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Dettaglio seduta n.225 del 08/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.01 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Boniperti, Casoni Cattaneo, Comba, Cota, Giordano, Goffi, Motta Massimiliano, Negro e Pedrale.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 2 e 3 aprile 2012.


Argomento: Varie

c) Incontro con delegazione rappresentanti comitato pendolari Torre Pellice Pinerolo


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione sarà ricevuta una delegazione per discutere la questione attinente alla tratta ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo. I Capigruppo dovrebbero essere già stati informati.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno collegati alla Finanziaria 2012. Ve n'è un numero cospicuo su argomenti diversi. Partiamo dal primo argomento, quello relativo al referendum sulla caccia: ordine del giorno n. 729 presentato dai Consiglieri Pedrale, Carossa Formagnana, Mastrullo e Negro, inerente a "Nuova legge che regolamenti l'attività venatoria" ordine del giorno n. 734 presentato dai Consiglieri Stara, Bresso e Lupi inerente a "Una nuova legge che regolamenti l'attività venatoria" L'ordine del giorno n. 729 (primo firmatario Pedrale) è un ordine del giorno che arriva dalla III Commissione ed entrava già nel merito dell'abrogazione della legge; contiene una serie di impegni e raccomandazioni.
Gli altri atti di indirizzo sono: la mozione n. 715, primo firmatario Reschigna l'ordine del giorno n. 718, primo firmatario Stara l'ordine del giorno n. 719, primo firmatario Biol l'ordine del giorno n. 735, primo firmatario Stara l'ordine del giorno n. 749, primo firmatario Biolé.
Tali documenti, siccome entravano nel merito di modifiche della legge che è stata abrogata, sono anch'essi abrogati, nel senso che si intendono superati e decadono.
Rimane solo l'ordine del giorno n. 729, presentato dai Consiglieri Pedrale Formagnana, Mastrullo e Negro.
Ci sono richieste per illustrare l'ordine del giorno? Non essendoci il collega Pedrale, possiamo aprire la discussione sull'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.
O



CAROSSA Mario

Chiedo scusa, Presidente, e chiedo scusa anche ai Consiglieri di tutto il Consiglio: chiederei, se possibile, cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

Accordati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.37 riprende alle ore 10.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo scusa, ma gli ordini del giorno sono due poiché pongono lo stesso tema, nel senso che sono già oltre l'abrogazione della legge. Sono il n. 729 (primo firmatario Pedrale) e il n. 734 (primo firmatario Stara).
Non vedo i colleghi Pedrale e Carossa. Approfitto della presenza del Consigliere Stara per chiedergli se intende procedere all'illustrazione del suo documento.



STARA Andrea

Presidente, pretendo un minimo di attenzione almeno dei Capogruppo e di tutti i Gruppi, perché su questa questione abbiamo discusso...



STARA Andrea

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



STARA Andrea

Presidente, manca l'Assessore!



PRESIDENTE

Collega Stara, lei ha ragione e io, per un attimo, avevo intravisto l'Assessore Sacchetto. Chiedo cortesemente agli addetti di chiamarlo.
Avendolo visto prima, pensavo fosse in aula.
Allora, colleghi, facciamo così: se l'Aula acconsente - ringrazio anticipatamente - mentre arriva l'Assessore Sacchetto, essendoci più temi passiamo all'ordine del giorno n. 739, "Partecipazione regionale al referendum", primo firmatario Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna. Può esplicitare il motivo?



RESCHIGNA Aldo

Sì. Intervengo sul fatto che mi sembra anacronistico fare un Consiglio regionale mentre è in corso una riunione di maggioranza con la Giunta. Mi scusi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sulla procedura.
Tutti noi ci siamo presi l'impegno di spostare la discussione sugli ordini del giorno a questa mattina. Ci siamo presi un impegno sul fatto che, altrimenti, la discussione sarebbe avvenuta nella giornata di venerdì e quindi con la presenza del Consiglio e con una discussione ampia. Questa modalità è stata condivisa un po' da tutti, a patto che sia una discussione vera e non finta. Viceversa, troviamo il modo per fermarci un attimo e per e riaprire la discussione con tutti i presenti.
Chiedo una sospensione di dieci minuti.



PRESIDENTE

Basta chiedere e subito si è esauditi: sono rientrati i colleghi, anzi se n'è aggiunto qualcuno anche nei banchi della Giunta.
Di conseguenza, possiamo riprendere l'ordine iniziale e partire. Gli ordini del giorno sono due: il n. 729 e il n. 734.
Non c'è il Consigliere Pedrale, primo firmatario dell'ordine del giorno n. 729. C'è un altro dei firmatari? Collega Carossa, lei è tra i firmatari dell'ordine del giorno sulla caccia. Interviene lei? Perfetto. Poi ci sarà l'illustrazione del collega Stara sull'ordine del giorno n. 734, sempre collegato al tema della caccia.
Prego, collega Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve. Prima di iniziare la discussione, segnalo che l'ordine del giorno a disposizione dei Consiglieri reca il n. 729; però mi sembra strano...



