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Dettaglio seduta n.221 del 02/05/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 15.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



(La seduta ha inizio alle ore 16.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Casoni, Cota, Montaruli e Sacchetto.
Il numero legale è 28.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 221 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta di stamattina sono stati votati ed approvati gli articoli 16 17 e 17 bis.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Leardi Novero, Placido, Ponso, Boniperti:: Art. (modifiche all'art. 14 della lr 23/2008) Dopo il comma 3 dell'art. 14 della legge regionale 23/2008 è inserito il seguente comma : "3 bis II Presidente del Consiglio regionale può avvalersi, per lo svolgimento delle proprie funzioni, del supporto di una professionalità esterna scelta sulla base dei requisiti previsti dall'articolo 7,comma 6 del dlgs 165/2001 . In deroga a tali requisiti la valutazione del soggetto cui affidare l'incarico di natura fiduciaria avviene sulla base del possesso del diploma di laurea e di una professionalità maturata con incarichi di responsabilità o di consulenza presso enti pubblici o privati coerenti con la funzione da svolgere e di durata almeno triennale.
L'incarico descritto ha una durata non superiore a quella del mandato del Presidente del Consiglio.
Lo scorso anno era stata istituita al pari di altri Consigli regionali la possibilità per l'intero Consiglio regionale di avvalersi nello svolgimento delle proprie funzioni di un supporto di una professionalità esterna.
Il Governo ha ricorso alla Corte Costituzionale, la quale ha fatto una censura di merito, non sul "se", ma sul "come", quindi circa la tipologia invitandoci a precisare.
Quindi, andiamo a precisare come stato richiesto: l'esperienza è tre anni, il titolo di studio è il diploma di laurea e la durata temporale non superiore a quella del mandato.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Taricco, Motta Angela, Laus, Manica, Ronzani, Muliere: Dopo l'articolo 25 del disegno di legge n. 169 è inserito il seguente: Art. 25 bis (Disposizioni relative alle eventuali eccedenze di personale) 1. Dopo il comma 4 dell'articolo 33 della legge regionale 28 luglio 2008 n. 23 è inserito il seguente comma: 4 bis. Per le finalità di cui al comma 4 e in relazione alle esigenze di funzionamento, la Regione Piemonte effettua la ricognizione delle situazioni di eventuale eccedenza di personale entro il 31 marzo di ogni anno e entro il 31 maggio 2012. In tale caso sono avviate, d'intesa con le organizzazioni sindacali, procedure di mobilità, anche tra gli organici della Giunta e del Consiglio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Credo che la proposta sia piuttosto seria, perché cerca di dare un contributo anche probabilmente non così foriero di consensi, ma responsabile rispetto ad una situazione molto difficile che tutti abbiamo sotto agli occhi. Si riferisce anche all'eventuale eccedenza di personale che Giunta e Consiglio potrebbero verosimilmente almeno in alcuni settori evidenziare.
Quindi, noi diciamo che, come già peraltro previsto in altre norme prevediamo che la legge n. 23/2008, che è quella che riguarda il personale sia così emendata, prevedendo che ogni anno, entro il 31 marzo, i Direttori delle diverse Direzioni rappresentino eventuali esuberi di personale, o all'opposto carenze di personale, e nel caso vi sia questa evidenza, sia possibile avviare, naturalmente d'intesa con le organizzazioni sindacali una procedura di mobilità anche tra gli organici della Giunta e del Consiglio.
Quindi, chiediamo in sostanza che ogni anno, all'inizio dell'anno, vi sia la rappresentazione delle esigenze del fabbisogno di personale mancante e dell'eventuale situazione di esubero, e alla luce di questa fotografia si possa fare un incontro tra fabbisogni ed esuberi attraverso un unico contenitore e attraverso sistemi di comunicazione non solo tra settori del Consiglio e tra settori della Giunta, ma anche tra Giunta e Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento in discussione generale né per dichiarazione di voto, la parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Pur comprendendo la ratio dell'emendamento, il parere è contrario perché quello specificato nell'emendamento è presente nell'ordinamento del pubblico impiego, del decreto legislativo n. 29/93 modificato poi con la legge n. 133/2011, che prefigura una riconfigurazione sulle esigenze funzionali.
L'istituto prevede la dichiarazione della situazione di soprannumero ed eccedenze del personale, informazione preventiva alle organizzazioni sindacali e alle RSU, e dopo dieci giorni dalla comunicazione la verifica della ricollocazione totale o parziale del personale nell'ambito della stessa Amministrazione o presso altre Amministrazioni.
Trascorsi novanta giorni dall'informazione, vi è il collocamento in disponibilità del personale non ricollocato, con la sospensione di tutti gli obblighi inerenti al rapporto di lavoro ed erogazione dell'80% dello stipendio per la durata di 24 mesi, al termine dei quali il rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto.
Qui inoltre si dispone che i contratti collettivi nazionali possono stabilire criteri generali e procedure per la gestione delle eccedenze attraverso un passaggio diretto ad altra Amministrazione, al di fuori del territorio regionale e possano riservare appositi fondi per la riqualificazione professionale del personale trasferito. Quindi, rispetto alla normativa nazionale che prevede già questi passaggi, ribadisco la disponibilità come sempre in Commissione eventualmente a capire cosa osta o cosa manca nella comunicazione con la Commissione o con il Consiglio.
Il parere è contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82).
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 96) presentato dai Consiglieri Reschigna Pentenero, Boeti, Ronzani, Lepri, Motta Angela, Gariglio, Manica, Taricco Laus, Muliere: Dopo l'articolo 17 del disegno di legge n. 169 "Legge finanziaria per l'anno 2012", è inserito il seguente: Art. 17 bis (Modificazioni alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità ") 1. L'articolo 13 della l.r. 19/2009 è sostituito dal seguente: "Art. 13 Organi di gestione delle aree protette) Gli organi degli enti di gestione, con eccezione dell'Ente di gestione dei Sacri Monti di cui all'articolo 12, comma 1, lettera n), sono: il direttore la comunità delle aree protette il comitato di controllo e di partecipazione.
Gli organi dell'Ente di gestione dei Sacri Monti sono: il presidente il consiglio il comitato di controllo e partecipazione.".
2. L'articolo 14 della l.r. 19/2009 è sostituito dal seguente: "Art. 14 (Il direttore delle aree protette) Il direttore degli enti di gestione delle aree protette è nominato con Deliberazione della Giunta regionale, d'intesa con la comunità delle aree protette e dura in carica quattro anni.
Il direttore ha la legale rappresentanza dell'ente e gli sono attribuiti pieni poteri di amministrazione. Presenta un programma operativo biennale e, ogni anno, una relazione di accompagnamento al bilancio sullo stato di attuazione del programma, entrambi sottoposti alla valutazione della comunità delle aree protette e del comitato di controllo e partecipazione.
Il compenso del direttore è determinato con deliberazione della Giunta regionale.
I requisiti per l'affidamento di incarico di direttore dell'Ente di gestione sono il possesso di diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento oppure di laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento nonché una comprovata qualificazione professionale derivante dall'aver svolto attività dirigenziali, in ambiti di attività coerenti con gli Enti per almeno un quinquennio in enti od aziende pubbliche o private.".
3. Il comma 1 dell'articolo 15 della l.r. 19/2009 è abrogato.
La rubrica dell'articolo 16 della l.r. 19/2009 è sostituita dalla seguente: "(Incompatibilità, decadenza e dimissioni dei consiglieri dell'Ente di gestione dei Sacri Monti)".
La rubrica dell'articolo 17 della l.r. 19/2009 è sostituita dalla seguente: "(Indennità spettanti agli organi dell'Ente di gestione dei Sacri Monti)".
6. Al comma 4 dell'articolo 18 della l.r. 19/2009, prima della lettera a), sono aggiunte le seguenti lettere: ce 0.1 a) definisce gli indirizzi generali di gestione dell'Ente; 0.2 a) approva i regolamenti dell'Ente 0.3 a) valuta e approva il programma operativo biennale e la relazione di accompagnamento al bilancio predisposte dal direttore dell'Ente di gestione. La mancata approvazione di tali documenti determina la decadenza del direttore 0.4 a) valuta le proposte del comitato di controllo e partecipazione che qualora approvate, sono assunte come indirizzo di gestione dal direttore 0. 5 a) adotta lo statuto dell'ente e ne delibera le eventuali modificazioni;".
7. Dopo l'articolo 18 della l.r. 19/2009 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 18 bis (Il Comitato di controllo e partecipazione) Presso ciascuno degli Enti gestori delle aree protette è nominato un Comitato di controllo e partecipazione.
Il Comitato di cui al comma 1 è costituito dai Comuni delle comunità delle aree protette, nonché da quattro membri, due nominati dalle associazioni ambientaliste e due dagli operatori economici del territorio.
Il Comitato di cui al comma 1 può indirizzare alla comunità delle aree protette proposte sugli indirizzi di gestione e valutazioni sull'operato del direttore.
Le modalità di funzionamento del Comitato di cui al comma 1 sono stabilite con regolamento della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente.".
8. All'articolo 20 della l.r. 19/2009, i commi 1, 2, 3, 4, 5, 6 sono abrogati.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, assieme ad altri che affronteremo nel corso del dibattito, è il tentativo di dare concretezza ad un'affermazione che abbiamo lungamente svolto durante la discussione generale sulla legge finanziaria.
Oggi siamo in una condizione di grande difficoltà.
Il bilancio della Regione è in una condizione di grande difficoltà: scontiamo 980 milioni di euro in meno rispetto a due anni fa, e abbiamo la prospettiva che nel 2013 e nel 2014 ci saranno ulteriori riduzioni, nel bilancio della Regione, nei trasferimenti sulla sanità. Questo impone la necessità di avviare un processo di ripensamento della stessa organizzazione regionale.
un processo di ripensamento di riforma strutturale della Regione che noi immaginiamo non abbia la possibilità di produrre effetti nel brevissimo periodo. Le politiche che dobbiamo mettere in atto devono anche traguardare ad un arco temporale oltre il breve periodo.
Il processo di riforma non può unicamente riguardare l'organizzazione attuale della Regione, perché a fianco alla stessa, concepita e percepita come tale anche agli occhi dell'opinione pubblica, c'è un mondo rappresentato da agenzie, da Enti di gestione, da "enne" società e da Enti strumentali della Regione. C'è un mondo che, in termini di valore economico, di costo economico e di peso e rappresentanza, ha quasi la stessa dimensione e lo stesso peso dell'organizzazione regionale.
Nello specifico, con quest'emendamento proponiamo di ridefinire gli organi e le funzioni degli Enti di gestione delle Aree protette e dei Sacri Monti, immaginando che anche il tema della partecipazione e del controllo delle comunità locali, delle associazioni ambientaliste e degli operatori economici, possa avvenire attraverso forme non tradizionali, come quello della rappresentanza all'interno del Consiglio di Amministrazioni.
Durante questa legislatura abbiamo dedicato una seduta di Consiglio regionale straordinario sulla modalità con cui sono stati nominati i rappresentanti, anche delle comunità locali, nei Consigli di Amministrazione, quindi non ci ritorno.
Crediamo sia possibile garantire la tutela di questi patti importanti del territorio piemontese, senza la presenza di Consigli di Amministrazione, ma rafforzando il ruolo di indirizzo e di controllo da parte delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste.
L'emendamento va in questa direzione. Ce ne sono altri che riguardano il tema delle Aree protette, ma il minimo comune denominatore è di avviare un serio processo di riforma e di riorganizzazione della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Tra le questioni che con questo emendamento poniamo all'Aula - alla maggioranza e alla Giunta - c'è la necessità, che in questo momento riteniamo impellente, di raccordare le scelte fatte nella definizione attraverso la modifica normativa intercorsa di strumenti di gestione delle aree protette, con quello che è il nuovo quadro di riferimento in cui queste aree protette sono chiamate ad operare.
Tutti ricorderanno che il processo di revisione legislativa era iniziato subito l'inizio di questa legislatura, quando molte delle questioni su cui stiamo ragionando in questo momento non erano ancora così evidenti come lo sono adesso. Il paradosso è che oggi i soggetti che fanno parte dei Consigli di Amministrazione - i Presidenti e gli organi di gestione dei Consigli di Amministrazione delle aree protette - sono paradossalmente, i soggetti economicamente trattati come se fossero i maggiori detentori di responsabilità sul territorio, tra tutti i soggetti che operano sul territorio: chi gestisce consorzi socio-assistenziali lo fa a titolo gratuito; la gestione di tutto il ciclo integrato dei rifiuti è a titolo gratuito; le Comunità montane sono a titolo gratuito; moltissime amministrazioni comunali sono, di fatto, a titolo gratuito e chi gestisce le comunità montane no.
vero che il mondo dopo è cambiato, ma proprio per il fatto che sia cambiato riteniamo sia necessario porre mano alla norma, a suo tempo stabilita, andando nella direzione, da una parte, di semplificare, dando maggiore spazio di partecipazione alla comunità locale, e, dall'altra raccordare le scelte fatte sulla gestione delle aree protette con tutto il resto del sistema gestione.
L'emendamento va in questa direzione in modo molto concreto, passando dalle parole ai fatti.
Per questo motivo, chiediamo all'Aula di volerlo prendere in considerazione con attenzione, e alla Giunta di dare delle indicazioni, su questo emendamento, coerenti con gli enunciati che, costantemente e quotidianamente, vengono fatti su tanti temi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
un emendamento che meriterebbe una discussione di merito molto seria da parte del Consiglio, non solo perché, come ricordava il Consigliere Taricco, ci siamo impegnati in una discussione molto seria sulla riforma della legge sulle aree protette, ma perché la vicenda dei Presidenti delle Aree protette ha avuto le implicazioni e i risvolti che i colleghi sanno avendo, alcuni di loro, partecipato alla discussione che ha impegnato l'Aula in un tentativo di riforma strutturale, che ovviamente può essere condivido oppure no.
Lo stiamo facendo sulla base del presupposto ricordato dal Consigliere Reschigna: la legge finanziaria e il bilancio ci consegnano una certa situazione, ed è muovendo da questa situazione che immaginiamo una riforma del sistema delle Aree protette, che però abbia due connotati, perché in questo caso il rischio era quello di un'operazione che mortificasse il sistema delle aree protette. Noi pensiamo invece che sia, in un Piemonte che ripensa alla sua politica ambientale, territoriale e di valorizzazione delle aree protette, una leva straordinaria.
Come abbiamo trovato il punto di compromesso in questo nuovo schema che stiamo proponendo con l'emendamento? Nella possibilità di affermare un ruolo di indirizzo e di programmazione della Regione, strategico per le cose che ci siamo detti molte volte in quest'Aula, ed un ruolo importante delle comunità locali, intendendo, per comunità locali, non solo il sistema delle amministrazioni locali, ma anche quello delle associazioni che vivendo in quella porzione di territorio, possono, in sinergia con i governatori del territorio - quelli, sì, governatori veri: gli amministratori locali - immaginare il modo migliore per valorizzare il sistema delle aree protette.
Questo non vale per il sistema dei Sacri Monti, ma mi sembra una riforma che si muove in una direzione giusta, perché noi, per questa via facciamo una riforma che abbatte anche il costo che grava sull'amministrazione regionale, il sistema che abbiamo messo in piedi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
La nostra proposta di sostituire l'articolo 13 e l'articolo 14 della legge n. 19 va nella direzione che hanno spiegato prima i colleghi Reschigna e Ronzani. Noi abbiamo espresso, sia in Commissione sia nel dibattito generale in Aula, un'idea di semplificazione di alcuni Enti della nostra Regione, perché pensiamo che in una situazione come questa sia giusto non soltanto semplificare, ma anche riformare da un punto di vista strutturale - come si diceva prima - alcuni Enti e la loro direzione.
In questo caso stiamo parlando delle Aree protette e il dibattito che abbiamo svolto in Aula su questo tema è significativo. Per noi le Aree protette svolgono un ruolo importante e nello stesso tempo pensiamo che anche le comunità locali possano e debbano svolgere un ruolo importante.
Semplificare la direzione e le gestione delle Are protette per noi è significativo: occorre dare un certo tipo di ruolo all'Assemblea dei Sindaci e nello stesso tempo, in particolar modo per quanto riguarda il ruolo del Direttore delle Aree protette, assegnare un ruolo fondamentale al livello della loro gestione e della loro direzione.
