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Dettaglio seduta n.238 del 22/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.28 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta immediata n. 1088 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Contratti di fiume"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghe e colleghi.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1088, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Non devo certo essere io a ricordare all'Assessore Cavallera. che ha ricoperto, nella sua lunga carriera politica, anche la carica di Assessore all'ambiente di questa Regione, che con il Piano di tutela delle acque la Regione ha introdotto i contratti di fiume, che sono uno strumento di programmazione negoziata - così vengono definiti dalla legge - per gestire in maniera integrata (e sostenibile, vorrei aggiungere), gli interventi sui fiumi, avendo in mente un obiettivo, quello di fare in modo che i fiumi e i torrenti vengano messi al riparo da iniziative che, proprio perché non rispondenti ad una logica di programmazione, rischierebbero di produrre devastazioni e un forte impatto ambientale.
il caso del progetto di captazione delle acque sull'Elvo; progetto che è stato bocciato nei giorni scorsi dalla Comunità Montana e dai Sindaci.
Qualche giorno fa, in Sala Viglione, i rappresentati dell'Associazione Valle Elvo Viva - era presente anche il collega Laus - ci hanno illustrato non soltanto la contrarietà loro e di 3.000 persone che hanno firmato una petizione al progetto in questione, ma hanno anche sollecitato la Regione aspetto che invece condivido - a sottoscrivere al più presto, per quanto riguarda il fiume Elvo, un contratto di fiume.
grave che il Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, dopo aver esaltato il ruolo degli amministratori locali nonostante la contrarietà espressa da questi ultimi all'unanimità nei confronti del progetto di captazione delle acque sull'Elvo, abbia deciso di tirare diritto. Francamente, caro Assessore Cavallera, come lei ben sa non mi stupisce questo comportamento, anche perché conferma un po' il carattere coloniale della politica del Consorzio di bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese.
Identico discorso riguarda, ovviamente, la diga sul Sessera.
Io penso che in questi due casi - Elvo e Sessera - abbia senso lavorare per giungere quanto prima alla sottoscrizione di un contratto di fiume, proprio perché mi sembra di capire, leggendo ovviamente la legge e valutando le esperienze compiute in Regione in questi anni, che questo rappresenti lo strumento attraverso cui ricondurre questo progetto assieme a quello della diga sul Sessera e l'eventuale realizzazione di impianti idroelettrici - all'interno di una logica di programmazione negoziata.
Non a caso la Regione, a suo tempo, ha immaginato che il contratto possa essere realizzato ed articolato in tre fasi: una fase di preparazione, una fase di attivazione attraverso una concertazione che deve essere fatta sul piano locale, e, infine, una fase di attuazione.
La Regione, sempre a suo tempo, aveva stabilito i criteri per realizzare queste varie fasi e ha individuato, credo giustamente, nelle Province uno snodo fondamentale di questa politica. Questa è la procedura che deve portare alla sottoscrizione del contratto di fiume.
Assessore Cavallera, io credo che i torrenti Elvo e Sessera dispongano dei requisiti per essere considerati fiumi sui quali si possa sottoscrivere il contratto di fiume e, proprio per questo, ho presentato questa interrogazione, per sollecitare l'Assessore competente ad assumere un'iniziativa urgente ed immediata in tal senso, considerando l'Elvo e il Sessera due priorità. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Cercherò, se possibile, di restare nei minuti che sono concessi per la risposta. Tutt'al più, potrò fornire l'appunto scritto al Consigliere interrogante.
Circa la validità del metodo del contratto di fiume, lo diamo per scontato, perché è contenuto in documenti ufficiali predisposti dalle ultime Amministrazioni regionali, quindi chiaramente risultano condivisi.
Naturalmente, è da precisare che il contratto di fiume comunque non si sostituisce ai normali iter procedurali che sono da adottare per concedere, o meno, determinate autorizzazioni. Sotto questo profilo quindi, non è sostitutivo e nemmeno costituisce un rimedio; semmai è una modalità di analisi e di valutazione delle condizioni in essere e della fissazione di obiettivi futuri, soprattutto per adeguarsi alle disposizioni che ci sono a livello comunitario per quanto riguarda la qualità delle acque.
Noi abbiamo degli obiettivi da raggiungere entro il 2015 ed entro il 2021 fissati dalla Direttiva 2000/60: in Italia sono stati recepiti dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e sono condensati nel Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte.
Il processo di elaborazione di un contratto di fiume deve tener conto non solo della dimensione geografica ed ecologica di un fiume, ma anche dei sistemi di relazione che vi sono lì presenti. Per attivare un contratto di fiume è quindi necessaria una forte volontà e il sostegno di un insieme di soggetti locali, che, attraverso la sottoscrizione di un impegno formale, manifesti il proprio impegno e la propria intenzione a condurre tutto il territorio verso il contratto di fiume, al di là di localismi e di interessi particolari.
Chiaramente, i soggetti istituzionali sono quelli di riferimento per quanto riguarda i contratti di fiume, ad iniziare dalle Province, che hanno anche competenze proprie in materia di acque, soprattutto per quanto riguarda le derivazioni e la vicinanza.
Il soggetto coordinatore - di solito è la Provincia, insieme alla Regione, che segue la predisposizione di questi contratti - deve fare tutta una serie di verifiche.
Non si deve partire, quindi, da una singola problematica, ancorch importante, perché le valutazioni di impatto ambientale, cioè le procedure autorizzative, comunque sono già di tutela sia dal punto di vista della partecipazione, sia dell'esame di quelle che possono essere le valutazioni discordanti rispetto ai proponenti di varie iniziative. E soprattutto, il contratto di fiume in materia di derivazioni a scopo idroelettrico o irriguo può essere considerato come un accompagnamento o un qualcosa di riferimento. Ma al di là di tutte quelle che sono le considerazioni di merito - la tipologia del contratto di fiume, la sua qualità, gli elementi che lo costituiscono, le volontà che devono essere chiamate in causa e che devono essere verificate - nelle note finali dell'appunto che mi è stato fornito vi è una conclusione abbastanza significativa: l'Amministrazione regionale ritiene che sarebbe opportuno approfondire e predisporre un contratto di fiume esteso a tutto il bacino del Sesia e non solamente all'Evo o al Sessera.
Cambiando zona, andando ad esempio dalle parti che conosco più direttamente, poiché vi abito, c'è un importante corso d'acqua (l'Orba) con due affluenti significativi (il Lemme e il Piota). Anche lì ci sono problematiche storiche di utilizzo dell'acqua (la famosa diga di Molare) e nel caso particolare che dicevo prima, di raffronto con la regione Liguria in seguito ad anni di discussione è stato predisposto un unico contratto di fiume per tutto il bacino dell'Orba.
Pertanto, a conclusione delle considerazioni di merito e di criteri questo è l'indirizzo che viene segnalato dall'Assessorato: si arriverà probabilmente ad un contratto di fiume, ma in un'ottica di tipo un po' più complessivo.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta immediata n. 1086 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Comitato regionale di coordinamento per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, programmazione attività 2010/2012"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1086, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore Maccanti, come lei sa, l'oggetto di quest'interrogazione riguarda il Comitato regionale di coordinamento per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La recente normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e, più nello specifico, l'articolo 5 del decreto legislativo n. 81/2008, prevede la presenza di un Comitato nazionale che indirizza e valuta le politiche attive e coordina, sempre a livello nazionale, l'attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il Comitato nazionale ha l'obbligo, per l'espletamento delle proprie funzioni, di tenere in considerazione le indicazioni provenienti dai vari Comitati regionali.
Non sfuggirà a nessuno, e tanto meno a lei, che spetta alle Regioni pianificare le attività di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché sviluppare progetti per aumentare la protezione della salute dei lavoratori.
Se andiamo sul sito Internet della Regione Piemonte, vediamo che l'ultima relazione sull'attività dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro è datata 2010. In particolare, gli infortuni sono stati monitorati fino al 30 aprile di quell'anno.
Con questa premessa, spero che una sollecitazione possa essere utile per capire cosa sta facendo il Comitato regionale e cosa ha individuato per il triennio 2010/2012.
Concludo sottolineando che questa nostra richiesta non è un problema di lana caprina: l'EURISPES, sulla base degli 874.940 infortuni sul lavoro nel 2010, a livello nazionale (37 ogni 1000 occupati), ha calcolato un potenziale risparmio economico compreso tra i 438 milioni di euro, nel caso di una diminuzione degli infortuni pari all'1%, e 4,4 miliardi di euro nell'ipotesi di diminuzione del 10%.
importante che quello che si fa a livello nazionale possa essere corroborato e preceduto da una pari attività e diligenza in quest'ambito da parte della Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, l'Assessore alla tutela della salute e sanità riferisce quanto segue: Il Comitato regionale di coordinamento, ex articolo 7 del decreto legislativo 81/08, è composto - come ben sa l'interrogante - da enti ed istituti pubblici che, a vario titolo, si occupano di igiene e sicurezza del lavoro, e dalle rappresentanze delle parti sociali.
Esso non ha il compito di pianificare l'attività di vigilanza, compito che è demandato solo a quei soggetti, componenti del Comitato, che svolgono istituzionalmente attività di controllo.
A tal fine è costituito l'Ufficio Operativo della Vigilanza.
Per quanto riguarda l'attività attinente al Comitato, si è costituito un sottogruppo, con il compito di coordinare le attività di promozione e formazione alla sicurezza, data l'estrema importanza del tema e in considerazione del fatto che tali attività sono svolte autonomamente ed in modo poco coordinato, da quasi tutti i componenti del Comitato.
Negli ultimi mesi, il sottogruppo è pervenuto alla definizione della bozza di Direttiva per la gestione dei fondi ministeriali per la realizzazione di progetti formativi in ambito regionale.
La Direttiva è in via di approvazione a cura della Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro.
Il Comitato, che si è recentemente riunito in data 19 aprile 2012 e si riunirà nuovamente il prossimo 30 maggio, sta inoltre definendo ulteriori canali di collaborazione tra diversi enti.
Per quanto attiene, invece, al coordinamento delle attività di vigilanza vera e propria, che è competenza esclusiva di ASL, Direzioni Territoriali del Lavoro, l'Ufficio operativo ha elaborato un protocollo d'intesa.
Per quanto riguarda, infine, l'attività propria degli SPRESAL delle ASL piemontesi, che discende direttamente da quanto previsto dal Piano Nazionale della Prevenzione e di conseguenza dal Piano regionale, si rimanda a quanto già comunicato in occasione del question time del 20 aprile, che per comodità si riporta di seguito in estratto.
La copia della risposta predisposta dagli Uffici sarà consegnata all'interrogante.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1087 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Ipotesi chiusura linea ferroviaria Ovada-Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1087, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il tema è stato dettagliatamente illustrato dai rappresentanti delle Amministrazioni locali, ricevuti in audizione oggi, alle ore 13.00.
Si tratta dell'ennesimo contesto di applicazione della rivisitazione del programma triennale dei trasporti su ferro e gomma, in modo particolare riguardante l'ambito della provincia di Alessandria.
Come già abbiamo avuto occasione di sottolineare parlando dell'ambito Pinerolo-Torre Pellice, la preoccupazione avanzata dagli amministratori pubblici ha riguardato l'annuncio relativo alla chiusura della funzione per trasporto persone, delle attività della linea ferroviaria, che verrebbe invece salvaguardata per il trasporto delle merci, e la sostituzione con trasporto su gomma.
L'obiezione che gli amministratori comunali avanzano riguarda l'impossibilità di rendere un servizio ugualmente capillare e tempestivo data la particolare morfologia del territorio interessato e, in particolare, quello che dalla zona di Ovada si congiunge con la città di Alessandria, molto frequentemente interrotta a causa delle condizioni di maltempo o resa più lenta e disagevole nella percorrenza.
Poiché il tragitto su ferro oggi riguarda gli spostamenti obbligatori degli studenti per raggiungere le funzioni di scuola secondaria e universitaria, nonché di numerosi pendolari che convergono sul lavoro, in ambito privato o pubblico, sulla città di Alessandria, la richiesta degli Amministratori locali è di considerare la necessità di salvaguardare tale servizio anche per il trasporto passeggeri, poiché già che lo si salvaguarda per il trasporto merci.
I Sindaci hanno avanzato alcune proposte di riordino e contenimento che ridurrebbero a solo quattro, o forse tre, le attuali funzioni della tratta ferroviaria.
Le proposte avanzate dai Sindaci finora non sono state considerate o non hanno ricevuto risposta da parte dell'Amministrazione regionale, in modo particolare dell'Assessorato ai trasporti, cui è stata rivolta istanza di confronto.
Ci auguriamo, pertanto, che questa risposta possa essere rassicurante.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Per la Giunta regionale risponde il Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Qui siamo nell'ambito della manovra finanziaria nazionale relativa all'annualità 2012, che ha introdotto una serie di misure volte al risanamento economico-finanziario. L'avvio di questo processo e la riduzione dei trasferimenti economici dallo Stato alle Regioni ha significato una serie di provvedimenti mirati all'adeguamento della propria spesa, in relazione alle entrate previste.
Anche la Regione, nel segmento del trasporto pubblico locale, ha dovuto pertanto attivare una serie di misure volte all'efficientamento e alla razionalizzazione di tale sistema.
Desideriamo premettere che la Regione aveva già provveduto, nel corso della legislatura in corso, ad attivare una serie di azioni in tale settore volte a determinare una maggiore concorrenza sul mercato, al fine di produrre significativi risparmi gestionali nonché un miglioramento del servizio offerto all'utenza da parte delle imprese ferroviarie, per quanto riguarda il ferro.
Per l'efficientamento dei servizi di trasporto ferroviario locale è stato attivato sin dal marzo 2011 un Gruppo di lavoro tecnico, costituito appunto - da esperti, sia Funzionari della Regione sia di estrazione dell'Agenzia della mobilità metropolitana di Torino. Sono poi state adottate varie deliberazioni della Giunta e al momento vi è questo Gruppo di lavoro che sta analizzando nel dettaglio le ipotesi di previsione di rimodulazione del trasporto pubblico locale.
La metodologia di lavoro è stata quella di analizzare tutte le direttrici e le linee ferroviarie, al fine di individuare gli interventi finalizzati ad una razionalizzazione del servizio mediante la soppressione dei treni eserciti, mettendo in relazione alcuni criteri: la frequentazione dei treni, il costo del servizio, le alternative di viaggio, la tutela delle fasce deboli.
Al fine di realizzare questi obiettivi, i percorsi possono essere: la riduzione - e in alcuni casi la soppressione - del servizio al sabato o nei festivi, la riorganizzazione nelle ore di estrema punta del mattino e della sera (riorganizzazione, dunque, non soppressione), la soppressione dei treni di rinforzo, la rimodulazione del cadenzamento, la soppressione di alcune linee ferroviarie secondarie. L'ipotesi della soppressione totale delle linee ferroviarie secondarie a bassa frequentazione - dove il parametro di riferimento è la bassa frequentazione, pari ad una media di passeggeri/giorno per linea inferiore a 50 unità (perché questo equivarrebbe alla capienza di un autobus standard) - è stata presa in considerazione solo nei casi in cui le alternative ferroviarie analizzate non significavano efficientamenti significativi tali da giustificare il mantenimento.
Diciamo che quindi vi sono un ampio spazio di razionalizzazione del servizio e la possibilità di trasferire sulla gomma - non di abolire - una parte marginale dell'attuale servizio ferroviario.
Naturalmente sappiamo anche che in questa materia sono in corso dei contenziosi. Ovviamente la criticità che veniva sollevata in precedenza sugli altri provvedimenti della Giunta è stata proprio quella di un mancato adeguamento del Piano triennale e di un mancato confronto preventivo nella sede della Conferenza Regione-Enti locali, tutti adempimenti e percorsi che adesso verranno seguiti.
Per quanto riguarda, quindi, la specificità del trasporto passeggeri sulla linea Ovada-Alessandria e di quella complessiva Genova-Alessandria avendo ben coscienza, anche personale, dell'utilizzazione di questo tracciato, che costituisce una valida alternativa anche per le merci - sono tuttora in corso approfondimenti tematici con la Provincia. Il quadro è quello di un confronto generale con tutte le Province, su tutte le tematiche del trasporto ferroviario locale, al fine di assicurare e favorire il più ampio confronto di merito in relazione ai programmi che dovranno da loro essere assunti in materia di trasporto pubblico locale su gomma, con riferimento alle ipotesi regionali afferenti il Piano di efficientamento 2012 in materia di trasporto pubblico locale.
Questa è la volontà della Giunta regionale e dell'Assessore regionale competente. Credo quindi che, essendo significative, le audizioni in Consiglio regionale si iscrivano poi in un rapporto di confronto e - io mi auguro - anche di concertazione nelle sedi opportune, soprattutto quelle della Conferenza Regione-Enti locali e degli Accordi specifici che dovranno poi essere definiti con ogni singola Provincia.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta immediata n. 1089 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Ritardata emissione di fatture da parte degli Enti di certificazione del vino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1089, presentata dal Consigliere Segretario Ponso, riguardante la ritardata emissione di fatture da parte degli Enti di certificazione del vino. Meno male che non è presente il Consigliere Negro, altrimenti sarebbe sorto un problema veramente serio...
La parola per l'illustrazione al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente. Egregio Assessore, l'interrogazione che le sottopongo è relativa al fatto che gli Enti di certificazione del vino come, per esempio, Valoritalia - non hanno ancora potuto emettere fattura agli agricoltori che ne richiedono i servizi, in quanto la Regione Piemonte non ha fornito i dati necessari attraverso il Sistema SIAP.
Si tratta di un problema non indifferente, per il fatto che le fatture dovevano essere emesse lo scorso mese di dicembre. Siamo giunti a maggio senza che sia accaduto nulla.
Fortunatamente, le cifre in ballo non sono consistenti, ma bisogna considerare che sulle stesse è previsto un contributo che slitterà almeno di un anno, visti i ritardi di cui sopra.
chiaro che il Sistema SIAP, utilizzato dalla Regione Piemonte, ha dimostrato di non funzionare a dovere, però credo che questa giustificazione da sola non basti. Sono quindi a chiederle, egregio Assessore, se intanto è a conoscenza della situazione di cui stiamo parlando e, in seconda battuta, come pensa di intervenire con il suo Assessorato, affinché si possa ovviare agli inconvenienti riscontrati, sia per la situazione in essere sia per quella futura. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Anche in questo caso leggo la risposta predisposta dall'Assessorato all'Agricoltura.
A partire dalla vendemmia 2011, le strutture di controllo svolgono attività di certificazione delle produzioni enologiche a denominazione di origine, sulla base di una dichiarazione unica di vendemmia, produzione e rivendicazione presentata dalle aziende vitivinicole, tramite i rispettivi CAA, sul Sistema regionale SIAP.
La presentazione della dichiarazione unica è iniziata nelle settimane successive alla vendemmia - settembre/ottobre 2011 - spesso sotto forma di dichiarazione parziale, ed è terminata il 16 gennaio 2012, come da disposizioni comunitarie.
Successivamente a tale data, i CAA delle Organizzazioni professionali agricole hanno richiesto alla Regione Piemonte di poter accedere al Sistema SIAP per apportare correzioni alle dichiarazioni, a seguito di errori di imputazione del dato o per cause di forza maggiore; per esempio il mancato trasferimento delle dichiarazioni F1 provenienti da fuori Regione e in merito a mosti non a denominazione di origine.
Tale possibilità è stata consentita, con determinazione dirigenziale 49 del 26 gennaio 2012, su presentazione di dichiarazione sostitutiva del CAA che individuasse i casi specifici e ne motivasse la necessità di accesso al Sistema. Questa fase è terminata il 16 marzo 2012.
Secondo le disposizioni dell'art. 13 del D.lgs. 71/2010, a partire dal mese di ottobre e dopo i necessari controlli informatici, è stato dato accesso alle strutture di controllo al sistema SIAP per la consultazione delle dichiarazioni uniche parziali o complete.
Contestualmente, è stata attivata una fornitura massiva settimanale per la struttura Valoritalia e per le Camere di commercio collegate al servizio Infocamere, nonché specifiche funzioni di reportistica per le rimanenti strutture di controllo.
Tale fornitura è proseguita anche dopo la scadenza del 16 gennaio con l'esclusione di quelle dichiarazioni per le quali era stato richiesto l'accesso al sistema SIAP da parte dei CAA per apportare le correzioni.
Solamente per questi ultimi casi richiesti dalle aziende o dai loro CAA, il sistema SIAP non ha potuto evidentemente fornire immediatamente le informazioni necessarie alla struttura di controllo per effettuare la certificazione.
Si tratta quindi di alcune decine di casi su un numero complessivo di 17.452 dichiarazioni uniche presentate su SIAP in Piemonte che non sono attribuibili al cattivo funzionamento del sistema, ma semplicemente dovuti a richieste specifiche delle aziende vitivinicole che chiedevano di agire a sistema successivamente alla data di chiusura della presentazione della dichiarazione unica, a causa di errori di imputazione del dato da parte dei CAA o di mancata disponibilità aziendale dei documenti provenienti da altre aziende, generalmente a seguito di trasferimenti da fuori Regione.
Peraltro va ribadito che la vendemmia 2011 ha rappresentato il primo anno di adeguamento del sistema alle nuove norme di settore e il SIAP si è dimostrato in grado di gestire con buoni risultati la dichiarazione unica anche in considerazione della contestuale attuazione del piano operativo di allineamento delle superfici abitate, della recente modifica di ben 33 disciplinari di vini ad DOC o OCG, nonché della creazione dell'elenco regionale delle vigne.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1090 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Gravi ritardi nei pagamenti delle Agenzie Formative piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1090, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è volta a conoscere quale sia il dato reale rispetto ai ritardi di pagamenti che le Province avrebbero avuto in questo periodo e che, di conseguenza, fa sì che sussisteva nella formazione professionale e che ci sia un ritardo di risorse e quindi il flusso di cassa all'interno delle agenzie. Fa sì che queste non siano in grado in questo mese di pagare buona parte degli stipendi.
Recuperato il dato della Provincia di Torino, tra gli anticipi che questa ha effettuato e i ritardi di pagamenti rispetto alle attività che nel frattempo sono andate avanti, risulta essere di importi assolutamente preoccupanti, se questo corrispondesse al vero, cioè pari a 100 milioni di euro.
La domanda è volta a conoscere il reale stato della situazione, a capire quali sono gli strumenti che s'intende mettere in atto e se ci fossero soluzioni che l'Assessorato sta pensando per garantire un pagamento delle attività esercitate dalle Province e quindi dalle agenzie stesse per evitare che ci siano situazioni per le quali il sistema è costretto a non erogare gli stipendi mensili.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Siamo tutti a conoscenza del fatto che non è il primo anno che abbiamo dei ritardi nei trasferimenti dei fondi alle Province per quanto riguarda la formazione, ma il tema dei ritardi nei trasferimenti è un tema ormai di anni. E come la Consigliera Pentenero sa, visto che faceva l'Assessore questa era una costante anche nella precedente legislatura, a fronte del fatto che comunque si scontano dei gravi problemi di liquidità in capo alla Regione e chiaramente a questo punto per quanto riguarda i trasferimenti alle Province.
Fin dall'estate del 2011 abbiamo provveduto ad introdurre, attraverso il supporto della Finpiemonte, un sistema di anticipo da parte della Finpiemonte, il cosiddetto cash pooling, che ha permesso all'Assessorato di cui ho competenza a fronte del fatto che siamo uno di quegli Assessorati che utilizzando risorse europee con la rendicontazione che si provvede a fare e con ritardi minimi per quanto riguarda l'erogazione delle risorse a fronte della rendicontazione, c'è la possibilità di andare in anticipo attraverso lo strumento che ci mette a disposizione la Finpiemonte.
Tra le altre cose, nel mese di dicembre 2011 è stato approvato un provvedimento deliberativo proprio in merito a questa autorizzazione. Noi stiamo utilizzando costantemente lo strumento del cash pooling insieme alla Finpiemonte, anticipando trimestralmente circa 20 milioni di euro rispetto a quello che potremmo utilizzare attraverso le casse regionali.
In questi giorni stiamo autorizzando nuovamente un cash pooling di circa 20 milioni di euro e ci siamo già confrontati con le Province per verificare quali saranno gli interventi immediati da porre in pagamento.
Tengo a sottolineare che la dichiarazione attinente ai 100 milioni che ad oggi la Provincia di Torino avrebbe anticipato, in realtà è una cifra importante ma inferiore ai 100 milioni. Ma prendo atto della grande disponibilità che fino ad oggi la Provincia di Torino ha dato alla Regione Piemonte di andare in anticipo, cosa che in altre Province non siamo riusciti a fare.
chiaro che il costante monitoraggio della situazione ci ha anche permesso di attivare dei meccanismi che possano consentire un più agevole accesso al credito da parte delle agenzie formative. Tant'è che con la collaborazione anche degli altri Assessorato, stiamo mettendo in campo delle misure dedicate allo smobilizzo dei crediti per le agenzie di formazione in particolare, in analogia con quanto sta già avvenendo per le piccole e medie imprese con la misura delle attività produttive (la 1.4) che verrà utilizzata anche per le agenzie formative, a fronte di una variazione di intervento nella misura.
Costantemente monitoriamo insieme alle Province, la scorsa settimana abbiamo fatto l'ultima riunione insieme alle Province per verificare, man mano che si liberano risorse, su quali delle direttive andare a versare gli anticipi.
chiaro che in questo momento, così come altri Assessorati, scontiamo una mancanza di liquidità legata anche al fatto che il trasferimento delle risorse nazionali sta arrivando con dei tempi che non possiamo definire assolutamente celeri.
In questo momento lo strumento principe che stiamo utilizzando, grazie alla disponibilità anche del nostro Ente strumentale, è quello del cash pooling che per la prima volta abbiamo utilizzato l'anno scorso e che ci permette di andare in anticipo ed è quello che stiamo facendo e che faremo anche nei prossimi mesi.


