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Dettaglio seduta n.227 del 09/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Casoni, Comba, Costa Rosa Anna, Cota, Giordano, Giovine e Spagnuolo.



PRESIDENTE

Il numero legale è 27.



PRESIDENTE

Ricordo che oggi, alle ore 14.00, in Sala A, è convocata la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Commemorazioni

Decesso ex Assessore regionale Antonio D'Ambrosio


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Come credo tutti i colleghi sappiano, purtroppo ieri pomeriggio è mancato un nostro ex collega, nonché ex Assessore regionale per molti anni che era l'amico Antonio D'Ambrosio.
Domani, alle ore 10.30, si celebrerà il funerale nella città di Montanaro e oggi pomeriggio sarà aperta la camera ardente all'Ospedale Molinette.
Molti colleghi mi hanno espresso il desiderio di voler partecipare ai funerali dell'amico D'Ambrosio domani mattina a Montanaro. Io non so se questo possa conciliarsi con i lavori del Consiglio regionale.
Faccio due proposte: o si sospendono i lavori del Consiglio domani mattina, consentendo ai moltissimi colleghi di partecipare al funerale oppure si anticipa la chiusura oggi del consiglio, magari intorno alle ore 17.00 o 17.30, per consentire ai colleghi di andare alla camera ardente.
Sono due proposte che pongo all'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ovviamente, avrei dato anch'io la comunicazione, stavo per darla, della morte del collega D'Ambrosio, del quale poi provvederemo al più presto a commemorare alla presenza dei familiari.
Mi dica lei, Consigliere Pedrale. Abbiamo una Conferenza dei Capigruppo oggi alle 14.00, ma possiamo prendere questa intesa già questa mattina.
Cosa preferisce? Una cosa non esclude l'altra, peraltro. Potremmo, magri anche d'intesa, chiudere i lavori oggi alle ore 18.00 e non alle ore 17.00 e non fare consiglio domani mattina. Potrebbe essere questa la soluzione poi la formalizziamo in Conferenza dei Capigruppo.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Sarei per la prima ipotesi e cioè che domani mattina non si svolgano i lavori del Consiglio, per consentire di partecipare al funerale.



PRESIDENTE

Domani mattina, però, c'è un'audizione in IV Commissione. Quella è un po' più difficile sospenderla. Se fosse possibile mantenerla anche in forma ridotta, perché saranno presenti alcuni convocati esterni. Poi lo valuteremo alla Conferenza dei Capigruppo.
Consigliere Pedrale, facciamo questa proposta e poi la formalizziamo in Conferenza dei Capigruppo in modo da informare i colleghi. Io proporrò di ultimare i lavori della giornata di oggi alle ore 17.30 e che domani mattina sia sconvocata la seduta di Consiglio per permettere ai colleghi che hanno espresso desiderio di partecipare ai funerali.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 169, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2012", prosegue con la discussione degli atti d'indirizzo collegati.
Ordine del giorno n. 609, inerente a "Razionalizzazione del servizio di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei Comuni e delle società da esse partecipate" Nella seduta pomeridiana dell'8 maggio 2012, i Consiglieri Laus, Gariglio e Muliere hanno presentato l'ordine del giorno n. 609; la Giunta regionale attraverso l'Assessore Quaglia, ha espresso parere favorevole.
L'ordine del giorno è stato quindi posto in votazione, che non è risultata non valida, per mancanza del numero legale.
Pertanto dobbiamo porre nuovamente in votazione l'ordine del giorno n. 609.
Il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 609, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: Equitalia è la società per azioni, a totale capitale pubblico (51 dell'Agenzia delle entrate e 49% dell'INPS), incaricata dell'esercizio dell'attività di riscossione dei tributi e contributi Società. Riscossioni S.p.A. (Soris S.p.A.) è, parimenti, la società, di cui è socio unico il Comune di Torino, incaricata della riscossione di canoni, imposte e tasse per il Comune stesso considerato che con la legge 5 maggio 2009, n. 42 'Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione' sono stati definiti i principi e i criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale, volto ad instaurare una proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale e le imposte effettivamente utilizzate dall'area stessa per dare concreta applicazione al federalismo fiscale è necessario superare l'attuale sistema, che prevede il trasferimento di fondi dallo Stato agli Enti locali, poiché questi ultimi a partire dal 2013 potranno contare prevalentemente sulle entrate riscosse direttamente la legge 22 dicembre 2011, n. 214 'Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici' (ed. Manovra Monti), modificando la legge 12 luglio 2011 n. 106 'Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia' ha stabilito nel 31 dicembre 2012 il termine a decorrere dal quale la società Equitalia S.p.A, nonché le società per azioni dalla stessa partecipate, cessano di effettuare le attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei comuni e delle società da essi partecipate constatato che sulla base della legge suddetta è stata avviata una riflessione politico istituzionale volta a prevedere la costituzione di uno specifico ente di riscossione regionale per fornire a tutti gli Enti locali piemontesi un adeguato servizio d: accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei Comuni e delle società da essi partecipate che, dal 2013, verranno sottratte alla competenza di Equitalia ritenuto che gli evidenti risparmi che si creerebbero nel caso di accorpamento dell'attuale Soris S.p.A. al futuro ente di riscossione regionale che si occuperà delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei Comuni e delle società da essi partecipate, rendono non solo auspicabile, ma doverosa la riflessione riguardo l'eventualità di prevedere che la nuova società di riscossione regionale assorba, per il Comune di Torino, funzioni e compiti di Soris impegna la Giunta regionale a verificare, successivamente alla costituzione dell'ente regionale di riscossione sopra citato, le condizioni e il conseguente iter giuridico istituzionale necessario per realizzare la fusione tra Soris S.p.A. e tale ente." Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 562 "Equitalia esercita azione giudiziaria nei confronti del consigliere Alberto Goffi" presentato dal Consigliere Negro stato richiesto di rinviare ad altra seduta l'ordine del giorno n. 562 che peraltro non era stato ritenuto collegabile al disegno di legge n. 169.
Ordine del giorno n. 603 "Riscossione Piemonte Spa: la Società alternativa a Equitalia" presentato dai Consiglieri Goffi, Botta Marco Carossa, Giovine, Pedrale.
L'ordine del giorno n. 603 è ritenuto superato.
La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
In effetti, quest'ordine del giorno è stato superato con l'emendamento alla legge finanziaria.
Tuttavia, approfitto per informare la Presidenza e la Giunta che in questi giorni, a seguito dell'approvazione dell'emendamento, siamo diventati quasi progetto-pilota per le altre Regioni. Quindi, chiederei alla Giunta di accelerare il più possibile l'organizzazione della "macchina": credo sia importante in questo momento dare un segnale, in particolare alle Regioni Veneto, Campania e Toscana, che hanno chiesto espressamente di collaborare per trovare insieme una soluzione per l'ente di riscossione.



PRESIDENTE

Confermo che molti colleghi Presidenti del Consiglio regionali hanno chiesto già il giorno seguente alla discussione l'emendamento. Credo che questo, mi consenta la battuta, possa semplicemente aumentare la sua reciproca simpatia col Presidente Befera.
ordine del giorno n. 739 presentato dai Consiglieri Bono, Biolé, Cerutti e Artesio, inerente a "Impegno del Consiglio regionale per rendere realmente fruibili gli istituti di partecipazione regionali, restituendo la possibilità ai cittadini piemontesi di esprimere regolarmente la propria sovranità" Si tratta dell'ordine del giorno di cui avevamo parlato in Conferenza dei Capigruppo, quando il Consigliere Bono aveva dichiarato che, in caso di approvazione di quest'ordine del giorno - sul quale la Giunta, con alcune modifiche, mi sembra avesse dato delle disponibilità, anche se la competenza è materia del Consiglio regionale - c'era la possibilità di ritirare altri ordini del giorno.
Consigliere Bono, se ne ha bisogno, le faccio avere la copia cartacea.
Prego: può illustrare l'ordine del giorno.



BONO Davide

Mi scusi: ho avuto qualche problema con la connessione Internet.
L'ordine del giorno n. 739 vorrebbe rappresentare una proposta in relazione ai fatti verificatisi nell'ultimo mese e che hanno riguardato il superamento del referendum sulla caccia. Superamento su cui non siamo assolutamente d'accordo, perché lo riteniamo sbagliato, dal punto di vista procedurale. Tuttavia, poiché l'Aula è sovrana, è passato a maggioranza l'emendamento che abrogava la legge regionale sulla caccia - facendo decadere i requisiti referendari - mentre si è arenato l'ordine del giorno collegato.
Chiediamo che si possa studiare in maniera rapida il miglioramento degli istituti referendari. Come Gruppo abbiamo presentato due proposte di legge, cercando di analizzare soprattutto i due nodi principali del referendum.
Il primo è il costo, definito anche "il costo della democrazia": così come sosteniamo il costo delle elezioni regionali, ogni cinque anni abbiamo un costo più o meno simile rappresentato dalla votazione referendaria. Ad oggi, è stato chiesto un referendum in 25 anni, pertanto ritengo sia un costo spalmabile nel corso degli anni.
Ci rendiamo conto che in futuro potranno essere chiesti più referendum e, in quel caso, proprio per evitare alla Regione imbarazzi, problematiche e risposte al territorio, ai cittadini, che - come recita la Costituzione sono i portatori della sovranità popolare, la possibilità di rendere meno costosi i referendum può essere una ricetta applicabile tramite la valutazione - quindi stiamo parlando ancora di una proposta di valutazione di una possibilità - di indire il voto tramite il sistema postale, come avviene, ad esempio, in Svizzera, o tramite il sistema elettronico, come avviene in alcune nazioni dei Paesi occidentali.
In questo modo, magari attraverso una convenzione con un servizio postale o tramite una piattaforma informatica (immagino dovremmo chiedere al CSI), si potranno ridurre fortemente i costi dei referendum, dopo un investimento iniziale.
Il secondo punto nodale del referendum è il quorum, perch giustamente o meno giustamente - si è meditato sul fatto di spendere 22 milioni di euro per una votazione referendaria che magari non avrebbe raggiunto il quorum, diventando non valida. In quel caso, in effetti, si sarebbe trattato di un dispendio di soldi, anche se noi continuiamo a ribadire l'utilità del pronunciamento dei cittadini.
Per questo motivo, nella nostra proposta di legge si chiede che il quorum venga portato a zero, così come non esiste un quorum per le elezioni amministrative o politiche.
Pertanto - faccio una provocazione - o inseriamo il quorum del 50 anche per le elezioni regionali (se dovesse votare il 47% dei piemontesi resteremmo senza governo regionale), oppure togliamo il quorum al referendum.
Questo eliminerebbe il problema: qualunque spesa andrebbe a buon fine e non ci sarebbe il rischio di un voto non valido.
Con la modifica che abbiamo concordato con l'Assessore Maccanti toglieremmo - se non sbaglio - la parte delle premesse, poiché sono implicite nella discussione che è avvenuta in questi giorni.
Il collegamento con la finanziaria resta, pertanto il tema è chiaro: il dispositivo chiede di discutere al più presto sia le proposte di legge che insistono su questa tematica sia tutte quelle che dovessero essere associate in seguito, proprio per cercare di ridurre i costi del pronunciamento referendario e per superare la barriera del quorum, per restituire la possibilità ai cittadini piemontesi di esprimere regolarmente la propria sovranità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Conferma, Consigliere Bono, che le parole da "premesso che" a "alla medesima normativa" sono abrogate?