Un discorso a parte va fatto per il sistema dei Sacri Monti perch riteniamo che, all'interno delle Aree protette, quello sui Sacri Monti sia un discorso a sé, per il ruolo che ha quel sistema all'interno del territorio regionale.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale, per la quale è iscritto a parlare il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie. Su questa vicenda...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Stara, ma ci sono ancora degli emendamenti da illustrare.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Vignale, Tentoni Boniperti, Comba, Burzi: Dopo l'articolo 4 del disegno di legge regionale n. 169 - Legge finanziaria per l'anno 2012 inserire il seguente articolo di legge: articolo 17 bis (Modifiche alla legge regionale 29 Giugno 2009, n. 19) 1. Dopo l'Art. 34 della legge regionale 29 Giugno 2009, n. 19 'Testo Unico sulla Tutela delle aree naturali e della Biodiversità' è inserito il seguente articolo 34Bis Articolo 34 bis (Norma finale) 1. In fase di applicazione dell'art. 8 comma 3 lettera b) l'accezione di: "introduzione da parte di privati di armi all'interno dei parchi", verrà disciplinata da successivo provvedimento della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, al fine di distinguere l'introduzione nel parco dall'attraversamento su strade comunali, provinciali e nazionali.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che presentammo già in sede di assestamento di bilancio e che riguarda il transito delle armi all'interno dei Parchi. La nostra legge sui Parchi correttamente prevede il divieto di transito di armi nei Parchi; e non si tratta solo di un divieto, perché la sua violazione viene individuata come una violazione di carattere penale Il problema è che gran parte dei Parchi piemontesi - visto che hanno una grande dimensione - sono attraversati al loro interno da strade nazionali, provinciali e comunali. Pertanto, chi - per fare un esempio - si reca in Val di Lanzo o attraversa il Parco del Po o i molti Parchi piemontesi con un arma legittimamente al seguito - legittimamente vuol dire custodita, messa nel baule, ecc. - transitando su una strada che li attraversa (nazionale, provinciale o comunale), se viene fermato da un Carabiniere, un Poliziotto o chiunque ne abbia autorità, viene sanzionato così come fosse un cacciatore che, arma in pugno, è all'interno del Parco a compiere una palese violazione.
Non è neppure noto, per molte di queste aree a parco, il fatto che lo siano. Ripeto che chi si reca a Lanzo, a Vercelli o in molte località della nostra Provincia per alcuni chilometri percorre una strada statale compresa in un Parco e altre che non lo sono.
Questo emendamento, peraltro, riprende alcune sentenze che già la Magistratura nazionale ha espresso in diverse Corti italiane - volte cioè a distinguere tra il transito dell'arma custodita e il possesso, invece dell'arma custodita all'interno di un Parco - evitando che venga scambiato o messo sullo stesso piano colui il quale trasporta un'arma nelle modalità previste dalle norme e chi invece si reca - questo sì violando la legge con un'arma in pugno all'interno di un'area naturale; salvo, ovviamente, le autorizzazioni previste anche in questo caso dalla nostra legge.
Questo è il fine dell'emendamento che si propone di modificare appunto, sulla legge sulle aree naturali, cioè quella che - intervenendo sul divieto di possesso delle armi all'interno dei parchi - sancisce, come dicevo, una filosofia che è totalmente condivisa, salvo per l'eccezione dell'attraversamento su strade che è invece una fattispecie totalmente differente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 214) presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Pentenero, Taricco, Lepri, Motta Angela: Dopo l'articolo 18 del disegno di legge n. 169 "Legge finanziaria per l'anno 2012", è inserito il seguente: Art. 18 bis (Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità") 1. Dopo il comma 1 dell'articolo 15 della legge regionale 29 giugno 2009.
n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità) sono inseriti i seguenti: "1 bis. Fermo restando quanto previsto al comma 1, lettera b), per l'Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino e del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino un ulteriore componente del consiglio è designato dalla Partecipanza dei Boschi di Trino.
1 ter. La gestione del Bosco delle Sorti di Trino è affidata alla Partecipanza dei Boschi di Trino attraverso la stipula di apposita convenzione che assicura: a) la continuità della gestione della Partecipanza dei Boschi di Trino conservandone le caratteristiche storiche quali risultano dagli statuti sociali, dagli atti, dagli usi e dalle consuetudini della Partecipanza stessa, mantenendo inalterato il regime di proprietà b) la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche dell'area boschiva al fine di ricostituire e mantenere l'unità ambientale del Bosco delle Sorti della Partecipanza, nel pieno e incondizionato rispetto delle pratiche silvocolturali e dei diritti e delle consuetudini secolari esercitati dalla Partecipanza e dai partecipanti quali proprietari proindiviso c) la promozione e la gestione di ogni iniziativa necessaria od utile per consentire la fruizione del Bosco delle Sorti a fini ricreativi, didattici scientifici, culturali.
1 quater. La convenzione di cui al comma 1 ter individua i criteri relativi alla gestione del Bosco della Partecipanza, nonché le modalità necessarie al perseguimento delle finalità di cui al comma 1ter, lettere a), b) e c).
Lo schema della convenzione è approvato dalla Giunta regionale.".
2. Il comma 2 bis dell'articolo 7 della l.r. 19/2009 è abrogato".
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Reschigna ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento che abbiamo presentato vuole risolvere uno dei problemi che l'applicazione del Testo Unico sulle Aree protette ha aperto soprattutto in relazione al fatto che i comportamenti della Giunta regionale al momento dell'elezione degli organi delle Aree protette hanno accentuato ancora di più questo caso.
C'è una situazione particolare, all'interno della nostra Regione, che è il Parco della Partecipanza di Trino Vercellese; è una situazione del tutto particolare perché parliamo di un bene privato "collettivo", di un bene comune collettivo. Non vi è una proprietà da parte di un soggetto pubblico: la proprietà è in capo a degli abitanti - è una tradizione che affonda le radici nel tempo e nella storia - che anni fa avevano accettato, con un patto nei confronti della Regione, di far diventare questa un'Area protetta regionale. Credo che l'esperienza che si è sviluppata nel corso degli anni sia stata un'esperienza positiva.
Oggi questo Parco della Partecipanza di Trino è stato unito ad altre Aree protette della nostra Regione. Il Testo Unico iniziale licenziato da questo Consiglio regionale nella precedente legislatura garantiva sostanzialmente la possibilità ai soci del Parco della Partecipanza di Trino di nominare un rappresentante all'interno del Consiglio e un rapporto convenzionale circa l'utilizzo del personale all'interno dell'Area protetta. Questi due elementi, però, non sono stati confermati nelle modifiche al Testo Unico sulle Aree protette portate avanti nel corso di questa legislatura regionale.
Le modalità di elezione del Consiglio di quell'Area protetta hanno portato al fatto che oggi non esiste, al suo interno, un rappresentante di quella realtà specifica, che ha una sua connotazione particolare. La non definizione di un rapporto convenzionale sta portando sostanzialmente ad una condizione per cui le persone che erano occupate all'interno del Parco della Partecipanza sono state tutte trasferite in altre Aree protette del Piemonte e questo rischia di portare in una condizione per cui, ad un certo punto, coloro che avevano dato l'adesione al conferimento di questo bene all'interno del sistema delle aree protette, possono tornare in una dimensione arretrata rispetto al passato.
Chiedo scusa se lo faccio adesso - non interverrò ulteriormente su questo problema - però il punto è talmente delicato che mi permettevo di chiedere la presenza in aula dell'Assessore Casoni, anche perché stiamo affrontando delle questioni assolutamente importanti.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Sono contrario al provvedimento illustrato prima dal Consigliere Vignale, nel senso che mi sembra molto borderline come giustificazione.
Per quanto riguarda, invece, il tema degli organi di gestione delle Aree protette, poiché è stato oggetto di discussione ripetuta e continuata prima in Commissione e poi in Aula, voterò l'emendamento presentato dal collega Reschigna, perché, di fatto, svolge un'azione di trasparenza nei confronti di tutta la vicenda, che, come ho detto, si è esplicitata ed è stata dibattuta sia in Commissione che in Aula, anche in merito ruolo di un cosiddetto Consiglio di Amministrazione che, di fatto, subisce una pressione esagerata da parte delle forze politiche.
Qui si individua una forma molto più semplice e molto più operativa, in cui le responsabilità sono chiare. Da questo punto di vista, quindi, credo che possa rappresentare un elemento di chiarezza, per cui inviterei l'Assessore a recepirlo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
I colleghi, naturalmente, non sono tenuti a conoscere le specificità delle varie aree protette: ciascuno, ovviamente, si occupa di quelle magari più attigue al territorio nel quale solitamente interviene ed opera.
Con il collega Reschigna ho avuto modo di partecipato ad un'assemblea organizzata per discutere i temi della Partecipanza: ciò che mi colpì in quell'occasione fu il fatto che lì c'era il popolo, lì c'era il paese. Nel senso che attorno all'esperienza storica della Partecipanza - che è storica per davvero e vorrei che in questo mi venissero in soccorso anche alcuni colleghi della maggioranza che non credo possano negare un problema come questo - c'è proprio una mobilitazione dei cittadini che si sentono partecipi in prima persona nelle attività e nella gestione di questa particolare Area protetta. Noi la definiamo "Area protetta", ma è una cosa davvero unica nel suo genere. Io sono sempre rimasto molto colpito da questa simbiosi che si è determinata tra quella realtà e la gente che vive in quel paese, che sente questa area protetta o questo territorio come una cosa sua e vi concorre in prima persona.
Rimasi colpito del fatto che, per esempio, una parte delle risorse che vengono impiegate lì sono sottoscritte dai cittadini di Trino Vercellese.
Ora, essendo questo il problema di cui stiamo discutendo, sono dell'opinione che la maggioranza - o l'Assessore, che, ahimè, al momento non è in aula, ma spero che fra un po' ci raggiunga - affronti l'argomento non come una questione burocratica (cioè non come un emendamento che presenta un Gruppo dell'opposizione e che, quindi, deve essere respinto) ma come una questione che merita di essere affrontata seriamente, dal momento che so che anche altri colleghi di quest'aula si sono occupati della questione.
Le due cose che vengono richieste - garantiamo una rappresentanza alla Partecipanza, che è l'aspetto che prima sommariamente ricordavo, e facciamo in maniera che abbia un pezzo del personale per svolgere le attività che sono fondamentali per valorizzare quell'area protetta - mi paiono dettate dal buonsenso, oltre che dalla necessità di impedire che quest'esperienza possa finire su un binario morto. Questa esperienza, della quale sicuramente è a conoscenza il Capogruppo Pedrale, perché ricordo che in passato si occupò di tale questione, merita, semmai, di essere ulteriormente valorizzata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Volevo intervenire in merito a questo emendamento proposto dal Partito Democratico, dal momento che ne avevo parlato anche in privata sede con i singoli Consiglieri.
Sinceramente, non sono d'accordo e vi spiegherò le motivazioni.
Dal mio punto di vista, non si tratta di un problema storico, ma di un problema costituzionale. Il fatto di inserire all'interno di una legge regionale un particolare privilegio per una determinata area lo considero pericoloso, perché andremmo a creare un'eccezione che farebbe sì che altri "enne" parchi chiederebbero una rappresentanza all'interno del Consiglio di Amministrazione.
Oltretutto, ritengo che non sia stato costruttivo il comportamento ostruzionista di un solo rappresentante del Parco di Trino, che credo abbia tenuto anche all'oscuro il fatto che vi fossero delle nomine. Noi, come Giunta regionale, avremmo voluto nominare un Consigliere nel Consiglio di Amministrazione che rappresentasse Trino e la Partecipanza, però non venne neanche recapitata una domanda. Tramite il vostro emendamento speravano di allargare il Consiglio di Amministrazione a sei persone o, forse, qualcuno sperava di diritto di poter entrare nello stesso Consiglio di Amministrazione.
A mio avviso, non è una scelta opportuna, perché si andrebbe a creare un precedente scomodo per altre situazioni analoghe. Avrei preferito che il rappresentante del Parco di Trino, il primo conservatore, avesse presentato una domanda, e poi la Giunta, con raziocinio e con onestà intellettuale avrebbe indicato sicuramente quel nome. Farlo a prescindere solo per cavalcare la polemica politica è sempre pericoloso: oggi può essere pericoloso per noi, domani per voi, se governerete. È il cosiddetto "cavallo di Troia" che non accetto e che non condivido.
Capisco la vostra buonafede e capisco anche il fatto che molti trinesi (non tutti) vorrebbero questo privilegio, ma credo che sia una questione di correttezza. E la correttezza deve esserci da ambo le parti, per cui quando qualcuno cavalca un determinato fattore tramutandolo in polemica politica non va bene. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'intervento del collega Tiramani mi ha sollecitato un'ulteriore ragione di riflessione.
Noi dobbiamo saper distinguere, Presidente, quelli che sono gli interventi astratti che deve compiere il legislatore regionale nel garantire un diritto di partecipazione a questa esperienza, che è unica in Piemonte (ce se ne sono quattro o cinque in tutta Italia, per essere chiaro) da quelle che sono le dinamiche politiche locali.
Le dinamiche politiche rispetto al fatto che il Presidente possa o non possa essere un rappresentante, a noi non interessano. A noi interessa sostanzialmente, che ci sia il diritto di riconoscimento nei confronti di questa esperienza all'interno del Consiglio di Amministrazione.
Mi sembra che l'Amministrazione comunale di Trino Vercellese non sia di centrosinistra. Quel giorno, a quell'incontro cui faceva riferimento il collega Ronzani, c'era anche l'Amministrazione comunale di Trino Vercellese. Io, poi, ne ho avuto anche un altro in tempi più recenti e la stessa Amministrazione comunale di Trino Vercellese, che sta sostenendo il tentativo di conservazione e di utilizzo del Parco della Partecipanza di Trino Vercellese, sostanzialmente, sia sulla stessa lunghezza d'onda: quella di non riuscire a comprendere perché questa esperienza sia stata oggetto di un intervento censorio da parte del legislatore regionale nella modifica al testo unico sulle aree protette e non venga riconosciuta come tale.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
L'Assessore non è disponibile perché non è in sede, però il Vicepresidente della Giunta regionale ha chiesto di intervenire.
La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Indubbiamente, le proposte emendative già elencate nel canovaccio e anche l'ultimo emendamento, quello che riguarda la Partecipanza evidenziano in qualche modo discussioni che sono state svolte durante l'iter del provvedimento di riforma delle Aree protette sia in Commissione che in Aula.
Il cambiamento proposto per i parchi in generale è, sostanzialmente radicale, nel senso che si propone di abolire il Presidente e il Consiglio nominando solamente un Direttore. Quindi, l'organo gestionale esecutivo sarebbe la Giunta regionale: già avevamo ricevuto delle critiche da parte dei territori, che con le concentrazioni di Aree protette si sono sentiti un po' allontanati rispetto all'incidenza che avevano nella precedente configurazione.
Certamente, dal punto di vista del collegamento, nell'azione di indirizzo la comunità del Parco che viene prevista può avere il suo ruolo però non ha niente a che vedere con la gestione, in quanto, ovviamente quest'ultima comporta l'assunzione di responsabilità amministrative, quindi era stato individuato questo equilibrio.
Nulla vieta di tornare su questo argomento con proposte di revisione della legge, ovviamente spetta all'autonomia e all'iniziativa politica dei Gruppi.
Tra l'altro, se si intervenisse, nel contesto della legge si dovrebbe procedere ad altri cambiamenti, quali le sostituzioni dove vengono citati il Presidente e il Direttivo; va da sé, nel momento in cui vado a incidere in modo sostanziale.
Per quanto riguarda il discorso della Partecipanza, conosco bene il problema perché, in precedenza, ho avuto modo di vivere un rapporto con questa realtà. Peraltro, dal punto di vista forestale, credo che la nuova legge forestale riconosca le foreste planiziali e questo è un episodio ancora in atto di foresta planiziale.
C'è da dire che, nei secoli, ente o non ente, questa attività, grazie alla solidarietà e all'attività convergente della comunità, comunque questa presenza ecologica e produttiva dal punto di vista delle piante da legno e quant'altro è durata molto. Negli ultimi decenni, il susseguirsi delle varie leggi nazionali e regionali ha creato situazioni particolari.
Al di là del formalismo - un membro dentro, un membro fuori - credo che comunque, si possano individuare soluzioni amministrative.
Per concludere, anche sentite in via tecnica alcune considerazioni, da parte della Giunta il parere è contrario.



