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Dettaglio seduta n.292 del 06/11/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.30 riprende alle ore 10.39)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Botta Marco, Casoni Comba e Gregorio.
Il numero legale è 28.


Argomento:

b) Ricevimento delegazione Comunità montana Terre del Giarolo


PRESIDENTE

Informo che, a seguito di quanto deciso nel corso della riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, in data odierna, al termine della seduta straordinaria del Consiglio regionale, alle ore 13 presso la Sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione della Comunità montana Terre del Giarolo, così come già comunicato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

"Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti" presentata dai Consiglieri Reschigna, Stara, Cerutti, Artesio, Ronzani Goffi, Dell'Utri, Gariglio, Bresso, Taricco, Lepri, Manica, Muliere Placido, Ponso, Laus, Buquicchio, Negro e Bono (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 914 e n. 913)


PRESIDENTE

Colleghi, siamo convocati in seduta straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto regionale e dell'articolo 50 del Regolamento del Consiglio regionale. Infatti, in data 19 ottobre 2012, è pervenuta come loro sanno, una richiesta di convocazione da parte dei colleghi del Gruppo del Partito Democratico e di buona parte delle opposizioni riguardo alla tematica "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Informo l'Aula che, nel frattempo, è stato depositato l'ordine del giorno collegato n. 914 "Il bilancio regionale: fare chiarezza sui conti: definire un piano per renderli sostenibili" presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti, Manica, Motta A., Gariglio, Ronzani, Pentenero, Lepri Muliere, Laus.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto che fosse molto chiaro che la richiesta del Consiglio straordinario odierno sul tema che abbiamo proposto non è per noi un'occasione per perdere tempo o per far perdere tempo e abbiamo piena consapevolezza del fatto che la situazione difficile dei conti della Regione è frutto di almeno 15 anni di difficoltà e di politiche che l'Ente ha messo in campo.
Il Consiglio odierno si giustifica, dal nostro punto di vista, perch siamo fortemente preoccupati della situazione dei conti della Regione e delle politiche che la Giunta ha messo in atto, o meglio, non ha messo in atto dall'inizio della legislatura su questo tema.
da oltre un anno, signor Presidente, che come Gruppo avevamo denunciato che, stante i due elementi sopra ricordati, il 2013 rischiava di essere l'anno in cui si sarebbe in modo molto pesante rotto l'equilibrio di bilancio e la capacità della Regione di poter fare politiche.
Se oggi, signor Presidente, un qualunque cittadino o Consigliere regionale le chiedesse qual è la reale situazione dei conti della Regione lei non sarebbe in grado di rispondere. E non sarebbe in grado di rispondere perché, al di là dell'indebitamento conosciuto, al di là del disallineamento tra il bilancio della Regione e quello delle ASL, alcuni elementi le mancano. Le manca il reale grado di esigibilità dei residui attivi, che sono iscritti nel bilancio nel conto consuntivo del 2011 per 4.306.569.055 euro e che probabilmente, al termine di questo esercizio supereranno la quota di cinque miliardi di euro. E le manca la possibilità di poter rappresentare al Consiglio regionale se questi residui attivi rappresentano tutti un livello di credibilità sul piano della loro esigibilità perché, nonostante il fatto che due anni fa avete dato un incarico a un soggetto esterno per accertare il grado di esigibilità dei residui attivi, quest'anno alla Corte dei Conti del Piemonte, che vi chiedeva spiegazioni circa quel tipo di lavoro, avete risposto che ci vorrà ancora un anno e mezzo.
Signor Presidente, l'elenco dei residui attivi del conto consuntivo del 2011 della Regione Piemonte sono sette pagine. Per controllare se le cifre di sette pagine siano esigibili o meno, ci vogliono quattro anni di tempo dal vostro punto di vista? O anche questa è un'operazione tra le tante tese a nascondere la reale situazione? E non lo potrebbe fare, perché i documenti di bilancio alterano e violano costantemente il principio della competenza, come ancora state facendo con il disegno di legge di assestamento del bilancio, che sposta oltre 400 milioni di euro di spese fatte nel 2012 sul bilancio 2013.
Oltre 400 milioni di euro, signor Presidente, non 272 milioni di euro come dichiarate nella relazione di accompagnamento del disegno di legge di assestamento del bilancio. E oltre 400 milioni di euro sono oltre il 35 della spesa a bilancio 2012, dedotto sanità, personale e rimborso rate dei mutui.
E non lo può fare perché continuate a iscrivere mutui a bilancio (267 milioni di euro nell'assestamento 2012), con addirittura un incremento di 25 milioni di euro rispetto alla legge di bilancio e 300 milioni di euro nel disegno di legge a bilancio 2013, quando la Corte dei Conti del Piemonte nella relazione sul conto consuntivo del 2011 constata che è stata superata la percentuale del 25% (anzi, siamo al 25,42%) e quando non è possibile, per la Regione Piemonte come per tutte le Regioni, contrarre nuovi mutui se si supera la percentuale del 20%, creando un'ulteriore incertezza sostanziale ad un bilancio che non potrà essere garantito rispetto alle spese presunte che sono iscritte.
Quando si concepisce la legge di bilancio non come luogo della rappresentazione reale della situazione economica e finanziaria della Regione e pertanto si iscrive nella legge finanziaria del 2012 un avanzo presunto del 2011 per 176 milioni di euro e, nello stesso momento in cui si fa questo, si scrive nelle tabelle della legge di bilancio che viene approvata da questo Consiglio regionale che l'avanzo non è di 176 milioni di euro, ma di 400 milioni di euro, quando tutti sapevano, perché noi l'abbiamo ripetutamente denunciato che l'esercizio 2011 si sarebbe chiuso non con un avanzo di 176 milioni, con un avanzo di 400 milioni, ma con un disavanzo di 484 milioni di euro.
Quando il Consiglio regionale si trova ad esaminare in questo momento contestualmente due provvedimenti, l'assestamento di bilancio 2012 e il disegno di legge di bilancio 2013 e il disavanzo di 484 milioni di euro riportato a nuovo, viene nella legge di assestamento di bilancio coperto in una spalmatura 2012-2013-2014 e nel disegno di legge di bilancio viene coperto in una spalmatura 2013-2014-2015, chissà cosa succederà nei prossimi esercizi.
Sono queste le ragioni, signor Presidente, che ci fanno esprimere una considerazione amara: c'è una grande incoerenza tra la preoccupazione che lanciate, anche con messaggi molto forti e dirompenti, nelle conferenze stampa e le politiche di bilancio che concretamente mettete in atto. È in questo che sta l'irresponsabilità del governo regionale.
Quanto ai messaggi forti, vorrei solo ricordare all'Assessore Monferino che forse non si rende conto di quali conseguenze ha determinato la sua affermazione di una Regione tecnicamente fallita. Praticamente, Assessore e Presidente, oggi associazioni, enti e agenzie che scontavano determine e lettere di contribuzione da parte della Regione Piemonte presso il sistema bancario vengono considerate in gran parte dal sistema bancario (quelle lettere e quelle determine) carta straccia. La ragione della contraddizione sta nel fatto che, quando voi parlate della difficoltà della situazione dei conti della Regione, usate questo tema più per una polemica sul passato e più per rendere silente la vostra maggioranza rispetto alle scelte che dovete assumere piuttosto che come assunzione di una responsabilità complessiva.
Signor Presidente, la difficile situazione dei conti della Regione richiede scelte forti, coraggiose, chiare. L'obiettivo, dal nostro punto di vista, è quello di evitare l'incremento della pressione fiscale o un'ulteriore diminuzione della capacità di intervento della Regione, su temi quali il sistema dei servizi, la coesione e le politiche di sviluppo.
Entrambi gli scenari sono prezzi inaccettabili per la comunità piemontese.
Cosa fare allora? Sta nel documento che abbiamo depositato questa mattina - che chiederemo venga messo in votazione - nel quale raccogliamo proposte che non da oggi, ma almeno da un anno e mezzo, il Gruppo regionale del Partito Democratico ha presentato.
Quando un'azienda è in crisi dimezza la propria organizzazione. Noi abbiamo un'organizzazione che tiene conto di un bilancio della Regione di 1,5 miliardi di euro in più rispetto a qualche anno fa. Noi chiediamo un forte provvedimento di riduzione delle Direzioni regionali.
Quando un'azienda è in crisi - e la Regione è in crisi - utilizza al meglio le proprie risorse umane interne. Noi chiediamo che non vengano rinnovati i contratti di Direttori e di Dirigenti della Regione, con personale estraneo ai ruoli regionali.
Quando un'azienda è in crisi, riporta dentro di sé gran parte delle funzioni e delle attività che, nel passato, in tempi diversi, aveva affidato all'esterno. Ecco perché noi chiediamo, signor Presidente, che vengano riportati, in capo alla gestione diretta degli Assessorati, tutta la gestione delle leggi regionali oggi affidate a Finpiemonte S.p.A. e i fondi rotativi relativi.
Questo potrebbe anche aprire un'operazione, che noi consideriamo importante, di rifusione delle due Finanziarie, perché il venir meno di tutti gli affidamenti in house sulla gestione delle leggi regionali renderebbe praticabile questo tipo di operazione.
Quando un'azienda è in crisi, rivede la propria organizzazione esterna.
da un anno che chiediamo di ridurre il numero delle ATC e di evitare i Consigli di amministrazione delle Aree protette, che oggi hanno solamente i soldi per pagare stipendi e prebende agli amministratori delle aree protette.
Quando un'azienda è in crisi semplifica la propria organizzazione attraverso un procedimento intenso di razionalizzazione e di fusione delle società.
Quando un'azienda è in crisi non può permettersi sette società di committenza regionale.
Queste sono le proposte che noi ribadiamo, assieme al consenso che abbiamo espresso sul Fondo Comune Immobiliare per il patrimonio disponibile, ma qui - chiudo e poi recupero i due minuti non intervenendo più sul dibattito, Presidente - esprimendo la nostra fortissima contrarietà rispetto alle ipotesi del Fondo Immobiliare Sanitario.
In un minuto e mezzo cercherò di esprimere le ragioni profonde della nostra contrarietà. Non solo perché potrei rappresentare tutto ciò con uno slogan: noi non vogliamo la privatizzazione della sanità - e la privatizzazione degli immobili della sanità è un pezzo di questo disegno e di progetto politico - ma non vogliamo neanche scelte avventate. Voglio ricordare che, nelle stesse slide che abbiamo visto venerdì mattina in I Commissione, si costituisce un fondo, si conferiscono gli ospedali, vengono venduti gli ospedali, ma non sappiamo - perché sarà l'assemblea dei quotisti a definire, attraverso l'affidamento alla società di gestione di risparmio - quali saranno le condizioni contrattuali di affitto che devono essere riproposte in capo all'amministrazione regionale.
Noi, quindi, non siamo per scelte avventate, per scelte nel buio, per cambiali in bianco, che vengono conferite all'esterno.
Altre questioni.
Conferire il patrimonio ospedaliero al fondo immobiliare significa venderlo. Vendere il patrimonio ospedaliero significa, sostanzialmente rendere impraticabile la possibilità di attingere ai contributi statali sull'ex articolo 20, perché la Regione Piemonte non sarebbe più proprietaria dei beni.
Quand'anche fosse possibile, Assessore Monferino, un'operazione siffatta, le voglio ricordare che qualunque investimento facesse l'Amministrazione regionale su quel patrimonio renderebbe una valorizzazione del patrimonio che, per due terzi, riguarda la Regione, ma per un terzo riguarderebbe i privati quotisti del fondo. Attenzione, è già nella storia di questo Consiglio regionale l'esperienza di SITO, una società che ha arricchito i privati attraverso investimenti e unicamente con denaro pubblico.
Noi vogliamo - e qui chiudo il mio intervento - che questo Consiglio regionali rappresenti un chiaro momento di svolta. Quando un Gruppo di opposizione, signor Presidente, chiede che, di fronte all'inadeguatezza e alla mancanza di senso di responsabilità da parte di questo Governo regionale, si traggano le necessarie conseguenze, non esprime una ritualità che un Gruppo di opposizione ogni tanto compie ed esprime, ma esprime un convincimento.
In questo momento, la Regione Piemonte ha bisogno di un Governo: un Governo forte, capace di attuare riforme che guardino la semplificazione del sistema e alla ricostruzione del nuovo punto di equilibrio, non di un'amministrazione ordinaria. Voi, state facendo amministrazione ordinaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota; ne ha facoltà.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Organizzeremo i lavori in questo modo: prima parlerà l'Assessore Monferino, poi l'Assessore Quaglia ed infine il sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie.
Mi è stato chiesto di portare oggi l'aggiornamento dei conti della sanità, cioè a che punto siamo, nel 2012, con gli impegni che avevamo stabilito, in termini di piano di rientro, e quelli che avevamo stabilito alla fine del 2011.
Di questo, vi parlerò con l'ausilio di una decina di slide, che contengono tutte dei numeri, e che vi fanno vedere la situazione dei conti ad oggi. Abbiamo cercato di dare la massima visibilità possibile all'evoluzione delle voci più importanti di costo della nostra sanità. I numeri sono illustrati per trimestri, dal 2010 sino ad oggi; quindi vedrete tutta una sequenza di trimestri con l'elenco delle voci principali di costo, che costituiscono il consolidato della società.
Vorrei precisare due cose. La prima è che tutti i numeri che vedrete sono consolidati - dati consolidati - quindi non sono gli aggregati dei singoli valori che trovate nei bilanci delle singole Aziende sanitarie, ma sono state fatte tutte le pulizie, nei conti di intercompany, cioè di tutto quello che si muove tra un'azienda e l'altra, in modo da dare la lettura corretta e vera, come se la sanità fosse un'unica e sola organizzazione. I conti che vedrete, quindi, sono la rappresentazione del consolidato dei costi della sanità.
La seconda precisazione è che vedrete tutti i conti consuntivi, a partire dal 2010, per trimestri, fino al consuntivo di fine settembre 2012.
Vi ho inserito un'ultima informazione, che è la previsione di chiusura al 2012, quindi comprendendo anche le previsioni che le singole Aziende sanitarie ci hanno comunicato. A settembre, dopo aver chiuso i conti di settembre, hanno fatto la stima di quello che dovranno ancora spendere negli ultimi tre mesi: ottobre, novembre e dicembre.
Vedrete, quindi, i conti fino a dicembre 2012 di cui - ricordate - gli ultimi tre mesi sono la previsione che le Aziende sanitarie ci hanno mandato. Ovviamente non sono consuntivi, ma avendo nove mesi di consuntivi alle spalle, credo che l'approssimazione della previsione a fine dicembre sia abbastanza giusta. Possiamo dire, con un margine di errore di 10 o 15 milioni in più o in meno, che su circa otto miliardi e mezzo di spesa rappresentano probabilmente quel livello di confidenza dei numeri che pu esserci in una previsione di questo tipo.
Vi faccio vedere questa slide, poi le farò scorrere una per una.
In questa chart avete la sequenza 2010-2011-2012, fino al terzo trimestre, per le principali voci...



