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Dettaglio seduta n.282 del 09/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1304 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Rischio di tracimazione della vasca WP719 dell'impianto EUREX di Saluggia (VC)"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1304, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione complicata, poiché il tema è molto complesso ed articolato. Pertanto, mi limiterò a porre l'interrogazione in merito alla questione recentemente comparsa sui giornali: secondo alcune notizie che sarebbero uscite dalla centrale stessa, una vasca del sito di Saluggia, che fino ad oggi era poco conosciuta e poco presa in considerazione, rappresenterebbe un rischio non indifferente.
Trattandosi di un problema molto delicato, vogliamo capire quali sono le valutazioni che la Giunta ha effettuato e quali i provvedimenti.
Chiedo, intanto, se la notizia è vera rispetto a quanto è uscito sui giornali ed è stato diffuso; inoltre, quali intendimenti la Giunta ha nei confronti di una questione molto delicata.
Nell'interrogazione sono poste tutte le problematiche: è necessario un buon livello di approfondimento e cercare di comprendere quali sono le reali soluzioni che la Regione ha pensato di attuare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, una premessa: la gestione del ciclo del combustibile è competenza statale, cui la Regione, ovviamente, partecipa.
Pertanto, occorre fare alcune precisazioni su quanto riportato nelle premesse dell'interrogazione (sono diverse pagine e probabilmente meriterebbe una sede più idonea: quella delle interrogazioni ordinarie) che attiene ad aspetti di competenza anche di quest'Amministrazione tralasciando le affermazioni che si riferiscono, invece, a valutazioni di competenza strettamente dell'Ispra (soggetto competente ad effettuare i controlli su questa tipologia di impianti).
In particolare, si ritiene corretto evidenziare che già nella relazione tecnica "Modifica di impianto relativa alla costruzione di una Waste Management Facility (WMF)", presentato dalla Sogin al Ministero dello Sviluppo Economico nell'ottobre 2010, ai fini di ottenere l'autorizzazione alla modifica d'impianto ex art. 6 della legge 1860/1962, era prevista l'installazione, fra gli altri impianti e/o sistemi, anche di un evaporatore. Pertanto questo era già previsto nel progetto iniziale.
La "novità" introdotta nel documento Sogin "Progetto Preliminare Relazione tecnica illustrativa", trasmesso nel settembre 2012, è l'ubicazione dell'evaporatore, che in origine era previsto di collocare al piano interrato, e, nel citato documento, è stato invece ipotizzato di ubicare al piano terra, al fine di ottemperare ad una specifica richiesta dell'ISPRA.
Rispetto, invece, alla richiamata mancata procedura di VIA, si comunica che il deposito D2 non è stato sottoposto a VIA, poiché la normativa europea prevede che vi siano sottoposti gli impianti dedicati "esclusivamente allo stoccaggio (previsto per più di 10 anni) di combustibile nucleare irradiato o residui radioattivi in un sito diverso da quello di produzione", mentre il deposito D2 riceverà unicamente rifiuti già presenti o prodotti nel sito.
Per quanto concerne, invece, la Waste Management Facility, il Ministero dell'Ambiente, con nota prot. DVA - 2012 - 0022471 del 19/9/2012, ha comunicato che la WMF non rientra tra le opere che la normativa prevede debbano essere sottoposte a valutazione di impatto ambientale.
Quindi lo ha sancito il Ministero dell'Ambiente.
Entrando nel merito della questione specifica dei "waste ponds" premettendo che la Regione Piemonte non avrebbe alcun titolo per interrompere i lavori del D2, si comunica in primo luogo che, con nota del 25 settembre 2012, l'ISPRA ha trasmesso a questi Uffici il testo del comunicato pubblicato sul sito web dell'istituto, nel quale è chiarito, tra l'altro, che: l'ispezione del mese di agosto presso l'impianto EUREX è stata condotta nell'ambito di attività istituzionali di controllo svolte sugli impianti nucleari e finalizzata ad una verifica delle modalità di gestione degli effluenti liquidi radioattivi le richieste di intervento sono state formulate alla Sogin al fine di migliorare i livelli di sicurezza e di radioprotezione connessi con la gestione del liquido radioattivo e con l'annessa attività di monitoraggio radiologico non sono state ravvisate situazioni di emergenza in atto o incombenti che l'ISPRA continua a svolgere la propria attività dei controllo, in collaborazione con l'ARPA.
Tali elementi trovano conferma anche nel verbale ARPA del 19 settembre 2012, relativo al sopralluogo in cui si legge che "non sussistono allo stato attuale pericoli di tracimazione della vasca WP719".
Per quanto attiene, infine alle azioni urgenti che s'intendono intraprendere per determinare lo stato effettivo del sito EUREX di Saluggia, a tutela dell'impianto e dei cittadini dell'area interessata si precisa che il comprensorio nucleare di Saluggia è ormai da anni oggetto delle attività di un Tavolo Tecnico nucleare (peraltro l'avevamo istituito 10 anni fa) coordinato dalla Regione Piemonte e a cui partecipano gli esercenti del comprensorio (Sogin, Sorin Site Management, ENEA, Società Deposito Avogadro), l'ISPRA, l'ARPA ed i tecnici dei soggetti pubblici interessati (Prefetture e Province di Alessandria, Asti, Torino, Vercelli Comune di Saluggia, ATO 5 e Consorzio Comuni dell'Acquedotto del Monferrato).
Il Tavolo ha lo scopo di coordinare le azioni dei soggetti coinvolti verificare lo stato di avanzamento delle attività amministrative, "di cantiere" e di monitoraggio radiologico, stabilendone di volta in volta le modalità di prosecuzione.
I risultati del Tavolo sono stati nel corso degli anni assolutamente positivi e le attività di indagini impiantistiche e documentali e di monitoraggio radiologico che si sono via via susseguite e intensificate hanno permesso di evidenziare e superare eventuali situazioni meritevoli di attenzione nel comprensorio di Saluggia, incrementando le condizioni di sicurezza.
Anche le attività finalizzate ad incrementare il livello di sicurezza dei waste ponds saranno pertanto portate all'attenzione del Tavolo, nel rispetto delle competenze che le norme attribuiscono all'ISPRA in qualità di Autorità nazionale di sicurezza nucleare.
Nello specifico, poiché le attività del Tavolo Tecnico nucleare possono essere pienamente efficaci solo in presenza dei risultati delle analisi sui campioni recentemente prelevati dall'ARPA, nell'ambito delle attività di controllo effettuate in collaborazione con ISPRA, sarà cura di questi Uffici convocare il Tavolo non appena i suddetti dati saranno resi disponibili, ovviamente informando anche i Consiglieri interroganti.



PRESIDENTE

Siccome, come sapete, oggi, il tempo destinato alla question time si sovrappone alla riunione dei Capigruppo, che avrà luogo tra poco, cercher nell'esame delle interrogazioni di dare precedenza ai Capigruppo e all'Assessore Maccanti, in quanto c'è necessità da parte loro di partecipare a tale riunione.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1299 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Mancato sconto abbonamento annuale studenti da parte di GTT"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1299, presentata dalla Consigliera Artesio, alla quale ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Con questa interrogazione a risposta immediata stiamo avanzando un tema che è certamente solo parzialmente nelle determinazioni dell'Amministrazione regionale, ma sia pure in questa parzialità, a nostro modo di vedere, pretenderebbe un intervento diretto da parte della Regione Piemonte.
L'oggetto del problema avanzato riguarda le condizioni nelle quali si sono ritrovati gli studenti, in modo particolare gli studenti immatricolandi e universitari delle Università del Piemonte, in rapporto alla possibilità di rinnovare gli abbonamenti per le linee urbane ed extraurbane, funzionali, com'è comprensibile, alla frequenza delle lezioni universitarie.
In passato, fin dall'anno accademico 2007-2008, la Regione Piemonte consentiva, attraverso un cofinanziamento del Ministero dell'ambiente volto alla riduzione degli inquinamenti, di garantire uno sconto del 33 riservato agli studenti. Tale sconto per quanto riguarda il contesto dell'area torinese e metropolitana veniva praticato dal soggetto gestore cioè da GTT.
Quest'anno, GTT, con proprio comunicato aziendale, informava gli utenti che non sarebbe più stato possibile garantire questa agevolazione, in funzione del fatto che la Regione non avrebbe trasferito le risorse di copertura, in conseguenza della mancata copertura verso la Regione della decurtazione del Ministero dell'ambiente.
Le considerazioni sono del tutto ovvie, cioè che la possibilità di incentivare il mezzo pubblico è un contributo alla complessiva azione di riqualificazione ambientale e che le fasce più colpite da un insieme di misure economiche, non ultime quelle che questa stessa Regione ha adottato in ordine ai fondi per il diritto allo studio, siano ulteriormente penalizzate attraverso questo gravame aggiuntivo sui redditi personali e familiari per la frequenza delle sedi scolastiche.
Quindi, si chiede, innanzitutto, un'attivazione verso il Ministero competente e, secondariamente, anche la possibilità di un intervento diretto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interrogante Consigliera Artesio ha posto la domanda e dal suo intervento traspaiono gli elementi di risposta. Consegnerò la documentazione, svolgo solo qualche commento.
Una politica di questo tipo, essendo rivolta ad un'area particolarmente critica sotto il profilo della qualità dell'aria, era, ovviamente un'iniziativa di tipo promozionale, nel senso che, a regime, credo non competa al settore ambientale intervenire in questo senso. Poi intelligentemente, la questione ambientale è stata coniugata con quella sociale e quella lavorativa, anche formativa degli studenti, quindi tutte le sfaccettature che emergono da quanto attuato fino allo scorso anno accademico, ovviamente, non sono che positive.
Non posso non sottolineare che per un anno accademico la Regione ha provveduto in proprio, nonostante la carenza di fondi nazionali. Adesso la situazione vive un momento di stallo e, naturalmente, deve essere osservata su un terreno più complessivo. Ovviamente, credo che sarà, insieme ad altre questioni, da selezionare anche nelle discussioni che verranno svolte sia con l'assestamento che con il bilancio dello scorso anno.
Comunque, sottolineo l'impegno della Regione nel cofinanziamento e di essersi fatta carico della copertura per un intero anno accademico con 700 mila euro.
Adesso viviamo una situazione dove alcune iniziative segnano il passo perché, giustamente, devono essere rassegnate anche all'attenzione del Consiglio per le scelte strategiche finali.
Grazie.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1302 presentata dal Consigliere Laus, inerente a "Quale futuro per IPLA?"

Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1307 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Futuro dell'IPLA"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1302, presentata dal Consigliere Laus, e dell'interrogazione a riposta immediata n. 1307, presentata dalla Consigliera Cerutti, che vertono sullo stesso argomento. Ricordo che per l'illustrazione i Consiglieri hanno a disposizione tre minuti ciascuno.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
L'IPLA, come tutti sappiamo, è una società a totale capitale pubblico precisamente l'83% è della Regione Piemonte, oltre al 12% della Regione Valle d'Aosta e al 5% della Città di Torino.
Dai dati che ho avuto modo di ricevere, la perdita di esercizio si attesta a 300 mila euro nel 2011 e ad una perdita presunta ancora maggiore nell'esercizio in corso.
In aggiunta, questo istituto rientra nella spending review, ma più che altro i dipendenti si domandano se c'è stata una sorta di perdita monitorata nel tempo, cioè quasi la volontà politica di portare l'IPLA allo spegnimento prima dell'intervento della spending review, come se la spending review fosse un elemento aggiuntivo.
Pertanto, con quest'interrogazione chiedo quali sono realmente le strategie che la Regione Piemonte, come maggiore azionista, intende adottare. Altresì, prima di comprendere le strategie, chiedo, in modo trasparente, se c'era già questa volontà prima del provvedimento della spending review.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo presentato un'interrogazione a risposta immediata per la verità, non è la prima - sul futuro dell'IPLA, proprio perch crediamo che, a questo punto, la Regione debba assumere una decisione.
Inoltre, riteniamo importante questo soggetto, che, tra l'altro attualmente, occupa 54 dipendenti, con diversi profili professionali, di cui 29 tecnici laureati, affiancati da una rete di collaboratori e professionisti esperti, a copertura di un'ampia tipologia di discipline tecnico-scientifiche. Tengo a rilevare quest'aspetto perché si tratta effettivamente, di salvaguardare una realtà e posti di lavoro, che sono anche qualificati.
Come già ricordava il collega, ci sono le novità introdotte dalla spending review e registriamo che, nello scorso esercizio, IPLA ha avuto una perdita di circa 720 mila euro, che dovrà essere ripianata, rispetto alla quale sappiamo che uno dei soci (il Comune di Torino) ha dichiarato la propria non disponibilità ad intervenire.
Nel frattempo, i lavoratori hanno redatto un loro piano di sviluppo che hanno consegnato anche al Consiglio regionale, e di rilancio basato sulla green economy, con finanziamenti mirati alla pianificazione forestale e territoriale, all'assistenza tecnica, ai parchi regionali, alle politiche di protezione del suolo e di prevenzione del dissesto idrogeologico, allo sviluppo delle filiere energetiche e alla lotta contro le patologie ambientali. Ho voluto ricordarle perché si tratta di ambiti sui quali credo che il pubblico debba comunque investire, quindi si tratta di un settore nel quale non si capirebbe un arretramento da parte dell'istituzione pubblica.
Gli stessi lavoratori, nel manifestare il proprio disagio rispetto al proprio futuro occupazionale hanno, in più di un'occasione, presentato questo Piano di sviluppo e crediamo sia fondamentale un'azione coordinata fra i diversi enti.
Ieri vi è stata l'ennesima manifestazione e le dichiarazioni dell'Assessore Casoni, che ha incontrato una delegazione dei dipendenti IPLA. L'Assessore ha affermato che: "Si sta lavorando per capire se l'IPLA possa essere considerato di interesse pubblico, e dunque essere escluso dagli effetti della spending review. In caso contrario, stiamo cercando di capire quale sia la strada migliore per assicurare la ricapitalizzazione delle quote". Questa è stata la risposta dell'Assessore Casoni.
Nel frattempo, in Giunta è passato un atto che è il calendario venatorio regionale, valutazione di incidenza relativamente ai siti della Rete Natura 2000 costituzione di gruppo di lavoro, una delle competenze che, fino ad ora, è sempre stata affidata all'IPLA.
In questo senso, crediamo che forse bisognerebbe chiarire quali sono le intenzioni della Regione, capendo i problemi economici, ma non capendo bene quali sono gli orientamenti di carattere politico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
Condivido le preoccupazioni espresse, in maniera diversa, dai due interroganti. Questa vicenda è sempre stata seguita con grandissima attenzione e con sensibilità da tutta la Giunta regionale. Per due ordini di ragioni. Perché si tratta di una realtà che occupa, com'è stato ricordato, 50 dipendenti; perché si tratta di professionalità importanti e perché si tratta di un istituto che ha svolto competenze fondamentali per la Regione.
La Regione guarda a questa realtà con grandissima attenzione per le ragioni che dicevo. Tant'è che, prima che arrivasse il decreto della spending review, IPLA era una delle società partecipate cui stavamo lavorando per allargare la compagine societaria. I destini di questa società sono stati, in parte, segnati dalle conseguenze del decreto cosiddetto Bersani.
Non vorrei prenderla troppo da lontano, ma il decreto Bersani ha sostanzialmente imposto ad IPLA di lavorare solo ed esclusivamente in house, cioè per gli Enti che facevano parte della sua compagine societaria quindi Regione, Comune di Torino e Regione Valle d'Aosta.
Prima che arrivasse la spending review - il decreto 95 - l'Assessore Ravello in prima persona, anche quale coordinatore della Commissione ambiente in seno alla Conferenza delle Regioni, stava lavorando per aprire la compagine societaria anche ad altre Regioni o, addirittura, per assumere, sotto forma di convenzione, commesse dalle altre Regioni, vista la professionalità dell'Ente e, soprattutto, in ordine ad una delle attività più importanti dell'istituto, che è quella della lotta alle zanzare. Qui rivendico che la Regione Piemonte - rispondo anche in parte non alle accuse, ma certamente alla domanda mossa dal Consigliere Laus - ha sempre confermato questo importante settore di attività anche recentemente ad IPLA. Per rispondere alla prima delle domande del Consigliere Laus, non c'era alcuna volontà di ridimensionare IPLA prima della spending review.
Emerge certamente un tema non certamente originale, che è quello delle risorse. Nel momento in cui IPLA dipende solo ed esclusivamente da affidamenti degli enti che stanno nella sua compagine societaria, che ha un crollo di risorse disponibili per questi enti pubblici che sono la Regione e il Comune di Torino (la Regione Valle d'Aosta non ha mai dimostrato, non dico interesse, ma certamente di voler utilizzare questa struttura), il bilancio di IPLA è andato in sofferenza. In effetti, la sofferenza relativa al bilancio 2011 derivante - lo voglio dire con chiarezza - da inferiori affidamenti dei capitoli della Regione Piemonte che sono afferenti all'Assessore Sacchetto, all'Assessore Casoni e all'Assessore Ravello, ha determinato una perdita di 720 mila euro, come giustamente ricordava la Consigliera Cerutti, e oggi necessiterebbe, quindi, di una ricapitalizzazione per questa cifra, se non addirittura per un milione di euro.
Ricapitalizzazione che non risolverebbe il tema centrale, cioè come IPLA si potrebbe mantenere nei prossimi anni. In questa difficile situazione si è poi inserita la spending review. IPLA è una delle tre società - e sono soltanto tre le società partecipate della Regione Piemonte per la quale la spending review ha piena applicazione. Come ricordava il Consigliere Laus, è a controllo totalmente pubblico, oltre il 90% dei suoi affidamenti sono fatti ad ente pubblico. Quindi la spending review ci dice che questa società deve essere liquidata, o deve essere messa sul mercato entro il 30 giugno 2013. Vi è poi un comma che veniva ricordato, ricordato anche dall'Assessore Casoni, che intende perlustrare la possibilità che questa società possa rientrare tra quelle di interesse regionale su determinate tematiche. Quest'ultima fattispecie - lo voglio ribadire con la chiarezza che ci contraddistingue e lo voglio ribadire forte e chiaro - non risolverebbe il tema degli affidamenti e delle risorse economiche.
Se IPLA, comunque, venisse considerata di interesse regionale, la Regione dovrebbe comunque garantire ad essa gli affidamenti necessari per il suo mantenimento.
Su cosa sta lavorando la Regione? La Regione sta lavorando sul recupero delle risorse necessarie che attualmente, non sono iscritte a bilancio.
Se queste risorse fossero state iscritte a bilancio e fossero soprattutto, nei capitoli degli Assessori afferenti ad IPLA, non avremmo avuto il buco.
La Regione sta lavorando per reperire le risorse per una ricapitalizzazione della società, per poi poter adire la procedura di gara e mettere questa società sul mercato.
In ogni caso, se noi oggi decidessimo per la prima opzione che ci fornisce la spending review, che è quella della liquidazione della società questa opzione sarebbe la più penalizzante per i lavoratori e non esimerebbe Regione Piemonte dal mettere mano al portafoglio per esperire le procedure di liquidazione.
La Regione Piemonte sta lavorando per il reperimento delle risorse necessarie alla ricapitalizzazione, esattamente come ha detto l'Assessore Casoni ieri nell'incontro con i dipendenti, per poi procedere, ai sensi della spending review, a perlustrare la possibilità che venga messa sul mercato. Questa è anche la soluzione che darebbe più fiato alle legittime aspettative dei 50 dipendenti che, con orgoglio, professionalità e impegno lavorano nell'istituto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1301 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Livelli essenziali di assistenza, mancato rispetto dei principi costituzionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della successiva interrogazione a risposta immediata, la n. 1301, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie,Presidente.
Abbiamo ritenuto di presentare questa interrogazione perché diversi segnali ci portano a considerare che i livelli di assistenza della Regione siano in netta flessione.
Non si dovrebbe parlare di efficienze, ma ho la sensazione che si parli, o si debba parlare, di meri tagli. Noi intendiamo conoscere la situazione reale delle liste d'attesa, per singola prestazione sanitaria rispetto a tutte le branche ambulatoriali, day hospital, day surgery e ricoveri ordinari, per tutte le strutture sanitarie ospedaliere, siano esse pubbliche, siano esse private o no profit.
Lo chiediamo perché, come in altre occasioni abbiamo ripetuto, siamo preoccupati di quello che emerge anche sul sito del Ministero della Salute come stralcio dai vari verbali di riunioni svolte sul piano di rientro.
L'ultima si è tenuta il 19 luglio 2012 e la pubblicazione del verbale è avvenuta circa un mese fa, il 6 settembre 2012. Ovviamente, questa segue quella di marzo 2012, del dicembre 2011 e così via.
Siamo, dunque, in attesa di questi dati per poter fare le nostre legittime valutazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispetto all'interrogazione in oggetto, l'Assessorato alla sanità ha inviato i dati relativi ai tempi di attesa che sono stati monitorati dall'Assessorato alla sanità ai sensi della DGR del 29 luglio del 2011 per l'attività ambulatoriale.
Per quanto concerne i dati relativi all'attività di ricovero, essendo in fase di elaborazione saranno trasmessi nel giro di qualche giorno.
Intanto depositerei - e ne darei copia all'interrogante - la parte dei dati trasmessi oggi dall'Assessorato, con l'impegno a completare a breve termine la parte restante sollevata dall'interrogazione in oggetto.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1305 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Incresciosa condizione dei dipendenti della Casa di Cura Neuropsichiatrica 'Villa Cristina' che saranno ricollocati provvisoriamente per 36 mesi presso la struttura 'Casamia' di Nebbiuno, attualmente adibita a RSA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1305, presentata dal Consigliere Bono, che la illustra.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto non posso che segnalare, con rammarico, che non è presente l'Assessore Monferino, con cui avrei preferito interloquire - non me ne voglia, ovviamente, l'Assessore Quaglia - anche perché avevamo iniziato una discussione in tal senso in Commissione. Due settimane fa, se non erro, era stata richiesta una comunicazione da parte del sottoscritto; comunicazione che portava in una direzione diversa rispetto all'accordo che si era prospettato e che era stato firmato dalle principali sigle sindacali.
Nel corso dell'incontro in Commissione, infatti, l'Assessore Monferino ci aveva rassicurato sul fatto che gli oltre 100 lavoratori della ex struttura Casa di Cura Villa Cristina sarebbero stati ricollocati in strutture della nuova proprietà di Orpea in Provincia di Torino (si era parlato, soprattutto, di Villa Turina a San Maurizio Canavese e di Villa di Salute a Trofarello).
Nel frattempo, c'è stato (e c'è tuttora) il problema della cassa integrazione per quanto riguarda i lavoratori di Villa Cristina, che l'hanno percepita da gennaio ad aprile, mentre da maggio ad oggi non l'hanno ancora ricevuta.
Noi sappiamo che il nuovo Piano industriale prevede, appunto, la ricollocazione provvisoria per 36 mesi - già questo fa sorridere! - a Nebbiuno, in Provincia di Novara, ovvero a 120 chilometri da Torino.
Il nuovo Piano industriale dovrebbe garantire l'erogazione della cassa integrazione almeno da maggio ad agosto. Siamo ancora in attesa di capire se anche i mesi di settembre e ottobre, in cui i lavoratori non hanno lavorato, ma hanno fatto formazione, riceveranno la cassa integrazione: peraltro sono soldi necessari per vivere, cioè per pagare le bollette e gli affitti, insomma per la sopravvivenza.
Dal 1° novembre - dicevo - dovrebbero essere ricollocati in questa struttura, che, secondo quanto si apprende dal sito di Orpea, è una ridente costruzione ubicata sul lago Maggiore, che ad oggi, però, è adibita ad RSA.
Mi chiedo, dunque, se tutta la polemica per cui l'Assessore Monferino e la Giunta avrebbero respinto le ipotesi di ricollocarli alla struttura ex Richelmy, vicino al Maria Vittoria, basata sul fatto che non possederebbe i requisiti per fare attività sanitaria di cura di patologie neuropsichiatriche, non sia ribaltabile sulla stessa struttura Casamia di Nebbiuno, poiché dal sito Internet si apprende che è adibita ad RSA e non credo che nell'arco di 30 giorni (cioè dalla data dell'accordo con i sindacati sino al 1 novembre) si possa trasformare e ottenere i requisiti necessari alla cura e all'attività sanitaria.
Mi chiedo veramente se oltre al discorso che ci è stato fatto in Commissione riguardante la possibilità di trasferire le attività del Polo Infettivologico dell'Amedeo di Savoia a Richelmy ci siano altre motivazioni per cui non sono state scelte le sedi più opportune di Orpea presenti in provincia di Torino.
A pensar male, si potrebbe dire che il Presidente Cota è di Novara, e Nebbiuno è appunto in Provincia di Novara.
Sappiamo anche che per i lavoratori turnisti che iniziano a lavorare alle sei o al più tardi alle sette del mattino si sta approntando un pullman - ovviamente sarebbe impossibile fare arrivare i lavoratori da Torino tutti i giorni con i propri mezzi fino a Nebbiuno! - che partirebbe alle quattro del mattino.
Indubbiamente, è uno di quegli aspetti che ci dovrebbe far riflettere soprattutto al tavolo di concertazione, quando discutiamo sull'utilità o meno di mantenere i rimborsi chilometrici per i Consiglieri, e poi mandiamo i nostri dipendenti, che devono svolgere una attività pure essa molto importante per il comparto sanitario, a 120 chilometri. Peraltro, stiamo ancora attendendo la fantomatica graduatoria che dovrebbe stilare Orpea per ricollocarli nella provincia di Torino, e per garantire anche il fatto che ci siano i posti di lavoro per i pazienti neuropsichiatrici e che ci sia accessibilità alla struttura. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione di cui all'oggetto, si rappresenta quanto segue.
In data 21 settembre 2012 è stato firmato il verbale di intesa tra la Regione Piemonte e la società Orpea Italia Srl, con il quale la suddetta società, date le difficoltà riscontrate in sede di adeguamento dell'immobile con sede in Torino ai requisiti strutturali previsti dalla normativa vigente, ha rappresentato alla Regione Piemonte l'esigenza di trasferire in via temporanea parte delle attività a suo tempo autorizzate e provvisoriamente accreditate presso la Casa di Cura privata Villa Cristina individuando idonee struttura sanitarie di proprietà della stessa, in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa di settore.
Nel medesimo accordo la società Orpea Italia Srl si è impegnata a garantire il reimpiego, a partire dal 1° novembre 2012, presso le proprie strutture sanitarie e sociosanitarie, del personale dipendente della Casa di Cura privata Villa Cristina ancora in attesa di ricollocazione Da parte sua, la Regione Piemonte ha manifestato la propria disponibilità a dare corso ad ogni utile approfondimento delle opzioni rappresentate dalla società Orpea Italia, previa definizione e valutazione di oggi aspetto giuridico, economico e programmatorio.
A seguito dell'istanza con la quale la società Villa Cristina, titolare dell'omonima casa di cura, ha richiesto l'autorizzazione all'apertura di una casa di cura neuropsichiatria presso il comune di Nebbiuno e al trasferimento di numero 110 posti letto dalla sede di Torino alla nuova struttura, comunicando, nel contempo, la rinuncia all'attivazione della struttura sociosanitaria presso lo stesso comune di Nebbiuno, questo Assessorato ha provveduto ad avviare tempestivamente il procedimento amministrativo ai sensi della legge regionale del 14 gennaio 1987, n. 5 che disciplina le case di cura private, volto al rilascio dei pareri ex articolo 8 ter e 8 quater del decreto legislativo n. 502/92 da parte dei soggetti competenti.
Al momento si è in attesa di ricevere l'esito dei suddetti pareri.