PRESIDENTE

Si tratta infatti dell'ordine del giorno n. 729, avente per oggetto "Una nuova legge che regolamenti l'attività venatoria": è quello che proviene dalla III Commissione, che prevedeva già l'abrogazione della legge e che fa delle raccomandazioni, in termini di impegni da assumere, alla Giunta regionale.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Voglio riprendere il discorso fatto in Commissione, dove si è cercato di arrivare ad una più ampia condivisione possibile, sia - devo dire - tra le forze politiche sia cercando di aprire un dialogo anche con i Comitati proponenti il referendum. Dopodiché abbiamo visto - questi sono dati, sono fatti - che alla fine quest'ordine del giorno è stato firmato esclusivamente dal Popolo della Libertà, dalla Lega Nord e dal Consigliere Formagnana del Gruppo Misto. In quella stessa Commissione mi pare che alcuni Gruppi abbiano legittimamente votato contro questo ordine del giorno e che altri Gruppi abbiano rimandato all'Aula il prosieguo della discussione.
Nei giorni successivi, tra l'altro, abbiamo assistito a un batti e ribatti di dichiarazioni, sia sul tema dei fondi risparmiati dal referendum, che dovrebbero andare alle politiche sociali, sia sul fatto che non solo dai comitati ma anche dai partiti politici presenti in Consiglio regionale - si faceva largo l'ipotesi di un eventuale ricorso.
Io, allora, voglio essere molto chiaro. Tutto questo è stato fatto magari malamente, magari come al solito si poteva fare meglio e la gente potrà essere d'accordo o meno - per non fare, in questo momento, il referendum e cercare di destinare questi soldi ad altri campi che secondo noi ne avevano più bisogno.
Chiedo quindi a lei, Presidente, come si possa fare: noi siamo d'accordissimo nell'andare avanti con il testo di questo ordine del giorno non so se ci saranno poi dei Gruppi politici che vorranno eventualmente emendarlo - ma io chiedo di poter presentare - e come secondo firmatario credo di potere - un emendamento, in cui richiedo che tutto l'impianto e il dispositivo di impegno siano validi se non vi è ricorso contro il fatto che abbiamo abrogato la legge n. 70 e abbiamo fatto in modo di non fare il referendum. Se facciamo questo discorso, infatti, e poi cade tutto perch vengono fatti dei ricorsi allora in questo caso non ci stiamo più.
L'ho detto malamente, Presidente, e quindi chiedo il suo aiuto per poter ufficializzare quanto ho appena espresso. Questa, però, è la conditio sine qua non per andare avanti nella discussione. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Carossa, poiché nel testo compare due volte l'espressione "impegna", presumo che lei facesse riferimento al secondo "impegna", quello relativo al Consiglio regionale. Le chiedo dunque gentilmente di formulare l'emendamento.
Scusate, colleghi: dal momento che poi bisognerà votare, domando se è chiaro l'intervento del collega Carossa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No: la Presidenza non può prendere alcun impegno. A me interessava solo avere certezza, in un momento di non straordinaria attenzione dell'Aula che i colleghi avessero inteso il senso dell'emendamento del collega Carossa.
Finita l'illustrazione dell'ordine del giorno, con l'emendamento che è in via di preparazione, passiamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 734, avente ad oggetto "Una nuova legge che regolamenti l'attività venatoria".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Ho voluto presentare questo documento, che considero come un ordine del giorno di riduzione del danno, perché probabilmente avrebbe potuto costituire una mediazione vera.
L'ordine del giorno che ho presentato ricalca, nella metodologia e nella modalità, quello già approvato in Commissione, con un impegno un po' più accentuato, cioè quello di una corretta mediazione tra le parti. In sostanza, sui punti in questione, indica una riduzione delle specie cacciabili da 29 a 15 e la prescrizione del divieto di caccia la domenica a domeniche alternate, dall'inizio del periodo di caccia fino alla fine.
Per quanto riguarda la caccia sulla neve, fissa il divieto su terreno innevato con la sola deroga per gli ungulati.
Il Capogruppo della Lega Nord Carossa ha posto un veto su un aspetto che però non ci appartiene: l'ipotetico ricorso contro la decisione infatti, avverrebbe per iniziativa del Comitato e dei cittadini e non è quindi di competenza della politica. Se però, in sostanza, ci fosse effettivamente la volontà da parte di tutti i Consiglieri di dare una risposta significativa al Comitato, l'ordine del giorno in questione potrebbe venire incontro ad alcune sue richieste e potrebbe suggerire al Comitato stesso l'idea che, a fronte di una mediazione un po' più alta, si possa evitare di fare ricorso e di ridiscutere di nuovo, a breve, di tali questioni.
Faccio una sottolineatura di questo tipo a tutti i Consiglieri: guardate che se il ricorso dovesse mai avvenire - e lavoriamo sempre sul "se" - le modalità previste - almeno in base alle competenze giuridiche che mi sostengono, non personali ma ovviamente esterne - sono di questo tipo: si passerebbe all'anno prossimo, si utilizzerebbe la consultazione elettorale per il rinnovo del Parlamento, si risparmierebbero i 22 milioni di euro e si avrebbe un anno di campagna elettorale. Questo percorso, per verrebbe deciso adesso.
Credo che sia nell'interesse di tutti trovare una soluzione che possa costituire un segnale vero per il Comitato referendario. La proposta che è stata avanzata, invece, frutto del lavoro della Commissione, alla fine ha visto in quella sede solo il voto favorevole di una parte della maggioranza, anche se poi il Capogruppo del Popolo della Libertà aveva detto che su quel testo avrebbe garantito l'impegno in Aula dell'intera maggioranza. Se effettivamente vogliamo fare un passo in avanti, però, vi chiedo almeno di sostenere una mediazione un po' più alta, che rimanga come impegno da parte di tutti e che mandi anche un segnale di disponibilità di questo Consiglio nei confronti del Comitato.
Ribadisco quindi i punti: la diminuzione da 29 a 15 specie cacciabili le domeniche alternate e il divieto di caccia su terreno innevato, con l'eccezione degli ungulati.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
All'inizio del mio intervento voglio, innanzitutto, segnalare una questione. Infatti, credo di non essere l'unico Consigliere regionale che quotidianamente riceve telefonate da parte di Sindaci che chiedono sostanzialmente, di essere edotti sullo stato dell'arte.
Questa mattina, parlando con l'ingegner Crescimanno mi è stato detto che il parere della Commissione di garanzia dovrebbe essere emesso nei prossimi giorni. Questo determinerà che, alla fine, quando si tireranno le somme degli importi che l'Amministrazione regionale dovrà rimborsare ai singoli Comuni, i conti saranno sufficientemente salati, anche perché molti dei Sindaci con cui ho parlato, ancora in questi giorni, mi hanno detto che loro per qualche giorno si sono assunti la responsabilità di tenere ferma la procedura, ma non lo faranno più. Nella mia città sono stati affissi i tabelloni elettorali e le revisioni dinamiche straordinarie sono già state effettuate: la macchina, sostanzialmente, seppure in ritardo, si è messa in moto.
Le mie parole sono determinate, qualunque potesse essere la decisione che veniva assunta dal legislatore regionale, dall'aver vissuto per alcuni giorni - per troppi giorni - una situazione di assoluta incertezza, che probabilmente, renderà molto riduttivo il risparmio economico che ha addotto, quale motivazione, la maggioranza del Consiglio regionale per l'approvazione nella legge finanziaria di un articolo di abrogazione della legge regionale n. 70/1996.
Relativamente al merito delle questioni sollevate dai due ordini del giorno, noi non voteremo alcun ordine del giorno, anche se preferiamo che ci sia un atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale.
Ritengo che questo atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale sia dovuto, ma, innanzitutto, deve essere un atto dovuto non sotto ricatto.
Lo dico rispetto all'intervento che ha svolto poc'anzi, in aula, il collega Capogruppo Carossa.
Non si può dire che c'è un intendimento da parte dell'Amministrazione regionale e da parte della maggioranza di affrontare la nuova legge in materia di regime venatorio a condizione che non vengano presentati ricorsi. Credo che ci troviamo in una condizione sub iudice in cui qualunque cittadino può fare un atto del genere. Sostanzialmente condizionare l'intervento legislativo da parte del legislatore regionale ad una situazione esterna la dice lunga rispetto alle reali intenzioni che la maggioranza e la Giunta regionale hanno nell'affrontare una materia così delicata come la costruzione di una nuova legge regionale in materia di attività venatoria.
In parte, questo è emerso con molta chiarezza durante i giorni scorsi quando, ripetutamente, in III Commissione, venivano presentati degli ordini del giorno che, sostanzialmente, avevano, come premessa, l'intenzione di volere cambiare l'attuale norma legislativa, ma, nella sostanza, questo cambiamento lo riducevano a ben poca cosa.
Anche l'ordine del giorno - è la ragione per cui non abbiamo espresso alcun voto in Aula - da parte della III Commissione, presentato dalla maggioranza, in gran parte ricalca questo tipo di impostazione non solo e non tanto per quanto riguarda il tema della riduzione delle specie cacciabili, quanto relativamente al tema dell'attività venatoria sul terreno innevato e, sostanzialmente, al tema dell'attività venatoria nelle giornate di domenica.
Probabilmente, il legislatore regionale, quando affronterà questo tema nelle prossime settimane - ci auguriamo che si apra un nuovo confronto all'interno della Commissione consiliare nelle prossime settimane - si troverà in una condizione più complicata, più difficile, con un prevalere di forti posizioni oltranziste, che, in parte, si erano attenuate negli ultimi giorni, ma che hanno ritardato la decisione sul merito della materia; che hanno determinato il confezionamento di un documento che nelle sue premesse, contiene elementi di auspicio circa il cambiamento della legislazione regionale, affinché sia più equilibrata rispetto a quella della legge regionale n. 70/1996, ormai dichiarata decaduta e revocata, ma, nell'esplicitazione concreta conduce a conclusioni ben diverse.
Nelle prossime settimane lavoreremo, anche attraverso la riformulazione di una diversa proposta di legge, per dare il nostro contributo a questo dibattito - ripeto - avendo la consapevolezza politica che questo dibattito si presenterà non facile, non semplice e che, probabilmente, in alcuni momenti e in alcuni passaggi, riproporrà posizioni oltranziste, che hanno praticamente bloccato il lavoro in III Commissione in sede redigente sulle diverse proposte di legge che erano state presentate da una pluralità di Gruppi.
Ecco perché, comunque, riteniamo utile un atto di indirizzo del Consiglio regionale - è vero che è un atto di indirizzo, ma era uno degli impegni politici assunti dal Presidente Cota - e che questo atto di indirizzo non sia condizionato.
Su questo vorrei ribadire la nostra contrarietà: non può esserci un atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale condizionato, perch sostanzialmente, significherebbe che il punto di equilibrio raggiungibile non trova il convincimento nel merito delle questioni, diventando unicamente una mediazione tesa, in un passaggio tattico, a rendere meno sgradevole l'abrogazione di una legge regionale e la cancellazione di un diritto di partecipazione da parte delle comunità locali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Avrei dovuto immaginare che il mio Capogruppo avrebbe introdotto quell'argomento, soprattutto per il quale avevo chiesto la parola.
Questa mattina, ho ricevuto una telefonata dal Sindaco di Piossasco che si chiedeva come avrebbe dovuto procedere: se mettere i cartelloni e se nominare gli scrutatori.
Mi pare di capire che, fino a quando non ci sarà un annullamento ufficiale del referendum da parte dell'organo preposto, i Comuni devono in qualche modo procedere, ma, sostanzialmente, si tratta di una spesa.
Il Sindaco mi ha detto che, essendo scritto su tutti i giornali che il referendum è stato annullato, con l'affissione dei cartelloni elettorali e la nomina degli stessi scrutatori, viene ritenuta matta. Effettivamente, le cose stanno così. Quando abbiamo detto che non si doveva aspettare l'ultimo minuto per definire in un modo o nell'altro un percorso, dicevamo anche questo, cioè che non si può aspettare l'ultimo giorno utile per cercare di portare a casa una decisione che, per come si è configurata, forse, avrebbe avuto un tempo diverso per poterlo fare.
So che i Comuni hanno l'indirizzo di affiggere i cartelloni e di nominare gli scrutatori. Ancora una volta, la politica perde un'occasione per spiegare ai cittadini che gli sprechi vanno eliminati. Infatti, di questo si tratterà, di un autentico spreco: esporremo i cartelloni nomineremo gli scrutatori, poi, probabilmente, il referendum non si svolgerà.
L'altra riflessione la svolgo in riferimento all'ordine del giorno del Consigliere Stara, che condivido abbastanza, nel senso che invitiamo l'Assessore competente a non aspettare altri sedici mesi, com'è stato dal 2010, momento in cui la Corte d'Appello ha ritenuto ammissibile il referendum, ma, considerato che potrebbe anche darsi che tra un anno si voti di nuovo (o, meglio, che ci sia la possibilità, da parte del Comitato referendario, di stabilire una nuova data per il referendum), se è possibile cominciare già adesso una trattativa che eviti nuovamente bracci di ferro, tensioni e anche posizioni come quelle che il centrodestra ha definito, che ha eliminato, di fatto, un referendum che i cittadini avrebbero voluto e che, in qualche modo, sarebbe stato giusto che si tenesse.
Il Consigliere Stara ha presentato un ordine del giorno di buonsenso (le specie cacciabili possono essere 29, 15, piuttosto che 14, piuttosto che 13), ma sarebbe utile, dopo la prova di forza che il Governo di centrodestra ha tenuto, cominciare una riflessione con il Comitato referendario per definire un disegno di legge che tenga conto di un referendum che è mancato e che non è stato realizzato.
Se, invece, Assessore lascerà passare altro tempo e continuerà a non discutere di questo tema (se non fra quattro sciamannati contrari alla caccia), seguiterà a commettere un errore che l'anno prossimo potrebbe essere, per l'ennesima volta, scontato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
evidente che con l'uscita odierna del Capogruppo della Lega Nord quello che poteva essere considerato un errore sta diventando diabolico.
Da un certo punto di vista, abbiamo assistito alla presentazione di una proposta di legge, condivisibile o meno, all'inizio della legislatura, per cui si sono attesi dei mesi per discuterla, con il contrappunto di altre proposte, più o meno vicine, compresa quella da noi sottoscritta di recepimento dei quesiti referendari.
Sappiamo tutti come sono andate le cose all'interno della III Commissione: non si è registrata alcuna volontà di apertura; anzi, si sono verificati episodi davvero spiacevoli di rappresentazione di quella volontà di mettere in atto un braccio di ferro da parte dell'Assessore rispetto a quelle che potevano essere proposte di buonsenso o, comunque, di una certa moderazione da parte dei Commissari, e nei confronti del Comitato referendario che, come sapete, sta aspettando da 25 anni questa consultazione (dopo queste ultime sedute penso che passerà ancora qualche mese), che prima o poi in qualche modo si terrà.
Si è tentato di porre come condizione una certezza che non può essere considerata tale: com'è stato più volte ribadito da alcuni colleghi, i cittadini godono, chiaramente, di indipendenza e di autonomia per quanto riguarda un eventuale ricorso rispetto a questa scelta; scelta che, come ripeto, è stata un perpetrarsi di errori che considero diabolici.
Anche la scelta del collega Stara di proporre un ordine del giorno, per quanto legittima, credo che non colga in pieno quelli che sono i rapporti di forza, i rapporti reciproci tra un consesso legislativo e quello che è appunto il Comitato referendario, che per anni ha continuato e continua tuttora a ritenere che all'interno del Consiglio regionale del Piemonte non si presti attenzione e non si legiferi nel senso corretto. Tant'è che ha posto in essere un referendum, raccogliendo correttamente le firme per poterlo svolgere.
Purtroppo, nonostante l'obbligo di ottemperare da parte del Tribunale nonostante la sentenza della fine del 2010, nonostante il fatto che sia già iniziato l'iter col decreto del Presidente della Regione per l'indizione non può assolutamente vedere soddisfatta la propria volontà legittima.
Il fatto di trovare una soluzione, nel senso di ritrovare quello che può essere un confronto mancato per volontà di una delle parti (cioè per volontà del Consiglio e della Commissione, ma soprattutto della Giunta regionale, non solo in questa legislatura, ma anche in quelle passate perché ricordo che la responsabilità va spalmate sulle legislature e sulle Giunte che hanno anche preceduto quest'ultima), non credo che vada comunque a cogliere l'obiettivo nemmeno questo ordine del giorno.



