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Dettaglio seduta n.226 del 08/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Goffi e Negro.


Argomento: Caccia

Comunicazioni della Giunta regionale inerente a "Problematiche relative alla legge regionale sulla caccia"


PRESIDENTE

Comunico che oggi i nostri lavori incominceranno con una comunicazione dal Presidente della Giunta regionale, sul quale la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che si potrà svolgere il dibattito nei seguenti tempi: tre minuti, per chiarimenti, ciascun Consigliere; dieci minuti ciascun Presidente di Gruppo.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie.
Dato che in sede di Conferenza dei Capigruppo è stato chiesto un mio intervento per precisare la mia posizione con riferimento alla questione caccia, e giustamente è stato anche chiesto di rappresentare questa posizione in Aula, non ho difficoltà a farlo.
Primo punto. Confermo quella che è la mia posizione, che ho espresso precedentemente durante la discussione della legge finanziaria. Ritengo che si debba approvare al più presto una legge regionale che disciplina la materia, dopo la intervenuta abrogazione della legge preesistente, e mi auguro che la legge in questione sia la più equilibrata possibile.
Mi auguro anche che questa legge sia frutto del confronto in Consiglio regionale, indipendentemente dalla composizione maggioranza-opposizione.
Dico anche che questa è una materia rispetto alla quale esistono posizioni variegate, sia all'interno della maggioranza sia all'interno dell'opposizione.
Probabilmente è normale che sia così: è una della classiche questioni di coscienza su cui esistono posizioni variegate; quindi, dobbiamo anche chiarirci, in Consiglio regionale, se si vuole tranquillamente accettare o meno il fatto che esistono posizioni variegate, per costruire una legge in Consiglio regionale in prospettiva e indipendentemente dallo steccato delle posizioni politiche.
Se si va in una certa direzione, è possibile e probabile che ci sia una legge migliore, diciamo una legge al rialzo; se invece si resta sullo steccato delle posizioni di maggioranza e di opposizione, è probabile che ci sia una legge al ribasso.
Io sarei - sono - favorevole rispetto ad una legge al rialzo.
Aggiungo un'altra cosa, a scanso di equivoci: dopo l'approvazione del bilancio, la Giunta presenterà un disegno di legge, ovviamente come spunto di discussione in Consiglio regionale, ed è mio assoluto interesse discutere la legge sulla caccia. Non è mio interesse ritardarne la discussione, e lo dico indipendentemente da quella che è la mia posizione ma perché lo penso veramente. Ripeto: penso veramente che sia una cosa positiva discutere nel più breve tempo possibile, ovviamente tenendo conto della tempistica, una nuova legge sulla caccia.
Quanto alle determinazioni in ordine al referendum, la legge regionale prevede che, quando il referendum è abrogativo ed è intervenuta una legge che ha abrogato tutte le disposizioni (ma nel caso di specie ha abrogato anche le disposizioni oggetto del referendum), ci sia un parere da parte della Commissione di Garanzia.
Come Presidente della Regione, non posso far altro che attenermi strettamente al parere che verrà emesso dalla Commissione di garanzia qualunque esso sia. Lo farò. Farò così e assumerò le relative determinazioni non appena la Commissione di garanzia avrà emesso il parere.
Parere che, ovviamente, dovrà avere delle motivazioni, perché voi tutti sapete meglio di me, o come me, che gli atti amministrativi devono essere motivati. Di conseguenza, non posso far altro che aspettare le motivazioni della Commissione di garanzia, perché quelle sono le motivazioni che servono per assumere formalmente la determinazione in ordine all'esito del referendum, con assoluta obiettività, in base al mio ruolo di Presidente della Regione.
Ovviamente, sollecito l'emissione di questo parere. L'ho già fatto più volte, ma lo farò ancora oggi, e spero veramente che nel più breve tempo possibile ci sia una definizione di questo aspetto di carattere amministrativo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cota.
Apriamo il dibattito nei termini che ho comunicato in apertura di seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ribadisco quanto già detto stamani nel mio intervento.
Quanto è avvenuto oggi è stato sicuramente un incidente che era meglio che non si fosse verificato, ma non lo drammatizzerei perché, come lo stesso Presidente Cota ha evidenziato, si tratta di una materia che porta a problemi di coscienza. È un tema così trasversale dove le sensibilità non coincidono con l'appartenenza politica o ideologica. All'interno dei Gruppi ci sono varie sfumature: non c'è solo chi è totalmente a favore della caccia e chi è totalmente contro. È un tema molto complesso e molto delicato, come abbiamo potuto constatare nella lunga discussione, a volte accesa, a volta produttiva e a volte meno, in III Commissione.
Non ci sorprende che alcuni colleghi del nostro Gruppo abbiano votato in dissenso, rispetto alla linea ufficiale del Gruppo su questa tematica ma ribadiamo, come già detto alla Conferenza dei Capigruppo, il nostro impegno e sostegno alla Giunta regionale, affinché questa, in base ai principi e alle linee guida dell'ordine del giorno affrontato questa mattina, approvi al più presto possibile, dopo la legge finanziaria e il bilancio, un disegno di legge sull'attività venatoria. Ci auguriamo che tale disegno di legge venga incardinato su una corsia privilegiata in Commissione, venga portato al più presto in Aula e votato.
Dopodiché, come ha detto il Presidente Cota, noi siamo rispettosi dell'iter procedurale che sta avvenendo in questi giorni, che deve prevedere comunque ancora un passaggio in Commissione di garanzia.
Ovviamente, noi saremo osservatori attenti di quanto la Commissione di garanzia determinerà nei prossimi giorni e, conseguentemente e coerentemente, ci adegueremo alle sue decisioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Innanzitutto vorrei dire - e parto dalla questione apparentemente più semplice - che siamo in una fase molto delicata, in cui la Commissione di garanzia sta decidendo in merito all'attività legislativa assunta dal Consiglio regionale in sede di legge finanziaria.
Non risulta ancora depositato il verbale della Commissione di garanzia ma nonostante questo questa mattina esponenti della maggioranza hanno già dichiarato a colleghi Capigruppo dell'opposizione l'esito del voto da parte della Commissione di garanzia.
Questo, assommato ad una lentezza con la quale la Commissione di garanzia sta affrontando un tema molto delicato, ci dice della superficialità con cui questo tema assolutamente delicato viene affrontato all'interno della Giunta e della maggioranza nel tempo in cui stiamo affrontando questa discussione.



(Commenti del Presidente Cota)



