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Dettaglio seduta n.297 del 13/11/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Boniperti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Botta Marco, Cantore, Casoni Comba, Cota, Giordano e Pedrale.



PRESIDENTE

Il numero legale è 27.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti", presentata dai Consiglieri Reschigna, Stara, Cerutti Artesio, Ronzani, Goffi, Dell'Utri, Gariglio, Bresso, Taricco, Lepri Manica, Muliere, Placido, Ponso, Laus, Buquicchio, Negro e Bono (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 913 e n. 914)


PRESIDENTE

Questa mattina siamo convocati in seduta straordinaria, ai sensi dello Statuto e del Regolamento, con il proseguimento dell'esame di "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti", di cui al punto 2) all'o.d.g.
La richiesta del Consiglio straordinario era stata presentata dai colleghi Reschigna, Stara, Cerutti ed altri.
Nella seduta antimeridiana del 6 novembre c'è stato lo svolgimento del punto. Il Consigliere Reschigna ha illustrato la richiesta e sono seguiti gli interventi degli Assessori Monferino e Quaglia.
In sede di discussione generale sono intervenuti numerosi Consiglieri e c'è stata la replica del Presidente della Regione, Roberto Cota.
Sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Pedrale, Carossa Spagnuolo, Bresso, Cerutti, Placido, Gariglio e Muliere. Pertanto ripartiamo dalla discussione generale.
Ricordo che sono stati presentati i seguenti atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 913 presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso inerente a "Valorizzazione del patrimonio immobiliare, approvazione Piano degli investimenti" ordine del giorno n. 914 presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti Gariglio, Laus, Lepri, Manica, Motta Angela, Muliere, Pentenero e Ronzani inerente a "Il bilancio regionale: fare chiarezza sui conti, definire un piano per renderli sostenibili".
La Consigliera Bresso - l'ho anche comunicato alla Conferenza dei Capigruppo (era già avvenuto per la Giunta regionale) - ha chiesto la cortesia di avvalersi, nei propri dieci minuti d'intervento in discussione generale, della possibilità di proiettare delle slide. Pertanto, se la Consigliera Bresso è pronta, procederei con il suo intervento, chiedendo anche di abbassare le luci.
Consigliera Bresso, dovrebbe venire ai banchi della Presidenza, per gentilezza.
Prego, Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Mi scuso con i colleghi per questa scelta un po' strana, ma, poich parliamo di cifre e abbiamo uno strumento innovativo che ci consente di proiettarle, mi è parso utile fare un riassunto che poi vi lascer unitamente ad un testo più dettagliato, dal quale potete eventualmente trarre tutte le vostre osservazioni.
In questa slide sono state riassunte le perdite di esercizio maturate dal 1997 al 2004, essenzialmente legate alla sanità, coperte in parte dalla Giunta Ghigo, per un miliardo e 38 milioni...



BRESSO Mercedes

MOTTA Massimiliano (fuori microfono)



BRESSO Mercedes

Ha vinto il ricorso, Consigliera Bresso?



PRESIDENTE

Per favore! Collega Motta, per favore! Tutte le volte! Mi scusi!



BRESSO Mercedes

Se lei ascolta...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliera Bresso.
Colleghi, abbiamo ripreso il Consiglio regionale in sede straordinaria.
La volta scorsa c'è stata una buona discussione generale ed è intervenuta anche la Giunta. Tutti hanno diritto di parlare; chi non ha ancora parlato può alzare la mano e svolgere il proprio intervento. La Consigliera Bresso sarà ascoltata, poi ciascuno farà quello che deve fare quando ci saranno le votazioni.
Prego, Consigliera Bresso, continui.



BRESSO Mercedes

Preciso che questi sono dati ufficiali derivati dai rendiconti della Regione, che chiunque può andare a ricostruire. Sono dati scientifici, nel senso che sono ripercorribili da chiunque, anche sulla base del documento che poi vi darò, che è più dettagliato e riporta tutti gli anni.
stato lasciato alla Giunta Bresso, da coprire, un miliardo 73 milioni (chi c'era lo ricorderà): 715 milioni sono stati finanziati con la cessione pro soluto, che è già stata ricordata e che ha creato liquidità nelle ASL (non si trattava però di debiti nostri) e 350 milioni sono stati coperti con risorse regionali e un contributo statale per i rinnovi contrattuali.
Pertanto, i conti delle ASL nel 2005/2009, quindi con la Giunta Bresso sono risultati tutti in equilibrio e sono stati annualmente certificati dal Ministero, come peraltro i due anni successivi (non so se abbiano già certificato il 2011, ma penso che il 2010 sia stato certificato).
Riguardo ai conti delle ASL nel 2010/2011, qui rilevo che non sono ancora noti, perché le ASL che hanno approvato i bilanci 2010, non tutte...



BRESSO Mercedes

BOETI Antonino (fuori microfono)



BRESSO Mercedes

Non si sente niente!



(Scampanellìo del Presidente)



BRESSO Mercedes

Ho ricapitolato i dati, perché, quando si parla di cifre, si fa un confronto tra cifre e non tra parole.
Ribadisco: come Gruppo abbiamo chiesto i bilanci delle ASL (a tutte) ma poche, non tutte, hanno i bilanci relativi al 2010. Li hanno presentati e approvati con 15 mesi di ritardo. Pertanto, non è possibile valutare, da parte del Consiglio, la reale situazione dei conti della sanità piemontese (quelli che abbiamo visto). Abbiamo le dichiarazioni dell'Assessore e del Presidente, che prendiamo per buone, ma, prima o poi, vorremmo avere i dati effettivi.
La famosa riduzione degli impegni correnti della sanità 2006.
Tale riduzione è avvenuta con la determina n. 15 del 23 gennaio 2007 su impegni registrati a fine 2006, per 693 milioni.
Nel triennio 2008/2009/2010 tale importo è stato, in accordo con le Direzioni interessate, riscritto nei bilanci, in relazione alla maturazione dei singoli importi, perché questi erano o perenti o impegni non ancora da pagare, come risulta dai dati che seguono, che andiamo a vedere.
Queste sono le assegnazioni totali del CIPE alla Regione, nel 2008/2009/2010: 22 miliardi 398 milioni.
I totali stanziati a bilancio nei tre anni sono di 24 miliardi 212 milioni, quindi le maggiori risorse destinate alla sanità nei tre anni sono state di un miliardo 814 milioni, di cui, a integrazioni annue più copertura dei LEA, un miliardo 109 milioni.
Ricordo che il 2008 è il famoso anno di cui parla continuamente il collega Vignale, il quale sostiene che c'è stato un aumento dei costi. In realtà, in quell'anno c'è stato un aumento delle entrate, perché si fece l'accordo con il Ministro Turco, che adeguò le risorse della sanità al fabbisogno reale. Fino ad allora, le Regioni contraevano i debiti e poi andavano a chiedere la copertura.
Lì si fece una trattativa per dare un dimensionamento adeguato ai fondi della sanità, in modo che, da quel momento, non sarebbe più stata fatta alcuna integrazione. Infatti, il Governo non ha più fatto integrazioni.
Le integrazioni le dovevano fare, eventualmente, le Regioni se debordavano, pertanto ci fu un balzo, non dei costi, ma delle entrate perché i costi c'erano ma venivano coperti ex post attraverso debito e poi trattativa, che ovviamente non dava più alcuna garanzia, producendo i debiti che abbiamo visto prima.
Nel 2008 l'integrazione fu modesta, proprio perché ci fu un salto molto alto di entrate. Le maggiori risorse, a copertura degli impegni ridotti nel 2006, sono state di 705 milioni. Pertanto: integrazioni più LEA, più le maggiori risorse che sono state attribuite e certificate dalla Ragioneria contabilità e bilancio (tra l'altro esiste una lettera al Presidente Cota).
Corrispondenti alle reimpostazioni della sanità.
Gli investimenti. La quota assegnata agli investimenti, in quei tre anni, è stata di 525 milioni, a fronte di una riduzione di 119.
Come vedete sotto, gli investimenti sono facilmente rintracciabili perché hanno un nome e un cognome, ovvero una specifica destinazione.
I 119 milioni cancellati furono restituiti, salvo alcuni investimenti che non erano stati fatti e che non era sensato fare, però tutti quelli che dovevano essere coperti perché erano investimenti da pagare furono restituiti nell'ambito di quei 525 milioni che furono fondi di investimento nella sanità. Nel dettaglio, troverete anche ulteriori spiegazioni.
Questione delle reimpostazioni, ovvero dei debiti fuori bilancio. Qui non si tratta di nuovo di fantasie: esiste un registro. Questo registro comprende i fondi a destinazione vincolata che devono essere riscritti a bilancio e finanziati usando fondi regionali o mutui nella parte spesa quando il debito viene a scadenza. Al 1° gennaio 2005, risultavano - da registro, è stato fatto un elenco, che io ho e che è disponibile, se volete, perché me lo sono portato via per 2.335 milioni di reimpostazioni di cui 1.960 milioni per investimenti, 1.605 milioni precedenti addirittura al 2004 e 375 per spese correnti.
Al 2009, questi 2.335 milioni risultavano ridotti a meno di un terzo, e fu anche data una disposizione perché questa pratica (introdotta dalla Giunta Ghigo con una normativa che prima non esisteva) fosse abbandonata.
Chiesi a tutti di non fare in questo modo e che quindi, quando qualcosa veniva lasciato da reimpostare, venisse impostato immediatamente per analoga cifra nel bilancio successivo, in modo da evitare la tradizione secondo me nefasta, di lasciare al futuro dei debiti.
A tutt'oggi non sappiamo (e l'abbiamo anche chiesto) quante siano le reimpostazioni, cioè i debiti fuori bilancio. Siccome dovrebbe esistere un elenco, noi abbiamo già chiesto e pregherei la Giunta di farci pervenire l'elenco delle reimpostazioni da fare, perché la cifra che risulta a bilancio è sempre nettamente inferiore. Quindi, se è ricominciata la pratica delle reimpostazioni, vorremmo saperlo.
Veniamo alla famosa questione dei 509 milioni. Credo che tutti ricorderanno il piano di rientro del deficit 2003-2004: poiché c'era un deficit, vennero trattenuti 500 milioni. A tutt'oggi, questi 500 milioni non sono ancora arrivati, ma riguardano di nuovo i conti della Giunta Ghigo, riguardano i bilanci del 2003-2004.
Poiché questa provvista finanziaria, che sembrava dover arrivare intorno al 2010, aveva creato un buco di cassa nelle ASL, fu fatta un'anticipazione di cassa, che quindi non costituisce debito, ma costituisce anticipazione di cassa. Credo che tutti sappiano cos'è un'anticipazione di cassa: è un'anticipazione di liquidità che, quando arriva, permette di coprire l'anticipazione fatta.
Purtroppo, a tutt'oggi (e credo che questo esista in parecchie Regioni), questi 500 milioni non sono ancora stati erogati. Sono stati erogati per 100 milioni, quindi di quell'anticipazione un centinaio di milioni sono già arrivati e quindi ciò che è da coprire ancora sono 400 milioni, ma a fronte dei quali c'è un credito di cassa di 400 milioni nei confronti dello Stato. Ovviamente queste cifre erano già iscritte normalmente nei bilanci come credito delle ASL. Quindi questa cifra era stata iscritta negli anni in cui presumibilmente si riteneva che dovessero arrivare questi fondi: infatti, una parte è arrivata e ci si augura che arrivi anche l'altra.
I conti dei bilanci della Regione. Lo stock del debito regionale dal 2000 al 2004 (qui vi prego di notare che sono tutti dati che vengono dai bilanci, dai rendiconti, non me li sono inventati) passa da 292 a 1.612 milioni: se vogliamo usare le percentuali, fa l'819% in più. Dal 2005 al 2009, passa da 1.931 a 4.846 milioni, quindi sono più 2.915 milioni, pari al 151%. Dal 2010 al 2011 (stiamo parlando di due anni), aumenta del 33%: da 4.846 a 6.445 milioni (siamo a più 1.599 milioni). Come vedete, non c'è affatto un miglioramento.
L'aumento nominale del debito è questo e, nel caso della Giunta Cota va aggiunto il mutuo SCR che è stato assunto nel 2010.
Investimenti. Com'è noto, un debito costituisce un rinvio sul futuro un carico sul futuro, se non ci sono a fronte investimenti che rappresentano l'aspetto positivo di ciò che si rinvia al futuro.
Nel 2005-2009 sono stati fatti 7.315 milioni di investimento, di cui 355 sono da programmazione negoziata con il territorio regionale alimentando in questo modo anche gli investimenti dei territori. Se si tolgono i 2.915 milioni di aumento del debito, si va a 4.400 milioni di lascito netto positivo alle future generazioni. Sotto vedete analogo calcolo per debito/investimenti di Cota: siamo a meno uno di lascito negativo. Non molto, ma certo nulla di positivo.
Confusione dei conti dell'Assessore Monferino. Assessore Monferino forse non è colpa sua: viene dal privato, però di bilancio pubblico sa molto poco, perché lei ci ha presentato dei conti che non trovano riscontro in nessun documento di bilancio. Lei determina uno sbilancio annuo, termine che non esiste nella contabilità pubblica, che è concettualmente sbagliato perché mescola deficit, indebitamento e fabbisogno di liquidità, che sono cose completamente diverse, non sommabili né sottraibili. Uno può fare quello che vuole, ma siccome qui siamo in competenze e cassa, bisogna tenere nettamente separate queste cose.
Infine, la questione del deficit di gestione dei 615 milioni. È la prima volta nella storia della Regione, non c'era mai stata la chiusura di un bilancio in deficit, ma qui non c'è niente da fare, non viene dal passato, perché parliamo di spese correnti: corrisponde alla differenza fra le spese impegnate e le entrate effettivamente disponibili. Non c'è neanche un problema di sottovalutazione o sopravalutazione delle entrate, perché in realtà le spese del 2010 hanno superato le entrate e le entrate del 2010 erano della stessa grandezza d'ordine di quelle dell'anno precedente.
Quindi non c'è stato nulla che giustifichi questa cosa.
Anche la riduzione nel 2011 del disavanzo è stata fatta per effetto di 130 milioni di residui portati in perenzione, 96 dei quali sono da investimenti vincolati che devono essere riscritti a bilancio con risorse regionali. Quindi non c'è stata nessuna riduzione del deficit del 2010.
I deficit non coperti dei bilanci della Giunta Cota. La copertura è stata posticipata negli anni a venire integralmente, che è come andare al ristorante e lasciare il conto da pagare ai propri figli. A mio avviso questo non significa avere tenuto sotto controllo le spese e aver eliminato gli sprechi.
A proposito - e finisco - della spending review, prossimamente formulerò (spero con altri colleghi, se sono d'accordo) delle proposte per la riorganizzazione della spesa regionale, che a mio avviso deve essere fatta attraverso una riduzione significativa dei centri di spesa sia nella struttura regionale che nella sanità, così confronteremo anche le proposte per il futuro.
Concludo ringraziandovi per la vostra attenzione e ricordo che sono disponibili anche le copie del dettaglio, se qualcuno le vuole controllare.



