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Dettaglio seduta n.256 del 24/07/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 19.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Costa Rosa Anna, Cota Giordano, Toselli e Vignale.
Il numero legale è 28.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 86, inerente a "Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva" - ordine del giorno n. 849 (atto di indirizzo collegato)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 86, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Siamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Devo dire sinceramente che voterò secondo la mia coscienza: la coscienza di uomo, di medico, di padre e di politico. E voterò contro, per una ragione molto semplice: non perché io non creda di poter sbagliare anzi, i miei interventi e le mie posizioni sono il frutto di riflessioni a volte anche struggenti. Noto, però, che abbiamo affrontato questa proposta di legge con un atteggiamento anche demagogico, ideologico, e ci siamo soffermati sul principio dell'affermazione del proprio pensiero.
Io temo che gli effetti che questa legge produrrà li vedremo, perch saranno immediati: avremo modo di verificarli nel breve, brevissimo periodo.
Quando ci apprestiamo a discutere di leggi come questa, che tengono conto - condizionandola - della vita dei nostri figli, mi domando se non sia opportuno soffermarci a riflettere qualche istante in più. È così strano pensare di utilizzare uno strumento, quale quello dei gesti - che certo, è stato tanto utile ed efficace - come affermazione di un linguaggio unico e originale, tralasciando ciò che la natura nel corso di millenni ha donato all'uomo.
Mi viene in mente un grande personaggio della fisica che si chiama Stephen Hawking, che soffre di distrofia muscolare ed è costretto a comunicare con il mondo esterno attraverso quello che potremo chiamare un tic dell'occhio. Certo, oggi non gli resta che quello strumento; ma potesse riutilizzare la parola - che fortunatamente ha utilizzato per tanto tempo lo farebbe immediatamente; e avesse potuto in passato, cioè quando utilizzava la parola, utilizzare altri strumenti per comunicare con altri mondi, lo avrebbe senz'altro fatto.
Ciò che voglio ribadire, dunque, è che non si toglie nulla nell'inserire, nell'approfondire, nel coadiuvare, nel promuovere qualsiasi strumento - LIS compresa - affinché chi è stato meno fortunato possa comunicare agevolmente con il mondo esterno. In primis, però - anche perch è sancito dalla Costituzione italiana - mi sento di dire come medico che il neonato deve - e ripeto "deve" - ricevere tutta l'assistenza medico chirurgica nota e conosciuta nel momento in cui è venuto al mondo; e per fortuna, a mano a mano che passano gli anni e che quindi la ricerca approfondisce il tema della conoscenza, la scienza potrà avere strumenti migliori e più efficaci.
Ecco, penso che stiamo commettendo un errore - lo penso e lo credo sinceramente - e mi auguro - lo dico di cuore - di sbagliarmi.
Mi viene in mente ciò che io da neo-proclamato eletto, il 17 maggio 2010, espressi in quest'Aula al Presidente Cota, quando si discusse del programma a riguardo della sanità. Oggi è di moda la spending review; se permettete, due anni fa parlai della spending review per dire: attenzione noi abbiamo la possibilità di recuperare perché abbiamo uno spreco enorme.
Però restai inascoltato e oggi, a distanza di tempo, la spending review è diventata uno strumento istituzionale, da utilizzarsi a tutti gli effetti.
Ecco, non vorrei mai che un domani mi dovessi trovare di fronte ad una situazione simile. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio all'astronauta Jeffrey Alan Hoffman e alla delegazione di Alenia Space di Torino


PRESIDENTE

Prima di continuare desidero, a nome dell'Assemblea e mio personale anche se ho avuto il privilegio, insieme al Vicepresidente della Giunta regionale, di incontrarlo -, salutare l'astronauta Jeffrey Alan Hoffman presente tra il pubblico: cinque volte nello Spazio con lo Space Shuttle rappresentante della NASA in Europa, docente dell'MTI e collaboratore del Politecnico di Torino; ricorderete che abbiamo premiato dei ragazzi di un liceo per quel piccolo braccio-modello rosso che ho nel mio ufficio, la cui versione - ovviamente reale - andrà nel 2013 nello Spazio. Grazie Signor Hoffman, per la sua visita e grazie anche alla delegazione di Alenia Space che lo accompagna, una realtà molto importante del nostro Piemonte: grazie.



