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Dettaglio seduta n.24 del 22/07/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota, Giordano, Montaruli Ponso, Sacchetto e Toselli.
Comunico che il numero legale è 27.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proseguimento esame disegno di legge n. 12 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 12, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 73 bis) presentato dalla Giunta regionale: Dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente: "Art. 5 ter (Integrazione copertura della spesa sanitaria) 1. Al fine di garantire l'equilibrio economico-finanziario del servizio sanitario regionale ed il finanziamento delle prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali di assistenza, ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 1, commi 173, lettera f) e 174 della legge 30 dicembre 2004 n. 311 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2005) ed in attuazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 77 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010), la Regione prevede uno stanziamento di 400 milioni d'euro per l'anno 2010, 350 milioni di euro per l'anno 2011 e 300 milioni di euro per l'anno 2012.
2. La Regione prosegue, per gli anni 2013 e 2014, manovre strutturali di riduzione delle spese correnti destinate al servizio sanitario regionale e stabilisce per lo stesso periodo un finanziamento aggiuntivo non superiore rispettivamente a 250 milioni e 200 milioni di euro.
3. Alla copertura della spesa di cui al comma 1 si provvede come segue: per l'anno 2010 con lo stanziamento approvato con l.r. 15/2010 iscritto nell'ambito dell'UPB DB20091 (Sanità Allocazione e controllo risorse finanziarie - Titolo I: Spese correnti), per il biennio 2011 - 2012 attraverso la destinazione di una corrispondente quota parte delle proprie entrate correnti tributarie iscritta nell'ambito dell'UPB DB0902 (Risorse finanziarie - Ragioneria).
4. Le disposizioni di cui all'articolo 2 della l.r. 35/2008 vengono confermate per il biennio 2011-2012".
Iniziamo con l'emendamento n. 73 bis, la cui trattazione era stata sospesa e del quale avevamo iniziato la discussione generale con l'intervento del Consigliere Boeti, poi sospesa in attesa dell'Assessore Ferrero, la quale giunta in aula, aveva svolto il proprio intervento. Siamo quindi in sede di discussione generale.
Come annunciato questa mattina, è stato distribuito il CD relativo a "Piani rientro delle ASL".
Non essendoci richieste d'intervento, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73 bis), presentato dalla Giunta regionale.
Chiedo scusa, sospendiamo la votazione. Mi scuso con i colleghi, ma non ero stato informato del fatto che vi è in corso una riunione. Desidero essere molto pratico e trasparente come sempre; tanto, se non ci fosse il numero legale, tra mezzora si ripeterebbe la votazione. Però non mi sentirei a posto nel tutelare il Consiglio regionale, in particolare l'opposizione che ha diritto d'intervenire.
Non sono stato informato che è ancora in corso la riunione dei Capigruppo.
Quindi, sospendo la seduta per 15 minuti.



(La seduta è sospesa alle 15,04)



(Alle ore 15.17 il Presidente Cattaneo comunica che essendo ancora in corso la riunione dei Capigruppo, la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(Alle ore 15.29 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



(Alle ore 16.01 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.05)



(La seduta ha inizio alle ore 16.13)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si è conclusa la riunione tra la Giunta regionale e i Presidente dei Gruppi.
Quindi, riprendiamo la trattazione dell'emendamento rubricato 73 bis) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Ferrero.



PRESIDENTE

Era già stato illustrato in Commissione ed ampiamente dibattuto.



PRESIDENTE

Siamo in sede di discussione generale dell'emendamento aggiuntivo rubricato n. 73 bis).



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 73 bis) presentato dalla Giunta regionale: dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente: "Art. 5 ter (Integrazione copertura della spesa sanitaria) 1. Al fine di garantire l'equilibrio economico-finanziario del servizio sanitario regionale ed il finanziamento delle prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali d'assistenza, ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 1, commi 173, lettera f) e 174 della legge 30 dicembre 2004 n. 311 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2005) ed in attuazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 77 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010), la Regione prevede uno stanziamento di 400 milioni d'euro per l'anno 2010, 350 milioni d'euro per l'anno 2011 e 300 milioni d'euro per l'anno 2012.
2. La Regione prosegue, per gli anni 2013 e 2014, manovre strutturali di riduzione delle spese correnti destinate al servizio sanitario regionale e stabilisce per lo stesso periodo un finanziamento aggiuntivo non superiore rispettivamente a 250 milioni e 200 milioni d'euro.
3. Alla copertura della spesa di cui al comma 1 si provvede come segue: per l'anno 2010 con lo stanziamento approvato con l.r. 15/2010 iscritto nell'ambito dell'UPB DB20091 (Sanità Allocazione e controllo risorse finanziarie - Titolo I: Spese correnti), per il biennio 2011 - 2012 attraverso la destinazione di una corrispondente quota parte delle proprie entrate correnti tributarie iscritta nell'ambito dell'UPB DB0902 (Risorse finanziarie - Ragioneria).
4. Le disposizioni di cui all'articolo 2 della l.r. 35/2008 vengono confermate per il biennio 2011-2012".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Le perplessità sull'emendamento presentato dall'Assessore Ferrero ha le abbiamo già espresse qualche giorno fa in Commissione e il tempo trascorso nel frattempo non è servito a schiarirci le idee.
Ringraziamo l'Assessore, che ha consegnato i Piani di rientro; li stanno stampando in questo momento, quindi non abbiamo ancora avuto la possibilità di visionarli.. Leggendo la "Rassegna stampa" apprendiamo qualche notizia su quanto i giornali hanno pubblicato a proposito delle ASL della nostra Regione, ma come Consiglieri non abbiamo avuto la possibilità di prendere visione e quindi di argomentare rispetto alle scelte dei Direttori generali e rispetto a quanto si sta determinando nel sistema socio-sanitario della nostra Regione.
L'emendamento, che prevede un taglio di 50 milioni d'euro l'anno, a nostro avviso rappresenta una sorta di cappio al collo ai bisogni di salute dei cittadini di questa regione.
Relativamente al sistema sanitario, l'obiettivo di qualunque tipo di governo regionale è cercare di controllare il sistema, di porre un freno ai costi, ma pensare che si possano risparmiare 200 milioni d'euro tout court senza che dietro a queste cifre - finora abbiamo visto soltanto i numeri ci sia stato un ragionamento, uno studio o una verifica, ci sembra per lo meno azzardato.
Ci preoccupa il non essere ancora riusciti a capire, in questi primi tre mesi, che tipo di sistema socio-sanitario la Regione intenda realizzare.
Finora abbiamo visto tagli, blocco delle assunzioni e della mobilità del personale, senza che questo si sia tradotto in un'idea chiara di sistema socio-sanitario. Intanto assistiamo alle manfrine della Lega, che a Giaveno, mentre il suo Presidente chiude Chirurgia, raccoglie le firme contro il provvedimento. Almeno in questo un po' di coerenza sarebbe utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Fermo restando che condivido quanto poco fa il Consigliere Boeti diceva, trovo però interessante quest'emendamento che, com'è noto corrisponde all'accordo per il rientro dagli sforamenti, che è sostanzialmente una modifica dell'accordo del 2004 per il rientro dal deficit strutturale pregresso, che fa giustizia una volta per tutte sulla situazione che avevamo ereditato.
Questo è un accordo che sancisce l'obbligo di rientrare dal deficit strutturale, per sanare il quale si è fatto un primo accordo; quello attuale allunga semplicemente nel tempo il rientro rispetto a quell'accordo.
Questo si traduce in un aspetto positivo, perché anche chi a lungo in aula ha sostenuto che quel deficit non esisteva, con questo emendamento (e quindi, con questo accordo retrostante con il Ministero della salute e con il Tavolo che lo sancisce) ne prende definitivamente atto.
Il secondo elemento, però, riguarda il fatto che questo rientro progressivo, proprio perché costringe la Regione a adoperarsi per il risparmio e il recupero d'efficienza nel sistema sanitario (del resto risparmio ed efficienza raramente si fanno senza corrispondenti sacrifici è vero che ci sono possibili sacche d'inefficienza, ma non sono così banalmente recuperabili) potrebbe essere l'occasione per destinare le risorse che verranno risparmiate dal 2011 al settore socio-assistenziale.
Mi pare vi sia un emendamento in tal senso (non so se sia stato già presentato o se sia ancora in fase di presentazione), in modo da recuperare da un lato, efficienza, che molto spesso significa tagliare alcune prestazioni, e, dall'altro lato, utilizzare queste risorse per ripianare i tagli peraltro già operati sul sistema socio-assistenziale, ridando spazio ad un sistema che, per molti versi, è tangente a quello sanitario e che quindi può andare a compensare alcune inevitabili restrizioni che avverranno sullo stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
evidente che siamo favorevoli ad un percorso di progressiva riduzione dell'indebitamento: ci mancherebbe! Il fatto che si individui un programma quadriennale di rientro progressivo non può che ravvisare in noi un'attenta considerazione.
Tale questa prospettiva può essere letta con tagli diversi. Il taglio del mio collega Boeti si è più concentrato sul fatto che potrebbe essere troppo faticoso sostenere questo percorso di rientro; ci sono alcuni buoni argomenti. Se dovessi ascoltare le argomentazioni d'altri colleghi dell'attuale maggioranza, invece, che in illo tempore rivestivano i panni della minoranza, potrei dire esattamente l'opposto.
Naturalmente, in un minuto non posso argomentare, ma se dovessi citare per fare un piccolo passo indietro, il collega Vignale, solo ieri, o qualche mese fa il collega Burzi (che non smetterò di indicare come fulgido esempio di prospettiva tesa al recupero d'efficienza), le dovrei dire Assessore, che siamo di fronte ad un'insufficiente manovra dal punto di vista dei recuperi di quegli sprechi di cui siete certi essere ancora molto ricca la nostra sanità.
Non so che dirle Assessore - del resto sono oramai alla fine dei miei due minuti - se non che sarà inevitabile, che si lavori nel merito delle proposte che intendete fare per arrivare a quella riduzione che appare difficile da ottenere. Inoltre, come ho già detto ieri (ma è bene che resti agli atti di questo Consiglio), se la confrontiamo con il volume dei tagli che il Governo c'imporrà il prossimo anno (se verrà approvato il disegno di legge del Governo in Parlamento), quelle cifre, con tutta evidenza appaiono non sufficienti a coprire la "montagna" di risorse da tagliare di cui dovremo, ahimè, occuparci a cominciare dal prossimo settembre.
Dunque, il nostro giudizio è ambivalente: certo siamo preoccupati per i sacrifici, ma, per certi versi, riteniamo che gli stessi potrebbero rivelarsi anche non sufficienti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, com'è stato detto in altre occasioni, cerchiamo di trasformare in politica di Governo le dichiarazioni, ma anche le proposte modificative dei bilanci, che facevamo quando eravamo opposizione.
Bisogna solo mettersi d'accordo - mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione - su qual è il punto critico che ritenete esservi: se i tagli sono insostenibili o se sono insufficienti.
Perché dalla lettura degli emendamenti che i colleghi dell'opposizione hanno presentato (avendo fatto il Consigliere di opposizione so che quando si presentano gli emendamenti è più facile individuare le allocazioni in più, piuttosto che i capitoli da cui ottenere le risorse) emerge un dato indicativo: circa 150 milioni di euro sottratti al mondo della sanità.
Delle due, l'una: o ci troviamo di fronte a quella che è una politica di efficienza in sanità, che prevede una progressiva riduzione della spesa senza tagliare alcun servizio, ma rendendo più efficiente il mondo della sanità - ed è quello che noi sosteniamo - oppure i tagli sono insufficienti. E sia dagli interventi dei colleghi sia dagli emendamenti presentati, non si desume né l'uno né l'altro.
Alcuni sostengono - stiamo parlando del bilancio 2010 - che il taglio dei 50 milioni sia insufficiente, perché gli emendamenti presentati riguardano una riduzione di 150 milioni; altri sostengono che il taglio sia insostenibile.
Noi crediamo, anche nella progressione con cui sono stati presentati che i tagli siano sostenibili in termini di efficienza.
Come dichiaravamo ieri in sede di Commissione, è evidente - perch l'attività di Governo dell'Assessore Ferrero e di questa Giunta di fatto è appena cominciata - che ci troviamo di fronte alla volontà chiara, dal punto di vista dei bilanci, di vincere la vera sfida che questa Giunta vorrà porsi non solo sulla sanità, ma anche sulla sanità. Dunque, non partire dalla spesa storica: questo vale non solo per la sanità, ma ovviamente, vale maggiormente per la sanità, perché nel frattempo si erogano servizi ai cittadini; non voglio paragonare il mancato contributo ad un'associazione culturale, degnissima di ottenerlo, ma è evidente che fra i due, è verosimilmente più importante il mantenimento dei servizi dei cittadini.
La vera sfida che l'Assessore (e questa maggioranza) si pone è riuscire a rendere più efficiente il sistema sanitario, continuando a garantire i servizi. Su questo abbiamo le idee molto chiare. Vorremmo un confronto di altrettanta chiarezza con il resto dei colleghi, partendo dalla lettura degli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione quanto detto poc'anzi dal collega Vignale che pone una questione sulla quale ritengo utile un confronto tra maggioranza e opposizione.
In sostanza, se ho ben capito, si dice: "Noi, con quest'emendamento vogliamo intraprendere la strada di una minor spesa per rendere più efficace il sistema sanitario piemontese, tagliando gli sprechi che secondo noi, ci sono nella sanità, senza tagliare servizi". Ritengo occorra davvero un confronto, se vogliamo lavorare seriamente. Penso che se come prima azione, in una manovra di assestamento di bilancio, si pone una diminuzione (non voglio chiamarlo "taglio") di spesa pesante, vorremmo anche capire qual è la strada per arrivare ad eliminare sprechi e quali sono questi sprechi.