Argomento: Difensore civico - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1091 presentata dal Consigliere Laus, inerente a "Intervento del Difensore Civico a difesa del principio di continuità assistenziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1091, presentata dal Consigliere Laus, che ha la parola per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Dopo un anno di denunce da parte mia e da parte delle associazioni che tutelano i malati non autosufficienti e le loro famiglie, siamo di nuovo qui a parlare delle liste d'attesa per l'accesso ai servizi socio-sanitari e della loro illegittimità.
Poiché non è bastato portare all'attenzione della Giunta i pronunciamenti della Magistratura ordinaria sull'argomento, spero di avere maggiore fortuna oggi nel sottoporre l'inequivocabile parere espresso dal Difensore Civico regionale il 14 maggio u.s., nel quale si individuano profili di responsabilità a carico di questo Ente, laddove negando agli aventi diritto la continuità dei progetti sanitari e assistenziali, li costringe a farsi carico in proprio delle spese necessarie alla propria cura.
Come indicato nella mia interrogazione, sono numerose le segnalazioni riguardanti i gravi casi di violazione del principio di continuità assistenziale che sono giunte al Difensore Civico.
In parole povere, questi cittadini tutti malati cronici non autosufficienti, una volta trascorso il periodo di degenza in regime di dimissione protetta, a seguito di un ricovero ospedaliero, sono stati scaricati dall'ASL e rimandati a casa senza un progetto di cure domiciliari e con la prospettiva di anni di attesa per un posto in casa di riposo.
Peggio ancora è andato a chi si è opposto alle dimissioni, non potendolo cacciare dalla struttura in cui era ricoverato, l'azienda ha pensata di recapitargli la fattura per intero delle spese sostenute compresa la quota sanitaria che - non mi stancherò mai di ricordarlo - in base alle leggi vigenti deve essere pagata dalla Regione.
Adesso ce lo ricorda anche il Difensore Civico e si avvale addirittura del vocabolario della lingua italiana, qualora a qualcuno non fosse chiaro il significato di "continuità assistenziale", cui questa Regione dedica un'apposita DGR, la n. 72 del 2004.
Il parere del Difensore civico definisce come responsabilità giuridicamente rilevante l'inadempienza, da parte della Regione, rispetto al principio di continuità assistenziale con la previsione delle liste d'attesa, configurandola come fattispecie di cattiva amministrazione.
Faccio presente che, anche nella recente delibera n. 27 del 2012, la Giunta sembra prendere atto che si tratta di diritti immediatamente esigibili, in linea con quanto già sancito dalla DGR n. 72. Ora resta da chiarire - e lo chiedo una volta ancora qui oggi - come e quando la Giunta intenda pretendere dai suoi Direttori generali l'effettiva attuazione di tali disposizioni di legge.
Se possibile, oltre alla risposta orale, vorrei avere anche la copia scritta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interrogante ha già citato la delibera n. 27 del 28 marzo 2012 mediante la quale la Giunta regionale ha individuato, per la rete territoriale, i criteri e le modalità per il miglioramento dell'appropriatezza e della presa in carico territoriale dei soggetti a cui si fa riferimento.
Com'è noto, il Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 individua tra gli obiettivi il miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie per una reale presa in carico degli utenti del servizio sanitario regionale attraverso un impegno professionale, individuale e di sistema.
Quest'ultimo deve tendere a realizzare modalità organizzative che permettano il superamento della frammentazione nata dallo sviluppo di competenze ultraspecialistiche attraverso un intervento integrato ed intersettoriale tra le diverse componenti professionali intra ed extraospedaliere.
Diventa pertanto fondamentale la definizione delle relazioni funzionali sia tra le diverse realtà organizzative che all'interno delle stesse, al fine di combinare esigenze di qualità e di efficienza operativa di ciascuna struttura con le ragioni dell'efficienza allocativa del sistema.
Risulta pregiudizievole, quindi, una appropriata rilevazione dei bisogni e l'individuazione di risposte adeguate sia sotto il profilo dell'appropriatezza clinico-assistenziale che dell'appropriatezza organizzativa.
Per quest'ultimo aspetto è basilare che il modello organizzativo abbia al centro il paziente, assicurando concretamente quella continuità assistenziale in grado di operare nell'ambito di un'integrazione reale tra ospedale, professionisti presenti sul territorio, strutture territoriali fornendo quindi ai bisogni assistenziali risposte appropriate, sicure ed efficaci.
Risulta evidente, di conseguenza, che gli strumenti principali per assicurare la continuità della presa in carico e dell'assistenza sono il modello organizzativo, le reti, i processi, i ruoli e le competenze.
Per restare nei tre minuti a mia disposizione, tralascio una serie di considerazioni che poi l'interrogante leggerà direttamente nella risposta scritta e mi avvio verso la conclusione.
L'elemento centrale del processo di continuità assistenziale è, come dicevo prima, la presa in carico del paziente dall'inizio fino al completamento del suo percorso di cura, senza alcuna soluzione di continuità nel ricevere cura e assistenza dai vari soggetti erogatori: il medico di medicina generale, le strutture di ricovero ospedaliero sia per attività in acuzie che di post-acuzie, le strutture specialistiche ambulatoriali, le strutture che assicurano l'assistenza domiciliare e riabilitativa, le strutture di assistenza sanitaria e socio-sanitaria territoriale.
Nello specifico, la già citata delibera n. 27 del 2012, definisce puntualmente il percorso integrato di continuità di cura ospedale territorio all'interno della rete dei servizi per interventi di tipo sanitario e socio-assistenziale, nonché le modalità operative.
Infatti, tenuto conto che l'elemento centrale del processo di continuità assistenziale è la presa in carico del paziente dall'inizio fino al completamento del suo percorso di salute senza alcuna soluzione di continuità nel ricevere le cure e l' assistenza dai vari soggetti erogatori, l'allegato (che poi le consegnerò) alla presente descrive il modello organizzativo per garantire all'utente un percorso integrato di continuità di cura ospedale-territorio all'interno della rete dei servizi per interventi di tipo sanitario e socio-assistenziale.
Pertanto, la succitata delibera n. 27 stabilisce che le Aziende sanitarie regionali predispongano specifica proposta organizzativa per la realizzazione del percorso di continuità di cura. La proposta dovrà essere formulata con riferimento al modello organizzativo descritto in precedenza.
Inoltre, le proposte organizzative formulate dalle singole Aziende sanitarie regionali saranno oggetto di valutazione da parte regionale per la verifica di congruità con gli indirizzi regionali in materia e costituiranno successivamente oggetto di modifica dei singoli atti aziendali da parte delle Aziende sanitarie regionali, secondo quanto previsto dalla delibera che regola gli atti aziendali n. 80/2000.
Infine, la Direzione Sanità, Settore Organizzazione dei Servizi Sanitari Ospedalieri Territoriali, adotterà i necessari atti per l'attuazione della delibera di Giunta regionale n. 27 e per la creazione di un sistema informativo per la gestione on line dei pazienti in continuità assistenziale che accompagni il paziente nei vari percorsi assistenziali cui accede, in modo da garantire le informazioni cliniche e terapeutiche necessarie ai vari punti della rete dei servizi sanitari e socio assistenziali.
Una parola di commento. Io credo che l'aver approvato il Piano Socio Sanitario, l'aver adesso nominato i Direttori che hanno nominato a loro volta lo stato maggiore delle Aziende sanitarie e la spinta che viene dell'Assessorato, come ci relaziona l'Assessore Monferino, mi auguro che possano incidere in modo determinante nella direzione auspicata non solo dall'interrogante, ma penso da tutti noi.