RESCHIGNA Aldo

Sì, anche della Giunta, Presidente, visto che chi ha riferito questa mattina ai colleghi e Presidenti dei Gruppi l'esito del voto da parte della Commissione di garanzia non è un componente né dell'opposizione né della maggioranza.
Dopodiché, credo che quello che è avvenuto questa mattina non è un incidente tecnico; questa è la lettura che offro al dibattito in Aula.
Non è un incidente tecnico per una serie di ragioni; al voto siamo arrivatiin un clima molto teso, Presidente, perché all'inizio della seduta c'è stato il tentativo,da parte del Presidente del Gruppo della Lega Nord,di modificare l'ordine del giorno, inserendo una norma che prevedeva la nullità dell'impegno a fronte della presenza di un ricorso nei confronti del pronunciamento del decreto del Presidente della Giunta regionale a seguito del pronunciamento della Commissione di garanzia.
Avevamo dovuto chiedere la sua presenza in Aula prima di andare avanti prima che questo emendamento fosse ritirato. Siamo arrivati al voto in un dibattito nel quale autorevoli esponenti della maggioranza hanno dichiarato che quell'ordine del giorno non avrebbe assolutamente né impegnato n condizionato l'attività legislativa successiva.
Quindi, eravamo arrivati al voto in una condizione nella quale quelle garanzie che avevamo ripetutamente richiesto, in merito a cosa sarebbe accaduto sul dopo, erano già state smentite in numerosi comportamenti e in numerosi interventi.
Vorrei dirle da subito che noi abbiamo la consapevolezza che un tema come quello dell'attività venatoria è un tema che divide le forze politiche. E questo è abbastanza normale, ma se si vogliono costruire posizioni equilibrate su un tema che divide le forze politiche, bisogna che la maggioranza non lo affronti sul piano della logica dei numeri. E la maggioranza finora ha dichiarato e ha dimostrato di volere affrontare questo tema sul piano della logica dei numeri, della forza numerica della maggioranza.
Le voglio ricordare quello che è avvenuto in una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, quindi non in un luogo riservato, poche ore prima che si cominciasse la discussione sulla legge finanziaria, sull'emendamento abrogativo della legge n. 70, quando lei auspicava una maggioranza diversa da quella uscita dalla Commissione su quell'ordine del giorno. E io le ho risposto molto tranquillamente che, per costruire una maggioranza più ampia rispetto a quella uscita dalla Commissione, bisognava partire da presupposto che quel documento non fosse considerato intangibile.
Vi è stata un'immediata replica da parte della maggioranza nel dire che quel documento era considerato intangibile, perché su quel documento era stato costruito l'equilibrio dei rapporti di opinioni diversa o dei rapporti di forza all'interno della stessa maggioranza.
Quindi, quel documento non poteva essere considerato condiviso, e sia ben chiaro - lo ripeto in quest'Aula - che a nessuno può venire in mente che il Gruppo consiliare del PD, di fronte ad una situazione profondamente lacerante all'interno della stessa maggioranza, svolga la funzione di stampella della maggioranza nei confronti di questo Consiglio regionale.
E non è una questione tecnica quella di questa mattina, perché la ripetizione del voto è avvenuta con un voto già manifestato, che già in quella prima votazione aveva messo in evidenza la presenza di posizioni differenti all'interno della stessa maggioranza.
Due Consiglieri del Gruppo consiliare del PdL in prima votazione avevano votato contro, perché ritenevano di non impegnarsi su quell'ordine del giorno; una Consigliera e il Consigliere Lupi avevano votato anch'essi contro su posizioni esattamente opposte, perché ritenevano che quell'ordine del giorno non corrispondesse alla loro visione del tema.
Quindi, quattro voti contrari all'interno della maggioranza ma, siccome non voglio mischiare le diversità delle posizioni, su due posizioni esattamente antitetiche.
Nella seconda votazione, i voti contrari sono diventati molti di più tutti all'interno del PdL. Colleghi che avevano dato presenza hanno votato contro, avendo la consapevolezza che quel voto rappresentava la condizione o il creare una condizione attraverso la quale quel documento non sarebbe stato approvato dal Consiglio regionale.
Quindi, la questione sotto il profilo dei rapporti all'interno della maggioranza non è un incidente; dei Consiglieri regionali del PdL hanno votato contro nella seconda votazione, avendo piena consapevolezza delle conseguenze che quel voto avrebbe determinato.
E glielo dico io qual è la conseguenza che quel voto rappresenta? Va molto oltre, Presidente, rispetto al merito dei problemi. Quel voto rappresenta - lo si può leggere in tanti modi - una sfiducia nei suoi confronti, visto che lei si è fatto garante nei confronti del Consiglio regionale rispetto alla gestione di questo tema. Quel voto rappresenta l'ennesima tensione all'interno della maggioranza su tutta una serie di temi che riguardano le scelte divergenti, sotto il profilo programmatico che sono in questo momento al centro o non al centro dell'azione del Governo regionale. Quel voto sconfessa, di fatto, un impegno che lei ha assunto in quest'Aula.
Ecco perché quel voto suona a sfiducia e suona doppiamente a sfiducia perché lo stesso avviene - ripeto e sottolineo questo elemento - dopo che ci si era resi conto di quali erano i rapporti di forza che all'interno del Consiglio regionale si erano manifestati in sede di prima votazione.
E quel voto, sotto il profilo politico, rappresenta questo dato. Nel merito, rappresenta un fatto - ma l'ha detto chi ha votato contro o l'hanno anche espresso in modo molto diretto coloro che sono intervenuti in Aula e poi hanno votato a favore: che all'interno della maggioranza non c'è un obbligo di rispetto nei confronti degli impegni che il Presidente della Giunta regionale aveva assunto in sede di Conferenza dei Capigruppo su questo tema. Le potrei anche citare i nomi e cognomi di Consiglieri regionali del PdL che hanno votato a favore e che hanno dichiarato questo nel dibattito o nella tensione che si era sviluppata questa mattina.
Sotto questo aspetto, quale garanzia - visto che lei questa mattina è stato sconfessato dalla sua maggioranza - ha il Consiglio regionale che quando verrà presa in esame quella legge o quel disegno di legge, non si riproporranno le stesse logiche o le stesse situazioni? Nessuna. Ecco perché avevamo posto ripetutamente nelle settimane scorse il tema delle garanzie.
Il voto di questa mattina va molto oltre il merito delle questioni: è l'espressione delle tensioni, delle difficoltà e dei disagi all'interno della maggioranza, oltre che de fatto che questo Governo regionale, oltre a non riscuotere fiducia nei confronti della comunità piemontese, oggi non ne riscuote all'interno dello stesso Consiglio regionale.
Questo è il dato politico, e credo che la riunione della Conferenza dei Capigruppo, che abbiamo svolto poc'anzi, metta in evidenza, in modo molto chiaro ed evidente, l'analisi di quanto avvenuto oggi in Consiglio regionale.
Presidente, dopo quello che è avvenuto questa mattina, ed è l'ultima considerazione che farò rispetto alle sue considerazioni a seguito della comunicazione che ha svolto, è evidente che si alzerà ancora più forte, da parte di questo Gruppo regionale e da parte del Partito Democratico nel suo complesso, la denuncia che siamo in presenza di un Governo regionale che sta rinviando sine die le decisioni rispetto a temi rilevanti che riguardano la nostra regione...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Abbiamo fatto la riforma sanitaria, la prima volta in trent'anni!



(Commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Boeti, sta parlando il Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Credo, veramente, che bisogna rinfrescare la memoria al Presidente Cota, perché i provvedimenti hanno riguardato il Piano Socio Sanitario, ma in trent'anni questa Regione ne ha approvati parecchi.
Questa è la situazione che noi denunceremo con molta forza e da qui anche la nostra necessità e la nostra richiesta di un forte cambiamento in questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Come i colleghi sanno, la mia posizione sul tema della caccia è molto chiara. Sono sempre stato, e lo sono ancora, contrario alla pratica venatoria.
Questa posizione, come giustamente sottolineava il Presidente Cota rispecchia una possibilità normale su temi di questo genere, di diversità di posizionamento rispetto al raggruppamento di appartenenza. Non voglio sottolineare le modalità con cui si è addivenuti ad un certo risultato, che mi ha visto personalmente sconfitto, e di cui non mi dolgo particolarmente dato che nella vita faccio il perdente di professione, quindi sono abituato a questo tipo di sconfitte.
Quello che tengo a precisare è che trovo assolutamente ingiusto attaccare chi, su questo tema, ha mantenuto la posizione più limpida e corretta, cioè il Presidente Cota. Il Presidente si è posto, di fronte al Consiglio regionale, in maniera assolutamente corretta: è venuto in Conferenza dei Capigruppo dicendo che esisteva un problema importante per la nostra Regione, che era quello di vedere se esisteva la possibilità di recuperare risorse importanti in questo periodo per la Regione e, di fronte a questa possibilità, verificare le modalità più idonee per ottenere questo risultato.
Mentre molti hanno giocato in maniera dubbia su questo tema, devo riconoscere al Presidente Cota di essere venuto in maniera molto chiara e pulita di fronte al Consiglio regionale, senza infingimenti e senza cercare trucchetti vari. Di fronte a questo comportamento molto limpido, molto moderno dal punto di vista politico, ora quasi si sente attaccare per un senso di responsabilità quando, invece, quello che ha avuto è stato il comportamento più lineare.
vero che quello di questa mattina può essere chiamato un incidente e dal punto di vista politico, in effetti, ci sono anche elementi per poterlo denominare tale, ma anzitutto questa mattina vi è stato una sorta di concorso di colpa tra vari soggetti.
chiaro che non si può imputare all'opposizione, che è già stata oltremodo responsabile, di non aver colto un'occasione che le veniva presentata su un vassoio d'argento; è chiaro che l'opposizione fa l'opposizione e non può tirarsi indietro quando si verificano determinate occasioni.
L'impegno del Presidente Cota era chiaro prima ed è chiaro ancora adesso. Non mi sembra che niente sia cambiato da questo punto di vista. Il Presidente Cota ha preso un impegno personale in una certa direzione.
Sicuramente, gli impegni che ha preso di fronte alla Conferenza Capigruppo e al Consiglio regionale, saranno mantenuti. Al di là di quello che è avvenuto questa mattina, in realtà, il percorso rimane perfettamente agibile. Sono convinto che tutti gli impegni presi dal nostro Presidente saranno mantenuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Desidero intervenire proprio perché penso che, al di là della questione specifica della caccia, si debba ragionare su quello che avviene in Aula, e della non coesione della maggioranza. Una situazione piuttosto complessa che va al di là della questione specifica.
Già nell'intervento sugli ordini del giorno di questa mattina, mi sono rifatta ad un editoriale di Luigi La Spina. Ne approfitto per riproporlo anche alla presenza del Presidente della Giunta (editoriale che sicuramente avrà letto), quando ha definito ciò che è capitato in Consiglio regionale sul tema del referendum un pasticcio, un boomerang per la democrazia sicuramente una non bella prova della politica piemontese. In questo senso se parlavamo di pasticcio, ciò che è capitato successivamente al voto dei due ordini del giorno si può dire che ne rappresenti un degno corollario.
Sul voto di questo ordine del giorno, possiamo considerare il fatto che ci sia stata la ripetizione. Io stessa ho richiesto la votazione non perch avessi aspettato il tempo oltre il necessario, ma proprio perché c'era un difetto che anche altri colleghi avevano riscontrato.
chiaramente oggettivo che, nel voto, si è passati da sei voti contrari a 12 nella seconda votazione, e da nove astenuti a 12. I sì sono passati da 18 a 20.
In questo senso, comunque, non si è portato a termine quell'impegno che lo stesso Presidente Cota si era preso con i Capigruppo e con tutto il Consiglio. Adesso ha riferito in Consiglio che si augura che la legge, che vedrà la luce, sia la più equilibrata. Già usare il verbo "augurarsi" credo che non faccia parte di ciò che deve essere un rapporto fra forze politiche e fra Presidente della Giunta e la sua maggioranza.
Al di là dell'augurio, la questione di avere la legge la più equilibrata possibile o, come è stata definita, una legge al rialzo, non sappiamo, in queste condizioni, cosa possa voler dire. Sappiamo quali sono le posizioni della Giunta e di una certa maggioranza che non ha desistito ad esprimere il suo voto contrario, sicuramente per ragioni diametralmente opposte a quelle che abbiamo espresso, ma siamo profondamente preoccupati per il risultato di questa legge, cosiddetta al rialzo. Vediamo che si celebra un'ulteriore brutta pagina della vicenda. Una vicenda nata male e proseguita assolutamente peggio. Abbiamo timore di quale possa essere l'ulteriore epilogo. È chiaro che, dal punto di vista più generale, oltre al merito specifico della questione caccia, c'è una valutazione più generale che andremo anche a considerare per quanto riguarda la discussione successiva. Ricordo che stiamo discutendo dell'atto più importante del Consiglio regionale del governo della Regione, cioè il bilancio. Siamo profondamente preoccupati. Anche ciò che è capitato in queste ore non pu rasserenare gli animi e, in questo senso, noi consideriamo che tutto si stia affrontando con leggerezza; una leggerezza che, tra l'altro, traccia sempre di più un solco netto fra ciò che capita all'interno di questo Consiglio e ciò che viene percepito all'esterno. Purtroppo, se ci proseguirà nel tempo, è chiaro che non avremo che da andare a raccogliere dei risultati che speriamo non alimentino soltanto quella che viene chiamata l'antipolitica, ma ci auguriamo che possa rinascere da questo Consiglio - non credo, invece, da questa maggioranza - una buona politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Che l'attività venatoria divida le forze politiche mi sembra la scoperta dell'America, nel senso che non siamo in un Comitato o in un Consiglio di Circoscrizione.
Abbiamo attuato un percorso lungo quattro mesi proprio per riuscire a individuare ogni forza politica una propria responsabilità, e le opposizioni non chiedevano a lei, Presidente Cota, una posizione personale: chiedevano a lei di farsi garante di un accordo.
Lo stesso Capogruppo Pedrale, in una recente Conferenza dei Capigruppo ci informava, proprio perché le garanzie sottoposte sia dal Presidente del Consiglio regionale sia da parte di altri esponenti politici non venivano già allora considerate così garanti, che il problema all'interno del Gruppo era stato superato perché gli stessi componenti che avevano votato negativamente in Commissione avrebbero votato positivamente in Aula.
Il Presidente del Consiglio regionale aveva sottoposto all'inizio di tutta questa procedura il tema di superare le divisioni attraverso delle assunzioni di responsabilità che prevedevano il voto, in quel caso, del testo allora abrogativo anche del recepimento dei quesiti, ma contestualmente ad presa di impegno. Contestualmente: all'inizio era stato ribadito, poi il Regolamento non ha potuto permettere tale contestualità poiché gli ordini del giorno si votano alla fine della legge finanziaria. A maggior ragione, diciamo così, le preoccupazioni delle forze di opposizione si sono esplicitate con il voto dell'ordine del giorno.
In sostanza, ho anche difficoltà a riferire su quest'argomento tutto quello che è l'iter e la discussione che abbiamo sostenuto, perché diventa complicato anche farci capire dovendo andare a spiegare all'esterno, ai cittadini, una posizione chiara e netta di richiesta di referendum.
L'ultima sentenza del TAR individuava il Presidente Cota come colui che doveva indire il referendum, e così è stato, perché poi il Presidente lo ha fatto.
