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Dettaglio seduta n.262 del 01/08/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta immediata n. 1224 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Progetti di nuovi insediamenti commerciali presso l'area Acerbi/Viberti del Comune di Nichelino (TO)"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1224, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
In questo question time prendiamo atto del fatto che, negli ultimi mesi, gli organi di informazione hanno dato conto di un accordo tra il Comune di Nichelino, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte ed alcuni primari gruppi di grande distribuzione, per l'attivazione di un parco commerciale e dell'entertainment, nell'area degli stabilimenti Acerbi/Viberti di Nichelino, lungo l'asse della tangenziale.
In quest'accordo ci sarebbe la localizzazione del secondo punto vendita Ikea nell'area torinese e l'attivazione di un grande centro commerciale del Gruppo Auchan.
Citiamo l'articolo del quotidiano di Torino Cronaca del 27 giugno 2012 da cui risulta che la Regione non sarebbe affatto a conoscenza di questo mega progetto commerciale.
Da un lato, quindi, prima c'è l'annuncio di questo mega progetto, e poi sui giornali compare una dichiarazione dell'Assessore al Commercio, in cui dice: "Al momento nessun progetto relativo ad un nuovo polo commerciale sul territorio di Nichelino è giunto ai nostri tavoli".
Preso atto, altresì, che il Consiglio comunale di Nichelino ha approvato un protocollo d'intesa con le società Acerbi/Viberti ed Immochan da cui l'area industriale in questione risulterebbe dismessa da oltre dieci anni, da altre fonti, invece, risulterebbe che nel sito industriale sono impegnate delle persone alle dipendenze della società CIR (Compagnia italiana rimorchi), oltre cento persone (quindi ancora un sito in attività).
Interroghiamo la Giunta regionale, quindi, per sapere su quali basi il Comune di Nichelino ha approvato un protocollo di intesa tra le società Acerbi/Viberti ed Immochan, in cui si dichiara che l'area industriale in questione sarebbe dismessa da oltre dieci anni e nel quale non appare certa la salvaguardia dei posti di lavoro esistenti nel protocollo di intesa, di cui la Regione dovrebbe esserne parte. Dall'altra parte, abbiamo una dichiarazione dell'Assessore al Commercio che è di tutt'altro tenore.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Consigliere Gariglio, le risponderò leggendo una nota inviatami dall'Assessorato competente, l'Assessorato al Commercio, predisposta dalla Direzione Attività produttive del settore Programmazione del settore terziario commerciale.
In merito alla sua interrogazione si precisa che, al momento, presso la Direzione Attività Produttive non è presente alcuna domanda di autorizzazione per la realizzazione di insediamenti commerciali di grande dimensione, unica competenza assegnata dal decreto legislativo 114/98 alla Regione, pertanto non si conosce altro che ciò che è scritto dagli organi di stampa.
Il Comune di Nichelino, qualora intenda procedere alla realizzazione di insediamenti commerciali nel proprio territorio, dovrà provvedere ad individuare, nei criteri commerciali comunali di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 114/98, l'ambito (addensamento o localizzazione commerciale) entro il quale tali insediamenti potranno essere realizzati nel rispetto degli indirizzi di programmazione commerciale di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 563-13414/99 come da ultimo modificata dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 59-10831/06.
Successivamente all'assunzione della decisione attraverso apposita deliberazione del Consiglio comunale, previa acquisizione del parere delle associazioni rappresentative e degli imprenditori del commercio e dei consumatori, il Comune dovrà provvedere ad adeguare gli strumenti urbanistici vigenti, rendendo conforme l'area alle scelte operate nei propri criteri commerciali, assunti, come si diceva, con atto del Consiglio comunale.
Qualora l'ambito prescelto sia un'area industriale dismessa da più di dieci anni, il Comune potrà applicare la speciale norma degli indirizzi regionali di cui alla delibera di Consiglio regionale sopraccitata articolo 14, che prevede, per l'individuazione delle localizzazioni commerciali L2, come parrebbe essere l'ambito dell'area Acerbi/Viberti quanto segue: "Ai parametri di dimensione massima della localizzazione (H.2) della distanza da altro addensamento urbano A1 e A2 (W.2) e della distanza da altra localizzazione urbano periferica non addensata (D.2), nel caso di aree produttive dimesse da almeno dieci anni, previa concertazione con i rappresentanti delle organizzazioni più rappresentative a livello provinciale dei commercianti e dei consumatori, purché l'intero ambito sia oggetto di apposito piano di recupero adottato secondo le norme delle leggi vigenti in maniera o di programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale, adottato secondo le procedure della legge regionale 9 aprile 1996, n. 18 (Programmi integrati di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale in attuazione dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1992, n. 179), e preveda una utilizzazione degli spazi destinati al commercio al dettaglio non superiore al 50% della superficie lorda di pavimento totale (SLP) dell'intervento stesso, in tali casi il Comune non deve approvare preliminarmente l'apposito progetto unitario di coordinamento che è recepito dagli strumenti sopra indicati".
Il Comune, quindi, per applicare tale norma deve comprovare assumendosene la responsabilità, che l'area sia effettivamente dismessa da più di dieci anni e dovrà seguire rigorosamente quanto previsto dal punto precedentemente riassunto dell'articolo 14 delle norme regionali.
La Regione in ogni momento, e in particolar modo nel momento in cui esaminerà eventuali domande di autorizzazioni per grandi strutture di vendita, potrà esercitare il potere sostitutivo assegnatole espressamente dal decreto legislativo 114/98, dalla legge regionale 28/98 e smi, in materia di commercio, regolamentato dall'articolo 30 della delibera di Consiglio regionale 59 del 2006 già richiamata.
Detto quanto sopra, si ritiene, in ogni caso, che i Comuni, nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità, possano assumere protocolli di intesa generali, ovviamente sapendo che la loro concreta applicazione non potrà che avvenire nel rispetto inderogabile delle norme e delle leggi in vigore e quindi, nel caso in specie, di quelle che regolano il commercio al dettaglio della nostra Regione.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1223 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Riconversione Presidio Mauriziano di Lanzo"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1223 presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Questa interrogazione a risposta immediata, pur essendo presentata dalla sottoscritta, per il Regolamento del nostro Consiglio, è condivisa con il Consigliere Lepri del Partito Democratico. Riguarda le modalità operative con le quali, in alcune parti del territorio regionale, si sta mettendo mano all'applicazione del Piano Socio Sanitario regionale.
noto ai Consiglieri quale sia stata la posizione delle minoranze in ordine alla prevista riconversione del Presidio di Lanzo. Non sembrava, ai Consiglieri che hanno presentato emendamenti in senso opposto, che sussistessero, per questo Presidio ospedaliero, le condizioni per prevederne una riconversione. Anzi, in modo particolare le specialità presenti erano riconducibili alla qualificazione di ospedale di territorio e, ancora di più, all'interno di questa attività ospedaliera venivano agite da anni, con soddisfazione dei pazienti e con l'impegno dei professionisti sanitari, attività di riabilitazione cardiocircolatorie e polmonari, e tutta l'attività della cosiddetta riabilitazione respiratoria veniva realizzata, di concerto e in rete, dopo la fase di ricovero in acuzie attraverso l'invio dei presidi ospedalieri non solo circostanti ma, dato il riconoscimento di questo presidio, anche delle zone torinesi.
Per queste ragioni ritenevamo inopportuna la prevista riconversione tuttavia veniamo a conoscere che, non essendo stati recepiti in sede di Consiglio e inviate a successivi atti operativi le nostre obiezioni, gli atti operativi che si stanno profilando oggi vanno, purtroppo, nella direzione della riduzione dell'attività del presidio di Lanzo.
In modo particolare, se le nostre informazioni sono corrette sembrerebbe definita, e prossima da realizzarsi, il trasferimento dell'attività di cardiologia presso l'Ospedale di Ciriè e la trasformazione dell'attività di tipo respiratorio da attività degenziale ad attività ambulatoriale. Peraltro, risulta essere stata anche declassata la qualifica organizzativa dell'unità operativa dedicata, diventando da struttura complessa a struttura semplice.
Nello stesso tempo, poiché i bisogni e le necessità di salute e di cura delle persone non mutano a seconda di come il legislatore regionale definisca le leggi e le deliberazioni o il Direttore Generale definisca il proprio piano operativo, le persone hanno comunque necessità concreta di accedere a questo tipo di servizi in post-acuzie. Non ci sembra un caso che, contestualmente alla rivalutazione dell'attività di questo presidio le presenti strutture accreditate e convenzionate, come Villa Ida di Lanzo stiano provvedendo a modificare l'attività di alcuni loro reparti di degenza da riabilitazione di carattere generale a riabilitazione di tipo respiratorio.
In sintesi, quindi, il quesito è: come può l'Amministrazione regionale sottrarre opportunità qualificate riconosciute tali anche dalle valutazioni della GENAS nel settore pubblico per poi consentire analoghe attività nell'ambito del privato accreditato convenzionato? Non è forse il caso di ripensare il destino del presidio di Lanzo così a nostro parere ingiustamente declassato?



