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Dettaglio seduta n.22 del 21/07/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.31 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione: chiedo se vi siano proposte di modifica. In assenza di proposte di modifica, l'o.d.g.
è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Montaruli, Motta Massimiliano Porchietto, Sacchetto, Angeleri, Cota e Giordano.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Nomine e designazioni componenti della Consulta regionale del Commercio equo e solidale e della Società consortile di Pracatinat, effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, è stata trasmessa l'informativa da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in ordine al decreto n. 49 del 12 luglio 2010, con il quale il Presidente ha provveduto a nominare quali componenti della Consulta regionale del Commercio equo e solidale, i signori: Marco Cavaletto Alberto Anfossi, Elena Costamagna, Clara Daniele, Luca Gioielli, Stefano La Malfa, Carlo Mandrile e Gilberto Morganti.
Sono stati altresì designati con deliberazione di Giunta regionale n.
28 - 319 del 12 luglio 2010, nella Società consortile di Pracatinat, quale amministratore il signor Giovanni Corda e quale rappresentante nel comitato d'indirizzo il signor Maurizio Raffaello Marrone.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proseguimento esame disegno di legge n. 12, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 12, "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 2) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Eravamo in sede di votazione dell'articolo 2. Su tale votazione è mancato il numero legale, quindi la seduta è stata aggiornata.
Pertanto, ripartiamo da questa votazione.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Annulliamo la votazione per un problema tecnico con il tabellone geografico il tabellone analogico è perfettamente funzionante.
Ripetiamo la votazione, a condizione che i signori Consiglieri si siedano al proprio posto. Chiedo ai Consiglieri Questori di verificare la presenza dei Consiglieri in aula.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Il Consiglio è aggiornato di 30 minuti (ai sensi dell'articolo 59, comma 5 del Regolamento).
La seduta è sospesa.



(Il Consiglio, sospeso alle ore 15.06 riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dalla Consigliera Bresso: Dopo l'articolo 2 è inserito il seguente: Art. 2 bis (Programma per la costituzione di un fondo speciale destinato ai comuni piemontesi, con popolazione non superiore ai 30.000 abitanti per il finanziamento immediato di interventi e piccole opere).
1. La Regione Piemonte, al fine di contrastare la grave crisi economica finanziaria e occupazionale che caratterizza il territorio piemontese istituisce un fondo speciale destinato ai comuni piemontesi, con popolazione non superiore ai 30.000 abitanti, per finanziare interventi e piccole opere attraverso l'apertura di cantieri che contribuiscano a migliorare la qualità urbana e le infrastrutture pubbliche.
2. Il piano d'intervento è concordato dalla Giunta regionale con le Associazioni dei Comuni nel caso di interventi sovracomunali diretti a rendere maggiormente accoglienti i territori in vista delle celebrazioni dell'Unità d'Italia.
3. Il fondo ha una dotazione finanziaria di 15 milioni di Euro nell'ambito dell'UPB 05011 e non è computato quale spesa sensibile ai fini del calcolo del patto interno di stabilità dei Comuni, in coerenza con quanto previsto dall'art. 4 comma 3 della legge regionale 1 giugno 2010 n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2010).
4. Gli interventi finanziabili sono rivolti al miglioramento della qualità urbana dei comuni, alla difesa del lavoro locale, all'aiuto alla micro impresa attraverso commesse con l'istituzione di piccoli cantieri manutenzioni, arredo urbano e risparmio energetico, sicurezza miglioramento della qualità ambientale.
5. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce i criteri e le modalità per il finanziamento degli interventi nonché i servizi da mettere a disposizione, secondo le seguenti indicazioni di carattere generale: a) i lavori e/o interventi da finanziare devono essere immediatamente cantierabili e il contributo regionale potrà coprire anche solo in parte la relativa spesa b) l'ammontare del contributo dovrà essere commisurato alla dimensione demografica del comune, privilegiando le piccole amministrazioni c) saranno garantiti i servizi di consulenza, assistenza e le competenze progettuali e urbanistiche, e il trasferimento diretto delle risorse finanziarie da parte della Regione.
d) l'ammontare delle risorse attribuite con le modalità di cui ai punti che precedono non sono computabili ai fini del Patto Interno di Stabilità dei Comuni, in applicazione di quanto previsto all'art. 3 comma 3 della LR 14 del 1^ giugno 2010 di modifica del Regolamento n. 3/R/2010 dell' 8 febbraio 2010.
6. Agli oneri di cui al comma 2 si provvede con il ricorso al credito nell'ambito della UPB 09092".
Diamo per illustrato l'emendamento.
Qualche Consigliere intende intervenire in sede di discussione generale dell'emendamento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Votiamo favorevolmente l'emendamento presentato dalla Consigliera Bresso, pur riconoscendone all'interno alcune rigidità. Votiamo a favore perché consideriamo necessario, coerentemente con quanto stiamo dichiarando in queste settimane, che all'interno del bilancio della Regione Piemonte ci siano delle risorse per sostenere il finanziamento di interventi di piccole opere.
Queste settimane d'inizio legislatura sono giustamente caratterizzate dalle riflessioni sul tema dell'economia, argomento che deve rimanere al centro dell'attenzione di quest'Assemblea regionale.
Uno degli strumenti che consentirebbe di sostenere l'economia piemontese in questa fase ancora difficile è certamente rappresentato da un programma di sostegno delle opere pubbliche: lo chiedono i Comuni, ma anche l'Associazione Nazionale Costruttori Edili.
Abbiamo anche considerato il fatto che il Presidente Cota, in occasione dell'assemblea regionale dell'ANCI, ha dichiarato che la Regione sta predisponendo un pacchetto, un Piano straordinario d'intervento delle opere pubbliche. Ma se non ci sono le destinazioni delle risorse all'interno della legge d'assestamento al bilancio, non si può presentare alcun pacchetto! Si raccontano, unicamente, vaghi impegni e vaghe promesse.
Se vogliamo affrontare complessivamente il tema dell'economia - ovvero come contribuire, come Assemblea regionale, a sostenere l'economia in questa Regione - possiamo farlo in tanti modi, ma certamente non possiamo non considerare il ruolo e l'importanza che rivestono le opere pubbliche all'interno di queste considerazioni.
Per questi motivi, signor Presidente, pur non essendo firmatario peraltro abbiamo presentato altri emendamenti che vogliono raggiungere lo stesso obiettivo - come Gruppo consiliare sosterremo quest'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Le ragioni che ricordava il nostro Capogruppo per giustificare il nostro voto a favore su quest'emendamento presentato dalla Consigliera Bresso sono condivisibili e condivise da molti colleghi.
Il punto è questo: noi dobbiamo capire in che modo, attraverso la leva del bilancio (in questo caso, della manovra d'assestamento), si possa riuscire a sostenere una serie di interventi che i piccoli Comuni possono realizzare per favorire una politica a sostegno delle piccole opere.
Come Gruppo abbiamo presentato altri emendamenti sul medesimo tema.
Tuttavia, quest'emendamento, per quanto diverso da quelli che il nostro Gruppo ha presentato e che illustrerà, vanno nella medesima direzione.
L'obiettivo mi sembra chiarissimo: in una fase di crisi come quella attuale, in presenza di tagli fortissimi che hanno riguardato il sistema delle autonomie locali (non parlo di quelli che verranno, ma di quelli in essere, perché abbiamo a che fare con Comuni che sono in enormi difficoltà per il fatto che il Governo non ha integrato per intero le risorse trasferite o sostitutive del minor gettito rappresentato dal fatto che è stata abolita l'ICI), dobbiamo immaginare che i Comuni abbiano risorse con le quali realizzare una serie di piccole opere. L'emendamento va esattamente in questa direzione.
Francamente, cerco di immaginare come i piccoli Comuni, come quelli rappresentati nel nostro territorio, oggi possano disporre di risorse con cui realizzare opere che sono ritenute essenziali e fondamentali.
Uno dei modi con cui realizzare questi interventi e queste politiche di investimento è sicuramente questo, facendo in modo che la Regione, in sede d'assestamento, preveda un fondo con il quale allocare le risorse necessarie per realizzare questi interventi.
Per questo, Presidente, il nostro Gruppo voterà a favore dell'emendamento presentato dalla Presidente Bresso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Sia il Capogruppo Reschigna che il collega Ronzani hanno spiegato il senso della nostra adesione a quest'emendamento.
vero che abbiamo concentrato molto l'attenzione sui piccoli Comuni come abbiamo ricordato ieri in fase di dibattito generale (peraltro, nel corso della discussione esamineremo anche quest'emendamento), ma effettivamente, l'emendamento presentato dalla Consigliera Bresso, che propone di costituire un fondo di 15 milioni di euro per migliorare la qualità urbana dei Comuni piemontesi, offre un contributo, in una situazione come questa, per far ripartire l'economia. Perch effettivamente, far ripartire le opere pubbliche, significa anche far ripartire e sostenere l'economia della nostra Regione.
Del resto, quando nella scorsa legislatura abbiamo approvato il Piano regionale per la casa, con la costruzione di 10.000 nuovi alloggi, abbiamo dato, da un lato, una risposta ad un bisogno sociale; dall'altro lato, un contributo notevole per far ripartire un settore in difficoltà come quello dell'edilizia.
In questo caso, il fondo che viene costituito attraverso una dotazione finanziaria per ciascun Comune per piccoli cantieri, così come viene specificato (manutenzione, rete urbana, risparmio energetico, sicurezza miglioramento della qualità ambientale), dà anche un contributo, come giustamente viene specificato nell'emendamento, per prepararsi, nel modo migliore, alla celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia, anche nei Comuni di dimensione medio-alta, ovvero al di sopra dei 30.000 abitanti.
Credo che questo aspetto sia importante e per questo motivo voteremo con convinzione quest'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo per confermare l'adesione convinta a quest'emendamento, che, in qualche misura, propone di inserire all'interno del nostro bilancio d'assestamento, interventi che hanno dimostrato una grossa efficacia in esperienze di altre Paesi d'Europa e di altre realtà.
La proposta che si è inteso avanzare è sostanzialmente quella di avviare un programma di interventi, attraverso le Amministrazioni locali finalizzato a mettere in campo tutta una serie di interventi immediatamente cantierabili, proprio in un momento nel quale tutto il sistema delle piccole e piccolissime imprese che operano nei nostri territori hanno necessità di stimoli sugli investimenti, con un'efficacia che si trasforma in risposte immediate nei confronti di tanti piccoli interventi che hanno sempre rappresentato una sorta di ossatura nell'azione dei piccoli e piccolissimi Comuni. Tali interventi costituiscono innegabilmente uno stimolo importante per un sistema di imprese che ha vissuto, in questi anni, grosse difficoltà.
L'insieme degli interventi è finalizzato anche ai Comuni di taglia media, ma per il tipo stesso di realtà che abbiamo sul nostro territorio piemontese, dove oltre 600 Comuni sono al di sotto di 1.000 abitanti sicuramente avrebbe una ricaduta importante per tutto il Piemonte.
Per questo motivo, Presidente, noi aderiamo a quest'emendamento e lo sosterremo convintamente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Oltre ad essere contrario a tutto ciò che porta l'autorevole firma dell'ex Presidente Bresso, visti i primi quattro interventi che si sono succeduti a sostegno dell'emendamento n. 22, a partire dal Capogruppo del PD, dell'ex Capogruppo del PD, dell'autorevole ex Presidente della I Commissione del PD e dell'autorevolissimo ex Assessore del PD, vorrei solo capire se tutto questo è nella linea della collaborazione di due giorni fa offerta dal Presidente Reschigna, o se è un'interpretazione, virgola. Poi discuteremo del nuovo Regolamento.
Poiché questi membri sono tutti autorevoli espressioni del Regolamento come ho già detto, cercavo di capire. Perché non ho compreso il perché lo sostengano.
Noi siamo comunque contrari.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti che sull'emendamento (ovviamente, la risposta politica la darà il Consigliere Reschigna quando ne avrà occasione nel prosieguo dei lavori) hanno diritto di intervenire tre minuti il primo firmatario, due minuti i cofirmatari.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Di fatto, intervengo a sostegno di quest'emendamento, anche perché è stato modificato rispetto a quello che è stato il dibattito in Commissione.
Era stato presentato inizialmente per i Comuni sopra i 100 mila abitanti ci siamo resi conto che questo coinvolgeva quasi tutti i Comuni del Piemonte, mentre adesso quest'emendamento è rivolto soprattutto ai piccoli Comuni e quindi nell'articolato è specificato anche che si tratta esclusivamente di opere fin da subito cantierabili, quindi che possono dare un impulso alla ripresa economica per il superamento dell'attuale fase congiunturale.
Inoltre, aggiungo anche che ci sono delle valutazioni che commisurano la richiesta del contributo, di fatto, anche la situazione demografica del singolo Comune. Quindi noi andiamo ad intervenire in particolare modo su quei Comuni che attraverso la stretta del Patto di stabilità, sono giocoforza impossibilitati ad intervenire in qualsiasi maniera anche piccole opere.
Credo che se la maggioranza accogliesse quest'emendamento darebbe un segnale positivo immediato e anche dal punto di vista di quella che è una ripresa economica ovviamente modesta e legata alle dinamiche territoriali ma pur sempre un segnale d'incentivo alla sostenibilità economica.
Di fatto, richiediamo, vista anche l'esiguità dell'importo rispetto alla ricaduta socio-economica che avrebbe, alla maggioranza di votare a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento lo troviamo convincente e quindi lo voteremo.
Si tratta di sostenere un programma di piccole opere che appare, in questa grave crisi economica, particolarmente urgente. Sono stato partecipe di un incontro che è stato organizzato dal Collegio dei costruttori dall'ANCI proprio qualche settimana fa e abbiamo evidenziato come si tratta di garantire, soprattutto in questo contesto così delicato, l'immediata cantierabilità di opere, soprattutto di piccole opere pubbliche, che possano dare ossigeno all'economia locale, possano far lavorare gli artigiani e gli imprenditori del posto, possano insomma svolgere quell'importante azione anticiclica che, in situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo, appare particolarmente urgente.
Noi abbiamo evidenziato come si sia di fronte a una contraddizione che il centrodestra e la maggioranza manifestano in modo evidente. Da una parte, sono state annunciate esattamente misure in questa direzione, quindi più risorse per le piccole opere, un po' sul modello spagnolo, che è quello per cui si è deciso di attribuire direttamente ad ogni piccolo Comune dividendolo per quota capitaria, mi pare otto miliardi di euro proprio per tenere vivi questi piccoli cantieri relativi ad opere pubbliche. Tuttavia di fronte a questi annunci abbiamo registrato una totale mancanza di coerenza, perché non vi sono le dotazioni economiche relative.
Dunque questo progetto contenuto nell'emendamento presentato dalla Presidente Bresso ci convince. Ne abbiamo fatto un altro noi. Al di là della formulazione, a noi preme il merito, che ho provato ad illustrare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Riprendo le sollecitazioni fatte dai miei colleghi affinch quest'emendamento venga approvato. Del resto, come sapete, in questi anni mi sono sempre caratterizzato con una piena coincidenza di opinione e di vedute con la passata Presidente della Giunta regionale, quindi non poteva essere altrimenti anche in questa occasione.
Con ciò volevo anche replicare all'osservazione fatta dal collega Burzi, che non vedo più in sala. Il collega Burzi - che è sempre presente mi ascolta e ha la capacità di arrivare sempre ovunque e di sapere sempre quello che succede - chiedeva se questi intereventi sono fatti all'insegna della tanto declamata collaborazione di cui si è parlato nel Consiglio regionale di ieri. Collega Burzi: si, questi interventi sono fatti all'insegna di quella collaborazione annunciata, nel senso che quella che abbiamo offerto è stata appunto una collaborazione. Abbiamo dato una mano e aspettiamo che a questa mano venga risposto con una mano tesa.
I Gruppi dell'opposizione non hanno chiesto, come succedeva in passato come condizione per approvare il bilancio quattrini cash per interventi su singoli Comuni o su singoli settori di spesa; abbiamo chiesto in generale di cambiare le politiche di quest'assestamento, trovando risorse e destinandole ad alcuni settori, come ad esempio i servizi sociali, e abbiamo chiesto che alcune norme, come l'emendamento che costituisce la piccola IRI regionale dei poveri, vengano espunti dal complesso degli emendamenti presentati.
Attendiamo risposte e sulla base di queste risposte ci sarà la nostra collaborazione ad approvare celermente quest'assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Per annunciare il voto favorevole del Gruppo Italia dei Valori a quest'emendamento, che riteniamo basilare ed importante, capace di dare fiato ed ossigeno agli imprenditori, ai lavoratori, per i piccoli Comuni di tutto il territorio. Quindi invito anche il centrodestra a fare mente locale in merito e a votare per quest'emendamento, che riteniamo essenziale e basilare per riuscire a portare avanti opere facilmente e repentinamente cantierabili.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
In sede di dichiarazione di voto, annunciamo che voteremo a favore di quest'emendamento.
Questo concetto è già stato ripreso nell'intervento del Presidente Gariglio. Direi molto francamente che una questione...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna, se la interrompo.
Mi ero semplicemente dimenticato di dare la parola al Vicepresidente Cavallera, che l'aveva chiesta.
Potrebbe essere certamente più utile prima la sua dichiarazione.



