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Dettaglio seduta n.267 del 11/09/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1255, presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Futuro dei lavoratori CSC Italia" (ritirata)

Argomento: Nomine - Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1260, presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Nomina dell'attuale vicepresidente della societa' 5T s.r.l." (ritirata)


PRESIDENTE

Comunico che le interrogazioni a risposta immediata n. 1255 della Consigliera Cerutti 1255 e n. 1260 del Consigliere Gariglio sono state ritirate dagli interroganti.
Oggi, quindi, non saranno discusse; se i presentatori lo riterranno potranno riproporle prossimamente.


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta immediata n. 1264 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Sopravvivenza e rilancio del Museo Ferroviario Piemontese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1264 presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Ho presentato quest'interrogazione per conoscere le intenzioni della Giunta regionale e, in particolare modo, dell'Assessore alla cultura rispetto al sostegno, sviluppo ed eventuale incremento delle risorse e quindi dell'importanza della realtà del Museo Ferroviario regionale che insiste sulla provincia di Cuneo come sede principale (ma, comunque, nato in provincia di Torino da legge regionale). Essendo stato istituito con legge regionale, dal nostro punto di vista, la Regione dovrebbe assumersi responsabilità di programmazione delle attività, anche nel futuro.
Ho saputo che, come inserito anche all'interno dell'interrogazione, le risorse ordinarie sono diminuite parecchio negli ultimi anni. Chiaramente tutti sappiamo quali sono le problematiche di cassa generale e, nello specifico, nella delega che rappresenta l'Assessore Coppola.
L'incremento di attenzione del lavoro anche di volontariato e di molte persone appassionate, di interesse da parte delle scuole e di realtà che sono anche lontane dalla città di Savigliano dove è sito il Museo dovrebbe dal mio punto di vista, stimolare l'amministrazione regionale ad assumere la responsabilità di cui si parlava prima per capire davvero che cosa potrà fare da grande, o nei prossimi anni, questo Museo.
Sicuramente, poter rientrare sempre di più nel circuito museale o culturale piemontese, essendo anche la seconda realtà del settore in tutta Italia in quanto a pezzi e mezzi esposti o, comunque, archiviati all'interno della sede ed essendo sicuramente una possibilità da un punto di vista socio-culturale, turistico e poi anche dal punto di vista dell'istruzione, della ricerca e della valorizzazione del patrimonio storico della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Coppola per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Nell'affrontare il tema che mi sottopone il Consigliere Biolé, in realtà, credo si debba iniziare da una riflessione il più possibile seria e approfondita su quello che deve essere il ruolo della Regione Piemonte nella sua attività di sostegno alle tante istituzioni culturali o riconducibili alla proposta culturale e turistica delle nostra regione, in questo specifico momento storico.
Inizio con questa breve considerazione perché, se si guarda alla storia del Museo Ferroviario Piemontese, ci si rende conto che lo sforzo che la Regione Piemonte ha fatto in questi anni è stato assolutamente riconducibile alla sua realizzazione, ai lavori di apertura, di allestimento e che, di fatto, nella carta statutaria con la quale nel '96 si istituisce la sede di Savigliano, si prendeva come impegno la costruzione di un percorso condiviso su quel territorio che aiutasse la Regione nel sostenere le attività, la gestione e la vita ordinaria del Museo medesimo.
Questa condizione di abbandono della Regione Piemonte nel sostegno e nel finanziamento alle più diverse istituzioni o realtà culturali presenti sul Piemonte, non si riscontra soltanto nel Museo Ferroviario Piemontese ma si ritrova in una serie interminabile di altre realtà che insistono sulla provincia di Torino e che insistono nelle altre province del Piemonte, come in questa fattispecie.
Basti pensare che, in relazione a quanto il Consiglio regionale aveva stabilito nel '96, l'impegno economico regionale fissato in 3 miliardi e 600 milioni di lira arriva, complessivamente, tra il 2002 e il 2011 ad investire oltre i due milioni di euro.
vero quello che dice il Consigliere Biolé relativamente alla riduzione delle risorse ordinarie per la gestione che, di anno in anno sono state assegnate al Museo stesso, ma è altrettanto vero che se si va a guardare, faccio un esempio concreto, la contribuzione dei soggetti privati degli altri Enti per sostenere il Museo regionale nel 2011, la somma di quella contribuzione arriva a circa 6000 euro.
La risposta formale in questa sede intanto è di vera e sincera disponibilità ad incontrare le istituzioni, pubbliche e private, di quel territorio; portatori di interesse per trovare, nella condivisione di un percorso, le risposte alla necessità di trovare risorse che non siano i 40 mila euro che nel 2011 abbiamo dato e che oggi sono in fase di discussione in attesa che l'Assemblea regionale approvi la manovra di assestamento e definisca le risorse effettive per l'anno in corso. Ma, soprattutto, che si arrivi ad una determinazione condivisa di impegni che possono mettere il Museo nella certezza di programmare la propria attività o, addirittura, si arrivi ad una decisione condivisa e evidentemente non positiva di decidere di chiamarsi fuori e di chiudere il Museo medesimo.
Questa condizione di sospensione e di mantenimento di strutture, senza poter dire loro a quanto ammontano le risorse da investire, senza poter dire qual è il momento dell'anno nel quale le risorse vengono erogate credo sia il modo peggiore per mantenere in vita alcune realtà e soprattutto, credo non corrisponda ai tempi che stiamo attraversando.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1257 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Trasferimenti lavoratori IBM e depotenziamento sede torinese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1257, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione particolarmente attuale per la mobilitazione che si realizza questa mattinam riguarda la programmazione di IBM Italia in ordine al trasferimento di una serie di lavoratori di diversi sede italiane presso la sede di Segrate Milano.
La preoccupazione complessiva espressa, fino ad ora, nello scarso contraddittorio che è avvenuto con l'Azienda, è la seguente. Ovviamente la prima questione da rilevare è una palese incoerenza tra qual è la missione prevalente di IBM e i comportamenti oggettivi tenuti nella gestione del proprio personale.
Per un'azienda che promette ai propri clienti di connettere il mondo in rete e che ha già praticato ampiamente l'esperienza del tele-lavoro, che l'unica ipotesi di riorganizzazione industriale, al momento presentata, si fondi sul trasferimento fisico delle persone, peraltro tecnici abituati per la loro funzione, ad agire dalla loro postazione di lavoro con altri contesti internazionali con i quali continuerebbero ad agire anche nella nuova sede, pare almeno curioso, se non un elemento esplicito di debolezza dal punto di vista della gestione manageriale.
E' evidente che una contraddizione così palese non può che sottendere un'altra reale intenzione, che è la preoccupazione espressa dai lavoratori tutti e dalle loro rappresentanze sindacali. Il fatto, cioè, che questa richiesta sottenda un'intenzione di alleggerimento delle forze organiche, e in modo particolare l'indisponibilità a prendere in considerazione le proposte alternative che sono state avanzate, conferma questo tipo di preoccupazione. Le proposte alternative vanno, per esempio, nella direzione di rafforzare l'impiego e il ricorso al tele-lavoro che - come dicevo - è pratica non solo connaturata alla missione aziendale ma già ampiamente sperimentata.
Venendo al contesto e all'interesse pubblico della Regione Piemonte, la questione ci pare possa essere riassunta in questo modo: ai lavoratori interessati della città di Torino, che sono circa 76 sui 280 complessivamente mobilizzati da quest'operazione industriale, viene imposto un carico importante di percorrenza casa-lavoro che modifica significativamente la loro condizione organizzativa personale e familiare aggiungendo inoltre - se mai avessimo questo tipo di sensibilità ulteriori preoccupazioni sulla mobilità urbana ed extraurbana le cui necessità, come politiche pubbliche, dovremmo invece essere sempre richiamati a ridurre.
In modo particolare, poi, i costi di questi trasporti incideranno ovviamente sulle condizioni salariali dei dipendenti, alcuni dei quali inoltre, sono anche interessati da particolari condizioni dovute all'età anagrafica e all'anzianità lavorativa e da particolari condizioni familiari.
Abbiamo quindi una preoccupazione specifica per le condizioni del lavoro che vengono ulteriormente peggiorate, ma abbiano una preoccupazione ed è qui, evidentemente, la sensibilità che mi auguro di ritrovare nella Giunta regionale - sulla natura dello sviluppo economico della nostra Regione, la quale si vedrebbe, con questo trasferimento, ulteriormente depauperata di una presenza produttiva e professionale particolarmente qualificata.
Di qui scaturisce la richiesta che la Regione Piemonte, con le altre Regioni, intervenga sul Ministero competente, così come stanno facendo le Organizzazioni sindacali.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Se posso, in premessa vorrei chiedere alla Consigliera Artesio due cose. La prima riguarda il fatto che lei aveva già depositato un'interrogazione...