PRESIDENTE

Bene.
Il parere è contrario su tutti e tre?



(Commenti del Vicepresidente Cavallera)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi riferivo agli emendamenti della Giunta.
Per quanto riguarda l'emendamento del collega Vignale, che tende a risolvere un problema specifico - anche a me risulta fosse rimasto in sospeso nella discussione dell'assestamento: si era detto che, poi, si sarebbe dovuto provvedere - ritengo che riguardi la circolazione sulle strade pubbliche. Credo che nessuno voglia mantenere una situazione di precarietà nei confronti dei cittadini piemontesi, che possono avere dei guai solo perché attraversano una via pubblica che passa all'interno di un'Area protetta. Ci sono le paline, ma uno vede una palina e si ferma? Cosa ne fa dell'eventuale arma da caccia che può avere nel cofano, anche se magari in quella giornata svolgeva altre attività? Quindi, ritengo che sia compatibile con le finalità della legge sarebbe una modalità solamente pratica per evitare situazioni di criticità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Sarò breve.
Innanzitutto, non capisco - senza entrare nel merito della questione sia ben chiaro - perché quando l'Assessore Cavallera deve esprimere un parere contrario ai nostri emendamenti adduce quale motivazione che il legislatore è appena intervenuto sulla materia, quindi oggi non c'è la necessità di un ulteriore intervento.
Quando deve esprimere parere favorevole ad un emendamento, si dimentica che anche su questa materia il legislatore è appena intervenuto approvando il testo unico e prevedendo quella fattispecie. Però, è evidente che è preferenziale il rapporto tra Giunta e maggioranza rispetto a quello tra Giunta e opposizione, ma di questo siamo anche soddisfatti e sufficientemente contenti.
un altro il concetto che voglio esprimere brevissimamente.
Vicepresidente Cavallera, da qualche mese a questa parte, assistiamo alla rappresentazione di uno slogan da parte del Presidente Cota che, per dovere d'ufficio, viene ripetutamente ripreso da tutti i componenti della Giunta e anche - non da tutti - da un po' di componenti della maggioranza: il mondo è cambiato. Dopodiché, anche noi ci siamo resi conto che il mondo è cambiato, ma la Giunta, che dice che il mondo è cambiato, non vuole cambiare la Regione, cioè non vuole avviare un processo di riforma della Regione. È questa l'unica condizione attraverso la quale siamo nelle condizioni di fare interventi nel breve periodo, ma, soprattutto, nel medio periodo, di invertire una situazione drammatica nella nostra regione.
La discussione su questa legge finanziaria, che doveva essere una discussione coraggiosa, che guardava al futuro e a come costruire una nuova Regione (più leggera, meno costosa, più efficiente), vede la Giunta regionale in un atteggiamento di totale conservazione del passato. Questo è il minimo comune denominatore.
Ora, se posso sintetizzare, il dibattito che stiamo svolgendo su questa legge finanziaria da alcuni giorni è, per assurdo, caratterizzato da un gruppo di opposizione, come il Partito Democratico, che vuole riformare la Regione e che ha accolto questa discussione come il punto, forse, nodale per cominciare questo percorso di riforma, e da un atteggiamento da parte della Giunta regionale e della maggioranza di mera conservazione dell'esistente, ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Il voto è esteso al nuovo articolo) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214), sul quale il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Reschigna Gariglio, Manica, Ronzani, Negro, Lepri, Laus, Placido, Taricco, Muliere Boeti, Motta Angela: Dopo l'art. 17 del disegno di legge n. 169 "Legge finanziaria per l'anno 2012" è inserito il seguente articolo: Art. 17 bis.
Modificazioni alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 "Norme in materia di edilizia sociale" 1. Il comma 1 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è sostituito dal seguente: "1. Sono enti attuatori e gestori del patrimonio di edilizia sociale le seguenti ATC, ciascuna per la competenza territoriale indicata: a) ATC di Torino (Provincia di Torino) b) ATC di Cuneo (Provincia di Cuneo) c)ATC del Piemonte sud (Province di Asti e Alessandria) d) ATC del Piemonte nord (Province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola Vercelli)" 2. Dopo il comma 1 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è inserito il seguente articolo: "1 bis. Entro il 31 dicembre 2012, ove necessario a conseguire l'assetto di cui al comma 1, le ATC interessate provvedono alla fusione, con successione delle nuove ATC risultanti dall'accorpamento in tutti i rapporti contrattuali e lavorativi in essere." 3. Il comma 4 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è sostituito dal seguente: "4. Le ATC il cui ambito di competenza si estenda oltre il territorio provinciale, provvedono a mantenere uffici decentrati presso ciascuna provincia." 4. L'articolo 31 della l.r. 3/2010 è sostituito dal seguente: "1. Sono organi delle ATC il Direttore generale, il Revisore dei conti e il Comitato di controllo.
Il Direttore generale è nominato dalla Giunta Regionale con durata della carica pari a 4 anni; esercita la legale rappresentanza dell'ATC e gli sono attribuiti pieni poteri di amministrazione dell'ente. Presenta un programma operativo biennale e, ogni anno, una relazione di accompagnamento al bilancio sullo stato di attuazione del programma, entrambi sottoposti alla valutazione del comitato di controllo.
Il Revisore dei conti è nominato dal Consiglio regionale su indicazione della minoranza consiliare tra gli iscritti al registro dei revisori contabili ed esprime parere di regolarità contabile sugli atti dell'ATC; la durata della carica è pari a 4 anni.
Il Comitato di controllo è composto da 10 membri, 6 nominati dai sindaci delle province interessate, 4 dalle organizzazioni di inquilini. Valuta l'operato del Direttore generale e in particolare il programma operativo e la relazione sullo stato di accompagnamento del programma; il giudizio negativo del Comitato comporta la decadenza del Direttore generale dall'incarico e la conseguente nuova nomina da parte della Giunta regionale. I membri restano in carica sino a revoca da parte dei rispettivi enti.
Il trattamento economico del Direttore generale e del Revisore dei conti è stabilito dalla Giunta regionale; la partecipazione al Comitato di controllo non prevede oneri per la Regione." 5. Gli articoli 30, 32, 33 e 34 della l.r. 3/2010 sono soppressi.
6. Entro 90 giorni le ATC provvedono ad adeguare gli statuti alle previsioni del presente articolo.".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine del giorno, per il quale saremmo anche disponibili a definire una data di entrata in vigore differente rispetto a quella che indichiamo.
Qual è il punto? In questa Regione, se c'è un elemento che (anche grazie all'iniziativa del Presidente Saitta della Provincia di Torino) ha trovato una convergenza molto ampia relativamente a forze politiche di maggioranza e di opposizione, oggi all'interno dell'Amministrazione regionale, è sul tentativo di ridisegnare l'organizzazione su quattro vaste aree.
evidente che questo non può riguardare unicamente il futuro delle Province, ma può e deve riguardare, dal nostro punto di vista, anche il tentativo di ridisegnare l'articolazione di una serie di presenze della Regione su queste quattro aree vaste. L'emendamento va in questa direzione.
Infatti, affrontiamo il tema della riduzione del numero delle ATC: oggi in Piemonte ce ne sono sette e noi proponiamo di ridurle a quattro.
Non si tratta unicamente di affrontare le questioni delle riduzioni dei Consigli d'Amministrazione, ma voglio ricordare che l'organizzazione di un'ATC rimodulata su queste aree vaste può (anche qui, nel breve e nel medio periodo) produrre effetti importanti e positivi. Si può prevedere nel tempo una riduzione del numero dei direttori delle ATC che costano quanto un direttore regionale, per essere chiari! Inoltre, si può prevedere una riduzione di alcuni servizi all'interno delle ATC.
Con questo emendamento vogliamo prendere lo spunto da un punto di convergenza che si è saputo costruire a livello politico ed istituzionale ed è il tentativo di ridisegnare su quattro grandi aree le politiche di area vasta della nostra Regione. Vogliamo immaginare che tutto ciò non possa essere unicamente riferito alle funzioni delle Province attuali, ma possa anche vedere un ridisegno da parte dell'organizzazione regionale? L'emendamento è in questa direzione. Proponiamo sostanzialmente che da sette ATC oggi in Piemonte si scenda a quattro ATC.
Inoltre, diciamo che devono essere garantiti gli uffici al servizio delle persone in quelle Province dove non c'è la sede dell'ATC. Guardate siamo convinti che i benefici nel corso degli anni possono diventare significativi, anche sotto il profilo economico sul bilancio della Regione.
Spero che la risposta al nostro emendamento da parte della Giunta non assomigli a quelle precedenti, perché veramente saremmo in presenza di un atteggiamento che non vuole rimettere in discussione un'organizzazione che oggi è, per alcuni aspetti, pesante!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

C'è poco da aggiungere alle parole del Consigliere Reschigna, se non quelle per le quali noi ci attendiamo una risposta non formale o addirittura scontata - cioè il no - alla nostra proposta, come purtroppo è avvenuto per non pochi emendamenti nel corso di questa discussione.
Questo emendamento, come altri, come quasi tutti, non ha alcun carattere ostruzionistico, ma ha un carattere estremamente collaborativi improntato alla responsabilità e ad orientamenti che, peraltro la stessa maggioranza (lo dico al Vicepresidente, che è tenuto a dare il parere della Giunta) ha già praticato su altri settori. Che cos'è la riproposizione delle aree di coordinamento sovrazonale in sanità con l'individuazione di sei grandi (grandi tra virgolette) Federazioni, se non l'individuazione appunto di una dimensione più opportunamente ottimale attraverso cui gestire le funzioni, in quel caso, della sanità? In questo caso, siamo convinti che sia possibile ridurre il numero delle ATC, portando il loro numero a quattro, individuando nei quattro grandi distretti, nelle quattro grandi macroaree del Piemonte la dimensione ottimale attraverso cui realizzare la gestione delle ATC.
Aggiungiamo che questa ridefinizione dei confini potrebbe essere accompagnata (ma vi possono essere anche opinioni diverse, quindi siamo credo, disponibili a valutare accoglimenti anche parziali della nostra proposta emendativa) dalla proposta di eliminare il Consiglio d'Amministrazione, senza nulla togliere al ruolo importante che riveste, ma in questa situazione così difficile crediamo sia sufficiente il lavoro del Direttore generale...



PRESIDENTE

Per favore: la Giunta è assaltata dall'arma bianca! Deve essere messa nelle condizioni di ascoltare gli interventi!



LEPRI Stefano

Dicevo - per concludere - che la nostra proposta è di eliminare il Consiglio di Amministrazione, anche con tempi più lunghi di quelli indicati (su questo siamo disponibili), per concentrare l'attività di Governo in capo ad un Direttore generale, controllato da un Revisore dei Conti nominato dalla minoranza e da un Comitato di controllo e d'indirizzo indicato dalle Province che fanno parte di quel territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ritengo - Assessore e Vicepresidente Cavallera - che in quest'ambito si dimostri se questa maggioranza e questa Giunta (ammesso che qualcuno stia ad ascoltare) vogliono affrontare seriamente la questione che poniamo da mesi, in merito alla riforma degli Enti che dipendono, in qualche modo dalla Regione Piemonte.
Si è parlato tanto di politiche d'area vasta quando abbiamo discusso il Piano Socio Sanitario, anzi la questione delle Federazioni...



PRESIDENTE

Scusi, collega Muliere, se la interrompo.
Sarebbe possibile trasferire la riunione (intanto c'è il Vicepresidente Cavallera che sta seguendo)? È difficile, per me, ascoltare; immaginiamo per il Vicepresidente! Chiedo veramente scusa, ma questa può essere una modalità che ci permette di fare l'una e l'altra cosa.
Grazie.



