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Dettaglio seduta n.284 del 16/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che, per mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.00 il Presidente Cattaneo comunica che, per mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Bresso, Casoni, Cota Giordano, Sacchetto e Vignale.
Il numero legale è 28.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Questa mattina abbiamo discusso e votato l'articolo 5, pertanto riprendiamo dall'articolo 6.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 762) presentato dai Consiglieri. Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, le parole: "e conformità" sono sostituite dalle seguenti: "e rispondenza".
Il Consigliere Reschigna lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 763) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, le parole: "di cui al comma 2" sono sostituite dalle seguenti: "di tutela, valorizzazione e salvaguardia".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento è molto semplice, Presidente, ed è relativo al primo comma dell'articolo 6, che sostituisce l'articolo 5 della legge regionale 56/77, laddove dice: "Il Piano territoriale regionale, in coerenza e conformità agli strumenti di cui al comma 2", cioè al Piano paesaggistico regionale o al Piano territoriale regionale.
Siamo convinti che il Piano territoriale regionale debba avere una coerenza con il Piano paesaggistico regionale, ma - è la storia che stiamo vivendo - in questa legislatura abbiamo approvato il Piano territoriale regionale, ma non abbiamo ancora approvato il Piano paesaggistico regionale. E allora, più che far riferimento al complesso degli strumenti occorre - dal nostro punto di vista - fare riferimento agli obiettivi che un Piano paesaggistico regionale si deve porre e che sono alla propria base: gli obiettivi di tutela, valorizzazione e salvaguardia.
Questo, anche in coerenza con l'impostazione che abbiamo voluto dare alla discussione in Aula sulle modifiche alla legge urbanistica 56, che sono gli obiettivi di una legge che deve guidare la gestione dell'urbanistica della nostra regione: più sulle trasformazioni delle città e dei tessuti urbani che sulle dimensioni di espansione edilizia.
Colgo l'occasione, illustrando l'emendamento, per fare anche un po' il punto dello stato dell'arte. Già altri colleghi, questa mattina illustrando gli emendamenti all'articolo precedente, hanno messo in evidenza quello che rimane il nodo centrale (anche se non l'unico) nella discussione di questa legge urbanistica regionale.
Presidente, dato per assodato che la discussione generale ha impegnato in modo opportuno l'Aula per un paio di sedute, voglio ricordare che abbiamo incominciato la discussione sull'articolato il 27 luglio. Andando avanti di questo passo, credo che la discussione in aula sulla legge urbanistica regionale riuscirà a battere - visto che lei sta conferendo con il collega Leo - la discussione che avvenne in aula sul diritto allo studio, qualche legislatura addietro! Dal 27 luglio al 16 ottobre: stavo anche facendo un conto, che prossimamente renderò pubblico, visto che il livello d'impegno e partecipazione della maggioranza su questo disegno di legge è molto elevato! Ebbene, non c'è stata seduta - da allora - che non abbia visto un rinvio per mancanza del numero legale al momento della votazione. Questo dice - ho finito, Presidente; ho risparmiamo tre minuti prima, adesso prendo 30 secondi, non di più - che la discussione di una legge potrebbe anche vedere più protagonismo in capo alla maggioranza, cosa che sinceramente - dal 27 luglio ad oggi facciamo fatica a rilevare.
Possiamo andare avanti ancora qualche mese, in questo modo, cioè non dando un'attenzione e una testimonianza di efficacia dell'attività del legislatore regionale, oppure possiamo occupare le prossime settimane per cercare di capire quali sono i nodi politici fondamentali su questo disegno di legge.
Noi non pretendiamo di comandare la maggioranza, ma visto che la maggioranza non riesce a governare, pretenderemmo almeno di contribuire a rendere più celere l'iter di questo provvedimento, magari migliorandolo in alcuni passaggi e contenuti. Sta a voi decidere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 266) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: all'articolo 6 del disegno di legge n. 153, al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 sono abrogate le seguenti parole: "e in coordinamento con gli indirizzi di sviluppo economico e sociale del Piemonte, contenuti in atti vigenti di programmazione regionale".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento ci proponiamo di abrogare le seguenti parole: "e in coordinamento con gli indirizzi di sviluppo economico e sociale del Piemonte, contenuti in atti vigenti di programmazione regionale".
Riteniamo che l'abrogazione di quest'inciso risolva un equivoco interpretativo, che probabilmente è stato elaborato dagli estensori del disegno di legge come un tentativo di mediazione. O il PTR è lo strumento cui devono adeguarsi i Piani, i Programmi e i Progetti settoriali, oppure è l'esatto contrario. Noi consideriamo valida la prima opzione, e precisamente: il PTR è la necessaria cornice entro cui devono collocarsi coerentemente tutti gli altri strumenti di settore.
Con quest'emendamento dimostriamo di voler comprendere meglio quale sia l'effettiva interpretazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole: "In coordinamento con gli indirizzi" sono aggiunte le parole: "e le dinamiche".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento interveniamo sul comma 1, affinché possa essere inserita la parola "dinamiche".
Diventerebbe: "Il PTR, in coerenza e conformità agli strumenti di cui al comma 2 e in coordinamento con gli indirizzi e le dinamiche di sviluppo economico e sociale del Piemonte, contenuti in atti vigenti...".
Riprendo le argomentazioni addotte dal Consigliere Reschigna, per rimarcare che, pur essendoci un'interlocuzione su questa legge e sui diversi aspetti, oltre che sui legittimi desiderata dei vari componenti di questo consesso, su alcuni articoli, non possiamo sicuramente affermare che ci sia una partecipazione sentita da parte della maggioranza, che comunque, dovrà votare.
Con l'Assessore stiamo interloquendo sulla rivisitazione dell'articolo 17, soprattutto in riferimento al comma 7, quindi alle varianti parziali.
Per cui, nella speranza che il numero legale da parte della maggioranza non venga meno, potremo accelerare i tempi della discussione emendativa per giungere, poi, al cuore del problema. In quell'occasione, ci auguriamo che l'Assessore voglia recepire il più possibile le nostre richieste: come ho già fatto stamattina, ci tengo a ripetere anche oggi che gli devo dare atto che è venuto abbastanza incontro a quelle esigenze, soprattutto per quanto riguarda il ruolo degli Enti sovraordinati sulle varianti parziali, visto che il frutto della Commissione d'inchiesta ha portato a quell'analisi.
Uso grande prudenza nel parlare di "Enti sovraordinati" e non di "Province", perché oggi le Province esistono, ma domani potrebbero non esistere più (voi sapete che la posizione del partito che rappresento è estremamente chiara al riguardo: noi abbiamo raccolto le firme per la loro abrogazione). Qualora l'Ente sovraordinato non fosse la Provincia, ce ne sarà sicuramente uno che lo sostituirà, ad esempio la Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 559) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: all'articolo 6 le parole "sviluppo economico e sociale" sono sostituite da "benessere economico e sociale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 6 del disegno di legge n. 53, che riguarda le finalità e gli obiettivi degli strumenti della pianificazione territoriale e paesaggistica (è il corrispettivo dell'articolo 5 della legge n. 56). Col nostro emendamento, che rientra tra quelli di merito, laddove si parla all'articolo 1 del Piano territoriale regionale, che dovrebbe essere in coerenza e in conformità con gli strumenti del Piano paesaggistico e in coordinamento con gli indirizzi di sviluppo economico e sociale del Piemonte, noi chiederemmo di sostituire le parole "sviluppo economico e sociale" con "benessere economico e sociale".
Oggi, infatti, bisogna anche intendersi su che cosa significhi, in s il termine "sviluppo", visto che, al momento, non mi sembra che si possa parlare molto di sviluppo, soprattutto nelle aree dei cosiddetti "PIGS" d'Europa, dove stiamo andando incontro ad una recessione. Inoltre, sarebbe anche opportuno capire quanto gli indicatori puntuali meramente economici come il PIL, diano realmente l'idea di un progresso e di uno sviluppo delle condizioni umane, economiche, sociali e magari anche culturali.
La Costituzione italiana già nel secondo dopoguerra ammetteva, fra i suoi principi fondamentali, la tutela del paesaggio. Probabilmente, in sessant'anni, non abbiamo registrato un grande sviluppo da questo punto di vista, nel senso che un concetto fondamentale della Costituzione ancora oggi fa fatica a ritrovare riscontro delle norme, sia di tipo urbanistico che nell'applicazione reale.
Abbiamo la possibilità di avere un Piano paesaggistico regionale, ma tuttora, se non erro, è ancora da approvare in maniera definitiva (in pratica, è stato adottato ma non approvato). Quindi gli strumenti ci sono ma poi non sempre trovano lo sbocco finale per far sì che possano essere veramente attuativi e riescano a dare seguito a quello che è il dettato costituzionale, sicuramente molto avanzato per l'epoca, da cui magari si potrebbe partire per discutere, a distanza di sessant'anni, quali ulteriori evoluzioni, miglioramenti e sviluppi (in questo senso sì positivi) possono essere fatti.
Penso che nell'ambito della riforma della nostra legge urbanistica si debba tenere bene in conto il concetto di "sviluppo" e dovremmo capire se il cemento - lo dico esulando, adesso, dal discorso di variante strutturale e di variante parziale dei Piani regolatori - debba rappresentare un obiettivo da valorizzare e da inseguire, oppure un qualche cosa da rifiutare e da aborrire. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come abbiamo appurato in aula nella seduta antimeridiana, per nessuna nostra richiesta emendativa (alcune molto specifiche e puntuali, altre di sostanza, come quella che chiudeva la nostra attività emendativa rispetto all'articolo 5), c'è stato alcun tipo di apertura.
Proseguendo, quindi, con l'esame dell'articolato, questo è il primo emendamento che si presenta rispetto all'elenco presentato dal Movimento 5 Stelle, ed è direttamente di sostanza e di concetto.
Questo emendamento, anche se può apparire una mera modifica superficiale, andrebbe a dettagliare, se accolto, il concetto, la mentalità e il punto di vista da cui sarebbe utile partire, a nostro avviso, per la definizione sia delle politiche urbanistiche della Regione, sia di altri tipi di politiche.
In quest'emendamento chiediamo di sostituire la parola "benessere" con "sviluppo": il termine "benessere" richiama, certamente, un concetto più attuale, del presente, una valutazione di quelle che sono le sensazioni e il vivere all'interno del territorio da parte del cittadino. "Sviluppo" richiama, invece, un qualcosa di futuro.
Purtroppo, come ricordava il Capogruppo Bono, nonostante alcuni principi fossero già ipotizzati e sanciti nel passato, questo tipo di benessere non è stato ancora raggiunto. Proprio per questo motivo ci preme reintrodurlo e sottolinearlo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole: "sviluppo economico e sociale" è aggiunta la parola "nazionali".
Emendamento rubricato n. 96) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole: "del Piemonte" sono aggiunte le parole "nonché di efficienza nella pubblica amministrazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Se mi consente, Presidente, assemblerei, per risparmiare del tempo l'emendamento rubricato n. 92) con il n. 96).