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Presenteremo il Piano - dici - e vedremo, insomma.
Tra l'altro, fateci capire quali sono i tempi.
A noi pare che come prima azione sia poco condivisibile; quantomeno non riusciamo a capire dove si vuole arrivare e in quale modo. Credo che da questo punto di vista i nostri dubbi siano fondati.
Dopodiché, la spesa sanitaria in Piemonte è aumentata molto meno rispetto ad altre Regioni e se andiamo a vedere la spesa complessiva del Paese rispetto ad altri Paesi europei è una spesa che avrebbe ancora un margine di aumento.
In ogni caso, discutiamo della nostra situazione.
Oggi siamo stati posti di fronte ad un taglio considerevole di risorse occorrerebbe capire meglio le affermazioni del Consigliere Vignale, per poi entrare nel merito e confrontarci per capire quali sono, per esempio, gli sprechi che la maggioranza individua all'interno del sistema sanitario piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
L'emendamento, che stanzia 400 milioni e indica il quadro degli interventi che la Giunta intende compiere nel prossimo triennio, come risorse aggiuntive da destinare al sistema sanitario piemontese, è figlio della deliberazione che la Giunta ha approvato in questi giorni e che approva i Piani di rientro.
Traduciamo però in un linguaggio che ci consenta di capire cosa succede nelle varie ASL. Se ho inteso bene, noi trasferiamo all'ASL, sulla base di progetti e dei Piani di rientro, le stesse risorse del 2009. Quindi, questa Giunta regionale, che si era qualificata come una Giunta che avrebbe superato il concetto di spesa storica, conferma gli stanziamenti del 2009 non opera alcun intervento selettivo e non tiene conto del fatto che ci sono, magari, realtà e problemi diversi. Io, per esempio ho visto la tabella allegata alla deliberazione che approva i Piani di rientro, nella quale sono evidenti le sproporzioni su trasferimenti in capo ad ASL che hanno esattamente gli stessi abitanti. È una contraddizione evidente, che segnalo perché voi vi siete qualificati come la maggioranza che avrebbe superato il concetto di spesa storica.
Prendo atto che nel riparto attuale voi confermate esattamente gli stessi criteri, e decidete di trasferire alle ASL le stesse risorse del 2009.
Cosa significa questo? Se si trasferiscono alle ASL le stesse risorse del 2009 non si riconosce l'inflazione attuale, non si riconoscono i costi contrattuali (che sono due problemi che dovrebbero essere affrontati) e si congela tutto.
Inoltre, s'interviene garantendo alle ASL quelle risorse dell'anno precedente nel mese di luglio, quando le ASL hanno già immaginato una certa politica di budget e hanno già realizzato una serie di interventi.
Cosa significa in concreto? Significa che molte aziende, sulla base di questi budget, dovranno congelare o tagliare alcuni servizi. Questo il risultato pratico, Consigliere Vignale.
Non stiamo contrastando e contenendo gli sprechi! Se si conferma il budget del 2009, a fronte del fatto che i costi sono aumentati, ho delle conseguenze pratiche, Presidente: blocco in parte il turn over, non ho le risorse per i contratti, congelo i servizi. Questo il risultato pratico.
Non c'entra nulla l'intervento sul fronte della lotta agli sprechi: s'interviene per congelare la situazione o comunque per ridurre i servizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Due brevissime considerazioni. Una è legata all'effetto sul bilancio 2010 dei Piani di rientro approvati dalla Giunta regionale e rispetto ai quali verranno sottoscritti gli atti di intesa tra l'Assessorato alla sanità e i singoli Direttori generali.
Mettiamo in chiaro che attraverso questi Piani di rientro non si controlla la spesa sanitaria; in realtà sono concepiti sulla base di un budget assegnato per l'anno 2010 e con una logica di spostamento sul 2011 di attività, servizi assunzioni, sblocco del personale. Ma in tal modo non viene fatta un'operazione strutturale sui conti della sanità, il problema viene solo spostato in avanti. Questo l'elemento di cui dobbiamo anzitutto, la Giunta regionale - avere consapevolezza.
Seconda considerazione. Ho letto la comunicazione dell'Assessore Ferrero agli organi di comunicazione in merito all'emendamento che stiamo discutendo in questo momento. L'Assessore Ferrero afferma trattarsi di una sorta di "inganno mediatico" (tra virgolette) da parte della Giunta regionale. È vero: l'emendamento prevede una riduzione degli stanziamenti di 50 milioni di euro per anno, 2010, 2011, 2012 e 2013, ma gli stessi 50 milioni di euro verranno restituiti alla sanità per ridare qualità di servizi ed eccellenze alla sanità stessa! Non si può creare un'operazione fatta di attese. Se attraverso quest'emendamento si riduce di 50 milioni di euro la spesa sanitaria, così sarà; non c'è alcun processo di restituzione della stessa attraverso altre finalità.
Terza considerazione. Non voglio avventurarmi unicamente sul piano delle risorse economiche messe a disposizione; vogliamo capire qual è il modello, qual è il livello dei servizi, qual è il livello delle prestazioni che si nasconde dietro quest'attribuzione delle risorse.
Il problema della sanità non può essere affrontato unicamente attraverso operazioni, per alcuni aspetti, anche comprensibili - non condivisibili, ma comprensibili - di riduzione delle risorse, quando non s'intravede lo sbocco finale in termini di riorganizzazione dei servizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Per un numero di volte equivalente a quello in cui, in quest'aula e fuori di quest'aula, i Consiglieri dell'attuale maggioranza hanno parlato di "buchi nella sanità" - e garantisco di averne tenuto il conto - ogni volta che interverrò sulla sanità, partirò esattamente dal punto di oggi.
Perché il punto di oggi, fuori dei comizi e fuori delle chiacchiere, ma scritto negli atti formali, sancisce un dato incontrovertibile che ripeter per tutta la durata del nostro mandato.
L'emendamento in esame registra un'intesa intercorsa tra la Regione, il Ministero per la sanità e il Ministero per l'economia. L'intesa si rende obbligatoria a seguito della legge finanziaria 2009 che impone alle Regioni di chiedere, entro aprile, la sottoscrizione di un Piano di rientro e di chiuderlo nei 90 giorni successivi.
Le Regioni impegnate nei Piani di rientro sono quelle che hanno interesse a recuperare le quote che lo Stato ha trattenuto a causa dei loro disavanzi. Il disavanzo per cui il Piemonte è chiamato a firmare il Piano di rientro è relativo al bilancio 2004. Sta scritto nell'accordo con i Ministri, sta scritto nella deliberazione, sta scritto negli emendamenti.
Questa la verità storica.
Quindi, nel 2006, nel 2007, nel 2008, nel 2009 quando si è parlato di buchi in sanità prodotti dalla Giunta Bresso, si è detta una cosa storicamente falsa. E io questa cosa la ripeterò per un numero di volte equivalente a quelle in cui mi sono sentita accusare che si producevano i buchi in sanità. Ora, relativamente all'emendamento in questione interverrò anche in sede di dichiarazione di voto. Per ora dico soltanto questo: noi qui non stiamo decidendo, stiamo notificando una scelta che il Presidente e l'Assessore hanno condiviso con il Ministro Fazio e con il Ministro Tremonti, o con le loro emanazioni tecniche.
Il Consiglio regionale, dal voto su quest'emendamento, è espropriato della decisione sui bilanci sanitari.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio. La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente Cattaneo.
Io esprimo davvero uno stato di turbamento per la minaccia che ha appena fatto la Consigliera Artesio, perché come Presidente del Consiglio regionale ho avuto modo di ascoltare gli interventi per cinque anni: so quanti sono stati e mi preoccupo di riascoltarli. Ma, del resto, ho avuto modo di ascoltare in passato anche gli interventi dell'Assessore Ferrero, e anche di fare i miei. Questa è un po' una nemesi storica per cui alla fine nella vita, le condizioni ruotano velocemente.
Colgo l'occasione di far rilevare come questo emendamento - che va incontro a una necessità che mi rendo conto essere urgente per la Giunta regionale, anche rispetto ai vincoli derivanti dalla contrattazione con il Governo nazionale - ci ponga di fronte ad una responsabilità collettiva molto alta. Entrambi, quando rivestiamo i ruoli di maggioranza e di opposizione, polemizziamo sui costi della sanità: addebitiamo polemicamente gli uni agli altri le responsabilità dei disavanzi e degli incrementi dei costi. L'esperienza degli anni passati, che hanno visto in un alternarsi di responsabilità di governo prima una coalizione di centrodestra, poi una di centrosinistra e ora una di centrodestra, dimostra però che nei fatti è ben più difficile risolvere i problemi di quanto non sia annunciarli polemicamente quando si è all'opposizione.
Ecco perché io penso si debba ragionare a partire dalle necessità sottese a questo emendamento, per andare strutturalmente a rimettere mano ai conti della sanità. Rinfacciarsi le responsabilità non porta a nulla.
Occorre decidere facendo delle scelte dolorose, che andranno incontro a sindaci di colori diversi e a lavoratori di appartenenze sindacali diverse.
Penso che la Regione non riuscirà a fare tutto questo senza un grande sforzo collettivo.
Ecco perché, anche su questi temi, o c'è un dialogo concreto, reale, a prescindere dalle appartenenze, o dubito che si riesca a raggiungere gli obiettivi che ciascuno in buona fede - questa volta, certamente, riscontro buona fede anche da parte dell'Assessore Ferrero - cerca di perseguire con questi emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente. Io non credo, contrariamente a quanto diceva un attimo fa il collega Gariglio, che non sia utile ricordare la storia per la quale la nostra sanità porta alcune spese o alcune situazioni di tipo finanziario ed economico. Credo sia assolutamente importante, perché la verità - e quindi quello che emerge dalla gestione avuta in questi anni sulla sanità - è quanto noi oggi leggiamo negli atti che la Giunta produce e quindi credo sia assolutamente utile. La collega Artesio, poi, valuterà per quanto tempo e in quali modi farlo; però credo sia importante sottolinearlo, anche perché sta scritto all'interno degli atti fondamentali che questa Giunta ha prodotto in materia di sanità.
Esprimo anch'io la mia forte preoccupazione per un piano così importante, che tocca quattro annualità e comporta quindi sacrifici non indifferenti per i nostri territori - intendendo per territori le Aziende sanitarie, i Comuni e, in modo particolare, la popolazione piemontese per la quale davvero molti servizi sarebbero messi seriamente in discussione.
Il Consiglio si trova semplicemente a ratificare un dato importante all'interno della sanità. Trovo rischioso che lo faccia al mese di luglio senza poter entrare nel merito, laddove ci sono Aziende sanitarie - e questo è un dato assolutamente noto alla Giunta - che vedono un aumento di spesa rispetto all'anno precedente, cioè tra il 2009 e il 2010; perché ci sono delle attività autorizzate - attività assolutamente fondamentali perché non si tratta certamente di autorizzazioni che andavano oltre rispetto a quello che possono essere anche eventuali risparmi - che necessitano, quantomeno in una fase di avvio, di una maggior spesa.
Bene, facendolo a questo punto dell'anno si corre davvero il rischio di mettere in discussione una serie di attività. Mi viene in mente l'attività dell'emodinamica e il completamento della sua rete piemontese, in merito alla quale le strutture completate si troverebbero oggi in difficoltà perché non si riuscirebbe a garantire il personale necessario.
Fare semplicemente i notai della situazione è ovviamente molto imbarazzante e molto difficile, quindi vorremmo comprendere le politiche generali all'interno delle quali il piano di rientro sarà operato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La ragione per cui al momento in cui questa proposta ci è stata presentata in Commissione ieri mattina, in una discussione specifica, - noi avevamo anche chiesto di poter discutere dei piani di rientro delle ASL - è perché avevamo, su tutta questa problematica della sanità, un complesso ordine di preoccupazioni. Il primo ordine di manovra, realizzata al momento in cui questa Giunta si è insediata, ha comportato il blocco di ogni attività all'interno del mondo della sanità, sulla base di un'intenzione futura di resettare la situazione, al fine di individuare momenti di risparmio in ordine a sprechi e a razionalizzazioni. L'intenzione era corretta, però va verificata attentamente.
La preoccupazione che noi abbiamo e che abbiamo anche espresso nel corso di un Consiglio convocato su questo tema è che tagli uguali tra diseguali rendono la situazione complessa: non premiano i virtuosi, ma invece chi virtuoso è stato meno; mentre sui comportamenti virtuosi si abbatte una mannaia.
Ci era stato detto che questa sarebbe stata una situazione con cui si resettava a breve per interrompere questo provvedimento, affrontando in modo compiuto e complessivo il discorso del riequilibrio dei conti della sanità, alla luce della proposta di ordine nazionale che, se si abbatte significativamente sulle Regioni, si abbatte in particolare su questo tema fatto salvo che poi non avvenga la famosa tempesta in un bicchier d'acqua per cui si "resetta tutto", si taglia a tutti e poi, su una serie di spese e una serie di interventi, si fa da parte del Governo quel famoso finanziamento a piè di lista che non ha mai valorizzato i virtuosi.
In particolare, questa proposta di un taglio di 50 milioni ci preoccupa indubbiamente per l'entità, ma soprattutto per l'ordine di scelte e di priorità che a tutto questo dovrebbe essere sotteso. Questa è la ragione per cui riteniamo che un emendamento siffatto debba essere spiegato e abbia così poco significato, in questo contesto; che debba essere invece affrontata la situazione in modo più complessivo, alla luce dello studio dei piani di rientro, con una misura da questo punto di vista mirata.
La ringrazio Presidente per la magnanimità con cui mi ha concesso di parlare qualche secondo in più; ma avremo modo di approfondire ulteriormente la materia, non essendo riuscita ad espletare il ragionamento nella sua interezza perché l'argomento è complesso.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto; ha la parola il Consigliere Boeti.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Noi continuiamo a restare sulla nostra posizione. Ci chiediamo soltanto se il sistema socio-sanitario potrà assorbire un taglio di 200 milioni di euro.