RONZANI Wilmer

Non stiamo vedendo niente!



PRESIDENTE

Stiamo provvedendo, non abbiamo interruttori, ma una ventina di elettricisti...



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Ve li faccio vedere con...



(Commenti in aula)



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Scusate un attimo.
Vi faccio vedere questo per capire la situazione...



PRESIDENTE

Assessore, mi scusi se interrompo il suo intervento: normalmente, non c'è questa attrezzatura. Adesso stiamo facendo abbassare la luce e l'Assessore ingrandirà il carattere per quanto possibile. Questo è quanto possiamo mettere a disposizione, poi ve lo faremo avere.
Prego, Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

I numeri ve li faccio vedere in dettaglio, ma volevo farvi comprendere la logica della presentazione.
In questa slide vedete tre anni: 2010, 2011 e 2012. Del 2012 vedete solo i consuntivi dei primi tre trimestri.
Sulla sinistra, in colonna, vedete le voci principali che compongono il costo complessivo della sanità, cioè gli acquisti e le manutenzioni, al netto delle rimanenze.
La seconda voce è rappresentata dall'assistenza sanitaria di base; poi c'è la farmaceutica, la specialistica e via, via, fino al totale, che è l'ultima riga in basso.
Adesso vi faccio vedere blocco per blocco, singolarmente, così spero riusciate a leggere i numeri. Credo che questa sia leggibile. Ovviamente non riuscite a paragonarli, ma cerco poi di farvi vedere una congiunzione della sequenza dei numeri.
Questi sono i trimestri del 2010, quindi vedete la spesa per trimestre.
Il costo totale della gestione sanitaria è di 2 miliardi e 173 nel primo trimestre 2010, di due miliardi e 162, 2 miliardi e 161, 2 miliardi e 2.
Questo per quanto riguarda il 2010.
Nella successiva, nel blocco centrale che avete visto nella prima slide, ritrovate gli stessi numeri per il 2011 e vedete i costi per trimestre (2.155, 2.165, 2.118 e 2.160). Sono tutti un pochino calati rispetto a quelli del 2010.
Qui vedete i tre trimestri consuntivi del 2012: 2.170, 2.126, 2.080 arrivando fino a settembre 2012. Tutti questi numeri sono consuntivi.
Questa slide è l'equivalente della prima che avete visto, che aveva il percorso dei tre anni (2010-2011-2012), e riporta i valori di spesa per ogni trimestre. Quindi, il primo punto è il primo trimestre 2010; il secondo è il trimestre 2010; poi il terzo, il quarto e così via. Vedete come la spesa trimestrale si evolve nell'arco di questi tre anni e osservate come, gradatamente, la spesa per trimestre stia scendendo in modo abbastanza significativo.
ovvio che tutta la discesa è stata compiuta nella parte finale del 2011 e nel 2012, dove, addirittura, vedete che le spese per trimestri stanno scendendo veramente in modo significativo rispetto agli anni precedenti.
Questo vi dà il senso del lavoro di efficientazione del sistema che si sta compiendo.
Se volete leggere un'altra informazione, che è più visiva (poco numerica, ma molto visiva), qui vedete l'andamento dei costi nei tre anni (2010, 2011 e 2012) relativamente al primo trimestre gennaio-marzo. Quindi gennaio-marzo 2010, gennaio-marzo 2011, che scende, gennaio-marzo 2012, che risale un pochino.
Questa seconda slide vi fa vedere la stessa informazione nel periodo gennaio-giugno. Quindi, vedete gennaio-giugno 2010, gennaio-giugno 2011 (è quello centrale, di colore rosso) e il gennaio-giugno 2012. Vi dà il senso dell'efficientamento del sistema.
Questa, che è l'unica consuntiva che abbiamo ad oggi, vi dà il periodo gennaio-settembre, cioè i primi nove mesi dei singoli anni 2010, 2011 e 2012. Qui potete leggere che la spesa sta scendendo, secondo le previsioni annunciate, cioè vicino alle previsioni fatte.
Questa rappresenta il periodo gennaio-dicembre. Quindi, tutto l'anno completo 2010, tutto l'anno completo 1011 e il 2012 ha nove mesi di consuntivo (che avete visto prima) e tre mesi di previsione, che sono la spesa degli ultimi tre mesi. Dovremo arrivare a questo valore che vedete qui, quello in colore giallino chiaro.
Vi do un'altra informazione che ci collega direttamente con il piano di rientro: nella prima riga in alto vedete il costo complessivo della sanità cioè quanto spendiamo in Regione Piemonte. Vedete, nel 2012, lo stesso valore che avete visto sulla precedente, di previsione, da cui emerge che nel 2012, dovremmo spendere 8 miliardi e 505 milioni. Avevamo speso 8 miliardi e 7 nel 2010, 8 miliardi e 6 nel 2011 e dovremo spendere 8 miliardi e mezzo nel 2012. Naturalmente, gli ultimi tre mesi di previsione possono variare di quei 10-15 milioni di cui vi dicevo prima, in su o in giù.
Il piano di rientro prevedeva, per il 2012, una spesa complessiva di 8 miliardi e 618 milioni (lo vedete lassù in altro a destra).
Sostanzialmente, questo era ciò che avevamo scritto come impegno nel piano di rientro.
Stiamo spendendo meno del piano di rientro e, ovviamente, capirete in fretta il motivo. Infatti, le condizioni relative al momento in cui abbiamo firmato il piano di rientro sono radicalmente cambiate, se non altro perch hanno tagliato a più riprese il fondo sanitario nazionale, conseguentemente dovevamo fare delle cose per riuscire a tenere in equilibro i conti.
Prendete la riga totale - la seconda riga lassù in alto - e vedete l'evoluzione dei costi nelle prime tre (8.7, 8.6, 8.5) e l'impegno che avevamo nel piano di rientro per il 2012.
Sotto ho riportato i dati, in modo molto sintetico - è veramente complicatissimo mettere insieme i numeri, chi ci è passato lo sa bene - per far comprendere il fenomeno.
Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale, la quota che abbiamo ottenuto, nel 2010, ammontava a 7 miliardi e 755 - lo vedete nella colonna di sinistra, subito sotto a "Fonti di finanziamento" e, nel 2011, a 7 miliardi e 843. Relativamente al 2012, posso parlare solo di previsione, in quanto non abbiamo ancora formalmente un'informazione esatta su ciò che ci verrà dato del riparto 2012. Ho fatto questa previsione basandola sull'ultima proposta arrivata nove-dieci giorni fa dal Ministro della sanità, che, sulla base dell'ultimo taglio introdotto, presenta la ripartizione tra le diverse Regioni Applicando questa proposta, che è la più vicina alla presumibile realtà, oggi, pensiamo di poter incassare dallo Stato 7 miliardi e 886 milioni per sostenere il Servizio Sanitario.
Nella seconda riga, dove leggete "Regione", è indicato il contributo che la Regione - sono soldi propri - aggiunge al fondo sanitario nazionale per contribuire a tenere in piedi il sistema.
Nel 2010, la Regione ha messo soldi suoi per 400 milioni; nel 2011 ne ha messi 280 e noi stimiamo - era anche l'impegno assunto nel piano di rientro - che, nel 2012, la Regione ne metta 200. Sostanzialmente, in questo periodo di tempo, abbiamo dimezzato il contributo che la Regione Piemonte dà al fondo sanitario per pagare i nostri costi sanitari.
La terza riga che vedete, quella indicata come "entrate dirette" contiene, sostanzialmente, i ricavi che ciascuna Azienda Sanitaria - qui c'è il consolidato di questi numeri - riesce a fare (intramoenia, piccole attività che vengono vendute, ecc., anche i ticket e tutte le voci che costituiscono incassi delle singole Aziende Sanitarie).
Nel 2010, abbiamo incassato 543 milioni; nel 2011 quasi 500 e noi stimiamo per il 2012 - stimiamo, è una stima questa - 472. Potrebbe essere qualcosa di più di questo 472, potrebbe anche andare vicino ai 500.
Queste tre voci (Fondo sanitario, Contributo regionale, entrate dirette delle Aziende) costituiscono il totale di tutte le fonti che entrano e che vanno a pagare le spese (colonna costi). Quindi, vedete che nel 2010 abbiamo incassato complessivamente 8 miliardi e 698 milioni. Ne avevamo spesi 8.697, quindi abbiamo chiuso il 2010 in pareggio.
Nel 2011 abbiamo incassato 8 miliardi 620 milioni, ne abbiamo spesi 8 miliardi e 600 milioni, quindi abbiamo chiuso il 2011 con un piccolissimo avanzo, poco più che pareggio. Tra l'altro, è una quota parte di quei fondi che sono stati spostati sulla parte politica e sociale.
Nel 2012 prevediamo di chiudere con costi di 8 miliardi e 500 milioni e ne incasseremo 7 miliardi e 886 milioni di Fondo nazionale, 200 di regionale, 472 - ipotizzato - di entrate dirette. Dovremmo incassare in totale 8 miliardi e 550 milioni. Se così fosse, noi chiuderemmo il 2012 con un attivo, un avanzo di circa 50 milioni.
Voi sapete anche che i contributi al fondo sanitario hanno subito tagli che sono avvenuti con la finanziaria del luglio 2011. Questi tagli, per un totale di 8 miliardi, erano tagli sul fondo sanitario, così come era previsto nella sua evoluzione negli anni, tendenziali. Quindi, era stato previsto che il fondo sanitario (106 miliardi circa) salisse fino a 110 negli anni successivi.
Da questi valori sono stati fatti i tagli degli 8 miliardi della finanziaria 2011, quindi sono tagli, se mi passate il concetto per spiegarmi, "virtuali", perché sono tagli afferenti ad un numero che era l'evoluzione tendenziale del trend di finanziamento che era stato previsto.
Invece, i tagli successivi (900 milioni nel 2012, un miliardo e otto nel 2013, 2 miliardi nel 2014) sono tagli veri che partono del consuntivo 2011 e questi tagli vengono applicati da quel consuntivo. Questi sono tagli veri, perché portano in giù quello che era il fondo sanitario nazionale previsto nel 2011.
Questi numeri sono stati costruiti in questo modo e quando diciamo che incasseremo 8 miliardi 558 milioni, comprendiamo già l'ultimo taglio previsto nella proposta arrivata circa dieci giorni fa, che per noi vale circa 70 milioni.
Quindi, in questi numeri sono compresi tutti questi tagli. Questi sono i numeri veri di entrate e, presumibilmente, di uscite e di costi che noi stiamo stimando.
Ma ci sono due altre cose che è bene ricordare. La prima è che i costi hanno risentito tutti dell'aumento dell'IVA, quindi nei numeri che vi sto mostrando rientra anche l'aumento dell'IVA.
La seconda cosa, più grave, invece, è il fatto che la famosa legge 118 ha previsto che nei conteggi delle Aziende sanitarie vengano inclusi tutti gli ammortamenti, che non avevamo mai calcolato nei nostri costi della sanità. Per noi questi ammortamenti valgono una consistente "paccata" di soldi.
Se non consideriamo gli ammortamenti, finiamo con un avanzo abbastanza buono, significativo, circa 50 milioni. Tra l'altro, corrisponde all'impegno - io ritengo - che abbiamo con lo Stato in termini di piano di rientro.
Quindi, saremmo a buon punto, avendo assorbito gli aumenti dell'IVA e il taglio che è stato fatto per l'introduzione dei ticket. Ricordo che ci hanno tagliato un pezzo di fondo e ci hanno detto che avremmo dovuto recuperarlo con il famoso "superticket" di un anno fa. In realtà, con la stima che era stata fatta di quel superticket di entrata, abbiamo incassato più o meno la metà di quello che era il valore ipotizzato.
Quindi, abbiamo subito anche una parte del taglio che non è stato coperto dal ticket. Ci siamo sorbiti l'IVA, come vi dicevo, e se dovessimo metterci dentro anche gli ammortamenti, il quadro diventerebbe quello che vi ho descritto.
La terzultima riga da sotto, quella che avete visto poc'anzi, è il risultato prima degli ammortamenti. Se dovessimo aggiungere gli ammortamenti, che per noi valgono, nel 2012, 103 milioni, chiuderemmo con un disavanzo di 50 milioni dopo gli ammortamenti.
Questo non fa parte degli accordi di piano di rientro, quindi, in termini di impegni che dovevamo mantenere, ritengo che dovremmo fermarci alla terzultima riga (risultato ante-ammortamenti), che è più o meno in linea con quello che avevamo scritto nel piano di rientro con un avanzo di 56 milioni.
Se ci riferiamo agli impegni presi con lo Stato, siamo assolutamente in linea. Poi ci sono da considerare i tagli dei finanziamenti e dei fondi l'aumento dell'IVA e quello dei ticket. Quello che non riusciremo ad assorbire completamente è l'aggiunta degli ammortamenti, se venissero calcolati - ma penso che non sia così - in termini di impegni per il piano di rientro.
Questa è la situazione dei nostri conti.
Questa è la grande sintesi di tutti i nostri conti, anno per anno, che fanno vedere come si stanno evolvendo tutte le nostre spese. Ho illustrato il quadro complessivo di tutta l'evoluzione dei costi della sanità.
Credo che i dati parlino da soli. C'è il programma di efficienza che ci eravamo proposti di portare avanti: sostanzialmente, sta camminando abbastanza bene. Se i conti fossero questi e soltanto questi, ritengo che il nostro piano di rientro potrebbe dirsi quasi concluso o quasi alla fine.
