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Dettaglio seduta n.230 del 11/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 12.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 13.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 13.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono approvati i verbali delle sedute del 2 e 3 aprile 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cantore, Casoni, Cota Giordano, Leo, Motta Massimiliano e Sacchetto.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'11 aprile 2012.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Sostituzione del Presidente del Consiglio in caso di impedimento temporaneo


PRESIDENTE

Comunico che, a far data dal 14 maggio 2012 e fino alla data di rielezione dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale il Vicepresidente Roberto Boniperti sostituirà il Presidente del Consiglio in caso di suo impedimento temporaneo, essendo lo stesso Vicario.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 170, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2012 2014"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 170, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Le relazioni si sono svolte nella giornata di ieri; oggi dobbiamo affrontare il dibattito generale.
Si comunica che gli emendamenti n. 158), n. 106), n. 133), n. 138) e n.
136), a firma rispettivamente dei Consiglieri Reschigna, Bono, Bresso e Stara, sono dichiarati irricevibili, in quanto prevedono una variazione di bilancio con decurtazione dalla UPB DB 09101 relativa alle spese del Consiglio regionale, che sono spese obbligatorie e come tali non emendabili.
Si comunica, altresì, che l'Ufficio di Presidenza propone di trasferire cinque milioni di euro dalla UPB DB 09101 (Spese correnti relative al Consiglio regionale) alla UPB DB 09011 (Risorse finanziarie bilancio), ci anche in forza di quanto già deliberato lo scorso 10 aprile 2012 dall'Ufficio di Presidenza con propria delibera n. 44/2012, relativa al rendiconto della gestione del Consiglio regionale per l'anno 2011.
Chi si iscrive a parlare in sede di dibattito generale? Prego Consigliere Gariglio, prenda pure la parola.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo, con la relazione effettuata dal collega Lepri, nella giornata di ieri ha già dato conto delle indicazioni e dei rilievi che noi facciamo in generale sul bilancio del Consiglio regionale e anche delle priorità.
Contrariamente a quanto avveniva nella scorsa legislatura - l'unica legislatura di cui personalmente ho memoria - noi non siamo, come forze di opposizione, nella condizione di chi dice: "Facciamo ostruzionismo se non ci date delle cose, se non ci accogliete delle richieste che vengono avanzate in una logica di piccola clientela locale". Noi siamo qui a dire: "C'è una situazione grave per la comunità regionale".
Siamo stati noi a sollecitare che questo bilancio venisse portato in Aula in fretta e venisse approvato per dare la possibilità a tutte le Amministrazioni di questa regione di avere contezza delle risorse (sempre di meno) che la Regione è in grado di mettere loro a disposizione.
Un Gruppo responsabile, che ha fatto innanzitutto un rilievo formale molto duro. Noi riteniamo che sia un clamoroso falso pensare e scrivere nel bilancio che stiamo per andare ad approvare che il conto consuntivo del 2011 si chiude con un presunto attivo di 140 milioni di euro, quando sappiamo che, nel momento in cui voi voterete questa norma, avrete la certezza che il bilancio del 2011 si chiuderà con un passivo che supera i 400 milioni di euro, fatta salva la vicenda del trasporto pubblico locale.
Ma è su questo che voglio intervenire. Noi cerchiamo di usare questo tempo, dedicando lo spazio ciascuno a sollevare e approfondire una delle tematiche più importanti. Il primo nodo che abbiamo già posto nell'intervento di ieri era attinente ai servizi sociali, la prima e la più importante tra le priorità che evidenziamo. La seconda priorità che portiamo all'attenzione di quest'Aula distratta e di questa Giunta decimata è il nodo del trasporto pubblico locale.
Ai superstiti di questa Giunta regionale mandiamo a dire che c'è un problema grosso come una casa. Voi avete messo nell'UPB 12041 un importo che è assolutamente inadeguato per finanziare il trasporto pubblico locale.
I 568 milioni di euro che avete messo a bilancio rappresentano un taglio del 23% degli stanziamenti rispetto al bilancio 2010 (bilancio a cui facciamo riferimento). Facciamo notare che questa UPB non ha il margine di discrezionalità che hanno altri capitoli di bilancio perché la spesa di questa UPB per il trasporto pubblico locale è una spesa contrattualizzata tra la Regione e Trenitalia per quanto riguarda le ferrovie. Del resto questo contratto capestro l'avete fatto voi, quindi sapete bene com'è contrattualizzata.
Invece, per quanto riguarda il trasporto non ferroviario, voi sapete che l'architettura istituzionale che ci siamo dati prevede che, sulla base di un programma regionale triennale, la Giunta stipuli accordi con le Province e con i Comuni; sulla base di questi accordi, la Giunta garantisce gli oneri e le risorse; sulla base di queste risorse, gli Enti locali soggetti di delega hanno fatto la gara e, a seguito di gara, hanno stipulato un contratto. Quindi noi ci siamo legati con norme, protocolli bandi e contratti in un groviglio difficilmente districabile.
Qual è la soluzione? Se voi voleste garantire i livelli di servizio previsti dai contratti, dovreste mettere la cifra che avevate messo nel 2010, anzi dovreste garantire una cifra maggiore perché nel frattempo avete fatto il contratto con Trenitalia, dovreste mettere una cifra pari a 691 milioni di euro.
Se voi voleste garantire ai piemontesi il servizio fatto l'anno scorso e quello ancora precedente, dovreste mettere 691 milioni di euro. Ma voi avete fatto, nel mese di marzo e novembre dell'anno scorso, due delibere la cui illegittimità palese verrà acclarata dal TAR e dal Consiglio di Stato, con cui avete ridotto in modo illegittimo - illegittimo perché non avete rispettato le procedure - gli stanziamenti senza nessun confronto preventivo con gli Enti locali. In queste delibere avete previsto di ridurre del 10% i fondi per le ferrovie e del 15% quelli per il trasporto pubblico.
Bene, se il bilancio regionale rispondesse ai tagli che avete fatto, in questa UPB dovrebbe avere 622 milioni di euro, mentre ce sono solo 568.
Se invece decideste di applicare a tutto il Piemonte l'accordo che il nostro Presidente sembra aver fatto con il Sindaco della Città di Torino il cosiddetto lodo Cota-Fassino, che prevede un taglio del 9% -, voi dovreste mettere in questa UPB 645 milioni di euro. Rispetto agli impegni contrattuali presi, quindi, siamo scoperti di almeno 75 milioni di euro. E su questo Assessore - poiché i dati sono incontrovertibili, poiché i contratti ci sono e poiché le cause sono chiare - chiediamo di dare delle risposte.
Il punto principale da rilevare, però, è quello che potrei definire ahimè - il gioco delle tre carte. Nel corso della gestione del 2001 vi siete "fumati" 270 milioni di euro, ossia avete bloccato per la Direzione trasporti la possibilità di impegnare somme; quindi noi chiudiamo il 2011 con la necessità di erogare alle aziende somme di competenza dell'esercizio 2011, o 2010, che ammontano a complessivi 270 milioni di euro circa: soldi che devono essere dati alle imprese piemontesi che hanno erogato il servizio tramite gare bandite dagli Enti locali, Enti locali che hanno fatto le gare perché noi glielo abbiamo imposto per legge, Enti locali con cui noi abbiamo sottoscritto protocolli.
Ora - giuridicamente parlando - c'è un debito degli Enti locali verso le imprese di trasporti piemontesi e un debito della Regione verso gli Enti locali, pari a 270 milioni di euro. Questo debito, Assessore, è fuori bilancio: non risulta nel bilancio perché nel 2011 non sono stati fatti impegni e quindi non compare nei residui passivi. Attendiamo di sapere se c'è nel rendiconto. Ma anche se fosse contenuto nel rendiconto, invece che avere un rendiconto 2011 che chiude con un disavanzo di circa 400 milioni avremmo un rendiconto dell'anno 2011 che chiude con un disavanzo di 700 milioni di euro. Assessore, altro che votare un documento che dice che abbiamo chiuso il 2011 in attivo di 140 milioni! Noi stiamo andando verso un 2011 che si chiude con un disavanzo di 700 milioni di euro: 1.400 miliardi di vecchie lire, cari colleghi, la maggior parte dei quali attenenti al trasporto pubblico locale. Ecco perché questo tema - non per amore di chi parla verso il settore, ma per un freddo dato numerico - è l'argomento più spinoso nelle mani dell'Assessore al bilancio e dell'Assessore ai trasporti, se avranno la volontà e la bontà di volersene occupare.
Noi vi chiediamo allora, rispetto a questo tema, di dire dove sono scritti i 270 milioni di euro. Vi faccio notare che questa cifra supera abbondantemente l'ammontare dell'altro grande contenzioso, quello che abbiamo con Unicredit sulla vicenda Mauriziano. Ecco perché, Assessore, noi vorremmo avere quanto prima, nel corso di questa discussione, un sua parola sul punto, che ci pare un fatto grave e giuridicamente rilevante.
Noi, per carattere, non vogliamo risolvere la questione alla Corte dei Conti: vogliamo risolverla qui. Se non si risolve qui, però, noi non avremo esitazioni a sollevare il problema della mancanza di veridicità che contraddistingue le nostre scritture contabili. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Ieri si è verificato in quest'Aula un fatto - che capisco che la maggioranza abbia interesse a minimizzare - che invece io penso possa incidere sugli sviluppi della situazione politica regionale. Non è normale infatti, che il partito di maggioranza relativa abbia gemmato un Gruppo autonomo. I colleghi del nuovo Gruppo Progett'Azione nel PdL, poi rivendicano un rapporto di continuità con il partito; ma il fatto politico rilevante è che il principale partito che sorregge la Giunta Cota ieri ha qui dichiarato la propria divisione: più chiaro di così si muore.
Il capogruppo del PdL Pedrale ha poi, come suo solito, cercato di sdrammatizzare, però non potete ignorare il fatto che ieri si è consumato qui un fatto politicamente rilevante. Io non so in che misura questo fatto Assessore Quaglia, inciderà sugli sviluppi della situazione politica generale. È un fatto che il Presidente Cota, però, ha una maggioranza più debole; perché non si fa un Gruppo autonomo per rafforzare la maggioranza no? Non ci sarebbe stato bisogno di questo, se l'intenzione fosse stata quella di rendere la maggioranza più coesa: il Gruppo diventa autonomo perché si apre un problema politico nella maggioranza di centrodestra.
Hanno pesato sicuramente i risultati elettorali e ha pesato - diciamo così - la vicenda di questi mesi, perché è del tutto evidente come una serie di questioni politico-programmatiche abbiano finito per determinare il fatto, politicamente rilevante, verificatosi ieri.
Parto di qui perché noi non possiamo prescindere da una valutazione politica, nel momento nel quale noi apriamo la discussione più importante quella sul bilancio della nostra Regione. E non credo che sia casuale politicamente il fatto che, nel momento in cui noi stiamo per discutere e poi votare - non so quando - l'atto fondamentale dell'Amministrazione, la maggioranza che dovrebbe sostenere quell'atto fondamentale annuncia che un suo pezzo è diventato un Gruppo politicamente autonomo. Questa è la prima considerazione che mi sento di fare, colleghi, e credo - insisto - sul fatto che abbia un valore politico e che dia la misura - ma non vorrei apparire troppo polemico - dello stato di difficoltà in cui versa la maggioranza che governa la nostra Regione.
La seconda considerazione invece riguarda, colleghi della maggioranza e Assessore Quaglia, il bilancio. Stamattina, come molti di voi, ho incontrato associazioni varie che hanno tutti i problemi che sappiamo. Per voi avete una responsabilità politica: avete una grave responsabilità politica. Per il fatto che questa Regione voti il proprio bilancio a fine maggio, infatti, e bypassi addirittura la scadenza dell'esercizio provvisorio, con tutte le conseguenze che questo ha comportato e comporta voi non potete unirvi al coro di coloro che giustamente lamentano la condizione in cui versano tante imprese italiane, essendo stati i principali responsabili del fatto che il bilancio della Regione Piemonte si vota a maggio; sapendo che questo avrebbe comportato, per esempio, uno slittamento di alcuni pagamenti e avrebbe concorso ad aumentare lo stato di difficoltà nel quale versa una parte dell'economia piemontese.
Di questa cosa voi portate per intero la responsabilità, Assessore Quaglia, sul piano politico. Siamo rimasti l'unica Regione in Italia l'unica, avete un primato! - che approva a maggio il bilancio di previsione 2012. Credo che di questo non dobbiate andare particolarmente fieri, per le ragioni che io prima ricordavo.
Vengo poi alla terza considerazione: ma quale bilancio approvate? C'è una crisi politica della maggioranza e siamo di fronte al fatto che approvate il bilancio dopo il 30 aprile, nonostante voi aveste tutte le condizioni politiche per approvarlo entro il 31 dicembre, perché abbiamo costruito di proposito la sessione di bilancio; ma per scelta politica voi avete deciso di rinviarne l'approvazione al mese di aprile, e poi al mese di maggio. Ma qual è il bilancio di cui stiamo discutendo? Assessore Quaglia, dico una cosa pesante, di cui mi assumo la responsabilità, peraltro l'ha già detta il mio Capogruppo in sede di discussione sulla legge finanziaria: noi oggi siamo chiamati a discutere e noi non vorremmo dover votare - un bilancio che non è veritiero. Un bilancio che non è veritiero, perché non soltanto noi discutiamo un bilancio di previsione che sconta un avanzo di 159 milioni di euro del 2011, ma non c'è neppure un avanzo.
Abbiamo addirittura un disavanzo a fine 2011 pari a 485 milioni di euro, che è scomparso, non esiste. Non vi è traccia di un disavanzo di questa entità, perché avete evitato di votare l'assestamento, avete evitato di votare la norma con l'assestamento che spalmava il disavanzo sui prossimi anni e presentate un bilancio che certifica un avanzo di amministrazione per l'esercizio 2011.
Assessore Quaglia, lei sa che non esiste un avanzo di amministrazione e lei sa che esiste, al contrario, per quanto riguarda l'esercizio finanziario 2011, un disavanzo quantificato in 485 milioni di euro, che non compare nel bilancio 2012 della Regione Piemonte.
Noi decidiamo di non tenere conto del fatto che ci trasciniamo un disavanzo di quella entità - ma è un problema, da qualunque parte lo si guardi - così come voi non potete ignorare che avete sfondato il tetto di indebitamento possibile.
Anche su questo vorremmo avere una risposta chiara da parte dell'Assessore. È un tema che poniamo da settimane in Commissione; tra l'altro, vi ricordo che per responsabilità vostra, avendo voluto vincolare parte delle risorse dell'addizionale IRPEF di competenza regionale destinandole a cultura e a turismo, con questa via avete ridotto ulteriormente la capacità di indebitamento della nostra Regione.
Bastava votare un ordine del giorno che diceva: il Consiglio regionale impegna l'Assessore Quaglia a destinare il 30% dell'addizionale a tizio caio e sempronio. Nossignore! Avete infilato una norma in finanziaria e non potete non sapere che quel vincolo riduce ulteriormente la vostra capacità di indebitamento, capacità che avete sfondato ben sopra il 20% previsto.
Questo è il quadro, lo dico ai colleghi della maggioranza. È un quadro che fa tremare le vene dei polsi.
Naturalmente so bene che non tutta questa vicenda è imputabile alla Giunta attuale e che pesano moltissimo i tagli che ha deciso il Governo, in particolare il Governo precedente all'attuale. Parliamo di 980 milioni di euro imputabili ai Governi precedenti.
Constato - e lo dico non per ragioni polemiche ma perché vorrei che fosse chiaro - che mentre un pezzo della maggioranza e il Presidente della Giunta sono molto solerti in questo momento nel fare la polemica sull'IMU e nel farla nel modo in cui sappiamo, spingendosi fino al punto estremo di dire alla gente "non pagate l'IMU", che la stessa determinazione non vi è stata quando si è trattato di opporsi a 980 milioni di tagli, che pesano in maniera rilevante sul bilancio della nostra Regione, come l'Assessore Quaglia ben sa.
Ultima considerazione prima di concludere. Abbiamo indicato - lo ricordava il collega Lepri nella sua relazione di minoranza e lo riprendeva il collega Gariglio - non quattrocento cose. Se avessimo dovuto fare come ha fatto in passato l'attuale maggioranza, avremmo dovuto presentare non so quanti emendamenti, approfittando del fatto che siamo oltre l'esercizio provvisorio e usando questa data limite come uno strumento per esercitare una specie di ricatto nei confronti dell'Amministrazione.
Non siamo fatti di quella pasta. Abbiamo in mente un'altra cosa abbiamo indicato alcune priorità; ad esempio, il trasporto pubblico locale per le conseguenze che sappiamo, l'EDISU per le cose che sappiamo, le politiche sociali. Oggi il Ministro Passera annuncia e dichiara che rischiamo la tenuta del Paese.
Posso fare una battuta? Alla buon'ora ce ne accorgiamo! Certo, questo è un rischio vero e pone un problema di fondo che riguarda come accompagnare alla disciplina di bilancio una politica di crescita delle economie e dell'Europa, dato che ormai l'orizzonte è quello.
Ma insisto solo un momento sul valore delle politiche sociali: se è vera quell'analisi secondo la quale rischiamo la tenuta e la coesione sociale del Paese, a maggior ragione occorre destinare risorse adeguate alle politiche sociali. E considero gravissimo l'errore che ha compiuto la maggioranza di centrodestra e l'Assessore Porchietto a non avere finanziato il bando sul sostegno al reddito già lo scorso anno, perché semmai la crisi avrebbe motivato, consolidato e dimostrato l'utilità di quella scelta.
Mi fermo qui.
un bilancio che pone problemi di fondo e di legittimità, perché è un bilancio che non opera delle scelte e non fa una politica selettiva, un bilancio che vogliamo con il dibattito cambiare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
La liturgia del Consiglio regionale vuole ed obbliga questi dibattiti che - lo sappiamo benissimo tutti - sono dibattiti privi di reali contenuti utili alla modifica degli atti che vengono proposti.
Sono dibattiti che riguardano la liturgia del Consiglio regionale e che riguardano il gioco delle parti, e in politica il gioco delle parti ci sta non sarebbe politica senza.
Però il dato inequivocabile ed oggettivo e che tutti qui dentro sanno è quanto sia difficile approntare un bilancio nell'anno del Signore 2012. E lo dimostra anche un'attività emendativa da parte dell'opposizione, che non ha fatto nient'altro che replicare il gioco delle tre carte.
Qui, collega Gariglio, c'è stato il gioco delle tre carte, con le briciole spostate da un capitolo all'altro, quasi sempre attingendo agli stessi capitoli e rendendo chiara anche in questo modo l'assenza di fondi utili per disegnare politiche nuove o radicalmente diverse rispetto a quelle che abbiamo disegnato noi.
Non voglio essere provocatorio e lo dico con reale convinzione: sfido chiunque in quest'Aula a disegnare un bilancio migliore rispetto a quello che l'Assessore Quaglia e la maggioranza hanno proposto.
Ed è una considerazione che potrebbe già chiudere il mio intervento, ma la liturgia della politica e il gioco delle parti prevedono che si parli anche tanto. Quindi, continuo. Magari a volte si parla tanto dicendo niente: spesso succede in questi dibattiti dove, per forza, bisogna arrivare ai dieci minuti.
Possiamo raccontarci quello che vogliamo, ma la situazione in cui l'Assessore Quaglia e tutta la Giunta si sono trovati ad operare è una delle peggiori della storia. E non è una frase fatta, non è un mettere le mani avanti e non è un concetto forzato. Rispetto ai bilanci e agli strumenti a disposizione solo pochi anni addietro - e lo sapete voi come lo sappiamo tutti - siamo su un altro pianeta.
E la stessa impostazione dell'opposizione, che citava poc'anzi il Consigliere Ronzani, dimostra che quello che sto dicendo è vero, perché la vostra scelta di impostare l'opposizione così come la state impostando, non è una scelta etica o una scelta derivante da un momento di serietà o da un occhio di riguardo nei confronti della maggioranza e del debito storico.
una scelta obbligata.
Voi siete obbligati, per essere credibili, a fare opposizione in questo modo, perché l'opposizione alla moda "vegia" non è più possibile farla come non è più possibile governare alla moda "vegia".
Non è uno spunto polemico, perché mi interessa poco fare polemica; è un'amara riflessione derivante dall'analisi della situazione.
Noi non vogliamo alibi, chi governa non può cercarne, anche se qui la ricerca sarebbe fin troppo facile. Noi abbiamo vinto le elezioni e sapevamo perfettamente qual era lo scenario in cui stavamo proponendo il nostro programma, quindi oggi lavoriamo nelle condizioni che si potevano sì immaginare, anche se la realtà trovata è stata decisamente diversa da quella che si era ipotizzato. E chi è onesto intellettualmente e siede nei banchi dell'opposizione, in questi mesi l'ha anche ricordato.
L'ha ricordato lo stesso Consigliere Lepri nella sua relazione e l'ha ricordato, seppur fra le righe, il Consigliere Ronzani poc'anzi.
C'è una differenza sostanziale tra le proposte in campo due anni fa nella tornata elettorale. Ed è un differenza che vale la pena raccontare in un atto così importante come il bilancio, che risente ancora degli strascichi provenienti dal passato.
Da una parte c'era un Presidente uscente pienamente consapevole chiamiamole "delle ombre? - delle ombre di una gestione finanziaria diciamo, poco brillante? Parlo dei debiti delle ASL non iscritti a bilancio, delle anticipazioni di cassa chieste alle banche dell'indebitamento complessivo, delle partite aperte in vari settori a partire dalla cultura, che è il settore che seguo più da vicino, delle criticità nascoste all'interno di un bilancio difficilmente leggibile? Ripeto, delle "criticità" nascoste all'interno di un bilancio difficilmente leggibile.
Dall'altra parte, c'era un candidato alla Presidenza che sapeva che la situazione non era facile, l'aveva intuito, che in parte ne aveva denunciato, durante la campagna elettorale, degli aspetti assolutamente denunciabili, ma che non aveva - e non avevamo - la piena conoscenza di quello che abbiamo trovato.
La differenza in quella tornata elettorale, in altre parole, forzando il concetto, è stata la diversa consapevolezza in ordine di conti, è stata la diversa lealtà - consentitemelo - nei confronti dell'elettore. Altro che bilancio non veritiero, Consigliere Ronzani! Chi sapeva è stato zitto o zitta, occultando alcune partite che meritavano di essere messe a conoscenza dell'elettorato e chi immaginava, come Cota, sapeva troppo poco non per sua responsabilità o per superficialità, perché alcune partite le abbiamo scoperte andando ad amministrare, andando ad aprire cassetti.
Allora, se è vero che sapevamo quanto stava accadendo nel Paese e che ipotizzavamo un rapporto con lo Stato centrale sempre più difficile, se è vero che immaginavamo una contrazione delle entrate dettate dal calo del PIL e dalla crisi internazionale, se è vero che avevamo messo in conto la necessità di distrarre grandi risorse a favore del lavoro per contrastare la crisi occupazionale, che avevamo già individuato nella riforma sanitaria la chiave di volta indispensabile, non pensavamo che a quei problemi (chiusura dei "rubinetti statali" e necessità di riforme strutturali) avremmo dovuto anche aggiungere altri che derivavano da una gestione quanto meno discutibile delle risorse regionali.
