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Dettaglio seduta n.257 del 27/07/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Proposta di deliberazione n. 196, inerente a "Regolamento in materia di attività funebre e di servizi necroscopici e cimiteriali in attuazione dell'articolo 15 della l.r. 3 agosto 2011, n. 1" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Comunico che, a seguito delle decisioni assunte nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo consiliare del 25 luglio u.s., è prevista l'iscrizione, in via del tutto eccezionale - e non costituisce prassi, in quanto questa seduta è in convocazione unica con quella della seduta passata - della proposta di deliberazione n. 196, "Regolamento in materia di attività funebre e di servizi necroscopici e cimiteriali in attuazione dell'articolo 15 della legge regionale 3 agosto 2011, n. 15", che verrà esaminata nella seduta pomeridiana a partire dalle ore 16, così come la trattazione della proposta di deliberazione n. 212, "Atto di indirizzo e criteri per la programmazione e la definizione del Piano regionale di dimensionamento delle Autonomie scolastiche piemontesi e per la programmazione dell'offerta formativa per l'a.s. 2013/2014. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione del Consiglio regionale 25 ottobre 2011, n.
135-40984", di cui al punto 9) all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 852 presentato dai Consiglieri Artesio, Tiramani Cerutti, De Magistris, Ronzani, Biolé, Buquicchio, Negro, Mastrullo, Lupi Vignale, Pentenero, Bono e Ponso, inerente a "Licenziamenti all'Auchan di Torino" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, sarà votato per primo l'ordine del giorno sottoscritto da tutti i Consiglieri, che riguarda i licenziamenti all'Auchan di Torino, che diamo per iscritto all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è così modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Burzi, Casoni, Comba Cota, Giordano, Leo, Maccanti, Ronzani, Sacchetto, Spagnuolo e Toselli.
Il numero legale è 25.


Argomento:

b) Non impugnativa l.r. 7/2012


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 20 luglio 2012 la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 7 del 24 maggio 2012 ("Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e gestione integrata dei rifiuti urbani").


Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento


PRESIDENTE

In data 26 luglio 2012 la III Commissione, riunita in sede legislativa ha approvato, all'unanimità, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifica alla legge regionale 27 luglio 2011, n. 13 (Disposizioni urgenti in materia di commercio)".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

e) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 19 luglio 2012 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte") n. 3 deliberazioni del 27 giugno 2012.
Gli allegati sono a disposizione dei signori Consiglieri presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

f) Scomparsa ex Consigliere onorevole Alberto Tridente


PRESIDENTE

Comunico infine che è scomparso il 24 luglio u.s. il collega Onorevole Alberto Tridente. Sarà commemorato nel mese di settembre.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 852 presentato dai Consiglieri Artesio Tiramani, Cerutti, De Magistris, Ronzani, Biolé, Buquicchio, Negro Mastrullo, Lupi, Vignale, Pentenero, Bono e Ponso, inerente a "Licenziamenti all'Auchan di Torino"


PRESIDENTE

Come d'accordo, poniamo in votazione l'ordine dei giorno "Licenziamenti alla Auchan di Torino", avente come prima firmataria la Consigliera Artesio.
Si tratta di un documento sostanzialmente sottoscritto da tutti i Gruppi e immagino che vi sia la disponibilità della prima firmataria ad autorizzare l'aggiunta di eventuali firme in corso di seduta, a cominciare da quella del collega Bono, che vedo avvicinarsi al banco della firma.
Colleghi, c'è necessità di una breve illustrazione? Visto che è firmato da tutti, possiamo procedere direttamente alla votazione del documento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 852, il cui testo recita: "Premesso che: il 2 maggio 2012 Auchan di Torino ha comunicato alle rappresentanze sindacali 81 esuberi tra le lavoratrici e i lavoratori dell'ipermercato di corso Romania ,che attualmente conta 379 dipendenti per le organizzazioni sindacali le motivazioni aziendali secondo le quali la causa del taglio del personale sarebbe dovuta alla perdita del profitto del sito produttivo non sarebbero dimostrabili e i veri motivi che spingerebbero l'attuale direzione a queste decisioni sono la volontà di cancellare un contratto integrativo più favorevole per i dipendenti di quanto non sia il contratto nazionale del commercio e dello stesso integrativo nazionale Auchan viene inoltre denunciata l'intenzione dell'azienda di licenziare i dipendenti con la maggiore anzianità e con contratto a tempo indeterminato per assumere giovani con contratti precari, precarizzazione che nel commercio passa principalmente attraverso contratti part-time con clausole elastiche e flessibili che annullano ogni difesa per i lavoratori.
Valutato che: il 19 luglio non è stato raggiunto l'accordo sindacale in Regione Piemonte sulla procedura di mobilità. Secondo quanto riferiscono i sindacati l'azienda ha rifiutato la proposta del contratto di solidarietà per scongiurare i licenziamenti.
Appreso: da un articolo pubblicato su La Stampa di Torino del 27 aprile 2012 relativo alle previste trasformazioni urbanistiche di corso Romania, che l'ipermercato Auchan sta cercando nuovi spazi per raddoppiare la superficie espositiva nel quadrilatero compreso fra corso Romania, corso Giulio Cesare, strada Cerosa e strada Cascinette, dove si trovano le ex industrie di Michelin e Pirelli da un articolo pubblicato su La Stampa di Torino del 27 maggio 2012, che Auchan si insedierà con un nuovo grande centro nell'ex area Viberti di Nichelino, nell'ambito di un progetto di riqualificazione, frutto di una partnership tra Acerbi, il gruppo che possiede la Viberti ora CIR (Compagnia Italiana Rimorchi) e ImmoAuchan, immobiliare del gruppo internazionale specializzato nelle catene alimentari-commerciali.
L'operazione per circa 300 milioni di euro di investimento creerebbe 1.100 posti di lavoro e 286.000 mq. di superficie verranno interessati dai cantieri.
Valutato ancora che: la legge regionale n. 13 del 27 luglio 2011 all'articolo 13, comma 2 prevede che 'La presentazione delle domande per le istanze di rilascio di autorizzazioni per nuove aperture e trasferimento di sede di esercizi di vendita superiori a 4.500 mq. è sospesa fino all'approvazione della nuova deliberazione relativa agli indirizzi generali per l'insediamento delle attività del commercio di cui all'articolo 3, commi 2 e 3, della legge regionale n. 28/1999 e comunque non oltre dodici mesi dall'approvazione della presente legge. Tale limitazione si applica alla scomposizione di autorizzazioni commerciali già rilasciate e alla ridefinizione della composizione interna dei centri commerciali già autorizzati, con esclusione degli ampliamenti e della riduzione della superficie di vendita e delle domande presentate in aree industriali dismesse o oggetto di riqualificazione urbanistica sul patrimonio esistente che non preveda l'utilizzo di nuovo suolo'.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a mettere in campo tutte le iniziative possibili a favore della completa tutela dell'occupazione dei dipendenti Auchan di corso Romania considerati in esubero dall'azienda".
Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 153, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta serale del 24 luglio u.s. è terminata la discussione generale con gli interventi dei Consiglieri Biolé, Negro, Pentenero, Bono e Goffi. Pertanto, dobbiamo incominciare ad esaminare l'articolato.
Abbiamo un articolo aggiuntivo, il n. 01.
ARTICOLO 01 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Buquicchio Artesio, Stara e Biolé: Prima dell'articolo 1 del disegno di legge 153 è inserito il seguente: Articolo 0.1 (Modifica all'articolo 1 della legge regionale 56/1977) L'articolo 1 (Finalità della legge) della legge regionale 5 dicembre 1977 56 (Tutela ed uso del suolo) è sostituito dal seguente: Art. 1. (Finalità della legge) 1. La pianificazione territoriale e urbanistica costituisce funzione fondamentale di governo della Regione, delle Province e dei Comuni.
2. La pianificazione territoriale e urbanistica persegue i seguenti obiettivi generali: a) accrescere la sensibilità e la cultura urbanistica delle comunità locali e la conoscenza del territorio e degli insediamenti in tutti gli aspetti, fisici, storici, sociali ed economici b) promuovere un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo e la piena e razionale utilizzazione delle risorse, con particolare riferimento alle aree agricole ed al patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente, evitando ogni immotivato consumo del suolo b) assicurare che i processi di trasformazione siano compatibili con la sicurezza e la tutela dell'integrità fisica e con l'identità culturale del territorio c) migliorare la qualità della vita e la salubrità degli insediamenti urbani d) salvaguardare le zone ad alto valore ambientale, naturalistico paesaggistico, storico, culturale e) ridurre la pressione degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali anche attraverso opportuni interventi di riduzione e mitigazione degli impatti f) promuovere il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio urbano, attraverso interventi di valorizzazione e di riqualificazione del tessuto esistente g) prevedere il consumo di nuovo territorio solo ed esclusivamente quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione h) promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, allo scopo di contribuire alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile i) superare gli squilibri territoriali attraverso il controllo quantitativo e qualitativo: degli insediamenti abitativi e produttivi della rete infrastrutturale e dei trasporti degli impianti e delle attrezzature di interesse pubblico l) prevedere una diffusa ed equilibrata dotazione e distribuzione dei servizi sociali pubblici sul territorio e negli insediamenti, anche per una efficace ed unitaria organizzazione e gestione m) conseguire l'interesse pubblico generale, con la subordinazione ad esso di ogni interesse particolare e settoriale m) consentire la partecipazione democratica al processo decisionale e gestionale dell'uso del suolo urbano ed extraurbano p) attuare una responsabile gestione dei processi di trasformazione del territorio ai vari livelli del governo locale, nel quadro dei principi di autonomia che li reggono q) programmare gli investimenti e la spesa pubblica sul territorio, a livello locale e regionale r) prevedere la periodica verifica e l'assestamento continuo dei piani e programmi pubblici ai vari livelli, per una efficace e coerente integrazione tra iniziative e decisioni locali specifiche ed indirizzi generali regionali.
