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Dettaglio seduta n.243 del 19/06/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Casoni, Cota, Leo e Sacchetto.
Il numero legale è 28.


Argomento: Trasporti su ferro

"Tagli alle linee ferroviarie piemontesi" presentata dai Consiglieri Dell'Utri, Negro, Reschigna, Ronzani, Boeti, Taricco, Muliere, Lepri Manica, Pentenero, Cerutti, Artesio, Gariglio, Motta Angela, Bono, Bresso Placido, Stara, Laus e Buquicchio (atti d'indirizzo collegati: mozione n. 793, ordini del giorno n. 816, n. 788, n. 763, n. 772 e n. 814 atti ispettivi assorbiti dal dibattito: interrogazione indifferibile e urgente n. 1126, "Analisi costi e utenti per il taglio delle linee ferroviarie minori", presentata dai Consiglieri Bono e Biol interrogazione n. 615 "Che fine ha fatto l'elettrificazione della linea ferroviaria Casale-Vercelli?", presentata dal Consigliere Muliere interrogazione n. 704, "Situazione della linea ferroviaria Asti Cavallermaggiore", presentata dalla Consigliera Motta Angela


PRESIDENTE

Colleghi e colleghi siamo in sede di convocazione urgente di sessione straordinaria del Consiglio regionale del Piemonte, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto regionale e dell'articolo 50 del Regolamento consiliare.
La proposta è pervenuta alla Presidenza in data 4 giugno 2012, per cui siamo nei termini. Tale seduta è stata richiesta dai Consiglieri Dell'Utri Negro, Reschigna, Ronzani, Boeti, Taricco, Muliere, Lepri, Manica Pentenero, Cerutti, Artesio, Gariglio, Motta Angela, Bono, Bresso, Placido Stara, Laus, Buquicchio.
Dichiaro collegati al dibattito di oggi i seguenti atti di indirizzo: mozione n. 793 presentata dai Consiglieri Reschigna, Ronzani, Taricco Motta Angela, Muliere, Pentenero, Lepri, Gariglio, Placido, Buquicchio Boeti, Stara, Cerutti, Artesio, Bresso, Cursio e Ponso, inerente a "Richiesta di revoca della nomina dell'Assessore Bonino quale componente della Giunta regionale" ordine del giorno n. 816 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "No a dimissioni complete e irreversibili"; ordine del giorno n. 788 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Ripristino della linea ferroviaria Asti-Chivasso" ordine del giorno n. 763 presentato dai Consiglieri Motta Angela Gariglio, Muliere e Reschigna, inerente a "Chiusura delle linee ferroviarie Asti-Alba e Castagnole delle Lanze-Alessandria" ordine del giorno n. 772 presentato dai Consiglieri Valle, Botta Franco Maria, Burzi e Vignale, inerente a "Chiusura linee ferroviarie Asti-Alba e Castagnole delle Lanze-Alessandria".
Se gli interroganti acconsentono, dichiaro altresì assorbite dal dibattito l'interrogazione n. 1126 presentata dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Analisi costi e utenti per il taglio delle linee ferroviarie minori".
Consigliere Bono, acconsente?



BONO Davide

Sì.



PRESIDENTE

Se l'interrogante accetta, potremmo dichiarare assorbita anche l'interrogazione n. 615 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Che fine ha fatto l'elettrificazione della linea ferroviaria Casale Vercelli?" Collega Muliere, acconsente?



MULIERE Rocco

Sì.



PRESIDENTE

Infine, sempre che l'interrogante sia d'accordo, potremmo dichiarare assorbita l'interrogazione n. 704 presentata dalla Consigliera Motta Angela inerente a "Situazione della linea ferroviaria Asti-Cavallermaggiore".
Collega Motta, acconsente?



MOTTA Angela

Sì.



PRESIDENTE

Darei quindi la parola ai richiedenti della convocazione urgente della sessione straordinaria.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Nel merito interverrà il Consigliere Gariglio.
Vorrei solo chiedere al Vicepresidente della Giunta regionale, in disprezzo della mozione che abbiamo presentato, se il Presidente della Regione ha già provveduto a sostituire l'Assessore Bonino prima del voto da parte del Consiglio regionale.
Ne prenderemmo atto volentieri, perché non è stata...



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, però...



RESCHIGNA Aldo

Mi scusi, ma allora lei prenda atto, Presidente, del fatto che questa è l'ennesima dimostrazione dei comportamenti dell'Assessore Bonino.
La invito a non incominciare il Consiglio regionale e a richiamare urgentemente l'Assessore Bonino in aula.



PRESIDENTE

L'Assessore Bonino è nel palazzo; adesso la facciamo cercare, senza polemiche, ove possibile, così iniziamo la seduta alla presenza dell'Assessore ai trasporti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.03 riprende alle ore 15.04)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo solo sapere se nell'insieme degli ordini del giorno che verranno discussi era inserito anche quello sulla salvaguardia della linea Torre Pellice-Pinerolo da me depositato come primo firmatario. Dovrebbe essere agli atti.



PRESIDENTE

Faccio una verifica e in corso di seduta le comunicherò se è dichiarato collegato agli altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Presidente, mi permetta di iniziare con una domanda all'Assessore Bonino.
Assessore, lei, oggi, alle ore 13, era indisposta? Noi vorremmo sapere per quale motivo lei, alle ore 13, non ha partecipato all'incontro con i Sindaci e con i pendolari che, come sapevamo da giorni, sarebbero stati uditi sull'argomento oggi all'oggetto di questo Consiglio: tagli alle linee ferroviarie.
Glielo dico perché voglio esprimerle pacatamente, ma fermamente, lo sconcerto mio e di tanti colleghi Consiglieri regionali - non solo di opposizione, mi creda - di fronte alla sua incredibile assenza, che ha obbligato il suo collega di Giunta, peraltro in passato già Assessore ai trasporti, a surrogarla nell'ingrato compito di giustificare i suoi comportamenti negli ultimi mesi.
Userò il poco tempo che ho per indicare le bugie che quest'Amministrazione, in particolare quest'Assessore regionale, ha utilizzato nella gestione dei tagli alle linee ferroviarie piemontesi.
Andrò veloce: vi chiedo scusa, ma devo rispettare i tempi.
Prima bugia. L'Assessore Bonino ha omesso di indicare puntualmente le linee ferroviarie che voleva sopprimere. Per sopprimere le linee, occorreva un intervento sul programma regionale triennale dei servizi di TPL, e infatti, n'abbiamo una prima versione approvata un mese fa e una seconda in corso di approvazione.
Su quel documento, lei ha usato il termine "rimodulazione". Noi abbiamo detto: "Come mai un termine generico?". In realtà, quel termine nascondeva due significati diversissimi: per alcuni significava vera e propria soppressione; per due linee (la Novara-Varallo e la Vercelli-Casale) significava il mantenimento dell'esercizio ferroviario, con un'eventuale soppressione parziale della gomma. Noi lo abbiamo scoperto in II Commissione due venerdì fa, ma lei lo ha ripetutamente nascosto, nonostante io gliel'abbia chiesto nelle precedenti sedute. E i documenti A e B lo dimostrano. Modifica al programma triennale (14 linee), documento B, slide presentata dall'Assessore Bonino nella stessa Commissione: da quel documento, abbiamo appreso che le due linee non c'erano più.
Seconda bugia. Lei ha dato motivazioni false sulle scelte politiche che stanno alla base delle soppressioni. Ha detto: "Sopprimiamo i servizi più costosi". Premesso che ha fatto un uso mistificatorio dei dati, perché ha preso il costo annuo di un treno e lo ha diviso per i passeggeri/giorno pur accedendo a questo sistema inusuale di calcolo dei costi, noi scopriamo che lei dice (prendo ad esempio la prima linea, la Pinerolo-Torre Pellice): "Sopprimiamo perché il treno più caro costa 12.000 euro a passeggero" mentre mantiene in vita una linea (la Novara-Varallo) che ha il costo maggiore di 37.000 euro a passeggero annuo, e parlo del treno 4853, che parte da Varallo per Novara alle 19.57 dei giorni feriali.
Se noi accedessimo a un criterio serio, quello che potrebbero utilizzare gli uffici dell'Assessorato se non fossero sistematicamente pretermessi da questo lavoro, scopriremmo che la Novara-Varallo costa cinque milioni di euro all'anno con 229.700 passaggi e che il costo di esercizio di questa linea, se calcolato seriamente, è di 22 euro a passeggero. La Pinerolo-Torre Pellice, che ha 304.000 utenti annui e il costo a passeggero trasportato è di cinque euro, ha un costo annuo di 1,5 milioni di euro.
Poiché immagino che questi dati possano essere contestati, tra qualche minuto metterò on line le vostre tabelle e i miei calcoli su queste tabelle, che dimostrano la scientificità delle cose che sto dicendo.
Allora, per quanto riguarda la seconda bugia (sopprimiamo i servizi più costosi), no, non avete eliminato i servizi più costosi, ma avete salvato i servizi che erano politicamente più utili per voi o elettoralmente per voi più appetibili.
Qua ci sono sei versioni del documento di efficientamento fatto dall'Assessorato. Si parlava della Vercelli-Casale e della Novara-Varallo dal documento del 30 gennaio. I tecnici dicevano che, se il criterio era quello del costo, queste linee andavano soppresse. Invece, che succede? Che l'Assessore Bonino, con la lettera che ho in mano, Presidente, protocollata in uscita l'8 maggio, scrive al suo Direttore Aldo Manto, che ovviamente agisce su base tecnica e non politica: "Si fornisce l'indicazione di soprassedere in questa fase all'inserimento nel programma efficientamento delle relazioni Novara-Varallo e Vercelli-Casale", per poi giustificarla con una motivazione che lascio all'Assessore, perché mi vergogno di leggerla.
Sulle slide presentate in Commissione, ha detto e ha scritto che sopprime i servizi che hanno un rapporto costi/ricavi inferiore all'8%, ma sopprime anche la Santhià-Arona, che ha un rapporto costi/ricavi dell'8,1 così come sopprime tratte elettrificate e su cui le opere e i manufatti sono perfettamente funzionanti.
Terza bugia. Ha nascosto ai Comuni e ai cittadini più di un terzo dei tagli effettivi. I dati reali provengono da fonti più varie e magari non tutti sono corretti, ma lei aveva comunicato nel programma solo la chiusura di 12 linee. Noi abbiamo capito che i conti non tornavano, che c'era dell'altro, ma abbiamo mostrato in conferenza stampa i tagli prima che li annunciaste voi ai piemontesi, che è una cosa scandalosa.
La slide tratta dal documento di efficientamento dimostra che le linee soppresse valgono 16,5 milioni di euro all'anno, ma che i treni soppressi sono quasi altrettanto (10 milioni), cioè oltre alle linee che avete denunciato, sopprimevate dei treni per 10 milioni di controvalore annuo e l'avete taciuto fino all'ultimo.
Quarta bugia dell'Assessore Bonino. Ha nascosto ai Consiglieri e agli Enti locali che in realtà le decisioni erano già state assunte e notificate a Trenitalia, nonostante la mancanza degli atti formali resi necessari dalla legge n. 1/2000. Ho a mie mani tutte le comunicazioni intercorse tra Trenitalia e la Regione. La prima in cui davate ordine di tagliare è una lettera della Direzione del 5 aprile; risponde Trenitalia il 24 aprile e la risposta ultima è la lettera di Bonino e Cota che l'8 maggio dice a Trenitalia: "Tagliate i servizi". Nonostante non ci fosse un atto formale che le delibere di Giunta non fossero prese, che il programma triennale non fosse assunto e che gli Enti locali aspettavano di essere consultati sull'atto, voi, Cota e Bonino, avete detto: "Sopprimete".
Questo è il documento che mi è stato fornito a seguito di istanza di accesso. Gli Enti locali sono stati chiamati a convalidare, in Conferenza permanente Regione-Autonomie locali un'intesa - intesa che ancora non è stata convalidata - su un atto che era già stato assunto, in via di fatto prima dei provvedimenti formali.
Quinta bugia. L'Assessore Bonino dichiara (in buona fede, l'Assessore Casoni l'ha detto sabato a Locana): "Per ogni treno soppresso c'è un bus sostitutivo".
Non è vero! Il documento "Interventi di efficientamento", che ho qui (lo posso mostrare), indica chiaramente quando c'è un autobus sostitutivo e quando non c'è.
La frase finale della DGR n. 12, dell'11 giugno, recita: "La Giunta delibera di approvare la sospensione temporanea dei servizi ferroviari sulle 12 linee previste, prevedendone una loro sostituzione a mezzo autobus", ma poi continua: "La soppressione dei treni previsti è nel documento, allegato 1", senza dire che c'è un servizio sostitutivo.
Perché non lo dicono? Perché questo servizio sostitutivo dovrebbe essere fornito dalle Province, che non hanno le risorse per farlo.
Al di là di tutto, le chiedo, Assessore Bonino: oggi, sulla tratta Fossano-Ceva-San Giuseppe, avendo soppresso ieri il servizio ferroviario c'è un bus sostitutivo? Oggi, sui servizi pomeridiani tra Bra e Carmagnola, c'è un servizio sostitutivo, oppure no? Sesta bugia, ed è quella che più offende e fa arrabbiare.
La Stampa di oggi: "Questo taglio è solo sperimentale. Con le gare ferroviarie il servizio sarà reintrodotto. Ho dato incarico a SCR di preparare i bandi per l'Alessandria-Novara, la Novara-Varallo, la Pinerolo Torre Pellice".
Primo: non c'è alcun atto di Giunta. Secondo: su quale base lei sceglie, quando gli atti di programmazione non sono ancora stati approvati? Dov'è il documento tecnico di supporto? Perché queste linee sì e quelle no? Perché comunicarle oggi, farle uscire oggi sui giornali, in prossimità di un Consiglio regionale, quando non l'ha mai detto? Perché illudere la gente che ci guarda, dicendo che sarà fatto un servizio di gara, ad oggi? Che rapporti ha avuto con Trenitalia e con RFI per usare i propri immobili per fare la gara? Questo è l'ennesimo atto di disprezzo dell'Assessore nei confronti dell'intelligenza dei Consiglieri e dei normali cittadini.
L'unico modo per evitare di chiudere il servizio, ad oggi, sarebbe quello di ribadire il servizio su quei territori, unificando gomma e ferro e sperando che i vettori della gomma abbiano la capacità - e in alcuni casi ce l'hanno - di farsi carico anche del servizio su ferro, sopprimendo il servizio su gomma, che è a fianco.
Lei, Assessore (e concludo, perché il Presidente giustamente mi richiama), non ha avuto alcuna cura dei rapporti istituzionali, a differenza dell'Assessore della Lombardia: nemmeno oggi si è fatta vedere e non ha mai ricevuto i Sindaci; gli unici Sindaci con cui ha parlato sono quelli che ha ricevuto ieri, insieme ai pendolari che sabato, arrabbiati hanno bloccato il "Minuetto" a Pinerolo.
Così s'incentivano i cittadini a dire: "Le Istituzioni non sono ascoltate dalla Regione: chiunque si faccia giustizia da sé".
Non ha avuto rispetto dei cittadini e delle leggi regionali, e su questo, Presidente, mi richiamo a lei: l'Assessore Bonino, a marzo e a novembre dell'anno scorso, ha adottato due delibere di Giunta che sono un capolavoro d'illegittimità, e infatti il TAR e il Consiglio di Stato hanno riconosciuto la sospensiva.
Oggi, tutti gli atti di Giunta sono viziati da illegittimità. Le motivazioni addotte per salvare la Novara-Varallo sono risibili, e io non voglio la chiusura della Novara-Varallo, ma voglio un criterio uguale per tutti...



