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Dettaglio seduta n.223 del 03/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Bresso Cantore, Casoni, Cota, Goffi, Leo, Montaruli, Sacchetto e Tentoni.
Il numero legale è 26.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 169, "Legge finanziaria per l'anno 2012", di cui al punto 3) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 125) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: L'articolo 19 è abrogato.
Non essendo presenti i Consiglieri firmatari, lo diamo per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 125), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il numero legale è 26.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il numero legale è 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Vignale, Tentoni Boniperti, Burzi: Dopo l'articolo 4 del disegno di legge regionale n. 169 - Legge finanziaria per l'anno 2012 - inserire il seguente articolo di legge: Articolo 20 bis (Modifica della legge regionale 19/2011) Alla lettera e) del comma 4 dell'articolo 3 bis della l.r. 10 ottobre 2011 n. 19 (Norme in materia di sostegno alle professioni intellettuali) vengono inserite le seguenti parole: "uno dei quali assume la carica di Vicepresidente".
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nella legge sul sostegno alle professioni intellettuali è stata prevista la costituzione di una Commissione, presieduta dalla Regione Piemonte, che ha come Vicepresidenti tre componenti delle libere professioni riguardanti le tre differenti aree tecniche, le tre differenti aree delle libere professioni.
Nella stessa Commissione, però, la legge include anche i soggetti datoriali, che esprimono sette componenti all'interno della Commissione, ma che non esprimono una Vicepresidenza.
Esiste, dunque, una disomogeneità tra la rappresentanza all'interno della Vicepresidenza della Commissione, da una parte, con gli esponenti delle libere professioni e, dall'altra, con gli esponenti del mondo datoriale.
Con quest'emendamento si chiede che uno dei sette esponenti che rappresentano il mondo dei sindacati delle professioni possa ricoprire la carica di Vicepresidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendoci ulteriori interventi, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 124) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: L'articolo 20 è abrogato.
Non essendo presenti i Consiglieri firmatari, l'emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 124), sul quale l'Assessore Sacchetto, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Solo per dire alla Presidenza di considerare il mio voto, non un voto di astensione, come appare (mi sono sbagliato ad esprimerlo), ma come presenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Ronzani.
Emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sacchetto: Dopo l'articolo (...) del disegno di legge n. 169 (Legge finanziaria per l'anno 2012), è inserito il seguente: "Art.
(Abrogazione della legge regionale 4 settembre 1996, n. 70) 1. La legge regionale 4 settembre 1996, n. 70 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", come modificata dalla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19, dalla legge regionale 6 agosto 2009, n. 22 e dalla legge regionale 11 luglio 2011, n.
10, è abrogata.
2. Gli atti adottati in attuazione della l.r. 70/96 conservano validità ed efficacia.
3. La Giunta regionale, sentito l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), adotta con proprio provvedimento il calendario venatorio e le disposizioni relative alla stagione venatoria nel rispetto dei vincoli e dei criteri stabiliti dall'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" e dell'articolo 11 quaterdecies comma 5 della legge 2 dicembre 2005, n. 248 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria".
4. Oltre a quanto previsto dalla legge 157/1992 è vietato: a) usare più di due cani per cacciatore e più di quattro cani per comitiva ad esclusione per la caccia al cinghiale e dei cani appartenenti ad una muta specializzata per i quali l'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) abbia rilasciato apposito brevetto di idoneità b) abbattere o catturare la femmina del fagiano di monte c) l'uso dei cani per la caccia di selezione agli ungulati, fatta eccezione per i cani da traccia, e per la caccia al cinghiale; e' facoltà della Giunta regionale consentirne l'uso in casi specifici d) causare volontariamente spostamenti della fauna selvatica al fine di provocarne la fuoriuscita da ambiti protetti e da zone di caccia riservata per scopi venatori e) usare fonti luminose atte alla ricerca della fauna selvatica durante le ore notturne, salvo i soggetti autorizzati f) esercitare l'attività venatoria senza autorizzazione all'interno delle aree a caccia specifica.
Oltre a quanto previsto dall'articolo 31 della legge 157/1992 e dalla vigente nonnativa in materia tributaria e sulle armi, le seguenti violazioni sono così sanzionate: a) abbattere o catturare la femmina del fagiano di monte: sanzione amministrativa da euro 500 a euro 3.000 b) cacciare senza licenza, per non averla conseguita: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 c) cacciare nelle ore notturne: sanzione amministrativa da euro 500 a euro 3.000 d) cacciare senza essere munito di tesserino venatorio rilasciato dalla Regione di residenza: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 e) cacciare a rastrello in più di tre persone: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 per ogni trasgressore f) abbattere o catturare capi di fauna selvatica in violazione dei limiti di carniere posti dal calendario venatorio: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 g) esercizio dell'attività venatoria per un numero di giornate superiore a quelle consentite: sanzione amministrative da euro 200 a euro 1.200 h) posta alla beccaccia e caccia da appostamento sotto qualsiasi forma al beccaccino: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 i) caccia di selezione agli ungulati in difformità alle disposizioni regionali: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 l) abbattimento di capo diverso per specie da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 m) abbattimento di capo diverso per sesso da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 150 a euro 600 n) abbattimento di capo diverso per classe da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 o) abbattimento di ungulato senza essere ammesso alla caccia di selezione: sanzione amministrativa da euro 800 a euro 4.800 p) effettuare in qualunque forma il tiro a volo su uccelli, al di fuori dell'esercizio venatorio salvo quanto disposto dall'art. 10, comma 8 lettera e) della legge 157/1992: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 q) mancato recupero dei bossoli delle cartucce da parte del cacciatore: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 r) allevamento di specie di fauna selvatica senza autorizzazione della Provincia: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200; la sanzione è triplicata nel caso si tratti di cinghiale o di specie alloctona s) produrre, vendere e detenere trappole per la fauna selvatica e reti da uccellagione senza autorizzazione, salvo che si tratti di strumenti di cattura autorizzati: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 t) addestrare o allenare cani di qualsiasi razza, o consentire che gli stessi vaghino liberi senza controllo o sorveglianza nelle campagne fuori dai tempi o dai luoghi consentiti: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600, la sanzione viene triplicata nelle zone di protezione e nelle zone di caccia privata u) usare più di due cani per cacciatore e più di quattro cani per comitiva ad esclusione per la caccia al cinghiale e dei cani appartenenti ad una muta specializzata per i quali l'ente nazionale cinofilia italiana (ENCI) abbia rilasciato apposito brevetto di idoneità: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 per ogni cane in più; v) prendere o detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica salvo le eccezioni indicate dall'articolo 21, comma 1, lettera o), della legge 157/1992: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 z) rimuovere, danneggiare o rendere inidonee al loro uso tabelle legittimamente apposte, tabellazione abusiva dei terreni in attualità di coltivazione, recinzione per bestiame al pascolo e fondi chiusi: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 aa) trasporto all'interno dei centri abitati e nelle zone ove è vietata l'attività venatoria, ovvero a bordo di veicoli di qualunque genere o nei giorni non consentiti per l'esercizio venatorio di armi da sparo per uso venatorio che non siano scariche e in custodia: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 bb) uso dei cani in violazione del comma 4, lettera c): sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 ce) esercitare la caccia senza autorizzazione all'interno delle aree a caccia specifica: sanzione amministrativa da euro 300 a euro 1.800 dd) violazioni delle disposizioni del calendario venatorio, della legge 157/92 e delle disposizioni del presente articolo non espressamente sanzionate: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200.
6. Le sanzioni amministrative di cui al comma 5 sono irrogate e introitate ai sensi della legge regionale Io luglio 2011 n. 9, dalle amministrazioni provinciali e sono utilizzate dalle stesse per interventi in materia faunistico-venatoria.
7. Le tasse di concessione regionale di cui ai numeri d'ordine 16 e 17 del titolo II della tariffa delle tasse sulle concessioni regionali approvata con decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230 vengono rideterminate come nell'allegata tabella A e si applicano a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo all'entrata in vigore della presente legge.
8. Le entrate derivanti dalle tasse di concessione regionale come determinate dalla tabella di cui al comma 7, ed introitate su appositi capitoli dell'UPB 0902, sono iscritte ai sensi della legge 11 febbraio 1992, n. 157 su capitoli di spesa, da istituire nell'UPB 11111, relativi alle materie inerenti la gestione faunistico-venatoria di seguito specificate: a) fondo regionale per il risarcimento da parte delle province dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole istituito ai sensi dell'art. 26 della legge 157/1992 b) fondo regionale per il risarcimento da parte degli ATC e CA dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole istituito ai sensi dell'art. 26 della legge 157/1992 c) fondo regionale per l'utilizzo dei terreni agricoli inclusi nel piano faunistico-venatorio, istituito ai sensi dell'articolo 10 della legge 157/1992 d) contributi per il perseguimento dei fini istituzionali da parte degli ATC e dei CA e) contributi alle province per interventi in materia faunistico-venatoria f) spese per il finanziamento di studi, ricerche, consulenze, indagini ed attività in materia faunistico-venatoria.
9. I singoli stanziamenti annuali nei capitoli su indicati vengono stabiliti con legge di approvazione del bilancio regionale."



TABELLA A

Titolo II caccia (vedi tabella allegata) Subemendamento rubricato n. 202) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Buquicchio e Lupi: L'emendamento 200 è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Questo emendamento mi sembra che abbia un contenuto chiaro. Noi con questo emendamento richiediamo l'abrogazione dell'emendamento rubricato n.
200), che è l'emendamento con il quale l'Assessore Sacchetto - penso in forma collegiale con la Giunta e la maggioranza - intende abrogare la legge n. 70/96 mantenendo tutti i provvedimenti e regolamenti che...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono, non si riesce a sentire nemmeno da qua! Inviterei i colleghi a prestare un po' più di attenzione.