(Brusìo in aula)



BIOLE' Fabrizio

PRESIDENTE



BIOLE' Fabrizio

Colleghi, per cortesia, faccio fatica ad ascoltare gli interventi.
Siamo in fase di dibattito sugli ordini del giorno, ma se i colleghi hanno necessità di parlare, vi sono ampi spazi nel retro della sala.
Prego, collega Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anziché confrontarsi con una possibile soluzione di verifica di quelle che possono essere le concessioni, piuttosto che l'accoglimento parziale rispetto alle richieste del Comitato referendario, ritengo che si debba porre in essere la certezza che, se non in questa annualità, prossimamente (probabilmente in questa legislatura) questa consultazione, come da principi costituzionali, statutari e regolamentari del nostro Ente, si terrà.
Ho depositato un ordine del giorno e so che tecnicamente non è possibile collegarlo direttamente alla discussione sulla legge finanziaria ma sicuramente ci sarà tempo per svilupparlo.
Chiaramente, l'attenzione è posta sul fatto che, come si è detto più volte sia in Commissione che in Consiglio, la democrazia ha un certo prezzo: si ponga in essere da subito la pianificazione di accantonamento di risorse, perché noi riteniamo che il referendum si debba fare.
Magari non si farà fra sei mesi, e nemmeno quest'anno, ma assolutamente il pieno diritto alla sovranità popolare e alla democrazia diretta non pu essere calpestato in questo modo, addirittura senza alcuna ragione. Si creerebbe un precedente veramente pericoloso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Carossa e comprendo le motivazioni che lo hanno indotto a farlo. Credo, però, che sia un intervento in qualche misura non condivisibile, e spiegherò brevemente il perché.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Non disturbate l'Assessore Sacchetto, che sta seguendo con grande attenzione il dibattito sulla caccia.



MACCANTI Elena, Assessore regionale (fuori microfono)

Ma l'Assessore ha due orecchie, riesce a seguire!



PRESIDENTE

Ma non è come le donne, che riescono a fare due cose contemporaneamente! Prego, collega Taricco.