PRESIDENTE

Non vedo il Consigliere Pedrale né il Consigliere Carossa.
Placido? Gariglio? Muliere?



PRESIDENTE

MULIERE Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono finiti gli interventi della maggioranza?



PRESIDENTE

Quando ho aperto la seduta, ho ricordato chi si era iscritto.
Ovviamente, i Consiglieri che mi hanno detto che non intendono più intervenire non li ho chiamati. A tutela di chi si era prenotato, devo vedere se è in Aula e se intende ancora intervenire. Quindi i primi presenti che si sono prenotati a intervenire sono i colleghi Cerutti Gariglio e Muliere.
Mi sembra che il Consigliere Gariglio abbia rinunciato. Lei, collega Muliere, vuole intervenire? Prego.



MULIERE Rocco

Ho visto che c'era il Consigliere Carossa, ma è nuovamente uscito.
Mi dispiace che questa mattina non ci sia il Presidente Cota; comunque immaginavamo che l'aggiornamento avrebbe determinato questa assenza, come avevamo già ricordato nello scorso Consiglio.



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

MULIERE Rocco



MULIERE Rocco

Rientrerà.
Vorrei svolgere soltanto alcune riflessioni di carattere politico perché anche sulla questione dei conti in quanto tali il Consigliere Reschigna e altri, nella scorsa riunione del Consiglio, hanno espresso ed evidenziato i nostri dubbi e i nostri timori, quali sono le nostre proposte e quali sono le criticità dei conti della Regione.
Nella sua risposta, il Presidente Cota poteva scegliere due strade: la prima è quella che ha deciso di adottare nel suo intervento. Di fatto, si è trattato di una contrapposizione con l'opposizione, ricordando vecchie situazioni. E noi continuiamo a discutere.
Ha fatto bene questa mattina la Consigliera Bresso a rimettere in ordine alcune questioni relative alla scorsa legislatura. Però, mi chiedo se, in una situazione difficile e drammatica come l'attuale, dobbiamo continuare a parlare dei conti della scorsa legislatura. Possiamo farlo, è uno sport che si può fare. Dopodiché, d'ora in avanti, vogliamo sapere come la maggioranza e la Giunta, cioè chi governa oggi la Regione, hanno intenzione di affrontare una situazione critica.
Ribadisco che il Presidente Cota poteva scegliere due strade: innanzitutto questa, che ha ripercorso nel suo intervento conclusivo del dibattito della volta precedente, cioè contrapporsi nuovamente con l'opposizione.
L'altra strada era naturalmente più difficile, cioè prevedeva di confrontarsi con le proposte dell'opposizione, ricercando altresì un confronto costruttivo con questa forza. Infatti, il nostro atteggiamento non è volto soltanto a denunciare una situazione - lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo, lo ha fatto il Consigliere Reschigna nel suo intervento, lo stiamo facendo in Commissione - bensì è improntato alla ricerca di un confronto costruttivo sulle questioni che abbiamo posto. Sicuramente questa strada è la più difficile, ma è una strada utile, che deve percorrere soprattutto chi governa, chi ha una responsabilità, come avete voi, oggi, nel governare la Regione Piemonte.
Si è parlato molto dei conti della sanità, anche perché gran parte del bilancio della nostra Regione è occupato dalla gestione della sanità. Lei Assessore Monferino, ci ha presentato i conti e la sua opinione, basata appunto, anche sui numeri, però - non certo in questa sede, nemmeno ho la competenza, vedremo la situazione dei conti non soltanto sulle previsioni ma alla fine dell'anno - c'è una situazione sulla quale, prima o poi dovremo soffermarci. Mi riferisco alla situazione attuale che stiamo vivendo sul territorio, nelle strutture ospedaliere, cioè le difficoltà che vivono quotidianamente gli operatori e i cittadini, che, in qualche modo vedono diminuire la qualità dei servizi erogati.
Conosciamo benissimo le difficoltà, anche alla luce dei provvedimenti assunti dal Governo in una situazione economica difficile, però, avendo la maggioranza e l'opposizione la responsabilità di governare - voi avete quella di governare, noi in Consiglio svolgiamo il ruolo di opposizione occorre verificare la situazione reale all'interno delle strutture ospedaliere. Nei prossimi giorni, affronteremo la discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Vorrei ricordare all'Assessore che, pochi mesi fa, abbiamo approvato il Piano Socio Sanitario, pertanto non vorrei rimettere in discussione l'impostazione di questo piano con la riorganizzazione della rete ospedaliera.
Noi dobbiamo soffermarci sulle condizioni reali che si vivono e sulle difficoltà che affronta chi lavora quotidianamente nelle strutture ospedaliere, a fronte di una situazione difficile. I risparmi dobbiamo cercare di ottenerli senza penalizzare le condizioni di lavoro, ma soprattutto, i servizi erogati ai cittadini piemontesi.
Infine, vorrei svolgere un'altra riflessione del seguente tenore: il Presidente Cota ha cercato, in qualche modo, di spiegare la sua affermazione resa in quella Commissione, relativamente al bilancio, che lo si riteneva tecnicamente fallito. Adesso non ricordo bene l'affermazione ma il senso era chiaro. Naturalmente, dopo una settimana, in Consiglio la situazione che lei ci ha presentato è, sicuramente, un'altra, ma quell'affermazione, come è stato fatto rilevare anche nel dibattito dello scorso Consiglio, ha creato confusione, che si ripercuote nella gestione che voi dovete attuare.
Anche quanto avvenuto in questa settimana evidenzia una debolezza politica molto forte di questa maggioranza. Quotidianamente assistiamo non soltanto a degli scontri, ma ad una riorganizzazione della Giunta regionale, che, sicuramente, mette in difficoltà.
Quali sono i punti di riferimento? In questo momento, il Presidente Cota dovrebbe lavorare per organizzare, innanzitutto, la sua maggioranza e la sua Giunta, ma si registra una debolezza politica fortissima. Nel momento in cui si deve affrontare una situazione difficile come quella che stiamo affrontando, occorrerebbe una guida autorevole, di cui, oggi, questa Regione è sprovvista. Lo vediamo quotidianamente nella gestione innanzitutto, della sua maggioranza. Infatti, il capo di una maggioranza deve gestire, appunto, la sua maggioranza dal punto di vista politico.
Le difficoltà di questa maggioranza e della Giunta noi le registriamo quotidianamente leggendo i giornali e vivendo in questo Consiglio. Possiamo affermare con chiarezza e fermezza che questo Presidente non ha la capacità politica di gestire con fermezza e autorevolezza una situazione che invece, richiederebbe queste qualità.
Ecco perché abbiamo sottolineato quali sono i punti critici del bilancio e dei conti della Regione, oltre alle difficoltà politiche. Per gestire queste situazioni occorrerebbe da parte vostra riconquistare la credibilità, perché per gestire una situazione difficile come questa innanzitutto, è necessaria la credibilità nei confronti e agli occhi dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Il Consigliere Carossa, che era rientrato, non lo vedo ancora.
La collega Cerutti rinuncia.
Collega Taricco...



PRESIDENTE

TARICCO Giacomino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei sapere se i Consiglieri della maggioranza interverranno o non interverranno. Perché la seduta gestita così non ha senso!



PRESIDENTE

La sto gestendo abbastanza correttamente.
Il collega Pedrale non c'era ancora. Mi sembra di averlo visto. Sì l'ho visto.
Il Consigliere Carossa non c'è. Mi dicono che ha rinunciato.
Consigliere Placido, interverrà o no? Il Consigliere Placido si riserva.
Consigliere Taricco?



PRESIDENTE

TARICCO Giacomino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anch'io mi riservo!



PRESIDENTE

Il Consigliere Placido si riserva nel senso che è appena arrivato e che interverrà. In questo senso.
Allora, vi riservate tutti. Però sono finite le riserve! Allo stato attuale, gli iscritti sono i Consiglieri Placido, Taricco e Bono, che ha alzato la mano in questo momento.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Se la maggioranza non c'è non dipende da me. Tanto non ritengo che dir cose così sconvolgenti per cui la maggioranza possa cambiare opinione nel percorso che sta facendo in relazione ad interventi di colleghi che probabilmente hanno rinviato il loro intervento. Per questo, forse, ma anche per sentire la replica che so che sicuramente l'Assessore Monferino e forse l'Assessore Quaglia, che non vedo più, prepareranno.
Farei un intervento ovviamente modificato rispetto a quello che avevo preparato la settimana scorsa, molto più breve anche in relazione all'intervento della collega Bresso, in merito soprattutto a questo continuo rimpallarsi i dati.
Veramente, mi sembra di aver capito che l'intervento del collega Muliere fosse andato in questa direzione. Mi sembra che oggi la situazione non sia quella di giocare a rimpiattino e dire: "Io ho fatto due miliardi io ne ho fatto uno e otto", e via dicendo.
Le percentuali, tra l'altro, vogliono dire ben poco. Forse, in questo caso, servirebbe non dico ovviamente un governo tecnico, perché se no vengono facili le battute, poi un tecnico già ce l'abbiamo all'Assessorato e abbiamo un altro tecnico, sempre della stessa provenienza, a fare questa fantomatica spending review, che tra l'altro ha già messo in subbuglio giustamente, buona parte dei dipendenti della Regione, anche perché non si capisce bene su che basi dovrebbe prendere piede questa mobilità che si vorrebbe far piovere sulla testa dei dipendenti pubblici. Quindi servirebbe, in effetti, la capacità delle opposte forze politiche di provare ad addivenire almeno ad una sintesi per quanto riguarda le scelte da fare.
A questo proposito, sottolineo che mi sembra che in Commissione un pochino di attenzione ci sia stata, almeno da parte delle opposizioni soprattutto sul discorso della spending review. Tra l'altro, anche la stessa maggioranza - cosa non molto usuale - ha presentato tutta una serie di emendamenti alla deliberazione presentata dalla Giunta. Quindi, c'è un'attenzione, una volontà forse tardiva in effetti, perché dopo dodici anni non penso che dal debito si possa rientrare così facilmente. Spero che questo sia condiviso un po' da tutti.
Quindi, continuo a ribadire due concetti che sono gli assi portanti del mio breve intervento. Uno, che se vogliamo andare ad una logica di condivisione, Assessore Monferino, penso che troverà molte resistenze per quanto riguarda la costituzione del FIS (Fondo Immobiliare sulla Sanità).
La presentazione che è stata fatta in Commissione non mi ha convinto.
Ho sentito che non ha convinto molti dei colleghi, anche qualcuno della maggioranza, anche se ovviamente non intende dirlo. Spero che su questo si possa far tornare indietro, soprattutto, il Presidente Cota, che - ricordo è Presidente pro tempore di tutti i piemontesi e non solo di una parte. E non consideriamo valida l'idea di base di attivare un'azione del genere al netto di tutte le polemiche che, giustamente, sono state sollevate e che anche noi abbiamo sollevato sulla figura di Ferruccio Luppi nel C.d.A. di



IDEA FIMIT, il principale fondo di gestione italiano ed europeo.