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

L'interrogazione è stata ritirata.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie. Secondo, io mi scuso sin d'ora ma io arrivo ora da una riunione con la proprietà, IBM, e quindi non sono riuscita ad aggiornare la risposta che ho qui scritta. Credo comunque che lei, Consigliera Artesio, sarà contenta di avere quantomeno un aggiornamento orale; poi provvederemo a mettere a punto nel merito lo scritto.
Nelle scorse settimane ho chiesto di poter aprire un tavolo; non di crisi, perché sottolineo che IBM non è in crisi e questo è stato anche motivo di riflessione, insieme alle Organizzazioni sindacali la scorsa settimana, nel definire la richiesta di un tavolo che avremmo potuto avanzare al Ministero dello Sviluppo Economico. In realtà, non potevamo fare richiesta di un tavolo di crisi in quanto l'Azienda non ha dichiarato crisi, ma ha dichiarato di voler riorganizzare le proprie funzioni di staff e di supporto, concentrandole su Segrate.
Come lei correttamente ricordava, questo comporta comunque a livello nazionale un trasferimento di risorse umane, complessivamente di quasi 300 unità, di cui chiaramente l'impatto maggiore ricade su due Regioni, il Lazio e il Piemonte: sulla Regione Lazio per 175 persone, sulla Regione Piemonte per 72. Si tratta di numeri che ad oggi sono fortunatamente anche cambiati in funzione dell'evoluzione delle trattative, anche di carattere informale, che sono avvenute nell'ultima settimana, ma soprattutto perch state verificate alcune posizioni - circa una dozzina sulla Regione Piemonte - di persone che rientrano chiaramente nella normativa della tutela del lavoro, ai sensi dell'art. 104. Pertanto, già in partenza questi numeri saranno anche fortunatamente ridotti.
Torno però al contenuto dell'interrogazione e alle riflessioni aperte.
Di concerto con le rappresentanze sindacali piemontesi, io ho richiesto all'Azienda un tavolo sul territorio regionale, così come ha fatto anche la Regione Lazio. L'azienda, che il 13 settembre - quindi dopodomani - avrà un incontro presso Assolombarda con i Sindacati a livello nazionale, ha ritenuto di non concordare con le Regioni tavoli locali per non aprire ad una casistica di relazioni sindacali diverse rispetto a quelle che in tutti questi anni ha tenuto, ma ha risposto positivamente alla richiesta di un incontro di carattere informale con la Regione Piemonte per spiegare la propria versione dell'operazione.
Io ho ribadito all'Azienda che avevo già avuto modo di verificare con le rappresentanze sindacali quali fossero le loro perplessità e le loro preoccupazioni e quindi accoglievo con piacere la proposta di svolgere un incontro propedeutico a quello che loro avrebbero fatto, rispettando chiaramente l'orientamento che stava nelle corde dell'Azienda, vale a dire quello di non aprire un tavolo di valutazione di carattere locale. Credo che nelle prossime ore la Regione Lazio farà la stessa cosa, ma è stata la Regione Piemonte la prima ad aprire a questo dialogo di natura informale.
Tra le altre cose, riporto una serie di informazioni veramente di pochi minuti or sono, perché ho lasciato la Responsabile nazionale delle Relazioni istituzionali di IBM poco fa; non sono riuscita a relazionare neanche ai Sindacati, ma chiaramente sarà mio compito preciso farlo successivamente a questo Consiglio regionale.
L'Azienda ha ribadito la volontà di concentrare sulla sede di Segrate le strutture di staff e di supporto all'attività che svolge, rimarcando che non erano però in dubbio la presenza e l'azione sul nostro territorio del core business di IBM. Il presupposto è che, a fronte di una serie di valutazioni che sta facendo in queste ultime ore per quanto riguarda - come ricordavo prima - posizioni che hanno un carattere non solo di natura giuridica ma anche di natura familiare estremamente difficile (l'Azienda ha ribadito che anche nei casi in cui non c'è un connotato di natura giuridica provvederà e sta provvedendo a valutare il personale posizione per posizione per capire insieme ai dipendenti quali potrebbero essere le difficoltà di un trasferimento a Segrate), IBM ha annunciato alla Regione Piemonte di non avere intenzione di rivedere questo processo di riorganizzazione.
La Regione, già di concerto con le rappresentanze sindacali, ha chiesto all'Azienda di aprire una valutazione sugli strumenti messi a disposizione di cui tra l'altro penso IBM sia non soltanto utilizzatrice, ma anche produttrice: l'Azienda utilizzava e metteva a disposizione le risorse che la Regione Piemonte ha su questi capitoli di spesa relativi al tele-lavoro.
L'Azienda ha ribadito di aver già fatto questa valutazione perché questa era una richiesta già pervenuta da parte dei Sindacati, ma che non riteneva che queste azioni potessero essere intraprese attraverso questi strumenti in quanto la volontà di caratterizzare la sede di Segrate con tutto ciò che configura un'azione di staff e di supporto va incontro ad una precisa razionalizzazione delle sedi di lavoro, non legata chiaramente ad una congiuntura economica negativa per l'Azienda - in quanto i bilanci del Gruppo IBM sono bilanci che in questo momento hanno dei risultati estremamente positivi - ma in funzione di una concorrenza di carattere internazionale cui l'Azienda deve comunque guardare.
Nel contempo, però, la Regione Piemonte ha aperto una serie di canali l'Azienda ha ribadito e ringraziato, ma soprattutto ha preso un preciso impegno, per le prossime settimane, ad aprire dei tavoli progettuali per quel che riguarda, invece, un'azione importante di collaborazione, con la finalità di implementare - possibilmente nel breve periodo - le figure presenti sul territorio piemontese, attraverso gli strumenti legati in particolare al tema della formazione, a quello dell'alta formazione in apprendistato e a quello dei master che noi abbiamo messo a disposizione.
Abbiamo informato IBM di una serie di strumenti di cui la Regione Piemonte si è dotata e abbiamo tra l'altro condiviso con la società il progetto sull'agenda digitale e le relazioni con il MIUR e con il Ministero dello Sviluppo Economico, in particolare; fatto che nelle settimane scorse loro avevano già provveduto a verificare, anche a fronte delle segnalazioni che avevamo messo in atto in particolare con lo staff del Ministro Profumo che si occupa, insieme al Ministro Passera, dell'agenda digitale.
Con IBM ci siamo lasciati con il preciso impegno, sia da parte della Regione sia da parte dell'azienda, ad aprire, nelle prossime settimane, un tavolo di natura progettuale, per far sì che la Regione Piemonte abbia sempre più, all'interno degli ambiti e delle sedi di IBM, un carattere importante e prevalente, per quanto riguarda gli investimenti futuri. Nelle prossime ore trasferirò l'informazione al Sindacato, che, in modo assolutamente corretto e costruttivo (e questo l'ho riportato all'azienda) aveva espresso una preoccupazione che andava ben oltre il contesto IBM vale a dire il contesto della ICT sul territorio piemontese.
Riporterò anche i colloqui di IBM con la Regione Piemonte, quindi la mancanza di volontà di rivedere il processo riorganizzativo, con dei numeri, fortunatamente diversi, che sono sempre importanti, ma non legati ad una crisi aziendale.
Questo è un minimo passaggio positivo, poiché le preoccupazioni della Regione Piemonte erano di due caratteri: sicuramente un trasferimento di persone, con tutto quello che grava sulla persona, ma anche la preoccupazione che questa fosse la premessa di un trasferimento dell'IBM dalla sede torinese alla sede lombarda.
L'azienda ha garantito che, in questo momento e con tali condizioni, il trasferimento non è nelle intenzioni della società. È chiaro che è nostro preciso impegno lavorare e collaborare, sia con le rappresentanze sindacali sia con l'azienda, per far sì che questa diventi una sede sempre più operativa, ma strategica, per il gruppo, sul territorio nazionale e non soltanto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1256 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Parto indolore con anestesia epidurale: quali i provvedimenti assunti dalla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1256, presentata dal Consigliere Buquicchio.
Risponderà l'Assessore Maccanti.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, sono contento che mi risponda lei, perché, come avrà notato nell'interrogazione non c'è alcun tono polemico.
Come lei comprenderà, le associazioni interessate e gli operatori chiedono informazioni, dopo l'approvazione - se non ricordo male all'unanimità - di un ordine del giorno al riguardo, quindi ho piacere che lei possa rispondere in modo formale.
Per onestà intellettuale, devo ricordare ai colleghi - lei sicuramente non l'ha dimenticato - che, all'epoca, il parere favorevole della Giunta era in un certo senso condizionato da una serie di situazioni che si sarebbero dovute verificare.
Pertanto - ripeto - senza alcuno spirito polemico, chiedo che lei faccia il punto della situazione, per poter informare chi di dovere.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Buquicchio, per l'interrogazione che ci dà modo di aggiornare lo stato di attuazione di un ordine del giorno sul quale la Giunta aveva espresso parere favorevole.
Come lei sa, la Regione Piemonte ha adottato, negli anni passati diverse iniziative finalizzate a sviluppare il parto indolore con anestesia epidurale (D.G.R. del 10/10/2005, D.G.R. del 12/05/2008, D.G.R. del 4/8/2009), pertanto gli strumenti amministrativi in vigore danno già la possibilità alle AA.SS.RR. di ricorrere a tale pratica.
Detto questo, c'era stato un impegno - come ho detto all'inizio e come lei ha ricordato nel question time e nella sua introduzione - previsto dall'ordine del giorno del 29/9/2011.
Con D.G.R. del 7/11/2011 è stato recepito l'Accordo Stato-Regioni del 16/12/2010 che riguarda le "linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo".
Successivamente, con D.D. n. 39 del 23/1/2012 (e questa è un po' la novità) è stato istituito il Comitato Percorso Nascita regionale, con il compito di proporre l'attuazione operativa di alcune azioni previste dall'Accordo, tra le quali il controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto.
A breve sarà definita una prima relazione da parte del Comitato e io qui le rappresento l'impegno dell'Assessore Monferino, non appena sarà in possesso di questa prima relazione, a venire a relazionare in Commissione e a riferire rispetto all'attuazione di quell'ordine del giorno.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1258 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Liquidazione danni imprese agricole 2010"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1258, presentata dal Consigliere Negro.
Risponderà l'Assessore Quaglia.
La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Mai come in questo periodo mi sono pervenute lamentele dagli agricoltori, in particolare quelli dell'Alta Langa, i quali non sanno più dove aggrapparsi, avendo delle coltivazioni di nocciole, per la sopravvivenza.
Dovremmo dare loro degli incentivi per mantenere queste colture nell'Alta Langa (non è il mio territorio, ma è veramente stupendo).
Gli agricoltori si lamentano del fatto che ormai da oltre tre anni (con quello in corso) non vengono pagati loro i danni causati dagli ungulati (cervi, cinghiali, ma soprattutto il famoso ghiro grigio, che sta invadendo la Langa).
Gli ATC sostengono che non provengono soldi dalla Regione, per pagare quei danni. Io chiedo alla Regione di dare una risposta: se è vero quello che dicono gli ATC, quindi se non paghiamo i danni subiti dagli agricoltori.
Parlo come cacciatore e ricordo che noi cacciatori paghiamo una quota annua per i danni, pertanto è giusto che vengano assegnati dei rimborsi a chi li ha subiti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
I danni accertati nell'anno 2010, di cui è stata data comunicazione da parte dell'ATC CN 5 - Cortemilia, cui compete la gestione faunistico venatoria dell'Alta Langa, ammontano a 147.716,88 euro.
L'Assessorato all'agricoltura, per il tramite di ARPEA, ha liquidato all'ATC CN 5, al netto delle compensazioni operate sul 2009, la complessiva somma di 67.383,71 euro, a titolo di contributo per il risarcimento dei danni 2010.
Con lettera n. 648 del 16/5/2011 l'ATC in questione ha comunicato di aver deliberato in data 30/3/2011 la liquidazione integrale dei danni autorizzando il Presidente ad emettere il relativo mandato di pagamento.
Contestualmente, veniva trasmessa dichiarazione sostitutiva di atto notorio, sottoscritta dal Presidente dell'organismo di gestione, attestante l'avvenuta integrale liquidazione dei danni.
Sulla base di tale documentazione è stato disposto il trasferimento all'ATC interessato del contributo previsto per il 2010 per il perseguimento dei fini istituzionali, come previsto dalla deliberazione della Giunta regionale del 3/8/2012.
Dalla documentazione agli atti risulta, pertanto, che i danni subiti dalle aziende agricole dell'Alta Langa, nel 2010, siano stati integralmente risarciti.
Circa il risarcimento dei danni accertati nel 2011 l'ATC CN 5 ha segnalato il loro ammontare, pari a 154.966,54 euro, ma non ha confermato il loro integrale risarcimento.
Va precisato che per il 2011 l'Assessorato ha liquidato al predetto ATC un contributo complessivo di 23.674,09 euro, da destinare al ristoro dei danni agricoli, fatte salve eventuali compensazioni da operare sul 2010.
In proposito, si fa presente che con lettera dell'8/8/2012 si è provveduto a rammentare agli ATC ed ai CA che il vigente quadro normativo prevede che le risorse comunque introitate da tali organismi siano prioritariamente destinate al risarcimento dei danni accertati nei territori di competenza.
L'Assessorato all'Agricoltura, inoltre, si è attivamente adoperato per il reperimento di fondi finalizzati al ristoro dei danni di cui sopra si accenna, e con lettera n. 18571/DB11111 del 9.8.2010 ha rassicurato le Organizzazioni professionali agricole che, giusto quanto previsto dall'articolo 40, comma 8, lettera a) e b) della l.r. 5/2012, i risarcimenti, anche pregressi, avranno luogo, pur se diluiti nel tempo utilizzando i fondi derivanti dalle tasse di concessione regionale in materia venatoria.
Va infine sottolineato che, per quanto attiene i danni cagionati dal ghiro alla coricoltura, caratteristica del territorio preso in considerazione, a cui faceva riferimento il Consigliere Negro l'Assessorato, con determina n. 318/2011 e con determina n. 215/2011, ha trasferito alla Provincia di Cuneo un contributo integrativo pari a complessivi euro 34.000,00 (su complessivi 70.350,32), per la realizzazione di uno studio su tale specie, finalizzato alla riduzione dei danni imputabili alla medesima.
In ordine ai danni arrecati dai cinghiali, si fa presente che nell'ATC CN 5, per la prima volta da quando istituito, è stato autorizzato il prelievo selettivo della specie, quantificando in 350 il numero dei capi abbattibili con tale metodica, che si affiancano ai capi prelevabili nella normale attività venatoria, in battuta.
Tale scelta gestionale è stata operata, principalmente, per contenere i danni cagionati dalla specie.



LEARDI LORENZO


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta immediata n. 1259 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Finanziamento della Regione Piemonte di 150.000 euro per la piazza-museo 'Santi del Popolo' di Casteldelfino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1259, presentata dal Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ho ripresentato quest'interrogazione perché solo in parte soddisfatto della risposta resa un mese fa dell'Assessore Ravello, che rappresentava il collega Coppola, secondo cui - cito testualmente - "non risulta nessuno atto che confermi un finanziamento pari a 150 mila euro".
Mi riferisco allo stanziamento per la piazza-museo "Santi del Popolo" di Casteldelfino, i cui lavori di costruzione sarebbero stati finanziati stando ad una determina del Comune di Casteldelfino (la n. 32 del 19 luglio 2012 ad oggetto "Festeggiamenti inaugurazione nuova "Piazza del Popolo.
Impegno di spesa") parte con il contributo europeo - così cita - del PIT Monviso, parte con mutuo completamento a carico della Regione Piemonte parte con contributo regionale e parte con fondi propri, come si legge dalla stessa determina.
Contributo regionale, nell'ordine di 100 mila euro coperto da mutuo quindicennale, che risulta anche da una determina dirigenziale del 19 luglio 2011, n. 1863, nell'ambito di un programma di contributi per la realizzazione di miglioramento di opere pubbliche di competenza comunale ai sensi delle leggi regionali 18 del 1984 e 25 del 2010.
Alla luce di ciò mi domando, e domando a lei, Assessore, come può non risultare, alla Regione, l'esistenza di questo finanziamento, di cui vorrei anche conoscere l'entità, visto che nella determina comunale si parla di mutuo a carico della Regione e di contributo regionale, e come può la Regione Piemonte aver concesso un contributo per un'opera che da più parti è stata versata per i suoi elevati costi e per la sua dubbia utilità.
Parliamo di soldi pubblici in un momento in cui alle Regioni e ai propri cittadini si chiedono sacrifici di non poco conto, e in cui le Amministrazioni regionali sono alle prese con tutta una serie di provvedimenti imposti dal Governo centrale, per far quadrare disperatamente i conti.
Parliamo di un'opera che ospita un museo di arte sacra con statue di bronzo raffiguranti santi, costata alla collettività qualcosa come 500 mila euro, il cui progetto definitivo, per la concessione del contributo immagino - sia stato visionato ed approvato dalla Regione Piemonte.
La lotta agli sprechi deve partire anche da qua, vagliando con maggiore attenzione quelle che sono le opere meritevoli di finanziamento, perch portatrici di benefici alla collettività, e quelle che non lo sono.
Ritengo che il tempo dei finanziamenti a poggia sia finito e, se non lo è, sarebbe bene che arrivasse. Non stupiamoci se poi i cittadini si dicono sempre più infuriati per la leggerezza con cui vengono investiti ed adoperati i loro risparmi; e non stupiamoci se questi stessi cittadini dicono di non avere più fiducia nelle Istituzioni e nella politica.
Auspico pertanto, signor Presidente ed egregia Assessora, che, alla luce dei contributi erogati, la Regione voglia ripensare e rivedere lo stanziamento in oggetto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione, con nota n. 884 del 23 marzo 2010 il Comune di Casteldelfino presentava richiesta di contributo di euro 115.000,00 a valere sui fondi della legge regionale n. 18/84 per i lavori di completamento di una nuova piazza a servizio del Comune. A tale richiesta era allegato il progetto preliminare approvato con delibera di Giunta n. 19, dell'8 marzo 2010, composto da una relazione tecnica e tre tavole progettuali. Il progetto prevedeva la realizzazione di una nuova piazza a servizio della comunità, utilizzabile sia come parcheggio che come spazio di aggregazione.
L'istruttoria della pratica ha tenuto conto dei vari aspetti e criteri che regolano la concessione dei finanziamenti, ai sensi della legge regionale 18/84. Nel caso specifico, l'opera (alla quale è stata altresì attribuita valenza di "rivitalizzazione" della borgata montana, come modo di evitarne lo spopolamento progressivo) rientra tra le opere finanziabili secondo la predetta legge ed è da ricondurre alla categoria che la legge stessa individua come "strade", che fa riferimento alla viabilità comunale nel senso più ampio del termine, comprendendo non solo le strade comunali ma anche le piazze, i parcheggi, e negli ultimi tempi si sono aggiunte anche le rotatorie.
Con determina dirigenziale n. 1863 del 19 luglio 2011 del Settore Infrastrutture e pronto intervento è stato pertanto concesso un contributo di euro 100.000, 00 in conto mutui per la realizzazione del progetto "Completamento nuova piazza".
L'importo di cofinanziamento comunale, previsto obbligatoriamente nella determinazione, è stato fissato dal Comune in euro 10.000,00. Nel mese di marzo 2012, il Settore Infrastrutture e pronto intervento è venuto a conoscenza che nella realizzazione dei lavori erano state inserite alcune statue: in quell'occasione l'Amministrazione comunale è stata informata che tutti gli elementi di abbellimento della piazza, dalle fioriere, alle panchine, incluse le statue, sono a carico dell'amministrazione comunale stessa, e che il contributo regionale potrebbe essere ridotto stralciando in sede di contabilità finale, le eventuali voci di spesa relative a questi acquisti.
Il Vicepresidente Cavallera, che mi ha affidato la nota scritta, resta comunque a disposizione dell'interrogante per eventuali approfondimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Contributi allo sport e al tempo libero

Interrogazione a risposta immediata n. 1261 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Contributo regionale per la ristrutturazione e l'ammodernamento dello Stadio Silvio Piola di Vercelli"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1261, presentata dalla Consigliera Manica, che ha la parola per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Questa interrogazione era stata presentata quando, nell'imminenza della fine del campionato, si doveva verificare quali sarebbero state le squadre che, per promozione o retrocessione, sarebbero andate in serie B.
La Pro-Vercelli era tra queste. Una squadra piemontese fondata nel '92 vincitrice di sette scudetti che, dopo 64 anni di assenza, è tornata in serie B.
Considerato che questo passaggio richiede un necessario adeguamento di uno stadio che, come sappiamo, è dedicato a Silvio Piola - grande campione grande bomber di calcio di origine vercellese, rimasto insuperato nel corso degli anni - e che l'ammontare della cifra per l'adeguamento di questa struttura supera il milione di euro, abbiamo appreso da organi di stampa locali che l'Amministrazione regionale - non sappiamo se la Giunta o qualche rappresentate locale vercellese, che si è un po' allargato da questo punto di vista (ritengo utile una verifica) -si sarebbe impegnata a stanziare un contributo di 500 mila euro per intervenire sulla ristrutturazione e l'adeguamento di questa struttura.
Pertanto, sarebbe molto utile sapere dall'Assessore che ci sta rispondendo a nome della Giunta, quindi ritengo anche dell'Assessore competente, da questo punto di vista...