TARICCO Giacomino

Al di là del voto finale sull'emendamento proposto alla legge finanziaria che ha fatto decadere la legge n. 70, che ha visto Gruppi favorevoli, Gruppi contrari e Gruppi astenuti, è evidente che sul percorso che ha portato a quell'emendamento c'è stato un serrato confronto nel merito da parte di tutti i Gruppi, sia in Commissione che in Aula, perch si è cercato di capire quale poteva essere la soluzione più vantaggiosa per il Piemonte e per i piemontesi.
Sarebbe sbagliato, da parte della maggioranza, in questo momento introdurre elementi di forzatura che, inevitabilmente, cambierebbero l'atteggiamento complessivo dell'Aula, nel percorso fin qui svolto.
Credo che l'ordine del giorno fosse dentro una dialettica che ha visto e vede posizioni diverse, rispetto al testo dell'emendamento, e posizioni diverse rispetto alla discussione della legge, sia pure svolte in un confronto puntuale di merito non ostruzionistico e non strumentale, in quel tipo di percorso.
Noi abbiamo votato contro il testo dell'emendamento perché non ci convinceva e non ci convince. Ciò non toglie che ci sia stato un confronto puntuale nel merito.
Personalmente ritengo che sarebbe sbagliato dire, a proposito dell'ordine del giorno: noi lo facciamo così se non viene fatto ricorso altrimenti lo facciamo molto peggio.
Dal mio punto di vista, sarebbe una dichiarazione concettualmente sbagliata, perché noi siamo chiamati a fare la miglior legge possibile per la nostra regione e non a dire: se non fate come diciamo noi, la facciamo peggio. L'intenzione che abbiamo non è di fare una legge che sia un compromesso al ribasso, ma fare una legge che sia una buona legge.
In questo senso è sbagliato introdurre un atteggiamento - passatemi il termine - ricattatorio dentro il testo nell'ordine del giorno. Deve esserci la necessità di entrare nel merito del contenuto del documento.
Mi permetto di fare tre brevi osservazioni nel merito.
Primo. Quando si dice "la riduzione delle specie cacciabili" e si elenca una serie di specie, tutti abbiano elementi per dire che è sbagliato che alcune di quelle specie siano indicate nell'elenco.
Sarebbe più utile e più proficuo individuare un numero minimo di specie che devono essere tolte, e poi riservare un lavoro in Commissione per un ragionamento puntuale sulle specie che è opportuno inserire, con un'analisi dal punto di vista tecnico e non fatta a spot.
Secondo. Relativamente alla questione neve, così com'è, è una questione lessicale, nel senso che potremmo semplicemente dire che non si cambia niente tanto è uguale. Il tema reale che emerge dai quesiti referendari è di evitare, cosa che oggi è lasciata all'aleatoria gestione della Giunta che ha la possibilità di farlo comunque, la possibilità di caccia su neve fresca, perché crea una serie di problemi oggettivi. Credo che anche qui il testo possa e debba essere riformulato, tenendo conto di un'indicazione che è intelligente e non campata in aria.
Allo stesso modo, credo che alcune questioni possano essere riformulate. Chiederei alla maggioranza di non prendere in considerazione l'idea di introdurre elementi di tipo ricattatorio dentro il documento perché in qualche misura si configurerebbero con questo tipo di discorso che non toglie e non aggiunge niente, ma squalificherebbe il ragionamento che andiamo a fare, e di accettare la disponibilità di ragionare nel merito puntuale dei contenuti. Credo che l'ordine del giorno debba essere una garanzia minimale di recepimento di alcuni orientamenti ritenuti utili alla formulazione di una buona legge in Piemonte, ma con la disponibilità a riformulare i contenuti per meglio finalizzarli.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Stiamo riprendendo un tema, ampiamente discusso in Aula e prima in Commissione, che ha portato ad un percorso, per questo Consiglio regionale e per il Piemonte, molto discutibile.
Mi rifaccio alle parole lette su La Stampa, in un articolo di un editorialista che sicuramente non è un pericoloso estremista, Luigi La Spina, che il 4 maggio definisce un boomerang per la democrazia quello che nostro malgrado, abbiamo costruito in Consiglio regionale. "È giusto non cedere alla demagogia e non alimentare la cosiddetta antipolitica, ma è sempre più difficile".
Mi sembra che, a fronte di quello che è appena capitato, forse sarebbe meglio che tutte le forze politiche facessero qualche riflessione.
L'articolo prosegue: "Come si può giustificare il 'pasticcio' combinato dai partiti per il referendum sulla caccia, senza considerarlo una nuova dimostrazione di incapacità, di trascuratezza, di disprezzo per la legalità, di una gestione della cosa pubblica davvero indifendibile?".
Mi sembra particolarmente significativo, soprattutto in quanto scritto da un editorialista, Luigi La Spina, che certamente non posso ascrivere ad una sinistra magari più vicina alla forza politica che rappresento.
Luigi La Spina continua questo editoriale rimarcando il fatto che certamente il tema dei 22 milioni di euro, che tutte le forze politiche vogliono risparmiare, ha fatto sì che si sia percorso quella che lui definisce una scappatoia umiliante per chi l'ha firmata.
un elemento che dovrà far riflettere tutti, proprio perché si è trovata una strada contraria al diritto e alla volontà di un grande numero di cittadini.
La discussione odierna di questi ordini del giorno è certamente un passo che compiamo, ma a questo punto non può essere un ulteriore elemento che non fa altro che contribuire al pasticcio, così come l'ha definito Luigi La Spina, proprio perché, sempre a detta di questo editoriale nell'ordine del giorno si possono trovare disposizioni che non si sa se e quando saranno varate.
In questo senso, le considerazioni del Consigliere Carossa nell'emendare l'ordine del giorno con l'introduzione di una clausola per cui questo ordine del giorno risulta carta straccia, semmai verrà proposto un ricorso, rappresentano un ulteriore pasticcio ed un ulteriore elemento che, in una politica che sta sul merito, non è assolutamente condivisibile anche perché, se la politica sta sul merito, dovrebbe mettere in chiaro le proprie indicazioni su una materia, come quella dell'attività venatoria.
Rispetto alle considerazioni più di merito, le ha appena fatte il collega Taricco. Crediamo che, così come proposto nell'ordine del giorno contro cui abbiamo votato in Commissione, sia il tema della riduzione delle specie, sia la caccia sulla neve, non vengano facilmente affrontati.
Per quanto riguarda la questione del calendario venatorio, esso è ridotto, ma ridotto in termini assolutamente risibili, e la questione delle aziende venatorie non viene neanche affrontata.
chiaro, quindi, che questo ordine del giorno non ci vede assolutamente favorevoli, proprio per la netta distanza rispetto alle indicazioni referendarie.
L'ordine del giorno presentato dal collega Stara potrebbe essere considerato una riduzione del danno, ma non vorremmo fosse un ulteriore elemento che alimenta questo pasticcio, che purtroppo stiamo vivendo come Consiglio regionale e come Piemonte, un pasticcio molto deprecabile proprio dal punto di vista, più generale, di una politica incapace di legiferare e che si trova a pasticciare per rincorrere questo presunto risparmio di 22 milioni di euro. Anche noi, come il Comitato referendario, vorremmo comprendere effettivamente come questi milioni di euro verranno utilizzati.
In questo senso, amaramente diciamo che si tratta di un boomerang per la democrazia che i partiti qui presenti, probabilmente, hanno già pagato in queste ore e continueranno a pagare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo che l'ordine del giorno presentato sia poco utile, per un motivo molto banale, nel senso che, come è noto ai colleghi, noi abbiamo abrogato la legge n. 70, e se posso comprendere un ordine del giorno che dia delle tempistiche certe rispetto alla presentazione di una nuova norma, è perlomeno singolare che il legislatore regionale voti un ordine del giorno rispetto a competenze che il legislatore eserciterà in Commissione.
Il collega Taricco faceva alcuni esempi, parte dei quali condivido rispetto alle specie o altre indicazioni che l'ordine del giorno dà. Per solitamente un ordine del giorno si vota quando non si è arrivati ad una modifica della norma, ma si vogliono dare degli indirizzi, che peraltro solitamente non sono di carattere legislativo. Spesso gli ordini del giorno sono degli indirizzi che vengono dati alla Giunta regionale su materie di governo; che il legislatore si autoindirizzi è una cosa del tutto anomala perché è evidente a tutti che l'ordine del giorno venga approvato, venga respinto o meno, quando ci si troverà a votare in Commissione, tutto ci che è scritto nell'ordine del giorno non vale nulla.
L'unica cosa che vale o che può valere è una tempistica certa rispetto alla presentazione di un nuovo disegno di legge. E questo è un primo aspetto.
Un secondo aspetto invece attiene di più alla maggioranza di governo.
L'ordine del giorno viene fatto per trovare una condivisione, o almeno questo deve essere lo spirito, tra le forze di maggioranza e anche non di maggioranza che condividevano un percorso, cioè il risparmio delle spese per il referendum.
Il problema è che questa assunzione collettiva di responsabilità non vi è stata, nel senso che l'abrogazione della legge n. 70 è avvenuta esclusivamente con il voto della maggioranza e, se non ricordo male dell'UDC, senza il voto del resto dell'opposizione.
Allora mi domando, da esponente della maggioranza: se le opposizioni votano contro l'abrogazione della legge n. 70, se alcuni Gruppi consiliari annunciano già ricorso al decreto del Presidente, se una presa di posizione, che era la madre che ha partorito l'ordine del giorno che stiamo oggi discutendo, è venuta meno, nel senso che la scelta è una scelta che ha fatto unicamente questa maggioranza, per quale motivo questa maggioranza dovrebbe impegnarsi nei confronti di chi non si è impegnato? Ha ragione il collega Reschigna sul fatto che un po' di risorse sono state stanziate, ma certamente molto meno di quante ne avremmo spese con l'effettuazione del referendum. Se un risparmio c'è stato, c'è stato perch il centrodestra e, se non mi sbaglio, l'UDC hanno votato l'abrogazione della legge n. 70. Nessun altro! Anzi, dopo l'abrogazione della legge n. 70 abbiamo dovuto sentire gli strali di tutti coloro i quali ritengono che le leggi siano diverse, per cui se si applica la legge n. 4/73 della Regione Piemonte è un insulto alla democrazia - o meglio l'articolo 32, cioè quello che prevede che a fronte dell'abrogazione di una norma, il referendum non si effettui - se invece si applicano altri articoli, quelli di indizione e svolgimento del referendum, quello è l'esercizio della democrazia.
Le leggi sono leggi, che piacciano o che non piacciano, anche quando nelle parti interpretate vi sono quelle che piacciono di più e quelle che piacciono di meno.
Detto questo, ripeto che vedo come un'anomalia che, a fronte di un tentativo di condivisione di un percorso di responsabilità che non c'è stato ed è stato unicamente fatto dalla maggioranza, la maggioranza debba cedere qualcosa senza avere ottenuto nulla.