Non condivido comunque neanche la vendita del patrimonio immobiliare disponibile, però su quello possiamo provare ad addivenire ad una sintesi proprio per amore della preservazione dell'istituzione e dell'ente della Regione Piemonte, posto che bisognerebbe capire anche quali sono le conseguenze, perché poi, mal che vada, in effetti - sono ironico, nel senso che, comunque, "male" in effetti sarebbe - ci potrebbe essere un commissariamento, ma sarebbe un unicum nella storia delle Regioni vedere una Regione commissariata, una Regione fallita. Non so nemmeno quali potrebbero essere le conseguenze e le scelte che un Governo centrale dovrebbe affrontare per portare avanti un atto di questo genere. Noi sappiamo, ce le ha presentate l'Assessore Monferino nelle sue slide, anche se sinceramente ho trovato delle discrepanze tra i conti della relazione della Corte dei Conti e quelli presentati dall'Assessorato alla Sanità.
Come sempre, sto continuando a provare a capire, ma vorrei capire chi tra i dati della Corte dei Conti, i dati del centrosinistra e i dati del centrodestra, ha ragione tra i tre. Però, dicevo, un eventuale commissariamento sarebbe un unicum per quanto riguarda le Regioni e non so quanto, in effetti, servirebbe a migliorare la situazione della Regione Piemonte.
Tuttavia, dobbiamo fare delle proposte che vadano in una direzione che non sia né di forte penalizzazione del personale, i dipendenti pubblici che sono stati assunti negli anni da parte della Regione, magari pensando anche che ci sono stati non dico abusi, ma comunque degli eccessi e delle scelte magari per logiche non dico clientelari, ma partitiche di assunzione. Per dobbiamo andare a cercare di capire come ridurre fondamentalmente la spesa corrente senza andare a far cadere tutto su un unico comparto. Quindi sicuramente tutta una serie di sprechi e di inefficienze che sono state fatte sono - giocoforza - da tagliare Tuttavia, al netto di quello che ho detto, il fondo immobiliare sulla sanità non può essere una soluzione, perché è una soluzione temporanea ed è una soluzione sbagliata, perché, come abbiamo visto da quattro semplici calcoli, magari porterà un po' di benefici nel momento della costituzione ma nell'arco di tre, quattro o cinque anni gli affitti per la locazione degli immobili ospedalieri, ovviamente, li vanificheranno tutti. Quindi, è una situazione difficile.
Vengo al secondo punto, al secondo asse portante del mio intervento che è quello di cambiare, o provare a cambiare un poco le regole del gioco a Roma. So che non è semplice, perché leggiamo i giornali e sappiamo che qualunque Assessore vada giù a Roma, al tavolo "Massicci" affronta un compito arduo. Non vale solo per lei, Assessore Monferino, penso che anche gli altri che hanno avuto questa funzione sappiano che è veramente un tavolo difficile, dove si viene spesso rimbrottati e magari anche a torto perché ovviamente non si può pensare di ridurre la spesa sanitaria da un momento all'altro.
Ricordo solo un'analisi della spesa sanitaria, perché fondamentalmente le Regioni fanno spesa su questo. Anche se si è sforato su altri capitoli dal 2002 al 2010 siamo passati - mi riferisco a dati che, nella miriade di dati che girano, spero siano corretti - da sei miliardi di spesa sanitaria a 8,7 miliardi.
Ho fatto un calcolo, anche semplice: ho preso l'aumento dei prezzi indicizzati dall'ISTAT in quegli otto anni e ho visto che giustificherebbero una aumento del 10%, del 15%, non del 45%! Quindi una domanda cui mi piacerebbe venisse data una risposta è la seguente: al netto del mantenimento dei LEA, al netto del mantenimento dei servizi essenziali, al netto del non aumento - se è possibile - delle liste d'attesa degli interventi, volevo capire dove e come la Regione Piemonte ha speso questo 25% in più. Perché, tra l'altro, non mi risulta che gli stipendi dei dipendenti delle ASL sono aumentati del 20%, come è aumentato il costo della vita.
Bisogna capire come, dove e perché c'è stato questo aumento di spesa sanitaria. Però, non possiamo neanche pensare di ritornare alla spesa del 2002, cioè sei miliardi di euro, perché ritengo che sia questo che a Roma stanno pensando. Si leggeva su autorevoli giornali di un taglio complessivo nel 2010-2015 della spesa della sanità di circa 30 miliardi di euro, nel fondone nazionale, che considerando un 7% della Regione Piemonte nella quota di riparto sono due miliardi di euro.
Quindi, 8,7 miliardi - poi ci sarà un trend di crescita - meno due miliardi, scendiamo a sei miliardi. E non so in effetti come sia gestibile in questo caso, se non cambia la situazione governativa - e spero che cambi a livello nazionale e a livello europeo.
Però su questo non possiamo dare adito a manovre speculative - mi si permetta questo termine - di un fondo in cui mettiamo dentro gli ospedali.
Tra l'altro, se mi conferma quel che ha detto il consulente Ferruccio Luppi, comprende anche le apparecchiature per la diagnostica e per la terapia.
All'interno del patrimonio immobiliare, oltre a tutta la partita dei servizi che verranno affidati, rientrano anche le macchine. Quindi, quando dovremmo chiedere di comprare o sostituire una TAC, una PET, una risonanza magnetica nucleare o comperare un acceleratore per la radioterapia o quant'altro, dovremmo chiedere al 33% dei quotisti privati , che è vero che sono le fondazioni etiche e bancarie. Questo è quello che ci è stato detto poi ovviamente, se vuole, mi può rassicurare che non è così, ma questo è quello che è stato detto in Commissione.
Mi sembrano veramente attività pericolose, vorrei definirle così. Noi faremo tutto il possibile, politicamente, per non compiere questa scelta perché ricordo sempre che si è in carica per cinque anni. Siamo già a metà mandato e prima di lasciare un'eredità così dura e dolorosa ai piemontesi pensiamoci non una o due volte, ma tre volte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non la farò lunga, perché non ritengo che questa discussione debba andare avanti sui binari in cui si è instradata, soprattutto detto dall'opposizione.
A me non interessa assolutamente nulla e non voglio rimarcarlo più di tanto il fatto di come siamo arrivati in questa situazione.
I piemontesi più o meno ce l'hanno sotto gli occhi tutti i giorni che la situazione non solo del Piemonte è drammatica, e su questo penso che possiamo essere tutti d'accordo.
Voglio però ribadire solamente un concetto, ma lo dico laicamente cercando di estraniarmi dal fatto che in questo momento sono Capogruppo di un partito di questa maggioranza.
Caro collega Bono - lo dico a lei perché è stato l'ultimo intervento prima del mio e quindi è quello che ho sentito meglio - vedo che i costi della sanità in Piemonte, e non sto dando un giudizio ma sto leggendo dei numeri, erano sette miliardi 298 milioni nel 2005 e sono arrivati nel 2010 a otto miliardi 697 milioni; me ne intendo poco e non sono un analista finanziario, ma leggo i grafici. Quindi, sto leggendo questo grafico dal foglio che ho in mano.
Se posso e voglio dare una colpa a qualcuno, è il fatto di non essere intervenuti quando sarebbe stato sicuramente più facile frenare questo aumento continuo dei costi della sanità.
Riferisco un altro dato: il fatto che lo sbilancio tra le entrate e le uscite regionali, all'inizio del 2005, era di 730 milioni e nel 2010 era di tre miliardi 879 milioni (il totale dello sbilancio di questi anni) significa che nessuno ha voluto cercare di tenere i conti sotto controllo.
Non entro nel merito di cosa si poteva fare e di cosa non si poteva fare, perché ci sono altre persone decisamente più capaci di me che possono dire questo.
Dico che nessuno ha voluto fare un'opera del genere. Perché? Perch nessuno ha voluto fare questa cosa? Semplicemente - anche se all'Aula gliene frega poco - perché tutti noi che facciamo politica - non era riferito al Capogruppo Reschigna - continuiamo a fare politica guardando solamente al giorno dopo. Questo l'ho già detto e continuo a ripeterlo.
Quindi, è molto più facile non andare ad aggredire la spesa pubblica non andare ad aggredire l'aumento delle spese, perché così va avanti: non devo inimicarmi nessuno e quindi alle prossime elezioni, magari non le mie dirette ma che riguardano il mio partito, non c'è nessuno che mi potrà attaccare.
questo il grave errore che noi abbiamo fatto e dico "noi" anche se non c'ero, perché c'era comunque una rappresentanza della Lega, che forse avrebbe dovuto essere più incisiva in questa battaglia.
Non lo so, io non c'ero, però dico "noi" perché non voglio estraniarmi da questo problema, perché faccio parte di quella classe politica che invece avrebbe il dovere di intervenire sempre.
Dico solo una cosa ed è questo l'unico plauso che faccio a questa Giunta: il cercare, magari anche un po' obbligati, di aggredire questa spesa, di aggredire questo continuo aumento della spesa sanitaria, di aggredire il continuo aumento delle spese della Regione.
Infatti c'è un altro dato, caro collega Bono, e cito lei solamente perché lei mi è simpatico politicamente; poi, adesso che è rimasto da solo mi viene da pensare a quando ero da solo in Comune a Torino e lottavo da solo, quindi mi è ancora più simpatico.
La spesa della Regione Piemonte, esclusa la sanità - ed è un altro grafico che è molto chiaro ed esaustivo - passa dal 2004, quando era tre miliardi 944 milioni, a due miliardi 816 milioni nel 2011, passando con degli aumenti nei cinque anni in cui era Presidente la collega Bresso. Ma non sto facendo un discorso su quei cinque anni, è un discorso generale.
Bisogna aggredire, ma certamente questo comporta avere delle manifestazioni fuori dal palazzo, strumentalizzate da una parte politica ma è legittimo. Certo che il non aggredire questa spesa e questo aumento della spesa fa sì che "fuori" non ci siano persone fuori che si lamentano per qualsiasi riduzione delle spese, dei contributi e di quant'altro.
Certo che non essere mai intervenuti sui soldi della cultura ha fatto sì che non si presentasse nessuno con la bara in piazza Castello, dicendo: "La cultura è morta!". Ma qualcuno deve spiegarmi cosa si faceva con 130 milioni allora, se si riesce a fare lo stesso "cultura" con 40 milioni adesso. Qualcuno deve rispondermi, ma non ho ancora sentito nessuna risposta, perché la cultura non è morta, ci sono delle cose intelligenti che, se fatte bene, funzionano anche adesso, con un terzo dei soldi.
questo il discorso, caro collega Bono, cioè che dobbiamo essere seri ed intervenire.
Dopodiché, non mi interessano né gli artifizi, né gli escamotage: quello che mi interessano sono i soldi, alla fine, perché un buon padre di famiglia che guadagna 2000 euro al mese deve guardare che la spesa della famiglia sia di 2.000 euro, anzi sarebbe opportuno, in questi tempi, che sia di 1.800, per risparmiarne 200 ogni mese per riuscire ad affrontare i momenti di crisi che potrebbero arrivare.
Questo il buon padre di famiglia deve fare, senza andare a discutere come dicevo - su artifici o questioni contabili che - l'ammetto - non mi reputo all'altezza di capire.
Il discorso molto semplice che capisco, però, è che bisogna aggredire questo continuo aumento di spesa; e questo lo stiamo facendo. E bisogna aggredirlo e ridurlo dappertutto, nel senso che non bisogna togliere i servizi, né nella sanità né nella cultura: bisogna usare i soldi cum grano salis, con la testa e - come dico sempre - come farebbe un buon padre di famiglia.
Lo ripeto perché qualcuno deve rispondermi e quando dico "qualcuno" guardo tutta l'Aula: qualcuno deve rispondermi sul perché si poteva fare cultura con 130 milioni e cultura altrettanto buona, e forse ancora migliore, si può fare con un terzo dei soldi. Qualcuno, dunque, mi deve rispondere: cosa capitava allora? Noi abbiamo l'esempio di Artissima di questi giorni, organizzata tra l'altro non solo dalla Regione Piemonte, visto che uno dei primi Enti che si è messo in campo è stato il Comune di Torino. Ebbene, la manifestazione è stata - mi risulta - una cosa valida per Torino e per il Piemonte, senza un eccessivo dispendio di soldi pubblici. Le cose vanno fatte in maniera intelligente. Certo che facendole in maniera intelligente ci si ritrova la persona che fino all'altro giorno, pur non facendo cose intelligenti veniva foraggiata (da qualsiasi campo questo capitasse), che ora non lo è più e che quindi si lamenta, ma, signori, dobbiamo renderci conto tutti quanti - maggioranza e opposizione - che non si può andare avanti in questa maniera. È utilissimo, quindi, questo Consiglio, almeno penso che ci si sia parlati tutti quanti fuori dai denti. Da domani, però, ripartiamo con la convinzione che siamo tutti sulla stessa barca e che abbiamo il dovere tutti insieme di guidare questa barca il meglio possibile per i piemontesi.
Da domani rendiamoci conto che noi ci troveremo a confrontarci con una riforma sanitaria che in Parlamento andrà avanti - temo, e sottolineo temo che andrà avanti - che comporta il doppio dei tagli previsti da questo Piano sanitario. Signori miei, noi ci dovremo confrontare con questa situazione, non con le "menate" di prima, di dopo e di durante; con questa situazione, quella di un Governo tecnico - e termino, Presidente - che per cercare, forse inutilmente, di salvare questo Paese sta accollando su tutti gli Enti locali la responsabilità di dovere tagliare i servizi ai più deboli e a chi ne ha più bisogno. Con questo da domani dovremo, cercando di essere tutti responsabili, confrontarci. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Faccio alcune brevi considerazioni perché credo che di riflessioni, e anche interessanti, ne siano già state fatte tante.
Mi permetto di esprimere quest'osservazione. Nell'intervento che inizialmente ha fatto in quest'Aula sulla discussione che stiamo affrontando, il nostro Capogruppo ha espresso con chiarezza una riflessione di merito...
Scusate, chiederei un po' di attenzione.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: le discussioni possono essere fatte anche fuori.
Deve intervenire il Consigliere Taricco; prego, collega.