Argomento: Istituti di credito

Interrogazione a risposta immediata n. 1300 presentata dal Consigliere Cursio, inerente a "Finanziamenti agevolati alle imprese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1300, presentata dal Consigliere Cursio, che la illustra.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Assessore, immagino che conosca l'argomento. Tuttavia, non ho riscontrato un'attenzione tale che mi abbia per così dire dissuaso dal presentare questa interrogazione.
Il tema, intanto, è relativo ai finanziamenti agevolati alle imprese.
Le leggi cui questi finanziamenti fanno riferimento sono la n. 1/2009 e la n. 28/1999 - si riferiscono alle imprese artigiane, commerciali e di servizi - e prevedono fino ad un massimo del 70% di agevolazioni (nel senso che gli intereressi richiesti da parte della Regione sono pari allo 0%, più il tasso dell'euribor a tre mesi e più lo spread dell'1.25%).
Come lei saprà, Assessore, i fatti non stanno così. Perché nel momento in cui le banche emettono, e quindi erogano queste agevolazioni, chiedono mediamente, per la quota a loro spettante, quindi quel 50%, un tasso di interessi del 9%, se non superiore.
Lei comprenderà bene che questo va al di là delle intenzioni espresse nelle due leggi prima citate.
Va anche aggiunto che in quelle due stesse leggi, purtroppo, è prevista una garanzia del 50% sempre a carico dell'impresa richiedente, quindi una garanzia data da un consorzio di garanzia e fidi, sempre a carico della stessa impresa.
Inoltre, come saprà, normalmente le banche obbligano i soggetti che richiedono finanziamenti a sottoscrivere tutta una serie di contratti assicurativi, che vanno dall'infortunio fino al caso di morte.
Infine, ciò che le chiedo, Assessore, è che una finanza agevolata nei fatti, poi, nel concreto, non si traduce in un atto di siffatta maniera. In pratica, un finanziamento agevolato risulta essere camuffato come finanza agevolata, ma non poi nei fatti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Grazie, Presidente La finanza agevolata è agevolata per quanto possibile.
Provvedo a leggere una nota al collega, che tra l'altro ringrazio per l'interrogazione perché permette di approfondire un tema che alcune volte viene guardato solo in superficie, che provvederò a depositare.
Lo spread "fisso" (Euribor + 1,25) è previsto dai Programmi degli interventi approvati in vigenza della legge regionale 21/97.
Per quanto riguarda l'artigianato, col Programma degli interventi attuale, in vigore dal marzo 2010, ai sensi della legge regionale 1/2009 tale spread fisso è stato eliminato, rimandandone la definizione alle convenzioni tra banche e Finpiemonte e specificando che "lo spread applicato ai finanziamenti è anche commisurato alla effettiva percentuale di rischio bancario".
Tale specificazione voleva richiamare il fatto che il rischio sui finanziamenti agevolati è spesso limitato per le banche, in ragione di una partecipazione che varia dal 30% al 50% del finanziamento complessivo su finanziamenti per lo più di entità modesta e in presenza della garanzia dei Confidi (finanziamento che alcune volte arriva a tasso 0 anche al 70%, per le nuove imprese, per le imprese che incrementano l'occupazione, per le imprese dell'eccellenza artigiana).
Per quanto riguarda il commercio, il Programma degli interventi prevede che "la parte residua del finanziamento regionale sarà erogata attraverso un concomitante finanziario bancario, alle condizioni previste negli atti di convenzione con Finpiemonte", mentre non viene specificato che lo spread applicato è commisurato al rischio bancario della singola impresa. La percentuale del finanziamento regionale si attesta tra il 50% e d il 60 pertanto il finanziamento bancario varia dal 50% al 40%.
L'eliminazione del limite allo spread è stata determinata dal fatto che, in regime di liberalizzazione dei tassi, le banche non avrebbero accettato di applicare uno spread predefinito, e avrebbero pertanto cessato di operare sui finanziamenti agevolati regionali. Gli effetti della liberalizzazione, come si è detto dal 2010, si sono inaspriti a partire dal 2011, a causa di aumenti, in molti casi pesanti, praticati dalle Banche motivati con l'aumento della rischiosità dei prestiti, ovviamente per le vicende di crisi internazionale che conosciamo. Gli aumenti più significativi sono in genere praticati dalle grandi banche, più contenuti quelli di istituti di minori dimensioni e maggior radicamento sul territorio.
La questione delle garanzie è controversa: da una parte, abbiamo la necessità di tutelare il nostro Ente rispetto al capitale prestato dall'altra, c'è l'esigenza di non gravare sui costi aziendali. Nei Programmi degli interventi dei Fondi non è stata fissata una soglia percentuale minima di intervento della garanzia prestata dal Confidi la quale, per consuetudine, dovrebbe attestarsi sul 50%, ma risulta che in molti casi tale percentuale è significativamente ridotta.
Altra questione sono le garanzie ulteriori che le banche richiedono autonomamente sulla quota parte del finanziamento a loro carico.
Cosa è stato fatto? Nel Programma del Fondo artigianato è stato previsto il finanziamento fino a mille euro dei costi della garanzia per agevolare le imprese.
Su entrambi i Fondi, inoltre, come su altre misure di agevolazione, la Regione ha aderito agli accordi per la sospensione dei debiti (c.d.
moratorie) che negli ultimi due anni hanno consentito la sospensione del pagamento delle quote di capitale sui prestiti accordati alle imprese beneficiarie.
Più in generale, a sostegno della liquidità delle imprese, è stato operativo dal 2009 al 2011 e recentemente riaperto il Fondo regionale di riassicurazione per le PMI, a valere sul POR FESR.
In relazione alle criticità dovute alla sfavorevole congiuntura, il Settore Valorizzazione e Sostegno del Commercio Piemontese ha proposto all'Assessore un ulteriore strumento di finanziamento, nell'ambito del Fondo rotativo, dedicato in modo specifico all'acquisto delle scorte. Anche questo strumento dovrà essere tutelato dalle previste garanzie.
Circa la possibilità di aumentare la quota regionale di finanziamento a tasso zero, il rischio è quello di bloccare il meccanismo rotativo dei fondi, già rallentato dalle moratorie, per cui va considerata con cautela e, nell'ipotesi che si decidesse di adottarla, dovrebbe essere per un periodo di tempo limitato.
Circa la possibilità di rivedere gli accordi con le banche, ovviamente con le banche ci parliamo spesso, e nel momento in cui dovessimo verificare che le condizioni sono migliorate e che c'è la possibilità di avere spazio per migliorare le condizioni per la finanza agevolata, rassicuriamo il collega che faremo di tutto, al meglio delle nostre possibilità, perch questo possa avvenire.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1303 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "La Fondazione Centro Internazionale del Cavallo - la Venaria Reale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1303 presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie.
Caro Assessore, la questione che le pongo ha delle implicazioni delicate e gravi. Gravi perché, se venisse confermata la vicenda che denuncio nella mia interrogazione, avremmo la conferma che alla Fondazione Centro Internazionale del Cavallo sono state contestate irregolarità riguardanti il rapporto di lavoro con alcuni dipendenti; delicate perché ad essere coinvolta in questa brutta vicenda sarebbe la Regione, in ragione del ruolo che essa svolge dentro questo organismo.
Proprio per questo spero che nella sua risposta, Assessore Quaglia, mi rassicuri, ma temo che così non sarà.
Di cosa si tratta? Del fatto che il 14 settembre di quest'anno alcuni funzionari del Ministero del Lavoro, e segnatamente dell'Ispettorato del Lavoro di Torino, dopo aver compiuto un sopralluogo presso la cascina Rubbianetta che, come i colleghi sanno, è sede della Fondazione, avrebbe rilevato, durante il sopralluogo, la presenza di lavoratori senza un regolare contratto. Su questa base, avrebbero predisposto il verbale di contestazione ed emesso un provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, nei confronti del Presidente della Fondazione, dottor Marco Danese.
Assessore Quaglia, è così? Le domando: è così? Se i fatti che denuncio hanno un fondamento e sono capitati davvero, è evidente la gravità di quello che è successo ma, soprattutto, è evidente che la Giunta e l'Assessore competente, che lei oggi qui rappresenta (lei tra l'altro è anche l'Assessore con delega alle questioni riguardanti il personale) non possono far finta di niente, soprattutto non possono non adottare una serie di provvedimenti di chi ha voluto, deciso e accettato che all'interno della Fondazione, di cui la Regione è tanta parte, vi siano persone che lavorano in nero e senza alcuna copertura contrattuale e previdenziale.
Assessore Quaglia, confido sul fatto che lei mi dia in questa risposta una serie di chiarimenti, sia sui fatti che prima ho esposto, che sono pronto a documentare con i verbali dell'Ispettorato del Lavoro, sia sui provvedimenti che la Giunta ha assunto o intende assumere nei prossimi giorni.
In ogni caso, le comunico di avere richiesto, in data odierna all'Assessore competente, una serie di dati riguardanti l'attività e i bilanci della Fondazione. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Coppola, che oggi non può essere presente in aula, si è attivato per chiedere informazioni circa i fatti circostanziati nell'interrogazione del Consigliere Ronzani, alla Fondazione Centro Internazionale del Cavallo La Venaria Reale.
Di seguito io leggerò la nota che il professor Danese, in qualità di presidente della Fondazione, nonché legale rappresentante della Fondazione stessa, i cui soci fondatori oltre Regione Piemonte sono: UNIRE (Unione Nazionale Italiana Razze Equine) e FISE (Federazione Italiana Sport Equestri Università degli Studi di Torino Comune di Druento).
Vado di seguito sulla nota.
La Fondazione Centro del Cavallo ha recentemente avviato un progetto di riorganizzazione e rilancio della struttura, al fine di costituire un centro di servizi per il territorio e per i molteplici enti ed associazioni a carattere sportivo, culturale e sociale della Regione Piemonte, ma anche un polo di referenza a livello nazionale ed internazionale che, attraverso il cavallo, svolge attività culturali, didattiche, formative, sociali terapeutiche oltre che sportive e di turismo equestre.
La Fondazione, d'intesa con la Regione, ha altresì attivato un progetto economico di autofinanziamento che possa consentire alla stessa di rimanere un bene a disposizione del pubblico, nel rispetto delle risorse pubbliche anche europee, impiegate per la ristrutturazione del comprensorio e porre in essere, sotto l'egida della Regione, attività sociale e sgravare la stessa dal contributo economico.
un progetto ambizioso che, con il sostegno degli organismi competenti, può costituire un "progetto pilota" dimostrando come le risorse pubbliche investite possano essere valorizzate rimanendo a disposizione dei cittadini.
Il Centro, come la maggior parte dei centri equestri qualificati, è frequentato da moltissimi appassionati del cavallo, tutti con "autorizzazione a montare" a cavallo rilasciata dalla Federazione Italiana Sport Equestri, o da enti riconosciuti dal CONI, e comprensiva di copertura assicurativa.
Tra questi giovani appassionati, per la maggior parte studenti o dipendenti di altre aziende, sono stati individuati i più competenti ai quali è stato richiesto se saltuariamente avevano piacere di collaborare con il Centro; il riscontro è stato positivo e tali persone operano con voucher o contratti occasionali.
Molti di tali appassionati spesso sono al Centro anche solo per montare a cavallo, passeggiare o prendersi cura del loro animale preferito.
Presso il Centro vi è anche un altro gruppo di appassionati, in generale più maturi e quasi tutti in pensione, che operano come volontari dell'associazione AVTA (Associazione Venariese Tutela Ambiente, Beni Culturali e Qualità della Vita) attiva anche presso la Reggia, che offre fondamentalmente un servizio di supporto al Centro.
Generalmente l'Area Tecnica - che è una delle tre aree organiche in cui la Fondazione è stata riorganizzata - predispone nei giorni iniziali della settimana un prospetto di massima con un'ipotesi di presenze di coloro che collaboreranno alle varie attività del Centro nella settimana stessa.
Tale documento, non ufficiale, è generalmente soggetto a modifiche a seconda degli impegni degli operatori e delle esigenze connesse alle molteplici iniziative che il Centro svolge condizionate anche dalle condizioni metereologiche, incisive nelle attività che vedono protagonista il cavallo e la natura.
Vado al succo dell'interrogazione.
L'irregolarità contestata a seguito della verifica dell'Ispettorato del Lavoro del 14 settembre 2012 è dunque evidentemente dovuta ad un mero errore formale, con riferimento alla registrazione dei voucher utilizzati per i citati appassionati che, saltuariamente, collaborano con il Centro pertanto la contestazione di utilizzo di "personale in nero" è semplicemente infondata.
L'utilizzo di operatori occasionali presso la struttura e l'adozione in via sperimentale del sistema di attivazione a pagamento degli operatori attraverso il sistema dei voucher ha creato talune difficoltà dal punto di vista operativo che hanno originato le predette apparenti irregolarità di natura meramente formale, che sono comunque state ampiamente sanate secondo le indicazioni dell'Ispettorato del Lavoro.
Si rammenta altresì che gli operatori interessati - se non remunerati attraverso il voucher - sono stati regolarmente compensati delle rispettive prestazioni tramite l'attivazione di specifici rapporti di lavoro autonomo di tipo occasionale, ovvero quella tipologia di rapporti di lavoro autonomo caratterizzati da prestazioni rese, per ciascun anno solare, per un massimo di 30 giorni e per un compenso complessivo inferiore ad euro 5.000,00.
Questa è la nota, che si conclude con anche una specifica presentata dal professor Danese.
Credo che l'Assessore Coppola, rispetto alla richiesta di ulteriori informazioni non avrà difficoltà a fornire tutti i dati in oggetto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1306 presentata dal Consigliere De Magistris inerente a "Ospedale San Biagio di Domodossola"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1306, presentata dal Consigliere De Magistris, che ha la parola per l'illustrazione.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Con deliberazione della Giunta regionale del 7 aprile 2011, è stato rivisto l'assetto dei laboratori di emodinamica sul territorio regionale e si è constatato che l'unica zona di criticità, relativamente ai tempi di accesso per i residenti, è quella dell'area nord dell'ASL del VCO. Tale criticità fa rientrare il servizio di emodinamica dell'ASL VCO nelle condizioni previste dalla DGR 7 aprile 2011, relativamente ai laboratori situati in aree geografiche isolate, che presentino notevoli difficoltà per quanto riguarda il trasferimento rapido dei pazienti.
Con nota del 21 maggio 2012, L'Assessore regionale alla sanità comunica al Direttore generale dell'ASL VCO l'assenso alla richiesta di istituzione del servizio di emodinamica, con localizzazione del servizio presso il presidio ospedaliero di Domodossola. A differenza degli altri territori, il nostro vive una situazione molto particolare, quella dell'integrazione fra i due nosocomi (Castelli di Verbania e San Biagio di Domodossola). Fra i cittadini e anche i Sindaci si è diffusa la convinzione e quindi l'aspettativa che sia in atto una sorta di compensazione fra la chiusura del punto nascita e San Biagio, che verrà unificato al nosocomio Castelli e l'attivazione di un nuovo servizio di emodinamica che troverà collocazione a Domodossola, oltre alla riorganizzazione di altri servizi come la soppressione della guardia medica nelle valli, che naturalmente in questo momento non aiuta la nostra causa.
chiaro che l'Assessore potrà contare sulla nostra collaborazione, mia e certo degli altri Consiglieri del VCO, a partire dal Consigliere Marinello. Siamo pronti ad affrontare una vicenda che sta assumendo i contorni di una vera battaglia, ma bisogna che l'Assessore ci fornisca le armi per affrontare questa battaglia. Ci giunge notizia che a Domodossola non si sia attivato alcun intervento propedeutico all'insediamento delle nuove attrezzature e non si hanno notizie sui tempi della realizzazione.
Con quest'interrogazione si chiedono chiarimenti su quale sarà il cronoprogramma degli interventi e per quando è prevista l'attivazione del servizio di emodinamica presso l'Ospedale di Domodossola.