Ripeto, di fronte a una situazione così, dopo tutto quello che è successo, diventa veramente difficile rappresentare la posizione della politica all'interno del Consiglio su questo tema. Tuttavia, una maggioranza dimostra la sua capacità di governo regionale soprattutto in momenti di crisi economica e sociale, non quando sui temi si è d'accordo ovvero proprio quando su quei temi ci sono delle divergenze, delle posizioni diverse.
Prendo atto che lei, Presidente, non riesce più a garantire alcunch che la sua parola, che rispetto quando la dà individualmente, alla fine non conta più nulla quando la dà in rappresentanza della maggioranza che la sostiene.
Questo è un tema politico, non è un tema di sfiducia nei suoi confronti personali, perché non crediamo che lei su quella posizione non mantenga gli impegni presi. Io su questo - e lei l'ha ribadito più volte - non ho nessun dubbio; il problema è che, siccome siamo in Aula a rappresentare forze politiche, intervengo semplicemente per dirle che lei, Presidente, non riesce più a dare la sua parola garantendo la sua maggioranza. Questo è un tema politico, non un tema di rispetto delle posizioni personali e individuali.
Presidente Cota, lei ha il compito di rappresentare ed essere la punta di diamante della sua maggioranza, ha il compito di essere la figura che istituzionalmente è anche quella più esposta, nel bene e nel male, nel rappresentare le posizioni politiche e i provvedimenti che questo Consiglio sta approvando. Nel bene e nel male. Lei sostiene nel bene quando afferma che avete approvato una riforma sanitaria, però la posizione politica è, ad oggi, dopo quello che è avvenuto al di là delle elezioni, la constatazione che purtroppo la sua parola, in questo caso, non può essere più garante di alcunché! Le fornisco un consiglio. Presidente, non si esponga più personalmente soprattutto quando ci sono posizioni divise all'interno della maggioranza perché probabilmente l'obiettivo di unione è quello di arrivare a fine legislatura per tanti motivi, ma oggi, dopo le elezioni, tutti quanti abbiamo la consapevolezza che la maggioranza nel Piemonte non l'avete più.
Non è il singolo Andrea Stara che dichiara questi elementi, è una situazione di cui politicamente bisognerà prendere atto in qualche maniera sia rispetto alla funzione legislativa che rispetto all'impatto che ha la funzione legislativa nelle dinamiche sociali ed economiche del Piemonte.
Ad un certo momento, dovete prendere atto di quello che il Consigliere Boniperti dichiarava in Commissione: "Basta, è meglio che andiamo a casa!" perché questo è un esempio sulla caccia, ma l'esempio sulla caccia si sovrappone a quella che, in due anni di legislatura, è una situazione in cui ci troviamo a discutere un bilancio di previsione nel mese di maggio in totale esercizio provvisorio, con una scarsissima discussione sulle tematiche rilevanti nelle varie Commissioni, essendo le stesse completamente assorbite, da due anni a questa parte, dalla discussione sul bilancio.
Il rischio è che qui non riusciamo più a discutere e ad approvare nulla, tant'è che la legge finanziaria è stata infarcita di provvedimenti che niente hanno a che vedere con quelle che sono le priorità forti del mandato dei cinque anni, anzi questi provvedimenti non sono neanche stati incardinati nella discussione in Commissione.
Di conseguenza, c'è la consapevolezza da parte di tutti che effettivamente questa maggioranza su tante questioni non ha più la capacità di discutere e di portare a casa dei provvedimenti in sede di Commissione salvo provare a infilarli nella legge finanziaria cercando, con questa modalità, di ottenere un voto favorevole.
Prendo anche atto di un'altra questione. Mi sembra abbastanza palese che su questo voto e su questa dichiarazione sulla caccia non si sia alla fine rispettato quello che era un dovere morale, soprattutto da parte di chi il dovere morale lo aveva nella gestione delle tempistiche.
Abbiamo appreso da lei alla Conferenza dei Capigruppo un'informazione tecnica, e cioè che la Commissione di garanzia alla fine avrebbe più o meno trovato l'espressione nel sostenere l'abrogazione, però la vuole accompagnare con una motivazione. È legittimo che ci sia anche il tempo per poterla scrivere e questo potrà avvenire probabilmente nel giorno di giovedì, con tutte le procedure referendarie in corso.
Presidente, le anticipo e anticipo all'Assessore Sacchetto un question time sulla richiesta di quelli che sono stati fino ad ora i costi sostenuti per la procedura del referendum, perché ricordo che i Comuni, fino a quando non viene abolita l'indizione del referendum, sono costretti ad andare avanti con tutte le procedure, compresi i tabelloni, ecc.
Ecco, anche questa è una responsabilità che vi espone alla considerazione, che prima ricordava la collega Cerutti, di estrema leggerezza sull'argomento. Prima l'Assessore ci indicava come la cosa era risolta, che addirittura il decreto era stato emanato. Apprendiamo e prendiamo atto che non è così, però il fatto di essere arrivati a questo punto non è una responsabilità dell'opposizione. Abbiamo posto in Commissione questo tema del referendum, infatti, da quattro mesi. Si tratta di una responsabilità tutta vostra che, unita ad una fibrillazione all'interno della maggioranza, ha fatto sì che si arrivasse - a neanche un mese dalla data del referendum, con tutte le procedure avviate in tutti i Comuni - a non avere ancora, ad oggi, una certezza sull'esito e la chiusura di questa partita. Su questo, a maggior ragione, le responsabilità stanno tutte in capo alla maggioranza.
Allora, credo che questa vicenda della caccia non si chiuderà così perché ha altre dinamiche e altre valenze che vanno oltre le singole posizioni politiche, sia di maggioranza sia di opposizione. Credo che questo sia un esempio di come il rispetto della volontà dei cittadini venga tenuta in considerazione.
Questo comportamento, però, si espone ai rischi del voto elettorale che infatti alla fine sta dimostrando come i cittadini tendano a non accettare più di essere presi in giro con una discussione paradossale.
Infatti, dopo quattro mesi di approfondimento in Commissione e in Consiglio e concludo, Presidente - prendiamo atto della difficoltà di esprimere posizioni nette e chiare che indichino capacità di governo da parte di questa maggioranza e, Presidente Cota, e anche da parte sua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo chiesto la presenza del Presidente della Giunta regionale perché abbiamo rispetto del suo ruolo istituzionale e perché, quando il Presidente della Giunta regionale ha assunto in Commissione una posizione noi ci siamo riferiti a quella posizione. Abbiamo chiesto la sua presenza perché la sua maggioranza questa mattina ha sostenuto un'altra cosa.
Ora il problema è la caccia e domani, magari, è il CSI; e dopodomani è un'altra questione. Si può mettere la polvere sotto il tappeto, ma prima o poi la polvere viene fuori perché il tappeto va alzato.
Lei, Presidente, può anche essere infastidito da certe nostre osservazioni, però il problema politico c'è, rimane ed è lei a doverlo affrontare. Per quanto ci riguarda, noi svolgiamo il nostro ruolo di opposizione - vogliamo battere questa maggioranza sul piano politico e sulle idee - ma vorremmo anche avere una maggioranza con la quale confrontarci, conoscendone le posizioni, come abbiamo cercato di fare sul problema della caccia. Lei ha detto, infatti, che era necessario lavorare per avere una legge equilibrata. Benissimo: noi abbiamo cercato di costruire questa legge equilibrata nei mesi scorsi ed è la sua maggioranza che non ha reso possibile raggiungere questo obiettivo: è la sua maggioranza! Per quanto ci riguarda, l'approvazione di quell'emendamento da parte vostra ci sembra una posizione debole da un punto di vista politico, perch così si è solo rinviato un problema. Adesso, però bisogna affrontarlo: bisogna, appunto, costruire una nuova legge - come ha detto lei - "al rialzo".
Benissimo: per parte nostra, noi vogliamo costruire una nuova legge "al rialzo", perché non si esce da questa impasse peggiorando la situazione.
Come abbiamo detto più volte, noi vogliamo strutturare una legge equilibrata che dia alcune risposte, anche alle istanze poste da quei quesiti referendari. Noi vogliamo lavorare in questa direzione.
Adesso è compito anche di questa maggioranza. I segnali che ci sono arrivati questa mattina, però, non sono di buon auspicio per arrivare come dice lei, Presidente - ad una legge "al rialzo". Ecco, è compito suo dimostrare una guida politica forte e capace di indirizzare, prima di tutto, la sua maggioranza.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ci sono troppe posizioni...



