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Dettaglio seduta n.210 del 17/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 15.01 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Cota, Giordano.
Il numero legale è 29.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2012"


PRESIDENTE

Colleghi, nella seduta di questa mattina abbiamo iniziato l'esame del disegno di legge n. 169, "Legge Finanziaria per l'anno 2012", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Si sono svolte le relazioni di maggioranza da parte del collega e di minoranza da parte del collega Lepri. Abbiamo successivamente aperto la discussione generale e sono già intervenuti i Consiglieri Reschigna Ronzani, Artesio e Boeti.
Chi si iscrive a parlare? Prego, Consigliere Laus, prenda pure la parola.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Qualche collega mi dice: "Ti ascoltiamo". Io li ringrazio, ma non voglio essere ascoltato da loro; mi piacerebbe essere ascoltato dal Presidente Cota. Mi fa specie che oggi, alla presentazione di un bilancio il Presidente sia assente: non dico mentalmente, ma poteva almeno testimoniare la sua presenza fisica. Poteva anche essere presente.
Mi rivolgo a tutti i Capigruppo della maggioranza, affinché possano trasmettere al Presidente quello che questa mattina alcune associazioni di volontariato, di operatori del settore socio-sanitario e socio assistenziale hanno tentato di comunicare a questa Amministrazione.
Le associazioni di volontariato, questa mattina, dopo avere manifestato davanti al Consiglio regionale, vi hanno ricordato che con questo vostro comportamento state generando una grave emergenza sociale. Non l'ho detto io: ve l'hanno detto tutti gli operatori del settore, rappresentanti di ogni Provincia della Regione Piemonte. Un'emergenza sociale che nasce da comportamenti - questa è la mia interpretazione - o dolosi o colposi comunque, il risultato, in ogni caso, non cambia, perché questa Amministrazione confonde - appunto, dolosamente o colposamente l'efficienza con i tagli.
Nel momento in cui un malato non autosufficiente abbandona questa terra, quel posto letto non viene sostituito - vi hanno spiegato - da un altro malato, perché non ci sono dei vincoli di spesa e perché i Direttori generali non hanno l'obbligo di spendere quei soldi. Vi hanno ricordato che questa non è efficienza; vi hanno ricordato che questo è un comportamento altamente riprovevole, che suscita ripugnanza negli uomini di media moralità. Questo non è il risparmio! Vi hanno ricordato che, con questo vostro comportamento, voi approfittate dell'ignoranza normativa sulla non autosufficienza. Vi hanno ricordato che state violando i diritti fondamentali dei cittadini non autosufficienti, riconosciuti nei LEA e riaffermati nell'ultima Conferenza Stato-Regioni. Vi hanno ricordato e fatto notare che, con questo comportamento, state distruggendo trent'anni di organizzazione e di gestione per i servizi ai non autosufficienti.
Infine, in coda all'incontro, causa fame - legittima, per carità - mia e di altri colleghi, hanno tentato di ricordarvi che probabilmente tra qualche settimana le società che gestiscono le case di cura manderanno alle Aziende sanitarie la disdetta dei contratti. Non so se qualcuno lo ha notato o no: l'ho sentito con le mie orecchie e ne faccio una denuncia pubblica. Probabilmente si sono fatti dei calcoli di natura imprenditoriale e si sono resi conto che non conviene più avere un rapporto con la pubblica amministrazione, perché sono costretti ad aspettare 18 mesi, perché non prendono i soldi da 18 mesi. E questa Giunta sarà responsabile di quello che avverrà - se non ho capito male - a fine maggio.
Caro Presidente Cota e cara Giunta, svegliatevi! Non sono d'accordo con alcuni colleghi per mandare a casa il Presidente Cota, ma solo perché non abbiamo gli strumenti per mandarlo a casa, altrimenti firmerei! Noi non possiamo mandarlo a casa. L'unica cosa che possiamo fare è suonare dei campanelli di allarme e dirvi che il popolo piemontese insorge verso questi comportamenti. Noi possiamo suonare questi campanelli d'allarme e possiamo proporre qualche emendamento di sostanza, non fare l'ostruzionismo così come lo fa la maggioranza (questa mattina mi sono perso nel numero degli emendamenti suggeriti dai colleghi di maggioranza). Questo possiamo fare come opposizione! Non siamo maggioranza! Possiamo mandarvi a casa alla fine di questo mandato, ma non adesso! Personalmente, credo che il compito dell'opposizione debba essere quello di spaventarvi affinché possiate risvegliarvi, possiate avere un sussulto e iniziare a dare delle risposte ai cittadini piemontesi.
Dicevano i miei colleghi questa mattina che è un bilancio illegittimo.
Non si può fare quadrare un bilancio sovrastimando le stime della vendita di un patrimonio immobiliare; le dimissioni vanno bene, certo, ma chi vi da quella quantificazione e quella certezza di introitare quelle cifre, in un momento di grave crisi? Chiedete un suggerimento, anche solo nell'orecchio, alla Magistratura contabile. Vi dirà che siete completamente pazzi e che non è possibile.
E quindi, colleghi, questo è il motivo per cui con questo bilancio dovete, a nostro avviso, prendere in seria considerazione la necessità di cambiare rotta per efficientare il sistema dell'Amministrazione regionale un'amministrazione di società partecipate non certo inventato e impostato da voi. Tuttavia, in questo particolare momento storico, la nostra organizzazione gestionale costa troppo e noi dobbiamo liberare con concretezza le risorse per destinarle dove è necessario e dare risposte ad ogni angolo del paese perché i cittadini piemontesi hanno sete di risposte.
Tra gli emendamenti che abbiamo firmato ce n'è anche uno che prevede l'accorpamento della Finpiemonte società partecipata e Finpiemonte in house. Nell'altro momento storico, quando sono state scisse, c'erano delle motivazioni o comunque delle interpretazioni di natura giuridica che trovavano cittadinanza in quel momento storico. Oggi non è più così, non è possibile. In altre Regioni è già avvenuto; anzi, lo sdoppiamento non è stato mai fatto.
Faccio un ultimo esempio (ma lo dico proprio come esempio). Non siamo certamente dei pazzi nell'ostinarci a presentare il solito emendamento per l'aumento del tributo delle acque minerali. Ogni volta ci presentiamo con questo emendamento, ma non perché siamo arrabbiati con quegli imprenditori: assolutamente no. Ma in un momento in cui nella Regione Piemonte, così come in altre Regioni, la pubblica amministrazione non è in grado di onorare i debiti nei confronti dei fornitori che espletano dei servizi, tu, buon padre di famiglia, devi fare di tutto affinché i tuoi debiti siano onorati e devi fare di tutto per accendere la luce, dove si può accendere, per andare a prendere delle risorse.
Con la presentazione di questo nuovo emendamento ci rimettiamo veramente al vostro buonsenso e alla vostra responsabilità. Questo è un esempio che ho voluto fare con questo intervento, ma gli esempi possono essere moltiplicati: basta sfogliare i dati di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Pochi giorni fa eravamo in quest'Aula tutti intenti ad approvare la riforma sanitaria; riforma sanitaria che ha imposto un calendario, devo dire anomalo, alla discussione della legge finanziaria e del bilancio. Pi volte è stato imposto, dal vertice regionale, il rispetto di scadenze ritenendo prioritaria la riforma sanitaria e subito dopo il bilancio.
Probabilmente si è stati anche un po' imprudenti nel voler a tutti costi determinare e segnare una fretta che, relativamente ad alcuni argomenti non è sempre la migliore consigliera.
Sta di fatto che nella Commissione bilancio il tutto è avvenuto in modo molto confuso e con una scarsissima possibilità, da parte dei commissari di prendere atto, in termini di verifica, della documentazione, ed emergono ancora oggi, soprattutto nell'ambito del bilancio, una serie di contraddizioni non certo di poco conto. Mi rendo conto, perché è ovvio, che alcuni colleghi di maggioranza, o anche alcuni colleghi della Giunta quando interverranno diranno che questa situazione dipende da una anomala situazione generale.
Questo lo sappiamo, ma aggiungo qualcosa di più.
A mio avviso, ci troviamo di fronte ad una situazione veramente kafkiana perché, a livello nazionale, la maggioranza che sostiene l'attuale Governo è costretta - poi faremo delle valutazioni sugli assetti e sulla differenza degli assetti nazionali con quelli locali - ad emendare in Parlamento le proposte del Governo.
Data la situazione, direi che è abbastanza normale, perch significherebbe, da parte della politica, abdicare in modo totale, invece le forze che sostengono il Governo Monti si riservano almeno di discutere non dico di imporre, ma quanto meno di proporre determinate soluzioni migliorative.
Qui non mi pare che abbiamo un Governo tecnico; qui noi dovremmo avere e sottolineo il "dovremmo" - un Governo politico eletto; dovremmo avere e sottolineo il "dovremmo" - una maggioranza, così come venuta fuori dalle elezioni, che sostiene, in modo lineare, un'azione di governo concordandola e chiedendo, con credibilità sufficiente, non solo in quest'Aula ma anche nelle Commissioni, il voto da parte delle opposizioni.
A volte invece - questa è un'occasione nella quale emerge in modo chiaro e forte - l'opposizione deve invertire il proprio ruolo, dove ritiene che possa essere accettabile la proposta, perché c'è una parte della maggioranza che si oppone.
Allora mi verrebbe da fare una battuta: cambiamo la maggioranza, ma non è possibile perché oggi la Presidenza appartiene ad una forza politica che a livello nazionale, è all'opposizione. Voler quindi riproporre, a livello locale, gli stessi assetti nazionali sarebbe improponibile, ma è una battuta.