BONO Davide

l'emendamento con cui l'Assessore Sacchetto intende abrogare la legge regionale 70/1996, la legge quadro sulla caccia, fatti salvi i regolamenti e i provvedimenti che ne sono discesi, creando una vacatio legis che dovrà essere riempita con una legge, i cui contenuti dovrebbero essere stati affidati ad un ordine del giorno che dovremmo approvare come ordine del giorno collegato alla finanziaria.
Mi sembra una ricostruzione abbastanza fedele alla realtà, anche se stiamo parlando di auspici da una parte, ma sappiamo che probabilmente l'andamento sarà lungo e accidentato e, affidandoci ad un ordine del giorno, non sappiamo assolutamente dove approderemo.
Il dato certo è che con questo si fa un golpe, un attentato alla democrazia. Una democrazia che viene regolamentata e sancita dall'articolo 1 della Costituzione, quindi l'articolo più importante, perché è il primo di una Carta Costituente ed è quello che sancisce un po' i contenuti fondamentali di una Repubblica, quando si dice: "La Repubblica italiana è fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
L'Assessore Sacchetto e tutti i colleghi della maggioranza e dell'opposizione sanno meglio di me, e anche il Vicepresidente Cavallera che la sovranità popolare si esercita tramite il voto e l'elezione di rappresentanti democraticamente scelti con le elezioni ogni cinque anni, se non cade prima il Governo, e tramite referendum che rappresentano le istanze di democrazia diretta, cioè l'esercizio della sovranità popolare puntuale, quando i cittadini decidono di esercitarla tramite la raccolta firme e le altre modalità che sono racchiuse nella Costituzione stessa per lo Stato e nello Statuto regionale per quanto riguarda la Regione Piemonte.
Ora, mi chiedo con quale faccia andiamo, o meglio andate, cioè le forze politiche che stanno mettendo in atto questo golpe, a dire: "Signori abbiamo scherzato, il nostro Statuto della Regione Piemonte non ha valore e il referendum non si può esercitare". Poi, Assessori Maccanti e Cavallera possiamo trovare i motivi che vogliamo: il costo, il quorum, la domenica d'estate che si va al mare, ma non è accettabile che si dica ai cittadini che il nostro Statuto della Regione Piemonte non è applicabile. Non è accettabile! Il nostro Gruppo consiliare non si renderà partecipe di questo oltraggio alla democrazia.
O diciamo che lo Statuto non conta e lo cancelliamo, e allora cancelliamo anche quello che è l'Ente (la Regione Piemonte) che si basa su questo Statuto; oppure ci assumiamo un minimo di responsabilità per darci credibilità e facciamo sì che vengano recepiti i quesiti referendari, in modo che decada in maniera regolare e democratica il referendum. In quel caso, la Regione Piemonte può dire: abbiamo recepito i quesiti referendari e il referendum non si fa più.
Vi ricordo che oggi è uscita sui giornali la lettera di Zagrebelsky cui accennava già il collega Stara, e che oltre ai profili amministrativi ci sono dei profili di responsabilità civile e penali, di cui sinceramente...
Non c'è il Presidente Cota ma risponderei, visto come ha risposto nella Conferenza dei Capigruppo, che non è una minaccia, non è un ricatto, perch non sarò certo io ad esercitare questa richiesta di risarcimento civile o penale, ma lo faranno sicuramente gli aderenti al Comitato promotore.
Mi riservo di intervenire successivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Siamo oggi all'epilogo di questa lunga battaglia iniziata molti mesi fa, forse più di un anno fa, con il tentativo di introdurre ad ogni occasione delle modifiche alla legge che regola la caccia in Piemonte.
Però oggi - e lo dico in modo molto pacato - ho ritenuto di firmare solo ed esclusivamente questo emendamento che hanno presentato gli amici del Movimento 5 Stelle perché siamo stati estremamente coerenti fin dall'inizio su una richiesta, che voi conoscete tutti.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge che rimarcava e rispecchiava appieno i quattro quesiti referendari e, nel momento in cui si è iniziato a parlare di "doveroso" risparmio di 22 milioni di euro per l'espletamento del referendum, abbiamo detto che l'unica via plausibile ed accettabile e non contestabile è quella di recepire i quattro quesiti.
Successivamente la maggioranza e la Giunta faranno quello che riterranno più opportuno fare, ma oggi come oggi non espletare il referendum è possibile, però solo recependo quei quattro quesiti. Quindi non c'è altro da dire e non c'è altro da firmare.
il motivo per cui altri colleghi oggi presenteranno ordini del giorno o altre cose. Mi sono rifiutato di apporre la mia firma su altri documenti e mi riserverò come votare e quali atteggiamenti tenere nei confronti di questo tentativo, definito dal Presidente Bono come un atto di estremo ed eccessivo vulnus nei confronti dell'espletamento democratico e di una democrazia diretta che non può, a fasi alterne, essere imbavagliata, a seconda di quando fa comodo, dalla democrazia rappresentativa, come diceva la collega Artesio alla riunione dei Capigruppo.
questo il motivo per cui abbiamo presentato l'emendamento di abrogazione della richiesta dell'Assessore Sacchetto coerentemente con quello che da sempre abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere fino in fondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Invito i colleghi a seguire un momento questo ragionamento, perché non tutti erano presenti alle riunioni dei Capigruppo, dove sono state esplicitate alcune considerazioni che hanno anche una valenza giuridica. E quindi su queste vi chiedo formalmente un po' di attenzione.
Mettiamo per un momento da parte il fatto che oggi la rappresentanza del Consiglio regionale tendenzialmente si scolla rispetto a quello che è il sentimento e l'opinione pubblica non solo in Piemonte ma in tutta Italia: l'ultimo sondaggio Ipsos assegna oltre il 70% non alla limitazione ma all'abolizione della caccia.
Tagliamo e facciamo una chiusura ed entriamo nell'argomento su come si intende superare questo quesito.
Abbiamo già detto che - in tal senso ho presentato un emendamento e un subemendamento al disegno di legge abrogativo - la forma migliore sarebbe ed è, l'accoglimento dei quesiti.
Tuttavia, mi voglio soffermare sulla modalità che ha presentato la Giunta con l'ordine del giorno dell'Assessore Sacchetto perché espone la Giunta, il Presidente Cota e anche i colleghi del Consiglio a grossi rischi. Vi spiego quali sono.
La legge regionale sul referendum, all'articolo 32, definisce le modalità di possibilità di superare il referendum. Voi avete presentato un emendamento abrogativo che ha, al suo interno, oltre al primo comma, tutti gli atti di attuazione successivi alla legge n. 70 del '96, per far sì che questi conservino la loro validità ed efficacia (dentro c'è il periodo di caccia, ecc.), addirittura un allegato che individua gli atti soggetti a tassazione come, ad esempio, le cifre che vengono indicate per la concessione alle aziende faunistiche.
Scusate se tiro in ballo anche gli Uffici ma, a mia formale richiesta ho chiesto se questa modalità rappresentava una semplice abrogazione o se invece, così fatta, si configurava come una modifica della legge regionale.
Vi leggerò poi alcune considerazioni di tipo legislativo che mi sono fatto arrivare ieri. Il testo così predisposto apre, e percorrerò questa strada con il Comitato, un immediato ricorso al TAR non a conclusione delle procedure per cui fra sei mesi rischiamo di vederci qui, ma un provvedimento immediato ed urgente in cui il TAR si esprimerà perché, alla fine, questo non è un emendamento abrogativo, ma una modifica della legge esistente.
Siccome la modifica della legge esistente, di fatto, introduce una nuova legislazione regionale che, addirittura, non coglie i quesiti referendari, ma va in senso opposto...
finito il tempo a mia disposizione. Proseguo nel prossimo intervento in discussione generale.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento in dibattito generale passiamo all'emendamento successivo.
Subemendamento n. 217) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti e Artesio: Subemendamento all'emendamento 200.
Il comma 1 dell'emendamento 200 è sostituito dal seguente testo: (Modifiche all'articolo 1 della l.r.4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) 1 .Al comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale .4 settembre 1996, n.
70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) le parole "alle Direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991, con i relativi allegati, della Convenzione di Parigi del 18 ottobre 1950, resa esecutiva con legge 24 novembre 1978, n. 812 e della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, n. 503" sono sostituite dalle seguenti: "alle Direttive comunitarie e alle Convenzioni internazionali in materia di tutela della fauna e dell'ambiente naturale".
Art. 2 (Modifiche all'articolo 13 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 1 dell'articolo 13 della l.r. 70/1996 dopo le parole "il venerdì" vengono aggiunte le seguenti: "e la domenica".
Art. 3 (Modifiche all'articolo 13 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 2 dell'articolo 13 della l.r. 70/1996 dopo le parole "il venerdì" vengono aggiunte le seguenti: "e la domenica".
Art. 4 (Modifiche all'articolo 13 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1 .Alla lettera c) del comma 5 dell'articolo 13 della l.r. 70/1996, le parole "con facoltà di sparo esclusivamente su fauna selvatica di allevamento appartenente alle seguenti specie: fagiano, starna, pernice rossa, germano reale e quaglia, nei periodi indicati dalle Province con il regolamento di cui al comma 6" sono sostituite dalle seguenti: "con divieto di sparo".
Art. 5 (Modifiche all'articolo 20 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 8 dell'articolo 20 della l.r. 70/1996 è così sostituito: " 8. Nelle aziende faunistico-venatorie e nelle aziende agri-turistico venatorie si applicano i limiti di carniere di cui all'articolo 46." Art. 6 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus)." Art. 7 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1 .Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " quaglia (Coturnix coturnix), tortora (Streptopeia turtur), beccaccia (Scolopax rusticola), beccaccino (Gallinago gallinago)." Art. 8 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1 .Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " c) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre, in base a piani numerici di prelievo approvati dalla Giunta regionale, salvo quanto disposto dall'articolo 15 della presente lege: pernice rossa (Alectoris rufa), starna (Perdix perdix)." Art. 9 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: "d) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio: cesena (Turdus pilaris), tordo bottaccio (Turdus philomelos), tordo sassello (Turdus iliacus), germano reale (Anas platyrynchos), colombaccio (Columba palumbus), cornacchia nera (Corvus corone), cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica), nonché la volpe (Vulpes vulpes) secondo piani numerici di prelievo." Art. 10 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " e) specie cacciabili dal 1° ottobre al 30 novembre, in base a piani numerici di prelievo proposti dai Comitati di gestione dei C.A. e approvati dalla Giunta regionale : pernice bianca (Lagopus mutus), fagiano di monte (Tetrao tetrix), coturnice (Alectoris graeca), lepre bianca (Lepus timidus);" Art. 11 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " f) specie cacciabili dal 1° ottobre al 30 novembre, in base a piani numerici di prelievo basati su censimenti qualitativi e quantitativi accertanti la densità e la composizione delle popolazioni, proposti dagli A.T.C, o dai C.A. e approvati dalla Giunta regionale: camoscio (Rupicapra rupicapra), capriolo (Capreolus capreolus), cervo ( Cervus elaphus), daino (Dama dama), muflone (Ovis musimon);" Art. 12 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 3 dell'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 è abrogato.
Art. 13 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 4 dell'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 è abrogato.
Art. 14 (Modifiche all'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 5 dell'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 è abrogato.
Art. 15 (Modifiche all'articolo 45 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 4 dell'articolo 45 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 è abrogato. Art. 16 (Modifiche all'articolo 45 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.A1 comma 6 dell'articolo 45 l.r. 4 settembre 1996, n. 70 le parole "per la definizione dei piani di prelievo" e "e dei piani di abbattimento selettivo" sono abrogate. Art. 17 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1 .Al comma 1 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole : "di cui un solo capo delle seguenti specie: fagiano di monte, coturnice, pernice bianca e lepre bianca, di otto capi delle specie migratorie di cui quattro tra palmipedi e trampolieri e non più di due beccacce" sono abrogate.
Art. 18 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole "camoscio, cervo, capriolo, muflone, daino: complessivamente un capo annuale" sono abrogate. Art. 19 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 è abrogata. Art. 20 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. La lettera d) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 è abrogata. Art. 21 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.
Alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole "coniglio selvatico" sono abrogate.
Art. 22 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 3 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 è abrogato. Art. 23 (Modifiche all'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1.11 comma 4 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 è abrogato. Art. 24 (Modifiche all'articolo 47 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1 .Al comma 1 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 le parole "e domenica" sono abrogate. Art. 25 (Modifiche all'articolo 47 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 2 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 le parole "e domenica" ovunque appaiono sono abrogate.
Art. 26 (Modifiche all'articolo 47 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Al comma 6 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 dopo la parola "venerdì" sono aggiunte le parole "e domenica".
Art. 27 (Modifiche all'articolo 49 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70) 1. Alla lettera 1) del comma 1 dell'articolo 49 della l.r.70/1996 le parole "fatta eccezione per la caccia al cinghiale ed alla volpe, i tetraonidi nella zona faunistica delle Alpi, agli ungulati oggetto di piani di prelievo selettivo e salvo quanto disposto dall'articolo 29" sono abrogate.
La parola al Consigliere Stara per l'illustrazione.



STARA Andrea

Di fatto, dicevo, la modifica all'abrogazione non è un'abrogazione, ma una modifica.
Vi prego di ascoltare la risposta di un legale, cui ho chiesto un parere.
"Per principio consolidato, risalente ad una sentenza delle Corte Costituzionale del '78, la sopravvenienza di una normativa formalmente abrogativa, ma nella sostanza modificativa della fonte sottoposta a referendum, può importare il blocco delle operazioni referendarie, solo se i principi della normativa sono diversi rispetto a quelli introdotti con la fonte, oggetto del referendum.
Se la modifica non si accompagna ad un mutamento di principi l'iniziativa referendaria si trasferisce alla fonte sopravvenuta. La Corte Costituzionale ha espresso il principio per cui, se l'intenzione del legislatore rimane fondamentalmente identica, malgrado le innovazione formali o di dettaglio che siano state apportate, la richiesta referendaria non può essere bloccata. Diversamente, la sovranità del popolo, attivata da quella iniziativa, verrebbe ridotta ad una mera apparenza.
Nel merito del provvedimento. Nel caso in cui una Regione abroghi una legge regionale da sottoporre a referendum, scegliendo di non disciplinare in via autonoma espressamente la materia con l'intenzione di richiamare pertanto, la vigente legge nazionale di riferimento - siamo in questo caso di tenore opposto e antitetico a quello perseguito dal Comitato del referendum, in realtà, la Regione modifica l'ordinamento regionale con la finalità di azzerare l'iniziativa referendaria".
Il riferimento è all'articolo 32 della nostra legge regionale che regolamenta il referendum. Vi prego di fare molta attenzione perché, a quattro mesi dalla discussione in Commissione, si vuole utilizzare un procedimento che, di fatto, giuridicamente, è molto discutibile ed è ricorribile per evitare l'espressione dei cittadini.
Questa modalità, a mio avviso, molto dubbia - non so chi l'abbia proposta degli uffici legali della Regione - e discutibile, guardate che sarà un boomerang. Voi vi prendete la responsabilità, il Presidente Cota e l'Assessore Sacchetto si prendono la responsabilità di attuare questa procedura! Vi chiedo che cosa succederà se il TAR dovesse accettare questo tipo di interpretazione, che vuol dire mantenere il referendum e non ricorso successivo nei mesi avvenire, ma ci sarà una valutazione che il TAR verificherà, sostenuta legalmente. Il rischio è che il TAR vi dirà: il referendum si farà lo stesso. A questo punto, andate a casa. Su questa questione, su come avete gestito tutta la partita, si dimostrerà e sarà svelato il tentativo pilatesco di scaricare la responsabilità, tentando di addossare la spesa dei 22 milioni di euro al Comitato o ad una parte delle forze politiche. Proprio per questo motivo, perché i ricorsi sono esplicitati, vi chiedo di valutare, invece, l'emendamento che abbiamo depositato che fa venire meno tutto il procedimento dei ricorsi e dà la possibilità alla Regione, successivamente, di prendere in mano la legislazione e di modificarla, attraverso il percorso del recepimento dei quesiti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO O