Il risultato diabolico del mix fra la crisi nazionale e internazionale le manovre di risanamento dello Stato, l'indispensabile riorganizzazione della spesa regionale e le scelte errate del passato (di qualunque passato si parli) è che oggi siamo ingessati sia sul fronte delle entrate, che su quello delle uscite. Credo che tutti si concordi su questo punto, sul fatto che siamo ingessati. Sull'analisi, magari no.
La ricetta non può essere quella dell'aumento della pressione fiscale lo sappiamo tutti. Già l'operazione sull'addizionale IRPEF e quella sulle accise per pagare i danni alluvionali imposte di fatto dal Governo centrali gridano vendetta. E se su questo punto concordiamo, cioè che non si pu agire sulla leva fiscale, allora crollano gran parte delle argomentazioni contro un bilancio che, prendetela come volete, ma non avreste potuto disegnare in maniera sostanzialmente differente. Perché non è un milione in più o in meno su questo o quel capitolo che cambia la cruda realtà dei numeri, perché la cruda realtà dei numeri e di uno scenario, che è bruscamente mutato in pochi mesi, la consociamo tutti.
Lo Stato centrale è tornato a dettare legge. L'ha fatto gradualmente continuamente e inesorabilmente negli ultimi anni. Allora, in un momento in cui si stava per andare a regime con il regime fiscale, lo Stato centrale decide che quella non è più la ricetta, ferma quel processo, anticipa in maniera distorta l'IMU, portando i soldi nelle casse dello Stato e non dei Comuni, elimina il Ministero delle Riforme mettendone uno sulla coesione sociale, dando comunque il senso che questo o è un Governo tecnico, ma assolutamente politico. La Tesoreria unica e tutti questi meccanismi messi in piedi in pochi mesi dallo Stato centrale portano indietro di anni luce rispetto al processo di riforma di questo Paese in senso federale.
Due cose doveva fare questo Governo: anzitutto, anticipare e accelerare sui costi standard, poi introdurre le normative che consentissero l'alleggerimento del pubblico impiego e della macchina pubblica. Perché se io introduco i costi standard e non do la possibilità di alleggerire la macchina pubblica, vuole dire che non ho capito quello che devo fare.
A differenza di altri, noi quella ricetta ce l'abbiamo ancora. È ancora lì ed è ancora valida. Però, ad oggi è stata abbandonata e quindi facciamo le nozze con i fichi secchi.
In questo contesto, come si legge nella relazione illustrante il bilancio, la situazione del Piemonte appare aggravata proprio dall'esplosione del debito che si è verificata negli ultimi anni. La Regione ha accumulato debiti fino al 2011, per una cifra attorno ai 6,1 miliardi di euro e non potete e non possiamo pensare che questo sia un dato con il quale non si può e non si deve fare i conti quando si appronta un bilancio. Basterebbero queste cifre unite, ad esempio, all'anticipazione di tesoreria di 509 milioni utilizzata dalla Giunta regionale 2009 per coprire una parte di sanità, eccetera: queste cifre per rilanciare il messaggio iniziale.
Sfido chiunque a fare un bilancio migliore rispetto a questo, perch come è stato quadrato il bilancio fino ad oggi? Nessuna contrazione delle spese generali, aumento graduale continuo della spesa sanitaria, pareggio forzato aumentando l'indebitamento. Questo è il modello che è stato adottato in Regione Piemonte dal centrodestra e dal centrosinistra. È un modello che andava bene a tutti, ma che oggi non è più possibile, non è più replicabile. Quel modo di trattare il bilancio e i conti della Regione Piemonte non è un modo più possibile. Allora bisogna disegnare un modello nuovo, con l'aggravante di non avere nemmeno il paracadute di poter continuare a replicare quel modello nel momento, e nel frattempo cercare di attuare le riforme strutturali. Perché la spesa sanitaria va necessariamente contratta sia per il Piano di rientro che per l'oggettiva necessità di limitarne il peso sul bilancio, perché i tagli portano inevitabilmente alla contrazione della spesa in ogni settore, perché non possiamo aumentare l'indebitamento, perché non possiamo gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Siamo ingessati e mazziati! Questa è la verità.
Allora, di fronte a questa situazione, è facile fare l'opposizione dicendo: "Sappiamo che non ci sono i soldi, ma la protezione civile strategica non si può toccare, il trasporto pubblico non si può ridurre, le politiche sociali vanno mantenute, la cultura è importante e non va toccata, l'assetto idrogeologico e strategico è fondamentale per i nostri territori e i forestali non si toccano". È facile fare opposizione così. Ma non funziona così.
Abbiamo purtroppo la necessità di fare delle scelte, non abbiamo più nemmeno la possibilità di individuare le priorità. Non abbiamo più nemmeno la possibilità di individuare la priorità: è questo il dramma. Perché una volta l'amministratore buono poteva fare delle scelte e scegliere di finanziare una cosa e di sacrificare un'altra nei momenti di difficoltà.
Oggi, non possiamo più fare nemmeno quello! Perché settori strategici e importanti per la Regione Piemonte, che tutti riteniamo fondamentali e da tutelare (le politiche sociali, il trasporto pubblico locale, l'istruzione il lavoro) sono settori che, nonostante tutto, siamo costretti ad individuare sì come priorità ma ad andare a toccare ugualmente.
Ora, crediamo che, in questa situazione, l'Assessore Quaglia con gli Uffici, con la maggioranza, con il confronto all'interno della maggioranza abbia redatto uno strumento che è l'unico bilancio possibile in questa fase storica. Un bilancio realistico, un bilancio trasparente - altro che non veritiero! - e un bilancio sofferto.
Quindi, ritornando al suo intervento, collega Ronzani, non scappa nessuno: siamo qua a metterci la faccia tutti i giorni, a metterci la faccia tutti i giorni e a spiegare alla gente, non tanto di chi è colpa perché interessa poco, ma quello che si deve fare, e cioè che il modello di politica adottato fino a qualche anno fa non sta più in piedi. Che dire sì a tutti non è più possibile, che dire quello che la gente vuole sentirsi dire non è più possibile. Bisogna raccontare alla gente la fase storica che stiamo vivendo e noi lo facciamo ogni giorno, perché qui non scappa nessuno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marinello.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo che di considerazioni puntuali, di merito sulle questioni che saremo chiamati, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, sicuramente la settimana prossima, ad affrontare nella discussione relativamente a questo bilancio, i colleghi abbiano già hanno iniziato a farne.
Credo proprio, anche alla luce di alcune riflessioni fatte testé dal collega Marinello, che però sia necessario, prima di addentrarci a fare delle riflessioni puntuali sui contenuti che ci sono e che riteniamo dovrebbero esserci dentro questo bilancio, sia necessario fare un paio di considerazioni di contesto. Nel senso che è vero: siamo tutti consapevoli che stiamo vivendo e attraversando una fase di grande crisi complessiva del sistema, comunque di drammatica riduzione delle risorse disponibili per affrontare le questioni che un Ente come il nostro (la Regione Piemonte) in un territorio come il nostro, è chiamato ad affrontare e gestire.
Ricordo che il Presidente di questa Regione, allora ancora più con la testa alle questioni nazionali (forse adesso non è cambiato molto) che al fatto di essere diventato Presidente della Regione Piemonte, quando furono approvate le cosiddette finanziarie estive del 2010 e del 2011, che operavano complessivamente un taglio di poco inferiore al miliardo di euro fece un sonoro "hip hip urrà!", inneggiando al fatto che finalmente si tagliavano gli sprechi e le cose inutili.
evidente che quel taglio impatta pesantemente sulla gestione che questa Regione è chiamata ad operare; tra l'altro, quel taglio si somma ad una serie di risorse significative di mezzi propri che la Regione deve mettere in campo, purtroppo legate al contesto in cui stiamo operando, che a sua volta, si somma alla sopravvenuta impossibilità di ricorrere ad un ulteriore indebitamento e ad una serie di altre questioni.
Questo non lo dobbiamo dimenticare, perché è troppo facile assumere per motivi politici, in alcuni passaggi, posizioni decisamente e inaccettabilmente strumentali, come quelle che a suo tempo furono assunte assumendo innanzitutto la difesa d'ufficio di chi, con quei tagli a livello nazionale, stava massacrando il Paese in tutti i settori.
Ritengo che questo vada affermato e chiarito con molta forza diversamente, ci perdiamo in ragionamenti fuorvianti.
Un'altra considerazione: ritengo si possa legittimamente discutere di quanto la Tesoreria unica peggiori, soprattutto per il Piemonte, la gestione del territorio da parte degli Enti pubblici.
Va detto, però, con straordinaria chiarezza che quello che stiamo chiedendo oggi a questo Governo, e che abbiamo chiesto ieri ai Governi precedenti, è di modificare quel Patto di stabilità gestito in modo folle nel precedente Governo Berlusconi-Bossi, e, ancora adesso, non modificato.
Quella è la vera strangolatura degli Enti pubblici e degli Enti locali nella possibilità di gestire! Ricordo solo, poiché è stato deciso in questo consesso, che i 360 milioni di euro che la Regione non ha speso e che ha potuto mettere a disposizione delle Amministrazioni locali, sono stati "fumati" in qualche mese: segno che quelle risorse presso gli Enti locali c'erano e che una norma assurda vietava di utilizzare per avviare nuovi cantieri e pagare quelli che erano già stati realizzati, strozzando le Amministrazioni locali nella possibilità di esercitare il proprio ruolo.
Queste cose vanno dette, altrimenti facciamo, non due, ma 17 parti in commedia, e sono un po' troppe per coloro che in questo momento hanno la responsabilità di governare nei confronti dei piemontesi.
un momento che non abbiamo deciso noi che fosse così: ci è toccato complessivamente. A voi è andata peggio, poiché avete la responsabilità di governare in una situazione di crisi drammatica come quella che stiamo vivendo, e questo non è un bel passeggiare, nell'affrontare le problematiche.
Venendo ad alcune questioni di merito, ritengo che i rilievi fatti dal nostro relatore, Stefano Lepri, che sono stati ripresi da alcuni colleghi debbano essere tenuti nella giusta considerazione.
Non è colpa nostra - sia chiaro - se discutiamo il bilancio preventivo 2012 a metà maggio: la scelta è stata fatta da qualcun altro, non sicuramente noi.
Se c'è una cosa chiara, è che l'atteggiamento che abbiamo avuto in questi mesi, sia per quanto concerne la discussione sulla finanziaria sia per quanto concerne il modo con il quale abbiamo approcciato la discussione sul bilancio, è tutto fuorché qualcosa di ostruzionistico e strumentale.
Da questo punto di vista, altri hanno deciso di tergiversare con un gioco anche abbastanza singolare: consuntivo sì, consuntivo no assestamento sì, assestamento no, assestamento quando, poi vediamo.
tutta la manfrina che è successa in questi mesi! Sta di fatto che, nel momento in cui arriviamo a discutere il bilancio preventivo, i dati del consuntivo non sono più una posizione teorica, ma hanno riscontro in dati oggettivi.
Da questo punto di vista, è chiaro che i 140 milioni dichiarati, di chiusura del consuntivo, non corrispondono per nulla agli acclarati oltre 400 milioni di disavanzo del consuntivo che ci sarà.
Considero singolare il modo in cui si è dribblato questo, con passaggi e disquisizioni del tutto formali, senza sostanza. Così come la questione relativa al tetto dell'indebitamento: da questo punto di vista, nel dibattito generale, nelle posizioni che la Giunta vorrà esprimere e nella discussione sui singoli passaggi che dovremo affrontare, qualche risposta dovrà essere data.
Anche relativamente ad alcune questioni che abbiamo posto con insistenza, sia nella discussione in Commissione sia negli interventi in quest'Aula, qualche ragionamento va fatto in modo formale.
Ricordo che sui temi delle risorse da destinare ai Consorzi per la gestione delle politiche socio-assistenziali c'era l'impegno - credo di poter dire che c'è l'impegno - da parte del Governo regionale a garantire risorse in quantità non inferiori ai 110 milioni di euro. Questa era una della questioni che avevamo posto, sulla quale abbiamo avuto garanzie ed assicurazioni.
L'Assessore Monferino ha comunicato, in un luogo ufficiale, che quei 110 milioni ci sono, pertanto siamo assolutamente fiduciosi che quei 110 milioni ci saranno. Ci piacerebbe anche incominciare a ragionare su proposte ed emendamenti concreti, e non soltanto gestire questi temi sulla base di affidamenti fiduciari.
Credo, inoltre, che il gioco - mi si passi il termine - delle tre carte cui abbiamo assistito sul trasporto pubblico locale debba incominciare a vedere qualche ragionamento che sostanzi la questione.
Riguardo al trasporto pubblico locale, a fronte dei tagli previsti dalle delibere, l'Assessore ha detto, in molteplici occasioni, che gli stessi sarebbero stati rivisti in riduzione, ovviamente.
Quando ho presentato un'interrogazione a risposta immediata per chiedere come sarebbe stato comunicato in modo formale quello che informalmente stava circolando sul territorio, e cioè che ci sarebbe stata una riduzione del 6% nei tagli dei trasferimenti, il documento che l'Assessore Bonino aveva predisposto e che spiegava come questo sarebbe avvenuto, è stato modificato in sede di risposta da un altro Assessore cancellando le risposte che l'Assessore aveva preparato e affermando: "Dobbiamo ancora discuterne".
Voglio sperare che questa discussione all'interno della maggioranza e del Governo regionale non arrivi alle calende greche, perché il bilancio è già molto in ritardo. Spero che si arrivi a chiudere concretamente la questione, con un dato che sia anche comunicabile all'esterno.
Tutto il sistema dei trasporti pubblici locali sta cercando di capire di che morte sarà chiamato a morire e voglio veramente sperare che in quest'Aula, nell'affrontare questi temi, il Governo regionale comunichi qualcosa, dica come intende affrontare queste, come tante altre questioni.
Chiudo con un'ultima osservazione: ho sentito il Consigliere Marinello dire che ci sono alcuni temi per cui non è sufficiente stabilire che devono essere tenuti, perché sono importanti, ma occorre capire come.
Voglio sperare che, pur nella penuria e nella riduzione delle risorse una serie di questioni che hanno caratterizzato le eccellenze di questa Regione possano trovare risposte da "minimo sindacale" e non, con la logica della necessità dei tagli, di mettere in condizioni l'intero sistema di qualità di risposta ai cittadini piemontesi di rischiare di essere smantellato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Trenta secondi iniziali per dire che sulla sua comunicazione iniziale sulla non ammissibilità di alcuni emendamenti che riducono le risorse sul bilancio del Consiglio regionale chiedo, nei giorni prossimi, la Conferenza dei Capigruppo, prima che si entri nel merito degli emendamenti.
Lo dico perché non è accettabile, dal mio punto di vista, che vengano dichiarati non ammissibili degli emendamenti che riducono le risorse al Consiglio e, nello stesso momento, l'Ufficio di Presidenza presenti un emendamento che sposta cinque milioni di euro dagli stanziamenti del Consiglio al fondo di riserva del bilancio della Regione.
Se ho presentato quegli emendamenti è perché, non appena l'Ufficio di Presidenza ha approvato il rendiconto del bilancio del 2011 e lo ha trasmesso alla I Commissione, ho chiesto ufficialmente alla I Commissione di venire in possesso del rendiconto, quindi lo conosco: presumo di conoscerlo alla stessa stregua dei componenti dell'Ufficio di Presidenza che lo hanno approvato.
Chiuso il tema, vengo alle tre questioni che mi interessano.
La prima questione. Noi non stiamo facendo il gioco delle tre carte e nemmeno stiamo recitando il teatrino della politica: noi vogliamo caratterizzare questo dibattito su alcune questioni fondamentali. La prima.
Lo hanno già detto, lo ha detto il Consigliere Lepri nella relazione di minoranza, lo hanno sottolineato anche altri colleghi del Gruppo: è ammissibile che, a distanza di sette mesi e 11 giorni dall'approvazione da parte della Giunta regionale del disegno di legge del bilancio per l'anno 2012, oggi stiamo affrontando la discussione generale? Questi sette mesi e 11 giorni sono trascorsi perché le opposizioni, in Commissione e in Aula, hanno creato delle condizioni di impraticabilità del percorso? No. Non c'è stato nessun atteggiamento siffatto da parte dei Gruppi delle opposizioni. Perché arriviamo dopo sette mesi e 11 giorni a discutere della legge di bilancio in Aula? Perché, sostanzialmente, abbiamo vissuto questi sette mesi per una parte dedicandoci alla discussione sulla cosiddetta riforma sanitaria, per l'altra abbiamo vissuto questi sette mesi e 11 giorni impegnati ad assistere alle lacerazioni, all'interno della maggioranza, che hanno reso impraticabile un percorso veloce alla legge di bilancio.
Volete che vi ricordi le discussioni che abbiamo fatto in Commissione sulle operazioni relative alla riduzione dell'indebitamento? Le discussioni che abbiamo fatto in Commissione sulla razionalizzazione della spesa? Le discussioni che abbiamo fatto in Commissione sulla razionalizzazione della Regione e dei soggetti a cui la Regione partecipa? Delle società, degli enti strumentali e delle Agenzie? Quanta parte di quella discussione sta dentro in questa legge di bilancio? Il secondo elemento molto chiaro è che questa legge di bilancio toglie al Consiglio regionale - mi rivolgo soprattutto ai colleghi di qualunque forza politica che siedono in questo Consiglio regionale - la sua funzione fondamentale: quella di decidere come allocare le risorse. Compete alla Giunta la gestione delle risorse, ma compete al Consiglio regionale, con l'approvazione della legge di bilancio, la decisione sull'allocazione delle risorse.
Orbene, colleghi: questo è un motivo di riflessione che voglio riproporre con grande forze e intensità. Questa legge di bilancio contiene dentro di sé una cifra tra i 600 e i 700 milioni di euro che, quando la Giunta assumerà i diversi programmi operativi, spariranno dalla gestione del bilancio della Regione Piemonte.
Se venisse approvata una legge di bilancio siffatta, il Consiglio regionale, per l'ennesima volta, si spoglierebbe della sua funzione e del suo ruolo, affidando questa delega totale in capo alla Regione.
Mi potrete rispondere che questo è avvenuto anche nel passato. Io però, vi propongo un'altra considerazione. In quegli anni, le disponibilità sulla legge di bilancio erano molto più consistenti delle attuali e la gestione e la riduzione nella gestione del bilancio con i diversi programmi operativi non hanno creato quelle condizioni che, certamente, nel corso del 2012, si creeranno nel momento in cui la Giunta regionale assumerà i programmi operativi.
Questa legge di bilancio contiene inevitabilmente dentro di sé una forte riduzione a doppia cifra di tutta gli stanziamenti alle diverse Direzioni. Solo la Direzione sanità - lo ricordava ieri il Consigliere Lepri - ha 100 milioni di euro in più rispetto al 2011; tutte le altre Direzioni hanno riduzioni di stanziamento tra il 20, 30, 50 e 60%. Orbene ridurre di 600-700 milioni di euro le effettive disponibilità sulla legge di bilancio significa non dare certezza alla comunità piemontese. Poco importa se la comunità piemontese, dal mio punto di vista, è rappresentata dalle autonomie locali, dal mondo delle imprese, dal mondo del volontariato. Poco importa.
Questo bilancio si presenta all'insegna di una condizione di assoluta incertezza. Perché questi 600-700 milioni di euro? Perché questo bilancio iscrive delle poste inesistenti. I 159 milioni di euro del presunto avanzo di amministrazione del 2011, lo sanno anche i sassi in questa Regione, non esistono! Ed è la ragione di fondo per cui la Giunta regionale tenta un'operazione tutta furba nel non approvare, in Giunta, e non aver approvato in Giunta entro il 30 aprile il conto consuntivo dell'esercizio 2011, perché il giorno in cui la Giunta regionale, nonostante che il conto consuntivo 2011 sia pronto - e il collega Ronzani ha detto anche qual è il saldo di questo conto consuntivo del 2011 - lo approvasse, sconfesserebbe la legge di bilancio per l'esercizio 2012! Non solo: all'interno di questa legge di bilancio ci sono 240 milioni di euro di proventi derivanti da alienazioni di società, di partecipazioni o di immobili, che - lo sappiamo benissimo tutti - sono irrealizzabili nel corso di un esercizio! Non che non si possono realizzare, non che non si debbano realizzare: sono irrealizzabili nel corso di un unico esercizio! Relativamente al terzo elemento, non è iscritta nella legge di bilancio 2012 la quota parte del disavanzo dell'esercizio 2010! I 200 milioni di un'UPB, che sono stati individuati nel dibattito in Commissione come quelli che ospitavano quella quota parte di perdita dell'esercizio 2010, sono stati utilizzati già per 109 milioni di euro, per restituire una quota parte all'Unicredit di quell'anticipazione di cassa fatta sulla sanità.
Il Consiglio può anche approvare una legge che non sta in piedi: noi non lo accettiamo e dico subito che, rispetto a questa situazione, questo Gruppo provvederà alle adeguate segnalazioni.
Un'ulteriore considerazione che volevo svolgere è la seguente. Lo abbiamo detto anche ieri sera al Presidente Cota: non facciamo il gioco delle tre carte! Abbiamo individuato, sostanzialmente, quattro assi strategici di intervento: trasporto pubblico locale, politiche sociali ricerca-università e personale che garantisca alle Comunità montane di non sparire prima che siano riformate. Queste sono le quattro priorità! Inoltre - vado veloce, perché il tempo sta correndo - in quest'Aula e fuori da quest'Aula si può banalizzare tutto, si può anche dire che questa Giunta e questa maggioranza godono di una salute infinita. È lecito, da parte vostra, che tutto ciò venga ripetutamente dichiarato all'opinione pubblica, però mi domando se la nascita di un Gruppo autonomo all'interno della maggioranza è un fatto normale. È un fatto ordinario? Nonostante tutto, conoscendo le persone, penso che questa realtà del Gruppo autonomo non nasca per accaparrarsi più risorse rispetto al finanziamento pubblico dei partiti, anche se, in questo momento, di tutto avremmo bisogno tranne che di un'ulteriore slabbratura delle rappresentanze politiche.
Allora, se non è un fatto ordinario, come non leggere in questo il segno più profondo di un malessere che attraversa la maggioranza? Come non leggere tutto questo come il segno più evidente, rispetto alla lettura di questi mesi, di questa legislatura regionale, contrassegnata da nessun disegno di riforma del Piemonte! Siamo alla normale amministrazione, perché avventurarsi in un processo di riforma reale e forte del Piemonte significa mettere a nudo i conflitti l'inconsistenza programmatica, l'incapacità di questo centrodestra di dare una risposta convincente, che restituisca futuro alla Regione Piemonte e alla comunità piemontese! Questa è la realtà vera! Siamo agli annunci, di fronte ad una difficoltà, che anche in voi è presente, sulla legge di bilancio! Siamo agli annunci di un Presidente che quindici giorni fa, ha dichiarato che, nel 2014, ridurrà l'addizionale IRPEF, che ieri, all'inaugurazione del Salone del Libro, si è inventato dopo il bonus bebé, il bonus "adolescente": il dono di 30 euro ai sedicenni per comprarsi i libri! Sono tutte iniziative che possono anche aiutare il Presidente della Regione ad occupare per un giorno le pagine dei giornali e degli organi di comunicazione, ma, certamente, non consentiranno al Presidente Cota di passare alla storia come un Presidente capace, in un momento difficile nella comunità piemontese, di consegnare un futuro a questa Regione e di riformare autenticamente questa Regione! È questa la sfida che il Partito Democratico ha lanciato, lancia e continuerà a lanciare! Per cortesia, se non siete in grado di garantire al Piemonte un governo regionale che affronti queste sfide, lasciate il campo a qualcun altro!