Se il Presidente mi consente, vorrei fare una piccola nota tecnica per il lavoro che svolgo fuori di qui. Quando vent'anni fa nel mio ospedale operavamo i pazienti per protesi d'anca, utilizzavamo protesi che erano il risultato di un insieme di vari metalli che costavano circa 350 euro (700 mila lire di allora). Venivano fissate all'osso con il cemento, duravano 7 o 8 anni e i pazienti, nell'arco della loro vita, venivano riprotesizzati soprattutto se giovani, magari due o tre volte.
Oggi, quando ci capita di operare soggetti giovani, utilizziamo leghe nobili che danno garanzie di risultato e di tenuta per 20-25-30 anni. Il costo di una protesi è mediamente 3000-3500 euro. Con questo voglio dire che il fatto che siano migliorati i materiali, che garantiscono più a lungo la sopravvivenza della protesi e quindi la condizione di vita del paziente continua ad avere un costo - maggiore - per il sistema sanitario. Quello che succede da noi, succede in tutto il mondo, lo dico più volte e lo ricordo anche in questa occasione. Noi spendiamo il 7% del PIL per curare gli italiani, la Germania l'11%, la Francia il 10% e gli Stati Uniti il 13%.
Alla luce di questa nota tecnica che mi sono permesso, sarà difficile nel futuro, anche se abbiamo il dovere di farlo, economizzare in maniera eccessiva. Quello proposto ci sembra un taglio eccessivo e non crediamo che la Regione potrà sopportarlo.
Ci sarebbe piaciuto che questo ragionamento fosse fatto dopo, per esempio, il Piano socio-sanitario. Abbiamo letto sui giornali che sarà presentato entro dicembre 2010; ci sembra un po' prematuro, ma per un "governo del fare" ci potrebbe anche stare un Piano socio-sanitario realizzato nell'arco di sei mesi. Il governo regionale di centrodestra precedente in dieci anni non era riuscito a partorirne uno, il fatto che l'attuale riesca nell'arco di quattro mesi ci lascia un po' perplessi. Ma naturalmente, saremo disponibili a discuterne.
Nel Piano ci aspetteremo di capire cosa il governo regionale intenda fare, per esempio, dei piccoli ospedali. Noi non li abbiamo chiusi: li abbiamo messi in rete con quelli più grandi; magari è stato un errore, ma la responsabilità, oggi, di chi governa è assumersi l'onore e l'onere delle scelte.
Vorremo sapere, all'interno del Piano, cosa s'intende per rapporto pubblico-privato. Ho letto le dichiarazioni di un esponente di strutture private: "In Lombardia il 30% privato, in Piemonte il 6%. Bisognerà riequilibrare questo gap". Ricordo al governo regionale che il privato costa maggiormente, come succede nei Paesi come la Francia, in cui c'è un sistema parallelo pubblico-privato. Dato che non è facile economizzare in questo campo, ci saremmo aspettati che determinate scelte venissero dopo una valutazione precisa, come può essere quella di un Piano. Così ci sembra un cappio al collo dei bisogni di salute dei cittadini di questa regione.
Il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere intende intervenire in senso diverso? Ricordo che alla Conferenza dei Capigruppo si era convenuto diversamente.
Comunico che da adesso l'Ufficio di Presidenza sarà molto rigoroso sul tempo.
Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Ronzani, ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ne approfitto, poi non parlerò più - se questa è la decisione assunta nella Conferenza dei Capigruppo. Non intendo assolutamente approfittare della situazione: chiedo scusa se l'orientamento era diverso.
Voglio porvi una questione: voi tagliate, anche sul 2011, 50 milioni di euro. L'emendamento che ci state presentando prevede per il prossimo anno un'ulteriore riduzione di risorse, a scalare, per i prossimi due anni. Non sono d'accordo con coloro che sostengono che questa cosa significa spostare nel 2011, poiché noi avremo anche allora dei tagli. Non posso pensare che potremo attivare nel 2011, quei servizi che blocchiamo quest'anno, se anche allora taglieremo 50 milioni. Non funziona così, non può essere così.
Se davvero volete combattere gli sprechi, avevate un'opportunità, ce l'avete adesso. Vi comunico che alcune ASL hanno i conti in pareggio.
chiaro qual è il problema? Due o tre ASL in Piemonte hanno i conti a posto.
Hanno operato un risanamento; lì, sprechi non ce ne sono. Se davvero l'orientamento è colpire gli sprechi, avreste dovuto tirare fuori quelle ASL dai tagli, premiarle e, nell'ambito dei trasferimenti, prevedere per quelle ASL maggiori risorse: ti premio vista la politica di risanamento. In verità avete praticato tagli lineari per tutte le ASL, per tutte.
Indiscriminatamente. È chiaro il problema? Il problema non è combattere gli sprechi, discussione che può anche essere fatta seriamente, ma capire dove e come vanno combattuti.
Voi, che avete teorizzato in questi anni che avreste praticato, una volta al governo, una politica sanitaria che avrebbe premiato le ASL virtuose e che, nel rapporto con il Governo, avreste contrastato i tagli governativi in ragione del fatto che non tutte le Regioni andavano messe sullo stesso piano, una volta chiamati a sfidare il governo, fate esattamente come gli altri: tagliate per tutti nello stesso modo. Non considerando il fatto che alcune aziende hanno i conti a posti e altre no.
Leggendo quella tabella, Assessore Ferrero, scopro che avete tenuto conto unicamente, ed esattamente, della spesa storica; non cambiate una virgola. Un bravo Direttore oggi, da quel budget, non ha alcun incoraggiamento a fare "il bravo direttore"; non ha nessuna ragione per farlo. Se ha amministrato bene quell'ASL, subisce gli stessi tagli che subiscono altri Direttori che magari hanno avuto qualche problema nella gestione della propria azienda.
Per questo dichiaro il voto di astensione e mi scuso con i colleghi se ho dichiarato di essere in dissenso con il Capogruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Abbiamo già parlato su quest'argomento. Sull'emendamento in oggetto il Gruppo UDC si asterrà. Non votiamo contro, pur ribadendo che, viste le necessità, di ospedali all'avanguardia in tutto il Piemonte, il taglio ci sembra eccessivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Più volte ho sentito il termine "spreco". Ma i tagli non vanno a limare, a ridimensionare, a scovare e stanare gli sprechi: operano in modo lineare, geometrico, e nulla più.
Da questo banco ho detto, in più di un'occasione, che in sanità, per varie ragioni, si spende - questo lo ha anche affermato la Corte dei Conti non è mia affermazione generica, ma confortata da dati oggettivi - almeno il 20% delle risorse.
Mi sarei aspettato una valutazione più attenta alla ricerca di sprechi ne ho citati alcuni in passato, ma vedo che, evidentemente, le lobby, e ragioni che forse non riesco a comprendere, sono più forti di motivazioni oggettive e di buon senso.
Mi auguro che in futuro ci possa essere ravvedimento e, quindi, una riconsiderazione di tagli più razionali e ragionevoli, miranti soprattutto ad eliminare gli sprechi, che in questo momento sono tanti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
chiara la specificità della la delibera di carattere quantitativo assunta dall'Assessore Ferrero, necessaria a far sì che la spesa di quest'anno non superasse il 4% della spesa addizionale della Regione, visto che nel 2009 si è posticipata una parte di spesa sul 2010.
Aspetto emergenziale sul quale è evidente che non può esserci una politica di programmazione; una delibera quantitativa, salvo alcune differenze previste all'interno dei piani di rientro, ha un suo precipuo obiettivo, differente da un intervento di governo per gli anni futuri.
Questo quanto caratterizza in modo differente l'emendamento presentato: esso rappresenta non la fotografia perpetuata nel tempo della delibera ricordata dai colleghi, ma intende apportare realmente efficienza all'interno della sanità.
Per chiunque abbia nozione di cosa significhi realizzare efficienza, e quindi non solo tagliare gli sprechi, ma pagare meno quanto si può pagare meno acquistando lo stesso prodotto - centralizzando gli acquisti evidente che si tratta di una manovra di bilancio che si concretizzerà con alcune azioni di governo e poi con il Piano socio-sanitario.
Sono due questioni fortemente distinte: dico solo, annunciando il voto favorevole del nostro Gruppo consiliare, che è perlomeno anomalo - poi, per carità, nella logica delle posizioni ci può stare tutto - che i colleghi intervenuti siano gli stessi che... Collega Pentenero, emendamento 34: "Tagli a venti milioni sulla sanità"; collega Reschigna, emendamento 42: "Tagli a dieci milioni sulla sanità"; collega Lepri, emendamento 45: "Tagli a tre milioni sulla sanità. Oppure i colleghi Stara, Cerutti e Buquicchio che con l'emendamento 82 ne tagliano dieci e con l'emendamento 85 altri 10.
Questo solo per citare le somme più evidenti, per 150 milioni di euro di risorse tagliate. È sufficiente che vi mettiate d'accordo: o sfidate questa Giunta in una politica di efficienza, e allora questo è il senso anche degli emendamenti, diversamente, non potete fare le due cose: sfidare la Giunta in una politica di efficienza e poi, quando la stessa presenta un documento di bilancio volto a garantire l'efficienza, si è contrari al provvedimento. Non si possono fare le due cose: occorre scegliere. Ad oggi è evidente che sulla sanità tale scelta non è stata ancora fatta, così come precedentemente, mentre mi sembra che la scelta dell'attuale Giunta e della maggioranza sia estremamente chiara.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Riguardo all'emendamento, come Movimento 5 stelle esprimiamo voto di astensione. Anche noi riteniamo si possa fare efficienza sui capitoli della sanità, che trattengono più dell'80% degli investimenti della Regione, ma avremmo voluto capire meglio l'ottica di programmazione che si cela dietro l'emendamento, che va avanti fino al 2012, a tagliare 50 milioni di euro l'anno.
Se l'ottica è quella della delibera di Giunta del 30 aprile, bloccare il turn over, creando problematiche sui servizi, ovviamente il nostro voto sarà negativo, se invece si inizierà un'ottica di programmazione seria con le aziende, sia quelle virtuose sia quelle non virtuose, di controllo della spesa e di efficienza dei servizi, il nostro potrebbe trasformarsi in un voto favorevole.
Al momento esprimiamo voto d'astensione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Premetto che parliamo di un emendamento che riguarda il disavanzo unico per il Piemonte, realizzato nel 2004, per cui una Giunta di centrodestra si ritrova, per la legge del contrappasso, a dover porre rimedio con un emendamento, a livello nazionale, di un deficit prodotto dal centrodestra.
Mi dispiace per tutti quei colleghi che hanno perso l'occasione d'intervenire su quest'emendamento, perché questa è l'ultima occasione che il Consiglio regionale ha di discutere del finanziamento del servizio sanitario piemontese. Passando l'emendamento non discuteremo più del fondo sanitario nazionale, perché tutto verrà deciso alla Conferenza dei Presidenti di Regione e ratificato nei bilanci delle Regioni, a meno che visto che turbava tutti moltissimo avere un finanziamento dallo Stato che impegnava l'80% del bilancio della Regione, non si voglia poi discutere qui di restituire i soldi dello Stato, determinati sui bisogni di salute, con indicatori decisi dei Presidenti delle Regioni.
Non si discuterà più dell'integrazione regionale, perché la stiamo decidendo adesso, da qui al 2014 e io, verso l'Assessore Ferrero, provo un senso profondo di invidia: non le capiterà di discutere nel bilancio di previsione di quanti tagli bisognerà apportare al servizio sanitario, non le capiterà - per usare il linguaggio del Consigliere Vignale - di elemosinare, di assestamento in assestamento, la copertura necessaria perché lei e i Direttori generali saprete, da qui al 2014, la spesa della sanità.
Seconda questione: basterà questa previsione? Non lo sappiamo perch avremmo dovuto discutere dei soldi insieme alle manovre, ma le manovre le discuterà l'Assessore con il Ministro Tremonti e il Ministro Fazio, o i loro succedanei tecnici, e noi qua non saremo in grado di valutarle, almeno che non ci sia, ma non l'ho sentito, un impegno dell'Assessore a venire a discutere dei contenuti della manovra con un atto impegnativo di voto al Consiglio: delibera di Consiglio come minimo.
Dubito che sarà così. E allora, tutti quelli che oggi parlano d'efficientamento, probabilmente non sanno - e fanno un atto di fede verso l'Assessore - che quelle saranno le questioni richieste dai Ministeri. Per la poca frequentazione di quei funzionari, dubito che la centrale unificata degli acquisti sia il mantra al quale s'ispirano quei Ministeri, perché se guardiamo i piani di rientro delle altre Regioni, altre sono le misure quali il blocco del turn over e la chiusura dei piccoli presidi. Quando ci troveremo a parlare del piano di rientro, in modo autorevole o meno (dipenderà se potremo votarlo o meno), non vorrei trovare sepolcri imbiancati che diranno: noi volevamo l'efficienza, adesso chiudiamo i servizi.
Non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Avrei voluto astenermi anch'io, capendo le difficoltà dell'Assessore Ferrero, costretta a risanare un deficit strutturale prodotto da un suo compagno di partito, ma il Consigliere Vignale mi ha convinta a votare contro. Annoto comunque che nulla impedisce all'Assessore Ferrero, se vuole fare efficienza, di farlo, perché l'emendamento - lo dico anche a consolazione della collega Artesio - stabilisce un massimo, e non un minimo di integrazione. Quindi, naturalmente, ben venga; noi chiederemo di dimostrarci come, ogni anno, come più volte ci ha raccontato il Presidente Cota, riuscirà a risparmiare 100 milioni sul fondo nazionale e non a integrarlo con 400 o 350, 300 o 250 e 200.
Ricordo che l'impegno elettorale è stato quello: risparmiarne 100 sul trasferimento nazionale. Quindi, quando ci sarà modo di parlare di sanità e non solo di conti, attendiamo di sapere come ci si arriva. Le ricordo che questo è un massimo, non è quello cui ha diritto, perché politicamente vi siete impegnati in modo diverso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Bresso.
Il numero legale è sempre 28.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 73 bis), presentato dalla Giunta regionale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73 bis).
Il Consiglio approva.
Sospendo i lavori consiliari per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 17.08 riprende alle ore 17.09)