3. Ai fini della presente legge per strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica s'intende l'insieme degli atti di pianificazione, disciplinati dalla legislazione regionale, che siano volti a tutelare il territorio ovvero a regolarne l'uso ed i processi di trasformazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Approfitto di questo breve intervento all'inizio della discussione sull'articolato e quindi sugli emendamenti per ricordare che l'Italia dei Valori, così come altri Gruppi di opposizione, ha presentato numerosi emendamenti a questo disegno di legge. La finalità, qual è? È semplice.
Noi, nell'interesse della Giunta, nell'interesse della maggioranza e nell'interesse delle forze politiche che la sostengono, desideriamo che non passi il messaggio che dietro questo desiderio, questa impostazione e questa filosofia di deburocratizzazione vi sia una nascosta (più o meno) volontà di creare condizioni da Far West urbanistico.
E perché noi abbiamo interesse affinché questo non passi? Perch rispetto a questo messaggio, che potrebbe sembrare un messaggio a favore e a vantaggio della Giunta e delle forze di maggioranza, di fronte a un'opinione pubblica che oggi tende a fare di tutta l'erba un fascio, tutti noi amministratori, tutti noi politici, tutti noi eletti, abbiamo direttamente o indirettamente - una responsabilità.
Devo anche dire - in modo che si sappia pubblicamente, non si tratta di colloqui segreti - che l'altro giorno ho già incontrato l'Assessore Cavallera, il quale mi ha dedicato tutto il tempo necessario per discutere degli emendamenti; ovviamente si è riservato di dare una risposta e attendo da lui segnali di apertura, di adesione, di condivisione o meno. È ovvio che da questo dipenderà una concreta soddisfazione o meno rispetto ai nostri desiderata, che non sono desiderata soggettivi, ma sono desiderata nell'interesse della collettività, insomma da questo dipenderà il nostro atteggiamento e il nostro comportamento.
Concludo dicendo che ovviamente, probabilmente e sinceramente questo primo emendamento è da considerarsi un emendamento di ostruzionismo, ma rientra in quel tipo di ostruzionismo con l'impostazione che ho voluto in pochi secondi illustrare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Un po' all'ultimo momento ho cofirmato volentieri l'emendamento n. 1) del Capogruppo Buquicchio.
Mi unisco in parte a quanto è stato detto. C'è quasi la sensazione che con questo tipo di modifica di legge sulle regole urbanistiche del nostro territorio regionale si voglia, in qualche modo, sancire alcune distorsioni verificatesi in passato in vari territori.
Già nella discussione generale, sia io sia il Capogruppo Bono, anche in qualità di relatore di minoranza, abbiamo evidenziato, pur nei tempi un po' rispetti per questo tipo di dichiarazioni e di interventi, alcune problematicità.
Tale sostituzione integrale, con questo emendamento, dell'articolo 1, è sicuramente una proposta di merito, perché ci sono alcuni punti importanti che andrebbero davvero inseriti e valutati molto bene, ma è anche uno strumento per trasmettere all'Aula, alla Presidenza e, ovviamente e soprattutto, all'Assessore, quale firmatario di questo disegno di legge, la volontà di un lavoro in Aula che sia collaborativo, ma con punti fermi da parte del nostro Gruppo e alcuni punti condivisi con altri Gruppi consiliari.
Mano a mano che andremo ad analizzare gli emendamenti, ci sarà tempo per entrare nel merito ed anche effettuare piccole disquisizioni ed illustrazioni di quelle che sono davvero delle situazioni poco felici all'interno del territorio regionale, che corrispondono ad analoghe che si verificano anche nel territorio di altre regioni, ma che giustamente abbiamo la responsabilità di valutare molto bene, per limitare anzich facilitare, ai fini di una tutela del territorio.
Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie.
Il Gruppo Federazione della Sinistra ha sottoscritto il primo emendamento del Consigliere Buquicchio, in ragione del fatto che abbiamo già espresso, nella discussione generale, la sensazione che questa sia una legge apparentemente confermativa, dal punto di vista delle finalità generali che all'articolo 1 non vengono modificate (ed è esattamente sull'articolo 1 che il collega ha presentato i propri indirizzi), ma che poi, a nostro modo di vedere, nell'articolazione operativa riconduce ridimensiona, e qualche volta tradisce, le finalità della legge stessa.
In modo particolare, ciò che a noi premeva sottolineare con l'adesione a questo emendamento, è uno degli aspetti che caratterizzeranno invece alcuni profili dei nostri emendamenti, sia all'artico 1 sia all'articolo 2 laddove fosse dato di intervenire anche sull'articolo 1, che non reca modifiche da parte della Giunta, e dell'aspetto relativo alla partecipazione.
In modo particolare, riteniamo che diversi strumenti di coinvolgimento nella pianificazione, contemplati in maniera eccessiva e non motivata, dal punto di vista della semplificazione formale, nel disegno di legge della Giunta, escludano la partecipazione dei cittadini.
Lo strumento della pubblicità dello svolgimento delle procedure è per noi questione fondamentale. Non si tratta solo di una questione connessa ai temi della democrazia, ma è connessa ai temi della trasparenza.
Per questo motivo, quindi, ci riconosciamo nei profili di indirizzo e generali che il Consigliere Buquicchio ha voluto arricchire con questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie.
Solo per illustrare, all'inizio della discussione sul provvedimento quale sarà il nostro atteggiamento.
Credo che occorra approvare un testo sulla materia, e su questo argomento e su questo disegno ci sono anche tante cose positive, come ho spesso sottolineato in Commissione, ma ci sono alcuni nodi da sciogliere che ci permetteremo di affrontare anche attraverso una modalità ostruzionistica. Annuncio che ho firmato e sto firmando tutti gli emendamenti e, come relatore di minoranza, ne presenteremo altri, con l'unico obiettivo di definire quel confronto, gia aperto in Commissione, ma che alla fine non ha prodotto risultati soddisfatti.
Ovviamente ci sono emendamenti di merito e tutte quante le forze di opposizione si ritrovano abbastanza su quegli emendamenti, ma il nodo è soprattutto legato alle varianti parziali.
Ovviamente, se l'Assessore renderà disponibile un confronto sul merito e sugli emendamenti, cambierà la modalità e l'atteggiamento con cui si discuterà questo provvedimento, con la miriadi di emendamenti ostruzionistici presentati.
Credo sia una legge importante e fondamentale, ma prima di approvarla bisogna trovare il modo affinché questo provvedimento sia il più condiviso possibile, perché credo sia anche legittimo trovare il modo di approvare un emendamento che possa veder coinvolti la stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Stara.
Emendamento rubricato n. 614) Presentato dai Consiglieri Reschigna, Motta Angela, Stara, Pentenero, Lepri, Muliere, Ronzani, Gariglio e Taricco: Art. 01 (Sostituzione dell'articolo 1 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) 1. L'articolo 1 della l.r. n. 56/1977 è sostituito dal seguente: "Art. 1 (Finalità della legge) 1. La Regione Piemonte stabilisce, con la presente legge, le regole fondamentali per il governo integrato del territorio regionale, a cui concorrono province, città metropolitana, comuni, unioni di comuni e associazioni tra comuni, secondo le competenze e l'autonomia proprie di ciascun ente, dei rispettivi piani e atti di programmazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con quest'emendamento vogliamo inserire il principio della cooperazione tra soggetti istituzionali all'interno della nostra Regione, sulle politiche che attengono la gestione del territorio.
Non solo perché con la riforma al Titolo V della Costituzione è cambiato profondamente il ruolo della Regione, che non può essere un ruolo controllo sugli atti dei Comuni, ma anche perché, se funzione il sistema articolato sui tre livelli - il piano territoriale regionale, il piano territoriale coordinamento provinciale e la pianificazione locale - e se il problema che ci si deve porre è quello della coerenza tra gli strumenti di pianificazione nei tre livelli, occorre affermare, all'interno dei principi fondamentali di questa legge, che il governo del territorio si fonda su un principio di collaborazione da parte dei tre livelli istituzionali, che è il principio di collaborazione che ha dato atto e ha fatto scaturire, prima con la legge sulle sperimentazioni sulle varianti strutturali la conferenza di copianificazione e, dentro questo disegno di legge, l'estensione del ruolo delle conferenze di copianificazione anche alla fase di esame di approvazione da parte dei piani regolatori.
Non è più il tempo di immaginare che i rapporti si configurino e si strutturino sul piano del controllo, quanto piuttosto su quello della condivisione degli obiettivi che una corretta pianificazione deve porsi e della responsabilità di tutti i livelli al fine del raggiungimento di questi obiettivi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
L'emendamento è nello stesso tempo semplice, ma importante, perch stabilisce un principio - io credo e noi crediamo - fondamentale, cioè quello della collaborazione e del coordinamento da parte degli Enti territoriali, a cominciare dalla nostra Regione e, a scendere, fino alle Unioni dei Comuni.
Questa collaborazione diventa importante, tanto più che stiamo parlando del governo del territorio, e stabilire delle regole diventa fondamentale ma diventa altrettanto fondamentale riuscire a gestire queste regole in collaborazione.
Del resto, come ricordava anche il Capogruppo Reschigna, siamo in presenza di piani territoriali, a cominciare da quello della Regione, ma poi ci sono quelli delle Province, che ormai credo quasi tutte si sono dotate del loro piano territoriale. Quindi, l'integrazione, il coordinamento, la collaborazione, io direi, tra i diversi Enti del nostro territorio diventa importantissimo.
Credo sia davvero importante stabilire, all'interno dei principi fondamentali di questa legge, quello della collaborazione e della condivisione delle regole insieme agli altri enti presenti sul nostro territorio.
Pertanto, ci auguriamo che l'Assessore dia un giudizio positivo su questo nostro emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'emendamento che proponiamo è un emendamento all'interno di un pacchetto di emendamenti che hanno come obiettivo quello di introdurre una chiarificazione e una semplificazione di ruolo e funzione della Regione nei confronti del tema più complessivo della pianificazione territoriale.
