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Dettaglio seduta n.278 del 02/10/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



(Alle ore 10.02 il Vicepresidente Boniperti comunica che la seduta avrà inizio al termine della Conferenza dei Capigruppo)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 11.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri regionali Botta Marco, Casoni e Tiramani.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Modifica di coordinamento disegno di legge n. 192/2012


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza ha apportato, ai sensi dell'articolo 90, comma 5, del Regolamento, una modifica di coordinamento all'articolo 17, comma 3, del disegno di legge 192, "Disposizioni organiche in materia di Enti locali", approvato in Aula il 26 settembre 2012. In particolare, si è adeguato l'articolo 17 a quanto previsto dall'articolo 18 nella parte che ha fatto salvi i rapporti di lavoro a tempo determinato vigenti alla data del 1° gennaio 2012.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 25 e del 26 settembre 2012.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono approvati i processi verbali del 10, 11, 12, 18 e 19 settembre 2012.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni

Proposta di legge n. 295 "Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972 n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) e alla legge regionale 10 novembre 1972 n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari)" e Proposta di deliberazione n. 225 "Modifica alla deliberazione del Consiglio regionale n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 'Attuazione articolo 3 della legge regionale 16 marzo 1994 n. 14. Rimborso spese ai Consiglieri regionali. Sostituzione della deliberazione del Consiglio regionale n. 820-8297 del 21 giugno 1994', come modificata dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 102-20255 del 18 maggio 2011" - Chiarimenti della Presidenza del Consiglio in merito alla programmazione dei lavori e in merito all'esame della proposta di legge n. 295


PRESIDENTE

Siamo convocati per affrontare la proposta di legge relativa alle modifiche alla legge regionale del 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) e alla legge regionale 10 novembre 1972 n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari) (preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58, comma 2, del Regolamento) e la proposta di deliberazione relativa a "Modifica alla deliberazione del Consiglio regionale n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 'Attuazione articolo 3 della legge regionale 16 marzo 1994, n. 14. Rimborso spese ai Consiglieri regionali. Sostituzione della deliberazione del Consiglio regionale n. 820-8297 del 21 giugno 1994', come modificata dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 102-20255 del 18 maggio 2011" (preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58, comma 2 del Regolamento).
Prima di iniziare la trattazione di questa proposta di legge, desidero informare che darò comunicazione su quanto la Conferenza dei Capigruppo ha deciso per il prosieguo dei nostri lavori. Non senza prima precisare, nel contesto attuale, che le norme di cui stiamo affrontando sono state in parte modificate, in modo corposo, durante la VII Legislatura.
Durante l'VIII Legislatura si è conservato lo stato del sistema legislativo attuale. L'attuale IX Legislatura, che è iniziata il 3 maggio del 2012, ha già provveduto, allo stato attuale, ad una legge per il dimezzamento dell'indennità di fine mandato, che è passata da 99.500 euro agli attuali 43.000 per il combinato disposto di intervenuta riduzione, nel frattempo, delle indennità del Consigliere regionale, che è stata, con legge regionale, diminuita del 10% e di un ulteriore 2% in applicazione della legge nazionale, essendo la nostra indennità agganciata a quella del Parlamento nazionale.
Abbiamo introdotto la "Carta etica" della Regione, prima in Italia, che è stata sottoscritta dalla maggior parte dei Consiglieri e dalla totalità della Giunta regionale. Abbiamo introdotto la firma elettronica sul Consiglio regionale e sulla Commissione principale. C'è stato quindi il divieto di presentare le cosiddette dichiarazioni, che sono oggi oggetto delle nostre proposte di legge, nei giorni durante i quali vi è la seduta del Consiglio e quella della cosiddetta Commissione principale.
Sul tema della trasparenza, l'Ufficio di Presidenza, nel febbraio 2012 ha assunto una deliberazione con la quale, comunicandolo ai Capigruppo, è stato introdotto l'obbligo di conservazione della documentazione fiscale e finanziaria per anni dieci per i Gruppi consiliari e, al tempo stesso, ha individuato una nuova procedura di rendicontazione delle spese dei Gruppi che è stata poi oggetto di una deliberazione del luglio 2010 con la quale in aggiunta alle tre macrovoci, sono state introdotte 18 voci, per complessive 21, con un maggiore dettaglio e, soprattutto, con un'introduzione di una procedura informatica di blocco che, qualora il dettaglio non sia completo, il Capogruppo è nell'impossibilità di compilare l'intero rendiconto e quindi di ottemperare all'obbligo della consegna entro il 31 gennaio.
Abbiamo quindi messo in atto un percorso di contenimento della spesa del Consiglio regionale, che ha portato il bilancio del Consiglio regionale dagli 81 milioni del 2010 a poco più dei 74 del 2011 e ad una chiusura prevista per quest'anno di 64 milioni, con l'obiettivo, dal prossimo anno di arrivare al di sotto dei 60 milioni di euro.
Altre misure di contenimento, come quella, ad esempio, del costo del CORECOM e altre questioni, hanno determinato un risparmio complessivo, con quello già generato ed impostato in questa prima parte della legislatura di complessivi 16 milioni di euro. L'Ufficio di Presidenza ha presentato per primo in Italia, non in Consiglio regionale, la proposta di legge, che domani sarà oggetto di discussione, per la riduzione del Consiglio regionale da 60 Consiglieri a 50 e per l'indicazione del numero massimo degli Assessori in 11 in luogo degli attuali 14 previsto dal nostro Statuto, anche se va dato atto che il Presidente della Regione ha volontariamente già limitato il numero della Giunta regionale a 12 in questa legislatura.
Poi, abbiamo istituito il famoso cosiddetto "Tavolo di concertazione" e impostato soprattutto un metodo, che ha permesso di conseguire una condivisione ampia su alcuni ambiti che hanno già dato e stanno generando proprio in queste ore, dei risultati.
Ad agosto, ho distribuito, nella prima riunione del cosiddetto Tavolo la documentazione inerente alle proposte che i signori Consiglieri hanno presentato sulla materia, e ho anche distribuito la legislazione vigente tant'è che il Tavolo fin dai primi giorni di settembre, quando si è riunito per la prima volta, ha avuto la piena operatività, E voglio ringraziare perché vi è stato un pieno accordo su alcuni ambiti importanti, come quello dell'abolizione delle dichiarazioni, di cui oggi parliamo; l'abolizione dei viaggi nell'ambito dell'Unione Europea e la riduzione di quelli nazionali la certificazione dei bilanci dei Gruppi consiliari da parte di un soggetto esterno.
Il Tavolo ha dato anche, nella recente seconda fase, una risposta importante inerente all'aspetto dei Gruppi. Proprio nella giornata di ieri vi è stata la verifica di una condivisione unanime sulla riduzione dei fondi di Gruppo in misura del 20%, così come quello delle Segreterie o altrimenti definite uffici di comunicazione dell'Ufficio di Presidenza degli organismi consiliari, comitati (come il Comitato della Resistenza) e quant'altro.
Inoltre, vi è stata un'ulteriore condivisione unanime da parte del Tavolo sia per affrontare al più presto (poi, vedremo con l'ordine del giorno) gli ulteriori provvedimenti autonomi - perché va ricordato che il Consiglio regionale, autonomamente e in tempi cosiddetti non sospetti, ha già messo mano ad alcuni ambiti di riduzione e non solo - sia per discutere, successivamente all'approvazione del decreto del Governo nella giornata di giovedì, ulteriori modificazioni di questa legislazione.
Devo dire che il decreto è stato richiesto dai Presidenti delle Regioni, che sono i capi dell'ente, ivi compreso il Presidente di questa Regione, Roberto Cota.
Ringrazio i Consiglieri, perché se questo è stato possibile è grazie al senso di responsabilità, alla condivisione di una linea, che ho impostato insieme all'Ufficio di Presidenza e anche, con un apporto fondamentale dei Capigruppo, di una sorta di inversione di tendenza. Abbiamo dimostrato la capacità di sintesi e con buon senso, ma voglio aggiungere anche senso delle Istituzioni, con a volte la rinuncia, da parte di alcuni, che ringrazio in modo particolare, alle proprie proposte di legge, che sono state numerosissime, in particolare da parte delle opposizioni; le hanno ritirate, riconoscendosi con il buon senso in una sintesi complessiva dei lavori.
Nelle mie comunicazioni sia in Aula che all'esterno ho sempre, come Presidente dell'Assemblea, dato atto di questo ruolo centrale del Consiglio regionale e dei Consiglieri che, con impegno, hanno lavorato per questo.
Mi rammarico che non sempre ciò è stato evidenziato, ma - si sa - la notizia positiva non sempre fa notizia. Sono seriamente dispiaciuto che una battuta di molto tempo fa - ripeto, una battuta scherzosa - sia stata da qualcuno dapprima modificata, poi decontestualizzata e, soprattutto estrapolata da un discorso personale e privato molto generale. Ovviamente non riconducibile al mio pensiero, così come smentita nei contenuti dal mio comportamento, dalle mie azioni, dalle nostre azioni e dalle mie dichiarazioni.
La battuta della cosiddetta "macchina blindata" è stato fatta da me anzitutto - ripeto, in un contesto scherzoso.
Anche un Presidente di Consiglio regionale è un uomo, un uomo con difetti, limiti e debolezze. Nella mia vita, indubbiamente, l'ironia e soprattutto, l'autoironia costituiscono uno dei tratti caratteristici più evidenti della mia personalità.
Scorretto è avere riportato una battuta, se è stata fatta in un contesto serio; scorretto è averne artatamente modificato il senso e, in parte, il contenuto per screditarmi.
Semplicemente, alla frase: "Presidente, si poteva fare di più", ho risposto: "È vero, sempre si può fare di più, ma in politica si fa quello che si può e, forse, un pezzo per volta". Se si fa tutto insieme serve la macchina blindata o, comunque, qualcosa del genere. E noi abbiamo fatto. Le nostre proposte - una su tutte, la firma elettronica per la commisurazione del gettone di presenza alla reale presenza del Consigliere regionale in aula e nella commissione - lo dimostrano nei fatti e nelle leggi che abbiamo approvato. Siamo stati i primi in Italia e questi provvedimenti sono stati presi anzitempo come modello da altre Regioni. Successivamente all'approvazione della firma elettronica siamo stati subissati dagli altri Consigli regionali per avere la copia della nostra legge e anche l'indicazione del sistema informatico che andavamo a realizzare.
Basta questo a smentire nei fatti il virgolettato a me ascritto ed infondato. Non posso rendere più severo il controllo della presenza in Aula e tanto meno togliere i gettoni, perché, dopo 41 anni - la nascita delle Regioni e dei Consigli regionali risale al 1970 - in cui era sufficiente una semplice firma - una firma - sono stati introdotti i controlli e la commisurazione del gettone.
Chi c'è poco, vede il gettone ridotto; chi c'è pochissimo se lo vede tolto grazie ad un sistema elettronico che ho introdotto e che insieme abbiamo scelto di sottoporre in tempi non sospetti, molto tempo fa, al Consiglio regionale.
Comunque, anche se incolpevole di questa battuta, me ne scuso con i signori colleghi Consiglieri, ne sono rammaricato. Visto il poco senso dell'umorismo e la propensione alle scorrettezze e agli sgambetti da parte di qualcuno, mi asterrò in futuro dal fare battute o, comunque, proverò una maggiore attenzione per capire chi è il mio interlocutore.
Detto questo, voglio rendere anche il Consiglio consapevole di quanto già esplicitato alla riunione dei Capigruppo di poco fa.
Ricorderete la mia comunicazione sul Consigliere Pedrale, che riguardava la lettura della lettera dell'Onorevole Rosso, e la mia comunicazione con la quale ho affermato, con il conforto degli Uffici, che hanno fatto una puntuale ricognizione, che il cosiddetto "caso Sestriere" non esiste in questa legislatura. Quindi, mi corre un obbligo, lo faccio volentieri anche perché, nonostante queste comunicazioni, il Consigliere Pedrale è stato comunque indicato, per alcuni giorni, sia sugli organi di stampa che sulla rete o, in modo surrettizio, in modo velato e in modo diretto, come il cosiddetto "Consigliere sciatore".
Gli Uffici hanno provveduto a svolgere una ricognizione dal primo giorno in cui esistono le dichiarazioni per i signori Consiglieri - il collega Pedrale è Consigliere regionale dal 16 maggio 2000 ininterrottamente ad oggi - da cui risulta che il collega Pedrale non si è mai avvalso della facoltà di presentare una dichiarazione per il riconoscimento di un gettone e del relativo rimborso spese per il Comune di Sestriere a qualsiasi titolo. Quindi, è completamente estraneo - spero che questa volta sia chiaro per tutti, in aula e fuori dall'aula - al fatto che gli è stato ascritto, seppure direttamente e in maniera inopinata, per alcune ore e, in maniera surrettizia e indiretta, anche nei giorni successivi.
La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di procedere immediatamente alla trattazione della proposta di legge n. 295 sulla quale insistono degli emendamenti.
L'Ufficio di Presidenza all'unanimità e i Capigruppo Negro (Unione di Centro), Artesio (Per la Federazione - Sinistra Europea), Reschigna (Partito Democratico), Cerutti (Sinistra Ecologia Libertà con Vendola) Buquicchio (Italia dei Valori Lista di Pietro), Stara (Insieme per Bresso) Pedrale (Il Popolo della Libertà), Carossa (Lega Nord - Bossi), Dell'Utri (Moderati) e Burzi (Progett'Azione) hanno presentato un ordine del giorno che dichiaro collegato alla proposta di legge, che sarà discusso e votato precedentemente al voto finale.
L'ordine del giorno n. 882 recita quanto segue: "Considerato che il Consiglio regionale e la Giunta regionale hanno da tempo intrapreso una politica di riduzione dei propri costi di funzionamento; preso atto che in sede di Tavolo di concertazione, organismo istituito con decisione unanime del Consiglio regionale come luogo di approfondimento e confronto politico delle diverse tematiche correlate al contenimento dei costi della politica, sono stati condivisi gli argomenti oggetto della proposta di legge n. 295 oggi all'esame dell'Aula consiliare considerato inoltre che tale proposta di legge costituisce esclusivamente il primo elemento di un'ulteriore serie di misure da adottare in materia di razionalizzazione dei costi di funzionamento delle istituzioni appreso che nella giornata di giovedì 4 ottobre p.v. il Consiglio dei Ministri adotterà con proprio decreto legge ulteriori parametri di riduzione delle spese regionali per il finanziamento dei costi della politica condivisa l'opportunità di analizzare nella sede del Tavolo di concertazione le ricadute applicative del decreto legge al fine di proseguire la condivisione delle misure da adottare per la conseguente applicazione del provvedimento nazionale il Consiglio regionale, dato atto che nella giornata odierna è stata approvata la proposta di legge n. 295 contenente l'esplicitazione dei temi condivisi in sede di Tavolo di concertazione, ossia la riduzione del numero di viaggi rimborsabili effettuati dai Consiglieri, l'eliminazione del rimborso spese a fronte della certificazione della partecipazione alle riunioni convocate da soggetti esterni e l'introduzione di meccanismi di attestazione di regolarità e pubblicazione delle note riepilogative sull'utilizzo dei fondi percepiti che i Gruppi consiliari presentano all'Ufficio di Presidenza si impegna a verificare entro la giornata di lunedì 8 ottobre p.v., le ricadute regionali del decreto legge citato in premessa attraverso la condivisione, in sede di Tavolo di concertazione, delle conseguenti misure da adottare a livello normativo regionale e a procedere all'approvazione del dispositivo conseguente entro 15 giorni da tale data; a condividere le modalità di approvazione della proposta di legge n. 164 in base alla quale in attuazione delle previsioni di cui all'articolo 14 del decreto legge n.
138/2011, viene approvata la modifica statutaria di riduzione dei Consiglieri regionali da sessanta a cinquanta a cui va aggiunto il Presidente della Giunta regionale, nonché di riduzione ad undici del numero degli Assessori compenti la Giunta regionale".
Il primo firmatario è il Presidente Cattaneo, cui seguono le firme dei colleghi Leardi, Placido, Boniperti, Negro, Novero, Artesio, Reschigna Cerutti, Buquicchio, Stara, Pedrale, Carossa, Dell'Utri e Burzi.
Pertanto, procederemo alla trattazione della proposta di legge, come ho indicato, e prima del voto finale alla trattazione dell'ordine del giorno.
Comunico inoltre e anticipo che il Consiglio regionale, proprio in ossequio al dispositivo dell'ordine del giorno che sarà approvato, è convocato anche in seduta serale domani e in seduta notturna giovedì.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

Esame proposta di legge n. 295, inerente a "Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) e alla legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari)" (atto di indirizzo collegato: ordine del giorno n. 882)


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di legge n. 295, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Diamo lettura della relazione della proposta di legge, pertanto do la parola al Vicepresidente Placido.