(Commenti dell'Assessore Quaglia)



MANICA Giuliana

...però, lei è l'Assessore al bilancio, quindi queste cose arrivano sempre e inevitabilmente, sul suo tavolo.
Vorremmo sapere se questa notizia sia vera e a quale capitolo di bilancio la Giunta intenderebbe imputare questa cifra, anche perch sappiamo bene che la situazione delle risorse regionali è una situazione di scarsità, come ci viene sempre ricordato. Quindi, vorremmo sapere come e in che modo, in questa fattispecie, in questa situazione in cui stiamo vedendo gli assestamenti di bilancio, eccetera, se intenda, e in che tempi procedere per la ristrutturazione di questa importante struttura.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo rispetto alla nota che gli Uffici dell'Assessorato allo sport hanno predisposto, dando ampia disponibilità poi ad eventuali approfondimenti per quanto riguarda anche l'Assessorato al bilancio.
Con nota del 3 luglio u.s. l'Amministrazione Comunale di Vercelli ha formalizzato una richiesta di sostegno economico alla Giunta Regionale relativamente agli onerosi lavori di ristrutturazione, stimati in circa 1.500.000 Euro, per lo Stadio cittadino intitolato a "Silvio Piola".
In considerazione delle positive ricadute turistiche determinate da grandi eventi sportivi, tra i quali possiamo certamente annoverare il successo della F.C. Pro Vercelli 1898, come peraltro già avvenuto in passato, la Giunta Regionale intende sostenere l'adeguamento delle strutture sportive presso le quali esercitano la propria attività le eccellenze del Piemonte.
A tale riguardo, alla Direzione Cultura Turismo Sport sono stati formalmente assegnati gli stanziamenti relativi il PAR FAS (Fondo di Sviluppo e Coesione) 2007-2013 che prevedevano (peraltro, nel programma approvato nel 2007) delle specifiche voci a sostegno di interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio sportivo.
Lo Stadio "Silvio Piola" di Vercelli è certamente ascrivibile tra gli interventi da sostenere, poiché dovrà essere omologato agli standard federali richiesti per consentire la disputa degli incontri della squadra di calcio locale che milita ora nel campionato nazionale di calcio di serie B. Operazione dagli evidenti e indiscussi effetti di promozione e marketing territoriale, cui faceva anche riferimento l'interrogante.
Peraltro, tra gli interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale, turistico e sportivo attraverso accordi di programma con gli Enti territoriali, che sono in fase di approvazione da parte della Giunta Regionale, è stato inserito il progetto relativo allo Stadio "Silvio Piola" di Vercelli con un sostegno regionale che rappresenta circa un terzo del costo complessivo dei lavori.
Le modalità operative dell'assegnazione, in accordo con gli Enti locali, che dovranno in parte cofinanziare il progetto, saranno quelle dell'Accordo di Programma da siglare con la Provincia e con il Comune.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1262 presentata dal Consigliere Motta Angela, inerente a "Forte incremento dei casi di SLA tra i lavoratori del settore agricolo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1262, presentata dalla Consigliera Motta Angela, che ha la parola per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, perché il caso credo sia noto e, soprattutto, siano noti gli effetti di questa malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso, che non dà scampo nella maggior parte dei casi e non è neanche più considerata una malattia rara, ma certamente mortale.
L'incidenza della SLA sulla popolazione piemontese è in costante aumento negli ultimi anni e, oltre ai casi che erano già stati riscontrati che colpivano categorie molto particolari (all'inizio i calciatori, poi i lavoratori del settore dell'edilizia) sono stati riscontrati casi in altre categorie. La Procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagine riguardo all'aumento considerato anomalo tra gli agricoltori, ipotizzando che sia una patologia legata all'uso dei pesticidi in agricoltura.
Abbiamo letto questa notizia, abbiamo letto l'inchiesta di Giudice Guariniello e volevamo sapere che cosa la Regione Piemonte intenda fare quali azioni urgenti intende intraprendere per intervenire su questo fenomeno e, soprattutto, in tutela della salute degli agricoltori e della popolazione nel suo complesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Motta.
La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo, evidentemente, a nome dell'Assessore alla sanità. Lo ha ricordato molto bene la Consigliera Motta, la SLA è una malattia neurodegenerativa, a decorso generalmente infausto, che si manifesta nella maggior parte della popolazione in modo sporadico mentre in circa il 10-15 dei casi è ereditaria, causata da diversi geni per lo più a trasmissione autosomica dominante. Fra i casi sporadici sono stati dimostrati alcuni fattori di rischio, fra i quali uno dei più consolidati sarebbe proprio come ricordava la collega, l'attività di tipo agricolo. Gli studi eseguiti hanno ipotizzato un possibile effetto tossico di alcune sostanze usate in agricoltura, quali gli erbicidi e gli insetticidi. Tuttavia, non esistono dati consistenti su specifici tipi di sostanze che potrebbero essere coinvolte.
Per colmare la conoscenza nel campo della SLA e progettare interventi di tipo preventivo, di recente il Consiglio Regionale ha approvato la Legge regionale 11 aprile 2012, n. 4 "Disciplina dei Registri regionali di rilevante interesse sanitario" con la quale il Registro regionale per la SLA, attivo fin dal 1995 presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino, è stato formalmente riconosciuto come Registro di rilevante interesse sanitario.
Pertanto, nel momento in cui ci saranno dati certi sulle tipologie di sostanze potenzialmente causa scatenante di tale patologia, l'Assessorato provvederà e si impegna, evidentemente, oltre che a informarne le Commissioni competenti, ad attivare politiche di prevenzione congiuntamente all'Assessorato all'Agricoltura.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1263 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Sponsorizzazione Edipower S.p.A. campagna pubblicizzazione eventi Ente Parco del Po e delle colline torinesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1263, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questa interrogazione riporto una serie di informazioni che ho avuto modo di raccogliere leggendo giornali locali che raccontano della sponsorizzazione da parte di Edipower S.p.A. per quanto riguarda l'Ente Parco del Po e delle colline torinesi.
Questa sponsorizzazione nasce a partire dal luglio di quest'anno quando l'Ente Parco del Po e del Sangone della collina torinese (nato, nel 2011, dalla fusione dei precedenti due Parchi) riceve appunto quest'offerta dell'Edipower S.p.A. una campagna di sponsorizzazione degli eventi del Parco stesso.
Il signor Emanuel Bava, in qualità di responsabile commerciale della Publisher, società che gestisce le inserzioni pubblicitarie del giornale "La Nuova Periferia", spedisce all'Ente Parco del Po, che ha come Presidente il Giuseppe Bava, padre del proponente.
L'offerta prevedeva un pacchetto promozionale di cinque mezze pagine pubblicitarie a partire dal 29 agosto sino alla fine del mese di settembre.
Il 28 agosto, con prot. n. 900, l'Ente Parco del Po ratificava il contratto per la sponsorizzazione delle attività legate alla "rinaturazione" dell'alveo del Po di uguale importo, pari sempre a 1.750 euro + IVA.
A partire dal 29 agosto, però, sul giornale "La Nuova Periferia" non vengono pubblicate informazioni riguardo al progetto di rinaturazione dell'Ente Parco del Po, ma viene pubblicata solo l'immagine del logo dell'Ente Parco del Po e di Edipower S.p.A. grande a mezza pagina.
Nei giorni successivi (3 settembre), su un altro giornale locale viene pubblicato un articolo chiedendosi come mai di questa situazione e riportando la dichiarazione Edipower S.p.A., che era stata interrogata proprio sul fatto che compariva il suo marchio e non indicazioni di sponsorizzazione dell'Ente in sé, dicendo appunto che "ha finanziato attraverso l'Ente Parco del Po, la sponsorizzazione del progetto di rinaturazione di tutta l'area demaniale a sud dello scaricatore del Canale Cavour fino al Po" (quindi tutto intorno alla centrale di proprietà di Edipower S.p.A.).
Interrogo quindi la Giunta, al di là ovviamente dell'opportunità politica e anche di altri aspetti di cui magari si occuperà la Magistratura competente, per sapere se l'Ente Parco del Po e della Collina Torinese abbia rispettato le procedure previste dalla legge italiana, in particolar modo il decreto legge 78/2010, convertito in legge 122, il quale sancisce che "a decorrere dall'anno 2011, le Amministrazioni Pubbliche inserite nel conto economico consolidato della Pubblica Amministrazione, come individuato dall'ISTAT, incluse le autorità indipendenti, non possono più effettuare spese per sponsorizzazioni".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie, Presidente.
Intanto voglio dire al Consigliere Bono che io ho ricevuto una risposta dall'Ente Parco che gli Uffici stanno ancora vagliando, poiché si tratta di un fatto molto recente, come lei diceva. Si tratta, quindi, di stabilire cosa sia successo e come si è proceduto.
So solo - perché questo invece lo sapevamo preventivamente - che la società Edipower S.p.A., fra gli obblighi della concessione, aveva quello di "rinaturizzare" la zona del Parco a sue spese. Questo effettivamente è avvenuto, almeno così l'Ente Parco mi comunica a voce (però stiamo approfondendo), dicendo che Edipower S.p.A. ha fatto queste cose non nello spirito di ricevere o di dare una sponsorizzazione, ma perché questo importo era stato dato per "promozionare" le attività istituzionali del Parco.
Anch'io leggo le notizie di giornale dove si parla di pubblicità che invece non avrebbero nulla a che fare con questa cosa, ma stiamo verificando qual è la procedura e mi riprometto di dare notizie più precise non appena gli uffici regionali me le trasmetteranno (quali sono le pubblicità uscite, a fronte di cosa).
Si tratta di un fatto puntuale da verificare attentamente e non mi sento oggi di dire che ci sia stata una procedura corretta o scorretta da parte del Direttore del Parco, più che del Presidente, perché logicamente gli atti sono stati fatti tutti dal Direttore. Quindi mi riprometto di aggiungere altre informazioni non appena queste saranno in mio possesso cosa che oggi non sono.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.25 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Comba, Cota, Giordano Leo, Motta Massimiliano, Pedrale, Sacchetto.


Argomento: Caccia

Sentenza del TAR per la sospensione della stagione venatoria


PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, la Giunta mi ha informato - se l'Aula acconsente, perché dobbiamo derogare alla programmazione, ma dico subito che non ci saranno problemi in quanto lo anticipiamo - che, l'Assessore Sacchetto renderà la comunicazione sulla caccia lunedì 17 settembre alle ore 9.30 in sede di III Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Stamattina pensavo di essere stato chiaro nella misura in cui ho detto che per noi era indifferente l'Aula o la Commissione, ma volevamo la comunicazione entro questa settimana, non lunedì 17.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.27 riprende alle ore 15.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa all'Aula rispetto a una comunicazione che poteva sembrare anche provocatoria, ma l'Assessore Sacchetto è impossibilitato oggi e domani a svolgere la comunicazione in aula.
L'ipotesi poteva essere giovedì subito dopo la III Commissione, dove è già prevista un'audizione da tempo - evidentemente nell'assenza dell'Assessore Sacchetto perché non è l'Assessore competente per materia per quel che riguarda la III Commissione, a seguire c'era la riunione della cabina di regia per i costi della politica.
La Giunta dà la disponibilità dell'Assessore Sacchetto giovedì pomeriggio a proseguire in III Commissione e a svolgere lì le comunicazioni. Non è un'opzione che avevamo presentato al Presidente perch non c'erano i margini giovedì pomeriggio in Commissione.
Io sono qui a dire che c'è la disponibilità dell'Assessore Sacchetto che adesso ho sentito, a relazionare giovedì pomeriggio in una sede che dovrà essere per forza la III Commissione, convocata evidentemente in via ordinaria con questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, quanto tempo ritiene che sia necessario per questa comunicazione in Commissione? Siccome devo programmare e spostare devo capire come orientarmi.



RESCHIGNA Aldo

Credo che non sarà una comunicazione brevissima, perché immagino che sul tema si svilupperà un confronto in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Io ero convinto che venisse l'Assessore Sacchetto. Ad ogni modo, caro Assessore Maccanti, giovedì non siamo più in tempo, perché la caccia apre domenica 16.
Noi saremo la prima Regione d'Italia, fuori dagli schemi italiani, che non va a caccia. Gli amici cacciatori ci sparano alla schiena!



PRESIDENTE

I cacciatori sono persone serie e sono sicuro che non sparano alla schiena di nessuno.



NEGRO Giovanni

Non si può dare la risposta giovedì. Giovedì non si è più in tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Vicepresidente Placido, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ritengo veramente ineffabile questa situazione. Pertanto, richiamo i colleghi della maggioranza perché, indipendentemente dalle opinioni sulla caccia, siccome è un problema serio, di una gravità inverosimile, è incredibile che il Presidente della Giunta e l'Assessore pro tempore non sentano il dovere di venire a relazionare! Altro che giovedì! Ma stiamo scherzando?



PRESIDENTE

Grazie.



PLACIDO Roberto

Mi scusi, Presidente.
Non è sostenibile! Oggi doveva venire qui, questa mattina, a dire cosa pensa di fare!



PRESIDENTE

Grazie.



PLACIDO Roberto

Mi scusi, Presidente.



PRESIDENTE

Scusi.
Prego, concluda.



PLACIDO Roberto

Mi dica come è possibile intervenire, lei conosce il Regolamento meglio di me, mi dia la possibilità. Invito anche i colleghi della maggioranza perché non è un problema legato a chi è a favore o contro la caccia, perch la legge c'è e fino a quando c'è va rispettata. Siamo una barzelletta: succede un fatto straordinario come quello del TAR e l'Assessore non sente il dovere di venire a mettere la faccia qui e dire cosa pensa di fare! Questo non è sostenibile, non è tollerabile!



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Placido.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie.
Volevo intervenire perché mi dispiaceva che il Vicepresidente Placido si infervorasse così.
L'Assessore Sacchetto - lo ha dichiarato l'Assessore Maccanti - è disposto - naturalmente, vorrei ben vedere - nella giornata di giovedì a dare comunicazione, però voglio capire un elemento. Dato che noi della Lega Nord siamo assolutamente interessati a tutto quello che riguarda i cittadini - cioè alla caccia, come giustamente ha detto il Vicepresidente Placido, ma anche alla questione dei costi della politica, che stiamo rinviando già da troppo tempo - mi domando - mi rivolgo all'Aula e a lei Presidente - se all'opposizione è sufficiente una comunicazione dell'Assessore Sacchetto, il quale dichiarerà quello che dovrà dichiarare quindi, quello che lui e la Giunta intendono fare o avranno fatto - o si vuole svolgere la solita pantomima di discussione e quant'altro sulle dichiarazioni dell'Assessore Sacchetto.
Presidente, chiedo che ci sia, naturalmente, la comunicazione dell'Assessore Sacchetto nella giornata di giovedì, che può essere di un quarto d'ora-venti minuti, e che dopo si prosegua con il discorso sui costi della politica, perché lo ritengo importante quanto l'argomento legato all'apertura della caccia.



PRESIDENTE

Bene.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Volevo svolgere una considerazione. Credo che da qualche giorno a questa parte chiunque di noi sia bombardato di telefonate e di richieste per comprendere quanto sta accadendo in questa Regione rispetto alle questioni venatorie.



TARICCO Giacomino

CAROSSA Mario (fuori microfono)



TARICCO Giacomino

Neanche uno!



PRESIDENTE

Per favore!



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore! Per favore! Poi ho una proposta, che, vedrete, andrà bene.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Carossa! Consigliere Taricco, veda un po' se riusciamo...



TARICCO Giacomino

Sono molto dispiaciuto che il collega Carossa non sia oggetto di alcun tipo di....



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore!!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Carossa! Collega Taricco! Collega Carossa!



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Collega Carossa! Mi scusi, comincio dalla fine: non ho alcuna intenzione di rinviare il tavolo delle ore 14.30 - così cominciamo a risolvere alcune problematiche.
Il collega Taricco sta intervenendo per chiarimenti, anche lui ha tre minuti a disposizione sulle comunicazioni dell'Assessore Maccanti, è un suo diritto, per favore! Dopo vediamo di chiudere con una proposta che possa cogliere l'obiettivo della comunicazione e di mantenere il tavolo.
Prosegua, mi scusi.



