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Dettaglio seduta n.247 del 03/07/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 829 presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Artesio Cerutti, Pedrale, Ponso, Buquicchio, Reschigna, Botta Marco, Negro Montaruli, Tiramani, Marinello, Placido, Leardi, Manica, Comba, Botta Franco Maria, Lepri, Angeleri, Tentoni, Leo, Gregorio, Formagnana, Costa Rosa Anna, Cortopassi, Bussola, Carossa, Vignale, Boeti, Toselli Mastrullo, Valle, Taricco e Lupi, inerente a "Finanziamenti per la Città della Salute" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Ho presentato pochi minuti fa un ordine del giorno inerente al sostegno di tutto il sistema delle Autonomie locali piemontesi, dei parlamentari e di quanti operano in relazione alla Città della Salute.
Questo semplicissimo ordine del giorno è stato sottoscritto da tutti i Gruppi, oltre che dai ruoli istituzionali del Consiglio regionale, fatta eccezione - per adesso - del Movimento 5 Stelle, che ovviamente, essendo appena arrivato in Aula, ci sta un attimo ragionando.
Chiedo che venga iscritto e possibilmente, Presidente, votato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 817 presentato dai Consiglieri Tiramani, Carossa, De Magistris e Angeleri, inerente a "Azioni a tutela degli esodati" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno su una tematica importante e traversale, che riguarda molti cittadini piemontesi: gli esodati.
Chiedo che questo documento venga iscritto all'o.d.g. perch l'improbabile azione di un Ministro che non piace a nessuna parte politica sta danneggiando molti nostri concittadini (mi riferisco al Ministro Fornero). Di conseguenza, chiedo un'azione impattante e breve di quest'Aula, possibilmente condivisa, per dare forza e peso a una tematica che riguarda la nostra gente e che deve superare le barriere politiche.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Le chiedo di fornire agli uffici indicazioni sull'ordine del giorno per poter entrare nel merito della risposta l'ordine del giorno della collega Spagnuolo, invece, è già a disposizione della Presidenza.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 493 presentato dai Consiglieri Botta Marco, Costa Rosa Anna e Leo, inerente a "Piccoli Tribunali" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per ricordare che è già iscritto all'o.d.g. un ordine del giorno sulla chiusura dei piccoli Tribunali. Mi sembra che sia al punto 7), quindi abbastanza in alto rispetto ad altre sedute.
Come ho già detto la scorsa volta - poi non c'è stato il tempo per esaminarlo - se non lo esaminiamo, la riforma viene fatta senza che il Consiglio regionale possa prendere una sua posizione.


Argomento: Commemorazioni

Richiesta, da parte del Consigliere Carossa, di osservazione di un minuto di silenzio in memoria del Senatore a vita Sergio Pininfarina


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non chiedo l'iscrizione di un ordine del giorno, ma chiedo all'Ufficio di Presidenza, se ritiene, essendo mancato il Senatore a vita Sergio Pininfarina questa notte, di far osservare all'Aula un minuto di silenzio in memoria di questo personaggio così importante non solo per Torino e per il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa. Finisco prima di leggere e poi l'Ufficio di Presidenza valuterà se rivolgere un momento dedicato a tale lutto oggi o in un'altra giornata. Intanto la ringrazio.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 19 giugno 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cattaneo, Cota e Sacchetto.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 e 28 giugno 2012.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 26 giugno 2012, la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 4 dell'11 aprile 2012 "Disciplina dei registri regionali di rilevante interesse sanitario".


Argomento:

d) Impugnativa del Governo avverso legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio dei Ministri, in data 26 giugno 2012, ha esaminato la legge regionale n. 5 del 4 maggio 2012 "Legge finanziaria per l'anno 2012" e ne ha deliberato l'impugnativa, in particolare censurando l'articolo 47, commi da 1 a 9, che disciplinano gli incarichi di collaudo di lavori pubblici, prevedendone l'affidamento a dipendenti regionali iscritti in apposito elenco, e l'articolo 46, commi 2, 3 e 4, che prevedono l'espletamento sulla base di piani assunzionali di concorsi pubblici per il reclutamento di personale a tempo indeterminato, destinati al personale in servizio nel ruolo della Giunta regionale alla data del 1° giugno 2012 ed assunto mediante avvisi di selezione pubblica per esami o per titoli ed esami banditi dalla Regione Piemonte.


Argomento:

e) Sentenza Corte Costituzionale


PRESIDENTE

Comunico che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 158 del 22 giugno 2012, nel ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la legge regionale n. 10 dell'11 luglio 2011 "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011", articolo 2, comma 7, articolo 7 comma 1, articolo 8, comma 2, e articolo 26, comma 2, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere dei primi tre articoli modificati e in parte abrogati dalla legge regionale n. 5/2012, in particolare in merito a: marchio dei prodotti alimentari, autorizzazione all'ARPEA per l'anticipazione dei contributi in agricoltura e piano di contenimento del controllo della fauna selvatica.
stata dichiarata invece l'incostituzionalità dell'articolo 26, comma 2, che prevede che la Giunta possa consentire ai Comuni montani ed a quelli di Alta marginalità con popolazione inferiore ai 1.500 abitanti una deroga al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.


Argomento:

f) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 2 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 7 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.


Argomento:

g) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

h) Ricevimento delegazione ex dipendenti Wagon Lits


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione sarà ricevuta una delegazione degli ex dipendenti Wagon Lits.
Ne approfitto per ricordare che avete ricevuto una lettera del Presidente in cui vi informava che oggi, alle 12.30, ci sarà la conferenza stampa della rassegna "Voci dei luoghi", in collaborazione con il Comitato del Consiglio provinciale e l'UNCEM, quindi siete tutti invitati a partecipare.
I lavori andranno avanti fino alle ore 12.30, poi ci sarà la conferenza stampa e infine avverrà l'incontro con la delegazione.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g. (ordini del giorno n. 817 e n. 829)