PRESIDENTE

La invito a concludere, per favore.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Concludo.
La DGR n. 12 dell'11 giugno stabilisce: la teniamo sperimentalmente in piedi, vediamo se i passeggeri aumentano del 10%.
Su quella linea, Assessore Bonino, su quei treni, normalmente ci sono sette-dieci passeggeri: significa che se, tra sei mesi, da sette diventeranno otto, o da dieci diventeranno 11, voi tenete in vita un servizio che costa 22 euro a persona e ne sopprimete uno che ne costa cinque? Noi appoggeremo ogni ricorso contro questi atti, che sono viziati da eccesso di potere, da vizi formali, poiché sono stati assunti prima delle delibere di Giunta e prima dell'intesa della Conferenza Permanente Regione Autonomie locali.
Infine, Assessore, veglieremo attentamente sui programmi di esercizio e di attuazione della Provincia di Novara. Vogliamo vedere se davvero sopprimeranno quei treni e se avranno la faccia di andare a dire, nelle zone del Presidente della Giunta regionale, che si chiudono le linee di trasporto su gomma.
Noi veglieremo, perché non vogliamo essere presi in giro, come ha fatto finora l'Assessore! Assessore, il tempo stringe (ho già sforato e me ne scuso, spero che i miei colleghi recuperino i quattro minuti che ho sforato), ma le dico una cosa: lei, qui, oggi, può passare indenne la prova di questo Consiglio (dipende dalle coscienze e dal voto dei singoli Consiglieri), ma fuori di qui ha perso per sempre la fiducia dei piemontesi e dei Sindaci (di qualsiasi colore politico siano), i quali, prima, hanno detto chiaramente che questa Regione non ha un Assessore ai trasporti e che vorrebbero tanto che questa Regione, un Assessore, tornasse ad averlo.
Grazie.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, signori Sindaci, ma non si può applaudire.
Su richiesta del proponente, dichiaro collegato l'ordine del giorno n.
814 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Salvaguardia della linea ferroviaria Torre Pellice- Pinerolo, oggetto della 'rimodulazione' insita nel Piano Triennale del Trasporto Pubblico Locale 2011-2013".
Ha chiesto la parola l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare il collega Gariglio che, a nome dei sottoscriventi offre l'occasione per approfondire, in un contesto che ha la giusta visibilità, alcuni temi che sono stati oggetto di una discussione piuttosto aspra, in sede di Commissione, e che oggi sono giustamente oggetto di grande attenzione, su tutto il territorio regionale.
Una breve premessa, per richiamare alcuni dati di carattere economico che hanno governato le scelte della Regione Piemonte, partendo dalla necessità di verificare la disponibilità finanziaria, non soltanto del 2012, ma anche del 2013 e 2014, sul capitolo del trasporto pubblico locale.
Questa premessa serve per consentire ad un settore particolarmente martoriato a livello nazionale di avere la possibilità di un minimo di programmazione che ci consenta di lavorare, seppure a fronte di risorse ridotte rispetto agli anni passati, su un percorso di miglioramento e valorizzazione del nostro sistema del trasporto pubblico locale, e di adeguamento - questo vorrei sottolinearlo - dei servizi erogati all'esigenza dell'utenza.
Come ben sanno gli amministratori e le associazioni dei pendolari siamo intervenuti in un contesto in cui eravamo ben lontani dal vedere corrispondere le esigenze dei cittadini piemontesi alla qualità ed alla tipologia del servizio erogato dal trasporto pubblico locale, fosse esso trasporto su gomma o trasporto ferroviario.
Le lamentazioni, le proteste, le istanze, le raccolte firme erano all'ordine del giorno e lo sono state, nell'ultimo decennio, in maniera costante.
Anche in assenza di un calo significativo di risorse, che invece si è verificato negli ultimi due anni, la regia piemontese del trasporto pubblico locale non ha mai consentito una sostanziale inversione di rotta: il trasporto pubblico piemontese era inadeguato nel 2005, nel 2006, nel 2007, nel 2009 e inadeguato è restato per i cinque anni della precedente amministrazione.
Inadeguate erano le carrozze di Trenitalia che circolavano: vetuste senza alcun intervento di valorizzazione del materiale rotabile, di ammodernamento, di miglioramento delle reti. Vetusti erano gli autobus del parco circolante, del parco al servizio del trasporto pubblico locale, che per cinque anni - ripeto - non ha visto un euro di finanziamento riservato all'ammodernamento, alla messa in sicurezza e all'ecocompatibilità dei mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale.
Vecchi erano gli orari, non corrispondenti alle esigenze dell'utenza.
Vecchio era lo schema di rapporto fra il trasporto ferroviario e il trasporto su gamma, senza alcuna attenzione al tema delle coincidenze dell'intermodalità e dell'adeguamento rispetto alle esigenze di un mondo che stava cambiando e che ancor più cambia.
Tutto questo è avvenuto senza che vi fosse una significativa contrazione di risorse, come a dire: soldi ne avevamo tanti e, per la maggior parte dei casi, li abbiamo spesi male, senza adeguare la quantità della spesa ad una qualità vera nell'offerta.
Poi è accaduto che, nel 2011, da 280 milioni di euro trasferiti da parte dello Stato, prevalentemente a favore del servizio ferroviario, si è passati a 209 milioni di euro, con un taglio, da un anno per l'altro, di quasi 80 milioni di euro: una cifra incredibile, molto pesante sul bilancio di una Regione. Allo stesso modo, uno dei capitoli più importanti di approvvigionamento del bilancio - vale a dire le ex Bassanini - è passato attraverso un taglio, nel 2011, di 395 milioni complessivi, determinando quindi un riverbero molto importante anche sul capitolo dei trasporti.
In un contesto di questo genere, la Regione Piemonte è stata obbligata a chiudere in assestamento, nel quadro di un indebitamento complessivo molto forte, il bilancio del 2011 con un taglio sul capitolo del TPL di 220 milioni di euro; taglio consistente, che la Regione Piemonte ovviamente dovrà onorare nel corso degli anni, essendo questo riferito a servizi erogati nell'annualità 2011.
Questo è il quadro economico, direi molto serio; non uso la parola drammatico se non quando comporta anche dei riflessi sulla salute e sulla possibilità di sopravvivenza delle persone; certamente però si tratta di un quadro molto serio dal punto di vista economico, che ha obbligato la Regione Piemonte a compiere delle scelte in ordine all'efficientamento del trasporto pubblico locale, a partire da una manovra finanziaria molto forte che ha previsto nel 2011 una riduzione delle risorse del 3% e la programmata riduzione per il 2012 nella misura del 15% e per il 2013 e il 2014 del 17%.
Nel corso dell'ultima discussione sulla programmazione finanziaria grazie ad uno sforzo condiviso da tutti gli Assessori, che devo ringraziare per la disponibilità e sensibilità mostrata rispetto al tema del trasporto pubblico locale e all'erogazione di un servizio che si ritiene fondamentale il taglio delle risorse sul 2012 è stato ridotto, attraverso un incremento dei fondi regionali a disposizione. La possibilità, quindi, è quella di contare su una riduzione, che sul 2012 non è più del 15 ma del 9 e sul 2013 e gli anni successivi non più del 17 ma del 15, con un riconoscimento dell'inflazione dell'1% a partire dalle annualità successive, che va ulteriormente ad abbattere la previsione di taglio.
quindi un quadro sicuramente serio, che però abbiamo cercato di tutelare rispetto ai possibili effetti, veramente devastanti, sull'impianto complessivo del trasporto pubblico. Questo taglio, per il secondo semestre del 2012, si è tradotto con una manovra sul sistema ferroviario che ha previsto la sospensione - e non la soppressione - di alcuni servizi.
Vorrei richiamare la memoria di tutti noi sul fatto che in Regione Piemonte la sospensione di alcune direttrici ferroviarie durante il periodo estivo era già praticata: non è un'introduzione innovativa della Regione Piemonte governata dal Presidente Cota, ma era già una prassi derivante dalla rilevazione dello scarso traffico estivo che interessava alcune linee; in particolar modo alcune linee che noi abbiamo richiamato nel programma triennale.
Il nostro programma non ha previsto una soppressione di queste direttrici, ma una loro sospensione, finalizzata ad introdurre una sperimentazione sul loro diverso utilizzo. Che cosa significa? Significa che nel programma triennale noi abbiamo elencato 14 linee, compresa la Novara-Varallo, rispetto alle quali è necessario intervenire con provvedimenti di rimodulazione perché il rapporto costi/ricavi non supera la percentuale dell'8%: vale a dire che i biglietti che vengono venduti su quelle linee sono troppo pochi rispetto al costo delle stesse.
La Regione Piemonte, nell'ambito dell'equilibrio di bilancio che ho appena descritto, non è più in grado di sopportare il peso di treni che viaggiano semivuoti a tutte le ore della giornata, pur nella consapevolezza che esistono delle fasce - soprattutto la mattina e la sera - che vedono questa situazione leggermente differente e quindi che esistono dei momenti in cui i pendolari e gli studenti utilizzano, anche su queste tratte, il trasporto ferroviario; ma sempre in maniera ridotta e sempre in misura tale da consentire che lo stesso possa essere utilmente sostituito con un servizio di autobus che, come tutti i provvedimenti disciplinano, sarà presente in sostituzione dei treni sospesi.
Rispetto a questo tema, apro e chiudo una parentesi, perché è utile comprendere come le risorse destinate al servizio su gomma e alle Province che sono responsabili della programmazione del relativo servizio e ricevono dalla Regione le risorse, abbiano subito un incremento: per la Provincia di Asti del 12.83%, per quella di Cuneo del 12.15%, per quella di Novara del 10.56% e per quella di Vercelli del 13.04; questo è l'incremento di risorse destinate alle Province per l'esercizio dei servizi sostituitivi che interverranno sulle linee dove il treno è sospeso. Dico questo a dimostrazione del fatto che i servizi sostitutivi con autobus, già a partire dall'orario estivo, sono previsti eccome in ogni luogo e in ogni contesto in cui viene soppresso un treno.
Mentre per la parte restante di giugno e i mesi di luglio e agosto è affidata alle Province, è certo che - per quanto riguarda la ripresa delle attività più intese, che coincide normalmente con il riavvio dell'attività delle scuole - la programmazione dei servizi sostituitivi sarà oggetto di concertazione insieme alle Province, ai Sindaci, al Provveditorato e alle Associazioni dei pendolari, in maniera tale che il 12 settembre di quest'anno i servizi sostitutivi che saranno programmati lo saranno grazie alla condivisione delle esigenze con il territorio. Su questo tema le riunioni di quadrante sono già state convocate per il 3 e il 6 luglio ed entro la prima decade di luglio si esaurirà il primo ciclo di riunioni cui saranno invitati i Sindaci, le Province e le Associazioni dei pendolari: tutti soggetti che porteranno il loro contributo nella definizione del programma di esercizio dell'autunno 2012.
Nel programma triennale, quindi, sono elencate tutte e 14 le linee che dovranno essere rimodulate e che, in assenza di un significativo miglioramento del rapporto costi/ricavi, dovranno essere soppresse al termine del periodo di sperimentazione. Spero di essere stata chiara: la sospensione è finalizzata ad un periodo di sperimentazione durante il quale una serie di azioni potranno intervenire per offrire servizi alternativi rimodularli attraverso integrazione ferro-gomma, oppure sperimentare solo il servizio su gomma in altri contesti.
Alla fine di questo primo periodo di sperimentazione verificheremo il costo e la copertura costi/ricavi su queste direttrici e arriveremo poi al provvedimento finale, che potrà prevedere per alcune di queste linee la definitiva soppressione e invece per altre - magari esattamente com'è comparso oggi su alcuni articoli di giornale - un esercizio ferroviario differente, rimodulato, gestito da altri soggetti o da altri operatori, o magari dalla stessa Trenitalia, che vorrà contribuire a questo processo innovativo attraverso proposte differenti che sono fuori dal catalogo - il catalogo è la base del Contratto di servizio con Trenitalia - che impone degli equilibri finanziari non più sostenibili sui rami a debole frequentazione.
Questo percorso, ovviamente, prevede prima la sospensione dei servizi e poi la comunicazione a Trenitalia che le 14 linee che sono inserite nel programma triennale vengono escluse dal Contratto di servizio di Trenitalia, cosa che è puntualmente avvenuta a partire da due direttrici: proprio la Novara-Varallo, per la quale è già stato comunicato a Trenitalia che, a partire dal nuovo orario, sarà esclusa dal Contratto di servizio, e la Alessandria-Ovada. Si tratta delle due linee su cui sono in corso gli studi di fattibilità per la gara destinata a coinvolgere operatori che, nel contesto internazionale, possano ritenere interessante l'erogazione di un servizio - magari anche misto ferro-gomma, perché questo è l'indirizzo dedicato ad un territorio e ritagliato sulle sue caratteristiche peculiari di volta in volta ovviamente, a seconda dei casi, potrà trattarsi di un territorio a maggiore vocazione turistica, o che invece ha delle esigenze più calibrate sugli spostamenti delle maestranze delle aziende del luogo potrà essere un territorio che invece deve dare risposta ad un forte flusso di pendolarismo studentesco in virtù del collegamento con qualche polo universitario. Oppure tutte queste cose vanno mixate insieme.
Quindi, ogni area vedrà uno studio dedicato e nell'ambito dei quadranti questo studio verrà presentato e confrontato con le opinioni, le istanze e i suggerimenti del territorio. Ed è questo il momento in cui i Sindaci, i Presidenti di Provincia, le associazioni dei pendolari saranno assolutamente preziose per trasferire la conoscenza di quelle dinamiche che fino ad oggi non sono state soddisfatte dall'erogazione del trasporto pubblico così come l'abbiamo conosciuto.
Ed erano oggetto di continue lamentele e rimostranze, in ordine alla mancanza di puntualità rispetto al servizio erogato da Trenitalia all'irrazionalità della presenza sulla stessa direttrice di un autobus che viaggiava semivuoto e di un treno che viaggiava altrettanto semivuoto, in ordine alla irrazionalità della programmazione degli orari degli autobus.
Quindi, questa è l'occasione per rimettere in discussione un meccanismo che non funzionava. Non è una resa, colleghi; non la resa della Giunta regionale rispetto alla necessità di sopprimere il servizio di trasporto ferroviario piemontese. È un percorso innovativo che apre ad operatori diversi di Trenitalia e che parte da un atto concreto, che è l'esclusione dal contratto di servizio di Trenitalia di alcune linee ferroviarie proprio a partire da quelle che qualcuno ci accusa di voler tutelare in maniera impropria.
Perché la prima linea ferroviaria che sarà oggetto di sperimentazione con un operatore che potrà essere diverso da Trenitalia - perché non voglio precludere la possibilità alla nostra compagnia di bandiera di presentare un progetto innovativo - sarà proprio la Novara-Varallo insieme alla Alessandria-Ovada. E da lì tutte le altre.
E non è vero che non esiste un atto che testimoni della volontà della Giunta di procedere in questo senso, perché abbiamo un tavolo composto da tecnici che sta lavorando nella nostra Società di Committenza Regionale che sta studiando, caso per caso, la possibilità di mettere a gara tutte queste linee, secondo un mandato preciso che si sviluppa all'interno della volontà della Regione Piemonte espressa in più di una situazione rispetto all'apertura del mercato e alla liberalizzazione di un settore che, fino ad oggi, non è mai stato realmente accessibile da parte di altre realtà magari più dinamiche perché più piccole.
Su questo, aggiungo anche un'altra cosa.
Ovviamente, le risorse che mettiamo a disposizione sono delle risorse che sono ridotte rispetto a quelle che rappresentano il costo del catalogo di Trenitalia, ma la potenzialità di incremento di alcuni di questi bacini è tale da giustificare l'investimento di una società che intenda offrire un servizio diverso, più di qualità. Perché se partiamo dall'assunto più volte condiviso da tutti, maggioranza e opposizione, che un migliore servizio ferroviario è capace di captare molta più utenza rispetto a quanto non sia in grado il servizio scarso, a singhiozzo e qualitativamente insufficiente che in tanti casi veniva erogato, è facile comprendere come un operatore privato che abbia la possibilità di mettere due o tre treni nuovi efficienti e organizzati in maniera da poter contare anche sul sistema di adduzione del trasporto su gomma, possa individuare anche un potenziale utile rispetto a questa operazione.
La Regione Piemonte non si tira indietro, non lascia da soli questi territori, non chiude il borsellino e non dice: "Per voi non ci sono soldi perché siete in territori a bassa frequentazione". Dice semplicemente: "Questo rapporto costi-utenza non è più sostenibile, dobbiamo metterci mano".
Questo stiamo dicendo e questo significa rimodulazione, perché se avessimo voluto parlare di definitiva soppressione, avremmo scritto "soppressione", e se avessimo voluto salvare la linea Novara-Varallo non l'avremmo inserita nell'elenco delle 14 evidenziando, noi per primi, che il rapporto costi-ricavi era insostenibile anche su quella linea.
Non abbiamo mai avuto intenzione di tacere alcunché; nella discrezionalità che contraddistingue tutte le Amministrazioni, abbiamo iniziato da un punto, Alessandra-Ovada e Novara-Varallo, ma a ruota entro i primi sei mesi dell'anno prossimo verranno tutte le altre.
Certo è che con onestà questa Giunta regionale dice che se non troveremo sul mercato delle risorse anche progettuali, capaci di dare nuovo impulso all'erogazione del servizio ferroviario, ci saranno dei rami che verranno soppressi.
Ce ne sono alcuni, cari colleghi, che hanno necessità di tali e tanti interventi sulla infrastruttura che sono così onerosi che non trovano copertura nel programma di RFI e che difficilmente potranno essere appetibili, perché nessuno si caricherà l'onere di intervenire sulla infrastruttura. Ma questo vale in casi mirati e puntuali.
Concludo dicendo che il confronto politico è giustamente aspro e ringrazio anche il PD per la battaglia che ha voluto sostenere sul tema del trasporto pubblico locale, perché molti degli stimoli che ci sono stati offerti ci hanno aiutato a riflettere con più attenzione e la conoscenza del territorio di tutti i Consiglieri regionali ci ha sensibilizzato rispetto a realtà che necessitano di particolari attenzioni.
Ma vorrei che il percorso che abbiamo intrapreso fosse ricondotto ad una necessità, che dovremmo condividere trasversalmente, di cambiare il metodo di approccio alle cose.
Non si può dire: "C'è un sistema di trasporto pubblico che costa tanto che non rende ai cittadini ciò che deve rendere, che non dà le risposte che prevede, ma noi, pur di non rischiare di turbare qualche animo o di finire sul giornale un paio di volte, lo manteniamo a continuiamo a buttare i soldi dei piemontesi senza offrire loro un servizio all'altezza della situazione", cosa che invece è successa per tanti anni.
Insieme dobbiamo avere il coraggio di cambiare anche rivolgendoci a nuovi operatori, anche facendo delle operazioni che solo alla fine daranno dei risultati rispetto ai quali avremo la possibilità di ragionare.
Per questo le abbiamo definite sperimentazioni, ci crediamo, abbiamo intenzione di andare avanti con l'aiuto e la collaborazione del territorio.
Vorrei dire che è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di mettersi lì con gli orari dei flussi di traffico dell'utenza e farli coincidere con l'erogazione dei servizi, anziché andare avanti con logiche differenti che, purtroppo, per tanti anni hanno governato il sistema della spesa riferito al trasporto pubblico piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Assessore, prima di ringraziarci aspetti di ascoltare le cose che abbiamo da dirle, perché non sono convinto che alla fina ci ringrazierà.
Quindi, una cosa alla volta! Ho tratto la convinzione anche quest'oggi - lo dico al Presidente Cota perché la delega gliel'ha concessa il Presidente Cota, e spero che gliela revochi - che lei sia un Assessore inaffidabile. Parola grossa per uno come me! Inaffidabile! Quando dico che un Assessore è inaffidabile è perché per me le ha fatte tutte e ha raggiunto un punto limite nel suo rapporto di credibilità e fiducia con il Consiglio e con chi sta fuori dal Consiglio.
C'è un problema anche di rispetto delle persone e lei ha mancato di rispetto nei confronti di tanta gente che, in questi mesi, voleva parlare con lei per chiederle di fare quelle cose che in due anni non ha ancora fatto.
chiaro? Quanto tempo deve ancora passare perché lei, che è Assessore da due anni, si occupi dei problemi che oggi denuncia per l'ennesima volta? Quanto tempo deve ancora passare? Siamo a metà legislatura, Assessore Bonino! Metà legislatura! Il Piemonte ha il problema dei tagli, l'Italia ha il problema dei tagli e questo Gruppo consiliare, che è fatto da persone che hanno in mente di poter governare il Piemonte fra qualche anno - spero - non contesta il problema dei tagli e neppure contesta l'esigenza che quei tagli impongano alle Regioni il processo di riorganizzazione.
Ma qui la situazione è più grave per colpa sua. Questo è il primo problema. In Piemonte la situazione è più grave per colpa del modo con il quale l'Assessore ha gestito la politica dei trasporti in questa regione.
La vicenda del Piano triennale grida vendetta, Assessore Bonino! Lei ha fatto una concione sul rigore, ma lei non ha titoli per chiedere ai Sindaci e ai pendolari il rigore. Chi chiede il rigore, deve avere le carte in regola per chiederlo. Il suo Piano triennale dimostra che lei ha usato due pesi e due misure. Lei ha diviso il Piemonte in buoni e cattivi. Glielo dimostro con due esempi.
Ero presente quel giorno in quella Commissione. Lei ha presentato una prima versione del Piano triennale, c'erano 14 linee da sopprimere - uso il termine giusto, "sopprimere" - ma non capisco come si possa, l'8 dicembre riattivare le linee che ha sospeso e sostituito con autobus. È da spiegare.
Se così è, mi domando perché le ha soppresse. È evidente il tentativo di andare verso il superamento, in quelle realtà, delle linee ferroviarie.
C'erano 14 tratte da sopprimere, colleghi. Discussione aperta: dentro c'era l'Arona Santhià e tante altre che non cito. L'Arona-Santhià è sopra l'8 tanto per essere chiari. Essendo sopra l'8%, non capisco perché compare in quell'elenco che lei ha steso di linee da sopprimere. Ha citato poco fa lei, e non io, il rapporto dell'8%, ma lasciamo perdere questa questione.
Urgenza di approvare il Piano triennale in quattro giorni: mi sbaglio Consiglieri della maggioranza? Battaglia delle opposizioni, per dire: "Vogliamo discutere". Insistenza dell'Assessore Bonino perché c'era una scadenza immediata: il nuovo regime degli orari. Ci diamo tempo quattro giorni, Presidente Cota, torna il suo Assessore in Commissione, sfogliamo il Piano triennale, sfogliamo l'elenco, e due tratte erano sparite. Sia chiaro, sono per difendere le tratte e penso che non basti fare un ragionamento economico quando discutiamo di ferrovie.
Questa è solo una parte del problema, e non tutto, ma sta di fatto che due linee spariscono improvvisamente: le linee sono quelle che ha citato il Consigliere Gariglio. Spariscono, Assessore Bonino, perché l'elenco diventa di 12 e lei, concludendo quella riunione, ha sostenuto che, per quanto riguarda le due tratte, avevate deciso diversamente - cosa assolutamente legittima - e di procrastinare il servizio ferroviario di altri sei mesi.
Mi sbaglio? È andata così, oppure no? Se non è andata così, racconto delle "balle", altrimenti le racconta lei e penso che in questo momento le racconti lei. Resta il fatto, caro Assessore Bonino, che se così è, lei mi deve spiegare per quale ragione non ha adottato la stessa decisione per tutte le altre 12 tratte. Se il problema è avviare una sperimentazione - lei così la motivò allora - per verificare in sei mesi se è possibile acquisire quote di traffico, le domando: perché ciò che vale per la Varallo-Novara non vale per l'Arona Santhia? Me lo spiega perché? C'è una ragione? C'è una ragione tecnica? C'è una ragione di trasporti? No, c'è una ragione politica, per la quale ha usato l'accetta da una parte e dall'altra no.
Per questo lei non è credibile, Assessore Bonino, lei non è credibile verso i piemontesi per questa ragione. Se venisse a Biella a farmi il concione sul rigore, sarei tra quelli che protestano contro di lei. Se racconto quella vicenda, lei non può criticare il rigore se, essendo l'Assessore ai trasporti con problemi enormi, quando poi decide, si lascia condizionare da altre questioni.
Sono convinto che lei fra sei mesi non apre un bel nulla. Abbia il coraggio di assumersi le sue responsabilità. L'ultima genialità dell'Assessore Bonino è quella di oggi: mettere a gara i rami secchi.
Ricordo che, come primo atto, avete bloccato le gare, oppure mi sbaglio? Il primo atto di questa Giunta è stato bloccare le gare che prevedevano, se non ricordo male - non ho avuto il tempo per consultare il capitolato o i documenti - che il gestore che si fosse aggiudicato quelle tratte, avrebbe dovuto cambiare tutto il materiale rotabile.
In seguito cosa ha fatto lei, Assessore? Si è messa di traverso anche per Arenaways. Questo Consiglio ha discusso contro di lei, e politicamente con lei, tutta una serie di atti che erano un ostacolo al processo di liberalizzazione e lei, di fatto, ha riconosciuto un potere negoziale enorme a Trenitalia, che in Piemonte fa il bello e il cattivo tempo colleghi della maggioranza. Altro che puntualità! Se le gare le fa sui rami secchi, non lo devo spiegare io, ma glielo spiega il Presidente Cota, lei non farà nessuna gara. Nessuno partecipa ad una gara del genere per acquistare linee in perdita, caro Assessore Bonino! Il punto è, Presidente Cota - mi rivolgo a lei, adesso - che lei deve avvertire un problema. La sua maggioranza ne ha tanti, ma questo non mi riguarda. Voi dite che non ne avete, io dico che ne avete, ma questo fa parte della polemica politica.
Lei ha un problema da risolvere: ha un Assessore che gestisce un punto nevralgico della politica di questa regione, perché i trasporti sono la vita delle persone; trasporti sono i pullman, i treni, il disagio dei pendolari che pagano l'IMU, le tasse, l'IRPEF e poi prendono un treno che non funziona. Non tutto è per colpa dell'Assessore Bonino, ma questo non l'assolve dalla sua responsabilità. Lei è un Assessore molto importante che ha perso il rapporto di fiducia con il Piemonte.
Non c'è nessuno in giro per il Piemonte che parli bene dell'Assessore Bonino! A dirlo non sono soltanto gli elettori del centrosinistra arrabbiati, ma un mondo che si mobilita contro un modo di gestire l'Assessorato che non va bene.
Presidente Cota, mi oppongo alla sua maggioranza e a lei. Spero di mandarla a casa presto, ma lei si faccia carico di un problema del genere perché così non può andare avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Lo hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto. Oggi svolgiamo il nostro ruolo di forza di opposizione all'interno del Consiglio regionale ma ci facciamo carico e siamo portavoci del forte disagio che manifestano i pendolari, che manifestano le forze sindacali, che manifestano i Sindaci.
Non soltanto su questa scelta, Assessore.
Oggi stiamo discutendo, come ha detto lei, non della soppressione, ma della sospensione di alcune linee, ma anche della condizione del trasporto pubblico locale su rotaia e su gomma. La condizione del trasporto pubblico locale in questi anni è peggiorata. È peggiorata perché le condizioni in cui viaggiano i pendolari sono peggiorate per quanto riguarda il materiale rotabile, per quanto riguarda le condizioni di pulizia, ma non solo. La invito, Assessore, a prendere il treno con me ogni tanto e si accorgerà che le condizioni sono fortemente peggiorante e su tutte le linee, non soltanto su alcune.
La invito andare in stazione qualche volta e sentire l'annuncio che improvvisamente, un treno è stato soppresso. Un cittadino va in stazione per prendere un treno e c'è l'annuncio che quel treno, in quel momento, è stato soppresso. Se non è una situazione peggiore rispetto alla precedente! Assessore, è già stato ricordato, emerge una questione che riguarda il rispetto istituzionale soprattutto, ma prima di tutto e al di sopra di tutto c'è la questione del rispetto non soltanto nei confronti dei Sindaci che oggi sono venuti qui per cercare di incontrarla alle ore 13, ma nei confronti dei cittadini che i Sindaci rappresentano. Più volte sono venuti in Consiglio regionale per incontrarla e lei non c'era. I Sindaci hanno dimostrato grande senso di responsabilità, perché ancora oggi, in sua assenza, hanno detto di voler aprire un dialogo e un confronto. Ma quanto tempo ci vuole per aprire questo confronto con lei? Sono mesi! È un anno che c'è la questione della sospensione! È un anno, e le forze sindacali hanno denunciato da mesi questa situazione.
per questo che lei è in forte ritardo - lei e il Presidente Cota per aprire questo confronto, ma, responsabilmente, ancora oggi i Sindaci hanno chiesto di aprire un tavolo di confronto per capire che cosa si pu fare.
Tralascio per un momento la questione della gara, su cui poi ci tornerò, per parlare di una questione che conoscono bene.
I Sindaci dell'Ovadese hanno detto: "Siccome sappiamo qual è la situazione economica dello Stato, degli Enti locali e della Regione, non le chiediamo di tenere la situazione com'è adesso, ma salvaguardiamo alcune corse, quelle che servono realmente ai pendolari".
Ora lei mi risponderà che Trenitalia non è disponibile a salvaguardare soltanto alcune corse perché vende pacchetti da otto corse. Ma Sant'iddio ci sarà un modo per discutere con Trenitalia! Qual è il rapporto che noi come Regione, abbiamo nei confronti di Trenitalia? Ricordo il suo atteggiamento e quello della Giunta quando avete iniziato a governare: cambieranno i rapporti con Trenitalia, cambieranno totalmente. Abbiamo visto qual è la situazione: Trenitalia se ne frega altamente della Regione Piemonte, perché basta prendere il quotidiano La Stampa del 12 giugno e leggere cosa ha dichiarato il delegato Moretti Amministratore delegato di Trenitalia: "O ci date più soldi" - o ci date più soldi - "oppure noi chiuderemo il trasporto pubblico locale nel 2013".
Questo è l'atteggiamento di Trenitalia. Quando dicevamo che volevamo rompere il monopolio, significava anche questo.
Adesso mi fa piacere che lei dica che metterete a gara, ma mettiamo a gara che cosa? L'Alessandria-Ovada? Ma di cosa stiamo parlando? Se lei troverà un privato disponibile a gestire la linea Alessandria-Ovada ne discuteremo, a meno che la Regione Piemonte integri fortemente il lavoro del privato sull'Alessandria-Ovada, altrimenti non troverà nessuno.
Non troverà nessuno! Arenaways, quando gestiva la linea Torino-Milano, ha dovuto chiudere perché non poteva fermarsi nelle stazioni tra Torino e Milano. Stiamo parlando della Torino-Milano: lei vuole mettere a gara l'Alessandria-Ovada? La porteremo, Assessore, a fare un viaggio tra Alessandria ed Ovada, e forse si renderà conto di cosa stiamo parlando.
La provincia di Alessandria è fortemente colpita da queste sospensioni: Alessandria-Castagnole, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Asti-Casale Mortara.
Non posso essere accusato di difendere alcune linee e non altre, perch ci sono le mie interrogazioni fatte più di un anno fa sulla Casale Vercelli. A tal proposito, il Presidente mi ha chiesto se la mia interrogazione potrebbe essere accorpata: va benissimo, ma ne voglio parlare. Che fine hanno fatto i soldi della elettrificazione della linea Casale-Vercelli? E quando ho presentato l'interrogazione sulle condizioni e sui disagi, le risposte sono sempre state di carattere burocratico e quasi mai, quando sono state discusse varie interrogazioni, anche di altri colleghi, sulle condizioni del trasporto pubblico locale, su gomma o su rotaia, ha risposto l'Assessore ai trasporti, ma quasi sempre altri Assessori, come l'Assessore Cavallera o l'Assessore Maccanti.
Questa è l'attenzione che si ha nei confronti dei cittadini, dei Consiglieri regionali e dei Sindaci che rappresentano i cittadini.
Sulla questione Casale-Vercelli sono ben felice che sia stata tolta dalla rimodulazione e dalla sospensione.
Sulla questione dei costi, avendone già parlato i miei colleghi, non ci ritorno, ma allora classifichiamo i cittadini in un modo o in un altro secondo il colore politico dei Sindaci? Mi pare proprio di sì. Vorrei dire di no, ma mi pare di sì, perché al lunedì le linee Casale-Vercelli e Novara Varallo erano nel piano triennale, ma al venerdì sono state legate ad una sperimentazione diversa.
Caro Assessore, ci vuole serietà, e lei è arrivata fuori tempo massimo.
Lei dichiara di essere disponibile al confronto: benissimo, vuol dire che la sollecitazione dei cittadini - dei migliaia di cittadini - dei Sindaci e dei Gruppi consiliari di opposizione hanno portato ad una disponibilità, da parte dell'Assessore Bonino, a confrontarsi. Verificheremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi cosa significa e che cosa porterà questo confronto, dal punto di vista concreto.
Le voglio ricordare ancora un'altra questione, una sollecitazione che proviene dal Presidente della Provincia di Alessandria: parlo della questione logistica e mi rivolgo anche al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera, perché lei ha fatto un incontro la scorsa settimana (non so se l'ha fatto anche oggi, come annunciato dai giornali) sulla questione della logistica, incontrando gli Assessori ai trasporti della Regione Liguria e della Regione Lombardia.
Dai resoconti dei giornali - che spero lei smentisca oggi in Aula l'attenzione è stata rivolta, in particolar modo, nei confronti della Provincia di Torino e della Provincia di Novara. Va benissimo, ma dimenticare il ruolo della Provincia di Alessandria, per quanto riguarda la logistica, vuol dire che non si sa com'è fatto il territorio della regione Piemonte. La provincia di Alessandria ha un ruolo importantissimo nella logistica, adesso e in futuro, nonostante che lei, o la Giunta regionale non guardiate all'Alessandrino da questo punto di vista.
Spero e mi auguro che lei smentisca quello che hanno scritto i giornali: finora non è stato fatto, mi auguro che in quest'Aula venga fatto, su questo e su altre questioni.