Bisogna vedere che cosa succederà, perché sull'emersione di quel disavanzo di quasi 900 milioni, peraltro, era stata chiesta la verifica a Deloitte in termini di controllo dei bilanci delle Aziende sanitarie e del bilancio regionale. Questa verifica è stata conclusa la settimana scorsa. I risultati confermano la mancanza di copertura, da parte del bilancio regionale verso le Aziende sanitarie, pari a questi quasi 900 milioni, che corrispondono a quegli impegni che erano stati cancellati con la promessa di ripristinarli negli anni successivi. Quelli rappresentano il buco che in qualche modo bisogna coprire.
Questa è una discussione aperta con Roma, perché, da un punto di vista strettamente tecnico, i tecnici potrebbero considerare quello come un buco della nostra sanità e quindi potrebbe proseguire, a detta loro, il discorso del piano di rientro. Noi abbiamo una visione leggermente diversa e abbiamo sviluppato anche dei piani per spiegare come potremmo, prima o poi, tappare questo buco, impegnando ovviamente delle nostre risorse regionali e quindi non considerarlo nei discorsi complessivi di piano di rientro.
Questa è un po' la situazione dei conti della sanità.
Per il momento, non ho altro da aggiungere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.
La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Più che altro, intervengo riprendendo comunicazioni che sono state fatte, per quanto mi riguarda, nella Commissione consiliare competente in sede di discussione del bilancio consuntivo 2011 e poi in altre sedute della Commissione, c'è una immagine riassuntiva che riguarda la posizione debitoria e finanziaria della Regione Piemonte alla data del 31/12/2011.
Sono i dati che sono già stati trasmessi e commentati nelle Commissioni competenti, e che sono stati anche illustrati a fine ottobre.
Questi sono dati che sono stati forniti nelle Commissioni consiliari competenti e sui quali è già avvenuto il confronto rispetto alla Corte dei Conti per quanto riguarda la relazione sul bilancio 2012.
Credo che la scelta dell'Amministrazione sia sempre stata quella di dare una informazione globale per quanto riguardava la situazione debitoria della Regione Piemonte.
Infatti, al 31/12/2011 i debiti finanziari della Regione Piemonte iscritti a bilancio, escluse le situazioni debitorie di ASL e delle Aziende Sanitarie Ospedaliere, al netto - e lo ricordava già il Presidente Reschigna - rispetto al lavoro che si sta facendo sui residui attivi e passivi e del dato relativo alla riduzione degli impegni per il biennio 2006-2007 da parte della Giunta regionale verso le ASL e le ASO ammontano come si vede dalla slide proiettata, a circa euro 6.445.000 che, a fronte del dato della liquidità regionale pari a 355 milioni di euro, portano ad un risultato debitorio finanziario netto che si aggirava intorno a 6,1 miliardi di euro.
Tale posizione finanziaria, che si vede nella slide successiva, che è sintetizzata rispetto al titolo di "Entrate e uscite regionali" - ma in realtà sono i dati di rendiconto di incassi e spese proprio per sintetizzare anche il fatto che non stiamo parlando di competenze, ma parlando di incassi - trae origine da questo sbilancio tra le entrate e le uscite della Regione Piemonte negli anni dal 2005 al 2011.
Al di là del fatto che c'è un dato, su cui vi è un documento depositato in Commissione e che è a mani di tutti i Consiglieri, relativo all'indebitamento della Regione, che parte da una posizione del 2005 di un miliardo e 612 milioni di euro e arriva a fine 2011 con sei miliardi e 100 milioni, rispetto a questa posizione si vedono, anno per anno, gli sbilanciamenti che riguardano il bilancio regionale.
Credo che questa, rispetto ad una considerazione che è stata fatta nel primo intervento anche dal Presidente Reschigna, visto che in Commissione stiamo parlando di assestamento 2012 e stiamo parlando di una delibera di indirizzo del Consiglio regionale per quanto riguarda la revisione della spesa, a cui i Gruppi di maggioranza e dell'opposizione stanno dando il proprio apporto, voglia essere la rappresentazione del fatto che una gestione ordinaria non è più possibile per quanto riguarda la nostra Regione.
Questo è dovuto a più fattori e l'abbiamo detto spesso in Commissione.
Sicuramente è dovuto al fatto che, rispetto ad una politica di possibilità di indebitamento, oggi la Regione Piemonte non può più fare ricorso a questa possibilità per quanto riguarda la costruzione dei propri bilanci.
Tant'è - ed è stato già ricordato, ma lo ricordo anch'io - che per quanto riguarda l'iscrizione dei mutui nei vari bilanci, nel 2009 abbiamo un mutuo "tirato" di 800 milioni più un'anticipazione, per quanto riguarda, la sanità di 509. Nel 2010, nell'iscrizione a bilancio avevamo uno e due di copertura di mutuo, nel 2011 siamo scesi a 600 e nel 2012 è 242.
Questa è la consapevolezza che una capacità di costruzione dei bilanci deve essere slegata dal ricorso al mutuo e, soprattutto, dalla copertura di una sbilancio di entrate/uscite, incassi/spese, che non può essere coperta attivando lo strumento del mutuo.
Rispetto alla parte precedente, si faceva riferimento anche a due anticipazioni importanti che sono state fatte per quanto riguarda i pagamenti dei fornitori della sanità: una nel 2006 per un totale di 715 milioni e 410; l'altra, attivata nel 2009, ossia l'anticipazione straordinaria di 509 circa, quindi arrotondata a 510.
Queste due anticipazioni erano operazioni studiate per dare ossigeno e quindi per riuscire a dare la possibilità ai fornitori di continuare a lavorare con il sistema sanità, ma non essendo state accompagnate da una riforma strutturale del sistema sanità, questi due interventi negli anni successivi hanno perso efficacia, pur essendo ancora entrambi a carico del bilancio della Regione Piemonte. Perché l'operazione dei 410 milioni viene rimborsata annualmente per un importo di circa 83 milioni sul bilancio della Regione e l'operazione dei 509 rimborsata in funzione al piano di rientro e la stiamo spalmando come assorbimento in vari anni.
Questo processo e questa costruzione dei bilanci - e passiamo alla terza slide - ha visto ovviamente una riduzione significativa delle erogazioni regionali, che si sono attestate circa a 2,8 miliardi di euro. E qui c'è l'andamento dal 2004, c'è un incremento nel 2006 legato agli investimenti per le Olimpiadi, poi scende nel 2011 con due miliardi e 800 milioni, ottenuto sia sui fondi regionali sia anche con i tagli e i minori trasferimenti che il bilancio della Regione ha dovuto sostenere.
Credo che il dato complessivo su cui abbiamo discusso e continueremo a discutere in Commissione ci ha portato alla consapevolezza che una gestione e lo ribadisco - ordinaria non è più possibile per quanto riguarda questa Regione e per la costruzione dei bilanci.
Sicuramente il contesto storico ed economico in cui stiamo vivendo inquadra in maniera globale questo problema. Il taglio dei trasferimenti e il fatto che la gestione della Regioni non passi più attraverso funzioni delegate e trasferimenti legati alle "ex Bassanini", di cui c'è stato di fatto l'azzeramento, porta sicuramente i bilanci delle Regioni ad una situazione di complessità e di gravità. Situazione che prevede e necessita di un processo articolato per quanto riguarda sicuramente la riduzione e la revisione della spesa della Regione Piemonte, una revisione sulle erogazioni e sulla qualità e sulle ricadute che queste hanno sul sistema economico piemontese, il contenimento e la progressiva diminuzione delle spese di funzionamento della cosiddetta "macchina regionale", che comprende sicuramente la Regione ma anche tutta la parte di società partecipate e la sommatoria di enti che compongono il bilancio della Regione e le uscite che vanno verso questo sistema regionale.
Sicuramente venerdì in Commissione c'è stato il primo confronto, che ovviamente proseguirà, e i processi che sono stati avviati - primo fra tutti, quello del Fondo immobiliare e della valorizzazione degli assetti immobiliari della Regione, delle partecipate e, nell'ipotesi in cui si sta lavorando, anche della sperimentazione di un Fondo immobiliare sanitario che veda investitori etici e su cui immagino che ci sia poi un confronto saranno e sono finalizzati a realizzare un recupero della posizione debitoria della Regione Piemonte.
Inoltre, credo che l'ingegner Monferino, nella presentazione dell'andamento dei conti della sanità, abbia voluto, questa mattina presentare il fatto che con lo sforzo di una riforma strutturale si sta cercando di attuare, oltre che il contenimento della spesa, l'azzeramento dei fondi regionali che vanno in co-finanziamento alla sanità e a cercare visto che, ce lo diciamo sempre, la sanità occupa più dell'80% del bilancio della Regione - nell'efficientamento di questa parte importante del bilancio, un avanzo che può essere utilizzato per il bilancio complessivo della Regione Piemonte.
Dal momento che immagino che anche il Presidente della Giunta abbia chiesto la parola, penso di dovermi fermare qua. Lo dico perché, da questo punto di vista, il lavoro che stiamo facendo in Commissione è per me un lavoro fondamentale, e perché ho visto che nell'ordine del giorno presentato dalle opposizioni c'è il riferimento alle azioni di cui stiamo discutendo adesso in Commissione con il contributo dei Gruppi, e soprattutto dei Gruppi di maggioranza.
Per quanto riguarda la revisione della spesa della Regione Piemonte, la strada che riusciremo a trovare non sarà ordinaria - e lo dico per la terza volta - ma sarà straordinaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per una precisazione, l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo visto, prima, i conti economici della sanità, quindi ci che arriva per finanziare la spesa, la spesa stessa e dunque il risultato dell'anno. Non abbiamo parlato della parte che personalmente considero importante e più critica, che è tutta la parte debitoria delle Aziende sanitarie. Le Aziende sanitarie hanno infatti quattro miliardi e mezzo di indebitamente complessivo - cioè, tutte le nostre Aziende sanitarie insieme, hanno un indebitamento complessivo di questo livello - la cui gran parte è rappresentata dai debiti verso i fornitori, che è la componente salita in maniera esponenziale negli ultimi anni; con molta continuità devo dire - per molti anni. Questa parte è la sofferenza più consistente che il sistema sanitario sta imponendo sul suo sistema di rifornimento.
Curare il conto economico, allora, è sicuramente una cosa che dobbiamo fare; non solo per gli impegni romani, ma perché non si può continuare a ricevere dieci e a spendere 11. Ad un certo punto, quindi, bisogna far quadrare i conti.
La parte più critica che dev'essere curata, però, e non vedo come possa essere curata se non con dei fatti eccezionali - ecco perché abbiamo pensato ai Fondi immobiliari, ecc. - è quella di curare l'indebitamente delle Aziende sanitarie, soprattutto verso il sistema dei fornitori, che è ad oltre due miliardi e mezzo, mentre la parte di debito finanziario delle Aziende sanitarie gira intorno al miliardo o poco più; la parte più critica, però, è realmente il sistema-fornitori, che è partito alcuni anni fa da un debito di alcune centinaia di milioni (se ricordo bene, nel 2004 2005 ammontava a 800 milioni), e ed arrivato oggi ad oltre due miliardi e mezzo di debito verso i fornitori.
Noi, quindi, stiamo finanziando le nostre Aziende sanitarie a scapito del sistema di rifornimento. Questa è, forse, la criticità più grossa che dobbiamo affrontare, se non vogliamo far chiudere, una dietro l'altra imprese che sono fornitrici del sistema sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.
Il Presidente della Regione si riserva di intervenire in seguito quindi apriamo il dibattito generale, per il quale il primo iscritto a parlare è il Consigliere Lepri, che ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Mi consentirà, Presidente Cota, un briciolo di ironia.
A me lei pare, in questo momento e in questi mesi, un po' come un medico chiamato al capezzale di un malato molto grave - una specie di primario, uno dei tremila attualmente ricoprenti una carica di struttura semplice o complessa, dei quali una buona metà, voglio ricordarlo, è stata nominata dal centrodestra di cui lei faceva parte - aiutato da due valenti collaboratori: un famoso chirurgo proveniente e scelto dalle imprese private, certamente capace di fare il suo mestiere, e una anestesista brava e sorridente, che anche oggi ha contribuito ad aprire e approfondire la discussione. Chi sono i suoi collaboratori, che mi consentiranno anch'essi un po' di ironia? Sono l'Assessore Monferino e l'Assessore Quaglia.
Qual è il problema? Il problema è che questa équipe, che oggi si ripresenta per rappresentarci una situazione così drammatica, ha la siringa pronta - l'anestesista - ma non fa mai l'iniezione, ha il bisturi pronto il chirurgo - ma sinora ha fatto solo l'incisione senza asportare il male mentre lei, Presidente, che fa il primario, continua a dire, tirato per il camice, che oggi è tardi e che domani faremo l'intervento.