TARICCO Giacomino

Prendo atto dell'estrema suscettibilità del Capogruppo della Lega Nord su un tema sul quale ha annunciato che avrebbero fatto sfracelli e, di fatto, stanno facendo sfracelli a tutti gli effetti e nel concreto.
Proprio per questo, vorremmo capire cosa sta succedendo in questa Regione riguardo a questo tema; e non è immaginabile che l'Assessore Sacchetto venga dieci minuti a dirci qual è il verbo, poi vada via e noi parliamo d'altro.
Credo di poter dire di avere altrettanto a cuore, quanto il collega Carossa, il tema legato ai costi della politica, ma ritengo necessario l'intervento dell'Assessore Sacchetto e che si possa interloquire su un tema che, in questo momento, non sta interessando qualche pellegrino che passa per caso, ma migliaia di cittadini che in questa Regione si stanno chiedendo - stanno arrivando mail e comunicazioni a tutti - se devono ancora rinnovare il tesserino per la caccia, se non devono farlo o cosa devono fare in prospettiva.
Pertanto, questo tema non si potrà liquidare in cinque minuti e noi abbiamo tutto il diritto di comprendere cosa sta succedendo, quindi di avere anche il tempo di interloquire.
Termino - credo di poter interpretare la sensibilità del mio Gruppo dicendo che siamo altrettanto interessati al tema dei costi della politica.
Non è un problema nostro se, ad oggi, l'Assessore non ha ancora sentito il dovere di venire in quest'Aula, veda di trovare le quadrature per fare l'una e l'altra cosa in modo adeguato. Grazie.



PRESIDENTE

Le "quadrature" le devo trovare io.
La parola al Consigliere Reschigna, che era già intervenuto.



RESCHIGNA Aldo

In effetti, avevo già parlato.
Capisco la difficoltà nel fare l'avvocato difensore dell'Assessore Sacchetto, per cui non mi scandalizzano più di tanto le considerazioni espresse poc'anzi dal collega Carossa, perché ha tentato di difendere una causa persa.
Consigliere Carossa, sia chiaro che non tolleriamo che, di fronte ad una richiesta legittima, che ho presentato questa mattina, cioè che un Assessore regionale venga in Aula o in Commissione a riferire su questa situazione - noi consideriamo legittimo e doveroso che l'Assessore venga urgentemente in Aula o in Commissione - si getti fumo negli occhi dicendo che questo Gruppo è più interessato ai temi della caccia piuttosto che a quelli dei costi della politica! Siccome, per Regolamento, Presidente, è considerato fatto personale mettere in bocca affermazioni che un Gruppo non ha mai fatto, sia chiaro che non ci stiamo a questo giochetto! Il rispetto che l'Assessore Sacchetto dovrebbe avere nei confronti del Consiglio regionale lo dovrebbe portare a disdire qualche impegno e non a far rivoluzionare il calendario dei lavori del Consiglio o delle Commissioni; spetta a lui trovare il modo di ritenere doverosa questa sua presenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
evidente che questo tema, per quanto si è detto nel corso di questi mesi e non perché lo è di per sé, è delicato. Mi sembra che, attualmente ci sia un'ipotesi di calendarizzazione per giovedì mattina alle ore 11.00.
Ricordo, per esempio, al collega Taricco, che si è molto infervorato che quando venne sospeso il calendario venatorio del 2006, l'Assessore Taricco non comunicò nulla, un po' perché era anche a fine luglio, ma non comunicò nulla.



(Commenti del Consigliere Taricco)



PRESIDENTE

Per favore, il 2006 è andato in prescrizione.
Prosegua.



VIGNALE Gian Luca

Semplicemente, è un fatto di Giunta e l'Assessore Taricco ha fatto il suo lavoro: il TAR lo ha sospeso, allora ha predisposto un nuovo atto di Giunta che ha consentito l'apertura della caccia.
Personalmente, mi auguro che l'Assessore Sacchetto stia impegnando il suo tempo per questa questione, che non riguarda i 35 mila cacciatori piemontesi, ma qualche decina di migliaia di agricoltori, che sono molto più preoccupati, o tanto quanto i cacciatori, per l'apertura.
Dopo di che, è legittimo che un Consiglio abbia informazioni su un tema importante - non dico più o meno importante, ma importante - quale quello dell'apertura dell'attività venatoria; il Presidente del Consiglio troverà certamente modo di soddisfare l'una e l'altra esigenza.



PRESIDENTE

Grazie.
Prima di proseguire il dibattito per chiarimenti, svolgo una comunicazione, che può aiutare, se l'Aula acconsente, perché dobbiamo rivedere la programmazione.
Innanzitutto, ringrazio la Consigliera Spagnuolo, con la quale mi sono confrontato, e il Consigliere Vignale, che ha dato la disponibilità.
L'ipotesi potrebbe essere la seguente: giovedì 13 settembre, alle ore 9.30, si svolgerà la IV Commissione e, alle ore 11.00, la III Commissione con le comunicazioni dell'Assessore Sacchetto.
Vengono mantenuti entrambi gli impegni del pomeriggio: alle ore 14.30 l'audizione in III Commissione per Mediapolis e, alle ore 15.30, il tavolo di concertazione sui costi della politica, la legge elettorale e quant'altro.
Questa mi sembra una soluzione che può andare incontro alle esigenze che sono state legittimamente rappresentate.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Per ricordare anche le modalità che comportano una richiesta che non è una pruderie di qualche Consigliere regionale o una richiesta che arriva dall'Aula, ma una richiesta che perviene da cittadini e da una parte della società piemontese a cui l'Assessore, a fronte della sentenza del TAR, ha dato ulteriore prova delle sue capacità dialettiche e diplomatiche di fronte a tutto il Piemonte pronunciando...chiamiamoli segnali ambivalenti che non rispondono alle richieste di informativa rispetto all'incognita se la prossima domenica inizia la caccia o meno.
Tant'è che, addirittura, funzionari della Regione su "La Stampa" o su "Repubblica", non ricordo quale dei due quotidiani, hanno dovuto precisare che il lavoro che occorre fare per rispondere alle richieste del TAR, non si liquida in cinque minuti. Al di là della sentenza del TAR, sono le dichiarazioni dell'Assessore che creano ulteriore confusione e imbarazzo.
La richiesta è legittima, al di là del fatto che a scegliere se rispondere o meno agli argomenti non credo sia il Consigliere Carossa, ma credo siano gli eventi e le modalità che si esplicitano durante la vita del Consiglio, della Giunta e delle realtà economico e sociali che si sviluppano in Piemonte.
Colgo con favore la soluzione per giovedì di un'informativa da parte dell'Assessore, mi dispiace che ogni volta che si avanza una richiesta, si devono mostrare i muscoli. Non ne vedo il bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in qualità di Consigliere il Vicepresidente del Consiglio Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Volevo portare la preoccupazione del mondo agricolo. Si parla di caccia, di TAR, di giudici. Il 27 agosto viene presentato un ricorso e dopo dieci giorni si ha già una risposta di ammissibilità. Ricordo quando il sottoscritto presentò ricorso per tornare in Consiglio dopo che aveva subito un'ingiustizia: passarono quattro mesi. In questo caso, dopo dieci giorni, si è trovato l'uovo di Colombo.
Probabilmente quei giudici si sono dimenticati che da noi c'è il raccolto del riso che ormai è prossimo alla maturazione...



BONIPERTI Roberto

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



BONIPERTI Roberto

Non prendertela con i giudici se l'Assessore è incapace.



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri...



BONIPERTI Roberto

Che ci sia o non ci sia un Assessore incapace il dato di fatto è che qualcuno si è preso la briga di bloccare un'attività che permetteva, a chi giustamente ha lavorato tutto l'anno per seminare e lavorare il riso, di raccoglierlo, invece di subire gravi danni che non possiamo pagare.
Ricordo che, purtroppo, le ATC sono indietro di tre anni nel pagamento dei danni. Vorrei vedere chi di voi fosse nelle condizioni di perdere una parte del proprio reddito, se non alzasse la voce.
Tenete conto che la varietà di riso che si semina oggi, il famoso Indica, è una varietà che croda tantissimo: se si appoggia su una mano quando è a maturazione, metà della spiga rimane in mano. Pensate cosa succede quando alla sera dalle nostre parte - nelle Lame del Sesia - si alzano in volo sulle nostre risaie anitre, germani, ecc. (sono stimate dalle 20 alle 25 mila presenze di questi animali). Ogni volo provoca dai 1000 ai 1500 euro di danno. Secondo me una persona di buon senso terrebbe conto di queste cose.
Purtroppo oggi la politica o il fatto di buttare fango addosso agli altri, non tiene conto che della povera gente ha lavorato tutto l'anno dalle cinque del mattino alle otto di sera non seduta comodamente in un banco del Consiglio regionale o dietro una scrivania del TAR.
Questo vuol dire non avere responsabilità. Spero che l'Assessore Sacchetto giovedì trovi la maniera di ripristinare ciò che era stato fatto che non è nell'interesse dei cacciatori, ma di chi ha lavorato tutto l'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Sarò brevissimo.
Per dire che il riferimento del Consigliere Vignale non c'entra nulla.
I fatti del 2006 sono accaduti alla metà di agosto. Io avrei voluto, in qualità di Assessore, convocare il Consiglio per relazionare, ma a metà di agosto era impossibile. Da questo punto di vista credo che il parallelo sia inefficace.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Volevo solo dire che gli animali non hanno voce, quindi ogni tanto bisogna parlare per loro. L'intervento del Consigliere Boniperti - lui sa come la penso, quindi non si offenderà - non mi ha assolutamente emozionato. Si invocano queste cose per altri tipi di interessi che si sa benissimo hanno fortissimi oppositori.
Tornando al punto dico che sarebbe stato del tutto normale - non inventiamo l'acqua calda - se l'Assessore di riferimento, essendoci stato un fatto giuridico e una sentenza del TAR, fosse venuto in Aula a relazionare. Saremmo stati nella più banale delle normalità.
Questo non è avvenuto, tuttavia si è trovata una soluzione e ringrazio il Presidente Cattaneo per la proposta.



PRESIDENTE

Comunico che la programmazione di giovedì 13 settembre è così variate: alle 9.30 è convocata la IV Commissione con l'ordine del giorno già trasmesso; alle ore 11.00 vi è un' informativa sulla caccia da parte dell'Assessore Sacchetto.
Alle 14.30 è convocata la III Commissione, alle 15.30 vengono confermati i lavori del tavolo di concertazione sui cosiddetti costi della politica.


Argomento: Province - Comuni

Proseguimento esame disegno di legge n. 192 "Disposizioni organiche in materia di Enti locali"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 192 "Disposizioni organiche in materia di Enti locali". Nella seduta di questa mattina è iniziato l'esame del disegno di legge, con la relazione di entrambi i relatori di maggioranza e minoranza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Effettivamente mancavano gli animali all'interno della discussione che abbiamo fatto che sono certamente interessati a quello che succederà domenica e che, naturalmente, si augurano che la caccia non parta e che non si verifichi quello che, con enfasi, ha detto l'Assessore con delega alla caccia: "finalmente si spara".
La discussione che abbiamo fatto qualche minuto fa - non sono intervenuto perché non era opportuno - dimostra come su un fatto estremamente banale, l'Assessore Sacchetto non abbia sentito il bisogno su una questione che ha un antefatto importante - la decisione del governo regionale di abolire la legge sulla caccia e di non consentire l'indizione del referendum - di presentarsi in Aula.
Noi non abbiamo nessun motivo, come opposizione, per dimostrare disponibilità nei confronti del governo regionale, anche per le parole che si utilizzano nelle discussioni. L'Assessore Sacchetto ha detto: "abbiamo rotto le ossa agli ambientalisti, adesso cercano di vendicarsi". Questo è testualmente ciò che ha detto, se è vero quello che hanno riportato i giornali. Quando sento parlare di fratture, per il mestiere che faccio dimostro una certa sensibilità.
Lo stesso Presidente Cota, quando parla di cultura, parla di greppia alla quale hanno mangiato tutti. Come se quelli che fino ad ora si sono occupati di cultura, fossero animali che hanno mangiato alla greppia. Sono particolari che indicano che non avremmo nessuna ragione per dimostrare disponibilità nei confronti del governo regionale.
Per entrare nell'argomento per il quale ho chiesto la parola, io non riesco a soddisfazione mostrare - non dico entusiasmo, perché è una parola grossa - per un disegno di legge che questo Consiglio regionale approverà nelle prossime sedute, perché io non credo che questo provvedimento valorizzi il ruolo del Comune quale primo destinatario delle funzioni e primo referente dell'erogazione dei servizi amministrativi ai cittadini.
Credo invece che negli anni ci sia stato - e il testo che stiamo discutendo ha quell'origine - un attacco nei confronti delle Amministrazioni locali; quelle Amministrazioni locali che per il principio di sussidiarietà hanno dimostrato di saper far crescere i propri Comuni e che hanno mostrato attenzione nei confronti dei cittadini. Penso che l'unica riforma sensata - con tutti i limiti che può aver avuto - sia stata quella dell'elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli comunali. Quando uno dei tanti provvedimenti del Ministro Calderoli diminuì del 10% lo stipendio ai Consiglieri comunali, ricordo cosa disse un mio amico Assessore del Comune di Sant'Ambrogio, che prendeva 120 euro al mese per svolgere il suo compito; disse: "Ma che cosa vuoi che me ne freghi? Ci rimetto 12 euro e, con o senza quelli, l'indennità non mi basterebbe comunque per pagare la benzina". Da parte del Ministro Calderoli c'è stato nei confronti delle Amministrazioni locali, un atteggiamento punitivo.
E anche qui abbiamo sentito frasi secondo le quali i Comuni dovevano smetterla di sperperare soldi nelle sagre, come se l'occasione per festeggiare, per fare comunità, per incontrarsi all'interno delle Amministrazioni comunali fosse un difetto piuttosto che un modo di stare insieme e di praticare la coesione. Se l'Italia è cresciuta dopo la II Guerra mondiale, se ha saputo ricrearsi e diventare quello che è, questo merito ce l'hanno gli amministratori locali, che con i loro cittadini hanno costruito un progetto di comunità.
La Francia ha tre volte i Comuni che abbiamo noi e a nessun Comune francese viene in mente di fondersi con il Comune vicino. Sono Comuni che hanno storie e tradizioni, ognuno con il suo castello; Comuni che coltivano il senso della comunità e la storia di quel territorio con muri pieni di fiori; Comuni belli, nei quali è piacevole vivere e che ricevono dal Governo, oltre che dai propri cittadini, le risorse necessarie per poter costruire il futuro delle rispettive comunità.
Altra cosa è la questione dei servizi: il momento difficile che il Paese attraversa ci impone certamente l'esigenza di metterli insieme e di metterli in comune. La Provincia di Torino ha fatto degli sforzi in questo senso, se si pensa alla gestione dell'acqua, dei rifiuti e dei trasporti che ormai sono gestioni collettive.
Il nostro Capogruppo diceva che, fra i tanti problemi ancora da affrontare nella discussione su questo disegno di legge, restano ancora due grandi questioni: una riguarda le Comunità montane e l'altra i Consorzi socio-assistenziali.
Parto dalla prima. La montagna produce il 18% del PIL della nostra Regione, attrae risorse transfrontaliere, attira risorse dall'unione europea che le Comunità montane hanno potuto attivare perché le politiche che si realizzavano erano politiche di area vasta. Il 52% del territorio piemontese è montano e i numeri parlano di 800 milioni di ettari di bosco 22 milioni di quintali di legna, un miliardo e 100 milioni di energia idroelettrica.
Io non credo, Assessore Maccanti, che i Comuni di 3.000 abitanti possano essere in grado di gestire queste questioni. Non credo che Unioni di Comuni di 3.000 abitanti possano attivare le risorse che è invece necessario attivare per realizzare questi progetti. E finirà con il prevalere, ancora una volta, l'appartenenza allo stesso schieramento politico. Penso per esempio alla Val di Susa: escludo che la Comunità montana possa restare quello che è; penso che i Comuni dell'Alta Valle governati in gran parte dal centrodestra, faranno un'Unione di Comuni per conto loro e che gli altri ne faranno un'altra, e una Comunità montana che a mio avviso ha svolto negli anni un buon lavoro vedrà rimpicciolire le sue prospettive di portata collettiva e quindi vedrà rimpicciolire le sue possibilità economiche.
L'altra riflessione che faccio riguarda i Consorzi. Anche qui, 40.000 abitanti - limite ritenuto idoneo dall'Assessore Maccanti - sono pochi certo, è la soglia minima e nessuno impedisce ai Comuni di consorziarsi per raggiungere dimensioni maggiori: noi pensiamo che 60, 70, 80.000 abitanti siano il minimo indispensabile. Va considerato infatti che le risorse del governo regionale per i Servizi socio-sanitari sono diminuite quest'anno del 18% e che molti Comuni sono stati costretti a intervenire con soldi propri per non dover tagliare completamente l'offerta.
Ricordo a tutti - anche al Presidente Cota - che, fatto 100 il bilancio di un Consorzio, il 60% è garantito dagli Enti locali e il 40% viene dalla Regione. Voglio dire quindi che con la soglia dei 40.000 abitanti non ci saranno le risorse necessarie per fronteggiare i problemi che riguardano soprattutto i minori: un minore in comunità costa 6.000 euro al mese e se non ci sono le risorse adeguate c'è il pericolo di non essere in grado di rispondere ad esigenze di grande portata come queste.
I Consorzi socio-assistenziali sono stati in Piemonte una peculiarità della Regione, ma sono stati anche una grande opportunità per i Comuni di lavorare insieme per offrire servizi ai propri cittadini. Affidare - lo diceva il Consigliere Buquicchio - la delega all'ASL è un ritorno indietro: vuol dire "sanitarizzare" i Servizi sociali, vuol dire tornare indietro rispetto al progresso che è stato fatto in questi settori in questi anni.
L'obiettivo economico era stato raggiunto, Assessore Maccanti, sia per le Comunità montane sia per i C.d.A. dei Consorzi: i Presidenti delle Comunità montane non prendevano una lira, i Presidenti dei Consigli di Amministrazione non prendono una lira ormai da due anni, ma nessuno di loro si è dimesso. Vuol dire che non avevano interessi personali di tipo economico, ma che erano lì perché credevano che il loro lavoro potesse essere utile alla collettività.
Io mi auguro che l'Assessore accetterà l'emendamento che abbiamo presentato, che consente - naturalmente a chi lo vuole - di poter continuare ad usare questo strumento per gestire i Servizi sociali.
Finisco perché il tempo a mia disposizione è terminato. Ripeto che non ho entusiasmo per questo disegno di legge, perché mi pare ancora una volta che il provvedimento abbia una matrice di tipo punitivo; e questo è inconcepibile.



