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Dettaglio seduta n.273 del 19/09/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE NOVERO



(Alle ore 14.45 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bussola, Cantore, Comba Cota, Giordano, Pedrale e Sacchetto.
Il numero legale è pertanto 27.


Argomento: Province - Comuni

Proseguimento esame disegno di legge n. 192, inerente a "Disposizioni organiche in materia di Enti locali"


PRESIDENTE

Dobbiamo affrontare la prosecuzione dell'esame del disegno di legge n.
192, inerente a "Disposizioni organiche in materia di Enti locali", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana dell'11 settembre è iniziato l'esame del disegno di legge. Le relazioni di maggioranza e di minoranza sono state svolte, rispettivamente, dai colleghi Vignale e Gariglio.
In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Muliere, Artesio, Taricco, Pentenero, Ronzani Bresso, Lepri, Negro e Carossa.
Nella seduta pomeridiana dell'11 settembre è terminata la discussione del disegno di legge, di cui si è sospesa la trattazione con il rinvio ad altra seduta. Avendo iscritto il provvedimento all'o.d.g. dell'adunanza odierna, cominciamo quindi l'esame dell'articolato partendo dall'articolo 1, sul quale insiste una serie di emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso: Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso.
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento chiediamo la soppressione dell'intero comma 3 dell'articolo 1, non tanto perché contrario al principio di sussidiarietà cui fa riferimento la nostra Costituzione, quanto perché non si pu lasciare al Comune - specie quando sono in gioco interessi sovracomunali la libera autonomia organizzativa.
La Regione non può delegare: deve assumersi precise responsabilità proprio in nome di quei principi che sono emersi chiari e inequivocabili dopo la riforma del Titolo V della Costituzione. Il Governo ha conferito alle Regioni un preciso compito, quello di procedere alla semplificazione amministrativa e al contenimento della spesa pubblica, tra cui rientra il riassetto dei livelli di governo del sistema delle Autonomie locali.
Ebbene, questo non è un ruolo che può essere demandato. La Regione deve avere un suo ruolo di primo piano in questo delicato ridisegno della geografia dei Comuni del Piemonte, la metà dei quali - lo ricordo - sono montani. La stessa UNCEM Piemonte ci ha messo in guardia, paventando il rischio che con questo disegno di legge nascano dall'oggi al domani più di 50 Unioni di Comuni montani, costituite da poco più di 3.000 abitanti.
Capite quindi la necessità che la Regione dia un indirizzo preciso e si riprenda quel ruolo di guida amministrativa che le è proprio; altrimenti si rischia una vera e proprio deriva amministrativa in cui, oltre a proliferare le Unioni dei Comuni, prolifererebbero anche i costi di gestione, alla faccia di quel contenimento della spesa cui siamo chiamati a rispondere.
Come si può ben pensare di far gestire unicamente ai Comuni questa partita, quando si sa benissimo che è proprio dal Comune che nascono quei sentimenti di campanile difficili e duri a morire? La revisione della spesa imposta dal Governo centrale è un forte richiamo alle Regioni affinch siano maggiormente responsabili e contribuiscano attivamente alla tenuta e alla coesione dell'ordinamento della Repubblica.
La perdurante crisi economica e le misure sin qui adottate a partire dal 2008 costituiscono un'occasione per non tirarsi indietro dalle proprie responsabilità. La Regione è stata chiamata a raggiungere degli obiettivi in ambito di economicità di spesa e di razionalizzazione delle risorse che i Comuni- con tutto il rispetto per il loro ruolo - non possono e non sono in grado di perseguire senza una guida solida e senza un indirizzo di coordinamento come quello che deve avere una Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Taricco, Laus, Muliere, Boeti, Manica, Ronzani, Negro, Pentenero: dopo il comma 4 dell'articolo 1 (Principi generali) del disegno di legge n.
192, è inserito il seguente: "4 bis. La Regione disciplina la gestione associata della funzione socio assistenziale anche riconoscendo e sviluppando l'esperienza dei consorzi tra Comuni, in coerenza con quanto previsto all'articolo 9 della legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1 (Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento)." Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà



RESCHIGNA Aldo

Abbiamo presentato quest'emendamento sull'articolo 1 che riguarda i principi generali perché, dopo circa due anni nel corso dei quali è perdurata una condizione di grande incertezza sul futuro dei Consorzi dei Servizi sociali, penalizzati dalla norma nazionale che prevedeva lo scioglimento di tutti i Consorzi, ci sembra che dal dibattito parlamentare che si è svolto recentemente sulla legge di conversione del Decreto legge n. 95 sulla spending review emergano le condizioni per cui nella legislazione piemontese questi vengano confermati, non come forma esclusiva di gestione delle politiche sociali, ma come una delle forme che la legge n. 1 del 2004 prevede e che voglio riassumere velocemente: gestione diretta per i Comuni grandi, delega alle Comunità montane, delega all'ASL o costituzione dei Consorzi. Ci sembra dunque che ci siano le condizioni per cui il legislatore piemontese colga quest'occasione per confermare la possibilità in capo ai Comuni di continuare con l'esperienza dei Consorzi dei Servizi sociali.
Credo che dobbiamo quest'atto soprattutto nei confronti dei tanti Comuni e dei tanti Consorzi che, senza indennità e in una condizione di grande incertezza e insicurezza sul futuro, hanno continuato a garantire il sistema dei Servizi sociali all'interno della nostra Regione.
Le condizioni che emergono dal dibattito parlamentare sono in parte quelle contenute nel comma 1bis dell'articolo 9 della legge di conversione del decreto "spending review" e anche dall'approvazione, avvenuta in sede di Commissione Bilancio del Senato, di una pluralità di ordini del giorno con i quali veniva richiesto al Governo di interpretare la normativa nazionale, non in funzione della soppressione e della cancellazione dei Consorzi dei servizi sociali.
Allora, noi abbiamo presentato quest'emendamento con questo tipo di consapevolezza. Prendiamo anche atto positivamente del fatto che nelle ultime settimane - anche all'interno del Consiglio regionale, da parte di forze politiche della maggioranza e non solo dell'opposizione - è emerso un orientamento teso a cogliere quest'occasione perché nella legislazione piemontese - lo ripeto - venisse confermata la possibilità di questo tipo di scelta.
In questo senso il sistema dei servizi sociali della nostra Regione si sta già muovendo: proprio questa settimana si è svolta l'assemblea del CISS del Cusio - che, lo ricordo, è il primo Consorzio che ha scelto di andare in liquidazione volontaria, che si protrae da più di un anno - la quale ha fatto un atto di revoca della liquidazione del Consorzio vincolante per i Sindaci, perché c'è l'intenzione di voler riprendere questo tipo di percorso.
Sono state concordate alcune correzioni all'emendamento che abbiamo depositato che dichiaro sin d'ora di accettare e di accogliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

