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Dettaglio seduta n.291 del 30/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta, presentata dal Consigliere Burzi, del proseguimento dell'esame ordine del giorno n. 912 inerente a "Decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174 recante: 'Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore della zone terremotate del maggio 2012'" collegato al dibattito svolto durante la sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto e n. 50 del Regolamento antimeridiana odierna per la trattazione del punto "Difesa dell'autonomia e delle competenze delle Regioni"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

A proposito dell'o.d.g., credo che affronteremo il tema dell'emodinamica che inizierà quando l'Assessore Monferino sarà presente.
Alla fine del dibattito, credo che non sarebbe una cosa inutile se concludessimo il dibattito di stamattina, che altrimenti rimarrebbe sospeso: mancavano pochissimi interventi oltre alla votazione o alle votazioni eventuali.
Mi sembrerebbe una cosa utile che la rotondità della giornata si concludesse dopo avere lasciato lo spazio alla parte della emodinamica così com'era previsto.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 906 presentato dai Consiglieri Formagnana, Boniperti Negro, Valle, Bussola, Motta Massimiliano, Gregorio, Muliere, Motta Angela De Magistris, Novero, Botta Marco, Ponso, Carossa, Angeleri e Dell'Utri inerente a "Cittadina di Valenza costretta a rimanere in Arabia Saudita" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Formagnana; ne ha facoltà.



FORMAGNANA Michele

Volevo chiedere se è possibile inserire la trattazione dell'ordine del giorno n. 906, inerente a "Cittadina di Valenza costretta a rimanere in Arabia Saudita".
il caso di Chiara Invernizzi, di cui avrete sicuramente letto sugli organi di informazione. Si è già occupato del problema sia il Parlamento Europeo sia il Parlamento nazionale.
Ricordo la situazione di questa ragazza, sposata con un arabo. Nel momento in cui è entrata in Arabia Saudita, la sua vita è completamente cambiata: è stata ripudiata e ha subito maltrattamenti, tant'è che la Procura di Alessandria ha aperto un fascicolo il 5 settembre di quest'anno.
Vive praticamente relegata in un compound, con il padre di 72 anni perché secondo la legge islamica una donna non può andare in giro da sola.
Il tutore legale, nonché lo sponsor, secondo la legge dell'Arabia Saudita deve essere necessariamente un saudita, ed è l'ex marito, il quale rifiuta di dare i passaporti alla signora e al papà.
La signora ci segue in streaming. L'ho sentita stamattina tramite Facebook e mi ha detto che la situazione sta diventando insostenibile perché non ce la fanno più.
Vi chiederei cortesemente se fosse possibile, in maniera bipartisan firmare quest'ordine del giorno, in modo da far sentire in maniera forte la nostra solidarietà, che attraverso le vie diplomatiche possa dare un sostegno ad una situazione in cui gli interessati sono allo stremo delle forze. Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 907 presentato dai Consiglieri Boeti, Muliere, Manica Pentenero e Lepri, inerente a "Convocazione della Commissione consultiva dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Tra gli ordini del giorno da discutere oggi, se il Consiglio lo riterrà, avevo proposto questa mattina - ma mi è stato detto che la seduta era straordinaria e che quindi non era possibile - che fosse inserito un ordine del giorno che fa un invito al Governo regionale in merito alla convocazione della Commissione consultiva dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino.
Questa mattina abbiamo incontrato i cittadini, i medici e il Pastore Bernardini, che hanno sottolineato questo aspetto del problema. Qui non si chiede di entrare nel merito dell'Ospedale Valdese e di quello che sarà il futuro dell'Ospedale, ma si chiede il riconoscimento di un diritto, che è quello della convocazione della Commissione consultiva.
Quindi, l'ordine del giorno ha quest'obiettivo: invitare il Governo regionale a convocare la Commissione consultiva, così come la legge prescrive.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Prima di continuare con la parte burocratica e informativa dell'apertura della seduta, essendoci il numero necessario di 42 Consiglieri, propongo di iscrivere all'o.d.g. tre ordini del giorno.
Il primo è proposto dal collega Burzi, riguardante il decreto legge 10/10/2012 n. 174 "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento"; il secondo è indicato dal collega Formagnana, "Cittadina di Valenza costretta a rimanere in Arabia Saudita"; il terzo è presentato dal Consigliere Boeti, inerente a "Convocazione della Commissione consultiva dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino".
Sono iscritti e se l'Aula ritiene, alla fine delle nomine e della parte relativa alle comunicazioni dell'Assessore Monferino, tratteremo questi tre ordini del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Casoni, Cattaneo Cota, Leo e Pedrale.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 e 24 ottobre 2012.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 16 e 17 ottobre 2012.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa, discutendo di questo punto, da parte del Capogruppo Pedrale, ma mi sembra che tale posizione fosse condivisa anche dal Capogruppo della Lega Nord, è stato chiesto ai Gruppi di opposizione di sottoporre al Consiglio regionale una proposta, la più ampia condivisa dai Gruppi di opposizione.
Mi ero assunto quest'impegno e oggi, signor Presidente, sono a riferire che, da parte di tutti i Gruppi di opposizione, tranne il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle - che però non ha evidenziato una diversa candidatura - c'è la condivisione circa la nomina di Paolo Cattaneo come componente della Commissione di Garanzia. Mentre tutti i Gruppi di opposizione, compreso il Movimento 5 Stelle, condividono sulla nomina di Bruno Mellano quale Garante delle persone private della libertà.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia - (Articolo 91 Statuto Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - Elezione di un 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale)"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione (l.r. 28/2009)"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Siamo naturalmente d'accordo...



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Carossa.
Colleghi, per cortesia! Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Il Gruppo della Lega Nord - ma penso sicuramente anche i Gruppi del PDL, il Gruppo Misto e quello dei Verdi Verdi - è assolutamente d'accordo sulla nomina di Paolo Cattaneo in Commissione di Garanzia. Per Presidente, dato che l'ho già detto l'altra volta, noi ribadiamo invece che sul Garante dei Diritti dei detenuti c'é una proposta di legge di modifica depositata...



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Sul tema c'è una certa attenzione, che va anche oltre i confini di quest'Aula; vi prego, quindi, di creare le condizioni perché il collega possa intervenire.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Noi chiediamo che venga calendarizzata al più presto la possibilità di discutere questa proposta di legge. Vogliamo ribadire che non abbiamo nulla, eventualmente, contro il nome, ma vorremmo che venisse modificato questo istituto, ed è per questo che è stata presentata una proposta di legge, il cui primo firmatario mi pare sia il Consigliere Pedrale.
Sono intervenuto solamente perché questa dichiarazione rimanga a verbale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, chiedo che vengano distribuite le schede. Verranno distribuite entrambe le schede, sia per la designazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione, in base alla l.r. n. 28/2009, sia per la designazione della Commissione di Garanzia, in base all'articolo 91 dello Statuto della Regione Piemonte e all'articolo 3 della l.r. n. 25/2006.
Nomino scrutatori i Consiglieri Novero e Ponso.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Possiamo procedere allo spoglio delle schede. Appena avremo l'esito delle votazioni, lo comunicheremo all'Aula.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 865 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Bussola, Cantore, Cortopassi, Formagnana, Leo, Mastrullo, Motta Massimiliano, Pedrale e Spagnuolo, inerente a "Emodinamica"; ordine del giorno n. 875 presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio, Muliere Reschigna e Ronzani, inerente a "Razionalizzazione reparti di Emodinamica in Piemonte: ipotesi di chiusura dell'Emodinamica di Rivoli"; ordine del giorno n. 876 presentato dai Consiglieri Pentenero, Muliere, Placido e Ronzani, inerente a "Emodinamica a Ivrea e Chivasso"; ordine del giorno n. 881 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Cantore, Mastrullo, Lupi e Spagnuolo, inerente a "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5"; ordine del giorno n. 908, presentato dal Consigliere Dell'Utri inerente a "Necessaria apertura dell'emodinamica di Ivrea" (collegata interrogazione a risposta immediata del Consigliere Motta Massimiliano avente ad oggetto "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5")


PRESIDENTE

Mentre è in corso lo spoglio delle schede, possiamo procedere con l'esame degli ordini del giorno relativi alle emodinamiche, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nello specifico, si tratta dei seguenti atti di indirizzo: ordine del giorno n. 865 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Bussola Cantore, Cortopassi, Formagnana, Leo, Mastrullo, Motta Massimiliano Pedrale e Spagnuolo, inerente a "Emodinamica"; ordine del giorno n. 875 presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio, Muliere, Reschigna e Ronzani inerente a "Razionalizzazione reparti di Emodinamica in Piemonte: ipotesi di chiusura dell'Emodinamica di Rivoli"; ordine del giorno n. 876 presentato dai Consiglieri Pentenero, Muliere, Placido e Ronzani, inerente a "Emodinamica a Ivrea e Chivasso"; ordine del giorno n. 881 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Cantore, Mastrullo e Lupi, inerente a "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5". A questi si potranno aggiungere eventuali ordini del giorno che, previa verifica da parte degli uffici, se giudicati coerenti, verranno attratti dall'informazione dell'Assessore Monferino - che ringrazio - e dall'eventuale dibattito che ci sarà a seguire.
Nel frattempo, è stato presentato l'ordine del giorno n. 908, presentato dal Consigliere Dell'Utri, inerente a "Necessaria apertura dell'emodinamica di Ivrea".
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Volevo solo far presente che l'ordine del giorno n. 881 l'ho sottoscritto anch'io.



PRESIDENTE

Lo verifichiamo.
Confermo che l'ordine del giorno n. 881 è firmato anche dalla collega Spagnuolo.
Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Voi sapete che da alcune settimane il gruppo di lavoro di cardiologia che è stato costituito all'interno dell'ARESS (e comunque dell'Assessorato), sta lavorando per dare risposta ad una delle problematiche che sono state indicate nel nostro Piano Socio Sanitario, che prevede espressamente che si debba razionalizzare la rete dei centri di emodinamica sul territorio piemontese secondo le indicazioni nazionali dei centri di emodinamica a livello nazionale.
Tali indicazioni - così è descritto nel Piano Socio Sanitario prevedono che si debbano rispettare i bacini di utenza previsti tra un minimo di 300.000 abitanti e un massimo di 600.000, tenendo conto ovviamente, delle differenze geografiche e morfologiche dei territori e delle possibilità di reale accesso ai laboratori di emodinamica (quindi tenendo conto delle condizioni di traffico e delle eventuali difficoltà di accesso ai servizi).
Siccome oggi in Piemonte abbiamo 21 laboratori di emodinamica, si è decisa una graduale riduzione, con una prima tappa (che non è, ovviamente ciò che sarebbe previsto nelle indicazioni nazionali) a 17 centri.
Se dovessimo seguire le indicazioni nazionali, prendendo come parametro il valore medio fra 300.000 e 600.000 abitanti - è un puro calcolo aritmetico che non deve essere applicato matematicamente, ma è solo per dare un'indicazione - poiché il Piemonte ha quattro milioni e mezzo di abitanti, noi dovremmo avere dieci centri di emodinamica. Ne abbiamo 21.
Abbiamo quindi deciso di fare un primo passo di graduale avvicinamento verso un obiettivo di riduzione che, magari, non necessariamente dovrà portarci a dieci, proprio per le condizioni particolari del nostro territorio o di alcune parti di esso, ma certamente la differenza che intercorre tra 21 e dieci è tale che comprenderete bene che il percorso di progressiva riduzione dovrà essere significativamente portato avanti.
La prima tappa - quella che è stata indicata nella delibera del mese di aprile 2011 - prevede la riduzione dei centri di emodinamica fino a 17.
Questo è ciò di cui stiamo parlando oggi, e tale era il compito o l'obiettivo che è stato assegnato al tavolo dei cardiologi: sono i 14 cardiologi più eminenti che abbiamo in Piemonte, rappresentanti di tutte le Aziende Sanitarie o delle varie aree delle diverse Federazioni. Questi 14 cardiologi hanno sviluppato un documento che, ovviamente, non è stato ancora deliberato e non è definitivo, ma che offre una precisa indicazione di quelle che dovrebbero essere queste risposte.
Le decisioni, ovviamente, verranno assunte dopo che il percorso si sarà completato. Le conclusioni di questo gruppo di lavoro che abbiamo raccolto oggi le porteremo alla prima seduta disponibile di IV Commissione e le illustreremo in estremo dettaglio prima di farle diventare una delibera di Giunta. Immagino che tale processo potrà essere concluso entro il mese di novembre.
Vi sono altre indicazioni precise che vengono date dai livelli nazionali: occorre garantire che tutti i centri di emodinamica abbiano un'operatività di 24 ore - questo è ovvio, perché non è possibile prevedere quando c'è la necessità, magari anche in urgenza, di un intervento su un laboratorio, per cui devono essere operativi su 24 ore - e che siano operativi al cento per cento fra le 8 e le 20, con una reperibilità degli operatori fra le 20 e le 8 del mattino.
Vi è, infine, un ulteriore criterio, che è quello di dislocare i laboratori di emodinamica sul territorio in modo che i pazienti, da qualunque parte della nostra Regione provengano, possano raggiungere, entro tempi considerati sufficienti e sicuri per non avere danni permanenti (i cardiologi hanno stabilito come tempo massimo due ore) il centro di emodinamica più vicino.
Sulla base di questi presupposti, il gruppo dei 14 cardiologi ha previsto, nel territorio della Federazione 1, che comprende la Città della Salute come centro importante, che da quattro laboratori di cui disponiamo oggi dovremmo scendere a due. Queste sono le indicazioni fornite.
Nell'area Città della Salute, cioè le Molinette - lo cito per riferimento - oggi esistono due laboratori di emodinamica, uno ospedaliero e uno universitario, che hanno una casistica totale di 886 angioplastiche di cui 462 per i residenti nella TO1 e 117 per i residenti nella TO2, e 214 STEMI (la parte realmente critica).
L' ASL TO5, ovvero l'Ospedale di Moncalieri, che insiste sulla stessa area della Federazione, opera con la sua emodinamica (che è appunto nell'ospedale di Moncalieri) sviluppando, nel 2011, 559 angioplastiche, di cui 470 per i residenti e 152 STEMI.
Infine, nella stessa Federazione, c'è la Casa di cura Cellini, che nel 2011 ha operato 525 angioplastiche, di cui 224 per i residenti del territorio.
Rispetto a questi quattro laboratori, la proposta del tavolo dei cardiologi è quella di scendere da quattro a due. Due laboratori avrebbero la capacità, in termini di potenzialità di effettuare interventi, per coprire abbondantemente tutte le necessità del territorio della Federazione 1.
La Federazione 2 comprende sostanzialmente il San Giovanni Bosco (ospedale di riferimento della TO2), il Maria Vittoria, l'Ospedale di Ciriè e la Casa di cura Villa Maria Pia. In ciascuna di queste strutture abbiamo un laboratorio, quindi quattro in totale: l'indicazione che dà il tavolo dei cardiologi è di scendere a tre strutture. Anche in questo caso, i numeri (non so se vi interessano in questa fase) sono: nel 2011, 723 angioplastiche al San Giovanni Bosco, 232 STEMI; 580 angioplastiche al Maria Vittoria, 236 STEMI; 473 angioplastiche a Ciriè, 161 STEMI; 541 angioplastiche a Villa Maria Pia, di cui la metà circa per i residenti del territorio della TO4. In sintesi, nell'area della Federazione 2, da quattro a tre laboratori.
Nell'area della Federazione 3, che comprende Mauriziano, San Luigi e l'Ospedale di Rivoli, che oggi hanno un laboratorio ciascuno (quindi ci sono tre laboratori di emodinamica), l'indicazione del gruppo è di scendere da tre a due. I numeri importanti, parlando di STEMI sono: 130 al Mauriziano, 76 al San Luigi e 258 a Rivoli.
Nella Federazione 4, che è l'area del Piemonte nord-orientale, oggi abbiamo quattro emodinamiche: a Novara 346 STEMI, a Biella 116 STEMI, a Vercelli 111 STEMI e alla Casa di cura San Gaudenzio di Novara 177 angioplastiche. Nel Piemonte nord-orientale ne abbiamo quattro: l'indicazione del tavolo dei cardiologi è, per il momento, di salire a cinque. Questo è l'unico caso in Piemonte dove non riduciamo il numero delle emodinamiche, ma ne aggiungiamo una; la aggiungiamo sostanzialmente nella parte nord del territorio. Infatti si ipotizza il posizionamento a Domodossola e ciò perché ci sono grandi difficoltà a raggiungere l'emodinamica più vicina partendo dagli estremi delle vallate dell'Ossolano (dalla Val Formazza o dalla Val d'Ossola, scendere al laboratorio di emodinamica di Novara può richiedere di superare, in qualche caso, le due ore). Quindi, in questo caso l'indicazione è quella di aggiungere l'emodinamica in questo territorio.
La Federazione 5, che è il territorio cuneese, ha oggi tre emodinamiche: ne ha ovviamente una nell'Ospedale di Cuneo, una a Savigliano (sempre nel territorio ASL Cuneo 1) e una in questo momento ad Alba (nel territorio della Cuneo 2). L'indicazione è di scendere da tre a due, e la decisione è di averne una a Cuneo e una nel futuro Ospedale di Verduno (il costruendo Ospedale di Verduno, a metà strada fra Alba e Bra), che servirebbe baricentricamente meglio la parte nord del territorio cuneese.
Quindi, in questo caso sarebbe, in dirittura finale, Savigliano a perdere l'emodinamica, anche perché Savigliano è molto vicina a Cuneo e il territorio è servito molto bene dall'Ospedale di Cuneo.
Fino a quando non sarà operativo Verduno (noi prevediamo che lo sia a metà del 2014, quindi c'è un trend transitorio da gestire di circa 18 mesi), la decisione di tenere a Savigliano o di spostare ad Alba è una decisione che sarà presa dalle Aziende locali sulla base delle opportunità e anche dei costi che eventualmente fossero richiesti da uno spostamento temporaneo da Savigliano ad Alba, per poi fare il successivo da Alba a Verduno. Ad ogni modo, quello che ci deve interessare di più in questa fase è che in dirittura finale la previsione è di averne una a Cuneo e una nell'Ospedale di Verduno.
Infine la Federazione 6, che è quella di Alessandria-Asti. Oggi abbiamo tre laboratori, che sono appunto nell'Ospedale di Alessandria, dove ci sono 301 STEMI; nell'Ospedale di Asti 164; ne abbiamo uno nella Casa di cura Città di Alessandria, di cui abbiamo solo il calcolo delle angioplastiche e per questo sono 243 in totale.
Per le Case di cura private - avete visto, ne abbiamo citate tre: la Cellini di Torino, quella di Novara e quella di Alessandria - siccome quella di Torino non è collegata ad un'attività di cardio-chirurgia e poiché bisognerebbe ridurre sul territorio di questa Federazione, quella della Cellini non sarebbe più rinnovata come convenzione, mentre per quelle di Novara e di Alessandria sono tenute in sospeso eventuali decisioni legate alle conclusioni che ci saranno del gruppo di lavoro sulle cardio chirurgiche, che sono sotto rivisitazione completa come rete della cardio chirurgia. Come sapete, le cardiochirurgie stanno scendendo in modo importante come volumi totali anche perché parzialmente sostituite da interventi fatti appunto dai laboratori di emodinamica.
Ecco, questa è un po' la situazione così come emerge, in termini di numeri, dallo studio che è stato fatto da questo tavolo dei 14 cardiologi che direi quasi all'unanimità hanno portato a queste conclusioni. Ci sono stati uno o due pareri abbastanza discordi sul totale dei 14, quindi direi che c'è una sostanziale coincidenza quasi totale di vedute; per chi non ha espresso un parere totalmente favorevole sono state poste alcuni condizioni che dovrebbero essere seguite per aderire alla visione complessiva di tutti gli altri cardiologi.
Come accennavo all'inizio, porteremo alla IV Commissione il dettaglio della conclusione del tavolo dei cardiologi. Oggi ho dato le indicazioni numeriche delle riduzioni da 21 a 17, quindi peraltro a livello complessivo stiamo parlando di una prima tappa di riduzione in un percorso di graduale rivisitazione di tutta la rete delle emodinamiche. Vogliamo anche avere la certezza che nel fare queste cose non si procurino problemi ai nostri cittadini in termini di servizio, quindi credo che una gradualità di avvicinamento, anche se prevedo che probabilmente non arriveremo mai al numero di dieci, che sarebbe stabilito matematicamente da quella media a cui ho fatto riferimento all'inizio, pur non arrivando a quel numero certamente avremo ancora qualche cosa da fare.
Prima di completare questo percorso, vogliamo vedere che le decisioni prese nel frattempo in questa prima tappa di avvicinamento siano funzionali al risultato di mantenere un alto livello di servizio per i nostri cittadini.
Al riguardo, è uscito da qualche giorno sul sito della NAO un documento sulla fase intermedia dello studio del tavolo di chirurgia riunito in sede ARESS; è di qualche giorno fa, quindi non ancora completo, non ancora definitivo. È un primo documento che evidentemente è uscito dal gruppo di lavoro ed è stato passato alla segreteria della NAO, che l'ha pubblicato sul suo sito. È molto vicino alla realtà del documento definitivo che presenteremo in IV Commissione, ma non è esattamente il documento definitivo che porteremo in IV Commissione.
Credo di avervi detto tutto quello che oggi potevo dirvi, rimandando alla prossima riunione di Commissione sanità il dettaglio della proposta che arriverà dal tavolo dei cardiologi, che - se condivisa a questo livello potrebbe diventare la delibera da portare entro il mese, come decisione definitiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prima di passare agli interventi dei Consiglieri, comunico gli esiti delle due votazioni relative alle nomine.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia - (Articolo 91 Statuto Regione Piemonte e articolo 3, l.r. 25/2006) - Elezione di un 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale)"