MULIERE Rocco

No, no, no: mi permetto di dirle, Presidente, che il Gruppo del Partito Democratico, anche se ha posizioni diverse al suo interno, ha lavorato in Commissione - e lo ha dimostrato in Aula - per avere un'unica posizione cioè quella di lavorare - appunto - per rivedere la legge n. 70 o scrivere da domani, una nuova legge. Parliamo per quanto riguarda il Partito Democratico, all'interno del quale ci sono posizioni diverse; però abbiamo assunto una posizione unica, quella di rivedere la legge n. 70 perch quella, per noi, era la risposta giusta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Non ho molto da aggiungere; anzi, non avrei nulla da aggiungere ai discorsi che hanno fatto il mio Capogruppo Reschigna e il mio ex Capogruppo Muliere. Posso, però, introdurre un diversivo nella nostra discussione? Guardate che, infatti, qui la caccia non c'entra niente, mi spiace dirvelo.
Avete abrogato la legge n. 70 e quindi entra in vigore una legge nazionale. Naturalmente noi facciamo bene a polemizzare con voi sul fatto che l'ordine del giorno non è stato approvato neppure dalla maggioranza anche perché, Presidente Cota, era un ordine del giorno della maggioranza altro che quella maggioranza trasversale cui lei alludeva: si è trattato di una cosa striminzita e rachitica, perché non avete accolto le proposte avanzate, per esempio, dai colleghi Taricco e Reschigna.
Presidente Cota, lo chiedo a lei in quanto Presidente e capo della maggioranza. La domanda politica è: qual è la ragione per la quale un pezzo della sua maggioranza utilizza l'ordine del giorno sulla caccia per darle un colpo? Possiamo girare la cosa come vogliamo, però il segnale è questo: cioè, che chi ha votato in quel modo sapeva benissimo che la questione andava al di là del fatto specifico e della vicenda della caccia in sé e ha fatto un ragionamento politico.
Non devo svelare niente se vi dico che questa maggioranza vive da settimane una condizione di fibrillazione, che naturalmente il voto di ieri ha esasperato e approfondito: questo è il punto politico.
Colleghi, la questione è questa, non è soltanto la caccia: c'è un problema ormai evidente che riguarda questa maggioranza. E allora non ha molto senso discutere, anche se lo faremo, di quale può essere un'eventuale ipotesi di intesa trasversale - si dice così, adesso - su una riforma della legge regionale. Ma prima c'è un nodo politico che dev'essere risolto e il voto di questa mattina conferma semplicemente quello. Del resto, oggi, è sufficiente guardare i banchi della maggioranza per capire che c'è un problema politico, no? Non siamo nati ieri: un po' di esperienza politica l'abbiamo anche noi.
Allora, credo che il voto di questa mattina c'entri fino ad un certo punto con la caccia: c'entra invece moltissimo con il problema che quel voto oggi apre dentro la maggioranza che governa questa nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Continuo ad avere poche certezze e non so bene cosa capiterà domani o dopodomani, cosa si aprirà all'interno della maggioranza, ecc. Voglio dire però alcune cose ed esporre alcuni fatti: le ho dette alla riunione dei Capigruppo e a me piace dire anche in Aula quanto esposto in quella sede.
La richiesta di rifare la votazione è partita dall'opposizione: punto primo.
La prima votazione era finita con 18 voti favorevoli e l'ordine del giorno era passato: questi sono fatti; poi possiamo ricamarci sopra, dire di tutto, tanto voi siete in effettivamente davvero molto in gamba, in questo, e su qualsiasi fatto ricamate dei poemi. Ripeto però che il fatto è che alla prima votazione quest'ordine del giorno era stato approvato.
L'opposizione - parte dell'opposizione, non vorrei mai sbagliarmi chiede di rifare la votazione. Nella seconda votazione, effettivamente legittimamente - non potete, per giorni interi, dirci che su determinate votazioni ci può essere un voto di coscienza, che noi siamo divisi al nostro interno e, poi, stupirvi se alcuni Consiglieri votano contro quest'ordine del giorno: c'è poco da stupirsi, è un voto di coscienza sulla caccia, lo hanno ripetuto tutti, lo avete ripetuto anche oggi, e allora cosa capita? - qualcuno ha votato contro.
Attenzione, nella seconda votazione i "sì", che nella prima erano 18 sono diventati 20: sono aumentati i "sì".
Il reale fatto è che voi avete voluto fare politicamente - mi raccomando! - i furbi, come il vostro solito, perché non volete mai - e sottolineo "mai" - assumere una posizione.
Sappiamo benissimo che difendete le posizioni dei cacciatori, ma dall'altra parte, dovete difendere le posizioni dei referendari, allora legittimamente, dite: "La cosa se la "svanghino" alla maggioranza, che, tra l'altro, è anche un po' disunita, facciano loro".
Voi sapevate benissimo che, invece di dare un voto di astensione, che equivale a un voto negativo, bastava dare la "presenza". Con la "presenza" passava...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



CAROSSA Mario

No, dico quello che penso, naturalmente.
Con la "presenza" passava di nuovo quest'ordine del giorno e non c'era alcun problema, non c'era assolutamente alcun problema, lo dico in modo assolutamente tranquillo. Tra l'altro, lo dico dall'alto del Gruppo che ho l'onore di rappresentare, i nove presenti, pur nelle diverse sensibilità hanno votato tutti quanti "sì", tranquillamente "sì". Quindi, come Capogruppo, ho la coscienza assolutamente tranquilla.
Proprio perché ho la coscienza tranquilla, vi posso anche dire quello che penso, sempre tranquillamente, perché voi avete voluto fare una "coppata" e non vi è andata a posto la "coppata"! Come al solito, volevate essere al di fuori, essere quelli che, senza fare una proposta che sia una proposta - in Commissione una proposta scritta su questo ordine del giorno non c'è stata, nonostante che l'Assessore stesso ve lo abbia chiesto più di una volta, perché avevate timore di scontentare la vostra parte di cacciatori che anche al vostro interno rappresentate, diciamolo, quindi non c'è stata assolutamente una proposta - arrivano qui e pensano che tutto quanto, come al solito, dobbiamo "svangarcelo" noi! Questo non lo accetto! Addirittura, il Presidente è troppo bravo, perché, a fronte di certi interventi, anche di oggi, verrebbe veramente voglia di dire altro veramente verrebbe voglia di dire altro! A me, che sono assolutamente un laico, lo sapete - sulla questione della caccia conoscete anche la mia posizione - verrebbe proprio voglia di dire: "Signori, sapete la novità? Adesso ci aggiustiamo noi e vi aggiustiamo noi". Verrebbe voglia di dire quello, ma un Presidente che si rispetti dice di no e io lo accetto assolutamente, condividendolo.
Un Presidente che si rispetti dice: "No, abbiamo fatto un accordo dobbiamo mantenerlo, andiamo avanti", nonostante quello che viene considerato - anche questo non lo accetto - un incidente di percorso perché non è stato un incidente di percorso! Sapevate fin dall'inizio che certe posizioni all'interno della maggioranza erano verso il "no" a questo ordine del giorno e, proprio per quello, pensavo - proprio sommessamente lo dico - che, per evitare questa cosa qui, l'opposizione, soprattutto il PD, avesse partecipato al voto dando solo la presenza, garantendo, così, l'approvazione di questo ordine del giorno.
Purtroppo, avete fatto male i conti; secondo me, avete solamente fatto male i conti.
Termino - e chiedo scusa - ribadendo che - lo voglio dire - è tutto qui il succo: dalla prima alla seconda votazione. Purtroppo, stiamo perdendo del tempo, invece di affrontare il discorso del bilancio, ma questa è colpa anche nostra, soprattutto nostra.
Cerco sempre di essere onesto intellettualmente, cerco sempre di essere onesto: è soprattutto colpa nostra, invece di discutere di bilancio, stiamo parlando di questa cosa qui.
Voglio solo ricordare che cinque persone dell'opposizione, di cui non pronuncio i nomi, che non hanno votato nella prima votazione, pur essendo presenti, dopo hanno votato in senso contrario o si sono astenute.
Veramente, signori, ed è quello che un pochino è emerso anche alla Conferenza dei Capigruppo - termino, Presidente.
Lo ha detto anche il Presidente Cattaneo, abbiamo un minuto di tempo per votare, allora non facciamo, tra virgolette, "i furbi" ad aspettare questo minuto, votiamo. Una volta che si è visto che c'è il numero legale votiamo, così evitiamo questi incidenti, perché questo, semmai, è stato l'incidente, se vogliamo chiamarlo incidente.
Detto ciò, auspico che si riesca ad arrivare, come ha detto prima il Presidente, ad una proposta di legge il più possibile condivisa. Altresì auspico che da parte dell'opposizione vengano avanzate proposte serie e condivisibili, che non vuol dire - permettetemi - recepire i quesiti referendari, non vuole dire quello. Non potete lamentarvi se noi non accettiamo determinate cose quando da parte di qualcuno dell'opposizione viene chiesto di accettare i quesiti referendari.
Questo non è possibile, altrimenti, veramente, come anche alcune parti dell'opposizione dicevano - sbagliando, secondo me - andiamo al referendum non si raggiunge il quorum, poi siamo liberi di fare una legge: non ci sto a questo! Vorrei veramente che questo non avvenisse. È per quello che speravo che, questa mattina, sapendo della presenza di posizioni contrarie all'interno della maggioranza, l'opposizione facesse veramente un calcolo per riuscire ad approvare questo ordine del giorno.
Per fortuna, nonostante quello che voi pensate, il Presidente è intervenuto e ha dichiarato che gli impegni vengono mantenuti. Quindi, non con l'autorità, come magari qualcuno ha richiesto, ma con autorevolezza le cose verranno fatte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Svolgo due riflessioni nel poco tempo a mia disposizione.
Per quanto riguarda la prima - il Presidente Cota non c'è, lo dico all'Aula - voglio ricordare al Presidente che il Piano Socio Sanitario precedente è targato 2007-2010. Quindi, non corrisponde al vero quello che dice anche negli incontri pubblici, che, finalmente, questo Governo regionale ha approvato, dopo trent'anni, il Piano Socio Sanitario.
Invito i Consiglieri regionali presenti nella scorsa legislatura, e che hanno votato contro il Piano Socio Sanitario che abbiamo approvato, a ricordare al Presidente che non sono trent'anni che non c'era il Piano - è stato approvato nel 2007 - ed è vero che non c'era stato nei dieci anni precedenti del Governo Ghigo.
Quindi, se il Presidente volesse finirla di raccontare questa roba che non esiste! Vicepresidente Cavallera, nel 2007...