A me sembra che il disegno di legge presentato dall'Assessore Maccanti sia stato sottoposto a riflessioni, verifiche e modifiche con l'obiettivo di offrire ai Comuni della nostra Regione un disegno di legge migliore.
Credo che, rispetto a quest'emendamento, vada fatto un ulteriore sforzo. L'esperienza dei consorzi socio-assistenziali, soprattutto piemontese - peraltro in gran parte dell'Italia queste esperienze sono meno pregnanti rispetto a quella che si è svolta nella nostra Regione - è stata una buona esperienza.
La legge che prevedeva l'eliminazione delle retribuzioni per i Presidenti dei C.d.A. ha ottenuto quello che si era prefissata di ottenere cioè un risparmio economico. Frequentemente, quasi tutti i Presidenti dei consorzi socio-assistenziali del Piemonte, anche se non hanno più ricevuto e se non ricevono più da due anni alcuna retribuzione, hanno continuato a svolgere la loro funzione e nessuno di loro si è dimesso.
Questo vuole dire che le persone che erano state nominate amministratori di centrodestra ed amministratori di centrosinistra allo stesso modo - erano persone che pensavano che, al di là della piccola retribuzione che ricevevano, valesse la pena di spendere una parte del proprio tempo e anche una parte delle proprie competenze per un servizio che ritenevano importante per i cittadini.
Come sappiamo, i Comuni investono il 50% delle risorse destinate a questo settore e, mentre la Regione ha diminuito il trasferimento ai consorzi, molti Comuni hanno fatto uno sforzo non solo per non diminuirlo ma per aumentare, in un momento di difficoltà economica per le famiglie, le risorse destinate a questo settore.
Naturalmente, resta la possibilità, per chi vuole, di affidare la delega alle ASL. Il Comune di Casale, da sempre, gestisce in questo modo questi servizi; il Comune di Torino se li svolge in proprio.
Credo che sarebbe opportuno offrire ai Comuni piemontesi che lo desiderano la possibilità di continuare a cogliere questa opportunità, e sarebbe anche per il viatico della legge un buon segnale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come già evidenziato dagli altri colleghi, trattandosi di un tema per il quale il dibattito è stato molto significativo e molto sentito all'interno della nostra Regione, credo sia utile provare a formulare ulteriori riflessioni.
Abbiamo fatto dei passi avanti nel processo di discussione della legge ed ora abbiamo anche una certa urgenza di arrivare alla sua definizione perché abbiamo delle scadenze cogenti e il sistema degli Enti locali sta aspettando una risposta.
Credo che cercare, all'interno di un quadro di normazione che una Regione deve dare, di salvaguardare quelle che sono le esperienze positive che una Regione è riuscita a realizzare sia un obiettivo al quale non possiamo rinunciare.
Le norme contenute nella spending review - e non parlo dell'ordine del giorno collegato - ci danno comunque una discreta certezza sul fatto che nello scegliere di permettere ai Comuni di mantenere i consorzi per la funzione socio-assistenziale, questa possa essere una norma non impugnata e che quindi non corre il rischio di non poter vedere poi la sua realizzazione.
Siamo convinti che in questo modo riusciamo davvero a dare una risposta importante alle tante realtà che in questo momento vivono situazioni di ansia e di difficoltà. Stiamo parlando dell'utenza delle fasce di popolazioni più deboli, quindi è evidente che il fatto che gli amministratori non abbiano più nessun tipo di gettone di presenza testimonia quanto invece ci sia la ferma volontà di garantire un'attività importante per i propri cittadini. Non si può immaginare che l'aspetto principale al quale dover dedicare attenzione, ovvero garantire i servizi sia prevaricato dal fatto che non sappiano con quali strumenti normativi ed amministrativi lo possano fare.
Quindi, siamo certi che riusciremo a cogliere una sensibilità anche nella maggioranza e a dare una risposta positiva ai tanti consorzi della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Sarò brevissima, perché concordo con quanto detto dai colleghi.
Intervengo semplicemente perché riteniamo questa una delle questioni più importanti che possiamo affrontare e risolvere con questo articolato legislativo.
Sappiamo benissimo che la questione dei consorzi è stata a lungo discussa ed è stata una vicenda molto travagliata all'interno della nostra Regione. Viene da un'esperienza positiva e virtuosa, un'esperienza che pu essere razionalizzata attraverso altre forme di razionalizzazione e di dimensionamento, ma è una realtà che sarebbe molto importante poter mantenere.
Riteniamo che una convergenza di opinioni tra la minoranza e la maggioranza su questo, tra l'opposizione e la maggioranza rappresentata dalla Giunta, possa essere cosa utile nell'interesse del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Reschigna Gariglio, Lepri, Taricco, Laus, Muliere, Manica, Ronzani: al comma 5 dell'articolo 1 (Principi generali) del disegno di legge n. 192 le parole "e del superamento delle attuali comunità montane" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Riteniamo che l'emendamento sia in qualche misura ultroneo, nel senso che, stante il fatto che abbiamo concordato su una trasformazione di fatto di quelle che erano le nuove Comunità montane in nuove forme di associazione sia ai fini dell'ottemperanza alla normativa nazionale per quanto concerne la gestione in forma associata delle funzioni, sia per quel che riguarda le politiche di sviluppo, crediamo che la dicitura alla quale facciamo riferimento possa tranquillamente essere tolta, anche perché il termine "soppressione" in qualche misura non evoca sentimenti positivi cosa che invece vorremmo mantenere nei confronti dell'esperienza delle Comunità montane.