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per quanto concerne la riconversione dell'Ospedale di Lanzo Torinese nulla è stato ancora definito. Così come per tutti i presidi ospedalieri oggetto di riconversione e individuati dal PSSR 2012-2015, sono attualmente allo studio diverse ipotesi che devono essere correlate alla rete ospedaliera relativa all'area sovra zonale coincidente con ciascuna Federazione, in un contesto di razionalizzazione complessiva.
A breve saranno adottate le decisioni relative ad ognuno degli ospedali da riconvertire, anche alla luce dell'evoluzione del quadro di riferimento normativo delineato dall'Amministrazione centrale.
Per quanto concerne Villa Ida, non risultano né richieste, n autorizzazioni ad incrementare il numero di posti letto dedicati alla riabilitazione respiratoria.
L'unica modificazione all'assetto della Casa di Cura riguarda la realizzazione, autorizzata in data 14 giugno 2012, di un nucleo di dieci posti letto di RA (Residenza Assistenziale).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione a risposta immediata n. 1226 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Procedure edilizie"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1226, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Mi consenta, Presidente (anche perché il quesito che pongo è chiarissimo), di chiedere se l'Assessore Monferino, che non risponde mai alle interrogazioni, sa che esiste una differenza tra Giunta e Consiglio regionale; sa che esiste un problema di rispetto del Consiglio regionale e sa di non essere più Amministratore delegato dell'IVECO, ma Assessore della Regione Piemonte. Perché è indegno - ripeto, è indegno - che l'Assessore Monferino non abbia sentito, questo ormai è sistematico, il dovere di rispondere in Aula alle interrogazioni che i colleghi presentano. La prego Presidente del Consiglio, di valutare quante volte l'Assessore Monferino ha risposto al question time in quest'Aula e scoprirà che sistematicamente non risponde E delega altri Assessori a farlo. Credo che questo non sia giusto.
Mi sembra una questione che si commenti da sola. A questo punto emerge l'esigenza che il Presidente del Consiglio intervenga. Una volta passi, la seconda anche e passi la terza, ma la quarta no. Emerge un problema di rispetto verso gli Assessori e verso i Consiglieri! Verso gli Assessori costretti a rispondere su materie che non conoscono, non per colpa loro ripeto, non per colpa loro! I Consiglieri che devono...