Non condivido quanto dice questo ordine del giorno e da un punto di vista puntuale, ma non mi preoccupo di motivarlo, nel senso che avrò motivo di farlo in sede di Commissione referente, anche perché ricordo che la III Commissione consiliare aveva licenziato un testo di legge che diceva cose ben precise, una parte delle quali votate con una maggioranza superiore anche a quella della maggioranza che governa questa Regione.
evidente che su questo referendum c'è stata una posizione strumentale da chi legittimamente esercita il ruolo di opposizione, però mi sembra che prendere le sberle e porgere anche l'altra guancia, se vangelicamente è una cosa utile, da un punto di vista politico mi sembra che, ancora una volta sia una cosa assolutamente poco utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Per ribadire un paio di valutazioni, perché credo anch'io che la richiesta del Capogruppo Carossa non abbia alcun fondamento sul piano politico.
Quand'anche qualche Gruppo consiliare convenisse su una proposta che ritengo assolutamente inaccettabile, noi ormai, rispetto ad un certo iter ed eventuali ricorsi, non siamo in grado di assumere decisioni, perch chiunque, rispetto alle decisioni che ha assunto la maggioranza che governa questa Regione di abrogare la legge n. 70, può decidere di ricorrere contro una decisione che ritiene - a torto o a ragione, ma credo a ragione, perch questo sarà il risultato finale di una vicenda che è stata gestita in maniera pasticciata dal centrodestra - non aver rimosso le ragioni che depongono a favore della celebrazione del referendum. Punto. Questa è la verità.
Voi potevate gestire questa vicenda fin da subito in maniera diversa.
quanto ha tentato di fare il PD in Commissione. La via maestra era quella di riformare la legge n. 70, non di abrogarla, cosa che voi avete fatto illudendovi che questo possa in qualche modo allontanare la prospettiva del referendum, perché può soltanto rinviarla. Era quella di una decisione coraggiosa, che rappresentava il tentativo di raggiungere un nuovo punto di equilibrio per quanto riguarda la legge regionale sulla caccia, capace non di negare l'attività venatoria, ma di fare in modo che la legge recepisse le ragioni di coloro che avevano firmato per fare il referendum. La via maestra era questa, non ce n'era un'altra.
Voi avete scelto un'altra linea. Intanto avete pasticciato per mesi in Commissione, avete affrontato con ritardo la questione e poi avete ritenuto che la via più breve fosse quella di cancellare la legge n. 70, non vedendo o fingendo di non vedere che quella decisione, oltre a non rimuovere le ragioni del referendum, contiene anche un altro elemento, che è quello di fare entrare in vigore - e il collega Boniperti lo aveva rivendicato nei giorni scorsi - una legge che essendo più permissiva, di fatto va nella direzione opposta rispetto a quella domanda di referendum che invece avevano sottoscritto 50-60 mila cittadini.
Questo è il risultato. Il pasticcio che avete combinato è esattamente questo. Avete abrogato una legge, avete fatto in modo che abrogando la legge entrasse in vigore una normativa assai più permissiva e quindi una normativa che va esattamente nella direzione opposta alle ragioni che hanno spinto 60 mila persone a richiedere il referendum. E oggi vi siete incartati! Quindi, adesso non serve a niente richiedere che l'ordine del giorno sia un ordine del giorno che dovrebbe contenere non so quale impegno a non fare ricorso. Non è nella nostra disponibilità, però c'è una parte del Piemonte che non è soltanto quella istituzionale e politica, ma c'è una parte del Piemonte fuori da quest'Aula che ha tutti i titoli, di fronte ad una decisione che considera, a torto o a ragione, sbagliata, di fare ricorso.
Noi saremo esattamente al punto di partenza, con il fatto che il modo con il quale avete gestito la vicenda fa sì che noi adesso ci troviamo con i problemi che ricordava prima il Consigliere Reschigna, con i Sindaci che non sanno da che parte girarsi perché, in realtà, i tempi sono strettissimi.
L'ordine del giorno? Mi ricordo com'era nato. Era nato come tentativo di individuare un atto di indirizzo che fosse lo strumento con il quale indicare i capisaldi di una possibile riforma. I capisaldi di una possibile riforma che fosse il tentativo di andare incontro ad una serie di sollecitazioni. Neanche questo? Approvatevi l'ordine del giorno. Per quanto ritenga importante approvare un ordine del giorno a quelle condizioni - che non giri la testa dall'altra parte - e affronti le questioni che non si sono affrontate riformando la legge, tuttavia mi rendo perfettamente conto che il vero nodo politico è che dentro la maggioranza, entro la quale esistono, su questa questione, opinioni e posizioni completamente diverse.
Potrebbe anche succedere che un ordine del giorno, per quanto avanzato e per quanto contenente norme che possono rappresentare un vincolo importante sul piano politico, possa essere, nella discussione che si farà in Commissione, contraddetto da comportamenti come quelli che sono emersi durante il dibattito che abbiamo svolto nelle settimane passate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Credo che la mia posizione sia nota.
In questi giorni sto lavorando con il Comitato e con degli avvocati sia miei che del Comitato, per valutare la presentazione del ricorso.
Riteniamo, come ha scritto Luigi La Spina - lo ha ricordato anche la Consigliera Cerutti - il 3 o il 4 maggio (non ricordo la data), che qui è in gioco anche l'atteggiamento nei confronti dei partiti politici, in quelli che sono i meccanismi della democrazia diretta. Credo che quest'elemento vada a prescindere dagli impegni che in Consiglio le forze politiche si assumono.
Dico questo perché le elezioni che si sono svolte domenica e lunedì mostrano come lo scollamento con i partiti, non con la politica, sia sempre più presente.
Il fatto di continuare a fare quelle che ritengo delle furberie - sul referendum caccia è stata compiuta una furberia che credo verrà smascherata è un atteggiamento da sordi. Vedrete che su questo argomento si ritornerà a discutere e si ritornerà a discutere con posizioni di forza completamente inverse.
L'ordine del giorno che ho presentato, e che ritengo di riduzione del danno, sta semplicemente ad indicare e a mostrare come una vera posizione di mediazione possibile non è mai stata perseguita.
Attendo il voto su quest'ordine del giorno per verificare come l'atteggiamento, invece, sia sempre stato dilatorio e pilatesco proprio per arrivare a questo risultato.
Anzitutto chiedo, Presidente, all'Assessore Sacchetto - visto che informalmente, mi ha comunicato delle cose - di comunicare all'Aula effettivamente come sono, a questo punto, le procedure. L'Assessore Sacchetto mi ha dichiarato che la Commissione di garanzia si sarebbe riunita, avrebbe accettato la posizione e avrebbe convalidato, dal punto di vista del Regolamento interno alla Regione, l'emendamento abrogativo e che addirittura, il Presidente Cota avrebbe già emesso il decreto. Credo che sia corretto per tutti i colleghi avere, formalmente, da parte dell'Assessore e della Giunta, la posizione ufficiale.
Ribadisco, l'ordine del giorno non è per spostare la discussione, ma è semplicemente per verificare, e credo soprattutto da parte delle forze di maggioranza, qual era il sentimento di possibile condivisione, soprattutto la misura che segna lo scollamento tra un dato reale (l'ultimo sondaggio IPSOS effettuato pochi mesi fa mostra, in tutta Italia, compreso il Piemonte, che oltre il 70% delle persone non è solo favorevole alla limitazione, ma è favorevole all'abolizione della caccia) e le rappresentazioni che si verificano negli organi istituzionali che spesso disattendono le posizioni ben più avanzate che a volte si registrano nel Paese.
Credo che questo debba aprire una riflessione. Questo ordine del giorno serve anche, come quelli miei precedenti sugli emendamenti, per mostrare come il risparmio di 22 milioni di euro si può ottenere solo ed esclusivamente nell'alveo dei principi democratici, cioè nell'accettazione dei quesiti referendari o, comunque, con un dialogo aperto con il Comitato che tendesse al superamento attraverso una mediazione forte.
Ribadisco come il Comitato non si sia presentato in Commissione con atteggiamenti integralisti, ma con atteggiamenti assolutamente di disponibilità.
Questo ordine del giorno tende a rimarcare quell'atteggiamento di disponibilità che, comunque, è stato assolutamente disatteso.
Siete andati per la vostra strada, ma credo che, da questo punto di vista, ritorneremo sull'argomento e su alcuni concetti di rappresentanza dei principi democratici presenti nella nostra Costituzione e nello Statuto della nostra Regione.
Credo che le forze politiche stiano già pagando un atteggiamento completamente sordo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "G. Gozzano" di Caluso (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale "G. Gozzano" di Caluso in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo all'esame degli ordini del giorno n. 729 e n. 734.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La discussione di questa mattina conferma, purtroppo, le mie peggiori previsioni sulle intenzioni politiche della maggioranza, in ordine alla riscrittura di una legge sull'attività venatoria.
Mi produce anche un certo sconforto verificare come sembra nulla influenzi questa Amministrazione, nella consapevolezza del fatto che la partecipazione alla politica si muove, oltre noi, su orientamenti e sensibilità che vanno oltre quelle che abbiamo rappresentato anche su questo tema e in quest'aula e che la protervia con la quale alcuni colleghi pensano di poter bloccare e inibire le iniziative autonome dei cittadini non è sconfessata nemmeno oggi.
Quando il Presidente del Gruppo consiliare della Lega Nord sostiene che gli impegni dell'ordine del giorno avanzato dalla maggioranza sono subordinati al fatto che non ci siano ricorsi in ordine alla procedura adottata dalla Regione, o esprime un'ingenuità, che certo non gli posso attribuire, come se la sua semplice dichiarazione e l'eventuale acquiescenza degli altri potesse produrre questo risultato, oppure esprime un atto di fortissima presunzione che, in qualche modo, tende ad anticipare quelle che forse sono le vere intenzioni: non tenere fede, nella stesura nemmeno ai pochi impegni che la maggioranza ha previsto nel proprio ordine del giorno. In qualche modo costruendosi degli alibi preventivi.
Vorrei ricordare che, intanto, questa maggioranza ha adottato una legge di abrogazione della legge regionale n. 70 dentro ad una legge finanziaria esattamente per rendere impossibile il fatto di impugnare l'atto perché le leggi finanziarie non sono impugnabili. Prima furbizia.
però vero che esiste la necessità di emanare il decreto.
Informalmente, abbiamo saputo che la Commissione di garanzia si è espressa per il via libera alla posizione, che il decreto da parte del Presidente Cota è stato emanato, e il decreto è un atto impugnabile. Sul fatto di poter impugnare il decreto, non è quest'Aula che determina se accadrà o non accadrà, ma sono i soggetti esterni, i quali, se già sono trasversali nelle sensibilità sul tema caccia, lo diventano ancora di più rispetto al modo che questa Regione ha scelto per evitare il referendum.