RESCHIGNA Aldo

Certamente. Ubi maior minor cessat.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo.
A parte una premessa di ordine tecnico, credo possa non essere sfuggito senz'altro ai colleghi che la proposta è fatta su un'UPB di spesa corrente quindi il discorso poi andrebbe articolato bene su quali possono essere gli interventi compatibili o meno in questo filone. Perché 0.5 e 0.11 sono interventi di spesa corrente.
Detto questo, volevo ricordare ai colleghi che le problematiche di questo bilancio devono tener conto anche dei fondi statali da reimpostare e dei residui che devono essere finanziati sulla base di una deliberazione della Giunta regionale adottata in data 29 marzo e conseguente determinazione della ragioneria di parecchie pagine di cifre negative, che sono state disimpegnate in quei giorni e che devono ovviamente trovare copertura.
Quindi vorrei dire che il problema di sostenere l'impresa è un problema condiviso, avendo noi la responsabilità della gestione del governo - se così ci è consentito dire. Dobbiamo ovviamente prima assicurare il pagamento di quanto dovuto e, contemporaneamente, assicurare il finanziamento di nuove proposte. Questa considerazione non è evidente nell'emendamento, ma è certamente collegata; volevo farla perché non sfugga a colleghi attenti alle problematiche dell'economia delle opere pubbliche.
Essa è da considerare al fine di valutare in modo corretto il giudizio negativo sull'emendamento segnalato e indicato dalla Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Abbiamo ascoltato la replica del Vicepresidente della Giunta regionale.
Noi consideriamo le difficoltà e la rigidità del bilancio della Regione Piemonte: lo abbiamo detto in tante circostanze. Quello che però vogliamo ribadire è sostanzialmente questo concetto: durante la discussione generale noi abbiamo sollevato quattro-cinque temi di carattere complessivo. Non abbiamo posto delle questioni specifiche collocate in un ambito territoriale, in un Comune o relative ad un intervento che ci sta particolarmente a cuore. Abbiamo posto quattro o cinque tematiche di carattere generale. Nella replica di ieri alla discussione generale l'Assessore Quaglia ha detto di aver ascoltato gli interventi e che le questioni saranno affrontate mano a mano, nel corso della valutazione degli emendamenti.
Continuo a suggerire un'altra strada, un altro percorso. Guardate che in questo modo la discussione sulla legge dell'assestamento di bilancio non avrà un percorso molto veloce, d'accordo? E vorrei ribadire un concetto: sino ad ora noi non abbiamo messo in atto, sulla legge d'assestamento nessun atteggiamento ostruzionistico: non l'abbiamo fatto in Commissione non l'abbiamo fatto neanche in aula, non lo vogliamo fare neanche durante queste giornate.
Vorrei ricordare che abbiamo esaminato un disegno di legge iniziale inesistente, che poteva essere impugnato e che poteva avere un iter ancora più tortuoso. Abbiamo posto alcuni temi. Due di questi riguardano due articoli del disegno di legge, gli altri temi sono quelli che continuiamo a citare da giorni, su cui sono intervenuti tutti i colleghi del Gruppo e anche degli altri Gruppi di opposizione durante queste giornate.
Se vogliamo che ciascuno di questi temi venga affrontato nel momento in cui verrà esaminato e discusso il singolo emendamento è una strada, un percorso; se vogliamo invece che la Giunta regionale dia non a noi, ma ai diversi Gruppi, delle risposte su quelle quattro-cinque questioni, magari questo ci potrà anche aiutare nell'andare avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dell'Utri per dichiarazione di voto.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Comunico che il Gruppo dei Moderati sosterrà quest'emendamento e, in relazione all'intervento del Vicepresidente Cavallera, vorrei fare due specifiche.
La prima è che ritengo che sia stata scelta un'UPB di spesa corrente proprio per consentire una maggiore facilità di reperimento dei fondi: da lì si può stabilire dove andare a prenderli. In relazione al fatto che giustamente, peraltro - il Vicepresidente dice che siamo in un periodo in cui ci sono minori stanziamenti da parte dello Stato, debiti pregressi da pagare e quindi incombenze che rendono più difficile il bilancio odierno non posso che essere "numericamente" d'accordo. Però penso che un emendamento di questo tipo sia proprio nella linea del progetto e dell'indirizzo della Giunta in relazione al piano lavoro.
Questo è uno dei modi molto concreti e molto pratici per sostenere il lavoro nei piccoli paesi: si sostengono le piccole imprese, i piccoli artigiani, in Comuni che hanno per lo più dei bilanci blindati dai patti di stabilità e, di conseguenza, avrebbero una difficoltà assoluta a riuscire a realizzare anche delle opere difficilmente cantierabili con estrema rapidità, cosa che invece con questi fondi sarebbe possibile.
L'emendamento, in realtà, viene a sopperire per un certo verso proprio alla valenza programmatica della Giunta.
Pertanto, capisco le difficoltà attuali nel reperire questi finanziamenti per le difficoltà del bilancio; però ritengo che sul medio e lungo termine vadano proprio nella direzione che la Giunta stessa propone cioè il potenziamento del lavoro nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro per dichiarazione di voto.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'emendamento n. 22 sia opportuno. Capisco le perplessità: ho assistito attentamente all'intervento del Vicepresidente Cavallera.
Capisco che la Giunta è in difficoltà a trovare queste risorse. Però in un momento così delicato, così difficile, tutti quanti siamo propensi a creare posti di lavoro, ad aiutare le piccole e medie aziende, ad aiutare questi Comuni più piccoli che fanno fatica ad andare avanti. Ritengo che questo sia un segnale doveroso e importante che noi diamo ai piccoli Comuni del Piemonte.
A questo riguardo, dichiaro che noi voteremo a favore e invito anche la maggioranza ad unirsi nel dare questo segnale a favore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti per dichiarazione di voto.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente, e grazie anche al Vicepresidente, che ha voluto dare dignità a quest'emendamento, rispondendo nel merito.
Anche noi riteniamo che sia un emendamento importante e molto definito dal punto di vista della proposta e crediamo che, seppur comprendendo le ristrettezze di bilancio che la Giunta deve affrontare, essa debba, così come detto anche nella discussione generale, andare a definire delle priorità. Quest'emendamento va a considerare una priorità che è quella legata al tema del lavoro, delle imprese, e anche quella dei piccoli Comuni. Perché sappiamo che la manovra nazionale, che proprio oggi era in discussione in Commissione Bilancio in Parlamento, andrà a creare dei grossi problemi agli Enti locali e certamente i piccoli Comuni saranno quelli che avranno più da patire rispetto alla contrazione della loro possibilità di spesa.
Pensiamo dunque che ci sia bisogno di un riequilibrio che potrebbe venire dall'accettazione di quest'emendamento.
Noi pensiamo quindi, seppur con le considerazioni di carattere tecnico che ha fatto il Vicepresidente, di poter sostenere e di chiedere a questa maggioranza - proprio in linea con le considerazioni fatte rispetto ad un sostegno al lavoro e a tutta la realtà piemontese che, così come ricorda l'emendamento, contempla ben 1.206 Comuni - di sostenere quelle opere che vanno anche a definire una qualità della vita percepita dai cittadini, in relazione alle opere cantierabili, che non può che dare un altro senso alla pubblica amministrazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso per dichiarazione di voto.



BRESSO Mercedes

Grazie. Sono arrivata giusto in tempo per difendere il mio emendamento.
Oltre a dichiarare ovviamente il mio voto favorevole, essendo uno dei presentatori, vorrei richiamare la logica in cui quest'emendamento si inserisce. Si tratta di tre emendamenti, due dei quali sono stati poi trasformati in emendamenti al disegno di legge 39, ma che hanno un'unica logica: quella di stimolare l'economia piemontese, attraverso l'impegno di tutti i soggetti che vanno coinvolti se si vuole ottenere questo risultato.
I giovani, attraverso l'emendamento al disegno di legge 39 che riguarda, appunto, i giovani: 15 milioni (5.000 euro ciascuno) sulla base di progetti di valorizzazione delle proprie competenze o di avvio di attività innovative. Quest'emendamento - 15 milioni, solo una parte dei quali in conto cassa per il 2010 - ha l'obiettivo di mobilitare le risorse di tutti i Comuni piemontesi.
Nell'emendamento sono previste risorse per tutti i Comuni sotto i 30 mila abitanti che abbiano un progetto, anche piccolo, soprattutto piccolo realizzabile immediatamente, movimentando l'economia e tutte le piccole imprese. Certo, sono piccole cifre, ma rispondono a quella domanda che il mondo delle piccole e medie imprese ci ha fatto più volte.
Anche il terzo emendamento è stato trasformato, su richiesta della Giunta, in un emendamento alla legge n. 39 e riguarda direttamente le piccole e medie imprese. In questo caso la cifra stanziata è di 30 milioni finalizzati a mobilitare direttamente il mondo delle piccole e medie imprese. Sostanzialmente, è un inizio dell'applicazione dello Small Business Act dell'Unione Europea, che dovrà essere trasformato in una legge regionale e che deve affrontare l'intera problematica delle piccole e medie imprese. Ritengo quindi un grave errore non avere capito la logica di questa pur limitata manovra, che ha l'obiettivo di mobilitare i giovani, le piccole e medie imprese, i Comuni e, soprattutto, i piccoli Comuni. Creare una forte sinergia fra tutte le risorse vive del Piemonte per far partire il rilancio delle imprese.
Credo che sia un complesso di misure di grande rilievo che potrebbero davvero, ottenere dei risultati positivi. Per questo credo che sarebbe opportuno votarlo.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Quaglia: Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente: "Articolo 2 bis 1. L'autorizzazione alla contrazione di mutui recata dall'articolo 3 della legge regionale 1 giugno 2010, n. 15 (Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale 2010-2012) è incrementata di euro 163.730.492,89 nell'ambito dell'unità revisionale di base (UPB) DB0902.
2. Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui o dall'ammortamento delle obbligazioni emesse di cui al comma 1, si provvede con le somme che sono state iscritte nell'ambito delle disponibilità delle unità revisionali di base (UPB) DB09041 e UPB DB09043 del bilancio pluriennale per gli anni 2010-2012".
Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

L'emendamento n. 78 inserisce l'articolo 2 bis con l'incremento dell'autorizzazione della contrazione di mutuo.
L'emendamento, da inserire nell'articolato, prevede l'incremento di mutuo di euro 163.730.492,89. Era stato presentato, per quanto riguarda le UPB, a copertura quando è stato presentato l'emendamento sulle UPB, ma non era stato presentato nell'articolato.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo brevemente per fare alcune considerazioni.
Con la legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale il 1° giugno 2010 è stato autorizzato un indebitamento nel corso dell'esercizio finanziario 2010, pari a euro 558.428.275,40.
Con l'emendamento odierno, illustrato dall'Assessore Quaglia, sarebbe aggiunto l'articolo 2 bis con il quale la Giunta regionale verrebbe alla contrazione di ulteriori mutui per euro 163.730,492. Complessivamente con legge di bilancio e legge d'assestamento di bilancio, l'indebitamento all'interno del bilancio della Regione Piemonte aumenta di oltre 710 milioni di euro nel corso del 2010.
Voglio ricordare le discussioni emerse nella precedente legislatura all'interno dell'Aula del Consiglio. Discussioni che hanno messo in evidenza come, ricorrendo anno dopo anno ad un incremento dell'indebitamento e la contrazione di mutui, si andava verso una condizione di preoccupante e grandissima rigidità nel bilancio della Regione. A questa condizione, la Giunta regionale non dà una risposta con la legge d'assestamento di bilancio, anzi, la risposta è in piena linea rispetto a quanto avvenuto nei cinque anni precedenti.
Con un incremento e il livello di indebitamento raggiunto con questa legge d'assestamento di bilancio di 710 milioni di euro, se non ricordo male, si rischia di portare l'indebitamento complessivo della Regione Piemonte intorno ai cinque miliardi e 900 milioni di euro a fronte di una spesa corrente che, complessivamente, oggi, ammonta nella legge d'assestamento di bilancio, a dieci miliardi e 530 milioni di euro.
Questa è la situazione di rigidità del bilancio della Regione. È una situazione che nel passato ha visto gli attuali Gruppi consiliari di governo criticare, legittimamente e anche con argomentazioni e motivazioni il livello di crescita dell'indebitamento della Regione.
Con questo mio intervento, voglio solo rappresentare all'Aula come la Giunta regionale stia mantenendo lo stesso atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Evito di riproporre le considerazioni già esposte dal mio Capogruppo circa la possibilità di incrementare l'indebitamento della nostra Regione attraverso l'approvazione di quest'emendamento.
Colgo l'occasione della presenza del Consigliere Burzi, che è sempre bene accetto all'interno di quest'aula, per ribadire che siamo in attesa lo diremo in tutti i nostri interventi, di risposte per le mani tese, così come da noi annunciato nella scorsa seduta di Consiglio, per le quali ancora non abbiamo ricevuto risposta.
Detto ciò, ribadiamo che alcuni emendamenti presentati dalla Giunta regionale relativamente ad alcuni articoli presenti in questo testo sono assolutamente contraddittori con le dichiarazioni che la Giunta stessa ha fatto in questi mesi.
Ora, quest'emendamento, così come l'articolo che ho già citato prima che prevede la creazione della piccola IRI regionale, di fatto, prevede l'assunzione di impegni che, di fatto, comportano l'incremento dell'indebitamento complessivo della nostra Regione.
Mi chiedo che senso abbia affrontare i nostri problemi di bilancio attraverso emendamenti che, di volta in volta, incidono sul bilancio complessivo, senza pensare, invece, ad una soluzione complessiva, frutto di un dialogo costruttivo con l'opposizione.
Qui ci sono alcuni Assessori che sono stati parte diligente di questo dialogo, che vi chiedo di portare avanti, se lo ritenete, altrimenti chiudiamolo, ciascuno farà la sua parte. Vi invito davvero a ripensare la presentazione di norme a questo Consiglio che introducono nella nostra regione scenari da comunismo reale, che sono ben lontani da quanto annunciato da voi stessi e da tutti noi nella campagna elettorale.
Il Vicepresidente Cavallera è presente, ripensi alle sue origini e si faccia sentire. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intanto intervengo per dire una cosa ovvia, che voteremo a favore dell'emendamento della Giunta, per ora. Però, ci tenevo a rispondere in parte all'intervento del collega Reschigna, che dice una cosa che personalmente condivido. Non so se l'indebitamento complessivo, comprensivo della somma dei debiti esistenti più il mutuo autorizzato di cui viene fatta richiesta, porti ai cinque miliardi e 900 milioni di euro di cui diceva il Consigliere Reschigna. Comunque, sia che lo porti a questa cifra o che risulti un po' superiore a quella soglia, che corrispondeva alla chiusura della gestione Peveraro, è indubbio che l'elemento "debito" della Regione è - continuo a pensarlo - uno degli elementi critici della nostra situazione.
Però, non vedo nulla di critico nel porre un pochino in discussione la questione simmetrica di quanto il Consigliere Reschigna e buona parte dei suoi colleghi hanno fin qui sostenuto durante questa discussione.
Più volte, voi avete detto che, da un lato, ci sono delle misure che sono disincentivanti nell'economia - semplifico: come tutti i tagli mentre, dall'altra, il disegno di legge n. 39, che è stato licenziato oggi dalla Commissione, prevede a sostegno dell'economia una serie di nuovi interventi e riconferma cose già esistenti nella scorsa Legislatura.
Anche qui, collega Reschigna, occorre decidere - certamente non in quest'assestamento, che contiene certamente alcune delle contraddizioni di cui lei diceva e le modifiche, secondo me, sono facilmente spiegabili - se lavoriamo sulla riduzione degli elementi di rigidità, individuazione dell'efficienza e - perché no - anche del rigore nel debito; però, diventa difficile se, dall'altro lato, le discussioni sono sui tagli. Se lavoriamo in termini di rigore e ricerca d'efficienza - e dovrebbe essere un ragionamento eventualmente condiviso - non è evidentemente praticabile la logica, almeno in termini nominalistici, dei tagli.
evidente che anche quest'assestamento - per quanto riguarda la Giunta e la maggioranza ha comportato un lavoro molto veloce perché credo sia prima volta in dieci anni che tale provvedimento sia posto in approvazione entro il mese di luglio -contiene elementi contraddittori, che certamente non sfuggono né all'Assessore competente, Quaglia, né alla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente, noi voteremo contro quest'emendamento, per la ragione richiamata poco fa dal collega Reschigna. Non posso non ricordare i ragionamenti svolti in aula per settimane e mesi, in quanto l'Amministrazione precedente è stata accusata di aver aumentato oltremisura la soglia d'indebitamento. Anzi, in occasione delle prime discussioni con questa maggioranza ricordo che alcuni settori della maggioranza di centrodestra insistevano sull'esigenza di ispirare la politica di bilancio e conseguentemente la manovra d'assestamento, al principio di riduzione dell'indebitamento, da una parte, e, dall'altra, di liberare risorse questo era il nodo della questione - attraverso una politica che adesso, in qualche modo, ha come obiettivo ridurre gli sprechi e realizzare maggiori efficienze.
Minori sprechi e maggiori efficienze come alternativa, si diceva allora, al rischio che la maggioranza di centrodestra fosse costretta ad aumentare l'indebitamento.
Per il momento voi avete dimostrato di non saper vincere questa sfida prendo atto solamente di questo, di nient'altro, perché questo è il vero punto politico. Cioè, una parte delle critiche che nella precedente legislatura hanno caratterizzato l'attuale maggioranza - allora minoranza verteva esattamente su questo. Non posso dimenticare che voi avete seguitato ad accusare la Giunta Bresso di aumentare l'indebitamento della Regione e che in qualche modo - ricordo l'ultima legge finanziaria - voi avete preteso, affinché quella legge fosse poi votata in Consiglio regionale, che la Giunta si presentasse almeno simbolicamente con atti di governo che riducessero quel livello di indebitamento.
Questo è avvenuto - me lo ricordo - a conferma del fatto che c'era una linea di critica politica nei confronti dell'Amministrazione regionale precedente, la quale, appunto, finanziava la politica regionale attraverso l'uso dell'indebitamento.
Voi, oggi, fate esattamente la stessa cosa. Per cui, oggi, mi limito a prendere atto del fatto che, dopo tanti discorsi sull'esigenza di garantire maggiore efficienza e ridurre gli sprechi per liberare risorse con le quali finanziare le politiche regionali, il risultato è che, oggi, con quest'emendamento, voi prendete atto che non vi è alternativa all'aumento dell'indebitamento.
Presidente, prendo atto di questo e segnalo quantomeno una contraddizione tra i ragionamenti svolti nella precedente Legislatura all'inizio di questa, all'inizio della discussione sul bilancio 2010 all'inizio della discussione sull'assestamento e il risultato pratico, che è quello dell'emendamento che, oggi, la Giunta presenta e che questa maggioranza voterà. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Il numero legale è sempre 28 Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78).
Il Consiglio approva (e così anche il nuovo articolo 2 ter).
Emendamento rubricato n. 77) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Quaglia: Dopo l'articolo 2 è inserito il seguente: Art. 2 quater (Spese obbligatorie) 1. I capitoli 148669, 200830, 215590, 225696 e 276102 sono inseriti all'interno dell'elenco 1 (Spese obbligatorie e d'ordine) allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2010 (l.r. 15/2010).
La parola all'Assessore Quaglia per l'illustrazione.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