PRESIDENTE

Mi permetto di comunicare all'Aula che allo stato attuale sono iscritti 19 Consiglieri a parlare. Se tutti si avvalessero della facoltà di parlare per dieci minuti - e mi rivolgo soprattutto ai Gruppi maggiori relativamente al numero dei componenti - è evidente che, avendo anche sei atti collegati (cinque atti del giorno e una mozione), difficilmente essendo convocati fino alle ore 19, potremmo esaurire i nostri lavori, che poi non potranno che essere dichiarati esauriti, essendo in seduta straordinaria.
Lascio a ciascuno di voi la valutazione di questa considerazione riservandomi di tutelare i Gruppi che non sono ancora intervenuti, dandogli la parola nel corso delle prossime ore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, mi dispiace dover dire le cose che dirò.
Mi dispiace avere preso atto, oggi, del suo comportamento, perch chiunque si sarebbe confrontato con gli Amministratori locali che sono venuti qui, legittimamente, a manifestare.
Nessuno in quest'Aula, per onestà intellettuale - sono convintamene dispiaciuto nel doverglielo dire - potrebbe o potrà fare una difesa d'ufficio, perché non ci sono più le condizioni.
Mi dispiace, Assessore, doverle dire che una persona di responsabilità a questo punto si sarebbe dimessa, non avrebbe aspettato una mozione di sfiducia da parte di un gran numero di forze di opposizione, sapendo che anche nell'ambito della maggioranza, oltre che di tutto il territorio, c'è un forte disappunto nei suoi confronti.
Ho voluto iniziare dalla fine perché addurrò una serie di dati e di considerazioni che avvallano il mio pensiero.
L'anno scorso la Regione Piemonte ha investito per il servizio ferroviario pendolare poco più di 17 milioni di euro: la Provincia di Bolzano ne ha stanziati 53, l'Emilia Romagna quasi 68, la Lombardia 74, la Toscana 41, il Friuli 38 e il Lazio 33, spesso recuperando le risorse dai propri bilanci per ridurre i forti impatti del taglio.
Aggiungo un dato che, a mio avviso, è molto significativo, che riguarda gli investimenti sul materiale rotabile. Perché sostengo che sia significativo? Perché ci offre la misura di quali Regioni hanno realmente creduto nello sviluppo del trasporto su ferro: il Piemonte ha investito 21 milioni e mezzo, la Provincia di Bolzano sempre 53 (altri 53, ovvero la stessa cifra che ha stanziato per il servizio ferroviario pendolare) l'Emilia Romagna 45, la Puglia 67, la Lombardia 37. Quest'ultima - la Lombardia, appunto - negli ultimi dieci anni ha impegnato, unitamente alle risorse integrative destinate ai contratti di servizio con Trenitalia e le altre imprese ferroviarie, 271 milioni. Il Piemonte 140.
Questa non è demagogia, perché sto citando una Regione come la Lombardia che è di un colore molto simile - se non identico - al vostro almeno in una fase propedeutica (oggi non lo so di che colore sia).
Nel frattempo, vari comitati di pendolari sono nati come funghi su tutto il territorio, però lei non li considera, non li ascolta; non esistono, dicono chiacchiere. Eppure, volendo parlare di numeri, e quindi trasferendo la questione su un dato numerico, è provato che l'aumento dell'offerta per quanto riguarda il trasporto in ambito "treni", si traduce molto spesso nella crescita del numero dei passeggeri. Peraltro, la crescita è più che proporzionale. Cito un esempio: sulla direttrice Milano Novara, i viaggiatori si sono raddoppiati nei giorni feriali e più che triplicati nei festivi, dal 2005 al 2011.
Quindi anziché privilegiare il trasporto pubblico e i suoi utenti pensando magari a soluzioni come l'affidamento a GTT, che tra l'altro è una possibilità che piace molto al territorio e a moltissimi Amministratori, o al ricorso ad altre aziende private (penso, ad esempio, ad Arenaways, sulla quale ci sarebbe da dire molto!), si pensa alla sperimentazione.
Guardi, ho una cultura scientifica e le posso garantire che dopo aver "amputato" non si ripristina nulla! Nulla. E prima di amputare, si pensa non due volte, ma dieci volte! Ma poi si spendono parole di grande entusiasmo per il collegamento ferroviario Torino-Lione, fondamentale e strategico per il nostro territorio, perché ci proietterà in Europa e perché consentirà di andare e tornare in giornata da Lione (cito le sue parole, Assessore!). Queste sue affermazioni dovrebbero essere archiviate in un catalogo a parte dal titolo "Offese gratuite ai pendolari".
Noi del Gruppo Italia dei Valori abbiamo sempre auspicato che decisioni pesanti come quelle che lei oggi, arrampicandosi sugli specchi perché si sente aggredita a 360 gradi, sta derubricando in una sperimentazione...
Abbia pazienza, ma a questa sperimentazione non ci crede proprio nessuno e non si capisce, come altri colleghi hanno precisato, perché la sperimentazione ha dei sensi obbligatori e magari non alternati.
Come dicevo, queste decisioni vanno concertate con i Comuni e con gli Amministratori; si deve pensare agli impatti, non per ultimo quello del disagio, ma anche a quelli in termini di sicurezza, in termini ambientali.
Sono tanti gli impatti a cui si deve pensare.
Ma io non vorrei, in questi pochi minuti, soffermarmi solo su una questione che interessa i tagli alle linee del trasporto ferroviario.
Perché le ho detto, Assessore, che si dovrebbe dimettere? Perché come qualcun altro ha affermato prima di me, lei ha dimostrato purtroppo - ne sono sinceramente dispiaciuto - una incapacità nella programmazione di questo trasporto ferroviario (è di questo che stiamo parlando) e soprattutto nell'adozione di politiche che incentivino che cosa? Gliel'ho detto in altri interventi e ritorno a ripeterlo: lei non ha saputo affrontare il problema della liberalizzazione del settore: questo è il punto cruciale. Cito un esempio per tutti: domenica scorsa l'AGIP ha ridotto di 20 centesimi alla pompa il costo del carburante. Sa che cosa è successo? Nella stessa giornata, siccome c'erano delle code enormi ai distributori AGIP, anche gli altri fornitori si sono adeguati e hanno abbassato il prezzo! Si chiama "concorrenza"! Una Pubblica Amministrazione consapevole, cosciente e responsabile come fa a fregarsene - scusate il termine - dell'adozione di questi parametri? Fare politica in questo modo, o amministrare come fa l'Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato (non lo dico per rubare una battuta al sindacalista Bonanni) sarebbe capace anche mia zia! Una nota dell'ONLIT (Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazione nelle Infrastrutture e Trasporti) lancia l'allarme sugli alti costi dei servizi e sostiene che sia questo il vero problema prioritario, anche rispetto alla reperibilità dei fondi.
Per impedire che dal 2013 possa andare in tilt l'intero sistema trasportistico dei treni regionali, occorre sempre - secondo l'Osservatorio resettare le pratiche monopolistiche clientelari e assistenziali. E noi nelle sue scelte, Assessore, stiamo prendendo atto, oltre che di una incapacità di affrontare il problema della liberalizzazione, anche quella di non superare le logiche assistenziali (mi riferisco, ad esempio, alle scelte di sperimentazione in un senso su determinati ambiti e in senso opposto su altri). Dispiace fare queste considerazioni, perché sono affermazioni veramente gravi.
L'analisi dei numeri è sicuramente imprescindibile e va fatta.
Tuttavia, quando esiste una diseconomia, quella è e resta tale indipendentemente dal territorio sul quale si vuol fare la cosiddetta "sperimentazione".
Indipendentemente dai numeri, resta il fatto che il diritto alla mobilità è un diritto del cittadino sancito dalla Costituzione. Quindi non possiamo invocare grossi problemi all'economia locale, invocare provvedimenti per mobilità o flessibilità nell'ambito del lavoro, non possiamo invocare un maggiore incremento di attività in ambito turistico e quant'altro, quando poi si disattende un diritto fra i tanti essenziale come quello della mobilità.
L'altro giorno lei ha parlato di efficientamento; oggi parla di sperimentazione. Ebbene, noi non crediamo assolutamente che ci sia alcun efficientamento e soprattutto non crediamo alla sperimentazione.
Concludo, augurandomi che il Presidente Cota voglia seriamente prendere in considerazione - purtroppo - la revoca delle sue deleghe, perché così Assessore, mi creda - si non si può andare avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Vorrei rubare trenta secondi per la prima parte riferendo un po' quanto è successo all'interno della Commissione che presiedo, perché devo stigmatizzare alcuni comportamenti che, devo dire con molta franchezza, non mi sono piaciuti. Come non mi sono piaciuti gli interventi che ci sono stati sino ad ora da parte dell'opposizione, riferiti all'Assessore e quindi, per la proprietà transitiva, anche alla maggioranza, nei quali si è detto che questo Assessore è bugiardo e, peggio ancora, è inaffidabile.
Penso che ci sia un limite alla polemica politica, un limite che si oltrepassa nel momento in cui si va ad offendere la persona, perché è legittimo che ci siano posizioni diverse, anche se - e chiudo il mio intervento come Presidente di Commissione - devo dire che non trovo sia corretto da un punto di vista politico l'aver attaccato l'Assessore in questo modo e quindi coloro che voteranno il documento finale, proprio per la proprietà transitiva. Anche perché non c'è stata, sentendo almeno i quattro interventi precedenti, a meno che i 15 successivi lo facciano alcuna proposta alternativa. Non ne ho ascoltate. Ho ascoltato grandi personaggi capaci di interloquire e di aizzare la piazza (devo dire che ammiro particolarmente il Consigliere Ronzani per questa sua capacità, ma lo dico in senso positivo, mi creda), però non ho ascoltato alcuna proposta.
Dite: "Avete tagliato o rimodulato quella tratta, ma non è così che si doveva fare, perché ci doveva essere una valutazione". Per esempio, dite che c'era un'altra tratta che doveva e poteva essere tagliata, perché meno frequentata, per una serie di motivi che, invece, l'Assessore ha esposto nella risposta, perché è bene partire dall'inizio. Per prima cosa, occorre dire che il trasporto ferroviario come l'abbiamo conosciuto sino ad oggi purtroppo, per contingenze e situazioni penso non solo piemontesi, deve essere rimodulato, deve per forza essere cambiato nella sostanza.
Siamo in un momento particolare. Oggi è il 19 giugno. Ieri, quasi tutti noi, meno un 40% - dicono i sondaggi - ha pagato l'IMU: chi non l'ha pagata, non l'ha fatto per protesta politica, ma perché non aveva i soldi.
Alcuni vengono a fare la morale a livello regionale - mi spiace far polemica, perché non è nel mio costume né nel mio stile - ma questi stessi sono quelli che appoggiano il Governo, il quale ha fatto sì che il fondo di 1,8 miliardi degli anni passati si riducesse nel 2012 a 1,2 miliardi.
Chi appoggia questo Governo? Coloro che ho sentito intervenire oggi e addebitare a questa Giunta, come dire, le situazioni di difficoltà, come se fossero create da noi, senza ascoltare, per esempio, quanto ha detto l'Assessore, perché alcuni interventi sono stati successivi e io li ho ascoltati. Poi, ho visto anche i documenti, da cui si desume che, senza l'intervento della Regione Piemonte, i tagli sarebbero stati maggiori perché, se è vero che nel 2012 noi avremmo dovuto tagliare il 15%, è altrettanto vero che siamo al 9%; se nel 2013 e 2014 il taglio sarebbe dovuto essere del 17%, è altrettanto vero che il taglio sarà del 15%.
Allora, senza un incremento di fondi regionali, la situazione sarebbe stata veramente difficile e ancor più drammatica in alcune realtà di questa nostra Regione.
Ma vado avanti. Vado avanti, perché si dice che il limite nazionale sotto il quale i costi non sono sostenibili rispetto ai ricavi, è del 35%.
Non lo diciamo noi, sto riferendo i dati che conoscete anche voi. La media costi/ricavi di tutte le linee del Piemonte è circa del 28%, quindi sette punti sotto. La soglia sotto la quale si sono individuate le linee su cui sperimentare è l'8%, più di quattro volte meno rispetto alla soglia nazionale.
Nascono così le 11 linee su cui verrà avviata la sperimentazione di trasporto da ferro a gomma e le due che subiranno il percorso inverso. Su tutte, la sperimentazione parte dopo la chiusura delle scuole. Di queste ben sette in passato sono già state sospese durante l'estate. Due sono già state chiuse dal 2011, tutte hanno costi altissimi e scarsissima frequentazione, al di là della questione degli orari, di cui diceva molto bene l'Assessore - ed è per quello che andiamo verso la sperimentazione - e comunque saranno da ricalibrare, probabilmente, con interventi futuri.
Allora, di cosa stiamo parlando? Parlavo prima dell'IMU, che colpisce la classe media di questo Paese. Questo Paese ha una storia completamente diversa rispetto al resto d'Europa e al resto del mondo, perché quasi l'80 degli italiani è proprietario di casa, quindi il Governo sapeva che con questa situazione avrebbe messo seriamente in difficoltà non solo le famiglie, ma tutto il mercato. Questa è la situazione che si sta verificando: si colpisce la classe media che in qualche modo ha tenuto alte le sorti di questo Paese.
Se poi, ovviamente, qualcuno vuole cavalcare politicamente una decisione e l'opposizione ha più facce, una qui e un'altra a livello nazionale, faccia pure. A Roma sono stati tagliati i fondi sui trasporti.
Chi sostiene questa maggioranza a Roma? È un po' come il discorso relativo alla sanità, dove nel 2013 e nel 2014, come tutti sanno, purtroppo, avremo tagli per circa 640 milioni di euro. Qui qualcuno verrà a spiegarci (ce lo ha già spiegato, ma ce lo spiegherà meglio) nel dettaglio che questo sarà il frutto di una scelta del governo Cota e sarà poi l'Assessore Monferino non più l'Assessore ai trasporti nell'occhio del ciclone, che taglieranno i benefici per i piemontesi, in questo senso.
Pertanto, non sarà una scelta del Governo nazionale, ma sarà una scelta del Governo regionale. E allora, bisognerebbe essere un po' più obiettivi e guardare, per esempio, il sistema del trasporto pubblico nazionale.
Qualcuno ha parlato di Moretti e delle sue minacce, ma guardate che le minacce di Moretti sono relative al piano nazionale, non sono minacce al Piemonte! Alcune realtà, in Piemonte, in particolare, derivano da una situazione precedente difficilissima, dove Trenitalia non parlava con la Regione, o meglio, la Regione non parlava con Trenitalia.
Oggi, purtroppo, paghiamo anche queste situazioni e siamo in una condizione difficile anche a causa del passato.
Quando Moretti afferma "guardate che nel 2013, se non ci date i soldi...", non si riferisce al Piemonte, ma al Governo nazionale. Il problema è che aggiunge un dato, che noi dobbiamo in qualche modo sottolineare (e poi chiudo, Presidente). Il numero uno delle Ferrovie dice: "In tutte le Regioni italiane, i cosiddetti ricavi per passeggero/km sono di 10,8 centesimi di euro, contro i 17,2 centesimi del trasporto su gomma".
Poi aggiunge: "La Germania ha ricavi per passeggero/km di 20 centesimi la Francia 22 centesimi. Situazione completamente diversa è quella inglese dove i ricavi per passeggero variano da 33 a 42 centesimi".
Pertanto, è un problema a livello nazionale, che deve essere visto e ridisegnato complessivamente, rispetto ad una situazione di difficoltà in cui oggi si trova anche il Piemonte.
Concludo, Presidente, dicendo che il Sole 24 Ore, che sicuramente non brilla per favorire questa o quella maggioranza, in un articolo del 14 giugno cita la sperimentazione in Piemonte, dicendo come "sia la scelta più coraggiosa e innovativa a livello nazionale sul tema dei trasporti evitando i tagli lineari su tutti, che impoveriscono la capillarità del servizio, ma introducendo, ancora una volta, come è stato fatto anche in altri settori, il concetto della razionalizzazione e dell'efficacia, per un'efficienza generale di cui, in fondo, godranno tutti".
Tutto è migliorabile e rimodulabile, ed ecco il perché della sperimentazione.
Aggiungo (ma questo, ovviamente, è un auspicio della Lega) che nei prossimi mesi un dialogo con il territorio potrà essere utile a recuperare quel rapporto, quella funzionalità e quel servizio che è indispensabile per i cittadini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente, sarò molto breve anche perché dovrò andare via.
Sulla situazione di dissesto e di disastro del nostro sistema ferroviario è già stato detto talmente ampiamente e bene che credo non ci sia molto da aggiungere.
Poiché ho sentito che mancano le proposte, provo a riformularle.
Tenendo anche conto del fatto che i soldi per fare le gare erano già stati spesi, ritengo sia stato un grave errore rispenderne altri semplicemente per buttare all'aria quello che tecnicamente era assolutamente perfetto. Le dichiarazioni di interesse da parte di società ferroviarie che hanno dimostrato, con storie secolari, di saper gestire i treni, erano state numerose e molto importanti, mentre purtroppo le nostre ferrovie, che in passato le hanno gestite abbastanza bene, ormai non sono più in grado di dimostrarlo: non funziona nulla, in questo Paese, del sistema ferroviario. Funzionano male persino le linee ad Alta Velocità, e questo forse spiega perché ci sono così tante opposizioni a queste linee.
Tutto il resto funziona in un modo assolutamente demenziale. Il trasporto locale, a maggior ragione, è oltre ogni limite di accettabilità.
A questo si aggiungono i tagli che derivano, com'è noto, da riduzioni di risorse, ma anche dal fatto che il monopolista stabilisce i prezzi e non li confronta e controlla con nessuno, perché i prezzi sono quelli che il monopolista vuole, tanto è vero che, quando si prova a contestarne la legittimità, quello che fa è fermare i treni e dire: "Se non mi date più soldi, i treni non andranno avanti".
Il risultato è un servizio pessimo e il continuo taglio delle linee.
Ricordo che la gara era stata bandita a prezzi inferiori e che c'erano fior di società ferroviarie, italiane ed estere, in grado di gestire le linee ferroviarie, facendo ancora dei ribassi per acquisire la concessione.
Non tutte insieme, perché se si manda a gara l'intera rete del Piemonte o si mandano piccoli pezzi, a quel punto la convenienza non esiste: da un lato, non esiste per piccoli pezzi; dall'altro, non esiste per l'intero sistema, perché l'organizzazione del servizio diventa così onerosa che è difficile che qualcuno si senta di partecipare alla gara.
Questa fu la ragione per cui furono stabiliti diversi segmenti e mandato a gara uno che si considerava particolarmente adatto a fare da pilota.
Ricordo ancora importanti compagnie ferroviarie che dissero: "Noi siamo in grado di stabilire un prezzo inferiore e poiché siamo convinti di saper organizzare il servizio ferroviario meglio di com'è organizzato oggi, siamo disponibili, purché ci sia la vostra disponibilità, man mano che miglioreremo i servizi, ad aumentare il numero di corse, senza chiedere soldi in più: semplicemente attraverso una migliore organizzazione e quindi, un maggiore afflusso di pubblico".
Ci sono linee ferroviarie locali in Europa, la maggior parte di esse che vedono aumentare enormemente, a causa dell'aumento del prezzo della benzina, il numero dei viaggiatori. Da noi, tranne alcune linee appena vagamente decenti, succede il contrario, perché ci sono sempre meno servizi di qualità e sempre più ritardi e situazioni dissestate.
Ritengo che la soluzione ci sia e sia solo quella: riprendere uno studio, che è pronto e che consentirebbe di andare a gara immediatamente.
Ricordo che, anche se si va a gara immediatamente, ci vuole un certo tempo per completare la gara e consegnare la gestione, facendolo, però, in un modo che consenta veramente la concorrenza.
ovvio che una situazione in cui ci fossero, su quattro bacini, tre gestori diversi, o almeno due gestori diversi, obbligherebbe anche questi gestori a confrontarsi l'uno con l'altro. Lo dico per il verbale: intendo tre gestori diversi sui quattro bacini, cioè una situazione in cui non tutti e quattro i bacini fossero vinti dallo stesso gestore e per la quale ci fosse, sul territorio piemontese, concorrenza. Questo, ovviamente consentirebbe di ottenere risultati molto migliori, creando cioè la concorrenza.
Il Presidente Monti dice spesso che il mercato unico non ha sviluppato tutte le proprie potenzialità; questo ne è un esempio: il mercato unico non ha sviluppato le proprie potenzialità perché noi non abbiamo sperimentato la logica della concorrenza, che anche nel settore del trasporto pubblico locale, soprattutto con la separazione delle reti rispetto alla gestione delle linee e delle corse, è diventato assolutamente possibile.
Ovunque, in Europa, questo è avvenuto. In Italia lo stramonopolio delle Ferrovie dello Stato - che ha aspetti anche inquietanti sul piano morale perché ogni volta che qualcuno vuole andare a gara, glielo viene impedito praticamente in tutti i modi - sta producendo il fatto che le nostre sono le uniche ferrovie che vanno sempre peggio e che hanno sempre meno clienti con l'eccezione delle poche linee veloci. È certo, però, che se le poche linee veloci diventano l'unico sistema ferroviario del nostro Paese, questo provocherà ancora più irritazione da parte degli utenti del servizio pendolari, che sono la stragrande maggioranza degli utenti e che sono quindi quelli che hanno diritto ad un servizio di qualità decente e puntuale; e che, soprattutto, hanno diritto ad un servizio, perché quando poi le linee vengono abolite o ridotte praticamente a zero il servizio non esiste proprio più...
ben vero che se si sostituisce la linea ferroviaria con una linea di autobus a breve si guadagna, ma si provocano gravissimi danni ambientali e soprattutto, si incentiva l'interesse dei cittadini rispetto all'uso del mezzo proprio, perché la sede di trasporto è sempre la stessa: le code e i ritardi, infatti, ci sono in ogni caso.
Credo che sia stata molto negativa - per cui sarà molto difficile adesso, fare le gare - l'esperienza di Arenaways, che è stata fatta fallire volontariamente: con quel tipo di gestione, infatti, era impossibile essere competitivi rispetto a Trenitalia, o comunque essere competitivi in s facendo quadrare i propri conti. Dopo quell'esperienza sarà molto più difficile, quindi credo ci voglia molta buona volontà, molta competenza e soprattutto, una reale volontà di andare a gara e di trovare concorrenti veri, disponibili a prendere in gestione questo servizio. Se non sarà così infatti, è del tutto evidente che alla fine dipenderemo sempre da Trenitalia e non potremo che pentircene. Personalmente credo che tutti i piemontesi si siano pentiti della scelta di continuare a utilizzare Trenitalia per più tempo e che la gara, più o meno a lungo termine, sia comunque indispensabile.
Io dico: andate a rivedere quel progetto, che aveva l'obiettivo di creare vera concorrenza nel settore ferroviario e quindi di consentirci, a minori costi e a maggiore qualità e quantità, di offrire un servizio decente ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore Bonino, noi tutti comprendiamo benissimo di vivere in un momento estremamente difficile per il nostro Paese e per l'Europa tutta.
Sappiamo che è finito il tempo delle spese allegre e che è necessario far quadrare i conti in un'Italia che è sempre stata amministrata senza pensare all'eredità che sarebbe stata lasciata ai cittadini di domani.
altrettanto importante comprendere, però, che per perseguire quest'opera risanatrice né lo Stato né la Regione, nel nostro caso, possono provvedere a tagli indiscriminati che vadano a penalizzare i ceti deboli e i servizi essenziali. Tra i servizi essenziali inseriamo a buon diritto i trasporti, che le decisioni unilaterali del suo Assessorato hanno deciso di sottoporre ad una dieta dimagrante, senza che questa misura venisse minimamente concertata, discussa e affrontata...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Ponso, ma c'è un brusio fastidiosissimo: chiedo il ripristino delle condizioni minime per lavorare.
Prego, continui, Consigliere Ponso.