una battuta, ma forse servirebbe, o sarebbe stato possibile in quel caso, ottenere risultati di Governo migliori. Non lo so, sta di fatto che purtroppo, ci troviamo di fronte all'impossibilità di collaborare e di costruire in modo propositivo elementi di serio governo di questa Regione perché molto spesso le carte si cambiano in corso d'opera, non per l'intervento di qualcuno dell'opposizione o, meglio, non sempre da parte dell'opposizione, ma in corso d'opera da frange o parti della maggioranza.
Sicuramente questo determina un disagio da parte di chi vorrebbe poter lavorare in modo serio.
Indubbiamente, nell'articolato di questa legge finanziaria, costituita da nove capi e 32 articoli, ci sono cose che si possono condividere: non dico che è tutto da buttare via, ma purtroppo il metodo con cui siamo giunti a questo tipo di formulazione non ha sicuramente soddisfatto nessuno da parte nostra.
Esistono situazioni, come quelle relative all'articolo 26 sugli interventi a tutela della maternità - ne cito uno per caso, ma nella discussione sugli emendamenti e sull'articolato avremmo modo di intervenire in modo puntuale punto per punto - che sono dei tentativi, come quello di andare ad intaccare il diritto della donna di auto determinarsi nella scelta di un'interruzione di gravidanza, veramente maldestri. Consentitemi di dirlo! Qui abbiamo presentato degli emendamenti, così come li abbiamo presentati dall'articolo 3 in avanti.
Cercheremo di ottenere qualche miglioramento, non solo relativamente al punto "efficienza, efficacia e controllo", ma anche per quanto riguarda alcuni punti, rispetto ai quali sarebbe possibile ridurre la spesa in determinati ambiti, affinché orientarla in settori - quale quello a cui precedentemente faceva riferimento il collega Laus - che non possono assolutamente essere sottaciuti e non possono assolutamente non essere considerati nella giusta e indispensabile dimensione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Indubbiamente, il dato più rilevante di fronte al quale ci troviamo a trattare la legge finanziaria, oggi, e il bilancio preventivo, nei giorni a venire - senz'altro salta maggiormente agli occhi non solo a quest'Aula, ma ai molti interlocutori, a partire dagli enti locali, che, in Piemonte guardano al bilancio regionale anche per il funzionamento dei propri bilanci - è il ritardo con cui arriviamo alla discussione in Aula. È un ritardo tanto più preoccupante rispetto a due ordini di questioni. Il primo è interno, di carattere regolamentare: abbiamo un Regolamento che avrebbe tranquillamente consentito di approvare un bilancio in tempi certi, quindi entro il 31 dicembre di quest'anno, a differenza di quanto avveniva nelle legislature precedenti.
La seconda questione è una ragione più complessiva di carattere economico e politico. Infatti, la condizione complessiva di crisi e di difficoltà dentro la quale ci troviamo, insieme al Piemonte, avrebbe richiesto dalla Giunta ben altra tempestività e ben altra attenzione su questa materia. Quindi, arriviamo al limite massimo dell'utilizzo dei tempi dell'esercizio provvisorio, cioè la fine di aprile, nel contesto, appunto interno all'Aula ed esterno, che ho cercato di ricordare.
Questo ritardo è già stato preceduto da altri atti: ricordo come non si sia proceduto per quanto riguarda l'assestamento e altri atti anche importanti relativi al bilancio 2011.
Inoltre, arriviamo in ritardo alla scadenza della legge finanziaria e del bilancio preventivo 2012 con un testo di bilancio - quella discussione la svolgeremo successivamente: il collega Reschigna ha già posto, oggi, una pregiudiziale - che potremo definire non veritiero e infondato, con dati che non quadrano, con un mutuo che non si sa nemmeno se possa essere acceso nei termini in cui è stato proposto, quindi con ordini di difficoltà veramente consistenti da questo punto di vista.
Questa legge finanziaria, nella sua struttura generale, contiene anche altre caratteristiche negative.
Nel corso della scorsa legislatura e in quelle precedenti avevamo sentito l'attuale maggioranza - l'allora minoranza - criticare le leggi finanziarie che venivano successivamente presentate, in quanto erano provvedimenti omnibus, che raccoglievano al loro interno, come un treno sempre più lungo, delle carrozze che avevano poco senso con il resto del convoglio. Cioè, in quella legge finanziaria si caricava di tutto: tutto quanto non si era potuto fare precedentemente, tutto quanto si riteneva avrebbe avuto un percorso troppo lungo attraverso la legge ordinaria trasformando in urgenti questioni che con l'urgenza non avevano nulla a che fare. I colleghi, precedentemente, ne hanno ricordata una che cade particolarmente sotto i nostri occhi: una norma assolutamente ideologica e assolutamente inefficace quale quella - lo possiamo chiamare così - del bonus di 250 euro alle donne per non interrompere volontariamente la gravidanza. A mio avviso, questo non solo contrasta compiutamente con la legislazione equilibrata vigente in questa direzione (la legge n. 194/1978 ma anche la legge n. 405/1975 sui consultori); soprattutto, è una norma inefficace.
Noi sappiamo che il ricorso all'aborto si è ridotto, in particolare in Piemonte, in seguito all'applicazione della legge, e che oggi riguarda prevalentemente le donne extracomunitarie. Lì occorrerebbe intervenire potenziando i consultori, le strutture e i momenti d'informazione e di educazione. Invece, sulla prevenzione si tagliano i fondi e s'inserisce questa norma inutile ed inefficace, di puro dispendio di denaro pubblico in modo insensato, sulla base di una decisione di ordine ideologico, che non ha nulla a che fare con il Piemonte e con la popolazione piemontese sotto il profilo dell'efficacia. Dall'altro lato, si taglia la spesa sociale e la spesa per i servizi.
Non solo: attraverso tutte le norme di bilancio, è stata compiuta una scelta molto netta. Nel momento in cui le risorse sono scarse per tutti sia a livello nazionale, sia a livello regionale, sia per gli Enti locali occorrerebbe operare scelte strutturali, dove la Regione reinventa se stessa e taglia per davvero quegli sprechi alla spesa che sono stati dichiarati l'elemento principale da parte del Presidente, che accettava insostenibili tagli nazionali.
Quei fondi che, in questo momento, mancano al bilancio - quel miliardo circa - sostanzialmente, sono quelli che si è accettato di tagliare a livello nazionale. Quando sono stati redatti i piani di rientro sulla sanità, si sono accettati i tagli sulle materie economiche e quant'altro con grande zelo da parte del Presidente, dicendo che riducendo gli sprechi avrebbero risolto i problemi. Gli sprechi non sono stati ridotti, ancora permangono; non si è provveduto a politiche strutturali di re-invenzione della Regione, in un momento di necessità di riduzione dell'indebitamento in un contesto di risorse scarse. Non è stato rivisto, da questo punto di vista, il complesso delle politiche. Semplicemente, si è tentato di utilizzare l'accensione di mutui per sostenere la spesa corrente e non la spesa di investimento.
In questo traspare una questione di illegittimità di fondo, che è conclamata da più parti. Ricordo l'utilizzo dell'accensione di mutuo per sostenere la spesa corrente e non la spesa di investimento. Poi, si parla di un'accensione di mutuo per sostenere le spese per un referendum sulla caccia che, attraverso un atto di legge intelligente, che potrebbe essere concordato, potrebbe essere evitato, dirigendosi verso le richieste che il referendum propone.
Addirittura - richiamo il carattere illegittimo, ma, soprattutto strutturalmente e assolutamente miope - si inseriscono delle politiche di alienazione degli immobili, attraverso un fondo che pare assolutamente aleatorio e di difficile realizzabilità, da questo punto di vista, dopo aver perso più di un anno di tempo in questa direzione.
Noi non proponiamo le decine di emendamenti della maggioranza - che, in questo contesto, si presenta particolarmente divisa su un bilancio in ritardo, che non contiene scelte strutturali, che finanzia con i mutui le spese correnti e non le spese di investimento - bensì abbiamo presentato emendamenti di carattere strutturale. Tali proposte emendative intervengono sulla riduzione delle spese, soprattutto sulla riduzione dei costi della politica; intervengono, spostando risorse, sulla spesa sociale.
Guardate: deprimere la spesa sociale in un periodo di crisi è aumentare le ragioni di una crisi, perché è deprimere ulteriormente i consumi, oltre che compiere un'azione profondamente ingiusta.
Voi vi eravate presentati con un bilancio preventivo in cui in una prima fase la spesa sociale era al 50% del 2011. Sulla base di momenti successivi, tra cui la lunga discussione sul Piano Socio Sanitario, siamo riusciti ad ottenere, anche attraverso richieste che venivano dal complesso del Piemonte e della struttura degli Enti locali, da questo punto di vista di arrivare ad un contesto diverso: una spesa che si aggiri più o meno a quella del 2011 anche se ancora non la raggiunge.
Questa è stata una vicenda molto lunga, che ha coinvolto un lungo lavoro delle opposizioni in Commissione e in Aula, che non era tra le scelte prioritarie di questa maggioranza.
Queste sono le ragioni per cui noi abbiamo già espresso in Commissione la nostra contrarietà a questa legge finanziaria, per cui abbiamo espresso un articolato politico di emendamenti che vuole ridisegnare una manovra finanziaria di carattere diverso e non un'operazione ostruzionistica, ma che guardi al Piemonte, al ridisegno della Regione e all'intervento su capitoli fondamentali per la realtà piemontese.
Ci auguriamo che dal dibattito dell'Aula alcune di queste ragioni trovino accoglimento, perché queste consentirebbero di ridisegnare la vicenda piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
A me veramente colpisce contribuire a questo dibattito con una considerazione amara. Se questo, quello che vediamo qui oggi, è il livello della democrazia rappresentativa in questa Regione, se questo è il modo con cui si presentano ai ragazzi che assistono ai lavori del Consiglio i rappresentanti delle Istituzioni, credo fermamente che faremmo bene a chiudere la Regione e a tornare ad esempi di sano neo-centralismo sul modello francese.