PRESIDENTE

Proclamo eletto, quale membro della Commissione di Garanzia in sostituzione della signora Carla Spagnuolo, il signor CATTANEO Paolo in qualità di ex Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione (l.r. 28/2009)"



PRESIDENTE

Non avendo Mellano Bruno ottenuto il minimo dei 24 voti, non solo non è eletto, perché il quorum è più alto, ma non è neanche valida la votazione nulla.
Bisognerà riproporre tale nomina nella prossima seduta del Consiglio quando decideranno la Conferenza dei Capigruppo e il Presidente del Consiglio regionale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 865 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Bussola, Cantore, Cortopassi, Formagnana, Leo, Mastrullo, Motta Massimiliano, Pedrale e Spagnuolo, inerente a "Emodinamica"; ordine del giorno n. 875 presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio, Muliere Reschigna e Ronzani, inerente a "Razionalizzazione reparti di Emodinamica in Piemonte: ipotesi di chiusura dell'Emodinamica di Rivoli"; ordine del giorno n. 876 presentato dai Consiglieri Pentenero, Muliere, Placido e Ronzani, inerente a "Emodinamica a Ivrea e Chivasso"; ordine del giorno n. 881 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Cantore, Mastrullo, Lupi e Spagnuolo, inerente a "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5"; ordine del giorno n. 908, presentato dal Consigliere Dell'Utri inerente a "Necessaria apertura dell'emodinamica di Ivrea" (collegata interrogazione a risposta immediata del Consigliere Motta Massimiliano avente ad oggetto "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5") (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno relativi ai reparti di emodinamica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Assessore, lei si è insediato in questa Giunta in un momento difficile per il mio Partito e per questa maggioranza. Un momento difficile dovuto a due elementi: perché lei succedeva all'Assessore Ferrero, che aveva deciso di dimettersi per una questione di libertà e di opportunità nel difendersi rispetto alla propria accusa, e perché noi, all'inizio del nostro mandato avevamo annunciato una rivoluzione. Questa rivoluzione si chiamava e si chiama riforma sanitaria e questa rivoluzione, attraverso il nostro settore, si era avviata, ma non si era ancora compiuta.
Abbiamo accolto questo momento difficile con grande senso di responsabilità e con lo stesso senso di responsabilità ho voluto ascoltare le sue parole oggi, così come le ho ascoltate nel corso della conferenza stampa che ha tenuto con il Presidente Cota, pochi giorni fa.
Con quello stesso senso di responsabilità siamo stati al vostro fianco nel dire alcune cose: che quella riforma sanitaria si doveva e si deve compiere, che quella riforma sanitaria avrebbe comportato certamente delle scelte impopolari, e continuiamo a sostenere questa posizione, che queste scelte impopolari erano dettate anche da una situazione dei conti poco chiara e poco trasparente.
Siamo stati e siamo al vostro fianco anche nel denunciare una situazione economica difficile. Siamo stati e siamo al vostro fianco anche nel momento in cui voi ci chiedete, a ragion veduta, di diminuire il numero delle emodinamiche in questa regione. Siamo stati e siamo al vostro fianco quando dite che la politica non si deve immischiare con determinate logiche che, invece, attengono soltanto al comparto della sanità.
Ritengo, infatti, che la politica non si debba occupare della sanità e vederla come un centro di potere e come un luogo in cui far prevalere il campanilismo. E proprio perché ritengo questo, ho considerato opportuno presentare quest'ordine del giorno, come spunto per chiarire quel meccanismo che ai miei occhi sta portando allarmismo, da un lato, e poca chiarezza nelle modalità di scelta dei criteri, dall'altro; non degli obiettivi, perché quelli che lei ha elencato (la riduzione delle emodinamiche, l'operatività 24 ore) sono degli obiettivi, mentre il mio timore è sui criteri con i quali si vuole arrivare a questi obiettivi.
I criteri possono essere solo tre: criteri demografici, criteri geografici e criteri di qualità di servizio.
A me si è accesa un po' la lampadina ed è arrivata un po' di preoccupazione, così come penso ad altri miei colleghi in quest'aula, che hanno sollecitato un suo intervento e hanno proposto questi ordini del giorno, quando ho visto un verbale in carta intestata dell'ARESS (non so se fosse dell'ARESS, però era in carta intestata dell'ARESS).
In quel documento si auspicava, nello specifico riguardo alla Federazione corrispondente all'emodinamica di Rivoli e del San Luigi, penso da parte di un gruppo di tecnici, la chiusura dell'emodinamica di Rivoli.
Lei oggi mi dice che sono cardiologi; non so quanto un cardiologo (ma questo è un parere personale) possa coniugare la propria capacità di saper curare le persone e garantire la salute con la necessità di far valere un interesse che è proprio lavorativo, oltre che generale, quindi decidere se mantenere o togliere un'emodinamica, coniugando questa scelta con quelle economiche, che la situazione economica ci impone.
Quando ho visto su quella carta intestata, che risale al 4 settembre che si auspicava tale chiusura, ho pensato che ci fosse qualcosa che non andava, perché l'emodinamica di Rivoli fa parte di quei reparti che sono stati considerati, non da Augusta Montaruli, non dal PdL, non da questa maggioranza, ma dall'Assessorato alla sanità (nel suo sito), come uno dei fiori all'occhiello di questa regione: per numero d'interventi, per qualità del servizio prestato, per capacità di coniugare l'aumento degli interventi con le minori risorse necessarie. Infatti, è uno dei pochi casi in cui il reparto è assolutamente in attivo.
Per questo motivo, mi si è accesa la lampadina e ho chiesto, attraverso quest'ordine del giorno, un chiarimento.
Confido certamente nella capacità di quei cardiologi che sono stati chiamati, come un gran tavolo dei saggi, a pronunciarsi sugli obiettivi (cioè quali emodinamiche chiudere, piuttosto che tenere aperte), ma ritengo che un compito dei tecnici sia anche quello di tenere in considerazione le linee guida che la politica dovrebbe dettare.
Tali linee guida la politica dovrebbe dettarle, non sulla base di un'opportunità territoriale, piuttosto che elettorale - parlando molto chiaramente - ma certamente sulla base di criteri oggettivi, che mi auguro la IV Commissione, insieme a lei, Assessore, vorrà indicare.
Ripeto: quelli che lei ci ha indicato sono obiettivi e secondo me sarebbe opportuno che quest'Assemblea si confrontasse con lei, non soltanto quando il lavoro sarà già prodotto, o almeno, anche quando il lavoro sarà già prodotto, ma non prendendola come una decisione già assunta.
Questo lo dico perché tengo in altissima considerazione quello che ha detto più volte l'Assessore.
Ho assistito ad un'audizione dell'Assessore con i cittadini e i Sindaci che sono venuti in Regione a protestare per l'ipotetica chiusura dell'emodinamica di Moncalieri. In quell'occasione, l'Assessore ha pronunciato una frase molto importante. Ha detto che l'emodinamica di Moncalieri è relativamente nuova, che l'ospedale di Moncalieri per tanti anni non l'ha avuta e che nonostante ciò per tanti anni si sono, comunque effettuate quelle operazioni e in modo non gravoso, pertanto la chiusura dell'emodinamica di Moncalieri poteva essere comunque sostenuta poich c'era stato un tempo in cui il Piemonte non aveva quel servizio.
Sposo in toto quello che lei ha detto, tuttavia mi permetto di farle osservare, con umiltà, che quanto lei ha detto in quell'occasione è in contrasto con quello che ci ha detto, invece, questa mattina a proposito dell'emodinamica di Domodossola. Se questo principio vale, allora vale per tutti. Si dice no all'apertura di qualsiasi nuova emodinamica. Bisogna soltanto intendersi su questo. Come vi è stato un tempo in cui non vi era l'emodinamica all'ospedale di Moncalieri, anche per l'ospedale di Domodossola c'è stato lo stesso tempo e si è proceduto, comunque, con coscienza e con responsabilità fornendo un servizio.
Invece oggi l'Assessore ci dice che, molto probabilmente, c'è l'ipotesi di aprire l'emodinamica di Domodossola. Non sto dicendo che l'emodinamica di Domodossola non deve essere aperta, sto soltanto dicendo che se vale quel discorso che l'Assessore ha fatto con il Sindaco di Moncalieri per l'ospedale di Moncalieri, vale a maggior ragione per un'emodinamica che deve essere ancora aperta e che, tra l'altro, porterebbe costi aggiuntivi.
Un'emodinamica costa soprattutto nel momento in cui la si installa e la si avvia.
Le mie parole sono dettate dall'alta considerazione che ho, per esempio, per l'ARESS. L'Assessore in quell'incontro con i Sindaci dell'area di Moncalieri ha detto che l'ARESS era soltanto il luogo - posso anche aver appreso male - in cui quei luminari si erano riuniti per stabilire quale emodinamica chiudere e quale tenere aperta, e non invece l'ente che avrebbe stabilito i criteri o le modalità con le quali chiudere o tenere aperta un'emodinamica.
Non voglio pensare che l'ARESS sia solo un luogo asettico in cui qualcuno si incontra perché non c'è altro posto in cui incontrarsi. Se così fosse, sarebbe soltanto un costo e, a quel punto, sarebbe meglio la sua chiusura visto che parliamo tanto di spending review.
Mi auguro che nel proporre questo ordine del giorno e favorire un dibattito rispetto alle emodinamiche in Piemonte, si vogliano chiarire anche questi tre aspetti che ho sollecitato.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 875, avente per oggetto "Razionalizzazione reparti di Emodinamica in Piemonte: ipotesi di chiusura dell'Emodinamica di Rivoli".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Al di là del fatto di illustrare l'ordine del giorno che abbiamo presentato, credo sia necessario fare, in premessa, una riflessione più generale rispetto alla discussione che stiamo facendo.
L'Assessore ha detto prima che da un tavolo regionale è emerso un documento finito nelle mani della NAO, che successivamente è stato messo in rete e divulgato. Questo, Assessore, è uno dei problemi. Il fatto che questioni delle quali stiamo discutendo in Aula - probabilmente è un'Aula impropria rispetto alla Regione - avrebbero dovuto essere affrontate in Commissione, in IV Commissione, in Commissione Sanità. Questo è uno dei problemi. Il fatto è che quella Commissione non discute, se non ex post questioni che prima sono state affrontate sui giornali, in televisione all'interno delle organizzazioni sindacali, ecc.
La Commissione Sanità, che ha il dovere e il diritto di discutere delle questioni che riguardano la sanità della Regione Piemonte, è quella che meno di tutte discute le questioni delle quali stiamo parlando oggi. Questo è un problema, Assessore, che lei ha con l'opposizione. Un'opposizione che fino a questo momento, è stata, come qualcuno ci rimprovera, anche eccessivamente attenta e rispettosa nei suoi confronti. Noi dividiamo peraltro, le responsabilità politiche dall'essere uomini e dal rapporto che, invece, si instaura all'interno di assemblee dure come questa tra uomini che la pensano in maniera diversa, sullo stesso obiettivo.
Questo è un argomento da affrontare: o la Commissione consiliare serve ed è utile per affrontare certe questioni, non tanto in Aula quanto in Commissione, oppure diciamo che la IV Commissione consiliare non serve e consentiamo, peraltro, di risparmiare 120 euro a gettone di presenza: di questi tempi sarebbe un atto meritevole e della quale i cittadini riconoscerebbero il merito.
Siamo costretti non dico ad utilizzare le veline della NAO, ma siamo costretti a discutere all'interno del Consiglio regionale di una questione che andava trattata in un'altra sede. Oggi la Repubblica parla di una questione che riguarda l'ASL TO1, sulla quale siamo intervenuti tutti. Il Direttore generale si è portato avanti con i lavori. Mentre noi attendiamo che l'Assessore ci dica quali sono le linee di riorganizzazione della rete ospedaliera, il Direttore generale ha già stabilito quali sono le strutture complesse e quali le strutture semplici che devono essere eliminate. Questo lo scopriamo dai giornali oppure, in quel caso, da un'altra velina.
La invito, Assessore, in nome del rispetto che abbiamo avuto fino a questo momento nei suoi confronti, ad invertire un po' la tendenza e a tenere conto che i componenti di quella Commissione hanno il diritto e il dovere di discutere di queste questioni nella sede competente.
Arriviamo alle riflessioni sull'ordine del giorno. La Consigliera Montaruli ha fatto un riferimento all'ospedale di Rivoli. L'ospedale di Rivoli ha un'emodinamica che ha già 11 anni di vita, ha fatto 12.000 coronarografie, oltre 8.000 angioplastiche coronariche e oltre 1.500 angioplastiche primarie. È diventata una delle migliori. Lo pubblica anche la rivista nazionale specializzata italiana che si occupa di emodinamica che ha indicato l'esperienza rivolese come un esempio di programma e di sviluppo dell'interventistica coronarica e vascolare fino alle procedure più complesse.
Io faccio l'artroscopista. Ho imparato ad inserire una telecamera dentro un ginocchio e quando ho imparato a fare questo, ho imparato anche ad inserirla dentro una spalla. Quando si prende dimestichezza con uno strumento, ti viene voglia di sperimentare cose nuove, così come fanno negli Stati Uniti e in tutti i Paesi del mondo. I cardiologi di Rivoli hanno fatto anche 270 interventi di prevenzione dell'ictus trattando le arterie carotidi.
L'AGENAS la definisce un'emodinamica di livello nazionale, come una delle emodinamiche più straordinarie d'Italia. Ricordo la sua intervista Assessore, quando ha detto: tra Rivoli e San Luigi ci sono due emodinamiche, una è di troppo. Questo contrasta un po' con quello che l'Assessore fino a questo momento ha sempre detto rispetto alla qualità con la quale i servizi vengono erogati. Questa è una delle linee guida rispetto all'organizzazione della rete ospedaliera.
L'Assessore dice che non si può tollerare che un reparto di chirurgia faccia due esofagi: in quel reparto di chirurgia, quel tipo di operazione è a rischio, e noi siamo d'accordo con lei.
Se l'Assessore dice che in un reparto ortopedico non si possono fare cinque protesi d'anca all'anno, lavorando in un ospedale che fa 400 protesi d'anca e di ginocchio all'anno, dico che l'Assessore ha ragione, perch cinque protesi sono a rischio di lussazione e di infezione.
Noi siamo d'accordo con lei, ma quando l'Assessore sostiene di dover chiudere un'emodinamica, classificata in Piemonte come una delle migliori come una delle più efficienti in Italia, abbiamo la sensazione che non ci sia corrispondenza tra quello che l'Assessore dice e utilizza come linee guida, e quello che invece si ipotizza di realizzare.
Invitiamo l'Assessore a riflettere sulla questione.
Il documento che abbiamo - che non sappiamo bene da dove provenga perché ad un certo punto i fogli si confondono - dice che tra Rivoli e il San Luigi ci sarà una sola emodinamica.
Si può anche realizzare una sola emodinamica, perché la politica e le trasformazioni sanitarie hanno i loro tempi, ma su due sedi.
Perché dico questo? Perché le apparecchiature, di qualità, sono state acquistate sia a Rivoli sia al San Luigi.
Attualmente, l'ospedale di Rivoli si è dotato anche della seconda sala per le emergenze, perché se arriva un paziente con un infarto acuto del miocardio e c'è la sala dell'emodinamica occupata, ci deve essere la possibilità di trattarlo in un'altra sala, non si può aspettare che la prima angioplastica sia finita, perché quel paziente potrebbe correre dei rischi.
Le attrezzature quindi ci sono, sia a Rivoli sia al San Luigi. I medici e gli infermieri non possono essere licenziati perché in quei reparti lavorano specialisti che hanno un contratto a tempo indeterminato. Il materiale che si utilizza è commisurato al numero di infarti acuti del miocardio e non è sprecato.
Sostanzialmente, concentrandole su una o su due sedi non cambierebbe niente.
Il fatto di avere un'emodinamica su sue sedi consentirebbe, come dice lei frequentemente, un migliore utilizzo del personale, un'ottimizzazione sull'uso degli infermieri, un'ottimizzazione sull'uso dei medici e, per quanto mi riguarda - perché vivo e faccio attività politica in quel territorio - si incomincerebbe a porre delle basi per una più stretta e più forte collaborazione tra l'ospedale San Luigi e l'ospedale di Rivoli. In futuro speriamo anche con il Mauriziano, perché quando anche noi abbiamo sostenuto l'ipotesi di una federazione che comprendesse il Mauriziano, il San Luigi, Rivoli e Pinerolo, pensavamo che i rapporti di collaborazione tra questi quattro ospedali dovessero essere più stringenti di quanto non sia stato fino a questo momento.
Faccio anche una riflessione sull'emodinamica di Moncalieri, senza togliere spazio al Consigliere Motta, che sul punto ha presentato un ordine del giorno, che tra l'altro ho firmato.
Ho un documento - anche su questo non mi chieda la provenienza perch non lo sappiamo, non avendolo avuto ufficialmente dall'Assessorato firmato dalla dottoressa Spiller, primario dell'ospedale di Moncalieri, in cui accetta l'ipotesi di trasferimento dell'emodinamica di Moncalieri alle Molinette, a patto che vengano rispettati tre punti. Mi è stato detto che il dottor Zanon si è impegnato a rispettare i tre accordi ipotizzati, tra cui quello che i pazienti della Torino 5 vengano ricoverati e trattati alla Città della Salute senza stazionare, cioè le ambulanze dovranno portare il paziente cardiopatico direttamente alle Molinette, perché l'idea di portarlo a Moncalieri, stabilizzarlo e poi mandarlo in un altro ospedale, è una procedura che presenta rischi.
La dottoressa Spiller dice di avere avuto il consenso sul trasferimento in blocco della struttura complessa di cardiologia, che manterrebbe all'interno delle Molinette la propria autonomia sotto la sua direzione che alle Molinette verrebbe realizzato un altro UTIC e una degenza cardiologia, e che ci sarebbe stata una rotazione a Moncalieri dei medici delle Molinette.
Dato che ritengo che questi tre punti non potranno essere realizzati altrimenti aumenterebbero i costi (sarebbe opportuno che si mantenesse a Moncalieri la cardiologia e si consentisse ai pazienti di quel territorio di essere trattati nell'ospedale di riferimento), vorrei che almeno ci si assumesse la responsabilità delle scelte, senza promettere cose che non potranno essere mantenute, perché questo non potrà essere mantenuto.
L'ultima riflessione riguarda il ruolo degli ospedali territoriali.
Trent'anni fa, le fratture di femore venivano trattate solo al Maria Vittoria, al Mauriziano, al CTO e al Maria Adelaide. Gli ospedali periferici si stavano organizzando per offrire servizi territoriali e di prossimità ai cittadini. Oggi, le fratture di femore le sanno curare tutti gli ospedali (non parlo di Avigliana o di Giaveno, ma dove si fa questo tipo di chirurgia: Moncalieri, Chieri e Pinerolo).
Nel tempo, gli ospedali territoriali hanno migliorato le loro qualità ed hanno specializzato le proprie equipe, per offrire servizi di qualità ai cittadini del loro territorio. Un impoverimento degli ospedali territoriali. così com'è programmato in tutto quello che stiamo vedendo argomento che affronteremo in un altro momento - fa tornare la sanità piemontese indietro di trent'anni.
Questo è un errore che non deve essere fatto, Assessore nell'interesse, non della politica, ma dei cittadini.



