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Dettaglio seduta n.260 del 31/07/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 15.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che, per mancanza del numero legale la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Casoni, Comba, Cota Giordano, Pedrale, Sacchetto e Toselli.
Il numero legale è 27.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 153, di cui punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
L'emendamento n. 761) della Giunta regionale è stato ritirato, pertanto i subemendamenti dal n. 761.01 al n. 761.11 sono decaduti.
stato presentato un nuovo emendamento da parte del Vicepresidente della Giunta regionale rubricato n. 761 bis).
Emendamento rubricato n. 761 bis) presentato dall'Assessore Cavallera: Prima dell'articolo 1 del disegno di legge n. 153 è inserito il seguente: "Art. 01 (Inserimento dell'articolo 1bis della 1.r. 56/1977) 1. Dopo l'articolo 1 della 1.r. 56/1977 è inserito il seguente: "Articolo 1bis (Copianificazione, partecipazione e sostenibilità) I processi di pianificazione del territorio avvengono applicando i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, mediante il confronto e i processi di copianificazione tra i soggetti di cui all'articolo 2; la copianificazione garantisce la partecipazione attiva e con pari dignità delle amministrazioni interessate, ciascuna per le proprie competenze.
I processi di formazione degli strumenti di pianificazione sono pubblici l'ente che li promuove garantisce l'informazione, la conoscenza dei processi e dei procedimenti e la partecipazione dei cittadini agli stessi assicurando altresì la concreta partecipazione degli enti, dei portatori d'interesse diffuso e dei cittadini singoli o associati attraverso specifici momenti di confronto. 3. Gli strumenti di pianificazione, ai diversi livelli, nel rispetto delle finalità di cui all'articolo 1 assicurano lo sviluppo sostenibile del territorio attraverso: la riqualificazione degli ambiti già urbanizzati il contenimento del consumo di suolo, limitandone i nuovi impegni ai casi in cui non vi siano soluzioni alternative e) la progettazione attenta all'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e all'efficienza energetica d) la valutazione ambientale strategica (VAS) delle scelte relative all'utilizzo delle risorse territoriali, all'assetto del territorio all'ambiente, alla salute, alla realtà sociale ed economica, al fine di verificare la coerenza, gli effetti e la necessità di tali scelte.".
Sul tale emendamento sono stati presentati i subemendamenti n. 761 bis 12) n. 761) bis 13), n. 761 bis 14), n. 761 bis 15), n. 761 bis 16) dei colleghi Bono e Biolé.
Cominciamo dall'illustrazione dei subemendamenti.
Subemendamento rubricato n. 761bis12) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 01, nel comma 2 dell'articolo 1 bis, sostituire la parola "altresì" con la parola "sempre".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Si tratta dell'aggiunta, all'interno del comma 2, della parola "altresì". Nel comma 2 i processi di pianificazione e gli strumenti di pianificazione sono pubblici e si parla di un'assicurazione, da parte dell'ente, della concreta partecipazione degli enti e dei portatori d'interesse diffuso di cittadini singoli, in cui si aggiunge appunto un "altresì" come congiunzione.
Noi abbiamo richiesto la possibilità di esigere un'assicurazione sempre, quindi non una possibilità che sia temporalmente o in modo susseguente permessa, ma che sia assolutamente garantita per la concreta partecipazione di tutti quelli che sono i vari attori; parliamo sia degli enti, quindi dei soggetti enti, di portatori di interessi e soprattutto cosa che ci interessa e preme di più, di cittadini singoli o associati.
Accogliendo quest'emendamento, si potrebbe avere la presenza di questa assicurazione in tutti i casi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Subemendamento rubricato n. 761bis13) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 01, nel comma 2 dell'articolo 1 bis, al posto delle parole "attraverso specifici momenti di confronto" sono inserite le parole "con la realizzazione di appositi spazi, fisici e virtuali, di dibattito pubblico ai diversi livelli interessati dalla pianificazione".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'Assessore Cavallera, nella sua riformulazione, ha inserito un'aggiunta che abbiamo trovato importante, ma ancora un po' generica rispetto al fatto di determinare quali strumenti possano garantire la concreta partecipazione di cui si parlava poc'anzi.
La riscrittura da parte della Giunta aggiunge "attraverso specifici momenti di confronto". Noi chiediamo la sostituzione di questa dizione che ci sembra un po' troppo generica, recuperando un emendamento che avevamo illustrato nella passata seduta direttamente sull'articolo 1 della legge n.
56, esattamente con la stessa dizione: "con la realizzazione di appositi spazi fisici e virtuali di dibattito pubblico ai diversi livelli interessati dalla pianificazione".
Questo anche in considerazione del fatto che in uno degli incontri avvenuti quest'oggi con l'Assessore si è parlato dell'importanza soprattutto di quelli che possono essere spazi virtuali; in particolare, si è parlato di poter fruire di tutti gli elaborati da un punto di vista non cartaceo, non materiale. Questa dizione alla fine del comma 2 ci pare più precisa rispetto alla dizione "attraverso specifici momenti di confronto" perché va a determinare tutte le varie modalità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Subemendamento rubricato n. 761bis14) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 01, nel comma 3 dell'articolo 1 bis, sostituire la parola "contenimento" con la parola "limitazione".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, signor Presidente.
Questa modifica riguarda il comma 3. Anche qui, come richiesto in alcuni emendamenti illustrati nella passata seduta, quello che è indicato nella seconda stesura dell'emendamento n. 761) da parte della Giunta alla lettera b), ovvero gli strumenti attraverso cui lo sviluppo sostenibile del territorio viene in qualche modo tutelato, c'è il contenimento del consumo di suolo, limitandone nuovi impegni ai casi in cui non vi siano soluzioni alternative (anche su questo avremmo un subemendamento).
Per quanto riguarda il contenimento, chiediamo la sostituzione di "il contenimento" con "la limitazione del consumo di suolo", perché ci pare accentuare di più il concetto che era stato espresso anche da altri Gruppi rispetto al fatto che davvero il territorio ha un uso e un consumo piuttosto elevato soprattutto negli ultimi periodi, quindi la limitazione significa comunque che gli enti preposti alla pianificazione e programmazione devono tendere a ridurre davvero il consumo. Questa è la ragione per cui abbiamo presentato tale modifica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Submendamento rubricato n. 761bis15) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 01, nel comma 3 dell'articolo 1 bis, sostituire le parole "in cui non vi siano soluzioni alternative" con le parole "in cui non vi sia alcuna disponibilità di ambiti riutilizzabili".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento ritorna ancora sulla lettera b), dove si parla di "nuovi impegni ai casi in cui non vi siano soluzioni alternative". Ci pare anche all'interno di discussioni introdotte da altri Consiglieri - che questa sia una dizione un po' generica e quindi chiediamo una sostituzione che va a inserire la dizione "limitandone i nuovi impegni ai casi in cui non vi sia alcuna disponibilità di ambiti riutilizzabili". Questo va sempre nella direzione della riduzione del consumo di suolo libero.
Nella passata seduta, già avevamo discusso su quali potessero essere le indicazioni e quale potesse essere l'importanza di suolo soprattutto agricolo, ma non solo, che poteva essere lasciato libero, quindi se già è stato utilizzato in un qualche modo bisogna assolutamente sincerarsi, dal nostro punto di vista, che venga saturata prima tutta la parte già utilizzata per un eventuale riutilizzo prima di nuove realizzazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Subemendamento rubricato n. 761bis16) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 01, nel comma 3 dell'articolo 1 bis, al posto delle parole "al fine di verificare la coerenza gli effetti e la necessità di tali scelte" vengono aggiunte le parole "purché gli interventi siano compatibili con una sostenibilità complessiva di medio e lungo termine salvaguardando l'ottica di ritorno operativo, economico e di bene comune di ogni intervento effettivamente dimostrato da un'analisi costi/benefici indipendente".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questo è l'ultimo subemendamento all'emendamento n. 761 bis) e anche questo va a specificare meglio una parte del testo presentato dalla Giunta.
Alla fine della lettera d), dal nostro punto di vista, le importanti ottiche sono quelle della salvaguardia: "salvaguardando l'ottica di ritorno operativo, economico e di bene comune di ogni intervento effettivamente dimostrato da un'analisi costi/benefici indipendente". È molto importante per qualsiasi tipo di intervento grande o piccolo, la valutazione dei costi/benefici, perché in ultima istanza sappiamo che ad avere l'utilità di un certo intervento deve essere la collettività e non devono essere i singoli privati. Comunque, deve essere valutata la compatibilità con le volontà e le esigenze della società in modo collettivo.



PRESIDENTE

La Giunta regionale dà per illustrato l'emendamento 761 bis), che deriva dalla riunione svoltasi poc'anzi.
aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi consideriamo l'emendamento n. 761 bis) non confacente con le questioni che abbiamo posto con i nostri emendamenti, in particolare il n.
614) e il n. 615) e con i contenuti che abbiamo voluto esprimere nella discussione generale.
Consideriamo però l'emendamento n. 761) bis un passo in avanti rispetto alla formulazione dell'emendamento n. 761) depositato questa mattina dall'Assessore Cavallera, e noi siamo un Gruppo che considera i passi in avanti in senso positivo.
Vorrei anche dire che vengono recuperati all'interno di quest'emendamento alcuni nostri concetti, anche se con formulazione diversa, ma il concetto rimane inalterato, in modo particolare su un tema che abbiamo volutamente posto al centro della nostra attenzione nel dibattito generale e anche nei nostri interventi di questa mattina, cioè l'affermazione del principio che il contenimento dell'uso del suolo avviene attraverso il fatto che prima deve essere valutata, rispetto al suolo artificiale già esistente all'interno delle nostre città, la possibilità che quelle esigenze trovino un'adeguata collocazione all'interno del tessuto edificato.
Questo è un elemento importante, soprattutto nel contesto in cui ci troviamo perché - lo ripeto - la crisi consegna un'occasione straordinaria data dal numero consistente di aree dismesse all'interno dei centri abitati, che possono e devono diventare non solo una straordinaria opportunità per operazioni di qualificazione urbana, ma anche per far crescere in modo equilibrato città pubbliche e città privata.
Inoltre, vorrei esprimere un ultimo concetto. Se si vuole andare avanti con un confronto e una discussione di merito su questo disegno di legge che ha dentro di sé elementi più rilevanti di un dibattito, sia pure importante, sulle finalità attraverso un confronto nel merito, questo Gruppo consiliare manifesta fortemente la disponibilità ad un confronto di merito. Anche perché abbiamo visto stamattina che tutte le volte che la Giunta e la maggioranza intende trasformare il confronto in Aula in un mero esercizio muscolare, alla fine non si trovano un grande percorso di fronte a loro.
Siccome negli articoli successivi ci saranno elementi di grande significato e di grande preoccupazione da parte nostra, se li vogliamo affrontare con un confronto che tenga conto anche del livello e della qualità delle proposte espresse dalle opposizioni, credo che questo aiuterebbe alla costruzione di una legge un po' più positiva rispetto al testo uscito dalla Commissione consiliare.
un auspicio, però noi siamo pronti, in quanto il nostro principio di adattamento è molto forte, ad adattarci alle situazioni che emergeranno nel corso del dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
A noi pare che l'ulteriore valutazione che ha fatto l'Assessore, circa la questione cruciale che abbiamo presentato, rappresenti un passo avanti seppure ancora si tratti di una posizione da precisare e da modificare.
