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Dettaglio seduta n.285 del 17/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 Presidente Cattaneo comunica che, per mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 16 ottobre 2012.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Bresso, Casoni, Comba e De Magistris.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame mozione n. 866 presentata dai Consiglieri Taricco, Reschigna Artesio, Boeti, Buquicchio, Cerutti, Cursio, Gariglio, Laus, Lepri, Manica Motta Angela, Muliere, Pentenero, Placido, Ponso, Ronzani, Stara, inerente a "Revoca della nomina dell'Assessore Sacchetto quale componente della Giunta regionale"


PRESIDENTE

Come d'intesa, preliminarmente al proseguimento del disegno di legge n.
153, dobbiamo trattare la mozione n. 866, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Essendo questo un atto d'indirizzo, saranno riservati dieci minuti al primo firmatario, o suo delegato, per l'illustrazione. Seguirà un dibattito generale. Ricordo che non sono previste dichiarazioni di voto. Prima del voto finale è prevista la replica del primo firmatario o suo delegato.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Ciò che sta accadendo relativamente alle tematiche faunistico-venatorie richiede, oggettivamente, di ripercorre come siamo arrivati nella situazione nella quale ci troviamo. Credo che vi siano, in modo chiaro ed evidente, questioni che riguardano il merito delle scelte operate e questioni che riguardano il metodo e la forma con cui queste questioni sono state avanzate.
Prima di fare alcune riflessioni, mi permetto di ripercorrere ciò che è accaduto negli ultimi due anni. A fine 2010 la Corte d'Appello di Torino ha respinto l'ultimo di una serie di ricorsi e di vicende giudiziarie che riguardavano la vicenda referendaria partita nel 1987. A seguito della decisione della Corte d'Appello di Torino, la Regione Piemonte ha deciso di non opporre ricorso in Cassazione argomentando, in quell'occasione, che era venuta l'ora di chiudere la vicenda e che, se c'era da indire un referendum, di farlo al più presto e archiviare questo percorso.
Da dicembre 2010 la Regione Piemonte non ha fatto più nulla, nel senso che nulla che sia accaduto è stato messo a conoscenza di alcuno in quest'Aula o, comunque, nell'ambito regionale. Ad autunno 2011, è partito l'iter di riforma della legge n. 70. Dai ragionamenti raccolti in quell'occasione, era apparso a tutti coloro che hanno lavorato in Commissione che il percorso che si avviava prima in Commissione e poi in Aula per il voto finale, fosse un percorso che avrebbe dovuto dare...



PRESIDENTE

Il Consigliere Taricco sta illustrando una mozione sulla revoca di un componente della Giunta, se fosse possibile un po' più di attenzione e dare la possibilità, a coloro i quali intendono seguire, di poterlo fare.



TARICCO Giacomino

Il percorso di modifica della legge n. 70 era stato immaginato, da tutti coloro che vi hanno partecipato, anche come modalità per chiudere e risolvere la vicenda referendaria che rimaneva aperta. Ad inizio 2012, la Giunta presentava una serie di emendamenti con i quali sceglieva di andare in direzione esattamente antitetica rispetto ai quesiti referendari (tutti ricordano la questione delle nove specie cacciabili e tante altre questioni affrontate).
A maggio 2012 la Giunta regionale presentava un emendamento con il quale, in sede di finanziaria regionale, veniva abrogata la legge n. 70 del '96.



TARICCO Giacomino

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



TARICCO Giacomino

La mozione è rivolta al Presidente della Giunta, che è impegnato in tutt'altro!



PRESIDENTE

Il Presidente è presente in Aula e lo ringrazio.



TARICCO Giacomino

A giugno 2012 l'ISPRA richiedeva alla Regione Piemonte una serie di modificazioni ai calendari venatori e, tra le altre cose, richiedeva la valutazione di incidenza per quello che riguardava le aree cosiddette Natura 2000 (cioè SIC e ZPS). Per quello che ci è dato sapere, nulla di ci che atteneva la richiesta di valutazione di incidenza da parte dell'ISPRA veniva prodotto in quei mesi dalla Regione Piemonte.
Il risultato è che l'8 settembre, dieci giorni prima dell'apertura della stagione venatoria, il TAR dava la sospensiva sul ricorso delle associazioni ambientaliste e, con quel ricorso, si apriva una settimana dal sapore kafkiano: il 13 settembre l'Assessore Sacchetto comunica alla stampa e in Commissione che la caccia si sarebbe aperta regolarmente, modificando la delibera, il 16 settembre.
Il 14 settembre l'Assessore Sacchetto comunicava che sarebbe stata aperta la caccia soltanto agli ungulati e la caccia di selezione. Il 14 veniva approvata una delibera con cui si apriva la caccia di selezione soltanto per i cinghiali, là dove era stato richiesto l'anticipo. In tre giorni, tre versioni diverse. Su questa delibera, veniva fatto un nuovo ricorso. Ricorso che - è storia recente - veniva accolto per quello che riguarda le aree SIC e Natura 2000. In questo percorso che ho voluto ripercorrere - perché credo sia utile fare riferimento a date puntuale l'atteggiamento che l'Assessore Sacchetto ha tenuto su questa vicenda, è riassumibile nella frase che è stata riportata virgolettata sui giornali all'indomani della sospensiva del TAR...Presidente, posso anche sospendere il mio intervento. Mi sembra di essere in una casbah, non in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Lei ha ragione, Consigliere Taricco. Ho fatto più richiami. Se per favore anche coloro i quali non sono Consiglieri collaborano a mantenere la possibilità per ciascuno di noi di ascoltare l'intervento del Consigliere Taricco, ne sarei grato.



TARICCO Giacomino

L'atteggiamento che l'Assessore ha avuto su questa vicenda è stato un atteggiamento che tutto ricercava fuorché soluzioni equilibrate. Lo testimonia la frase virgolettata riportata dai giornali all'indomani della sospensiva del TAR, dove l'Assessore affermava: "Canteranno vittoria le associazioni degli ambientalisti, dopo che le abbiamo massacrate tre mesi fa, ma per noi non cambia nulla: la caccia non si ferma".
Mi pare che questo tipo d'approccio culturale indichi le modalità con cui è stata affrontata la vicenda.
Mi permetto ancora di fare un'annotazione, che ritengo indichi il caos presente in tutte le vicende attinenti al comparto faunistico-venatorio.
Nei mesi scorsi abbiamo approvato la modifica dei confini delle norme riguardanti le aree protette; in quell'occasione furono approvate una serie di modifiche ad aree contigue. Su quella vicenda venne fuori una marea di problemi (più una serie di problemi connessi), poiché molte aree contigue erano sovrapposte ad aziende faunistico-venatorie o agrituristico venatorie, alle quali la Regione aveva rinnovato la possibilità di continuare ad operare.
A mia richiesta specifica sul perché ciò fosse potuto accadere, la risposta serafica degli Uffici fu: "È accaduto, perché non abbiamo mai visto le cartografie riguardanti la delimitazione delle aree contigue quindi non abbiamo potuto né verificare le eventuali sovrapposizioni n valutare l'impatto che l'ampliamento delle aree contigue e protette avrebbe potuto avere sulla superficie venabile regionale, quindi sul numero dei cacciatori".
Ritengo che questo tipo di rappresentazione e l'elenco delle cose che sono accadute parlino di un settore che non ha un orizzonte chiaro che orienti i percorsi, poiché, ad esempio, nella settimana in cui c'è stato il ricorso e l'accoglimento della sospensiva al TAR, la Giunta regionale ha cambiato opinione tre volte.
Credo che, nel percorso della modifica della legge 70, la Giunta abbia cambiato obiettivo, modalità e percorso dieci volte, continuando a sostituire emendamenti su emendamenti che definivano pezzi di percorso senza mai capire quale fosse l'orizzonte vero.
Tutti i colleghi presenti in Commissione sono testimoni del fatto che abbiamo lavorato settimane in attesa di emendamenti che sembrava dovessero recuperare i contenuti dei quesiti referendari, per poi scoprire che era stato proposto un emendamento che andava in posizione esattamente antitetica e che la vera strategia era di abrogare la legge, dopo aver lavorato un anno sulla stessa.
Ritengo che questo tipo di gestione - e chiudo il mio intervento Presidente - crei un problema fondamentale. Nei mesi scorsi ci siamo lasciati con l'obiettivo di avviare, quanto prima, la riscrittura della nuova legge 70. Pongo un quesito, e mi fermo qui: con questa modalità di guida del settore faunistico-venatorio, com'è possibile affidarsi alla guida dell'Assessore, nella redazione di una nuova legge 70? Con quale affidabilità reciproca ci siederemo al Tavolo per scrivere una nuova legge? Ritengo che la gestione di questi mesi sia indicativa del modo in cui si sono costruiti i rapporti in Aula e con il mondo esterno: erano presenti molti colleghi all'audizione delle associazioni venatorie, le quali ci hanno comunicato di aver chiesto in molteplici occasioni un incontro con l'Assessore, per potersi confrontare nel merito, e di non avere mai ricevuto la disponibilità a questo tipo d'incontri.
Ritengo ci sia un problema d'affidabilità in quest'aula e d'affidabilità dell'Assessorato nei confronti del mondo esterno. Se le associazioni ambientaliste sono state trattate dicendo "le abbiamo massacrate, ma per noi non cambia nulla", e se le associazioni venatorie sostengono di non essere mai state ricevute, penso ci sia quantomeno un problema di rapporti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Taricco.
aperto il dibattito generale sulla mozione n. 866.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, se dobbiamo recuperare una definizione nei suoi confronti ritengo di poter scomodare impropriamente il politologo Max Weber...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Stara.
Colleghi, mi sembra che questa sia una mattina piuttosto importante.
Non sta a me, ovviamente, giudicare l'importanza della seduta, perché sono tutte importanti e hanno tutte la stessa dignità, però se fosse possibile riportare il dibattito in un alveo di normalità minima, ve ne sarei grato.



STARA Andrea

Forse i colleghi sono preoccupati che io recuperi una definizione positiva, dal politologo Max Weber! Non vi preoccupate, poiché recupero un'annotazione negativa, quindi potete stare tranquilli! L'annotazione negativa è la seguente: "Dilettante della politica".



(Commenti dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Per favore!



