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Dettaglio seduta n.275 del 25/09/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 1284 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Preoccupazioni per il progetto di realizzazione di un nuovo elettrodotto in Valle Ossola"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1284, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione - ringrazio anticipatamente l'Assessore Giordano per la risposta che ci vorrà fornire - muove da una serie di richieste e di preoccupazioni del territorio - confluite, peraltro, in una petizione popolare che ha raccolto diverse centinaia di firme nell'area dell'Ossola per la realizzazione di un nuovo elettrodotto aereo (quindi non interrato) ad altissima tensione, da 380.000 Volt, che la società Terna S.p.a. intende realizzare, e che attraverserà i Comuni di Formazza, Premia Crodo, Montecrestese, Masera, Trontano, Beura e Pallanzeno, e lo spostamento di un secondo elettrodotto aereo ad altissima tensione da 220.000 Volt che attraverserà i Comuni di Crevoladossola, Domodossola Villadossola e Pallanzeno.
I piloni saranno alti dai 40 agli 80 metri e attraverseranno zone incontaminate e dall'ineguagliabile valore paesaggistico ed ambientale come i laghi Castel e del Kramer, il passo San Giacomo, l'Alpe Cravariola e l'Alpe Matogno, per scendere lungo la Valle Agarina e proseguire poi alle spalle di Pescia, in direzione di Trontano, Beura e Pallanzeno.
Giova ricordare che la Costituzione italiana è una delle più avanzate per quanto riguarda la difesa del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione, tant'è che già nel secondo dopoguerra fu inserita all'articolo 9 della Costituzione Italiana, nei principi fondamentali, e all'articolo 32, per quanto concerne la tutela e la salvaguardia della salute come diritto fondamentale dell'individuo.
Anche la Carta Costitutiva dell'Organizzazione Mondiale della Sanità all'articolo 1 definisce la salute non soltanto come assenza di malattia ma come stato di benessere psicofisico dell'individuo.
L'articolo 220 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie attribuisce all'Autorità comunale, ovvero al Sindaco, la vigilanza in materia di salubrità dell'ambiente e di salute, e il TAR e il Consiglio di Stato si sono più volte pronunciati sulla necessità di una pianificazione regionale e comunale ottimale in merito alla localizzazione degli impianti, in particolar modo di trasporto e distribuzione nazionale dell'energia, nonch di produzione, legittimando in diverse sedi i ricorsi dei cittadini e delle associazioni ambientaliste a tutela dei territori, contro la realizzazione non pianificata di questi sistemi di trasporto/produzione/distribuzione dell'energia.
A più riprese autorevoli medici e scienziati di tutto il mondo hanno riferito i rischi per la salute derivanti dall'esposizione cronica ai campi elettromagnetici (a Torino ne stiamo parlando a proposito dei ripetitori del colle della Maddalena e Superga: anche se di altro tipo, creano, anche in quel caso, campi elettromagnetici notevoli che possono mettere a serio rischio la salute delle persone che vivono intorno).
Nondimeno, emerge un problema paesaggistico e ambientale in una zona che dovrebbe essere fra quelle di maggior pregio, per quanto riguarda il turismo e la valorizzazione del paesaggio, che verrebbe fortemente deturpata.
Concludo ricordando che al momento non è previsto alcun vantaggio per le popolazioni locali; anzi, potrebbe addirittura portare ad un ulteriore impoverimento dell'area interessata.
Il comitato Mo.N.Te. ha promosso una petizione popolare per chiedere che le amministrazioni coinvolte adottino tutte le misure necessarie per informare celermente e dettagliatamente i cittadini e per valutare eventuali ipotesi alternative, tra cui l'interramento degli elettrodotti citati in partenza.
A tal fine, si interroga la Giunta per sapere come la Regione intenda intervenire per venire incontro innanzitutto alle richieste di informazione dei cittadini e per tutelare la salute, il paesaggio e l'ambiente che verrebbero fortemente deturpati. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente.
Provvedo a leggere la nota che mi è stata predisposta; nota che immediatamente metterò a disposizione del collega interrogante.
Prima alcune precisazioni in ordine alla genesi, alle motivazioni e allo stato di valutazione del progetto, cogliendo altresì l'occasione per chiarire alcuni aspetti tecnico-localizzativi legati agli elettrodotti in ambiente montano, che si spera possano essere utili.
L'intervento in oggetto, di cui all'istanza di autorizzazione trasmessa da Terna Rete Italia S.p.A. al Ministero per lo Sviluppo economico in data 07/09/2011, con avviso di avvio del procedimento di autorizzazione e di Valutazione d'Impatto Ambientale nazionale pubblicato dalla Società elettrica in data 08 maggio 2012 sui principali quotidiani nazionali rappresenta, al tempo stesso, adempimento rispetto agli impegni assunti da Terna con l'Amministrazione regionale in sede di stipula del protocollo d'intesa del 28 maggio 2009 in merito agli interventi di riequilibrio territoriale della Rete in Piemonte, sia attività prodromica alla realizzazione di un più complessivo intervento di sviluppo dell'interconnessione elettrica con la Svizzera, denominato "Interconnector Svizzera-Italia" individuato dalla Società elettrica d'intesa con il Ministero per lo Sviluppo economico, sulla base delle previsioni dell'art.
32 della Legge n. 99/2009.
Per quanto afferisce al primo aspetto, il progetto costituisce la risposta di Terna alla richiesta di delocalizzazione della rete in altissima tensione oggi gravante sui territori di fondovalle delle Valli Formazza e Antigorio tra il confine italo-svizzero e la stazione elettrica di Verampio in Comune di Crodo, la cui presenza è contraddistinta da numerose importanti criticità legate alle attuali interferenze della Rete a 220 kV con l'edificato e le popolazioni residenti, avanzata dalla Giunta regionale a partire dal primo parere espresso nel 2003 sul Piano di Sviluppo della Rete e successivamente accolta da Terna con la stipula del citato protocollo d'intesa. Sotto questo aspetto, l'intervento risponde nel contempo ad una logica di minimizzazione dei rischi per la salute delle popolazioni residenti, nonché di sviluppo economico delle vallate, mediante l'allontanamento degli elettrodotti dalle abitazioni, dai campi da sci dagli alberghi e dai campeggi, nonché dalle zone ad elevata fruizione turistica delle Valli Formazza e Antigorio.
Per quanto afferisce invece al secondo aspetto, si ha modo di ritenere che la Società elettrica stia per presentare un progetto che, modificando (da 220 a 380 kV) la tensione di esercizio della sola linea d'interconnessione oggi esistente, e prolungandone la destinazione dalla stazione di Verampio (Crodo) alla stazione di Pallanzeno e, quindi, a quella di Baggio (Milano), risponderebbe alle esigenze di incremento della competitività del prezzo dell'energia elettrica per il sistema produttivo italiano, mediante il potenziamento a 380 kV dell'attuale interconnessione elettrica con la Svizzera.
Ritornando, quindi, al solo progetto ad oggi noto di "Riassetto della Rete in altissima tensione nella Val Formazza", si precisa che nell'ambito della procedura di VIA nazionale avviata dal Ministero per l'Ambiente, il competente Settore regionale Sviluppo Energetico Sostenibile ha avviato in data 11 maggio 2012 il procedimento finalizzato ad esprimere il parere regionale, ai sensi dell'art. 18 della l.r. n. 40/1998. Nell'ambito dei lavori istruttori, il Settore citato ha convocato e svolto una prima Conferenza dei Servizi in data 5 giugno 2012 a seguito della quale, avendo ravvisato di concerto con le Direzioni regionali coinvolte la necessità di richiedere integrazioni progettuali, ha trasmesso con nota n. 3933 del 29 giugno 2012 motivata istanza al Ministero per l'Ambiente e alla Commissione tecnica nazionale per la Valutazione Ambientale.
Le integrazioni progettuali richieste rispondono nella sostanza all'esigenza di poter prendere in esame ulteriori alternative localizzative delle linee in progetto, unitamente all'approfondimento di numerosi aspetti correlati alla tutela paesaggistica e ambientale delle zone interferite ferma restando la necessità di una delocalizzazione delle linee rispetto ai tracciati esistenti, ai fini di una più compiuta valutazione ambientale dell'opera.
Da allora, al di là di qualche contatto informale con la Commissione nazionale di VIA al fine di ottenere ragguagli circa la volontà del Ministero per l'Ambiente in ordine alla richiesta regionale di integrazioni progettuali, non vi sono stati aggiornamenti e comunicazioni formali circa lo sviluppo della procedura nazionale.
Ciò premesso, si ritiene utile e doveroso anticipare a titolo di rassicurazione che, contrariamente a quanto riportato nel testo dell'interrogazione, il progetto presentato dalla Società elettrica, pur in fase istruttoria, non presenta (nel tratto noto tra il confine di Stato e la stazione di Verampio) alcuna problematica in ordine alla tutela della salute pubblica, e anzi costituisce per numerosi versi un intervento di risanamento ambientale ambientale della situazione esistente per rapporto a numerosi ricettori sensibili situati nei Comuni di Formazza, Premia e Crodo.
Inoltre, si precisa che il progetto in fase di valutazione, prevedendo l'allontanamento delle linee dal fondovalle, risulta essere oltremodo migliorativo della situazione esistente anche sotto il profilo della rivalutazione degli immobili dei cittadini e della riconsegna agli stessi di luoghi di lavoro e socializzazione.
Il fatto, poi, che si imputi all'opera di rispondere a logiche di mercato dell'energia, senza assicurare un immediato beneficio per la popolazione in termini di riduzione del prezzo della bolletta elettrica non può essere assunto quale prova dell'inutilità dell'intervento, essendo propria degli interventi di sviluppo e razionalizzazione della Rete di Trasmissione Nazionale la caratteristica di apportare benefici alla funzionalità, qualità e sicurezza del servizio elettrico nel suo complesso.
Si ritiene, viceversa, che i benefici apportati alle vallate siano piuttosto da individuarsi nella creazione dei presupposti per un miglioramento dello stato dei luoghi, una volta liberati dall'ingombrante e pericolosa presenza delle infrastrutture elettriche di trasmissione.
Mi riservo - collega - se dovesse ravvisare delle incongruenze nella nota preparata dagli Uffici, di essere più preciso e puntuale, a seguito di ulteriore sollecitazione.