MULIERE Rocco

La ringrazio, Presidente.
Dicevo che, nell'ambito della discussione del Piano Socio Sanitario, si è dibattuto molto sulla questione delle politiche d'area vasta e la Federazione diventata una delle proposte centrali del Piano.
Relativamente alle politiche dell'edilizia sociale ed alla gestione delle politiche della casa riguardanti il Piemonte, avanziamo questa proposta in coerenza con ciò che si sta discutendo a livello nazionale.
Ieri sera ho sentito il Presidente Cota assumersi la paternità della proposta della riduzione delle Province, da otto a quattro.
Bene, se questo è l'orientamento della Giunta regionale, voglio capire quale sia la vostra risposta rispetto alla nostra proposta di diminuire il numero delle Agenzie Territoriali per la Casa, da sette a quattro.
Tra l'altro, ho cercato di verificare l'orientamento e ho trovato un riscontro positivo anche da parte di chi oggi ricopre un ruolo all'interno delle Aziende Territoriali per la Casa.
Inoltre, nell'emendamento proponiamo, laddove un'Agenzia Territoriale copra più Province, di mantenere un ufficio decentrato nella Provincia in cui non c'è la sede. In più, effettuiamo un ragionamento rispetto alla gestione.
Questa è una proposta coerente con quello che si sta discutendo a livello generale e con quello che abbiamo discusso più volte in quest'Aula.
Sarei sorpreso se, da parte della Giunta, ci fosse l'indisponibilità a ragionare o a discutere con serietà un emendamento di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
In seguito agli interventi dei colleghi, ritengo che il significato e la logica in cui l'emendamento s'inserisce sia assolutamente evidente.
Abbiamo preso sul serio i ragionamenti che, su svariati temi, prima in Commissione e poi in Aula, ci siamo sentiti raccontare dalla maggioranza in merito alla necessità di procedente a tagli di risorse che finiscono inevitabilmente, per le modalità con cui sono fatti, in assenza di una riforma strutturale, con l'essere tagli lineari che vanno a penalizzare nella media, soprattutto chi è stato virtuoso nella gestione precedente.
Abbiamo immaginato che la volontà che la Giunta intendeva esprimere fosse di mettere mano al sistema, andandolo a riorganizzare, per creare percorsi che andassero ad affrontare possibili riorganizzazioni in modo strutturale. In questo modo, si genera normalmente un risparmio di risorse ma soprattutto si permette una gestione più razionale e su più vasta scala quindi maggiormente in grado di operare sinergie e sintesi, necessarie un po' in tutti i campi.
Abbiamo provato a calare questa logica nel sistema delle Agenzie Territoriali per la Casa: ragionare su aree vaste non genera soltanto risparmi per quanto riguarda l'amministrazione, gli organi di amministrazione e via discorrendo, ma permette di realizzare un'organizzazione della presenza sul territorio che guardi un po' più l'insieme.
Ci rendiamo conto che si tratta di un passaggio importante, ma crediamo vada nella direzione giusta; tra l'altro, molti di coloro che hanno sostenuto e sostengono la necessità di non addivenire ad un superamento tout court delle Province, hanno provato ad indicarlo come possibile terreno di riorganizzazione complessiva in termini d'area vasta, applicata anche alle Province, da gestire e calare sul nostro territorio.
Proprio perché coerente con un disegno complessivo, sollecitiamo la maggioranza e la Giunta a volerlo prendere in considerazione ed approvare poiché pensiamo vada nella direzione giusta, che tante volte ci è stata indicata in quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Mi unisco alle riflessioni dei colleghi: la riforma che proponiamo va nella direzione di quanto sta succedendo, a livello nazionale relativamente alle Province e in merito ad una riforma strutturale di un Piemonte che non può più garantire una serie di attività e servizi, secondo una logica di programmazione ormai obsoleta, poiché - lo ripetiamo ogni giorno - il mondo è cambiato.
Poiché è cambiato il mondo, occorre utilizzare tutte le opportunità per cambiare ogni pezzo dei sistemi di programmazione e organizzazione che la nostra regione ha a disposizione, cercando di ottenere situazioni efficaci che rispondano alle esigenze dei cittadini piemontesi, ma che, da un altro punto di vista, consentano un'ottimizzazione della strutturazione di Enti quali le Agenzie per la Casa, presenti sul nostro territorio.
Questo ci pare coerente se pensiamo a quanto è stato riferito dal collega Muliere, ovvero che il Presidente Cota ha proposto la riduzione delle Province, portandole a quattro (quattro aree vaste all'interno della nostra regione).
L'idea di avere quattro Agenzie Territoriali per la Case va nella stessa direzione.
Più volte, durante la discussione della legge finanziaria, abbiamo affermato la necessità di non utilizzare la legge finanziaria stessa per delle riforme strutturali, ma solo laddove ci permetta di avere un miglioramento dell'efficacia della sua azione.
Bene, quest'emendamento è coerente con la linea di discussione e con tutto quello che in questi giorni abbiamo cercato di presentare attraverso gli emendamenti.
Ci auguriamo che, questa volta, s'incontri un pensiero comune all'interno della maggioranza e che si possa incominciare a riformare gli Enti che caratterizzano la programmazione della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Cerco d'immaginare la risposta del Vicepresidente Cavallera, sempre che questa sia coerente con quanto quest'Amministrazione ha dichiarato di aver già fatto.
Il Presidente Cota ha annunciato che è intendimento dell'Amministrazione riorganizzare il sistema delle Province piemontesi portandole a quattro. Mi sembra di capire che questa presa di posizione esprime un orientamento che va nella direzione di organizzare il sistema delle Province piemontesi su area vasta. Dunque, la contraddizione non è contraddittoria rispetto al nostro emendamento: sarebbe contraddittorio il "no" della Giunta al nostro emendamento.
Lo stesso discorso riguarda la politica sanitaria, perché la politica sanitaria di questa regione, approvata con il Piano Socio Sanitario prevede le Federazioni.
Noi eravamo contrari allo strumento della Federazione; abbiamo immaginato che le politiche d'area vasta potessero essere realizzate individuando un'azienda capofila, ma certo è che quello era il segno di quella politica. La stessa cosa fate per i rifiuti. Domando: è naturale che l'Amministrazione regionale, di fronte ad una proposta che fa l'opposizione di organizzare le ATC da sette a quattro, sia d'accordo, perché va esattamente in quella direzione, cioè va esattamente nella direzione di immaginare un Piemonte - è cambiato il mondo si dice, ma è cambiato o dovrà cambiare anche l'assetto istituzionale del Piemonte - che si organizzi in maniera diversa per ciò che riguarda l'articolazione democratica istituzionale delle società.
La nostra proposta di emendamento va esattamente in questa direzione.
Meno soldi per la struttura burocratica, più soldi per le case, senza negare sul territorio quegli uffici che ci consentono e che servono soprattutto ai cittadini, perché quello è ciò che noi difendiamo nella proposta che facciamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che affrontiamo questo tema. Lo abbiamo già fatto altre volte, anzi volevo ricordare al Vicepresidente Cavallera che un passo l'ho già fatto. Ho fatto un compromesso con i miei colleghi di Gruppo perché la loro proposta, che adesso è diventata anche una mia proposta, è abbastanza di buon senso. Si tratta di una proposta che giace da tempo in Commissione (e lì dorme) che riguarda la riduzione delle ATC ad una.
Vicepresidente Cavallera, sembra che a lei non gliene freghi niente! Detto questo, vado avanti.
Noi abbiamo la necessità di liberare risorse e non lo diciamo solo noi.
Dobbiamo semplificare, perché non ci sono i soldi per i malati non autosufficienti, per i trasferimenti agli Enti locali. Non ci sono soldi! Non ci sono! Vi arrabbiate con la manovra Monti che prevede tagli e prelievi oltre il naturale, e noi capiamo che questi tagli sono tanti, ma l'unico modo per liberare le risorse è quello di eliminare la sovrapposizione di strutture.
Se vi siete avventurati nell'accorpamento delle ASO, non capisco come non vi possa essere la possibilità e la disponibilità di accorpare le ATC di tutte le Province.
Ditemi dov'è la semplificazione! Mi chiedo che cosa pensate di accorpare ancora e quali vantaggi pensate di ricavare dal semplice accorpamento degli ospedali.
Ne approfitto solo per ricordare che questo emendamento propone la costituzione di quattro ATC, mentre per il sottoscritto ne basterebbe solo una. Con questi meccanismi si potrebbero dedicare le risorse in settori dove ce n'è bisogno, anzi si potrebbe dedicarle ai proprietari all'interno delle case delle ATC, in modo da evitare una proliferazione di Revisori dei Conti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Potremmo prendere in considerazione la proposta del collega Carossa di non farne quattro ATC, ma farne una sola. Potrebbe essere la proposta da fare; firmo subito l'emendamento Crossa, per ridurre ad un'unica ATC le otto. Mi ricordo qualcuno che aveva proposto - se non ricordo male - un Ministero alla semplificazione. Noi che cerchiamo di prendere le cose positive, proponiamo una semplificazione, perché non si riesce a capire - e abbiamo la responsabilità di non averlo fatto prima ancora e ammetto la colpa del ritardo - come possa esserci una ATC con 25 mila alloggi da gestire e in un'altra Provincia una ATC con revisori, consiglio di amministrazione, mentre non ci sono i soldi per riparare e fare la manutenzione minima per qualche centinaio di alloggi, per permettere di vivere decentemente a famiglie che hanno diritto non solo alla casa, ma anche a vivere in una maniera decorosa. Se qualcuno ce lo spiega, stiamo pronti anche a cambiare idea. La proposta del collega Laus, che voleva proporne una sola, anticipando il collega Carossa, invece di quattro è un emendamento di serietà e di buonsenso in questi tempi drammatici, dove siamo chiamati a trovare le risorse dove non ci sono. Mentre si propone di ridurre i soldi all'assistenza, noi non riusciamo a capire come si possa pensare di mantenere in piedi dei veri e propri carrozzoni che, di sicuro non fanno bene alla casa, meno che mai ai piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Sarà mia cura scrupolosa rivolgermi unicamente alla Presidenza, lo dico per tranquillizzare i colleghi dell'altra parte dell'emiciclo.
Chi avesse modo di ascoltare questo dibattito, potrebbe credere che da questa parte dell'emiciclo fosse seduta la maggioranza, una maggioranza che si fa carico di dare risposte al fatto che è cambiato tutto, l'economia è quella che è, c'è la crisi finanziaria internazione, i 900 milioni in meno che giungono alla Regione e via dicendo. E che dall'altra parte c'è un'opposizione riottosa che non ne vuole sapere di difendere i potentati locali, di difendere le clientele elettorali di ciascuno.
Insomma, si potrebbe credere che noi siamo qui cercando disperatamente di far quadrare il bilancio, tagliando organismi inutili e posti nei consigli di amministrazione, e dall'altra l'opposizione che cerca di cavalcare il malcontento ed acquisire tutto l'elettorato possibile.
Invece no; invece qui quelli che parlano sono quelli dell'opposizione e dall'altra parte coloro che voteranno, respingendo l'emendamento, sono quelli della maggioranza, una maggioranza che è qui presente in assenza del suo Presidente della Giunta regionale, una maggioranza disattenta, una maggioranza che probabilmente dirà sprezzantemente "no!", senza nemmeno interloquire con la nostra proposta.
Quindi, chiedo: cambia qualcosa per i cittadini piemontesi, cambia qualcosa per il bene comune se a gestire gli alloggi di case popolari in Piemonte ci sono quattro strutture, quattro enti invece che sette? Penso che questo dovrebbe essere il problema sulla cui base dare una risposta.
Vi chiedo di interloquire su questo. C'è il Vicepresidente, che conosce la materia di cui si tratta. Mi chiedo per quale motivo dobbiamo sacrificare questa proposta che, peraltro, arriva dall'opposizione, sulla base di meri interessi di bottega, di clientele locali per salvaguardare un pugno di posti di consigli di amministrazione o di membri dei collegi sindacali Penso sia una proposta seria. Ci piacerebbe se, ripristinando le parti la maggioranza si ponesse il problema di controllare e tagliare gli enti inutili.
Se non erro, il Presidente Cota, un tempo, sosteneva questo. Noi vorremmo avere un Presidente che, oltre a dire le cose, fosse anche interessato e disponibile a farle.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Emendamento rubricato n. 83) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Taricco, Gariglio, Ronzani, Motta Angela, Laus, Manica, Muliere, Boeti: Dopo l'art. 17 del disegno di legge n. 169 "Legge finanziaria per l'anno 2012" è inserito il seguente articolo: Art. 17 bis.
(Modificazioni alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 "Norme in materia di edilizia sociale ") 1. Il comma 1 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è sostituito dal seguente: "1. Sono enti attuatori e gestori del patrimonio di edilizia sociale le seguenti ATC, ciascuna per la competenza territoriale indicata: e) ATC di Torino (Provincia di Torino) f) ATC di Cuneo (Provincia di Cuneo) g) ATC del Piemonte sud (Province di Asti e Alessandria) h) ATC del Piemonte nord (Province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola Vercelli)" 2. Dopo il comma 1 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è inserito il seguente articolo: "1 bis. Entro il 31 dicembre 2012, ove necessario a conseguire l'assetto di cui al comma 1, le ATC interessate provvedono alla fusione, con successione delle nuove ATC risultanti dall'accorpamento in tutti i rapporti contrattuali e lavorativi in essere." 3. Il comma 4 dell'art. 28 della l.r. 3/2010 è sostituito dal seguente: "4. Le ATC il cui ambito di competenza si estenda oltre il territorio provinciale, provvedono a mantenere uffici decentrati presso ciascuna provincia.".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Ci metto meno dei tre minuti perché voglio privilegiare il confronto di merito.
Qual è lo scenario che abbiamo di fronte? Lo scenario che abbiamo di fronte è un tentativo, da parte della Regione, di ridisegnare le politiche di area vasta su quattro aree. Non voglio più tornare su queste questioni lo hanno detto altri colleghi nel proprio intervento.
Il teme delle Federazioni? Noi potevamo prenderne in considerazione quattro, sono passate sei - quella che è stata suddivisa è la realtà di Torino e della provincia di Torino - ma tutto il resto del Piemonte è concentrato su tre grandi aree vaste.
La politica sui rifiuti e sull'acqua. La legge che stiamo discutendo in Aula, con molta fatica, prevede quattro ambiti territoriali ottimali che coincidono con le quattro grandi aree vaste. L'impegno, da parte del Presidente della Regione e con il sostegno del Presidente della Regione nei confronti della proposta dell'unione delle Province piemontesi, è di ridisegnare le funzioni di area vasta intorno a quattro grandi ambiti territoriali della nostra regione. Vorrei anche dire che, quando saremo in presenza di situazioni di questo genere, le proposte che farà il Gruppo del PD non saranno quelle delle Agenzie Territoriali della Casa, ma saranno quelle di affidare queste funzioni alle quattro grandi Province del Piemonte, se andiamo in questa direzione.
Lo scenario che abbiamo di fronte, che per alcuni aspetti guardo con una certa preoccupazione, non lo nascondo, a livello della politica nazionale, sta immaginando di accorpare le Prefetture, di accorpare le Questure, di accorpare una serie di articolazioni dello Stato che oggi hanno una dimensione e un ambito di riferimento territoriale, a livello provinciale. Questo è lo scenario.
Il problema è se la Regione vuole giocare da protagonista in questo scenario o se la Regione Piemonte vuole conservare, fin quando ci riuscirà l'esistente, destinando risorse al mantenimento di strutture, piuttosto che restituire risorse a politiche sui servizi e sugli investimenti.
Noi chiediamo che la Regione agisca da protagonista, lo facciamo anche con una convinzione. Immaginare di reimpostare le Agenzie Territoriali della Casa su quattro grandi aree vaste significa avere anche Agenzie Territoriali equilibrate sul numero degli alloggi. Oggi abbiamo Agenzie Territoriali che sono fortemente squilibrate rispetto al peso delle complessità da gestire, ma i costi di struttura sono quasi sempre uguali.
L'ultima considerazione. La settimana scorsa, quando il Presidente è passato in III Commissione ad avviare la discussione sulla caccia, disse che, su una serie di questioni che noi ponevamo sulla legge finanziaria come i costi della politica e la riduzione delle Agenzie Territoriali della Casa, era anche d'accordo. Ho risposto che mi faceva piacere che sul piano personale fosse d'accordo, tuttavia mi fa molto meno piacere, ed evidenzio che questa è una grave contraddizione politica, il fatto che, al momento delle votazioni, l'atteggiamento della Giunta e della maggioranza è un atteggiamento di mera conservazione dell'esistente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Con molta chiarezza, possiamo dire che questo provvedimento avremmo dovuto farlo noi nella scorsa legislatura.
Avremmo dovuto farlo noi, ne abbiamo anche parlato nella fase finale della legislatura, ma non siamo riusciti portarlo avanti. Devo dire Vicepresidente, che in questi due anni la situazione è totalmente cambiata.
Siamo, come si diceva prima, in uno scenario totalmente diverso. Non possiamo sviluppare una discussione sulla legge finanziaria, senza tener conto di quanto sta accadendo intorno a noi.
Se il Governo pone una giusta questione, come sta ponendo, per rivedere la spesa pubblica, per rivedere l'organizzazione dello Stato, soprattutto il decentramento dello Stato perché nel momento in cui si sta discutendo di accorpare le Prefetture...
A tal proposito, mi assumo la responsabilità di quello che dico e farei un passo in più: le Prefetture bisognerebbe eliminarle, superare l'organizzazione della Prefettura, ma questa è un'altra questione.
Nel momento in cui si sta discutendo di questo a livello nazionale, mi auguro che si abbia il coraggio e la forza di andare avanti nella riorganizzazione dello Stato nei territori decentrati, mi auguro che si abbia la forza e la capacità di farlo. Nel momento in cui si fa questo credo che la nostra discussione sulla riorganizzazione delle ATC a livello piemontese sia all'interno di questo quadro.
Non è, quindi, una cosa campata per aria. Peraltro, pensiamo che questa riorganizzazione non penalizzi gli utenti, perché il vero obiettivo che abbiamo è garantire gli utenti e il servizio.
Questa riorganizzazione non va nella direzione di penalizzare gli utenti ma, secondo noi, una riorganizzazione, alla fine, potrebbe sicuramente giovare nell'erogazione del servizio, che è quello della casa ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ha ragione il Consigliere Muliere, potevamo farla noi questa riforma.
Posso però dire che se errare è umano, perseverare è diabolico.
Prendo atto del fatto che c'è stato un ritardo nell'affrontare la questione, ma questo non significa che non ci sia tempo per mettersi in sintonia con un disegno di riorganizzazione del Piemonte. Il senso della nostra proposta è questo.
Non voglio fare, sulla questione, un ragionamento polemico, ma un ragionamento molto di merito. In verità, ci sono temi - questo è uno di quelli - sui quali maggioranza e minoranza, che sono divise su tutto, per molte ragioni, potrebbero invece considerarli oggetti di confronto comune e unitario. Stiamo parlando di questioni che hanno un valore di riassetto delle istituzioni piemontesi, di riorganizzazione del sistema istituzionale.
Naturalmente dovremmo poterci dividere sulla politica per la casa da fare attraverso le ATC, ma non sul numero delle stesse. Il numero delle ATC, quindi una maggiore efficienza e una semplificazione del sistema che governa la politica della casa, dovrebbe essere un terreno comune di confronto. Poi ci possiamo dividere su tutto il resto: quante risorse dare come amministrare, in che modo implementare una politica per le abitazioni popolari e via dicendo.
Vorrei che su questo punto trovassimo un terreno di confronto comune.
Del resto, a parole, voi dite di voler andare in quella direzione. Cos'è che oggi rappresenta un ostacolo? Non diciamo prendere o lasciare, ha ragione il Consigliere Laus. Lui ha sostenuto, sin dall'inizio e in maniera coerente, una sola azienda. Il compromesso è stato: avviamo un processo di riforma.
Vorrei e gradirei conoscere davvero il punto di vista della Giunta sulla questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie.
Questo mio ulteriore intervento è per completare il ragionamento iniziato, per onestà intellettuale mia e dei colleghi che, essendo un po' timidi, non hanno detto tutta la verità di cos'era successo nella scorsa legislatura.
All'epoca, proposi la semplificazione delle ATC ad una. Ci fu una forte contrapposizione all'interno del Gruppo, nella scorsa legislatura, perch continuavano a spiegarmi che doveva passare la politica di area vasta, che è un po' quello che è successo anche sul Piano Socio Sanitario.
Forse io ed altri colleghi del Gruppo abbiamo forzato la mano: ne volevamo uno, loro ne volevano quattro, alla fine la legislatura è finita e non si fece nulla.
Non c'è nessuna contraddizione rispetto all'azione politica che il Gruppo del PD fa su questo tema esplicitato nella scorsa legislatura. Siamo a posto con la coscienza: andiamo nella direzione della semplificazione delle ATC.
Chiudo questo mio intervento, e credo di avere i titoli per parlarne dato che ho vissuto i miei primi diciotto anni in una casa popolare con i miei genitori. Difficilmente riuscivamo ad arrivare a fine mese - potrà far sorridere qualcuno, ma questa è la verità - ma non eravamo preoccupati nell'interfacciarci con quel Consigliere di amministrazione o con quel revisore dei conti, realmente solo preoccupati per i servizi di manutenzione per l'erogazione che l'ATC deve fare al complesso immobiliare.
Questo è l'interesse dell'inquilino.
Ne approfitto per porre una domanda all'Assessore, da cui mi aspetto se è possibile, una risposta: ma le ATC, i soldi per pagare l'IMU ce l'hanno o no? O il Presidente Cota ha chiesto al Presidente dell'ATC di non pagare l'IMU? una domanda importante, perché parliamo di cose concrete e mi aspetto una comunicazione da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Parto dall'ultima riflessione del collega Laus, una domanda assolutamente pertinente.
Ci auguriamo davvero che le esternazioni del Presidente, che hanno quanto meno un carattere folcloristico, non vadano a toccare anche i livelli istituzionali. Già credo sia un gesto poco simpatico nei confronti dei cittadini - per non usare altri termini - sarebbe davvero imbarazzante immaginare che addirittura attraverso soggetti istituzionali, che hanno il delicato compito di gestire il tema della casa nei confronti dei cittadini si possano fare affermazioni quali "non paghiamo l'IMU", oltre al fatto che bisognerà capire dove queste risorse vanno trovate.
Appunto perché abbiamo poche risorse, e quelle poche vanno spese nel modo migliore possibile, sarebbe davvero importante che su un emendamento come questo, in linea con il dibattito avviato in questi giorni all'interno di questa Aula, ci fosse un'attenzione positiva.
Perché riteniamo utile avere un'attenzione positiva? Perché è l'esempio chiaro, concreto e preciso di come possiamo dare più efficienza, cercando di togliere quegli strumenti. Non possiamo certamente dire che non hanno svolto bene il loro compito, ma possiamo farlo con strumenti che consentono comunque un'erogazione dei servizi efficaci.
Potevamo farlo prima? Certamente, ma non è che nel momento in cui si cambia di ruolo, da maggioranza a minoranza, laddove ci sono questioni affrontate precedentemente, non si debba avere il coraggio di ammettere che forse si poteva fare in modo diverso.
Da un punto di vista politico, credo sia intellettualmente onesto e corretto ammettere la possibilità di recuperare una situazione che, forse andava fatta già in precedenza in modo diverso.
Ci auguriamo davvero di ottenere una risposta affermativa in tal senso dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questo emendamento va nella direzione, con la stessa lunghezza d'onda di quello precedente.
Noi crediamo vi sia una razionalità nella nostra proposta, perché tutta una serie di segnali, sui quali abbiamo discusso e ragionato in questi mesi, ci portano a pensare che questa nostra proposta sia esattamente in linea con gli intendimenti annunciati in più occasione dalla stessa Giunta regionale. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore Ravello, perch abbiamo lungamente discusso della riforma del ciclo integrato dei rifiuti e di tutto ciò che ruota intorno alla gestione, nella nostra regione, dello smaltimento dei rifiuti. In quella sede si è parlato di aree vaste che hanno esattamente la dimensione della quale stiamo proponendo l'applicazione, relativamente alle ATC.
Si è parlato della proposta che questa Regione ha fatto propria dell'Unione delle Province, per ridisegnarsi il sistema delle Province e ciò di cui in quella sede abbiamo parlato, e che la stessa maggioranza ha condiviso. È esattamente la dimensione della quale stiamo parlando in questa sede.
Se questa scommessa, questa sfida, questo orizzonte di riforma che ci si è dati, è un qualcosa in cui realmente si crede, pensiamo non ci sia difficoltà, da parte della maggioranza, a prenderlo in considerazione anche per le ATC. Diversamente, non capiremmo la ratio di fondo entro la quale ci si sta muovendo.
Mi permetto di richiedere alla maggioranza di prendere in considerazione questo tipo di indicazione, perché crediamo vada nella direzione che ci è stata additata, che condividiamo e che sia importante perseguire.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione e apriamo il dibattito fase generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Fin dall'inizio di questa legislatura si è sempre parlato di riduzione della spesa, degli sprechi e delle cose inutili. Fin qui siamo tutti d'accordo, e questo emendamento va proprio in questa direzione.
Bene ha detto il Consigliere Muliere quando sosteneva che avremmo dovuto farlo noi, però meglio tardi che mai. Se non si è fatto prima, è giusto farlo adesso.
Secondo il collega Carossa, se ne dovrebbe fare uno solo. Troppo drastico: le cose vanno fatte gradatamente. Portare le ATC da sette a quattro mi pare utile: si riducono i Direttori, i Consigli di amministrazioni e tutto quello che costa all'opinione pubblica. Con questo passo si possono avere più soldi per costruire edifici per chi non ha ancora una cosa, e meno per le strutture burocratiche.
Durante la discussione del bilancio è ragionevole pensare e meditare su questo aspetto, perché a volte con piccole gocce si può riempire una grande botte.
Se andiamo avanti di questo passo, credo si possa effettivamente ridurre lo spreco regionale, oggi ancora esistente.
Questa è la strada giusta da pensare, prima di assumere decisioni drastiche.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo brevemente su due questioni.
La prima è che devo chiedere scusa al Consiglio regionale perch probabilmente ho una percezione del bilancio della Regione Piemonte - delle problematiche e delle sue condizioni - diversa dalla realtà. Ho appena visto gli esiti di una conferenza stampa di questa mattina del Presidente Cota, dopo l'incontro con i Direttori generali, nella quale ha annunciato per il 2014, la riduzione dell'addizionale IRPEF della Regione Piemonte. Si vede che o noi abbiamo una percezione delle problematiche del bilancio della Regione diversa dalla realtà, oppure a me sembra che siamo qui a tentare di discutere di questioni di responsabilità e fuori di qui a fare populismo e compagna elettorale. Mi sembra che questa sia la situazione drammatica che stiamo vivendo in queste giornate.
Qui l'opposizione sta cercando di condurre un dibattito nel merito delle questioni; fuori di qui si ha solo in mente di come trasferire, sotto compagna elettorale e sotto elezioni amministrative, messaggi che hanno solo ed evidentemente una chiara attinenza con la dimensione della comunicazione politica e non quella della responsabilità dell'azione di governo. Ma questo, per noi, non rappresenta di certo una novità.
Voglio anche dire, però, che non tollero che ci sia un'alterazione dei fatti e dei dibattiti che stiamo sviluppando all'interno del Consiglio regionale: che sia uscita un'Ansa, nella quale vengono accusati il Gruppo del Partito Democratico gli altri del centrosinistra di non aver voluto dare un premio ai militari che sacrificano la loro vita in giro nelle missioni del mondo, lo trovo ingiurioso e offensivo; non nei confronti del Partito Democratico: lo trovo ingiurioso ed offensivo nei confronti delle Forze Armate italiane.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Il Gruppo lo valuterà, ma credo che noi presenteremo già in questa seduta o domani mattina un emendamento sulla riduzione dell'addizionale IRPEF di competenza regionale. Il Presidente Cota, infatti, non ha ben chiara - io credo - la dinamica della politica di bilancio; ma se vuole che la riduzione intervenga a far data dal 1° gennaio 2013...