PRESIDENTE

Prima di proseguire con le altre illustrazioni, informo che il primo firmatario, il collega Dell'Utri, ha chiesto il ritiro dell'ordine del giorno n. 908 inerente all'emodinamica di Ivrea, affinché venga trattato in Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Mi conferma, quindi, che questa è l'illustrazione degli ordini del giorno e che poi ci sarà la possibilità di intervenire in discussione generale.
Con una parte di riserva mentale che avevo rispetto all'affrontare oggi il discorso sull'emodinamica - sarà per la disillusione causata dal tempo trascorso da quando abbiamo presentato gli ordini del giorno - devo dire che l'intervento dell'Assessore ha chiarito che la Commissione competente vale a dire la IV Commissione, avrà modo di affrontare, dal punto di vista tecnico, il quadro generale della dismissione delle varie emodinamiche secondo i criteri generali che bisogna rispettare, per cui da 21 dovrebbe passare, in una prima fase a 17, e poi in futuro a 10.
Tuttavia, mi corre l'obbligo rimarcare che i due ordini del giorno presentati dal Gruppo del PdL e sottoscritti da altri Consiglieri (mi fa piacere che c'è una trasversalità, se non altro quando si parla di bene dei cittadini, che va al di là dei colori politici), puntano proprio a riportare la discussione entro criteri corretti. C'è un'analisi tecnica fatta da tecnici deputati a farla, che sono forse quelli dell'ARESS o delle innumerevoli Commissioni istituite presso l'ARESS, che non credo affitti solo stanze, ma abbia altre competenze. Dai verbali si riesce a comprendere che, dal Direttore a coloro che partecipano a queste riunioni, tra cui anche consulenti dell'ARESS (ne cito uno per citarli tutti, perché lo conosco da oltre quindici anni, l'ingegner Gustrand), si tratta sicuramente di persone che intervengono e danno un indirizzo alla razionalizzazione, in questo caso dell'emodinamica, e della riduzione dei centri.
Credo che da tutto questo venga fuori che forse i dati non sono i medesimi che si raccolgono da una parte o che, comunque, vengono evidenziati dall'altra. Nell'ordine del giorno da noi presentato, per quanto riguarda l'emodinamica di Moncalieri, abbiamo voluto evidenziare proprio secondo quei criteri dettati dall'Assessore, e che per noi sono ispiratori, ma che vanno oltre, perché noi consideriamo il volume di attività, il volume del tipo di ricoveri, la dotazione strumentale, le risorse umane, la possibilità di ridistribuzione nell'ambito del 118 quello dell'emergenza del pronto soccorso e del DEA, la distribuzione delle non emergenze, la riduzione dei ricoveri e dei percorsi, anche le varie ricadute che possono determinarsi secondo determinati interventi.
Dai numeri a nostre mani - c'è la tabella esplicativa nell'ordine del giorno - cito solo le percentuali, che ritengo il dato più significativo.
Non è sufficiente dire che, prima del 2006, c'era solo un'emodinamica e gli stessi interventi sono stati distribuiti su tre. Infatti, se è vero che esistono criteri rispetto alla tipologia degli interventi, ben il 78% degli interventi presso l'emodinamica di Moncalieri sono quelli chiamati in ambito acuto, quindi STEMI. Sono interventi che hanno un tempo massimo di intervento che va dai 60 ai 90 minuti.
vero che la distanza tra Moncalieri e le Molinette non è così ampia ma non sono assolutamente certo che - parliamo del 2011 - quei 114 interventi dichiarati acuti avrebbero avuto la stessa identica soluzione medica per quanto riguarda la sopravvivenza ad un ricovero di questo genere.
Dopodiché, in aggiunta alle questioni che si è limitato a richiamare (quella dell'apertura delle 24 ore, i tempi sufficientemente sicuri per raggiungere il luogo e quello degli abitanti) nell'ambito dell'analisi da lei svolta, credo ci siano anche i costi. Oggi, siamo sottoposti ad un controllo perenne, in quanto è ciò che il Governo vuole dalla Corte dei Conti. Quindi, ogni scelta deve essere suffragata dall'assenza di maggiori costi.
Nel momento in cui si verificheranno maggiori costi, per quanto risibili e per quanto lei possa pensare che sia antiquato parlare ancora di costi (magari, sono nell'ordine di 400 mila euro all'anno da una parte e di dieci milioni dall'altra), qualcuno li dovrà spiegare o, comunque, motivare alla Corte dei Conti, che in questo momento è tanto attenta ai nostri bilanci quanto a quelli della sanità.
Se parliamo della chiusura dell'emodinamica del San Luigi dobbiamo valutare la presenza di un costo fisso, dettato dalla ristrutturazione di quell'ambito, che ammonta a dieci milioni nei prossimi tre anni, che non produrrà più nulla, secondo lo studio effettuato. Il trasferimento comunque, costituisce un ulteriore costo di 55 mila euro. Come ricordava chi ha maggiore coscienza tecnica, perché di professione fa il medico trasportare un paziente in un ospedale, che comunque deve essere stabilizzato, per poi ritrasportarlo presso il territorio, determina dei costi.
Con questo ordine del giorno evidenziamo che la struttura di Moncalieri è dotata di recenti tecnologie - ed è uno dei criteri che ci richiedono perché vengano mantenute - ha un bacino di utenza superiore ai 300 mila abitanti, ha un ottimo rapporto costo-beneficio - su questi vorremmo anche confrontarci, qualora ci venga presentata la chiusura - e dispone sicuramente, dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici richiesti dalla Regione. Quest'ultima, comunque, ha deliberato una linea di indirizzo, quale quella della DGR del 7 aprile 2011, con la quale dettava dei criteri relativamente alla validità o meno di quanto si poteva mantenere aperto.
Con questi dati credo si possa raggiungere un punto di incontro, cioè la razionalizzazione della rete. Come richiamato, la situazione in cui la sala di emodinamica è occupata e un paziente necessita di un trattamento perché si presenta con una tipologia di infarto acuto, sarebbe facilitata dalla creazione di una rete, specialmente a distanze minime, come potrebbe essere Moncalieri con le Molinette, o Rivoli con il San Luigi, cioè dalla possibilità reale di creare un'unica equipe che lavori a scavalco delle due realtà. Lo stesso si potrebbe immaginare per altre situazioni.
Non entro nel merito dell'anomalia, sicuramente analizzerò meglio il suo intervento, in quanto ho compreso oggi che solo nell'area di Domosossola si può aumentare e non diminuire il numero delle emodinamiche.
Da quanto evinto dai documenti a cui abbiamo potuto accedere, il gruppo di lavoro creato presso l'ARESS, per quanto riguarda il modello integrato di rete dell'infarto miocardico, che è quello che se ne occupa, non comprende 14 cardiologi, bensì sei o sette, gli altri sono comunque di emergenza. Poi, c'è questo dottor Gustrand, che è presente dappertutto; poi c'è un funzionario dell'Assessorato, che, comunque, verbalizza.
Tra l'altro, la provenienza è molto torinocentrica, vale a dire le Molinette, e poco focalizzata verso le Federazioni, perché ce ne sono tre delle Molinette, uno di Novara, poi del CTO e dell'Ordine del Mauriziano.
Ad esempio, nel caso specifico, non c'è nessuno che abbia potuto mettere voce per quanto riguarda la cardiologia che si vuole chiudere, cioè quella di Moncalieri.
Ho cercato di rendere più simpatici determinati interventi. È come se lei, quando era all'Iveco, avesse dato in mano a quelli della Scania la possibilità di decidere se chiudere o meno l'Iveco. A salvaguardia del proprio lavoro e di se stessi, credo che questi cardiologi delle Molinette nello svolgimento delle valutazioni circa la chiusura, abbiano avuto un minimo spirito di autoconservazione.
Questa autoconservazione viene siglata - mi avvio al termine - nelle conclusioni prodotte. Infatti, nelle conclusioni del dottor Gaida, che parte dal presupposto che dovrebbe svolgere una valutazione tecnica, si dice che Moncalieri e la Cellini sono da chiudere, perché, comunque sottraggono pazienti alle Molinette. E conclude proprio così, non aggiunge altri dati, quelli nobili e corretti che lei ci citava, ma chiude il concetto in questa maniera. Credo che questo non sia un dato tecnico che noi dobbiamo valutare.
Nella discussione generale ci sarà modo di approfondire anche questo ruolo dell'Agenzia, che oggi è venuto fuori, un pochino eccessivo e fuori luogo rispetto a quello che noi riconosciamo a lei come Assessore, al Presidente e alla collegialità della Giunta regionale, ma su questo mi riservo di intervenire in un secondo tempo.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Procediamo con l'illustrazione, da parte della Consigliera Pentenero dell'ordine del giorno n. 876.
Prego.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere una riflessione alle tante valutazioni, svolte oggi che attengono all'attività dell'emodinamica, per la quale, negli anni, è stata prevista l'autorizzazione, la fase di formazione e di tutoraggio degli operatori che portano avanti l'attività del laboratorio di emodinamica, che è stata completata. I dati legati alla mortalità, quindi alla qualità in generale degli interventi effettuati, riportati dall'Assessore durante l'incontro con i Sindaci, che afferiscono al distretto di Moncalieri, ci fanno dire che l'emodinamica di Moncalieri ha raggiunto un buon livello di qualità.
Vorrei sottoporre alla sua attenzione altri due temi che, oggi, non trovano nemmeno più risposta e non vengono nemmeno più citati.
Mi rendo conto che quando c'è un cambio di Amministrazione, la tendenza che, peraltro, ritengo non corretta - è immaginare che qualsiasi cosa fatta dall'Amministrazione precedente non debba andare bene e che quindi probabilmente anche il denaro pubblico che è stato speso sia denaro pubblico che non appartiene più al pubblico, ma appartiene a qualche altra entità.
Mi riferisco al progetto che era stato approvato dalla Giunta precedente che prevedeva la possibilità che i tre laboratori di emodinamica potessero garantire un servizio 24 ore su 24 su un bacino di utenza che rientra perfettamente nei parametri da lei citati, anzi raggiunge i parametri massimi dell'utenza da lei citati, e che quindi permettesse di servire un territorio la cui ampiezza e la cui distanza dalle grandi realtà, potesse offrire elementi di garanzie e di sicurezza anche a quei cittadini.
Le strutture sono state realizzate, il personale è stato formato e nel frattempo magari questo personale si è già anche trasferito in altre realtà, perché quello che era un progetto approvato ed attuato non è mai stato autorizzato, tranne leggere poi dai giornali che in alcune situazioni spot il servizio in uno dei tre ospedali - e mi riferisco all'ospedale di Ivrea - l'attività è partita senza nessuna autorizzazione.
Giustamente lei ci dice che i dati non sono confutabili e quindi, se i dati non sono confutabili, per il progetto approvato dalla Giunta precedente, per il quale sono state acquistate le macchine e realizzate quindi con un impegno di spesa di circa due milioni di euro, le risorse sono risorse che oggi non vengo utilizzate. Quindi, quella che era la fase di ammortamento dell'importo destinato all'attività non è mai partita, ma nel frattempo l'Azienda ha continuato a pagare - adesso abbiamo le Federazioni che dovrebbero risolvere tutti i problemi - la prestazione facendola erogare da altri servizi. Se penso a Chivasso parlo del Mauriziano, se penso ad Ivrea parlo di altre realtà del Torinese e addirittura della città di Novara.
Credo che non prendere in considerazione, ma semplicemente provare a dire che l'attrezzatura di uno dei due ospedali che è stata realizzata in questo periodo di tempo possa essere smontata e portata da un'altra parte nel VCO, sul quale le valutazioni sono già state fatte all'interno di quest'Aula oggi pomeriggio - sia una valutazione superficiale, perché i numeri degli interventi che vengono prodotti o i dati che vengono prodotti dall'Azienda del territorio sono dei numeri falsi - e quindi chiedo scusa se i numeri non sono veri, ma mi si deve dimostrare che non sono veri - o diversamente non si capisce la ragione per la quale i dati del progetto che prevedeva tre unità ma un unico progetto e, quindi, un'unica equipe che avrebbe dovuto lavorare insieme, non sono neanche stati analizzati.
Credo che il denaro pubblico non possa essere messo da parte in questo modo. So perfettamente, e questa potrebbe essere una valutazione ma sarebbe assolutamente superficiale, che, ad esempio, la macchina legata all'ospedale di Chivasso in questo periodo di tempo dovrà essere smontata quindi verrà a fagiolo per quello che è il progetto che si ha in mente perché si devono realizzare gli interventi di ampliamento con il quinto lotto dell'ospedale di Chivasso. Quindi, c'è anche un'esigenza di tipo tecnico, che nel frattempo si è aggiunta, per la quale il progetto non fa che essere confermato nella sua interezza.
Sono state fatte diverse osservazioni, diversi documenti, diverse raccolte firme, ma il territorio oggi non ha avuto nessuna risposta.
Chiedo scusa se magari si pretende un po' di attenzione in merito a quello che si sta dicendo. Probabilmente la considerazione è pari all'attenzione che oggi si dà all'interno di quest'Aula.
Credo che però forse valga la pena analizzare i dati in termini economici. Sono stati analizzati in termini economici così come giustamente lei quotidianamente ci ricorda e ci invita a fare.
Quindi, non si comprende quali siano i motivi per i quali ad oggi nemmeno si prende più in considerazione il progetto.
Che cosa si pensa di fare? E mi chiedo quindi quale sia il rapporto tra le cardiochirurgie e le attività dei laboratori di emodinamica quando nessuno dei tre ospedali ha un'attività di cardiochirurgia, com'è noto.
Sono ospedali cardine che, secondo la classificazione del Piano Socio Sanitario approvato da quest'Aula all'inizio dell'anno, devono avere un'attività di emodinamica 24 ore su 24. Ed era proprio il progetto che era stato presentato.
Oggi abbiamo dei documenti in mano, dei documenti informali, dei documenti trafugati e questo non depone certamente a favore del fatto che documenti così delicati debbano seguire anche un iter di riservatezza e debbano seguire anche a momenti di confronto, così com'è stato ricordato dal collega Boeti.
Su questo perlomeno si chiede di cercare di riprendere il progetto approvato dalla Giunta precedente, di capire come le risorse che sono state destinate; risorse, peraltro, imputate ai singoli bilanci delle singole Aziende, perché di Federazione all'epoca non parlavamo.
Concludo, perché credo che il problema sia assolutamente chiaro chiedendo all'Assessore e alla Giunta di riprendere la storia di ogni singolo territorio e di tenere in considerazione quelle che sono...



(Brusìo in aula)



PENTENERO Giovanna

Presidente, è impossibile continuare ad intervenire. Se questo è il livello di attenzione magari soltanto legato a questioni campanilistiche credo che sia davvero inutile discutere all'interno di quest'Aula.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.
Prego, Consigliera Pentenero, prosegua.