L'idea che sta dietro a questi nostri emendamenti è che la Regione è chiamata a un proprio ruolo di pianificazione, ma nel rispetto del ruolo che hanno altri Enti e delle responsabilità che ciascuno di essi è chiamato a mettere in campo.
Abbiamo già avuto occasione di dirlo in Commissione nei vari passaggi e riflessioni di fondo che abbiamo introdotto: noi crediamo che la motivazione di fondo che soggiace alla necessità di questa norma sia quella di chiarire bene gli ambiti nei quali è necessario mantenere una programmazione, un progetto di gestione del territorio stabile nel tempo in modo che le tutele, i rispetti e le necessità di cui queste porzioni di territorio abbisognano siano garantite nel tempo. Invece, vi è una serie di altri ambiti nei quali le modificazioni del contesto sociale delle situazioni vissute dai vari territori e dalle varie comunità necessitano di un adeguamento ai bisogni del territorio che avvenga, sostanzialmente, in tempi congrui.
Da questo punto di vista, crediamo che l'ambizione di questa norma sia quella di coniugare, da una parte, il rispetto del ruolo e della funzione che ciascun ente, nelle proprie competenze e nei propri ambiti, deve poter svolgere e, dall'altra, il fatto che debba poterlo fare in tempi adeguati alle esigenze che ci sono e in un sufficiente quadro di trasparenza e di chiarezza nel processo decisionale.
Con quest'emendamento e con gli emendamenti che seguiranno tendiamo a tradurre nel concreto questo tipo di principi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola al Consigliere Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Ci accingiamo alla discussione di una legge importante, una legge fondamentale per il governo del territorio, che implica sviluppo e anche condivisione fondamentale con i soggetti che compongono la nostra Regione.
Il senso delle parole all'interno della legge non è assolutamente banale, ma ha un proprio significato e una propria indicazione rispetto alla filosofia della legge che stiamo discutendo.
Allora, crediamo che, modificando il concetto della finalità della legge cercando di renderla più armonico rispetto a quello che è il nostro concetto di una legge di pianificazione territoriale e di governo del territorio, sia assolutamente importante parlare di governo integrato del territorio regionale, così come immaginare che lo strumento di legge sia uno strumento di legge che veda il coinvolgimento delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni, delle Unioni dei Comuni e delle associazioni dei Comuni, secondo quelle che sono le proprie competenze.
Siamo anche di fronte ad un momento in cui ci sarà, come dire, uno stravolgimento, all'interno del quale gli Enti territoriali dovranno rivedere la propria organizzazione.
A maggior ragione, in una legge che prevede il governo del territorio si deve tenere in considerazione una partecipazione diretta alla gestione del territorio stesso, quindi la riscrittura del primo articolo è per noi un elemento assolutamente fondamentale. Ci auguriamo che lo spirito con il quale intendiamo affrontare la legge sia accettato e condiviso e quindi possa essere modificata a partire dal suo primo articolo, cioè dalle finalità della legge stessa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
C'è stato un principio che negli anni passati sembrava, anche parlando ai cittadini, avere senso nel nostro Paese, ed era il principio di sussidiarietà, cioè il principio secondo cui le cose dovessero essere fatte dall'organismo che era più vicino ai cittadini. E l'organismo politico l'organizzazione politica e tecnica in quel caso più vicina ai cittadini nella storia dell'Europa e anche nella storia del nostro Paese, è sempre stato il Comune.
I cittadini, soprattutto da quando c'è stata l'elezione diretta del Sindaco, hanno riconosciuto in questo Ente il loro punto di riferimento per le cose piccole, dall'illuminazione della strada e alla buca nella strada e per le cose più grandi, il progetto di sviluppo delle comunità e il futuro delle famiglie che in quelle comunità hanno scelto di vivere.
Questo aspetto, rispetto alle questioni urbanistiche, qualche problema lo ha presentato, ma abbiamo tempo, da adesso fino a settembre, per discutere di queste questioni urbanistiche all'interno della legge della quale stiamo discutendo. Tuttavia, il Comune ha rappresentato davvero un punto di riferimento importante per le comunità.
Oggi, dicevo, lo Stato sembra riacquistare (poi parleremo delle Regioni nel tempo che abbiamo) un'assoluta centralità rispetto alle Regioni e alle Province, sulle quali non si sa bene che cosa succederà, e anche rispetto ai Comuni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 469) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977 le parole "il controllo" sono sostituite con le seguenti: "la limitazione".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il mio Gruppo consiliare ha presentato una serie di emendamenti all'articolo 1 dell'attuale legge regionale sull'urbanistica, poiché alcuni punti di questa legge del 1977, che per alcuni versi ha anticipato molte esigenze e tendenze dell'urbanistica, a distanza di 35 anni necessita di un aggiornamento riguardante le sopravvenute esigenze e tendenze dell'urbanistica, anche culturali e sociali.
Una di queste nuove esigenze è sicuramente il mero rispetto del suolo a la limitazione dell'uso dello stesso. Pertanto, se nel testo originale della legge 56 si parlava di controllo dell'uso del suolo, noi riteniamo che tale concetto debba essere rafforzato, ampliato e fortificato sostituendo il mero controllo con una limitazione.
Infatti, il mero controllo può voler dire, come sta accadendo oggi, con l'Osservatorio sul consumo del suolo, redigere splendidi documenti che indicano quanti ettari e metri quadrati di terreno sono consumati ogni giorno, ogni mese e ogni anno, in provincia di Torino e nelle altre province piemontesi, però non dà una cogenza sulla limitazione dello stesso. Pertanto, si individua un fenomeno, lo si giudica negativamente secondo i principi della legge stessa, ma non s'interviene per limitarlo n per favorirlo né per apportare qualche altro tipo di modificazione qualitativa e quantitativa.
Noi riteniamo, invece, che nelle finalità debba essere scritto, ben preciso, il dato della sua limitazione, pertanto si fa un'analisi, si studia la situazione attuale, si fotografa l'esistente (ad oggi o a ieri perché non si può avere la situazione in tempo reale, soprattutto per la mole di dati che vengono raccolti) e si stabilisce come, in base a tutto questo, limitare l'uso del suolo.
Ritengo che questa sarà la sfida dell'urbanistica del XXI secolo checché ne vogliano la Giunta Cota e l'Assessore Cavallera, perché questo principio dovrà trovare una sua scrittura, una sua giustificazione, negli anni che verranno.
Non si può andare avanti in questo modo, con Piani regolatori che comportano un aumento del consumo del suolo senza una correlata esigenza che sia residenziale, commerciale, turistica o produttiva.
Poiché l'Italia è un Paese che non ha crescita demografica n produttiva, questi due principi vanno l'uno contro l'altro.
Chiediamo, pertanto, fortemente che nelle finalità sia inserito il concetto della limitazione, insieme al controllo dell'uso del suolo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Con questo primo emendamento inizia una serie di richieste di modifica da parte del Movimento 5 Stelle, rispetto alla ridefinizione di alcuni termini che sono sì formali, ma anche sostanziali.
Come ha già accennato il Capogruppo Bono, chiediamo l'eventuale sostituzione del termine "controllo" con il termine "limitazione". Ricordo che una limitazione non significa assolutamente blocco o stop totale, ma vuole semplicemente concettualizzare l'esigenza di molti cittadini associazioni e movimenti che stanno aumentando la loro consapevolezza dei danni subiti nei territori di appartenenza.
una scelta, un passo coraggioso che suggeriamo sommessamente a quest'Amministrazione, per recepire - e mi riallaccio ad alcuni discorsi sostenuti dalla collega Artesio - quindi dare piena attivazione, fin dall'inizio, fin dalla scrittura del primo articolo, alla loro partecipazione, pertanto il recepimento di istanze condivise, che chiedono di evitare quegli scempi o situazioni drammatiche che si sono verificate sul territorio regionale, ma anche in tutto il Paese.
Ovviamente, avendo competenza sul territorio piemontese, legiferiamo riguardo al territorio di nostra competenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 470) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, la parola "uso" è sostituita dalla parola "consumo".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo prodotto, più che un'unica riscrittura dell'articolo 1 della legge n. 56, una serie di emendamenti che vanno a modificare ed inserire le esigenze che dovrebbe avere un rinnovato testo di urbanistica.
Pertanto, sempre concentrandoci sull'articolo 1, primo comma, laddove stabilisce che la Regione esercita la tutela ed il controllo dell'uso del suolo, oltre a proporre di sostituire la parola "controllo" con "limitazione", chiediamo di sostituire la parola "uso" con "consumo".
vero che l'uso del suolo potrebbe essere visto più genericamente e in generale per definire tutti gli usi che si possono fare del suolo, ma oggi siamo di fronte ad un fenomeno di consumo del suolo che non è solo politico ed urbanistico, ma anche sociale e sociologico, quindi anche culturale.
Spesso - come ho dichiarato nel dibattito generale - i Sindaci parlano della limitazione del consumo del suolo ai loro cittadini, magari a quelli che sono un po' più attenti al consumo del suolo, all'ambiente, al paesaggio, alla cementificazione, però poi, se permettono la costruzione di una villetta o di una casa bifamiliare, magari con la stradina privata sono tutti contenti.
Ritengo che un Sindaco debba avere una responsabilità particolare, che dia la possibilità di essere l'attore principale della pianificazione urbanistica, ma che non possa derogare dai vincoli presenti nella legge regionale.
Questo, non per controllare o fare i gendarmi dei Sindaci, ma per fare in modo che, all'interno di quelle sensibilità diverse che possono essere espresse dai 1.206 Sindaci dei Comuni piemontesi, ci siano delle norme delle finalità, dei principi ben enucleati in una legge regionale che spieghi che il consumo del suolo è una problematica seria dell'Italia del 2012 e del XXI secolo; non solo dell'Italia ma di tutti gli altri Paesi.