(Applausi provenienti da tutto l'emiciclo e dai banchi della Giunta)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 86, inerente a "Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva" - ordine del giorno n. 849 (atto di indirizzo collegato) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori riprendendo le dichiarazioni di voto a conclusione dell'esame della proposta di legge n. 86, inerente a "Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Come già ribadito negli interventi precedenti, anche noi crediamo che questo progetto di legge sia sbagliato, proprio perché in realtà ha determinato una contrapposizione rappresentata all'esterno: le note che abbiamo ricevuto tutti, a partire da quella della logopedista che prima ricordava la collega Pentenero, farebbero emergere il fatto che chi non sostiene questo progetto di legge risulti essere contrario al linguaggio dei segni. In realtà non è così, però bisogna dire che nell'impianto di questo provvedimento si va ad affermare un principio che riteniamo non condivisibile: il fatto - quasi - che il Linguaggio dei segni, rispetto alle altre possibilità che molte persone sorde, anche se certamente non tutte, possono percorrere - l'inserimento, cioè, di protesi acustiche e di impianti cocleari - venga a costituire un'ipotesi di serie B.
Riprendo appunto la discussione in Parlamento che, tra l'altro, - per un'uniformità di quanto discusso in una Regione con ciò che viene discusso in Parlamento - dev'essere elemento di riflessione. Proprio rispetto a questo parere, che avevo già ripreso in un mio precedente intervento, si dice che, considerato che l'obiettivo comune da perseguire nella materia in esame - pur in presenza di diversi punti di vista, che nella discussione di oggi sono ampiamente emersi - debba essere costituito dall'esigenza di produrre la massima inclusione nella società delle persone prive di udito e che il riconoscimento della lingua dei segni - già peraltro pienamente utilizzata - potrebbe portare, più che ad includere i non udenti nella società, ad escluderli, precludendo loro di esprimersi attraverso la stessa lingua circolante, il Parlamento ha dunque preso atto del rischio di una non completa inclusione dei non udenti, che potrebbe derivare da un uso prevalente o esclusivo dello strumento della LIS; e a me sembra che nel nostro progetto di legge questo rischio si possa in qualche modo presentare.
Noi riteniamo, quindi, di non sostenere questo progetto di legge, anche se crediamo sia molto importante che ci sia una libera scelta tra le diverse possibilità, qualora queste si possano appunto perseguire. Pensiamo così come ha detto la collega Artesio - che aver modificato il progetto di legge, facendo diventare la LIS una lingua minoritaria, faccia sì che in effetti, anche una riflessione sulla questione della disabilità in sé, come punto di riferimento, possa a questo punto venire a cadere; queste, per saranno sicuramente riflessioni successive.
Per cercare di riequilibrare la situazione riteniamo, comunque, di sostenere l'ordine del giorno che ha proposto la collega Spagnuolo, che ha come obiettivo, il tentativo di ridurre o di eliminare le liste d'attesa per l'inserimento di protesi acustiche e di impianti cocleari.
Credo che questo sia un modo per ritrovare una sorta di equilibrio perché riteniamo che questo progetto di legge, così come ho già detto possa rappresentare quasi un ritorno al passato. In questo senso, credo che la Regione Piemonte non offra un buon esempio alle altre Regioni e non rappresenti nemmeno un modelli positivo nei confronti dell'intero Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie Presidente e grazie, soprattutto, ai colleghi che hanno reso possibile il pronunciamento sulla proposta di legge n. 86.
La giurisprudenza, Consigliera Artesio, si evolve. I testimoni, se si rassegnano a fare i testimoni, non danno nessuna prospettiva per il futuro.
E chi decide, invece, di offrire un certo percorso per i propri figli affinché possano superare il problema della sordità, e lo fa in maniera convintamente non esclusiva degli altri percorsi, di certo non si pu sentire offeso da questa proposta di legge che oggi andiamo a rappresentare.
Credo che oggi sia una giornata davvero importante, oserei direi quasi storica per la Regione Piemonte, che avvicina la Regione Piemonte e un pezzo d'Italia alle altre legislazioni: potrei citare l'Austria, la Finlandia o il Portogallo; potrei citare in modo diverso la Danimarca, la Germania, la Grecia, l'Irlanda, la Lettonia, la Norvegia, la Slovenia, la Spagna, la Svezia, il Regno Unito o ancora il Belgio, ma non intendo parlare di queste realtà che hanno scelto un percorso diverso.
Noi siamo italiani e, nel nostro essere italiani, abbiamo la caratteristica e, giustamente, il diritto, anche di scegliere percorsi diversi.
Ma oggi ho voglia, soprattutto, di rivolgermi a chi veramente questa proposta di legge n. 86 avvicina, e cioè le persone.
Consigliere Stara, io non credo che la discussione che abbiamo affrontato oggi e in tutti questi mesi sia stata superficiale. Ritengo piuttosto, che sia stata esasperata, non superficiale. Forse, è stata superficiale per chi si è svegliato l'ultima settimana promuovendo emendamenti o altri tipi di iniziative ("approfondimenti" ho sentito dire).
Ho ascoltato anche le letture di diversi testi presi ad esempio in quest'Aula: avrei voluto tante volte alzarmi e portarne degli altri , per dare completezza dei dati. Perché i dati non si leggono solo da una parte ma si leggono tutti. Se bisogna studiare i dati di un istituto, bisogna prendere anche quelli della scuola di Cossato e di altre esperienze. Avrei potuto fare tutte queste cose.
Consigliera Artesio, lei ha letto una lettera e mi spiace che abbia preso ad esempio proprio quel documento, perché significa proprio andare ad esasperare i toni. Ma proprio perché da parte mia non c'era tale volontà non ho voluto portare l'esempio di lettere di altre associazioni che mi sono arrivate, di altre chiamate, di altri tipi di intervento o di pressioni ricevute, volte a cercare di svilire il tentativo nostro non di schierarsi a favore dell'una o dell'altra associazione, dell'una o dell'altra scelta, ma ad essere richiamati a quello che è il nostro dovere: il dovere di tenere in considerazione la popolazione sorda, in questo caso nella sua completezza e in tutte le sue specificità.
Il confronto c'è stato ed è stato lungo, anche per le varie perplessità che erano state palesate in quest'Aula. E se c'erano perplessità, è stato giusto affrontarle fino alla fine.
Ben si è fatto, quindi, a portare in Commissione sanità questa proposta di legge per ulteriori chiarimenti e per acquisire quei dati che oggi sono oggetto di un ordine del giorno che non ho alcun imbarazzo a votare.
Non ho avuto imbarazzo a firmarlo e non avrò imbarazzo a votarlo.
Proprio perché credo che la LIS non sia assolutamente una strada alternativa o esclusiva di altri tipi di scelte, non avrò assolutamente imbarazzo a votare quell'ordine del giorno, che, ancora una volta, è inclusivo e non esclusivo.
Mi auguro che quest'Aula oggi vada finalmente a votare questa proposta di legge. Me lo auguro per tutte le persone che ho visto in questi anni parlare con la lingua dei segni, e anche per le persone che ho visto affrontare la sordità in modo diverso, cioè tramite l'oralità. Le persone che hanno intrapreso la strada dell'oralità tout court, senza il supporto della LIS, hanno senz'altro avuto un percorso difficile; un percorso che non permette l'inclusione e l'integrazione; un percorso per il quale le persone ci dicono: "Fermati un attimo, aspetta, parla più lentamente perch forse non ti capisco abbastanza. Fermati un attimo".
Ho visto fare, con la LIS, cose straordinarie! Con la LIS ho visto raccogliere il ritmo della musica! Ho visto, con la LIS, esprimere la dolcezza di una poesia! Ho visto, con la LIS, fare tante cose che, obiettivamente, sarebbe stato difficile poter fare.
Per questo motivo, io ritengo che oggi - lo dico con orgoglio - si debba votare a favore di una proposta di legge che aggiunge un nuovo tassello in un percorso difficile in Italia, ma forse meno difficile in altri Paesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Montaruli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Ringrazio, innanzitutto, l'Aula per tutto ciò che è stato fatto in questi quasi due anni.
Mi permetto di ricordare, in qualità di primo firmatario, che questa proposta di legge è stata presentata in data 29 ottobre 2010. E dato che non ho la presunzione di sapere tutto, anzi so sempre molto poco, non accetto determinate accuse: non accetto che in una proposta di legge come questa si parli di "superficialità" nell'affrontarla.
Capisco che è molto più difficile lavorare in Commissione. e in Commissione abbiamo lavorato per più di un anno e mezzo.
molto più facile venire qua in Aula e presentare emendamenti alla fine, facendo magari un po' di passerella. Va bene, ma bisogna lavorare seriamente in Commissione, come io penso che si sia fatto per questa proposta di legge.
Se voi, al di là delle diverse posizioni, andaste a confrontare il progetto di legge presentato il 29 ottobre 2010 e quello che è stato portate in Aula, vedreste che è stato modificato col contributo di tutti coloro che hanno voluto lavorare seriamente a questo progetto.
Ritengo che sia stato fatto un buon lavoro e che sarà un'opportunità in più; spero che saremo in minima parte anche un po' di esempio al resto dell'Italia.
Ha ragione la collega Montaruli quando cita tutti i Paesi esteri europei e non solo, che sono arrivati molto prima di noi a posizioni molto più forti delle nostre. Quindi, ritengo - ed è per quello che il Gruppo della Lega voterà compatto questo disegno di legge - che abbiamo fatto un buon lavoro per i cittadini e soprattutto per i cittadini non udenti.
Poi purtroppo - lo ammetto - non pensavo e non credevo - non ho la presunzione di conoscere tutto - che ci fossero posizioni ideologiche così forte e contrapposte. Però noi, che dovremmo fare politica, dovremmo cercare soprattutto su argomenti come questo, di superare, cosa che non è sempre possibile, queste posizioni.
La Regione Piemonte, con questo provvedimento, va ulteriormente avanti.
Ringrazio il Presidente e l'Ufficio di Presidenza per aver portato avanti quel programma sul web del Consiglio regionale in cui ci sono le notizie con la traduzione nella lingua dei segni.
Ringrazio la Regione che, tra l'altro, in tempi non sospetti, quando la Consigliera Artesio era Assessore, ha dato un contributo al Centro Ricerche della RAI per andare avanti sullo studio per la piattaforma della traduzione automatica in lingua dei segni. Questo lo dico, perché non bisogna dimenticare le cose, anche quando si viene in quest'Aula a pontificare. Quindi, ricordiamoci di tutto sempre, anche quando si cambia la sedia.
Ringrazio la Presidente Spagnuolo che, ancora oggi, con il suo ordine del giorno che ci appresteremo a votare, ha cercato - e secondo me ci è riuscita - di aggiungere un elemento in più all'intero disegno di legge.
La ringrazio, perché anche questo è il segnale che si è voluto lavorare senza contrapposizioni sul progetto di legge in discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ritengo che effettivamente si sia lavorato parecchio su questo tema.
Confesso anche che ho passato dei momenti in cui non ero convinto come lo sono oggi, però, poiché tutte le idee sono rispettabili, apprezzo e rispetto le idee del Consigliere Stara, della Consigliera Cerutti e della Consigliera Artesio.
