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Dettaglio seduta n.258 del 27/07/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 14.00 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 14.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Burzi, Casoni, Comba, Cota, Giordano, Leo, Ronzani, Sacchetto Spagnuolo e Toselli.
Il numero legale è pertanto 25.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 4) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Riprendiamo la trattazione degli emendamenti che insistono sull'articolo 01.
Emendamento rubricato n. 260) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: dopo il punto 4) del comma primo dell'articolo 1 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 è aggiunto il seguente: "4 bis) la promozione della rilocalizzazione, in condizioni di sicurezza degli insediamenti residenziali e produttivi siti nelle aree a rischio di esondazione, per prevenire e contenere danni futuri provocati da eventi alluvionali o calamitosi, nel quadro dei piani per Passetto idrogeologico e dei Piani Stralcio delle fasce fluviali e del bacino del Po".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Stiamo continuando la disamina degli emendamenti all'articolo 01. In particolare, lo spirito dei nostri emendamenti è quello di andare ad inserire nell'originario articolo 1 della l.r. n. 56 quello che riteniamo possa essere un adeguamento all'evoluzione dell'urbanistica e anche ai temi e ai problemi di cui si dovrebbe occupare.
In quest'ottica - dopo aver accentuato la questione del consumo del suolo - proponiamo in questo caso un punto 4 bis), che così reciterebbe: "La promozione della rilocalizzazione, in condizioni di sicurezza, degli insediamenti residenziali e produttivi siti nelle aree a rischio di esondazione, per prevenire e contenere danni futuri provocati da eventi alluvionali o calamitosi, nel quadro dei piani per Passetto idrogeologico e dei Piani Stralcio delle fasce fluviali e del bacino del Po".
Chiaramente in questo caso abbiamo una norma che pone tra le finalità della legge un principio di politica regionale seria, tesa a prevenire futuri e ingenti risarcimenti di danni occorsi a manufatti residenziali e produttivi in occasione di eventi alluvionali.
Sappiamo che purtroppo questo è un tema all'ordine del giorno - lo è stato spesso - e che quindi occorre liberare le aree a rischio di esondazione con piani e programmi pluriennali, evitando continui quanto inutili esborsi di risorse pubbliche per risarcire i soggetti danneggiati da dissesti idrogeologici e alluvionali, anche con opportune previsioni finanziarie per agevolare la rilocalizzazione degli insediamenti.
Il Piemonte - così come già accennavo - è appunto una Regione a rischio molto elevato, come dimostrano i numerosi eventi che hanno colpito negli ultimi 17 anni le popolazioni, alcune delle quali definite "bi" o "tri alluvionate".
In questo quadro noi pensiamo che la promozione della rilocalizzazione sia una sorta di prevenzione e possa quindi far parte di quello che più volte evochiamo anche come elemento di sviluppo, cioè un piano di messa in sicurezza di un territorio come il nostro che purtroppo, appunto, è stato spesso oggetto di eventi alluvionali.
Anche rispetto a ciò che più volte viene richiesto - mettere cioè in atto politiche che guardino alle grandi infrastrutture - noi pensiamo in realtà che sia importante un piano di piccole opere. La promozione della rilocalizzazione dei siti che sono in area a rischio di esondazione pu dunque essere un ottimo elemento di sviluppo e, appunto, di messa in sicurezza del territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 482) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1 dell'art. 1 della l.r. 56/77 al n. 5) si sostituisce la parola "controllo" con "censimento".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento continuiamo la serie degli interventi sull'articolo 1 della legge urbanistica - quindi sempre sulle sue finalità su cui riteniamo appunto di avere qualcosa di concreto e di specifico da segnalare all'attenzione del Consiglio ed eventualmente anche dell'Assessore, in qualità di primo proponente del disegno di legge che oggi è in discussione.
In particolar modo, al punto n. 5) del primo comma chiediamo che venga introdotto un concetto importante, ovvero quello del censimento qualitativo e quantitativo degli insediamenti abitativi e produttivi, soprattutto esteso ai contenuti dello stesso punto n. 5), cioè alla rete infrastrutturale, ai trasporti, agli impianti e alle attrezzature di interesse pubblico.
Noi sottolineiamo ovviamente come il censimento degli insediamenti residenziali e produttivi sia fondamentale; non tanto perché lo dico io, ma perché lo dicono tutte le associazioni - come, per esempio, Stop al consumo del territorio - che stanno infatti chiedendo, con una campagna nazionale il censimento degli insediamenti residenziali e produttivi. Questo perché? Perché questo è il dato fondamentale - il primum movens - dopo il quale si potranno costruire dei Piani regolatori centrati su un dato di partenza e poi, in base alla richiesta - per esempio la flessione demografica, la crescita della domanda di nuove case o, eventualmente, di insediamenti produttivi - contemperiamo le due opposte esigenze: da una parte quella del rispetto dell'uso del suolo - quindi, secondo la nostra linea politica, lo stop al consumo del suolo - e dall'altra le richieste demografiche produttive ed economiche del territorio.
Se non abbiamo un censimento dell'esistente - e soprattutto dell'utilizzato e del non utilizzato (perché pure questo è un dato importante) - lo stesso contenuto del Piano regolatore, che ovviamente si basa anche su questi dati, risulta poi vuoto di significato. Quindi, se non andiamo a vedere cosa dell'esistente è utilizzato e cosa non lo è (o addirittura è fatiscente e andrebbe quindi ristrutturato, rivalorizzato e riattato), anche parlare di capacità insediativa - giudicata nel Piano regolatore esaurita o meno - perde decisamente di significato.
Noi proporremmo quindi che più che il "controllo" quantitativo e qualitativo ci fosse proprio un "censimento"; anche il significato della parola stessa, quindi, è ben preciso.
Noi chiediamo che nella legge regionale, tra i principi e le finalità fondanti, ci sia proprio il censimento quali-quantitativo degli insediamenti abitativi e produttivi. Da un lato, infatti, sappiamo tutti che, dal punto di vista dell'esigenza della casa, nei prossimi mesi vedremo ricadute sempre peggiori perché gli italiani non potranno pagare né le rate del mutuo - per cui le case andranno all'asta - né tanto meno gli affitti e dall'altro lato vediamo che ci sono sempre più capannoni, che sono veramente a macchia di leopardo, sparsi su tutto il territorio, non solo lungo le principali reti viarie e infrastrutturali del Paese (ferrovie strade e autostrade), ma si stanno diffondendo anche in aree che prima ne erano abbastanza immuni, come le Langhe e il Roero, deturpando l'ambiente (perché, ovviamente, ci sono anche i mezzi di trasporto che devono portare merci e manodopera a quei capannoni costruiti in eccesso).
Il paradosso è che molti di essi sono vuoti e inutilizzati e nonostante ciò, se ne stanno costruendo e progettando altri.
Di esempi se ne potrebbero porre molti: mi viene in mente il progetto della Regione Piemonte sulla fantomatica chiusura dell'anello della Tangenziale di Torino, con la realizzazione di una bretella autostradale chiamata impropriamente "Tangenziale Est"; addirittura sui terreni intorno a questa fantomatica proposta di bretella autostradale campeggiano già dei cartelli con scritto "vendesi terreni per realizzazione di capannoni".
Questa è la lampante dimostrazione di come il cemento chiami cemento: il cemento della bretella autostradale attira ulteriore immotivato consumo del suolo.
Laddove esistono insediamenti produttivi - praticamente quasi in ogni comune - sappiamo che, a spanne, almeno il 50% è inutilizzato, e come tale potrebbe essere rimesso a posto, affittato, trasformato, demolito o ristrutturato.