Lo dico non volendomi mettere su un piano diverso dal punto di vista etico o delle qualità dei colleghi che siedono su questi scranni. Condivido le responsabilità, i pregi e i difetti di ciascuno di loro, ma penso che stiamo dando una prova povera, non all'altezza, una prova che in qualche modo fa venir meno la speranza che da queste istituzioni possa venire fuori qualcosa di buono per l'ente che stiamo amministrando e per la comunità che stiamo amministrando.
Guardate i banchi sotto la Presidenza, sono i banchi della Giunta regionale. È una Giunta regionale "desolantemente" vuota. C'è un solo uomo al centro, con la giacca grigia. È il Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera. C'è sempre, ma telefona. Legittimamente, lavora molto, ma non c'è nessun altro in questa Giunta regionale. Non trovate in questa sede il Presidente; non trovate oggi, nei banchi l'Assessore al bilancio, sarà fuori. Gli altri Assessori non li trovate. Ma il problema non è che non ci sono in questo momento, il problema è che non ci sono qui oggi con la testa, non ci sono con la passione, non ci sono con un progetto per guidare la regione! Noi oggi votiamo il bilancio preventivo 2012, cioè il bilancio che dovrebbe amministrare questo Ente dal 1° gennaio al 31 dicembre di quest'anno. Siamo a metà aprile e lo approveremo entro la fine di aprile.
Anche in passato succedeva che si votava così tardi, ma perch all'epoca c'era un Regolamento diverso. All'epoca le opposizioni, pensando di danneggiare la Giunta regionale, ritardavano con manovre dilatorie e con l'ostruzionismo, l'approvazione. Oggi questo non c'è, oggi è possibile approvare il bilancio in tempi certi, approvarlo entro il 31 dicembre dell'anno precedente, ma non viene fatto! Perché? Perché la Giunta regionale non ha voluto rendere noti i dati. Ha procrastinato il più possibile le scelte. Noi ci stiamo avvicinando al momento della verità anche se la Giunta questo momento lo vuole nascondere.
Noi abbiamo avuto un Presidente in questi anni, in questo anno e mezzo che è stato più propenso a coltivarsi la posizione da membro importante della Lega e del cerchio magico attorno all'Onorevole Bossi che non a quello di amministratore della nostra Regione. Lo si vede oggi che non è qui.
Noi abbiamo un Presidente che, ogni volta che interviene parlando sui conti della Regione, dice: "Noi abbiamo ereditato un debito. Il debito lo hanno fatto altri".
Allora chiedo a qualcuno qui che ha memoria di storia se mai si ricorda se Alcide De Gasperi, quando ha avuto la responsabilità di costruire l'Italia del dopoguerra, abbia mai detto: "Sì, abbiamo dei debiti. Li ha fatti Mussolini. Abbiamo il Paese distrutto, l'ha fatto il fascismo". Vi ricordate di questo? No.
Abbiamo un Presidente che guarda, come diceva prima il collega Lepri nello specchietto retrovisore e che scarica ogni volta le responsabilità su quelli che c'erano prima, senza sapere che lui, sulla base di queste responsabilità, ha vinto le elezioni e che oggi è lui che ha la responsabilità di governare.
una Giunta regionale che non ha fatto nessun spending review, nessun controllo della spesa per distinguere tra spese inutili, quindi riducibili e spese non riducibili. È una Giunta regionale che ci propone un bilancio che è falso! Che è falso! La legge che stiamo votando dice che c'è un avanzo di amministrazione dell'anno passato di 159 milioni, cioè che l'anno scorso si è stati virtuosi e che si è speso meno di quanto si è incassato. Che si è avanzato un gruzzoletto di 159 milioni. Invece, noi abbiamo saputo dall'Assessore al bilancio in Commissione che questo tesoretto non c'è e che c'è un debito di 444 milioni di euro sull'esercizio 2011.
Ma c'è di più! Ci sono dei soldi che sono spariti! E sono dei soldi che sono dei piemontesi. Ve lo chiedo. Lo chiedo a lei, Vicepresidente Cavallera, la cui serietà e la cui attenzione abbiamo sempre apprezzato.
Vicepresidente, dove sono andati i 229 milioni di euro che sull'UPB 12.041 servivano per pagare le spese delle aziende di trasporto? Erano a bilancio li avete tolti a novembre. Avete pagato solo il 60% di quello che dovevate pagare alle imprese padane, che hanno lavorato, avete detto che i 220 milioni li darete l'anno prossimo! Ma dove sono questi soldi? Non risultano né negli impegni passivi, n nei residui passivi, perché i funzionari della Giunta regionale ci hanno detto: "Va bene, non sono nei residui passiti. Questi soldi non li abbiamo impegnati". Non risultano a bilancio in più su quello che serve per quest'anno. Dove sono questi soldi? Sono spariti? Vicepresidente, ci dia lei un'indicazione.
Se fossimo un po' più a sud, mille chilometri più a sud, diremmo che stiamo giocando con il gioco delle tre campanelle e con la pallina. State facendo sparire, però, non una pallina, ma 220 milioni di euro. E sempre su quella UPB, quella che finanzia il trasporto pubblico locale. Cito solo quella, scusatemi, ma ce n'è già d'avanzo.
Quest'anno voi mettete lì 568 milioni di euro a bilancio, ma avete contratti firmati che necessiterebbero di 691 milioni a bilancio.
Avete approvato delle deliberazioni, unilaterali, di riduzioni, che porterebbero se fossero legittime, la spesa a 622 milioni. Ma voi ne avete messi 568! Quindi, già solo su quell'UPB fate sparire con giochi di bilancio 200 milioni e i funzionari della Giunta, oltre che sorridere farebbero bene a spiegarci come hanno intenzione di tirare fuori queste risorse, perché sono risorse che servono a imprese o a lavoratori piemontesi.
Inoltre, sul bilancio di quest'anno occultate qualcosa come altri 130 milioni! Qui state dando dei dati che sono "taroccati"! Che sono falsi! Allora, noi sappiamo che i soldi, come ci insegna il grande statista che ci guida, l'on. Roberto Cota, non sono stampabili. Sappiamo che i tagli vanno fatti, ma chiediamo che ci vengano spiegati come e dove sono fatti e soprattutto, come si risolvono le questioni che restano aperte, posto che come è stato documentato dagli interventi dei colleghi di questa mattina non sono più esperibili tentativi di aumentare l'indebitamento regionale poiché la legge nazionale lo vieta.
Abbiamo detto essere un bilancio falso, ma è anche un bilancio in cui manca una chiara indicazione delle priorità. È un bilancio in cui la Giunta regionale dimostra di essere schiava dei clientelismi politici di bassa lega (scusatemi il bisticcio che, in questo caso, non è voluto).
Non vi è alcun intervento sui costi della politica: sfido il Gruppo di Lega Nord a rendere trasparenti i bilanci dei Consigli regionali. Qui fanno i moralisti, ma vietano e votano contro tutte le possibilità di rendere trasparenti e on line i soldi del finanziamento pubblico ai partiti, i fondi dei Gruppi consiliari regionali. Mettiamoli on line, votate il nostro emendamento! Perché se qualcuno, davvero, usa male questi soldi, dev'essere reso noto e conoscibile a tutti.
Non c'è stata nessuna riorganizzazione delle aziende partecipate e nessuna fusione, così come votato in Aula, tra Sviluppo Piemonte Turismo e IMA; nessun fondo immobiliare creato per favorire le alienazioni (speriamo che ce la faccia il povero e volenteroso Assessore Monferino!); nessuna razionalizzazione delle partecipate; una logica clientelare nelle nomine dei Parchi, un bando che prevede compensi per i neodirettori dei Parchi regionali fuori dalla realtà; un incremento del personale nelle aziende partecipate dalla Regione e controllate dalla politica.
Questo è il quadro che abbiamo di fronte: non è un quadro felice. È un quadro in cui non giudichiamo dall'esterno. È un quadro per cui non ci resta che dire che se questo è ciò che siamo capaci di fare tutti noi mettendoci sullo stesso piano - forse meriterebbe chiudere. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "L. Einaudi" di Alba (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Luigi Einaudi di Alba, classi I C e I E, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito generale inerente al disegno di legge n. 169 "Legge Finanziaria per l'anno 2012".
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Sicuramente non sarò appassionato come chi mi ha preceduto, ma cercherò, comunque, di illustrare all'Aula (e non solo all'Aula) ciò che stiamo cercando di fare, perché sembra quasi che qua si voglia farci passare per malfattori, stregoni o quant'altro. E, allora, voglio ricordare sommessamente quello che si sta cercando di fare in questa legge finanziaria.
In questa norma sicuramente si vogliono lanciare precisi messaggi sulla questione dell'efficientamento della Regione e del recupero delle risorse ne abbiamo parlato a iosa nelle Commissioni, ma ci tengo a ribadirlo anche in questa sede.
Il recupero delle risorse è un capitolo che questa Giunta e questa maggioranza, fin dal loro insediamento, hanno cercato di portare avanti.
Anticipo, ma lo ribadirò anche alla fine, che sicuramente si può fare meglio, si dovrebbe far meglio, si dovrà far meglio. Questo è indubbio, ma è un dato di fatto che questa maggioranza e questa Giunta fin dall'inizio hanno cercato di portare avanti il discorso del recupero delle risorse della Regione Piemonte e, quindi, dei piemontesi.
Noi, tra l'altro, per centrare questo obiettivo - lo voglio ricordare perché poi, al di là delle parole, ci sono i fatti! - intendiamo attuare un controllo molto rigoroso delle spese. E lo facciamo, tra l'altro, con l'articolo 3 della legge finanziaria, che mi permetterei di leggere.
Il testo dell'articolo 3 recita: "Al fine di razionalizzare ed ottimizzare le spese a carico del bilancio regionale, superando il criterio della spesa storica" - per intenderci, quella che ha portato quasi alla rovina il Paese - "la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale entro il 30 giugno 2012", quindi entro il 30 giugno di ogni anno...