PONSO Tullio

Dicevo che è stata messa in essere una misura senza che questa venisse minimamente concertata, discussa e affrontata con il territorio che queste decisioni dovrà subire.
Sono stato amministratore in un Comune medio, di 5.000 abitanti.
Abbiamo ottenuto l'Amministrazione comunale con un'ampia maggioranza, ma mai abbiamo negato un incontro, un dialogo, un confronto, una concertazione, sia con i cittadini sia con le associazioni del territorio e sia, soprattutto, con la minoranza presente ed espressa democraticamente nel Consiglio comunale: mai questo è avvenuto, anche se avevamo una maggioranza coesa che ci ha permesso di esprimere - ritengo - una buona amministrazione per cinque anni. Ecco, in questo caso, quello del vostro del "nostro" - governo regionale, quando parlo di territorio intendo i Sindaci dei Comuni che si vedranno tagliare dei servizi importanti per i cittadini e intendo i pendolari, i cui comitati sono da sempre una voce critica nei confronti del servizio che Trenitalia offre dietro il pagamento del biglietto o dell'abbonamento.
Dal confronto con il territorio e con l'esposizione di dati certi, sono sicuro che si sarebbero cercate e trovate soluzioni ben diverse da quelle che hanno portato la Regione a tagliare 12 linee ferroviarie e non si sarebbero lasciati in sospeso i dubbi sul perché altre due linee - la Novara-Varallo e la Vercelli-Casale Monferrato - al momento sono salvate dalla mannaia dei tagli; dico al momento, ma sicuramente resteranno tali.
Sono scelte politiche che gridano vendetta e mi rivolgo verso ai colleghi della Lega Nord, visto che per voi i tagli devono essere uguali per tutti e questo eccesso di potere, che qualcuno prima di me ha già affermato, non fa sicuramente onore alla vostra politica.
Si sarebbe potuto valutare meglio e in modo più approfondito il flusso dei cittadini che utilizzano il treno e di quelli che usufruiscono del servizio su gomma, cercando una vera integrazione che al momento ha soltanto partorito le strutture dei Movicentro, ma non una vera e propria correlazione tra autobus e treni. Attraverso una serena concertazione - qui insisto, egregia Assessora - si sarebbe compreso meglio che mettere sulle strada altri mezzi favorirà l'inquinamento, ridurrà ulteriormente la sicurezza sulle strade della Provincia Granda, queste strade che continuano a pagare un pesante dazio di morti per la loro inadeguatezza strutturale, e aggiungerà disagi a coloro che già sono disagiati non avendo un lavoro sotto casa, ma avendolo trovato lontano - magari a Torino, nel capoluogo di Regione - come le centinaia di pendolari che dalla provincia di Cuneo raggiungono il capoluogo regionale: pendolari a cui purtroppo rischiano di aggiungersi i 300 lavoratori dell'Alpitour, tour operator che vuole trasferire i dipendenti a Torino.
Sempre con il confronto e attraverso la concertazione con il territorio e con i Sindaci, si sarebbero potute conoscere le intenzioni della Regione di esplorare il mercato per verificare l'interesse di operatori privati in grado di erogare un servizio ferroviario misto e flessibile ferro/gomma come lei, Assessore, ha dichiarato, e magari di sapere che queste intenzioni non sono limitate alla già citata Novara-Varallo, alla Alessandria-Ovada o alla Torre Pellice-Pinerolo.
Egregia Assessora, le proteste di questi giorni non sono dovute - e qui vorrei rivolgermi anche al Governatore Cota, che ringrazio della presenza alla voglia di visibilità personale; potrebbe essere una facile accusa che si vuole gettare addosso a chi protesta per una causa giusta: sono le rimostranze di chi vede una prevaricazione in atto, prevaricazione che non sarebbe percepita tale se la Regione avesse confrontato le sue idee con quelle di chi usa il servizio, estremamente deficitario, offerto da Trenitalia.
Con la decisione di tagliare le linee ferroviarie, mi sembra di essere tornati alla presentazione del Piano Socio Sanitario imposto in prima fase e poi necessariamente rivisto con il confronto con il territorio.
Credo che la strada giusta sia propria quella che l'Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità aveva imboccato, cioè l'ascolto dei cittadini attraverso i loro rappresentanti.
Le riforme, l'assunzione di responsabilità e la chiarezza invocata dal Governatore Cota sono strumenti che tutti noi, che abbiamo ricevuto la delega di cittadini per amministrare per loro conto, vogliamo mettere in atto. Sono chiarezza e senso di responsabilità che chiediamo alla Regione e a lei, Assessora, nell'avviare una riforma che avrà certamente molti più risvolti negativi dei benefici che sono stati cercati. La Regione responsabile che sogniamo, egregia Assessora, è quella che si fa parte in causa per difendere i diritti dei pendolari che Trenitalia fa viaggiare su treni in ritardo, sporchi, caldi d'estate e freddi di inverno e troppo spesso rotti.
la Regione che impone standard qualitativi e li fa rispettare nel rispetto dei cittadini ai quali si consente solo il dovere di pagare il servizio, ma non il diritto di riceverlo in modo adeguato. Invece, la Regione aggiunge disagio ai disagi dei pendolari in nome di una rivisitazione dei servizi dovuta alla necessità di risparmiare, e forse neanche quella.
Egregio Assessore, se in Piemonte c'è qualcuno che è sempre stato più tollerante, come dichiara di essere il Governatore Cota, questi sono sicuramente i cittadini, specie i pendolari, in nome dei quali chiedo che la Regione non si limiti a partecipare ad un Consiglio straordinario dedicato al tema, ma che receda da decisioni così gravi, privilegiando il dialogo con la controparte alla ricerca di soluzioni condivise e non imposte. Quelle sì, fatte per assunzione di responsabilità e chiarezza che i cittadini meritano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quando in Commissione, in occasione dell'espressione del parere consultivo sulla modifica al programma triennale del trasporto pubblico locale, ho motivato il mio voto contrario, l'ho fatto sulla base di due valutazioni, come risulta dai verbali.
La prima. La valutazione di insostenibilità tecnica delle proposte di modulazione/sospensione/soppressione che ci venivano avanzate; l'altra la riprovazione per il fatto che si arrivasse a questa presentazione, senza aver consentito alcun tipo di relazioni istituzionali o sociali con le organizzazioni del territorio. Forse, anche per questo non sono emerse fino a questo momento, nelle Aule istituzionali e regionali, proposte alternative perché ne sono emerse molte nei luoghi che è consentito frequentare alle popolazioni locali: i Consigli comunali, le organizzazioni dei dibattiti, ecc. In Regione non era stato dato spazio di ricevimento.
Dopo aver ascoltato, nell'audizione di oggi, i rappresentanti dei comitati pendolari e delle amministrazioni interessate, la mia valutazione viene ulteriormente confermata. Ho capito che contro questa determinazione si muovono sensibilità trasversali ai territori e alle appartenenze politiche.
Qualcuno potrà anche immaginare e liquidare che questa reazione si fondi su un'adesione sentimentale alla conservazione della propria rete ferroviaria: quella di Ovada del 1907, quella di Arona che è lì da più cent'anni e, in questa logica moderna dell' amministrazione che ci governa si può anche un po' ridicolizzare gli affetti che i territori manifestano.
Ascoltando i territori, scopriamo che c'è ben più che il moto degli affetti, cioè quello che fino a questo momento è mancato nella programmazione regionale: una forte consapevolezza tecnica di ciò di cui ci si sta parlando e occupando, iniziando dalla prima definizione. Tutti i rami sui quali si vuole intervenire vengono, giornalisticamente in modo efficace ma dal punto di vista della verità delle cose un po' meno definiti rami secchi. Ebbene, questi rami secchi che si vorrebbero modulare/sospendere/sopprimere, in realtà, proprio secchi non sono, visto che, negli ultimi anni, sono stati oggetto di una serie di interventi e di ammodernamenti strutturali che li hanno portati non solo ai requisiti di sicurezza richiesti per gli esercizi ferroviari dalle norme europee, ma anche ad avere elementi di qualificazione interessanti in sé sulla rete e di qualificazione territoriale più complessiva, che hanno richiesto alla collettività piemontese un impegno economico non irrilevante.
Vorrei ricordare gli interventi sul ponte del torrente Chisone che interessa lo scorrimento della linea Pinerolo-Torre Pellice-Torino; vorrei ricordare il rinnovo del parco rotabile, vorrei ricordare quanti Sindaci dell'Astigiano hanno sottolineato dei recenti investimenti realizzati nei caselli e nella cartellonistica (Astigiano, peraltro, che perde ben quattro linee con questa rimodulazione). Proprio di rami secchi non si dovrebbe parlare, tanto meno se poi si pensa di cercare qualche soggetto gestore che dovrebbe essere interessato a rianimare quello che, in questo momento, la decisione sta decidendo di sospendere.
Del resto, purtroppo, non siamo tanto disabituati a vedere, da parte del pubblico, fare degli investimenti per poi ritenere più vantaggioso anche sul profilo economico, mandare al macero quegli stessi investimenti pur di sopprimere dei servizi. È esemplare, da questo punto di vista, la vicenda dei wagon lits: le cronache quotidiane ci hanno restituito le fotografie dei vagoni modernizzati in deposito al Lingotto, quando Trenitalia tagliava i servizi notturni con tutte le conseguenze che conosciamo, anche dal punto di vista dell'occupazione.
Il secondo insegnamento che ci hanno fornito le audizioni per i Consiglieri che vi hanno partecipato è il fatto che le popolazioni locali e i Sindaci hanno quello che è mancato in questa amministrazione regionale: una visione di sistema. Abbiamo sentito le diverse amministrazioni parlare di possibilità di altre programmazioni, ma ragionare tutti in una logica di solidarietà di rete. Solidarietà di rete che non abbiamo sentito descrivere né nell'illustrazione dell'Assessore né nei documenti regionali.
Solidarietà di rete che significa che non esiste nessuna legge europea nazionale o regionale, che imponga che la copertura del 35% sia ricercata su ogni singola tratta, anziché essere ricercata nella sostenibilità complessiva del sistema.
Persino le normative nazionali, anche il decreto legislativo n. 138 del 2011, all'articolo 4, quando definisce le modalità di comportamento negli affidamenti di servizi degli Enti, ricorda che prima bisogna individuare preliminarmente, i contenuti degli obblighi di servizi per un servizio che deve continuare essere pubblico e universale.
Leggi nazionali e competenze locali che ci parlano di solidarietà di rete che noi non solo abbiamo ignorato, decidendo di valutare le tratte singolarmente, ma che non riconosciamo nemmeno agli utilizzatori di questo servizio, visto che nei loro confronti si è già richiesto il 24% di aumento degli abbonamenti, senza garantire la stabilità e la continuità del servizio.
Veniamo all'ultimo punto, spiegato in modo egregio dai nostri interlocutori, che ci hanno fatto capire quanto fossero sbagliate le proporzioni utilizzare per dimostrare che alcune linee non venivano frequentate; quanto fosse errata la percentuale di entrata (ad esempio, non venivano calcolati i biglietti chilometrici); quanto fossero sbagliati i calcoli del numero dei passeggeri (ricordo solo quella linea Torino Pinerolo-Torre Pellice dove, calcolando correttamente il numero medio dei passeggeri, lo rileviamo ben superiore a quello contenuto all'interno della previsione della modifica del programma) e quanto anche il risparmio ventilato per il passaggio sui bus sia stato sovrastimato almeno del 25 senza aggiungere, al calcolo fatto del risparmio, il costo sociale che deriva, in termini di saturazione, di inquinamento e di inaccessibilità dei mezzi su gomma.
Ebbene, cosa si sarebbe dovuto fare in alternativa? Probabilmente quello che, il 1° giugno, in Commissione continuavamo a sottolineare: la necessità di rendere davvero possibile la sperimentazione in un modo tale che consentisse di verificare se per quei potenziali utilizzatori della rete ferroviaria, che vengono sempre considerati nel momento in cui si sondano le opinioni, l'introduzione di alcuni correttivi (che però avrebbero dovuto disincentivare il trasporto su gomma, come viene fatto sulla linea Varallo-Novara) aumentasse eventualmente l'appetibilità del servizio ferroviario, l'utilizzo e la frequentazione del servizio ferroviario stesso.
Non mi intendo abbastanza di politiche di trasporti pubblici, ma di sperimentazione cliniche e scolastiche me ne intendo: nessuna sperimentazione è mai stata fatta uccidendo il malato o sopprimendo il funzionamento di un'istituzione scolastica. Cambiamenti, rimodulazione e sperimentazione si fanno mantenendo in vita ciò che si vuole comparare.
Siamo invece in una situazione in cui non si mantiene in vita ciò che si vuole monitorare, quindi è molto prevedibile che, di qua alla conclusione della sperimentazione, non si riesca più a misurare in un modo adeguato e aderente alla realtà, o a quella che sarebbe potuta essere la realtà, ci che poi dovremmo determinare.
In qualche modo, quindi, è una sperimentazione che predetermina il risultato e che va nella direzione, non della sospensione, ma purtroppo della soppressione.
So bene che quando si avanzano queste critiche, ci viene rimbalzata l'accusa di non tenere conto dei problemi economici, quindi concludo su questo aspetto, con due sollecitazioni.
Primo: è assolutamente evidente che, da parte di chi parla, esiste un divario, ormai visibile anche nell'esperienza degli utilizzatori del servizio ferroviario, tra ciò che si ha l'intenzione e la presunzione di fare, rispetto alla Torino-Lione, con gli investimenti che si vogliono predisporre pervicacemente su un tratto non ancora saturato dal trasporto e fortemente giudicato, dal punto di vista sociale e ambientale, negativo, e ciò che invece si vuole risparmiare - 11,5 milioni - con i tagli sul trasporto pubblico locale.
Oltretutto, in questi ultimi due giorni abbiamo visto un grande attivismo del Presidente della Regione Piemonte, che dopo una grande corrispondenza di amorosi sensi con il Governo nazionale, ora non la ritrova con questo Governo, e va dichiarando, in incontri con il Presidente della Repubblica, che il Governo deve scucire per il Piemonte.
Probabilmente ci saremmo attesi che questo stesso invito a scucire, con grande delicatezza nelle relazioni istituzionali, e con la nota eleganza del linguaggio del nostro Presidente regionale, venisse richiesto anche per il trasporto pubblico locale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Vedrò di limitare il mio intervento, come mi è stato richiesto, in pochi minuti, visto che ragionamenti ne sono già stati fatti tanti, ma mi preme esprimere all'Assessore alcune considerazioni.
Primo. Lei ha detto, nell'intervento di pochi minuti or sono, che il trasporto pubblico locale era inadeguato e rimane inadeguato sostanzialmente facendo riferimento ad una grossa difficoltà di dialogo con Trenitalia. Come è già stato detto da altri, ricordo che qualche anno fa lei attribuiva tutte le difficoltà di dialogo con Trenitalia all'incapacità di chi l'aveva preceduta a dialogare, come se rifondando su basi nuove questo dialogo, tutti i problemi avrebbero avuto la possibilità di essere risolti.
I risultati di questi due anni testimoniano che, probabilmente, questo tipo di auspicio che lei aveva all'inizio del suo mandato non si è tradotto in dati concreti. Se guardiamo i dati di alcune tratte importanti, vediamo che i ritardi, le soppressioni all'ultimo momento, i ritardi che fanno perdere le coincidenze e tutti i disservizi, sono un bollettino di guerra che si ripete in modo sistematico.
Parto da una considerazione.
In più occasioni lei ha fatto riferimento ai tagli intervenuti, quindi alle importanti riduzioni di risorse, stanziate a livello nazionale, per la nostra Regione, che in qualche misura rende inevitabile ed ineludibile la scelta di mettere mano al programma complessivo, perché non ci sono le risorse per poter affrontare concretamente il mantenimento dell'attuale stato di cose.
Mi permetto di farle un'osservazione: se gli auspici che lei in più momenti, oggi e nelle riunioni in Commissione, ha espresso, secondo il concetto che la sua disponibilità a ragionare c'è ma non sono arrivate proposte concrete, fossero stati reali, il fatto di dire che da domani in poi comincerete a confrontarvi con i territori, rispondo che avreste dovuto cominciarli un anno e mezzo fa, perché non è che abbiamo scoperto quindici giorni fa che erano intervenuti i tagli.
A questo riguardo le cito anche alcune date molto semplici ma che possono aiutarci a capire.
Lei ci ha portato, ad inizio maggio, la prima bozza del programma triennale dei trasporti. Su quella bozza era stampigliata, nella fotocopia che ci è stata fornita, la data del 24 novembre 2011. Domanda: tra il 24 novembre 2011, quando è stata formulata quella prima copia, e quando è stata portata a nostra conoscenza ad inizio maggio, cos'è successo? Ha fatto valanghe di confronti con i territori? I territori ci dicono che non hanno saputo nulla di quello che è successo.
Seconda considerazione.
Il 29 maggio lei ha portato in Commissione la modifica del piano triennale. Ci è stato consegnato alle ore 11 del mattino e qualcuno ha avuto l'ardire di chiedere di approvarlo nel pomeriggio (abbiamo poi ottenuto qualche giorno in più, almeno per leggere ciò di cui stavamo parlando).
Nella Commissione del 1° giugno, data in cui fu anche approvato il piano nel pomeriggio, dopo una lunghissima discussione, a mia specifica domanda, se rispondesse al vero - cosa sulla quale avevo presentato anche un questione time - che già mesi fa Trenitalia stesse lavorando alla rimodulazione degli orari, alla luce della riduzione di tratte legate ai tagli che venivano fatti, lei mi disse assolutamente sì, nel senso che è evidente che una riduzione di tratte o un taglio non avvengono in dieci giorni, ma bisogna ridisegnare il quadro.
La domanda che le ho fatto gliela ripongo adesso: in questi mesi di cosa abbiamo parlato, quando ci sono state presentate due versioni che evidentemente non corrispondevano a ciò di cui stavamo parlando, perché i tagli sono altri.
Mi sono permesso di ripercorrere questi passaggi perché ritengo che la grande "assenza" di questa stagione sia stata la reale correttezza e volontà di confronto, sia in questo Consiglio che in Commissione, ma anche con i territori.
Oggi lei - purtroppo, dico - non ha potuto essere presente all'incontro con gli Amministratori locali. In quella sede, due interventi mi hanno particolarmente colpito: alcune persone del Novarese, che hanno tratte in comune tra Piemonte e Lombardia, hanno detto con chiarezza che non capiscono come sia possibile che in Piemonte da mesi chiedono confronti con l'Assessorato e non hanno mai ricevuto segnali di vita, mentre sono convocati una volta al mese dall'Assessore lombardo nel tentativo di risolvere tutti i problemi che si creano. Questo particolare dovrebbe indurla a riflettere. Non entro nel merito, ma credo che molti Amministratori locali avrebbero potuto e voluto essere interpellanti.
Su questo tema, ho partecipato a tre audizioni cui lei mai è stata presente. Non so, sarà stata sempre impegnata in altre faccende, oppure sarà una scelta o un metodo, ma non dispongo di elementi per giudicare.
Personalmente, per quello che è il mio ruolo di Consigliere, dico solo che questo suona malissimo e sicuramente non aiuta a costruire quel clima favorevole dentro il quale potrebbero, forse, essere adottate scelte più condivise.
Oggi ho sentito dire da lei che da domani avremo occasioni di confronto coi territori sul progetto, sul programma... Lo spero veramente. Lei ha detto prima che la battaglia che abbiamo condotto può portare contributi positivi: io spero che almeno, come contributo positivo, porti un cambiamento. Se dovessi basarmi su quanto ho letto sui giornali stamattina rilevo che è successo più negli ultimi tre giorni che negli ultimi sei mesi. Probabilmente, anche la convocazione di un Consiglio straordinario ha contribuito a smuovere acque che sembrerebbero del tutto insensibili a ci che accade all'esterno.
Chiudo con una piccola considerazione, nella speranza di avere altre occasioni per tornare sull'argomento (possibilmente non tre giorni o tre ore prima di un'approvazione urgente, ma con il giusto spazio e con la possibilità di ragionare nel merito con dati e numeri).
A titolo di richiamo, le faccio presente che noi abbiamo ricevuto i dati dall'Assessorato, dopo che li chiedevamo da mesi, il giorno in cui abbiamo approvato la modifica al Piano triennale. Sarebbe certo diverso disporre di quei dati (il Consiglio e gli Amministratori) almeno qualche settimana prima, per potervi ragionare.
Non è che potete consegnarci i dati, dopo che li chiediamo da mesi alle ore 12 e dire: "Alle 14.30 ne discutiamo e decidiamo". Saremo tutti dei Mandrake, ma qualche attimo in più per fare due ragionamenti o due comparazioni servirebbero! Lei ha fornito nelle tabelle i cosiddetti "costi pro capite" risultanti dal rapporto tra il costo complessivo della tratta e il numero dei passeggeri medi per ogni corsa che giornalmente attraversano quella tratta. Non intendo entrare nel merito delle motivazioni che vi hanno indotto ad adottare tali scelte, ma in quella Commissione - peraltro ero presente - dopo proteste, richiami e richieste per comprendere come mai le schede della Novara-Varallo e della Casale-Vercelli non erano presenti, lei ha risposto "Perché quelle fanno un altro tipo di sperimentazione: eliminiamo la linea su gomma, lasciamo il treno e verifichiamo se recupereremo".
Su questa scelta, ancora oggi vorrei capire qual è il criterio adottato, perché secondo i numeri che voi ci avete fornito - non li ho inventati io, ma sono dati dell'Assessorato - voi sopprimete tratte che hanno un costo pro capite (sempre secondo i parametri che avete dato) che varia da un minimo di 1.300 euro a un massimo di 12.000 euro; mentre la Novara-Varallo, che ha dei costi massimi che raggiungono i 35.000 euro la lasciamo ad una sperimentazione diversa, perché potrebbe recuperare.
Sarò estraneo a tante considerazioni molto più "alte", ma questo tipo di approccio non l'ho veramente capito nel merito.
Credo che tutta la vicenda sia stata gestita all'insegna della scarsissima trasparenza.
Mentre lei in alcuni incontri esterni a quest'Aula e alla Commissione aveva parlato di riduzione dei tagli ai trasferimenti, per cui molti avevano chiesto di sapere se corrispondeva al vero ciò che lei aveva detto in altre riunioni, ovvero che ci sarebbe stata una riduzione del 6% e via discorrendo, alla mia interrogazione ho ricevuto una risposta - se vuole gliela farò pervenire - che non dice assolutamente nulla, non dice né sì né no. Dice "Vedremo, poi sapremo".
Mi chiedo, dunque, che senso ha che l'Assessore vada in giro a dire "Faremo questo, questo e quell'altro", ma quando lo chiediamo ufficialmente ci viene risposto "Non lo sappiamo ancora". O è una realtà, e allora credo che sia giusto che quest'Aula lo sappia, oppure non lo è, e allora Assessore, è meglio che non lo vada a dire in giro! Tutta questa vicenda - è per questo che fatichiamo a nutrire un minimo di fiducia nei suoi confronti - è stata viziata da una totale disinformazione, sicuramente non nei luoghi preposti ad averla. Grazie.