BONO Davide

Sì.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale, sull'ordine del giorno? La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Non ho firmato l'ordine del giorno, ma lo voterò.
Ritengo occorra fare una riflessione molto ampia sui nuovi strumenti di partecipazione dei cittadini, non in maniera rigida, perché i settori che riguardano la partecipazione sono diversi: uno di questi è il referendum.
La discussione sul quorum è importante, ma non solo: occorre discutere sulle modalità ed i livelli di partecipazione diversi, ma occorre riflettere, magari in Commissione, in maniera seria e non solo accademica per entrare un po' in sintonia con i tempi che sono cambiati, anche nelle modalità di coinvolgimento.
Faccio notare (lo faccio notare anche al Presidente del Consiglio regionale) che, se è lecito discutere dei nuovi strumenti sulla partecipazione, occorre anche tutelare quelli già esistenti. Ad esempio giace ferma in Commissione un'audizione relativa ad una petizione (sono 6.000 firme) di abrogazione del provvedimento relativo all'introduzione dei volontari pro vita all'interno dei consultori: sono sei mesi che quei cittadini aspettano di essere auditi, fuori ogni tempo massimo previsto dal Regolamento.
Avanzerò questa richiesta alla Conferenza dei Capigruppo, perché la competenza è - sì - del Presidente della Commissione, ma l'ho già sollecitato diverse volte con lettera e non si può utilizzare sempre lo strumento del bilancio e della priorità del bilancio per stoppare i percorsi di partecipazione.
sufficiente calendarizzare un'audizione per dare una risposta a 6.000 cittadini, che attendono da troppi mesi.
Ritengo che, da questo punto di vista, occorra prestare maggiore attenzione agli attuali strumenti di partecipazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Non ho firmato l'ordine del giorno che stiamo discutendo, poiché non condivido i contenuti delle proposte di legge cui fa riferimento.
Condivido, però, la necessità che venga affrontata in modo serio la riforma dello strumento del referendum.
Ci sono delle proposte sulle quali può esserci consenso: noi presenteremo sicuramente le nostre osservazioni nel dibattito che si svilupperà in sede di Commissione, condividendo la necessità che il Consiglio regionale riveda la disciplina dello strumento del referendum regionale.
Per queste ragioni, pur non condividendo le proposte contenute e richiamate nelle proposte di legge, voteremo a favore dell'ordine del giorno.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non per esprimere il voto perché, essendo firmatario voterò a favore dell'ordine del giorno. Volevo sottolineare il fatto che sia in Commissione nella prima parte della discussione per quanto riguarda le proposte di legge di modifica dell'attività venatoria e poi in Consiglio e, in ultimo, in quella maratona di III Commissione che c'è stata pochi giorni fa, da parte di quasi tutti i Gruppi, è emersa la considerazione che l'istituto del quorum al 50%, organizzato nel modo in cui è organizzato intorno al nostro ordinamento, creerebbe, e creerà, probabilmente un vulnus per la possibilità di esprimersi direttamente da parte dei cittadini.
Unito al fatto che, come sappiamo, anche nell'ultima tornata amministrativa abbiamo visto un calo di affluenza alle urne. Chiaramente penso sia importante valutare questa possibilità, cioè rivedere soprattutto la percentuale e ribassare la percentuale di quorum. Credo che sarà una discussione interessante perché è una materia su cui mi pare di capire tutti i Gruppi possono e hanno la volontà di proporre possibili soluzioni.
Credo sia importante dare questo segnale in modo univoco da parte dell'Assemblea consiliare, mi auguro un'unanimità, oppure un avvicinamento ad essa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo che la sollecitazione che proviene dai Consigliere Bono e Biol sia estremamente importante. Gli elementi proposti, hanno un'importanza fondamentale per il futuro dell'istituto referendario.
Molti colleghi hanno avuto modo di sottolineare, e concordo pienamente con loro, il fatto che il quorum fissato al 50% dal nostro Statuto, sia un limite gravissimo per la valenza di partecipazione popolare insita nel referendum. È un grave errore commesso a livello statutario perché, se è vero che probabilmente un limite minimo di partecipazione per la validità del referendum può essere considerato accettabile, certo non lo è una percentuale così elevata che permette, a tutte le forze che intendono far fallire la consultazione popolare, di annullarlo praticando l'estensione.
Se è vero che è diritto di tutti potersi astenere in qualsiasi consultazione popolare, è anche vero che noi dobbiamo tutelare il valore del voto, il valore che la legittimazione del voto dà e quindi, nello stesso tempo, tutelare la libera scelta di chi rimane a casa, ma anche tutelare il diritto che le scelte di chi decide di recarsi alle urne possa essere rispettato.
In questo senso, il mio appoggio pieno alla proposta dei Consiglieri Bono e Biolè perché va nella direzione di rendere concreto il principio democratico insito nell'istituto referendario.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? La parola al Consigliere Bono per la replica.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri e accolgo favorevolmente i loro interventi.
L'ordine del giorno, partendo da due proposte di legge depositate dal nostro Gruppo, apre la discussione, ci mancherebbe, su tutte le proposte e le sensibilità dei colleghi. Questo è un tema che va al di là dei Partiti è un tema che riguarda lo Statuto, quindi si può addivenire ad una sintesi abbastanza rapida.
Vorrei sottolineare un altro dato che mi ero dimenticato di citare precedentemente, che è quello dell'accorpamento con le altre elezioni.
Questo è un altro dato che permetterebbe di risparmiare soldi.
Come ho segnato nel dispositivo dell'ordine del giorno, mi sembra che anche l'Assessore Quaglia abbia riportato come la Prefettura segnalasse la difficoltà di accorpare le elezioni referendarie, che si svolgono in un giorno unico, con le elezioni amministrative, che si svolgono in due giorni, anche per la difficoltà dello spoglio. Secondo me sarebbe utile valutare la possibilità di dedicare al voto referendario due giorni, sia per dare più possibilità di raggiungere il quorum che, magari, se non sarà zero sarà una percentuale più bassa del 50%, in modo che si possano votare insieme e quindi avere dall'accorpamento un risparmio.
Immaginiamo si tenesse, qualcuno spera di no, il prossimo anno il voto sul referendum sulla caccia: accorpandolo con le politiche, ci sarebbe un risparmio netto. Non sarebbero più solo 85 Comuni piemontesi, ma tutti i seggi.
Sicuramente, introdurrei la possibilità di prevedere l'accorpamento. Ad oggi, da come ci ha detto l'Assessore Quaglia e la Prefettura, non c'è neanche la possibilità di accorparlo proprio perché il voto referendario si espleta in un giorno e il voto politico in due. Diamo la possibilità di modificare, a scelta del Presidente della Regione, l'indizione del referendum in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno compreso il giorno successivo, in modo da farlo combaciare con eventualmente, le politiche.
Chiudo dicendo, come ha detto il Consigliere Lupi, che uno dei principi fondamentali è la validità del voto. Giustissimo che chi non vuole andare a votare abbia tutto il diritto di farlo, ma premiamo chi esercita il dovere diritto di voto. Attualmente, con il quorum, diamo un peso maggiore a chi non va a votare. Questo non è corretto. Chi resta a casa, non solo ha la forza di dire che non è andato a votare, ma ha la possibilità di invalidare il voto magari del 49,9% dei piemontesi che sono andati a votare, hanno votato sì e contano meno di quelli che non sono andati.
Questo è veramente uno dei punti da cui dovremmo partire per eliminare il quorum, o comunque ragionarci sopra.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 739, così com'emendato dal proponente, il cui testo recita: Premesso che: A distanza di 25 anni dalla raccolta firme è stato indetto per il 3 giugno 2012 un referendum regionale volto ad abrogare alcuni articoli della vigente legge sulla caccia Tale esperienza referendaria è la prima in Regione Piemonte, ed è francamente un precedente particolarmente grave per la credibilità delle istituzioni democratiche il fatto che un referendum, a distanza di poco più di un mese dalla sua indizione, venga annullato proditoriamente tramite la cancellazione di tutta la legge oggetto di abrogazione parziale, per poi vedere reintrodotta surrettiziamente la medesima normativa Considerato che: Lo Statuto della Regione Piemonte prevede come unici istituti di partecipazione popolare il referendum abrogativo e consultivo e la delibera di iniziativa popolare I referenda regionali sono sottoposti ad uno sbarramento o quorum per rendere valido il voto pari al 50% degli elettori I referenda regionali sono votati in una sola giornata, corrispondente ad una domenica tra il 15 aprile ed il 15 giugno Alle ultime elezioni regionali del 2010, in due distinti giorni (domenica e lunedì), si sono recati alle urne poco più del 66% degli elettori In nessuna elezione amministrativa o politica che riguarda i cittadini italiani è presente uno sbarramento o soglia che renda non valido il voto complessivo Il costo di un referendum regionale ha un costo quasi pari a quello di un'elezione regionale, stimabile in oltre 20 milioni di euro Per quanto riguarda il referendum di "regolamentazione della caccia", poi indetto per il 3 di giugno 2012, la pregressa richiesta di accorpamento del voto referendario con il voto delle amministrative del 6 e 7 di maggio 2012, che avrebbe potuto generare un certo qual risparmio, pare essere stata respinta per la difficoltà lamentata dalla Prefettura nelle operazioni di voto e di spoglio per due voti che hanno differente durata: il referendum un giorno, le amministrative due giorni.
Valutato che: In Consiglio regionale sono state presentate due proposte di legge per favorire l'utilizzo congruo dello strumento referendario, la n. 132 che chiede l'abolizione del quorum, l'introduzione di nuove forme di referendum quale quello deliberativo e quello confermativo e la n. 232 che propone una norma per superare la difficoltà di accorpare referenda regionali e elezioni amministrative o politiche, tramite la possibilità di indire i referenda regionali sui due giorni delle votazioni politiche Sono già utilizzati altrove forme di voto alternative a quella dell'urna elettorale (tipo il voto postale o il voto elettronico) Il Consiglio regionale Vista l'abrogazione della l.r. 70/1996 per evitare il referendum regionale si impegna a discutere al più presto le proposte di legge n. 112 e n. 232 nonché ad esplorare forme di voto alternative e più economiche dei voto nel seggio elettorale di riferimento per quanto riguarda I referenda regionali per addivenire ad una sintesi che restituisca la possibilità ai cittadini piemontesi di esprimere regolarmente la propria sovranità, solo temporaneamente delegata - e non limitata - dall'espressione quinquennale delle Assemblee elettive" Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 740 avente per oggetto "Certificazione energetica degli edifici, articolo 17, comma 2 del disegno di legge n. 169" presentato dai Consiglieri Bono e Biol La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Abbiamo già discusso in merito anche con la Giunta.
In questo caso vorremmo introdurre un'ovvietà che, purtroppo, oggi non è tale. Ci devono essere meccanismi di verifica atti ad assicurare la certificazione energetica degli edifici, l'attestato che viene rilasciato e pagato dal proprietario di casa, avvenga solo a seguito di sopralluogo e attenta valutazione di tutti i criteri necessari.
Abbiamo parlato anche in merito al discorso della certificazione energetica con molti termotecnici autorizzati a questa procedura e succede malcostume abbastanza diffuso - che alcune persone rilasciano questi attestati da casa, senza essere praticamente mai andate a fare il sopralluogo, basandosi su calcoli standard. Ovviamente le pratiche vengono a costare di meno, però francamente non possiamo permetterci di far sì che questi attestati diventino dei meri pezzi di carta fatti in casa da parte di persone che non hanno quasi neanche la competenza per farlo, perch rischiamo di rendere inutile tutto il discorso che, partendo dalla certificazione energetica, serve a valorizzare il patrimonio delle case presenti in Piemonte.
Ricordiamo che sulla certificazione energetica si basano anche il prezzo di acquisto e il prezzo di locazione degli alloggi: se ho una classe B ovviamente potrò chiedere un po' di più, se ho una classe G chiederò un po' di meno (come proprietario).
Noi sottolineiamo solo questo, anche perché ci sono le sanzioni come inserite e aumentate nella finanziaria. Chiediamo che vengano chiariti i meccanismi di verifica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il problema sollevato da quest'ordine del giorno è un problema condiviso dalla Giunta ed è condivisibile anche la necessità di porvi rimedio. Peraltro, l'obbligo del sopralluogo è già previsto fattivamente in una determina dirigenziale (n. 446/2009) che detta le metodologie per la redazione della valutazione energetica.
In ogni caso, l'esplicitazione sarebbe molto utile per arginare il fenomeno dei certificatori cosiddetti sbrigativi. A tale proposito potremmo anche valutare la passibilità di inserire una norma di questo genere nella revisione della legge n. 13/2007, relativa al mancato rispetto delle metodologie di questo tipo. Si potrebbe, per esempio, inserire in questa legge che il certificatore che rilascia un attestato di certificazione senza effettuare il sopralluogo diretto a verificare la reale consistenza dell'edificio e dell'impianto potrebbe essere punito con sanzioni amministrative.
Quindi, per tale ragione, accogliamo la sollecitazione dell'ordine del giorno e ci impegniamo fattivamente a inserirla in un provvedimento legislativo. Il parere è dunque favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per ricordare, in particolare all'Assessore, che su questo problema è aperta anche un'altra questione rispetto al ruolo che le Regioni possono esercitare.
Noi siamo ancora una Regione inadempiente. Abbiamo avuto modo di sollevare questa questione durante il dibattito svoltosi in Commissione, ma in questo momento non ricordo esattamente in quale occasione. La legge nazionale prevede non soltanto la certificazione degli immobili - e qui valgono le considerazioni che vengono fatte nell'ordine del giorno: fare in modo che vi sia una valutazione effettiva dello stato di salute ambientale dell'immobile in questione e che la certificazione sia la diretta conseguenza di quella valutazione - ma pone in capo alle Regioni la responsabilità di sanzionare coloro che pubblicano gli immobili da vendere privi della certificazione energetica.
Allora questa questione ha un duplice significato: in primo luogo, noi siamo inadempienti rispetto a quanto stabilito dalla legge nazionale, e sarebbe buona cosa se la Regione Piemonte affrontasse questo aspetto. Lo hanno fatto altre Regioni: hanno previsto un sistema di sanzione, che è ci che rende cogente quel ruolo e quella responsabilità e quell'onere. Senza contare che c'è anche un problema che riguarda il gettito che pu eventualmente derivare dalle sanzioni, ma non è di questo che adesso vorrei occuparmi quanto piuttosto del fatto che noi dovremmo metterci a norma immaginando un provvedimento.
Vi ricordo che allora dicemmo che la sede ideale avrebbe dovuto essere la legge finanziaria, immaginando lì una norma che prevedesse che noi intervenendo su questa materia, avremmo introdotto il principio della sanzione adeguandoci a quanto stabilito dalla legge nazionale. Tuttavia si sappia che c'è il problema che pone l'ordine del giorno, ma c'è soprattutto un problema che riguarda la sanzione che deve essere comminata nei confronti di coloro che mettono in vendita (in questo caso, le agenzie immobiliari) degli immobili che non siano anche corredati dal certificato energetico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente per dichiarare che anche il Gruppo della Lega Nord è a favore di quest'ordine del giorno.
Si era già discusso in sede di Commissione riguardo alla certificazione energetica, e si era discusso anche a lungo. Noi avevamo presentato degli emendamenti nell'ottica dei vari accordi raggiunti, ma poi, per accelerare l'approvazione della finanziaria, questi sono stati ritirati.
Anche alla luce di quello che sappiamo, siamo assolutamente d'accordo con quello che quest'ordine del giorno chiede al Consiglio regionale e impegna la Giunta. Purtroppo, troppe persone stanno svolgendo questi compiti - lo dico molto chiaramente - non effettuandoli veramente, lo fanno proprio solo sulla carta e questo è un fatto gravissimo, è un fatto grave perché la certificazione è un documento molto importante per quanto riguarda le unità immobiliari e quindi ritengo che sia un eventuale inasprimento delle sanzioni sia accertamenti più concreti siano a vantaggio dei cittadini tutti, perché questo è il classico esempio che il cittadino che risparmia, magari pagando 50 o 100 euro per una certificazione pensa di risparmiare e di fare un affare invece assolutamente questo è proprio il caso che viene fregato da chi fa queste cose.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 740, il cui testo recita: "Premesso che: Il comma 2 dell'articolo 20 della l.r. 13/2007 è sostituito dai seguenti commi: 2. Il certificatore che rilascia l'attestato di certificazione senza il rispetto dei criteri o delle metodologie di cui all'articolo 5 è punito con la sanzione amministrativa da 150,00 euro a 1.500,00 euro. La sanzione è pari al doppio nei casi in cui l'attestato di certificazione energetica determini l'attribuzione di una classe energetica più efficiente.
2 bis. Nei casi di cui al comma 2 l'attestato di certificazione energetica è invalido. L'invalidità è registrata dal sistema informativo di certificazione energetica degli edifici. Il certificatore, entro novanta giorni dalla conclusione del procedimento di cui all'articolo 16 della legge 689/1981 o dell'articolo 18 della medesima legge, è tenuto a redigere un nuovo attestato di certificazione energetica e a darne informazione al proprietario dell'immobile. Il certificatore che omette di redigere il nuovo attestato di certificazione energetica o di darne informazione al proprietario dell'immobile è punito con la sanzione amministrativa pari a 1.500,00 euro.
Considerato che: La cronaca evidenzia frequenti casi in cui la certificazione energetica degli edifici avviene senza alcun sopralluogo.
II Consiglio regionale Impegna la Giunta a porre in essere meccanismi di verifica atti ad assicurare che la certificazione energetica degli edifici avvenga solo a seguito di sopralluogo e attenta valutazione di tutti i criteri necessari".
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 741 "Finanziamento per attività di carattere culturale, art. 11 del disegno di legge n. 169" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 742 "Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, art, 7 del disegno di legge n. 169" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 743 " Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, art, 7 del disegno di legge n. 169" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Gli ordini del giorno n. 741, 742 743 sono ritirati dai proponenti.
Mozione n. 486 presentato dai Consiglieri Laus, Lepri, Muliere, Placido Reschigna, Ronzani, Taricco inerente a "Modalità di concessione relativa alle acque minerali di sorgente destinate all'imbottigliamento" Ordine del giorno n. 744 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé inerente a "Modifiche alla legge regionale 12 luglio 1994, n. 25 (articolo 15 ter)" La parola al Consigliere Laus per l'illustrazione della mozione n. 486.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Risparmio ai colleghi l'illustrazione di dieci minuti, in quanto questa questione l'abbiamo già affrontata durante il dibattito della legge finanziaria.
Le argomentazioni emerse in quell'occasione, in pratica, sono quelle che hanno indotto i proponenti a proseguire nella sollecitazione alla Giunta - abbiamo iniziato già nella legge finanziaria 2010, ritorniamo sempre su questo tema - relativamente al canone di imbottigliamento e al modello di quantificazione del canone, perché le società che estraggono le acque minerali comunicano autonomamente, con una sorta di autocertificazione, la quantità di acqua estratta.
Nella fase dibattimentale della legge finanziaria, c'eravamo limitati a indicare l'inserimento di un misuratore, così come avviene nelle altre regioni, e l'avvio, per lo meno, di un minimo di confronto con le altri Regioni, a partire dalla Regione Veneto.
Ci sorprende maggiormente un fatto, che continuiamo a ripetere, sperando che la Giunta non sia sorda su questo tema: i soldi non ci sono più, le risorse continuano a scarseggiare e dove si deve almeno un minimo contributo all'Erario manifestiamo la nostra timidezza nel prelevare.
Questo non significa vessare chi svolge questo tipo di attività, ci mancherebbe altro - detto da un imprenditore, certo che stona - ma ci sono tutti i presupposti per un minimo di adeguamento del canone e, soprattutto un minimo di buonsenso e di trasparenza per misurare la quantità di acqua estratta.
Detto questo - la Giunta non mi ascolta, ma non è un problema - questa mozione, a differenza dell'emendamento della legge finanziaria, vi avvia ad una riflessione. Durante la discussione della legge finanziaria è stata bocciata e, chiaramente, in caso di approvazione, si sarebbe stabilito il canone e l'inserimento del misuratore. L'ultima spiaggia è rappresentata da questa mozione, con la quale chiediamo almeno di rivedere con urgenza la normativa regionale - così come ha promesso, comunque, l'Assessore Ravello sia relativamente alla misura del canone di imbottigliamento che alle modalità di verifica riguardo l'effettiva quantità di acque prelevate dai soggetti concessionari.
Avete ampio spazio, non vi diamo alcun suggerimento, vi chiediamo una riflessione. Non solo un ordine del giorno non si nega a nessuno - questa è una mozione - almeno la riflessione non si nega a nessuno e questa è proprio una riflessione.