CAROSSA Mario

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



CAROSSA Mario

Collega Carossa, è un emendamento del Partito Democratico approvato in Commissione! Emendamento del Partito Democratico!



CAROSSA Mario

Vada tranquillo! Dicevo, "la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale entro il 30 giugno 2012" - quindi entro il 30 giugno di ogni anno - "un programma per la rimodulazione e la riduzione complessiva della spesa attraverso i seguenti interventi". Non vado oltre il discorso di tutti gli interventi che sono previsti.
Vorrei soltanto fare, tranquillamente e sommessamente, un'osservazione: quando lei ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio per cinque anni - ruolo che adesso è svolto dall'onorevole Cattaneo - questa cosa emendamento PD o non emendamento PD, non è mai stata fatta, caro il mio collega Gariglio! Io sono sempre tranquillo - va tutto bene - però sentirsi dire da lei o dalla ex Presidente Bresso determinate cose...



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, la invito a rivolgersi alla Presidenza.



CAROSSA Mario

Mi permetta, Presidente, perché molto sommessamente vorrei ricordarle queste cose. Così come vorrei ricordare che per la prima volta si è lavorato seriamente per un'inversione di tendenza rispetto al passato.
Ribadisco che, per la prima volta, seriamente, si è lavorato a questa inversione di tendenza.
Potremmo iniziare, per esempio, dal discorso sulla sanità: dopo dieci anni di continua crescita esponenziale della spesa (non parliamo di soldi che vengono dalla luna, ma dai piemontesi!) per la prima volta si è iniziato a ridurre la spesa sanitaria, che ammonta - non dimentichiamolo a otto miliardi e 200 milioni di euro, una cifra che quasi non si riesce nemmeno a ripetere o ad immaginare. Per la prima volta! Tutto ciò è stato fatto da questa "maledettissima" maggioranza, che non è capace a fare nulla, cari amici! Ma voglio andare oltre: noi sul discorso della trasparenza delle spese dei Gruppi siamo sempre stati disponibilissimi a discuterne. Voglio anche ricordare, però, che prima della trasparenza - o insieme alla trasparenza - oserei dire che bisognerebbe anche risparmiare incominciando, magari, conglobando due Gruppi di esponenti del PD che costano ai piemontesi 250.000 euro ciascuno l'anno! Sono Gruppi composti da una persona sola! Trasparenza e risparmio: da questo bisogna iniziare, cari signori. Questo si deve avere il coraggio di fare! Perché noi siamo abituati - e lo stiamo dimostrando - a usare le scope ma lo facciamo a casa nostra! Vorrei invitare anche gli altri ad usarle a casa propria, cara ex Presidente Bresso, che costa ogni anno 250.000 euro ai cittadini piemontesi, perché costituisce un Gruppo da sola, o il suo collega Stara, entrambi esponenti del PD.
Diciamole le cose, perché qua si va a sindacare, si vanno a fare i comizi sul risparmio o sul fatto che "tarocchiamo" i numeri, ma queste sono le cose che bisogna dire.
Termino, perché non voglio usare troppo tempo, sulle politiche sociali: su questo tema siamo sempre stati d'accordo anche con l'opposizione assolutamente. Sulle politiche sociali bisogna intervenire, ma lo stiamo facendo tutti quanti assieme. Voi mi potrete accusare di qualsiasi cosa, ma non sul fatto di dimenticare la mia casacca quando si parla di politiche sociali: l'ho sempre fatto e sempre lo farò. Se su questo argomento sopraggiunge qualcosa di buono, da qualsiasi parte venga io l'accetter sempre. Abbiamo dimostrato che lo stiamo facendo.
Nonostante il Governo Monti, che voi e non solo voi appoggiate, abbia tagliato del tutto i soldi per le politiche sociali, noi riusciremo ad arrivare, con l'aiuto di tutto il Consiglio - opposizione e maggioranza tutti quanti - almeno a 106 milioni di euro. E questo, secondo noi, è un dato molto importante: è un risultato che può venire incontro a tutti i bisogni, sempre più pressanti, delle fasce deboli del Piemonte.
Vi dico quindi questo: cerchiamo di andare avanti sulla finanziaria.
Avete ragione: siamo in ritardo, purtroppo, e di questo la colpa è nostra assolutamente; avremmo dovuto approvarla prima. Attenzione, però, perch non sono venuto giù dalla luna; sarò un po' barbaro e qualche volta anche sognante - non sempre - ma non sono venuto giù dalla luna: che il bilancio sia stato approvato il 30 aprile è capitato, penso, otto anni su dieci nelle precedenti legislature; non è la prima volta che capita. Lo dico perché magari a qualcuno dei ragazzi ospiti, che hanno ascoltato attentamente - e di questo li ringrazio - il collega Gariglio, sarà sembrato che per la prima volta viene approvato il bilancio entro il 30 aprile dell'anno in corso: otto volte su dieci il bilancio è stato approvato il 30 aprile. Anche su questo, quindi, cari signori, diciamo sempre le cose come stanno. Termino con un invito: in questo momento di crisi - che non è creata esclusivamente da noi (non siamo così capaci a creare la crisi), ma è una crisi generalizzata, è un problema di liquidità e di risorse generalizzato, a qualsiasi livello - cerchiamo il più possibile, al di là - come dicevo prima - delle casacche politiche, di portare avanti, per il bene dei piemontesi, la finanziaria e il conseguente bilancio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, devo dire che sono molto imbarazzato, perché, quando si interviene, basta un argomento, a chi ha un po' di esperienza, per poter andare avanti dieci minuti, riempiendo il proprio intervento di contenuti.
Ci sono talmente tanti problemi e argomenti degni e bisognosi di essere illustrati in dieci minuti, che sono veramente in difficoltà. Provo, per ad andare per ordine. Utilizzo un minuto, per dare qualche informazione al collega Carossa, proprio perché noi siamo l'Assemblea legislativa di un'importante Regione anche a livello nazionale; e vorrei informare il collega Carossa e gli altri colleghi,. che non ne sono a conoscenza, che il Partito Democratico è l'unico partito nazionale che certifica i suoi bilanci da anni: li certifica con una società di revisione internazionale...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Sto parlando del Partito Democratico, ma arrivo alle osservazioni, dato che non mi sottraggo mai: figuratevi! La stessa cosa fa il partito regionale e la stessa cosa sono convinto che dovremmo fare come Gruppi regionali, perché la trasparenza è una cosa indispensabile per rispondere alla demagogia e all'antipolitica; non certo l'occultamento: bensì, la trasparenza.
Invitiamo - non "sfidiamo", perché su questo tema non c'è alcuna sfida gli altri partiti a fare altrettanto; e, chi rompe, paga; chi commette un reato, va in galera. La certezza dell'onestà non è di nessuno, ma, chi rompe, paga e chi commette un reato, va in galera. Noi invitiamo gli altri a certificare i bilanci come fa il Partito Democratico nazionale da anni e come fa quello regionale da quest'anno. Questo è uno dei pochi modi, per dare risposte certe: dire come si spendono i soldi pubblici, dei cittadini.
Veniamo alle cose più nostre. Questo è un bilancio falso; è un bilancio che io ho definito "farlocco". Oramai è chiaro, è clamorosamente chiaro con le cifre che - al di là di quel che poteva sembrare una provocazione politica, un'accusa, un'esagerazione, un pensar male - questo bilancio si dimostra drammaticamente falso.
L'hanno detto i colleghi prima; l'ha detto il Consigliere Gariglio e l'ha detto il Consigliere Ronzani in queste settimane: i conti non tornano.
(È la somma che fa il totale, no?) Da sempre... Voi avete inserito 159 milioni di previsionale; non si capisce se ora sono 400: sto aspettando ancora la risposta dall'Assessore Quaglia, perché nel bilancio provvisorio erano 250 e, con l'aggiunta dei 159, fanno 400. Pensate cioè di chiudere con un artifizio contabile - neanche Houdini avrebbe fatto altrettanto con 400 milioni di attivo, mettendo 300 milioni che sembrano i carri armati di lontana memoria che arrivano dalla Finpiemonte: ma quando arriveranno? Mai! E operate una sopravvalutazione dei soldi che deve dare lo Stato, in questi tempi? Ma quale illusione! E allora, abbiate il coraggio di fornire le cifre vere, se ne siete in grado e se le conoscete. La preoccupazione, infatti, riguarda il fatto che non siete stati in grado di indicare le cifre vere perché non le conoscete.
E questo dovrebbe preoccupare anche voi, perché per poter capire cosa fare bisogna sapere a che punto siamo.
Sul bilancio ci torneremo e ha fatto bene il Capogruppo del Partito Democratico Reschigna a dire: si torni a discutere in Commissione. Su questo decideranno i Capigruppo. Sulle cifre ballerine e sulle cifre false infatti, non si può ragionare.
Chi ha assistito oggi all'incontro con le associazioni che si occupano degli "ultimi" ha colto un dramma; e quelle Associazioni - non solo l'opposizione - attendono risposte: i non autosufficienti psichici, motori ecc.; c'erano anche il Presidente del Consiglio e altri colleghi quando i medici - questa è la cosa grave su cui andrò in fondo - ci dicevano: "Non ci permettono di sostituire i malati che vanno via, di autorizzare ricoveri e terapie". Ma dove siamo?! E noi, in questa situazione, a cosa assistiamo? Alla desolazione.
Lasciano la cara Giovanna Quaglia da sola, con quest'abito rosso che è in cima alle simpatie mie personali, anche di tipo zodiacale; potete verificare che il colore rosso è quello dello Scorpione; quindi si tratta di simpatie non solo politiche. Dicevo che lasciano da sola l'Assessore Quaglia, in una situazione di difficoltà, e chi ha la responsabilità vera politica e reale non si presenta.
Ma cosa pensa? Di sostituire Formigoni, continuando a non venire in Piemonte? Se anche saltasse Formigoni - come probabile - lui non prenderebbe il suo posto: è chiaro! Non prende il posto neanche nella reggenza della Lega. Venga a fare il Presidente! È chiaro - oramai - che non lo considera neanche la Lega? Se ne faccia una ragione! Capisca che il suo posto è qua. Gli canterò "Torna. Questa casa aspetta a te", se pu servire: non si sa mai.
E mentre c'è questa situazione - io sono rimasto sorpreso - c'è l'Assessore Bonino? Con questa gestione spregiudicata - lo vogliamo dire? E ci torneremo eccome a parlarne! - per la quale non si capisce bene dove siano la gestione assessorile, quella familiare e quelle di altro genere.
Sono stato chiaro? Mi riferisco al fatto che - in una situazione ordinaria questo va bene - l'Assessore Bonino stamattina ha risposto, come se niente fosse, ad un'interrogazione del collega Biolé (per caso, perché ce n'erano altre due) sul nuovo tracciato della circonvallazione di Cherasco e non si sente in dovere di rispondere - ma ne parla ai giornali - su altre circonvallazioni. E il Presidente Cota non si assume la responsabilità politica di fornire qualche informazione a questo Consiglio regionale! In confronto, Enzo Ghigo era uno statista: è chiaro? In confronto, Enzo Ghigo era uno statista, perché non si è mai sottratto, nei momenti di difficoltà - anche quelli impopolari - a venire qui, magari anche silente a mettere la faccia e il petto nella sede dove si discute. E vi parla chi non gli ha fatto sconti. È chiaro? Io sono tranquillo.
Infatti, ero contrario a costituire SCR - lo sanno tutti - e ho chiesto per primo che venisse chiusa. E adesso questa è la posizione di tutto il Gruppo e dovrebbe essere anche la vostra. Lo diciamo da tempo, non perch si vuole cavalcare il giustizialismo: lo diciamo da tempo. E, cari colleghi, lo dicono da tempo anche molti di voi, che non hanno avuto il coraggio di poterlo dire con sufficiente forza, che quel posto lì, che più che una società di committenza, era un comitato di affari, andava chiuso.
Penso di essere stato chiaro! Rispetto a questa situazione, il Presidente Cota non si presenta in Aula ad assumersi le responsabilità e a dare delle informazioni; non fosse altro - com'è successo alcune volte - perché siamo in presenza di un'indagine della Magistratura. Non abbiamo niente da dire. Politicamente sarebbe sufficiente anche questo.
Non è che noi pensiamo o non sappiamo quali sono le regole, ma il Presidente Cota non si presenta nemmeno a discutere dell'atto che ha un suo peso istituzionale: si apre la discussione sul bilancio, non ci sono i soldi - "l'acqua non c'è e la papera non galleggia" - c'è mezzo Piemonte in difficoltà, mettono in cassa integrazione le cooperative sociali, chiudono le aziende. Succede di tutto, succede il finimondo, e lui non si presenta qui! Non ha il coraggio! Ma cosa fa? Dov'è? Diteci dov'è! Andremo alla trasmissione "Chi l'ha visto?"! Che venga qui! Non lo vogliono a dirigere la Lega! Non lo vogliono a fare il Presidente della Regione Lombardia! Venga qua, se ha il coraggio! Si assuma le sue responsabilità di essere il capo, finché dura, e se dura, perch per quanto mi riguarda, io sono per mandarlo a casa. E non sono l'unico nell'opposizione e, sempre di più, anche nella maggioranza. Anche qualcuno della Lega!



(Commenti dai banchi dei Consiglieri della Lega Nord)



PLACIDO Roberto

Vedremo! Questa è la cosa incredibile: che non si presenta in quest'Aula nell'atto istituzionale del bilancio, non si presenta a dare informazioni mentre arriva un ciclone che non è ancora finito. Perché quello che c'è stato, non è stato mica un tuono! Per quanto mi riguarda, Lusi in galera! È chiaro? C'è Lusi, c'è Belsito e potrei fare...



(Commenti dai banchi della Lega Nord)



PLACIDO Roberto

Ragazzi, tranquilli, per la simpatia che c'è, non ho detto quelle cose ma non mi sollecitate perché potrei iniziare nel prossimo intervento.