Infatti, se non sbaglio, il consumo di suolo oramai è salito sopra l'8 dei 300.000 chilometri quadrati del territorio italiano, ma dobbiamo andare a considerare che, di questo, un 20-30% è montuoso e che le aree libere sono, alla fine, molte meno di quelle che possiamo pensare. In definitiva la reale cementificazione è molto superiore.
Per questo chiediamo la sostituzione della parola "uso" con la parola "consumo", proprio per specificare questa problematica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Impiego due minuti per fare due osservazioni, di circa un minuto ciascuna.
La prima riguarda l'obiezione da parte della Giunta, fatta sia in Commissione sia in altre occasioni, relativamente alla norma costituzionale del Titolo V che, da parte di chi ha questa visione restrittiva impedirebbe di fatto ad Enti sovraordinati di entrare nella regolamentazione specifica di merito delle scelte dei Comuni. Noi riteniamo e su questo sto lavorando per raccogliere diversi pareri, perch ovviamente non mi posso e non mi voglio accontentare di uno - che su questo argomento ci siano diverse interpretazioni e quindi questo sarà un tema di discussione in questo dibattito, che presumo lungo.
L'altra considerazione riguarda appunto il consumo del suolo. Come diceva il Consigliere Bono, cioè, c'è sempre stata questa tendenza, con una complicità da parte delle Amministrazioni, che hanno visto spesso negli oneri di urbanizzazione una fonte di introito certa, sicura e spesso insostituibile. Da questo, però, nasce una domanda e la risposta che dar dovrebbe far riflettere tutti: quali imprese hanno interesse a costruire nell'ambito di un mercato bloccato? Solo coloro che hanno necessità di riciclare il cosiddetto denaro sporco.
su questo che dobbiamo aprire gli occhi e non farlo significa rendersi conniventi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come l'emendamento precedente, anche questo chiede la sostituzione di un termine e concettualmente è piuttosto giustificabile proprio dal fatto che - come detto prima e com'è visibile da dati, libri, giornali e blog on line - tutti i colleghi possono verificare che il consumo ha raggiunto davvero livelli non più sostenibili; ovviamente "sostenibili" è una definizione che può essere varia e a volte anche soggettiva, ma davvero ci sono degli esempi molto critici.
Uso e consumo: il consumo - concettualmente e anche secondo la definizione - comporta il fatto che l'oggetto dell'azione venga a mano a mano utilizzato e non ci sia una possibilità di ripristino; l'uso è invece l'azione che comporta l'utilizzo di un certo oggetto, di un certo bene prevedendone in qualche modo ancora una possibilità di utilizzo successivo.
Ovviamente, il consumo che più ci preoccupa in questo caso è quello del suolo buono, che può avere finalità soprattutto agricola. Proprio in questo campo il concetto di consumo è molto più importante e rimanda ad una definizione più precisa.
Proprio ieri abbiamo parlato di questi concetti, anche in III Commissione, per quanto riguarda le nuove linee che andremo ad analizzare rispetto all'insediamento delle grandi superfici commerciali e credo che l'analisi fatta a partire da ieri possa costituire un ragionamento che rientra assolutamente in alcune richieste di modifica che andremo a fare via a via, compresa questa contenuta nell'emendamento n. 470). Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 471) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: Al comma 1 dell'art. 1 della l.r. n. 56/77 dopo le parole "uso del suolo" si aggiungono le parole "con obiettivo il consumo zero".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Proseguiamo nella serie di emendamenti, sempre per andare a specificare meglio le esigenze che noi sentiamo politicamente e culturalmente e che vorremmo aggiungere alle finalità di cui all'articolo 1 della l.r. 56/1977 che ad oggi non è stata toccata dalla proposta di riforma dell'Assessore Cavallera e quindi, collegialmente, della Giunta Cota.
Proprio per il fatto che non abbiamo inteso presentare un articolo unico di riscrittura dell'articolo 1, abbiamo presentato degli emendamenti che sono anche alternativi e complementari uno con l'altro. Qualora quindi, non passasse l'emendamento precedente - ovviamente posso ipotizzare che non passi -, che cambiava l'espressione "uso del suolo" con quella "consumo del suolo", e quindi rimanesse come dicitura solo il controllo dell'uso del suolo, noi chiederemmo comunque di aggiungere le parole "con obiettivo il consumo zero".
Esattamente come esiste la dicitura "rifiuti zero" ed esiste l'espressione "stop al consumo del territorio", si può trasformare quest'ultima definizione in "obiettivo consumo zero". Ovviamente si tratta di un obiettivo: non vuol dire arrivare a consumare zero suolo, perché ci rendiamo conto che scrivere questo nero su bianco in una legge creerebbe ad oggi, delle complicazioni. Si può pensare, però, ad un obiettivo, senza neanche darci delle scadenze temporali; perché, per esempio, l'obiettivo europeo dei rifiuti zero è al 2020 e serve ai Paesi membri, e a quelli che parteciperanno anche negli anni successivi all'Unione Europea, a mettere in atto delle scelte politiche di programmazione a livello nazionale e poi di pianificazione a livello locale, per far sì di arrivare a questo obiettivo.
Mettere la dicitura "obiettivo consumo zero" ci dà una finalità di ampio respiro, con una scadenza a medio-lungo termine, ma che permette a quei Sindaci - nell'arco di quelle diverse sensibilità di cui si fanno portatori i rappresentanti dei cittadini a livello locale - di poter avere una norma cui appigliarsi nel caso in cui, appunto, si abbiano magari delle contrapposizioni tra esigenze private o privatistiche - anche qualcuna di quelle citate dal collega Buquicchio - e le esigenze di pianificazione del territorio a livello comunale.
Gli Amministratori potrebbero dunque dire: bene, io ho l'aggancio della legge regionale, che appunto parla di controllo dell'uso del suolo, per con "obiettivo consumo zero". Si controlla e si verifica, quindi, l'uso del suolo, mettendo però nero su bianco che c'è un obiettivo a cui tendere senza una data precisa, che è quello del consumo zero.
Questo, dunque, può essere un principio che si può - anzi, che secondo noi si deve - inserire nell'articolo 1. Ricordo sempre che nella proposta dell'Assessore Cavallera all'articolo 11 c'è il riferimento al contenimento del consumo dei suoli (comma 3, lettera e)); inserire però questo concetto all'articolo 11 è troppo tardi: dev'essere contenuto nell'articolo 1.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Per concludere il ragionamento iniziato prima, abbiamo sentito direttamente dall'Assessore Casoni, ieri, in sede di Commissione annunciare questa volontà di nuove linee guida per quanto riguarda l'insediamento di grandi superfici commerciali. Tale proposito è senz'altro collegato al concetto che intendiamo esprimere attraverso questi emendamenti.
Sempre ieri, ho sentito anche alcuni colleghi della maggioranza condividere la volontà di ridurre drasticamente, o addirittura di azzerare il consumo legato al suolo agricolo. Per quanto siano discorsi semplicistici, ma comunque concreti, è chiaro che il sostentamento del genere umano, quindi anche dei cittadini italiani e piemontesi, deriva direttamente dalla disponibilità di suolo agricolo.
In questo emendamento si chiede di aggiungere, dopo la definizione di controllo dell'uso, un obiettivo preciso (non sono state inserite scadenze temporali) che sancirebbe, se approvato, questa volontà che si sta consolidando come sentimento generale non solo nei cittadini - è percepibile nelle idee e nelle discussioni della popolazione - ma anche e per fortuna in molti Amministratori a tutti i livelli.
L'obiettivo "consumo zero" non comporta alcun tipo di obbligo, se non il fatto di impegnare davvero, con successive deliberazioni, azioni o atti legislativi e quant'altro possa essere di competenza della Regione, a dar seguito a limitazioni mano a mano crescenti che possano portare a questo tipo di situazione, che riteniamo ottimale e da attuare il più presto possibile. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 472) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977 dopo "produttivi" si aggiunge "commerciali e turistico-ricettivi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo ancora nell'ambito dell'analisi di alcune richieste emendative relative al primo capoverso dell'articolo 1 della legge 56/1977, tuttora vigente.
Con quest'emendamento chiediamo di specificare meglio gli interventi di conservazione e di trasformazione del territorio. Nel testo attuale infatti, sono specificati gli scopi insediativi, residenziali e produttivi.
Con questo emendamento chiederemmo di aggiungere anche "commerciali e turistico-ricettivi".
A nostro avviso, nella legge regionale di pianificazione urbanistica vanno inseriti tutti quelli che sono gli scopi insediativi. In effetti, non capiamo come mai si era deciso, nel 1977, di inserire solo gli scopi insediativi, residenziali e produttivi, come definizione. Ad oggi, per anche negli altri articoli della legge n. 56 sono ben specificati: in particolare, negli articoli 15, 16 e 17, che riguardano le varianti generali, strutturali e parziali, si parla di usi o di scopi insediativi commerciali e turistico-ricettivi, quindi fanno parte del novero degli scopi di insediativi. In questo caso, chiederemmo di inserire anche questi affinché siano presenti all'interno del testo di legge.
Sembrerebbe quasi che venissero espunti dalla tutela e dal controllo dell'uso del suolo gli insediamenti a fini commerciali. Invece, come ha ben puntualizzato il collega Biolé, la Giunta presta molta attenzione su questo tema. L'Assessore Casoni, che tra l'altro oggi ci allieta della sua presenza, è molto attento alla tematica relativa alla limitazione della proliferazione degli spazi commerciali e dei grandi centri commerciali nella nostra Regione, perché oggi, francamente, non solo si registra un elevato consumo di suolo per quanto riguarda la creazione di grandi centri commerciali, ma anche un consumo di spazio commerciale, nel senso che i piccoli negozi, soprattutto quelli dei centri cittadini, stanno morendo e l'Assessore Casoni lo sa benissimo, posto che è un Assessore attento alle esigenze del territorio.