PRESIDENTE

A questo punto, sulle proposte iniziali, l'ordine del giorno segnalato dalla collega Spagnuolo, che è firmato da un numero ampiamente superiore ai 41 necessari, lo diamo per iscritto e dipende dai colleghi se, all'interno dei lavori della mattinata, possiamo votarlo. Mi sembra che non ci siano problemi particolari e, volendo, lo possiamo anche votare subito.
Il documento segnalato dal collega Tiramani sugli esodati, che ha quattro firme, lo diamo naturalmente per iscritto e poi, nel prosieguo dei lavori della giornata di oggi, si verificherà quando poterlo calendarizzare ufficialmente.
L'ordine del giorno n. 493, proposto dal collega Botta, sulla salvaguardia dei piccoli Tribunali è al punto 7) dell'o.d.g., quindi mi sembra possibile esaminarlo, se non nella mattinata, nel pomeriggio.
Sul ricordo del Senatore Pininfarina, vale quello che dicevo prima: una verifica della Presidenza del Consiglio su altre situazioni simili e, nel caso, demandarlo a un momento ufficiale non nella giornata di oggi. Quindi chiediamo qualche minuto di pazienza al collega Carossa.
L'ordine del giorno n. 829, ampiamente condiviso, viene inserito al punto 2) bis, prima di passare a tutti gli altri ordini del giorno. Mi sembra che l'Aula sia d'accordo e acconsenta a questo inserimento del punto 2) bis, quindi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno della Consigliera Spagnuolo (prima firmataria) rispetto alla necessità che tutti i rappresentanti istituzionali (parlamentari e amministratori piemontesi) operatori di settori e organizzazioni sindacali, rispetto al grande tema della difesa della salute dei cittadini e della qualità della sanità piemontese, coinvolgendo il Presidente e l'Assessore competente rispetto al Governo su questa materia.
Ho fatto una sintesi, collega Spagnuolo. La ringrazio per la condivisione.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 829 presentato dai Consiglieri Spagnuolo Artesio, Cerutti, Pedrale, Ponso, Buquicchio, Reschigna, Botta Marco Negro, Montaruli, Tiramani, Marinello, Placido, Leardi, Manica, Comba Botta Franco Maria, Lepri, Angeleri, Tentoni, Leo, Gregorio, Formagnana Costa Rosa Anna, Cortopassi, Bussola, Carossa, Vignale, Boeti, Toselli Mastrullo, Valle, Taricco e Lupi, inerente a "Finanziamenti per la Città della Salute"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame dell'ordine del giorno n. 829, di cui al punto 2) bis all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 829, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerata l'importanza della realizzazione della Città della Salute Struttura di eccellenza della sanità del Piemonte e del Piano regionale della Sanità con particolare riferimento alle città di Novara e di Torino vista l'esigenza che lo Stato finanzi questa straordinaria iniziativa attraverso 377 milioni del riparto di fondi per l'edilizia sanitaria pur comprendendo le grandi difficoltà di natura economico-finanziaria in cui si dibatte il Governo Nazionale, ma considerando il ruolo strategico di questo progetto non solo per la Regione Piemonte ma per tutto il sistema degli Enti Locali e per i milioni di cittadini che potranno avvalersi delle prestazioni di questa eccellenza a fronte di un fondato timore che vengano ridotti dal governo nazionale i fondi per l'edilizia sanitaria mettendo a rischio queste realizzazioni preso atto che il Presidente Cota e l'Assessore Monferino dovranno sollecitare il Governo Monti perché mantenga i suoi impegni esprime il proprio sostegno a tutte le iniziative e incontri locali e nazionali che il Presidente e l'Assessore competente vorranno porre in tutte le sedi avvalendosi anche del sostegno delle autonomie locali perché queste iniziative vengano sostenute e finanziate in modo adeguato nella difesa della salute dei cittadini e della qualità della sanità piemontese, dando vita, se necessario, ad una lobby piemontese di maggioranza e opposizione come per i fondi Olimpiadi 2006, che coinvolga parlamentari piemontesi organizzazione sindacali, operatori di settore sanitario e di impresa." Il Consiglio approva.


Argomento: Sistema informativo regionale - Telecomunicazioni

Proseguimento pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente del disegno di legge n. 262, inerente a "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 3) all'o.d.g, ovvero degli atti di indirizzo collegati al pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente del disegno di legge n. 262, "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)".
ordine del giorno n. 799 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 801 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e del CSI - Piemonte nel settore sanità" ordine del giorno n. 802 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e dell'efficienza del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 803 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e della governante del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 804 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e dell'integrità del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 805 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e delle linee guida di un piano industriale del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 806 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio del ruolo decisivo dell'ICT piemontese e del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 807 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rilancio dell'ICT piemontese e della natura consortile del CSI - Piemonte" ordine del giorno n. 808 presentato dalla Consigliera Artesio, inerente a "CSI: criteri e indirizzi" ordine del giorno n. 809 presentato dalla Consigliera Artesio, inerente a "CSI: criteri e principi" ordine del giorno n. 810 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Criteri e principi direttivi per la formulazione del testo in sede redigente del disegno di legge n. 262 (ex articolo 31 comma 2 del Regolamento interno del Consiglio)" ordine del giorno n. 813 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "CSI Piemonte. Governance, trasparenza e sistemi di controllo sul modello



SCR Piemonte"

Nella seduta del 26 giugno scorso sono stati illustrati tutti gli atti di indirizzo collegati e si è conclusa la discussione generale. Possiamo passare, quindi, alle singole votazioni. Vi ricordo che il numero legale è 29.
L'Assessore Giordano intende esprimere il parere della Giunta regionale?



GIORDANO Massimo, Assessore alla tecnologia delle comunicazioni

La Giunta esprime parere contrario su tutti gli ordini del giorno salvo quello presentato dal Consigliere Buquicchio, sul quale esprimiamo invece, parere favorevole.
La contrarietà va spiegata un attimo: gli ordini del giorno contengono molti spunti interessanti, dei quali si terrà conto in sede di Commissione.
Peraltro, nella struttura di ogni singolo ordine del giorno riscontriamo degli aspetti non condivisibili, ma il parere negativo non è tout court ogni ordine del giorno contiene alcune sollecitazioni che giudichiamo interessanti e che avremo modo di approfondire.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ricorderò il parere negativo della Giunta per ogni ordine del giorno, tranne che per quello avente come primo firmatario il Consigliere Buquicchio.
Consigliera Artesio, su cosa intende intervenire?



ARTESIO Eleonora

Sul procedimento.



PRESIDENTE

Prego; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ovviamente sono consapevole che non si riapre il dibattito. Volevo porre una questione procedurale: dato che il passaggio alla sede redigente come si è visto anche nelle modalità che abbiamo dovuto puntualizzare in ordine alle votazioni, è un procedimento abbastanza inedito nell'applicazione del Regolamento consiliare, la domanda che volevo rivolgere al Presidente, all'Ufficio di Presidenza e al supporto dei funzionari è la seguente: se quando procediamo in sede redigente il Consiglio trasferisce una parte delle proprie prerogative alla Commissione ma in questo trasferimento tende anche a determinare gli ambiti di autonomia della presentazione del disegno di legge in sede redigente tant'è che dice che il Consiglio può dettare indirizzi all'interno dei quali la Commissione svolgerà il proprio lavoro - perché deve essere richiesto il parere della Giunta e non è, invece, il Consiglio, nella sua autonomia, che può determinare gli indirizzi da dare alla Commissione in sede redigente? Mi sembra che ci sia una prevalenza del ruolo del Consiglio, il quale legittimamente, può rigettare gli ordini del giorno. Però non credo che il parere della Giunta sia in questo caso necessario, tantomeno di indirizzo verso le componenti politiche del Consiglio.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Artesio.
Nella prassi si chiede il parere della Giunta in merito a tutte le proposte o disegni di legge. Lei sa quanto questa Presidenza del Consiglio tenga al primato del legislativo sull'esecutivo, quindi il ringraziamento è non formale. La richiesta di parere alla Giunta è da interpretare come una richiesta, da parte dei colleghi, di conoscere cosa pensa la Giunta in merito, nell'autonomia del Consiglio, che risottolineo. È un'informazione che, per alcuni colleghi, può essere utile.
La ringrazio ancora per il suo intervento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio al Presidente e ai membri del Comitato "Mappano Comune"


PRESIDENTE

Stanno assistendo ai nostri lavori il Presidente e alcuni membri del Comitato "Mappano Comune", che salutiamo. Purtroppo non è possibile ricevervi oggi, perché da decisione dell'Ufficio di Presidenza, peraltro condivisa dal Consiglio, questa Assemblea incontra chiunque lo chieda oggi, per esempio, incontreremo i rappresentanti degli ex lavoratori Wagon Lits - purché la richiesta pervenga almeno 24 ore prima. Oggi è prevista una conferenza stampa alle ore 12.30 e un incontro alle ore 13.
Pertanto, vi salutiamo con simpatia e cordialità, e ribadiamo la nostra disponibilità ad incontrarvi, se lo riterrete, purché ne avanziate formale richiesta almeno 24 ore prima della prossima seduta di Consiglio. Vi ringrazio e vi auguro buona permanenza in Consiglio regionale.


