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Dettaglio seduta n.288 del 23/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta è rinviata per mancanza del numero legale)



(La seduta ha inizio alle ore 14.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni, Comba, Cota Giordano, Leo, Montaruli e Sacchetto.
Il numero legale è 27.


Argomento: Province

Esame proposta di deliberazione n. 227, inerente a "Proposta di deliberazione relativa a Riordino delle Province piemontesi ai sensi dell'articolo 17, comma 3 del decreto legge n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del genere bancario), come convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n. 135" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 44, n. 441, n. 898, n. 899, n. 900)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 227, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Procediamo con la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo di intervenire, anche dopo aver sentito tutto quello che è stato detto questa mattina. Non voglio usare un tono polemico, ma mi fa piacere che, dopo anni, anche altri colleghi, sia dell'opposizione sia della maggioranza, manifestano con noi il fatto che il Province servano. Per anni hanno sempre detto che le Province erano Enti inutili, e solo la Lega li difendeva.
Gli accorati appelli di questa mattina mi fanno pensare che non siamo più gli unici difensori di questi Enti che rappresentano il nostro territorio.
Vorrei fare una serie di considerazioni.
Innanzitutto, pensiamo a quello che sta succedendo nel nostro Paese.
chiaro che tutto questo è un attacco agli Enti locali. Oggi si parla di riordino delle Province; Province che, a seconda della dimensione e della superficie che avranno, saranno comunque Enti di secondo livello, quindi non più rappresentazione diretta dei cittadini.
Questo, a mio modo di vedere, è un grave attacco alla democrazia.
Provengo dalla Provincia di Vercelli, che è stata democraticamente eletta un anno e mezzo fa, ma oggi si parla di commissariamento di tutti gli Enti provinciali a giugno 2013. Se è così, chi, come me, è andato a votare nel maggio del 2001, ha espresso un voto che non ha valore, perch abbiamo dato mandato per cinque anni a dei soggetti per rappresentarci e dopo due anni queste persone dovranno andare a casa per volontà di un Governo tecnocrate che vuole la morte di questi Enti locali.
Non sono d'accordo su questo tipo di atteggiamento. Non sono d'accordo perché oggi si parla di Province. Con l'attacco al Titolo V, hanno fatto sì che diverse competenze delle Regioni venissero messe in discussione, ma guardate che l'attacco successivo - mi rivolgo soprattutto ai Sindaci qui presenti - riguarderà i Comuni.
Il Ministro Patroni Griffi ha già parlato di Comuni di almeno 10 mila abitanti. Cose folli solo da pensare, eppure tutto questo scivola pian piano: oggi pagheranno le Province, ma sono sicuro che pagheremo anche qui in Regione ed i Comuni pagheranno allo stesso modo. È un attacco trasversale degno di un'epoca che non ci appartiene.
Dobbiamo ridare democrazia agli Enti e alle persone. Atteggiamenti di questo tipo, di persone non elette dai cittadini, mi preoccupano.
Oggi, molti colleghi hanno detto cose sacrosante, ma mi rivolgo a loro per dire: se la pensate in modo questo, perché i vostri compagni di partito al Governo sostengono queste persone che stanno facendo di tutto per sminuire gli Enti Provincia, le Regioni e i Comuni? Non si può fare il gioco delle tre carte: dire determinate cose qui perché ci sono Sindaci e certe persone; tenere un altro tipo di atteggiamento a Roma e poi magari dire sul territorio che abbiamo salvato gli Enti.
Non si può tenere questo tipo di atteggiamento, bisogna anche essere coerenti.
Penso questo e lo penso veramente, perché sono preoccupato per il mio territorio. Oggi voterò a favore dell'emendamento che riguarda la mia Provincia insieme a Biella, perché penso che sia una territorialità giusta per il nostro territorio. Allo stesso tempo, sono convinto che a Roma le decisioni siano già state prese, quindi il riordino verrà fatto sulle quattro Province. Non me lo auguro, perché voterò affinché vi sia una quinta Provincia, che è quella di Vercelli e Biella, ma in cuor mio sono abbastanza scontento, perché il Ministro Patroni Griffi è già stato chiaro come ha detto una collega dell'opposizione: le isteriche - da lui giudicate isteriche - guerre legate ai territori non gli interessano.
Probabilmente la decisione è già stata presa. Noi oggi stiamo discutendo della nostra territorialità, ma non avendone le competenze.
Personalmente, lo ritengo inaccettabile.
Dovremmo iniziare a fare tutti un ragionamento comune, perché se oggi accettiamo che pagano le Province, poi i Comuni e poi le Regioni, sarà una sconfitta per la democrazia; una democrazia che, come sanno tutti coloro che hanno rappresentato Enti come le Province, ha fatto sì che in questi anni il territorio e la gente fossero più vicini. Si dice che la politica è lontana dalla gente, ma si sta facendo di tutto per far sì che questo distacco tra politica e territorio sia sempre più ampio. È questo che molti non si spiegano; è questo quello che molti non capiscono. Noi siamo qui per lottare affinché questo progetto venga portato avanti. Penso veramente ritornando al mio territorio, che avendone sia le quantità numeriche, sia la superficie, il territorio di Biella e di Vercelli possa rappresentare la quinta Provincia del territorio della Regione. Quindi, invito tutti i miei colleghi a votare a favore di questo emendamento. Grazie.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Sarà inevitabile ripetersi in alcuni concetti, ma il sentimento che prevale oggi è l'amarezza. La sensazione è oggettivamente di impotenza perché assistiamo ad una partita da spettatori: siamo in tribuna, non riusciamo a giocarla, non vediamo il pallone.
Questo per gente che, come noi, fa politica e ha deciso di investire parte della propria vita nell'amministrazione non può che essere un elemento frustrante, in una fase storica che porta a dire cose che non stanno né in cielo né in terra. Non me ne voglia il collega Buquicchio se richiamo il passaggio in cui dice che il federalismo è fallito. Consigliere Buquicchio, il federalismo non c'è mai stato in questo Paese! Il federalismo non c'è in Italia! Il federalismo non c'è mai stato e l'unica spolverata di federalismo quale la riforma del Titolo V della Costituzione, oggi, viene posta in discussione da un Governo sostenuto, tra l'altro, da molti di quei politici che avevano compiuto tale riforma.
Siamo in un periodo in cui si dice tutto il contrario di tutto, ma parlare di fallimento del federalismo di fronte a quanto sta accadendo oggi è un'impostazione totalmente sbagliata, proprio perché il federalismo non c'è. Per noi la linea maestra rimane quella lì.
Qui, invece, ci troviamo in una fase storica in cui il Governo ha un rigurgito centralista assolutamente preoccupante, manifestatosi con una serie di decreti. Ricordo, essendo presenti molti Sindaci, la Tesoreria Unica e l'IMU, che viene scippata, incassata dai Comuni e portata allo Stato. Però, quanto sta succedendo riguardo alle Province oggi è solo uno dei tasselli di un disegno molto più grande, qual è l'azzeramento del sistema delle Autonomie Locali, altro che federalismo che ha fallito! Il Governo non solo riesce nell'operazione di azzerare il sistema delle Autonomie Locali - concordo con il Consigliere Tiramani - in quanto i prossimi saranno i Sindaci. Oggi, le Province; domani, probabilmente, le Regioni e i prossimi saranno i Sindaci dei Comuni piccoli, di quelle realtà che sono la forza del nostro Piemonte.
Il Governo non è riuscito solo in questo intento, ma in un altro intento incredibile, cioè alimentare la guerra tra i poveri, la guerra tra i territori e, ancor peggio, la guerra tra i diversi livelli istituzionali.
Questo è quanto sta accadendo oggi: i Sindaci contro la Regione, la Regione che non riesce a rispondere alle esigenze delle Province, le Province che cercano di salvarsi contro le Regioni, i territori che fra di loro fanno la gara per cercare di individuare equilibri nuovi. Questo è l'obiettivo che è riuscito a raggiungere il Governo: la guerra tra i territori e la guerra tra i diversi livelli di autonomia locale.
La verità è una sola, abbiamo avuto modo di dirlo più volte: qui stiamo scegliendo il colore della bara, perché le Province sono morte! Stiamo scegliendo il colore della bara perché le Province sono morte e quanto verificatosi è paradossale: il Governo interviene per riordinare il sistema delle Province, sull'onda dell'antipolitica che definiva e individuava le Province come enti inutili.
Chi ha fatto l'amministratore - io sono stato Assessore e Consigliere provinciale - sa che le Province sono tutt'altro che inutili; anzi, sa - lo diceva prima il Consigliere Formagnana - che sulle Province occorreva un'operazione totalmente differente, cioè era necessario riempirle maggiormente di contenuti, magari portando loro in carico competenze attualmente in capo a consorzi, enti, autorità d'ambito, ecc.
L'antipolitica dice che le Province sono inutili e il Governo per andare incontro all'onda dell'antipolitica dà vita ad una riforma che rende effettivamente inutili le Province. Questo è successo: un ente utile, di fronte alla campagna che dice che quell'ente è inutile, diventa un ente inutile. Siamo di fronte al paradosso! Con questa operazione possiamo parlare di Quadrante, di doppia Provincia, di quello che vogliamo, ma il risultato è che le Province sono clinicamente morte. Quindi, di fronte alla forzatura di dire "scegliamo il colore della bara": scegliamo il colore della bara, perché è quello che stiamo facendo.
Parlo con tutto il rispetto nei confronti dei Sindaci di Biella e Vercelli presenti oggi: provengo dall'Ossola, Provincia del Verbano-Cusio Ossola, che è una provincia giovane, che nasce dopo una pulsione fortissima del territorio che portava all'autonomismo, e vivevo a Domodossola, città capoluogo della Repubblica partigiana dell'Ossola, città che ha dato vita in quella valle, attraverso l'azione della sua gente, ad un movimento l'Unione Ossolana per l'Autonomia, che ha caratterizzato la politica di un decennio nella nostra terra. Grazie a quella politica si è arrivati alla costituzione di una Provincia. Lì c'è la culla dell'autonomismo. Lì si pu dire che è rinato e ha ripreso vigore l'autonomismo italiano.
Allora, cosa deve dire del Quadrante? Per me, il Quadrante è una sconfitta, così come la vecchia Provincia di Novara, solo con Novara e VCO.
una sconfitta, perché l'azione politica in questi anni è stata portata avanti per cercare di consegnare, addirittura, maggiori condizioni di autonomia ad un territorio totalmente montano (75 Comuni su 77 sono montani).
La prima proposta di legge presentata è la n. 37, sottoscritta insieme ad altri colleghi in maniera trasversale, per concedere, ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto della Regione Piemonte, maggiori condizioni di autonomia al Verbano-Cusio-Ossola.
Oggi siamo qui a parlare di Quadrante piuttosto che di Provincia Novara VCO. È una sconfitta, ma è ancora più una sconfitta sapere che, qualunque soluzione individueremo (quattro, sei, cinque, otto o mille Province) avremo dato il via con l'atto odierno alla morte delle Province.
Qualunque sia il nuovo assetto che individueremo, daremo vita ad enti che sono, sì, enti di secondo livello, ma conteranno addirittura meno rispetto alle competenze che avranno quegli enti, cioè niente, zero, in quanto non avranno i soldi per andare avanti. Quindi, tra un anno probabilmente, ci ritroveremo per una seconda operazione, cioè tirare gi la serranda.
Siamo di fronte ad un periodo di grande schizofrenia del Governo perché continua a cambiare le regole del gioco. L'intervista al Ministro Patroni Griffi sul Corriere di ieri che dice che, forse, per le Province montane abbiamo la possibilità, perché Sondrio e Belluno sono realtà che possiamo salvare, fa rientrare, ad un giorno dall'approvazione in Consiglio regionale di questo atto, la partita del Verbano-Cusio-Ossola, cioè diventa veramente difficile ragionare su una strategia.
Sappiamo qual è la strategia del Governo (ammazzare le Province), e diventa difficile individuarne una a questo livello.
In questo senso, l'azione del ricorso, portata avanti dal Presidente Cota - ricordo che si svolgerà un'udienza il 6 novembre - serve a dire: "Governo, fermati, perché questa non è la strada che ci può portare ad una soluzione", perché noi, che siamo convinti che le Province servano davvero riteniamo che quanto si sta facendo sulle Province sia una scelta scellerata.
Tra l'altro, non vorrei che, domani, ci si trovi davanti ad una forzatura assurda, perché ho sentito alcune frasi strane: "La Lega affossa questa Provincia", piuttosto che: "La Lega affossa quella". Attenzione, la Lega è uno dei pochi partiti qui dentro che non sostiene il Governo che sta affossando le Province, quindi diciamo le cose come stanno. La Lega non affossa niente. Se le Province vengono affossate, che sia quella di Quadrante, quella di Biella-Vercelli o quella di Cuneo-Asti, non è la Lega che le affossa, è un Governo sostenuto da altri. Quindi, non carichiamo su una forza politica, che, da sempre, dice che la Provincia serve e che, da sempre, dice che questo Governo deve andare a casa, responsabilità che non esistono.
In conclusione, di fronte a questo scenario, non possiamo e non vogliamo essere complici di un'operazione di questo tipo; non possiamo e non vogliamo essere complici di un'operazione che sta minando nelle fondamenta il sistema delle Autonomie Locali piemontesi e il sistema delle Autonomie locali in generale del Paese.
Non possiamo non resistere; non possiamo non manifestare il profondo dissenso rispetto ad un percorso che non condividiamo; non possiamo non protestare.