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Crediamo che la discussione rispetto agli emendamenti da noi presentati e rispetto all'emendamento abrogativo presentato dalla Giunta sia una discussione che sta avvenendo con una certa superficialità.
Si ritiene che questo sia un argomento addotto da una parte particolarmente estremista, quando invece il ragionamento, prima ancora che sul merito, riguarda la definizione della democrazia.
La superficialità con cui si sta affrontando una questione importante emerge dal fatto che questo referendum viene - se l'iter verrà confermato o annullato - considerato di nicchia, ma sappiamo che così non è, perch potrebbe riguardare qualsiasi altro argomento.
Prima ancora che nel merito, vorrei fare una considerazione sul fatto che una procedura democratica che un Consiglio e una Regione dovrebbe perseguire sia "monetizzata", sostenendo che quei milioni di euro possono essere spesi diversamente. Noi non eravamo insensibili a questo fatto, ma l'unica strada percorribile, ed è il senso della presentazione dei nostri emendamenti, era il recepimento dei quesiti referendari. Qualsiasi altra strada risulta essere discutibile, proprio per le considerazioni che man mano verranno fatte, quindi anche con i passi successivi che verranno fatti fuori dall'Aula, probabilmente non si farà altro che rimandare il referendum. Con una nuova legge, probabilmente, avremo di nuovo i quesiti referendari, quindi un rimando di responsabilità nel tempo.
Forse sarebbe stata ora che magari anche con una mancanza, da parte di Giunte precedenti, dell'intervenire nel merito, si fosse deciso di mettere fine a questo tipo di percorso, per lasciare all'Assemblea legislativa un intervento successivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Ancora una volta in quest'Aula, dopo averlo a lungo fatto in Commissione e alla Conferenza dei Capigruppo, ripropongo il ragionamento e la posizione inequivocabile che il gruppo della Federazione della Sinistra ha tenuto sulla vicenda, nel merito e nel metodo.
Nel merito. Quando si discuteva in sede legislativa, abbiamo sottoscritto con altri colleghi una serie di emendamenti che recepivano i quesiti referendari.
Nel metodo. Ancora nella riunione dei Presidenti di ieri mattina abbiamo sottolineato come non sia possibile bypassare la volontà popolare espressa attraverso la raccolta delle firme, che doveva legittimamente esprimersi attraverso la partecipazione alla consultazione referendaria.
Per ora, l'Amministrazione regionale, per iniziativa della Giunta - e il Consiglio chiamato oggi ad esprimersi - si vuole arrogare l'esercizio della sovranità popolare, dopo tanta retorica sulla democrazia diretta. In questo momento, in cui l'Assemblea legislativa non è l'unica titolare della volontà popolare, perché ci sono i quesiti referendari in essere, si arroga con superbia il diritto di rappresentare tutti.
una profonda violazione, quella che si sta compiendo in quest'Aula.
Una violazione dal punto di vista dell'esercizio delle nostre funzioni che come dicevo, tende ad arrogarsi prerogative che non sono più proprie; una furbizia istituzionale non suffragata da elementi sufficienti. L'unico modo con il quale si poteva evitare il ricorso al referendum era l'adozione dei quesiti referendari.
In ultimo, una particolare accelerazione anche nel modo con cui è scritto l'emendamento, che non possiamo che leggere come uno sfregio nei confronti delle altre culture che si sono manifestate, ma come un azzardo rispetto alla legittimità formale dell'emendamento che il Consiglio è chiamato a votare.
Ancora questo pomeriggio, quindi, non rinunciamo a rivolgerci ai colleghi del Consiglio ai quali, singolarmente e collettivamente, è in capo la responsabilità, per dire che esiste un'altra strada: l'adozione dei quesiti referendari, ed esiste, laddove non si addivenisse a questa soluzione, il ricorso al referendum. No l'abrogazione della legge 70.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sacchetto: Dopo l'articolo (...) del disegno di legge n. 169 (Legge finanziaria per l'anno 2012), è inserito il seguente: "Art.
(Abrogazione della legge regionale 4 settembre 1996, n. 70) 1. La legge regionale 4 settembre 1996, n. 70 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", come modificata dalla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19, dalla legge regionale 6 agosto 2009, n. 22 e dalla legge regionale 11 luglio 2011, n.
10, è abrogata.
2. Gli atti adottati in attuazione della l.r. 70/96 conservano validità ed efficacia.
3. La Giunta regionale, sentito l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), adotta con proprio provvedimento il calendario venatorio e le disposizioni relative alla stagione venatoria nel rispetto dei vincoli e dei criteri stabiliti dall'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" e dell'articolo 11 quaterdecies comma 5 della legge 2 dicembre 2005, n. 248 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria".
4. Oltre a quanto previsto dalla legge 157/1992 è vietato: a) usare più di due cani per cacciatore e più di quattro cani per comitiva ad esclusione per la caccia al cinghiale e dei cani appartenenti ad una muta specializzata per i quali l'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) abbia rilasciato apposito brevetto di idoneità b) abbattere o catturare la femmina del fagiano di monte c) l'uso dei cani per la caccia di selezione agli ungulati, fatta eccezione per i cani da traccia, e per la caccia al cinghiale; e' facoltà della Giunta regionale consentirne l'uso in casi specifici d) causare volontariamente spostamenti della fauna selvatica al fine di provocarne la fuoriuscita da ambiti protetti e da zone di caccia riservata per scopi venatori e) usare fonti luminose atte alla ricerca della fauna selvatica durante le ore notturne, salvo i soggetti autorizzati f) esercitare l'attività venatoria senza autorizzazione all'interno delle aree a caccia specifica.
Oltre a quanto previsto dall'articolo 31 della legge 157/1992 e dalla vigente nonnativa in materia tributaria e sulle armi, le seguenti violazioni sono così sanzionate: a) abbattere o catturare la femmina del fagiano di monte: sanzione amministrativa da euro 500 a euro 3.000 b) cacciare senza licenza, per non averla conseguita: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 c) cacciare nelle ore notturne: sanzione amministrativa da euro 500 a euro 3.000 d) cacciare senza essere munito di tesserino venatorio rilasciato dalla Regione di residenza: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 e) cacciare a rastrello in più di tre persone: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 per ogni trasgressore f) abbattere o catturare capi di fauna selvatica in violazione dei limiti di carniere posti dal calendario venatorio: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 g) esercizio dell'attività venatoria per un numero di giornate superiore a quelle consentite: sanzione amministrative da euro 200 a euro 1.200 h) posta alla beccaccia e caccia da appostamento sotto qualsiasi forma al beccaccino: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 i) caccia di selezione agli ungulati in difformità alle disposizioni regionali: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 l) abbattimento di capo diverso per specie da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 m) abbattimento di capo diverso per sesso da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 150 a euro 600 n) abbattimento di capo diverso per classe da quello assegnato nella caccia di selezione agli ungulati: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 o) abbattimento di ungulato senza essere ammesso alla caccia di selezione: sanzione amministrativa da euro 800 a euro 4.800 p) effettuare in qualunque forma il tiro a volo su uccelli, al di fuori dell'esercizio venatorio salvo quanto disposto dall'art. 10, comma 8 lettera e) della legge 157/1992: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 q) mancato recupero dei bossoli delle cartucce da parte del cacciatore: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 r) allevamento di specie di fauna selvatica senza autorizzazione della Provincia: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200; la sanzione è triplicata nel caso si tratti di cinghiale o di specie alloctona s) produrre, vendere e detenere trappole per la fauna selvatica e reti da uccellagione senza autorizzazione, salvo che si tratti di strumenti di cattura autorizzati: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 t) addestrare o allenare cani di qualsiasi razza, o consentire che gli stessi vaghino liberi senza controllo o sorveglianza nelle campagne fuori dai tempi o dai luoghi consentiti: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600, la sanzione viene triplicata nelle zone di protezione e nelle zone di caccia privata u) usare più di due cani per cacciatore e più di quattro cani per comitiva ad esclusione per la caccia al cinghiale e dei cani appartenenti ad una muta specializzata per i quali l'ente nazionale cinofilia italiana (ENCI) abbia rilasciato apposito brevetto di idoneità: sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300 per ogni cane in più; v) prendere o detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica salvo le eccezioni indicate dall'articolo 21, comma 1, lettera o), della legge 157/1992: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 z) rimuovere, danneggiare o rendere inidonee al loro uso tabelle legittimamente apposte, tabellazione abusiva dei terreni in attualità di coltivazione, recinzione per bestiame al pascolo e fondi chiusi: sanzione amministrativa da euro 100 a euro 600 aa) trasporto all'interno dei centri abitati e nelle zone ove è vietata l'attività venatoria, ovvero a bordo di veicoli di qualunque genere o nei giorni non consentiti per l'esercizio venatorio di armi da sparo per uso venatorio che non siano scariche e in custodia: sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.400 bb) uso dei cani in violazione del comma 4, lettera c): sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200 cc) esercitare la caccia senza autorizzazione all'interno delle aree a caccia specifica: sanzione amministrativa da euro 300 a euro 1.800 dd) violazioni delle disposizioni del calendario venatorio, della legge 157/92 e delle disposizioni del presente articolo non espressamente sanzionate: sanzione amministrativa da euro 200 a euro 1.200.
6. Le sanzioni amministrative di cui al comma 5 sono irrogate e introitate ai sensi della legge regionale Io luglio 2011 n. 9, dalle amministrazioni provinciali e sono utilizzate dalle stesse per interventi in materia faunistico-venatoria.
7. Le tasse di concessione regionale di cui ai numeri d'ordine 16 e 17 del titolo II della tariffa delle tasse sulle concessioni regionali approvata con decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230 vengono rideterminate come nell'allegata tabella A e si applicano a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo all'entrata in vigore della presente legge.
8. Le entrate derivanti dalle tasse di concessione regionale come determinate dalla tabella di cui al comma 7, ed introitate su appositi capitoli dell'UPB 0902, sono iscritte ai sensi della legge 11 febbraio 1992, n. 157 su capitoli di spesa, da istituire nell'UPB 11111, relativi alle materie inerenti la gestione faunistico-venatoria di seguito specificate: a) fondo regionale per il risarcimento da parte delle province dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole istituito ai sensi dell'art. 26 della legge 157/1992 b) fondo regionale per il risarcimento da parte degli ATC e CA dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole istituito ai sensi dell'art. 26 della legge 157/1992 c) fondo regionale per l'utilizzo dei terreni agricoli inclusi nel piano faunistico-venatorio, istituito ai sensi dell'articolo 10 della legge 157/1992 d) contributi per il perseguimento dei fini istituzionali da parte degli ATC e dei CA e) contributi alle province per interventi in materia faunistico-venatoria f) spese per il finanziamento di studi, ricerche, consulenze, indagini ed attività in materia faunistico-venatoria.
9. I singoli stanziamenti annuali nei capitoli su indicati vengono stabiliti con legge di approvazione del bilancio regionale."



TABELLA A

Titolo II caccia (vedi tabella allegata) Ha chiesto la parola l'Assessore Sacchetto per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione prevede l'abrogazione della legge n. 70 del 1996. Se è vero che il merito dell'abrogazione stessa è richiamato soltanto nel comma 1 dell'emendamento, è pur vero - anche per rispondere ad alcune dichiarazioni sulla lunghezza dell'emendamento - che i commi successivi cioè dal 3 in avanti, prevedono anche l'applicazione delle sanzioni e dei divieti, richiamati soltanto in termini generali dalla legge nazionale 157 del 1992.
Questo perché, nel momento in cui arriviamo ad appoggiare l'attività venatoria piemontese sulla norma nazionale, logicamente avevamo e abbiamo la necessità di meglio specificare queste due partite che riteniamo assolutamente importanti, anche e soprattutto in riferimento al fatto che la questione sanzioni e divieti va assolutamente richiamata, altrimenti si rischierebbe di generare situazioni di vuoto normativo.
L'emendamento, quindi, è stato studiato in maniera organica ed attenta rispetto agli aspetti giuridici legati alla materia.
Qui apro una parentesi, Presidente, chiedendole di poter apporre una lieve aggiunta a quello che è il comma 2, come vi ho anticipato poc'anzi proprio per rendere ancora più forte l'accortezza giuridica dell'emendamento stesso, il quale va appunto a richiamare - e tengo a precisare soprattutto all'interno del comma 3 - quello che prevede anche la norma nazionale, non soltanto in materia venatoria, ma anche e soprattutto in materia ambientale, ossia la questione legata al parere vincolante dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Sapete benissimo che all'interno dei perimetri previsti da leggi europee e nazionali, vi è questo vincolo, che noi abbiamo voluto richiamare all'interno di questo emendamento, anche per dare un senso rispetto alla nostra volontà, cioè di non creare un vuoto normativo, ma di trovare, nel merito della questione, una soluzione alla situazione venutasi a creare.
Oltretutto, all'interno dell'emendamento o, meglio, in allegato all'emendamento vi è la questione legata alla tassazione per l'attività venatoria che, voglio ricordare, prevede un forte aumento della tassa stessa, per garantirci la possibilità, con l'aumento degli introiti che deriveranno dall'aumento della tassazione in capo a coloro che svolgono attività venatoria, di avere risorse che oggi mancano, per poter ristorare i danni all'agricoltura, piuttosto che i danni derivanti dagli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Quindi, per iniziativa dello stesso Assessore firmatario abbiamo il seguente subemendamento rubricato n. 0200): "Il comma 2 dell'emendamento rubricato n. 200) è soppresso e sostituito dal seguente: "2. Gli atti adottati in attuazione della l.r. 70/96, come modificata dalle l.r. 19/2009, 22/2009 e 10/2011 nonché quelli adottati in attuazione della legge regionale 11 aprile 1995, n. 53 "Disposizioni provvisorie in ordine alla gestione programmata della caccia e al calendario venatorio" conservano validità ed efficacia.".
Emendamento rubricato n. 203) presentato dai Consiglieri Stara, Lupi Cerutti, Bresso e Artesio: emendamento al disegno di legge 169 (legge finanziaria): al capo II "Modifiche di leggi regionali" dopo l'art. "X" inserire l'articolo "X": art. (modifiche alla legge regionale 4 settembre 1996, n. 70) Al comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale .4 settembre 1996, n, 70 (Norme per ia protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) le parole "alle Direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991, con i relativi allegati, della Convenzione di Parigi del 18 ottobre 1950, resa esecutiva con legge 24 novembre 1978, n.
812 della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979, resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, n. 503" sono sostituite dalle seguenti: "alle Direttive comunitarie e alle Convenzioni internazionali in materia di tutela della fauna e dell'ambiente naturale".
Al comma 1 e 2 dell'articolo 13 della l.r. 70 dopo le parole "il venerdì" vengono aggiunte le seguenti: "e la domenica".
Alla lettera c) del comma 5 dell'articolo 13 della l.r. 70/1996, le parole "con facoltà di sparo esclusivamente su fauna selvatica di allevamento appartenente alle seguenti specie: fagiano, starna, pernice rossa, germano reale e quaglia, nei periodi indicati dalle Province con il regolamento di cui al comma 6" sono sostituite dalle seguenti: "con divieto di sparo".
Il comma 8 dell'articolo 20 della l.r. 70/1996 è così sostituito: " 8. Nelle aziende faunistico-venatorie e nelle aziende agri-turistico venatorie si applicano i limiti di carniere di cui all'articolo 46." Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus)." Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " quaglia (Coturnix coturnix), tortora (Streptopeia turtur), beccaccia (Scolopax rusticola), beccaccino (Gallinago gallinago)." Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " c) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre, in base a piani numerici di prelievo approvati dalla Giunta regionale, salvo quanto disposto dall'articolo 15 della presente lege: pernice rossa (Alectoris rufa), starna (Perdix perdix)." Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " d) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio: cesena (Turdus pilaris), tordo bottaccio (Turdus philomelos), tordo sassello (Turdus iliacus), germano reale (Anas platyrynchos), colombaccio (Columba palumbus), cornacchia nera (Corvus corone), cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica), nonché la volpe (Vulpes vulpes) secondo piani numerici di prelievo." Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " e) specie cacciabili dal 1° ottobre al 30 novembre, in base a piani numerici di prelievo proposti dai Comitati di gestione dei C.A. e approvati dalla Giunta regionale : pernice bianca (Lagopus mutus), fagiano di monte (Tetrao tetrix), coturnice (Alectoris graeca), lepre bianca (Lepus timidus);" 10. Al comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996 sono abrogate le seguenti parole: " f) specie cacciabili dal 1° ottobre al 30 novembre, in base a piani numerici di prelievo basati su censimenti qualitativi e quantitativi accertanti la densità e la composizione delle popolazioni proposti dagli A.T.C, o dai C.A. e approvati dalla Giunta regionale : camoscio (Rupicapra rupicapra), capriolo (Capreolus capreolus), cervo ( Cervus elaphus), daino (Dama dama), muflone (Ovis musimon);" 11.1 commi 3, 4, 5 dell'articolo 44 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 sono abrogati Il comma 4 dell'articolo 45 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 è abrogato.
Al comma 6 dell'articolo 45 l.r. 4 settembre 1996, n. 70 le parole "per la definizione dei piani di prelievo" e "e dei piani di abbattimento selettivo" sono abrogate.
Al comma 1 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole : "di cui un solo capo delle seguenti specie: fagiano di monte, coturnice, pernice bianca e lepre bianca, di otto capi delle specie migratorie di cui quattro tra palmipedi e trampolieri e non più di due beccacce" sono abrogate.
Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole "camoscio, cervo, capriolo, muflone, daino: complessivamente un capo annuale" sono abrogate.
Le lettere b) e d) del comma 2 dell'articolo 46 delle l.r. 70/96 sono abrogate.
Alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/1996 le parole "coniglio selvatico" sono abrogate.
18.1 commi 3 e 4 dell'articolo 46 della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 sono abrogati Al comma 1 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 le parole "e domenica" sono abrogate.
Al comma 2 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 le parole "e domenica" ovunque appaiono sono abrogate.
Al comma 6 dell'articolo 47 della l.r. 70/1996 dopo la parola "venerdì" sono aggiunte le parole "e domenica".
Alla lettera 1) del comma 1 dell'articolo 49 della l.r.70/1996 le parole "fatta eccezione per la caccia al cinghiale ed alla volpe, i tetraonidi nella zona faunistica delle Alpi, agli ungulati oggetto di piani di prelievo selettivo e salvo quanto disposto dall'articolo 29" sono abrogate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara per l'illustrazione; ne ha facoltà.