(Commenti del Consigliere Marinello)



PLACIDO Roberto

Dopo questa minaccia dell'amico Marinello, per il quale ho una simpatia particolare, termino l'intervento.
Chiedo ancora solo dieci secondi, Presidente, e la ringrazio per la disponibilità.
Quindi, sono a pretendere uno scatto di dignità istituzionale. Ve lo chiedo. Chiedete al Presidente Cota di venire qui, perché si discute il bilancio in questa situazione di bilancio falso.
Confutate quello che noi diciamo! Confutatelo, ma deve essere lui a farlo innanzitutto - a noi le cifre dicono altro - venendo qui a dare qualche informazione su quello che sta succedendo su una società della Regione. Non si è mai visto! Bisogna avere il coraggio, se si hanno gli "attributi" - come ho detto recentemente - non solo sui manifesti, di assumersi le proprie responsabilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Chiedo a lei, e lo chiedo davanti a tutto il Consiglio, di potere acquisire l'intervento del collega Placido, che ha fatto un intervento molto complesso - lo voglio solo indicare così - in modo da poterlo leggere ed approfondire e discutere con il mio Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Dopo la veemenza dell'intervento del Vicepresidente Placido - che, tra l'altro, ha utilizzato un linguaggio un po' sessista che credo valga la pena lasciare fuori da quest'Aula, e lo rimarco a chi della maggioranza e anche a chi dell'opposizione lo utilizza - credo che valga la pena considerare il fatto che stiamo effettivamente discutendo l'atto più importante del Consiglio regionale, mettendo da parte quello che è stato il Piano Sanitario. Anche il Piano sanitario certamente è stato un atto importante, ma è comunque secondario rispetto a quello che è l'indirizzo che la Regione si dà con il bilancio.
Noi lo discutiamo ormai ad anno avanzato e poco mi interessa il fatto che sia già stato fatto con altre Giunte e con altre Amministrazioni proprio perché in un momento così difficile abbiamo già trascorso un terzo dell'anno. In questo senso, è chiaro che il tema della programmazione delle priorità che questa Regione si deve dare risulta, per certi aspetti definito sicuramente rispetto ad un anno in parte avviato.
Il problema è che si fa difficoltà su questo. Non ripeto quello che hanno già detto altri colleghi, ma si fa difficoltà ad intravvedere quali siano le priorità. Questo disegno di legge è partito con pochi articoli e poi, nella discussione che, via, via, si è articolata in Commissione, si può dire che sia lievitato. Lievitato con tanti riferimenti a parecchie leggi e che certamente non fanno comprendere bene quali siano appunto le priorità. Priorità che, per esempio, nella finanziaria, in tema di pesca vedono - è già stato ricordato - l'esonero del pagamento per i minori di 14 anni e le persone con handicap, oppure un articolo sulle piscine rispetto alla definizione e l'individuazione dei responsabili, con riferimento anche alle piscine facenti parte di condomini.
Crediamo che questi siano sicuramente interventi interessanti e importanti, ma non prioritari. In questo momento, crediamo invece - è già stato ricordato, abbiamo incontrato alle ore 13 le associazioni e anche gli operatori nell'ambito del sociale - che le priorità dovrebbero essere perlomeno più chiare all'interno di quello che rappresenta il biglietto da visita della Regione.
Dal punto di vista delle priorità, se da una parte, per esempio condividiamo il fatto che vi sia l'estensione anche alle persone al di sotto dei 35 anni d'età, oltre agli ultracinquantenni, per quanto riguarda il raddoppio della somma deducibile ai fini IRAP quando l'assunzione di queste persone avviene a tempo indeterminato, è chiaro che, dall'altra parte, vorremmo vedere, oltre a questo intervento, delle politiche più definite, anche perché crediamo che il tema dell'occupazione, insieme al tema delle politiche sociali, sia in questo momento una priorità. Una priorità che in realtà non cogliamo.
Poc'anzi il Capogruppo Carossa diceva di condividere con la minoranza questa priorità. In realtà, se andiamo a leggere la finanziaria, troviamo sotto "Disposizioni in tema di politiche sociali" quello che riteniamo un intervento assolutamente discutibile: l'istituendo fondo Nasko (sulla base del modello lombardo). Un intervento che anche parte della maggioranza non condivideva. Per quanto ci riguarda, abbiamo presentato degli emendamenti affinché questo fondo non venga istituito e ci si basi su altri tipi di intervento. Non serve la monetizzazione per quanto riguarda le donne che rinunciano all'interruzione volontaria della gravidanza, ma servono servizi, serve il potenziamento dei consultori: ricordiamo che abbiamo modificato anche il Piano Socio Sanitario in questo senso.
Quindi riteniamo che l'attenzione al welfare non possa essere riassunta all'interno della finanziaria con il riferimento a questo istituendo fondo.
Tra l'altro, facciamo anche un rilievo di carattere metodologico che si intravede in molti degli interventi previsti: le decisioni vengono demandate alla Giunta. Molte di quelle che saranno le scelte effettive vengono spostate dal Consiglio regionale alla Giunta, e in questo senso certamente non ci troviamo in linea.
Noi crediamo che il tema del welfare regionale avrebbe dovuto assumere un rilievo di carattere diverso. Abbiamo visto certamente degli interventi sul fronte della cultura, che noi andiamo a inserire nel welfare più generale. Rispetto ad interventi innovativi quale quello dell'istituzione delle carte di credito, dobbiamo comprendere come potrà trovare una sua realizzazione.
Sul tema delle entrate, non condividiamo l'istituzione di un ennesimo fondo immobiliare: ne abbiamo visti già in altre Amministrazioni e abbiamo notato che in questo periodo si tratta di una strada che ha poche possibilità di successo, al di là delle considerazioni su quella che pu essere una valutazione del ricavato, che non risponde esattamente alle possibilità. Anche qui, oltretutto, evidenziamo il fatto che le scelte effettive vengono sempre demandate alla Giunta.
Una considerazione in più, diciamo per l'esigenza di dover toccare molti temi che poi verranno approfonditi nella discussione dei singoli articoli e degli emendamenti, è relativa al passaggio dalle entrate alle spese. Rispetto alla questione del personale, crediamo che sia giusto porre una certa attenzione - abbiamo presentato degli emendamenti anche in questa direzione - sul famoso tema dei precari della Regione. Sappiamo che è in atto una discussione da parte della Giunta e anche in sede della Prefettura rispetto alla questione della proroga dei contratti fino a che verrà definito un percorso. In questo senso, chiediamo che ci si assuma un impegno all'interno della legge finanziaria.
Sempre sul tema delle spese, così come hanno rilevato i colleghi effettivamente non ci sono dei seri interventi sul fronte dei costi della politica. E qui vorremmo fare una semplice considerazione molto sommessamente. Stiamo facendo la gara a chi è più trasparente come Gruppo ma ricordo che noi avevamo proposto come primo progetto di legge la creazione dell'anagrafe degli eletti; progetto che adesso è stato assunto dall'Ufficio di Presidenza. In realtà, per noi l'anagrafe degli eletti rappresentava anche un modo per mettere on line quello è il bilancio dei Gruppi consiliari. Lo avevamo proposto sin dall'inizio, ma senza particolare attenzione da parte di nessun Gruppo. In questo senso ribadiamo questa scelta, in modo che si possa procedere rapidamente e anche perché, al di là delle dichiarazioni, bisogna poi che seguano i fatti.
Sempre nell'ottica di spese che però vogliono dire anche - crediamo sviluppo per la Regione, certamente viene affrontata la questione delle partecipazioni regionali in modo forse così non organico. Cogliamo l'aspetto di quella che può essere la considerazione dei tetti per Amministratori degli Enti, però vediamo anche lì un intervento in modo non organico, per esempio, sul CSI Piemonte, che adesso ha un articolo al proprio interno (tra l'altro, dovrebbe essere rivisto dal punto di vista temporale) che in sé non dice nulla in particolare. In questo senso, noi abbiamo proposto degli emendamenti perché, prima di pensare all'informatica regionale, si deve pensare a che cosa quell'informatica regionale debba fare, ma la discussione che è avvenuta in Commissione - vedremo quello che avverrà anche in questa sede - non ci sembra rispondere all'obiettivo.
Chiudo dicendo che è compito della minoranza individuare, con le proprie proposte, quella che invece rappresenta una contro-finanziaria. In tal senso, chiediamo - e speriamo di poter aver modo anche nel dibattito sugli emendamenti - di poterla delineare, proprio perché pensiamo che in questo momento la Regione avrebbe bisogno di altro. Avrebbe bisogno di politiche pubbliche che, per esempio, pensino alla messa in sicurezza del territorio, mentre su questo non vediamo assolutamente attenzione.
Sarebbero politiche che, insieme al welfare, vorrebbero dire sviluppo, cosa di cui si ha un grandissimo bisogno e che invece non viene per nulla individuata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il collega Carossa ha ragione nel dire che, da quando esiste l'Ente Regione, quasi sempre il bilancio di previsione è stato approvato con l'esercizio provvisorio; però il collega Carossa dimentica che questo Consiglio regionale, maggioranza e minoranza - maggioranza e minoranza di allora - hanno approvato una modifica del Regolamento che permette alla maggioranza che governa di approvare il bilancio entro la fine dell'anno senza subire nessuno ricatto. Noi abbiamo modificato il Regolamento principalmente per questo motivo, perché era evidente che si andava in esercizio provvisorio perché la maggioranza veniva ricattata. Noi volevamo eliminare questo elemento e lo abbiamo fatto: maggioranza e minoranza - il Consiglio regionale - ha modificato il Regolamento.