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori sull'articolo 6.
C'è stato il ritiro di una serie di emendamenti, mentre gli emendamenti rubricati n. 143, 141, 144, 15 e 75 sono già stati illustrati e discussi.
Nel frattempo, in seguito alla riunione precedente, la Giunta regionale ha predisposto un ulteriore emendamento che verrà illustrato dal Vicepresidente Cavallera.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Manica, Pentenero, Taricco, Gariglio: "L'articolo 6 del disegno di legge n. 12 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Lepri, Stara, Cursio, Boeti, Taricco, Motta, Muliere, Dell'Utri, Gariglio: "l'articolo 6 del disegno di legge n. 12 è sostituito dal seguente: Art. 6 (Modifiche della legge regionale 56/1977) 1. Nell'ambito della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di cui all'articolo 58 del decreto legge 25 giugno 2008, n.
112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133 (Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), il consiglio comunale adotta il piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. La deliberazione deve riguardare singoli fabbricati e relativi fondi e deve essere trasmessa alla Regione o all'ente da questa delegato per l'approvazione.
2. Nel caso di modificazioni relative a terreni non edificati, comunque destinati dallo strumento urbanistico generale vigente, la deliberazione comunale di adozione del piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare deve essere trasmessa alla Regione ed alla Provincia interessata per l'approvazione tramite conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 241/1990.
3. Le deliberazioni di cui ai commi 1 e 2 prima delle relative trasmissioni, devono essere sottoposte alla procedura di cui all'articolo 15 della presente legge.
4. La prima riunione della conferenza di servizi di cui al comma 3 finalizzata all'approvazione della variante urbanistica adottata, è convocata ai sensi del comma 01 dell'articolo 14 ter della legge 241/1990 e la relativa procedura prosegue secondo quanto in essa previsto.".
Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara Artesio: 1. All'art. 6, comma 2, prima della parola "dissenso" è aggiunta la parola "motivato".
Emendamento rubricato n. 143) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara Artesio: 1. All'art. 6, comma 1, dopo le parole "patrimonio immobiliare" è aggiunta la parola "pubblico".
Emendamento rubricato n. 144) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara Artesio: 1. All'art. 6, comma 2, dopo le parole "si intendono approvate" vengono aggiunte le parole "a norma di legge".
Emendamento rubricato n. 160) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera): Art. 6 (Modifiche della legge regionale n. 56/1977) 1. Dopo l'articolo 16 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo) è inserito il seguente articolo.
"Art. 16 bis. (Piano comunale di ricognizione ed alienazione del patrimonio immobiliare di cui all'articolo 58 del decreto legge 25 giugno 2008, n.
112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133 (Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 25 giugno, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), il consiglio comunale adotta il piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. La deliberazione di adozione è depositata in visione presso la segreteria comunale ed è pubblicata per estratto all'albo pretorio per quindici giorni consecutivi, durante i quali chiunque pu prenderne visione. Nei successivi quindici giorni chiunque può presentare osservazioni e proposte nel pubblico interesse. La deliberazione di adozione deve riguardare singoli fabbricati e relativi fondi e deve essere trasmessa alla Regione.
2. Se entro novanta giorni dalla ricezione della deliberazione comunale e della relativa completa documentazione la Regione non esprime il proprio dissenso, le modificazioni allo strumento urbanistico generale vigente, ivi contenute, si intendono approvate. Successivamente il comune dispone sull'efficacia della variante, tenendo anche conto delle osservazioni di cui al comma 1.
3. Nel caso di modificazioni relative a terreni non edificati, comunque destinati dallo strumento urbanistico generale vigente, la deliberazione comunale di adozione del piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare è depositata in visione presso la segreteria comunale ed è pubblicata per estratto all'albo pretorio per quindici giorni consecutivi, durante i quali chiunque può prenderne visione. Nei successivi quindici giorni chiunque può presentare osservazioni e proposte nel pubblico interesse. Successivamente la deliberazione e la relativa documentazione deve essere trasmessa alla Regione ed alla Provincia interessata per l'approvazione tramite conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 241/1990.
4. La prima riunione della conferenza di servizi, finalizzata all'approvazione della variante urbanistica adottata, è convocata ai sensi del comma 01 dell'articolo 14 ter della legge 241/1990 e la relativa procedura prosegue secondo quanto in essa previsto.".
Ha chiesto il Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera, per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 160; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo approfondito la questione emersa in più interventi, quella della pubblicità da dare alle deliberazioni di valorizzazione del patrimonio comunale.
Premesso che sotto questo profilo ci sono precise norme di legge in ordine alla pubblicazione delle deliberazioni in senso generale, come sanno bene coloro che sono Amministratori comunali o provinciali; premesso che poi, vi sono i regolamenti comunali e che il Comune ha la potestà autorganizzativa di garantire la partecipazione dei cittadini - questo lo dico a me stesso perché i colleghi che provengono dai Comuni lo sanno meglio di me - per evitare discussioni o fraintendimenti, abbiamo inserito nell'articolo 6 dei passaggi ben precisi, nei quali si prevede una forma particolare - quindi, garantita, assicurata e proceduralizzata - di pubblicazione, con la possibilità di presentare eventuali osservazioni.
Adesso, se il Presidente lo ritiene, lo posso leggere: "Nell'ambito della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di cui all'articolo 58, il Consiglio comunale adotta il piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. La deliberazione d'adozione è depositata in visione presso la segreteria comunale ed è pubblicata per estratto all'albo pretorio per quindici giorni consecutivi, durante i quali chiunque può prenderne visione. Nei successivi quindici giorni chiunque pu presentare osservazioni e proposte nel pubblico interesse. La deliberazione d'adozione deve riguardare singoli fabbricati e relativi fondi e deve essere trasmessa alla Regione.
Se entro novanta giorni - qui c'è il passaggio del silenzio-assenso da parte della Regione - dalla ricezione della deliberazione comunale e della relativa completa documentazione la Regione non esprime il proprio dissenso, le modificazioni allo strumento urbanistico generale vigente, ivi contenute, s'intendono approvate. Successivamente - cioè dopo il decorso di questo tempo oppure l'atto volitivo della Regione che muove delle osservazioni - il Comune dispone sull'efficacia della variante, tenendo anche conto delle osservazioni di cui al comma 1".
Quindi, s'individua tutto il percorso.
Invece, per quanto riguarda la casistica del terreno senza fabbricato, è confermato l'utilizzo della procedura di cui alla legge n. 241/1990, ai sensi degli articoli 14 e seguenti, ma, anche in questo caso, è stato introdotta la norma che prevede il deposito in visione presso la segreteria comunale ed è pubblicata la deliberazione per estratto all'albo pretorio per quindici giorni consecutivi, durante i quali chiunque può prenderne visione; nei successivi quindici giorni chiunque può presentare osservazioni e proposte nel pubblico interesse. Poi, si va avanti con la Conferenza.
Con quest'intervento da parte nostra riteniamo di avere accolto, se non tutte, almeno una parte sostanziale delle osservazioni sollevate durante il dibattito.