Tuttavia, ritengo che si sia portato avanti un progetto di legge aperto, come ha detto la collega Montaruli poc'anzi.
Dobbiamo essere aperti e ritengo che sia stato fatto un ottimo lavoro anche perché credo che sia dovere di ognuno di noi accogliere le istanze delle associazioni dei sordi. Oggi in Aula ne sono presenti alcune.
La LIS non arreca danni alle altre lingue, ma affronta tutte le strade, affinché si utilizzi il meglio per comunicare e per conoscere, in modo che ci sia un'utilità per chi non è fortunato come noi.
per questo che ritengo che questa sia una legge aperta a tutti, sia verso chi vuole utilizzare la lingua dei segni sia verso chi desidera utilizzare l'impianto cocleare.
Per questo motivo, lascio al mio Gruppo la libertà di votare ognuno secondo coscienza. Il sottoscritto voterà a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi sembrava giusto intervenire almeno nelle dichiarazioni di voto finali, visto che nel dibattito non siamo volutamente intervenuti e abbiamo sempre solo dato la presenza, anche per dichiarare che non abbiamo ben compreso le finalità di questo disegno di legge.
Sottolineo che, da un certo punto di vista, sono contento, perch questo disegno di legge ha avuto una grande attenzione da parte dei cittadini. Penso che ad oggi - quindi da due anni che siamo in Consiglio regionale - sia stato il progetto di legge che ha avuto più attenzione da parte dei cittadini, che quasi hanno fatto lobby, ma lobby in senso positivo, non multinazionali o interessi terzi, non rei che cercano di influenzare le posizioni dei vari Gruppi consiliari.
In questo caso, abbiamo avuto, da una parte, le associazioni vicine al LIS e, dall'altra, associazioni di sordi che hanno mostrato la loro preoccupazione per quanto riguarda l'utilizzo di impianti cocleari e protesi acustiche.
C'è stato un discreto tira e molla da una parte e dall'altra, ma, al di là di questo, ferme restando le convinzioni di ognuno, ritengo che, per quanto riguarda un bambino, qualora venga riconosciuta una sordità, sono i genitori che decidono per lui, perché non potrebbe essere altrimenti. Un bambino piccolo non ha la facoltà di scegliere se fare un intervento per l'impianto cocleare oppure proseguire con la lingua dei segni. Ed è diverso il caso di chi diventa sordo in età più avanzata.
Però - ed è questa la mia perplessità - non capisco cosa porti in più questo disegno di legge, perché è una semplice promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana, in quanto il riconoscimento vero e proprio - lo sappiamo perché l'abbiamo già detto fino alla nausea è competenza italiana e non è una delle competenze esclusive delle Regioni.
Mi ricorda quella legge, forse la prima che abbiamo approvato in Regione in questa legislatura, relativa alla valorizzazione dei massi erratici. Non so se ricordate che gli uffici ci avevano detto che non si poteva legiferare per una loro tutela, perché è competenza nazionale, ma solo per una loro valorizzazione.
La normativa in discussione mi sembra riduttiva. Penso che la discussione si sarebbe dovuta sviluppare - come deve essere fatto - in Parlamento. Quindi, al di là del sancire un principio, questa legge non mi sembra che aggiunga molto e rimanda ad un regolamento che farà la Giunta sentita la Commissione consiliare competente, prevedendo una distribuzione e non la intendo in senso negativo - di fondi, anche abbastanza limitata (sebbene non si possa dire che la cifra di 150 mila euro sia limitata soprattutto in un momento di crisi come questo), senza sapere a chi e soprattutto con quali criteri.
Quindi, dei dubbi ci sono, fermo restando il nostro punto di vista assolutamente libertario, cioè la facoltà per i genitori che scelgono per i bambini o degli adulti di potere avere la possibilità, da una parte, di imparare a parlare con la lingua dei segni e, dall'altra, di avere il diritto - perché quando parliamo di sanità parliamo di diritti - di avere tutte le cure e le tecnologie migliori cure, come ad esempio un impianto coclearie, di averlo installato nel minore tempo possibile e possibilmente, in Regione Piemonte, senza dover andare da un'altra parte.
Per questo motivo ho firmato l'ordine del giorno della collega Spagnuolo, che è ottimistico - ovviamente, ordini del giorno e mozioni hanno un seguito - e speriamo venga preso in considerazione dalla Giunta per ridurre le lista d'attesa.
Ricollegandomi a questo, ritengo che tutta questa partita si sarebbe potuta risolvere - non dico semplicemente - con una mozione, visto che siamo pieni di lavoro - così ci dicono, infatti siamo stati convocati anche in seduta serale e qui ci sono gli Uffici dell'Assessore Cavallera che attendono - visto che non è un impegno.
In conclusione, come diceva qualcuno, occorrerebbe procedere all'impegno della parte economio-finanziaria con un emendamento finanziario e una previsione di bilancio.
Per questo, il nostro Gruppo non ha partecipato alle votazioni e nemmeno intende partecipare alla votazione conclusiva sul disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
superfluo ricordare qual è la posizione del Gruppo che rappresento oltre che quella personale. Voterò a favore di questo provvedimento di legge, ma, ovviamente, non voglio assumere una posizione irrispettosa nei confronti di coloro che la pensano diversamente.
Non posso condividere, anche se comprendo alcune o tutte, le motivazioni espresse dai contrari. In particolar modo, non solo mi sento di non condividere, ma di prendere le distanze da un'affermazione, la quale mi provoca dispiacere. Tale affermazione è più di un'illazione, è un'accusa di interessi relativi a questa partita. Io voglio escludere che ci siano interessi o, quantomeno, per quello che mi riguarda, il mio voto non è legato ad interessi. Il mio è un voto legato alla consapevolezza che, ogni tanto, in un tale consesso si possono anche votare dei provvedimenti che magari, non sono rivoluzionari, che magari non determinano uno sconvolgimento, in senso migliorativo, enorme nell'ambito di cui ci si interessa, ma sono frutto di un lavoro serio da parte dei Commissari e dei Consiglieri che se ne sono occupati.
Essendo una forza di opposizione, per me sarebbe stato facile astenermi, non partecipare o, addirittura, votare contro. Siccome l'argomento, magari, non aggiungerà nulla, ma nulla toglie, poiché avevo dato una parola, quella parola intendo mantenerla, quindi il voto sarà favorevole.
Non ho compreso perché, a tutti i costi, si è voluto trasferire il ragionamento in ambito sanitario e in ambito chirurgico: è un'altra questione. È una questione che, sicuramente, aggiunge tanto per coloro che possono - possono perché ci credono o perché tecnicamente è possibile l'applicazione di quell'ausilio chirurgico alla loro situazione - ma ovviamente, quella è una faccenda completamente diversa.
Per tutti coloro che non possono o non vogliono accedere, c'è un'altra via, che, sicuramente, per quanto mi riguarda, per quanto comprendo e per quello che è il risultato dell'analisi relativa alla mia cultura, non è assolutamente discriminatoria: è un ausilio come tanti altri che, per coloro che vivono e patiscono un handicap, non può che essere considerato un elemento estremamente positivo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori dichiarazioni di voto, prima di procedere, come annunciato in precedenza, alla votazione dell'intero testo, esaminiamo l'ordine del giorno n. 849 presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Leo Mastrullo, Buquicchio, Negro, Stara, Goffi, Comba, Carossa, Cursio, Valle Ronzani, Montaruli, Manica, Motta Massimiliano, Cantore, Tentoni Formagnana, Vignale, Lupi, Cerutti, Botta Marco, Dell'Utri, Lepri, Boeti Pedrale, Reschigna, Pentenero, Bono, Taricco, Laus, Artesio, Botta Franco Maria e Bussola, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per l'abolizione delle liste di attesa per gli interventi di impianto cocleare e la piena integrazione delle persone sorde".
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione dell'atto di indirizzo collegato alla proposta di legge n. 86.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Dopo questa discussione così ampia, svolgo un brevissimo intervento sulla presentazione di un ordine del giorno avente ad oggetto "Impegno della Regione Piemonte per l'abolizione delle liste di attesa per gli interventi di impianto cocleare e la piena integrazione delle persone sorde".
Questo ordine del giorno è stato firmato praticamente da tutti i Gruppi consiliari, che ringrazio moltissimo. Il testo, che è breve e semplicissimo, recita: "Il Consiglio regionale vista la discussione avvenuta in Aula che ha portato alla votazione della proposta di legge n.
86: 'Disposizioni per la promozione del riconoscimento della Lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva'; considerati gli approfondimenti anche di natura sanitaria avvenuti in IV Commissione sul tema delle protesi acustiche e impianti cocleari; vista la relazione degli Uffici tecnici, trasmessa in data odierna, inerente i dati della spesa annua per la fornitura di protesi acustiche impiantabili, spesa che si aggira intorno agli 11-12 milioni di euro l'anno; considerata l'attività e la presenza della Rete Audiologica legata alla rimediazione chirurgica della sordità e alla rieducazione nel rapporto ospedale-territorio; considerati i costi per ogni intervento di impianto cocleare, che sono tra i 28 e i 30 mila euro cadauno; visto che i tempi della lista di attesa per gli impianti cocleari sono di circa tre mesi e considerato che per l'elevato costo delle protesi da impiantare, per esaurimento del budget, succede che il centro debba interrompere l'esecuzione degli interventi; visto che gli eventuali interventi effettuati fuori dalla Regione Piemonte, anche a causa delle liste d'attesa, vengono comunque rimborsati; vista la necessità di adeguato supporto formativo e scolastico per le persone protesizzate e impiantate impegna la Giunta regionale a volere attuare tutte le procedure operative e a volere disporre i necessari finanziamenti per raggiungere l'obiettivo dell'abolizione delle liste d'attesa per gli interventi di impianto cocleare, proporzionalmente alle necessità, e ripartire gli stanziamenti previsti dalla proposta di legge n. 86, al fine di consentire proporzionalmente alle necessità, la totale integrazione scolastica e sociale ai portatori di impianti cocleari e protesi acustiche impiantabili".
Mi sono permessa di accogliere il suggerimento di un collega - ho cominciato a confrontarmi con gli altri, ma non con tutti - inerente la citazione della Rete Audiologica legata alla rimediazione chirurgica della sordità. Ho semplicemente inserito questo punto, ad alcuni ho potuto dirlo.
Però, Presidente, ritengo molto importante che questo ordine del giorno, che mi auguro venga approvato, venga monitorato, in modo che abbia un seguito.
Colgo l'occasione per dire che sarei molto determinata a chiederle l'effettuazione proprio di un monitoraggio degli ordini del giorno e che qualcuno all'interno dell'Ufficio di Presidenza, a fronte, soprattutto, di ordini del giorno sottoscritti dall'insieme del Consiglio, svolga un monitoraggio per la loro attuazione.
Mi fermo qui. Il collega Goffi può intervenire, probabilmente per una precisazione, perché la scrittura era la sua e forse non è stata riportata in maniera precisa.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, per quanto attiene al monitoraggio, questo viene svolto da tre anni, con attenzione. L'abbiamo trasmesso a tutti i Consiglieri la scorsa settimana ed è sul sito.
Mi sembra che lei intendesse dire un'altra cosa.