Anche dalle grandi città, quindi dai capoluoghi di Provincia pervengono notizie preoccupanti di continue serrate (non per scioperi sindacali o quant'altro) di negozi che non riescono a sostenere il peso della concorrenza coi grandi centri commerciali (naturalmente non faccio nomi, ma conosciamo tutti i grandi centri commerciali presenti in Piemonte!).
Con questo emendamento, quindi, chiederemmo di inserire, all'interno delle finalità dell'articolo 1, anche il controllo dell'uso del suolo per gli scopi commerciali, turistico-ricettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che cade a fagiolo rispetto al discorso precedente.
Chiaramente, conosciamo l'iter che ha portato, nel 1977, alla stesura e alla definizione della legge del n. 56. Probabilmente, 35 anni fa alcuni aspetti non sono stati contemplati, ovviamente per ragioni contingenti di quel contesto temporale.
Come dicevo, cade veramente a fagiolo il fatto che si richieda, con questo emendamento, un'aggiunta rispetto a quelle che sono le indicazioni del comma 1, dell'articolo 1 della legge attualmente in vigore.
Laddove si parla di tutela e di controllo dell'uso del suolo e di interventi di conservazione e trasformazione del territorio a scopi insediativi, residenziali e produttivi, si chiede l'aggiunta di "commerciali e turistico-ricettivi".
Ancora una volta richiamo l'illustrazione che c'é stata ieri rispetto a questa moratoria, che è stata prorogata di quattro mesi e che quindi permetterà alla Commissione e poi all'Aula di valutare la stesura delle linee guida di cui già disponiamo come Consiglieri, quindi la delibera che andrà poi a ridefinire i criteri.
Parallelamente, essendo in discussione questa modifica alla legge urbanistica, crediamo che possa essere assolutamente logico e ragionevole inserire queste altre due accezioni rispetto a quelli che sono gli scopi di uso del suolo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 473) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: Al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 1) si sostituisce "e della cultura urbanistica" con le seguenti parole "e del rispetto del suolo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento superiamo il primo capoverso del comma 1 dell'articolo 1. Tra le finalità elencate, al punto 1) troviamo: "la crescita della sensibilità e delle cultura urbanistica delle comunità locali".
Facendo sempre appello all'attenzione dell'Assessore Cavallera, andando a specificare che questa prima serie di emendamenti di tutti i Gruppi sono delle specificità e delle esigenze ben sentite, quindi non assolutamente a fini ostruzionistici, ma proprio per riscrivere questo articolo 1 che non è stato toccato, forse volutamente.
Su questo primo comma vorremmo sostituire la locuzione "della cultura urbanistica" con "del rispetto del suolo", perché sono due concetti diversi. Cambia l'asse intorno al quale si muove tutta l'urbanistica perché un conto è dire che la Regione si impegna a far crescere la sensibilità e la cultura urbanistica, un conto è dire che si impegna a far crescere la sensibilità e il rispetto del suolo.
Il principio della cultura urbanistica può essere bellissimo e molto interessante. Tra l'altro, vorrei capire come e che cosa ha fatto la Regione in 35 anni per fare crescere la cultura urbanistica dei propri cittadini, perché francamente l'urbanistica è una materia complessa. Nel senso che bisogna spiegare ai Comuni come funzionano i piani regolatori, ma l'urbanistica è una materia complessa anche per gli stessi amministratori.
Assessore, lei lo sa bene, nel senso che spesso anche gli amministratori locali fanno fatica a vedere l'insieme della pianificazione urbanistica e l'insieme del proprio territorio con quello dei Comuni limitrofi.
difficile avere una visione a 360 gradi anche per le trasformazioni future, per gli sviluppi demografici, per gli sviluppi degli insediamenti produttivi, commerciali e turistico-ricettivi e quindi avere una visione a lungo termine, visto che la politica ci ha abituati ad avere una visione rispetto alla prossima rielezione.
Sostituire con "del rispetto del suolo" potrebbe veramente dare un viatico a questo primo articolo, per far sì che possa dare dei frutti e che possa anche essere controllato, perché la sensibilità e il rispetto del suolo è un qualcosa che può essere misurato, nel senso che oggi, al di là delle tendenze green che possono essere sviluppate a fini economico produttivi, c'è una sensibilità maggiore perché i cittadini, dopo trent'anni di cementificazioni e di glorificazione del progresso del cemento, hanno capito che forse è meglio avere dei parchi e dei minimi viali alberati e conservare quel poco che abbiamo di suolo libero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Credo che, come corollario a quello che è stato detto prima, un emendamento del genere aggiunge un concetto che sembra astratto ma che credo sia molto concreto e che si coniughi all'interno di quelle che sono le esperienze di ognuno. Ogni cittadino ha direttamente avuto esperienze negative dal punto di vista del non rispetto del suolo e del contesto territoriale che vive quotidianamente.
Si potrebbero fare molte disquisizioni anche di carattere antropologico su come tutte le società, a partire dal lontano passato sino ad arrivare ai giorni nostri, considerano il bene da cui proviene il benessere sia dal punto di vista alimentare sia dal punto di vista della qualità della vita che è il suolo.
Rispetto quindi di tipo diretto a una soggezione che dovrebbe esserci ogni tanto perché viene devastata una parte del suolo, ma rispetto anche dal punto di vista scientifico, quindi rispetto di tutta quella parte superficiale del suolo che, per la maggiore parte, è composta percentualmente dalle sostanze utili per la vita umana e per la vita animale, il che molte volte viene dimenticato.
Infatti, spesso succede che alcuni settori dello sviluppo delle costruzioni e della cementificazione non tengono in considerazione il fatto che, una volta perse alcune di queste sostanze, molto difficilmente potranno essere sostituite. Qui ritorno al concetto della differenza tra uso e consumo.
Dal nostro punto di vista è ragionevole la richiesta di inserire questo tipo di concettualità che responsabilizza il cittadino, ma se partisse dall'Amministrazione regionale farebbe capire come ci sia una certa lungimiranza da parte di chi va a legiferare anche in questa materia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 474) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 2) dopo "economici" si inserisce "ed ambientali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo al numero 2) del comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1997 e chiederemmo in questo caso di aggiungere, alla fine della frase che tra le finalità include "la conoscenza del territorio e degli insediamenti in tutti gli aspetti fisici, storici, sociali ed economici", le parole "ed ambientali".
Mi sembra una richiesta di buonsenso, in quanto il territorio tendenzialmente non è solo il territorio antropizzato, poiché il territorio esiste anche a prescindere dalla antropizzazione e dalla presenza dell'essere umano.
Quindi, visto che il territorio si definisce in urbanistica come l'insieme degli aspetti naturali - in inglese si direbbe "Commons", cioè i beni comuni - e delle modificazioni apportate dall'uomo, dimenticarci degli aspetti ambientali è una grave mancanza.
Poi non so se s'intenda con tutti gli aspetti ambientali e paesaggistici, ma per me, che voglio anche rappresentare quella che potrebbe essere un'aspettativa condivisa da una larga maggioranza della popolazione, credo che potrebbe essere meglio definito il concetto inserendo "ambientali", perché la parola "fisici", ad oggi, forse non ha più quel senso e quel significato che forse aveva nel 1977. Tra l'altro nel 1977 non c'ero ancora e quindi posso solo fare ipotesi.
Quindi, sicuramente la parola "ambientali" è fondamentale da aggiungere nelle finalità per conoscenza del territorio.
Secondo me, il territorio dovrebbe essere addirittura il primo aspetto da conoscere. È vero che parliamo di città e di piani regolatori, ma comunque escluse le città come capoluogo di Provincia o capoluogo di Regione, che in effetti sono fortemente antropizzate. Se andiamo in uno qualunque dei 1.206 Comuni piemontesi, la conoscenza del territorio significa conoscere le colline, le montagne, i laghi e i fiumi, quindi conoscere l'orografia e conoscere la geografia del territorio.
Per quanto riguarda la definizione degli insediamenti, questi insediamenti, come ho detto prima, hanno anche degli aspetti magari di contrasto o magari di realizzazione rispetto a quelli che sono gli aspetti ambientali, con cui le antropizzazioni hanno delle relazioni che devono essere inserite nella conoscenza del territorio e degli insediamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Richiamo quanto detto precedentemente: tutti i concetti espressi 35 anni fa nella legge regionale n. 56 hanno subito nel tempo delle modifiche (più di trenta).
Come espresso in sede di discussione generale, ritenendo importante dare un segnale circa la volontà di aggiornamento concettuale, ma anche nei termini di questa legge, che, peraltro, ha rappresentato una pietra miliare nella legislazione regionale - l'urbanistica è un settore che ha assunto sempre più importanza - gli inserimenti e le piccole modifiche proposte nei passati emendamenti proseguono anche con questo.
Dal nostro punto di vista, è accoglibile un'aggiunta che, anche qui può essere solo di concetto, ma è anche sostanziale.
Tra tutte le accezioni elencate all'interno del punto 2), al comma 1 dell'articolo 1 della vigente legge regionale n. 56, è assente un aspetto che intendiamo suggerire, il quale ha caratterizzato gli interventi precedenti e caratterizzerà anche quelli successivi, cioè una grande attenzione nei confronti dell'ambiente.
Anche questo concetto, ovviamente, è definibile in mille modi, a seconda della disciplina attraverso la quale avviene la descrizione.
Lasciandolo in modo spurio e pulito comprende l'intero contesto, quindi la percezione dell'individuo nel contesto in cui vive.
Quindi, chiediamo di manifestare un po' di coraggio per l'inserimento di quest'ulteriore aggiunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 475) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 56/1977, al numero 3) dopo "ambientali" si aggiunge "paesaggistici".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, dopo "ambientali" non poteva mancare la parola "paesaggistici".