PRESIDENTE

Collega Reschigna, prima di svolgere la riunione dei Capigruppo che lei richiede, le comunico quanto segue. Innanzitutto, cosa intendevo per spesa obbligatoria: è spesa obbligatoria della Giunta. Infatti, quando il Consiglio approva il proprio bilancio e il proprio fabbisogno, la Giunta secondo il quadro normativo attuale, è obbligata, nel bilancio della Regione, a provvedere a tale spesa.
Sull'aspetto formale che lei rileva intendo svolgere un approfondimento. Credo che ciascuno di noi, secondo i ruoli e le prerogative, possa o meno fare degli atti in questa sede.
Se l'emendamento può essere presentato dall'Ufficio di Presidenza nelle forme previste, secondo quanto, eventualmente, è nelle prerogative di ogni singolo Consigliere - sono prerogative identiche - comunico che l'Ufficio di Presidenza ritira l'emendamento rubricato n. 149), così cominciamo ad eliminare - anche se, mi rendo conto, in un modo diverso quanto meno la materia del contendere.
Volentieri aderisco alla Capigruppo, che potremo effettuare verso fine seduta...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche all'inizio della prossima.



PRESIDENTE

O all'inizio della prossima settimana.
Sta di fatto, in modo che ciascuno possa saperlo, che tra il bilancio approvato dal Consiglio regionale, con delibera del Consiglio regionale, il 27 dicembre e la posta che, ragionevolmente, la Giunta regionale ha messo nel bilancio il 30 settembre, quando ha approvato in Giunta il disegno di legge, in quanto non aveva né questo dato, né ancora il dato del rendiconto, c'è - diciamolo in modo tecnico - un disallineamento di qualche milione di euro.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Ci arrivo.
(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Infatti, secondo me, nella sostanza, il problema non c'è, si tratta solo di mettersi d'accordo o di chiarire, con il contributo di tutti, quale vuole essere la procedura.
L'Ufficio di Presidenza, così come ha approvato il rendiconto determinando alcuni milioni di risparmio - quindi, ha trasferito, di fatto quando sarà approvato in Aula, i famosi sei milioni di euro, che sono i cinque per le borse di studio, più il milione che è stato ancora richiesto dalla Giunta regionale - quest'anno cosa ha detto? Al posto di aspettare la fine dell'anno - e fare non dico la "scena" perché non voglio mancare di rispetto a nessuno - ha ritenuto di lasciarli lì: visto che è un anno difficile e c'è questo disallineamento, mettiamoli nella disponibilità del bilancio, da subito, in modo che - pochi o tanti, cinque o sei milioni, la cifra esatta che dovrà essere - sarà possibile per il Consiglio spenderli per servizi, per quello che ritiene, cioè nel bilancio della spesa corrente della Regione Piemonte.
Diciamo che, nella sostanza, quadra tutto, si tratta solo di addivenire ad una procedura; quindi, nella riunione dei Capigruppo che svolgeremo la prossima settimana, o in quella che faremo, affronteremo anche questa tematica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Molto è già stato detto, ma vorrei riprendere l'affermazione espressa prima dal collega Marinello: questo non è un rito stantio. Questo è un modo per garantire il confronto costruttivo e democratico all'interno di un'Aula, che svolge un ruolo importante all'interno del nostro Paese, che è l'Aula di un Consiglio regionale.
Se il ruolo stantio vogliamo attribuirlo, allora vorrei ricordare il ruolo stantio della maggioranza in questi giorni. Infatti, non si è riusciti a discutere dello strumento più importante che in una legislatura la maggioranza deve affrontare, cioè il bilancio, perché i valzer della maggioranza non permettevano di procedere nei lavori del Consiglio. Quindi ci ritroviamo a discutere l'approvazione di un bilancio nel mese di maggio quando l'esercizio provvisorio è già ampiamente scaduto, con tutto quello che ne deriverà. Sicuramente, questa è la prova di una situazione delicata e complicata, attraverso la quale sta passando la maggioranza, ma soprattutto attraverso la quale passeranno i cittadini piemontesi.
un bilancio in difficoltà e complicato, con tagli assolutamente paurosi su tutta una serie di direzioni, che determineranno per i piemontesi l'assenza di risposte all'interno di politiche consolidate, che hanno dato buoni risultati. Se ci fossero politiche che non hanno reso buoni risultati, è compito di una maggioranza dimostrarlo e fare in modo che queste vengano eliminate. Non devono essere eliminate attraverso una serie di pregiudizi, non attraverso una serie di affermazioni populistiche ma devono essere eliminate attraverso un processo di ragionamento un'analisi dettagliata e una serie di passaggi che permettono di capire in quale direzione si vuole mandare questa Regione, a fronte di una situazione per la quale l'affermazione - che continua ad essere lo sport preferito da questa maggioranza - di trovare le cause di una situazione quale quella che è, se andassimo a vedere la situazione dell'indebitamento, sempre citata come fonte di disastro del bilancio di questa Regione, arriva da molto lontano - da due o tre legislature - e si fa finta di nulla.
Non meno di un anno fa, il vostro Presidente affermava che i tagli dello Stato erano una festa, quasi una manna dal cielo, e che nel nostro bilancio, a fronte dell'analisi degli sprechi che avrebbero redatto con grande serietà e attenzione (elenco che stiamo ancora aspettando), sarebbe stato assolutamente plausibile accettare tutti i tagli che il Governo stava portando avanti sulla Regione Piemonte.
Almeno un atteggiamento di umiltà! Almeno un atteggiamento consapevole della situazione sarebbe stato necessario. Almeno un atteggiamento che avesse portato a dire: facciamo un'analisi di cosa succederà all'interno del quadro piemontese e un'analisi di cosa non può funzionare. Salvo poi passare attraverso una serie di proclami. Se pensiamo al settore cultura si continua a ripetere la storia secondo cui i grovigli e le complicanze del settore erano tali da non permettere di garantire la sopravivenza del settore. Personalmente non ho visto elementi innovati da parte di questa Giunta e dell'Assessore competente; anzi, lo scorso anno è stato riproposto esattamente lo stesso posto in precedenza: lo strumento finanziario è stato utilizzato per garantire la copertura delle spese.
Nulla è cambiato, è esattamente come prima. Anzi, oggi apprendiamo dai giornali che il nostro Presidente è andato al Salone del Libro, forse perché ha capito che è importante investire su questo settore, ad annunciare un "buono libri".
Non è un'attività nuova all'interno del panorama della nostra Regione.
un progetto che già esisteva ed è uno dei tanti progetti ritenuti uno spreco, quando questa Giunta ha iniziato a lavorare. È un progetto che è stato interrotto, ma ieri il Presidente l'ha annunciato con grande nonchalance, come qualche giorno ha annunciato il taglio dell'IRPEF, anche se non capisce bene come potrà avvenire, perché con gli elementi di carattere tecnico evidenziati - un disavanzo che esiste, un avanzo che non esiste e un bilancio consuntivo che non è stato approvato e non se ne comprende la ragione, se non per il fatto che non si vuole mettere nero su bianco le cifre incredibili che questo bilancio porta al suo interno - non si capisce con quali soldi si potrà fare questa attività legata al "buono libri".
un'iniziativa lodevole, ma una di quelle tante iniziative deprecate da questa amministrazione e da questa Giunta, parlando di attività culturali che garantivano sprechi all'interno della nostra Regione. Ne vedremo altre riprese, perché lo sport preferito è stato quello di denigrare le attività ed utilizzare questo sostantivo in modo ripetitivo e agonizzante, senza riuscire a proporre un'alternative e risposte diverse che potessero permettere di trovare quelle famose risorse che avrebbero permesso, secondo la Giunta e la maggioranza, di trasformare questa nostra Regione.
Oggi siamo di fronte ad un quadro drammatico; una sanità che aumenta la spesa e Direzioni che vedono, drammaticamente, ridurre le risorse a disposizione.
In modo farneticante viene riproposto il diritto alla studio, ma viene riproposto con un problema grosso come una casa: non si può garantire il diritto allo studio delle persone se non si ha le risorse per poterlo fare.
Non si può garantire il funzionamento delle residenze universitarie e quindi, consentire quella ricchezza culturale che garantisce un futuro diverso ad una regione come la nostra, e non si può garantire la presenza di quei molti studenti stranieri che scelgono la nostra regione.
Questo non è un fastidio del quale dobbiamo occuparci, è una ricchezza un elemento positivo del quale doverci occupare.
Se molti ragazzi scelgono il nostro Piemonte, questo qualifica gli Atenei e crea, intorno a loro, un sistema economico che permette tutta una serie di attività di vivere e di sopravvivere.
Tutto questo sembra non trovare alcun riscontro e alcun valore.
Continuiamo a denigrare tutta una serie di politiche, ma sarei felice di sentire, ogni tanto, qualche proposta alternativa, qualche legge di sistema, o qualcosa che ci permetta di capire come le poche risorse possono essere spese al meglio, magari per garantire una progettualità diversa per la nostra regione.
Tutto questo non esiste, ed oggi il rito stantio ha dentro di sé una grossa pericolosità: che questa Regione, dopo l'estate, si trovi in una situazione drammatica e disastrosa, dove il divario sociale aumenterà in modo pauroso, e dove tutta una serie di situazioni, che vivevano grazie a delle politiche pubbliche, saranno in grave difficoltà.
Questo non deve essere visto come elemento negativo e da denigrare, ma come una ricchezza e un cercare di contribuire alla crescita del prodotto interno lordo di una Regione.
Oggi il PIL non va più di moda, si immagina di usare altri parametri per cercare di capire qual è il livello di benessere di un contesto territoriale, di un Paese, di una Regione.
Forse si dovrebbe iniziare a fare questi ragionamenti. Il dibattito in Commissione è stato difficile e complicato, ma mi sembra che anche il dibattito in Aula non abbia altra sorte e altro destino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
evidente che la buona abitudine che questa maggioranza aveva inaugurato, cioè rispettare, anche grazie al nuovo Regolamento, i tempi di approvazione degli strumenti di bilancio, dell'assestamento del 2010 e del bilancio preventivo del 2011, andrebbe ripresa e mantenuta.
Augurandoci che il voto tardivo della legge finanziaria e di bilancio di quest'anno venga ascritto alla discussione del nuovo Piano Socio Sanitario, è evidente che l'utilizzo del Regolamento per l'approvazione dei documenti di bilancio è assolutamente da applicare, non perché sia una zelante applicazione del Regolamento, ma perché si danno strumenti certi sulla programmazione regionale.
Sul punto, però, è necessaria una seconda considerazione: una delle tante invenzioni dell'ex Assessore al bilancio fu la modifica della legge finanziaria, che consentiva che il bilancio della Regione Piemonte potesse non essere quello del Consiglio regionale, ma quello dettato dal piano operativo. Da quattro anni a questa parte, quella modifica di norma ha creato una situazione che rende oggettivamente difficile la programmazione regionale.
Chiunque sia a governare l'Ente e qualunque sia l'Assessore che ha visto approvare dal Consiglio una certa quota di risorse, è evidente che potrà fare programmazione se ha la certezza dell'utilizzo di queste risorse oppure no.
La nostra maggioranza, quindi, dovrà provvedere ad una revisione della norma. Ci vorrebbe una revisione più generale della legge di bilancio, ma almeno levare la dispersione per cui il bilancio del Consiglio regionale che vota il Consiglio regionale, è stabilito non con il voto del bilancio preventivo dell'assestamento, ma con il piano operativo. Oggettivamente è una distorsione che ha un padre politico, nel senso che ha una maggioranza che ha approvato quella modifica della legge finanziaria.
Quest'anno la discussione in Commissione è stata più lunga che in altre occasioni, talvolta anche con discussioni interne ai Gruppi della maggioranza. Tuttavia, questo bilancio, sia pure con tutte le valutazioni che alcuni colleghi hanno fatto, tenta di rappresentare, per la prima volta, un'inversione di tendenza: quanto questo Governo sarà in grado di rispettare il dato del bilancio? Lo vedremo. È evidente che un bilancio approvato non a dicembre ma a metà maggio crea qualche difficoltà al Governo nel darne applicazione, laddove nei numeri ci sta una filosofia di un'azione di governo e non soltanto dei numeri.
comunque chiaro a tutti (o, perlomeno, a chi ha esaminato con un po' di attenzione il bilancio regionale e chi conosceva i bilanci precedenti) che un'inversione significativa c'è all'interno di questo bilancio, e in parte anche all'interno della legge finanziaria da poco votata: quella di far costare meno la Regione.
La Regione Piemonte costa ai cittadini piemontesi più di un miliardo in meno rispetto al 2009: volenti o nolenti, questo è un dato oggettivo. Poi ciascuno, all'interno di quel dato oggettivo, farà delle valutazioni quantitative. Ai piemontesi costa, dunque, un miliardo in meno la nostra Regione (non è direttamente vero, perché avessimo una relazione fra il gettito dei piemontesi e un risparmio qualora la Regione costasse meno, ma sappiamo che non è così, lo dico per banalizzare).
altrettanto evidente che se costa di meno, vuol dire che ci sono delle misure che già il collega Marinello ricordava - prima fa fra tutte quella dell'indebitamento - che vengono utilizzate in misura minore.
Non sottraendomi ad alcune riflessioni che in Consiglio, come in Commissione, alcuni colleghi hanno proposto, è evidente a tutti che è più facile governare una Regione accendendo mutui. Se il bilancio del 2009 chiudeva con un indebitamento di un miliardo e 49 milioni di euro, se non ricordo male, è ovvio che, rispetto alle misure che ci sono oggi a bilancio, si avevano circa 800, 780 o 760 milioni in più da inserire all'interno delle partite di bilancio. Molti colleghi che hanno esaminato il bilancio e proposto emendamenti capiscono quanti e quali cose si fanno con 760 milioni. In più, si fanno necessariamente più investimenti, che hanno una ricaduta economica positiva. Si finanzia maggiormente l'innovazione, la ricerca, le politiche sociali, tutto quello che nell'azione di governo che intenderemmo fare, ciascuno ritiene di finanziare.
E visto che non stampiamo moneta, dovremmo fare un bilancio così come fanno le famiglie e le imprese, spendendo quello che incassiamo (perlomeno è il lavoro che abbiamo cercato di fare in Commissione). Il bilancio dovrebbe partire dalle sue entrate, e definite le stesse, spendere ciò che ha individuato come "entrate": questo bilancio, da un punto di vista filosofico, sarebbe certamente un bilancio in controtendenza; da un punto di vista dell'attuazione concreta, è evidente che la sfida che questa maggioranza ha di fronte sarà quella di dare attuazione a quanto indicato all'interno del bilancio. In particolar modo su tre misure (la terza oggi è la più debole, ma ci arriverò): l'alienazione del patrimonio, l'alienazione delle società partecipate e la riduzione della spesa (addirittura nella legge finanziaria abbiamo previsto un pezzo di legge finalizzato alla revisione della spesa).
Parto nell'ordine, anche rispetto alle considerazioni che alcuni colleghi hanno fatto: la vendita del patrimonio regionale. Molti colleghi dell'opposizione hanno significato come l'indicazione che noi inseriamo in bilancio sottoforma di entrate sia un obiettivo irraggiungibile.
possibile che sia irraggiungibile, ma a fronte delle entrate derivanti da alienazioni negli anni precedenti, se arrivassimo al 60% o 70% di quanto noi oggi indichiamo come possibilità di alienazione, avremmo moltiplicato per alcune centinaia di volte quelle che sono le entrate derivanti da alienazioni di questa Regione.
La Regione Piemonte ha un patrimonio che vale più di un miliardo e mezzo, ovviamente anche coi palazzi non vendibili. Ha un patrimonio quasi pari di ASL e ASO.
Sono tutte funzionali all'attività e alla missione del Governo regionale? No. Ci sono tutta una serie di cose - parte delle quali sono nell'allegato C, altre non sono state inserite all'interno dell'allegato C perché di proprietà delle ASL o delle ASO e non sono legate ad accordi di programma (ma esterne), o perché un lavoro dettagliato questa Regione lo attende da molti anni - per cui alienare molto patrimonio non indispensabile è possibile.
In merito all'alienazione delle partecipate, ovviamente attenderemo che la Giunta presenti entro il 31 maggio il progetto di alienazione e di razionalizzazione delle partecipate regionali, all'interno del quale - è scritto, anche se in modo meno stringente rispetto all'emendamento che alcuni colleghi avevano presentato in sede di legge finanziaria - crediamo che sia possibile fondere, dismettere, unire, vendere, insomma fare delle cose che costino meno alla Regione e che garantiscano maggiori entrate.
In ultimo, la riduzione della spesa: questa è la vera sfida che ha questa maggioranza.
Questo dovrà davvero essere l'ultimo bilancio che, di fatto, riflette una spesa storica. Questo - e concludo - è un bilancio che riflette una spesa storica ridotta, perché, evidentemente, il livello di spesa complessivo è ridotto, ma dentro il quale non vi è un vero ragionamento di rivisitazione della spesa regionale.
Collega Pentenero, un po' di sprechi in meno ci sono, perché quando uno spende un miliardo in meno, è verosimile che là dentro ci fossero delle spese importanti (investimenti, sociale e quant'altro), ma è altrettanto verosimile che una parte di essi non fossero prioritari per l'azione di governo e per i piemontesi. Potremmo fare degli esempi, ma sono già oltre il mio tempo a disposizione e quindi vado davvero a concludere.
La vera sfida che il centrodestra ha all'interno di questa Regione è lavorare da subito affinché si scriva un bilancio in cui davvero la spesa storica venga dimenticata e si faccia una valutazione di revisione della spesa che, però, sappiamo non può essere a salire. "Revisione della spesa" non significa che, salvo alcune partite significative, sarà possibile aumentare tanto da una parte e diminuire poco dall'altra. Revisione della spesa significa che bisogna individuare ciò che è priorità indispensabile e finanziarie quello. Perché questo Ente, al di là delle minori entrate da parte dello Stato, al di là delle minori entrate derivanti da indebitamento, ha anche la necessità di coprire i buchi che ha all'interno del proprio bilancio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente e colleghi.
Che dire? Maggio è il mese della Madonna, oltre che il mese delle rose (e qui mi fermo, ma per chi fosse curioso, dopo l'intervento non avr problemi a fornire la parte finale).
Cosa intendo dire? Siamo nella "normalità". Stando ad alcuni interventi che ho ascoltato, taluni pure interessanti e con aspetti anche condivisibili (poi io mi aspetto che le dichiarazioni si traducano in fatti), qual è la cosa importante? arrivato anche il bel tempo, c'è il sole! C'è pure il Salone del Libro, l'Edizione con la metropolitana, la Juve ha vinto (purtroppo) lo scudetto... Potrei continuare con tutta una serie di ovvietà che si potrebbero dire in una situazione normale, ma - cari colleghi - non siamo in una situazione normale.
Succede un fatto politicamente fra i più rilevanti (non il più rilevante in assoluto, ma fra i più rilevanti che possano succedere in un Consiglio regionale, in un'Assemblea elettiva): il principale partito della maggioranza si divide in due, o quasi... Semplificando, si divide in due, e il Presidente della Giunta non si ritiene in dovere di venire qui a dare delle informazioni e delle spiegazioni a quest'Aula su quello che succede nella maggioranza.
Scusate, è un problema non di rispetto istituzionale o di dovere. Allo stesso modo, potrei ripetere che è maggio, che è il mese della Madonna, il mese delle rose, e mi fermo perché non posso continuare; che c'è il Salone del Libro e potrei andare avanti.
Il Presidente non viene qui a dire cosa succede nella maggioranza attenzione - mentre discutiamo il bilancio. Assessore Quaglia, è noto: un bilancio falso, un bilancio "farlocco". Questo è un bilancio falso, non è un bilancio normale. E in questa situazione si spacca il partito di maggioranza relativa! Non lo so: dopo i 30 euro per i libri, palloni di calcio gratis per tutti! Che cavolo ne so? Tutù per le ragazze delle medie piemontesi, no? E potremmo continuare in questo modo.
Veniamo ad alcuni aspetti. Intanto non c'è l'amico Leo, altrimenti gli avrei dato un po' di batticuore; segnalo però alla lobby attenta alla cultura che, se mancano 485 milioni di euro (per quanto mi riguarda, manca almeno un miliardo di euro, qualche collega dice due miliardi, io mi fermo un un miliardo), il famoso 30% è 30% meno 485 milioni di euro, di cui dovrete rientrare e quindi la lobby trasversale della cultura deve tener conto che non mancherà solo il 30% (bisogna dirlo anche ai quasi sportivi perché riguarda anche lo sport).
Continuo con qualche perplessità ulteriore: una Regione che ha superato la passibilità di indebitamento, quindi siamo fuori dalla grazia di Dio siamo proprio fuori da tutto! Una cosa è certa: stante la situazione drammatica del Paese - non ci sono soldi - dovrete rivedere quanto prima le cifre che avete messo in questo bilancio.
Eccezionalmente, mi rivolgo anche al Direttore Rolando: non la invidio sa? Neanche col sudoku lei riuscirà a far quadrare le cifre da mettere lì sopra! Non so se lei si esercita, ma sarà opportuno che ritorni al pallottoliere, perché forse gli strumenti elettronici hanno creato qualche sfasamento. Voi dovrete far quadrare queste cifre e non ci riuscirete dovrete fare nuovi mutui, che non siete più in grado di fare, perché avete superato ogni soglia possibile! Noi saremo chiamati - perché saremo purtroppo chiamati anche noi quanto prima a rivedere questo bilancio, che - lo voglio ripetere - ho definito "farlocco" un pomeriggio in cui ero particolarmente di buonumore perché per quanto mi riguarda - lo annuncio ufficialmente e chiedo il permesso anche al Capogruppo - voterò contro. Parto dalla parte banale ovvia.
Non solo, vi invito a valutare il voto che esprimerete. Fate attenzione, perché appena sarà votato - se sarà votato - manderò il bilancio al Governo, al Ministero che ha competenza per il controllo; lo manderò alla Corte dei Conti, alla Magistratura contabile, ritenendolo falso, ed è un mio dovere mettere in atto i passi opportuni non rispetto ad un bilancio che ulteriormente aumenta l'indebitamento, com'è successo con la Giunta precedente e con quella ancora prima. No. All'epoca ero contrario all'indebitamento, ed è andata così.
Noi stiamo parlando di questo bilancio: sono due cose diverse. Quelli erano bilanci che sfondavano le finanze della Regione, ma non erano bilanci falsi. Sono due cose completamente diverse. Poiché invece ritengo che questo sia un bilancio che non sta in piedi (non che aumenta ulteriormente l'indebitamento), perché difatti è così e in parte non può permetterselo non mi rimane che prendere il "pacco" (trattasi di vero e proprio pacco non regalo). Questo è un vero e proprio bidone, e lo sto dicendo con calma anche cercando un minimo di leggerezza in una situazione drammatica altrimenti dovrei usare altre parole e un altro tono, ma oggi - come dire c'è il sole, ecc.
Sono stato sollecitato a dire qualcosa, ma mi riservo di aggiungere altre considerazioni nel prosieguo dei lavori; però - colleghi, attenzione mi rivolgo a lei, Vicepresidente Cavallera, che ha grande esperienza di lungo corso: è pensabile e accettabile che il Presidente Cota non senta il dovere di fare una comunicazione a questo Consiglio regionale su cosa succede nella maggioranza che lo sostiene? Ritengo che sarebbe una cosa dovuta. Dipendesse da me, mi sarei tolto le scarpe e ve le avrei tirate! chiaro? Non accendevate neanche la luce in quest'Aula! Non è pensabile che, come se niente fosse, nel gioco delle parti (Marinello, per certi versi, ha pure ragione), parliamo di cose importanti e non si sappia dov'è il Presidente Cota. Non che io ne senta particolarmente la mancanza, ma ci sono dei momenti in cui è un dovere istituzionale venire qui ad assumersi le proprie responsabilità - se uno si sente responsabile, se è in grado, se ne ha la capacità - e venire a dire a questo Consiglio cosa succede nella sua maggioranza.
Per quanto mi riguarda - voi lo sapete - farò di tutto fino all'ultimo giorno in cui sarò in quest'aula di Consiglio per mandarlo a casa il prima possibile. Penso di essermi espresso senza equivoci.
Grazie Presidente, grazie colleghi.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Le sarei grato se volesse invitare il suo Vicepresidente a non chiacchierare...