Noi crediamo che questa sia un'occasione storica per poter riconsiderare una politica che per troppi anni - hanno ragione i colleghi della maggioranza - ha visto un po' tutte le forze politiche, senza particolare distinzione di sorta, impegnate in una corsa a costruire in modo talvolta incontrollato, anche in assenza di una politica di programmazione seria e rigorosa, una politica del territorio che, in molti casi, non ha valorizzato e colto quelle opportunità che la crisi e la riconversione industriale, che ha colpito e caratterizzato la nostra Regione, poteva consentire e, in qualche modo, ancora consente.
Le trasformazioni urbanistiche hanno riguardato in modo particolare le grandi città capoluogo di Regione e di Provincia, peraltro anch'esse in non pochi casi con limiti legati alla non sempre automatica capacità di riconvertire le attività industriali in attività al servizio e soprattutto, legate all'interesse generale delle comunità locali. Penso, ad esempio, alla proliferazione dei centri commerciali nelle grandi città nelle ex aree industriali, che non è propriamente un esempio fulgido di trasformazione urbanistica coerente con i bisogni delle comunità.
Penso a situazioni come quelle che abbiamo registrato in molti casi nei Comuni delle cinture delle grandi città, dove abbiamo assistito ad una difficile trasformazione di aree ex industriali in aree a servizi a edilizia privata o comunque a finalità di interesse generale.
Questa assenza di politica, com'è noto, è riconducibile sia ad una certa miopia del decisore politico sia a ragioni di ordine finanziario riconducibili alla possibilità che, in modo sciagurato, ha consentito in una finanziaria di qualche anno fa di utilizzare i proventi derivanti dai cambi di destinazione, dagli oneri di urbanizzazione e dai diritti edificatori per coprire le spese correnti. Norma finanziaria che ha inevitabilmente determinato un incremento nel consumo del suolo.
Ora, questa nuova versione dell'emendamento dell'Assessore - lo diremo nel corso della discussione - fa un passo avanti soprattutto per quanto riguarda il punto b), dove espressamente si dice che il consumo di suolo va evitato, limitandone i nuovi impegni ai casi in cui non vi siano soluzioni alternative, ma pur sempre non individua vincoli stringenti e, soprattutto una politica di incentivo tale da poter effettivamente considerare la trasformazione urbanistica come un'opportunità e non semplicemente come un vincolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Avevo presentato alcuni subemendamenti all'emendamento n. 761) presentato dal Vicepresidente Cavallera, i quali ovviamente sono decaduti una volta presentano l'emendamento 761 bis).
In ogni caso, li avrei ritirati, perché - l'ho già rimarcato stamattina non possiamo che apprezzare questo tentativo di apertura al confronto e al dialogo da parte della Giunta nelle vesti del Vicepresidente.
un passo avanti che considero importante per una legge altresì importante per il nostro territorio, perché vogliamo di più da questa riforma; vogliamo e siamo pronti ad essere parte attiva in questo concorso per la sua realizzazione.
Questa legge però non può limitarsi a contenere il consumo del suolo.
Gli strumenti di pianificazione devono promuovere, sostenere ed assicurare uno sviluppo sostenibile del territorio e ordinato, riducendo la pressione degli insediamenti sui sistemi naturali ed ambientali, mitigandone gli impatti.
Soprattutto, le nuove politiche urbanistiche devono garantire la piena e razionale utilizzazione delle risorse, con particolare riferimento alle aree agricole e al patrimonio insediativo ed infrastrutturale, evitando ogni immotivato ed ulteriore consumo del suolo.
Ci preme che questo concetto venga introdotto nella legge che uscirà da questo Consiglio, egregi colleghi, non la possibilità velata che l'alternativa alla riorganizzazione e alla riqualificazione dell'esistente sia quella di favorire nuova cementificazione, nuovi abusi, nuovi interessi.
Il territorio piemontese è già stato sufficientemente ed ampiamente spremuto in questi anni. Il suolo agricolo, perdendo in qualità e quantità ha già pagato pesantemente dazio. Non possiamo più consentire sviluppi indiscriminati del suolo senza un reale controllo qualitativo e quantitativo degli squilibri territoriali, senza la partecipazione democratica dei portatori di interesse e dei cittadini al processo decisionale e gestionale dell'uso del suolo urbano ed extraurbano.
Vorrei che la maggioranza prendesse atto del fatto che questa minoranza, con i Gruppi consiliari che la compongono, sono qua per rendere un aiuto, un favore all'impianto urbanistico di questa legge, non per smorzarla sicuramente pezzo dopo pezzo, perché anche noi siamo consapevoli dell'assoluta necessità di rivedere l'architettura urbanistica così com'è ora.
Vogliamo che questa legge poggi su solide fondamenta, su regole certe norme univoche che non consentano più, com'è stato finora, un uso disinvolto delle direttive ed un'interpretazione superficiale delle stesse da parte dei Comuni. Ma soprattutto - e questo ci sta a cuore - conseguire l'interesse pubblico generale, non interessi particolari e di settore linea invece purtroppo prevalsa in questi decenni e che ha finito per regalare alla malavita organizzata fette importanti del territorio.
Questo lo vogliamo rimarcare e siamo pronti - e chiudo, Presidente - a collaborare soprattutto in quello che affronteremo nei prossimi giorni o in autunno, dopo la pausa estiva, gli articoli 17, 22 e 23, dove l'Italia dei Valori vuole dare un concorso positivo e concreto nella realizzazione di questa importante legge urbanistica.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Accogliamo con favore il fatto che la Giunta abbia recepito in modo serio le proposte portate avanti dalle opposizioni, dal nostro Gruppo.
Questo testimonia, anche a scanso di equivoci, che la discussione che vuole portare avanti sul disegno di legge è seria e non ha carattere pretestuoso.
In questo senso, crediamo che l'attenzione portata in particolare all'articolo 01, che va a modificare l'articolo 1 dell'iniziale legge, sia sicuramente di rilievo, poiché si vanno a definire i principi del disegno di legge, che pertanto necessitano, così come avevamo richiesto e così come hanno richiesto gli altri Gruppi, un adeguamento rispetto a quelli che potevano essere i principi presenti nella legge regionale 56/77.
In particolare, accogliamo con favore la questione che sia stata introdotta fra gli elementi al comma 3 dell'emendamento n. 761 bis), in particolare il fatto che si espliciti in questo senso, così come avevamo chiesto, l'aspetto legato allo sviluppo sostenibile, e che la progettazione sia attenta all'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e all'efficienza energetica.
Riteniamo che questo elemento non debba rimanere implicito, ma debba essere reso esplicito, proprio perché nel momento in cui discutiamo di urbanistica e quindi anche di ristrutturazione o di nuove edificazioni questo aspetto non è di poco conto, ma è una delle questioni prioritarie da tenere in considerazione.
Sul resto, crediamo che rispetto alla questione legata al consumo del suolo ci sia forse una formulazione ancora un po' troppo timida, e in questo senso avremmo voluto una definizione più chiara, così come abbiamo suggerito, in modo che ci fosse un riferimento più esplicito all'evitare il consumo del suolo immotivato, in un quadro di tutela dell'ambiente, del paesaggio e degli attuali disegni urbanistici ed edilizi delle aree urbane.
Questo sarà sicuramente elemento che andremo a sviluppare nella discussione successiva. Abbiamo accolto la questione della messa in sicurezza del territorio, della rilocalizzazione di insediamenti residenziali e produttivi siti in area a rischio di esondazione, in modo che sia posta in un articolo preposto e che discuteremo successivamente.
In questo senso, accogliamo la proposta, seppure la riteniamo ancor timida, e ci prepariamo alla discussione successiva, rimanendo - come ripetiamo - nel merito delle questioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Questo è un passo avanti rispetto alle questioni che abbiamo posto sia in discussione generale sia con un emendamento a firma del Gruppo del PD.
Il principio dal quale muoviamo si fonda sulla necessità di impedire un uso e un consumo ulteriore di suolo. Non pensiamo di porre una questione ideologica, ma di porre una questione che ormai fa riferimento ampiamente in questo Paese, ad un'ampia cultura ambientalista e democratica.
Ricordo a tutti che è recente una presa di posizione del Consiglio nazionale degli architetti, che suggeriva alla politica di frenare l'espansione edilizia incentivando i temi del recupero, della riqualificazione e della rigenerazione urbana. Sarebbe singolare se, in un momento nel quale questa Regione mette mano ad una riforma, anche se parziale, della politica urbanistica, non si ponesse il problema di mettere le sue norme e la sua legislazione in sintonia con questo cambiamento di cultura e con questo passaggio di fase.
Naturalmente le finalità sono un aspetto della normativa e sarebbe singolare se a quest'emendamento, che rappresenta un passo avanti, non seguissero cose che il Gruppo del PD proporrà, norme altrettanto cogenti nel corpo dell'articolato, perché la finalità è importante, ma da sola non basta a garantirci che non avvenga questo ulteriore consumo di suolo.
Pertanto, anticipo sin d'ora che il Gruppo del PD si porrà il problema di articolare nelle norme queste indicazioni, per renderle le più cogenti possibili e le più coerenti possibili con quelle finalità indicate nell'articolo 1, altrimenti è acqua calda o è acqua che scorre sui vetri e noi di finalità generiche non sappiamo cosa farcene, soprattutto non sa cosa farsene il Piemonte.
Ricordo che questa questione è tanto più significativa e tanto più importante per ammissione della Regione, quindi dell'istituzione che oggi sta lavorando per predisporre questa normativa, che ci ha spiegato, nei giorni scorsi, che in Piemonte - la fotografia risale al 2008 - il consumo di suolo, negli ultimi anni, si è portato via una media di 1.000 ettari all'anno di suolo fertile, al netto delle infrastrutture e della viabilità.
Non cito una serie di altri dati, compreso il fatto che il 72% della superficie regionale risulta consumata.
Quello studio oggettivo, redatto dalla Regione, è il criterio con il quale affrontare il dibattito odierno, affinché, con le norme che dobbiamo approvare, porre una limitazione al consumo di nuovo territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Questa è la dimostrazione che il confronto è sempre utile e determina risultati positivi. Del resto, una legge così rilevante non può essere attribuita soltanto ad una parte del Consiglio, ma deve essere il risultato di un confronto aperto all'interno del Consiglio tra la maggioranza e le minoranze. È estremamente importante lavorare per raggiungere questo obiettivo.
Credo che le nostre sollecitazioni, avanzate, come PD, insieme agli altri Gruppi della minoranza, siano state utili, in quanto quest'emendamento presentato oggi pomeriggio dalla Giunta raccoglie alcune nostre osservazioni e riflessioni, che avevamo sintetizzato in alcuni emendamenti. Non soltanto c'è la questione del contenimento del consumo di suolo - tra l'altro, qui parliamo delle finalità, che poi occorre tradurre all'interno dell'articolato in punti precisi, attraverso strumenti precisi altresì ritengo importante il riferimento contenuto nell'emendamento circa l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, per raggiungere così l'efficienza energetica.
Insomma, dobbiamo lavorare su alcune finalità che riteniamo estremamente importanti; naturalmente, dobbiamo creare gli strumenti all'interno della legge nel prosieguo del nostro lavoro, che finora è stato utile.