Quindi, fermo restando che, giustamente, ogni Consigliere regionale proviene da un territorio, ha una sua storia e difende il suo territorio ricordo che il sottoscritto, insieme ai colleghi Cattaneo, De Magistris e Reschigna, ha presentato un ordine del giorno proprio per stimolare il Governo sulla questione dei territori montani e della specificità montana del Verbano-Cusio-Ossola, quale ennesimo e ultimo tentativo di difesa rispetto a un Governo che passa sopra a tutto.
Quindi, questa è la posizione che terrò e che credo terranno tutti i colleghi della Lega Nord in un frangente in cui la verità vera è che un Governo centrale ha deciso di tornare indietro di decenni; ha deciso di riportare il centralismo in Italia e ha deciso di azzerare il sistema delle autonomie locali, a prescindere da quello che si dice a Milano, Torino, a Biella o a Vercelli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Devo riconoscere che, nonostante sia abituato ad intervenire sempre a braccio, seguendo l'ordine degli interventi e della discussione, oggi non è semplicissimo condensare in dieci minuti con l'impegno di non prendere ulteriormente dopo la parola per evitare che si dilunghi troppo la discussione, perché per tutti gli interventi sentiti c'è in ognuno un pezzo che è sicuramente condivisibile.
sicuramente condivisibile una parte dell'analisi del collega Marinello e devo dire che lui sì, a differenza di altri, onestamente pu sostenere le posizioni che sostiene, perché lui ha difeso e ha portato avanti la posizione della Provincia di Verbania autonoma e, a differenza di altri, non ha mai chiesto che questa venisse fatto a scapito, ad esempio della Provincia di Biella o di Vercelli.
Glielo riconosco e riconosco anche le posizioni politiche legittime portate in questo consesso da tanti altri colleghi.
Ho firmato convintamente l'emendamento a firma Pedrale, Leardi, Ronzani ed altri per la Provincia di Biella e Vercelli, e ho firmato anche due emendamenti, uno a firma della collega Valle e l'altro a firma della Consigliera Motta Angela per la Provincia di Asti.
Personalmente, a differenza di altri credo di fare il Consigliere regionale a pieno titolo su tutta la Regione. Vivo a Torino, la mia famiglia è originaria di Asti, faccio il Consigliere comunale in Provincia di Verbania, ho in tutte le Province una seppure minima ma combattiva rappresentanza del partito "Pensionati", il mio vicesegretario regionale è della Provincia di Vercelli.
Credo che tutti noi qui dobbiamo pensare di essere prima di tutto Consiglieri regionali che Consiglieri della Provincia che li ha eletti.
Ringrazio e devo dire che condivido l'intervento della Consigliera Angela Motta, del collega Pedrale, del Consigliere Ronzani, delle Consigliere Spagnuolo e Valle. Li condivido e non ripeto gli argomenti perché hanno detto tutte questioni assolutamente condivisibili, anche quando hanno giustamente messo lo spillo sulle contraddizioni e le ipocrisie che qualcuno qui oggi ha cercato di mascherare. E ringrazio anche per la loro onestà intellettuale e per la loro sincerità, come ringrazio peraltro il collega Negro, la collega Artesio, la collega Cerutti, perch lo dico ai Sindaci presenti - non è facile, con le pressioni nazionali che ci sono, avere la posizione che questi colleghi citati hanno espresso dando oggi la presenza in Aula, e non il voto contrario come i loro partiti a livello nazionale vorrebbero.
L'ha detto bene il collega Negro, il quale ha omesso di dire che questa mattina ha ricevuto delle telefonate dalla propria Segreteria nazionale per votare contro e nonostante ciò si è opposto e darà la presenza. Vi posso garantire per questioni di tecnica regolamentare che per noi è molto importante la presenza del collega Negro, così come della collega Artesio così come della collega Cerutti.
Come vedete, c'è una trasversalità di partiti: andiamo dall'UDC passiamo per SEL e andiamo a Rifondazione Comunista.
Questo Consiglio regionale è ben conscio del valore delle Province e dei servizi che le Province danno ai cittadini piemontesi. Molte delle leggi regionali che noi votiamo, approviamo e modifichiamo nel tempo non avrebbero alcuna applicazione se non ci fossero le Province a metterle in pratica.
Ne siamo consapevoli, ma noi, come giustamente la collega Motta ha detto, prendiamo le preferenze, giriamo sul territorio e chiediamo il voto ai cittadini. Noi non veniamo eletti in macro-liste bloccate. C'è una bella differenza! E quindi quando la collega Motta, la collega Valle, il collega Lupi o il collega Negro dovranno tornare sul territorio a chiedere il consenso ai cittadini, dovranno rispondere anche del voto dato oggi in Aula. Sono contento che in questo modo finalmente oggi mi sento Consigliere regionale e ci sarà una maggioranza che farà un'operazione verità e deciderà se le Province sono state utili o inutili, se c'è una classe di dipendenti provinciali che mangia pane a tradimento, oppure se fa il proprio lavoro perché è necessario ed utile Mi spiace citarla, collega Motta, per l'ennesima volta, ma lei ha detto una cosa sacrosanta. L'obiettivo non è mica il livello politico l'obiettivo sono i dipendenti pubblici e abbattere il numero dei dipendenti pubblici in modo drastico e in modo secco, pensando che sia uno spreco indipendentemente da quello che i dipendenti pubblici fanno. E lo dice uno che su questo ha sempre tenuto una posizione molto laica, ma non mi va che questa cosa venga fatta sulla pelle della gente, sulla pelle dei cittadini e sulla pelle di chi, onestamente, da decenni sta lavorando per la pubblica amministrazione pensando che ci sia uno Stato mamma e non, in questo caso uno Stato matrigna, come di fatto si sta rivelando.
Ho firmato convintamente l'ordine del giorno e ne ero già abbastanza convinto, anche perché c'era un partito in Provincia di Biella e di Vercelli che mi ha anche fatto minacce di natura fisica, qualora non avessi tenuto questa posizione a difesa della Provincia di Biella e di Vercelli.
Voglio ringraziare e ricordare i militanti e gli attivisti del partito "Pensionati" e coloro che negli anni mi hanno sempre sostenuto. E voglio citare tutti quelli che negli anni hanno sempre lavorato sulle Province di Biella e di Vercelli e non solo. Cito Giampiero Comello, Giorgio Grassino Sara Franchino, Orlando Zabone, e tutti gli altri che negli anni a vario titolo, chi più chi meno, hanno dato il loro contributo. Questo è uno dei momenti in cui questo contributo si estrinseca con forza, perché noi, con libertà e forza, dobbiamo dire chi ha portato avanti questa proposta e questo emendamento - e dico chiaramente che voterò sia quello per la Provincia di Biella e Vercelli sia quello per la Provincia di Asti - perch vi posso garantire che, se si arriverà ad una soluzione positiva, non era mica scontato quando siamo partiti. Non era scontato la settimana scorsa e meno che mai due settimane fa, quando è arrivata dal CAL una proposta offensiva e denigratoria del ruolo delle Province, che divideva di fatto i cittadini in serie A e in serie B, dove quelli di Torino erano cittadini di serie A e quelli di tutte le altre Province erano cittadini di serie B.
Questo è inaccettabile.
Questa è l'unica critica che faccio all'intervento del collega Reschigna quando dice che noi abbiamo fatto una proposta di mediazione con due proposte paritetiche. Era inaccettabile, perché quella mediazione era piegata alla volontà di Torino e questo è offensivo per tutti i 1.200 Sindaci che, onestamente, tutti i giorni fanno il loro sacrosanto lavoro per quattro soldi. È offensivo, perché se era così, dal CAL poteva venire fuori un'unica mega-Provincia di Torino, se valgono solo i numeri e vale solo la maggioranza.
Poiché il CAL non è l'oracolo di Delfi, voglio citare un esempio che molti non conoscono. Mentre qualcuno in quest'Aula ha sostenuto la necessità del Quadrante, magari motivandola con i costi della politica questi fantasmagorici costi della politica - voglio ricordare, perché pochi lo sanno, che sempre quest'Aula con un unico voto contrario - il mio - ha avallato la procedura per istituire un nuovo Comune.
Sì, mentre si discute per abolire le Province, contemporaneamente stiamo discutendo per far partire un nuovo Comune, il Comune di Mappano.
Quindi, da una parte vogliamo distruggere le Province, chiudiamo le Comunità montane, chiudiamo le Comunità collinari, però il nuovo Comune sì.
Certo, quello è fondamentale! C'è stato un solo voto contrario, il mio motivato così come lo sto motivando adesso: salvaguardiamo quello che c'è già e funziona, invece che andare a creare nuovi centri di costo! Solo per darvi un dato, il futuro (forse) Comune di Mappano costerà, solo per il referendum, un milione di euro. Ecco, secondo me quel milione di euro si poteva risparmiare a magari spostare sui fondi delle Province che qualcuno giustamente, vorrebbe ripristinare.
Concludo, Presidente, con una dichiarazione di voto perché non interverrò dopo, proprio per agevolare i lavori d'Aula. Voterò a favore di tutti gli emendamenti.
In merito alla proposta finale, aspetto di vedere quale essa sia.
ovvio, infatti, che se non passasse l'ipotesi della Provincia di Biella e Vercelli riconsidererò il voto favorevole sulla proposta finale.
Infine, ho molto apprezzato buona parte dell'intervento del Presidente Cota quando voleva difendere, giustamente, i diritti costituzionali delle Autonomie locali. Questo però va fatto sempre, Assessore Maccanti: va fatto su questo provvedimento - infatti il 6 novembre avremo, spero, un'udienza favorevole presso la Corte - ma va fatto anche sugli altri decreti legge e le altre porcherie del Governo Monti, che giustamente voi rivendicate di non appoggiare a Roma; giustamente lo rivendicate, fate bene a ricordarlo ogni giorno e di questo vi rendo merito. Vanno però impugnate le cose ingiuste e incostituzionali: non solo quelle contro le Province, ma anche quelle contro i Comuni e soprattutto quelle contro le Regioni, perché lì sì che c'è un'invasione piena. E non ce ne può importare di meno di quello che la gente o l'opinione pubblica può dire: noi rispettiamo la legge e quando costoro violano manifestamente la Costituzione bisogna dirglielo in faccia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Penso che bene abbia fatto il Presidente Cota a rimandare al mittente ossia al Governo, questa partita; perché, vedete, il decreto sulla spending review è una vera porcata. È una vera porcata perché - è scritto anche in maniera ben chiara - si prendono in giro le Autonomie locali: non solo le Province, non solo i Comuni, ma ovviamente anche le Regioni.
Non sto a ripetere i due interventi che ho già fatto in quest'Aula che sottolineavano la preoccupazione proprio in ordine a quanto sta facendo il Governo. E torno a ripetere che è paradossale che in quest'Aula sia proprio la Lega a difendere la Costituzione di questo Paese. Però noi siamo per il rispetto delle regole, le regole in questo momento sono queste e noi vogliamo rispettarle.
Vorrei però che a rispettarle fosse anche qualcun altro: non solo le Regioni, quindi, non solo le Province, non solo i Comuni, ma magari anche il livello nazionale. Dato che invece sembra che la "casta della politica" sia qua, sia nelle Province, sia nei Comuni e non a livello parlamentare figuriamoci: là no - è sotto attacco, forse è meglio dire esattamente cosa pensiamo. Tanto, guardate, penso che questa classe politica, almeno quella in quest'Aula, non abbia più niente da perdere, vista la situazione che si sta creando.
Allora, leggo l'articolo 17 e denoto che la presa per i fondelli da parte di questo Governo arriva addirittura a citare le fonti normative facendo riferimento all'articolo 133 della Costituzione: "Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione". Ma non ho sentito iniziative da parte dei Comuni; o sbaglio? C'è stato qualche Comune che è venuto a spiegare che voleva modificare l'ordinamento di questo Paese oppure forse questo arriva dall'alto, sulla base di un disegno molto, molto chiaro, che è quello di una centralizzazione e di una conquista del potere che sia più veloce possibile e senza intralci, per poter ottenere dei risultati? Non mi spiego, altrimenti, cosa hanno fatto - e qui di nuovo diventa paradossale la difesa da parte della Lega - i padri fondatori di questa Repubblica quando, il 22 dicembre del 1947, hanno promulgato - con la Presidenza di Enrico De Nicola - la Costituzione, che poi entrò in vigore il 1° gennaio del 1948. I casi, dunque, sono due: o i padri costituenti di questa Repubblica erano degli illusi, dei mestatori - sto parlando di De Gasperi, di Nenni, di Togliatti, di De Nicola, di Parri - oppure erano delle persone lungimiranti che - voglio anche fare il raffronto dal punto di vista dell'economia - in un momento difficile, perché si era nell'immediato dopoguerra e quindi in una situazione economica molto più difficile di quella odierna, hanno voluto costruire questo Paese sulla base del principio di sussidiarietà.
Ha ragione, infatti, il collega Marinello quando dice che qui di fatto il federalismo non è mai esistito, ma qui si torna indietro: qui è il principio di sussidiarietà, sancito dalla Costituzione, che viene messo in discussione e che viene cancellato completamente.
Penso allora che oggi - lo dicevano molto bene i miei colleghi - la discussione sia sulle Province, ma abbiamo sentito il Ministro Patroni Griffi dire che 8.000 Comuni sono veramente troppi e che occorre tenere quelli dai 10.000 abitanti in su e cancellare gli altri; e mi pare che dieci giorni fa in un intervista a Il Giornale abbia anche detto a chiare lettere che pure le Regioni sono troppe. Iniziamo allora a commissariare le Province...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, si rivolga alla Presidenza, anche per facilitare la verbalizzazione.