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, la prego di illustrare l'interpellanza.



RONZANI Wilmer

Molto brevemente, Presidente, volevo soltanto porre una questione, che è la seguente.
Nel febbraio di quest'anno la Regione Piemonte e l'Assessorato avevano comunicato ai Sindaci la propria interpretazione riguardante l'applicazione della SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). Con tale circolare la Regione aveva stabilito, comunicandolo ai Sindaci, ai Presidenti delle Province e così via, che la DIA dovesse continuare ad essere utilizzata per quanto riguarda sottotetti, rustici e ristrutturazioni edilizie.
C'è una novità. La novità è rappresentata dal fatto che nel giugno di quest'anno, quindi qualche mese dopo, un mese e mezzo fa, la Corte Costituzionale ha stabilito che d'ora in poi la SCIA avrebbe dovuto sostituire interamente la DIA. Questo è ciò che dice la Corte Costituzionale.
Poiché la circolare della Regione Piemonte diceva un'altra cosa, vorrei sapere dall'Assessore se, e in che misura, ma soprattutto quando, la Regione intende modificare quella circolare per stabilire una coerenza con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Il Consigliere interrogante chiede se s'intenda modificare la circolare del Presidente della Giunta regionale del 14 febbraio 2012, che ha indicato, chiarendoli, i criteri applicativi relativi alla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) secondo quanto previsto dall'articolo 5, comma 2, lettera c) del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 (Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia), convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 2011, n. 106.
La richiesta del Consigliere muove dalla considerazione su quanto deciso dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 164 del 27 giugno 2012.
Sul punto, va detto che la modifica della circolare richiamata non è necessaria, anzi, la Corte Costituzionale, con decisione n. 164/2012 ha confermato la correttezza dei chiarimenti interpretativi della circolare piemontese (ovviamente, ha confermato indirettamente), rigettando i ricorsi proposti dalle Regioni Valle d'Aosta, Toscana, Liguria, Emilia Romagna e Puglia sulla legittimità del medesimo articolo 5.
Infatti, le Regioni ricorrenti avevano prospettato la violazione delle prerogative regionali da parte della norma nazionale, che ha esteso l'applicazione della SCIA a tutte le fattispecie edilizie assentite con la denuncia d'inizio attività (precedentemente, DIA), facendo per espressamente salvi i casi in cui la DIA sia alternativa o sostitutiva del permesso di costruire in base alla normativa statale o regionale.
Ora, va considerato che la Corte Costituzionale ha giudicato favorevolmente l'articolo 5 della legge n. 106/2011, approvandone lo spirito di semplificazione; la circolare piemontese ha solamente, ma chiaramente, indicato quali siano le norme regionali che prevedono i casi in cui la DIA sia alternativa o sostitutiva del permesso di costruire, in base alla normativa regionale, ovvero gli interventi edilizi previsti dalla legge regionale n. 21/1998 sul recupero a fini abitativi dei sottotetti e quelli di cui alla legge regionale n. 9/2003 sul recupero dei rustici.
Noi, non avendo mai regolato, né in questa legislatura né in quella precedente, l'attività edilizia in quanto si applica il DPR 380, a differenza di altre Regioni, non abbiamo manifesti contrasti tra la disciplina regionale, che in alcuni casi aveva istituito la cosiddetta super DIA e quant'altro. C'è solo da fare la ricognizione di quei casi in cui la legge regionale vigente prevede espressamente la DIA. In questo caso, essendo una facoltà che il decreto legge dà alle Regioni, in quel limitato caso, rimane in vigore le DIA che sono i casi che ho detto.
La stessa circolare, con l'obiettivo della massima chiarezza, ha anche richiamato gli interventi di ristrutturazione edilizia, di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica come definiti dalla legge nazionale, chiarendo che, proprio in applicazione del medesimo articolo 15 della legge n. 106, rimangono anch'essi sottoposti a DIA, poiché già l'articolo 22 del decreto Presidente della Repubblica n. 380 - legge nazionale sull'edilizia - prevede che gli stessi possono essere sottoposti a DIA in alternativa al permesso di costruire.
Questo è quanto.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1220 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Flavescenza dorata - Progetto salvaguardia del Roero"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1220, presentata dal Consigliere Negro, che ha la parola per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ho presentato altre interrogazioni al riguardo. Tenuto conto delle risposte alle precedenti interrogazioni, ho ritenuto di ripresentarla perché non ho avuto una risposta chiara e netta al riguardo.