Se fosse una scenetta, Presidente, farebbe ridere; ma è una tragedia. E per sintetizzare l'intervento autorevole del nostro capogruppo, non potete dire - cosa che state dicendo da un anno - "razionalizzeremo le partecipate", continuando invece a gonfiarle. Perché di questo si tratta: SCR e Finpiemonte, infatti, continuano ad avere personale in più e compiti in più ed è da un anno, con progressivi rinvii, che attendiamo il vostro programma di razionalizzazione delle partecipate.
Non potete continuare a dire - cosa che abbiamo evidenziato anche nella legge finanziaria - che metterete mano alla razionalizzazione del personale e poi le misure della spending review - possiamo chiamarle così - fanno finora il solletico al personale. Non potete dire "non faremo più mutui" cosa che ha detto ancora oggi l'Assessore Quaglia - e poi iscrivere, anche nel 2013, 300 milioni di nuovi mutui; magari non li accenderete, ma sono previsti. Questo conferma la linea secondo cui i problemi, cioè le scelte cioè i tagli si continuano a rinviare.
Non potete dire "riduciamo il numero di primariati" ma poi, appena esce un'ipotesi - su cui certamente siamo disponibili a discutere e ad approfondire - vi sono autorevoli e meno autorevoli esponenti della maggioranza che puntualmente - chi l'uno, chi l'altro - vanno a rincorrere la tutela del primario di turno, dell'indifendibile e, talvolta, dei particolarismi.
Allora, signor Presidente, proprio per essere sintetico e scusandomi per l'eventuale ilarità suscitata, le direi: faccia il primario, o almeno il medico di medicina generale o lo specialista; prenda, cioè, il ricettario e prescriva la cura, disponga gli interventi chirurgici e dica alla brava anestesista che il suo compito non è di sopire o di rinviare, ma al massimo quello di fare sentire un po' meno il dolore che inevitabilmente sarà determinato.
Le faccio un'ultima avvertenza, Presidente: non prescriva medicine con troppi effetti collaterali. Mi riferisco, in particolare, alla questione del Fondo immobiliare sulla sanità su cui noi faremo una durissima battaglia perché sappiamo che, dietro l'almeno apparente e condivisibile determinazione a liberare risorse e a ridurre l'indebitamento, ci sono diversi rischi.
Uno è quello che lo Stato non ci dia più risorse perché il patrimonio non è più in capo esclusivamente al Servizio sanitario regionale; che i privati si avvantaggino - com'è già capitato in moltissime società partecipate miste pubblico-privato - dagli investimenti che potrebbero arrivare dalla Regione e perché oggi noi iscriveremmo a patrimonio del Fondo immobiliare dei valori patrimoniali che sono assolutamente sottodimensionati - lo sappiamo - e che verrebbero, invece, una volta valorizzati, accertati a valore reale, con un evidente presumibile vantaggio in capo ai soci privati.
Sono solo alcune delle preoccupazioni che abbiamo rappresentato e che ci inducono ad essere molto sospettosi su questa possibile cura.
In conclusione, immagino già l'obiezione: "Ma voi volete solo criticare". No, noi non siamo esenti - lo voglio ricordare anche in questa sede, perché non è mai troppo tardi (peraltro, lo abbiamo già ricordato più volte) - da limiti o responsabilità. Siamo corresponsabili di questa situazione, tuttavia prevale largamente in noi, oggi, il senso grave della responsabilità.
Ci vuole, Presidente, una "cura da cavallo". Ma non si può solo promettere la cura da cavallo, perché altrimenti, come ha bene ricordato il collega Reschigna, il cavallo non beve più.
Oggi i fornitori della Pubblica Amministrazione regionale non sono più in grado di scontare le fatture perché non si verifica, agli occhi di chi finanzia il sistema imprenditoriale, una determinazione forte, da parte della Regione, a mettere mano alle misure che tutti si attendono. E quindi c'è - questo è l'effetto prossimo che abbiamo registrato - una chiusura di tutte le disponibilità finanziarie.
Ci consideri, insomma, signor Presidente, un suo collega (non sappiamo se più bravo), ma cerchi di avere da noi qualche amichevole consulto. Non tocca a noi fare la diagnosi, signor Presidente, ma stia sicuro - lo abbiamo già fatto anche in questo ordine del giorno - che non ci sottrarremo dal formulare delle proposte, a condizione che smetta il gioco del passaggio del cerino e che si decida, finalmente, a prescrivere ciò che serve.
Altrimenti, signor Presidente, più che un medico, presto o tardi sembrerà uno stregone.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Molte considerazioni sono state già espresse dai colleghi che mi hanno preceduto. Cercherò, quindi, di essere non breve, ma schematico, per essere meglio compreso.
Uno dei primi elementi che vorrei mettere in luce è l'esigenza di capire chi dice la verità. È importante questo aspetto.
In termini di credibilità, per chi governa, è importante appurare se ci dice la verità o meno, per essere eleganti.
Come diceva Einaudi - mi piace tantissimo, per cui lo cito spesso "bisogna conoscere per deliberare". Ma dall'inizio di questa legislatura mi auguro non in malafede, mi sembra che qui non si riesca a conoscere un granché. Dunque, se voi deliberate senza conoscere, è un fatto gravissimo se deliberate conoscendo e non ci informate, è un fatto altrettanto grave.
Veniamo alla Corte dei Conti.
Nel secondo paragrafo del punto 1 della relazione intitolata "Ritardi nell'adozione dei bilanci", a pagina 18 la Corte evidenzia come "i rilevanti ritardi nell'adozione dei bilanci delle Aziende Sanitarie costituiscono grave irregolarità, ai sensi dell'art. 1 comma 170 della legge n. 266/2005, suscettibile di arrecare pregiudizi alla gestione delle stesse, non già solo per essere in contrasto con le previsioni di legge (nazionali e regionali), ma per le importanti conseguenze della programmazione del servizio sanitario, sia a livello regionale che aziendale, oltre che sui relativi controlli".
La relazione della Corte dei Conti prosegue e mette in evidenza "come possa risultare fuorviata la stessa assegnazione di risorse alle Aziende in quanto effettuata sulla base dei dati di bilancio non definitivi e di Piani di rientro aziendali costruiti avendo come riferimento dati provvisori".
Poi i magistrati contabili rilevano come "questa cronicizzata prassi di tardare l'approvazione dei bilanci delle Aziende Sanitarie risulti non in linea con le esigenze di coordinamento finanziario previste dal decreto legislativo n. 118 del 2011, in quanto l'armonizzazione e la confrontabilità dei dati dei diversi servizi sanitari regionali presuppone la disponibilità di dati certi e definitivi, nonché dinamiche di programmazione e controllo puntuali anche dal punto di vista temporale".
A questo l'Assessore ha risposto assicurando che "ogni tre mesi a Roma vengono inviati tutti i conti economici delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e i relativi stati patrimoniali". Vediamo se questo è vero.
In data 19 luglio 2012 si è svolta la riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza. Tra i punti in discussione della riunione vi è anche il "Risultato d'esercizio relativo al consuntivo 2011".
In proposito, viene rilevato come la Regione Piemonte abbia inviato sì al Sistema Informativo Sanitario i dati concernenti, ma Tavolo e Comitato fanno presente "...che alcuni allegati citati nella relazione regionale non sono stati trasmessi".
Come replica la Regione a questa mancata trasmissione? Replica dicendo: "Si è trattato di un refuso".
La stessa riunione passa, poi, a trattare un altro argomento: "Relazione sullo stato patrimoniale del 2011". Tavolo e Comitato valutano che la relazione sia insufficiente rispetto a quanto richiesto. Quindi Tavolo e Comitato, per non ripetere gli argomenti, chiedono alla Regione di fornire urgentemente chiarimenti.
In conclusione, chi tra i due dica la verità, a me sembrerebbe, a meno che non mi sbagli, estremamente evidente.
Veniamo al secondo punto: la certificazione dei crediti.
Vorrei capire - a tal riguardo pongo una domanda affinché sia chiarito perché non l'ho ben compreso - qual è la piattaforma di riferimento: quella citata dall'Assessore in qualche occasione, che riguarda la Regione Lazio (piattaforma della Regione Lazio) o quella del 18 ottobre 2012 approvata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze? Francamente, non l'ho capito.
Sta di fatto una considerazione: Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato di Unicredit, in un'intervista su Il Sole 24 Ore di domenica 28 ottobre sostiene che "in banca non riceviamo richieste di anticipi sui crediti. Le certificazioni ancora non ci sono". E benedetto Iddio! E benedetto Iddio! Passiamo al terzo elemento: esternalizzazione dei servizi e aumento delle spese; il caso ARESS.
L'ARESS sicuramente non l'ha creata il Presidente Cota (non ricordo quando sia stata istituita, ma sicuramente anche il Governo di centrosinistra, nella scorsa legislatura, ne ha utilizzato, tra virgolette i mezzi), ma ora emerge chiaramente che costa quasi sette milioni di euro.
Noi riteniamo, in conformità a quanto dice il Governo Monti (noi e la Lega, di fatto, lo contestiamo, ma almeno quando dice qualcosa di buono, lo vogliamo prendere in considerazione, o no?), che occorra evitare tutte le spese non indispensabili e non ricollegabili in modo diretto e immediato ai fini pubblici.
Quindi l'ARESS, a nostro modesto avviso, va soppressa, perché non serve assolutamente a nulla. Basta leggere la denuncia di un dipendente nelle cronache locali di qualche giorno fa.
Noi non abbiamo bisogno di doppioni, soprattutto quando i doppioni incidono in modo rilevante sulla terzietà delle scelte. Noi non abbiamo bisogno di doppioni di tavoli tecnici: Tavoli tecnici dell'Assessorato e tavoli tecnici dell'ARESS; il più delle volte non si capisce quali dei due abbiano maggiore rilevanza nelle scelte.
Detto questo, mi avvio alla conclusione passando ad un altro argomento: il recepimento della Direttiva Europea sui tempi di pagamento.
Sapete che mi sono occupato di quest'argomento e che, grazie al Consiglio, è anche stata approvata una modifica, qualche mese fa.
Mercoledì 30 ottobre è stato approvato il Decreto Legislativo che attua la Direttiva del Parlamento e del Consiglio europei, del 16 febbraio 2011 relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali. Sono stati stabiliti dei tempi stringenti: 30 giorni in generale e 60 giorni per le Aziende Sanitarie e gli Ospedali. Mi riferisco all'articolo 4, che annuncia la decorrenza degli interessi moratori su base giornaliera dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento e diventa automatica: non è più necessario che ci sia una richiesta scritta al debitore da parte del creditore.
Voi sapete a quanto ammontano gli interessi di mora su questa partita? Al 9%! Il Sole 24 Ore, che sicuramente tutti leggete, quantifica tale partita in circa 100 miliardi di euro l'anno ed afferma che il pagamento degli interessi potrebbe ammontare a tre miliardi (la stima è molto prudenziale: ritengo sia anche di più).
L'Assessore dice (lo dice sempre) che la partita sanità rappresenta l'8 o il 9% della cifra nazionale. Pertanto, per il Piemonte, andando a spanna ma proprio a voler essere riduttivi, il danno è di circa 300 milioni.
Anche Monchiero (non so se sia ancora Direttore generale o no) è molto preoccupato, da questo punto di vista, e chiede un interessamento presso il Governo, per avere chiarimenti.
Questo è un altro elemento che fa evincere in modo chiaro l'esigenza di conoscere i conti, perché da quelli derivano un'altra serie di partite. I conti non si possono tenere nel cassetto! Capisco che ci siano delle difficoltà, però le difficoltà si affrontano e chi governa ha il dovere di farlo.
Concludo, Presidente, approfittando ancora di 30 secondi per dire che ho presentato un ordine del giorno, che ritengo lei voglia considerare collegato a questa trattazione, che riguarda la valorizzazione del patrimonio immobiliare.
Sono fuori tempo, pertanto mi riservo d'intervenire quando si discuteranno gli ordini del giorno.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Buquicchio.
L'ordine del giorno n. 913 "Valorizzazione del patrimonio immobiliare approvazione piano degli investimenti. Argomento connesso alla 'Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti'"è collegato all'argomento in oggetto.
Informo l'Aula che ci sono ancora tredici Consiglieri iscritti a parlare, più il Presidente della Regione, che si è riservato di intervenire, e gli ordini del giorno collegati.
Ovviamente, non voglio né posso limitare il tempo a nessuno, però prego di tenere conto di questo, perché - com'è noto - nel pomeriggio siamo convocati per un'altra seduta straordinaria e, poi, alle ore 17.30, per la seduta ordinaria.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Primaria "San Domenico Savio" di Torino