PRESIDENTE

Grazie. La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Ovviamente l'elaborazione di questo disegno di legge, licenziato dalla Commissione, ha rappresentato - visto che prima si è parlato di parti dolorosi e tagli cesarei, anche se il collega Buquicchio non c'è più - un parto abbastanza difficoltoso da parte della Giunta e da parte della Commissione consiliare che ha analizzato il testo.
Sia per l'esperienza che abbiamo avuto in Commissione sia per quanto riguarda la coerenza con il programma politico che il mio Gruppo consiliare esprime, a livello regionale come a livello nazionale, devo dire ovviamente che l'esito non ci trova molto concordi su alcune delle soluzioni presenti nel testo. Naturalmente ci rendiamo conto, anche dopo due anni di esperienza politica, che ci sono delle diverse posizioni da contemperare: l'abbiamo sentito qui oggi in Aula dove ci sono stati Consiglieri, anche dello stesso Gruppo politico, che in alcuni casi hanno cercato di portare avanti - come si suol dire - tesi di difesa del campanile (la Regione Piemonte, infatti, può essere veramente portata ad esempio, tra le Regioni italiane, come quella dei campanili: diciamo sempre tutti che abbiamo 1.206 Comuni); e altri Consiglieri, magari della stessa coalizione se non dello stesso Partito, che invece magari hanno avuto un approccio un po' più di ampio respiro e di vera analisi della realtà esistente, con il fine di cercare di produrre o proporre un qualcosa di costruttivo che possa anche reggere nel tempo, con gli anni.
Succede poi infatti che, passati due o tre anni e cambiato colore politico, ogni riforma istituzionale non sta più in piedi o non piace più un po' come un abito da cambiare; vi si rimette quindi mano e quando lo si fa - di riforma in riforma - ovviamente il prodotto non può essere nel segno dell'efficacia e dell'efficienza.
Parto da un'analisi breve del testo: in effetti, nella prima riga dell'articolo 1, come deve essere in ogni testo di legge che abbia una buona tecnica legislativa, si dichiarano le finalità del testo, quindi si dice che la Regione persegue l'obiettivo di procedere al riassetto dei livelli di governo del sistema delle Autonomie locali del Piemonte, ai fini della semplificazione amministrativa e del contenimento della spesa pubblica.
Sono due concetti importanti e molto diversi: sono stati associati e vanno analizzati.
Per quanto riguarda la semplificazione amministrativa, ad esempio possiamo immaginare che, insieme all'eventuale riassetto delle Province ne abbiamo discusso ieri e non mi sembra sia stata una discussione molto proficua, anche perché stiamo aspettando le sentenze della Corte Costituzionale - dalla revisione costituzionale avvenga una semplificazione amministrativa e burocratica.
Penso che la finalità - non dico la modalità con cui si potrebbe raggiungere la semplificazione amministrativa - possa essere condivisibile e condivisa da tutti.
Come Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle abbiamo, nel nostro programma, la fusione dei Comuni sotto i 1.000, o addirittura i 5.000 abitanti, a seconda delle aree di pianura, montane, collinari o marginali.
Questo può portare una semplificazione amministrativa.
Per quanto riguarda, invece, il contenimento della spesa pubblica, il dato è un po' più interpretabile dalle varie soggettività politiche.
Ovviamente, servirebbe un dato preciso, concreto, ma - come sappiamo - è proprio questo il difficile della politica: in seguito ad un'analisi e una visione che poi si cerca di contestualizzare in una legge, cercare di capire quali sono le conseguenze economiche.
Oggi si parla solo più di economia, non economia produttiva, ma di tagli alla spesa pubblica, ai servizi, quindi il clima politico in cui stiamo vivendo porta a suggerire, da Roma, delle riorganizzazioni che dovrebbero dare un contenimento della spesa pubblica.
Occorre chiedersi se questo abbia una reale efficacia. Abbiamo discusso tantissimo e questa è una tesi che portano molti politici contro una riduzione del numero dei Consigli comunali. Nel senso che il Consigliere comunale di un Comune di 1.000 abitanti guadagna zero; se ha un gettone di presenza prenderà quattro, cinque o dieci euro a gettone di presenza. Così è stato detto sulle Comunità montane, sui consorzi e quant'altro.
Dobbiamo capire se, in realtà, il contenimento della spesa pubblica è solo il contenimento dello stipendio dei singoli amministratori o se c'è anche un contenimento di un secondo livello, cioè un contenimento della spesa pubblica dovuto all'intermediazione, poiché tanti enti che devono gestire la cosa pubblica comportano un aggrovigliarsi della matassa ed un eventuale aumento della spesa pubblica.
Non in ultimo, c'è il discorso della corruzione, essendoci tanti amministratori. Ma, nella storia del Piemonte, possiamo andare a scoprire in tanti piccoli Comuni delle spese folli: capita molto più facilmente che nel piccolo Comune vengano fatte delle spesi folli, classicamente clientelari, che non hanno un ritorno con un indotto lavorativo, turistico o di altro tipo.
Pertanto, con una visione anche abbastanza pratica, pragmatica, si potrebbe dire che una riduzione del numero delle Amministrazioni e, di conseguenza, degli amministratori che vogliono (una parte di questi) mangiare nella mangiatoia (qualcuno usava questo termine, prima) dei soldi pubblici, può portare indirettamente ad una riduzione della spesa pubblica.
Il collega della Lega Nord, Carossa, ha parlato del contesto nazionale della spending review e della missione del salvatore della patria (naturalmente lo dico in senso fortemente critico), Mario Monti, di ridurre la spesa pubblica dello Stato andando a tagliare i servizi e a licenziare (di questo si tratta), o ridurre, il personale pubblico. Infatti nonostante i buoni principi inseriti nella legge e negli articoli, come all'articolo 18, che parla di mantenere i livelli occupazionali delle Comunità montane, è ovvio che saranno tutelati i lavoratori con contratto a tempo indeterminato - tra l'altro con la mobilità - mentre per gli altri il futuro è un punto interrogativo.
Noi siamo assolutamente contrari all'ottica di ridurre la spesa pubblica quando non si tratta, ovviamente, di inefficienza e sprechi, ma su questo apriamo un capitolo enorme. Proprio ieri hanno avuto inizio alcuni cantieri notturni, per evitare le contestazioni dei cittadini riguardo al tratto dell'Alta Velocità Genova-Milano e al Terzo Valico.
Questi, per noi, sono l'esempio pratico degli sprechi; non sono le persone che lavorano e si fanno - loro sì - il mazzo (passatemi il termine) nelle Comunità montane o nei piccoli Comuni.
Pertanto, sono due piani molto diversi.
Non concordiamo assolutamente con l'idea di ridurre la spesa pubblica in questo senso e neanche con quella di aumentare le tasse: anche un bambino della terza elementare capirebbe che siamo in una fase di stagnazione e recessione, poiché le aziende chiudono, falliscono, c'è meno tassazione, quindi meno gettito fiscale.
Queste sono considerazioni fatte da chi è laureato in medicina e non in economia: sono, ovviamente, di basso livello, ma per un tecnico come dovrebbe essere Mario Monti e il suo Governo di tecnici, tra cui Passera che ricordo sempre con favore - dovrebbe essere lapalissiano, lampante.
Come Regione, ci arrabattiamo a cercare di tamponare un po' le falle delle riduzioni dei soldi provenienti da Roma, anche per compensare il debito che è stato prodotto dalla Regione Piemonte con cattive amministrazioni, quando si pensava che bastasse spendere a deficit, quindi creare debito.
Tornando, nei pochi secondi che mi restano (ho un po' divagato su temi di natura più nazionale), al tema principale, i punti che vorrei sottolineare, che eventualmente saranno oggetto di emendamenti nella discussione degli articoli (li ho già evidenziati in sede di Commissione) riguardano la rigidità, proposta dal disegno di legge, sul numero degli abitanti. All'articolo 7 si parla di 3.000 abitanti per le unioni collinari o montane e 5.000 per la pianura. Rigidità che, però, viene aggirata da deroghe, e voi sapete - l'ho già espresso - che il principio della deroga in Italia, è uno strumento che viene abusato.
Sarebbe meglio una norma che fosse, all'inizio, di suo, meno rigida, e poi che non ci fossero assolutamente deroghe; diversamente, facciamo il gioco (l'ha detto anche un collega) - e chiudo Presidente - delle creazioni delle unioni o delle convenzioni tra Amministrazioni dello stesso colore.
Questo, purtroppo, è un cattivo costume cui siamo sicuramente avvezzi: lo capiamo, ma non possiamo derogare in questo senso.
Chiudo dicendo (è veramente l'ultimo punto che sottolineo) che all'articolo 9, quando si parla di supporto economico sia per l'unione sia dopo aver ribadito e modificato l'articolo sulle fusioni, sono veramente favorevole a pensare di prospettare dei supporti economici. Chiedo all'Assessore Maccanti - che è l'unica superstite della Giunta, in questo momento - che si trovino queste risorse economiche.
Io sarei molto più indirizzato a dare un supporto tecnico e organizzativo da parte degli Uffici della Regione Piemonte, che è quello che una Regione dovrebbe fare nei confronti dei Comuni e degli Enti locali.
Grazie, Presidente.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Bono.
Abbiamo, adesso, l'ultimo intervento del Consigliere Marinello dopodiché, come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, l'iter del disegno di legge 192 finirà qui. Si andrà avanti nel prossimo Consiglio regionale del 18 settembre.
Si passerà, poi, alla discussione del disegno di legge n. 280 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2011".
La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Noto con piacere che la parentesi schioppettante sulla caccia è terminata e siamo ritornati al clima di questa mattina, un clima che come sfondo potrebbe avere quella romantica immagine evocata dal Consigliere Boeti di comuni francesi fioriti: peccato che parliamo di gestione associata di servizi e che, purtroppo o per fortuna, non siamo in Francia.
Partiamo dall'auspicio del collega Ronzani - nel cui intervento di questa mattina riprende molte osservazioni espresse dall'opposizione secondo cui: "La riforma del sistema degli Enti locali arrivi attraverso un percorso condiviso".
un auspicio anche nostro, ed è uno sui punti su cui abbiamo voluto costruire questo disegno di legge.
Un percorso può diventare condiviso se convivono due fattori: il primo una sostanziale convergenza sull'opportunità di non sforzare politicamente, una proposta; secondo, la volontà, l'impegno e la pazienza nell'affrontare l'opera di concertazione.
Credo che in questo caso ci siano entrambi gli elementi per arrivare ad un percorso condiviso, soprattutto sul secondo punto.
Mi voglio associare ai complimenti all'Assessore Maccanti. Non sono complimenti di circostanza o di facile piangeria, perché mi pare che nel dibattito tutti abbiano concordato l'importante lavoro di tessitura svolto: un lavoro non semplice, perché tutti sappiamo quante e quali posizioni si siano manifestate in questi mesi fra gli amministratori locali e tutti conosciamo le contraddizioni esistenti all'interno delle associazioni rappresentative degli Enti locali.
Non è una critica e non è polemica, ma è un dato di fatto oggettivo.
la fotografia di una realtà piemontese molto frammentata - lo sappiamo caratterizzata da interessi legittimi, molto diversi fra loro. Fare sintesi non è stato facile, ma, a nostro avviso, l'approccio alla concertazione è stato quello corretto.
Noi siamo convinti che concertare non voglia dire subire supinamente gli input che arrivano dall'esterno o dalle forze di opposizione presenti in Aula.
Concertare vuol dire modificare le impostazioni in maniera razionale: modificare impostazioni e date, non con il solo fine di poter dire che abbiamo approvato la legge. Questa è una visione distorta del concetto di concertazione. Un disegno di legge di questa portata non può essere raffazzonato, non può essere frutto di "copia e incolla", ma va individuata una filosofia di fondo. Vanno individuati punti fermi che ne evidenzino le peculiarità e vanno lasciati aperti dei temi su cui individuare soluzioni sostenibili di compromesso.
stato fatto così. Si è adottato un modello di concertazione che è esportabile. Definiamolo un modello di eccellenza. Questo va riconosciuto e, forse, in parte è stato riconosciuto.
Oggi ci troviamo a discutere un disegno di legge non eccessivamente invasivo, poco dirigista, con i Comuni e la loro autonomia al centro del dibattito, e con l'individuazione di soluzioni a misura del Piemonte frutto del dialogo.
D'altronde, le caratteristiche del nostro territorio le conosciamo tutte, come conosciamo le caratteristiche delle nostre aree montane: la forte omogeneità dei territori, spesso molto piccoli e coincidenti con le valli. Le valli piemontesi, che si riorganizzano per la gestione associata dei servizi, sono un elemento di cui non si poteva non tenere conto, e mi pare che il testo uscito tenga ben presente questa peculiarità piemontese.
Riprendendo alcuni concetti espressi dal collega Boeti, noi individuiamo gli ambiti territoriali minimi, non è che obblighiamo i Comuni a costituire Unioni in pianura di tremila o cinquemila abitanti. Noi individuiamo gli ambiti territoriali minimi e diamo la possibilità ai Comuni di avere, in autonomia, la possibilità di scegliere e di decidere sul loro futuro.
Questa è un'impostazione un po' differente: non siamo noi che dall'alto caliamo una linea e diciamo ai Comuni che cosa devono fare, ma individuiamo, per le peculiarità del nostro territorio e del territorio piemontese, un ambito minimo che riteniamo confacente alle caratteristiche del territorio stesso.
Vi sono delle partite aperte e lo sappiamo. Abbiamo preso atto delle vostre posizioni e crediamo che vi siano margini per ultimare il percorso con soluzioni di compromesso che, da una parte, non snaturino quello che riteniamo un impianto normativo positivo e, dall'altra, tengano presenti le considerazioni avanzate. Non abbiamo dubbi sul fatto che l'Assessore sappia, anche in quest'ultima fase, fare sintesi fra le varie posizioni.
Non sfuggirà a nessuno che ragionare sulla riorganizzazione del sistema delle autonomie locali in questo momento è assolutamente difficile, perch dobbiamo fare i conti con due grossi ostacoli, che sono due macigni: lo Stato, che è un partner inaffidabile, e la cornice nella quale stiamo disegnando il quadro, che non è quello dei Comuni francesi pieni di fiori ma è una cornice sbagliata.
Lo Stato è un partner inaffidabile perché spesso promette e non mantiene; perché si veste da tecnico, ma cede alle pressioni politiche perché fissa degli obiettivi che cambia subito dopo; perché prosegue nell'azione di spolpamento delle risorse dei territori; perché sbandiera equità, ma continua a colpire sempre gli stessi; perché chiede il rispetto delle regole, ma le fa rispettare solo a qualcuno; perché è guidato da un Governo sostenuto da forze politiche che si dicono federaliste, ma abbandona la strada del federalismo; perché scarica sugli Enti locali la responsabilità del risanamento senza dare garanzie sul futuro; perch abbozza una linea, ma non dà gli strumenti efficaci a perseguirla; perch cambia le regole durante il gioco.
Questo è un dato di fatto: cambia le regole durante la partita! Teniamo presente qual è lo scenario normativo dell'ultimo periodo, nel quale l'Assessore e le Giunta hanno dovuto disegnare questo disegno di legge.
Inaffidabile come partner. Lo Stato oggi non è un punto di riferimento in grado di dare sostegni o certezze. Questo è un dato di fatto oggettivo.
Non ne faccio una questione politica di destra o di sinistra, ma, in questo momento, lo Stato è un partner inaffidabile.
Secondo punto, la cornice.
Ridisegnare il sistema delle autonomie locali, all'interno di operazioni che mirano esclusivamente alla riduzione della spesa, è assolutamente sbagliato e non può che generare dei mostri.
un presupposto sbagliato e non ripeto i tanti ragionamenti emersi ieri nella seduta congiunta con il CAL, riguardo le Province, ma che valgono anche su questa partita.
La riduzione della spesa non è il presupposto migliore per mettere in campo un'operazione che dovrebbe avere altre motivazioni: l'ammodernamento dello Stato, il rilancio della trasformazione del sistema in senso federale, la consapevolezza del fallimento dello Stato centralista, il desiderio di iniziare a porre le basi per andare oltre il modello di Stato Nazione, la creazione di una nuova governance in grado di vincere le sfide che ci attendono.
Questi sono i presupposti da cui dovrebbe nascere un ragionamento teso a ridisegnare il sistema delle autonomie locali, non la riduzione dei costi. Se quello è il presupposto, non possiamo che uscire con un quadro all'interno di una cornice sbagliata, con un quadro che non è il quadro che realmente risponde alle esigenze del Paese che cambia, dell'Europa che cambia e alle esigenze dei cittadini.
In questa situazione, il disegno di legge emerso ci sembra l'unica via possibile. Ci pare una risposta appropriata, per quanto possibile, alle esigenze della nostra Regione, e ci pare l'ennesima dimostrazione di serietà di questa Giunta.
Chiudo con un passaggio sulla questione dei consorzi dei servizi sociali. Non è un tema caro solo ad una parte, è un tema caro a coloro che hanno avuto modo di confrontarsi con questo mondo.
Personalmente credo, Assessore, che garantire questa possibilità ai nostri Comuni, fermo restando la facoltà di adottare altri modelli, possa rappresentare un elemento positivo, nell'ottica di dare continuità ad esperienze che in alcuni territori hanno certamente funzionato. Anche in questo caso diamo la libertà ai Comuni: Comuni al centro del dibattito che scelgono come organizzarsi.
Questo è il dato e la filosofia di fondo di questo disegno di legge.
Provengo da un territorio dove il sistema dei servizi socio assistenziali gestiti dai consorzi funziona e funziona bene.
Laddove i consorzi non hanno degenerato nella loro spesa, gonfiando in maniera sovradimensionata la loro struttura - perché sappiamo che è successo - questo sistema e questa forma associativa hanno funzionato funzionano e possono ancora funzionare in futuro.
In tal senso mi sembra che la Regione Veneto si sia già mossa, dando possibilità ai Comuni di utilizzare come forma di gestione associata delle politiche sociali la strada dei consorzi. Bene, credo che valga la pena un approfondimento su questa tematica, perché penso che sia da affrontare con la volontà di dare la risposta giusta a seconda delle esigenze dei territori e, in alcuni territori, la risposta giusta è quella di mantenere i consorzi dei servizi socio-assistenziali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Impiego cinque secondi.
Lei ha dato una comunicazione corretta rispetto alla Conferenza dei Capigruppo, ma noi avevamo già chiesto all'Assessore Maccanti che l'articolato sul disegno di legge si affrontasse non martedì, ma mercoledì della settimana prossima.