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Continuo, quindi, l'interlocuzione con l'unico interlocutore - bontà sua - che questa opposizione riesce ad avere, che è l'Assessore.
Come diceva prima il Presidente del Partito Democratico, non vediamo assolutamente intervenire la maggioranza. Questo atteggiamento, su un argomento così importante, riteniamo possa essere abbastanza delicato in termini di valutazione comportamentale, anche perché l'Assessore legittimamente da parte sua, ci chiede di accelerare la parte chiamiamola meramente ostruzionistica, per poter arrivare al nodo politico, che è quello relativo - non ci stanchiamo di ripeterlo - all'articolo 31, in rivisitazione dell'articolo 17, comma 7.
Assessore, quando l'Aula è chiamata a votare, troppo spesso manca la presenza. E la mancanza di presenza sta ad indicare anche la mancanza di interesse su un determinato argomento da parte di chi, invece, dovrebbe avere tutto l'interesse ad accelerare i tempi; tempi che, effettivamente su questo argomento si stanno dilungando eccessivamente.
Se da quella parte manca quest'interesse, penso che non si possa chiedere alle opposizioni, che stanno facendo un lavoro, se non condivisibile da parte di tutti, quantomeno da potersi ritenere serio perché non scaturisce da meri desiderata infondati. Sta scaturendo, per quel che ci riguarda - e parlo del Gruppo che rappresento - da un lavoro frutto di 37 sedute della Commissione d'inchiesta; Commissione d'inchiesta che, come ricordava il collega Burzi, non è stata votata all'unanimità perché il Presidente ha dichiarato di ritenere inutili queste Commissioni.
Mi permetto di replicare che, mai come in questo caso, si è trattato e si tratti di una esperienza utile, perché si sta svolgendo in parallelo alla discussione sulla rivisitazione della legge urbanistica. Soltanto se si vuole essere ciechi a tutti costi o sordi ad oltranza, non si percepisce l'elemento che in modo prepotente sta emergendo, che è quello che più volte ci siamo sforzati di illustrare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Com'è già stato rimarcato dal Capogruppo del Partito Democratico e dal mio Capogruppo, in Aula sta crescendo l'apprensione su come stanno andando avanti a rilento i lavori su un disegno di legge che dovrebbe essere il fiore all'occhietto dell'Amministrazione regionale e di notevole importanza per il nostro territorio. Sicuramente da luglio ad oggi è mancato diverse volte il numero legale per approvare o respingere gli emendamenti presentati.
Tutto questo, a nostro parere, comporta una difficoltà politica all'interno della minoranza, relativamente a questo importante disegno di legge. Vorremmo che ci fosse più mordente, da parte dei Gruppi della maggioranza in Consiglio regionale, perché riteniamo che questa legge sia al di là delle vedute politiche, una risposta che il territorio ormai si aspetta da anni.
Questi emendamenti potrebbero essere definiti ostruzionistici, ma tali non sono, perché già con la Commissione d'inchiesta (37 sedute, come ha ricordato il mio Capogruppo) il Consiglio ha dimostrato attenzione e sensibilità nei confronti di un atteggiamento a volte non consono ai compiti delle amministrazioni locali.
Questa è la preoccupazione, quindi gli emendamenti che andiamo a presentare e a discutere in Aula non sono mero ostruzionismo, ma sensibilità e preoccupazione perché questo disegno di legge possa modificato da tali emendamenti, uscire da quest'Aula con una dignità che riteniamo, dal punto di vista politico, essenziale.
Noi ci siano, siamo presenti, presentiamo questi emendamenti con il cuore e con il senso politico (non sicuramente per ostruzione), per vorremmo che anche dal punto di vista della maggioranza ci fosse un confronto, un dialogo, anche un contraddittorio, legittimo, per arrivare con smussature e compromessi politici, ad un dignitoso disegno di legge sull'urbanistica a beneficio del nostro territorio.
Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Emendamento rubricato n. 565) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, dell'articolo 5 (Finalità ed obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "contenuti" è sostituita dalla seguente "racchiusi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Andando avanti con l'analisi dell'articolo 6 del disegno di legge n.
153, siamo ben lontani dall'arrivare al nodo critico, relativamente all'articolo 17 delle varianti in generale, soprattutto quelle parziali della legge regionale 56.
Come abbiamo già detto, non ci convince granché soprattutto la parte relativa alle varianti parziali.
Per alcuni emendamenti sfrutterò il tempo per argomentare sulle parti che non ci convincono. Non ci convince soprattutto l'utilità di andare a modificare le varianti strutturali, nel senso di promuoverle tramite le conferenze di copianificazione e valutazione. Non ci convince neppure ampliare la possibilità di intervento nelle varianti parziali, pur con tutte le specifiche limitazioni di cui l'Assessore ci ha detto, nel senso che i Comuni dovrebbero, innanzitutto, rendicontare l'essenza stessa della variante parziale alla Provincia, che dovrebbe controllarne la veridicità e poi controllare i residui.
Come abbiamo discusso con l'Assessore Cavallera, i Comuni dovrebbero realmente stilare l'attuazione del piano regolatore generale e, quindi valutare finalmente i residui. Operazione che finora, come anche appreso dagli uffici, non è mai stata fatta. Quando un Comune comunicava che i residui del piano regolatore erano esauriti e quindi soprattutto i Comuni sotto i diecimila abitanti potevano utilizzare la variante parziale, in effetti era molto difficile andare a dimostrare la veridicità di quanto affermato.
Ora dovrebbe esserci un meccanismo, su cui però sono molto scettico per cui i Comuni dovrebbero andare ad analizzare le concessioni, le VIA, i vari titoli di rilascio abitativi e l'attuazione del piano regolatore, per arrivare a quella fantomatica percentuale del 60% inserita nella proposta dell'Assessore Cavallera, grazie alla quale i Comuni avrebbero via libera sulle varianti parziali.
Personalmente contesto il metodo perché, secondo me, una cosa è la modifica delle varianti strutturali e generali, che è bene che vadano fatte con conferenze in cui Comuni, Province e Regione siano alla pari; altra cosa è andare a toccare e ampliare la possibilità di ricorrere alle varianti parziali. Non mi basta la risposta che finora, com'è emerso dalla Commissione d'inchiesta, tutti i Comuni hanno utilizzato le varianti parziali quando non potevano.
Non è una giustificazione, perché se si fa una legge deve essere erga omnes, non fatta perché si dice: "Allo stato attuale la legge non viene attuata e quindi la sostituisco con una più lasca, per permettere a tutti di stare dentro".
Noi questo pensiero non lo condividiamo. Crediamo che, di massima, la norma sulle varianti parziali dovrebbe rimanere così com'è oggi, quindi articolo 17 comma 7, con eventualmente quelle modifiche positive aggiunte dall'Assessore Cavallera.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Nonostante il testo di questo emendamento abbia poco significato perché chiede una sostituzione di una singola parola con un termine simile ma che dà più il senso di quello che intendiamo noi all'interno dell'articolo 6, ritorno a sottolineare il fatto che, in termini specifici richiediamo l'attenzione dell'Aula e della Giunta, anche se vediamo che sta un po' già scemando pur lavorando ancora nel primo pomeriggio, rispetto alle richieste di modifiche più sostanziali, in questo caso quelle espresse nel mio precedente intervento.
Analizzando l'articolo 6 sottolineo che, come già detto più volte da quando abbiamo iniziato l'analisi di questo disegno di legge, così come uscito dalla Commissione, da una parte è corretto andare incontro alle esigenze degli Enti per una tempistica più certa rispetto agli strumenti di variazione, quindi di variante rispetto alla pianificazione urbanistica ma, dall'altra, non è così corretto giustificare alcune modifiche sulla base di quella che è stata la prassi del passato.
Il senso delle nostre modifiche va comunque nella direzione dell'obiettivo primario, rispetto ad una possibilità di variante solo a saturazione completa del piano, sia per una piccola che per una grande città. Rispetto ad una nuova legge urbanistica regionale, continueremo a ritenere tutte queste percentuali di modulazione non consone alla nostra idea.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 97) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "di pianificazione" sono aggiunte le parole "e valorizzazione".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Riprendendo il ragionamento di prima, è vero che l'Assessore ha ritenuto di modificare in parte l'impostazione che era dettata e segnata dalla precedente legge urbanistica. Relativamente alle varianti parziali riconosce alla Provincia la possibilità di esprimere dei pareri abbastanza e poi spiegherò perché dico abbastanza - vincolanti per quanto riguarda i due aspetti di conformità al piano al PTCP e di conformità ai requisiti richiesti rispetto alla percentuale di edificabilità espressa dal piano regolatore generale originale. Ma non interviene, almeno per il momento mi auguro che, quando si affronterà nel merito questo argomento, si possa trovare un punto di incontro - relativamente all'articolo che determina la rivisitazione dell'ex articolo 17 comma 7.
Un punto di incontro che per noi potrà rappresentare, quale frutto del lavoro della Commissione di inchiesta, un obiettivo non ottimale, ma comunque minimale, in quanto continuiamo a ritenere - e penso che ci permetteremo di ritenerlo fino alla fine - che la variante parziale essendo poi il Piemonte l'unica Regione ad adottarla - siamo nel terzo millennio e in presenza di tutte le considerazioni che in altre occasioni mi sono sforzato e ci siamo sforzati di fare con i colleghi che la pensano come noi - sia uno strumento che si può tranquillamente abrogare.
Probabilmente non c'è questo comune sentire in termine di maggioranza politica di quest'Aula, per cui ci accontenteremo, ma il fatto che ci si dovrà accontentare non ci porterà sicuramente all'espressione di un parere favorevole.
Per quanto riguarda il discorso dell'ostruzionismo, Assessore, noi dobbiamo assolutamente riaprire un'interlocuzione fuori dall'Aula, perch mi sono sempre chiesto come mai si portano in Aula dei provvedimenti nei confronti dei quali esiste un enorme dissenso da parte delle varie sensibilità componenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 764) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Taricco, Pentenero, Lepri: al comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 56/77, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "settoriali di pianificazione" sono inserite le parole "e sviluppo".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
un emendamento molto semplice, perché al primo comma dell'articolo 5 laddove si parla di "definire gli indirizzi generali e settoriali di pianificazione", proporremmo di aggiungere anche le parole "e sviluppo del territorio della Regione".
Siccome noi atteniamo al piano territoriale regionale un compito fondamentale nel definire le linee del futuro sviluppo economico della Regione, crediamo che l'incrocio tra lo sviluppo economico, una nuova strategia di valorizzazione dei sistemi territoriali e le scelte e le indicazioni, sia pure contenute all'interno della scala del piano territoriale regionale, sia quanto mai opportuno.
Pertanto, proponiamo di aggiungere queste due parole. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 98) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 la parola "formulati" è sostituita dalla parola "approvati".
Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 765) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Taricco, Pentenero, Lepri: al comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "nonché delle direttive e degli" sono inserite le seguenti "specifici".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Sempre al primo comma dell'articolo 5, dove si dice che "il piano territoriale regionale definisce gli indirizzi generali nonché delle direttive degli atti programmatici formulati dal Consiglio regionale aventi rilevanza territoriale", dopo le parole "delle direttive" aggiungeremmo le parole "degli specifici atti programmatici formulati dal Consiglio regionale".
un modo attraverso il quale inserire i progetti settoriali e gli atti di programmazione del Consiglio regionale all'interno delle scelte del piano territoriale regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 566) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 2 dell'articolo 5 (Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "peculiari" è sostituita dalla seguente "tipici".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo nell'intervento precedente che non siamo convinti dell'utilità di andare a modificare contestualmente diversi altri punti del disegno di legge 56/77 e, in particolar modo, quelli all'articolo 17 comma 7, che adesso dovrebbe essere rinovellato articolo 17 comma 5. Tra l'altro, mi hanno detto che già solo il cambiamento del comma creerebbe diverse problematiche per i tecnici che imbastiscono le pratiche e le valutano sia in Regione che nei Comuni.
A parte questo, non ci convince la fiducia che dimostra l'Assessore Cavallera non tanto nelle istituzioni come Enti in sé e neanche tanto nelle persone che stanno all'interno degli Enti, ma nella facilità con cui comunque, giocoforza, volenti o nolenti, coscienti o incoscienti, le norme molto spesso vengono interpretate o quasi sempre vengono interpretate nella maniera più estensiva e ampia possibile.
Sappiamo benissimo come sono state usate ad oggi le varianti parziali quindi l'Assessore Cavallera dice: proviamo a limitare un po' l'utilizzo delle varianti parziali, l'utilizzo erroneo, l'utilizzo estensivo che è stato fatto nei Comuni, ponendo alcuni vincoli.
D'altra parte, andiamo ad estendere a tutti i Comuni, non solo quelli sotto i 10.000 abitanti, la possibilità di fare nuovo residenziale prima di avere esaurito quella che è la capacità edificatoria del piano regolatore generale.
questo che non mi quadra, Assessore. Sarei d'accordissimo, e penso anche il collega Buquicchio a maggior ragione, visto il ruolo che ha assunto per quanto riguarda la Commissione d'inchiesta urbanistica, a far sì che le varianti parziali siano maggiormente controllate, da quando diventa operativa la legge. Non controllate come Ente che fa la variante perché sappiamo che ha un iter strettamente comunale, ma che comunque sia controllata la parzialità, l'essenza stessa della variante che sia veramente parziale, cioè che rientri nei canoni della legge n. 56 delle varianti parziali.
In un momento successivo - questo l'ho già detto - visto che si parla anche di sperimentazione e che è stata fatta la sperimentazione delle varianti strutturali (legge 1/2007), si può pensare di valutare se c'è bisogno, se c'è una necessità, se i Comuni fanno delle richieste, dopo questo step, che è già comunque un passaggio abbastanza rivoluzionario di cui l'Assessore e, sicuramente, questa Giunta si potrà anche fregiare. In un secondo passaggio, si potrebbe valutare come e se modificare il contenuto delle varianti parziali. Modifichiamo le regole delle varianti parziali.
Comunque, va bene il fatto che siano veramente parziali, facciamolo valutare alle Province, ma solo in un momento successivo andiamo ad ampliare l'istituto della variante parziale.