Vorrei soltanto ricordarvi - non per fare disordine in casa altrui, che è una pratica che non ho mai amato, ma perché mi sembra significativo di come appunto questa materia, ma anche il rispetto che si ha o non si ha per la partecipazione dei cittadini, sia trasversale - le dichiarazioni che ha fatto l'ex Ministro Brambilla sul tema caccia non tanto nel corso della conferenza stampa, ma dopo, nel tardo pomeriggio, a seguito del voto di questo Consiglio: "Prendo atto di quanto è accaduto in Consiglio regionale in Piemonte, che ha deciso di abrogare la legge per non fare il referendum ma non credo proprio che la vicenda finirà qui".
da 25 anni che i piemontesi attendono di poter esercitare il loro diritto di esprimersi attraverso il referendum: credo che un tale schiaffo alla democrazia sia veramente senza precedenti.
Quindi temo che, se anche questa maggioranza facesse come i bambini "giurin giuretta" sul fatto che non ci saranno ricorsi, al di fuori di quest'Aula e con l'adesione di esponenti della stessa maggioranza i ricorsi ci saranno. È quindi probabile che questo ordine del giorno, che era già una foglia di fico, stia diventando assolutamente lasco perché, se non c'è questo impegno, noi non manterremo le promesse e, come ci ricordava il Consigliere Vignale, gli ordini del giorno non sono vincolanti sulla stesura del testo. Ma lo abbiamo imparato benissimo in questi due anni che questa maggioranza fa carta straccia dei propri ordini del giorno.
Orbene, con tutta la conclamata sensibilità che avete voluto dimostrare sul tema dell'assistenza agli anziani dichiarando che i soldi risparmiati per il referendum sarebbero andati in questo segmento dei bisogni di salute dei cittadini, è un anno e mezzo che non rispettate un ordine del giorno del Consiglio che richiede di rendicontare trimestralmente l'andamento delle liste d'attesa! Quindi che gli ordini del giorno per questa maggioranza siano carta straccia non c'è bisogno che qualcuno della maggioranza lo scopra su questo particolare specifico: lo abbiamo imparato da soli. Così come abbiamo imparato da soli che le politiche sociali diventano un'opportunità cui mostrarsi sensibili quando fa comodo raggiungere un altro obiettivo politico.
Certo che monitoreremo l'indirizzo dei 22 milioni, monitoreremo come farete a trasformarli da conto capitale a spesa corrente, visto che a noi non è permesso di presentare emendamenti in questa direzione, e monitoreremo non come li mettete sulle politiche sociali, perché avete detto espressamente sugli anziani non autosufficienti, ma andremo esattamente a contare quanti aumenti di inserimenti ci saranno nelle RSA e nelle cure domiciliari e in lunga assistenza.
Per le ragioni che ho detto, non sono appassionata, tanto meno convinta dell'efficacia degli ordini del giorno approvati su questo tema in questo momento; tuttavia apprezzo lo sforzo che il collega Stara ha fatto di portare un po' più in alto l'asticella e la qualità della nostra discussione e quindi probabilmente convergerò sulla proposta che ha realizzato, ma con la grande stanchezza rispetto al modo con il quale questo Consiglio ha deciso di affrontare il dibattito sulla materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Intervengo di nuovo in questo dibattito e in questo momento per un'assunzione di responsabilità individuale, non perché io pensi che la mia posizione, che peraltro è molto isolata, possa oggi e in questa fase convincere qualcuno.
Desidero ricordare alcune cose. In questa fase, per motivi di salute mi sono potuta poco occupare anche dei lavori della III Commissione e nel mio intervento precedente ho posto l'accento delle mie argomentazioni sulle questioni di carattere cosiddetto ambientale, volutamente non intervenendo sulle questioni che invece attengono alla democrazia, che stanno pienamente al centro di questa nostra vicenda, nel senso che ero anche d'accordo, come ho detto, di eliminare le spese per il referendum, alla condizione tuttavia che i quesiti referendari, in tutto o in parte, venissero accolti. La democrazia dice questo.
Sono stata confortata in questa mia convinzione non solo da tante altre argomentazioni sentite in Aula, ma anche da un articolo che è già stato richiamato di un noto giornalista che ha ripreso i passaggi della confusione che è stata adottata in questa materia, purtroppo, e sugli aspetti in base ai quali un'Amministrazione dovrebbe sempre tendere ad essere la più credibile possibile, a prescindere dalle sensibilità.
Oggi siamo di nuovo su un altro punto, e questa volta faccio riferimento alle questioni della democrazia, perché di questo si tratta.
Qualche volta ho sentito risuonare in quest'Aula un'espressione che individuava quest'Aula come il mondo che non c'è. Credo che davvero questa mattina, se dovesse essere approvato il secondo ordine del giorno di cui ho sentito parlare, saremo di fronte al mondo che non c'è, perché tutta questa vicenda non è che dipenda solo da questo cerchio di Aula consiliare: questa vicenda vede delle autostrade di percorso che prescindono anche da noi, nel senso che i cittadini possono fare ricorso. A me sembrava già un punto di accordo, ho capito che fosse un punto di accordo politico l'ordine del giorno presentato il 30 aprile e già allora era prevedibile che dei ricorsi avverso il decreto potessero essere fatti da chiunque.
Se noi ci limitiamo - ed è solo una riflessione che vorrei fare questa mattina - a pensare che i meccanismi che attengono alle normative regionali, ma soprattutto i meccanismi che attengono alla credibilità di un'Amministrazione e i meccanismi che attengono allo sviluppo della democrazia nella nostra Regione nel rapporto tra governo e cittadini si circoscrivono qua dentro, veramente stiamo ragionando rispetto al mondo che non c'è. Questa è davvero l'occasione nella quale potrebbe essere applicata questa frase, che è una frase sulla quale assolutamente rispondere.
Ecco, credo che fare peraltro questo errore stamattina sia più grave del solito, perché i cittadini, con il loro voto, ci hanno detto che la favola del lupo non la raccontiamo più a nessuno, ci hanno detto che ragionano sulle cose, che anche la protesta è comunque un ragionamento.
Rispetto a che cosa? Rispetto alla credibilità o non credibilità che le Amministrazioni, chi le governa e che ne partecipa a livello di maggioranza e opposizione presentano.
Se ad ogni passo cambiamo gli impegni, nessuno ci crederà più; a prescindere dal fatto che si sa benissimo che un ordine del giorno, nella fonte degli impegni giuridici, è un impegno lieve. L'accordo politico però, è un impegno forte: dobbiamo prescindere dal fatto che lo strumento sia debole; certo che lo strumento è debole, però se la politica e i suoi impegni prescindono dal tipo di strumento, questa è di nuovo una questione che attiene alla democrazia, sulla quale - lo dico sempre ai fini del verbale - mi sono sentita veramente di dover intervenire.
Penso che questa vicenda abbia avuto, anche in overdose, un certo zig zag alternante e vorrei fermarmi a prima della presentazione di questo ordine del giorno. Scusatemi, ma questo atteggiamento mi sembra o troppo puerile o tropo furbo e io credo che le furbizie siano state molto condannate dall'elettorato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Vorrei partire da una questione, quella dei tempi. La motivazione principale che ha portato all'approvazione dell'emendamento di abrogazione della legge n. 70, approvato a maggioranza da quest'Aula, era quella di evitare la spesa dei 22 milioni di euro che il referendum avrebbe comportato. Ora, abbiamo sentito da alcuni colleghi - e ognuno di noi pu testimoniare in tal senso - come i Comuni stiano continuando a lavorare per eseguire le procedure connesse al referendum - tabelloni, revisione delle liste elettorali, ecc. - che rappresentano di per sé delle spese.
Mi rivolgo allora alla Presidenza del Consiglio e alla Giunta, dicendo che bisogna sbrigarsi. Intanto, c'è una responsabilità enorme da parte della maggioranza e della Giunta per il fatto che siamo arrivati oltre i tempi massimi a decidere quello che si è deciso e adesso, in più, ci sono i ritardi di carattere "burocratico".
Sta di fatto che quei 22 milioni risparmiati non sono più 22 milioni ma sono un po' meno, perché comunque delle risorse pubbliche si stanno spendendo; e questa, in ogni caso, è una responsabilità enorme che la maggioranza si deve assumere. È soltanto responsabilità di questa maggioranza, infatti, se adesso si stanno spendendo delle risorse, appunto pur se il referendum non si farà. È proprio una situazione paradossale quella che stiamo vivendo: sicuramente non si farà il referendum e in più si stanno spendendo dei soldi per quello stesso referendum che non si farà.
Siamo proprio al paradosso, però qualcuno è responsabile di questa situazione: non è che le cose avvengono per caso.
Questo, dunque, è il primo elemento sul quale avete una responsabilità enorme.
Vengo al merito degli ordini del giorno.
Come abbiamo detto, l'emendamento di abrogazione della legge n. 70 volente o nolente si presta al ricorso. Non sono un giurista e non capisco nulla di questi aspetti, ma provo a fare un ragionamento: abbiamo eliminato la legge n. 70 ed entra in vigore la legge nazionale n. 157, che non supera i quesiti referendari. È quindi evidente, per come la vedo io, che si potrà farà ricorso; e lo faranno, senza che questo - come ha detto poc'anzi la collega Spagnuolo - dipenda da noi: ogni singolo cittadino può presentare ricorso rispetto alla decisione che ha preso quest'Aula. Ho l'impressione che, da un punto di vista giuridico, l'emendamento abrogativo approvato non superi i quesiti referendari e che quindi si presti ad un ricorso, che come sappiamo - credo ci sarà.
Scrivere in un ordine del giorno che ci impegniamo ad elaborare e approvare una nuova legge se non ci saranno ricorsi è davvero strumentale e io credo anche scorretto nei confronti di certe cose che sono state dette in Commissione e in Aula. Ci siamo cioè impegnati ad elaborare una nuova legge, cosa che noi volevamo fare nei mesi scorsi. È inutile, infatti: quella di redigere una nuova legge che regoli l'attività venatoria in questa Regione era e rimane la strada; non ci si può fermare alla n. 157 perché il Piemonte ha una certa esperienza su questo tema ed è per questo che noi dobbiamo elaborare una nuova legge che regoli l'attività venatoria e che tenga conto del clima che si e venuto a creare nella nostra Regione.
Ci sono dei quesiti referendari che oggi sono stati superati parzialmente, ma le questioni oggetto di quelle istanze rimangono all'ordine del giorno, anche per chi - come me - è a favore dell'attività venatoria: dobbiamo lavorare per tener conto di quello che sta accadendo anche nella nostra Regione e di quanto molti cittadini ci hanno chiesto e continuano a chiederci.
per questo che noi ci batteremo, finita la discussione sul bilancio per redigere una nuova legge sull'attività venatoria che tenga conto di queste questioni. Questa è la strada che abbiamo percorso e che continueremo a percorrere nel nostro lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi informo intanto che avete in rete la nuova versione dell'ordine del giorno n. 729, così come risulta dopo le modifiche apportate: potete dunque verificare quanto era stato anticipato con l'intervento del Consigliere Carossa.
Ha chiesto di intervenire il collega Reschigna, che però lo ha già fatto precedentemente sullo stesso ordine del giorno. Su cosa intende prendere la parola, Consigliere Reschigna?