Argomento: Nomine - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 1286 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Nomina dell'attuale Vicepresidente della Società 5T Srl"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1286, del Consigliere Gariglio.
Risponderà l'Assessore Maccanti.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Come si legge nell'interrogazione, chiediamo sulla base di quali motivazioni sia stata accertata la legittimità della nomina del Vicepresidente della Società 5T.
La Giunta regionale, cioè, con propria delibera, nomina e designa, per la carica di Vicepresidente della Società 5T, un collaboratore di staff di un Assessore - e fin qui nulla di male - che, però, non ha presentato il curriculum come, invece, hanno fatto tutte le persone che hanno concorso al bando della Giunta regionale; noi abbiamo rilevato sull'esperienza tecnico funzionale, che in questo caso pare non ci sia.
La delibera in questione identifica la persona quale dipendente regionale in forza all'Assessorato ai trasporti, ma crediamo sia una dizione non corretta, in quanto si parla di una persona con contratto a tempo determinato di diritto privato.
Riteniamo che la persona in questione dovrebbe passare attraverso l'iter di presentazione dei curriculum, come hanno fatto tutti gli altri soggetti che hanno partecipato.
Inoltre, da una disamina dei curriculum si vede che la società civile ha presentato curriculum assolutamente significativi: persone con laurea 110 e lode, premi e menzioni, business manager giovanissimi di società di consulenza, consulenti aziendali, amministratori delegati di aziende che certificano l'incremento del personale e i risultati ottenuti dalle loro aziende, piuttosto che partner di gruppi industriali del settore ICT che hanno presentato loro candidature.
L'Assessore ai trasporti ha riferito che è tutto regolare, motivando la scelta sulla base di un parere rilasciato dal Settore Affari Legali della Giunta regionale, e che, pertanto, la procedura è corretta.
Noi chiediamo di sapere su quali basi e motivazioni è stata accertata la legittimità della nomina del Vicepresidente di detta società, atteso che i pareri che abbiamo acquisito (sono a mie mani), in realtà sono pareri che non danno alcun parere (scusate il bisticcio) e sono rilasciati ex post cioè sono rilasciati dopo la data della delibera di nomina.
Non mi pare si possa invocare un parere ex ante, sulla cui base si sia potuto accertare la legittimità della delibera in oggetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il Vicepresidente della Società 5T, nominato con DGR 8-3963 del 5/6/2012, è persona assegnata agli Uffici di Comunicazione con contratto di lavoro a tempo determinato di diritto privato ed è tenuta all'osservanza degli obblighi e dei doveri cui sono assoggettati i dipendenti regionali a tempo indeterminato, in ragione del loro rapporto di dipendenza con la Regione e della natura subordinata del loro rapporto lavorativo con una Pubblica Amministrazione.
A ciò si aggiunga che gli Uffici di Comunicazione in cui è inserito tale personale sono strutture organizzative che costituiscono articolazione del complessivo assetto organico regionale.
Ancora, il contratto di lavoro sottoscritto prevede espressamente la possibilità di autorizzare la persona in questione allo svolgimento di incarichi esterni, previa istruttoria ai sensi della legge regionale sull'incompatibilità (L.R. 10/1989).
Alla luce di tali considerazioni, il Vicepresidente di 5T non pu essere definito "personale esterno" ma, nella sua qualità di lavoratore subordinato, è inserito nell'organizzazione regionale, nel caso specifico nell'Assessorato ai trasporti. Pertanto, questa persona è parificata sostanzialmente, ad un dipendente regionale.
Con questa nomina, quindi con la nomina di un dipendente regionale (di questo stiamo parlando, perché la persona in questione è parificata ad un dipendente regionale), la Giunta regionale - come ha fatto, peraltro, in altre occasioni che non hanno suscitato question time o particolare interesse giornalistico (per esempio all'interno di SACE, l'aeroporto di Biella, ma anche all'interno dell'Interporto di Rivalta Scrivia) - ha inteso rafforzare il potere di controllo della Regione Piemonte nelle società partecipate, visti anche il delicatissimo momento e la necessità di razionalizzare e verificare l'efficienza, ma anche la funzionalità delle società partecipate rispetto alla mission e alla strategia dei singoli Assessorati.
In questo senso, una persona che lavora all'interno dello staff dell'Assessorato ai trasporti è garanzia di controllo rispetto all'efficienza e all'efficacia, ma anche rispetto alla funzionalità, in rapporto alla mission che l'Assessorato ai trasporti ha nei confronti di 5T.
Aggiungo, peraltro, che la Giunta regionale ha inavvertitamente anticipato quanto contenuto nel decreto sulla spending review (inavvertitamente, nel senso che non lo immaginavamo, ma, in qualche modo abbiamo anticipato quanto previsto da tale decreto) che - come è noto - ai commi 4 e 5 dell'articolo 4 dispone che i Consigli di Amministrazione delle società controllate direttamente o indirettamente dalle Pubbliche Amministrazioni e dalle altre società a totale partecipazione pubblica diretta e indiretta devono essere composti da non più di tre membri, di cui due dipendenti dell'Amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e di vigilanza.
Immagino che la ratio di questa normativa riguardi non soltanto la spesa - Consigliere Gariglio - ma soprattutto la possibilità, per l'Amministrazione controllante, di incidere direttamente rispetto alla propria strategia e all'efficienza della società.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1283 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "De Tomaso, quali provvedimenti dopo l'incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di salvaguardare l'occupazione dei dipendenti"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1283, del Consigliere Buquicchio.
Risponderà l'Assessore Maccanti.
La parola al Consigliere Buquicchio, che ha tre minuti per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Speravo, su quest'argomento, di ricevere una risposta dall'Assessore interessato, ma so che mi sarà data domani, nell'ambito delle comunicazioni della Giunta sulla crisi occupazionale.
Pertanto, non mi dilungo e vi risparmio l'illustrazione dell'interrogazione.
Ascolto con interesse l'interlocuzione dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Scuso l'assenza dell'Assessore Porchietto che, per la verità, è uno degli Assessori più presenti al question time. Oggi non può essere presente, ma certamente domani non si sottrarrà al Consiglio regionale straordinario su FIAT e sull'indotto, quindi in questo senso potrà interloquire.
Leggo quindi la nota predisposta, tra l'altro di suo pugno, di cui le farò avere copia.
Il tavolo ministeriale del 13 settembre scorso è stato utile per ribadire l'impegno delle Regioni Piemonte e Toscana e del Ministero dello Sviluppo Economico, per supportare qualsiasi iniziativa imprenditoriale credibile che voglia investire nel nostro territorio, garantendo i dipendenti dell'azienda di Grugliasco e di Livorno.
Peraltro, le Istituzioni sono comprensibilmente molto caute nelle dichiarazioni perché, da un lato, si stanno tutelando per essere sicuri di interloquire con imprenditori credibili; dall'altro, per non alimentare false speranze nei lavoratori. Inoltre, abbiamo sempre sottolineato come sarà difficile, se non improbabile, garantire tutti i posti di lavoro legati a tale vicenda.
Così com'è apparso sui media, è vero che esistono delle interlocuzioni con soggetti verificati e attendibili che hanno mostrato interesse ad insediare delle loro attività in Piemonte, ma non a rilevare De Tomaso.
Questi soggetti non sono però solo case automobilistiche, ma anche operatori legati al comparto.
In tal senso, le Istituzioni stanno operando a 360° per definire un dossier completo, indicando le misure destinabili a nuovi insediamenti produttivi e dando massima disponibilità per accompagnare le nuove realtà all'insediamento sul nostro territorio.
A fine ottobre-inizio novembre - annuncia l'Assessore Porchietto avremo un riscontro oggettivo da almeno uno di questi soggetti e sapremo se questi interessamenti troveranno una fattiva concretizzazione.
Certamente ad oggi possiamo solo dire che tutte le Istituzioni Ministero compreso, hanno messo a disposizione ogni canale al fine di lavorare a tutela dei lavoratori ex De Tomaso e del mantenimento degli insediamenti sul Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1285 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Situazione Asa Castellamonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1285 presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sottoponiamo all'attenzione del Consiglio regionale, e alla precisazione delle risposte della Giunta, una questione che ha ricevuto sicuramente in modo tardivo, particolare attenzione pubblica, nel momento in cui lavoratori, coinvolti nella tutela occupazionale e nella preoccupazione delle prospettive di sviluppo del Consorzio Canavesano Ambiente, hanno, in modo vistoso e doloroso, sottoposto all'attenzione pubblica quanto stava accadendo all'interno di quella attività produttiva.
La situazione è ben riassunta nel testo della nostra interrogazione: si tratta, cioè, della preoccupazione insorta a seguito del commissariamento relativamente alla ricerca, con la messa in gara, di nuovi partner che intervenissero nella gestione economica ed imprenditoriale; ricerca che purtroppo, nella prima battuta si è rivelata infruttuosa, e nella seconda ha visto la presentazione di offerte imperfette, dal punto di vista del corredo del quadro aziendale e dell'investimento economico.
La situazione si manifestava in modo assolutamente preoccupante, in particolare per quello che riguarda la tutela dell'occupazione. Avendo segnalato anche personalmente, oltre che attraverso le segnalazioni (che sicuramente saranno giunte dalle organizzazioni sindacali e altrettanto sicuramente saranno giunte dagli Amministratori della Provincia e dagli Amministratori comunali dell'ambito interessato), abbiamo appreso contestualmente al deposito di quest'interrogazione, che sarebbe possibile procedere, attraverso una determinazione del Tribunale, ad un perfezionamento delle trattative con coloro che hanno presentato offerta ai fini di verificare se la candidatura per l'individuazione di un nuovo partneriato di carattere privato possa andare a buon fine, e quindi consentire, non solo la prosecuzione dell'attività, ma anche la salvaguardia del lavoro.
In questa condizione la questione quindi ci sembra, in base alle notizie che abbiamo informalmente acquisito, attuale. Desidereremmo rassicurazioni in merito a questa procedura, ma sottolineiamo anche come le questioni inerenti alle politiche relative al raccoglimento e allo smaltimento dei rifiuti siano questioni di grande sensibilità, non soltanto dal punto di vista ambientale e della tutela ambientale, ma anche dal punto di vista dell'economia complessiva e di come un buon governo, dal punto di vista della regia pubblica, particolarmente fondata sulle forme legislative che si sono compiute, sia necessario per non incappare costantemente in situazioni di emergenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Anche nel rispondere a questo question time giustifico l'assenza dell'Assessore Porchietto, che però ha predisposto questa risposta di suo pugno, e che si sta spendendo molto per la risoluzione della vicenda legata ad Asa.
In particolare, proprio venerdì 21 settembre l'Assessorato ha indetto un tavolo di crisi per discutere il futuro dell'ex Consorzio. In questa occasione, alla presenza della Provincia di Torino, delle parti sociali e della rappresentanza del Consorzio, sono stati avanzati alcuni impegni che la Regione Piemonte poteva assumere per sostenere eventuali acquirenti interessati a rilevare il ramo rifiuti di Asa.
In particolare, eserciteremo e offriremo, insieme con la Provincia di Torino: un serrato controllo sui tempi della procedura per l'emissione del nuovo bando (il Tribunale infatti ha previsto una proroga di soli 42 giorni e quindi i tempi sono stretti per la definizione delle procedure); una funzione di raccordo tra territorio, Ministero dello Sviluppo Economico e il Commissario, per monitorare i tempi e gli sviluppi che porteranno al nuovo bando e la disponibilità a mettere in campo misure per sostenere i soggetti interessati all'acquisizione di Asa; un 'impegno a calendarizzare una serie di incontri per monitorare, insieme alla procedura, anche i passaggi (il primo tavolo è stato convocato per venerdì prossimo) da qui al 5 novembre; ed infine è stata ribadita la disponibilità di Finpiemonte come era già stato fatto nel mese di giugno, ad incontrare i cinque possibili acquirenti di Asa, per informarli sulle misure che la Regione pu mettere a disposizione (in particolare misure per l'acquisizione di aziende in crisi e l'accesso ai fondi di garanzia).
Il Consorzio in queste ore metterà in contatto Finpiemonte con i soggetti interessati, in modo che possano avviarsi i colloqui.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1288 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Carta di Credito per la Cultura"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1288 presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Felice di avere la riposta dall'Assessore Quaglia, anche se mi spiace non avere l'Assessore di riferimento.
Vorremmo capire lo stato dell'arte rispetto a questa Carta di Credito dedicata alla cultura, che ha avuto un'ampia risonanza sugli organi di stampa, dove spesso è stata immaginata come la risoluzione di tutti i problemi che oggi toccano un settore comunque strategico per la nostra Regione.
Ci sono notizie che invece ci dicono che questa Carta di Credito è stato un assoluto flop, perché in realtà non ha prodotto il risultato che ci si attendeva, rispetto alle risorse che possono essere messe in campo, e quindi recuperate attraverso il progetto, che possono poi essere riversate sul settore di riferimento.
Volevamo comprendere lo stato dell'arte e non avere solo notizie giornalistiche, ma magari aggiornamenti fondati e precisi, in riferimento a questo progetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Anticipando quello che l'Assessore Coppola mette in chiusura della risposta, ribadisco la piena disponibilità ad approfondire nel dettaglio in seduta di Commissione cultura, tutti gli aspetti che nella risposta non sono esaustivi, rispetto alla Carta di Credito.
La Carta di Credito per la Cultura è uno strumento che ha come obiettivo quello di generare nuove risorse per il comparto cultura attraverso un sistema innovativo, grazie al quale tutti i cittadini titolari della carta, possono contribuire. Ogni euro ricavato dal progetto della Carta di Credito è quindi un euro guadagnato per la cultura. Ad oggi il saldo dei primi mesi di attività del progetto della Carta di Credito per la Cultura è già in attivo, come gli elementi di risposta - che le vado a leggere - sottolineano.
1) Tempistiche di realizzazione: in data 5 giugno è stato firmato il contratto con Cartasì per l'estensione a tutti gli enti a partecipazione pubblica interessati. La Regione ha chiesto ha Cartasì di sottoscrivere la convenzione con i seguenti enti: Consiglio regionale del Piemonte, Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino, tutte le ASL, CSI, Finpiemonte Fondazione Teatro Regio di Torino, Fondazione Teatro Stabile di Torino Museo Nazionale del Cinema, Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
A partire dal 7 agosto 2012, la Regione ha altresì chiesto l'estensione ad altre realtà, tra cui: Comune di Vercelli, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Consorzio La Venaria Reale, Associazione Torino Città Capitale Europea, Fondazione Torino Musei, ATL.