TARICCO Giacomino

Credo che sarebbe carino che coloro che chiedono attenzione quando intervengono poi dedicassero altrettanta attenzione quando parlano altri colleghi.
Noi siamo in un quadro oggettivamente complesso - l'ha detto il nostro Capogruppo nel suo intervento iniziale - perché credo sia evidente a tutti lo stato di crisi generale della società che stiamo attraversando, crisi che porta inevitabilmente in moltissimi settori ad una richiesta di maggiori risorse per affrontare questioni emergenti che stanno caratterizzando questa stagione: dai temi della disoccupazione e della cassa integrazione alle decine di emergenze nel campo sociale che stanno caratterizzando in modo pesante il contesto nel quale ci stiamo muovendo.
Il contesto è quello di una situazione economica generale del Paese che ha portato in questi anni ad una drastica riduzione dei trasferimenti che stanno arrivando dallo Stato centrale alle Regioni, alle Province e ai Comuni. È evidente, quindi, che il quadro nel quale ci stiamo muovendo è un quadro complicato, difficile, che ha richiesto, richiede e probabilmente richiederà ancora nelle stagioni prossime una significativa attenzione alla necessità di ridurre e razionalizzare l'utilizzo delle risorse per fronteggiare nel modo più adeguato i problemi che ci sono, senza smontare e demolire un modello di crescita, di sviluppo e di capacità di risposta che questa Regione aveva messo in atto. Il rischio grosso che corriamo in questa stagione, infatti, è quello - a fronte di una situazione di oggettiva difficoltà e con la scusante di dover intervenire - di smantellare tutto un sistema.
Devo dire che ho assistito nella scorsa riunione del Consiglio ad un intervento del Presidente della Regione, Onorevole Cota, che non si è calato dentro queste questioni proponendo ricette, percorsi, progetti o programmi. Si è trattato semplicemente di un intervento teso a dire che quello che stava capitando era colpa di altri.
Vorrei che con l'intervento che ha fatto la Consigliera Bresso questa mattina chiudessimo almeno questo capitolo, nel senso che la storia è del tutto evidente. Se invece vogliamo approfondire e continuare a discutere sui numeri, sul perché e sul percome, va benissimo. Però credo che questa modalità non sia sintomo di grande consapevolezza e di grande responsabilità da parte di questa maggioranza che, a due anni e mezzo dalle elezioni, continua a dire: "Non riesco a giocare perché non mi hanno fornito gli strumenti per farlo".
Credo che i piemontesi, quando hanno affidato la guida di questa Regione - cosa che può piacere o non piacere - a questa maggioranza, non l'abbiano fatto per sentirsi dire "non sono capace a giocare, ma non è colpa mia", ma l'abbiano fatto sperando che questa maggioranza si assumesse la responsabilità e avesse le capacità per gestire e governare la stagione che stiamo affrontando. Diversamente, mi chiedo che senso abbiano tutti i discorsi, tutte le promesse e tutte le parole che sono stati fatti.
Da questo punto di vista, credo che questa minoranza - almeno il nostro partito l'ha fatto - abbia dimostrato la disponibilità e la volontà di confrontarsi nel merito sulle cose da fare. Oserei dire che l'abbiamo fatto in molti casi con un "eccesso" di responsabilità, trovandoci poi in moltissime situazioni addirittura scavalcati dalla maggioranza, che ha fatto discorsi più volti alla tutela del territorio di quanto, per quel senso di responsabilità, non avessimo fatto noi, in molti passaggi e in molti processi.
Ecco, ciò che oggi noi siamo a chiedere a questa maggioranza è questo senso di responsabilità; siamo a chiedere che non accadano più le cose che sono accadute negli ultimi 15 o 20 giorni: lo chiediamo a nome dei Piemontesi.
presente in aula l'Assessore Monferino che, con la sua dichiarazione fatta in Commissione a proposito della "Regione tecnicamente fallita", che probabilmente doveva servire a mettere in riga la sua maggioranza, ha per creato tanti guai ad Enti collegati alla Regione, che ricevevano in ritardo i trasferimenti dovuti e che si sono visti ritirare o ridurre i fidi da parte delle banche.
inutile che scrolli la testa, Assessore: se lei vuole, le faccio l'elenco dei soggetti che hanno vissuto specificatamente queste vicende.
Credo che questo modo di fare, così come il fatto di regolare i conti e gli scontri interni alla maggioranza sui giornali, come sta avvenendo in questi giorni, non aiuti questa Regione ad affrontare correttamente i problemi.
Mi si permetta un'ultima annotazione. I tagli e le riduzioni di trasferimenti che stiamo vivendo in questa stagione sono ancora, in gran parte, il risultato delle manovre del precedente Governo. Perché il grosso dei tagli di questo Governo riguarderanno le stagioni avvenire (in parte questo esercizio, ma in larga misura le stagioni avvenire).
Una delle questioni che in questo momento crea difficoltà a questa maggioranza è che quando nella passata legislatura nazionale quei tagli venivano fatti a valere sugli esercizi 2011-2013, si era quasi inneggiato alla bontà di quel processo di risanamento che si stava avviando. Non vorrei che, a forza di processi di risanamento virtuosi, uccidessimo il sistema! Nella relazione presentata in Commissione nei giorni scorsi sul destino di tutta una serie di Enti che riguardano questa Regione, ci siamo sostanzialmente sentiti spiegare che si sarebbe attuata la riforma di una serie di Enti, tra cui - lo cito perché me ne sono occupato negli anni passati - il CReSO, che è l'Ente di Ricerca che ha rappresentato la "molla", creando i presupposti per uno sviluppo e una crescita esponenziale in questa Regione del settore ortofrutticolo, che vale alcune centinaia di milioni di euro di produzione lorda, con qualche centinaia di migliaia di euro l'anno a fronte di investimenti da parte dello Stato e di altre Regioni di natura decisamente superiore alla nostra. Sostanzialmente, la Regione si disimpegnerà da questo soggetto.
Credo che dentro questa affermazione ci sia una non conoscenza della realtà e una superficialità d'analisi che fa impallidire, da questo punto di vista. Perché se dovremo razionalizzare, occorrerà tagliare quelli che probabilmente, sono i costi non necessari. Ma il fatto di smantellare un sistema che ha fatto da supporto alla crescita di un comparto come quello agroalimentare in questa Regione, per risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro, credo sia il segno, quantomeno, di non conoscenza dei problemi.
Voglio sperare che con la giornata di oggi questa prosopopea del "di chi era la colpa" venga messa da parte e si torni a confrontarsi nel merito dei problemi.
Non immaginiamo di risolvere le questioni con grandi piani e ristrutturazioni nominali! Il Piano Socio Sanitario può piacere o meno: noi, in molteplici occasioni, abbiamo rimarcato che, così com'è stato formulato, non ci entusiasmava e non lo fa tutt'ora. Ma il problema vero non è che il Piano sia giusto o sbagliato, è che sul territorio continua ad accadere quanto di peggio è accaduto nelle peggiori situazioni: ASL e ASO che non si parlano che continuano a raddoppiare i servizi e a non fare, di fatto, sinergia. Ad un anno (o quasi) dall'avvio del percorso, faticano a vedersi segnali evidenti che dicano che si sta avviando una stagione nuova.
Credo che siano queste le questioni che dovremmo affrontare, non quelle di fare grandi programmi, grandi progetti e grandi strategie.
Voglio veramente sperare che con la discussione di questi giorni si lascino da parte le questioni che possono servire a fare propaganda politica e si crei lo spazio per un confronto di merito sulle questioni che, invece, possono caratterizzare una stagione di riorganizzazione - e non di smantellamento - di quella che è la struttura di questa Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente. Sarò davvero molto veloce.
In realtà, non avevo intenzione di intervenire, ma dopo l'intervento del collega Carossa, mi sembra utile puntualizzare alcuni aspetti.
Nessuno nega che l'evento di Artissima di questo fine settimana abbia riscosso un buon risultato: ci mancherebbe! Sono rimaste così poche le attività che la nostra Regione riesce ad organizzare da un punto di vista culturale ed artistico, che mi sembrerebbe davvero drammatico pensare che anche un evento come quello, non riscuota un esito positivo.
Volevo però sottolineare al collega Carossa un paio di aspetti.
Intanto, se andasse a leggersi quanto è stato prodotto dall'Osservatorio sulla cultura e da ricerche anche recenti condotte dall'Ires, si renderebbe conto che il settore cultura non è soltanto quel settore che, secondo la sua definizione, dà contributi spesso definiti "a pioggia". Pur rappresentando un settore così articolato, 3,5 punti del PIL piemontese sono dati dal sistema cultura nella sua complessità, tra quella che è la gestione diretta e tutto quello che è l'indotto (quindi anche le attività che nel settore terziario della nostra Regione fanno riferimento a questo mondo).
Dunque, i dati vanno letti probabilmente nella sua complessità, e non soltanto come proclami.
Detto questo, a fronte di una riduzione complessiva delle risorse, per le quali molto è già stato speso in Aula in queste due giornate, in cui davvero, come ricordava il collega Taricco un attimo fa, bisognerebbe entrare nel merito delle questioni e non provare ad estrapolare in modo asettico dei dati senza analizzarli e senza inserirli all'interno del contesto, vale la pena ricordare che il settore della cultura è, oserei dire, l'esempio peggiore: perché questa Regione non ha pensato di governare il mondo della cultura, ma ha pensato allo smantellamento complessivo di tutto un sistema e di tutta una rete di persone che hanno investito nel proprio progetto di vita pensando a quel mondo, pensando a quell'attività professionale che ha garantito, come ho detto, 3,5 punti del PIL piemontese.
Oggi il benessere e l'economia si misura in altri modi? Certamente.