RESCHIGNA Aldo

Glielo dico subito, Presidente: ho preso la parola per chiedere, alla luce dell'emendamento depositato e degli interventi che ho sentito questa mattina in Aula - volti a dire, sostanzialmente, che un ordine del giorno non è vincolante per l'attività legislativa - che si interrompa la discussione su questi ordini del giorno e che venga in Aula il Presidente della Giunta regionale.
Il sottoscritto, infatti, così come tutti gli altri Capigruppo, si è sentito dire ripetutamente, nei giorni scorsi, che la parola del Presidente della Giunta regionale e l'impegno politico suo e del Presidente del Consiglio era la garanzia del percorso che stiamo facendo. Grazie.



PRESIDENTE

Allora, ripeto che avete in rete la nuova versione dell'ordine del giorno n. 729 modificato: l'ultimo capoverso inizia con "qualora non si dia luogo".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Presidente, non ho capito: alla fine non viene messa in votazione la richiesta di emendamento, ma è stato ritirato il testo precedente e ne è stato presentato uno nuovo, già direttamente?



PRESIDENTE

L'ordine del giorno che avete in rete è emendato.



STARA Andrea

Quindi quello è l'unico ordine del giorno sottoposto al voto, proposto dalla Giunta e della maggioranza? Non viene votata, prima, la proposta di emendare il testo precedentemente depositato?



PRESIDENTE

No, no, no: è stato emendato l'ordine del giorno.



STARA Andrea

Allora, Presidente, qui si va proprio oltre qualsiasi limite. Per fare chiarezza, ritiro il mio ordine del giorno, perché così sgombriamo il campo: se queste sono le vere posizioni in campo, ritiro il mio ordine del giorno; si voti questo documento e la maggioranza si prenda questa responsabilità!



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.20 riprende alle ore 12.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie. Presidente.
Non ho mai avuto problemi nella mia vita, non solo politica eventualmente, a fare passi indietro.
Tra l'altro, mi sono confrontato con il Vicepresidente Cavallera - che è l'Assessore con delega anche al legale - che mi ha fatto presente alcune cose. Quindi, chiedo alla Presidenza di considerare ritirata, se naturalmente, anche il Capogruppo Pedrale, che è il primo firmatario, è d'accordo, quella parte che ho precedentemente emendato. Grazie.



CAROSSA Mario

PEDRALE Luca (fuori microfono)



CAROSSA Mario

Confermo.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Mi sembra che il primo firmatario Luca Pedrale sia d'accordo.
Quindi, per ricapitolare, l'ordine del giorno n. 729 ritorna nella versione originale, senza l'emendamento, in quanto il proponente e il primo firmatario hanno ritirato la modifica: a breve sarà in rete, però è chiaro.
Devo presumere che il Consigliere Stara non ritiri il suo ordine del giorno - erano condizionati - e, a questo punto, non essendoci ulteriori richieste di intervento, se non ci sono le repliche dei due primi firmatari, possiamo passare alla votazione dei due ordini del giorno.
Naturalmente, porremo in votazione prima l'ordine del giorno n. 729, "Nuova legge che regolamenti l'attività venatoria", di cui è primo firmatario il collega Pedrale.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 729, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: la legge regionale n. 70 del 1996 dopo oltre quindici anni dalla sua approvazione necessita di una corposa modifica per meglio adattarla alle mutate condizioni normative degli enti superiori e che nel corso degli ultimi anni l'evoluzione delle specie, dell'ambiente e della conseguente attività antropica hanno fatto sì che il territorio del Piemonte sia mutalo profondamente.
Considerato che: sembra ovvio che la legge regionale debba ritarare i suoi obiettivi e non ridursi solo alla definizione dei perimetri per lo svolgimento dell'attività venatoria ma allargare il suo spettro d'azione anche per quel che riguarda la valorizzazione del territorio sia in termini ambientali che turistici ed economici e che per poter fare questo è necessario creare un nuovo strumento legislativo e che è stato indetto per il 3 giugno 2012 un referendum abrogativo richiesto dal Comitato promotore con una raccolta firme del 1987.
Ritenuto che: il momento storico che stiamo vivendo imponga profonde riflessioni sull'impegno delle risorse pubbliche le quali vanno dosate con grande attenzione.
Tenuto conto che: il referendum è uno dei principali strumenti della vita democratica del nostro Paese ed uno dei diritti che garantiscono alla popolazione la possibilità di realizzare il pieno esercizio della partecipazione diretta,e che il referendum sulla caccia impone una spesa a carico del bilancio della Regione Piemonte di oltre 20 milioni di euro.
Rimarcato che: l'abrogazione dell'attuale Legge regionale eviterebbe il proseguimento di indizione della consultazione referendaria col conseguente notevole risparmio di risorse pubbliche.
Impegna la Giunta regionale A presentare entro trenta giorni dalla data di approvazione del presente atto ci indirizzo un disegno di legge in materia di attività venatoria che.
rispetto alla LR 70/1996, riduca le specie cacciabili, riduca il numero di domeniche in cui è consentita l'attività venatoria, riduca la possibilità di deroghe al divieto di caccia su terreno innevato e che nello specifico realizzi: una riduzione delle attuali 29 specie cacciabili a 24, con l'esclusione delle specie coniglio selvatico, gazza, cornacchia nera, cornacchia grigia e quaglia il divieto di caccia nel giorno della domenica dal 15 febbraio al 30 settembre di ogni anno, eccezion fatta per gli ungulati possibilità di deroga al divieto di caccia su terreno innevato solo per ungulati, volpe e zona Alpi.
A richiedere che il disegno di legge in materia di attività venatoria sia introdotto in modo prioritario nella programmazione dei lavori consiliari approvati ai sensi dell'articolo 13 del regolamento interno, non appena approvata la legge di bilancio di previsione 2012.
Si impegna a garantire un percorso istruttorio in commissione e in Aula attraverso il quale approvare il disegno di legge entro e non oltre sessanta giorni dalla data di assegnazione, e comunque non appena approvata la legge di bilancio di previsione 2012".
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Boniperti ha votato in senso contrario.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, essendoci più segnalazioni di voto, non...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, tanto il numero legale c'era, non è un problema di numero ripetiamo la votazione, non c'è l'equivoco legato al numero.
Pertanto, ripetiamo la votazione sempre sull'ordine del giorno n. 729.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 729.
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva perché gli astenuti si sommano ai voti contrari. Infatti, 12 più 12: 24; 20 a favore, tre non votanti, il numero legale è ampiamente valido.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, sarò brevissimo.
Chiedo l'intervento...