PRESIDENTE

Mi scuso. Non lo sapevo.



RESCHIGNA Aldo

No, la sua informazione era coerente con le decisioni della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Quindi, nella prossima Conferenza dei Capigruppo modificheremo l'o.d.g?



RESCHIGNA Aldo

Sì. Grazie.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 280, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 280, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Pedrale, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PEDRALE Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Nella seduta del 30 luglio c.a. la Commissione ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2011.
Il rendiconto generale si compone del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2011, che tiene conto del risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 13.839.373.624,92) e delle spese (euro 13.866.390.064,16) e della gestione dei residui degli anni precedenti.
Esaminando la gestione dell'esercizio finanziario 2011, il risultato finanziario (disavanzo) ammonta ad euro 484.615.634,77. Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2011 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/2010 per euro 80.367.363,06, il totale delle riscossioni del 2011 per euro 14.198.803.117,16 e il totale dei pagamenti del 2011 per euro 13.924.590.825,37. Pertanto il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2011 ammonta ad euro 354.579.654,85.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2011, pari ad euro 4.306.609.143,87, sono rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2011 euro 1.442.998.525,31 e sulle entrate residue degli esercizi precedenti euro 2.863.610.618,56. I residui attivi, che all'inizio del 2011 ammontavano ad euro 4.667.546.348,72, sono stati riaccertati a fine 2011 in euro 4.666.038.636,11 per un minor importo di euro 1.626.788,48.
Per quanto attiene i residui passivi del 2011, pari ad euro 5.145.804.433,49, risultano da pagarsi, sulle spese impegnate per la competenza 2011, euro 2.722.592.054,45 e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 2.423.212.379,04. I residui passivi all'inizio del 2011, ammontanti ad euro 5.362.806.070,16, sono stati riaccertati al 31/12/2011 in euro 5.204.005.194,70 per un minor importo di euro 158.800.875,46.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali del 2011 è pari ad euro 5.969.976.425,24 a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali del 2011 pari ad euro 11.855.775.766,18.
Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili, beni mobili non disponibili.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2011, sono pari a euro 6.465.095.045,87.
Il conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi del conto finanziario del riconto generale, passato in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale.
La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2011 era di euro 313.683.373,86. In seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2011 la consistenza dei residui perenti a fine 2011 è pari a euro 244.876.286,82.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano, relatore di minoranza