PRESIDENTE

Vi informo che al momento risultano ancora 14 richieste di intervento.
Ciascuno ha diritto a dieci minuti, sebbene anche con meno tempo si possono fare altrettante considerazioni importanti, dal momento che la materia è già stata ampiamente trattata.
Come ho detto, ciascuno ha facoltà di intervenire per dieci minuti, ma se si riuscisse ad utilizzare qualche minuto in meno, si offrirebbe a tutti la possibilità di partecipare al dibattito entro il termine previsto della chiusura dei lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Devo dire che ogni volta che ci apprestiamo a questi Consigli straordinari vengo in Aula con grande aspettative di sentire dibattiti alti, ma poi, purtroppo, rimango molte volte deluso.
Oggi, in particolare, su una tematica così significativa, così ricca di sfaccettature ma anche di apporto di numeri, di idee e di progettualità, ho potuto rilevare che gran parte dei dibattito si è incentrato, invece, su giudizi di tipo morale: l'Assessore è una bugiarda, l'Assessore non è affidabile, l'Assessore non rispetta le persone. Tutto quello che si poteva dire per offrire un contributo anche critico su una diversa impostazione di questa problematica è stato molto spesso messo a margine.
Colleghi, noi non possiamo però intervenire sulla questione del Trasporto Pubblico Locale, in particolare sulla rimodulazione delle linee ferroviarie, senza iniziare a parlare del rapporto con Trenitalia, perch faremmo un torto se non ritornare al 2010, quando il rapporto tra Regione e Trenitalia non esisteva più, perché era cessato nel 2009 in termini totali.
E guardate che sono molto critico nei confronti di Trenitalia, sono critico nei confronti del suo Amministratore Delegato, che è un uomo di centrosinistra, che male ha fatto il Governo Berlusconi a confermare in quella posizione, sono critico con gli atteggiamenti di arroganza che molto spesso mette in campo Trenitalia.
Ma questo rapporto, in questi due anni, in qualche maniera è stato ricostruito e rivitalizzato. Certo, noi non possiamo pensare di dire che tutto va bene, signora la marchesa, perché tanto c'è ancora da fare. Ma ben altro è il polso che la Regione Piemonte ha messo nel rapporto con Trenitalia in questi due anni rispetto al precedente.
Ma ci siamo dimenticati come sono cambiate le cose, ad esempio, sulle multe per i ritardi? La signora Bresso si ricorda che le multe partivano dopo 15 minuti, mentre oggi partono dopo cinque minuti di ritardo? Non ci ricordiamo, sul discorso "neve", quante multe sono state inflitte a Trenitalia? Non ci ricordiamo gli sforzi compiuti per migliorare il discorso sulla pulizia e sulla sicurezza sui treni in questi ultimi due anni? Certo non tutto è stato fatto, perché quello è un osso duro, durissimo! Ma l'impegno della Regione e dell'Assessore è stato un impegno pesante rispetto ad una situazione di interruzione di rapporto: noi eravamo una Regione che non riceveva più un becco di un euro da Trenitalia, per i rapporti che avevamo lasciato con questo soggetto che comunque, volente o nolente, gestisce il nostro traffico su tutta la Nazione.
Allora, dico che da amministratori responsabili non possiamo affrontare questo tema senza dire che bisogna fare i conti con i conti e le risorse che abbiamo. Sono già state ricordate le mega cifre, ma vorrei - perché poi qui tutti fingiamo di parlare di filosofia - parlare di cose concrete.
Parlo della mia provincia e mi rivolgo agli amministratori che assistono ai nostri lavori, perché tanti di noi oggi fanno i Consiglieri regionali, i legislatori, ma tanti hanno iniziato facendo gli amministratori; e mi dispiace che tra il pubblico non ci siano più gli amministratori con cui abbiamo interloquito alle 13.
Domando, da amministratore ad amministratore: prese in considerazione una linea come quella Novi-Tortona - una linea della mia provincia - dove a fronte di una spesa pari a 100, si ha un ricavo del 2,6 - 2,6, signori! oppure un'altra linea sempre della mia provincia - non voglio andare fuori come quella Alessandria-Ovada su cui torneremo, dove su una spesa sempre pari a 100 si ha un ricavo del 6,7, un buon padre di famiglia, un buon amministratore può chiedersi se sono costi sostenibili o no? E allora, il Partito Democratico, che da una parte ci dice "sì, ma noi rispetto alle razionalizzazioni, rispetto alle sospensioni vorremmo confrontarci", ma dall'altra poi ci dice "ma la dignità delle persone, le bugie, l'inaffidabilità...", da che parte sta? Rispetto a queste cifre voi cosa dite? Cosa proponete di fare? Cavalcate come sempre la strumentalizzazione politica o vi assumete delle responsabilità? Guardate, cari amici, qui c'è poco da dire. Anche oggi noi siamo di fronte a due schieramenti che si contrappongono: da una parte stanno i riformisti e i riformatori - che siamo ancora noi, il centrodestra - che si assumono le loro responsabilità e non si fanno intimorire neanche dalle reazioni che possono suscitare, e dall'altra sanno i conservatori - i conservatori del centrosinistra - che cercano comunque di andar dietro a tutti, di salvare tutto il salvabile e non si confrontano con queste cifre che sono cifre di tutte le linee e non solo delle due di Alessandria: di tutte le linee.
Mi permetterete di dire poi una parola sulla linea Casale-Vercelli.
Anche a questo proposito, un grande nostro leader della destra italiana fortunatamente ancora in vita - tanti anni fa invitava tutti a studiare e colgo quest'invito. Se avessimo studiato un po' di più, infatti, non avrei dovuto sentir nessuno far riferimento alla Casale-Vercelli; se avessimo approfondito un po' di più, infatti, avremmo visto che la linea Casale Vercelli sta, rispetto all'8% di chiusura, al 9,6: non ci sono quindi favori politici, c'è la presa di coscienza di un dato.
Mi auguro poi - e lo dico da casalese - che per quello che sta succedendo a Mortara con Trenord, che è un'Agenzia di trasporti che fa denaro - cosa strana - e che sta portando avanti un rafforzamento del nodo di Mortara, si possa poi permettere a tutto quel territorio dell'Alessandrino e del Casalese di essere facilitato nei rapporti con Mortara, che quindi vuol dire Milano, perché questa è un'aspettativa importante.
Ho poi sentito i temi che anche gli amici Sindaci portavano a supporto pure giustificato, delle loro apprensioni; i Sindaci non ci sono più ma lo dico perché rimanga agli atti. Uno di quegli argomenti era proprio l'ipotesi di salvare alcune corse, quelle più remunerative, quelle più importanti, quelle dove si registrava un numero maggiore di passaggi: è una bella idea e anch'io, prima di avere iniziato a studiare, pensavo che alcune corse andassero soppresse e fossero da tenere quelle dove c'è tanta gente; quando non si sa, infatti, si commettono anche degli errori e invece, se si studia, certi errori si cerca di non commetterli più.
Purtroppo questa valutazione, nel rapporto con Trenitalia, oggi non è possibile: oggi Trenitalia ci dice sei corse, otto corse, dieci corse; non due corse al giorno. Ma questo ha una logica: pensate ad un treno che va da Alessandria ad Ovada, uno al mattino e uno al pomeriggio. Poi cosa fa, sta lì? È normale che sia così: un treno deve avere un'utilizzazione continua per avere già questi costi folli con i passaggi che ci sono...
Allora vi dico, amici, che sono veramente dispiaciuto dell'aggressione politica cui è stata sottoposta l'Assessore Bonino che, avendo una scorza di quelle elefantiache, penso non abbia necessità di essere difesa da nessuno. Mi spiace però, perché ho visto del malanimo, non la volontà di confrontarsi, ognuno - anche - per il territorio che rappresenta; perché è giusto che ci si faccia portatori delle aspettative dei propri territori.
Non mi è piaciuta, però, quest'aggressione politica. Lasciamo perdere i giudizi morali, lasciamo perdere la filosofia: di parolai ne abbiamo già troppi in altri grandi consessi nazionali e internazionali.
Se c'è da confrontarsi sulla realtà delle cose, confrontiamoci. La sperimentazione, che oggi l'Assessore Bonino e il Presidente Cota hanno annunciato mi sembra un fatto importante, che noi tutti dovremmo vedere se amiamo il nostro Piemonte e i nostri territori - come un avanzamento significativo. Che oggi tocchi alla Novara-Varallo e alla Alessandria Ovada significa che la politica non c'entra proprio niente, perché - ve l'assicuro - nella zona di Alessandria e Ovada non ci sono Sindaci di centrodestra e quindi vuol dire che si è agito su basi tecniche; il fatto che domani - cioè all'inizio del nuovo anno - la sperimentazione poi vada estesa a tutte le linee che oggi vengono rimodulate dimostra la buona volontà di quest'Amministrazione che, rispetto ad un problema importante e a scelte dolorose che vanno fatte, sta a sentire in ogni caso tutto ciò che proviene in primis dal Consiglio regionale e poi da tutti i territori e cerca di trovare delle soluzioni che siano adeguate.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Effettivamente la discussione sta avviandosi un po' stancamente verso la fine e non credo, caro collega Botta, che ci sia un attacco preordinato nei confronti dell'Assessore Bonino. Noi abbiamo dibattuto in Aula di argomenti forse più importanti rispetto alle 12 linee ferroviarie della cui soppressione stiamo discutendo ora - penso al Piano Socio Sanitario - senza avere nei confronti dell'Assessore alla sanità l'atteggiamento e le parole che qualche Consigliere ha avuto nei confronti dell'Assessore Bonino. Credo che l'Assessore Bonino su questo dovrebbe riflettere un po', perché pu darsi che ci sia qualche causa nel suo modo di fare e anche nella sua ostinazione.
Recentemente abbiamo incontrato i Sindaci al piano superiore: l'Assessore era in Aula e non ha ritenuto di venire a parlare con i Sindaci, nella fattispecie quelli del Pinerolese. Credo che la ragione di questa nostra richiesta di dimissioni e dell'invito al Presidente Cota di revocarle le deleghe risieda anche nel suo atteggiamento.
Lo dico con rispetto: segni dell'atteggiamento un po' arrogante dell'Assessore ci sono anche nella la sua decisione - le cui ragioni naturalmente, spero lei possa spiegare - di nominare in un'importante società legata a GTT una persona - che peraltro stimo, che secondo me sta imparando il mestiere ed è persona che imparerà a fare bene in questo campo, perché mi sembra un uomo intelligente - senza però nemmeno avergli fatto fare la domanda, come sembra che le regole avrebbero dovuto prevedere.
Un altro segno di questo atteggiamento dell'Assessore è rappresentato checché ne dica il Consigliere Botta - dalla decisione di togliere la Novara-Varallo dalle linee che avrebbero dovuto essere soppresse.
Se la sperimentazione è quella di sacrificare, laddove c'è una doppia linea, il treno, piuttosto che il pullman, io credo che quella sperimentazione andrebbe fatta su tutte le linee e, quindi, anche per quella linea che l'Assessore sostiene e che sarà l'opera più importante dei prossimi anni, nel nostro territorio: l'Alta Velocità.
L'Assessore, in un'intervista al TG3, ha detto (l'ho sentita con le mie orecchie e ricordo le sue parole): "È noto a tutti che la gomma costa meno del treno".
Se le cose stanno così - Assessore - noi abbiamo in animo (il mio partito peraltro condivide questa linea) di spendere sette miliardi di euro per realizzare l'Alta Velocità.
Se tanto mi dà tanto, è probabile che quell'opera non potrà mai sostituire i pullman. Soprattutto, se deve sostituire, così come c'è l'ipotesi del contingentamento, il trasporto su gomma, probabilmente non diventerà mai una linea, non dico in attivo (questo è impensabile), ma nemmeno in pareggio (anche questo è impensabile): sarà probabilmente una linea destinata a provocare disastri economici nel futuro della nostra regione.
Ritengo, inoltre, ci sia un filo di arroganza nell'atteggiamento dell'Assessore, quando sostiene il raddoppio del tunnel del Frejus. Vorrei che lei mi spiegasse questo, quando avremo più tempo, perché mi sembrava che il raddoppio del tunnel fosse legato soltanto alla sicurezza dello stesso, mentre, poco a poco, è diventato un raddoppio di servizio.
Come si può pensare, Assessore, di spendere 400 milioni di euro per far poi contingentare, una volta che ci sarà l'Alta Velocità, il traffico al Frejus? Nessuno! Nessun uomo di buonsenso può pensare che questo si possa verificare! Se si raddoppia il tunnel del Frejus è perché si pensa che il trasporto in quella zona della nostra regione debba avvenire soprattutto su gomma, piuttosto che, come previsto con l'Alta Velocità, su ferro.
Faccio un'altra riflessione: mi chiedo perché si trovino i soldi per tutto, soprattutto per le grandi opere pubbliche, e non si trovi un euro per le metropolitane, progetto naturalmente di cui mi auguro lei si sia occupata (lei e i nostri parlamentari, insomma tutti quelli che avrebbero il compito di occuparsi del miglioramento della qualità della vita dei cittadini, cosa che sembra essere dimenticata nel tempo e nello spazio).
Svolgo brevemente un'altra riflessione, perché il mio Capogruppo dice giustamente che bisogna andare verso la fine di questo dibattito e - sono d'accordo con lui - non voglio superare i cinque minuti: ho visitato l'interporto, allo scalo ferroviario di Orbassano. Come lei saprà (immagino che sia andata un sacco di volte), quello dovrebbe essere il luogo terminale del tunnel che dovrebbe attraversare Rivoli e collegare lo scalo.
Ci sono 24 linee ferroviarie e RFI sta cannibalizzando le linee, cioè sta smontando le linee esistenti per utilizzarle nei luoghi nei quali, secondo RFI, possono essere utili.
Cercate di mettervi d'accordo! Lì ci sono un milione di metri cubi di terreno agricolo di fascia A che sono stati compromessi; io eviterei di comprometterne altri.
Termino citando quanto ha affermato, rispetto alla ferrovia Cuneo Mondovì, l'Onorevole Costa, che è - come tutti sanno - un iscritto al PdL quindi appartiene al suo partito: "Valuteremo la sussistenza di eventuali presupposti per interessare della questione la Corte dei Conti. Chiudere la ferrovia Cuneo-Mondovì è un atto miope, che non tiene conto degli sforzi e degli investimenti sostenuti solo pochi anni fa".
Questo - ripeto - lo afferma il parlamentare del PdL, Enrico Costa.
Pertanto, Assessore, quanto lei ha detto qui, giustificando, diciamo spiegando, la bontà delle sue scelte, forse avrebbe dovuto spiegarlo anche ai suoi compagni di partito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Come hanno già affermato altri colleghi, siamo dispiaciuti per lo stile ed il tono che alcuni Consiglieri dell'opposizione hanno utilizzato in questo dibattito.
giusta la polemica politica, è giusto l'attacco, però, onestamente abbiamo rilevato un'asprezza, un accanimento, politicamente ed umanamente ingiustificato ed esagerato, che davvero non ci aspettavamo.
Certo, l'Assessore Bonino fa un mestiere difficile, come, in questo periodo, lo fanno tutti gli Assessori della Giunta Cota, ma un po' di tutta Italia. Era più facile fare l'Assessore negli anni 2000 o negli anni '90 o '80, perché i soldi c'erano e si spendeva, si irrorava di denaro il Piemonte, così come tante regioni italiane (forse alcune lo sono state ancora di più). Non c'era nessuno che viaggiava sui treni, ma si chiudeva un occhio, anche due, e si faceva finta che tutto andasse bene.
Tutti siamo stati un po' corresponsabili di questo sistema di concepire il modo di amministrare e di fare politica, anche di coltivare il consenso.
Purtroppo, il mondo è davvero cambiato, si è modificato, con una velocità terribile negli ultimi due o tre anni.
Non è più possibile avere dei servizi inefficienti o troppo poco utilizzati, come le linee che sono state indicate molto bene dall'Assessore, con dati statistici, nella sua relazione, e ripresi anche da altri colleghi.
I dati sono lì, e non è vero che l'Assessore Bonino non li ha portati in Commissione, in particolare rispetto ad alcune tratte che sono state oggetto di polemica. Con una e-mail del 1° giugno, alle ore 10.30, i dati sulla Novara-Varallo e sulla Vercelli-Casale, ad esempio, sono stati trasmessi alla Commissione.
Capisco che, quando viene chiuso un servizio, sia facile strumentalizzare, perché questo comporta un disagio alle persone, per quanto magari non siano moltissime. Peraltro, stiamo parlando di una sperimentazione che prevede un servizio alternativo, che è quello su gomma su autobus.
Lasciamo scorrere il periodo per vedere se questa sperimentazione funziona, se è migliorabile. Non è detto che non si possa tornare al ferro e non vedo perché si debba bollare, in maniera pregiudiziale ideologicamente e aprioristicamente di chiusura, come teoria e utopia la possibilità che l'Assessore sta cercando di portare avanti, e cioè che alcuni collegamenti ferroviari locali, che verrebbero estrapolati dal contratto di servizio, possano essere messi a gara e magari gestiti da privati, oppure ripresi fuori dal contratto di servizio da Trenitalia, che magari, vedendo questi cambiamenti che la Regione Piemonte sta compiendo si preoccupa di non perdere alcuni collegamenti secondari, che sono comunque funzionali per mantenere un certo bacino di traffico civile e di merci sulle tratte più importanti e strategiche.
Pertanto, non fasciamoci la testa: vediamo se questo tentativo di apertura al mercato e ai privati, per questi collegamenti secondari, va a buon fine e, alla fine, trarremo delle conclusioni.
Ripeto: non è sicuramente un bel mestiere, oggi, quello dell'Assessore in questa regione, specialmente per alcuni Assessorati strategici e di servizio come quello dei trasporti, perché si va incontro ad una razionalizzazione, a delle sperimentazioni, al nuovo che spaventa sempre poi, magari, ci si rende conto che il nuovo funziona, ma all'inizio si ha sempre paura di provarlo.
stato clamorosamente dimenticato un dato: la Regione Piemonte è una delle pochissime regioni che nel 2011 non ha aumentato le tariffe e questo è stato anche un atto politico di onestà e sincerità verso gli utenti, i cittadini, sapendo che Trenitalia non aveva ancora completato, se non addirittura iniziato, quel rinnovamento del parco dei vagoni e i livelli di efficienza e puntualità non sono stati ancora raggiunti come noi, Regione vogliamo. Anche la pulizia all'interno dei vagoni ferroviari non è ancora a quel livello che noi pretendiamo e dobbiamo pretendere.
La Regione Piemonte, per un atto di onestà politica, non ha voluto aumentare le tariffe nel 2011. Lo farà, inevitabilmente, nel 2012 per un 18%, ma sempre a livelli inferiori rispetto alla Lombardia e della Liguria che l'aumenteranno rispettivamente del 23,4 e del 20%, tanto per fare riferimento a due Regioni di colore politico opposto.
Un po' di realismo politico. Capisco che la polemica politica ci sta la strumentalizzazione anche ma, signori, non siamo più negli anni '80 o '90 e la situazione è profondamente cambiata. Basterebbero queste due cifre per capire perché è stata inevitabile la sperimentazione, la chiusura e la sospensione, che certamente, in alcuni casi, sarà anche una chiusura di alcune linee.
Peraltro, delle 14 linee prese in considerazione, rimodulate con la sospensione, sette sono state sospese nei mesi estivi e due chiuse nel 2010 dalla precedente amministrazione regionale dalla Presidente Bresso. Non siamo andati ad incidere su collegamenti ferroviari che funzionavano e avevano una grande efficienza. Si è andati, in maniera mirata, a sospendere l'erogazione del servizio su collegamenti ferroviari che, in gran parte erano stati sospesi nei periodi estivi e che, in alcuni casi, la precedente Giunta Bresso aveva chiuso.
Tutto questo perché? Perché nel 2010 avevamo trasferimenti dallo Stato per ben 280 milioni di euro e nel 2011 soltanto più 208 (il calo, lo potete quantificare voi, è di quasi 70 milioni di euro); nel 2012 si cercherà di recuperare, sono stati stimati circa 237 milioni di euro con integrazione anche della Regione, ma capite che bisognava fare qualcosa e qualcosa è stato fatto nei settori davvero più deficitari che la situazione dei collegamenti ferroviari piemontese denunciava.
Certo, non bisogna rifiutare il confronto quando questo è fatto in termini costruttivi, non dico pacati, ma non senza un pregiudizio personale verso l'Assessore, in questo caso verso l'Assessore Bonino. Questa apertura del mercato ai privati, o una ricontrattazione fuori dal contratto di servizio fatto per alcuni collegamenti, magari può anche essere estesa ad altre tratte interessate dalla sospensione. È un invito che rivolgo all'Assessore Bonino, vista la novità delle ultime ore.
Vediamo, magari, alcune tratte di metterle sul mercato e di vedere se effettivamente, ci sono soggetti privati interessati o, come già detto Trenitalia può essere nuovamente interessata a valutare ad una sua gestione diretta.
Questa è una situazione che ricorda un po' quando la Regione affronta altre riduzioni di razionalizzazione, di tagli - chiamiamoli come volete su altri settori. Certamente il disagio c'è, la paura della novità c'è, ma in questo caso credo che non siano state fatte delle scelte lineari, ma siano state prese delle situazioni, quelle più critiche e quelle meno difendibili.
Ringraziamo la Giunta regionale e l'Assessore Bonino per l'illustrazione e, fin da subito, noi respingiamo la richiesta di dimissioni presentate dall'opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Oggi è il 19 giugno e sia lei prima che il Presidente Cattaneo ci ricordavate che gli interventi erano numerosi e che si rischiava di arrivare alle 19 senza una conclusione di questo Consiglio straordinario.
anche vero che è stato l'unico modo che abbiamo avuto per discutere di un problema così importante per il territorio piemontese. Soprattutto ne discutiamo oggi, a due giorni da domenica 17, data in cui Trenitalia insieme a Regione Piemonte, ha deciso di interrompere 12 linee sine die.
Una cessazione improvvisa e simultanea di così tante linee ferroviarie non si era mai vista in Italia, quindi vogliamo poterne discutere, seppure questo sia un dibattito assolutamente stanco e inutile, come quasi tutti quelli che avvengono in questo Consiglio regionale, in cui ci si parla tra sordi.
Mi tocca, perché lo sento, difendere la mia provincia, quella dell'Astigiano, che viene interessata da ben quattro chiusure: la Alba Asti, la Castagnole-Lanzo, l'Asti-Casale, l'Asti-Chivasso. Linee che, è stato ricordato già oggi, appartengono alla storia dell'Italia. Si tratta di linee che sono state fatte tra la fine dell'Ottocento e il Novecento che riguardano veramente la storia di questo territorio. Tutto ciò sta avvenendo senza nessun confronto, né con i Sindaci che oggi hanno lamentato per l'ennesima volta di non essere stati ricevuti nonostante le numerose lettere e i numerosi solleciti, né con il comitato dei pendolari, né con il Consiglio regionale. Quindi la necessità di richiedere un Consiglio straordinario proprio per discutere e portare all'attenzione del Piemonte e dei piemontesi questo problema.
Sempre ad Asti le RSU ci hanno fatto notare che da domenica 17, cioè già da due giorni, dieci capitreno e 17 macchinisti saranno senza lavoro per le linee che vengono soppresse. Oltre ad una mancanza di servizi, ad una penalizzazione di un territorio e dei suoi cittadini, anche un problema lavorativo importante. Siamo preoccupati, anche se ci viene detto che si tratta solo di una sospensione fino all'8 dicembre e che poi si vedrà.
Durante questo periodo si effettueranno monitoraggi per poi decidere cosa fare. La nostra paura è che al termine di questa sperimentazione chiamiamola così, i tagli saranno definitivi. È ovvio che se si riducono i servizi, soprattutto se si riduce la qualità del servizio, l'uso non potrà che diminuire. È naturale che quando uno non trova soddisfazione nel servizio che trova, poi si arrangia in qualche altro modo.
La nostra preoccupazione è che questo non avvenga. La nostra preoccupazione è che la Regione Piemonte, ormai, si sta comportando in totale controtendenza con quanto avviene in tutta Europa. Ridurre i finanziamenti al settore del trasporto pubblico locale in un momento di difficoltà economica e di continuo rincaro del prezzo della benzina, credo sia un fatto grave, se non allucinante. Invece di favorire l'utilizzo del mezzo pubblico, incrementandone l'offerta e l'efficienza e riducendo l'inquinamento, si obbligano i cittadini a rendersi dipendenti dalla macchina e dal mezzo privato.
Infine, questa decisione penalizza un territorio, lo ripeto, come quello delle Langhe, del Roero e del Monferrato. Un territorio che sta aspettando riconoscimento dall'UNESCO, come patrimonio dell'umanità. Un territorio che conta anche sul trasporto ferroviario per sviluppare un'economia fondamentale per una piccola provincia come la nostra. Per un territorio così, ci aspettiamo più attenzione da una Giunta che si è sempre riempita la bocca di questa parola, salvo poi operare tagli che il territorio lo penalizzano e lo umiliano.
Assessore, se questo è un percorso innovativo, credo sia meglio un inno alla conservazione, se questo può tutelare cittadini, pendolari, studenti lavoratori, soprattutto lavoratori.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Prima di tutto faccio un appello a lei, Presidente Novero, affinché ne parli con l'Ufficio di Presidenza, perché penso, senza voler limitare in alcun modo i diritti di qualsiasi Consigliere, che si debba rimodulare le modalità di intervento di questi Consigli. Non sfuggirà a nessuno che stiamo parlando da tre ore e che questo dibattito, senza nulla togliere a nessuno degli intervenuti, poteva chiudersi - e non è una provocazione dopo il primo intervento del Consigliere Gariglio e dopo la risposta dell'Assessore Bonino.
Senza arrivare a questa esagerazione, credo proprio che occorra trovare un altro metodo. Non voglio dire che si debba modificare il Regolamento altrimenti andiamo di nuovo ad incartarci in discussioni e in sedute di Commissioni, ma forse sarebbe il caso di stringere, in occasione di questi dibattiti, un patto tra gentiluomini.
Per questo motivo porrò la questione - e chiedo a lei, Presidente, di esserne garante - alla prima riunione dei Capigruppo, per incominciare a parlarne. Penso, e poi si discuterà, che un intervento, per ogni Gruppo, di dieci minuti, ed eventualmente altri interventi di tre minuti per ciascun Consigliere, possa essere più che sufficiente.
Detto questo, come è già stato ricordato da qualche Consigliere che mi ha preceduto, occorre riportare il discorso sul binario giusto, partendo proprio dalle parole - vivaddio, questo è quello che ci passa il convento quindi questo Paese che si chiama Italia e che difendete ogni piè sospinto in qualsiasi occasione - pronunciate dall'Amministratore delegato Moretti.
Non ha parlato solo al Piemonte, come è già stato ricordato (perché prima quando c'era la platea, sembrava che le parole di Moretti fossero solo per il Piemonte), ma a tutta la Nazione: "Niente risorse, niente servizi".
Punto.
Voglio anche leggere, perché certe cose bisogna leggerle, un articolo del quotidiano Il Sole 24 Ore, in parte già citato dal mio collega Angeleri: "Il trasporto ferroviario pendolari è al capolinea, almeno nella forma che abbiamo conosciuto finora. Da cosa sarà sostituito è tutto da scoprire. Una linea politica chiara e coerente non c'è ancora né a Roma n nelle capitali regionali. Non ci sono più i soldi".
Non ci sono più i soldi! Non è che questa frase vale per Roma, che quindi può mettere la fiducia, e potete approvare ad occhi chiusi qualsiasi provvedimento del Governo Monti perché non ci sono più soldi, e poi, quando si va in Regione, l'espressione "non ci sono più i soldi" non vale più.
Questo vale per l'Assessore Bonino, che tra l'altro ha il mio appoggio per due motivi: primo, per il compito ingrato che sta affrontando; secondo per come è stata trattata, soprattutto nelle Commissioni. Io ho sempre fatto opposizione, ma ho sempre cercato, in tutti i consessi, di non andare mai sul personale, quindi certi attacchi personali a qualsiasi persona non li accetto. Per questi due motivi, Assessore Bonino, lei ha il mio appoggio incondizionato.
Non ci sono i soldi, ma qualcosa bisogna fare. È sempre stato rinviato tutto, si è sempre messa la testa sotto la sabbia e questi sono i risultati.
Se siamo in questa situazione nazionale è perché non si è voluto mai intervenire, e in questa Regione forse più che da altre parti. Sulla sanità non si è voluto mai intervenire; sui trasporti locali non si è voluto mai intervenire. Perché non si è voluto mai intervenire? Sempre per la solita paura delle elezioni che ci saranno fra un anno, quindi nessuno interviene.
Nessuno interviene, ma invece la responsabilità di noi politici - ed spero politici con la "p" maiuscola - non è quella di guardare alle prossime elezioni (ogni anno c'è sempre una consultazione elettorale), ma almeno ai cinque anni successivi.
L'ideale sarebbe dare un futuro ai nostri figli, mentre qui continuiamo solo a lasciargli dei debiti. Siccome ho tre figli, non ci sto a fare questo. Non ci sto! Per questo motivo, cari signori, proseguo con la lettura dell'articolo de Il Sole 24 Ore (che non è l'organo della Padania o della Lega Nord: quante volte ha mazzolato e bastonato noi della Lega, i nostri Ministri e i nostri Governatori): "Una strada innovativa l'ha indicata coraggiosamente il Piemonte, che è andato a tagliare più nettamente i rami secchi, dove il traffico non giustificava il servizio." - e vado fino in fondo - "La reazione di Comuni e cittadini colpiti dai tagli, però, è stata furibonda".
A Roma, all'Assessore Bonino hanno detto che era pazza a provare a fare una cosa che non è mai stata fatta. Era pazza! Proseguo ancora: "La reazione di Comuni e cittadini colpiti dai tagli però, è stata furibonda, a conferma che praticare" - perché è facile dirlo quando lo dice Monti che, a differenza mia, parla molto bene, molto pacatamente e va sempre bene per tutti - "una spending review su base razionale, in Italia, è veramente molto difficile".
Qua si sta cercando di fare esattamente proprio questo: la famosa spending review, di cui tutti quanti si riempiono la bocca, ma poi, quando invece è il caso, non la si può applicare perché si toccano - giustamente o non giustamente - le questioni locali.
Contino ad essere dell'idea che occorra cercare il più possibile di abbandonare le difese, sia corporative sia di territorio, che non vuol dire abbandonarle del tutto, ma il più possibile, perché ci si fossilizza sulla difesa del particolare, dimenticando e abbandonando il globale. Questo porta, ancora una volta, ad aumentare il deficit, ad aumentare il debito ad aumentare l'inefficienza.
Ma è mai possibile che adesso tutti quanti vi riempite la bocca di espressioni come privatizzare e di dare in appalto ad altri, e poi siete i primi che avete sempre difeso a occhi chiusi - a occhi chiusi! - prendendo con l'imbuto quello che vi dicevano i sindacati, vostri sodali, i lavoratori, qualsiasi tipo di lavoratore, anche i pelandrun, anche quelli che non facevano niente e si sapeva benissimo che non facevano niente? Questo va bene, ma quando si prova a fare qualcosa, piovono invece insulti di ogni tipo.
Proviamo ad immaginare un tavolo di concertazione in cui l'Assessore Bonino dice ai sindacati, agli Enti locali, ai comitati, ai Consiglieri di opposizione, ai Consiglieri di maggioranza, che magari si andava a toccare questa, quella o quell'altra linea. Eravamo ancora qua.
Com'è sempre stato in Italia, nulla di nuovo sotto il sole. Com'è sempre stato in Italia negli ultimi quarant'anni: nulla di nuovo sotto il sole e il risultato è il debito pubblico che abbiamo sulle nostre spalle.
Risultato: i nostri figli, i miei figli, sono indebitati per lo Stato per la Regione, per il Comune di Torino. Poveracci loro! Magari, oltre il mutuo per la casa, si ritroveranno a dover pagare un mutuo di cui non hanno assolutamente nessuna colpa, i cui responsabili...
Mi permetto di dire che non mi sento e non sono responsabile, qualcun altro qua presente lo è, lo è assolutamente, ma lasciamo perdere, perché ho detto che non voglio andare ad attaccare nessuno, trattandosi di una questione globale e non particolare. Se andiamo poi sul particolare, potrei continuare, con l'esperienza che ho maturato nel Comune di Torino e quant'altro, perlomeno per mezz'ora.
Termino, così come ha fatto il collega Angeleri - del resto, è una linea del Gruppo - chiedendo all'Assessore - so che lo farà - di accordarsi il più possibile, di limare, magari di modificare anche qualcosa a saldo invariato, un'altra parola che a voi piace molto! Che sia ben chiaro, a saldo invariato: perché quello che piace a voi e a Roma, deve piacere anche qua, anche se qua siete l'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Carossa e sarà mia cura proporre al Presidente, durante la Conferenza dei Capigruppo convocata per domani l'argomento da lei anticipato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con la dovuta attenzione gli interventi che mi hanno mi hanno preceduto, parte dei quali li ho giudicati molto condivisibili.
Voglio però premettere che questo mio contributo alla discussione parte da una posizione non preconcetta. Sono stato eletto nel 2010, come il mio collega Goffi, e quindi mi ritengo libero di esprimere valutazioni che prescindono dalle scelte delle passate Amministrazioni regionali, da chi governava ieri rispetto a chi governa oggi, per concentrarmi esclusivamente su un argomento così importante.
Inoltre, se pure è vero che siamo all'opposizione, è altrettanto vero che abbiamo sin qui mantenuto un atteggiamento responsabile, convinti di dover anzitutto rispondere del nostro operato ai cittadini piemontesi prima che a questo o a quello schieramento politico.
Parto, quindi, da un dato di fatto: le proteste del territorio.
Ognuno di noi ha ricevuto ordini del giorno provenienti dal territorio ordini del giorno che sono stati approvati all'unanimità dai Consigli comunali. Parimenti, nei vari spostamenti per manifestazioni o convegni durante il fine settimane o di sera, molti Sindaci e cittadini si sono rivolti al sottoscritto per lamentare una decisione che impoverisce aree già in difetto di infrastrutture.
Sono state promosse alcune manifestazioni di protesta, alcune molto partecipate, altre - diciamolo - di scarso successo, tanto che verrebbe da dire "ma dove sono i pendolari?", però devo dire che oggi ne ha abbiamo visto uno in Sala Viglione. La protesta va bene se la fa qualcun altro? Dov'è la passione civica e politica degli studenti che molta voce hanno fatto sentire, ma poi, finita la scuola, si dissolvono come neve al sole? Ero impegnato in un convegno nazionale in Lombardia, altrimenti avrei partecipato alla manifestazione di Cuneo, disertata dai più, compresi molti Sindaci, e ringrazio i colleghi Consiglieri regionali che hanno partecipato. Tuttavia, a chiare lettere vorrei dire che sarebbe un grave errore strumentalizzare politicamente la scarsa partecipazione a questa o a quella iniziativa di protesta. E questo, per un motivo molto importante e fondamentale: il problema del Trasporto Pubblico Locale esiste; è un problema serio e va affrontato con rigore, serietà, onestà e lungimiranza.
La situazione economica nazionale che assegna minori trasferimenti alle Regioni e i problemi del nostro bilancio sono evidenti a tutti e difficilmente discutibili. Le valutazioni di ordine economico nel rapporto costi-benefici propendono per considerare i tagli, o se vogliamo dire, il trasferimento del trasporto dalla ferrovia alla gomma, un elemento che chiunque, questa o un'altra Giunta, avrebbe dovuto prendere in considerazione. Nemmeno voglio cadere in tentazioni polemiche circa le diverse proposte presentate in Commissione: prima otto tratte, poi 14, poi 12...
Mi interessa e mi preme, invece, fare un altro tipo di ragionamento e di proposta. In Italia vige il detto "tutte le strade portano a Roma"; in Francia si dice "tutti i treni arrivano a Parigi". Noi costruiamo grandi centri direzionali e di servizio pubblico e ne abbiamo un esempio proprio qui a Torino, in cui dobbiamo soddisfare standard urbanistici per centinaia di autovetture. Londra costruisce un grattacielo, sede del nuovo Palazzo Municipale, con soli 30 posti auto, di cui 20 per portatori di handicap. Il costo passeggero al chilometro in Italia è il più alto dei nostri colleghi cittadini europei. E si potrebbe andare avanti.
Nessun Governo nazionale o regionale, né da una parte né dall'altra, ha mai messo mano drasticamente per costruire un nuovo modello di Trasporto Pubblico Locale.
Le FFS prima e Trenitalia poi, hanno sempre operato sulle tratte cosiddette "interne", in modo tale da renderle di difficile fruibilità. Il risultato è l'insostenibilità di un sistema di Trasporto Pubblico Locale che ha bisogno di una profonda, se non radicale, rivisitazione. E certamente quella dei tagli non è la strada risolutiva.
Guardando una mappa del Piemonte ci si rende conto della diffusione e della capillarità delle linee ferroviarie, tanto da farle considerare una risorsa e non una palla al piede. Le città, grandi o piccole, chiedono e necessitano di una diversa mobilità. In un recente dibattito cui ho partecipato, un grande esperto di trasporto pubblico enunciava le parole chiave per lo sviluppo dei trasporto dell'era contemporanea: convergenza integrazione e sostenibilità. Parole coincidenti con quelle più volte pronunciate dal nostro collega Gariglio, anche lui grande conoscitore in materia.
Credo che se ci avvitiamo attorno alle polemiche non arriviamo al nocciolo della questione. Siamo il Consiglio regionale del Piemonte, quella Regione che ha dato il via all'infrastrutturazione del nuovo Stato unitario.
Allora, dobbiamo guardare al problema di oggi e a quello di prospettiva.
Per quanto riguarda l'oggi, noi chiediamo alla Giunta e all'Assessore Bonino un ulteriore approfondimento della proposta, in virtù del fatto che alcune tratte possono essere riconsiderate sia per l'appesantimento che il trasporto su gomma comporterebbe in aree la cui rete viaria non è in grado di sopportare ulteriore traffico, sia perché alcune tratte possono essere frazionate. Penso, ad esempio, alla Savigliano-Saluzzo-Cuneo, dove storicamente il servizio pubblico del pendolarismo studentesco viaggiava da Saluzzo a Cuneo in autobus, ma da Saluzzo a Savigliano in treno, ed i numeri lo confermano.
Ma non è l'unica: posso citare anche la Ceva-Ormea, Alba-Castagnole e molte altre linee del Piemonte.
Guardando, invece, il problema in prospettiva, dobbiamo considerare tutto il comparto del trasporto pubblico locale come un'azienda di servizio che va riconvertita.
Dobbiamo avere il coraggio di studiare un nuovo modello, un modello che certamente avrà bisogno di molte risorse, d'investimenti, ma che poi sarà tarato su parametri di efficienza nel servizio, di sostenibilità nei costi di miglioramento della qualità della vita.
Per fare questo, come Gruppo UDC formuleremo un'apposita richiesta alla prima Conferenza dei Capigruppo, affinché s'individui lo strumento più idoneo per mettere in campo tutti i soggetti interessati, a cominciare dai tecnici dell'Assessorato ed un gruppo di esperti, ad esempio del Politecnico di Torino e anche stranieri, affinché in un arco di tempo sufficiente si possano proporre modelli e soluzioni adatte alle moderne esigenze del trasporto pubblico.
Dobbiamo credere che questo sia possibile.
Il Piemonte ha parecchi primati nazionali: facciamo in modo che anche nei trasporti cresca e si sviluppi un modello Piemonte. Diversamente, ci troveremo ancora a dover discutere e dividerci su meri calcoli ragionieristici.
Sono convinto che dobbiamo osare di più e che abbiamo la volontà e le intelligenze necessarie per dare risposte organiche e di prospettiva al tema del trasporto pubblico locale.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Cercherò di utilizzare pochi minuti per parlare di una questione che mi affligge: la tratta Novara-Varallo, poiché ritengo che se ne sia parlato solamente da un punto di vista politico.
Non voglio esporre ragioni di campanile o politiche, per le quali la Novara-Varallo è essenziale in un territorio dove vi è un'unica strada (quindi ha anche delle ragioni ambientali), un'unica situazione di collegamento. Nemmeno voglio soffermarmi sull'ipocrisia di certi colleghi che, dopo quella fatidica seduta di Commissione in cui sembrava che anche la Novara-Varallo potesse essere tagliata, tuonarono sui giornali dicendo che la Valsesia sarebbe rimasta isolata; poi, quando così non fu, fecero retromarcia inneggiando a presunti accordi politici o questioni inguardabili.
Voglio, però, mettere sotto un certo riflettore una questione, che forse solamente la Consigliera Artesio ha toccato nel suo intervento.
Anche in passato, come Vicepresidente della mia Provincia, mi sono sempre occupato di quest'importante tematica e non ho mai capito perché la Regione Piemonte abbia finanziato, per trent'anni, sulla stessa tratta, sia il treno sia il pullman.
Non so perché questo sia avvenuto per trent'anni: per trent'anni soldi pubblici buttati dalla finestra (non è un'accusa al centrodestra né al centrosinistra, perché in trent'anni abbiamo governato tutti) e questi sprechi sono avvenuti sotto gli occhi di tutti.
Nella tratta Novara-Varallo, sia il pullman sia il treno sono stati finanziati da tutti noi, per scelte fatte, così, non si riesce a capire il perché: il pullman, che ovviamente aveva un certo tipo di comodità, non solo legata alle tempistiche, ma anche al fatto di poter effettuare più fermate, faceva concorrenza al treno, ma avevamo i treni semivuoti ed i pullman pure.
Oggi, come amministratore locale attento alle risorse, non posso capire né sapere quale sia la scelta migliore. Per questo, vedo con favore la sperimentazione, perché ritengo, come amministratore pubblico, che la prima cosa da fare sia cercare di avvantaggiare il pubblico (e probabilmente la vostra parte, meglio di me, visto che avete certe idee politiche, dovrebbe ragionare su questo pensiero) e, poi, forse, i privati.
Se vi è convenienza, benissimo: facciamo lavorare i privati, ma se possiamo sfruttare il canale pubblico, sfruttiamolo. Se, però, dopo trent'anni, non abbiamo dati, perché in maniera miope abbiamo continuato a finanziare sia il pubblico sia il privato convenzionato, allora facciamo una riflessione.
Non credo sia merito di qualcuno: è il periodo. Evidentemente, quando c'era un certo tipo d'economia, che permetteva molti sperperi e molti sprechi, tutti abbiamo chiuso più di un occhio. Io stesso chiedevo al vecchio Assessore regionale: "Perché non chiudete questo benedetto servizio su gomma e favorite quello su ferro?".
L'ho chiesto, peraltro, anche all'inizio di questa legislatura e forse il caso, o la fortuna, vuole che adesso, dopo trent'anni, finalmente riusciamo a ragionare sullo sfruttamento pieno del servizio su ferro.
Pertanto, non vedo ciò che è stato dipinto in questi giorni, non vedo un complotto politico "Cota-Bonino-il Sindaco di Varallo", che è sempre sulla bocca di tutti, a partire dalla sanità ai Sacri Monti, neanche fosse una congiuntura astrale vivente! Mi chiedo perché non provare a realizzare questa sperimentazione: unica linea, unica tratta, unica strada; tra di voi ci sono degli ambientalisti e ricordo che andiamo a favore dell'ambiente, perché decongestioniamo il traffico e ci saranno anche meno emissioni.
Non andiamo ad avvantaggiare i privati: mi vergogno, come amministratore locale, di avere sfavorito un ente pubblico a favore di un ente privato, in questi due anni.
Era una vergogna, è una vergogna! Questa vergogna la denuncio con tutta la mia forza, oggi, e sono contento che quest'Amministrazione regionale abbia finalmente assunto tale posizione ed avuto il carattere di fare questa scelta.
Se, poi, tra un anno vediamo che il servizio su ferro è sconveniente facciamo una gara e torniamo al privato, ma almeno diamo la possibilità al pubblico di competere col privato e non quella di sopperire, perché questa è la vergogna del nostro Paese! Per troppo tempo abbiamo continuato a vivere al di sopra delle nostre responsabilità, delle nostre possibilità. Questi tempi sono finiti: ragioniamo, razionalizziamo; sarò io il primo a dire che, se la Novara Varallo non avrà i numeri, non la si potrà sostenere, però evitiamo di favorire il privato.
Lo dico - neanche fossi di Rifondazione Comunista - con convinzione perché credo che prima debba venire il pubblico (visto che questo è l'unico caso, in Piemonte, dove vi è un doppione) e poi il privato.
Dico ancora: se si vuole finanziare il trasporto su gomma, lo si finanzi, ma dove non c'è il treno! Benissimo finanziare i privati, ma sulla Varallo-Alagna, non sulla Novara-Varallo.
Questa è una vergogna e sono contento che abbia fine.
Grazie.



PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula: fra 52 minuti saranno le 19, che è l'orario inesorabile per chiudere i lavori; se si dovesse tardare di qualche minuto è un conto, però è del tutto evidente che, già solo con le prenotazioni che abbiamo, andremmo oltre le ore 20. Ci sono, poi, una serie di ordini del giorno e una mozione.
Pertanto, consegno per la seconda volta questa riflessione a tutti voi comunicando, però, che, da adesso, con l'intervento del Consigliere Bono intendo dare la parola innanzitutto ai Capigruppo che rappresentano i Gruppi politici che non sono ancora intervenuti. Poi, eventualmente vedremo come chiudere o come proseguire i lavori.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Gli interventi sono stati numerosi ed intervenire dopo così tanto tempo rischia di ripetersi e di non ricevere grande attenzione.
Proverò ad essere rapido nell'illustrazione di alcuni punti; poi magari, proverò anche ad illustrare l'ordine del giorno che mi vede primo firmatario insieme al collega del Gruppo consiliare.
Inizio rivolgendomi al Gruppo della Lega Nord, in particolare ai colleghi Carossa ed Angeleri, che adesso sono distratti: in effetti, in parte, avete ragione, poiché gli interventi che abbiamo ascoltato finora non hanno proposto delle alternative.
Questo si diceva nel suo intervento: proposte.
L'Assessore Bonino, in Commissione bilancio, ha illustrato le riduzioni dei trasferimenti statali: 280, 207 e 228 milioni di euro.
Sono i finanziamenti che arrivano dal livello centrale, che - senza fare polemica, perché sono cose ovvie - è sostenuto in maniera bipartisan sia dalle forze che oggi in Regione sono in maggioranza sia dalle forze che sono all'opposizione.
Pertanto, il dato nazionale, il dato che si riflette sulle esigenze della Regione è chiaro, aggiungendo che la Regione - come ci ha comunicato l'Assessore in Commissione, dove eravamo presenti - vorrebbe arrivare a coprire tutta la spesa del trasporto su ferro con i soli trasferimenti statali, senza aggiungere un euro di risorse regionali.
Occorre capire dove derivano le scelte di sospendere (io direi di sopprimere o tagliare) alcune linee.
Non ho letto l'articolo comparso su Il Sole 24 Ore (lo sto facendo cercare dai miei collaboratori), ma quell'articolo si scrive che la Regione Piemonte finalmente non ha fatto tagli lineari, ma è andata a cercarli puntualmente.
Noi però vorremmo capire, all'interno di quella selezione puntuale di linee, come queste siano state scelte; questo era già stato oggetto di discussione e di dibattito in Commissione. Io, infatti, ho presentato un'interrogazione correlata alla discussione di oggi: non so se avrò modo di avere una risposta dall'Assessore Bonino, ma sarebbe interessante sapere quando sono stati rilevati i dati di flusso dei passeggeri e da chi (ovviamente immagino da Trenitalia); vedo che l'Assessore scuote la testa e se poi vorrà intervenire sono contento.
Bisogna anche capire, visto che è Trenitalia che ci fornisce i dati non che voglia dire che Trenitalia ci fornisce i dati falsati - che negli ultimi anni c'è stato un peggioramento del servizio ferroviario; l'abbiamo già detto e lo dicono i Comitati dei pendolari, a cui tutti noi vorremmo veramente venisse dedicato più spazio, dal momento che sono loro i primi fruitori del servizio e quindi quelli più interessati a fornirci i dati corretti.
Già capendo questi dati, possiamo andare a fare alcune analisi per quanto riguarda i tagli, al di là di questo continuo cambiare posizione dell'Assessore Bonino. Oggi le opposizioni - non so se la maggioranza ne fosse già informata - hanno appreso dai giornali che si cambiava tutto: che oggetto di sperimentazione, cioè, non erano solo più due linee - quelle accusate di essere oggetto di una corsia preferenziale politica, vale a dire la Novara-Varallo (testé citata dal collega Tiramani) e la Casale Monferrato-Vercelli - ma erano altre due linee, sulle quali si sarebbe operata una nuova sperimentazione, quella di tentare la messa a gara e la ricerca di un gestore privato.
Sarò un po' ironico, quindi: o noi non abbiamo compreso, o mi sembra che regni una grande confusione da parte dell'Assessorato ai trasporti.
Prova ne è, anche, che - come detto da diversi colleghi - il Piano triennale 2011-2013 è stato fatto approvare ad aprile 2012; a maggio è poi stato modificato e alla fine siamo arrivati a inizio giugno. Un Piano triennale del trasporto pubblico locale che si chiama "2011-2013" viene fatto approvare a maggio 2012, in fretta e furia.
E questa è anche una delle altre domande che si vorrebbe porre: come mai è stato fatto approvare con un anno di ritardo e come mai con tutta questa fretta, dal momento che lo stesso Assessorato ha modificato in corsa il numero delle linee - che da otto sono passate a 14 e poi sono diventate 12 - poi ha tagliato l'orario delle linee del catalogo Trenitalia e dopo dice di voler intraprendere la sperimentazione e aprire alla discussione con i Comitati? La logica, quindi, è che prima si taglia, poi si cerca di sperimentare e poi alla fine si discute.
Ovviamente non penso, Assessore, che dobbiamo insegnarle noi come fare politica, perché abbiamo una storia politica molto giovane. Di sicuro però, almeno sull'ascolto e sulla partecipazione dei cittadini e anche delle istanze di coloro i quali si uniscono in Comitati forse qualcosa abbiamo da dire, anche perché lei stessa era stata molto netta - lo ricordo nel dire: "Voglio solo associazioni o comitati che abbiano uno Statuto in modo tale che siano riconoscibili". Bene, adesso non so se tutti i comitati presenti - o nessuno - siano riconosciuti con uno statuto o meno posto che non condividiamo questa scelta, perché i Comitati devono essere ascoltati a prescindere che siano formalizzati in associazione con statuto vogliamo capire come mai solo adesso lei dice di voler ascoltare, proprio perché è in corso una sperimentazione, i Comitati dei pendolari. Per quello che ho detto, si tratta di un ascolto tardivo perché secondo me questa sperimentazione che si è lanciata ieri a mezzo stampa - e di cui oggi noi leggiamo - non porterà ai risultati che tutti noi auspichiamo.
Anche a tal proposito le chiedo se ha già delle idee, dei nomi - perch ho letto sui giornali che c'è già qualcuno che ha manifestato interesse - e come questo sia possibile, visto che la parte remunerativa del servizio ferroviario piemontese - che, come detto da alcuni colleghi, sta sotto il 35% richiesto dall'obiettivo della legge regionale - risiede nella Torino Milano e nella Torino-Genova: tutte le altre linee sono al di sotto del 35%. Chiediamo di capire come questo sia possibile: se cioè c'è un gestore privato che possa concorrere a gara su queste tratte, senza triplicare o quadruplicare il prezzo...A occhio, infatti, se una linea è coperta per l'8% vuol dire che deve ridurre per un quarto il costo o quadruplicare il ricavo: è matematica, questa, non si può scappare da questo dato.
Noi temiamo dunque, Assessore, che in realtà questo sia un bluff voluto o non voluto ma che porterà a gare che andranno deserte. A quel punto, magari, avendo anche dato il contentino ai comitati pendolari di essere auditi in questi tavoli provinciali, a settembre potremo dire: "Su due linee ci abbiamo provato ed è andata male; adesso proveremo sulle altre e via a via chiuderemo tutte le tratte ferroviarie interessate".
Dicevo che esistono delle alternative. Ovviamente - a costo di essere monotoni, lo ripetiamo sempre - di alternative ce ne sono tante: una su tutte - l'ha citata anche in maniera un po' contorta, almeno dal nostro punto di vista politico, l'ex Presidente della Regione Bresso - sono gli investimenti che si vogliono fare fortissimamente, contro ogni logica contro ogni buon senso e contro ogni dimostrazione tecnica della fruibilità e del ritorno economico dell'opera stessa, nella linea ad alta capacità/alta velocità Torino-Lione.
Proprio l'altro giorno il Presidente Cota, oltre a esprimere questa lamentatio che abbiamo letto sui giornali per i pochi milioni di euro che verranno per le compensazioni, è anche andato dal Presidente Napolitano a chiedere soldi per le due nuove strutture ospedaliere. Rimanendo però ai soldi delle compensazioni del TAV, faccio notare che su tratta proprio di dieci milioni di euro, quei dieci milioni di euro che l'Assessorato si augura di poter ottenere dal taglio di queste linee ferroviarie. Sembra quasi un gioco del destino, quindi, ma se quei soldi vengono dati come compensazione - con un calcolo per far sì che i territori accettino un'opera assurda - già so e mi auguro fortemente che verranno respinti.
Chiedo fin d'ora che, se vogliamo fare proposte serie e credibili, questi soldi vengano destinati per mantenere queste linee e per studiare realmente, Assessore Bonino, una sperimentazione, che però tenga conto dei Comitati dei pendolari e delle loro proposte e che parta prima, non dopo.
Se operiamo un taglio, infatti, e facciamo circolare i bus - già oggi abbiamo letto delle proteste sui tempi che raddoppiano o che aumentano di 20-30 minuti - la sperimentazione non potrà che dire che diminuiranno i pendolari che utilizzeranno il servizio; e spero che quello non venga preso come dato per dire: benissimo, meno pendolari, quindi teniamo il bus perch il treno costerebbe ancora di più. No! Questo vorrebbe dire solo che dare un servizio inefficiente fa sì che il cittadino preferisce prendere l'auto e ci mancherebbe: il cittadino ha diritto ad avere un servizio efficiente che lo faccia arrivare in orario.
Chiudo, Presidente, prendendo uno spazio per presentare l'ordine del giorno che ho depositato con riferimento alla salvaguardia della Torre Pellice-Pinerolo. Come avevo già anticipato in Commissione, trovo assurdo che tra 14 linee interessate ce ne siano due che sono linee moderne elettrificate - la Torre Pellice-Pinerolo e la Ovada-Alessandria - su cui sono stati fatti cospicui investimenti; penso però che altri potranno parlare per altre linee dove sono stati fatti grandi investimenti.
Presidente, prendo ancora trenta secondi e svolgo insieme l'illustrazione dell'ordine del giorno, così non parlo più successivamente.
Con questo documento chiedo quindi all'Assessore regionale di stralciare la linea Torre Pellice-Pinerolo dall'elenco delle linee ferroviarie oggetto di chiusura, di attuare per detta linea una sperimentazione, con il mantenimento su ferro almeno delle corse più frequentate (quelle che superano la quota dei 50 passeggeri) - quindi quelle della mattina dell'ora di pranzo e del pomeriggio - e di ripristinare la soluzione unica del treno Torre Pellice-Torino, così come richiesto dal Comitato, con una coincidenza puntuale (e non a corrispondenza) del treno a Pinerolo, in modo da ridurre i costi e da far sì che dalla somma del rapporto costo/ricavi della Torre Pellice-Pinerolo (che è al 7%) e di quello della Pinerolo Torino (che è al 20%) si possa arrivare ad un dignitoso 17-18% e garantire l'esercizio di una ferrovia su cui abbiamo investito molte risorse e che essendo elettrificata, diminuirà anche l'impatto ambientale su tutta l'area della Val Pellice. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