MACCANTI Elena, Assessore regionale (fuori microfono)

Non è una riflessione.



LAUS Mauro

Sì, per questo chiedevo l'attenzione della Giunta.



(Commenti dell'Assessore Maccanti)



LAUS Mauro

Rileggo: "...a rivedere con urgenza la normativa regionale sia relativamente alla misura del canone di imbottigliamento che alle modalità di verifica riguardo l'effettiva quantità di acque prelevate dai soggetti concessionari".
Cara Giunta, facciamo una riflessione tutti quanti insieme.
Per questo motivo, ho la certezza che questa mozione non possa essere rigettata, almeno avviamoci ad una riflessione già lanciata dall'Assessore Ravello.
Non dico questo perché l'Assessore Ravello è assente. L'Assessore Maccanti può contattare l'Assessore Ravello, che le dirà, effettivamente che si arriverà ad un percorso di riflessione.
Non aggiungerei altro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazi, collega Laus.
Prima di aprire il dibattito generale, chiedo al primo firmatario dell'ordine del giorno n. 744 collegato, Consigliere Bono, se intende illustrarlo.



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

ritirato.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 744 è ritirato. Grazie.
Dichiaro aperto il dibattito generale sulla mozione n. 486.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Intervengo per ribadire le considerazioni del Consigliere Laus e per dire che su questo punto la Giunta è inadempiente, in quanto, lo scorso anno, durante l'esame della legge finanziaria e della legge di bilancio svolgemmo esattamente questa discussione.
In quell'occasione, avevamo proposto una serie di emendamenti - collega Laus - che aumentavano il canone ogni mille litri imbottigliati, portandolo da 0,70 a 2 euro - come indicammo allora, ma su questo la discussione naturalmente, era aperta - e avevamo posto il problema del controllo su cui ha insistito il collega Laus, perché, oggi, l'imposta viene pagata sulla base di una sorta di autocertificazione: "Io, impresa che imbottiglio, ti dichiaro che ho imbottigliato tanto", che, francamente, più labile di così si muore! Quindi, ci sono due questioni. Per la verità, lo scorso anno, la maggioranza motivò la decisione di non affrontare con legge finanziaria questo provvedimento rinviandoci ad un disegno di legge organico. Se non ricordo male, quell'ordine del giorno, approvato dalla Giunta e dalla maggioranza, indicava anche una data, che, se non ricordo male, era riferita al mese di giugno.
Ora, Assessore, la questione è molto delicata. Credo che tra qualche ora o tra qualche giorno discuteremo il bilancio della Regione Piemonte rispetto al quale, ovviamente, c'è una sofferenza, così come per quanto riguarda la politica delle entrate della Regione Piemonte.
Qui avevamo uno strumento capace non di rivoluzionare il bilancio della Regione, ma, sicuramente, di assicurare un gettito ulteriore, e Dio sa quanto questa Regione necessiti di un'entrata aggiuntiva relativamente al versante dei prelievi. Non si spiega per quale ragione - anzi, si spiega fin troppo bene - ci ostiniamo a tenere un canone che è il più basso rispetto a quello di altre Regioni.
L'acqua è una risorsa di tutti - vorrei insistere su un punto pregiudiziale, tanto per essere chiaro - e noi ci ostiniamo a rinviare decisioni che, se assunte, avrebbero un duplice significato: allineare il canone della Regione Piemonte a quello di altre Regioni; consentire, per questa via, un controllo maggiore sull'acqua effettivamente imbottigliata fare in maniera che la Regione, in quanto ente, disponga di maggiori entrate. Infatti, ricordo che, se 100 è il canone, viene così ripartito: 35% in capo ai Comuni, 35% in capo alle Comunità montane, 30% in capo alla Regione.
Nel momento in cui i Comuni e le Comunità montane sono costrette a fare i conti con bilanci sempre più in sofferenza, francamente, non capisco per quale motivo voi non abbiate, nonostante gli impegni assunti lo scorso anno, durante la discussione sulla legge finanziaria e di bilancio, deciso di usare lo strumento della legge finanziaria per affrontare una questione che ha un significato sotto molti punti di vista.
Ho terminato. In primo luogo, saremmo in grado di allineare il canone che viene pagato dalle imprese che imbottigliano acqua minerale a quello di altre Regioni. Quindi, non ci sarebbe uno svantaggio competitivo per quanto riguarda le imprese che lavorano in Piemonte - tesi che è stata sostenuta per mesi, secondo me a sproposito.
In secondo luogo, potremmo realizzare un gettito non indifferente per quanto riguarda la politica delle entrate della Regione Piemonte: non sar certo io a caricare di significato il gettito che otterremmo, ma sarebbe sicuramente un gettito aggiuntivo.
In terzo luogo, potremmo ripartire maggiori risorse in capo a Comuni e a Comunità montane.
Per quale ragione vi ostinate a non fare questa cosa, francamente, non lo capisco!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Pur mantenendo la posizione che il centrodestra tenne sia quando venne introdotto il canone sia negli anni successivi, occorre provare a contestualizzare le differenti situazioni.
L'accordo Stato-Regioni cui hanno fatto riferimento alcuni colleghi che prevede un canone di imbottigliamento per tutte le Regioni, è del 2006 quando le aziende di imbottigliamento avevano ben altri profitti.
In secondo luogo, va ricordato che non è applicato in undici Regioni cioè in quasi metà delle regioni italiane. La vicina Liguria, per fare un esempio a noi territorialmente vicina, o alcune grandi Regioni, come la Campania, che hanno importanti società di imbottigliamento, non hanno canoni di imbottigliamento.
Faccio rilevare, posto che ai colleghi del centrosinistra interessi il dato occupazionale anche quando si tratta di società che danno lavoro in aree montane e non solo quando si tratta di manifatturiero, che nella nostra Regione sono fallite, nell'ultimo anno, quattro società di acqua minerale e una quinta è prossima al fallimento.
un dato oggettivo, è sufficiente verificarlo alla Camera di commercio: la flessione della vendita delle acque minerali è un dato costante rilevabile.
Non solo non dovremmo aumentare il canone, ma dovremmo ridurlo. Eravamo contrari all'inserimento di un canone, sia sulle attività estrattive sia sulle acque minerali, pertanto credo che ancora più in un momento come questo andrebbe ridotta la pressione fiscale, relativamente ad uno dei due settori tassati. Dico uno dei due settori tassati perché non è causale che relativamente al secondo settore tassato, cioè le attività estrattive, non si è mai chiesto un aumento della tassa sull'attività estrattiva.
Evidentemente, molti Gruppi consiliari vivono in territori in cui le attività estrattive sono un importante volano di sviluppo, soprattutto in aree montane, e quindi, nonostante l'articolo 7 della legge 14 del 2006 tassi i due interventi, se da una parte c'è stato un accanimento terapeutico nei confronti di un settore, sull'altro, non solo non si è mai chiesto un aumento della tassazione, ma, anzi, si è intervenuto perch fosse inferiore.
Riteniamo che vadano sostenute le attività che danno occupazione perché ricordo che queste imprese, direttamente e indirettamente, danno lavoro a centinaia di persone e sono, in alcuni casi, la principale attività di lavoro per valli montane.
Per questo motivo, non solo credo che in un momento come questo non andrebbe aumentato il canone, ma andrebbe ridotto, anche tenendo conto del beneficio che la Regione ne detrae: dal 30% dei proventi della tassazione credo che non incassiamo neanche un milione di euro all'anno. Non è poco per carità, ma a fronte della situazione del bilancio regionale, fra alcune centinaia di posti di lavoro, a fronte di quattro fallimenti nell'ultimo anno e un aumento che porterebbe ad una situazione di ancora maggior drammaticità, credo che andrebbe scelta la seconda o, perlomeno non aumentare.
In ultimo, sarebbe utile, se possibile, ridurre la tassazione. Andrebbe mantenuta, come abbiamo fatto in sede di Commissione consiliare nella votazione degli emendamenti presentati, o come abbiamo fatto negli anni precedenti, la stessa posizione. Dopodiché, se c'è qualcuno che è favorevole all'aumento delle tasse alle imprese - e lo evidenzia rispetto ad una posizione che i colleghi dell'opposizione hanno sempre mantenuto - è una posizione non che ci stupisce ma che ci vede contrari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente Non impegnerò molto tempo e molta attenzione all'Aula, voglio solo ricordare un elemento contenuto all'interno dell'ordine del giorno primo.
Le questioni richiamate all'attenzione dell'Aula in questo documento sono tre: uno, dare attuazione ad un impegno assunto dall'Assessore Ravello un anno fa, proprio su un provvedimento analogo a quello che stiamo discutendo, relativo alla presentazione di un disegno di legge della Giunta regionale che affronti complessivamente la materia.
Due, ci rendiamo conto che questo rischia di essere una battaglia di pochi, all'interno di questo Consiglio regionale, relativamente al fatto che all'interno di questo disegno di legge ci sia anche una revisione dei canoni di imbottigliamento. Mi rendo conto che sul punto occorrerà fare una riflessione, visto che colleghi del Gruppo l'hanno riproposta ripetutamente nel corso di questa legislatura, ricevendo un diniego da parte della maggioranza ad affrontare il tema.
Terzo, definire un sistema di controlli e di accertamenti, pur senza alcuna conseguenza negativa rispetto ai produttori, per evitare che il tutto si fondi su un'autodichiarazione o su un'autodenuncia.
Quando facciamo queste riflessioni non pensiamo assolutamente di avere di fronte degli evasori fiscali.
Il problema non è se consideriamo i produttori evasori fiscali, il problema è di dare garanzia a tutti i produttori che non c'è la possibilità, per gli uni, di essere furbi e per gli altri di essere a posto con la legge.
un elemento di giustizia.
Voglio ricordare che mai come in questi mesi, nei quali il Paese sta attraverso una profonda crisi economica con un livello di tassazione altissimo sulle imprese e sulle famiglie, il tema della giustizia fiscale e quindi il tema di strumenti che evitino l'evasione fiscale, combattendola e evitandola, sta riscuotendo una notevole attenzione e sensibilità da parte dell'opinione pubblica.
Vogliono, il Consiglio regionale del Piemonte e l'Amministrazione regionale del Piemonte farsi almeno carico della quota parte di impegno su questo tema? La pongo come riflessione all'attenzione dell'Aula: almeno su questa questione credo che dobbiamo dotarci di strumenti che mettano tutti i produttori nelle stesse condizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Volevo ricondurre questa mia riflessione alla pensata del Presidente Cota.
Visto che va di moda lo spending review, non sarebbe un'occasione reale di capire e di sapere cosa effettivamente viene prelevato, visto che l'acqua è un bene di tutti? Sono certo che gli imprenditori faranno un auto certificazione sicuramente corrispondente al numero di metri cubi che prelevano, però mi ricordo quello che diceva Einstein riguardo all'infinito, che potremmo più facilmente trasportarlo in quella che è la memoria: e se poi se ne scordano? In questo senso sarebbe utile un evidente misuratore come avviene per tutti i casi, ad esempio la stessa acqua che utilizziamo nelle case, che viene ovviamente e naturalmente conteggiata.
Non capisco la ragione per la quale non si debba mettere un misuratore per un prelievo di acqua che rappresenta un bene che, oltre ad essere di tutti, è in questo caso anche un bene, dal punto di vista scientifico medico, sicuramente di valore maggiore rispetto all'acqua che, pur potabile, riceviamo nelle nostre abitazioni. Faccio un esempio: alcune possono avere effetti diuretici, quindi depurativi.
Non riesco a comprendere la ragione per la quale va di moda lo spending review, e quindi è bene tirarlo fuori, perché così "uno si mette in bella luce".
Poi però concretamente nei fatti, non comprendo quando c'è l'occasione di praticare e mettere in atto...
A proposito dello spending review mi verrebbe da dire e da sottolineare le osservazioni fatte ormai da più di due anni in quest'Aula.
Visto che si sta riflettendo e ragionando sul contenimento della spesa soprattutto sul contenimento dello spreco, perché oggi, a distanza di due anni, il Presidente Cota si ricorda dello spreco e non ha a mente che gli ho, in più occasioni, fatto presente che solo nella farmaceutica potrebbe ricavare 300 milioni? Perché non lo fa? Forse perché nella farmaceutica deve combattere poteri forti? E allora è "figo" fare i duri con i deboli e poi sottrarsi con i forti! Credo che se veramente il Presidente Cota avesse a cuore la riduzione il contenimento dello spreco - e ricordo che lo spreco è inutile, non produce né servizi né beni, è assolutamente inutile - non capisco perch avendo occasione per dimostrare la sua correttezza d'animo, per dimostrare la sua trasparenza di pensiero e di azione, non attui questo elementare piccolo provvedimento, cioè quello di mettere un contatore che misuri quanto viene prelevato dalle fonti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Chi rappresenta la Giunta? L'Assessore Maccanti? La mia è una semplice domanda, e anche affettuosa. Assessore, vorrei essere ascoltato su un ragionamento di due minuti. Non è una polemica, ma è solo perché volevo interloquire con chi poi deve dare il parere.
Con questa mozione, molto aperta, noi invitiamo ad una riflessione mentre con l'emendamento alla finanziaria davamo la soluzione.
Ho ascoltato con interesse l'intelligente intervento del collega Vignale, però mi ricollego ad un incontro. Ho incontrato questa mattina una persona, un imprenditore.
Mi dice: "Vai in Consiglio?". Si parla poi delle difficoltà, della vita, dei problemi, dei ritardi di pagamento, e io dico a lui: "Siamo malmessi". E lui mi risponde: "Siamo nelle vostre mani".
Io non sono stato a dirgli: "Guarda che io in Consiglio regionale sono frustrato psicologicamente, perché stando all'opposizione, essendo un uomo di governo, non governo i processi. Più che urlare e strillare, cosa posso fare?". Quindi, riporto quella riflessione qui dentro.
Ritornando alla mozione, stiamo parlando dei canoni per le società concessionarie delle acque minerali e dei misuratori che devono controllare.
Mia madre quando andrò a casa, mi chiederà: "Scusa, Mauro, ma noi cittadini quando paghiamo il canone dell'acqua, lo paghiamo con un'autocertificazione?". Io le dovrò rispondere: "Cara mamma, hai ragione!". "Allora fanno bene, perché voi tutti..." ed inveirà contro di me. È mia madre, ma non mi vorrà votare più! Capisco che io possa perdere il voto di mia madre o di altri amici intimi, però cerchiamo di fare una riflessione di buon senso.
Poi sulla questione del canone è anche necessario un monitoraggio perché bisogna capire come va questo segmento di mercato. Ci sono cassaintegrati? È in difficoltà? È così che si danno le risposte.
un mercato invece dove ci sono degli utili e dove ci sono utili dobbiamo distruggere? Assolutamente no, devono creare occupazione.
Voglio modificare questa mozione giusto per mettere a nudo il buonsenso, non la vostra lealtà, ma il buonsenso. Quindi, modifico la mozione e diciamo di non rivedere con urgenza la normativa regionale perché possiamo poi discuterne in Commissione - altrimenti può sembrare un meccanismo demagogico, ma almeno lasciate le modalità di verifica riguardo l'effettiva quantità di acque prelevate dai soggetti concessionari.
Lo rivendico adesso e do un'interpretazione autentica di questa mozione da parte del sottoscritto e dei colleghi del Gruppo PD.
Noi siamo convinti che le autocertificazioni corrispondano al vero - ci mancherebbe! Ma in questo momento stiamo lavorando e siamo concentrati sulla trasparenza, di modo che il cittadino comune - la famosa mia madre possa poter dire: "è vero che danno occupazione, è vero questo ed è vero l'altro, ma almeno mettete il misuratore, così come lo tengo io nella casa popolare di Lavello in provincia di Potenza".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Innanzitutto condivido la modifica che il collega Laus ha proposto.
Ci sono persone che hanno coscienza, però le autocertificazioni non bastano più. Dobbiamo dare chiarezza inserendo dei misuratori.
Il canone da 70 centesimi a 35 per chi imbottiglia, rappresenta una regolamentazione chiara per tutti gli imbottigliatori.
Chiedo alla Giunta di rivedere con urgenza le normative regionali al riguardo. È vero, infatti, che l'acqua è un bene comune e di tutti: è fondato che vada il giusto compenso alla Regione e il giusto compenso ai Comuni - là dove l'acqua viene prelevata - ma è anche fondato che ci sia un corretto misuratore, come quello che hanno gli altri operatori che imbottigliano; nel nostro campo abbiamo addirittura le fascette, che non consentono di "scappare" neanche di mezzo millimetro.
Premetto però che in questo caso non sono d'accordo ad alzare questo canone in un momento così delicato e difficile per questi imbottigliatori.
Non so più quale collega aveva citato, prima, il fatto che tanti imbottigliatori hanno chiuso e che il guadagno è poco. Io sono per non aumentare - se si può, anche per ridurre - e però anche per mettere un misuratore chiaro e preciso, in modo che ci sia trasparenza uguale per tutti.
Ecco perché chiedo alla Giunta di rivedere con urgenza questa normativa regionale, affinché si faccia chiarezza e si realizzi la trasparenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Nella fase di discussione della legge finanziaria avevamo presentato un emendamento, insieme ad altri dell'opposizione, che riguardava la possibilità di aumentare i canoni di imbottigliamento; ne era nata, poi, una discussione molto accesa con alcuni colleghi della maggioranza, tra cui il Consigliere Comba. Avevamo presentato un ordine del giorno che ricalcava più o meno le linee di questo emendamento, ma abbiamo poi pensato di ritirarlo, in questa fase, perché tanto sarebbe stato bocciato, visto che la discussione sui canoni si era già svolta nelle precedenti sedute.
Da quanto emerge dalla risposta dell'Assessore Ravello, la Regione si arrogherebbe praticamente la facoltà di modificare poi i canoni con un Regolamento, sfuggendo quindi all'attività del Consiglio, sia di Commissione sia di Aula, cosa che noi non condividiamo assolutamente.
Riteniamo, infatti, che questa sia una materia importante, proprio perch riguarda un patrimonio della Regione Piemonte - i beni del demanio -, che quindi andrebbe valutata con una norma di rango superiore e quindi con una legge. In merito a questa mozione, siamo favorevoli in merito alla necessità di aumentare i controlli e mi sembra che anche di questo si fosse già discusso un anno fa, tramite un ordine del giorno. Da ciò che sappiamo infatti, il canone - che adesso, se non mi sbaglio, è di 0.73 euro/metro cubo - viene valutato sulla quantità di acqua imbottigliata; mentre sappiamo, da dati diffusi dalla Conferenza Stato-Regioni, che la quantità di acqua emunta - cioè prelevata, utilizzata per altri scopi - ammonta, a volte, anche al doppio.
Daremo il voto favorevole a questa mozione, soprattutto per sollecitare maggiori controlli. Se, infatti, come credo succeda, si fanno controlli a campione - come avviene d'altra parte anche per l'altra materia, che riguarda le concessioni relative alle cave - potrà capitare come al solito che la persona che viene controllata magari è in regola, oppure non lo è ma non veniamo a conoscenza del restante 95% dei casi e non sappiamo quali siano i dati. Un maggior controllo, quindi, significa anche una maggior precisione, una maggior correttezza e una maggior trasparenza. Dunque, non possiamo che essere favorevoli, fermo restando che sottolineiamo la necessità di valutare attentamente quale debba essere il dato da sottoporre a tariffazione - o l'acqua imbottigliata o l'acqua emunta - con dei canoni che siano in linea con quelli di altre Regioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale; la parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente. L'oggetto di questa mozione è stato effettivamente dibattuto, sia durante la discussione della finanziaria dell'anno scorso e anche, approfonditamente, durante l'esame della finanziaria di quest'anno.
un tema complesso e delicato e l'Assessore Ravello, proprio nell'occasione della trattazione di un emendamento alla finanziaria, aveva presentato un contro-emendamento, ma soprattutto aveva avanzato una proposta concreta: quella di discuterne in Commissione ed eventualmente utilizzare l'emanazione di un Regolamento per normare la materia; la proposta, dunque, era quella di arrivare in Commissione, mi pare con l'impegno anche rispetto ad una data che - ricordo - poteva essere il 30 settembre.
Questa è la ragione per cui la discussione di questa mozioneo pareva superata in sede di finanziaria. L'impegno della Giunta regionale c'è ed è stato manifestato dall'Assessore competente. Io ritenevo che questo documento potesse essere ritirato, a fronte di quell'impegno e di una discussione assolutamente approfondita in finanziaria.
Credo però che il Consiglio regionale possa esprimersi su questa mozione, rispetto ad un eventuale ulteriore impegno richiesto all'Assessore Ravello.



