blister.
Il blister è quella confezione di plastica che contiene confetti e capsule. Molte patologie transitorie non necessitano di un numero ingente di capsule - venti piuttosto che trenta capsule - ma sarebbero sufficienti cinque, setto, otto capsule per rimediare ad una patologia transitoria.
Così come succede in tante altre Nazioni, negli Stati Uniti, per esempio il farmacista taglia il blister e vende al paziente il numero di pastiglie che il medico ha ritenuto opportuno prescrivere.
La spesa farmaceutica nella nostra regione ammonta a quasi un miliardo (950 milioni circa) un risparmio, anche esiguo, del 5% darebbe un ragguardevole risultato. Mi permetto di suggerire ciò, perché questa operazione potrebbe essere immediatamente eseguibile. Mi rendo conto che nella galassia sanità sia difficile muoversi perché si ha a che fare con il personale, si ha a che fare con strutture ancorate a logiche stantie e vecchie, difficili da scardinare.
Un altro punto sul quale può essere immediatamente posta l'attenzione è quello che riguarda le gare telematiche. Indire una gara telematica ha pressoché un costo zero. In Piemonte indire una gara, oggi, ha un costo di circa 4-5 mila euro, ragion per cui ci sarebbe un risparmio non solo nella pubblicazione della gara, ma addirittura ci sarebbe un risparmio per quanto riguarda i costi veri: il prodotto sarebbe piazzato sul mercato ad un prezzo adeguato.
Un altro punto fondamentale, su cui diversi colleghi hanno posto l'accento, adesso sarebbe lungo eviscerarlo, è quello che attiene alla medicina del territorio e all'ospedale ove avviene la pratica medico chirurgica specialistica. Qui farei una distinzione per sommi capi tra patologia acuta e patologia cronica, ove la patologia acuta può essere adeguatamente assistita presso una struttura ospedaliera adeguata, mentre la patologia cronica, cioè quella patologia che, ove riuscissimo a trattenerla e a contenerla in quanto cronica sarebbe poi un successo per la medicina stessa, lasciarla sul territorio attraverso un'appropriata operazione e collaborazione coi medici di base.
Mi rendo conto che sono argomenti ampi, però ritenevo doveroso quantomeno accennarli, per poi eventualmente approfondirli nel corso delle sedute successive.
Citerei ancora qualche dato OCSE, per riportare qualche esempio a proposito di sprechi: forse non lo sapete, ma noi, per milione di abitanti abbiamo 15 risonanze magnetiche nucleari. Sapete quante ne ha, per esempio la Germania? 7,1. E la Francia? 4,7. Sapete quali sono i tempi di attesa? Da noi dovrebbero essere decisamente più contenuti, invece sono i più lunghi. Questo è uno spreco, perché significa acquistare, per milioni di abitanti, dieci risonanze magnetiche nucleari in più, con un relativo costo in più, oltre che una manutenzione in più. Potrei continuare anche per quanto riguarda le TAC e quant'altro.
La spesa sanitaria va valutata nel suo complesso: a mio avviso, c'è una disparità notevole tra le 4,7 risonanze della Francia, ritenuta dall'OCSE la numero uno al mondo, rispetto alle 15 dell'Italia.
Un altro aspetto sicuramente da considerare nel servizio offerto ai cittadini, ma anche nel risparmio, sarà la telediagnosi, anche in questo caso attraverso il coinvolgimento della medicina di base e, quindi, dei cosiddetti "medici di famiglia".
Mi permetto, inoltre, di sottolineare che avremmo bisogno di promuovere nuove figure professionali e di aprire il numero chiuso all'università di Medicina. Negli anni Ottanta, infatti, registravamo un esubero di medici rispetto alla media europea. Sapete che adesso, invece, siamo al di sotto della media europea? Ciò significa che se noi ci fermiamo per dieci anni dieci anni, infatti, occorrono affinché un giovane diventi un medico specialista - scenderemo di parecchio al di sotto della media europea, con il rischio di dover necessariamente importare medici dall'estero, con una formazione che probabilmente - anzi, quasi certamente - non è ai nostri livelli. Perché, almeno sotto il profilo teorico, noi risultiamo essere tra i migliori al mondo! Credo, quindi, che il risparmio passi anche attraverso queste attenzioni.
Vi è, poi, tutta un'altra serie di attenzioni, sebbene abbia voluto incentrare il mio intervento quasi esclusivamente sulla sanità, perché è l'ambito di cui ritengo che il nostro consenso possa occuparsi per trovare fondi affinché si possano fare politiche soprattutto a tutela dei cittadini meno fortunati, meno abbienti e più bisognosi, nei confronti dei quali naturalmente, è un nostro dovere porre attenzione per arginare o ridurre le loro difficoltà.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente e grazie colleghi.