PRESIDENTE

Prima di proseguire, desidero salutare, a nome dell'Assemblea e mio personale, i docenti e gli studenti della Scuola Primaria "San Domenico Savio" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

"Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti" presentata dai Consiglieri Reschigna, Stara, Cerutti, Artesio, Ronzani Goffi, Dell'Utri, Gariglio, Bresso, Taricco, Lepri, Manica, Muliere Placido, Ponso, Laus, Buquicchio, Negro e Bono (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 914 e n. 913)


PRESIDENTE

Riprendiamo la trattazione del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Situazione dei conti della Regione e provvedimenti conseguenti".
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi scuso per essere stato assente prima, quando lei già voleva darmi la parola.
Ripeterò qui quanto ho detto all'inizio di questa mattina in una riunione dei Capigruppo di maggioranza, evidentemente adeguando i toni ad una sede diversa e rinunciando, in questa sede, ad esprimere suggerimenti se non quelli di natura generica, poiché ritengo sia compito della maggioranza definire, al proprio interno - e in questo caso certamente ve ne è la necessità - quali contromisure s'abbiano da prendere.
Per quanto riguarda il Gruppo di Progett'Azione, il tema è chiaro e chi ha voluto o potuto seguire le poche cose, ma molto puntuali, che siamo andati dicendo nel corso del primo anno e mezzo della nostra operatività non può che convenire che avevamo ragione (molti lo stanno facendo: questo ci fa piacere, come a tutti coloro che con molta umiltà esercitano questo difficile mestiere della politica; difficile di per sé e difficilissimo perché esercitato in un momento in cui l'opinione pubblica, non certamente in maniera del tutto immotivata, ha nei riguardi nostri, come categoria un'immagine pessima), in un momento in cui la situazione dei conti della Regione, era - ma questa non è una novità e non è una notizia - drammatica.
Se i conti sono drammatici, occorre, però, non indulgere alla constatazione o alla convinzione che dipenda unicamente dalle circostanze esterne, perché questo è certamente parzialmente vero, ma solo parzialmente.
Riprendo un punto che ha toccato il Consigliere Reschigna nel suo intervento introduttivo - che è anche il motivo per cui oggi siamo qui a discutere - quando ha detto: "I debiti si sono andati creando negli ultimi 15 anni".
Poiché ultimamente sono particolarmente attento quando parla la Consigliera Artesio, voglio evidenziare che la Consigliera Artesio ha detto una delle tante cose che condivido (mica tutte, fortunatamente!): bisogna conoscere per distinguere, perché se uno non conosce, tende a fare di tutta l'erba un fascio e, quindi, confusione. La confusione è nemica della gestione dei problemi, perché se i problemi non si conoscono ragionevolmente in maniera approfondita, è difficile che la terapia ne consegua fluida ed efficace.
I debiti - non me ne vorrà il Consigliere Reschigna - partono dal giorno successivo a quello in cui mi sono dimesso io (né un giorno prima n un giorno dopo), quindi sono soltanto 11 anni. Il giorno in cui mi sono dimesso, questa Regione aveva 215 milioni di debiti verso terzi, e non mi sono ancora rammaricato a sufficienza per aver dato il mio assenso - come Assessore al bilancio - all'istituzione della prima sovrattassa IRPEF, per coprire - caro Assessore Monferino - già allora, i debiti della sanità.
Infatti, era già diventata operativa la normativa che si chiamava per conto dell'allora Sottosegretario (oggi, se non sbaglio, Ministro o Viceministro) Giarda: chi rompe paga.
Già allora i conti della sanità non erano del tutto a posto, pertanto introducemmo una sovrattassa. Quello fu un errore, poiché c'erano già soldi più che sufficienti per fare efficienza, senza bisogno di imporre nuove tasse, ma da 250 milioni a 7, 8, 9, 10, 11, 12: sembra l'estrazione del lotto e capisco bene la difficoltà di coloro che se ne occupano di arrivare ad un'analisi del debito.
Un'altra non notizia, per coloro che se ne occupano da alcuni anni, è che i conti della sanità, se lo dicessi fuori da questa sala, direi che sono "taroccati", volendolo dire in maniera più elegante, dico che non sono a posto.
Questa è una delle tante ragioni che ha fatto sì che tutte le Giunte ma proprio tutte-tutte-tutte, si siano rifiutate, con molta accuratezza, di certificare i bilanci delle Aziende. Le motivazioni addotte nel corso degli anni sono state diverse, ma il risultato è che - l'Assessore Monferino ormai ne è totalmente conscio, ma, con uguale sapienza, credo avrebbero dovuto esserlo coloro che l'hanno preceduto in quella scomodissima poltrona (dall'Assessore Artesio all'Assessore Valpreda, all'Assessore Ferrero risalendo giù, giù fino al compianto Assessore D'Ambrosio) - non si è mai voluto capire fino in fondo quale fosse la voragine dei conti, perché si è sempre vista la sanità come un problema e non - come io insisto tuttora a sostenere - come una delle poche opportunità che questa Regione potrebbe correre per effettuare anche un modello di sviluppo.
Tutto il resto che ha detto il Consigliere Reschigna è vero. Poich abbiamo collaborato tutti, più la situazione esterna, nel creare, in tante forme, questa situazione drammatica, bisogna che adesso si operi.
Il primo punto da cui dobbiamo partire non è esterno alla maggioranza ma è compito della maggioranza. Abbiamo chiesto al Presidente Cota, e lo abbiamo chiesto con una certa chiarezza, di far conoscere alla maggioranza le modalità, nell'ambito della sanità - che è la voce principale, ma non solo per la sanità - delle linee operative che si intendono seguire onde procedere, gradatamente, ad un recupero di efficienza nell'area del rigore dei conti e, parallelamente, ai tentativi di riutilizzare questo recupero di efficienza nell'area più carente in questo momento in regione, che è il mondo dello sviluppo.
Lo traduco in maniera più chiara. Quando si è votato il Piano Socio Sanitario, ci è stato detto, in maniera molto chiara e anche simbolicamente espressa: "O votate o ce ne andiamo a casa". Una votazione in sede politica del documento del Piano Socio Sanitario, ossia una modalità che all'epoca abbiamo molto apprezzato.
Chi ha seguito quel dibattito, ma per chi non l'ha seguito lo riassumo noi eravamo allora più convinti che la modalità migliore per la riorganizzazione della sanità fosse la contrapposizione costruttiva tra ospedale e territorio. Tuttavia, se il capo della nostra maggioranza ci chiese un atto di fiducia politica rispetto ad una riforma di natura diversa, come è stato chiesto, quella fiducia politica l'ha avuta.
Adesso siamo noi a chiedere - adesso, domani, dopodomani, non si pu più perdere tempo - che le "tetrazioni" di questa riforma trovino la declinazione, all'interno della maggioranza, di quali linee operative si intendono seguire; possibilmente quali obiettivi concreti tali linee operative potranno individuare, onde cooperare in un'opera difficilissima.
Come ho detto in maggioranza e ripeto in Aula, sono tutti capaci a dire sì. Qui abbiamo degli esperti, come l'ex Assessore Leo, che in materia ha fatto scuola non soltanto in questa regione: parlano di lui anche alle Nazioni Unite...
Dire di no è difficilissimo e noi siamo all'interno di un Ente che ha collezionato - in questo ha perfettamente ragione il Consigliere Reschigna quindici anni di sì. Quindici anni di eccessi, quindici anni di spese non sempre giustificate. Adesso è ora di andare a riprenderle! Evidentemente non si possono riprendere facendolo fare a coloro che le spese le hanno originate.
Nella riforma della struttura della Regione, anche come assetto di Direzioni, ben venga, da parte di chi lo suggerisce - e noi siamo fra questi - la riduzione del numero, ma anche la modifica del metodo. Non si può chiedere ai tacchini di riformare, se non annullandola, la festa del Ringraziamento; non si può chiedere a direttori regionali che presidiano questo Ente - alcuni almeno dal '97, da quando è stata promulgata la legge n. 51 - di riformare se stessi. È contro natura. Questo ha da essere fatto dalle strutture che si usano in qualunque azienda - sono certo che l'Assessore Monferino nelle sedi competenti saprà spiegarlo anche ai più sordi e riottosi - e in cui il Piemonte ha fatto scuola in tutta Italia. In tutte le normali aziende si usa il controllo di gestione e l'internal audit o l'external audit.
Usiamo questi prodotti ampiamente maturi per andare cercare, e ce n'è nelle pieghe del nostro bilancio, la ciccia che si è andata accumulando sui fianchi, ma facciamolo subito. Questo lo chiedo da esponente di maggioranza. Facendolo subito e sapendo che la politica del rigore non è una politica di facili consensi.
Quando si dice che il costo del pubblico, nell'ambito di questa regione, è un peso, non siamo così sciocchi da dimenticare i tanti dipendenti pubblici che ci hanno votato. Noi viviamo di consenso, ma viviamo di consenso trasparente, non ipocrita, non falso.
Il peso del lavoro pubblico in questa regione è eccessivo, chiunque abbia voglia vedere i dati di benchmarking non può che condividerlo. O ce ne occupiamo noi e la parte più intelligente, e ce n'è, del sindacato oppure ci attestiamo sulle difese di forma - FIOM, CGIL, Airaudo docet - e arriverà un Catricalà qualunque a tagliare in sede verticale, non trovando nessuna opposizione da parte di nessuno.
Il problema è nostro, l'abbiamo creato noi, non sempre indirettamente ma certamente come parte politica, e ci compete il dovere di occuparcene.
Un dovere etico e politico. Oggi la gente che ci ha votato capirebbe mentre non capirebbe - non credo che lo possa capire - il gioco di rimpallo di tutti quanti che ha causato il buco.
A chi tocca chiuderlo oggi? A noi. Non c'è sufficiente sviluppo? Non ce n'è? Vediamo di occuparcene subito!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non ripeto quanto ha già detto in modo assolutamente chiaro il Capogruppo e il Vicecapogruppo che mi hanno preceduto, i Consiglieri Reschigna e Lepri.
Presidente, a lei l'onere e l'onore di governare questa regione; a me a noi, la responsabilità di denunciare le preoccupazioni per il futuro della Regione.
Oggi non stiamo discutendo se l'Assessore Monferino sia un tecnico o un politico, o se l'Assessore Monferino sia un bravo tecnico oppure no. La risposta definitiva io me la sono data e me ne sono fatto una ragione.
L'Assessore Monferino è un tecnico, l'Assessore Monferino è un bravo tecnico: è bravo nel fare i conti e nell'elaborarli, ed è bravo anche nel controllo di gestione. Su questo non ci sono dubbi. Ed è anche - esprimo un giudizio personale - una brava persona.
Il tema oggi è di natura politica. Faccio alcune riflessioni politiche.
Presidente Cota, rileggo quello che lei ha espressamente detto nell'ultimo dibattito che c'è stato sulla FIAT: "Allora non si può pensare alla FIAT come un'azienda qualunque e che il nostro territorio venga considerato secondo un criterio ragionieristico, cioè calcolare che a Mirafiori ci costa tot produrre una macchina, mentre in un altro posto ci costa meno".
Presidente Cota, è proprio quello che lei sta facendo con la sanità piemontese. Le dico questo perché? Perché manca una guida politica.
L'Assessore fa il suo lavoro, il problema è che manca un Assessore politico, manca una guida politica alla gestione della sanità.
Quando leggo quei conti e quei numeri, mi rendo conto che sono numeri chiari e corretti, al di là delle responsabilità. A quei numeri ci metto un'anima politica, i numeri possono anche quadrare, ma bisogna capire, da un punto di vista politico, quali sono le priorità dei tagli. Se si tagliano dei servizi, è certo che possono, eventualmente, anche quadrare i numeri. I ragionamenti non sono incompatibili.
Il mio interlocutore oggi, purtroppo o per fortuna, non è l'Assessore Monferino, è la guida politica di questa Regione e della maggioranza, un Presidente che aveva prospettato, in tutta la Regione Piemonte, una grande riforma epocale. La lettura politica non può che essere una: cosa è successo in questo periodo? Avevamo un Vicepresidente della Regione onorevole Roberto Rosso, Assessore al lavoro, che ha definito questa Regione una fogna! Non l'ho nominato io il Vicepresidente della Regione.
C'è stata una tornata di nomine di Direttori generali delle ASL per fare la riforma epocale, poi tanti di loro sono stati mandati a casa e sono stati nominati altri Direttori generali. Direttori generali nominati, tra l'altro, al di là della loro bravura tecnica, e vale lo stesso ragionamento che ho fatto per l'ex Assessore Rosso. Al di là della bravura, può mai - e su questo, in termini di parallelismo, ha ragione il Consigliere Burzi - un Direttore generale, nominato dalla Giunta, riformare secondo criteri veramente tecnici e di ristrutturazione sana e salutare del sistema sanitario? La risposta è no.
Assessore, quella legge che è stata prospettata da me e bocciata in Consiglio regionale, sono sicuro al cento per cento che lei la condivide.
Direttore generale deve diventare solo chi ha vinto un concorso pubblico perché se il Direttore generale è espressione della volontà politica, pu essere bravo quanto mai, ma non può riformare e ristrutturare il sistema sanitario piemontese.
Quindi, Presidente Cota, lei ha fatto una grande operazione mediatica e su questo chapeau! Ha fatto dire all'Assessore Monferino una grande verità, e la verità è che la Regione è tecnicamente fallita. Tra l'altro quando un tecnico mi viene a dire che la Regione è tecnicamente fallita, è necessaria una traduzione politica del "tecnicamente fallita".
Non dico "vada a casa", non è questo il ragionamento di oggi, ma dico che, se dobbiamo fare - o dovete fare - delle riforme strutturali, siamo già fuori tempo massimo. Vi abbiamo prospettato la ristrutturazione delle ATC all'inizio della legislatura, Consiglieri di amministrazione in ogni provincia (Torino, Novara, Vercelli, Asti, Alessandria, Cuneo), con tutto quello che ne deriva e con tutti i costi; adesso forse, grazie alla riforma delle Province, ci sarà, sempre su istanza del Gruppo del Partito Democratico, una ristrutturazione delle ATC. Ma questo è solo un esempio, e gli esempi si possono moltiplicare.
Vi è stata prospettata la fusione, nella legge sulla finanziaria, tra la Finpiemonte in auge Finpiemonte partecipata e adesso, a distanza di tempo, forse anche voi prenderete in seria considerazione questa fusione.
Sono notevoli gli esempi che su questo tema si possono fare. Tra l'altro, sui ritardi di pagamento, il collega Buquicchio si ricorda, me lo ricorda, ce lo ricordiamo che nella finanziaria è legge? Se ci sono dei giornalisti, questa non è una notizia; la notizia è che non viene detto che è legge la cessione dei crediti pro soluto.
Collega Buquicchio, mi sbaglio o no?



LAUS Mauro

BUQUICCHIO Andrea (fuori microfono)



LAUS Mauro

Certo che no!



LAUS Mauro

Presidente Cota, nella Regione Piemonte, è già legge la cessione dei crediti pro soluto. C'è stato un emendamento a firma Buquicchio e altri colleghi, compreso il sottoscritto, quindi quando fate le conferenze stampa sui ritardi di pagamento dovete dire che voi non applicate nemmeno la legge. Di conseguenza, come un cittadino piemontese può rimettersi ancora al vostro senso di responsabilità nel veder trasformare una Regione quando non applicate nemmeno le leggi?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Ci deve essere qualcuno che compri la cessione del credito.