Quindi, proseguire il confronto in sede consiliare tra la Giunta e il Consiglio, tra la maggioranza e le minoranze, è il metodo che ci deve guidare nella discussione e nel lavoro di questi giorni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ovviamente, abbiamo apprezzato le chiarificazioni contenute nel nuovo testo proposto dalla Giunta.
vero, come dicevano già alcuni colleghi, che gli articoli in questione hanno carattere d'indirizzo, quindi dovremo lavorare nell'articolazione di norme più puntuali e concrete, per dare in qualche misura coerenza a quanto annunciato da questi articoli su cui ci stiamo confrontando.
un passaggio importante perché le enunciazioni che sono state meglio puntualizzate, in qualche misura, raccolgono una serie di indicazioni e sollecitazioni che avevamo proposto anche nel nostro articolo; soprattutto danno un segnale circa la volontà di volere affrontare in modo più puntuale le questioni dell'uso del suolo, quelle della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e quelle inerenti alle verifiche puntuali che dovranno svolgersi per interventi di utilizzo del suolo a fini urbanistici.
Tale indicazione è rilevante.
Poiché tutto è perfettibile, probabilmente il nostro articolo avrebbe potuto meglio puntualizzare queste questioni, ma la necessità di individuare una sintesi tra posizioni diverse ci consente di apprezzare il passo in avanti compiuto, che comunque meglio si posiziona nella direzione in cui riteniamo debba andare questa norma. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'Assessore ha voluto sul piano dei principi, cioè nell'articolato inerente alle finalità, acquisire alcune sensibilità e suggerimenti che gli emendamenti delle opposizioni avevano ampiamente rappresentato. In modo particolare apprezzo i riferimenti più concreti riservati al tema della partecipazione, ma non rinuncerò a rappresentare la proposta di un articolo aggiuntivo che definisce in maniera organica quali potrebbero essere i percorsi istituzionali che diano concreta efficacia a questo intento, anche perché la nostra Regione non si è dotata, diversamente da altre, di leggi che regolano i processi partecipativi in tutte le politiche.
vero che l'Assessore Cavallera, che un po' si è lamentato nell'incontro con i Consiglieri Capigruppo, non deve recuperare le carenze di tutte le politiche proprio sulla proposta di legge riguardante il riordino dell'urbanistica, ma da qualche parte questi approcci occorre cominciare a praticarli. Da parte nostra non si è desistito dal farlo anche su situazioni legislative complesse, come quelle della riforma del sistema socio-sanitario.
Quindi, pur apprezzando l'intenzione manifestata, evidentemente, da parte nostra, la lettura della fase attuale è caratterizzata ancora da una grande distanza culturale tra le rappresentanze esposte dalle opposizioni e gli intenti che vengono manifestati dal Governo regionale con la presentazione di questo disegno di legge.
Sono molti i temi che ci differenziano, compresi alcuni temi di principio, ad esempio il fatto che si sia improntata la scrittura di questa legge alla valutazione dell'esistenza di un diritto edificatorio quando noi riconosciamo solo la capacità edificatoria. Anzi, riteniamo che in questo momento di così forte, come ci dimostrano i dati ISTAT, consumo di suolo sia necessario lavorare secondo una logica di preservazione e di tutela anziché di diritto a costruire, quale sembra trasparire all'interno di tutta questa legislazione. Curiosamente si usa il termine "diritto" in un'epoca nella quale non conosciamo più diritti per le persone e tutti questi diritti sono sottoposti al tema delle compatibilità economiche.
Quindi, esprimo un apprezzamento per il metodo, ma c'è ancora molta distanza sul merito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come già ribadito dai colleghi, sicuramente alcuni frasi all'interno dell'emendamento ci fanno dire che qualche passo in avanti, rispetto a questa mattina, è stato fatto, ma siamo ancora molto lontani rispetto alla nostra idea di una legge di programmazione urbanistica della Regione Piemonte.
Ci sono affermazioni condivisibili in merito, ad esempio, a fonti energetiche alternative, ma non si ha, attraverso quest'emendamento un'idea di condivisione e di partecipazione di quei soggetti che invece riteniamo siano gli elementi fondamentali da tenere in considerazione nel momento in cui ci si avvia ad approvare una legge come questa, che sicuramente diventerà la legge più importante. Sicuramente caratterizzerà il mandato di un Presidente, quindi non si può immaginare, come abbiamo sentito dire questa mattina da alcuni colleghi, che nonostante tutto bisogna andare avanti.
Credo che il "nonostante tutto bisogna andare avanti" non possa andare bene rispetto ad una legge che diventa la più importante per una regione come la nostra; una legge con la quale si qualificano le attività che un territorio deve portare avanti. Certamente dobbiamo dare degli strumenti flessibili; dobbiamo dare degli strumenti tali per cui un Sindaco possa vedere, nell'arco del proprio mandato, l'approvazione di uno strumento quale il Piano regolatore, con il recepimento di eventuali critiche e suggerimenti che la Regione stessa intende fornire, ma non possiamo immaginare che, in virtù del fatto che occorre accelerare i tempi, o che bisogna necessariamente approvare velocemente il provvedimento, non si facciano passi in avanti in termini di contenuti, al fine di fornire al Piemonte una legge urbanistica all'altezza di quello che i territori ci chiedono e, soprattutto, all'altezza di quello che i tempi ci richiedono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Personalmente credo nella Provvidenza. Perché dico questo? Perch questa mattina in Aula c'era il "temporale", era nuvoloso e il momento non era molto chiaro, ma poi è arrivare il sereno.
Bisogna avere più speranza e chiedere.
Da questa mattina ad oggi il clima è cambiato notevolmente e ho apprezzato moltissimo la disponibilità dell'Assessore Cavallera, quindi non mi rimane che esprimere parere favorevole per questo nuovo testo modificato.
Vedete come i confronti tra la minoranza e la maggioranza, insieme all'Assessore, 99 su 100 ci portano ad una conclusione.
Si sono fatti grandi passi avanti. Questo è il primo: ne dovremo fare altri, perché questa legge, come ha detto adesso la collega Pentenero, è una legge molto importante.
Mi auguro che questa sia la via giusta.
Avremo modo di affrontare, come abbiamo fatto questa mattina e oggi, i pochi o tanti punti che ci sono ancora, sperando di portarli a termine con l'aiuto di tutti, affrontando questa riforma di grande cambiamento su un argomento importante come la tutela e l'uso del suolo.
Mi auguro che venga meno lo sfruttamento dei terreni agricoli, per evitare la crescita selvaggia di cementificazione che, purtroppo, ha recato danni indescrivibili, in modo particolare in zone importanti di cultura e di pregio, evocate anche come patrimonio dell'UNESCO.
Mi auguro che questi diventino incontri chiarificatori, come abbiamo fatto questa mattina. Continuiamo in questo modo con l'Assessore e con le minoranze e faremo un ottimo lavoro, per fare veramente una grande riforma.
Si va avanti solo con la collaborazione e con l'onestà di tutti. In caso contrario, non andremo da nessuna parte.
Ma sono fiducioso e ho sempre creduto nella Provvidenza, quindi sono convinto che la Provvidenza ci darà una mano e ce la faremo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come si è visto dalla presentazione di piccoli subemendamenti, forse il nostro Gruppo è un po' meno soddisfatto dalla rielaborazione del testo. In ogni caso, la disponibilità al confronto, rispetto al testo iniziale di un emendamento che purtroppo non avevamo potuto vedere prima, è apprezzabile.
chiaro che alcuni concetti espressi all'interno degli emendamenti presentati dal Gruppo che rappresento, ma anche da altri, in parte sono stati inglobati in alcune diciture di quest'emendamento. Apprezzo soprattutto l'inserimento di una previsione di specifici momenti di confronto, perché tra tutti gli emendamenti illustrati, anche nelle passate sedute, è facile intuire, anche da parte dei Gruppi di maggioranza e di opposizione all'interno di questo consesso, che il punto principale che ritenevamo sottolineare era proprio questo.
Noi riteniamo che le negatività di un certo tipo di progettazione e di pianificazione, non solo dal nostro punto di vista, ma anche dal punto di vista di singoli cittadini, associazioni e comitati che si stanno muovendo per salvaguardare il territorio, dipendono dal mancato coinvolgimento e rispetto, da parte di Enti o di qualche singolo delegato alla gestione del suolo, a tutte le istanze e alla cittadinanza.
Per questo motivo, è importante ed è stato importante inserire questa parte. Il fatto di aver inserito, anche se solo nei principi iniziali della legge, le parole "un attento utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili" come già detto anche in sede di incontro informale, lo riteniamo che sia assolutamente positivo.
Le ulteriori richieste di modifica sono state presentate con l'intervento precedente. In ogni caso, nonostante questi due o tre inserimenti e la disponibilità, non riteniamo che possa essere soddisfacente tutto l'impianto di questo nuovo emendamento 761).
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, né in sede di dibattito generale né per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione dell'articolo 01 e degli emendamenti ad esso collegati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 614), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 469), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 470), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 471), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 472), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 473), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 474), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 475), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 258), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 476), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 477), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 478), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé, cui do la parola solo se intende esprimersi a proposito della votazione, dal momento che siamo in questa fase.
Prego, Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Segnalo che, nel corso della votazione precedente, per un mio errore materiale, ho premuto il tasto dell'astensione, mentre volevo votare favorevolmente.



PRESIDENTE

Allora, diamo atto sul verbale che sull'emendamento rubricato n. 478) il collega Biolé intendeva votare favorevolmente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 479), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 480), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 481), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 260), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 482), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 483), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 484), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 465), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 464), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 485), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 486), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 261), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 615), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 638), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Come detto in apertura, gli emendamenti a firma del Consigliere Ponso n.
761.1), 761.2), 761.3), 761.4), 761.5), 761.6), 761.7), 761.8), 761.9) 761.10) e 761.11) sono decaduti.
L'emendamento n. 761) della Giunta regionale è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 761bis.12), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 761bis.13), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 761bis.14), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 761bis.15), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 761bis.16), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Adesso poniamo in votazione l'emendamento n. 761 bis) della Giunta regionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato 761 bis).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 01.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 487) presentato dai Consiglieri Bono Biolé, Stara: al comma 1 dell'articolo 1, sostituzione dell'articolo 2, della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, (Tutela ed uso del suolo) la parola "soggetti" è sostituita dalle seguenti "portatori di interessi".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento passiamo all'articolo 1 che rappresenta, in qualche modo, una parte meno corposa e sostanziale rispetto alla discussione avvenuta fino ad ora sull'inserimento dell'articolo 01 all'interno della legge urbanistica. Al primo comma dell'articolo 1, che va a sostituire l'articolo 2, avendo fatto a scalare la sostituzione della legge n. 56 del 77, abbiamo pensato di introdurre una specifica rispetto all'inserimento della parola "soggetti".
La sostituzione che viene richiesta dal mio gruppo è di sostituire la parola "soggetti" con l'accezione "portatori di interessi". Questo per specificare più a fondo quelli che possono essere le specifiche all'articolo 1 in sostituzione dell'articolo 2 della legge 56.
La parola "soggetti" ci pareva un po' generica, mentre "portatori di interessi", soprattutto rispetto ad un settore così importante e così strutturale come l'urbanistica, da una definizione più precisa. Come già accennato in alcune illustrazione di emendamenti nella passata seduta abbiamo ritenuto di dover chiedere delle sostituzioni anche più specifiche e puntuali o delle aggiunte per poter, alla fine di quella che sarà la nuova modifica di legge, non aver alcun tipo di perplessità e quindi non aver tralasciato nessun tipo di accezione rispetto alla specifica, rispetto a quella che può essere una modifica a fondo della legge.