STARA Andrea

Ritengo che oggi, visti i tempi, sia più appropriato utilizzare un'altra terminologia, frutto di una trasmissione televisiva: "Dilettanti allo sbaraglio"! Il TAR, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste, con la sentenza del 9 settembre ha bocciato il vostro calendario faunistico regionale, intimando uno stop all'apertura della caccia, prevista per il 16 settembre.
Cosa è successo? Per rimediare allo stop del TAR, all'intimazione del TAR, la Giunta ha licenziato un provvedimento in fretta e furia, nella giornata di venerdì, che fissa l'apertura della caccia per il 30 settembre.
Nella delibera, cioè, l'apertura della caccia è prevista per il 30 settembre, dilatando alcuni periodi di cacciabilità e condensando in un testo oltremodo sintetico la valutazione di incidenza, ecc.
In quel momento, si è scatenata la confusione, perché volutamente ( ribadisco, volutamente) l'Assessore ha celato nelle sue affermazioni pubbliche la realtà delle cose, facendo capire a tutti, compresi i giornalisti, sia de La Stampa sia della Repubblica sia della RAI, che la stagione della caccia si sarebbe aperta il 16 settembre.
La stessa sera in cui è stato licenziato il provvedimento, ho sentito personalmente diversi giornalisti, ho inviato loro il testo del provvedimento e ho detto loro: "Guardate che la caccia non si apre il 16 settembre. Nel provvedimento c'è scritto che si apre il 30; il 16 settembre non è prevista neanche la caccia al cinghiale, ma esclusivamente la caccia selettiva, a coloro che avevano chiesto autorizzazione precedente".
I giornalisti erano sconcertati e io dicevo loro: "Fate fede al testo ce l'avete!".
Mi hanno riferito che, in seguito ad ulteriori sollecitazioni, lei Assessore, o chi per lei, avrebbe definito come corretta l'impostazione del suo comunicato stampa (non tanto del provvedimento, ma del comunicato) dicendo, quindi, di dare la comunicazione che la caccia si sarebbe aperta almeno per il cinghiale, il 16 settembre.
In ogni caso, un pasticcio annunciato! Così è stata la prima giornata della caccia, sbandierata da parte dell'Assessore Sacchetto. Ha propagandato fino all'ultimo che quella sarebbe stata la domenica in cui si sparava, come se si trattasse di segnare un punto contro qualcuno (del tipo da stadio) e non di garantire le doverose tutele ai boschi e agli animali del Piemonte, fissando norme chiare per i cacciatori e confrontandosi con le associazioni ambientaliste.
Questo è il compito di un politico ed è anche il compito istituzionale di un Assessore.
Ritengo che, da questo punto di vista - ed è uno dei motivi per cui ho firmato la mozione di sfiducia - se ne aggiunga un altro altrettanto grave: ricapitolando un po' la storia, per evitare la consultazione, che era frutto di una esplicita volontà popolare, oltre che di una prescrizione del Tribunale, la Giunta Cota non ha trovato niente di meglio che cancellare addirittura un'intera legislazione regionale in materia di caccia, senza valutarne le conseguenze.
un comportamento irresponsabile; è una totale mancanza di rispetto per il Consiglio, perché l'Assessore si era impegnato a presentare una nuova proposta di legge.
Assessore Sacchetto, lei ha dato la sua parola, di fronte a quest'Aula e più volte in Commissione (parola certificata dal Presidente di questa Regione), che nel breve tempo avreste presentato un disegno di legge che avrebbe colmato il vuoto legislativo. Lei non ha rispettato la parola data non a singole persone, ma alle Istituzioni.
Credo che questo sia l'ulteriore motivo per cui oggi abbiamo presentato una mozione di sfiducia. Stiamo ancora aspettando la sua iniziativa legislativa. Di sicuro lei dovrebbe rispondere di quella parole data, non a me, ma alle Istituzioni e ai cittadini piemontesi.
Recentemente, le associazioni ambientaliste hanno fatto un ulteriore ricorso al provvedimento. Il TAR si è espresso e ha graziato, non lei ma i cittadini piemontesi, di un'ulteriore confusione. È vero che non ha ulteriormente bloccato la stagione di caccia (credo lo abbia fatto con un certo senso di responsabilità nei confronti della già presente confusione nei cittadini, nei cacciatori e negli ambientalisti), ma le ha dato ancora torto, perché, di fatto, ha ammesso che il piano faunistico regionale ci vuole e che bisogna farlo.
Voi avete detto che lo state predisponendo.
Questa è, a maggior ragione, la conferma della vostra inadempienza, dal punto di vista regolamentare e legislativo.
Personalmente non credo, visto anche il clima, che questa mozione di sfiducia possa ottenere il voto della maggioranza, perché in un contesto politico come questo credo ci sarebbero ripercussioni di altro genere.
Lei è anche fortunato, Assessore, perché le assicuro che da parte dei suoi colleghi di maggioranza i commenti si sono sprecati sul suo dilettantismo ed io li recupero in una discussione pubblica.
Guardi che i commenti sono stati spietati nei suoi confronti: lei è riuscito ad unire e a scontentare le associazioni ambientaliste e molte associazioni di cacciatori. Loro pubblicamente hanno chiesto le sue dimissioni, e lei lo sa bene.
riuscito a mettere insieme un capolavoro dello scontento collettivo in una situazione che ancora oggi, vista l'inadempienza di allora, produrrà sicuramente effetti negativi. Mi rendo conto che una nuova legislazione è per lei difficile da proporre, perché farebbe resuscitare i quesiti referendari, ma credo che il senso di responsabilità, da parte delle associazioni ambientaliste e di chi non crede nella caccia, sia stata quella, allora, di dimostrare una forte sensibilità e una grande disponibilità a trovare una via di uscita, una mediazione che potesse andare incontro ai quesiti referendari e che potesse, definitivamente chiudere tutta quella vicenda.
Lei ha indossato non la giacca dell'Assessore, ma la giacca del cacciatore, ed è rimasto ferito dai suoi colleghi cacciatori.
Ho presentato un disegno di legge, insieme ad altri colleghi, che mostra come attraverso la legge si può cancellare, di fatto, la caccia in Piemonte, senza andare al voto, cioè senza la necessità di sprecare risorse pubbliche per un referendum.
Su questo, ovviamente, porterò avanti la mia battaglia.
Personalmente, Assessore, se lei verrà salvaguardato, deve avere almeno l'impegno di rispondere alla parola data. Visto che c'è un'interrogazione che giace agli atti, un'interrogazione firmata da colleghi bipartisan, che le chiede il rispetto di quell'impegno e di quella parola data, le chiediamo, Assessore, di non venire ulteriormente meno a quelle che sono ed erano le sue promesse, promesse ribadite e certificate anche dall'impegno del Presidente della Regione che in più occasioni aveva sollecitato e aveva dato la sua parola che questo provvedimento sarebbe partito il prima possibile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo anch'io sia utile fare un minimo di cronistoria, come ha fatto l'ex Assessore alla caccia, Taricco.
Alla metà degli anni '80, tra il 1985 e il 1986, vennero raccolte le firme su undici modifiche alla legge regionale, sette delle quali accolte dal Consiglio regionale con una modifica alla norma, senza che si svolgesse il referendum. Questo, unitamente alle politiche fatte negli anni che ci hanno preceduto, ha fatto, della Regione Piemonte, la regione in cui l'attività venatoria era più limitata rispetto al resto d'Italia.
evidente che se uno parte dalle logiche del collega Stara o della Consigliera Bresso, si tratta di logiche assolutamente condivisibili per quelli che sono i fini che ci si poneva; ma se invece uno vuole rispondere a quella che è, intanto, una normativa nazionale che consente l'attività venatoria, e vuole guardare a ciò che fanno le altre Regioni italiane, dove l'attività venatoria è concepita, non solo come una tradizione, ma come uno straordinario volano di promozione del territorio, la cultura dell'anti caccia non è più condivisibile.
Non so se oggi ci sia qualcuno che tifa per la posizione che personalmente ed insieme ad altri colleghi, abbiamo cercato di mantenere del rispetto della legge nazionale e regionale, con in mezzo un referendum che certamente non ha aiutato. Chi invece vestiva la giacca dell'anticacca cercava di fare un'attività, come quella che sta facendo il professionista Stara - legittima - di cercare di trovare delle modalità per vietare la caccia in Piemonte.
Non sto a dire cosa rappresenta da un punto di vista economico perché è evidente che, a chi ne fa una battaglia elettoralistica, non interessa sapere quale sia il numero di persone che lavorano in questo settore, quale sia la tutela di un'attività difesa da una legge nazionale e quali siano i danni che, a caccia eventualmente chiusa, si provocherebbero. Ce lo dovrebbe poi dire il professor Stara come pensa di pagare l'aumento dei milioni di euro che già annualmente, o tramite i comparti, o tramite gli ATC o tramite le Regioni e le Province, gli Enti pubblici, con risorse pubbliche, pagano per danni all'agricoltura, e non solo all'agricoltura.
In questa Regione si voleva vincere facile: quando ci siamo trovati all'approssimarsi della scadenza referendaria, il Comitato referendario e alcuni colleghi vennero in III Commissione e furono auditi due volte dalla Commissione e dall'Assessore. L'ultima volta, unitamente ad altri colleghi Consiglieri che hanno più volte fatto propria questa posizione, anche con dei provvedimenti di legge, ho detto che il referendum sarebbe stato facilmente superabile: si recepiscono tutti gli undici quesiti che i referendari pongono; si modifica la legge 70 (quindi manteniamo le quattro specie, quindi non si caccia la domenica e nella neve) e il referendum è bello che superato.
La legge istitutiva dei quesiti referendari di questa Regione prevede sì, che dei cittadini piemontesi possano raccogliere le firme per un referendum, ma prevede anche che il referendum si svolga - un comma dice questo - e si vinca. Prevedere di vincere senza giocare, oggettivamente è una cosa che non esiste in alcuno sport del mondo (visto che ha fatto un paragone sportivo), tant'è - ed è sufficiente leggere il verbale di quanto ebbi modo di dire quando discutemmo l'attuale articolo 40, emendamento n.
260) dell'Assessore Sacchetto - che sarebbe stato sufficiente a qualunque collega anticaccia di quest'Aula presentare 100 subemendamenti e avremmo fatto il referendum.
Perché non abbiamo fatto, ahimè, il referendum? Dico ahimè, perché è noto che ero favorevole allo svolgimento del quesito referendario. Perch il referendum sarebbe stato - ovviamente la mia è una valutazione, non abbiamo la controprova - un flop, nel senso che avremmo avuto una percentuale di voto che si sarebbe attestata fra il 25 e il 30% e chi in qualche modo aveva sostenuto il referendum avrebbe dovuto accollarsi anche la responsabilità politica non solo di una sconfitta, ma dei 22 milioni di euro spesi.
Non un subemendamento è stato presentato sull'abrogazione della legge 70, per cui le due parti in commedia si possono difficilmente rappresentare. Certo, se invece facciamo una valutazione del periodo che abbiamo vissuto, è stato un anno sicuramente molto travagliato per i soggetti dell'attività venatoria e per tutto ciò che, come dicevo prima, è legato all'attività venatoria.
Questa Regione deve comprendere che oggi l'attività di assistenza legale, unita all'attività politica, deve essere incrementata e svolta con più attenzione rispetto a prima, perché se oggi si deve dimettere l'Assessore Sacchetto, si devono dimettere gli Assessori alla caccia di 2/3 delle Regioni italiane. Infatti, è sufficiente leggere - se uno ha voglia ovviamente, e vuole fare una valutazione seria - ciò che è accaduto rispetto all'impugnativa dei TAR sui calendari venatori, per vedere che dalla Liguria alla Lombardia, al Venete, all'Abruzzo, alla Campania, alla Sicilia, ecc., sono intervenuti nel merito, perché? Sostanzialmente perch i TAR, al di là della valutazione di incidenza ambientale, hanno attribuito a quello che è un documento consultivo, cioè il parere dell'ISPRA, una validità assoluta.
Il TAR, nella sospensiva dell'8 settembre, rammenta alla Regione Piemonte che non ha rispettato il parere consultivo dell'ISPRA, con una particolarità però: che l'ISPRA emana un parere unico per tutte le Regioni italiane ed è facilmente comprensibile, per differenza di fauna esistente nella nostra regione, come un calendario unico sia oggi uno strumento assolutamente non utile.
Devo dire che non assistiamo a un'attività che mai è avvenuta prima.
L'ex Assessore Taricco non dimentica certamente che nel 2006 passò - lui la sua Giunta, gli uffici - un mese di agosto a modificare le delibere e a modificare il calendario; si persero 15-20 giorni di attività venatoria relativamente agli ungulati, cioè una situazione simile a quella di quest'anno, certamente senza il referendum. Ma anche nel merito ricordiamoci che quando i professori alla mia destra governavano questa Regione, il referendum era sempre vigente, non è che non fosse vigente cioè in teoria si doveva celebrare. O ancora, visto che poi uno ripete come un mantra delle responsabilità dimenticandosi di aver governato per cinque anni questa Regione, in Regione Piemonte manca il Piano faunistico venatorio.
L'Assessore Sacchetto in due anni non ha fatto il Piano faunistico venatorio - ha ancora tre anni di tempo, Assessore - perché l'Assessore Taricco lo deliberò in Giunta qualche mese prima della scadenza del suo mandato. Il Piano faunistico-venatorio non è una cosa semplice, e non casualmente le opposizioni, quando ci fu il ricorso vinto dalle associazioni ambientaliste sugli ungulati, non presentarono una mozione di sfiducia. Non è una cosa semplice affrontare il tema del mondo venatorio.
Evidentemente, se uno si pone nella condizione di alcuni colleghi, nel senso che, visto che parliamo di caccia, giochiamo al gioco di sparare all'Assessore e alla Giunta, allora è facile. Se invece uno affronta con un po' più di conoscenza il tema - perché spesso è questa che manca - allora comprende che è una cosa invece complicata.
Certamente entro un tempo breve, che giudico di qui alla fine dell'anno, andrà presentata la nuova legge regionale, ma altrettanto certamente un conto è scrivere una legge come ha scritto il collega Stara e altri colleghi che sostanzialmente vieta l'attività venatoria all'interno della nostra regione, altro conto è provare a scrivere come farla verità.
Ci abbiamo provato per lunghe settimane in sede di III Commissione trovando su molti articoli anche delle maggioranze e una condivisione che andava oltre ai numeri della maggioranza che sostiene questa Giunta. Se si vuole scrivere, come abbiamo tentato di fare, una buona legge, ci va del tempo e ci va una modalità che consenta garanzia rispetto a un tema che è assolutamente delicato per i molti ricorsi che si fanno, legittimi, ma per una giurisprudenza che è - ahimè - soprattutto quella amministrativa diversa da Regione a Regione. In alcune Regioni, ad esempio, le aperture al 16 settembre, nonostante il calendario ISPRA fosse differente, sono state ritenute valide, mentre in altre Regioni non sono state ritenute valide dai Tribunali Amministrativi, quindi è certamente una materia complessa, che va affrontata con serietà e senza partigianeria.
Tuttavia, consentitemi anche di dire che una cosa è certa: la modalità di affrontare il tema dell'attività venatoria in questa Regione è cambiata ed è questo che scatena e ha scatenato una situazione di attività legale e quant'altro da parte di associazioni (e non solo nei confronti di questa Regione); è certamente cambiata, non c'è più la condivisione che vi era prima su molti temi con le associazioni animaliste, una delle quali - lo ricordo - si chiama Lega Italiana Anticaccia.
Allora, se uno fa il proprio lavoro di Assessore alla caccia che garantisce il rispetto di una norma nazionale e regionale, è difficile che possa trovare una condivisione con chi vuole legittimamente che la caccia sia chiusa, perché la legge prevede altro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Caro Assessore Sacchetto, non me ne voglia, ma credo che lei passerà alla storia di questa Regione come - uso un termine pesante, e non me ne voglia anche lei, Consigliere Vignale, che ha fatto un intervento nel quale ha difeso l'operato dell'Assessore Sacchetto - il peggiore Assessore all'agricoltura della Regione Piemonte dal '70 ad oggi.