LAUS Mauro

Si, ma non ho capito. Allora perché approviamo le leggi? Bravissimo, Assessore, grazie a questo suo intervento. Mi avvio alla conclusione.
Se è vero che durante l'ultima finanziaria abbiamo approvato una legge sapendo coscientemente che non c'era copertura per approvare quell'emendamento della cessione del credito pro soluto, mi chiedo quale attendibilità può avere oggi una promessa o anche una qualsiasi legge fatta da questa Giunta regionale.
Solo per questo motivo e non per altri motivi, se prima dicevo che il Presidente Cota non deve dimettersi perché non è questo il tema, credo che in questo momento lei debba andare a casa se non riesce a dimostrarmi il contrario. Perché se noi facciamo le leggi sapendo (quindi dolosamente) che non abbiamo la copertura per soddisfare quelle leggi, che credibilità possiamo avere? Quindi oggi non è un gioco dialettico tra le parti, tra chi fa più battute e chi ne fa meno, tra chi alza la voce e chi l'abbassa, ma il tema è la credibilità che questa Giunta ha a distanza di due anni e mezzo, ed è assolutamente un disastro per i cittadini piemontesi.
Ecco perché quando sento un Assessore bravissimo e tecnico che mi dice che la Regione è tecnicamente fallita, o si portano i libri in Tribunale così come avviene per i privati, oppure si dà un programma, un piano industriale serio e dettagliato. E quando si vengono ad illustrare le fusioni dei reparti degli ospedali è necessario, oltre alla comunicazione fusione non significa sempre che costa meno, perché i vantaggi della fusione sono a medio e a lungo termine - è necessario che per ogni fusione venga fatto vedere a quanto ammonta il risparmio, altrimenti ci raccontiamo solo delle bugie.
Chiudo, Presidente, dicendo che da parte nostra c'è tutta la responsabilità, ma vogliamo vedere comportamenti concreti e costruttivi per ristrutturare il sistema. Il più grande costo della politica state dimostrando che è il tempo, perché state perdendo assolutamente tempo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che oggi sia semplice fare un'analisi rispetto alla situazione in cui ci troviamo. Dobbiamo dire che ciò non era possibile negli anni precedenti, nel senso che, se oggi abbiamo in qualche modo un consolidato dell'azienda Piemonte sulle sue varie articolazioni, prima questo, ancora con tutti i possibili mutamenti di numeri, non era fattibile.
Se quindi è semplice comprendere quali sono i problemi che abbiamo di fronte, credo sia molto più complesso individuare la cura o le riforme necessarie per arrivare a risanare il bilancio di questa Regione.
Devo dire che alcune cose sono state fatte. In questo istante non c'è il Capogruppo Reschigna, ma uno, quando fa il Consigliere di opposizione legittimamente usa gli strumenti che ha. Personalmente - l'ho già detto in altre occasioni - sono molto poco appassionato del passato, anche perché le elezioni sono state vinte nel 2010.
Agli autorevoli esponenti della precedente maggioranza che vengono a dare lezioni relativamente all'indebitamento e al risanamento dei conti devo dire che uno studente di ragioneria, leggendo le due tabelle (quelle sanitarie e quelle sull'indebitamento regionale) che oggi sono state fornite, contenenti numeri oggettivi, comprenderebbe che il debito è stato certamente fatto in questa Regione nell'arco di molti anni, ma è sufficiente ricordare l'indebitamento rispetto al bilancio votato nel 2005 (un miliardo e 600 milioni di euro) e l'indebitamento dell'ultimo bilancio approvato dalla Giunta Bresso (cinque miliardi e 600 milioni più quelli in sanità, ecc.).
Ma questo è il passato, di cui comunque ci dobbiamo fare carico. Ce ne dobbiamo fare carico in quota parte parlando dei responsabili. Che i responsabili dicano: "Siamo responsabilmente disponibili a risolvere un problema che prima non abbiamo risolto né affrontato". Ricordo infatti a quest'Aula che gran parte dei colleghi che oggi legittimamente manifestano il loro disappunto a ogni legge finanziaria e assestamento di bilancio in cui venivano incrementati l'indebitamento di 800 milioni, 900 milioni, un miliardo di euro l'anno, le mani, o meglio, i bottoni venivano schiacciati e sempre inderogabilmente sul "sì".
Ricordo per onestà solo alcuni colleghi. Il collega Lepri, in alcune occasioni, ha manifestato delle perplessità sull'aumento dell'indebitamento. Quella è una situazione verificabile da chiunque, è sufficiente prendere le leggi finanziarie (solitamente gli articoli 3 erano quelli di maggiore indebitamento) per vedere da chi sono stati e chi li ha approvati. In questo modo abbiamo i responsabili, ma questa è storia passata. Qualcuno la storia la fa: altri provano a scriverla, ma qualcuno la storia, o la cronaca recente, la fa.
molto più complicato risanare che non indebitare.
Dico una cosa banale, e la dico principalmente alla maggioranza (ovviamente non lo chiedo all'opposizione, non lo chiediamo all'opposizione): se quantificassimo l'ordine del giorno del Partito Democratico in risorse economiche che si riducono in termini di spesa, sì pagheremmo un mese di stipendi all'interno del Consiglio regionale, ma poco di più. Se i Direttori regionali non fossero esterni ma interni non lavorerebbero gratis: avrebbero sempre un contratto privatistico che costa sempre la stessa cifra. È vero che c'è una differenza, ma sto parlando di un numero di persone inferiore a dieci.
Dobbiamo affrontare altri temi con estremo coraggio, guardando - ed è la nostra posizione - ai cittadini piemontesi che governiamo e non ai tanti soggetti e alle tante legittime lobby che vivono in questo Consiglio, cioè l'interno della struttura Regione Piemonte e le sue articolazioni.
Se è chiara la diagnosi, sarà anche chiara qual è la cura.
Noi abbiamo, come ricordava il Consigliere Burzi, un numero di dipendenti assolutamente sovradimensionato rispetto a Regioni a noi gemelle. Però, non si possono non rinnovare i contratti di 189 precari perché di quello si fa il punto essenziale per garantire, a maggio, il voto di una legge finanziaria. Non si possono vendere alcune società partecipate lo dico a tutta l'Aula, e in particolar modo alla maggioranza, alla quale ci rifacciamo - perché all'interno ci sono degli interessi. Non si pu sciogliere SCR, perché è un soggetto importantissimo che svolge una funzione essenziale per questa Regione e che, incidentalmente, ha aumentato il suo costo, da due anni a questa parte.
Il vero dato che intenderemmo affrontare in modo serio, ma immediato perché ce lo dice la calendarizzazione dei lavori di Commissione, sulla spending review, è che non possiamo, o non siamo più disponibili ad affrontare il tema del risanamento del bilancio condividendo delle valutazioni di carattere generale che non si traducono in atti concreti.
Ieri, il Presidente Cota, sulla sua pagina Facebook, scriveva che è arrivato il tempo del risanamento dei conti. Benissimo, lo condividiamo appieno, però noi crediamo che si debba fare, per esempio, dalla delibera della spending review, un ulteriore passo importante, oltre a ciò che abbiamo fatto.
Ricordiamo alcuni aspetti e ci permettiamo di ricordarli all'Aula.
Quando diciamo che in sanità è stata fatta la riforma e che quest'anno spendiamo 200 milioni di euro in meno rispetto a due anni fa, in realtà guardando l'andamento tendenziale, abbiamo risparmiato 600 milioni di euro.
Ricordo ai colleghi che votavano i bilanci di questa Regione - io non li ho mai votati - che, ogni anno, la spesa sanitaria regionale aumentava tra i 200 e i 300 milioni, con una punta nel 2007 o 2008 (non lo ricordo) di mezzo miliardo di euro.
Quando c'è scritto: -200 2011, fa -500; quando c'è scritto -280 2012 fa 500+300+280, per un totale di un miliardo di euro rispetto al dato tendenziale risparmiato.
vero che questo è difficile da spiegare ai cittadini, quando diciamo che riduciamo alcuni servizi essenziali, ma quello, rispetto al dato tendenziale, è ciò che abbiamo risparmiato di risorse, di tasse dei cittadini piemontesi.
Questa Regione costa 800 milioni di euro in meno rispetto al 2009.
Quindi molte azioni - ovviamente di spesa corrente, ma una parte anche di investimenti - sono state fatte, ma non è sufficiente. Non è sufficiente, perché, in questa situazione di guado, siamo nella condizione in cui appariamo come coloro che non sono in grado di erogare ciò che all'esterno erano abituati ad avere, perché viviamo ancora su un trascorso e su un passato in cui le associazioni avevano 140 milioni per la cultura il mondo dell'impresa aveva X e il mondo della formazione aveva Y.
Questo tempo è passato, ma per essere netti e chiari nel dire che è passato - e più che agli informatori badiamo ai soggetti che devono essere formati, più che agli Enti badiamo alle tasche dei piemontesi - bisogna che questo provvedimento di risanamento proceda in modo assolutamente drastico.
Faccio un esempio, che è oggetto degli emendamenti sulla spending review.
Prevediamo di istituire la Direzione regionale per la mobilità, dove diciamo che i dipendenti individuati come in esubero - ricordando che in questo Paese esiste anche una legge che consente la mobilità, la cassa integrazione dei dipendenti - possono essere trasferiti in altri Enti, con una promozione del loro salario.
Se queste cose vengono applicate, se una parte delle cose che diciamo vengono applicate (più altre che saranno contributo di altri colleghi della maggioranza e dell'opposizione), possiamo continuare un cammino insieme finalizzato a risanare la situazione dissestata di questo Ente.
Non siamo più disponibili a sottoscrivere e basta delle dichiarazioni condivisibili, perché vogliamo passare - anche un po' tardivamente, ma meglio tardi che mai - dalle parole ai fatti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, vorrei che non si dimenticassero le ragioni, come invece mi pare siano state rimosse in alcuni interventi, che hanno spinto i Gruppi di opposizione a richiedere questo Consiglio straordinario.
Le ragioni, come i colleghi sanno, sono quelle note: le dichiarazioni rese dall'Assessore Monferino in Commissione, il quale, dopo aver illustrato i conti della sanità piemontese, concluse con la seguente dichiarazione: "La nostra è una Regione che ha un bilancio tecnicamente in dissesto".
La frase era questa, esattamente questa.
una frase pesantissima: "tecnicamente fallita".
Non oso pensare cosa sarebbe capitato e successo se questa affermazione l'avesse fatta l'amministratore delegato di un'azienda privata. Non oso pensarlo! Diciamo che, chi l'avrebbe fatto all'insaputa di Marchionne sarebbe stato licenziato in tronco - in tronco! - a meno che il Presidente della Giunta non ne fosse informato, il che non mi risulta, perché il giorno dopo si è affrettato a mitigare la portata di quelle affermazioni.
Questo è il punto politico. Se l'amministratore delegato avesse fatto quella affermazione all'insaputa della proprietà - e lei, Presidente Cota è il proprietario pro tempore del Governo regionale - sarebbe stato licenziato, a meno che i dati non avessero spinto il proprietario della società a portare i libri in Tribunale.
Parto da questo punto, perché la discussione ha proprio il significato e l'obiettivo di fare chiarezza e di consentirci di affrontare una questione che consideriamo delicata.
Non stiamo sottovalutando la gravità della situazione. Non avete un'opposizione che si limita a dire che voi raccontate una verità che non esiste, avete un'opposizione o, meglio, un Partito di opposizione momentaneamente all'opposizione, ma che ragiona con la cultura di un partito di Governo - che si pone il problema del governo dei conti del Piemonte, perché considera la questione del governo dei conti del Piemonte una questione di primaria importanza, indipendentemente da chi governa oggi, questa Regione e nella prospettiva, ovviamente, di poterla governare quanto prima.
Ora, siccome la situazione della Regione Piemonte, dal punto di vista dei conti, è comunque complicata, è legittimo porsi una domanda. Vorrei che se la ponessero anche i colleghi della maggioranza, che farebbero bene a riflettere sui ragionamenti svolti in quest'aula dal Consigliere Burzi. Io rifletto; il Consigliere Burzi ha parlato a noi, ma anche a voi, credo.
La domanda è la seguente: qual è il legame tra la situazione dei conti della Regione (sanità e non soltanto) - che è pesante, Assessore Quaglia per un complesso di ragioni - e le politiche di bilancio che, in questi tre anni, voi avete tentato di fare? Questo è il nodo.
Cioè, esiste un rapporto di coerenza tra quell'analisi della situazione e le politiche di bilancio e le riforme che voi avete avviato, al netto delle polemiche e della propaganda politica di un Presidente della Giunta per il quale i tagli vanno bene se li fa il Governo Tremonti, anzi, sono necessari per razionalizzare la spesa pubblica regionale, mentre sono inaccettabili se li compie il Governo Monti? Considero inaccettabili i primi e i secondi, ponendomi un problema per quanto riguarda una propaganda politica sulla base della quale i meriti vanno attribuiti a questa Giunta e, invece, i demeriti alle Giunte precedenti, quando, invece, i dati confermerebbero e consiglierebbero a tutti - a noi e a voi, mi ci metto! maggiore cautela.
Certo, ha ragione, Assessore Quaglia, pesano le politiche nazionali noi non possiamo rimuovere questa questione - pesano i minori trasferimenti statali e i tagli - questo va inserito nel conto - ma anche qui non è che alcuni tagli sono nemici del federalismo e altri, invece, servono a razionalizzare. Sono tagli che pongono un problema, che attiene alla finanza pubblica regionale, che irrigidisce i bilanci delle Regioni e rende più complicato utilizzare quei bilanci per fare una della cose per le quali queste ragioni erano state istituite, cioè politiche pubbliche di accompagnamento allo sviluppo della Regione e dell'economia regionale.
Però, l'accusa che vi rivolgo è una soltanto, cioè avere nascosto i problemi sotto il tappeto per un po' di mesi, prima, accusando la Giunta precedente e, poi, negando i problemi o rinviando le decisioni.
Se mi è consentita una battuta, quanto tempo ancora dovete governare perché vi assumiate le vostre responsabilità e decidiate cosa fare e quali politiche di bilancio, radicali e riformatrici, realizzare? Quanto tempo deve ancora trascorrere, visto che stiamo "scollinando" la legislatura? Due anni e mezzo sono sufficienti per guardarsi intorno, comprendere l'aria che tira e decidere qualche politica! Mi avvio alla conclusione: come si fa a dire di essere consapevoli della gravità della crisi se, con il bilancio 2012, si nega il disavanzo del 2011? Siccome esiste il disavanzo e non posso nasconderlo - il tappeto è stretto e il disavanzo viene fuori - lo spalmo sugli anni successivi.
Come faccio a ignorare il fatto che non posso più fare indebitamento? Vi ricordate l'ordine del giorno, approvato dalla vostra maggioranza all'indomani delle elezioni, che impegnava la Giunta, l'Assessore Quaglia e l'Assessore alla sanità di allora a mettere in atto politiche di contenimento dell'indebitamento? Oggi abbiamo un bilancio rigido anche perché, per la verità, non siamo più in grado di contrarre mutui: abbiamo superato il 20%. Era così scontato? Qualcuno, però, lo ha detto! Assumiamoci tutte le responsabilità io ho la mia parte, ma qualcuno queste cose le ha dette un anno fa, sei mesi fa! Queste parole sono state dette: "Superate la soglia, siete sopra il 20%!".
Ora, vengo alla conclusione, perché l'intervento del Consigliere Reschigna, da questo punto di vista, è stato emblematico di quanto abbiamo in testa: noi abbiamo una linea. Il Consigliere Vignale, adesso, dice che è una linea inefficace, staremo a vedere. Naturalmente, siamo pronti a discutere; siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità di forza di opposizione, nel rispetto dei ruoli, avanzando delle proposte. Abbiamo una linea, che è quella di un partito che si pone il problema - lo riassumo così, Consigliere Reschigna - di trasferire risorse dalla spesa corrente alla spesa per investimenti, perché il nodo è esattamente questo! Con bilanci così rigidi, i processi di riforma che devono riguardare la Regione, essenzialmente, hanno questo obiettivo: spostare risorse dalla spesa corrente alla spesa per investimenti, la quale può consentire a questa Regione e alla sua economia di riprendere un po' fiato. Ovviamente non tutto dipende dalla Regione, contano le politiche europee e nazionali ma, intanto, noi compiamo la nostra parte.
Voi, per il momento, avete messo in campo una sola idea, quella dei fondi. Non aggiungo nulla alle parole espresse dal Consigliere Reschigna e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, non alla Giunta: non è inopportuno che a gestire questa partita sia un signore che fa parte di un Consiglio d'Amministrazione di una società di risparmio? Non è inopportuno? Lo lascio lì, è un problema vostro! Lo lascio lì, però è un problema che abbiamo sollevato. Non oso pensare cosa sarebbe successo se le parti fossero state rovesciate, se quella scelta l'avesse compiuta una Giunta diversa, con un altro colore politico: avreste fatto i diavoli a quattro contestando un problema di opportunità e di legittimità di una scelta del genere! Io ve la segnalo, affinché riflettiate.