Quando si discute un rendiconto l'attenzione è molto limitata, anche perché si pensa che si tratti di un fatto scontato. In realtà, così pu anche non essere nella misura in cui occorre rappresentare la drammaticità dei conti che oggi andiamo a discutere e ad approvare.
Un rendiconto che prende atto anzitutto, in modo particolare, del disavanzo dell'anno 2011, pari a 484 milioni di euro. Si tratta di una cifra a cui siamo - purtroppo - abituati, ma che avremmo pensato non vi fosse, perché è bene ricordare a quest'Aula che noi abbiamo votato un bilancio preventivo 2011 che prevedeva un avanzo di 400 milioni di euro e questo avanzo è stato in qualche modo promesso, assicurato anche nel corso di tutta la discussione del bilancio preventivo 2012. Non a caso, nel corso della discussione in I Commissione, avevamo richiesto con forza che, prima di approvare il bilancio preventivo 2012, venisse approvato il consuntivo 2011, perché temevamo - eravamo facili profeti di sventura! - che quella cifra, quell'avanzo previsto fosse un'intuizione di fantasia (diciamo così). Puntualmente le nostre previsioni si sono registrate e oggi appunto, prendiamo atto che il disavanzo è di ben 484 milioni di euro.
Ora, avendo già avuto modo - ahimè - di cominciare a discutere anche dell'assestamento del 2012, non possiamo che prendere atto che questi esiti si stanno trascinando e con l'assestamento (ma questo non è oggetto della discussione di oggi) si intende trascinare queste perdite sugli esercizi successivi al 2012.
In realtà, con questo rendiconto noi ci portiamo sugli anni successivi (compreso il 2012, ma soprattutto i successivi) quasi 1,5 miliardi di euro di eredità (mi rendo conto che il ragionamento è molto generico, generale e impreciso). I 400 milioni di euro promessi e non registrati di avanzo, i 484 milioni di euro di disavanzo accertato, i mutui che non si poteva che ridurre in fase di assestamento 2012 e le promesse alienazioni previste in preventivo 2012, che poi abbiamo già avuto modo di vedere ampiamente ridimensionate nell'assestamento, ci fanno dire che questo è il carico di promesse non mantenute che, tra preventivo 2011, rendiconto 2011 e preventivo 2012, stiamo discutendo in fase di assestamento.
Come dicevo, in assestamento avremo da fare ragionamenti drammatici, ma mi fermo su quelli del rendiconto 2011, che tra l'altro portano come debiti latenti anche due situazioni piuttosto difficili, che sono quelle del ricorso da parte di Unicredit per la Fondazione Mauriziano e del ricorso sul TPL per circa 220 milioni di euro.
Poiché non voglio farla lunga, mi restano da fare due considerazioni che mi sembrano cruciali e che riguardano, da un lato, gli accertamenti delle entrate e, dall'altro, gli impegni di spesa corrente. Quello che appare assolutamente evidente è che le entrate che sembravano essere così drammaticamente calanti, in realtà, da un confronto 2009-2010-2011 (parlo di accertamento), così non sono.
Il calo di entrate che è stato paventato e non solo, ma anche registrato, risulta a consuntivo assai meno evidente di quello che ci saremmo aspettati perché, escludendo i titoli IV, V e VI e concentrandoci sui tributi propri e sui trasferimenti dallo Stato e sulle entrate extratributarie, il confronto 2009-2010-2011 registra differenze minime: passiamo dai 10,700 miliardi di euro del 2009 a 10,626 del 2010, ai circa 10,450 miliardi del 2011. Quindi siamo a 170 milioni di euro in meno di entrate, che non sono propriamente una disfatta. Certo, i trasferimenti da parte dello Stato sono molto di meno, ma per esempio i tributi propri - e questo va a merito degli uffici dell'Assessorato e dell'Assessore - sono cresciuti.
Quindi, da un lato, quello che noi registriamo è che siamo di fronte a somme accertate in entrata che descrivono certamente un trend decrescente ma non così chiaramente decrescente come ci saremmo potuti aspettare perché i trasferimenti da parte dello Stato diminuiscono notevolmente di oltre 500 milioni di euro, ma aumentano invece i tributi propri e le entrate extratributarie.
L'altra osservazione - questa invece ancora più eclatante nella sua chiarezza - riguarda il confronto 2009-2010-2011 per quanto riguarda gli impegni. In realtà, quello che voglio rappresentare è semplicemente questo: che noi non abbiamo praticamente fatto nulla per ridurre la spesa corrente e cioè gli impegni. Ricordo le cifre degli impegni: 10,531 miliardi nel 2009; 10,535 miliardi nel 2010; 10,004 miliardi nel 2011, a cui vanno aggiunti circa 500 milioni per il trasporto ferroviario che sono stati decurtati perché trasferiti sull'esercito successivo.
In sostanza, tutte le dichiarazioni roboanti del centrodestra che avrebbero dovuto mettere mano alla spesa, nel 2011 (lasciamo il 2010, che era un anno ancora a cavallo tra le due Amministrazioni) non si vedono minimamente. Siamo a settembre del 2012: temiamo che lo stesso effetto di trascinamento della spesa avverrà anche nel 2012, ma evidentemente ci aspettiamo, a questo punto, che la spending review della Giunta possa fare ciò che finora non è stato fatto. Lo dico in modo ironico perché, avendo visto ciò che viene scritto nella delibera di proposta al Consiglio riteniamo che la strada per un contenimento effettivo della spesa sia ancora lunga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, Assessore Quaglia, mi verrebbe da dire che le bugie hanno le gambe corte e che è grave ed inaccettabile quando le bugie, o le omissioni, o i rinvii, avvengono, com'è avvenuto nel nostro caso, sui documenti di bilancio.
Il Consigliere Lepri ha ricordato una serie di vicende; io ne voglio citare tre. Relativamente alla prima, per prepararmi questo intervento ho riletto gli interventi che il Gruppo del PD ha svolto durante la discussione sul bilancio di previsione. Gliene farò omaggio, è una cartellina con gli interventi del nostro Gruppo. Non penso che lei li leggerà, ma sarebbe assai utile e istruttivo.
Mi ricordo che in quell'occasione noi dicemmo - fummo contestati da lei, in Commissione e in Aula, e anche dai colleghi della maggioranza - che non era assolutamente vero che il consuntivo del 2011 si chiudeva con un avanzo di amministrazione di 400 milioni, poi diventati 159 - in un documento erano 400 e nell'altro 159 - bensì con un disavanzo di 485.
Questa discussione impegnò noi per alcuni giorni in Commissione e in Aula. Mi ricordo che il Consigliere Reschigna si spinse fino al punto di dichiarare che il bilancio che voi presentavate, dato che si portava dietro questo disavanzo, che era diventato improvvisamente un avanzo, era un bilancio non veritiero. Oggi, si dichiara al mondo, o al Piemonte, che, in verità, il consuntivo 2011 non si è concluso con un avanzo di amministrazione. Era chiaro allora! Se lo abbiamo scoperto noi, dubito che l'Assessore al bilancio fosse all'oscuro circa l'entità del disavanzo! Allora, mi pongo una prima domanda: per quale ragione l'Assessore al bilancio, dovendo impostare il previsionale 2012, ed essendo consapevole del fatto che il 2011 si chiudeva con un disavanzo, ha dichiarato il contrario? possibile avere una risposta, Assessore Quaglia? Così come i Gruppi di opposizione hanno accertato l'esistenza di un disavanzo, non oso immaginare che lei non lo sapesse! Sono più propenso a ritenere che lei pur sapendolo, abbia negato i fatti e l'evidenza dei fatti.
Relativamente ad una seconda considerazione, durante quella discussione abbiamo detto che voi stavate superando il limite del 20% per quanto riguarda l'indebitamento della Regione - ve lo ricordate? L'ho scritto qui e in Commissione noi sostenemmo questa tesi facendo presente che c'era un problema, anzi, contestammo l'idea di inserire in norma il 30% da destinare alla cultura, perché questo avrebbe contribuito ad aggravare la situazione.
Ricordo che in quell'occasione l'Assessore Coppola, che aveva incontrato le associazioni, sbandierò quella norma come la conferma che cambiava la politica culturale di questa Regione e che avremmo destinato il 30% al mondo della cultura! Oggi, constatiamo una cosa per noi chiara, che voi avete negato allora! la seconda bugia e il naso, ormai, è come quello di Pinocchio. Avete negato l'evidenza dei fatti perché abbiamo sforato ampiamente il limite del 20%.
Domando qual è la ragione per la quale l'Assessore al bilancio ha negato l'evidenza dei fatti. C'è una ragione? Ce la spiega, Assessore Quaglia? Poiché i Gruppi di minoranza erano consapevoli di questo fatto, come può l'Assessore al bilancio negare l'evidenza dei fatti durante la discussione sul bilancio di previsione? In terzo luogo, in Commissione si svolse una discussione infinita sul fatto che noi pretendevamo che venisse presentato l'assestamento, anzi approvato, perché, per la verità, è stato presentato il DDL sull'assestamento. Anche lì, ci furono discussioni infinite: qualcuno sosteneva che, in verità, non era un atto dovuto, non era un atto obbligatorio, eccetera.
Oggi constato che la Corte dei Conti, che si è pronunciata su un insieme di questioni che riguardano i documenti di bilancio della nostra Regione, muove questo rilievo e si domanda per quale ragione non è stato approvato il disegno di legge sull'assestamento per il 2011.
Ricordo, Assessore Quaglia - vorrei che rimanesse agli atti questo fatto - che - se ho inteso bene - voi avete replicato alla Corte dei Conti dicendo che la Giunta ha fatto la sua parte, poiché ha presentato il disegno di legge sull'assestamento, e che, semmai, è un problema del Consiglio il fatto che non lo abbia approvato. Cioè, i fatti non stanno esattamente così e vorrei che rimanesse scritto a verbale perché su questo ebbe luogo una lunga discussione in Commissione e in Aula.
Noi dichiarammo la nostra disponibilità a votare l'assestamento di bilancio - ve lo ricordate? - rivendicammo l'esigenza che si creassero gli spazi affinché la maggioranza votasse il disegno di legge sull'assestamento di bilancio! Se è così, non è il Consiglio nella sua generalità che non ha votato l'assestamento di bilancio - vorrei che fosse chiaro, anzi, chiarissimo! non si è votato perché la maggioranza non ha voluto approvare il disegno di legge sull'assestamento di bilancio, per ragioni che mi sembrano ovvie! Ho citato questi tre fatti, poi i colleghi che interverranno successivamente potranno raccontarne altri.
Questa roba qui ha determinato le conseguenze ricordate dal Vicepresidente del Gruppo: nego il disavanzo - 450 milioni - sovrastimo per esempio, nel bilancio di previsione di quest'anno, il gettito riguardante la cessione degli immobili. Mi ricordo che in Commissione ci furono discussioni infinite con il collega Vignale, che non negò questa evidenza, per la verità. Oggi scopriamo che con l'assestamento di quest'anno - non quello che non avete approvato - siete costretti a correre ai ripari e ad immaginare una minore entrata: era un fatto arcinoto anche allora.
Soprattutto, siete costretti a spalmare sulle gestioni future e a scaricare sulle prossime amministrazioni - a quadro economico invariato e senza che cambino le compatibilità della Regione, perché la finanza pubblica regionale sarà sempre in sofferenza! - tutta una serie di interventi e di spese.
Questi sono i fatti, Assessore Quaglia. Mi verrebbe da dire che noi l'avevamo detto, ma è grave politicamente il fatto che voi l'abbiate negato! È grave politicamente il fatto che voi l'abbiate negato e che abbiate impostato una discussione sul bilancio di previsione omettendo di ricordare o di fare riferimento a dati che erano arcinoti al Consiglio regionale! Erano arcinoti sicuramente alla Giunta e arcinoti sicuramente all'Assessore al bilancio! Se non è una Caporetto questa, dal punto di vista della modalità con cui si elaborano e si impostano i documenti di politica economica, non so come altro chiamarla! Qui abbiamo la prova provata di un fallimento. Naturalmente, ha ragione il collega Lepri a ricordarci il fatto più significativo di questa questione, perché tutte queste cose che voi avete scientemente deciso di fare o di negare non sono ininfluenti e non lo saranno sul bilancio del 2012. Quando discuteremo l'assestamento renderemo ancora più evidente cosa ha significato negare quel disavanzo nel 2011 e quando discuteremo i futuri bilanci di previsione, quello per il 2013, vi racconteremo quali sono ancora le conseguenze di questo difetto di impostazione e di questo errore di partenza.
Concludendo, potremmo cavarcela dicendo, appunto, che abbiamo denunciato la presentazione di un bilancio di previsione non veritiero sulla base di una serie di ragionamenti che oggi, la discussione sul consuntivo, conferma ampiamente.
Rimane una questione gravissima, politicamente parlando, cioè il fatto che questa maggioranza e l'Assessore al bilancio abbiano nascosto la testa sotto la sabbia, nonostante i dati a vostra disposizione avrebbero imposto a questa maggioranza di parlare, sin da subito alla propria maggioranza, al Consiglio regionale e ai piemontesi il linguaggio della verità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Prima di fare qualche riflessione sul rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2011, vorrei riportare un attimo l'attenzione di chi vorrà seguirmi al 4 maggio, quando l'Aula approvò la legge finanziaria per il 2012.
In quell'occasione c'erano impegni precisi assunti da parte di coloro che hanno votato, e da parte soprattutto della Giunta. Faccio riferimento in particolare, all'articolo 2 e all'articolo 3. In questo ultimo articolo si presupponeva la rimodulazione, la riduzione complessiva, la razionalizzazione, l'ottimizzazione della spesa del bilancio regionale superando il criterio della spesa storica.
Ci si impegnava, per obbligo di trasparenza, a produrre tutta una serie di provvedimenti che sarebbero dovuti essere adeguatamente pubblicizzati e messi a disposizione di tutti i cittadini. Ne cito solo qualcuno di cui non si è vista neanche l'ombra (non so se lei li ha visti, Consigliere Ronzani).
Ad esempio: valutazione delle spese degli enti a partecipazione regionale degli organismi che gravano in tutto o in parte sul bilancio regionale; analisi e valutazione della pianta organica della Giunta regionale e delle Aziende Sanitarie Regionali, degli Enti strumentali delle società e consorzio a partecipazione regionale con l'obiettivo di ridurre i costi del personale di funzionamento; individuazione e realizzazione di buone pratiche sia in termini di semplificazione delle procedure amministrative e di riduzione dei tempi sia in termini di risparmi per il bilancio regionale attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie; esame dei finanziamenti dei contributi regionali attraverso l'analisi di costi e benefici e valutazione delle ricadute in termini di valore aggiunto, con conseguente eliminazione di eventuale duplicazione e ricadute negative. E ogni altra verifica che deve interessare, in modo sistematico, le poste di spesa del bilancio regionale: non si è vista neanche l'ombra.
Il motivo per il quale ho voluto richiamare tutto questo è perch effettivamente, se si va avanti di questo passo, oltre alle giustissime considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, diventa veramente tutto un inutile teatrino riunirci per approvare, con estremo ritardo determinati documenti.
Volendo fare qualche considerazione nel merito al documento che vuoi state per votare, di che cosa vogliamo parlare? Vogliamo parlare dei residui passivi che all'inizio dell'anno erano pari a 5 miliardi e 362 (nella relazione vi è un refuso), e poi riaccertati a quota 5 miliardi e 204? Rimangono una cifra comunque insostenibile. Questo non lo dice Andrea Buquicchio, non lo dice l'Italia dei Valori ma la Corte dei Conti. Infatti nella delibera sulla gestione finanziaria per l'anno 2010, viene calcolato l'indice di accumulazione dei residui passivi.
Non è difficile calcolare che, anche per l'anno 2011, si è ben lontani dai dati del 2008 e del 2009. Questo significa che le osservazioni della Corte dei Conti per il 2010 sulla gestione dei residui passivi e cioè non conforme ai principi di una sana gestione finalizzata a spostare nel tempo l'adempimento di obbligazioni assunte dalla Regione con il risultato di occultare parte del debito regionale. Tutte queste sono ancora valide anche per il 2011 (2 + 2 fa quattro, non può fare 5).
La cosa grave è che questi dati non comprendono le Aziende Sanitarie Regionali.
Vogliamo parlare della contrazione degli investimenti? Dal rendiconto si osserva con rammarico che la cifra destinata agli investimenti è calata drasticamente passando da 1,6 miliardi del 2009, a meno di 950 milioni del 2011. In proposito devo ammettere che le risorse che la Regione Piemonte questa Giunta, ha messo a disposizione negli ultimi due anni non sono cambiate di molto: 585 milioni erano nel 2010, 580 milioni sono nel 2011.
Tuttavia, constato che i fondi regionali per le spese correnti, quelle su cui la Giunta dovrebbe effettuare un'attenta analisi, non retrocedono.
Anzi, a livello percentuale subiscono un lieve incremento: 94,05 nel 2010 94,82 nel 2011.
Una piccola postilla sugli investimenti. Se questi ultimi diminuiscono c'è da chiedersi a cosa serve il nuovo debito contratto dall'attuale Giunta che nell'ultimo biennio ammonta a 1,6 miliardi di euro, con una media di 810 milioni. Checché si voglia dire della Giunta Bresso è comunque superiore alla media della Giunta Bresso. Si può discutere su tutto quello che vogliamo, ma è superiore alla media della Giunta Bresso.
I tributi propri sono aumentati, e questo testimonia un aumento della tassazione nei confronti delle imprese e dei residenti della nostra regione. Si continua a finanziarie la spese pubblica corrente. Penso esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare per rilanciare come tutti sappiamo, la spesa interna e ridare fiato alla produzione.
Sempre sul fronte delle entrate, emerge un altro dato che non può che essere considerato inquietante. Le entrate extratributarie aumentano in modo consistente, e la cosa potrebbe essere un elemento positivo,se non fosse che ciò è dovuto soprattutto alla restituzione di fondi da parte di Finpiemonte. Questo mi fa pensare che ci sia una cattiva locazione delle risorse che potrebbe avere anche delle ripercussioni sull'utilizzo dei fondi europei, nonché una scarsa capacità di sostenere adeguatamente il mondo delle imprese, soprattutto quelle medio-piccole.
inulte sperare che il prossimo bilancio di previsione, con la prossima legge finanziaria, possa essere oggetto di cambiamento da parte della Giunta. Sinceramene, vi chiedo scusa, ma non ci credo più.
Speriamo soltanto, affidandoci alla provvidenza, che il disastro a valle non sia così eccessivo ai fini della sopravvivenza sul piano economico della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi hanno fatto delle dotte analisi del bilancio regionale con un'attenzione che, ahimè, non c'era negli anni precedenti. Verosimilmente uno si è esercitato, per i colleghi che erano presenti, nei cinque anni precedenti, anche per coloro i quali esprimevano ruoli di governo e adesso dopo cinque anni di "buona amministrazione" sulle politiche di bilancio esercita buone lezioni per fare la punta alla matita al bilancio di questa Regione.
Allora, si può dire tutto; io però mi rivolgo ad alcuni colleghi per cui ho anche della stima: penso al Presidente della Commissione bilancio dal 2005 al 2010, persona che certamente conosce gli atti non fosse altro perché, come fa adesso il Presidente Burzi, era obbligato - lo faceva anche con passione - ad essere presente a tutte le discussioni che vertevano intorno al bilancio.