PRESIDENTE

Lei sa che il Vicepresidente Placido ha il vezzo di disturbare i Consiglieri del suo Gruppo.



BOETI Antonino

Sì, però prima è Vicepresidente e dopo è Consigliere di questo Gruppo quindi le chiedo, Presidente, di invitarlo a tornare al suo posto invece di ciondolare in giro.
Forse il collega Marinello ha ragione quando definisce un inutile rito la discussione che stiamo affrontando rispetto al bilancio. Devo dire che abbiamo sempre affermato che l'unica discussione sostanziale è quella che riguarda il bilancio; se anche rispetto a questo argomento è difficile entrare nel merito e affrontare il dibattito - anche se le questioni sono di merito, ma possono essere anche di metodo - forse alla politica non resta più tanto per potersi presentare agli elettori con un minino di credibilità.
Il Consigliere Marinello - come fa frequentemente il collega Carossa invoca il senso di responsabilità dell'opposizione: mi è parso di capire questo e magari mi sono sbagliato, collega Marinello, ma il suo Capogruppo richiama frequentemente questo aspetto; l'altro giorno avremmo dovuto addirittura dare la presenza, per consentire ad un provvedimento di essere approvato.
Il problema - parlando di credibilità - è che se l'appello alla responsabilità viene da un partito i cui ex Ministri, il giorno dopo la nomina del Governo Monti, parlavano come se facessero l'opposizione da quarant'anni, diventa difficile spiegare agli italiani dove sta la ragione dove sta il merito, quali sono le questioni. Non si può, infatti, aver governato per una parte importante degli ultimi, nel nostro Paese, e poi dire - Tremonti e Maroni in questo sono insuperabili - che la colpa di tutto quello che sta succedendo - e penso che di colpe ne abbia - sia del Governo Monti e dei suoi Ministri.
Il collega Marinello definisce questa discussione un inutile rito, ma noi abbiamo passato questa settimana ad aspettare che voi finiste le vostre riunioni di maggioranza. Credo che in nessun posto di lavoro del mondo - e anche questo dovrebbe essere un posto di lavoro - ci sia un assoluto spregio del tempo, così come avviene in questo Consiglio regionale. Se una maggioranza vuol fare le riunioni di maggioranza, ha il diritto di farle ma se le faccia al mattino, nell'intervallo di pranzo, la sera, durante la notte, piuttosto che costringere i Consiglieri regionali a star qui seduti a far niente.
Se questo, poi, si verifica durante una giornata di pioggia ci sta ancora, Consigliere Marinello; ma adesso che c'è anche il sole devo dire sinceramente che sento il peso di stare qui dentro a perdere tempo.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Infatti: bollo, mi pagano il gettone e mi sembra brutto andare via.
Vorremmo poter lavorare e discutere.
Abbiamo visto ieri il parto di un nuovo Gruppo. Lo dico di nuovo all'amico Carossa: noi certo, su questo, non abbiamo niente da dire perch non siamo ancora riusciti a risolvere un problema importante che riguarda la costituzione dei Gruppi; ma tu la predica non ce la puoi più fare...
Ho letto sui giornali che all'interno della tua maggioranza c'è un Gruppo che costa 360.000 euro l'anno.



(Proteste del Consigliere Carossa)