Allora, a quel punto, dal nostro punto di vista cadrebbero tutti quelli che sono gli emendamenti ma non ostruzionistici, non di merito, fermo restando quei 20/30 emendamenti di merito che abbiamo presentato. Non ha senso dire che, da una parte, voglio rendere più cogente l'utilizzazione delle varianti parziali e, dall'altra, amplio la possibilità di ricorrere alle stesse. Mi sembra in conflitto teorico o politico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole: "ne delimita i relativi ambiti" sono aggiunte le parole: "e ne tutela il patrimonio naturale, con riferimento specifico ai suoi beni ambientali, storici e culturali;".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, mi deve dare atto che sin da subito, quando lei invocava il Titolo V della Costituzione per giustificare il mantenimento di un'autonomia la più larga possibile nei confronti dei Comuni e quindi della possibilità o della prerogativa allora attribuita loro di fare ricorso alle varianti parziali, le dicevo che non ero d'accordo con quel tipo di interpretazione.
Assessore, che non sia d'accordo io può essere molto limitativo in termini di efficacia o di incisività sulla questione, ma le avevo riportato il pensiero di illustri e autorevoli costituzionalisti, nonché di politologi che ritenevano che, riguardo a quell'argomento, dovesse comunque sempre prevalere l'interesse di una più ampia collettività rispetto all'interesse ristretto diciamo, se mi è consentito dirlo, di campanile.
Questo discorso noi lo abbiamo iniziato diverse settimane fa, forse qualche mese fa, sicuramente prima della pausa estiva.
Oggi mi sembra di dover ragionare in un era diversa, perché mentre forse quando ho iniziato a esprimere determinati pensieri critici relativi al Titolo V poteva sembrare quasi blasfemo, oggi basta leggere qualsiasi articolo di fondo di qualsiasi testata, ascoltare qualsiasi talk show televisivo e chiedere il parere di qualsiasi politologo per verificare che tutti, unanimemente, valutano fallimentare l'esperienza dell'autonomia locale.
Non che il centralismo abbia rappresentato o dato in passato esempi di grande efficienza, ma oggi come oggi, sotto accusa, oltre che sotto la lente di ingrandimento, sono i risultati relativi a questo aspetto.
Quindi, rivediamo la legge, rivediamo i criteri di autonomia relativi alla variante parziale, anche alla luce di quello che sta succedendo fuori dal palazzo, anche di fronte a questo cambiamento di opinione rispetto all'interpretazione autentica di autonomia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 567) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 2 dell'articolo 5 (Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "delimita" è sostituita dalla seguente: "definisce".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Credo di essere stato abbastanza chiaro nell'intervento precedente, poi ovviamente avremo molto tempo, immagino, prima di arrivare proprio all'analisi degli articoli chiave.
Ovviamente, sarebbe importante capire qual è la posizione degli altri Gruppi consiliari, ancor prima quello ovviamente della Giunta nella persona dell'Assessore Cavallera, visto che siamo un'Assemblea legislativa, e fermo restando che teniamo ovviamente in grande considerazione il parere dell'Assessore, che poi è quello che in un annullamento della separazione tra poteri, oggigiorno, prende le decisioni per conto dell'Assemblea stessa.
La proposta che, se non sbaglio, ha fatto il collega Buquicchio è, al momento, forse un po' più tranchant della nostra, ma potremmo sostenere come prima ipotesi, quella proprio di stralciare del tutto le logiche delle varianti parziali proprio per manifesta non incapacità, ma impossibilità di garantirne un utilizzo consono rispetto agli strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica.
Poi, ovviamente, coscienti che, da una parte, sono state fatte richieste da parte dell'ANCI e dei Comuni, dall'altra parte ci sono le visioni e le richieste dei cittadini, come le pressioni - anche giuste delle organizzazioni e delle associazioni a tutela del territorio, noi saremmo anche soddisfatti della possibilità di mantenere l'istituto delle varianti parziali ma, come dire, messo un po' sotto torchio, permettendo non un controllo particolare della Regione Piemonte, ma un controllo di qualità ante-utilizzo della variante stessa.
un po' come (passatemi il paragone un po' infelice) per la Corte dei Conti. Adesso il Governo centrale vorrebbe controllare i conti delle Regioni tramite la Corte dei Conti, senza mettere in mezzo la Magistratura ovviamente, perché prima c'è la Magistratura amministrativa e quindi gli eventuali ricorsi al TAR da parte dei cittadini.
Noi vorremmo proprio che ci venisse garantito che delle varianti parziali si facesse un uso limitato ai punti del comma 7 dell'articolo 17 come è oggi, e siano veramente varianti parziali, in modo che se ne faccia un uso solo limitato. Successivamente, si potrà valutare se modificare, e come modificare, l'istituto della variante parziale.
Un domani potremmo far controllare e limitare le varianti parziali dalle Province e, eventualmente, dalla Regione, garantendone il loro corretto impiego, ma non adesso, con in corso una Commissione di inchiesta di urbanistica! Sarebbe un errore imperdonabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come ritengo necessario, mi unisco anch'io a questo piccolo, ma determinato, coro e chiedo, anche in modo abbastanza preciso, che si possa ragionare per parti e che quindi si possa andare avanti con le modifiche della legge regionale del 1977.
Tal legge mantiene determinati principi utili, ma ovviamente deve essere rivista dopo tanti anni e dopo tante piccole modifiche che si sono succedute negli anni, togliendo la definizione e quindi la regolamentazione, come dire, rivista dello strumento della variante parziale.
già stato detto come motivazione il fatto che stiamo analizzando dei casi via via più o meno gravi del concentrico di Torino, quindi altri Comuni del Torinese, che hanno utilizzato in modo molto disinvolto questo tipo di strumento.
Pertanto, essendo in atto una valutazione di questi strumenti, potrebbe essere un'idea, rispetto al nuovo disegno di legge che stiamo analizzando approfondire la parte relativa all'iter, agli strumenti e alle regole per le varianti parziali. Naturalmente, sempre nell'ottica di tutela e di benessere del cittadino e del territorio, secondo la direzione auspicata non solo a livello territoriale da cittadini e associazioni, ma anche, a quanto pare, dal Governo centrale. Pur non riconoscendo molte delle scelte questa, che si sta concretizzando in un decreto vero e proprio, la riteniamo importante. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 568) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 2, dell'articolo 5 (Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola: "altresì" è sostituita dalla seguente: "inoltre".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche l'emendamento rubricato n. 568, sostanzialmente, non modifica il testo del disegno di legge presentato dalla Giunta Cavallera. Infatti l'articolo 6 che sostituisce l'articolo 5, tranne piccole modifiche, a nostro giudizio, non ci sembra abbia punti da riformulare completamente o da stralciare interamente. Per quanto riguarda il contenuto, riguarda soprattutto la pianificazione e la programmazione comunale in coordinamento con la pianificazione territoriale e paesaggistica, quindi quella provinciale, con i piani territoriali di coordinamento, e quella regionale con il PTR (Piano Territoriale Regionale) e il PPR (Piano Paesaggistico Regionale).
Vengono riconosciute delle norme che, ovviamente, sono frutto dell'evoluzione della normativa, a partire dal 1977 ad oggi. Ad esempio vengono riconosciuti - probabilmente, finalmente, li utilizzeremo - i PTCM cioè i Piani Territoriali di Coordinamento delle Aree Metropolitane.
Quindi, se la Provincia di Torino - veramente, sono sempre un po' scettico sulle riforme, soprattutto dell'assetto istituzionale - diventerà, appunto Area Metropolitana, dovremo capire anche quale sarà, in effetti, l'area metropolitana. Ad esempio, non condivido pienamente che la provincia di Torino si trasformi interamente in Area Metropolitana. Penso ad aree come la Val Sangone, oppure l'Alta Valle di Susa o, ancora di più, la Valchiusella, comunque valli laterali e piccole della provincia di Torino e non capisco cosa ci azzecchino, per dirla in modo dialettale, con l'Area Metropolitana di Torino.
Al di là di questo, riconosco che l'adattamento del testo alle norme anche alle modifiche dell'assetto istituzionale della Province, delle Aree Metropolitane e delle Regioni, sicuramente è importante. Ovviamente, tutti i rimanenti emendamenti servono soprattutto per disquisire ancora, se ce ne fosse bisogno, e corroborare le tesi alla base dei nostri ragionamenti e delle nostre proposte.
Veramente, non cogliamo l'utilità che si sta dimostrando oggi, perch ovviamente, c'è un grosso blocco - non solo del nostro Gruppo, ma di quasi tutti i Gruppi dell'opposizione, almeno quelli che normalmente sono presenti in Aula e in Commissione - avverso questa modifica della legge sull'urbanistica, che presenta lati molto positivi, ma anche lati molto negativi, alla luce, soprattutto, delle indagini, non solo regionali, ma della Procura antimafia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 560) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: all'articolo 5, comma 2, della legge regionale n. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo), dopo le parole "e alla salvaguardia", sono inserite le seguenti "e all'implementazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo le parole "e alla salvaguardia dei valori paesaggistici", con questo emendamento inseriremmo anche la definizione "e all'implementazione".
Riteniamo che molto si è fatto in senso negativo sulla salvaguardia dei valori paesaggistici, quindi, oggi, potremmo procedere ad implementarli pertanto non solo salvaguardare l'esistente.
Noi speriamo che il dettato costituzionale, attraverso gli articoli contenenti i principi fondamentali, non solo quelli legati al paesaggio, ma anche tanti altri della nostra Costituzione, possa, finalmente, trovare applicazione non solo nella salvaguardia dell'esistente, che, secondo me giorno dopo giorno, si sta pian piano sgretolando. Mi riferisco all'insieme dei diritti che spettano, per Costituzione, ai cittadini italiani.
necessario svolgere un percorso a ritroso in avanti. Cioè, un percorso a ritroso per riacquisire almeno quei diritti e quella salvaguardia, in questo caso, di valori paesaggistici, ma anche di altro tipo, che sono alla base di quella che può essere considerata un'unione all'interno di uno Stato, quindi una società civile. A questo punto, permettere di incrementarli tramite, ad esempio, la tutela dei valori paesaggistici, cioè consentire di abbattere una serie di obbrobri che sono stati costruiti sul nostro territorio a livello di cementificazione, quale la costruzione di capannoni.
Se non sbaglio, una Regione può dare conto delle costruzioni realizzate a seguito di percorsi attuativi di piani regolatori fino a dieci anni dopo.
Di questo potremo anche discuterne ampiamente in un dibattito magari meno legislativo, ma più teorico-pratico, perché, ovviamente, avrebbe sul territorio delle ricadute non esiziali.
Ad esempio, penso a questo bistrattato territorio di Langhe-Roero - mi dispiace che in questo momento non ci sia il collega Negro - che deve ricevere il riconoscimento come patrimonio dell'Unesco: sarebbe una di quelle aree che, sicuramente, potrebbe essere oggetto di una cura "P" del paesaggio, per un'implementazione e non solo per salvaguardare l'esistente e prendere atto dei danni commessi attraverso la costruzione di tanti capannoni, fabbricati assurdi e incoerenti, edifici incoerenti e incongrui all'interno dei centri storici. Di fronte a centri storici, aree agricole aree di pregio paesaggistico si potrebbe pensare ad una cura ricostituente a base di vitamina P (P come paesaggio), per cercare di ripristinare veramente quelli che sono i valori fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Siamo all'emendamento rubricato n. 560).
già stato sottolineato che non è una richiesta che apporta una semplice modifica, ma inserisce un'ulteriore accezione rispetto al contenuto dell'articolo 5 della legge regionale n. 56/1977, quindi è un emendamento all'articolo 6 del disegno di legge così come licenziato dalla Commissione.
Per quanto riguarda la salvaguardia, ci siamo soffermati più volte in più sedute, per tutelare, quindi bloccare, in qualche modo ulteriori scempi, che già si sono consumati all'interno del nostro territorio. In questo momento crediamo che i tempi siano maturi per poter puntare a qualcosa di più. Cioè all'implementazione del paesaggio che ci circonda, il paesaggio inteso in tutti i sensi, soprattutto nel senso di una maggiore vivibilità e di un benessere per chi ci risiede, ci lavora e può in qualche modo fruire di tutte possibilità del territorio.
Naturalmente anche questa modifica rientra all'interno della struttura emendativa all'articolo 6, ma ci dà modo di aumentare e sottolineare quella che è l'enfasi che vogliamo dare alla nostra attività emendativa e alla nostra idea politica, che è una revisione del concetto inserito dall'Assessore Cavallera e dalla Giunta nell'ambito delle possibilità di utilizzo dello strumento di varianti parziali.
Ci aspettiamo chiaramente l'eventualità di un'apertura, che c'è stata su alcuni piccoli dettagli nei precedenti articoli e di cui ringraziamo, ma concettualmente e strutturalmente aspettiamo di vedere quale sarà l'atteggiamento direttamente sui nodi più critici.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "valori paesaggistici", sono aggiunte le parole "e del territorio".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
veramente curiosa - non mi stancherò mai di ripeterlo - la totale assenza di dibattito su un argomento che ritengo sia fondamentale per il governo di una regione.
Sono convinto che tutte le volte che il legislatore si prefigge lo scopo di creare delle reti a maglie larghe faccia un gravissimo errore e determini un enorme nocumento alla collettività.
Le leggi devono essere chiare e stringenti, e non si può sempre demandare all'interpretazione dell'avvocato o del giudice la bontà o meno di un atto o di un provvedimento. Quindi le leggi devono essere chiare e stringenti.
Vede, Assessore - mi permetto di interloquire con lei, perché è l'unico, bontà sua, che mi dà soddisfazione nell'interlocuzione - non desidero essere quello che appartiene a un'Italia con maglie larghe: voglio essere quel legislatore, quell'amministratore, quel rappresentante della politica che si sforza, si sgola per poter rendere le leggi più chiare e stringenti.
Io non voglio essere quello della maglia larga nei confronti delle speculazioni urbanistiche di grande portata e che invece interviene nei confronti del piccolo abusivismo di veranda o di valutazione di superficie di una camera da letto inferiore ai 14 metri quadri nella quale non si possono mettere due letti per i figli, ma solo un letto. Io non voglio essere quello. E così non voglio essere neanche quello che vieta a una famiglia che possiede un appartamento con un numero di componenti notevole di crearsi un bagno in più, magari in cantina, perché non ci sono i 2,40 metri da rispettare secondo le normative. Non sono quello io, Assessore.
Io sono quello che ha paura di essere confuso, in questo momento, con quanti non si oppongono alla criminalità organizzata, e la variante parziale in questa regione rappresenta uno strumento di infiltrazione. Non lo sto dicendo io, ma è stato detto dal Ministro dell'Interno, il quale ha commissariato alcuni Comuni, sostenendo che si tratta di uno strumento d'infiltrazione della criminalità organizzata.
Allora, per la Madonna!