PRESIDENTE

Non l'ho voluta interrompere, ma ho inteso questo prolungamento come illustrazione anche dell'emendamento successivo.



BONO Davide

Chiedo scusa, non me ne sono accorto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Biolé, rinuncia al suo intervento, visto il lungo intervento del suo Capogruppo?



BIOLE' Fabrizio

Mi spiace darle questo dispiacere, ma non rinuncio.



PRESIDENTE

Nessun dispiacere, ci mancherebbe.



BIOLE' Fabrizio

Quest'emendamento, che chiede la sostituzione del termine "censimento" in luogo di "controllo", credo sia semplicemente individuabile come una coniugazione di quella che era l'indicazione o l'intenzione iniziale della legge.
Se la volontà iniziale era indirizzata al controllo, vista l'esperienza maturata in questi anni, per la maggior parte negativa, purtroppo, in termini di indicazioni e di regole urbanistiche a livello regionale, noi crediamo che in questo momento il controllo non basti più.
Recependo quelle che possono essere le richieste pervenute da più territori, siccome il consesso consiliare é rappresentativo di tutto il territorio regionale, ciascuno di noi potrebbe portare degli esempi vissuti nel proprio percorso.
Perché chiediamo di inserire il termine "censimento"? Perché la conoscenza dello status quo può permettere una deliberazione o eventuali azioni coerenti. Senza la conoscenza di quella che è la realtà, risulta difficile intraprendere le dovute azioni; questo riguarda, ovviamente tutti i settori, ma in particolare quello urbanistico, proprio per le indicazioni di cui si parlava prima.
Molte strutture, in qualche modo, hanno già consumato il suolo su cui sono state costruite, senza contare che molte di esse non vengono neanche utilizzate, dando luogo a ulteriori potenziali speculazioni - diamo a Cesare quel che è di Cesare, perché la definizione esatta molte volte è proprio "speculazione" - che si sviluppano lungo le principali arterie o direttrici di traffico, che risultano essere, sia da un punto di vista dell'impatto diretto e fisico sul territorio e sul suolo, sia dal punto di vista ambientale (perché la concentrazione può modificare l'ambiente circostante territoriale), sia dal punto di vista paesaggistico e quindi anche visivo e di percezione del paesaggio da parte di chi lo vive - per ritornare a tutte quelle definizioni che abbiamo dato questa mattina molto impattanti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 483) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al punto 5) dopo "produttivi" si inserisce "commerciali e turistico-ricettivi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento richiama il discorso iniziato in mattinata.
Queste definizioni e ritocchi, anche minimi, come possono apparire ad alcuni, riferiti alla parte iniziale della legge vigente, che poi, con le modifiche apportate, entrerà in vigore successivamente, vanno a dettagliare quelle che sono le qualificazioni del testo.
In questo caso, così come nell'emendamento che abbiamo illustrato questa mattina al punto 3), si vogliono inserire delle declinazioni particolari rispetto a quelli che potevano essere i beni, comprendendo anche la parte commerciale e turistico-ricettiva.
Negli ultimi tempi ci siamo accorti che anche le strutture destinate a questo tipo di uso stanno dando delle problematicità, soprattutto a livello territoriale. Anche in questo caso, quindi, al punto 5), dopo "insediamenti abitativi - quindi di residenza - e produttivi - quindi legati a strutture adibite alla produzione e al lavoro - della rete infrastrutturale e dei trasporti" di cui si parla al punto 5), aggiungeremmo, ricollegandomi al discorso fatto in III Commissione ieri, gli insediamenti commerciali, che stanno dando grossi impatti (da quelle che sembrano essere le prime indicazione delle linee guida della Giunta per quanto riguarda i nuovi insediamenti, verrà tenuto in conto il fatto che ci sarà un impatto così elevato). Ovviamente si comprendono anche gli insediamenti turistico ricettivi, che in questo momento rivestono una grossa responsabilità, visto il contesto micro e macroeconomico regionale.
Approfittando in termini positivi e benevoli di quelli che sono i beni attrattivi della nostra Regione, quindi i Comuni che attraggono i turisti è possibile valorizzare anche il paesaggio e il territorio.
Anche su questo, però, bisogna porre un freno e verificare quelle che sono le esagerazioni: come si dice, il troppo stroppia anche in questo caso, non solo a livello visivo, e quindi d'impatto, ma anche proprio da un punto di vista funzionale di quello che è il sistema, la struttura e la rete anche commerciale e turistico-ricettivo che, in qualche modo presente all'interno delle varie Province e dei vari territori. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 464) presentato dai Consiglieri Artesio e Stara: all'articolo 1, aggiungere il punto 8 ter).
Emendamento rubricato n. 465) presentato dai Consiglieri Artesio e Stara: Art. 1, comma 1 della l.r. 56/1977, dopo il punto 8 aggiungere 8 bis: "8 bis) la predisposizione di strumenti atti a garantire la partecipazione dei residenti in Piemonte alla definizione di soluzioni condivise sulle politiche di governo e gestione del territorio, analogamente a quelle adottate in Toscana con la legge regionale n. 69 del 27 dicembre 2007, che la Regione si impegna a definire entro 6 mesi dall'adozione della presente legge;" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Si tratta di due emendamenti che intervengono sulla finalità della legge e che introducono un principio che ci è caro e che è ricorrente all'interno di tutti i nostri emendamenti, e riguarda il principio della partecipazione alla costruzione del processo decisionale.
Una serie di emendamenti successivi saranno più puntuali anche nella definizione del percorso. La preoccupazione prevalente è quella di garantire la partecipazione dei residenti in Piemonte e il modo con il quale si pensa di riuscire a garantire questa partecipazione è un modo che vorremmo mutuare da esperienze già in essere presso altre Amministrazioni regionali. Esperienze che non sono nate con la specifica ottica della programmazione urbanistica, ma che sono nate con una preoccupazione generale delle istituzioni regionali a far sì che la costruzione condivisa al processo decisionale attraversi con uno stile di governo tutte le politiche pubbliche.
L'ispirazione prevalente dei nostri emendamenti concernenti la partecipazione riceve quella della legge regionale toscana del 2007.
Non avendo noi un riferimento legislativo trasversale analogo inseriamo accanto allo stile, cioè alla sollecitazione attraverso l'emendamento di introdurre questa previsione, anche la necessità che la previsione sia poi successivamente normata con atti che ne caratterizzino l'attuazione.
Pertanto, introduciamo anche un ulteriore impegno in capo alla Giunta esecutiva, cioè l'impegno di definire dopo l'adozione di questa legge delle procedure regolamentari che rendano realmente applicabile il percorso partecipativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 484) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 7) dopo "interesse pubblico generale" si aggiunge "comprendente anche il parere della popolazione più direttamente coinvolta" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va in linea con i due emendamenti presentati dalla collega Artesio, riguardanti la possibilità di coinvolgere in senso veramente attivo la popolazione direttamente coinvolta da quelle che sono le modifiche conseguenti sia ai piani regolatori sia alle varianti generali, strutturali o parziali.
Quindi, secondo un principio fondamentale, che è quello che le persone che sono più coinvolte, quindi o che risiedono nella zona o che hanno delle conseguenze in relazione agli interventi, dovrebbero sicuramente essere interpellate e dovrebbero addirittura avere un peso maggiore rispetto a persone che non sono coinvolte, secondo il principio della cosiddetta teoria economica della ParEcon, della economia partecipativa.
Ovverosia che le persone che sono coinvolte direttamente dalla realizzazione di una strada, dalla costruzione di un centro commerciale quindi da tutte quelle che sono le pianificazioni dei Comuni, abbiano comunque un peso, siano sentite ed ascoltate dall'Amministrazione, e non solo un proforma come succede oggi con la possibilità dei 60 giorni dalla presentazione e la pubblicazione all'Albo Pretorio sia del progetto preliminare sia di quello definitivo, di poter fare delle osservazioni, ma che ci sia anche la possibilità di intervenire con un rappresentante perché non possiamo pensare di audire cento o mille cittadini - per quanto riguarda la realizzazione delle Conferenze di copianificazione e valutazione. Infatti per il processo di realizzazione delle varianti generali e strutturali e, a maggior ragione, di un piano regolatore penso si debba coinvolgere proprio i cittadini, che è vero che delegano con il voto a dei rappresentanti per cinque anni le scelte, però non è una delega in bianco. È una delega pro tempore, ma anche su determinati argomenti.
Quindi, su argomenti importanti come il piano regolatore di un Comune penso che la cittadinanza debba essere ascoltata e per questo abbiamo aggiunto al numero 7), quando dice "il conseguimento dell'interesse pubblico generale con la subordinazione ad esso di ogni interesse particolare e settoriale", le parole "comprendente anche il parere della popolazione più direttamente coinvolta".
Questo per chiudere la rappresentazione del nostro emendamento, per sottolineare come veramente non dobbiamo solo mettere giù un principio, ma far sì che poi al principio ci sia un seguito e ci sia un seguito reale fattivo e controllabile. Questa è la nostra richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Chi, meglio della popolazione e dei cittadini coinvolti all'interno di quelle che sono le modifiche dell'urbanistica territoriale locale e cittadina, può essere più prezioso per gli amministratori che devono accingersi ad effettuare questa eventuale programmazione e pianificazione o variazione rispetto a quelle che erano le programmazioni precedenti? Credo che sia assolutamente condivisibile la richiesta di superare quello che è un sistema esclusivo di delega che, in qualche modo attraversa un arco temporale più o meno lungo, a seconda della durata delle legislature, ma che soprattutto per quanto riguarda la pianificazione e le azioni a livello urbanistico dovrebbe dal nostro punto di vista avere una programmazione rispetto ad una consultazione diretta, e non solo per proforma, dei cittadini direttamente interessati.
Quest'emendamento ricade all'interno delle modifiche della prima parte della legge urbanistica. Il conseguimento dell'interesse pubblico generale è un principio molto importante, pertanto aggiungendo questa parte relativa all'importanza che devono avere i cittadini direttamente interessati potrebbe creare un precedente, che forse non è il primo.
Lo ricordava la collega Artesio, ma sicuramente per la nostra Regione creerebbe un precedente importante, che darebbe veramente il senso della partecipazione diretta in tutte le fasi, anche quelle in cui si legifera a livello regionale, dell'urbanistica dei cittadini direttamente interessati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione dell'emendamento n. 464).