BOETI Antonino

Quei Consiglieri fanno parte della tua maggioranza; quindi per cortesia, collega Carossa, risparmiaci d'ora in avanti la predica relativamente alla questione dei costi della politica, sulla quale torner in un secondo momento.
Certo, è un momento difficile, ma credo che il vostro non sia solo un problema di merito, cioè il fatto che mancano i soldi: credo sia anche un problema di metodo, cioè il metodo con il quale voi vi rapportate rispetto alla comunità piemontese.
L'altro giorno sono venuti i Sindaci del Pinerolese a difendere la tratta Pinerolo-Torre Pellice. L'Assessore Bonino era qui e non ha ritenuto di venire su ad incontrarli. Non credevo potesse essere possibile una cosa del genere. Quando facevo il Sindaco, se i cittadini chiedevano di incontrarmi, io li incontravo: non mandavo il Presidente del Consiglio o il Vicepresidente del Consiglio; non erano loro ad avere il dovere di stare lì. I Sindaci non erano venuti per incontrare il Vicepresidente Placido: erano qui per incontrare l'Assessore ai trasporti che, diversamente, non ha voluto riceverli. Voi state perdendo il rapporto con la comunità piemontese.
Ieri sera sono andato a Trecate con la collega Manica, a parlare di servizi sociali. La Direttrice del Consorzio ha detto di non riuscire ad avere un appuntamento con l'Assessore - "competente" lo metto tra virgolette - che avrebbe questa delega, perché l'Assessore Monferino non ritiene di incontrare i Consorzi socio-assistenziali. Lo ha detto proprio nel momento in cui è mancato l'ex Assessore alla sanità Antonio D'Ambrosio aggiungendo: "L'Assessore D'Ambrosio ci ha incontrati il 12 di agosto; non ricordo naturalmente di quale anno, ma certo durante gli anni nei quali faceva l'Assessore. Gli abbiamo chiesto di potergli parlare e ci ha convocati per il 12 di agosto".
Non si tratta, quindi, solo di una questione di soldi: è anche una questione di metodo. Voi ritenete di potere fare da soli, senza che i Sindaci, gli amministratori, i dirigenti che rappresentano la comunità possano avere la possibilità di confrontarsi con voi. Questo errore è più grave del fatto di non avere i soldi, perché si possono non avere i soldi e spiegare ai cittadini quello che dici tu, collega Marinello: è un momento di crisi economica, che riguarda non solo l'Italia ma il mondo intero quindi - in un momento di crisi economica - noi vi diciamo che vorremmo fare questo, questo e quest'altro ma che non possiamo; cosa che invece non succede.
Vengo ad una riflessione che i miei colleghi hanno ripreso - perch l'abbiamo fatta durante i lavori dell'approvazione del Piano Socio Sanitario - che riguarda i servizi sociali. A me sembra di capire - lo dico all'Assessore Quaglia - che nel bilancio di quest'anno figureranno almeno 110 milioni di euro. Già siamo a metà maggio e già ci dicevano, ieri sera a Trecate: "Noi non sappiamo quali sono i Servizi che saremo in grado di pagare; è certo infatti che ne abbiamo avviato un certo numero, perché la Regione dà i soldi ai Consorzi da un fondo indistinto, ma finanzia anche i progetti. Se a noi dicono a giugno o a luglio che quei progetti non possono essere finanziati e non ci danno i soldi, noi corriamo il rischio di fallire".
Naturalmente ci aspettiamo una risposta. Lo vedremo durante la discussione, ma è chiaro che senza questo impegno che c'è stato e che sarà confermato - sono sicuro che vedremo un emendamento in tal senso - noi potremo stare qui fino a Ferragosto e che questo bilancio non potrà essere approvato. Lo dicevo anche ieri sera, sempre a Trecate - poi non parlo più di Trecate perché non penso di andarci ancora - dove c'erano i genitori dei disabili e di coloro i quali aspettano un posto nelle RSA, che lamentavano la mancanza di disponibilità economica: è vero che è una piccola cifra, ma noi scopriamo che il Presidente Cota promette un milione di euro - 30 euro ciascuno - per l'acquisto di libri a tutti i ragazzi.
Ma lo volete spiegare al Presidente che ci sono le biblioteche?! In questa Regione ci sono le biblioteche in rete, che hanno migliaia di libri e migliaia di ragazzi studiano nelle biblioteche: i miei figli hanno passato più tempo a studiare nelle biblioteche che a casa mia. Bisogna spiegare che questa misura non è necessaria e che questo milione di euro può essere destinato in maniera diversa: può essere utilizzato per i servizi per i minori, per i disabili, per qualunque altra cosa. I ragazzi non hanno bisogno di questi 30 euro per i libri: se ne possono forse comprare due, quando nelle biblioteche fornitissime della nostra regione ne possono avere a migliaia, con i prestiti che si possono ottenere.
Vogliamo provare a diventare seri, una volta per tutte? Il fatto di non esserlo, infatti, impedisce anche un dialogo sereno sul bilancio all'interno di questo Consiglio regionale.
La bufala più spaventosa, però - un'altra grande è stata quella delle cure odontoiatriche per tutti, perché anche in questo caso non si capiva con quale presupposto si potesse fare una promessa simile - è quella di eliminare l'addizionale IRPEF per il 2014. È come l'ICI...
Vogliamo smetterla di raccontare frottole alla popolazione di questa Regione? Il sistema sanitario internazionale aumenta i suoi costi ogni anno del 4%. Pensare che si possano ridurre le prestazioni sanitarie sotto un certo limite vuol dire tagliare i servizi. Proviamo a metterci un po' di equilibrio.
Spiegate al Presidente che continuare a promettere cose che non sono realizzabili non serve a lui, non serve alla maggioranza, non serve alla coalizione e soprattutto non serve ai cittadini di questa Regione.
Finisco con una riflessione sui conti e sui costi, sui quali siamo disponibili, come PD, a confrontarci.
Prima o poi dovremmo riprendere la questione che riguarda, ad esempio il numero dei Consiglieri regionali. Avevamo ipotizzato una diminuzione qualche Regione l'ha già fatto - da 60 a 50. Credo che se passiamo da 60 a 50 non succede assolutamente niente e che l'Aula può continuare ad essere agibile e può anche lavorare nell'interesse dei piemontesi.
Siamo disponibili a discutere delle dismissioni. Assessore Quaglia glielo dico ufficialmente, perché non ho visto nelle dismissioni.
In collina a Torino che vicino a Pecetto c'è un palazzo che prima era utilizzato per la neuro-urologia del Maria Adelaide. Quel palazzo oggi è vuoto, si paga la custodia. Vendetelo se non pensate di poterci fare qualche altra cosa, perché, dato che il posto è molto bello, potreste venderlo e potrebbe essere utilizzato per una struttura, per una RAF. Non l'ho visto nel piano delle dismissioni, è di proprietà dell'ASL, ma è una cosa che può essere dismessa.
Avete fatto male a non accettare l'emendamento che prevede la riduzione delle ATC.
Siamo disponibili a confrontarci sul merito. Dovete soltanto, anche il vostro Presidente, diventare un po' più seri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Purtroppo mi duole ravvisare in questo bilancio di previsione 2012 - e dico purtroppo soprattutto pensando ai beneficiari di questo documento ovvero i cittadini piemontesi - una generale confusione nella stesura di questa manovra.
una manovra importante - non c'è bisogno che ve lo ricordi io considerato soprattutto il difficile momento che il Piemonte e più in generale il nostro Paese sta attraversando.
una manovra che doveva rappresentare il fiore all'occhiello di questa Giunta, insieme al piano socio sanitario, ma che, ahimè, più che fiore all'occhiello è una nota desolatamente dolente.
Il bilancio è uno degli atti fondamentali di indirizzo della politica regionale e dover constatare che, a parte qualche timido tentativo di contenere e razionalizzare le spese, non vi siano investimenti importanti di risorse, investimenti mirati, investimenti coraggiosi, ma semplici tagli a pioggia, per di più anche su capitoli significativi, è imbarazzante.
Di questa manovra non dovrete rispondere soltanto a noi ma ne dovrete rispondere ai cittadini piemontesi, e dovrete rispondere a loro del perch avete lasciato le briciole a settori chiave e di eccellenza della nostra Regione predisponendo tagli su tutto indistintamente.
Tagli alle politiche ambientali ed energetiche, al settore agricolo, al settore dei trasporti, all'istruzione, formazione e lavoro, alla ricerca ed università, alla cultura, alle politiche sociali e delle famiglie.
Insomma, la politica della mannaia è facile, soprattutto dove è facile tagliare. Più difficile è operare invece una programmazione pensata ragionata, seria e valutata con attenzione.
Infatti questa programmazione non c'è stata, non c'è stata una visione strategica in questa manovra, che tenesse conto delle criticità della nostra regione, al di là delle necessità di ridurre le spese e di recuperare le risorse.
Non c'è stata quella attenzione, che invece avrebbero meritato, verso le parti più deboli, verso le componenti socialmente più svantaggiate verso chi questa crisi la sta pagando duramente.
Non c'è attenzione e, come dicevo, non ci sono neppure investimenti adeguati e sufficienti. Le politiche sociali per la famiglia, le politiche per la formazione e lo sviluppo, per l'innovazione, la ricerca e per l'istruzione avrebbero dovuto essere al centro della programmazione e nell'agenda regionale nella stesura di questo bilancio.
Si doveva partire da lì e da lì prevedere investimenti importanti e coraggiosi a questi capitoli di bilancio. Invece nulla. Avete preferito abdicare di fronte alla richiesta di risposte certe ed organiche che ampi settori della società stanno invocando da tempo.
Siete stati completamente ciechi di fronte alle opportunità che, in periodi storici di difficoltà economiche come quelli attuali, certi investimenti possono garantire. Siete rimasti imbrigliati nella logica dell'emergenza e non siete stati capaci di andare oltre l'emergenza.
D'altronde, questo modo di governare o di pensare di governare è lo specchio di quanto accade nel Paese; il Governo Monti, che una parte politica di voi sostiene, si è limitato esclusivamente a dare una sterzata ai conti pubblici, scegliendo la via più semplice che è quella che tutti conosciamo e che non serve neppure che ricordi perché è sotto gli occhi di tutti.
Le parole che più sono risuonate nei proclami del Governo centrale di Roma, così come in quest'aula e nei comunicati stampa della maggioranza sono quello del rigore e dell'efficienza, per non parlare del solito ritornello che ci proponete da due anni, e cioè che è colpa dei disavanzi accumulati negli esercizi finanziari del Governo regionale che ci ha preceduto.
Cari colleghi di maggioranza, il rilancio e lo sviluppo di una Regione come il Piemonte e, più in generale, del Paese non si favoriscono esclusivamente con l'impiego di rigore ed efficienza, con provvedimenti che la crescita non la sostengono, mentre il tessuto socio-economico del territorio degrada sempre più, ma si realizzano attraverso investimenti produttivi, rispondendo alle difficoltà di quei settori che, nel momento di crisi, necessitano di maggiori risorse. Ma tutto questo si può fare solo se si sa cosa fare, se si ha una visione puntuale di merito delle priorità da perseguire. Vanno bene i propositi di riduzione delle spese, di contenere i costi del personale, ma non ho ravvisato un'adeguata riduzione dei costi della politica.
A tutto questo doveva seguire una capacità ed un'iniziativa propositiva, che voi non avete avuto. Insomma, è mancata la sostanza a questo bilancio.
Non vi siete dati delle priorità, sebbene la situazione drammatica che la nostra regione sta attraversando lo suggerisse. Siete stati incapaci di individuare dove e come intervenire, siete stati incapaci di una reale pianificazione. Mi chiedo come è possibile.
Com'è possibile, oggi come oggi, anche solo immaginare un taglio quasi del 50%, taglio delle risorse delle politiche sociali della famiglia.
Parliamo di servizi e di sostegni da offrire alle famiglie, di risorse pubbliche per far fronte ai bisogni della collettività.
Vi rendete conto che, così facendo, andiamo incontro non più ad una situazione di emergenza, ma al collasso del tessuto sociale ed economico? Una manovra di bilancio che prevede un così drastico ridimensionamento delle risorse, in favore delle politiche sociali e socio-assistenziali avrà come inevitabile conseguenza la riduzione, se non la cancellazione, di una moltitudine di servizi e di iniziative. E questa, lasciatemelo dire, è una prospettiva decisamente negativa per una regione come la nostra pesantemente colpita dalla crisi occupazionale e sociale.
Le stesse valutazioni mi tocca farle sui capitoli che ho citato all'inizio: istruzione, ricerca, innovazione, formazione. L'imperativo della politica di oggi deve essere quello della crescita e per dare slancio e vigore alla crescita serve puntare sulla ricerca, sull'innovazione, sul diritto allo studio, sull'istruzione.
Questo, contrariamente a quanto avete dichiarato, è sì una priorità perché riveste un ruolo essenziale nella formazione della futura forza lavoro e dei futuri cittadini.
Invece così, come i vostri colleghi di Roma del Governo Berlusconi avete semplicemente demolito un'istituzione fiore all'occhiello del nostro Paese, la scuola. Su tutti lasciate che ricordi il caso EDISU: avete perso la credibilità, facendo perdere a sua volta credibilità al Piemonte come regione universitaria.
Avete tagliato le borse di studio del 70%, una scelta politica che la dice lunga su quanto vi sta a cuore il futuro dei nostri giovani studenti.
Potrei dilungarmi ancora, perché l'elenco delle storture di questo bilancio sarebbe lungo, ma mi avvio alla conclusione con un'amara riflessione.
L'etimologia di governare originariamente ha un preciso significato: è l'atto di dirigere una nave, di condurre quest'ultima lontana dagli scogli e dalle secche, lontana dalle tempeste e i venti contrari, portandola in salvo in porto.
Governador è il capitano, colui che regge il timone; più genericamente infatti governare ha il significato di reggere e di provvedere ai bisogni.
Credo - e penso di non essere il solo a crederlo - che questo sia il vero senso del governare una Regione e più in generale un Paese. Provvedere ai suoi bisogni, soprattutto in tempi di crisi, di difficoltà, di tagli e di tempeste e condurla responsabilmente verso acque sicure. Purtroppo, non mi sembra che questo senso di responsabilità e questo senso del governare appartenga a questa Amministrazione piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che sin qui si sono succeduti, quasi tutti, se non sbaglio, dai Gruppi di opposizione, uno eccellente da parte del Consigliere Marinello.
Non competendomi, non ne ho titolo, quindi non ho bisogno di andare a cercare dei lavori nuovi rispetto a quelli che non ho, di avere il compito di difendere codesta maggioranza, ce l'hanno persone eccellenti che quindi lo hanno fatto e lo faranno. Peraltro devo dire che l'intervento del Consigliere Marinello, come ho avuto modo di dirgli è difficilmente migliorabile, tenuto conto del materiale a disposizione. Mentre, invece sentendo interventi dell'opposizione, come in parte ha detto il Vicepresidente Placido, si può scegliere la chiave di interventi.
Uno può scherzare (che a me non dispiace); se non avessi scherzato talora eccedendo, di minimo avrei fatto il ministro, ma talora hanno, come contromisura, che qualcuno non li capisce. Siccome l'ho fatto fino alla mia età, escludo di perdere questa abitudine, allora dico che effettivamente la settimana scorsa era andata malissimo per noi: lo scorso weekend è stato denso di bruttissime notizie. Poi, magicamente, perché il buon Dio ci mette una piega, è tornato il bel tempo.
Effettivamente, da ieri, mi pare che guardando visivamente anche l'esterno, si veda che è tornato il bel tempo. Anche per noi, perché da ieri noi possiamo fare quello che abbiamo fatto finora e non intendiamo cambiare di un millimetro, semplicemente avendone la responsabilità e il titolo per farlo.
Due concetti importanti: la responsabilità e il titolo.
Gli onori per quando si fanno delle cose buone; purtroppo l'Amministrazione pubblica ha perso anche la capacità di proporre bene le cose buone che succedono - e ce ne sono - anche perché indulge troppo spesso a raccontarsi addosso delle bugie. Faccio un esempio. Credo e oso sperare che il collega Boeti, un noto ortopedico, prima di fare una diagnosi - da lui non mi farei curare a nessun titolo, a meno che non fossi compos mei e non potessi scegliere - guardi le lastre. Allora i Gruppi in questa Regione costano (il nostro da domani non sarà un'eccezione) 207 mila euro in più, né una lira di più, né una lira di meno.
Questa legge, sbagliata, come ho detto più volte e anche la scorsa legislatura, ha dei padri e delle madri: la responsabilità. C'era il Presidente Ghigo seduto lì; non ricordo se ci fosse Picchioni, non credo forse c'era già Deorsola, perché credo che Picchioni l'avrebbe impedito mentre Deorsola no, perché era più possibilista, era più flessibile. I tre erano seduti lì. Il prossimo Presidente della Regione, l'attuale Presidente della Provincia, quello che fece tutta la sanità, minuto per minuto, il Presidente Saitta. Adesso Goffi tenta, "goffamente", di imitarlo.
Poi, c'era la Consigliera Spagnuolo, che al momento era lì, e il Consigliere Chiezzi. Chiesero e ottennero, buon Dio, la concordia istituzionale. Placido, dove la mettiamo la concordia istituzionale? Che fece sì che quando la Bresso dice "cambierò tutti" adesso che sono stata nominata disse: "Perfetto, così può darsi che ci scappi anche qualcuna di centrodestra", visto che le due legislature Ghigo precedenti...
Come dire? Basta andare a guardare i nomi e vedere come è stata pagata la concordia istituzionale. Una delle poche cose che la Bresso ha fatto con grande capacità è di nominare responsabilmente i suoi, talora prendendoci talora prendendoci meno.
Allora, vedete che volendo si può scherzare e si può continuare sullo scherzo. Vicepresidente Placido, non puoi chiedere al Presidente Cota cose che non sa. Come fa a spiegarti cosa facciamo noi se non ci parla? Capisco che possa spiegare le cose che sa e ne sa tante, ma se non parla con noi buon Dio, o legge dai giornali, o parla delle fonti, tipo quelle che abitano in corso Vittorio, francamente sarebbe come chiedere a me che cosa penso della Juventus, nessuno normale lo farebbe, credo! E se lo fanno non ho nessuna difficoltà a dirglielo, ma escludo di essere una fonte n autorevole né tanto meno terza.
Ma questa modalità la trovo noiosa. Invece, prendo lo spunto dell'intervento del Consigliere Reschigna, che vedo che è tornato dalla sua pausa di riflessione...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Che ho avuto anch'io, ma mi sono voluto accertare che tu ci fossi perché ci sono tre cose che, secondo me, volendo, si possono fare: tre delle trentatré. Uno è lo stato del bilancio.
Lo stato del bilancio è francamente deplorevole, l'unica innocente è l'Assessore Quaglia, perché per il momento non ha ancora contribuito con il suo... Ma, pochi altri, perché lo stato del bilancio, comprese alcune diagnosi non del tutto erronee che ha fatto il Vicepresidente Placido arrivano da lontano. Il bilancio di oggi certamente non è veritiero, lo sappiamo tutti, dipende dalla grande capacità che la Presidente Bresso ha avuto (Assessore Peveraro, spero coscientemente presente) nel non scrivere dei debiti. Ma non una roba leggera: un paio di miliardi di euro! Non una cosina... E poi li rimetteva e li toglieva e chiudeva il consuntivo. E poi li rimetteva... Poi, l'ultimo passaggio le è andato male, perché li ha tolti, ha perso, e nessuno li ha rimessi e siamo ancora là.
Devo dire che evidentemente il Presidente Cota su questo, probabilmente perché stava facendo altro (il cerchio magico, i barbari sognanti), ha un sacco di problemi per capello anche lui, pover'uomo. Però il problema è lì.
Siccome questo problema non ha una responsabilità sola, possiamo decidere se giocare a darsi le colpe. Non partecipo, ma volendo partecipare, vedrò di arrivare ultimo, o provare a risolverlo. Credo che sarebbe un atto doveroso per i piemontesi che verranno, soprattutto in termini anagrafici.
Lo stesso vale per la legge di bilancio, quella legge 7/2001, cui ha alluso giustamente il Consigliere Reschigna, che impedisce al Consiglio regionale, non da ora, ma anche ora, di fare quello che è il suo unico dovere: definire le politiche responsabilmente e pretendere che vengano attuate.
Le leggi si fanno, quella era una buona legge, tra l'altro la feci io quindi la ritengo un'eccellente legge, che poi è stata modificata. Credo che adesso si tratti di rimodificarla - e ne convengo - dando al Consiglio la responsabilità che è giusto che abbia. A maggior ragione in un tempo in cui le uniche cose che non ci sono più sono le risorse. E fa già due.
Terzo, la revisione della spesa. La revisione della spesa è figlia della stessa madre. La nostra struttura regionale, nessuno escluso, nessuno dei Direttori che dal '97 a oggi si sono succeduti a dirigere una struttura regionale, non ha nessuna vocazione né all'efficienza, raramente all'efficacia, ma all'efficienza certamente no. D'altronde, nessuno gliel'ha insegnato, come si può pretendere che ce l'abbia? Allora, o quest'efficienza la pretendiamo noi... Guardate che in questa Regione il primo Statuto fondante, quello che noi abbiamo pessimamente modificato in successione due legislature fa, venne fatto in tre giorni. E lo Statuto di allora, se uno va a rileggerlo, è certamente datato, ma francamente non mi sembra molto meglio di quello che stiamo vivendo.
La revisione della spesa significa dire ai Direttori regionali chiunque essi siano, che ci sono delle cose da fare che sono possibili e che il loro futuro, il futuro personale, di lavoro, la loro non inamovibilità passa anche dell'ottenimento di risultati speciali in una condizione di specialità, che è quella attuale. È evidente che il colloquio coi Direttori generali si può fare solo in due casi: con una Giunta estremamente forte e decisa - e, francamente, non me ne vorranno i colleghi che ci sono e quelli che non ci sono, ma non è il caso nostro - o con un Consiglio regionale che decida che, essendo una cosa giusta, s'ha da fare.
Queste tre cose si possono fare: evidentemente, bisognerebbe rinunciare per un po', tanto non ci sono elezioni particolarmente vicine sperabilmente! Non ci sarebbe niente di grave, è che avendo praticamente perso tutti i voti, sotto lo zero mi parrebbe difficile andare, nel senso che i voti negativi non ci sono ancora, altrimenti noi rischieremmo di ottenere risultati sorprendenti anche in questo! Il tempo c'è, la possibilità tecnica pure.
Tranquillizzo anche il Vicepresidente Placido: non andremo a casa prima del tempo, ma sul fare in modo che dopo tocchi a voi - credetemi - stiamo facendo meglio che possiamo! Ci stiamo già impegnando tanto, ma lo faremo ancora di più, quindi almeno su questo non vorremmo ricevere critiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Proverò ad introdurre alcune dimostrazioni concrete di come le priorità potrebbero ancora essere scelte anche in questa congiuntura economica anche in questo disegno di legge di bilancio 2012. Tenterò di farlo ricostruendo quello che mi sembra essere l'esito di un approccio politico più che un risultato di un obbligo di carattere aritmetico.
Diceva prima il Consigliere Marinello: "Il buon amministratore pu ancora compiere delle priorità e risponderne di fronte ai cittadini". Ora non possiamo nemmeno selezionare le priorità.
Proverò a fare alcuni esempi di come, invece, le selezioni che si fanno non siano né casuali né obbligatorie, ma siano l'esito di una cultura politica. Ovviamente, cultura politica alla quale non sono soltanto in opposizione, ma assolutamente estranea.
Proviamo a fare alcuni esempi. L'insediamento del Governatore Cota si è caratterizzato con una "festa di palazzo", nel corso della quale ha invitato una famiglia al cui interno un minore ha delle problematiche di carattere sensoriale, per promettere alla famiglia stessa che avrebbe ampliato l'accesso agli ausili previsti dal nomenclatore tariffario, perch è corretto che in quelle particolari contingenze, in particolare nell'età di crescita, le persone abbiano diritto al massimo delle opportunità possibili. Atteggiamento encomiabile! Contestualmente, l'Amministrazione regionale, con le delibere dell'Assessorato alla sanità, riduce del 2% tutti gli ausili e tutta la protesica a tutti i cittadini piemontesi che utilizzano la protesica prevista nel nomenclatore tariffario. Vale a dire, decidiamo di ampliare in modo generoso e sicuramente utile sul piano pubblicitario ciò che ancora non è dovuto e sottraiamo ai cittadini piemontesi ciò che è dovuto per legge.
Secondo esempio: a pochi mesi da questo atto, viene annunciato (e da due anni viene praticato) il bonus bebè. È un beneficio - lo hanno già detto i colleghi - di carattere generale assegnato al di fuori di ogni necessità di carattere economico.