PENTENERO Giovanna

Dopo questa imbarazzante situazione, provo nuovamente a riformulare la domanda che rivolgo all'Assessore e alla Giunta, cioè di rivedere il progetto che era stato formulato, di provare ad analizzare insieme i numeri che attengono a quella Azienda e a quel territorio, e di provare a rivedere anche la questione economica in termini di risorse che sono state spese.
Credo che, nel momento in cui queste vengono a mancare e sono ridotte in modo rilevante, non si possa non tenere in considerazione che quanto è già stato fatto può offrire un'opportunità di risparmio per l'attività futura.
Questo è quello che continuerò a chiedere con forza all'Assessore e alla Giunta.
Vorrei anche comprendere, nel momento in cui viene collegato l'aspetto dei laboratori di emodinamica all'attività di cardiochirurgia, quali sono i riferimenti e i parametri con i quali dobbiamo ragionare, perché il documento che abbiamo è certamente un documento informale, ma oggi è un documento con il quale dobbiamo fare i conti.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ho firmato né intendo firmare nessuno di questi ordini del giorno e intendo partecipare alla discussione. Non voterò nessuno dei documenti e voglio spiegare il perché.
Assessore, non è la prima volta che cerco di palesarle la mia delusione relativa alle aspettative che, probabilmente in modo illusorio, mi ero fatte rispetto a quello che era il programma paventato.
Si parlava di una bella riforma, di una riforma che avrebbe dovuto, di fatto, resettare un po' tutta la vecchia struttura organizzativa; si parlava di una riforma che avrebbe dovuto portare a vantaggi economici non di poco conto e quindi al risparmio.
Tralascio gli argomenti sui quali in questi giorni, in queste settimane, in questi ultimi mesi ho cercato di insistere nei suoi confronti, devo dire con scarsa attenzione da parte sua, perché il più delle volte, per quanto riguarda le interrogazioni ex articolo 100 del Regolamento, mi hanno dato risposta altri suoi colleghi e, devo dire, anche in modo molto parziale e insoddisfacente.
Tralascio quindi tutto quello che attiene al Piano di rientro, ai conti, alla scarsa trasparenza relativa a quel capitolo, ma vado ad affrontare il problema che riguarda la prospettiva di resettare le strutture organizzative: questo è il programma iniziale. Quando si resetta una macchina o un PC, si tolgono tutti i programmi e se ne impostano di nuovi. I programmi vecchi non sono neanche stati snelliti, se ne sono aggiunti altri (le Federazioni), che hanno caricato ancor di più una macchina vecchia.
Qualche collega oggi ha sollevato il problema di metodo con cui si affrontano le varie questioni. Penso che per affrontare un problema come quello del riordino delle strutture che riguardano l'emodinamica non lo si possa fare solo parzialmente, dicendo che dobbiamo rispettare questi parametri e quindi, con una certa elasticità, raggiungiamo questo obiettivo.
Intendo capire se lei - è sicuramente sì, ma voglio che me lo dica oltre a un problema di rispetto di parametri, si sia posto realmente un problema di esattezza di metodo di applicazione. Perché lei più volte (l'ha fatto in audizione, l'altro giorno, in Sala Viglione, l'ha ripetuto oggi nel suo intervento) si riferisce ad un'equipe di 14 illustri specialisti e consulenti. Ma chi li ha scelti? E chi ha deciso - dico ancora di più - che sono i migliori specialisti e illustri professionisti nel settore? Eh no! questo che non va bene, Assessore. Io più volte le ho posto questo problema! Nel momento in cui ci si prefigge di fare una selezione e si vuole fare la selezione la più giusta possibile, bisogna anche comprendere quali sono i criteri da applicare per raggiungere quella selezione e chi sono i suggeritori! Eh, eh! Sono molto importanti i suggeritori, Assessore! Perch se dobbiamo tenere in piedi una macchina para-assessorile, come quella dell'ARESS, che lei sa fare capo a persone che magari pensano di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, non va mica bene, Assessore. Questo problema gliel'ho sollevato più volte.
Chi stabilisce chi sono i migliori professionisti e chi può mettere la mano sul fuoco sull'imparzialità del giudizio e il mancato interesse di quei professionisti? Lei sicuramente no, perché più volte ha detto che, nell'ambito della sanità, non conosce questi giochi e queste logiche. Va bene, ma lei di chi si fida? A chi si affida? Allora, quando si pensa di resettare un sistema lo si deve resettare da capo a piedi.
Le dirò di più. Perché non ho firmato e perché non voto questi ordini del giorno? Perché non voglio che siano confusi con una difesa di campanile, perché giustamente e legittimamente ogni Consigliere deve portare le istanze di quel territorio, di quel Sindaco, di quei pazienti di quei cittadini. Lo capisco. È legittimo! Ma esula dalle mie logiche di attività politica e questo l'ho dimostrato quando abbiamo parlato delle province.
Sono d'accordo sul riordino, ma le dico con quale criterio lo facciamo.
E lei, Assessore, ci ha detto una parola su dove finirà il personale che oggi lavora in modo più o meno qualificato nelle varie strutture che andremo a sopprimere? Ci ha detto dove saranno trasferiti i macchinari che sono costati milioni di euro? Che fine faranno? Io questo desidero saperlo.
Perché, vede, sono convinto che ancorché l'emodinamica appartenga ad una branca che si può definire per alcune patologie di emergenza quell'emergenza non è necessario doverla risolvere sotto casa. Ma è necessario - cosa che io e lei in incontri informali, all'inizio di questa legislatura o del suo mandato, ci siamo detti - fornire al paziente affetto da quella patologia un intervento di emergenza che può essere "la medicalizzata", come abbiamo detto, anche con il rianimatore a bordo.
quello che è importante! Poi, se il paziente soccorso a Carmagnola debba essere mandato al Santa Croce di Moncalieri o alle Molinette, poco importa! Ci deve essere quel tipo di supporto, ma non mi sembra che su quel versante si stia facendo qualcosa. Anzi! Probabilmente quelle competenze e quei supporti tecnici che avevano dato ampio sussidio in passato, definiti non più magari consoni all'appartenenza, vengono mandati a casa con un calcio nel sedere.
Questo non va bene! Perché non va bene, Assessore? Non va bene perch non ci si discosta minimamente da quel tipo di logica che non porta da nessuna parte.
Qualche collega, prima, diceva che sembra quasi una regola che, quando cambia il governo di una Regione, cambiano anche gli uomini, i consulenti gli specialisti, i tecnici, come se non ci si debba poter fidare di professionalità che dovrebbero esulare dalla politica. Di che cosa ha bisogno il politico? E poi, finiamo nella ipocrisia magna, che è quella che riguarda il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Domani ci sarà una sentenza. Su che cosa? Sull'abuso d'ufficio. Relativo a che cosa? Alla nomina di un primario.
Ma chi nomina i Direttori generali, se non la politica e la Giunta? E chi nomina i primari se non i Direttori generali nominati dalla Giunta? Allora, mi auguro che quel processo possa finire veramente in una bolla di sapone, perché intravedo, per quel che posso capire, tutto tranne che l'abuso d'ufficio.
Veniamo fuori dall'ipocrisia. Veniamo fuori, finalmente, da quelle logiche! Ma soprattutto diamo risposte ai Consiglieri che intendono sapere più che ostentatamente pretendere il mantenimento di un servizio sotto quel campanile o sotto quell'altro, con quale metodo viene ridistribuito il servizio e quali logiche vengono applicate in questo tipo di scelta! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Mi parche che questa discussione sia paradigmatica del rischio che credo ormai ogni giorno, abbiamo di fronte: quello cioè di star dietro comprensibilmente anche ascoltandoli, ai localismi e ai particolarismi elemento che - se considerato in riferimento a questa questione - potrebbe essere valutata come una cosa buona ma che, se visto in un disegno più complessivo, appare visione non certamente elogiabile.
Penso che non sia più tempo di "ma-anchismo"; o, meglio, lo può essere nella misura in cui noi continueremo ad evitare di individuare in chi la pensa come noi il nemico; ma non è più tempo di "ma-anchismo" nella misura in cui noi non possiamo dire che va bene e l'uno e l'altro, soprattutto quando si tratta di risorse pubbliche sempre più scarse.
Quando commento questa situazione, però, non posso fare a meno di ricordare all'Aula e all'Assessore perché siamo arrivati a questa situazione, anche se abbiamo detto più volte che ormai è tempo di guardare avanti. Poiché, però, discuteremo nelle prossime settimane - ha ragione il collega Boeti - il ritardo, come per molte situazioni all'esame della IV Commissione, della riorganizzazione dei primari, dei primariati e delle strutture semplici e complesse, come dimenticare il fatto - lo voglio ricordare ai colleghi del centrodestra, anche tenendo conto di alcune riflessioni odierne secondo cui ci si sentirebbe "corresponsabili" ma non "correi" (non ho capito qual è la grande differenza) - che nel 1995 le strutture semplici e complesse erano 1.147 e che siamo passasti in dieci anni a 2.828, con un incremento di 1.681 primari - e guardo in particolare alcuni colleghi che sicuramente non gradiscono questi dati, ma tant'è - e un incremento del 146% delle strutture semplici e complesse, sempre in dieci anni? Sono dati forniti dall'Assessorato regionale alla Sanità e che non mi sono inventato io.
Nei cinque anni della nostra Amministrazione - seppur colpevole, in molti casi, almeno dal punto di vista del controllo dei conti - le strutture semplici e complesse sono passate da 2.828 a 2.622, con una diminuzione di 206 unità. Vedo che un collega scuote il capo, ma i dati sono forniti dall'Assessorato: farò in modo di farglieli conoscere e sarà lui stesso in grado di poterli correggere.
Ciò premesso, penso che atteggiamenti che non so se presenti anche in quest'Aula - mi riferisco ad altre persone impegnate in politica, che ci ricordano ogni giorno che dobbiamo trovare risorse per gli anziani, per i disabili, ecc. e poi si mettono a capo delle proteste - sono oggi francamente inaccettabili. L'ho ricordato e lo ricordo quando li incontro e quando loro ci ricordano di fare alcune cose che non si possono più fare oggi.
Sinceramente, preferisco chiudere qualche emodinamica e fare in modo che, per esempio, i Consultori familiari sempre più in difficoltà vengano potenziati, che gli anziani non autosufficienti possano trovare qualche risorsa prima di morire da soli, che i minori psichiatrici siano seguiti più di quanto lo siano adesso, che le nuove dipendenze possano trovare la considerazione che oggi non si riscontra.
Mi chiederete: ma allora tu cosa dici, rispetto alla questione? Dico una cosa molto semplice: decida l'Assessore, decidano i suoi Uffici, purch con criteri oggettivi, trasparenti, che tengano conto del numero di utenti della localizzazione delle emodinamiche, dei follow-up, degli accessi e della bravura o meno delle équipe e dei primari, che debbono essere valutati, cosa che finora si è fatta troppo poco.
Voglio dire un'ultima cosa. Gli ospedali di riferimento e in modo particolare gli universitari che, legittimamente e opportunamente, sono impegnati in questi ospedali di riferimento non possono più pretendere quello che non è più ottenibile per il solo fatto di avere lo status di professore universitario. Gli ospedali cardine - lo voglio dire - non sono intoccabili in questa condizione in cui dovremo toccare tutto: non ci possono essere realtà che dicono di "rischiare di essere declassati a ospedale cardine". Ma cosa vuol dire? Vuol dire che ogni presidio, ogni struttura, ogni servizio dev'essere assicurato per il solo fatto che appartiene ad un ospedale ad alta complessità? No, non è possibile. Gli ospedali di riferimento hanno diritto e dovere di esercitare le attività che sono loro proprie, cioè quelle che riguardano l'alta complessità. Non è scritto da nessuna parte e neanche nel Piano - e su questo do ragione all'Assessore - che realtà come quelle dell'emodinamica debbano necessariamente, in quanto non sono ad alta complessità, essere garantite per forza all'interno di ospedali di riferimento.
In conclusione, quindi, dico che voterò coerentemente con queste modeste considerazioni ed evidentemente i miei non saranno tutti pareri favorevoli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Intervengo nel dibattito di carattere generale e per la verità il mio intervento sarà quasi più rivolto all'Assessore Maccanti che non all'Assessore Monferino, che peraltro è il protagonista di questa materia.
Ho firmato una parte degli ordini del giorno; avrei potuto firmarne anche altri o avrei potuto non firmarne alcuno, ma oggi farei lo stesso tipo di intervento. In questa materia della sanità noi abbiamo vissuto all'interno della maggioranza, una vicenda complessa e la stiamo vivendo particolarmente in questa fase. Abbiamo vissuto una vicenda complessa nella quale ci siamo resi perfettamente conto della difficoltà straordinaria di adottare una riforma sanitaria e abbiamo tuttavia seguito nelle sue evoluzioni, che sono state considerevoli, gli orientamenti, le scelte delle strutture, del Presidente, dell'Assessore e della sua Giunta.
La maggioranza - e in questo momento parlo come maggioranza - è stata profondamente "comprensiva" e ha seguito in maniera dettagliata e puntuale in tutte le sue fasi, l'iter che da ultimo l'Assessore ci proponeva insieme al Presidente Cota. Abbiamo fatto le consultazioni, ne abbiamo sentito gli esiti, abbiamo seguito l'evoluzione di un'impostazione che è andata via a via modificandosi e abbiamo sostenuto prima una tesi e poi delle altre, che sono sembrate più confacenti e più rispondenti anche alla logica del confronto con le opposizioni; e abbiamo portato in porto il Piano.
Da quel momento la situazione si è parecchio complicata, nel senso che da quel momento è come se l'iter dell'applicazione del Piano fosse stato messo in sordina. È vero invece - e mi esprimo in questo momento come Presidente della Commissione Sanità - che la Commissione Sanità da mesi è in una condizione di non conoscere, tutto sommato, quel che avviene; non so se questo sia per buona o cattiva volontà, ma la sostanza è questa. E di questo - scusate il disturbo - ci stiamo lamentando, perché questo è ci che dobbiamo dire in quest'Aula. Di questo ci lamentiamo perché questa è la fase, Assessore, tutto sommato più difficile dell'attuazione del Piano, nel senso che certamente è la fase nella quale emergono in tutta evidenza - e continueranno, perché siamo soltanto all'inizio - le difficoltà che i territori incontrano.
Ci sono però anche le nostre, di difficoltà... Io qui lo voglio dire all'Assessore Maccanti e anche al Vicepresidente della Giunta: ci sono anche le nostre difficoltà. Non voglio assolutamente pensare a una cattiva fede, ma veniamo a conoscere l'evoluzione delle fasi di applicazione del Piano perlopiù attraverso fonti che non sono l'Assessorato. Può piacere oppure no, ma questo è un dato di fatto. Facciamo bene a denunciarlo in questa sede? Facciamo male? Non lo so, ma la sostanza è che noi e la Commissione - ha ragione il collega Boeti! - arriviamo sempre dopo.
Recentemente, il Presidente della Giunta e l'Assessore Monferino hanno indetto una conferenza stampa cui hanno partecipato alcuni Consiglieri (non la sottoscritta, dal momento che non ho l'abitudine di partecipare a incontri ai quali non sono stata invitata). In quell'occasione hanno sostanzialmente detto: "Sappiamo che stiamo attraversando una fase straordinariamente difficile. Le difficoltà economiche sono straordinarie questo è vero, non vi è alcun dubbio - ma lasciateci lavorare".
Vi è la totale buona volontà di lasciar lavorare la Giunta presieduta dal Presidente Cota: questa è la nostra intenzione e l'abbiamo sempre dimostrata in questi mesi. Però abbiamo l'impressione - questo è il punto di essere troppo al di fuori delle linee metodologiche che, prima di tutto vengono intraprese. Parlo un linguaggio molto semplice; non sono in possesso di documenti che mi sono procurata, di verbali o di quant'altro ma mi basta leggere i giornali per conoscere tutte le anticipazioni che poi, creano quei problema nei quali dobbiamo incorrere. Questa è la sostanza.
Anche sulle questioni delle emodinamiche o delle trasformazioni ci sembra, in sostanza, che stia prendendo piede questo metodo: la Giunta - e il Consiglio, perché è l'Aula che ha approvato il Piano Socio Sanitario ha approvato un Piano che conferiva a determinate strutture sanitarie dei livelli (chiamiamoli cosi, ma c'è tutta una terminologia cardine di riferimento in tal senso). È chiaro che attraverso tutta una serie di interventi che l'Assessorato porta avanti (o l'ARESS, sento dire quasi permanentemente) si possono produrre delle scelte che modificano la sostanza dell'impianto del Piano Socio Sanitario che noi abbiamo approvato.
Di fatto, noi ci troviamo di fronte ad una modifica che viene avanti.
Dopodiché, ci sarà presentato in Commissione un pacchetto (in questo caso per esempio, sulle emodinamiche) nel quale si dirà che hanno lavorato 14 illustri primari e cardiologi, che, all'unanimità, ci presentano queste soluzioni.
Ma se noi ci troviamo sempre di fronte a dei "pacchetti" stilati con la mera logica aritmetica dei numeri, penso che queste difficoltà continueranno. Perché la sanità (ma non solo questa materia, qualunque realtà importante che impatti su un territorio) ha una storia. Non è che riordinando una situazione così complessa come l'arcipelago sanità ci si possa regolare soltanto su parametri, numeri e cifre. Bisogna anche tener conto della storia che le strutture portano con sé. E questa storia si riversa sui cittadini.
Assessore Monferino, guardi che noi, nel momento in cui facciamo questo tipo di interventi o di dibattiti, svolgiamo esattamente il nostro mestiere di Consiglieri regionali; non stiamo facendo quella che viene chiamata, in maniera quasi spregevole, "politica". Noi siamo stati eletti dai cittadini per rappresentare i loro problemi, che dobbiamo portare a sintesi come forze di Governo e dobbiamo dare un contributo a chi siede sui banchi della Giunta perché ascolti prevalentemente le nostre voci. Perché, altrimenti questo Consiglio non avrebbe il compito di approvare il Piano Socio Sanitario, né ci sarebbe una Commissione sanità chiamata ad affrontare questo tipo di problematiche.
Credo semplicemente di dover rappresentare questa esigenza; una esigenza nella quale la maggioranza in primis, e il Consiglio in generale chiedono all'Assessore Monferino - perché di sanità stiamo parlando, ma potremmo chiedere le stesse cose se stessimo discutendo di Trasporto Pubblico Locale - di ascoltare la voce dei Consiglieri, che non sono dei "beceri" che raccolgono la prima delle proteste che trovano per strada perché non è così! Se qualcuno ha questa convinzione, se la tolga, perch non è così! Noi sappiamo selezionare: alcune cose, evidentemente, le sentiamo di più e le rappresentiamo con più forza.
Oggi sono stati rappresentati questi argomenti, ma l'aspetto più importante è che le questioni possano venire prima della decisione finale.
Ritengo - e concludo - che ai membri della IV Commissione e a noi Consiglieri della maggioranza non possa essere mosso alcun appunto, perch non abbiamo mai disturbato linee, contenuti o tempi di attuazione della riforma socio sanitaria. Questo aspetto è molto importante e voglio augurarmi che l'Assessore Monferino e la Giunta ascoltino questi nostri interventi come contributo per andare avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Grazie, signor Presidente.
Signor Assessore, le chiedo scusa se, soprattutto nella seconda parte dell'intervento, userò la franchezza del cittadino utente piuttosto che il linguaggio del Consigliere regionale o del politico. Penso, peraltro, che questo, in relazione alle dichiarazioni che ha letto, dovrebbe farle piacere.
Intanto diciamoci una cosa: se la IV Commissione si fosse riunita prima (non è responsabilità della Presidente Spagnuolo) e avessimo affrontato la questione prima dell'uscita delle cosiddette "veline" sui giornali o sugli organi ufficiali di alcuni operatori, oggi non saremmo in questa condizione, di avere più ordini del giorno e di non comprendere ancora come ne usciremo.
Assessore, mi auguro - lei lo ha detto nell'introduzione - che non porti il risultato dello studio del gruppo dei cardiologi in Commissione.
Auspico, invece, che tale studio verrà vagliato prima da lei e dai suoi collaboratori dell'Assessorato, e poi porti in Commissione la posizione dell'Assessore Monferino e dell'Assessorato alla sanità, non del gruppo dei cardiologi. Perché penso che questo, se non ho inteso male, sia uno strumento che lei ha utilizzato per completare la sua conoscenza.
Mi permetto - le chiedo scusa - di farle un'eccezione: forse ho capito male, ma lei ha detto che ha messo insieme "i migliori cardiologi del Piemonte". Forse sarebbe più opportuno dire "tra i migliori cardiologi del Piemonte", perché altrimenti tanti cardiologi potrebbero giustamente offendersi, dal momento che in questo elenco che è stato proposto dal coordinatore del progetto: ci sono autorevolissimi cardiologi, non ci sono tutti, e penso che questo lo si debba agli operatori sanitari.
Secondo: sgombriamo il campo dal fatto che i Consiglieri regionali o i rappresentanti politici - e mi fermo qui, alla parte politica - siano automaticamente difensori di territori, di professionalità, d'istanze.
vero - è stato ricordato dal collega Lepri - che dobbiamo superare la logica del giardino e che dobbiamo guardare la situazione della sanità piemontese nel suo complesso. Tanto per essere chiaro, è giusto tagliare gli sprechi e razionalizzare, ma è altresì legittimo che un amministratore pubblico si faccia portatore delle richieste presenti sul territorio.
anche legittimo che l'essere portatori delle istanze dei Sindaci sia anche l'essere sensibili a quelle del personale medico e paramedico piemontese, che lei - Assessore - nell'incontro avvenuto con i Sindaci di Moncalieri, ha definito, in generale, un buon personale medico, di cui dobbiamo essere orgogliosi.
Penso sia giusto ribadirlo anche in questa sede, ovviamente salvo eccezioni.
Ho voluto affermare questo - Assessore - perché se ci mettiamo a dire che i Consiglieri regionali o i Sindaci difendono i Primari, allora pu avere ragione il collega Buquicchio, quando chiede: "Con quale criterio è stata formata la Commissione dei cardiologi?". Qualcuno potrebbe avere il sospetto (lo voglio solo porre in modo condizionale e molto soffice) che sia una Commissione in cui ci sono tanti Primari che, magari, in modo certamente inconscio e inconsapevole, non hanno una visione generale, ma particolare.
Ripeto: non mettiamoci su un piano per cui da una parte ci sono i cattivi che difendono Sindaci o Primari e dell'altra c'è un gruppo di cardiologi che, invece, sono buoni e vanno a razionalizzare l'emodinamica sul territorio, perché questo non ci sta e sarebbe foriero di dure polemiche. Così non è, l'ha detto anche il collega Boeti.
Assessore, in questa seconda parte del mio intervento, le dico che m'interessa affrontare questo tema come cittadino e come paziente, ed anche che devo ringraziare i colleghi del Partito Democratico di Rivoli, ma anche quelli di Orbassano, coinvolti in una situazione che vedeva - prima - la chiusura dell'emodinamica di Rivoli e - poi - quella del San Luigi.
Scusi, Assessore (non so se mi sta ascoltando), entro nel merito delle vicende per farle un esempio: parliamo di Moncalieri, di Chivasso, del San Luigi e di Rivoli, ma non capisco perché dobbiamo fare dei bellissimi discorsi e non entrare nel merito.
Glielo dico con un approccio da paziente e utente: qui non c'è alcuna guerra di campanile, ne è dimostrazione la situazione Rivoli-San Luigi dove il Consiglio comunale di Rivoli e quello di Orbassano hanno votato all'unanimità affinché rimangano entrambe le strutture. Lei potrebbe dirmi che continuo su un piano amministrativo e politichese, ma arrivo al merito.
Qui, se c'è stata una colpa (io non ero nemmeno in questo Consiglio regionale), perché dobbiamo essere onesti con noi stessi, questa ebbe inizio quando, nel 1996-97, partirono contestualmente l'emodinamica di Rivoli e quella del San Luigi. Nel 1997 sono state programmate e, poi avviate.
Allora ci fu sicuramente uno sbaglio, perché erano due strutture situate a pochi chilometri una dall'altra. Oggi non è così: lei l'ha detto in più occasioni e lo dicono i documenti dell'ARESS.
Non sto a portare i dati, ma spero che in Commissione si possa arrivare a questo punto: sono due emodinamiche di eccellenza.
Pongo questo caso specifico, per poi arrivare ad un'ipotesi di soluzione: Rivoli, ovviamente, ha dei numeri altri, ma con tanto di rispetto, perché c'è grande capacità, perché ha gli ospedali di Susa Avigliana, Giaveno, Pinerolo e Venaria; Orbassano un po' meno, comunque è sopra il range richiesto. In tutto hanno tre sale: una a Rivoli e due ad Orbassano.
Assessore, ho con me un documento del 2008 che è stato scritto dagli operatori del San Luigi e di Rivoli; lei dovrebbe averlo in Assessorato. Se i suoi collaboratori non gliel'hanno dato, mi permetto di dirle di sgridarli, perché è un documento che già nel 2008 proponeva l'integrazione tra le due strutture. Quindi vede che andiamo sul piano della razionalizzazione! Noi non siamo contrari alla riduzione delle emodinamiche: noi diciamo che nella riduzione ci possono essere dei percorsi diversi. Le cito il caso del San Luigi e di Rivoli e premetto che non sono contrario all'apertura di Domodossola - come probabilmente lo sono altri colleghi - perché penso che in quella zona ci stia. Ma al di là di questo, il documento prevede un risparmio (parlo del 2008, quindi sarebbe sicuramente incrementato) di 500 mila euro l'anno sul personale, sul materiale di consumo e sulle apparecchiature.
L'integrazione delle due strutture (San Luigi e Rivoli) - se non si offende lei, non si offendono i suoi funzionari: se non gliel'hanno fatto vedere, mi permetterò di farle pervenire quel documento, che prevede il servizio 24 ore su 24 - porta ad un risparmio, come minimo, di 500 mila euro l'anno.
Questa è la preoccupazione ed anche il suggerimento che le voglio porre, perché probabilmente si può tagliare, si può razionalizzare, si pu ridurre, ma si può anche integrare, anche perché qui giochiamo - e non lo dico come battuta da bar - con la salute e la vita dei cittadini! Oggi - lei sa meglio di me, perché è titolare di questo dicastero - gli infartuati utilizzano l'ambulanza in percentuale del 20%; il resto si reca in ospedale pedibus calcantibus o con altri mezzi. Se togliamo un'emodinamica - Assessore - dobbiamo togliere l'idea che sta dietro perché oggi - lei mi risponderà che non è così, ma così dicono tutti gli esperti - chi va in un ospedale con il DEA pensa di avere anche l'emodinamica.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Non è così.