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Il Governo Ghigo un Piano lo ha fatto.



BOETI Antonino

Però non c'era da dieci anni.
Nel 2007-2010, come lei sa, Vicepresidente Cavallera - lei era presente è stato approvato il Piano Socio Sanitario del Governo di centro...



(Commenti del Vicepresidente Cavallera)



PRESIDENTE

Vicepresidente Cavallera, non perda il suo aplomb. Prego.



BOETI Antonino

Con il Vicepresidente Cavallera discuto volentieri.
Può essere stato un brutto Piano, magari è stato brutto, ma c'era Vicepresidente Cavallera, evitate di dire sciocchezze che non corrispondono al vero.
Svolgo due considerazioni rispetto alla questione di cui ci stiamo occupando. Consigliere Carossa, lei ha presentato un emendamento all'emendamento, che sarebbe irricevibile per qualunque Aula! Poi, da uomo di buonsenso qual è, lo ritira.
Cominciamo, quindi, una parte di discussione sull'emendamento all'emendamento, perché ricordo sia il Presidente Cattaneo che il Presidente Cota dire che l'impegno a fare una nuova legge non era previsto soltanto se i referendari non avessero presentato ricorso. Questa è una cosa che si è inventato lei o che qualcuno le ha suggerito seduta stante.
Questo è stato il primo errore della mattinata.
Il secondo errore è stato quello di pensare che, a fronte di una divisione della maggioranza, debba essere l'opposizione a garantire un percorso all'interno dell'Aula: ma in quale assemblea al mondo succedono cose di questo tipo! Collega Carossa, noi possiamo essere divisi sulla caccia, perché siamo all'opposizione e al nostro interno ci possono essere Consiglieri regionali a favore, e ce ne sono, e Consiglieri regionali contro, e ce ne sono. Voi no! Voi avete il dovere di governare. Avete vinto le elezioni e non potete quindi, permettervi in lusso di non essere d'accordo sui provvedimenti.
Questo significa avere una maggioranza, questo significa governare una Regione, assumendosi talvolta responsabilità, anche all'interno della maggioranza, bevendo calici amari, che non fanno piacere a tutti, ma che fanno parte del Governo di una Regione.
Se non siete in grado di fare un percorso di questo tipo, non è colpa nostra.
Concludo - lo dico oggi in questa sede, perché andrà così! rivolgendomi al collega Carossa: per le divisioni all'interno della maggioranza, voi non sarete in grado di presentare uno straccio di legge che possa trovare, in qualche modo, non dico il consenso dell'opposizione ma essere spendibile e vendibile all'esterno. Perché le vostre divisioni sono tali che ve lo impediranno.
Collega Carossa, si ricordi ciò che sto dicendo: vedrà che le cose andranno in questo modo, e l'impegno del suo Presidente sarà vanificato dalle divisioni all'interno della maggioranza.
Se non si può governare bisogna dimettersi, non ci sono alternative.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine: ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Mentre prendevo la parola, sentivo alla mia destra i colleghi Motta e Mastrullo sproloquiare di "Governo tecnico". Mettiamo già le mani avanti: mi sembra che l'Italia ne abbia già uno e che sia più che sufficiente, pu bastare quello! Il dibattito che qui si sta svolgendo è altrettanto interessante e curioso: l'opposizione è preoccupata per la tenuta della maggioranza e per la sua composizione; parte della maggioranza, invece (cito, ad esempio l'intervento del collega Carossa), è preoccupata di come vota l'opposizione, se dà la presenza, se dà l'astensione, che cinque colleghi dell'opposizione hanno votato in un modo nel corso della prima votazione e in modo difforme nella seconda.
Io, per fortuna, non ho avuto il piacere di assistere a quella votazione, ma non ho capito né perché l'abbiamo ripetuta, essendo stata valida la prima, né perché, a questo punto, visto che c'eravamo, non abbiamo fatto una terza votazione (della serie "non è buona la prima, non è buona la seconda, magari è buona la terza").
Mi pare che in quest'Aula si stia esercitando uno sterile braccio di ferro o prova di forza sui rapporti fra maggioranza e opposizione all'interno delle varie coalizioni e non ci sia alcuna sensibilità oggettiva verso l'oggetto di cui stiamo parlando, che poi, tutto sommato, è la salvaguardia degli animali. Perché essere contro la caccia, vuole dire essere a favore degli animali, perché si immagina che sia un sentimento di favore, se non addirittura di amore, verso gli animali. Ma qui tutto ho sentito tranne che parlare di amore o di benevolenza verso queste creature che sono nostri "fratelli minori", chiamiamoli così, che il Signore ci ha affidato e che lo Stato definisce "patrimonio disponibile".
Voi sapete - del resto, l'ho sempre dichiarato - che sono assolutamente contrario alla caccia, ma dico altrettanto chiaramente che non sono un vegetariano, anzi ho paura dei vegetariani e dei vegani, perché l'eccessiva posizione in un senso opposto al naturale svolgimento delle cose crea sempre una distorsione di quella che è la realtà. Io mangio carne e lo dico con orgoglio, però non capisco perché si debba provare piacere nell'ammazzare un povero animale indifeso.
Cionondimeno, in qualsiasi altro momento storico mi sarei messo sulla barricata e avrei chiamato in aiuto gli amici del Movimento 5 Stelle per bloccare ciò che è stato fatto la scorsa settimane e avviare questa legislatura verso il referendum sulla caccia. È un momento storico particolare, ci sono pressioni esterne e interne sui costi della democrazia ed era nostro dovere porre un'attenzione nel merito.
Malgrado ciò - lo voglio ricordare con orgoglio - la scorsa settimana alcuni colleghi non hanno votato l'emendamento abrogativo della legge n.
70, perché, di fatto, era un emendamento che ampliava ancora di più la possibilità di caccia. Li voglio citare con orgoglio e penso che siano felici di essere citati: mi riferisco alla collega Carla Spagnuolo del PdL il collega Giampiero Leo, sempre PdL, il collega Maurizio Lupi dei Verdi Verdi e il sottoscritto (credo che ce ne fosse un altro, ma temo di non ricordarlo e chiedo scusa). Noi ritenevamo che fosse ingiusto procedere in quel modo. Nonostante ciò, non ci siamo messi di traverso a quella che comunque era una volontà della maggioranza consiliare (e non solo politica). Non dimentichiamo - lo dico ai referendari che ci ascoltano a casa e alle associazioni animaliste - che la questione è partita su input dell'Onorevole Stefano Esposito del PD e in questo Consiglio è stato portata avanti dal Presidente Aldo Reschigna. È legittimo.
Il Presidente Reschigna è venuto a dirci: "Possiamo bruciare questi 22 milioni di euro per un referendum che probabilmente non raggiungerà il quorum?". La domanda era assolutamente legittima, ma diventa assai curioso adesso, recitare in questa commedia parti diverse da quelle che sarebbero dovute essere, al limite, della maggioranza, ovvero di chi, invece, invece è pro-caccia. Vogliamo ricordarlo a chi ci ascolta da casa? Noi siamo arrivati a questo punto perché siamo stati sollecitati dall'opposizione e la maggioranza se ne rendeva conto. Questo era stato acclarato, senza avere preso una decisione definitiva. Se dei giudici ci avessero ordinato di tenere un referendum, perché i cittadini avevano firmato per un referendum chiesto da 25 anni, non avremmo potuto fare altro che dare seguito al giudizio e all'ottemperanza e sentire che cosa ne pensavano i piemontesi.
La maggioranza ne aveva preso atto. Siamo stati sollecitati, e per non essere scavalcati sulla questione dei costi della democrazia, abbiamo detto: "Va bene, vediamo se c'è questa maggioranza trasversale". Ma è ovvio che a questo punto non si può chiedere alla maggioranza politica - lo dice uno che è contro la caccia - di saturare quello che è il proprio programma politico, perché è evidente che ci sono sensibilità diverse, che sono uguali, contrarie e opposte a quelle di Carla Spagnuolo, di Maurizio Lupi di Michele Giovine, di Giampiero Leo, e che sono altrettanto legittime perché comunque hanno ricevuto il voto e il vaglio dagli elettori.