Chiediamo questa sostituzione. Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 228) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 1 del disegno di legge n. 153, dopo le parole "pianificazione del territorio", sono inserite le seguenti parole "ciascuno con le proprie definite competenze" La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ho già ribadito in più di un intervento che, come Gruppo IdV, siamo consapevoli di dover procedere dopo 35 anni alla revisione della legge urbanistica. Tuttavia, siamo anche consapevoli della delicatezza della materia e della grande opportunità che ci viene data nei confronti della tutela del territorio piemontese. I numeri parlano chiaro, molto più di qualche discorso nato sull'onda dell'indignazione.
Soltanto negli ultimi quindici anni in Italia circa tre milioni di ettari un tempo di uso agricolo sono stati asfaltati o cementificati. Il consumo del suolo in molti casi si è trasformato in spreco, con decine di migliaia di capannoni vuoti e case sfitte. Invece il suolo sottratto all'agricoltura ha cessato di produrre ricchezza vera e reale.
La cementificazione avanza ogni giorno, quasi 250 mila ettari all'anno.
Si stima che dal 1950 ad oggi un'area grande quanto tutto il nord Piemonte è stata seppellita sotto il cemento. Più costruzioni, più IMU, dunque più soldi nelle casse comunali. Questa è un'equazione che spesso porta certe amministrazioni locali a cementificare senza ritegno.
doveroso introdurre norme univoche e non diversamente interpretabili che affidino alle Province piemontesi specifiche funzioni di controllo in relazione all'analisi delle varianti parziali. Appare del tutto opportuno concedere alle Province la facoltà di stabilire la natura parziale o meno di ogni singola variante, oltre a prevedere l'accoglimento obbligatorio delle osservazioni formulate dall'ente provinciale. Ciò non comporterebbe alcun onere aggiuntivo né in termini di lavoro né in termini di risorse umane, piuttosto darebbe maggiore importanza alle funzioni svolte attualmente dall'amministrazione provinciale, a tutto vantaggio della trasparenza amministrativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 488) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b dell'articolo 1, in sostituzione dell'articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), le parole: "attribuito dalle" sono sostituite dalle seguenti: "di competenza per le".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
un ulteriore emendamento che va a specificare una piccola parte dell'articolo 1, che sostituisce l'articolo 2 della legge 56/1977.
Si tratta di un dettaglio aggiuntivo, che riconosciamo non essere sostanziale, ma che va ad incidere su un articolo che, a differenza di quello trattato in precedenza, è meno importante e strutturale per la legge.
Spenderei gli ultimi secondi del mio intervento per descrivere quella che, ancora una volta, è la sostanzialità dell'ottica da cui parte il Movimento 5 Stelle rispetto alle richieste di modifica del disegno di legge licenziato dalla Commissione.
Come tutti sappiamo, in Commissione è stato fatto un lavoro decisamente complesso; ci rendiamo tutti conto che dopo così tanti anni dall'emanazione della legge n. 56/1977, attualmente in vigore, una manutenzione piuttosto corposa era assolutamente necessaria, com'è stato sottolineato da parecchi colleghi. Ma già dal dibattito di questa mattina, fino all'inizio della seduta pomeridiana, è comunque percepibile la volontà di un confronto.
I punti salienti sono stati più volte elencati ed è chiaro che nel prosieguo della discussione - quindi nel corso delle prossime sedute e dopo la pausa estiva, ovvero a settembre - ci sarà la possibilità di sviscerarli ulteriormente, soprattutto per chi non ha seguito interamente le discussioni all'interno della Commissione urbanistica, affinché tutti insieme si possa dare risposte precise alle richieste dei territori rispetto ad un settore importante come quello urbanistico. Dal nostro punto di vista - da alcuni viene giudicato un principio estremo, ma ricalca assolutamente, come ho già detto più volte, quelle che sono le esigenze che derivano da una regolamentazione evidentemente non sufficiente, ma anche dall'uso talvolta distorto degli strumenti urbanistici - riteniamo assolutamente importante verificare che buona parte del suolo residuo ancora libero, soprattutto quello di una certa qualità dal un punto di vista agricolo (in termini di fertilità per la produzione di cibo), vada assolutamente salvaguardato.
Questo è il paletto da cui partiamo per qualsiasi richiesta di modifica. È ovvio che, nel momento in cui la legge va ad intervenire su interessi privati che vengono sovrapposti a quelli collettivi, tutto questo purtroppo non può essere garantito. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 262) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: all'articolo 1 del disegno di legge n. 153, la lettera c) del comma primo dell'articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 è sostituita dalla seguente: "c) le comunità montane, i comuni, le associazioni e le unioni dei comuni nonché tutte le forme associative previste dalla normativa nazionale e regionale vigente".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento abbiamo voluto riformulare quelli che sono i soggetti interessati. In particolare chiediamo una riformulazione che preveda al punto c) le Comunità montane, i Comuni, le associazioni e le unioni dei Comuni, nonché tutte le forme associative prevista dalla normativa nazionale e regionale vigente.
Quest'emendamento pone l'accento su due profili: da una parte eliminare l'istituto della delega, poiché è riduttiva del ruolo dell'ente delegato. I soggetti sono tutti attori principali dello sviluppo del proprio territorio e non semplicemente presenti a fronte di chiamata discrezionale di altri. Noi abbiamo voluto porre tutti i soggetti allo stesso livello.
In secondo luogo, vogliamo valorizzare le forme associative di unione previste dalla legge (questo è argomento di discussione in altre sedi e in altri disegni di legge), al fine di rendere più forti e competitive le realtà locali, assegnando un ruolo ben definito a forme collaborative necessarie per una politica del territorio coerente con i nuovi scenari di governance.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 458) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: art. 2 aggiungere dopo il punto c) "d) i cittadini residenti e gli stranieri o apolidi regolarmente residenti le persone che lavorano, studiano o soggiornano ed altre persone, che hanno interesse rispetto al territorio interessato dalla pianificazione attraverso le forme previste dagli strumenti partecipativi".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Come avevo preannunciato nel commentare il precedente emendamento della Giunta, la nostra articolazione di emendamenti rivolge attenzione specifica al tema della partecipazione. E, in modo particolare, se la proposta di legge della Giunta regionale è attenta alle relazioni interistituzionali con i principi di sussidiarietà che prima venivano ricordati, la nostra proposta è invece particolarmente attenta ai principi della democrazia partecipativa e del coinvolgimento dei cittadini nella costruzione del processo decisionale.
In questa declinazione utilizzata all'interno dell'emendamento n. 458) non parliamo genericamente di cittadine e cittadini residenti, ma andiamo ad individuare, in maniera puntuale, quello che viene definito nel linguaggio sociologico "city user" , cioè tutte quelle persone che possono essere potenzialmente interessate ad un cambiamento di carattere di riqualificazione in alcuni casi, di trasformazione in molti altri, delle diverse situazioni che compongono l'assetto urbano, perché riteniamo che siano esattamente coloro che vivono le condizioni capaci di introdurre nella lettura delle trasformazioni un punto di vista inedito che non pu essere ricompreso esclusivamente né nella visione tecnica, né nella visione politico-istituzionale.
I portatori di interesse, quindi, sono i più diffusi e credo che la storia che caratterizza le relazioni tra le istituzioni e le proprie popolazioni negli ultimi anni dimostri quanto sia necessario uscire dagli steccati della rappresentatività, o della rappresentanza istituzionale, per affrontare certamente il tortuoso percorso della partecipazione, ma anche il produttivo percorso della partecipazione che, coinvolgendo fin dall'inizio, riesce a produrre sintesi più convincenti di quanto non facciano le normative imposte dall'alto.



PRESIDENTE

Risultano illustrati tutti gli emendamenti che insistono sull'articolo 1, per cui possiamo passare alla discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come già detto nei precedenti interventi, quella che è stata la ridotta attività emendativa rispetto all'articolo 1, che, dal nostro punto di vista, chiede le modifiche, o meglio, le specificazioni di un paio di inserimenti all'interno dell'articolo 1, quindi delle modifiche di singole parole, è già stata ben delineato nei precedenti interventi.
In questa fase, farei un piccolo intervento rispetto alle proposte di emendamento e alle richieste di modifica di altri colleghi. In particolare credo che assolutamente una delle proposte più condivisibili sia proprio quella della Capogruppo Artesio perché, differentemente da quello che è stato fatto con una piccola richiesta di subemendamento rispetto all'emendamento che poi è diventato articolo 1 bis) del Vicepresidente Cavallera, va a chiedere un inserimento all'interno dell'articolo 2, quindi parliamo dell'articolo 1 del disegno di legge 153, di un punto aggiuntivo che condividiamo perfettamente: il fatto che in qualche modo ci sia un'attenzione che deve essere - dal nostro punto di vista - sempre più marcata alla cittadinanza singola o associata, comunque ai cittadini residenti per quanto riguarda tutto l'aspetto urbanistico della pianificazione e degli eventuali interventi.
Pertanto, l'attenzione alle persone che studiano o soggiornano e ad altre persone che hanno interesse rispetto al territorio interessato è assolutamente condivisibile, così come è condivisibile la parte relativa alla ristrutturazione della possibilità di delega relativa all'emendamento presentato dalla collega Cerutti. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Non essendoci interventi in dichiarazione di voto, procediamo con la votazione degli emendamenti.



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo l'appello nominale, Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 487), sul quale il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
I lavori sono aggiornati di trenta minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.10 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo ripetere una votazione.
Si tratta dell'emendamento rubricato n. 487) del Consigliere Bono, sul quale la Giunta regionale aveva espresso parere contrario.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 487), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 228), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 2 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 488), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 2 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 262), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 2 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 458), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SI' 2 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 195) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 dopo le parole: "Sono strumenti di pianificazione per l'organizzazione, sono inserite le parole "le regole".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso per l'illustrazione in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Il Gruppo consiliare Italia dei Valori vuole fermezze e certezze in questa legge che stiamo per discutere e votare.
Certezze che questa nuova legge urbanistica, che andremo ad approvare mi auguro con il contributo e la collaborazione di tutte le forze politiche rappresentate in quest'Aula - ponga un freno deciso all'immotivato uso del suolo, rilanciando e valorizzando invece le peculiarità e le ricchezze del patrimonio esistente.
L'auspicio che si giunga ad una legge condivisa da tutte le parti politiche non è demagogico; non lo è, perché i partiti e i suoi rappresentanti vanno e vengono, come sapete, mentre le leggi restano. E anche se nel corso degli anni e delle legislature possono essere modificate, non va dimenticato che sono strumenti potentissimi in mano a chi amministra, specie quando trattano materie così appetibili come l'urbanistica.
Quindi, andando nel merito degli strumenti di pianificazione, riteniamo che questi debbano, oltre a stabilire criteri ben definiti e norme univoche questo è lo spirito dei nostri emendamenti - anche perseguire il principio della semplificazione, garantendo partecipazione e massima trasparenza per essere quanto più rispondenti ai criteri di efficienza e di adeguatezza.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 196), n. 201), n. 203) e n. 204) si inseriscono sullo stesso articolo e si reggono su presupposti diversi.
Emendamento rubricato n. 196) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge 153 dopo le parole "disciplina d'uso del territorio" sono inserite le parole: "secondo criteri di prevenzione e riduzione o di eliminazione dei rischi, di efficienza ambientale, di riqualificazione territoriale".