Forse non si è capito esattamente l'importanza e l'urgenza di questo problema che investe le vigne dell'intero Piemonte. Cito solamente che i danni alle viti nell'arco temporale 2011-2012 è superiore ai danni subiti in tutto il decennio precedente. Questo per dirvi la gravità di questo parassita che colpisce soprattutto il territorio del Roero, ma non soltanto, anche Asti e Alessandria.
L'Assessore aveva garantito di preparare un progetto pilota riguardante il territorio del Roero. Solo pochi giorni fa ero nel Comune di Govone e non sapevano che pesci pigliare! Ripeto, per chi non lo sa, in questo magico territorio, se si continua così, fra dieci anni spariranno tutte le vigne di alto pregio.
Chiedo fermamente che la Regione Piemonte continui le sue ricerche al riguardo, non chiediamo per il danno subito, ma di investire sulla ricerca se vogliamo ancora mantenere le aziende, i pochi giovani che sono rimasti nelle campagne. Noi vogliamo investire sulla ricerca dando un esempio chiaro e netto a questa gente.
Auspico che il progetto pilota venga veramente attuato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue: il Settore Fitosanitario, sulla base della constatazione della recrudescenza della flavescenza dorata nel 2010 in diverse località viticole del Piemonte ed in particolare nel Roero, con un messaggio di posta elettronica inviato il 26 aprile 2010 aveva fornito agli Amministratori del Comune di Montà d'Alba indicazioni pratiche su come attivare un "progetto pilota" per gestire in modo organizzato la flavescenza dorata in un territorio amministrato da diversi comuni a vocazione viticola.
Nello specifico, per attivare i progetti pilota l'elemento essenziale è quello di avere una forte volontà locale di farlo, perché lo scopo dei suddetti progetti è fari sì che il territorio verifichi la situazione locale e coinvolga i propri concittadini viticoltori ed hobbisti in un progetto comune.
L'esperienza francese, esaminata nel corso di svariate visite dei tecnici viticoli piemontesi, dimostra che il problema della diffusione di flavescenza dorata deve essere affrontato a livello locale con la partecipazione dei viticoltori. Tale esperienza ha dato spunto per avviare in Piemonte, già a partire dal 2008, alcune esperienze di progetti pilota comunali in collaborazione con le Organizzazioni Professionali Agricole e coadiuvati dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. I Comuni finora coinvolti sono oltre 60 nelle Province di Cuneo, Asti ed Alessandria.
Rispetto a quanto avviene in Francia in Piemonte, manca la partecipazione diretta dei viticoltori e delle amministrazioni locali alla gestione dell'emergenza, anche dove si sono attivati progetti pilota comunali.
Ogni anno viene approvato un aggiornamento dell'applicazione in Piemonte del Decreto Ministeriale del 31/05/2000, "Misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite", in cui sono previste anche le Linee Guida per Progetti Pilota comunali per la lotta alla flavescenza dorata della vite.
Nei Comuni che hanno attivato i progetti le fasi che si sono seguite sono state generalmente queste: istituzione di un Gruppo Operativo Comunale o Intercomunale formato dagli amministratore e dai viticoltori individuazione dei proprietari/conduttori dei vigneti coltivati sensibilizzazione dei vari interessati sulle attività previste dal progetto; monitoraggio dell'insetto vettore, Scaphoideus titanus, con il supporto del Settore Fitosanitario; definizione delle strategie, dei tempi e delle modalità di lotta (in stretta collaborazione con il Settore Fitosanitario Regionale).
In particolare, al fine di rendere più efficace il controllo dello scafoideo, le Amministrazioni Comunali inviano gli avvisi di intervento ai conduttori interessati, mediante comunicazione diretta; vigilanza e controllo sulla realizzazione degli interventi; segnalazione delle inadempienze al Settore Fitosanitario regionale; individuazione e mappatura sul territorio comunale degli incolti ex vigneti secondo le diverse tipologie; formazione/aggiornamento per il riconoscimento della malattia riconoscimento dell'insetto vettore, strategie e modalità di lotta.
Si precisa che la Regione Piemonte non finanzia i progetti attualmente operativi, ma il Settore Fitosanitario li supporta con la fornitura delle trappole cromotattiche e l'affiancamento con un proprio collaboratore per l'addestramento nella lettura delle trappole e per la soluzione delle situazioni a rischio. Inoltre, a fine campagna il Settore Fitosanitario analizza ed elabora i dati ottenuti e si rende disponibile alla discussione dei dati con le amministrazioni ed i viticoltori.
Sarebbe auspicabile che anche nel Roero le amministrazioni comunali ed i viticoltori si attivassero per dare vita ad un Gruppo locale di lotta alla malattia, non appena il Gruppo si sarà costituito ed avrà definito i referenti la Regione darà tutto il supporto tecnico necessario.