Questo, se è un giudizio del PD, è un giudizio che può lasciare il tempo che trova, ma ho l'impressione che sia invece un giudizio largamente condiviso, collega Vignale, nell'opinione pubblica e nel mondo che con quegli atti Sacchetto voleva rappresentare, cioè un pezzo dei cacciatori, e penso che sia - in questo sono presuntuoso - persino un giudizio condiviso da alcuni settori della maggioranza.
Mi potrò sbagliare, ma credo che, se alcuni colleghi della maggioranza non voteranno per la mozione che qui ha illustrato bene il collega Taricco è soltanto perché farà premio un vincolo politico di natura generale.
Perché se, viceversa, i colleghi della maggioranza potessero affrontare la questione prescindendo dal contesto politico attuale, credo che alcuni voti si unirebbero a quelli dei Gruppi di opposizione. Perché, collega Taricco qui intanto c'è una questione di merito. È vero, collega Vignale, che parliamo di una materia complessa, terribilmente complessa che va gestita con equilibrio, esattamente quell'equilibrio che è mancato all'Assessore Sacchetto.
questo il punto. Io non chiedo a Sacchetto di fare l'ambientalista lo sanno tutti a Cuneo che è amico dei cacciatori. Non gli chiedo neanche però di fare anche il cacciatore nel momento nel quale fa l'Assessore alla Regione Piemonte e gli chiedo di affrontare una questione complessa che ha tanti nervi scoperti con quell'equilibrio che il suo incarico politico ed istituzionale richiederebbe. A lui è mancato quell'equilibrio, secondo me e non credo secondo me.
I risultati di un modo pressapochista e un po' spregiudicato, vorrei dire estremista - forse è la parola giusta - di affrontare la questione sono sotto gli occhi di tutti.
L'Assessore Sacchetto, pur muovendo nell'esigenza di rappresentare nella misura massima consentita e possibile i cacciatori, è riuscito nell'impresa - questo l'ho constatato personalmente - di alienarsi persino il consenso di una parte dei cacciatori, per il modo in cui ha gestito questa vicenda.
E come ha gestito questa vicenda? Lei, collega Vignale, c'era in Commissione, ha seguito questa vicenda in prima persona. Intanto c'è il ritardo con il quale abbiamo deciso di mettere mano ad una riforma della legge regionale. Quante volte il collega Taricco ha spiegato in Commissione che c'erano fior di progetti di legge presentati e che abbiamo tardato ad affrontare questa questione, una questione di merito, fortemente di merito.
Il modo con il quale lui ha affrontato il tema, io dico estremista perché è entrato in questa discussione tentando di usare l'accetta su una questione che invece chiama in causa sensibilità molto diverse.
So bene che anche un Assessore del centrosinistra avrebbe avuto problemi complessi ad affrontare questa questione, ma proprio perché è complessa e delicata chiedo un di più di senso di responsabilità, una maggiore attenzione alle sensibilità giuste o sbagliate che ci sono su un argomento come questo. Per non parlare dell'ultimo capolavoro: la questione del calendario.
Ho finito, perché non voglio rubare dieci minuti, però credo che in una situazione normale - lo dico rivolgendomi ai colleghi della maggioranza il tema della caccia, dell'ambiente, della non caccia è trasversale. Ci sono sensibilità molto diverse e lo dico guardando la collega Spagnuolo che ho sempre ascoltato con molta attenzione durante la discussione svoltasi in Commissione, proprio io che non sono contro la caccia. E ho ascoltato anche altri colleghi che sono fermamente contro la caccia. Non condivido la posizione, però pone questioni di grande momento probabilmente destinate a pesare sempre di più, ma proprio per questo bisogna avere lì un signore che cerca di mettere insieme e di fare una sintesi complicata.
Qui abbiamo invece usato un'altra cosa, siamo entrati nella discussione a piedi giunti, facendo falli a tutto spiano. Non funziona così la politica, Assessore Sacchetto! Per questo le dico - e lo sa che non c'è niente di personale - che ha gestito questa vicenda nel modo peggiore possibile. E quindi ha una responsabilità politica per il modo in cui ha gestito questa vicenda.
Penso che in un Paese normale, in un Consiglio regionale normale il suo Presidente della Giunta le avrebbe detto: "Sacchetto, non fare più danni ti prego". Hai dato, non fare più danni, non insistere". Perché quel mondo che voi o che noi - mi metto dal punto di vista del Presidente della Giunta vorremmo rappresentare di fronte a questo modo di affrontare la questione, è un mondo che si rende conto che il dato, la cifra è quella della imperizia, della difficoltà a gestire in maniera seria un problema complesso.
Io gli avrei detto: "Guarda, Sacchetto, non occuparti più di caccia, è un bene per te, è un bene per la Lega, è un bene per il Piemonte, è un bene per i cacciatori persino", oltre che un bene per chi la caccia la considera una cosa sbagliata.
E invece no: lei è lì, ed è lì perché c'è un vincolo di maggioranza che viene prima di tutto.
Il Presidente della Giunta è leghista come l'Assessore Sacchetto figuriamoci se il Presidente Cota le toglie la delega. E la maggioranza probabilmente si rende conto che una questione come questa, che in epoca diversa sarebbe stata affrontata tranquillamente, prendendo atto del fatto che magari quell'Assessore ha sbagliato a gestire in quel modo quella vicenda, e che quindi è venuto meno un rapporto di fiducia e che quindi è difficile pensare che sia questo medesimo Assessore a gestire eventualmente da qui in poi le politiche della caccia - perché questo è l'altro problema altro che chiedere all'Assessore Sacchetto di onorare l'impegno di fare una riforma! Sacchetto è la persona meno indicata a fare una riforma, se così ha gestito le vicende finora. Ma la maggioranza sa che l'equilibrio politico su cui si regge questo centrodestra in Piemonte è il più instabile di questo mondo! Allora, se è così, è meglio che la questione Sacchetto venga archiviata, non sia una questione che viene affrontata sul piano del merito e diventi una questione politica, perché il criterio con il quale forse voi valuterete - mi auguro di no - l'atteggiamento da tenere, sarà esattamente il criterio di chi si rende conto che oggi questa maggioranza non ha la forza, perché è debole, di affrontare la questione che questa vicenda pone.
So molto bene che forse voi oggi con una scrollata di spalle vi toglierete di mezzo il problema Sacchetto e voterete contro la mozione, ne sono convinto. Però siccome la politica la si misura nei tempi lunghi credo che questo voto non servirà a mettere a tacere una questione che è emersa con grande forza, né servirà a sanare le divisioni, le difficoltà e le debolezze presenti e future di questa maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregie colleghe e colleghi, la storia per cui arriviamo a presentare questa mozione è lunga. In 25 anni la Regione non ha saputo trovare una soluzione, purtroppo di questo bisogna darne atto, che convincesse gli ambientalisti da una parte e i cacciatori dall'altra.
Riassumendo le ultime vicende, come abbiamo ribadito più volte anche in Commissione, eravamo alle soglie di un referendum che democraticamente aveva diritto di essere celebrato.
Questo è chiaro. Ci rendevamo conto che la cifra con cui questo referendum sarebbe stato celebrato era una cifra ingente per le casse attuali della Regione Piemonte, 22 milioni di euro com'è stato ribadito.
Quindi, abbiamo insistito più volte in Commissione, come Italia dei Valori, che l'unica soluzione per evitare democraticamente la celebrazione di questo referendum di diritto era quella di recepire con una nuova legge i quesiti referendari.
Questo non ha avuto luogo. Lo stesso Assessore Sacchetto è entrato a gamba tesa, come già qualche collega ha ribadito, con un ben noto stratagemma burocratico, cioè cancellando la legge regionale. Lo stesso Assessore è poi riuscito a creare una confusione senza precedenti a settembre, aprendo la caccia il 16 e comunicandolo tre giorni prima.
Non soltanto: il 14 settembre riduceva le specie cacciabili e qualche ora dopo la decisione veniva nuovamente modificata.
Tutto questo dopo che, all'inizio di settembre, il TAR aveva accolto le istanze delle associazioni ambientaliste sospendendo i prelievi selettivi di capriolo.
L'Assessore aveva anche reagito in maniera piuttosto violenta. È già stato ricordato dal collega Taricco, ma lo voglio ribadire perché queste non sono parole - mi permetta, Assessore - di una persona che rappresenta l'Istituzione legislativa della nostra Regione: "Canteranno vittoria le associazioni degli ambientalisti dopo che le abbiamo massacrate tre mesi fa, ma per noi non cambia nulla, la caccia non si ferma".
Questa è in breve la cronistoria della vicenda, che non è ancora terminata, perché proprio in questi giorni il TAR del Piemonte ha sospeso la caccia nella Rete Natura 2000, accogliendo le motivazioni delle associazioni ambientaliste.
Per quanto mi riguarda, credo che in alcuni casi la caccia sia inevitabile per restituire equilibro ad un ambiente sempre più condizionato dalla presenza dell'uomo, però si tratta di un'attività che va regolamentata e, poi, controllata in maniera ferrea.
Il punto di vista del nostro partito lo conoscete bene, abbiamo presentato da tempo un disegno di legge sull'attività venatoria, che, a nostro parere, riesce a bilanciare le richieste dei cacciatori e quelle degli animalisti, richieste queste ultime che non possono rimanere inascoltate da chi avrà l'onere di promulgare la nuova legge in merito poiché provengono da migliaia di cittadini piemontesi.
Qualunque disegno di legge deve essere supportato dai controlli, poich sinora la motivazione alla base di ogni legge sulla caccia è stata quella del sovrannumero degli animali selvatici; è necessario che si cerchi di controllare che essi non vengano appositamente allevati per essere cacciati durante la stagione venatoria.
Invece, di fronte a tale realtà, che è piuttosto diffusa, mi sembra che spesso si chiuda non un occhio, ma entrambi.
Siccome tutti voi avete un computer di fronte, vi invito a digitare su un qualunque motore di ricerca le parole "allevamento abusivo di cinghiali". Vi stupirete di quante notizie escano ogni giorno in tutta Italia sull'allevamento abusivo dei cinghiali.
Detto ciò, quale firmatario di questa mozione, chiedo all'Assessore un passo indietro, rimettendo lei al Presidente le sue deleghe. In mancanza di ciò, chiedo ai colleghi di maggioranza e di minoranza di votare a favore di questa mozione, perché ritengo che lei, Assessore, non abbia saputo gestire l'attività venatoria in maniera oggettiva, tenendo conto soprattutto delle istanze dei cacciatori e abbia creato confusione nella regolamentazione dell'attività venatoria.
Insomma, ritengo abbia perso la sua occasione di sciogliere un nodo importante e di migliorare una situazione che, purtroppo, in questo nostro territorio piemontese ristagna da anni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Ponso.
La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Personalmente, non amo la caccia e non riuscirei mai a sparare ad un essere vivente bipede autoctono com'è l'uomo o ad altre specie di animali come quelli che vivono nel nostro ambiente. Proprio perché non amo la caccia, amo gli animali e ricordo che da ragazzino (40-50 anni fa) giravo per la nostra campagna, che allora era piena di fringuelli, cardellini verdoni, merli e anche di "racit" - non conosco il nome in italiano - di cui vedo ancora uno o due esemplari qualche volta. Questo accade perch altri animali li stanno uccidendo e massacrando, non li lasciano più vivere, distruggono i nidi, quindi le specie spariscono.
Non ho mai capito il motivo per cui se non hanno le penne o le piume o il pelo non sono animali stimati. Ad esempio, i pesci hanno le squame, ma sono animali come gli altri, anche se non parlano con noi e li vediamo poco. Io ho la fortuna di vivere vicino ad un torrente e ho la possibilità di vederli. Ricordo che una volta ne ho pescato uno: dopo esserci guardati l'ho ributtato in acqua e non ho mai più pescato.
Attenzione, i pesci stanno scomparendo a causa dei cormorani, che sono diversi dagli aironi. Infatti, l'airone si ciba di pesci ammalati e, tutto sommato, fa bene alla natura, mentre il cormorano nuota e dove si insedia provoca distruzione e determina la scomparsa dei pesci. Non capisco bene perché nessuno si preoccupi di queste questioni.
Tornando al discorso della caccia, ho seguito tutta la vicenda. Ho molti amici cacciatori e molti amici ambientalisti. All'inizio, i miei amici cacciatori erano terrorizzati perché avevano paura che con il referendum contro la caccia questa venisse chiusa, comunque non era contro la caccia, ma per limitarla, però queste sono le notizie.
Qualche mio amico ambientalista usava certi termini pesantucci: "Li distruggiamo questi qui, faremo sparire quella razza dannata", che è la specie uomo-cacciatore.
Sembrava che l'aria fosse quella; poi, è sembrato che l'aria cambiasse direzione. Allora, i miei amici cacciatori sono stati convinti che non sarebbe stato raggiunto il quorum, paventando così un disastro per gli ambientalisti.
Prima, erano gli ambientalisti che distruggevano i cacciatori; dopo erano i cacciatori che avrebbero distrutto gli ambientalisti.
Allora, si è creata una situazione in cui gli uni e gli altri, pensando di vincere, volevano a tutti i costi arrivare al referendum, ma non su posizioni che fossero utili a tutti, tutti gli uomini e tutti gli animali: uno dei due avrebbe vinto e l'altro, che sarebbe stato irrimediabilmente sconfitto, avrebbe dovuto sparire.
Allora, Consigliere Ronzani, sono d'accordo con lei sul discorso che occorreva un grande equilibrio, ma come faceva l'Assessore Sacchetto ad essere equilibrato quando i suoi interlocutori non erano equilibrati, ma estremizzati di qua e di là. Poi, non dico che sia vietata, per carità, ma come si fa a mantenere un equilibrio quando ci sono due interlocutori che voglio distruggersi l'uno con l'altro? Diventa difficile.
Non so, si poteva gestire meglio, si poteva gestire peggio, sicuramente né l'uno né l'altro poteva essere.
Rinnovo il mio appoggio all'Assessore Sacchetto, proprio per il ragionamento che svolgevate: è riuscito a scontentare i cacciatori e gli ambientalisti. Allora, mi sorge il dubbio che, magari, sia stato equilibrato, scusate, di per sé, da questo fatto. Pertanto, invito l'Assessore Sacchetto a restare al suo posto, a continuare il cammino.
Il fatto che l'Assessore Sacchetto appartenga alla Lega Nord potrebbe favorire la sua rimozione, in quanto, se fossi il Presidente Cota e avessi necessità di rimuovere un Assessore del mio partito, lo rimuoverei, mentre avrei qualche problema in più nei confronti di un Assessore di un altro partito alleato. Quindi, non è vero che l'Assessore Sacchetto è inamovibile perché è della Lega Nord, semmai il contrario.
Attualmente, auspico che l'Assessore Sacchetto non venga rimosso perché merita di rimanere lì. Gli auguro un buon lavoro e di avere veramente a cuore la questione.
Ragazzi, sarebbe auspicabile che terminassero gli estremismi e ci mettessimo d'accordo, parlando onestamente e dimenticando gli interessi parlo anche per me stesso - magari elettorali e non. Se il Consiglio regionale riuscisse ad emanare una buona legge sulla caccia, sarebbe veramente bravo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
A voler fare gli interessi dell'opposizione, forse dovremmo ritirare la mozione, perché dovremmo auspicarci che l'Assessore Sacchetto continui a lavorare.
Continui a lavorare così, Assessore Sacchetto, che i consensi nei confronti dell'opposizione aumenteranno! Vedrà che il consenso dei cacciatori - e non solo il loro - invece di rivolgersi verso questa maggioranza, si rivolgerà altrove, non so se verso l'opposizione, ma sicuramente non verso di voi! Invece abbiamo presentato questa mozione perché non stiamo facendo gli interessi dell'opposizione, ma di un settore importante, che non è solo limitato all'attività venatoria, ma che riguarda, in generale, tutta l'agricoltura.
Lei, Presidente della Giunta, Onorevole Cota, difendendo l'Assessore Sacchetto - è evidente che un Presidente difenda il proprio Assessore! - ha detto che è stato, ma non ricordo la frase precisa.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Il migliore Assessore.