SPAGNUOLO Carla

Sì: che venga attuato, che non basti il monitoraggio. Mi rivolgo anche al Vicepresidente della Giunta regionale, perché questo è un impegno forte e bisognerebbe prevederne un'attuazione, non tout court, ma anche graduale per arrivare all'obiettivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
Se posso avere il capoverso che è inserito tra il terzo ed il quarto la ringrazio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
C'è un inciso che è stato collocato in modo errato nella frase finale dell'impegnativa alla Giunta.



PRESIDENTE

Quello corretto a mano?



GOFFI Alberto

Glielo provo a leggere...



PRESIDENTE

Se mi legge tutto il dispositivo, la seguo.



GOFFI Alberto

"A voler attuare tutte le procedure operative e a voler disporre i necessari finanziamenti per raggiungere l'obiettivo della abolizione della lista di attesa per gli interventi di impianto cocleare e proporzionalmente alle necessità, ripartire gli stanziamenti previsti dalla proposta di legge n. 86".
Quel "proporzionalmente alle necessità" non è riferito agli impianti cocleari, ma agli stanziamenti".



PRESIDENTE

Quindi, aggiungiamo la congiunzione "e", prima del "proporzionalmente".



GOFFI Alberto

Sarebbe ancora più corretto scrivere "e ripartire, proporzionalmente alle necessità". Quindi, dopo "ripartire", scrivere "proporzionalmente alle necessità".



PRESIDENTE

Lei è d'accordo, Consigliera Spagnuolo?



SPAGNUOLO Carla

Sì, sono d'accordo.