Voi potevate approvare il bilancio entro la fine dell'anno e avete scelto di non farlo. È una scelta politica; come avete scelto di non presentare l'assestamento di bilancio. Non avete presentato l'assestamento avete adottato l'esercizio provvisorio e avete presentato un bilancio di previsione che ha i problemi che ha denunciato il Consigliere Reschigna questa mattina.
Che sia una situazione pesante, Assessore, lo sappiamo e ce ne rendiamo conto, perché non è che viviamo in un altro Paese. Siamo ben consapevoli delle difficoltà che vive il Paese e, quindi, anche questa regione, però mi pare che questo Paese si sia svegliato tutto d'un colpo, per capire che vivevamo in una crisi drammatica, e c'è voluto un altro Governo per dire che i ristoranti e gli aerei non erano sempre pieni e che forse questo Paese aveva già messo un piede nel baratro.
Oggi stiamo affrontando una crisi drammatica che c'era, c'è e che purtroppo, durerà a lungo. È per questo motivo che ci vorrebbe un ruolo diverso dell'Europa, ma questi sono altri discorsi, che comunque influiscono pesantemente rispetto al dibattito che stiamo facendo in quest'Aula sul bilancio di previsione.
C'è una questione molto importante riecheggiata negli interventi di molti colleghi: bisogna ridurre la spesa pubblica.
La riduzione pubblica è una priorità, ma c'è anche un problema di qualità della spesa, ed è quello che voi non avete affrontato nella discussione e nella preparazione di questo bilancio. Bisogna affrontare non solo la questione della riduzione della spesa pubblica, ma anche la qualità.
Vi chiedo quale lavoro avete fatto per valutare la qualità della spesa in questa Regione. Cosa c'entra, Assessore, relativamente alla qualità l'affidamento - non dico il nome - di un incarico di consulenza, a supporto della Direzione sanità, per attività finalizzate alla realizzazione del piano di rientro regionale, del programma attuativo e relativo Addendum? 100 mila euro nel 2011, 120 nel 2012 e altri 120 nel 2013! Consulenze di questo tipo cosa c'entrano con la qualità della spesa? Date una risposta anche su questo.
Avete presentato un bilancio statico, come diceva il collega Ronzani questa mattina. Avete fatto la fotografia della situazione. Punto. Vi siete fermati lì: la situazione è pesante, bisogna ridurre e avete tagliato un po'.
Avete presentato un bilancio statico. Avete messo qualche pannicello caldo per cercare di tamponare la situazione, ma oggi non si tratta di mettere qualche pannicello caldo o semplicemente di tamponare la situazione. Occorre ben altro e questa nostra consapevolezza ci ha portato a presentare una serie di emendamenti e a presentare un'idea diversa di bilancio di previsione, perché oggi c'è bisogno, non di valutare soltanto una riduzione, ma, come dicevo prima, il livello e la qualità sono la risposta che la spesa pubblica deve dare, in termini di efficienza e di efficacia.
Questo è un altro problema: come si spende e quale risultato dà la spesa che adottiamo nella nostra Regione? Rispetto a questo non avete dato nessuna risposta, non avete fatto nessuno sforzo.
Avete un'occasione per fare scelte innovative. Continuo a sostenere che è proprio nei momenti di grande difficoltà che bisogna avere la capacità di cambiare. Avete una grande opportunità. È evidente che nel bilancio di previsione del 2011 certe scelte non si potevano fare, ma siete a metà legislatura, questo era il bilancio dove voi dovevate dimostrare di avere la capacità di cambiare. Siete stati eletti e vi siete presentati in quest'Aula e ai piemontesi dicendo che avreste innovato, che avreste cambiato una situazione.
In questo bilancio di previsione - perché nel prossimo e nei successivi non lo farete - avete perso l'occasione decisiva. Il bilancio di previsione del 2012 era l'occasione per imporre quei cambiamenti che la situazione richiede.
Dov'è finita la spinta al rigore che una parte della maggioranza ha annunciato ed enunciato in molti interventi? E qual è la risposta che ha dato un'altra parte della maggioranza a quella richiesta di rigore che doveva essere presentato all'interno del bilancio 2012? Non c'è stata nessuna risposta e nessuna forzatura, da questo punto di vista, per imporre una politica di rigore nel bilancio di previsione 2012.
Non è stato così, e non è così il bilancio che avete presentato.
Questa maggioranza - mi permetto di dire sommessamente - ha fallito. Ha fallito nel progetto politico. È vero che non siamo alla conclusione della legislatura, ma rispetto ai presupposti che vi hanno portato a guidare la Regione Piemonte, avete perso un'occasione. Non siete stati in grado di esprimere quel progetto politico. In questa finanziaria e in questo bilancio non c'è alcun segnale di semplificazione; non c'è alcun segnale rispetto alle società partecipate e agli Enti strumentali, come abbiamo denunciato in Commissione e nel dibattito in quest'Aula. Non c'è alcun segnale sulle politiche sociali. Non c'è alcun segnale sulle politiche di sviluppo. È evidente che in una situazione di difficoltà occorre affrontare il problema della spesa pubblica, ma anche dare segnali rispetto allo sviluppo della nostra Regione.
Nessun segnale e, guardate, non ci sono soltanto scelte che costano denaro. Ci sono anche scelte che non costano nulla, e faccio qualche esempio: la questione delle grandi infrastrutture e del Terzo Valico. So benissimo che in quest'Aula e anche all'interno della minoranza non la pensiamo tutti allo stesso modo, ma oltre alla questione della Torino-Lione c'è anche la questione del Terzo Valico e l'Assessore Cavallera sa benissimo di cosa parlo. L'anno scorso, abbiamo approvato, anche con il nostro voto, una legge importante di accompagnamento alle grandi infrastrutture. Ho dovuto presentare un ordine del giorno, che non è ancora stato discusso, per chiedere alla Giunta di inserire il Terzo Valico all'interno di quella legge. Questa scelta non costa nulla, ma è una scelta politica che potevate fare e non avete fatto! Noi vi chiediamo di farla! una scelta che va nella direzione, appunto, dello sviluppo.
Voglio fare un altro esempio che non costa nulla: l'Assessore Casoni lo scorso anno, è venuto in Aula per discutere una questione relativa al commercio e alla moratoria per la grande distribuzione: si era impegnato a presentare il Piano di programmazione commerciale. Quella è una scelta che non costa! È una scelta che richiede soltanto il lavoro che dobbiamo svolgere in Consiglio.
Richiamo l'Assessore: presenti questo Piano di programmazione commerciale, perché parlare di commercio significa anche parlare di sviluppo! Questo significa "politiche per lo sviluppo"! Non c'è nulla di tutto questo all'interno del vostro dibattito e delle vostre scelte! State pensando ad altre cose! La vostra testa è rivolta ad altro, mentre adesso è il momento delle scelte e delle grandi scelte! Non avete avuto questa capacità, è quello che noi vi contestiamo, al di là di quelle affermazioni che si possono fare! Queste sono le questioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Molte questioni sono già state poste dai colleghi, quindi mi permetter di sottolinearne alcune che ritengo importanti.
Anch'io, come è già stato detto da alcuni che mi hanno preceduto, credo che nel contesto della discussione di questo bilancio sarà sicuramente necessario approfondire una riflessione per quanto riguarda la sua affidabilità.
Non richiamo le questioni che sono già state poste precedentemente dai colleghi Reschigna e Placido su tutti i punti interrogativi, che, dal nostro punto di vista, restano aperti, circa l'affidabilità di questo bilancio, ma, soprattutto, per le conseguenze che, ad oggi, questo bilancio ribalterà sul Piemonte e sui piemontesi. Settori come quello del sociale o quello dei trasporti rappresentano tematiche, che, al momento, rimangono aperte. E ancora i forestali, i precari e tante altre questioni avrebbero meritato quanto meno la presenza del Presidente.
Riteniamo che quest'Aula meriterebbe sempre la presenza del Presidente nei giorni di seduta consiliare, ma non vogliamo nemmeno esagerare. Di fronte al nulla che ha caratterizzato questa stagione, almeno nei momenti in cui si discute degli intendimenti della Regione Piemonte per l'anno che abbiamo di fronte e delle modalità con cui intende affrontare questioni e grosse emergenze che sono davanti a noi, sarebbe stato importante che il Presidente Cota si degnasse di dedicare qualche ora a quest'Aula, per seguire la discussione e la riflessione che siamo chiamati ad affrontare.
Mi permetto - richiamo l'attenzione del Consigliere Carossa al quale mi rivolgo - di far presente che non è stato il Governo Monti ad operare i tagli al sociale. I tagli al sociale, purtroppo, derivano dalle leggi finanziarie 2010 e 2011 del Governo Berlusconi-Bossi. Quindi, se dobbiamo prendercela con qualcuno, possiamo prendercela, tra virgolette "amabilmente" con il Governo precedente, sostanzialmente.
Da questo punto di vista - e non perché la Regione decide per un atto di bontà - nella legge n. 1/2004 c'è scritto che la Regione dovrebbe farsi carico di sostenere economicamente, con le cifre che la legge prevede questo tipo di settore e gli interventi in ambito sociale.
La necessità di una riflessione attenta sul bilancio, che meriterebbe la presenza del Presidente, credo derivi anche dal fatto che il Piemonte come peraltro tutta la società in generale, sta vivendo una stagione drammatica. Quindi, quanto in Aula decideremo di fare avrà inevitabilmente ripercussioni pesantissime sulla vita dei piemontesi o non le avrà e lascerà i piemontesi a gestirsele per conto loro.
Invece, di fronte a noi c'è una proposta di bilancio, con tutti i problemi che già sono stati evidenziati. Mi permetterò di evidenziare alcune questioni.
Poiché il Consigliere Pedrale non ci ha omaggiati della lettura della relazione di maggioranza, sono andato a leggerla su internet. Se c'era una delusione prima, c'è una doppia delusione dopo: di fronte ad un bilancio che dovrebbe affrontare queste sfide, c'è una paginetta striminzita squisitamente tecnica, che, nella sostanza, non dice assolutamente nulla.