Emendamento rubricato n. 201) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "disciplina d'uso del territorio" sono inserite le seguenti parole "e del suolo".
Emendamento rubricato n. 203) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 dopo le parole "disciplina d'uso del territorio" sono inserite le seguenti parole "privilegiando la riconversione degli immobili già esistenti".
Emendamento rubricato n. 204) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: al comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 dopo le parole " disciplina d'uso del territorio" sono aggiunte le parole "evitando ogni ulteriore consumo del territorio" Se lo desidera, collega Ponso, può illustrarli congiuntamente.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Più passa il tempo e più si fa strada la certezza che il governo del territorio rappresenti non soltanto un'emergenza regionale, di cui stiamo dibattendo in questi giorni in questo Consiglio, ma un'emergenza nazionale.
In effetti, è lo specchio di un Paese che sta perdendo i pezzi, che distrugge i tesori più preziosi, che è disposto a sacrificare le proprie bellezze pur di ottenere in cambio un ritorno economico anche minimo.
Un Paese dove le regole in una materia fondamentale come l'urbanistica sono interpretabili a seconda dei casi e dove cambiano anche radicalmente da Regione e a Regione, dove gli interessi personali o aziendali, in alcuni casi riconducibili ad organizzazioni malavitose, sempre più spesso prevalgono purtroppo su quelli collettivi.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, da Nord a Sud, passando per il Centro. I problemi sono sempre gli stessi e i disagi pure, così come gli effetti sull'ambiente ed il patrimonio architettonico ed artistico.
Si continuano a costruire case, anche quando quelle appena edificate non sono ancora state vendute e i nuovi condomini sono sfitti in percentuali altissime.
Si continuano ad edificare nuove aree industriali, anche dove le fabbriche chiudono, anche dove le fabbriche si trasferiscono in altri Paesi e in altre Nazioni, ed i cancelli degli ex siti produttivi dove spuntano di cartelli "affittasi" o "vendesi".
A questi problemi, diventati ormai cronici, se ne aggiungono altri.
Sempre più spesso amministratori locali ed imprenditori senza scrupoli sventolano la bandiera delle fonti rinnovabili, per poi eliminare aree agricole di pregio per costruirvi sopra distese di pannelli fotovoltaici.
Questa è la realtà che purtroppo stiamo affrontando e conoscendo tutti i giorni e questa è una realtà a cui incisivamente dovremmo dare una regola con questa nuova proposta di legge che la maggioranza ha portato in Aula in questi giorni.
Questi sono i principali aspetti di un governo del territorio, che se non fa riferimento ad una legge giusta, equilibrata e forte sarà un governo che non è governo, perché farà acqua da tutte le parti e perché, in certi casi, purtroppo è una triste realtà.
Quindi, il nostro Gruppo consiliare è a disposizione, presentando questi emendamenti per discuterne; non sono certamente emendamenti ostruzionistici, ma costruttivi, perché vogliamo essere parte in causa in questa grande riforma della legge urbanistica del nostro territorio e, come tale, vogliamo contribuire in concretezza per una legge molto importante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 206) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso e Stara: alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 le parole "considera il territorio regionale anche per parti e ne esplica e ordina gli indirizzi di pianificazione" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso per l'illustrazione in qualità Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Vorrei soffermarmi sull'azione della malavita organizzata anche sul nostro territorio. Purtroppo, non c'è mercato nel campo dell'edilizia senza adeguate variazioni ai piani regolatori, lo sanno bene i vertici della malavita organizzata che proprio nell'edilizia hanno i maggiori interessi.
Società controllate direttamente da queste forze malavitose amministratori comunali sotto scacco oppure corrotti, piani regolatori scritti sotto dettatura dalle cosche: è questo il quadro drammatico che emerge ogni giorno dalle operazioni antimafia che si stanno susseguendo in tutto il Nord Italia e al Sud la situazione, purtroppo, è ancora peggiore.
Il settore del mattone e del cemento è storicamente un settore prediletto dalle mafie, che possono contare da sempre su un ben collaudato sistema di connivenze e complicità.
In una recente audizione presso la Commissione Finanze della Camera, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d'Armata Nino Di Paolo, ha sottolineato come il mercato dell'edilizia sia ancora oggi oggetto di numerose indagini che hanno svelato in determinate aree veri e propri monopoli di aziende legate alla criminalità organizzata.
In Piemonte, solo negli ultimi due mesi, ben due Amministrazioni comunali sono state commissariate per mafia, in seguito all'inchiesta Minotauro, che ha svelato i rapporti tra una certa politica e cosche della 'ndrangheta trapiantate in provincia di Torino. Nell'inchiesta Minotauro come ha affermato il Procuratore Capo di Torino Caselli, è emerso un inquietante intreccio tra criminalità organizzata e segmenti della politica.
Questo, in estrema sintesi, è il quadro piemontese. Da quanto emerge da notizie giornalistiche e da inchieste della Magistratura, non mi sembra che la situazione sia molto differente in altre realtà italiane.
Questa è un'occasione, anche per questa nuova legge, avendo presentato in merito a ciò determinati emendamenti, affinché il nostro Governo piemontese - voi Giunta e voi maggioranza, che siete responsabili di tale Governo - possa esprimere nei confronti del territorio e dei piemontesi una legge che "blindi", tra virgolette, e che sia molto attenta a questa espressione malavitosa, che, purtroppo, sta interessando anche il nostro territorio.
Per questo abbiamo presentato determinati emendamenti, che mi auguro siano raccolti dalla Giunta in seno a questo dibattito. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 205) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso e Stara: alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge 153 le parole "considera il territorio regionale anche per parti e" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Grazie anche al lavoro svolto nell'ambito della Commissione d'inchiesta sull'urbanistica, sono state individuate alcune criticità relative al governo del territorio in molti Comuni piemontesi. È stata rilevata l'affermazione di una cultura del progetto urbano per parti, che colloca in secondo piano valenze storiche e sociali del contesto, nella convinzione da parte degli amministratori locali, dell'efficacia degli interventi imprenditoriali ritagliati sul breve periodo, dotati di concretezze e operatività, ma prevalentemente indifferenti alla ricerca di qualità urbana, spesso priva di una visione unitaria e più ampia delle reali ripercussioni sul territorio.
Il progetto urbano per parti viene spesso attuato dai Comuni, adottando in modo disinvolto più varianti parziali (articolo 17, comma 7, della legge regionale n. 56/1977), che, per loro natura, non dovrebbero produrre modifiche all'impianto strutturale del piano regolatore generale. Spesso la difficoltosa interpretazione dell'apparato normativo vigente, che non consente con certezza, in funzione alle modifiche da introdurre nel piano regolatore, di determinare la natura strutturale o parziale della variante ha in alcuni casi determinato l'adozione di provvedimenti al limite della legittimità o, addirittura, illegittimi.
Le valutazioni in capo ai Comuni per definire il carattere strutturale o meno di una variante non sono state assoggettate a controlli né nel vecchio testo della legge e nemmeno in quello posto all'attenzione dell'Aula. Anche per questo motivo abbiamo provveduto ad effettuare un'adeguata attività emendativa al testo di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 489) presentato dai Consiglieri Bono Biolé, Stara: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "considera" è sostituita dalla seguente: "contempla".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
chiaro ai colleghi che ci sono alcuni emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle che rappresentano pure sostituzioni di parole, che, come si diceva nei precedenti interventi, non sono da sottovalutare. È vero che le modifiche strutturali richieste nella nostra attività emendativa, in qualche modo, sono sostenute da emendamenti più di merito, che richiedono davvero dei ripensamenti ad alcuni punti della legge. Uno di questi è stato superato, in qualche modo, con la discussione odierna: non ci ha molto convinto, nonostante l'apertura da parte dell'Assessore, il modo in cui è stato risolto questo nodo.
Alcuni "sassi" sono stati lanciati dalla Giunta: sono state enunciate determinate condizioni, paletti e indicazioni, secondo cui le finalità della stessa legge sono state modificate e meglio precisate.
Nonostante alcuni ulteriori quesiti in merito a una determinazione più precisa di taluni passaggi non si è pensato di recepire le richieste.
In questo momento stiamo passando all'esame dell'articolo 2, che, in pratica, rappresenta la modifica dell'articolo 3 della legge regionale n.
56/1977. Questo articolo, che dettaglia gli strumenti e i livelli di pianificazione, ha dato modo di effettuare alcune discussioni, dal nostro punto di vista strutturali, all'interno delle sedute di Commissione.
Ulteriormente, crediamo che sia importante strutturare modifiche precise e puntuali su determinati parametri e su determinate parole. Per esempio pensiamo non sia stato ben precisato che gli strumenti di pianificazione a livello provinciale o di area metropolitana delineano l'assetto del territorio sulla trasformazione, in conformità alle finalità di cui all'articolo 1 della presente legge, pertanto deve essere meglio precisato.
Ci sono alcune altre richieste di modifica che elencherò nei prossimi interventi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se vuole, oltre all'emendamento rubricato n. 490), può illustrare anche l'emendamento rubricato n. 491), raddoppiando i tempi di illustrazione.
Emendamento rubricato n. 490) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "parti" è sostituita dalla seguente: "porzioni".
Emendamento rubricato n. 491) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "esplica" è sostituita dalla seguente: "definisce".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Prima stavo parlando della lettera b), pertanto possiamo passare alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 2.
Si ritiene che i piani territoriali, oltre a considerare i particolari ambiti aventi interesse economico, devono anche considerare tutti gli ambiti che possono avere interesse paesaggistico.
Questa è una richiesta che ritorna all'interno dell'attività emendativa del Gruppo Movimento 5 Stelle. Infatti, se in alcuni settori le accezioni "ambientale" e "paesaggistico" possono essere utilizzate indifferentemente in una legge che delinea davvero nuove o, comunque, rinnovate linee guida per tutto il settore urbanistico della Regione Piemonte occorre assolutamente identificare singolarmente le due accezioni, quindi aggiungendo la specificazione tutte le volte che manca una delle due.
Sempre al comma 1, lettera d), pensiamo sia utile precisare che, a livello comunale, gli strumenti di pianificazione delineano l'assetto del territorio e le sue trasformazioni, sempre in conformità alle finalità di cui abbiamo già richiesto delle modifiche, nelle precedenti sedute e in quella odierna, dell'articolo 1.
Per tornare ad un discorso più generale relativo a quella che dovrebbe essere, secondo il nostro punto di vista, la ratio che muove una volontà di rivisitazione di una legge importante come quella urbanistica, in questo momento sappiamo che, anche a livello nazionale, le questioni legate all'eccessivo utilizzo del suolo stanno entrando, se non nell'agenda politica dell'Istituzione nazionale, quanto meno nelle discussioni tra le forze politiche che in questo momento hanno rappresentanze a quel livello.
Addirittura c'è la proposta, da poco depositata, di una bozza di decreto per quanto riguarda la tutela del suolo, soprattutto agricolo, tant'è che è stata presentata dal Ministro Catania.
Questa bozza, che sicuramente dovrà essere modificata, valutata e attentamente analizzata da realtà più volte citate in queste illustrazioni (singole realtà, ma anche associazioni e comitati che, come finalità, hanno proprio questo tipo di tutela e di salvaguardia) parte dal presupposto che tutti i giorni perdiamo oltre cento ettari di terreno.