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Chiedo scusa e non voglio essere blasfemo, ma vogliamo riflettere su questo? Vogliamo confrontarci, signori della maggioranza? Oppure dobbiamo far finta di niente? È un argomento di enorme portata, e allora che rimanga quantomeno agli atti che quel povero stupido del Consigliere Buquicchio si è sgolato per ore e ore, magari con qualche altro collega dell'opposizione a insistere su questo argomento. Poi la responsabilità ve l'assumerete voi e ve l'assumerete tutta, perché comunque si modifichi quell'articolo questa legge non la voterò.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 100) e n. 101) sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 337) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: all'articolo 5 della legge regionale n. 56, al comma 2, al secondo periodo dopo le parole "alla valorizzazione e alla salvaguardia dei valori paesaggistici" aggiungere le seguenti parole "culturali ed identitari dei luoghi".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quando abbiamo commentato, nella dichiarazione di voto sull'articolo 5 le ragioni della nostra obiezione, introducevamo già i contenuti di questi emendamenti. In modo particolare, in quest'articolo, che ha come obiettivo "Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica", meglio si attaglierebbero, a nostro modo di vedere, le precisazioni contenute nei nostri emendamenti, che tendono ad ampliare l'attribuzione di significato al termine paesaggio.
Perché interveniamo con questa qualificazione aggiuntiva? Perch riteniamo che nella pratica (soprattutto nella pratica piemontese) gli elementi di specificazione sui caratteri identitari dei beni culturali siano stati spesso trascurati o del tutto ignorati. In modo particolare, la nostra intenzione è in questa fase, dove non stiamo ancora discutendo delle varianti strutturali, quella di far assumere appieno il significato di tutti gli atti di indirizzo che nel tempo si sono succeduti, dalle convenzioni europee fino al Codice dei beni culturali, e far attendere in pieno quanto viene oggi assegnato, in termine di significato, alla definizione di paesaggio. Una definizione quindi che, accanto alle caratteristiche di natura ambientale, definisce anche i caratteri identitari che connotano un determinato territorio.
Queste risorse ambientali e culturali devono essere annoverate tra i beni comuni, ed è questa forse l'innovazione più ampia che vorremmo venisse assunta da questa rinnovellata legge urbanistica; una definizione più ampia non soltanto dal punto di vista delle normative che la ispirano, ma più ampia anche dal punto di vista degli impegni che si assume. Perché se noi riteniamo che il termine bene comune sia una delle questioni che si sposa coerentemente con il termine tutela ed uso del suolo, che sta nelle premesse di questa articolazione legislativa, certamente l'attenzione che noi proponiamo non potrà che essere condivisa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 423) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: all'articolo 6, comma 2, dopo le parole "salvaguardia dei valori paesaggistici", aggiungere le parole "da considerarsi come bene comune, a prescindere da chi ne detiene la proprietà".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente Intendo illustrare quest'emendamento perché è la naturale conseguenza e la naturale prosecuzione della premessa che ho finito di fare nel commento precedente.
Dicevo, i valori comuni, i beni comuni. Non è semplicemente una dichiarazione retorica: se fosse una dichiarazione retorica, troveremmo evidentemente il consenso generalizzato. Ma quando all'interno di uno strumento di programmazione urbanistica facciamo riferimento al concetto di bene comune e all'obbligo pubblico di tutela del bene comune, ne discende una conseguenza non banale nelle relazioni tra il potere di regolamentazione del sistema pubblico e il diritto di proprietà. Quindi l'accezione che noi vogliamo qui sottolineare è che, nel momento in cui consideriamo gli strumenti di tutela un interesse della collettività presente e delle collettività future, ci arroghiamo la responsabilità - che altri potrebbero leggere come pretesa - d'intervenire anche a prescindere da chi detiene la proprietà.
quindi, un delicato principio di regolazione tra l'uso proprietario e l'uso pubblico che qui viene introdotto, non tanto per vincolare a funzioni pubbliche porzioni del territorio, quanto piuttosto per vincolare il territorio a una funzione di fruizione pubblica.
Pertanto, quest'emendamento, che sottolinea esattamente il termine a prescindere da chi ne detiene la proprietà, ha questo tipo di accezione che è un'accezione di grande impegno; direi, in qualche modo, un'accezione costituzionale.
In questi giorni siamo abituati a discutere sull'applicazione delle riforme costituzionali. È sicuramente importante ricordare, anche qui, che se siamo in un paese che tutela le libertà di proprietà e le libertà di impresa, trattasi sempre di una tutela che non deve confliggere con gli interessi collettivi. Poiché la tutela paesaggistica, dal nostro punto di vista, è un interesse collettivo, il cui principio è in capo ai poteri pubblici, ecco che ci spingiamo, nell'articolazione dei nostri emendamenti fino a puntualizzare la necessità di questo equilibrio che riteniamo pienamente coerente con il principio della riduzione del consumo di suolo e della tutela dei suoli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 102) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "Incentivando la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "privilegiando esclusivamente la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "senza prevedere ulteriore consumo del territorio".
Emendamento rubricato n. 105) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "vietando ulteriore consumo del territorio".
Emendamento rubricato n. 106) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "incentivando progetti volti all'efficienza nell'uso delle energie ".
Emendamento rubricato n. 107) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "incentivando progetti volti all'uso efficiente delle energie rinnovabili".
Emendamento rubricato n. 108) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "incentivando progetti dal basso impatto ambientale".
Emendamento rubricato n. 109) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole "dei territori degradati" sono aggiunte le parole: "incentivando progetti che non prevedano impatto ambientale".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, assemblo questi emendamenti nell'illustrazione: avrei diritto a 24 minuti, ma ne utilizzerò sicuramente meno della metà.
Voglio continuare ad interloquire, chiedendo nuovamente scusa per essermi lasciato andare in una frase che non mi appartiene; mi scaldo troppo di fronte a quest'argomento, perché sono convinto che, laddove ci sia, da parte del legislatore, la volontà di lasciar perdere, lasciar correre, lasciare la massima discrezionalità, si sbagli.
Non stiamo parlando di quest'argomento rispetto al 2004 o 2005; siamo al 16 ottobre 2012, dopo che poche ore fa, pochi giorni fa, poche settimane fa, è successo il finimondo! Quel finimondo ha dovuto necessariamente far aprire gli occhi a tutti, anche a coloro che colpevolmente ritenevano di poter dormire.
Occorre intervenire in modo stringente quando si ha questa prerogativa di intervento, non si può assolutamente demandare al caso ed alla discrezionalità, in nome di una democrazia che oggi è stata vilipesa in tutti i modi. Non si può invocare la democrazia per motivi di comodità. La democrazia è una cosa seria e, oggi, tutto ciò che attiene all'autonomia è sotto processo.
Chi mai avrebbe pensato di veder arrivare la Guardia di Finanza negli uffici di una Regione, per andare a sindacare su cosa? Non su reati particolari, ma sull'utilizzo dei fondi erogati - per legge - ai vari Gruppi. Chi l'avrebbe mai detto? E allora, tornando all'urbanistica, le dico - Assessore - che lei è stato onesto intellettualmente, perché nelle ultime interlocuzioni non ha più citato il Titolo V della Costituzione. Fa bene a non citarlo più perché lei - essendo un attento osservatore - sa benissimo che oggi non è più blasfemo pronunciare il Titolo V della Costituzione in termini critici.
sotto processo anche quello, così com'è sotto processo il regionalismo e tutta l'autonomia locale. Questo può piacere, o può non piacere.
La cosa che mi preoccupa di più, Assessore, è che un Ministro dell'Interno abbia commissariato un Comune vicino a casa mia; non so se è anche vicino a casa sua, in ogni caso appartenente alla nostra regione.
Regione della quale noi, come legislatori, abbiamo comunque una responsabilità: sicuramente diversa da quella della Giunta, ma anche come oppositori abbiamo una responsabilità.
Un Comune è stato commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata e il Ministro (basta leggere quel provvedimento) cita testualmente il provvedimento urbanistico delle varianti parziali come capacità di infiltrazione.
Questo ci vuole preoccupare, o no? Solo io mi devo riscaldare, insieme a qualche altro collega di questi banchi? Ci dobbiamo preoccupare! Non possiamo continuare a dire che è un caso isolato. Quello non è un caso isolato! Quella è la punta di un iceberg che si è presentata all'osservazione degli inquirenti! Se si va sotto quella punta, si trova un iceberg! Poi ci meravigliamo tutti: anche Formigoni è caduto dalle nuvole quando ha appreso che un suo Assessore aveva comprato 4.000 voti dalla 'ndrangheta! Esiste questo problema! E allora, qual è il compito del legislatore? Cercare di determinare e di buttare nell'acqua della pubblica amministrazione, e quindi delle regolamentazioni varie e più varie, reti a maglie strette! Non è possibile continuare ad attribuire - in nome e per conto dell'autonomia del Comune, e quindi del totale rispetto del Titolo V all'amministrazione periferica la possibilità di agire senza un controllo stridente.
Prima le ho detto quello che non vorrei essere. Aggiungo un'altra cosa: non voglio essere quello dell'Italia del silenzio-assenso; voglio essere quello dell'Italia del silenzio-diniego, perché è troppo comodo, per l'Amministrazione - come avviene oggi per le SCIA - non pronunciarsi dopo 30 giorni e magari intervenire in autotutela dopo mesi o anni.
Ma che modo di agire è questo? Presento una SCIA, l'Amministrazione non mi risponde, quindi inizio, investo, faccio le opere che ritengo di dover fare secondo progetto, e poi qualcuno, dopo tempo, si ricorda e interviene in autotutela! Ma stiamo scherzando! Voglio sapere chi si assume la responsabilità di darmi un'autorizzazione, e quello se la deve assumere sino in fondo, perch deve rispondere a delle leggi chiare, stridenti, inequivocabili.
E così facile legiferare in questo modo! No, ci dobbiamo complicare la vita. Dobbiamo lasciare spazio alla libera interpretazione, e poi arriva la Finanza, arriva la Magistratura, arrivano i Carabinieri e quant'altro.
Basta! Basta! La ringrazio, Assessore, per l'interlocuzione, la ringrazio anticipatamente per tutto quello che riterrà di voler fare in termini di miglioramento di quel punto, ma io, per come è stata impostata questa legge, per la disattenzione di quest'Aula alla problematica, le annuncio il mio voto contrario al provvedimento finale, che, ancorché migliorato in quelle parti su cui ci stiamo battendo affinché si possa migliorare, non corrisponde sicuramente ad un esempio edificante di partecipazione collettiva di un consesso che ha un'enorme responsabilità su un punto delicatissimo come quello dell'urbanistica.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 766) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 2 dell'articolo 5 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, dopo le parole: "dei territori degradati" sono inserite le seguenti: "prevedendo specifici piani di recupero di tali territori".
Comunico che il Consigliere Reschigna lo dà per illustrato, così come gli emendamenti rubricati n. 108) e n. 109): è corretto, collega Buquicchio?