ANGELERI Antonello

Perché, con chi sto parlando?



PRESIDENTE

Se lei si gira a 360 gradi, collega, chi verbalizza ha difficoltà.



ANGELERI Antonello

Ma mi deve anche spiegare come devo intervenire?



PRESIDENTE

No, Consigliere Angeleri: mi permetto solo di dirle, siccome quest'Assemblea deve redigere un verbale, che ci sono le stenotipiste in difficoltà; le chiedevo la cortesia di parlare non allontanandosi dal microfono: tutto qua.



ANGELERI Antonello

Le chiedo scusa, però abbia pazienza, altrimenti perdo il filo.
Dicevo che oggi tocca alle Province e domani toccherà ai Comuni.
Domani...No, già oggi, perché i Comuni sono stati affamati, messi in condizione di non poter operare e domani la condizione successiva sarà quella di accorparli e di cancellarli. Dopodiché toccherà ovviamente alle Regioni, come dalla dichiarazione del Ministro Patroni Griffi, che dice: "Iniziamo a commissariare le Province, poi commissariamo le Regioni e le mandiamo al voto".
Allora, questo è il disegno e quindi mi chiedo di che cosa stiamo parlando. Bisognerebbe, se avessimo veramente il coraggio, imbracciare i forconi e andare a Roma per spiegare che, anche in un momento di difficoltà, questi sono i principi della democrazia, al di là della situazione personale di ognuno di noi: a me non frega niente se domani non sarò più qua, come non frega niente ai miei colleghi della Lega. Il problema è difendere i principi della democrazia che sono stati, per oltre sessant'anni, portati avanti in questo Paese.
Potrei dire allora che per ogni Provincia ci può essere un'azione di difesa. Parlo per esempio della Provincia di Asti, una Provincia, cioè, che va nel mondo per la produzione agricola: 106 milioni di bottiglie, una candidatura all'UNESCO, proprio come territorio legato al mondo vitivinicolo quindi, un passaggio importante nell'immaginario collettivo che identifica un territorio per il lavoro che fa non per la politica, per il lavoro che fa su quel territorio! Ma no, ma chi se ne frega! - così potrei dire per le altre Province - soprattutto per i principi fondanti del 1948.
Allora, delle due cose ne vale una: o i nostri Padri non erano lungimiranti e non hanno visto giusto all'epoca, cosa di cui ho dei seri dubbi, visti i passi avanti che ha fatto questo Paese in tanti anni fino ad arrivare ad essere la quinta potenza più industrializzata del mondo, oppure oggi il disegno è un altro, e allora penso che il Presidente Cota abbia fatto bene, "strabene", a rimandare al mittente tutto quanto.
Invito, però ad un passaggio successivo. Quando parlo di forconi essendo abituato a lavorare in campagna, parlo di forconi veri - voglio vedere se, rispetto ad una difesa di carattere costituzionale i vari Monti Passera, Patroni Griffi che hanno scritto questo libro, il cui finale è altrettanto già scritto, forse possono avere ripensamenti, perché rispetto ad una situazione di democrazia cancellata con due Consigli dei Ministri con una semplice scritta e con una presa in giro qual è questo decreto, è evidente che probabilmente bisogna azionare qualcos'altro per farci sentire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Angeleri.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Noi avremmo dovuto avere la forza, ma non l'abbiamo avuta, di rispedire al mittente, come è già stato accennato prima, tutto quello che ci è stato richiesto e imposto da questo Governo centrale di tecnici.
La Regione Piemonte avrebbe dovuto reagire, ma qui non c'è stata la forza, prima da parte del CAL e poi di questo Consiglio regionale, di dire che le Province del Piemonte vanno bene così! Le Province del Piemonte vanno bene così! Se volete cambiare qualcosa, andate a cambiare alla Bocconi, andate a cambiare in qualche vostra università, ma la Regione Piemonte va bene così! Non abbiamo avuto questa forza, purtroppo. Purtroppo non abbiamo avuto questa forza, quindi è l'ennesima volta che la politica esce sconfitta da questi "quattro tecnici" che vengono dall'Università e dal mondo della finanza, ma che ci stanno, purtroppo, comandando in questo periodo storico del nostro Paese.
Dico semplicemente una cosa. Qualcuno oggi penserà di uscire vittorioso! Magari - se posso, mi volto - i Sindaci, magari qualche Presidente di Provincia, magari qualche partito che fa tre parti in commedia: il loro esponente al CAL che vota per il Quadrante, qua votano per una deliberazione che, devo dire, stento a capire, nel senso che si dà atto di quello che ha deciso il CAL, però si dice, giustamente, di tener conto delle esigenze che emergono dal territorio. Tre parti in commedia non ne ho dimenticata una, perché contemporaneamente appoggiano supinamente, e mi rivolgo sia a sinistra che a destra - supinamente questo Governo becero che, purtroppo, agisce in Italia in questo momento! Governo che nello stesso momento in cui noi, come i capponi di Renzo, ci becchettiamo, sta tagliando le detrazioni e le deduzioni fiscali a tutti i cittadini! Gente che non potrà più scalare il mutuo sulla prima casa! E in questo momento questo Governo sta facendo quello! Questo Governo che voi continuate ad appoggiare.
Quindi, qua oggi usciamo tutti sconfitti, perché anche...



(Commenti della Consigliera Bresso)



CAROSSA Mario

Voi, chi? Lei fa parte del PD? No, lei fa parte del...



PRESIDENTE

Per favore.



CAROSSA Mario

Mi rivolgo all'ex Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Dopo la può avvicinare e le fa la domanda.



CAROSSA Mario

Perché il Gruppo è a se stante, costa 250 mila euro all'anno ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Per favore, collega Carossa!



CAROSSA Mario

Fino a prova contraria, lei fa parte del PD. Dica che non fa parte del PD, così potrà aver buono questo suo Gruppo.



PRESIDENTE

Per favore. Grazie.



(Commenti della Consigliera Bresso)



CAROSSA Mario

Sì, voi! Sinistra, destra: quando dico così, più chiaro di così, cosa devo fare ancora? Mica lo invento io! I voti a occhi chiusi, in Parlamento non li dà certo la Lega! I voti a occhi chiusi in Parlamento non li dà certo la Lega! Quindi, tre parti in commedia! Poi, si pensa magari di uscire vittoriosi. No, qua è la sconfitta dei territori. È la sconfitta dei territori, perché sappiamo benissimo che le Province non hanno i soldi per togliere la neve dalle strade! Quando ci sono i Sindaci dei Comuni, che - tra l'altro, e qua sono errori anche ascrivibili al nostro partito - con nessun gettone, in pratica fanno quasi del volontariato e non hanno un soldo per dare le risposte ai propri cittadini! E noi stiamo discutendo di queste cosa qua? Ha detto bene Marinello, io non ci sto a fare il becchino, ad accompagnare le Province al camposanto! Bisognava respingere al mittente questo. Tuttavia, ciò non è avvenuto! La lega non si tira indietro e non cade nemmeno in nessun tranello! Noi siamo da sempre per l'autonomia dei territori. Da sempre per l'autonomia dei territori! Penso che la trascrizione, anche se mi volto un po', riescono a farla vero, Presidente? Da sempre per l'autonomia dei territori! Non solo a spot da sempre.
Quindi, proprio per quello noi siamo d'accordo e voteremo sì agli emendamenti, perché è giusto che sia così! Ma non parteciperemo al voto sulla determinazione perché bisogna fare un atto politico, cari signori! Siamo un'Assemblea legislativa e dovremmo fare politica! Dovremmo fare politica! Dovremmo avere la forza e il coraggio di fare politica! E l'atto politico della Lega è di non accettare questo documento.
Noi ai territori diamo risposte, ma non accettiamo, respingiamo questo documento al mittente, a questo Governo che per noi non esiste, a un Governo che non è stato eletto! A un Governo che ci sta massacrando, che sta massacrando non noi Consiglieri regionali, ma i cittadini! Nessuno si sta rendendo conto di quant'è il saldo dell'IMU! Di quello che si troveranno i cittadini a dicembre! Le tredicesime verranno pagate per il saldo dell'IMU! Cari signori, noi stiamo qua a fare proprio i capponi di Renzo, ci becchiamo mentre ci portano via per metterci arrosto e noi Consiglieri, noi cittadini! La democrazia! Certi provvedimenti che sta prendendo questo Governo non li avrebbero fatti nemmeno in tempo di fascismo! Io non vedo più gente che scende in piazza con la Costituzione in mano! Difendiamo la Costituzione! Dove sono quegli intellettualoidi da strapazzo? Dove sono quegli uomini di sinistra, illuminati, che erano in piazza? Dove sono quegli attori? Dove sono tutte quelle persone lì? Illuminati in piazza con la copia della Costituzione? Non c'è più la Costituzione! La stanno cancellando e noi stiamo qua a dividerci su queste cose!



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, so che è stato trascinato dall'intervento però...
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervenire dopo lo sfogo del Consigliere Carossa...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore.
Prego, collega Bono.