PLACIDO Roberto, relatore

Grazie, Presidente.
Colleghi, la I Commissione, nella seduta del 28 settembre 2012, ha licenziato all'unanimità la proposta di legge n. 295, che si trasmette all'Aula per una sollecita approvazione.
Il Consiglio regionale già da tempo ha avviato un'importante operazione di riduzione dei costi della politica.
Attraverso ripetuti interventi di rango legislativo, infatti, si è provveduto al dimezzamento dell'ammontare dell'indennità di fine mandato percepita dal Consigliere cessato dall'incarico, all'abolizione totale dell'assegno vitalizio a decorrere dalla decima legislatura, allo slittamento, a decorrere dal 2013, dell'aggiornamento ISTAT degli assegni vitalizi ancora attualmente in essere, alla rideterminazione in riduzione delle indennità di carica spettanti ai Consiglieri regionali,alla limitazione dell'erogazione dell'indennità di presenza e del rimborso chilometrico vincolando, nelle giornate in cui sono convocati il Consiglio regionale e la Commissione individuata da ciascun Consigliere come principale, il percepimento di tali indennità e rimborsi esclusivamente alla partecipazione delle suddette sedute.
Al fine di proseguire il percorso di razionalizzazione e riduzione dei cosiddetti "costi della politica", la maggior parte dei Gruppi ha depositato proprie proposte di legge che offrono diverse soluzioni di contenimento delle spese di funzionamento del Consiglio regionale e che giacciono, in Commissione a vari livelli di istruttoria in base alla tempistica di presentazione, tenendo altresì conto del fatto che alcune di esse, proponendo modifiche statutarie, necessitano di iter procedurali aggravati per l'approvazione.
In sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari è emersa con consenso unanime, l'opportunità di garantire ai provvedimenti di razionalizzazione dei costi della politica un percorso rapido che si conciliasse con la necessità di addivenire a soluzioni ampiamente condivise.
Facendo seguito a tale intendimento, il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la costituzione di un Tavolo di concertazione coordinato dal Presidente del Consiglio regionale, con finalità di esame delle proposte di legge presentate, al fine di elaborare ipotesi di modifiche normative da sottoporre all'esame della Commissione consiliare competente.
Il Tavolo di concertazione, alle cui sedute i Consiglieri partecipano senza percepire alcun compenso, ha avviato i propri lavori in data 13 settembre 2012 ed ha improntato la propria attività analizzando le varie proposte di legge finora presentate attraverso una griglia che permettesse di selezionare le diverse tematiche trattate al fine di identificare le rispettive soluzioni proposte.
Attraverso questo metodo di lavoro, quindi, il Tavolo di concertazione ha condiviso l'opportunità di intervenire, in via preliminare, su tre interventi normativi, in relazione ai quali si è riscontrato un più ampio consenso, ossia la riduzione delle spese per i viaggi effettuati dai Consiglieri, l'eliminazione del rimborso spese a fronte della certificazione della partecipazione alle riunioni convocate da soggetti esterni e l'introduzione di meccanismi di attestazione di regolarità e pubblicazione delle note riepilogative sull'utilizzo dei fondi percepiti che i Gruppi consiliari presentano all'Ufficio di Presidenza.
L'articolato della proposta di legge, che, come si è detto costituisce solamente il primo frutto dell'attività del Tavolo di concertazione, affronta quindi le tre tematiche precedentemente descritte proponendo le conseguenti modifiche di carattere legislativo.
L'articolo 1, intervenendo a modifica dell'articolo 2 della legge regionale 10/1972, precisa che ai Consiglieri regionali, con eccezione dei componenti la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza, non spettano l'indennità di presenza e il rimborso chilometrico per la partecipazione alle riunioni convocate da soggetti esterni, salvo che vi partecipino per espressa disposizione di legge. Rimane ferma la possibilità per il Presidente del Consiglio regionale e dell'Ufficio di Presidenza di delegare i Consiglieri, senza alcun onere in capo dall'amministrazione. Viene demandata ad apposita deliberazione del Consiglio regionale l'individuazione delle riunioni e delle attività istituzionali per le quali spettano l'indennità e il rimborso.
Tale misura induce un risparmio che si può virtualmente stimare in circa 450.000 euro all'anno.
L'articolo 2, modificando l'articolo 3 della legge regionale 10/1972 riduce da undici a sette il numero annuale di viaggi sul territorio nazionale per i quali ciascun Consigliere ha diritto al rimborso spese ed azzera il numero di viaggi rimborsabili effettuati da ciascun Consigliere nel territorio dell'Unione Europea. La medesima disposizione, inoltre abroga la previsione dell'ulteriore budget annuo finora riconosciuto a ciascun Gruppo consiliare per il rimborso spese, a fronte di viaggi effettuati dai Consiglieri appartenenti al Gruppo.
Il risparmio ipotetico e virtuale in seguito a tale modifica legislativa può essere stimato in circa 485.000 euro annui.
L'articolo 3, infine, interviene a modifica dell'articolo 4 della legge regionale 12/1972 e prevede che la nota riepilogativa sull'utilizzo dei fondi erogati, presentata dai Presidenti dei Gruppi consiliari entro il 15 marzo di ogni anno all'Ufficio di Presidenza, sia corredata da una attestazione di regolarità attinente la veridicità e la correttezza delle spese annotate rispetto alle finalità del finanziamento percepito l'attestazione di regolarità dovrà essere redatta da un revisore individuato da ciascun Gruppo all'interno di una rosa di nomi predisposta dall'Ufficio di Presidenza, sulla base di un sorteggio effettuato tra gli iscritti, a livello regionale, nel registro dei revisori legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39. La medesima nota riepilogativa sarà poi pubblicata sul sito internet del Consiglio regionale a seguito dell'approvazione del rendiconto del Consiglio stesso.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Placido.
Iniziamo la trattazione della proposta di legge n. 295.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Presidente, innanzitutto vorrei rispondere ad una parte del suo intervento che, correttamente, non ha citato il mio nome, ma chi ha letto i giornali negli scorsi giorni sa che si riferiva ad una parte di un articolo di giornale che riportava una mia dichiarazione; poi parlerò dell'analisi del disegno di legge, con alcune mie considerazioni finali.
Per quanto riguarda l'articolo di giornale, avevo colto pienamente l'umorismo con cui il Presidente aveva dichiarato che se fosse stata accolta la nostra proposta di legge che eliminava del tutto i gettoni di presenza, avrebbe avuto bisogno dell'auto blindata.
Personalmente l'avevo capito e ho cercato di trasmettere questo senso di humour anche al giornalista il quale, nella piena libertà, facoltà e prerogativa del suo lavoro, ha invece inteso interpretarlo come un qualcosa di veritiero.
Ovviamente non ho possibilità di controllo su quanto dicono, scrivono e riportato i giornalisti, quindi vorrei chiudere quest'increscioso episodio.
Venendo all'analisi della proposta di legge, anche perché abbiamo letto tanti articoli di giornale, vorrei riferirmi, in primis, al Presidente Cota, che oggi abbiamo l'occasione di aver qui tra noi. Ovviamente siamo sempre felici quando vediamo il Presidente Cota e quasi tutti gli Assessori al gran completo, ma lui non poteva non sapere, a differenza - anche se non ci crediamo poi molto - della Polverini, di che tenore erano gli stipendi dei Consiglieri regionali e com'era la pratica dell'autocertificazione perché mi risulta che la Polverini, in Lazio, non avesse mai avuto un incarico di Consigliere regionale, mentre il nostro Presidente Cota Presidente della Regione Piemonte e dei piemontesi - non solo è stato Consigliere regionale, ma anche Presidente del Consiglio.
Se mi vuole anche ascoltare, Presidente, per una volta che è presente in Aula, stavo dicendo che lei è stato anche Presidente del Consiglio quando, guarda caso, il 13 febbraio 2001 venne approvata la famosa delibera 152-5666 in cui veniva estesa, o comunque introdotta, la pratica dell'autodichiarazione, che già esisteva per i Consiglieri dell'Ufficio di Presidenza e per i membri della Giunta, ai Consiglieri regionali.
La pratica delle autodichiarazioni, quindi, è stata introdotta sotto la sua Presidenza. Non che ci sia una responsabilità di altro tipo che non politica, però ho inteso ricordare più volte che c'è una responsabilità politica della Presidenza che l'ha introdotta, della successiva Presidenza e dei successivi Consigli che non hanno teso a cancellarla, nonostante abbia letto, in vari articoli di giornali, difese, dicendo che il Regolamento non permetteva alcuna modifica delle proposte.
Oggi non so se si può parlare di ravvedimento tardivo, arrivando ad eliminare una deliberazione che dà un privilegio ulteriore ai Consigli regionali. Tra l'altro, un privilegio discrezionale, perché, a differenza dei gettoni di presenza e dei rimborsi forfettari, che sono uguali per tutti i Consiglieri, questo introduce un privilegio discrezionale. Alcuni Consiglieri, di cui abbiamo letto giustificazioni parecchio fantasiose e simpatiche, che vanno spesso, soprattutto nel lato nord del Piemonte, a sagre, manifestazioni ed eventi, perché così loro sanno fare la politica magari fanno la dichiarazione e richiedono il gettone di presenza più rimborso spese. Altri Consiglieri, perché non è che gli altri non vanno sul territorio, non dichiarano e non gravano ulteriormente sulle tasse e sulle casse della Regione Piemonte.
Questo è sicuramente un qualcosa di discrezionale che fortunatamente oggi - chiedo già scusa al Presidente del Consiglio Cattaneo - viene abolito, non per una scelta politica, ma per pressione mediatica e popolare, perché dal 2010 come Gruppo Movimento 5 Stelle abbiamo fatto una proposta di legge che venne bocciata nel dicembre 2010. Abbiamo portato sul territorio la spiegazione delle buste paga, ossia come sono composte dicendo che non solo c'è la base di 8/8.500 euro netti al base, ma, in più che i Consiglieri più presenti sul territorio potevano arrivare quasi a raddoppiare la busta paga. In più, nella scorsa legislatura c'era anche la possibilità di avere non più gettoni, ma più rimborsi chilometrici se i Consiglieri facevano più riunioni in un solo giorno.
Arriviamo quindi a quest'eliminazione, che non coinvolgerà gli Uffici di Presidenza - su cui magari qualche altro collega interverrà successivamente - ma secondo me è un ravvedimento tardivo. Per questo motivo abbiamo inteso presentare tre emendamenti, che avevo già presentati in I Commissione venerdì, che mi spiace abbiano creato forse un po' di panico, diciamo così, ma lasciamo un po' di dibattito, sia nel Tavolo di concertazione di ieri sia alla Conferenza dei Capigruppo di oggi. Mi è stato chiesto di poterli illustrare e non votarli, o addirittura di ritirarli e di ripresentarli, dopo che si discuterà al Tavolo di concertazione, successivamente al decreto legislativo del Governo.
Non intendo ritirarli dalla votazione perché ormai sono un po' avvezzo alle diverse posizioni politiche all'interno dell'Aula, quindi non ritengo probabile che si arrivi a una mediazione che noi stimiamo buona all'interno dei Tavoli di concertazione, perché sarà difficile riuscire ad ottenere quello che noi chiediamo oggi con tre emendamenti - che ripresenteremo sicuramente al Tavolo di concertazione e sicuramente in Aula tra due settimane - cioè eliminare i rimborsi forfettari che oggigiorno i Consiglieri regionali, oltre alle indennità di presenza e di carica, che ammontano a 8.631 euro lordi più, a seconda della carica che si ha l'equivalente di otto gettoni di presenza forfettari (976 euro) e 3.000 chilometri di rimborsi auto (anche se uno non si muove, anche se uno si muovesse in treno, anche se uno non facesse attività politica), per ulteriori 1.500 euro, che aumentano ancora nel caso in cui il Consigliere non abiti a Torino. Questa parte, secondo me, andrebbe tolta.
Noi chiediamo anche, o meglio richiediamo - e la battuta del Presidente Cattaneo ritorna attuale - l'eliminazione dei gettoni presenza per qualunque attività, anche istituzionale, di presenza in Commissione e in Aula, perché l'ho già detto: ritengo che lo stipendio lordo di un Consigliere regionale sia già molto elevato (il Consigliere Placido, se vuole, può ribattere, ma l'abbiamo già detto in I Commissione). Ritengo che siano pochi i mestieri per cui uno ha un'indennità fissa se va o se non va al lavoro e in più, se va al lavoro, gli viene dato il gettone di presenza e il rimborso spese.
Quindi si può togliere, ricordando ai Consiglieri che, se andiamo a stornare le trattenute del 30% della reversibilità del vitalizio e dell'indennità di fine mandato, lo stipendio netto in busta paga che rimane a un Consigliere regionale è comunque ragguardevole: circa 5.200 euro, per un Consigliere residente a Torino che non ha rimborsi spese e che non ha particolari cariche. Questa sarà la nostra proposta, che portiamo oggi e discuteremo anche al Tavolo di concertazione.
Per quanto riguarda il secondo articolo, non ci dilunghiamo, perch sulla riduzione dei viaggi e di quant'altro noi ci troviamo assolutamente d'accordo. Si poteva fare di più, ma va bene.
Sull'articolo 3, chiediamo non solo di pubblicare la nuova nota riepilogativa predisposta dall'Ufficio di Presidenza che prevede 18 voci ma chiediamo di pubblicare la prima nota, cioè quella in cui si inseriscono tutte le singole voci di spesa, una per una, dei Gruppi consiliari, così da facilitare eventualmente anche il lavoro della Guardia di Finanza e della Procura. Ieri sono venuti a prendere tutti i faldoni ma, secondo me succederà di nuovo tra cinque anni, non perché ci siano particolari vicende politiche, ma perché si deve controllare. Ben venga, quindi, un'analisi non tanto di revisori esterni, ma della Corte dei Conti.
Noi abbiamo presentato ancora un emendamento uguale a quello di venerdì per non modificarlo ma, se l'Ufficio di Presidenza dovesse presentare un emendamento in cui prevede il controllo da parte della Corte dei Conti, noi siamo favorevolissimi perché quello è l'unico vero soggetto preposto al controllo di soldi pubblici, in quanto stiamo parlando di soldi pubblici.
Chiudo l'intervento ricordando che, proprio per questi motivi, non ritireremo gli emendamenti. Riteniamo davvero scandaloso quello che è successo per anni nella Regione Piemonte con le autodichiarazioni di cui alcuni Consiglieri hanno goduto e altri no. Siamo contenti che si tolgano oggi e riteniamo che i Consiglieri che ne hanno usufruito dovrebbero restituire i soldi alla Regione Piemonte. Per questo motivo abbiamo presentato un manifesto in cui chiediamo ai Consiglieri che ne hanno usufruito di...



(I Consiglieri Bono e Biolé espongono un manifesto recante la scritta: "591.000 EURO per 900.000 KM. IN GIRO PER IL GIRO PER IL PIEMONTE? ECCO A VOI 1.000 MIGLIA PER ANDARE A CASA!")



PRESIDENTE

Per favore!



BONO Davide

Questo è l'unico modo in cui si possono fare le cose in Regione Piemonte: con le proteste! Sul manifesto ci sono le foto dell'Assessore Sacchetto, del Consigliere Boniperti e della Consigliera Motta.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.36 riprende alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si sieda pure, Consigliere Bono. Invito a rispettare il decoro di quest'Istituzione, ricordando a me stesso per primo che non siamo in un bar, ma siamo in un'Aula parlamentare dove vigono dei regolamenti.
Consigliere Bono, lei può, con tutti i diritti e le prerogative che ha dire come la pensa e quant'altro - ci mancherebbe! - però la invito a rispettare il decoro e a tenere un comportamento consono alla nostra istituzione. Sono certo che mi darà una mano, grazie.
Prendo atto, Consigliere Bono, che abbia dichiarato all'onore del mondo e in sede pubblica di aver colto l'umorismo, perché domenica lei ha scritto su La Stampa, usando addirittura un superlativo (assolutamente), diceva: "Valerio Cattaneo era serissimo". Quindi, ne prendo atto volentieri.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Intanto inizio con un auspicio. Mi auguro che la nostra discussione sulla proposta di legge avanzata dall'Ufficio di Presidenza con la collaborazione del Tavolo di concertazione sia seria e veloce sufficientemente veloce per permetterci di arrivare al punto 3).
Vi stupirà il mio richiamo al punto 3), perché oggi il Consiglio regionale, dopo l'approvazione delle proposte di legge, avrebbe dovuto discutere degli ordini del giorno sulla FIAT e in quella discussione anche dei contributi pubblici trasferiti all'organizzazione imprenditoriale, uno dei quali (l'ultimo) erogato da questa Giunta di cinque milioni è di poco inferiore a quello che costa il funzionamento del Consiglio regionale e forse non ha prodotto né conferme di localizzazione né ampliamento di occupazione.
Mi auguro che i lavoratori, in attesa della nostra determinazione sulla nostra autoregolazione, possano anche aspettarsi l'approvazione di questo.
Lo cito perché questa nostra discussione non deve diventare un alibi per quel quadro di regole e di priorità che un'assemblea legislativa si deve dare. Ad esempio, da 15 giorni abbiamo smesso di discutere su quello che era il quesito che giornalisti, colleghi e mondo esterno ci rivolgeva: "Ma le vostre elezioni sono state regolari? È legittimo questo Consiglio regionale?".
Ad esempio, non abbiamo portato in Aula una serie di interrogazioni che andavano a discutere sul conflitto d'interessi, perché magari ci sono amministratori che non ricorrono agli strumenti previsti dall'ordinamento regionale, ma magari hanno in capo conflitti di interesse occupandosi di materie per le quali siedono in Consigli di amministrazione.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Artesio. C'è un brusìo tale che faccio fatica a seguirla.



ARTESIO Eleonora

Questi sono temi sollevati da alcune interrogazioni. Allora, dato che desidererei che la nostra discussione sui cosiddetti costi della politica non ci impedisse di tenere il quadro delle priorità e delle visioni d'insieme che ci siamo dati, intervengo su un fatto. Il fatto nasce da una lettura della realtà che avrà come slogan "distinguere per non confondere".
Credo che questa sia la nostra responsabilità oggi.
Distinguere per non confondere significa che il Lazio ha aumentato le proprie spese e il Piemonte le ha diminuite. Giusto o sbagliato che fosse lo zoccolo di partenza, probabilmente dal mio punto di vista in parte sbagliato, tant'è che tra le prime proposte di legge del mio Gruppo sono state presentate ipotesi di riduzione, comunque il dato di fatto è questo: distinguere per non confondere, abbiamo ridotto il trasferimento, ma lo abbiamo fatto non perché abbiamo bisogno dei riflettori, lo abbiamo fatto e lo abbiamo già detto in quest'Aula perché la forbice che si stava manifestando di progressione automatica in progressione automatica tra le remunerazione della democrazia rappresentativa e la condizione reale del Paese era troppa e intollerabile. E questa credo sia la consapevolezza dalla quale muoviamo tutti.
Distinguere per non confondere. Credo che dibattito della politica non possa assimilare la democrazia rappresentativa rapportandola al costo di funzionamento. Entro con i piedi nel piatto sulla questione dei monogruppi.
Non credo che il quadro attuale possa permetterci di rinunciare a rappresentare nelle assemblee elettive ciò che i cittadini hanno deciso di eleggere all'interno delle assemblee elettive. Credo che il riduzionismo dei sistemi maggioritari e l'eliminazione delle preferenze non solo abbia prodotto dei danni significativi alla parola delle persone portata nelle istituzioni, ma come stiamo discutendo oggi non ha affatto eliminato né la corruzione né i costi della politica. E su questo il mio Gruppo antipopolare per quanto possa essere, continuerà la propria battaglia contro le soglie di sbarramento e per l'ampliamento della democrazia rappresentativa.
Distinguere per non confondere gli stili dei comportamenti, anche personali, perché c'è una differenza tra il guadagno diretto e quello che si ottiene mantenendo, attraverso erogazioni liberali e legittime, anche la propria appartenenza politica.
Oggi agli occhi dell'opinione pubblica gli eletti nelle istituzioni rischiano di essere screditati come le loro formazioni politiche e dire che si sostiene, attraverso erogazione liberale, anche i propri partiti non fa distinguere.
Io invece continuo a chiedere che si distingua, perché continuo a pensare che i partiti e l'organizzazione della politica non solo siano un fondamento della nostra società - e non a caso le Costituzioni lo hanno scelto - ma sono anche il modo, soprattutto nella crisi, per consentire alle persone di trovare soluzioni collettive ai problemi individuali.
Altrimenti non c'è più confronto sociale, c'è solo invidia, risentimento rancore, che è quello nel quale siamo sprofondati in questi momenti.
Ed è per questo che controcorrente, facendo sorridere, forse risultando una vecchia rappresentante della difesa della politica e delle istituzioni continuo a pensare che dobbiamo fare come abbiamo fatto, cominciando due anni fa, senza la spinta dell'onda mediatica, a ridurre i costi di funzionamento dei nostri gruppi, del nostro Consiglio e le nostre retribuzioni.
Ma non lo dobbiamo fare per stare in mezzo a quello che oggi sembra essere lo scenario prevalente con il quale si parla della politica; da un lato, la fine delle ideologie, per cui non ci sono attese, speranze, sogni visioni del mondo, collocazioni di sé rispetto a questo futuro e dall'altra, la politica raccontata per le proprie sciocchezze, debolezze meschinità o corruzioni.
Dobbiamo stare in mezzo con la responsabilità che ci viene assegnata di rappresentare le persone e di dare a quelle persone la priorità delle risposte. Ed è per questo che sono partita un po' provocatoriamente dai temi del lavoro che stanno sul nostro tavolo, perché il rischio è non quello che sia travolta Eleonora Artesio o un qualunque altro Consigliere di questo Consiglio regionale, non che siano travolte le istituzioni regionali, ma che si scelga che, anziché rappresentare i cittadini attraverso la politica, sia meglio rappresentarli attraverso la tecnocrazia.
E, scusatemi, con una provocazione finale, io non credo che Ministri tecnocrati, la cui dichiarazione dei redditi è di sette milioni di euro assolutamente guadagnati con professioni private non a carico dei cittadini, possano avere più sensibilità per i bisogni delle persone e dei territori di quanta non ne abbia un Consigliere regionale, anche se quel Consigliere - e non sono io - partecipa alla sagra delle rane.



(Applausi in aula)



(La seduta, sospesa alle ore 11.46 riprende alle ore 11.47)



ARTESIO Eleonora

*****


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "M. Coppino" di Torino


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Saluto i docenti e gli studenti della classe V E della Scuola Elementare "M. Coppino" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

Esame proposta di legge n. 295, inerente a "Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) e alla legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari)" Ordine del giorno n. 882 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito generale sulla proposta di legge n. 295.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, come lei ha già ampiamente illustrato, il Consiglio regionale nel suo complesso in questi giorni abbia davvero fatto un ottimo lavoro sia di qualità sia in termini di quantità e anche con una grande celerità.
Era necessario farlo, però noi come Consiglio regionale del Piemonte dobbiamo anche essere orgogliosi di ricordare all'opinione pubblica esterna che in tempi non sospetti, cioè già un anno fa, andammo nella direzione di prendere dei provvedimenti per la riduzione dei costi della politica.
Faccio riferimento alla riduzione del 50% dell'indennità di fine mandato del Consigliere regionale, come anche alla sostanziale riduzione di circa il 15% dell'indennità fissa del Consigliere regionale.
Inoltre, già nel mese di luglio l'Ufficio di Presidenza aveva deliberato una rendicontazione più analitica di tutte le voci di spesa dei Gruppi, a voce analitica, che sarà ovviamente allegata nel rendiconto di spese dei relativi Gruppi già per il 2012.
Quindi, un'attenzione alla necessità di contenere i costi dell'attività del Consiglio regionale nel suo complesso, come lei ha già illustrato, con il blocco del turnover per i Dirigenti, per un contenimento complessivo delle spese, era stato fatto e non in queste settimane, in cui magari si può pensare che tutto sia avvenuto esclusivamente sull'incalzare dell'opinione pubblica.
Quindi, noi già tempo fa ci eravamo resi conto che le difficoltà economiche del Paese, di questa Regione e di ogni cittadino piemontese inducevano anche noi, rappresentanti delle comunità piemontesi, ad adottare dei provvedimenti di contenimento della spesa sia per le indennità dirette nostre sia del complesso della macchina generale del Consiglio regionale.
Questo è stato fatto, ma evidentemente non era sufficiente e nei giorni scorsi attraverso, il Tavolo di concertazione, al quale hanno partecipato tutti i Gruppi - ed esprimo la mia soddisfazione per il contributo serio concreto e celere che tutti hanno dato - siamo riusciti velocemente ad individuare altre voci, che oggi approveremo, di riduzione dei costi della politica della nostra Regione.
Mi riferisco all'autodichiarazione dei Consiglieri regionali, perché il termine esatto è autodichiarazione e non autocertificazione, come è stato detto in queste settimane. Quindi, l'eliminazione di questo istituto, che ha creato polemiche e discussioni in queste settimane e in questi giorni.
Abbiamo voluto fare anche un'operazione di trasparenza, che è stata la pubblicazione on-line di queste autodichiarazioni.
Era inevitabile che questo avrebbe provocato delle polemiche e anche delle difficili interpretazioni o distorsioni, però abbiamo preferito correre questo rischio piuttosto che essere accusati che il Consiglio regionale non volesse rendere edotti tutti circa la situazione dell'istituto delle autodichiarazioni, autodichiarazioni che oggi elimineremo definitivamente.
Poi abbiamo anche deciso l'eliminazione dei viaggi all'estero; in realtà, i viaggi all'estero erano quattro per Consigliere solo per il continente europeo. Viaggi, peraltro, secondo le statistiche fornite dal Consiglio regionale, poco utilizzati dai Consiglieri regionali. Ma anche in questo caso abbiamo ritenuto opportuno, vista la necessità di contenere le spese, di eliminare anche questi quattro viaggi aerei in Europa.
Abbiamo poi ridotto la possibilità dei Consiglieri regionali della fruizione di viaggi in territorio nazionale da 12 a sette. E questa è stata un'altra significativa indicazione di volontà di contenimento della spesa.
Inoltre, abbiamo anche raggiunto una sostanziale intesa sulla necessità di certificare i rendiconti dei Gruppi da parte di revisori esterni ai Gruppi, quindi scelti nell'Albo dei revisori dei conti della nostra Regione.
Ma non ci siamo fermati a questo. Nella penultima riunione del Tavolo di concertazione si è raggiunta un'intesa molto importante, che è quella della riduzione del 20% dei fondi dati ai Gruppi. Si poteva anche fare di più, però dobbiamo tenere presente che noi abbiamo del personale, abbiamo all'interno dei Gruppi personale con oneri contrattuali in essere e questo ci ha indotto ad una particolare attenzione al futuro di queste persone che, comunque, lavorano da anni all'interno dei nostri Gruppi. Una riduzione del 20% - che, ricordiamo, comunque consentirà una riduzione annua di un milione e 500 mila euro circa - è già una riduzione significativa.
Si è anche deliberato di ridurre del 20% circa le dotazioni di altri organismi del Consiglio regionale come le Consulte, come è già stato fatto per l'Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Dopo queste riduzioni e contenimenti della spesa, dovremo affrontare la riduzione del numero dei Consiglieri regionali. Una scelta che operiamo anche su indicazione delle disposizioni nazionali.
Tali disposizioni nazionali prevedono, oltre alla riduzione da 60 a 50 del numero dei Consiglieri regionali, anche la riduzione ad un massimo di 11 Assessori. Su questo chiedo un impegno da parte del Consiglio regionale: prevedere che questi Assessori non siano esterni, ma obbligatoriamente scelti all'interno del Consiglio regionale. Per due motivi: uno economico.
Voi capite benissimo che la nomina di un Assessore esterno determina l'ingresso di un Consigliere regionale. Poiché nell'ambito di cinque anni di legislatura un Consigliere costa circa, alla fine, un milione di euro in questa maniera evitiamo l'ingresso di 11 Consiglieri regionali, quindi avremmo un risparmio di 11 milioni di euro nell'ambito della legislatura.
Credo che su queste cifre dovremmo davvero riflettere e, se saranno approvate, riconoscere lo sforzo che il Consiglio regionale del Piemonte nel suo complesso, ha fatto e, mi auguro, farà.
Concludo il mio intervento auspicando una rapida approvazione dei provvedimenti che oggi sono all'o.d.g. Emerge la volontà, come ha detto il Presidente Cattaneo, condivisa e decisa da molti Capigruppo nella recente Conferenza dei Capigruppo, di affrontare e di approvare ulteriori provvedimenti entro i prossimi 15 giorni - magari anche prima, già nella prossima settimana - su alcuni temi che sono stati toccati come, ad esempio, i rimborsi forfettari riconosciuti ai Consiglieri regionali.
Era inutile decidere oggi, visto che sulla materia il Governo deciderà con un decreto legge giovedì, quindi è inevitabile aspettare le decisioni del Governo ed, eventualmente, adeguarsi a ciò che verrà deciso a livello nazionale.
Concludo il mio intervento ringraziando il Presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, per la comunicazione che ha fatto in apertura che riguardava la mia persona. Gli Uffici del Consiglio regionale, come già detto, hanno ufficialmente certificato che il sottoscritto non ha mai utilizzato le autodichiarazioni nell'arco delle legislature dal 2000 ad oggi per il Comune di Sestriere. Non ho mai sciato al Sestriere e non ho mai sciato al Sestriere con l'Onorevole Rosso.
Tuttavia, se questo mi dà soddisfazione sul piano personale, vorrei che sia fatta chiarezza che su questa vicenda io non c'entro assolutamente nulla. Voglio andare in fondo. Desidero che gli Uffici del Consiglio regionale, il più rapidamente possibile, verifichino se dal 2000 ad oggi un Consigliere regionale in carica o un ex Consigliere regionale effettivamente, si sia fatto fare un'autodichiarazione che è stato nel Comune di Sestriere. Invito anche le autorità competenti a sentire i Consiglieri comunali del Comune di Sestriere che si sono succeduti dal 2000 al 2005 e dal 2005 al 2010 perché, nella famosa intervista ad iceberg dell'Onorevole Rosso, lo stesso Onorevole allude che questo suo amico Consigliere regionale faceva attestare le sue presenze nel Comune di Sestriere da un Consigliere comunale.
Sulla mia persona è stata fatta chiarezza, ma desidererei che su altri aspetti, non ancora chiari, si andasse fino in fondo.