Argomento: Sistema informativo regionale - Telecomunicazioni

Proseguimento pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente del disegno di legge n. 262, inerente a "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)" (atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Chiarito il problema sul "parere", che comunque è servito a sapere cosa pensa la Giunta su tutti gli 11 ordini del giorno, procediamo alla votazione dei singoli atti di indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 799, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori Il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale dì volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una "Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte" a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di SpA, il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della SpA e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)" a definire le condizioni affinché possa essere affidata al CSI-Piemonte la gestione del settore ICT della sanità e delle ASL, favorendo in questo modo economie di scala e risparmi consistenti quanto mai necessari anche in relazione all'indebitamento del settore sanitario a delineare le misure organizzative e gestionali necessarie all'efficientamento delle attività e allo snellimento burocratico: a migliorare il sistema di governance del CSI-Piemonte, modificandone la modalità di assegnazione delle quote consortili e salvaguardandone l'attuale forma giuridica consortile e pubblica a salvaguardare l'integrità del Consorzio, negando l'eventualità del suo scioglimento, mantenendo ì suoi livelli occupazionali a confermare l'integrità e la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte quale garanzia del servizio pubblico che esso fornisce agli Enti e ai cittadini e della mission originaria del Consorzio.
a definire le linee guida di un Piano Industriale per il CSI-Piemonte che ne rinnovi la natura pubblica e ne rilanci e rafforzi la mission di motore dell'innovazione della PA e volano del comparto ICT a valorizzare, con il rilancio del CSI-Piemonte nella sua forma consortile pubblica, il ruolo decisivo dell'ICT come leva per l'efficientamento del sistema delle Pubbliche Amministrazioni del Piemonte, soprattutto in un momento di grave crisi economica come quella attuale".
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 801, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori Il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nei panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata net prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una "Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte" a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di SpA, il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della SpA e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge n. 262 'Riordino delle attività delta Regione Piemonte nel settore dell'information and Communication Technology (ICT)' a definire le condizioni affinché possa essere affidata al CSI-Piemonte la gestione del settore ICT della sanità e delle ASL, favorendo in questo modo economie di scala e risparmi consistenti quanto mai necessari anche in relazione all'indebitamento del settore sanitario".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 802, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una "Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte" a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge n. 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a delineare le misure organizzative e gestionali necessarie all'efficientamento delle attività e allo snellimento burocratico".
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 803, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una 'Società regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte' a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a migliorare il sistema di governance del CSI-Piemonte, modificandone la modalità di assegnazione delle quote consortili e salvaguardandone l'attuale forma giuridica consortile e pubblica".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 804, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico dì competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una 'Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte' a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a salvaguardare l'integrità del Consorzio, negando l'eventualità del suo scioglimento mantenendo i suoi livelli occupazionali".
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 805, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale il CSI-Piemonte alimenta un indotto dì aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una 'Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte' a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a definire le linee guida di un Piano Industriale per il CSI-Piemonte che ne rinnovi la natura pubblica e ne rilanci e rafforzi la mission di motore dell'innovazione della PA e volano del comparto ICT".
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 806, il cui testo recita: "Premesso che: il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale . il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori . II CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che . ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni . lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una 'Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte' a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a valorizzare, con il rilancio del CSI-Piemonte nella sua forma consortile pubblica, il ruolo decisivo dell'ICT come leva per l'efficientamento del sistema delle Pubbliche Amministrazioni del Piemonte, soprattutto in un momento di grave crisi economica come quella attuale".
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono sulle votazioni; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
A inizio seduta mi sono dimenticato, come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, di chiedere la votazione per appello nominale. Quindi chiedo da adesso in avanti la votazione per appello nominale degli ordini del giorno, senza doverlo ripetere ogni volta. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Da questa in avanti tutte le votazioni avverranno per appello nominale.
Il numero legale è sempre 29.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ho inteso benissimo la richiesta del collega Bono, altresì vorrei comprendere perché alcuni ordini del giorno vanno impostati con un certo tipo di votazione.
Mi rivolgo a lei, Presidente, affinché si faccia tramite e lo chieda al collega Bono, perché, sinceramente, volevo comprendere la ratio.
Avrei capito la richiesta del collega Bono se l'ordine del giorno fosse stato a sua firma, ma avendo sentito che il documento posto in votazione è della collega Cerutti, volevo comprendere il motivo, solo questo.