BONO Davide

Ascoltavo il Consigliere Carossa, tanto non era rivolto a me.
Permettevo ai colleghi del PD di interloquire tra di loro. Tanto normalmente si fa così.
Dicevo, dopo l'intervento del Consigliere Carossa molto accalorato, di cui alcune parti condividiamo, sarà ovviamente più difficile il mio intervento, ma ci proverò lo stesso.
Anche noi siamo un po' stufi del teatrino politico. Non è da oggi, non è nuovo, ma avveniva anche prima - da molti mesi, da anni, almeno da quando siamo dentro questo Consiglio regionale - che rappresentanti eletti dai cittadini, o forse a volte non eletti per quanto riguarda Roma, con il "Porcellum" prendono delle posizioni politiche e poi a livello regionale provinciale e comunale contrastano e combattono quelle stesse decisioni che vengono prese dai loro stesso partito a Roma.
L'esempio del Governo Monti è eclatante. Sarebbe troppo facile forse addirittura quasi non sparare sulla Croce Rossa, nel senso che - lo sappiamo benissimo - le scelte che sono state fatte tutte, come ha già detto qualche collega che mi ha preceduto, comprese queste di riordino degli Enti locali, o, meglio, di spending review, anche se poi, in effetti dobbiamo capire quanto si risparmia e quanto migliora la situazione economica del Paese, che è sì dovuta agli sprechi attuati dai politici, ma che non è totalmente ascrivibile ai costi della politica.
Risulta quindi difficile capire e accettare di partecipare ad un dibattito siffatto, quando a Roma il Partito Democratico, il PdL e l'UDC sostengono le scelte del Governo Monti e poi vengono qui, in Regione, e provano a dire: "No, no, noi qua a Torino - o, meglio, nelle Province - la pensiamo diversamente. Assolutamente". Poi, un domani, gli elettori che li andranno a votare ad aprile, se ci sarà la possibilità, penseranno che magari, sostituendo una preferenza con un'altra cambierà la sostanza o il risultato dell'equazione. A mio avviso non sarà proprio così, ed è questo il motivo per cui non volevamo partecipare al dibattito. Poi mi sono sentito in dovere di esprimere almeno la posizione del Movimento 5 Stelle di provare a spiegarla sia ai Sindaci che sono venuti numerosi oggi, ma soprattutto - la parte che più mi preme - all'elettorato piemontese nonch italiano (visto che, comunque, le parole girano sui media, su internet e quant'altro).
Come sanno oramai in molti, il Movimento 5 Stelle è per l'abolizione delle Province. Però - c'è un "però" importante! - non per tagliare i servizi, licenziare il personale pubblico e provare, così, a tappare un buco che è stato fatto dai politici con scelte errate o, addirittura, con atti di corruzione (grandi opere costruite nonostante non servissero, a cinque o a sei volte il costo originario del progetto, o a cinque o a sei volte il costo che si fa ad esempio in altre nazioni dell'occidente).
Non trovo accettabile quella che è la posizione del Governo Monti, nel senso che la scelta mi sembra basata solo su un tentativo di andare a tagliare i servizi e a rifarsi sul personale pubblico. Ma se facciamo un paragone della spesa pubblica dei Paesi occidentali o europei, togliendo la spesa per interessi e la spesa pensionistica, che è già stata colpita soprattutto su determinate fasce (non certo le pensioni dei manager, dei politici o dei privilegiati!), la spesa pubblica dello Stato italiano è più bassa della media della spesa pubblica europea: quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando, probabilmente, di un debito pubblico creato ad arte lettura che si vorrebbe continuare ad aumentare. E si vorrebbe far pagare questo debito pubblico con il taglio dei servizi e del personale pubblico.
Tutto questo non lo accettiamo assolutamente, ne siamo totalmente contrari.
La nostra ipotesi di proposta di abolizione delle Province è indirizzata soprattutto all'abolizione delle poltrone, non all'abolizione dei servizi e non al taglio del personale pubblico.
Tuttavia, in questa condizione, in cui c'è il blocco delle assunzioni del personale, in cui non possiamo dare risposte ai dipendenti degli enti locali (penso alle Comunità Montane e, un domani, alle Province), è improponibile fare una riforma di questo genere, che tra l'altro non è n zuppa né pan bagnato. È una riforma che, in effetti, giustamente, anche se già annuncio che non parteciperemo al voto della proposta di delibera, è stato detto che va addirittura contro la Costituzione. Perché se i Sindaci si sono espressi a larghissima maggioranza (addirittura forse all'unanimità) nelle Province di Biella e di Vercelli per una Provincia che riguardasse questi due territori, e nella Costituzione, all'articolo 133 c'è scritto che il riordino, la formazione di nuove Province o la soppressione di altre viene fatta su istanza dei Comuni, è giusto che tali istanze vengano prese in considerazione.
importante, ovviamente, che il Governo tenga conto delle istanze che sono state prese in considerazione con una delibera del Consiglio regionale, se no, come dicevo, è una riforma che non è né zuppa né pan bagnato. Questa ovviamente sarà stata, immagino, frutto di un compromesso ma solitamente i compromessi portano quasi sempre a scelte non difendibili da un punto di vista politico, perché se si dice: "Noi siamo per la soppressione delle Province come Enti politici", bene, lo si faccia. Ma lo si faccia erga omnes, verso tutte. Non che si prendono parametri assolutamente discrezionali come i 2.500 chilometri quadrati e i 350.000 abitanti, così che se per caso uno avesse 349.999 abitanti viene soppressa e una, invece, che ne ha 350.001 rimane, e magari spostiamo le residenze come si provava a fare in alcuni Comuni (era girata una proposta per cui alcuni Comuni con 990 abitanti chiedevano: "Venite a prendere la residenza nel mio Comune per non perdere la possibilità di avere l'autonomia comunale!").
Questa non è una scelta politica. È una scelta discrezionale, frutto di un compromesso. E il compromesso è stato fatto dai principali partiti che sostengono il Governo Monti: dobbiamo ricordarlo quando ne parliamo oggi perché se no è troppo facile lanciare la pietra e ritirare la mano! Per questo motivo noi riteniamo che sia giusto non partecipare al voto perché le scelte e le responsabilità di tali scelte vanno sostenute da coloro che le hanno prese a Roma, e non poi appellarsi a livello locale per cercare di salvarsi la faccia.
Concludo dicendo che se volessimo veramente dare uno spazio di rappresentanza, come diceva il Capogruppo della Lega, a parte il riconoscere quelli che sono i referendum richiesti dai cittadini (uno su tutti quello sulla caccia, che avete brutalmente soppresso eliminando la legge), facciamo un referendum consultivo. Parliamo non solo con i Sindaci che sono la giusta rappresentanza dei territori, ma sentiamo i cittadini delle province interessate, per sapere qual è la loro posizione.
Questo sarebbe il vero esercizio di democrazia e il vero rispetto della Costituzione italiana. Il resto sono solo chiacchiere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Evidentemente, questo è un dibattito molto, molto strano, perché siamo di fronte ad una legge che, come sappiamo, ci spiega che, a partire da domani, il Governo può prendere una decisione, ed è intenzionato a prenderla.
Dal testo della norma appare chiaro che una posizione non coerente fra CAL e Consiglio regionale autorizzerà il Governo a scegliere la formulazione più restrittiva e, quindi, più aderente alle ragioni originarie della normativa.
Come ho già avuto modo di anticipare ieri in sede di Conferenza dei Capigruppo, vorrei fare una considerazione che dovrebbe orientare le nostre riflessioni.
Il Parlamento italiano - Camera dei Deputati e Senato della Repubblica ha ratificato il fiscal compact, il Trattato dell'Unione Europea che impegna il nostro Paese (così come tutti gli Stati membri dell'UE) a rispettare determinate regole: impegna a mantenere il pareggio di bilancio impegna a rientrare dall'attuale debito accumulato in rapporto al PIL (ho perso il filo, ma siamo a circa 126% o 128%); impegna l'Italia a rientrare in vent'anni al 60% del PIL. Questo significa una riduzione del debito del 3% all'anno.
Se noi speriamo di uscire dalla crisi e di tornare a registrare una crescita di almeno un paio di punti all'anno (negli ultimi venti o trent'anni non abbiamo conosciuto di più come media), più un tasso di inflazione di circa 3% o 3.5% (come tasso lordo di crescita, mettendo assieme crescita effettiva e inflazione), vorrebbe dire che nei prossimi vent'anni - ribadisco, vent'anni! - non ci sarà praticamente un euro di aumento delle disponibilità pubbliche, ma non rispetto a quello che oggi abbiamo nei nostri rispettivi bilanci, bensì a quello che avremo alla fine di tutte le operazioni di risanamento che sono state delineate ma che non sono assolutamente completate. Molte scelte sono state spostate nell'arco dei prossimi due-tre anni e quindi arriveranno a compimento, come sta avvenendo adesso, in questi giorni, per cose decise ancora da Tremonti.
A fronte di questa situazione, credo che non esista alternativa per tutti i Comuni che sono stati caldamente invitati/obbligati (a seconda di quale aspetto della norma prendiamo) a unificare le proprie gestioni in modo da ridurre i costi di funzionamento. Non avremo alternative a forti razionalizzazioni nella spesa delle Regioni e forse anche a razionalizzazioni nel numero delle Regioni stesse.
Per quanto riguarda le Province, non abbiamo alternativa a un rientro da una crescita spropositata del numero delle Province stesse che è avvenuta in questi anni, Piemonte compreso Penso che più grandi saranno le Province e, quindi, più capaci di resistere a vent'anni senza nessuna crescita di bilanci drasticamente ridotti, più saranno capaci, appunto, di resistere a questa difficilissima situazione.
A questo si aggiunga che, al momento attuale (perché la norma è lì), le competenze delle Province sono state drasticamente ridotte, quindi le competenze rimaste richiedono sostanzialmente una capacità operativa che con i bilanci che ci saranno e con le capacità che avevano le Province attualmente, rendono molto difficile immaginare il mantenimento delle attuali Province, ma anche in generale il mantenimento di Province di dimensione piuttosto piccola.
Ora, poiché la norma è quella e poiché c'è un deliberato del CAL, credo che la cosa più sensata che potremmo fare sia di approvare l'operato del CAL. Tuttavia, il Governo potrebbe essere disponibile a una formula un po' più elastica. Infatti, la proposta che riguarda Vercelli-Biella e Novara VCO è coerente con la normativa indicata dal Governo, pur non essendo stata indicata dal CAL. In tal senso, il Governo potrebbe essere indotto ad accettare una proposta che non è inaccettabile ai sensi della legge e che come tale, viene segnalata e richiamata all'attenzione del Governo stesso.
Ritengo tuttavia che, tenuto conto dell'attuale struttura delle competenze, la Provincia del Quadrante nord avrebbe una maggiore capacità operativa e potrebbe garantire ai suoi cittadini un maggiore livello di servizi, perché dobbiamo porci questo come problema per un futuro che si annuncia molto fosco.
Credo anche che nei prossimi anni, man mano che il risanamento dei conti pubblici andrà avanti, sarà possibile chiedere una modifica un po' meglio strutturata della norma che consente una rappresentanza, perché la proposta attuale era partita probabilmente dalla convinzione che in futuro le Province sarebbero state abolite con legge costituzionale, ma in attesa di un'abolizione vengono ridotte ai minimi termini in numero e in funzioni.
Penso che questa abolizione non avverrà, perché un livello intermedio con capacità operativa serve, quindi credo che, se noi diamo un esempio che segnali la comprensione della necessità di contenimento dei bilanci e di riorganizzazione delle funzioni, saremo titolati a chiedere che vengano riviste le normative relative alla rappresentanza e al modo di elezione.
Francamente, da quella norma non capisco come alcune funzioni possano essere retrocesse ai Comuni, perché gli stessi non riusciranno a svolgerle: riceveranno briciole di soldi e briciole di personale per svolgere delle funzioni che, essendo quelle trasferite dallo Stato alle Province, sono funzioni d'area vasta, dunque non si capisce come possano essere attribuite ai Comuni con risorse tanto risicate.
Tuttavia, penso che oggi sia necessaria una nostra posizione rigorosa se vogliamo aprire in futuro delle speranze rispetto alle questioni di cui dicevo: funzioni, organizzazione migliore della rappresentanza democratica e del governo provinciale. Ma solo se alla fine, attraverso giochi e giochetti vari, non sarà avvenuto che, di fatto, le Province, invece delle 60-65 previste, diventino 80-85 e solo se invece saranno drasticamente ridotte, sarà possibile dimostrare che non solo la lettera, ma anche lo spirito della norma è stato rispettato e che quindi siamo titolati a rimarcare dove la norma è scarsamente applicabile, non efficiente, non produttrice di migliore qualità di governo locale.
Credo quindi che si possa mettere la subordinata, ma vada messa solo come richiamo alla legittimità della richiesta da parte dei Comuni, ma che non debba essere anche una nostra proposta, perché credo che la pura riduzione di due Province sull'insieme del Piemonte sarebbe giudicata insufficiente.
Se anche la Provincia di Asti, attraverso un qualche arzigogolo per recuperare alcuni Comuni e rimpolparla un po', venisse mantenuta, ci sarebbe considerato un modo perché tutto cambi perché nulla cambi: non solo non verrebbe accettata, ma creerebbe un danno agli Enti a cui invece vogliamo assicurare un futuro non troppo assurdo, non troppo incoerente con il dettato costituzionale e con le funzioni d'area vasta che a loro sono sempre state dedicate.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine Negro, Goffi, Lupi, Formagnana: Proposta di emendamento sostitutivo alla proposta di deliberazione del Consiglio regionale "Riordino delle province piemontesi ai sensi dell'articolo 17, comma 3, del decreto legge n. 95 {Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), come convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135".
Dopo il decimo capoverso della premessa sono aggiunti i seguenti: "Ritenuto che la proposta di deliberazione non possa prescindere dalle istanze dei comuni così come sancito dall'articolo 133 della Costituzione e debba rappresentare la volontà manifestata dalla maggioranza della popolazione complessiva di ciascuna provincia interessata dal riordino così come previsto dall'art. 21 del T.U.E.L.
Rilevato inoltre che le istanze avanzate rispondono pienamente ad un riordino territoriale nel pieno rispetto dei requisiti minimi prescritti dalla deliberazione del Consigli dei Ministri del 20 luglio 2012 e non richiedono deroghe a tali requisiti Ritenuto pertanto, pur riconoscendo l'importanza del lavoro svolto dal CAL che la riorganizzazione territoriale non possa limitarsi a tracciare dei nuovi confini territoriali e quindi essere calata dall'alto ma debba anche rispondere al principio di continuità dei rapporti sociali, economici e culturali della popolazione residente nelle province oggetto di riordino Ritenuto, quindi, di proporre al Governo, diversamente da quanto previsto dall'ipotesi di riordino formulata dal CAL, l'istituzione della Provincia di "Biella-Vercelli" e della Provincia di "Novara-Verbano-Cusio-Ossola" in luogo dell'istituzione della Provincia del "Piemonte Orientale", costituita dall'unione delle attuali province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio-Ossola".
L'undicesimo, il dodicesimo e il tredicesimo capoverso della premessa sono soppressi.
Il punto 1 del dispositivo è sostituito dal seguente "1. di approvare l'allegata proposta di riordino delle province piemontesi (allegato A) da trasmettere al Governo, rispondente ai requisiti minimi della dimensione territoriale della provincia non inferiore a duemilacinquecento chilometri quadrati, della popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti nonché nel rispetto del criterio della continuità territoriale della provincia".
L'allegato A) di cui al dispositivo della proposta di deliberazione è sostituito dal seguente: Proposta al Governo di riordino delle Province piemontesi (ai sensi dell'articolo 17, comma 3, del decreto legge n. 95 come convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135) Ai sensi dell'articolo 17, comma 3, del decreto legge n. 95 "(Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135", nel rispetto dei requisiti minimi stabiliti dalla deliberazione del Consigli dei Ministri del 20 luglio 2012, si propone che le province della Regione Piemonte siano così articolate: Provincia di Torino, futura Città metropolitana Provincia di Cuneo, come già costituita, con il mantenimento degli attuali confini Provincia di Asti-Alessandria, i cui confini sono quelli attuali delle due province, con capoluogo di provincia Alessandria.
Provincia di Biella-Vercelli, i cui confini sono quelli attuali delle due province, con capoluogo di provincia Vercelli Provincia di Novara-Verbano-Cusio-Ossola, i cui confini sono quelli attuali delle due province, con capoluogo di provincia Novara.