PRESIDENTE

Comunico all'Aula che abbiamo ancora nove interventi in discussione generale. Se tutti i Consiglieri desiderano utilizzare il tempo massimo arriviamo alle 13.30. Ricordo che i nostri lavori andranno avanti ininterrottamente fino all'approvazione della legge e degli atti collegati.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
indubbio che il Consiglio di oggi abbia l'attenzione mediatica più di altre occasioni; un'attenzione che, purtroppo, è dettata da una considerazione che ormai sembra essere prevalente al di fuori di questo palazzo: le Regioni sono fonti di spreco.
Sono fonti di spreco, per cui c'è chi ne teorizza l'abolizione, oppure il commissariamento (azione non possibile).
Poco varrebbe, in questa sede, anche perché l'attenzione è altrove riflettere sull'attività delle Regioni, sull'applicazione del Titolo V rispetto alla legislazione concorrente, rispetto a ciò che le Regioni possono e debbono fare, quindi anche quali sono i fondi ad esse attribuite.
I media si esercitano in varie graduatorie. Non più tardi della scorsa settimana, su L'Espresso vi era una graduatoria alquanto singolare, che stabiliva una proporzionalità, che quel periodico voleva individuare come inversa, tra le indennità nette e il PIL pro capite per Regione. Si riscontrava che, effettivamente, più era alta l'indennità e meno, in alcune situazioni, era alto il PIL pro capite.
chiaro che se ragioniamo in termini di efficienza, allora dovremmo avere una considerazione generale sull'efficienza, a partire dal Governo nazionale. Non più tardi di oggi, su Il Sole 24 Ore, troviamo che i decreti attuativi delle riforme Monti hanno visto la luce in proporzione inferiore alla metà.
chiaro che è un problema della macchina amministrativa e statale e che certamente comprende anche le Regioni.
Il Presidente della Repubblica, su questa condanna complessiva dell'Ente Regione, ha invitato a non fare di tutta l'erba un fascio. Credo che, se bisogna fare effettivamente delle distinzioni, bisogna distinguere fra le responsabilità dei singoli, le responsabilità tra le forze politiche e anche le diverse responsabilità tra maggioranza e opposizione.
Non voglio essere stucchevole, ma con orgoglio voglio rilevare che, in queste liste che vengono rese pubbliche, la Regione Puglia è all'ultimo posto per la spesa nella macchina amministrativa. Sarà un'informazione che non può interessare il Nord, il Piemonte, ma in questo caso credo sia importante ricordarlo.
Come ricordava il Presidente Cattaneo e anche chi mi ha preceduta abbiamo iniziato subito con un contenimento della spesa. Tuttavia voglio ricordare che ancora prima il nostro Gruppo aveva dato un'indicazione in tal senso; lo voglio ricordare non perché bisogna, per forza, che ciascuno porti il proprio contributo, ma un elemento importante, che forse non avrebbe determinato la situazioni cui siamo giunti, era quello della trasparenza. Pensiamo che la trasparenza sia fondamentale e noi abbiamo proposto, come primo progetto di legge, l'anagrafe degli eletti che ricordiamo, è un'operazione importante per un Ente pubblico, perch stabilisce trasparenza sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dell'attività del Consigliere.
chiaro che, così com'è stato evidenziato ieri dal quotidiano La Stampa, che ha pubblicato l'attività dei singoli Consiglieri in proposte di legge, interrogazioni e altri atti.
La valutazione dell'operato di un Consigliere non è solo di carattere quantitativo, anche perché i ruoli di maggioranza e opposizione sono diversi, ma è chiaro che è molto importante rendere il Palazzo trasparente e aperto, quindi far sì che i cittadini possano misurare non soltanto gli sprechi, ma anche le attività.
Come ricordavo, consapevoli dei costi della politica e della grave situazione economica, abbiamo già proceduto alle revisioni del bilancio complessivo destinato al Consiglio regionale ed anche alle indennità dei Consiglieri. E se Nadia Urbinati, ieri, su la Repubblica ha parlato di stipendi non democratici, certamente abbiamo tutti la consapevolezza di voler procedere ad un ridimensionamento, anche se ritengo che occorra fare un ragionamento diverso, riguardante gli strumenti di cui finora si è potuto usufruire e che probabilmente sono stati abusati.
Torno, però, alla considerazione iniziale: se ci fosse stata l'anagrafe degli eletti, probabilmente anche questi aspetti avrebbero avuto una dimensione diversa.
Siamo, dunque, qui a sostenere l'abolizione di alcuni di questi strumenti, come quelle che sono chiamate volgarmente autocertificazioni che tecnicamente definiamo dichiarazioni.
Pensiamo, però, che ciò che andremo a votare oggi non è ancora sufficiente. Rispetto alla proposta di legge che abbiamo sottoscritto riteniamo che anche in merito agli emendamenti sulla trasparenza dei bilanci, in realtà si sarebbe già potuto inserire il riferimento alla Sezione della Corte dei Conti (vedremo cosa sarà portato avanti dalla Presidenza dei Ministri, giovedì), proprio perché riteniamo che la certificazione sia un costo aggiuntivo che va a gravare ulteriormente sui famosi costi della politica. Pertanto, pensiamo che in questo momento sia giusto portare avanti tali proposte.
Abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno, proprio perché riteniamo importante comprendere quanto verrà prodotto giovedì dal Consiglio dei Ministri, in modo da poterci adeguare e, magari, fare di più.
In questo senso, presentare alternativamente degli emendamenti pu essere un'azione minoritaria che probabilmente non avrà un buon esito quindi pensiamo sia opportuno, proprio perché i ruoli di maggioranza ed opposizione sono diversi, provare a capire cosa può portare avanti l'opposizione e far sì che si arrivi ad un esito positivo. Qui non c'è nessuno che vuol dare patenti ad altri o avere l'esclusiva della moralità: il comportamento dei singoli sia la cartina al tornasole per definire cosa può essere la politica. Un Consiglio regionale è formato da persone normali (mi piace riportarlo un po' all'onore della cronaca), non da Batman o da Minetti (sappiamo che nel Consiglio regionale vicino al nostro l'attenzione è concentrata sulla Consigliera Minetti!), da persone che provano a portare avanti una politica sobria, concreta, anche con un po' di passione.
In questo senso, con il provvedimento che approviamo oggi possiamo rispondere a Massimo Franco, il quale, sul Corriere della Sera, in riferimento a ciò che andrà a votare oggi il Consiglio regionale, scrive: "È difficile sfuggire alla sensazione che tutti questi sacrifici avvengano fuori tempo massimo, quando il danno ormai è stato fatto; e che seppelliscano anche gli Enti locali sotto le costose macerie della Seconda Repubblica".
Ritengo, senza peccare di eccessivo ottimismo, che potrebbe, invece partire da qui la ricostruzione di una politica che non dia l'impressione questo lo voglio aggiungere - di voler fare corpo compatto, autotutelandosi e autogiustificandosi. Noi siamo qui, in un percorso che - è già stato sottolineato - è iniziato ad inizio mandato. Vogliamo proseguire, non perché siamo travolti dagli eventi, ma perché riteniamo che, anche in un momento così complesso come quello attuale, serva una buona politica che si occupi dei problemi concreti, come faremo nel punto successivo, in questo Consiglio.
Aderiamo, pertanto, alle proposte del Consiglio, della Conferenza dei Capigruppo, del Tavolo di concertazione, e sollecitiamo la Presidenza a mettere in rete, quindi a far diventare atto, l'anagrafe degli eletti poiché crediamo che una delle chiavi (non la sola, certamente) per un cambio di rotta sia la trasparenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il contenuto della proposta di legge n. 295 è già stato ampiamente illustrato dal Presidente, dalla relazione del Consigliere Placido ed anche dal Consigliere Pedrale, il quale ha fornito ulteriori informazioni.
Pertanto, nel merito di quegli argomenti non ritengo di dover utilizzare i pochi minuti che ho a disposizione.
Sicuramente, in un momento di crisi come questo, quando i legislatori la dirigenza politica, gli amministratori chiedono di fare dei sacrifici, a volte notevoli, qualche volta, o più di qualche volta, anche insopportabili, per alcune categorie, è, non opportuno (questa parola non mi piace), ma doveroso da parte di tutti, quindi anche da parte dei legislatori e degli amministratori, determinare aggiustamenti in termini di bilanci, spese, attribuzioni e quant'altro, anche a loro carico.
Penso che questo sia fuori di ogni discussione.
I provvedimenti che oggi siamo chiamati a votare hanno trovato l'unanimità del consenso, anche se dalla discussione emerge un aspetto in modo sincero, non strumentale o demagogico, magari sotto la pulsione di articoli di giornale troppo spesso inesatti (mi riferisco a quei giornalisti che ritengono di pubblicare pagelle, e a me sembra di essere ritornato a scuola, ma ben vengano le pagelle se sono un criterio asettico non discrezionale, preciso, dell'operatività di ogni Consigliere), perch il più delle volte ci si preoccupa di correre in redazione per pubblicare nomi e dati senza i dovuti approfondimenti.
Faccio un esempio per tutti: lì dove si parla dell'attività di un Consigliere, in cui si attribuiscono dei numeri sulle proposte di legge sulle mozioni e sulle interrogazioni, l'unico dato inoppugnabile e oggettivo è dato dalle delibere che è riuscito a farsi approvare.
Per quanto riguarda le proposte di legge, vogliamo distinguere quelle nelle quali il Consigliere è primo firmatario o ultimo firmatario, magari di dodici firmatari! Lo stesso vale per le mozioni o le interrogazioni: vogliamo distinguere se si tratta di primo firmatario o di quindicesimo firmatario! Allora, se da una parte non c'è assolutamente la volontà di chicchessia ad assurgere a primo della classe, non piace nemmeno il più delle volte, in questo caso, come in altri casi di natura diversa, essere assemblati nel mucchio.
Per cortesia, ritorniamo ad una correttezza anche dell'informazione e soprattutto, alla distinzione e all'affermazione della diversità! Quando parlo di diversità mi viene in mente la responsabilità: esiste una responsabilità collettiva ed esiste una responsabilità individuale. La responsabilità collettiva può essere riferita all'approvazione di un bilancio: è dal bilancio che si determina quanto attribuire a quella voce di spesa o a quell'altra. Sicuramente, è molto più facile per le forze di opposizione essere contrari all'approvazione di un bilancio, quindi non assumersi determinate responsabilità, mentre è doveroso per una maggioranza. La responsabilità individuale, invece, è un capitolo tutto diverso.
Quando parliamo di responsabilità dobbiamo anche comprendere da quale assetto normativo e regolamentare partiamo.
Qui - lo dico al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta a tutti i Consiglieri di maggioranza e di opposizione - ci siamo dimenticati - non so per quale motivo - che questo Consiglio è avanti! Potrei dire che grazie a due provvedimenti - l'ordine del giorno n. 169 e la proposta di legge al Parlamento sulla riforma dei partiti - abbiamo espresso, già da due anni, all'unanimità, o quasi, la volontà di chiarire in modo regolamentare e normativo tutto quanto attiene all'attività anche dei Gruppi, che non sono altro che un'emanazione del partito politico nella maggior parte dei casi.
pura demagogia volere affondare il bisturi nella pancia di questa o di quell'altra istituzione senza pensare, ancora oggi, di dovere fare capo al partito! Il partito è il responsabile della candidatura e della presentazione delle liste, quindi dell'assetto istituzionale dei vari organi, dalla Regione fino al Comune.
Questo per dire che è necessario eseguire tutti i tagli, rispetto ai quali sono propenso. Vi dirò di più: non condivido che, fuori dalle righe in un momento in cui si è deciso di portare avanti tre risultati, quali gli obiettivi di questa legge, si metta altra carne al fuoco, non perché non sia necessario, ma perché così corriamo il rischio di bruciare tutto! Prima di assumere determinate e ulteriori responsabilità di taglio dobbiamo agire in tal senso!- dobbiamo capire da quale filosofia partire.
Infatti, come ho detto nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo e del Tavolo di concertazione, esistono due filosofie diverse: c'è chi vuole incidere drasticamente sugli emolumenti dei Consiglieri - che vanno ridotti, non c'è da discutere, ma dobbiamo decidere di quanto! - e c'è chi invece, ritiene quasi intangibili - la richiesta del 20% di riduzione mi sembra insufficiente! - i finanziamenti pubblici relativi al funzionamento dei Gruppi.
In quella sede, ho detto che, nonostante il milione e quattro (o il milione e mezzo) di risparmio che vogliamo raggiungere, noi non dobbiamo toccare, almeno in questa legislatura, il capitolo relativo al personale in un momento di grave crisi occupazionale, ma dobbiamo incidere con un taglio netto sul capitolo di spesa del funzionamento dei Gruppi, dove lo stesso risultato del milione e quattro (o del milione e mezzo) lo raggiungeremmo con una riduzione del 75% e non del 20%! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, adesso, peraltro in un momento in cui la tensione mi sembra anche un po' caduta, intervengo per un dovere che sento nei confronti di quest'Aula e della storia anche della Regione Piemonte.
Prima di tutto, la voglio ringraziare personalmente, perché lei, oggi nella sua relazione ha trovato la determinazione di fare chiarezza su qualche uscita giornalistica, che non l'aveva aiutata, la quale soprattutto, se non smentita, non avrebbe aiutato noi, pertanto la ringrazio moltissimo di averlo fatto.
Altresì mi rammarico moltissimo che delle battute - battute che certamente in un colloquio si possono fare - possano essere state riportate. Infatti, anche da parte di chi le ha riportate si poteva benissimo prevedere che a quelle battute, che avevano un profilo negativo la stampa avrebbe dato un credito certamente eccessivo, in quanto questo è ciò che avviene nei nostri tempi ed è ciò che avviene sempre.
Di questo la ringrazio, Presidente, perché lei - queste parole le ho già espresse ieri in sede di Tavolo di concertazione - rappresenta noi sessanta Consiglieri, quindi le sue parole hanno un peso per sessanta e ancora più forte sono le cose che lei ha detto in Aula, che fanno chiarezza in ordine ad una posizione e ad una verità, che è la sua verità, che è la nostra verità, che è la verità un po' della storia della Regione Piemonte.
Voglio dire ai colleghi grillini, che sono giovani colleghi con i quali cerco sempre di colloquiare e che ascolto sempre, perché cerco anche di capire, che questa classe dirigente regionale non è una classe di malfattori. Questo va detto! Noi dobbiamo ribadire l'orgoglio di ciò che siamo, l'orgoglio di ciò che facciamo, certamente lavorando! Lavorando nel corso di quarant'anni delle cose possono essere state sbagliate, sono state sbagliate nella storia, sono state recuperate quando sono stati commessi degli errori.
Desidero ricordare che un'Assemblea elettiva non è un qualcosa che è fuori dal mondo, dalla politica, dalle tensioni politiche dall'avvicendamento dei poteri che esistono all'interno della società.
Noi abbiamo vissuto, come Regione Piemonte, questi quarant'anni in stretto collegamento con l'evolversi della politica e con l'evolversi dell'avvicendamento dei poteri, e dei poteri forti.
Allora questa storia ha camminato di pari passo, ma questo non toglie che l'inizio di questa storia sia stato fatto dal fior fiore della classe politica degli anni Settanta, da persone che avevano avuto una parte determinante nell'istituzione gloriosa di questa Repubblica.
Ho sentito parlare la Consigliera Cerutti adesso: "Questa Regione deve essere una casa di vetro": queste cose sono state scritte. Recentemente, è mancato l'Onorevole Adalberto Minucci; ebbene, ho partecipato alla formulazione del programma della prima Giunta di sinistra, per esempio: lavoravo con il Presidente Viglione e mi ricordo proprio una frase che scrivemmo nel programma: "La Regione deve essere una casa di vetro".
Via via, questa Regione ha fatto delle cose importantissime. Prima di tutto ha combattuto il centralismo: è stata una Regione che è stata in grado di attuare un decentramento di poteri dallo Stato alle Regioni, e non è stato facile! Ha ampliato le competenze di questa Regione. Ha fatto una lotta al terrorismo fondamentale. E anche qui, desidero ricordare l'evoluzione anche della storia dei partiti. Perché, cari colleghi grillini, vi voglio ricordare che voi, ogni tanto, mi fate tenerezza, e mi avete fatto tenerezza - poi magari anche un po' rabbia - anche prima, quando siete usciti con questo cartello. In altre parole, in questo momento, riducendo questa indennità, ma già da due anni, da due anni e mezzo - abbiamo cominciato subito - stiamo facendo semplicemente il nostro dovere. E lo facciamo compatibilmente con dei criteri che possono vedere delle differenziazioni, ma che non ci fanno dire che siamo particolarmente bravi perché stiamo giustamente facendo dei contenimenti ai costi, ai costi della politica in questo caso, che sono i contenimenti alla vita e alla quotidianità di ogni lavoratore che si trova a dover fare dei sacrifici sulla base di una crisi economica che è sì nazionale, ma che è anche internazionale.
Quindi, non stiamo facendo da un lato delle cose per le quali siamo bravissimi o dall'altro delle cose per le quali vige la vecchissima pratica del giocare a "più uno". Scusatemi, ma voi fate questo. E poiché avete detto la vostra - questo lo dico al Presidente del Consiglio - se veramente vogliamo fare e vogliamo fare in fretta, basterà questa seduta di Consiglio per arrivare all'approvazione di questi provvedimenti.
I Consiglieri hanno tutta una serie di proposte che possono presentare di carattere diverso; verranno approvate o non approvate, ma facciamo questa cosa in tempo utile, altrimenti è solo la ricerca del "più uno" e di una platea.
Ve lo dico così, quasi con affetto: adesso voi siete arrivati nell'Istituzione, c'è un po' questa pratica dell'alzare l'asticella perch si pensa di essere più bravi, ma - ragazzi - la ruota gira! Io ho visto Consiglieri arrivare in quest'Aula con le manette, ai tempi di tangentopoli; mettere le manette sul tavolo; far tintinnare le manette; in Parlamento, il cappio. Ebbene: siamo andati meglio? Quelle forze politiche che poi sono andate al governo, si sono rese conto di quanto sia difficile governare, di quanto sia dura la politica tradotta in governo e magari oggi quelle manette, in qualche caso - e non me ne compiaccio assolutamente, ma è notizia di oggi - se le trovano ai polsi! Però, dobbiamo fare le differenze! Le differenze le dobbiamo fare! Ma quale sacco di Stato c'è stato qui? Quale sacco di Stato! Noi non siamo assolutamente una Regione nella quale, ad esempio, si rimborsavano milioni e milioni senza ricevute o conti che sono andati chissà dove!