Vista la lunghezza del dibattito, ero quasi tentato, sia pure in modo irrituale, a rinunciare al mio intervento. Tuttavia, l'intervento dell'ex Presidente Gariglio ha riacceso in me la voglia di puntualizzare un paio di aspetti. Anche perché se uno avesse acceso il computer e seguito il dibattito via internet nel momento in cui il Consigliere Gariglio interveniva, poteva magari immaginare che nella scorsa legislatura non c'erano dei Consiglieri regionali che cercavano di perseguire ciò che lo stesso collega Gariglio ha detto, ovvero il bene comune; ma c'era un suk di barbari lestofanti intrallazzatori che cercavano, prevalentemente, di riempirsi le tasche.
Perché quando si sentono certe affermazioni che non stanno né in cielo né in terra, chiunque abbia solo transitato in questa sede nella scorsa legislatura credo che senta, quantomeno, il dovere di intervenire.
Ho sentito dire che ci sono dei sistemi imbarazzanti: peccato che il collega Gariglio nella scorsa legislatura non ci abbia resi partecipi di questo imbarazzo che, evidentemente, lui vive solamente nella IX legislatura. Vorrei ricordare, però, che il collega Gariglio nell'VIII legislatura non era il "sottovicecapousciere" del Consiglio regionale, ma era il Presidente dell'Assemblea. Magari qualche potere di indirizzo, una sorta di moral suasion o di indicazione alla maggioranza o all'opposizione poteva darla se c'era questa immoralità de facto nella gestione dello status dei Consiglieri.
Io ritengo - e sono un po' più in linea con quanto ha riferito il collega Reschigna - che qui non ci sia quell'immoralità de facto che il collega Gariglio ha lasciato intendere. Credo, però, che occorra dare un segnale alla popolazione, che in questo momento soffre una crisi economica pesante e duratura, che è ben altro che dire ciò che è stato detto da qualche collega, non ultimo l'ex Presidente Gariglio; lo stesso ex Presidente Gariglio che, giusto per fornire qualche dato (vorrei che il Presidente Cattaneo mi confortasse in questo), mi pare che abbia aumentato i costi di consulenza e di spesa corrente in capo alla Presidenza e all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, da 400.000 euro della VII legislatura a oltre 1 milione di euro; lo stesso ex Presidente Gariglio che non ha sentito questo imbarazzo quando abbiamo votato recentemente, in merito alla legge sulla comunicazione (peraltro, in modo abbastanza sui generis e secondo me anche totalmente inutile o non corrispondente al tema della legge in oggetto), due portavoce: uno per il Presidente della Giunta (all'epoca Mercedes Bresso) e uno per il Presidente del Consiglio regionale.
Guarda caso lo stesso Consigliere Gariglio che, nella fase iniziale della proposta, chiedeva - voglio ricordarlo - che tale portavoce fondamentale, perché come si poteva fare a meno del portavoce? È vero collega Spagnuolo - guadagnasse lo stipendio di un Direttore regionale.
Abbiamo trovato un po' di umiltà, per cui quell'aspetto è stato emendato e lo stipendio è diventato pari a quello di un Dirigente regionale, che non è proprio bassissimo! Però, evidentemente, di quel particolare l'ex Presidente Gariglio non ha fatto grande menzione, se n'è rapidamente scordato e non ha trovato lo stesso imbarazzo che, invece, prova oggi a fronte delle attuali regole, che peraltro sono le stesse che c'erano quando il collega Gariglio - VIII legislatura - rivestiva il ruolo di Presidente del Consiglio (parliamo di due mesi fa).
Ad eccezione della tardiva proposta del dimezzamento del TFR, non ho sentito tutte queste altre proposte da parte dell'ex Presidente Gariglio.
Perché mi accanisco, in questo caso, contro l'intervento dell'ex Presidente Gariglio? Perché, sinceramente, odio l'ipocrisia; è un aspetto veramente insopportabile l'ipocrisia che purtroppo aleggia spesso in quest'Aula. Perché facciamo un po' di show a beneficio del pubblico a casa e dei giornalisti, pensando che questo possa tramutarsi in consenso elettorale.
Ebbene, così non è, colleghi. Non lo è per questa parte dell'emiciclo ma non lo è nemmeno per l'altra.
Il consenso elettorale si realizza quando facciamo delle cose veramente utili per la gente, che vengono percepite nel tempo come utili per le persone.