MULIERE Rocco

Ecco. Lei ha precisato: "Il migliore Assessore".
Io non intendo giudicare il collega Taricco o altri colleghi del centrosinistra che hanno ricoperto il medesimo incarico, ma le ricordo che dispone di un Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera, che quando lei rivestiva il ruolo di Presidente del Consiglio, era Assessore all'agricoltura, e lo ha fatto bene l'Assessore all'agricoltura!



(Commenti del Consigliere Carossa)



MULIERE Rocco

Scanderebech lo ha fatto ancora meglio! Adesso permettetemi questa battuta, il mio giudizio sul lavoro di Scanderebech è noto. Ma sto parlando seriamente per quanto riguarda l'Assessore Cavallera.
Perché quando Ugo Cavallera era Assessore, la questione dell'agricoltura era uno degli argomenti al centro del dibattito politico di questa Regione.
Cari colleghi della maggioranza, non se ne parla più dell'agricoltura! Non se ne parla più! Ed è uno dei settori più importanti della nostra economia.
Come abbiamo ribadito più volte, non nutriamo alcun risentimento personale nei suoi confronti. Semmai è una questione politica. Ma sta di fatto che da quando lei fa l'Assessore, dell'agricoltura non se ne parla! un settore dimenticato, e che, invece, richiederebbe la massima attenzione.
Presidente, di fronte a questa gaffe nei confronti della sua Giunta c'è una questione di credibilità. È vero che in questi giorni la credibilità delle istituzioni regionali è quella che è, però vorrei rivolgermi ai colleghi della maggioranza, perché, come me, anche voi avete ricevuto le telefonate in quei giorni.
Questa, prima di tutto, è una questione di credibilità dell'istituzione Regione. Perché quando il giovedì l'Assessore è venuto in Commissione e ha fatto determinate considerazioni, naturalmente tutti noi abbiamo detto: "Va beh, se questa è la situazione...", anche se nutrivamo forti dubbi e li abbiamo espressi quel giorno. Quando ci hanno telefonato le associazioni, i cacciatori e quanti altri, abbiamo detto: "Guardate che domenica potrete andare a caccia di queste specie". Il giorno dopo cambia la versione e al sabato non sapevamo più cosa dire.
questione di credibilità dell'istituzione Regione, perché i cacciatori - lei lo sa, Presidente, così come lo sa l'Assessore - hanno pagato fior di quattrini! Poi, si può essere o meno favorevoli all'attività venatoria, ma chi la vuole praticare, ha pagato fior di soldi per andare a caccia e al sabato non sapeva se poteva farlo o meno, e a chi doveva sparare! Vado nei boschi, perché mi piace passeggiare e, soprattutto, andare a funghi. Non sono un cacciatore, ma in quel frangente mi sono detto: "Quasi quasi non ci vado! Incontro sempre tanti cacciatori quando vado per boschi e mi fermano anche quando vorrei, invece, non parlare con nessuno. Mi hanno fermato quel giorno! Mi hanno detto: "Ma che cavolo state facendo in Regione! Cosa state facendo! Ma è possibile che noi, la sera prima, non sapevamo se potevamo andare a cacciare, e a cacciare che cosa?".
una questione di credibilità prima di tutto. Ecco perché l'Assessore Sacchetto può anche continuare a fare l'Assessore. Ma, Presidente Cota, gli tolga la delega! Gli tolga la delega, perché è una questione di credibilità: noi non siamo più credibili. E dico "noi" perché qui, appunto è la credibilità dell'istituzione Regione, e mi ci metto dentro anch'io.
Perché quando ho incontrato i cacciatori e le associazioni venatorie non dicevano: "L'Assessore cosa sta combinando?", ma dicevano: "Voi in Regione cosa state combinando?".
Noi non vogliamo unirci alle vostre responsabilità, perché ne abbiamo delle altre. Però voi state governando e Sacchetto sta facendo l'Assessore e, come tali, siete responsabili di questa situazione, di questa confusione, di questa mancanza di credibilità che oggi l'istituzione Regione ha nei confronti di un settore importante come quello venatorio.
La questione è delicata e difficile da gestire, difficilissima. Lo abbiamo detto e ne siamo consapevoli. Ma come si fa ad affrontare il tema del referendum a pochi mesi dalla scadenza? Noi lo avevamo detto un anno prima: "Affrontiamo questo tema. Discutiamone e vediamo se è possibile scrivere una nuova legge, che peraltro dovevamo fare tempo fa ma non ci siamo mai riusciti. Facciamo una nuova legge".
Quando siamo andati in Commissione a discutere i testi di legge e le proposte che avete avanzato - lo abbiamo già ricordato - avete avuto un atteggiamento quasi provocatorio: ci chiedono di diminuire le specie cacciabili e noi proponiamo di aumentarle? Sinceramente, quello è stato un atteggiamento che in quel frangente non aiutava di certo. Ecco perché adesso dovremmo chiederci che cosa dobbiamo fare per uscire da questa situazione.
Immaginate che cosa sta succedendo: i cacciatori dovrebbero andare in giro con una cartina per capire quali sono le zone dove si può cacciare e dove non è possibile farlo! Perché con questo atteggiamento non ci siamo preoccupati del calendario venatorio, delle indicazioni dell'ISPRA, non ci siamo preoccupati delle valutazioni di incidenza e nemmeno del Piano regionale faunistico venatorio! Questa è la situazione in cui ci siamo cacciati, anzi in cui voi ci avete cacciato. E adesso si continua con questa confusione, perché pensiamo che la situazione non sia ancora chiara e non so cosa succederà nelle prossime settimane. Sta di fatto che i giorni passano e chi ormai esercita l'attività venatoria è fortemente sfiduciato.
Ecco, si sta ottenendo l'effetto contrario, ed è paradossale che un Assessore - e una maggioranza - che vuole regolare l'attività venatoria stia spingendo a cancellarla da questa Regione. State ottenendo l'effetto contrario, ed è paradossale questa situazione. Allora, che cosa bisogna fare? Occorre azzerare la situazione e lavorare su una nuova legge. Quando avete abrogato la legge n. 70, noi in quest'Aula - e non da un'altra parte! avevamo detto: "Guardate che state commettendo un errore. Facendo così create una confusione totale e aprirete le porte ad altri ricorsi". Così è avvenuto.
Per riaprire un confronto è necessario ridare credibilità e l'Assessore Sacchetto non è l'Assessore migliore a guidare questa situazione.
Ecco perché, Presidente, le abbiamo chiesto di ritirare le deleghe. Se vogliamo affrontare seriamente il problema, è necessario fare questo atto e poi tornare in Commissione a lavorare su una nuova legge.
Occorre dare delle risposte credibili non solo al mondo venatorio, ma anche a quelle associazioni che sono contrarie alla caccia e che hanno posto dei problemi e che bisogna saper ascoltare.
Il sottoscritto è a favore dell'attività venatoria, ma voglio e devo ascoltare anche chi nella società dice cose diverse. Se possiamo trovare delle mediazioni le troviamo, senza cancellare l'attività venatoria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Assessore Sacchetto, dirò in quest'Aula quello che ho già detto qualche volta in Commissione e anche a lei personalmente.
Per me lei è un Assessore che va benissimo, proprio perché sono contro la caccia. Secondo me lei deve rimanere lì dov'è. Lei è portatore di una gestione operativa, ma anche culturale. La caccia non è più una questione che riguarda solo i cacciatori, ma è diventata sempre di più, e diventerà sempre di più, una grande questione culturale. Se noi sfogliamo i giornali di questi ultimissimi tempi, ma anche quelli dei giorni scorsi, ci sono articoli che formano le coscienze dei giovani contro la caccia.
I cacciatori sono, secondo me, una realtà sempre più antistorica. Fa ridere sentir dire da persone armate fino ai denti che la caccia è uno sport, qualcosa da tutelare. Sono sempre stata contraria alla caccia culturalmente contraria, per tante ragioni che ho illustrato e non voglio ripetere per far perdere tempo al Consiglio regionale.
Lei ha le deleghe alla caccia e se resta lì va benissimo, perché non fa che far crescere la coscienza dei giovani contro la caccia; in più, secondo me, per come si è mosso, ha anche fatto arrabbiare tantissimi cacciatori.
Per cui va bene. Ma questa è ironia.
Poi c'è la parte di merito. Nella parte di merito, ascolti anche ci che emerge dal dibattito. Dal dibattito le arrivano anche dei consigli. Io stessa, a margine delle Commissioni, tante volte le ho detto di fare attenzione perché questo è un campo tipico delle esasperazioni. Bisogna riconoscere che ci sono delle esasperazioni che vanno sotto il titolo "cacciatori" e ce ne sono altre che vanno sotto il titolo "ambientalismo" "animalismo", ecc. Per cui tragga qualche frutto. Si governa mediando.
L'arte del governo è la mediazione. Lei fino a questo momento non l'ha messa in atto.
pur vero che si è trovato in un frangente nel quale la tematica del referendum ha avuto un epilogo di un certo tipo, è vero che c'era la necessità di risparmiare (anche se poi dai conti che alcuni colleghi hanno fatto non si è risparmiato tanto), quindi si è trovato in un frangente difficile.
Ragion per cui, quindi, proprio perché lei è una persona giovane - e io ho fiducia nei giovani - colga qualche sollecitazione. Faccio parte di una maggioranza, il Presidente ritiene che lei sia uno splendido Assessore, non ho mai seguito il campo dell'agricoltura, quindi lo conosco poco. Per quello che ho seguito, ho votato contro quello che ha fatto fino adesso e occhio e croce, voterò contro anche sulle prossime iniziative che farà nel campo della caccia, presumo. Però si può fare un po' meglio.
Proprio perché è giovane, ritengo che lei debba sviluppare l'arte del buon governo. L'arte del buon governo c'è, non è un'invenzione, allora si trovi degli elementi di equilibrio. Non le chiedo di acquisire la mia mentalità o la mia sensibilità, che non è di per sé migliore della sua, ma è semplicemente la mia. Quando ero Presidente del Consiglio votai contro la legge sulla caccia, in questo Consiglio regionale lo facemmo in sei, ma non vuol dire niente.
Anche rispetto alle modalità con la quale vuole lavorare, consideri che lei presiede un campo dove deve tener conto, come qualunque altro Assessore di qualunque altro settore, delle opinioni di tutti. Da questo punto di vista, mi auguro che questo dibattito le possa servire.
Ho votato contro i suoi provvedimenti, continuerò a votare contro, di questo lei può essere assolutamente certo, anche se faccio parte della maggioranza.
Mi auguro che questo dibattito le serva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Consigliere Muliere, dopo aver ascoltato il suo racconto, nel bosco poteva andarle peggio: le hanno solo parlato...