CANTORE Daniele

Posso sbagliarmi, non ho la presunzione di dire cose esatte e apprendo sempre con piacere quando qualcuno mi dice che sbaglio.
Quindi cancelliamo il DEA, non ho problemi, ma la prego di valutare il documento del San Luigi-Ospedale di Rivoli e di valutarlo anche sulle altre situazioni, perché probabilmente, senza scomodare i Consiglieri regionali senza scomodare i Sindaci, senza scomodare l'ARESS (come sigla e non come impegno), facendo ragionare questi importanti cardiologi lei può ottenere lo stesso risultato senza mettere delle "X" su alcuni importantissimi reparti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.
Vi informo che, dopo il collega Carossa, ci sono ancora sei richieste d'intervento, più le votazioni degli ordini del giorno e altri due punti all'o.d.g., che dovremmo trattare.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Cercherò di essere breve.
Mi fa piacere aver sentito il collega Daniele Cantore nella sua capacità dialettica; mi ha insegnato molto quando eravamo in Comune e mi ha fatto piacere risentirlo in quest'Aula. Non lo dico scherzando, credimi.
Qui, però, dobbiamo - dovremmo, se siamo seri. e ritengo che siamo tutti seri - incominciare a dire una cosa: siamo tutti d'accordo che, vista la condizione economica e tutto ciò che conosciamo a memoria, viste le sempre più scarse risorse, visto tutto quello che sta accadendo, qualsiasi tipo di Governo ci sia - così evito polemiche (è partito con il Governo Berlusconi e continua con Monti: è tutto uguale) - da 21 emodinamiche si passi a 17 emodinamiche? La prima domanda, quindi la prima risposta che dovremmo darci per essere, come sono convinto, Consiglieri seri, è questa.
Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi. Tutti degnissimi ancora più del solito, anche perché interventi che provengono da persone che, come si percepisce dal contenuto, masticano, scusate il gergo, la materia. Interventi molto tecnici e approfonditi. Tuttavia, dobbiamo dare una risposta, quindi l'unica risposta che dobbiamo a dare è questa. Siamo d'accordo - è una domanda che rivolgo sia alla maggioranza che alla minoranza - che dovremmo passare da 21 a 17 emodinamiche? Altrimenti cade tutto.
Sono altrettanto d'accordo, anzi, spero che sia così, che non sia una questione di campanile, peraltro legittima. Noi dobbiamo dare una risposta dobbiamo dire all'Assessore Monferino se siamo d'accordo, poi ci sta tutto il resto. Perché ci sta sicuramente - e lo dico in maniera molto chiara che certe fughe in avanti, soprattutto nell'ambito della sanità, fanno solo molto male e non devono avvenire. Quando un Assessore dice, non oggi, ma nell'audizione con i Sindaci dell'ASL TO3, che sulla questione dell'emodinamica di Moncalieri c'è un documento di studio, possiamo anche pensare - concordo con il Consigliere Cantore - tra i migliori specialisti del settore chi sia il migliore, se sono tutti migliori, chi sia il più bravo, se non c'è nessuno che magari antepone qualcosa a qualcos'altro, ma non lo potremmo mai sapere. È chiaro che l'Assessore deve basarsi su un giudizio tecnico che poi, sicuramente, vaglierà con i suoi uffici e con l'Assessorato per portare un prodotto - scusatemi il termine non corretto alla Commissione.
Voglio ancora aggiungere un paio di cose. Sono convinto che l'Assessore voglia seguire questa strada, anche perché è l'unica percorribile. Questo dibattito lo reputo molto importante perché è il primo dibattito serio dopo l'approvazione del Piano Socio Sanitario. Perché dico il primo dibattito serio? Perché è la prima volta che si tocca veramente il discorso sul fatto che tutti quanti siamo consapevoli, e spero anche d'accordo, che bisogna sulla sanità piemontese, razionalizzare, altrimenti sono solo parole al vento.
Se noi diciamo che siamo d'accordo, e l'abbiamo anche votato (in questo caso mi rivolgo esclusivamente alla maggioranza perché l'ha votato, mentre l'opposizione no) sul Piano, sapevamo anche, fin da subito, e nel frattempo le condizioni economiche si sono solo aggravate, che avrebbe portato ad una razionalizzazione.
Razionalizzazione significa anche chiusura di certe strutture che, a seguito di uno studio effettuato da tecnici, che verrà poi elaborato dall'Assessorato e dell'Assessore - sono sicuro - porterà, come in questo caso, alla probabile chiusura di alcune emodinamiche.
Allora affrontiamo la seconda parte del discorso. La seconda parte del discorso non può che essere assolutamente una. Noi dobbiamo cercare, e temo che invece la strada in questo caso sia molto lunga, di evolverci come esponenti politici, di riuscire a fare quel salto di qualità che invoco da tempo, e soprattutto rispetto a me stesso e al mio Gruppo.
Salto di qualità che vuol dire cosa? Semplice, ma fondamentale: dobbiamo cercare di non guardare solamente alle elezioni politiche di aprile, cogenti, ma dobbiamo cercare di lasciare qualcosa per chi verrà dopo di noi, per i nostri figli. Non sono parole retoriche, ma è la verità.
Questo è fondamentale. Se non passa questo concetto, noi possiamo discutere per anni e non arriviamo a capo di nulla (mi rivolgo sia alla maggioranza che all'opposizione). Se noi continuiamo veramente a preoccuparci solo del voto di aprile, a preoccuparci magari di prendere meno voti in quella zona o in quel Comune - perché è così il discorso magari ai nostri partiti che rappresentiamo qui - non riusciremmo a fare nulla per il futuro.
Il risultato, oserei dire, di trent'anni di questo modo di fare politica ce l'abbiamo sotto gli occhi tutti quanti e tutti i giorni, quando apriamo i giornali la mattina, quando sentiamo i telegiornali: l'indebitamento dello Stato al 121%, che non so nemmeno più a quanto ammonta, non chiedetemi a quanto corrisponde in milioni di miliardi! Questo è il risultato di questo modo di fare politica.
Ha ragione il Consigliere Lepri, ma io gli chiederei - mi permetta una battuta - quando voterà, un auspicio: votare non per "colore" di chi ha presentato l'ordine del giorno, ma per quello che ha detto. Questa sarebbe la vera evoluzione che noi dovremmo portare avanti. Non entro, a differenza di alcuni che mi hanno preceduto, nel merito dei vari punti, dico solamente che se c'è stato un errore nel passato - e di errori ce ne sono stati tanti, soprattutto nella sanità - non siamo più nelle condizioni di continuare sulla strada di questi errori; dobbiamo interrompere la strada di questi errori. Non abbiamo più la capacità di mantenere un sistema del genere. Questo è stato detto da tutti, prima di tutto dall'Assessore, ma da tutti quanti, da noi stessi: non ce la faremo più.
Voglio terminare auspicando, e mi rivolgo soprattutto all'Assessore e alla maggioranza - l'opposizione, non me ne abbia, è giusto che faccia quello che ritiene di fare - che da questa discussione emerga il fatto che l'Assessore venga in Commissione a parlare. Approvo quello che ha detto il Consigliere Cantore, su una proposta che non dovrebbe arrivare solo da tecnici, ma una proposta quanto meno, e sicuramente sarà così, studiata dall'Assessore e dall'Assessorato.
Tuttavia vorrei, nel contempo, che venissero modificate, se è possibile, le impegnative quando si dice che non si è d'accordo, fin da subito, a determinate cose che non sappiamo ancora se avverranno. Questo è quello che auspico. Potremmo fare un buon lavoro.
Mi permetto una precisazione alla Consigliera Montaruli: non paragoniamo la situazione di Moncalieri-Torino con la situazione Domodossola-Moncalieri. Ricordo che da Domodossola a Novara ci sono circa 100 chilometri, da Formazza a Novara 139 chilometri, con un'ora e cinquanta di percorrenza. Non è paragonabile a Moncalieri-Molinette. Non sto dicendo che è giusto o sbagliato. Non lo so, so che arriverà e noi della Lega voteremo quello che riterremo doveroso votare, però non sono assolutamente paragonabili le due situazioni. Non è, quindi, una questione di campanile elettorale o altro.
Mi permetto solo di aggiungere che il collega Marinello ha subito attacchi sul territorio, anche volgari ed infamanti, per la vicenda del punto nascite all'ospedale di Domodossola.
Mi permetto solo di rilevarlo, perché non si vuole assolutamente fare un favore a qualcuno perché magari proviene da quel territorio - fosse Marinello o Gariglio sarebbe esattamente la stessa cosa - ma solo per una questione tecnica e di servizio ai cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
questa la prima occasione nella quale passiamo, dalla considerazione generale di obiettivi generali di programmazione, ad una prima simulazione delle conseguenze operative. È quindi abbastanza naturale che accadano le scoperte di cui abbiamo ascoltato e le preoccupazioni di cui abbiamo sentito.
Personalmente, credo che ai colleghi che intervengono su questa materia sottolineando aspetti specifici, e forse anche agli amministratori che hanno espresso preoccupazioni su questi temi, dovrebbero essere ricordate le scelte originarie da cui poi discendono provvedimenti puntuali come quelli che si attendono dalla Giunta. Ne cito almeno due.
Nel momento in cui, a maggioranza, questo Consiglio regionale ha accettato la costituzione di una rete ospedaliera, che per quello che riguarda l'area cui afferisce la Torino 5 ha cancellato la previsione di un presidio ospedaliero a Moncalieri che avrebbe dovuto rappresentare l'autosufficienza di quel territorio, evitando i flussi di pazienti verso l'ospedale Molinette, ha rimosso, dalla programmazione sanitaria, il principio di autosufficienza di quella zona.
evidente che, nel momento in cui si passa alla traduzione operativa di quel piano, le Molinette verranno rappresentate, su questa scelta ma anche su quelle che verranno in futuro, come riferimento del territorio della Torino 5.
Il difetto sta lì. Non lo hanno colto né i Consiglieri di maggioranza che hanno votato il Piano, né gli Amministratori che, sull'annullamento del presidio di Moncalieri, non hanno costruito alcuna resistenza.
E ancora. Quando leggiamo che la programmazione non tiene conto della convergenza delle competenze tra cliniche universitarie, credo che chi ha accettato, senza colpo ferire, di vedere cancellate le Aziende Ospedaliere Universitarie dal Piano Socio Sanitario, magari perché pago di un Accordo di Programma che non trasferiva più le Molinette e che annunciava costruzioni di torri, adesso, un po' tardivamente, scopre che è tagliato fuori dalla programmazione della rete e delle funzioni.
Dato che voglio cercare, a cominciare da me, di attribuire meriti e demeriti, penso che questa vicenda sia solo la seconda puntata di un film che aveva già scritto le premesse, a cui assegno la responsabilità, per averlo messo in onda e in programmazione, a chi lo ha fatto.
Nel merito, credo di poter dire di avere una discreta consapevolezza di cosa significa decidere su materie come queste, perché trattasi di materie che suscitano un forte allarme sociale e hanno, di conseguenza, una grande visibilità pubblica.
Ahimè, come diceva il collega Lepri, la condizione dell'anziano demente non riscuote, nella sensibilità dell'opinione pubblica e dei giornalistici, un'attenzione equivalente a quella che altre condizioni di patologia invece meritano e godono, come in questo caso.
Questa sensibilità sociale fa sì che l'Amministratore abbia continue sollecitazioni dalle rappresentanze dei pazienti, dai professionisti che si dedicano a queste discipline e che, proprio per l'evidenza pubblica di questi temi, ci sia anche un concorso economico che su altre condizioni di patologie non rileviamo.
Sull'emodinamica si trova sempre una fondazione bancaria disponibile a co-finanziare; si trova sempre un privato, magari anche produttore, che voglia offrire la propria collaborazione.
Il pubblico amministratore, quindi, si trova di fronte alla dichiarazione che l'operazione avrebbe anche dei costi inferiori rispetto a quelli reali.
Infine, esiste il mondo delle professioni, mondo che dovrebbe essere la base tecnica di orientamento e di indirizzo al politico per le proprie scelte, ma che, essendo parte di questa umanità, non è diverso dalla normale rappresentazione dell'umanità, quella che diamo anche noi. Per questo motivo, la possibilità di risultare non parte di un progetto, ma testa di quel progetto, a volte prevale rispetto all'idea delle reti, siano queste ospedaliere o professionali.
La politica, quindi, si trova a decidere esattamente dentro queste spinte e queste controspinte.
Credo, quindi, che del Piano ancora non deciso, che ci ha rappresentato l'Assessore questa sera, dobbiamo almeno evidenziare gli aspetti di carattere generale sui quali anche una diversa modalità di interpellare i professionisti coinvolti potrebbe essere utile alla soluzione del problema.
Cito alcune questioni generali.
Prima questione. Abbiamo discusso "quanti" e "dove", e non abbiamo discusso di "come" occorre determinare una infrastruttura necessaria per far arrivare le persone al dove nei tempi giusti.
In tutta la discussione non abbiamo discusso né della questione della trasmissione degli elettrocardiogramma nei trasporti primari n dell'organizzazione dei trasporti secondari. Come mai tutto il dibattito sul 118 è totalmente sparito, dopo essere stato al centro dell'attenzione dalla nostra discussione sul Piano Socio Sanitario? Seconda questione. Le espressioni del gruppo tecnico non sono sintetizzabili nella forma con la quale l'Assessore ce l'ha descritta questa sera Anzi, la forma dell'Assessore è quella dell'ultima sintesi, ma prima di questa ultima sintesi ne sono emerse altre, almeno due importanti per la politica.
La prima, che i tecnici suggeriscono di dimettere l'attività di emodinamica nell'ambiente della sanità accreditata.
L'Assessore ha fatto evolvere questa posizione e, nell'indicazione, se ne parlerà quando si riorganizzeranno le cardiochirurgie.
Questa è una questione importantissima per la politica, perché si pu essere veri liberali, soggetti fortemente convinti della riforma Bindi, la legge 229 del '99, che prevedeva un sistema misto nell'ambito dell'offerta sanitaria, e quindi giudicare del tutto indifferente il fatto che ci siano strutture di emodinamica nell'ambito del privato accreditato, nello stesso momento in cui si decide di chiuderne di pubbliche (questo è l'atteggiamento di un pensiero liberal).
Personalmente, quando sono stata sollecitata ad immaginare l'offerta dell'emodinamica, sentivo come una critica pungente il fatto che il sistema regionale rinunciasse a far crescere la competenza nel pubblico e si affidasse a soluzioni e risposte private.
Per me che, evidentemente, ho un'altra cifra dal punto di vista politico - quindi, mi si interrogava polemicamente sul fatto di non allargare il sistema pubblico - quella era una critica fortissima. Per questa critica la rimetto in campo, perché nel momento in cui si persegue una logica di riduzione occorre porsi una domanda: "Riduciamo nel pubblico ma lasciamo inalterata l'offerta privata?".
In terzo luogo, fin sulla questione di Domodossola, il documento dei tecnici mette in dubbio l'opportunità, perché non avrebbe mai i volumi per giustificare la spesa e l'investimento. Cioè, è la stessa critica che questa Amministrazione ha mosso nei confronti, ad esempio, dell'ASL Torino 4.
Allora, come si risolveva quella critica nella scelta compiuta dalla precedente Giunta? Nell'idea dell'integrazione: la dotazione della strumentazione sì, ma l'integrazione dei professionisti. Forse, anche oggi è l'unica soluzione possibile. Il problema è far comprendere ai professionisti di poter lavorare in una logica non di concorrenza e di primazia, ma secondo una logica di cooperazione. In un quadro in cui si dice loro che si taglieranno solo le loro teste, è molto difficile questa operazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato buona parte degli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto: gli spunti più interessanti li ho colti dal collega Buquicchio e, in alcune parti, anche dal collega Carossa e, in ultimo, dalla collega Artesio.
In effetti, noi ci dobbiamo capire. Sicuramente, il collega Carossa, in questo caso riconosce - giustamente, la Giunta è l'azione della Lega Nord e l'Assessore alla sanità è stato scelto dal Presidente Cota tra manager FIAT, con sicure capacità - anche in maniera dovuta, la necessità di astrarsi da quelle beghe politico-elettorali, che, soprattutto adesso, a pochi mesi dal voto, in effetti, vengono fuori con un pochino più di verve.
Ovviamente, siamo d'accordissimo. Abbiamo sempre cercato di analizzare sia il Piano di Rientro che l'Addendum, che le proposte che adesso vengono formulate nel merito, naturalmente con gli scarsi mezzi di cui disponiamo come Gruppo consiliare composto da due Consiglieri, cercando di comprendere le motivazioni alla base dell'organizzazione della rete ospedaliera e delle carenze presenti.
Da un lato, posso condividere il discorso svolto in parte dal collega Buquicchio, per quanto riguarda la scelta dell'equipe di 14 cardiologi che hanno dato vita al tavolo per delineare l'adesione, almeno parziale, alla richiesta nazionale di riduzione delle emodinamiche da 21 a dieci.
Dall'altra, è ovvio che una maggioranza manifesta anche una sua espressione politica, però non spacciamola per scelta assolutamente oggettiva. Questo è un qualcosa che mi sento di condividere.
Per quanto riguarda le questioni numeriche a cui oggi siamo costretti in un certo qual modo, nel senso di costrizione fisica, sono d'accordo nel riconoscere i criteri, non potrebbe essere altrimenti, che sono tecnici ricordo l'AGENAS - quale un numero di abitanti da 300 mila a 600 mila, come area, per quanto concerne il riconoscimento della localizzazione di almeno un'emodinamica. Però, Assessore, insieme al dato quantitativo occorrono il dato qualitativo e il dato politico. Quindi, il dato politico deve essere consegnato sia dall'Assessorato, ma, soprattutto, dalla Commissione ed eventualmente, poiché oggi stiamo discutendo in questa sede, dall'Aula anche se lo spazio in cui si discute meglio è quello della Commissione.
Dobbiamo anche comprendere gli outcome, quindi studiare gli esiti degli interventi, quindi il PNE (il Piano Nazionale Esiti), che ci comunica gli esiti, perché se seguiamo solo un indirizzo numerico, rischiamo di prendere colossali granchi. Infatti, se in un reparto possono esserci i macchinari l'organizzazione, il personale più efficiente di un altro reparto, quel reparto, pur avendo un numero di interventi, oppure un bacino di utenti sotto le linee nazionali, può avere una performance - un outcome appunto in quanto in sanità dobbiamo parlare di esiti sul paziente - molto più elevata, magari, di un'altra struttura con un numero di casi e un bacino di utenza molto maggiore. Quindi, è necessario contemperare, da una parte, i numeri grezzi - giustamente, lei diceva che la matematica non deve essere calata tout court sul territorio - e, dall'altra, la qualità, cioè gli esiti effettivi di un reparto.
Ovviamente, devono essere correlati all'orogeografia del territorio quindi ben venga l'intervento del collega Carossa, che penso sia stato adeguatamente suggerito dai colleghi De Magistris, Marinello, anche da Reschigna...