PRESIDENTE

Grazie.
L'emendamento rubricato n. 15 del Consigliere Reschigna è mantenuto? RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Sì.



PRESIDENTE

Il n. 75)?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il n. 143), presentato dalle Consigliere Cerutti e Artesio?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto su tutto il pacchetto degli emendamenti.
Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Mi scusi, Presidente, l'emendamento 160 non è stato discusso...



PRESIDENTE

vero, ero distratto, mi scusi.
aperta la discussione generale sull'emendamento rubricato n. 160.
Ricordo che per la discussione sono a disposizione due minuti.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi consideriamo l'emendamento testé illustrato dall'Assessore Cavallera migliorativo del testo del disegno di legge che stiamo affrontando, in quanto, sostanzialmente, introduce un punto contenuto all'interno di uno dei nostri emendamenti. Si tratta di rendere esplicito che le varianti allo strumento urbanistico devono essere assoggettate alla fase di pubblicazione e presentazione delle osservazioni; esplicitazione che nel testo originale era negata, di fatto, perché non era assolutamente rappresentata.
Manteniamo i nostri emendamenti - lo consideriamo un passo in avanti anche se non lo voteremo - per la semplice ragione che, innanzitutto, in termini generali, esprimono la nostra posizione relativamente alla non opportunità che un'operazione di questo genere sia collocata all'interno del disegno di legge dell'assestamento al bilancio e, in secondo luogo perché s'introduce una diversa e ulteriore procedura all'interno delle modalità con cui si può variare il Piano regolatore.
A questo punto, nella legislazione urbanistica regionale troveremo le varianti generali, le varianti strutturali, le varianti parziali, le varianti non varianti e, adesso, anche le varianti dovute all'alienazione del patrimonio immobiliare dei Comuni. Qui le nostre più grandi preoccupazioni sono rappresentate non tanto dalle operazioni sui fabbricati esistenti, quanto dal fatto che questo genere di alienazioni riguardino terreni per i quali non vi è attualmente alcuna previsione di possibilità edificatoria.
Allora è a dir poco inopportuno immaginare in astratto che un Comune possa utilizzare un'operazione di questo tipo - variante molto limitata come procedure e come impegno - per non rientrare in operazione di variante al Piano regolatore. Può trattarsi del pezzettino di mille metri quadrati non edificabili di proprietà del Comune all'interno della propria città, ma messe in questi termini possono le operazioni possono anche significare 150 mila metri quadrati. É qui che cadono le nostre grandi preoccupazioni e le nostre osservazioni. Noi consideriamo i contenuti della variante indifferentemente dalla loro portata: possono essere minimali, riguardando un singolo fabbricato, magari una scuola non più utilizzabile - perché non esiste più il fabbisogno scolastico all'interno di quel Comune - che indubbiamente ha un carico urbanistico molto limitato, ma in termini generali questa norma può riguardare anche il fatto che il Comune con questa procedura cambi la previsione di Piano regolatore per superfici di qualche ettaro, non edificate. Queste varianti non possono avere degli strumenti urbanistici con una portata così limitata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Più ci penso, leggendo la modifica presentata dall'Assessore Cavallera più mi convinco che quella intrapresa è una strada sbagliata, non solo per quanto detto poc'anzi dal Capogruppo Reschigna: stiamo introducendo modifiche alla legge n. 56 pezzetto per pezzetto. E non abbiamo capito perché l'Assessore Cavallera, anche in Commissione, su questo punto sia stato poco chiaro: nel corso della legislatura, valuteremo se arrivare alla modifica della legge n. 56.
Con quest'emendamento s'introduce una modifica pesante alla legge n. 56 e credo che non possiamo permetterci di avere strumenti come quello presentato, per l'approvazione di varianti ai Piani regolatori, che non stanno all'interno di un disegno più complessivo. Ritorno su un concetto già ricordato; oltre agli edifici, si possono alienare parti di territorio.
Se proseguiamo nella lettura dell'emendamento, si rileva che, dopo la pubblicazione all'Albo Pretorio, ci sono 15 giorni per presentare osservazioni. Ho l'impressione che si voglia davvero stravolgere la tutela ai cittadini: c'è pochissimo tempo per presentare osservazioni.
Sinceramente è poco convincente la modifica dell'emendamento presentata dall'Assessore Cavallera; riteniamo davvero sbagliato modificare la legge n. 56 in questo modo, e siamo di nuovo a chiedere un disegno della Giunta per arrivare ad una nuova legge urbanistica. Discuteremo di tutti gli strumenti possibili e proponibili, all'interno però di una legge regionale sull'urbanistica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Ricordo ai colleghi il titolo di questa legge n. 56, che è "Tutela e uso del suolo".
E' paradossale che nella stessa giornata si discuta a lungo un emendamento, per il quale mi pare ci fosse, almeno sul contenuto, la condivisione da parte di tutti i gruppi politici sul fatto di evitare la cementificazione e l'occupazione del suolo, e poi si presenti questa norma.
Norma che posso capire dal punto di vista dell'esigenza di velocizzare le procedure e di far fare cassa ai Comuni.
Ricordo però i tempi sono tali per cui rischiamo, fra qualche giorno che i Comuni abbiano in gestione un patrimonio immobiliare di circa 20 miliardi di euro, con un meccanismo che si chiama "difesa spa" e dall'altra parte, la possibilità da parte dei Comuni di gestire un patrimonio che arriverà forse dal pacchetto del demanio per i decreti sul federalismo fiscale.
In questo quadro, che vale 20-24 miliardi di euro, noi pensiamo bene come Regione Piemonte di toglierci la sovranità di controllo sull'opera dei Comuni.
Il risultato è che i Comuni, da quando ci sarà effettivamente questo trasferimento in poi, potranno fare quanto vorranno e non ci sarà più - lo dico in modo ironico, me lo si consentirà - la possibilità per il mio amico e collega Carossa in Consiglio comunale di Torino di prendere la parola a fini ostruzionistici e parlare un'ora di seguito sulla variante a Palazzo del lavoro. Quest'operazione la faranno tranquillamente i Comuni, senza che la Regione Piemonte possa fare alcun'osservazione.
Siamo al paradosso. La Regione Piemonte deve avere, secondo la definizione della legge, "la tutela e l'uso del suolo" una sorta di imposizione prospettiva generale sui Comuni. Noi presentiamo questo straordinario emendamento che dichiara: da domani mattina i Comuni facciano quello che vogliono, e lo facciano a fronte di un patrimonio immobiliare che sta per arrivare, che vale 26 miliardi.
Operazione di grave responsabilità politica da parte della Giunta regionale; mi auguro che qualcuno ci rifletta prima del voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ha ragione il collega. Esiste un rapporto di causa-effetto tra federalismo demaniale e questo - collega Cavallera, non dico una parola "brutta" - scempio.
Stiamo definendo una serie di beni che saranno trasferiti su richiesta dei Comuni e delle Province al sistema delle Autonomie locali. Si tratta di immobili e terreni. Alcuni degli elenchi sono realizzati da Tremonti, che è un genio. Vorrei che ci toglieste il genio e ci deste una persona normale.
Una persona normale basterebbe: non il genio.
Dunque, abbiamo un elenco di beni immobili, che saranno trasferiti ai Comuni per fare cassa: questa la ratio del federalismo demaniale. Si tolgono delle proprietà al demanio e le si trasferiscono in capo alle Amministrazioni comunali e provinciali, le quali potranno alienarle - cioè venderle - per fare cassa. E siccome quelle risorse sono sostitutive di quelle che lo Stato trasferirà, c'è un incentivo potente a Province e Comuni a vendere terreni e immobili, se la logica è fare cassa. Lo dico ai Sindaci: personalmente, non mi sento di escludere che alcuni Sindaci sostengano il principio di velocizzare e semplificare le procedure per fare in modo che sia possibile vendere in fretta questi terreni ed immobili Io ho il terrore di questa cosa, Assessore Cavallera. Togliete di mezzo, per il momento, quest'emendamento, perché anche in questa versione non funziona. "Il tacun è peggio del buso": se il federalismo demaniale significa da una parte e dall'altra conferire una serie di immobili a Comuni e Province, confermando che questi immobili li possono vendere per fare cassa e le risorse introitate sono alternative a quelle trasferite visto che tali risorse sono essenziali per amministrare i Comuni, la tendenza è quella del "Liberi tutti": vendiamo in fretta!" E se poi si stabilisce il principio che quel terreno, una volta che si approva la delibera, diventa variante del Piano regolatore, capite cosa significa? Altro che Governo del territorio, cultura dell'ambiente o difesa del territorio! Qui può passare di tutto, Assessore Cavallera! Lei, forse, non lo pensa, ma nei fatti potrà passare di tutto, anche le peggiori speculazioni sull'ambiente e sul territorio! Non fatelo! Presidente, io mi opporrò e penso che il Gruppo del PD farà altrettanto.
Voi dovreste pensarci un attimo e ritirare quest'emendamento, perch non vi è alcuna ragione per giustificarlo; o, meglio, le ragioni che potrebbero deporre a suo favore, richiedono, da parte nostra, un voto contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Io mi ritrovo nelle osservazioni che hanno appena fatto i miei colleghi Goffi e Ronzani.
Conosciamo tutti la serietà e la competenza dell'Assessore Cavallera quindi ci stupiamo un po' di quest'ostinazione nel voler portare a casa una norma che non è così indifferibile e che potrebbe benissimo essere oggetto di un approfondimento e trovare una collocazione in una sede più adeguata insieme alle modifiche che lei ci ha già annunciato alla legge n. 56 del 1977.
Se ricorda, Assessore Cavallera, in II Commissione, nell'ambito delle dichiarazioni programmatiche che lei aveva fatto, abbiamo discusso sull'opportunità o meno di arrivare ad una riscrittura complessiva della legge n. 56. Lei ci aveva risposto di voler puntare su correttivi mirati per andare a risolvere le problematiche di cui risente questa legge, che è ormai targata (risale, infatti, al 1977). Alcuni di noi le hanno suggerito di avere l'ardire di procedere ad una riscrittura complessiva della legge perché dopo la "Legge Astengo" ci piacerebbe avere la "Legge Cavallera".
Non so se lei sarà sollecitato, Assessore, da quest'ambizione, di essere colui che riscriverà la legge urbanistica regionale sull'utilizzo del territorio, ma ne ha tutte le capacità per farlo.
Noi non vorremmo, Assessore Cavallera, che il suo nome fosse associato non ad una riscrittura complessiva della norma, ma a questa leggina che, al di là delle buone intenzioni di chi la presenta, rischia di essere uno strumento attraverso il quale il patrimonio pubblico diventa oggetto di speculazione. Ma questo non perché "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", come diceva uno statista cui lei spesso ha fatto riferimento e di cui ho un certo apprezzamento, quanto perché le condizioni oggettive cui sono ridotti i nostri Sindaci e i nostri Comuni potranno spingere per utilizzare questo percorso come "salvagente" per chiudere il bilancio.
Assessore Cavallera, ci ripensi: il nostro non è ostruzionismo, ma un appello al buonsenso per costruire soluzioni nel bene di tutta la nostra comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Non ritorno sul merito dell'articolo inserito in legge finanziaria, ma sulla proposta di emendamento che l'Assessore Cavallera ci ha fatto pervenire.
Non vi è alcun dubbio che sia contenuto un miglioramento che almeno garantisce il rispetto delle regole formali riguardo ai cittadini; apprezzo lo sforzo che l'Assessore ha compiuto per consentire che le "valorizzazioni dei Comuni" siano fatte secondo le regole, sia pure accelerate e semplificate, della legge urbanistica e dei principi che la reggono.