Presidente Cota, se riusciremo a dare una risposta reale... Mi compiaccio che il suo intervento nella scorsa seduta fosse improntato sulle risposte che dobbiamo dare ai cittadini sul lavoro, sulla crisi economica e sulle aspettative che i piemontesi hanno, perché su questo noi saremo giudicati come maggioranza, di cui orgogliosamente posso dire di far parte.
Perché su questo è stata giudicata la scorsa maggioranza. E, sia pure di misura, su questo, ahiloro, ha perso. Perché i piemontesi hanno ritenuto insufficiente, per quanto si fossero dannati l'anima a trovare la risposta la risposta politica che c'è stata.
E noi su questo avremo invece una grande sfida e su questo saremo chiamati ad essere valutati dai cittadini.
Concludo augurando al Presidente Cattaneo e ovviamente al capo della Giunta, il Presidente Cota, buon lavoro e mi permetto di chiudere ringraziando i quasi 28 mila cittadini piemontesi che hanno votato la Lista Pensionati, ringraziando l'Onorevole Carlo Fatuzzo e il Presidente Boldrini per la fiducia che mi hanno dato già quattro anni or sono nella gestione della Segreteria e nella guida politica del partito dei Pensionati.
Ringraziando l'Onorevole Maccanti per l'abile lavoro che ha fatto per rendere una coalizione ampia, estesa e vincente. Ringraziando il Presidente Cota per aver accolto alcuni dei punti tematici, su cui, lo preannuncio, lo richiameremo durante questa legislatura che erano state richieste anche dal partito dei Pensionati. E voglio ringraziare infine, oltre ai cittadini che ci hanno votato, tutti i candidati della Lista Pensionati, che hanno permesso un grandissimo risultato che, a sua volta, ha permesso a questa coalizione di vincere, seppure di misura, le elezioni regionali.
Voglio ricordare che sono molto orgoglioso del nostro 1,5%, che non è stato semplice raggiungere, non è stato facile, in una campagna durissima.
Mi auguro che questa Giunta regionale, questa maggioranza (io su questo chiederò l'impegno) prenda posizione, anche decisa e netta, contro le voci di taglio delle pensioni che obiettivamente credo non si possano accettare in Italia, visto che sinora la crisi l'hanno pagata sempre e solo gli ultimi e credo che, a maggior ragione in questa fase storica, non si possa chiedere un ulteriore sacrifico ai pensionati. Spero che su questo aspetto così delicato riuscirò ad avere il pieno consenso della maggioranza, perch so che realmente e sinceramente alcuni lati, alcuni ampi pezzi della maggioranza sono preoccupati.
Quindi, augurando a lei, Presidente, e alla sua Giunta e consentitemelo un po' perché ci sono affezionato e un po' perché in quasi vent'anni di politica la prima è la prima volta che mi trovo nella maggioranza, un augurio anche all'opposizione, perché possa trovare soddisfazione nel proprio lavoro. Al di là del Regolamento che dobbiamo ancora sperimentare, possa anche trovare delle risposte politiche da poter poi portare anche ai propri elettori.
Grazie, colleghi e grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dovrei essere l'ultimo, quindi con me possiamo chiudere il consesso.
Colleghi della Giunta e del Consiglio e dipendenti dei cittadini (come amo io sempre ricordare, visto che questo siamo, quindi lo ribadisco) vorrei ringraziare, a nome del Gruppo Consiliare Movimento Cinque Stelle, i nostri 90 mila elettori che ci hanno dato fiducia, fiducia quindi in un programma e in un Gruppo sicuramente nuovo e fresco rispetto ai soliti volti della politica, ai soliti partiti.
Voglio farlo qui, anzitutto, perché ovviamente questo è a costo zero visto che come è stato in campagna elettorale, anche adesso le nostre città sono tappezzate dei manifesti post-elettorali (ma ancora elettorali) degli eletti, che ringraziano ovviamente a pagamento da parte dei contribuenti.
Quindi, vorrei aprire il mio intervento, visto che se ne è discusso tanto sulla riduzione dei costi della politica.
Sicuramente, rispondendo al collega Laus, volevo sottolineare che la correggo e che c'è un Gruppo consiliare (ce l'ha qua davanti) che rinuncerà primo in assoluto in Italia - ai rimborsi elettorali.
Tant'è che abbiamo chiesto chiarimenti alla Camera dei Deputati e anche loro sono rimasti basiti non sapendo esattamente quale procedura attuare in caso in cui un movimento politico, un partito, una lista regolarmente eletta volesse rinunciare ai rimborsi elettorali. Ricordo che i rimborsi elettorali...