PRESIDENTE

Quindi vengono aggiunte, tra due virgole, le parole "e ripartire".
Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione.
Credo che sia chiaro a tutti com'è stato modificato l'ordine del giorno, poiché i colleghi Spagnuolo e Goffi sono stati precisi ed esaustivi.
Prego i colleghi di sedersi al proprio posto, poiché dobbiamo procedere alla votazione per alzata di mano.
Indìco la votazione palese, per alzata di mano, sull'ordine del giorno n.
849, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la discussione avvenuta in aula che ha portato alla votazione della proposta di legge n. 86 'Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva' considerati gli approfondimenti anche di natura sanitaria avvenuti in IV Commissione sul tema delle protesi acustiche e impianti cocleari vista la relazione degli uffici tecnici trasmessa in data odierna inerente i dati della spesa annua per la fornitura di protesi acustiche impiantabili, spesa che si aggira intorno agli 11-12 milioni di euro l'anno considerata l'attività e la presenza della rete audiologica legata alla rimediazione chirurgica della sordità e alla rieducazione nel rapporto ospedale-territorio considerati i costi per ogni intervento di impianto cocleare che sono fra i 28 e 30 mila euro cadauno visto che i tempi della lista di attesa per gli impianti cocleari sono di circa tre mesi e che l'elevato costo delle protesi da impiantare, per esaurimento del budget, succede che il centro debba interrompere l'esecuzione degli interventi visto che gli eventuali interventi effettuati fuori dalla regione Piemonte anche a causa delle liste di attesa, vengono comunque rimborsati vista la necessità di adeguato supporto formativo e scolastico per la persona protesizzata e 'impiantata' Impegna la Giunta regionale A voler attuare tutte le procedure operative e a voler disporre i necessari finanziamenti per raggiungere l'obiettivo della abolizione delle liste di attesa per gli interventi di impianto cocleare e, proporzionalmente alle necessità, ripartire gli stanziamenti previsti dalla proposta di legge n.
86".
Il Consiglio approva.
Dobbiamo procedere, ora, al voto sull'intero testo, mediante appello nominale da parte del Presidente, in quanto il procedimento elettronico è ancora guasto.
Chiamerò per cognome i singoli Consiglieri: il singolo Consigliere che intende votare positivamente la proposta di legge deve rispondere "sì"; chi intende votare contrario, deve rispondere "no"; chi intende astenersi deve dire "astenuto"; chi vuole essere presente e non partecipare al voto, dovrà dire "non partecipa"; chi vuole essere assente non risponde.
Mi scuso, ma in questo modo è chiaro.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di legge n. 86.
(Il Presidente effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Procediamo, ora, con l'esame del disegno di legge n. 153, di cui al punto 4) all'o.d.g., fino alle ore 21.
Nella seduta pomeridiana del 10 luglio 2012 è iniziato l'esame del disegno di legge.
La relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Botta Franco Maria; quella di minoranza è stata svolta dai Consiglieri Reschigna, Bono e Stara.
Nel dibattito generale sono intervenuti, nella seduta pomeridiana del 17 luglio 2012, i Consiglieri Angeleri, Buquicchio, Muliere, Ronzani Cerutti, Artesio, Gariglio, Motta Angela, Taricco e Lepri.
Ci sono altri interventi in dibattito generale? La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
In alcuni interventi che ho sentito - a partire dalla relazione di minoranza svolta dal mio Capogruppo - molte delle criticità di questo testo che andiamo ad analizzare in Aula sono state già sviscerate. Essendo passato diverso tempo dalla sua presentazione - più di un anno - ed essendo stato discusso a più riprese nella Commissione competente, con le varie interruzioni ordinarie o straordinarie dovute agli obblighi relativi alla procedura di approvazione del bilancio, alcune delle proposte di modifica del Gruppo che rappresento sono state ben illustrate, ma purtroppo non hanno trovato l'approvazione, in primo luogo del proponente, Assessore Cavallera, e in seguito della Giunta e della maggioranza.
Sicuramente - com'è stato detto più volte - una legge che ha in pratica 35 anni necessita di alcune revisioni. Di revisioni ve ne sono state, e molto più di una: ricordo almeno 30 modifiche a partire dalla sua votazione, avvenuta nel 1977. Una delle più significative è stata fatta per il ventennale della legge, quando è stato introdotto il concetto della variante parziale.
La variante parziale ha permesso agli Enti comunali di poter sottostare solo a verifiche del livello immediatamente superiore, dando cioè la possibilità di intervenire solo ed esclusivamente alle Province, Enti che peraltro in questo momento stanno subendo delle previsioni di rimodulazione piuttosto grosse e che riteniamo in ogni caso aver esaurito in parte le loro funzioni dirette, in quanto Enti indicati a titolo di provvisorietà anche nella Carta costituzionale.
Le Province hanno avuto la possibilità di esercitare una verifica esclusiva dei Piani sovracomunali e dei Piani territoriali di coordinamento provinciale. Già da una quindicina d'anni, quindi, le varianti parziali introdotte come nuovo concetto non subiscono tutti i passaggi della valutazione da parte della Regione e in qualche modo è stata semplificata la procedura di variazione dei Piani regolatori: ovviamente non quella di tipo strutturale, ma quella che li modifica in alcune loro parti.
Dicevo che, dal punto di vista urbanistico, la legge n. 56 del 1977 è stata in ogni caso - ad onor del vero - di esempio per alcune leggi oggi parte dell'ordinamento di altre Regioni. Come accennavo, è riconoscibile il fatto che dopo 35 anni ci siano delle necessità, legate alle sensibilità alle ipotesi, ai programmi e alle volontà di programmazione e pianificazione - più o meno libertarie, più o meno conservatrici a seconda del Gruppo politico da cui provengono - espresse dalle forze politiche presenti nel consesso in cui la legge è stata modificata.
Le criticità che abbiamo riscontrato e che non sono state corrette durante l'esame in Commissione darebbero delle possibilità piuttosto elevate a chi, come privato, può avere interessi per creare fonti di reddito o di rendita che, a nostro modo di vedere, sono non solo criticabili ma anche abbastanza allarmanti e pericolose. Nell'analisi del testo di legge, con i vari emendamenti presentati, tenteremo di smorzarle e di correggerle, anche considerando i contesti economici e sociali attuali e i pregressi, a tutti i livelli territoriali, rispetto ad un consumo del suolo che a nostro parere, ma anche a seguito di un'analisi oggettiva, è troppo elevato.
Il fatto di cercare via a via di aumentare la libertà, rispetto al controllo regionale, di talune varianti ai Piani cardine con i quali si stabilisce l'urbanistica degli Enti comunali viene talora delineata come libertà e slegamento da quelli che possono apparire dei lacci di tipo legislativo, regolamentare e burocratico.
In questo momento in cui ci sono diverse contingenze negative per i cittadini - da un punto di vista socio-economico, come dicevo, ma anche da un punto di vista decisionale - e nonostante, pur ben delineati a partire dalla Carta costituzionale, non siano molti gli strumenti di decisione partecipata e diretta dei cittadini, sia rispetto alle politiche di indirizzo sia rispetto a quelle esecutive degli Enti più vicini come i Comuni, ci rendiamo conto che molte volte gli Enti deliberano, anche in questo campo dell'urbanistica che ritengo piuttosto importante, senza considerare l'ipotesi di una decisione condivisa e partecipata Questo avviene non solo ad alti livelli, ma anche a livelli più modesti legati a piccole modifiche di costruzione del tessuto comunale, ci si fa condizionare da chi ha un interesse privato, da costruttori, da aziende, da singoli o cordate che in qualche modo utilizzano - purtroppo perché è stato permesso e continua ad esserlo - il bene comune del suolo, appartenente al territorio di un Comune, con finalità abbastanza privatistiche e senza tenere in conto paletti di cosiddetto buonsenso. Sappiamo che il consumo di suolo e di terreno in Italia è in crescita, sebbene questo aumento si stia leggermente ridimensionando in questi ultimi anni, ma solo per una questione legata alla contingenza economica.
In Italia ci sono città che hanno registrato negli ultimi sei o otto anni degli incrementi: per esempio, nell'immediata cintura di Torino si è registrato un incremento dell'11% o del 12%; allontanandosi dalla prima cintura, quasi del 25%.
Molte altre città hanno segnato incrementi più alti, ma noi ovviamente ci concentriamo su quelle piemontesi.
Solo questi dati, e molti altri che avremo occasione di illustrare durante la discussione del disegno di legge, ci inducono a pensare che davvero alcune regole debbano, semmai, essere più rigide, e non più lasse come invece il disegno di legge pare far presagire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente, sarò velocissimo.
Il disegno di legge n. 153 che stiamo per affrontare è di estrema importanza per il Piano Urbanistico Territoriale; se n'è discusso molte volte in Commissione e ritengo si sia lavorato abbastanza bene, sebbene molti aspetti siano ancora da affrontare dettagliatamente.
Il dibattito, a mio avviso, è doveroso, perché stiamo giocando sul futuro del Piano Territoriale del Piemonte: la legge attuale è oramai datata, per cui ne occorre una nuova.
Io sarei persino favorevole a che questa legge venisse chiamata "Legge Cavallera", che si sta prodigando in tal senso.