PRESIDENTE

Bene: i firmatari confermano il mantenimento della mozione n. 486.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Devo dire che esprimiamo rammarico per il fatto che auspicavamo un ritiro di questa mozione. Questa è una materia sicuramente molto delicata e il fatto che derivi da una normativa del 2006, e che ad oggi non vi siano state modifiche, dimostra che l'attenzione nei confronti di questo settore deve tenere conto di tutta una serie di parametri, di fattori e soprattutto del contesto in cui ci stiamo muovendo, sempre più difficile e preoccupante per coloro che svolgono attività produttive di questo genere.
L'auspicio di portare l'argomento in Commissione era motivato dal fatto che riteniamo che un tema così delicato e importante per la nostra terra che ha grandi risorse in questo settore, meritasse un approfondimento in linea con quanto di fatto l'Assessore Ravello aveva già annunciato; fermo restando che secondo noi quella è la strada per mettere mano ad una normativa, che sicuramente merita un aggiornamento.
Alla luce di questa mancata disponibilità ad approfondire, quindi, la Lega Nord esprime voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, passiamo alla votazione della mozione che è stata emendata dal primo firmatario Consigliere Laus, nella parte del dispositivo. Più specificatamente, sono state abrogate le parole "sia relativamente alla misura del canone di imbottigliamento che", sostituite dalla parola "relativa".
La Giunta regionale dichiara di rimettersi all'Aula.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 486, come emendata, il cui testo recita: Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la Regione Piemonte/ con la legge 21 aprile 2006 n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2006), ha introdotto un canone per l'imbottigliato pari a 0,70 euro per ogni metro cubo di acqua imbottigliata in plastica, dimezzato a 0,35 euro per metro cubo di acqua imbottigliata in vetro l'acqua costituisce una risorsa ed un bene esauribile che è necessario tutelare ed occorre, parimenti, restituire al territorio da cui viene prelevata tale risorsa un compenso adeguato a rifonderlo dell'impatto causato dall'attività esercitata dagli stabilimenti di imbottigliamento considerato che si ritiene fondamentale adeguare le tariffe piemontesi in materia di imbottigliamento ai parametri previsti dalla Conferenza Unificata delle Regioni (da 1 a 2,50 euro per metro cubo o frazione di acqua imbottigliata), permettendo, così, non soltanto alla Regione Piemonte, ma anche ai Comuni, attualmente in grave crisi di risorse, di ottenere fondi da destinare alle opere ed ai servizi fondamentali per la collettività in sede di discussione sia del Bilancio per l'anno finanziario 2011 che di disposizioni collegate alla Legge finanziaria sono stati proposti emendamenti mirati a modificare la legge regionale 14/2006 per consentire la corresponsione, a favore dell'Amministrazione regionale, di un canone annuo posticipato pari a 2,00 euro ogni 1.000 litri di acqua minerale o di sorgente imbottigliata, comprese le bibite confezionate con le suddette acque, nonché a rivedere le modalità di verifica dell'applicazione del canone stesso un canone pari a 2 euro a metro cubo costituirebbe una tassazione in linea con quella delle altre Regioni italiane salvaguardando il principio di "concorrenza" verificato che in occasione della discussione sulla Legge finanziaria per l'anno 2011 l'Assessore all'Ambiente Roberto Ravello aveva dichiarato che il rifiuto di prendere in considerazione la proposta di un adeguamento del canone di imbottigliamento delle acque minerali si giustificava con la decisione da parte della Giunta regionale di presentare un Disegno di legge di riordino complessivo della materia rilevato che ad oggi non risulta che sia ancora stato presentato alcun disegno di legge di riordino della materia impegna la Giunta regionale a rivedere con urgenza la normativa regionale sia relativamente alla misura del canone di imbottigliamento che alle modalità di verifica riguardo l'effettiva quantità di acque prelevate dai soggetti concessionari".
Il Consiglio non approva.
Dobbiamo ora affrontare la partita degli atti d'indirizzo relativi alle società partecipate - ordini del giorno n. 608, 730, 737 e 748. Dopo l'illustrazione proseguiremo con un dibattito generale unico, con le repliche e con la votazione.
Ordine del giorno n. 608, inerente a "Verificare la praticabilità dell'eventuale fusione tra Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.", presentato dai Consiglieri Laus, Gariglio e Muliere Ordine del giorno n. 730, inerente a "Governance, trasparenza e sistema di controllo SCR Piemonte", presentato dai Consiglieri Carossa, Angeleri Botta Franco Maria, Botta Marco, Bussola, Cantore, Cortopassi, De Magistris, Formagnana, Gregorio, Leardi, Leo, Lupi, Marinello, Mastrullo Montaruli, Motta Massimiliano, Novero, Pedrale, Tiramani, Toselli Ordine del giorno n. 737, inerente a "Programmazione pluriennale SCR" presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti e Stara Ordine del giorno n. 748 "Mantenere la struttura consortile pubblica del CSI" . rif. Art. 30 (Valorizzazione del sistema informativo regionale)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol



(Commenti della Consigliera Artesio)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 608.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Assessore, anche in questo caso una riflessione. Poi, il risultato della riflessione può essere negativo, perché non ci sono le condizioni per unificare Finpiemonte in house e Finpiemonte Partecipazioni per tutta una serie di motivi legittimi, quindi, si va di nuovo, così come avviene in altre Regioni sull'accorpamento.
Le argomentazioni - anche qui - indotte sono sempre finalizzate a liberare delle risorse. È cambiata l'interpretazione, il contesto sociale i quadri normativi, la legge Bersani, eccetera, non sto a ripetere quello che ho detto già durante la discussione sulla finanziaria, quindi questo è un voto sempre sulla stessa scia, che vi chiede di riflettere.
Leggo, perché ci tengo a leggere, dal momento che nel nostro ordine del giorno ci sono effettivamente delle sfumature diverse. Quindi, con quest'ordine del giorno si impegna la Giunta a: "Verificare la praticabilità e il conseguente iter giuridico istituzionale necessario a realizzare la fusione tra società Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni (Finpiemonte in house)".
Penso che il minimo che la Giunta debba fare è chiedere a chi in questo momento governa Finpiemonte se questa riflessione è strampalata. Perché pu essere che anche chi governa Finpiemonte in questo momento potrebbe dire che effettivamente è stato un errore - non lo so - oppure potrebbe dire che assolutamente non va bene così, perché è più produttivo e più utile e proficuo per l'interesse della Regione.
Comunque, le motivazioni, che mi hanno indotto, per correttezza, a presentare quest'ordine del giorno sono solo ed esclusivamente relative a liberare delle risorse, quindi all'efficienza. Poi, magari, l'efficienza contrasta con l'organizzazione.
Con questo chiudo gli ordini del giorno presentati dal sottoscritto su questa finanziaria. Come vedete tutti questi ordini del giorno vi chiedono una semplice riflessione: i cittadini ci chiedono per strada di trovare il modo di risparmiare, senza distruggere chiaramente tutto l'impianto pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 730.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Avevo già illustrato l'ordine del giorno la scorsa settimana, per volendo arricchirlo, abbiamo deciso di recepire alcune proposte che il Gruppo dell'Italia dei Valori aveva sottoposto e che voglio evidenziare. In questa maniera, quindi, s'intende che dopo ritirerò l'ordine del giorno che è al tavolo della Presidenza, per depositare quest'ultimo integrato con i suggerimenti e le proposte dei colleghi dell'Italia dei Valori.
In particolare, sono stati recepiti e inseriti, dopo il capoverso "il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale", "...ad impegnare la società in un processo di riorganizzazione finalizzata alla realizzazione delle attività di competenza e relativa analisi dell'andamento attraverso la razionalizzazione del personale in organico l'ottimizzazione delle risorse professionali e l'inserimento nelle strutture di competenze specialistiche necessarie in particolare per la valutazione e il monitoraggio delle attività in funzione degli obiettivi e del contenimento dei costi, oltre la condivisione a vari livelli di competenze interni ed esterni dei risultati conseguiti come, ad esempio, i responsabili unici della programmazione della spesa suddivisi per i settori di attività principali della società".
E ancora, "...ad istituire un organismo di vigilanza quale strumento di trasparenza a garanzia del rispetto delle regole e delle procedure e di farlo con le modifiche necessarie allo Statuto. Tale organismo dovrà condividere le proprie determinazioni con le strutture assegnate al commissario per la spesa pubblica Enrico Bondi. L'organismo di vigilanza consente il controllo sulla gestione e l'operato in perfetta aderenza con gli obiettivi regionali perseguendo gli scopi sociali con le modalità di seguito individuate".
Infine, "...nell'ambito della fornitura di beni e servizi del settore sanità viene stipulato, al fine di stabilire in modo chiaro e trasparente il rapporto tra le federazioni sovrazonali ed SCR Piemonte un accordo di programma a garanzia di indipendenza e imparzialità che assicuri l'effettiva centralizzazione degli acquisti eviti la duplicazione di strutture e risorse e, conseguentemente, permetta la concreta riduzione dei costi".
Chiedo la votazione di quest'ordine del giorno e lo deposito con l'integrazione dei suggerimenti presentati dagli amici colleghi dell'Italia dei Valori.



PRESIDENTE

Comunico che l'ordine del giorno n. 730 è stato interamente modificato dai proponenti, e rinumerato n. 757. Faremo distribuire la copia cartacea.
aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
In molti emendamenti presentati al disegno di legge n. 169 "Legge finanziaria per l'anno 2012", così come per il Piano Socio Sanitario recentemente approvato, abbiamo sempre cercato di far prevalere alcuni concetti di fondo: quelli della trasparenza, dell'efficienza dell'efficacia e della razionalizzazione delle risorse; concetti che, se trovano reale applicazione, contribuiscono al buon funzionamento della macchina amministrativa, al buon governo, e ad una gestione controllata dei fondi pubblici, ora più che mai necessaria.
D'altro canto, questi sono temi entrati di prepotenza nel dibattito generale.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi! Come sempre, il garbo del Consigliere Ponso viene interpretato come una rinuncia parziale all'intervento, ma non è così. Quindi vorrei, se fosse possibile, che fosse messo nelle condizioni di svolgere il proprio intervento con serenità e vorrei che vi fosse la possibilità per i colleghi che desiderano ascoltarlo - sono molti - di poterlo fare.
Prego, collega Ponso.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente, per questo squisito e apprezzato intervento nei miei confronti.
Dicevo che d'altro canto questi temi sono entrati di prepotenza nel dibattito generale della recente politica italiana, soprattutto per quanto riguarda l'impiego dei finanziamenti pubblici.
Con lo stesso spirito e con le spesse ragioni che ci hanno spinto a presentare gli emendamenti al disegno di legge n. 169 e al Piano Socio Sanitario, abbiamo affrontato la questione SCR Piemonte, cercando di individuare una nostra posizione che non fosse legata esclusivamente all'appartenenza politica, a questa o a quella maggioranza, ma che provasse a comprendere a fondo le ragioni del perché mantenere in vita o del perché sopprimere, come chiedono i colleghi del Partito Democratico, il patrimonio di eccellenze e di competenze di cui dispone SCR Piemonte.
Ebbene, la società di cui parliamo - società di capitale interamente partecipata della Regione Piemonte - è nata appena quattro anni fa, con l'obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica e di ottimizzare le procedure di scelta degli appalti pubblici, in particolare nei settori della sanità, delle infrastrutture, dei trasporti, insomma in quei settori dove è maggiormente richiesta una razionalizzazione della spesa. È un obiettivo certamente lodevole, che va in direzione di quei principi di efficacia, trasparenza ed economicità, per cui il nostro Gruppo e il partito che rappresentiamo ha sempre lavorato.
Premesso che riteniamo che serva un impegno maggiore a migliorare i meccanismi e l'operatività di SCR, che serva una maggiore garanzia nella trasparenza dei fondi pubblici. E premesso che riteniamo che vadano meglio definiti i rapporti che SCR avrà con le nuove Federazioni sanitarie e l'Assessorato alla sanità, siamo convinti che il ruolo di SCR continui ad essere strategico e centrale nella razionalizzazione delle risorse e vada pertanto rilanciato, valorizzato e non certamente affossato.
In un momento storico come questo - non mi stancherò mai di ripeterlo dove la politica è nell'occhio del ciclone per i costi ad essa connessi e per i drammatici ritardi negli attuali provvedimenti che riducano le spese e producano maggiori risparmi per i cittadini, è necessario, oggi più che mai, pensare di continuare nelle politiche di centralizzazione degli appalti.
D'altro canto, è lo stesso quadro normativo ad imporlo, che suggerisce la centralizzazione degli acquisti e degli appalti perché ritenuta strumento cruciale per risparmiare.
Il tema delle procedure centralizzate degli acquisti si inserisce in un contesto in cui sul piano finanziario si registra un ridimensionamento progressivo delle risorse pubbliche.
Il processo di gestione degli acquisti risulta, quindi, uno dei nodi critici e cruciali attraverso i quali intervenire per attuare un'azione di riduzione e, altresì, di controllo della spesa.
La centralizzazione degli acquisti rappresenta, a nostro avviso un'opportunità da non sottovalutare, non solo alla luce della complessità dei processi di acquisto, ma anche in ragione di numerosi fattori di criticità legati ad un mercato in continua evoluzione e normative di riferimento in rapido cambiamento.
Il modello di centralizzazione degli acquisti, se impostato correttamente, genera benefici non solo economici, organizzativi o procedurali, ma anche vantaggi in termini di garanzia e di equità nell'accesso alle innovazioni e alla qualità dei servizi, favorendo maggiori investimenti di ricerca e di sviluppo.
In ragione di ciò, restiamo dell'idea che il ricorso alla centralizzazione - e quindi il ricorso alle conoscenze e alle eccellenze di SCR - sia una buona ricetta per continuare a diminuire le spese e garantire maggiore trasparenza nell'investimento del denaro dei nostri concittadini.
SCR - lo ricordo - ha fatto risparmiare al sistema pubblico piemontese circa 100 milioni solo per il 2012. Si tratta di un obiettivo che, se perseguito, consentirà alla nostra Regione di proseguire il cammino già tracciato sulla via della razionalizzazione e della riduzione delle spese.
Il risparmio stimato si potrebbe aggirare intorno al 19% della spesa pubblica, così come avvenuto su scala nazionale attraverso le convenzioni Consip, società del Ministero dell'Economia e delle Finanze, e gli enti locali.
A questo punto, ringrazio, a nome di Italia dei Valori, i firmatari dell'ordine del giorno, per avere recepito e condiviso le nostre proposte.
Per queste ragioni - concludo, Presidente, anche se molto ci sarebbe ancora da dire - siamo contrari alla soppressione di SCR Piemonte, e voteremo a favore di quest'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quando sono intervenuta in merito all'emendamento che proponeva la soppressione della Società di Committenza Regionale, avevo cercato di rappresentare al Consiglio regionale, nei pochi minuti che avevo a disposizione, quella che io ritengo essere una questione sostanziale, che può aumentare l'efficacia delle attività reciproche della stazione appaltante, ma anche della committenza, e che mi pare, anche in quest'ordine del giorno, non sia ricompresa, ragione per la quale quest'ordine del giorno non può trovare il mio voto favorevole. Tuttavia garantirò la possibilità della partecipazione al voto.
Qual é la ragione per la quale non c'è, da parte mia, una identificazione sui contenuti di quest'ordine del giorno? Perché io credo che noi possiamo inventare ogni tipo di sede e qualunque tipo di tecnica quindi possiamo decidere che le stazioni appaltanti sono uniche a livello regionale, possiamo decidere che sono subarticolate, come nel caso delle Federazioni sanitarie, per area provinciale o per area sopraprovinciale possiamo immaginare che la gara telematica sia quella che consente il maggior coinvolgimento di coloro che devono presentare l'offerta e la migliore comparazione dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo delle offerte pervenute - ma stiamo sempre parlando di luoghi dell'organizzazione e di forme con le quali si procede ad organizzare i singoli interventi.
Ciò che invece è fondamentale perché ci sia una risposta soddisfacente da parte delle stazioni appaltanti (laddove le individuiamo) e l'Amministrazione pubblica è che esista, e venga regolarmente monitorato un flusso di processo tra coloro (cioè i soggetti dell'Amministrazione) che determinato le scelte e coloro che le mettono in atto.
Non è un caso che nella confusione di costruzione di nuovi organismi che ha caratterizzato in particolare la sanità in questi ultimi sei mesi si siano verificati i peggiori cortocircuiti: vale a dire, una stazione appaltante come SCR che ritiene, poiché rientrava tra le funzioni possibili ad essa assegnate, di dover procedere con una gara per l'individuazione di un'Agenzia interinale al servizio delle Aziende Sanitarie, senza che l'Amministrazione di riferimento avesse valutato l'opportunità e la necessità. Almeno questo è quello che è stato dichiarato ai giornali dall'Assessore competente. Oppure una definizione di competenze relative a oggetti da acquistare, senza che la natura degli oggetti, la loro sensibilità, le loro forme di impiego siano state confrontate con coloro che ne determineranno l'utilizzo. Faccio l'esempio più sensibile per tutti i Consiglieri: affidare ad SCR l'acquisto dei vaccini, sia quello per le campagne ordinarie antinfluenzali, sia quello per eventi particolari, non può essere una semplice questione di dove si lancia la gara di appalto o di come si fanno i confronti fra le industrie farmaceutiche in ordine all'offerta, ma è una questione delicatissima di conoscenza dell'oggetto che si va ad acquistare e delle forme di applicazione, che può avvenire solo attraverso una relazione e una collaborazione tra chi farà gli acquisti e il gruppo tecnico, scientifico e clinico che determina quali siano le tipologie più favorevoli per la popolazione piemontese, in ordine a questo tipo di prestazione.