ARTESIO Eleonora

Presidente, in realtà, avevo accorpato l'illustrazione degli emendamenti. Quindi, semplicemente è un rafforzamento di quanto precedentemente indicato relativamente alla necessità di prevedere la costruzione del processo pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 485) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, alla fine del numero 8) si aggiunge "con la realizzazione di appositi spazi di dibattito pubblico ai diversi livelli interessati dalla pianificazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è direttamente correlato al precedente: pur pesando sul punto ottavo - il precedente era sul settimo - specifica, come sancito dalla legge attualmente in vigore nel settore urbanistico, la partecipazione al processo decisionale e gestionale dell'uso del suolo urbano ed extraurbano.
L'indicazione contenuta nell'emendamento che abbiamo proposto prevede che, a livello di istituzione regionale, si ponga in essere un principio per cui gli enti che devono compiere questo tipo di pianificazione urbanistica realizzino comunque, o vadano nella direzione di realizzare appositi spazi di dibattito ai diversi livelli interessati dalla pianificazione.
Prima ho richiamato l'importanza del coinvolgimento di tutti gli attori interessati. Qui si individuano, pur mantenendo solo livelli di principio che andrebbero specificati nei livelli di competenza, quelli che possono essere alcuni degli strumenti.
Quindi, gli appositi spazi di dibattito pubblico, come da definizione possono anche riunire posizioni contrastanti, ma occorre davvero individuare un obiettivo condiviso e una via d'uscita rispettosa della pluralità delle intenzioni e delle indicazioni degli attori che vi partecipano ai diversi livelli e che sono interessati dalla pianificazione.
Anche qui, anziché definire i diversi attori inquadrati, quindi le realtà istituzionali di un certo livello, le realtà istituzionali del livello inferiore e, come prima si diceva, i diretti cittadini interessati quest'emendamento comprende tutti quanti i livelli.
un'ulteriore specifica, in aggiunta a tutte le indicazioni contenute anche negli emendamenti della mattinata rispetto al comma 1 del primo articolo. Riteniamo importante aver fornito molte indicazioni sui principi iniziali inerenti ad una modifica di legge. Naturalmente, come già detto aspettiamo quantomeno una discussione nel merito e un accoglimento di quelle che riteniamo indicazioni importanti, per riuscire a creare una rosa di principi, che qui sono enumerati con i vari numeri del comma 1, che sia utile per una modifica davvero importante della legge urbanistica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento s'inserisce nel solco già tracciato dal precedente emendamento. Riteniamo assolutamente strategico inserire nelle finalità della legge il richiamo alla partecipazione dei cittadini interessati sia dal Piano Regolatore Generale che dalle trasformazioni pianificatorie previste all'interno della legge.
Se prima ci eravamo riferiti al numero 7), adesso ci rivolgiamo in particolar modo al numero 8), aggiungendo la dicitura "con realizzazione di appositi spazi di dibattito pubblico ai diversi livelli interessati dalla pianificazione".
Ci siamo rifatti un po' alla prassi, ma anche alla normativa francese che, per l'appunto, ha introdotto il débat public, che abbiamo tradotto semplicemente in "dibattito pubblico". Non permette di risolvere tutte le problematiche legate alla pianificazione territoriale (in particolar modo in Francia si utilizza per le grandi opere e grandi infrastrutture cosiddette "strategiche", soprattutto per una certa parte della politica e delle lobby), ma, comunque, di detendere alcune posizioni di contrapposizione presenti sul territorio. Altresì, permette di costruire una maggiore fiducia da parte dei cittadini verso una classe politica che spesso, si erge al di sopra di qualunque critica e possibilità di critica.
Quindi, realizzare questi appositi spazi di dibattito pubblico, al di là della mera presentazione di osservazioni ai piani e ai progetti preliminari o alle proposte tecniche (come vengono denominate nel nuovo disegno di legge in discussione), permetterebbe realmente di realizzare quella che, correttamente, viene definita la partecipazione democratica al processo decisionale e gestionale - non di utilizzazione gestionale: è per questo che già negli emendamenti precedenti avevo richiesto di parlare di gestione e non di utilizzo del suolo - dell'uso del suolo urbano ed extraurbano.
Dal mio punto di vista e secondo il mio parere politico, questa definizione è corretta, però vorremmo aggiungere questa specificazione ulteriore, creando questo spazio di dibattito pubblico, simile al débat public - è necessario valutare il modello francese per poterlo introdurre non solo nelle grandi opere o in quei progetti riguardanti - non mi ricordo se è l'articolo 46 - magari le opere strategiche di aree in possibile dissesto idrogeologico.
l'articolo 45: nelle zone soggette a dissesto idrogeologico, ma poterlo estendere a tutte le proposte di pianificazione comunali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 486) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, alla fine del numero 10) si aggiunge "nell'ottica di un ritorno operativo, economico o di bene comune di ogni intervento, effettivamente dimostrato da un'analisi costi/benefici indipendente" Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento rubricato n. 486), perché su quello rubricato n. 485) avevo già svolto il mio intervento.



PRESIDENTE

Certo.