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta immediata n. 1221 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Finanziamento della Regione Piemonte di 150 mila euro per il museo En Plain Air 'Santi del Popolo' di Casteldelfino"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1221 presentata dal Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Intanto mi associo alle rimostranze, chiamiamole così, del collega Ronzani nei confronti dell'Assessore alla sanità Monferino.
Ho avuto modo anch'io, più di una volta, di presentare interrogazioni in quell'ambito e di aver ricevuto, purtroppo, risposte non dallo stesso Assessore, ma dal Vicepresidente della Giunta regionale Cavallera o da altri Assessori.
Tuttavia, vorrei anche spezzare una lancia a favore della Giunta perché ieri, per la prima volta, l'Assessore che avrebbe dovuto rispondere oggi alla mia interrogazione - mi riferisco all'Assessore Coppola - ha avuto la sensibilità di telefonarmi, scusandosi per l'assenza, e commentando brevemente per telefono questa mia interrogazione.
Il suo gesto mi ha fatto senz'altro piacere e prego l'Assessore Ravello di estendere nuovamente all'Assessore Coppola i miei ringraziamenti personali per questa sua sensibilità e per questa sua squisita educazione che ho apprezzato molto.
Vengo all'interrogazione in oggetto.
Egregio Assessore Ravello, con il decreto sulla spending review il Governo ha dettato una linea ben precisa rispetto alle indicazioni che il nostro Paese dovrà seguire nei prossimi anni.
Austerity, rigore, efficienza, complessivo riordino della macchina della spesa: sono queste le parole d'ordine che impone la manovra; una manovra che tra tagli, revisioni ed accorpamenti, porterà ad un risparmio complessivo di circa 26 miliardi di euro.
La Regione Piemonte non può essere esente da questo processo di revisione della spesa e sarà chiamata ad introdurre un programma di interventi che risponda, quanto più fedelmente, alle direttive della spending review stabilite dal Consiglio dei Ministri e affidate alla responsabilità del Ministro Piero Giarda e del Commissario governativo Enrico Bondi.
Una manovra "lacrime e sangue", come diversi Amministratori e non solo l'hanno definita, cui purtroppo non possiamo sottrarci se si vuole evitare il cosiddetto "rischio di default".
Dai presupposti di revisione della spesa pubblica, da cui derivano i vari provvedimenti del Governo, prende spunto l'interrogazione che ho presentato, con lo scopo di rivedere lo stanziamento di 150.000 euro che la Regione Piemonte avrebbe accordato al Comune di Casteldelfino (CN) per la realizzazione del Museo En Plain Air di arte sacra "Santi del Popolo" inaugurato lo scorso 22 luglio. Al momento nel Museo sono collocate sei statue di Santi in bronzo lucido, un'operazione costata nel suo complesso oltre 400.000 euro, tra finanziamenti europei (65.000 euro), regionali (mi risultano 150.000 euro) e comunali.
Signor Presidente ed egregio Assessore, ritengo che in questo difficile momento per l'economia del nostro Paese non si possano, né si debbano consentire sperperi di denaro pubblico per un'opera di indubbia utilità verso cui si sono sollevate diverse proteste anche da parte di alcuni esponenti della stessa maggioranza del Comune di Casteldelfino, guidata dal Sindaco Amorisco.
La spesa complessiva, stando a fonti giornalistiche, potrebbe essere oggetto anche di indagine da parte della Procura regionale presso la Corte dei Conti, che sta facendo luce sugli sprechi degli enti locali.
Mi chiedo, pertanto, se questa Giunta voglia rivedere quest'inopportuno stanziamento in un periodo di austerity che dovrebbe richiamare tutti istituzioni per prime, ad un severo rigore nella scelta delle opere pubbliche da finanziare.
Tutto ciò considerando, soprattutto, l'aumento della tassazione e i drastici tagli ad alcuni servizi essenziali per i cittadini rivolti, in particolare, a quelle fasce di popolazione socialmente più disagiate.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, Consigliere Ponso, voglio ringraziarla per l'eleganza con la quale ha voluto riconoscere la sensibilità e l'educazione - così lei l'ha definita - di un collega, l'Assessore Coppola. Sarà un piacere particolare trasferire al diretto interessato quanto lei ha affermato poco fa.
Come avrà notato, il collega Coppola è impegnato, quindi le risponder io, sebbene abbia anche saputo che vi siete già confrontati sul tema leggendole la nota che il collega mi ha predisposto. Con riferimento alla sua interrogazione, successivamente ad una verifica effettuata dalla Direzione Cultura e Turismo, non risulta alcun atto che confermi un finanziamento pari a 150.000 euro per il Museo oggetto dell'interrogazione.
Relativamente all'intervento di 65.000 euro è opportuno specificare che si tratta di un intervento inserito nel progetto G4 "Cultura del Hautes Terres" del PIT "Monviso: l'uomo e il territorio" dal Comune di Casteldelfino, approvato con delibera della Giunta comunale n. 25 del 27 marzo 2009, che ha riguardato lavori di completamento funzionale del Museo En Plain Air di arte sacra, di cui 50.000 per lavori a base d'asta (opere edili e opere elettriche) e 15.000 per spese tecniche, di progettazione e IVA.
Il progetto, approvato in data 26 novembre 2009, si è concluso in data 26 gennaio 2012 e le opere in oggetto sono state regolarmente eseguite.
Tutta la documentazione pervenuta ai nostri uffici, responsabili del controllo di primo livello, è stata certificata e trasmessa all'Autorità di gestione (Settore Politiche Comunitarie della Regione Piemonte).
Il collega Coppola chiude questa sua nota pregandomi di trasmetterle l'invito ad aiutarlo a comprendere meglio la questione e a fornirgli eventualmente, ulteriori elementi di cui lei sia in possesso affinché sia possibile effettuare l'approfondimento.
Mi rendo conto che la risposta sia limitata e non completa, ma come le è già stato trasferito dall'Assessore Coppola, non hanno considerato sufficienti le informazioni contenute nell'interrogazione per poter andare incontro alle sue richieste. Ma questo ritengo che possa essere facilmente compensato con gli approfondimenti per i quali il collega si è dichiarato ampiamente disponibile. Grazie.