PRESIDENTE

Grazie, collega De Magistris.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
Con DGR 13/12/1986 del 7 aprile del 2011 è stato rivisto l'assetto dei laboratori di emodinamica per conformarlo alle previsioni di riordino del sistema sanitario regionale, rivedendo e aggiornando i servizi strutturali ed organizzativi dei centri con l'obiettivo di razionalizzare la rete mediante la riduzione numerica dei laboratori e una loro maggiore qualificazione.
Attualmente, i centri di emodinamica di riferimento per la rete interospdaliera per l'emergenza coronaria garantiscono una copertura addirittura sovrabbondante del territorio regionale con un'unica zona di criticità relativamente a tempi di accesso per i residenti dell'area nord dell'ASL del VCO.
Pertanto, in considerazione di tale criticità, in deroga all'attività in corso di riduzione e concentrazione dei centri di emodinamica è stato dato l'assenso alla richiesta di istituzione del servizio di emodinamica alla ASL del VCO con localizzazione del servizio presso il presidio ospedaliero di Domodossola.
Al riguardo tale attività, che comporterebbe, per la presenza di un limitato bacino di utenza, uno standard di attività più basso dei requisiti previsti, rientrerebbe nella condizione prevista dalla DGR relativamente ai "laboratori situati in aree geografiche isolate che presentino notevoli difficoltà per quanto riguarda il trasferimento rapido dei pazienti".
Per la peculiarità dell'autorizzazione in questione (basso bacino di utenza e relativa casistica) è stato richiesto all'Azienda del VCO una stretta integrazione con il laboratorio HUB di emodinamica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara, sia con riferimento alla clinical competence degli operatori che all'approvvigionamento dei materiali, al controllo di gestione e ai flussi informativi.
Con nota del 2 luglio scorso l'ASL del VCO richiedeva all'Assessorato alla sanità precisazioni in merito sia all'attivazione del laboratorio, con riferimento, in particolare, all'orario di apertura del servizio al fine di valutare, con la necessaria graduazione dell'attivazione della fase sperimentale della attività, le risorse necessarie.
In risposta con nota assessorile l'ASL VCO è stata richiamata a quanto precisato nella lettera di autorizzazione relativa alla esigenza di una stretta integrazione con l'HUB di riferimento, è stato quindi precisato che "a valutazione delle risorse per lo svolgimento dell'attività deve pertanto, conseguire alla definizione di un progetto concordato con l'Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara e trasmesso a questo Assessorato per opportuna conoscenza".
Ad oggi l'ASL del VCO insieme con l'AOU di Novara stanno procedendo a definire il progetto per l'attivazione operativa in tempi brevi ipotizzati entro l'anno del servizio presso l'Ospedale di Domodossola.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1298 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Specialità medicinali contenenti Levetiracetam e Topiramato"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1298; la parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Questo è il mio campo.
Intanto anch'io mi associo alla lamentela già in precedenza espressa dal Presidente di Gruppo Bono sul fatto che, purtroppo, non riusciamo mai ad interloquire con l'esimio Assessore Monferino, e mi auguro che prossimamente possiamo riuscire ad interloquire con lui su questa interrogazione e quant'altro.
Intanto egregio Assessore Quaglia, come le è noto, l'AIFA, che sarebbe l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha provveduto ad aggiornare la lista di trasparenza dei farmaci equivalenti, inserendo tra i nuovi principi attivi il Levetiracetam e il Topiramato. È ormai prassi consolidata che il paziente che si reca in farmacia abbia la possibilità di scegliere fra il farmaco cosiddetto marchio e quello generico.
Nel caso dei farmaci con principio attivo il Levetiracetam e il Topiramato, il farmaco generico costa dai 40 ai 96 euro in meno del farmaco marchio. Credo che sia il massimo della differenza che esprimiamo a livello regionale. Pertanto, al cittadino paziente che ne deve fare uso, quando preferisce utilizzare il farmaco cosiddetto marchio, viene richiesta ovviamente la differenza tra il prezzo di questo e il generico.
Ovviamente c'è un modo per non pagare il ticket, ed è quello di accettare la sostituzione del marchio con il generico stesso, che ha il costo minore sul mercato e quindi in quel caso non paga il ticket.
Però questo è un caso particolare, perché l'AIFA stessa consiglia di evitare la sostituzione - forse è la prima volta che succede una cosa del genere - tra il marchio e il generico per la delicatezza e l'efficacia del farmaco in questione. Conseguentemente ha suggerito di non far pagare il ticket su questi farmaci, invitando le Regioni ad accollarsi la spesa, nel caso in cui il medico apponga sulla ricetta la classica dizione o timbro "non sostituibile".
L'Assessorato regionale alla tutela della salute e sanità della Regione Piemonte ha ritenuto di non aderire alla richiesta dell'AIFA, facendo rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma-Piemonte nella quale si accoglieva la richiesta dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
Questa decisione dell'Assessorato ha comportato l'applicazione del ticket sui farmaci in oggetto con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso. Ricordo che sono da 40 a 96 euro a confezione.
Egregio Assessore, considerando che, come si evince dal suo sito istituzionale, l'Agenzia Italiana del Farmaco è l'Autorità nazionale competente per l'attività regolatoria dei farmaci in Italia, Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità, sotto la direzione del Ministero della Salute, quindi rappresenta un ente di riconosciuta affidabilità e serietà, ho inteso presentarle questa interrogazione urgente per chiederle quali sono le ragioni alla base della decisione assunta dal suo Assessorato e se non ci sono le condizioni per andare incontro ai suggerimenti avanzati dall'AIFA ed eliminare il ticket attualmente previsto per le specialità medicinali contenenti come principi attivi il Levetiracetam e il Topiramato. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.
La Regione Piemonte, come peraltro tutte le altre Regioni, ha semplicemente applicato la normativa nazionale di cui alla L. 405/2001.
Come già esplicitato con nota della Direzione Sanità del 20/09/2012 inviata alle ASL e per conoscenza a Federfarma-Piemonte, una comunicazione dell'AIFA di natura tecnico-informativa, non sorretta da specifiche disposizioni normative, non può ovviamente derogare a una legge nazionale come peraltro precisato dal Ministero della Salute e riconosciuto dall'AIFA medesima.
Sul punto occorre, ancora, sottolineare come la Regione Piemonte sottoposta a piano di rientro, non possa porre a suo carico un onere economico extra LEA, accollandosi la differenza di prezzo fra il generico equivalente e la specialità medicinale dei farmaci in questione.
Si rileva, inoltre, che Federfarma-Piemonte non può evidentemente sostituirsi all'Ente pubblico, diramando particolari informazioni e circolari interpretative non conformi al dettato della legge.
Si rappresenta, comunque, che l'Assessorato alla sanità, stante la rilevanza del problema, sta vagliando l'adozione di possibili soluzioni alternative per l'erogazione delle specialità medicinali in oggetto, al fine di limitare il più possibile l'aggravio economico per i cittadini necessitanti di tali farmaci.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.40 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Comba, Cota, Giordano, Leo Montaruli e Sacchetto.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta, da parte del Consigliere Carossa, di chiarimenti in merito al Decreto Legge del Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa.
Su cosa interviene, collega? Può motivare la sua richiesta? Prego, Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