(vedi tabella allegata)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento l'ho già illustrato sostanzialmente nella discussione generale. È un emendamento che si basa sul rispetto dell'articolo 133 della Costituzione; su una procedura avviata regolarmente entro il 20 luglio da parte della Provincia di Vercelli; su requisiti che, come abbiamo detto sono perfettamente parametri coincidenti con quelli richiesti dal decreto legge del Governo. Quindi, per tutte le motivazioni anche sociali politiche, storiche e umane che vi ho detto, riteniamo assolutamente necessaria l'approvazione di questo emendamento che costituirebbe la Provincia federata Biella-Vercelli.
Mi permetto di fare solo una riflessione. Qui è stato detto che oggi forse è una battaglia inutile. Non credo che sia una battaglia inutile innanzitutto perché per il momento c'è un Governo che piace quasi a nessuno, compreso il sottoscritto, ma ce l'abbiamo, e questo Governo impone entro domani - sottolineo - di comunicare una proposta precisa da parte delle Regioni al Governo sul riordino delle Province. Per cui è un dovere cui noi dobbiamo, per il momento, sottostare. Poi mi auguro anch'io che questo Governo dei tecnocrati prima o poi finisca e chiunque governi sinistra, destra, centrosinistra, centrodestra, centrosud, centronord quello che sarà - ritorni in mano a dei politici e a delle persone elette democraticamente dalla gente. Però per il momento questa è la realtà con la quale dobbiamo confrontarci.
Colgo l'occasione per esprimere anche il nostro parere favorevole all'emendamento riguardante la Provincia di Asti, così come all'emendamento proposto da diversi amici delle aree montane, per la valorizzazione della Provincia del VCO, in termini di valorizzazione montana.
Auspico che il documento finale venga votato da tutti i Gruppi che affermano di votare gli emendamenti, perché sarebbe un controsenso votare gli emendamenti a favore della Provincia di Vercelli, Biella, Asti e del Verbano-Cusio-Ossola e poi non votare il documento finale o non garantire la presenza sul documento finale.
In ogni caso, ognuno farà come meglio ritiene.
Credo che occorrerà, sin da domani, aprire una battaglia, come Consiglio regionale del Piemonte, per rivendicare con forza la difesa delle Province, affinché vengano ridate le risorse e le competenze alle Province così come vengano ridati competenza, ruolo e dignità alle Regioni.
Come Gruppo del PdL abbiamo richiesto un Consiglio straordinario tematico sulla difesa e sull'autonomia della Regione Piemonte.
Colgo l'occasione - e concludo davvero, Presidente - per chiedere che sia sulla votazione degli emendamenti sia sulla votazione finale del documento, si svolga la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Ho bisogno che tale richiesta venga avanzata da almeno tre Consiglieri.
Bene.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Reschigna, Stara Cerutti: a pag. 3 della proposta di deliberazione, la parola "condividere" è sostituita dalla parola "trasmettere" e la parola "trasmessa" è sostituita dalla parola "approvata".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento, poi interverrò nel dibattito generale su tutti gli emendamenti, esprimendo l'opinione del Gruppo regionale del Partito Democratico.
L'emendamento è molto semplice: a pagina 3 della proposta di deliberazione, laddove si dice: "Ritenuto di condividere l'ipotesi di riordino trasmessa dal CAL ma di dover, comunque, dare atto e tenere conto al fine di rispettare quanto sancito dall'articolo 133 Cost., delle istanze dei comuni...", l'emendamento prevede quanto segue: "Ritenuto di trasmettere l'ipotesi di riordino approvata dal CAL ma di dover, comunque dare atto e tenere conto, al fine di rispettare quanto sancito dall'articolo 133 Cost., delle istanze dei comuni...".
Il senso dell'emendamento è molto chiaro: riportare le due proposte su un livello di pari dignità, da parte del Consiglio regionale al Governo senza una proposta prioritaria che passi attraverso il termine "condivisione" del parere del CAL, che è una proposta subordinata.
In questo senso, l'emendamento è molto chiaro.
Mi riservo d'intervenire nel dibattito sugli emendamenti, esprimendo alcune considerazioni sugli stessi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Motta Angela, Valle Pedrale, Vignale, Spagnuolo, Costa, Cerutti, Giovine, Leardi: L'undicesimo capoverso della premessa della proposta di deliberazione "Riordino delle province piemontesi ai sensi dell'articolo 17, comma 3, del decreto legge n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), come convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135" è soppresso Dopo il dodicesimo capoverso della premessa sono aggiunti i seguenti: "Ritenuto che la proposta di deliberazione debba comunque tenere conto delle istanze dei comuni così come sancito dall'articolo 133 della Costituzione e debba rappresentare la volontà manifestata dalla maggioranza della popolazione complessiva di ciascuna provincia interessata dal riordino, cosi come previsto dall'articolo 21 del TUEL Ritenuto, infatti, pur riconoscendo l'importanza del lavoro svolto dal CAL che la riorganizzazione territoriale, nell'imprescindibile rispetto dei requisiti minimi, non possa limitarsi a tracciare dei nuovi confini territoriali e quindi essere calata dall'alto, ma debba anche rispondere al principio di continuità dei rapporti sociali, economici e culturali della popolazione residente nelle province oggetto di riordino Ritenuto, quindi, di proporre al Governo l'istituzione della Provincia del "Sud Piemonte".
All'allegato A) di cui al dispositivo della proposta di deliberazione sono apportate le seguenti modifiche: il punto b) è soppresso il punto c) è sostituito dal seguente: c) Provincia di Asti, come già costituita con il mantenimento degli attuali confini della provincia stessa La Consigliera Motta lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Valle, Motta Angela, Pedrale, Vignale, Spagnuolo, Costa, Cerutti, Giovine, Leardi: all'allegato A) di cui al dispositivo della proposta di deliberazione il punto b) è sostituito dal seguente: b) Provincia del Sud Piemonte (Cuneo, Asti e Alessandria), i cui confini sono quelli delle attuali tre province, con capoluogo di Provincia Asti La Consigliera Valle lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Cerutti e altri: Nella narrativa, alla terza pagina, al punto: "Ritenuto di condividere l'ipotesi di riordino trasmessa dal CAL ma di dover, comunque, dar atto e tenere conto, al fine di rispettare quanto sancito dall'art. 133 Cost., delle istanze dei comuni che hanno espresso la volontà di procedere all'accorpamento dei territori delle Province di Biella e di Vercelli, con la costituzione della Provincia di Vercelli Biella, la quale risponderebbe, qualora istituita, ai requisiti prescritti dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012;" Si aggiungono le parole: "ed altresì di tenere conto, per quanto riguarda la Provincia del Verbano Cusio-Ossola della sua caratterizzazione di territorio montano, da valorizzare come stabilito dall'Art. 8 dello Statuto della Regione Piemonte prevedendo opportuna deroga ai requisiti previsti dalla legge n. 135 del 2012, come emerso in Senato nel corso del dibattito della norma in esame." L'emendamento è stato ritirato e trasformato in ordine del giorno.
aperto il dibattito generale sugli emendamenti.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ha ragione il collega Marinello, quando dice che questo è un periodo in cui si dice tutto e il contrario di tutto. Ha ragione, in modo particolare quando parliamo di revisione delle Province: questo è un periodo nel quale si dice tutto e il contrario di tutto e consente al Gruppo regionale della Lega Nord di dimenticare che, un anno fa, il primo provvedimento teso alla riduzione delle Province era contenuto nella manovra Calderoli-Tremonti, ma questi sono i tempi nei quali tutti noi possiamo permetterci di manifestare grandissima incoerenza nei nostri comportamenti.
Dico questo anche rispetto alle dichiarazioni di voto che ha espresso il collega Pedrale: noi abbiamo cercato di lavorare affinché dal Consiglio regionale uscisse un provvedimento che consentisse al Consiglio stesso di riassumere la proposta del CAL e, contemporaneamente, di riassumere l'iniziativa portata avanti dai Comuni della provincia di Biella e Vercelli e dai due Consigli provinciali. Così facendo, avremmo messo il Piemonte nelle condizioni di trasmettere al Governo un provvedimento che tenesse conto di entrambe le sensibilità e ragioni.
Oggi, mi sembra veramente che il Consiglio regionale stia registrando una delle pagine, non dico più brutte, perché non è un termine corretto, ma nelle quali si abdica a qualunque ruolo.
Qualcuno, stamattina, ha detto che si abdica al ruolo del Consiglio regionale nel momento in cui si trasmettono due proposte. Oggi, mi permetto di dire che si abdica al ruolo del Consiglio regionale nel momento in cui si trasmetterà una proposta che contiene una legittima aspirazione di un territorio (quello di Asti), che, però, non ha i requisiti previsti dalla legge e che, come tale, corre il rischio vero che la deliberazione o la proposta del Consiglio non abbia una grande forza e capacità di rappresentazione politica. Quando si mettono assieme, nello stesso momento questioni che stanno nei parametri della legge e questioni che non stanno nei parametri della legge, lì veramente si abdica al proprio ruolo e alla propria funzione.
Riguardo all'emendamento illustrato dal collega Pedrale, ma anche relativamente al provvedimento - e chiudo, Presidente - il Gruppo regionale del Partito Democratico darà un voto di presenza - perché questo è corretto, rappresenta l'impegno che i Consiglieri regionali hanno assunto ed il lavoro che hanno svolto all'interno del proprio territorio consentendo ai Consiglieri regionali delle province interessate di esprimere liberamente il proprio voto a favore.
Noi voteremo anche il provvedimento finale, perché - cari signori - è molto comodo votare a favore di tutti gli emendamenti e, poi, non partecipare al voto finale! Se avessimo assunto tutti questa posizione, il risultato sarebbe stato uno: il Piemonte, domani, non avrebbe trasmesso niente. Alla faccia della difesa dell'esperienza dell'autonomismo regionale, cari colleghi della Lega!



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola al Consigliere Carossa per dichiarazione di voto.



CAROSSA Mario

Molto semplicemente, per ribadire che i Consiglieri della Lega Nord hanno libertà di voto sugli emendamenti e che il Gruppo della Lega Nord non parteciperà al voto, per un discorso assolutamente ed esclusivamente politico.
Non c'interessa cosa potrebbe o non potrebbe capitare; tra l'altro, non ho rapporti - cosa che, invece, qualcun altro ha più di me - con questo Governo, quindi non so se guarderanno la nostra deliberazione, se non la guarderanno, se la leggeranno, se non verrà presa in considerazione, perch contiene anche la richiesta della Provincia di Asti.
Non mettiamo le mani avanti: ritengo e temo che loro - e dico e sottolineo "loro" - abbiano già deciso tutto ed è proprio per questo perché noi riteniamo che questi signori abbiano già deciso tutto, che non parteciperemo al voto sul documento finale.
una questione politica e ritengo che la politica debba ancora appartenere a noi e a questo consesso, cosa che invece forse qualcuno dimentica.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Procediamo con la votazione degli emendamenti. Prego di seguire attentamente: si tratta di una votazione per appello nominale mediamente procedimento elettronico, così come chiesto da tre Presidenti di Gruppo.
Il primo è l'emendamento rubricato n. 1), avente come primo firmatario il Consigliere Pedrale.
Questa votazione è limitata alla prima facciata, cioè alla premessa, perch poi dovrà essere rivotato in coda, per la parte del dispositivo relativo alla variante alla tabella.
tutto chiaro? Pertanto, si vota la parte della premessa per parti separate, che va da: "Dopo il decimo capoverso della premessa sono aggiunti i seguenti:"; si sostituisce fino a: "L'undicesimo, il dodicesimo e il tredicesimo capoverso della premessa sono soppressi.".
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sulla premessa dell'emendamento rubricato n.
1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 22 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ricordo che se si toglie la scheda e la si inserisce, il sistema non funziona.
Dichiaro decaduto l'emendamento rubricato n. 2) del Consigliere Reschigna in quanto, con l'approvazione di questo emendamento, viene sostituita la prima parte della delibera, che modifica l'emendamento soppresso.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore.
Passiamo alla votazione relativamente alla premessa dell'emendamento rubricato n. 3). Si tratta dell'emendamento dell'introduzione della Provincia di Asti, come già costituita, con il mantenimento degli attuali confini della provincia stessa.
Prima votiamo la parte della premessa: "Ritenuto, quindi, di proporre al Governo l'istituzione della Provincia di Asti, anche in deroga ai criteri stabiliti, stante la specificità del territorio".
Indìco la votazione nominale sulla premessa dell'emendamento rubricato n.
3).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri hanno votato NO 14 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
Adesso votiamo la parte deliberativa dell'emendamento rubricato n. 3) Si tratta della parte della tabella che introduce, in funzione delle premesse che abbiamo testé approvato, la Provincia di Asti e degli attuali confini, che recita: "Provincia di Asti, come già costituita, e con il mantenimento delle attuali confini della Provincia stessa".
Indìco la votazione nominale sulla parte dispositiva dell'emendamento rubricato n. 3).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 4) viene dichiarato decaduto, in quanto è stato approvato l'emendamento relativo alla Provincia di Asti.
La parola alla Consigliera Manica per una dichiarazione.



MANICA Giuliana

Esprimo parere contrario rispetto alla votazione precedente.



PRESIDENTE

Si dia atto che la Consigliera Manica, del Partito Democratico intendeva votare in modo contrario.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Vorrei fare mettere a verbale il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Sia dia atto che il Consigliere Angeleri della Lega Nord ha votato favorevolmente.
Pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 1), presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine, Negro ed altri, sulla parte relativa alla tabella che introduce la Provincia di Novara-Verbano-Cusio-Ossola e la Provincia di Biella-Vercelli.
Diamo atto che tale tabella è modificata con la Provincia di Asti e di Alessandria in funzione dell'emendamento approvato precedentemente, quindi lo faremo in coordinamento. Altrimenti la Provincia di Alessandria-Asti andrebbe in conflitto con quanto approvato in precedenza.
Indico la votazione nominale sulla tabella dell'emendamento rubricato n.
1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 21 Consiglieri Il Consiglio approva.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.04 riprende alle ore 16.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende Passiamo alla trattazione degli ordini del giorno collegati, poi ci saranno le dichiarazioni di voto sul testo finale e la votazione dello stesso.
L'ordine del giorno n. 44 presentato dai Consiglieri Botta Marco, Botta Franco Maria, Comba, Cortopassi, Costa, Valle e Vignale, inerente a "Riorganizzazione Province Piemontesi", è stato ritirato dai proponenti.
Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 899 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, Marinello e De Magistris, inerente a "Riordino delle Province piemontesi".
Tale ordine del giorno "Invita il Governo, qualora il provvedimento legislativo di riordino delle Province, al fine di salvaguardare le peculiarità territoriali, prescindesse dalla puntuale osservanza dei requisiti minimi, così come definiti dalla deliberazione del 20 luglio 2012, a tenere parimenti conto della specificità montana della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola della Regione Piemonte".
Questo sostituisce l'emendamento che è stato ritirato, in funzione degli emendamenti approvati, al secondo capoverso, perché recitava "rilevato che la stessa normativa non prevede la possibilità di deroghe", mentre invece com'è noto, le abbiamo fatte.
Il secondo atto di indirizzo è l'ordine del giorno n. 441 presentato dai Consiglieri Cursio, Bono e Ponso, inerente a "Richiesta al Parlamento nazionale di abolizione delle Province".
La parola al Consigliere Cursio per l'illustrazione.