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Lo dico, perché lo penso! Io lo dico perché lo penso! Perché conosco il lavoro e il rigore che c'è stato.
Dopodiché, è evidente che le cose, una volta esaminate con maggiore dettaglio, possono avere evidenziato degli errori, ma devo ritenere che questi errori, qualora siano rappresentati e ci siano, siano stati fatti completamente in buona fede. Esiste una prassi, che negli anni si era andata consolidando.
Mi sono riconosciuta, e ho applaudito volentieri l'intervento e l'orgoglio della Consigliera Artesio nel rivendicare il ruolo dei partiti e il ruolo della politica.
Noi dobbiamo dire da quest'Aula (per quello che glielo dico, Presidente Cattaneo) che la politica è una cosa nobile! Che chi sbaglia è a lato, ma la politica resta una cosa nobile. Perché se noi non dicessimo questo, cosa diciamo? Ma cosa diciamo?



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Il discorso non è diretto a voi. Mi sono permessa di interloquire, come faccio in tante altre circostanze, con il rispetto di tutto, perch onestamente questo mi sembra un po' - permettetemelo di dire - infantilismo della politica.
Quando sarete a contatto con quello che è il governo della cosa pubblica, che è sempre più difficile, che è sempre più complesso... Io penso agli Assessori in questo momento; penso al ruolo del Presidente Cota all'Assessore al lavoro; ma penso anche agli Assessori al lavoro che si sono succeduti negli anni e che hanno fatto delle cose grandissime in questa Regione e che si sono battuti.
Non voglio consentire che questa storia, in qualche modo, venga infangata. Noi non abbiamo niente da dividere con storie che hanno esagerato - assolutamente - e che hanno portato certamente a dei fatti condannabili ed esecrabili, ma nei quali non penso che la Regione Piemonte si possa in qualche modo vedere identificata.
Ebbene, credo, sinceramente, che noi dobbiamo finire oggi, fare in fretta, perché la fretta è anche politica, il tempo è politica, ma dobbiamo vedere quello che sta succedendo, però. È evidente che c'è in atto una grande vicenda di discredito della classe politica a tutti i livelli.
Prima, il Parlamento; adesso le Regioni e le Province. Evidentemente c'è un fatto che noi non possiamo non vedere, e questo fatto è che oggi esiste un nuovo ruolo dell'alta finanza, dell'economia internazionale, dei poteri forti internazionali, di tutto questo mondo della tecnica, che certamente intende dire alla politica: fatevi un po' da parte, adesso ci siamo noi che governiamo.
Un'ultima cosa. Certo, noi dobbiamo ridurre i costi, perché i cittadini riducono; noi dobbiamo dare degli esempi, perché i cittadini danno degli esempi a noi, fino a questo momento. Però, attenzione, perché se noi faremo in modo, non avendo la dignità del ruolo che stiamo vivendo e che altri hanno vissuto e che altri dovranno vivere dopo, che questa funzione sia senza dignità, verranno a fare queste attività soltanto le persone ricche.
Certamente, faccio parte di una classe politica e sociale che se, non ci fosse stata la possibilità di accedervi attraverso il lavoro e le preferenze, mai avrebbe svolto le funzioni che moltissimi di noi hanno svolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Il mio sarà un intervento molto semplice, perché credo che le situazioni che stiamo vivendo impongano a ciascuno di noi una chiarezza di pensiero e delle posizioni che assumiamo questa mattina in Aula. È una chiarezza che non ha bisogno di grandissimi chiarimento e di grandissime riflessioni.
giusto raccontare il percorso che l'Assemblea regionale del Piemonte in questi due anni e mezzo ha compiuto per intervenire sul tema della condizione dei Consiglieri e degli Amministratori regionali e per intervenire su alcuni strumenti che sono al di fuori dei tempi che stiamo vivendo.
giusto rivendicarlo anche con orgoglio ed è giusto che, da questa Assemblea regionale, questa mattina venga un messaggio molto chiaro che la Regione Piemonte non è confrontabile e non è paragonabile a quanto è accaduto all'interno della Regione Lazio.
Detto questo, è altrettanto giusto, cari colleghi, che non possiamo affrontare questo tema sul piano della conservazione di un orgoglio o di una condizione che in parte appartiene a questa Assemblea regionale, ma che rispetto alla quasi questa Assemblea regionale ha ancora molto da fare.
Guai a noi se affrontassimo questo tema e la condizione che ha attraversato anche la Regione Piemonte e il suo rapporto con l'opinione pubblica, da un punto di vista di difesa della nostra esperienza.
Guai a noi! Noi consideriamo i provvedimenti che oggi voteremo e che domani voteremo non provvedimenti importanti. Noi consideriamo questi provvedimenti giusti e tardivi. Non sono provvedimenti che restituiranno un diverso rapporto tra la nostra esperienza e quella dei cittadini. Non sono provvedimenti che consentiranno, a ciascuno di noi e a questa Assemblea regionale, di demolire e di combattere i sentimenti di antipolitica che attraversano profondamente la comunità piemontese. Noi però dobbiamo votare questi provvedimenti perché sono provvedimenti che, al di là dell'effetto che potranno produrre, sono giusti e inevitabili, ma sono anche tardivi.
Non voglio piantare bandierine, però voglio rivendicare, con orgoglio di Gruppo regionale del Partito Democratico, il fatto che parte dei provvedimenti che oggi votiamo sono un pezzo delle proposte che questo gruppo ha presentato da oltre un anno, in termini di proposte di legge all'Assemblea regionale del Piemonte e che per molti mesi, anche ragionare all'interno di questa Assemblea regionale, sulla necessità di assumere questi provvedimenti, anche solo il provvedimento di adempimento ad un obbligo della legge nazionale di riduzione del Consiglio regionale da 60 a 50 Consiglieri, è stata una fatica.
Non possiamo immaginare che la nostra reazione avvenga con un'accelerazione delle nostre decisioni, che peraltro considero positiva ed importante, solo perché in questo Paese è scoppiato lo scandalo Lazio. E solo perché dallo scandalo Lazio nel nostro Paese oggi tutto il sistema regionale, piemontese e non solo della Regione Piemonte, è sotto osservazione. Un'osservazione, cari colleghi, che rischia anche di minare profondamente l'esperienza del regionalismo all'interno del nostro Paese.
Vorrei che di questo avessimo consapevolezza.
C'è poi un'altra questione che dobbiamo porci: se non siamo capaci e non siamo stati capaci di porcelo sul piano dei comportamenti individuali è giusto che ce lo poniamo sul piano dell'intervento legislativo.
Personalmente sono convinto - e spero ardentemente che questo riguarda la generalità di tutti i casi che sono finiti sotto i riflettori dell'opinione pubblica in questi giorni - che tutto ciò possa corrispondere ad una norma di legge.
Sono anche convinto che non c'è nessuna norma di legge in questo momento che consenta o che impedisca la nascita di Gruppi "famiglia", a partire da tutta l'articolazione, sia politica che organizzativa all'interno del Consiglio, ma c'è un punto, che anche se non è previsto dalla legge, noi dobbiamo porcelo: è il senso dell'opportunità dei comportamenti che assumiamo ed il senso dell'opportunità dei comportamenti che andiamo ad assumere. Questo senso di opportunità in parte si è smarrito nel corso di questi anni.
Su questo senso di opportunità sono giudicati anche i comportamenti dei singoli e la dignità e il prestigio di un'Assemblea regionale. Se questo senso di opportunità si è dimostrato non essere patrimonio diffuso, è giusto che anche su queste questioni intervenga la norma legislativa.
un segno di debolezza? No. È un riconoscere la condizione che stiamo vivendo.
Terza riflessione: parla uno che in questi giorni ha cercato di rappresentare l'esperienza e l'impegno di un Gruppo regionale, come quello del Partito Democratico, all' interno dell'Assemblea regionale piemontese.
Lo ha fatto anche di fronte a silenzi assordanti. Lo ha fatto anche leggendo interviste e prese di posizione da parte di persone che per dieci anni in quest'Aula si sono battute per accrescere l'autonomismo regionale e che oggi si battono perché vogliono la riduzione dell'autonomia regionale e dell'esperienza delle Regioni.
Questi silenzi assordanti, questo mettere da parte tutta l'esperienza personale e tutto il patrimonio significa sostanzialmente che, di fronte a qualunque cosa avvenga all'interno di questo Paese, c'è una tale paura, un tale ritrarsi, un tale allontanarsi dalle situazioni che testimonia la debolezza che la politica sta vivendo all'interno del nostro Paese e che è la debolezza che il sistema anche dei partiti sta vivendo all'interno del nostro Paese.
Dal mio punto di vista, ci sono due sole strade che consentono di recuperare, con molta fatica, e passando attraverso un cammino lungo nel deserto, di restituire una condizione di dignità all'esperienza della politica. La prima, la definisco così: non ha un futuro una politica che si fondi sull'individualità e non su un principio di comunità. L'esperienza politica deve avere, come fondamento essenziale, un principio, un valore e un'esperienza di comunità.
Secondo elemento. In questo momento, la politica ha difficoltà perch la politica ha troppo a che fare ed è troppo preoccupata di gestire il suo rapporto con il presente. Sta perdendo la capacità di progettare il futuro sta perdendo la capacità di rappresentare ideali, progetti e soluzioni che diano speranza e significato al nostro Paese.
Dico questo perché noi, in questi mesi e nei prossimi mesi, assisteremo anche ad una profonda rivisitazione dell'esperienza del regionalismo, ma non possiamo affrontare anche questa tema su una posizione difensiva.
Dovremmo affrontare questo tema essendo capaci di mettere in evidenza le positività e le negatività che l'esperienza regionalista ha svolto all'interno del nostro Paese. Dovremmo essere capaci di intervenire anche nel rapporto tra Stato centrale e Regioni, circa la parte del titolo V della Costituzione, riducendo l'ambito di intervento della legislazione concorrente, perché il principio che noi proclamiamo nel rapporto con gli Enti locali vale anche per il rapporto tra Regione e Stato centrale. Chi fa che cosa! Dovremmo anche affrontare una discussione che può anche portare alla modificazione degli ambiti territoriali delle Regioni, cercando di creare strumenti più forti, più omogenei e più significativi.
Noi oggi votiamo questi provvedimenti, rinunciando anche come Gruppo consiliare, in nome di una scelta che abbiamo assunto con la lettera che ho mandato a lei e a tutti i colleghi Capigruppo nel mese di marzo di quest'anno, a piantare le nostre bandierine individuali, in nome della necessità che consideriamo essenziale e vitale, di compiere fatti concreti di passare dalle tante parole che in questi anni abbiamo espresso sul tema della riduzione dei costi della politica a fatti concreti.
Non risolveremo il problema del rapporto con la comunità piemontese che è complicato e difficile, ma certamente facciamo una cosa giusta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
evidente che in quest'Aula oggi è difficile intervenire su una materia delicata come questa, avendo giustamente l'attenzione della stampa e di tutti i cittadini. Io, però, voglio fare un intervento molto chiaro che probabilmente non raccoglierà facili consensi, ma dirà esattamente quello che penso e ripercorre un po' l'esperienza da un punto di vista politico che ho fatto in trent'anni (non la mia personale, ovviamente, che non interessa a nessuno, ma quella della politica locale e dell'impegno locale).
Partirei con il dire che noi siamo in una condizione completamente diversa rispetto alla Regione Lazio, per dirne una, o ad altre Regioni dove stanno emergendo dei fatti che devono ancora essere chiariti. Questo perché penso che ci sia una cultura diversa che permea ognuno di noi, che è la classica cultura subalpina, che in qualche modo ha sempre guardato prima a quella che era la responsabilità nei confronti delle istituzioni rispetto a quelli che erano altri tipi di interessi.
Allora bene abbiamo fatto, e penso di non dovermi qui - io come nessuno di noi - vergognare nel ribadire quello che è stato già fatto in tempi non sospetti da parte di quest'Aula, a cominciare dalla prima delibera che quest'Aula ha votato. Poi ne abbiamo votate altre, ma la prima delibera quando ci siamo seduti (credo che i colleghi lo ricordino) è stata quella del taglio del 50% dell'indennità di fine mandato. A questa è seguita tutta una serie di altre proposte.
Non si parlava ancora di Guardia di Finanza ai Gruppi o di una situazione come quella che si è venuta a creare. Abbiamo proseguito con la riduzione del 10% dell'indennità, con l'introduzione della firma elettronica, che è un aspetto non da poco, perché fa e può far sì che i cittadini verifichino in quest'Aula chi lavora e chi no e chi non lavora giustamente, viene "punito", perché non viene pagato. Per continuare con la riduzione dei Consigli di amministrazione, centinaia di migliaia di euro tagliati agli organismi consultivi, l'introduzione del sistema informatico per la rendicontazione dei Gruppi. Tutto questo per rendere più trasparente il nostro operato, e tutto questo non l'abbiamo fatto adesso o un mese fa ma l'abbiamo fatto nel 2011.
C'è però un altro aspetto che sarà sicuramente oggetto di attenzione giovedì da parte del Governo, e guarda caso il governo subalpino l'ha già fatto, che è l'abolizione dei vitalizi. Questo, con la legge regionale n.
25 nel 2011.
Potrei proseguire: quasi due milioni di euro di riduzione nei confronti dei direttori e dei dirigenti per eliminare quel gap incolmabile tra i dipendenti e i dirigenti, che guadagnavano ovviamente fino a dieci volte tanto.
Tutto questo è già stato fatto. Ciò non significa che quanto è stato fatto sia sufficiente: bisogna sicuramente andare avanti in questa direzione. Concordo con gli interventi che sono stati fatti fino ad adesso nel dire che c'è una situazione di difficoltà in questo Paese, ci sono sempre più famiglie che non arrivano alla fine del mese: è quindi giusto che l'esempio parta proprio da noi.
Però attenzione, e lo dico in particolare al Movimento 5 Stelle - che fa il suo mestiere, ci mancherebbe, non è una valutazione di tipo politico attenzione, collega Bono, qui nessuno è entrato nel panico come lei diceva quando nel Tavolo di concertazione abbiamo ascoltato i suoi emendamenti. La preoccupazione è un'altra: che inconsapevolmente (non sto dicendo consapevolmente) voi facciate gli interessi di qualcuno che oggi ha un disegno molto preciso e muove un attacco altrettanto preciso nei confronti della democrazia di questo Paese.
Vede, collega Bono, le Province danno fastidio, rompono le scatole? E allora bisogna eliminarle. Ma come si fa a eliminare il potere delle Regioni? Lo si fa attraverso un discredito gettato su qualsiasi cosa e facendo di tutta l'erba un fascio. Si fa così, per cui si arriva all'anno prossimo ed è evidente che questo discredito aumenta. Non sto parlando di responsabilità individuali e personali, ci mancherebbe! Se qui, come altrove, qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi. Non stiamo difendendo queste persone: stiamo difendendo un sistema democratico che in questo momento è messo a dura prova.
E allora non vorrei che qualcuno, inconsapevolmente, a livello nazionale, abbia fatto il ragionamento che, essendoci troppi organismi che rompono le scatole, forse è meglio eliminarli. Ma quel qualcuno sta facendo gli interessi dei grandi gruppi e delle banche, che sono gli stessi che in quest'anno, nonostante tutte le giustificazioni rispetto allo stato di questo Paese, hanno affamato le classi più deboli e le classi medie, classi che hanno costruito questo nostro Paese. L'introduzione dell'IMU, l'aumento della benzina e l'aumento di molti altri sistemi di tassazione ha affamato in particolare proprio quelle classi lì. E allora, dopo averle affamate, si spiega che i costi della politica...
E dopo aver effettuato un taglio del 95% sul 45% della spesa pubblica quale quello delle istituzioni locali (Comuni, Province e Regioni) e avendo tagliato il 5% sul 55% delle spese statali, quindi dopo aver fatto questo si va a spiegare che le istituzioni sul piano locale non servono assolutamente a niente, perché danno fastidio in un percorso in cui si deve difendere altro.
Mi sono sempre chiesto: che differenza c'è tra l'IMU per l'abitazione di un cittadino (pagata con il mutuo e quindi magari neanche ancora pagata magari per il 60-70-80%, perché allora i mutui erano concessi su quell'ordine di cifre) e l'IMU, per esempio, applicata al patrimonio del sistema bancario? Ma perché devo passare - lo dico per fare un esempio che conosciamo tutti - davanti alla Cassa di Risparmio di Torino, oggi Unicredit, e vedere che quel palazzo, che non so quanto possa valere in termini di IMU, forse 30 o 40 mila euro, non paga nulla? Non vorrei scusate i riferimenti - che ci fosse un disegno che è ben altro.
Allora non ci sto a vedere uno Stato centrale fatto di tecnocrati, di uomini delle banche mai eletti da nessuno, assurgere al ruolo di censori di coloro che, come noi che siamo nelle Regioni, rappresentano in modo degnissimo - io penso - gli elettori, il territorio e la nostra gente.
Aggiungo che occorre sicuramente polso fermo, rigore, coscienza e senso di responsabilità.
Come diceva la collega Artesio, di cui condivido l'intervento, bisogna conoscere per non confondere. È la politica, la democrazia sotto attacco, è la democrazia di quei partiti che la Costituzione indica come i portatori delle soluzioni generali richieste dai singoli. Invece qualcuno vorrebbe cancellarla per poter governare senza più vincoli il Paese che si vuole demolire. Questo è il piano di chi vorrebbe commissariare la libertà della gente e di chi vorrebbe un controllo senza controllori, al quale abbiamo il dovere di contrapporre l'arma più potente che possediamo, perché l'unica soluzione per uscire da questa situazione è la democrazia e la rappresentatività che ci hanno concesso i cittadini.
In questo senso, sono d'accordo con quanto diceva la collega Artesio: qui probabilmente è anche da rivedere la legge elettorale, che allontana le responsabilità della politica nei confronti dei territori e dei cittadini.
Torniamo ad occuparci di quelle cose concrete - e concludo - ma dobbiamo farlo sicuramente dando un esempio sui tagli dei costi della politica, e noi abbiamo già preparato degli emendamenti in questo senso.
Siamo pronti anche a presentarli e daremo l'esempio, ma facciamolo consapevolmente e stando molto attenti rispetto ad un disegno che ritengo in questo momento, pericoloso non solo per la democrazia, non certo per noi io domani posso anche non essere più qui - ma per i cittadini, in primis.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Boniperti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Dopo tutto il polverone che è uscito in questi giorni, vorrei dire due parole anch'io. Ho sentito tanti colleghi che hanno fatto interventi importanti, interventi seri, interventi che ci portano tutti a riflettere sul momento pesante in cui tutti stiamo vivendo.
un momento in cui la gente fuori ci chiede dei sacrifici, perché non si riesce più a tirare avanti, perché le famiglie fanno fatica, perch l'economia sta andando come sta andando e non vediamo un futuro.
Però devo anche dire una cosa. Io questa passione della politica ce l'ho dal 1995, quando sono stato eletto per la prima volta in Consiglio Provinciale a Novara.
Da allora ad oggi, ve lo posso garantire sulla mia persona, ho fatto centinaia di migliaia di chilometri per una passione, per una cosa in cui credevo, fin quando sono approdato in Consiglio regionale.
Ho continuato a fare quello che era nelle mie possibilità e penso che lo farò anche domani, anche dopodomani fin quando siederò in quest'Assise con o senza i rimborsi chilometrici.
Vorrei rivolgermi ai colleghi del Movimento 5 Stelle che hanno inscenato questa goliardica parentesi. Ieri uno dei colleghi del Movimento il Consigliere Biolé, al Tavolo di concertazione ci ha dichiarato che lui usa sempre il treno per venire a svolgere la sua attività di Consigliere e per recarsi a Torino.
Forse a volte è meglio essere sinceri e mettere fuori i chilometri che si fanno in automobile che venire in treno e magari poi ricevere un rimborso diversamente.



PRESIDENTE

Consigliere Biolé, per che cosa chiede la parola? Esplichi il fatto personale.



BIOLE' Fabrizio

Per fatto personale.
Io, esplicitamente rispondendo al collega Leardi ieri...



PRESIDENTE

No, prima del merito, mi dica il metodo. Le sono state ascritte parole che lei non avrebbe detto?



BIOLE' Fabrizio

Sì, assolutamente.



PRESIDENTE

Quindi, proceda.



BIOLE' Fabrizio

Il collega Leardi mi ha chiesto come io venissi alle sedute di Aula e di Commissione, e ho detto "di solito in treno", non ho detto che utilizzavo solamente il treno.
Volevo che fosse chiaro. Grazie.