PRESIDENTE

Collega Angeleri, la ringrazio.
Si dovrà accontentare della risposta del Presidente perché non si riapre il dibattito: semplicemente, il Consigliere Bono lo ha chiesto ad un certo punto, è un suo diritto insindacabile in base all'articolo 74 del nostro Regolamento. Banalmente, ha detto che si era dimenticato di chiederlo prima, se ricordo bene quanto ha detto.
Procediamo con la votazione nominale dell'ordine del giorno n. 807.
Il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 807, il cui testo recita: "Premesso che: . il CSI-Piemonte, con i suoi 1200 dipendenti, è l'azienda ICT più importante del Piemonte e una delle più importanti sull'intero territorio nazionale . il CSI-Piemonte alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di lavoratori . il CSI-Piemonte è nato, più di trent'anni fa, con l'obiettivo di mettere a sistema i servizi e i sistemi informativi dei suoi Enti consorziati e per essere il motore dell'innovazione e dell'ammodernamento della PA piemontese.
Considerato che: . la mission originaria del CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni che servizi e soluzioni informatiche innovative fossero costantemente erogate ai suoi Consorziati, permettendo economie di scala fra gli Enti della PA e favorendo il riuso del software . la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte costituisce la garanzia che informazione e conoscenza siano beni comuni e rispondano alle esigenze dei cittadini più che a quelle del mercato . il CSI-Piemonte ha costruito, negli anni, un patrimonio unico di competenze e professionalità nel campo dell'ICT e della PA . il CSI-Piemonte costituisce da tempo un ruolo fondamentale di volano economico ed industriale nel panorama ICT piemontese.
Rilevato che ad oggi il CSI-Piemonte non ha un Piano Industriale che definisca nel dettaglio i modi e i tempi con cui la sua mission possa essere perseguita e rinnovata nei prossimi anni lo Statuto del CSI-Piemonte non prevede lo scioglimento dello stesso attraverso una legge regionale il 22 Maggio 2012 è stato presentato dalla Giunta regionale il disegno di legge n. 262, che prevede la costituzione di una 'Società Regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte' a totale capitale pubblico e lo scorporo di tutte le attività di progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una o più nuove entità in forma di S.p.A., il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società il disegno di legge n. 262 prevede altresì un processo di trasformazione che comprende la privatizzazione della S.p.A. e lo scorporo dalla stessa di ulteriori rami d'azienda.
impegna la Commissione Consiliare in sede redigente del disegno di legge 262 'Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)' a confermare l'integrità e la natura consortile pubblica del CSI-Piemonte, quale garanzia del servizio pubblico che esso fornisce agli Enti e ai cittadini e della mission originaria del Consorzio".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 808, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: Il CSI-Piemonte, con i suoi circa 1.200 dipendenti, è la principale azienda piemontese delI'ICT ed una delle principali realtà in Italia ed alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di persone Il CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni servizi e soluzioni informatiche innovative per i consorziati e per la pubblica amministrazione Considerato che: L'attuale natura giuridica del CSI-Piemonte, quella di consorzio pubblico verrebbe superata dalla sua trasformazione in una società per azioni aperta anche ai privati nella misura massima del 40% come annunciato sui mezzi di comunicazione dall'Assessore all'Innovazione La Giunta Regionale ha depositato il DDL 262 "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'ICT" per il quale viene richiesta l'assegnazione in sede redigente Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a motivare la necessità di tale riordino sulla base dei dati di evidenza e di previsioni documentate, sia sotto il profilo economico, essendo la natura dell'ente pubblico del Csi oggi la migliore garanzia anche ai fini di evitare aggravi (si produce al prezzo di costo e non si pagano gli oneri di trasferimento), sia rispetto alle attese e ai mandati degli attuali soci fondatori a documentare, attraverso comparazioni verificabili e proiezioni argomentate, la aderenza della nuova configurazione che si vorrebbe praticare attraverso la DDL 262 agli obiettivi cui i soci tendono per le esigenze delle rispettive pubbliche amministrazione, anche in relazione all'applicazione di norme nazionali ad esempio in campo sanitario (trasmissione telematica referti, tessera sanitarie elettronica) ad allegare un piano di occupazione e occupabilità coerente con gli indirizzi determinati dai soci pubblici del consorzio, al fine di consentire la valutazione sul consolidamento degli organici a definire le regole di governance, attraverso la dimostrazione dell'adesione e della condivisione di tutti i soci pubblici" L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 809, il cui testo recita: "Premesso che: Il CSI-Piemonte, con i suoi circa 1.200 dipendenti, è la principale azienda piemontese dell'ICT ed una delle principali realtà in Italia ed alimenta un indotto di aziende e professionisti ICT che conta diverse centinaia di persone il CSI-Piemonte ha garantito per più di trent'anni servizi e soluzioni informatiche innovative per i consorziati e per la pubblica amministrazione Considerato che: La costituzione di un consorzio informatico fondato da enti pubblici e governato con principi pubblici e regole pubbliche è stata una intuizione originale e vincente cui le amministrazioni locali si rivolsero per soddisfare le necessità di piattaforme informative volte a garantire lo svolgimento delle funzioni istituzionali e a assicurare la trasparenza e la accessibilità della popolazioni alla vita delle istituzioni la concreta attività del CSI ha prodotto un significativo sapere tecnico che non solo è in grado di produrre direttamente ma di governare le produzioni commissionate all'esterno con l'autorevolezza che solo un soggetto indipendente ed esperto può prestare; con ciò non mortificando l'economia locale di ICT, ma agendovi in sinergia la stessa dimensione economica raggiunta, conseguente alle aumentata richiesta delle amministrazioni pubbliche anche in ossequio all'applicazione delle direttive nazionali sulla dematerializzazione degli atti, sulle certificazioni on-line e sulla semplificazioni, manifesta condizioni di economicità e di vantaggio che non sarebbero riproducibili attraverso enti di natura giuridica mista Il Consiglio Regionale impegna la Giunta regionale a presentare un quadro industriale relativo ai mandati aggiornati che gli enti pubblici soci fondatori sottoscrivono ai fini di dare continuità e sicurezza alle programmazioni del CSI e ai rispettivi investimenti di risorse economiche e di dotazioni professionali a confermare la natura pubblica del consorzio, quale migliore garanzia di corrispondenza tra enti strumentali e committenza pubblica, di imparzialità e sicurezza nel trattamento dei dati, di qualità nella erogazione delle prestazioni a garantire nei tempi corretti alla programmazione economica e finanziaria le dotazioni concordate in sede di approvazione degli indirizzi programmatici, onde evitare gli allarmi che si sono manifestati sull'ammontare di trasferimenti da parte delle amministrazioni pubbliche e sui rispettivi importi a consentire sul tema un corretto rapporto interistituzionale affinché le valutazioni dell'amministrazione regionale possano essere condivise nell'ambito di un equilibrato confronto sugli indirizzi pubblici, piuttosto che in un rapporto di forza fondato sul numero di quote".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 810, il cui testo recita: "Considerato che: l'art. 31 comma 2 del Regolamento del Consiglio Regionale del Piemonte definisce che "Sulla richiesta della Commissione si pronuncia il Consiglio regionale che può anche definire, attraverso l'approvazione di un ordine del giorno, criteri e principi direttivi per la formulazione del testo degli articoli" è in discussione in Commissione Regolamento la definizione puntuale del ricorso all'utilizzo dell'articolo 84 comma 6 (così detto emendamento riassuntivo) e dell'articolo 69 comma 6 (così detto contingentamento dei tempi) si considera necessaria una attenta valutazione rispetto al numero di richieste presentabili al Consiglio per assegnazioni in sede redigente e legislativa dei disegni/progetti dì legge, che riducono il ruolo del Consiglio Regionale.
stata chiesta ed approvata a maggioranza in Commissione l'esame in sede redigente del Ddl 262, a titolo "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)" ma in pratica riguardante la trasformazione della governance e della proprietà del CSI con la costituzione di una SpA Al comma 8 dell'art. 3 si dice che: "La Società potrà scorporare tutte le proprie attività dirette alla progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una nuova (o più) entità costituita in forma di società per azioni (di seguito denominata SpA), il cui capitale sarà inizialmente detenuto interamente dalla Società e totalmente soggetta al suo coordinamento e controllo. Il processo di trasformazione proseguirà, di concerto con gli altri enti partecipanti alla Società, con la liberalizzazione e l'apertura al mercato nazionale e internazionale che potrà anche comportare la sottoscrizione di una quota del capitale della SpA da parte di soggetti investitori privati, secondo le modalità e procedure previste dalla normativa vigente. La SpA potrà a sua volta scorporare singoli rami d'azienda destinati a svolgere specifiche attività ovvero essere parte in contratti di associazione in partecipazione (di cui all'art. 2459 e seguenti del Codice Civile) qualora ciò sia funzionale al perseguimento di una maggiore efficacia ed efficienza" Nel ddl approvato dalla Giunta all'art. 2, comma 1, lettera j) si parla dell'opportunità di "promuovere l'accentramento, presso un unico organismo, delle attività pubbliche nel settore dell'ICT", ma disarticolare un soggetto che oggi è unico per tutta la PA non pare andare nella direzione dichiarata.
Il Consiglio regionale chiede che: gli Uffici di Presidenza della Commissione Competente rispettino le prerogative delle opposizioni, già coartate dall'utilizzo dell'esame redigente si sciolgano le incongruenze all'interno del testo di legge, separando nettamente il "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information and Communication Technology (ICT)" dalla trasformazione della personalità giuridica del CSI, rinviandolo eventualmente a successivo provvedimento di legge, previo: ampio confronto con le rappresentanze sindacali presentazione di un piano industriale operativo dimostrazione del vantaggio a medio e lungo termine della trasformazione della governance e della proprietà del CSI in senso privatistico dimostrazione dell'assenza di un danno a medio e lungo termine dovuto alla perdita delle competenze e del patrimonio del CSI in materia di rapporti e servizi alle PA e alta Sanità Regionale, a seguito della trasformazione della governance e della proprietà del CSI".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Al dispositivo finale dell'ordine del giorno n. 813, alle modifiche già introdotte precedentemente se ne aggiungono delle altre. Alla fine dell'ordine del giorno, che termina con la parola "occupazionale", si aggiungono le parole "compresa la possibilità di nominare un organo commissariale che gestisca il periodo transitorio dell'Ente, secondo quanto stabilito dalla legge che verrà approvata dal Consiglio regionale".
Questa è un'ulteriore modifica che viene aggiunta alla fine dell'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ho ritenuto di modificare e parlare di "organo commissariale" per poter coinvolgere tutti gli Enti che ne hanno diritto e tutti interessati al processo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 813, il cui testo recita: "Premesso che il decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo, meglio noto come decreto "Semplifica Italia", è stato convertito in Legge, n. 35, il 4 aprile 2012 la legge di cui sopra contiene misure per la semplificazione e lo sviluppo da attuarsi attraverso il ricorso alla digitalizzazione, al fine di assicurare una riduzione degli oneri amministrativi per i cittadini, le imprese e la crescita, dando sostegno e impulso al sistema produttivo del Paese il provvedimento di cui sopra comprende, oltre ad alcune norme di carattere generale, numerose disposizioni con efficacia immediata tra cui misure di semplificazione in favore dei cittadini, delle imprese, in materia di lavoro, in materia di appalti pubblici, in materia ambientale, in materia di agricoltura e in materia di attività di ricerca premesso ancora che la legge prevede, inoltre, il potenziamento dei compiti della cabina di regia per l'Agenda Digitale (art. 47) con l'obiettivo di realizzare infrastrutture tecnologiche per servizi digitali in settori chiave quali la mobilità, il risparmio energetico, il sistema educativo, la sicurezza, la sanità, i servizi sociali e la cultura; di promuovere il paradigma dei dati aperti (open data) e valorizzare il patrimonio informativo pubblico; di potenziare le applicazioni di amministrazione digitale (e-governament) per il miglioramento dei servizi ai cittadini e alle imprese; di promuovere la diffusione del cloud, ovvero la dematerializzazione e la condivisione dei dati tra le Pubbliche Amministrazioni nei piani di sanità nazionali e regionali si privilegia la gestione elettronica delle pratiche cliniche attraverso l'utilizzo della cartella clinica elettronica, dei sistemi di prenotazioni elettronica delle visite e dell'offerta diretta di cure attraverso la telemedicina mobile (art. 47 bis) per la gestione dei servizi ICT i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti saranno obbligati a organizzarsi in forma associativa. Le funzioni ICT comprendono infrastrutture di rete, acquisto di licenze software banche dati, applicativi software ecc. (art. 47 ter) dal 1° gennaio 2014, allo scopo di incentivare e favorire il processo di informatizzazione e di potenziare ed estendere i servizi telematici, le comunicazioni con le Pubbliche Amministrazioni dovranno avvenire esclusivamente attraverso canali e servizi telematici e la posta certificata (art. 47 quinquies) tenuto conto che il CSI Piemonte, Consorzio per il Sistema Informativo, costituito con L.R.