(Commenti del Consigliere Pedrale )



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Sono coerente e mi sento assolutamente sereno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Creiamo le condizioni affinché il Consigliere Cursio possa intervenire.



CURSIO Luigi

Volevo rispondere al Consigliere Pedrale ricordandogli che sono vissuto in un paese in cui, quando c'era necessità, i Comuni aumentavano di numero perché dovevano accogliere gli immigrati che ivi arrivavano.
Oggi, al contrario, proprio per la necessità di dover ridimensionare i costi, quelle Regioni - parlo del Baden-Württemberg - riducono annualmente i Comuni a numeri a doppia e tripla cifra. Questo per dire che l'uomo è figlio del suo tempo. Vorrei credere che il politico, facendo parte della specie, lo ricordasse.
In riferimento a questo ordine del giorno e in coerenza....



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia. Non siamo né in un circolo né in un bar!



CURSIO Luigi

Il senso del mio intervento voleva essere che, in coerenza con quanto espresso dal Capogruppo dell'IDV, siamo assolutamente per l'abolizione delle Province.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cursio.
Il terzo documento è l'ordine del giorno n. 898 presentato dai Consiglieri Negro, Motta Angela, Goffi e Pedrale, inerente a "Riordino delle Province piemontesi".
La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Con questo ordine del giorno si chiede al Consiglio regionale di impegnare il Governo a valutare tutte le istanze che verranno presentate dai Comuni della Provincia di Asti, limitrofi per continuità e omogeneità del territorio a Comuni della Provincia di Cuneo, relative alla richiesta di entrare a far parte della Provincia di Cuneo.
Credo che sia legittimo che ogni Sindaco e ogni paese abbia diritto di dire dove vuole andare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 900 presentato dai Consiglieri Botta Marco, Pedrale, Lupi e Giovine, inerente a "Riforma delle Province".
La parola al Consigliere Botta Marco per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno riprende due argomenti già trattati da molti colleghi nell'illustrazione generale, e riprende due parti contenute nella proposta di deliberazione che andremo a votare tra pochi minuti.
Come ampiamente sollecitato, si tratta della necessità, che ritengo assolutamente significativa ed importante, che i Presidenti delle Province e i Consigli provinciali non siano Enti di secondo grado, ma eletti direttamente dal popolo. Questo, per dare maggior senso a questa entità amministrativa che, sia pure nella riduzione generale, mantiene un suo significato.
Il secondo aspetto, a mio avviso fondamentale su cui richiamo l'attenzione, non solo dei colleghi, ma di tutto il pubblico, riguarda il commissariamento delle Province. Dobbiamo bloccare questa ipotesi di commissariamento delle Province prima della scadenza naturale.
Dobbiamo bloccare l'ipotesi proposta dal Ministro Patroni Griffi perché pensare di sciogliere le Province regolarmente elette democraticamente e legittimamente elette - due o tre anni prima della scadenza naturale, apre un precedente assolutamente straordinario. Neanche ai tempi del fascismo si osò sciogliere Enti prima della scadenza naturale.
Attenzione, perché stiamo prendendo una strada che, oggi, riguarda le Province, ma domani qualcuno potrebbe sentirsi autorizzato ad assumerla per i Comuni e per le Regioni.
un pericolo reale. Mi fa piacere che nella delibera dell'Ufficio di Presidenza si accenni anche a questo aspetto, ma penso che l'Aula sul punto debba dare un messaggio chiaro.
Molti di voi sono stati Consiglieri provinciali - io non lo sono mai stato, ma non è questo il punto - quindi non si può accettare che, tra i tanti problemi della politica, qualcuno possa azzerare organi regolarmente eletti prima della loro scadenza naturale.
Dopodiché, una volta arrivati alla loro scadenza, e in base alle norme che ci saranno, si prenderanno le decisioni che vanno prese.
Mi auguro che i nostri parlamentari (qualcuno l'ho visto anche qui questa mattina) facciano il lavoro da parlamentare, e non siano anch'essi uno strumento silente di una volontà governativa, una volontà che, senza usare termini altisonanti, dà molto da pensare.
Su questi due punti, quindi, chiedo il voto positivo dell'Aula.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Voterò a favore dell'ordine del giorno di cui è primo firmatario il Presidente Cattaneo.
Voteremo a favore del documento proposto dal collega Botta perch contiene una rivendicazione che noi condividiamo, l'elezione diretta, e perché riteniamo che sia scorretto un commissariamento - un eventuale commissariamento - delle Province prima della scadenza del ciclo amministrativo.
Voteremo a favore dell'ordine del giorno del collega Negro, anche se è assolutamente pleonastico, mentre non daremo voto favorevole all'altro ordine del giorno.
Approfitto di questo intervento per fare anche una dichiarazione di voto sul provvedimento nel suo complesso.
Guardate, non faccio questa dichiarazione perché provengo dall'unica Provincia che viene soppressa. So benissimo quali sono le condizioni dentro le quali questa discussione è avvenuta, però so anche che il Piemonte, in un momento in cui la discussione nazionale prevedeva la cancellazione delle Province, è stato capace, con l'iniziativa degli otto Presidenti della Provincia, di rappresentare un'ipotesi di riforma del Piemonte, assolvendo al di là dei giudizi che possiamo dare nei confronti di questo Governo, ad un dovere che riguarda tutta la comunità nazionale.
Il dovere che riguarda la comunità nazionale è di rendersi conto dove sta andando il nostro Paese e quali sono i rischi che il nostro Paese sta correndo.
Pensiamo che la Pubblica Amministrazione sia immune dalle difficoltà che famiglie e imprese stanno incontrando in questo Paese? Il Piemonte era una Regione portata come modello di un'ipotesi di ripensamento della propria organizzazione amministrativa su area vasta. Poi c'è stato, legittimamente, una modifica, nella fase di riconversione del decreto legge al Parlamento, che ha aperto i requisiti di cui alla delibera, aprendo la possibilità che il progetto originario del Piemonte potesse essere ulteriormente modificato, salvaguardando la circoscrizione provinciale tra Biella e Vercelli.
Ho le mie idee, ma almeno quell'ipotesi corrispondeva ai requisiti che la legge stabiliva e aveva una sua credibilità intrinseca. Oggi, il Consiglio regionale ha messo assieme cose che stanno nei requisiti della legge con cose che non stanno nei requisiti della legge, altro che fare i notai. Oggi, il Consiglio regionale del Piemonte ha deciso di non rappresentare una proposta organica dentro i parametri della legge nazionale, di revisione delle circoscrizioni provinciali.
Questo lo dico molto francamente e molto onestamente.
Ovviamente cambia il nostro orientamento di voto finale sul provvedimento, perché voteremo, per consentire al Consiglio regionale l'espressione del parere, ma daremo un voto di astensione e non più di presenza, per la semplice ragione che questa non assunzione di responsabilità da parte del Consiglio regionale del Piemonte rischia di rendere poco credibile la proposta che manda al Governo, sia nella dimensione che stanno nei requisiti della legge, sia soprattutto nella dimensione che non stanno nei requisiti della legge.
Oggi, se il Consiglio regionale del Piemonte - il sottoscritto, il collega Cattaneo, il collega Marinello o De Magistris - avesse presentato un emendamento per salvare la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, avrebbe votato anche per salvare la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola; e se la collega Manica e gli altri colleghi della Provincia di Novara avessero presentato un emendamento per salvare la Provincia di Novara, avrebbe votato anche l'emendamento per salvare la Provincia di Novara.
così che noi pensiamo, egregi colleghi, di dover rappresentare e dar forza alle esigenze di rappresentanza al Governo nazionale delle istanze legittime della comunità piemontese decidendo di non decidere.
Oggi, non solo scaviamo un solco molto forte e profondo tra questo Consiglio regionale e le condizioni complessive del Paese; non solo scaviamo un solco molto profondo tra questo Consiglio regionale e il Consiglio delle Autonomie Locali, che ci eravamo impegnati a cercare di ricucire. In questo modo, scaviamo un solco molto profondo tra questo Consiglio regionale e l'opinione pubblica, che non vedrà il Consiglio regionale del Piemonte protagonista in un'operazione che, agli occhi della gente, è tesa a ridurre spazi di intervento della Pubblica Amministrazione per restituire risorse al sistema dei servizi e allo sviluppo economico di un territorio.
Come tante operazioni che hanno contraddistinto il nostro Paese, questa sarà contraddistinta dal fatto che chi ha la responsabilità di scegliere alla fine, non sceglie, però consente a qualche altro di potere, o di dovere, scegliere.
Lo dicevo prima, in me, e in noi, non c'è il sentimento di dover penalizzare dei territori, perché sappiamo che quei territori rappresentano sistemi territoriali molto diversi all'interno della nostra regione. In me e in noi, c'è soprattutto una consapevolezza: se questo Consiglio regionale del Piemonte non è capace di uscire dalla dimensione della conservazione dell'esistente e di rappresentare le esigenze dei territori e delle comunità in un progetto che guarda al futuro, è questo Consiglio regionale del Piemonte che non ha futuro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Raggrupperò in un'unica dichiarazione tutti i prossimi provvedimenti.
Mi piace ricordare quanto ha scritto John Kennedy...



(Commenti provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Inviti cortesemente i signori Sindaci...



PRESIDENTE

Mi faccia fare il mio lavoro, mi scusi.



BUQUICCHIO Andrea

Pur essendo involontario...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Io ho il coraggio di esprimere a voce alta...



PRESIDENTE

Mi faccia la cortesia...



BUQUICCHIO Andrea

Fischino pure, perché, come diceva John Kennedy, è molto meglio esprimere il proprio pensiero tra i fischi che esprimere tra gli applausi le cose che non si pensano fino in fondo; per cui, fischino pure, mi fa piacere.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Buquicchio, per cortesia.
Signori Sindaci, per cortesia!



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Fischiate!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Mi rivolgo ai signori Sindaci: ho grande rispetto del vostro ruolo e di quello che rappresentate, vi chiedo solo di essere altrettanto rispettosi dei nostri regolamenti e del ruolo che ricoprite. Non siamo allo stadio tanto per capirci! Prosegua, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