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione n. 1092 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Perplessità a proposito del progetto STEPS - Missione su Marte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1092.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce a causa di alcune comunicazioni, diciamo così molto enfatizzate che sono state trasmesse dai media locali nelle settimane e nelle giornate passate.
Di fatto, abbiamo verificato che è in corso su queste annualità, a partire dal 2009, un finanziamento al progetto STEPS, legato alla potenziale futura missione cosiddetta Exo-Mars, condotta in collaborazione con l'Agenzia aerospaziale russa, che attribuirebbe, da parte delle risorse regionali, una quota di 10 milioni, a partire dal 2009, quindi in diverse tranche, che, chiaramente, è stata deliberata come stanziamento nella scorsa legislatura.
Abbiamo appena terminato l'analisi e la votazione del bilancio di previsione, credo siano tutti informati e molto attenti per quanto riguarda la maggiore parte di quei settori che ritengo importanti e vitali per la vita dei cittadini piemontesi, a partire dal settore socio-sanitario per arrivare al settore dei trasporti pubblici, ma se ne potrebbero elencare molti. Non ultimo, richiamo l'espressione di volontà rispetto all'importante istituto del referendum regionale, che, di fatto, è stato annullato, per un risparmio, quindi per devolvere - pare, a parole - parte di queste risorse ad altri settori.
Riteniamo sarebbe stata necessaria una riflessione da parte della Giunta, soprattutto del Presidente Cota, rispetto all'utilizzo di queste risorse per un settore che si ritiene abbia potenziali ripercussioni in un tempo medio-lungo anche a livello quotidiano e tecnologico rispetto ad altre attività, quale l'esplorazione spaziale, ma che, dal nostro punto di vista, non risulta così determinante in una contingenza finanziaria ed economica così critica, direi quasi tragica.
La richiesta circa le motivazioni per cui non si sia valutato, viste le premesse testé elencate, in qualche modo, di uscire, magari un passo alla volta, da questo tipo di finanziamento, è rivolta all'Assessore. Infatti le risorse - i 10 milioni uniti ai 6 milioni provenienti dall'Unione Europea - ci sembrano cospicue e, probabilmente, potevano essere utilizzate in altro modo, trattandosi, altresì, di somme non interamente deliberate in questa legislatura. Quindi, di fatto, anche da un punto di vista politico l'esito sarebbe potuto essere piuttosto importante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore alla tecnologia delle comunicazioni