STARA Andrea

L'emendamento 203) recepisce i quesiti referendari.
L'invito che faccio è proprio che alla fine, se tutti quanti vogliamo trovare un punto alto di mediazione che eviti possibili ricorsi, abbiamo la possibilità di farlo. Abbiamo la possibilità di prenderci questo impegno, e avete voi in mano tutta la partita, perché se oggi recepite i quesiti referendari, potete calendarizzare immediatamente un percorso legislativo che vada a modificare la legge e che, attraverso un mantenimento sostanziale dei quesiti, intervenga in maniera organica.
Nell'emendamento, quindi, non c'è solo il recepimento dei quesiti referendari, ma tutto il blocco deciso in Commissione, legato all'impegno che il Consiglio e la Commissione si prendono nella calendarizzazione successiva in Commissione di approvare un provvedimento che, mantenendo sostanzialmente i quesiti, decide di approfondire meglio la materia.
La motivazione di questa presentazione è il fatto che noi pubblicamente, a fronte del subemendamento prima enunciato, facciamo capire all'opinione pubblica e ai cittadini che la responsabilità dei 22 milioni di euro non è in capo al Comitato o ad un integralista delle forze di minoranza che non vogliono trovare una mediazione.
Ricordo - per chi non fosse stato presente in Commissione - come il tentativo sia stato un finto tentativo.
Mi appello allora a tutti coloro che oggi, nel 2012, vedono come un tema fondamentale il domandarsi come sia possibile considerare un divertimento la morte di un animale.
Da una parte abbiamo visto le questioni giuridiche, dall'altra le questioni politiche, i punti di vista diversi e anche il sostegno da parte dei cittadini nei confronti dei percorsi di partecipazione democratica. Noi oggi in questo Consiglio diamo un segnale pessimo rispetto a tutte le 60.000 persone che hanno raccolto le firme, ma soprattutto - lo dicono i dati statistici - rispetto alla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica. Oggi la media di età dei cacciatori è di oltre 60 anni trovatemi dei cacciatori giovani! - e la percentuale dei cacciatori in Piemonte è in continua diminuzione.
Stiamo legiferando sul tema, in questo Consiglio, pensando alla tutela di una piccolissima minoranza in disprezzo della stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, italiana e piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Continuiamo a perorare la causa di superare l'emendamento che la Giunta ha voluto presentare - emendamento di abrogazione della legge n. 70 nell'illusione infondata di bypassare così il referendum, ma nello sprezzo dichiarato nei confronti dell'esercizio della democrazia, offrendo ai colleghi del Consiglio regionale un'altra opportunità: poiché questa è decisamente una materia trasversale dal punto di vista della sensibilità diversamente, non si sarebbero raccolte le firme, diversamente non si percepirebbe un clima che culturalmente ha già risolto un rapporto nei confronti dell'ambiente più favorevole di quanto la politica, in questa stanza, non voglia rappresentare - e sapendo quindi che le sensibilità sono personali, si cominci con lo sfatare una delle dichiarazioni che hanno tenuto banco in queste ultime due settimane.
In Aula, e anche sui mezzi di informazione, abbiamo sentito il Presidente della Regione dichiarare di volere evitare la spesa referendaria e che per farlo c'era un'unica possibilità: abrogare la legge regionale di riferimento. Questo non corrisponde al vero e quanto sto dicendo è incontestabile: non c'è un'unica possibilità, c'è possibilità - laddove si volesse evitare il ricorso al referendum - di acquisire esattamente i quesiti referendari. E tutti i colleghi del Consiglio sanno benissimo che la Commissione di garanzia si sarebbe espressa favorevolmente su questa materia; mentre ben altre difficoltà avrebbe incontrato se si fosse dovuta misurare con una legge redatta negli ultimi minuti, in maniera ambigua, che cercasse di tenere i piedi in troppe scarpe.
Ora, quindi, ritorniamo a invitare i colleghi del Consiglio: c'è un emendamento che vi invita ad acquisire i quesiti referendari; in base alla coscienza individuale, ricorrete a questa, che è davvero un'opzione praticabile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei ancora riflettere e portare delle considerazioni sul metodo. Con questo emendamento, infatti, noi riproponiamo l'unica strada percorribile per non arrivare al referendum, ricordando che invece l'emendamento alternativo - quello appena illustrato dall'Assessore Sacchetto - era già stato proposto in Commissione all'inizio di gennaio, dove c'era stata una sollevazione di parecchi Consiglieri perché era stato considerato un blitz: un blitz democratico, in quanto in quel momento si era ritenuto giustamente e noi continuiamo a ritenerlo - che quella non potesse essere la strada e che si sarebbe determinato un vuoto.
In realtà, poi l'Assessore è andato ad arricchire l'emendamento superando la mera abrogazione e introducendo altri elementi. Diventa quindi anche discutibile, da questo punto di vista, ciò che la Regione si appresta a fare. In realtà, però, l'Assessore ripropone quell'emendamento che aveva già presentato in Commissione - tra l'altro neanche subito illustrato - e che poi aveva tenuto nel cassetto, probabilmente perché questa è sempre stata la sua strada. Da gennaio siamo arrivati ai primi di maggio e l'emendamento viene riproposto proprio perché non si sa quale altra strada percorrere. In realtà, forse, da parte dell'Assessore e di alcune parti della maggioranza questo è sempre stato l'intendimento: un intendimento che però non è condivisibile dal punto di vista democratico e dal punto di vista dei contenuti.
già stato ricordato - lo ricorderemo ancora negli interventi successivi - che l'opinione pubblica esterna maggioritaria purtroppo non dà ragione all'Assessore Sacchetto. Vorrei solo richiamare - visto che noi abbiamo come riferimenti la TV e altri opinion maker - soltanto l'intervento di Luciana Littizzetto, domenica sera, a Che Tempo che fa.



PRESIDENTE

Bene, Grazie.
Passiamo al dibattito generale, per il quale il primo iscritto a parlare è il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Cosa fa un'opposizione quando vuole bloccare un provvedimento della maggioranza, in particolar modo non avendo noi utilizzato - ahimè l'articolo 69 del Regolamento? Presenta alcune centinaia di subemendamenti all'emendamento abrogativo della legge n. 70.
Gli emendamenti presentati da coloro i quali denunciano lo scippo della democrazia sono due: due! Perché sono due? Perché verosimilmente il sottoscritto è più referendario di chi si spaccia per esserlo. Oggi infatti, i referendari sanno che davanti a sé hanno due vie.
La prima è quella della celebrazione del referendum, cosa che, se non ci avessero lasciato una situazione di bilancio così dissestata - o meglio, se non ci trovassimo in tale situazione - io perseguirei: con lo svolgimento del referendum si metterebbe una pietra tombale su chi pensa di essere interprete della volontà dei piemontesi e rispetta le norme; perch le norme che questa Regione si è data prevedono, come quelli nazionali, che il referendum sia valido se il 50% più uno degli aventi diritto al voto ha partecipato alla consultazione.
Visto che però sapete che andreste incontro ad una sconfitta certa e che secondariamente - vi accollereste la responsabilità politica della spesa dei 22 milioni di euro, avete presentato - lo risottolineo - due subemendamenti per bloccare l'emendamento abrogativo.
Tutto si può fare in politica, infatti, ma non si può fare gli anti caccia e i pro-caccia: se si è anti-caccia e si blocca quello che si ritiene uno scippo alla democrazia - e poi dimostreremo che non è così - e al tempo stesso essere fieramente referendari e fieramente contrari alla caccia...



(Scampanellio del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Presidente, sto intervenendo congiuntamente sui tre emendamenti.



PRESIDENTE

Lei ha due minuti, sull'articolo e sugli emendamenti. Se però deve dire ancora qualcosa, la lascio terminare.



VIGNALE Gian Luca

Visto che alcuni colleghi hanno parlato quattro minuti per ciascuna illustrazione...



PRESIDENTE

Sì, il primo firmatario ha tre minuti e ha debordato un po'. Per prego, vada avanti.



VIGNALE Gian Luca

Finisco in fretta, ripetendo che non si possono recitare le due parti in commedia: fare i referendari e dall'altra parte fare quelli che speculano, non avendo il consenso elettorale, su quella che sarà una dinamica che andrà avanti: non vinciamo alle urne, proviamo a vincere con la carta bollata.
L'aspetto, però, è evidente ed è noto a tutti: l'opposizione che vuole bloccare una legge, come più volte avete dimostrato, presenta centinaia di emendamenti. Quando il Piano Socio Sanitario aveva le ASO e le ASL, ne avete presentati 500! Adesso, o vi si è rotta la penna o il referendum non lo volete fare! Questa è speculazione politica.
più corretto il sottoscritto, che presenta una proposta di legge insieme a molti altri colleghi, in tono differente rispetto a quello referendario, che la sostiene e la vota in Commissione e che poi, per dovere di patria nei confronti dei piemontesi, dice: "Risparmiamo 22 milioni di euro e ci rimetteremo a discutere per fare una nuova legge".
Questa è una posizione coerente! Può essere attaccata, ma è coerente.
La vostra è pura demagogia elettorale - questa è - non una cosa di più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Chiedo scusa, Presidente, vale per me, ma anche per gli altri colleghi: stiamo affrontando un tema delicato e visto che avremmo la possibilità di parlare due minuti sul complesso delle questioni, credo che sia...



PRESIDENTE

Prego, prego.