BONO Davide

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



BONO Davide

Io non suggerisco a Carossa.



BONO Davide

Poi vengo al fatto per cui l'ho citata.
Ovviamente, per localizzazione geografica, Domodossola è una sede molto marginale, periferica e montana. Quindi, citando, appunto, la Val Formazza o le altre valli del VCO, probabilmente, occorre un'emodinamica a Domodossola.
Però, Assessore - so che mi ascolta con uno dei due padiglioni auricolari, mentre l'altro è occupato dal cellulare - potrei ribaltarle questa scelta, ad esempio, sul punto nascita, che è un problema rilevante.
Ribadisco che non ho intenzione di fare campagna elettorale - non l'ho fatta e non intendo farla adesso - nell'area dell'Ossola, ma nel momento in cui riconosciamo una marginalità ad un territorio come quello dell'Ossola potrei ribaltarlo, ad esempio, sulla Val di Susa con la pediatria dobbiamo comprendere se si adottano due pesi e due misure. Possiamo dire che effettuiamo il trasporto in utero del bambino grave, però dobbiamo capire, se il bambino nasce, ad esempio, per astrarre un attimo dal discorso delle emodinamiche, se riusciamo ad assicurare anche un'assistenza di emergenza neonatale - il famoso STEN - sul territorio, quindi garantire tutti i servizi in maniera omogenea e fare in modo che non esistano aree di serie A e aree di serie B.
Anch'io non comprendo le polemiche sulla riduzione - lo dico da torinese, quindi dovrebbe essere apprezzato il gesto, esattamente come ha fatto poco prima il collega Lepri - a un certo numero delle emodinamiche dell'area del torinese, che è un'area molto coperta. Quindi, se per quanto riguarda le Molinette e Moncalieri - come penso, dall'infrastruttura esistente, le distanze e quant'altro - è garantito l'accesso al pronto soccorso nei tempi richiesti dal trattamento degli STEMI e degli NSTEMI cioè entro 12 ore, come si dice, ma sarebbe meglio 6 o 8 ore - sappiamo che il tempo da quando l'anziano si accorge di un dolore al petto e non vuole chiamare il 118 a quando arriva il 118 ed entra in ospedale, il cosiddetto tempo door to balloon, cioè il tempo dall'ingresso in ospedale a quello dell'inserimento del palloncino, quindi della rivascolarizzazione, non deve superare un certo valore - sul Torinese non avrei grossi dubbi. Però, ad esempio, spostandoci da Moncalieri, dalla Federazione 1 alla Federazione 3 riguardanti Rivoli e il San Luigi, mi risultano delle problematiche nella scelta tra le due.
Noi dobbiamo guardare - spero che venga fatto - non tanto al colore politico del primario, ma alla capacità e agli investimenti compiuti sui macchinari. Infatti, se sono stati effettuati degli investimenti sui macchinari - su questo non ci ha ancora risposto, spero ci risponda in Commissione, Assessore - lei mi deve dire cosa ne facciamo dei macchinari acquistati. Questo è fondamentale. Se vogliamo risparmiare, o mi dice che quel macchinario lo regaliamo in Africa e facciamo beneficenza, allora sono contento, dal punto di vista macroeconomico del debito che ha questa Regione è il massimo, però facciamo beneficenza e lo diamo in Africa.
Poi dobbiamo sapere anche sul personale, sia i medici che il resto degli operatori. Vogliamo capire dove vanno a finire. Vorremmo avere delle risposte in questo senso.
A chi diceva che l'emodinamica a Domodossola non si può fare, perché se chiudiamo da altre parti non possiamo aprirne un'altra, rispondo che non sono d'accordo. Dobbiamo essere un po' meno torinocentrici e riconoscere le specificità e le problematiche dei territori, soprattutto montani; pensiamo a quando nevica.
Quindi, ben venga Domodossola, ma che non sia uno scambio tra Domodossola-emodinamica e punto nascite-Verbania. Queste sono logiche che non saprei neanche bene come definire, sono scambi politici del tipo "ti do una cosa in cambio di un'altra". E questo non lo accetto.
Per quanto riguarda la Federazione 5 nel Cuneese, valuteremo in Commissione se ci sarà spazio. Ricordiamo che le emodinamiche sono in pianura e che il Cuneese ha molte aree vallive e alpine, e penso alla Val Varaita e alla Valle Po, che naturalmente sboccano a Savigliano. Tra l'altro, lei, Assessore, sa benissimo dove è stato fatto l'ospedale di Verduno e le difficoltà per raggiungerlo, perché l'abbiamo messo nella posizione migliore che potevamo trovare tra Alba e Bra. Naturalmente bisogna ascrivere queste responsabilità alle precedenti Giunte, non è colpa sua, Assessore Monferino, però facciamo attenzione, perché da Savigliano a Verduno ci si mette il doppio di tempo che da Savigliano ad Alba. Quindi attenzione anche a questa decisione.
Concludo, dicendo che speriamo di poter aprire un dibattito politico in Commissione, ma non politico nel senso di elettorale, ma politico con le competenze dei tanti medici presenti in quest'Aula, come anche di coloro i quali per passione - perché la sanità è la competenza principale della Regione Piemonte - hanno studiato la materia e possono fornire proposte utili insieme a quelle dei cosiddetti tecnici e cardiologi che hanno redatto il piano di riduzione delle emodinamiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tentoni; ne ha facoltà.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la risposta dell'Assessore Monferino agli ordini del giorno presentati e vorrei soffermarmi sulla situazione dell'ASL TO4 per fare poi qualche ragionamento di ordine più generale.
Premesso il fatto che credo sia un atteggiamento responsabile non considerare quello che potremmo chiamare "il principio del piacere", ma soffermarci sul principio della realtà, se pensassimo al principio del piacere, potremmo dire che ogni ospedale cardine, o almeno ogni territorio vorrebbe avere il suo luogo di emodinamica, vorrebbe avere il suo laboratorio di emodinamico, nella considerazione corretta che l'emodinamica è diventata una struttura importante in grado di salvare vite umane, quindi è una struttura che ogni ospedale vorrebbe avere.
Posto il fatto, invece, che il principio di realtà impone di seguire quelle che mi paiono indicazioni stringenti da parte del Ministero indicazioni che, secondo le parole dell'Assessore, direbbero che le emodinamiche non devono essere superiori ad un certo numero, considerando fasce di utenza ha dato 300.000 a 600.000 abitanti, il passaggio che lo studio prevede da 21 a 17 emodinamiche realizza ancora un numero di abitanti che sta sotto i 300 mila, quindi credo che non siamo nella condizione, come Regione Piemonte, di fare molto la voce grossa nei confronti del Ministero o di chiedere deroghe che purtroppo, nella nostra condizione economica, non sarebbero facilmente concedibili.
Quindi, su questa impostazione di un principio di realtà credo che ci si debba muovere da un punto di vista sostanziale. In questo senso, dico che è giusto che si facciano delle valutazioni razionali, valutazioni che devono avere molta attenzione alle distanze e a quelle che tecnicamente vengono chiamate le isocrone - cioè i tempi necessari, che non sempre corrispondono alla distanza, perché dipendono anche dalla qualità della viabilità - per potere trasportare un paziente dal luogo in cui avviene l'avvenimento patologico al primo ospedale con sede di emodinamica.
Credo che lo studio dell'Assessorato abbia pensato a queste indicazioni. Così come ritengo giusto il fatto che non è pensabile che ogni singola ASL venga pensata come un luogo totalmente avulso dagli altri territori.
Tornando alla fattispecie della ASL TO4, credo che i pazienti di Chivasso piuttosto che quelli di Ciriè debbano naturalmente considerare che questi due centri - almeno loro, poi i territori retrostanti saranno oggetto di valutazioni diverse - sono comunque molto vicini alla città e che questo fatto non può non essere considerato in un momento in cui occorre andare a razionalizzare l'offerta sanitaria complessiva.
Se questo è vero - e mi sembra razionalmente vero - è chiaro che ogni territorio debba, con forte senso di responsabilità, rinunciare a un po' di campanile per adeguarsi a quelle che dovrebbe essere linee di indicazioni razionali e valide su tutto il territorio piemontese.
Dico questo e lo dico da ex Chivassese, perché ritengo giusto rinunciare ad una parte di pretese che potrebbero anche essere corrette, ma che devono fare riferimento alle indicazioni complessive del territorio.
Quindi, Assessore, tornando alla situazione della ASL TO4, credo che esistano aree dell'Eporediese che sono fortemente svantaggiate rispetto alle corrispondenti aree del Chivassese e del Ciriacese, pur se il Ciriacese afferisce anche alle Valli di Lanzo e che queste cose vadano oggettivamente considerate in una organizzazione complessiva.
Se questi ragionamenti sono validi, è chiaro che il piano dovrà essere sottoposto a falsificabilità, nel senso che sarà necessario capire che se i vari laboratori di emodinamica, così come interessati da una modificazione dei territori afferenti, saranno in grado di avere la capacità del numero di interventi che andranno evidentemente a crescere in questo senso. E credo che sarebbe opportuno, se già non è stato fatto, anche un lavoro in questo senso, cioè cercare di capire se quegli accorpamenti di emodinamiche non daranno luogo a intasamenti che poi possono essere di nocumento al buon funzionamento complessivo.
Se questi ragionamenti sono, a mio modesto parere, oggettivi e incontrovertibili, ne consegue che occorra con senso di responsabilità comprendere le ragioni dell'impostazione che lei ha dato alla soluzione della questione emodinamica.
per questo che sono personalmente contrario, ma ritengo anche i miei colleghi di Progett'Azione, agli ordini del giorno presentati in questa sede.
Ritengo che si possano ancora fare un paio di considerazioni, cioè che bisogna considerare, diversamente da quello che ho sentito nell'ultimo intervento, il fatto che i vari ospedali cardine devono trovare una giusta compensazione, se posso usare questo termine. Cioè quegli ospedali, pur se di rilevanza grande all'interno del Piano Socio Sanitario così come recentemente definito, vedano uno spossessamento di quel servizio, cioè del servizio della emodinamica, ma devono trovare in qualche modo una sorta di valorizzazione diversa, facendo in modo che ci sia una sorta di compensazione, che non vada a penalizzarli eccessivamente rispetto alla loro offerta complessiva.
Se mi posso permettere, Assessore, c'è ancora una questione più di tipo formale che di tipo sostanziale.
Ho la sensazione che un organismo come ARESS, che nasce con alcune funzioni e con alcuni obiettivi, abbia forse acquisito negli ultimi tempi un'importanza strategica eccessiva e dia forse l'impressione di una immanenza rispetto alla sanità piemontese complessiva. Il che mi pare dia luogo a qualche fibrillazione, anche comprensibile, all'interno delle varie Federazioni, delle varie ASL e anche dei vari presidi ospedalieri.
Non credo che questa situazione, se vera, in questo particolare periodo in cui credo sia forte la necessità e, contemporaneamente, il fatto di arrivare a certe decisioni che, come dire, dovrebbero far superare una certa deriva assemblearistica, mi rendo conto che gli obiettivi vadano perseguiti con una razionalità che a volte vede le discussioni come un momento di perdita di tempo.
Ciononostante, Assessore, credo che sia necessario, come non mai, anche un lavoro di ricerca del consenso e che sia opportuno un lavoro difficile specialmente in questa contingenza, di compenetrazione di due valori che sono a mio giudizio ugualmente importanti: il valore dell'efficienza e dell'efficacia delle decisioni, ma anche il valore di quella ricerca di consenso di cui parlavo prima. Altrimenti, potrebbero nascere resistenze magari non visibili, magari non immediatamente percettibili, ma che potrebbero, a gioco lungo, dare risultati estremamente negativi nel momento in cui le decisioni devono trovare la loro piena applicazione sui territori, nei presidi ospedalieri e nei vari luoghi.
Quindi, la invito sommessamente, Assessore, a considerare quello che ho cercato di dire, cioè questa sensazione di uno strapotere di un organismo che, nato con finalità e compiti diversi e con uno spessore molto meno vasto di quello che ha oggi, dà la sensazione di una immanenza pericolosa per il buon funzionamento della sanità piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tentoni.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo oggettivamente è uno dei primi Consigli che dedichiamo al tema della sanità dopo l'approvazione del Piano. L'Assessore forse ricorderà, se no lo rammento io, che il nostro Gruppo consiliare aveva espresso un voto favorevole al Piano su una richiesta di fiducia da parte del Presidente.
Però oggi - l'ha già ricordato il collega Tentoni - noi intendiamo respingere gli ordini del giorno per un motivo molto banale. Credo che in questo momento non ci sia la possibilità di provare di essere uomini di rigore nella tenuta dei conti e uomini di spesa.
Va fatta una scelta, va fatta in modo trasversale e credo che sia anche emerso dalla discussione all'interno di questo Consiglio. Il vero posizionamento che i Consiglieri e i singoli Gruppi consiliari devono prendere in una situazione di drammaticità dei conti regionali è quello del rigore. Non mi faccio prendere - sarebbe molto semplice farlo - da un po' di valutazioni sul passato: il passato è passato, ho due bambini piccoli e sono più interessato a guardare al futuro che non a ciò che è trascorso.
Ora, dobbiamo cercare di creare una sanità che sia economicamente sostenibile e che quindi continui ad erogare servizi di alta qualità ed efficienza verso i cittadini piemontesi, ma che contestualmente sia anche compatibile per le casse della Regione e dei cittadini piemontesi.
Le due parti non si possono più tenere. Faccio solo un accenno alla questione sollevata dalla collega Pentenero: l'aver acquistato due nuove emodinamiche, quelle di Ciriè e di Chivasso, per averle peraltro tenute inutilizzate per due anni, è stato un errore. Se un errore si persegue, si fa un errore doppio o triplo. Abbiamo fatto un errore nel 2008 con l'acquisto di due emodinamiche? Non perseveriamo continuamente in un errore che abbiamo già compiuto e che è già costato delle risorse alla Regione.
Contestualmente, visto che è la prima volta che discutiamo in modo un po' più generale, perché non si è parlato solo di emodinamica, noi ci permettiamo di farle alcune osservazioni.
Crediamo che oggi si debba accelerare quanto più possibile l'attuazione del Piano, in particolar modo su tutte quelle parti che rappresentano dei risparmi di spesa. Mi spiego e non mi fermo qua, perché se no sembreremmo rigoristi a senso unico.
necessario farlo per due motivi. Uno politico. Perché, ad esempio, le riconversioni degli ospedali possono essere, se ben fatte, un eccezionale strumento di efficienza, ma devono anche essere metabolizzate dai territori. Possono essere uno straordinario strumento di efficienza, perch noi possiamo garantire una cosa di difficile amministrazione, ma la riduzione della spesa è, in alcuni casi, l'aumento di alcuni servizi importanti per le popolazioni locali. È sufficiente vedere ciò che oggi erogano i piccoli presidi che nel Piano sono destinati alla riconversione per comprendere, sia in termini di quantità percentuale dei cittadini che lo utilizzano sia in termini di quantità di servizi erogati, che non sono più uno strumento di utilizzazione dei servizi sanitari per i cittadini che abitano in quei distretti sanitari, ma è necessario accelerare, perch contestualmente, nella logica dei risparmi, noi dobbiamo trasformare in fatti ciò che lei e questa maggioranza molte volte avere detto che sarebbe stato fatto. Cioè che avrebbe reinvestito una parte di risparmi in quelle parti di assistenza e - aggiungo io - di sanità che sono indispensabili a questa Regione.
Nel Piano, questa maggioranza ha votato un aspetto che è centrale rispetto alle politiche sanitarie per la nostra Regione, cioè l'attuazione della legge n. 10 votata nel 2010 dal Consiglio regionale. Una legge strategica, una legge di servizi che venne votata in modo trasversale frutto di un insieme di leggi, perché erogava una serie di servizi assistenziali e sanitari alle famiglie, in modo tale che si possa di nuovo coniugare un miglioramento della qualità e dell'umanità del servizio a una riduzione della spesa.
Noi lo dobbiamo fare, Assessore, perché abbiamo delle realtà - in particolar modo quelle cittadine, ma non solo - in cui la presenza di un fisiatra o di un geriatra, per esempio, dopo un grave trauma avuto, per esempio, da una persona anziana, ma non solo, uno lo deve attendere due o tre mesi. Allora, sono cose che non possiamo più fare.
Capisco perfettamente, comprendiamo perfettamente che fintanto che non riusciamo a drenare risorse da alcuni servizi non riusciamo a reinvestirli in altri, ma questa dinamica deve avvenire perché i cittadini possano comprendere che, a fronte di alcune piccole riduzioni o alcune riduzioni che avverranno, vi saranno investimenti, per esempio, in sanità domiciliare, che invece rappresenteranno un valore aggiunto assolutamente rilevante.
Concludo - lo diceva già il collega Tentoni - dicendo che dobbiamo utilizziamo tutti gli strumenti per quello che sono previsti in legge.
Ho apprezzato, per esempio, i documento che l'ARESS ha fatto rispetto alla riorganizzazione ospedaliera, ma li ho apprezzati come soggetto consultivo. L'ARESS deve rimanere tale, come prevede la legge regionale: è un soggetto che la deve aiutare e deve aiutare chi governa questa Regione a prendere le scelte migliori, ma non necessariamente la scelta più efficiente è sempre quella più efficace. E non necessariamente la scelta che riduce più drasticamente i costi è quella che può essere compatibile o sostenibile da un territorio. Pur nel rigore, alla fine ci dev'essere la politica - cioè lei, Presidente, in quanto governo e questa maggioranza, in quanto soggetti che lo sostengono - che alla fine attua le scelte, come abbiamo fatto con il Piano. Non ci può essere, cioè, una Regione polifonica, che abbia, da una parte, la voce dell'Assessore che risponde a quanto ha scritto nel Piano e, dall'altra parte, la voce dell'ARESS che dice cose che a volte sono contrastanti rispetto a quanto c'è scritto nel Piano; altrimenti, già oggi c'è una sufficiente confusione all'interno degli amministratori locali e rischiamo di aggiungere confusione a confusione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Non occuperò i dieci minuti a mia disposizione, anche perché credo che sul merito delle questioni ci siano stati numerosi interventi da parte di colleghi del mio Gruppo, pur non numericamente pari a quelli svolti dagli egregi colleghi del Gruppo del Popolo della Libertà.
Assessore, credo che lei oggi abbia passato un pomeriggio complicato.
Credo che in questo pomeriggio complicato lei abbia goduto sicuramente dell'"affettuosa" e costante vicinanza dell'Assessore Maccanti e dell'"amichevole" e "confortevole" presenza del Presidente del Gruppo della Lega Nord Carossa; credo però che rimanga comunque un pomeriggio complicato.
Voglio fare pochissime considerazioni in modo molto veloce. Guardate sbaglierebbe l'Aula ad immaginare che questo dibattito avviene perché fra qualche mese c'è un appuntamento delicato e rilevante, quale quello delle prossime elezioni politiche (e noi ci auguriamo anche delle elezioni per il Consiglio regionale del Piemonte): non è questa la questione. La lettura che faccio è diversa e gliela propongo, Assessore, in modo molto sintetico e veloce.
Voi avete sottoscritto un Addendum con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, molto impegnativo per la Regione Piemonte; forse troppo impegnativo per la politica sanitaria della Regione Piemonte. E questo è un atto a cui gran parte del Consiglio regionale, e soprattutto della maggioranza, ha prestato poca attenzione. Dopo questo atto, infatti, c'è stata la discussione sul Piano Socio Sanitario, che non è passato solo perché il Presidente Cota ha posto una fiducia politica su un provvedimento molto importante; ma è passato sostanzialmente perché uno degli elementi che riconosco all'interno di questo Piano Socio Sanitario è il tentativo di annacquare alcuni degli impegni molto forti che l'Amministrazione regionale aveva assunto con l'Addendum con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. E poi c'è stata una lunga fase - tanto che lei stesso ha dovuto ammetterlo, nei giorni scorsi in Commissione - nella quale il Piano Socio Sanitario non ha neanche cominciato ad essere attuato.
Oggi siamo nelle condizioni - e sotto questo aspetto la riorganizzazione dei laboratori di emodinamica non è, dal nostro punto di vista, che una delle tante questioni che incontreremo - per le quali lei si trova a dover dare attuazione non tanto al Piano Socio Sanitario, ma a dover dare attuazione all'Addendum che lei ha sottoscritto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che in parte - lo ripeto - è uno strumento più cogente, più impegnativo e più dirompente sulla riorganizzazione della sanità in Piemonte. E qui vengono fuori i problemi sostanziali, quelli di rapporto con una maggioranza - o di parte della maggioranza - che su questo tema rincorre le situazioni puntuali, perché con il Piano Socio Sanitario è stata costretta non a condividere una politica sanitaria, ma a digerirla.
E quindi viene fuori l'altro problema di fondo. Lei sta assumendo le decisioni su quest'attuazione dell'Addendum immaginando che sia finita, con la discussione del Piano Socio Sanitario, la fase del confronto nel Consiglio regionale e, soprattutto, con la comunità piemontese.
Guardi, Assessore, credo che lei abbia dovuto modificare alcune delle impostazioni che si era dato perché ha dovuto riconoscere onestamente che non ci può essere riforma attuata senza che ci sia un sufficiente elemento di condivisione. La condivisione, però, la si costruisce con il consenso; e il consenso è faticoso e impegnativo e se c'è una cosa che ancora questa mattina l'audizione sull'Ospedale Valdese - ma qualche giorno fa l'audizione dei Sindaci di Moncalieri e dei Comuni limitrofi e le occasioni in cui costantemente stiamo percependo un clima - è che queste decisioni passano sopra la testa delle comunità locali. E anche quando c'è una richiesta di confronto preventivo sulle decisioni, questa viene negata.
la vicenda che ci è stata rappresentata questa mattina nell'audizione sull'Ospedale Valdese, ma è la stessa vicenda che ho sentito riproporre sulle questioni dell'emodinamica, da parte del Sindaco di Moncalieri: vi hanno invitati all'assemblea dei Sindaci della rappresentanza dell'ASL e voi non ci siete andati.
C'è una differenza sostanziale, Assessore; glielo dico con molto rispetto, ma c'è una differenza sostanziale tra un'esperienza di conduzione di un'azienda complessa e l'esperienza di un uomo che deve riorganizzare un sistema così complicato come quello della sanità. La differenza sostanziale non è che la seconda sia finalizzata alla costruzione di un consenso: la seconda presuppone un confronto, che deve essere fatto in modo chiaro, in modo onesto - onesto sotto il profilo della reciprocità delle posizioni sia ben chiaro - perché questo è l'elemento che, per governare un'Amministrazione pubblica, è imprescindibile.
Allora, su questo aspetto, non so se oggi i numerosi Consiglieri di maggioranza che sono intervenuti e che l'hanno richiamata con molta forza su questo punto lo hanno fatto, come ci hanno abituato molto nelle ultime settimane, per una "politica dell'elastico" - tiro l'elastico, facendo molta attenzione che non mi scappi di mano per non provocare grandi danni oppure per andare fino in fondo. Nel momento in cui, però, si deve avviare il confronto sulle scelte di merito che portano all'attuazione del Piano Socio Sanitario, il messaggio politico è molto chiaro: lei da qui deve passare e deve fare i conti con la sua maggioranza, più che con la sua opposizione. Questo è il messaggio forte che arriva da questo Consiglio regionale e dal dibattito di oggi pomeriggio. E non è un messaggio di fiducia nei suoi confronti: mi sembra molto evidente; almeno tra di noi ce lo possiamo dire e ce lo possiamo riconoscere.
Aggiungo un'altra considerazione: c'è un punto che, come Gruppo consiliare, intendiamo porre con grande forza: non ci può essere riorganizzazione del sistema sanitario prescindendo dal confronto, che deve essere preventivo e i cui obiettivi, e anche le modalità con cui questi obiettivi devono essere raggiunti, devono essere dichiarati. E la riorganizzazione del sistema socio-sanitario non può avvenire attraverso soggetti impersonali e irresponsabili; non "irresponsabili" nell'accezione del linguaggio comune: "irresponsabili" nel senso di privi di una responsabilità pubblica.
Cari colleghi, forse oggi la nostra attenzione si è giustamente concentrata sulla riorganizzazione dei laboratori di emodinamica; ma coloro che stanno riorganizzando la rete ospedaliera in queste settimane e in questi mesi sono dei soggetti che nessuno conosce, a fianco delle Federazioni.
In questo quadro, i Direttori generali delle ASL non hanno alcun ruolo di responsabili nella riorganizzazione della politica sanitaria e questo determina anche un'altra situazione. Assessore, non si rende conto - forse se ne rende conto ciascuno di noi, che ha direttamente questa condizione di rapporto costante con il mondo della sanità, senza subirne più di tanto grandissimi condizionamenti - che c'è un mondo delle organizzazioni sanitarie che oggi non ha più motivazioni? Che, all'interno delle strutture ospedaliere e dell'organizzazione del sistema dei servizi, la leva fondamentale su cui deve appoggiare una riforma forte e condivisa è quella di un senso del protagonismo degli operatori che oggi non si ravvisa all'interno del sistema sanitario piemontese, che si sta spegnendo anche rispetto alle sue potenzialità? Concludo, Assessore, perché volevo parlare meno di dieci minuti, poi la passione che ciascuno tenta di mettere su questi temi mi ha allungato un po' il brodo.
Credo che oggi questo dibattito abbia messo sì in evidenza la difesa di localismi - è inutile nascondercelo - ma ritengo, altresì, che abbia messo in evidenza anche un forte richiamo a fare i conti non con la politica, ma con chi all'interno dell'Assemblea regionale e all'interno della comunità piemontese ha responsabilità politiche.
Questo dibattito per molti aspetti ha suonato come l'ennesima sfiducia di fatto nei suoi confronti da parte di un pezzo della maggioranza, che non la segue in una riorganizzazione della sanità in parte conosciuta a posteriori, in parte non chiara rispetto ai luoghi del confronto e dell'elaborazione, in parte assolutamente impegnativa rispetto alle conseguenze che tale riorganizzazione può determinare. Questo è un problema della maggioranza. Noi non ci mettiamo su questo piano, però diciamo che non ci può essere riforma della organizzazione sanitaria costruita in questo modo.
Vorrei aggiungere un altro elemento: guardi, Assessore, noi abbiamo espresso grande criticità rispetto al fatto che il ruolo della IV Commissione fosse un ruolo di discussione a posteriori di scelte già assunte, che riguardano il socio-sanitario, che riguardano la sanità, che riguardano il cuore della politica regionale.
Noi vorremmo che questo confronto ripartisse nel luogo dedicato a ci che è la IV Commissione. Vorremmo anche, però, che tale confronto, nel luogo dedicato della IV Commissione, avvenisse in modo approfondito.
Non le nascondo - apro e chiudo brevissimamente una parentesi - che la rappresentazione del lavoro delle Federazioni svolto dall'Amministratore unico, dottor Zanetta, in una delle ultime sedute della Commissioni sanità probabilmente ha rappresentato solamente quel tipo di esperienza; basta andare sui siti internet delle diverse Federazioni per rendersi conto che da altre parti la dimensione è completamente diversa; molto diversa Assessore.
Allora, rispetto anche ad alcune considerazioni che sono state mosse in questa discussione, vorrei dire che non esiste dibattito che non finisce con un voto. Perché, altrimenti, veramente oggi il Consiglio regionale non si è dedicato ad un tema, ma ha solo lanciato dei messaggi politici e di pressione politica. Ogni dibattito in Consiglio regionale finisce con un voto. Il voto non esaurisce una discussione, che noi ci auguriamo possa riprendere tranquillamente e in modo approfondito all'interno della Commissione. Ma credo che lei, dopo questo Consiglio regionale, avrà molto da riflettere. Grazie.