(Commenti in aula)



MARINELLO Michele

Noi viviamo una seduta di Consiglio regionale paradossale. La richiesta di revoca delle deleghe all'Assessore Sacchetto, a nostro avviso, è fuori luogo, fuori tempo ma, soprattutto, è totalmente staccata rispetto alle aspettative del mondo che sta fuori.
Se nei giorni in cui è stata presentata, forse, ci stava come retaggio stanco di un vecchio modo di fare politica, chiedere l'iscrizione di un ordine del giorno oggi è un perseverare che deve far riflettere. È la replica di un teatrino che dovrebbe essere minato profondamente nelle fondamenta dei giorni che stiamo vivendo.
Sembra che la classe politica - mi metto dentro anch'io - non sappia più uscire da quel circolo vizioso in cui è entrata anni addietro e dal quale non riesce più a liberarsi. È un circolo vizioso che coinvolge tutti nessuno è escluso; forse varrebbe la pena riflettere su come affrontare questa fase storica, su come modificare le dinamiche interne del confronto politico.
Premesso ciò, sono tanti i motivi per i quali non voteremo la mozione di sfiducia all'Assessore Sacchetto, perché di questo si tratta, nella sostanza. Anzitutto perché, concedetemelo, se in molti hanno forzato concetti e hanno detto cose pesanti, allora forzo anch'io il concetto: questa mozione è una baggianata incredibile. Una delle più grandi baggianate alle quali abbiamo assistito in Consiglio regionale.
Potrebbe finire qui l'argomentazione al voto contrario alla mozione di sfiducia all'Assessore Sacchetto, ma per questioni di liturgia politica voglio continuare. Nel merito. Non sono un tecnico, ma faccio politica e amministrazione da una ventina d'anni e qualcosa capisco.
All'Assessore Sacchetto viene imputata una maldestra gestione della vicenda inerente alla sentenza del TAR sui quesiti referendari. Da dove arriva questa sentenza? È una vicenda che giunge a conclusione dopo circa 25 anni.
Finita l'analisi nel merito, risparmio le considerazioni già fatte dal Consigliere Vignale. Serve dire altro? È una questione che si trascina da 25 anni. Di chi è la gestione maldestra? È dell'Assessore Sacchetto, che subisce una decisione giacente sotto la cenere da 25 anni, o di chi non ha risolto la questione prima? Semmai dovessero esserci responsabilità dell'Assessore Sacchetto (pu darsi), se ne prenderà la sua quota parte: se ne prenderà un venticinquesimo, con la differenza che la gestione della sentenza derivante da omissioni e gestioni maldestre degli anni precedenti (gli altri ventiquattro venticinquesimi) ce la siamo dovuta sciroppare noi! Voglio vedere come avrebbero gestito una fase così delicata, che non capita tutti i giorni, i censori di oggi. L'avrebbero gestita come hanno gestito la partita caccia fino ad oggi: male, perché se si è arrivati alla sentenza, vuol dire che qualcuno di maldestro, secondo i vostri canoni, c'è stato anche e soprattutto prima.
Sdrammatizzando, mi viene voglia di dire che se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo! Nel nostro caso, è dal primo giorno che la sfiga ci perseguita. Quella dell'Assessore Sacchetto è una delle questioni forse più insignificanti: immediatamente dopo le elezioni c'è stata la questione dei ricorsi, che stiamo vivendo ancora oggi (TAR, Consiglio di Stato Cassazione, Corte Costituzionale, Tribunale dei Diritti dell'Uomo, Corte Europea, manca un remake del processo di Norimberga e li abbiamo fatti tutti!). Prima di arrivare a Torino ero convinto di due cose: che la giustizia fosse uguale per tutti e che i gradi di giudizio fossero tre.
Queste due certezze sono crollate sotto i colpi di una vicenda assurda quella della ex Presidente Bresso e dei suoi avvocati, che peraltro sono sempre molto sul pezzo, e questo è un dato che va sottolineato.
Dopo le elezioni, oltre alla questione dei ricorsi c'è stato il Piano di rientro: pronti via, Piano di rientro sulla sanità (ne stiamo scontando ancora oggi i problemi).
Strettamente legata alla questione del Piano di rientro è la questione finanziaria: una disastrosa situazione del bilancio (quando siamo arrivati ogni cassetto che si apriva si trovava un buco), l'esaurimento della capacità di indebitamento, le ASL al collasso, la contrazione delle risorse. Altro che gestione maldestra dell'Assessore Sacchetto! Altro che dilettanti! Consigliere Stara, dove sei andato, con il tuo Gruppo? Poi, la crisi internazionale, i tagli del Governo centrale, l'avvento della tecnocrazia capitanata dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, dall'Unione Europea, l'azzeramento del sistema degli Enti locali, il caso Fiorito, la finanza nei Gruppi! Vogliamo pensare che in questo contesto abbia senso parlare di mozione di sfiducia all'Assessore Sacchetto? Rendiamo conto di quello che stiamo facendo questa mattina (per questo dicevo "scelta fuori luogo e scelta fuori tempo")! Inoltre, si prende di mira un amministratore onesto, preparato disponibile, intelligente, capace, impegnato, attivo, presente, dinamico, e sfido chiunque a dire che non è così, in tutte...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, per favore! Il Regolamento non prevede limiti agli aggettivi quindi, per favore! Prego, Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Anche bello, ma i giudizi estetici sono soggettivi! Un amministratore - dicevo - che, in tutte le occasioni in cui si è mosso sui territori, ha dato modo di essere orgogliosi di averlo nella Giunta; principalmente noi leghisti siamo orgogliosi di averlo come appartenente al nostro movimento.
Il vero "scandalo Sacchetto" non è la questione della gestione del ricorso, del referendum sulla caccia o quanto è successo in merito a tale questione; il vero "scandalo Sacchetto" è quanto è successo in questi giorni: la scelta virtuosa di un Assessore che decide di non utilizzare l'auto blu e di viaggiare con la propria macchina sul territorio piemontese viene additata come la scelta di uno che sperpera i fondi pubblici! Questo è il vero "scandalo Sacchetto"! Il vero scandalo è che un buon amministratore, onesto e trasparente venga additato come il peggiore dei Fiorito! Questo è il vero "scandalo Sacchetto": una cosa vergognosa, fatta in malafede, facendo cattiva informazione e dimostrando che la caccia alle streghe ormai non guarda più in faccia nessuno.
la stortura di questo periodo storico: una scelta virtuosa che porta ad essere attaccati; una strumentalizzazione becera, che va denunciata in questa sede, per quel che può valere denunciarla in questa sede.
Poniamoci una domanda: vale ancora quello che diciamo e facciamo qui dentro? Interessa ancora a qualcuno? L'impressione che ho è che ormai siamo un'assise autoreferenziale lontana dal mondo, isolata nella sua gabbia. Io posso ammirare la verve dialettica del collega Ronzani, la capacità di improvvisazione di Reschigna, l'autorevolezza di Burzi, il cuore di Carossa, la preparazione dell'Artesio, l'esperienza di Angeleri, le capacità del Presidente Cattaneo. Ammiro queste caratteristiche...



(Commenti del Consigliere Pedrale)



MARINELLO Michele

La puntualità di Pedrale! Posso chiedermi, qui dentro, come mai vi siano colleghi che non hanno mai proferito parola, o perché qualcuno brilli per assenza. Posso chiedermelo, ma che senso ha? È una questione che interessa solo noi, è uno spettacolo teatrale senza pubblico. Il dibattito e la dialettica interna e i lavori in Consiglio e in Commissione sono ormai cosa per pochi intimi per addetti ai lavori. Ce la suoniamo e ce la cantiamo da soli, perch l'immagine che ne esce dal Palazzo è che qui siamo tutti uguali: chi parla e chi non parla, chi dice cose sensate e chi dice stupidate, chi arriva puntuale e chi no, chi legge gli atti e chi non li legge, chi lavora e chi ascolta la musica, chi interviene e chi è silente, chi dà il suo contributo e chi ha lasciato la capacità di analisi nella lettura del menu al ristorante! Siamo tutti ladri uguali, tutti incapaci uguali, tutti impostori uguali! questo che non spiega la mozione di oggi! Alimentiamo una liturgia che appartiene solo a noi. Qui dentro siamo come i panda: siamo una razza in estinzione! Facciamola questa riflessione: piaccia o non piaccia, ci hanno spianato, ci stanno spianando! Se dovessimo votare domani, pochi di noi rientrerebbero; forse i due "grillini", o forse solo uno, perché l'altro non lo vedo messo benissimo! Perché andiamo a fare dei distinguo, quando ci vedono tutti uguali? Noi siamo veramente come allo zoo: fra un po' arriveranno a girare i documentari e ci lanceranno il bambù e le noccioline! Chiudo con una provocazione: facciamo gli ambientalisti anche noi! Se non vi stanno bene le motivazioni con le quali abbiamo spiegato il nostro voto contrario alla mozione di sfiducia, se non vi vanno bene le motivazioni nel merito, portate avanti in maniera molto preparata - come sempre - dal collega Vignale, allora intendiamo la bocciatura della mozione proposta contro l'Assessore Sacchetto come l'estremo tentativo di tutelare uno dei rari esemplari nella gabbia, perché di questo si tratta.
Se continua così e se continuiamo così, se continuiamo a perpetuare un modo di fare politica che la gente non vuole più, se continuiamo a perdere le mattinate in Consiglio regionale a discutere su una mozione contro un Assessore che non ha senso e se continuiamo con l'ostruzionismo, con gli schemi della politica che la gente sta rigettando, il problema, la questione, non sarà di revocare le deleghe a questo o a quell'Assessore: sarà che ci revocheranno tutti! Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente. Cercherò di essere veloce, perché tanto è già stato detto.
Mi rivolgo a tutta l'Aula, dicendo: chi è senza peccato scagli la prima pietra; chi non ha mai sbagliato lanci la prima pietra.
Il problema della caccia - devo riconoscerlo - non è stato ben gestito ma non do tutte le colpe all'Assessore Sacchetto. Forse è stato mal consigliato, forse ha seguito i canali di alcuni cacciatori un po' bracconieri! Abbiamo parlato della riduzione delle specie cacciabili, ma anche questo non è avvenuto, non è stato possibile attuarlo.
Voglio anche dire - e chi è cacciatore lo sa benissimo - che il Piemonte è tra le regioni che hanno il minor numero di specie cacciabili.
Questo bisogna riconoscerlo, anche se - lo voglio ribadire, qualcuno l'ha citato questa mattina - con l'Assessore Sacchetto e il Presidente Cota avevamo assunto un impegno, tutti insieme, abrogando una legge e dicendo ai cittadini piemontesi che nel giro di pochissimo tempo (un mese e mezzo, al massimo due) avremmo messo in moto una nuova legge.
Questo non è stato fatto. Non abbiamo tenuto conto delle 60 mila persone che chiedevano il referendum, non abbiamo avuto la sensibilità nei loro confronti.
Dobbiamo renderci conto che il mondo sta cambiando! Quanta gente - l'ha detto bene la Consigliera Spagnuolo, prima - quanti giovani sono contro la caccia! Non si può non tener conto di questo popolo che sta crescendo sempre di più.
Noi dobbiamo avere sensibilità nei confronti di questi; ne sono certo provengo dal mondo agricolo e so cosa significano i danni provocati dagli ungulati all'agricoltura, però dobbiamo anche dire che dobbiamo impegnarci per modificare o creare una nuova legge.
Io, come Gruppo UDC, non chiedo le dimissioni dell'Assessore Sacchetto però sono pronto a impegnarmi, assieme al mio Gruppo, a sederci attorno a un tavolo per realizzare non più con parole, ma con i fatti, questa nuova legge sulla caccia e la nuova riforma, tenendo conto dei referendari tenendo conto delle nuove riforme, tenendo conto di chi è contro la caccia.
Vi parla uno che paga i permessi. Quest'anno i miei colleghi sono tutti incavolati, come ha detto Muliere e anche altri, che hanno pagato le tasse regionali, nazionali, assicurazione e poi non si sa se vai, se non vai, che specie cacciare e quale no.
Questo non deve più capitare, ma dobbiamo affrontare questa partita con serietà e sensibilità.
Con questo, Assessore Sacchetto, da parte mia ha il perdono. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Il perdono del collega Negro vale doppio perché è anche un perdono ecclesiale, quindi sei fortunato, Claudio.
Pertanto, credo che tra il sostegno che questa maggioranza ti darà e anche gli auspici ecclesiali, oggi noi respingeremo una richiesta di sfiducia all'Assessore Sacchetto che riteniamo immotivata nel merito e anche sbagliata nella forma. Qui si è cercato un pretesto per attaccare l'Assessore Sacchetto e per rinfocolare tutta una polemica contro...