PRESIDENTE

Mettiamo agli atti l'intervento per fatto personale del Consigliere Biolé.
Proseguiamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo ed inizio l'intervento ringraziando la Presidente di Gruppo Artesio. Io e lei ci troviamo tante volte non d'accordo su diversi provvedimenti.
In questo caso ha interpretato il mio pensiero veramente in un modo che sicuramente non sarei in grado di esprimere. Questo però deriva, secondo me, da un modo di fare politica, una passione per la politica che ritengo un po' ci accomuni.
Noi siamo un Gruppo, quello della Lega, relativamente giovane, non nel mio caso anagraficamente, ma sicuramente come elezione. Noi siamo quasi tutti alla prima legislatura.
Personalmente sono entrato qua dopo un percorso che ho fatto prima come militante della Lega e me ne vanto con orgoglio. Prima ho sempre lavorato ma non sono mai entrato in nessun partito. Il mio partito e movimento politico è stato quello della Lega, prima come militante, poi come Consigliere di Circoscrizione in San Salvario a Torino, quando San Salvario si sapeva che cos'era; non c'era il problema del troppo rumore per la movida, ma c'erano ben altri problemi.
Poi sono stato eletto in Consiglio comunale e successivamente in Consiglio regionale. Pensavo veramente di aver raggiunto un traguardo perché credendo nella politica e credendo in tutto quello che ho fatto e a cui ho dedicato il mio tempo, mi sono detto: "Sono arrivato in un posto di cui devo sentirmi orgoglioso".
Noi non vogliamo assolutamente rinnegare questo orgoglio, ma continuo ad essere orgoglioso di far parte dell'Assemblea regionale piemontese.
Voglio assolutamente distinguere tra quello che può avvenire ed avviene, purtroppo, in altre parti del Paese con quello che avviene qui.
già stato detto, ma è chiaro e lapalissiano che se qualcuno ha sbagliato, deve pagare; ma in qualsiasi momento della nostra vita e in qualsiasi luogo della nostra società, chi ha sbagliato deve pagare. E ancora di più qui. Questo è chiaro.
Però non mi toglie nessuno l'orgoglio di essere stato eletto, di essere stato scelto dai cittadini, di non avere mai fatto nulla per arricchirmi alle spalle dei cittadini. Cosa che non so se può rivendicare qualcuno che in questo momento ci guida senza essere stato eletto.
Mi ricordo quando nelle banche e nelle filiali - e lo dico da cittadino venivano proposti dei titoli quanto meno sospetti, e non credo che fossero iniziative degli impiegati degli uffici e delle filiali bancarie.
Erano ordini e disposizioni che venivano dall'alto e adesso veramente non ci sto ad essere guidato e rappresentato da persone simili.
E vado avanti con il discorso dell'orgoglio, perché la maggior parte di noi - e parlo ovviamente del mio Gruppo - cerca di dedicare più o meno bene il suo tempo per dare delle risposte ai cittadini, anche se è vero che in certi momenti non si riesce.
E questo è il concetto di politica che bisogna portare avanti.
Tra l'altro, non voglio essere polemico, ma consentitemi una considerazione. Noi della Lega siamo arrivati quasi tutti nuovi e a me fa piacere il ravvedimento operoso che viene, ad esempio, da parte del PD.
Non è che i mali siano nati da voi, assolutamente. Bisogna vedere dove sono nati i mali di questo Paese. Forse bisognerebbe andare molto indietro nel tempo, e lo dico senza mai essere stato padanista o secessionista, pur essendo della Lega. Ma forse bisognerebbe andare veramente in uno Stato che è nato male, già nel 1861.
Uno Stato che va a massacrare la gente del Sud e a depredare la gente del Sud, accusandola - poi ci sono i corsi e ricorsi storici, naturalmente di brigantaggio quando magari erano, secondo me, allo stesso livello dei partigiani della guerra di Liberazione che c'è stata in Italia.
nato male, è proseguito peggio. Faccio parte di una generazione che nel 1975, 1977 e 1978 si era illusa di cambiare l'Italia; poi purtroppo - e purtroppo lo dico sottolineandolo - troppa gente è finita invece nella spirale del terrorismo o della droga. È una generazione che è stata quasi del tutto spazzata via.
Ma proprio per questo rivendico con orgoglio il fatto di fare politica di cercare di farla nel migliore modo possibile e non ci sto ad essere equiparato con altri elementi e con altri personaggi.
Mi fa piacere questo ravvedimento operoso, perché - diciamolo, cari signori - non avete fatto nulla per cinque anni per venire incontro ad un discorso che non nasce oggi o ieri, ma nasce da anni. La lega Nord non ha presentato...



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



CAROSSA Mario

Rispondo sempre di quello che dico e di quello che faccio.



PRESIDENTE

La prego, Consigliere, di rivolgersi alla Presidenza.



CAROSSA Mario

Da qualsiasi parte guardi in quest'aula, molti Consiglieri sono presenti in Consiglio regionale da molte legislature, quindi non ho nessun problema a rivolgermi altrove.
Noi non abbiamo presentato emendamenti perché, secondo me, su questi argomenti, non bisogna piantare bandierine, ma fare fatti. Colgo con favore il fatto che il Partito Democratico - nonostante le critiche che rivolgo non abbia presentato emendamenti. Quanto al discorso del "più uno", non so se può essere utile per qualcuno, soprattutto non può essere utile per i cittadini. I provvedimenti sulla riduzione dei costi non li dobbiamo fare per rispondere alla Guardia di Finanzia, all'antipolitica montata e pompata ad arte sui giornali (guarda caso, guidati e posseduti da una certa serie di personaggi). Non bisogna mettere bandierine, dobbiamo andare avanti così, ripeto, non dobbiamo rispondere alla Guardia di Finanza o ai giornali, ma ai cittadini. Tutti quanti dobbiamo fare la nostra parte.
giusto ridurre i propri emolumenti nella maniera più equa possibile, ma equa non vuole dire danneggiare un Consigliere o l'altro, soprattutto non danneggiare l'Ente Regione.
Continuo a dire che il guaio principale dell'Italia non è quello che può percepire un Parlamentare o un Consigliere regionale. Il guaio principale dell'Italia in questi anni è rappresentato dal fatto che il parlamentare o il Consigliere regionale - lo dico a livello di massimi sistemi - ha approvato provvedimenti sbagliati - magari in malafede assolutamente in malafede - oppure non ha approvato alcunché. In parole povere, non ha lavorato. Il problema è percepire cinque o 6.000 euro, per non fare nulla. Questo è quello che deve passare.
Dobbiamo fare fatti e dobbiamo, prima di tutto, approvare questo disegno di legge. Com'è stato detto, e noi concordiamo, vediamo cosa il Governo deciderà con il decreto legge. Che il decreto contenga qualcosa sulla riduzione dei costi o che invece stia più sul fumoso e magari decida poco o nulla, noi comunque dobbiamo tornare in Aula e rilanciare il discorso della riduzione dei costi. Un piccolo accenno all'indagine in corso. È chiaro: se sono stati commessi degli errori, bisogna rimediare.
Rivendico il fatto che d'ora in avanti bisogna avere delle regole certe e chiare su qualsiasi tipo di rimborso. Mi permetta, Presidente, perché è un discorso che nessuno affronta, se non nei corridoi del palazzo, ma bisogna affrontarlo. Non accetto che dopo due anni si mettano in discussione delle spese, che qualche Gruppo può aver fatto in assoluta buonafede. Non si cambiano le regole del gioco durante la partita. Questo non è assolutamente corretto e giusto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ascoltando gli interventi dei vari Consiglieri, mi viene da fare un esame di coscienza. Sono un nuovo eletto di quest'Aula, ma sono un appassionato di politica. Sono partito da zero e ho creato un'azienda, sono stato Consigliere comunale, Sindaco per quattro mandati, Consigliere provinciale, Assessore provinciale e oggi sono Consigliere in Regione: credo di avere le carte in regola per parlare.
Siamo gente eletta dal popolo, non ci dobbiamo vergognare di dire che crediamo nella politica regionale. Voglio dare subito piena solidarietà al Presidente del Consiglio, Valerio Cattaneo, per quello che è stato scritto sui quotidiani: non è vero che si è fatto poco, si è fatto molto. Sono orgoglioso, lo dico pubblicamente, di avere un Presidente del Consiglio come Valerio Cattaneo; quando sarà il momento, lo voterò utilizzando due mani.
Bisogna, prima di tutto, correggere le notizie che escono sui giornali perché il più delle volte non sono corrette. Non mi pare giusto che chi non ha mai fatto politica, venga a dettare legge a chi è una vita che lavora in Consiglio. Prima di tutto il rispetto dell'istituzione, come è stato citato. Ricordo le varie iniziative portate avanti dal Consiglio regionale come la Carta etica (sono stato uno dei primi che l'ha firmata con convinzione); ricordo la firma elettronica, primi in Italia ad aver recepito questa novità. Dimezzamento del 50% a fine legislatura, riduzione dello stipendio del 15%, il gettone di presenza, ecc., ma i giornalisti non hanno scritto nulla di tutto questo.
Ricordo ancora che, prima che scoppiasse lo scandalo della Regione Lazio, sul Tavolo di concertazione c'era già in palio di portare avanti questi provvedimenti, ossia la riduzione dei Consiglieri da 60 a 50, la riduzione del 20% dei costi dei Gruppi, la riduzione dei voli nazionali da 11 a sette, l'eliminazione dei voli europei e intercontinentali. Questo per dimostrare che vogliamo far risparmiare alla Regione Piemonte oltre un miliardo e mezzo di euro...



PRESIDENTE

Per favore, capisco che l'intervento del Consigliere Negro possa essere interessante, tuttavia credo che debba avere la possibilità di potersi concentrare e di dare la possibilità ai Consiglieri interessati di ascoltarlo.
Prego, Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Come dicevo, siamo stati eletti e abbiamo un dovere politico, abbiamo il dovere di fare politica onesta, trasparente e disinteressata.
Come ha detto la collega Artesio, i tecnocrati non sono stati eletti non sanno cosa fanno i Consiglieri regionali, non scendono nelle piazze, in mezzo alla gente; ricevono stipendi molto alti e non possono rendersi conto della realtà del Piemonte.
Noi non siamo la Regione Lazio, ma dobbiamo dare un esempio forte: com'è stato deciso alla Conferenza dei Capigruppo, dobbiamo votare questa proposta di legge firmata dal 99% dei Capigruppo. È un dovere che ognuno di noi ha di fronte ai cittadini.
Io mi considero al servizio del popolo, ma rispetto tutte le istituzioni.
Se saranno aboliti - com'è stato dichiarato anche dal sottoscritto tutti i rimborsi chilometrici, continuerò a correre, forse ancora più di prima. Non cambia nulla, perché siamo gli eletti, i manovali, siamo al servizio della nostra gente.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, poiché molti Consiglieri mi chiedono qual è l'ordine dei lavori, lo voglio ricordare un'ultima volta, in maniera ancora più chiara: eravamo convocati fino alle ore 13; in due occasioni (questa mattina, circa a mezzogiorno, e a ridosso delle ore 13, ora ultima della convocazione) ho chiesto se l'Aula acconsentiva, su proposta della Presidenza, a procedere nei lavori fino all'approvazione della legge e della delibera collegata.
L'Aula ha acconsentito, pertanto andiamo avanti ininterrottamente con i lavori, fin quando la proposta di legge e la delibera collegata alla legge saranno approvate.
Faremo, poi, una piccola pausa e incominceremo i lavori della seduta pomeridiana riguardante l'importante tematica della FIAT e del lavoro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente, cari colleghi e care colleghe, credo che gli interventi di questa mattina stiano facendo un po' di giustizia, anche se il clima nei confronti della politica è totalmente negativo, ma chi conosce la storia sa anche come nascono certi "climi".
Faccio una rapida premessa: condivido e apprezzo il lavoro svolto dall'Ufficio di Presidenza, l'ordine del giorno, il punto a cui si è arrivati.
Desidero ringraziare, inoltre, in particolare, i colleghi Consiglieri Artesio, Spagnuolo e Angeleri, con i quali ho condiviso una lunga esperienza.
Spesso lo dimentichiamo - pochissimi lo ricorderanno - ma quando abbiamo iniziato a fare gli Assessori in Comune a Torino, percepivamo un emolumento mensile che oggi equivarrebbe a 250 euro. Eppure anche allora ci dicevano che eravamo ricchi e privilegiati (un usciere guadagnava un milione e mezzo di lire, mentre un Assessore ne guadagnava 425 mila).
Pertanto, sono d'accordo con il collega Carossa: uno si qualifica per quello che fa. Produciamo il più possibile per il bene del Piemonte e sarà questo a qualificarci.
Desidero, poi, ringraziare il Presidente Cota, perché ha difeso l'autonomia delle Regioni, con interventi importanti in un contesto politico che non dobbiamo dimenticare.
Non torno sul discorso della moralizzazione e dei sacrifici; per questo, sarebbe utilissima l'anagrafe degli eletti, comprensiva anche della storia di ognuno di noi. Sarebbe interessante, perché ritengo che per ognuno di noi parli la propria storia riguardo alla moralità, allo spirito di sacrificio, alla dedizione.
Ricordo che quando diventai Assessore alla gioventù del Comune di Torino, rinunciai ad uno stipendio che era sei volte tanto e non so quanto sarebbe oggi perché, ovviamente, mi sono "bruciato" ogni possibilità nel settore in cui avrei potuto lavorare.
Oggi, qualcuno non rinuncia allo stipendio e fa il doppio lavoro: credo che, quando ci si dedica alla politica, bisogna farlo completamente, senza riserve, senza possibili conflitti di interesse! Dovremo fare altri sacrifici? Faremo tutto il necessario in maniera corretta ed intelligente, sperando che - ad esempio - il fatto di rendere pubblici i nostri emolumenti sia d'esempio anche per altre categorie.
Ho apprezzato - lo dicevo prima - alcune considerazioni del Presidente Cota e rivolgo una domanda all'Aula: non si doveva pubblicare l'elenco dei notai che hanno evaso? Non ce l'aveva promesso l'Ordine dei notai? Non sono proprio le cifre di un'autocertificazione, l'evasione del notaio! Non sono i cento euro! In ogni caso, assumiamoci la responsabilità, facciamo i più severi sacrifici, ma con un dato: lo facciamo perché siamo consapevoli delle difficoltà del Paese.
Non ritengo di essere (la stragrande maggioranza di noi non lo è) fra coloro che hanno abusato. Moltissimi di noi avrebbero sicuramente, in un'altra carriera, molta più gratificazione economica; basta fare un parallelismo sui titoli di studio, sui percorsi, ecc.
giusto dare un segnale, ma in questo contesto, in questo momento storico, perché dobbiamo condividere le sofferenze del Paese. Ripeto: magari lo volessero fare anche altre categorie! Occorre però inserire questo discorso in un contesto storico preciso che sarebbe insensato non considerare.
Lo voglio dire almeno a futura memoria (alcuni colleghi l'hanno già detto molto bene, ma in questi casi repetita iuvant): riguardo alla credibilità della politica, è dal 2006, per non andare più in là, che c'è un attacco costante.
toccato al Parlamento: come mai la Commissione istituita "ad hoc" non ha più presentato provvedimenti, non ha deciso? Forse si è accorta, come ha scritto persino la Repubblica, che il Parlamento tedesco costa esattamente il doppio (come costo per parlamentare) di quello italiano e che lì i finanziamenti ai Gruppi sono molto più generosi; certo, nell'assoluta trasparenza, perché si fanno i contratti direttamente con il Parlamento.
Approviamo l'anagrafe degli eletti, l'anagrafe dei nominati: trasparenza assoluta, ma anche sensatezza.
Abbiamo assistito - dicevo - alla criminalizzazione della politica: è toccato al Parlamento, alle Regioni, alle Province, ai Sindaci. Alcuni giornali ci godono, ma guardate che poi toccherà ai sindacati e ai giornali stessi, se questo clima prosegue! Come ha detto bene qualche collega, anche delle forze che si pongono come nuove possono oggettivamente servire a questo disegno.
Questo a cosa porterà, se prosegue questo andazzo, che - ripeto dobbiamo contrastare con sacrifici e moralità, ma soprattutto lavorando e producendo? Porterà all'espulsione della politica! A favore di che cosa? Del paradiso terrestre? Magari! A favore probabilmente della tecnocrazia, che è tutt'altro che neutra, anzi è sempre più evidente che è espressione dei poteri forti nazionali ed internazionali.
Quelle che io, una volta (secoli fa) consideravo le forze di sinistra erano molto attente a questo. Nel percorso storico furono le forze di sinistra a chiedere che i parlamentari avessero l'indennizzo, che il popolo potesse partecipare. Oggi sembra che una certa sinistra abbia il timore che ci sia un "ascensore sociale", agevolato dall'impegno e dalla copetenza nelle istituzioni.
Ebbene, le realtà popolari saranno sempre meno stimate e considerate.
Credo che questo sia chiaro, e vado con esempi concreti. Riguardo al partito politico - è vero - dobbiamo lavorare per riformare moralmente e completamente il sistema, ma il partito politico - diceva una persona che alcuni di noi ricorderanno, con la stima dovuta, come Donat-Cattin - è lo strumento per trasformare la parte migliore dei ceti meno abbienti in classe dirigente.
Come ha detto bene la collega Carla Spagnuolo - e vale per tanti colleghi di tutti i Gruppi che conosco bene - anch'io non sarei stato "classe dirigente", essendo proveniente dai ceti medio-bassi, ed è stato solo grazie al merito, nella scuola e nella vita, e non per "censo" se questo in qualche modo è avvenuto. Il Segretario dell'Onorevole Moro (l'Onorevole Tassone) mi notò perché ero capace, e ai tempi del liceo mi mandò a fare la scuola di partito. Fossi stato scelto dagli "ottimati", nei "circoli giusti", mai avrei avuto voce! Per molti di noi è stato il merito l'unico strumento di crescita e di distinzione.
Oggi ci propongono di distruggere alcuni ascensori sociali e poi dir il perché. Questi hanno sempre disturbato gli ottimati (diciamolo, lo sappiamo benissimo) e adesso stanno spuntando nuove forme alternative ai partiti.
Bene, ci spieghino quali sono. Certo che i partiti vanno riformati radicalmente. Anzi, che tornino alle origini! Perché le abbiamo sperimentate, le abbiamo vissute: la prima Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, come altri partiti della sinistra, sono stati esempi, scuole di democrazia, di dibattito e di dialettica.
Quella cui ci apprestiamo oggi, può produrre dei rischi. Molti lo pensano. L'altra sera a un matrimonio, mi dicevano: "Se uno non è ricco perché deve fare politica? Se non se lo può permettere, non la faccia!".
Ebbene, ecco a priori, l'esclusione dei ceti popolari! I sistemi elettorali. Non esiste quello perfetto. Ho sempre firmato per le preferenze, ho fatto il referendum, allora in minoranza, insieme a Bodrato, contro l'abolizione delle preferenze. Spero che qualche amico come Davide Gariglio, con cui ho condiviso l'esempio di Bodrato e Donat Cattin, lo ricordi. L'88%, spinto dai soliti giornali, eccetera, tolse le preferenze. Adesso sarebbero la "panacea". Teniamo presente, però, che Fiorito non era in un listino bloccato. Fiorito è stato eletto con le preferenze, e sono state una valanga! Il sistema perfetto non esiste, se non si recupera una moralità complessiva. E allora dobbiamo pensare ad un sistema elettorale che permetta agli onesti e ai capaci, anche se non sono ricchi e non vogliono vendersi, la possibilità di concorrere. In un collegio come Torino e provincia, con le preferenze, devo mettere da parte, sin dall'inizio della legislatura, una parte del mio stipendio per poter concorrere. Tagliamolo pure, non potrò più concorrere, perché non intendo vendermi! Se altri intendono farlo, non lo so. Oppure creiamo collegi più piccoli. Troviamo modi di "azionariato popolare" per le campagne elettorali.
Non si può, cari colleghi, guardare ad una sola faccia della medaglia oggi dobbiamo rispondere a quest'esigenza giusta dei tagli ai costi della politica, ma non è certo essere statisti il non pensare al futuro e mettere le basi per un sistema che sicuramente non sarà democratico! Ebbene, vado alle conclusioni. Ho voluto dire alcune cose, il tempo è quello che è, ma credo e spero che dibatteremo ancora su queste tematiche.
Concludendo, trovo molto sensato l'ordine del giorno. Rilancio il tema dell'anagrafe pubblica e secondo me sarebbe utile estenderla a tante categorie. Quando il Ministro Visco, facendo arrabbiare molti, ha pubblicato i redditi dei contribuenti, mi sono reso conto che il 90% (l'ho detto altre volte) dei miei compagni di università che hanno copiato da me al liceo e all'università godono oggi di stipendi quattro o cinque volte superiori al mio. Alla faccia della meritocrazia! Ma soprattutto, e chiudo, l'ultimo pensiero va ai giovani, ai giovani che ci seguono, che noi conosciamo, che abbiamo aiutato, che non devono vergognarsi di noi! Devono essere orgogliosi! Non possiamo dare il messaggio che finora abbiamo condotto una vita dissipata! Perché non è così! Abbiamo sacrificato i sabati e le domeniche, le nostre famiglie, i nostri hobbies...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



LEO Giampiero

Chiudo subito. Altri sono andati anche oltre.
Un giornale ha dichiarato che avrebbe pubblicato i nomi dei "furbetti" del Consiglio, cioè di quelli che sono sempre presenti in Consiglio! Adesso è una colpa essere presenti in Consiglio! Qui arriviamo alla follia più assoluta! Concludo, dicevo, pensando ai giovani che vorranno impegnarsi. L'ultimo pensiero va ai giovani che vorranno impegnarsi.
Noi non possiamo dire a questi giovani: "Se siete bravi e volete avere soddisfazione, elevazione sociale o stima popolare, fate qualsiasi cosa meno che politica!". Non possiamo dire questo ai giovani.
Paolo VI - con Paolo VI chiudo, Presidente - diceva che la politica è la forma più elevata ed esigente di servizio e carità. Io lo credo, l'ho creduto tutta la vita! Lo so benissimo, perché molti colleghi che conosco lo testimoniamo.



PRESIDENTE

Grazie.