PRESIDENTE

Sono terminate le richieste di intervento.
Visto l'argomento, il numero degli ordini del giorno e gli interventi che si sono succeduti, mi sono giunte alcune proposte di approfondimento sul tema da effettuare in sede di Commissione, naturalmente con l'Assessore pronto ad entrare nel merito e con tutto il tempo necessario per continuare la discussione che c'è stata nella seduta di questo pomeriggio. Questa era la sintesi delle proposte pervenute.
Mi sembra di capire che almeno da parte del principale partito dell'opposizione non vi è la disponibilità al rinvio in Commissione.
Colleghi, vorrei solo capire se possiamo porre in votazione la proposta di rinvio e se possiamo procedere, eventualmente, con l'intervento dell'Assessore, se lo ritiene, e la votazione degli ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale sulla proposta che ho appena avanzato.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
la proposta che avevo presentato e che lei molto correttamente ha sintetizzato.
Visto che la materia ha appassionato i lavori dell'Aula - non poteva che essere diversamente, perché si è entrati nel merito concreto del Piano Socio Sanitario - l'ipotesi che avevo avanzato, anche a nome degli amici della Lega, era quella di una sospensione della trattazione degli ordini del giorno presenti in Aula sul tema dell'emodinamica, per un approfondimento in sede Commissione, al termine del quale si sarebbe deciso se riprendere la discussione in Aula o meno.
Ovviamente, ciascuno è libero di prendere le decisioni definitive, ma dato che gli argomenti e i dati distribuiti dall'Assessore erano sicuramente di grande interesse e necessitano di un approfondimento ritenevamo che fosse più utile, per prendere una decisione compiuta, seria e definitiva, un ulteriore passaggio e approfondimento in Commissione.
Per questo motivo, chiedo la sospensione della discussione dei diversi ordini del giorno relativi all'emodinamica.



PRESIDENTE

Quindi mantiene la richiesta?



PEDRALE Luca

Sì, la mantengo.



PRESIDENTE

Non si configura come richiesta di inversione di punti all'o.d.g., per cui non è previsto un intervento a favore e uno contro, semmai è previsto un voto sulla proposta avanzata dal collega Pedrale.
RONZANI Wilmer (fuori microfono).
Abbiamo scherzato per tutto il pomeriggio? LAUS Mauro (fuori microfono) Anche stamattina!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono).



PRESIDENTE

Abbiamo scherzato!



PRESIDENTE

Le valutazioni e le opinioni sono tutte legittime, ma non possiamo aprire un dibattito su una proposta di votazione.
Collega Giovine, confido nella sua sintesi: ha facoltà di intervenire.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ne approfittavo - così, nel frattempo, facevo decantare un po' gli animi - per precisare che intendevo apporre la mia firma sull'ordine del giorno n. 881.
Come vede, sono stato conciso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Guardi, Presidente, è chiaro che la proposta del Consigliere Pedrale vale per gli ordini del giorni che hanno come primi firmatari il colleghi del Popolo della Libertà, quei colleghi possono legittimamente chiedere che non vengano messi ai voti e si rinvii in Commissione, dicendo "Abbiamo scherzato tutto il pomeriggio".
Ma questo non può avvenire sugli ordini del giorno del Partito Democratico. Non c'è un voto d'Aula che impedisce il voto su un ordine del giorno presentato da un Gruppo. Su questo il Regolamento è molto chiaro Presidente.



RESCHIGNA Aldo

RONZANI Wilmer (fuori microfono).



RESCHIGNA Aldo

Non decide la maggioranza per noi, spero!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Non lo decide la maggioranza, ma il Consiglio.
In base al nostro Regolamento, l'articolo 88 recita: "Rinvio in Commissione. 1. Il Consiglio può rinviare alla Commissione l'esame dell'intero testo o di singoli articoli quando gli emendamenti o i subemendamenti proposti rendano necessaria ed opportuna un'ulteriore istruttoria".



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Questa vale per una legge, non per un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Collega Reschigna, noi abbiamo sempre esteso anche agli ordini del giorno l'articolo 88 del Regolamento. È una consuetudine.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) No! No!



PRESIDENTE

Non succede tutti i giorni, né tutte le settimane, ma mi corre l'obbligo...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, mi scusi: nella consuetudine del Consiglio regionale del Piemonte la disponibilità a tornare in Commissione passa attraverso la disponibilità del primo firmatario! Non ci può essere un voto di maggioranza che impedisce il voto su un ordine del giorno presentato da un altro Gruppo! Se no, noi prendiamo atto che oggi si è scherzato e abbandoniamo l'Aula!



PRESIDENTE

PEDRALE Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Eliminiamo il problema!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Stiamo calmi, che sono già le ore 18.23.
Arriviamo tranquillamente a risolvere il problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Il problema è già di per sé superato, perché la mia proposta ovviamente aveva un senso se riceveva l'unanimità dell'Aula, perché si parla degli stessi argomenti: gli ordini del giorno nostri sulla emodinamica sono molto simili ai vostri, quindi se c'è bisogno di un approfondimento per i nostri a nostro avviso c'era bisogno di un approfondimento anche per i vostri.
Visto che però legittimamente ritenete che non sia più necessario un approfondimento in Commissione, noi condividiamo che si vada al voto e vengano votati in questa sede.



PRESIDENTE

Colleghi, risolto il problema mi farò premura di approfondire il tema nella prossima Conferenza dei Capigruppo, perché il primo firmatario pu ritirarlo, ma è il Consiglio che decide l'eventuale rinvio in Commissione ed approfondimento.
Questo, però, lo approfondiremo nella Conferenza dei Capigruppo risolto il problema. Non è il caso di soffermarsi ulteriormente.
Passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Presidente, non sono assolutamente d'accordo su questa modalità.
Ritenevo e pensavo che la proposta del Presidente - che era una sintesi di quanto richiesto, e naturalmente il Presidente non ha ricevuto delle richieste solamente da parte del sottoscritto o del collega Pedrale - fosse valida anche dal punto di vista tecnico, e ritengo sia valida dal punto di vista tecnico.
Pertanto, consideravo valido e utile tornare in Commissione, senza procedere con la votazione adesso.
Mi permetto di dire che non si è scherzato, altrimenti incomincerò a ridere tutte le volte che voi interverrete in quest'Aula, perché si sta scherzando! Io non ritengo di scherzare, ma di parlare in modo approfondito, come si è fatto oggi, su un tema importante come la sanità piemontese.
Non intendo scherzare e credo che nessuno abbia inteso scherzare.
Consideravo più utile, per la discussione, tornare in Commissione ed eventualmente votare successivamente.
Nessuno lo proibisce: solo questo. Dopodiché, se si vuole andare alla votazione, fin da ora chiedo una sospensione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Anch'io chiedo una sospensione, perché può darsi che su alcuni ordini del giorno debbano essere fatte alcune piccole modifiche ed è anche importante sentire l'opinione dell'Assessore.