L'emendamento n. 77 introduce, per quanto riguarda i capitoli 148669 200830, 215590, 225696 e 276102 l'inserimento all'interno dell'elenco 1 "Spese obbligatorie", allegato allo stato di previsione della spesa di bilancio per l'anno 2010, la l.r. 15/2010.
Nello specifico - non so se insieme al testo dell'emendamento sia stata anche distribuita la relazione che avevo depositato - assicura, tramite l'inserimento dei capitoli nell'elenco delle spese obbligatorie, la copertura degli stanziamenti relativi ai contributi costanti e in conto interessi concessi agli imprenditori agricoli per il miglioramento fondiario, i contributi costanti in conto interessi per realizzazione e ristrutturazione di immobili destinati a RAF e RSA (residenze assistenziali flessibili), contributi costanti in conto interessi ai consorzi di Enti locali per la realizzazione di impianti di trattamento di rifiuti solidi contributi costanti ventennali a Comuni, loro consorzi e Comunità montane per lavori relativi ad acquedotti e la quota dei canoni per l'uso dell'acqua pubblica da trasferire alla provincia del VCO.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, un pezzo dei capitoli cui ha fatto riferimento l'Assessore Quaglia, come Consigliere regionale nel VCO, non può che farmi piacere.
Pero c'è un ragionamento che voglio fare in termini molto espliciti ed è un altro punto di critica che vogliamo rivolgere al disegno di legge sull'assestamento di bilancio.
Con la legge di bilancio, quella approvata dal Consiglio regionale questa Giunta aveva già incrementato i capitoli di spesa obbligatoria. Con la legge d'assestamento del bilancio viene ulteriormente incrementato l'elenco delle spese obbligatorie all'interno del bilancio della Regione.
La conseguenza di queste operazioni è tale che, se portata avanti con questi atteggiamenti da parte della Giunta regionale, porta unicamente sulla strada di svuotare la legge di bilancio ed aumenta il potere della Giunta di allocazione delle risorse. Voglio ricordare che quando una spesa è considerata obbligatoria, è sufficiente una semplice deliberazione della Giunta regionale per prelevare le risorse dai fondi di riserva del bilancio della Regione. E sostanzialmente si depaupera ulteriormente il ruolo e l'attività dell'Assemblea elettiva.
Siccome in quest'elenco di spese considerate obbligatorie non c'è solamente il VCO, ma voglio ricordare che ci sono gli acquedotti, le fognature e tutta una serie di altre questioni, voglio fare solamente questo tipo di considerazione.
Vogliamo che il Consiglio regionale sia un po' protagonista nel momento in cui discutiamo almeno il tema dell'allocazione delle risorse, sapendo che poi il potere gestionale dell'utilizzo delle stesse è giustamente totalmente in capo alla Giunta, ai singoli Assessori e ai singoli Direttori? Oppure adagio, adagio ci ritroveremo che, con la legge di bilancio per l'anno 2011, diventerà del tutto obbligatorio e alla fine noi non discuteremo di niente. A questo punto - lo dico - il potere della Giunta diventa assoluto anche su materie che dovrebbero essere affidate alla valutazione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Noi accogliamo con gran favore quest'emendamento e credo di potere parlare - mi permetto - anche a nome suo per la nota provenienza comune dal territorio del VCO. Lo accogliamo con favore, perché la vicenda che estrapoliamo dall'emendamento, cioè la questione dei canoni idrici assegnati al VCO cui ha già fatto riferimento il Consigliere Reschigna è una vicenda molto sentita nel nostro territorio.
Ricordo che una legge finanziaria dello Stato aveva riconosciuto alla Provincia del VCO lo status di Provincia con specificità montana, con particolare specificità montana. È una finanziaria i cui contenuti sono stati revocati dall'allora Governo Prodi con un intervento regionale che, a quel punto, è andato scemando su un principio che invece è assolutamente federalista, cioè quello di mantenere sul territorio l'introito derivante dai canoni delle concessioni idriche.
Quindi, abbiamo visto un importo per un territorio in grave difficoltà come il VCO che, nel 2007, è stato di quattro milioni circa e nel 2008 di tre milioni di euro. Nel 2009 c'è stata l'apoteosi con un milione e mezzo di euro promessi all'Amministrazione provinciale allora guidata da una Giunta di centrosinistra, poi eliminati qualche giorno dopo le elezioni che hanno visto vincere il centrodestra.
Con questo passaggio ripristiniamo un trasferimento, a nostro avviso sacrosanto e non possiamo che ringraziare la Giunta per l'attenzione che ci ha riservato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che il tema non sia quello del VCO, nel senso che non credo che il collega Reschigna, intervenendo, abbia voluto eccepire in merito.
Reschigna e il Gruppo PD pongono un problema generale, che riguarda l'assetto complessivo dell'impostazione del nostro bilancio, perché se noi seguitiamo ad inserire nell'elenco delle spese obbligatorie una serie di interventi - questa è la ratio di questa misura - voi capite che irrigidiamo sempre di più il bilancio della Regione Piemonte, che sarà fatto sempre più spesso, se continua questa filosofia e questa logica, di spese obbligatorie.
La domanda è: allora noi cosa facciamo? Prenderemo atto che il bilancio della Regione Piemonte - con i chiari di luna che esistono sarà sempre di più così - è un elenco di spese obbligatorie, rispetto alle quali il nostro potere non esiste più, perché si riduce al lumicino.
Però qui c'è un problema che invece riguarda il Consiglio regionale indipendentemente dalla Giunta. Abbiamo interesse o no che in capo al Consiglio rimanga la potestà di determinare alcune scelte di politica di bilancio? Perché questo è il punto vero, che oggi riguarda questa maggioranza ma domani può riguardare un'altra maggioranza. Oggi riguarda questa minoranza, domani riguarderà un'altra minoranza. Ma il senso della critica che noi facciamo è esattamente questo, nella misura in cui noi estendiamo l'area delle spese che riteniamo obbligatorie e allunghiamo quell'elenco, in misura assolutamente proporzionale, riduciamo la possibilità di indirizzo e d'intervento sulla politica di bilancio da parte di questo Consiglio regionale. E penso che questo non sia utile a nessuno.
Sia chiaro: nessuno in via di principio contesterà il valore di quegli interventi e di quelle politiche di bilancio o di quelle misure, ma un conto è riconoscere che la potestà d'intervento rimane in capo al Consiglio regionale, altra cosa è stabilire - cosa che facciamo con quest'emendamento il principio che queste diventano ipso facto da qui in poi spese obbligatorie, per le quali non avremo la possibilità di intervenire e delle quali prenderemo atto! Immagino che nel prossimo futuro, se questa è la politica di bilancio di questa Amministrazione regionale, noi qui dovremo ratificare un bilancio composto per il 95% di spese obbligatorie.
Domanda: che senso ha? Qual è la logica? Già abbiamo un Consiglio regionale costretto a prendere atto del fatto che si riduce l'area delle risorse libere, quelle sulle quali possiamo intervenire per fare politiche se ancora allarghiamo ed allunghiamo l'elenco delle spese obbligatorie capite che avremo un bilancio che sarà fatto in larga misura soltanto e solo di spese obbligatorie, cosa che mi sembra francamente sbagliata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi continuiamo a porci, oltre a problemi tecnici sottolineati dai miei colleghi, il problema di avere, da quest'amministrazione regionale, una risposta rispetto ad interrogativi sollevati, cui non abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta. Lo dico perché sarà un argomento che richiamer parecchie volte nel corso di queste giornate. Mi rendo conto che è un po' noioso, ma c'è stato, nella storia del diritto parlamentare dei secoli precedenti, in particolare per quanto riguarda gli albori della nostra storia patria, un politico particolarmente brillante dell'età romana, tal Catone, che era solito terminare qualsiasi intervento con la frase: "Ceterum censo Carthaginem esse delendam"; una frase ormai associata alla sua immagine.
Noi auspichiamo di avere risposte sul merito. Ci pare di avere un atteggiamento responsabile, frutto anche della situazione economica particolare che sta attraversando la nostra Regione, nel senso di non voler concorrere ad un dilatamento della spesa, quanto rimodellare la spesa che esce da quest'assestamento di bilancio, secondo sensibilità, che noi pensiamo di rappresentare, di maggior tutela per gli stati più deboli della popolazione.
Sottolineiamo ancora una volta come alcuni articoli introdotti nel capo II di quest'assestamento siano articoli che non si trovano nella loro sedes materiae propria, ma siano articoli che sottolineano una politica complessiva che dovrebbe essere oggetto di discussione in questo Consiglio e che mal si adatta ad essere collegata in questi vagoni normativi che portano tutto e il contrario di tutto.
Mi rendo conto che qua nessuno è senza peccato su questo; da sempre questi assestamenti sono anche l'occasione per trovare sistemazione a materie diverse, ma chiediamo che sul punto la Giunta abbia la bontà di darci una risposta, permettendo a tutti noi di svolgere al meglio il nostro mandato e di non togliere gli Assessori dalle loro principali funzioni, che non sono quelle di stare qui, come ben ci ricorda il Presidente Cota, ma quelle di andare a lavorare in mezzo a questa terra padana che tanto ha bisogno del lavoro nostro e vostro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Mi unisco alle considerazioni dei colleghi per ribadire che la nostra contrarietà a quest'emendamento non è per ragioni di tipo territoriale legate al Verbano o ad altri territori, ma è esclusivamente per il tipo di approccio che emerge e che porta ad un ulteriore irrigidimento dell'impianto del nostro quadro di norme intorno al bilancio, da una parte e, dall'altra, inevitabilmente sposta il baricentro delle decisioni da quest'Aula alla discrezionalità operativa della Giunta; cosa che crediamo svuoti di contenuto il lavoro di indirizzo e di orientamento che quest'Aula deve dare sulle materie finanziarie.
Credo sia utile riprendere e ricordare il fatto che dietro e dentro questo discorso c'è una serie di riflessioni che puntualizzano la necessità di affrontare i pochi temi posti concretamente all'attenzione della maggioranza.
Pensiamo sia necessario darsi dei tempi per fare un quadro complessivo e cercare di capire gli orientamenti e le scelte, in modo da avviarci, con la serenità necessaria, in un percorso che porti all'approvazione di quest'assestamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Voglio tranquillizzare il Consigliere Gariglio che noi la cultura del lavoro l'abbiamo nel nostro DNA, quindi non si preoccupi, sia noi che i nostri Assessori saremo in questa terra padana a lavorare.
Nel contempo le chiederei, Presidente, se è possibile effettuare questa votazione con appello nominale. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazioni di voto il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Non parteciperemo alla votazione dell'emendamento per le ragioni prima espresse. Noi non contestiamo l'effetto che alcune di queste norme avranno né siamo contrari - come diceva prima il Consigliere Reschigna - a che la vicenda del VCO venga considerata tra le spese in discussione. Il nostro voto contrario avrebbe questo significato e non vogliamo che lo assuma. Per questo motivo non parteciperemo al voto.
Abbiamo posto un problema più generale, perché in quest'emendamento sono contenute norme che non condividiamo e altre che invece condividiamo però c'è un problema politico generale che riguarda il fatto che se continua la logica di allungare l'elenco delle spese obbligatorie, questo diventa un problema, nel senso che si riduce l'area d'intervento sulla politica di bilancio da parte nostra e da parte del Consiglio.
La logica è esattamente questa e vorremmo che sulla questione i colleghi facessero una riflessione politica, perché il problema non riguarda soltanto questa maggioranza o questa minoranza: in futuro potrebbe riguardare altre maggioranze e altre minoranze.
In generale, mi sento di dover dire che dovremmo essere selettivi nel decidere quali devono essere effettivamente le spese da considerare obbligatorie, evitando di comprenderne troppe, per evitare di irrigidire il bilancio e di avere, alla fine, un bilancio che si riduce ad essere un bilancio composto, perlopiù, da spese obbligatorie.
Per questa ragione, il nostro Gruppo ha voluto segnalare un problema e sulla base di questa nostra decisione annuncio che non parteciperemo al voto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non solo per esprimere il voto favorevole del nostro Gruppo ma per fare una breve considerazione. È un po' anomalo quanto abbiamo ascoltato dai colleghi testé intervenuti. È vero che una parte delle spese obbligatorie nasconde in sé un'anomalia, ma l'anomalia sta nel fatto che vi sono patti non rispettati; patti rispetto a territori della nostra regione come quelli riguardanti i canoni idrici, che avevano diritto ad ottenere un risarcimento annuo di un certo numero di risorse, risarcimento che non è avvenuto.
Ricordo anche che affrontammo la questione con una norma, anche se non interamente, poiché c'era un rilevante credito che il VCO vantava nei confronti della Regione Piemonte. Si ricorderà, anche all'interno della maggioranza, quando licenziammo in Commissione una proposta di legge comune del centrodestra e del centrosinistra, che non fu messa ai voti perché vi furono alcune parti, con quel Regolamento dell'allora maggioranza, che ponevano dei problemi. È vero che sia anomalo che sia una spesa obbligatoria, ma con quest'atto ci auguriamo, intanto, di rispettare un patto e ci auguriamo, altresì, che il rispetto dei patti di questa Giunta possa far sì che non solo queste, ma altre spese non obbligatorie, poich non si tratta di stipendi, non rientrino più nel novero delle spese obbligatorie. Quel giorno avremmo una Regione che garantirà certezza di trasferimenti, certezza di pagamenti e molte delle spese che oggi vengono considerate obbligatorie non saranno più da definire tali, perché saranno nell'obbligatorietà di una normale azione di governo e di funzionamento della macchina amministrativa.
Questo, però, ci pare un bel segnale che diamo ad alcuni territori della nostra regione.



PRESIDENTE

Non essendovi più richieste d'intervento per dichiarazione di voto pongo in votazione l'emendamento n. 77. Se non erro, il Consigliere Carossa aveva chiesto l'appello nominale.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, Presidente.



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva (e così anche il nuovo articolo 2 quater).
ARTICOLO 3 In merito all'articolo 3 non vi sono emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Vorrei approfittare della discussione sull'articolo 3, inerente a "Finanziamento per gli incentivi per le assunzioni", che stanzia dieci milioni di euro derivanti dal fondo rotativo (argomentazione che, in qualche modo, avevamo avanzato anche in fase di discussione generale), per sollevare una questione che già il collega Gariglio aveva precedentemente anticipato, in merito alla quale non avvertiamo, da parte della Giunta e dell'attuale maggioranza, una risposta adeguata.
Assessore Quaglia, come la Giunta potrà facilmente constatare, non abbiamo sollevato molte questioni in questa discussione. Ci siamo limitati ad indicare un corpo di proposte e abbiamo presentato un insieme di emendamenti che enucleano tre o quattro questioni, non duecento! Siamo in una fase in cui il Gruppo del PD e gli altri Gruppi di minoranza non stanno svolgendo, rispetto al bilancio d'assestamento, un'azione ostruzionistica.
Noi stiamo sollevando alcune questioni, indicando, in particolare, alcune priorità; cosa diversa, mi sento di dire, dagli emendamenti presentati dalla maggioranza.
Perché l'Assessore Quaglia, che è persona attenta e diligente, non potrà non avvertire che esiste un problema. La maggioranza, naturalmente, è libera di presentare tutti gli emendamenti che vuole sulle questioni più disparate, ma noi abbiamo posto tre questioni di fondo, che, per quanto ci riguarda, potrebbero correggere in positivo la manovra del bilancio d'assestamento. Non sono questioni che un tempo avremmo definito come "marchette", perché nessuno di noi, dall'accoglimento di questi emendamenti, ne avrà un beneficio, ma lo avrà il territorio.
Le tre questioni che abbiamo indicato sono di sostanza: la prima riguarda il finanziamento al reddito, la seconda riguarda i finanziamenti alla legge n. 18, la terza riguarda le politiche sociali. Tutte e tre si tengono, perché hanno una filosofia. Vorremmo, in qualche modo, favorire una politica di crescita degli investimenti (in tal senso si collega il ragionamento in merito alla legge n. 18); vorremmo tentare di dare una risposta alle emergenze economiche e alla crisi occupazionale (si collega al ragionamento sul finanziamento alle misure riguardanti il sostegno al reddito); vorremmo, infine, fare politiche sociali perché emerge un problema di coesione sociale in una fase di crisi.
Sono tre questioni che poniamo alla vostra attenzione, rispetto alle quali vorremmo ricevere qualche risposta politica. Mi rifiuto di pensare che non possano essere presi in esame tre problemi come questi.
Come ripeto, se si trattasse di questioni marginali rispetto alla manovra complessiva, lo capirei. Ma siccome questa Giunta per prima rivendica una certa coerenza nella manovra (che io, per la verità, non vedo e, peraltro, il Gruppo del PD la contesta), e, in ogni caso, non sottovaluta il valore delle questioni che noi poniamo, vorremmo capire se alcune di queste questioni - le tre che abbiamo indicato - possano trovare in questa maggioranza orecchie pronte ad ascoltare.
Presidente, volevo approfittare della discussione sull'articolo 3 per porvi questo problema, perché dipende da voi ormai. Le chiavi di questa discussione sono nelle mani di questa maggioranza: noi siamo in attesa di capire se questa maggioranza condivide (o quantomeno considera) alcune delle proposte che abbiamo avanzato.
Trovo singolare che questa maggioranza, di fronte a Gruppi di opposizione che stanno sollevando questioni di merito e non fanno melina n ostruzionismo, non sembra accogliere una parte delle nostre osservazioni e delle nostre proposte. Grazie.



PRESIDENTE

Volevo precisare che non siamo in fase di discussione generale, ma in dichiarazione di voto: com'è noto, in assenza di emendamenti, non è possibile svolgere la discussione generale sull'articolo.
Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'articolo 3.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 125) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti e Artesio: "All'art. 4, comma 2, dopo le parole "del sistema medesimo" vengono aggiunte le parole "al fine di renderlo maggiormente aderente alle mutate esigenze".
Colleghi, vi chiedo un attimo di attenzione: in merito all'articolo 4 procediamo con l'esame degli emendamenti rubricati n. 125, 126 e 123, il cui primo firmatario è il Consigliere Stara, mentre i cofirmatari sono le Consigliere Cerutti e Artesio.
Vi ricordo che è data facoltà al primo firmatario di intervenire per tre minuti per l'illustrazione, e due per i cofirmatari; inoltre, si dovranno presentare tutti gli emendamenti e seguirà un'unica discussione generale. Procediamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 125, che riguarda il comma 2 (rammento ai colleghi che non sempre gli emendamenti sono rubricati con numero progressivo, com'è noto, perché ovviamente costruendo l'articolo, vanno sul comma in cui insistono). Prego Consigliere Stara.



STARA Andrea

Ritiro l'emendamento n. 125.



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento rubricato n. 125 è ritirato.
Emendamento rubricato n. 126) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti e Artesio: "All'art. 4, comma 4, dopo le parole 'attività formative erogate' vengono aggiunte le parole "in relazione alle esigenze emerse dal territorio".



STARA Andrea

Ritiro l'emendamento n. 126.



PRESIDENTE

Comunico che anche l'emendamento rubricato n. 126 è ritirato.
Emendamento rubricato n. 123) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti e Artesio: All'art. 4, comma 4, dopo le parole "finalizzati a salvaguardare" vengono aggiunta le parole "e valorizzare".



STARA Andrea

Ritiro l'emendamento n. 123.



PRESIDENTE

Anche l'emendamento rubricato n. 123 è ritirato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per esprimermi, in dichiarazione di voto, a favore dell'articolo 4, poiché l'accordo con il Ministero e parte di modifica del Fondo di rotazione che era stato istituito a favore del sistema della formazione professionale, era un provvedimento che atteneva la Giunta precedente.
Pertanto, è semplicemente un articolo che completa l'attività che era stata iniziata con la stipula di un protocollo avviato con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e che necessitava di quest'ultimo provvedimento all'interno della finanziaria, quindi all'interno dell'assestamento.
Esprimo il voto a favore nei confronti di quest'articolo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Marco, Spagnuolo e Leardi: "Art. 4. bis (Modifiche della legge regionale 14/2006) 1. I commi 2 e 3 dell'articolo 7 della legge regionale 21 aprile 2006, n.
14 (Legge finanziaria 2006), come sostituito dall'articolo 4 capo II della legge regionale 27 gennaio 2009 (Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2008 in materia di tutela dell'ambiente) è sostituito dal seguente: Art. 7 (Concessione acque minerali e di sorgente) 2. Dal 1° gennaio 2010 il canone di cui al comma 1, indicizzato secondo le modalità stabilite con il regolamento di cui al comma 4, è dovuto ai comuni e alle comunità montane sul cui territorio è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento o insiste la concessione mineraria e alla Regione secondo la seguente suddivisione: 35 per cento ai comuni, 35 per cento alle comunità montane e 30 per cento alla Regione. Se il territorio sul quale è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento o insiste la concessione mineraria non ricade in alcuna comunità montana il canone di cui al presente articolo è dovuto per il 70 per cento al comune e per il 30 per cento alla Regione.
3. La quota del canone di cui al presente articolo, comma 2 lettera c) dovuta alla Regione, qualora sul comune sul cui territorio è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento o il cui territorio è interessato da una concessione mineraria, è ridotta in relazione ad eventuali contributi previsti in convenzioni tra i comuni e le imprese concessionarie o sub concessionarie".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento è una modifica alla legge regionale sui canoni di imbottigliamento. I colleghi ricorderanno che, in modo trasversale, nella precedente legislatura votammo un emendamento affinché si garantisse che le risorse provenienti dai territori, quindi in questo caso le acque provenienti dai territori perlopiù montani, perché salvo uno stabilimento sono tutti in realtà montane, rimanessero sui territori stessi.
Pertanto, era stata individuata una modalità che prevedeva che, fatto 100 il canone d'imbottigliamento, 35 rimanesse al Comune, 35 alla Comunità montana e il rimanente 30% alla Regione.
Era stato previsto altresì che, se un'azienda avesse fatto una convenzione con il Comune sul cui territorio fosse ubicato un proprio stabilimento di imbottigliamento, lo stabilimento potesse andare a scomputo (come si direbbe per gli oneri) rispetto alla tassa regionale. Questo perché favoriva il mantenimento di quella che è stata un'imposizione fiscale a tutti gli effetti sul territorio.
Quindi chi faceva un intervento aggiuntivo rispetto a quello già previsto poteva scomputare le risorse. In realtà era stato fatto in modo che al legislatore appariva chiaro, ma un regolamento attuativo ha poi modificato quella che era la volontà del legislatore (lo dico perché ero un fra i colleghi che avevano posto questa questione) e allora con l'emendamento n. 13, che modifica appunto l'articolo relativo ai canoni di concessione delle acque minerali di sorgente, si fa presente che un'azienda, qualora intercorra una convenzione per cui essa apporti un beneficio economico a un territorio, può scomputare il rimanente 30% da quello che deve trasferire alla Regione, lasciando così sul territorio un beneficio economico.
Questo prevede l'emendamento, che non è altro che la sottolineatura di una norma di legge già esistente, ma forse non sufficientemente chiara.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Bono, per dichiarazione di voto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarare che voteremo a favore di quest'emendamento anche se successivamente, in sede di dibattito in Commissione, vorremmo modificare le tariffe di imbottigliamento dell'acqua, perché al momento sono molto basse. Quindi nell'ottica - cui sicuramente ci uniamo, di potere dare, quindi mantenere degli oneri sui territori - di aumentare questi canoni di imbottigliamento, prendendo ad esempio come riferimento la Regione Veneto, che al momento prevede quote, se non tre, quattro volte superiori.
Voteremo a favore di quest'emendamento sperando di poterne discutere successivamente.



PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13, sul quale l'Assessore Quaglia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva (e così anche il nuovo articolo 4 bis)..
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 124) presentato dai Consiglieri Stara, Cerutti e Artesio: All'art. 5, comma 4, le parole "restante parte" sono sostituite con "parte restante".
L'emendamento rubricato n. 124 è ritirato.
Non essendoci altri emendamenti, passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 5.
La parola al Consigliere Reschigna, per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Noi non votiamo a favore dell'articolo n. 5, per una ragione molto semplice: avevamo individuato all'interno della precedente legislatura regionale come seria emergenza gli interventi sulla casa. Per questo era stato approvato il Programma casa, che prevedeva 10.000 alloggi in affitto entro il 2012. Un programma che ha avuto già una fase di avvio molto intensa, e voglio ricordare che circa il 50% delle risorse e circa il 50 degli investimenti sono stati avviati durante la precedente legislatura regionale.
Questo era un programma che aveva come obiettivo temporale quello di costruire 10.000 mila alloggi in affitto entro il 2012; oggi, con questo articolo il programma viene spalmato su un arco temporale molto più ampio.
La tabella dice sostanziale che arriviamo al 2019, quindi diluendo molto nel tempo la possibilità di ottenere effetti concreti e positivi su un tema così drammatico.
Queste sono le ragioni delle nostre perplessità e della nostra contrarietà rispetto a questo articolo. Noi continuiamo a considerare il problema abitativo come una forte emergenza sociale in questa regione rispetto alla quale l'Amministrazione regionale precedente aveva dedicato grande attenzione. Peraltro, l'intervento del Programma casa - 10.000 alloggi in affitto entro il 2012 - aveva anche una ricaduta economica significativa, perché consentiva di aprire cantieri all'interno di questa regione.
Spalmare, lo ripeto, questo programma in un arco temporale così ampio dal 2010 al 2019 - rischia non solo di vanificare fortemente le ricadute positive rispetto a questa emergenza sociale, ma anche di determinare una minor offerta di investimento e di opportunità di lavoro per il settore delle costruzioni, che oggi rappresenta una delle tante crisi che attraversano la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

In questo caso il nostro Gruppo si asterrà su questa votazione, in quanto non siamo d'accordo neanche sul Piano casa presentato la scorsa legislatura. Non si tratta di una questione di date, di prolungamento del programma al 2019, ma è una questione di per sé riguardante le costruzioni e la cementificazione del territorio.
Noi, infatti, siamo convinti - lo vediamo girando in tutto il Piemonte che vi sono un sacco di alloggi e case sfitte e che si potrebbe riattare l'esistente: dare quindi casa ai piemontesi, ai giovani e soprattutto alle giovani coppie che ne hanno bisogno, senza dover cementificare ulteriormente un territorio già pesantemente impattato da questo punto di vista. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per una dichiarazione di voto in dissenso dal Gruppo, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Intervengo in dissenso perché è l'unica modalità con la quale io possa dire qual è la mia opinione su questa questione.
Noi abbiamo sottovalutato le conseguenze di questa norma che la Giunta presenta, che sono state poco fa illustrate chiaramente dal collega Reschigna. Questa norma, per com'è stata congegnata, provoca una dilazione dei tempi. Francamente, adesso la cosa passa così, alla chetichella: sembra quasi un provvedimento "normale". La verità è che, rispetto al Piano casa noi allunghiamo il brodo: diluiamo gli effetti del piano decennale e lo posticipiamo nel tempo. Vorrei che questo fosse chiaro.
Questa non è una cosa di poco conto, colleghi della maggioranza. Voi avete a suo tempo criticato il piano decennale presentato dalla Giunta precedente: voi quel piano lì lo allungate! I termini vengono allungati: le case si faranno dopo! È chiaro qual è il problema? Questo è ciò di cui stiamo discutendo. Questa norma ha questo risultato pratico sul Piemonte.
Coloro che ritenevano fosse possibile ottenere una casa entro un certo termine si sentiranno annunciare che sì, il piano è in vigore, però gli effetti vengono dilazionati nel tempo.
Penso che sia una norma sbagliatissima. E riflettete sull'efficacia di questa norma e sull'opportunità che venga adottata! Vi dico ancora una volta che esiste, anche in questo caso, una sproporzione tra le critiche che avete rivolto al piano decennale - potrei raccontare, guardate, le discussioni di quei giorni - e il fatto che oggi voi alla chetichella presentate una norma che allunga il brodo, cioè dilaziona nel tempo la possibilità di fare i 12.000 alloggi.
Vicepresidente Cavallera, è questa la questione. Io mi ricordo i suoi discorsi di allora, li ricordo tutti, li potrei citare a memoria. Lei ci fece i concioni, allora, rispetto al fatto che il piano era inadeguato, che avremmo potuto fare di più, eccetera. Oggi lei in realtà prende atto del fatto che gli alloggi li faremo allungando i tempi. Vorrei che fosse chiaro questo, signor Presidente del Consiglio e signor Vicepresidente Cavallera.
Punto! Voi state in verità stravolgendo una parte del Piano casa, perché la sua efficacia viene dilazionata nel tempo. Grazie.



PRESIDENTE

Scusate: la dichiarazione di voto in dissenso ovviamente è singola quindi tutti hanno possibilità di intervenire; ma il dissenso deve essere lo ricordo per correttezza, esplicitato.
Ha chiesto la parola, sempre per una dichiarazione in dissenso dal Gruppo, il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Sono in forte dissenso, perché...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Sì, perché non è sufficiente votare contro. É scandaloso quest'articolo: scandaloso! Per cinque anni abbiamo discusso sulla base di un forte bisogno sociale, che c'era e c'è in Piemonte, di dare alloggi a coloro che indicava anche il collega Bono, cioè anziani e giovani: 10.000 nuovi alloggi. Una delle questioni sulle quali tutti quanti abbiamo convenuto era quella di dare una risposta a quest'esigenza.
Adesso ci venite a spiegare che bisogna chiudere, concludere questo Piano casa entro il 2019 e non entro il 2012. Tra l'altro questo provvedimento è in forte, fortissima contraddizione con quello che abbiamo detto anche nel dibattito generale. Siamo in una situazione di crisi, se c'è un settore in difficoltà è quello dell'edilizia, e noi diciamo: non costruiamo, rallentiamo. Quindi, a questo settore, che avrebbe bisogno di essere sostenuto, diciamo: no, no, calma; state lì, non lavorate e anzi, se dovete assumere qualcuno, non fatelo, per favore, perché noi vogliamo andare al 2019. Credo che questo sia scandaloso, semplicemente scan-da-lo so! Non so se i Consiglieri di maggioranza si rendono conto di che cosa stiamo facendo. No, il collega Burzi non si rende conto; ma gli altri si rendono conto di che cosa stiamo approvando. Davvero, riflettete un attimo.
Poiché tra l'altro alle ATC che hanno già programmato gli investimenti noi diciamo: fermatevi, alt, perché possiamo diluire fino al 2019. Abbiamo ancora la possibilità di riflettere su questo provvedimento e ritirarlo.
Ritirate l'emendamento, per favore. Ritirate l'emendamento! Non sono quindi d'accordo con il mio Capogruppo che si limita a votare contro: non so cosa farò, uscirò dall'aula.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Dunque, facciamo l'inventario della dichiarazione di voto del Gruppo del PD. Il Capogruppo ha espresso voto contrario, il Consigliere Ronzani voto di astensione e il Consigliere Muliere non partecipa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Per fortuna posso parlare ed esprimere il mio voto contrario a quest' articolo.
Com'è già stato rilevato, si tratta in realtà di uno slittamento delle risorse, che fa sì che chi sta attendendo la casa, chi ha già fatto programmi d' investimento, chi sta lavorando per realizzare le case non possa realizzarle ma le veda realizzate in tempi semi-infiniti. Questo fa il paio con il famigerato Piano casa del Governo Berlusconi di cui si è persa, com'è noto, notizia. Sono risorse già ripartite che dovevano arrivare alle Regioni e che, secondo una prassi ormai diventata regola sono state trattenute da Tremonti che si è tenuto i soldi, li ha allocati su questo Piano casa che dovrebbe poggiare su delle specie di possibili grandi prestiti, grandi mutui, accordi con le fondazioni bancarie e con mille soggetti. Ma alla fine nessuno ha più avuto notizia di quelle risorse.
stato sottratto circa mezzo miliardo alle Regioni, che erano la fiscalizzazione dei famosi fondi Gescal che una volta arrivavano direttamente alle Regioni per le politiche per la casa. Queste risorse, che noi avevamo allocato anche recuperando i tagli avvenuti, cioè gli usi diversi rispetto alla destinazione di quelle risorse nel periodo delle Giunte Ghigo, adesso, tornati gli stessi soggetti al governo, vengono di nuovo, sostanzialmente, cancellati, cioè diluiti nel tempo visto che non è possibile cancellarli. Mi pare che la sintesi sia la stessa: i governi di destra non fanno politiche per la casa.
Chiedo anche all'Assessore al bilancio se ha notizie del famoso mezzo miliardo - non tutto nostro, ovviamente, ma di tutte le Regioni - del Piano casa-Berlusconi, quel mezzo miliardo che doveva dare un milione di abitazioni, come un milione di posti di lavoro (una quantità spropositata).
Non so dove quei soldi siano finiti, forse in Abruzzo, ma anche lì non mi pare che stia capitando un granché. Probabilmente è successo qualcosa.
Se lei potesse farci sapere dove sono finiti quei soldi, e semmai sarà possibile realizzare qualche casa anche in Piemonte con quei soldi, ci farebbe piacere saperlo.
Confermo il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Ho ancora richieste d'intervento dei Consiglieri Pentenero, Lepri e Laus. Essendo ancora disponibile un voto a favore...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Scusate, siamo in discussione di bilancio, siamo in sede di dichiarazione di voto, ed è evidente a tutti che gli interventi susseguiti sono dei tecnicismi per intervenire in quanto il Regolamento, che molti dei Consiglieri che erano già in aula nell'VIII legislatura conoscono, prevede che quando l'articolo non ha emendamenti, non vi sia discussione generale.
Mi permetto, con molto garbo, di invitare i colleghi a limitare questi tecnicismi. È evidente che si calpesta una decisione e uno degli atti di estrema qualità approvato nell'VIII legislatura.
Vi ricordo che abbiamo una "pigna" significativa di emendamenti a disposizione, su cui possono intervenire tre minuti i primi firmatari e due minuti i cofirmatari; in discussione generale, ognuno dei 60 Consiglieri ha a sua disposizione due minuti; per la dichiarazione di voto, un Consigliere per Gruppo può intervenire tre minuti. A norma del nuovo Regolamento quindi, ci sarà modo di poter intervenire. Mi permetto di dire questo, ma poi lascio la valutazione ai singoli Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.Non sono abituato a fare ostruzionismo, volevo solo rivolgere una semplice domanda sull'interpretazione del Regolamento. Se il Capogruppo manifesta la volontà di votare contro, un altro membro componente dello stesso Gruppo, vuole dissentire con un'astensione e un altro componente ancora vuole dissentire con un'altra astensione e suffragare il tutto con argomentazioni diverse, si può? Secondo me, sì.



PRESIDENTE

Dico: temo di sì, ma il mio intervento era in quel senso.
Il Consigliere Reschigna ha espresso la dichiarazione di voto contraria all'articolo 5. È evidente che chi dissente ha il diritto di farlo in tre minuti.
altrettanto vero che è una precisa posizione politica, anche all'interno del tecnicismo cui prima mi riferivo, che stride un po' soprattutto alla luce del fatto che, ripeto - e poi non aggiungo altro perché sto uscendo dal mio ruolo di Presidente - c'è una "pigna" talmente significativa di documenti che non mancherà a nessuno l'occasione di intervenire. Detto questo, chi chiede la parola lo può fare.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Semplicemente per dare corso all'interpretazione che anche il Presidente ha dato un attimo fa, e quindi per dissentire ulteriormente rispetto a quello che ha fatto il nostro Capogruppo e dichiarando un voto d'astensione.
L'articolo proposto dalla Giunta va un po' in contraddizione rispetto a tutto quello che fino ad ora è stato discusso, ovvero se nell'amministrazione precedente era stato previsto un programma casa che prevedeva la costruzione di 10.000 alloggi. Oggi, se noi immaginiamo di diluire fino al 2015 la costruzione mettendo in difficoltà le ATC della nostra regione, credo che andremo in contrasto rispetto a tutti i pronunciamenti che la Giunta ha fatto, cioè sulla volontà di avviare azioni tese ad incentivare lo sviluppo all'interno della regione.
Il Programma casa, seppure avviato dalla Giunta precedente, ha questo obiettivo, quindi non riesco a comprendere quali siano le motivazioni per le quali è necessario diluire ulteriormente nel tempo ancora il programma stesso.
Chiedo alla Giunta di ritirare l'articolo 5, di ritirare la proposta e di portare avanti il Programma casa già avviato, senza dimenticare, come altri hanno già evidenziato, che le ATC, in questo momento, stanno portando avanti la propria attività secondo una programmazione definita in precedenza.
Credo che uno degli elementi più importanti perché i soggetti presenti all'interno del nostro territorio possano operare a favore dello sviluppo e a favore dei piemontesi, sia avere la certezza delle attività, degli atti di indirizzo e di programmazione che la Regione mette loro disposizione.
Diluirle nel tempo, quindi, sbilanciare ulteriormente la programmazione non può che generare un ulteriore stato di confusione.
Invito la Giunta a ritirare l'articolo 5 perché non farebbe che aggravare una situazione già complicata e difficile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Intervengo in dissenso del Presidente del Gruppo e in dissenso al Consigliere Muliere, che è in dissenso al Consigliere Ronzani e al Presidente.
Sono in dissenso anche con la Consigliera Pentenero.
Voterò a favore, quindi sono in coerenza con la sua raccomandazione Presidente. Lo dico introducendo un nuovo criterio che credo ci ispirerà in queste lunghe giornate di discussione, che è il criterio del cosiddetto male minore.
Voterò a favore del provvedimento della maggioranza, ispirandomi a quel famoso criterio che la filosofia e la teologia morale hanno introdotto da molti secoli, secondo cui una scelta è negativa, ma pur sempre sopportabile e accettabile, considerando questa scelta come meno grave o, comunque, la meno peggiore di quella per la quale si potrebbe diversamente optare.
In nome del male minore, voto a favore di questo provvedimento. Dico che è in nome del male minore perché, per esempio, sono preoccupato che i nostri anziani, che aspettano la casa popolare, ne possano disporre prima di arrivare a miglior vita.
Noi, preoccupati di questo, avevamo accelerato di molto la costruzione di queste opere, potendo realizzare il più grande piano di edilizia sociale in Italia in pochi anni. Adesso voi pensate - probabilmente non pensando alla gioia di quanti anziani potrebbero, in questi anni, gustare una loro abitazione - di poterla diluire nel tempo, addirittura in sei anni. Spero che questo sia - non so se il Consigliere Ronzani è d'accordo probabilmente, un modo per augurare ai nostri anziani una più lunga e migliore vita, in questo senso apprezzo l'apertura di prospettiva.
Tra l'altro, con i tagli alla sanità di cui stiamo discutendo in questi giorni, noto una certa contraddizione: da una parte, si spera che gli anziani possano vivere di più e, dall'altra, insomma, si tagliano le risorse per poterle mantenere.
Poi, insomma, senza parlare degli anziani, siamo preoccupati in ordine alle piccole opere, come lo sono i cantieri per le case popolari, che possano essere diluite. All'Assemblea dei costruttori abbiamo sentito il Presidente Cota dire: "Noi faremo le piccole opere" - che cosa sono le case popolari se non piccole opere immediatamente cantierabili? - ma vediamo che sono di nuovo slittate.
In conclusione, non so, Presidente, se ho ancora tempo dopo i tre minuti.



PRESIDENTE

No, non avrebbe più tempo, la invito a concludere.



LEPRI Stefano

Devo concludere.
In nome del male minore, ho provato ad argomentare che, insomma sarebbe bene fare le case rapidamente; siccome si vogliono fare, seppure impiegando molto tempo, in nome del male minore, voterò a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus, che era intervenuto in dissenso. Mantiene la richiesta?



(Commenti del Consigliere Laus)



PRESIDENTE

Bene.
La parola alla Consigliera Manica.



(Commenti del Consigliere Laus)



PRESIDENTE

Mi sembrava che non volesse più intervenire, Consigliere Laus.
La parola al Consigliere Laus.



(Commenti del Consigliere Laus)



PRESIDENTE

Il Consigliere Laus rinuncia ad intervenire. Grazie.



(Commenti del Consigliere Laus)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Ascoltando il mio intervento, il collega Laus potrebbe acquisire ulteriori motivazioni di dissenso.
Voglio svolgere una considerazione generale senza girare molto intorno a questo problema, perché lei, Presidente, ha posto anche la questione del limite in ordine al rapporto tra la tecnicalità d'Aula e l'applicazione del Regolamento con il merito degli articoli.
Guardi, non voglio negare che in questo momento stiamo usando un po' di tecnicalità, non lo nego assolutamente, sarebbe un'assoluta ipocrisia se dicessimo questo nel momento in cui svolgiamo questi interventi in dissenso dalla dichiarazione di voto del Capogruppo.
Non su tutti gli articoli è necessario fare questo, ma ve ne sono alcuni che, per la particolare gravità delle ricadute che hanno sul territorio piemontese e sui cittadini, meritano da parte nostra l'utilizzo di tutte le possibilità date dal Regolamento per fare riflettere la Giunta e fare in modo che cambi idea.
Questo è lo spirito, Presidente; esattamente lei ci ha chiesto la motivazione e ci ha invitati a fare altro sugli emendamenti. Le spiego perché facciamo questo, adesso, sull'articolo 5: è una scelta politica precisa e vogliamo che emerga anche all'esterno che abbiamo fatto questo.
Guardi, noi avevamo un Piano casa, presentato in modo magniloquente dal Presidente del Consiglio, che ha fatto sì che non si costruisse neanche un alloggio in Italia. Nel suo piccolo, sommessamente, con grande modestia, la Giunta precedente, invece, ha redatto un Piano casa che ha portato in Piemonte la costruzione di un numero sufficientemente alto di alloggi supplendo anche ad un deficit grave verificatosi a livello nazionale.
Il contesto che viviamo è quello di una crisi economica che, per quanto abbiamo potuto negare o dichiarare superata, adesso sappiamo tutti che è conclamata. Sappiamo tutti che questo anno non è il più facile, ma uno dei più difficili, da questo punto di vista. Pertanto, prendere i fondi del Piano casa, i cui destinatari sono i piemontesi (siano essi nuclei familiari con figli a carico, anziani o persone in cassa integrazione, con in questo momento problemi di lavoro), e, facendo i furbi, spalmarli in questo modo sugli anni successivi vuol dire rendere assolutamente inefficace il Piano casa.
Queste cose si facciano su altre voci di bilancio, non su questa: è la ragione per cui tutti dissentiamo dalla dichiarazione di voto del Consigliere Reschigna e qualcuno di noi abbandonerà anche l'aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Quindi, collega Manica, come vota?



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Abbandono l'aula, Presidente.