PRESIDENTE

Mi scusi, siamo in fase di voto.



RESCHIGNA Aldo

Va bene.



PRESIDENTE

Mi faccia terminare la votazione dell'altro ordine del giorno, poi le darò la parola senza problemi.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 734, "Una nuova legge che regolamenti l'attività venatoria", di cui è primo firmatario il Consigliere Stara.
Il numero legale è sempre 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 734, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: La legge regionale n. 70/96 dopo oltre quindici anni dalla sua approvazione necessita di una corposa modifica per meglio adattarla alle mutate condizioni normative degli enti superiori nel corso degli ultimi anni l'evoluzione delle specie, dell'ambiente e della conseguente attività antropica hanno fatto sì che il territorio del Piemonte sia mutato profondamente considerato che: è stato indetto per il 3 giugno 2012 un referendum abrogativo richiesto dal Comitato promotore con una raccolta firme del 1987 ritenuto che: il momento storico che stiamo vivendo impone profonde riflessioni sull'impegno delle risorse pubbliche che vanno dosate con grande attenzione tenuto conto che: il referendum è uno dei principali strumenti della vita democratica del nostro Paese ed uno dei diritti che garantiscono alla popolazione la possibilità di realizzare il pieno esercizio della partecipazione diretta e che il referendum sulla caccia impone una spesa a carico del bilancio della Regione Piemonte di oltre 20 milioni di euro ribadito che: l'abrogazione dell'attuale legge regionale eviterebbe lo svolgimento del referendum e il notevole risparmio di risorse pubbliche.
Impegna la Giunta regionale 1. A presentare entro il termine utile ad evitare il referendum un disegno di legge in materia di attività venatoria che rispetto alla l.r. 70/96: a. riduca le specie cacciabili dalle attuali 29 a 15 b. prescriva che le domeniche in cui è consentita l'attività venatoria dall'apertura della stagione fino al suo termine, siano domeniche alternate a partire dall'apertura dell'attività venatoria fino alla chiusura della stessa c. fissi il divieto di caccia su terreno innevato, con la sola deroga per gli ungulati.
2. A richiedere che il disegno di legge in materia di attività venatoria sia introdotto in modo prioritario nella programmazione dei lavori consiliari ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento interno, non appena approvata la legge di bilancio di previsione 2012.
Si impegna A garantire un percorso istruttorio in commissione e in Aula attraverso il quale approvare il disegno di legge che accolga senza modifiche quanto disposto al comma 1. lettere a), b) e c), entro e non oltre 30 gg. dalla data di assegnazione e comunque non appena approvata la legge di bilancio di previsione 2012".
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, sarò molto breve.
Questa mattina è successo un fatto politico gravissimo...



(Commenti in aula)



(Scampanellio del Presidente)



RESCHIGNA Aldo

Fate pure quello che volete, non me ne frega niente!



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, restiamo all'ambito utilizzando determinati termini. Prego.



RESCHIGNA Aldo

Non credo di essere stato volgare.
Chiedo l'immediato intervento in Aula del Presidente della Giunta regionale, per due ragioni fondamentali. Per quanto riguarda la prima, il Presidente della Giunta regionale è stato sconfessato in Aula dalla sua maggioranza! Sconfessato in Aula dalla sua maggioranza! Il Presidente della Giunta regionale e - aggiungo - il Presidente del Consiglio regionale si erano fatti garanti di una procedura: sono stati entrambi sconfessati in Aula dalla loro maggioranza! Così come è stato sconfessato in Aula, dal suo stesso Gruppo, il Capogruppo del PdL, Luca Pedrale, che in una recente riunione dei Presidenti dei Gruppi aveva detto: "Non sono disponibile a nessuna modifica all'ordine del giorno perché su quel testo vi è l'accordo totale di votazione da parte del mio Gruppo, altrimenti salta tutto". Si è visto qual era l'accordo totale! Allora, quanto avvenuto non è cosa di poco conto. Il fatto che un Presidente della Giunta regionale e un Presidente del Consiglio regionale, che si fanno garanti degli impegni contenuti vengono bocciati dalla maggioranza in Aula - vengono bocciati dalla maggioranza in Aula! - costituisce un fatto politico rilevantissimo che richiede un dibattito politico immediato all'interno del Consiglio regionale.
Vorrei aggiungere di più: questo voto rischia, oltremodo, di pregiudicare anche tutte le altre questioni legate all'articolo recentemente approvato dalla legge finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Cerco di trattenermi, perché qua siamo al delirio assoluto.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



CAROSSA Mario

Al delirio! Attenzione: qua va tutto bene, sparate contro il Presidente Cattaneo o contro il Presidente Cota. Ma se voi nella prima votazione avete dato la presenza, e poiché siete molto più esperti di me, visto che siete qua da dieci, quindici o vent'anni, sapete bene che con la presenza l'ordine del giorno passava, porca di una miseria! Passava! Se voi nella seconda votazione avete espresso l'astensione, sapendo benissimo che l'astensione equivale ad un voto negativo, che cosa mi vieni a dire!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



CAROSSA Mario

Che cosa vieni a dire!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



(Il Consigliere Reschigna e il Consigliere Carossa discutono animatamente)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.32 riprende alle ore 12.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consigliere Carossa, ha terminato l'intervento?



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, sì...



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
In gran parte dovrei ripetere le cose che ha evidenziato il Presidente Carossa, ma non lo faccio perché ho visto che queste argomentazioni hanno sollevato delle polemiche a mio avviso eccessive, hanno scaldato gli animi.
Come sempre, nelle cose ci vuole collaborazione, soprattutto su un tema così delicato e trasversale, sul quale abbiamo già verificato in Commissione quanto è stato difficile portarlo avanti all'interno dei rispettivi Gruppi, dove emergevano sensibilità diverse e dove, nella stessa Commissione, alcuni colleghi del PdL avevano già preannunciato una posizione diversa.
Certamente, se al posto dell'astensione ci fosse stata la sola presenza, l'esito sarebbe stato diverso.
Nel mio Gruppo alcuni Consiglieri hanno confermato la pozione già espressa in Commissione, altri nel frattempo l'hanno anche cambiata: ciascuno si assumerà le proprie responsabilità politiche.
D'altronde, come sapete, è un tema di "coscienza", consentitemi il termine.
Rilevo il risultato, che sicuramente non è insignificante, ma non drammatizzerei più di tanto l'esito di questo voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Scusate, ma questo lungo percorso in Commissione... Il Presidente Cota è venuto personalmente a parlare con tutti e ci ha messo la sua faccia! La sua faccia ci ha messo! Si è preso l'impegno, a nome di tutta la maggioranza, e questo è il risultato? Ma quale credibilità avete, non solo nei nostri confronti, ma nei vostri confronti! Ogni giorno dimostrate di vivere alla giornata e non garantisce più nulla neanche il Presidente Cota! Più volte in Commissione è intervenuto, dicendo: "Ma quali garanzie? Sono qui io a darvi le garanzie! Ma che cosa chiedete?". Quando noi vi abbiamo detto: "Guardate che questo tipo di ordine del giorno non garantisce nulla", lui ha risposto: "No, non è l'ordine del giorno che garantisce, è il Presidente che garantisce! È Cota che garantisce!".
Questo, oggi, lo avete sfiduciato!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Bene. Adesso c'è un altro ordine del giorno?



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) No, Presidente! Nessun altro ordine del giorno!



PRESIDENTE

Un attimo! Sono appena arrivato, Consigliere Reschigna. Un attimo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.38 riprende alle ore 12.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che alle ore 14.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo e l'Aula riprenderà i lavori alle ore 15.
Riceviamo una delegazione in Sala Viglione, che è già pervenuta, per cui chi è interessato può salire.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termina alle ore 12.39)



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