Nello stesso tempo, con la riduzione dei trasferimenti ai consorzi socio-assistenziali, i consorzi stessi non riescono a mantenere attive le comunità famiglia e gli affidamenti familiari, incorrendo, così, nella pericolosa situazione prima di carattere sociale di non percorrere tutte le possibili prove per evitare l'istituzionalizzazione dei minori a rischio, e poi in quella giudiziaria di dover eseguire delle sentenze di istituzionalizzazione disposte dal Tribunale dei minori perché sono falliti, in quanto non tentati, gli inserimenti familiari.
Terzo esempio: questa mattina, con un piccolo tam-tam preannunciato nei giorni precedenti, viene dichiarato il bonus libri, altro intervento generale, a platea generale, indipendentemente dal reddito. Parallelamente i fondi per il diritto allo studio alle scuole del sistema pubblico e alle scuole paritarie vengono tagliati, in modo tale che non viene esaurita la graduatoria dei richiedenti diritto, né per il costo delle mense, né per il costo dei libri di testo, né per il costo dei trasporti scolastici. E questo straordinario amore per la cultura e la formazione in servizio ha prodotto, quindici giorni fa, l'annullamento della "Biblioteca virtuale" per i medici del Servizio Sanitario Regionale Piemontese e convenzionati che aveva esattamente lo stesso costo del bonus libro.
Ulteriore esempio: la settimana scorsa viene annunciato che, appena la Regione Piemonte sarà fuori dal Piano di rientro, verrà ridotta l'IRPEF come provvedimento di carattere generale; nel contempo, in questa Amministrazione regionale girano bozze di rivisitazione della DGR n. 17 quella che prevede l'inserimento degli anziani e dei disabili nelle strutture, e della DGR n. 39, quella che prevede le cure domiciliari in lungoassistenza, perché si vogliono introdurre diverse modalità di compartecipazione alla spesa da parte degli utenti. Vale a dire, si dovrebbe considerare anche il patrimonio della famiglia, mica solo quello della persona malata (poi non vorremmo mai, come si dice in questi casi far sì che i nipoti possano avvantaggiarsi delle risorse che il nonno ha accantonato perché il pubblico pagava tutti i servizi!). Nel frattempo mentre ragioniamo di una detrazione generalizzata, i cittadini malati pagano il sovraticket - unico in Italia - andando a pagare la prestazione di più laddove più costosa è la necessità diagnostica alla quale devono rivolgersi, anziché pagarla per fasce di reddito.
Mi pare che di elementi su cui un Amministratore avrebbe potuto esercitare delle opzioni e selezionare diversamente le priorità ve ne abbia portati molti. Ma arrivo a quello più significativo, sul quale mi sembra che dobbiamo concentrare la nostra attenzione, anche perché è un modo per orientare diversamente le risorse, quelle poche che ci sono: l'Amministrazione regionale con due operazioni - la prima è l'operazione di applicazione del Piano di rientro all'interno del lavoro dipendente del Servizio Sanitario Regionale, la seconda è la definizione del programma dei trasporti e la riduzione della rete ferroviaria in rapporto, invece, alla parziale sostituzione della rete su gomma - ha prodotto il seguente risultato, già misurato: meno 1.350 addetti nel Servizio Sanitario - lavoro giovane, lavoro qualificato, lavoro intellettuale - straordinariamente in 12 mesi espulsi dal sistema.
Se prosegue il taglio dei trasporti, ci saranno altri 350 addetti interessati a quei trasporti coinvolti nella cessazione della loro attività lavorativa.
1.350 più 350 fa 1.700. In un anno, l'Amministrazione regionale piemontese ha prodotto il maggior numero di disoccupati di tutta la FIAT e di tutte le piccole e medie imprese in crisi. Però l'Amministrazione regionale piemontese sostiene con 400 milioni di euro, tra fondi europei fondi regionali e altre risorse, il Piano per lo sviluppo, la competitività e l'occupazione. Un Piano per lo sviluppo, la competitività e l'occupazione di cui, ad oggi, non si conosce l'esito in ordine ad unità di occupati in più. Anzi, poiché qui si sprecano le citazioni e io, dal punto di vista del rango intellettuale, sono sicuramente nell'ultimo gradino della scala di questo Consiglio, però essendo consapevole dei miei limiti ho l'abitudine di studiare, invito tutti a leggere una recente pubblicazione che ha studiato esattamente il caso del Nord-Ovest, con l'esplosione della piccola e media impresa e il distretto industriale: si chiama "Nord regione globale", edita da Perulli.
Vi leggo brevissimamente le analisi conclusive di questo studio, quelle riguardanti il capitolo "La logica perdente dei contributi pubblici".
Il testo recita: "È bene dire che non vi sono, ad oggi, risultati empirici convincenti sulle politiche che hanno visto la finanza pubblica come dispensatrice di contributi.
Gli incentivi offerti alle imprese sul territorio per attrarne o per evitarne la delocalizzazione sembrano essere stati, fin qui, strumenti poco efficaci quando non addirittura perdenti.
In uno studio condotto nel 2000 nel North Carolina" - siamo tutti assolutamente volti a guardare non solo l'Europa, ma anche il modello americano - "gli autori hanno voluto evidenziare che 'non sono gli incentivi a fare la differenza nella decisione di allocazione delle imprese'". Anzi, la prassi degli incentivi comporta un rilancio incrementale che produce una sovrastima dei benefici rispetto al costo.
Sempre secondo i due autori, le migliori politiche di investimento sono quelle finalizzate al miglioramento del clima territoriale attraverso la qualità della vita di un'intera area (creazione di servizi educativi e professionali, trasporti, servizi pubblici efficienti); sono questi i fattori più efficaci per lo sviluppo: esattamente il contrario di quello che stiamo facendo.
Noi stiamo facendo il contrario con programmi organici, di cui non conosciamo la destinazione e, soprattutto, gli esiti.
Una cosa certa l'Assessore ce l'ha detta: ci vorrebbe un Premio Nobel per misurare se con queste risorse abbiamo prodotto un aumento dell'occupazione.
Speriamo che lo trovi prima della fine del mandato, altrimenti continuiamo a mettere 400 milioni e rotti.
Vediamo curiosi i trasferimenti di risorse, mentre ci si strappa le vesti nella componente trasversale, che si è data molto da fare per gli oratori. Sono d'accordo che abbiano ottenuto il risultato - ricordo solo che la legge che istituisce il contributo pubblico agli oratori parla degli oratori di tutte le confessioni religiose, non di una sola - con l'erogazione dei contributi, però, nel reperimento di soldi per coprire alcune centinaia di oratori, vediamo una delibera che stanzia 450 mila euro per Piazza dei mestieri non per l'attività della formazione professionale ma per l'attività di aggregazione.
Queste sono nuove catene, nuove relazioni imprenditoriali che si stanno affacciando in questa nostra Regione, che con questo bilancio si dimostra cieca e sorda a quel terribile spread sociale a cui stiamo assistendo.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La situazione è abbastanza paradossale, come molti colleghi hanno già avuto modo di dire, soprattutto i tempi all'interno dei quali discutiamo di questo bilancio.
Non sfugge a nessuno che viviamo in una situazione particolarmente grave per quanto riguarda il Paese e la nostra Regione. Siamo attanagliati da una crisi economica e sociale di una certa rilevanza, che sta costringendo le varie istituzioni - non solo nazionali, anche quelle sovranazionali, penso all'Europa - a politiche di tagli e di rigore sulla spesa pubblica spesso troppo staccate dalla dimensione della crescita per riuscire ad essere - questa è una mia opinione e convinzione personale compiutamente efficaci.
In questo contesto, il Governo di una regione non di second'ordine, una delle più importanti regioni italiane, quale il Piemonte - tra l'altro, una di quelle regioni industriali per eccellenza, che fa parte, all'interno dell'Europa, di quelle aree fortemente industrializzate, assolutamente significative, che dalla crisi, in quanto tali, vengono in alcune direzioni significativamente colpite - pensa, prima, di fare ciò che ha fatto con alcuni documenti di bilancio - penso all'assestamento e al consuntivo - e successivamente, di addivenire con i tempi a cui arriviamo all'approvazione del bilancio preventivo per il 2012, oltre alla legge finanziaria.
Questo avviene in presenza di un nuovo Regolamento consiliare approvato nella scorsa legislatura - è un elemento a merito di tutti i Consiglieri, allora di maggioranza e di minoranza, forse anche un po' più a quelli di maggioranza, che l'hanno fatto come atto significativo e in parte anche sufficientemente disinteressato (oggi la situazione è un po' diversa ma fino ad allora la certezza delle maggioranze al 200% non c'era per nessuno) - che consente l'approvazione del bilancio in tempi certi, che si richiama maggiormente ai Regolamenti di Camera e di Senato e che su alcune questioni - atti fondamentali, appunto, come la materia relativa al bilancio e alla legge finanziaria - consente di definire tempi certi.
Nonostante questo, a quei tempi non si tiene fede, si travalicano ampiamente. Addirittura, si travalicano non solo i tempi di votazione entro il 31/12, del bilancio - fatto assolutamente possibile - ma i quattro mesi che la legge approvata sull'esercizio provvisorio consentiva fino alla fine di aprile.
incredibile e assolutamente paradossale, non avviene mai, è avvenuto qualche volta, in modo assolutamente eccezionale, quando si sono dovuti votare bilanci tecnici, magari a fine legislatura, però mai con queste caratteristiche.
Travalicato quel termine significa che sono possibili solo le spese obbligatorie, che gli enti locali in Piemonte e i cittadini non hanno alcuna certezza dei trasferimenti regionali e che stanno languendo in una situazione di gravissima difficoltà le Amministrazioni comunali, le Amministrazioni provinciali, le Associazioni, i Consorzi, gli Enti socio assistenziali, l'associazionismo.
Qualcuno si preoccupa di questo? C'è una Giunta interessata alla questione? Pare proprio di no. In Consiglio si va avanti con un dibattito con un eufemismo lo potremmo definire "stanco" - nel compiuto disinteresse della Giunta e della maggioranza, con tempi a cui, ormai, ci si è rassegnati - non importa se è una settimana, o due, o tre, si può andare tranquillamente avanti in questa condizione con le spese obbligatorie tanto il Piemonte è fuori, che importanza ha! - con l'assenza compiuta del Presidente - che neanche sull'atto fondamentale pensa di venire - e soprattutto, con una novità. Rispetto a ciò che abbiamo detto ieri, ritengo che, oggi, in quest'aula, l'intervento del Consigliere Burzi sia andato assolutamente oltre tutto ciò che qualsiasi opposizione e qualsiasi minoranza potesse dire. L'ha detto lui cosa è successo, con grande chiarezza. Ha spiegato a voi più che a noi, perché il suo discorso era rivolto alla nuora affinché la suocera intendesse. Faceva finta di prendersela con le competenze professionali del collega Boeti, ma, in realtà, parlava alla suocera, è chiaro per tutti questo? È assolutamente evidente.
Ha spiegato alla sua parentela molto stretta che questa è una pace armata - molto poco pace e molto, molto armata - tant'è che ci ha confermato un fatto che per noi era abbastanza conclamato, quando meno nei confronti dell'opposizione. Infatti, ci ha detto: "Anche per quanto riguarda la maggioranza, il Presidente Cota come fa a sapere che cosa succede in quest'Aula e che cosa la sua maggioranza pensa, visto che non ci parla?".
Il Presidente della Giunta è il Capo della maggioranza, oltre che il Governatore di tutti i piemontesi. Per quanto mi riguarda, che faccia bene il Governatore di tutti i piemontesi, il giudizio è ampiamente negativo.
Però, a mio conforto, non solo il mio giudizio è ampiamente negativo.
Potete rivolgervi al mondo della sanità, del socio-assistenziale, a chi si occupa di trasporto pubblico, a chi il trasporto pubblico lo usa, su tutte le problematiche più sostanziali - richiamo, ad esempio, le problematiche della casa, visto che è qui presente l'Assessore Cavallera, che autorevolmente ne ha una delega - chiunque vi dirà cosa pensa di lui come Governatore, non di cosa dice alle trasmissioni, come Ballarò, quando cerca di spiegare quali sono i rapporti internazionali, con l'Albania piuttosto che non con la Tanzania, che cosa si è fatto di certi bilanci piuttosto che di altri, dimostrandosi fortemente preoccupato delle questioni di bilancio della Lega, ma assolutamente disinteressato alle questioni di bilancio della Regione.
Queste cose, che lui non fa neanche come capo della maggioranza, oltre che come Governatore, ce le ha dette qui il Consigliere Burzi, il quale ci ha poi spiegato, con la solita litania, che ormai tutti conosciamo, che tutta la colpa dei buchi e dei disavanzi è dell'Assessore Peveraro e della Presidente Bresso, ecc. ecc., dimenticando che, in tanti, ci hanno messo del loro e, in particolare, ci hanno messo molto quei due Governi Ghigo dentro i quali, per un periodo, anche lui aveva fatto l'Assessore proprio al bilancio. Dimentica che incomincia il dramma dell'indebitamente proprio in anni piuttosto significativi di quel Governo; lui l'Assessore non lo faceva già più, ma il Piano di rientro è del 2004 e in quel rientro del 2004 e in quegli anni avvengono tutti i disastri della spesa sanitaria che poi fanno lievitare l'indebitamento regionale.
Pertanto, lì ci hanno messo tutti del loro.
difficile uscire da questa situazione; bisognerebbe tentare di fare come fa, non sempre con successo e non sempre in modo splendido, ma tentandoci, quantomeno, il Governo Monti: mettere mano alle situazioni precedenti, in una grave situazione di dissesto della pubblica finanza e di necessità d'intervenire attraverso dei tagli, delle revisioni, ecc.
Dovrebbe dimostrarci che qualcosa sta facendo.
Ma come fa, se, oltre a non fare il capo della maggioranza, la sua stessa maggioranza si sta sgretolando? Al di là di quante decine di migliaia di euro costi un Gruppo, la questione sostanziale che si è verificata è che il Gruppo del PdL sta facendo, in quest'Aula, la fine che sta facendo il PdL nelle urne elettorali: perde i pezzi da tutte le parti! La coesione tra PdL e Lega ha quella solidità che hanno le coesioni tra PdL e Lega in tutte le vicende elettorali che abbiamo visto in quest'ultima fase.
Qui il timone non lo regge più nessuno: non c'è più il governo della situazione e soprattutto non c'è più nessuno che sia in grado di individuare le priorità di un bilancio di lacrime e sangue.
Anche noi, se fossimo stati al governo, avremmo dovuto tagliare - non dico che non sia così - ma, quando si taglia, si scelgono delle priorità: dentro una crisi economica non si falcidia la spesa sanitaria, soprattutto la spesa socio-assistenziale, e non si aspetta che l'opposizione faccia tutto quello che ha fatto per arrivare a quei 110 milioni che per ora, con un emendamento, non avete ancora stanziato, e per prorogare la vita dei consorzi socio-assistenziali.
Non si aspetta che sia l'opposizione a risolvere tutte queste problematiche in limine mortis, con le possibilità che essa ha per dare un po' di respiro al Piemonte.
Non si tagliano alcuni settori, non solo per una questione di giustizia, ma anche per una questione di depressione dei consumi e d'impossibilità di uscire dalla crisi economica, avvitandola a spirale.
Non si taglia sul trasporto pubblico locale nel modo in cui si è tagliato: si scelgono altre priorità! Si prendono alcuni settori e si mettono al riparo; tra questi, l'EDISU e la formazione, che sono la realtà e il futuro dei nostri studenti e la possibilità per uscire dalla crisi. Si individuano alcuni sprechi ed alcune spese che possono essere eliminate, ma il resto si salvaguarda.
Voi siete disinteressati al bilancio: mi rendo conto, con i guai che avete! In questo momento siete più interessati ad altre cose, ma poiché noi continuiamo a pensare ai cittadini piemontesi, su quelle priorità non vi faremo sconti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Noi siamo attenti ai problemi della comunità piemontese e siamo consapevoli che li dobbiamo affrontare in un momento molto particolare, di crisi sociale, finanziaria ed anche morale e di coesione sociale che interessa tutto il Paese, tutta l'Europa e forse l'intero globo.
Probabilmente, l'area che più risente di questa fase storica è quella dell'Eurozona, in particolare quei Paesi come l'Italia e la Spagna che sono stati soggetti agli attacchi speculativi di una parte della finanza e del sistema bancario, che sono sicuramente i maggiori responsabili della situazione in cui ci troviamo.
La trasformazione di un'economia basata, più che sul lavoro e sulla produzione, sempre più sulla finanza, ha determinato le conseguenze che conosciamo.
Parto da questa breve introduzione generale, perché tutto ha un'origine e delle conseguenze che si riverberano drammaticamente sulla nostra regione e sul nostro Paese.
un'Europa che continua ad essere unicamente un'Europa monetaria e non un'Europa politica: finché non diventerà un'Unione Europea davvero politica, ci troveremo sempre in questa situazione, in balia di eventi incapaci di intervenire ed aiutare i settori che soffrono in maniera strutturale.
Siamo obbligati - così come il Governo nazionale - ad inseguire i problemi, a proporre delle soluzioni, a volte condivisibili, a volte no.
Fatto sta che ci troviamo a governare una situazione d'emergenza, causata da situazioni generali, ma anche da una pesante eredità: l'indebitamento che questa Regione ha subito soprattutto nell'ultima legislatura.
L'indebitamento della Regione Piemonte parte da lontano, ma sicuramente nella precedente legislatura, il Governo di centrosinistra ha dato un fortissimo impulso ed un fortissimo contributo.
Noi da qui dobbiamo partire, riflettendo sul bilancio di previsione 2012 e cercando di fare quello che è umanamente possibile: innanzitutto cercare di ridurre l'indebitamento, e quindi la contrazione di mutui rispetto a quanto si è fatto nel recente passato.
Grazie all'impegno di tutta la maggioranza, possiamo dire di essere passati dai 350 milioni di contrazione di mutui dello scorso anno ai 200 milioni circa, per il 2012.
un'inversione di rotta molto importante e significativa, non ancora decisiva, ma sicuramente da sottolineare ed evidenziare.
Poi, come spesso accade in questa regione, gli organi di comunicazione ignorano alcune questioni importanti - come questa - dando evidenza magari ad altre realtà che, dal punto di vista dell'impatto economico-finanziario ne hanno ben poco. Magari fanno più notizia dal punto di vista del gossip o del folclore! Siamo orgogliosi di poter affermare che quest'anno diminuirà significativamente l'indebitamento della Regione Piemonte, anche a fronte di una politica diversa sul versante delle entrate.
Per la prima volta, seriamente, si cercherà di valorizzare il patrimonio della Regione Piemonte, delle sue Aziende ospedaliere e delle sue Aziende locali, con un avvio di processo d'alienazione, per ottenere dei proventi che consentano di ridurre ulteriormente l'indebitamente.
Abbiamo anche effettuato piccoli interventi come cercare di ridurre al minimo le locazioni, quindi gli affitti della Regione Piemonte, per recuperare, anche in quest'ambito, un po' di risorse, perché tutto serve ad invertire la rotta e a presentare un bilancio il più possibile aggiornato ai tempi che c'inducono a razionalizzare la spesa, ad evitare gli sprechi e ad utilizzare le poche risorse che si hanno nel miglior modo possibile.
Ci siamo mossi in questa maniera, avviando (c'era già stato un significativo richiamo all'interno della legge finanziaria) la vendita graduale, per poi arrivare (vorremmo partire da quest'anno) alla dismissione, delle partecipazioni regionali in diverse società, soprattutto quelle che non sono più significative e strategiche per la Regione Piemonte.
Per tanti anni si è finto di essere all'epoca degli anni Settanta o Ottanta, quando la Regione Piemonte aveva addirittura un ente che si preoccupava della produzione del burro! Da quell'epoca ad oggi, molte incrostazioni, molte presenze inutili e superflue sono rimaste, da quest'anno cerchiamo seriamente di uscire da settori non sicuramente strategici per la nostra Regione. Questo, sul fronte delle entrate e della riduzione dell'indebitamento, ma abbiamo anche cercato, sapendo che le risorse non sono infinite, di focalizzare il più possibile in quei settori che, da un punto di vista della coesione sociale e dello sviluppo economico, ci stanno più a cuore.
Sicuramente sulla sanità si è fatto di tutto per cercare di tenere le risorse ferme sugli stanziamenti degli anni passati, ed è stato possibile farlo anche grazie ai risultati del Piano di rientro del 2011, che hanno consentito un discreto recupero di risorse, non eccezionale e non trascendentale, ma comunque importante. Nel passato, mai si era riusciti a recuperare risorse e ridurre la spesa nell'ambito del settore sanità quindi esserci riusciti quest'anno è un merito che va a questa Giunta e a questa maggioranza.
Abbiamo cercato di non intaccare le attività produttive e il settore del lavoro. Tra l'altro, come Gruppo del Popolo della Libertà presenteremo un ordine del giorno in cui invitiamo la Giunta regionale a porre attenzione, all'interno delle risorse del bilancio sul settore, per quelle persone che anche in Piemonte rimarranno senza pensione e senza lavoro, i cosiddetti "esodati" (un brutto neologismo per definirli), attraverso uno strumento nuovo che non siano i soliti e un po' obsoleti cantieri di lavoro per attività socialmente utili, ma contratti a tempo determinato, dove queste persone possano avere una contribuzione previdenziale adeguate, che i cantieri di lavoro tradizionalmente e storicamente non hanno mai garantito.
Anche nell'ambito della cultura e del turismo abbiamo voluto assecondare, in un momento di crisi, gli unici settori che forse danno segnali di tenuta, rispetto ad altri come l'industria manifatturiera o meccanica. I primi dati sul Salone del Libro ci dicono che, in un momento di crisi, la partecipazione a questa grande manifestazione pare essere uguale a quella dell'anno scorso. Questo vuol dire che la vocazione alla cultura e al turismo di questa regione è confermata.
Ci permettiamo di dire che, soprattutto fra il 2000 e il 2005, abbiamo voluto impostarla con investimenti, ma anche con un cambio di politica e di psicologia, riguardo soprattutto alla cultura e al turismo, con l'offerta turistico-culturale complessiva, promossa in particolare con il grande evento delle Olimpiadi invernali del 2006.
Abbiamo voluto ribadirlo in maniera molto incisiva questo anno destinando il 30% dell'addizionale IRPEF a questi due settori specifichi perché questi settori, oltre a consentire una coesione sociale e una crescita civile a tutta la comunità piemontese (non dimentichiamo che ormai danno moltissimo reddito al Piemonte), contribuiscono a far crescere il PIL regionale e, soprattutto, creano e danno molti posti di lavoro.
Quindi richiamo l'importanza del settore della cultura, con tutte le manifestazioni collegate e le attività indotte, e di quello del turismo. Se questo ha creato qualche sorpresa o qualche dichiarazione di scandalo da parte di alcuni settori dell'opposizione, ci dispiace profondamente, perch forse non hanno capito come, da un punto di vista socio-economico, negli ultimi dieci anni il Piemonte si è trasformato.
Nel contempo si è cercato, sia nell'ambito della legge finanziaria sia nell'ambito del bilancio, di tenere innanzitutto fede a certi impegni politici assunti durante la discussione del Piano Socio Sanitario, come destinare risorse per gli enti gestori. Nello stesso tempo, anche grazie al fatto che non si è svolto il referendum sulla caccia, si è potuto recuperare risorse da destinare alle politiche sociali e all'assistenza, in particolare al grande tema della non autosufficienza e della disabilità.
Riteniamo di aver centrato questi nostri obiettivi all'interno di una legge finanziaria e di un bilancio che, vista la situazione di minori trasferimenti dallo Stato centrale, ha i numeri che ha, però ricordando una cosa, spesso criticata durante la discussione e la votazione della legge finanziaria, che sono stati inseriti, all'interno di questo documento settori e spezzoni di provvedimenti che magari potevano essere risultati di disegni di legge più organici e più completi. Ribadisco - non è un mio pallino, ma sono anche notizie drammatiche di questi ultimi giorni - che l'opinione pubblica è molto più veloce di noi, per cui quando ci chiede di intervenire su determinati ambiti, guardiamo alla sostanza e meno all'estetica.
Pertanto, se qualche volta la legge finanziaria è diventata un vagone di provvedimenti, l'abbiamo fatto non per spregio verso le regole, la forma e la legislazione regionale, ma perché sentivamo la necessità di dare risposte immediate alla comunità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che a quest'ora si interviene più per il verbale che per l'Aula, ma in ogni caso mi sento di dover intervenire.
Parto proprio da una considerazione del Capogruppo Pedrale, secondo cui i tempi della società sono diversi dai nostri. Fortunatamente, perché se guardassimo i tempi attuali della Regione Piemonte, ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Siamo a metà maggio e stiamo discutendo il bilancio di previsione del 2012; entro la fine di luglio dovete presentare l'assestamento ed entro il 30 settembre la Giunta deve presentare il bilancio di previsione 2013.