Questo è un dato che ci dovrebbe allarmare e far accendere una lampadina, soprattutto se letto da rappresentanti istituzionali che si accingono a varare tutti insieme, ci auguriamo con l'accoglimento di alcune modifiche richieste dalla minoranza, una nuova legge.
Se la matematica non è un'opinione, la stima può essere valutata in circa cinque milioni di ettari in quarant'anni, negli ultimi quarant'anni.
Si è passati, quindi, da un totale di aree coltivate di 18 milioni di ettari a meno di 13. È chiaro che questo non ha come unica causa il fatto che gli strumenti urbanistici, a tutti i livelli (ovviamente creati nelle varie Regioni e messi in pratica dagli Enti che pianificano a livello territoriale) sono stati utilizzati in modo, a nostro modo di vedere, non consono o comunque in modo esageratamente "libertino". Chiaramente ci sono altre cause, ma il fatto di poter avere una possibilità di ritorno ad un ampliamento dell'attività agricola, nel momento in cui ci fossero le condizioni economico-finanziarie, sociali e di investimento (magari con aziende che possono garantire delle filiere produttive) in qualche modo verrebbe rappresentato il futuro del genere umano, a livello globale, ma anche dei cittadini italiani a livello nazionale.
Un quadro come quello italiano non è singolo all'interno dell'Europa ma sicuramente tutte le ulteriori modifiche che andranno a liberalizzare e a rendere più facili le realizzazioni sul territorio, vanno ancora ad accrescere questo tipo di problematica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 202) presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso: alla lettera a del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge 153, dopo le parole "ordina gli indirizzi", sono inserite le parole: "e i criteri".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Se dobbiamo definire bene, dal punto di vista legislativo, gli strumenti di pianificazione per l'organizzazione e la disciplina dell'uso del territorio e del suolo, se vogliamo che questi strumenti dettino regole ben definite e non più diversamente interpretabili, è nostro preciso impegno portare al territorio piemontese una legge nuova, snella, per anche molto attenta all'uso del territorio.
Sono emendamenti importanti che stabiliscono criteri di prevenzione e riduzione dei rischi; criteri di efficienza ambientale e di riqualificazione territoriale, privilegiando sempre la riconversione del patrimonio immobiliare esistente, e mantenendo gli attuali livelli di urbanizzazione.
Questo è lo spirito dei nostri emendamenti.
L'uso indiscriminato del territorio, ed il suo sfruttamento per meri ritorni economici, hanno costretto il nostro Paese e il nostro territorio a fare i conti con un'emergenza mai verificatesi prima, a cui ora bisogna porre rimedio. Dobbiamo frenare gli interessi speculativi di pochi ed operare maggiormente in favore di politiche che facciano prevalere, non la cultura per parti, ma indirizzino le strategie del governo del territorio nell'ottica di un'area vasta e nel rispetto del territorio stesso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 492) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola: "specifica" è sostituita dalla seguente: "apposita".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
un ulteriore emendamento che va ad affinare la definizione di alcuni termini presenti nel disegno di legge. Siamo ancora all'articolo 2, che sostituisce il terzo articolo della legge regionale attualmente in vigore la n. 56, di trentacinque anni fa.
Al comma 2, lettera a), dell'articolo 3, "Strumenti e livelli di pianificazione" e sostituzione dell'articolo della legge attualmente in vigore, andiamo a chiedere una modifica del termine "specifica" con l'aggettivo "apposita".
Crediamo che questo possa rendere ancora più coerente tutto il discorso relativo alla prima parte di articolato del disegno di legge n. 153. Tengo ancora a sottolineare che questi dettagli, in un'ottica generale di organizzazione o di richiesta di ulteriore modifica del disegno di legge n.
153, così come uscito dalla II Commissione, dove comunque un gran lavoro è già stato fatto, possa regalare, al contesto dei cittadini e del territorio del Piemonte, una legge al passo con i tempi.
Dal nostro punto di vista, al passo con i tempi dovrebbe essere soprattutto l'amministratore, che, ad un livello elevato come possiamo essere in quest'Assemblea legislativa, dovrebbe determinare nuovi paletti e nuove regole, aggiornate alle esigenze e alle distorsioni avvenute in passato.
Prima ho accennato al fatto che a livello nazionale ci sia quest'attenzione da parte di un Governo che, pare, in altre parti sia tutt'altro che etico-virtuoso, ovviamente sempre dal nostro punto di vista.
La difesa del settore base, cioè l'agricoltura, da parte della cementificazione che in passato ha dato risultati terribili, diventa una bandiera - e questo ci fa piacere - ovviamente solo in una bozza di decreto da parte del Governo, ma che potrà in qualche modo trasformarsi, ripeto spero e sono sicuro, con l'aiuto di contesti che studiano e hanno come finalità questa tutela, concretizzarsi in una legge che possa davvero cambiare la situazione a livello nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 493) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola 'considerazione' è sostituita dalla seguente: 'attenzione'".
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Volevo terminare il ragionamento.
Dicevo, l'analisi di questo testo, pur riservando ancora alcune perplessità - parlo ovviamente del testo nazionale - dal nostro punto di vista, a quel livello, potrebbe rappresentare un importante episodio virtuoso, pur venendo da un contesto governativo che ha agito e sta agendo in modo assolutamente poco comprensibile soprattutto nei confronti di talune fasce sociali e forse da parte di alcune politiche come la nostra che ritengono la linea intrapresa assolutamente non condivisibile.
Tornando invece a bomba, a quello che è la nostra discussione di questo disegno di legge di modifica della legge urbanistica regionale l'emendamento in questione, anche qui, va a modificare nello specifico, se vogliamo, un dettaglio, una sola parola all'interno sempre dell'articolo n.
2, che sostituirebbe l'articolo n. 3 della legge regionale attualmente in vigore, al comma 1, dove si parla di strumenti e livelli di pianificazione: alla lettera a), la parola "considerazione" è sostituita dalla parola "attenzione". Anche qui, credo che il significato sia molto, simile ma che possa in qualche modo rendere ancora più precisa e specifica questa parte dell'articolato.
Ovviamente il fatto di porre attenzione a tutte quelle che possono essere le modifiche è una condizione che ricorre e crediamo debba assolutamente ricorrere, tant'è che proprio un'attenzione al fatto che la legge non fosse più attuale è stata la causa di questa richiesta di modifica da parte dell'Assessorato. Tant'è che, con grand'attenzione - e ritorna qui l'accezione della parola - alcuni Gruppi di opposizione stanno cercando di affinare alcune parti e di chiedere ulteriori modifiche rispetto al testo uscito dalla Commissione in alcune altre parti.
Credo che dovremmo porre grande attenzione alle richieste del territorio, che singoli cittadini e realtà associative stanno ponendo anche in modo organizzato, rispetto al fatto che una semplificazione di alcune normative non debba essere un boomerang rispetto ai vantaggi per la collettività e alla possibilità di effettuare un'analisi costi/benefici.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 207) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge 153, dopo le parole "considerazione dei valori paesaggistici" sono aggiunte le parole: "nonché della riconversione degli immobili già esistenti".
Emendamento rubricato n. 208) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge 153, dopo le parole "considerazione dei valori paesaggistici" sono aggiunte le parole: "e del mantenimento degli attuali livelli di urbanizzazione".
Questi emendamenti saranno illustrati dal collega Ponso congiuntamente.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Vorrei porre l'attenzione sua e dei colleghi Consiglieri sugli ultimi risultati (ancora provvisori) del censimento generale, che è avvenuto in Italia da poco. Secondo questo censimento, il numero degli edifici è cresciuto in dieci anni dell'11%, pari oltre a un milione e mezzo di edifici in più rispetto a dieci anni fa. Però la popolazione italiana, di converso, è cresciuta soltanto del 4,3%.
In tal senso, sono davvero illuminanti i dati contenuti nel dossier "Terra rubata, viaggio nell'Italia che scompare", che il WWF Italia, in collaborazione con la FAI (Fondo Ambiente Italiano), aveva realizzato all'inizio del 2012.
Questo dossier recita che oggi già il 20% dei Comuni italiani ha raggiunto un'urbanizzazione del 10%. Fra questi, oltre 500 sono urbanizzati per oltre un quarto e sono più di cento i Comuni italiani già coperti di parti urbanizzate oltre il 50% della propria estensione.
L'urbanizzazione pro capite è pari a circa 230 metri quadri per un abitante e varia dai 120 metri quadri/abitante della Basilicata fino agli oltre 400 metri quadri/abitante del Friuli Venezia Giulia.
La mancanza di una politica di coesione spaziale dell'insediamento ha prodotto un dilatamento eccessivo di questo fenomeno, che oggi è riassumibile nel modello delle aree remote, collocate cioè oltre certe soglie distanziali dal più vicino agglomerato urbano. Solo il 28% del territorio nazionale è collocato oltre la soglia dei 3,5 chilometri, limite di udibilità di più intensi rumori urbani, e solo il 14% oltre la soglia dei cinque chilometri. Ciò vuol dire, in altri termini, che in Italia non è sostanzialmente possibile tracciare un cerchio di dieci chilometri di diametro senza intercettare un nucleo urbano.
Dunque, servono nuove regole che noi auspichiamo escano da questa importante legge regionale sull'urbanizzazione, anche perché i Comuni circa 8.000 in Italia, continuano a procedere in ordine sparso. Di questi dati inquietanti, che voglio portare all'attenzione dei colleghi Consiglieri, non si può non tenere conto proprio in questi giorni, nel momento in cui stiamo dibattendo questa legge sull'urbanistica e affrontiamo gli emendamenti proposti non soltanto dal mio Gruppo, ma da tutti i Gruppi dell'opposizione.
Dobbiamo tenerne conto, perché si possa realizzare una legge dignitosa che il nostro territorio sta aspettando ormai da decenni. Credo che da parte del nostro Gruppo, come di tutti gli altri Gruppi consiliari, ci sia disponibilità a lavorare insieme per affrontare e discutere questi emendamenti, che ci auguriamo possano essere recepiti, se non tutti, almeno nelle parti sostanziali da parte della maggioranza che governa questa Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 494) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), le parole "decida di dotarsi" sono sostituite dalla seguenti: "provveda alla dotazione".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Il testo dell'emendamento n. 494), che ricalca come tipo di metodologia quello di alcuni emendamenti già illustrati, va ancora a inserirsi all'interno della lettera a) del comma 1, e in questo caso rappresenta una specificazione rispetto sempre alla lettera a) del comma 1.
Il discorso è assolutamente aperto e credo sia importante confortarsi sui dati che via via arrivano, a partire dalle relazioni di maggioranza e minoranza, per giungere poi alle discussioni generali del testo e adesso all'interno dell'articolato e delle varie attività emendative dei Gruppi.
Credo sia assolutamente interessante e ricco di elementi che possono essere utili.
Tutta la questione relativa alla problematicità del consumo di suolo e di territorio - in questo caso parlavamo di territorio agricolo - è stata come già accennato in interventi delle precedenti sedute, affrontata anche in altri consessi, che sono quelli di Commissione, per quanto riguarda le nuove linee guida cui già accennavo rispetto alle grandi superfici commerciali. A questo proposito, credo sia stata assolutamente provvidenziale l'accettazione di oggi, da parte dell'Assessore, di un emendamento all'articolo 01, che modestamente cercava semplicemente di ampliare lo spettro, estendendolo dagli insediamenti produttivi a quelli commerciali e turistici.