TARICCO Giacomino

PEDRALE Luca (fuori microfono)



TARICCO Giacomino

Deve aspettare il mio intervento.



TARICCO Giacomino

Ecco, lo farà nel prossimo intervento: sono felice che questa lacuna abbia la possibilità di essere colmata.
In questo bilancio non abbiamo trovato nulla di ciò che ci saremmo aspettati che ci fosse. Semplicemente, c'è l'avallo di un andazzo, che non affronta le grosse questioni che pensavamo sarebbero dovute essere affrontate in questo bilancio, cioè il tema di riorganizzazione di un ente perché, come ci ricorda sovente il Presidente Cota, è cambiato il mondo e deve cambiare tutto. Allora, se deve cambiare tutto, ci saremmo aspettati che i cambiamenti fossero all'interno del bilancio, ma nel bilancio non c'è nulla. Sostanzialmente, quel poco di cambiamento reale è stato introdotto nella discussione in Commissione.
Non c'è la riorganizzazione dell'ente e non c'è la tanto famigerata necessità di riduzione degli sprechi; anzi, tutti quegli emendamenti che andavano in questa direzione, che abbiamo proposto in Commissione - non tutti, ma la stragrande maggioranza - sono stati respinti.
Allora, ci chiediamo che senso abbia questo tipo di questione soprattutto dopo aver toccato con mano che i cosiddetti interventi di riorganizzazione, di risanamento, di taglio degli sprechi, che sono stati annunciati a voce e su manifesti, con grande propaganda in questi due anni si sono ridotti a tagli lineari.
Per chi, nell'odierno intervallo, era presente al confronto con le associazioni del mondo sociale ricordo che, semplicemente, è stato confermato quanto stiamo dicendo da un anno a questa parte. Cioè, che i cosiddetti tagli per la riduzione degli sprechi sulla sanità si sono trasformati in blocco delle prese in carico degli anziani non autosufficienti, in blocco della presa in carico dei portatori di handicap in riduzione degli orari dei centri diurni e via discorrendo.
Questa è la politica che il Governo Cota e questa maggioranza stanno mettendo in atto per ridurre gli sprechi in questa Regione. Sono tagli che incidono sulle fasce più deboli; sono tagli che si stanno muovendo senza un disegno e senza un senso.
Continuiamo a credere che gli emendamenti che abbiamo proposto all'Aula su questa finanziaria vanno in questa direzione e che i temi da affrontare siano proprio quelli di una riorganizzazione dell'Ente, di ridefinire funzioni e modalità di espletamento delle funzioni da parte delle società degli Enti che sotto il controllo della Regione gestiscono segmenti importanti delle politiche regionali con accorpamenti e le organizzazioni territoriali e le organizzazioni per aree vaste; politica di efficienza, di qualità e di riduzione di costi che se potevano avere un senso in altre stagioni, ora non ce l'hanno più.
Mi permetto di ricordare a quest'Aula che oggi i Presidenti dei parchi regionali sono i soggetti più pagati tra quelli che operano sul territorio.
Questo poteva avere un senso, come diceva il Presidente Cota, in tante occasioni due anni fa, quando eravamo in un altro mondo. In questo mondo nel quale coloro che si occupano di politiche sociali e coloro che si occupano di tutta la gestione e dei problemi sul territorio sono ricondotti a gestire queste politiche a livello di volontariato, il mantenere questa situazione a livello di enti parco non ha nessun senso.
Negli emendamenti noi abbiamo proposto di affrontare questo tema e proviamo a declinare alcune soluzioni. Abbiamo affrontato con i nostri emendamenti i temi dei costi della politica, della trasparenza della gestione delle risorse della politica. Tutti ovviamente respinti da quest'Aula.
Credo che anche guardando il merito degli emendamenti che sono stati discussi in Commissione e degli emendamenti proposti in quest'Aula, si ravviserà come, a volte, il mondo cammini al contrario, e cioè a fronte di un'opposizione che fa emendamenti puntuali e di merito, non soffermandosi su questione ostruzionistiche o altro, abbiamo una maggioranza che presenta emendamenti di bandiera da poter esibire, approvati o respinti, ai propri elettorati.
Noi crediamo che questo tipo di sia dal nostro punto di vista molto singolare; ci permettiamo di chiedere in questo senso anche un'attenzione in questa direzione. Ho visto oggi gli emendamenti durante l'intervallo di pranzo, ho visto un nutrito pacchetto di emendamenti agricoli, molti dei quali, per carità, nel merito non discutibili: alcuni possono essere condivisibili. Credo, però, che ci siano alcuni emendamenti che richiederebbero e richiedono un'attenta riflessione in Commissione. Non possiamo continuare a fare la discussione in Commissione, poi arrivare in Aula e trovare che ci vengono presentati 15 nuovi emendamenti che riscrivono interi capitoli di intere leggi, senza avere la possibilità di un minimo di consultazione sul testo delle proposte fatte, senza la possibilità di un minimo di confronto nel merito.
Credo, e lo chiedo veramente alla Giunta, che valga la pena, su questi temi, di fare piuttosto, come abbiamo già fatto in altre occasioni, un collegato alla finanziaria, ma che abbia un iter di un certo tipo. Non è possibile trovarci qui oggi con una quindicina di nuovi emendamenti. Io me li sono studiati durante l'intervallo, però non possiamo continuare a modificare il senso e il significato di intere leggi, senza fare la consultazione, così come è previsto dalla legge, e senza un minimo di confronto. Credo che serva un senso minimo di responsabilità su queste questioni.
Inoltre, credo che la finanziaria dovrebbe essere il luogo dove discutiamo di questioni che hanno fanno a che fare con la gestione di bilancio e della legge finanziaria della Regione e non dove emendiamo norme che non hanno un minimo contenuto economico e finanziario. Non ha nessuno senso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Vorrei unirmi al coro di quanti hanno sottolineato che oggi affrontiamo un'altra pagina importante della legislatura, cioè il bilancio, e ancora una volta del Presidente non ne vediamo traccia, non compare. Non si capisce bene quali siano i momenti che lui ritenga importanti, perché il Piano sanitario ha visto qualche sua presenza fugace. Il bilancio sembra sia un corpo estraneo al Presidente di questa Giunta, ma che sia un fatto occasionale che venga discusso per caso all'interno di quest'aula. Gli Assessori si barcamenano tra una questione e l'altra e non ne sente assolutamente il bisogno.
Mi pare che, come dire, forse sulle questioni politiche nazionali è meglio che abbandoni il campo, ma anche perché mi sembra non abbia grande spazio in questo momento. Allora che venga a fare il Presidente! Mi pare abbia annunciato sui giornali che adesso della politica nazionale non se ne sarebbe più occupato, ma che avrebbe fatto quello per il quale in questo momento è chiamato, cioè fare il Presidente della Regione.
Ma, allora, quando intende farlo? Il Piano Sanitario non andava bene perché forse non aveva tempo o forse non gli interessava. Il bilancio non sa nemmeno che lo stiamo discutendo. Allora mi chiedo che cosa gli interessi della Regione Piemonte. Perché se non gli interessano gli atti fondamentali, non si capisce bene in quale modo voglia esplicare la sua attività e la sua funzione! Compare sui giornali e non in aula, perché non abbiamo mai avuto il piacere di confrontarci sui temi importanti e sugli elementi fondamentali che caratterizzano la vita amministrativa di questa Regione.
Lo vediamo ogni tanto sui giornali quando tocca alcuni temi che sono particolarmente a lui cari e che in qualche modo possono suonare come elementi di provocazione o possono suonare come temi particolarmente sensibili, che peraltro toccano sicuramente temi importanti, ma a volte anche temi molto delicati e di nicchia della nostra regione. Mai su temi importanti, su temi che tocchino lo sviluppo, su come uscire dalla crisi su come superare certe questioni. Non lo abbiamo mai visto mettere le mani in pasta. Forse, è troppo difficile. Magari è molto più facile portare il posacenere in altre situazioni, ma adesso anche questo è un lavoro che lo vede momentaneamente disoccupato.
Ci sono quindi molti impegni che lo attendono e ci piacerebbe poter confrontarci con lui.
Nel merito. Credo che le questioni complessive, quindi, su quale impianto difficile e su quale impianto che rasenta, dal nostro punto di vista, illegittimi, il bilancio sia stato fondato, è già stato detto ampiamente dai colleghi.
Vorrei però toccare alcune questioni che comunque mi sembra siano rilevanti. Lo strumento del bilancio e della legge finanziaria sono gli strumenti con i quali si cerca di capire come una Giunta intenda lavorare e sono documenti importanti e non documenti che si discutono en passant. Non per nulla, comunque, al di là di una situazione difficile, si è discusso a lungo in Commissione, ma la legge finanziaria sembra oggi un elenco di questioni che toccano più o meno gli interessi di alcuni componenti dell'Aula e che non toccano mai questioni importanti, questioni che attengono anche al delicato momento con il quale la nostra Regione si trova a dover fare i conti.
Prendiamo, ad esempio, il tema della cultura. Dopo lunghe discussioni in Commissione l'anno precedente, come dire, è stata una fatica davvero non indifferente cercare di far comprendere quali e quante risorse spettavano a un settore che qualcuno ha definito oggi in aula un "settore di un welfare in senso lato". Mi sembra che possa essere una definizione condivisibile ma non opportuna nel momento in cui cerchiamo di capire con quali risorse si intende mantenere un settore così dedicato e complicato.
Il 2011 è stato un anno difficile. Bene. Quest'anno in finanziaria compare una norma secondo la quale il 20% o due punti percentuali dell'IRPEF regionale saranno destinati a questo importante settore. Quindi quanto meno, seppure nell'ottica di un importo assolutamente esiguo, che non si avvicina lontanamente ai tempi in cui la nostra Regione investiva somme significative per il settore cultura, però, perlomeno, permette di capire con quali risorse il sistema può fare i conti.
Orbene, mi auguro che l'importo sia un dato certo, col quale ragionare tutto l'anno, da gennaio a dicembre, e soprattutto che non lasci spazio a forme di interpretazione. Cosa intendo per "forme di interpretazione"? In Commissione è stato più volte ribadito che la Direzione potrebbe avere i punti percentuali del gettito IRPEF regionale. Dunque, nel momento in cui parliamo di "Direzione", intendiamo una cosa diversa rispetto al comparto cultura: parliamo, insomma, di due cose che hanno un'attribuzione diversa.
Con che cosa abbiamo a che fare? Con un "pezzo" del sistema che, negli ultimi due anni di questa legislatura, è stato trattato malissimo, per il quale la norma in finanziaria prevedrebbe un gettito certo, ma che cosa immaginiamo? Immaginiamo che attraverso un'interpretazione non sia il 20 dato al mondo della cultura, ma sia il 20% dato alla Direzione, che, in termini di cifra, cambia. Cambia l'interpretazione che noi potremmo dare alla programmazione sull'attività! Non sono "bruscolini" nel momento in cui si dà una interpretazione diversa al contenuto di una norma che sta all'interno della legge finanziaria. Su questo aspetto, mi piacerebbe avere chiarezza, perché il 20% rappresenta una cifra diversa se è data a un Settore o se è data alla Direzione.
Ma ci sono altri punti, oltre a quelli che già hanno ricordato i colleghi, che sono trattati in modo superficiale. Penso, ad esempio, a tutto il settore dell'istruzione e del diritto allo studio. Parlando di diritto allo studio intendiamo un sistema che parte dagli asili nido e arriva fino al sistema universitario.
Questi temi hanno assunto, all'interno del nostro bilancio, una dimensione assolutamente inadeguata, non all'altezza di quelle che sono le esigenze di un periodo difficile e complicato; hanno assunto quasi dimensioni ridicole in un quadro in cui, invece, avremmo dovuto fare esattamente il contrario.
Certo, la filastrocca sarà sempre la stessa: le risorse a disposizione sono poche, diamo delle priorità.
Mi sembra, tuttavia, che le priorità non siano state individuate, ma che l'unica operazione fatta sia stata quella di riduzione e, in alcuni casi, di distruzione di settori strategici all'interno del "welfare allargato" - mi piace questa definizione - della nostra Regione. Ma soprattutto, la non voglia di investire in settori che potrebbero offrire qualche opportunità in più al nostro Piemonte, mi sembra sia una situazione ormai manifesta e conclamata.
Un'ultima riflessione sugli emendamenti relativi alle tematiche che toccano le politiche per le pari opportunità, il sostegno alle politiche di genere, il sostegno di quello che è un pezzo importante del sistema sanitario collegato ai servizi sanitari: mi riferisco ai consultori.
Invece di concentrarsi sul tema delle politiche sociali, che possono e che devono svolgere un'azione nei confronti delle donne in difficoltà, che non possono scegliere di portare avanti un percorso individuale di maternità e di condivisione del proprio progetto di vita all'interno di una famiglia, la tematica viene trattata come una sorta di "mercificazione": uso le stesse parole pronunciate da una donna assolutamente autorevole come l'ex Presidente del Tribunale dei Minori, che parla di "mercificazione" rispetto al provvedimento inserito all'interno della norma finanziaria che viene discussa in quest'aula in questi giorni. Anche in questo frangente, il livello, l'attenzione e le modalità con cui vengono affrontate queste tematiche sono le stesse con le quali si cerca la provocazione e lo scontro politico per aumentare quello che è il proprio consenso in alcuni luoghi di nicchia all'interno del contesto piemontese.