(Commenti del Consigliere Lepri)



BONO Davide

Noi ovviamente avevamo fatto regolare domanda prima, per avere la certezza che i rimborsi non finissero nelle tasche degli altri partiti.
Quindi, ci è stata data questa garanzia e resteranno all'erario, quindi al Governo, che ne deciderà l'utilizzo migliore.
Ricordo che i rimborsi elettorali sono stati esclusi da un referendum nel 1993, ma chi è più grande di me sicuramente ricorderà bene che sono stati poi surrettiziamente reintrodotti cinque mesi dopo. Ad aprile di quell'anno il popolo italiano votò al 90% contro i rimborsi elettorali, ma ad ottobre venne reintrodotto dalla finestra con una pratica di finanziamento pubblico ai partiti. Quindi questo è un primo gesto.
Tra l'altro, ricordo che (non so se ne sia avuta conferma) sembra che un altro Gruppo dell'opposizione non prenderà i rimborsi elettorali, in questo caso in modo non volontario. Quindi chiedo se a qualche Gruppo della maggioranza almeno per la quota corrispondente, quindi 500 mila euro l'anno che, per la vostre tasche non sono moltissimi, vuole rinunciare e a iniziare a metterli in un fondo comune per quanto riguarda un'area che decideremo, un capitolato di spesa che decideremo insieme, che andrà rimpinguato sicuramente con quello che vengo a enunciare successivamente.
Ovverosia, per togliervi dall'imbarazzo di rimpallarsi - prima l'ex Presidente Gariglio non c'era - ma è stato appunto detto come il PD, il centrosinistra, prima era al governo e giustamente non ha avuto tempo di presentarla se non a fine legislatura, ma adesso si trova ovviamente in imbarazzo il centrodestra.
Noi vi vogliamo togliere dall'imbarazzo e abbiamo già scritto una proposta di legge, che presenteremo a breve, in cui non chiederemo (poi, se ne discuterà in Commissione) di ridurre in modo volontario solo il 5% di stipendio degli Assessori, ma di ritornare a quelle indennità che erano sancite dalla prima legge di indennità delle cariche dei Consiglieri regionali del 1972 (spero che non ci sia nessuno che se la ricordi in prima persona), che rappresenta un'indennità al 55% dell'indennità dei parlamentari.
Un altro istituto che sicuramente a noi non sta molto a cuore è quello del vitalizio, in quanto riteniamo che sia giusto che i lavoratori, i dipendenti dei cittadini che lavorano in Consiglio regionale paghino regolari contributi come tutti gli altri lavoratori e non abbiano diritto quindi a questo vitalizio, che ci sembra sinceramente un privilegio da eliminare. Su questo discuteremo sicuramente in Commissione e in altre sedi.
Dicevo che ringraziamo il nostro elettorato che ci ha dato fiducia, in quanto pensiamo, checché ne dicano alcuni che hanno parlato di voto di protesta, sia stato un elettorato molto informato, molto consapevole delle scelte e dei punti programmatici che noi abbiamo proposto nel nostro programma e che si discosta nettamente dal programma di centrosinistra e da quello di centrodestra, in cui... Sinceramente, noi abbiamo analizzato entrambi e abbiamo trovato difficoltà, anzi potevamo proporre un gioco: "Trova la differenza tra i due programmi", a parte appunto piccole cose.
Chi vuole il nucleare di terza generazione e chi invece proporrebbe un nucleare di quarta generazione, che non esiste, o altre sottigliezze.
Noi sicuramente faremo delle proposte. Ci rendiamo conto di essere un piccolo Gruppo di opposizione. Infatti, ci siamo (ricordo al Consiglio e alla Giunta) posti come Gruppo di opposizione, in quanto vi sono maggiori tutele di garanzie, ex articolo n. 94 dello Statuto.
In realtà, noi ci vorremmo porre assolutamente in modo non pregiudiziale, quindi valuteremo sul merito le idee che siano della maggioranza, dell'opposizione, non ci interesserà assolutamente il colore.
Obiettivamente, passo ad esaminare due o tre punti rapidamente del programma del Presidente Cota, che comunque reputo si trovi abbastanza facilmente sul sito di Cota, Giustamente sarebbe il caso di depositarlo firmato, in quanto è un atto istituzionale su cui si potrà discutere successivamente quando non si presterà fede ai punti, eventualmente, del programma. Noi sicuramente non siamo d'accordo, a pagina 9, a proposito delle grandi infrastrutture. Questo penso lo sappiate benissimo, infatti ricordo che il Consigliere Fabrizio Biolé è in congedo in quanto si è recato al Parlamento europeo a Strasburgo insieme ad una serie di comitati di cittadini a portare la carta di Hendaye che denuncia le devastazioni l'inutilità e i costi insostenibili per le future generazioni che tutta l'alta velocità genera.