Grazie, Presidente.
L'interrogazione - lo dico con rispetto per il collega, che, comunque dà la possibilità di parlare di un tema importante - contiene molte imprecisioni. I fondi stanziati per sostenere questo progetto, in realtà finanziano un progetto più ampio, quello della Piattaforma aerospaziale.
Sono fondi strutturali europei che hanno vincoli di destinazione ben precisi. In questo caso, sono i fondi dell'Asse per le aziende di Ricerca e Sviluppo, quindi non possono essere destinati ad altro.
La risposta all'interrogazione potrebbe terminare qui, ma per rispetto e dignità do qualche elemento ulteriore.
Per quanto riguarda il primo, è vero che la Piattaforma Aerospazio Fase 1 deriva da un'impostazione della precedente Amministrazione, ma è anche vero che la Piattaforma aerospaziale è uno dei pochi strumenti di politica industriale su cui abbiamo lavorato in continuità o, almeno, cercando di apportare dei miglioramenti dal nostro punto di vista e secondo la nostra sensibilità.
Provvedo a leggere una nota, che ovviamente metto a disposizione del collega: "Premesso che, diversamente da quanto specificato nell'interrogazione, il progetto STEPS non è legato né vincolato all'attività di ROSCOSMOS (Agenzia Spaziale della Federazione Russa); il costo complessivo del progetto è di poco oltre i 16 milioni di euro, di cui circa 10 coperto da fondi pubblici (europei e regionali) e oltre 6 da investimenti privati; si precisa che il suddetto progetto è, ormai, nella fase di rendicontazione finale, dopo aver generato importanti ricadute industriali che hanno coinvolto due grandi imprese, ventidue Piccole e Medie Imprese e tutte le Università piemontesi, includendo sia professionalità senior sia un rilevante numero di giovani tecnici e ricercatori, come evidenziato nella dimostrazione finale del 9 maggio scorso. Anche se non fossero ancora stati impegnati e spesi, l'eventuale distrazione di suddetti fondi dedicati al sostegno della ricerca e sviluppo per altre finalità costituirebbe grave illecito.
Il progetto STEPS fa parte di una Piattaforma che utilizza fondi europei per ricerca e sviluppo, quindi o utilizzati per tale scopo o del tutto non disponibili.
La Piattaforma ha consentito di portare la comunità delle Grandi e Piccole Aziende piemontesi del settore, nonché degli Istituti di ricerca alla soglia della costituzione del Distretto Piemonte Aerospazio.
La ricerca spaziale, da decenni, è alla base di innumerevoli ricadute tecnologiche nei beni di comune utilizzo.
Gli effetti della ricerca sono verificabili in tempi brevi in termini di contratti delle Agenzie spaziali e di consistenza degli impianti e della forza lavoro sul territorio, e in tempi medio-lunghi in termini di ricadute sui mercati dei beni di consumo.
Il progetto STEPS beneficia di un contributo del fondo rotativo regionale di 503.300,00 euro e di un contributo in conto capitale di 9.476.612,68 euro, a fronte di un costo totale pari a 16.843.694,94 euro.
Nel perimetro della SE STEPS ha portato avanti una gamma diversificata di tecnologie, scelte tra quelle abilitanti la Space Exploration e strategiche per difendere la suddetta posizione di leadership negli scenari del decennio 2010-2020".
La nota, che deposito, anche per stare nei tempi, contiene una serie ulteriore di elementi, che permette al collega di avere contezza di un fatto: la ricerca industriale nel settore delle esplorazioni aerospaziali non è un capriccio, ma un'occasione per le piccole e medie imprese di lavorare insieme alle grandi, quindi di innalzare la capacità di innovazione, di ricerca e di sviluppo, perché le risultanze di questa ricerca possono essere impiegate per mille altri utilizzi anche nella vita comune. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo - Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 1094 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Quanto costa alla Regione il referendum sulla caccia annullato in corso d'opera?"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1094, presentata dal Consigliere Stara, che ha la parola per l'illustrazione.



STARA Andrea

La domanda è contenuta già nell'oggetto dell'interrogazione.
Chiediamo, ad oggi, di conoscere i dati di cui è in possesso l'Assessore circa le spese che la Regione deve rimborsare ai Comuni e le spese che, invece, ha già sostenuto direttamente la Regione, ad esempio per l'acquisto della carta, o per quanto riguarda i Comuni, ovviamente mi riferisco alle spese più consistenti, cioè probabilmente quelle legate all'aggiornamento delle liste elettorali, ai manifesti e ai tabelloni. Se il quadro non fosse completo, chiedo se c'è una scadenza entro la quale i Comuni devono procedere ad una ufficializzazione.
Ho letto che c'è una sorta di delibera di Giunta in cui viene indicata la data entro la quale vengono rimborsati i costi, però chiederei da parte sua un aggiornamento su questo tema. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore al controllo di gestione e alla trasparenza amministrativa

Grazie, Presidente.
Come giustamente ha già detto l'interrogante, la risposta di oggi non può che essere interlocutoria in ordine all'ammontare dei costi che la Regione Piemonte sosterrà. Ricordo che sono in corso alcune procedure anche in esito ad una delibera di Giunta approvata la scorsa settimana, che stabilisce le procedure e, soprattutto i tempi, un mese dalla data di pubblicazione della delibera nel Bollettino Ufficiale, entro i quali i Comuni devono rendicontare quali sono le spese ammissibili e sostanzialmente, quali sono le regole alle quali i Comuni devono attenersi.
evidente che ad oggi non siamo in condizione di identificare con esattezza i costi dei Comuni proprio perché la procedura è stata arrestata in una fase intermedia rispetto a taluni adempimenti che facevano capo ai Comuni stessi, pertanto gestiti in autonomia da ognuno di essi.
Il Presidente della Giunta regionale ha emanato, anzitutto, una circolare, la n. 8 del 16 maggio, inviata a tutti i Comuni e per conoscenza alle Prefetture del Piemonte, con cui sono stati forniti ulteriori chiarimenti riguardo i termini e le modalità di rimborso delle spese sostenute. Si è poi richiesto ai Comuni di voler trasmettere celermente (entro un mese dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del decreto di sospensione dell'attività referendaria) i rendiconti delle spese.
La finalità è duplice: garantire nel più breve tempo possibile i rimborsi, stante la non avvenuta assegnazione degli acconti, ed avere piena contezza dei costi referendari. Non appena pervenuta la totalità delle richieste da parte dei Comuni si sarà in grado di fornire l'esatta quantificazione.
Oggi possiamo dire che il capitolo di bilancio di riferimento per garantire la copertura dei costi referendari è il n. 133085/2012.
Attualmente la Direzione competente ha disposto la spesa di euro 433.791,05. La somma di 26.995,10 è già stata liquidata per il pagamento della fornitura di: manifesti per la convocazione dei comizi referendari cartoline avviso per elettori residenti all'estero, n. 6 (Ref); manifesti di convocazione dell'ufficiale elettorale in pubblica udienza per il sorteggio degli scrutatori, n. 7 (Ref); manifesti contenenti avvertenza agli elettori sulla tessera elettorale, 8 (Ref).
La somma di euro 406.795,95 è destinata al pagamento della fornitura del materiale richiesto all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (carta per la stampa delle schede elettorali, urne, buste, pacchi di cancelleria manuali) totalmente riutilizzabile. Quindi è una spesa considerevole che potrà essere riutilizzata dalla Regione Piemonte in future consultazioni elettorali.
Non appena in possesso della risposta compiuta all'interrogazione, sarà nostra cura fornirla all'interrogante e a tutto il Consiglio.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1095 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Fondo sociale e disagio abitativo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1095, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione in oggetto vogliamo porre una preoccupazione legata alla gestione del fondo sociale, destinato al disagio abitativo.
Dal 2012 è entrata in vigore la legge regionale sul fondo sociale, n. 3 del 2010, così come il regolamento regionale. Vogliamo ricordare che ora saranno necessari nuovi requisiti: essere in possesso di un indicatore ISEE non superiore a 6 mila euro e aver pagato bollette riferite all'anno 2012 per un importo pari al 14% del proprio reddito e, comunque, non inferiore a 480 euro.
Abbiamo già avuto riscontri dai territori che l'acuirsi della crisi economica renderà complicato, per molti nuclei familiari, sottostare a quel regolamento che prevede, comunque, da parte di chi vuole accedere al fondo per la morosità incolpevole, di dare, un fondo da parte del nucleo familiare. In questo senso, è chiaro che per quanto riguarda le amministrazioni locali si pone il tema di destinare, a loro volta, delle risorse per le situazioni più disperate, in modo che queste possono accedere al fondo per la morosità incolpevole.
Da poco abbiamo approvato il nuovo bilancio, abbiamo discusso anche di eventuali ampliamenti di entità più o meno significative rispetto al fondo sociale destinato a questa emergenza, quindi, data l'urgenza e il complicarsi delle situazioni sul territorio piemontese, volevamo interrogare il Presidente della Giunta e l'Assessore per comprendere, sulla base della situazione che si è evidenziata e che si andrà a verificare nei prossimi mesi, quanto si stima sia destinato alla copertura del Fondo sociale e se sia sufficiente al fabbisogno emergente.
chiaro che si tratta di una domanda cui non è facile dare una risposta.
Ed è altrettanto chiaro che la domanda, dal punto di vista del bisogno purtroppo potrà accentuarsi con il passare, ma volevamo capire qual è la domanda che si stima e che, comunque, si riuscirà a soddisfare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia residenziale

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si forniscono alcuni elementi di riscontro.
In sede di prima applicazione della disposizione normativa che impone la definizione della quota minima da corrispondersi da parte degli assegnatari per poter beneficiare della condizione di morosità incolpevole e, di conseguenza, dei contributi di cui al fondo sociale regionale - la Giunta regionale, in assenza di parametri certi di confronto, ha effettuato delle simulazioni sulla base di dati e proiezioni resi disponibili dalle Agenzie Territoriali per la Casa, relativi ad un numero di assegnatari corrispondente al 60% circa del totale regionale (30 mila assegnatari circa su 50 mila).
Dette simulazioni si sono concentrate su nuclei teoricamente in possesso del requisito di cui all'articolo 7, comma 1 lettera a) del Regolamento regionale n. 14 del 4 ottobre 2011 (Regolamento dei canoni di locazione), approvato dal Consiglio regionale, cioè sui nuclei in possesso di un ISEE teorico non superiore a 6 mila euro.
Ciò premesso, le simulazioni sono state condotte al fine di definire una somma minima da porre a carico degli assegnatari che fosse economicamente sostenibile per i nuclei stessi e tale da determinare un esborso a carico della Regione (che, per legge, è tenuta a coprire almeno il 60% della morosità incolpevole) e di conseguenza dei Comuni, per la parte mancante, presumibilmente congruo con quanto disponibile per gli esercizi precedenti per la medesima finalità (al momento lo stanziamento sembrerebbe sufficiente).
Le nuove procedure previste dal Regolamento regionale n. 15 del 4 ottobre 2011 consentono, peraltro, di conoscere l'esatta entità della morosità incolpevole solo al termine dell'esercizio finanziario di riferimento. Quindi, solo a giugno dell'anno 2013 sarà possibile conoscere con esattezza le somme che la Regione e i Comuni dovranno corrispondere a copertura della morosità incolpevole maturata nell'anno 2012.
Alla data odierna, infine, si evidenzia che lo scrivente assessorato non è ancora a conoscenza della somma definitiva iscritta a bilancio regionale per l'anno 2012, relativa al capitolo del fondo sociale regionale (questo lo dicevano prima di approvare il bilancio, adesso lo sappiamo).
Una considerazione finale di tipo complessivo. È chiaro che, da un punto di vista della domanda, non possiamo che attenderci un aumento. Sotto questo profilo, come si dice, non scopriamo l'acqua calda.
Detto ciò, dobbiamo anche considerare le esigenze sociali nel loro complesso. Se è vero che vi è una legge regionale che obbliga Regioni e Comuni ad intervenire e pagare la differenza, che non può essere pagata dall'interessato. Ferma la quota parte, mi sembra che abbiamo fissato in 140 euro il minimale che deve essere pagato in ragione di anno, perché non si poteva ipotizzare il pagamento zero. È pur vero che vi è poi un mercato privato dell'allocazione, dove agisce la legge nazionale 431, che quest'anno ha visto il disimpegno da parte dello Stato.
Probabilmente in fase di assestamento, o comunque con il prossimo bilancio, questa è materia che dovrà essere approfondita, per dare soluzioni organiche, magari anche ridefinendo le priorità. Personalmente non lo escludo, se vogliamo far sì che la spesa sociale risponda ad un principio di dare di più a chi ha più bisogno.
Questa è una considerazione.
Per correttezza devo anche dire che il minimale dei 140 euro serve per essere in regola e accedere al fondo sociale, ma, da quanto mi risulta l'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo nell'area metropolitana torinese assiste già più di mille casi. Bisogna dare atto che questa antica istituzione torinese ha già fatto, con il suo servizio sociale, un intervento integrativo che giustifica anche cifre che pensavamo maggiori ma poi si va a fondo e si vede che c'è il milione o il milione e mezzo che mette l'Ufficio Pio, attraverso mille rivoli, che sono gli interventi alle singole famiglie assistite dall'Ufficio Pio.
Noi comunque abbiamo una visione d'insieme e cerchiamo di operare al meglio.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.38 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bussola, Cantore, Cota Giordano, Leo, Maccanti e Sacchetto.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime del terremoto in Emilia Romagna