RONZANI Wilmer

BURZI Angelo (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

No, dal 2014.



RONZANI Wilmer

Ah, 2014: campa cavallo! Altrimenti, noi naturalmente possiamo convenire; vero, Consigliere Reschigna? Domani mattina presentiamo un emendamento che riduce l'addizionale IRPEF a far data dal 1° gennaio 2013...
Se la partita è quella del giocare al "più uno", l'opposizione è bravissima: è chiaro? Ma allora nessuno ci inviti al senso di responsabilità: è chiaro, collega Carossa? Qui dentro, infatti, ho sentito dire tutto e il contrario di tutto, compreso il fatto di criticare l'opposizione perché, in un momento di grandi difficoltà, non si farebbe carico dell'interesse generale. Guarda caso quest'accusa viene rivolta all'opposizione nello stesso momento in cui non un qualsiasi dipendente della Regione Piemonte ma il capo della Giunta regionale annuncia di ridurre l'addizionale IRPEF, sapendo per primo che - in base ai conti che noi discuteremo dopodomani mattina con il provvedimento di bilancio questa cosa è impraticabile. Chiudo su questo tema, Presidente, ma l'osservazione ci voleva.
Secondo: c'è una buona ragione per sostenere la nostra proposta sulle ATC. Ho già detto quelle di merito, ma c'è una ragione invece più politica e voglio parlare trenta secondi di questa. Il Presidente Cota forse non lo sa perché non sa neppure com'è impostato il suo bilancio - non gliene faccio una colpa, però governa - ma questo bilancio costerà ai piemontesi lacrime e sangue, per un complesso di ragioni. La logica vorrebbe che noi potessimo presentarci al Piemonte dicendo: "Guardate, questo bilancio costerà ai piemontesi lacrime e sangue; però abbiamo fatto due cose: la prima è che abbiamo introdotto un principio di equità nelle politiche che abbiamo fatto e la seconda è che abbiamo tentato di tagliare tutto ciò che era ridondante e non serviva alle persone in carne ed ossa".
La proposta che noi facciamo ha due significati: va nella direzione di fare politiche di area vasta e riduce tutto ciò che può essere tagliato e ridotto. Il Presidente Cota che conoscevo - il Presidente Cota della prima Lega, delle battaglie originarie della Lega - questa cosa qui l'avrebbe proposta lui, cari colleghi della maggioranza!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Penso che sia davvero triste il fatto che si discutano degli argomenti seri e poi escano comunicati stampa di questa natura. Dovremmo essere noi allora, a condurre una battaglia strumentale rivolta all'interno e poco al dibattito di quest'Aula.
Tra l'altro, Presidente, ho visto la convocazione del Consiglio regionale per venerdì pomeriggio, quando noi saremmo qui a discutere ancora della finanziaria, com'è giusto che sia. Mi pare però che il Presidente della Giunta regionale venerdì pomeriggio sia a chiudere la campagna elettorale per la Lega Nord ad Alessandria: cosa legittima perché, appunto siamo in campagna elettorale. Ma che noi siamo qui a discutere della finanziaria della Regione e il Presidente della Giunta regionale vada a chiudere la campagna elettorale della Lega Nord non lo è. Forse era il caso di sospendere il Consiglio regionale per venerdì pomeriggio, no? Valuti lei questa situazione, Presidente. Non volevo dirlo o, meglio l'ho detto oggi a parte al Presidente del Consiglio regionale: se questo è il clima, visto che stiamo a discutere della finanziaria della Regione Piemonte, ci stia allora anche il Presidente; sempre che questo sia il clima...
Se invece vogliamo discutere di questioni serie, noi ne abbiamo poste rispetto all'organizzazione delle Aziende Territoriali per la Casa. Sulla loro riduzione ho già detto e in questi pochi secondi voglio parlare del Consiglio d'Amministrazione. È vero che quest'emendamento, il n. 83) riguarda soltanto la loro riduzione, ma l'emendamento n. 84) parlava anche della nuova organizzazione delle ATC. Penso che rivedere anche l'organizzazione, e non soltanto la riduzione del loro numero, eliminando il Consiglio di Amministrazione e soprattutto affidando la gestione al Direttore e il controllo al Comitato di controllo e al Revisore dei conti sia una proposta giusta e opportuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Presidente, non funziona il microfono...