LEO Giampiero

Vorrei che fossimo consapevoli e orgogliosi di tutto ciò e, pur facendo tutti i necessari sacrifici, non facessimo passi indietro sulla dignità l'onore e il servizio che abbiamo prestato al nostro lavoro, ed alla considerazione che questo - in un Paese civile - deve meritare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Altri colleghi prima di me hanno legittimamente difeso il ruolo che i rappresentanti dei cittadini o del "popolo", come citano le leggi svolgono.
In questo momento, devo dire, è particolarmente complicato provare a comunicare che il nostro ruolo è un ruolo, per chiunque lo svolga fondamentale. Cioè, se da domani i 60 Consiglieri che oggi svolgono questo ruolo vengono sostituiti da 60 integerrimi Consiglieri regionali evidentemente il ruolo lo svolgerebbero quei 60 Consiglieri che si comporterebbero rispetto alla prassi, alla modalità e alle regole (non ho detto "leggi", ho detto "regole", ovviamente anche le leggi) che regolamentano il Consiglio regionale, con una sostanziale differenza.
In questi giorni, per carità, i media fanno il loro lavoro: è evidente che, dopo il caso Lazio, quale miglior sponsor ci poteva essere per i media nazionali, se non l'Onorevole Rosso? Verrebbe quasi da pensare che sia stato in qualche modo aiutato per dar loro la possibilità di scrivere qualche decine di pagine, e come poteva la Procura della Repubblica sottrarsi ad aprire un'indagine nel momento in cui un parlamentare dice che un Consigliere è stato a casa sua una settimana a spese della Regione, per la settimana bianca? evidente che tutto ciò è avvenuto perché suscita una legittima aspettativa, perché è evidente che i lettori sono più interessati al tema di cui stiamo leggendo in questi giorni rispetto, per esempio, al noiosissimo tema del risanamento della finanza regionale.
Tuttavia, credo che vada sottolineata l'importanza di chi svolge questo ruolo con due metri, che credo siano quelli che non in un'aula consiliare ma nella vita, sono i metri con cui si valutano le persone, mi si consentirà, non certo quello della Magistratura.
La Magistratura svolge un ruolo che è previsto da norma, ma il mio metro di pensiero per valutare l'attività di un collega o di pubblici amministratori non è quello di partire dal presupposto che, fintanto che non violano le leggi, il loro comportamento è lecito e degno, ma se le violano non lo è. Credo che ci siano decine e decine di situazioni in cui non violando una legge, non violando il regolamento, non violando nulla, si ha una modalità comportamentale che, per quanto mi riguarda, di etico o di morale ha molto poco.
Tutto consentito, ma secondo me non è questa la modalità che la politica deve utilizzare rispetto alla valutazione che fa la Magistratura.
Non violare le leggi è proprio il gradino di partenza, ma questo lo insegnano ai miei figli. Non è che uno lo deve fare solo quando rappresenta i cittadini.
Io, per esempio, sono interessato a un tema enormemente più noioso cioè al fatto che non soltanto noi siamo pagati dai soldi dei contribuenti per una cifra complessiva di poco più di 70 milioni di euro che servono per pagare i vitalizi. Per i dipendenti del Consiglio regionale, gli stipendi il pagamento delle consulte e degli uffici di comunicazione e quant'altro si spende poco più di un milione di euro. Non so qual è la cifra per ognuna di queste singole voci tra vitalizi, stipendi e spese per il funzionamento del Consiglio regionale.
Dicevo, sono molto più interessato a una cosa che è noiosissima, che ovviamente non va agli onori della stampa, perché, per esempio, in questa Regione abbiamo un enorme indebitamento, e quell'indebitamento sono risorse dei cittadini. Sono molto più interessato non solo a pensare che sono qui e che il mio stipendio viene pagato dalle risorse pubbliche, ma, in teoria per il seguente motivo: i cittadini mi hanno eletto - e ci hanno eletti per governare, recita il Codice Civile, come il buon padre di famiglia le risorse pubbliche. Il problema è che, da una parte, abbiamo 70 milioni di euro e, dall'altra, 13 miliardi.
Allora, occupiamoci moltissimo, con assoluta trasparenza - come se fosse un palazzo di vetro, tutto quello che volete - degli emolumenti dei Consiglieri regionali.
Mi preoccupo anche - e il nostro Gruppo ha cercato di occuparsi anche dei rimanenti 13 miliardi, perché l'indebitamento di più di sette miliardi di euro di questa Regione, cioè i mutui che i singoli cittadini piemontesi hanno contratto non volendolo, deve in qualche modo essere onorato.
Non farà notizia e sarà noiosissimo, ma credo che una valutazione rispetto a ciò che spende un Consiglio regionale nell'esercizio delle sue funzioni, per esempio nell'approvazione del bilancio e rispetto all'attività della Giunta, sia estremamente più interessante, però è complesso. Infatti, quando questa Giunta regionale, in due anni, taglia più di un miliardo di euro di risorse, è evidente che, di nuovo, si pu discettare sulla modalità - o meglio, sul dove si è tagliato, su quello si può discettare - mentre questo non è possibile quando parliamo - non di taglio, che è sacrosanto, delle autocertificazioni dei Consiglieri - di taglio del bilancio regionale - sono sempre risorse dei contribuenti perché ci sono le legittime lamentazioni di chi opera in quel determinato settore.
Allora, ad esempio, chi vive di cultura lamenta che in quell'ambito si passi da 140 a 40 milioni di euro; lo stesso avviene da parte di chi vive di formazione professionale o di prestazioni al mondo della sanità o al mondo delle politiche sociali, che non può più fare. È lo stesso ragionamento, con una differenza sostanziale. Anche quando operiamo tagli draconiani possiamo risparmiare qualche milione di euro e negli interventi che poniamo in essere, che sono simbolici - badate bene, va benissimo, ma sono simbolici, perché la spesa annua degli eletti in Italia rappresenta lo 0,60% del PIL, e in questa Regione di meno - sarebbe estremamente più coraggioso e impopolare - è attività di cui ci occuperemo in questa o nella prossima settimana presentando dei suggerimenti alla delibera presentata dall'Assessore Quaglia - aggredire più del miliardo di spesa aggredibile che c'è ancora in questa Regione. Questo è il nostro compito.
Perché i cittadini piemontesi e italiani non si lamentavano del fatto che i parlamentari - lo comunico - nella settima legislatura guadagnavano di più rispetto ad oggi, nella nona legislatura? Noi guadagniamo ancora molto - certo non è una lamentazione - ma si guadagnava di più. Nessuno si lamentava del fatto che i parlamentari nazionali guadagnassero la stessa cifra, forse di meno, perché la politica sapeva fare il suo mestiere perché sapeva rispondere alle esigenze dei cittadini, certamente con una modalità di spesa un po' più semplice. Certamente è più semplice rispondere alle esigenze dei cittadini piemontesi con un miliardo e mezzo in più al bilancio regionale, però un miliardo del quale derivante da mutui.
Allora, insisto: questo è un tema che mi appassiona tanto quanto la trasparenza e la sobrietà che credo debba avere un Consigliere regionale perché rappresenta tutti i cittadini.
Di nuovo, trasparenza e sobrietà credo siano due aspetti fondamentali però un'Aula trasparente e sobria mi piacerebbe riducesse in modo drastico le spese non indispensabili perché quelle spese sono sempre risorse dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alla trattazione degli articoli. Ricordo che per questo sono necessarie delle votazioni e che il numero legale è 30. Pertanto, ritengo conveniente se i Gruppi si vogliono organizzare per recuperare i colleghi che non sono in aula.
Prima di procedere con l'articolato depositato, dobbiamo svolgere l'illustrazione degli emendamenti presentati dai Consigliere Bono e Biol con relativa discussione e votazione.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: 01. Si modifica il comma 1 dell'art. 2 della l.r. 10/1972 come segue: "1. Per le spese sostenute in relazione ad ogni giorno di presenza effettiva ad una o più riunioni istituzionali, ai Consiglieri regionali è corrisposto [...] un rimborso chilometrico relativo al percorso compiuto per partecipare ad una sola delle stesse riunioni, calcolato moltiplicando il doppio della distanza tra la residenza del Consigliere e il capoluogo di Regione o la sede della riunione di carattere istituzionale, qualora questa si svolga in altra località del territorio regionale per il costo chilometrico medio d'esercizio riferito a un'autovettura a gasolio di segmento di tipo "b", definito semestralmente con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale sulla base delle tabelle dei costi analitici di esercizio aggiornati periodicamente dall'ACI. I Consiglieri con residenza nel comune sede della riunione di carattere istituzionale , nonché quelli che usufruiscono in via permanente di autovetture di servizio, non ricevono il rimborso chilometrico. Nel caso in cui le riunioni istituzionali si svolgano fuori dal territorio regionale e comportino il rimborso di spese di viaggio e di soggiorno, si procede alla loro liquidazione ai sensi dell'art. 19 legge regionale 1995, n. 15 (Disciplina del trattamento di missione), con esclusione del rimborso delle spese per i pasti.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ho già avuto modo di dire nel precedente Tavolo di concertazione e nella discussione in sede di I Commissione di venerdì ho inteso ripresentare nello stesso testo l'emendamento che modifica il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale n. 10/1972, che oggi norma le indennità dei Consiglieri regionali, andando a sopprimere il cosiddetto gettone di presenza, cioè l'indennità di presenza, di 122 euro per ogni presenza giornaliera in Commissione o in Aula, mantenendo il rimborso chilometrico per coloro i quali venendo a Torino devono servirsi del mezzo privato o di quello pubblico, su cui, eventualmente, potremmo successivamente inserire dei gravami a dimostrazione dell'utilizzo effettivo del mezzo o dell'effettiva coincidenza tra residenza e sede di eventuale domicilio.
Mantenendo il rimborso chilometrico e rinviando questa discussione ad un passo successivo avremmo contestualmente richiesto di ridurre il rimborso chilometrico medio da autovettura di tipo D a un'autovettura di tipo B. Quindi, di passare da un'auto di media o grande dimensione ad un'auto di piccola dimensione. Questo permetterebbe di ridurre un po' il rimborso auto dei Consiglieri, magari invogliandoli, quando possono - so ad esempio, che alcuni Assessori e Consiglieri regionali utilizzano il treno - a servirsi dei mezzi pubblici e ad eventualmente confrontarsi con le difficoltà che i lavoratori pendolari piemontesi tutti i giorni affrontano. In questo modo si potrebbe tentare di migliorare un sistema dei trasporti, che lentamente non solo sta peggiorando, ma sta perdendo i pezzi. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé, cofirmatario dell'emendamento.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Il senso dell'emendamento è stato ben delineato dal Consigliere Bono.
Volevo solo sottolineare che il risparmio relativo, a partire dal parametro del segmento auto preso oggi in considerazione rispetto a quello che viene proposto, consentirebbe un taglio molto simile a quello in qualche modo condiviso e deciso nella riunione di ieri per quanto riguarda i finanziamenti dei Gruppi, cioè del 20%.
Quindi, assolutamente, non c'è alcuna volontà di cancellare alcun tipo di rimborso, anche perché rappresento una categoria, quella dei Consiglieri, che non sono comunque residenti su Torino. Questo mi sembra corretto da mantenere, ma il taglio del 20% sarebbe assolutamente e ampiamente sufficiente a sostenere le spese per il mezzo privato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: "01. Si abroga il comma 2 dell'art. 2 della l.r. 10/1972".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 2) è semplicissimo per chi conosce bene come penso tutti noi, la legge regionale n. 10/1972.
Abrogare il comma 2 dell'articolo 2 significa abrogare quei rimborsi forfettari che incidono per circa 2.500 euro esentasse al mese, che sono costituiti dai famosi otto gettoni di presenza per 122 euro e dai 3.000 chilometri rimborsati per circa 0,5 euro a chilometro. Ricordo che qualora un Consigliere risieda fuori dalla città di Torino, agli otto gettoni vengono aggiunti anche i rimborsi chilometrici per la distanza tra l'abitazione e Torino, quindi passando dai 2.500 ai 3.000-3.500 euro esentasse. Forse, questa è la parte più cospicua, paradossalmente, e meno conosciuta dello stipendio di un Consigliere regionale.
Eliminando questa cifra non solo riporteremmo gli stipendi del Consigliere regionale a una fattispecie più confrontabile con la realtà cioè passare da 8-10 mila euro a 6-8 mila euro netti al mese, in più faremmo risparmiare alle casse della Regione circa due milioni di euro.
vero come diceva il collega Vignale - l'ho ascoltato attentamente come la maggiore parte dei Consiglieri, finché mi è stato possibile ascoltare una parte dei discorsi - che non risolviamo i problemi legati ai miliardi di euro di disavanzo della Regione Piemonte, né quelli dei 2.000 miliardi di euro di disavanzo, anzi, di debito, dello Stato italiano.
Non si risolveranno certamente oggi con questi emendamenti né con questa proposta di legge, ma sicuramente potremmo dare un segnale per cui la politica viene fatta per passione e non solo per avere uno stipendio elevato, facendo, con i rimborsi di spese forfettari autodichiarati, la cosiddetta "campagna politica elettorale" di tipo privato sul territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, lo schema che nasce per la presentazione di questo emendamento è stato ben delineato dal collega Bono. Ritengo quest'emendamento ancora più importante, non tanto per quanto riguarda la portata economica che, facendo un conteggio spannometrico, andrebbe a rappresentare circa tre volte, in termini assoluti, quello che si risparmierà, come immagino, quando verrà approvata questa proposta di legge, quindi sarebbe davvero un segnale di gran lunga più grande rispetto a quello che si vuole dare, in questo modo, ad un'unanimità, ma soprattutto per il fatto che i gettoni forfettari rappresentano in assoluto, e dal nostro punto di vista, una distorsione completa di quella che è la ragionevole natura dell'emolumento da erogare nei confronti di un rappresentante importante come il Consigliere regionale.
Com'è stato detto, chiederemmo anche l'eliminazione dei gettoni in assoluto in quanto, come rappresentanza, sappiamo che i gettoni vengono erogati in altre istituzioni, ma non c'è un fisso di stipendio mensile.
Dal nostro punto di vista, quindi, le due cose sommate generano una distorsione, come già abbiamo avuto modo di rappresentare. Si avvierebbe un risparmio che, globalmente, è davvero superiore al milione e mezzo rispetto ai 4/5/600 mila euro previsti a risparmio nell'eventualità, che ovviamente riteniamo auspicabile e direi certa, dell'approvazione di questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé .
Procediamo con la discussione generale sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Molto brevemente.
Come già anticipato in discussione generale, riteniamo giusto discutere e approfondire questa materia, però solo dopo le decisioni del Governo che saranno prese nella giornata di giovedì.
Per questo motivo, anticipiamo la nostra astensione, non perché non vogliamo discutere questi argomenti, ma perché riteniamo inutile un'eventuale decisione su una materia che deve comunque esempio rivista a livello statale nei prossimi giorni.
Nell'ordine del giorno collegato alla legge c'è l'impegno che comunque questi argomenti vengano approvati e definiti nell'ambito, al massimo, di quindici giorni (l'impegno è addirittura di farlo in tempi minori), per cui credo che questa materia potrebbe essere momentaneamente sospesa, per una discussione più compiuta e più completa, dopo le decisioni del Governo di giovedì prossimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

I contenuti illustrati dai colleghi che hanno sottoscritto e depositato emendamenti sono compresi nella proposta di legge presentata dalla Federazione della Sinistra Europea, relativamente al rimborso chilometrico e - nella stessa proposta all'articolo 1 - alle indennità.
Ritenendo, quindi, che il Tavolo di concertazione di ieri sera e la Conferenza dei Capigruppo di oggi hanno definito l'arco di tempo in cui discutere e approvare in Consiglio la soluzione cui si perverrà, ovviamente non riporto, in forma di emendamento, le proposte della nostra legge.
Questo per sottolineare la convergenza su argomenti, ma anche la differente scelta metodologica per arrivare all'approvazione delle questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Come già annunciato nel mio intervento generale sulla proposta di legge, crediamo che a questo punto si debba procedere con le misure previste e, per coerenza, abbiamo presentato un ordine del giorno.
In questo senso, rimandiamo le stesse proposte presentate dal Movimento 5 Stelle alla discussione in concomitanza con ciò che verrà deliberato dal Consiglio dei Ministri.
semplicemente un atto di coerenza che portiamo in un'ottica che è quella, come dicevamo, anche soltanto della bandierina. Pensiamo che, in questo momento, i comportamenti dei Consiglieri regionali debbano essere caratterizzati da serietà, coerenza e trasparenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Il Gruppo consiliare del Partito Democratico segnalerà la propria presenza in Aula su questi emendamenti. Lo facciamo con la convinzione espressa nell'ordine del giorno che poi verrà messo in votazione: su questi temi dovremo tornare ed assumere dei provvedimenti entro 15 giorni.
Il tema si ripropone e, come ho avuto modo di esprimere nel corso degli incontri in questi ultimi giorni, da parte del Gruppo consiliare del Partito Democratico, in primis, vi è l'esigenza di ridurre o, anzi, di eliminare tutta la parte forfetaria relativamente alle indennità di carica degli amministratori regionale. Nella convinzione che questo Consiglio regionale entro 15 giorni assuma questi provvedimenti, e quindi chiuda il pacchetto dei provvedimenti relativi alla revisione dello status dei Consiglieri regionali, delle modalità di esercizio della propria attività e del finanziamento ai Gruppi, su questi emendamenti segnaliamo la nostra presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Si era convenuto che avremmo votato la legge con i suoi articoli e poi legittimamente, qualche collega ha ritenuto di presentare emendamenti.
Ora, Presidente, se mi concede trenta secondi in più, poiché si tratta di quattro emendamenti - tre di un Gruppo e uno di un altro - volevo...



PRESIDENTE

In questo momento la discussione è su due emendamenti, però poi lei avrebbe anche la dichiarazione di voto, quindi può rimanere anche nei quattro minuti.



BUQUICCHIO Andrea

Sì, grazie, unifico il tutto anche per questioni di tempo.
Distinguerei gli emendamenti che intervengono su quello che è uno degli argomenti, e quindi dei commi o degli articoli della legge che andiamo ad approvare, da altri emendamenti che attengono alla questione delicatissima della riduzione dei costi della politica nel suo complesso, a cui siamo più che favorevoli.
Tuttavia, invito i colleghi a considerare che sarebbe non dico opportuno, ma più giusto, fare una discussione globale e complessiva, che dovrà portare - ve lo annuncio sin d'ora, se mi prestate due secondi di attenzione - ad un risparmio anche superiore a quello paventato con qualche emendamento, ma dovrà essere necessariamente discusso nell'ambito di un provvedimento globale che incida, globalmente, sulla riduzione delle spese.
Se oggi interveniamo su una facciata e vogliamo riverniciare il muro di una camera che probabilmente dovremmo buttare giù nell'ambito della ristrutturazione, mi sembra non eccessivamente opportuno.
Siamo quindi favorevoli alla riduzione - anche maggiore, come abbiamo già detto - dei costi relativi al funzionamento dei Gruppi. Riteniamo il 20% non congruo e rilanciamo non per mettere la bandierina, ma perch avendo fatto i conti, riteniamo che il 75% sul funzionamento senza intaccare il capitolo del personale possa raggiungere ugualmente quell'obiettivo parziale. Ma quello è un obiettivo parziale e allora non riteniamo giusto dover agire con qualche emendamento di qua e di là, perch perderemmo di vista la globalità, l'omogeneità di un provvedimento che deve, sì, necessariamente incidere sulla riduzione globale delle spese, ma sarà opportuno, come abbiamo tutti sottoscritto in quell'ordine del giorno concordare al Tavolo di concertazione, cercando di trovare una sintesi.
A quel punto, se la sintesi, non si troverà, ognuno sarà libero di poter - in quella fase lì, perché parleremo di altri argomenti rispetto ai tre oggi oggetto della proposta di legge che andiamo ad approvare - fare tutti gli emendamenti, tutte le discussioni, tutte le opposizioni, tutti gli ostruzionismi che sarà necessario fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente. Innanzitutto inizio chiedendo cinque minuti di sospensione, e spiego anche perché.
Prima voglio rivolgermi ai colleghi del Movimento 5 Stelle. Guardate nella vita, come in politica, bisogna essere prima di tutto uomini nel senso alto del termine; poi uno può fare la politica legittimamente più o meno bene, però i tavoli di concertazione sono fatti per raggiungere uno scopo, e non per piantare dopo delle bandierine.
Noi riteniamo che tutto il lavoro svolto sia stato fatto per arrivare a delle cose giuste, come abbiamo spiegato prima e non voglio ripetermi. Voi volete, nonostante gli inviti che vi sono stati fatti, piantare delle bandierine. Va bene, magari riuscirete anche a strappare qualche titolo sui giornali, ma il tempo è sempre galantuomo. Sempre.
Dopodiché, chiedo la sospensione, perché proprio su questa stessa lunghezza d'onda non ci sto nemmeno a passare poi domani che la maggioranza, questa maggioranza, pur con l'astensione, non approva determinate cose, che noi ci impegniamo con l'ordine del giorno a far passare, con le modalità che decideremo tutti assieme, entro 15 giorni però non ci stiamo a essere noi della maggioranza a dare il voto di astensione e quindi dobbiamo concordare un attimino - mi permetto Presidente, sotto la sua guida - le modalità di come proseguire questa seduta.



PRESIDENTE

Va bene. Quindi al termine della discussione generale e prima delle dichiarazioni di voto, chiamerò qui i Capigruppo e valuteremo.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Non mi dilungo e dico che noi siamo favorevoli ai tagli presentati, ma in questo momento mi riallaccio al discorso che ha fatto il collega Reschigna.
Il nostro voto sarà una presenza per quei motivi già descritti dal Consigliere Reschigna, in attesa del decreto del Governo che, se non erro si riunirà al riguardo giovedì. Dopodiché, verremo in aula per procedere alle votazioni.