n. 48 del 4 settembre 1975, svolge da sempre un ruolo chiave nel processo di riforma della Pubblica Amministrazione e nel settore dell'ICT (Information Communication Tecnology); quest'ultimo si colloca al secondo posto, nell'economia regionale, dopo quello manifatturiero, ed il valore della produzione e numero di occupati corrisponde al 6-7% del PIL regionale il CSI Piemonte eroga servizi e sviluppa progetti per la Pubblica Amministrazione piemontese, fornendo soluzioni tecnologiche differenti che spaziano dalle infrastrutture di rete ai sistemi informativi, dai servizi web alle banche dati; negli ultimi anni, inoltre, si è aperto all'esterno del Piemonte e a progetti internazionali, qualificandosi come eccellenza dell'Ict italiana e non solo considerato che l'attuale disegno di legge regionale, n. 262, "Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell'Information Communication Technology (ICT)", intende promuovere, come si legge nella relazione introduttiva a firma dell'assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Innovazione Massimo Giordano, la trasformazione del Consorzio CSI Piemonte in una Società regionale per l'Innovazione Digitale in Piemonte tale trasformazione è propedeutica alla successiva cessione sul mercato di tutti o alcuni rami e che la nuova Società potrà scorporare le proprie attività dirette alla progettazione, produzione e gestione dei progetti e servizi in una (o più) entità costituite in forma di società per azioni rilevato che la pubblica amministrazione rappresenta una fonte di domanda qualificata in grado di trainare il settore dell'ICT, contribuendo e facendo da volano per lo sviluppo delle imprese del settore il Piano Socio Sanitario 2012-2015, recentemente approvato, al punto 1.9 indica come 'Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa" il Piano di cui sopra, sempre al punto 1.9, prevede che "per conseguire tutto ciò occorre realizzare una piattaforma regionale integrata di sanità elettronica che, sviluppando servizi centralizzati ad hoc ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico; la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche; l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, tele prenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti) Tutto ciò premesso, s'impegnano Il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti Affinché venga rilanciata l'azione e la mission del CSI Piemonte, anche sulla base delle linee approvate con l'ordine del giorno n. 730 ad oggetto "Governance, trasparenza e sistemi di controllo 5CR Piemonte" e sulla base di soluzioni comunque non penalizzanti sotto il profilo professionale ed occupazionale compresa la possibilità di nominare un organo commissariale che gestisca il periodo transitorio dell'Ente, secondo quanto stabilito dalla legge che verrà approvata dal Consiglio regionale".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 14 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente del progetto di legge n. 20, inerente a "Modifiche alla legge regionale n. 28 dicembre 2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente del progetto di legge n. 20, "Modifiche alla legge regionale n. 28 dicembre 2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che su questo provvedimento, in base al nostro Regolamento, servono 31 voti favorevoli.
Indìco la votazione nominale sul pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente del progetto di legge n. 20.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 Consiglieri votanti 49 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri hanno votato NO 17 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 202, inerente a "Estensione ambito applicativo della Commissione speciale di inchiesta sulla gestione urbanistica"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 202, di cui al punto 5) all'o.d.g.
aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Occuperò poco tempo, per confermare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico e per dire che non abbiamo inteso presentare alcun emendamento alla proposta di deliberazione.
Il nostro voto è favorevole perché non vogliamo - lo abbiamo sempre sostenuto - dare assolutamente la sensazione che da parte nostra vi sia alcuna iniziativa tesa a rallentare i lavori della Commissione di indagine.
Nello stesso momento - e chiedo che questa mia dichiarazione sia resa a verbale - vogliamo dire (lo dico io, come Capogruppo) che i criteri di allargamento dell'ambito di intervento della Commissione sono criteri non oggettivi.
Da parte nostra, non è pensabile che una Commissione d'indagine possa sviluppare la propria attività sulla base del fatto che singoli Consiglieri regionali, senza alcuna dimostrazione delle ragioni per cui hanno chiesto di ampliare l'ambito di intervento della Commissione, hanno proposto di occuparsi anche dell'attività urbanistica dell'uno, dell'altro e dell'altro ancora Comune.
Per essere ancora più chiaro, credo che non sia assolutamente rappresentabile all'esterno il fatto che alcuni Comuni sono stati inseriti nella proposta di deliberazione, perché uno l'ha chiesto il Consigliere Bono, l'altro l'ha chiesto il Consigliere Massimiliano Motta o la Consigliera Pentenero e perché, quest'oggi, la Consigliera Artesio legittimamente, ritiene anche lei di proporre di ampliare l'ambito d'indagine d'intervento della Commissione, rispetto ad una serie di altri Comuni.
Così - lo dico - avrebbe trovato assolutamente legittimazione il fatto che ciascuno dei Consiglieri regionali che siedono in quest'Aula fosse legittimamente portatore della richiesta di valutare l'attività urbanistica di 10-15 Comuni del Piemonte. Poiché l'attività di una Commissione d'indagine è un'attività seria e si chiede una Commissione d'indagine laddove si ritiene di avere degli elementi tali da meritare l'attenzione da parte dell'Aula e di un istituto straordinario, come quello della Commissione d'indagine stessa, questo elemento - secondo noi e secondo me si è perso nel corso di questi ultimi giorni e settimane.
Per queste ragioni, ho voluto svolgere, voglio svolgere, questa dichiarazione, dopo che all'interno del Gruppo, unanimemente, si è ritenuto di non proporre alcun emendamento alla proposta di deliberazione.
In questo modo, non vogliamo dare assolutamente la sensazione di voler difendere o proteggere singole Amministrazioni comunali, ma nemmeno vogliamo dare la sensazione che, in base a logiche di appartenenza politica, si voglia concentrare l'attenzione contro singole Amministrazioni comunali.
Così, rischiamo di trasferire all'interno del lavoro della Commissione d'indagine questioni e contenziosi che hanno una loro dimensione ed anche una loro giustificazione, sul piano della comunità locale, ma che riteniamo non possano essere oggetto di valutazione di un istituto straordinario.
Quanto è avvenuto ieri all'interno della Commissione - quando si voleva chiedere che la Commissione si occupasse di una variante strutturale ad un Piano regolatore avviata da un Comune, con l'approvazione (tre giorni fa) di un documento programmatico, quando neanche la Conferenza di copianificazione, prevista dalla legge n. 1 della Regione Piemonte, aveva incominciato a prendere esame rispetto agli atti e ai documenti - ne è ulteriore dimostrazione.
Ritengo ci sia una questione di fondo che dobbiamo portare avanti proprio per dare un senso positivo alla Commissione - e credo che la Commissione d'indagine abbia un senso positivo, sia ben chiaro, ci partecipo e cerco di dare il mio contributo ai lavori della Commissione però senza alcuna confusione di ruolo. Non è pensabile che la Commissione d'indagine diventi il luogo del trasferimento dei contenziosi locali, che hanno - ripeto - una loro legittimità sul piano del dibattito politico e del mezzo delle singole scelte che quelle Amministrazioni comunali stanno portando avanti, meno se questo diventa il terreno di lavoro di questa Commissione.
Noi voteremo a favore della proposta di deliberazione, ma con molta convinzione ho voluto rendere all'Aula questa dichiarazione di voto da parte del Gruppo del Partito Democratico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Siamo assolutamente d'accordo che si faccia chiarezza e quindi si approfondiscano anche i casi relativi alle altre Amministrazioni comunali che sono state sollecitate dai Consiglieri regionali membri della Commissione.
Peraltro, ci sembra un po' tardiva una certa critica che il collega Reschigna fa sullo strumento delle Commissioni d'indagine.
Qualche mese fa andava bene; forse l'aggiunta di determinati Comuni ha creato un po' di frizione e turbamento. Spero non sia dovuto a questa motivazione.
Noi, sin dall'inizio, eravamo scettici e siamo tendenzialmente scettici sullo strumento delle Commissioni d'indagine, non per un motivo di pregiudizio, ma semplicemente per esperienza. Chi ha già vissuto qualche legislatura, può testimoniare che le Commissioni d'indagine raramente hanno raggiunto dei risultati veramente efficaci per la comunità piemontese.
Qualche volta c'è la tentazione di prevaricare le proprie competenze quindi di sovrapporsi a competenze che hanno invece altri organi - ad esempio quelli della Magistratura - altre volte sono state luogo per far uscire determinate notizie e strumentalizzazioni sui giornali.
Tuttavia, di fronte ad un istituto che è comunque previsto dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio comunale, e partendo sempre dalla buona fede di chi lo propone, noi, ormai credo circa un anno fa, abbiamo dato il nostro parere favorevole sulla Commissione d'indagine sulla materia urbanistica, come anche su quella degli appalti. Siamo quindi in ogni caso d'accordo ad allargare l'estensione all'Amministrazione comunale su cui è opportuno fare gli approfondimenti necessari, tenendo sempre dentro di noi un certo scetticismo in ordine al fatto che poi questi strumenti abbiano davvero un'efficacia per la comunità della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sono stati presentati due emendamenti, firmati entrambi dalla collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Consigliera Artesio: Al dispositivo, dopo "e Chieri" si aggiunge: "e negli ambiti territoriali interessati dalla realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Consigliera Artesio: Al dispositivo, dopo "e Chieri" si aggiunge: "Giaglione, Chiomonte, Exilles, Mompantero, Gravere, Susa, Meana di Susa Venaus".
La parola, per l'illustrazione, alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Illustro congiuntamente i due emendamenti, semplicemente perché sono stati redatti nel tentativo di rendere la forma la più possibile adeguata al testo della deliberazione. Nel primo caso si fa riferimento all'ambito territoriale generale, nel secondo si citano puntualmente i Comuni che su quell'ambito insistono.
Perché questi due emendamenti? Esattamente per le ragioni motivate dal Presidente del Gruppo del Partito Democratico, Consigliere Reschigna laddove il collega ci ha ricordato che non stiamo parlando di un lavoro che tende semplicemente ad una descrizione e ad una registrazione di quanto avviene nelle normali procedure urbanistiche, magari segnalando l'imperfezione delle nostre legislazioni quando queste consentano un eccessivo ricorso all'adozione di varianti parziali - anziché di varianti strutturali o di revisione - al Piano regolatore generale. Queste sarebbero procedure del tutto ordinarie e nulla ci impedirebbe, senza ricorrere ad una Commissione speciale, di valutare quanta sproporzione ci sia - causa vacatio legis - nella necessità che le Amministrazioni comunali corrispondano a indirizzi e a coordinamenti; vuoi al Piano territoriale di coordinamento provinciale, come prefigura la revisione della legge regionale n. 56, vuoi ad un coordinamento e ad un'armonizzazione regionale com'era finora, nulla ci avrebbe vietato di prendere semplicemente atto di questo aspetto legislativo e con ciò, senza istituire Commissione specifiche territorialmente locate, prendere in mano la legislazione.
Non era questo l'obiettivo di questa Commissione che infatti, essendo straordinaria, cercava di intervenire laddove si potesse supporre non un vizio formale, bensì un intreccio con livelli diversi di consapevolezza delle Pubbliche Amministrazioni, tra attività di programmazione degli Enti pubblici e infiltrazioni di carattere criminale o, semplicemente infiltrazioni che tendessero ad agire in modo non corretto rispetto alla tutela del denaro pubblico e degli interessi collettivi.
Ovviamente, non è un caso che questa Commissione sia stata istituita dopo l'emersione della vicenda Minotauro e la sottolineatura, che questa vicenda ha indotto, di come possano esserci collusioni tra le programmazioni di scala territoriale e queste ricerche di infiltrazione anche nel Nord Italia.
Bene, sulla scia di questa interpretazione del ruolo della Commissione nessuno di noi può ignorare quanto è comparso sugli organi di informazione il 16 giugno scorso, in ordine all'esposizione, da parte degli stessi organi, di un'assemblea tenutasi in Val di Susa e promossa dal coordinamento No TAV, nel corso della quale sono state presentate delle indagini, fatte ovviamente con le modalità di accesso rese possibili per i cittadini - quindi attraverso le iscrizioni dei diversi registri o la raccolta di fatti di cronaca precedentemente pubblicati - volte a sottolineare come gli affidamenti dei lavori funzionali alla realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena abbiano individuato come beneficiari imprese che in passato non avevano esattamente brillato per una corrispondenza tra lo svolgimento delle loro attività professionali e gli interessi di parte pubblica; anzi, alcune di queste erano state oggetto di procedimenti di carattere giudiziario nei diversi livelli di giudizio: alcune riconvertitesi in altra forma e sotto altre ragioni sociali, altre con cessione di rami di azienda, altre procedendo una volta definito o assolto il loro debito nei confronti della giustizia.