Tuttavia, ritengo che il valore scientifico del PIL come elemento di valutazione di un settore e di un sistema economico abbia ancora la propria validità. Pertanto, inviterei il Consigliere Carossa a leggere tutti i dati, e a non estrapolare delle semplici valutazione che stanno sicuramente "nella pancia" delle persone ma non nell'analisi di un sistema, prima di fare affermazioni per le quali l'unica cosa che si può dire è che questa Regione in quel settore abbia lavorato smantellando, e non semplicemente riducendo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "San Domenico Savio" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A della Scuola elementare "San Domenico Savio" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti", presentata dai Consiglieri Reschigna, Stara, Cerutti Artesio, Ronzani, Goffi, Dell'Utri, Gariglio, Bresso, Taricco, Lepri Manica, Muliere, Placido, Ponso, Laus, Buquicchio, Negro e Bono (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 913 e n. 914) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il proseguimento dell'esame del punto "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti".
Prego, Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Volevo riprendere due o tre argomenti che sono stati citati negli interventi precedenti, perché credo che emerga la necessità di chiarire alcuni temi.
Innanzitutto, volevo precisare che, quando vi ho mostrato l'evoluzione dei costi della sanità, ho cercato di non esprimere alcuna connotazione politica alla presentazione. Perché ho presentato i costi della sanità nella loro evoluzione a cominciare dagli inizi degli anni 2000, fino al 2010-2012, quindi non andavo alla ricerca di responsabilità di chi ha fatto che cosa in questo lasso di tempo.
Speravo, altresì, che quella che oggi definirei infelice affermazione di "fallimento tecnico", di cui non era chiaro il senso...
Premetto che "fallimento tecnico" è un termine tecnico e ha un significato ben preciso: vuol dire che chi ha una gestione corrente in continuo disavanzo non ha alcuna possibilità di creare risorse per pagare debiti pregressi. Questa è la definizione di "fallimento tecnico". Noi siamo esattamente in questa situazione: da anni continuiamo a creare disavanzi, e sempre da anni continuiamo a coprirli con l'aggiunta di debiti. Quindi non abbiamo alcuna condizione di ripagare i debiti pregressi.
"Fallimento tecnico" non vuol dire, peraltro, letteralmente "fallimento". Perché se si attuano dei piani corretti di recupero, di razionalizzazione e di ristrutturazione, è stato dimostrato tante volte sia nella vita di Stati che di imprese e industrie di tutto il mondo, che è possibilissimo passare da una situazione di fallimento tecnico ad una situazione di grande successo.
Dunque, quell'affermazione aveva solo il significato di dire che abbiamo delle cose da fare e che la necessità e l'entità dei programmi che dobbiamo sviluppare è tale per cui se non troviamo una larga condivisione sui principi su cui fare questa razionalizzazione o questa ristrutturazione, allora bisognerà eliminare la parola "tecnico".
Ho ascoltato le osservazioni della Presidente Bresso, che sostanzialmente - sintetizzando in parole semplici - ha voluto dire che negli anni successivi sono stati apportati maggiori contributi complessivi alla sanità, volti, quindi, a recuperare gli eventuali problemi evidenziati per il 2006-2007.
Vorrei ricordarvi con i numeri, visti che i numeri non sono un'opinione ma parlano per se stessi (li ho dal 2008 sino ad oggi), che, in effetti abbiamo continuamente avuto un aumento complessivo del fondo di finanziamento della sanità, in gran parte dovuto ad un aumento del fondo sanitario regionale, del riparto. Nel 2007, il totale dei fondi arrivati dallo Stato era di sette miliardi e 300, nel 2008 era di sette miliardi e mezzo e nel 2009 di sette miliardi 770. Quindi, abbiamo avuto continui incrementi del fondo sanitario nazionale.
Il totale dei fondi aggiunti dalla Regione a vario titolo, sia per quelli specifici di competenza sia quelli per finanziarie specifiche aree tipo ARPA Ambiente, lotta alle zanzare, o i fondi assicurativi, sono passati, in questo periodo di tempo, da 210 a 360, a 390 e a 400 milioni.
vero che abbiamo avuto un continuo aumento del totale del finanziamento alla sanità, sia da parte statale sia da parte regionale, ma è altrettanto vero che abbiamo speso 300 milioni in più all'anno (e qualche anno, come il 2008, anche 371) di costi della sanità.
La nostra spesa sanitaria, quindi, è aumentata molto di più di quanto complessivamente, il totale dell'aumento dei fondi, sia statali sia regionali, hanno portato e contribuito alla sanità.
Sono numeri che avevo già mostrato, quindi non credo sia necessario riprodurli in video (oltretutto, se volete, li distribuiremo anche in IV Commissione). I maggiori fondi che in effetti ci sono stati, gran parte dallo Stato e in parte anche dalla Regione, non sono nemmeno riusciti a coprire complessivamente l'aumento dei costi della nostra sanità.
La diminuzione dei costi della sanità degli ultimi due anni - 2011 e quelli che ci saranno quest'anno, 2012 - non sono delle grandi cifre: 100 milioni nel 2011 e quasi un centinaio di milioni nel 2012. Tuttavia, sono una significativa inversione di tendenza rispetto agli aumenti continui dei 300 e oltre, e non sono che frutto del Piano di rientro. Non c'è nessun'altra ragione che ha portato alla diminuzione di questi costi.
Mi dispiace contraddire il collega Taricco, ma tali diminuzioni non sono venute da azioni nate prima: sono azioni del Piano di rientro, e questi 100 milioni, se proprio li volete vedere, per metà sono riduzione del costo del personale, perché c'è stato il blocco del turnover che ha portato all'uscita, non sostituita automaticamente, di quasi duemila persone che hanno lasciato il lavoro, soprattutto per raggiunti limiti di età, e che non sono stati sostituiti, per una significativa riduzione della farmaceutica, e per una significativa riduzione delle tariffe e volumi pagati ai privati, quindi sia alla parte case di cura sia alla parte ambulatoriale.
Queste tre componenti giustificano in gran parte la riduzione di spesa di circa 100 milioni all'anno nel 2011 e di circa cento milioni che faremo anche nel 2012.
Non andrei, quindi, a cercare altre motivazioni per questa riduzione del costo. Non voglio attribuire, perché non mi riguardano - non è mio compito, non ne sarei neanche capace e sono fuori da queste logiche giustificazioni o motivazioni politiche a tutte queste cose.
Non ha molta importanza di chi siano le colpe, perché tanto ciò che è stato fatto non saremo mai più in grado di correggerlo: che l'abbiamo fatto noi o che l'abbia fatto qualcun altro, non saremo mai più in grado di cambiare il passato. Dico semplicemente che, se vogliamo, tutti insieme abbiamo la possibilità di cambiare il nostro prossimo futuro.
Tra le soluzioni che abbiamo trovato ci sono quelle che abbiamo descritto nel Piano Socio Sanitario, approvato qualche mese fa, che prevede una notevole riduzione dei costi con la nascita delle Federazioni. Se qualcuno dice che la Federazione crea un aumento di costi, vuol dire che non ha capito la natura della Federazione.
Faccio un esempio. I venti uffici acquisti, che oggi abbiamo nelle venti Aziende Sanitarie, si ridurranno a sei uffici acquisti nelle sei Federazioni, con un personale che probabilmente sarà un terzo - o poco più di un terzo - di quello che oggi impegniamo. Lo stesso lo potete moltiplicare su problematiche di tipo diverso: sistemi, informatica logistica, magazzini e tutto il resto.
La concentrazione di attività di servizio di supporto di questo tipo porta a strutture molto più leggere, quindi molto meno costose, e porta dei vantaggi di "effetto scala" di volumi significativi. Queste attività comprare con un ufficio acquisti invece che con cinque - non comportano cambiamenti nell'erogazione dei servizi sanitari che diamo.
Tutta questa parte di attività nella nostra riforma sanitaria, quindi non tocca nella maniera più assoluta i servizi che sono erogati. La qualità dei servizi potrebbe invece essere toccata se non faremo correttamente e bene la razionalizzazione della rete ospedaliera. Questa sarà una nostra particolare attenzione, per evitare, mettendo mano alla revisione della rete ospedaliera, di modificare il livello di servizio.
Avevamo preso l'impegno di portare in IV Commissione, già da questa settimana, il progetto della rete ospedaliera come l'abbiamo ideata a tavolino, per portarla in discussione sui territori, sui sei territori delle sei reti ospedaliere che abbiamo preso in considerazione, al fine di dare informazioni a tutte le autorità locali di questi territori.
Abbiamo chiesto una sospensione di qualche giorno di queste presentazioni (non credo ci vorrà molto: otto o dieci giorni almeno) perch venerdì sera ho ricevuto, per adesso ancora informalmente, la bozza della proposta del decreto ministeriale che dà una serie di indicazioni precise per la razionalizzazione delle reti. L'ho scorsa rapidamente tra sabato e domenica. Ci stiamo lavorando adesso. Mi hanno detto che lunedì pomeriggio è stata pubblicata sul sito del Ministero, quindi dovrebbe essere disponibile per una lettura a tutti.
Se andate a leggerla, è, nella concettualizzazione, la copia del nostro Piano Socio Sanitario: parte dalla gerarchizzazione degli ospedali. Noi li chiamiamo di riferimento, cardine e di territorio, loro li hanno chiamati di primo, di secondo e di terzo livello; per ciascuno di essi è stabilito un bacino d'utenza di popolazione, esattamente come abbiamo fatto noi, e per ciascuno di essi sono definiti dei criteri per essere considerati di primo, di secondo o di terzo livello o, come diciamo noi, di riferimento cardine o territorio.
Questi riferimenti - poi le successive componenti che leggerete in questa bozza, compresa la definizione dei livelli minimi di attività per giustificare la presenza o meno di quel tipo di attività in una struttura ospedaliera - sono, alla prima rapida lettura, molto più stringenti di quanto abbiamo fatto noi nel Piano Socio Sanitario.
Speriamo che una lettura più dettagliata ci dica che non è così, ma mi pare che, mentre noi avevamo stabilito che punti nascita al di sotto di 500 parti all'anno erano quelli che dovevamo prendere in considerazione per eventuali accorpamenti, chiusure o razionalizzazione, nel documento del Ministero si faccia riferimento a mille.
C'è una serie di altri parametri che stabiliscono, per esempio, quando si può o non si può avere un Pronto soccorso. Noi avevamo indicato Pronto soccorso con 15 mila passaggi all'anno. Mi pare che nel documento si dica che, al di sotto di 25 mila passaggi all'anno, niente Pronto soccorso, si chiude. E un DEA di secondo livello deve averne 45 mila; un DEA di primo livello 65 mila.