Argomento: Contributi allo sport e al tempo libero

Interrogazione a risposta immediata n. 1225 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Fondi regionali per garantire agli impianti piemontesi le risorse necessarie ad un adeguato innevamento delle aree sciabili" (risposta scritta)

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1227 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Indagine sulla possibile manomissione dei dati relativi alle emissioni dell'inceneritore di Mergozzo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza degli interroganti, alle interrogazioni a risposta immediata n. 1225 e 1227 verrà fornita risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1219 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Inefficienze del Servizio Sanitario d'Urgenza ed Emergenza (118) nel territorio piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1219 presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Caro collega e amico Tullio Ponso, a me l'Assessore Monferino non ha telefonato e non si è giustificato. Però sono certo che domani mattina, in IV Commissione, alle ore 9.30, si giustificherà, se sarà presente. Se sarà assente, valuteremo noi se giustificarlo o meno.
L'oggetto dell'interrogazione, cara collega Quaglia - non essendo il suo campo di battaglia, giustamente, non so come potrà rispondermi riguarda le inefficienze del servizio sanitario relative all'urgenza e all'emergenza, e quindi del 118.
Nella premessa dell'interrogazione si fa riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica del 1992, che indica quali sono i mezzi di soccorso, perché alcuni di questi sono deficitarii sul territorio: MSB sono i mezzi di soccorso di base; MSA-B sono i mezzi di soccorso di base avanzata; MSA, sono i mezzi di soccorso avanzato, con l'integrazione anche del sistema telematico che consente di trasmettere alcuni esami, come l'elettrocardiogramma, e via di seguito. Vi è poi il centro mobile di rianimazione e l'eliambulanza.
Sono venuti da me a lamentarsi, caro Assessore, da più parti: in effetti, una rondine non fa primavera, ma quando inizia ad essere uno stormo di rondini, la primavera...
(Brusìo in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Colleghi, per cortesia, lasciatemi esplicare! Anche perché poi avrò ancora modo di intervenire sugli emendamenti alla legge urbanistica! Quindi, chiedevo come mai, su alcuni territori, l'MSA risulta privo della figura dell'infermiere. Vuole che le faccia alcuni esempi di zone in cui questo accade? Ciò è particolarmente grave nel periodo notturno, oltre che, in parte, di giorno.
Altre postazioni che sono nate come MSA, poi, di fatto risultano essere modificate in ambulanze di tipo B (vedi Cuorgnè) e soprattutto, in molti casi - non in un caso solo, ma in molti - il sistema di trasmissione telematica non è efficiente e non funziona.
Detto questo, le chiedo cortesemente di farsi parte diligente - al di là di quello che cortesemente lei vorrà dirmi nella risposta - affinché la Giunta e chi di dovere nel suo ambito - in altre parole, l'Assessore Monferino - possa veramente, al di là del rilascio di interviste del tipo "stiamo ampliando l'emergenza, stiamo comprando nuove ambulanze", andare a capire cosa succede realmente sul territorio. A volte, infatti, mi sembra dico "mi sembra" con tutto il rispetto - che la Giunta veda un film diverso da quello che vediamo noi e che, soprattutto, vedono i cittadini.
Date ascolto al Presidente, colleghi!



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Buquicchio, perché ormai ha finito.
Abbiate pazienza, però, colleghi! Se qualcuno non è interessato - tra l'altro, il Consigliere Buquicchio stava dicendo delle cose interessantissime - per favore, esca, o stia zitto pensando ad altro nel proprio scranno.
La parola, per la risposta, all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Raccolgo sicuramente la chiusura dell'intervento del Consigliere Buquicchio e di questo mi farò certamente partecipe con la Giunta e, in particolare, con l'Assessore Monferino.
In merito alla questione sollevata dall'interrogazione, la mancanza di personale sanitario, in particolare quello infermieristico, sui mezzi di emergenza rappresenta una criticità alla quale si sta facendo fronte proprio con la riorganizzazione del sistema di emergenza del 118, in parte già avviata con l'accorpamento delle centrali operative.
Nell'ambito di tale riorganizzazione, è prevista anche una revisione delle postazioni territoriali e l'introduzione di nuove tipologie di mezzi con maggiore flessibilità sulla loro operatività. In tale contesto è prevista come priorità quella di definire gli organici dedicati alle postazioni 118. Tale nuova configurazione dovrà essere coerente anche con il nuovo disegno della rete ospedaliera, attualmente in fase di progettazione, a completamento del quale si raggiungerà una maggiore integrazione e collaborazione tra attività ospedaliera e attività territoriale, cosa che consentirà di superare le criticità verificatesi.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione a risposta immediata n. 1222 presentata dalla Consigliera Bresso, inerente a "Quale futuro per l'IPLA (Istituto Piante da Legno e l'Ambiente)?"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1222 presentata dalla Consigliera Bresso, che ha la parola per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