PRESIDENTE

Domenica 21 maggio, alle ore 04.05, una vasta zona dell'Emilia Romagna è stata colpita da un evento sismico con gravi effetti e un doloroso bilancio di vite umane: 7 morti, 50 feriti e oltre cinquemila sfollati.
Numerose altre scosse di assestamento si sono verificate nelle giornate di domenica e lunedì, causando ulteriori danni alle abitazioni e al patrimonio storico e artistico, la cui reale entità potrà essere valutata solo quando l'emergenza sarà terminata.
Questo luttuoso evento ha profondamente colpito l'opinione pubblica italiana, rimandando la memoria al tragico terremoto che colpì L'Aquila nel non tanto lontano 2009. Come allora, il servizio della Protezione Civile del Piemonte è stato messo a disposizione per le operazioni di soccorso.
Convinto di interpretare i sentimenti di tutta l'Assemblea, ho espresso il nostro profondo cordoglio al Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna, ai familiari delle vittime, e sincera solidarietà e vicinanza ai feriti e a tutta la popolazione, anche da parte delle comunità piemontesi, in questo difficile momento.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio per le vittime.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno collegati n. 703 708 e 710)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 129, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Avevamo sospeso la trattazione del punto, in quanto la Giunta aveva chiesto di poter conferire con alcuni Consiglieri per riordinare l'attività emendativa sul provvedimento.
Pertanto, ha chiesto di intervenire la Giunta regionale per riferire all'Aula gli esiti del lavoro svolto nella seconda parte della mattinata.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Ravello: al comma 3 dell'articolo 14 sostituire le parole "... sino alla data di sottoscrizione della convenzione istitutiva delle competenze d'ambito" con le parole "... sino alla data di conferimento delle posizioni di cui al comma 5".
Emendamento rubricato n. 104) presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Ravello: il comma 5 dell'articolo 14 è sostituito dal seguente: "5. Le conferenze d'ambito, entro 90 giorni dalla data di sottoscrizione della convenzione istitutiva, valutano ed approvano con la maggioranza qualificata dei ¾, la proposta di conferimento delle posizioni relative al personale di cui al comma precedente, in funzione dei propri fabbisogni operativi, nonché il conferimento delle posizioni attive e passive, al fine di garantire l'equilibrio patrimoniale. Per tutto quanto non oggetto di conferimento di cui al presente comma si applica quanto previsto al comma 9 del precedente articolo".
Dopo il comma 5 dell'articolo 14 inserire il seguente: "5bis. Le conferenze d'ambito all'atto del conferimento di cui al comma 5 subentrano nei rapporti giuridici attivi e passivi, ivi compresi quelli relativi al personale in servizio alla data del 31.12.2010, individuati ed approvati ai sensi dei commi 4 e 5 del presente articolo".
Emendamento rubricato n. 105) presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Ravello: al comma 9 dell'articolo 14 le parole "a decorrere dalla data di sottoscrizione della convenzione istitutiva delle conferenze d'ambito" sono sostituite con le seguenti: "a decorrere dalla data di conferimento della conferenza d'ambito".
Dopo il comma 9 dell'articolo 14 inserire: "comma 9bis. Decorsi inutilmente i termini di cui al comma 5 del presente articolo, il Presidente della Giunta regionale, previa diffida, provvede in sostituzione degli enti inadempienti".
La parola all'Assessore Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Innanzitutto, ringrazio il Consiglio per la disponibilità che ha dimostrato nel volere contribuire al lavoro di ulteriore e, auspico definitiva, definizione di quello che già, come avevo annunciato in un mio precedente intervento, si annunciava come l'articolo che andava a disegnare, o comunque ad indicare, il percorso da seguire nella fase più delicata del processo di riforma strutturale del sistema di governance dei rifiuti.
In particolare, Presidente, ne approfitto per illustrare i tre emendamenti poc'anzi presentati, due dei quali non sono altro che la resa in coerenza del testo successivamente all'introduzione di una modifica dell'intero comma 5 dell'articolo 14, la cui ratio, come ho già avuto modo di rappresentare questa mattina, è quella di trovare lo strumento che mettesse d'accordo le diverse visioni di un medesimo problema. Ci trovavamo di fronte ad un caso in cui Giunta, Gruppi di maggioranza e Gruppi di minoranza consiliare avevano la consapevolezza condivisa della necessità di individuare un meccanismo che evitasse, nella fase di passaggio di competenza, quindi nel trasferimento delle funzioni, che le inefficienze e le scarse virtuosità manifestatesi in alcuni settori del sistema e in alcune aree del nostro territorio fossero scaricate sui nuovi soggetti.
Quello che si è voluto fare, non senza fatica, ma non senza l'impegno della gran parte dei Gruppi consiliari che hanno lavorato fino a pochi minuti fa insieme a noi per produrre un emendamento che fosse condiviso, è prevedere che si indicasse una sorta di momento di ripartenza del sistema.
Quindi, le Conferenze d'Ambito, nel momento in cui nasceranno, cioè nel momento in cui si istituiranno con la sottoscrizione della convenzione di cui agli articoli precedenti, lo faranno potendo partire da una situazione economica in sostanziale pareggio; situazione economica che deriverà da un'attenta ricognizione delle attività e delle passività, ma che prevederà che le passività non superino le attività. Qualora ciò dovesse accadere queste saranno ricondotte alla normale procedura, di cui alle leggi già vigenti, per quanto riguarda lo scioglimento e la liquidazione dei soggetti che, attualmente, hanno in capo la competenza nella governance del sistema.
Si introduce quindi questo meccanismo.
Si prevedono - faccio un'illustrazione congiunta dei tre emendamenti poteri sostitutivi da parte del Presidente della Giunta, nel momento in cui dovessero trascorre inutilmente i 90 giorni di tempo, che il nuovo comma 5 prevede possano trascorrere dal momento della sottoscrizione della convenzione al momento del conferimento delle nuove competenze alla Conferenza d'Ambito, è previsto l'esercizio di poteri sostitutivi da parte del Presidente.
Gli altri due emendamenti, che insistono sul comma 3 e il comma 9 modificano semplicemente il testo nella misura in cui, con il nuovo comma 5, si introduce un ulteriore passaggio; le competenze non vengono esercitate dalla Conferenza d'Ambito nel momento in cui si sottoscrive la convenzione, ma verranno esercitate dalla Conferenza d'Ambito quando sarà conclusa quella fase ricognitiva, al termine della quale saranno trasferite a questo nuovo soggetto le attività e le passività.
Ritengo che questo sia un buon lavoro, che ben rappresenta l'interesse che era stato manifestato da più parti in Aula e che la Giunta aveva condiviso fin dal principio.



PRESIDENTE

Alla luce dell'intervento della Giunta regionale, diamo per illustrati gli emendamenti depositati dall'Assessore. Vengono ritirati altri emendamenti? Emendamento rubricato n. 102) presentato dai Consiglieri Pedrale, Carossa Vignale, Comba, Lepri: "All'articolo 14 cassare il comma 6.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il comma 6 prevede che relativamente al transito dei dipendenti dai consorzi alle nuove autorità venga applicato l'articolo 2112 del Codice Civile. Ciò significa che, al di là di quanto siano i fabbisogni organici reali che le singole autorità dovranno poi utilizzare sulle necessità (oggetto dell'emendamento prima in discussione), non vi sarebbe neanche la possibilità di valutazione, perché semplicemente applicando quell'articolo del Codice Civile verrebbero totalmente passati dai Consorzi alle autorità.
L'abrogazione, invece, del comma 6 ci consente, o meglio consentirà alle singole autorità (valutato quanto previsto dall'emendamento prima illustrato) di individuare i fabbisogni organici arrivanti dai consorzi che dovranno far parte delle singole autorità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi ritrovo, ovviamente, nelle parole del collega Vignale, però voglio intervenire per dare atto che, su questo tema, in particolare sul nodo cruciale normato dall'articolo 14, c'è stato da parte dell'Assessore Ravello, della Giunta e dei Gruppi di maggioranza la disponibilità a coglierle quelle che erano istanze volte a costruire una soluzione che potesse rispondere al bene comune.
Poiché molto spesso, in quest'Aula, mi lamento del fatto che non sia un luogo in cui ci si parla e ci si confronta, questo è stato un momento positivo, perché ci siamo confrontati, ci siamo ascoltati e abbiamo lavorato per trovare una soluzione che magari non sarà l'optimum, ma cerca di risolvere dei problemi, cercando di creare un assetto amministrativo più efficace e sostenibile nel lungo periodo.
Al di là del merito delle soluzioni trovate, che ritengo positivo considero concreto il metodo che è stato intrapreso e penso che con questo metodo si possa assolvere meglio tutti quanti la nostra attività di legislatori per la Regione.
Quindi penso che anche per la comunità che è qui e che ci guarda questo lavoro sia un lavoro ampiamente positivo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Antonio Meucci" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Antonio Meucci" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno collegati n. 703 708 e 710)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n in sede di dichiarazione di voto, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 53) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53 bis), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104) della Giunta regionale.
Il Consiglio approva Il subemendamento all'emendamento rubricato n. 101) è ritirato, così come gli emendamenti rubricati n. 101) e 100).
L'emendamento rubricato n. 58) è ritirato, perché sostituito dall'emendamento n. 58) bis.
Emendamento rubricato n. 58 bis) presentato dal Consigliere Taricco: all'articolo 14 del disegno di legge n. 129, dopo il comma 5 è inserito il seguente: "5 bis. Le province esercitano attività di controllo e di validazione su tutte le attività di cui al comma 4 per garantire omogeneità di procedure in fase di attuazione.".
TARICCO Giacomino (fuori microfono) Ho sbagliato, è da intendersi "4 bis", anche se lì c'è scritto "5".



PRESIDENTE

Allora c'è un problema: vi chiederei un attimo di pazienza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.58 riprende alle ore 15.59)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa.
L'emendamento rubricato n. 58 bis) risulta come segue: all'articolo 14 del disegno di legge n. 129, dopo il comma 4 è inserito il seguente: "4 bis. Le province esercitano attività di controllo e di validazione su tutte le attività di cui al comma 4 per garantire omogeneità di procedure in fase di attuazione.".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58) bis, sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, si rimette all'Aula.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105) della Giunta regionale.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'articolo 14, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 36) presentato dal Consigliere Bono: 1. Si abroga il comma 2 dell'art. 16.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si chiede l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 16, che, a sua volta, chiedeva l'abrogazione del comma 3 dell'articolo 10 della legge quadro n. 24/2002 sulla gestione dei rifiuti. Il comma che si voleva abrogare richiedeva, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti nel caso di impianti caratterizzati da tecnologia complessa oppure dove sussistano ragioni di sicurezza e osservanza di standard di qualità del servizio, che l'attività di raccolta dei rifiuti e quella di trattamento o smaltimento fossero separate, con attribuzione a soggetti diversi dell'attività di erogazione dei servizi stessi.
In poche parole, il succo del comma presentato dall'Assessore Ravello prevede di eliminare questo obbligo di separazione: la raccolta e lo smaltimento andrebbero trattati insieme, per quanto riguarda gli impianti ad alta tecnologia o per determinate ragioni di sicurezza. In questo caso lo stesso operatore gestirebbe due fasi per che noi sono da considerare separate: la raccolta differenziata, infatti, fa sì che la minore quantità possibile di rifiuti vada a smaltimento; dall'altra parte vi è l'impianto che guadagna dallo smaltimento. Verrebbe quindi a crearsi un palese conflitto di interessi. Se l'impianto può essere una discarica - anche se non a tecnologia complessa - o un inceneritore, e guadagna dal conferimento dei rifiuti in discarica o all'inceneritore, è ovvio che, se lo stesso operatore che si occupa dello smaltimento gestisce anche la raccolta differenziata, potrebbe succedere - dico potrebbe - che quell'operatore non si impegni tanto nella raccolta perché guadagna dal conferimento alla discarica o all'impianto a tecnologia complessa.
Noi, quindi, chiediamo fortemente che questo comma dell'art. 16 venga abrogato, mantenendo la dicitura della Legge quadro, la n. 24/2002, che nella scrittura era stata attenta a questo potenziale conflitto di interessi che avrebbe potuto vanificare quei risultati e quella tensione verso gli obiettivi della Legge quadro nazionale che richiede, al 2012, il 65% di raccolta differenziata; la legge europea richiede che si arrivi addirittura a un 50% del recupero di materia, che equivale a circa un 70 75% di raccolta differenziata. Con un piccolo comma, dunque, potremmo rischiare di vanificare gli sforzi che sono stati fatti in passato dai Consorzi di bacino, dai cittadini utenti del servizio, dagli operatori del servizio stesso e dalla politica tutta.
Chiedo appunto che l'Assessore dia su questo emendamento un parere favorevole e che il Consiglio si esprima in maniera molto attenta su questo tema. Con una piccola abrogazione, infatti, rischiamo di andare veramente a far cascare una piramide di lavoro politico, tecnico e anche di attenzione civica sulla raccolta differenziata.
In linea con quanto richiede la gerarchia europea, lo smaltimento dev'essere solo un'attività residuale: che avvenga esso in discarica o in impianti ad alta tecnologia di incenerimento o di trattamento a freddo, la riduzione alla fonte, la raccolta differenziata, la separazione e il recupero dei materiali sono il primo punto. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei. Non essendovi richieste di intervento per la discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Ovviamente il voto del nostro Gruppo sarà a favore di quest'emendamento e sottolineo che quanto ha esplicitato il mio Capogruppo andrebbe valutato molto attentamente. Con un piccolo atto legislativo, infatti, quale quello dell'abrogazione di un comma relativo ad una legge pregressa, ci si potrebbe davvero trovare in situazioni che di fatto non darebbero le risposte che ci chiede l'Unione Europea e che rappresentano ragionevolmente quelle che dovrebbero essere le buone prassi relative a raccolta e conferimento. Voteremo quindi naturalmente a favore.