In data 23 luglio 2012, la Giunta ha approvato con delibera l'elenco delle istituzioni culturali a cui destinare il 3 per mille delle transazioni effettuate (on line sul sito www.piemonteitalia.eu).
La Regione, attraverso Finpiemonte, sta predisponendo gli atti per l'estensione ai privati e l'emissione della carta di credito prepagata.
2) I costi sostenuti per la realizzazione e registrazione del marchio depositato sono di circa 6.000 euro e non di 100.000 euro come erroneamente riportato nell'interrogazione.
3) Per quanto riguarda le entrate, va evidenziato che questa iniziativa oltre ai benefici derivanti dalla comunicazione - anche a pubblici nuovi dell'offerta culturale piemontese, prevede sin dal principio vantaggi e ricavi economici per il bilancio dell'Assessorato alla cultura.
In coerenza con quanto previsto dal contratto con Cartasì, oltre alle royalties che derivano dall'utilizzo delle carte da parte dei titolari pari al 3 per mille di ogni transazione - la Regione Piemonte, in data 31/08/2012, ha già emesso la prima fattura di oltre 90.000 euro (iva compresa) a Cartasì, così articolata: 75.000 euro da destinare al fondo generico; 203 euro rimborso spese deposito marchio; 43 euro rimborso diritti di segreteria.
Infatti, il contratto prevede che Cartasì versi 50.000 euro alla sottoscrizione e 25.000 euro per ogni anno di durata del contratto, da destinare al fondo generico per la cultura.
Si esprime la piena disponibilità ad approfondire nel dettaglio in sede di Commissione Cultura tutti gli aspetti positivi attinenti al Progetto Carta di Credito per la Cultura.
Ribadisco la disponibilità dell'Assessore Coppola a dare eventualmente maggiori informazioni in sede di Commissione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1287 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Ipotesi di trasformazione della Struttura Complessa di Ortopedia dell'Ospedale Infantile Regina Margherita in Struttura Semplice"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a riposta immediata n. 1287 presentata dal Consigliere Boeti, che ha la parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questa potrebbe essere un'interrogazione modello da utilizzare in quasi tutti gli ospedali del Piemonte, perché l'attuale governo regionale non sta eliminando le strutture complesse amministrative così come l'Assessore Monferino peraltro aveva dichiarato, ma sta eliminando le strutture complesse di tipo sanitario.
Provo a spiegare cosa fa un responsabile di struttura complessa in un reparto di chirurgia, oltre all'organizzazione del lavoro: si occupa spesso di operare il caso il più complicato, riopera il paziente (e questo capita) che la prima volta è stato operato male, si assume cioè la responsabilità delle scelte, rispondendone in prima persona da un punto di vista legale e spesso anche la famiglia chiede conto del risultato sanitario del paziente operato in quel reparto.
Con questa operazione - che i giornali riprendono utilizzando le parole del Presidente Cota "eliminazione di 100 poltrone", ma le poltrone in genere sono quelle di tipo politico, non delle persone che lavorano in una struttura sanitaria e che si assumono delle responsabilità importanti - voi state deresponsabilizzando i medici, perché quanto prima, soprattutto nei reparti di chirurgia, nessuno si occuperà della grana e della questione più delicata, considerato anche che stiamo parlando di ortopedia, e gli ortopedici sono secondi solo ai ginecologi per quanto riguarda le richieste di danni conseguenti agli interventi realizzati.
Fatta questa premessa, potrei utilizzare questa stessa interrogazione per numerosi altri casi, ma questo mi pare che strida in maniera importante, perché si tratta dell'attuale facente funzioni (lo fa da 5 anni), il quale si assume la responsabilità di tutto quello che succede.
L'ortopedia pediatrica del Regina Margherita è l'unica in tutto il Piemonte attiva 24 ore su 24 ed è quella che riceve i pazienti degli ospedali periferici quando si presenta qualche caso complesso. Penso a Novara, per esempio, dove c'è una struttura complessa che è rimasta invariata con due medici più il responsabile della struttura, mentre viene colpita questa del Regina Margherita (era stato bandito il concorso, secondo me giustamente ma questo governo regionale ha ritenuto di annullarlo).
Allora, dato che io non so ancora se questo si è verificato o si verificherà, volevo sapere dall'Assessore se questa è l'intenzione. Ma ripeto - al di là del Regina Margherita e del fatto che, in qualche modo si taglia la testa alla struttura più qualificata del Piemonte rispetto alla traumatologia e all'ortopedia dei bambini, il ragionamento che state facendo è un ragionamento che deresponsabilizzerà tutte le categorie.
Prima o poi, chiederò all'Assessore Monferino perché ci sono i direttori della FIAT, perché ci sono gli amministratori delegati e perch si pensa che solo nel sistema sanitario non ci debbano essere coloro che ai vertici si assumono la responsabilità delle scelte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, premesso che in Piemonte i reparti di ortopedia infantile che forniscono la copertura h24 sono due, quello dell'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e quello dell'Ospedale Infantile Cesare Arrigo di Alessandria, si segnala quanto segue.
Le prestazioni in risposta al bisogno di salute della popolazione, in questo caso quelle ortopedico-traumatologiche infantili, non dipendono dal fatto che ad erogarli sia una struttura complessa o semplice, ma soltanto dalla disponibilità della specifica funzione.
Nelle more dell'applicazione del Piano Socio Sanitario Regionale e della riorganizzazione della rete ospedaliera, tutte le nomine di responsabile di struttura complessa sono state sospese.
La Regione sta elaborando le linee guida per la stesura degli atti aziendali per il riordino delle Aziende Sanitarie Regionali, sospendendo al contempo tutte le modifiche dell'attuale assetto organizzativo.
Pertanto, la Regione non ha, ad oggi, fornito alcuna formale indicazione in merito a specifiche trasformazioni di strutture complesse in strutture semplici, ivi compresa quella citata nell'oggetto dell'interrogazione.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1290 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1290, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione, in quanto in questo periodo abbiamo delle scadenze di carattere temporale. Già dei colleghi avevano in precedenza presentato interrogazioni simili e vorremmo ricordare che legge n. 9 del 17 febbraio 2012, di conversione del decreto legge n. 211 del 22 dicembre 2011 recante "Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri", fissa il termine per il completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari al 1° febbraio 2013.
La legge n. 9 dice che autorizza la spesa di 120 milioni di euro nel 2012 e 60 milioni di euro nel 2013 per la copertura degli oneri limitatamente alla realizzazione e riconversione delle strutture sanitarie extraospedaliere per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Dette risorse sono assegnate alle Regioni e Province autonome previa predisposizione, entro il 15 settembre 2012, dei programmi regionali finalizzati al superamento degli stessi.
Quindi, considerato che ricorrere alla creazione di nuove strutture fuori, all'interno o nelle vicinanze delle strutture penitenziarie significherebbe nuovamente confinare in un luogo altro la malattia mentale e svuotare di significato la presa in carico del Dipartimento di Salute Mentale, è evidente la necessità di utilizzare le risorse a cui facevo riferimento precedentemente. Sarebbe inopportuno procedere alla costruzione di una o più strutture, che un diffuso movimento di associazioni definisce i nuovi mini-OPG regionali, da situare fuori o addirittura all'interno o nelle immediate adiacenze delle strutture penitenziarie, in netto contrasto con i principi di inclusione e di territorialità che hanno ispirato la legge di riforma e con i diritti di persone considerate non imputabili occorrerebbe utilizzare le risorse previste dalla legge - che prima ho richiamato - procedendo all'adeguamento di strutture sanitarie già presenti sul territorio, rafforzando i Dipartimenti di Salute Mentale, in tal modo potenziando l'offerta di cura per tutti i cittadini e non solo per i provenienti dagli OPG, in coerenza con gli obiettivi di economicità e di razionalizzazione delle risorse espressi nel Piano Sanitario 2012-2015 Siamo a interrogare - avendo anche questa scadenza temporale - se si è proceduto alla definizione del programma regionale finalizzato al superamento degli OPG, verificando il numero, la distribuzione territoriale degli internati bisognosi di soluzioni di carattere residenziale, così come la disponibilità dei posti letto nelle Comunità Protette presenti sul territorio, sapendo che proprio questa settimana vi sarà la giornata di mobilitazione dedicata allo "stop degli OPG sul nostro territorio".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione n. 1290 si conferma che il monitoraggio delle persone internate in OPG è in atto, con il continuo contatto delle ASL di riferimento dei pazienti, che periodicamente riferiscono al Gruppo di lavoro regionale. A quest'ultimo partecipano rappresentanti del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, al fine di favorire i percorsi di dimissione.
Il numero dei posti residenziali disponibili nelle strutture comunitarie già esistenti nella Regione Piemonte sarebbe sufficiente all'inserimento dei pazienti attualmente internati, tuttavia le strutture esistenti non hanno i requisiti di custodia previsti dalla legge n. 9/2012.
necessario, al fine di potere accedere ai fondi per l'edilizia sanitaria ex articolo 20, presentare un progetto per la realizzazione di una o più strutture residenziali, secondo i criteri dello schema di decreto in corso di approvazione.
La Regione Piemonte intende dotarsi di strutture apposite, a norma di legge, da utilizzare all'interno di un percorso integrato con i Dipartimenti di Salute Mentale, i Dipartimenti delle Dipendenze e le altre Agenzie interessate delle Aziende Sanitarie Regionali, in modo da favorire il più possibile l'inserimento territoriale, in alternativa o successivamente alla permanenza nelle strutture comunitarie sostitutive dell'invio in OPG.
Le procedure ex articolo 20 impediscono un utilizzo di detti fondi diverso da quello di edilizia sanitaria. Il percorso regionale viene costantemente confrontato e rapportato negli appositi gruppi di lavoro interregionali previsti dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
In allegato alla presente risposta, che consegno alla firmataria, si riporta il programma regionale dettagliato inerente al processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1289 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Diagnosi precoce cistite interstiziale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1289, presentata dal Consigliere Ponso, che ha la parola per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, la cistite interstiziale è una malattia rara che colpisce prevalentemente le donne (il rapporto è 5 donne contro 1 uomo) ed è caratterizzata da un dolore acuto e continuo al basso ventre, che rende difficile, se non impossibile, condurre una vita normale alle persone che ne sono affette.
una malattia rara, poco conosciuta anche dai medici di famiglia e per assurdo, dagli specialisti. Spesso, proprio per quest'ignoranza di "base", tra virgolette, viene confusa con altri disturbi, per cui viene diagnosticata tardivamente, a volte anche 5-7 anni dopo che la patologia si è manifestata, quando ormai l'infiammazione ha raggiunto uno stadio molto avanzato. Chi ne viene colpito vede alterata gravemente la qualità della sua vita e non è raro che debba abbandonare il posto di lavoro.
Per i pazienti affetti da cistite interstiziale ai problemi di salute si aggiungono i disagi, perché chi non abita a Torino deve sottoporsi a frequenti trasferte nel capoluogo regionale, affinché gli possano venire praticate le instillazioni endovescicali necessarie per la terapia di questa patologia, senza contare gli altri costi previsti per le cure perché i farmaci di ultima generazione che hanno efficacia su questa malattia non sono riconosciuti dal sistema sanitario nazionale e sono costosi.
Egregio Assessore, considerato che in Piemonte manca un centro di riferimento per la cistite interstiziale, o almeno una rete multidisciplinare di specialisti sul modello di quella già esistente per l'incontinenza urinaria, con la presente interrogazione sono a chiederle se non ritenga opportuno dare vita anche nella nostra Regione ad una rete multidisciplinare di specialisti, sfruttando le diverse competenze già presenti nelle varie ASL, per consentire la diagnosi precoce e l'adeguato trattamento alle persone affette da cistite interstiziale, che, in mancanza di un intervento mirato e di cure adeguate, corrono il rischio di subire danneggiamenti irrimediabili alla vescica, con inevitabili conseguenze sulla salute e sulle loro condizioni di vita. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Struttura Complessa di Neuro-Urologia dell'Azienda Ospedaliera CTO Maria Adelaide si occupa da molti anni della cistite interstiziale ed avendo maturato una esperienza ed una competenza specifica in tale ambito rappresenta di fatto un punto di riferimento non soltanto a livello regionale, ma per tutto il territorio nazionale.
In accordo alle direttive regionali, la Struttura Complessa ha attivato una serie di iniziative volte alla costituzione di un Gruppo multispecialistico e multiprofessionale dedicato a tale complessa patologia.
Il Gruppo multidisciplinare di operatori esperti sulla cistite interstiziale, istituitosi all'inizio del 2012, è stato presentato ufficialmente il 29 febbraio 2012 in occasione dell'incontro in Regione dei Gruppi consortili. Il Gruppo multidisciplinare opera in sintonia con il Centro di Coordinamento delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d'Aosta e sta sottoponendo al Tavolo Tecnico-Specialistico la "Proposta di attivazione di Consorzio sul percorso diagnostico, terapeutico assistenziale dei pazienti affetti dalla sindrome in oggetto.
Obiettivo prioritario del Gruppo multidisciplinare, come dei Gruppi di lavoro consortile su altre patologie rare, è la definizione dei Percorsi Diagnostico-Terapeutici-Assistenziali, la loro diffusione ed implementazione in una rete interregionale che consenta una omogenea presa in carico delle persone affette da sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale, quindi procedere a questo percorso di cura.
Una possibile evoluzione delle attività consortili è la costituzione di Centri Esperti che realizzino, in concerto con le Aziende Sanitarie Regionali in cui risiede il paziente, un Piano Individuale della cura dello stesso, che vigilino sull'effettiva attuazione del Piano Individuale e che svolgano, in collaborazione con il Centro di Coordinamento della Rete Interregionale, un'attività di formazione volta alle figure professionali coinvolte nella presa in carico del paziente.
In coerenza con il percorso da espletare nella costituzione di un Centro Esperto in Piemonte e Valle d'Aosta (già sperimentato per la Sclerosi Laterale Amiotrofica e altre patologie rare), dopo la stesura del Percorso Diagnostico Teraputico Assistenziale (PDTA) da parte del Consorzio e la sua accettazione da parte del Tavolo Tecnico-Specialistico per le Malattie Rare del Piemonte e della Valle d'Aosta, anche sulla base dei dati di segnalazione del Registro Interregionale delle Malattie Rare, verrà valutata l'opportunità di istituire, in seno al Gruppo consortile eventuali Centri Esperti per la sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale.
La risposta è a mani del Consigliere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.26 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Montaruli, Motta Massimiliano, Pedrale, Sacchetto e Tiramani.