Vogliamo ricordare alcuni passaggi? Abbiamo discusso in Commissione più o più volte e abbiamo trovato un accordo su un ordine del giorno. Vorrei però ricordare anche a chi sta a casa che l'ordine del giorno serve ad impegnare anzitutto noi stessi; quindi il fatto che venga votato o no, è assolutamente indifferente se qui c'è la volontà di procedere ad una nuova legge sulla caccia. C'è questa volontà? Non lo so. Qualcuno sostiene che nella maggioranza ci sono tante divisioni, ma se è per questo c'erano già anche all'interno dell'opposizione sul tema della caccia. E non pur essere diversamente su un tema così delicato e sensibile.
Infine, Presidente, colleghi e soprattutto chi ci ascolta da casa, vi è un aspetto che non è emerso per nulla la settimana scorsa sui giornali: quando alla fine abbiamo votato tutti gli emendamenti in relazione al famoso emendamento abrogativo della legge n. 70, le votazioni erano variegate, perché a seconda dell'emendamento - a volte anche a seconda del proponente - cambiamo un po' le votazioni in Aula.
Poi c'era la votazione incisiva, quella dell'abrogazione della legge 70. In quella occasione, i cinque che ho detto prima - Spagnuolo, Lupi Giovine, Leo e il quinto che non mi ricordo, chiedo venia - votarono in senso contrario. Attenzione: noi non abbiamo dato il famoso numero legale.
Abbiamo aspettato, perché volevamo vedere se c'era il coraggio in quest'Aula di trovare il numero legale per quella che noi ritenevamo una procedura non adatta, non equa e non giusta nei confronti degli animali e dei referendari. Questo va detto perché nessuno giornale l'ha ribadito e qualche collega dell'opposizione se n'è accorto.
Noi votavamo contro, ma solo ed esclusivamente dopo aver visto che c'era il numero legale. Non è passato nemmeno un secondo, è il numero legale è arrivato dai banchi del PD. Me lo ricordo molto bene: è arrivato con il voto contrario da parte del PD. Aspettano sempre fine alla fine, c'è questa mimica "aspetta, calma, calma", e invece non hanno aspettato un secondo e hanno dato il voto contrario per dare il numero legale all'abrogazione della legge 70, sintomo del fatto che erano perfettamente d'accordo.
Facevano e fanno tutt'oggi il gioco delle parti su questa questione.
Questo va detto, visto che avete voluto aprire la questione e visto che finora non ho mai detto una parola, ma mi sono stufato di vedere questo gioco sulla pelle di poveri animali e alla faccia di gente - mi riferisco dei comitati referendari - che invece ci sta credendo.
Vi dico anche come andrà a finire questa storia.
I ricorsi in qualche modo lo faranno. Non so bene in che ordine, grado e presso quale Tribunale, ma ci sono varie modalità: l'ipotesi del ricorso al TAR con la richiesta di sospensione, ad esempio, ma ci sono "enne" possibilità. Troveranno la strada, perché è talmente surrettizia, per non dire altro, la strada che il Consiglio regionale ha scelto, che un ricorso ci sarà e sicuramente ci sarà un Giudice disposto ad ascoltarlo.
Il referendum si farà, colleghi, probabilmente lo faremo nel prossimo anno o fra due anni, ed allora sarà molto difficile non accorparlo ad altre elezioni, tipo le politiche del prossimo anno o alle europee dell'anno dopo. Sarà molto difficile! Voglio proprio vedere cosa ci si inventerà in quella occasione per non far raggiungere il quorum.
Queste cose le avevo già dette in riunione di maggioranza, in Capigruppo, in Commissione. Sarò smentito? Temo che anche questa volta i fatti mi daranno ragione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Molto brevemente, Presidente, e sempre per una questione di assunzione di responsabilità.
L'ha già detto il collega Giovine: in questa discussione di politiche e di piccole tattiche rischiamo quasi di dimenticarci che i soggetti di tutto questo "darsi da fare" sono gli animali, quelle creature che nel genoma umano hanno pochi mattoncini diversi da noi, e noi invece ci sentiamo così superiori da pensare di poterli uccidere a nostro piacere.
Detto questo, sono lieta di far parte di un gruppo nel quale viene riconosciuta la libertà di coscienza. Ritengo questo un valore. Mi sono un po' stupita, sempre rispettando cosa si dice, aver sentito dire, in alcuni interventi: voi fate parte della maggioranza, quindi dovrete trovare su tutti i temi un' unanimità. No, ci sono temi nei quali non trovare l'unanimità significa aggiungere dei valori.
Credo che proprio una maggioranza, che è la realtà che assume in sé il ruolo del Governo, debba saper rappresentare le sfaccettature della società e non reprimere posizioni sulla base di numeri.
A chi ha sostenuto questo voglio ricordare, avendo memoria di quasi tutte le legislature che si sono svolte in quest'Aula, che anche quando le maggioranze erano espressione della sinistra, e governava la sinistra o il centrosinistra, vi erano numerosi esponenti del centrosinistra, anche autorevoli, che votavano tranquillamente contro.
La legge sulla caccia, nella fase in cui ero Presidente del Consiglio regionale, vide ben sei voti contrari, molti dei quali erano di espressione dell'allora maggioranza di centrosinistra.
Ho preso atto con favore che il Presidente della Giunta regionale ha ridimensionato ad un livello di un certo tipo la questione, perché ha riconosciuto la cosiddetta libertà di coscienza.
Non c'è il Presidente, ma è presente l'Assessore, e ancora una volta mi permetto, per quel niente che rappresento, di ricordare che se voi recepirete in un disegno di legge che verrà presentato, i quesiti referendari o buona parte di essi, troverete un'attenzione che va al di là di prese di posizioni di carattere politico negativo, in maniera aprioristica.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Da parte mia voglio ribadire - il Presidente della Giunta regionale lo ha già fatto alla Conferenza dei Capigruppo e in Aula - l'impegno che ho preso e che non è mai stato messo in discussione. Per certi versi, sono anche un po' dispiaciuto di alcune parole dette questa mattina e che ho letto negli atti, perché l'impegno del Presidente del Consiglio regionale può essere ed è uno solo.
Il Presidente della Regione ha detto e ribadito che intende presentare al più presto un disegno di legge; se la Giunta, attraverso l'Assessore competente, l'Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, ne chiedesse l'inserimento nella programmazione, il Presidente lo farebbe, da un lato, per dovere d'ufficio; dall'altro, per garantire, con impegno, un percorso agevolato - termine improprio ma lo utilizzo per rendere l'idea sia all'interno della Commissione sia all'interno del Consiglio regionale proprio per andare incontro agli intendimenti e alle intenzioni politiche di governo della Giunta regionale stessa e che il Presidente Cota, sia in sede di Conferenza dei Capigruppo sia in Aula, ha ribadito.
Aggiungo che sono preoccupato, per certi aspetti molto preoccupato, e lo ritengo anche un po' grave, come ho detto alla Capigruppo, rispetto ai tempi che si è data la Commissione di garanzia, pur nel rispetto di questo organo indipendente, nella sua autonomia. Tuttavia, sembrerebbe che questo parere - quindi voglio darlo anche come aspetto chiarificatorio - non sia ancora pervenuto, quindi non è stato trasmesso alla Giunta regionale.