A questo punto del dibattito è difficile essere originali in quanto maggioranza e opposizione hanno riproposto gli stessi argomenti, ma in modi diversi.
I Consiglieri di maggioranza, che sono intervenuti a sostegno dell'Assessora, hanno, in qualche modo, cercato di giustificarne l'operato sia dal punto di vista del metodo che del merito.
Mi risulta abbastanza strano che la Lega, partito che vuole essere molto vicino ai cittadini, al cosiddetto popolo, per sostenere le ragioni dell'Assessora Bonino ricorra al Sole 24 Ore. Sappiamo che la testata del Sole 24 Ore, seppure testata seria, ha certamente un'impostazione che credo non sia così vicina al modo di essere, al modus operandi del partito della Lega.
L'Assessora ha esordito parlando di adeguamento dei servizi alle esigenze dell'utenza, ma poi, nel suo ampio intervento, ha illustrato il Piano dei trasporti che, in realtà, non è un piano trasportistico, ma di tagli. Tagli definiti rimodulazione di linee non sostenibili economicamente.
Mi permetto solo di ricordare, affinché rimanga a verbale, come ci sia stata quella giustificazione di quei famosi sette passeggeri, già ripresi in Commissione, che salgono alle sette di mattina alla stazione di Pinerolo e si recano a Torre Pellice e che costerebbero, ciascuno, 12 mila e 150 euro. Questo credo sia l'elemento che dà il segno, la cartina tornasole di un utilizzo di criteri che dovrebbero essere rivisto. È chiaro che il treno Pinerolo-Torre Pellice ha quel numero di passeggeri ma, come viene ripetuto più volte e abbiamo sentito in più occasioni, lo stesso treno che parte da Torre Pellice e arriva a Pinerolo ha tutt'altri numeri. I costi effettivi sono altri, non sono quelli riportati, cioè di 12 mila e 150 euro a passeggero.
Non sto a riprendere tutte le questioni ricordate dai colleghi rispetto al metodo, rispetto al fatto che adesso si dica che vi sarà condivisione.
La condivisione, probabilmente, doveva essere già portata avanti nei mesi precedenti, proprio perché se l'Assessora, sostenuta dalla sua maggioranza o almeno da una parte di essa, rivendica serietà e rigore rispetto a tagli necessari, avrebbe dovuto metterci la faccia. Metterci la faccia in tutti gli incontri che ci sono stati in precedenza a palazzo e anche fuori. In realtà così non risulta, quindi in questo senso già abbiamo prova che se non c'è stata questa possibilità di interlocuzione diretta da parte dell'Assessora, probabilmente qualcosa non ha funzionato. Non ha funzionato dal punto di vista di quello che è stato, forse, un piano che è stato partorito in ritardo, come ricordava pochi minuti fa il Consigliere Bono un piano trasportistico 2011-2013 approvato a metà 2012.
Non crediamo nei risparmi che vengono manifestati dall'Assessora, non pensiamo che la trasformazione delle linee ferroviarie sia una trasformazione ambientalmente sostenibile. Sappiamo - a chiosa, ci sembra giusto ricordarlo - che l'Assessora è molto impegnata sulla linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione, che difende a spada tratta per il passaggio da gomma a ferro, quindi non capiamo, in quelle che saranno delle scelte immediate, come stia andando in direzione opposta.
Crediamo che, in realtà, ci sia nel corso degli anni - su questo vorremo soffermarci un po' di più - un disegno certamente politico per abbandonare progressivamente i servizi ad alto valore sociale perch ritenuti poco redditizi. Noi - questo è già stato ricordato, ma vorremmo riprenderlo un po' di più - richiamiamo la questione dei treni notte. Le proteste di questi mesi e le mobilitazioni per il ripristino del servizio hanno fatto sì che si facesse avanti un operatore privato -legittimamente aggiungiamo noi - che offrirà un servizio analogo a quello soppresso da Trenitalia, con qualità forse superiore e tariffe ben più care di quelle che i treni notte richiedevano.
Questo è avvenuto dopo che si è verificato un vero e proprio boom nelle prenotazioni di autobus verso il Sud Italia, per la gioia di numerosi operatori privati, ed anche in considerazione del fatto che nella nostra regione vi è una grande richiesta, come sappiamo, di mobilità verso il Centro-Sud.
Questo disegno è stato perseguito, nel corso degli anni, da Trenitalia per i treni a lunga percorrenza, che sono stati lasciati progressivamente decadere. Noi abbiamo appreso dall'Assessora, nel corso del dibattito di oggi, che verranno messe a gara, in particolare, due linee. In questo senso pensiamo che, forse, si vada nella stessa direzione di una non politica da parte della Regione ad interesse di altri operatori, anche se chiaramente visto che queste linee vengono dichiarate non redditizie, non sappiamo quali saranno i privati che si potranno fare avanti.
Noi, in questo senso, non ribadiamo tutte le questioni che sono già state ricordate, quello che è stato il "non iter" in commissione e quindi la non discussione, che in realtà è avvenuta sui media e non nelle sedi preposte. Abbiamo più volte richiesto dati che, si è detto, erano sensibili, ma certamente la stessa sensibilità non è stata dimostrata nei confronti dei cittadini piemontesi. Noi, a questo punto, vorremmo che ci fosse un impegno da parte della Giunta e dell'Assessora che possa rendere utile questo Consiglio.
C'era chi diceva che già la richiesta da parte delle opposizioni di una seduta straordinaria ha già smosso qualche tipo di apertura, ma vorremmo capire - questa è la proposta da parte dell'opposizione - quali siano i criteri su cui potranno avvenire queste aperture, proprio perché, a questo punto, crediamo che non siano stati utilizzati dei criteri oggettivi.
In questo senso, abbiamo sottoscritto una mozione di sfiducia. Ci spiace arrivare ad una mozione di sfiducia nei confronti di una componente della Giunta, è sempre un atto che non bisogna sottovalutare, anche se alcuni organismi dei portali già dichiarano quale sarà l'esito di questa votazione.
Tuttavia devo dire che arrivando concretamente - speriamo - alla votazione reale e non virtuale della mozione, pensiamo che sia arrivato il momento, come diceva l'Assessora Bonino, di tirarsi su le maniche, ma questo a partire da lei e dalla sua Giunta.
Crediamo che, in realtà, si debba avviare un serio e rispettoso dialogo con le comunità locali e quindi si faccia quello che non si è fatto fino ad ora. Si tratta di scelte che si ritiene siano dolorose da fare, ma ripetiamo che, invece, bisognerebbe provare a capire come non farle.
Crediamo che i millantati risparmi siano, appunto, millantati ma non effettivi, soprattutto se si fa un ragionamento di sistema, e sicuramente non saranno risparmi sulla qualità ambientale del Piemonte. Pertanto crediamo che la strada sia un'altra.
In questo senso, pensiamo che i cittadini piemontesi meritino di più meritino ciò che questa Giunta non sta scuramente offrendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Rinuncio al mio intervento, non senza evidenziare il fatto che non abbia ascoltato, né da parte sua, Assessore, né da parte dei colleghi della maggioranza, una risposta alle motivazioni per cui oggi, nel Consiglio straordinario, è stata presentata una mozione di sfiducia legata ai suoi comportamenti.
Per questo motivo, Assessore, le chiedo di esplicitare esattamente i criteri che l'hanno portata a fare questa scelta, oltre a quelli sottolineati da tutta l'opposizione, cioè di appartenenza politica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sarò molto veloce, anche perché numerosi interventi da parte dei colleghi del Gruppo hanno portato la discussione sul merito delle nostre considerazioni critiche nei confronti della politica che la Giunta regionale sta portando avanti sul tema del trasporto pubblico locale.
Sostanzialmente, cercherò di stabilire una coerenza tra la discussione di oggi e la ragione per cui abbiamo presentato una mozione con la quale chiediamo al Presidente della Giunta regionale di sollevare l'Assessore Bonino dal suo incarico di Assessore regionale ai trasporti.
Dico subito che sulla mozione non chiederemo il voto segreto, perch questi sono i momenti nei quali ognuno deve assumersi pubblicamente le proprie responsabilità, senza guardare al passato, al presente o al futuro.
Deve assumersi le proprie responsabilità nell'Aula consiliare e soprattutto, aspetto ancora più importante, fuori, nei confronti e nei rapporti con la comunità piemontese e con le Istituzioni coinvolte.
una forzatura la mozione? No, perché vorrei rileggere questi due anni all'insegna, in grande sintesi, di quelli che sono stati i grandi passaggi della politica portata avanti da questa Giunta regionale sul trasporto pubblico locale.
Come ricordavano già altri colleghi del Gruppo, il primo atto con cui lei si è caratterizzata, Assessore Bonino, è stata la revoca delle gare indette per rendere finalmente concorrenziale il sistema del trasporto pubblico locale all'interno della nostra Regione. Era nella sua facoltà procedere con un atteggiamento e con una scelta di questo tipo. L'atto consequenziale è stato quello di consegnare mani e piedi a Trenitalia, che da sempre ha molto a cuore le vicende del trasporto pubblico locale.
Il secondo atto con cui lei ha caratterizzato questi cinque anni Assessore Bonino, è stato quello di impedire, sistematicamente, alcuna logica concorrenziale all'interno del sistema del trasporto pubblico ferroviario in questa regione.
Sono notorie, e sono state oggetto di numerosi dibattiti in quest'Aula le sue prese di posizione tese a far fallire il progetto Arenaways. Oggi lei riscopre, sia nei confronti della società che ha rilevato quel progetto, sia nei confronti di quelli che ha definito "i rami secchi" l'urgenza e la necessità di uscire da un regime di monopolio sul sistema del trasporto ferroviario in mano a Trenitalia.
Attenzione, Assessore Bonino, perché la politica deve avere sempre una grande coerenza di fondo, quella che lei non ha avuto in questi due anni.
Terzo elemento di fondo: lei ha agito, in tutti questi due anni, in disprezzo della legislazione regionale piemontese. Lo ha fatto l'anno scorso quando è intervenuta sul trasporto pubblico locale, senza la ricerca dell'intesa con il sistema delle autonomie locali, come la legge del 2000 le imponeva, e lo ha fatto ancora quest'anno su questa vicenda quando, tra determine e atti deliberativi della Giunta, il piano triennale e il suo aggiornamento sono, di fatto, operativi, e la Conferenza Regione-Autonomie locali non è stata ancora messa nelle condizioni di poter esprimere il proprio parere.
accettabile, Presidente Cota, che un componente della sua Giunta agisca, nel suo operato politico, nel disprezzo della legislazione regionale? Non vi siete resi conto che già l'anno scorso tutto ciò ha recato danni patrimoniali in capo all'Ente, con le cause e i ricorsi promossi da Enti locali, aziende pubbliche e aziende private su questo tema? Volete ripetere la situazione anche quest'anno? Quarto elemento, Assessore. È molto difficile spiegare a Sindaci - lo dico perché ho fatto il Sindaco e rimarrà sempre dentro di me questa mia esperienza, nella mia vita personale e politica - che c'è un Assessore regionale che se ne frega di loro? Che tutte le volte che sono venuti in quest'Aula non c'è stata mai la sua disponibilità ad un incontro? Nemmeno oggi! Voglio ricordare che l'incontro di oggi era stato concordato con lei concordato con lei - perché noi avevamo chiesto l'audizione la settimana scorsa, ma, in sede di II Commissione, il Presidente della II Commissione e il Presidente del Consiglio regionale ci hanno detto: "La facciamo al termine della mattinata di martedì, perché così abbiamo anche definito con l'Assessore Bonino", ma lei questa mattina non si è presentata all'incontro con i Sindaci.
Presidente Cota, è questo il tratto politico con il quale lei intende riformare la Regione Piemonte e i problemi della Regione Piemonte ignorando quello che è il dovere che un amministratore regionale oggi ha nelle scelte difficili che deve assumere, cioè mantenere il rapporto e il confronto con le amministrazioni locali? Quinto elemento. Non voglio rimanere fermo alle vicende della Novara Varallo, perché rischiamo di farle diventare un monumento nazionale, e non è mia abitudine, ma proprio per ricordare a tutti e a quest'Aula che quel venerdì pomeriggio, non sapendo più su quale vetro arrampicarsi l'Assessore Bonino ha avuto l'ardire di dichiarare, in sede di Commissione che non era possibile procedere alla rimodulazione della linea Novara Varallo, come per le altre dodici linee, in ragione del fatto che la viabilità non era in grado di sopportare un incremento del trasporto pubblico locale su gomma. Abbiamo dovuto spiegare all'Assessore Bonino che la montagna e la salita cominciano dopo Varallo, non tra Novara e Varallo perché la Valsesia e l'inizio della montagna sono dopo la città di Varallo.
Tutto questo per far capire il livello, l'improvvisazione e la superficialità con cui si è voluto affrontare, in Consiglio regionale, in Commissioni e nei rapporti con le Istituzioni e con le Comunità locali questo tema.
Sono convinto, Assessore Bonino, che qui la sua maggioranza assumerà un comportamento diverso da quello assunto lì, quando è difficile trovare sulle dita di due mani colleghi della maggioranza disposti a difendere la politica che lei sta interpretando in questi due anni. Lei qui otterrà sicuramente la fiducia da parte del Consiglio regionale, perché non siamo così ingenui, sotto il profilo politico, di immagine un risultato diverso e differente, ma, Assessore Bonino, ha ragione il collega Gariglio quando dice che lei potrà ottenere la fiducia in questa Aula, ma l'ha persa nei rapporti con le Istituzioni di questa Regione e con la Comunità piemontese perché una politica di rigore la si attua, e si ha l'autorevolezza di poterla attuare, nella misura in cui ciascuno di voi è in grado di poter rappresentare, in ogni luogo del Piemonte, che non ci sono stati figli e figliastri nelle scelte politiche di questa Regione. Che non ci sono stati figli e figliastri nelle scelte politiche di questa Regione! Certamente lo scenario nazionale preoccupa tutti noi - noi per primi come Gruppo consiliare del Partito Democratico - ma su questo mi permetto di fare due semplici considerazioni.
La prima: Carossa e Pedrale, mettevi d'accordo. Carossa ha dichiarato che i tagli al trasporto pubblico locale sono l'ennesima efferatezza del Governo Monti; mentre Pedrale ha dichiarato che i tagli al trasporto pubblico locale sono, del 2011, per meno 70 milioni di euro, ma nel 2011 caro Carossa, Monti non c'era ancora, c'era un Governo nazionale targato Berlusconi, Bossi e tutta la compagnia briscola danzante!



(Commenti del Consigliere Carossa)



RESCHIGNA Aldo

E tutta la compagnia briscola danzante!