PRESIDENTE

Ha tutta la mia solidarietà: per impedirle di intervenire, le hanno addirittura boicottato il microfono...



LAUS Mauro

Utilizzo questo del collega Lepri.
Ho svolto tre interventi su questo tema, per marcare una posizione nella quale credo profondamente. Oltre ad una posizione politica, vorrei esprimere una posizione legata al buon senso e faccio una piccola traduzione del mio buon senso con un piccolissimo esempio.
Rivolgo una semplicissima domanda al Vicepresidente Cavallera: se lei fosse il proprietario degli immobili delle ATC della Provincia di Torino della Provincia di Novara, della Provincia di Vercelli, della Provincia di Asti, della Provincia di Cuneo e della Provincia di Alessandria - è una domanda di buonsenso e mi aspetto una risposta di altrettanto buonsenso che saprà darmi, magari, chiedendo al suo collega Monferino un supporto di natura psicologica - farebbe una società con Consigli di Amministrazione e revisori dei conti in ogni provincia, per poi accorgersi, ad un certo punto, che Torino gestisce quasi 30.000 alloggi, mentre altre Province 700 o 800, che potrebbero essere gestite con un'agenda sotto il braccio, oltre a tutta una serie di società ramificate dell'ATC madre? La mia, quindi, non vuole essere una domanda politica, ma di buonsenso.
Quando si alzano dei venti di antipolitica, sono sempre di antipolitica o sono venti di buonsenso? Secondo me, sono venti di buonsenso. Noi ci rimettiamo, purtroppo, al vostro buonsenso e alla vostra responsabilità perché noi siamo l'opposizione e voi, sfortunatamente per i cittadini piemontesi, siete la maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Mi preme utilizzare questi pochi minuti per fare due considerazioni molto semplici.
La prima: in questi giorni abbiamo la sensazione di vivere in un mondo quasi irreale, nel senso che da una parte la minoranza in Consiglio propone emendamenti che vanno nella direzione di riorganizzare il sistema dei servizi regionali, di ridisegnarli facendoci carico, in qualche misura, di dare applicazione agli enunciati del Presidente della Giunta su quelle che dovrebbero essere le strade virtuose per rendere più efficace ed efficiente la spesa pubblica di questa Regione. Dall'altra parte assistiamo con sgomento e sorpresa - lo abbiamo visto ancora stamattina - a molteplici emendamenti della maggioranza che sono vere e proprie marchette elettorali che nulla hanno di visione strategica e di sistema.
Ho quasi la sensazione che stiamo lavorando in un mondo alla rovescia! Adesso ci spiegano anche che mentre noi saremo qui a discutere di legge finanziaria e di bilancio, facendoci carico dell'incapacità della Giunta e della maggioranza di approvarli nei tempi normalmente utili, il Presidente Cota va a fare campagna elettorale! Va benissimo tutto, ma la cosa vera da spiegare ai piemontesi è che questo è il funzionamento di questa Regione che è un qualcosa di singolare. Non sto dicendo che sia legale o illegale dico solo che è singolare che l'opposizione faccia proposte di riorganizzazione dell'Ente e la maggioranza faccia marchette, e che l'opposizione stia in Aula a discutere di finanziaria e di bilancio e il Presidente vada a fare campagna elettorale! Lascio tutti i giudizi e le valutazioni alla consapevolezza di ciascuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente e grazie anche al collega Gariglio, che mi ha concesso di precederlo.
Sono veramente esterrefatto, per due questioni diverse che richiederanno, ciascuna, un minuto di discussione (anche se meriterebbero decisamente più tempo).
La prima: pensare di ricompensare - la dico con una battuta, ma è una cosa molto seria - chi rischia la propria vita per questo Paese (poi si pu essere d'accordo o meno sulle missioni, ma intanto queste persone ci sono volute/dovute andare all'estero) con il biglietto gratuito sui mezzi pubblici, è offensivo! Mi ricorda la frase "Propinas para todos"! Perché è offensiva da un lato, ma rischia la farsa tragicomica dall'altro (lo dico con tutta la stima e la simpatia per l'amico Pedrale: non so se quest'anno la partita di riso è avariata e ha creato qualche allucinazione! Oltre a vedere la nebbia a Rondissone, c'è qualche altro problema!).
(Commenti del Consigliere Pedrale)



PLACIDO Roberto

Veniamo all'altra questione. Non aggiungo nulla a quanto hanno già detto i colleghi sul fatto che noi siamo qua...
Caro Vicepresidente Cavallera, le tocca! In questa occasione, anche la sua grande esperienza di vero muro di gomma e di scuola democristiana non basta più! L'ombrello democristiano non è più sufficiente, neanche quello cardinalizio, quello grande con baldacchino sarebbe sufficiente, perch dopo avere aumentato l'IRPEF al massimo, avete anche aumentato...



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Il tuo Governo l'ha aumentata!



PLACIDO Roberto

Uno può anche toglierla!



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Vai a votare quello che firmi! Vai a votare quello che firmi!



PRESIDENTE

Per favore! Concluda.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mettici la faccia, sempre!



PLACIDO Roberto

Sempre la metto!



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, per favore! Consigliere Placido, concluda.



PLACIDO Roberto

Mi faccia recuperare l'interruzione! Avete aumentato anche la benzina! Perché i piemontesi non lo sanno, ma voi, per la prima volta - unici in Italia - avete utilizzato la legge che sembra quella per la guerra di Abissinia, per aumentare anche la benzina.
Adesso, con un bilancio al fallimento - perché sarà fallimentare e dovrete cercare altre tasse - sotto campagna elettorale pensate e annunciate la riduzione dell'aliquota IRPEF? Ma è incredibile! L'altra volta avevo richiamato Totò, ma questa volta non conosco comico sufficiente da citare!



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Macario, stai in Piemonte!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La buonafede dei colleghi che hanno presentato e illustrato gli emendamenti è ovviamente fuori discussione. Però in questa gara continua tra centrosinistra e centrodestra sul tema della riduzione dei costi della politica credo che cominciamo a scambiare i contenitori per i contenuti. E questo scambio mentale e culturale che stiamo realizzando mette a rischio alcuni principi che, a costo di sembrarvi come vi sembro spesso, in direzione ostinata e contraria, non rinuncio a ribadire anche in questa occasione. Le Agenzie Territoriali per la Casa potranno anche essere inefficienti, essere state nel tempo riprovevoli. Ma, allora, il tema è di correggere la qualità dell'efficienza e di intervenire con correzioni sulla qualità del personale che le dirige.
Ciò che credo, però, che non dovremmo buttare via, come il classico bambino con l'acqua sporca, è il fatto che le Agenzie Territoriali per la Casa sono Enti attuatori e gestori del patrimonio di edilizia sociale in un momento quale quello che noi viviamo in cui il tema del diritto alla casa è gravemente conculcato.
Se noi pensiamo che le Agenzie Territoriali per la Casa siano semplicemente "sportelli reclami" per le manutenzioni, allora possiamo serenamente ridurle, accorparle, addirittura aggiungerle ad una delle tante Agenzie che abbiamo creato o che abbiamo ancora in animo di creare su altri versanti, di cui non si scandalizziamo.
Penso che la politica sulla casa abbia bisogno di soggetti che, stando in relazione con la prossimità, ne interpretino i bisogni. E interpretandone i bisogni, sappiano concorrere a tutte le misure di finanziamento (europee, nazionali e locali) che cercano di intervenire per rispondere al bisogno del diritto alla casa.
Il fatto che mentre noi accorpiamo proliferino soggetti privati, a me non sembra un elemento né di democrazia, né di contenimento dei costi della politica, né di tutela dei diritti dei cittadini. Io non mi sento tanto tutelata che sui programmi di riqualificazione urbana ci siano attori della cooperazione dell'edilizia abitativa. Mi sentirei più tutelata se ci fossero ancora gli attori pubblici.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi scusi per prima, sono stato prevaricato dal suo Vicepresidente.
Trovo - lo dico con molta pacatezza - veramente poco elegante - uso un eufemismo - le parole dell'Ansa imputate al collega Pedrale - imputate perché non le ha ancora smentite - dove dice: "Sono stupito dalla contrarietà dimostrata dall'opposizione di centrosinistra a questa proposta" - cioè viaggiare gratis sui mezzi pubblici - "trovo spiacevole non considerare la possibilità di concedere un piccolo premio a coloro che spesso rischiano la vita per difendere la nostra sicurezza".
La ritengo sconcertante - lo dico con la stima che mi lega a colui che ha espresso queste parole - perché, dapprima, si tratta di una legge burla cioè una legge che per essere applicata dovrà essere recepita da un protocollo che, verosimilmente, le aziende a cui tagliate il 23% dei fondi a bilancio non accetteranno di sottoscrivere se non glielo pagate.
In secondo luogo, perché proviene da una persona che era Consigliere regionale nella passata legislatura e in quella ancora precedente: sa cosa abbiamo fatto per le Forze Armate, sa qual era il clima assolutamente bipartisan con cui abbiamo lavorato a fianco delle Forze Armate. Il collega Marco Botta, il collega Vignale e io stesso siamo andati in Afghanistan a testimoniare la vicinanza alle Forze Armate.



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

Ha pagato l'Onorevole Crosetto, perché eravamo ospiti di un aereo militare.
Soprattutto, se si parla di vicinanza a coloro che rischiano la vita abbiamo approvato una legge - non so chi l'ha proposta, ma è passata, lo sa il collega Botta che era sensibile a questi temi, in modo bipartisan - la n. 22/2009 ("Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2009"), in cui abbiamo previsto l'istituzione di un fondo di solidarietà per le vittime del terrorismo e della criminalità: ai membri delle Forze Armate di qualsiasi ordine e grado, nati o residenti sul territorio, che prestano effettivo servizio a reparti ed enti dislocati sul territorio regionale che sono deceduti e hanno riportato un'invalidità permanente sono date determinate sovvenzioni economiche previste e finanziate da questa legge, che, purtroppo, fu redatta dopo fatti reali e, purtroppo, venne anche applicata.
Lo dico perché stiamo parlando della vita di alcune persone e nel clima elettorale è ammissibile tutto. Però, siccome parliamo di persone che rischiano davvero la vita, inviterei ad una maggiore attenzione nel chiamarle in causa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Come dire, la giornata sta diventando interessante, perché di fronte ad un dibattito che si svolge in quest'Aula ne scopriamo uno parallelo, quindi ci si chiede qual è il luogo deputato al dibattito politico, se è quest'Aula o se è qualche altro spazio.
legittimo che una maggioranza presenti emendamenti. È legittimo che una maggioranza possa presentare emendamenti che, in qualche modo, hanno anche un interesse di parte, ma, in una situazione complicata e difficile quale quella in cui ci troviamo, diventa imbarazzante. Soprattutto strumentalizzare una situazione delicata e preziosa è ancora più sgradevole ed è ancora più imbarazzante.
Questo è quanto accaduto della mattinata. Nel pomeriggio si prosegue con una discussione per la quale si cerca di essere propositivi e spesso le minoranze vengono accusate di essere soltanto oppositive e non propositive.
Nel momento in cui si avanza una proposta che può essere condivisibile non sono d'accordo su quanto diceva la collega un attimo fa parlando di costi della politica, perché non abbiamo parlato di costi della politica ma di una revisione del sistema di programmazione di un pezzo importante cioè la gestione delle case cosiddette popolari, che toccano fasce deboli della nostra popolazione.
Abbiamo semplicemente proposto una modalità che consentirà lo stesso tipo di efficacia, in termini di erogazione di un servizio, che è prezioso per i nostri cittadini, riducendo le spese di sistema. Su questo non c'è stato ancora alcun tipo di valutazione né da parte della maggioranza né da parte della Giunta. Non c'è stata alcuna espressione di valutazione di merito. Non abbiamo ancora sentito alcun tipo di giudizio e parallelamente, continuiamo ad assistere a conferenze stampa e a dichiarazioni populistiche ("riduciamo l'IRPEF", "diamo i biglietti gratuiti ai militari").
Chissà quanto il nostro Presidente conosce il bilancio che si sta discutendo in quest'Aula! Credo molto poco, perché, probabilmente, poteva dirlo un po' di tempo fa che c'era la possibilità si ridurre l'IRPEF.
Noi non capiamo bene come si può ridurre l'IRPEF, quando la scorsa settimana abbiamo approvato un emendamento che permette di dare vita a due...