PRESIDENTE

Scusi, ero distratto. Grazie.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Per pareggiare il voto positivo del collega Lepri, voterò anch'io in dissenso rispetto al mio Capogruppo, non so bene quale, comunque voto in dissenso.
Insomma, mi serviva l'occasione per informare i colleghi del PD, che so essere sensibili, che da domani mattina - non su Facebook, perché lì ci sono altri colleghi che operano - gli interventi verranno trasmessi su YouTube in streaming, striscietta per striscietta, in modo che coloro che distrattamente non abbiano visto la sessione odierna possano vedere l'interpretazione che noi stiamo dando nell'ambito della gestione di questa fase.
Sono certo, collega Laus, che chi chiama la trasparenza lo apprezzerà moltissimo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Questo mio intervento è per dare un senso a questa giornata e all'istituzione regionale, spero che possa circolare - come si chiama? - su YouTube, Facebook o quant'altro.



(Commenti in aula)



LAUS Mauro

Sto lavorando ancora, come dico sempre, per l'integrazione sociale nell'area subalpina, quindi tendete una mano alle persone in difficoltà.
Detto questo...



(Commenti in aula)



LAUS Mauro

Che sono io, non mi sono ancora integrato perfettamente!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Laus, si rivolga alla Presidenza e non accetti provocazioni.



LAUS Mauro

Porgo le mie scuse alla Presidenza.
La materia è molto complessa e non è sicuramente suscettibile di una disamina fugace. Ho delle leggere difficoltà, perché devo votare in dissenso rispetto al mio Capogruppo che esprime un voto contrario, pertanto mi asterrò.
Per quale motivo mi asterrò? Perché sono senza parole, quindi capisce che chi rimane senza parole resta proprio senza parole e, dovendo comunque argomentare una materia così complessa in tre minuti, vado in leggera difficoltà.
Cerco di utilizzare una nota di sintesi e vengo al dunque. Negli interventi precedenti sugli altri articoli il collega Ronzani ha detto in modo chiaro, univoco e inequivocabile che noi abbiamo posto determinate questioni e sono principalmente tre: quella del finanziamento al reddito quella della legge n. 18 e quella del sostegno al reddito.
Poi ci ritroviamo di fronte all'articolo 5 e andiamo ancora a toccare le fasce deboli e in difficoltà, che sono quelle che devono avere un tetto caro collega Burzi. Capisco che la maggioranza di questo governo sia poco sensibile alle fasce deboli, e quindi in sintonia anche voi e in coerenza con queste manovre, "allungate il brodo" e per costruire degli alloggi che nel nostro programma dovevano terminare entro il 2012, arriviamo sulla carta al 2019. Se, infatti, avessimo la certezza che, a fine 2019, questi poveri signori, questi poveri anziani potranno inaugurare le nuove case il collega Lepri assicura che sarebbe il male minore - potremmo già festeggiare.
Io ho dei dubbi e sulla base di queste argomentazioni sono senza parole, che significa che sono sconcertato.
Quindi, il mio voto sarà d'astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Si tranquillizzi, collega Laus: cercheremo di aiutarla in tutte le maniere ad integrarsi bene in questa società del Nord.
Dopodiché, a me spiace interrompere questo clima idilliaco e anche un po' scherzoso. Ricordo solamente però al Consigliere del PD che non si preoccupava delle coppie anziane che non hanno la casa popolare quando agevolavate la distribuzione e la consegna delle case popolari alle persone extracomunitarie e alle famiglie extracomunitarie.
Questo non ve lo ricordate...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, ascoltiamo il Consigliere Carossa come lui ha ascoltato gli altri colleghi.



CAROSSA Mario

Poi, ex Presidente Bresso, stia tranquilla. A lei, che ha ammazzato il Piano casa e che ha assolutamente impedito che, a differenza di altre Regioni, il Piemonte partisse con il Piano casa del Governo Berlusconi, che ha permesso in altre Regioni di lavorare, ricordo, perché forse lei non lo saprà, che l'edilizia fa sempre da traino al lavoro e all'economia di qualsiasi società. Lei ha ammazzato il Piano casa solamente perché partiva dal Governo Berlusconi.
Dopodiché, mi fa anche piacere che finalmente sia partito questo sano ostruzionismo, perché è sinonimo assoluto di vera minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Solo per esprimere ovviamente il voto favorevole, ma anche per provare a riportare un po' di verità all'interno del Consiglio. Sarà pur vero che nel dicembre 2006 questo Consiglio ha votato il Piano casa, che in larga parte, al di là dei bilanci di mandato, è rimasto un titolo, cioè "10.000 case entro il 2012".



(Commenti della Consigliera Bresso)



VIGNALE Gian Luca

Collega Bresso, 5.000 già consegnate è stato scritto nel bilancio di mandato.



(Commenti della Consigliera Bresso)



VIGNALE Gian Luca

Presidente, posso dialogare amabilmente con la Consigliera Bresso, che ha torto, e non c'è nessun problema.
Ricordo solo alcuni aspetti, perché non tutti li conoscono bene.
Il primo: in provincia di Torino non è ad oggi progettata e in fase di realizzazione una casa di edilizia popolare, per un motivo banale. Il Comune di Torino non ha, all'altro ieri, un piano di edilizia popolare. Per cui nel primo biennio, informo - magari il collega Ronzani lo sa - che il 30% degli stanziamenti previsti nel comune di Torino per l'edilizia popolare è stato trasferito in quello di Biella.
Nello stesso primo biennio - e lo dice la relazione del primo biennio fatta dall'ex Assessore Conti e dalla Giunta, non lo dice il Consigliere Vignale che l'ha solo letta - un'altra parte consistente di risorse imputate per la realizzazione di case di edilizia popolare, quindi in affitto, collega Reschigna, è stata invece trasferita per la costruzione di case di edilizia convenzionata, in provincia di Torino e nelle altre province.
Del 30% in provincia di Torino nel primo biennio del Piano casa non è stato speso un euro per la costruzione di una casa di edilizia popolare.
così, nel primo biennio è così, non c'è una casa neppure progettata. Nel secondo biennio, si è iniziato a progettare qualcosa.
Lo dico giusto per fare un po' di chiarezza, perché, Consigliera Bresso, se lei compara quello che ha scritto nel bilancio di mandato con la relazione che l'ex Assessore Conti ha consegnato alla II Commissione, vedrà che non collimano.
Dopodiché, con quel bilancio lei doveva fare la campagna elettorale che è un'altra cosa rispetto alla relazione che è stata consegnata.
Inoltre, anche senza quella relazione, è sufficiente che qualcuno di voi m'indichi negli ultimi due anni alcune case di edilizia popolare costruite nel comune di Torino. Mi dite l'indirizzo, così è testimoniato ed è visibile il fatto che sono state realizzate. Questo non è accaduto.
Il secondo biennio è stato posticipato di quasi un anno. Quindi cerchiamo di ristabilire quello che è il quadro della verità e cerchiamo anche di ristabilire quelli che erano i soldi nella cassa della Regione quanti la Regione aveva previsto negli ultimi anni di mettere e quanti ne ha messi.
Facendo un'operazione di verità, che certamente non dobbiamo fare in aula, ma tranquillamente in sede di II Commissione, eviteremmo di scandalizzarci per quelli che nelle vostre teste rimangono titoli, ma non sono atti concreti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Intervengo per annunciare il voto contrario del Gruppo Italia dei Valori al provvedimento preso dal centrodestra per il Piano casa.
Sono uno degli ultimi arrivati e non voglio sicuramente insegnare a voi, però con rammarico vedo che oggi qualcuno parla di clima idilliaco e goliardico, dall'altra ci si fa le scarpe uno con l'altro, dicendo: "Voi con il vostro Piano casa agevolavate gli extracomunitari". Il nostro piano probabilmente è un po' più contenuto e vuole prendere tempo su dei provvedimenti che ritengo necessari ed indispensabili per le fasce deboli della nostra società.
Questo è il mio messaggio e il mio voto è contrario, perché non m'interessano colore politico, religione o quant'altro. È gente che ha bisogno di andare avanti e di ricevere, grazie a questo Piano casa un'abitazione dignitosa. Quindi, spostarlo di alcuni anni, secondo me, è controproducente.
I disinvestimenti che il centrodestra sta facendo con quest'assestamento di bilancio li deve fare da altre parti; il Piano casa va portato avanti nel più breve tempo possibile.
Quindi, esprimerò il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Devo dire che questa discussione sta diventando interessante, anche come neo Consigliera che chiaramente non conosce quello che è successo nel precedente mandato e che ascolta interpretazioni alquanto soggettive di ci che succede in altre sedi, come il Comune di Torino, dove in realtà è stato approvato un Piano casa a dicembre 2009.
Dopodiché, per cercare di essere oggettiva e senza voler riportare altri argomenti, ricordo che lo Statuto della Regione Piemonte prevede all'articolo 10: "La Regione riconosce e promuove il diritto all'abitazione".
Credo che il precedente governo Bresso si sia impegnata in questa direzione, e così ci aspetteremmo anche da questa Giunta. Quindi, anch'io mi rifaccio a quelle che sono le considerazioni dei colleghi, considerando che è vero che l'articolo 5 va a considerare il tema casa, ma lo diluisce nel tempo e quindi fa sì che gli effetti concreti siano effetti alquanto irrisori. Dopodiché, come già ricordato, in questo momento di acuta crisi economica è necessario considerare gli elementi che vanno a pesare sul reddito delle famiglie. Tutti sappiamo che il tema casa, per quanto riguarda gli oneri degli affitti e dei mutui che le persone non sono più in grado di pagare, deve essere al centro dell'agenda politica.
Veniva ricordata la questione importante degli anziani, problema per molti nuclei familiari.
Non è stato ancora ricordato il cosiddetto tema dei "bamboccioni", cioè quei trentenni che non riescono a lasciare la casa dei genitori. Secondo recenti analisi dell'ISTAT, la percentuale di giovani che dichiara di voler uscire dalla famiglia di origine nei prossimi tre anni cresce dal 45% al 51%. Per quanto riguarda coloro che dichiarano di non andarsene, il 26,5 lo motiva per la difficoltà di trovare casa. Quindi, se abbiamo parlato di anziani, parliamo anche di giovani, i cosiddetti "bamboccioni" che non trovano casa.
In questo senso credo che nell'agenda politica questa questione dovrebbe essere tenuta in seria considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Può anche essere o risultare scherzoso il fatto che si utilizzino strumenti che forzino il Regolamento, ma il motivo è molto semplice: si vuol fare notare alla maggioranza le conseguenze dell'approvazione di questa norma. Tutto lì, perché non è con dieci o venti minuti in più di pratica ostruzionistica che, di fatto, si può portare a casa un minimo risultato o, quanto meno, influire sulla votazione. Si vuol far notare che qui la maggioranza fa uno sbaglio, anche se sono convinto che in cuor vostro la riteniate un errore. Per carità, nel gioco delle parti ci sta che per seguire le indicazioni di partito si possa votare anche controvoglia ma mi auguro che qualcuno di voi intimamente provi un fremito di dissenso.
Di fatto, questo è un provvedimento che avrà conseguenze pesantissime al di là dei risolini o meno, su tante persone. Chi vive la drammaticità nei territori - e molti di voi lo fanno costantemente - sa che stiamo parlando di effetti che influenzeranno pesantemente la vita sociale di molte persone. Aggiungo, inoltre, che si tratta di un'ulteriore dimostrazione di quel combinato disposto, di cui vi avevo parlato, tra manovra di Governo e manovra d'assestamento di bilancio regionale, che conferma come chi ha le risorse non viene toccato e chi purtroppo vive in una situazione già oggi di disagio, a maggior ragione dovrà subire ulteriori danni.
Poco fa il Consiglio ha approvato una richiesta di indebitamento di oltre 160 milioni di euro. Tra l'altro, sono anche favorevole, in una fase di congiuntura economica critica, a ricorrere all'aumento dell'indebitamento, per quanto riguarda gli enti istituzionali. Siamo in una fase molto difficile, però non essere riusciti, nonostante questo, a dare una risposta ad un'esigenza vera, comporterà conseguenze economiche peggiori di quelle che questo provvedimento, così come verrà approvato avrà. Nel medio e lungo periodo, con questo provvedimento, per quanto riguarda le ricadute socio-assistenziali, la Regione avrà dei costi ben più alti di quelli che avrà con l'approvazione del Piano casa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anche i Moderati sono contrari all'articolo 5; tuttavia ritengo che in questo caso ci sia un fraintendimento di base tra maggioranza e minoranza.
In generale, qualsiasi piano e qualsiasi operazione s'impostano su tre assi: obiettivo, mezzi e tempo.
Credo che la non comprensione sia in relazione al tempo e qui tenter perdonatemi - una conciliazione filosofica fra le due impostazioni. È stato citato Catone, ma evidentemente la minoranza ha una concezione del tempo di stampo prettamente cristiano. Riprendo le parole di Sant'Agostino, che aveva una concezione lineare del tempo: abbiamo il presente del presente il presente del passato e il presente del futuro, quindi un'evoluzione temporale. L'impressione è che la maggioranza abbia una concezione antica e greca: Platone affermava che il tempo fosse l'immagine mobile dell'eternità.
Per questo motivo, l'importante non è fare una cosa prima o dopo, ma l'importante è farla. Peccato, però, che la concezione ormai acquisita e dominante del tempo sia una concezione lineare, in base alla quale i risultati si valutano tanto in base ai mezzi quanto in base al tempo: un tempo lineare che, di conseguenza, vede necessariamente dei risultati.
Riferendomi al tema specifico, anche se teniamo presente che questa conciliazione filosofica sarà valida anche per tutte le prossime discussioni e diatribe tra maggioranza e minoranza, s'impone necessariamente una riflessione. In generale, temo molto i portatori di verità, in qualsiasi ambito. Prima qualcuno si è presentato come portatore di verità in Consiglio regionale. Guardate, le concezioni di coloro che sostengono di possedere la verità sono generalmente foriere di grandissimi danni: lo sono state a livello storico, lo sono a livello filosofico e lo sono in maniera molto concreta per la gente.
Ho l'impressione di avere a che fare con una valutazione molto simile ad una concezione già emersa in sede di discussione generale, in relazione alla quale si diceva che il contribuito a fondo perduto per persone disagiate veniva vissuto come un'elemosina sociale. Non vorrei che anche in questo caso la casa venisse considerata esattamente con questo stesso parametro. Dal momento che i beni primari sono immediatamente riconoscibili da qualsiasi essere umano di qualsivoglia livello sociale, invito i portatori di verità a ripensare a certi concetti base, perché la casa, in quanto bene primario, deve essere assolutamente e necessariamente tutelata in qualsiasi comparto e ambito della dignità umana.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

del tutto evidente all'Aula che il susseguirsi degli interventi da parte dell'opposizione su quest'articolo concentrano, con le forme possibili e con le quelle compatibili con i caratteri di ciascuno e di ciascuna forza politica, il valore che viene attribuito a questo particolare passaggio.
Lo dico perché è uno degli elementi che, se fosse votato favorevolmente l'articolo 5, ci confermerebbero nel segno sociale di questa manovra finanziaria. Nella lettura che ne caratterizza degli atti finanziarti e contabili, alcune politiche sono essenziali e riguardano le politiche di affermazione dei bisogni fondamentali delle persone, e, conseguentemente dei diritti fondamentali cui le istituzioni pubbliche e le politiche pubbliche devono applicarsi.
Stamani abbiamo seguito della politica relativa alla salute, e quindi del diritto alla tutela della salute. Discuteremo - mi auguro - con altro spirito da quello che colgo in aula in questo momento sull'articolo 5 della questione relativa alle misure di politica sociale, per quanto siano state liquidate ieri con termini decisamente sbrigativi, se non offensivi. Spero possa esserci un ritorno e un ravvedersi da parte della maggioranza nel momento in cui discuteremo delle misure di sostegno al reddito. Sta di fatto che il sostegno al reddito, le politiche sociali, le politiche sanitarie e le politiche per il diritto alla casa sono i pilastri su cui si fondano le dimensioni di uno Stato sociale. E sono quindi anche le categorie con le quali si leggono le qualità delle politiche.
Ora, già sarebbe sufficientemente disdicevole misurarsi con culture e politiche che negano la responsabilità pubblica rispetto a questi obiettivi. Ma ciò che risulta oltre che disdicevole anche insopportabile, è il fatto che si voglia fingere di essere favorevoli ai principi, ma poi non li si possa praticare per colpa sempre di una condizione esterna non voluta alla quale si deve soggiacere: nel caso delle politiche sanitarie sono gli eccessi di spesa di chi è venuto prima; nel caso delle politiche sociali sono i consorzi che non sanno razionalizzare le loro spese e spendono quote capitarie differenti; nel caso del Programma casa sono le Amministrazioni che non hanno organizzato e orientato i loro strumenti urbanistici al fine di accogliere i nuovi investimenti residenziali.
Questo sta annunciando lo stile delle relazioni istituzionali che il Governo ha già dimostrato di voler praticare con la manovra Tremonti, e che quest'Amministrazione regionale sta cominciando a praticare scaricando come dice giustamente il Sindaco Chiamparino, sui Comuni la propria volontà di restringimento della spesa sociale. Salvo poi, da parte della stessa maggioranza, fomentare i conflitti sul bisogno che poi si producono nei territori, dando la colpa agli ultimi arrivati.