Ne abbiamo parlato tanto in Commissione con l'Assessore Cavallera e con i tecnici degli Uffici: in alcuni punti abbiamo trovato la quadra, in altri magari meno. Ovviamente, poi, l'Assessore ci darà una risposta sull'accoglibilità degli emendamenti che sono stati presentati da tutti i Gruppi - ovviamente, non solo dal nostro.
In effetti, riteniamo che se, nelle finalità della legge regionale n.
56, si inserisce "la conoscenza del territorio e degli insediamenti" debbano altresì essere inserite le parole "ai fini paesaggistici", perch comunque, un insediamento ha ricadute paesaggistiche.
Proprio per fare un esempio, ieri siamo andati all'inaugurazione della terrazza - insomma, "terrazzina" - panoramica del cantiere del grattacielo di Torino: quello è un insediamento che avrà una ricaduta paesaggistica notevolissima. Su questo elemento penso che tutti siano concordi.
Poi, si dice che per la continuità amministrativa e la parcella di 22 milioni di Fuksas non si potesse tornare indietro. Però, al di là di questo, la Giunta Cota ha scelto di andare avanti su questo progetto, ma un grattacielo di 209 metri di altezza sullo skyline della città di Torino avrà un impatto notevole. È ovvio che delle mutate condizioni paesaggistiche i torinesi avranno contezza a vista e non ci dovrà essere da parte della Regione un particolare impegno nel portare a conoscenza dei cittadini le rinnovate condizioni paesaggistiche della città di Torino.
Infatti, lo si vedrà da ogni punto di osservazione, da qualunque strada di Torino, esattamente come è avvenuto per l'altro grattacielo, che è un po' più basso (da parte di Intesa-San Paolo c'è stato un po' di pudore nel fare almeno finta che fosse più basso della Mole Antonelliana). Comunque lo si vedrà da tutte le strade. Già adesso il cantiere del grattacielo in piazza San Paolo (che è a metà altezza, forse poco meno) lo si vede praticamente da diversi punti, anche da terra, senza andare a Superga o al Monte dei Cappuccini o da altre parti.
Nonostante questo esempio, ritengo importante inserire nelle finalità della legge le mutate condizioni paesaggistiche, oltre che ambientali, date dagli insediamenti produttivi, commerciali, turistico-ricettivi, perché, al di là di questa che è eclatante, la conoscenza del territorio deve ricomprendere le ricadute paesaggistiche e ambientali degli insediamenti umani.
In questo caso, secondo noi, è un principio che deve essere inserito nelle finalità della legge perché, in effetti, può avere un significato notevole, anche perché - scusate se mi ripeto - al di là dell'esempio eclatante citato, alcune ricadute degli insediamenti produttivi e di altro tipo (umani), sono più sottili e più diffusi sia nello spazio che nel tempo. Quindi, veramente, necessitano di una divulgazione e di uno studio in questo caso, di un'agevolazione da parte della Regione e dei Comuni che ne fanno le veci. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'inserimento al punto 2), comma 1, articolo 1 della legge regionale n.
56 sull'urbanistica, del concetto di ambiente, passando in rassegna i punti indicati all'interno dell'articolo 1, dopo così tanto tempo, rappresenta comunque già un ottimo risultato, perché sicuramente era stata condotta un' analisi molto precisa.
d'obbligo l'aggiunta della parola "paesaggistici" rispetto ai beni pertanto deve leggersi "la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale in genere e in particolar modo dei beni ambientali, paesaggistici e culturali".
un ulteriore completamento, in termini più specifici, di quella che vuole essere una modifica alla legge urbanistica, che è importante ed è ricordata in termini positivi.
Ovviamente, non sappiamo cosa accadrà nelle prossime sedute, ma ci auguriamo l'accoglimento di almeno alcune indicazioni provenienti dai Gruppi di minoranza.
Il Capogruppo Bono citava un determinato episodio legato ad una costruzione specifica.
Invece, per quanto riguarda il territorio che conosco un po' meglio mi viene in mente il bene paesaggistico che, in qualche modo, è stato inciso e, dal punto di vista molto personale, deturpato. Mi riferisco alla collina di Verduno, dove è in costruzione un "coso" enorme, rispetto al quale non abbiamo assolutamente contezza dell'ultimazione, se non da alcune dichiarazioni. Comunque, rimarrà a futura memoria dell'assenza di tutela di questo bene paesaggistico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 258) presentato dai Consiglieri Cerutti e Stara: prima dell'articolo 1 del disegno di legge 153, è aggiunto il seguente: Art. 01 (Modifiche all'art. 1 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) Il punto 4) del comma primo dell'articolo 1 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 è sostituito dal seguente: "4) l'efficace e razionale utilizzazione delle risorse, con interventi prioritari diretti alla riqualificazione delle aree agricole, insediative e infrastrutturali esistenti, per evitare un consumo del suolo immotivato, in un quadro di tutela dell'ambiente, del paesaggio e degli attuali disegni urbanistici ed edilizi delle aree urbane".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Per noi è l'illustrazione del primo emendamento. In questo senso, ne approfittiamo per manifestare la nostra intenzione a portare avanti una discussione seria su questo disegno di legge, in quanto riteniamo che, dopo la discussione in Commissione, questo disegno di legge necessiti ancora di molti cambiamenti.
Ci siamo esercitati non in una compilazione di emendamenti di carattere ostruzionistico, ma abbiamo cercato di entrare nel merito di alcune questioni, di alcune criticità che riteniamo debbano essere modificate proprio per l'importanza di questo disegno di legge.
Partendo da questi primi emendamenti che riguardano l'articolo 1, in realtà abbiamo voluto sottolineare che, se fra le scelte del disegno di legge presentato dalla Giunta c'è stata quella di non andare a modificare l'articolo 1 mantenendone fermi i principi, su alcuni di questi principi vi è invece l'esigenza di entrare maggiormente nel merito.
Visto che ci si dice sempre che il mondo è cambiato e che bisogna tenere conto dei cambiamenti, rispetto alla questione del consumo del suolo e quindi rispetto al punto 4) del comma 1 dell'articolo 1 della legge n.
56/1977, noi pensiamo che, anziché lasciare un riferimento generale nella formulazione originaria in si dice "evitando ogni immotivato consumo del suolo", questo concetto vada maggiormente esplicato.
Considerato che anche da parte dello stesso Vicepresidente Cavallera più volte viene sostenuto come uno degli elementi portanti del disegno di legge è il fatto di non andare verso un ulteriore consumo del suolo proponiamo una formulazione che, a nostro avviso, è più efficace: "l'efficacia e razionale utilizzazione delle risorse con interventi prioritari diretti alla riqualificazione delle aree agricole, insediative e infrastrutturali esistenti per evitare un consumo del suolo immotivato in un quadro di tutela dell'ambiente, del paesaggio e degli attuali disegni urbanistici ed edilizi delle aree urbane".
Ci sembra un modo più efficace per riprendere dei principi già contenuti nella legge originaria, rendendoli ancora più evidenti andando a considerare il fatto che si devono perseguire procedure efficaci, dirette a riqualificare le aree dismesse esistenti, cioè sfruttando il suolo già occupato e non adeguatamente utilizzato.
A nostro avviso, si tratta di un principio fondamentale e quindi, in questo senso, pensiamo che sia importante, nella logica del disegno di legge proposto, riprendere l'articolo 1, ma magari, nel riconfermarlo renderlo ancora più forte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 476) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 4) dopo le parole "delle risorse" si aggiungono le seguenti "subordinatamente con il mantenimento qualitativo e quantitativo del loro livello complessivo" Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo al punto 4) del comma 1 dell'articolo 1, alle parole "la piena e razionale utilizzazione delle risorse, con particolare riferimento alle aree agricole a patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente evitando ogni immotivato consumo del suolo".
Col nostro emendamento, dopo le parole "la piena e razionale utilizzazione delle risorse", chiediamo di aggiungere le parole "subordinatamente al mantenimento qualitativo e quantitativo del loro livello complessivo".
Le risorse devono essere mantenute sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, e questo è un principio ormai riconosciuto a partire dal rapporto Brundtland sullo sviluppo sostenibile del 1987. Devono essere mantenute le condizioni sia in quantità che in qualità delle risorse attualmente disponibili per le generazioni future: questo è il principio della sostenibilità che viene riconosciuto a livello europeo (ma penso anche a livello mondiale), ma che nella pratica non ha un riscontro effettivo nelle politiche sia di programmazione che di pianificazione, non solo dell'urbanistica, ma di tanti altri settori, dalla sanità ai trasporti.
Secondo noi, questo concetto va inserito, altrimenti il punto 4) del comma 1 resta un po' vago, anche perché l'evitare ogni immotivato consumo del suolo è una definizione general generica, nel senso che per me fare 50 villette a schiera in collina, in un'area di dissesto idrogeologico (nel Comune di Alessandria, in Valle San Bartolomeo, nel Comune di Castiglione Torinese o da altre parti), può essere motivato.
Tra l'altro, non si specifica qual è la motivazione, quindi ha ragione il collega Buquicchio che all'inizio diceva come le motivazioni possono essere le più varie: ci possono essere interessi economici e ci possono essere interessi privatistici che configgono con gli interessi pubblici cioè gli interessi della cittadinanza tutta e che sono sanciti nella nostra Costituzione quando dice che l'attività privata è libera, ma ovviamente non può essere in conflitto con quelli che sono gli interessi pubblici.
Quindi, per dare un senso in più a questa definizione general generica dell'immotivato consumo del suolo, a nostro avviso è importante inserire il fatto che le risorse siano trattate in maniera sostenibile, cioè che vengano preservate e mantenute almeno nel loro livello sia qualitativo che quantitativo per le generazioni future.