PRESIDENTE

aperto il dibattito generale sui tre emendamenti e sull'articolo 1.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Com'è stato evidente nella discussione in Commissione, anche il Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra ha manifestato delle evidenti preoccupazioni in ordine ad un'applicazione letterale e, a nostro modo di vedere, irrealistica e irragionevole rispetto alla storia costruita nella nostra Regione, delle procedure relative alla gestione associata delle funzioni sociali attraverso il modello regionale piemontese dei consorzi socio-assistenziali.
Quindi, condivido molto l'emendamento che il Gruppo consiliare del PD ha depositato e che, per la verità, avevo anche chiesto di poter condividere in sede di presentazione. Credo che il quadro nel quale stiamo discutendo si sia arricchito di una straordinaria e nuova consapevolezza nel momento in cui a livello parlamentare si è discusso del decreto legge n. 95, quindi della spending review e, in modo particolare, si è assunta una discussione avanzata dai Gruppi parlamentari proprio in ordine alla necessità di salvaguardare le buone esperienze che hanno dato prova non solo di qualità nell'erogazione dei servizi, ma anche di economia, di efficienza e di efficacia.
Faccio riferimento all'ordine del giorno che ha accompagnato il dibattito sulla spending review e, in modo particolare, ha impegnato il Governo a considerare i consorzi socio-assistenziali, enti fatti salvi dal comma 1 bis dell'articolo 9 del decreto di conversione.
In modo particolare, ritengo che non è casuale la sensibilità dimostrata in questo ordine del giorno per il fatto che sia stato avanzato da parlamentari piemontesi. Non abbiamo rappresentanti parlamentari in Piemonte e non possiamo arrogarci questo merito, né tanto meno possiamo assimilarci alle posizioni politiche generali, ma condividiamo questa specifica dei parlamentari che hanno depositato questo ordine del giorno.
Crediamo che la già avanzata formulazione della legge regionale n. 1 del 2004, che in campo di politiche sociali aveva premiato la gestione associata, ma aveva individuato i consorzi come dimensione ottimale, nonch la successiva legge regionale 18 del 2007, che aveva spinto sempre più l'incidenza territoriale tra distretti e consorzi per una coerente programmazione delle funzioni socio-sanitarie, siano lo scenario che noi dobbiamo salvaguardare.
Concludo, Presidente, dicendo che il Capogruppo Reschigna ha fatto riferimento a emendamenti condivisi che noi non conosciamo e che vorremmo conoscere.