Mi sembra quindi che noi non possiamo ignorare la rilevanza di queste informazioni e che soprattutto avemmo il dovere di verificarle con ci quindi, non negandole. Chiedo pertanto che la Commissione speciale assuma anche questo ambito territoriale tra quelli che meritano l'approfondimento di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla discussione generale sugli emendamenti, per la quale ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, forse prima - ed è colpa mia - ho perso il tempo per intervenire nell'ambito della discussione. Penso che, per le considerazioni che sono state fatte sull'argomento da chi mi ha preceduto, in qualità di Presidente della Commissione io debba dire due parole.
Questa Commissione d'inchiesta è stata voluta fortemente dal Gruppo consiliare che rappresento - dai miei colleghi e da me - e ringrazio tutto il Consiglio per averne votato e averne accordato l'istituzione. Ringrazio anche il Consiglio per la fiducia che ha inteso riporre nella mia persona individuandomi come Presidente. Non posso non rilevare che molto scetticismo nei confronti della stessa Commissione e soprattutto della sua effettiva efficacia funzionale - sia sul piano politico che istituzionale oltre che tecnico - è stata più volte paventata da molti Consiglieri.
Ho ritenuto che la Commissione d'inchiesta potesse avere diversi elementi di utilità, alcuni dei quali sono emersi in modo chiaro. In un momento in cui si è studiata, lavorando al suo testo, e si voterà la nuova legge urbanistica, infatti, i punti di disfunzione o di criticità che stanno emergendo dall'analisi della Commissione d'inchiesta possono rappresentare elementi di suggerimento al legislatore per modificare il testo. Sono stati tanti questi elementi emersi; due tra tutti l'uso spregiudicato delle varianti parziali e la tendenza a dimenticarsi, spesso e volentieri, delle norme contenute nell'ambito della legge regionale (trasmissione di dati e documenti, tempi da rispettare).
ovvio che noi non siamo né i Carabinieri né la Polizia giudiziaria né vogliamo svolgere i compiti della Magistratura. Penso però che un'istituzione seria, che abbia come interesse prioritario quello della totale trasparenza, debba potere lavorare all'insegna dell'individuazione di tutti i metodi utili a fare chiarezza in tutti gli ambiti.
Una partecipazione da parte dei colleghi e dei commissari, l'ho sempre chiesta. L'ho chiesta anche a gran voce, in quanto fa parte del mio carattere.
Il Presidente di questa Commissione, quindi il sottoscritto, potrà avere mille colpe. Potrà sicuramente non piacere il modo di gestione della Commissione, ma ognuno deve fare un'esame di coscienza e dire: "Quanto ho dato alla Commissione?".
Il più delle volte ho assistito all'insofferenza all'incremento delle riunioni; all'insofferenza all'orario ed al giorno in cui, purtroppo veniva assegnata e relegata la Commissione. Ho assistito più di una volta all'insofferenza di fronte al tipo di lavoro, sicuramente pesante, che riguarda il necessario approfondimento di tutti quei documenti che non sono facili da capire. Ho assistito ad un rifiuto ad avere un ausilio tecnico da parte del Consiglio, e me lo sono procurato da solo. Ho cercato di lavorare, di fare le cose nel modo più serio possibile, mi piace fare così per quel che ne sono capace.
Ho le spalle larghe, quindi sono pronto ad accettare le critiche da parte di tutti perché in democrazia è bene che tutti si lamentino, ma ci si metta un mano sulla coscienza e si chieda se si ha voglia di contribuire ad un lavoro serio e di approfondimento, oppure no. Sono più di tre mesi che ho chiesto, sia al Vicepresidente di una parte sia al Vicepresidente dell'altra, oltre che a tutti i Commissari, di fornire dei contributi e di dire quali erano i criteri che si volevano adottare per aumentare la platea di intervento in ambito territoriale. Si è giunti, dopo tanto, all'ultima riunione, nella quale ho detto: "Sono tre mesi, non intendo aspettare di più, oggi si decide". Si è deciso come è stato possibile decidere, non me la sono sentita, da Presidente, di dire no al Consigliere Tizio o al Consigliere Caio, ma di lasciare che fosse la Commissione a decidere. La Commissione ha deciso, all'unanimità, in quel momento.
Non so quali appunti, sul piano formale, si possono fare; non so quali appunti, sul piano politico, si ritenga fare; non so che cosa ognuno dei Commissari ha nella testa. So solo quello che ho io nella testa. Voglio andare avanti, finché mi sarà possibile farlo.
Nel momento in cui non mi fosse più possibile andare avanti, le mie dimissioni saranno presentate a chi di dovere e i Commissari sceglieranno come proseguire.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Grazie, Presidente.
Anch'io mi permetto di recuperare il dibattito, se lei è d'accordo come ha fatto il Consigliere Buquicchio. Vorrei anch'io che il mio intervento venisse messo a verbale.
Signor Presidente, in realtà, ritengo che questa sia una Commissione utile per capire quanto è avvenuto sul piano urbanistico in Piemonte in questi anni, ma è nata male. Porta - mi spiace dirlo, ma voglio essere franco - il primo timbro negativo dell'Ufficio di Presidenza.
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha scelto di istituire questa Commissione, come ha scelto di farne un'altra, e ha scelto dieci Comuni. La ratio rispetto alla quale sono stati scelti quei dieci Comuni, a me, sfugge tutt'ora. Tant'è, la delibera è arrivata in Aula, potevamo accorgercene prima (anche il sottoscritto poteva accorgersene prima), ma sono stati scelti dieci Comuni. Qualcuno dice con un criterio che non voglio riportare (niente di illegale), come dire un po' di una parte e un po' dell'altra, mi si permetta questo termine.
Qui emerge il primo vulnus. Non tanto la Commissione, ma il vulnus iniziale ha fatto sì che si sia lavorato su una parte del Piemonte. Questo lo dico non solo perché faccio parte del cosiddetto Piemonte 1, ma anche perché l'obiettivo era inquadrare solo una parte del Piemonte. Il Presidente si è impegnato moltissimo - non per fargli dei complimenti peraltro nell'ultima Commissione ne ha ricevuti parecchi, quindi può vivere di rendita ancora per un po' di tempo rispetto a quei complimenti.
Sicuramente il Presidente ha lavorato bene. Ci siamo posti, Commissari e Vicepresidenti, dal primo giorno, il problema di trovare dei criteri.
Nel frattempo, come ha ricordato la Consigliera Artesio, a fronte dei dieci Comuni, due sono sono stati maggiormente attenzionati; ed è chiaro che anche altri otto Comuni hanno pensato di essere supervisionati da Regione Piemonte. Si può dire con franchezza che ci sono dei Comuni che hanno delle vicende giudiziarie molto serie e anche di infiltrazioni molto pericolose, quindi è emersa questa confusione sul fatto che la Commissione l'ha detto bene anche il Presidente della Commissione - avesse quasi un ruolo inquisitorio o potesse sostituirsi ad altri organi, cosa che non è possibile. Penso che nemmeno la Commissione e nemmeno il Presidente, anche se ci mette molta veemenza, voglia sostituirsi e avere altre ruoli.
Siamo poi arrivati alla necessità - vorrei ricordarlo, Presidente - di prorogare la Commissione di ulteriori di sei mesi e di allargare lo scenario. Avevamo due strade e io mi permetto di portare la proposta che ho posto all'attenzione dei commissari in Commissione: analizzare tutta l'area metropolitana di Torino, che poi di fatto è avvenuto; oppure scegliere il criterio, che ho proposto e che è stato scelto, quello dei Comuni capoluoghi di Provincia. Non si capiva infatti perché l'attenzione dovesse essere solo sulla Provincia di Torino e non sul resto del Piemonte. Se la Commissione ha le caratteristiche che ho enunciato poc'anzi, deve guardare a tutto il Piemonte, invece avevamo solo dieci Comuni della Provincia di Torino. Si sono aggiunti i Comuni capoluoghi di Provincia e poi sono emerse delle richieste di alcuni Commissari. Questo per raccontare come è andata la vicenda.
Secondo me, non possiamo porre rimedio al vulnus iniziale. Oggi ci troviamo a lavorare con un numero consistente di Comuni, a terminare i Comuni che erano nel precedente elenco ma, soprattutto, a fare in modo che si capisca qual è il nostro intento. Penso, ed è già stato detto da alcuni che andare alla ricerca della trasparenza e della correttezza degli atti amministrativi non solo sia un diritto, ma sia un dovere per un Consigliere regionale e, nello specifico, per questa Commissione.
Dobbiamo, però, stare attenti che questa Commissione - il Consigliere Reschigna l'ha detto in modo molto preciso - non diventi una Commissione inquisitoria - questo non è il nostro ruolo - e, soprattutto, non incentivi in parte questo è già avvenuto - il gioco maggioranza-opposizione nei singoli Comuni. Di tutto c'è bisogno, meno che - in questo periodo in particolare - la Regione vada a istigare la libera dialettica all'interno di un Consiglio comunale. Noi non possiamo permetterci questo e dobbiamo assumerci, come commissari, la responsabilità di fare in modo che le vicende politiche relative ai Consigli comunali vengano viste in loco e che non sia la Commissione a stimolarle né a farne cassa di risonanza.
Questo lo abbiamo già detto in Commissione, penso che il Presidente ne sia convinto e penso che, in questa direzione, pur essendo - scusi la ripetizione, ma repetita iuvant - partiti male, si possa proseguire con dei paletti e con una grande attenzione e discrezione, anche nel rispetto non solo delle Amministrazioni, ma anche dei territori da esse amministrati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Utilizzerò decisamente meno tempo di quello concesso, solo ed esclusivamente per associarmi alle dichiarazioni del mio collega Cantore ma anche a quelle del Presidente della Commissione, Buquicchio.
Si parla di criteri che oggi vengono quasi messi in disparte, come se non avessimo mai preso in considerazione la possibilità di darci dei criteri, come se ci fosse stata una volontà di far assumere a questa Commissione d'inchiesta un carattere inquisitorio. Su questo, devo dire che il Presidente Buquicchio è stato molto puntuale nel richiamare il compito della Commissione.
Nel corso dell'ultima seduta di Commissione, il sottoscritto ha fatto una proposta che era preventiva ad una variante strutturale di un Comune che comunque è all'interno del Piano regolatore. Ci stava come data e come contesto, ma giustamente il Capogruppo Reschigna ha sollevato la questione se nell'iter era già stata convocata la conferenza di pianificazione. Non era stato fatto. Questo era un ulteriore criterio che è stato definito, per cui questa richiesta non è stata accettata.
Questo è a verbale, come sono a verbale tutti gli elementi di approfondimento che gli uffici, correttamente, ci hanno dato, per definire dei criteri, perché le varianti parziali in molte situazioni hanno creato lo stravolgimento del territorio. Penso ai Comuni che non hanno ancora adottato il PAI, o che hanno un piano regolatore non ancora modificato da oltre vent'anni.
In sintesi, tutte queste motivazioni, che sono agli atti della Commissione, hanno fatto sì che comunque un criterio ci fosse.
Poi, per carità, puntualizziamo, cerchiamo di non volerla buttare sullo scontro, con atteggiamenti del tipo "se tu vuoi mettere questo Comune, io faccio mettere quell'altro". Non è questo il gioco da fare e credo che nessuno si sia prestato a questo tipo di situazione.
A parte individuare criteri, altre logiche nascoste non le ho viste quindi mi sembrava un obbligo confermarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come alcuni colleghi ricorderanno - forse no, ma lo esplicitiamo - io e alcuni colleghi non votammo, in generale, le Commissioni d'indagine. In modo particolare, riteniamo che quella sull'urbanistica abbia, di per s delle modalità un po' anomale.
Se un Piano regolatore venisse approvato esclusivamente da un Consiglio comunale, è un conto, ma non sempre un Piano regolatore ha solo dimensioni parziali.
I colleghi ricorderanno o avranno visto che nella legislazione regionale esiste una legge che blocca anche quelle che erano delle dinamiche per cui si trasformava in variante di Piano parziale quella che era una variante strutturale, sostanzialmente per non attendere cinque anni che il proprio Piano venisse approvato.
L'attività di questa Commissione è al confine di un'attività che compete agli uffici regionali, i quali hanno competenza rispetto a tutta quella che è la navetta tra amministrazione locale e Regione, tra le deduzioni, controdeduzioni e quant'altro.
Questo è il compito che la legge affida ai controlli.
Ricordiamo che i controlli, prima svolte dalle amministrazioni comunali e in secondo luogo dalle amministrazioni regionali, hanno una competenza che, oggettivamente, non può avere un Consiglio regionale, trattandosi di competenze di carattere geologico, idraulico e tecnico, al di là di tutte quelle che sono valutazioni di carattere più generale - pensiamo al consumo del suolo - che attengono invece ad una discrezionalità più politica.
già anomala - e noi la rimarchiamo - l'esistenza di una Commissione che svolge un ruolo che non è quello degli uffici regionali e il cui compito assomiglia più a quello che dovrebbe essere affidato, in caso di dolo, alla Magistratura e non certo ad un Consiglio regionale.
Anomalia nell'anomalia, che noi sottolineiamo con forza, è il fatto che si scrivano i Comuni. Non cambieremmo idea rispetto alla modalità con cui andremmo ad esprimere un parere rispetto a questa delibera, perché non è ammissibile che il Consiglio regionale, non solo eserciti funzioni da Magistratura (su questo, su SCR e su altre cose), ma che anche si occupi magari, di provare (in realtà il Consiglio regionale lo sta facendo) a sveltire, per esempio, tutto il sistema dell'approvazione dei Piani regolatori, per cui a volte le scorciatoie si trovano, non per dolo ma per tentativo di mantenere in vita, o rispondere alle esigenze di una comunità.
Anomalia nell'anomalia, quindi, che scriviamo nome e cognome dei Comuni. Se si fosse fatta una delibera che prevedeva la possibilità che una Commissione di inchiesta valutasse l'iter, l'operato e le modalità con cui sono avvenute le attività all'interno di alcuni Comuni, per esempio rimarcando quelli che hanno aumentato maggiormente la cubatura, dando dei parametri di carattere generale, ma che invece...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gianluca