PRESIDENTE

Comunico che il numero legale è 28.


Argomento: Province - Comuni

Proseguimento disegno di legge n. 192 "Disposizioni organiche in materia di Enti locali"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 192 "Disposizioni organiche in materia di Enti locali".
Nella seduta antimeridiana di oggi sono stati votati gli articoli 2-3-4 5-6 e 7.
Pertanto riprendiamo dall'articolo 8.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 46) dei Consiglieri Gariglio, Taricco, Reschigna Lepri: Dopo il comma 9 dell'articolo 8 (Procedimento di individuazione degli ambiti territoriali ottimali) del disegno di legge n. 192 è aggiunto il seguente comma: "9bis. La riorganizzazione territoriale avrà effetto alla scadenza naturale del mandato delle amministrazioni in carica o comunque dal 1 gennaio 2015".
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.27 riprende alle ore 15.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Questa norma fa una riflessione molto semplice. Avendo le Comunità montane attualmente in funzione ancora mediamente un paio di anni dalla scadenza naturale del loro funzionamento ed avendo nella stragrande maggioranza dei casi i Comuni afferenti a queste Comunità montane già oggi la gestione associata per almeno tre delle funzioni, la proposta che si fa è di dare tempo al sistema di riorganizzarsi, e quindi lasciare per le Comunità montane che ritengono di volersene avvalere, la possibilità di andare ad attuare concretamente il superamento delle stesse a scadenza naturale. La ratio della norma è molto semplice.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi né in discussione generale né per dichiarazione di voto, la parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è contrario, ma vorrei motivarlo. È tecnicamente contrario, perché non tutti i Comuni danno oggi alla Comunità montana le deleghe per l'esercizio delle funzioni associate e i Comuni hanno due scadenze che sono particolarmente importanti; le tre funzioni entro il 31 dicembre di quest'anno e le altre sei entro il 31 dicembre dell'anno prossimo.
Quindi, è tecnicamente impossibile che quest'emendamento sia accolto quindi il parere della Giunta è assolutamente contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Ronzani, Muliere, Reschigna, Pentenero: dopo il comma 3 dell'articolo 9 (Supporto economico per la gestione associata) del disegno di legge n. 192 è inserito il seguente: "3 bis. La Regione, al fine di favorire l'esercizio associato di funzioni anche da parte dei Comuni non obbligati in base alla normativa statale, nelle misure di sostegno di cui al presente articolo, considera prioritariamente i progetti di unione o convenzione fra comuni superiori o inferiori a 5000 abitanti..".
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo che l'esercizio associato di funzioni da parte dei Comuni possa essere impostato dalla Regione e promosso anche con l'obiettivo di coinvolgere i Comuni non obbligati in base alla normativa statale, ossia i Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti o a 3 mila se in aree montane.
Questo per far sì che l'associazionismo si sviluppi attorno a Comuni di dimensioni maggiori e questo associazionismo possa fare conto sulle economie di scala di questi Comuni. Quindi, chiediamo che nelle misure di sostegno di cui al presente articolo, che saremo certi riusciranno a tradursi in cospicui finanziamenti, grazie alla determinazione ferma dell'Assessore, che ha fatto delle autonomie locali il proprio vessillo questi progetti possano avere un trattamento prioritario, al fine di ottenere le misure di sostegno che la Giunta con così tanta generosità ha promesso sul territorio piemontese.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento da parte di altri cofirmatari? Non essendoci richieste di intervento sulla discussione generale e per dichiarazione di voto, la parola all'Assessore Maccanti per il parere della Giunta La parola all'Assessore Maccanti per il parere della Giunta.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