(Commenti in aula)



PEDRALE Luca

Chiedo scusa. Sto già pensando alla Provincia di Biella.
Dicevo, per rinfocolare una polemico che forse, più che altro, avviene in Regione Piemonte rispetto ad altre Regioni italiane, dove questa polemica e questa contrapposizione fra chi è a favore della caccia e chi è contrario non ha questo clima, non ha l'asprezza che invece qui puntualmente constatiamo.
Evidentemente è un dato storico, perché dal 1986 vi erano queste richieste di referendum, quindi anche qui sarebbe simpatico andare a chiedere a chi ha firmato all'epoca questa richiesta di referendum se ancora la pensa in questa maniera, se ancora gode di buona salute (glielo auguro), ma sta di fatto che avevamo la legge regionale più restrittiva che c'era a livello nazionale. In altre Regioni amministrate dalla sinistra anche con Amministrazioni e Giunte regionali con dentro Assessori verdi non vi era una legislazione così restrittiva come quella del Piemonte.
Poi, vi è stata la scelta di andare verso una nuova legge regionale che in qualche maniera contemplasse i quesiti referendari e, comunque, la necessità di tenere viva l'attività venatoria. È un equilibrio difficile e complesso, e per questo capisco le difficoltà che ha incontrato l'Assessore Sacchetto; difficoltà non solo politiche, ma anche burocratiche, con cui si è dovuto confrontare.
Burocrazia regionale e burocrazia nazionale spesso non dialogano fra di loro e, alla fine, complicano semplicemente la vita al politico di turno.
Credo che gli attacchi siano stati ingenerosi e immeritati verso un Assessore che, con impegno e sincerità, sta portando avanti il suo lavoro.
vero che c'è un'opinione pubblica piuttosto diffusa che è contro la caccia, ma, come ha detto anche il collega Negro, la cosa migliore è un giusto equilibrio faunistico e naturalistico in alcune zone del Piemonte dove i danni recati dagli ungulati sono molto ingenti; le ATC non hanno le risorse, la Regione non ha le risorse per poter pagare questi danni.
Quindi, un giusto equilibrio e conciliazione fra attività venatoria e rispetto delle specie cacciabili ci deve essere nella nuova legge regionale, che adesso dovremo realizzare in tempi rapidi.
Come anche è stato ricordato in alcuni interventi, alcune difficoltà che ha dovuto affrontare l'Assessore Sacchetto le hanno dovute affrontare altri Assessori regionali del centrosinistra nella passata legislatura soprattutto per quanto riguarda la predisposizione del Piano faunistico regionale, addirittura presentato in extremis a fine legislatura.
Quindi, cari colleghi, capisco che la ritardata apertura dell'attività venatoria in questa stagione autunnale sia stata un'occasione ghiotta per rinfocolare polemiche che si erano assopite prima della pausa estiva. Per cui credo che le motivazioni e i problemi che ci sono stati siano dovuti soprattutto a difficoltà burocratiche fra la burocrazia regionale e quella nazionale, ma l'Assessore Sacchetto ha cercato e sta cercando di portare avanti un progetto equilibrato di una nuova legge regionale che contempli un certo numero di specie cacciabili, nel rispetto dell'ambiente e del territorio. E se ha avuto un difetto, se ha commesso un errore è che è stato sincero. Perché in questa politica nazionale e anche regionale piemontese continua a vigere invece sempre - sempre - una grande ipocrisia.
Lui ha avuto il coraggio di dire che è amico dei cacciatori. Questa cosa non gli è mai stata perdonata.
Nel passato, altri che magari erano amici dei cacciatori più di lui non lo dicevano, facevano gli ambigui e magari certi attacchi personali non li subivano. Lui è stato sincero, pensando che fosse cambiata la politica.
Invece la politica di questo Piemonte e anche nazionale purtroppo non cambia e non cambierà, per cui vige sempre l'ipocrisia e non dire quello che sinceramente si pensa.
Per tutte queste ragioni, e anche per la simpatia umana che esprime l'Assessore Sacchetto, il Gruppo del PdL respingerà la mozione di sfiducia che è stata presentata contro la sua persona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La cronistoria dei fatti è stata già ben delineata da diversi colleghi ma vorrei sottolineare alcuni aspetti. Tutti conoscono la nostra posizione in tema di caccia; peraltro, abbiamo avuto modo di esprimerla bene durante le decine di sedute della III Commissione.
Credo che quello che è successo - mi riferisco soprattutto al fatto di un'abrogazione totale di una legge regionale per evitare uno dei pochissimi istituti di partecipazione diretta presente nell'ordinamento sia nazionale che regionale - sia un precedente molto, molto pericoloso. L'abbiamo detto l'abbiamo scritto, lo abbiamo ribadito e lo ribadiremo ancora in questo contesto.
Questo lo dico per dimostrare che possiamo in qualche modo dichiarare di affrontare questo tipo di argomento con un punto di vista un po' diverso rispetto a quello che è stato il punto di vista di alcuni colleghi.
Comunque, sono a favore di questa mozione di ritiro delle deleghe all'Assessore.
Perché, come abbiamo avuto più volte modo di ribadire da parecchio tempo, e purtroppo è un fenomeno bipartisan, sta capitando proprio questo.
A livello nazionale, anche se abbiamo poi visto che le conseguenze peggiori sono a livello regionale, quello che è il rispetto di una delle poche prerogative della democrazia diretta dei cittadini, quindi dei referendum (ed eventualmente anche quella delle leggi di partecipazione popolare di proposizione da parte del cittadino) non solo non viene rispettato, ma addirittura viene evitato di proseguire o affrontare provvedimenti proposti in questo tipo di istituto.
Come stavo dicendo, c'è stata una volontà - che qui torna di attualità da parte di tutto quello che era il consenso parlamentare a metà degli anni '90, di annientare, di cancellare e di ignorare quella che è stata la volontà dei cittadini rispetto al finanziamento pubblico ai partiti (ripeto: torna assolutamente di attualità). Non c'è stata la volontà, o comunque noi non la intravediamo (non solo noi, anche le associazioni che si stanno battendo da tempo per questo), di applicare quelle che sono state le risultanze di un referendum importantissimo come quello per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, che poi si è allargato anche ad altri servizi.
Purtroppo dobbiamo ammettere che, dopo così tanto tempo (parliamo di quasi due anni), non c'è stata la volontà di affrontarla, se non in piccoli sporadici esempi.
Quello che è stato fatto da questa Giunta, e in particolare rispetto alla delega dell'Assessore Sacchetto sull'attività venatoria, ha raggiunto proprio l'apice di tutto questo: la cancellazione di una legge intera per evitare che il cittadino, pur nelle stesse dichiarazioni di molti esponenti della Giunta tenuto in considerazione e ribadito più volte come al centro di quella che deve essere la scelta - quindi il cittadino al centro - poi non viene tenuta in considerazione, non tanto nel risultato, quanto nella possibilità di esprimersi.
Ci sono poi altre questioni, come quella relativa al fatto che purtroppo, questo tipo di attività e di settore viene trattato in modo scomposto e con atti non così misurati come invece dovrebbero essere. Si tratta, come altri, di un settore delicato, proprio per il fatto che le sensibilità sono comunque varie e riguardano non soltanto chi pratica questo tipo di attività, ma tutta la cittadinanza, non creando nemmeno un vantaggio per quello che è il gruppo, o comunque la parte di popolazione che invece pratica l'attività ed è a favore di questo tipo di attività.
Mi dilungo ancora un paio di minuti sui costi, perché anche a livello mediatico è stato fatto passare il fatto che l'abrogazione di legge - barra possibilità di esprimersi nel referendum da parte dei cittadini abbia comportato un risparmio, per quanto riguarda il bilancio della Regione.
Questa dichiarazione nasce forse dalla confusione che abbiamo rilevato anche in altri momenti, e che abbiamo cercato di denunciare, sia a voce sia per iscritto con comunicati alla cittadinanza, tra i costi della democrazia e i costi della politica.
Chiaramente - e purtroppo ritorno a quella che è l'attualità - molti media cartacei e media tradizionali sono funzionali a questo tipo di confusione e attuano delle azioni per mischiare le carte ancora di più rispetto a quanto già fanno alcuni rappresentanti istituzionali a tutti i livelli, in modo strumentale.
Dopo tutti i passi azzardati, quindi, che non hanno portato ad una conclusione, stiamo ancora aspettando una proposta vera, integrale e completa. Ricordo che ci sono atti da parte della maggioranza che sollecitano l'Assessore, o comunque la Giunta, a fare una proposta che poi verrà discussa. Abbiamo fatto decine di sedute in Aula, il più volte discutendo proprio nel merito delle questioni, che in qualche modo, con un colpo di mano, sono state cancellate. In pratica abbiamo speso - non dico perso ma speso - molto tempo e risorse, per una discussione che ad un certo punto, grazie a consiglieri (in questo caso "consiglieri" nel senso di attori che consigliano l'Assessore), è stata spazzata via con un emendamento abrogativo dell'intera legge.
Anche su questo punto abbiamo già espresso le nostre posizioni: il fatto di annullare un'intera legge - lo ripeto ancora - è un atto molto pericoloso. Era stato tentato qualcosa anche a livello nazionale sul referendum per una nuova filiera nucleare, cioè il nuovo referendum che ha di fatto annullato la possibilità - speriamo per sempre - di proporre una nuova filiera nucleare in Italia. Meno male che in quel caso non è andata in questo modo.
Il fatto di avere annullato una legge, perché è stata proprio annullata e cancellata, ci ha visti protagonisti, purtroppo in negativo, anche per quanto riguarda il contesto delle altre realtà regionali.
Noi, quindi, siamo per quest'azione precauzionale - che noi riteniamo precauzionale - rispetto agli atti scardinati, fino adesso, da parte dell'Assessore, relativamente a questa sua delega.
Per questo motivo, voteremo a favore della mozione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per qualche minuto, anche per testimoniare il fatto che all'interno del Partito Democratico, rispetto alle questioni che riguardano la caccia, ci sono sensibilità differenti.
Devo dire che i miei colleghi favorevoli alla caccia utilizzano sempre nei loro interventi, equilibrio e buonsenso; equilibrio e buonsenso ai quali anch'io ho cercato di ispirarmi, essendo invece sempre stato contrario alla caccia.
Apparteniamo ad un partito, quello democratico, che non ha padroni e all'interno del quale uno può anche pensarla in maniera diversa. Certo, lo statuto e le regole del partito vanno rispettate, e questo è corretto all'interno di un grande partito, ma ognuno di noi è libero di pensarla come vuole, su un argomento di questo tipo.
Sacchetto, non userò né parole né toni forti nei tuoi confronti, un po' per simpatia personale, un po' perché li hanno già usati i miei colleghi e un po' perché sto invecchiando. Sai, la vecchiaia un po' addolcisce e ti fa passare la voglia di essere arrogante e aggressivo: non succede sempre, ma la media è che uno, invecchiando, si addolcisce. Non voglio farlo perch vivo con sofferenza questo momento della vita politica del Paese. Ogni giorno un fatto nuovo e qualche volta le storie personali di persone specchiate, senza che potessero nemmeno prevederlo, vengono in qualche modo infangate.
Non uso parole forti perché ha ragione Marinello: questo dibattito arriva un po' in ritardo rispetto al tempo e al momento nel quale sarebbe stato giusto svolgerlo. Michele, non è colpa nostra. Abbiamo chiesto da tempo che si potesse svolgere un dibattito, non tanto sulle tue dimissioni quanto sul modo con il quale tu stai gestendo il tuo Assessorato.
Effettivamente questa è una discussione che andava fatta un mese fa ed era una discussione che andava fatta soprattutto in quello che io considero uno dei momenti più critici del tuo lavoro e che ha riguardato la questione del referendum sulla caccia.
Ha ancora ragione Michele Marinello quando dice che noi dovremmo, in Aula e in questa fase (siamo quasi a novembre), occuparci dell'assestamento di bilancio, della finanziaria della Regione e delle questioni che riguardano la sanità.
Il Presidente spesso usa un'enfasi eccessiva rispetto ai risultati che l'Assessore Monferino sta riportando, ma oggi la Commissione che al Governo si occupa delle questioni sanitarie dice che i conti del sistema sanitario piemontese sono fuori controllo e quindi probabilmente sono altre le ragioni delle quali ci dovremmo occupare.
Oggi ci occupiamo di questo, ripeto, non per colpa nostra, ma perch evidentemente non c'è stato il tempo o non si è voluto; forse dilazionare può essere utile perché, uscendo dal calore del momento della discussione le cose effettivamente sembrano non avere più tanto senso e si stemperano.
Quali sono, secondo me - dico naturalmente quello che penso - i tuoi difetti? Non credo che tu abbia disponibilità al dialogo, non nei confronti dei Consiglieri regionali, perché credo che chiunque abbia chiesto di parlarti, di incontrarti o ti abbia sottoposto un problema tu sia stato disponibile, ma il dialogo e la disponibilità non devono essere tanto e solo nei confronti dei tuoi colleghi: devono essere nei confronti di quelli con i quali tu ti confronti al di fuori del Consiglio regionale.
Sacchetto, vorrei che tu riconoscessi - e secondo me farebbe bene alla politica - che la gestione del referendum è stata una gestione fallimentare. Non c'è niente di male a riconoscerlo. È stata, Sacchetto una gestione fallimentare. E vorrei che tu riconoscessi che anche la gestione dell'apertura della stagione venatoria è stata fallimentare perché alla fine non ha accontentato né quelli che sono contro la caccia n i cacciatori (che per fortuna non hanno sparato a Muliere, perché se fosse successo effettivamente sarebbe stata una cosa abbastanza grave).
Vorrei che tu, Sacchetto, dicessi una volta: "Sto imparando, perch fare l'Assessore regionale non è una cosa facile e perché fare l'Assessore regionale comporta responsabilità importanti". Probabilmente ti tocca anche la sfiga, ma questa è la politica: chi governa si assume la responsabilità delle scelte nel momento in cui quella scelta si opera. E non è colpa di nessuno, soprattutto non è colpa di quelli che il referendum lo chiedono da 25 anni, se il referendum sulla caccia è arrivato nel momento in cui tu facevi l'Assessore. Poteva capitare a Taricco, ma evidentemente è stato più fortunato di te e non gli è successo. Certamente anche Taricco avrebbe avuto dei problemi a gestire una questione così delicata, ma le questioni vanno affrontate con disponibilità e con umiltà.
Devo dire che con molti Assessori non riusciamo ad avere un confronto in Commissione e finiamo sempre con l'occuparci delle stesse cose. Penso che tu stia facendo il tuo lavoro e non vorrei che tu, come Cirio, fossi un Assessore del territorio (lo dico scherzando), cioè vorrei che tu ti occupassi di tutte le questioni regionali.
Questa situazione è antipatica per te e presumo che tu non sia contento questa mattina, ma se tu riconoscessi questo e dicessi: "Da adesso per visto che noi dobbiamo costruire una nuova legge sulla caccia", dimostrando disponibilità, ripeto, non tanto nei confronti del Consiglio, ma soprattutto nei confronti di quelli con i quali rispetto alla legge sulla caccia ti deve confrontare, credo che questo ti aiuterebbe ad uscire da un momento che, da un punto di vista politico, è certamente un momento di difficoltà.
Alla mia età, gli errori si riparano con difficoltà, ma alla tua no: c'è tempo e spazio per ricostruire i rapporti e soprattutto per mostrare di avere imparato. Poi, se uno è Maradona o Pelè, può permettersi qualunque cosa, ma qui ci sono tanti buoni centrocampisti, diciamo così, ma non ci sono né Maradona né Pelè, quindi umiltà e disponibilità credo che siano due condizioni essenziali per poter fare bene politica anche nel futuro che ti auguro.
chiaro che ovviamente voterò la mozione di sfiducia del mio partito sperando che ti serva a cambiare atteggiamento.