Tuttavia, sono molto preoccupata, come altri colleghi, di una norma di questo tipo, perché per quanto non rientri nelle intenzioni dei Comuni - ho visto la lettera e ricordo anche quella scritta a noi dall'ANCI - in questi enti si ansima per riuscire ad utilizzare le risorse, perché sono tagliate contemporaneamente ad altre. In ogni caso, non credo sia in alcun modo assimilabile alla procedura degli espropri di pubblica utilità, perché qui la pubblica utilità è solo quella di fare cassa, non è quella di realizzare un'opera pubblica: è solo quella di vendere per qualunque utilizzo possibile.
La preoccupazione verte soprattutto sui grandi patrimoni di terreni liberi. Credo anch'io che un piccolo sforzo ulteriore, almeno rispetto alle aree superiori ad una certa dimensione o alle aree libere di pregio, si potrebbe provare ancora fare.
Sono veramente preoccupata, oltretutto in un momento di crisi, che si proceda ad una rapida svendita di importanti patrimoni comunali, creando situazioni irreversibili per il futuro.
Chiedo, quindi, di riflettere ancora anche su quest'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Nello stesso spirito dei colleghi che mi hanno preceduta, sono anch'io preoccupata per quest'emendamento. Ho colto quello che è stato lo sforzo dell'Assessore per cercare di attenuare il danno; tuttavia, la riduzione è comunque molto limitata.
Anche perché, effettivamente, sarebbe bene procedere a rivedere quella che era stata la bozza di una nuova legge urbanistica e non procedere con dei "pezzetti" di cui, poi, non si sa bene in che contesto si vadano ad inserire.
Soprattutto, la volontà di introdurre in tal modo una deregolamentazione che può dare origine a quello che è già stato detto dai colleghi, è chiaramente pericoloso. Sappiamo che i Comuni si trovano in grandissime difficoltà e che devono comunque riuscire a far quadrare i conti. In questo senso, la possibilità che viene loro concessa, sia pure per certi aspetti con buone intenzioni, fa sì che non si proceda a quello che dovrebbe invece essere normalmente fatto.
In questo senso, credo questo tipo di emendamento debba essere ritirato, così come deve essere ritirato il dispositivo complessivo. Perch un ragionamento sui nuovi modi per disporre di modalità più leggere rispetto alla definizione dei nuovi piani regolatori (se n'è già discusso molto per esempio nel Comune di Torino) ha fatto fa sì che dal vecchio piano regolatore si siano praticamente approvate tante varianti che danno un'immagine della città che non si sa più bene quella sia (lo dico in modo critico, pur facendo parte della maggioranza).
Con questo tipo di emendamento è chiaro che abbiamo un ulteriore modo di snaturare quella che è, invece, la programmazione urbanistica concepita con il piano regolatore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Abbiamo già avuto modo, nella discussione di ieri, di illustrare degli emendamenti da noi presentati che avevano una duplice caratteristica: una di modifica complessiva dell'articolo, un'altra di modifica parziale, come ci fosse, da parte nostra, una sorta di duplice ordine di preoccupazione.
Nonostante le osservazioni che l'Assessore aveva avuto modo di fare ieri, così come il collega Franco Botta, c'era stato spiegato che quest'articolo nasceva dall'esigenza di una normativa di carattere nazionale e dalla necessità che non ci fosse, diciamo così, una vacanza legislativa rispetto a questo, determinando il termine di questa possibile vacanza legislativa ai primi mesi del prossimo anno.
Noi avevamo avuto modo di osservare come ci fosse, da parte nostra, una disponibilità - la discussione in II Commissione su questo tema peraltro era già cominciata - ad affrontare una discussione celere in II Commissione su questo tema, in modo da non introdurre una modifica surrettizia alla legge n. 56 attraverso un articolo come questo.
Noi abbiamo sempre assicurato che, tra l'altro, sulla legge n. 56 e sulle sue modificazioni non avevamo un atteggiamento pregiudiziale: è una gran legge, fatta all'interno di un contesto storico diverso, da un grande architetto qual è stato l'Assessore Astergo, che ha segnato, per gran parte, la storia urbanistica del Piemonte e che oggi necessita indubbiamente, di una revisione, ammodernamento e snellimento delle procedure nelle direzione che tante altre Regioni hanno tentato, per esempio la Regione Toscana, sul nuovo meccanismo della costruzione del procedimento autorizzativo sui Piani regolatori.
Avevamo anche proposto una riforma della legge urbanistica di questo tipo che però non riuscì ad uscire dall'Aula per le ragioni note a tutti: quella è, indubbiamente, la strada maestra e l'unica rispetto alla quale si possa mettere seriamente mano; smontare in alcuni punti una legge complessa come la n. 56, rende il tutto ancor più rischioso - e concludo - in un contesto in cui i Comuni si trovano in grave difficoltà economica.
Un provvedimento come questo potrebbe diventare una facilissima autorizzazione e una grandissima tentazione a dismettere parti pregiate del patrimonio non solo immobiliare, ma anche all'interno dei Comuni, con un'unica finalità: non quella di razionalizzazione di intervento sui territori, ma di fare cassa in un contesto economico complesso.
Per questa ragione riteniamo non si debba procedere in tal senso riconfermiamo quindi la nostra disponibilità ad affondare questo tema nel modo più celere nella Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Effettivamente, l'emendamento dell'Assessore Cavallera parte dall'operato di un Governo, che ha come obiettivo quello di "liberare tutti".
Nel nostro Paese si è dibattuto costruendo montagne di carta, che come tutti hanno visto (timbri, autorizzazioni, percorsi e processi) non hanno consentito a questo Paese di impedire, di limitare la corruzione e il malaffare! Le pagine dei giornali sono pieni ogni giorno di questi episodi di corruzione e di illegalità.
I comuni oggi hanno la possibilità di vendere il loro patrimonio immobiliare, se lo vogliono. Mi scuso per le note personali: il Comune di Rivoli ha costruito un nuovo municipio e ha venduto gran parte delle proprietà. L'ha fatto con il rispetto della legge, con i tempi necessari riuscendo a raggiungere i suoi obiettivi.
Altro è il ragionamento, invece, relativo alle aree libere, le quali come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, non possono che passare attraverso una visione d'insieme della città. Una visione d'insieme che in questo modo sarebbe limitata in maniera grave, che non consentirebbe una programmazione che, invece di un'approvazione celere. Questa è la grande sfida che aspetta questo Consiglio regionale e l'Assessore competente e cioè approvare una legge urbanistica che tenga assieme il rispetto, il decoro e l'attenzione per le aree urbane delle città e la possibilità per i comuni, se e quando lo ritengono, di modificare i loro strumenti urbanistici.
Non è più accettabile che la modifica di un piano regolatore duri 7/8 anni, e l'Assessore Cavallera è d'accordo con noi su quest'aspetto, ma non può passare questa modifica però attraverso sotterfugi che consentirebbero certamente ai comuni di fare cassa.
Ribadisco quanto ho detto questa mattina, l'ICI, la tassa sulla prima casa è pagata in tutti i Paesi del mondo; solo nel nostro si ritiene che la prima casa non debba essere tassata.
Se si dà ai Comuni la possibilità di lavorare seriamente su questo capitolo, non ci sarà più bisogno di sotterfugi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta Angela.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Crediamo naturalmente - e questa è una premessa che ci sentiamo di fare nella buona fede della proposta del Vicepresidente Cavallera, ma siamo molto preoccupati dalle conseguenze che quest'emendamento potrà causare sui nostri territori e alle nostre Amministrazioni.
Nonostante le numerose riunioni, in cui era stata ipotizzata una tassa per permettere ai Comuni di poter avere nuovamente finanze proprie l'accordo con l'ANCI e con il Governo sembra cadere nel vuoto, ma a fronte della forte difficoltà da parte dei nostri Comuni dal punto di vista finanziario, la soluzione prospettata è assolutamente inaccettabile.
Come hanno già ripetuto i miei colleghi, crediamo che la programmazione debba avvenire in un Piano urbanistico più complesso e lì deve rimanere soprattutto, noi crediamo che i Piani regolatori non possano diventare degli escamotage, ma debbano avere tempi accettabili, non soltanto per le Amministrazioni, ma anche per i cittadini. In ogni caso, la soluzione non può essere quella di fare cassa svendendo il patrimonio immobiliare.
Quindi, chiediamo che per queste ragioni e per quanto già espresso dai colleghi che l'emendamento venga ritirato, rimandando la discussione ad una legge più organica, la Legge urbanistica, che speriamo di poter approvare in questa legislatura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
La proposta del trasferimento del demanio ai Comuni fu presentata come una prima gran prova di federalismo. Se queste sono le conseguenze che si avranno sui territori, che si avrà all'interno dei nostri Comuni, non credo sia un buon inizio. Vedremo come proseguirà.
Certamente, l'emendamento proposto dal Vicepresidente è migliorativo rispetto a quanto proposto ieri, ma non elimina nella sostanza quello che è l'intendimento dell'emendamento iniziale, ovvero di permettere delle varianti urbanistiche.
Noi ci rendiamo conto che i Comuni possano essere affascinati da un tal emendamento: i bilanci dei Comuni sono ridotti all'osso, bilanci con i quali non si riesce più a gestire nulla, non si riesce a salvaguardare nulla.
Tuttavia, la responsabilità che noi dobbiamo mettere in atto, quale ente Regione, che ha come scopo principale quello di una programmazione sulle politiche del territori, è fornire strumenti per la programmazione delle politiche sul territorio. Noi non possiamo permetterci di approvare degli strumenti che vanno verso l'anarchia e non verso la programmazione delle politiche urbanistiche sui nostri territori.
In Commissione è stato affermato che la legge n. 56 ha fatto la sua storia all'interno della nostra Regione: sicuramente una buona legge, ma non più adatta ai tempi. Ciò nonostante, non dobbiamo cercare delle scorciatoie, di tamponare le politiche disastrose nei confronti degli Enti locali, attraverso tagli significativi dei trasferimenti, ma dobbiamo immaginare di fornire i Comuni di strumenti di programmazione che permettano di salvaguardare i territori. Non dobbiamo dimenticare il nostro ruolo principale al quale dobbiamo tendere, al quale dobbiamo lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Capisco le difficoltà, l'impostazione del nostro Governo che impone alcune scelte e le difficoltà dei Comuni; capisco anche le difficoltà della gran burocrazia. Altre cose, Assessore Cavallera, però non riesco a capirle. Altro che Piani paesaggistici, altro che piani territoriali, altro che il discorso sul patrimonio dell'Unesco, altro che difesa del territorio. Con quest'emendamento stravolgiamo tutto! Capisco pure che, e a questo riguardo ho letto attentamente, non si "libera tutto", ma vengono dati in gestione soltanto gli edifici di proprietà dei comuni. Però a questo punto, Assessore Cavallera - che stimo moltissimo, oltre ad essere un grande amico - mettiamo alcuni paletti: non lasciamo aperture come quelle previste, mettiamo alcuni paletti, norme ben precise. Poi possiamo anche - siamo aperti alla discussione, al confronto - trovare una soluzione che vada bene, perché non voglio mettere in difficoltà i Sindaci, ma dare una mano giusta e sensata.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti rubricati n.
15), n. 75), n. 141), n. 143), n. 144) e n. 160).
La parola al Consigliere Reschigna per la dichiarazione di voto su tutti e sei gli emendamenti.