La Giunta regionale esprime un convinto parere favorevole all'emendamento, primo firmatario il Consigliere Gariglio.
Si tratta di un emendamento che va nella direzione che tutti noi auspichiamo. Le aggregazioni, nel momento in cui si costituiscono tra Comuni di piccoli dimensioni e Comuni di dimensioni maggiori, probabilmente hanno maggiori possibilità di arrivare all'obiettivo finale, cioè l'erogazione dei servizi.
Il fatto che piccoli Comuni si appoggino a Comuni di più ampie dimensioni e possano utilizzare anche personale e risorse derivante dal fatto che ci sia un comune di maggiori dimensioni, direi che deve essere incentivato e va nella direzione che tutti noi auspichiamo. Esprimo quindi parere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: Il comma 3 dell'articolo 12 del disegno di legge. 192 è sostituito dal seguente: "3. Entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla notifica di cui al comma 2, i comuni recepiscono o rigettano la proposta di cui al comma 1, e trasmettono il relativo provvedimento contestualmente alla Regione ed al Presidente dell'assemblea dei Sindaci" La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Con quest'emendamento chiediamo che, entro 60 giorni dalla notifica di cui al comma 2, i Comuni interessati recepiscano o rigttino la proposta di trasformazione in Comunità Montana e trasmettano il relativo provvedimento alla Regione e al Presidente dell'Assemblea dei Sindaci.
Quest'emendamento sintetizza un lavoro che è stato fatto anche in Commissione e vuole far sì che la proposta di trasformazione della Comunità Montana e di eventuale adesione dei Comuni in Unione dei Comuni, sia fatto proprio anche dai Consigli dei Comuni partecipanti e non solo dai vertici degli esecutivi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 3 dell'articolo 12 dopo le parole "Entro il termine perentorio" le parole "trenta giorni" sono sostituite dalle seguenti "quindici giorni".
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
L'articolo 12 tratta il tema dell'Unione dei Comuni ed, in particolare indica come l'assemblea dei Sindaci, di ciascuna delle Comunità Montane possa chiedere alla Regione che l'ambito territoriale della Comunità Montana sia individuato come ambito di male gestione associata per la costituzione di una o più Unione di Comuni.
In proposito, il sottoscritto e il mio Gruppo consiliare, non abbiamo nulla da eccepire, salvo richiedere una riduzione dei tempi relativi al recepimento o rigetto della proposta da parte dei singoli Comuni.
Riteniamo, infatti, che 15 giorni siano più che sufficienti affinché i Comuni possano prendere una decisione. È da anni che si parla di semplificazione adesso è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti: questa è la proposta concreta di tale emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: Il comma 6 dell'articolo 12 del disegno di legge. 192 è sostituito dal seguente: "6. Se l'assenso si perfeziona per la maggioranza dei comuni dell'ambito territoriale della Comunità Montana l'ambito ottimale dell'unione o delle unioni di comuni coincide con l'ambito dei comuni aderenti fermo restando quanto previsto dall'articolo 8".
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: al comma 9 dell'articolo 12 del disegno di legge 192 le parole: "senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione" sono soppresse.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

L'emendamento n. 23, coerentemente con gli emendamenti che abbiamo fino ad ora presentato, è teso ad evitare il passaggio della liquidazione delle Comunità montane. Noi ci siamo resi conto, anche confrontandoci con la Giunta regionale e con i tecnici che hanno elaborato questo disegno, che in alcuni casi il passaggio della liquidazione può sembrare obbligato vista l'estinzione delle Comunità Montane. Noi abbiamo cercato di dettare delle norme, anche attraverso i nostri emendamenti, che consentano, per quanto possibile, di evitare il passaggio formale della liquidazione, laddove ci sia o il passaggio tout court da Comunità Montana a Unioni montane - nulla quaestio - o il passaggio da una realtà a due realtà che prendono tutto il territorio della Comunità Montana, con un accordo sul riparto dei beni.
Vorremmo, qui anche lo sforzo che invito a fare l'Assessore prima della votazione degli ulteriori articoli, cercare di individuare una normativa che evitasse, per quanto possibile, le Forche Caudine della liquidazione.
Ci rendiamo conto che questo implica l'assenso di tutti i Comuni, parte delle Comunità Montane attuali, ma vorremo evitare un passaggio che carica di adempimenti burocratici, di costi indotti, la Pubblica Amministrazione montana che viene disciplinata da queste norme.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi sulla discussione generale e per dichiarazione di voto, do la parola all'Assessore Maccanti per il parere della Giunta.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Due emendamenti, il n. 3 e il n. 21, si concentrano sulle tempistiche che i Comuni hanno di discussione della proposta che arriva dall'Assemblea dei Sindaci. Le procedure per il superamento delle Comunità Montane avvengono con una proposta che le Assemblee dei Sindaci formulano entrano 90 giorni dalla legge che poi, nel disegno di legge originale, i Comuni devono rigettare, accettare o controproporre, entro 30 giorni.
A tal proposito emergono due emendamenti contrastanti. L'emendamento dell'Italia dei Valori da 30 porta a 15 il tempo che avrebbero i Comuni per decidere: mi sembra poco. 15 giorni, anche nei piccoli Comuni, non sono sufficienti per avere il tempo di elaborare una controproposta.
La Giunta non ha particolari obiezioni rispetto al fatto che questo tempo passi da 30 a 60 giorni. Anzi, dilazioniamo un po' i tempi, li portiamo a 150 giorni. Sull'emendamento n. 21 ci sarebbe un orientamento tutto sommato favorevole.
Il parere rispetto all'emendamento n. 22 è assolutamente favorevole perché specifica meglio una fattispecie che noi abbiamo previsto, cioè che, se l'assenso si perfeziona per la maggior parte dei comuni dell'ambito territoriale, l'ambito dell'Unione o delle Unioni dei Comuni, quindi al testo della Giunta, c'è l'aggiunta "o delle unioni montane di Comuni coincide con l'ambito dei soli Comuni aderenti", quindi per quanto riguarda l'emendamento n. 22) il parere è favorevole. Tuttavia, è contrario riguardo all'emendamento n. 23), perché la Giunta non comprende la soppressione "senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione". Ci pareva migliorativo rispetto al testo, nel senso che se la Comunità montana si trasforma totalmente e cioè se tutti i Comuni sono d'accordo nel trasformarsi in unione montana non viene esperita alcuna procedura di liquidazione, ossia, l'unione montana succede a tutti i rapporti attivi e passivi.
Quindi, il parere contrario non vuole essere una chiusura, ma l'emendamento ci sembra peggiorativo rispetto al testo di legge che aveva accolto una richiesta, proprio in Commissione, di alcuni Consiglieri.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 21) il parere è favorevole; non ci sono problemi per la Giunta ad aumentare da 30 a 60 giorni il termine.
Riassumendo, il parere è contrario per gli emendamenti n. 3) e 23), ed è favorevole per il 21) ed il 22).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.44 riprende alle ore 15.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Cogliamo la specificazione dell'Assessore Maccanti.
Ritiriamo l'emendamento n. 23).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 23 è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Chiederei di sospendere i lavori, perché sull'articolo 13 è necessario fare un approfondimento tecnico; ne avevamo già parlato con la Giunta.



PRESIDENTE

I nostri lavori riprenderanno alle ore 16.05.
La seduta è sospesa.
(Alle ore 16.05, il Vicepresidente Boniperti comunica che la seduta riprenderà alle ore 16.15)



(Alle ore 16.15 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta riprenderà alle ore 16.25)



(La seduta riprende alle ore 16.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sono andato in sala A, dove stanno approfondendo il disegno di legge, e mi hanno detto che hanno necessità ancora di qualche minuto di lavoro.
Però, assolutamente i lavori riprenderanno alle ore 16.40 e ricordo che ci saranno votazioni abbastanza imminenti. Questa è l'ultima estensione di questa pausa.
Pertanto, ci aggiorniamo alle ore 16.40.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.25 riprende alle ore 16.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stiamo esaminando l'articolo 13, sul quale insistono gli emendamenti n.
24) e 56) entrambi del Consigliere Gariglio.
Poi, la Giunta regionale ha presentato, in seguito alla riunione che si è svolta in sala A, un emendamento, che è rubricato n. 58). Lo stesso emendamento fra meno di un minuto dovrebbe essere in linea. Comunque l'Assessore Maccanti si riserva di illustrarlo, successivamente al 24) e al 56).
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: L'articolo 13 (Funzioni delle forme associative montane) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: 'Art. 13 (Funzioni delle forme associative montane).
1. L'unione montana di comuni esercita, in qualità di agenzia di sviluppo le specifiche competenze di tutela e promozione della montagna attribuite in attuazione delle disposizioni di cui all' articolo 44, comma secondo della Costituzione e della normativa in favore dei territori montani.
2. Con il provvedimento di cui all'articolo 17 sono attribuite ai comuni facenti parte delle comunità montane preesistenti le funzioni relative alle politiche di sviluppo economico e del sistema di servizi, da esercitare obbligatoriamente nella forma associata dell'unione montana.
3. I Comuni facenti parte delle comunità montane preesistenti gestiscono nella forma associata dell'unione montana: a) le funzioni relative agli interventi speciali per la montagna b) le funzioni già attribuite alle comunità montane preesistenti 4. Le ulteriori funzioni attribuite ai comuni con il provvedimento di cui all'articolo 17 sono esercitate dai comuni in forma associata attraverso l'unione montana o la convenzione.
5. Lo statuto dell'unione montana prevede che della giunta faccia parte con funzione di Vicepresidente, un Consigliere delegato per le funzioni di tutela e di promozione della montagna'".
Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: "Il comma 2 dell'articolo 13 (Funzioni delle forme associative montane) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: '2. Con il provvedimento di cui all'articolo 17 sono attribuite ai comuni facenti parte delle comunità montane preesistenti le funzioni relative alle politiche di sviluppo economico e del sistema di servizi, da esercitare obbligatoriamente nella forma di unione dei Comuni o attraverso accordi tra Unioni, Convenzioni o Comuni oltre i 3000 abitanti uniti in una gestione corrispondente ai confini delle preesistenti Comunità montane o loro scomposizioni in aree omogenee, oltre ad ogni altra funzione che non richieda l'unitario esercizio a livello regionale o provinciale'".
La parola al Consigliere Gariglio, per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Li illustro entrambi.
Questi emendamenti hanno un'articolazione tecnica diversa dagli altri la finalità perseguita dal nostro Gruppo consiliare era quella di far sì che le funzioni di agenzia di sviluppo esercitati storicamente dalle Comunità montane della nostra regione non si perdessero nel Mare Magnum delle funzioni su cui i Comuni sono tenuti all'esercizio associato.
In questa legge abbiamo messo dei limiti demografici che i Comuni tenuti all'esercizio associato delle funzioni devono raggiungere. Tuttavia il nostro ragionamento, il nostro sforzo in Commissione, nei vari incontri avuti in Assessorato ed ancora oggi, è stato quello di convincere la Giunta regionale che le funzioni di agenzia di sviluppo proprio delle Comunità montane non erano riconducibili al livello delle funzioni fondamentali dei Comuni, ma erano, passatemi il termine, funzioni fondamentali di unioni di Comunità montane. Queste funzioni, per essere assolte in forma opportuna in forma efficace, in forma efficiente, necessitano di essere svolte a un livello di aggregazione proprio delle attuali Comunità montane o delle preesistenti Comunità montane o di bacino vallivo.
Quindi, abbiamo cercato di convincere la Giunta di questo e penso che il lavoro fatto finora abbia portato un primo risultato, ossia che questo convincimento sia diventato patrimonio comune. La funzione di agenzia di sviluppo non può essere svolta da tre Comuni di una valle e da due Comuni della stessa valle per i fatti loro, ma deve essere svolta mettendo insieme tutte le risorse di un territorio vallivo, di una vecchia Comunità montana o di un'attuale Comunità montana.
A noi sarebbe piaciuto che quest'aggregazione, questo livello territoriale - che consideriamo ottimale - fosse riconosciuto specularmente in una dimensione istituzionale. Si fosse detto, cioè, che le funzioni di Agenzia di Sviluppo sono esercitate da unioni di Comuni montani che riproducono il territorio di una valle, che ricalcano il territorio di una valle e di una vecchia Comunità montana.
Su questo, finora, non abbiamo ricevuto la disponibilità della maggioranza e della Giunta regionale: vi invitiamo a ripensarci, poich abbiamo presentato degli emendamenti che hanno diversi gradi di flessibilità.
A noi sarebbe piaciuto salvaguardare, nelle esperienze territoriali delle Comunità montane, almeno questa dimensione: mantenere la Comunità montana come Unione di Comuni montani che deve esercitare un qualcosa insieme.
Cos'è questo qualcosa? Sono le funzioni di Agenzia di Sviluppo.
Questo era il nostro obiettivo. Non lo si vuole fare come da nostri emendamenti; non lo si vuole accogliere da parte della Giunta, attraverso l'istituzionalizzazione dell'Unione di Comuni montani: diciamo, almeno, che queste funzioni devono essere svolte mettendo insieme tutti i Comuni di un territorio, di una valle, di una Comunità montana. Diversamente, con una legge che ha come obiettivo quello di incentivare l'esercizio associato delle funzioni, raggiungeremo paradossalmente l'obiettivo opposto: disincentivare l'associazionismo esistente che ha avuto episodi, specie nelle Comunità montane, di capacità di lavorare insieme, superando i campanilismi, per raggiungere obiettivi di valle e di territorio che i singoli Comuni da soli non sono in grado di perseguire.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credevamo e continuiamo a credere che sia necessario un approccio diverso su questa tematica. Rileviamo positivamente il fatto che la gestione di queste funzioni di sviluppo e di valorizzazione territoriale per poter essere efficace, debba essere attuata all'interno di un'area territoriale complessiva o una valle ed apprezziamo che questo tipo di logica sia entrata nella consapevolezza di tutti i Gruppi e di tutta la composizione dell'Aula.
Ci spiace che non sia stato possibile recuperare un aspetto che consideriamo importante: il fatto che dentro le aggregazioni gestionali nelle modalità che poi si esplicheranno, ci sia la presenza di un'Unione che faccia da riferimento operativo. Immaginare che su determinati territori si possano creare delle aggregazioni attraverso accordi o convenzioni "a castello", dove i Comuni si uniscono a piccoli gruppi per fare alcune cose, poi, i piccoli gruppi fanno accordi tra loro per farne altre, e via discorrendo, il tutto senza un soggetto che faccia da perno e governi queste strategie, renderà difficilmente gestibili quelle politiche di sviluppo che hanno la capacità di riverberare sui territori delle spinte di sviluppo capace di modificare e dare prospettiva ai territori stessi.
Prendiamo atto che, purtroppo, la logica originaria da cui è partita la Giunta regionale non ha subito cedimenti.
Ci spiace - lo dico convintamente - poiché rischiamo di creare un percorso che creerà delle delusioni. Dopodiché, la maggioranza in quest'Aula non siamo noi (purtroppo), al momento, quindi non possiamo forzare più di tanto.
Rimaniamo convinti che l'Aula, con questo tipo di scelta, perda una grande occasione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti sull'emendamento n. 58).