PRESIDENTE

BUQUICCHIO Andrea (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, fino all'emendamento rubricato n. 109), Presidente.



PRESIDENTE

Bene.
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153, dopo le parole: "Il PTCP e il PTCM, in conformità alle" è aggiunta la parola: "specifiche".
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Lo dia per illustrato, perché vorrei bene un goccio d'acqua.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 569) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 3, dell'articolo 5 (Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), in sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) la parola: "considerazione" è sostituita dalla seguente: "qualificazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In effetti, dopo l'intervento del collega Buquicchio auspicavamo quantomeno, una risposta nel merito da parte dell'Assessore Cavallera.
In effetti, tutti noi abbiamo seguito con apprensioni e con un minimo di preoccupazione gli accadimenti riguardanti diversi Comuni del Piemonte.
Ribadisco anch'io che non si è trattato di uno o due casi isolati: si è parlato di Rivarolo, di Leinì e di Alessandria, anche se non ha avuto una Commissione prefettizia di indagine, cosa che il nostro Gruppo aveva sollecitato con un ordine del giorno prima delle elezioni del 2012.
All'epoca mi era stato risposto da parte di diversi Gruppi: "Non discutiamone adesso, perché potrebbe essere considerato un documento d'indirizzo strumentale/elettorale contro la Giunta uscente di Fabbio e il Presidente della Commissione territorio, Caridi", per il quale c'è stato il processo (ma al momento non conosciamo ancora l'esito), che dalle intercettazioni sembrava il referente della locale 'ndrangheta. Abbiamo avuto anche Chiasso. Insomma, non mi sembra che sia stata una questione isolata.
Sono andato a riprendere il decreto di scioglimento del Comune di Rivarolo Canavase che, giustamente, il Consigliere Buquicchio ha riportato perché gli era rimasto impresso nella mente, come dovrebbe rimanere impresso nella testa di tutti coloro stanno adesso lavorando sul disegno di legge relativo all'urbanistica.
Tale decreto riferisce: "Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2010 il comune ha attuato una tecnica pianificatoria per la rilocalizzazione e la ridistribuzione sul territorio della capacità edificatoria, attraverso l'approvazione di varianti al piano regolatore generale, che sono consentite se non modificano i principi informatori del piano e del suo dimensionamento. Le varianti adottate dal comune si sono invece rivelate strutturali,determinando una situazione di fatto che impedisce di accertare che il dimensionamento garantisca il soddisfacimento dei requisiti minimi di legge. La condotta dell'amministrazione in materia di regolamentazione urbanistica ha dato luogo ad istanze sempre più numerose che hanno provocato il ricorso a nuove varianti parziali, realizzando così un sistema che ha posto in secondo piano il soddisfacimento dell'interesse pubblico generale e, di fatto, ha favorito persone legate alla criminalità organizzata".
Penso che le parole parlino da sé. Adesso non vogliamo che questo singolo caso - che non è unico, perché sono stati almeno quattro in Piemonte e, probabilmente, ce ne saranno altri - venga riportato sul disegno di legge, ma pensiamoci attentamente prima di pensare alle varianti parziali come uno strumento da andare a toccare oggi, ampliandolo.
Io ci penserei molto: insieme ad altri Gruppi consiliari stiamo facendo un appello a riflettere in questo momento, anche come segnale che viene dato all'esterno.
Rinnovo la mia richiesta di eliminare questa parte delle varianti parziali dal disegno di legge e di poterla valutare, forse, in un secondo momento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "valori paesaggistici" sono aggiunte le parole: "e della valorizzazione del territorio".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Vorrei che fosse chiaro quello che ho detto. Sicuramente è un aggiustamento, chiamiamolo così. Poi, in politica, gli aggiustamenti non sono altro che un compromesso. E quando gli stessi non sono al ribasso possono essere anche accettati.
ovvio che di fronte ad un male maggiore, non si può che preferire quello minore. Dunque, alla fine, una rivisitazione della legge urbanistica regionale attuale con quegli aggiustamenti, magari frutto di un compromesso non al ribasso, su quel punto (ex articolo 17, comma 7) può essere auspicabile.
Anche se la scelta prioritaria è ottimale, in una situazione estremamente delicata come quella attuale e in un momento politico nel quale si rimette in discussione necessariamente tutto quello che attiene alle autonomie periferiche, io penso che sarebbe stato più saggio poterla abrogare completamente.
Ci sono le condizioni politiche oggi, Assessore, senza che nessuno di voi o di noi sia cosiddetto, in modo metaforico, "impiccato" da parte degli amministratori locali che richiedono questa libertà d'azione.
Tutti vorremo avere maggior libertà: è bella la libertà! Così come sono belli altri concetti: è bella pure la giustizia! Però la libertà va meritata e noi abbiamo visto che, purtroppo, non c'è un livello culturale tale, per colpa di qualcuno sicuramente: poi c'è tanta brava gente, ci sono tanti bravissimi amministratori e tante persone oneste, ma è doveroso aprire gli occhi. Quindi se è doveroso aprire gli occhi, vanno aperti con un senso di responsabilità.
Se fossi il responsabile del Governo di una Regione - non lo sarò mai! per me sarebbe un fiore all'occhiello poter dire all'opinione pubblica: "Ho modificato tutte le leggi aleatorie; ho modificato tutte le leggi nelle quali c'è massima discrezionalità e possibilità di intervento negativo.
Ho creato le condizioni perché tutto nella mia Regione, nella Regione da me governata, possa funzionare secondo norme e regole precise". Invece no. Qualcuno mi risponda perché no!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Sono stato amministratore di un medio Comune, quindi mi rendo conto delle difficoltà che quotidianamente i nostri colleghi Sindaci affrontano.
A volte c'è bisogno di più finanziamenti - lo sappiamo - altre volte c'è bisogno di più autorità locale.
In questo disegno di legge sull'urbanistica ho sottoscritto anche io gli emendamento proposti dal mio Capogruppo, perché sono convinto che la delicatezza del sistema comporta una necessità di controllo superiore senza sminuire la dignità di un Amministratore locale. Di esempi ne sono stati fatti; anzi, sono stati gridati in quest'Aula, affinché ci sia un appello da parte di una coscienza morale e politica di un legislatore nei confronti di quello che è l'Assessore artefice di questo disegno di legge.
Lascia un po' sconfortati il fatto che le fila della maggioranza siano semivuote. È inquietante vedere le poltrone della maggioranza vuote mentre si discute di un disegno di legge che è stato definito, giustamente, "il fiore all'occhiello" di questa Amministrazione.
Noi chiediamo interlocuzione, confronto e dialogo, oltre che l'ascolto di questi emendamenti.
Sono stati fatti esempi forti, eclatanti, di Comuni in "odore di mafia", per i quali lo Stato ha dovuto prendere dei provvedimenti. Questo significa svilire la politica, oltre che la democrazia.
Il nostro appello mira proprio a questo, ad un dialogo con lei Assessore, perché questi emendamenti, sicuramente non ostruttivi, ma costruttivi di un disegno di legge a cui anche noi, come minoranza vogliamo essere partecipi e protagonisti, dando al nostro territorio quella dignità e quella legislazione che i piemontesi ci stanno chiedendo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Emendamento rubricato n. 570) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 3, dell'articolo 5 (Finalità ed obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "assetto" è sostituita dalla seguente "apparato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Torno su un argomento su cui, come ha detto giustamente il Consigliere Segretario Ponso, c'è poco da sorridere.
un tema importante che noi vorremmo poter discutere in una sessione suppletiva o a lato del Consiglio, magari anche in una Commissione non formalizzata, con l'Assessore Cavallera, per vedere se c'è la possibilità di accogliere questa accorata richiesta da parte di parecchi Consiglieri di opposizione.
Tuttavia, penso che anche i colleghi della maggioranza, ma solo per disciplina di maggioranza e non per altre motivazioni, sentano il peso di questi fatti accaduti sul territorio piemontese. Sentono anche la responsabilità di andare a legiferare oggi su una materia oggetto di notevole attenzione da parte dei Commissari prefettizi mandati dal Ministero degli Interni, quindi dal Ministro Cancellieri, supportato dal PD, dal PdL e dall'UDC (oggi insieme alla presa di posizione delle altre forze di opposizione che magari non sono al Parlamento o, se lo sono, non supportano al momento il Governo Monti). C'è un'unanimità su questa posizione.
Siamo ancora una volta a richiedere che questa norma venga stralciata e rinviata, dopo un periodo di analisi minima - uno o due anni - di quelle che saranno le varianti parziali affrontate dai Comuni nei prossimi due anni, dopo aver migliorato le regole di presentazione delle richieste di varianti parziali.
Ribadisco ancora una volta che dovremmo mantenere le varianti parziali nei contenuti come sono oggi; mettere l'obbligo di controllo della veridicità della variante parziale da parte della Provincia e fare un percorso sperimentale di uno o due anni (lo deciderà la Giunta).
Eventualmente, fermo restando che ad oggi la scadenza temporale di una Giunta è di cinque anni (quindi se ci sarà anche spazio per questa Giunta o in accordo con le forze che probabilmente ci saranno anche nella prossima legislatura), pensare di andare a lavorare sulle varianti parziali.
Se l'Assessore Cavallera e gli uffici dell'Assessorato vogliono fare una fase sperimentale, facciamola - la facciano - ma sui contenuti delle varianti parziali odierne, senza andare a toccare un tasto delicato.
Personalmente, ci penserei due volte prima di andare ad espormi, come maggioranza e come Regione Piemonte, ad eventuali polemiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Semplicemente per unirmi alla richiesta del Capogruppo Bono evidenziata anche da altri colleghi delle minoranze, con espressioni e modi diversi.
Abbiamo recepito e stiamo analizzando gli utilizzi di questi strumenti che hanno dato diversi risultati, dal nostro punto di vista negativi, a partire da dubbi o perplessità sul loro utilizzo, fino ad arrivare al commissariamento di interi Enti.
Credo, quindi, che la prudenza non sia mai troppa.
Mi unisco alla richiesta del capogruppo Bono, sulla possibilità di nuove regole per quanto riguarda le varianti parziali. Ovviamente, quelle scritte all'interno del disegno di legge che stiamo analizzando a noi non piacciono, e continuiamo a dire quali invece sarebbero ottimali, dal nostro punto di vista, demandandole ad altra sede, individuando un accordo di tempi e modi per analizzarle.