un po' irrituale, ma è sull'ordine dei lavori. Mi scuso con l'Assessore Cavallera e con l'Aula, ma vorrei che lei, Presidente approfondisse e rendesse nota all'Aula la notizia secondo la quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non avrebbe controfirmato il decreto legge (non ricordo il numero) riguardante le Regioni.
Al di là di questo, rivolgo - se posso permettermelo - un appello all'Aula: abbiamo svolto un lavoro lungo e ben articolato e sarebbe molto importante che quest'Aula riuscisse ad approvare, all'unanimità, l'ordine del giorno.
Inoltre, non condivido, ma se i punti sono dubbi, sono eventualmente quelli di andare ad accennare qualcosa sull'articolo 2 di quel decreto legge, ricordo che era previsto esclusivamente a tutela dei dipendenti dei Gruppi, ma, se questo è il dubbio, vorremmo che ci fosse comunque un ordine del giorno che stigmatizzi fortemente quantomeno l'articolo 1 del decreto legge, che è lesivo di qualsiasi ordinamento giuridico e non solo.
Presidente, lo so che è irrituale, ma le chiedo cosa si può fare.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, abbiate pazienza! Il collega Carossa sta ponendo - si può condividere o meno - alcuni temi che riguardano tutti! Se non si presta neanche attenzione ad un problema in un momento come questo è giusto che si vada a casa! Abbiate pazienza! Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Termino chiedendole, Presidente, di approfondire se questa notizia corrisponde al vero e se è possibile - magari a margine, senza interrompere il Consiglio - cercare di raggiungere una condivisione su quest'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Carossa.
Quello che lei ha detto è, più che un'indiscrezione, una comunicazione pervenuta ad alcuni di noi (allo stesso Presidente del Consiglio), circa il fatto che siano state apposte delle richieste di precisazioni al provvedimento del Governo.
Non c'è alcuna comunicazione ufficiale, com'è ovvio che sia in questi casi. La comunicazione ufficiale è che non è stato ancora pubblicato: più ufficiale di questo! È evidente! Pertanto, la Presidenza non è in grado di dare delle informazioni ufficiali che non sarebbero tali. La situazione mi parte abbastanza chiara il che non significa che sia scomparso l'argomento, questo è chiaro.
Sulla questione riguardante l'ordine del giorno, l'Ufficio di Presidenza - il Presidente Cattaneo è stato molto chiaro - era disponibile a presentare un documento che trovasse l'unanimità dei Presidenti dei Gruppi. Questo, nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, non è avvenuto, e pertanto non si è proseguito con la presentazione dell'ordine del giorno.
Se la situazione verrà a modificarsi e ci saranno segnali in tal senso, non ci sono problemi a ripresentarlo.
In ogni caso, la ringrazio dell'intervento, che è stato utile per informare tutti i colleghi delle due novità che si sono verificate.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, possiamo riprendere con l'illustrazione degli emendamenti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Ovviamente parlo a titolo personale, perché non c'è né il mio Capogruppo né i due Vicecapigruppo...



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Il Capogruppo sta arrivando: sono molto più contenta, ma continuo ad esprimere la mia opinione, avendo anche ascoltato alcuni colleghi.
Poiché un Capogruppo ha posto il problema di riprendere in mano la questione ed eventualmente riunire nuovamente la Conferenza dei Capigruppo mi permetto di sottolineare questo tipo di richiesta, considerato il fatto che la notizia appresa, seppure informalmente, di una posizione non determinata - diciamo così - del Presidente della Repubblica, mi sembra (sempre a titolo personale) che non vada che a rafforzare la linea dell'ordine del giorno predisposto dall'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ritengo che le informazioni che lei ha reso all'Aula poc'anzi confermino l'opportunità che il tema venga affrontato adeguatamente dal Consiglio regionale quando saremo in presenza di un testo. Il fatto che sia circolata l'informazione che il Presidente della Repubblica, che deve controfirmare il decreto legge, abbia espresso alcune richieste di chiarimento, rischia di determinare una presa di posizione del Consiglio regionale - e voglio ribadire questo aspetto - su uno schema di decreto legge.
Questo non significa assolutamente che ci debba essere un'attenzione o una tutela, da parte del Consiglio regionale, nei confronti delle persone che lavorano all'interno dei Gruppi consiliari, che non sono - incomincio ad abituarmi ad essere un po' crudo nei miei ragionamenti - casta: sono persone che lavorano e che sono indispensabili per il funzionamento dei Gruppi e dell'attività legislativa che riguarda una responsabilità collettiva.
Sotto quest'aspetto, il fatto che siamo in presenza di una situazione che per alcuni aspetti oserei definire fluida, rende opportuno che la presa di posizione del Consiglio regionale avvenga sulla base di un testo di decreto legge controfirmato dal Presidente della Repubblica, altrimenti richiamo di alimentare una discussione infinita che non ha di fronte un riferimento certo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Tutte le perplessità sul decreto legge che avevamo evidenziato alla Conferenza dei Capigruppo ci sembrano indirettamente confermate dalle titubanze istituzionali del Presidente della Repubblica, nel promulgare il decreto.
In momenti storici delicati come questi (lo dico senza retorica), dove ufficialmente o ufficiosamente l'autonomia della Regione viene attaccata e viene attaccata anche la possibilità della rappresentanza democratica attraverso una contrazione delle risorse al Consiglio regionale, ne consegue anche la messa in pericolo del posto di lavoro di numerose persone che lavorano presso i Gruppi, molti dei quali sicuramente dotati di notevole professionalità ed esperienza.
Credo che, a questo punto, sia necessario un aggiornamento della Conferenza dei Capigruppo, per prendere una decisione definitiva.
L'ordine del giorno predisposto dall'Ufficio di Presidenza era un buon ordine del giorno: anche se faceva riferimento a parti del decreto legge conosciute solo ufficiosamente, metteva le mani avanti ed era ugualmente un fatto positivo.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Pedrale.
Colleghi, per cortesia: se è utile, non vorrei interrompere un'emozione...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.
Non credo aiuti una riunione, seppure importante e autorevole, di alcuni Capigruppo, mentre interviene il Capogruppo del partito di maggioranza relativa sul tema; poi, per carità, tutto può essere.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie.
Non ho difficoltà a sottoscrivere l'ordine del giorno che l'Ufficio di Presidenza ha predisposto già integrato da suggerimenti e contributi di questa mattina da diversi Gruppi, sia da sinistra sia da destra; neppure a non presentarlo, vista l'impasse creatasi a livello nazionale. Per unicamente, voglio sottolineare un fatto, che si è già verificato altre volte: non vorrei che qualcuno dichiarasse sui giornali che il Consiglio regionale non ha fatto nulla per difendere l'autonomia della Regione Piemonte o non ha fatto nulla per difendere i dipendenti dei Gruppi regionali.
Credo di essere stato molto chiaro, anzi, quasi quasi, anche se non c'è stata la promulgazione ufficiale del Presidente della Repubblica propenderei per far sentire comunque la nostra voce. È meglio mettere la mani avanti, perché, poco o tanto, un attacco all'autonomia delle Regioni lo faranno.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata ai Consiglieri)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.
Collega Giovine, ci sono problemi tecnici sulla sua postazione?



GIOVINE Michele

Ormai è acceso, mi faccia finire.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Mi fa una cortesia personale, la ringrazio.



GIOVINE Michele

Un minuto, Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio, la invito a recarsi alla postazione a lei riservata.



GIOVINE Michele

Mi dia questa soddisfazione.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Giovine, le chiedo, per cortesia, se può intervenire dal suo posto.



GIOVINE Michele

Perché questo è il seggio della collega Bresso o per altri motivi?



PRESIDENTE

No, poteva essere anche l'altro, non ne faccio questione di banco.



GIOVINE Michele

Va bene.



PRESIDENTE

La ringrazio.



GIOVINE Michele

A volte mi stupisco del suo formalismo, Presidente, però, non posso fare altro: lei o la si ama completamente o la si odia totalmente, e noi abbiamo scelto la prima via. Ogni tanto, ho qualche ripensamento, ma si va avanti anche così.
Per quanto riguarda la mia posizione, credo che il collega Pedrale abbia ragione: noi dovremmo produrre un documento in ogni caso, a prescindere dalla promulgazione o meno del decreto legge.
Mi rendo conto che, correttamente, come ha detto qualche collega, non possiamo scrivere un ordine del giorno su qualcosa che formalmente ancora non c'è.
Mi sembra evidente l'attacco proveniente dai giornali e dalle bozze il fine è chiarissimo - al Titolo V della Costituzione, alle Autonomie e al regionalismo. Su questo abbiamo tutti i titoli per poter intervenire a difendere le Assemblee legislative e il Titolo V della Costituzione partire da questo punto e allargare il ragionamento.
Per quanto mi riguarda, su quella bozza di decreto - lo dico in questa sede affinché rimanga a verbale - la mia posizione è di respingerla in toto, impugnandola interamente: l'articolo 1, l'articolo 2 e l'articolo 3.
esattamente la posizione, lo sottolineo con orgoglio, del Consigliere Burzi, perché qualcuno, ad un certo punto, ieri, ha detto il contrario di quella che è la mia posizione. Mi sembrerebbe un pochino illogico, perch tutto mi si può attribuire tranne di non aver avuto una certa coerenza in questi anni; sarebbe alquanto strano che il sottoscritto cambiasse la coerenza da una settimana all'altra. È ovvio che per me è tutto da impugnare, pur mantenendo gli impegni dell'inizio della legislatura - che noi, in modo autonomo, abbiamo iniziato - per quanto riguarda la riduzione dei costi della democrazia, in modo autonomo, non perché obbligati per decreto, che ora mi sembra sempre più chiaro che è palesemente incostituzionale.
Concludo, Presidente, dicendo ai colleghi che, ad un certo punto, mi auguro che ci sia l'unanimità o, comunque, la più ampia condivisione in quest'Aula. Lo dico ai colleghi di maggioranza e non solo: ad un certo punto, non è mica un peccato mortale votare un ordine del giorno forte anche a maggioranza; anzi, forse questo è uno degli elementi più belli della democrazia stessa. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
A volte può sembrare inutile intervenire, però è bene che le cose restino a verbale. In questo caso, il verbale del Consiglio regionale è quello più attendibile, perché in altri ambiti, quale quello della Conferenza dei Capigruppo o Tavoli di concertazione, i pensieri dei vari Capigruppo e Consiglieri sono riportati molto sommariamente nei verbali.
Voglio essere molto chiaro: nella due Conferenze dei Capigruppo ho ritenuto dire che non avrei partecipato al voto di un ordine del giorno che ritengo sostanzialmente inutile, per le considerazioni illustrate da chi mi ha preceduto. Vi risparmio le considerazioni di carattere politico, perch è troppo comodo, quando fuori c'è l'uragano, chiedere a chi ha già dato in termini di opposizione su argomenti seri - quale quello del lavoro, della previdenza e di tante altre questioni che sono state affrontate, a nostro avviso, in modo inadeguato da questo Governo - di fare opposizione a chi l'ha fatta su altri argomenti! Quindi, non c'è da scrivere nulla e da votare nulla, perché noi stiamo attendendo le decisioni di questo benedetto Governo! Quando le decisioni saranno giunte, sulla base delle stesse potremo esprimerci.
C'è da dire di più, perché leggo - mi rivolgo sempre ai giornalisti per la grande superficialità con cui scrivono gli articoli - che Tizio e Caio stanno facendo questo e stanno dicendo quell'altro. Adesso è di moda difendere i dipendenti dei Gruppi! Chi nella riunione dei Capigruppo, per primo, ha fatto quel discorso? Lo sapete. Andiamo a prendere i verbali. Io ho detto di fare tutto ciò che si vuole sul capitolo di spese del funzionamento dei Gruppi, si azzeri pure! Ma su quello del personale non si tocchi nulla, almeno per questa legislatura! Adesso tutti ne parlano, tutti si riempiono la bocca, tutti sui giornali leggono begli articoli per la compiacenza di questo e quell'altro giornalista, ma, ad un certo momento, c'è un limite a tutte le cose.
Sull'ordine del giorno, mi fa piacere - ovviamente non faccio ostruzionismo, ma nemmeno intervengo - se trovate un accordo, votatevelo! Evidentemente, sentite la responsabilità di intervenire su un atto di governo che qualcuno a Roma ritiene di dovere appoggiare.
Noi non lo appoggiamo, siamo all'opposizione lì così come siamo all'opposizione qui.
Quindi, riteniamo, con tutto il rispetto per il Presidente Cota, che lui abbia ampia prerogativa istituzionale per parlare a quel Tavolo domani come meglio ritiene di dovere fare. Non necessita del mandato del Consigliere Buquicchio o del Consigliere Bono o del Consigliere Reschigna per farlo! La difesa di quegli elementi che attengono alla Costituzione, al Titolo V e a tutte quelle altre cose può tranquillamente avvenire. Per basta confondere capre e cavoli e fare uscire domani sui giornali che è la solita casta maledetta che si difende e si autodifende ad oltranza! Basta veramente!