PRESIDENTE

Grazie.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Con un sondaggio al volo abbiamo consultato rapidamente i piemontesi: i piemontesi sono tristi dopo il comunicato stampa del Presidente Cota, non perché aspettavano lo sconto già quest'anno, infatti dovranno aspettare almeno altri due anni. Non sono tristi perché, tanto, non ci credono quindi sanno che, ormai, è una promessa da mercante come quelle che da due anni riempiono i giornali del nostro Piemonte. Sono tristi - voglio informare anche i Consiglieri che, forse, non se ne sono accorti: forse i Consiglieri non sono tristi per questa notizia, ma i piemontesi sì - perch dicendo che cambierà l'IRPEF nel 2014, in sostanza, il Presidente Cota ci dice che starà con noi fino al 2015.
In effetti, è una brutta notizia quella che abbiamo ricevuto oggi, per il resto potevamo ridere. Invece siamo preoccupati: a meno che non sia una boutade elettorale, come tante, il Presidente Cota si è convinto - posso dire suo malgrado - del fatto che non potrà andare nella sua beneamata Roma tanto bistrattata, ma tanto beneamata - sarà costretto a rimanere con noi, passando da un comunicato stampa all'altro, da una conferenza stampa all'altra, da una festa di partito all'altra, continuando con questi annunci assolutamente incredibili.
Nel frattempo, ci trastulliamo con gli annunci, con le caramelline che vengono date ai piemontesi, questo sì: i militari gratis sui pullman, le casette in Canadà e quant'altro. Possiamo essere convinti che le nostre buone proposte, a cominciare da quella della riduzione delle ATC, andranno in cavalleria: viva la falsità, viva la demagogia.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale, la parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie.
Vorrei iniziare con una battuta, se mi è consentita: il Consigliere non so se il collega Laus o il collega Placido - diceva che non basta l'esperienza democristiana e non basta il baldacchino cardinalizio. Vorrà dire che invocherò il Papa, il mio conterraneo San Pio V, speriamo che ci illumini per giungere al termine del dibattito.
Detto questo tra parentesi, voglio ricordare che stiamo parlando di ATC, che sono state confermate con la legge regionale n. 3/2010, negli ultimi giorni della precedente legislatura. L'articolo 28 recita: "Sono enti attuatori e gestori del patrimonio di edilizia sociale le ATC preesistenti alla data di entrata in vigore della presente legge".
Ai sensi del comma successivo, ogni ATC corrisponde ad una provincia salvo che con delibera consiliare il Consiglio regionale non provveda diversamente.
Allora, sono assolutamente d'accordo che, a fronte di una di una revisione della struttura della presenza dello Stato, le ATC adesso le gestiamo noi dopo le ultime leggi di trasferimento di competenze in precedenza già con il DPR n. 216, successivamente confermate con il decreto legislativo n. 112.
Quando sapremo esattamente quale sarà il disegno finale delle Province non dovremo fare nulla, perché le ATC coincideranno con i territori delle Province. Avremo quattro Province in Piemonte? Ne avremo cinque? Senz'altro, noi provvederemo.
Poi, la collega Pentenero, diceva: "Diteci qualcosa in merito. I lavori di Commissione servono o non servono?". In Commissione mi sembra che da parte dell'opposizione fosse già stato presentato un discorso del genere.
Adesso, non ricordo se gli emendamenti erano gli stessi o anche un po' diversi, ma la sostanza non cambiava. In quella sede avevo detto che senz'altro, oltre a questa argomentazione di architettura istituzionale complessiva sulla quale, ovviamente, ci piaccia o non ci piaccia, dovremo comunque confrontarci e dovremo fare riferimento, qui non siamo di fronte a un Ente locale o a un Ente territoriale, ma siamo di fronte ad un ente ausiliario della Regione Piemonte incaricato di attuare sul territorio, in collegamento con gli Enti locali, le politiche della casa.
Allora, credo che non debba solamente farsi un ragionamento di tipo territoriale, che senz'altro è il primo parametro e la prima considerazione da fare, ma anche un ragionamento di economicità di gestione di questi enti, perché può darsi che si possa fare una riflessione - come poneva il Consigliere Laus - di tipo diverso. Cioè, nel momento in cui si dovesse verificare che c'è una quantità di alloggi minima per rendere economica la gestione, allora magari anche qualche nuova Provincia potrebbe essere non sufficiente.
Sotto questo profilo, avevo detto in Commissione - e lo ribadisco in Aula - che stiamo lavorando a livello di valutazioni economiche. Nel momento in cui si dovesse intervenire, vedremo poi lo strumento finale che sarà adottato per stabilire nel nostro Paese quale sarà la nuova conformazione delle Province.
Quello che è stato detto mi sembra importante. Ben vengano i pareri dei Presidenti di Provincia, dell'Unione delle Province piemontesi, del Presidente della Regione, perché tutto sommato mi sembra che non sia in controtendenza e che vada a creare le condizioni perché un domani ci possa essere una certa transizione.
Al momento, credo che, qualora volessimo già adesso cambiare le circoscrizioni delle ATC, potremmo già usare il comma 2 dell'articolo 28 con una deliberazione di Consiglio e andare ad agire di conseguenza.
Quanto affermo è anche da collegare alle necessità che ci sono sul territorio, che sono anche da valutare, al fine di reperire eventuali risorse per completare il programma o per avviare nuovi programmi.
Una riflessione su quello che è avvenuto fino adesso, per esempio sulle vendite. Le vendite erano e sono un diritto per gli assegnatari che ne hanno la possibilità, ma nel momento in cui vanno a creare situazioni condominiali eccessive tra pubblico e privato, rendono difficile poi la gestione. Quindi, gli elementi di economicità da valutare sono sì strutturali, sono sì dimensionali, ma sono anche di tipologia di gestione che in qualche modo si vuole introdurre.
Poi, un'altra questione da non sottovalutare sono le società in house che hanno costituito le ATC. Ma siamo proprio sicuri che sono tutte giustificate e che sono necessarie e incentivanti per una qualità della manutenzione e un'economicità della manutenzione? Anche qui stiamo facendo approfondimenti senza menare fendenti, perché parto sempre dal presupposto che, se si è arrivati ad una determinata soluzione, c'erano dei presupposti. Oggi, è chiaro che, pur condividendo le esigenze di semplificazione e le esigenze di riduzione dei costi, bisogna per confrontarle con l'obiettivo finale che è quello della qualità del servizio.
Concludo questa argomentazione anche con il tipo di soluzione che viene proposta. Qui, come abbiamo visto a proposito dei parchi prima, il modello è un unico manager, un direttore, un revisore dei conti e poi la Commissione di controllo. La Commissione di controllo mi richiama antiche reminiscenze all'interno dei partiti, che avevano l'equilibrio tra chi gestiva e chi doveva essere controllato. Preferirei dei sistemi di controllo più efficaci e più moderni, che vadano dalla certificazione ai revisori, che possono essere uno o più di uno, nel rispetto delle indicazioni generali, a seconda delle varie necessità.
Quindi, anche qualora si volesse adottare una decisione immediata, non sarebbe coerente comunque con l'articolo 28 della legge n. 3, ma potrebbe essere da adeguare comunque alla nuova riforma che viene avanti. Ribadisco in questa sede assolutamente l'impegno a definirla. Intanto, l'adesione alla sollecitazione è un'esigenza che sentiamo anche noi, però, visto che interveniamo, dobbiamo intervenire in modo documentato, in modo assolutamente anche confrontato con gli Enti locali. Di colpo, dopo aver presentato una finanziaria, andiamo a fare una rivoluzione sostanziale in questa materia, senza avere avuto la possibilità di confrontarci con il territorio.
Pertanto, rimane l'impegno ad essere tempestivi, qualora le Province dovessero andare nella direzione detta, per portare l'argomento in Commissione e in Consiglio ed avere le conseguenze.
Richiamo alcune altre richieste che erano state fatte. Per quanto riguarda l'accenno alla benzina, bisogna chiarire che non siamo andati oltre l'aliquota ordinaria, che era di 50 lire (2,70 centesimi) e che la Regione aveva deliberato di istituire nel 1992, ma non aveva mai riscosso.
Quindi, ci siamo limitati, visto che la legge nazionale prevede, in caso di calamità, una compartecipazione della Regione. Qualora avessimo dato attuazione alla legge nel 1992, oggi non saremmo a questo punto. Per abbiamo colto l'occasione per rendere questo prelievo una tassa di scopo.
In altre parole, non è un prelievo che va nel mare magnum del bilancio, va per intervenire sui casi di calamità. Questo è un dato che va considerato.
Per quanto riguarda la questione dell'IMU, è chiaro che va ad appesantire la gestione, già in equilibrio difficile da parte delle ATC.
Però, sappiamo anche che ci sono tante iniziative in corso e quindi bisogna attendere le deliberazioni dei vari Comuni.
Oggi c'era una riunione della federazione delle ATC, quindi stiamo seguendo, anche con il settore a livello nazionale, le possibili iniziative, perché si ritorni alla situazione precedente, quando l'ICI era stata esentata.
Devo dire che l'IMU riguarda un po' tutti, poiché già era stata delineata in precedenza e, adesso, il Governo l'ha attivata nel modo più pesante possibile.
Sotto questo profilo, nell'immediato, le ATC sono in grado di fronteggiare le eventuali necessità di versamento di una rata, ipotizzando quelle che possono essere le aliquote stabilite dai Comuni. Ciò non toglie che occorre proseguire per una messa a punto definitiva, affinché siano o esentate o abbiano un'aliquota la minima possibile.
Ho argomentato le motivazioni per le quali, al momento, l'emendamento non si può accogliere, ribadendo quanto ho già detto in Commissione.
Chiedo ai colleghi di esaminare anche le ulteriori questioni che sono presenti all'interno della finanziaria, dopo aver respinto quest'emendamento.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del Vicepresidente Cavallera e gli riconosco almeno di essere entrato nel merito delle questioni, il che - rispetto all'andamento del dibattito - è già un lusso.
Il Vicepresidente, dunque, ha risposto nel merito.
Cosa non condivido dell'intervento del Vicepresidente Cavallera? Non condivido l'affermazione evidenziata in modo molto chiaro: "Se in Piemonte ci sarà una riorganizzazione territoriale delle aree vaste, in quattro aree vaste, noi ci adegueremo". Questo è il punto fondamentale.
Noi chiediamo alla Regione d'essere protagonista del cambiamento e non di subirlo! Questo è il punto politico fondamentale: chiediamo alla Regione di non subire decisioni che possono arrivare dal legislatore o dal Governo nazionale, ma di riflettere sulle corrette politiche di cambiamento.
Questa, Vicepresidente Cavallera , è una corretta politica di cambiamento.
I nostri emendamenti, in molti casi e circostanze, hanno una dimensione più radicale, che è quella d'immaginare non solo la riduzione del numero delle Agenzie, ma anche la forma di gestione e di governo delle stesse; in altri casi, che hanno contenuto meno radicale, poniamo la questione della riorganizzazione su quattro aree vaste del Piemonte.
Abbiamo espresso in molti interventi - Vicepresidente Cavallera - che a noi interessa più questa dimensione e che, su questo, siamo disposti a ragionare nel merito.
Il Governo regionale, invece di essere il protagonista del cambiamento di governarlo, di guidarlo, di non farselo imporre da nessuno, è in attesa che qualcuno a Roma decida, salvo poi giocare la parte di quello che fa l'oppositore della politica nazionale. Anche questo non rientra nella dimensione della responsabilità politica, in questo momento e in questa fase.
Siamo molto delusi, poiché l'impostazione che abbiamo dato agli emendamenti, soprattutto su questa legge finanziaria, è tesa a rendere più leggera l'organizzazione regionale, incominciando ad intervenire nella razionalizzazione di alcuni pezzi del sistema. Ne abbiamo bisogno come il pane, Vicepresidente Cavallera! La risposta o le non risposte dell'Amministrazione regionale, tendono a spostare in là le questioni e le scelte, ma - ripeto - indipendentemente dai toni demagogici e populistici con i quali, a cinque giorni dalle elezioni amministrative, il Presidente della Regione si esprime su temi seri e importanti, questi drammi saranno presenti a voi, fra non molti mesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale, il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale, il Vicepresidente Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 145) presentato dal Consigliere Pedrale: Dopo l'articolo 20 del disegno di legge 169, presentato dalla Giunta regionale in data 30-09-2011 è inserito il seguente: Art...
(Modifiche all'articolo 40, L.r. 2/09 - Interventi straordinari per emergenza neve) All'articolo 40, dopo il comma 4, aggiungere il testo seguente: '5. In caso di situazioni climatiche straordinarie comportanti la prolungata carenza di neve naturale, tali da pregiudicare l'agibilità e la sicurezza delle piste, la Giunta regionale con propri provvedimenti pu definire piani di intervento straordinario, finalizzati alla concessione di misure di sostegno finanziario ai soggetti di cui all'articolo 45. Tale sostegno finanziario viene reperito utilizzando le risorse stanziate sui Fondi di riserva del bilancio regionale. Per la stagione sciistica 2011/2012 l'importo da destinare al comparto ammonta ad euro 2.000.000,00 UPB 1809"'.
La parola al Consigliere Pedrale, per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

un emendamento che nasce in seguito ad una situazione critica che si è verificata quest'anno, a causa delle scarse precipitazioni di neve che hanno limitato l'attività degli impianti sciistici, su tutta la catena alpina piemontese, con un nocumento significativo alle attività ad esse collegate.
Effettivamente, le giornate fruibili da parte degli appassionati della neve sono state poche e, ovviamente, per tutto il sistema degli impianti e del mondo dell'offerta turistica, della parte alberghiera, le ricadute negative sono state molto pesanti.
Alla luce di questo e soprattutto alla luce della scelta strategica della Regione Piemonte di puntare sul turismo, non solo quello d'élite, ma anche delle località sciistiche minori, meno rinomate e conosciute l'emendamento intende determinare un intervento di sostegno economico per questi impianti, soprattutto - ripeto - quelli minori, attingendo tali risorse dal bilancio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
La parola al Consigliere Gariglio, in discussione generale.



GARIGLIO Davide

Stavo pensando, Presidente, se i colleghi del mio Gruppo sono d'accordo, di proporre un subemendamento: in alternativa, per aiutare le stazioni sciistiche, potremmo distribuire un voucher a tutti i piemontesi per incentivarli ad andare a sciare, del tipo "20 euro te li dà la Regione se vai a sciare", oppure potremmo mettere un automatismo per cui per tutti i giorni che non nevica noi diamo un contributo alle imprese che eserciscono impianti sciistici.
Trovo veramente scandalosa questa proposta, perché sono imprese e come tali vanno trattate, meritano rispetto in quanto sono imprese con capitali investiti e abbiamo la massima stima di coloro che le eserciscono.
Ma non so se vi rendete conto che siete fuori dal mondo. Con questa legge di bilancio in finanziaria tagliate - dico solo il caso più eclatante 130 milioni di euro alle imprese che fanno trasporto pubblico locale.
Mettete imprese pubbliche e per metà private in ginocchio, e cosa fate? Mettete due milioni di euro per dare i contributi alle povere imprese che non hanno la neve.
In periodi di vacche grasse come è stato fino a qualche anno fa, o in periodi di vacche magre ma in cui si potevano spostare i soldi, i bilanci e i debiti sulle future generazioni, come è stato fatto da tutti in passato era ammissibile, ma trovo scandaloso pensare questo.
Però vi invito anche, se volete farlo, ad intervenire anche per incentivare i soldi che diamo ad alcune stazioni, tipo la Sestriere S.p.A.
perché dopo avere a titolo gratuito gli impianti di proprietà della Regione, fatti per le Olimpiadi, noi contribuiamo a loro anche i soldi per l'innevamento artificiale. Siccome nevica di meno e dobbiamo fare più innevamento, propongo di cambiare la convenzione ed aumentare i contributi anche Sestriere S.p.A. sull'innevamento.
Ovviamente, come dice l'Assessore Cirio, per par condicio di dare questi stessi contributi a tutte le imprese esercenti impianti di risalita in tutta la Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

La questione che stiamo discutendo è terribilmente seria.
Assessore Quaglia, mi ascolta? Perché la questione riguarda lei innanzitutto, cioè l'Assessore al bilancio.
Domando: con quale criterio decidete dove allocare le risorse pubbliche della Regione? Avete un disegno in testa? O la decisione di dare soldi a tizio piuttosto che a caio nasce sulla base di valutazioni che sono assolutamente incoerenti rispetto alla politica regionale.
Assessore Quaglia, le ricordo che abbiamo approvato un emendamento, che avete proposto voi, che destina il 30% delle risorse dell'addizionale IRPEF di competenza regionale a sport, turismo e cultura. È chiaro? Avete votato un emendamento due giorni fa che, tra l'altro, ha ridotto la capacità di indebitamento della Regione, perché avete vincolato quelle risorse; e passi. Cosa gravissima, e non so perché non è stata valutata neppure dall'Assessore competente. E passi! Potevate fare quella operazione con l'ordine del giorno: avete voluto una norma di legge. Fatto unico! Perché non è mai successo che noi abbiamo vincolato e l'Assessore Cirio è intervenuto - vi ricordate la discussione? per rivendicare il fatto che, essendo il sistema culturale, turistico e sportivo del Piemonte, un sistema unitario, chiedevate che quel 30%, che vale una paccata di milioni, colleghi della maggioranza - e vi invito a riflettere su questo - venisse destinato a quei tre settori.
Questo non basta, cioè non basta aver detto che il 30% dell'addizionale IRPEF di competenza regionale (5-600 milioni di euro) vada a turismo, sport e cultura quanto il gettito se di competenza regionale.