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
La Giunta ha presentato un emendamento all'articolo 13 che riconosce un principio, quindi parto da quello che ci unisce e poi specificherò quello che ancora ci divide.
Quello che ci unisce è che le funzioni che furono e che sono proprie delle Comunità montane, in quanto Enti legati ad un territorio (la montagna), cioè le funzioni di Agenzia di Sviluppo legate allo sviluppo economico, necessitano di ambiti territoriali più ampi rispetto a quelli che abbiamo individuato nel precedente articolo 7, riguardanti le funzioni fondamentali. È, quindi, necessario ed assolutamente auspicabile che questi territori rimangano insieme per esercitare le politiche di sviluppo, per pensare allo sviluppo del loro territorio.
Su questo siamo d'accordo, tant'é che presentiamo un emendamento al comma 2 che stabilisce che la gestione associata debba avvenire in un ambito territoriale corrispondente ai confini delle preesistenti Comunità montane o loro scomposizione in aree omogenee.
Diciamo, cioè, ai nostri Comuni: "Queste funzioni le dovete esercitare pensando ad un territorio più ampio, che sia il più possibile il territorio della valle e che sia il più possibile l'area omogenea all'interno della quale muovere le politiche di sviluppo". Quello su cui non siamo d'accordo è la scelta, a priori, dello strumento che devono utilizzare per le politiche di sviluppo.
Questo non significa che la Giunta regionale sia contraria - anzi le incentiva - che siano le unioni montane dei Comuni a guidare questo percorso; la Giunta regionale non vuole compiere una scelta a priori rispetto a quello che è uno strumento. E ripeto ancora: uno strumento.
Nulla impedisce la creazione di aggregazioni di unioni montane di Comuni, ma nulla deve impedire il fatto che le unioni montane possano stipulare accordi con convenzioni o che queste politiche di sviluppo possano essere, in qualche modo, favorite da aggregazioni diverse rispetto all'Unione montana di Comuni.
Teniamo anche presente (questo era un dubbio, ma lo voglio riferire all'Aula) che dal 1° gennaio 2014 anche le unioni dei Comuni saranno soggette al patto di stabilità. È un elemento che non va necessariamente a svantaggio delle unioni di Comuni, ma che dobbiamo tenere presente in questo ragionamento.
Crediamo che l'emendamento presentato, dopo un confronto di merito serrato, prima in Commissione e poi in Aula, possa dare un indirizzo importante ai nostri Comuni e possa raggiungere l'obiettivo: non importa con quali strumenti. Il nostro scopo è quello di raggiungere l'obiettivo.
Il parere, dunque, è naturalmente favorevole sull'emendamento della Giunta regionale, mentre è contrario sia riguardo all'emendamento n. 24) sia in merito all'emendamento n. 56).



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il numero legale è 28.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13, come emendato.
Il Consiglio approva.
Articolo 14 Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: il comma 3 dell'articolo 14 (Superamento delle comunità montane) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: "3. nei casi di cui al comma 4 dell'articolo 12, gli organi della comunità montana possono, sino alla scadenza del mandato in corso, svolgere la funzione di organi dell'unione montana.".
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri, Pentenero: "la rubrica dell'articolo 14 (superamento delle comunità montane) del disegno di legge n. 192 è sostituita dalla seguente ("trasformazione delle comunità montane)" Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Con l'emendamento 25) proponiamo di imitare la rubrica dell'articolo 14 e sostituire "superamento delle comunità montane" con "trasformazione delle comunità montane", perché crediamo che il termine "trasformazione" fotografi meglio la procedura prevista dalla legge nazionale.
Con l'emendamento 26) proponiamo di scrivere l'articolo 14 e dire: "Nei casi di cui al comma 4 dell'articolo 12, la decadenza degli organi delle comunità montane", mentre nella dizione di Giunta è scritto: "Avviano autonomaticamente dalla data di istituzione della comunità montana di Comuni", noi diciamo "gli organi della comunità montana possono, sino alla scadenza del mandato in corso, svolgere la funzione di organi dell'unione montana".



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento in discussione generale procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ovviamente voteremo a favore dei nostri emendamenti, ma ci spiace prendere atto ancora una volta che alcune soluzioni, semplici ma migliorative (sia pure solo sotto aspetti estetici), non siano state accolte.
Non vedo perché non ci sia un orientamento favorevole a modificazioni della norma che non intaccano minimamente la sostanza ma che rendono, dal nostro punto di vista, maggiormente coerente il percorso che abbiamo intrapreso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Il parere è contrario ad entrambi, soprattutto all'emendamento 26) perché è tecnicamente impossibile che gli organi delle comunità montane subentrino e diventino gli organi delle unioni montane dei comuni, perché è proprio diversa la modalità elettiva e la modalità di governance che sovrintende alle unioni.
Parere negativo per entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso: "Il punto 1 dell'articolo 15 è modificato come segue: 1. con decreto del Presidente della Giunta regionale vengono nominati gli attuali Segretari delle rispettive Unioni dei Comuni quali commissari per le procedure di liquidazione. Tali nomine non contemplano alcun compenso aggiuntivo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
L'Italia dei Valori è impegnata da anni nella lotta contro gli sprechi a favore di una pubblica amministrazione che sia maggiormente efficace ed efficiente nel suo operato.
A mio avviso, l'emendamento va esattamente in questa direzione: perch nominare Commissari per l'espletamento degli atti relativi al passaggio dell'attuale sistema di gestione dei livelli di governo locale a quelli previsti dal disegno di legge in discussione, quando c'è la possibilità di avvalersi di competenze, peraltro già retribuite, presenti sul territorio che sono in grado di svolgere tale ruolo? Troviamo assurdo, egregi colleghe e colleghi, nominare 22 commissari liquidatori, deputati a questa funzione.
Per questo motivo chiediamo la modifica del comma 1, così come da noi proposto, cioè che siano i Segretari delle Unioni dei Comuni a svolgere le procedure di liquidazione e, al contempo, la soppressione del comma 4. Non si tratterrà di ingenti risorse, ma noi per primi dobbiamo dimostrare ai nostri concittadini che i sacrifici per tenere a galla questo Paese li fanno tutti, a partire dalle Istituzioni.
Ecco perché il mio Partito ha voluto, contrario ai rimborsi elettorali devolvere l'ultima trance ricevuta dei rimborsi al Comune di Finale Emilia colpita dal terremoto. Con questi soldi sarà ricostruita la scuola pubblica del paese.
Questa sarà una goccia nel mare, come diranno tanti, ma non è solo etica-morale perché, visti i tempi, è concreta.
Questo è lo spirito dell'emendamento che propongo a quest'Aula, per dare una reale risposta al territorio e ai cittadini, con concreti risparmi in merito.
Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con l'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri il comma 1 dell'articolo 15 (Nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: "1. Nel caso della costituzione di due o più unioni montane, entro sessanta giorni dalla costituzione dei nuovi organi, queste predispongono un piano di riparto, comunicandolo alla Regione. In difetto la Regione affida la competenza ad un commissario.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, chiedo se l'emendamento rubricato n. 27) verrà esaminato per ultimo.



PRESIDENTE

rubricato prima l'emendamento n. 28).



GARIGLIO Davide

Va bene.
Sostanzialmente, con quest'emendamento, chiediamo che, nel caso in cui da una Comunità montana si creino due o più Unioni montane, entro 60 giorni dalla costituzione di questi nuovi organismi, ad essi spetti di predisporre un piano di riparto, da comunicare alla Regione; solo in mancanza di questo adempimento, la Regione procederà a nominare un Commissario.
La ratio di quest'emendamento - sono un po' i ragionamenti espressi poc'anzi dal Consigliere Ponso - è di evitare la nomina di un liquidatore quando una Comunità montana si è divisa in due o più parti e questi soggetti si accordano unanimemente rispetto ad un piano di riparto.
In sostanza, diciamo che, se si litiga tra i vecchi Enti costituenti la Comunità montana, si proceda - è inevitabile - attraverso una procedura di liquidazione a ripartire i beni, ma se questo non avviene e i Sindaci, come dice l'Assessore Maccanti - che ripone sempre molta fiducia nei nostri Sindaci, che noi condividiamo - interpretano bene questa rappresentanza dei territori e individuano con i loro colleghi un accordo per ripartire i beni della Comunità montana, non si proceda alla nomina del Commissario.
Assessore Maccanti, in altre parole, eviti lei delle forme di neocentralismo regionale. Dopo i Commissari prefettizi, inviati dal Ministero degli interni, non vorremmo avere i Commissari assessorili inviati da lei, a ripartire i beni delle nostre Comunità montane.
Giù le mani di Torino e della Regione sui beni delle Comunità montane.
Se le nostre montagne sono in grado di governarsi, per cortesia, le lasci fare: la voce della sussidiarietà dovrebbe risuonare forte e alta in questo Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Abbiamo presentato quest'emendamento per ribadire, dal nostro punto di vista, una tesi che abbiamo già sostenuto in molteplici occasioni. Cioè laddove vi sono le condizioni affinché l'eventuale scomposizione dell'attuale Comunità montana origini due o più soggetti, che, per concordano tra di loro le modalità di un riparto di attività e passività e di tutto ciò che accompagna oggi la vita della Comunità montana, non vediamo la necessità, come Regione, di spiegare loro come devono procedere.
Se due, tre, quattro soggetti che potrebbero nascere dalla scomposizione dell'attuale Comunità montana si accordano tra di loro e presentano un piano complessivo alla Regione, non capiamo perch quest'ultima debba respingere tale piano e proporne uno nuovo.
Da questo punto di vista, l'emendamento che abbiamo proposto prevede che, nel caso della costituzione di due o più Unioni montane, entro 60 giorni, queste predispongano un piano di riparto e la Regione ne prenda atto. Qualora questo non avvenga, procederà alla nomina del Commissario, ma non comprendiamo perché debba nominare il Commissario se sono d'accordo con la spartizione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Come spesso ha ribadito l'Assessore Maccanti in merito alla fiducia riposta negli Amministratori locali e relativamente alle operazioni per la gestione associata e per quelle che imporranno la trasformazione delle Comunità montane in Unioni di Comuni - fiducia che, peraltro, condividiamo in modo assoluto - riteniamo che non accogliere emendamenti come quello che abbiamo proposto al comma 1 dell'articolo 15 sia una contraddizione.
Oltre ad essere una contraddizione in termini di contenuti e di valori che noi esprimiamo nei confronti dei nostri Amministratori, rappresenta un elemento di ulteriore burocratizzazione di un processo che non sarà certamente complicato.
Laddove lo scioglimento della Comunità montana e la trasformazione in una nuova articolazione è condiviso dal territorio, quindi dagli Amministratori che fino a quel momento hanno gestito la Comunità montana in un quadro comunque complicato - la liquidazione delle proprietà e dei beni comuni è un aspetto molto complicato - mi chiedo perché non andare verso un coinvolgimento e un accoglimento delle proposte che gli stessi territori ci rappresentano.
Lo ritengo un emendamento in linea con lo spirito che finora ci ha accompagnati nella discussione della legge; ovvero, dando la massima fiducia crediamo che, parallelamente, si debba garantire il massimo degli strumenti flessibili affinché i Comuni e le Comunità montane applichino la legge nel modo più semplice possibile.
Siamo tutti consapevoli che, comunque, sarà un'operazione complicata quindi è nostro preciso compito cercare di inserire tutti quegli emendamenti che possono alleggerire un processo complicato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Maccanti, se ho inteso bene, mi sembra una proposta con una sua logica. In sostanza, se le Comunità montane si trasformano, avviando un processo di separazione consensuale, perché nascono due Unioni di Comuni anziché prevedere che si nomini un Commissario liquidatore che deve decidere in che modo i beni di proprietà della vecchia Comunità montana vengono conferiti in capo al nuovo ente, diciamo di procedere sulla base di un'intesa ragionevole, che è quella che sottoscrivono gli Amministratori di quelle Unioni, che sorgono per effetto della trasformazione della Comunità montana.
Qual è la logica in base alla quale, a prescindere dalle condizioni concrete di quella Comunità montana e dal grado d'intesa che raggiungono quegli Amministratori, decido a priori di nominare il Commissario liquidatore? È un non senso! Certamente, sono dell'opinione che lì si debba arrivare, ma a determinate condizioni. Lì arrivo quando constato che esiste un problema cioè che quegli Amministratori non si mettono d'accordo: ipotesi che non mi sento di escludere, naturalmente! quella la situazione che giustifica la nomina del Commissario liquidatore, perché prendo atto che non sono addivenuti ad un accordo e siccome voglio che il processo vada avanti non accetto che si crei una condizione di paralisi che blocca la situazione.
Se non si mettono d'accordo, la Regione, che vuole attuare la legge e che il processo prosegua, interviene con lo strumento che individua nella figura del Commissario liquidatore. Questo ci sta, ma noi stiamo sollevando un altro problema: se c'è un'intesa e quegli amministratori, animati da tanto buonsenso - è singolare che, quando fa comodo, li consideriamo preparati, bravi, maturi e pronti; invece, quando non fa comodo immaginiamo che qualcuno decida per loro, anche questa è una bella contraddizione! - hanno cognizione e raggiungono un grado sufficiente di condivisione, perché devo immaginare che un altro operi quella ripartizione? Quindi, colleghi della maggioranza, ritengo ragionevole il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Mi pare che il disegno di legge si è avviato a non raggiungere nessuno degli obiettivi che fanno di un disegno di legge un provvedimento sostenibile e accettato dalla comunità.
Dal punto di vista economico non si risparmia tanto, perché come giustamente diceva l'Assessore stamattina, il personale a tempo indeterminato continuerà ad essere pagato dalla Regione. Si risparmierà ancora una volta, come sulla sanità, sui "poveri cristi", cioè su quelli che hanno avuto un contratto a tempo determinato e che resteranno a casa.
Quando avevo detto all'Assessore Monferino che i contratti a tempo determinato della sanità venivano licenziati, lui mi aveva detto: licenziati no, non gli rinnoviamo soltanto il contratto. Come se ci fosse qualche differenza tra una situazione e l'altra! Non si risparmierà sugli enti locali da un punto di vista numerico anzi gemmeranno dalle varie Comunità montane un sacco di unioni di piccoli Comuni, e quindi anche sotto questo profilo sono deboli i ragionamenti fatti sull'efficienza, sulla efficacia e sulla massa critica. In fondo quello che ispira le federazioni del sistema sanitario della nostra Regione è la massa critica, che induce gli acquisti collettivi.
Qui non ci sarà nessuna massa critica. Da ogni Comunità montane gemmeranno qualche decina di nuove unioni dei Comuni. Almeno, Assessore conceda la possibilità a questi Comuni, se si mettono d'accordo, di non avere sulla testa o sulla schiena un commissario liquidatore, ma dia loro la possibilità di trovare un accordo all'interno delle loro comunità.
Sarà un modo per mitigare un disegno di legge che, ripeto, non mi piace.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Si dirà che sono sceso dalla montagna perché non sono intervenuto.
perché finora c'erano colleghi più bravi di me che sono intervenuti e quindi ho ritenuto di non disturbare più di tanto l'Assessore. Cosa che invece in questo caso faccio, perché mi è stato detto che non sta bene non parlare mai e soprattutto non sta bene lasciare l'Assessore tranquilla e sorridente come sempre, a raggiungere il suo obiettivo senza ricordarle qualche sua contraddizione.
Questa è una di quelle. Tra l'altro, è una incoerenza che ci sorprende perché lei Assessore predica dovunque il verbo dell'autonomia dell'autogestione, della centralità e della responsabilità degli amministratori locali e in questo caso non si fida di loro.
Perché se da una Comunità montana ne nascono due o più, e queste tuttavia sono in grado dalla preesistente Comunità montana di ripartire le loro risorse in modo autonomo e d'accordo, senza che vi sia un commissario che si preoccupi di suddividere la torta, o le briciole a seconda di come si troverà ad operare, ci domandiamo perché dovremmo scomodare un commissario, che peraltro ci costa, e che certamente ha bisogno di tempo per occuparsi di fare una ricognizione dei beni mobili e immobili e anche del personale di quella Comunità montana in via di scioglimento. Ci domandiamo perché non possano farlo direttamente le unioni delle nuove Comunità montane, laddove i Comuni, che costituiscono le nuove unioni meglio conoscono la situazione che si sta per superare.
un po' come quando - ahimè - due coniugi si separano, volenti o nolenti, e il legislatore consente la separazione consensuale nella misura in cui ci si trova d'accordo anche per quanto riguarda la divisione del patrimonio e le altre questioni. Non si interviene, ma il tribunale prende atto dell'accordo bonario che si è stipulato tra i due coniugi che intendono separarsi.
Forse la similitudine non è esattamente la stessa, ma per noi è motivo di ispirazione, perché allo stesso modo, finché è possibile un accordo ragionevole e consensuale, non si capisce perché un terzo debba preoccuparsi di ripartire la dote. Il riparto può essere fatto da chi è direttamente interessato, salvo eventualmente prevedere che, nel caso non ci si accordi, debba intervenire il commissario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
talmente naturale pensare ad un emendamento di questo tipo, cioè evitare un passaggio che rischia di creare qualche elemento di tensione anche dal punto di vista non solo economico, ma anche rispetto al rapporto con le Amministrazioni comunali.
La logica è quella di lavorare per trovare un'intesa ed entro un certo numero di giorni se non si dovesse trovare questa intesa, è evidente che dobbiamo intervenire come Regione e affidare l'incarico ad un commissario.
Ma se si trova questa intesa - e noi dobbiamo lavorare affinché questa intesa si possa trovare sul territorio - è evidente che dobbiamo evitare questo passaggio, che riteniamo non solo inutile per alcuni aspetti, ma che per altri rischia di creare qualche elemento di tensione. È chiaro che la presenza di un commissario in questo caso può creare, secondo noi, elementi di "tensione", che forse si potrebbero evitare in presenza di un accordo e di un'intesa. E noi dobbiamo lavorare affinché questi accordi si possano e si debbano trovare nei tempi dovuti.
evidente che, come diciamo nell'emendamento, passati i 60 giorni è giusto e doveroso intervenire come Regione.
Pertanto auspico che l'Assessore accolga con favore questo nostro emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come hanno già ricordato i colleghi, al comma 1 dell'articolo 15, che è l'articolo che prevede la nomina del commissario e le procedure di liquidazione, noi proponiamo rispetto al testo presentato dalla Giunta regionale e dall'Assessore una modifica, che l'Assessore ben conosce e che ha senz'altro avuto modo di esaminare e su cui fare le valutazioni.
Nel caso della costituzione di una o più Comunità montane, entro un termine che è un termine significativo - cioè entro 60 giorni dalla costituzione degli organi rinnovati in caso di costituzione di una o più unioni montane - queste predispongano un piano di riparto, il quale verrà inviato, comunicato e reso noto alla Regione, alla Giunta regionale e agli Assessorati competenti. In difetto e, noi riteniamo, solo qualora questo non avvenga nel termine dei 60 giorni dalla costituzione dei nuovi organi si affidino le competenze ad un commissario, ma solo in questo caso.
Ci sembra che questo sia un elemento importante anche per garantire ulteriormente quel rapporto di fiducia e di reciproca collaborazione che con le Comunità locali, i Comuni, le Comunità montane e le unioni dei Comuni montani è lo spirito che sostanzialmente ha improntato tutto l'atteggiamento con cui abbiamo guardato a questa legge, con cui abbiamo tenuto le consultazioni e con cui abbiamo fatto le successive e varie modificazioni in corso del dibattito in Commissione e anche di quello dell'Aula.
Riteniamo che per questa ragione l'Assessore dovrebbe riconsiderare il suo atteggiamento.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri la lettera d) del comma 2 dell'articolo 15 (Nomina del Commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è sostituita dalla seguente: d) esercitano ogni potere finalizzato alla definizione del piano di riparto adottando gli atti necessari a garantire la prosecuzione dell'attività fino alla chiusura della procedura di riparto" La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