PRESIDENTE

Grazie, collega.
A titolo di informazione, se qualcuno intende presentare l'ordine del giorno può farlo in qualsiasi momento. È evidente che non sarà l'Ufficio di Presidenza, com'era in partenza, a presentare l'ordine del giorno, perch tale documento è stato presentato - lo sarebbe ancora - dall'Ufficio di Presidenza come ordine del giorno unitario. Non essendoci - mi sembra evidente - queste condizioni, l'Ufficio di Presidenza non ha presentato neanche ritirato, perché non è stato presentato - un ordine del giorno.
Questo come informazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Vedo che deve aver parlato con Ghigo, mi ha già destituito, ma va bene lo stesso, tanto non è lei che mi ha eletto. Né ora né mai.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Eletto Consigliere.



PRESIDENTE

Mi perdoni. Lei ne converrà - vale per tutti, ad iniziare dal sottoscritto - che i gradi sono quelli che uno ha e gli riconoscono, non quello che uno...



BURZI Angelo

Il motivo per cui oggi intervengo è che sono un Consigliere.
L'argomento di cui, sin qui, si è confusamente non parlato, è un argomento di Consiglio. Quindi anche il Presidente Cota ritengo abbia agito, agisca e agirà nella sua veste essenziale non di Presidente dell'esecutivo. Il decreto legge di cui si favoleggia è essenzialmente un decreto che tocca l'autonomia dell'Aula legislativa, quindi prevalentemente del Consiglio. Non è che le Giunte non debbano essere interessate, ma lo sarebbero di più se fossero composta da tutti Consiglieri, ma qui apriremo un capitolo che non è il momento di aprire.
Il tentativo lodevole di cercare un'unanimità non ha trovato riscontro comunque ringraziamo l'Ufficio di Presidenza per averci provato. C'era chi riteneva che le bozze presentate fossero troppe e c'era chi, come me troppo poche. Tuttavia, sono tra coloro che ritengono che sia utile che mentre avviene il dibattito a Roma - in questo momento sta avvenendo un dibattito a Roma, perché se il Presidente Napolitano esita o riflette evidentemente starà ascoltando i pareri e delle riflessioni - male non sarebbe se anche la Regione Piemonte facesse sentire la propria voce nell'ambito di un tema che la riguarda intimamente.
Ove, e lo ripeto perché non ho nessuna difficoltà a ribadire cose che ho detto in altra sede, l'ordine dei temi che sotto egide diverse il decreto legge apparentemente affronterebbe, qualora uscisse nella versione che noi abbiamo conosciuto, avrebbe il dono di azzerare l'autonomia legislativa delle Regioni, perlomeno della Regione Piemonte, ponendo i Consiglieri di oggi e quelli che verranno nell'impossibilità di esercitare il proprio mandato. Questo è esattamente quello che penso e mi sembra che sia una cosa sufficientemente grave.
Accoglierei il suggerimento che era implicito nel suo intervento: si dia tempo ai Gruppi e ai Capigruppo di verificare se e quanti ordini del giorno presentare, perché credo che questa sia la modalità. Se si riesce a trovare un'unanimità come extrema ratio bene, dopodiché - non l'ho detto io, ma non è male - anche gli ordini del giorno approvati a maggioranza non necessariamente di maggioranza politica, hanno pur sempre il dono di esprimere le voci del Consiglio regionale.
Credo che gravissimo sarebbe, secondo me - checché ne dicano i giornali o non ne dicano, è del tutto indifferente - il silenzio.
Le chiederei la cortesia di consentire una sospensione dei lavori.
Magari possiamo fare una riunione informale della Conferenza dei Capigruppo o un incontro formale, onde consentire ai Gruppi - noi certamente lo vorremmo fare - di presentare uno o più ordini del giorno che, se l'Aula lo vorrà, saranno sottoposti al dibattito e al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo di sospendere la seduta di Consiglio per dieci minuti in modo da poter svolgere una breve riunione di maggioranza.



PRESIDENTE

Facciamo il giro di tutti quelli che intendono intervenire, poi decidiamo nel merito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che qualcuno abbia lavorato parecchio su questo ordine del giorno e abbia fatto varie modifiche, ma che poi non si sia trovato un accordo nella Conferenza dei Capigruppo.
Visto che il decreto sulle Regioni non è ancora stato firmato dal Presidente della Repubblica, aspettiamo che lo faccia. Vorrei dire che questo è un vero attacco ai Consigli regionali e alle Regioni. Non dobbiamo continuare a subire tutto quello che viene imposto da Roma. Salviamo chiarezza e trasparenza, non abbiamo niente a che vedere con tutto questo.
Il Gruppo dell'UDC, insieme a tanti altri, sostiene il personale dei Gruppi. Se sono stati assunti è perché lavorano, perché portano avanti egregiamente il lavoro del Consiglio regionale del Piemonte. Non dobbiamo subire gli attacchi che subiamo in questi giorni, il Piemonte deve dimostrare che sta lavorando seriamente.
Motivo in più per cui vorrei che rimanesse a verbale che il Gruppo UDC vuole sostenere i dipendenti dei Gruppi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Chiedo scusa se ho chiesto di intervenire una seconda volta.
Naturalmente nessuna contrarietà da parte nostra alla richiesta del Consigliere Pedrale di una sospensione del Consiglio regionale per una riunione di maggioranza.
Tuttavia, farei una riflessione molto semplice. Noi, come Gruppo regionale, siamo assolutamente convinti dell'opportunità di un dibattito che riguardi l'Aula attorno a queste tematiche. Vorremmo che il dibattito riguardo a queste tematiche avvenisse sulla base di un decreto legge che ricordo, deve essere, o dovrà essere, convertito dal Parlamento, non sulla base di uno schema di decreto legge.
In secondo luogo, vorremo che questo dibattito avvenisse alla presenza del Presidente della Giunta regionale e del Presidente del Consiglio.
Consiglieri, mi sembra alquanto irrispettoso che la Conferenza dei Capigruppo sia finita con la consapevolezza che oggi non si poteva votare un documento; che il Presidente del Consiglio regionale abbia lasciato l'Aula per impegni istituzionali a Roma con questo tipo di consapevolezza dopo che il Presidente del Consiglio regionale si era speso per costruire le condizioni per un documento.
Oggi l'Aula ribalta, legittimamente, qualunque considerazione.
Si sospenda pure il Consiglio regionale, si facciano le valutazioni tra la maggioranza ma, colleghi, sono per chiedere a ciascuno di noi la disponibilità, non appena c'è il testo del decreto legge, a convocare urgentemente il Consiglio regionale. Mi sembra che in questo momento i riferimenti alla figura del Presidente della Repubblica siano dei riferimenti su boatos, su voci, ma noi siamo l'Aula parlamentare del Piemonte.
Ripeto, sono perché ci sia una convocazione urgente del Consiglio regionale non appena ci sarà il testo del decreto legge. Alla presenza del Presidente della Giunta regionale e alla presenza del Presidente del Consiglio regionale.
Non facciamo l'errore, e lo dico chiaramente, che hanno commesso i Presidenti di altre Regioni di dare un assenso su un testo che neanche conoscevano. Noi non facciamo l'errore contrario nell'andare a costruire un dibattito su un testo che neanche conosciamo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, sospendo i lavori per la richiesta di un incontro tra i Gruppi di maggioranza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.11 riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come sapete, la riunione è servita alla maggioranza per produrre un ordine del giorno sottoscritto dai Capigruppo Carossa, Burzi, Lupi, Giovine e Formagnana. Questa mattina era iscritto all'o.d.g. un ordine del giorno avente come primo firmatario il Presidente Cattaneo - e l'Ufficio di Presidenza - che è stato oggetto di una parte della discussione. Per modificare l'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza non bastano gli altri firmatari (alcuni dei quali sono presenti, trattandosi dei componenti dell'Ufficio di Presidenza), ma è necessaria la firma del primo firmatario che è il Presidente del Consiglio, il quale, come sappiamo, è assente per motivi istituzionali.
Di fatto, per iscrivere il nuovo ordine del giorno sono necessari 40 voti (o firme), dopodiché la trattazione dello stesso è un passo successivo. A monte di tutto questo, però, c'è l'aspetto regolamentare inteso come modifica di quello presentato stamattina - per cui sarebbe necessaria la firma del primo firmatario, che non è presente.
Chiedo quindi ai colleghi e Presidenti di Gruppo che hanno firmato l'ordine del giorno se non ritengano di intervenire in merito.
Lo diamo per presentato, ma in base al nostro Regolamento non credo che vi siano le condizioni per poterlo trattare, ritenendolo sostitutivo di quello presentato questa mattina, in assenza del primo firmatario.
Collega Vignale, se vorrà offrirci un contributo la ringrazio in anticipo.



VIGNALE Gian Luca

Ci provo.
Il Presidente Cattaneo questa mattina ha presentato un ordine del giorno. Lei, giustamente, ha detto che quest'ordine del giorno - il vecchio non può essere modificato recependo, qualora l'Ufficio di Presidenza lo ritenesse opportuno, le modifiche del nuovo ordine del giorno. Ma quell'ordine del giorno rimane presentato, perché è evidente che se il Presidente Cattaneo non può modificare quello esistente, il Presidente Cattaneo, non essendo presente, non può neppure ritirare quello che ha presentato. Ergo, se noi apriamo la discussione sull'ordine del giorno presentato dal Presidente Cattaneo, essendo simile per tema trattato l'ordine del giorno presentato dai Capigruppo che lei citava per correlazione di argomento si tratta insieme. Dopodiché, non si approverà n si ritirerà il primo ordine del giorno (perché è assente il primo firmatario), ma si potrà tranquillamente discutere, trattare e passare alla votazione del secondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Ho poco da aggiungere, posto che ha già detto tutto il collega Vignale.
esattamente come ha descritto lui.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento?



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.31 riprende alle ore 17.35)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stavamo trattando il disegno di legge n. 153 "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 4) all'o.d.g., sul quale si era aperta una discussione, con gli sviluppi che sappiamo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 888 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Boniperti, Leardi, Novero e Ponso, inerente a "Decreto Legge Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012" e ordine del giorno n. 889 presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine, Carossa, Burzi, Lupi e Formagnana, inerente a "Decreto Legge Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012" (richiesta inversione punti all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiederei, se l'Aula è d'accordo, una inversione dei punti all'o.d.g.
relativamente ai due atti di indirizzo depositati presso la Presidenza: mi riferisco all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza e a quello presentato dai Capigruppo di maggioranza, in merito al decreto del Governo sull'autonomia regionale.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di intervento in senso contrario rispetto a questa proposta di inversione di punti all'o.d.g.? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

No, non intervengo in senso contrario alla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.. Io non intendo affrontare questo problema dal punto di vista delle questioni regolamentari, Presidente. Semmai, lo voglio affrontare dal punto di vista delle questioni politiche.
Molti anni fa mi hanno insegnato che la politica è la capacità di costruire alleanze. In questo momento, l'esperienza del regionalismo ha bisogno di grandi alleanze.
Il Partito Democratico è disponibile ad essere alleato di tutti coloro che difendono, sia pure in un processo di riforma, l'esperienza del regionalismo all'interno del nostro Paese.
Ma, attenzione: qui, oggi, il Consiglio regionale è chiamato sostanzialmente, a valutare se vuole dare una risposta di pancia - lo dico con tutto il rispetto nei vostri confronti, sia ben chiaro; perdonatemi il termine, ma non me ne viene in mente un altro; ribadisco che non vuole avere nulla di irriguardoso o di ingiurioso - o se vuole dare una risposta di testa ai problemi che abbiamo di fronte.
Se vuole dare una risposta di pancia, corre a votare un documento su un tema rilevante in assenza del Presidente della Giunta regionale e in assenza del Presidente del Consiglio regionale, appigliandosi ad una norma regolamentare che prevede che l'elemento per cui un ordine del giorno viene iscritto all'o.d.g. della seduta è quello che il Presidente del Consiglio regionale - che non c'è - ha presentato e depositato un documento.
Personalmente, le questioni regolamentari su tali vicende mi interessano relativamente. Dico solo che questa è una risposta di pancia perché un Consiglio regionale che pure deve valutare ogni iniziativa politica tesa a difendere l'esperienza del regionalismo, lo deve fare senza commettere l'errore che hanno commesso la quasi totalità dei Presidenti delle Regioni, quello di dare l'assenso su un documento che manco conoscevano.
Noi non possiamo costruire una politica su un documento che manco conosciamo. Che manco conosciamo! Poi se la necessità e l'opportunità di costruire alleanze, in un momento in cui l'esperienza del regionalismo è sotto violento attacco, è l'elemento fondamentale che punta alla salvaguardia del risultato, mi chiedo che urgenza ci sia nel votare oggi un documento che potrebbe essere votato fra due o tre giorni, dopo che abbiamo il testo davanti, dopo che dedicheremo un Consiglio regionale apposito, come da mi richiesto in precedenza, alla presenza del Presidente della Regione e del Presidente del Consiglio? Attenzione, la prima alleanza che dobbiamo essere capaci di costruire guarda al rapporto tra Consiglio ed Esecutivo. Penso che sia sufficiente leggere le cronache dei giornali di questi giorni, compreso il giorno odierno, per rammentare a ciascuno di noi che non è scontata questa alleanza. Abbiamo bisogno di costruire quest'alleanza chiamando, sia pure in una condizione di difficoltà della politica, e di difficoltà dell'esperienza del regionalismo, tutti ad una politica che sia capace di ragionare.
Presidente, rivolgo questo ultimo invito.
Non mi appiglio a nessuna questione regolamentare perché il problema è politico, e il problema politico, in un momento difficile, significa anche che dobbiamo stare attenti ai passaggi che compiamo. Ai passaggi che compiamo! Credo che oggi l'ordine del giorno sia legittimamente iscritto, ma che non si proceda alla discussione e alla votazione del documento, e che la Conferenza dei Capigruppo, convocata per dopodomani, provveda alla convocazione straordinaria di un Consiglio regionale, con la garanzia della presenza del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta, perch il Piemonte non può permettersi, in un momento siffatto, di avere due voci dissonanti, se vogliamo ragionare rispetto ad una battaglia impegnativa dura, coraggiosa e difficile.
Guardate, non abbiamo bisogno di fare passi affrettati: abbiamo bisogno di mettere in campo un'azione politica lucida - un'azione politica lucida e la prima azione politica lucida che dobbiamo mettere in campo guarda al fatto che dobbiamo ricucire il rapporto tra i Consigli e i Presidenti delle Regioni. Ricucirlo, ma non supinamente e su posizioni assunte, ma sul piano della prospettiva politica. Se le Regioni vanno al confronto su questo passaggio delicato, con un'immagine molto semplice da rappresentare e da costruire all'esterno degli Esecutivi che guardano alla riduzione della casta e dei Consigli che dietro questioni di gran rilievo e di grande importanza vengono inevitabilmente rappresentati all'esterno come i difensori di una condizione, noi questa battaglia l'abbiamo persa in partenza.