PRESIDENTE

Sospendo i lavori cinque minuti e invito i signori Capigruppo a parlarsi. Ovviamente la Presidenza è a disposizione, qualora servisse, per un confronto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.56 riprende alle ore 13.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola la Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Noi - l'abbiamo ribadito in mille occasioni tra ieri e oggi - speravamo ci fosse un po' più di serietà, ma evidentemente neanche in questi momenti così particolari o gravi si riesce a essere seri.
Approvare dei provvedimenti quando giovedì il Governo può stravolgere tutto quanto noi oggi decidiamo di legiferare è un controsenso e anche un atteggiamento strambo, ambiguo di comportarsi; però, ognuno è libero di fare quello che crede.
In questo Consiglio ci sono Gruppi piccoli, Gruppi più grandi, Gruppi che nella battaglia dell'antipolitica hanno il cuore della loro azione politica: noi non condividiamo, ma capiamo il loro atteggiamento. Capiamo invece meno l'atteggiamento di un partito come quello del Partito Democratico, che vuole anche essere forza di governo, e che, a parole, dice di voler combattere l'antipolitica.
Noi ci saremmo aspettati un atteggiamento coerente dove, con gli altri Gruppi anche di maggioranza, come sostanzialmente era già emerso nella Conferenza dei Capigruppo, si arrivava ad un voto di astensione; non un'astensione negativa verso gli argomenti proposti dal Movimento 5 Stelle, ma un'astensione sospensiva, con il significato di sospendere la discussione di questi argomenti, che nessuno non vuole discutere, per affrontarli appena il Governo avrà deciso qualcosa su questa materia, e quindi già da venerdì mattina.
Il voler caricare solo alla maggioranza la responsabilità del voto di astensione, che poi ovviamente sarebbe strumentalizzato come un voto negativo contro le proposte del Movimento 5 Stelle, non mi sembra un atteggiamento responsabile da parte di una forza riformatrice, come si autodefinisce, che vuole avere anche responsabilità di governo a livello nazionale e magari, in futuro, ancora in questa Regione.
Quindi noi spiegheremo meglio il nostro voto di astensione, che non è un voto di astensione negativo verso questi provvedimenti, su cui magari potremo convergere già nel giro di qualche giorno, ma è un voto di astensione per sospendere la decisione poiché giovedì il Consiglio dei Ministri delibererà su questa materia.
Invitiamo le forze più responsabili anche dell'opposizione a fare altrettanto, per un atto di serietà, sapendo come stanno effettivamente le cose. È inutile cercare dei distinguo sottili in questa fase: cerchiamo invece di essere responsabili. Sappiamo che giovedì il Governo deve decidere su questi temi; da venerdì troviamoci, discutiamone e forse troveremo delle convergenze addirittura superiori di quanto magari oggi si possa immaginare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sono sorpreso - evitiamo di fare commenti, per cortesia! - perché: a) non c'è stato nessun accordo sul voto che riguardava i Gruppi consiliari collega Pedrale, sia ben chiaro, io non faccio accordi fuori dall'Aula; b) io non carico di nessun significato il voto che viene dato oggi dall'Aula relativamente a questi emendamenti; c) voglio proseguire all'interno del lavoro che stiamo portando avanti nel Tavolo di concertazione per arrivare entro 15 giorni, ad approvare una legge che definisca, una volta per tutte il tema delle modalità di corresponsione delle indennità a favore dei Consiglieri regionali e degli Assessori di questa Giunta.
A un Gruppo consiliare di opposizione che durante tutte queste settimane ha dimostrato di mettere da parte le proprie proposte che da tempo aveva presentato e ha dato la disponibilità non a piantare delle bandierine, ma a definire un percorso che porti con concretezza all'assunzione di provvedimenti, questo può essere chiesto: altro no.
Peraltro, capisco le difficoltà che ciascuno di noi ha in questo momento nel rapporto con i propri Consiglieri, nel rapporto con la comunità esterna, ma poiché mezz'ora fa mi è stato richiesto dal Capogruppo della Lega Nord e dal Capogruppo del Popolo della Libertà qual era l'intenzione di voto del Gruppo consiliare del Partito Democratico...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Dopo potrà parlare anche lei, Consigliere Carossa. Andiamo avanti.



RESCHIGNA Aldo

Prima della mia dichiarazione in Aula, va bene? Così siamo a posto siamo tranquilli tutti? Prima della mia dichiarazione in Aula.
Il voto di oggi, per quanto riguarda il Partito Democratico, non lo carichiamo di nessuna responsabilità, anzi carichiamo il voto di oggi come un primo passaggio per testimoniare un impegno concreto da parte del Consiglio regionale.
Lavoreremo con tutti coloro che avranno voglia di lavorare nei prossimi 15 giorni per affrontare tutto il resto dei problemi con la stessa responsabilità che abbiamo dimostrato durante queste settimane.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Chiedo scusa se prima ho interrotto, però mi permetto di dire che ho saputo dei voti di presenza del Gruppo PD esclusivamente quando sono venuto lì, quindi solo cinque minuti fa, e dopo ho chiesto la sospensione della seduta. Ma nessun problema su questo.
Io non ho parlato e forse è una colpa mia. Pensavo - e ripeto che ho sbagliato - che quando si raggiunge un accordo prima ad un tavolo, poi alla Conferenza dei Capigruppo e si firma un documento, non dovrebbero esserci problemi.
Sugli emendamenti del Movimento 5 Stelle, cui stiamo dando, per l'ennesima volta, troppa importanza - questo è un errore nostro madornale perché non meriterebbero tanta importanza - pensavo proprio tranquillamente che ci fosse un voto di astensione, non contrario, che naturalmente avrebbe un significato molto più forte. Semmai mi sarei aspettato, ma questa sarebbe dovuta essere una concertazione tra di noi, e in questo forse siamo mancati, che uno per Gruppo dei Gruppi maggiori si astenesse.
Sarebbe stato un segnale di coesione dell'Assemblea: questi emendamenti venivano respinti, ma - come ha detto giustamente il collega Pedrale - per ritornare su questo tema, come in altri casi. Abbiamo un ordine del giorno firmato da tutti i Capigruppo, tranne il collega Bono e il Movimento 5 Stelle...



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

Il collega Burzi l'ha firmato.



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

I presenti ai Capigruppo, allora! Perché se dobbiamo fare i notai collega Bono, le insegno a fare il notaio. Stia tranquillo! Detto ciò, i presenti alla Conferenza dei Capigruppo l'hanno firmato tutti, tranne il Movimento 5 Stelle. Quindi, non è dilatoria, non è per affossare qualcosa, ma per entrare veramente nel merito e prendere dei provvedimenti entro 15 giorni.
Non so come finirà questa storia della votazione, ma sicuramente ritengo che non si possa stare al ricatto politico di un Gruppo come quello del Movimento 5 Stelle.
Noi siamo un'Aula legislativa e dobbiamo avere la forza e il coraggio di respingere certe provocazioni, di respingere certe bandierine piantate che non portano da nessuna parte se non ad un effimero vostro risultato magari nel breve termine - elettorale, ma dobbiamo respingere questa cosa.
Noi voteremo, almeno uno e auspico due per Gruppo, astensione a questi emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

I Consiglieri Placido, Bono e Biolé hanno richiesto la votazione mediante appello nominale per procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 2 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 28 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: emendamento all'articolo 3 della proposta di legge n. 295 Si sostituisce l'articolo 3 con il seguente: alla fine del comma 3 dell'articolo 4 sono inserite le seguenti parole: "Sono escluse detto fondo le spese elencate in apposito Regolamento da emanarsi da parte dell'Ufficio di Presidenza entro 90 giorni dalla promulgazione di detta legge" 1. Si riscrive il comma 4 dell'articolo 4 della legge regionale 12/1972: "4. Entro il 15 marzo di ogni anno i Presidenti dei Gruppi consiliari ed i componenti, in forma singola o associata, del Gruppo Misto presentato all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale una nota riepilogativa circa l'utilizzazione dei fondi loro erogati nell'anno precedente articolata per categorie e per voci, nonché la Prima Nota riguardante l'elenco di tutte le singole voci di spesa comprensiva dei beneficiari. La nota riepilogativa e la Prima Nota sono corredate da un'attestazione di regolarità attinente la veridicità e la correttezza delle spese annotate rispetto alle finalità del finanziamento di cui all'articolo 3, redatta da un Collegio di tre revisori individuati dall'Ufficio di Presidenza tramite un sorteggio effettuato fra gli iscritti, a livello regionale, nel registro dei revisori legali di cui al dlgs 27 gennaio 2010, n. 39. L'Ufficio di Presidenza allega tali notizie alla rendicontazione prevista dall'articolo 5 della legge 5 dicembre 1973, n. 853 (Autonomia contabile e funzionale dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario.
Analoga nota riepilogativa dovrà essere resa entro 45 giorni dalla data di inizio della legislatura.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza sono definite le modalità per l'attestazione di regolarità della nota riepilogativa nonché le modalità di restituzione del saldo contabile di cassa da utilizzare per la chiusura di eventuali partite debitorie derivanti dalla gestione dei Gruppi nella precedente legislatura.
2. dopo il comma 4 dell'articolo 4 della legge regionale 12/1972 si inserisce il seguente: 4bis. La nota riepilogativa e la Prima Nota di cui al comma 4 sono pubblicate sul sito istituzionale del Consiglio regionale a seguito di approvazione del rendiconto del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Con questo emendamento vogliamo introdurre alla fine del comma 3 articolo 4 - quello su cui abbiamo discusso molto sia nel Tavolo di concertazione che in I Commissione, cioè la relazione dell'Ufficio di Presidenza - un regolamento apposito per capire quali sono le spese che i Gruppi consiliari possono utilizzare all'interno del fondo di funzionamento per coprire le attività istituzionali del Gruppo stesso.
Questo è fondamentale per far sì che non solo domani andremmo a ridurre del 20% le spese dei fondi di funzionamento ai Gruppi consiliari, ma anche sapere, attraverso un regolamento, cosa è spendibile e cosa no. Come sappiamo, oggi la legge è lacunosa.
Mi sono permesso di riscrivere il comma 4 dell'articolo 4, con l'insieme degli emendamenti, che erano già contenuti nella proposta di legge, ma erano divisi su diversi commi; chiedere soprattutto la pubblicazione, assieme alla nota riepilogativa, della cosiddetta prima nota, cioè l'elenco di tutte le singole voci di spesa comprensiva dei beneficiari che, al momento, i Gruppi consiliari compilano, ma non pubblicano. Un dato in più di trasparenza in modo che sia veramente visualizzabile da tutti - cittadini, attivisti, Guardia di Finanza Procura, ecc - le spese dei Gruppi consiliari, senza dover addivenire a scene - giuste e corrette - come quelle che abbiamo visto, ma con minore complessità per quelli che sono gli uffici pubblici preposti a preparare il materiale e consegnarlo ad eventuali organi operativi della Magistratura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Reschigna, Gariglio Ronzani, Biolé, Stara, Manica, Laus, Lepri, Cerutti, Artesio: il comma 2 dell'articolo 3 della proposta di legge n. 295 è sostituito dal seguente: "2. Dopo il primo periodo del comma 4 dell'articolo 4 dalla l.r. 12/1972 è aggiunto il seguente periodo: "La nota riepilogativa è corredata da una attestazione di regolarità attinente la veridicità e la correttezza delle spese rispetto alla finalità di finanziamento di cui all'articolo 3, redatta da un collegio di tre revisori estratti a sorte dall'Ufficio di Presidenza tra gli iscritti a livello regionale nel registro dei revisore legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, che hanno risposto ad apposito bando pubblicato dal Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento firmata da gran parte dei Consiglieri dell'opposizione è un emendamento già presentato al Tavolo di concertazione. In sintesi prevede che il controllo sul bilancio dei Gruppi non sia effettuato da revisori dei conti diversi, ma da un unico gruppo, un pool di tre revisori dei conti, estratti a sorte sulla base delle persone che hanno i requisiti e che hanno risposto ad un bando della Presidenza del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sull'illustrazione generale.
Ha chiesto di intervenire sull'illustrazione generale il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Il mio intervento sarà anche una dichiarazione di voto.
Su quest'emendamento ci asterremo, perché riteniamo corretto quello che l'Ufficio di Presidenza ha presentato e che ricalca la normativa nazionale in vigore. Dopodiché, ci sono anche buone probabilità che la revisione venga fatta attraverso altri sistemi, magari la Corte dei Conti o quant'altro.
Noi ci asteniamo su questo emendamento.



PRESIDENTE

Voglio precisare, in discussione generale, che l'Ufficio di Presidenza ha disposto, come sapete, nella proposta sottoscritta da buona parte del Tavolo di concertazione, affinché venga garantito il fatto che il soggetto sia esterno e indipendente, così come previsto per gli Enti locali nella circolare del Ministero dell'Interno.
Questo come elemento di conoscenza. Non abbiamo inventato nulla, ma abbiamo copiato pedissequamente il meccanismo del Ministero dell'Interno su quest'aspetto, quanto meno in proposta, fatta salva la prerogativa dell'Aula di modificare come meglio crede.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

A proposito dell'emendamento n. 3), sul quale non sono intervenuto prima.
Sottolineo che questo emendamento, nonostante quasi tutta la discussione in Aula oggi sia stata focalizzata sulle riduzione degli emolumenti dei Consiglieri, non andrebbe e non va ad intaccare nessuno degli istituti vigenti.
Semplicemente, nel segno della trasparenza - una delle parole di cui più ci si è riempita la bocca in questo Consesso - e, soprattutto, in aiuto ai Capigruppo che, anche in questa seduta, hanno dichiarato la difficoltà nell'accettazione o meno di talune spese da parte del conto dei fondi di funzionamento dei Gruppi.
L'emendamento andrebbe semplicemente a dare un impegno a produrre un regolamento per cui tutte le spese contenute all'interno di questo elenco sarebbero non accettate.
Nello stesso tempo, il fatto che possa essere richiesta, e noi richiediamo, una prima nota con i dettagli di qualsiasi spesa facilmente compilabile e che, in questo momento, viene compilata ma non viene resa trasparente, anche lì non c'è nessun tipo di impegno e di onere aggiuntivo per quanto riguarda i Gruppi e i Capigruppo.
semplicemente un passaggio che va nella direzione di dare un'ulteriore parvenza, oltre a tutte le azioni che già sono state fatte in questa legislatura, di trasparenza al Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

A nome del gruppo UDC, dichiaro che voteremo a favore dell'emendamento n. 3) presentato dal Movimento 5 Stelle.
Così come voteremo a favore dell'emendamento rubricato n. 4) presentato dal Partito Democratico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Voterò in senso contrario su tutti gli emendamenti depositati, se non altro per metodo.
Nel Tavolo di concertazione, in modo quasi unanime, era emersa una decisione di lavoro e metodologica, anche su altri temi, condivisa anche dal Partito Democratico. Regole che sono state poi stralciate nel corso degli eventi.
A me questo non sta bene. Potrei anche condividere gli emendamenti del Movimento 5 Stelle e del PD, m poiché c'era questo accordo e gli accordi si rispettano, voterò contro.
Capisco i colleghi che votano in senso diverso, ma sinceramente mi sembra un modo un po' bizantino per procedere su materia che tutti quanti noi riconosciamo delicate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Come potrei votare contro l'inserimento, finalmente, della regolamentazione da emanarsi entro 90 giorni dalla promulgazione della legge? Scusate, ma non amo essere tirato per la giacchetta. È una cosa che chiedo cortesemente all'Ufficio di Presidenza e il Consiglio ha chiesto all'unanimità.
Abbiamo tutti compreso le difficoltà tangibili, concrete, oggettive a stilare un regolamento del genere, ma riteniamo che si debba fare.
Come faccio ad essere incoerente quando ritengo che l'elemento coerenza, oltre a quello della lealtà, sono elementi inderogabili per un essere umano, rispetto a quello che ho detto prima. Sono tutte questioni di cui dobbiamo necessariamente parlare, ne dobbiamo anche rilanciare, nel senso di ottenere qualche cosa di più e di migliore. Abbiamo detto che lo faremo al Tavolo di concertazione e ci siamo impegnati a farlo entro 15 giorni.
Così come mi comporterò nei confronti di questi emendamenti, pur essendo perfettamente d'accordo nel merito - anzi, sono stato il primo a firmare quell'ordine del giorno che tutti avete votato - mi comporterò con la stessa coerenza nei confronti dell'emendamento degli amici del PD.
Ritengo che oggi non si dovessero presentare emendamenti. Legittimamente ognuno ha ritenuto di presentare e, legittimamente, ognuno, spiegando, si comporta con il voto di conseguenza.
Pur apprezzando nel merito sia una cosa che l'altra, ritengo di non dover partecipare a questo voto perché se prima abbiamo dato la presenza in questo caso, come Gruppo, riteniamo di non dover partecipare al voto.