RESCHIGNA Aldo

Lo dicevo anche per il collega Vignale.
Come Gruppo, non siamo abituati a nasconderci dietro un dito. Nelle settimane scorse abbiamo raccolto un appello presentato dalle associazioni ambientaliste e animaliste a livello nazionale, che chiedeva un intervento legislativo teso a modificare la legge regionale n. 70 verso l'accoglimento di alcuni dei temi posti dai quesiti referendari, allo scopo di evitare nelle condizioni di difficoltà, la consultazione referendaria.
Abbiamo promosso un'iniziativa politica all'interno di questo Consiglio regionale che - lo voglio ricordare - si fondava su tre temi fondamentali: cercare una soluzione che evitasse la consultazione referendaria, nella consapevolezza - lo ribadisco in questa sede - di affrontare un tema delicatissimo, quale quello del diritto di partecipazione, da parte della comunità piemontese, nei confronti di scelte legislativa importanti; che venissero ritirate tutte le proposte di legge che erano state depositate che ci fosse un documento politico molto chiaro votato dal Consiglio regionale che segnasse nei contenuti (quindi non sul piano delle affermazioni generiche o dei principi generali) le scelte concrete cui doveva attenersi una nuova legislazione regionale in maniera venatoria.
Giusto per essere chiari e per non prendere in giro nessuno, la nuova legislazione regionale in materia venatoria doveva rappresentare un nuovo punto di equilibrio tra le esigenze di tutela ambientale, paesaggistica e di rispetto degli animali, e un intervento in termini di equilibrio ambientale. Dico questo nella consapevolezza che il Piemonte, già con la legge regionale n. 70, rappresenta, rispetto ad altre Regioni e alla legislazione nazionale vigente, un punto più avanzato rispetto alla situazione raggiunta da altre Regioni.
Abbiamo cercato di dare concretezza a questo obiettivo. Non ci siamo riusciti, lo dico molto francamente.
Non ci siamo riusciti perché abbiamo avuto, nei giorni scorsi, la chiara consapevolezza di come, su questa materia, le posizioni oltranziste erano evidenti. Per una settimana, l'Assessore regionale Sacchetto continuava a presentare, all'interno della III Commissione consiliare ordini del giorno che dovevano ispirare la nuova legge regionale ma che non facevano altro che "scimmiottare" la legge regionale vigente. Questo non è un modo serio di affrontare i problemi.
Voglio ricordare le quattro versioni che portavano a definire la proibizione dell'attività venatoria nelle giornate di domenica, sempre con date antecedenti l'apertura della caccia.
Voglio rammentare, altresì, che nell'ultimo documento non è stato affrontato il tema dell'attività venatoria in zone innevate.
Inoltre, anche la tematica relativa alla riduzione del numero delle specialità è affrontata, dal nostro punto di vista, in modo insufficiente.
Per queste ragioni, noi non condividiamo questa scelta: non abbiamo le garanzie che alla fine di questo percorso la Regione Piemonte possa dotarsi di una legislazione regionale in materia venatoria più avanzata rispetto alla legislazione attuale.
Dal nostro punto di vista, ci sono e permarranno, all'interno del dibattito successivo, posizioni oltranziste tese a non costruire un punto di equilibrio. Noi non possiamo accettare una posizione siffatta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Finalmente siamo all'epilogo di questa tormentata vicenda: lo dico quasi con un senso di liberazione, perché abbiamo dedicato davvero fin troppo tempo ad un argomento su cui i piemontesi ci hanno guardato e giudicato anche in maniera negativa. Vi garantisco che la stragrande maggioranza dei piemontesi non riesce a capire perché si debba indire un referendum che quasi sicuramente non raggiungerà il quorum e che costerà ben 22 milioni di euro. In altri periodi, probabilmente l'opinione pubblica sarebbe stata più tollerante nei nostri riguardi, ma oggi non è così. Non lo dico per retorica, ma sapete quali sono le condizioni in cui vive il nostro Paese e la nostra Regione, con la crisi economico-finanziaria e le difficoltà di tutte le famiglie a difendere i propri redditi.
Allora, sentire che si sprecano 22 milioni di euro in questo particolare momento storico della vita politica e sociale piemontese ferisce e colpisce.
Noi, come maggioranza e come Giunta, abbiamo cercato di conciliare le esigenze tra chi era a favore della caccia e chi era contrario, portando avanti un ordine del giorno presentato dal Presidente Cota che riteniamo equilibrato; è un ordine del giorno che, magari, dal vostro punto di vista sembrerà insufficiente, ma vi garantisco che anche in "casa nostra" ha creato dei problemi per presentarlo e giustificarlo a quella parte di opinione pubblica a noi vicina che, invece, è decisamente favorevole alla caccia. Ma noi, di fronte alla possibilità di evitare uno spreco di 22 milioni di euro, abbiamo preferito anche perdere qualche voto, ma, con senso di responsabilità, cercare di destinare tali risorse a finalità sicuramente più utili, più importanti e più significative.
Se riusciremo ad evitare questo referendum, il nostro Gruppo ha già presentato una richiesta perché questi soldi vengano destinati soprattutto alle politiche sociali, all'assistenza sociale, agli anziani non autosufficienti, ai malati di Alzheimer, ai disabili; insomma, a un comparto che sappiamo avere sempre più bisogno di risorse nella nostra Regione.
Tra l'altro, siamo rimasti delusi, perché nonostante le grandi e fin troppe discussioni che abbiamo tenuto in III Commissione, e dopo avere cercato di redigere un ordine del giorno equilibrato, qualche giorno fa ci sono state chieste anche delle garanzie politiche in tal senso. Ebbene, le abbiamo fornite: abbiamo scritto su questo ordine del giorno che una volta abrogata la legge n. 70 e approvata la legge finanziaria e il bilancio, la Giunta regionale immediatamente avrebbe preparato una nuova legge regionale sulla caccia e l'avrebbe portata in Commissione.
Noi ci siamo impegnati con senso di responsabilità in questa direzione ma la risposta deludente, dopo tanti bei discorsi, è che tutto ciò non è sufficiente. Addirittura qualcuno paventa o annuncia già ricorsi amministrativi, perché non accetta la dialettica e la battaglia politica ma cerca strade alternative per far valere le proprie ragioni. Noi non siamo di questo avviso, pertanto anticipo il nostro voto favorevole all'abrogazione della legge n. 70/1976 proposta con l'emendamento dell'Assessore Sacchetto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, collega Cattaneo.
Innanzitutto, do una risposta al collega Vignale in merito a quanto ha detto, perché, sinceramente, o io non ho capito o qualcosa sfugge al Consigliere Vignale. In merito alla frase che ha detto ("il referendum lo perdete"), guardi, collega Vignale che non si tratta di una divisione in partiti, ma di cittadini che devono andare ad una consultazione referendaria, perché lo dice lo Statuto e lo dicono le leggi.
Non è che il referendum lo perde il PD o il Movimento 5 Stelle o i Verdi Verdi. Si tratta di comprendere questa sottile differenza. Anche con l'intervento precedente, ho provato con i miei scarsi mezzi a spiegare questa differenza fondamentale, per fare intendere che un conto è il dibattito partitico, che può essere all'interno di un'Aula, un altro è costituito dal dibattito e dai diritti dei cittadini, che sono inalienabili e incomprimibili. Questo è un dato di cui dobbiamo tenere conto, non possiamo con un colpo d'artificio legislativo fare saltare, come ho detto prima, la base della nostra Costituzione, almeno a questo proprio non ci sto.
Saluto il Presidente Cota, che vediamo oggi tra di noi.
Buongiorno! Come sta? Sta bene?



PRESIDENTE

Si rivolga alla Presidenza, per favore.



BONO Davide

Grazie.
Volevo solo salutarlo, perché non lo si vede mai, me lo chiedevano anche ieri.
Presidente, solo per richiamare la sua attenzione, perché so che ha molto da fare, innanzitutto, lei sa che il referendum si terrà comunque il prossimo anno? Ne è consapevole? Infatti, il giorno dopo in cui verrà promulgata la nuova legge l'ordine del giorno è praticamente identico alla legge che vi apprestate ad abrogare! - i quesiti referendari resusciteranno e torneranno ad essere vigenti. Almeno questa è l'interpretazione più diffusa che ho sentito.
Quindi, noi stiamo posticipando il problema di un anno.
Allora, mi chiedo se lei ha dati da parte dell'Assessore Quaglia, per cui, tra un anno, avremo questi 22 milioni di euro che il Consigliere Pedrale ha detto che destineremo al socio-assistenziale - usandoli come una clava: da una parte, la democrazia e, dall'altra, i servizi ai cittadini.
Quindi, avremo questi soldi - tra l'altro, era un mutuo - per cui il prossimo anno lo celebreremo oppure il prossimo anno, di nuovo, rifaremo un altro emendamento abrogativo? Questa è la prima domanda che le rivolgo.
In secondo luogo, lei è a conoscenza del fatto che il Comitato promotore - non noi, di nuovo rispondo al Consigliere Vignale intraprenderà delle azioni in cui chiederà un risarcimento dei danni, un risarcimento civile...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BONO Davide

Mi dia ancora un attimo, Presidente.
Quindi, rischieremo di dovere pagare una parte di quei 20 milioni, che dovremo risparmiare per poi dover fare il referendum il prossimo anno, con magari, ulteriori costi, perché ci sarà l'IVA al 23%? Sono due domande fondamentali.
Non concepisco sentir parlare di spreco quando si discute di democrazia: l'ho già detto tante volte in Conferenza dei Capigruppo e in Commissione, altrimenti un domani ci verrà detto che non faremo neanche le elezioni perché costano.
In conclusione, visto che ieri ha parlato di minaccia, di ricatti, di qualcuno che citava una lettera, che poi che è stata pubblicata, del Presidente emerito della Corte Costituzionale Zagrebelsky - non è una minaccia e non è un ricatto, perché c'è l'articolo 122 della Costituzione che tutela le opinioni e i voti espressi durante la loro funzione da parte dei Consiglieri regionali - vorrei solo leggerle l'articolo 294 del Codice Penale, intitolato "Attentati contro i diritti politici del cittadino".



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



BONO Davide

L'articolo 294 del Codice Penale recita: "Chiunque con violenza minaccia o inganno - sottolineo "inganno" - impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni".
Penso che questa sarebbe la pena che dovrebbe essere comminata a chi vota questo scandalo di emendamento! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "V. Agnelli" di Torino