Ricordiamo tutti le devastazioni del Mugello, di cui penso abbiate seguito anche i casi giudiziari susseguenti.
Ovviamente ci opporremo, ma in un'ottica di dialogo, perché non penso che si possa fare altro, alle grandi infrastrutture come la TAV, la tangenziale est o quello che è il PTC2 della Provincia di Torino, su cui la Regione ha anche potere di indirizzo.
Ci opporremo per cercare di fare passare almeno la possibilità di avere un tavolo di concertazione con i tecnici a favore della cementificazione del territorio, affinché ci dimostrino quali sono le utilità e le ricadute per il territorio, perché noi sinceramente non le vediamo. Abbiamo i nostri studi scientifici e quant'altro che lo dimostrano.
Passo al punto successivo, cioè l'energia. Mi riallaccio all'intervento che in questo campo ho apprezzato di più, quello della Consigliera Cerutti e rilancio, nel senso che non solo non c'è bisogno di centrali nucleari, ma il Piemonte non ha bisogno di nuove grandi centrali. Questo perché, alla luce dei dati che si evincono dagli studi scientifici, esiste una potenza nominale installata nel Nord Italia e nel Piemonte, superiore a quella di picco prevista, che attualmente è quella estiva, che si verifica quando vengono accesi i condizionatori.
Quindi, basterebbe fare funzionare gli impianti e ridurre gli sprechi visto che abbiamo parlato di sprechi nei costi della politica, inseriamo anche l'efficienza energetica e, soprattutto, diamo impulso reale alle energie rinnovabili. Ma non mi riferisco alle false energie rinnovabili quelle disposte per terra, nei campi che consumano territorio o suolo che può essere destinato all'agricoltura.
Quindi, no ai parchi solari, sì ai pannelli fotovoltaici sui tetti; no ai parchi eolici, sì ad esperimenti che, se vogliamo parlare di innovazione, ricerca e tecnopoli o comunque poli di innovazione, abbiamo proprio in Piemonte. Vi è l'esperimento del kite gen che spero di poter illustrare agli Assessori competenti insieme ai referenti di questo progetto. È un progetto che prevede l'uso di aquiloni (kite in inglese significa aquilone) che vengono posti in alta quota e, sfruttando il vento perenne presente a quella altezza, forniscono l'energia necessaria, senza bisogno di costruire strutture altissime di 20-30 metri che deturpano l'ambiente.
Per quanto riguarda il problema dell'industria, ho letto a pagina 13 che è in programma una ripresa della contrattazione con la FIAT. Noi come Gruppo abbiamo già cercato di prendere contatti e proponiamo la riconversione nell'industria FIAT, perché puntare sulle auto ibride o meno comporterebbe il fatto di andare incontro ad un mercato saturo. Ricordiamo che in Italia vi sono circa 60 auto su 100 abitanti. Lo dimostra il fatto che non solo si stanno delocalizzando gli impianti, ma si sta proprio riducendo il numero di auto prodotte.
Noi chiediamo, come sta facendo la Wolkswagen in Germania, di passare alla produzione di microcogeneratori, cioè piccoli motori che producono sia calore sia energia. Lo fa già la Wolkswagen e credo che potrebbe farlo anche la FIAT.
Il tempo è tiranno, quindi concludo, invitando com'è indicato nelle prime due pagine del programma del Presidente Cota, a prevedere una discussione la più ampia possibile con i cittadini.
Speriamo che questo venga fatto e chiediamo da subito di valutare, se possibile, una modifica dello Statuto della Regione Piemonte - ovviamente sono necessari ampi numeri - per quanto riguarda gli istituti di partecipazione. Quindi, non solo creare delle assise con i cittadini che esporranno i problemi di livello regionale, ma anche migliorare il referendum, che al momento è solo abrogativo. Noi chiediamo di togliere il quorum, perché è una vera distorsione del ricorso a questo istituto, e l'introduzione di un referendum deliberativo.
Chiudo, invitando il Presidente Cota a dimettersi dal ruolo di parlamentare, come sancisce l'articolo 122 della Costituzione: "Nessuno pu appartenere contemporaneamente ad un Consiglio o ad una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento o al Parlamento Europeo".
Mi sembra che non sarebbe il massimo partire violando la Costituzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Innanzitutto vi ringrazio, perché ho ascoltato il dibattito in aula e l'ho trovato assolutamente costruttivo. Ho trovato le vostre osservazioni sia di maggioranza che di opposizione, in molti casi puntuali ed anche costruttive, che possono servire da stimolo al Presidente della Regione alla Giunta e a tutti i colleghi. Quindi, questo vorrei farlo in apertura.