Se questo concetto non venisse inserito, non vogliamo certo ergerci a censori della legge Astengo, anche perché questo articolo non è stato toccato dalle modifiche dell'Assessore Cavallera, ma proprio perché non è stato toccato, noi crediamo che possa essere oggetto - e l'hanno fatto i Gruppi dell'Italia dei Valori, del Partito Democratico, di Sinistra Ecologia Libertà, ecc. - di emendamenti in senso migliorativo, con proposte che vadano a perfezionare quello che era sicuramente un testo già molto buono.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Continuano i suggerimenti dati dai nostri emendamenti per una chiusura e una redazione più puntuale e completa dell'articolo 1 della legge urbanistica. Ricordo ulteriormente che le variazioni e le richieste di modifiche che sono state in qualche modo portate avanti in Commissione per certi versi, non ci trovano assolutamente d'accordo e quindi ci sarà poi tutto il tempo di richiedere eventuali modifiche ulteriori o di tornare indietro su alcuni punti che non ci sembrano consoni.
Gli interventi che hanno preceduto il presente fungono ovviamente da introduzione per quelle che saranno le enunciazioni dei concetti che ci lasciano perplessi e ovviamente la sottolineatura di quelle che invece dovrebbero essere le azioni da prevedere all'interno di una modifica di legge così importante.
L'inserimento di questo inciso all'interno del punto 4) del comma 1 rientra in tutto questo discorso e, quando si dice che tutto quello che viene sancito nel punto 4) deve essere subordinato al mantenimento qualitativo e quantitativo del livello complessivo delle risorse, si tratta di un'enunciazione molto concettuale, ma tuttavia anche molto sostanziale.
Il livello complessivo delle risorse deve essere mantenuto, ovvero deve essere valutato e in qualche modo tutelato, come si diceva prima, sia per il presente che per il futuro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 477) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 4) dopo le parole "delle risorse" si aggiungono le seguenti "compatibilmente con la sua sostenibilità complessiva di medio e lungo termine".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento insiste sempre sul numero 4) del comma 1 dell'articolo 1 della legge 56, relativo al mantenimento delle risorse, o meglio, alla piena e razionale utilizzazione delle risorse.
Continuando l'illustrazione precedente, e la spiegazione dell'emendamento precedente a cui questo si riallaccia, crediamo che, nel combinato disposto mirante ad evitare ogni immotivato consumo del suolo parlare di piena e razionale utilizzazione delle risorse sia un po' blando.
Penso sia facilmente comprensibile e condivisibile che se dico "piena e razionale utilizzazione delle risorse", le utilizzo pienamente. Sul termine "razionale", se l'Assessore Cavallera mi dice che la valutazione dell'esaurimento della capacità insediativa dei Piani regolatori è soggettiva, non mi si può poi venire a dire che non lo sia altrettanto, o anche molto di più, la valutazione sulla razionale utilizzazione delle risorse.
Per un imprenditore che deve andare a trivellare per cercare il fantomatico petrolio a Carpignano Sesia, la razionale utilizzazione del suolo è trivellare tutto il territorio per cercare, ragionevolmente e razionalmente, quello che lui pensa essere il bene che si cela al di sotto del suolo.
D'altra parte, il Sindaco - quindi la Regione con le finalità - deve prescrivere cosa intende dire per razionale e pieno utilizzo delle risorse.
O si stralcia in toto questo numero 4), oppure si cerca - noi abbiamo individuato questa strada - di implementarlo, aggiungendo, qualora l'emendamento precedente non venisse approvato, "compatibilmente con la sua sostenibilità complessiva di medio e lungo termine". C'è la piena e razionale utilizzazione delle risorse, compatibilmente con una sua sostenibilità complessiva non di breve, ma di medio e lungo termine.
Qualora si facesse un intervento, la sostenibilità sul breve termine è difficile da mantenere, perché magari si fa un insediamento produttivo da una parte, e poi dall'altra si recupera, si valorizza e si cercano terreni liberi.
Sono due emendamenti complementari e chiediamo che almeno uno dei due venga valutato per una sua approvazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come già detto, esiste una complementarietà tra l'emendamento precedente e questo.
Tutti e due si rivolgono al punto 4) del comma 1 dell'articolo 1 della legge urbanistica. In qualche modo, quello precedente faceva una supposizione sul fatto che il concetto di una sostenibilità e di un mantenimento fosse al di sopra del concetto espresso dal n. 4).
Con questo emendamento si chiede di porre i due concetti sullo stesso piano di importanza. La parola "compatibilmente" significa che uno non inficia la presenza dell'altro e che la sostenibilità deve essere sempre e comunque verificata e mantenuta.
Il fatto che ci si ponga a definire la sostenibilità deve essere complessiva, quindi in un sistema che sia composto e allargato e non ovviamente, essendo una legge regionale, determinato solo in un particolare territorio o contesto.
Il termine "temporale" indica una prospettiva di medio-lungo termine ed è direttamente correlato con il concetto espresso nell'ultima parte dell'illustrazione dell'emendamento precedente.
Chi, in futuro, per qualche modo fruirà e utilizzerà, sempre in modo sostenibile, le risorse, deve avere la garanzia che la sostenibilità sia stata mantenuta e sancita in una legge, anche a lungo termine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 478) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo della l.r. 56/1977, al numero 4) dopo le parole "delle risorse" si aggiungono le seguenti "subordinatamente con il mantenimento qualitativo e quantitativo del loro livello complessivo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sul numero 4) abbiamo presentato un insieme di emendamenti, l'uno complementare all'altro, perché su questo punto si gioca molto della credibilità della legge Astengo, che oggi si vorrebbe modificare nella pratica, con la creazione di piani regolatori e varianti strutturali generali e parziali, lasciando integre le parti relative alle finalità.
Personalmente ritengo, come altri colleghi, che si debba valutare realmente se le finalità sono aggiornate e al passo con i tempi attuali quindi chiediamo che vengano modificate, integrate, migliorate e lievemente emendate le finalità di questo importante disegno di legge, forse uno dei più importanti, le cui finalità comportano una grande responsabilità, per le ricadute sul territorio.
Ci siamo concentrati soprattutto su questo n. 4) perché è quello più interpretabile e che dà adito ad interpretazioni soggettive, facendo sì che non si abbia un richiamo forte all'attenzione e al rispetto dell'uso e dell'interpretazione del consumo del suolo.
Inserire che le risorse sono un bene comune fondamentale, e che come tale devono essere preservate, vuol dire mantenerle a livello qualitativo e quantitativo con cui ci sono state consegnate.
Il principio della sostenibilità comporta che le risorse devono essere consegnate alle generazioni future almeno nello stesso livello in cui ci sono state date (se riusciamo anche a migliorarle non ci arrabbiamo).
Ritengo che sempre più il mondo occidentale debba essere un leader, non solo e non tanto per quanto riguarda il prodotto interno lordo complessivo e il prodotto interno lordo pro capite per potere d'acquisto, ma soprattutto per quanto riguarda le tecnologie verdi e la capacità di produrre a bassa intensità di materia e di energia.
Proprio perché l'Occidente viene visto come un modello, da parte di tutte le economie emergenti, o già emerse da un po' di anni, non deve dare cattivi esempi nel consumo nel suolo.
Senza entrare adesso sul piano mondiale, ma limitandosi al livello regionale, questa legge potrebbe migliorare, nelle sue finalità, il quadro nazionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 478) va ancora ad incidere sul punto 4) del primo comma dell'articolo 1. Ancora con delle definizioni più precise che riteniamo necessarie dopo così tanto tempo da quando la legge è stata redatta poi, entrata in vigore rispetto alla pianificazione e controllo dell'urbanistica sono sul territorio regionale.
Ancora una volta sottolineo il fatto che le modifiche concettuali e strutturali che vanno a prevedere una razionalizzazione dei tempi rispetto alle varianti e le variazioni della pianificazione nei vari Comuni che l'Assessore Cavallera ha ben delineato in Commissione con le proprie proposte di modifica, come anche altre modifiche, vanno, secondo noi affiancate da piccoli ritocchi che possono essere d'ordine formale, ma che concettualmente, all'interno di una legge così di peso importante diventano strutturali e sostanziali.
Quello che prima si accennava rispetto ad una tendenza, dal nostro punto di vista positiva, ad un consumo sempre minore di suolo, qui si concettualizza invece rispetto al fatto che venga mantenuta qualitativamente e quantitativamente la risorsa in senso generale ovviamente, sempre coniugata come risorsa legata al bene comune suolo e territorio per un possibile utilizzo, sempre nelle regole del buonsenso e della sostenibilità, anche per il futuro. Quindi, sia la composizione e il modo in cui si pone rispetto al contesto sia la quantità disponibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 479) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 4) la parola "utilizzazione" è sostituita dalla seguente "gestione".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ancora un emendamento sempre sul n. 4) del comma 1 dell'articolo n. 1 sempre per specificare che abbiamo identificato in questo n. 4) uno dei punti fondamentali da andare a provare ad emendare per quanto riguarda le finalità del disegno di legge. In questo caso abbiamo valutato che la piena e razionale utilizzazione delle risorse andasse sostituito con "gestione".
Perché? Può sembrare una modifica di poco conto, minoritaria, con uno scarso peso, ma in realtà ha un significato importante, nel senso che un conto è dire l'utilizzazione delle risorse, un conto è dire la gestione.
Penso che la Regione nelle finalità dovrebbe avere più che altro la gestione delle risorse piuttosto che l'utilizzo. Quindi, passare non solo e non tanto da una mera concezione consumistica (utilizzo e uso) ad una concezione non utilitaristica di preservazione. Anche per i suoi compiti istituzionali, la Regione dovrebbe avere il compito di gestire e programmare le risorse. In questo caso, parliamo del suolo libero, per parliamo anche delle ricadute ambientali, paesaggistiche, culturali e sociali degli insediamenti, che possono essere produttivi, residenziali e turistici, come ho detto precedentemente.
In questo caso, la parola "gestione" non è una modifica esiziale, nel senso che è una sola parola che si va a cambiare, ma dal punto di vista del significato ha una gran sostanza, un gran contenuto, un gran messaggio quello di dire che si deve andare oltre una mera utilizzazione delle risorse, perché con l'aggiunta di "razionale", come ho detto prima, non mi sento molto tutelato.