PRESIDENTE

Altri interventi di discussione generale? No.
La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Intervengo rispetto all'emendamento che riguarda i consorzi socio assistenziali condividendo alcune delle dichiarazioni e alcune delle affermazioni che sono state fatte fin qui.
Diciamo che noi oggi, per quel che riguarda la possibilità di mantenere i consorzi socio-assistenziali, condividiamo. Abbiamo un elemento importante in più, che è quello contenuto all'articolo 9, comma 1 bis del decreto legislativo 6 luglio 2012, così come convertito nella legge 135.
Quindi, all'interno della spending review, viene affermato che gli enti che gestiscono il socio-assistenziale possono continuare a sopravvivere.
Questa previsione, che secondo alcuni pareri non è apparsa così chiara in realtà è stata rafforzata, come ha detto il Presidente Reschigna dall'approvazione e dal parere favorevole del Governo di alcuni ordini del giorno che richiamavano anche, peraltro, la situazione piemontese, perch erano stati presentati da parlamentari piemontesi.
Ritengo, quindi, che il parere della Giunta sia un parere favorevole ma vorrei migliorare e, in questo senso, dare ancora più certezze ai nostri Comuni, proponendo qualche modifica. "La Regione disciplina la gestione associata della funzione socio-assistenziale anche riconoscendo l'esperienza dei consorzi tra Comuni...": qui emenderei e cancellerei "e sviluppando", tanto facciamo riferimento alla legge 1 del 2004, che come ricordavano gli intervenuti, non è esclusiva rispetto alla scelta dello strumento, ma prevede anche lo strumento della delega alle ASL ed evidentemente anche delle Unioni di Comuni, e aggiungerei al termine del comma "nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 1 bis del decreto legislativo 6 luglio 2012, n. 95, convertito nella legge 7 agosto 2012 n. 135".
Giacché inseriamo questo emendamento nei principi, vorrei anche nei principi richiamare e ricordare al Governo, che leggerà, come legge tutte le leggi, anche questa legge, con un occhio evidentemente critico e attento, che sostanzialmente questa previsione ce l'ha in qualche modo suggerita lui stesso all'interno della spending review.
Quindi, per riassumere, l'emendamento sarebbe ulteriormente emendato cancellando "e sviluppando" e aggiungendo il riferimento chiaro alla spending review.
Pertanto, il parere della Giunta è favorevole a quest'emendamento, se verranno recepite le modifiche che ho qui illustrato.
Approfitto per dire che, invece, il parere della Giunta sugli altri due emendamenti è un parere negativo. Un parere negativo all'emendamento 5) perché non se ne condividono le ragioni, ed un parere negativo all'emendamento 11), dove si chiede la soppressione del superamento delle attuali Comunità montane, perché di fatto, dopo la loro trasformazione per scelta dei Comuni, in ogni caso le Comunità montane verranno superate. Noi riteniamo oggi che dobbiamo dare anche un segnale di chiarezza ai nostri Comuni, anche nei principi di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, va bene? L'emendamento n. 1), che verrà posto in votazione successivamente al n.
5), è così modificato dal proponente in accordo con la Giunta regionale: sono tolte alla seconda riga le parole "e sviluppando". Sono aggiunte le parole, dopo l'intero testo, "nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 1 bis del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito nella legge 7 agosto 2012, n. 135".
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Comunico che aggiornerò, in modo che ciascuno si organizza, fino alle ore 19, perché per questa legge c'è una scadenza fissata da una legge nazionale che è il giorno 30 settembre.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.28 riprende alle ore 15.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Sarò molto breve.
Noi abbiamo la consapevolezza che sia una necessità, per il Piemonte riuscire ad approvare una legge regionale di riordino sul sistema degli Enti locali entro il 30 settembre. Quella data - lo voglio ricordare - è il termine ultimo che la conversione in legge del decreto legge n. 95 sulla spending review assegna alle Regioni per rettificare i limiti demografici minimi per la gestione associata. Se il Piemonte non riuscirà ad approvare la legge entro il 30 settembre, automaticamente nella nostra Regione il limite demografico minimo per la gestione associata rimarrà fissato in 10.000 abitanti.
Noi sappiamo che per l'applicazione sic et simpliciter, anche se l'atteggiamento e l'opinione del nostro Gruppo è quella di spingere per la realizzazione di forme associative ampie e forti, difficilmente un parametro siffatto può essere correttamente applicato in una realtà come quella del Piemonte, dove siamo in presenza di sistemi territoriali diversi.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Reschigna, ma siamo in sede di votazione. Le ho concesso la parola perché pensavo che il suo intervento fosse attinente alla votazione.



RESCHIGNA Aldo

Ci arrivo subito, però devo motivare il mio intervento, per cui mi dovrà concedere ancora trenta secondi.
Questa consapevolezza porterà questo Gruppo ad operare perché il Piemonte entro il 30 settembre approvi la legge regionale.
Per dare questo segnale, noi oggi garantiamo il numero legale sugli emendamenti e sull'articolo 1: diamo il segnale di una legge che incomincia il proprio percorso.
Mi permetta, però, di aggiungere due brevissime considerazioni.
Trovo immorale che il numero legale sia mancato alle ore 15.30 dopo che alle ore 15.29 i Consiglieri di maggioranza avevano apposto la propria firma.
Alle ore 15.30 solo 23 Consiglieri di maggioranza hanno partecipato al voto: questo è immorale, perché al di là dei meccanismi di controllo, che sono stati messi in atto, significa, sostanzialmente, che qui ci sono tutti i modi per fare quello che ciascuno ritiene di dover fare, avendo, come unica preoccupazione, talvolta, quella di raggiungere il numero di firme necessario per deliberare.
Trovo immorale che non ci sia un senso di responsabilità, da parte della maggioranza, di fronte ad un appunto come questa legge rappresenta per la comunità piemontese.



RESCHIGNA Aldo

PRESIDENTE.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



RESCHIGNA Aldo

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), così come modificato, sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



RESCHIGNA Aldo

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



RESCHIGNA Aldo

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.