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore! Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Perché, caro collega Carossa, il fatto che questo Paese stia vivendo una condizione difficile, lo sappiamo anche noi; il fatto che in questo Paese si stia mettendo a dura prova il rapporto tra cittadini e politica lo sappiamo anche noi.
Ma noi sappiamo assumerci le responsabilità, anche in merito alle difficoltà di questo rapporto. Tuttavia, non siamo nelle condizioni - e nemmeno vogliamo esserci - di riuscire a far dimenticare a questo Paese e alla comunità nazionale che per nove anni avete governato l'Italia contribuendo (avete offerto un grande apporto) a rendere più complicata la vita economica e sociale in questo Paese, così come state riuscendo, dopo soli due anni, a raggiungere lo stesso risultato politico anche all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Alla luce delle considerazioni rilasciate dall'Assessore Bonino, non intendo entrare ulteriormente nel merito della vicenda, anche per rispetto al dibattito che si è svolto e quindi alle argomentazioni che sono state sviluppate in maniera approfondita.
Intervengo da Presidente della Regione, quindi come Capo di questa maggioranza, chiedendo di respingere la mozione che è stata presentata nei confronti dell'Assessore Bonino, perché la stessa gode della fiducia del Presidente della Regione che l'ha nominata.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Dobbiamo ora decidere come procedere: sostanzialmente, tutti i Gruppi presenti sono intervenuti, per cui se si intende procedere alla votazione l'unico modo per farlo è votare i sei atti di indirizzo senza illustrarli altrimenti, essendo in sede straordinaria, inevitabilmente alle ore 19 (minuto più, minuto meno) dovremmo interrompere i lavori ed eventualmente iscrivere successivamente, nelle sedute ordinare, in base alle decisioni della Conferenza dei Capigruppo, gli atti di indirizzo.
Se l'Aula acconsente, procederei alla votazione degli atti d'indirizzo, partendo dalla mozione che riguarda l'Assessore Bonino, in merito alla quale è anche intervenuto il Presidente della Regione, per poi procedere con gli altri ordini del giorno, sui quali la Giunta regionale dovrà esprimere il proprio parere.
Qualcuno intende intervenire?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Procediamo, dunque, in questo modo.
Per prima vorrà posta in votazione la mozione n. 793, inerente a "Richiesta di revoca della nomina dell'Assessore Bonino quale componente della Giunta regionale".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 793, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che con distinte deliberazioni nel corso dell'anno 2011 la Giunta regionale ha provveduto, in modo unilaterale ed in violazione, per ciò che attiene alle procedure, a quanto disposto dalla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 a modificare in riduzione i finanziamenti regionali per i servizi minimi per il trasporto pubblico locale a seguito di tali provvedimenti, si è avviato, tra Regione, Enti locali ed imprese un contenzioso che potrebbe vedere la Regione parte soccombente con DGR n. 13-3852 del 14 maggio 2012 la Giunta regionale ha approvato il programma triennale regionale dei servizi di trasporto pubblico locale per il periodo 1 gennaio 2011-31 dicembre 2013, previo parere espresso dalla Commissione consiliare competente in data 19 aprile 2012 tale programma triennale del trasporto pubblico locale prevedeva per il ferro la rimodulazione di alcune linee locali in data 25 maggio 2012 la Giunta regionale ha presentato alla Commissione consiliare competente richiesta di parere sulla proposta di deliberazione di modifica del piano triennale regionale del servizio di trasposto pubblico 2011-2013, contenente, per quanto riguarda la rimodulazione di 14 linee ferroviarie locali, scelte diverse rispetto al programma approvato con la citata Deliberazione di Giunta regionale tale aggiornamento è stato illustrato nel corso della seduta della commissione consiliare del 30 aprile 2012 nel corso della seduta della Commissione consiliare, riunitasi in data 1 giugno 2012, l'Assessore regionale Barbara Bonino ha illustrato, al fine di giustificare la convenienza economica per la Regione, per le linee per le quali è prevista la rimodulazione, i dati di costo e il numero di passeggeri trasportati, ma che tale illustrazione ha riguardato unicamente 12 delle 14 linee ferroviarie interessate, mentre nessuna informazione veniva fornita per quanto riguarda la Novara-Varallo e la Casale Monferrato Vercelli solo a seguito di pressanti richieste e proteste da parte dei Gruppi regionali di opposizione l'Assessore Bonino ha fornito i dati, anche per le due citate linee, perfettamente allineati per quanto riguarda la copertura del costo del servizio alle altre, arrivando a precisare che la rimodulazione per le stesse avrebbe previsto il mantenimento del ferro e la eliminazione delle linee su gomma le diverse indicazioni riferite alla soppressione delle linee ferroviarie sono state espresse dall'Assessore in assenza di qualunque confronto con le realtà locali, financo con l'assenza da parte dell'Assessore o di rappresentanti dell'assessorato alle numerose audizioni svoltesi in sede di Consiglio regionale la Giunta regionale ha richiesto il parere sull'aggiornamento del Programma triennale alla Conferenza Regione-Autonomie locali, riunitasi in data 1 giugno 2012, ed ha consentito, su pressanti richieste delle organizzazione delle Autonomie locali, a differire il parere di 15 giorni la legge regionale n.1/2000, all'articolo 4 comma 5 prevede espressamente che il programma triennale ed i relativi aggiornamenti devono essere il risultato di una intesa con le Autonomie locali considerato che l'Assessore ha taciuto elementi indispensabili alla Commissione consiliare sia in merito ai contenuti della rimodulazione, sia relativamente ai costi e alla quantificazione dell'utenza delle linee Novara-Varallo e Casale Monferrato-Vercelli l'Assessore si è sottratto, su un tema così rilevante, al confronto ripetutamente richiesto dagli Enti locali interessati e dagli utenti del servizio nessuna intesa è stata non tanto definita, ma anche solamente ricercata da parte dell'Assessore regionale, in tale comportamento si ravvisa l'ennesima violazione di una legge regionale vigente visto quanto disposto dallo Statuto della Regione Piemonte impegna il Presidente della Giunta regionale alla luce dei comportamenti assunti da parte dell'Assessore regionale Barbara Bonino, a procedere alla revoca della nomina della stessa quale componente della Giunta regionale".
Il Consiglio non approva.
Procediamo ora con la votazione dell'ordine del giorno n. 816, inerente a "No a dismissioni complete e irreversibili", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé.
Sostanzialmente, il dispositivo riguarda sempre la questione delle competenze dell'Assessore Bonino. Il testo del dispositivo recita: "Impegna la Giunta a stigmatizzare, per quanto nelle proprie competenze, ad evitare presso tutte le sedi qualsiasi atto presente o futuro che sancisca la dismissione fisica completa dell'allestimento delle tratte, binari traversini, pali, cablaggio e accessori, allo scopo di un utilizzo anche parziale del materiale ed eventuale rifunzionalizzazione dei sedimi ferroviari".
La Giunta regionale desidera intervenire per esprimere il parere?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Presidente, mi farebbe piacere entrare nel merito perch indicativamente è lo stesso atteggiamento che in questo momento stiamo mantenendo operativamente nei confronti di RFI, considerato che queste non sono linee che consideriamo dimesse.
Tuttavia, la genericità dell'impegno richiesto, quindi in ogni sede rispetto al trasferimento di materiale eccetera, ci mette in una condizioni di difficoltà. Perché se dobbiamo circostanziarla rispetto alle linee interessate da una rimodulazione prevista nel triennale è un conto, ma nella genericità delle attività di RFI sulle linee del territorio regionale non possiamo approvare un percorso di questo genere senza finalizzarlo diventerebbe troppo impegnativo e non possiamo entrare nel merito di ogni singolo spostamento di materiale che riguarda le linee e che funzionalmente viene gestito da RFI anche a prescindere dalla dismissione della linee. Non so se mi sono spiegata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Per ribattere a quanto ha asserito l'Assessore, "presso tutte le sedi" era inteso non come tutte le sedi della linea o della tratta, ma tutte le sedi in cui la Giunta ha competenza o ha comunque voce in capitolo.
Quindi non è possibile?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Necessita di un lavoro di rivisitazione dell'impegno.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

BIOLÈ Fabrizio



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Relativamente a queste 12 più due linee?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Possiamo proporre un rinvio in Commissione per la condivisione coerente con ciò che è possibile fare? Perché dire di no in termini filosofici non ci sembrerebbe corretto, ma bisognerebbe lavorarci tecnicamente in maniera che sia attuabile.
Chiederei, se fosse possibile, il rinvio in Commissione.



BIOLE' Fabrizio

Va bene.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. n. 816, inerente a "No a dismissioni complete e irreversibili", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, viene rinviato in Commissione per un approfondimento, quindi non procederemo con la votazione.
In merito all'ordine del giorno n. 788 inerente a "Ripristino della linea ferroviaria Asti-Chivasso", presentato dal Consigliere Buquicchio qual è il parere della Giunta regionale?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 788, il cui testo recita: "Premesso che la linea ferroviaria Asti-Chivasso rappresenta un servizio di primaria importanza per studenti e lavoratori di un consistente numero di comuni delle Province di Asti e di Torino interessati dal servizio storicamente il collegamento ferroviario è stato mantenuto in esercizio seguendo il calendario scolastico, con sospensione durante i mesi estivi e in occasione delle vacanze natalizie e contestuale sostituzione dei treni con pullman e diminuzione di alcune corse questo collegamento è realizzato utilizzando un locomotore con due carrozze da 63 posti, per un totale di 126 passeggeri seduti, che rispondono adeguatamente all'esigenza propria degli orari di maggior afflusso e concomitanti con l'ingresso e l'uscita dalle scuole e dagli uffici il servizio ferroviario della direttrice Asti-Chivasso è stato interrotto dal settembre 2011 per problemi infrastrutturali nelle gallerie di attraversamento presenti lungo il percorso che il sopra citato servizio è attualmente garantito tramite servizi sostitutivi con autobus la Regione Piemonte, con D.G.R. 19 del 05/12/2011, ha attribuito alle Province piemontesi, tra cui quella di Asti, i servizi ferroviari sostitutivi effettuati mediante autobus dal contratto Regione-Trenitalia riconducendoli nell'ambito dei servizi minimi con decorrenza dall'11/12/2011 premesso ancora che la direttrice Asti-Chivasso attraversa un territorio, sotto il profilo paesaggistico ed enogastronomico, di interesse turistico il programma triennale regionale dei servizi di trasporto pubblico locale per il periodo 1° gennaio 2011- 31 dicembre 2013 riporta, tra le 14 linee interessate alla rimodulazione, anche la direttrice Asti-Chivasso ritenuto che per la particolare situazione geografico-amministrativa della collina chivassese, appartenente alla provincia di Torino ma ai margini delle province di Asti e Vercelli, si registrano problemi di pendolarismo elevato, consistente carico di traffico veicolare (aumentato negli ultimi anni in misura esponenziale) e gravi problemi di sicurezza a lungo trascurati sia necessario ripristinare il collegamento ferroviario con Chivasso e che questo rappresenti l'unica soluzione ragionevolmente valida e in linea con quanto perseguito a livello europeo per i vantaggi riassunti sinteticamente: miglioramento ambientale (carburante, gomma, emissioni inquinamento acustico); miglioramento dell'ingresso e della circolazione in Chivasso; miglioramento della sicurezza stradale (ex statale 590 intasata e con problemi strutturali irrisolti); puntualità; risparmio per gli utenti (carburante e uso mezzo proprio); maggiore capienza per unico mezzo affezione per il patrimonio storico della tratta; costi comunque esistenti per la manutenzione della linea ferrata i territori periferici debbano essere sostenuti dal punto di vista dei servizi in misura superiore rispetto alle aree limitrofe ai grandi centri urbani le linee soggette ad eventuale soppressione, tra cui la Asti-Chivasso hanno conosciuto da inizio anni '90 ingenti interventi di ammodernamento strutturale (installazione DCO, SSC, GSM/R) che hanno abbattuto drasticamente i costi di gestione (sono stati eliminati i capi stazione, i biglietti sono disponibili sia con distributore automatico in stazione e sia presso le tabaccherie, i passaggi a livello sono stati automatizzati) siano maturi i tempi per valutare l'acquisto o II noleggio, come in Francia e in Germania, di nuovi complessi leggeri bi-modali (diesel ed elettrici) i quali possono circolare sia sulle linee a trazione elettrica che diesel senza cambio trazione e relative rotture di carico, consentendo la realizzazione di collegamenti sub-urbani nell'area piemontese Il rapporto dei costi rotata-gomma, di per sé sfavorevole, non sia l'unico parametro economico da valutare tenuto conto dei benefici sopra menzionati.
Tutto ciò premesso si impegna Il Presidente della Giunta e gli assessori competenti affinché: venga ripristinato il servizio ferroviario in questione o, in alternativa venga istituita la "metropolitana extraurbana leggera" preceduta da un periodo di massima pubblicizzazione (anche a cura delle stesse Amministrazioni Comunali) in modo da raggiungere i numeri indispensabili per il proseguimento dello stesso da realizzarsi nell'arco di un anno, non escludendo la possibilità che il servizio in questione sia appaltato a ditte private (quali ad esempio Gtt, che potrebbe diminuire il numero dei pullman circolanti sulla strada statale 590 nel tratto interessato, o Arenaways o altri gestori)".
Il Consiglio non approva.
In merito all'ordine del giorno n. 763, inerente a "Chiusura delle linee ferroviarie Asti-Alba e Castagnole delle Lanze-Alessandria", presentato dai Consiglieri Motta Angela, Gariglio, Muliere e Reschigna, come si esprime la Giunta regionale?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Chiediamo la disponibilità al rinvio in Commissione; in alternativa esprimiamo parere contrario.



PRESIDENTE

L'Assessore, anche in questo caso, chiede ai componenti di valutare il ritiro di questo ordine del giorno in Aula per approfondirlo in Commissione.



PRESIDENTE

MOTTA Angela (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiediamo il voto.
BONINO Barbara, Assessore ai trasporti (fuori microfono)



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione del documento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 763, il cui testo recita: "Premesso che la Regione Piemonte e Rete ferroviaria italiana (RFI) hanno recentemente comunicato l'intenzione di procedere alla soppressione di 12 linee ferroviarie su tutto il territorio regionale ed alla loro sostituzione con collegamenti tramite autobus in particolare, dal piano di riorganizzazione del trasporto pubblico ferroviario piemontese risultano essere state interessate dalla conversione da rotaia a gomma, per quanto riguarda in particolare il territorio astigiano, le linee Asti-Alba e Castagnole delle Lanze-Alessandria alla base della decisione regionale vi sarebbe la non remuneratività degli attuali collegamenti ferroviari, dalla cui soppressione deriverebbe un risparmio stimato in 15 milioni di euro, il cui successivo riutilizzo non parrebbe essere vincolato all'impiego nel settore del trasporto ferroviario locale considerato che la riorganizzazione del trasporto pubblico ferroviario, annunciata dalla Regione Piemonte e da RFI-Trenitalia senza una preventiva consultazione con gli utenti che utilizzano quotidianamente il servizio, potrebbe provocare una serie di disagi per quanto concerne l'aumento dei tempi di percorrenza nel passaggio da rotaia a gomma ed in relazione alla capienza dei mezzi sostitutivi, oltre a comportare conseguenze negative in merito all'emissione di gas inquinanti connessi all'aumento del traffico di mezzi a motore ritenuto che costituisca motivo di forte preoccupazione la prevista chiusura delle linee sopracitate, poiché il treno, oltre ad essere un mezzo di trasporto "ecologico", può rappresentare, specie per il territorio astigiano, uno strumento per sviluppare un tipo di turismo attento al paesaggio rispettoso della natura e coerente con la filosofia che ha ispirato la richiesta di riconoscimento della qualifica UNESCO di "Patrimonio dell'umanità" per le colline di Langa, Roero e Monferrato propone la convocazione di un incontro urgente con RFI, gli enti locali dei territori coinvolti dall'ipotesi di soppressione delle linee ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei ferrovieri di richiedere a RFI e Trenitalia un preciso impegno al fine di concludere entro tempi brevi i lavori relativi alla messa in sicurezza della galleria 'Gherzi' lungo la linea Asti-Alba, che permetterebbero di riattivare la circolazione dei treni su tale tratta impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente a richiedere, nell'ipotesi di chiusura della linea Asti-Alba, venga immediatamente demolito e smaltito il viadotto ferroviario presente lungo tale linea poiché rappresenta un manufatto cementizio ad elevato e negativo impatto paesaggistico a valutare l'opzione di gestione pubblica della tratta ferroviaria Asti Alba, sulla scorta delle esperienze di altre regioni italiane come il Trentino Alto Adige riguardo alla linea Merano-Malles".
Il Consiglio non approva.
In merito all'ordine del giorno n. 772, inerente a "Chiusura linee ferroviarie Asti-Alba e Castagnole delle Lanze-Alessandria" presentato dai Consiglieri Valle, Botta Franco Maria, Burzi e Vignale, come si esprime la Giunta regionale?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Si rimette all'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 772, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la Regione Piemonte, d'intesa con te società Trenitalia e RFI, ha definito la riorganizzazione del sistema del trasporto pubblico locale che prevedere la soppressione di 12 linee ferroviarie e la loro sostituzione con collegamenti tramite autobus considerato che tra le linee interessate vi è tra l'altro, la Asti-Alba e la Castagnole delle Lanze-Alessandria dato atto che è necessario, in un'ottica di razionalizzazione della spesa, contenere i costi della Pubblica Amministrazione, tra i quali quelli relativi al trasporto pubblico locale, ma che ciò non deve penalizzare gli utenti che utilizzano quotidianamente il servizio rilevato che si rende indispensabile, anche al fine del mantenimento delle popolazioni nelle aree rurali e svantaggiate del territorio piemontese assicurare un adeguato livello dei servizi pubblici essenziali, tra i quali il trasporto locale atteso che l'ipotizzata sospensione di alcune tratte creerebbe forti disagi alla popolazione, colpendo soprattutto le fasce più deboli, quali anziani giovani e studenti considerato altresì che occorrerà in ogni caso adottare tutte le misure necessarie per far sì che si raggiunga un ottimale livello di integrazione tra le diverse forme di trasporto pubblico locale ferroviario e su gomma constatato che è compito prioritario della Regione assicurare le condizioni per il miglior sviluppo del territorio e per la tutela delle legittime istanze della popolazione preso atto inoltre delle numerose prese di posizione sull'argomento da parte delle Amministrazioni comunali e delle Province interessate, nonché di enti organizzazioni e associazioni impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a farsi parte diligente nei confronti dì RFI e Trenitalia, del Governo nazionale e del Parlamento, affinché sì adottino tutte le iniziative utili per assicurare, in uno spirito di costruttiva condivisione, una riorganizzazione funzionale dei trasporti che salvaguardi le esigenze dell'utenza nell'interesse di tutta la collettività".
Il Consiglio non approva.
Confermo, come già annunciato in apertura di seduta, che l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1126, "Analisi costi e utenti per il taglio delle linee ferroviarie minori", presentata dai Consiglieri Bono e Biol l'interrogazione n. 615 "Che fine ha fatto l'elettrificazione della linea ferroviaria Casale-Vercelli?", presentata dal Consigliere Muliere l'interrogazione n. 704, "Situazione della linea ferroviaria Asti Cavallermaggiore", presentata dalla Consigliera Motta Angela, con la condivisione dei firmatari, sono dichiarate superate col dibattito.
Infine, possiamo procedere alla trattazione dell'ultimo ordine del giorno collegato, il n. 814, aggiunto nella giornata odierna, inerente a "Salvaguardia della linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo, oggetto della rimodulazione insita nel piano triennale del trasporto pubblico locale 2011 2013", presentato dal Consiglieri Bono e Biolé.
L'Assessore intende esprimere il parere della Giunta regionale?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 814, il cui testo recita: "Premesso che nel corso dell'anno 2011 la Giunta regionale ha provveduto a ridurre i finanziamenti regionali previsti dal Bilancio Previsionale 2011 per i servizi del trasporto pubblico locale, previsti dai Contratti di Servizio stipulati con le aziende e siamo tutt'ora in attesa del Bilancio di Assestamento 2011 a seguito di tali provvedimenti, Enti locali (Province e Comuni) ed imprese hanno avviato un contenzioso amministrativo con la Regione Piemonte, tuttora in attesa di risposta nel merito, al di là della richiesta di sospensiva preliminare che è stata rigettata con DGR n. 13-3852 del 14 maggio 2012 la Giunta regionale ha approvato il programma triennale regionale dei servizi di trasporto pubblico locale 2011-2013, previo parere favorevole espresso a maggioranza dalla Commissione consiliare competente in data 19 aprile 2012 tale programma triennale del trasporto pubblico locale prevedeva al punto 3.4 'Rimodulazione dei servizi' la segnalazione di 8 linee locali (Asti-Casale Monferrato-Mortara, Ceva-Ormea, Alessandria-Ovada, Novi Ligure Tortona, Asti-Chivasso, Cuneo-Mondovì, Vercelli-Casale Monferrato, Pinerolo Torre Pedice, di cui l'Asti-Casale e l'Asti-Chivasso già esercite con mezzi su gomma per problemi infrastrutturali nelle gallerie di attraversamento) come 'potenzialmente più idonee allo sviluppo dell'integrazione modale', in quanto 'caratterizzate dall'esistenza di un'offerta di trasporto sia ferroviario che automobilistico' in data 30 maggio 2012 la Giunta regionale ha presentato alla Commissione consiliare competente una proposta di deliberazione di modifica del piano triennale regionale del servizio di trasposto pubblico 2011-2013 appena approvato, contenente, per quanto riguarda la 'rimodulazione' il passaggio a ben 14 linee ferroviarie locali, con l'aggiunta delle Savigliano-Saluzzo-Cuneo, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole Novara-Varallo, Arona-Santhià, Bra-Ceva (quest'ultima già esercita con mezzi su gomma) rispetto al programma approvato con la già citata Deliberazione di Giunta regionale nel corso della successiva seduta della Commissione consiliare riunitasi in data 1 giugno 2012, l'Assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino, ha illustrato, al fine di giustificare la convenienza economica per la Regione, i dati di costo e ricavi nonché il numero passeggeri per singole corse a riguardo di sole 12 linee sulle 14 oggetto di 'rimodulazione, evitando però di fornire dati per la 'Varallo-Novara' e la 'Vercelli-Casale Monferrato'.
Veniva altresì distribuito un opuscolo cartaceo denominato 'Nuovo Sistema Ferroviario Piemonte-Efficientamento Servizi Ferroviari'.
All'interno si parla chiaramente di 'chiusura linee' per le 12 linee oggetto di rimodulazione, e cioè di soppressione tout court delle linee ferroviarie a seguito della classica sospensione estiva.
a riguardo delle due linee di cui non venivano forniti i dati, si apprendeva di un loro interessamento da parte di una sperimentazione di durata di 6-12 mesi, consistente nella soppressione delle corse su gomma sulla stessa tratta per valutare un'eventuale aumento dei passeggeri che utilizzano le corse su ferro, prima di una loro successiva soppressione solo a seguito di pressanti richieste e proteste da parte delle opposizioni Gruppi regionali di opposizione, l'Assessore Bonino ha fornito i dati economici riguardanti anche le due citate linee, i quali si sono dimostratati perfettamente similari, se non peggiori, di quelli delle altre linee, senza quindi illustrare i requisiti differenzianti posseduti dalle linee oggetto di sperimentazione le due linee oggetto di sperimentazione sono entrambe non elettrificate Considerato che: la chiusura di linee ferroviarie viene propugnata dalla Giunta Regionale sulla base di un atteso risparmio ottenibile dal trasferimento delle medesime corse da ferro a gomma, con in più la riorganizzazione generale dei servizi da Fer6 a Fer5 (cioè su 5 giorni settimanali e non su sei come precedentemente, escludendo quindi il sabato) e il cadenzamento ridotto nei giorni festivi, con l'obiettivo di pagare tutto il sistema ferroviario solo con i trasferimenti statali (237 milioni di E nel 2012) al netto di una riduzione dello stanziamento complessivo regionale del 5% nel 2012 e del 10% nel 2013.
La linea Torre Pellice-Pinerolo è stata aperta nel 1882, a seguito della realizzazione della Torino-Pinerolo. Fino a circa una decina di anni fa i treni andavano direttamente da Torino a Torre Pellice, fermando prima nel fabbricato storico della stazione di Pinerolo, invertivano la marcia ed entravano sul ramo diramato esterno alla stazione e, facendo nuovamente inversione di marcia, ripartivano per Torre Pellice. Successivamente a l'alluvione del 2000, il collegamento è stato diviso in due, un Torino Pinerolo e un Pinerolo-Torre Pellice. Il secondo è stato effettuato con autobus fino al 2005, quando in seguito all'apertura del nuovo binario 5 della stazione di Pinerolo è stato riattivato il servizio ferroviario fino a Torre Pellice, rimasto comunque ancora diviso tra Torino-Pinerolo e Pinerolo-Torre Pellice.
La stazione di Pinerolo Olimpica è stata aperta in concomitanza con i XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, a 750 metri di distanza dalla stazione centrale di Pinerolo. È dotata di un solo binario passante. Nelle vicinanze della stazione olimpica si trovano il parco olimpico, il complesso sportivo (palazzo del ghiaccio 'olimpico', piscina comunale palazzetto dello sport e campo sportivo 'F.lli Martin') ed il centro studi (Liceo Scientifico Statale 'Marie Curie', Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri 'Michele Buniva', Istituto Tecnico Industriale di Stato 'Ignazio Porro', Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato 'Antonio Capetti' ed Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione 'Arturo Prever') che raccoglie decine di pendolari da e per Pinerolo/Torino.
Valutando che: La linea Torino-Pinerolo dovrebbe essere in futuro oggetto di potenziamento e di inserimento nel Sistema Ferroviario Metropolitano con cadenzamento notevole La Linea Torre Pellice-Pinerolo è elettrificata e sono stati fatti recentemente notevoli investimenti per riparare i danni dell'alluvione del 2000 Le corse da Torre Pellice della 6.24 e 7.24 superano abbondantemente i 50 passeggeri (rispettivamente 67 e 97 di media) e spesso sfiorano o superano i 100 (carico massimo 100 e 137 rispettivamente), così come le corse da Pinerolo delle 12.54, 13.54, 14.54, 16.46, 17.46, 18.46 (rispettivamente 57,82,52,58,49,85 come media e 85,103,65,82,70,120 come carico massimo), richiedendo dunque la sostituzione con almeno numero 2, se non 3, mezzi su gomma, che impatterebbero notevolmente sia dal punto di vista economico che ambientale I passeggeri della Torre-Pinerolo sono stimati in 1006 al giorno per 21 treni (ma molti prendono anche i bus sostituivi nella fasce deboli) per un costo di 1,586 milioni E, con un rapporto costo-ricavi di 7,4% (men tre la Torino-Pinerolo è al 20,3%).
Nel 1999, prima dell'alluvione, i paseggeri erano 1769, da dati Agenzia Mobilità Metropolitana Torino Sarebbe auspicabile una sperimentazione riguardante questa linea, con il mantenimento su ferro almeno delle corse più frequentate, la soppressione dei bus coincidenti per orario e la rimodulazione dell'orario in modo da far coincidere gli orari dei treni con quelli di maggior afflusso di pendolari (es. da Pinerolo posticipare di 30' la corsa delle 12.54 per far salire gli studenti pendolari) Detta sperimentazione dovrebbe ripristinare la soluzione di una corsa unica da Torino a Torre Pellice e viceversa, sia per quanto concerne i tempi di percorrenza che per computo dei costi di esercizio in rapporto ai ricavi, con una coincidenza puntuale con il treno a Pinerolo e non una generica corrispondenza II Consiglio regionale sicuro di interpretare il comune sentire dei pendolari interessati e il bene dei piemontesi chiede all'Assessore Regionale ai trasporti di: stralciare la linea 'Torre Pellice-Pinerolo' dall'elenco delle linee ferroviarie oggetto di chiusure attuare per detta linea una sperimentazione, con il mantenimento su ferro almeno delle corse più frequentate, la soppressione delle corse su gomma coincidenti, la rimodulazione dell'orario in modo da agevolare i pendolari ripristinare la soluzione di una corsa unica da Torre Pellice a Torino e da Torino a Torre Pellice, con una coincidenza puntuale con il treno a Pinerolo".
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.55)



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