Però, ha ragione il Consigliere Reschigna: il fondo per la sanità contiene elementi di rischio, persino di pericolosità - sì, Consigliere Pedrale - perché è una cessione di sovranità del patrimonio della sanità che rischia di arricchire prevalentemente i privati che faranno parte del fondo! È un esito nefasto, se questo è il risultato finale.
Comunque, caro Assessore Quaglia, siamo pronti alla sfida, il Consigliere Reschigna lo ha dimostrato con dovizia di particolari. Siete stati eletti per governare il Piemonte e governare significa decidere: se non lo fate, fatevi da parte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Questa mattina sono stati svolti tantissimi interventi, come i funghi di due anni fa che crescono a dismisura.
Tutti noi dell'opposizione abbiamo domandato qual è la situazione dei conti regionali, che ritengo un aspetto importante, giusto e corretto perché ci sentiamo responsabili nei confronti di questa grossa barca che sta proseguendo il suo cammino, che mi auguro arrivi alla meta senza affondare.
Questa mattina, l'Assessore Monferino ha detto di prevedere un incasso per il 2012, di otto miliardi e 558 milioni, con una spesa di otto miliardi e 500 mila. Si pensa di avere un attivo di 500 mila euro.
A questo riguardo, comincia una cura soddisfacente, se non positiva però è arrivato il momento di ragionare. Credo che per troppi anni si siano adottati criteri troppo eccessivi.
Vorrei citare due aspetti per quanto riguarda la sanità. Lasciatemi dire: così non si poteva andare avanti. Ecco perché è sorto il discorso sulla riorganizzazione regionale della sanità! Alcuni ospedali hanno sette/otto posti letto ed un primario! Questo è un eccesso che non si pu assolutamente accettare. In altri ospedali si tengono attive sale operatorie per effettuare cinque o sei interventi all'anno! Queste sono cose che non possiamo più permetterci. È eccessivo! Dobbiamo dare più garanzie, più velocità, più correttezza, più fiducia a tutti i cittadini, facendo si che l'ospedale esperto in quella determinata materia abbia la massima efficacia. Se è il caso - io dico - è giusto intervenire con delle cure, ma è giusto intervenire anche con il bisturi.
Ad esempio, ritengo che la riorganizzazione dei magazzini di acquisto per tutto il Piemonte, che si prevede che con un riordino saranno ridotti da 106 a sei, sarà, se funziona, un grande vantaggio nel senso di risparmio.
Permettetemi, sono qui da soltanto due anni. Tanti sono intervenuti sui sei miliardi di debito della Regione e sui quattro miliardi e 500 milioni della sanità. Penso che tutti siamo responsabili di questo, ma qualcuno interviene comportandosi come il corvo che dice al merlo: "Quanto sei nero!". Lo sappiamo che il merlo è nero, ma anche il corvo! In altre parole, qualcuno i debiti li avrà fatti! Forse, sono uno dei pochi che posso dirlo.
Allora, dobbiamo essere tutti responsabili, adottando il bisturi laddove è necessario, però sono favorevole ad adottare una cura che faccia meno male possibile, se è possibile.
A questo punto, credo che l'Assessore Monferino (mi spiace che non sia presente) abbia tutte le carte in regola. Da parte mia, do la massima fiducia affinché possa lavorare. Però, noi tutti dobbiamo essere responsabili a lasciarlo lavorare al meglio.
Non sono un medico e tanto meno un infermiere, però bisogna lasciar curare il malato dall'esperto. Così pure, permettetemi, ne approfitto mentre ho l'occasione, di esporre il mio pensiero. Anche l'Assessore al bilancio, l'Assessore Quaglia, si sta arrampicando sui vetri, cercando sono convinto - di dare il massimo per il bene comune. Noi tutti dobbiamo avere una maggiore fiducia e benevolenza nei confronti di entrambi gli Assessori, affinché possano curare questo "malato"! Sono abbastanza fiducioso che ci riusciremo, anche se faremo soffrire un po' i nostri cittadini, ma cercheremo, sia da parte mia che da parte di tutti, di farli soffrire il meno possibile.
Così pure sono importanti e interessanti i lavori delle Commissioni. La cosa più importante è valutare punto per punto. Dobbiamo essere ben disposti e non essere pessimisti per cercare di trovare la migliore cura possibile per guarire, nei prossimi anni, da questa grave malattia che ha colpito non soltanto il Piemonte, ma l'intera Italia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anzitutto, mi dispiace che l'Assessore Monferino non sia più in Aula.
L'Assessore non è un abituale frequentatore di quest'Aula. L'Aula discute anche di molte altre questioni, quindi non è tenuto ad esserci, ma penso che, nella mattinata nella quale si discute di un argomento così importante, che l'Assessore stesso con i suoi interventi, peraltro, ha sollevato anche nell'opinione pubblica, l'Assessore dovrebbe essere presente per ascoltare quello che i Consiglieri hanno da dire.
L'obiettivo di questa seduta del Consiglio regionale non può essere soltanto - mi rivolgo all'Assessore Quaglia che, invece, dimostra più attitudine all'ascolto rispetto all'Assessore Monferino - quello di capire qual è l'indebitamento della Regione. Certo, questa è la ragione per la quale abbiamo chiesto che si discutesse l'argomento in questa seduta, ma avrebbe dovuto essere, con l'Assessore, anche l'occasione per una riflessione, considerato che di occasioni non ce ne sono tante, sul sistema sanitario regionale, su quello che i tagli al sistema sanitario regionale stanno determinando nei servizi che offriamo ai cittadini.
Dopo l'approvazione del Piano Socio Sanitario, ormai risalente al mese di aprile scorso, avremmo voluto capire come i conti si legano - anche qui con quanto è scritto su quel documento. Prima o poi dovremmo anche discutere sulle Federazioni. L'Assessore Monferino aveva detto che nell'arco di due mesi sarebbero state operative. Ne sono passati circa sette e mi pare che stiano ancora arrampicandosi - loro sì - sui vetri cercando di capire con quale personale devono cominciare la loro attività.
Credo che approfondire questi aspetti sarebbe compito, normalmente e legittimamente, di un'Assemblea legislativa.
L'Assessore Monferino si sta rendendo conto di quanto il mondo sanitario sia un mondo di grande complessità, variegato nei suoi multiformi aspetti. Credo che sia più facile occuparsi - anche bene, come ha fatto l'Assessore - di un unico grande tema relativo al mondo del lavoro, ma qui i mondi sono infiniti, perché infinite sono le patologie, perché rilevanti sono i bisogni, perché il sistema sanitario regionale conta su 50 mila dipendenti, che con i loro torti e i loro difetti, ma anche le loro ambizioni, mettono in campo le loro conoscenze, le loro professionalità, le loro competenze, la loro umanità, che per i cittadini non è meno importante rispetto alle conoscenze ed alle competenze.
Credo e mi auguro che l'Assessore mi ascolti da qualche stanza collaterale, che l'Assessore non abbia capito questo mondo. L'Assessore è a capo di un sistema che non stima e che non ama. Magari mi sbaglio, ma questo è quello che penso in questa occasione. Le sue dichiarazioni sui service, su cui, come responsabile della sanità del PD, non ho detto una parola - i miei genitori sono morti giovani di un tumore all'intestino e faccio fatica a fare attività politica, diciamo così, su un tema così delicato - sono state improvvide, magari fraintese. Tuttavia, dimostrano quanto l'Assessore sia probabilmente un buon Direttore generale, ma non in sintonia con questo mondo, che è un modo fatto anche di umanità e di dolore, oltre che di competenze e di professionalità.
Va anche detto che la gran parte dei risparmi l'abbiamo ottenuta.
Ricordo le dichiarazioni del Presidente Cota all'inizio della legislatura quando avevo partecipato con il Consigliere Angeleri ad una trasmissione televisiva, non della CNN, naturalmente, ma di una televisione locale. Il Presidente aveva telefonato e aveva detto: "Nei primi tre mesi risparmieremo 80 milioni di euro soltanto eliminando gli sprechi".
La gran parte dei risparmi la stiamo ottenendo - a parte l'operazione che riconosciamo importante, sui farmaci e sul risparmio ottenuto da SCR sulla gara sui farmaci - licenziando il personale.
Ho fatto il liceo classico, non sono un ragioniere, quindi faccio un po' di fatica con i numeri, ma le 700 persone che sono state licenziate l'anno scorso perché non è stato rinnovato il contratto di lavoro (psicologi, biologi, logopedisti) hanno consentito un risparmio di 25 milioni di euro. Per quanto riguarda il risparmio dei primi sei mesi di quest'anno - mi spiace che non ci sia il Consigliere Vignale - vediamo come finisce il 2012, ma per adesso è di 24 milioni di euro, non di 200 milioni di euro. Vedremo, appunto, come finisce.
Settecento persone che sono rimaste a casa. È come se una grande azienda chiudesse da un giorno all'altro, ma non c'è il Sindaco con la fascia, né l'Assessore Porchietto convoca il tavolo di crisi. Insomma, non succede niente, perché sono 700 singoli che sono spariti dal Servizio Sanitario Nazionale, dei quali a nessuno importa niente.
Su La Stampa di sabato c'era un articolo dedicato agli altri 25, i prossimi che saranno licenziati dal SERT di Rivoli, e l'Assessore sa che saranno licenziati dal SERT di Rivoli.
A Rivoli esiste, Assessore Quaglia, e qualche volta invito a visitarlo l'unico luogo pubblico che accoglie tossicodipendenti, in una villa comunale. Il Comune aveva stabilito già un po' di anni fa che il patrimonio pubblico può essere messo a frutto per i servizi, non soltanto per recuperare denaro.
un SERT che avrà dieci persone in meno tra un mese. Si occupano di 350 "giocatori patologici". Questo Consiglio regionale, come dire, brilla per il suo lavoro rispetto alla questione del gioco d'azzardo, ma poi licenzia le persone che curano i 350 giocatori patologici di quel territorio.
Seguono centinaia di alcolisti. Oggi, come lei sa, i SERT hanno modificato e variegato la loro attività rispetto alle dipendenze. Queste persone resteranno a casa.
Bisogna, quindi, avere il coraggio di dire che i servizi, così come sono stati fino a qualche anno fa, oggi non sono più garantibili, perché il licenziamento delle persone impone una diminuzione dei servizi, altrimenti non si è credibili, soprattutto se si continua a dire che non cambierà niente, che i servizi saranno garantiti, anzi che ottimizzando le risorse parola straordinaria - i servizi continueranno ad essere garantiti e anche miglioreranno.
Penso che, dopo tre anni, non possiate più dire che la colpa era di qualcun altro; il Consigliere Vignale lo dice e poi però riprende il ragionamento, altrimenti leggo quello che ho letto altre volte in quest'Aula, che è il documento del 2 agosto del 2010, secondo cui siamo in piano di rientro, perché nel 2004 l'ultimo Governo Ghigo non ha coperto un deficit di 676 milioni di euro.
C'è un'altra considerazione, e riprendo quanto detto dal Consigliere Buquicchio. Se vogliamo risparmiare, penso che un campo importante nel quale lo si potrebbe fare è l'ARESS. Non so se costa sette milioni di euro credo che costi di meno e penso che il Consigliere Buquicchio abbia esagerato. Però ho chiesto un accesso agli atti; ho chiesto da un mese Assessore Quaglia, di sapere quanto costava l'ARESS nel 2009 e quanto costa l'ARESS nel 2012. Non sono ancora riuscito a saperlo, dopo un mese. A me basta la risposta, che mi serve per capire come stanno le cose, in maniera che ci si possa anche regolare.
Assessore Quaglia, oggi l'ARESS svolge una funzione che non è quella per la quale è stata istituita. L'ARESS è stata istituita un po' di anni fa, perché avrebbe dovuto essere il supporto tecnico all'Assessorato.
Invece spesso ha, con i suoi dirigenti, un atteggiamento invadente arrogante e prepotente. Credo che questo sia uno dei problemi di questo governo regionale. Poi naturalmente siete liberi di fare quello che volete e di continuare ad usare queste tecniche.
Non parlo dei servizi sociali e di che cosa hanno comportato negli anni perché non c'è il tempo; non parlo della medicina territoriale. Vorremmo capire, dopo aver sentito dire per tre anni che la medicina territoriale è l'altra gamba del sistema sanitario, che cosa effettivamente pensate di fare in questo campo, perché finora di provvedimenti non ne abbiamo visto uno.
Concludo con una riflessione. Nel 2003, Assessore Quaglia e lo dico soprattutto a lei che è Assessore al bilancio, ci sarà la libera circolazione dei cittadini nel territorio europeo. Se voglio farmi mettere una protesi d'anca a Lione, vado a Lione a farmi mettere la protesi d'anca e la Regione pagherà la prestazione, cosa che fino a questo momento noi giustamente non consentivamo. In Piemonte mettiamo le protesi d'anca e di ginocchio - parlo di questo perché è il mio mestiere, ma vale per tutti i mestieri - come e meglio dei francesi. Quindi, non c'è nessuna ragione per cui un piemontese debba andare in un altro posto europeo.
Quando questo si verificherà, se il sistema sanitario continuerà a peggiorare, noi aumenteremo la nostra mobilità esterna.
Quando abbiamo cominciato a governare la Regione, nel 2005, avevamo 30 milioni di mobilità passiva; l'abbiamo azzerato nei cinque anni e oggi la mobilità passiva sta ripartendo perché peggiora il servizio sanitario nazionale. Questo se si verificherà, porterà poi, avendo questa possibilità, i cittadini piemontesi a recarsi in altri Paesi d'Europa.
Quindi, non conviene nemmeno da un punto di vista economico peggiorare oltre un certo limite i servizi sanitari. Pertanto, su questo vi invito a riflettere con attenzione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Sono ancora iscritti a parlare sette colleghi, in più ci sono due ordini del giorno.
Essendo le ore 12.54, la Conferenza dei Capigruppo di domani stabilirà la prosecuzione di questa seduta, nella quale chi si è iscritto e chi si vorrà iscrivere potrà continuare nel dibattito generale e saranno trattati gli ordini del giorno.
Al pomeriggio siamo convocati in seduta straordinaria per altro argomento e in seduta ordinaria per concludere il Consiglio straordinario della settimana scorsa.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Onorevole Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie.
Innanzitutto devo dire che, dal punto di vista dell'illustrazione dei dati, hanno già parlato molto bene l'Assessore Monferino e l'Assessore Quaglia. Penso che questa seduta sia anche stata l'occasione per puntualizzare questi stessi dati e per fornire a tutti i colleghi alcuni importanti elementi conoscitivi.
Prima di tutto voglio chiarire che l'affermazione che ha fatto l'Assessore Monferino, all'interno di una discussione più ampia che c'è stata in Commissione, è un'affermazione che aveva una portata esclusivamente tecnica. Voleva dire che con la situazione che esiste in Regione Piemonte, considerando il fatto che non si può più fare ricorso a nuovi debiti ed essendoci l'esigenza stringente di ripagare i debiti fatti in passato, le entrate devono corrispondere alle uscite.
Se non esiste questa corrispondenza tra entrate ed uscite, il sistema non può più stare in piedi e, quindi, il sistema, tecnicamente, è un sistema fallito. Questo non voleva letteralmente significare che la Regione è fallita, ma che il sistema, così com'è, necessita di riforme strutturali e di riforme radicali.
Questa è una valutazione che riguarda non solo la Regione Piemonte, ma riguarda tutte le Pubbliche Amministrazioni, riguarda lo Stato, riguarda il rapporto tra entrate e uscite e, in generale, il modo di considerare la spesa pubblica.
Vediamo quella che è la realtà della nostra Regione e quello che è stato fatto. È stato fatto moltissimo, perché la Regione Piemonte ha accumulato un debito molto alto che, come abbiamo evidenziato più volte, è di circa dieci miliardi.
Questo debito è stato accumulato, perché la gestione della spesa non è stata tenuta sotto controllo. Cioè si spendeva, si spendeva e si spendeva e alla fine si ricorreva agli artifizi più vari per chiudere i bilanci di anno in anno, senza mai preoccuparsi di incidere con riforme strutturali che consentissero di tenere sotto controllo la spesa; e neppure la spesa nella gestione ordinaria veniva tenuta sotto controllo.
Faccio notare come il cosiddetto buco di 900 milioni, che è stato segnalato con riferimento alla sanità, è un buco che si è verificato perch negli anni 2006-2007 sono state fatte due delibere di cancellazione di alcuni debiti quando questi debiti, in realtà, esistevano in pancia al nostro sistema sanitario, quindi al sistema delle ASL.
Quindi, è una pratica che sostanzialmente si commenta da sola. E vorrei dire che sarebbe consigliabile un basso profilo, da parte di qualcuno, nel commentare quello che sta facendo o che deve fare questo Governo regionale perché - ripeto - questa è una pratica che è stata messa in campo e che si commenta da sola.
stato fatto moltissimo, perché la spesa sanitaria è stata messa sotto controllo. La spesa sanitaria rappresenta l'82% del bilancio della Regione quindi è da qui che è sostanzialmente partito tutto il debito.
La spesa sanitaria è stata messa sotto controllo sottoscrivendo un piano di rientro, è stata messa sotto controllo rispettando un piano di rientro ed è stata messa sotto controllo pensando di realizzare delle riforme strutturali che consentissero al sistema di stare in equilibrio.
stato approvato il Piano Socio Sanitario; è la prima volta che viene approvata una riforma della sanità ed è la prima volta che la Regione Piemonte si auto-organizza con un modello...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Come, la prima volta!