A questo punto rendiamoci conto dei tempi di questa Regione: che cosa discute il Consiglio regionale? Continuiamo a discutere di cifre (perch altri provvedimenti non ne presentate); continuiamo a discutere di bilancio, di assestamento, di bilancio di previsione che va avanti per mesi e mesi. I tempi non sono un fattore ininfluente, soprattutto per quanto riguarda il bilancio di previsione: tempi certi, cifre certe, segnali che vanno dati alla società, soprattutto a quelli che aspettano dalla Regione dei segnali precisi. Siamo a metà maggio e stiamo ancora discutendo il bilancio di previsione del 2012 e fra poco inizieremo la discussione sull'assestamento di bilancio.
Sì, si è fatto il Piano Socio Sanitario, ma anche lì tanto clamore e poi alla fine, stringi stringi, è uscito ben poco da quel Piano.
Adesso, in sostanza, stiamo discutendo il bilancio di previsione. Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi della minoranza, e devo dire che qualche segnale è arrivato; è arrivato soprattutto da quei colleghi che ieri hanno deciso di dare un segnale politico molto forte a questa maggioranza. E meno male! Meno male, perché ho l'impressione che noi stiamo ponendo alcune questioni e stiamo discutendo senza cercare di capire che cosa avviene al di fuori di quest'Aula.
Effettivamente, domenica e lunedì i segnali sono arrivati molto forti anche a noi; anche al Partito Democratico è arrivato un segnale molto forte dalle elezioni di domenica e lunedì, ma soprattutto alle forze che oggi rappresentano in Consiglio regionale la maggioranza.
Possiamo anche sorvolare su quello che è avvenuto in queste elezioni ma non credo che sia molto utile: sono segnali molto forti che qualcuno pu raccogliere, qualcun altro può far finta di niente. Dobbiamo cercare di raccogliere i segnali che sono arrivati dai cittadini italiani, dai cittadini piemontesi. Sono segnali che, per ci riguarda, vanno raccolti perché, al di fuori di quest'Aula, al di fuori dei nostri interventi o delle liturgie come le chiamava Marinello, sta di fatto che c'è una società che soffre pesantemente, che soffre ogni giorno e sono i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, che sono in cassa integrazione o che hanno raggiunto un accordo con l'azienda, ma adesso non riescono né a prendere lo stipendio né ad usufruire degli ammortizzatori sociali né ad andare in pensione. Insomma, ci sono situazioni drammatiche nella nostra società.
In Piemonte non possiamo fare un dibattito sul bilancio di previsione non tenendo conto di che cosa c'è al di fuori di quest'Aula, dei giovani che non hanno una prospettiva, dei pensionati che vivono quotidianamente una situazione sociale fortemente difficile e che li penalizza.
Ecco, credo che non possiamo continuare, come alcuni all'interno di quest'Aula, a far finta di non sentire quello che avviene fuori, a ignorare di tutti i segnali che vengono dalla nostra società. Invece, bisogna non solo tenerne conto, ma cercare anche di dare qualche risposta.
Condivido una riflessione: anche quando finirà (non so se finirà e come finirà) questa crisi economica, tutto non potrà essere come lo abbiamo lasciato prima della crisi. È inevitabile: questa crisi segnerà fortemente il nostro futuro e anche nella gestione della Regione, degli Enti locali e dello Stato in generale tutto non potrà essere come prima. Questa crisi ci ha segnato fortemente e noi dobbiamo attrezzarci in modo tale che, quando sarà finita, dovremo gestire le cose in modo diverso rispetto a come le abbiamo gestite fino adesso.
Noi ci saremmo aspettati che, da parte di questa maggioranza, in virt di questa riflessione che avete fatto anche voi, venissero dati dei segnali anche con questo bilancio. Questi segnali non li abbiamo visti. Ci rendiamo conto che è difficile fare un bilancio di previsione in una situazione economica come questa, ma proprio perché la situazione è difficile, ci saremmo aspettati da parte vostra dei segnali precisi, che rompessero con il passato, dando una visione nuova nella gestione delle cose. Questi segnali non li avete dati.
Gli interventi dei Consiglieri di Vignale e Burzi effettivamente qualche novità l'hanno data, anche se si tratta di segnali che noi abbiamo sollecitato nel dibattito in Commissione e che stiamo sollecitando da mesi in quest'Aula. Diciamo che la sfida che viene lanciata noi l'abbiamo già lanciata tempo fa. Per quanto ci riguarda, se c'è una collaborazione da trovare anche con chi ieri ha preso una decisione e oggi ha fatto un certo tipo di intervento in quest'Aula, se dobbiamo discutere sulla questione della riduzione della spesa, sulla qualità della riduzione della spesa sulla riduzione delle società, su una revisione, benissimo.
Per quanto ci riguarda - lo dico anche a qualcuno del Partito Democratico che oggi scrive certe cose sui giornali on line - noi non ricerchiamo nessuna alleanza strategica per far cadere Cota, non abbiamo bisogno di questo e non è nella nostra intenzione. Se vogliamo discutere di provvedimenti e di politica, benissimo.
Per quanto ci riguarda, non abbiamo bisogno di fare "inciuci" di nessun tipo, se vogliamo battere Cota. Cota lo vogliamo battere in quest'Aula e fuori da quest'Aula, ma non attraverso manovre che fanno parte di una cultura che non ci riguarda e che fa pensare ad altre cose (mi riferisco e rispondo, per quanto mi riguarda, a chi ci sollecita un certo tipo di lavoro).
Insomma, noi siamo interessati a discutere sulle cose dette dai Consiglieri Burzi, Vignale, ecc. Su questi punti vogliamo trovare un'intesa e, se possibile, lavorare in Aula quantomeno per perseguire alcuni obiettivi dal punto di vista programmatico e politico, non per fare altre cose. Non ne abbiamo bisogno.
Se dovessimo andare a votare domani, è difficile fare previsioni in questa situazione, ma quello che possiamo dire, ed è emerso anche dalle urne domenica scorsa, è che il consenso verso le forze che oggi rappresentano questa maggioranza, come dire, diminuisce di giorno in giorno. I segnali, appunto, sono arrivati per noi, ma sono arrivati anche per voi.
In questo dibattito, ma soprattutto nei provvedimenti che voi avete assunto e che state assumendo con questo bilancio di previsione, mi sembra che la vostra maggioranza stia vivendo un'altra realtà. Il Piemonte aveva bisogno di altri segnali, che voi non avete dato e che noi stiamo cercando di dare per quello che possiamo fare sia nel dibattito in quest'Aula sia con le proposte che abbiamo avanzato anche in sede di Commissione, che sono alcune priorità. Priorità che voi non avete individuato in un bilancio di previsione.
Ecco, potevate individuarle; anche in un bilancio di previsione difficile, potevate individuare queste priorità. Non lo avete fatto. Noi abbiamo cercato di farlo con le nostre proposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Il collega Marinello, pluricitato dai miei colleghi, oggi ha detto che noi non riusciamo a sottrarci alla liturgia di questi interventi, che vogliamo fare durare comunque dieci minuti, e che praticamente compiamo un rito che non ha alcun valore effettivo. Credo che in realtà ci siano l'esigenza e la necessità, emerse in alcuni interventi, di portare dei contenuti. Inoltre, forse anche per le ultime vicende legate alle recenti elezioni amministrative, vorrei dire che la discussione di questo bilancio che sta avvenendo in modo così stanco - alcuni colleghi hanno già ricordato che sono sette mesi che la sua discussione e la sua elaborazione sono aperte - è una discussione che più di altre mi fa percepire il confronto con i colleghi in un Aula assolutamente distante da quello che capita qua fuori; è una sensazione che ho avuto in modo molto forte in questi momenti e che debbo dire ho già provato in passato.
Per esempio oggi - purtroppo questi casi stanno diventando quasi quotidiani - leggiamo che, a pochi passi da questo palazzo, un imprenditore di 73 anni ha cercato di suicidarsi, stamattina, sparandosi un colpo di pistola alla testa, nel suo ufficio: a Torino, mi sembra in via San Domenico; quindi, addirittura davvero a pochi metri da qui. "L'uomo è ora ricoverato all'Ospedale CTO del capoluogo piemontese in gravi condizioni e verrà sottoposto ad un intervento chirurgico". In un biglietto lasciato ai familiari ha raccontato di voler togliersi la vita perché non sapeva più come far andare avanti la sua impresa, un'azienda di facchinaggio, perch oppresso dalle tasse. Devo dire che purtroppo questo un è solo uno degli esempi che rendono sempre di più la politica che viene praticata nei palazzi lontana o comunque incapace di dare delle risposte.
Delle risposte potrebbero essere date e i colleghi mi hanno già preceduta nel provare a individuare alcune priorità che dovrebbero essere definite. Pensiamo che questa discussione stanca che ha accompagnato la costruzione del bilancio, che probabilmente arriverà ad una sua fine la prossima settimana, sia una discussione che però - di per sé - non ha messo a fuoco i problemi del Piemonte.
Abbiamo avuto anche delle difficoltà dal punto di vista metodologico ricordo in Commissione i problemi legati alla discussione di un eventuale bilancio di assestamento, al consuntivo dell'anno scorso, al nuovo bilancio e, così com'è già stato notato, magari a breve dovremmo già definire il bilancio previsionale per il prossimo anno 2013. Queste difficoltà di metodo certamente si accompagnano alle difficoltà legate alla realtà esterna. L'esempio che ho ricordato è purtroppo soltanto l'ennesimo risvolto di quella crisi che sta vivendo il nostro Paese, che vede certamente ridotti gli stanziamenti dal livello nazionale a quello locale e che però vede un'Amministrazione regionale prima in sintonia, nonostante i tagli, con il Governo - questa è certamente una valutazione di carattere politico, che però non ci si può esimere dal fare - che adesso risulta essere invece molto critica rispetto a delle manovre che naturalmente non hanno la nostra condivisione.
Questo disaccordo si fonda sull'elemento che, dal livello nazionale a quello locale, non si privilegino degli interventi che possano effettivamente creare sviluppo, configurandosi come delle politiche che rimettano in modo l'economia nazionale e non come politiche di carattere depressivo.
La nostra critica, da questo punto di vista, è quella di aver riscontrato - sia nella legge finanziaria sia all'interno della discussione più complessiva e puntuale sul bilancio, che andiamo adesso ad analizzare tramite gli emendamenti dell'opposizione e non solo - delle non-scelte che ora si vorrebbe provare a condividere tra maggioranza e opposizione. Non abbiamo però individuato le priorità, proprio per un'impostazione generale che è quella, più volte ripetuta, per la quale il settore sociale - e anche il socio-assistenziale, quindi il welfare più in generale - viene concepito come un settore di spesa e non invece di effettivo sviluppo. Lo stesso di può dire della cultura, anche se certamente è stato trovato in finanziaria un escamotage per provare a ridare un pochino di fiato alla cultura e al turismo piemontesi, senza però poi andare a definire come farlo.
Anch'io pensavo - ed è già stato detto da un collega - che in realtà purtroppo non c'è una vera politica per la Regione Piemonte, ma ci sono sempre tanti annunci. Oggi leggiamo, appunto, del buono libro di 30 euro per i sedicenni, annunciato ieri al Salone del Libro; la scorsa settimana della diminuzione possibile dell'IRPEF per gli anni prossimi.
Sfortunatamente, appunto, vediamo che si cerca di concentrare l'attenzione dei media su altri fronti, come nel caso - sicuramente non voluto dall'opposizione e da chi non ha condiviso il percorso che ha portato all'abrogazione del referendum sulla caccia - di un'attenzione mediatica concentrata su questo aspetto, a detrimento dell'attenzione che invece poteva essere riservata alla discussione vera e propria della legge finanziaria; con l'aggiunta di quello specchietto per le allodole rappresentato dal tentativo di provare a destinare il risparmio derivato dalla non indizione del referendum al comparto sociale e socio assistenziale.
Su questo tema vorremmo poi andare a verificare se quest'obiettivo verrà mantenuto - ci sono adesso delle considerazioni in atto che vedremo se verranno poi formalizzate da parte del Presidente della Giunta - proprio perché riteniamo che oggi - riconoscendo il momento di crisi - ci siano tre priorità sulle quale ci si dovrebbe concentrare.
La prima riguarda, appunto, il sociale: le risorse destinate sia ai Consorzi socio-assistenziali sia agli anziani non autosufficienti.
La seconda riguarda il diritto allo studio. Anche su questo punto abbiamo assistito ad una primitiva volontà da parte della Giunta di addivenire a dei tagli che non erano assolutamente sostenibili. Vedremo quale potrà essere il risultato finale di questa discussione e se emergerà la consapevolezza che non si può pensare di tagliare il diritto allo studio, considerandolo come una spesa secondaria per la Regione.
La terza priorità è quella legata al trasporto pubblico locale. Anche noi pensiamo che in questo momento ci sia una politica - l'abbiamo espresso anche con la presentazione di diverse interrogazioni a risposta immediata che non va assolutamente in una direzione ambientalmente sostenibile quella del taglio annunciato di alcune linee ferroviarie e della loro sostituzione con il trasporto su gomma. Oltretutto, oltre a non essere condivisa, non si comprende assolutamente quale sia questa politica, anche perché l'Assessora competente si nega a qualsiasi confronto: non solo con il Consiglio regionale o con l'opposizione, ma anche con le comunità locali e con chi dovrà poi effettivamente pagare l'effetto di questi tagli.
Questi tagli sono poi uno dei leitmotiv del novello Gruppo in seno alla maggioranza, che - almeno a nostra conoscenza - ha questo come unico elemento di dissenso nei confronti di una maggioranza e di un Presidente di cui però, anche solo pochi minuti fa in quest'aula, non risulta condividere la linea, però non si capisce effettivamente nel concreto in cosa consista questa non condivisione, se non appunto quella dei tagli, di una rivisitazione della spesa regionale che sappiamo essere tema delicato, ma che bisognerebbe fare avendo presenti le priorità Invocare semplicemente tagli e un ridimensionamento della spesa pubblica non fa altro che alimentare l'antipolitica, senza dare delle risposte vere sulle politiche che invece un Ente importante come la Regione dovrebbe mettere in campo per costruire un altro Piemonte, che noi riteniamo possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Non avrei dovuto più intervenire, perché ho sentito tanti interventi anche molto positivi, come questi ultimi dei colleghi Muliere e Marinello che condivido pienamente.
Il Consigliere Marinello ha parlato di liturgia. Io, più che di liturgia - visto che qualcuno ha citato il mese di maggio come il mese della Madonna - ricorderei anche che il mese di maggio è anche il mese del Rosario.
Noi, nelle nostre comunità, tutte le sere dal 1° maggio in poi, si continua nei vari piloni a portare avanti questa tradizione, che ritengo giusta, perché serve.
Siamo qui a parlare di bilancio, di tagli drastici, di 980 milioni in meno che arrivano dal taglio imposto dallo Stato nazionale.
Però permettete che io dica qualcosa, perché se fossi stato al posto di coloro che hanno il potere, mi sarei imposto di non accettare questi tagli così drastici al Piemonte.
Il Piemonte non è l'ultima Regione dell'Italia, ma è un territorio con gente che lavora e che risparmia. Questo è il motivo per cui non era giusto subire questi drastici tagli.
I nostri vicini di casa - lo sapete - hanno rimarcato il non taglio e hanno ottenuto 400 milioni di euro in più; noi ne abbiamo subiti 200 in meno.
Adesso cosa dobbiamo fare? Si rimarcano i vari debiti fatti da una parte e dall'altra. È vero, perché sia i Governi di destra sia i governi di sinistra hanno fatto dei debiti. Però se non si fanno debiti, non si pu far crescere il territorio.
Ci troviamo nella veste di minoranza che però non è una minoranza distruttiva, com'era alcuni tempi fa, ma è una minoranza che sta collaborando. Stiamo collaborando, ognuno con il proprio contributo, per risolvere il problema del Piemonte, cioè mettere a punto questo bilancio.
Non vorrei essere nei panni dell'Assessore Quaglia nel redigere un bilancio così drastico e così vuoto, perché è difficile portare avanti un bilancio piemontese. È un brano molto difficile da mettere in moto e da fare approvare.
Abbiamo visto tagli in ogni parte, tagli anche sui trasporti, per citarne solo alcuni.
Siamo d'accordo sul fatto di ridurre le spese, in particolare gli sprechi, e ritengo che siamo sulla strada giusta; abbiamo infatti cercato di ridurre le spese in campo sanitario sul quale si è discusso tantissimo.
Ma tagliare i servizi, i famosi rami secchi... Alcuni Sindaci stanno dichiarando che si metteranno di traverso sulle ferrovie per evitare che venga annullato quel tratto di ferrovia. Questo ci fa pensare molto: alcuni tagli sì, ma su altri bisogna stare attenti.
Ieri abbiamo fatto un incontro importante della minoranza con il Governatore Cota, incontro nel quale il collega Gariglio ha relazionato egregiamente sul discorso dei trasporti. Credo che il Presidente Cota abbia intravisto un obiettivo molto chiaro e, sotto certi aspetti, si è convinto che alcuni tagli non devono essere fatti così drasticamente.
Siamo consapevoli che abbiamo anche un Piano di rientro da rispettare questo non dobbiamo nascondercelo.
Anche chi siede nei banchi della minoranza deve essere consapevole che il Piano di rientro ormai esiste, è stato firmato ed è da portare a compimento.
Con questo non voglio dire che non dobbiamo portare avanti un discorso più chiaro delle politiche per le piccole e medie imprese che oggi stanno soffrendo. Mai come oggi aumentano i suicidi di piccoli imprenditori che non riescono più a pagare gli stipendi e si sentono persone sconfitte.
Siamo arrivati ad un numero elevato di suicidi! Un altro discorso riguarda le politiche della famiglia. Non basta il bonus bebè: è qualcosa, ma non basta. Da anni si parla molto delle politiche per la famiglia, ma per le famiglie abbiamo fatto ancora ben poco, soprattutto per le famiglie numerose e per chi ha dei figli da crescere.
Sono necessari più incentivi alla crescita per chi crea nuovi posti di lavoro, togliendo alcune tasse e alcune imposte.
Mi auguro che il prossimo anno sia accolto l'emendamento che l'UDC ha presentato e che la Giunta ha fatto proprio, affinché tutte le tasse che si pagano in Piemonte non passino più da Equitalia ma vengano gestite dalla Regione Piemonte con i vantaggi che tutti conosciamo, perché non vanno più a Roma ma rimangono in Piemonte e un 50% va ai Comuni.
Più attenzione agli oratori per unire i giovani, per fare crescere gli obiettivi chiari non soltanto della religione, ma anche per chi non è credente di fare crescere gente che abbia dei valori dentro con degli obiettivi per non farli sentire dei giovani inutili che non servono alla società.
Questo lo dobbiamo impedire perché ognuno di noi, ogni giovane pu essere costruttivo e può lavorare nel proprio paese e nella propria borgata. Se tutti facessero un pezzetto cambieremmo l'Italia intera e non si sentirebbero più inutili.
Più sostegno al turismo. Il turista che viene in Piemonte ha ancora tutto da scoprire, perché abbiamo la fortuna di avere un Piemonte ricco di meraviglie da mostrare ai turisti. Per fortuna, nonostante questa grande crisi, abbiamo visto che il turismo è in crescita in determinate province del nostro Piemonte.
importante dare fiducia al popolo piemontese, dare fiducia ai giovani e non creare delle lacerazioni e delle spaccature.
Ho ascoltato l'intervento molto duro del Consigliere Burzi, che ha attaccato la Giunta. Non riesco a capire l'atteggiamento di un Gruppo di maggioranza che attacca la sua maggioranza.
Sono di minoranza e mi dispiace essere di minoranza, però voglio collaborare in modo che questo consenso continui.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Rimettiamo le cose al posto giusto, ognuno nella sua posizione. Cari colleghi, è necessario tracciare una forte e chiara linea di demarcazione tra la maggioranza e l'opposizione! Detto questo, una suggestione, una suggestione per un risparmio. Chiedo scusa al mio Capogruppo se faccio la proposta per lui, ma so che è d'accordo: il bilancio possiamo discuterlo la prossima settimana negli Uffici del Gruppo del PD e invitiamo i quattro o cinque colleghi della maggioranza presenti in aula perché ci sarà spazio anche per voi! Perch qui i costi sono leggermente più alti! Detto questo, che apparentemente potrebbe sembrare una battuta, ma è di sostanza, questo sembra un ragionamento tra le opposizioni! Io non volevo e non voglio colorare il mio intervento in modo troppo scherzoso.
Nel pieno rispetto personale, come dico sempre in quasi ogni premessa dei miei interventi, massimo rispetto nei confronti dei colleghi singolarmente, però qualche rilievo sull'azione politica di questa maggioranza noi dobbiamo farla. Vi capisco dal punto di vista umano, perch da un punto di vista umano l'uomo spesso è indotto a raccontarsi delle bugie per alleviare i dolori e la sofferenza. Quindi, umanamente vi capisco, perché se voi doveste fare una fotografia chiara, la sofferenze sarebbe molto alta. Se poi vogliamo marcare ancora di più questa bugia secondo me, la schizofrenia, non personale, ma dell'azione politica di questa maggioranza sfocerebbe in una malattia che è la psicopatia istrionica.
Che cosa è la psicopatia istrionica? Quando una persona si racconta delle bugie e non lo fa dolosamente, non lo fa con cattiveria, perché è proprio convinto di vivere quella bugia! Questo è quello che questa maggioranza sta facendo! Adesso ve lo spiego e mi piacerebbe che qualche collega di maggioranza (perché noi siamo sempre la minoranza, con tutti gli sforzi possibili) potesse confutare questa mia argomentazione. Chiedo scusa se riprendo sempre l'intervista del Capogruppo Pedrale di pochi giorni fa: "Si vive alla giornata, non c'è slancio, non c'è entusiasmo, si naviga a vista e così non va bene". Ve l'ho già detto, adesso devo fare la sommatoria dei tasselli. Questo è il tassello del Capogruppo Pedrale che avevo già richiamato durante la discussione della legge finanziaria.
Oggi, però si innesca un altro tassello formale, non per percezione nel quadro più complesso che è l'intervento del collega Burzi, che rappresenta l'altra parte della maggioranza.
Tolta la Lega, mi chiedo: noi sappiamo chi siamo, noi che cosa dobbiamo dire in giro? C'è una maggioranza politica o no? C'è una maggioranza numerica. E questo lo dobbiamo denunciare ai piemontesi! Colleghi, quando facciamo delle battute per scherzare è per non rendere più drammatica la situazione e non drammatizzare, appunto, non implementare la tensione. Noi non stiamo vivendo un momento ordinario nel nostro Paese non stiamo vivendo dei momenti ordinari! Questa è una situazione straordinaria e quello che si poteva fare e quello che si poteva dire tre o quattro mesi fa, oggi non lo si può più fare e non lo si può più dire.
Voi potete ridere, potete sorridere, potete far finta di niente, ma fuori le persone che frequentiamo e con le quali ci interfacciamo, sono le stesse che frequentate voi e con le quali vi interfacciate, e sapete che ci sono dei momenti di difficoltà.
Io mi metto anche nei panni degli Assessori, perché non è un lavoro facile, è un lavoro difficile, è un lavoro complicato. Quante persone quante aziende e quante istituzioni vengono a bussare alla vostra porta e voi non avete i poteri, giustamente, perché non avete la bacchetta magica per risolvere quel problema. Ma avete la responsabilità, durante l'approvazione del bilancio, di rendere conto di come vi siete "sbrandellati". Questo non è un discorso di numeri, se passa il bilancio o non passa il bilancio: ci sono dei problemi seri da affrontare e noi, come opposizione, abbiamo posto dei temi non sui singoli provvedimenti, ma sulle politiche sociali, sulle politiche dei trasporti, sulle politiche delle residenze universitarie, sulla ricerca e l'Università. Non abbiamo fatto altro! Potevamo, in quest'occasione ghiotta, fare tante cose. Non scherzate veramente, non scherzate, perché ci avete anche ringraziato per l'approvazione della finanziaria. Quindi noi siamo interessati a marcare la nostra posizione, però non dovete giocare - con noi potete giocare - con i cittadini piemontesi, perché i cittadini piemontesi aspettano delle risposte dalla vostra maggioranza, delle risposte serie e delle risposte concrete.
Voglio riprendere una frase di un mio collega, non ricordo chi l'ha detta: noi chiediamo a Cota di dare un futuro ai cittadini piemontesi. In dissenso dal Gruppo, non chiedo a Cota di dare un futuro ai cittadini piemontesi, gli chiedo di non fare più danni! Fermo così. E a differenza del collega Placido, che dice al Presidente Cota di venire e di farsi vedere, dico: "Vai lontano, vai a Ballarò! Vai là, sta tranquillo!". Perch voi, come azione politica, non potete essere schizofrenici. Nella città di Torino vestite dei panni e dite delle cose; nei vostri territori - vostri presunti territori, perché appartengono anche a me, anche se sono residente a Torino e se sono terrone DOC, ma quei territori appartengono anche a me dite delle altre cose. Contro il Governo dite delle altre cose ancora. E qui in Regione, grazie al garbo e all'eleganza delle "Assessoresse" (senza discriminare gli Assessori, per carità) in Giunta ci chiedete responsabilità e correttezza.