Se andate a prendere tutti questi parametri e li incrociate con quelli dei nostri ospedali, troverete che la nostra proposta di razionalizzazione della rete ospedaliera - e vi faremo avere i confronti tra le due - è sostanzialmente più soft di quella che verrebbe presentata da questo documento.
Comunque, in attesa di fare un'analisi precisa del documento che predisporremo durante questa settimana, abbiamo chiesto di soprassedere alla definizione dettagliata della rete ospedaliera e soprattutto di andare sul territorio a portare le informazioni di quello che avevamo intenzione di fare.
Cercheremo di trovare delle soluzioni, le più convenienti, per la nostra rete.
Una buona informazione che emerge da questo programma è, per esempio che la popolazione piemontese, che è il termine primo su cui vengono definiti molti parametri, non è la popolazione reale, ma è una popolazione pesata.
Il tipo di pesatura proposto da questo documento ci porta ad avere quasi l'equivalente di una popolazione che va verso i cinque milioni e non i quattro milioni e mezzo, quattro milioni 470 mila, che abbiamo oggi.
Questo, perché il peso della quota dei molto giovani (i bimbi in fasce), che pesano per tre, e degli anziani oltre i 65-75 anni, che pesano per 2,70-oltre tre, moltiplicano la nostra popolazione virtuale ad un numero decisamente più alto di quello che abbiamo.
Questo, ovviamente, ci aiuta nel fare molti calcoli che portano al bacino di utenza dei nostri cittadini come riferimento.
Tra qualche giorno, dopo aver letto la proposta, saremo in grado di portarvi delle informazioni più precise.
La proposta sarà portata domani alla Conferenza degli Assessori, che sono stati riuniti a Roma e che dovranno esprimere la loro posizione - la posizione delle Regioni - ai Presidenti, che dovranno poi trovare, con il Governo, l'accordo sulla bozza definitiva del provvedimento.
Voglio ancora approfittare per una precisazione, visto che avete parlato dei fondi. Non sono un superspecialista di fondi: ne ho predisposti alcuni, nella mia vita, perché, purtroppo, mi sono trovato a dover affrontare alcune condizioni di fallimento tecnico di qualche Azienda in cui ho lavorato.
I fondi sono stati, per me, una - non l'unica - delle potenziali soluzioni per risolvere i problemi che avevamo.
Il fondo non vuol dire vendere il patrimonio: abbiamo detto che vuol dire, al massimo, vendere delle quote.
Il fondo ha la proprietà degli immobili e mantiene la proprietà degli immobili. I quotisti, coloro ai quali si vendono le quote del fondo per portare la redditività che il fondo è in grado di generare, ricevono il reddito di queste quote, ma non hanno e non avranno mai la proprietà degli asset del fondo.
Nel caso specifico del fondo sanitario (il FIS), avevamo addirittura previsto l'ipotesi della durata di 25 anni. Al termine dei 25 anni, o si rinnova il fondo per un periodo di anni (quanto si vuole) per continuare a garantirsi le quote di redditività che vengono dalla partecipazione al fondo, anche alla Regione, che è proprietaria per due terzi del fondo oppure si può liquidare il fondo semplicemente ripagando le quote che a suo tempo erano state vendute ai quotisti, e quindi la Regione rientrerebbe in possesso delle quote cedute per il periodo di 25 anni.
Questo significa che è falso dire che noi vendiamo il patrimonio della sanità; è falso dire che privatizziamo la sanità; è soprattutto falso dire che privatizziamo dei profitti della sanità. Magari avessimo dei profitti nella sanità! Questo fondo era stato preso in considerazione come ipotesi per riuscire a ridurre una parte del debito mostruoso che hanno le nostre Aziende Sanitarie, che non solo non pagano i fornitori, ma continuano ad aumentare il debito verso tutto il sistema del rifornimento, mettendolo in crisi.
Ritengo che occorra fare qualcosa e poiché non possiamo stampare moneta, da qualche parte dei quattrini, della cassa, dobbiamo trovarli, per ributtarli nel sistema delle Aziende Sanitarie. Questo strumento consentiva di farlo, senza perdere la proprietà di nulla, ma garantendo una piccola redditività; dico piccola, perché non saremmo in grado di erogare redditi superiori al 2%, o qualcosa del genere.
Di conseguenza, gli unici che possono comprare quote di fondi di questo tipo sono i cosiddetti soci "etici", cioè quegli investitori non alla ricerca di profitto, ma alla ricerca di investimenti che abbiano delle caratteristiche "sociali". Gli unici che possono fare questi investimenti sono le Fondazioni bancarie, le Fondazioni assicurative, magari la Cassa Depositi e Prestiti, che ha già aperto la sua partecipazione a fondi legati al social housing e sta studiando il social care, cioè la parte relativa alla sanità.
Pertanto, ci sono opzioni di vario tipo.
L'ultima delle opzioni che abbiamo pensato per questo tipo di fondi della sanità è quella di privarci degli immobili che ci servono per svolgere le nostre attività di erogazione dei servizi sanitari.
Volevo solo precisare che i fondi hanno questo tipo d'impostazione ed hanno semplicemente lo scopo di dare liquidità al sistema delle Aziende Sanitarie, tentando di ridurre il debito mostruoso che le stesse hanno. Di chi sia la colpa di questo debito non ha alcuna importanza: il debito c'è e in qualche modo lo dovremo abbattere.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Voglio rubare poco tempo al Consiglio regionale e fare un approfondimento in merito alla relazione della Consigliera Bresso e a quanto affermato dall'Assessore Monferino, nel suo intervento.
evidente che, quando abbiamo ricevuto le relazioni dei responsabili del Settore Bilancio e Finanze della Regione Piemonte, si è posto il tema di ricostruire quello che è successo negli anni scorsi, non tanto con l'intento specifico di andare ad attribuire delle colpe, perché il passato l'ha detto bene l'Assessore Monferino - parte da lontano ed è composito quanto perché non si ripetano più gli errori del passato e ci sia una loro gestione diretta.
Per questo, è stata affidata a Deloitte, come soggetto terzo, la ricostruzione di quanto l'Assessore Monferino ha già evidenziato nei suoi interventi la scorsa settimana.
La Regione Piemonte ha impegnato delle quote aggiuntive rispetto a quelle del Fondo Sanitario Nazionale, che era anche in incremento rispetto a questi temi, e ad integrazione di quest'ultimo, in particolare negli anni 2008 e 2011, le quote aggiuntive sono state pari a quasi 770 milioni.
Sulla base di questo, la richiesta avanzata a Deloitte è stata di verificare lo stato dei crediti rispetto a quelli che sono iscritti nelle ASL e quelli che, invece, sono stati cancellati dal bilancio.
Il lavoro, il pre-lavoro che Deloitte ha consegnato e che sarà ultimato entro questa settimana (massimo la prossima), sarà presentato nelle Commissioni bilancio e sanità riunite congiuntamente, in modo che si chiuda la vicenda, da un punto di vista tecnico.
Deloitte ha dichiarato in anticipo di aver verificato tutti i pagamenti effettuati nel corso del 2009, 2010 e 2011, al fine di accertare la loro natura, ovvero se le risorse sono state specificatamente erogate a fronte di fondi di competenza degli esercizi 2009, 2010 e 2011, oppure come fondi pagati a chiusura degli impegni precedentemente cancellati.
Rispetto alla verifica compiuta, emergono reimpegni di fondi precedentemente cancellati per circa 85 milioni, stabiliti con la determina n. 263, del 19 dicembre 2007, che allega anche lo spacchettamento - diciamo così - nei vari capitoli, per quanto riguarda la reimpostazione specifica di questi fondi.
Viceversa, le maggiori risorse indicate negli esercizi 2009-2010-2011 risultano trasmesse come fondi di competenza del 2009-2010-2011. Quindi nella sostanza, se l'Azienda ha ricevuto un mandato che parlava di reimpegno dei fondi 2006, ha contabilizzato l'incasso riducendo il credito del 2006 ancora in essere; se invece l'Azienda lo ricevuto a fronte del pagamento di fondi di competenza del 2009-2010-2011, lo ha contabilizzato come nuovi crediti e quindi di competenza degli anni 2009-2010-2011 e ha mantenuto nei bilanci crediti rispetto al 2006.
Ribadisco. Questa ricostruzione, che verrà depositata come studio fatto da un soggetto terzo proprio perché c'era una struttura interna della Regione, un'altra struttura e poi le Aziende Sanitarie, credo verrà illustrata e chiedo già adesso la disponibilità dell'Assessore Monferino anche in due Commissioni congiunte, in modo da ricostruire, perché in realtà è così che è rimasto il "buco" dei 900 milioni (quasi) delle Aziende Sanitarie. È vero che sono stati dati dei fondi della Regione aggiuntivi, è vero che quelli sono stati contabilizzati come quota aggiuntiva 2008-2009 2010 e non hanno fatto il recupero a fronte di una maggior spesa del settore sanità e non del recupero dei crediti e della cancellazione del 2006. Questa, nella sostanza, è la ricostruzione che un soggetto esterno sta facendo.
Condivido quello che anche stamattina è stato espresso dal Consigliere Taricco, per esempio, e da altri Consiglieri. Credo che quello che dovrà impegnare questo Consiglio regionale e questa Amministrazione, visto che siamo impossibilitati a correggere l'azione del passato, sarà lavorare per quanto riguarda il presente e il futuro.
L'ordine del giorno che è stato presentato stamattina fa riferimento a due documenti che sono in fase di discussione in I Commissione, che sono l'assestamento di bilancio 2012 e la delibera di indirizzo del Consiglio sulla revisione della spesa, dove ci sono stati già degli emendamenti e una costruzione diversa rispetto a questa delibera. Ritengo che questi documenti già da subito abbiano al loro interno le azioni di cui necessita questa Amministrazione. La delibera è stata approvata e sarà all'o.d.g.
delle prossime sedute del Consiglio e sull'assestamento inizierà la discussione.
Chiudo soltanto con una specifica, Consigliera Bresso, e poi non ci tornerò mai su, lo giuro. Nel 2009 la Regione ha chiuso con un avanzo di sette milioni perché, con una delibera del marzo 2010, sono stati cancellati 708 impegni.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Ma erano impegni che non costituivano vincolo e, invece di lasciarli come dei debiti, li abbiamo cancellati!