PRESIDENTE

Sospendo i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.26 riprende alle ore 18.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Tutte le cose hanno una loro importanza: c'è un'importanza piccola media e grande.
Secondo me questi ordini del giorno sull'emodinamica hanno un'importanza media, quindi devono avere la giusta importanza: né sminuita né esagerata.
Alla luce del colloquio avuto con l'Assessore Monferino, devo dire che mi spiace che l'Assessore Monferino abbia espresso giudizi non del tutto lusinghieri sulla Consigliera Carla Spagnuolo. Mi spiace che questo sia avvenuto, anche perché la collega Spagnuolo, forse più di altri (fra questi, il sottoscritto e qualche altro Consigliere), ha lavorato con l'Assessore Monferino affinché il Piano Socio Sanitario fosse approvato con grande spirito di sacrificio ed abnegazione, quindi forse quelle parole sono state ingenerose e mi hanno addirittura sorpreso.
Al di là di questo, che fa parte della tensione del momento, senza drammatizzare né sminuire, abbiamo presentato degli ordini del giorno e chiediamo che vengano messi in votazione, sia quelli presentati dal PdL sia immagino che i Gruppi dell'opposizione manterrano i propri - quelli della minoranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Solo per chiedere, qualora si votasse, la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Mi dispiacere per l'epilogo di questa giornata, lo dico chiaramente: nel mio intervento avevo cercato di rimarcare determinate questioni, sulle quali il Gruppo della Lega Nord è assolutamente d'accordo.
Pensavamo che - e lo chiedo ancora - gli ordini del giorno venissero rimandati in Commissione. Dopodiché, se l'opposizione vuole che vengano votati i propri, va benissimo, li votiamo. Noi ci asterremo o voteremo contro questi documenti, perché riteniamo, senza entrare nel merito dei documenti stessi, che quando, dopo una discussione seria ed approfondita come quella che c'è stata oggi, si chiede di approfondire in Commissione, e l'Assessore è d'accordo, formazioni politiche che si ritengono serie e responsabili debbano accettare.
Non accettare quella richiesta significa che si vuole solamente piantare un'effimera bandierina che non porta assolutamente da alcuna parte e che, soprattutto, fa vedere ai piemontesi quanto il senso di responsabilità di certe forze politiche sia alto: al livello del mare, cioè zero!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Carossa.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, passiamo alla votazione degli ordini del giorno. Saranno votati tutti per appello nominale.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 865, il cui testo recita: "Il sottoscritto Consigliere regionale Premesso che: il 4 settembre c.a. la competente Commissione dell'ARESS avrebbe dato parere favorevole alla chiusura dell'Emodinamica dell'Ospedale di Rivoli Considerato che: il reparto di cardiologia dell'Ospedale di Rivoli avrebbe triplicato i ricavi nell'arco di tre anni passando da un risultato economico di 529.611 euro nel 2009 a 1.849.422 nell'anno 2011, che contestualmente sarebbero aumentati anche i numeri di ricoveri, da 1.951 del 2009 a 2.022 ricoveri del 2011 nell'anno 2011 sarebbero state 1.540 coronarografie, risultando il terzo reparto per numero di coronarografie effettuate in tutto il Piemonte secondo i dati del 2011, l'Ospedale di Rivoli è la seconda struttura ospedaliera del Piemonte per numero di ricoveri urgenti per IMA seguiti da angioplastica (229), la seconda per angioplastiche (910), la prima per angioplastiche primarie (215) Considerato poi che: l'Ospedale San Luigi di Orbassano ha un laboratorio di Emodinamica con due sale operatorie, risultando anch'esso un importante punto di eccellenza piemontese Considerato, inoltre, che: la distribuzione dei laboratori di Emodinamica dovrebbe seguire prevalentemente criteri demografici e non solo geografici, tenendo conto della qualità del servizio fornito al cittadino l'attività di Emodinamica e specialmente l'interventistica coronaria (angioplastica o PCI) si effettua per oltre 60-70% nei pazienti affetti da sindrome coronaria acuta. Tale attività in Piemonte per gli STEMI (PCI primarie e rescue) è stata di circa 2.200 procedure pari a 480/milione abitanti dato al di sotto di quanto richiesto dalla DGR 13-1826 del 7-4 2011 (previste 550-650) in questo caso una riduzione del numero dei centri di Emodinamica potrebbe determinare un peggioramento dei livelli di trattamento delle urgenze cardiologiche con riduzione delle PCI primarie e ritorno alla trombolisi con trasferimenti secondari costosi e pericolosi. Pertanto nei pazienti con Sindrome Coronaria Acuta l'intervento di PCI deve essere effettuato il più presto possibile, evitando i trasferimenti secondari che comportano ritardi inaccettabili, non compatibili con le linee guida internazionali.
Considerato anche che: il costo dei laboratori di emodinamica è rappresentato principalmente da tre fattori: installazione (e manutenzione obbligatoria), acquisti di beni e servizi, personale per quanto riguarda gli Acquisti di Beni e Servizi (materiali di consumo) si può ottenere una riduzione dei costi attraverso gare di federazione o addirittura in un secondo tempo attraverso gare regionali e l'utilizzo di un magazzino comune per ordini, stoccaggio e distribuzione per le Emodinamiche di una Federazione, cosa che permetterebbe un preciso controllo della spesa di ogni singolo laboratorio per abbattere i costi del personale esso deve essere utilizzato al meglio accorpando, o creando aree omogenee, in Laboratori di Emodinamica situati nel medesimo Ospedale o creando equipe uniche infraospedaliere.
Il Personale Medico e Non Medico dei laboratori deve essere in grado di muoversi e lavorare all'interno dei Laboratori delle Federazioni Sanitarie in modo tale da garantire il massimo funzionamento delle Sale esistenti già installate senza costi aggiuntivi. Questa integrazione delle equipe medico infermieristiche e tecniche permette di mantenere gli attuali livelli di prestazioni (numero di procedure nelle sedi appropriate in base ai passaggi in DEA) senza spostare i pazienti. Spostando in caso di carenze/esuberi eventualmente gli operatori, si potrebbe ottenere una riduzione dei costi senza rischi per i pazienti non esponendosi contestualmente ad eventuali contenziosi legali generati da ritardi o complicazioni dovuti al trasporto.
esprime Parere contrario alla chiusura del laboratorio di Emodinamica dell'Ospedale di Rivoli e di quello dell'Ospedale San Luigi di Orbassano ed impegna La Giunta regionale ad illustrare in IV Commissione un piano di riorganizzazione dei laboratori di Emodinamica individuando soluzioni che garantiscano un effettivo vantaggio in termini di costi e di qualità del servizio nei confronti della popolazione piemontese".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 875, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel luglio 2011 è stato aperto il laboratorio di Emodinamica ed Interventistica Coronarica nell'ambito della Struttura di Cardiologia dell'ospedale di Rivoli. In poco più di un decennio questa struttura si è fatta strada come eccellenza riconosciuta a livello regionale: l'apertura del Laboratorio di Emodinamica rappresentava allora per la Cardiologia l'intero ospedale di Rivoli il completamento di un percorso iniziato a metà degli anni '90, costituito fino a quel momento da esami diagnostici e procedure interventistiche (angioplastiche coronariche) effettuate dagli specialisti rivolesi al di fuori dell'ospedale con il trasferimento di oltre 500 pazienti ogni anno presso la Case di Cura convenzionate l'inizio dell'attività diagnostica (coronarografia) in sede ha rappresentato un notevole elemento di miglioramento nel livello di assistenza, nella sicurezza dei pazienti e nella crescita professionale degli operatori. Nei mesi immediatamente successivi all'apertura del nuovo laboratorio, grazie alla preziosa e crescente collaborazione di tutta l'equipe delle strutture di Anestesiologia e Rianimazione, iniziava l'attività di interventistica coronarica, sia nelle procedure elettive che nelle emergenze coronariche sulle 24 ore (angioplastica coronarica primaria nell'infarto miocardio acuto e nelle sindromi coronariche acute) nei primi dieci anni di attività sono state effettuate oltre 12.000 coronarografie, oltre 8000 angioplastiche coronariche e oltre 1500 angioplastiche primarie in corso di infarto miocardio acuto. Questi numeri hanno permesso al laboratorio di divenire (oramai da 4 anni) il primo in Piemonte per numero di interventi in emergenza ed il secondo, dopo l'ospedale Mauriziano di Torino, per numero di casistiche trattate nel


Argomento:

valutato che la qualità del lavoro svolto è testimoniata dai dati degli interventi effettuati, ma anche dai bassi tassi di complicanze, legate spesso all'estrema gravità dei pazienti trattati in emergenza l'attività partita dal laboratorio iniziale consente oggi al presidio rivolese di collocarsi ai primissimi posti a livello regionale: un primato alla base del quale c'è un'equipe di professionisti qualificati ed affiatati l'esperienza rivolese è stata nel 2011 oggetto di pubblicazione sulla rivista nazionale della Società Scientifica di Emodinamica (GISE), come esempio di un programma formale di sviluppo dell'interventistica coronarica e vascolare fino alle procedure più complesse negli ultimi anni è stato, fra l'altro, avviato un programma di angioplastica carotidea per la prevenzione dell'ictus celebrale, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina e la struttura di Neurologia, che ha permesso di effettuare oltre 270 interventi con un bassissimo tasso di complicanze appurato che nel 2011 è stato attuato un ulteriore impulso al servizio di emodinamica assicurando ad esso una specifica struttura di riferimento nell'organizzazione aziendale, un punto di riferimento importante per la maggior parte dell'attività di interventistica coronarica anche per gli ospedali di Pinerolo e di Venaria e per tutta l'ASL di Torino 3 sempre per decisione della Direzione aziendale sono stati completamente ristrutturati i locali ed aggiornate tutte le principali dotazioni tecnologiche e soprattutto, è stata costruita la seconda sala per le emergenze di emodinamica e la routine di elettrofisiologia la rivista FOCUS ha recentemente diffuso i dati relativi agli interventi di infarto Miocardio acuto, in termini di percentuali di casi trattati con angioplastica coronarica entro le 48 ore (la media in Italia è del 30,67%) in Piemonte al 1° posto risulta l'ospedale di Rivoli (con il 67,4%). appreso che la Commissione dell'ARESS (Azienda Regionale Servizi Sanitari) nel mese di luglio, ha proposto tra i tre reparti di emodinamica esistenti presso gli ospedali Mauriziano, San Luigi di Orbassano e Rivoli, la chiusura di quello di Rivoli considerato che l'ARESS non ha alcun ruolo deliberativo nel settore della programmazione sanitaria, essendo uno strumento a disposizione della Direzione Generale Sanità e della Direzione Generale Politiche Sociali dell'Assessorato e che solo l'assessorato ha ruolo deliberante al fine di garantire livelli di spesa e livelli di eccellenza del sistema sanitario regionale è necessario procedere con l'ottimizzazione delle strutture sul territorio anche per garantire in futuro un servizio sanitario all'altezza delle aspettative dei cittadini invita il Presidente della Regione Piemonte e l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte a tener conto della riorganizzazione della rete dell'emodinamica piemontese al livello di qualità e competenza raggiunta dalla struttura rivolese: chiede che le decisioni in merito al destino dei reparti di emodinamica siano assunte in base ad una dettagliata analisi sugli impianti, sulle tecnologie, sulle professionalità e competenze delle equipe, sul numero dei casi trattati, tenendo conto della mortalità e del tempo di risposta alla patologia cardiaca che si tenga conto della grande espansione territoriale delle ASL TO 3 e della popolazione di riferimento che utilizza il Pronto Soccorso di Rivoli: esprime pur nella consapevolezza che nessuna decisione sia stata ancora assunta, il proprio dissenso nei confronti dei un'eventuale chiusura del Laboratorio/Reparto di Emodinamica di Rivoli, nella consapevolezza che verrebbe chiuso uno dei reparti di eccellenza dell'ospedale rivolese portando disagi alla collettività, privata di un servizio di fondamentale importanze per la salute dei cittadini: impegna la Giunta regionale ad una più stretta collaborazione tra l'emodinamica del San Luigi e quella dell'ospedale di Rivoli fino a configurare una struttura su due sedi con quindi, una miglior utilizzo del personale sia medico che infermieristico".


PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 21 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 876, il cui testo recita:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale premesso che le procedure diagnostiche e terapeutiche effettuabili dai laboratori di emodinamica rivestono importanza primaria per il trattamento di molte cardiopatie e, in particolare modo, delle cardiopatie ischemica. Il perfezionamento delle tecniche in tale ambito ha allargato anche l'indicazione alla loro utilizzazione, in particolare dell'angioplastica senza necessità di ricorso alle procedure decisamente più invasive attuabili con gli interventi cardiochirurgici sulla base di un'attenta analisi della domanda di questo servizio sanitario, da cui è emersa una grave carenza a carico del territorio canavesano e chivassese, con la deliberazione n. 47-8608 del 14 aprile 2008 sono state dettate le linee guida in base a cui sono state predisposte nuove strutture di emodinamica sia a Chivasso che ad Ivrea con deliberazione n. 51 - 1358 del 29 dicembre 2010 l'attuale Giunta regionale ha avviato il progetto di riordino del sistema sanitario regionale, recentemente completato in fase legislativa con l'approvazione della legge regionale n. 28 marzo 2012, n. 3 (disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale) e del Piano socio-sanitario regionale 2012-2015, cui dovranno seguire ora le deliberazioni applicative nel progetto di riforma della sanità illustrato dal Presidente Cota e predisposto dal Commissario dell'ARESS dottor Claudio Zanon, in merito alle tre strutture di emodinamica dell'Azienda Sanitaria TO 4, ovvero Ciriè Ivrea e Chivasso, si afferma con particolare riguardo all'emodinamica di Ivrea, che 'avrebbe caratteristiche per area geografica a coprire l'alto Canavese, ma manca completamente di personale medico ed infermieristico' valutato che dal 2003, anno in cui fu rimossa la struttura mobile di emodinamica collocata davanti all'ospedale eporediese, i pazienti colpiti da infarto miocardico venivano trasferiti presso gli ospedali di San Giovanni Bosco e Maria Vittoria di Torino, mentre quelli dell'area del chivassese sono trasferiti all'ospedale Mauriziano, con un notevole costo ed il rischio di interventi tadivi. Ad oggi, infatti, nel Nord Italia l'Eporediese e l'Alto canavese sono le aree più lontane dal servizio di emodinamica, situazione che rende indispensabile l'apertura delle nuove strutture il Piano socio-sanitario regionale 2012-2015 qualifica l'ospedale di Ivrea e di Chivasso come ospedale cardine e, in quanto tale, prevede la dotazione dell'emodinamica H24 il progetto di emodinamica è già stato approvato e finanziato dalla precedente Amministrazione regionale, in coerenza con il piano sanitario vigente e rientra appieno nel piano di attività dell'ASL TO 4, con la previsione dell'apertura delle due strutture il personale dell'ospedale dei due nosocomi è già stato debitamente formato invita il Presidente della Regione Piemonte e l'Assessore regionale alla Sanità ad operare scelte ponderate nell'organizzazione e dislocazione dei servizi sul territorio, nell'interesse della collettività e della salute dei cittadini impegna la Giunta regionale a considerare l'analisi del reale fabbisogno dei servizi sanitari sul territorio dando attuazione alle linee guida originariamente stabilite che prevedevano la presenza dei due laboratori di emodinamica di Ivrea e Chivasso"



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 18 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 881, il cui testo recita:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale premesso che la Giunta Regionale ha deliberato (DGR 7 aprile 2011, n. 13 1826 "Attuazione Piano di Rientro, Revisione dei requisiti strutturali ed organizzativi e ridefinizione della rete dei laboratori di Emodinamica e revoca DGR n. 47-8608 del 14/4/2008) che la rete interospedaliera per l'emergenza coronarica deve prevedere Centri di Emodinamica con specifici requisiti strutturali ed organizzativi al fine di ottenere una idonea copertura del territorio con tempi di accesso compatibili a garantire il trattamento tempestivo più appropriato nelle emergenze cardiologiche preso atto che è prevista la presenza di Centri di Emodinamica con bacini di utenza da 300.000 abitanti e fino ad un massimo dì 600.000 abitanti considerando, ovviamente, le condizioni geomorfologiche e le possibili difficoltà dì accesso ai servizi considerato che oltre ai necessari requisiti strutturali ed organizzativi nella riorganizzazione della rete dei laboratori di Emodinamica, si deve considerare il livello tecnologico degli investimenti già realizzati o in corso di realizzazione constatato che il Servizio di Emodinamica della ASL TO5 è attivo dal 2008 è dotato di recenti tecnologie e di spazi dedicati che hanno richiesto investimenti da parte della Regione Piemonte per oltre 1.000.000 euro ha un bacino di utenza superiore a 300.000 abitanti in non standardizzate condizioni geomorfologiche e di accesso al servizio ha con un ottimo rapporto costo/beneficio dispone di tutti i "requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici" richiesti dalla Regione ha a disposizione alte professionalità con "standard di attività" superiori a quelli richiesti dalla Regione considerato, inoltre, che la popolazione della Federazione Torino Sud Est è di 793.000 abitanti rilevato che nella Federazione Torino Sud Est sono presenti quattro Laboratori di Emodinamica: due nella AO Città della Salute e della Scienza di Torino uno nella ASL T05 uno, in regime di convenzione, nella Clinica Cellini venuto a conoscenza che nel verbale 19/07/12 della Commissione ARESS "Rete dell'infarto e laboratori di emodinamica" - Commissione ove, tra l'altro non è presente nessun rappresentante della ASL TO5 - è indicato "chiusura Emodinamica di Moncalieri" e "sospensione convenzione alla clinica Cellini per l'attività di Emodinamica" riscontrato che nella rappresentazione ARESS 23/07/12 sono consigliate tre sale di Emodinamica concentrate, tutte, nella AO Città della Salute e della Scienza di Torino precisando che "Cellini e Moncalieri stanno riducendo l'attività del Centro Molinette per contiguità geografica estremamente evidente" al corrente che la ridefinizione della rete dei laboratori di Emodinamica della Regione Piemonte, e quindi anche della ASL T05, deve avvenire nel rispetto della DGR 07/04/11 n.13-1826 lo smontaggio-rimontaggio dell'apparecchiatura Philips Allura prevederebbe in rapporto alla richieste esigenze di predisposizioni strutturali, un costo compreso tra 50.000 euro ed 300.00 euro trasferimenti con ambulanza attrezzata (infermiere professionale anestesista e cardiologo) presso la AO Città della Salute e della Scienza di Torino dei pazienti che afferiscono direttamente al DEA di Moncalieri (stima prudente pari a 500-600 pazienti) e successivo rientro presso l'Ospedale di Moncalieri a procedura eseguita (rientro per competenza territoriale) prevederebbero un costo fisso di maggior onere per la ASL TO5 stimabile in E 400.000/anno circa (importo calcolato in rapporto alla prevedibile pronta disponibilità aggiuntiva ed alle spese di viaggio delle ambulanze) pazienti che giungono mezzo 118 presso il DEA della AO Città della Salute e della Scienza di Torino affetti da sindrome coronarica acuta, eseguita la procedura interventistica dovranno essere trasferiti, in assenza di disponibilità di posti letto, negli Ospedali di territorio in quanto residenti nell'ASL T05 con maggiori costi fissi quantificabili in E 55.000/anno circa tenuto conto che dall'elenco generale 2011 delle procedure effettuate nei Laboratori di Emodinamica della Federazione Torino Sud Est risultano



(vedi tabella allegata)



PRESIDENTE

per quanto riguarda il Laboratorio di Emodinamica della ASL T05 i ricoveri tramite DEA (urgenza/emergenza - STEMI: infarto cardiaco acuto da occlusione completa dell'arteria coronaria - tempo di intervento 60-90 minuti) rappresentano il 78% circa della globale attività mentre il 22 circa è relativo a ricoveri elettivi (classe A - tempo di attesa per l'intervento inferiore a dieci giorni - e classe B - tempo di attesa per l'intervento inferiore a trenta giorni) provenienti da Ambulatori della ASL TO5 il 97% dei pazienti ricoverati in elezione sono prenotati dagli ambulatori della ASL TO5 esprime totale disaccordo su quanto consigliato poiché una eventuale chiusura della Emodinamica della ASL TO5, Servizio strutturalmente e professionalmente coerente con le indicazioni Regionali, determinerebbe un indubbio aumento dei costi e, soprattutto, un potenziale problema di salute per i cittadini impegna la Giunta regionale a relazionare in IV Commissione le ipotesi di ridefinizione della rete dei Laboratori di Emodinamica individuando soluzioni che garantiscano un effettivo vantaggio in termini di costi e di qualità del servizio nei confronti della popolazione piemontese"



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 20 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Con questo voto, si ritiene assorbita l'interrogazione a risposta immediata del Consigliere Motta Massimiliano avente ad oggetto "Laboratorio di Emodinamica interventistica della ASL TO5"



PRESIDENTE

Considerando che il Consiglio era convocato fino alle ore 19, possiamo dichiarare chiusa la seduta di questo pomeriggio.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.58)



PRESIDENTE

SEDUTE |CORONAROGRAFIE |PTCA |PTCA EFFETTUATE | |ESEGUITE |PRIMARIE CELLINI |964 |873 |412 |3 MONCALIERI |1058 |867 |581 |114 MOLINETTE UNIVERSITÀ |1542 |1213 |500 |89 MOLINETTE CARDIOOGIA 2 |1592 |1222 |491 |86



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