RESCHIGNA Aldo

Noi votiamo a favore dei due emendamenti che abbiamo presentato: quello soppressivo di tutto l'articolo e quello emendativo, mentre ci asterremo sul testo presentato dal Vicepresidente Cavallera.
La motivazione di quest'atteggiamento di voto sta sostanzialmente nelle cose che abbiamo sostenuto nel dibattito. È impropria la collocazione di una modifica di questo tipo all'interno della legge di assestamento di bilancio. È pericoloso - non tanto per quanto riguarda il programma di alienazione dei fabbricati, quanto per ciò che riguarda l'alienazione delle aree prive di destinazione edificatoria - che all'interno degli strumenti urbanistici si adotti una procedura accelerata e diversa, per problematiche tra loro differenti; perché, ripeto il concetto, questa modalità pu riguardare 100 metri quadrati come 150.000 Noi avevamo proposto nel nostro secondo emendamento che per tutte queste varianti si facesse riferimento all'articolo 15 della legge urbanistica regionale, che per i fabbricati consentiva delle varianti con procedura ancora più veloce, per alcuni aspetti, mentre, per quanto riguarda le aree prive di destinazione, l'entità e le dimensioni del contenuto delle varianti avrebbero determinato procedure urbanistiche significativamente diverse. Voglio anche ricordare a scanso di ogni equivoco che con la legge 1, riferita alle varianti strutturali, oggi non ci vogliono 7 anni per modificare il piano regolatore, ce ne vuole meno di uno. Quindi non possiamo continuamente ricordare alla comunità piemontese che attraverso questi provvedimenti si vuole intervenire su appesantimenti procedurali, rispetto ai quali nella legislatura precedente l'amministrazione regionale è già intervenuta con l'approvazione della legge sulle varianti strutturali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna. La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Anche il Gruppo della Federazione della Sinistra manterrà il consenso agli emendamenti presentati dal Gruppo del Partito Democratico e non parteciperà al voto relativamente all'emendamento n. 160 presentato per la Giunta dal Vicepresidente Cavallera; questo in virtù delle osservazioni svolte precedentemente, ma anche di quelle che abbiamo condiviso nell'incontro con i Presidenti dei Gruppi.
Noi comprendiamo le sollecitazioni che l'amministrazione regionale ha ricevuto, in modo particolare dalle organizzazioni di rappresentanza delle Autonomie locali e in modo ancor più specifico dall'Associazione Nazionale dei Comuni. Tuttavia questa particolare fase storica è caratterizzata da una curiosa condizione, che chiamerei filosofica, secondo la quale il concetto di programmazione è divenuto da concetto di regolazione, certezza esigibilità ed equilibrio a concetto equivalente a lentezza, burocrazia impedimento. Mediamente osserviamo le amministrazioni pubbliche alternare una logica secondo la quale invocano poteri straordinari tipici dell'emergenza ed esemplificazione delle procedure, che molto spesso significa sottovalutazione del ruolo di garanzia delle procedure stesse.
Credo che proprio il compito istituzionale in capo alla Regione, anche nella Conferenza Regione-Autonomie Locali, di trovare le modalità istituzionali procedurali e deliberative per garantire congiuntamente la snellezza ma anche la sicurezza delle procedure ci debbano imporre una cautela maggiore di quella che stiamo garantendo. Invece, in questo caso decidendo di bypassare un atto legislativo per ridurlo ad emendamenti all'interno di una legge finanziaria, quindi ad un'oggettiva anomalia s'insegue questa fretta che talvolta sostituisce alla programmazione delle scelte che rischierebbero di manifestarsi improvvide.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io, in linea con la Presidente Artesio, esprimo voto favorevole sugli emendamenti i cui primi firmatari sono i Consiglieri del Partito Democratico; non parteciperemo invece al voto sull'emendamento proposto dal Vicepresidente Cavallera.
Riteniamo che sia stato fatto certamente uno sforzo, ma ribadiamo proprio il nonsenso di inserire quest'emendamento nella discussione complessiva sull'assestamento di bilancio, facendo sì che non si capisca bene, poi, il contesto nel quale questo si va ad inserire. Riteniamo che pur avendo introdotto una procedura abbreviata nei termini, che però dà effettivamente l'opportunità di fare delle osservazioni, consentendo un minimo di democraticità nel provvedimento proposto - questa deregolamentazione può purtroppo far gola ad alcuni Comuni, proprio nel momento in cui, come si è già detto, risultano essere in gran penuria dal punto di vista finanziario.
Pensiamo quindi che questa deregolamentazione non debba proprio essere applicata e, anzi, che ci sia la possibilità di andare a ridefinire la legge urbanistica, lasciando conseguentemente da parte questi aspetti per affrontarli in un momento in cui effettivamente si affronti la questione in modo compiuto.
Il nostro voto sull'emendamento proposto dalla Giunta non può essere dunque in alcun modo favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Anche noi, per quanto riguarda gli emendamenti in oggetto, voteremo in modo favorevole all'emendamento soppressivo, in quanto riteniamo che formalmente - al di là della discussione nel merito - non si debba applicare nel corso di un assestamento di bilancio una modifica ad uno strumento così importante di regolamentazione urbanistica come la legge 56 del 77: questo lo avevamo già espresso precedentemente.
Per quanto riguarda l'altro emendamento proposto dalle opposizioni riteniamo invece di non partecipare al voto, così come per l'emendamento proposto a nome della Giunta dal Vicepresidente Cavallera. Ci sembra che sia veramente un rischio dare gli strumenti ai Comuni - che sono, come abbiamo detto, strozzati da una situazione economica realmente difficile sia per la congiuntura di crisi sia per quanto è determinato dai tagli dei finanziamenti e dei trasferimenti da Roma - per consentire loro un'alienazione dei fabbricati, e anche dei suoli non destinati ad uso urbanistico, in modo rapido, senza una regolamentazione, senza una programmazione, senza un controllo dell'ente Regione che, giustamente, pu controllare i Comuni virtuosi, ma soprattutto i Comuni e le amministrazioni che - ahinoi! - sono meno virtuosi e cercano di fare cassa cementificando e impattando pesantemente il territorio che compete loro.
Ripeto il nostro voto favorevole sull'emendamento soppressivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Siamo contrari a quanto ha sostenuto l'opposizione.
Il mio intervento è di stupore e di disagio. Dopo la prolungata Conferenza dei Capigruppo in cui sono stati ipotizzati percorsi di non particolare avversione fra maggioranza e minoranza, adesso viene richiesta una votazione a scrutinio segreto.
Il sottoscritto e il Consigliere Carossa, forse adesso si pentono di essere stati stamattina aperti mentalmente nello sperare un atteggiamento diverso da parte dell'opposizione. Non tirateci troppo per i capelli: effettivamente, possiamo decidere di contingentare i tempi sull'assestamento di bilancio, oppure fare decadere tutti gli emendamenti con un emendamento della Giunta regionale.
In futuro faremo delle riflessioni sull'atteggiamento in generale che l'opposizione assume in Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamo alla votazione dell'emendamento n. 15, primo firmatario il Consigliere Reschigna. Tale votazione verrà, a norma di Regolamento (è pervenuta una richiesta a firma di 15 Consiglieri), per votazione segreta elettronica.
Ieri abbiamo fatto una simulazione e funzionava tutto molto bene speriamo di non essere smentiti.
Alla mia destra c'è un tabellone geografico, alla sinistra un tabellone analitico. Entrambi i tabelloni saranno oscurati, quindi sia la verifica del numero legale sia il risultato della votazione arriverà in forma di stampa completamente anonima, di cui darò lettura successivamente alla votazione.
Indìco la votazione segreta elettronica sull'emendamento rubricato n. 15.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 75.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160..
Ricordo che quest'emendamento, se approvato, modifica l'intero testo dell'articolo con una riscrittura complessiva. Conseguentemente gli emendamenti n. 143, n. 141 e n. 144, prima firmataria la Consigliera Cerutti, saranno decaduti.
Il Consiglio approva.
Gli emendamenti n. 143, n. 141 e n. 144 sono decaduti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 128) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio.
"1. Soppressione dell'intero articolo 7 (modifiche della legge regionale 63/1978).