Non indifferente potrebbe essere l'utilizzo di una sperimentazione cioè di verificare in modo puntuale tutto l'iter per eventuali tot mesi o anni secondo regole vigenti, andando poi davvero in collaborazione con tutte le forze politiche che parteciperanno a ridefinire queste regole.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 767) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 3, dell'articolo 5 della l.r. 5/77 n. 56, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, dopo le parole "l'ambiente naturale nella sua integrità" sono inserite le seguenti "con specifica considerazione delle peculiari caratteristiche rispettivamente delle aree di pianura, collina e montagna,".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento in sé è molto semplice: al comma terzo dell'articolo 5 dopo le parole "l'ambiente naturale nella sua integrità", chiediamo di aggiungere "con specifica considerazione delle peculiari caratteristiche rispettivamente delle aree di pianura, collina e montagne".
Mi sembra talmente semplice, da non voler occupare la mente dell'Assessore Cavallera su queste basi.
Tuttavia, credo sia opportuno riprendere alcuni concetti.
Ho ascoltato gli interventi dei colleghi Buquicchio e Bono, che rispetto nelle considerazioni che esprimono, però vorrei solo che fosse chiara la posizione che il gruppo regionale del Partito Democratico sta assumendo nei confronti di questa legge.
Noi non ci muoviamo con un atteggiamento di sfiducia nei confronti degli Amministratori locali. Tuttavia, crediamo che anche il lavoro che sta portando avanti la Commissione d'indagine, presieduta dal collega Buquicchio, abbia evidenziato una questione: nella pratica urbanistica di questa Regione, l'utilizzo dello strumento delle varianti parziali articolo 17 delle legge urbanistica regionale - è andato molto oltre gli ambiti e i limiti che la legge regionale prevede.
Quando il legislatore regionale, Assessore Franco Maria Botta introdusse le modifiche all'articolo 17, con l'inserimento delle varianti parziali, come Gruppi consiliari del centrosinistra non eravamo favorevoli ma riconosciamo il contesto dentro il quale quell'operazione è avvenuta: un contesto di tempi lunghissimi per la predisposizione degli strumenti urbanistici che, di fatto, bloccavano l'attività urbanistica anche sulle questione meno sostanziali.
per questo che consideriamo un po' squilibrato l'impianto proposto dall'Assessore Cavallera all'interno di questo disegno di legge.
Il punto è che viene rotta questa situazione con le modifiche alla legge 56 che stiamo discutendo. Per alcuni aspetti, è stato rotto già nella precedente legislatura, quando è stata introdotta la sperimentazione nelle procedure di formazione e di approvazione delle varianti strutturali mentre oggi viene rotta del tutto, dal nostro punto di vista auspicabilmente rotta, perché si estende sulla base delle esperienze fatte sulle varianti strutturali, sulle varianti generali, sui piani regolatori e sulle procedure di formazione e approvazione previste dalla legge sulle varianti strutturali, quindi le conferenze di copianificazione.
Siamo in un momento in cui il legislatore regionale sta immaginando una procedura più celere per l'approvazione degli strumenti più rilevanti.
A questo punto, qual è la necessità che si estenda ulteriormente perché con questa legge la si estende ulteriormente - l'ambito dell'articolo 17, della legge 56, sulle varianti parziali? Qual è la necessità? Teniamo pure lo strumento delle varianti parziali, però lo confiniamo in ambiti che siano quelli propri dell'intervento sulle questioni meno sostanziali che riguardano la trasformazione del territorio, perché il rischio che intravediamo è sostanzialmente l'opposto. Con gli ampliamenti sia per quanto riguarda i Comuni sia per quanto riguarda le percentuali di incremento della capacità insediativa sia per quanto riguarda altri parametri, le varianti parziali diventano ancora più importanti in questo contesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare all'Assessore che si sta verificando un fatto che forse vale la pena di segnalare, perché mentre noi stiamo discutendo la riforma della legge n. 56, sono in corso ormai da alcune settimane i lavori della Commissione presieduta dal Presidente Buquicchio.
Qual è, secondo me, l'obiettivo principale che ci si pone con i lavori di quella Commissione? Verificare una serie di esperienze concrete e cercare di capire in che misura quelle esperienze concrete possano suggerire una modifica alla luce dell'esperienza della politica urbanistica regionale. Perché altrimenti non si spiega per quale ragione dovremmo continuare a verificare e a discutere e confrontarci con gli Amministratori.
Del resto, questa è la ragione principale per la quale abbiamo costituito quella Commissione.
Come ricordava il collega Buquicchio ma anche il collega Reschigna quella Commissione ci consegna un problema, perché tutti riconoscono - e noi siamo in grado di verificare che così è stato - che vi è stato un utilizzo eccessivo, quasi un abuso del ricorso alle varianti parziali.
emerso in maniera evidente questo fatto. Se è così, domando: qual è la ragione per la quale noi discutendo la riforma della legge n. 56, non facciamo tesoro di quella esperienza e non modifichiamo in maniera conseguente la legge n. 56? Perché se vi è stato un ricorso eccessivo alle varianti parziali, la logica vorrebbe che noi qui decidiamo di fare un'operazione di contenimento dell'uso delle varianti parziali.
Invece capita esattamente il contrario. Noi ampliamo la possibilità delle Amministrazioni locali di fare ricorso allo strumento della variante parziale, e questo è sbagliato per le ragioni che ricordava il collega Reschigna, e cioè che noi stiamo con questa legge velocizzando le procedure per approvare varianti strutturali e revisione del piano regolatore generale.
una buonissima ragione per circoscrivere ulteriormente le norme riguardanti le varianti parziali; in caso contrario, non si spiega per quale motivo noi dovremmo continuare a fare un ragionamento che non tiene conto dell'esperienza, che è critica ed emerge come un'esperienza critica.
Sono d'accordo con chi dice che dobbiamo considerare questo passaggio come un passaggio importante per valutare il merito del provvedimento che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Dico all'Assessore Cavallera che ogni periodo della storia di un Paese ha il suo tempo.
Gli anni nei quali è vissuta la mia generazione erano gli anni del progresso, della crescita tumultuosa, dell'opportunità di lavorare. Il Paese veniva da una guerra devastante che ci aveva visti alleati della dittatura nazifascista. I paesi erano distrutti un po' dai bombardamenti e un po' da tutto quello che era successo in questi paesi e penso anche alla storia della Resistenza nel territorio piemontese e in quello della provincia di Torino, soprattutto. Quindi, c'era bisogno di ricostruire.
E devo dire che gli italiani hanno fatto un buon lavoro; il Paese è diventato un Paese importante.
Quando sono arrivato a Rivoli per la prima volta c'erano i tripli turni nelle scuole. Oggi purtroppo il Comune ha il problema inverso: ha troppe scuole e pochi bambini e chiudere le scuole come si sa è sempre un problema.
C'era un'esigenza diversa che il Paese sentiva che era la speranza della crescita, perché questa portava un benessere collettivo, portava occasioni di lavoro e migliorava la qualità della vita delle famiglie.
Oggi la situazione non è più questa. Credo che non ci sia mai stato un provvedimento come quello che l'attuale Governo Monti ha adottato - mi pare che sia un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - che ha detto per la prima volta probabilmente nella storia del Paese: basta con il consumo di territorio.
Avevo tenuto questo articolo del giornale, ma adesso non lo trovo più e quindi non riesco a definirlo, ma posso recuperare quel provvedimento.
Concludo, Presidente, tanto ci saranno occasioni per continuare dopo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Non vorremmo che su questi nostri interventi si cercasse alla fine di immaginare che si possa ironicamente affrontare il tema.
Credo invece che il nostro atteggiamento sia un atteggiamento che debba essere preso in grande considerazione, nel senso che i lavori faticosi che la Commissione di indagine urbanistica in questi mesi ha fatto sono lavori che ci hanno portato a toccare con mano una situazione complicata all'interno della quale vivono i Comuni, dove da un lato certamente incide l'aspetto meramente economico, quindi la necessità di rispondere ai cittadini e quindi di trovare delle risorse per garantire i servizi, ma dall'altra si assiste ad un utilizzo del territorio non certamente che rispetta i canoni di utilizzo positivo del territorio stesso, canoni di rispetto di quelle che sono le parti di territorio già utilizzate, quindi la possibilità di immaginare nuove destinazioni per territori che hanno già ad oggi una destinazione urbanistica.
Questo è davvero uno dei nodi centrali. Abbiamo detto che la legge così com'è impostata. non soddisfa e non crediamo che la Regione Piemonte meriti una legge di questa natura, che non è nient'altro che un puzzle di aggiustamento non tanto ben assortito rispetto alla legge n. 56.
La nostra Regione merita una legge che davvero dia la possibilità di programmare e di utilizzare al meglio il territorio piemontese. Soprattutto di fronte ad uno strumento utilizzato in questi anni dai Comuni, che ha messo in evidenza tutti i suoi limiti e tutte le difficoltà all'interno delle quali poi ci si trova, credo che non ci si possa esimere dal fare una riflessione responsabile ed attenta che tenga in considerazione nuove possibilità e nuove opportunità che, attraverso la legge, possiamo dare alle Amministrazioni piemontesi e ai cittadini piemontesi.
Quindi, l'invito è quello di ritornare su questo tema, di dare altre possibilità e altre soluzioni perché la legge possa essere adeguata alle esigenze vere e reali dei Comuni e dei territori piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 639) presentato dai Consiglieri Reschigna, Stara Muliere, Ronzani, Boeti, Taricco, Lepri, Pentenero, Motta Angela, Placido: al comma 5 dell'articolo 5 (Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica) della legge regionale n.
56/1977, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, le parole ", considerano la pianificazione comunale esistente" sono soppresse.
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "coordinano le politiche per" sono rimosse le parole "la trasformazione e".
Emendamento rubricato n. 111) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 sono rimosse le parole "e la gestione".
Emendamento rubricato n. 113) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "e la gestione" sono aggiunte le parole "efficace ed efficiente".
Emendamento rubricato n. 112) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge 153 dopo le parole "e la gestione" è aggiunta la parola " efficiente".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Uno degli elementi che sicuramente dovrebbero essere tenuti presente nella elaborazione di una legge su un argomento così delicato è anche quello della equità.
Invece a me sembra - e chiedo scusa se faccio queste affermazioni ma non vogliono essere polemiche nei confronti di nessuno in modo specifico ma attiene ad una responsabilità collettiva - che si tenda a privilegiare gli interessi di lobby rispetto agli interessi del singolo individuo. E faccio degli esempi.