PRESIDENTE

A nome dell'Assemblea e mio personale, desidero salutare i ragazzi della Scuola primaria "Virginia Agnelli" di Torino, classe V B, e le insegnanti che li accompagnano, ringraziandoli per la visita: stiamo trattando la legge finanziaria, grazie e benvenuti.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2012" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori sul disegno di legge n. 169.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Come sempre, sulle questioni che, almeno per me, sono di principio cerco di assumermi delle responsabilità, quanto meno ci provo.
Personalmente, in linea di principio, ho sempre avuto una posizione contraria alla caccia, me ne sto convincendo sempre di più anche in questi frangenti.
Siamo in presenza di una vicenda referendaria che dura da moltissimi anni e la cultura contraria alla caccia si è sviluppata sempre di più soprattutto da parte dei giovani. Le ragazze che ereditavano le pellicce delle madri o delle zie o che le scorgevano nelle vetrine, anni fa manifestavano e, oggi, rifiutano assolutamente - lo dico con certezza perché ho un'attività che si occupa anche di queste cose - di indossare dei cadaveri. Questa è la sensazione dei giovani.
In un mondo in cui tutto si rottama, nel senso che una donna con più di cinquant'anni è considerata una persona che invecchia e, anche se ha una grandissima esperienza, una persona di una certa età è da rottamare l'unica cosa - lo dico con rispetto per le persone, questo è evidente - che non rottamiamo sono i cacciatori, che rappresentano una realtà antistorica che assolutamente non avrà uno sviluppo nel futuro.
Veniamo a noi. Sono d'accordo che si debbano e si possano risparmiare queste risorse, però, nel momento in cui è stata assunta questa decisione ripeto: concordo sul fatto che non si debbano spendere queste risorse così ampie, perché, effettivamente, potrebbero essere spese diversamente e bene sarebbe stato corretto sviluppare un rapporto con il mondo referendario con il comitato referendario e avviare una trattativa che recepisse il contenuto di un diritto. Altrimenti, dal mio punto di vista, che è anticaccia, otteniamo due risultati negativi: innanzitutto, una legge che probabilmente, sarà ancora meno condivisibile; in secondo luogo precludiamo un po' un diritto senza dare garanzie di merito.
Mi sento di esprimere queste parole, il tempo è scaduto ed è per questa ragione che credo sia meglio avere una posizione netta e votare contro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, solo per dichiarare che il Gruppo della Lega Nord voterà a favore di questo emendamento.
Dico la verità: non ho le certezze che ho sentito manifestare in quest'aula, né da una parte né dall'altra. Non ho la fortuna di avere queste certezze. Non so cosa capiterà nella fattispecie del referendum se venisse raggiunto il quorum o meno. Non so - non ho le capacità, faccio umilmente e a malapena il Consigliere regionale - se non viene fatto quest'anno, se verrà rifatto il prossimo anno, ma voglio dire che è un diritto-dovere di un'assemblea legislativa fare e abrogare leggi. Questo è sacrosanto; dopodiché, chiunque può fare tutti i ricorsi che ritiene, ma è diritto-dovere di una persona eletta in un'Assemblea legislativa fare o abrogare leggi. Questo è un dato fondamentale, invito tutti quanti a tenerlo presente.
Dopodiché, molto brevemente, voglio dire che anche al nostro interno come Gruppo, ci sono diverse sensibilità - ha detto bene la collega Spagnuolo prima - perché su questi argomenti le sensibilità sono diverse dappertutto.
Poi, ad un certo punto, noi, come partito e come movimento, abbiamo deciso di seguire una linea: abbiamo messo su un piatto della bilancia la questione. Potete dire che non è importante, però noi la riteniamo molto importante: quella del risparmio di circa 22 milioni di euro. In questo momento riteniamo che sia non dico fondamentale, ma assolutamente importante. Abbiamo ritenuto, magari a torto, magari sbagliando, che in questo momento sia il dato più importante. Quindi, proprio per quello stiamo perseguendo questa strada per cercare di evitare questo referendum.
Mi dispiace solamente una cosa. Abbiamo cercato - penso che diversi Consiglieri, sia di una parte che dell'altra, possono essere testimoni di quello che è stato fatto - di trovare una mediazione. Diventa sempre molto difficile, quando si è in una maggioranza in cui la maggior parte delle espressioni sono più a favore (non dico pro caccia o anti caccia, perch non mi piace) della caccia, convincere la propria maggioranza che bisogna fare dei passi indietro, eppure abbiamo cercato di fare questo.
Mi dispiace che la proposta di ordine del giorno non sia sta deliberata con una più ampia maggioranza, perché, sono sincero, non pensavo che sarebbe stata deliberata all'unanimità, ma almeno con una maggioranza un po' più ampia. Abbiamo cercato fino all'ultimo di venire incontro il più possibile alle richieste e alle esigenze - uso un termine che non mi piace delle posizioni differenti.
E anche sul discorso delle salvaguardie, della possibilità che sia garantito che, successivamente, venga fatta la legge, oltre (qualcuno potrà dire che vale poco, ma secondo me, vale tanto) ad un accordo a livello politico assicurato dal Presidente della Giunta e dal Presidente del Consiglio, c'è anche scritto che entro determinati giorni la Giunta deve presentare un testo di legge che entro determinati giorni deve essere approvato.
Ritengo che queste siano garanzie valide. Poi, uno può dire tutto e il contrario di tutto. Invito ancora a riflettere su questo passaggio perch se noi riuscissimo, con molta convinzione, ad essere d'accordo su questo argomento con la più ampia maggioranza possibile, ritengo che faremmo un buon servizio per i piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ho molta attitudine a ripetere sempre le stesse cose, perché mi sembra quasi uno schiaffo all'intelligenza di chi mi ascolta. Però, voglio seguire il ragionamento del Consigliere Carossa, proprio per fare un paio di riflessioni.
Quando le problematiche attengono a sensibilità diverse, svariate quando le problematiche attengono e derivano da culture diverse, quando le problematiche attengono a una visione diversa della vita e quindi attengono alla coscienza di ognuno di noi, ritengo si debba utilizzare una prudenza maggiore rispetto al tentativo di soluzione di questioni meramente tecniche. E il problema della caccia attiene a tutte le cose che ho detto prima.
il motivo per cui penso che quella prudenza avrebbe dovuto indurre sin dall'inizio coloro che sono responsabili di governo e di procedimento su questo argomento ad adottare semplicemente due vie: o la scelta del referendum o quella della possibilità di evitarlo per tutte le motivazioni che sono state addotte, condivisibili o meno, semplicemente recependo i quesiti. Ed era facile, perché era stata presentata da noi una proposta di legge, già un anno fa, che recepiva esattamente quei quesiti.
Ripeto, questo non avrebbe comportato nessuna sconfitta politica per nessuno, ma sarebbe stata una saggia scelta per scongiurare ed evitare quelle conseguenze anche di carattere giuridico paventate da molti in Aula e sulle quali non voglio soffermarmi. È il motivo per cui il voto non potrà che essere convintamente contrario, non solo per esimersi da responsabilità di qualsiasi natura su questa scelta, ma perché coerente con tutto quello che abbiamo detto e ripetuto tantissime volte su questo argomento.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ci sono delle belle favole antiche che, per raccontare le caratteristiche dell'animo umano, impiegano come soggetti e come protagonisti gli animali. C'è n'è una in particolare che mi piace raccontare in questa sede, quella di Fedro dell'agnello e il lupo.
In quella fattispecie, volendo il lupo compiere un oggettivo sopruso cerca in ogni modo di imputare all'agnello la complicità o la responsabilità di dover inevitabilmente diventare vittima. E non riuscendo a trovare nessuna ragione per la quale quell'agnello non potesse brucare e attraversare il ruscello, arriva ad inventarne di ogni genere: "Hai parlato male di me!"; "Sei mesi fa parlasti male di me!"; "Ma non ero ancora nato!"; "Tuo padre parlò male di me!".
Ebbene, questa fattispecie è quella per cui coloro che sanno coscientemente di compiere qualche cosa che non corrisponda al rispetto degli interlocutori accusano gli interlocutori di essere complici. È quello che abbiamo sentito fare in Aula, quando l'opposizione, quell'opposizione che, in Commissione e ancora oggi, ha sostenuto di fronte al Consiglio la necessità di una scelta diversa, si è sentita accusare di essere persino complice.
Vedete, quel che sfugge ai colleghi come il Consigliere Vignale è che qui non c'è nessuno che è proprietario esclusivo dell'espressione della volontà popolare. Non c'è in quest'Aula chi ci si può sostituire, non c'è nemmeno un comitato referendario che possa scendere a patti, c'erano soltanto alcune condizioni da rispettare dopo decenni di un percorso compiuto.
Le condizioni da rispettare erano: acquisire i quesiti referendari, o andare al referendum. Punto! Ed è questo che con la semplicità di due emendamenti noi sottoponiamo all'attenzione del Consiglio regionale. Non abbiamo né titolo, né volontà di metterci a discutere: una domenica, due domeniche, tre domeniche, la quaglia, la coturnice...
Qual è il punto di caduta? Non c'è punto di caduta! Perché qui la questione è rispettare ciò che si è pubblicamente espresso. Quello è l'unico punto di caduta e a questo che richiamiamo la responsabilità di tutto il Consiglio.
Si vuole evitare il referendum? C'è la strada dell'acquisizione dei quesiti. E francamente il discorso, che sta diventando stucchevole, del risparmio economico e di questo incredibile baratto che in un'Aula, che anch'essa dovrebbe rappresentare la democrazia, si sta mettendo in conto tra la libera espressione dei cittadini e altre politiche sociali da finanziare, diventa - devo dire - paradossale in questo Consiglio regionale. Perché mi dispiace ricordare che ogni volta che si fa un dibattito nel quale la maggioranza vuole portare a casa un risultato, c'è sempre il "benaltrismo". Abbiamo fatto il dibattito sulle politiche culturali? No, non si può finanziare la cultura: ci sono gli anziani l'Alzheimer, la non autosufficienza, la psichiatria! Con tutti gli impegni che il Capogruppo del PdL ha preso per le politiche sociali, a quest'ora avremmo già eliminato le liste d'attesa.
Peccato che ogni volta che vi abbiamo proposto dei finanziamenti in quella direzione, avete votato contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Avrei molte cose da dire; mi limito, poiché bisogna rispettare i due minuti.
Finalmente, siamo arrivati ad affrontare l'argomento: io l'avrei fatto molto prima. In Commissione abbiamo provato a portare avanti questo discorso.
Sto affrontando convintamene questa problematica e chiedo a tutti i colleghi di rispondere con senso di responsabilità.
Ho parlato sia con i cacciatori (in merito ai tagli o ai non tagli) sia con i promotori del referendum e alcuni di loro mi hanno risposto (a tu per tu) che sarebbe da irresponsabili buttare dalla finestra quei famosi 22 milioni di euro.
Pertanto, è il momento giusto per presentare un nuovo provvedimento.
Non voglio che si consideri quest'atteggiamento come un golpe o un attentato alla democrazia. Qualcuno l'ha espresso bene e lo ripeto: il Consiglio regionale del Piemonte ha tutto il diritto, il dovere e l'autorità di modificare leggi o, addirittura, come in questo caso azzerare una legge. Occorre, però, tenere conto dei promotori del referendum, perché bisogna mettersi anche nei panni di chi è contro la caccia (io li rispetto, perché tutte le idee vanno rispettate).
Dobbiamo emanare una nuova legge che tenga conto anche delle richieste dei promotori del referendum.
Bisogna dare, cioè, un colpo al cerchio e uno alla botte.
Se non erro, in Commissione, il Presidente Cota ha promesso: "Nell'ordine del giorno che abbiamo presentato" - che io chiedo di modificare un tantino - "si chiede di presentare, entro 30 giorni dall'approvazione, una nuova legge, tenendo conto delle esigenze di chi non è cacciatore".
Questo è senso di responsabilità: siamo uomini pubblici, dobbiamo tutelare gli interessi di tutti.
Mi sento responsabile e voterò a favore dell'emendamento, per evitare di buttare al vento questi soldi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
abbastanza evidente a tutti: il fatto che siamo qui a parlare dell'approvazione di una norma che recepisca e crei le premesse per una modificazione della legge 70, per far decadere il referendum, recependo gli orientamenti espressi nei quesiti referendari, a meno di un mese dalla data individuata per la celebrazione del referendum, spiega com'è stata gestita la vicenda.
Voglio ricordare alcune questioni: stiamo parlando di un quesito referendario che ha visto, nel dicembre 2010, dopo una vicenda giuridica durata 25 anni, il riconoscimento, da parte della Corte d'Appello di Torino, del diritto ad essere celebrato.
Nel maggio 2011, le proposte di modifica alla legge 70 hanno portato alle consultazioni con i soggetti che avevano titolo ad essere consultati.
Nel luglio 2011, con una forzatura da parte di quest'Aula, è stata assegnata la Commissione redigente per la discussione di quel testo.
Nel gennaio 2012, si è avviata in quest'Aula la discussione, che si è interrotta alla fine del mese di febbraio.
Nel periodo intercorso tra gennaio e febbraio 2012, cioè oltre un anno da quando la Corte d'Appello ha sancito che aveva titolo ed i requisiti per svolgersi un referendum, abbiamo sentito, per la prima volta, ipotizzare dei ragionamenti che affrontavano la questione in ordine referendario.
Ci troviamo ad affrontare, pertanto, con enorme ritardo, la questione relativa alle modalità di attuazione della prescrizione della Corte d'Appello sui quesiti referendari, con un azzardo continuo e senza chiarezza di idee su cosa s'intenda fare, con un'approssimazione - ritengo senza precedenti, per un tema di una certa delicatezza.
Ritengo che questo sia inconfutabile.
Se, poi, pensiamo che il testo che c'è stato sottoposto l'abbiamo ricevuto ieri e che ancora oggi sono state proposte integrazioni a quel testo, è evidente che questa materia è stata gestita come dilettanti allo sbaraglio! Non è qualificabile in modo diverso quello che è accaduto: dilettanti allo sbaraglio! Poi, ognuno faccia le valutazioni che ritiene opportune.
Le valutazioni politiche le ha fatte il nostro Capogruppo e, in quelle valutazioni, mi riconosco compiutamente.
Chiudo con due affermazioni.
La prima: sono tra coloro i quali, quando il Presidente Cota, qualche mese fa, ha annunciato di voler avviare un percorso che recepisse le indicazioni provenienti dai quesiti referendari, dando soluzione legislativa a tali questioni, hanno creduto che fosse nostro specifico dovere...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



TARICCO Giacomino

Chiudo velocemente, Presidente.
Dicevo: nostro specifico dovere misurarci con quel tema.
Rispetto alle soluzioni ed alle modalità che sono state proposte condivido molti dei ragionamenti del collega Carossa, ma, ad oggi, così com'è scritto, l'ordine del giorno è irricevibile, così come è irricevibile il testo dell'emendamento proposto.
Ritengo che questa sia un'incitazione a creare i presupposti per avere dei ricorsi. Non è possibile immaginare un testo di abrogazione di una legge, di tre pagine.



PRESIDENTE

Per quanto attiene alla Presidenza, le valutazioni sono state svolte.
Comunico all'Aula che gli emendamenti sono stati dichiarati ricevibili altrimenti non ne discuteremmo.
Ci tenevo a precisare questo.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Pedrale ha dichiarato che l'opinione pubblica non è più tollerante.
Anche noi pensiamo che l'opinione pubblica non sia più tollerante, per verso quello che stiamo facendo in questo momento! già stato ricordato dai colleghi: c'è stato un cammino che ha visto un percorso molto discutibile, che ci porta oggi ad un emendamento che viene ulteriormente emendato, pertanto ritengo che l'opinione pubblica non sia più tollerante verso questa superficialità, questo modo di procedere quest'arroganza della politica.
Voglio ribadire questo concetto, perché il Comitato referendario, che è stato sentito in Commissione, aveva dichiarato piena disponibilità a trovare una mediazione, che non era neanche l'acquisizione totale dei quesiti referendari, andando quindi al di là delle aspettative di chi considera legittime le loro considerazioni.
In realtà, il percorso che si va a compiere, che, come già hanno detto alcuni colleghi, crediamo abbia ulteriori momenti in cui vedranno coinvolti questo Consiglio o magari Consigli successivo, portano ad una situazione nella quale noi tracciamo proprio un solco tra il Consiglio regionale e l'opinione pubblica e un solco tra la società civile e la politica.
Questo è un ulteriore elemento proprio perché segniamo una distanza tra un'opinione pubblica diffusa e maggioritaria - per quanto ne dicano quello che sono pro caccia - perché in realtà un'opinione pubblica maggioritaria va assolutamente in direzione opposta rispetto a quello che adesso noi stiamo andando a celebrare.
Mi permetto di fare un'annotazione anche di genere: se queste Assemblee elettive, questi Consigli regionali fossero costituiti da più donne rispetto a uomini, forse avremmo un'indicazione che andrebbe esattamente in una direzione diversa. Questa è una considerazione amara che faccio, che forse mette anche il segno rispetto al fatto che ormai, se si celebra questa distanza e questa frattura, è proprio perché abbiamo una politica che pensa di rispondere soltanto ad una parte della popolazione. Ed è già stato ricordato che i cacciatori costituiscono lo 0,6% dei piemontesi. In questa direzione probabilmente questa maggioranza e questa Giunta andrà a segnare un ulteriore boomerang, un ulteriore elemento di distacco rispetto ai cittadini e alle cittadine piemontesi.
Noi abbiamo tentato di andare in una direzione diversa, ma vediamo che in realtà non si vuole assolutamente e si ripropone quello che era già stato pensato come percorso ad inizio gennaio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Quanto è il costo della democrazia in Piemonte? Ed è barattabile? E fin dove è barattabile? Su quali argomenti? La caccia non è un argomento così giustificabile? Oggi avremo una definizione del costo di democrazia e di quanto questa vale: 22 milioni di euro. Lo decidete voi: oggi la democrazia vale 22 milioni di euro! Con 22 milioni di euro si può fare a meno della democrazia.
Il referendum è uno dei pochissimi istituti di democrazia diretta ammessi dal nostro ordinamento. Tuttavia voglio ricordare che qualora il legislatore adottasse in un proprio testo le richieste del Comitato, questo si vedrebbe soddisfatto e per ciò la consultazione non avrebbe luogo.
Oggi mettete il bavaglio alla democrazia, un bavaglio tra l'altro che ha una modalità che è anche una forzatura giuridica.
Leggete la sentenza del Tribunale civile, non i pareri legali di cui vi ho portato degli elementi poco fa; leggetevi la sentenza che ha già condannato questa Regione.
E riferisco: si scrive "con un operato illegittimo dei funzionari e delle istituzioni regionali" e voi vi rimettete nello stesso solco.
Presidente Cota, alla Conferenza dei Capigruppo lei mi ha quasi aggredito quando le ho letto quella intervista al Presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky.
Lo so che questo le può indurre un po' di insofferenza. Credo che per lei oggi ha tutti gli elementi, perché di fatto li ha in un articolo di la Repubblica, per cui utilizzi tutti gli elementi che ritiene per contestare quel tipo di affermazione.
Vi annuncio che farò ricorso al decreto, che dovrà emettere lei Presidente, per la cancellazione. Prima di tutto porterò gli elementi della sentenza del Tribunale più provvedimenti di tipo legale alla Commissione di garanzia.
Questo è un atto spiacevole, perché alla fine è una costrizione, ed è anche una modalità credo irrispettosa dopo quattro mesi di confronto in Commissione.
Mi senta di dire che in questi quattro mesi la Regione Piemonte è affetta da ignavia.
Brillantemente il sommo poeta Dante, in onore al contrappasso, aveva pronosticato per chi era affetto da tale vizio una pena emblematica: essere costretti ad inseguire un' insegna senza posa, pagando il fio dell'incapacità manifestata in vita di prendere una decisione. Decisione che a ben scorrere le definizioni del dizionario hanno un connotato morale relegando così l'ignavo al ruolo di indolente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Non vedo il collega Carossa a cui volevo rivolgermi anche se lei Presidente, mi richiamerà e come Ufficio di Presidenza devo saperlo che devo parlare a lei. Ma parlo a lei e insieme a lei, che rappresenta tutto il Consiglio regionale, parlo ai colleghi e, in particolare, mi riferisco a quello che mi ha lasciato perplesso della sua affermazione, che mi sono appuntato.
Il collega Carossa dice: fare od abrogare delle leggi. Noi Consiglieri regionali possiamo fare e disfare, abrogare delle leggi. Questo dice tutto e dice niente, perché ci ha messo un punto e ha finito così.
Noi possiamo fare o disfare delle leggi; certo, noi abbiamo questo dovere, ma abbiamo il dovere del rispetto della democrazia, del suo iter del suo percorso che, a volte, è lento e farraginoso, ma lo dobbiamo rispettare. Ce lo insegnano già da secoli gli illuministi e Montesquieu che aveva parlato di "pesi e contrappesi della democrazia", dell'espressione parlamentare, cioè il legislativo, l'esecutivo e il giudiziario.
Ha fatto eco a questo suo intervento anche il collega Negro, che rappresenta l'UDC. Con tutto il rispetto per la Lega, so che la Lega si esprime in maniera più tout court. Capisco quindi questi atteggiamenti perché fanno parte di un DNA politico, ma che venga anche da colui che rappresenta delle istituzioni che ormai sono navigate dal punto di vista politico, mi ha lasciato perplesso. Siamo tutti d'accordo che i 20 milioni devono essere risparmiati a tutti i costi. Siamo tutti d'accordo che questo referendum capita tra capo e collo a questa Giunta come poteva capitare ad altre, perché ha avuto un iter impossibile, sempre per la farraginosità della democrazia.
Ma siamo anche perfettamente consapevoli che questo referendum a questo punto va celebrato e anche questi sono i costi della democrazia. L'unica maniera per fermare questo l'ha già detta il mio Capogruppo - e ovviamente condividiamo, anche la nostra posizione è quella - ed è quella di recepire i quesiti referendari. Questo è sacrosanto per rispettare la democrazia per rispettare la volontà dei cittadini.
Solo questo potrebbe portare quindi all'annullamento del referendum e quest'Aula ha una grande responsabilità in merito, perché l'unica strada giuridica per perseguire questo è quella di recepire i quesiti referendari.
Sono contro la caccia, perché la considero anacronistica come molti in quest'Aula, ma rispetto coloro che invece vogliono la caccia, perché anche questa è la democrazia. Ci dobbiamo misurare in questo, ci dobbiamo confrontare. L'errore forse è stato quello di lasciare troppo avanti questo iter, quindi la colpa forse non è tutta di questa Giunta, ma delle Giunte precedenti che non hanno voluto mettere mano ad una riforma più approfondita della legge sulla caccia.
Ad ogni modo, oggi siamo qui e dobbiamo giocarcela. L'iter purtroppo andrà avanti e potrebbe essere una beffa, un boomerang nei confronti della Giunta e dell'amministrazione regionale. È dieci anni che raccolgo le firme per questo o per quella questione, perché il nostro capo ogni tanto ci chiama, sotto il sole e sotto la pioggia. L'iter è lungo: portiamo le firme, le consegniamo, e poi magari ci dicono che è tutto da rifare.
Nonostante questo, è dovere di un uomo pubblico, dovere di un Consigliere regionale seguire la democrazia, rispettarla fino in fondo. Se questo iter, alla fine, comporterà dei danni, delle spese superiori da parte della Regione, allora la Giunta dovrà mettersi una mano sulla coscienza. Qualcuno ha invocato addirittura le dimissioni. Non lo so, si valuterà sul momento.
Ad ogni modo, oggi, noi dobbiamo fare quello che i piemontesi si stanno aspettando da noi, non solo scaldare i banchi, ma neanche adottare provvedimenti di autorità, mi permetto di dire, e invece seguire un iter democratico e rispettoso della volontà dei cittadini.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Centro Territoriale Permanente di Torino.