All'articolo 15, comma 2, lettera d) si legge che "i Commissari esercitano ogni potere finalizzato alla liquidazione della Comunità adottando gli atti amministrativi necessari a garantire la prosecuzione dell'attività fino alla chiusura della procedura di liquidazione".
Noi proponiamo di riscriverla in questo modo: "I Commissari esercitano ogni potere finalizzato alla definizione del piano di riparto, adottando gli atti necessari a garantire la prosecuzione dell'attività fino alla chiusura della procedura del riparto".
La logica, non stiamo a raccontare la stessa storia, è quella di favorire, per quanto possibile, una definizione-convenzione consensuale circa la destinazione dei beni, proprietà dell'impresa comune, ossia della Comunità Montana. In quest'emendamento, come negli altri emendamenti sullo stesso articolo, troverete sempre delle correzioni, delle riscritture degli articoli tese a far sì che, ove questo sia avvenuto sul territorio, i beni vengano ripartiti attraverso una procedura consensuale tra le parti, e non attraverso un commissario mandato dal centro.
Assessore Maccanti, se noi a parole diciamo che ci fidiamo dei nostri Sindaci, perché mandare qualcuno da Torino, un nuncius dominicus - anzi essendo un suo un nuncius non dominicus, ma un nuncius mulieris - a portare il vangelo della Regione, piuttosto che non lasciare liberi i nostri Sindaci di individuare liberamente il migliore assetto circa la ripartizione dei beni sul territorio?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Quest'emendamento, come alcuni precedenti, è una riscrittura, dal nostro punto di vista, recuperando un senso più compiuto della questione.
Dire che i Commissari portano a scioglimento le resistenti Comunità Montane o dire che accompagnano la gestione fino al completamento delle procedure di riparto, nei fatti, sono cose che si assomigliano; crediamo che abbiano un significato e una modalità di esprimere un concetto che, dal nostro punto di vista, è maggiormente coerente con quell'idea di un percorso che per noi è stato importante, quello di strumento che hanno rappresentato le Comunità Montane di un'attuazione, di un insieme di politiche di sviluppo che noi crediamo che non debbano essere azzerate e demolite con questa legge, ma semplicemente vanno ad inserirsi in un nuovo modello gestionale, per continuare ad esprimere quel tipo di lavoro e di attività svolto in questi anni.
La forma che diamo attraverso quest'emendamento ad un'attività che riteniamo sia quella, ma espressa in modo diverso, crediamo sia più confacente e coerente al fatto che la storia dell'attività che hanno messo in campo in questi anni le Comunità Montane, non è destinata a chiudersi o ad essersi sciolta, ma a trasformarsi e inverarsi dentro nuovi soggetti che dovranno portare avanti lo stesso tipo di strategie e di attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Penso che le parole del Consigliere Taricco, meglio di tutti, possano aver rappresentato il nostro sentimento. E' difficile usare parole migliori, tuttavia provo a farlo.
chiaro che noi, abbiamo già detto, che questo commissario non ci convince e che, per quanto possibile, pensiamo che chi ha gestito le Comunità Montane fino al momento del loro scioglimento e della trasformazione in più Unione montane dei Comuni, questi soggetti, meglio di chiunque altro, sono in grado di poter accompagnare il processo di trasformazione.
Questo processo di trasformazione, lei ha detto, non accetterà l'abbiamo intuito dagli sguardi e dai sorrisi che ci fa, che il percorso di liquidazione venga autogestito, ma ci imporrà, la sua maggioranza ci imporrà, diversamente da quanta chiediamo con l'emendamento, il commissario.
Questo commissario può operare anche in un modo diverso, cioè può fare in modo non tanto di gestire ogni partita, ma di accompagnare, adottare gli atti necessari per garantire la prosecuzione dell'attività fino alla chiusura della procedura di riparto. In altri termini, non arriva a chiudere la baracca, ma accompagna dolcemente, gradualmente - c'è una bella pubblicità di un lassativo che dice "con la dolcezze si ottiene tutto", uso uno slogan che potrebbe essere interpretato male, ma si adatta a quest'emendamento - con garbo, non con l'imposizione e la forza, una trasformazione che non può essere brusca. Questa importante tradizione, i risultati significativi delle Comunità Montane, non possono essere liquidati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, come è stato ricordato dai Consiglieri, noi vogliamo ribadire, ancora una volta e in modo compiuto, che le Comunità Montane non saranno sciolte, ma trasformate.
Quindi può sembrare un formalismo, può sembrare un modo bizantinismo ma in realtà con la modifica del comma 2, dell'articolo 15 noi chiediamo di ribadire il concetto di un accompagnamento durante il processo di trasformazione da Comunità Montana a Unione Montana.
evidente che questo sta in linea rispetto a quello che fino ad oggi sia da parte della Giunta che da parte del Consiglio, si è ribadito in più occasioni. Ovvero che il principio che sottintende la legge,ovvero la trasformazione della gestione associata all'interno dei nei nostri Comuni implica un processo di crescita e di cambiamento da parte degli amministratori locali, Sindaci e tutti gli altri amministratori che accompagnano, nella realizzazione del progetto elettorale, gli amministratori.
Se noi vogliamo che questo principio si trasformi in contenuti,tutta la legge deve essere adeguata rispetto a questo principio. Prendere in considerazione l'emendamento che noi proponiamo è un semplice modo per essere coerenti rispetto a quello che, fino ad oggi, è stato discusso all'interno dell'Aula.
Ci auguriamo che la Giunta ripensi e riveda la propria posizione e possa cogliere positivamente il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Giusto per alimentare un po' il dibattito e tenere viva l'attenzione su questo disegno di legge.
Ho ascoltato parole che non corrispondono al vero, perché bisognerebbe smetterla con l'ipocrisia della trasformazione delle Comunità montane in unione di Comuni montani. Perché questo non si verificherà.
Abbiamo almeno il coraggio di dire che, con tutta la loro storia, con tutto il loro passato, con i limiti, evidentemente, che appartengono a qualsiasi tipo di amministrazione, con i pregi che hanno svolto negli anni adoperandosi per i territori dei quali erano chiamati ad occuparsi, le Comunità montane chiudono, perché saranno sostituite da unioni di Comuni.
In gran parte di loro si costituiranno in unioni di Comuni montani a seconda dell'appartenenza politica: penso all'alta valle di Susa. Gran parte dei Comuni olimpici sono governati dal centrodestra, tranne un Comune, quello Salice D'Ulzio, nel quale c'è una lista civica con orientamento a sinistra. Quindi, quell'unione dei Comuni sarà un'unione dei Comuni accanto alla quale potremmo aggiungere "unione dei Comuni montani di centrodestra". Può darsi, inoltre, che ci siano altri territori ai quali potremmo aggiungere "piccola unione dei Comuni montani di centrosinistra".
Questo non funzionerà, perché magari, alle prossime elezioni cambieranno le maggioranze e magari, dopo cinque anni, quei Comuni cominceranno a litigare.
La Comunità montana, anche se con difficoltà, dava la garanzia di tenere assieme Comuni che avevano orientamenti politici diversi, questo disegno di legge praticamente cancella questa opportunità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri "Il comma 5 dell'articolo 15 (Nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: '5. Entro il termine perentorio di sessanta giorni dal conferimento dell'incarico i commissari trasmettono al Presidente della Giunta regionale dettagliata relazione avente ad oggetto il quadro generale della situazione patrimoniale e finanziaria, delle risorse finanziarie e strumentali della comunità montana, proponendo un'ipotesi di riparto'".
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo modificare il comma 5 dell'articolo 15.
Nella stesura del disegno di legge n. 192, il comma 5 prevede che entro il termine perentorio di 90 giorni dal conferimento degli incarichi i commissari trasmettano al Presidente della Giunta regionale una relazione sulla situazione patrimoniale finanziaria della Comunità montana.
Con quest'emendamento proponiamo una modifica e che il termine venga tradotto in 60 giorni, inoltre che venga espunta la parola "liquidazione" e che rimanga semplicemente la parola "riparto".
Anche qui, come nel successivo emendamento n. 31), che do per illustrato, e che tocca sempre la stessa procedura, noi vorremmo evitare l'ipotesi della liquidazione nel caso in cui ci fosse un'intesa tra gli Enti locali sul riparto dei propri beni.
Anche in questo caso, pregheremmo, auspicheremmo, desidereremmo ci fosse la sensibilità della Giunta regionale di evitare balzelli, legacci laccioli e legami ai nostri amministratori locali, che già sono stati tanto calpestati nella loro autonomia da queste burocrazie imposte dal centro nazionale.
Adesso in momenti di montante federalismo, nel momento in cui ci siamo liberati dei tanti "Cirino Pomicino" che dall'Amministrazione centrale imponevano legami, vincoli sui nostri sindaci, ci troviamo sedicenti novelli Assessori che vogliono ripercorrere quelle strade.
Allora, capisco che ci sono esperienze del passato che in qualche modo possano richiamare a percorrere i passi un tempo percorsi da altri amministratori locali, Assessore Maccanti - almeno lei! - incarni questa speranza di rinnovamento che monta dal Paese e che cerca di essere espressa.
Lo so, è difficile. Anche nel mio partito è difficile. È un momento di sofferenza che viviamo anche nel nostro interno. Assessore, visto che non ce la facciamo a livello di partiti perlomeno qua dentro cerchi di dare la scrollata e cerchi di superare le burocrazie.
La norma, Assessore Maccanti, non può essere la gabbia di ferro entro cui imprigionare la nostra Regione. La norma deve essere al servizio di questi territori e di queste popolazioni.
La invito davvero a ripensare al senso che lei vuol dare attraverso un'interpretazione eccessivamente leguleia di questa legge a quest'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va esattamente nella direzione cui accennavamo con l'emendamento precedente.
Laddove entro il termine dei 60 giorni i commissari trasmettono al Presidente della Giunta regionale un'ipotesi di riparto, chiediamo che ci sia il tempo per poterlo fare e di fare questa operazione che metta in condizioni quel territorio di costruire la ricaduta concreta che la normativa prevede per ripartire i beni, le attività e tutto quello che è l'insieme delle risorse finanziarie e strumentali della preesistente Comunità montana, provvedendo a predisporre un'ipotesi di riparto.
Crediamo che la logica, che abbiamo già illustrato con l'emendamento precedente, debba essere salvaguardata: è un'attenzione massima a quelle che sono le indicazioni che provengono dai territori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, com'è già stato detto dai colleghi, chiediamo anzitutto di ridurre da 90 a 60 giorni il tempo all'interno del quale i commissari incaricati trasmettono al Presidente della Giunta regionale la relazione dettagliata del quadro generale della situazione del patrimonio economico e finanziario della Comunità montana stessa, proponendo anche un'ipotesi di riparto.
La modifica del comma 5 del disegno di legge è in linea con quello che abbiamo finora sostenuto, ovvero che dobbiamo cercare anzitutto di porre gli amministratori delle Comunità montane nelle condizioni migliori togliendo il più possibile tutte quelle forme di burocratizzazione, per accelerare il processo di trasformazione da Comunità montane a unioni montane.
Quindi, la riduzione dei 90 giorni è sufficiente per prendere atto di quello che è l'inventario e di quelle che sono i bilanci della Comunità montana. Riteniamo che 60 giorni siano sufficienti.
Dopodiché, la relazione deve essere trasmessa al Presidente della Giunta; pensiamo che all'interno della relazione debba essere già prevista un'ipotesi di riparto. Questo crediamo sia importante, perché permetterà un'accelerazione del processo, fermo restando che si considera che i nostri amministratori abbiano già le idee sufficientemente chiare su quella che sarà l'ipotesi di nuova unione montana che hanno previsto per i propri territori.
Quindi, ribadiamo ancora una volta che in questo modo cerchiamo di semplificare il processo, cerchiamo di dare fiducia ai nostri amministratori e cerchiamo di fare dei progetti che siano assolutamente realizzabili e che tengano in considerazione la fotografia del territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Quest'emendamento è molto coerente con i precedenti: poiché - citando lo slogan di una fortunata campagna pubblicitaria - con la dolcezza si ottiene tutto, vorremmo che anche questo percorso così fosse ispirato.
Se, come previsto al comma 5 dell'articolo 15, i Commissari propongono un'ipotesi sia di liquidazione sia di riparto, è evidente che il Commissario punterà ad imporre la propria logica. Se, invece - come previsto dall'emendamento - i Commissari, attraverso una relazione dettagliata, propongono un'ipotesi di riparto, il senso è molto chiaro: non vogliamo che ci sia una forzatura da parte del Commissario nel proporre un'ipotesi di liquidazione.
Si proponga un'ipotesi di riparto, sapendo, tra l'altro, che non necessariamente la soluzione dello scioglimento della Comunità montana è opportuna. Noi riteniamo che sia possibile mantenere la continuità storica e non solo, rispetto alla condizione precedente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Molto semplicemente, si tratta di un emendamento che modifica i termini: 60 giorni anziché 90. L'emendamento, però, è figlio ed è coerente con la questione che noi ponevamo all'inizio: non ha senso stabilire la norma che impone la nomina del Commissario liquidatore in presenza di una situazione nella quale gli amministratori si mettono d'accordo.
Non torno su tale questione, ma torno su un problema, perch l'Assessore, questa mattina, replicando ad alcuni emendamenti presentati dal PD che ponevano il problema del vincolo riguardante il numero minimo dei Comuni, ha motivato l'opposizione dell'Amministrazione regionale con gli argomenti di chi si rimette in qualche modo all'atteggiamento, alla posizione, al punto di vista, degli amministratori.
L'Assessore afferma: "Io voglio che questo processo venga costruito dagli amministratori", riconoscendo giustamente, per questa parte del suo ragionamento, che spetta agli amministratori governare questo processo.
Non capisco per quale ragione quel ragionamento non valga in questo caso, non solo perché l'Assessore rappresenta il partito dei "padroni in casa nostra", ma anche perché mi sembra di capire che sarebbe ragionevole in questo caso, immaginare il ricorso alla nomina del Commissario liquidatore come estrema ratio: io - Regione - prendo atto che alcune unioni non s'intendono sul riparto e decido di nominare il Commissario liquidatore.
Non capisco per quale ragione questa decisione - che io considero di imperio -venga stabilita per tutte le unioni, anche quando sono in presenza di un gruppo di amministratori che in maniera ragionevole, con molto buonsenso, senza polemiche eccessive, decidono di trovare l'accordo.
Questo non l'ho capito e non lo capisco, a maggior ragione in presenza del fatto che siete un'Amministrazione che stamattina, parlando di queste questioni, ha enfatizzato il ruolo degli amministratori locali, che qui negate, perché imponete loro il Commissario liquidatore anche quando sarebbero pronti, capaci e responsabili, nel trovare un'intesa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Il collega Gariglio ha citato Cirino Pomicino, come se fosse un fantasma del passato. Io lo invito a leggere un articolo pubblicato su un inserto di Repubblica di lunedì, scritto da un giornalista di cui non ricordo il nome, il quale, a proposito del nuovo che avanza e considerato che spesso oggi la discussione avviene sull'età degli amministratori (certo, Cirino Pomicino non è di primo pelo!), ricorda che alcuni dei protagonisti dello scandalo della Regione Lazio hanno 32 anni o poco più.
Cirino Pomicino rappresenta certamente un passato rispetto al quale forse si vorrebbe aver chiuso la porta e anche qualche finestra, ma non è solo questo il punto.
Non è questione di passato o di presente - Assessore - ma è il fatto che il termine "Commissario liquidatore" è proprio un brutto termine.
Noi chiediamo che la parola liquidatore sparisca dal disegno di legge perché in genere si liquida qualcosa che fallisce, qualcosa che non è riuscito a svilupparsi o che non ha concretizzato il proprio progetto.
Nel momento in cui definiamo la liquidazione delle Comunità montane è come se ne accertassimo, in qualche modo, il fallimento.
Le Comunità montane non sono fallite: sono state chiuse dal Governo nazionale, prima, e dal Governo regionale, adesso, ma hanno rappresentato una buona esperienza di governo dei territori ed anche un buon lavoro sulle prospettive di sviluppo degli stessi.
Discuteremo ancora sul Commissario, ma davvero il termine liquidatore è un termine brutto ed offensivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Il comma 5 dell'articolo 15 riguarda la nomina del Commissario e le procedure di liquidazione, quindi presenta degli aspetti anche tecnici.
Chiediamo che, entro il termine perentorio di 60 giorni dal conferimento dell'incarico, i Commissari nominati trasmettano alla Presidenza della Giunta regionale una relazione dettagliata sul quadro generale della situazione patrimoniale e finanziaria, delle risorse, degli strumenti della Comunità montana in oggetto, e propongano l'ipotesi di riparto.
La modifica che proponiamo rispetto al testo presentato dalla Giunta è che si passi da 90 giorni a 60, quindi ci sia un oggettivo processo di snellimento e semplificazione, anche perché un tempo di 60 giorni è assolutamente necessario per svolgere gli adempimenti relativi alla relazione sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sulle risorse, sugli strumenti che la Comunità montana ha.
Questo renderebbe il processo più snello e più celere, lo sburocratizzerebbe e, nello stesso tempo, consentirebbe i tempi giusti legittimi e necessari per svolgere un'operazione come questa.
Essendo quest'emendamento coerente con gli altri presentati, potrebbe essere accolto dalla Giunta, poiché rappresenta un processo di semplificazione che aiuterebbe il corpo della legge ad essere applicato in modo più snello, agile e veloce, con un vantaggio indubbio per il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
L'Assessore si ricorderà che anche in Commissione avevamo posto la questione del ruolo del commissario liquidatore e del fatto che non eravamo d'accordo ad intraprendere un'azione tesa a liquidare le comunità montane.
La vera questione è che se dalle comunità montane vogliamo far nascere una nuova esperienza che continui a prendere il meglio del lavoro svolto in tutti questi anni dalle comunità montane, trasformarle in unioni di Comuni montani e poi iniziare una fase di liquidazione, pensando che quei Comuni che devono diventare unione di Comuni montani non riescono a trovare un accordo sulla ripartizione del patrimonio, iniziamo col piede sbagliato.
Questa è la questione. E noi vogliamo dare tutto in mano ad un liquidatore, pensando che non bisogna sforzarsi e non bisogna favorire un accordo tra i Comuni? Sicuramente ci saranno elementi di discussione e di tensione sulla questione del riparto del patrimonio, ma noi dobbiamo favorire quell'azione per trovare un'intesa e per far sì che si trovi un accordo tra quei Comuni.
Se già noi, come Consiglio regionale, spingiamo per far svolgere un ruolo liquidatorio ad un commissario nominato dalla Regione, iniziamo col piede sbagliato.