BIOLE' Fabrizio

Ritorno alla carrellata dei vari numeri legati al comma 1, quindi alle varie parti indicate nella legge, che, proprio quest'anno, compie 35 anni rispetto alla quale - tutti siamo d'accordo - è necessaria una revisione poi ognuno ha le proprie linee politiche per portare avanti questa revisione.
Al numero 10 di cui al comma 1 dell'articolo 1, che parla di "programmazione degli investimenti e della spesa pubblica sul territorio, a livello locale e regionale", che rientra sempre nelle finalità, si aggiunge una parte che riteniamo piuttosto importante, con le parole "nell'ottica di un ritorno operativo, economico o di bene comune, di ogni intervento effettivamente dimostrato da un'analisi costi/benefici indipendente".
Un altro concetto che ritengo assolutamente importante è proprio quello che riguarda l'analisi costi/benefici. Non che non sia rilevabile in alcune delle iniziative che possiamo avere seguito o riscontrato sul territorio però, purtroppo, nella maggiore parte delle iniziative, proprio per il fatto che non è indicata come obbligatoria e dimostrabile o, comunque documentabile questa analisi costi-benefici, ci sono interventi che valutano costi/benefici che sono più privatistici rispetto a quelli pubblici, cioè quelli della comunità in cui tutte queste eventuali pianificazioni e modifiche verranno poste in essere.
Quest'emendamento, ancora una volta, rientra in quella casistica e in quella richiesta di modifica e di specificazione di quelle che sono state enumerate, nella redazione della legge n. 56, come le finalità della legge e che chiaramente riguardano le competenze regionali.
Quindi, tutto il discorso fatto fino a qui nei vari emendamenti che abbiamo via via illustrato per quanto riguarda le piccole modifiche di aggiunta o di sostituzione di termini all'interno di questo elenco numerato è integrato ancora una volta con una frase ben specifica, che dà delle indicazioni che in questo caso vanno a toccare la parte di investimento quindi la parte economica, la parte della spesa pubblica, continuando tutto il discorso che è stato fatto nelle varie illustrazioni degli emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 486), se non sbaglio, dovrebbe essere il penultimo sull'articolo 1 della legge n. 56 e riguarda il punto 10). Alla fine di questo punto, chiediamo l'inserimento delle parole "la programmazione dell'investimento della spesa pubblica sul territorio a livello locale e regionale, nell'ottica di un ritorno operativo, economico o di bene comune di ogni intervento effettivamente dimostrato da un'analisi costi/benefici indipendente".
Questa è un'aggiunta che, dall'esperienza modesta che abbiamo potuto fare sia a livello di attivismo che di politica nel senso più ampio del termine, rappresenta un concetto chiave: riuscire a dimostrare, con un'analisi costi/benefici, che un intervento di qualunque tipologia (che sia un'opera infrastrutturale o una variante a un Piano Regolatore) possa avere un ritorno operativo non solo economico.
Per capirci, possiamo pensare a qualcosa che veramente ripaghi l'investimento oppure a qualcosa che, a livello di bene comune o di servizio, porti benessere ai cittadini, anche a prescindere dall'investimento (magari facendo un investimento a perdere con soldi pubblici per un'infrastruttura che però è un servizio fondamentale alla cittadinanza).
Pensiamo che qualunque intervento dovrebbe comportare questa analisi costi/benefici. Non basta dire, ad esempio, che il privato in un Piano Regolatore costruisce la villetta perché, grazie ai prezzi della ghiaia della sabbia e del cemento, riesce a farlo al costo molto basso di 1.000 euro al metro quadrato e poi la rivende a 3.000 euro. Il guadagno è netto ma non è solo quello: ci deve essere anche un'analisi costi/benefici per la collettività. Questo è il concetto cardine, ovvero far sì che il dettato costituzionale, quando parla dell'attività privata, libera ma non in contrasto con i bisogni del pubblico, sia realmente realizzata e non resti com'è.
Purtroppo, per molti articoli della nostra splendida Costituzione questo è solo qualcosa di scritto e non applicato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 261) presentato dai Consiglieri Cerutti e Stara: dopo il punto 11) del comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, è aggiunto il seguente: "11) bis promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, allo scopo di contribuire alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Questo per noi è l'ultimo dei tre emendamenti presentati per modificare l'articolo 1 della legge originaria. Abbiamo già proposto delle integrazioni ai principi generali: una sulla questione del consumo del suolo, l'altra sulla rilocalizzazione degli insediamenti residenziali e produttivi a rischio di esondazione. Proprio per l'enfasi che viene data alle finalità del provvedimento in altre sedi e che non trova riscontro fra i principi attualmente presenti e mantenuti, vorremmo un punto 11) bis con l'obiettivo di promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili allo scopo di contribuire alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile.
Se scorriamo i principi dell'articolo 1 della legge n. 56, non troviamo niente di specifico che riguardi questo aspetto. Stante la crescita della sensibilità e della cultura urbanistica, la conoscenza del territorio e degli insediamenti in tutti gli aspetti, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale in genere, la piena e razionale utilizzazione delle risorse, rispetto al punto relativo al consumo del suolo, chiediamo di modificare, con un'ulteriore aggiunta, il superamento degli squilibri territoriali attraverso il controllo quantitativo e qualitativo degli insediamenti abitativi e produttivi, insieme ad una diffusa ed equilibrata dotazione e distribuzione dei servizi sociali pubblici sul territorio negli insediamenti.
Vado rapidamente, giusto per evidenziare che non c'è nulla a questo riguardo. Crediamo che, fra i principi guida, a questo punto ci dovrebbe essere il conseguimento dell'interesse pubblico generale.
In altre parti chiediamo la partecipazione democratica, l'attuazione di una responsabile gestione dei processi di trasformazione, la programmazione degli investimenti e della spesa pubblica sul territorio, la periodica verifica e l'assestamento continuo dei piani e programmi pubblici ai vari livelli.