La mia preoccupazione a proposito dell'IPLA riguarda una serie di questioni.
La prima è il fatto che, essendo - com'è noto - IPLA una Società per azioni, è in house, perché altrimenti non potrebbe lavorare direttamente per la Regione e per i Comuni che sono soci.
La seconda - dati i tempi - è che si tratta di una struttura di ricerca con capacità notevoli, che ha svolto lavori molto importanti per la Regione; cito per tutti la Carta della capacità d'uso dei suoli, che è stata la base di tutte le programmazioni della nostra Regione e che ancora adesso, nel nuovo contesto che obbligherà a tutelare i terreni agricoli non solo con un provvedimento regionale ma anche con una norma statale, sarà assolutamente indispensabile.
Dicevo però che in questa situazione l'Istituto dal 2011 non ha sufficienti lavori affidati tali da garantire il funzionamento, il pagamento degli stipendi e l'attività conseguente agli affidamenti ricevuti.
Da tempo si sollecita uno sbocco: so che c'è stato anche un incontro con il Presidente Cattaneo, che ha ribadito la volontà di salvaguardare questa struttura, ma ovviamente non poteva dare soluzioni di bilancio non essendo di sua competenza.
Credo quindi che il rischio sia che, come sempre accade con strutture di qualità che hanno personale di livello elevato, a poco a poco la precarietà della situazione faccia perdere gli elementi migliori: che restino, cioè, gli amministrativi, che magari sperano di riuscire a mantenere il lavoro, mentre chi ha opportunità altrove tenderà ad utilizzarle.
Mi pare che, soprattutto nel caso della Regione Piemonte, che è di gran lunga l'azionista maggiore, occorra fare chiarezza. Naturalmente sappiamo tutti quali sono i problemi di bilancio, tuttavia penso che sia dovere dell'azionista dare una prospettiva, che potrà anche essere difficile e contemplare un contenimento dei finanziamenti, ma dentro un progetto che consenta all'Istituto di mantenere le risorse migliori e di continuare a svolgere un ruolo che io credo importante.
La mia domanda, quindi, è quali sono le proposte che la Giunta regionale intende avanzare, da un lato per scongiurare la chiusura per inedia dell'Istituto, dall'altra per avere chiarezza nei confronti dei dipendenti che hanno diritto di conoscere il loro futuro. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Bresso.
La parola, per la risposta, all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
Il futuro di IPLA è argomento già ampiamente discusso: si sono infatti svolte più sedute di Commissioni - la I, la III e la V - riunite in sede congiunta tra la fine di giugno e i primi di luglio, in cui sono stati auditi i rappresentanti delle RSU e del Consiglio di Amministrazione della Società.
Il 10 luglio scorso la Giunta ha risposto ad un question time della Consigliera Cerutti avente per oggetto il futuro dell'IPLA e le RSU sono ancora state sentite il 24 luglio alla presenza del Presidente del Consiglio regionale e della Giunta. In ogni occasione è stata confermata e oggi si ribadisce nuovamente - la massima attenzione della Giunta regionale rispetto alla situazione della Società.
Il 26 luglio scorso si è tenuta l'Assemblea ordinaria di IPLA, in cui è stato approvato il bilancio 2011; è stata invece rinviata a settembre l'Assemblea straordinaria, che dovrà prendere in esame la situazione della Società dopo la perdita di esercizio di circa 720.000 euro, che dovrà essere ripianata e su cui - come si è già detto in Commissione e ribadito in occasione dell'Assemblea ordinaria sul bilancio - il Comune di Torino ha annunciato di non aver intenzione di intervenire.
Com'è noto all'interrogante, l'attuale situazione finanziaria dipende da un lato dalla riduzione delle commesse della Regione Piemonte dall'altro dall'impossibilità di una società in house di ricercare sul mercato attività che compensino la riduzione delle commesse regionali stesse.
Ad oggi non si dispone ancora del testo coordinato del decreto legislativo n. 95/2012, convertito ieri in Senato in prima lettura. Non appena disponibile, la Giunta regionale analizzerà e valuterà attentamente le ricadute di queste norme relative alle società in house, posto che una parte del futuro di IPLA è proprio legata alla possibilità di individuare nuove committenze oltre a quelle regionali.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.20 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Bussola, Cantore Casoni, Cota, Formagnana, Giordano, Leo, Maccanti, Sacchetto e Toselli.