(Commenti dai banchi della maggioranza)



RONZANI Wilmer

Scusate, mi sono sbagliato: ho detto una cifra per un'altra. Vi chiedo scusa. In ogni caso, sono parecchi milioni di euro.
Collega Pedrale, lei è il Capogruppo del partito di maggioranza: come si giustifica un altro emendamento che dà altre risorse agli impianti sportivi? Se questa è la scelta che volete fare, lì avete una capienza sufficiente per finanziare l'intervento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Il Presidente intende precisare ancora una volta, prima del prossimo intervento, che l'emendamento è stato modificato dal proponente, il Consigliere Pedrale. Non vi è più la destinazione di una cifra di due milioni su una UPB nella stagione 2011-2012, ma in maniera più generica uno stanziamento sul bilancio regionale.
L'ho voluto precisare perché i due interventi che ho ascoltato hanno entrambi fatto riferimento ad una cifra precisa che non c'è più.
Poi ognuno intervenga come crede.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Assessore Quaglia, mi aspetto che lei risponda negativamente a questo emendamento, perché altrimenti lei rischia di passare come Maria Antonietta, che al popolo che le chiedeva il pane diceva: "se non c'è il pane, dategli le brioche".
In una situazione drammatica dove si tagliano i servizi essenziali, si tagliano i trasporti, si taglia l'assistenza e si taglia il fondo per il lavoro, voi pensate di distribuire una paghetta, tipo quella dei ragazzi con due milioni di euro.
Voglio ricordare - e ha fatto bene il collega Ronzani - che la lobby trasversale della cultura era arrivata a stanziare il 20% dell'IRPEF, e doveva finire lì. Poi è intervenuto l'Assessore Cirio e ha detto: "Voglio anch'io un pezzo di quel 20%". Panico e sconcerto tra gli spalti! E cosa si è trovato? Passiamo dal 20 al 30, così facciamo 10% allo sport e 20% alla cultura, e la possibilità di indebitarsi è sempre minore.
Personalmente sto ancora aspettando che questa maggioranza tenga fede al patto fatto con i piemontesi: meno tasse, meno debiti, meno indebitamento. Noi siamo a più tasse, più debiti e più indebitamento.
E siccome non basta il 20% sulla cultura, aggiungiamo il 10% sullo sport e dopo la tassa, la "tassina" - chiamiamola tassa piccola - un regalo, un cadeau! Non si capisce bene. È incredibile! Quindi, Assessore Quaglia, se non vuole come fare come Maria Antonietta, dia parere contrario a questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Onestamente, devo dire che più andiamo avanti negli emendamenti, più aumenta lo sconcerto complessivo.
Mi permetto di fare alcune considerazioni.
Qualche mese fa abbiamo approvato delle norme legate a creare presupposti per prevenire i problemi delle stazioni sciistiche. Mi ricordo che l'Assessore Cirio aveva addirittura spiegato che erano stati distribuiti cannoni per l'innevamento artificiale anche nelle zone dove prima non c'erano - non ricordo più quanti fossero, mi sembra 30 o 40 distribuiti ovunque - per prevenire questo tipo di situazione.
Oggi viene presentato un emendamento che stanzia due milioni su tutte le stazioni sciistiche del Piemonte. Stiamo scherzando e facendo marchette in giro? Da questo punto di vista, sicuramente c'è un problema legato a ciò che è accaduto nella prima parte di questo inverno nelle stazioni sciistiche ma da una maggioranza e una Giunta che ci hanno spiegato, un giorno sì e l'altro anche, che intendevano affrontare in modo strutturale i problemi del Piemonte, mi sarei aspettato che avessero proposto una norma di legge che prevedesse un co-interessamento della Regione su polizze assicurative per prevenire situazioni di questo genere; avrei capito che si fosse ragionato di incentivare la prevenzione con tecnologia e attrezzature, ma pensare di affrontare ciò che è capitato nella prima parte di questo inverno stanziando due milioni di euro, lo trovo un insulto al buon senso.



TARICCO Giacomino

PEDRALE Luca (fuori microfono)



TARICCO Giacomino

Non c'è più due milioni!



PRESIDENTE

Per favore!



TARICCO Giacomino

Qualcuno aveva scritto due milioni.



TARICCO Giacomino

PEDRALE Luca (fuori microfono)



TARICCO Giacomino

stato cancellato.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
abbastanza normale che, a seconda delle parti o delle giacche che si indossa, siano tenute delle posizioni fortemente distinte, però occorre fare alcune puntualizzazioni. Che si possa dire qualunque cosa è consentito a tutti, anche al sottoscritto, però alcune espressioni devono essere corrette.
Lo 0,3 dell'addizionale IRPEF è la copertura degli Assessorati Turismo e Cultura. Vi invito a leggere i documenti allegati, ad oggi parziali, sul bilancio - perché è quanto ci testimoniano le cifre appostate - per capire che oggi abbiamo 47 milioni di euro corrispondenti al vecchio 0,2 appostato sulla Cultura e basta. Va aggiunto lo 0,1, ma non ci sono cifre aggiuntive.
Non è una super tassa, per cui abbiamo tassato dello 0,3 rispetto a quanto già i piemontesi pagano per finanziare turismo, sport e cultura. Rispetto ai proventi derivanti dalla parte dell'addizionale IRPEF di quota regionale, quella parte viene destinata a finanziare questi due Assessorati che, ricordo, avevano quasi 200 milioni di euro nel bilancio del 2008, 180 in quello del 2009 e oltre 150 nel 2010.
Occorre però mettersi d'accordo - mi rivolgo anche al Vicepresidente Placido - perché se la cultura oggi ha 47 milioni di euro e il turismo 21 non si può, come altri colleghi dell'opposizione, un giorno dire che sono pochi e un altro dire che sono troppi. O sono pochi o sono troppi! Sono certamente meno, è un dato oggettivo: erano quasi 200 e oggi, se applichiamo lo 0,3, saranno 67 o 70, a seconda di quanto sarà l'addizionale.
Concludo dicendo che nell'ultima stagione vi è stato un problema significativo per il comparto neve nel suo complesso, che ha visto una riduzione del fatturato del 40%, con alcune realtà, soprattutto piccole che hanno avuto una riduzione dell'80% per impossibilità di introdurre neve, anche laddove esistevano i cannoni.
Visto che questo comparto, nella nostra regione, dà occupazione diretta a più di 4.000 persone e occupazione indiretta a più di 15 mila, il contributo economico, anche se fosse di due milioni di euro che concediamo è assolutamente marginale rispetto al contenuto economico che diamo ad altri soggetti, che garantiscono un'occupazione decisamente inferiore.



PRESIDENTE

Comunico che al termine della seduta si svolgerà una Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Visto che il Consigliere Pedrale ha emendato il suo emendamento togliendo la cifra, potremmo fare un lungo elenco per spiegare qual è la situazione di crisi che vivono altri settori, dicendo: siccome in quel settore c'è una particolare crisi, si interviene.
In questo caso parliamo della montagna e della difficoltà del settore sciistico, ma potremmo fare un lungo elenco nella legge finanziaria di situazioni di difficoltà e di crisi, poi chiudere la discussione rimandando al bilancio e vedere le cifre.
Mi domando se questo è il modo di discutere e di portare avanti una legge importante come la legge finanziaria. Tra l'altro, vorrei ricordare che l'anno scorso, per far fronte ad una situazione di difficoltà dei Comuni che dovevano aggiustare le strade a causa dell'alluvione, ci sono stati 150 milioni di danni, e la Giunta regionale, con l'Assessore Cavallera, ha dovuto aumentare l'accisa sulla benzina. Ha dovuto farlo per cercare di tamponare una situazione di difficoltà.
Se ragioniamo in questo modo ognuno di noi può proporre un settore in difficoltà e in crisi in Piemonte. Sono tanti i settori in crisi, basta fare un emendamento per ognuno di essi e inserirlo nella Finanziaria, così ognuno di noi si è ritagliato un pezzetto di consenso sul territorio. Ma poi bisogna trovare le risorse, ed è per quello che il Consigliere Pedrale ha tolto due milioni, perché naturalmente l'Assessore Quaglia gli avrà detto: "Ma come due milioni? Siamo matti? Dove li trovo?".
così. Ah, non è così?



MULIERE Rocco

MOTTA Massimiliano (fuori microfono)



MULIERE Rocco

Grazie. Grazie!



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Motta.



MULIERE Rocco

Poi voglio sentire l'opinione del Consigliere Motta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Condivido alcune obiezioni sul fatto che questa materia andrebbe regolamentata in modo strutturale, però non banalizzo il tema su cui il collega Pedrale ha presentato un emendamento.
Sono un montanaro e rivendico di esserlo. Ho una stazione di fondo valle che non è a servizio degli sciatori ricchi, ma è a servizio perché dà lavoro a mezza valle. Quest'anno e l'anno scorso, un po' per la crisi, un po' per la carenza di neve, stanno vivendo una situazione di totale difficoltà, con ripercussioni talmente gravi sull'occupazione della valle che rischia di trascinare con sé non solo la stazione sciistica, ma anche molte altre attività di indotto collegate.
Forse, quando si fanno questi ragionamenti, bisognerebbe dire una cosa seria, che in Piemonte ci sono state stazione sciistiche trattate come se fossero delle Rolls Royce e altre che, invece, vengono trattate in modo non certamente degne di grande attenzione.
In alcune di queste stazioni, quest'anno, si sono persi livelli occupazionali che, se si fosse trattato di industria, noi avremmo già fatto dei tavoli con i sindacati, invece, solo per il fatto che si tratta di un'attività ludica o sportiva, questo non avviene.
Credo che, forse, varrebbe la pena aprire un tavolo per ragionare meglio sul futuro delle stazioni sciistiche minori in Piemonte, ma in una situazione di emergenza. Mi pare che questo emendamento apre la strada per un ragionamento un po' più ampio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

La domanda sorge spontanea: perché si sente la necessità di presentare un emendamento? Il Presidente ha ricordato più di una volta che, ovviamente, l'importo è stato eliminato, anche perché non poteva che essere così. Forse, magari questi costituiscono anche aiuto all'impresa per il quale è necessario avere un iter autorizzativo da parte dell'Unione Europea. Non si pu immaginare un'azione di questa natura, con queste modalità.
L'atteggiamento di oggi conferma una preoccupazione che noi avevamo la scorsa settimana, quando nel passaggio dallo 0,2 allo 0,3 della quota IRPEF aggiuntiva, quando si pensava ad una norma nuova che avrebbe dato più risorse al sistema della cultura pesantemente messo in ginocchio, come diceva prima il Consigliere Vignale, si è passati, da importi intorno ai 120 milioni, ad importi che oggi non si aggirano neanche ai 46 milioni. Se immaginiamo che un settore possa avere un'attività produttiva in tal senso vuol dire averlo messo in ginocchio.
Lo 0,2 avrebbe dovuto costituire un fondo certo e sicuro, avendo creato un emendamento che costituisce un canale comunicativo di flusso di risorse noi stiamo già iniziando a spendere queste risorse, quindi le certezze che abbiamo venduto sono certezze che, come al solito, fanno parte del gioco delle tre carte che la maggioranza e la Giunta ci propina in ogni momento.
Oggi abbiamo avuto un'ulteriore conferma.
Coerenza davvero esemplare su quello che la scorsa settimana abbiamo denunciato all'interno dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Anche al sottoscritto sono ben presenti le difficili situazioni economiche delle stazioni sciistiche minori e delle società che gestiscono gli impianti di risalita.
Non nascondo che vi è una condizione di difficoltà che guarda anche a questo pezzo dell'economia piemontese, che noi, come Gruppo consiliare intendiamo affrontare in modo assolutamente serio.
Quello che vogliamo ribadire, e voglio ribadire con il mio intervento è un'altra questione. La prima questione. A me sembra che ci sia una gestione della discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio partita con dei presupposti che sono i riferimenti difficili e pesanti dentro i quali questa discussione sta avvenendo e che sta sbracando progressivamente nella discussione in Aula.
La seconda. In tutta la discussione sulla legge finanziaria, e temo ancora di più la discussione sulla legge di bilancio, non c'è una gestione del dibattito da parte della Giunta regionale. Lo dico molto francamente: non c'è gestione politica da parte della Giunta regionale di questo dibattito. In questo momento, la gestione del dibattito, dovrebbe porre al centro della discussione in Consiglio regionale il tema delle priorità.
Il tema della priorità, in questi giorni, lo avete perso per strada.
Voi sapete qual è la posizione che il sottoscritto, condivisa e a nome di tutto il Gruppo consiliare del Partito Democratico, ha espresso nelle settimane scorse tesa a richiedere uno sforzo a tutta l'Aula per evitare nelle condizioni difficili del bilancio della Regione, di destinare 22 milioni di euro per le spese delle consultazioni del calendario.
Quando parlo di un tema del genere, parlo di un tema delicatissimo sotto il profilo politico, che è quello del diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle scelte che riguardano gli interventi legislativi della Regione.
Se affrontiamo una discussione di questo tipo, in presenza di un diritto fondamentale della democrazia e se vogliamo affrontare una discussione di questo tipo, chiunque sta assistendo al dibattito di questi giorni in Consiglio regionale deve riconoscere che se si trovano le risorse per qualunque esigenza posta dalla maggioranza, vuol dire che si devono trovare le risorse anche per consentire l'espressione di un diritto fondamentale all'interno della democrazia.
La metto, a questo punto, su questo piano. Ripeto, la metto su questo piano! Poi aggiungerò che si devono trovare le risorse per le politiche sociale, poi aggiungerò che si devono trovare le risorse per tutti gli altri interventi che oggi sono scoperti nella legge di bilancio della Regione Piemonte! Provengo da un territorio che vive anche di questa dimensione economica, ma ho la responsabilità di essere un amministratore regionale che guarda al complesso dei bisogni di questa regione e che non tollera più marchette in nome di esigenze elettorali di Tizio, Caio o Sempronio!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Il tema è sempre lo stesso. Non è che le stazioni sciistiche sono in crisi quest'anno. Credo che il tema sulla crisi delle stazioni sciistiche il dibattito, ritorna da qualche anno.
Voglio ricordare come...



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore, è anche un fatto di rispetto ed educazione.
Fate un po' di silenzio!



STARA Andrea

Voglio anche ricordare come avete cassato provvedimenti finanziariamente ben più limitati, ma che vanno e andavano in questa direzione. Mi ricordo il turismo sociale nelle aree di montagna riferito a classi sociali deboli, ma riferito alle zone di montagna in crisi che andava a sostenere quelle strutture turistiche fortemente in difficoltà. Si trattava di un intervento, adesso non ricordo, ma credo neanche di 100 mila euro e l'avete cassato, pur avendo votato una mozione e un ordine del giorno in Consiglio regionale. Questo a ribadire come gli ordini del giorno valgono e sono docu menti politici, su cui sicuramente non si può fare affidamento.
Riprendendo il discorso legato alla questione del referendum e al fatto che, alla fine, rispetto a quella discussione voteremo dei provvedimenti che non avranno nessun altro ordine del giorno contestuale, ma solamente alla fine di questa finanziaria, ribadisco ancora una volta un provvedimento, questo, ad hoc, che non tiene la coerenza rispetto alla drammaticità della situazione, che non individua le priorità che la Giunta e la maggioranza in una situazione così drammatica vuole evidenziare. Anche il dibattito del Consiglio mi sembra un po' alla mercé di quello che accade.
Sono anche un po' allibito, perché alla fine la realtà esterna è sempre un po' mediata da quello che rappresentano i giornali, ma noi stiamo vivendo un momento triste dell'attività legislativa piemontese.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, passiamo alle votazioni, per le quali do atto che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
I signori Capigruppo sono invitati a recarsi in Sala A per la Conferenza dei Presidenti.
Buona sera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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