PRESIDENTE

Se ritiene, può presentare un ordine del giorno collegato alla modifica del titolo, prima del voto finale.



NEGRO Giovanni

Mi pare di aver sentito già nei giorni scorsi che tempi così lunghi siano eccessivi per un'Amministrazione comunale - un Sindaco - affinch vada in porto un Piano Regolatore. Ma è necessario il coinvolgimento dei Sindaci e dei territori, per quanto alcuni di essi mi facciano un po' paura, dal momento che talvolta, con troppa facilità, si costruisce indiscriminatamente sul nostro bellissimo e straordinario territorio.
L'utilizzo del territorio va fatto con cura e la preservazione del suolo implica, a mio avviso, un controllo regionale (perché ci deve essere un controllo regionale!), territorio per territorio.
Alcuni territori del Piemonte, di più Province, sono attualmente candidati come patrimonio UNESCO: ecco perché dobbiamo mostrare un occhio di riguardo nei loro confronti, se vogliamo ottenere tale riconoscimento.
Noi siamo responsabili del consumo del territorio e ciascuno deve fare la propria parte. Ecco perché è meglio ritardare un po' e offrire un vero Piano Territoriale: che non sia facile, è fuor di dubbio e sarà arduo accontentare tutti. Però è altrettanto vero che esistono troppi "cimiteri di elefanti", così come sono stati definiti, nel senso che ci sono troppi capannoni sfitti, costruiti e lasciati inutilizzati, che stanno rovinando il nostro territorio.
nostro dovere salvaguardare al massimo il nostro magico territorio del Piemonte.
Incrementare il turismo in Piemonte, significa portare anche una crescita finanziaria. Dobbiamo stare, quindi, molto attenti e ligi, perch i turisti vogliono vedere la natura. In pratica, costruire sì, ma con determinati criteri.
Dobbiamo supportare i nostri Sindaci affinché riescano a compiere in maniera rigorosa il proprio dovere.
Quando ero Sindaco, ricordo di aver obbligato ad utilizzare i coppi sui tetti, proprio per mantenere viva la nostra tradizione. Solamente così possiamo lasciare una bella eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Grazie.



NEGRO Giovanni

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



NEGRO Giovanni

Posso chiedere come intende procedere coi lavori?



PRESIDENTE

Siamo convocati fino alle ore 21: al momento, siamo in fase di discussione generale e coi prossimi due interventi arriviamo alle ore 20.40.
Se non vi sono altri interventi, possiamo dichiarare chiusa la discussione generale; in caso contrario, potremmo già iniziare con le illustrazioni degli emendamenti.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora mi iscrivo, ma solo perché non posso tollerare che si discutano gli emendamenti con tre quarti di Consiglio che se n'é andato via.



PRESIDENTE

No, discutere no.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Tre quarti del Consiglio se n'è andato via!



PRESIDENTE

Ritengo che di fronte alla sua rinuncia, probabilmente potremmo terminare i lavori un po' prima, ma lo vediamo.
Comunque è stato chiaro.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho già svolto una relazione di minoranza con tre quarti della maggioranza che se n'era andata a casa.
Stasera la maggioranza è tutta qua... Io mi iscrivo.



PRESIDENTE

Concludiamo con la discussione generale, indipendentemente o meno dal suo intervento.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma per dignità.