Da quando mi sono assunto la responsabilità della Commissione d'inchiesta ho preso gusto da un certo punto di vista e ho girato in qualche Comune, soprattutto nei piccoli Comuni, dove ho cercato di captare e di sentire le due voci, quella delle Amministrazioni e quella dei piccoli proprietari.
Esistono dei casi nei quali il numero dei componenti della famiglia è tale da dover imporre, in un momento di crisi economica (oltretutto come questo, nel quale non si può dire parte della famiglia vada a prendere in locazione un altro alloggio o ne compri uno più grande), l'esigenza magari di chiedere all'Amministrazione la trasformazione di uno sgabuzzino al piano seminterrato, magari dotato di ampia finestra e quindi di luce e aria, per realizzare un piccolo bagno magari a servizio di genitori anziani, dei nonni, che non possono fare le scale in una casa di campagna a più piani. Ed è vietato in alcuni casi perché non ci sono i 2,40 metri minimi. Oppure alcuni Comuni hanno inflitto sanzioni di 800 euro a famiglie che lasciavano dormire due figli in camere che non avevano la superficie di 14 metri quadrati.
Ma ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando? Non chiudiamo un occhio, su quelle che sono le possibilità di intervento del piccolo individuo a salvaguardia e a tutela dei piccoli interessi di una piccola grande famiglia, ma chiudiamo entrambi gli occhi nell'interesse di quelle lobby che oggi, in un momento di crisi, che non consente una circolazione di denaro liquido più di tanto...
Presidente, vorrei continuare. Mi assegni pure altri emendamenti per concludere questo ragionamento.
Ci troviamo di fronte all'impossibilità di difendere quei piccoli minuscoli interessi e invece, nonostante la chiara, manifesta, dichiarata e accertata possibilità di intervento di coloro che hanno quella liquidità che proviene sicuramente non da denaro, come si suol dire, "pulito", ma da denaro "sporco" e hanno l'esigenza di riciclare lo stesso, difendiamo la possibilità di investire in un ambito di cui non vi è necessità.
Siamo in decrescita demografica e non abbiamo bisogno di buttare sul mercato altre migliaia e migliaia di metri cubi o quadrati di superficie abitativa.
Avremmo bisogno di fare un'altra politica! Magari quella che riguarda le ATC, magari quella che riguarda il residenziale agevolato o convenzionato, ma quello ci preoccupa poco, tanto è vero che su quel versante siamo molto indietro se non fermi. Consentiamo ai vari Comuni di poter ampliare le superfici di sfruttamento del suolo e del territorio, ma chi è in grado di investire in queste megaoperazioni, se non la criminalità organizzata? Scusate se ripeto e mi ripeto su questo argomento, ma è preoccupante e quindi attiene alla nostra responsabilità prevedere, valutare, analizzare e quindi stigmatizzare sino in fondo simili possibilità di intervento. Agendo come? Oggi abbiamo la possibilità di intervenire con una legge urbanistica.
Chiedo al Presidente della Regione perché non vuole mettersi questo fiore all'occhiello. Perché, in un momento nel quale si ha la possibilità di stringere le maglie ed essere molto più attenti a questo tipo di problematica, non dà mandato alla Giunta e quindi all'Assessore di operare in tal senso? Il Presidente potrebbe convocare una bella riunione di maggioranza, ma se volesse allargarla anche alle opposizioni, personalmente parteciperò molto volentieri! Non per dire la mia, perché la mia l'ho detta in tutte le salse, ma soprattutto per ascoltare le motivazioni contrarie che ancora oggi mi sono ignote!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Sicuramente, viviamo in tempi in cui si rende urgentemente necessaria un'opportunità politica e legislativa nell'ambito dell'urbanistica.
stato ricordato in interventi precedenti ai miei il fatto che in tempi più positivi del nostro dopoguerra lo sviluppo economico esigeva determinati comportamenti. Non è più così. Anche la risposta a livello centrale e governativo è la richiesta di un uso consapevole e attento del territorio e a questo ci dobbiamo uniformare nel rispetto dell'ambiente e delle aspettative della nostra popolazione.
Questo non vuol dire non essere attenti alle esigenze spicciole, come è stato ricordato prima; le esigenze cosiddette "familiari", quelle per cui una ristrutturazione, una costruzione o un ampliamento trovano ancora oggi una burocrazia troppo farraginosa o dei controlli che vanno oltre quella che può essere la logica di una quotidianità familiare.
Allora ecco che una legge come questa che state proponendo e che deve essere storica per il nostro territorio deve tenere conto, da un lato, di queste esigenze, ma dall'altro, invece, vediamo che si sta andando diametralmente all'opposto e cioè semplificando decisamente la possibilità di procedere a varianti parziali e strutturali. Tuttavia, come ricordavano coloro che mi hanno preceduto e di cui condivido le affermazioni, queste opportunità non sono certamente di una famiglia o di un piccolo imprenditore o di coloro che sono la cosiddetta "spina dorsale" della nostra economia territoriale, ma fanno parte delle manovre del grande capitale, fanno parte delle manovre della criminalità organizzata.
Allora questo è l'appello che sta venendo da questo nobile consesso: fare attenzione a queste cose e dialogare prima di portare avanti imperterriti questa legge.
Si deve fare sicuramente tesoro dell'esperienza maturata in questi mesi con l'attività della Commissione d'inchiesta. Com'è stato detto in precedenza, si rischia di fare dei rattoppi e questo certamente non è quello che ci stanno chiedendo i piemontesi e soprattutto le Amministrazioni locali, perché ci stanno chiedendo una legge autorevole forte e concreta.
Si deve sicuramente tenere in debito conto l'esempio che viene da queste sedute della Commissione d'inchiesta. Il lavoro svolto in 37 sedute è encomiabile, perché ha messo in evidenza quel grande vulnus che si sta propagando non soltanto nel territorio della Regione Piemonte, trattandosi di una problematica nazionale. Ecco, è proprio essenziale l'attenzione sulla gestione di queste varianti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 768) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 3 dell'articolo 5 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153, dopo le parole: "politiche per la trasformazione e la" sono inserite le seguenti: "più razionale".
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'emendamento, in sé, è molto semplice. "Al comma terzo, dopo le parole 'politiche per la trasformazione' sono seguite le parole 'più razionale'".
Non è su questi primi articoli che si concentrano le nostre attenzioni e le nostre critiche sotto il profilo dell'impostazione del disegno di legge 153.
Ci sembra che in Commissione sui primi articoli del disegno di legge si sia svolto un lavoro positivo. In Aula, sul primo articolo abbiamo inserito delle norme che consentono di introdurre nella legislazione urbanistica alcuni obiettivi fondamentali, ma i punti forti attorno ai quali si muovono i nostri rilievi sul disegno di legge sono altri.
Vorrei chiudere sostanzialmente la riflessione che avevo avviato nel precedente intervento, completandola con queste brevissime considerazioni.
Nelle settimane scorse - non è un caso che faccio riferimento alle settimane scorse - l'Assessore Cavallera ci proponeva un confronto circa il trattamento legislativo su questa materia da parte delle diverse Regioni e la Regione Piemonte, anche a seguito del disegno di legge n. 153, arrivando alla corretta, per alcuni aspetti, rappresentazione di un fatto: oggi, la stragrande maggioranza delle Regioni italiane concede al sistema degli Enti locali un'autonomia più forte rispetto a quanto concesso nella legislazione piemontese in materia di formazione e di approvazione degli strumenti urbanistici.
Qui c'è il punto fondamentale della differenza tra lo stato della legislazione regionale in Piemonte e lo stato della legislazione in tutte le altre Regioni.
Voi state ancora operando in termini di manutenzione - molto forte e molto consistente, anche con alcuni elementi di novità, sicuramente interessanti - sulla legge urbanistica e sul regime dei suoli del 1977.
La stragrande maggioranza delle Regioni italiane, anzi, la totalità delle altre Regioni italiane, invece, sta ragionando rispetto a leggi di governo del territorio.
Il principio fondamentale su cui si fonda la maggiore autonomia da parte degli Enti locali in quelle Regioni consiste nel fatto che parlare di legge di governo del territorio significa parlare di due elementi fondamentali che intervengono nella pianificazione urbanistica: la dimensione strutturale e la dimensione operativa.
La dimensione strutturale, che deve essere condivisa anche con la Provincia e la Regione, è quella che mette da parte i valori destinati a durare nel tempo (aree, vincoli, elementi di paesaggio, pregi caratteristiche naturali, caratteristiche ambientali, elementi del paesaggio). Quindi, l'autonomia molto forte dei Comuni avviene sulla dimensione operativa, che è la sottrazione che viene effettuata nella lettura e nella presentazione del territorio tra le parti destinate a durare nel tempo e quelle che possono essere oggetto di trasformazione. Noi non siamo a questo livello.
Noi siamo ancora ad una legislazione urbanistica che pensa di utilizzare un unico strumento, senza operare questa separazione. Questo rende, per alcuni aspetti - me ne rendo conto - tra virgolette "anacronistica" la riproposizione del sistema dei controlli, perché a monte non c'è stata la condivisione su quelle parti del territorio che rappresentano valori destinati a durare nel tempo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Riprendo il ragionamento che avevo interrotto. Ritengo utile un riferimento al provvedimento del Governo, che, credo per la prima volta nella storia del Paese, ha detto che il terreno non può più essere consumato.
Ricordando quell'articolo su La Stampa, mi pare che sottolineasse l'opportunità, ancora una volta, di realizzare residenze e servizi all'interno dei nostri comuni utilizzando aree dismesse, abbattendo anche edifici degli anni '60 o '70, consentendo, magari, una elevazione maggiore.
Costruendo dove l'area è già urbanizzata, i Comuni, in qualche modo incassano tutto quanto serve per le opere di urbanizzazione; sono settori delle città dove c'è già l'illuminazione e c'è già la fognatura, quindi non è necessario urbanizzare.
Oggi, l'idea di urbanizzare un terreno agricolo non solo è un'idea sbagliata dal punto di vista della necessità di difendere il territorio, ma lo è anche da un punto di vista economico, perché quanto il Comune incassa non è sufficiente per dare a quei territori dignità abitativa, cioè strade marciapiedi, fognature e impianti di illuminazione adeguata.
Soprattutto, una legge urbanistica dovrebbe porre l'attenzione su questa necessità e su questa opportunità, favorendo processi di trasformazione in tale senso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 127) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale n. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "gestione del territorio" sono aggiunte le parole "che prevedono esclusivamente la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, ne abbiamo assemblati tre, però se lei ritiene che non sia sufficiente, passo a qualche altro.