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Questo non lo dico io. Lei ha fatto riferimento alla struttura che governa oggi, che collabora oggi, come collaborava allora, rispetto al settore bilancio e ad altri settori. Nella realtà, è quello che è successo perché altrimenti il 2009 non chiudeva in avanzo di sette milioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso per chiarimenti; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Vede, Assessore Quaglia, proprio questo lei ha fatto l'anno dopo, cioè ha lasciato andare in deficit la Regione e quindi ha creato per la prima volta una situazione molto difficile, come sa.
In quella delibera furono cancellati impegni non vincolanti proprio nell'intento di decidere successivamente - noi o chi avesse vinto - se mantenerli e quindi riscriverli o semplicemente cancellarli. Ma nessuna di quelle voci costituiva un impegno vincolante per la Regione, questo è il punto.
Allora, gli uffici possono provare a impegnare troppo, ma se provano a impegnare troppo rispetto alle risorse, si cancellano gli impegni che, non essendo ancora vincolanti, non costituiscono obbligo e non costituiranno obbligo per la Regione.
Quando vuole, prenda l'elenco di quelle voci: sono pronta a dimostrarle che nessuna costituiva un obbligo e che quindi era del tutto legittimo farlo. Di questo ne abbiamo parlato mille e una volta; per esempio, tra gli impegni c'erano gli Accordi di Programma con le Province, che non avevano mai iniziato i lavori e quindi si decise di cancellarli. Nulla impediva naturalmente di riscriverli se si fosse deciso di andare avanti. Qualcuno probabilmente voi lo avete riscritto, ma non esisteva nessun impegno giuridico a farlo.
Anche il caso precedente lo andremo a verificare, perché siccome i fondi dati come integrazione volontaria alla sanità erano chiaramente definiti nelle delibere, si potrà verificare che il resto, anche se non indicato precisamente (adesso non sono in grado di andare a recuperare le delibere), era però stato restituito, in quanto nessuno mai pensò di fare un'integrazione da 700 milioni, ovviamente.
Le dico ancora che, prima di dire che le ASL hanno il bilancio, lei mi deve dimostrare che residui attivi delle ASL, residui passivi della Regione nei confronti delle ASL e residui attivi della Regione nei confronti della sanità non quadrano, e allora sarà solo il differenziale che lei pu considerare un debito o uno sbilancio (come lo chiama lei) delle ASL.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna intende replicare in qualità di primo richiedente del Consiglio straordinario; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dall'intervento che ha fatto il collega Carossa poco fa.
Siamo tutti sulla stessa barca, e vorrei anche aggiungere che è una barca che si trova in un mare profondamente in tempesta e in burrasca, se per mare profondamente in tempesta e in burrasca immaginiamo la situazione del Piemonte, al di là dell'istituzione Regione. Ed è vero, se immaginiamo che questa barca sia il Piemonte.
Quello che però deve essere altrettanto chiaro, dal nostro punto di vista, è che in questa barca c'è qualcuno che ha smesso da tempo di remare.
E chi ha smesso da tempo di remare non è l'opposizione. In questa barca c'è qualcuno che da tempo se n'è sceso, ma ancor di più: questa barca (è la nostra sensazione ed è l'unico rilievo polemico che faccio, perché poi intendo intervenire sul merito) non ha un guidatore, non ha un capitano perché questo capitano probabilmente è passato da un transatlantico a una barca e intende tornare sul transatlantico.
Ma vorrei anche aggiungere un'altra situazione. Io non so, collega Carossa, se nella precedente legislatura c'è stato qualcuno che ha portato una bara davanti a Piazza Castello per dire sostanzialmente che la cultura è morta. Di certo, nella precedente legislatura, ho visto davanti a Palazzo Lascaris i ferrovieri con striscioni "rottamiamo 'sta Mercedes", nel momento in cui si voleva rompere il monopolio delle Ferrovie dello Stato sul trasporto pubblico locale. Ho visto l'Onorevole Buonanno autocrocifiggersi davanti alla Regione Piemonte perché veniva minacciata la chiusura dell'Ospedale di Varallo.
Certo, nella precedente legislatura, ho visto l'Onorevole Buonanno spogliarsi nudo e rimanere in boxer, davanti alla IV Commissione del Consiglio regionale, in quel di Vercelli, durante le audizioni sul Piano Socio Sanitario! Queste cose le ho viste! Lo dico perché non esiste un patrimonio in capo a questa Amministrazione regionale di scelte difficili e complicate, mentre, nel passato, si è largheggiato sulla buona spesa, su risorse che venivano buttate al vento! Noi abbiamo rilevato una difficoltà molto profonda, che dovrebbe essere posta al centro delle nostre attenzioni.
Qui, vorrei iniziare dalla sintesi sostanziale dei tre interventi svolti la scorsa settimana, non senza avere rilevato, senza alcun intendimento polemico, che la settimana scorsa - fa fede il resoconto stenografico della seduta del Consiglio regionale - lei, Presidente, di fronte alle rimostranze un po' impetuose del collega Ronzani sostanzialmente, ha detto che il Presidente della Regione avrebbe garantito la sua presenza per martedì mattina in Aula.
Ora, mi rendo conto che in una settimana il mondo è cambiato e che probabilmente, il Presidente della Regione, giustamente, in questo momento è più alle prese con altre questioni, come chiedere il gesto dovuto al Presidente di Finpiemonte S.p.A., cioè di lasciare la sua carica, o decidere come affrontare le questioni e le diatribe pubbliche della Giunta regionale sui giornali, in sede di Commissione. Questi sono gli argomenti a cui dovrebbe badare il Presidente della Regione, piuttosto che venire in Aula questa mattina.
Vengo al nocciolo delle questioni. Ricordo che, la settimana scorsa, ho dedicato un quinto del mio intervento in Aula nella ricostruzione della situazione della Regione e più di quattro quinti nel richiamare sostanzialmente, due elementi: attenzione, c'è un divario sostanziale tra quanto dichiarate e quanto praticate. Se anche avete diritto, in teoria, di contestare la cancellazione della determinazione del 2009, vi dico che sotto il profilo tecnico e come risultato, è la stessa identica cosa spostare 500 milioni di euro di spese di competenza del 2012 sul bilancio del 2013! È la stessa identica cosa! È la stessa identica cosa, se non peggio, determinare, sostanzialmente, il pareggio di bilancio con mutui che l'Amministrazione regionale non è in grado di contrarre! È la stessa identica cosa, se non peggio, continuare a spostare la copertura del disavanzo del 2010, prima, a due anni; poi, a tre anni; dopo ancora, a quattro anni; infine, arriveremo a cinque anni! la stessa identica cosa rappresentare, un mese fa, in Commissione consiliare, i dati della spesa sanitaria del primo semestre, dicendo che la stessa ammonta a quattro miliardi 343 milioni e 507, e dire, la settimana scorsa, in Consiglio regionale, che è di quattro miliardi e 296! Potete fornire al Consiglio regionale un dato che non cambi ogni 15 giorni? Questa tabella è quella che l'Assessore Monferino ci ha consegnato in IV Commissione, con il dato della spesa sanitaria del primo semestre. In questa relazione viene riportato un dato completamente diverso. Almeno sul piano della certezza dei dati possiamo metterci d'accordo da dove partire? Questo è quanto chiedo.
Così come chiedo - l'ho chiesto la settimana scorsa in quest'Aula - se siete nelle condizioni, come Giunta regionale, avendo la consapevolezza che non esiste un provvedimento capace dall'oggi al domani di risolvere una situazione drammatica - ci rendiamo conto anche noi della drammaticità della situazione - almeno di assumere l'impegno di presentare, in sede di assestamento del bilancio, i dati reali della situazione patrimoniale ed economico-finanziaria della Regione. Nemmeno voi li conoscete questi dati! Dopo due anni e mezzo in cui avete parlato del passato, chiedo se almeno siete in grado di fornire al Consiglio regionale la rappresentazione reale dell'odierna situazione patrimoniale della Regione! La settimana scorsa, vi ho posto questa domanda, alla quale non avete risposto, pur avendovi anticipato anche la risposta, perché non siete nelle condizioni o non volete rappresentare il reale grado di esigibilità dei residui attivi e il reale grado di spesa dei residui passivi sul bilancio! Senza questa operazione andremo avanti per cinque anni a immaginare giorno dopo giorno, un'escalation sulla tenuta dei conti della Regione! Allora, procediamo con quanto più mi interessa assumere dal dibattito odierno e di quello della settimana scorsa in questo Consiglio regionale.
Sostanzialmente, con l'ordine del giorno chiediamo quattro elementi.
Innanzitutto, che la Giunta assuma l'impegno, nel momento in cui si discuterà l'assestamento di bilancio, di una fotografia reale della situazione economica e patrimoniale della Regione. Non credo più alla favoletta, secondo la quale ad una società occorrono quattro anni per l'accertamento dell'esigibilità dei residui attivi contenuti in sette pagine! Non ci credo più! Allo stesso modo, Assessore Quaglia, se ha ragione nel dire che, nel 2010, è stata cancellata una determinazione relativamente alle spese del 2009, deve anche riferire al Consiglio regionale quanto la Corte dei Conti del Piemonte gli ha fatto dire, cioè che il disavanzo del 2011 non è determinato dal ripristino di quelle risorse per quella determinazione cancellata, perché la Corte dei Conti, nella relazione sul conto consuntivo del 2011, vi dice che non avete ripristinato un euro di quella determinazione! Allora, se quella determinazione corrisponde a spese effettivamente impegnate da parte della Regione è altresì un problema, ma, a questo punto dovete spiegarmi la provenienza del disavanzo relativo al 2011! O se quella determinazione, visto che non avete reimpegnato un euro, non corrispondeva a obbligazioni che devono essere assolte dalla Regione! Almeno sgombriamo il campo da quella polemica! Inoltre, chiediamo se possiamo riportare, anche relativamente ad un documento extracontabile, la reale spesa della Regione ad un corretto principio di competenza, in quanto lo spostamento al 2013 di spese effettuate nel 2012 viola il principio di competenza! Una volta che questo sarà noto, ciascuno competerà in senso positivo all'individuazione delle condizioni attraverso le quali in un programma che dura alcuni anni - non nell'immediatezza, ma alcuni anni - è possibile determinare il riequilibrio dei conti della Regione. E ancora, lei, Assessore Quaglia, ha fatto riferimento alla discussione sulla spending review che abbiamo terminato ieri in I Commissione. Quel dibattito, da un punto di vista anche di merito, ha colmato una proposta di deliberazione presentata dalla Giunta regionale al Consiglio regionale assolutamente priva di contenuti; però, in un dibattito che ha visto maggioranza e opposizione competere sulle soluzioni da adottare, quella proposta iniziale era assolutamente priva di contenuti, e ne discuteremo prossimamente in Consiglio regionale.
In quella deliberazione licenziata dalla Commissione non riusciamo a individuare il disegno riformatore della Regione Piemonte! Come si riorganizza la Regione? Dentro? Fuori? Nei rapporti con la comunità piemontese? Come si semplifica il complesso della Pubblica Amministrazione e delle società del Piemonte? L'unico impegno concreto che è balzato fuori - ho terminato - dalla deliberazione di ieri in I Commissione è il seguente: ci sarà tanto personale della Regione che finirà in mobilità. Relativamente a tutto il resto, quando vi abbiamo chiesto di assumere immediatamente impegni sulle riduzioni delle ATC, ci avete risposto: "Lo studieremo"! Sull'eliminazione dei Consigli d'Amministrazione delle Aree protette ci avete risposto: "Lo studieremo"! Sulla riduzione dell'apporto di direttori esterni ai ruoli organici della Regione ci avete risposto: "Lo studieremo!".