PRESIDENTE

Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'articolo n. 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 130) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio: "1. Soppressione dell'intero articolo 8 modifiche della legge regionale 23/1984).



PRESIDENTE

Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Chiedo all'Assessore Cavallera di spiegare l'articolo perch francamente, non riesco a capirne la ratio. Cioè, noi chiediamo che, prima che venga rilasciato un provvedimento autorizzativo riguardante... pu spiegarlo, Assessore? Grazie.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, prima d'intervenire, ricordo che sull'articolo quando non ci sono emendamenti, non è previsto né l'intervento della Giunta né la discussione.
Quindi, è da intendersi come atto di cortesia dell'Assessore, che intende illustrarlo, perché non vorrei fosse uno stratagemma per aprire la discussione generale, lo dico anticipatamente.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
Credo di averlo già spiegato nella Commissione competente, forse la II.
Qui si tratta di regolare da parte della Giunta regionale i diritti di istruttoria, che devono essere correlati all'importanza e all'impegno dell'istruttoria stessa, che viene posta in essere da parte dei proponenti delle linee elettriche.
In precedenza, noi avevamo una convenzione con il monopolista - l'ENEL che ha regolato nel tempo questa partita. Adesso vi è la possibilità di costruire impianti elettrici e linee elettriche da parte di soggetti che ne abbiano titolo; si tratta dunque di formulare un regolamento che nei vari passaggi preveda la possibilità di concorrere alle spese di competenza originate dalla presentazione di una proposta di questo tipo.
Quest'articolo lo avevo già illustrato in Commissione.



PRESIDENTE

Chiedo chi intende intervenire per dichiarazione di voto sull'articolo 8.
La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Aggiungo un particolare al collega Ronzani, che chiedeva spiegazioni su quest'articolo; mi permetto, a titolo di cortesia, di esprimerle anch'io.
In realtà, questa è l'introduzione - anche se li chiamiamo "diritti di istruttoria" - di una vera e propria tassazione nei confronti di coloro che in autoproduzione vorranno procedere con una linea, che non è così importante, perché 150 mila volts sono 150 kilowatt e sono molti i produttori in autoproduzione in quella fase.
Ovviamente, l'ENEL spinge affinché si arrivi a questa soluzione, alla faccia del federalismo; ovviamente, il monopolista centrale per i singoli autoproduttori pari condizioni, ma il monopolista si trova in una condizione agevolata già di per sé, in quanto monopolista, su questa materia. Quindi, in realtà, con quest'ulteriore tassazione si colpiscono le autoproduzioni, che non sono così importanti come i vantaggi che, invece ottiene, per altro verso, l'ENEL a livello centrale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Goffi.
La parola al Consigliere Lepri, per dichiarazione di voto.



LEPRI Stefano

stato molto istruttivo l'intervento del collega Goffi.
Non ritorno sul merito della questione, ma, certo, in questi due minuti non posso non sottrarmi alla considerazione secondo cui noi dobbiamo difendere, ogniqualvolta è possibile, la libertà e la concorrenza nei servizi.
Più avanti svolgeremo una discussione importante sull'articolo 11 che riguarda la possibile ipotesi - che noi contesteremo - di consentire alla Regione d'intervenire nella gestione addirittura del servizio di trasporto pubblico. Visione - anticipo un po' la riflessione che faremo - certamente contraria a quello spirito liberale che i padri fondatori dello Stato e della Regione hanno sempre voluto rappresentare.
Adesso, in piccolo, il collega Goffi ci esemplifica come si debba procedere nel corso della nostra odierna discussione e dei prossimi cinque anni: fare attenzione ad evitare, ogniqualvolta possibile, comportamenti oligopolistici o monopolistici che, alla fine, possono ridurre il potere d'acquisto e la libertà di scelta in capo ai cittadini.
Ora, il tema della produzione di energia elettrica è almeno altrettanto importante quanto il trasporto pubblico locale e ferroviario, di cui discuteremo più avanti. È un piccolo esempio di come, ancora oggi, ci sia purtroppo anche nella nostra minoranza, ma sempre di meno, certamente nella maggioranza, come dimostra questo provvedimento - una certa tendenza a collaborare o non contrastare comportamenti monopolistici che, invece dobbiamo evitare in ogni modo.
Quindi, l'illustrazione da parte del collega Goffi di questo provvedimento ci porta, con molta convinzione, a votare in modo contrario rispetto alla proposta dell'Assessore e della Giunta.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 129) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio.
"1. Soppressione dell'intero articolo 9 (modifiche della legge regionale 23/1989).
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
L'emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Dichiarazioni di voto sull'articolo 9? La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Intanto, vorrei formulare una domanda all'Assessore competente o al Vicepresidente, perché l'articolo 1 della legge n. 23/1989 fissava come termine per la presentazione delle domande da parte dei Comuni o degli enti consorziati la data del 31 marzo. Ora, non riesco a comprendere quale sia la ratio per la quale nel provvedimento si chiede di spostare la data entro la quale le domande devono essere presentate al 31 luglio. Quindi, su questo gradirei avere una spiegazione.
Mi sembra più ragionevole la data del 31 marzo, ma, evidentemente, c'è qualcosa che mi sfugge. In quell'occasione, immaginando di avere approvato il bilancio di previsione, potremmo essere in fase di assestamento; dunque quindi, in base alle esigenze del territorio, potremmo eventualmente integrare le risorse a favore dei Comuni o degli enti per i quali possiamo erogare tali contributi.
Per quanto riguarda la seconda considerazione, voi richiedete d'intervenire sulla legge n. 23/1989, con la quale assegniamo i contributi ai Comuni, nella misura massima del 70%, per gli scuolabus - infatti abbiamo proposto un emendamento - ma, ad oggi, non risulta esserci alcuna dotazione finanziaria all'interno del capitolo. Quindi, oltre a comprenderne la ratio, mi premerebbe capire quali sono gli intendimenti della Giunta in merito al fatto che offriamo un'aspettativa ai Comuni e poi, non destiniamo alcuna risorsa ad uno dei settori che, comunque, è complementare, anche al fine della razionalizzazione della rete scolastica all'interno della regione. Quindi, innanzitutto, gradirei capire la ratio per la quale la Giunta propone la modifica della legge n. 23/1989. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola alla Consigliera Artesio, per dichiarazione di voto.



ARTESIO Eleonora

Ho ritirato l'emendamento in ossequio a quella che mi era sembrata l'intenzione del Consigliere Stara quando, nell'incontro con la Giunta aveva dato la disponibilità a ritirare gli emendamenti sull'articolato.
Invece, per quanto riguarda la posizione specifica del Gruppo per la Federazione - Sinistra Europea, pur accettando d'intervenire nel merito di un'iniziativa della Giunta, vorrei sottolineare il nostro disappunto nel vedere normata in maniera innovativa una materia, senza poi ritrovare nella costruzione economica del bilancio di assestamento alcun tipo di previsione di incremento relativamente all'insieme della mobilità sociale. In questo caso, stiamo esattamente parlando dell'agevolazione all'esercizio del diritto allo studio, riferendoci al trasporto riservato agli studenti delle scuole materne e delle scuole dell'obbligo, ma dovremmo - mi auguro parlare con un'altra disponibilità, nel momento in cui affronteremo gli emendamenti relativi a tutta la mobilità sulla disabilità.
Quindi, non essendo interessante dal punto di vista del dibattito politico comprendere una volontà della Giunta limitata da aspetti formali di spostamento delle scadenze per la presentazione dei contributi, senza avere chiaro un quadro ed una programmazione degli interessi e degli interventi sulla mobilità sociale, noi non voteremo a favore di questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Naturalmente è uno di quei discorsi che potremmo inquadrare nel detto "è nato prima l'uomo o la gallina". Nell'ottica di guardare avanti prescindendo dal contingente o dal passato, ma guardando verso il futuro con il nuovo Regolamento bisogna presentare entro settembre il bilancio di previsione. A luglio si hanno le domande, così si possono correlare le eventuali previsioni in base alle domande. Le domande verranno tutte soddisfatte.
Date tempo ai Comuni. Il Comune stesso vuole avere un quadro della situazione quando presenta la domanda, e a marzo qualcuno aveva detto che c'erano già troppe scadenze.
Come ho detto prima: è nato prima l'uovo o la gallina? Possiamo discutere all'infinito, far prevalere quella che è una visione completa da parte dell'Ente locale che presenta la domanda o, invece, correlare le date alle esigenze di stesura dei documenti di bilancio da parte della Regione.
Ci sono argomenti sia in un senso sia nell'altro.
Consentiteci di fare questa sperimentazione e tireremo le conclusioni negli esercizi futuri.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 135) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio.
"1. Soppressione dell'intero articolo 10 (modifiche della legge regionale 14/1995).
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Confermo l'emendamento pur ritenendo che quest'emendamento non sia necessario, essendo la materia già normata dalla specifica legge regionale di riferimento.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Non essendoci né iscritti a parlare né dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 135), sul quale l'Assessore, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Vi sono in successione gli articoli 10 bis, 11, 11 bis, 11 quater, 11 ter dei quali sospendiamo la trattazione perché riguardano la materia dei trasporti. Mi pare che l'ora sia tarda per iniziare questa partita sulla quale, dalle notizie giunte, vi è necessità da parte del Consiglio di approfondire meglio.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 133) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio.
"1. Soppressione dell'intero articolo 12 (modifiche della legge regionale 11/2011).
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Con la consapevolezza di interpretare anche la volontà del Presidente Stara, primo firmatario, vista la comunicazione data dall'Assessore Sacchetto all'incontro con i Presidenti, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 133) è ritirato dai proponenti.
Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazioni di voto indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 132) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti Artesio.
"1. Soppressione dell'intero articolo 13 (modifiche della legge regionale 14/2006).
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

ritirato.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.31)



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