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Centro Territoriale Permanente di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2012" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 169.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Credo che la maggioranza oggi compia un errore. Ci diranno i fatti chi aveva ragione.
Perché commettete un errore? Mi concentro su questo. Non credo che l'abrogazione della legge n. 70 servirà ad evitare il referendum, per le ragioni che hanno ricordato alcuni colleghi intervenuti.
Ricordo che entrerà in vigore, per effetto di questa decisione, una legge ancora più permissiva della legge che voi oggi abrogate con questo emendamento. Quindi, assumete una decisione che va nella direzione opposta alle questioni poste con la richiesta di referendum.
Qui emerge una responsabilità politica, prima di tutto, una responsabilità politica della Giunta e dell'Assessore Sacchetto. Credo che l'Assessore Sacchetto abbia lavorato per questo.
C'era un'altra via? Noi riteniamo di sì. L'unica via che avrebbe evitato seriamente il referendum era quella di lavorare per una sintesi più avanzata, che tenesse conto delle ragioni che hanno spinto alcuni cittadini a sottoscrivere la richiesta di referendum.
Voi questo non l'avete fatto, invece era l'unico modo serio, io credo per evitare il referendum e riformare, in positivo, la legge regionale sulla caccia. Guardate che da questo punto di vista considerai molto positivo il fatto che una sollecitazione ad andare in questa direzione ci fosse venuta dalle associazioni ambientaliste. Voi non ne avete tenuto conto, per questo avete commesso un errore.
Voi avete scelto la via, penso illusoria, di evitare il referendum abrogando la legge in vigore e rinviando ad un tempo, ahimè purtroppo indeterminato, nei contenuti e nei tempi, la riforma della legge n. 70 che è ancorata ad un ordine del giorno che, mi sia consentito, è un'araba fenice perché cambia continuamente.
La via maestra era un'altra. Noi abbiamo lavorato per questo, ma non ci siamo riusciti. Quella sintesi non c'è stata. Tuttavia, non crediate che questa via vi consente di affrontare seriamente la questione, né per quanto riguarda gli interessi di coloro che hanno in mente che la caccia sia una cosa positiva, né tantomeno questa decisione vi consentirà di evitare il ricorso al referendum.
Questa è la mia opinione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Faccio due riflessioni. La prima la rivolgo all'Assessore Sacchetto.
Quando si ha la fortuna - credo che si tratti di fortuna, nel suo caso anche di competenza, perché l'Assessore conosce il mestiere che gli ha affidato il Presidente Cota - di fare l'Assessore regionale in giovane età può capitare di occuparsi soltanto del Piano di Sviluppo Rurale o di rapporti eccellenti, per quello che ho visto, con i coltivatori di questa regione (peraltro, essere piemontesi in questo caso aiuta).
Ma dato che il diavolo fa le pentole e non i coperchi, può capitare anche di avere sulla strada un referendum che non si era messo in preventivo. Tant'è che, dato che il referendum arriva dopo 25 anni probabilmente non pensavate che questo sarebbe potuto capitare.
qui, secondo me che, da un punto di vista politico, un politico cresce, un politico si struttura, un politico pone le basi per spiegare a quelli che l'hanno nominato e al resto della regione che è disponibile al dialogo, è disponibile al confronto, è disponibile a mettere intorno ad un tavolo, dalla mattina alla sera, tutti quelli che sono interessati alla questione, senza farli alzare fino a quando non si trova una soluzione.
Ahimè, noi dobbiamo riconoscere, e penso che lo debba fare anche lei Assessore Sacchetto, che la gestione di questo percorso e di questo referendum, alla fine, è una gestione fallimentare.
Noi non possiamo pensare che un referendum che dura da 25 anni e che è passato attraverso 50 mila responsi della Magistratura, si concluda con un emendamento che elimina la legge. Questa è una cosa che non può funzionare in nessun Paese civile, oppure potrebbe far emergere qualche problema in certi Paesi civili.
La Corte d'Appello ha ammesso il referendum a dicembre 2010, e lo concludiamo in questo modo! Credo che poteva esserci lo spazio per una mediazione. La mediazione in politica non è una vergogna. La mediazione è l'incontro fra posizioni diverse e chi fa politica ha il dovere di mettere insieme posizioni diverse, di chi la pensa in un modo e di chi la pensa in un altro.
Faccio ancora una riflessione che riguarda l'intervento del Consigliere Pedrale che dice: "Vogliamo risparmiare 22 milioni di euro perché vogliamo darli ai servizi sociali". Rivolgo una domanda. Nei nove anni in cui ho fatto il Sindaco - è vero quello che dice il Consigliere Burzi, sono un ortopedico, quindi sui numeri ho qualche difficoltà - il Segretario Generale mi aveva spiegato che, per finanziare la spesa corrente, ci vogliono soldi correnti e che non si può finanziare la spesa corrente con il mutuo. Vorrei capire: come pensavate di finanziare quei 22 milioni di euro con il mutuo? Se questo ha valore, vi chiediamo di mettere quei 22 milioni di euro se il referendum non si farà, e gli altri 20 che mancano per arrivare ai 136, come era il finanziamento dell'anno precedente sui servizi sociali magari con un mutuo, così avremo capito che qualche errore di percorso è stato fatto ma che, almeno sotto questo profilo, l'avevate azzeccata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, sono sempre stato e sono a favore dell'attività venatoria e di una politica venatoria. Lo scontro avvenuto in questo Consiglio è tra chi, come noi, voleva modificare la legge n. 70, in una visione che andava nella direzione di accogliere alcuni quesiti referendari. Non so se questo sarebbe stato sufficiente per evitare il referendum, ma quello sforzo bisognava farlo, e non è stato fatto per scelta politica.
In questi anni c'è stato uno scontro, sia qui sia a livello nazionale tra chi voleva allargare le maglie, come ha fatto una parte del centrodestra, e chi, come noi, voleva cercare di ascoltare anche quello che dice il territorio e i cittadini, salvaguardando, nello stesso tempo l'attività venatoria.
possibile trovare questo equilibrio? Io penso di sì.
Naturalmente, chi è contrario all'attività venatoria ha un'altra opinione. Rispetto profondamente chi ha raccolto, 25 anni fa, 65 mila firme, come rispetto chi persegue principi e valori che vanno in una certa direzione, ma penso che la politica debba fare uno sforzo per trovare un punto di equilibrio.
Noi volevamo tentare di fare questo sforzo. Abbiamo tentato, e quando si arriverà, prima o poi, a modificare la legge 70, noi vogliamo perseguire questa linea e si scontreremo con chi, come voi, ha cercato invece di allargare quelle maglie.
La legge 70 in vigore è una legge meno permissiva, rispetto ad altre vigenti nelle Regioni limitrofe. Non vogliamo imitare le altre Regioni vogliamo fare in modo che la nostra legge 70 possa essere modificata salvaguardando chi oggi, in Piemonte, vuole e chiede sforzo in una certa direzione.
Per questo motivo, la Giunta regionale e il Presidente della Giunta regionale hanno una grande responsabilità politica: avete scelto di non trovare questo punto di equilibrio, vi assumete la responsabilità. Noi abbiamo cercato di farlo in questi mesi, cercheremo di farlo anche successivamente a questo dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Boniperti in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei dire ai colleghi del PD, che hanno fatto tutti questi belli interventi, che è comodo dare la responsabilità agli altri, quando voi siete venuti in Commissione a cercare di ricevere tutti, in toto, i quesiti referendari, cioè, di fatto, ad azzoppare la caccia e far chiudere tutte le aziende faunistiche, dove non si sarebbe più potuto cacciare la domenica.
Bisogna esser onesti nel dire le cose, ragazzi, non bisogna girarci attorno.



BONIPERTI Roberto

MULIERE Rocco (fuori microfono)



BONIPERTI Roberto

Non è così e lo sai! Non è così e lo sai!



PRESIDENTE

Per favore, collega Muliere.



PRESIDENTE

MULIERE Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è così: e lo sai!



PRESIDENTE

Si rivolga alla Presidenza, Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Scusi, Presidente, ha ragione.
Seconda questione. Mi piacerebbe sapere perché ci sono tutti questi attacchi all'Assessore Sacchetto, che è l'unico che si è comportato come una persona per bene in questo anno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore!