Ripeto, fra i principi guida non c'è nulla che riguardi il tema dell'efficienza energetica e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili. E proprio perché riteniamo che questo sia invece un elemento importante nel momento in cui si ragiona su una legge urbanistica regionale, con quest'emendamento chiediamo di inserire un punto 11) bis.
Pensiamo che su questo ci possa essere una convergenza proprio per le considerazioni appena fatte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 615) presentato dai Consiglieri Reschigna, Motta Angela, Stara, Muliere, Pentenero, Gariglio, Ronzani, Lepri, Taricco Negro: Prima dell'articolo 1 (Sostituzione dell'articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) del disegno di legge n. 153, è inserito il seguente: "Art. 01 (Inserimento dell'articolo 1 bis nella legge regionale 5 dicembre 1977, n.
56) 1. Dopo l'articolo 1 della l.r. n. 56/1977 è inserito il seguente: Art. 1 bis (Principi e obiettivi) 1. Nell'attività di pianificazione per il governo del territorio si applicano i seguenti principi: a) sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, fra loro necessariamente integrate b) perseguimento dell'interesse collettivo c) leale cooperazione e collaborazione tra i soggetti pubblici con competenze sul governo del territorio per il concreto perseguimento degli obiettivi della legge d) trasparenza delle azioni amministrative e) partecipazione dei cittadini e delle forze economiche e sociali al processo di piano nelle fasi di formazione, individuazione degli obiettivi strategici e di sviluppo operativo.
2. L'attività di pianificazione per il governo del territorio persegue i seguenti obiettivi: a) tutela e valorizzazione del territorio e del paesaggio, qualificando i sistemi insediativi, assicurando il rispetto dei beni rilevanti per la comunità, la parità dei diritti, la considerazione della qualità della vita delle generazioni presenti e future b) consumo di nuovo territorio solo quando dimostrata l'inesistenza di soluzioni alternative c) individuazione dei sistemi territoriali che definiscono la struttura del territorio a livello regionale e provinciale per garantire un più efficiente governo del territorio e dello sviluppo d) sviluppo sostenibile, nella consapevolezza che tra sviluppo economico paesaggio e ambiente vi è una relazione di interdipendenza che richiede a ogni livello di governo, la verifica della coerenza, degli effetti e della necessità delle scelte che incidono sul territorio.
3. Gli obiettivi di cui al comma 2 sono perseguiti attraverso: a) la conoscenza del territorio nelle sue diverse componenti e degli strumenti di governo che lo interessano b) l'integrazione e l'interrelazione tra pianificazione generale e quella di settore e specialistica c) la valutazione ambientale strategica (VAS) dei piani e degli effetti delle loro scelte sull'utilizzo delle risorse territoriali, sull'assetto del territorio, sull'ambiente, sulla salute, sulla realtà sociale ed economica d) la copianificazione, costituita dalla partecipazione attiva e con pari dignità delle amministrazioni interessate, anche statali, ciascuna per le proprie competenze, all'attività di pianificazione del territorio ai diversi livelli e) intese e accordi tra soggetti pubblici e tra questi e i soggetti privati nella fase operativa della pianificazione f) perequazione urbanistica e perequazione territoriale, conseguite attraverso gli atti di pianificazione." Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento cui noi affidiamo una certa importanza - lo voglio dire in modo esplicito - perché definisce quelli che devono essere dal nostro punto di vista, i principi e gli obiettivi a cui si deve aspirare la pianificazione territoriale all'interno della nostra regione.
In parte sono principi e obiettivi su cui credo ci sia massima consapevolezza e condivisione.
Vi è un punto, in particolare, che volevo rendere evidente: il comma 2 dell'emendamento, laddove diciamo che l'attività di pianificazione per il governo del territorio persegue gli obiettivi della tutela e della valorizzazione del paesaggio, dell'evitare il consumo di nuovo territorio e dell'individuazione di sistemi territoriali che definiscano la struttura del nostro territorio.
Poiché anche nel dibattito generale abbiamo avuto modo di intervenire ripetutamente su questo tema, dedicherei il mio intervento in modo particolare a questa questione.
Questa settimana la Repubblica ha pubblicato un articolo di una pagina intera scritto da Carlin Petrini. La motivazione di questo articolo era sostanzialmente l'iniziativa assunta dal Ministro delle Politiche Agricole Catania durante la settimana della presentazione di un disegno di legge a livello nazionale sulla questione della preservazione del consumo del suolo. Sulla base di questa iniziativa, ancora una volta ci è stato riproposto questo tema.
Voglio ricordare solo alcuni dati compressivi: come superficie artificiale in Europa, l'Italia è il quarto Paese, all'interno dell'Unione Europea, considerando che i primi tre - Olanda, Belgio e Lussemburgo - sono già per natura paesi a bassissima estensione territoriale.
La seconda considerazione posta all'interno di quest'articolo è che dal 1971 al 2010, abbiamo perso il 28% della superficie agricola utilizzata, un'area grande come la Lombardia, la Liguria e l'Emilia Romagna. Ogni giorno, all'interno del nostro paese, si cementificano cento ettari di suolo.
Presidente, non intervengo sull'emendamento successivo, in modo da unificare il tempo.
Questi sono i dati che dovrebbero farci riflettere tutti insieme e affrontare, nella discussione sulla manutenzione della legge urbanistica regionale, in termini di obiettivi e di finalità, alcune questioni che oggi sono assolutamente urgenti.
Abbiamo cercato di dare sostanza a questa esigenza, arrivando a definire che, nell'attività di pianificazione, il consumo di nuovo territorio possa essere possibile solo quando è dimostrata l'inesistenza di soluzioni alternative. Questo è un principio che, se inserito e applicato concretamente all'interno della legge urbanistica piemontese, porrà inevitabilmente anche un freno all'interno della nostra regione, in un momento di stasi demografica, in cui la crisi economica ci restituisce moltissime superfici all'interno di ogni città, che devono essere oggetto di possibili riqualificazioni e ristrutturazioni urbanistiche.