Argomento: Montagna

Comunicazioni della Giunta regionale inerente a "Incendio Stazione sperimentale alpina 'V. Vezzani' di Sauze d'Oulx"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per un'informativa richiesta stamani dal Consigliere Gariglio su un incendio avvenuto presso la Stazione sperimentale alpina "Vezzani" di Sauze d'Oulx.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La mia comunicazione era per rispondere ad una richiesta che era stata manifestata all'inizio della seduta di questa mattina rispetto alla Ex Colonia Alpina Vezzani.
So che il Consigliere Gariglio aveva chiesto, rispetto a questo un'informativa da parte della Giunta, mentre si apre la seduta - aspettando il Vicepresidente Cavallera - sarei disponibile a dare questa informativa.
Si tratta - per chi, come me, non è della Provincia di Torino - di un immobile che si estende su una superficie di circa 47 ettari, di cui 45 adibiti a pascoli e prati posti sul versante utilizzato nella stagione invernale nella località Grand Chalp, sopra Richardette, frazione compresa nel Comune di Sauze d'Oulx.
La Stazione Sperimentale Alpina Vittorino Vezzani è stata costruita nel 1931 dall'omonimo professore. Originariamente progettata come stazione d'alpeggio, si trasformò in stazione montana e infine come Stazione Alpina dell'Istituto Zootecnico e Caseario del Piemonte, anche se dal 2004 non è più utilizzata.
Il patrimonio zootecnico della Stazione, nel periodo di attività risultava prevalentemente composto da bovini di razza valdostana pezzata rossa, ovini, conigli e suini. Inoltre alla stazione venivano prodotti vari tipi di formaggio locale e latticini, che si potevano acquistare presso lo spaccio, insieme ad altri prodotti tipici dell'Istituto.
A seguito dell'interruzione di tali attività (nel 2004), il complesso è stato nuovamente operativo esclusivamente nel periodo olimpico. Il complesso è composto da vari fabbricati agricoli (stalle, fienili) caseggiati di civile abitazione, foresteria e una chiesa.
Con varie note pervenute alla Direzione Risorse Umane e Patrimonio Settore Patrimonio, nella prima metà del mese di maggio c.a. erano state formulate diverse richieste di utilizzo dei pascoli e dei beni immobili di proprietà regionale in oggetto.
La Società IPLA S.p.A., con nota prot. n. 606/RG, in data 11/07/2012 ha comunicato di avere effettuato un sopralluogo, nell'ambito del compendio immobiliare in questione, funzionale alla risoluzione della Convenzione Rep. n. 14280 del 25/03/2009, da essa stipulata con la Direzione Regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste, avente ad oggetto altresì lo svolgimento in loco delle proprie attività di carattere scientifico.
Nell'ispezione che IPLA ha fatto, ha riscontrato la presenza di operatori che utilizzavano i locali per la produzione e la vendita di prodotti caseari e i terreni per quanto riguardava la coltivazione di ortaggi e l'uso dei pascoli.
Rispetto a questo, non essendoci stata una richiesta di nulla-osta alla concessione, si è formulata in collaborazione tra IPLA e la Direzione Patrimonio la possibilità di autorizzare la provvisoria utilizzazione, da parte dei richiedenti, dei beni da essi richiesti all'interno del compendio immobiliare di cui all'oggetto.
In data 25/07/2012, il Sindaco di Sauze d'Oulx, ha avvisato la Direzione Risorse Umane e Patrimonio che un incendio aveva interessato il locale del Caseificio e che da lì a poco avrebbe accompagnato i Carabinieri contattati per verificare l'accaduto.
La Direzione si è attivava per la denuncia del sinistro presso l'assicuratore e fatto il sopralluogo onde verificare l'entità dei danni e reperire il verbale dei Vigili del Fuoco.
In medesima data, il Settore Patrimonio Immobiliare attivava l'esistente polizza assicurativa e denunciava il sinistro.
Il Settore Tecnico, il giorno seguente (26/07/2012) procedeva al sopralluogo, verificando che l'incendio si è sprigionato nel locale vendita, presumibilmente dietro il banco frigo di esposizione dei formaggi interessando poi l'intero locale e danneggiando, per il calore sprigionatosi, anche il solaio soprastante.
Il locale Ufficio Tecnico del Comune, all'uopo interpellato, ha precisato che l'intero stabile sarà dichiarato inagibile.
Si è tutt'ora in attesa di ricevere il verbale dei Vigili del Fuoco e di verificare con loro la relazione che è stata fatta.
L'immobile - ricordo al Consigliere Gariglio e a tutti - era stato identificato, ai sensi dell'articolo 58 della legge n. 133/2008, attraverso una delibera di ottobre del 2008, come un immobile in cui la Regione non aveva più delle funzioni primarie e quindi poteva essere messo nell'elenco degli immobili disponibili.
Questa è la fotografia della situazione fino ad oggi.
Sono d'accordo con gli Uffici tecnici a fare una riunione, non appena ci sarà il verbale dei Vigili dei Fuoco, con gli uffici competenti e con il Settore delle Opere Pubbliche e della Montagna per valutare, rispetto ai danni verificatisi, quello che si potrà fare per l'immobile.
chiaro che è necessario anche un confronto con gli Enti locali del territorio rispetto ad un progetto che possa mettere a sistema un interesse dei privati, com'è stato dimostrato dal fatto che era comunque stata avviata un'autorizzazione per la vendita dei prodotti agricoli e l'uso dei pascoli. Questa ipotesi può essere esplorata per capire se su questo ci pu essere una collaborazione al fine di dare un futuro a questo Istituto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 153, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 2 Abbiamo affrontato la discussione sull'articolo 2 e l'intero blocco emendativo connesso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come i colleghi hanno visto, il Gruppo che rappresento ha presentato diversi emendamenti su quest'articolo e ho già tentato di spiegare le varie funzioni di queste richieste di modifica in mattinata.
Si tratta di emendamenti a due livelli: alcuni sono sostitutivi di determinati termini all'interno delle lettere in cui sono suddivisi i commi dell'articolo, altri invece riguardano quello che è un'aggiunta o determinate aggiunte sempre all'interno delle lettere che compongono il comma 1 dell'articolo 2, sostituto dell'articolo 3 della legge n. 56.
In questa discussione, rispetto a tutta l'attività emendativa e all'articolo in sé, sottolineo nuovamente quelle che sono le modifiche sostanziali, che sono le aggiunte alla lettera b) e alla lettera c) del comma 1.
Per quanto riguarda la prima, il riferimento è al primo articolo di questo provvedimento di modifica alla legge regionale n. 56/197, essendo un articolo importante che riguarda le finalità della legge.
Invece, relativamente alla seconda, l'accezione - oltre che "ambientale", "produttivo", "commerciale" - "paesaggistico" richiama ed è parallela all'emendamento accettato dalla Giunta e dall'Assessore per quanto riguarda l'articolo 1 di questo disegno di legge, quindi la modifica è stata già inserita. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
In questo caso non vorrei rubare molto tempo.
Mi limito a dire che abbiamo iniziato un confronto con l'Assessore relativamente a questo articolo. La Giunta stava proponendo anche una serie di emendamenti, che ritengo abbastanza condivisibili. Qui siamo solo all'inizio, le questioni rilevanti verranno dopo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sono gli inconvenienti del Gruppo formato da un unico Consigliere! Intervengo solo per presentare una correzione di carattere tecnico all'ultimo emendamento che ho illustrato, lo deposito alla Segreteria del Consiglio.



PRESIDENTE

Prima di iniziare la fase delle votazioni, comunico che l'emendamento rubricato n. 324 bis) sostituisce l'emendamento rubricato n. 324).
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, la riformulazione proposta dalla Giunta regionale relativamente all'emendamento rubricato n. 227) va benissimo, per cui lo intendiamo così riformulato. Grazie.



PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Interrompiamo i lavori 30 secondi per sistemare le carte, poi iniziamo le votazioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.34 riprende alle ore 15.35)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 195) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153, dopo le parole "Sono strumenti di pianificazione per l'organizzazione" sono inserite le parole "le regole".



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non essendoci dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione.
Invito il Vicepresidente Cavallera ad esprimere il parere sull'emendamento rubricato n. 195) presentato dal Consigliere Buquicchio.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 195).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.37 riprende alle ore 15.35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione su cui era mancato il numero legale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 195).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Essendo mancato per due volte il numero legale, i lavori terminano qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.36)



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