PRESIDENTE

Dichiaro concluse le dichiarazioni di voto e cedo la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Per ragioni oggettive, vorrei solo fare una comunicazione relativa all'argomento; dopodiché - perdonatemi, sarò irrituale - tiratemi i pomodori o tutto quello che volete, però ad un certo punto, è assolutamente necessaria una precisazione.
Se la Giunta, a fronte di un piano di 10.000 alloggi del costo di 748 milioni di euro, avesse trovato a residuo e in bilancio 748 milioni di euro, è chiaro che questa discussione non l'avremmo certamente fatta. Se si fa la somma di questa cifra, andate a 580 milioni.
Ora, 748 milioni meno 580 milioni, significa che 168 milioni erano già stati stanziati negli anni scorsi. Pertanto, rimangono ancora da stanziare 580.
Io mi diletto a verificare anche ciò che viene scritto in automatico dai sistemi computerizzati, per essere sicuro che ci sia la copertura proprio perché credo in questi interventi e desidero, come tutti, che tali interventi alla fine vengano attuati.
Il problema qual era? Vedere come reperire i 580 milioni di euro, di cui non se ne trova traccia, se non nella delibera del Consiglio regionale che ha approvato il Piano casa, dicendo che cosa? Che il Piano casa verrà finanziato con i fondi Gescal residui, che sono parte della sovvenzionata e parte dell'agevolata (ma il Consiglio ha autorizzato la Giunta ad usarli in modo integrato sulla base dei bandi e degli indirizzi del Piano stesso) e per quanto mancante, con risorse proprie di bilancio, cioè facendo riferimento all'UPB 09012 che è qui scritta.
In sostanza, essendo fondi vincolati e soggetti a rendicontazione, come prevede la famosa delibera della Giunta regionale del 29 marzo, vanno spesi nella direzione dell'obiettivo per cui sono stati dati. Questa è una tabella elaborata sulla base delle dinamiche dell'Accordo di Programma Stato-Regioni che il collega Botta concorse, negli anni passati, a spuntare con lo Stato. Bisognava insomma ricuperare fondi che avevano già usato per finanziare provvisoriamente alluvioni, calamità e quant'altro e ottenere che il Ministero del Tesoro provvedesse a ristanziarli. Per fortuna essendo fondi ex Gescal, avevano un vincolo di destinazione e non hanno potuto, alla lunga, stornarli. Però l'accordo è questo.
Dopodiché, la cosa va coniugata con la tempistica media di realizzazione degli interventi.
Questa mattina il sottoscritto si è recato in Corso Novara, angolo Via Como, qui a Torino: ho appurato che si tratta di un bellissimo intervento di qualità adeguata, un mix sociale che senz'altro accontenta le colleghe che prima sono intervenute (si parla di graduatoria, di ceti sociali più deboli, bamboccioni piuttosto che anziani, ci sono anche delle comunità alloggio, eccetera).
Ebbene, avendo già fatto l'Assessore in precedenza (anno 1994) - lo sa bene la Presidente Bresso - mi ricordo che quel finanziamento era già stato fatto in quel Piano alloggi perché, per fortuna, in allora c'erano 1.000 miliardi e 500 milioni e 10.000 alloggi. Questa cifra è una ricorrenza in questa Regione, nel senso che passano i lustri ma certe situazioni si ripetono.
Come dicevo, per quell'intervento di Corso Novara le chiavi non le hanno ancora consegnate, per quanto i lavori siano finiti (presumo che occorra ancora qualche mese). Fate il conto degli anni! Adesso, per avere la certezza di non essermi sbagliato, ho chiesto ai tecnici se era vero che il tempo medio che intercorre da quando lo scrivo su un programma a quanto presento il QTE e tutti gli avanzamenti lavori, è di cinque o sei anni. È vero.
Questa, signori, non è altro che la difesa e l'indirizzo dei fondi per questa finalità, perché coi tempi che corrono non si sa mai, io non guardo male l'Assessore al bilancio, però noi mettiamo e delimitiamo questi fondi.
I fondi di origine a edilizia agevolata sono annuali, perché sono a fronte di piani di ammortamento e di mutui su cui, con gli istituti di credito ogni anno lo Stato dà il controvalore; per fortuna, avendoli sia i privati che la Regione, una volta rinegoziati ci sono dei surplus che verranno usati.
Per quanto riguarda la quota sovvenzionata, sarà possibile accelerare a fronte del fatto che effettivamente i cantieri si aprano. Perché, se qualcuno è stato in Giunta, sa benissimo che tutte le settimane, una volta al mese, arrivano delle deliberazioni che subiscono rinvii anche di sei mesi, come può confermare la collega che è stata Presidente dell'ATC di Asti, per cui a questo punto la situazione non è per nulla preoccupante.
Anzi, a conferma del fatto che noi vogliamo sostenere l'edilizia sociale posso comunicarvi che entro venerdì verranno pagati a tutti i comuni del Piemonte 22 milioni a fronte del contributo sugli affitti e quindi accelerando rispetto agli anni pregressi.
Ringrazio l'Assessorato al bilancio, la ragioneria e tutti gli Uffici che hanno lavorato per raggiungere quest'obiettivo. Per carità, poi si potrebbe dire che anziché 10.000 alloggi facciamone 15.000.
Per quanto riguarda il famoso Piano casa, posso comunicare che venerdì mattina saremo al Ministero alle Infrastrutture per discutere col Direttore generale della quota piemontese di quei finanziamenti, quindi informeremo su come andrà a finire la questione.
Questo è un articolo di salvaguardia dei fondi di presumibile dinamica piaccia o non piaccia! Signori, siete tutti stati in Consigli comunali conoscete le situazioni, molti di voi sono stati nelle ATC. Sapete che passa del tempo fra quando scrivi un intervento a quando impianti il cantiere, a quando fai gli avanzamenti dei lavori e a quando stili la contabilità finale.
In seguito, presenteremo delle norme di snellimento della legge n. 56 e di accelerazione per far prevalere la conferenza rispetto ad altri sistemi.
Benissimo, se tutti insieme troveremo delle strade più veloci miglioreremo però il sistema adesso dà questi risultati: non c'è nessuna volontà di stravolgere nulla, anzi, di avviare questo piano sulla strada della reale fattibilità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Comunico che l'emendamento n. 9 è stato ritirato dal primo firmatario, il Consigliere Carossa.
L'emendamento n. 73 della Giunta regionale è ritirato e sostituito dall'emendamento n. 73 bis, che è stato illustrato ed ampiamente dibattuto questa mattina nella riunione congiunta delle Commissioni I e IV.
Emendamento rubricato n. 73 bis: Dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente: Art. 5. ter (Integrazione copertura della spesa sanitaria) "1. Al fine di garantire l'equilibrio economico-finanziario del servizio sanitario regionale ed il finanziamento delle prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali di assistenza, ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 1, commi 173, lettera f) e 174 della legge 30 dicembre 2004 n. 311 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2005) ed in attuazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 77 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010), la Regione prevede uno stanziamento di 400 milioni di euro per l'anno 2010, 350 milioni di euro per l'anno 2011 e 300 milioni di euro per l'anno 2012.
2. La Regione prosegue, per gli anni 2013 e 2014, manovre strutturali di riduzione delle spese correnti destinate al servizio sanitario regionale e stabilisce per lo stesso periodo un finanziamento aggiuntivo non superiore rispettivamente a 250 milioni e 200 milioni di euro.
3. Alla copertura della spesa di cui al comma 1 si provvede come segue: per l'anno 2010 con lo stanziamento approvato con l.r. 15/2010 iscritto nell'ambito dell'UPB DB20091 (Sanità Allocazione e controllo risorse finanziarie - Titolo I: Spese correnti), per il biennio 2011 - 2012 attraverso la destinazione di una corrispondente quota parte delle proprie entrate correnti tributarie iscritta nell'ambito dell'UPB DB0902 (Risorse finanziarie - Ragioneria).
4. Le disposizioni di cui all'articolo 2 della l.r. 35/2008 vengono confermate per il biennio 2011-2012".
Apriamo direttamente la discussione generale sull'emendamento in oggetto.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Stamattina, in sede di I e IV Commissioni congiunte, abbiamo avuto modo di discutere rispetto all'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
indubbiamente un emendamento che è un po' il cuore centrale del disegno di legge dell'assestamento del bilancio. Vorrei far notare che affrontare quest'emendamento in assenza dell'Assessore regionale alla sanità non mi sembra una...
Scusate, c'è il Vicepresidente, c'è l'Assessore al bilancio, tutto va bene, però un emendamento di questa portata non può essere affrontato in aula in assenza dell'Assessore regionale alla sanità.
Non ce l'avreste mai concesso! Non ce l'avreste mai concesso!



PRESIDENTE

Cerchiamo di trovare una soluzione.



RESCHIGNA Aldo

La mia proposta è che ne venga sospeso l'esame, che venga discusso domani; non c'è nessun problema al riguardo, però vogliamo l'Assessore regionale alla sanità.



PRESIDENTE

In questo momento d'innovazioni regolamentari, poiché mi aspettavo questa situazione, è possibile accantonare, se la Giunta regionale è d'accordo, la trattazione di quest'emendamento. Lo sospendiamo, cerchiamo di creare le condizioni affinché l'Assessore Ferrero, oggi stesso o nella seduta di domani, sia presente in aula. Quando sarà presente l'Assessore alla sanità, tratteremo l'emendamento e, conseguentemente, lo porremo in votazione.
Mi sembra che la Giunta regionale acconsenta. Aspettiamo la risposta dall'Assessore Ferrero.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Approfitto per ricordare, Presidente, che questa mattina, al termine dei lavori della I e della IV Commissione, le opposizioni avevano richiesto all'Assessore Ferrero, che si era dichiarata disponibile in tal senso, di farci avere nella giornata di oggi i cosiddetti "piani di rientro" che la Giunta sta sottoscrivendo insieme ai direttori delle ASL.
Poiché c'è un impegno formale in questo senso dell'Assessore, che penso verrà ovviamente rispettato, vorrei soltanto raccomandare che quest'iniziativa venga assunta in modo che domani, quando ci sarà la discussione sull'emendamento che abbiamo accantonato, sia anche possibile che i Consiglieri prendano visione dei cosiddetti "piani di rientro".



PRESIDENTE

Nel frattempo, l'Assessore Ferrero ha comunicato che sarà presente in aula alle ore 18.30.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Mi riallaccio all'intervento precedente, nel senso che in Commissione proprio per avere come opposizione contezza degli interventi da fare relativi a quest'emendamento, abbiamo concordato che c'era la necessità di avere i piani di rientro da parte delle ASL; di fatto, l'Assessore ha garantito che li avrebbe fatti pervenire entro la fine di questa settimana per cui chiedo al Presidente di calendarizzare l'intervento e la discussione in aula solo dopo che sono stati consegnati alle forze d'opposizione i piani di rientro delle ASL, in modo da poter affrontare una discussione ampia e completa come concordato in Commissione.



PRESIDENTE

Ho fatto chiamare l'Assessore Ferrero. Il Vicepresidente ha ritenuto di farlo.
Quando l'Assessore Ferrero arriverà alle ore 18.30, faremo il punto della situazione con lei, Assessore competente, presente in Commissione (io non c'ero) e vedremo di trovare una soluzione per il prosieguo della trattazione dei questo disegno di legge, tenendo anche conto delle sue importanti materie e di quanto aveva detto in Commissione.
Pertanto, sospendiamo la trattazione dell'emendamento n. 73 bis della Giunta regionale.
ARTICOLO 6 Sull'articolo n. 6 ci sono otto emendamenti che possono essere illustrati dai primi firmatari e dai cofirmatari. Prima ascoltiamo l'illustrazione di tutti gli emendamenti e poi apriamo la discussione generale.
L'emendamento n. 15 è uguale al n. 127, perché è stato presentato dal Presidente Reschigna, dai Consiglieri Stara e Cerutti, però sono emendamenti identici.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 127 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Su quest'articolo manteniamo gli emendamenti n. 15 e n. 75; gli altri due li ritiriamo:non vogliamo fare ostruzionismo. La agevolo, Presidente: ne ritiro due su quattro.



PRESIDENTE

Quindi gli emendamenti n. 16 e n. 57 sono ritirati; il n. 15 e il n. 75 sono confermati.
Dunque gli emendamenti rimasti in vita sull'articolo sono cinque.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Manica, Pentenero, Taricco e Gariglio: "L'articolo 6 del disegno di legge n. 12 è soppresso".
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Lepri, Boeti, Muliere, Gariglio, Stara, Cursio, Motta, tarocco e Dell'Utri.
L'articolo 6 del disegno di legge n. 12 è sostituito dal seguente: "Art. 6 (Modifiche della legge regionale 56/1977) Nell'ambito della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di cui all'articolo 58 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133 (Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), il consiglio comunale adotta il piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. La deliberazione deve riguardare singoli fabbricati e relativi fondi e deve essere trasmessa alla Regione o all'ente da questa delegato per l'approvazione.
Nel caso di modificazioni relative a terreni non edificati, comunque destinati dallo strumento urbanistico generale vigente, la deliberazione comunale d'adozione del piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare deve essere trasmessa alla Regione ed alla Provincia interessata per l'approvazione tramite conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 241/1990.
Le deliberazioni di cui ai commi 1 e 2 prima delle relative trasmissioni, devono essere sottoposte alla procedura di cui all'articolo 15 della presente legge.
La prima riunione della conferenza di servizi di cui al comma 3 finalizzata all'approvazione della variante urbanistica adottata, è convocata ai sensi del comma 01 dell'articolo 14 ter della legge 241/1990 e la relativa procedura prosegue secondo quanto in essa previsto".
Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara e Artesio: All'art. 6, comma 2, prima della parola "dissenso" è aggiunta la parola "motivato".
Emendamento rubricato n. 143) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara e Artesio: All'art. 6, comma 1, dopo le parole "patrimonio immobiliare" è aggiunta la parola "pubblico".
Emendamento rubricato n. 144) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara e Artesio: All'art. 6, comma 2, dopo le parole "si intendono approvate" vengono aggiunte le parole "a norma di legge".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Mi può far ripartire il cronometro, Presidente? Grazie.
Non vedo in aula il collega Carossa ma, siccome non dico nulla d'irriguardoso, glielo potete riferire voi.
Chiedo, signor Presidente, che l'Ufficio di Presidenza e lei direttamente, possa fornire l'elenco dei provvedimenti dell'VIII e della VII Legislatura che sono stati approvati con il voto della Lega Nord. Lo fornisca al Presidente della Lega Nord, il rispettabile e dialogante collega Carossa. Perché io voglio ricordare, rispetto all'intervento che ha fatto poc'anzi, che la legge di recepimento del Piano casa è stata approvata nell'VIII Legislatura con il voto favorevole della Lega Nord; la legge che disciplina le assegnazioni agli extracomunitari degli alloggi d'edilizia residenziale pubblica è stata approvata nella VII Legislatura con la Lega Nord. Almeno se lo ricorda e non ci attribuisce responsabilità che non ci riguardano.
Arrivo al merito dei problemi. Per noi questi emendamenti sono importanti, lo dico molto chiaramente. Noi chiediamo l'abrogazione dell'articolo del disegno di legge per una semplice ragione: non capiamo perché il disegno di legge d'assestamento di bilancio debba occuparsi di modifica della legge regionale 56, che riguarda l'urbanistica e il regime dei suoli. D'accordo? Nella legge di bilancio, votata pochi mesi fa dal Consiglio regionale l'Assessore Cavallera ha fatto passare un emendamento e un articolo giustificandoli con l'urgenza del provvedimento, in quanto il vuoto legislativo determinato dalla sentenza della Corte Costituzionale creava una condizione di difficoltà per dei Comuni che avevano avviato un percorso sulla base delle disposizioni della legge finanziaria nazionale. Con quell'articolo, che noi non abbiamo votato, si è creata una condizione di sanatoria per quei Comuni.
Ma qui ci viene proposta una modifica alla legge regionale 56, in cui sostanzialmente viene stabilizzato un concetto: tutte le volte che un Consiglio comunale fa una delibera nella quale inserisce un bene rappresentato non solo da un fabbricato, ma anche da un terreno privo di destinazione urbanistica, la delibera di Consiglio regionale di inserimento di questo bene immobile all'interno di un programma d'alienazioni determina una procedura automatica di variante al piano regolatore; che nel primo caso si chiude, trattandosi di fabbricato, con una procedura di silenzio assenso da parte della Regione; nel secondo caso, trattandosi di terreno destinato non a scopi edificatori, con una conferenza dei servizi. In entrambi i casi noi creiamo una nuova fattispecie di variante all'interno della legge urbanistica regionale, perché queste procedure di variante non contemplano dentro di sé un elemento essenziale: la fase di pubblicazione e di presentazione delle osservazioni, che è una fase che consente a qualunque cittadino portatore di interesse collettivo di poter intervenire nel procedimento urbanistico.
Queste sono le ragioni, signor Presidente, per le quali su questo articolo e su questi due emendamenti noi costruiremo un grosso impegno all'interno del dibattito in aula; riteniamo il provvedimento scorretto e sbagliato; può determinare anche dei comportamenti negativi rispetto al territorio piemontese.
Con il primo emendamento chiediamo sostanzialmente la soppressione dell'articolo; con il secondo emendamento, secondo la teoria del "male minore" del mio Vicepresidente, chiediamo che almeno su queste procedure si inserisca obbligatoriamente la fase di pubblicazione e di presentazione delle osservazioni. Questi emendamenti sono talmente importanti che le preannuncio, signor Presidente, che su entrambi, ai sensi del secondo comma dell'articolo 74 del Regolamento del Consiglio regionale, chiediamo il voto segreto.



PRESIDENTE

Lei ha illustrato, Presidente Reschigna, gli emendamenti n. 15 e n. 75 congiuntamente. Propongo di procedere ad un'unica dichiarazione di voto perché mi sembra che siano ritenuti collegati dal Presidente del Gruppo.
La parola, per due minuti, al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Penso che questo tema sia molto serio. Non che gli altri non lo fossero, ma ci siamo lasciati andare volutamente anche a un po' di ostruzionismo. In questo caso non c'è alcun ostruzionismo: c'è molta serietà nell'argomentazione, già ben illustrata dal mio Capogruppo. Noi siamo assolutamente contrari a che si discuta in sede d'assestamento di una scelta molto delicata e, per quanto ci riguarda, molto criticabile. Perch non è possibile anzitutto discutere di una questione come questa dentro una procedura d'assestamento, che notoriamente si occupa di conti e non di contenuti. Secondariamente perché i contenuti sono fortemente criticabili.
Lei, Vicepresidente - ma vorrei la sua attenzione - è notoriamente persona seria e capace di approfondire; temo che questa volta abbia considerato un po' troppo alla leggera, forse preso dalle mille incombenze questa modifica. Noi abbiamo ricevuto parecchie segnalazioni da parte di amministratori locali molto preoccupati di quest'emendamento, che rischia di dare ai Comuni - ispirati semplicemente dalla massimizzazione dei vantaggi dell'amministrazione, e mi fermo qua, o presi dall'ansia di poter tirar su qualche soldo, viste le difficili situazioni economiche - una sorta di carta bianca per alienare il patrimonio strutturale e di terreni di cui dispongono, con procedure che non garantiscono l'interesse pubblico.
Questa è la sostanza della nostra obiezione, Signor Vicepresidente.
Perché attraverso il fatto che non vengano più considerate le procedure di pubblicazione con le conseguenti osservazioni - soprattutto nel senso che non sarà possibile in così poco tempo da parte della Regione esprimere le proprie osservazioni - introduce di fatto il silenzio-assenso. Nei fatti la Regione già oggi non ce la fa a dare in così poco tempo le sue osservazioni e le sue controdeduzioni. Questo non è altro che un lasciapassare per amministratori con pochi scrupoli o con l'acqua alla gola per ridurre le garanzie rispetto alle procedure di alienazione.
Noi quindi siamo per eliminare - e questa naturalmente è la nostra preferenza - l'intero articolo attraverso l'emendamento n. 15, o perlomeno per ridurne, in nome del principio del cosiddetto "male minore" che adesso mi ispirerà Cito un proverbio, tra i tanti, che rappresenta questo principio: è meglio perdere un dito che la mano.
Penso sia meglio, tutto sommato, pur sempre votare l'articolo 75 che reintroduce, attraverso l'applicazione dell'articolo 15 della legge n. 56 quelle procedure di garanzia tali per cui l'eventuale alienazione, mai augurata, di patrimonio comunale, se deve avvenire, deve avvenire con garanzie per i cittadini, in quanto proprietari di terreni o di immobili attigui e, soprattutto, dei cittadini che abitano in quel territorio e che devono vedere tutelati i loro interessi, quindi anche il patrimonio che caratterizza la città in cui abitano.
Poiché siamo contrari all'articolo 6, chiediamo il suo ritiro attraverso l'emendamento n. 15 o, perlomeno, la sua piena correzione attraverso l'emendamento n. 75.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il problema è che, a forza di tagliare un dito per volta, rimaniamo senza mani, comunque! Al Vicepresidente Cavallera, come all'Aula, dico che questo articolo si collega alla discussione che abbiamo fatto in II Commissione quando l'Assessore Cavallera ha spiegato qual era il suo programma di mandato. Noi abbiamo lavorato per cinque anni per costruire una nuova legge urbanistica siamo arrivati all'attenzione dell'Aula, ma non siamo riusciti a discutere ed approvare la nuova legge urbanistica che eliminava la legge n. 56. Una grande legge, ancora in vigore oggi.
Abbiamo lavorato per cinque anni. Il disegno è molto chiaro: si vuole modificare un po' per volta la legge n. 56, senza fare una modifica organica della legge. Questa è una strada sbagliata, è una strada che dobbiamo assolutamente impedire. Ecco perché, oltre alle motivazioni portate dal Capogruppo e dal Vicecapogruppo, c'è una motivazione di fondo: non possiamo accettare che si modifichi la legge n. 56 in questo modo.
Assessore Cavallera, non ci siamo da questo punto di vista. In più, nel merito, le cose sono chiare. Si vuole permettere ad un'amministrazione comunale di fare quello che crede, senza il controllo dei cittadini. Non solo senza il controllo, ma senza garantire la tutela e i diritti dei cittadini. Credo che sia un'impostazione totalmente sbagliata! Anche su questo ci opponiamo fortemente e sarebbe il caso di ritirare l'articolo e avviare un confronto serio sulla nuova legge urbanistica. Non volete prendere in considerazione il disegno di legge che abbiamo portato in aula? Benissimo, avanzate una vostra proposta, iniziamo il confronto, ma non modifichiamo la legge n. 56 pezzo per pezzo. Credo sia la strada sbagliata!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Assessore Cavallera, ci sono questioni sulle quali credo un Assessore abbia motivo di difendere un'impostazione durante la discussione che si svolge in occasione dell'assestamento di bilancio.
Ci sono, invece, questioni sulle quali, forse, a un Assessore interessa valutare l'atteggiamento del Consiglio e desistere dall'insistere sull'approvazione di una norma, se questa apre problemi nella discussione e, forse, rischia di compromettere in futuro la possibilità di affrontare nel merito i temi della riforma della legge n. 56. Questa è una di quelle.
Chi ve lo fa fare ad insistere così per questa norma? Francamente, non lo capisco! Qual è la ragione per la quale avete ritenuto di inserire in questa discussione una norma destinata a creare problemi, qui, ma soprattutto fuori di qui? Non c'entra con l'assestamento di bilancio. Si dice: "Difendo quella norma perché sono convinto che serva. Sta dentro una manovra e io voglio difendere le compatibilità della manovra, vi prego di considerarla".
Noi abbiamo ritenuto, in questa discussione, di non opporci a norme che avessero una coerenza con l'assestamento di bilancio. Ma questa che ci azzecca? Assessore, non c'entra nulla, è una forzatura rispetto alle discussioni che stiamo facendo! Di più, rischia di compromettere un'eventuale discussione che la Giunta sicuramente intende fare sulla riforma della legge n. 56. Due buone ragioni per sgomberare il campo da questa norma che, vi prego di credermi, rischia di allungare la discussione sulla manovra d'assestamento.
Abbiamo posto delle questioni di merito, alcune riguardano i contenuti e le proposte d'assestamento e le abbiamo ripetute, altre riguardano l'articolato. Noi riteniamo che un paio di articoli andrebbero stralciati se volete evitare che diventi complicata la discussione: questo è uno di quelli. Lo facciamo invitandovi a fare una riflessione serena. Intendete avviare una discussione di merito sulla riforma della legge n. 56? Venite in Commissione, lì troverete il Gruppo del PD pronto a discutere del merito ma, francamente, che voi decidiate di utilizzare l'assestamento per inserire una norma come questa, mi sembra una forzatura irragionevole che non si spiega! Il merito è quello che ricordavano i colleghi. Perché dovremmo affermare il principio dei "liberi tutti"? Questa è la ratio. Perch facciamo una cosa del genere? Una norma così merita di essere discussa in una sede diversa da quella del Consiglio e, soprattutto, in una sede diversa da quella della manovra d'assestamento di bilancio. Assessore Cavallera, tolga di mezzo questa norma, la ritiri. Non vorrei neppure che arrivassimo al voto sugli emendamenti e neanche sull'emendamento sul male minore.
Decidete di affrontare la questione nella sede propria, che non è l'assestamento di bilancio. Vi conviene farlo per tante ragioni, Assessore Cavallera. Troverete un'opposizione pronta a discutere queste e altre norme, ma non oggi. Così ha il sapore della forzatura e una forzatura in una sede come questa solleva molti interrogativi sulla bontà sull'efficacia, sulle ragioni per le quali proponete una cosa del genere e per la quale non c'è nessuna ragione di straordinaria necessità ed urgenza.