ovvio che l'ordine del giorno presentato a prima firma dal collega Cursio e sottoscritto anche da altri Consiglieri, oltre al Gruppo, non potrà che avere il nostro voto favorevole.
Viceversa, come è stato notato, abbiamo espresso e continueremo ad esprimere il voto contrario su tutti gli altri provvedimenti, perch partiamo dalla considerazione che un dibattito sull'argomento doveva prendere il via dalla richiesta di abolizione delle Province.
Ricordo agli amici della Lega, a cui mi sono sempre rivolto con estremo rispetto - devo dire che è stato sempre reciproco - che il loro ideologo della prima ora - Miglio - considerava inutile l'ente intermedio delle Province.
Ci riempiamo la bocca di democrazia e vogliamo dare la parola ai cittadini, ma la parola ai cittadini la diamo assegnando maggiori poteri ai Comuni, quindi alle municipalità, e attribuendo loro competenze maggiori così come alla Regione maggiore responsabilità.
L'ente intermedio, a nostro modestissimo avviso - lo diciamo da anni e abbiamo raccolto oltre un milione di firme - non serve a nulla. Quindi, un dibattito basato sulla discussione delle quattro, delle cinque o delle sei Province non ci interessa, però, partecipiamo al voto con coraggio e a testa alta dicendo "no", perché siamo coerenti fino in fondo e agiamo con estremo coraggio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Intervengo velocemente per ribadire solo due concetti.
Voteremo assolutamente contro l'ordine del giorno a firma del Consigliere Cursio, semplicemente perché la Lega è sempre stata contro chi voleva abolire le Province.
Riteniamo che l'ente Provincia possa fare del bene al cittadino e nel caso del Piemonte, sicuramente, ha compiuto cose ottime per i cittadini piemontesi; è chiaro che occorre - non ci torno sopra - darle le idonee risorse.
Noi che siamo sempre stati contro, anche nei periodi in cui ci consideravano antistorici - era una questione antipopolare, tutti i giornali ci attaccavano, perché, in pratica, eravamo gli unici che difendevano l'istituzione delle Province - continuiamo anche oggi a difenderle. Quindi, voteremo molto convintamente contro questo ordine del giorno.
Ricordo solo al Consigliere Buquicchio che, come in tutti i partiti, ci sono diverse visioni e che la linea portata avanti nella Lega, per anni non è stata quella, naturalmente, di Miglio, sopratutto sul discorso delle Province, ma un'altra, quella - lo ribadisco - della difesa ad oltranza delle Province.
Ribadisco altresì che, come negli anni non abbiamo cambiato idea sul discorso delle Province, non cambieremo certo idea in cinque minuti su un provvedimento, perché noi non facciamo calcoli, ma abbiamo un'idea e la porteremo avanti fino in fondo.
Noi non facciamo alcun tipo di calcolo, non ci importa, con tutto il rispetto, del tifo o meno di chiunque sieda in quest'Aula in platea, perch non ci deve importare. Noi portiamo avanti quanto, come partito, riteniamo giusto, corretto e meglio per i cittadini piemontesi che rappresentiamo.
Se negli anni non abbiamo cambiato idea sulle Province, non la cambieremo sul discorso del provvedimento in questi cinque minuti: non mi importa nulla dei calcoli che adesso vengono fatti in quest'Aula! Non mi importa nulla! E a testa alta continuiamo a dire che questo provvedimento non lo votiamo! Questo provvedimento lo rimandiamo al mittente, a questo Governo, con tutto quello che ci ha richiesto. Quindi, ribadisco che non parteciperemo al voto sul provvedimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo per comunicare che, ovviamente, voterò come annunciato precedentemente, pur condividendo le ragioni della richiesta di respingimento al mittente di tutta la questione normativa inerente alle Province.
Voterò per senso di responsabilità, immaginando che, nella fattispecie piuttosto che niente, sia meglio piuttosto.
Voterò, ovviamente, la proposta così emendata, con la Provincia di Biella e Vercelli, e l'ultimo emendamento con richiesta in deroga della Provincia di Asti, immaginando che questa richiesta sia una soluzione tutto sommato, non perfetta, ma sicuramente migliorativa della proposta iniziale del CAL. Ritengo questa una grande vittoria del Consiglio regionale del Piemonte.
Ovviamente, voterò a favore degli ordini del giorno che vanno in questa direzione, con un'unica eccezione, eventualmente chiedo al collega Negro ne ha parlato in modo gentile il collega Reschigna. Purtroppo, il suo ordine del giorno, avendo approvato la proposta della Provincia di Asti diventa un ordine del giorno un po' pleonastico ed ultroneo.
Quindi, non me ne voglia il collega Negro, ma darò la presenza solo perché non ha più senso proporre o chiedere la transumanza dei Comuni da Asti a Cuneo quando la richiesta iniziale è quella di mantenere la Provincia di Asti, però riconosco la bontà della sua proposta.
Voterò infine anche l'ordine del giorno che richiede un'attenzione particolare per la specificità della Provincia di Verbania. Non so che effetto avrà questo su questo governo, però qualcuno ha detto che noi facciamo atti politici ed è giusto sottolineare con atti politici anche queste posizioni.
Concludo l'intervento e vorrei capire dal collega Pedrale se devo chiedere trenta secondi di sospensione. No, non li devo chiedere, quindi concludo. Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di intervento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 16.31 riprende alle ore 16.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi scusi per il ritardo all'iscrizione, ma ci tengo a fare un piccolo memo alla nostra maggioranza, perché credo che quando si fanno le cose in un'Aula legislativa, come questa è, anche se oggi (meno male) c'è la presenza del pubblico e chi come me è Consigliere da un po' di anni, credo che non possa non vedere come la presenza del pubblico modifica l'atteggiamento dei Consiglieri. Quindi, mi rivolgo all'ingegner Crescimanno, che in linea della rete dovrebbe essere l'autore della diffusione dei nostri Consigli, anche quando non si può pretendere che i Sindaci siano sempre presenti. Ma credo che la presenza del pubblico aiuti.
Che cosa vuole dire questa maggioranza al Governo? Lo chiedo perché io che faccio parte di questa maggioranza - critica la mia presenza, ma fedele al momento non ho ancora mai votato contro. Ci siamo quasi, ma non è ancora ora. Che cosa deve dire? Che con questo provvedimento di riordino delle Province vi è un'ingerenza sull'autonomia legislativa di quest'Aula e su questo non ho sentito pareri in dissenso. Esso non serve - ha detto il collega Ronzani all'inizio - per riordinare la Province, ma serve a tutt'altro e molte persone, tra le quali il sottoscritto, condividono sul fenomeno dell'asfissia.
Allora bisogna dare un messaggio contro questo provvedimento.
Quale messaggio? Mi si permetta una sottile critica al Presidente Cota.
Non va bene chiedere la fiducia su una manovra della sanità e consentire che su un tema come questo la maggioranza vada ognuno per i fatti propri.
Voterò, come ho già votato, a favore dei provvedimenti. Siccome siamo in sede consultiva - e se a qualcuno è sfuggito si legga i regolamenti e le leggi - e quindi il Governo farà con estrema arroganza esattamente quello che sta continuando a fare, io questo non lo voto, ma voglio dare il messaggio - sto parlando per Angelo Burzi, non voglio responsabilità di altri - che rifiuto la modalità di questo Governo su questo provvedimento e in altri di ingerire in questa autonomia.
Credo che la maggioranza bene farebbe riflettere sul fatto di non avere un atteggiamento comune, indipendentemente da quello che dice il PD che dovrebbe essere un aiuto, perché un tempo, se il PD andava da una parte noi andavamo dall'altra. Adesso neanche con i suggerimenti riusciamo a capire da che parte andare. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo alla votazione dei quattro ordini del giorno.
Iniziamo con l'ordine del giorno n. 899 del Presidente Cattaneo e del Consigliere Reschigna ed altri, "Riordino delle Province piemontesi".
stato cancellato integralmente il secondo capoverso, che parte con la parola "rilevato" e termina con la parola "montana".
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 889, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale Premesso che l'articolo 17 del decreto legge n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012, prevedono come requisiti minimi per il riordino delle province la dimensione territoriale non inferiore a duemilacinquecento chilometri quadrati e la popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti Ritenuto di ottemperare, con senso di responsabilità, alla competenza assegnata dal legislatore, approvando una deliberazione recante una proposta di riordino delle province piemontesi che preveda un nuovo assetto istituzionale pienamente rispettoso dei parametri sopra indicati e che vede quindi la provincia del Verbano Cusio-Ossola, in quanto singolarmente non rispondente ai requisiti minimi, direttamente coinvolta nel processo di accorpamento Considerato che tale proposta non tiene quindi conto delle specificità della provincia del Verbano-Cusio-Ossola il cui territorio è quasi completamente montano; specificità peraltro evidenziata nell'ipotesi di riordino deliberata dal CAL, anche a seguito di un documento formale pervenuto dal comune di Verbania.
Appreso che il Governo, con particolare riferimento alle province montane pare orientato ad accogliere alcune richieste di deroga ai requisiti minimi prescritti dalla suddetta deliberazione governativa al fine di salvaguardare la peculiarità delle province di Sondrio e Belluno così garantendone l'autonomia e l'autogoverno Rilevato che l'articolo 44 della Costituzione, comma 2, la legge statale 31 gennaio 1994, n. 97 nonché l'articolo 8, comma 2, dello Statuto della regione Piemonte sanciscono la salvaguardia, la specificità e la valorizzazione dei territori montani Invita il Governo qualora il provvedimento legislativo di riordino delle province, al fine di salvaguardare le peculiarità territoriali, prescindesse dalla puntuale osservanza dei requisiti minimi così come definiti dalla deliberazione del 20 luglio 2012, a tenere parimenti conto della specificità montana della provincia del Verbano-Cusio-Ossola della Regione Piemonte".
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 441, "Richiesta al Parlamento nazionale di abolizione delle Province", avente come primo firmatario il Consigliere Cursio.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 441, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che : a) le Province, soppresse già dalla Costituente ad opera della Commissione dei 75, furono reintrodotte dall'Assemblea in attesa delle Regioni b) dopo oltre quarant'anni (1970) dall'avvio delle Regioni si continua a parlare della necessità di abolire le Province la riforma degli Enti locali è urgente e doverosa perché è necessario semplificare la vita dei cittadini allorché essi si pongono in relazione con la Pubblica Amministrazione riducendo, nel contempo, i costi della politica.
Considerato che : le Province si pongono come ente di raccordo tra i Comuni nonché i Comuni e le Regioni, in particolare, in materie quali la gestione di parte della rete stradale e di parte dell'edilizia scolastica (quella inerente la scuola superiore), la predisposizione di strumenti urbanistici e paesaggistici di raccordo, la promozione del territorio, la tutela ambientale, la formazione professionale tali attribuzioni sono state artificialmente ricavate dal legislatore costituente che, ritrovatosi con le Province come dato storico acquisito fu costretto a giustificarne l'esistenza individuandone qualche funzione nonostante l'alternanza delle forze politiche chiamate al Governo, il numero delle Province è continuato a crescere nel corso degli anni (nel 1991 erano presenti 95 amministrazioni provinciali, salite a 100 nel 1992 e a 107 nel 2005) nel corso degli anni si è registrato un significativo aumento, su base nazionale, dei costi complessivi delle Province le Province sono fortemente indebitate con plausibili ripercussioni a medio lungo termine sulla stessa tenuta del patto di stabilità interno.
Affermato che a) la difficile situazione economica impone che si proceda a ridefinire l'architettura istituzionale del Paese che ha estremo bisogno di ritrovare forza, slancio, efficienza e, soprattutto, credibilità nella sua classe dirigente b) rapportati i dati sui costi delle Province alle funzioni attribuite a tali Enti, la Provincia appare chiaramente come un'istituzione inefficiente di cui il contribuente italiano potrebbe proprio fare a meno posto che ormai, il sistema Paese non può più concedersi lussi e sprechi c) abolite le Province sarebbe necessario ridefinire e ridistribuire le funzioni ad esse ora attribuite tra Regioni e Comuni, facendo salva l'occupazione degli attuali dipendenti provinciali invita il Parlamento Nazionale a promuovere progetti di revisione costituzionale finalizzati ad abolire le Province e a ridistribuire le competenze ora alle medesime affidate tra Regioni e Comuni in modo da razionalizzare i costi della politica e delle Istituzioni, avendo come obbiettivo imprescindibile la tutela dei diritti dei cittadini e l'efficienza della Pubblica Amministrazione".
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 898, "Riordino delle Province piemontesi", avente come primo firmatario il Consigliere Negro.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 898, il cui testo recita: "Premesso che in data 7 agosto u.s. la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato la conversione in legge (n. 135/2012) del Decreto-Legge 6 luglio 2012 n. 95 recante disposizioni urgenti per la,revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini Considerato che l'articolo 17 comma 2 della suddetta Legge stabilisce che il riordino avvenga sulla base dei requisiti minimi da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia Considerato altresì il comma 3 dell'articolo 17 secondo il quale le ipotesi e le proposte di riordino tengono conto delle eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della deliberazione di cui al comma 2 ed il comma 2 dell'articolo 18 per cui i comuni interessati hanno il potere di deliberare, con atto del Consiglio, l'adesione alla Città metropolitana o in alternativa ad una Provincia limitrofa Visto l'articolo n. 133 della Costituzione e l'articolo n. 21 del TUEL Vista la proposta di deliberazione del Consiglio Regionale relativa al riordino delle Province iscritta all'ordine del giorno della seduta di Consiglio Regionale convocata per il giorno 23 ottobre 2012 Ritenuto che molti Comuni facenti parte della Provincia di Asti, nel rispetto della continuità territoriale e delle caratteristiche economiche culturali e sociali hanno espresso volontà di entrare a far parte della Provincia di Cuneo Il Consiglio regionale Impegna il Governo A valutare tutte le istanze che verranno presentate dai Comuni della Provincia di Asti, limitrofi per continuità e omogeneità territoriale ai Comuni della Provincia di Cuneo relative alle richieste di entrare a far parte della Provincia di Cuneo".
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 900, "Riforma delle Province", avente come primo firmatario il Consigliere Marco Botta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 900, il cui testo recita: "Premesso che A fine mese ci sarà un decreto del Governo che stabilirà modalità e tempi della riforma delle province italiane Infatti il decreto legge n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, in particolare, al comma 3 dell'articolo 17 (Riordino delle province e loro funzioni) prevede che, sulla base dell'ipotesi di riordino del Consiglio delle Autonomie locali, la Regione trasmette al Governo, entro venti giorni, ossia entro il 23 ottobre 2012, una proposta di riordino delle circoscrizioni provinciali esistenti è stato inoltre annunciato dal Governo che saranno nominati dei commissari che si sostituiranno ai Presidenti democraticamente eletti fino all'indizione di successive elezioni Considerato che: nella tornata delle elezioni amministrative del maggio scorso, nel sorprendente disinteresse dei mass media, non sono andate al voto le nove province che avrebbero dovuto rinnovarsi (sette per scadenza del mandato due perché indette elezioni anticipate). Si tratta di Como, Vicenza Belluno, Ancona, La Spezia, Genova, Ragusa, Caltanissetta e Cagliari in base all'articolo 23 del decreto "salva-Italia" le province diventano enti di secondo grado, cioè non vengono elette dai cittadini ma dai rappresentanti dei comuni, il loro organico viene fortemente ridimensionato, trasferiscono quasi tutte le loro funzioni a Regioni o comuni e mantengono solo un generale ruolo di indirizzo e coordinamento.
Non potendo eliminare le province con legge ordinaria (si richiede anzi una revisione costituzionale), questo è il risultato che è riuscito a raggiungere il governo. Il nuovo sistema dovrebbe diventare completamente effettivo con l'emanazione di una legge che disciplini il passaggio di competenze, che dovrà arrivare entro il 31 dicembre 2012. Questo per le province che si trovano in Regioni a statuto ordinario. Per quelle a statuto speciale entro il medesimo termine dovrà essere emanata un'apposita legge regionale Fino a che non saranno promulgate queste norme, nel decreto è previsto che le province per cui non si è votato vengano affidate a un commissario. Per le sei appartenenti a Regioni a statuto ordinario (Como, Vicenza, Belluno Ancona, La Spezia e Genova) è stato deciso, con ordine del giorno votato dal Senato il 15 marzo, che vengano nominati commissari i presidenti uscenti e che consiglio e giunta vengano sciolti. Ad oggi tutti hanno accettato l'incarico, tranne Alessandro Repetto, presidente uscente della provincia di Genova in quota PD, che si è dimesso il 18 aprile, in previsione del commissariamento. Le sue dimissioni sono diventate effettive l'8 maggio e il 9 sera è arrivata la nomina a commissario di Piero Fossati già assessore provinciale alla viabilità. Particolare il caso della provincia dì Belluno, che già da ottobre 2011 è commissariata in seguito alle dimissioni del presidente Gianpaolo Bottacin (Lega Nord). Il commissario Vittorio Capoccelli a questo punto rimarrà in carica fino all'emanazione della legge sul passaggio di competenze a Regioni e comuni Rilevato che: l'Upi (Unione delle province italiane) ha invitato governo e parlamento ad approvare una riforma complessiva che si ispiri a questi principi: razionalizzazione attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni ripristino dell'elezione da parte dei cittadini, ridefinizione e razionalizzazione delle funzioni, eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi) che risultino inutili, istituzione delle città metropolitane, destinazione dei risparmi ad un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali Dalla fine di giugno del 2013 tutte le Province secondo gli attuali intendimenti del Governo, anche quelle che non si vedranno toccare i confini, saranno guidate da un commissario. Toccherà a lui curare la transizione verso il nuovo regime. Un'accelerazione non da poco perché la legge sulla spending review lasciava intendere che sarebbero andate a scadenza naturale, mentre nelle Città metropolitane il processo sarebbe dovuto partire all'inizio del 2014. Resta da decidere solo se il commissario sarà esterno, nominato dal prefetto, o se il ruolo verrà affidato al presidente uscente della Provincia Tutto ciò premesso II Consiglio regionale Impegna la Giunta Regionale a sollecitare il Governo e il Parlamento Nazionale: affinché sia reintrodotta nella nuova legge l'elezione diretta del Presidente della provincia, in modo tale da salvaguardare la libera scelta democratica degli elettori a ritardare il commissariamento delle province secondo la naturale scadenza degli organi liberamente eletti dai cittadini e frutto quindi di una precisa volontà popolare".
Il Consiglio approva.
Colleghi, per cortesia, un attimo di attenzione perché ci sono alcune modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale. Vi prego di seguire con attenzione. Le modifiche sono conseguenza degli emendamenti.
Ci sono delle parti cancellate e delle altre aggiunte.
Nel dispositivo finale, quelle cancellate hanno una riga tirata sopra ad alcune frasi o righe intere. Poi, quelle in grassetto o in maiuscolo sono le parti aggiunte; idem quelle in corsivo.
Andando per ordine, la pagina 1 rimane così com'è, come anche la pagina 2.
Pagina 3, secondo capoverso, seconda riga: "delle attuali Province di Biella e Vercelli"; quarta riga: "tali province interessate"; alla fine del capoverso: "Testo Unico degli Enti locali". Terzo capoverso, dopo "rilevato", prima riga, cancellato "inoltre" e aggiunto subito dopo "su richiamate". Sesto capoverso, dopo "ritenute inoltre proporre" è cancellato, dopo "al Governo", "l'istituzione della Provincia di Asti" ed è anche aggiunto "anche il mantenimento dell'attuale Provincia di Asti come già costituita".
Passiamo a pagina 4. All'ultimo capoverso, seconda riga, dopo "la deliberazione" viene cancellato "il Governo", "indipendente requisiti minimi delle dimensioni territoriale della Provincia non inferiore a 2.500 chilometri quadrati della popolazione residente non inferiore a 350.000 abitanti, nonché nel rispetto del criterio della continuità territoriale della Provincia".
I capoversi 2, 3 e 4 rimangono invariati. Nell'allegato A, nel primo capoverso, quarta riga, viene eliminato "nel rispetto dei requisiti minimi stabiliti dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012". Poi, l'articolato è il seguente: comma a) Provincia di Torino futura Città metropolitana. Lettera b) Provincia di Alessandria, come già costituita con il mantenimento degli attuali confini. Lettera c) Provincia di Asti, come già costituita con il mantenimento degli attuali confini.
Lettera d) Provincia di Cuneo, come già costituita con il mantenimento degli attuali confini. Lettera e) Provincia di Biella-Vercelli cui confini sono quelli attuali delle due Province, con capoluogo di Provincia Vercelli. Lettera f) Provincia di Novara-Verbano-Cusio-Ossola i cui confini sono quelli attuali delle due Province con capoluogo di Provincia Novara".
C'è anche una tabella con la popolazione e la superficie in chilometri quadrati.
Questo è il deliberato con le modifiche e le aggiunte conseguenti agli emendamenti approvati dall'Aula.
Passiamo alla votazione.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 227, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