PRESIDENTE

No, no, lo condivido.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Devo dire che il commento del nostro Capogruppo è sicuramente condivisibile. Una legge come questa avrà un lungo iter: ha già richiesto una lunga discussione in Commissione e l'Aula sicuramente non si risparmierà ad un dibattito approfondito ed importante sulla materia. Ed è proprio su questo che credo dobbiamo concentrare la nostra attenzione.
Intanto credo che questa Regione abbia perso un'occasione importante per redigere una legge urbanistica nuova, adeguata alle esigenze dei nostri territori e della nostra Regione, così come hanno fatto molte altre Regioni italiane. È facile il commento secondo cui anche nella legislatura precedente, e in quella precedente ancora, si era tentato di modificare e di redigere una nuova legge urbanistica, ma non era stato possibile, per cui ci si arrende ad un livello più basso, che non è altro che un restyling di una legge che sicuramente ha fatto il suo tempo. Ma sarebbe un discorso davvero troppo semplice.
Ci sono Regioni italiane che, nel frattempo, hanno approvato tre leggi urbanistiche e che quindi hanno potuto dare indirizzi molto più consoni alle esigenze attuali, permettendo ovviamente uno sviluppo e un coinvolgimento diverso dei territori sul tema principale, con il quale si svolgono, si attuano e si portano avanti i programmi di una legislatura a livello comunale, e dove il coinvolgimento dei territori diventa l'elemento fondamentale.
Sono convinta che abbiamo perso la possibilità di fare una riforma di più ampio respiro. Si poteva, ad esempio, partire dai ragionamenti che erano stati fatti sulla legge urbanistica - peraltro abbiamo tentato di farlo - che vedeva, come primo firmatario del progetto di legge, il Consigliere Reschigna.
Stiamo davvero perdendo una grande occasione.
Stiamo facendo un'operazione di revisione di una legge importante, la legge Astengo, all'epoca all'avanguardia, che oggi possiamo incontrare nelle altre Regioni, ma che non incontreremo all'interno della nostra Regione.
Ovviamente, il lavoro di Aula sarà un lavoro emendativo importante perché vogliamo cercare di dare un volto quanto meno presentabile a questa legge e ci auguriamo che su questo ci possa essere una condivisione e la volontà di accettare gli emendamenti proposti.
In particolare, credo che i temi sui quali occorra concentrarsi siano legati in modo particolare alle varianti parziali.
Addirittura quest'Aula ha approvato una Commissione di indagine che sta lavorando e sta analizzando molti piani regolatori delle città piemontesi dove emerge in modo chiaro che la non programmazione determinata dal numero ampio e strabiliante di varianti non strutturali - varianti, come si usa dire, ex articolo 17 - ha stravolto i territori.
Ci troviamo di fronte ad un quadro nel quale spesso le Amministrazioni ricorrono a questo strumento, perché è l'unico modo per consentire di avere risorse cash all'interno delle proprie Amministrazioni. E certo questo non fa bene alla programmazione territoriale, ma fa sì che troppo territorio sia stato utilizzato, troppo territorio sia stato sprecato, quando invece si poteva, attraverso una nuova legge adeguata alle esigenze, immaginare uno sviluppo diverso. Soprattutto si poteva immaginare che molto del territorio utilizzato in questi anni sia per lo sviluppo di attività industriali ed artigianali sia per l'utilizzo inadeguato per attività residenziali, poteva essere utilizzato meglio.
Quindi, la nostra attività si concentrerà in modo particolare sul tema delle varianti parziali.
Mi auguro che il lavoro della Commissione possa diventare utile e possa stimolarci a far sì che queste parti della legge vengano migliorate e si trovi una soluzione diversa rispetto a quella prospettata oggi.
Ci sono poi altre caratteristiche sulle quali vale la pena porre l'accento e fare una riflessione.
Ad esempio, la legge Astengo, per quanto riguarda le zone agricole, ha introdotto un'opportunità importante per tutta l'agricoltura piemontese nel frattempo, questa opportunità si è trasformata in una situazione per la quale lo sfruttamento e l'utilizzo di territorio agricolo classificato come tale - che all'interno della nostra Regione ammonta a quasi il 90% e l'articolo modificato della legge n. 56 ha introdotto la possibilità di edificare per i coltivatori part-time - non ha sicuramente aiutato, anzi ha fatto sì che le speculazioni e le attività in tal senso fossero molteplici e notevoli.
Quindi, è venuto meno lo spirito iniziale previsto dalla legge, cioè dare la possibilità agli agricoltori, quindi a chi realmente vive del reddito legato all'agricoltura, di realizzare strutture al servizio della propria attività nelle zone definite agricole dai piani regolatori.
Su questo credo che non ci sia stata sufficiente attenzione e non ci sia nemmeno la consapevolezza che tali norme toccano quasi il 90% del nostro territorio.
Quindi, credo che su questo ci sarà molto da riflettere e molto da lavorare.
Molti sono gli altri temi che cercheremo di affrontare durante il dibattito in Aula, e quindi vorremmo cercare di immaginare che questo restyling, non sicuramente di qualità, possa in alcuni punti avere degli strumenti più tutelanti.
La quantità di territorio sprecata in questi anni è un danno che da alcuni punti di vista oggi si configura quasi come irreparabile.
Non possiamo continuare a non dare garanzie e certezze ai territori. I tempi di approvazione di una variante strutturale sono oggi non più sostenibili da un'Amministrazione. È quindi necessario dare gli adeguati strumenti di programmazione e maggiore fruibilità e maggiore snellezza, ma dobbiamo immaginare che questi non siano soltanto un elenco di vincoli e un elenco di regole del tipo "fatta la legge, trovato l'inganno", ma siano degli strumenti che permettano una vera e propria programmazione insieme ai Comuni e per quello che resterà di controllo nei confronti delle Province.
Quindi, il nostro sarà un lavoro che andrà in questa direzione, non senza un'opposizione ferma, volta a cercare di sottolineare gli aspetti non accettabili che abbiamo cercato di mettere in evidenza nella relazione introduttiva alla legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Volevo ringraziare l'Assessore, che è presente anche oggi, però volevo fargli una domanda; volevo sapere se è masochista.
Mi facevo questa domanda quando, in Conferenza di Capigruppo, ho avuto da discutere con l'Assessore Maccanti. Mi chiedevo, dalla mia minima e piccola esperienza rispetto a colleghi che siedono in Consiglio dal 1970 e so che anche lei ha un lungo corso sia come Assessore sia in Consiglio regionale - se sia mai successo che su un disegno di legge o una proposta di legge della maggioranza, la prima volta che si inizia a discutere si chieda la convocazione di una seduta serale e un'intensificazione delle sedute.
Al di là della battuta, non la prenda male, anche perché francamente il clima in Commissione è stato costruttivo; pur nelle distanze politiche che reputo siderali, il clima della Commissione è stato costruttivo. Infatti anche il mio Gruppo ha ritirato molti emendamenti che erano chiaramente ostruzionistici, perché ce n'era una buona quantità di merito, ma una buona quantità era chiaramente ostruzionistica.
Francamente sono rimasto basito da questa richiesta di intensificazione subito, cioè pronti e via: intensifichiamo le sedute.
Siamo in una situazione politica della Regione Piemonte - e non perch siamo del Consiglio regionale non ci sentiamo facenti parte di questo Ente Regione - in grandi difficoltà economiche. Non dico che siano più importanti perché ovviamente ogni Assessore ha le sue competenze e quindi le sue proposte programmatiche da portare avanti, ma proposte di bilancio come l'assestamento, il rendiconto che abbiamo iniziato a discutere e magari l'analisi della spending review, dovrebbero trovare una corsia preferenziale.
Quindi, potrei capire di più una sessione o un insieme di sedute intensificate sul bilancio.
Così come non ho anche ben compreso questa proposta di legge n. 86, ma oggi è stata approvata, quindi chiudiamo il discorso.
Lungi da me e dal nostro Gruppo dire che non vogliamo lavorare, e lo dico perché so che ci sono persone che potrebbero interpretare male questo concetto che esprimo oggi.
Però, sinceramente, non è solo il nostro Gruppo consiliare ad avere sollevato una serie di rilievi, perché so che li hanno sollevati anche su punti precisi del disegno di legge il Gruppo di SEL, il Gruppo di Federazione di Sinistra, il Gruppo del PD, il Gruppo di Insieme per Bresso il Gruppo Italia dei Valori. Quindi, non sono criticità segnalate da un solo Gruppo e non è una protesta politica.
Secondo me, ci sono veramente delle criticità serie che vanno analizzate con il giusto tempo.
Poi ovviamente ognuno è responsabile delle azioni che fa sia in politica sia nella vita di tutti i giorni, quindi è lecito chiedere un'intensificazione delle sedute. Infatti, avevo chiesto al Presidente del Consiglio se ci garantiva che a ferragosto non avremmo convocato una seduta per discutere del disegno di legge n. 153, ma mi ha rassicurato.
A parte le battute - anche perché, come diceva il collega Reschigna adesso siamo in una fase in cui sono pochi Consiglieri, stanno andando via anche gli Assessori - sono già entrato nel merito delle problematiche nel corso della relazione di minoranza svolta la settimana scorsa. Si tratta ora di capire qual è l'andamento della discussione; ad esempio, se ci sono degli spazi per discutere seriamente nel merito dei punti che abbiamo già sollevato in Commissione. Ad alcuni sono state date delle risposte, ad altri no. Quindi, penso, che alla ripresa dei lavori del Consiglio a settembre ci possa essere lo spazio per discutere serenamente di alcuni punti di merito - sottolineo di merito - che i vari Gruppi di opposizione hanno sollevato.
Ovviamente, il punto più spinoso, come ha già detto il collega Biolé, è quello delle varianti parziali. Penso che questo allargamento delle varianti parziali al residenziale (con la possibilità di ampliamenti al di là della valutazione della capacità insediativa residenziale, quindi al di là del suo esaurimento) sia una criticità da sollevare anche a livello politico, nel dibattito politico dell'urbanistica, da parte di tutti i Gruppi.
Questo secondo noi è un vulnus, Assessore Cavallera, alle esigenze del territorio, sia inteso come suolo, quindi quella grande campagna che si sta diffondendo per fortuna in tutta Italia dello stop al consumo di suolo, sia inteso come le esigenze dei cittadini, che non si possono vedere passare sopra da un Comune che ha la volontà... A questo proposito possiamo comprendere quali sono le esigenze che muovono la mano del pianificatore urbanistico del Comune, cioè quelle di cercare di fare cassa con i famosi oneri di urbanizzazione.
Capisco, accetto e comprendo lo spostamento da parte della Regione vista un po' come padre censore dei piani regolatori dei Comuni ad una visione più moderna, più efficiente, meno burocratizzata, più dinamica, più sussidiaria orizzontale - chiamiamola come vogliamo - in cui ci siano le Conferenze di copianificazione estese, dalle varianti strutturali alle varianti generali, però non possiamo accettare che le varianti parziali escano da questa logica.
Se accettiamo la logica di un rapporto leale di collaborazione tra Enti locali e Regione nell'ottica delle Conferenze di copianificazione e valutazione, non possiamo però accettare il concetto di rinuncia, da parte della Regione Piemonte, a quelli che sono i propri compiti nella valutazione delle varianti strutturali e delle ricadute di cementificazione del suolo per il residenziale, ma anche per il produttivo nei Comuni.
Questo non possiamo accettarlo.
L'ho già detto, Assessore: se il principio è quello di un confronto leale, di moderna collaborazione con i Comuni nelle Conferenze di copianificazione, ben venga; però, non venite a spacciarcelo per tale quando poi dall'altra parte vogliamo delegare e far sì che la Regione rinunci a tutte le funzioni di controllo del consumo di suolo.
Quindi, il residenziale - se non è esaurita la capacità insediativa del Piano regolatore, deve stare all'interno del processo di copianificazione e valutazione, in cui la Regione ha un compito fondamentale di difesa del territorio e delle istanze dei cittadini. Non si cedere a determinate logiche. Non che lei abbia mai detto questo, ma azzardo l'ipotesi di un ipotetico cittadino che dice: "Voglio la villetta, voglio costruire" oppure di un ipotetico Sindaco - come diceva il collega Negro - attento non tanto attento all'esigenza del suolo, che dice: "Ho bisogno degli oneri di urbanizzazione e voglio incassare". Non possiamo cedere a queste logiche! La Regione ha un compito fondamentale di controllo e di programmazione.
Diversamente - l'ho detto tante volte in questo Consiglio e qualcuno mi ha anche criticato - chiudiamo la Regione! Se la Regione, con questo provvedimento, vuole abdicare alle sue prerogative fondamentali nell'ambito della programmazione territoriale, lasciamo perdere ed evitiamo di proporre delle modifiche! Se non sbaglio, all'articolo 21, si inserisce, alla lettera e) del comma 3 dell'articolo 11, la dicitura: "il contenimento del consumo dei suoli come prerogativa e come finalità del PRG comunale, intercomunale" mentre prima si parlava di "equilibrata espansione dei centri abitati".
Sono d'accordo con questa definizione, Assessore. Prima si diceva "l'equilibrata espansione dei centri abitati", quindi, nonostante la grande capacità di leggere il futuro della legge Astengo...