PRESIDENTE

Poiché vedo facce perplesse in aula e il Consigliere Reschigna ha illustrato, come primo firmatario, i due emendamenti, spiego il motivo per cui i Consiglieri cofirmatari hanno sforato i due minuti. Do la possibilità ai cofirmatari di illustrare gli emendamenti, anche perché mi sembra utile per risparmiare tempo e per dare la possibilità ai Consiglieri di fare una discussione più articolata.
In questo senso, Consigliere Stara, se vuole approfittare, anche avendo firmato una serie di emendamenti di cui non è il primo firmatario, per illustrare anche gli emendamenti n. 141, 143 e 144, la ringrazio.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Intervengo sulla questione perché è legittimo che ci sia una visione differente sull'argomento.
Credo sia una questione che si ripercuote sia a livello nazionale sia a livello locale. Il tema dell'urbanistica pone chiaramente due modi diversi di vedere il rispetto di alcuni percorsi tra centrodestra e centrosinistra.
Su questo non discuto. Su questo, Assessore Cavallera, le sottopongo, e lo dico anche al Presidente del Consiglio, un elemento di riflessione profonda. Noi qui creiamo un precedente che peserà su un nuovo Regolamento per i prossimi anni. Il precedente è il seguente: introduciamo una discussione in un percorso agevolato che è previsto dal Regolamento come quello per l'assestamento al bilancio, ma è una norma che non c'entra assolutamente nulla con il bilancio e con l'assestamento.
Richiedo la massima attenzione, perché questa estrema forzatura potrebbe ripresentarsi in futuro, fino all'estrema ratio dell'inserimento coscientemente e scientemente, magari nella prossima discussione sul bilancio il prossimo anno, di una serie di leggi che, per evitare il percorso legislativo tradizionale, utilizzano la via preferenziale dell'assestamento al bilancio.
Presidente, credo non sia stato questo l'accordo, ottenuto nella passata legislatura, per favorire una approvazione del bilancio che eviti pratiche ostruzionistiche.
Pertanto, invito la maggioranza a riflettere su questo articolo chiediamo il suo ritiro ed eventualmente anche una sospensione del Consiglio per pochi minuti, affinché riflettere sulle ricadute di questa scelta, la quale, estensivamente, potrebbe dare adito, in futuro, a percorsi legislativi non coerenti con il nuovo Regolamento, almeno dal punto di vista degli intendimenti dei Consiglieri della passata legislatura.
Sono preoccupato - lo sarei anche se fossi in lei, Presidente del Consiglio - perché i rischi sono notevoli da questo punto di vista. Vi chiedo una riflessione profonda prima di approvare questo articolo, perch ha una ricaduta troppo importante anche sul futuro delle attività legislative di questa Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Stara, la Presidenza può valutare che gli emendamenti siano appropriati, coerenti, scritti in un linguaggio corretto e, quindi collegabili all'articolo.
Gli articoli insieme all'intero testo vengono assegnati all'Aula con un voto di Commissione, la Presidenza non può assolutamente intervenire.
L'Aula è sovrana e, non a caso, avete proposto degli emendamenti abrogativi.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito, mi permetto di riprendere la considerazione testé espressa dal Consigliere Stara, per il seguente motivo. Credo sia legittimo, a parte l'irritualità con la quale stiamo discutendo di un bilancio d'assestamento che, nella versione presentata nella sua prima stesura, non contemplava buona parte dei temi di cui stiamo ragionando in questo momento. Noi abbiamo ritenuto di non metterci di traverso sul merito della questione, ma ricordo all'Aula che non stiamo discutendo del bilancio d'assestamento presentato entro i termini previsti dalla norma per avere l'agibilità, così come era prevista; stiamo discutendo di un maxiemendamento, che è stato presentato nei giorni seguenti l'illustrazione dell'assestamento al bilancio.
Questo lo ritengo un dato non banale, perché la procedura prevista per l'approvazione dell'assestamento è agevolata e velocizzata proprio in funzione del fatto che stiamo parlando di una norma che riguarda le condizioni economiche e il funzionamento dell'Ente Regione.
Se, poi, all'interno di questa procedura, che per questo motivo è stata semplificata e agevolata, inseriamo norme come questa, che, di fatto, sono surrettiziamente una variante della legge urbanistica, credo si metta in atto una forzatura, come diceva giustamente il Consigliere Stara assolutamente non prevista a suo tempo nella stesura del Regolamento.
Venendo al merito, anch'io mi unisco nella considerazione di tale necessità e chiederei al Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera di acconsentire in questo senso. In questo frangente, non intendiamo dire che questa "roba" qui non deve andare avanti. Crediamo che, così come formulata, sia una norma assolutamente pericolosa, perché impedisce ai cittadini di intervenire in varianti di fatto relativamente alle norme urbanistiche, eliminando la possibilità di interpello. Tra l'altro, nel proseguimento della discussione di quest'assestamento è stata presentata da noi, ma prima dal Consigliere Carossa, che poi l'ha ritirata, una norma che è stata recepita in modo molto simile dal Piano territoriale della Provincia di Torino - tra l'altro, con l'astensione e la non contrarietà del centrodestra in Provincia - che vuole creare i presupposti per salvaguardare i terreni di alta qualità e vocazionalità produttiva.
Con questa norma rischiamo di intraprendere un percorso che va esattamente nella direzione contraria rispetto a tutti i ragionamenti di tutela del terreno agrario che stiamo portando avanti sull'intero territorio. Così come formulata la norma, si verificherà la situazione per cui se un ente pubblico con qualche decina di ettari di terreno a disposizione, in barba a tutte le riflessioni che stiamo facendo, decidesse di venderlo, magari ad una società che vuole fare fotovoltaico a terra, lo potrà farà senza chiedere nulla a nessuno.
Ritengo che questa norma, oltre che in contrasto con tutto quello che anche il centrodestra e la Lega stanno dicendo sul territorio, sia una forzatura veramente pazzesca in generale ed inaccettabile, messa in atto inserendo un articolo nell'assestamento al bilancio.
La ritengo una follia; dopodiché, se vogliamo agire in tal senso facciamolo. Noi voteremo contro, ci metteremo di traverso con tutto quello che abbiamo e spiegheremo che è inutile che la Lega Nord in Provincia di Cuneo approvi un ordine del giorno in cui chiede di tutelare i terreni, in Provincia di Torino il centrodestra non si metta di traverso sull'approvazione di norme di tutela del terreno e, qui, approviamo una norma che dà chiavi in mano a tutte le Amministrazioni comunali circa la possibilità di fare l'esatto contrario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Come emerso nella discussione - mi rivolgo al Vicepresidente della Giunta e agli Assessori presenti - è del tutto evidente quanto avviene con l'inserimento di tale norma nell'assestamento al bilancio: nei fatti, nel momento in cui consente ai Consigli comunali di adottare i piani di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare - e riguarda sia i singoli fabbricati che i relativi fondi - dopo aver trasmesso questa deliberazione alla Regione, se quest'ultima non esprime un dissenso palese lo si ritiene automaticamente un atto approvato. Questa è una modifica sostanziale della legge n. 56.
Allora, da parte nostra non vi è alcuna prevenzione nell'affrontare il discorso della modifica alla legge urbanistica, tant'è che abbiamo presentato anche nella legislatura precedente un testo, che è arrivato in aula, dove si è incagliato. Abbiamo sempre ritenuto che una grande legge come quella predisposta dall'architetto Astengo, allora Assessore regionale, fosse una legge di grande importanza, ma che, nel frattempo fossero intervenute delle variazioni e che le procedure necessitassero anche di uno snellimento. Però, quando si mette mano a materie come questa occorre farlo in modo organico dentro un testo organico, come hanno fatto altre Regioni, penso, ad esempio, alla Regione Toscana.
L'introduzione surrettizia di parti che sembrerebbero di poco conto e poco rilievo, che in realtà sono rilevantissime, riguarda una manovra d'assestamento al bilancio, che, nei fatti, è bilancio di questa Regione anche se tardivo: a metà tra due legislature si configura come la manovra reale, ma, in seguito ad un bilancio di carattere tecnico precedentemente approvato, delinea una modificazione enorme e sostanziale. È la ragione per cui chiediamo la soppressione dell'articolo o la sua sostanziale modificazione, cioè di sottoporre le deliberazioni di cui ai Comuni, prima della trasmissione, alla procedura dell'articolo 15 e, comunque, un ridimensionamento di questo tacito silenzio-assenso.
Poi, ci preoccupa ulteriormente che questa misura, in questo momento venga consentita ai Comuni in un momento di particolare difficoltà finanziaria degli stessi, in quanto "taglieggiati" dal Governo centrale che taglia agli Enti locali fondi consistenti, inducendoli quindi nei fatti ad andare in direzione di operazioni come queste in modo piuttosto consistente.
La terza osservazione per cui per noi è assolutamente incomprensibile che lo inseriate è che se aveste avuto il Regolamento precedente avreste potuto appellarvi alla difficoltà di approvare in tempi celeri le leggi perché i tempi di Regolamento lo rendevano difficile e non lo consentivano.
Con un nuovo Regolamento che invece consente procedure più snelle l'introduzione in assestamento di bilancio di una norma che comporta modificazioni e conseguenze così gravi è assolutamente incomprensibile.
Chiediamo pertanto alla Giunta di ragionarci, dichiarando la nostra disponibilità ad affrontare in tempi celeri e in Commissione una discussione sulla legge urbanistica e la sua modificazione, per poi arrivare in aula, ritenendolo un punto importante, ma non affrontabile con un'operazione condotta in questo modo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 15, n.
75, n. 141, n. 143 e n. 144.
aperta la discussione generale sull'articolo n. 6.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Franco Maria; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Presidente.
Intervengo per illustrare e sostenere le ragioni del testo che viene qui all'esame del Consiglio regionale, in quanto, come il Consiglio regionale sa, nella legge di bilancio del maggio scorso, cioè pochi mesi fa, è stato introdotto un emendamento per disciplinare la questione relativa alla ricognizione del patrimonio immobiliare e la situazione in cui si sono venuti a trovare i Comuni, a seguito della sentenza, che ha censurato la legge nazionale.
L'Assessore Cavallera e quindi la Giunta e il Consiglio hanno già approvato una norma che ha disciplinato fino al 7 gennaio le situazioni che si erano venute a trovare scoperte da una legge nazionale censurata dalla Corte Costituzionale.
Con questa norma, che è articolata in quattro commi, si disciplina tutto ciò che dal 7 gennaio in poi si troverebbe in un vuoto legislativo.
Quindi, le ragioni sono di evidente urgenza per dare attuazione e disciplina ad una situazione creatasi a seguito della sentenza della Corte Costituzionale.
Mi pare anche che le procedure introdotte siano assolutamente di garanzia sia per quanto riguarda le Amministrazioni comunali sia per quanto riguarda i cittadini.
Nella disciplina, quando si parla dell'edificio singolo e per quanto riguarda invece la modificazione dello strumento urbanistico, si richiama una legge nazionale per la Conferenza dei servizi, dove partecipano la Regione, la Provincia e il Comune stesso.
Quindi, non mi pare che, entrando nel merito della questione, ci sia tutto questo scandalo che viene evocato dagli autorevoli interventi dei colleghi Consiglieri del centrosinistra.
Per queste ragioni, credo che vada difesa e sostenuta questa disciplina. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Intervengo in discussione dell'articolo, ma anche degli emendamenti che ad esso attengono. Anche a me pare che questa norma, la cui ratio è chiara sia però una norma che non regge da un punto di vista giuridico, perch introduce un principio di possibile modifica dello strumento urbanistico.
Infatti, anche se la deliberazione riguarda singoli fabbricati, ovviamente se questi fabbricati ricevono una modifica di destinazione d'uso, possono modificare gli interessi di tutti coloro che intorno ad essi stanno.
Quindi, a me pare che il punto resti, che le modifiche dello strumento urbanistico generale non possono essere fatte, se non attraverso le procedure ordinarie che prevedono la pubblicazione.
Poi ci sono possono essere delle accelerazioni nelle fasi successive ma la pubblicazione, le osservazioni, la risposta alle osservazioni non possono essere eliminate da qualunque modifica allo strumento urbanistico pena la violazione di quei principi fondamentali della Costituzione relativi alla proprietà.
Questo a me pare essere il punto debolissimo e impugnabile anche costituzionalmente di questo testo, che probabilmente comporterà, se qualcuno a Roma se ne accorge, l'impugnativa costituzionale della legge perché non è possibile modificare uno strumento urbanistico - e questo appare evidente perché si parla di "modificazioni allo strumento urbanistico regionale vigente ivi contenute si intendono approvate" - senza le procedure di garanzia che gli strumenti urbanistici devono sempre rispettare.
Altrimenti andiamo in palese violazione dei diritti costituzionali dei cittadini relativi alla proprietà, perché uno può modificare rispetto a se stesso, ma immaginiamo che uno voglia alienare un fabbricato, modificandone la destinazione d'uso per consentirne un uso inquinante o rischioso; è evidente che un'azione del genere modifica gli interessi di tutti coloro che abitano in quella zona, i quali hanno diritto, anche se non crea dei danni, ad intervenire per opporre le proprie osservazioni, così come hanno diritto ad avere risposta individuale e singola.
A mio avviso, questa norma, così com'è scritta, non solo è lesiva dei diritti dei cittadini, ma presenta anche palesi aspetti di incostituzionalità.
Successivamente, al termine del dibattito, dichiarerò il mio voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Botta, che ha spiegato le ragioni per le quali la maggioranza intende difendere questo articolo.
Mi permetto di insistere invece sulla necessità che venga ritirato perché non credo che esistano quelle ragioni d'urgenza a cui lei prima ha fatto riferimento.
In ogni caso, qualora esistessero ragioni di urgenza, che francamente non individuo, la Giunta presenti un disegno di legge.
Se la Giunta ritiene che questa sia una norma che deve essere approvata rapidamente, avremo modo di confrontarci nella Commissione di merito e in quella sede vedremo se il testo della norma debba essere questo o debba essere un altro, come prima ricordava la Presidente Bresso, che ha sollevato questioni delicatissime; ha sostenuto, se ho inteso bene, che una norma del genere sia impugnabile, perché pone problemi delicati dal punto di vista della sua legittimità. Questa è la prima questione.
Assessore Cavallera, perché vi incaponite - insisto - a voler presentare una norma come questa, che è rischiosa sotto molti punti di vista? Indipendentemente dalla volontà per la quale l'avete presentata - io non nego che possano esservi anche ragioni che voi ritenete fondate - vi invito a riflettere sull'efficacia e sugli effetti pratici di questa norma.
Perché così com'è congegnata, può essere o può diventare un viatico formidabile per consentire cose inaccettabili! Il punto è esattamente questo.
Assessore Cavallera, mi ascolti solo un attimo, perché vorrei tornare su questo punto: presentate un disegno di legge e discutiamone in quella sede, ma evitate una forzatura durante la discussione sull'assestamento. Io non nego la sua buona volontà e la sua buonafede - fino a prova contraria perché non ho motivi per farlo. Ma questa norma, così com'è strutturata può diventare il viatico attraverso cui facciamo "passare" le cose peggiori, perché è evidente che la procedura che avete previsto lo consente. Evitiamolo! Siccome non credo che voi lo vogliate, evitiamo di arrivare lì, per favore. Ripensiamo alla norma, stralciamola. Presentate un disegno di legge e affrontiamo una discussione in quella sede, e non durante il dibattito sull'assestamento di bilancio. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Vorrei riprendere un argomento che ha utilizzato la collega Manica.
Effettivamente, con l'approvazione del nuovo Regolamento, la maggioranza e la Giunta hanno la possibilità di individuare un percorso per l'approvazione delle proposte di legge o dei disegni di legge.
Introdurre in una manovra di bilancio argomenti di questa natura, credo sia davvero fuori luogo. Questo in generale, a prescindere da come vogliamo che sia la manovra di bilancio che stiamo discutendo. Ma a parte questo, vi è poi una questione di merito che abbiamo sollevato qui in aula relativamente a questo articolo. Mi riferisco alle motivazioni che abbiamo sin qui esposto, che credo abbiano un fondamento: qui stiamo assumendo (o rischiamo di assumere) un provvedimento di una gravità estrema per quanto riguarda la tutela dei diritti dei cittadini e del territorio. Perch finché questo strumento sarà utilizzato da un amministratore responsabile e rispettoso del territorio, magari non si creeranno problemi. Ma non lo sappiamo.
Questo strumento potrebbe davvero aprire la strada ad una impostazione nuova e diversa - sbagliata io ritengo - rispetto ai principi di tutela del territorio, da una parte, e dei diritti dei cittadini dall'altra.
Davvero credo che sarebbe bene ritirare questo articolo e iniziare una discussione seria, come abbiamo detto prima, sulla modifica della legge n.
56.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Molto opportunamente - lo ringrazio, peraltro - il collega Muliere ricordava quest'argomentazione relativa al Regolamento.
Avevo già avuto modo di ribadire, in occasione del mio precedente intervento, che davanti alla preoccupazione che noi esprimiamo su questa norma, che si configura come una consistente modificazione - un pochino surrettizia, mi permetterei di dire, se fatta in questo modo - della legge n. 56, e davanti alla disponibilità non sedo conclamata nella legislatura precedente (avendo presentato un testo di legge di modifica della legge n.
56), ma reiterata in questa sede nell'impegno a discutere e ad accettare una discussione in Commissione e poi in aula, anche la più celere e la più rapida possibile, su uno strumento di semplificazione della normativa urbanistica nella nostra Regione, ci chiediamo, appunto, il motivo di questa scelta, avendo un Regolamento che consentirebbe una discussione celere, cosa che non è stata possibile nella precedente legislatura (perch di legge urbanistica ne abbiamo parlato fino all'ultimo giorno, ma le difficoltà del Consiglio hanno fatto in modo che la modifica della legge n.
56 non potesse avvenire nel corso di una intera legislatura). Oggi questa possibilità esiste. C'è una dichiarazione nostra di disponibilità ampia a discutere nel merito di argomenti che, peraltro, abbiamo sempre ritenuto importanti, oltre che urgenti.
In merito alle motivazioni che qui sono state addotte, in particolare nell'intervento del collega Franco Botta, sulla necessità di inserire quest'articolo (in particolare l'articolo 6) sulla base del fatto che una normativa di ordine nazionale lascerebbe un vuoto legislativo a partire da gennaio dell'anno prossimo, che altrimenti dovrebbe essere coperto, vorrei ribadire che stiamo parlando di gennaio dell'anno prossimo! Abbiamo tutta la possibilità si discuterne in un disegno di legge in termini molto rapidi in II Commissione, come diceva il collega Ronzani, ma non certamente all'interno di un testo di bilancio d'assestamento che ha queste caratteristiche.
Concludo - la ringrazio per i secondi in più che mi ha concesso, ma non ne voglio approfittare - ricordando che abbiamo avanzato una serie di proposte di modifica che consentono di coprire quel vuoto legislativo senza aprire una selvaggia ricorsa, in un momento in cui i Comuni hanno forti difficoltà economiche, ad alienazioni assolutamente incontrollate.
Questo Consiglio può fare in modo che ciò non avvenga, senza creare problemi o vuoti di ordine normativo, perché c'è tempo e disponibilità a discuterne in Commissione.
Le proposte che abbiamo avanzato mi sembrano assolutamente ragionevoli e tolgono ogni rischio per il Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, signor Presidente.
Per non ripetere concetti che ho già avuto modo di esprimere nell'illustrazione dei due emendamenti, faccio riferimento all'intervento svolto dal collega Botta.
vero che in sede di bilancio abbiamo approvato l'articolo 13, che recita: "La deliberazione del Consiglio comunale, approvata entro il 7 gennaio 2010, che, nell'ambito della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di cui al d.lgs. 112/2008 convertito con modificazioni dalla l. 133/2008, approva il piano delle relative alienazioni e valorizzazioni, costituisce variante allo strumento urbanistico vigente nei limiti ed alle condizioni stabiliti dalla deliberazione comunale medesima".
Noi abbiamo votato contro quell'articolo, senza intervenire n prolungare di molto la discussione, perché in quella fase l'Assessore Cavallera aveva illustrato le ragioni dell'urgenza del provvedimento. C'era una norma nazionale impugnata e dichiarata nulla dalla Corte Costituzionale.
Durante quell'arco temporale, alcuni Comuni erano rimasti, come si dice, a metà del guado: avevano avviato il percorso e gli veniva sostanzialmente, impedito.
Qui la fattispecie è diversa: noi non siamo in presenza di una situazione emergenziale. Siamo in presenza del tentativo, da parte della Giunta regionale, di utilizzare la legge d'assestamento di bilancio per modificare la legge regionale n. 56, senza neanche alcune cautele necessarie.
Non si precisa, infatti, che questi terreni privi di destinazione urbanistica non debbano appartenere alle aree di tutela ambientale e paesaggistica; non si prendono in considerazione altri elementi, né la possibilità d'intervento pubblico da parte del cittadino attraverso la fase di presentazione di osservazioni e della pubblicazione dei contenuti della variante. Rimane la riflessione che è stata avviata in alcuni interventi.
La difficoltà economica e finanziaria di moltissimi Comuni negli anni precedenti, a seguito di una riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, ha portato all'introduzione di una norma della legislazione nazionale che è quella della possibilità di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente.
Da quel momento in poi, Comuni in grave difficoltà hanno utilizzato la leva urbanistica per risolvere i problemi delle risorse economiche nel proprio bilancio.
La situazione che abbiamo di fronte è che negli ultimi dieci anni in tutta Italia si è costruito quanto era il consumo di suolo utilizzato in Piemonte a quella data. Vogliamo immaginare uno scenario di questo tipo? Vogliamo immaginare che senza controllo si operino interventi non su fabbricati esistenti, ma su aree libere? Credo che sarebbe adeguato un minimo di riflessione da parte della Giunta regionale, e comunque almeno l'altro emendamento che abbiamo presentato, quello che dice che tutto ci deve essere comunque inserito all'interno di una fase di pubblicazione e di esame delle osservazioni va accolto dalla Giunta regionale, altrimenti...
Ah, liberi tutti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