Guardate che è trasversale, perché tanto nella prima delibera quanto nella seconda di aggiunta abbiamo Comuni di centrodestra e di centrosinistra.
Nel caso di oggi, ma anche nel caso precedente, si estenda ai Comuni capoluoghi - e quello, ancorché non cambia di una virgola la nostra valutazione, potrebbe avere un senso logico - ma con l'approvazione di questa delibera, che estende l'indagine a quattro singoli Comuni, cioè Rivoli, Grugliasco, Castiglione e Chieri, sembra quasi che noi sanciamo il fatto che quei quattro Comuni, così come gli otto o nove della prima delibera, abbiano commesso anomalie amministrative assolutamente rilevanti.
Invito alla lettura. Peraltro, se non sbaglio, oggi indaghiamo - perch questo è il termine esatto - su una quindicina di Comuni che fanno parte quasi tutti, dell'area metropolitana torinese, cioè della provincia di Torino. Di nuovo: o l'anomalia è un'anomalia tutta torinese, oppure, com'è più verosimile, i soggetti interessati a svolgere questa indagine surrettizia hanno interesse a parlare della Provincia in cui incidentalmente, vengono eletti.
In caso contrario, è un po' strano che si pensi che ci siano delle anomalie nelle discussioni e approvazioni di Piano. In questo mettiamo in campo amministrazioni comunali, tecnici regionali, la Giunta che alla fine approva il Piano e le Province, che ai sensi dell'articolo 17 esprimono il parere.
C'è un mondo di criminalità nascosta, in qualche modo supportata da Comuni, Province, Regione e tecnici.
Ci sembra, quindi, che questa indicazione sia davvero anomala. È già un dato di fatto che le Commissioni d'inchiesta ed indagine servano a poco, ma che si trasformino, come si è tentato di fare con SCR e oggi con questa, in strumenti nelle mani dei Presidenti che le presiedono, secondo me è un aspetto cui il Consiglio regionale non si deve prestare.