Tuttavia, occorre che questo tema entri concretamente a far parte del patrimonio e degli obiettivi di una corretta legge urbanistica, all'interno della legislazione piemontese.
Lo dicevo prima: i contenuti di quest'emendamento sono, dal nostro punto di vista, importanti. Noi crediamo all'impostazione dell'uso del territorio piemontese siffatta, quindi ci auguriamo che proprio su queste basi si possa sviluppare un confronto di merito, portando all'individuazione di una soluzione.
Non è che i principi e le finalità dell'attuale legge urbanistica sono superati, ma sono datati e non tengono conto di quanto avvenuto dal 1977 ad oggi.
Oggi, il tema del livello di collaborazione tra soggetti che intervengono in un processo di pianificazione è cambiato. Oggi vi è la grand'esigenza di evitare il consumo del suolo, operando in interventi di forte riqualificazione urbanistica all'interno delle nostre città. Oggi c'è un tema ancora più forte, quello della partecipazione alle scelte che riguardano la trasformazione del territorio, il tutto nella consapevolezza che quando parliamo di qualunque attività della Regione, o di una pubblica amministrazione, parliamo di un qualcosa che si può smontare, passando da un'amministrazione all'altra. Quando parliamo di gestione del territorio parliamo di scelte destinate a durare nel tempo.
Questa è la prospettiva che oggi dobbiamo saper recuperare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Come diceva poc'anzi il Capogruppo Reschigna, per noi quest'articolo aggiuntivo è molto importante, e si richiama agli argomenti che anche altri colleghi hanno illustrato con i loro emendamenti.
In quest'articolo vengono racchiusi i principi, gli obiettivi e gli strumenti che riguardano la pianificazione.
Ritengo che i principi di sussidiarietà, trasparenza e partecipazione sino estremamente importanti.
Oggi, più che mai, quando parliamo di pianificazione e di utilizzo del territorio, del governo del territorio, occorre trasparenza e partecipazione dei cittadini e di tutti quelle strutture economiche e forze sociali che sono e devono essere coinvolte nella gestione del territorio.
Oggi, la questione della trasparenza è una delle più importanti, cioè fare in modo che le scelte siano trasparenti, limpide e che la pubblica amministrazione prenda le decisioni nella massima trasparenza e nella massima partecipazione, in un momento in cui la partecipazione è difficile da suscitare.
Nello stesso tempo, c'è una grande domanda da parte di molti soggetti ad essere coinvolti nelle decisioni.
Naturalmente gli obiettivi, nell'affermare i principi, sono soprattutto relativi alla sensibilità.
La questione del consumo del territorio per noi significa salvaguardare il territorio.
In questo momento diventa un obiettivo fondamentale e sono importanti gli strumenti elencati in questo articolo aggiuntivo, strumenti per raggiungere gli obiettivi fissati in questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Questa mattina, nel mio primo intervento su questo disegno di legge affermavo il fatto che, in base al principio di sussidiarietà, i Comuni sono le Istituzioni più vicine ai bisogni dei cittadini, quindi le decisioni che riguardano le comunità locali vanno assunte dalle amministrazioni comunali.
Certo è - ed introduciamo un argomento che sarà, per tutta la discussione su questo disegno di legge, centrale - che le amministrazioni comunali, rispetto all'utilizzo del suolo, hanno commesso molti errori negli anni.
Abbiamo visto piccoli Comuni con aree industriali di quattro o cinque capannoni non collegati con niente e con nessuno e che in questo momento risultano anche vuoti; abbiamo visto importanti pezzi di terreno agricolo dedicati a qualche supermercato che magari all'inizio ha assunto qualche decina di persone, che però contemporaneamente ha fatto chiudere qualche negozio nel centro di quel Comune.
Abbiamo assistito - senza ripetere i dati già presentati - ad un consumo del suolo che poi non è stato effettivamente a vantaggio della collettività e della comunità.
Se c'è una ragione per la quale sono legato da un particolare rapporto di amicizia ai coltivatori di Rivoli, città nella quale vivo, è il fatto che loro la terra la vogliono coltivare e non hanno mai chiesto che fosse trasformata in terreno residenziale.
Questo viene dimostrato dal fatto che l'unico Piano regolatore che il Comune ha approvato negli ultimi anni, ormai dieci o dodici anni fa, non ha previsto un solo metro quadrato di terreno agricolo trasformato in residenziale. Sono persone che pensano che l'agricoltura e la terra debbano rappresentare il futuro delle nostre comunità.
I coltivatori di Rivoli vogliano semplicemente coltivare i loro terreni e non trasformarli in residenziale.
Un esempio. A Rivoli c'è una zona nella quale, al centro della città ci sono ancora alcune cascine con qualche centinaia di mucche. Una parte di questo terreno è residenziale e potrebbe essere utilizzato per costruire come si usa, villette a schiera. Quando ho chiesto a un allevatore perch non pensasse di farlo mi ha detto che non gliene "fregava" niente e che quello che la terra gli rendeva e gli animali gli rendevano gli consentiva di vivere in maniera sarà e onesta e non aveva bisogno di avere inquilini vicino a casa sua con la villetta a schiera e il giardino lindo e pulito preferisce il "casino" e il disordine della sua cascina e anche l'odore delle mucche. C'era una bella poesia di De André, che diceva che "dal letame nascono i fior, dai diamanti non nasce niente".
Credo che questo ragionamento, che ovviamente approfondiremo nei prossimi mesi, sia il succo centrale della nostra discussione.