RESCHIGNA Aldo

ARTICOLO 2



RESCHIGNA Aldo

Sull'articolo 2 insistono due emendamenti, rubricati ai numeri 4) e 12).
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, mi sembrava di essere stato chiaro con il mio intervento.
Consiglierei di prendere atto di una situazione che si è determinata.



(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo

Consiglierei di prendere atto della situazione che si è creata in Consiglio regionale oggi, anche perché diversamente cambia il nostro atteggiamento.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Reschigna, ma io devo fare il Presidente del Consiglio regionale.
Ho ascoltato con grande attenzione il suo intervento e l'ho apprezzato.
Le ho offerto correttamente la possibilità di intervenire - perché è nelle mie possibilità - in fase di votazione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Non è la prima volta, collega Bono, e comunque il Presidente può farlo.
Come ho detto, non credo sia la prima volta che capita, e quando serve può essere anche utile per l'intera Assemblea e nell'interesse generale della Regione.
Lei è stato chiarissimo: questo articolo non ha ottanta emendamenti, ma due. Io non posso che prenderne atto - e intendo farlo - in sede di prima votazione, nel senso che riconsidero quanto ho detto in precedenza, perch mi sembra chiara la situazione. In questo senso la tranquillizzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente. Sarò breve.
Ho ascoltato con attenzione quello che è stato detto prima dal Presidente del Partito Democratico, Reschigna.
Chiedo sommessamente all'Aula e all'opposizione, nell'ottica di riconoscere che questo è uno strumento importantissimo e fondamentale senso di responsabilità. Poiché c'è stato dietro alle quinte un lavoro importante e trasversale, guidato dall'Assessore Maccanti ma con la partecipazione di tutte le forze e le componenti del Consiglio regionale mi sembrava anche che ci fosse non dico un accordo - non mi viene un altro termine - ma quantomeno una condivisione, almeno per i primi articoli, e poi si sarebbe successivamente rivista la situazione, incontrandoci per risolvere - perché sicuramente verranno risolti - le poche problematiche rimaste in piedi.
Proprio per questo senso di responsabilità dell'Aula intera, chiedevo se era possibile continuare con le votazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Vedremo cosa succederà con i nostri accadimenti.
Grazie, Consigliere Carossa.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: il punto b) dell'articolo 2 comma 2 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo la soppressione dell'intero passaggio indicato al punto b) del secondo comma dell'articolo 2.
Questo perché nel caso in cui i requisiti di aggregazione dovessero restare quelli previsti dal disegno di legge in questione, abbiamo già detto e ribadito nell'intervento precedente che queste disposizioni non ci trovano d'accordo Come si può pensare di contenere la spesa pubblica con questi criteri? Occorre sì fissare un tetto minimo, ma valutando attentamente le possibili ripercussioni sulla proliferazione di unioni di Comuni, tanto più che in questo particolare momento storico la nostra Regione non può permettersi sicuramente dei passi falsi in questo senso, e quindi consentire una frammentazione amministrativa che ha, come sola conseguenza, quella di portare ad un innalzamento dei costi di gestione e un malfunzionamento delle stesse unioni.
nostro dovere, quindi, promuovere un'organizzazione razionale delle Comunità montane, così come ci chiedono il Governo centrale e l'Unione Europea. A nostro avviso, un'organizzazione razionale e di buonsenso vuole che il tetto minimo per la costituzione delle unioni di Comuni sia almeno di 10.000 abitanti, per quanto riguarda le aree montane e collinari rispetto ai 3.000 previsti dall'attuale disegno di legge.
Questo per noi è un punto fermo, signor Presidente ed egregi colleghi indispensabile affinché questa riforma degli enti locali possa rispondere appieno a quei criteri di contenimento della spesa imposta alle Regioni dalla spending review, altrimenti - riteniamo - tanto vale lasciare tutto com'è.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Gariglio Reschigna, Taricco, Muliere, Ronzani, Manica, Lepri: La lettera h) del comma 2 dell'articolo 2 (Ambito di applicazione) del disegno di legge n. 192 è soppressa.
Consigliere Gariglio, intende illustrarlo?



PRESIDENTE

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo consideriamo illustrato.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Maccanti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Mancando il numero legale per la terza volta nel pomeriggio, anche alla luce di quanto è stato riferito, ritengo di chiudere i lavori dell'Aula.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.12)



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