Voglio sottolineare che, anziché pensare alle scatole del contenitore (mantenerlo, sopprimerlo, modificarlo) o anziché pensare che sia sempre e solo una tecnica organizzativa a dare garanzie di qualità (aggiungere un comitato di sorveglianza, prevedere un organismo indipendente e di magistrati in pensione), a darci le migliori garanzie, occorre mettere in conto che va svolto un lavoro. È un lavoro di cura, che va attentamente presidiato e mantenuto, tra coloro che attendono di acquisire quel servizio o quel determinato bene, per impiegarlo nelle forme più adeguate, e coloro che devono approvvigionare quelle determinate funzioni o quei determinati materiali.
Ciò che è da raccomandare - e le delibere istitutive di SCR lo facevano è esattamente la relazione tra gruppi di lavoro (vuoi che siano di provveditori ed economi, vuoi che siano di medici, vuoi che siano di operatori dell'articolata organizzazione dei servizi - io parlo di quello sanitario, perché è quello che conosco meglio, ma il ragionamento pu essere trasposto anche agli interventi nei lavori pubblici e nelle infrastrutture) e coloro che, poi, hanno la responsabilità di procedere nella vera e propria acquisizione degli elementi necessari.
Questo flusso di processo non è evidenziato in alcuno degli ordini del giorno presentati né nelle aggiunte richieste dai colleghi dell'Italia dei Valori.
Pertanto, ritenendo che si debba meglio definire il mandato da assegnare a SCR - senza le condizioni di confusione che abbiamo registrato e che questo mandato possa essere ben esplicitato, se esiste non la separazione, ma la continuità e la cooperazione con la committenza, ritengo che si debba procedere sull'attività della Società di Committenza Regionale, ma che le proposte di miglioramento contenute in quest'ordine del giorno vadano a perseguire una strada un po' antica: continuare a perpetrare l'illusione che, aggiungendo organismi su organismi, si migliorino le efficienze e le efficacie dei nostri strumenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Sarò molto breve.
Annuncio che daremo la presenza sull'ordine del giorno, anche perch abbiamo presentato un emendamento alla legge finanziaria che non è stato accolto dal Consiglio regionale, ma che non era contro SCR: era un emendamento che poneva l'esigenza di incominciare a ripensare l'organizzazione e la strutturazione della Regione.
Faccio brevemente alcune considerazioni.
La prima: ho impiegato un po' di tempo a leggere il nuovo testo dell'ordine del giorno. Se il collega Pedrale avesse spiegato probabilmente in 25 secondi, cosa cambia tra l'una e l'altra stesura, mi avrebbe evitato un'impervia difficoltà.
Alla fine, nel confronto tra i due testi, ho capito cosa cambia: il fatto che non c'è più la spada di Damocle del 2014 come momento di verifica, rispetto all'attività di SCR. Ma nulla toglie, rispetto alle questioni.
La seconda considerazione è la seguente: a me sembra che siamo in presenza di un commissariamento di SCR.
Di fatto è così; io non sono contrario ad un'intensificazione del sistema dei controlli, sia ben chiaro; anzi, tutto ciò che porta ad intensificare i controlli porta necessariamente ed inevitabilmente a qualche tentativo di dare maggiore trasparenza all'attività della Pubblica Amministrazione, e vede me e il mio Gruppo assolutamente favorevoli. Ma qui siamo in presenza di un vero e proprio commissariamento dell'attività di SCR.
Questo si evince da questioni banali: il fatto che la convocazione del Consiglio di Amministrazione debba essere trasmessa alla Giunta regionale non esiste in nessuna società.
Si evince, anche, da questioni più sostanziali: il fatto che i verbali del Consiglio di Amministrazione debbano essere trasferiti alla Giunta regionale non esiste in nessuna società.
Voglio richiamare l'attenzione dell'Aula, poiché questo è un atto d'indirizzo (la vera discussione la faremo sulle modifiche della legge istitutiva di SCR), perché alcuni di questi temi non possono essere oggetto di deliberazione, ma devono essere oggetto di un intervento legislativo che interviene a modificare la legge istitutiva di SCR.
Quando nel rapporto tra un socio azionista e una società di capitali si configura un rapporto di questo tipo, il socio azionista perde la responsabilità limitata al patrimonio della società e, di fronte a situazioni eventualmente complesse, è l'azionista diretto che risponde in modo diretto.
Terza questione: mi sembra che siamo in presenza, non solo di un commissariamento di SCR, ma anche di un forte appesantimento della sua attività.
Non vorrei che, alla fine, soprattutto in un passaggio del testo dell'ordine del giorno dove si richiama la necessità che la Società di Committenza Regionale assuma, all'interno del proprio organico, figure professionali che oggi non sono presenti all'interno dell'organizzazione della struttura di SCR, la conseguenza sia che proseguirà il trend destinato ad incrementare i costi di gestione e di funzionamento della Società di Committenza Regionale.
Il dato - mi sembra di poterlo dire - è un dato che vede, più o meno il costo del personale aumentare nel 2011 rispetto al 2010, di una cifra attorno ai 450 mila euro, nel confronto tra i due anni.
Se si mettessero in atto alcune delle indicazioni contenute all'interno di questo atto d'indirizzo, aumenterebbero ancora sensibilmente i temi legati al costo di funzionamento della società.
Ho forti perplessità sul fatto che SCR possa rappresentare la società di committenza per quei piccoli Comuni che sono obbligati ad affidare ad un ambito più ampio tutte le procedure di gare per la realizzazione delle opere pubbliche.
Ho forti perplessità, perché - attenzione - la Società di Committenza Regionale si giustifica su ambiti d'intervento molto complessi, non su opere pubbliche da 20-25 o 50 mila euro.
Diventa assolutamente inefficace e diseconomico immaginare un'operazione di trasferimento siffatta.
La quarta ed ultima questione è la seguente: poiché sono credente, sul piano personale, e laico, sul piano dell'esperienza politica, vorrei che prima o poi - con tutta la disponibilità a ricredermi rispetto ad alcune questioni che a volte nel dibattito vengono dichiarate, ma non dimostrate qualcuno mi dimostri realmente dove sono i 100 milioni di euro di risparmio, nel corso del 2011.
Prima o poi qualcuno mi dimostri dove la Regione Piemonte ha risparmiato 100 milioni di euro nel 2011! Se nessuno me lo dimostra, io non ci credo (la metto su questo piano?) e allora, rispetto alle opinion che ha espresso correttamente il collega Ponso voglio ricordare che, non più tardi di qualche mese fa, il collega Cursio ha contestato in sede di IV Commissione le risultanze della gara sui farmaci e l'effettivo risparmio che la gara stessa determina sul bilancio della Regione, così come su altre questioni.
Il tema è delicato: ciascuno, in questo dibattito, oggi e nella discussione del nostro emendamento, ha espresso le proprie opinioni. Io ritengo, però, che, da buoni amministratori regionali come tutti presumiamo di essere, indipendentemente dai risultati che ciascuno è in grado di produrre, non possiamo vivere di annunci: viviamo e dobbiamo vivere di questioni che appartengono alla realtà.
Pertanto, chiedo formalmente alla Giunta regionale che, sulla base dei bilanci di SCR del 2011, avvenga, prossimamente, all'interno della Commissione consiliare competente, un momento di approfondimento anche teso ad accertare l'entità e la reale individuazione di quei famosi 100 milioni di euro di risparmi esercitati nel corso del 2011.
Se, alla fine, laicamente, mi verrà dimostrato, sarò il primo a riconoscerlo. Fino al momento in cui questo è un annuncio, non ci credo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Semplicemente per dire che il Consigliere Reschigna, forse, non ha letto bene il nostro ordine del giorno.
riconfermato che, alla fine del 2014, se il piano di attività di SCR non sarà congruo con le previsioni, SCR sarà chiusa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Intervengo perché mi sembra doveroso il riferimento all'osservazione fatta dal Consigliere Reschigna, che risulta assolutamente vera, anzi potrei aggiungere qualcosa di più.
Vorrei fare una piccola premessa. Sono assolutamente d'accordo nel centralizzare gli acquisti. In questa, come in altre regioni, accadeva che è agli atti, ci sono fatture - una risonanza magnetica nucleare un'apparecchiatura per fare un esame diagnostico, in un'ASL aveva un costo di 950 mila euro, in un'altra di 800. La centralizzazione degli acquisti avrebbe, perlomeno, evitato che ci fosse un'incongruità così macroscopica.
questa la ragione per la quale ritengo che una società che acquista direttamente e poi trasferisca sul territorio, sia assolutamente necessaria.
indubbio che l'attività vera e propria svolta da questa società necessiterebbe non dico di controlli, ma di accorgimenti e di riflessioni all'interno eticamente corretti. Questo non attiene solo a questa specifica società, ma in generale. È un concetto che esporterei un po' a tutte le attività.
Torno all'osservazione sui farmaci. Oggettivamente non sono convinto ho fatto tutti un calcolo dei farmaci acquistati in quella gara dove si dice che si sono risparmiati 74,5 milioni.
In verità, ho preso tutti i lotti e li ho confrontati con la spesa media precedentemente avvenuta e ho scoperto che - vi posso dare anche la cifra esatta - grosso modo, sono stati genericati alcuni farmaci. Faccio un esempio. La levofloxacina, un antibiotico molto utilizzato, uno dei dieci farmaci più acquistati, ha contratto notevolmente.
In Italia, quando un farmaco perde la tutela brevettuale, cioè dopo venti- venticinque anni, potrebbe essere acquistato sotto un nome commerciale diverso, ma noi ci ricordiamo di questo evento dopo minimo tre anni, se non addirittura cinque, otto dieci anni, cioè quando il prodotto diventa obsoleto.
Questo potrebbe essere stato il merito dell'Assessore, cioè avere acquistato il prodotto, che prima era sotto tutela brevettuale immediatamente dopo ad un prezzo contenuto.
Secondo i miei calcoli, non arriviamo a 12-15 milioni di euro, e non i 74,5 milioni. Sfido l'Assessore, se vuole, con i numeri ci possiamo confrontare.
Mi sembrava giusto e doveroso fare questo chiarimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo analizzato quest'ordine del giorno e, ad una prima lettura lo valutiamo positivamente.
Vengono inserite una serie di garanzie in più di quelle che ci sono sul funzionamento di SCR che ci sembrano il minimo indispensabile. Restiamo sulla stessa posizione che abbiamo preso, anche per coerenza, nella fase della discussione degli emendamenti in Finanziaria, quando abbiamo dato solo presenza in merito alla decisione se mantenere o chiudere SCR.
Preferiamo mantenere un profilo di attesa perché emerge anche una questione di merito per quanto riguarda le scelte politiche all'interno dell'organo di SCR. Come abbiamo detto in discussione sulla Finanziaria, al di là di tutti gli strumenti di controllo, di auditing interno ecc. molto fanno le persone che vengono selezionate dalla politica, come abbiamo imparato in questi anni, ma anche come stiamo vedendo dallo sviluppo e vedremo dallo sviluppo delle indagini delle fiamme gialle. Molto fanno le persone che vengono selezionate dalla politica.
La nostra è una non partecipazione al voto che già dà un po' di fiducia in merito alle richieste dell'ordine del giorno, ma neanche troppa perch conosciamo bene le vicende della spartizione per quanto riguarda i posti di dirigenza.
Nulla contro i dipendenti che svolgono il loro lavoro nel migliore dei modi possibili considerando la situazione in cui sono posti e in merito alle scelte che fa la politica.
Immagino che l'ordine del giorno sarà seguito da deliberazioni e dalle norme che verranno presentate in Commissione. Lì ci riserviamo di fare un approfondimento ulteriore per eventuali modifiche ai testi che verranno presentati.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Credo di rappresentare correttamente un argomento del quale si è discusso molto anche in Giunta.
Questo ordine del giorno riscontra il parere favorevole della Giunta oltre che per i contenuti innovativi, per un dato essenziale. Non si tratta, a nostro avviso, di un commissariamento, ma di una sollecitazione rispetto ad un doveroso adeguamento al decreto legislativo n. 231 del 2001, che dà indicazioni utili e cogenti rispetto al tema della trasparenza e del controllo delle stazioni appaltanti e delle strutture pubbliche...