Un altro consesso in cui stiamo affrontando queste problematiche da altri punti di vista è la Commissione di inchiesta sull'urbanistica, nella quale stiamo andando ad analizzare le varianti degli anni passati all'interno dei contesti comunali: dapprima quelle relative ad alcune realtà della cintura del nostro capoluogo regionale e poi, da poco, quelle dei vari capoluoghi provinciali e di altri centri urbani, tra cui anche la Città di Torino. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 497) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola: "formati" è sostituita dalla seguente: "creati".
La parola per l'illustrazione al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente, continuo il mio intervento.
Dicevo che affrontiamo questo tipo di temi, da altri punti di vista all'interno della Commissione il cui Presidente è il Capogruppo dell'Italia dei Valori. Come ha già accennato il collega Ponso, rispetto alle realtà che ci siamo trovati ad analizzare nella cintura torinese, l'analisi sarà allargata ai capoluoghi di Provincia e ad altri Comuni vicini al Capoluogo oltre poi, direttamente, a Torino.
All'interno della discussione e del confronto che i Commissari hanno effettuato anche ieri durante la sessione ordinaria della Commissione, è emerso un particolare importante che è stato condiviso - ovviamente con le sensibilità diverse che derivano dalle diverse visioni politiche - da molti Commissari: il fatto, cioè, che i lavori d'Aula che procedono sulla modifica della legge urbanistica sono paralleli e vanno di pari passo con i lavori della Commissione d'inchiesta sull'urbanistica e che le due attività potrebbero comportare, vicendevolmente, un arricchimento reciproco.
Com'è già avvenuto nel passato piuttosto prossimo, è stato anche ipotizzato di effettuare una discussione in presenza dell'Assessore sugli elementi emersi nelle analisi - devo dire purtroppo ancora parziali - che ad ogni passo ci riservano delle sorprese e degli spunti interessanti a proposito degli iter delle varianti ai Piani regolatori comunali.
Questo significa che la sensibilità rispetto alla modifica della legge n. 56 è trasversale e quest'ultima affermazione rappresenta un fatto positivo: se riusciremo via a via, procedendo con i lavori, a integrare la modifica uscita dalla Commissione urbanistica con alcune - almeno - delle richieste dei Gruppi di opposizione, credo che sarà stato fatto un buon lavoro da cui deriverà veramente, anche per i cittadini, una nuova, buona legge urbanistica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 344) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: all'articolo 3 della l.r. 56, comma 1, al termine della lettera a), sono aggiunte in fine le seguenti parole: "di seguito indicato come 'Codice dei beni culturali e del paesaggio'".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, che può apparire esclusivamente un atto di perfezionamento linguistico, facendo riferimento al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, in realtà è un po' la traccia che ispira una serie di emendamenti che saranno successivamente presentati - ovviamente non soltanto in riferimento all'articolo 2 - e che riguardano la concezione che desidereremmo rintracciare all'interno del disegno di legge della Giunta in merito alle politiche riguardanti il paesaggio.
Per farlo con parole più esperte e sicuramente più convincenti delle mie, vorrei ricordare ai colleghi del Consiglio la Convenzione europea del Paesaggio, sottoscritta dal Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa fin dal 2000. Si tratta di una concezione che traduce nell'attuale contemporaneità il moderno concetto di paesaggio, concetto che certamente non possiamo più riservare soltanto alle caratteristiche di eccezionalità delle qualità territoriali, ma che oggi dobbiamo assolutamente assegnare e adattare alle condizioni di qualunque contesto che rivesta un'identità, un senso e un'omogeneità culturale agli occhi delle proprie popolazioni.
In modo particolare, mi piace ricordare quanto viene citato nel capitolo primo e citare testualmente la definizione lì contenuta: "Con il termine 'paesaggio' si definisce una zona o un territorio, quale viene percepito dagli abitanti dei luoghi o dai visitatori e il cui aspetto e carattere derivano dall'azione di fattori naturali o antropici". Tale definizione tiene conto dell'idea che i paesaggi evolvono col tempo per l'effetto delle forze naturali e per l'azione degli esseri umani. Questo capitolo primo sottolinea quindi l'idea che il paesaggio forma un "tutto" i cui elementi naturali e culturali vengono considerati simultaneamente, ma ancora di più - vengono rappresentati dal punto di vista delle persone che li abitano o li visitano.
A noi sembra che questa modalità di concepire l'idea del paesaggio, le politiche di conservazione, ma - ancora di più - le politiche di visione che stanno nel concetto di pianificazione del paesaggio sia completamente assente da questo disegno di legge.
Ecco perché, con questo e con altri emendamenti, torneremo sul tema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 498) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b) dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della l. r. 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "formati" è sostituita dalla seguente: "creati".
Emendamento rubricato n. 499) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b) dell'articolo 3 (Strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della l. r. 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela ed uso del suolo), la parola "formato" è sostituita dalla seguente: "creato".
La parola al Consigliere Biolé, che illustrerà i due emendamenti in un'unica soluzione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Corredo ancora la mia illustrazione degli ultimi emendamenti al comma 1: alla lettera b) è richiesta questa modifica, che andrebbe a riformulare una sua piccola parte.
Il discorso cui prima ho accennato, per il quale i lavori d'Aula o di Commissione che vanno ad incidere su una determinata materia - in questo caso quella urbanistica - è stato suggerito e analizzato - ci sono stati interventi diretti - da parte di tutto l'emiciclo all'interno della Commissione d'inchiesta sull'urbanistica, perché probabilmente questa Commissione, mano a mano che le sedute vanno avanti, si rivela sempre più lo strumento determinante per analizzare e capire il modo in cui sono stati commessi abusi, in modo diffuso e poco consono con quella che dovrebbe essere la tutela del suolo e quelli che erano i seppur minuti paletti inseriti all'interno della legge regionale, ma dimostra che, al di là di quella che può essere l'appartenenza politica, ci si sta accorgendo di alcune deviazioni rispetto a quella che poteva essere un iter che desse sviluppo sostenibile e che desse vantaggi più alla collettività rispetto al singolo.
L'accenno fatto precedentemente dalla collega Artesio alla definizione di paesaggio, cui tutti noi possiamo dare definizioni differenti, si ricollega al fatto che molte volte quelle che sono strutture o singoli beni comuni, come quelli del paesaggio e del territorio, vengono invece utilizzati come risorse. Meno male, da una certo punto di vista, che da un po' di tempo sta cambiando l'atteggiamento verso questo tipo di risorse.
Le risorse devono potersi rinnovare e c'è un'attenzione per il mantenimento delle varie risorse, in questo caso naturali, per le future generazioni o la futura popolazione che ci sarà dopo che noi non ci saremo più. Credo che questa impostazione possa reggere rispetto ad una legge che come si accennava prima, deve sopravvivere alle legislature, deve sopravvivere per sua definizione, non solo nel senso formale e tecnico del termine, ma deve sopravvivere come è sopravvissuta la legge attualmente in vigore, la n. 56.
Le modifiche strutturali alla legge, così come le si vuole discutere e approvare da parte della Giunta, devono avere una certa lungimiranza, che tenga conto di tanti fattori, a cominciare dal sentimento e dal sentire nel momento attuale in cui viene elaborata da parte dei rappresentati istituzionali dei cittadini. Deve tenere conto delle evoluzioni che ci sono state nel passato, quindi dell'utilizzo etico, dal mio punto di vista, o comunque corretto per quanto riguarda il benessere generalizzato e collettivo, del territorio; deve tenere in conto il fatto che, in questo momento, andiamo incontro ad assetti molto variabili all'interno della società a tutti i livelli.
chiaro che più si inseriscono elementi sì generali, ma molto precisi e, soprattutto, lungimiranti, e che evitino errori pregressi, più ci si appresta a varare una legge che davvero venga incontro a questo tipo di richieste.
Alcuni intellettuali parlano del paesaggio come il vero malato d'Italia, ma non succede solo in Italia. Succede anche in altri Paesi europei, però credo che ognuno di noi, nel suo tragitto giornaliero dal proprio territorio fino a Torino, può capire quanto questa considerazione non sia campata in aria, ma che davvero si devono a porre dei paletti più precisi per evitare che questo scempio continui ad essere perpetrato.



PRESIDENTE

Grazie,Consigliere Biolé.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 211) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: alla lettera b, del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 153 dopo le parole: "formato dalla città metropolitana" sono aggiunte le parole "in collaborazione con i comuni componenti la stessa".
La parola al consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie,Presidente.
A margine degli interventi di illustrazione degli emendamenti che il nostro Gruppo consiliare ha depositato, ritengo doveroso menzionare due circostanze molto differenti tra loro, che dimostrano platealmente la necessità di affidare alle Province maggiori forme di controllo sulle varianti principali del Piano regolatore generale.
La prima circostanza è nel decreto emanato dal presidente della Repubblica in merito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Rivarolo. In proposito, il Ministro dell'Interno Cancellieri evidenzia la seguente circostanza: "Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2010, il Comune ha attuato una tecnica pianificatoria per la rilocalizzazione e la ridistribuzione sul territorio della capacità edificatoria attraverso l'approvazione di varianti al Piano regolatore generale che sono consentite se non modificano i principi informatori del piano e del suo ridimensionamento. Le varianti adottate dal Comune si sono rivelate strutturali, determinando una situazione di fatto che impedisce di accertare che il dimensionamento garantisca il soddisfacimento dei requisiti minimi di legge. La condotta dell'amministrazione in materia di regolamentazione urbanistica ha dato luogo ad istanze sempre più numerose che hanno provocato il ricorso a nuove varianti parziali, realizzando così un sistema che ha posto in secondo piano il soddisfacimento dell'interesse pubblico generale e, di fatto, ha favorito persone legate alla criminalità organizzata".
Questa la prima circostanza.
La seconda circostanza è relativa ai giudici del TAR del Piemonte, che hanno recentemente accolto il ricorso di un operatore commerciale presentato contro la delibera della Città di Torino relativa alla variante sul Palazzo del Lavoro. Secondo i giudici del TAR, il Comune avrebbe sbagliato il procedimento, optando per una variante parziale al piano regolatore, più rapida e con meno vincoli, anziché una variante strutturale, che avrebbe richiesto il coinvolgimento di più enti e avrebbe di richiesto diversi accorgimenti.
Queste due vicende palesano un dato di fatto inconfutabile: per stabilire la natura parziale o strutturale di una variante non si può e non si deve attendere il ricorso al TAR di un colosso economico internazionale oppure un'inchiesta della Magistratura. I controlli devono avvenire prima a monte, e tale compito, a mio avviso, dovrebbe spettare alle Province, che già svolgono tale controllo.
Questo è anche lo spirito dei nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Emendamento rubricato n. 500) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola "considerano" è sostituita dalla seguente: "contemplano".
Emendamento rubricato n. 501) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola: "delineano" è sostituita dalla seguente: "specificano" Emendamento rubricato n. 502) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola: "assetto" è sostituita dalla seguente: "apparato": Emendamento rubricato n. 504) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola "fissano" è sostituita dalla seguente: "bloccano".
Emendamento rubricato n. 504) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola "trasformazione" è sostituita dalla seguente: "modifiche".
Emendamento rubricato n. 505) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1, lettera b), dell'articolo 3 (strumenti e livelli di pianificazione), sostituzione dell'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (tutela ed uso del suolo), la parola "conformità" è sostituita dalla seguente: "relazione".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Delineo prima le richieste di modifica contenuta all'interno degli emendamenti. Si tratta di sei emendamenti che richiedono delle modifiche al comma 1.