A maggior ragione, dopo l'intervento del collega Botta mi sento di confermare come gli elementi di urgenza non ci siano. Ma non solo, anche in presenza di elementi di urgenza, che comunque non ci sono, ribadisco che la maggioranza ha i numeri, se ritiene che questa norma sia corrispondente alle volontà e il progetto politico sull'impatto urbanistico, per approvarla, con una corsia che sarà sicuramente privilegiata in Commissione e che presenterà ovviamente un percorso legislativo che verrà votato in aula. Si tratta di pochi mesi.
Ripeto, il fatto che si inserisca questa norma, che nulla a che vedere col bilancio e con l'assestamento, crea un grave precedente. Un pericoloso precedente! Io non credo che valga la pena, ma non lo dico soltanto sul merito della norma. In termini generali, rivolgendomi ai Consiglieri di maggioranza e a quelli di opposizione, ritengo non valga la pena introdurre un elemento di questo tipo, che sicuramente dovrà aprire una discussione in separata sede sul fatto che probabilmente, nella stesura del nuovo Regolamento nel corso della passata legislatura, sono sfuggite alcune ricadute non previste. Una ricaduta non prevista è quella che stiamo verificando e che personalmente sto constatando.
Pertanto, ribadisco che ne chiedo il ritiro. Entro pochi mesi la potete approvare, e avete i numeri per farlo, attraverso un percorso legislativo tradizionale. Mi sembra assolutamente fuori luogo, nonostante le ripetute sollecitazioni dell'opposizione, proseguire su questa forzatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Devo dire che questa modifica della legge regionale n. 56 mi preoccupa abbastanza e vi dico anche il perché. Alcune Province del nostro Piemonte (Cuneo, Asti ed Alessandria) sono state individuate dall'Unesco per il percorso alla candidatura per diventare Patrimonio dell'Umanità, e il sottoscritto e l'onorevole Raffaele Costa siamo tra coloro deputati a seguire questo percorso. Siamo orgogliosi che il Piemonte abbia questa candidatura.
Io non vorrei, e dicendo questo mi rivolgo all'amico Vicepresidente Cavallera, che so che in questi ultimi tempi ha seguito attentamente questo percorso, che tale modifica vada a scapito dei diritti dei nostri cittadini e della tutela del nostro territorio.
Chiedo al Vicepresidente Cavallera che riferisca in merito. Pertanto chiedo di sospendere l'esame dell'articolo 6 e di poter esaminare attentamente la questione del percorso di candidatura dell'Unesco disponibile alla massima collaborazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire su questa questione molto brevemente.
Credo che invece la legge sia molto buona e spiego anche il perché.
Mi pare che molti di voi che in passato hanno fatto i sindaci probabilmente non si ricordano delle tempistiche con le quali un piano regolatore va approvato, quindi sono favorevole a tutta questa sburocratizzazione. Qui non si tratta di oneri di urbanizzazione, si verificherà poi come le varie Amministrazioni comunali vorranno operare, ma le Amministrazioni opereranno coerentemente in base alla fiducia che è stata loro data.
Ci sono delle Amministrazioni che in una legislatura non riescono neanche ad approvare un piano regolatore. Di conseguenza, penso sia il minimo riuscire a trovare una via di uscita a questa impasse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Ne approfitto per dire che, al di là delle battute sull'articolo 5 negli interventi precedenti io e i miei colleghi stavamo trattando una materia serissima.
Ho ascoltato con particolare attenzione l'intervento del Vicepresidente Cavallera. Condivido in parte le sue argomentazioni, ed è per quel motivo che poi ho votato a favore, quindi non c'è nessuna forma di ostruzionismo.
Quanto, invece, all'articolo 6, vorrei porre l'accento su una questione, ma non mi addentro nuovamente nel merito, perché l'hanno già fatto i colleghi. Però, al di là del merito, per quanto riguarda il metodo non vorrei che fossimo in presenza della prima degenerazione del nuovo Regolamento consiliare.
Né io né i miei colleghi abbiamo dubbi sulla buona fede dell'Assessore ma aprire un viatico di questa portata significa legittimare altre degenerazioni in futuro.
A mio avviso, questo non era corretto e consono farlo nelle precedenti legislature, ma avevamo un Regolamento che tendeva a precludere o ad allungare gli iter procedurali per licenziare un testo legislativo, quindi si era costretti in modo forzato ad infilare tutto in un provvedimento quale l'assestamento del bilancio.
Adesso, fortunatamente, abbiamo un nuovo Regolamento - fortunatamente dico io. Abbiamo un'opposizione costruttiva che già si è fatta garante di un confronto chiaro e trasparente, quindi chiedo, visto che secondo me ci sono tutti i presupposti, all'Assessore Cavallera di ritirare l'articolo 6 e di presentare un disegno di legge nel giro di qualche mese (lo dico non furbescamente), per confrontarci e magari per modificarlo.
Sarebbe un gesto molto apprezzato almeno da parte del sottoscritto, ma sono convinto che anche i miei colleghi apprezzerebbero sostanzialmente un simile atto di disponibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Volevo segnalare che anche il Movimento Cinque Stelle è sicuramente contrario a questo articolo 6, sia per quanto riguarda il contenuto che la forma della presentazione.
Non riteniamo il caso che, all'interno di un assestamento di bilancio si inseriscano articoli come questo articolo 6, la cui rilevanza ed importanza è tale che anche secondo noi dovrebbe venire discusso insieme eventualmente alla nuova scrittura della legge quadro attualmente in vigore, la 56 del 1977.
Ricordiamo infatti che già nella finanziaria era stato presentato un articolo, l'articolo 5 bis, sempre a riguardo delle alienazioni e valorizzazioni dei capitali immobili dei Comuni, su cui noi avevamo presentato un emendamento al quale la Giunta diede parere negativo.
Noi riteniamo infatti che non sia il modo corretto di operare, sia nella forma - e cioè l'inserimento in un assestamento di bilancio nel quale c'entra veramente poco - sia nel contenuto, in quanto una materia così delicata, che riguarda sia la cementificazione del territorio sia la partecipazione dei cittadini, deve essere discussa in plenaria e nelle Commissioni: due tematiche, quindi, che a noi stanno molto a cuore.
Sappiamo benissimo che i Comuni sono strozzati dalle varie manovre che vengono dal Governo centrale e che ultimamente si sono foraggiati solo con la costruzione di immobili. Non ci sembra però giusto dar loro un ulteriore strumento, un ulteriore veleno con cui uccidere, sopprimere quel che resta del territorio piemontese, già pesantemente infrastrutturato, già pesantemente cementificato, già pesantemente consumato.
Anche noi ci uniamo al coro di richieste di valutare veramente di ritirare l'articolo per rivederlo insieme, sempre nello spirito di più ampia condivisione possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Bono.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 20) della Giunta regionale è ritirato.
Propongo all'Aula di non procedere alle dichiarazioni di voto, perché nel frattempo è giunta l'Assessore Ferrero, che avevo mandato a chiamare, come ricorderete, in merito all'emendamento n. 73 bis della Giunta regionale che avevamo sospeso. Quindi sospendiamo la trattazione dell'articolo 6 e riprendiamo la trattazione dell'emendamento 73 bis che propone l'istituzione dell'articolo 5 ter.
Assessore Ferrero, prima avevamo dato per illustrato l'emendamento in quanto era stato presentato, illustrato e discusso in Commissione congiunta I e IV questa mattina. Una serie considerevole di colleghi e, in particolare, i Presidenti dei Gruppi di opposizione hanno chiesto di poter ancora discutere, anche con la sua presenza, di quest'emendamento e alcuni avevano posto anche la necessità, per procedere alla sua discussione, di ascoltare l'illustrazione dei piano di rientro. Le abbiamo chiesto di venire in Consiglio per questo motivo. Credo di aver riassunto correttamente.
La parola all'Assessore Ferrero.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Ronzani ci dà una mano a fare il punto. Prego.



RONZANI Wilmer

Intervengo per capire come intende organizzare i lavori.
Presidente, posso chiedere che venga trovata una soluzione per il microfono? Perché altrimenti devo fare uno sforzo...



PRESIDENTE

Ho già predisposto, per domani, di farle togliere il predellino.



RONZANI Wilmer

Perché il collega Muliere è favorito... È discriminatorio questo microfono, per le persone alte: è fatto per le persone...



(Commenti e risate in aula)



RONZANI Wilmer

RONZANI Wilmer



RONZANI Wilmer

Mi scuso per questa digressione, Presidente.
Potremmo - secondo me - ascoltare l'Assessore Ferrero, che illustra il senso dell'emendamento che ha presentato per interrompere qui la discussione, quest'oggi, in maniera che domani i Consiglieri possano eventualmente entrare nel merito.
Lo dico perché, siccome la Consigliera Ferrero è stata questa mattina in Commissione...



PRESIDENTE

L'Assessore Ferrero!



RONZANI Wilmer

L'Assessore Ferrero: scusami, Caterina. L'Assessore è stata disponibile, stamattina, a farci avere i cosiddetti piani di rientro, che penso abbiano trasmesso oggi in Commissione. Se noi dovessimo questa sera ascoltare la sua illustrazione dell'emendamento e rinviare a domani la discussione generale, consentendo ai colleghi di prendere visione anche dei piani, potremmo fare una discussione un po' più organica che tenga conto anche dei contenuti dei piani di rientro.
Inviterei la maggioranza, il Presidente e l'Assessore a chiudere qui la discussione, dopo l'illustrazione dell'emendamento. Sono le 19.15, alle 19.30 interrompiamo la seduta e ci aggiorniamo a domani mattina.
Per quanto ci riguarda, abbiamo dimostrato che non c'è la volontà di allungare il brodo. Naturalmente ne approfitto per dire che, siccome penso che la notte porti consiglio, vorrei che la Giunta approfittasse del fatto che interrompiamo i lavori ad una certa ora per fare quella riflessione della quale siamo in attesa di conoscere l'esito, per vedere qual è l'atteggiamento complessivo della maggioranza e della Giunta sulle tre non cento, tre - questioni che abbiamo posto; risolte le quali è possibile per quanto ci riguarda, immaginare un percorso diverso della nostra discussione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Allora, per dare un ordine ai lavori: adesso darei la parola all'Assessore Ferrero che spontaneamente l'ha chiesta, per l'illustrazione che questa mattina non è stata fatta, in modo che vi sia anche il rispetto della forma dei lavori dell'Aula e che l'illustrazione dell'emendamento sia fatta nel corso dei lavori d'Aula. Poi possiamo chiudere i nostri lavori.
Se ci fosse anche un unico intervento, a nome dell'opposizione, per chiarire eventualmente alcune istanze e necessità per il proseguimento domani, con l'Assessore Ferrero - quali per esempio richieste di documenti come è stato detto o quant'altro - inviterei a farlo, in modo che domani mattina ci troviamo già operativi successivamente alla trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Per la verità l'emendamento in Consiglio è già stato illustrato ieri prima che ci fosse la convocazione della Commissione questa mattina.
In ogni caso, l'emendamento che la Giunta presenta rispetto al numero 75 bis è l'integrazione alla copertura della spesa sanitaria che la Giunta ritiene di sostanziare, anche alla luce degli accordi e delle intese che si stanno svolgendo a livello nazionale per la chiusura del piano di rientro in una programmazione pluriennale di quelle che si ritengono le risorse individuabili come contributo regionale al sistema sanitario piemontese, in aggiunta alle risorse che derivano dal fondo sanitario nazionale.
una pianificazione pluriennale che, dal nostro punto di vista, ci permetterà sicuramente di avere un punto fermo di partenza, dal quale poi individuare le misure che si andranno a definire nel corso di quest'anno e negli anni successivi, anche attraverso il Piano Socio Sanitario che bisognerà nuovamente definire. Tale pianificazione prevede, partendo dall'esercizio attuale 2010, la copertura con il massimo dell'integrazione regionale possibile definita dal Patto per la salute, che corrisponde a 400 milioni di euro, per arrivare ad una progressiva riduzione per anno che si sostanzia in una previsione di 50 milioni di euro in meno per anno.
La sostanza dell'emendamento è questa e sull'argomento abbiamo avuto oggi in Commissione occasione di fare le dovute riflessioni. Penso che gli Uffici stiano predisponendo gli elementi per poter trasferire le richieste che voi avete fatto, quindi penso che nella giornata di domani avrete i dati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Abbiamo preso atto delle illustrazioni che l'Assessore Ferrero ha fatto questa mattina in I Commissione. Ci sono le obiezioni che abbiamo fatto in Commissione e che faremo domani mattina nella discussione generale.
Poiché la seduta è convocata per le ore 10, avremo modo, per quanto ci riguarda, ma credo che questo riguardi anche altri Consiglieri dell'opposizione, di prendere visione dei piani di rientro.
Domani siamo in grado di fare sul punto una discussione complessiva come avevamo richiesto questa mattina alla luce del fatto che avremo modo e possibilità di esaminare i cosiddetti piani di rientro che la Giunta ha concordato con le ASL e che verranno sottoscritti nei prossimi giorni.
Ne approfitto, affinché nessuno possa accusarci di non avere posto con necessaria chiarezza la questione, della presenza degli Assessori Maccanti Ferrero e Quaglia, che domani ci auguriamo che la giornata sia propiziatoria, e che serva ad entrare nel merito delle questioni che i nostri Gruppi hanno posto.
Li riassumo per comodità. A parte alcune questioni riguardanti l'articolato, abbiamo posto essenzialmente alcuni problemi. Riteniamo che la manovra d'assestamento vada corretta affrontando essenzialmente quattro questioni. La prima riguarda le risorse da destinare alle politiche sociali. La seconda le risorse da incrementare e implementare che vanno destinate alle misure con le quali va garantito un sostegno al reddito, cui ha fatto riferimento il Consigliere Laus. La terza riguarda le risorse riguardanti la legge n. 18. La quarta riguarda la cooperazione, ecc.
Si tratta di un pacchetto di proposte sulle quali siamo in grado, se la Giunta e la maggioranza fanno un passo avanti, domani mattina, di individuare un percorso attraverso il quale sia possibile affrontare con celerità la discussione che rimane da fare per quanto riguarda la manovra dell'assestamento di bilancio.
Mi auguro che la Giunta, che fino ad ora non ha assunto un atteggiamento di apertura e chiarezza, domani sia in grado di farlo, perch da questo dipenderà l'atteggiamento dei Gruppi di opposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci più richieste d'intervento, credo che l'Assessore Ferrero abbia adempiuto alla propria incombenza illustrando l'emendamento.
Il Consigliere Ronzani ha riassunto quanto è stato chiesto: all'Assessore Ferrero per quanto riguarda la sanità e al Vicepresidente della Giunta, Assessore competente, per quanto riguarda il prosieguo del la trattazione del disegno di legge n. 12.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.24)



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