Vorrei fare una riflessione su come è andata l'altra volta, nel senso che c'è stato il rinvio del dibattito; l'ha deciso il Consiglio regionale.
Da parte mia, ma penso anche da parte dei colleghi che hanno deciso questa modalità organizzativa, non c'era la minima intenzione di fare una violenza della maggioranza nei confronti dell'opposizione e neppure di comprimere la libera discussione all'interno del Consiglio regionale. Infatti oggi questa discussione c'è stata.
C'era soltanto un problema organizzativo. Il problema organizzativo secondo me, è determinato anche dal fatto che nella prima seduta del Consiglio regionale i Gruppi non sono ancora costituiti. La controprova di questo problema organizzativo l'abbiamo avuta anche oggi, perché, pur con la costituzione dei Gruppi e pur con tutta la giornata davanti, il dibattito si è sviluppato e si sta concludendo soltanto adesso, alle ore 19. Quindi, avremmo dovuto iniziarlo e successivamente sospenderlo.
Prendo nota per la prossima volta di questa osservazione e suggerirei una cosa. Forse nella prima seduta di insediamento bisognerebbe procedere all'elezione del Presidente del Consiglio regionale, dei Vicepresidenti e dei Segretari all'interno del Consiglio regionale, ma rinviare tutto il dibattito alla seduta successiva, previa costituzione dei Gruppi consiliari.
Successivamente è giusto prevedere una seduta senza soluzione di continuità, in cui può parlare il Presidente della Regione e nella quale è giusto che intervengano tutti i Consiglieri. Questa è una considerazione che rassegno al Presidente del Consiglio ed a voi Consiglieri.
Mi è stato ricordato anche della mia situazione di Deputato. Io rispetterò la legge in tutto e per tutto; c'è una legge che determina assolutamente la tempistica e le modalità ed io la rispetterò fedelmente.
Sapete già, ma non lo dico a scopo pubblicitario, che il primo giorno ho mandato una lettera, dicendo di sospendere il pagamento delle indennità dei rimborsi e di qualunque cosa, a cui rinuncio per non incorrere nemmeno in situazioni di inopportunità, in ordine alla corresponsione, seppur per un breve periodo, di doppie indennità e di doppi rimborsi.
Vengo ai temi del dibattito e in questa mia replica cercher semplicemente di rispondere, seppur per sommi capi, perché l'ora è tarda alle argomentazioni che ho sentito nei vostri interventi.
L'intervento l'ho già svolto in apertura e, se volete, depositerò il mio programma elettorale sul sito della Regione. È un programma che ha un valore anche giuridico, perché si deposita quando si presentano le candidature e le liste.
Ritengo comunque che l'intervento che ho fatto nell'ultima seduta sia un intervento che comunque fa testo, perché ne è stato fatto un resoconto stenografico che tutti possono leggere, quindi tutti possono fare le loro valutazioni anche nel corso della legislatura.
Uno dei temi affrontati è stato il tema del lavoro e anch'io l'ho fatto nel mio intervento di presentazione. La creazione di maggiori e migliori opportunità di lavoro è un'aspettativa di tutti i piemontesi e, proprio per darvi una notizia concreta, questo piano lavoro che noi ci siamo impegnati ad attuare nei primi cento giorni verrà presentato entro la fine del mese.
Perché questo piano lavoro deve essere necessariamente inserito, per quanto riguarda la parte che attiene al bilancio, nell'assestamento; altrimenti non potremmo realizzarlo e non manterremmo l'impegno. Quindi è ovvio che prima della fine del mese, quindi prima della scadenza dei cento giorni noi lo presenteremo nel dettaglio. Perché non l'abbiamo ancora fatto? Perché, evidentemente, non è una proposta calata dall'alto, ma è una proposta che noi facciamo dopo aver consultato sia gli operatori del settore - quindi le associazioni di categoria degli imprenditori - sia i sindacati e anche raccogliendo tutti gli stimoli e i contributi che ci sono arrivati in questi giorni e che verranno anche nei prossimi.
evidente che c'è la crisi economica, che è un contesto difficile.
Tuttavia, penso che, in ordine a questo sforzo di invertire la china e la rotta, per fare in modo che il Piemonte diventi un territorio appetibile per quanto riguarda gli insediamenti produttivi, gli sforzi degli imprenditori che intendono investire - magari imprenditori già presenti sul territorio della regione - per procurare nuova occupazione debbano, in ogni modo, essere sostenuti dalla Regione.
persino ovvio, ma lo ripeto perché l'ho sentito in alcuni interventi che ogni tipo di incentivo deve essere collegato alla garanzia del mantenimento del posto di lavoro, altrimenti non parleremmo di un sostegno al lavoro.