PRESIDENTE

Quest'intervento del collega Boeti mi mette in condizioni di ricordare all'Aula che non stiamo trattando una mozione di sfiducia, ma una mozione di revoca delle deleghe. Mi permetto di dirlo, perché il nuovo Statuto della Regione e la nuova legge elettorale, con la nomina diretta degli Assessori, non prevede l'istituto della sfiducia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Devo dire che mi ero ripromesso di non intervenire in questo dibattito anche perché c'era già stata occasione di discutere di questioni analoghe e comunque dell'operato dell'Assessore Sacchetto, se vi ricordate, non più tardi di un anno fa e più volte ne abbiamo discusso anche in Commissione a più riprese. Sono stato stimolato a prendere la parola dopo l'intervento molto sagace e sapido del collega Marinello.
Devo dire, collega Marinello, che condivido buona parte del tuo intervento: hai fatto un'analisi della situazione attuale che è assolutamente ineccepibile. Purtroppo, che siano state mescolate le pere con le mele, nel senso che hai detto delle cose vere e sacrosante sull'analisi attuale, ma a mio parere c'entrano poco con la questione legata alle deleghe dell'Assessore Sacchetto.
L'intervento che più mi è piaciuto è stato quello della Consigliera Spagnuolo, al quale mi associo completamente, Assessore Sacchetto. Che ci siano stati degli errori nella gestione di questa partita credo che sia innegabile da parte dell'opposizione, ma credo che, a maggior ragione questo pensiero debba essere fatto proprio da parte della maggioranza.
Che lei, Assessore Sacchetto, sia stato particolarmente sfortunato in questo periodo storico è ugualmente innegabile. Che lei sia in buona fede Assessore Sacchetto, per quanto mi riguarda, è altrettanto innegabile.
Il nostro atteggiamento sulla caccia lei lo conosce e sa che, con molta coerenza e lealtà, l'abbiamo portato correttamente all'interno della maggioranza in una posizione non semplice, insieme ad altri colleghi (Lupi Spagnuolo, ecc.). Non abbiamo inseguito la caccia alle streghe, un po' perché non è nostra cultura e un po' perché credo che non servisse a risolvere i problemi.
Voglio solo ricordare all'Assessore Sacchetto - e questo glielo chiedo formalmente come parte di questa maggioranza e come parte di questo Consiglio - che c'era un impegno con il superamento del referendum che, a tutt'oggi, non è stato ancora messo in cantiere, non è stato né portato a termine né iniziato, ed è quello di una nuova legge. Se questa assenza del rispetto dell'impegno continuerà, penso che a un certo punto ci sarà, da parte dei Gruppi consiliari e dei Consiglieri regionali presenti in quest'Assemblea, una normale iniziativa legislativa che porterà all'attenzione dell'Aula e dei colleghi una proposta di legge.
Vorrei che questa proposta di legge arrivasse dalla Giunta, perch qualcuno maliziosamente potrebbe interpretare quest'inerzia come una volontà di aggirare quello che era il dettato del giudice, e sono sicuro che così non è. Ma è indubbio che un'eccessiva inerzia in questo senso potrebbe portare a questa lettura. Tra l'altro, è una delle accuse che hanno portato a più riperse i vari comitati referendari.
Ritengo che tutto ciò sia da mettere in cantiere e da portare all'approvazione, ovviamente col contributo di tutti, soprattutto dell'opposizione - che, ricordiamolo, in questa partita comunque è stata finora, responsabile - e comunque va fatto, perché continuando nell'assenza della legge regionale richiamandoci alla legge nazionale evidentemente facciamo un danno sia ai cacciatori e ovviamente anche a chi cacciatore non è.
Assessore Sacchetto, ritengo di aver detto tutto. Non ho avuto l'enfasi e non ho potuto usare la beltà dell'intervento del collega Marinello, che ha citato indirettamente Rino Gaetano (mancava solo che citasse "ma il cielo è sempre più blu") e ha praticamente detto tutto quello che poteva dire.
Al di là di quello che dice il collega Marinello - ripeto, per l'80 assolutamente condivisibile, soprattutto sull'analisi attuale della situazione - è indubbio che noi, come Consiglio, voi come Giunta, noi come Regione, una risposta, a completamento di quel percorso,va data.
Mi piacerebbe che ci fosse anche in questa sede un impegno formale a completare quel percorso. Mi rendo conto che non è semplice e sicuramente le ultime sentenze del TAR, che rispettiamo, non hanno aiutato il completamento di quel percorso, ma non è colpa né di chi ha fatto la sentenza né di chi ha fatto ricorso.
E sicuramente lei non è fortunato a costruirlo, e forse noi tutti non siamo fortunati, ma lei particolarmente, e non gliene facciamo assolutamente una colpa.
Le chiediamo però di mantenere gli impegni che di fronte a questa Assemblea e di fronte a tutto il mondo venatorio e non del Piemonte ci siamo presi.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei che sia chiara una cosa. Noi non abbiamo chiesto un Consiglio regionale per discutere i pregi e i difetti della persona dell'Assessore Sacchetto. Non mi interessano.
Non abbiamo neanche chiesto un Consiglio regionale in questa mozione per fare un gesto stanco e rituale.
A coloro che pensano che spostando la discussione odierna un piano di chi più è capace fare le battute o sul tentativo di trascinare tutti nello stesso giudizio negativo, rispondo che purtroppo passo per essere una persona che sorride e che negli ultimi mesi sorride ancora meno, ma che mai tollererò di essere trascinato in una responsabilità che non appartiene a questo Gruppo per le responsabilità e per il ruolo che sta assumendo in questo Consiglio regionale.
Il problema non è quello di cavarsela con una battuta. E vorrei partire, ringraziando della presenza in Aula il Presidente Cota, da un dato politico molto evidente. Quando è stato inserito l'articolo della legge finanziaria che, di fatto, facendo entrare in vigore la legge nazionale sul referendum sulla attività venatoria, la maggioranza ha tentato di accompagnare quel voto da un documento politico, che impegnava la Giunta regionale a presentare la nuova legge regionale sull'attività venatoria entro 60 giorni.
Quell'ordine del giorno non è mai stato approvato per la semplice ragione che quel giorno su quel documento non si è ritrovata neanche la maggioranza, per una semplice ragione, che non è oggetto della discussione odierna, ma a cui mi riallaccio brevemente: che questa è una materia delicata, su cui gli orientamenti all'interno delle forze politiche sono trasversalmente diversi.
Se si vuole immaginare di essere capaci,come legislatori piemontesi,di fare una nuova legge regionale sull'attività venatoria bisogna che questi orientamenti politici trasversalmente diversi abbiano un elemento di riferimento credibile.
E arrivo alla conclusione del mio ragionamento per poi motivarlo con alcune riflessioni successive.
Quando si è tentato di discutere in sede redigente - e noi abbiamo già considerato un errore la richiesta della maggioranza della sede redigente su tale provvedimento - di questa legge, il comportamento politico del gruppo regionale del PD è stato un comportamento politico, Assessore Sacchetto e Presidente Cota, teso alla costruzione di una nuova legge.
Non ci sarà più questo comportamento politico. Non pensate di risolvere i problemi delle differenze di sensibilità all'interno della maggioranza puntando su un'operazione trasversale. Perché non ci sarà più questo comportamento politico? Perché non ravvisiamo più la necessità e l'urgenza di dover assumere una nuova legge regionale più equilibrata che disciplina la materia venatoria? No, perché non abbiamo un interlocutore credibile.
Questa non è una farsa che consumiamo qui dentro, sia ben chiaro.
L'Assessore Sacchetto e i comportamenti politici dell'Assessore Sacchetto sul piano personale posso esprimere tutte le considerazioni del caso, ma non è questo il problema - hanno urtato tutta la dimensione ambientalista all'interno di questa Regione, poi sono stati tali da urtare anche tutta la componente delle associazioni venatorie in questa Regione.
Forse ce la siamo scordata l'audizione di poche settimane fa in sala Morando quando tutte le associazioni venatorie del Piemonte hanno lanciato un pesantissimo j'accuse nei confronti dei comportamenti politici di questa Giunta su questa materia! E ci aggiungo un altro motivo di riflessione: hanno urtato la sensibilità del Consiglio regionale, che è cosa poco importante o tanto importante, ma esiste anche questa. E l'hanno urtata per una ragione molto semplice, che voglio sintetizzare in questo modo, perché durante tutte le discussioni e le giornate in cui abbiamo cercato di discutere in sede di Commissione consiliare come il Piemonte poteva darsi una nuova legge in materia di attività venatoria, abbiamo assistito a continui tentativi di blitz da parte dell'Assessore. Primo, con un emendamento che almeno poteva essere rappresentato alla complessità del Consiglio regionale, teso già in quel momento a fare decadere la legge regionale, per fare entrare la legge nazionale.
Poi, per un governo regionale presieduto da un Presidente espressione del partito della Lega Nord, rinunciare ad esercitare su questa materia l'autonomia regionale è una sconfitta politica, la più pesante sconfitta politica.
In secondo luogo, perché durante quelle sedute, che a me sono fortemente presenti, l'Assessore continuava a presentare emendamenti tesi ad ampliare l'attività venatoria, non a ricostituire un nuovo punto di equilibrio.
Come possiamo dare affidamento a comportamenti siffatti? E come potete immaginare che a questi comportamenti siffatti possa dare affidamento la comunità piemontese che radicalizza le sue espressioni su questa materia rappresentata da una componente fortemente ambientalista e dal mondo venatorio? Quel mondo, quei due mondi hanno tolto la fiducia su questo tema, e riconquistare una fiducia quando la si è persa sul campo su una materia così complessa e su un tema così delicatamente sensibile è complicato. Dal mio punto di vista, è quasi impossibile.
Quindi, sotto questo aspetto che cosa noi chiediamo con questa mozione? Non di allontanare l'Assessore Sacchetto dalla Giunta regionale.
Semplicemente chiediamo una cosa diversa: al Presidente della Regione di prendere atto che, se vuole ricostruire un punto di equilibrio nel difficile tentativo di dotare il Piemonte di una nuova legge regionale in materia di attività venatoria, questo punto difficile di equilibrio va costruito nel Consiglio regionale e con la comunità piemontese.
Deve creare le condizioni politiche perché questo avvenga e le condizioni politiche non sono il licenziamento dell'Assessore Sacchetto. Le condizioni politiche passano attraverso l'attribuzione di quella delega ad un altro componente della Giunta. Questo è l'obiettivo, ma non perché ve lo chiede il Gruppo consiliare del PD e gli altri Gruppi che hanno firmato quella mozione, perché un Presidente della Regione che guarda al rapporto con la comunità piemontese a questa conclusione ci sarebbe arrivato da solo da qualche settimana, quando ha sentito e percepito che quei due mondi non davano più credibilità.
Guardate, ci sono tanti modi attraverso i quali ciascuno di noi pu esercitare il suo ruolo istituzionale, ma nel momento in cui uno accetta di esercitare un ruolo istituzionale si fa carico, innanzitutto e soprattutto di costruire sintesi, di costruire punti di equilibrio, non di essere il paladino esasperato delle proprie idee dei propri convincimenti.
Allora uno fa un'altra scelta: va a fare il Capogruppo di un Gruppo partecipa all'attività politica, perché in quel ruolo è consentita la piena espressione dei propri convincimenti, la piena espressione delle proprie opinioni.
Ma nel momento in cui si assume un ruolo all'interno di una Istituzione, deve diventare punto di sintesi e deve rappresentarsi alla comunità piemontese con questa caratteristica: questo non c'è stato! Non c'è stato in tutti questi mesi su questa materia! Non voglio tirare fuori altre questioni, non mi interessano, abbiamo già avuto modo di parlarne all'interno di questo Consiglio regionale.
Allora, non ho alcun dubbio che il Presidente della Regione nel suo intervento riconfermerà piena fiducia all'Assessore Sacchetto, anche per quanto riguarda la delega all'attività venatoria. Non ho alcun dubbio che da parte dei componenti della maggioranza ci sarà una difesa a spada tratta, com'è avvenuto anche questa mattina in quest'Aula nei confronti dei comportamenti politici dell'Assessore Sacchetto. Però, prima o poi qualcuno mi dovrà spiegare, se vogliamo evitare l'incoerenza nella politica, perché si difende tutto e l'operato di tutti quando, nello stesso momento, sul proprio profilo Facebook si chiede scusa al mondo della caccia per i pasticci che la Regione ha combinato su questa materia! Queste sono anche le contraddizioni che abbiamo vissuto in questi giorni e in queste settimane.
Attenzione, Presidente Cota, la fiducia nel Consiglio regionale e il votare contro la mozione - come sono sicuro che avverrà da parte del Consiglio regionale tra poco tempo - non significa avere riconquistato la fiducia e la credibilità presso la comunità piemontese. Quella non la riconquisterete più su questa materia, perché questo anno pesa come il piombo! Perché quest'anno, più che rappresentare un ruolo istituzionale capace di costruire nuovi equilibri e nuove sintesi, si è badato soprattutto alla rappresentazione politica in termini fortemente estremistici dei propri convincimenti. Questo è quanto.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Boniperti, che interviene in qualità di Consigliere.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Questa mattina ho assistito ad un dibattito in cui sono intervenuti tanti colleghi che con me sedevano qui nella precedente legislatura, i quali, forse, si sono dimenticati di quell'agosto in cui il TG5 aprì con lo scandalo della Regione Piemonte, in quanto il povero Mino Taricco aveva autorizzato l'inizio dell'abbattimento dei caprioli e in televisione venne fatto apparire come l'ultimo delinquente su questa terra.
In quel momento, però, tutti fummo uniti e vicini al collega Taricco perché sapevamo benissimo che era una questione mediatica e non di sostanza.
Oggi così non è, anche se siamo nella stessa identica situazione.
L'Assessore Sacchetto ha fatto tutto ciò che questo Consiglio gli ha votato e gli ha proposto per portare avanti la gestione venatoria.
Vorrei ricordare ai colleghi che siedono alla mia destra che in Commissione avevamo approvato 46 articoli su poco più di 50 della legge sulla caccia, perciò non veniamo qui a prenderci in giro! Siamo onesti nelle cose! Se vogliamo attuare un'azione politica e una sceneggiata è un conto; se vogliamo parlare di cose concrete è un altro.
Qualche collega ha parlato di gestione fallimentare dell'apertura del referendum - Nino Boeti - ma quanto accaduto al nostro Assessore è capitato in parecchie regioni italiane, non per colpa dell'Assessore, perch purtroppo, l'Italia è diventato il paese dei furbi, dove la burocrazia porta a distruggere invece che al fare.
Qualcuno ha anche detto che l'Assessore Sacchetto è stato il peggiore Assessore all'agricoltura e alla caccia delle ultime generazioni. Vorrei ricordare a chi lo ha riferito che, per la prima volta nella storia della Regione, con l'Assessore Sacchetto abbiamo anticipato i soldi della PAC all'agricoltura, che stava andando a ramengo! A luglio abbiamo anticipato il 50% dei titoli! Entro fine anno abbiamo pagato il saldo! Guardate che queste cose contano per chi tutte le mattine si alza presto e lavora dalle sei di mattina fino a quando viene buio nei campi! Se non si parla tanto di agricoltura, come dice qualcuno, è perché gli agricoltori sono contenti di quanto ha fatto l'Assessore Sacchetto, lo approvano, ve lo garantisco. Anzi, con l'Assessore Sacchetto, con cui molte volte ho scambiato le opinioni, si sta lavorando perché il mondo dell'agricoltura, che in questo momento sta soffrendo e potrebbe essere uno degli elementi trainanti del nostro territorio, deve essere sostenuto ancora di più. Quindi il prossimo PSR sarà sicuramente migliore di quello del collega Mino Taricco che, nonostante gli sforzi, non diede risultati.
Ancora oggi si continua ad aprire il bando sul PSR perché non si riescono a spendere i soldi della Comunità europea, che erano talmente limitati da essere nella condizione di non essere usufruibili. Veramente, non c'è stato un piano di sviluppo rurale! Queste cose dobbiamo dircele! Ognuno svolga la propria parte politica, ma dobbiamo dircele! Comunque, l'Assessore Sacchetto, checché se ne dica, è espressione della volontà del mondo agricolo e del mondo venatorio. Quindi, Assessore Sacchetto devi andare avanti così! Stai tranquillo che questa maggioranza c'è e ti difende, anzi, si auspica che tutto quello che stai facendo e che hai proposto andrà avanti, perché entro la fine della legislatura riusciremo a mettere in campo ciò che nelle legislature precedenti non si è messo! Vai avanti così che ti votiamo.