Oggi l'agricoltura rende. Produce solo l'80% del cibo che il nostro Paese consuma. Solo l'80%, il resto lo importiamo, e anche questa è una cosa che prima o poi deve finire. Penso che sia il momento di tornare al fatto che gli italiani mangino la frutta di stagione, che lo stile e il gusto della frutta fuori stagione debba in qualche modo finire. Cioè dobbiamo riscoprire il senso delle nostre origini perché questo servirà ai nostri figli per poter continuare a vivere nei territori e nelle zone che abbiamo conosciuto fino a questo momento. Ho finito, Presidente. Comunque sono ragionamenti e argomenti che riprenderemo nei prossimi giorni e forse, anche nel prossimo mese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
già stato ben illustrato dai colleghi. Per noi quest' emendamento è molto importante, perché in qualche misura tratteggia dal nostro punto di vista ciò che questa riforma, che da tempo era attesa ed era nelle corde non soltanto di quest'Aula, ma di tutto il Piemonte che sul territorio opera, dovrebbe contenere e dovrebbe aspirare a cogliere complessivamente.
Abbiamo indicato quali sono i principi che dovrebbero ispirare l'azione e la modalità con cui si snoda questa riforma: la sussidiarietà, la differenziazione e l'adeguatezza fra loro integrate. In questo senso crediamo che se è vero che siamo chiamati a rivendicare dai livelli superiori una distinzione chiara di ruolo e di funzione di tutti i soggetti, questo poi dobbiamo metterlo in pratica anche nelle azioni che concretamente andiamo a fare: il perseguimento di un interesse collettivo la collaborazione tra i soggetti, la trasparenza e la partecipazione.
Credo che dentro questo quadro ci siano tutti gli ingredienti per fare una buona legge di governo e di gestione del territorio. Gli obiettivi che concretamente mettiamo al centro di quest'azione sono anzitutto la tutela e la valorizzazione del territorio e del paesaggio. È già stato detto da tanti altri.
L'Assessore Cavallera ben conosce le vicende, perché le ha seguite direttamente, collegate al perseguimento che ancora c'è, in modo convinto in Piemonte, del riconoscimento da parte dell'UNESCO di avere un territorio che è un patrimonio dell'umanità da salvaguardare, e conosce bene quanto al di là degli entusiasmi di facciata, questo concretamente stia portando ad una sanzione di responsabilità forte da parte dei territori, perché qui si tratta di acquisire consapevolezza che è in gioco la salvaguardia di un territorio e il paesaggio inteso nel senso più ampio, cioè quel risultato di un virtuoso connubio tra ciò che ha ci messo nelle mani Madre Natura e ciò che le generazioni che ci hanno preceduto e hanno lavorato in termini di capacità di plasmare e di armonizzare un territorio hanno realizzato.
Devo dire che negli ultimi decenni non abbiamo dato un contributo straordinario in moltissimi casi in questa direzione. Quindi il rischio è di dover superare le limitazioni che le ultime generazioni hanno introdotto per poter valorizzare quello che le generazioni precedenti ci avevano tramandato.
Da questo punto di vista, al di là di un'enunciazione di principio poi, nei fatti, dovremmo tutti insieme fare in modo che la legge di gestione di territorio che andiamo a varare persegua concretamente questo tipo di obiettivi, perché altrimenti il rischio è di annunciare, come a volte succede, dal pulpito un indirizzo e poi, scesi a terra, magari di sbagliare direzione e andare da un'altra parte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Cercherò di stare nei due minuti.
Anzitutto, ritengo che quest'emendamento aiuti a realizzare questa legge, completando il tutto tenendo conto di quei parametri che poc'anzi il collega Taricco ha citato, tenendo conto che il Piemonte, forse, è la prima volta che ha candidato alcune aree delle Langhe, del Monferrato, del Roero a patrimonio dell'UNESCO. Questo piano va rivolto verso questi aspetti, se no non entreremo e sarebbe un grosso guaio.
L'uso del territorio, a mio avviso, è sacrosanto. Va tutelato moltissimo. Cito soltanto tre aspetti. Primo, evitare l'uso speculativo come è stato fatto fino a ieri, forse ancora oggi, queste famose aree dei "cimiteri degli elefanti", come ho già citato l'altro giorno.
Secondo. Mi riferisco alle dichiarazioni di Carlin Petrini, che ha detto che dal 1970 al 2010 il 24% del suolo agricolo è stato cementificato vale a dire l'intera Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Questo è un aspetto che deve farci riflettere fino in fondo con molto impegno, e dico che dobbiamo rispondere con onestà al futuro di questo Piemonte.
E dico anche al caro amico Assessore Cavallera che dobbiamo stare attenti alle famose varianti, soprattutto quelle parziali, per non dare adito al sindaco disonesto di rovinare tutto. Qui dobbiamo stare molto attenti.
Ricordo ancora un aspetto e poi termino: ricordatevi che la terra non è un capitale, ma è uno strumento di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro, anche per la sua saggezza.
Emendamento rubricato n. 638) presentato dai Consiglieri Reschigna, Motta Angela, Ronzani, Taricco, Lepri, Laus, Muliere, Boeti, Pentenero, Placido: Prima dell'articolo 1 del disegno di legge n. 153 è inserito il seguente: Art. 01 (Inserimento dell'articolo 1 bis della l.r. 56/1977) Dopo l'articolo 1 della l.r. 56/1977 è inserito il seguente: Art. 1 bis (Partecipazione) 1. I processi di formazione degli strumenti di pianificazione e i procedimenti relativi allo sviluppo operativo della pianificazione sono pubblici; l'ente che li promuove garantisce l'informazione, la conoscenza dei processi e dei procedimenti e la partecipazione dei cittadini agli stessi.
2. L'ente competente garantisce, in coerenza con la normativa regionale nazionale e comunitaria, la concreta partecipazione degli enti, dei portatori d'interesse diffuso, dei cittadini singoli o associati al processo di formazione degli strumenti di pianificazione.".
L'emendamento n. 638) è illustrato? Grazie.
Abbiamo concluso la fase di illustrazione degli emendamenti all'articolo 01.
Come d'intesa alla Conferenza dei Capigruppo, adesso dovremo procedere all'esame di altri due provvedimenti. I nostri lavori sul disegno di legge 153 proseguiranno martedì prossimo con una comunicazione dell'Assessore e la discussione generale sugli emendamenti, che dovrà essere iniziata nella stessa seduta.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 196, inerente a "Regolamento in materia di attività funebre e di servizi necroscopici e cimiteriali in attuazione dell'articolo 15 della l.r. 3 agosto 2011, n. 15"