Questo lo dico anche con riferimento generale agli altri punti del programma, perché è evidente che ci misurerete rispetto a ciò che riusciremo a fare; e in questo mese circa di attività abbiamo già realizzato delle cose, ma è ovvio che i grandi temi siamo riusciti soltanto ad impostarli.
Altro punto è quello della sanità. Rimando alle considerazioni che ho già fatto e, per brevità, al nostro programma elettorale. Qui però sono state sollevate alcune questioni, tra le quali una, mossa anche da parte di Consiglieri di maggioranza, è relativa alla delibera di blocco delle assunzioni che abbiamo fatto appena insediati. Questa delibera non vuole fare tagli generalizzati senza valutare la meritocrazia delle singole ASL e delle singole Aziende ospedaliere. Al contrario, è una delibera cautelativa che abbiamo dovuto fare, perché ci siamo resi conto che la spesa sanitaria stava andando rapidamente fuori controllo, stava cioè rischiando di superare anche la soglia massima di stanziamento che la Regione pu attuare, cioè il 5%. Ma noi non abbiamo chiesto il taglio del 5%: per la necessità di non sforare la soglia del 5% - che è la soglia massima dello stanziamento che può fare la Regione con risorse proprie - abbiamo dovuto adottare questo provvedimento cautelativo, dicendo: singole ASL, singole Aziende ospedaliere, presentate i vostri piani e noi, proprio su questa base meritocratica e di valutazione puntuale, sbloccheremo poi, caso per caso, gli atti deliberativi che erano stati pensati o le scelte che si devono effettuare.
Per quanto riguarda la sanità, ho sentito anche delle considerazioni fatte con riferimento alla Città della Salute. Su questo argomento ho avuto un incontro con il Sindaco di Torino, nella pausa dei lavori del Consiglio regionale. Ho avuto questo incontro perché vorrei partire subito individuando il sito dove attuare questo intervento necessario per la nostra regione. Ci sono le dichiarazioni riportate dalle agenzie di stampa: noi pensiamo che debba essere realizzato all'interno della città di Torino prendendo come punto di riferimento l'attuale struttura delle Molinette partendo da un nostro progetto e anche da un'idea che la Città di Torino ha portato avanti. Infatti ci siamo visti con il Sindaco Chiamparino, che ci ha mostrato una planimetria e anche delle foto dall'alto. Sarò più preciso dopo aver convocato un tavolo con lui, il Presidente della Provincia, gli Assessori competenti e, ovviamente, il Rettore dell'Università. Lo faremo a breve e quindi entro l'estate, su questo punto, saremo più precisi.
Vale quello che ho detto sull'esigenza di intervenire con delle riforme strutturali per abbattere i tempi delle liste d'attesa, per realizzare una prenotazione telematica degli esami e delle visite specialistiche. Vorrei anche dirvi che quello che noi vogliamo fare è proprio un'analisi dei costi, superando i meccanismi consolidati della spesa storica. Anticipare il federalismo vuol dire anche andare a calcolare all'interno del fabbisogno regionale la reale spesa standard, per poter capire dove sono le inefficienze, dove sono gli sprechi e dove bisogna intervenire. Questa è una riforma che, a mio avviso, va assolutamente fatta.
Altro tema, quello del federalismo. Parlerei per molto tempo, ma devo essere necessariamente sintetico. Noi vediamo bene il federalismo fiscale lo aspettiamo. Apprezziamo la discussione parlamentare in atto e anche il clima costruttivo che si è creato a Roma, soprattutto in ordine al primo decreto attuativo del federalismo demaniale. Lo sto seguendo, mi arrivavano i messaggi relativi alla discussione in corso in Commissione. È importante che vada avanti questo processo e che vengano fatti anche gli altri decreti attuativi. Se all'interno del Consiglio regionale ci sarà su questo tema una discussione, anche politica, ben venga; perché è evidente che il federalismo è un tema che interessa Roma, che deve fare determinate leggi ma interessa soprattutto noi che poi lo dobbiamo attuare, a Torino o nelle altre realtà regionali.
Quanto alla questione delle nuove competenze, sono assolutamente d'accordo sul fatto che il Piemonte possa avere nuove competenze. Come sappiamo, il procedimento implica non soltanto una richiesta da parte nostra, ma anche una legge che si deve fare a Roma e, soprattutto un'intesa che si deve realizzare. È un terreno, dunque, fatto delle nostre aspirazioni, che ci sono e che raccolgo, ma anche di una trattativa politica che mi appresto ad affrontare.