BONIPERTI Roberto

Su tutte le cose che sono successe e poi, se permettete, non ho mai interferito nei vostri interventi.
Terza questione. Vorrei dare un parere dal mondo venatorio. Questa non è né una scarpa né una ciabatta, perché da un lato scontenta il mondo venatorio, perché togliere delle domeniche vuol dire azzoppare aziende faunistiche e chi lavora in questo campo, proprio in un momento di crisi del lavoro, e, dall'altro, non accontenta chi, giustamente, la può pensare in maniera diversa e oggi vuole un referendum. Così come siamo messi voglio capire dove e quando si possono risparmiare questi soldi e dove e quando andremmo ad evitare un referendum.
Quarto punto. Da cacciatore posso solo gioire, perché, come ha detto prima il collega Ronzani, con la legge 157 le maglie sono molto più aperte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi ritrovo totalmente negli interventi del collega Muliere, Taricco e degli altri del mio Gruppo che hanno preso posizione.
Il collega Taricco usava l'espressione "dilettanti allo sbaraglio".
Penso sia un'efficace espressione per dire quello che è avvenuto sulla vicenda caccia: c'era tutta la possibilità che questa Assemblea prendesse in mano la vicenda e desse una risposta normativa, che è quello per cui quest'Assemblea è pagata, alla richiesta dei cittadini.
Per quanto mi concerne, la risposta non stava nell'accoglimento tout court delle domande dei referendari, perché il promuovere un referendum non significa che questo referendum debba necessariamente incarnare la maggioranza delle opinioni dei cittadini, ma significa che la proposta di referendum raccoglie le istanze di una gran parte dei cittadini, che non è detto sia maggioritaria. Una proposta equa si sarebbe potuta votare in Consiglio regionale, una proposta che accogliesse parte di quelle domande e che fosse più restrittiva su certi aspetti, ma che fosse una risposta efficace.
In realtà questo non è avvenuto, da parte della Giunta, nel disinteresse del suo Presidente, che tanto aveva di cui occuparsi ma non di questo, e di un Assessore che ha deciso di cavalcare le frange più dure del movimento dei cacciatori, ben rappresentate anche all'interno del Gruppo di maggioranza relativa, che non avevano nessun interesse ad evitare il referendum.
D'altro canto, vi è anche un po' di responsabilità di coloro che hanno cavalcato qui dentro, per motivi forse smaccatamente elettorali, la richiesta referendaria, pensando di poter capovolgere, su tutta la linea il quadro normativo attuale.
In questa situazione di stallo abbiamo iniziato a spendere denaro pubblico - molto è già stato speso - e adesso si arriva con una soluzione tardiva, una soluzione che non è detto che sia efficace nell'evitare un referendum che costerà moltissimo e che starebbe a significare la sconfitta della nostra capacità di essere legislatori.
Personalmente penso che questa esperienza ci dovrebbe indurre a riflettere sull'efficacia del nostro operato, perché quando, alla fine, qua fuori avvengono le contestazioni, avvengono perché siamo percepiti come un'Assemblea non capace di dare al Paese le risposte che il Paese si attende. Sia chiaro, non dico che ci devono essere risposte di un tipo piuttosto che di un altro, ma l'Assemblea avrebbe dovuto intervenire.
Questo è un intervento tardivo, un intervento malfatto, un intervento che, con onestà intellettuale, come ha riconosciuto il Consigliere Boniperti, spalanca una porta per il mondo di coloro che vorrebbero che la caccia fosse sempre aperta in ogni momento e su ogni animale possibile.
Mi pare veramente una brutta pagina per quest'Assemblea.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale e procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Mi auguro che non si raggiunga il numero legale sulla votazione di questo emendamento abrogativo. Ovviamente voterò contro. Se questo dovesse avvenire, auspico che tutta la sensibilità presente in Consiglio regionale possa esprimersi e che non sia messo il bavaglio alla democrazia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
A questo punto del dibattito è stato detto oramai di tutto.
In effetti, il percorso è iniziato diversi mesi fa in Commissione: si è tentato di far recepire i quesiti con una proposta di legge e si è andati in Commissione redigente, il che aveva già complicato i rapporti e la dialettica tra le parti politiche, che, come la collega Artesio ha precisato, non rappresentano e non portano con sé l'espressione del comitato promotore, che è un soggetto politico a sé, giuridicamente riconosciuto dalle leggi nel momento in cui venne richiesta, con sentenza della Corte d'Appello del dicembre 2010, l'indizione del referendum.
Il percorso, dunque, si è rivelato sempre più accidentato, per arrivare ai limiti della scadenza elettorale, di modo che si rendesse praticamente quasi impossibile svolgere la consultazione. I Consiglieri che siedono in quest'Aula, che ben più di me sono esperti nel fare campagne elettorali sanno benissimo che, a maggior ragione in una elezione in cui è previsto lo sbarramento del 50% (a nostro avviso antidemocratico) per rendere valido il voto, è necessaria una pressante campagna elettorale, cosa che di solito non c'è, proprio perché, essendo previsto il 50% del quorum, le forze contrarie al referendum hanno gioco facile: basta non dirlo, basta non fare più campagna elettorale, basta non fare campagna per il "no". Stanno in silenzio.
Per questo motivo, ho già presentato un ordine del giorno - avanzo quindi all'Aula la richiesta di sottoscriverlo - per poter discutere, nella maniera più ampia e più laica possibile, l'istituto dei referendum regionali, proprio in merito al quorum, al numero di firme, alla modalità di voto, affinché in futuro (penso fra un anno), quando si ripresenterà un referendum, se dovesse passare questo scellerato emendamento abrogativo, si potrà andare al voto senza dovere dire: "Costa 22 milioni di euro". Si potrebbe, eventualmente, prendere in considerazione anche la votazione elettronica, così come fanno già altre nazioni, o comunque potremmo valutare l'indizione di referendum senza quorum, quindi senza la scusante di dire: "Però se non si raggiunge il 50% abbiamo sprecato i soldi, li abbiamo buttati!".
Consegnerò questo ordine del giorno e sarò ben contento se i colleghi vorranno sottoscriverlo. Mi auguro che si possa aprire un dibattito in tal senso.
Mi rivolgo ancora al Presidente facendo formale richiesta di poter attivare, sulle votazioni di questi emendamenti, l'appello nominale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Il Consiglio è ancora in tempo.
Noi siamo chiamati ad esprimere il voto non soltanto sull'emendamento rubricato n. 200) firmato e presentato dall'Assessore Sacchetto della Giunta.
I colleghi hanno avuto modo, insieme a me, di illustrare al Consiglio le altre possibilità: mi riferisco all'emendamento dei colleghi Bono Biolé, Buquicchio e Stara, che chiede di abrogare l'emendamento n. 200) quindi di lasciare il campo aperto al percorso che è in atto, che ha avuto tutte le validazioni di partecipazione e di regolarità formale che ci portano al referendum, e il subemendamento che abbiamo presentato con i colleghi, che offre a quest'Aula consiliare l'altra opzione, che per una settimana non abbiamo sentito citale, che è quella di acquisire i quesiti referendari.
Nel dibattito generale si sono espresse le sensibilità diverse, ma anche le preoccupazioni per un percorso che è stato disordinato, confuso furbetto e, probabilmente, adesso nemmeno puntuale dal punto di vista della costruzione formale.
Quindi il Consiglio è ancora in tempo ad esercitare un'altra volontà rispetto a quella attesa dalla Giunta e, di conseguenza, invito a sostenere gli emendamenti che abbiamo presentato e, viceversa, voterò contro l'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
un momento molto delicato per la democrazia. Mi appello, dunque anche ai colleghi, perché ne va dell'autorevolezza del Consiglio regionale ne va della nostra dignità di rappresentanti dei cittadini eletti.
Voterò contro l'emendamento dell'Assessore Sacchetto, perché ritengo che rappresenti un "veleno" per la democrazia e mi auguro che altrettanto in quest'Aula, facciano i miei colleghi Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Anch'io sostengo che siamo ancora in tempo.
I nostri due emendamenti (uno è un subemendamento) propongono di percorrere l'unica strada che non potrà successivamente dare problemi.
In questo senso, riteniamo che la disattenzione che quest'Aula manifesta nei confronti di un dibattito così importante sia del tutto ingiustificata, in linea con la stessa disattenzione con cui si è portata avanti la discussione in Commissione.
In realtà le possibilità c'erano, vista anche la disponibilità dello stesso Comitato referendario. Invece, qui, si registrerà la vittoria di una sola parte, forse la parte più integralista dei cacciatori, che vorrei ribadire essere assolutamente non in sintonia con il sentire diffuso fuori da questo Consiglio.
Questo è un aspetto che dovrebbe far meditare molti Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Noi voteremo contro l'emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Giunta regionale.
Il senso del nostro voto lo si desume dal complesso degli interventi che questo Gruppo ha sviluppato quest'oggi all'interno dell'aula consiliare.
Vorrei, innanzitutto, rimarcare un aspetto: il senso di questi interventi ha dato conto di una posizione equilibrata che il Partito Democratico ha voluto assumere su questa vicenda, non solamente negli ultimi giorni.
Se andiamo a rileggere, come ha fatto il collega Taricco nel suo intervento, il percorso di questi mesi con l'avvio della discussione all'interno della III Commissione consiliare sulle proposte di legge in materia di riforma dell'attività venatoria, tale rilettura ci offre sostanzialmente, questa chiave di lettura: da una parte ci stanno le proposte presentate dal Partito Democratico, i suoi emendamenti l'atteggiamento che il PD ha assunto in queste ultime settimane durante il dibattito in III Commissione e quest'oggi in Aula sulla necessità di trovare una soluzione equilibrata, che tenesse conto di tutti i valori presenti e che consentisse al Piemonte di dotarsi di una legge ancor più avanzata rispetto alla legge regionale n. 70.
D'altra parte sono stati evidenti, sin dall'inizio, all'interno della maggioranza e della Giunta regionale (in modo particolare dell'Assessore Sacchetto, che ha dimostrato di non avere alcuna capacità di affrontare un tema così delicato in modo equilibrato), il tentativo - referendum o non referendum - e l'obiettivo - referendum o non referendum - di fare in modo che il Piemonte si desse una nuova legge regionale in materia venatoria ancora più spinta nei confronti dell'attività venatoria. Questo è il quadro e lo abbiamo percepito in modo chiaro in alcuni interventi odierni. È stato molto chiaro anche durante il percorso dei mesi scorsi all'interno della III Commissione.
Mi rendo conto che, in questi tempi, posizioni di equilibrio rischiano di essere considerate in modo superficiale. Mi rendo conto che questi sono tempi di forte radicalismo, ma credo che questo Paese, questa società e questa comunità, prima o poi, avranno la necessità di riscoprire il senso di un approccio equilibrato nell'affrontare temi così delicati, perché con posizioni oltranziste non si va da nessuna parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Rispetto tutte le idee che sono emerse, ma come uomo pubblico ed eletto da popolo come tutti voi, mi sento responsabile di evitare di buttare dalla finestra questi famosi 22 milioni di euro in un momento così difficile e delicato.
Mi auguro che presto, com'è stato promesso, si adotti un vero provvedimento sulla caccia che tenga conto dei problemi che i referendari hanno fatto emergere. Lo faremo, ne sono convinto, e per questo voterò a favore dell'emendamento presentato dall'Assessore Sacchetto.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.10 riprende alle ore 17.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Semplicemente per ribadire il nostro voto favorevole all'emendamento presentato dalla Giunta e dall'Assessore Sacchetto.
Nel contempo, chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

A tale richiesta si aggiunge quella del Presidente di Gruppo Bono.
Procederemo in tal senso.
Non vi sono altre dichiarazioni di voto.
Invito tutte le colleghe e i colleghi a prendere posto.
Tutte le votazioni avverranno con appello nominale mediante procedimento elettronico, a norma dell'articolo 74 del Regolamento, così come richiesto dai Presidenti di Gruppo Bono e Pedrale.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 202), sul quale l'Assessore Sacchetto, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 217), sul quale l'Assessore Sacchetto, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 18 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Per procedura, voteremo ora il subemendamento 0200), tecnico dell'Assessore Sacchetto, prima dell'emendamento n. 200), che l'Assessore aveva introdotto nel suo intervento.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 0200).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 16 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ora procediamo con la votazione dell'emendamento n. 200), a firma dell'Assessore Sacchetto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 200), come modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 47 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
(Il voto è esteso al nuovo articolo) Pertanto, non procederemo alla votazione dell'emendamento n. 203) a firma dei Consiglieri Stara, Lupi, Cerutti, Bresso e Artesio, che propone la modifica della legge regionale n. 70 del 1996, in quanto l'Aula, con l'approvazione dell'emendamento n. 200), si è appena espressa per l'abrogazione di tale legge, quindi non può esprimersi per una sua modifica.
L'emendamento n. 203) è dichiarato decaduto.



(Proteste provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.18 riprende alle ore 17.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi rivolgo in particolare ai colleghi Capigruppo: su richiesta del Presidente della Regione, convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo in Sala A. Comunico che se la stessa si risolve in un quarto d'ora, venti minuti, riprenderemo i nostri lavori, altrimenti, personalmente - oppure il Vicepresidente - verrò a sciogliere l'Assemblea.
Quindi, nostri lavori sono sospesi per circa venti minuti, per permettere di svolgere la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.32 riprende alle ore 17.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo è stata richiesta dal Presidente della Regione.
Il Presidente della Regione ha chiesto ai signori Capigruppo di svolgere una valutazione sulla parte residuale del provvedimento, in modo di poter agevolarne il percorso, e gli stessi hanno manifestato la necessità di potersi confrontare in sede politi ca con i Consiglieri dei rispettivi Gruppi.
Pertanto, termineremo i lavori quest'oggi, per mettere in condizione i Capigruppo di potersi confrontare all'interno dei Gruppi e arrivare con le richieste e le disponibilità eventuali, secondo l'auspicio del Presidente della Regione, affinché mettere in condizione, al più presto - lo dico in modo neutro - il Consiglio regionale di approvare la legge finanziaria altrimenti sarebbe del tutto inutile la decisione che il Consiglio regionale ha assunto poc'anzi.
Pertanto, ricordo che domani, alle ore 9.55, avverrà l'incontro con le RSU unite del CSI Piemonte in Sala Viglione, mentre, alle ore 10, è convocato il Consiglio regionale, che riprenderà i propri lavori con il prosieguo della discussione sulla legge finanziaria.
Grazie e buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.54)



PRESIDENTE

Tabella A TITOLO II CACCIA



PRESIDENTE

Numero |Indicazione degli atti soggetti a tassa |Tassa |Tassa d'ordine| |di |Annuale 230/91 | |Rilascio |euro c euro c 16 |Concessione di costituzione di: |4 |13 |4 |13 1) azienda agri-turistico-venatoria, per ogni ettaro o frazione di esso 2) azienda faunistico-venatoria, per ogni ettaro o |2 |07 |2 |07 frazione di esso 3) centro privato di produzione di selvaggina. DPR |247 |90 |247 |90 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1 letto) Legge 11 febbraio 1992, n. 157, art. 6, lett. d) Nota: Per le aziende agri-turistico-venatorie e per le aziende faunistico-venatorie per ogni 0,05 euro di tassa è dovuta una soprattassa di 0,05 euro che dovrà essere versata contestualmente alla tassa.
Le tasse devono essere corrisposte entro il 31 gennaio dell'anno cui si riferiscono.
Le tasse di concessione previste per le aziende faunistico-venatorie sono ridotte alla misura di un ottavo per i territori montani o per quelli classificati tali ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 991, e successive modificazioni ed integrazioni.
17 |Abilitazione all'esercizio venatorio: |100 |00 |100 |00 con fucile ad un colpo, con falchi e con arco, con fucile a due colpi, con fucile a più di due colpi.
Nota: Il versamento della tassa annuale di concessione regionale deve essere effettuato in occasione del pagamento della tassa di rilascio o di rinnovo della concessione governativa per la licenza di porto d'armi per uso di caccia ed ha validità di un anno dalla data di rilascio della concessione governativa.
Il versamento della tassa annuale di concessione regionale non è dovuto qualora non si eserciti la caccia durante l'anno.
La ricevuta del versamento deve essere allegata al tesserino per l'esercizio venatorio.
Per le difformi situazioni di scadenza eventualmente riscontabili fra la data di versamento della tassa regionale e quella governativa, la validità del versamento della tassa regionale è procrastinato sino alla scadenza della tassa di concessione governativa.
L'abilitazione all'esercizio venatorio si consegue soltanto dopo aver superato l'esame previsto dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157.



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