PRESIDENTE

Passiamo, come deciso e comunicato questa mattina in apertura di seduta, all'esame della proposta di deliberazione n. 196.
Ricordo che questo provvedimento, così come comunicato dal Vicepresidente vicario della I Commissione, il collega Cursio, è stato licenziato all'unanimità dei votanti ed è in sede redigente, per cui non è emendabile. Si può solamente intervenire in dichiarazione di voto.
Ci sono delle dichiarazioni di voto su quest'importante provvedimento? La parola alla Consigliera Motta Angela.



MOTTA Angela

Presidente, solo trenta secondi, perché sono dovuti.
Insieme al collega Angeleri ringrazio gli Uffici: il dottor Poppi e la dottoressa Di Meo per il lavoro che hanno svolto in questi mesi soprattutto, hanno sopportato i nostri continui cambi di richieste e sollecitazioni per le modifiche che abbiamo apportato a questo regolamento.
Se non sbaglio, si tratta del primo regolamento che il Consiglio adotta in attuazione di una legge regionale e speriamo che non sia l'ultimo (non conosco la disponibilità degli uffici a farne altri)! Ritengo sia un bel modo per accelerare i tempi ed avere una regolamentazione delle leggi importanti per il Piemonte.
Grazie all'Aula che vorrà votarlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Motta.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 196, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 212, inerente a "Atto d'indirizzo e criteri per la programmazione e la definizione del Piano regionale di dimensionamento delle Autonomie scolastiche piemontesi e per la programmazione dell'offerta formativa per l'a.s. 2013/2014. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione del Consiglio regionale 25 ottobre 2011, n. 135-40984"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 212, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cirio per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Questa è una deliberazione che conosciamo, poiché ha già avuto due passaggi in Commissione, come ben sa il Presidente della Commissione competente, che ha coordinato i lavori d'analisi ed approfondimento del provvedimento, relativo ai criteri e agli indirizzi per il dimensionamento della rete scolastica.
Svolgo solo due considerazioni per chiarire di cosa stiamo parlando: parliamo del dimensionamento delle Autonomie scolastiche per l'anno 2013/2014, pertanto le regole che approviamo oggi saranno applicate il prossimo anno e disciplineranno la scacchiera dell'offerta scolastica e didattica della nostra regione. Si è reso necessario intervenire con questa deliberazione alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito che la competenza al dimensionamento non è dello Stato, così com'era previsto fino a ieri, quando s'interveniva con decreto, ma è delle Regioni.
Sennonché, se è pur vero che la competenza a dimensionare le scuole secondo i criteri che noi riteniamo ottimali è una competenza regionale, la gestione del personale rimane una competenza dello Stato.
Oggi, pertanto, stabiliamo dei parametri numerici per dire: "Secondo noi le scuole devono avere queste dimensioni a livello di popolazione scolastica". Rimane il principio che il Ministero, all'interno della propria normativa, prevede che i dirigenti scolastici vengano attribuiti laddove le scuole raggiungeranno il limite dei 600 studenti, per le zone di pianura, e dei 400 studenti, per le zone montane.
Potremmo anche individuare e stabilire dei numeri inferiori, sapendo però che creeremmo delle Autonomie vuote, che esisterebbero sulla carta, ma che non avrebbero il dirigente scolastico, mandato dal Ministero, in stretta applicazione del decreto. In continuità con il governo dell'istruzione degli ultimi anni in questa regione, abbiamo cercato di mantenere i parametri numerici che ci eravamo dati per dimensionare la nostra offerta scolastica: così abbiamo fatto prima di questa sentenza e lo confermiamo oggi, anche alla luce di questa sentenza, non andando a stravolgere granché rispetto alle previsioni iniziali.
Rimane beninteso che l'unione della scuola elementare e della scuola media all'interno di un istituto comprensivo resta un disegno ed una prospettiva che, seppur non obbligatoria per le nostre scuole, la Regione ritiene di continuare a condividere come percorso virtuoso e soprattutto efficace per una migliore offerta didattica.
Per il resto, mi richiamo a tutte le considerazioni che abbiamo svolto in Commissione.
La Giunta, peraltro, modificando ed integrando, ha accolto le indicazioni che la Commissione ha dato.
Ripeto: essendoci stato un duplice passaggio in Commissione, credo di parlare di argomenti conosciuti sufficientemente nel dettaglio da parte di tutti i Consiglieri.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.
Il numero legale è 25.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 212, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Penso di poter parlare a nome di tutti i Gruppi d'opposizione: con questo voto, a noi interessava rappresentare come, per l'ennesima volta in questo Consiglio regionale, la dedizione e gli impegni della maggioranza nei confronti dei provvedimenti proposti dalla Giunta sia tendente a zero.
Tuttavia, sappiamo riconoscere il merito dei provvedimenti. Pertanto da parte dei Gruppi di opposizione non c'è alcuna contrarietà che il Presidente ripeta immediatamente la votazione.



PRESIDENTE

Bene, se nessun Consigliere si oppone, possiamo ripetere la votazione.
Dopo, però, chiuderei i lavori, anche se capisco che c'è una forte contrarietà a finire prima! Me ne assumo la responsabilità! Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Vorrei soltanto ringraziare tutti i Gruppi che garantiranno il numero legale perché questo, tra l'altro, è un provvedimento urgente.
Il mondo della nostra scuola, infatti, aspetta delle indicazioni sufficientemente chiare: queste arrivano già tardi da Roma e il rischio di farle arrivare tardi anche da Torino confonderebbe ulteriormente le cose.
Grazie davvero, dunque, della disponibilità.



(Dai banchi della maggioranza perviene la richiesta di votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Lo deve chiedere un Presidente di Gruppo...
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Grazie. Allora, l'articolo 59 del Regolamento d'Aula stabilisce che non si possa ripetere la votazione prima di 30 minuti, quindi non è nella disponibilità della Presidenza farlo ora. Se però nessuno, come credo, si oppone - poi chiudiamo i lavori - possiamo procedere adesso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine: si vuole opporre, collega? Visto che siamo in sede di votazione non potrei concederle di intervenire a meno che lei non si voglia opporre...



GIOVINE Michele

Intervengo da un altro banco perché il mio posto è occupato: si sono già portati avanti con il lavoro...
(Commenti in aula)



GIOVINE Michele

Presidente, non mi oppongo, però vorrei mettere a verbale il monito che questo non rappresenti un precedente, ma solo un'una tantum. Capisco tutto ma chiedo che questo non costituisca assolutamente un precedente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ora pronuncerò, infatti, la formulazione di rito: verificata l'unanime condivisione di procedere alla votazione - anche se questo non costituisce prassi - possiamo effettuare l'appello nominale.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 212, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.20)



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