PRESIDENTE

Grazie. Non essendovi ulteriori richieste d'intervento per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 L'articolo 17 è quello sulla dichiarazione d'urgenza.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
Prima di passare alla votazione dell'intero testo, passiamo alle dichiarazioni di voto, per le quali sono previsti interventi di cinque minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

No, Presidente: ci metterò molto meno di cinque minuti. Innanzitutto voglio annunciare il voto di astensione sull'intero testo da parte del Gruppo consiliare del Partito Democratico e dire che il nostro voto di astensione - pur apprezzando noi alcuni passaggi, nei quali il confronto di merito ha consentito di accogliere alcune delle posizioni e delle questioni da noi sollevate - nasce da una consapevolezza: questa è una legge che nasce vecchia perché non tiene conto, rispetto ai tempi in cui il disegno di legge è stato presentato, di quanto sta cambiando, per iniziativa del legislatore nazionale, in materia di organizzazione dei poteri locali all'interno del nostro Paese e, conseguentemente, all'interno della nostra Regione.
Abbiamo sempre sostenuto, anche durante i lavori della Commissione, che avremmo preferito una legge che affidasse in modo chiaro le funzioni o alle Province o ai Comuni; si è individuata invece come soluzione quella della costituzione delle Conferenze d'ambito, ma oggi andiamo verso una realtà nella quale le Province non saranno più un Ente autonomo, ma saranno null'altro che un Consorzio costituito da Comuni; conseguentemente, anche solamente sotto questo profilo, questa è una legge che nasce vecchia. Io credo che, come legislatori regionali, ci troveremo fra non molto tempo a riprendere in mano la questione e a cercare di affrontarla anche in termini di definizione più precisa dei ruoli, delle competenze e delle funzioni.
Vorrei però anche approfittare di questa dichiarazione di voto per avanzare una richiesta al Presidente della Commissione consiliare competente e all'Assessore Ravello. Noi, con questa legge, abbiamo discusso di ingegneria istituzionale; sostanzialmente abbiamo discusso di "chi" fa "che cosa"; anzi, di quali sono le funzioni in capo ai soggetti: non abbiamo assolutamente affrontato il tema di quale sarà la politica regionale in materia di rifiuti e di ciclo integrato dell'acqua. Questo è un problema su cui vogliamo aprire una riflessione.
C'è una decisione che va assunta nei prossimi mesi all'interno della nostra Regione rispetto, soprattutto, alla politica dei rifiuti: su come si vuole organizzare una più efficace raccolta differenziata, su come si vuole organizzare un sistema a valle della raccolta differenziata, attraverso impianti di pretrattamento e di preselezione, e su come si vuole organizzare lo smaltimento finale della quota che non potrà essere raccolta o selezionata ulteriormente in modo differenziato. Questo non è un tema che le singole realtà e anche i singoli Ambiti ottimali potranno definire da soli, senza una programmazione regionale.
Noi chiediamo che sui contenuti di questa programmazione regionale si apra un confronto nella Commissione consiliare, anche perché ci sono alcune questioni che si stanno muovendo. La possibile operazione di revamping dell'impianto di Vercelli, per esempio, desta dal nostro punto di vista qualche preoccupazione e qualche perplessità, perché intorno alle 150.000 tonnellate è difficile raggiungere un equilibrio economico nella gestione di questi impianti.
Questo, però, è un tema su cui, durante questa legislatura regionale non abbiamo ancora cominciato a ragionare e confrontarci sui contenuti di una politica dei rifiuti. Sui contenuti di una politica che riguarda il ciclo idrico integrale, noi chiediamo che ci sia nelle prossime settimane un'apertura di confronto all'interno della Commissione consiliare urgente.
Queste due questioni, che sono vitali nel sistema dei servizi all'interno della nostra realtà regionale, non possono limitarsi a ragionamenti di ingegneria o di architettura istituzionale. Vanno riempite di contenuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Arriviamo alla conclusione di un travagliato disegno di legge iniziato diversi mesi fa e poi interrotto sia dal piano socio-sanitario sia dal bilancio, quindi penso che anche per l'Assessore Ravello e per tutto l'Assessorato all'ambiente sia un sollievo.
Anche perché già ci sono state delle proroghe a livello nazionale e giusto per non dare sempre il solito messaggio che in Italia si fanno le leggi e poi si fanno le deroghe e le proroghe, arriviamo ad approvare questo disegno di legge.
Ovviamente il nostro voto non può essere favorevole sia per i contenuti della legge sia anche per la vision che all'interno della gestione integrata dei rifiuti prevede ancora una posizione importante di rilievo dello smaltimento, soprattutto lo smaltimento con impianti cosiddetti ad alta tecnologia che sarebbero gli inceneritori. Che poi non sono tanto ad alta tecnologia, perché poi alla fine è una griglia ad alta temperatura in cui dentro vengono buttati i rifiuti tal quale, così come vengono presi dal bidone del differenziato e con un po' di filtri bruciati e mandati nell'aria o con le ceneri in discarica.
Anche da questo punto di vista i cosiddetti impianti a tecnologia complessa andrebbero rivalutati o almeno ridenominati. Noi riteniamo infatti che sia stato fatto da parte della Provincia di Torino nel suo piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani, un grosso errore anni addietro, seguito dal Comune di Torino nella realizzazione di questo inceneritore, che sicuramente è sbagliato in sé e ancora di più è sbagliato perché è un impianto poco flessibile che gestirà solo rifiuti tal quali, in cui gli impianti della Regione Piemonte - che servono per un pre trattamento - rimarranno fermi ed inutilizzati. Quindi, avranno un costo che non verrà ammortizzato, proprio perché qualora dovessimo migliorare la qualità del rifiuto e fare come hanno tentato di fare in Campania con il cosiddetto CDR - ma poi nelle cosiddette ecoballe non c'era solo materiale di qualità ma c'era anche organico -l'idea di creare del combustibile dai rifiuti manderebbe in tilt l'impianto stesso, perché non reggerebbe un potere calorifico così alto.
Sicuramente accolgo le richieste del collega Capogruppo del PD per potere parlare finalmente di una programmazione della gestione dei rifiuti urbani. Ovviamente la nostra ottica è totalmente opposta sia a quella della coalizione del centrosinistra sia a quella del centrodestra.
In effetti, mal si scrive anche nella visione che porta a questo disegno di legge in cui ci saranno 4 Conferenze d'ambito, in cui verrà dato un rilievo molto importante alla Provincia e al capoluogo di Provincia perché numericamente è quello che ha più abitanti e quindi avrà più peso.
Sappiamo anche che le Province dovrebbero essere abolite o superate diventando un organo di secondo livello, quindi saranno gli stessi sindaci alla fine che avranno il peso all'interno di questa Conferenza d'ambito pari alla proporzione che hanno come rappresentanti delle singole città.
Quindi, ci sono un po' di dubbi in tutto il testo. Siamo contenti della salvaguardia dell'ATO come struttura per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato e siamo anche contenti di essere riusciti a far approvare un nostro emendamento, quello abrogativo del comma 2 dell'articolo 16, che evita la riunificazione della gestione della raccolta e la gestione dello smaltimento. Quindi, evitare che uno stesso operatore possa fare la raccolta e lo smaltimento, ovviamente puntando su quello che ad oggi è incentivato, non che ad oggi fa guadagnare, perché sappiamo tutti che lo smaltimento è economicamente vantaggioso perché ci sono gli incentivi.
Ci sono gli incentivi per la produzione di energia elettrica negli impianti di incenerimento, i cosiddetti certificati verdi, altrimenti non sarebbero assolutamente remunerativi e non starebbero in piedi. Infatti in tutto il mondo si stanno abbandonando gli impianti di incenerimento per una gestione con il pre-trattamento, con la riduzione, con il recupero di materia per andare verso l'ottica di "rifiuti zero".
Noi ovviamente non pensiamo che la Giunta Cota possa essere così coraggiosa da introdurre in un suo piano di gestione dei rifiuti già il concetto di "rifiuti zero", ma proseguire almeno nell'ottica con l'Assessorato, i Dirigenti e i funzionari della riduzione della produzione ottica che si sta diffondendo un po' dappertutto.
Concludo dicendo che il nostro voto nel complesso sarà contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
La proposta di legge n. 129 è un argomento molto importante. Io condivido buona sostanza di quello che hanno detto sia il collega Bono sia il collega Reschigna, ma vorrei vederci più chiaro a questo riguardo.
Avendo fatto l'amministratore per parecchie legislature, sono stato più volte a contatto con le problematiche del ciclo idrico integrato per quanto riguarda le acque, ma anche per quanto riguarda il discorso dei rifiuti e il rispetto dell'ambiente.
una cultura che ancora purtroppo non abbiamo inculcato nei nostri cittadini.
Il vero grande impegno che avranno le 4 Conferenze d'ambito, così come l'impegno che i sindaci si devono accollare è di recuperare questa materia per evitare gli inquinamenti e di fare danno al nostro bellissimo ambiente.
Anche se la materia non mi è molto chiara.
Per questo oggi non voto né contro né a favore, semplicemente garantisco la mia presenza con l'impegno di valutare più approfonditamente questa materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Occuperò sicuramente meno tempo di quello che ho a disposizione per dire nell'ambito della dichiarazione di voto che il nostro purtroppo è contrario.
contrario, perché questo disegno di legge è fondamentalmente diverso da quello che era stato prospettato in primis nell'ambito della V Commissione. Ed è un voto contrario anche perché non si chiarisce, e non si è chiarito anche in questa lunga discussione, chi fa cosa, ma semplicemente sono stati messi in un unico calderone compiti e competenze, chiamando il tutto ambito territoriale ottimale, che a sua volta viene ad essere vincolato dalle scelte adottate nelle varie Conferenze d'ambito.
E proprio per la composizione che tutti conosciamo essere estremamente eterogenea di queste ultime (Comuni, Province e quant'altro) potrebbero nascere numerosi conflitti di carattere tecnico, politico o anche semplicemente campanilistico.
Le forti perplessità che riguardano il disegno di legge nel suo complesso non si sono certo risolte dalle rassicurazioni che, nell'ambito dell'interlocuzione, l'Assessore ha ritenuto di dovere fornire.
In questa sorta di galassia (chiamiamola così) indistinta di Enti rappresentati nella Conferenza d'ambito, come previsto dal disegno di legge n. 129, a mio parere, viene a mancare il concetto stesso di servizio integrato. Integrato noi sappiamo che vuol dire risultante dall'unione funzionale di più compiti e fasi all'interno di un ciclo; ciclo fatto di elementi inseparabili, ma nel rispetto delle specifiche funzioni di ognuno.
A nostro modesto avviso, non si possono avere gestioni accorpate con stesse competenze in Conferenze d'ambito quando i ruoli territoriali tra Comuni e Province dovrebbero invece rispettare il principio di intermediazione di queste ultime tra amministratori locali e livello regionale.
Sono tanti gli elementi che non ci hanno convinto e che ci faranno esprimere un voto negativo. Noi pensiamo che la Regione, più che un compito diciamo sanzionatorio, debba poter avere prioritariamente un compito di osservazione sì, ma un'osservazione che porti a una sintesi di protagonismo. La Regione diventi dunque protagonista assoluta di una riforma come questa e quindi si ponga alla fine come un soggetto promotore una guida, soprattutto in un periodo difficile come questo, che purtroppo non è solo un periodo di transizione, ma è segnato dalla negatività più profonda.
Un altro punto fondamentale riteniamo che riguardi la netta distinzione dei ruoli che dovrebbe essere effettuata tra chi raccoglie i rifiuti e chi li deve smaltire, e invece in questo modo non è sicuramente stato chiarito questo argomento. Suddividere i compiti tra raccolta e smaltimento riteniamo che potrebbe e avrebbe potuto consentire di incrementare i già buoni risultati che questa Regione ha ottenuto in materia di raccolta differenziata. Un risultato, quello del Piemonte, che fa del Piemonte la terza Regione italiana nella raccolta differenziata.
In conclusione, ricordo che questo documento denota una lunga serie di criticità, non solo quelle cose che ho avuto modo di esporre in questi pochi minuti o nell'ambito del dibattito; una lunga serie di criticità che si possono forse raggruppare in un pensiero unico: la Regione non ha avuto il coraggio, ritengo - Assessore, aggiungo purtroppo - di affrontare il cuore del problema su questa vicenda, assumendosi tutte le responsabilità che le competono sino in fondo. Quindi ribadiamo il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comba; ne ha facoltà.