PRESIDENTE

La prego di concludere.



BONO Davide

Noi adesso andiamo ad inserire il "contenimento del consumo dei suoli".
Bene, ma non lasciamolo come una mera enunciazione di intenti. Facciamo sì che nella legge ci sia corrispondenza tra i principi, le finalità e le azioni che intraprendono i Comuni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Sarò telegrafico. Intervengo per dire che il disegno di legge n. 153 oggi rappresenta una grande opportunità in un Paese un po' strano. Nel nostro Paese manca una pianificazione nazionale e quindi ogni Regione deve cercare, cum grano salis, di normare al meglio, tenuto conto anche delle condizioni economiche.
La programmazione territoriale urbanistica, in questo momento rappresenta una leva di sviluppo per il nostro territorio e quindi deve rispondere a dei criteri che personalmente riscontro in questo disegno di legge e che sono certamente dei criteri di semplificazione. Quella della semplificazione è una richiesta avanzata quotidianamente dagli operatori per determinare una situazione di ordine.
Devo dire che il direttore Dezzani e tutti gli Uffici hanno fatto uno sforzo importante anche nell'emanazione della circolare sul Decreto sviluppo. Tale circolare si è rivelata fondamentale anche per dare ordine ai Comuni, nei quali vi era una situazione veramente insostenibile.
Se posso permettermi, dobbiamo cercare di fare uno sforzo ulteriore stante l'attuale situazione, pur rendendomi conto che siamo in un contesto dove manca una pianificazione urbanistica nazionale e in cui gli operatori devono andare nei vari Comuni con una sorta di guida Michelin per capire come vengono interpretate le norme urbanistiche regionali o territoriali.
Mi rendo conto che è uno sforzo notevole, tanto più da un punto di vista legislativo, ma dobbiamo, in qualche modo, riappropriarci delle nostre competenze legislative per dire ai Comuni che questo sistema non pu più essere ammissibile. Esistono situazioni in cui degli operatori attendono tre, quattro, cinque anni un permesso di costruzione: i tempi non lo consentono più. Ad esempio, in Belgio in trenta giorni si ottengono i permessi di costruzione: giocando in una situazione globale di economia dobbiamo intervenire dando delle regole chiare ai Comuni. Credo che lo sforzo operato con il disegno di legge n. 153 sia molto apprezzabile.
Tuttavia, prima di arrivare all'approvazione definitiva, suggerisco di fare ulteriori ragionamenti, perché le differenti interpretazioni operate dai Comuni rappresentano, da un lato, un ostacolo allo sviluppo e, dall'altro vanno incontro all'esigenza di non cementificazione e di abbellimento dell'esistente.
Negli anni Settanta, con la cementificazione, sono stati rovinati rovinati! - interi territori. Oggi sarebbe bene ragionare per riqualificare quella cementificazione che è ha comportato un'assoluta devastazione del territorio. Quindi, manteniamo l'esistente utilizzando il più possibile il recupero, ma imponiamo anche dei vincoli estetici perché le città sono belle nella misura in cui c'è un intervento dei privati volto a migliorare l'esistente, altrimenti rischiamo di avere delle città sempre più brutte.
L'impostazione estetica nei piani urbanistici non è più un concetto teorico, ma viene sempre più applicato anche nelle varie legislazioni.
Su questo credo valga la pena sviluppare un ragionamento. Cioè, i criteri estetici devono essere sempre più materia di intervento per gli operatori, perché dobbiamo salvaguardare quella cultura che negli anni passati non è stata molto seguita dagli operatori. Oggi, rappresenta un'esigenza per tutti, anche per rilanciare settori strategici come quello del turismo.



PRESIDENTE

Non essendoci più interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Credo che potremo interrompere i nostri lavori, anche se vedo molti colleghi un po' allibiti e contrari. È per una questione di rispetto perché è una proposta di legge importante: cominceremo con la trattazione dell'articolo 01 nella seduta di venerdì. Grazie.
Buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.44)



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