(Commenti dell'Assessore Quaglia)



RESCHIGNA Aldo

Sì, è un testo "annacquato" il suo, Assessore. Per questo abbiamo votato contro e le dimostreremo in Aula perché abbiamo votato contro su un testo annacquato! Perché quando si tratta di licenziare gli impiegati siete pronti, ma quando si tratta di mettere in discussione i contratti coi direttori esterni alla Regione Piemonte, siete meno pronti, Assessore Quaglia, ad assumere impegni concreti! Questa è la sfida nell'ambito della quale si giocherà anche il prossimo futuro della Regione Piemonte. Ed è una sfida resa più complicata dal fatto, siccome non amo dire delle parole in assenza delle persone, che questa "barca" in un mare di tempesta è senza comandante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Quindi, diamo per illustrato anche l'ordine del giorno n. 914, oltre che la replica.
Consigliere Buquicchio, vuole dare per illustrato o vuole illustrare brevemente l'ordine del giorno n. 913? La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Lo illustro, Presidente, e neanche brevemente, ma utilizzando il tempo che ho a disposizione. Grazie.
Con questo ordine del giorno affrontiamo un argomento comprensivo di tutti quelli che sono stati messi in discussione.
Relativamente all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Reschigna, siamo intervenuti nella scorsa seduta. Oggi invece con quest'ordine del giorno vediamo di approfondire l'argomento della valorizzazione del patrimonio immobiliare.
Ora, al di là della responsabile, che - devo dire - rappresentano una discussione molto interna a quest'Aula ma che, al di fuori di quest'Aula al cittadino interessa poco, sta di fatto che ci trovammo con un indebitamento generale (questa è la fonte della relazione sulla gestione finanziaria deliberata il 29 agosto dalla Corte dei Conti) che ammonta a 11 miliardi e 372 milioni di euro. Quindi, è necessario venir fuori da questa situazione di indebitamento.
In I Commissione si sta discutendo su alcuni provvedimenti, come la legge 291, "Assestamento al bilancio", la PTCR n. 218, "Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali" e anche, sul piano strategico, di "Razionalizzazione delle partecipazioni della Regione Piemonte".
Ovviamente, tra questi provvedimenti si incasellano i costituendi fondi comuni immobiliari, il FIR e il FIS: Fondo Immobiliare Regionale, il primo e Fondo Immobiliare Sanità, il secondo.
Relativamente al primo, parliamo di un valore di beni per circa 500 milioni di euro, per il secondo di circa un miliardo. L'operazione dovrebbe portare - ovviamente mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo perché viene alla mente il discorso relativo alle cartolarizzazioni del Governo Berlusconi-Tremonti, quindi diciamo "dovrebbe portare" - una cifra intorno a un miliardo e 180 milioni di euro da qui al 2015.
Sicuramente, una bella cifra, ma le problematiche, a nostro modesto avviso, dove sono da leggere? Dove possono emergere? Allora, la prima domanda, che penso non in modo polemico, ma in modo normalmente critico, viene da porsi è, quando si parla di investitori etici, capire di chi si parla.
Chi sono gli investitori etici? Per quel che mi riguarda, nella finanza l'etica esiste molto poco. Molto poco. E soprattutto, quando parliamo di strutture da conferire al fondo, che cosa intendiamo per strutture? Faccio un esempio, Assessore. Rientrano le macchine per la diagnostica? E se pensiamo che si intende attribuire la manutenzione straordinaria, con quale tranquillità, soprattutto per coloro che capiscono un po' dell'ambiente, si può affrontare il problema? Sono tutte cose che vanno chiarite, ma vanno chiarite in modo trasparente, non è possibile approcciarsi a problematiche di questa natura con una grande approssimazione. Non è possibile. Cioè vanno chiarite punto per punto, virgola per virgola! Poi, c'è da chiedersi se sarà possibile creare una sinergia con SGR (Società Gestione del Risparmio) in capo al Ministero dell'Economia e delle Finanze che, di fatto, ha la stessa finalità e si occupa della gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare su scala nazionale.
Ed è per questo che ci siamo permessi di presentare quest'ordine del giorno con una richiesta di impegno nei confronti del Presidente della Giunta e degli Assessori competenti che vertono su quattro punti.
L'assegnazione ai fondi degli immobili di proprietà delle Aziende Sanitarie Regionali deve essere subordinata all'approvazione, da parte del Consiglio regionale, del Programma pluriennale di investimento, come peraltro è previsto dal comma 6 dell'articolo 7 della legge n. 5 del 2012, la finanziaria del 2012.
Chiediamo che venga predisposto un puntuale piano delle funzioni da attribuire ai gestori dei fondi immobiliari. Tale piano deve essere sottoposto anch'esso all'approvazione del Consiglio regionale.
Chiediamo che tutti i contratti stipulati dei gestori di fondi immobiliari per l'assegnazione di lavori, servizi e forniture debbano avvenire secondo le regole che disciplinano la materia dei contratti pubblici.
Chiediamo, infine, che venga effettuata una valutazione da presentare al Consiglio regionale, entro e non oltre 30 giorni, sulle possibili sinergie tra la Regione Piemonte e costituenda società SGR, cui prima facevo riferimento.
Questo è quanto chiediamo in nome della buona funzionalità del progetto e, soprattutto, direi in nome della massima trasparenza, di cui oggi, più che mai, si sente un grande bisogno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Ci sono interventi sulla discussione generale? Non intendendo gli interessati, Consigliere Reschigna e Consigliere Buquicchio, avvalersi del diritto di replica, possiamo procedere alla votazione dei due atti di indirizzo.
Il parere della Giunta regionale è contrario per entrambi gli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 913, il cui testo recita: "Premesso che la Giunta regionale ha approvato in data 4 maggio 2012 la Legge Regionale n. 5 ad oggetto 'Legge Finanziaria per l'anno 2012' la legge di cui sopra, ai fine di procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, prevede la redazione del Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari i beni immobili possono essere conferiti a fondi comuni di investimento immobiliare promossi dalla Giunta e da altri enti locali, ovvero da società interamente partecipate dai predetti enti premesso ancora che La proposta di delibera di Consiglio Regionale n. 218 'Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali' prevede nell'allegato A al punto 5. (Patrimonio regionale e sedi periferiche) di: 'al fine di valorizzare il patrimonio regionale e di ottenere risparmi per il bilancio, le sedi delle società, aziende, agenzie, enti, consorzi a partecipazione regionale sono ubicate, salvo indisponibilità da verificare in immobili di proprietà della Regione Piemonte anche se gli stessi saranno conferiti negli istituendi fondi immobiliari di cui alla legge regionale n.
5/2012'.
Tenuto conto che La Regione Piemonte ha predisposto due fondi immobiliari: uno che si occuperà della valorizzazione del patrimonio disponibile della Regione (vedi documento del Politecnico di Torino); l'altro del Patrimonio indisponibile in possesso delle Aziende Sanitarie Regionali nella recente convocazione della Commissione Bilancio è stata effettuata un'illustrazione delle possibili funzioni da attribuire ai gestori dei fondi immobiliari tra le varie attività sono state presentate, come a carico delle società che si occuperanno della gestione dei fondi, anche le funzioni strumentali ovvero la manutenzione straordinaria e quella ordinaria rilevato che il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha predisposto una nuova Società di Gestione del Risparmio (SGR) con un patrimonio di circa 1,5 miliardi di Euro, derivante dal valore dei circa 350 beni immobili ad essa conferiti si impegna il Presidente della Giunta e gli assessori competenti a pronunciarsi affinché: l'assegnazione ai fondi degli immobili di proprietà delle Aziende Sanitarie Regionali deve essere subordinata all'approvazione, da parte del Consiglio regionale, del programma pluriennale di investimento, nonché del finanziamento dell'edilizia sanitaria, come previsto dal comma 6 dell'art.
7 l.r. n. 5/2012 (Legge Finanziaria per l'anno 2012) venga predisposto un puntuale piano delle funzioni da attribuire ai gestori dei fondi immobiliari. Tale piano deve essere sottoposto all'approvazione del Consiglio Regionale tutti i contratti stipulati dai gestori dei fondi immobiliari per l'assegnazione di Lavori, Servizi e Forniture devono avvenire secondo le regole che disciplinano la materia dei contratti pubblici venga effettuata una valutazione, da presentare al Consiglio regionale entro e non oltre 30 giorni, sulle possibili sinergie tra la Regione Piemonte e la costituenda Società di Gestione del Risparmio (SGR) predisposta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 914, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che La Regione Piemonte dispone di sempre minori risorse per effetto della riduzione dei trasferimenti statali e diminuisce quindi il livello di attività gestito direttamente in molti ambiti di intervento il livello di indebitamento è molto elevato ed è progressivamente cresciuto negli ultimi 15 anni per effetto di politiche diverse in questa prima fase della Giunta Cota sì è ulteriormente aggravata la situazione dei conti della Regione attraverso il ricorso a mutui e con lo spostamento di spese da un anno all'altro in violazione del principio di competenza; ciò avviene nel trasporto pubblico locale per un importo vicino ai 200 milioni, nella cultura (25-30 milioni), nella sanità, dove non si considera l'impatto della spending review (60 milioni), degli ammortamenti delle strutture sanitarie e degli investimenti, nelle politiche sociali dove, ormai da due anni, sono spostati ad esercizi successivi alcuni milioni per l'assistenza degli ex degenti di OOPP, nella formazione professionale (10 milioni), nelle attività produttive (5 milioni di cofinaziamento), nell'edilizia (10 milioni di debito scaduto sul piano 10 mila alloggi, oltre ai 27 milioni presi da risorse destinate alla protezione civile per far fronte a catastrofi naturali), rispetto alle risorse per il CSI (alcune decine di milioni). In tutto sono spostati oltre 400 milioni di Euro dal proprio anno di competenza lo stesso principio dilatorio porta alla scelta di posticipare ulteriormente (dal 2013 al 2014 o dal 2014 al 2015) 130 milioni di ammortamento delle perdite accertate per il 2011; infatti: la Legge regionale 23 maggio 2012, n. 6 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2012-2014' nega l'esistenza di un disavanzo nel 2011 il conto consuntivo 2011 fa emergere l'esistenza di un disavanzo 2011 nella misura di 484.615.634,77 il Disegno di legge regionale n. 291 presentato il 13 agosto 2012 'Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e disposizioni finanziarie' prevede la copertura di tale disavanzo 'secondo la seguente sequenza temporale: anno 2012: 18.000.000,00 euro; anno 2013:190.000.000,00 euro; anno 2014: 276.615.634,77 euro' il Disegno di legge regionale n. 300 presentato il 1 Ottobre 2012 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013-2015', un mese e mezzo dopo ha appunto già rinviato la copertura di 130 milioni, rimandati al 2015: 'Il disavanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012, pari a euro 466.615.634,77 è riassorbito nel triennio 2013-2015 secondo la seguente sequenza temporale: anno 2013: 160.000.000,00 euro; anno 2014: 176.615.634,77 euro; anno 2015:130.000.000,00 euro'.
Malgrado la Corte dei Conti, nella relazione del 29 agosto 2012, abbia constatato che il Piemonte nel 2011 ha sforato, seppure in misura minima, i limiti che la legge prevedeva per l'indebitamento (25%); malgrado, come ricorda ancora la Corte dei Conti 'per l'esercizio finanziario 2012 il limite percentuale è stato ridotto dal 25% al 20% dalla legge n. 183/2011 e che], pertanto, ad oggi non vi è la possibilità di ricorrere ad alcuna forma di indebitamento', nei DDL di bilancio predisposti dalla Giunta: Vi sono 267 milioni di mutui nell'assestamento 2012, addirittura in aumento di 25 milioni rispetto al preventivo Vi sono altri 300 milioni di mutui nell'anno 2013 Non vi è nessuna azione sul bilancio pluriennale, come invece sarebbe previsto dall'art. 8, comma 2bis della legge 183/2011, per avvicinarsi alla quota del 20 Sono ancora indefiniti aspetti rilevanti per la ricostruzione del bilancio regionale, quali la definizione della consistenza dei residui attivi e passivi e la ricongiunzione dei conti di ASR e Regione, il cui scompenso è stimato in circa 900 milioni.
considerato che La difficile situazione di bilancio è usata dalla Giunta Regionale come polemica sul passato e come strumento per rendere silente la propria maggioranza; al contrario non ci sono proposte politiche in grado di determinare nel breve-medio periodo un nuovo equilibrio di bilancio Si sta accumulando un forte ritardo nell'attuazione di norme di legge approvate dal Consiglio regionale, quali l'art. 3 della LR 4 maggio 2012 n.
5 'Legge finanziaria per l'anno 20122' che fissa al 30 giugno 2012 il termine per la presentazione al Consiglio Regionale di un 'programma per la rimodulazione e la riduzione complessiva della spesa' o l'art. 44 della stesse legge che fissa al 31 maggio 2012 il termine per la presentazione di un 'piano strategico che, individuando obiettivi, metodi e strumenti preveda la razionalizzazione e la valorizzazione delle partecipazioni regionali'; oggi non si può negare la difficile situazione dei conti o farla diventare unicamente motivo di comunicazione esterna senza produrre alcuna strategia o scelta politica tesa al risanamento A fronte della situazione descritta in premessa non è possibile rimanere inerti né considerare intoccabile l'attuale organizzazione della 'macchina regionale'.
impegna la Giunta regionale a rivedere in modo sostanziale il DdL 291 di assestamento del bilancio 2012 e il DdL 300 (bilancio preventivo 2013) redigendo una nuova proposta che eliminate tutte le anomalie richiamate in premessa rappresenti una fotografia reale della situazione dei conti regionali, nel rispetto del principio di competenza temporale delle spese e costituisca la base per scelte che riorganizzino la spesa della Regione; a procedere, entro tre mesi e previa concertazione con le organizzazioni sindacali, ad una riorganizzazione degli uffici della Giunta e del Consiglio che tenga conto del fatto che la riduzione delle risorse a bilancio impone una riduzione della complessità organizzativa dell'ente. Tale riorganizzazione deve essere finalizzata ad una riduzione delle figure dei direttori e dei dirigenti, al mancato rinnovo dei contratti sottoscritti con personale esterno ai ruoli organici della Regione ed alla gestione diretta da parte degli uffici regionali dell'applicazione delle leggi regionali ora affidate a Finpiemonte S.p.A. riportando in capo al Bilancio regionale tutti i fondi rotativi gestiti dalla stessa Finpiemonte S.p.A.
ad approvare, contestualmente all'assestamento di bilancio 2012, il piano di razionalizzazione degli enti e società partecipate dalla Regione a procedere ad un piano di riorganizzazione e accorpamento delle ATC in 4 agenzie a partire dal 1° gennaio 2013, semplificandone la governance (soppressione dei consigli di amministrazione e del collegio sindacale amministrazione delle ATC attraverso un direttore generale) a procedere ad una razionalizzazione della governance degli enti di gestione delle Aree protette con abolizione delle figure del presidente e del CdA e amministrazione attraverso un direttore ad istituire, entro quattro mesi dall'approvazione del presente atto, un fondo immobiliare chiuso cui conferire il patrimonio disponibile la cui valorizzazione andrà destinata all'abbattimento dell'indebitamento a ridurre del 70 per cento rispetto a quanto previsto a Bilancio 2011 tutte le voci di spesa relative a consulenze esterne".
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.31)



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