PRESIDENTE

Lo so, Consiglieri, che non si sente nulla, ma io continuo a scampanellare e si fa finta di nulla. Ci sono conciliabili che non si interromperanno, faccio appello alla buona educazione.
L'Assessore sta intervenendo, per favore mettiamo in condizione di essere ascoltata chi è interessato.



BONINO Barbara, Assessore regionale

L'adeguamento al decreto legislativo n. 231, che rappresenta un po' la linea guida di quest'ordine del giorno, sembra essere un'indicazione, un sostegno importante da parte del Consiglio all'attività già in corso e sollecitata da parte della Giunta.
L'introduzione di strumenti innovativi come il project control ovviamente vanno nella direzione della trasformazione di SCR da strumento potenzialmente operativo a strumento concretamente utile ai fini della realizzazione del programma dell'Amministrazione regionale. Infine, la struttura degli orgasmi di vigilanza (definiamoli così) va nella doppia direzione di un lavoro finalizzato alla trasparenza e di un lavoro finalizzato alla verifica della coerenza, per riprendere il discorso fatto dalla Consigliera Artesio sulla coerenza, quindi dell'operato di SCR con gli obiettivi regionali. Poi, la parte fondamentale del rafforzamento del controllo analogo che consente alla Regione Piemonte di essere parte attiva in quel percorso di monitoraggio delle stazioni appaltanti che riteniamo sia elemento di garanzia e di serenità rispetto all'operato di strutture così rilevanti dal punto di vista degli obiettivi della Pubblica Amministrazione.
Questo, insieme ad alcune indicazioni operative che riguardano l'assetto della struttura operativa di SCR e la relazione con CONSIP, di cui questo Consiglio regionale ragiona credo almeno da 10 anni in termini di convenzioni e di raggiungimento di accordi fra la stazione nazionale e la Regione Piemonte, penso che possano essere delle indicazioni assolutamente utili per raggiungere un obiettivo che concilia la trasparenza, l'efficacia e la tempestività nella realizzazione degli indirizzi di governo della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Prima di procede, comunico che alle ore 13 (anche prima, se i nostri lavori dovessero terminare in anticipo) in Sala A è convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, che sostituirà la riunione prevista delle ore 14 proprio per far fronte alla programmazione anche odierna dei nostri lavori la cui riapertura è confermata per le ore 14.30.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 608, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che con la legge regionale 26 luglio 2007, n. 17 è stata attuata la riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese (Finpiemonte), nato con la legge regionale 26 gennaio 1976, n. 8 prevedendo la suddivisione di Finpiemonte stessa in due distinte società ovvero Finpiemonte S.p.A. nel ruolo di società finanziaria regionale a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. per svolgere tutte le attività diverse da quelle proprie della Finpiemonte S.p.A., compresi l'acquisto, la gestione e la dismissione di partecipazioni l'intervento normativo determinato dalla legge regionale di riforma (la sopraccitata l.r. 17/2007) è stato giustificato con le necessità di 'separare modalità di investimento estremamente diverse tra loro e caratterizzate da obiettivi spesso non perfettamente compatibili' e di 'restituire efficienza alla struttura interna', oltre che di ottemperare al mutamento del contesto normativo, determinato in particolare dalla riforma del diritto societario e dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 di conversione del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (ed. decreto Bersani) che interveniva sugli ambiti di attività strumentali degli enti locali considerato che al momento dell'approvazione della l.r. 17/2007 appariva necessario e inevitabile procedere alla divisione dell'originaria Finpiemonte in due distinte società, dotate quindi di due distinti consigli di amministrazione con relativi emolumenti diversamente dal processo di revisione normativa definito in Piemonte, in altre regioni italiane non si è proceduto ad alcuno scorporo, pur salvaguardando adeguati parametri di efficienza delle società finanziarie regionali; è il caso, ad esempio, di Veneto Sviluppo S.p.A. società finanziaria, partecipata al 51% dalla Regione Veneto e per il restante 49 da undici gruppi bancari nazionali e regionali constatato che la riflessione politico-istituzionale riguardo la razionalizzazione degli organismi societari motivate dalla necessità di procedere a un sempre maggiore contenimento dei costi (meno società più forti per affrontare al meglio le sfide del mondo economico e imprenditoriale, riduzione dei consigli di amministrazione in cui spesso si annidano spese inutili), pone in evidenza i risparmi che si creerebbero nel caso di fusione di Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
impegna la Giunta regionale a verificare la praticabilità e il conseguente iter giuridico-istituzionale necessario a realizzare la fusione tra le due società Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.".
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 757 "Governance, trasparenza e sistemi di controllo SCR Piemonte" presentato dai Consiglieri Pedrale, Carossa, Formagnana Mastrullo, Motta Massimiliano, Cantore, Bussola, Cortopassi, Toselli Leardi, Leo, Botta Franco Maria, Angeleri, Lupi, Spagnuolo, Botta Marco Casoni, Marinello, Novero, Gregorio, Tiramani, De Magistris, Montaruli Passiamo adesso alla votazione dell'ordine del giorno n. 757 "Governance trasparenza e sistemi di controllo SCR Piemonte", nella nuova versione così come illustrata dal Consigliere Pedrale e come comunicato in precedenza dalla Presidenza, che sostituisce il testo depositato e ritirato ordine del giorno n. 730.
Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione su tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Premesso che si ritiene fondamentale non disperdere il patrimonio di conoscenze, il valore e le competenze di SCR Piemonte, soprattutto alla luce dei risultati conseguiti: facendo registrare un cambiamento di rotta rispetto alla precedente gestione sotto la Giunta Bresso, nel 2011 la Società ha aumentato il volume delle attività gestite in particolare nel settore acquisti, bandendo 10 gare per un importo di 480 milioni di euro la Società, con atto deliberativo della Commissione Cultura del Senato, è stata nominata Stazione appaltante per la valorizzazione dei siti Olimpici Torino 2006 per un valore stimato di circa 100 milioni di euro nel 2013, i Comuni sotto i 5000 abitanti dovranno avvalersi di strutture di committenza per la realizzazione di bandi e appalti per il lavori pubblici ed SCR, per statuto, natura e risultati conseguiti, può ricoprire questo ruolo al momento SCR Piemonte ha sottoscritto convenzioni con 37 Enti obbligati (di cui Regione Piemonte, il Consiglio Regionale, 21 Aziende Sanitarie, 9 Enti strumentali e 5 aziende partecipate) e con 5 Province, 6 Comuni capoluogo, 121 Comuni e Associazioni di Comuni, 8 Università o Istituti scolastici e 13 altri Enti con delibera regionale n. 12-3613 del 28 marzo 2012, la Regione ha affidato a SCR il piano di attività per l'anno 2012, in materia Infrastrutture e Sanità che sarà integrato con apposite Convenzioni Considerato, inoltre, che la Regione ha istituito la Commissione speciale con compiti d'indagine conoscitiva sui fatti concernenti la sanità piemontese e sulla gestione delle gare d'appalto bandite dalla Società dì committenza della Regione Piemonte riconoscendo la necessità di individuare organismi di vigilanza e controllo la necessità che la Società di committenza concluda il processo, già avviato, che porti alla definizione di un modello di organizzazione gestione e controllo conforme al decreto legislativo n. 231 del 2001, in modo da disporre di uno strumento per effettuare il controllo del rispetto delle regole SCR ha intrapreso, in accordo con la Regione, un confronto con CONSIP centrale acquisti nazionale, per la gestione in collaborazione delle gare relative alla spesa comune Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a provvedere a regolamentare con gli atti dovuti i rapporti che intercorrono tra la Società e l'Azionista, in particolare per quanto attiene il flusso di informazioni e i livelli di responsabilità a determinare i processi e livelli di controllo interno, di effettuare un monitoraggio puntuale delle attività in corso, anche attraverso l'introduzione di strumenti innovativi come il project control a valutare l'ipotesi della certificazione di bilancio ad opera di una società esterna abilitata a focalizzare l'ambito di attività di SCR sulle grandi infrastrutture regionali, sui piano degli interventi trasferito alle Province e sul ruolo di stazione appaltante per i piccoli Comuni oltre che sulla spesa regionale per quanto attiene alle voci 'più gravose', con particolare riguardo per la spesa sanitaria a dotare SCR di un sistema di valutazione per obiettivi e responsabilità anche per gli organi dirigenziali ad impegnare la Società in un processo di riorganizzazione finalizzata alla realizzazione delle attività di competenza e relativa analisi dell'andamento attraverso la razionalizzazione del personale in organico, l'ottimizzazione delle risorse professionali e l'inserimento nella struttura di competenze specialistiche necessarie in particolare per la valutazione e il monitoraggio delle attività in funzione degli obiettivi e del contenimento dei costi, oltre la condivisione, a vari livelli di competenza interni ed esterni, dei risultati conseguiti, come ad esempio i responsabili unici della programmazione della spesa suddivisi per i settori di attività principali della Società a promuovere la stipula di un accordo quadro con la centrale acquisti nazionale CONSIP sia per la gestione delle gare di interesse comune, per l'utilizzo di piattaforme sia per il monitoraggio dei fabbisogni degli enti ad istituire un organismo di vigilanza quale strumento di trasparenza e garanzia del rispetto delle regole e delle procedure, e di farlo con le modifiche necessarie allo Statuto. Tale organismo dovrà condividere le proprie determinazioni con le strutture assegnate al Commissario per la spesa pubblica Enrico Bondi. L'organismo di vigilanza consente il controllo sulla gestione e l'operato, in perfetta aderenza con gli obiettivi regionali perseguendo gli scopi sociali con le modalità di seguito individuate. Nell'ambito della fornitura di beni e servizi del settore sanità, viene stipulato, al fine di stabilire in modo chiaro e trasparente il rapporto tra Federazioni Sovrazonali e SCR Piemonte, un accordo di programma a garanzia di indipendenza e imparzialità che assicuri l'effettiva centralizzazione degli acquisti, eviti la duplicazione di strutture e risorse e conseguentemente permetta la concreta riduzione dei costi a considerare a consuntivo delle attività del 2014, previa definizione degli obiettivi di spesa e risultati da conseguire, qualora i risultati di esercizio non fossero congrui con gli obiettivi assegnati in termini di attività, risorse impiegate e ottimizzazione dei processi, gli opportuni provvedimenti per la chiusura della società.
E, infine, propone di provvedere con apposita deliberazione a dare avvio alle attività descritte a seguire, al fine, da un lato, di preservare il valore e le competenze della Società e, dall'altro, di realizzare un sistema di governance ed un ed. 'controllo analogo' più efficace e rispondente alle necessità dell'azione amministrativa secondo le linee d'indirizzo qui specificate.
1. Controllo Interno.
Rafforzamento della funzione di Controllo Interno (Internai Auditing) della Società, prevedendo l'effettuazione da parte della medesima funzione e la trasmissione alla Regione, di audit interni periodici, tra l'altro attraverso: la nomina di un soggetto terzo esterno quale responsabile della funzione aziendale di internai auditing, dotato di particolari e comprovate professionalità e competenze (ad esempio, ufficiali di organi di polizia giudiziaria o magistrati, anche contabili, fuori ruolo) il rafforzamento, in ogni caso, dei poteri della funzione aziendale di internai auditing, che dovrà riportare direttamente al Presidente del Consiglio di Amministrazione la trasmissione obbligatoria alla Regione degli esiti degli audit interni da effettuare con periodicità almeno bimestrale l'invio alla Regione, con periodicità bimestrale, anche senza necessità di specifica richiesta, di una relazione/valutazione sull'andamento della gestione, con particolare riferimento all'area degli approvvigionamenti di beni, servizi e lavori, salva la facoltà della Regione di richiedere notizie, informazioni o indicazioni in merito all'andamento delle attività.
2. Controllo Analogo.
Codificazione e realizzazione di specifici e stringenti strumenti per l'esercizio da parte della Regione del ed. 'Controllo Analogo', quale mezzo attraverso il quale il Socio pubblico può e deve svolgere un controllo sulla gestione della Società partecipata in modo del tutto 'analogo' a quello svolto nei confronti di un proprio ufficio, sempre salva la facoltà della Regione di esercitare il Controllo Analogo anche attraverso gli specifici audit sopra richiamati.
A tal fine, in particolare, deve essere codificato nello Statuto della Società un sistema di governance ed in ogni caso deve essere attuato un flusso informativo volto a regolamentare in modo particolarmente pregnante e non solo ai fini del Controllo Analogo, i rapporti della Regione con la Società.
Le modifiche dello Statuto della Società riguardano: 1) Per quanto riguarda il Consiglio di Amministrazione: l'obbligo di trasmissione preventiva alla Regione, di tutte le convocazioni delle riunioni del Consiglio di Amministrazione con indicato il relativo ordine del giorno l'obbligo di invio successivo alla Regione dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione l'obbligo di trasmissione preventiva alla Regione della pianificazione delle attività con particolare riferimento alla calendarizzazione delle procedure ad evidenza pubblica che si intendono bandire. Al riguardo, la Regione si impegna a garantire entro il 30 settembre di ogni anno l'approvazione e trasmissione alla Società del piano di attività per l'anno successivo.
2) Per quanto riguarda l'Organo Amministrativo: l'obbligo di trasmissione alla Regione di tutti gli atti amministrativi che impegnino la Società per spese di importo superiore a E 250.000,00 l'obbligo di trasmissione alla Regione di tutti gli atti di approvazione degli esiti di gara (ivi inclusi i relativi verbali).
3) Per quanto riguarda il Collegio Sindacale: l'obbligo di predisposizione e trasmissione periodica alla Regione, anche senza necessità di specifica richiesta, di una relazione/valutazione sull'andamento della gestione, con particolare riferimento alle gare bandite, alle procedure di scelta dei contraenti, alla gestione delle risorse umane e alla gestione contabile la facoltà della Regione, di richiedere notizie, informazioni o indicazioni in merito all'andamento delle attività l'intensificazione, attraverso la definizione di un piano specifico, dei controlli sull'osservanza delle leggi nei settori di interesse, con particolare riferimento all'area degli approvvigionamenti di beni, servizi e lavori.
4) Per quanto riguarda l'Audit interno: la espressa previsione (nello Statuto) di quanto indicato nel precedente paragrafo 1 (Controllo Interno).
3. Comitato di Controllo Interno, con lo specifico compito di vigilare sulla piena attuazione dell'art 4 L.R. Piemonte n. 19/2007.
La costituzione di un Comitato di Controllo Interno alla Società strutturato come organo tecnico di supporto, per vigilare sul corretto andamento delle sole procedure di acquisto di beni, servizi e lavori, con l'obbligo di fornire anche pareri sulla corretta gestione delle procedure e soprattutto - di riferire al Collegio Sindacale eventuali irregolarità al fine di assumere i concreti provvedimenti ed in particolare di riferire alla Corte dei Conti (sezione regionale) in sede di controllo.
Tale Comitato di Controllo Interno (3 membri + presidente + coordinatore) proprio in ragione della peculiarità delle funzioni svolte, deve essere composto, oltre che da rappresentanti della Regione, da esperti nel settore dei contratti pubblici e della contabilità pubblica o, comunque, da soggetti dotati di particolari e comprovate professionalità e competenze (ad esempio, ufficiali di organi di polizia giudiziaria o magistrati, anche contabili, fuori ruolo).
Al fine di assicurare il collegamento con gli altri organi societari inoltre, il Comitato di Controllo Interno è presieduto dal Presidente della Società ed allo stesso partecipa anche un componente del Collegio Sindacale, con funzione di coordinatore.
Le attività svolte dalla Società in materia di acquisti di beni, servizi e lavori sono assoggettate alla verifica del Comitato di Controllo Interno che in questo caso riferisce e relaziona gli organi sociali (tra cui, in particolare, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio dei Revisori) affinché essi possano assumere gli opportuni provvedimenti di rispettiva competenza, con particolare riferimento at controllo, non solo formale degli atti.
4. L'impulso verso la Sezione Regionale della Corte dei Conti.
Il Comitato di Controllo Interno (cfr. paragrafo 3) deve avere altresì il compito di riferire e trasmettere una relazione periodica agli organi interni della Società (Consiglio di Amministrazione e Collegio dei revisori) sulle situazioni di particolare interesse o criticità eventualmente riscontrate.
Inoltre, il citato Comitato riferisce direttamente alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti situazioni di particolare rilevanza/criticità, nel caso in cui non vi sia il tempo o non si ritenga opportuno riferire agli organi societari in modo da invocarne l'intervento.
Tutto ciò esplicitato, si evidenzia, in conclusione che al fine di scongiurare - nell'attuale contesto istituzionale e politico l'incremento di oneri a carico della finanza pubblica, il ricorso alla costituzione di nuovi organi non incide sulla spesa regionale il rafforzamento degli strumenti di controllo, peraltro in astratto già esistenti, nell'ambito del rapporto della Regione con la Società (e segnatamente il Controllo Analogo), costituisce il mezzo più opportuno ed idoneo da utilizzare, in un clima di rinnovata trasparenza ed affidamento.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 745 "Interventi per la razionalizzazione della spesa regionale (art.3)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 746 "Riduzione delle spese per locazioni passive (art. 9)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Gli ordini del giorno n. 745 e n. 746 sono ritirati dai proponenti.
Ordine del giorno n. 747 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Sostegno alle attività sciistiche in caso di prolungata siccità nevosa" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che avevamo già affrontato precedentemente ed è collegato all'articolo 17 quinquies della finanziaria, che ha introdotto modifiche alla legge regionale n. 2/2009 "Sostegno alle attività sciistiche in caso di prolungata siccità nevosa".
La legge riguardava le norme in materia di sicurezza alla pratica di sport invernali e vi era infatti l'articolo 40 che, in caso di prolungata siccità nevosa, dava sostegni alle stazioni sciistiche per quanto concerne l'utilizzo della neve artificiale.
Penso che un po' tutti abbiamo seguito in Aula la crisi di quest'anno causata dalla carenza di precipitazioni nevose, che ha generato grandi problematiche all'indotto turistico-alberghiero delle stazioni sciistiche piemontesi, tanto da riuscire ad aprire un tavolo con la Regione Piemonte per capire il da farsi.
Fortunatamente, mi sembra che poi, intorno a febbraio, la situazione dal punto di vista nevoso, sia lievemente migliorata. Ad ogni modo, ho visto i dati conclusivi dell'anno, che si chiude in forte passivo per quanto riguarda le entrate da parte delle stazioni sciistiche in generale gli alberghi e tutto l'indotto.
Naturalmente ci rendiamo conto che al clima non si può chiedere di cambiare con un ordine del giorno o una mozione e quindi neanche con un tavolo della Regione. Noi vorremmo cercare di aprire un percorso istituzionale all'interno di questo tavolo per permettere un inizio di riconversione delle stazioni sciistiche o almeno di quelle che insistono a più bassa quota, perché abbiamo delle stazioni sciistiche situate a 1.200 1.300 metri e che prevedibilmente, visto il cambiamento climatico in corso ormai da vent'anni, nei prossimi anni dovranno ricorrere in maniera pesante e massiccia all'innevamento artificiale.
Per quanto riguarda gli aiuti da parte della Regione, prevediamo anche lì, viste le difficoltà del nostro bilancio, sicuramente delle difficoltà nel poter fornire un adeguato sostegno. Di conseguenza, crediamo che iniziare oggi, quindi con un po' d'anticipo, un percorso di riconversione della montagna piemontese che possa essere sia una riconversione per aumentare il turismo nelle altre stagioni dell'anno (primavera, estate autunno) sia una previsione d'inverno di attività attrattive e sportive non legate alla presenza del manto nevoso rappresenti un'alternativa e un investimento per permettere di mantenere i livelli occupazionali nelle aree montane ai livelli attuali, garantendo la costruzione di un'alternativa che ovviamente non deve essere realizzata in sei mesi o in un anno, ma deve essere un percorso che si apre domani e che magari richiede una serie di anni per giungere a termine. Con quest'ordine del giorno, chiediamo alla Giunta che, all'interno di quel tavolo che opportunamente ha aperto con i Comuni sede di stazioni sciistiche, venga inserito quanto detto. Prego il Presidente di prendere nota, perché farei delle modifiche nel dispositivo.
Nella parte in cui il Consiglio regionale impegna la Giunta, cancellerei da "a formare un tavolo" fino a "finalizzato", perché il tavolo esiste già quindi non è conveniente formare un secondo tavolo. Sostituirei con "impegna la Giunta a porre all'attenzione del tavolo operativo di crisi istituito il 23 gennaio 2012...".



PRESIDENTE

Le chiedo di venire qui.



BONO Davide

Lo riassumo, poi vengo al banco della Presidenza a scrivere la modifica.
Semplicemente, esistendo già il tavolo, vorremmo porre all'attenzione dello stesso tavolo di crisi, istituito il 23 gennaio 2012, i temi della realizzazione di opere di riconversione, per rendere fruibili dette stazioni sciistiche anche in caso di prolungata siccità nevosa compatibilmente con le risorse disponibili. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Le chiedo se può avvicinarsi al banco della Presidenza.