stato annunciato che questo parere dovrebbe arrivare nella giornata di giovedì 10 maggio, quindi circa una settimana dopo l'espressione di voto relativo all'abrogazione da parte del Consiglio regionale. Oggi stesso mi permetterò di chiamare il Presidente Simonelli, sempre nel rispetto dell'indipendenza della Commissione di Garanzia (ci mancherebbe), rispetto doveroso da parte dell'intero Consiglio e dal sottoscritto in primis, per invitarlo a verificare se è possibile creare le condizioni affinché questo parere, nell'interesse di tutti e per mettere in condizione il Presidente della Regione di adottare eventuali provvedimenti di sua competenza, possa pervenire un po' prima rispetto ai tempi annunciati.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 169 "Legge Finanziaria", procede con la discussione degli atti d'indirizzo ad esso collegati.
ordine del giorno n. 562 presentato dal Consigliere Negro, inerente a "Equitalia esercita azione giudiziaria nei confronti del Consigliere Alberto Goffi" ordine del giorno n. 603 presentato dai Consiglieri Goffi, Botta Marco Carossa, Giovine e Pedrale, inerente a "Riscossione Piemonte S.p.A.: la società alternativa a Equitalia" Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ho sentito i colleghi Goffi e Negro. Visto che sono assenti desidererebbero - mi associo anch'io insieme agli altri firmatari discutere e votare i documenti alla loro presenza, quindi chiedo di rinviarli ad una prossima seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno a firma del Consigliere Negro, in quanto documento di solidarietà al collega Goffi, non sarebbe neanche da considerarsi collegato alla legge finanziaria. Credo che il collega abbia intenzione di ritirarlo, ma non essendo presente non possiamo verificarlo.
Collega Pedrale, presumo che lei si riferisca all'ordine del giorno di cui lei è cofirmatario, che è stato sottoscritto come primo firmatario dal Consigliere Goffi. Si tratta dell'ordine del giorno n. 603.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Non voglio sostituirmi ai colleghi assenti, però li avevo sentiti stamani ed avevano espresso il desiderio di poter essere presenti quando sarebbero stati discussi questi ordini del giorno, di cui loro stessi sono primi firmatari.
Pertanto, chiedo se se ne possa rinviare l'esame anche solo a domani o ad altra data utile del Consiglio, quando questi due colleghi saranno presenti.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno presentato n. 562 dal Consigliere Negro - peraltro non è propriamente collegato alla legge finanziaria.
L'ordine del giorno n. 603 ha come primo firmatario il Consigliere Goffi. Il collega Pedrale ne è cofirmatario insieme al Consigliere Carossa.
Consigliere Pedrale, se lei mi dice che il Consigliere Goffi ha espresso il desiderio di essere presente, non ho dubbi, quindi se l'Aula acconsente, lo rinvierei ad altra seduta insieme a quello del Consigliere Negro, anche se formalmente, essendo stato dichiarati collegati, dovrei metterli in votazione.
Tuttavia, visto che il Consigliere Pedrale, autorevole Capogruppo, così mi dice, non ho dubbi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 609.
ordine del giorno n. 609 presentato dai Consiglieri Laus, Gariglio e Muliere, inerente a "Razionalizzazione del servizio di accertamento liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei comuni e delle società da essi partecipate" La parola al Consigliere Laus per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per qualche minuto perché è di semplice illustrazione.
Intanto sono a ringraziare la Giunta per avere accolto, durante la discussione della legge finanziaria, anche l'emendamento che mi vedeva come primo firmatario insieme ad altri colleghi del PD. Tale emendamento è stato poi recepito dalla Giunta.
Con questo ordine del giorno abbastanza ampio, in sostanza, chiediamo al di là di quella che sarà la decisione che la Giunta presenterà in Commissione e di come vorrà invocare questo nuovo percorso di riscossione di fare una riflessione in più e capire come possiamo attivare delle sinergie con la società SORIS del Comune di Torino, che ha tanta esperienza. In quali termini non lo so, perché ci va chiaramente uno studio approfondito, però credo che sia indispensabile, visti i tempi che stiamo vivendo, di fare delle riflessioni.
un ordine del giorno abbastanza ampio e non voglio dilungarmi più di tanto. Mi aspetto che la Giunta almeno su una riflessione dia un accoglimento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Credo che nell'illustrazione del Consigliere ci sia il nocciolo di quest'ordine del giorno, che è un invito rispetto a quanto presentato e votato nella legge finanziaria a far sì che ci siano questi confronti con gli Enti locali, che ovviamente non saranno limitati al Comune di Torino ma sarà un confronto che ci vedrà impegnati con tutti gli Enti del Piemonte.
Questo non può che vedere la Giunta favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 609, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che Equitalia è la società per azioni, a totale capitale pubblico (51 dell'Agenzia delle entrate e 49% dell'Inps), incaricata dell'esercizio dell'attività di riscossione dei tributi e contributi Società. Riscossioni SpA (Soris SpA) è, parimenti, la società, di cui è socio unico il Comune di Torino, incaricata della riscossione di canoni imposte e tasse per il Comune stesso considerato che con la legge 5 maggio 2009, n. 42 "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione" sono stati definiti i principi e i criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale, volto ad instaurare una proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale e le imposte effettivamente utilizzate dall'area stessa per dare concreta applicazione al federalismo fiscale è necessario superare l'attuale sistema, che prevede il trasferimento di fondi dallo Stato agli Enti locali, poiché questi ultimi a partire dal 2013 potranno contare prevalentemente sulle entrate riscosse direttamente la legge 22 dicembre 2011, n. 214 "Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" (c.d. Manovra Monti), modificando la legge 12 luglio 2011, n. 106 "Conversione in legge con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia" ha stabilito nel 31 dicembre 2012 il termine a decorrere dal quale la società Equitalia SpA, nonché le società per azioni dalla stessa partecipate, cessano di effettuare le attività di accertamento, liquidazione e riscossione spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei comuni e delle società da essi partecipate constatato che sulla base della legge suddetta è stata avviata una riflessione politico istituzionale volta a prevedere la costituzione di uno specifico ente di riscossione regionale per fornire a tutti gli Enti locali piemontesi un adeguato servizio di accertamento, liquidazione e riscossione spontanea e coattiva, delle entrate tributarie o patrimoniali, dei Comuni e delle società da essi partecipate che, dal 2013, verranno sottratte alla competenza di Equitalia ritenuto che gli evidenti risparmi che si creerebbero nel caso di accorpamento dell'attuale Soris SpA al futuro ente di riscossione regionale che si occuperà delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei Comuni e delle società da essi partecipate, rendono non solo auspicabile, ma doverosa la riflessione riguardo l'eventualità di prevedere che la nuova società di riscossione regionale assorba, per il Comune di Torino, funzioni e compiti di Soris impegna la Giunta regionale a verificare, successivamente alla costituzione dell'ente regionale di riscossione sopra citato, le condizioni e il conseguente iter giuridico istituzionale necessario per realizzare la fusione tra Soris SpA e tale ente".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.46)



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