PRESIDENTE

A questo punto, passiamo alla votazione dei due emendamenti.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Biolé)



PRESIDENTE

Collega Biolé, siamo in fase di votazione.



(Commenti del Consigliere Biolé)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Sia messo a verbale che il collega Biolé ha votato "sì" all'emendamento n. 1) e voterà a favore anche all'emendamento n. 2), (se non dovesse funzionare il dispositivo elettronico).



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 202, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 48 Consiglieri hanno votato SÌ 44 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Come anticipato precedentemente, fornisco alcune informazioni.



PRESIDENTE

Come sapete, è mancato Sergio Pininfarina, Presidente dell'Unione Industriale, Senatore a vita, dopo la tragica scomparsa del figlio Andrea e la situazione drammatica dell'azienda del settore. Sarà ricordato nella prossima seduta del Consiglio regionale, anche per dare alcune informazioni su una figura così importante dell'industria torinese, piemontese e nazionale, avendo avuto anche un ruolo politico come Senatore a vita e Presidente dell'Unione Industriale torinese.
Vi ricordo che fra pochi minuti in Sala del Presidenti si svolgerà la Conferenza stampa sulla manifestazione "Voci dei luoghi" in collaborazione con il Consiglio Provinciale e l'UNCEM. Alle ore 13, per i colleghi interessati, in Sala Viglione, ci sarà l'incontro con la delegazione dei lavoratori ex dipendenti Wagon Lits.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 12.30)



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