(Il Consigliere Bono si reca al banco della Presidenza per le modifiche al testo dell'ordine del giorno)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Prima di iniziare il dibattito generale, comunico che il dispositivo è stato modificato dal proponente nei seguenti termini.
Il nuovo dispositivo recita: "Impegna la Giunta a porre all'attenzione del tavolo operativo di crisi, istituito il 23 gennaio 2012, i temi della realizzazione di opere di riconversione per rendere fruibili le dette stazioni sciistiche anche in caso di prolungata siccità nevosa e nelle altre stagioni dell'anno, compatibilmente con le risorse assegnate".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Bono evidenzia una realtà che conosciamo in tanti, soprattutto chi proviene da aree montane come il sottoscritto, e sa che la stazione sciistica non è un'attività fine a se stessa, ma il fulcro dell'economia delle valli che la circondano; è un'attività imprenditoriale che genera un indotto fondamentale per alcune realtà montane.
Il Consigliere Bono individua nel suo ordine del giorno una problematica vera, sulla quale il dibattito è aperto da tempo. Con le modifiche che ha approntato, che sono state comunicate adesso dalla Presidenza, l'ordine del giorno calza maggiormente sulla realtà che stiamo vivendo, proprio perché la Regione, da tempo, ha attivato un tavolo di confronto con gli operatori del settore, che deve vedere forzatamente la presenza anche degli enti locali interessati.
Relativamente al problema delle mancate precipitazioni nevose per le stazioni sciistiche si può intervenire con due politiche. La prima è quella del sostegno economico fine a se stesso, quindi una politica emergenziale che cerca di fornire risposte nell'immediato, ma di corto respiro - su questo concordiamo - mentre la seconda è una politica che guarda più avanti, che è quella che, giustamente, sottolinea il collega Bono nel suo ordine del giorno, che ritengo coerente con quanto l'Assessore Cirio sta portando avanti da tempo. Cioè, analizzare la possibilità per le stazioni sciistiche di non limitare il loro lavoro esclusivamente al periodo invernale e all'attività sciistica.
Negli ultimi tempi, la Regione Piemonte ha già avviato, attraverso la normativa esistente, operazioni finalizzate proprio ad ampliare la stagione e lo spettro d'azione delle stazioni sciistiche. Cito quei progetti che hanno consentito la realizzazione di Parco Avventura piuttosto che le piste di downhill o infrastrutture utili a rendere la stagione di una stazione sciistica non più limitata ai due o tre mesi di neve.
Questo ordine del giorno, che ritengo in linea con quanto già si sta facendo, serve a sottolineare, ancora una volta, che la politica nei confronti di questa particolare problematica, che riguarda le stazioni sciistiche, non può essere solo una politica, tra virgolette "assistenziale ed emergenziale". Deve essere una politica di ampio respiro che guarda avanti e cerca di offrire alle stazioni sciistiche strumenti concreti e utili a garantire un futuro in un periodo in cui l'avvenire per le stazioni sciistiche non è di certo roseo.
Con quest'intervento, che vuole anche essere dichiarazione di voto annunciamo il voto favorevole all'ordine del giorno così come modificato dal Consigliere Bono.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, la parola all'Assessore Maccanti per esprimere il parere della Giunta regionale.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Il parere della Giunta è favorevole all'ordine del giorno così come emendato. In particolare, la preoccupazione poteva essere legata alla sovrapposizione di due tavoli.
In realtà, incardinare questo genere di discussione - riguarda una problematica, come ha citato anche il collega Marinello, che interessa buona parte del nostro territorio montano - all'interno del tavolo di crisi che, intelligentemente, l'Assessore Cirio ha già istituito il 23 gennaio crediamo possa rappresentare assolutamente una buona esigenza. Quindi, il parere della Giunta è favorevole al testo così come emendato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 747, così come modificato dai proponenti, con il parere favorevole della Giunta regionale il cui testo recita: "Posto che: è stato approvato l'art. 17 quinquies che, all'articolo 40, dopo il comma 4 della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostegno della garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili dell'impiantistica di risalita e dell'offerta turistica) aggiunge il seguente comma: '4 bis. In caso di situazioni climatiche straordinarie comportanti la prolungata carenza di neve naturale, tali da pregiudicare l'agibilità e la sicurezza delle piste, la Giunta regionale con propri provvedimenti pu definire piani di intervento straordinario, finalizzati alla concessione di misure di sostegno finanziario ai soggetti di cui all'articolo 45. Tale sostegno finanziario viene reperito utilizzando le risorse stanziate sul bilancio regionale'.
Sempre più spesso ci troveremo di fronte a periodi di siccità nivosa che metteranno a serio pregiudizio tutte le attività economiche correlate alla pratica degli sport invernali da discesa e da fondo.
Che il bilancio regionale è in forte difficoltà, con un debito complessivo di oltre 8 miliardi di euro.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta a porre all'attenzione del tavolo operativo di crisi istituito il 23 gennaio 2012, i temi della realizzazione di opere di riconversione per rendere fruibili le dette stazioni sciistiche anche in caso di prolungata siccità nivosa e nelle altre stagioni dell'anno compatibilmente con le risorse assegnate".
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 750, inerente a "Linea ferroviaria Genova-Milano denominata 'Terzo Valico'", presentato dai Consiglieri Muliere, Botta Marco, Formagnana, Reschigna e Ronzani.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Com'è noto ai colleghi, l'anno scorso, il 21 aprile 2011, abbiamo approvato la legge n. 4, avente ad oggetto: "Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio".
All'articolo 2 di questa legge si dà mandato alla Giunta regionale, con apposita deliberazione, di individuare, nell'ambito degli interventi di cui al comma 1, i progetti a cui applicare le procedure.
Ai sensi del comma 1, le infrastrutture che possono essere inserite in questa legge devono essere analogamente inserite anche nell'elenco della legge nazionale n. 443/2001, meglio nota come "legge obiettivo".
Sempre all'articolo 2 della legge regionale n. 4/2011, al comma 3 avevamo individuato due grandi infrastrutture: la galleria geognostica La Maddalena e il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione.
Il mio ordine del giorno propone di inserire anche l'opera del Terzo Valico all'interno delle infrastrutture interessate dalla legge regionale n. 4/2011. Anche perché ritengo molto importante questa legge, che prevede tutta una serie di iniziative, per esempio una serie di organi di gestione credo che il territorio, che si sta già mobilitando - c'è chi è favorevole e c'è chi è contrario - debba essere particolarmente coinvolto. I Sindaci dei comuni interessati, naturalmente, sono coinvolti in prima persona a discutere, a valutare l'impatto ambientale e a svolgere tutte le altre considerazioni, che abbiamo fatto in tantissime discussioni relative alla Torino-Lione.
Ritengo che inserire l'opera del Terzo Valico all'interno di questa legge sia molto importante. Lo chiedo attraverso quest'ordine del giorno.
Avevo presentato anche un emendamento alla Finanziaria che però ho ritirato, con l'impegno di discutere questo documento, che dà mandato alla Giunta regionale di inserire, attraverso una delibera, l'opera del Terzo Valico all'interno della legge del 21 aprile 2011.
Questo il contenuto del mio ordine del giorno.



PRESIDENTE

Collega Muliere, l'ordine del giorno n. 619 "Terzo valico", presentato dai Consiglieri Muliere, Boeti, Gariglio, Laus, Lepri, Motta Angela Pentenero, Reschigna, Ronzani è superato, quindi viene ritirato?



(Il Consigliere Muliere acconsente al ritiro dell'ordine del giorno)



PRESIDENTE

Diamo comunicazione che l'ordine del giorno n. 619 è ritirato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Vorrei sapere in merito a quale articolo della Finanziaria è collegato l'ordine del giorno. Non mi risulta collegato, quindi volevo solo capire.



PRESIDENTE

una bella domanda, perché ho dedicato del tempo per collegare quest'ordine del giorno, con la doverosa e consueta attenzione. È stato dichiarato collegato perché, sostanzialmente, sostituisce un emendamento del collega Muliere, ritirato.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Capisco la sua creatività, che apprezziamo sempre, a tutela dei Consiglieri...



PRESIDENTE

Sia generoso anche con gli altri.



BONO Davide

Con lei sono generoso, con i colleghi un po' meno.
Di solito un ordine del giorno è collegato ad articoli della Finanziaria, non può essere collegato ad un emendamento che è stato ritirato. Chiederei al collega Muliere di ripresentarlo in una prima seduta in cui abbiamo tempo per discuterlo, così come tutti gli altri ordini del giorno in attesa.
Come Gruppo ne ho una decina in attesa - anch'io li avrei collegati alla Finanziaria.
Grazie.



PRESIDENTE

Per me rimane collegato, se il collega Muliere, essendo anche le ore 12.45, ritiene di andare ad altra seduta, è una sua valutazione, però è un ordine del giorno considerato collegato.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Capisco le osservazioni e immagino che la discussione sarà lunga; per siccome ritengo urgente la discussione oggetto dell'ordine del giorno, lo mantengo - anche perché sono tre mesi che lo rimandiamo.



PRESIDENTE

Va bene, tanto abbiamo sei minuti di lavoro e poi ci sarà anche la Conferenza dei Capigruppo per decidere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Solo per dire che l'ordine del giorno è condiviso, oltre che dal sottoscritto, anche da altri colleghi della maggioranza.
un ordine del giorno che sprona ancora di più la Giunta, la quale era già indirizzata sull'azione che si chiede nell'ordine del giorno. Nelle conclusioni e nelle richieste dell'ordine del giorno, tra l'altro, si segnala la previsione di un tavolo convocato tra pochi giorni proprio sul tema.
sicuramente un ordine del giorno utile, ma il lavoro che la Giunta stava conducendo era già in quella direzione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare di Sciolze (Torino)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare di Sciolze (Torino) in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori sugli ordini del giorno collegati alla Finanziaria.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Non ricorrerò ad obiezioni di carattere formale, quando il problema è sostanziale, quindi vado esattamente alla difformità che caratterizza la posizione del mio Gruppo rispetto a quella del Consigliere Muliere e del Gruppo del Partito Democratico.
Come ho già avuto occasione di esprimere in Commissione ai tempi della discussione dell'adozione, da parte della Regione Piemonte, del modello francese della legge Grand Chantier, abbiamo una curiosa modalità di guardare alle esperienze internazionali e a quelle più prossime del contesto europeo, per la quale modalità acquisiamo ciò che ci è funzionale rispetto agli scopi che vogliamo raggiungere, o subiamo gli ordini che riteniamo di dover subire, ignorando completamente quanto invece di altra natura e di altro segno viene fatto nelle legislazioni europee.
Questo è un ragionamento che oggi è particolarmente evidente e sensibile su tutte le tematiche riguardanti la tutela del lavoro, del sistema pensionistico e dei diritti che, curiosamente, nel nostro Paese traduciamo con manovre che volgono alla limitazione anziché al rafforzamento del sistema di tutela e di protezione che in Europa è vigente.
Lo stesso discorso vale anche per la questione relativa alle modalità con le quali negli altri Paesi ci si appresta a determinare la decisione sulla realizzazione di una grande opera e poi a condividerne con i territori gli ammorbidimenti delle conseguenze degli impatti ambientali e le eventuali compensazioni in ordine a questi disagi.
Oggi stiamo discutendo su cosa, quando e come inserire all'interno della normativa, quando di quella normativa abbiamo completamente ignorato la premessa, vale a dire le modalità di coinvolgimento nella costruzione del processo decisionale sulle opportunità delle opere e sul modo di realizzarle, che in tutti i contesti europei che si ispirano a queste normative, è la premessa sine qua non.
Non ha senso mettersi a discutere con i territori sulle conseguenze, se con i territori non si sono condivise prima le ragioni della necessità e delle scelte.
Come ormai è del tutto evidente, ed ammesso dalla stampa non di parte che questo grave dato di omissione è profondamente avvenuto nella decisione di realizzare il treno ad alta velocità in Valle di Susa, allo stesso modo proseguiamo nella costante ignoranza dei processi di democrazia partecipativa in tutti gli altri contesti nei quali ci addentriamo e ci apprestiamo a realizzare cambiamenti di natura urbanistica, particolarmente impattanti, senza che i decisori pubblici ritengano di avere l'onere della prova per dimostrare quanto sia necessario l'intervento che si va a realizzare, nella fatica del confronto, per condividere con le realtà socialmente interessate dalle conseguenze, le modalità con le quali quest'opera deve essere valutata e, sopratutto, debba essere realizzata.
Non condividendo l'urgenza testé rappresentata, rispetto all'opportunità della realizzazione, sottolineando al Consiglio l'inconfutabile dato della totale assenza della costruzione della democrazia partecipativa, pur prevista dalla legislazione europea, ritengo assolutamente risibile, e anche come un po' una falsa coscienza, pensare che la legge, anziché essere presa dalla testa, debba essere presa dalla coda, quindi si debba ragionare esclusivamente sugli interventi che devono atterrare sul territorio in termini di compensazione e di vantaggi, senza porsi la questione fondamentale, che ormai anche i risultati elettorali ci dimostrano e che i cittadini normalmente si pongono: se ragioniamo insieme di compensazione perché subisco uno svantaggio, se i soldi per compensare il mio svantaggio ci sono, forse ci sarebbero per trovare soluzioni alternative che non compromettono la mia vita e il mio territorio.
Questa valutazione in premessa non viene fatta perché è troppo complicato costruire un percorso di democrazia e di partecipazione, oppure è troppo scomodo, perché la soluzione a cui si vuol giungere è già stata determinata.
Ciò detto, sia per la questione puntuale dell'opera in questione, sia per il modo curioso - per usare un eufemismo - con il quale si utilizza in Italia e in Piemonte una legislazione europea che altrimenti è diversamente utilizzata, il mio voto sarà contrario.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Rivendicazione attentato all'ing. Adinolfi, Amministratore delegato nucleare dell'Ansaldo


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Volevo porre all'attenzione dell'Aula che notizie giornalistiche di pochi minuti fa ci informano che è stato ufficialmente rivendicato l'attentato all'ing. Adinolfi, Amministratore delegato nucleare dell'Ansaldo. In più, questa rivendicazione, che pare attendibile, viene collegata ad un'altra rivendicazione, forse meno attendibile e da verificare, relativa all'attentato al Consigliere Avvocato Musy. Credo che pur nell'impegno d'Aula che ci vede coinvolti nell'attività di legge di bilancio, sarebbe opportuna una riflessione su questo momento delicato che il Paese e la nostra Regione stanno attraversando.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo è convocata immediatamente in sala A.
I nostri riprenderanno alle ore 14,30 e presumibilmente termineranno intorno alle 17,30 o alle 18, secondo quando la Conferenza determinerà.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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