PRESIDENTE

Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 19 Consiglieri hanno votato SÌ 18 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 51 Consiglieri hanno votato SÌ 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Non essendoci interventi in dichiarazione di voto sull'intero testo passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 882 "Riduzione costi della politica - Adozione misure in sede di Tavolo di concertazione", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Leardi, Placido, Boniperti, Negro, Novero Artesio, Reschigna, Cerutti, Buquicchio, Stara, Pedrale, Carossa Dell'Utri, Burzi, Ponso, Cursio.
Su tale documento c'è la possibilità di intervento generale, perché l'ho già illustrato in apertura, come primo firmatario, a nome di tutti pertanto, lo diamo per illustrato Conseguentemente, o non s'interviene e si vota, oppure, se s'interviene, s'interviene sull'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Non avevo intenzione di intervenire, su accordi precedenti fra le forze politiche, ma sono costretto a farlo sull'ordine del giorno, perché (non è colpa sua, Presidente, dovevo essere più celere io) volevo intervenire in dichiarazione di voto sulla legge. Non ho alzato la mano subito, perch per correttezza istituzionale, volevo lasciare ai Capigruppo dei Gruppi maggiori la possibilità d'intervenire. Ma non importa: quello che volevo dire in dichiarazione di voto sulla legge, lo posso dire adesso sull'ordine del giorno.
Quando studiai greco al ginnasio, una delle prime frasi che mi colpì fu la seguente: "Chrémata chrémata anér": denaro, l'uomo è fatto di denaro.
Mi colpì, perché sinceramente non capii assolutamente il senso di quella frase. All'epoca ero un giovane ragazzo pieno di belle speranze d'iniziativa, di un grande entusiasmo: ero un grande idealista; in parte lo sono tutt'ora, anche se purtroppo la vita ha calmierato il forte idealismo che avevo all'epoca.
Non capivo cosa volesse dire quella frase; per i greci era quasi un dogma, un assioma, come un'altra frase mitica, che all'epoca non capivo: "Felice l'uomo che non è mai nato".
Ebbene, oggi quella frase mi è molto più chiara, perché, alla fine stringi stringi - nonostante tutte le belle parole sui valori, sui contenuti, sugli ideali, si parla di soldi. La differenza è quanto prende in più o in meno taluno rispetto a tal altro, tal Gruppo rispetto a tal altro Gruppo.
Qualcuno l'ha detto nei giorni scorsi, non so se l'ha ripetuto oggi: si è passati dalla lotta di classe all'invidia di classe. Vorrei capire cosa cambia, la differenza del gettone e tutto il resto, rispetto al bilancio complessivo della Regione.
una questione di moralità, ma cosa cambia nella vita della gente? Niente.
Quanto influisce sul bilancio complessivo della Regione? Meno di niente.
E allora, qual è l'obiettivo? L'obiettivo - l'hanno detto in parecchi cito i colleghi Angeleri, Spagnuolo e Carossa - è distruggere le Regioni.
L'obiettivo è arrivare a colpire innanzitutto l'organo politico, per poi andare a colpire i dipendenti e tutto il sistema che sta dietro alle Regioni (ricordo che lo Stato ha tagliato il 5% sui propri Ministeri e il 45% su tutto il resto).
Poiché le Regioni sono un organo costituzionale più solido e più forte dei Comuni, hanno dovuto creare lo scandalo, avendo qualche difficoltà! Sono partiti dalla Regione Lazio ma - come vedete - vanno a macchia d'olio e troveranno qualunque cosa su tutto: ha creato scandalo perfino uno scontrino da 54 euro, al Mc Donald's, del signor Batman! A parte che l'avete visto - probabilmente avrà mangiato tutto da solo: penso che 54 euro per Batman rappresentino il costo di uno spuntino! Ma che scandalo è questo? Ma di cosa stiamo parlando? Di cosa stiamo parlando? Sono davvero grato al Presidente Cota, al quale - i colleghi lo sanno credo di non aver mai lesinato critiche, a volte anche pubbliche, quando non ne condividevo l'azione; in questo caso devo ringraziarlo, perché ha reagito molto bene, fornendo una risposta corretta, istituzionalmente orgogliosa del nostro lavoro.
Sono contento che molti colleghi l'abbiano ribadito: noi non siamo la Regione Lazio e non lo saremo mai; non lo siamo mai stati, non lo siamo ora e non lo saremo mai.
Qui c'è una moralità e un'etica diversa: qui abbiamo fatto delle cose prima ancora che venissero obbligatoriamente richieste; qui siamo stati virtuosi prima ancora che l'opinione pubblica, la Guardia di Finanza, la Magistratura, Pinocchio, ci obbligassero a fare delle cose, perch diciamolo chiaramente - oggi siamo obbligati a fare certe cose.
Poiché voglio rivendicare la nostra autonomia e libertà - e spero che a nessuno dispiaccia - voterò in senso contrario, pur condividendo tutte le azioni e i provvedimenti della delibera e della legge.
Le condivido (lo sa benissimo il Presidente Cattaneo): ho lavorato fino alla fine, tutte le volte che c'è stato il Tavolo di concertazione, fino all'ultimo minuto. Voglio, però, che sia chiaro un messaggio, è cioè che ogni tanto c'è qualcuno che dice no, ogni tanto c'è qualcuno che dice "siamo qua e abbiamo il dovere di rappresentare liberamente i cittadini che ci hanno votato", perché non siamo dei ladri, perché sicuramente non lo siamo, ma se oggi non ci fosse stato neanche un voto contrario, allora, sì non sarebbe giustificato il nostro stipendio perché, colleghi e amici vogliamo ricordarcelo: lo stipendio alto, l'emolumento alto, il sistema complessivo del legislatore lo decide la Costituzione. È previsto in Costituzione, c'è un articolo apposito che dice che i parlamentari hanno diritto ad un'indennità. Non ricordo la formulazione esatta, ma questo è più o meno il senso.
Si può dire che è ovvio, perché fanno qualcosa e ne hanno diritto. No! C'è una differenza sostanziale, perché nella Costituzione si parla anche di Magistrati e di alti organi dello Stato, e non si dice la stessa cosa.
Questo cosa significa? Significa che il costituente aveva immaginato una tutela maggiore per il legislatore. È ovvio che il Magistrato debba avere uno stipendio per lavorare; è ovvio che le Forze di polizia debbano avere uno stipendio per lavorare; è ovvio che l'Esercito debba avere uno stipendio per lavorare; è ovvio che la Corte dei Conti debba avere uno stipendio per lavorare, ma il costituente l'ha previsto solo e solamente per il legislatore, e noi, con il Titolo V, siamo diventati legislatori.
Siamo legislatori esattamente come lo sono i parlamentari.
Vogliamo abolire tutto? Vogliamo mettere 5.000 euro per venire qui a fare i Consiglieri? Sicuramente troviamo 60 persone che vengono a fare i Consiglieri per 5.000 euro ogni mese, per carità, ma è altra cosa rispetto alla democrazia rappresentativa. Si può fare, cambiamo quell'articolo della Costituzione e poi le modalità, ma dobbiamo decidere qual è il livello che garantisce la libertà di chi sta qua dentro e l'autonomia e la libertà di dire le cose, per esempio quelle che sto dicendo io adesso.
Quanto oggi ho sostenuto, e che coerentemente voterò, è stato detto da tanti altri colleghi prima di me e in passato da altri ancora.
Qual è il livello? Dobbiamo chiedercelo.
Possiamo vedere e discutere sulle modalità di percezione di questi emolumenti complessivi - il gettone, l'indennità o quant'altro - ma c'è questo principio e quindi, come diceva bene il Consigliere Carossa l'Istituzione deve essere salvaguardata.
Anche nella prossima legislatura il Consiglio regionale e il Consigliere regionale devono essere liberi di avere gli strumenti per fare liberamente politica, così come l'abbiamo avuta noi ricevendola da quelli che ci hanno preceduto.
Il Presidente Napolitano ha impugnato un atto della Procura di Palermo motivandolo con il fatto che non voleva limitare il pregiudizio per il prossimo Presidente della Repubblica, perché riteneva di avere avuto una lesione. Noi parimenti dovremmo comportarci, e se qualcuno fa la sua battaglia, va bene, la faccia, non è un problema perché sta nel gioco delle cose, ma dobbiamo avere la forza di essere noi i decisori, altrimenti va a finire, come per i colleghi del Lazio, che, oltre a non essere più Consiglieri, si sono pure beccati epiteti come "vermi" e "pusillanimi".
Poiché io verme non lo sono, e pusillanime neppure, oggi voterò contro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho sentito l'intervento accorato del Consigliere Giovine, ma non aprirei un dibattito sulle prerogative dei Consiglieri regionali e sulla libertà degli stessi. Ovviamente, se si vuole aprire, siamo disponibili a discutere quale sia, eventualmente, la cifra degli stipendi dei Consiglieri regionali per permettere loro di svolgere il proprio ruolo in autonomia e in piena libertà, ricordando che anche i Consiglieri comunali, che hanno altre prerogative e poteri non legislativi, sono soggetti spesso a querela per diffamazione.
Non bisogna quindi gonfiare gli stipendi dei Consiglieri regionali, in modo che questi possano andare sui giornali a dire "la qualunque" (capita anche a noi, a volte, di sbagliare un articolo, è capitato recentemente) ma piuttosto cambiare l'istituto della querela per diffamazione. Non è che qualunque persona può pensare di denunciare qualcuno, che magari ha meno risorse e meno fondi, dicendogli: "Io intanto ti denuncio. Ti paghi gli avvocati e poi vediamo se ho detto una cosa vera o non vera".
Bisogna cambiare questo.
Sono state fatte proposte in Parlamento, per esempio versare una cauzione in merito alla denuncia per diffamazione, però questo è un discorso più ampio, quindi tornerei al particolare, al locale della Regione Piemonte, dicendo che non ho condiviso praticamente nulla di quanto detto dal collega Giovine.
Vorrei anche ricordare che le nostre non sono posizioni di sfogo estremo per solleticare il palato o la pancia dei cittadini fuori da questo Consiglio. I cittadini sono arrabbiati, giustamente arrabbiati, per una situazione economica italiana dovuta alla politica e alla classe dirigente non solo politica, ma anche imprenditoriale, di questo Paese, perché sono stati spolpati, indebitati e poi venduti alla grande finanza speculativa e alle banche europee.
Su questo non penso di dover ricevere lezioni di indirizzo politico da nessuno. Magari ci saranno colleghi più esperti di me che hanno letto più testi e sono da più anni, sia al mondo sia di attività politica, che hanno maggiori conoscenze, ma su questo il Movimento 5 Stelle si è sempre espresso chiaramente.
Da questo punto di vista c'è condivisione, quindi non capisco perché si debba andare ad insinuare che facciamo il gioco di chi sta smantellando la democrazia in Italia.
No, a questo non ci sto. Non sono intervento precedentemente perché non mi sembrava il caso di calcare la mano su un dibattito già surriscaldato tra gruppi in difficoltà l'uno verso l'altro, ma questo non l'accetto. Noi vogliamo ripristinare la democrazia, perché comunque è stata sospesa a livello centrale, per quanto riguarda la scelta di un Presidente del Consiglio senza elezioni, e anche per tutti quelli che sono i traffici fatemeli definire così - che hanno fatto i "furbetti" all'interno dei partiti.
Cara collega Spagnuolo, sappiamo benissimo distinguere tra la parte buona e la parte marcia, ma dalle cronache giornalistiche e giudiziarie purtroppo - purtroppo - la parte marcia della politica è preponderante, se non in termini numerici, perché non ho fatto la conta, sicuramente in termini di peso politico e di scelte, ovvero, ogni giorno le scelte politiche in Italia vengono prese dalla parte, magari numericamente non preponderante, marcia. Lo vediamo tutti i giorni alla luce della cronaca e delle vicende giudiziarie.
Ogni giorno, quindi, la buona politica fatta da persone per bene fatica ad andare avanti e lo vediamo tutti i giorni, proprio con il sistema partitico.
Per questo motivo, e non per fustigare la classe politica, che magari anche in Piemonte ha elementi non proprio brillantissimi (e lo possiamo vedere tutti i giorni), ho presentato emendamenti.
L'intento è dimostrare che si può fare comunque politica mantenendo la libertà e delle prerogative dei Consiglieri regionali con un po' meno, ma dando all'esterno un segnale che anche noi siamo solidali con quello che sta succedendo fuori.
Se le retribuzioni medie degli italiani sono passate da 1.300 euro al mese a 1.000, con una riduzione del 20%, non è una cosa strana pensare di ridurre veramente del 20 o del 30% gli stipendi dei Consiglieri regionali.
Termino dicendo che non ho inteso firmare l'ordine del giorno della Presidenza e dei Capigruppo perché lo ritenevamo non coerente con le scelte che abbiamo fatto in due anni e mezzo di attività in Consiglio regionale.
Se avessimo firmato la proposta di ordine del giorno di rinviare tutto a dopo giovedì, non avremmo presentato gli emendamenti, mi sembra ovvio.
Trovo ancora più incoerente il fatto che diverse forze politiche hanno detto che non bisogna dare peso e potere ai tecnocrati che ci governano senza elezioni in maniera "indemocratica" a Roma, però poi aspettano ancora una volta il decreto legislativo del Governo Monti e non sanno anticipare le scelte che verranno fatte a Roma.
Chiediamoci, o chiedetevi, perché siamo arrivati a questo punto. Forse siamo in questa situazione di sospensione della democrazia, di avere i tecnocrati che fanno delle scelte che spesso non condividiamo perché la politica non è stata capace, nemmeno a livello regionale, di avere degli emolumenti sostenibili e difendibili dal punto di vista economico e sociale all'esterno; a livello parlamentare la politica non è in grado di fare una legge elettorale e non riesce ad anteporre quelli che sono gli interessi dei cittadini e il bene comune a quelle che sono le spinte particolaristiche, localistiche ed egoistiche.
Con questo chiudo, dicendo che noi sull'ordine del giorno daremo solo la presenza, ricordando che siamo favorevoli alla discussione il prima possibile dei punti che verranno affrontati nel Tavolo di concertazione secondo noi, non arriveremo a una soluzione che possa essere per noi accettabile e condivisibile e quindi, in questo caso, prenderemo parte al Tavolo, ma in maniera abbastanza passiva.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lupi.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Un breve intervento per esprimere il voto positivo sia sul provvedimento nel suo complesso sia sull'ordine del giorno presentato.
Le motivazioni di questo voto positivo non possono che ricollegarsi a quello che la Presidenza, ad inizio del dibattito, ha espresso come le motivazioni portanti di questa decisione. Una decisione che è un ulteriore passo di un cammino che parte da molto lontano e che molti Consiglieri hanno inteso ribadire. La riduzione dei costi del funzionamento del sistema democratico parte già nel 2006, con una riduzione del 10% dell'indennità certo, una riduzione imposta a livello centrale, ma che fu il primo passaggio verso una nuova determinazione dei compensi dei Consiglieri regionali.
C'è poi stato un prosieguo di questa tendenza, perché ad inizio legislatura, anche sotto la sollecitazione del Presidente Cota che andò a diminuire l'indennità degli Assessori della sua Giunta, questo Consiglio regionale ha votato all'unanimità un'ulteriore riduzione del 10% del compenso dei Consiglieri regionali. Un'ulteriore riduzione del 3% è stato poi determinata - questo sì, ancora una volta, da una decisione romana dall'adeguamento e dal legame della retribuzione dei Consiglieri regionali con quella dei Parlamentari. Quindi noi abbiamo comunque una riduzione di circa il 25% delle indennità negli ultimi anni, che sicuramente non è poco probabilmente non è ancora sufficiente, ma dà comunque il segnale di una volontà e di un decremento tendenziale.
Ci sono inoltre stati altri provvedimenti; per esempio, il dimezzamento dell'indennità di fine rapporto che ha portato un'ulteriore riduzione dei costi; è stata introdotta la firma obbligatoria, che indirettamente determina un'ulteriore riduzione dei costi.
Un altro motivo per cui voto positivamente rispetto a questo provvedimento legislativo è che dimostra come l'idea del Tavolo di concertazione sia stata un'idea felice e positiva. Molti, all'inizio dell'istituzione del Tavolo di concertazione, avevano espresso i loro dubbi, affermando che detto Tavolo di concertazione non sarebbe stato altro che una palude, che non avrebbe mai portato frutti concreti. In realtà, il Presidente Cattaneo ha dimostrato di non essere solo un cunctator (con tutto il rispetto di Quinto Fabio Massimo), ma anche una persona capace di apportare un valore decisionista che, in tempi estremamente rapidi, ha portato a compimento decisioni importanti.
Tutto questo è l'aspetto positivo della situazione. Voglio per ricollegarmi a quanti tra i colleghi hanno fatto alcune considerazioni sul clima complessivo in cui questo processo va a inserirsi, nel senso che senza voler fare ipotesi fumose e generiche di congiure dei poteri economici forti, è certo che alcune espressioni comunicative di questi ultimi tempi sono segnali preoccupanti.
Quando in un articolo di giornale che riguarda la giusta e opportuna indagine della Guardia di Finanzia si inserisce la foto di una presenza in discoteca e non si fa alcuna allusione ai motivi per cui quella foto (tra l'altro, limpidamente postata su Facebook tre anni fa, quindi senza nascondere niente) viene posizionata a fianco, vicino, accanto alla giusta indagine della Guardia di Finanza, è chiaro che è facile presumere una volontà in qualche modo strana, una volontà che, senza fare allusioni dirette, vuole mandare un messaggio subliminale in cui si afferma: ecco la classe politica che utilizza e spreca i fondi pubblici per la festa in discoteca. Naturalmente non si dice niente, ma il messaggio che si vuol far passare in maniera deontologicamente scorretta è sicuramente questo.
E allora questi messaggi, queste operazioni mediatiche ci devono far riflettere e pensare ai pericoli che determinate operazioni mediatiche portano all'intero sistema democratico.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, passiamo alla votazione sull'ordine del giorno n. 882, di cui è primo firmatario il Presidente del Consiglio regionale, insieme all'Ufficio di Presidenza e alcuni componenti del Tavolo di concertazione, tra cui molti signori Capigruppo. Ripeto che, oltre al sottoscritto, sono firmatari i Consiglieri Leardi, Placido, Boniperti, Negro, Novero, Artesio, Reschigna, Cerutti Stara, Pedrale, Carossa, Dell'Utri, Burzi, Ponso e Cursio.
L'ordine del giorno, com'è noto, è stato modificato.
Sono state tolte le parole "si impegna" e resta quindi "il Consiglio regionale".
Al posto delle parole "ad approvare" è stato inserito "dato atto che nella giornata odierna è stata approvata" (anche se un po' al buio, perch ovviamente la votazione sarà dopo l'ordine del giorno; però, dalle dichiarazioni che ci sono state, mi sentirei di dire che si possa dare per scontata l'approvazione della proposta di legge n. 295).
Dopo "si impegna a verificare entro la giornata di lunedì 8 ottobre le ricadute regionali" è stato aggiunto "e di procedere all'approvazione del dispositivo conseguente entro 15 giorni da tale data" (cioè sostanzialmente come lo abbiamo letto ed è agli atti in apertura di seduta).
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 882, il cui testo recita: "Considerato che il Consiglio regionale e la Giunta regionale hanno da tempo intrapreso una politica di riduzione dei propri costi di funzionamento preso atto che in sede di Tavolo di concertazione, organismo istituito con decisione unanime del Consiglio regionale come luogo di approfondimento e confronto politico delle diverse tematiche correlate al contenimento dei costi della politica, sono stati condivisi gli argomenti oggetto della proposta di legge n. 295 oggi all'esame dell'Aula consiliare Considerato inoltre che tale proposta di legge costituisce esclusivamente il primo elemento di un'ulteriore serie di misure da adottare in materia di razionalizzazione dei costi di funzionamento delle istituzioni appreso che nella giornata di giovedì p.v. il Consiglio dei Ministri adotterà con proprio decreto ulteriori parametri di riduzione delle spese regionali per il finanziamento dei costi della politica condivisa l'opportunità di analizzare nella sede del Tavolo di concertazione le ricadute applicative del decreto legge al fine di proseguire la condivisione delle misure da adottare per la conseguente applicazione del provvedimento nazionale il Consiglio regionale dato che nella giornata odierna è stata approvata la proposta di legge n.
295 contenente l'esplicitazione dei temi condivisi in sede di Tavolo di concertazione, ossia la riduzione del numero di viaggi rimborsabili effettuati dai Consiglieri, l'eliminazione del rimborso spese a fronte della certificazione della partecipazione alle riunioni convocate da soggetti esterni e l'introduzione di meccanismi di attestazione di regolarità e pubblicazione delle note riepilogative sull'utilizzo dei fondi percepiti che i Gruppi consiliari presentano all'Ufficio di Presidenza s'impegna a verificare entro la giornata di lunedì 8 ottobre le ricadute regionali del decreto legge citato in premessa attraverso la condivisione, in sede di Tavolo di concertazione, delle conseguenti misure da adottare a livello normativo regionale e di procedere all'approvazione del dispositivo conseguente entro 15 giorni da tale data a condividere le modalità di approvazione della proposta di legge n. 164 in base alla quale, in attuazione delle previsioni di cui all'articolo 14 del decreto legge 138/2011, viene approvata la modifica statutaria di riduzione dei Consiglieri regionali da sessanta a cinquanta, cui va aggiunto il Presidente della Giunta regionale nonché di riduzione ad undici del numero degli Assessori componenti la Giunta regionale".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 Consiglieri hanno votato SÌ 52 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

Esame proposta di deliberazione n. 225, inerente a "Modifica alla deliberazione del Consiglio regionale n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 'Attuazione articolo 3 della legge regionale 16 marzo 1994, n. 14. Rimborso spese ai Consiglieri regionali. Sostituzione della deliberazione del Consiglio regionale n. 820-8297 del 21 giugno 1994', come modificata dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 102-20255 del 18 maggio 2011"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 225, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sostanzialmente, la proposta di deliberazione n. 225 è la proposta di attuazione della legge che abbiamo appena approvato. È a vostre mani ed è stata anche illustrata, se non ricordo male, al Tavolo di concertazione.
Sono stati presentati due emendamenti dai Consiglieri Bono e Biolé.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: delibera di sostituire integralmente la deliberazione n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 con il seguente testo: "Sono considerati organismi ed attività istituzionali, ai sensi dell'art. 3 della l.r. 14/1994: i seguenti organismi regionali previsti dallo Statuto e dal Regolamento consiliare: il Consiglio regionale l'Ufficio di Presidenza del Consiglio la Giunta regionale le Commissioni permanenti e speciali (artt. 30 e 31 dello Statuto) e i relativi gruppi di lavoro formalmente costituiti ai sensi dell'art. 27 comma 7 del Regolamento consiliare riunioni alle quali i Consiglieri regionali siano formalmente convocati da soggetti esterni in relazione agli incarichi istituzionali loro affidati quali componenti della Giunta regionale o della Presidenza del Consiglio la certificazione della presenza alle sedute degli organismi di cui sopra è effettuata: per gli organismi, di cui alla lettera a), nel caso si tratti di organismi operanti presso il Consiglio regionale, a cura delle segreterie dei vari organismi entro dieci giorni dalla fine di ogni mese per le riunioni svoltesi nel mese stesso; nel caso in cui operino presso la Giunta regionale, a cura della Segreteria di Giunta che trasmette i dati riepilogativi al Consiglio regionale nei termini di cui sopra per le riunioni di cui alla lettere b) a cura dei singoli Consiglieri entro il termine precedente e con le modalità di cui all'allegato 'A'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La proposta di deliberazione, ovviamente, è una sintesi raggiunta all'interno del Tavolo, che tenderebbe ad eliminare l'attuale lettera f) riguardante, appunto, le autodichiarazioni per Consiglieri convocati in sedute esterne, quindi le cosiddette autodichiarazioni oggetto del dibattito di questi giorni.
Noi abbiamo pensato di proporre due emendamenti per asciugare un po' la pratica dei gettoni di presenza, visto che è stato discusso anche oggi nella prima Conferenza dei Capigruppo - non so se altri collegi hanno presentato o meno altri emendamenti - e comunque la pratica dell'autodichiarazione per i Consiglieri dell'Ufficio di Presidenza e per i componenti della Giunta.
In questo caso, abbiamo ritenuto di lasciare solo le riunioni di Giunta, le riunioni di Ufficio di Presidenza del Consiglio e le riunioni di Commissione e del Consiglio regionale, a meno che la Giunta stessa nella persona del Presidente della Giunta o la Presidenza del Consiglio deleghi un membro dell'Ufficio di Presidenza o un membro della Giunta stessa.
Questa ci sembra una riduzione possibile ulteriore. Poi, ovviamente dovrebbe essere contemperata con la richiesta che abbiamo avanzato di eliminare il gettone di presenza, quindi, in questo caso, rimarrebbero i rimborsi chilometrici.
Non intendo sottrarre altro tempo all'Aula, pertanto abbiamo inteso presentare queste due proposte.
Per quanto riguarda la seconda, che illustro insieme, Presidente, per non impegnare altro tempo, intendo inserire anche la Commissione per il regolamento del Consiglio, per le nomine e la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: delibera di sostituire integralmente la deliberazione n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 con il seguente testo: "Sono considerati organismi ed attività istituzionali, ai sensi dell'art. 3 della l.r. 14/1994: i seguenti organismi regionali previsti dallo Statuto e dal Regolamento consiliare: il Consiglio regionale l'Ufficio di Presidenza del Consiglio la Giunta regionale le Commissioni permanenti e speciali (artt. 30 e 31 dello Statuto) e i relativi gruppi di lavoro formalmente costituiti ai sensi dell'art. 27 comma 7 del Regolamento consiliare la Commissione per il Regolamento del Consiglio la Commissione consultiva per le nomine la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti la Giunta delle Elezioni riunioni alle quali i Consiglieri regionali siano formalmente convocati da soggetti esterni in relazione agli incarichi istituzionali loro affidati quali componenti della Giunta regionale o della Presidenza del Consiglio la certificazione della presenza alle sedute degli organismi di cui sopra è effettuata: per gli organismi, di cui alla lettera a), nel caso si tratti di organismi operanti presso il Consiglio regionale, a cura delle segreterie dei vari organismi entro dieci giorni dalla fine di ogni mese per le riunioni svoltesi nel mese stesso; nel caso in cui operino presso la Giunta regionale, a cura della Segreteria di Giunta che trasmette i dati riepilogativi al Consiglio regionale nei termini di cui sopra per le riunioni di cui alla lettere b) a cura dei singoli Consiglieri entro il termine precedente e con le modalità di cui all'allegato 'A'".
Tale emendamento è stato testé illustrato.
Il numero legale è 30.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Vi prego di rimanere ognuno al proprio posto perché non abbiamo finito, la giornata è ancora lunga.
Non è una battuta, è una considerazione constatata.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 225, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il sistema di votazione si è bloccato, quindi dispongo la ripetizione della votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 225, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Volevo conoscere l'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Di fatti, in quel senso non abbiamo finito. Mi sono confrontato con la Giunta; purtroppo, nel frattempo l'Assessore Porchietto aveva degli impegni, ma può rimanere...



(Commenti dell'Assessore Porchietto)



PRESIDENTE

Benissimo, alle ore 16 può?



(Commenti dell'Assessore Porchietto)



PRESIDENTE

I nostri lavori sono aggiornati. Con ciò intendo dire che il Consiglio convocato per le ore 14.30 aprirà i propri lavori alle ore 16.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.00)



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