COMBA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per confermare quello che è stato il percorso di questo disegno di legge n. 129, un provvedimento che nasce e ha una sua vocazione che rientra in un contesto di ottimizzazione delle funzioni e delle risorse della nostra Regione.
Non dobbiamo dimenticare quella che è stata la prima vocazione, quello che è stato il motivo che ci ha mossi, che ha mosso comunque lo Stato l'Ente centrale a dare degli indirizzi ben precisi e a individuare una serie di pluralità di soluzioni tese al sostegno e al contenimento della spesa.
Ecco allora tutta una serie di disposizioni, all'insegna dei principi dell'efficienza, dell'economia, della sostenibilità, della separazione delle funzioni amministrative, organizzative e di controllo e della regolazione dei servizi.
Io penso che il disegno di legge n. 129 sia un provvedimento che ha avuto dei momenti di grande approfondimento durante i lavori della V Commissione ed oggi lo vediamo nella sua forma e nel suo complesso come un disegno di legge innovativo; innovativo perché comunque le Province, i Comuni, ciascun ambito territoriale ottimale eserciterà le proprie funzioni di organizzazione all'interno del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Quindi è un modo di approcciarsi, è un modo di interpretare, è un modo di vedere il sistema in maniera direi più completa e più attuale. Pi attuale proprio per quello che è il contesto che stiamo vivendo e che stiamo affrontando in questi ultimi anni.
Individuare dei percorsi di controllo: questo era uno dei temi sui quali aveva lavorato la Commissione, che poi comunque anche i lavori di Aula hanno potuto completare e confermare, in modo da garantire che il servizio della gestione dei rifiuti avvenga nel rispetto di regole indicate dal disegno di legge e nella maniera più completa e funzione possibile.
poi molto importante l'istituzione della Conferenza regionale dell'ambiente ai fini di un'attività di coordinamento. Questo è un argomento che ha coinvolto i colleghi Consiglieri nella fase dei lavori d'Aula, ma anche nel momento di approfondimento dei lavori della Commissione, al fine di creare un'attività di coordinamento e di verifica delle funzioni dei soggetti istituzionali regionali competenti nella materia dell'ambiente.
Ecco, ritengo che tutta questa serie di interventi non potrà altro che realizzare la mission originale del disegno di legge n. 129: efficienza economicità, sostenibilità e separazione delle funzioni.
Assessore, credo che lei non potrà che essere soddisfatto di questo impianto legislativo. Ciò non toglie che comunque avremo modo, come ha suggerito il Consigliere Reschigna, di provvedere in futuro con grande senso di responsabilità, con quel senso di responsabilità che da sempre ci contraddistingue, di avere ulteriori elementi di riflessione, non sull'impianto legislativo, ma su tutto quello che in futuro potrà essere motivo di contribuzione.
Oggi nasce una legge completa, una legge che sicuramente farà un buon servizio al territorio, ai piemontesi. Le Amministrazioni potranno, in modo costruttivo, partecipare affinché tutto il sistema possa essere nel suo complesso più efficiente, più sostenibile e si possa provvedere e procedere nella direzione che è semplicemente sempre la stessa: l'interesse del territorio e dei suoi abitanti.



PRESIDENTE

Non ci sono più dichiarazioni di voto.
Consigliere Bono, ho bisogno della sua attenzione. Credo che gli ordini del giorno che modificavano l'articolato siano ritirati, perché l'abbiamo già trattato.



BONO Davide

Presidente, posso venire al banco della Presidenza?



PRESIDENTE

Prego, venga pure.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.36 riprende alle ore 16.37)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa.
Il Consigliere Bono ha ritirato la maggior parte degli ordini del giorno: era ovvio, in quanto, in parte, impegnavano a modificare l'articolato.
Tuttavia, intende mantenerne tre, che in tre minuti (un minuto per ogni ordine del giorno) intende illustrare: ordine del giorno n. 703 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Livelli tariffari adeguati art. 1 comma 2 lettera b) del disegno di legge 129" ordine del giorno n. 708 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Conferenze d'ambito. Composizione e funzioni (art. 6 comma)" ordine del giorno n. 710 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Riduzione dei rifiuti art. 1 comma 2 lettera d) del disegno di legge n.
129"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 703, avente ad oggetto "Livelli tariffari adeguati art. 1 comma 2 lettera b) del disegno di legge n. 129".



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 703, che penso vada nella direzione dell'Assessorato e della volontà politica della Giunta, chiede di impegnarsi ad adottare il prima possibile, compatibilmente con i tempi di transizione, il modello di tariffazione puntuale rispetto alla classica Tarsu, che, ad oggi, insiste ancora in molti Comuni.
Con la tariffazione puntuale possiamo, innanzitutto, premiare i comportamenti virtuosi dei cittadini che con una maggiore raccolta differenziata producono meno rifiuti indifferenziati. Dall'altra parte abbiamo un metodo migliore per seguire la produzione dei rifiuti sul territorio, coprendo l'intera gestione del servizio, compresa l'igiene urbana più in generale. In questo modo, il Comune e i cittadini hanno la facoltà di pagare solo per quello che producono, secondo il principio "chi inquina, paga".
Chiedo che su questo ordine del giorno si possa avere una votazione ragionata da parte del Consiglio, in quanto penso rientri nelle corde sia dei programmi nazionali ed europei, sia nelle corde politiche della maggior parte dei Gruppi che qui siedono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 708, avente ad oggetto "Conferenze d'ambito. Composizione e funzioni (art. 6 comma)".



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nonostante nel testo di legge effettivo si parli di maggioranza qualificata - come assunto parlando con gli Uffici anche dell'Assessorato al momento non è decisa la percentuale che qualifica questa maggioranza che, quindi, potrebbe essere quella dei due terzi o dei tre quarti - con questo ordine del giorno chiediamo l'impegno da parte dell'Assessore, che immagino possa essere condiviso e condivisibile, di prestare particolare attenzione affinché in una Conferenza d'ambito, ad esempio corrispondente al territorio della provincia di Torino, la Provincia - finché resta in vigore - insieme al Comune capoluogo non rappresentino da soli quella maggioranza qualificata che permette a Comune e Provincia insieme di decidere dei destini di tutti gli altri Comuni.
Nella provincia di Torino sono presenti oltre 300 Comuni, pertanto non ritengo consono - poniamo anche la maggioranza qualificata dei due terzi assegnare l'intera responsabilità, l'onere e l'onore delle decisioni alla Provincia e al Comune capoluogo di provincia. Questo discorso può essere fatto per la provincia di Cuneo, in cui più o meno i rapporti sono simili o relativamente alle altre Conferenze d'ambito che rappresentano, da una parte, Asti e Alessandria e, dall'altra, le altre quattro province. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 710, avente ad oggetto "Riduzione dei rifiuti art. 1 comma 2 lettera d) del disegno di legge 129".