Nel primo emendamento rubricato n. 500), alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 3, "Strumenti e livelli di pianificazione", richiediamo la sostituzione della parola "considerano" con la parola "contemplano". In questo caso, vale sempre il discorso di prima: l'emendamento può essere interpretato come un affinamento all'articolo 3.
Nell'emendamento rubricato n. 501), tra le azioni indicate alla lettera b del comma 1, si chiede di sostituire la parola "delineano" con la parola "specificano", sempre nell'ottica di meglio evidenziare le azioni e definirle in modo più preciso.
L'emendamento rubricato n. 502) chiede, sempre alla lettera b del comma 1, la sostituzione della parola "assetto" con la parola "apparato".
L'emendamento rubricato n. 503) chiede di sostituire la parola "fissano" con la parola "bloccano".
Con l'emendamento rubricato n. 504) si chiede la sostituzione della parola "trasformazioni" con la parola "modifiche".
Infine, l'emendamento rubricato n. 505), sempre relativo alla lettera b, comma 1 dell'articolo 2 (che sostituisce l'articolo 3 della legge 56/1977), chiede la sostituzione del termine "conformità" con la parola "relazione".
Tutti questi emendamenti rientrano nelle considerazioni specifiche fatte in precedenza. A seguito di una nostra analisi, coadiuvati da alcuni tecnici, riteniamo che al nuovo comma 1, lettera b, debba essere precisato inequivocabilmente, sempre nell'ottica di creare un articolato utile e assolutamente confacente al contesto temporale in cui sarà varato e messo in pratica, che gli strumenti di pianificazione a livello provinciale o di area metropolitana delineano l'assetto del territorio e le sue trasformazioni, in conformità alle finalità di cui all'articolo 1 della presente legge.
Come abbiamo ribadito in precedenza, l'articolo 1 è stato votato dopo alcune discussioni relative ad aggiunte o a modifiche richieste dai Gruppi di opposizione. Nonostante non abbiano trovato pieno accoglimento, è andato comunque a stabilire quello che è il primo step di questa riproposizione della legge urbanistica.
Mano a mano che si andrà avanti nell'esame dell'articolato, alcuni articoli rivestiranno meno importanza dal punto di vista della perentorietà legislativa, mi si conceda il termine: se alcuni articoli, infatti, sono semplicemente funzionali alla strutturazione del testo, altri andranno ad attuare vere e proprie modifiche, alcune condivisibili, dal nostro punto di vista, molte altre un po' meno.
Visto che mi rimane un po' di tempo, avendo deciso di accorpare le illustrazioni degli emendamenti, ritornerei a bomba, per così dire, sulla definizione e sull'attenzione che si dovrebbe porre rispetto al concetto di "paesaggio".
Come dicevo prima, il paesaggio può essere inteso come tutto ciò che circonda le azioni che compiamo. Seguendo quotidianamente degli itinerari è facile accorgersi di come ciò che viene definito "paesaggio" può dare adito a indicazioni o ad analisi che lo ritraggono, a detta di intellettuali e di scrittori che si occupano di questa materia, come "il grande malato" nel nostro Paese.
Purtroppo, alcune leggi varate in passato a tutti i livelli, per quanto abbiano potuto imporre delle indicazioni o dei paletti anche stringenti rispetto a quella che è stata la pianificazione e la programmazione degli interventi nel paesaggio, hanno subito - uso non a caso questo termine delle "applicazioni" che assolutamente ritengo non siano state conformi allo spirito con cui erano state emanate.
Se ci spostiamo dall'esperienza quotidiana singola, possiamo vedere boschi, prati e campagne arretrare ogni giorno di fronte all'invasione di condomini. Vedremo coste luminose e verdissime e colline divorate da case incongrue e palazzi senz'anima. Questa è un'altra accezione di paesaggio che chiaramente si sposa con la definizione del "bello" ed è legata al benessere con cui ogni persona vive all'interno del contesto in cui svolge determinate azioni.
Sempre nell'itinerario quotidiano che ciascuno di noi compie, nella definizione di "Bel Paese" oramai da tempo l'aggettivo "bello" purtroppo non vale più, non tanto per quanto riguarda l'accezione squisitamente estetica dal punto di vista filosofico o artistico, ma proprio per la fruizione e l'occhio non allenato di un qualsiasi cittadino.
Villaggi che per secoli avevano saputo crescere conservando l'impronta di una cultura dell'abitare nobile, anche se povera, sempre più spesso sono assediati, nelle periferie dei grandi e piccoli centri, da quartieri nuovi molto anonimi, i quali, in qualche modo, rovinano quello che può essere anche solo lo skyline della città e dell'insediamento: rovinano campanili torri e mura, alberi secolari.
Sempre più spesso le città, nonostante vi siano stati anche esempi di "presidio" da parte di amministratori a tutti i livelli rispetto a quella che poteva essere una mera speculazione, sono state consegnate agli speculatori; città che per secoli, all'interno del nostro Paese, sono state modello anche per le altre nazioni europee.
In qualche modo, abbiamo perso questa volontà, che è nata tanto tempo fa e che poteva essere individuata con il confronto da parte di chi deve vivere determinate realtà e determinati contesti rispetto a chi questi contesti li programma, li pianifica, li disegna, e purtroppo ultimamente li disegna anche in modo poco comprensibile.
Montagne e campagne sono sempre meno il tesoro di quello che veniva e viene ancora chiamato "Bel Paese", anzi sono - se mi si consente la metafora - una specie di riserva di caccia di chi li devasta, calpestando il bene comune per il profitto del singolo.
Qui ritorno su quelle che erano le indicazioni date nelle precedenti illustrazioni degli emendamenti, cioè il fatto che assolutamente in una legge così importante va delineata la priorità del valore e della valenza del bene comune collettivo rispetto al bene del singolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 209) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: alla lettera b del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n.
153, dopo le parole "indirizzi di pianificazione regionale", sono aggiunte le parole "privilegiando la riconversione del patrimonio immobiliare esistente" Emendamento rubricato n. 210) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Stara: alla lettera b del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 56/1977 (Tutela del suolo) come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge n.
153, dopo le parole "indirizzi di pianificazione regionale", sono aggiunte le parole "evitando ulteriore consumo di territorio" La parola al Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Pochi giorni fa il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mario Catania, nel corso di un evento dal titolo "Costruire il futuro: difendere l'agricoltura della cementificazione", ha presentato un disegno di legge sul tema e hanno partecipato come relatori il giornalista del Corriere della Sera, Rizzo, e il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini.
Il Ministro Catania ha affermato in quel contesto: "Nel corso della storia si sono alternate epoche in cui la campagna ha vissuto dei momenti di splendore e dei momenti di abbandono, ma erano fasi fisiologiche determinate dal progresso. Invece in epoca più recente in questa alternanza si è inserito un fattore, che ha reso il consumo del suolo un processo irreversibile, cioè la cementificazione".
proprio di questo che dibattiamo in questi giorni in Aula. È un fenomeno che ha un impatto fortissimo sulle aree agricole del nostro Paese ma diventa ancora più preoccupante quando lo vediamo concentrato in quelle zone altamente produttive, ad esempio nelle pianure. È qualcosa di devastante sia per l'ambiente sia per l'impresa agricola, con effetti negativi sul volume della produzione.
La sottrazione di superfici alla coltivazione abbatte la produzione agricola ed ha un effetto nefasto sul paesaggio e, di conseguenza, anche sul turismo, sulla attività che dovremmo imparare a sviluppare, soprattutto in questi periodi di grave crisi economica.
"Tutto ciò" - ha aggiunto il Ministro Catania - "avviene in un Paese come il nostro, dove il livello di approvvigionamento è molto basso, dato che almeno il 20% dei consumi nazionali è coperto dalle importazioni. Qual è il nostro compito? Dobbiamo aggredire le cause di questo processo." dice proprio aggredire - "Serve una nuova visione economica, un diverso modello di sviluppo. Bisogna anche contrastare l'aggressività di alcuni poteri forti, l'assenza di regole. Dobbiamo modificare una certa cecità della politica, introducendo un cambiamento normativo nel meccanismo di spesa degli oneri di urbanizzazione che vanno nelle casse dei Comuni".
Questo è un po' lo spirito per cui dibattiamo in questi giorni.
Purtroppo su questo aspetto ancora manca una visione complessiva da parte di molti.
"Questa battaglia" - ha proseguito il Ministro Catania - "è invece talmente importante che non la si vince con la singola iniziativa isolata ma lavorando insieme attraverso suggerimenti e dialogo".
Raccolgo queste affermazioni e queste convinzioni del Ministro Catania e le passo ai colleghi.
Quale migliore occasione, quindi, per lavorare insieme come sottolinea il Ministro, lavorare insieme nell'ambito della discussione e dell'approvazione di questo disegno di legge n. 153.
Ritengo, esimi colleghi e colleghe, che questa è una grande opportunità che non dobbiamo lasciarci scappare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 495) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: emendamento all'articolo 2 del disegno di legge n. 153 al comma 1, dopo le parole "in conformità agli indirizzi di pianificazione regionale" (rinnovellando articolo 1, comma 1 lettera b) si aggiungono le parole "e alle finalità di cui all'articolo 1, comma 1) della presente legge.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento vengo ad uno di quelli che erano i punti elencati all'inizio del primo intervento a proposito dell'articolo 2 di riscrittura dell'articolo 3 della legge n. 56/77, cioè quella che poteva essere un'indicazione alla lettera b) del nuovo comma 1, inserito all'interno dell'articolo 2.
Crediamo fortemente che, come precedentemente abbiamo insistito per ridelineare, ridefinire e ricompletare le finalità della legge, quindi nell'articolo 1, non possiamo, nel prosieguo di quello che è il testo che uscirà dell'Aula e che diventerà una nuova importantissima modifica al settore urbanistico, dimenticarci che gli strumenti di pianificazione - qui la riscrittura dell'articolo 3 della legge n. 56, quindi l'articolo 2 della legge n. 153, lettera b), a livello provinciale di area metropolitana, dice che sono strumenti di pianificazione i piani territoriali di coordinamento provinciale, formati dalle Province, e il piano territoriale di coordinamento della Città Metropolitana, formato dalla Città Metropolitana come da definizione, che considerano il territorio della provincia o dell'area metropolitana - delineano l'assetto strutturale del territorio e fissano i criteri per la disciplina delle trasformazioni.
Proprio nella parte finale di questa lettera, cioè dove si garantisce la conformità di tutte queste azioni, che dovrebbero venire di conseguenza alla redazione dei PTCP e dei PTCM, cioè la conformità con gli indirizzi di pianificazione regionale, con l'emendamento n. 495) andiamo ad inserire dopo le parole "in conformità agli indirizzi di pianificazione regionale" le parole "e alle finalità di cui all'articolo 1 della presente legge".
Quindi, la conformità deve essere su quelli che possono essere gli indirizzi di pianificazione, ma chiaramente essendo contenuti all'interno di quello che dovrà essere il nuovo testo che farà fede per il Settore Urbanistico all'interno della nostra Regione, dovranno essere assolutamente conformi alle finalità di cui abbiamo ampiamente discusso e di cui abbiamo illustrato le richieste di modifica nelle passate sedute e anche nella presente. Grazie.



PRESIDENTE

Con quest'illustrazione, terminano i lavori della seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.58)



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