PRESIDENTE

No, non la voglio condizionare.



BUQUICCHIO Andrea

Valuti lei.



PRESIDENTE

Procediamo con l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 127).



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio.
L'Italia sta cambiando; sta cambiando l'Europa; sta cambiando il mondo quindi anche il legislatore locale sta cambiando per l'immagine che riflette all'esterno.
Allora, questa può essere l'occasione per dimostrare, in qualità di legislatore, tutta la capacità riformista necessaria. Per capacità riformista si intende anche la capacità di adeguamento ai tempi che cambiano.
Sino a poco tempo fa, forse un decennio, ma anche molto meno, nei Comuni c'era l'estremo attaccamento all'urbanistica, perché nella licenza edilizia si individuava la possibilità di un ritorno nelle casse del Comune attraverso gli oneri di urbanizzazione.
Questo andamento ha segnato un'epoca. Non voglio qui discernere sulle responsabilità, prendo solo atto che - vi prego di fare altrettanto - così è stato.
finita quell'epoca, quindi necessariamente deve terminare l'atteggiamento del legislatore nei confronti di quell'esigenza, quindi occorre modificare il permissivismo che ha impregnato quell'ambito.
Nel momento in cui tutti lamentano una mancanza di crescita da parte del Paese, non si può certo pensare che il settore urbanistico possa, o debba, sopperire a quella mancanza di elementi di crescita.
Lo abbiamo detto prima e non lo ripeto, però posso dirvi che non è condannabile, in un tale momento, l'ipotesi in cui da parte dei legislatori, quindi degli amministratori, si ritenga che, comunque, un determinato mercato vada alimentato per dare la possibilità ad alcuni di muovere denaro e di dare impiego e lavoro. Sicuramente, non va fatto nei confronti di coloro che muovono enormi somme di denaro, perché abbiamo ricordato qual è spesso la loro provenienza, ma nei confronti delle piccole imprese e nei confronti dei piccoli interessi, che non devono sicuramente derogare alla salvaguardia dell'interesse collettivo.
Qual è l'interesse collettivo? Anziché urbanizzare un suolo agricolo magari limitrofo e confinante con le aree già urbanizzate o edificate perché non individuiamo tutti insieme delle norme per facilitare la ristrutturazione delle nostre città e dei nostri paesi? Perché non ci sforziamo di creare anche un volano di lavoro in quell'ambito, rispetto al quale sicuramente la criminalità organizzata non avrà interesse, in quanto non si muovono grossi guadagni. Si muovono guadagni legati al concetto di onesto ritorno di una piccola impresa, magari artigianale, che dà lavoro a pochi operai e che dà un vantaggio a noi della collettività, nel vedere un paesino magari con una tinteggiatura omogenea, con dei tetti tutti uguali con delle strade curate e con degli arredi urbani simpatici, garbati e gradevoli.
Non abbiamo bisogno di veder nascere e crescere nuovi quartieri limitrofi ai vari centri urbani, piccoli o grandi che siano. È questo il senso di responsabilità che ci deve appartenere.
La maggioranza - si capisce - ha la prerogativa di governare e si assuma - prima o poi se l'assumerà - la responsabilità di partorire questa legge, ma noi abbiamo il sacrosanto dovere di rimarcare questi elementi.
Mi piacerebbe che ad un intervento dell'opposizione, che rimarca elementi di questa natura, ci potesse essere un intervento di coloro magari della maggioranza, ma anche dell'opposizione stessa (non è detto che si debba pensare in modo compatto o ideologico o di parte), che porti, che avrebbe potuto portare o che portasse a risultati soddisfacenti, qualora ci fossero.
Ritengo che - purtroppo - non ci sia minimamente la volontà d'interloquire e non ne comprendo il perché.
Mi permetto di concludere quest'intervento dicendo: riflettete colleghi, perché coloro che osservano dall'esterno possono attribuire il silenzio a molte questioni; alcune meno gravi, come il disinteresse per incuria o ignavia, ma altre, più preoccupanti, come l'interesse.
Questo non è bello e non giova sicuramente all'immagine di tutto il consesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 116) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 le parole: "promuovere il corretto uso delle" sono sostituite dalle parole: "la tutela ed un uso efficiente delle".
Emendamento rubricato n. 125) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 le parole: "promuovere il corretto uso delle" sono sostituite dalle parole: "la tutela delle".
Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole: "per promuovere " sono aggiunte le parole: "ed incentivare".
Tali emendamenti sono dati per illustrati dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 571) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara:.
al comma 3 dell'articolo 5 Finalità e obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola: "necessarie" è sostituita dalla seguente: "consone".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sicuramente in un punto cruciale della discussione: molti sono stati gli interventi dei Consiglieri dell'opposizione e penso siano condivisi, non solo dagli stessi, ma da un'ampia maggioranza trasversale dell'Aula.
Occorre capire se si vuole andare avanti verso una forzatura ed un eventuale strappo, non soltanto di quelli che sono i rapporti all'interno del Consiglio regionale, ma anche di quelle che sono le percezioni all'esterno.
Pertanto - come ho già detto e come è stato ribadito anche da altri colleghi - andare a pensare di intervenire sulle varianti parziali, non in senso conservativo (nel senso di conservare l'attuale contenuto della legge 56/1977), non nel senso di aumentare le tutele nel corretto utilizzo delle varianti parziali stesse, come strumento di pianificazione urbanistica, ma nel senso di andare ad ampliare la facoltà dei Comuni di utilizzare le varianti parziali a prescindere dall'esaurimento della capacità edificatoria - con quello che abbiamo detto e che ho letto sulla sentenza di scioglimento, da parte del Consiglio dei Ministri, del Comune di Rivarolo - lo considero, non dico scorretto, perché c'è sempre la piena libertà politica, ma un mezzo harakiri politico: anche se noi non ponessimo il dito nella piaga, all'esterno questa norma verrebbe interpretata in un certo modo.
Non sto dicendo che la maggioranza stia cercando di attuare un favoreggiamento alle cosche mafiose (questo no, Assessore), però è una maggioranza che non ha la lungimiranza politica di capire che ci sono momenti in cui si possono fare delle scelte politiche e momenti in cui quelle scelte politiche (di cui si ha piena liceità a portarle avanti) non è il caso di attuarle.
Poi, ribadisco ancora una volta: piena facoltà e piena responsabilità ci mancherebbe - e questa ovviamente ci sarà in pieno, per chi porterà avanti una scelta del genere e per chi la voterà. Non si pianga, però, sul latte versato e non si dica che alcune opposizioni utilizzano quell'arma come strumento politico, perché stiamo cercando di portare avanti concetti importanti, condivisi, di buonsenso. Se, poi, non si viene ascoltati, è ovvio che l'attività politica è anche quella di dire (e chiudo Presidente): "Non ci hanno voluto ascoltare. È stata fatta una scelta assolutamente sbagliata, principalmente nei tempi, ma anche nel contenuto pertanto assumetevi le vostre responsabilità".



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 561) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: All'articolo 5, comma 3, l.r. 56/77, la parola "il corretto uso" è sostituita dalla parola: "la corretta manutenzione".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Presidente, aspetto che arrivi l'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.48 riprende alle ore 17.49)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Abbiamo aspettato il rientro in aula del Vicepresidente Cavallera per evidenziare, ancora una volta, quanto andiamo dicendo.
Pur non essendo uguale per tutti i Gruppi, crediamo che la richiesta di un confronto specifico, per quanto riguarda tutto quello che è il nuovo ed eventuale contesto dell'iter delle varianti parziali, possa essere una delle prossime proposte: confrontarsi, magari a latere dei lavori d'Aula.
Come vede, ognuno per le idee e i programmi del proprio Gruppo, abbiamo presentato delle richieste specifiche.
L'analisi di realtà vicine a quella torinese, che hanno, in qualche modo, abusato o utilizzato in modo un po' troppo libero - se così possiamo dire - gli strumenti delle varianti parziali, deve farci accendere un campanello d'allarme; quantomeno l'ha fatto accendere a chi ha analizzato valutato e discusso queste realtà, come Commissario interno della Commissione speciale.
Naturalmente, ci aspettiamo lo stesso atteggiamento da parte dell'Assessore e della Giunta, perché i lavori del Consiglio vanno in parallelo.
Sottolineo ulteriormente che tutte le variazioni all'attuale legge urbanistica presentate con il disegno di legge che andiamo ad analizzare potrebbero essere discusse, magari accantonando per un momento la possibilità ulteriore di iter di varianti parziali, quindi con due momenti diversi, che vanno di pari passo. Se in quasi tre mesi siamo riusciti ad analizzare cinque o sei articoli, ci sarà sicuramente tutto il tempo per valutare eventuali cancellazioni temporanee di questa volontà, all'interno del testo sulle varianti parziali, per poi andarle ad analizzare più avanti, dopo un eventuale periodo di sperimentazione e valutazione puntuale dei risultati sul campo e sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 424) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: Articolo 6 comma 3 Dopo le parole "...delle risorse ambientali e naturali" aggiungere le parole "considerate come bene comune".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Seguendo l'andamento di discussione degli emendamenti presentati dai colleghi, sono sicura che i contenuti dei miei emendamenti, nonché la mia illustrazione, potranno apparire sicuramente eccessivamente astratti e teorici rispetto alla concretezza materiale della descrizione delle stanze da bagno utilizzata dal Consigliere Buquicchio.
Tuttavia, al di là della terminologia che usiamo e della situazione esemplificata cui guardiamo, credo che ci siano molti elementi di convergenza tra le preoccupazioni espresse dal collega Buquicchio e quelle proposte nei miei emendamenti.
Perché questo testo che noi prendiamo in considerazione sicuramente nella nostra chiave ha dei vizi puntuali rispetto agli strumenti da utilizzare. I colleghi hanno ripetutamente parlato dell'articolo 17, delle forme storiche con le quali le Amministrazioni comunali hanno aggirato i Piani regolatori generali e li hanno aggiornati secondo strumenti di variante, ma tutto ciò non è limitato esclusivamente ad una critica degli strumenti utilizzati. L'impulso per il quale si vanno ad utilizzare alcuni strumenti nasce da un ribaltamento culturale dei principi di riferimento delle politiche pubbliche.
Ha colpito molto, nell'illustrazione di questa iniziativa legislativa della Giunta, la scelta che si è compiuta relativamente all'individuare percorsi, modi e forme per praticare quello che viene definito "un diritto a costruire".
veramente singolare che in un Paese come il nostro, nel quale, ormai buona parte dei diritti, sia quelli sanciti costituzionalmente, sia quelli avvertiti come primari da parte dei cittadini, siano oggettivamente sovvertiti nell'impossibilità di diventare esigibili dal tema principe del contenimento delle risorse pubbliche.
In una fase, quindi, di penuria dei diritti veri, si individuano dei diritti fittizi, che non stanno più in capo alla libertà degli individui ma stanno in capo alla libertà di azione dei capitali e delle imprese. Ed è questo il paradosso per il quale noi insistiamo a presentare degli emendamenti di principio. Perché vorremmo che si tornasse al rispetto di alcuni principi essenziali, uno dei quali - quello contenuto in questi emendamenti - è che il territorio, le sue caratteristiche, la tutela dello stesso, la natura paesaggistica, sono dei beni comuni.
Questi sì sono i veri diritti cui i cittadini dovrebbero aspirare!



(Il Consigliere Buquicchio si avvicina al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 88) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3, dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "delle attività e degli insediamenti" sono aggiunte le parole "evitando ulteriore e immotivato consumo del suolo".
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 3, dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "delle attività e degli insediamenti" sono aggiunte le parole "urbani ed extraurbani e del paesaggio rurale e montano".
Emendamento rubricato n. 572) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 4, dell'articolo 5 (Finalità rubricato obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) la parola "assetto" è sostituita dalla seguente "apparato".
Emendamento rubricato n. 267) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: all'articolo 6 del disegno di legge n. 153, al comma quarto dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, sono aggiunte le seguenti parole "La Giunta regionale definisce gli strumenti, anche finanziari, e i criteri per favorire la rilocalizzazione degli insediamenti residenziali e produttivi siti nelle aree a rischio idrogeologico".
Emendamento rubricato n. 117) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: al comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "di pianificazione" è aggiunta la parola "valorizzazione".
Emendamento rubricato n. 118) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 la parola "possono" è sostituita dalla parola "devono".
Emendamento rubricato n. 119) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari" sono aggiunte le parole "per evitare ulteriore consumo del territorio".
Emendamento rubricato n. 120) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "direttamente i vincoli" sono aggiunte le parole "gli incentivi".
Emendamento rubricato n. 121) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari" sono aggiunte le parole "per evitare ulteriore consumo del territorio, privilegiando la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Emendamento rubricato n. 128) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari" sono aggiunte le parole "per evitare ulteriore consumo del territorio".
Emendamento rubricato n. 122) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari" sono aggiunte le parole "per privilegiare la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Emendamento rubricato n. 123) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari" sono aggiunte le parole "per prevedere esclusivamente la riconversione del patrimonio immobiliare esistente".
Emendamento rubricato n. 573) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 5, lettera a) dell'articolo 5 (Finalità rubricato obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) la parola "necessari" è sostituita dalla seguente "consoni".
Emendamento rubricato n. 87) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "si rendono necessari, valutando" sono aggiunte le parole "in maniera appropriata".
Emendamento rubricato n. 574) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 5, lettera a) dell'articolo 5 (Finalità rubricato obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica), sostituzione dell'articolo 5 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) la parola "valutando" è sostituita dalla seguente "quantificando".
Emendamento rubricato n. 769) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero: al comma 5, lettera a), dell'articolo 5 della legge regionale n. 56/1977 come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "gli effetti ambientali" sono sostituite dalle seguenti "le ricadute ambientali".
Emendamento rubricato n. 562) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: all'articolo 5, comma 5, lettera a) dopo le parole "effetti ambientali" si aggiunge "e paesaggistici".
Emendamento rubricato n. 126) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "complessivamente determinare" sono aggiunte le parole "Quanto previsto dal comma deve essere sempre debitamente pubblicizzato rubricato e reso disponibile ai cittadini in formato elettronico".
Emendamento rubricato n. 124) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Stara: alla lettera a) del comma 5, dell'articolo 5 della legge regionale n.
56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "complessivamente determinare" sono aggiunte le parole "Quanto previsto dal comma deve essere sempre debitamente pubblicizzato rubricato e reso disponibile ai cittadini".
Emendamento rubricato n. 338) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: all'articolo 5, legge regionale 56, comma 5, la lettera b) è sostituita dalla seguente: "b) gli ambiti territoriali e gli immobili da assoggettare a particolare disciplina ai fini della tutela, valorizzazione dei beni paesaggistici storico-artistici e ambientali, dei luoghi di particolare interesse culturale e identitario, dei parchi e delle riserve naturali e delle aree di interesse paesaggistico e turistico".
Emendamento rubricato n. 770) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Taricco, Lepri: al comma 5, lettera a), dell'articolo 5 della legge regionale n. 56/1977 come sostituito dall'articolo 6 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "relativi ai più rilevanti" sono inserite le seguenti "ed impattanti".
Comunico che gli emendamenti rubricati n. 88), 89), 572), 267), 117), 118) 119), 120), 121), 128), 122), 123), 424), 573), 87), 574) 769), 562), 126), 124), 338), 770) si considerano illustrati.
Rimane da illustrare l'emendamento rubricato n. 563) del Consigliere Bono, che tratteremo nella seduta di domani.
Buona sera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.01)



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