(Il Consigliere Pedrale tenta di intervenire utilizzando un megafono)



PRESIDENTE

Questori, sequestrate il megafono al Consigliere Pedrale! Il signore in prima fila è pregato di abbandonare l'aula! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.44 riprende alle ore 16.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, per cortesia.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! La seduta è riaperta, però, per poter proseguire, è necessario un minimo di attenzione da parte vostra.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Risolto il problema della Province, al punto 5) dell'o.d.g. c'è l'ordine del giorno n. 865 sull'emodinamica. L'Assessore Monferino è assente.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Si tratta di capire come procedere.
I punti 5) e 6) dell'o.d.g. sono collegati. Mi stavano comunicando che c'era un accordo nel trattarlo in un altro momento, concordando quando. Mi riferisco all'emodinamica, nomina del Comitato regionale di gestione, che riguardano l'Assessore alla sanità.
Il punto 7) dell'o.d.g. mi pare un punto che non dovrebbe incontrare particolari problemi. Si tratta della proposta di deliberazione n. 220 inerente a "Conferimento Sigillo della Regione Piemonte anno 2012".



PRESIDENTE

MOTTA Massimiliano (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, può spiegare nuovamente questo passaggio, perché non ho capito?



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Motta. Diventa difficile poter spiegare in una situazione come questa.
Il punto 5) e 6) all'o.d.g. non li trattiamo, in quanto c'è stato un accordo fra alcuni Capigruppo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, mi scuso, ma vi sto comunicando quello che io stesso ho saputo qualche istante fa.
Dovevano essere trattati i punti 5) e 6) all'o.d.g. Non sapendo lo svolgimento dei lavori, alcuni colleghi hanno condiviso il fatto di non bloccare l'Assessore Monferino tutta la giornata, non sapendo come si sarebbero svolti i lavori sul riordino delle Province.
Quindi noi siamo in assenza dell'Assessore Monferino non per sua volontà, ma perché è stato, come dire, in qualche modo autorizzato e giustificato.
Hanno chiesto di intervenire prima il Consigliere Motta e poi la collega Spagnuolo.
La parola al Consigliere Motta.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Intervengo, visto e considerato che è inutile cercare di forzare la mano, perché oggi il mio Capogruppo, nella sua euforia, si è forse "dimenticato" di chiedere ai primi firmatari dell'ordine del giorno se fossero d'accordo o meno a che questo argomento venisse rimandato; perch certo, le Province sono importanti, ma credo che i malati lo siano altrettanto e abbiano dunque la stessa dignità di veder trattati i loro argomenti.
Capisco che adesso forse non esistono le condizioni per trattare il tema, però non credo che rinviarlo sine die sia una cosa utile. Tra l'altro, bisognerà anche che ci siano i firmatari del documento, quando poi questo si discuterà.
Vorrei quindi capire meglio la programmazione dei lavori e comprendere a questo punto, fra chi era stato raggiunto questo accordo e dove portava.
Se invece la volontà fosse quella di non risponderci mai, dal momento che stiamo quasi arrivando a questo punto, questo porta a degli altri giudizi o a degli altri pensieri.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Aveva chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Abbiamo appreso in diretta da lei, Presidente, la questione. Oggi ovviamente c'era un'Aula molto distratta e probabilmente anche per questo l'informazioni non ci è arrivata. A questo punto però vorremmo da lei Presidente, visto che i banchi della Giunta sono sostanzialmente vuoti avere un certo tipo di intervento: la pregheremmo, cioè, di voler garantire che nella prossima seduta - non so se domani, ma comunque non oltre martedì prossimo - questi ordini del giorno, che già sono stati rinviati una volta vengano discussi.
Infatti, dal momento che si tratta anche di questioni sulle quali poi vediamo - senza scandalizzarci - che la Giunta si esprime sui quotidiani quasi tutti i giorni, sarebbe strano non discuterne in Consiglio, visto che c'è una sfaccettatura di forze che vorrebbero definire questa questione.
Vorrei che lei, Presidente, si facesse tramite e interprete con l'Assessore Monferino direttamente, al di là delle nostre prese di posizione, della necessità di definire quando discuteremo questi ordini del giorno: se non domani, perché può essere che con 24 ore di anticipo l'Assessore non ci sia, per carità, almeno non oltre la prossima seduta della prossima settimana.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'ha detto lei stessa: sapendo come sono i tempi dei nostri lavori, non è possibile. È evidente che non è possibile trattare i due punti all'ordine del giorno in quanto non ci sono le condizioni. L'argomento sarà affrontato nella prossima riunione dei Capigruppo; invito quindi i colleghi che sono intervenuti a farsi parte diligente con il proprio Capogruppo.
Collega Spagnuolo, la capisco: stavo per procedere a trattare i punti 5) e 6) e mi è stato spiegato che non ero informato degli accordi. Le lascio quindi immaginare...
Ho dovuto quindi dare un'informazione, stante un accordo in qualche modo preso, per il quale sollevo dalla responsabilità l'Assessore Monferino: lui può essere stato felice o meno di questo rinvio, ma non ne è responsabile.
Di conseguenza, bisogna concordare la trattazione dei due punti all'ordine del giorno con l'Assessore Monferino. La sede deputata per concordare con l'Assessore Monferino è la Conferenza dei Capigruppo, che è convocata giovedì. Vi invito gentilmente a contattare il vostro Capogruppo affinché si faccia parte diligente, in quella sede, per sollecitare che la trattazione dei due punti avvenga quanto prima. Mi auguro di essere stato chiaro.
C'è ancora un punto che possiamo trattare e poi, vista la giornata potremmo anche chiudere i nostri lavori e riaggiornarci a domani. Vi chiedo quindi un piccolo sforzo su un tema sul quale non penso ci siano grandi problemi, iscritto al punto 7) dell'o.d.g., a riguardo del conferimento del sigillo della Regione Piemonte per l'anno 2012


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 220, inerente a "Conferimento sigillo della Regione Piemonte - Anno 2012 (Articolo 5, legge regionale 31 maggio 2004, n. 15)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 220, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nel dispositivo si delibera di conferire il sigillo della Regione Piemonte per l'anno 2012, per le motivazioni sopra espresse, al Coordinamento regionale dell'Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari ed al Corpo volontari Anti Incendi Boschivi del Piemonte, "in considerazione dell'opera particolarmente meritoria prestata in situazioni emergenziali di particolare rilevanza e gravità".
Si tratta di un ex aequo che mi sembra significativo.
Non essendovi la necessità dell'illustrazione né richieste di intervento, possiamo passare alla votazione, per la quale il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 220, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Vorrei chiedere umilmente - adesso non so se mi può rispondere l'Assessore Casoni o l'Assessore Maccanti, che non vedo in questo momento in Aula - se domani l'Assessore Monferino può venire in Consiglio a rispondere alle interrogazioni che attengono alla sua materia.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore regionale

Ho già cercato l'Assessore Monferino, che non risponde al telefono. Ho parlato con l'Assessore Maccanti che dice che sarà sua cura informare il collega del fatto che è richiesta al più presto la sua presenza in Aula.
Ho seguito le indicazioni che dava prima la collega Spagnuolo nel suo intervento, cioè che questo avvenga entro la riunione del Consiglio di martedì prossimo. Tra l'altro, ricordo che giovedì è prevista una riunione dei Capigruppo e in quella sede i Capigruppo sono invitati a fare presente il tema.
Se non sarà possibile farlo domani, l'impegno è quello di calendarizzare l'argomento immediatamente, alla prima riunione utile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Allora, anche con la "Batteria" del Viminale, vediamo se riusciamo a recuperare l'Assessore Monferino.
A questo punto, possiamo dichiarare conclusi i lavori del Consiglio.
Vi ricordo che l'Assemblea è convocata domani in seduta unica dalle ore 10 alle ore 14, come comunicazione a vostre mani.
Grazie a tutti; buona serata e buon rientro.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.02)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine Negro, Goffi, Lupi, Formagnana: Tabella



PRESIDENTE

Popolazione |Superficie ufficiale 2011 (dati |ISTAT aggiornata provvisori |giugno 2012 (kmq)* Censimento)** Provincia di TORINO (315 COMUNI) |2.245.252 |6.832,30 Provincia di CUNEO (250 COMUNI) |586.599 |6.904,20 Provincia di ALESSANDRIA - ASTI (308 |646.287 |5.072,00 COMUNI) Provincia di BIELLA - VERCELLI (168 |359.270 |3.006,80 COMUNI) Provincia di NOVARA - VERBANO CUSIO |524.602 |3.593,90 OSSOLA (165 COMUNI)



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