(Scampanellio del Presidente)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

la prima volta che la Regione si organizza secondo un suo modello: tutte le altre sono state riforme che sostanzialmente venivano applicate secondo decisioni che arrivavano dallo Stato centrale. Eh sì, è così...



(Commenti della Consigliera Bresso)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Mi scusi, Presidente.
Consigliera Bresso, il Presidente sta intervenendo dopo aver ascoltato gli altri: per favore...
Prego, Presidente Cota.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Forse qualcuno era in passato estraneo dall'Italia.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Forse qualcuno che era completamente estraneo rispetto a quello che succedeva è seduto qui in Aula.
In ogni caso, non voglio far polemica e voglio andare avanti con il mio intervento; per questo ho consigliato un basso profilo, ma vedo che l'invito non è stato accolto. Dov'eravate quando sono stati cancellati 900 milioni di impegni dal bilancio della Regione? Vi siete distratti un attimo, eh?



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Sono stati subito restituiti!



PRESIDENTE

Per favore! Per favore! Prego, Presidente: continui.



PRESIDENTE

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io me ne vado perché non è garantita la possibilità di rispondere.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Non sentiremo la sua mancanza.



PRESIDENTE

Per favore, Presidente Cota: per favore!



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

stata quindi fatta una riforma strutturale della sanità, approvata in quest'Aula; questa riforma necessita di un'attuazione puntuale, questo vorrei dirlo: per senso di responsabilità, ma anche per convinzione politica. È una riforma che è stata pensata, approvata, e che oggi va attuata perché attuare quella riforma vuol dire creare un sistema sanitario in grado di stare in equilibrio. La sanità piemontese deve funzionare con le risorse che lo Stato assegna alla Regione per l'esercizio delle funzioni e dei servizi sanitari, perché questo vuol dire stare in equilibrio e significa, in prospettiva, recuperare anche le risorse per mettere in campo una serie di servizi relativi all'assistenza.
Questo obiettivo, che è sicuramente difficile da realizzare, noi lo stiamo realizzando e lo realizzeremo durante il nostro mandato, perché il Piano che ha evidenziato l'Assessore Monferino è un Piano che ci consentirà di arrivare a far funzionare il sistema sanitario con le risorse che vengono trasferite dallo Stato.
Questo cosa comporta? Comporta il far sì che la sanità venga organizzata e strutturata secondo criteri di modernità ed efficienza, non tagliando servizi ma duplicazioni e sprechi. Allora, se esiste un primariato che ha cinque posti letto, questo primariato non serve a niente: serve soltanto al primario che evidentemente vuole rivendicare il fatto di avere il suo posticino. Se esistono una serie di ospedali uno vicino all'altro, che si fanno concorrenza e che non sono in grado - alcuni di loro - di offrire un servizio...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Sta parlando alla sua maggioranza, naturalmente!



PRESIDENTE

Per favore, collega Ronzani! Prego, Presidente Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Sto parlando a tutti e sto parlando anche a voi, visto che quello che avete fatto in cinque anni quando governavate è fare debiti, fare esplodere la spesa sanitaria e non avere un minimo di idee sull'organizzazione del servizio sanitario.
Noi abbiamo messo sotto controllo la spesa sanitaria, abbiamo messo in campo delle idee e stiamo anche costruendo una sanità moderna che possa stare in piedi. Se voi volete ascoltare, ascoltate; se non volete ascoltare, siete evidentemente liberi di non ascoltare.
In ogni caso abbiamo fatto tutto questo. Io chiedo, come Presidente di questa Regione e come capo di questa maggioranza, che la riforma venga attuata senza tentennamenti perché questa riforma è assolutamente è necessaria.
Bisogna anche dire un'altra cosa: che in un momento come questo è necessario riorganizzare tutta la macchina della Regione perché l'obiettivo dev'essere quello di rendere dei servizi ai cittadini, non quello di difendere realtà che sono in parte autoreferenziali, in parte mantengono un sistema di potere, in parte vengono ad erogare dei finanziamenti esclusivamente ad alcuni soggetti o a gruppi di persone più o meno ampi.
La Regione Piemonte dev'essere una struttura e un'organizzazione finalizzata a rendere i servizi nelle materie di sua competenza. Questo quindi vorrà dire, evidentemente, fare un'analisi - come quella che stiamo facendo e che presenteremo - e che le cose che sono inutili o fini a se stesse andranno tagliate. Dispiace per chi era legato al vecchio sistema ma oggi il mondo cambia e noi abbiamo il dovere di intervenire in maniera radicale e strutturale.
Abbiamo fatto degli esempi, come quelli legati alle partecipazioni. Dal nostro punto di vista le partecipazioni della Regione nelle varie Società vanno dismesse perché il compito della Regione non è quello di essere socia in una, due, tre, quattro, cinque, sei, dieci, cento Società: il compito della Regione è quello di fare le leggi e quello di organizzare un sistema che fornisca ed eroghi dei servizi ai cittadini.
Ho sentito dire che bisogna rifare la fusione tra la Finpiemonte e la Finpiemonte Partecipazioni: io sono assolutamente d'accordo e questo fa parte del nostro programma...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

L'avete bocciato!



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Peccato che qualcuno questo sdoppiamento l'abbia fatto, creando evidentemente due strutture pletoriche e sovrabbondanti. Ripeto: se il basso profilo vuol dire fare anche un po' di autocritica io ovviamente prendo atto che è stata fatta, da parte vostra, questa autocritica e penso che, quando il provvedimento che realizzerà anche questo tipo di fusione arriverà in Aula, ci sarà sostanzialmente la vostra approvazione. Dovremo quindi fare tutto questo e lo faremo, partendo dalle cose molto importanti che sono state realizzate.
Devo dire anche che in un momento come questo bisogna dire la verità: non bisogna dire che le cose vanno bene e che non si deve cambiare niente.
Bisogna dire la verità ai cittadini, non si possono raccontare frottole cancellare gli impegni e dire cose diverse: bisogna dire le cose come stanno.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Come per esempio spostare 800 milioni da un anno all'altro...



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Per favore! Tanto il dibattito sarà riaggiornato...



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, ma non potremo rispondere! Scommettiamo che poi il Presidente non ci sarà più?



PRESIDENTE

Per favore, per favore! Chiedo scusa, Presidente Cota.
Prima di ridare la parola al Presidente, l'ho informato che c'erano ancora parecchi iscritti a parlare ed era prevista la trattazione degli ordini del giorno. Il Presidente ha già dato la disponibilità - poi domani la ribadiremo alla Conferenza dei Capigruppo - ad essere presente martedì prossimo, quindi ci sarà anche nel prosieguo di questo Consiglio.
Prego, Presidente Cota, continui.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Dicevo che bisogna innanzitutto dire le cose come stanno e questo è anche un nuovo modo di fare politica. Noi abbiamo detto le cose come stanno e vi abbiamo anche fornito tutti i dati: dati oggi anche positivi, che sono stati illustrati dall'Assessore Monferino.
Intendo completare il mio mandato avendo messo in ordine i conti della Regione e avendo realizzato quelle riforme strutturali nell'organizzazione della macchina regionale che consentano alla Regione di stare in piedi per i prossimi anni.
Lo farò; sono convinto che lo farò con il pieno sostegno da parte di questa maggioranza; non so se lo farò con la collaborazione dell'opposizione, perché questo, evidentemente, dipenderà da voi.
Prendo atto di alcuni aspetti positivi che sono emersi durante il dibattito odierno e, ovviamente, mi auguro che queste riflessioni positive possano trasformarsi anche in collaborazione.
Dove dobbiamo incidere? Dobbiamo incidere sulla organizzazione della sanità, e lo stiamo facendo.
Dobbiamo incidere sulla riorganizzazione di tutta la macchina regionale e di tutto l'apparato regionale.
Dobbiamo incidere su una riforma degli strumenti di erogazione delle risorse da parte della Regione.
Dobbiamo incidere su una riforma delle società partecipate, dismettendo quelle che sono le partecipazioni regionali.
Infine, dobbiamo incidere recuperando delle risorse attraverso operazioni straordinarie, come quella della costituzione di fondi immobiliari.
Al termine di questo percorso, che peraltro è già stato iniziato avremo, come risultato, una Regione più moderna, più efficiente, con dei conti a posto e con una struttura che possa stare in piedi per i prossimi anni.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cota.
Vi ricordo che adesso, in Sala Viglione, si svolgerà l'audizione della Comunità Montana delle Terre del Giarolo.
L'Aula è convocata alle ore 14.30 per la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata ex articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Grazie e buona giornata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.11)



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