PRESIDENTE

Ricordo all'Assemblea che è prassi di quest'Aula darsi del lei negli interventi.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Ho ascoltato il dibattito ed è giusto che, prima del voto, svolga il mio intervento, esprimendo anche il mio pensiero come Presidente della Regione e come Capo di questa maggioranza.
Penso che l'Assessore Sacchetto sia una persona assolutamente competente, che abbia svolto un'azione molto proficua, come Assessore relativamente a tutte le deleghe che gli sono state assegnate.
Devo dire la verità, quando, in questi giorni, ho espresso questi giudizi positivi nei confronti dell'Assessore Sacchetto non l'ho fatto perché lui è un mio Assessore e io il Presidente della Regione, ma per la seguente ragione. Girando sul territorio e parlando con i rappresentanti dei mondi con i quali, ovviamente, lui ha a che fare come Assessore all'agricoltura, ho avvertito una vicinanza che non avevo mai percepito in precedenza, proprio per questo suo modo di essere presente sul territorio di ascoltare le associazioni e anche per la sua competenza. È, sì, un politico, ma trascorre la stragrande maggioranza del suo tempo ad occuparsi dei problemi che, evidentemente, fanno parte delle deleghe a lui assegnate.
Quindi, il giudizio che esprimo relativamente all'Assessore Sacchetto è veramente molto positivo.
Devo anche dire che in politica, soprattutto in questa fase, le cose negative vengono amplificate e anche costruite, invece le cose positive vengono sempre accantonate e non se ne parla mai.
Quanto diceva il Consigliere Boniperti nel suo intervento è assolutamente vero. In questi due anni, siamo riusciti a dare non solo una risposta di vicinanza in un momento di difficoltà rispetto al mondo agricolo, ma tante svariate risposte concrete, che si sono estrinsecate nella risoluzione dei problemi. Per esempio, l'anticipazione della PAC non è da poco; era una delle istanze più pressanti da parte del mondo agricolo: lo ricordo in precedenza, lo ricordo durante la campagna elettorale e lo ricordo durante i primi mesi di mandato. Questo è un esempio concreto, ma se ne potrebbero fare tanti e tanti altri.
In più, veniamo alle ultime vicende. Allora, dire che la presenza della richiesta di referendum sulla caccia dipenda dall'Assessore Sacchetto, va bene, se uno vuole lo può dire, per carità, c'è l'assoluta libertà di opinione e forse è anche giusto che l'opposizione faccia il suo lavoro, ma oggettivamente questo referendum è stato chiesto più di vent'anni fa. Si è arrivati a questo punto non certo per colpa di Sacchetto, o per colpa di questo Governo regionale, ma perché questa vicenda non è mai stata affrontata. Perché anche nelle precedenti legislature probabilmente si riteneva il referendum come qualcosa di non più attuale, perché era stato presentato più di vent'anni fa.
Rispetto al problema del referendum, è stata data una risposta con una legge da parte del Consiglio regionale. Peraltro, il risultato è stato quello di evitare un esborso molto consistente in un momento in cui esisteva già una scarsità di risorse.
Durante la discussione in Consiglio regionale, è emersa l'intenzione e la volontà di approvare in tempi brevi una legge. Esiste la legge depositata e sono assolutamente d'accordo con quello che è stato detto cioè sulla necessità di dotarci di una nuova legge regionale. Posso dirvi che non mancherà l'occasione e il tempo per farlo. Nel senso che, se ci concentriamo sulle cose concrete durante il lavoro del Consiglio regionale abbiamo tutto il tempo per approvare senza strumentalizzazioni e senza inutili parole la nuova legge sulla caccia.
Ho un atteggiamento assolutamente disponibile e di equilibrio rispetto a questa materia. Abbiamo la legge urbanistica da approvare, che è una risposta importante a tanti problema, a tante esigenze, a un'esigenza di semplificazione al fatto che i piani regolatori aspettano troppo tempo e con la nuova legge, potremmo ottenere sicuramente uno snellimento di tutte le pratiche burocratiche. Tuttavia, abbiamo tutto il tempo anche per affrontare la legge sulla caccia in Aula.
Quanto alla decisione del TAR, che ha poi portato ad uno slittamento del calendario venatorio per alcune specie, questa non è una questione che riguarda soltanto il Piemonte; come voi sapete, c'è un orientamento giurisprudenziale un po' generalizzato e questo tipo di interventi, diciamo così, ci sono stati in parecchie Regioni. Questo ovviamente voi lo sapete perché fa parte del vostro lavoro analizzare la situazione per capire quello che sta succedendo un po' dappertutto. Quindi non è un problema che ha riguardato l'Assessore Sacchetto, né è assolutamente ricollegabile alla sua azione.
Peraltro, di fronte a questo ennesimo ostacolo burocratico (dico così perché preferisco non esprimere giudizi, tanto è inutile), la situazione è stata affrontata dall'Assessore Sacchetto nel migliore dei modi, quindi anche in Piemonte la caccia è partita.
Vorrei anche fare un'ultima considerazione. Tutto quello che ha fatto l'Assessore Sacchetto è stato concordato con il Presidente della Regione.
Quindi, se c'è una responsabilità, questa non è dell'Assessore Sacchetto ma è del Presidente della Regione. Perché io non scarico, quando non è corretto, la responsabilità sui miei Assessori e, soprattutto, non scarico la responsabilità sull'Assessore Sacchetto, che è uno dei migliori Assessori di questa Giunta. Non lo faccio anche per un motivo: lui ha portato molti elementi positivi all'azione del governo della Regione quindi sono lieto di aver contribuito, nel mio ruolo di Presidente della Regione, al suo lavoro di Assessore, potendo sempre lavorare in sinergia e a stretto contatto.
Questi sono i motivi, molto semplicemente, che mi spingono a chiedere alla maggioranza di respingere questa mozione.



PRESIDENTE

Consigliere Taricco, vuole avvalersi di una breve replica, o rinuncia?



TARICCO Giacomino

Rinuncio.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione della mozione n. 866.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 866, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la maldestra gestione da parte dell'Assessore regionale Claudio Sacchetto del referendum sulla caccia, previsto per il 3 giugno u.s. e cancellato in seguito all'approvazione di un emendamento alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5 (Legge finanziaria per Vanno 2012) che ha abrogato la legge regionale 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), ha di fatto privato il Piemonte della propria legge in materia faunistico venatoria ed ha provocato numerosi, gravi problemi di gestione dell'intero settore l'Assessorato regionale all'Agricoltura e foreste e alla Caccia e pesca non ha fornito risposte adeguate ai rilievi formulati dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in merito al calendario venatorio 2012-2013, approvato con DGR n. 40-4018 dell'11 giugno 2012, né è stato in grado di formulare la richiesta valutazione di incidenza per la rete Natura 2000 considerato che la LAC - Lega per L'Abolizione della Caccia, Pro Natura Torino ONLUS, Fondazione Per L'Ecospiritualità - Ecospirituality Foundation Commissione ed SOS Gaia - Onlus hanno proposto ricorso innanzi al Tribunale amministrativo regionale (TAR) per chiedere l'annullamento della citata delibera di adozione del calendario faunistico venatorio 2012-2013 e, in data 8 settembre 2012 il ricorso è stato accolto il giudice ha, infatti, ritenuto valide le motivazioni portate dagli ambientalisti in considerazione della mancanza sia del Piano Faunistico Venatorio, sia della Valutazione di incidenza sia, infine, di una specifica motivazione a superamento dei rilievi dell'ISPRA sospendendo anche tutti gli atti connessi come l'approvazione dei piani di prelievo selettivo della specie capriolo nelle aziende faunistico venatorie e nelle aziende agri turistico-venatorie per la stagione venatoria 2012/2013 e l'approvazione dell'organizzazione e gestione degli ungulati ruminanti dei comprensori alpini e delle aziende agri-turistico-venatorie constatato che nel clima di prevedibile confusione che ne è seguito l'Assessore Sacchetto ha comunicato giovedì 13 settembre, in sede di III Commissione consiliare nonché ai mezzi di informazione ed al mondo venatorio, l'apertura della caccia nella giornata di domenica 16 settembre nella giornata di venerdì 14 settembre veniva poi comunicato che contrariamente alle notizie diffuse il giorno precedente, la soluzione avrebbe portato una riduzione delle specie cacciabili la Delibera di Giunta regionale, approvata in tutta fretta nella stessa giornata di venerdì 14 settembre nel tentativo di porre rimedio alla situazione verificatasi, modificava ulteriormente la decisione, creando un evidente ulteriore scompiglio vista l'incredibile confusione causata da una simile modalità gestionale ed operativa dell'Assessore Sacchetto, aggravata da un approccio aggressivo e di parte, come testimoniato dalle dichiarazioni dello stesso Sacchetto che all'indomani della citata pronuncia del TAR ha affermato: 'Canteranno vittoria le associazioni degli ambientalisti dopo che le abbiamo massacrate tre mesi fa, ma per noi non cambia nulla, la caccia non si ferma' impegna il Presidente della Giunta regionale alla luce dei comportamenti assunti da parte dell'Assessore regionale Claudio Sacchetto, a procedere alla revoca della nomina dello stesso quale componente della Giunta regionale ed alla rassegnazione delle relative deleghe ad altro componente della Giunta stessa".
Il Consiglio non approva.
Ci rivediamo alle ore 14.30, per la trattazione del sindacato ispettivo ex articolo 100 del Regolamento e alle ore 15 con la seduta ordinaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.55)



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