Per quanto riguarda il principio del centralismo regionale, questo è verissimo, tant'è che nella VII legislatura noi avevamo approvato uno Statuto regionale dove si declinava bene l'aspetto alla sussidiarietà, cioè che le competenze amministrative venissero trasferite il più possibile ai Comuni e Province. Quindi, sono molto attento a questo aspetto, cioè evitare il nuovo centralismo regionale e riconoscere il principio di sussidiarietà, anche tenendo conto delle specifiche esigenze e peculiarità dei singoli territori.
Quanto all'aspetto della voce del Piemonte a Roma, cioè il ruolo politico del Piemonte, so che mi aspetta questo compito, come so che mi aspetta in generale un compito difficile. Sento il peso della responsabilità, se non lo sentissi sarei certamente un po' superficiale spero di avere la serenità per riuscire a portare anche questo fardello, ce la metterò tutta assolutamente. È un ruolo che devo assumere e cercherò di farlo appieno. Se su questo ci sarà il sostegno del Consiglio regionale sarò ben contento, mi fa piacere questo spirito di carattere costruttivo però, quando parlo di rilancio, il Piemonte deve recuperare quel ruolo che si merita, su questo dobbiamo essere tutti d'accordo.
Ho sentito fare un richiamo a quelli che sono i valori. È nota la mia posizione sui valori, sulla vita e sulla famiglia. Ho sempre detto che avrei rispettato la legge, non avrei potuto fare diversamente, anche nelle partite più delicate come quella dell'applicazione della legge n. 194. Se andate a rileggervi esattamente tutte le mie dichiarazioni, se avete la voglia di recuperarle, vedrete che proprio non sono uscito dalle righe, ho sempre detto questo, pur essendo le mie posizioni assolutamente note.
Quanto alla legge sul buono scuola, il mio pensiero è di ripristinare la legge nella sua portata, cioè nella portata originaria di quando è stata approvata da questo Consiglio regionale, perché ritengo che quella sia l'impostazione giusta.
Vengo all'ultimo profilo, quello che attiene ai costi della politica indennità e tagli. Mi rendo perfettamente conto che i problemi della Regione non si risolvono riducendo l'indennità del 5% e che occorrono politiche incisive, proprio quelle di cui ho parlato, per quanto riguarda il lavoro, è questa la sfida. Però, in un tale momento, penso che la politica debba dare dei segnali, che questi segnali siano utili e necessari, per assumere anche una certa credibilità nei confronti di chi vive situazioni difficili.
Altresì penso che questi segnali siano un po' per tutti. Se arriva un segnale da parte nostra, magari un domani può arrivare un segnale che è sollecito anche da parte di un certo mondo, quello dei supermanager o dei banchieri, insomma, tutte quelle figure che hanno stipendi ancora più alti che è giusto, in una logica di contenimento, si facciano un esame di coscienza. Però, è giusto che noi, dal nostro punto di vista, lo facciamo forse per primi. Lo so che ci vuole una legge, plaudo a tutti gli interventi che si sono svolti oggi, relativamente al fatto di fare una legge, però, ieri noi abbiamo voluto dare un segnale, che è concreto perché è stata inviata una lettera, quindi ci sarà una decurtazione del 5%.
Insomma, è un segnale, anche per gettare un sasso nello stagno, infatti si è visto che ha provocato, giustamente, una riflessione da parte del Consiglio regionale, da parte vostra, oggi, nel dibattito.
Vi ringrazio ancora, non solo perché mi avete augurato buon lavoro, ma di cuore auguro a voi buon lavoro. Quello di Consiglieri regionali è un lavoro impegnativo, che può essere veramente di stimolo anche al Presidente della Regione e all'intera Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
In chiusura ricordo e comunico che la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le insindacabilità e le sei Commissioni permanenti sono convocate, ai sensi degli articoli 17 e 24 del Regolamento interno del Consiglio regionale, per il giorno 20 maggio 2010 presso la sede del Consiglio regionale, Sala dei Morando, secondo piano per l'elezione dei rispettivi Uffici di Presidenza, con il seguente calendario: ore 9.30: Giunta per le elezioni; ore 10: I Commissione permanente; ore 10.25: II Commissione permanente; ore 10.50: III Commissione permanente; ore 11.15: IV Commissione permanente: ore 11.40: V Commissione permanente; ore 12.05: VI Commissione permanente.Ricordo altresì che in coda ai lavori della VI Commissione, alle ore 13, è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.04)



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