Con l'aggiunta finale di "motivato consumo del suolo", noi chiediamo che invece la Regione faccia propria una gestione attenta e razionale delle risorse che devono essere, come ho detto prima, salvaguardate a livello qualitativo e quantitativo e tramandate, ovviamente, alle generazioni future.
Se poi è possibile, anche nella gestione, è essenziale la capacità di implementare a livello qualitativo - penso, ad esempio, ai corpi idrici penso alle acque dei laghi, così come pochi giorni addietro l'Assessore Ravello ha presentato lo stato e il rapporto ambientale del Piemonte cioè se riusciamo a migliorare la qualità dei corpi idrici e dei laghi è tutto un guadagno sia per le attività turistiche sia per la salute dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Il concetto espresso dal Consigliere Bono è assolutamente condivisibile, anzi credo che un'attenzione particolare debba essere esso riservata all'uso e all'utilizzo delle risorse, quindi a tutte le azioni per usare il bene di cui stiamo parlando.
All'interno della concettualizzazione della gestione ricade anche l'utilizzo, ma chiaramente nella gestione, anche da un punto di vista del significato linguistico, intervengono tantissime altre azioni.
La gestione può comportare non solo il fatto di utilizzare, ma anche il fatto di andare nella direzione della valorizzazione, della tutela e della verifica della lunghezza della vita di un determinato bene. Cioè, la gestione comprende tutta una serie di azioni che, dal nostro punto di vista, nello specifico, riguardano un bene come il suolo, come il paesaggio, come le modificazioni delle pianificazioni urbanistiche; con la gestione dovrebbero confrontarsi i cittadini e tutti gli enti, a prescindere dalle rispettive competenze che sono, ovviamente, determinate da leggi di natura sovraregionale.
Su questo tema si stanno confrontando, come dicevo all'inizio associazioni e comitati, anche proprio da un punto di vista di meri passeggeri di questo pianeta, quindi in qualche modo di fruitori dei beni comuni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 480) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 4) prima della parola "immotivato" aggiungere "ulteriore".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento verte sempre sul punto n. 4), quindi stiamo quasi terminando l'afflato emendativo su questa parte dell'articolo 1. Ci concentriamo proprio sull'ultima frase.
Ho già detto nei precedenti interventi che il motivato consumo del suolo... Non so se l'Assessore Cavallera può illuminarmi, dal punto di vista tecnico, non politico, quindi magari sentendo gli Uffici, e spiegarmi che cosa vuol dire. È vero che stiamo parlando di finalità e di principi quindi nelle finalità possiamo essere un po' più laschi piuttosto che nella parte tecnica di analisi della costituzione e della redazione dell'approvazione, dell'adozione dei PRG e delle varianti, però anche nelle finalità chiederei che venisse messa una maggiore stretta sui principi che vogliamo trasmettere all'esterno.
Pertanto, oggi stiamo emendando, ma se domani avessimo la possibilità di modificare la legge Astengo, quindi tenere conto delle richieste dei cittadini (non tanto dei Sindaci), come Regione dovremmo avere la forza la volontà e la capacità d'inserire, nelle finalità, un qualcosa di più preciso e cogente, evitando magari ogni ulteriore ed immotivato consumo del suolo (ovviamente, dal nostro punto di vista, ma anche dal punto di vista dell'Osservatorio sul consumo del suolo, di immotivato consumo ce n'è stato parecchio).
Il collega Negro può riconoscere che una delle motivazioni per cui l'UNESCO stenta a riconoscere le Langhe ed il Roero come patrimonio proprio (oltre al fatto - così dicono - che sia un territorio troppo ampio), è perché, negli anni, è stato deturpato da un immotivato consumo del suolo.
Penso che anche il collega Negro suggerirebbe di evitare un ulteriore immotivato consumo del suolo, perché se il consumo del suolo c'è già stato (su questo siamo tutti d'accordo), un ulteriore immotivato consumo del suolo diventa veramente una perseveranza diabolica: va bene sbagliare una volta, due, ma se si sbaglia tre volte allora forse c'è qualcosa che non quadra.
Inoltre, che esempio diamo? Certo, la Regione deve dare un esempio agli amministratori dei Comuni che sono in difficoltà, perché magari hanno le pressioni dei costruttori (quindi la lobby sia in senso positivo sia negativo), le richieste dei cittadini che magari vogliono la villetta, ecc..
Noi dobbiamo dare un esempio di un livello superiore, di disinteresse privato e di tutela dell'interesse pubblico.
In questo caso, "consumo del suolo" merita un aggettivo davanti che non sia solo "immotivato", ma che specifichi un qualcosa in più: cos'è il consumo del suolo e cosa possiamo ancora fare, contemperando, da una parte le esigenze della società (Consultori, cittadini, coppie che cercano una nuova casa e quant'altro), con le esigenze - e chiudo, Presidente - del mercato e quelle della tutela del territorio di una regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento riguarda il punto 4) del comma 1.
Ritengo che anche questo sia assolutamente in linea con le richieste di modifica puntuale di alcune definizioni da inserire all'inizio di quella che sarà la nuova normativa, così come modificata dal punto di vista del settore urbanistico.
In questo caso, chiediamo di inserire "ulteriore", prima dell'aggettivo "immotivato".
Il significato del testo, soprattutto per l'aggettivo che ho citato ci lascia un po' perplessi, poiché è assolutamente soggettivo come tipo di definizione e lettura. Se da un punto di vista giuridico la definizione specifica di un aggettivo all'interno di un testo di legge può avere un significato preciso, la lettura di un'accezione del genere non ci convince perché potrebbe essere, e purtroppo lo è stata, interpretata.
Quindi, come fare nel modo migliore, se non utilizzando quella che pu essere un'aggiunta rispetto alla non motivazione: parlare di un ulteriore futuro (sul pregresso abbiamo poco da fare all'interno di questa legge) utilizzo immotivato. Quindi chiediamo che quest'aggiunta sia accettata proprio perché non stravolge alcun tipo di concetto inserito da parte dall'Assessorato, ma va ad introdurre una specifica nel contesto in cui analizziamo il fatto che sia stato fatto uso, utilizzo e a volte abuso, e quindi scempio, del territorio.
Andando avanti con l'attività emendativa questo concetto verrà analizzato.
Ritengo che quest'aggiunta minima, ma specifica, possa essere accettata.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 481) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Stara: al comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 56/1977, al numero 4 si sopprime la parola "immotivato".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Arriviamo all'ultimo emendamento sul punto 4): abbiamo girato un po' intorno con gli emendamenti, ma, alla fine, la nostra richiesta è quella di eliminare la parola "immotivato".
Si tratta di un aggettivo un po' blando, che oggi forse non significa più molto.
Non c'ero 35 anni fa, ma 35 anni fa (basta andare a vedere gli atlanti redatti dall'Osservatorio sul consumo del suolo) il Piemonte era un altro Piemonte: c'era un'altra pianificazione ed è stata introdotta una legge che ha fornito strumenti ai Comuni. Non mi sembra che il trend si sia invertito né, tanto meno, fermato.
Questo significa che qualcosa ha funzionato, ma che molto non ha funzionato, perché si dice che, negli ultimi 35 anni, nella provincia di Torino si è costruita un'altra città di Torino, cioè si è cementificata una quantità di suolo pari alla dimensione del Comune di Torino nel 1980.
Pertanto, la cintura di Torino (i Comuni dove ci si spostava per vivere un po' meglio rispetto alla periferia di Torino) è diventata la periferia di Torino.
Abbiamo inglobato la prima cintura, e la seconda cintura è diventata prima cintura. La gente si sposta sempre di più. Stiamo assistendo a quel fenomeno di urbanizzazione spinta che c'è a Milano o, con un livello molto più ampio, nelle metropoli americane, o a Tokyo e Città del Messico (anche se lì ci sono anche altre realtà, come le favelas) .
Stiamo assistendo - dicevo - ad un'urbanizzazione molto spinta e pertanto, se 35 anni potevamo scrivere "evitando ogni immotivato consumo del suolo", oggi, francamente, Assessore Cavallera, non me la sentirei più.
Capisco che lei non intenda modificare le finalità, però, in tutta franchezza, mi sento di dire che il Consiglio regionale ha, non dico l'obbligo, ma il dovere morale di andare ad interagire con queste finalità che forse hanno bisogno di una riverniciatura, di una riscrittura.
Pertanto, togliere la parola "immotivato" potrebbe portare un miglioramento, senza più considerare i tre emendamenti di cui ho parlato prima.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Il collega Bono ha già bene illustrato l'emendamento.
Abbiamo evidenziato come il significato dato all'aggettivo "immotivato" avesse sicuramente delle implicazioni nel momento in cui è stato inserito all'interno della legge. Non è che abbia perso di per sé dei significati: li ha persi se andiamo a vedere il risultato complessivo e concreto.
L'immotivato, avendo quest'accezione così soggettiva, ha portato davvero a consumi e a utilizzi non consoni e, anzi, a volte molto "di emergenza", nel senso dell'aumento di questo consumo.
chiaro, poi, che tutte le Province hanno subito questo tipo di incidenza.
La Provincia di Torino, essendo al centro della Regione e avendo, rispetto alle altre città, un capoluogo piuttosto grande dal punto di vista territoriale e del numero degli abitanti, l'ha subita in ogni caso molto di più.
A breve andremo anche ad analizzare nella Commissione ad hoc - la Commissione speciale - gli iter delle diverse varianti che hanno interessato il Comune capoluogo negli ultimi anni, ma gli studi evidenziano, in dieci anni, un aumento della superficie della Città e della sua cintura superiore al 10%: solo negli ultimi dieci anni; chiaramente l'incidenza c'è stata anche prima, ma questo è un dato che va sicuramente tenuto in considerazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ricordo che la seduta pomeridiana del Consiglio regionale è convocata alle ore 14 e non alle ore 14.30. Ci vediamo quindi fra un'ora. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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