PRESIDENTE

Chiedo a chi è intervenuto a favore se rimane la richiesta di inversione.



(Cenni di assenso da parte del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Rimanendo tale richiesta, in base al nostro Regolamento, pongo in votazione la proposta di inversione di punti all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.
A questo punto, si sospende la discussione sull'articolo 5 del disegno di legge n. 153 e passiamo alla discussione dell'ordine del giorno depositato in data odierna, primo firmatario il Presidente Cattaneo e gli altri membri dell'Ufficio di Presidenza. Naturalmente a questo viene attratto l'ordine del giorno presentato dai Presidenti dei Gruppi della maggioranza.
Diamo il tempo per la distribuzione dei documenti e l'inserimento degli stessi on line.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 888 presentato dai Consiglieri Cattaneo Placido, Boniperti, Leardi, Novero e Ponso, inerente a "Decreto Legge Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012" (attratto ordine del giorno n. 889 presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine, Carossa, Burzi, Lupi e Formagnana, inerente a "Decreto Legge Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2012")


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame degli ordini del giorno n. 888 e n.
889, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Pedrale per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 889.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, il mio intervento farà riferimento a entrambi gli ordini del giorno, che si integrano e sono complementari (il secondo, quello presentato dalla maggioranza, è un po' più incisivo).
Mi limiterò a sottolineare solo un punto: a volte, la celerità e la velocità in politica sono fondamentali.
Ricevo adesso un'ansa, in cui il Presidente Errani dice: "Le Regioni non potrebbero più governare il sistema. Ci stanno togliendo una serie di competenze. È un'espropriazione dell'autonomia regionale".
Capisco che a volte è meglio discutere con i decreti legge stampati di fronte da consultare, però, signori - amici e colleghi - c'è stato un rallentamento nel percorso, magari di qualche ora (forse di 24 ore), ma l'obiettivo di spogliare le Regioni delle loro competenze e della loro autonomia è chiaro. Magari si faranno un po' più raffinati e staranno studiando meglio il decreto per evitare qualche ricorso, ma la politica e la strategia sono queste.
Invito ancora gli amici dell'opposizione ad unirsi a questi due ordini del giorno per dare un segnale forte ed inequivocabile di difesa dell'autonomia della Regione. Credo che sarebbe una cosa molto positiva.
Aspettare Gesù Bambino è un'utopia, perché Gesù Bambino non arriverà.
Arriverà magari un decreto legge organizzato e messo ancora meglio per evitare qualche ricorso, ma l'obiettivo di toglierci le deleghe e di riportare indietro le lancette dell'autonomia regionale di cinquant'anni prima del 1970, è chiaro.
In più, lo sapete che è anche una manovra per sostenere l'antipolitica e giustificare sempre di più l'invasività dei tecnocrati nella politica italiana collegata a quella europea.
Noi oggi, al di là del decreto legge stampato o non stampato, lanciamo un segnale forte, che è quello della difesa del Titolo V, che è quello della difesa anche degli Enti locali minori, cosiddetti minori - con tutto il rispetto - che con questo documento vogliamo comunque cercare di proteggere e coinvolgere in questa battaglia comune, che è quella delle Province e dei Comuni.
Oggi dobbiamo dare un segnale di vita, cioè che questo Consiglio regionale non è inerme, non accetta di essere bastonato dal Governo centrale, ma vuole reagire a questo tentativo di espropriazione delle proprie competenze e dell'autonomia regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
C'è il Presidente Cota a Palazzo Lascaris. Faccia il piacere di venire in Aula!



PRESIDENTE

Il Presidente Reschigna ha posto un problema.



(Proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Ho solo ripetuto che il Presidente Reschigna ha posto un problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, voglio fare una premessa rispetto all'intervento che poi voglio spiegare a quest'Aula nei dettagli, che è questa.
Noi abbiamo insistito nel presentare quest'ordine del giorno semplicemente - lo dico al collega Reschigna - perché non è che abbiamo ragionato con la pancia. È una settimana che si sta parlando, abbiamo fatto anche un dibattito in questo Consiglio regionale e abbiamo fatto delle riflessioni su quello che stava capitando. E abbiamo parlato anche di prospettive politiche di questa Regione, proprio la settimana scorsa.
Quindi, il decreto di qualche giorno fa non è assolutamente una sorpresa rispetto ad un disegno estremamente chiaro nella mente di tutti quanti noi,perché siamo persone mediamente intelligenti, qualcuno di più e qualcuno di meno: facendo uno più uno, si capisce dove si sta andando a parare.
Se è vero, come è vero, che oggi pomeriggio il Consiglio dei Ministri sta "sfilando" alcune deleghe - si parla di deleghe sulle infrastrutture sul commercio, sul turismo, eccetera - vuol dire che c'è un disegno che sta andando avanti.
Allora invito, senza polemica, tutto il Consiglio regionale a voler fare mente locale su quello che sta capitando, che non è una questione di casta. Lo dico anche al collega Buquicchio che prima è intervenuto e di cui condivido una parte del ragionamento. Qui non si tratta di casta o non casta.
Lo dico e me assumo la responsabilità, perché lo dico per quel che mi riguarda: se c'è da venire gratis in quest'Aula d'ora in avanti, io vengo gratis, perché nel 1980 - dato che qui si gioca a più uno - facevo il Consigliere comunale e prendevo 35 mila lire a gettone di presenza per quattro sedute al mese. E l'ho fatto! E l'ho fatto, perché la politica per me era una passione e continuo a farla. Allora: vengo gratis! Così sgombriamo il campo e togliamo il problema a qualche giornalista che vuole fare notizia su queste cose e parlare di una volontà a difesa del nostro posto, del nostro "cadreghino".
Il problema è un altro. Il problema di questo momento è che noi siamo sotto un autentico golpe politico, e non sto esagerando, perché basta vedere i documenti, basta leggere le ansa, basta vedere le dichiarazioni che i Ministri hanno fatto.
Qui siamo solamente alla seconda puntata - la prima l'abbiamo fatta la settimana scorsa - dell'illustrazione di un libro che hanno scritto a più mani Monti, Patroni Griffi e altri Ministri, che potrebbe intitolarsi "La conquista veloce del potere".
Potremmo fare anche delle facili battute, del tipo edito dalla Goldman Sachs e magari sponsorizzato dalla Coca Cola.
Voglio solo ricordare che le Regioni sono state l'ultima istituzione di questo Paese elette democraticamente. Dopo si è aperta una stagione che ricordiamo e conosciamo tutti, di alcuni che ci sono stati imposti. Lo dice la Lega, che è all'opposizione e che ha insistito per presentare questo ordine del giorno, perché sta notando che anche la battaglia politica di questo movimento sta andando in fumo nel giro di due Consigli dei Ministri.
Ma non sta andando in fumo una questione legata all'idea di un movimento.
Sta andando in fumo un'idea che è partita dai nostri padri della Costituzione. È follia che sia uno della Lega a difendere la Costituzione queste cose le diceva domenica Maroni a Venezia. È paradossale, ma è così.
I padri della Costituzione, se uno va a leggere la Costituzione dicevano alcune cose. Ma ci sono alcuni aspetti che sono stati richiamati rispetto ai valori fondanti all'organizzazione democratica.
C'è stato il Trattato di Maastricht e tutta una serie di avvenimenti che hanno posto come principio fondante il principio di sussidiarietà.
Quindi, la difesa del regionalismo non è una difesa di una casta.
Domani non ci saremo più noi, ci saranno altri, ma non è questo il problema. Il problema è di un ragionamento che dobbiamo continuare a fare per mantenere la democrazia in questo Paese. Avete visto cosa è successo oggi? Alcuni Presidenti delle Province si sono dimessi e le Province ormai come dicevamo già la settimana scorsa, non esistono più. Per le Regioni sarà questione di poco e purtroppo - ed è in questo senso che stiamo intervenendo - saranno cancellate.
Ed è evidente che l'iter assomiglia molto ad una parte di storia del nostro Paese che ricordiamo tutti e che non vorrei poi sfociasse nella legge Acerbo o un'altra legge che assomigli alle leggi del 1922 o a qualche riferimento al Codice Rocco.
So che sto dicendo cose pesanti, però se voi leggete questa bozza...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



ANGELERI Antonello

Collega Reschigna, è vero che è una bozza, ma la conosciamo tutti. Poi ci diranno "è totalmente sbagliata, volevamo dire il contrario" e chieder scusa di quello che sto dicendo Chiederò scusa di quello che sto dicendo, ma ho l'impressione che questa bozza... Tra l'altro, in questa bozza c'è una parte cancellata. Al di là della questione della Corte dei Conti, di cui parliamo, che evidentemente sostituirà il Consiglio regionale - ed è questo il tema - la parte cancellata, che è quella che preoccupa di più, è quella in cui si propone di sottoporre l'economia delle Regioni al controllo del capo della Guardia di Finanza. Poi, è stato cancellato; si vede che si sono accorti di avere esagerato, ma probabilmente non si sono accorti abbastanza, tant'è che oggi mi sembra che il Presidente della Repubblica abbia detto di aspettare un attimo, perché forse c'è qualcosa che non funziona, perch ovviamente il Titolo V della Costituzione non è stato cambiato. È evidente che queste cose non possono passare velocemente, senza avere delle ripercussioni.
Scusa se ti continuo a citare, Consigliere Reschigna.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