Noi siamo responsabili, vi vogliamo bene, vi rispettiamo, però siamo stati chiamati a rappresentare i cittadini piemontesi non per stabilire dei rapporti personali. Noi siamo stati chiamati perché durante la campagna elettorale avevamo un programma e abbiamo detto determinato cose e i cittadini piemontesi hanno letto il nostro programma e di noi non si sono fidati! E hanno votato voi. Non ci hanno rimandato a settembre, ci hanno bocciati.
Noi adesso stiamo facendo le ripetizioni per sederci sui quei banchi (non come Consigliere Laus, ma come istanze e programmi politici). Voi invece, siete stati promossi perché avete raccontato delle "palle" ai cittadini piemontesi, a partire dalla sanità alle riforme epocali; avete detto di tutto e adesso ciò che state facendo è il contrario di tutto quello che avete detto durante la campagna elettorale.
Chiudo col ribadire il pieno rispetto ad ogni singolo collega della maggioranza e agli Assessori a livello personale. Tuttavia, questa vostra azione politica è schizofrenica e pericolosa per il futuro dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Credo di non dover aggiungere ulteriori elementi di novità rispetto alle critiche che già avevo riportato in Commissione e che lei, Assessore ascolta oramai da diversi mesi; da questo punto di vista, quindi, non sar particolarmente innovativo.
Tuttavia, mi sento confortato rispetto alle critiche e alle preoccupazioni personali di allora, e preoccupato, invece, per il fatto che a tali preoccupazioni non sia stata fornita risposta.
Partiamo dal fatto che stiamo discutendo un bilancio di previsione del 2012.
Parliamo di un bilancio di assestamento che, pur essendo stato predisposto dalla Giunta regionale - così ci è stato riferito - la relativa discussione non è stata presentata all'approvazione del Consiglio. Su questo argomento, quindi, non solo discussione in Commissione, ma anche numerosi atti ispettivi in Aula.
Il comportamento della Giunta regionale su questo argomento ha disatteso buona parte delle regole che riguardano la presentazione dei documenti di programmazione e di bilancio, reiterando un comportamento nel tempo assolutamente irrispettoso delle prerogative dei Consiglieri praticato per giunta attraverso la mancata risposta ad alcune interrogazioni portate in Aula nel periodo intercorso. Comportamento che si è poi protratto, ma anche aggravato, nei mesi successivi, con la mancata presentazione del disegno di legge sul rendiconto finanziario, che doveva essere predisposto entro il 30 aprile 2012. Dalle prime risultanze deducibili dai dati forniti dalla Direzione Bilancio emerge dalla chiusura dei conti un rilevante disavanzo finanziario di circa 484 milioni di euro imputabile all'ultima gestione.
Inoltre, dalla documentazione depositata agli atti del Consiglio regionale si evince che nella parte di entrate è iscritto un avanzo di amministrazione presunto di 400 milioni di euro, in evidente contrasto con il presunto risultato di amministrazione negativa desumibile dal rendiconto 2011, per un importo di 484.
Tra l'altro, su questa cifra di presunto avanzo, un'ulteriore annotazione riguarda la non concordanza tra i dati finanziari iscritti negli elaborati di bilancio con quelli riportati nel progetto di legge: avanzo di amministrazione iscritto per 400 milioni, richiamato nel progetto di legge per 159 (probabilmente anche legato ad avanzo rimanente spalmato sull'esercizio provvisorio).
Un'ulteriore criticità riguarda la modalità di finanziamento degli investimenti previsti nella parte di spesa, per un totale di 711 milioni che, secondo le indicazioni fornite dallo stesso documento di bilancio sono coperti con fondi europei per oltre 84 milioni, con fondi statali per 250 e con fondi regionali per 370. Questi ultimi derivano per 240 milioni dal ricorso al credito e per 265 milioni da alienazioni di beni patrimoniali.
Considerando che entrambe le risorse hanno destinazione vincolata per legge ad esclusivo finanziamento di spese di investimento, risulta invece che una parte di esse, circa 133 milioni, sono stanziate a finanziamento di spese di natura corrente. Nel caso in cui le somme derivanti dal ricorso al mercato finanziario non siano utilizzate per finanziare spese di investimento, sorgerebbe un evidente contrasto con le norme di principio di coordinamento della finanza pubblica cui le Regioni devono attenersi.
Da quanto già detto appare evidente che il progetto di bilancio per l'esercizio 2012 presentato al Consiglio da parte della Giunta non è rispondente ai principi contabili obbligatoriamente applicabili ai bilanci pubblici, né alle leggi regionali e nazionali vigenti.
Si riscontra, altresì, la violazione dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione: infatti, non è conforme ai precetti dell'articolo 81 quarto comma realizzare il pareggio di bilancio in sede preventiva attraverso la contabilizzazione di un avanzo di amministrazione non accertato e verificato a seguito della procedura di approvazione del bilancio consultivo dell'esercizio precedente. Tra l'altro, la norma si ricollega al principio costituzionale della corretta copertura delle spese e della tutela degli equilibri di bilancio consacrati nell'articolo 81 appena richiamato. Relazione a detto parametro dove la copertura deve essere - riporto le frasi - credibile, sufficientemente sicura, non arbitraria o irrazionale, anche relativo ad alcune sentenze della Corte Costituzionale.
L'iscrizione nel bilancio di previsione del 2011 di un avanzo di amministrazione presunto, ancorché irrealistico, ha ampliato in modo illegittimo il ventaglio di spesa autorizzata.
Il risultato di amministrazione presunto, che può concretizzarsi nella stima di un avanzo, di un pareggio o di un disavanzo, consiste in una previsione ragionevole e prudente, formulata in base alla prechiusura dei conti intervenuta al 31 dicembre e nel definitivo esito contabile da stabilizzare solo in sede di approvazione del rendiconto.
Il suo ausilio in sede di impianto e gestione del bilancio di previsione è soprattutto quello di ripristinare tempestivamente gli equilibri di bilancio nel caso di disavanzo presunto, attraverso l'applicazione del pertinente valore negativo al bilancio in corso e al prudenziale correlato accantonamento di risorse indispensabili nel caso in cui si palesi un risultato negativo certo.
In sostanza, mentre la corretta pratica contabile prescrive un atteggiamento tempestivo e prudenziale nei confronti del disavanzo presunto, il legislatore vieta tassativamente l'utilizzo dell'avanzo presunto per costruire gli equilibri del bilancio, in quanto entità economica di incerta realizzazione e, perciò, spesso produttiva di rischi per la corretta gestione finanziaria dell'Ente.
Nel caso specifico, la Giunta regionale non solo ha provveduto ad iscrivere nella parte passiva del bilancio 2011 i mezzi di copertura del disavanzo dell'esercizio 2010, ma iscrive nel bilancio 2011 un presunto risultato positivo, pure in presenza di un ulteriore disavanzo di amministrazione ricavabile dal preconsuntivo 2011.
Queste sono le note tecniche, peraltro ribadite anche nell'intervento del collega Placido, che su tale questione mi ha appoggiato anche in Commissione.
Di fatto, anticipo quello che ha già precisato il collega Placido, per conto mio, ovviamente, perché ciascuno si muove in maniera autonoma. Ho letto una parte di quella che sarà la documentazione che produrrò sia al Ministero che alla Corte dei Conti in relazione a quanto già detto.
Al di là di quella che è la percezione della correttezza della presentazione dei documenti contabili, c'è un elemento che, a mio avviso, è ben più grave, che non è tanto il ricorrere ad Enti istituzionali per verificarne la regolarità, ma è un dato prevalentemente politico: quello di individuare, di fronte alla drammaticità della situazione, quelle che politicamente sono le priorità da perseguire.
In questo caso, al di là della scarsissima disponibilità finanziaria che le forze politiche e la Giunta hanno a disposizione per l'attuazione dei programmi della Giunta stessa, occorre constatare come, purtroppo manchi la guida di un programma di questo tipo.
Manca la guida e l'individuazione delle priorità; non è tanto - come ricordava qualche collega - il giocare ad attribuirsi le colpe, nelle responsabilità per cui oggi la Regione è arrivata a questa situazione economico-finanziaria.
Ritengo che le responsabilità reali siano quelle di non dire la verità ancora una volta, ormai quasi nel mese di giugno, alle forze politiche presenti in questo Consiglio ed ai cittadini piemontesi.
Sappiamo che stiamo discutendo un bilancio regionale - Assessore, le chiedo la cortesia di ascoltare, almeno nel finale - che non ha corrispondenza tra i conti legati alla chiusura del rendiconto e la reale disponibilità che abbiamo e avete dimostrato nella chiusura del bilancio precedente, perché avete bloccato gli impegni di spesa.
Le chiedo, anche rispetto alle priorità che le indicano le forze d'opposizione e, giustamente, la Giunta e le forze di maggioranza, come andate a definirle e come possiamo andare noi a definirle.
"Tuteliamo le risorse per le spese sociali e assistenziali, per il trasporto pubblico locale", voi dite, ma quali garanzie abbiamo, sapendo che, alla fine, le cifre sono suscettibili di stravolgimenti, non appena il rendiconto verrà concluso? Pertanto, la discussione è assolutamente transitoria ed anche abbastanza puerile, poiché, alla fine, ci parliamo addosso, ma la certezza che le risorse nei capitoli di bilancio vengano rispettate, alla chiusura quindi l'impegno nei confronti dei cittadini - è assolutamente aleatoria.
Concludo affermando che, purtroppo, le segnalazioni preventive formulate in Commissione dal sottoscritto si sono concretizzate in una dinamica perversa di non correttezza dei risultati contabili e soprattutto d'incertezze totali per gli impegni che questa Giunta, attraverso l'approvazione del bilancio - se questo avverrà - garantirà nei vari capitoli di spesa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo per ultimo, con l'Aula già da un po' semideserta.
Sicuramente, oggi ci siamo dati ad un esercizio interessante di computazione: abbiamo dato un po' i numeri, poiché ognuno di noi ha fornito delle cifre abbastanza diverse.
Ci sono alcuni capitoli chiari, tra cui il fantomatico avanzo di 159 milioni di euro - che probabilmente saranno meno quando e se riusciremo ad avere un consuntivo - e ci sono molti altri capitoli oscuri (così mi sembra di aver capito, sia nelle sedute di Commissione sia parlando con gli Uffici sia ascoltando gli interventi dei colleghi Consiglieri).
Partendo dal dato dell'avanzo di bilancio, quello che ha stupito un po' tutti (immagino abbia stupito anche i colleghi della maggioranza, anche se non possono dirlo) è come diversi capitoli siano in sofferenza. Tolta forse la sanità, nonostante viga un Piano di rientro che sembra non essere stato raggiunto - almeno in termini di obiettivo, perché si chiedeva una riduzione della spesa di 150 milioni di euro e probabilmente riusciremo a raggiungere a malapena i 100 milioni - ed escluse dalla sanità le politiche sociali su cui ancora attendiamo l'emendamento della Giunta (quei fantomatici 20 milioni di euro per arrivare almeno alla cifra dell'anno scorso, per garantire la sopravvivenza delle attività e delle funzioni offerte dai consorzi socio-assistenziali), tutti gli altri settori - chi più chi meno - sono in grave sofferenza, poiché non sono state garantite le cifre che erano state stanziate nel bilancio di previsione del 2011.
Uno su tutti: il trasporto pubblico locale. Stiamo approfondendo la materia proprio in questi giorni ed anche lì attendiamo risposte; magari comparirà dal cilindro della Giunta un emendamento che riuscirà a ripristinare quei 680-685 milioni di euro che dovrebbero essere il minimo della sussistenza per il trasporto pubblico locale, ma non sappiamo da dove arriveranno i 180 milioni di euro di investimenti: un po' dal Fondo FAS, un po' dalla Regione, un po' dallo Stato.
La situazione è veramente molto complessa.
ovvio che i tagli che avverranno al trasporto pubblico locale sono quelli che preoccupano di più, insieme alle politiche sociali.
Infatti, la delibera del 2011, che prevede il taglio del 5, 10 e 12 poi rincarato di un 5% sul 2012 e sul 2014, porterà ulteriori tagli al sistema del trasporto pubblico locale che - possiamo azzardare a dire - già non è eccellente. Ci saranno conseguenze notevoli, sia - come ricordato dalla collega Artesio - dal punto di vista occupazionale, e questo è un dato che in pochi hanno evidenziato, sia da un punto di vista del servizio che è quello che interessa tutti.
Occorre capire che i tagli, senza i dovuti "efficientamenti" (anche se è un neologismo, una parola ormai d'uso politico comune), produrranno riduzione dei posti di lavoro e diminuzione di quei servizi che già sono scarsamente fruibili; tolte le direttrici più importanti (Torino-Milano Torino-Alessandria, Torino-Cuneo, forse, la direttrice della Valle di Susa), tutte le altre linee rientrano in quel famoso capitoletto del programma triennale regionale 2011/2013, che prevede delle razionalizzazioni (così sono state chiamate).
Questo era stato oggetto di dibattito in Commissione: in realtà si tratta di tagli dei cosiddetti rami secchi, che sono stati fatti diventare tali, perché anche nelle zone considerate marginali (le aree montane e le aree poco abitate), se si offre un servizio efficiente ed efficace, in termini di offerta rispetto alla domanda, le persone ne usufruiscono.
Sfido a fare il contrario (tranne forse qualche sfegatato, amante dell'utilizzo del mezzo privato): tra i costi di gestione di un'autovettura, i rischi di prendere delle multe, di avere degli incidenti di subire le code o il traffico, e un servizio efficace ed efficiente normalmente si utilizza quest'ultimo.
Siamo anche molto preoccupati dell'avvenuta votazione a maggioranza, in Commissione (noi ovviamente abbiamo votato contro) sul programma triennale.
Tra l'altro, è simpatico, poiché è riferito al 2011/2013, quando siamo nel 2012! Ma ormai con questa Giunta, che ha tutte le difficoltà derivanti dalla crisi economia, congiunturale e strutturale, siamo abituati a discutere i documenti del 2011 un anno dopo: l'accogliamo come prassi ormai consolidata, però ci poniamo delle domande.
Esistono molte problematiche derivanti anche dal Piano europeo e nazionale, che, a cascata, riguardano le Regioni, le Province - finch rimarranno - e i Comuni.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con il decreto legislativo n. 68/2011, chiede di rispettare quei parametri che l'Assessore Quaglia sicuramente sogna di notte: il 25%, nel 2011, e il 20%, a partire dal 2012 nel rapporto tra le rate dell'ammortamento di mutui comprensivi degli oneri, quindi gli interessi, e le entrate del Titolo I, escluse ovviamente, le spese vincolate e quindi - una su tutte - la sanità.
Dai calcoli che abbiamo fatto, se non sarò smentito poi nella discussione successiva, noi avremo circa 353 milioni nel 2011 e spenderemo per oneri di ammortamento mutui e interessi, circa 350 milioni di euro: saremo quindi proprio "al pelo". Da quest'anno, quindi - visto che siamo in ritardo di sei mesi con il bilancio di previsione - dobbiamo scendere al 20% di questo rapporto e dobbiamo arrivare dunque da 350 a 300 milioni di euro; altrimenti il Ministero dell'Economia e delle Finanze ci sanzionerà o ci commissarierà: non si sa, perché le ipotesi di commissariamento riguardano anche la mancata realizzazione del Piano sanitario di rientro.
Ovviamente la Giunta è giocoforza obbligata a fare questo, ma noi non siamo assolutamente d'accordo con il Piano di valorizzazione immobiliare come artificio contabile per andare a mettere delle risorse che in realtà non esistono. Il Fondo, infatti, non è stato ancora creato e se verrà creato, lo sarà nel 2013: non è che oggi si decide di aprire un fondo e domani - tac! - il fondo è aperto, gli si conferiscono gli immobili e li si vende.
Purtroppo nel mondo reale non funziona così e, visto che siamo nel mondo reale, ci vorranno mesi. Questo, quindi, è un artificio contabile che inserisce delle risorse per far sì che questa frazione, questo rapporto numerico rispetti i parametri richiesti dal Ministero.
ovvio poi che se pensiamo anche ai parametri che ci mette l'Europa per quanto riguarda il Patto di stabilità europeo, possiamo in effetti dire che si tratta di parametri numerici un po' freddi che rischiano veramente di strangolare la politica - intesa nella sua accezione positiva - e le attività, sia produttive sia di servizi, che producono occupazione sul territorio.
In effetti, quindi, il discorso dovrebbe essere più ampio e riguardare la politica con un respiro europeo e nazionale. Rimanendo però sul livello regionale, pensare di conferire a questo Fondo anche gli ospedali, facendo un'opera di bieca cartolarizzazione, ci trova totalmente contrari.
Operazioni di questo tipo, tra l'altro, sono state fatte solo in Sicilia e in Umbria, con l'Ospedale di Monteluce; in Sicilia l'operazione ha avuto dei risultati disastrosi. Non possiamo pensare di mettere dentro un Fondo gli ospedali all'interno dei quali ci sono i nostri concittadini ammalati che fanno le cure, perché rischiamo veramente di trovarci i in situazioni bizzarre; e dico bizzarre per limitarmi.
Chiudo dicendo che qualcuno ha definito questo bilancio truccato. Anche noi saremmo interessati a sentire la Corte dei Conti, ma penso che - al di là delle relazioni che faranno i Consiglieri regionali - la Magistratura contabile della Corte dei Conti si muova anche autonomamente. Ovviamente però, una sollecitazione può essere sicuramente interessante.
Noi riteniamo comunque che tutti i tagli che sono stati operati avrebbero potuto essere fatti su alcuni capitoli e per questo abbiamo presentato una serie di emendamenti, che sono stati mantenuti. Per enunciarne uno su tutti, ci vengono in mente - almeno per citarle, nel tempo che stringe e che va terminando - le compensazioni per l'inceneritore di Torino: anche se si tratta di pochi milioni di euro - ma sono sempre milioni di euro - si potrebbero, ovviamente, evitare. Non citiamo naturalmente i soldi che sono al vaglio della Magistratura per quanto riguarda gli appalti che ha messo in opera SCR nella gestione Ponzetti e speriamo, anche da lì, di poter recuperare qualcosa, valutando se ci sono delle responsabilità penali, amministrative, ecc.
Chiudo dicendo che la discussione, per quanto ci riguarda, andrà avanti nel corso del dibattito sugli emendamenti e che in ogni caso il parere ovviamente, non può che essere fortemente contrario.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Approfitto della presenza del Vicepresidente Cavallera; non me ne vogliano gli Assessori Maccanti e Quaglia, ma vorrei fare un ragionamento elementare quanto semplice. Non entro nelle pieghe dei numeri, delle questioni, delle scelte e così via discorrendo, anche perché ritengo che chi amministra si assume le responsabilità di amministrare e quindi è giusto che faccia determinate scelte, delle quali naturalmente dovrà rispondere. Mi segua, però, Vicepresidente Cavallera.
Questo è un momento particolarmente difficile. Mi rivolgo a lei perch uomo di lungo corso e uomo di ascolto. Lei potrebbe dirmi: "Perché? Non è stato ascoltato, fino a questo momento?" No, obbiettivamente non sono stato ascoltato.
Mi segua: il momento è difficile e sono stati operati dei tagli, fatti con la calcolatrice; reperire risorse diventa un esercizio di difficoltà notevole. Allora provo a stanare, facendoli intravedere, milioni centinaia di milioni - che vanno buttati e che costituiscono uno spreco. Lo spreco è una cosa inutile, perché non produce né servizi né beni. Vorrei poi capire perché un contenimento non venga attuato, visto che ovviamente dovremmo spiegarlo anche ai cittadini piemontesi.
Dicevo che il momento è difficile. Ormai è notorio - lo sa anche il selciato di Piazza S. Carlo - che gran parte del bilancio di una Regione è ascritto alla voce sanità. Ci crede, Vicepresidente, che almeno 300 milioni potrebbero essere tirati fuori, nel corso di due-tre anni, con un equo e razionale ravvedimento sull'impostazione della spesa farmaceutica? Almeno 300 milioni. Se vuole le fornisco i dati; anche subito perché li ho qui, da me prodotti: non sono il frutto di un'elucubrazione mentale, ma di un ragionamento e della ricerca di una razionalizzazione. Lo ripeto: si tratta di spreco. Non verrebbe eliminato, cioè, né il servizio né il farmaco; e stiamo parlando solo della farmaceutica. Mi segua, Vicepresidente: sono 300 milioni.
Si potrebbero risparmiare circa 200 milioni annui nell'acquisto di beni strumentali e non. Lei potrebbe dirmi: "Perché fa queste affermazioni?" Naturalmente, qui stiamo parlando di tagli e poi ci accorgiamo che abbiamo 500 milioni di spreco - spreco - del quale non parliamo. A me sembra veramente una cosa inverosimile e non riesco a comprenderne le ragioni.
Anzi, le comprendo. L'ho detto ieri all'Assessore Quaglia in merito all'interrogazione sui vaccini, cosa sulla quale bisognerà andare avanti: pur non essendo obbligatori i vaccini, infatti, si scrive: "Gentile genitore, suo figlio deve sottoporsi alla vaccinazione". Questo, comunque è un altro capitolo.
Chiedo scusa al collega che sta parlando con il Vicepresidente, ma credo che l'argomento sia importante e vorrei che il Vicepresidente ne comprendesse la ragione. Lei sa, Vicepresidente, che in Regione Piemonte abbiamo un numero di apparecchiature che è almeno il doppio, se non il triplo, rispetto agli altri Paesi europei? Le do dei numeri. Risonanze magnetiche nucleari: in Piemonte ce ne sono 15 per ogni milione di abitanti; lei sa - non sono dati miei, sono dati OCSE - quante ce ne sono in Francia? Ce ne sono 4,7. Lei comprende la differenza? Questo riguarda per ogni milione di abitanti, solo la risonanza magnetica. Ma così è per la TAC; di TAC noi ne abbiamo 30 e mediamente, in Europa, ne hanno meno di 15 per milione di abitanti. Potremmo dire: ma noi non abbiamo tempi di attesa... E no! i tempi di attesa nostri sono anche più lunghi rispetto a quelli dei francesi.
Allora il discorso qual è? Lei sa quanto costa, più o meno, una risonanza magnetica: il prezzo oscilla, ma diciamo che siamo tra gli 800 900.000/un milione di euro. E non parliamo di quell'enorme quantità di apparecchiature, che non verrà mai tolta dall'imballo, che deperirà e che verrà abbandonata. E potrei continuare, ma il concetto è questo.
Oggettivamente se lei avesse oggi 500 milioni, li stanerebbe? Li tirerebbe fuori per investirli, ad esempio, nel socio-assistenziale? Perch di investimento si tratterebbe e non di spesa pura. Lo farebbe? Per quale motivo - e vorrei che qualcuno mi rispondesse - non viene attuata questa elementare quanto semplice pratica, cioè quella di ridimensionare uno spreco? Perché non crea benefici per nessuno; magari rimpinguerà le casse di qualche casa farmaceutica, magari accontenterà un potentato o "potentatino" locale, perché arriva la richiesta di avere una risonanza magnetica in un posto piuttosto che in un altro. Però alla fine non produce un beneficio reale.
Quindi, Vicepresidente Cavallera, secondo lei è possibile che in una situazione come questa, di difficoltà oggettiva che stiamo vivendo, una Giunta non si ponga il problema di rivedere questo spreco? una cosa veramente inaudita. Ma com'è possibile? Se uno non facesse una cosa del genere si dovrebbe subito dimettere. In un Paese serio quale è la Germania per molto meno, per una situazione che in Italia potremmo definire ridicole, un Ministro che ha copiato una tesi per un dottorando ed era una cosa che non riguardava neanche la tesi di laurea, si è dovuto dimettere! Noi individuiamo 500 milioni e li lasciamo correre con il disinteresse di tutti. Poi ci accaniamo - e anche giustamente - per 100 mila euro piuttosto che 200 mila euro.
Vicepresidente Cavallera, secondo lei - vorrei che mi rispondesse al riguardo - è lecito fare queste osservazioni? E, ancor più, una Giunta che non dà delle risposte al riguardo, come potrà essere definita? Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Oggi abbiamo sentito molti interventi attenti e precisi da parte della minoranza non ultimo quello del Consigliere Cursio.
Ritengo che da tutti questi interventi si possa trarre un'indicazione di sintesi preziosa per la maggioranza.
Parafrasando il Manzoni, vi dico: "Questo bilancio, così, non s'ha da fare!".
Ascoltate il Manzoni!



PRESIDENTE

Chiudiamo i lavori pomeridiani e il dibattito generale sul disegno di legge n. 170.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.00)



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