Io non mi sono neanche preso i dati puntualmente corretti per ricordare qual è stata la politica di bilancio della precedente Giunta, ma la ricordo; e nel merito, rispetto alla politica di quella Giunta, dirò cose che in parte, tra l'altro, ho già detto, cercando però di mantenere un minimo di coerenza.
Parliamo delle cose semplici, quelle per cui la Corte dei conti non avrebbe necessità o dovere di esprimere delle valutazioni, se non relativamente - nella relazione annuale che la Corte svolge - al merito: alla quantità di debito, al peso dell'indebitamento in termini di costo finanziario, ecc. Partiamo dalla quantità di debito del bilancio regionale dal 2006 al 2010, considerando cioè i cinque bilanci che sono stati scritti e approvati dalla Giunta Bresso; come tutti ricorderete, infatti, anche il bilancio del 2010 è stato approvato dal collega Taricco come dalla collega Pentenero (insomma, dalla Giunta presieduta dalla Consigliera Bresso); è stato presentato al Consiglio regionale e il primo atto di quel Consiglio regionale dopo il suo insediamento il 23 maggio è stato quello di votarlo praticamente così com'era: il Consiglio non poteva fare altrimenti e chiunque l'avrebbe fatto, anche a parti invertite, perché è stato corretto farlo.
Prendiamo quindi i bilanci "puliti", quelli dal 2006 al 2010. Ogni anno ogni anno! - si chiude con una media di indebitamento superiore agli 800 milioni di euro. Ricordo ai colleghi oggi all'opposizione e allora in maggioranza - lo ricordo ai partiti che sostenevano quella maggioranza, non importa se oggi qualche collega è cambiato - che nel 2006 il bilancio della Regione si è chiuso - "per ripianare precedenti disavanzi" e tutto quello che volete... - accendendo un bel mutuo da un miliardo e 806 milioni ancora in derivati, sul quale paghiamo un float che va dal 3.7 al 7%, o quanto ci dice il mercato. Come ci ha insegnato l'Assessore Peveraro infatti, l'operazione era molto "conveniente" perché era mark to market cioè era un debito azionario; su quello, quindi, incrociamo le dita come abbiamo fatto fino adesso, sperando che regga.
Nel frattempo, però, va dato atto che la Giunta regionale ha adottato un provvedimento doppiamente cautelativo: nei confronti dei piemontesi impugnando il mutuo in derivati, e a tutela delle casse regionali continuando ad accantonare la rata che va pagata; non si spende meno quindi, rispetto al 2011, perché i 96 milioni di euro - mi sembra di ricordare questa cifra - vanno comunque accantonati per pagare quel debito.
Sto parlando di una politica di bilancio che chiude con una media di 800 milioni di euro l'anno di indebitamento, una politica di bilancio fatta da chi - alcuni oggi sono colleghi del Consiglio regionale - il 29 marzo, a urne chiuse da un'ora, vota una delibera di cancellazione di 753 milioni di euro di fatture. Non si tratta di lasciare un buco. Nel 2004 la Giunta di centrodestra lascia un debito sulla sanità sul cui ammontare - 600 o 300 milioni - abbiamo discusso decine di volte; la peggiore delle ipotesi era comunque di 600 milioni, anche se in realtà era di meno, ma non ripercorriamo una storia troppo vecchia...La Giunta precedente, dicevo cancella 753 milioni di euro di fatture: un'Amministrazione che "dimentica" incidentalmente di iscrivere a debito un anticipazione di cassa da 500 milioni di euro. Di questo stiamo parlando...
Oggi, cioè - lo ricordava correttamente il collega Lepri -, noi stiamo pagando una riduzione di trasferimento dallo Stato di 500 milioni di euro è vero che sono aumentate le entrate, ma - di nuovo - se gli accertamenti relativi ad anni precedenti sono aumentati si dimostra una capacità di accertamento della Giunta precedente positiva? No, era una Giunta che accertava poco rispetto alle fonti da cui avrebbe dovuto incassare - bollo auto, IRAP e altre voci - e che faceva risultare, quale somma del debito che veniva fatto ogni anno, la differenza tra le uscite - perché prima si iscrivevano le uscite - e le entrate.
Allora, io credo che su tanti temi noi abbiamo oggettivamente la possibilità di avere delle idee differenti - sulla sanità, sulla caccia e su molti altri - e penso che si possa esercitare una legittima critica nei confronti dell'operato della Giunta e della maggioranza; poi voglio riservarmi trenta secondi per la maggioranza cui appartengo.
Oggettivamente, però, sulle politiche di bilancio diventa complesso. Lo dico davvero in termini di natura generale: oggi chiunque si trovi a governare deve farlo con un Ente che ha sostanzialmente un miliardo e trecento-un miliardo e quattrocento euro in meno rispetto a due anni fa risultanti dalla somma della differenza del debito contratto.
Ha ragione, infatti, il collega Ronzani quando dice che abbiamo sovrastimato le entrate derivanti da alienazioni e, come giustamente ricordava, io dicevo che "se scriviamo 250, forse riusciamo a vendere per 60-80", che sarebbe dieci volte in più rispetto a quanto abbiamo venduto mediamente ogni anno. Come da numeri dell'assestamento, però, il dato certo, è che quest'anno chiudiamo un bilancio con 250 milioni di indebitamento, che sono troppi perché - com'è noto - la posizione che abbiamo sostenuto per mesi è stata quella dell'indebitamento zero. Rilevo però che era dal 2002 che non c'era un dato di indebitamento basso come quello che è venuto a crearsi quest'anno.
evidente che questo ha un costo: ha un costo in tutto ciò che voi legittimamente, facendo l'opposizione, rivendicate quotidianamente in Commissione, sulle pagine dei giornali, ecc.: più soldi al trasporto pubblico, più soldi alla cultura, più soldi al turismo, più soldi a soggetti che hanno necessità reale di un sostegno. Salvo che a qualcuno sia sfuggito, però, il bilancio della Regione Piemonte in questo momento si predispone iscrivendo il trasferimento statale sulla sanità, iscrivendo le spese per il trasporto pubblico locale e le spese obbligatorie: non c'è più una lira.
Allora - come dicevo - dedico trenta secondi per la mia maggioranza perché per coerenza bisogna cercare di tenere una posizione, tanto che si sia parte della maggioranza o dell'opposizione. È assolutamente evidente e sarà tema di assestamento - quindi trenta secondi sono anche troppi - che o questa maggioranza inizia ad essere molto più coraggiosa in termini di revisione della spesa - prendiamo come un buon inizio dei lavori, ancorch un po' tardivo, la delibera approvata ieri mattina in Giunta - ed estremamente coraggiosa (non posso dire né più né meno perché l'atto non c'è ancora) rispetto all'alienazione delle Società partecipate, o è assolutamente evidente che il problema non è che avremo difficoltà a fare il bilancio, ma che non faremo più politica.
Pagata la sanità, pagato il trasporto pubblico e pagati i dipendenti che lavorano all'interno dell'Ente (anche se i dipendenti dei Parchi o delle Comunità montane non sono direttamente dipendenti regionali), i soldi sono finiti.
E allora, perché nasce il debito? Perché, per continuare a fare poca politica e dare quei pochi spiccioli che ogni Assessore oggi ha, occorre indebitarsi.
Questo è il tema e di questo discutiamo. Naturalmente, non faccio il pedagogo nei confronti di nessuno (mi spiaceva quando lo facevano nei miei confronti), ma le lezioni sulle politiche di bilancio mi sembrano veramente eccessive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Voglio rassicurare il collega Vignale: noi, sulle politiche di bilancio, non siamo mossi dalla volontà di dare lezioni, però non siamo neanche prigionieri del passato. Nell'affrontare questa discussione e le discussioni dei prossimi giorni e settimane sull'assestamento di bilancio sulla proposta di deliberazione che arriverà in Consiglio, di attuazione della spending review regionale, tutto abbiamo tranne un senso di colpa rispetto al passato.
Collega Vignale e Assessore Quaglia, che differenza c'è, sotto il profilo della rappresentazione della reale situazione economica e patrimoniale della Regione, tra presentare una delibera con la quale si sono revocati impegni - come ha fatto la Giunta Bresso, nel 2010 - per 710 milioni di euro e spostare spese di assoluta competenza di questo esercizio al 2013? Sono due strumenti tecnicamente diversi, ma il risultato è lo stesso.
Collega Vignale, non voglio anticipare discussioni che svolgeremo sull'assestamento di bilancio, ma quando nel disegno di legge di assestamento del bilancio 2012 c'è scritto che vengono spostati al 2013 272 milioni di euro di spese di competenza del 2011, e c'è scritto che di queste, solamente per il TPL, sono 175 milioni di euro (ma è una prassi che si estende anche ad altre direzioni), il risultato è lo stesso.
Quando viene proposto, nell'assestamento di bilancio, rispetto alla perdita dell'esercizio 2011 di 484 milioni di euro, che venga coperta per 18 milioni di euro nel 2012, per 190 milioni di euro nel 2013 e per la differenza (che ammonta a più di 270 milioni) nel 2014, cosa si fa? Si sposta in là nel tempo la soluzione dei problemi, sperando - ma non è questo il quadro di riferimenti - che noi si sia in presenza di prossimi esercizi in cui improvvisamente aumenteranno le entrate o improvvisamente caleranno le spese, sul bilancio della Regione.
Se devo fare riferimento - ed è un tema che affronteremo con molta serietà - alla proposta di deliberazione della Giunta regionale al Consiglio, licenziata ieri, sull'applicazione dell'articolo della legge finanziaria, con tutto il rispetto che porto nei confronti di una persona disponibile come l'Assessore Quaglia, dico che quella delibera è un insieme di aria fritta. Quando in quella delibera si scrive che entro il 30 settembre di ogni anno viene proposta la revoca di leggi regionali prive di copertura finanziaria, quale risparmio si ottiene, se si annulla una legge regionale priva di copertura finanziaria? In quella proposta di deliberazione c'è scritto che entro il 30 settembre di ogni anno la Giunta regionale, sulla base della situazione economica delle società partecipate dalla Regione, provvederà a definire un programma di alienazione delle società che hanno cifre economiche in negativo: entro il 30 settembre di ogni anno? Vorrei ricordare alla Giunta regionale che una norma approvata nella legge finanziaria imponeva la presentazione di un piano di riorganizzazione delle partecipazioni e delle società al 30 giugno di quest'anno e che un atto siffatto non si fa ogni 30 settembre di ogni anno, perché noi siamo sinceramente terrorizzati dal fatto che, poiché la proposta di deliberazione al Consiglio regionale sulla spending review verrà approvata dal Consiglio regionale presumibilmente dopo il 30 settembre, si debba aspettare il 30 settembre del 2013, prima di immaginare qualche operazione di riorganizzazione delle società.
Noi siamo preoccupati e credo di poter dire che in questa preoccupazione ci sta la consapevolezza che, se andiamo avanti in questo modo, spostando con tecniche diverse a esercizi differenti la resa dei conti, non tra maggioranza e opposizione, ma la resa dei conti reale sulla situazione del bilancio della Regione, ci troveremo di fronte ad uno scenario che noi vorremmo evitare.
Aggiungo altre considerazioni, perché il conto consuntivo, che probabilmente passerà senza troppa discussione all'interno di questo Consiglio regionale, e il ritardo con cui è stato presentato, si incrociano con la relazione della Corte dei Conti sul conto consuntivo del 2011.
Da quella relazione vengono fuori delle questioni interessanti. La prima: nella primavera del 2011 la Giunta regionale affida a IFEL la consulenza per la revisione dei residui attivi relativamente alla loro sussistenza. Quando quest'anno si è discusso della legge di bilancio, in tempi molto lunghi - ma anche quando si è discusso in Commissione il conto consuntivo 2011 - noi abbiamo chiesto se quel lavoro affidato a IFEL era terminato. Risposta: "No".
Primavera 2011-settembre 2012: un anno e mezzo.
Alla Corte dei Conti, che chiede perché c'è questo ritardo nella chiusura del lavoro affidato a IFEL, la Giunta regionale risponde tranquillamente che ci vorranno ancora quindici mesi. Quindici mesi per chiudere, più altri quindici che sono passati, sono più di trenta mesi.
Signori, vorrei avessimo tutti contezza che l'elenco dei residui attivi del bilancio della Regione, che ha una cifra non irrilevante (4 miliardi 606 milioni), occupa sette pagine di questo documento. Sette pagine! Ci vogliono trenta mesi per definire se il residue attivo nei confronti di Finpiemonte, per più di 500 milioni di euro, esiste o non esiste? Ci vogliono trenta mesi per realizzare questo lavoro? E allora, quello che ci fa preoccupare ed anche arrabbiare, perché su questo tema non abbiamo coperto le politiche di bilancio del passato, ma abbiamo chiesto che si smetta di fare propaganda e di denunciare il passato, per poi praticare le stesse esperienze e azioni, è che il Consiglio regionale e l'Amministrazione regionale affrontino seriamente non con una resa dei conti, non in termini di scarico delle responsabilità sul passato, la situazione attuale, che è pesante.
Aggiungo un'altra considerazione: il collega Vignale - e non sbaglia sotto questo aspetto - nel suo intervento ha fatto riferimento all'atto deliberativo assunto dalla Giunta Bresso poco dopo le elezioni regionali con cui sono stati disimpegnati 710 milioni di euro. Abbiamo tutti sentito, in questi anni, dal Presidente Cota e dalla maggioranza di centrodestra che governa la Regione, che la causa fondamentale del disavanzo di oltre 684 milioni di euro dell'esercizio 2010 era dovuta all'operazione di disimpegno di 710 milioni di euro di cui si è dovuto far carico il bilancio della Regione Piemonte.
Peccato che, a domanda della Corte dei Conti su quanta parte di questi 710 milioni di euro sono stati reimpegnati, sapete che cosa risponde la Giunta regionale? "Sino al 2010 zero; nel 2011 zero; nel 2012 abbiamo iscritto 200 milioni di euro, relativamente alla restituzione dell'anticipazione ottenuta da Unicredit, anche perché nel 2012 lo Stato ha cominciato a pagare, sia pure un acconto, di 118 milioni di euro".
La domanda che mi pongo è la seguente: il deficit del 2010, che poi si conferma nel 2011 e che diventa un problema per il 2013 e per il 2014, è causa di quel disimpegno, o ci sono altre ragioni? Perché dico questo? E aggiungo un'ulteriore considerazione.
Trovo scorretto - l'ho detto in Commissione e lo confermo in Aula che, su un documento non emendabile come il conto consuntivo, la Giunta regionale faccia un'operazione di trasferimento (ed è in un allegato di questo falcone) di gran parte del patrimonio regionale, dalla categoria di patrimonio indisponibile alla categoria di patrimonio disponibile, e lo fa modificando l'elenco contenuto all'interno della legge di bilancio e della legge finanziaria, discussa e votata in Aula.
evidente che si tratta di un tema su cui si può ragionare, perch gran parte del futuro sarà legato ad un'operazione di costituzione, come noi chiedevamo due anni fa, del fondo chiuso immobiliare, ma perché si deve fare in sede di conto consuntivo e modificare, in sede di conto consuntivo un provvedimento già discusso e che può essere modificato dalla legge di assestamento di bilancio? La nostra preoccupazione è molto semplice e molto forte: noi non ci troviamo di fronte ad un'amministrazione regionale che su questo tema pratica cose differenti da quelle che denuncia siano avvenute nel passato ma ci troviamo di fronte ad un'amministrazione regionale che non ha ancora dentro di sé, la consapevolezza della difficoltà della situazione economica e patrimoniale della Regione, una difficoltà che, come abbiamo potuto sperimentare tutti in questo 2012 - e anche nel 2013 e nel 2014 sarà ancora più aggravata.
Vogliamo utilizzare questa discussione sul conto consuntivo perch finalmente, la difficile situazione economica e patrimoniale di questa Regione non sia più materia di propaganda politica nell'accusarsi reciprocamente di chi è la responsabilità. Concorrono una serie di legislature - una serie di legislature - alla costruzione di questa situazione. Oggi, il vero problema è se questa Amministrazione regionale vuole affrontarla seriamente, o vuole spostarla nel tempo, pensando e sperando che qualcun altro la debba risolvere.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'articolato del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2011.
ARTICOLO 1 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
La votazione non valida per mancanza del numero legale.
La seduta è aggiornata fra trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.22 riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione sull'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
Procediamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Mi occorrono pochi secondi, non solo per confermare il nostro voto viste le considerazioni espresse durante il dibattito generale, ma per riprendere una riflessione posta dal collega Ronzani nel suo intervento che deriva dalla lettura della relazione della Corte dei Conti sul consuntivo 2011.
Presidente, le chiedo un attimo di attenzione, perché devo rivolgermi a lei.
Come Gruppo consiliare siamo a chiedere che la Signoria Vostra mandi una lettera alla Corte dei Conti del Piemonte, con la quale, molto semplicemente, si dica che non è responsabilità del Consiglio regionale la non approvazione del disegno di legge di assestamento del bilancio del 2011, anche perché, come ha rilevato il collega Ronzani nel suo intervento a noi non è piaciuto il passaggio nel quale, alla Corte dei Conti, viene detto: "La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge di bilancio e poi il Consiglio regionale non lo ha voluto esaminare".
Sappiamo tutti benissimo che ciò non corrisponde alla realtà. Il disegno di legge di assestamento del bilancio dell'anno 2011 non è stato esaminato dal Consiglio regionale, per la semplice ragione che la Giunta regionale lo ha approvato due o tre giorni prima della chiusura dell'anno e quindi non c'erano le condizioni. Almeno questo passaggio formale - che non è una valutazione, che non è nessun giudizio - noi chiediamo che lei lo faccia a tutela della inattività del Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ovviamente, mi riservo di valutare e poi farò sapere. Ora non sono in condizioni di prendere impegni.
Posso assicurare che già nella giornata di oggi o di domani, al massimo, faremo le valutazioni e poi le farò ovviamente sapere, così, come al Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
A prescindere dal fatto che il Gruppo del PD ha già dato prova di conoscere l'indirizzo della Corte dei Conti, quindi non avrebbe problemi per scrivere di sua sponte, Presidente, le chiedo, prima di assumere qualsiasi decisione, di approfondire eventualmente in sede di Capigruppo una sua eventuale disposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci più richieste d'intervento per dichiarazione, si proceda alla votazione nominale dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Prima di concludere i lavori del Consiglio regionale, comunico che le sedute convocate per martedì 18 settembre e per mercoledì 19 settembre sono entrambe confermate, ma subirà una modificazione lo svolgimento dei lavori.
Infatti, martedì 18 verrà affrontato il disegno di legge n. 153 sull'urbanistica e mercoledì 19 il disegno di legge n. 192.
Se tutti acconsentono non è necessario riunire la Conferenza dei Capigruppo. Vi ringrazio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.59)



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