ANGELERI Antonello

Lo so che hai detto con rispetto "non ragionate con la pancia"; lo so però sto cercando di argomentare che il nostro ragionamento non è un ragionamento di pancia, è un ragionamento che deriva dalle dichiarazioni di alcuni Ministri.
Il 3 ottobre il Ministro Patroni Griffi ha dichiarato: "Il Governo sta riflettendo per operare un intervento chirurgico sul Titolo V della Costituzione per quanto riguarda le funzioni delle Regioni... Come Governo vorremmo ripristinare la clausola di supremazia nazionale per alcune funzioni svolte dalle Regioni, vale a dire: energia, infrastrutture comunicazioni e turismo".
In conclusione, penso che quanto noi presentiamo oggi e sottoponiamo all'attenzione di questo Consiglio regionale, perché venga votato possibilmente dalla maggioranza, dalla stragrande maggioranza dei Consiglieri - mi augurerei all'unanimità dei presenti - per le motivazioni che ho appena sottolineato, sia un aspetto che non difende sicuramente noi che non difende la nostra posizione nel modo più assoluto, ma difende la democrazia di questo Paese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Angeleri.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo ai colleghi, invitandoli a fare una riflessione. Non dico che nei vostri ragionamenti non sia presente una riflessione, mi permetto però di dirvi che la riflessione presente nei vostri ragionamenti e negli interventi che ho ascoltato non sia adeguata al passaggio di fase che stiamo vivendo in questo momento e in questi giorni.
Posso anche condividere alcune delle osservazioni che sono state svolte negli interventi dei colleghi Pedrale e Angeleri, ma se le questioni da porre - poi dirò - sono quelle che voi dicevate, davvero pensiamo che il problema si risolva approvando quest'oggi un ordine del giorno? Se la portata delle questioni politiche e istituzionali sono quelle che voi avete poco fa enucleato e sottolineato, davvero pensiamo che il problema si risolva oggi approvando un ordine del giorno che riafferma talune questioni? Francamente, non lo credo.
Credo che in questo momento un ordine del giorno votato in assenza di atti che possono e magari devono anche essere criticati o contestati, come dire, depotenzia ancora di più la nostra iniziativa. Perché è singolare che un Consiglio regionale, sede di un'Assemblea legislativa, intervenga e critichi provvedimenti che sono in itinere, che possono essere gravi, che non possiamo non condividere, ma che non sono ancora stati adottati e che non sappiamo, allo stato degli atti, come verranno adottati e quale contenuto avranno. Questo intanto è un primo punto politico, colleghi.
Lo dico con modestia e con umiltà, credetemi, anche se poi magari alzo il tono della voce. Perché un'Assemblea legislativa è credibile se compie atti - io credo - che intervengono nel merito delle questioni. Allora, non avrei avuto difficoltà, tanto per essere chiaro, a votare l'ordine del giorno che aveva predisposto il Presidente del Consiglio, e credo che in questi giorni e in tutta una serie di sedi il collega Reschigna abbia manifestato il punto di vista del PD su alcune questioni che sono state affacciate o annunciate con il decreto o con lo schema di decreto, se noi fossimo quest'oggi in presenza di un provvedimento, criticabile. Ma per il momento questo non è.
Poi, vorrei dire ai colleghi della maggioranza che si pone anche un problema, credo. Il problema è che quella bozza di decreto (chiamiamola così) ha ottenuto, ahimè, non dico un avallo, ma un via libera da parte dei Presidenti delle Giunte regionali. Più o meno, no? Se leggiamo i giornali ci rendiamo conto del fatto che in quell'incontro tra i Presidenti delle Regioni e il Governo, i Presidenti delle Regioni, quelli a cui chiediamo di difendere l'autonomia dei Consigli, hanno dato un assenso preliminare, o di massima. Anche questo sarà pure un problema, colleghi della maggioranza? Anche questo è un problema! Vorrei che oggi il Presidente Cota fosse qui a dirci come è andata quella riunione, come è maturato quell'orientamento, perché hanno espresso quell'orientamento e così via dicendo.
Ha ragione Reschigna a sostenere che la questione va posta ricostruendo una sinergia e un rapporto fra Presidente, Giunta, Presidente del Consiglio e Assemblea elettiva. Questo francamente mi sembra un problema, perché il rischio di depotenziamento del ruolo dei Consigli regionali, che sicuramente esiste o potrebbe esistere, è un problema che non può essere affrontato con l'ordine del giorno.
Poi, colleghi, vi pongo un problema, me lo pongo a me stesso: il decreto è figlio di una situazione! Il decreto, a torto o a ragione, e noi abbiamo tante buone ragioni eventualmente per criticare questo e quell'aspetto della norma contenuta nel decreto, è figlio di vicende gravi che noi non possiamo non ricordare. Affermando un ragionamento che non fa una grinza dal punto di vista del principio delle competenze delle Regioni diciamo tutte cose che hanno un senso, ma non dimentichiamo mai il dato di partenza.
Il decreto viene adottato - e dovremmo discuterne il merito, una volta che sarà chiaro il contenuto del decreto stesso - perché nel Paese e in molte Regioni si è determinata una certa situazione. Ignorare questo dato sarebbe un errore e non distinguere sarebbe un errore, secondo me.
Il punto è esattamente questo. Il punto è esattamente questo! Per il momento ragioniamo in assenza di un provvedimento. Ragioniamo credo giustamente, sul valore ed il ruolo delle Regioni. Stiamo attenti però: non è che qualcuno si è inventato alcuni fatti gravi che hanno caratterizzato la vita politica e amministrativa di alcune Regioni italiane! Questo è un dato che dobbiamo assumere nel valutare la situazione, nel decidere le cose che devono essere fatte! Perché posso difendere e ho il dovere di difendere correttamente l'autonomia dell'Istituto regionale e l'esperienza regionalista, che magari va anche riformata, ma intanto questo dato non lo rimuovo! Perché questo è il dato sul quale in queste ore si concentra l'opinione pubblica.
Dobbiamo recuperare un rapporto con le Regioni, i Presidenti ma anche con l'opinione pubblica, anche con l'opinione pubblica! E guai se, non lo dico a voi, la sensazione che diamo è quella, invece, di un Consiglio regionale che vorrebbe rimuovere quella questione. In questo caso commetteremo un errore: apparire, per l'appunto, ciò che qualcuno vorrebbe rappresentare. C'è uno scossone! Lo scossone pone dei problemi, pone dei problemi alla politica, pone un problema di riforme! Qual è la risposta della politica? La politica si chiude a riccio e si difende. Di fronte a chi? Ad un Governo che emana un decreto per fare piazza pulita delle cose che non vanno! E i giornali sono pieni di cose che non vanno! E io difendo tanto più con forza l'istituto regionalista se parto da questo dato! Allora, non è in discussione - vorrei concludere - per quanto mi riguarda - e per quanto concerne credo anche il nostro Gruppo - l'esigenza di muoversi avendo ben chiaro che c'è anche un rischio relativamente allo snaturamento dell'istituto delle Regioni. Seppure riflettendo criticamente non sono per buttare al macero l'esperienza regionalista. È un fatto straordinario che non può essere ridotto a "Batman"! Però quello è un dato da cui non posso non partire in questo momento, se voglio avere la forza per difendere, per davvero, l'esperienza regionalista! Non confondiamo i piani e distinguiamo le due cose! Allora, se è così, ha ragione il Consigliere Reschigna, lo dico ai colleghi rispetto ai quali ho il massimo rispetto e anche grande stima: occhio, perché il passaggio è delicatissimo e conta il tipo di risposta che noi sappiamo dare in questo momento. La riposta non può essere istintiva in quanto può apparire, indipendentemente dalla nostra volontà, come un atto di cesura verso l'opinione pubblica o la rimozione di problemi che esistono e che fanno arrabbiare le persone normali e semplici! Deve essere un'altra la risposta che noi diamo. Se la risposta che diamo è questa, va costruita in maniera diversa, cioè con quel paziente lavoro di tessitura che era stato fatto in questi giorni, che deve mettere insieme e distinguere le cose giuste dalle cose sbagliate, prima di tutto! Poi, occorre costruire una proposta che sia credibile, perché parla ovviamente, al Governo, ma anche al Paese e all'opinione pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendoci altre richieste di intervento, possiamo passare...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna.



(Commenti del Consigliere Reschigna e del Consigliere Segretario Leardi)



PRESIDENTE

Prego; ne ha facoltà.



(Commenti del Consigliere Reschigna e del Consigliere Segretario Leardi)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, sull'ordine del giorno non c'è dichiarazione di voto, stavo solo verificando chi era già intervenuto, se avete la compiacenza di aspettare...
Il Consigliere Reschigna era già intervenuto sull'ordine del giorno?



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

No.



PRESIDENTE

Allora, se non è intervenuto sull'ordine del giorno, era nella fase antecedente. In sede di discussione era intervenuto un Consigliere a favore e uno contro, contro all'intervento a favore del Consigliere Pedrale quindi il tempo a disposizione per l'intervento sull'ordine del giorno è di dieci minuti.
Pertanto, do la parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Non occuperò neanche dieci minuti, perché mi ritrovo totalmente nelle considerazioni espresse dal collega Ronzani.
Vorrei solo ribadire un concetto e svolgere una brevissima riflessione.
Il concetto è il seguente: il Partito Democratico non si sottrae alla dura battaglia per la difesa dell'esperienza regionalista all'interno del nostro Paese - non si sottrae! Noi, come Gruppo, stiamo svolgendo le nostre iniziative sul piano politico, nei confronti anche del Partito nazionale, per cercare di portare nella giusta ed equilibrata luce i problemi che stiamo vivendo.
Vorrei aggiungere anche una considerazione rispetto al passaggio che oggi ha assunto il Consiglio dei Ministri. Credo un errore procedere ad una riforma del Titolo V della Costituzione sulla base di un'ondata emotiva - i titoli che stanno pubblicando i giornali on line dicono chiaramente che la revisione del Titolo V nasce dal clima che ha ricordato il collega Ronzani non perché non ci sia la necessità e l'opportunità di intervenire soprattutto, sul complesso delle materie oggetto di legislazione concorrente, ma in quanto una riforma costituzionale deve avvenire nelle condizioni che non sono quelle della spinta emotiva su cui si sta muovendo un Paese.
Questi punti li vorrei esprimere con molta forza e molta chiarezza.
Così come vorrei dire con molta forza e molta chiarezza che mi dispiace.
Credo molto alle politiche di alleanza su questi temi e mi dispiace che il Presidente della Giunta regionale oggi non sia in Aula, e non dico oltre.
Mi dispiace che questo documento che avete presentato, cari colleghi della maggioranza, sia privo di un punto, che avevamo condiviso all'interno della riunione dei Capigruppo, cioè quello della tutela del lavoro del personale dei Gruppi, rispetto al quale c'era l'unanimità di tutti i Gruppi consiliari.
C'era nella bozza del documento che abbiamo visto nella Conferenza dei Capigruppo e sparisce nel documento che avete depositato in Aula. Capisco la ragione quando all'interno dell'intervista di oggi sul tema del ruolo dei Gruppi, del finanziamento dei Gruppi e della tutela del lavoro non viene considerato come un tema che deve appartenere all'esperienza regionale.



(Il Consigliere Reschigna mostra una copia del quotidiano "la Repubblica")



RESCHIGNA Aldo

Considero un errore non affrontare anche questo tema.
Lo ripeto, non voglio fare perdere tempo all'Aula, anche perché avremo modo di tornare su questo tema nei prossimi giorni, perché la battaglia non la risolviamo in un ordine del giorno in un pomeriggio. Per queste ragioni non perché ci sottraiamo ad un'impegnativa discussione che tuteli l'esperienza regionale e la sottoponga ad una necessaria ed inevitabile verifica, noi non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Se non ci sono richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Naturalmente, votiamo l'ordine del giorno presentato dai Presidenti dei Gruppi della maggioranza, che, di fatto, precede quello presentato dall'Ufficio di Presidenza - che non s'intende superato - quindi ci sarà una sola votazione sull'ordine del giorno della maggioranza, che è stato oggetto della discussione.
Ricordo che il numero legale è 28.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 889, il cui testo recita: "Premesso: che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato notizia dell'approvazione in data 4 ottobre 2012 di un Decreto Legge recante disposizioni in materia di finanza e di funzionamento degli Enti locali che sulla base del testo ufficioso diffuso dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome risulta previsto all'art. 1 comma 2 un controllo preventivo di legittimità delle sezioni di controllo della Corte dei Conti sugli atti di competenza regionale Ritenuto che questo tipo di controllo ex ante confligga con l'attuale formulazione del Titolo V della Costituzione che riconosce un'ampia autonomia alle Regioni oltre che al sistema degli Enti locali in un leale rapporto di collaborazione e di sussidiarietà Osservato che il Consiglio regionale del Piemonte ha già intrapreso un percorso per la riduzione dei costi della politica Ritenendo auspicabile che siano rafforzati i controlli ex post, mentre invece la reintroduzione del controllo preventivo di legittimità - peraltro non più previsto per i Comuni e Province - rappresenterebbe la totale cancellazione dell'autonomia regionale, in antinomia col dettato dei Costituzionalisti fondatori, così come rafforzato e ribadito dall'evoluzione federalista e politica dell'Europa a partire dal Trattato di Maastricht, i cui principi (di sussidiarietà) sono stati richiamati dalle leggi Bassanini e dalla Riforma del Titolo V della Costituzione che hanno determinato l'insostituibile funzione degli Enti territoriali: Il Consiglio Regionale del Piemonte Impegna il Presidente della Giunta Regionale a mettere in atto tutte le azioni che tutelino in ogni sede le prerogative costituzionali in capo a Regione e Consiglio regionale".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)" (rinvio)


PRESIDENTE

A questo punto, Consiglieri, avendo dato attuazione alla proposta di inversione di punti all'o.d.g., dovremmo tornare al punto 4), al disegno di legge n. 153, avente per oggetto "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parte informativa era già stata svolta e siamo arrivati all'esame degli emendamenti.
Emerge un problema: manca l'Assessore Cavallera che, come avete potuto verificare, nonostante uno stato non proprio ottimale di salute è rimasto in aula fino a qualche minuto fa. Posso testimoniare che l'Assessore non era proprio nelle condizioni di continuare. Vista l'assenza dell'Assessore possiamo chiudere i lavori della seduta odierna. Vi ringrazio e buon rientro.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.20)



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