Ecco perché, Assessore, stiamo insistendo sulla questione: lo abbiamo fatto in Commissione e lo facciamo oggi in Aula. È una questione importante, soprattutto per il futuro di quelle unioni di Comuni montani ecco perché l'abbiamo posta con forza.
Per favore, Assessore, ascolti le ragioni che ci hanno portato a presentare questa serie di emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Emendamento rubricato n. 57) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri al comma 5 dell'articolo 15 (Nomina del Commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 dopo le parole "dal conferimento dell'incarico i commissari" sono inserite le seguenti ", previo parere favorevole della maggioranza dei comuni interessati".
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Al comma 5 dell'articolo 15 proponiamo che il lavoro del commissario che si estrinseca in una trasmissione al Presidente della Giunta regionale di una relazione dettagliata sul quadro generale di attività e passività e su una proposta di un'ipotesi di liquidazione di riparto da cui emergono attività e passività, venga fatto previo parere favorevole della maggioranza dei comuni interessati.
In altri termini, noi, in qualità di veri sostenitori dell'autonomia degli Enti locali, siamo preoccupati che venga scelto "qualcuno", secondo le logiche che vigono nei Palazzi torinesi.
Oggi, l'Assessore Maccanti, con la sua consueta cortesia nel rispondere ad un question time, ha raccontato della brillante modalità con cui la Giunta regionale ha scelto un rappresentante in seno al Consiglio di amministrazione di un'azienda che si occupa di telematica: tra amministratori delegati ed esperti mondiali del settori, ha pescato dal cilindro forse la persona non propriamente più idonea a ricoprire quell'incarico.
Non vorremmo, Assessore Maccanti, che dopo aver selezionato in questo modo i Commissari, dopo essere entrata a piedi giunti, con una forza dirompente sugli equilibri contabili, economici e patrimoniali delle nostre comunità montane, e dopo aver fatto questo ennesimo atto di prepotenza dell'Amministrazione centrale e regionale nei confronti delle nostre autonomie locali, ad un certo punto il piano di riparto venisse fatto senza coinvolgere minimamente i nostri Sindaci, che sono i sovrani di quei beni e i titolari della rappresentanza di quelle comunità.
Assessore Maccanti, le chiediamo di tradurre in concreto gli intendimenti che lei, finora, ha espresso a parole in questa sede. La preghiamo cortesemente di smettere di ergersi a paladina della divisione dei beni delle nostre comunità montana, ma di cercare di piegare lei stessa, e il buonsenso che dovrebbe guidare la sua azione, ad una modalità un po' più aperta e un po' più condivisa, per cercare di far sì che possa emergere una soluzione consensuale e non simil-dittatoriale, dove arriva qualcuno, conta quello che c'è, paga i debiti e decide dove vanno le varie cose. Questa operazione, Assessore Maccanti, è incongrua, non porta nulla a questa regione e, soprattutto, non fa onore al federalismo che tanto viene sbandierato in questa Sala e che molti di voi, orgogliosamente, portano appuntato sul bavero della giacca.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Lo abbiamo detto con molta chiarezza: eravamo e siamo contrari al ruolo del commissario liquidatore, per le ragioni che abbiamo detto. Assessore se si insiste sulla figura del commissario liquidatore, almeno cerchiamo di dare una garanzia ai Comuni, soggetti interessati al riparto del patrimonio.
Se non inseriamo la frase "previo parere favorevole della maggioranza dei comuni interessati" è evidente che il commissario liquidatore non interpellerà i Comuni interessati, ma farà una proposta di riparto del patrimonio alla Giunta regionale e chi si è visto si è visto! E i Comuni interessati? Come pensiamo di far partire quell'unione di Comuni se non si favorisce almeno il tentativo di trovare un'intesa sulla questione del patrimonio? Come potrà partire quell'unione di Comuni? Credo sia naturale e lampante favorire un'intesa tra i Comuni e coinvolgerli. Quel patrimonio è stato costruito con il lavoro dei Comuni naturalmente degli amministratori e dei cittadini di quel territorio - e noi affidiamo tutto al ruolo di un liquidatore, senza trovare un'intesa tra Sindaci e senza obbligare il commissario liquidatore, perché lo inseriamo nella legge, a trovare un'intesa almeno nella maggioranza dei Comuni interessati? Quello che stiamo facendo è assurdo: è una questione di rispetto della democrazia e dell'autonomia dei Comuni interessati a questa operazione. Non lo facciamo? Allora facciamo un errore gravissimo. Gravissimo!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Il Consigliere Muliere ha detto una cosa che è difficile contestare sul piano del merito. Francamente, non comprendo le ragioni per le quali su una tale questione dobbiamo parlare in sei per riproporre quanto dovrebbe essere pacifico e scontato.
vero che c'è un retropensiero - ha ragione il Consigliere Muliere in quanto dietro questa vicenda, in Commissione, c'è stata una discussione aperta tra chi si proponeva di avviare un processo di trasformazione delle Comunità montane e chi, invece, poneva il problema della loro liquidazione.
Però, in tale sede abbiamo raggiunto un sufficiente grado d'intesa per gestire queste questioni in maniera diversa rispetto all'impostazione originaria che la Giunta intendeva assegnare a questa questione. Questi sono i fatti.
Naturalmente, una parte delle norme sono ancora figlie di quell'originaria visione. Qui, invece, secondo me, stiamo discutendo di un provvedimento che, per quanto riguarda le Comunità montane, asseconda un processo di trasformazione.
Mi chiedo che senso abbia costituire Unioni di Comuni che relativamente al riparto dei beni e delle risorse sono, obiettivamente, soggetti a sovranità limitata! Il punto è esattamente questo: sono Unioni a sovranità limitata a prescindere! Cioè, indipendentemente dal tipo di processo che si avvia e dal grado di consenso che raggiunge la discussione sul riparto stabiliamo che questi aspetti non contano perché c'è un soggetto terzo, che si chiama liquidatore, che non riguarda il mondo delle Amministrazioni locali, che interviene e decide a nome e per conto. Francamente, mi sembra un aspetto che pone problemi enormi sul piano del rapporto con gli Amministratori locali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri "Il comma 6 dell'articolo 15 (Nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è soppresso" Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo la soppressione, sostanzialmente, del comma 6 dell'articolo 15, che recita "La Giunta regionale acquisite le relazioni dei Commissari, può dettare specifiche disposizioni inerenti la liquidazione o autorizzarne l'ulteriore corso".
Quest'emendamento è in qualche misura coerente con l'emendamento precedente. Se è vero, come è stato detto, che intendiamo porre in atto un'operazione di responsabilizzazione della capacità di decisione del territorio - pertanto, nella logica di prima, chiediamo che il Commissario nel trasmettere la sua relazione assuma preventivamente il parere della maggioranza dei Sindaci coinvolti - non riteniamo necessario che su questa proposta di riparto la Giunta intervenga modificando il quadro.
Se, come crediamo - lo abbiamo detto più volte - gli Amministratori del territorio hanno la capacità organizzativa e sono in grado di decidere e di gestire le scelte che li riguardano, non vediamo perché, da una parte, il Commissario operi senza il parere preventivo di chi su quel territorio e in quelle organizzazioni del territorio lavora e ha responsabilità e paradossalmente, necessiti del parere della Giunta.
Dal nostro punto di vista, è una contraddizione in termini quella che emerge. Paradossalmente, fino ad oggi, abbiamo detto che gli Amministratori sono in grado di scegliere, decidere e governare le questioni che li riguardano; poi prevediamo la norma per la quale il Commissario non si confronta con loro, ma procede ad una sua valutazione e formula una sua proposta, paradossalmente, chiedendo eventualmente alla Giunta di intervenire sulla sua proposta.
Non ho ben compreso dove sta questa convinzione della responsabilità e delle capacità di autogoverno del territorio. Se facessimo veramente affidamento su questo, avremmo scritto - lo abbiamo scritto nei nostri emendamenti - che la Giunta non è il caso che se ne occupi perché il Commissario, sentito il territorio, esprime lui una proposta da portare avanti e non paradossalmente il contrario.
Quindi, in questo senso, chiediamo veramente alla Giunta di volere accogliere questo e il precedente nostro emendamento, su cui non ho potuto intervenire - lo recupero adesso, non come tempi, solo come concetti proprio perché riteniamo che il combinato disposto dei due emendamenti abbia una coerenza molto chiara.
Crediamo che i territori, tutt'al più coadiuvati, qualora necessario dal Commissario nominato dalla Regione, abbiano tutte le qualità, le capacità e le competenze per gestire le scelte che li riguardano e non prevedere, invece, malgrado tutte le enunciazioni di principio, che sia la Giunta regionale, alla fine, a decidere cosa succede. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come esplicitato dal collega Taricco un attimo fa, ci chiediamo per quale motivo il comma 6 debba restare all'interno dell'articolo 15, infatti l'emendamento ne propone la soppressione, per i motivi discussi fino a questo pomeriggio. Ovvero, nel momento in cui la proposta elaborata da un numero congruo di Amministratori viene inviata alla Regione, dobbiamo ancora mantenere in capo alla Giunta regionale la possibilità che quest'ultima detti specifiche disposizioni inerenti alla liquidazione o all'autorizzazione in corso.
Di nuovo, torniamo al tema di prima: crediamo che l'autonomia delle Amministrazioni debba essere rispettata fino in fondo. Quindi, dettate le regole e le modalità dei passaggi importanti, quale la trasformazione delle Comunità montane in Unioni montane, è necessario che tali passaggi non creino traumi nella gestione stessa dei territori e tengano in considerazione la capacità e l'autonomia dei singoli Amministratori.
Allora, l'emendamento è in questa direzione e ci pone una domanda semplice e abbastanza di facile soluzione: qual è il senso di lasciare il comma 6 all'interno dell'articolo 15? Pertanto ne proponiamo la soppressione, in coerenza e nel rispetto di tutto quanto oggi pomeriggio abbiamo evidenziato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Non voglio pensare che da parte sua, Assessore, e da parte della Giunta ci sia questa volontà e non la disponibilità a ragionare sul complesso di questo articolo.
Abbiamo tentato di individuare un'intesa su molte questioni all'interno della legge, ragionando e cercando delle soluzioni e delle mediazioni sempre secondo il principio di rispettare, in qualche modo, le volontà che verranno espresse sul territorio; di imbrigliare il meno possibile; di lasciare spazio al confronto sul territorio, che verrà dopo l'approvazione di questa legge, per identificare le soluzioni ideali rispetto alle Unioni dei Comuni e alle convenzioni, al futuro, appunto, dei territori montani.
Adesso, ci blocchiamo sulla questione del ruolo che deve svolgere il Commissario liquidatore nominato, quindi sul peso della Giunta regionale relativamente alle scelte che devono essere compiute sul territorio, invece di lasciare spazio all'autonomia dei territori e dei Sindaci che devono individuare le soluzioni ideali e giuste, che devono essere frutto di una discussione sul territorio e di confronto tra i Sindaci. No, noi vogliamo continuare a imporre la voce e la volontà della Giunta attraverso un Commissario liquidatore! La riteniamo una scelta sbagliata politicamente che peserà negativamente anche sul lavoro delle nuove Unioni dei Comuni montani. Peserà fortemente questa scelta.
Non sottovalutate questo aspetto del riparto del patrimonio. Non è un aspetto da sottovalutare, perché scivolare su questa buccia di banana rischia di compromettere le scelte che stiamo facendo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri il comma 7 dell'articolo 15 (Nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è sostituito dal seguente: "7. Decorsi trenta giorni dal provvedimento di trasmissione di cui al comma 5 senza che la Regione abbia formulato richieste di modifica, i commissari procedono ad attuare il piano di riparto. I decreti commissariali costituiscono titolo per le trascrizioni, le volture catastali e ogni adempimento necessario alla liquidazione o alla successione. L'attuazione del riparto deve concludersi entro centoventi giorni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Questo complesso di emendamenti che abbiamo presentato ruotano attorno alla questione che ormai stiamo ponendo da un po' di tempo.
Però vorrei affrontarla adesso da un altro punto di vista, perché se il buonsenso prevale, non c'è ragione perché non sia possibile risolverla diversamente.
Noi abbiamo un problema di principio da affermare. Il problema di principio è quello che il potere locale non può essere, di fronte a vicende come queste, sottoposto ad una sovranità limitata, altrimenti avviamo un processo e la prima cosa che facciamo è imporre alle unioni una decisione che le esonera da ogni decisione.
Tuttavia c'è un problema, perché - l'Assessore lo sa - possono verificarsi dei casi nei quali quell'intesa di cui parlavamo, e che dovrebbe ovviamente evitare l'intervento del commissario liquidatore, pu manifestarsi.
Ma è in questo caso che occorre intervenire. Ci dovremmo immaginare un provvedimento che stabilisce il principio che sono gli amministratori che intervengono e condividono il processo di riparto, immaginando ovviamente una subordinata, come succede in questi casi, che scatta nel momento nel quale quelle unioni non si mettono d'accordo.
In quel caso è ragionevole e siamo noi a dirvelo; non vi stiamo dicendo che accettiamo una condizione di paralisi, che lasciamo che lì non si governi questo processo. No, vi diciamo che in questi casi è immaginabile che l'Assessore regionale abbia la potestà di nominare un commissario liquidatore.
Non vi mettete d'accordo? Io ho fatto una legge, la legge prevede dei vincoli, poiché in verità in quella direzione non andate e non trovate un'intesa, perché la discussione sul riparto rischia di rinviare ogni decisione operativa, io nomino un commissario liquidatore. Ma è questa la fattispecie che giustifica la nomina del commissario, non altre.
Non può essere il liquidatore il principio. Il principio è: i Comuni insieme si mettano d'accordo; non si mettono d'accordo? Interviene un potere sostitutivo da parte vostra, che è la nomina del commissario liquidatore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Per quanto riguarda il comma 7 dell'articolo 15 ne chiediamo l'integrale sostituzione, anche in coerenza con l'emendamento che abbiamo presentato precedentemente, poiché crediamo che si debba procedere ad un meccanismo di semplificazione e crediamo che siano balzelli inutili quelli che vengono proposti con i commi che stiamo discutendo.
Cercare di rendere il meno traumatico possibile e il più delicato possibile il passaggio dalle Comunità montane alle unioni montane è anche reso possibile dal fatto che noi cerchiamo di rendere in modo più semplificato possibile tutti i passaggi che ne derivano.
Permettere che il commissario una volta nominato, nel momento in cui non riceveranno nessuna risposta da parte della Regione, permettere che il decreto del commissario costituisca titolo principale per tutte le trascrizioni e ogni adempimento necessario per poter concludere il processo, crediamo che questo sia un modo per andare nella direzione di cui parlavo un momento fa, ovvero per semplificare e per cercare di dare una maggiore flessibilità, nonché accelerare i tempi per poter chiudere il processo di trasformazione.
Pertanto, in coerenza con gli emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 15, che è uno degli articoli fondamentali di tutta la legge crediamo che con i contributi forniti dagli emendamenti si possa migliorare il testo complessivo della legge e andare nella direzione dell'attenzione rispetto a quello che gli amministratori proporranno e soprattutto della semplificazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come ha avuto modo di dire la collega Pentenero e anche i colleghi che mi hanno preceduto, l'emendamento presentato al comma 7 dell'articolo 15 che è sempre quello che riguarda la nomina del commissario e le procedure di liquidazione rispetto al disegno di legge n. 192, chiede in sostanza che, decorsi 30 giorni - un tempo che a noi pare sufficiente - al provvedimento di trasmissione, di cui abbiamo parlato, senza che la Regione abbia richiesto al soggetto interessato alcuna forma di modifica, i commissari possono procedere ad attuare il piano di riparto e che i decreti dei commissari e le loro decisioni possono costituire un titolo effettivo da questo punto di vista, per quanto riguarda ogni forma di adempimento forme di adempimento che possono essere trascrizioni, volture catastali e adempimenti necessari alla liquidazione o alla successione. E l'attuazione di questo riparto dovrebbe concludersi entro 120 giorni. Questi a noi paiono tempi sufficienti.
Ci pare anche questo un emendamento in linea con quelli che abbiamo precedentemente presentato ai commi precedenti dell'articolo 15, che è un articolo importante di questo testo.
anche questo un elemento che rende semplice e più chiaro l'intero processo che, proprio in momenti come questi che riguardano la nomina del commissario e sulle procedure di liquidazione, potrebbero invece complicare tutta la vicenda.
Quindi, lo spirito che abbiamo assunto è esattamente questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Effettivamente in questo caso la modifica rispetto al testo è un po' di fino, tuttavia anche le piccole correzioni in un testo così importante hanno il loro peso, perché qui prendiamo atto del fatto che, a differenza di ciò che è previsto al comma 7, prevediamo che innanzitutto la Regione formuli eventuali richieste di modifica.
Nel comma 7 non è previsto che la Regione possa formulare richieste di modifica; richieste di modifica che magari sono proprio formulate alla luce di osservazioni che possono derivare dal lavoro e dalle osservazioni giunte dai Comuni, che sono costituenti le Comunità montane oggetto di scioglimento.
Inoltre, precisiamo che questo riparto debba avere una tempistica perché è evidente che questa non può durare troppo, essendo previsto al comma 9 che le procedure di liquidazione si concludano entro 180 giorni noi chiediamo che invece questo percorso avvenga più rapidamente e che occorrano solo 120 giorni, quindi non sei mesi ma quattro mesi, per potere avere un esito completo del procedimento in oggetto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri "Il comma 8 dell'articolo 15 (nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri "Il comma 9 dell'articolo 15 (nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Gariglio Pentenero, Taricco, Ronzani, Muliere, Manica, Lepri "La rubrica dell'articolo 15 (nomina del commissario e procedure di liquidazione) del disegno di legge n. 192 è sostituita dalla seguente: "(Nomina e compiti di commissario)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 33, 34 e 27 sono dati per illustrati dai proponenti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ricordo che avevamo un impegno sugli ordini del giorno relativamente all'Emodinamica. Credo che domani dovremo trovare le condizioni per affrontare l'argomento. Al mattino il Consiglio è convocato sul tema della Fiat al pomeriggio, in linea di massima, se ci sono le condizioni prenderei l'impegno di trattarli.
Prego i Consiglieri del PdL di informare gli altri colleghi.
Comunico e ricordo che domani alle 9.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo in Sala Morando.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.34)



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