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno è sempre in relazione all'articolo 1, comma 2 del disegno di legge n. 129. Ovviamente può essere anche oggetto di una discussione più ampia all'interno del Piano gestionale dei rifiuti urbani che la Regione prima o poi dovrà predisporre, perché l'ultimo mi sembra risalga al 2002.
Quindi, chiediamo che, nell'ottica della riduzione, la Giunta assuma l'impegno, fin da oggi, a valorizzazione e a creare nuovi centri di riparazione e riutilizzo, proprio perché, secondo il principio della gerarchia europea, se riduciamo i rifiuti alla fonte facciamo un bene a tutta la comunità, riduciamo i problemi, i costi della raccolta differenziata, i costi diretti e indiretti dello smaltimento sia in discarica o negli inceneritori.
I centri di riparazione e riutilizzo sono specificatamente dei centri in cui, magari, un mobile o un oggetto che non funziona più correttamente viene riparato e collocato in vendita o ceduto tramite baratto, quindi uno scambio non monetario. Magari un oggetto che non serve più ad una persona può servire ad un'altra, quindi viene rimesso in circolo riducendo a monte la produzione dei rifiuti sia primari che secondari come imballaggi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prima di votare il testo finale, dobbiamo votare gli ordini del giorno.
Comunico che gli ordini del giorno n. 701, 702, 704, 705, 706, 707, 709 711, di cui il Consigliere Bono è primo firmatario, sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 703, sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Premesso che il comma 2 lettera b) dell'articolo 1 del disegno di legge n. 129 stabilisce che la Regione persegue la finalità di assicurare il conseguimento di adeguati livelli tariffari in conformità ai principi di gradualità, responsabilizzazione ed equità considerato che la tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani, che consiste nel far pagare esattamente i rifiuti indifferenziati prodotti dalla singola utenza domestica, permette il raggiungimento della perfetta equità contributiva: infatti ciascun utente paga esattamente per quel che produce, cioè per quanto usufruisce del servizio e di conseguenza, è responsabilizzato.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta a favorire l'adozione del metodo di tariffazione puntuale in tutti gli ambiti territoriali".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 708, sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Considerato che la normativa in materia ambientale riconosce ai Comuni la potestà di adottare appositi regolamenti con cui stabilire l'assimilazione dei rifiuti, per qualità e quantità, nel rispetto dei criteri generali consentire alle amministrazioni locali di intervenire a tutela del territorio attraverso il controllo sul territorio è punto chiave di una buona gestione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
Il Consiglio regionale si impegna, attraverso la Giunta ad emanare un regolamento in cui provincia/province e capoluogo/capoluoghi di provincia non abbiano da soli la maggioranza qualificata all'interno dell'Ato".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 710, sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Premesso che il comma 2, lettera d) dell'art. 1 del disegno di legge n. 129 stabilisce che la Regione persegue la finalità di assicurare una gestione integrata dei rifiuti urbani fondata prioritariamente sulla prevenzione e sulla riduzione della produzione, sulla raccolta in modo differenziato, sul recupero e sul corretto smaltimento, anche al fine di un adeguato ed economico riutilizzo, reimpiego e riciclaggio.
Considerato che l'art. 180 bis del d.lgs. 152/06 come modificato dal d.lgs. 205/10 stabilisce che le pubbliche amministrazioni promuovono, nell'esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. Tali iniziative possono consistere anche in misure logistiche, come la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta a incentivare la creazione di centri di riparazione e riutilizzo".
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Ordine del giorno n. 633 presentato dai Consiglieri Taricco, Muliere e Reschigna avente per oggetto "Regolamentazione delle autorizzazioni per la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia idroelettrica sui corsi d'acqua e canali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 633 avente per oggetto "Regolamentazione delle autorizzazioni per la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia idroelettrica sui corsi d'acqua e canali" di cui al punto 6) all'o.d.g..
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno nasce da una considerazione. Sempre di più sta avvenendo che le Province sono chiamate a decidere sulla base di richieste di autorizzazione all'adduzione di acqua da canali irrigui o all'utilizzo di canali irrigui stessi per il funzionamento di centraline idroelettriche.
Da verifiche effettuate anche personalmente in molteplice situazioni il problema è che le Province sono chiamate a valutare sulla base di norme generali che prevedono valutazioni di impatto ambientale e altre questioni senza entrare nel merito. Vi sono alcune questioni che noi crediamo sia necessario entrino in questo tipo di valutazione. Una di queste è l'impatto che le tecnologie utilizzate hanno sull'ambiente. Vi sono molteplici forme di tecnologie, io ne ho citate alcune, ma la massima disponibilità anche a lasciare solo l'indicazione generale.
Noi crediamo che l'impatto che la tecnologia ha, debba entrare come elemento di valutazione. Cosa oggi non possibile perché la norma non lo prevede.
Seconda questione. Oggi non esiste, se non lasciato al ruolo delle sovrintendenze o di altre soggetti, la valutazione del tipo di canale. Io ho seguito la vicenda dello smantellamento di un canale del '700 in cui la ditta diceva "faccio una colata di cemento armato o lo rimetto a posto". Ma non è proprio la stessa se con il cemento armato ricostruisco la struttura di un canale del '700.
L'intenzione dell'ordine del giorno è di chiedere alla Giunta di studiare con calma il problema, ma che emani norme che dicano che tra i progetti molteplici che già esistono, entri nel criterio di attribuzione non solo la valutazione di opportunità generale, ma anche la proposta di tecnologie con il minore impatto ambientale possibile. Primo.
Secondo, soprattutto laddove ci sono canali che hanno una storicità questo tema entri pesantemente nella valutazione. Il rischio è di scegliere progetti che siano industrialmente i migliori, ma che non sempre fanno i conti con la qualità del contesto in cui si inseriscono.
Per quello che mi riguarda, la massima disponibilità ad accettare modifiche all'ordine del giorno, quello che ci preme è che ci sia un segnale chiaro alla Giunta che studi la questione e che vada a normare disciplinare e dare indicazioni alle Province su questi temi perché, in molti casi, sono disarmate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Anzitutto deve porgere le mie scuse al Consigliere Taricco. Questo ordine del giorno mi è stato consegnato solo poche ora fa, al momento della presentazione, per un disguido, era stato trasferito ad un altro Assessorato.
Ho avuto modo di dare una lettura veloce al documento perché la giornata mi ha visto impegnato su un altro fronte e anche gli Uffici che, come me, erano impegnati sul medesimo fronte - hanno raccolto informazione ad un livello ancora superficiale e non approfondito. Posso immaginare che la genesi sia anche legata ad un'interrogazione che abbiamo discusso recentemente proprio in quest'Aula.
Già in quell'occasione avevo dato all'interrogante la disponibilità del sottoscritto a rivedere le norme in maniera tale che, per quanto di nostra competenza, fosse possibile intervenire per scongiurare gli effetti e le situazioni che si erano presentate nel momento in cui il Consigliere ha presentato quell'interrogazione.
Nel caso specifico parto da una considerazione che ho avuto modo di esprimere in diverse altre situazioni e anche in diverse occasioni, sempre in quest'Aula, rispondendo ad interrogazioni che parevano andare nella direzione opposta rispetto a quella che avevo intrapreso, e che ribadirò in questa occasione.
Qualunque atto parta da una considerazione oggettiva e razionale del valore della risorse acqua in assoluto e, in particolare, come fonte di produzione e di energia, considerata la ricchezza che il Piemonte ha da questo punto di vista, è una considerazione ascoltata da questo Assessorato con particolare attenzione.
Ritengo opportuno concentrare gli sforzi su quanto è concretamente realizzabile, piuttosto che su qualcosa che non si sposa con le caratteristiche del nostro territorio. Per fare un esempio. Ha senso impegnarsi per costruire un modello, anche normativo, che favorisca l'utilizzo di tecnologie di produzione di energia elettrica utilizzando l'acqua, piuttosto che inventarsi tecnologie che, in questa regione producono energia dal vento, quando vento ce n'è poco e comunque solo in poche zone.
Chiarito questo. L'acqua è una grande risorsa, è una risorsa che va chiaramente conservata, ma le condizioni di questa terra dimostrano che pu essere adeguatamente valorizzata. Se il Consigliere sarà dalla mia parte nel momento in cui sfrutteremo tutte le occasioni che ci saranno rese disponibili per fare in modo che questo principio sia condiviso sul piano culturale e, soprattutto, sul piano politico, sarò disponibile a lavorare insieme al Consigliere per ottenere questo risultato, perché ritengo di fare qualcosa nell'interesse della Regione.
Nello specifico. Credo che l'ordine del giorno possa essere accolto in ragione anche dell'impossibilità di fare un approfondimento tecnico più puntuale e nella misura in cui abbia un approccio un po' più generico.
Confermo la disponibilità a verificare tutte le possibilità, tuttavia riterrei più ragionevole farlo partendo da ciò che è attualmente a nostra disposizione. Invece di dedicarci alla elaborazione di nuove normative che abbiano specifico riferimento a quanto citato dal Consigliere nell'ordine del giorno, forse sarebbe più utile e più celere partire dalle normative che abbiamo a disposizione, verificare la loro attuabilità, meglio, la loro adattabilità ai casi che lei richiamava, successivamente a questa verifica ovviamente, qualora da questa emergesse l'impossibilità di adattare il regolamento e la legge di riferimento, allora sì sarebbe opportuno individuare delle nuove forme per regolamentare le autorizzazioni.
Le lancio una proposta che potrebbe consistere in una formula di questo tipo, che la buttò lì: "Impegna la Giunta regionale a verificare la possibilità di adeguare le attuali normative per favorire la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia elettrica, ecc...". E' una riflessione che faccio a caldo, e che elaboravo mentre ascoltavo il suo intervento.
Ripeto "di adeguare le attuali normative", oppure "le normative attualmente vigenti al fine di favorire la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia idroelettrica".
Valuti lei se mantenere il richiamo a specifiche tecnologie, piuttosto che tenersi sul generico.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste d'intervento.
Il parere della Giunta è favorevole e lei, collega Taricco, accetta le modifiche suggerite? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Concordata con la Giunta, proporrei la modifica dell'ordine del giorno in questo senso: "Impegna la Giunta regionale a verificare la regolamentazione delle autorizzazioni per la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia idro-elettrica su corsi d'acqua e canali con norme tali da prevedere l'uso o prediligere tecnologie poco impattanti". Poi eliminiamo la parte: "Quali ad esempio i mulini a raso e le turbine a coclea" e inseriamo: "E che non comportino modifiche della struttura esistente dei canali, con particolare attenzione ai canali c.d.
'storici' o comunque realizzati da oltre cinquant'anni".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, quindi, è stato modificato nel dispositivo, da parte del proponente, in accordo con la Giunta regionale.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 633, come modificato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che con il Decreto del Presidente della Giunta regionale 29 luglio 2003, n.
10/R, è stato approvato il Regolamento regionale che disciplina i procedimenti per il rilascio delle concessioni di derivazione di acqua pubblica. In particolare, il Titolo II del suddetto Regolamento riguarda il procedimento di concessione le opere soggette al rilascio delle concessioni di derivazione di acqua pubblica risultano sottoposte alla verifica di compatibilità ambientale ed alle procedure di valutazione di cui alla legge regionale 14 dicembre 1998 n. 40, nonché alle verifiche di cui al D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), che, tra gli altri ambiti, disciplina, nella parte seconda, le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC) le procedure per l'autorizzazione a costruire seguono le disposizioni contenute nel D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) Considerato che sia nel suddetto Regolamento regionale, sia nella sopra richiamata l.r. n.
40/1998, non sussisterebbero specifiche disposizioni riguardanti le tecnologie per l'uso dei corsi d'acqua e dei canali irrigui per produrre energia idro-elettrica impegna la Giunta regionale a regolamentare le autorizzazioni per la realizzazione di centraline finalizzate alla produzione di energia idro-elettrica su corsi d'acqua e canali con norme tali da prevedere l'uso o prediligere tecnologie poco impattanti, quali ad esempio i mulini a raso e le turbine a coclea, che non comportino modifiche della struttura esistente dei canali, con particolare attenzione ai canali c.d. "storici" o comunque realizzati da oltre cinquant'anni".
Il Consiglio approva.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame ordine del giorno n. 663, inerente a "Piano investimenti FIAT Mirafiori e futuro produttivo in Italia", presentato dalla Consigliera Cerutti


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 633, avente ad oggetto "Piano investimenti FIAT Mirafiori e futuro produttivo in Italia" presentato dalla Consigliera Cerutti, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo chiesto di discutere quest'ordine del giorno perché riteniamo che la questione FIAT sia una questione importante, non solo per la città di Torino, ma per la stessa Regione.
Questo documento era già stato presentato qualche settimana fa, ma oggi ne ravvisiamo l'urgenza, visto un ulteriore messaggio proveniente dalla FIAT venerdì scorso, non particolarmente rassicurante: per la prima volta tutti i 5.400 dipendenti degli enti centrali di Mirafiori, la maggior parte impiegati, andranno in cassa integrazione ordinaria sei giorni.
Non è un segnale rassicurante. Più volte abbiamo sentito dire, da parte della politica, quelli che potevano essere annunci, di fronte ad un piano industriale che ha continuato a non essere così conosciuto dalle parti politiche e dalle Istituzioni (la stessa azienda non ne ha illustrato gli effettivi obiettivi).
Con quest'ordine del giorno, che può anche essere oggetto di modifiche da parte dei colleghi, chiediamo all'Assemblea di prendere atto della situazione critica che continua a perdurare e che vede, anziché segnali rassicuranti con elementi a sostegno degli investimenti FIAT, un ulteriore segnale allarmante.
Chiediamo alla Giunta di impegnarsi per un'immediata convocazione del management FIAT da parte del Governo - e a questo punto possiamo anche inserire da parte del Consiglio regionale - al fine di ottenere un dettagliato piano di investimenti sullo stabilimento di Mirafiori e, in generale, sul futuro produttivo del gruppo in Italia.
So che il Consiglio regionale e il Consiglio comunale hanno scarsa capacità di incidere sull'azienda. Se però la politica lascia da parte ogni sua velleità, quindi lascia che tutto vada secondo quelli che non sappiamo essere gli intendimenti dell'azienda, è chiaro che non avremo nessun tipo di voce in capitolo.
In questo senso non siamo rassicurati dai messaggi rassicuranti del Presidente Cota; e visto che lo stesso Marchionne aveva dichiarato che la presenza del Governo Monti era per lui elemento rassicurante rispetto agli investimenti da mettere in atto in Italia e a Mirafiori, chiediamo che quest'Aula, con questo ordine del giorno, prenda atto della situazione e non lasci nell'indifferenza o nella subalternità quello che è l'atteggiamento della politica. Ne prenda atto, perché mi risulta che finora questo Consiglio regionale e la Giunta (anche se in alcune situazioni lo stesso Assessore ha fatto dichiarazioni rassicuranti, ma per in questo momento sono difficili da tenere in considerazione) non abbiamo fatto granché.
L'ordine del giorno non è stato modificato rispetto agli ultimi eventi.
Si può modificarlo anche sulla base dell'indicazione di altri colleghi, che so che ne hanno presentati altri.
Mi sembra un argomento importante, quindi questo documento potrebbe essere il pretesto perché quest'Assemblea discuta anche della FIAT, e non continui a disinteressarsi.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sull'ordine del giorno? No.
L'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Cerutti impegna la Giunta a chiedere "...l'immediata convocazione del management FIAT da parte del Governo, al fine di ottenere un dettagliato piano di investimenti sullo stabilimento di Mirafiori e in generale sul futuro produttivo in Italia".
Il parere da parte della Giunta è favorevole, per incoraggiamento, come dice il Vicepresidente Cavallera.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 663, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: il futuro di Mirafiori è stato per l'ennesima volta messo in discussione dalle recenti affermazioni di Sergio Marchionne il Governo Monti non ha fin qui assunto azioni a tutela del futuro produttivo ed occupazionale di Fiat in Italia, salvo assecondare le richieste dell'Amministratore delegato, ponendosi in una sostanziale continuità con il precedente Governo la sopravvivenza dello stabilimento di Mirafiori è cruciale per la difesa dell'occupazione in Piemonte ed in Italia considerato che: a Mirafiori si stanno consumando le ultime settimane di cassa integrazione ordinaria a fine marzo quest'ultima si esaurirà e prima di allora la Fiat dovrà richiedere al Ministero competente la cassa integrazione per ristrutturazione, per la quale è necessario presentare un dettagliato piano di investimenti negli ultimi anni sono state poste di volta in volta condizioni dall'Amministratore Delegato di Fiat, che hanno portato alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, ai nuovi contratti di Pomigliano e Mirafiori e al loro recepimento normativo nel quadro nazionale, senza che le promesse di investimento venissero mantenute la questione Fiat richiede l'immediato intervento di tutte le istituzioni locali enazionali impegna il Presidente e la Giunta regionale a chiedere l'immediata convocazione del managament Fiat da parte del Governo al fine di ottenere un dettagliato piano di investimenti sullo stabilimento di Mirafiori e in generale sul futuro produttivo in Italia.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.09)



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