Mai un'azione di sistema; mai un'azione che sia volta, in qualche modo a migliorare e a sostenere quelle che sono le fasce più deboli o, comunque le fasce che hanno la necessità di ricevere interventi di altra natura.
Spiace quindi constatare che il dibattito avrà un livello di questa natura. Ci auguriamo che gli emendamenti non rappresentino soltanto uno strumento per poter continuare la discussione, ma siano tenuti in considerazione come elementi che voglio qualificare e migliorare l'azione prevista dalle norme finanziarie e dalle norme di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
evidente che questo primo dibattito si sta svolgendo in modo molto stanco. Approfitterò dei dieci minuti a mia disposizione per richiamare alcuni aspetti che, in parte, sono già stati anticipati (del resto, sono già stati fatti molti interventi).
Prima di tutto, comincerei col ribadire che quest'anno non c'era alcun bisogno di un esercizio provvisorio, perché sarebbe bastato presentare entro il 30 settembre il bilancio e chiederne l'approvazione ai sensi del nuovo Regolamento, per averlo entro fine anno. Questo è già stato ricordato dal collega Muliere, quindi mi limiterò ad aggiungere un'osservazione: mai come quest'anno, di crisi così drammatica, sarebbe stato necessario avere un bilancio.
Il Piemonte sta subendo la crisi proprio perché è un'area a forte attività produttiva ancora industriale rispetto all'insieme dell'Italia e rispetto alla media europea, ma anche per la sua apertura ai mercati internazionali. Dunque, avere un bilancio disponibile sin dall'inizio dell'anno, sarebbe stato assolutamente necessario. Qual è la ragione? La conoscono tutti: in realtà la Giunta non sapeva come quadrare i conti del 2010. Non aveva trattato per tempo, negando la realtà, che peraltro tutti conoscevano da molti e molti mesi, di un bilancio in deficit di parte corrente (la prima volta nella storia della Regione Piemonte!). E non avendo un accordo su cosa fare, né alcun modo per coprire quel deficit, ha rinviato l'assestamento e la presentazione del bilancio.
Ancora oggi non ho capito come il bilancio dello scorso anno (di cui non abbiamo ancora visto il consuntivo) e il bilancio di quest'anno si connettano. In assenza della più e più volte richiesta di porre in discussione l'assestamento (perché poteva anche non essere approvato) avevo chiesto che si facesse una connessione fra i due documenti, affinché la Giunta si assumesse la responsabilità di dire che, non essendo stato approvato l'assestamento, i bilanci del 2011 e del 2012 si connettono in questo modo, presentando degli emendamenti che rendessero chiaro che cosa del deficit 2010 era stato incorporato (e quindi coperto nel bilancio 2011), che cosa, invece, veniva trasferito al bilancio 2012, e qual era la previsione di risultato del bilancio 2011 tale da consentire di definire in maniera sufficientemente chiara, l'avanzo di amministrazione.
Ancora oggi non ho capito come il bilancio dello scorso anno (di cui non abbiamo ancora visto il consuntivo) e il bilancio di quest'anno si connettano. In assenza della più e più volte richiesta di porre in discussione l'assestamento (perché poteva anche non essere approvato) avevo chiesto che si facesse una connessione fra i due documenti, affinch la Giunta si assumesse la responsabilità di dire che, non essendo stato approvato l'assestamento, i bilanci del 2011 e del 2012 si connettono in questo modo, presentando degli emendamenti che rendessero chiaro che cosa del deficit 2010 era stato incorporato (e quindi coperto nel bilancio 2011), che cosa, invece, veniva trasferito al bilancio 2012, e qual era la previsione di risultato del bilancio 2011 tale da consentire di definire in maniera sufficientemente chiara, l'avanzo di amministrazione.
Tutto ciò, alla fine, non è stato fatto: siamo di fronte ad un bilancio che molti hanno definito falso, che certamente nessuno può, in questo momento, certificare che è vero, nel senso che non esistono le condizioni tecniche o contabili per capire come si connettono questi due bilanci.
Ma avremo modo di tornare maggiormente sul bilancio in senso proprio.
Un'altra osservazione che mi pare assolutamente indispensabile porre è che, proprio in un anno terrificante come questo, difficilissimo per tutta l'Europa e per molta parte del mondo, ma particolarmente difficile per il nostro Paese, ci sarebbe bisogno di un bilancio d'investimenti e di rilancio. Anche in questo caso, naturalmente, attraverso una vera revisione della spesa pubblica e una riduzione delle spese correnti, per aprire spazi alle spese d'investimento, che sono particolarmente necessarie e che saranno necessarie anche per un buon utilizzo dei fondi europei e dei fondi FAS.
Tutto questo non è avvenuto: abbiamo un bilancio ed una finanziaria che parlano solo di sacrifici e tagli, e nulla dicono di cosa sarà fatto per rispondere alla grave crisi del Piemonte.
In realtà, malgrado quello che si è continuato a raccontare, la spesa corrente non è affatto diminuita, caso mai è aumentata un po' meno a causa dei vincoli attribuitici dal bilancio nazionale; è aumentata un po' meno dell'inflazione. La spesa corrente non è affatto diminuita, soprattutto non è diminuita quella di funzionamento, e non si continui a dire che la colpa sarebbe del mio Gruppo, come se qui non esistessero una valanga di monogruppi, molti dei quali pure illegittimi.
Pertanto, chi vuole dare un'occhiata alla propria parte, forse farebbe meglio a farlo! Voglio far notare, soprattutto, che quello che continua ad aumentare sono le spese di funzionamento del Consiglio ed anche della Giunta, come abbiamo visto lo scorso anno e come vedremo anche quest'anno.
Appare drammatico che i bilanci continuino ad essere più o meno quelli soliti, perché non sono stati particolarmente e drammaticamente tagliati.
Come ricorda Oscar Giannino, tutte le mattine, su Radio 24, finora non ci sono stati veri tagli, ma solo tagli sulla previsione d'incremento tendenziale, di trascinamento tendenziale del bilancio, pertanto tutti i bilanci delle Pubbliche Amministrazioni - nessuna esclusa - non sono diminuiti in valori assoluti, ma sono diminuiti in termini di tendenziale.
Lo stesso discorso vale per la sanità: si concordano tagli alla sanità che sono tagli sul tendenziale, non sulla spesa corrente effettiva.
A fronte di questi tagli, che però finora non si sono visti in valori assoluti, non si sono visti neanche i risparmi, le capacità di riduzione della spesa. Tutti questi elementi che sono scritti, una volta di più nella finanziaria, ci sono stati venduti in campagna elettorale, ci sono stati venduti nel bilancio 2010, ci sono stati venduti nel bilancio 2011 e ci vengono venduti ancora nel bilancio 2012, comprese alcune fantasie come una gigantesca capacità d'incremento nella vendita di beni immobili che non si capisce da cosa deriverebbe, visto che - come sappiamo - è molto complicato vendere beni immobili che non siano già pronti da vendere, con valutazione e gara espletati, nell'arco dei prossimi sei o sette mesi (siamo già quasi a fine aprile e saremo comunque a fine aprile quando avremo approvato questo bilancio).
A fronte delle continue promesse di riduzione, ci troviamo, invece, di fronte ad una drammatica situazione di taglio dei servizi finali, perch quando non si sa risparmiare, si tagliano i servizi finali.
I servizi finali riguardano, ad esempio, la sanità, che versa nuovamente in condizioni drammatiche (fate un piccolo giro negli ospedali per vederlo); i trasporti, dove le lamentele sono continue (probabilmente se avessimo fatto le gare che erano già pronte, oggi avremmo servizi migliori a costi minori); l'assistenza, sulla quale ci sono solo promesse di riportare alla cifra inferiore a quella necessaria, ed anche a quella passata (questa volta in valori assoluti), l'ammontare totale dei fondi per l'assistenza - questa mattina c'è stata un'altra manifestazione per richiamare la nostra responsabilità su questo tema - la cultura, che è stata messa in ginocchio.
Non dimentichiamo che la capacità di attivazione di redditi da parte della cultura è una delle più elevate di tutti i settori economici. La cultura è un settore economico: un euro speso in cultura ne produce due e mezzo-tre, a volte quattro, a seconda dei campi. Quindi, sarebbe un settore nel quale, con poche risorse, si possono attivare molti posti di lavoro e molta crescita. L'economia della conoscenza è anche questo.
A fronte di tutto questo, mi auguro che prima o poi la famosa spending review, la famosa revisione di tutte le società pubbliche che dovrebbe essere fatta e che viene annunciata ad ogni finanziaria e ad ogni bilancio finalmente venga attuata e che, pertanto, per il prossimo anno, forse sarà il 2013, quello in cui presumibilmente ci aspettiamo tutti le dimissioni del Presidente, quando non ci sarà più né questa Giunta né questo Consiglio, sarà stata fatta la spending review e lasciata all'Amministrazione successiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Non me ne voglia l'amico Gariglio, che non è più presente, del quale spesso condivido l'intelligenza e le riflessioni politiche, ma oggi, il collega, in un momento come questo (conosciamo i venti dell'antipolitica in parte giustificati, in parte ingiustificati e pompati ad arte dai poteri davvero forti, antidemocratici, presenti in questo Paese), ha iniziato il proprio intervento dicendo: "Bisognerebbe chiudere questo Ente e chiudere la Regione", tra l'altro alla presenza anche di una scolaresca e di alcuni insegnanti! Non mi sembra che sia stato molto educativo e pedagogico da un punto di vista politico e sicuramente non è così che combattiamo l'antipolitica.
Possiamo litigare, criticare fortemente le cose che facciamo, i bilanci che presentiamo, le leggi finanziarie che illustriamo, però non è con l'autolesionismo - per di più, devo dire, gratuito - che combattiamo l'antipolitica.
L'antipolitica la si combatte in tante maniere, anche con la trasparenza dei bilanci dei partiti.
Anch'io sono rimasto sorpreso nel vedere le cifre che i partiti nazionali ricevono attraverso i rimborsi elettorali, perché quelle risorse non arrivano in periferia. I vecchi partiti della Prima Repubblica perlomeno, destinavano una quota delle risorse alle sezioni di partito Comune per Comune. Ormai non ci sono più le sezioni a livello comunale, e questo è anche uno dei motivi per i quali la politica si è allontanata dalla gente e dal territorio; non ci sono più le preferenze, anche se le preferenze possono avere delle controindicazioni, ma tutti questi elementi li dobbiamo affrontare ed è anche giusto affrontarli in questa sede; magari non nella discussione del bilancio e della finanziaria.
Ripeto però che ci sono ben altri modi per combattere l'antipolitica come la velocità nelle decisioni o la capacità di prendere delle decisioni finalmente! - nella Giunta per il Regolamento, dove siamo quasi vicini ad una conclusione alla quale, però, potevamo arrivare molto, molto prima.
Infatti condivido il fatto che quando qualcuno vince è giusto che governi si assuma le proprie responsabilità e poi debba essere giudicato dalla popolazione e dalla comunità piemontese; ma bisogna che sia nelle condizioni di poterlo fare, rispettando comunque sempre l'opposizione e la minoranza, dando loro spazio.
Aperta e chiusa questa parentesi - credo doverosa, perché un certo senso di responsabilità, in questa fase delicata della politica italiana dobbiamo metterlo anche noi - voglio focalizzare brevemente alcuni aspetti di questa legge finanziaria e di questo bilancio.
tutt'altro che una legge finanziaria di basso profilo o di bassa cucina. Noi, senza tanta enfasi, abbiamo cercato davvero di invertire una situazione molto pesante che abbiamo ereditato: è un dato indiscutibile.
Noi abbiamo ereditato una situazione debitoria terribilmente pesante frutto di risultati di tante Amministrazioni regionali, non ultima quella che ci ha preceduto. Ebbene, noi abbiamo cercato di uscire faticosamente da questa situazione.
Ricordo - perché poi alla fine contano i numeri - che nel 2010 avevamo una situazione di contrazione di mutui di 720 milioni di euro; nel 2011 siamo scesi a 600 milioni di mutuo e quest'anno, addirittura, abbiamo fatto un'operazione davvero coraggiosa: vogliamo scendere ad appena 200 milioni circa di mutui per contratti, nel bilancio di previsione 2012. Tutto questo è stato operato nell'ottica di una politica di alleggerimento di una situazione debitoria estremamente pesante. E questa è la prima volta che lo si fa e quindi dovremmo enfatizzare forse di più questo tipo di politica di rigore che stiamo cercando di portare avanti. Lo facciamo, ma senza darci troppe arie perché sappiamo che il momento, per questa regione e per la comunità piemontese, è molto difficile; e nello stesso tempo cerchiamo ugualmente - pur fra mille problemi - di provare a dare degli stimoli di sviluppo e di crescita; e cercherò poi di dire in quale maniera.
Rispondo sempre alla logica utilizzata in alcuni interventi dell'opposizione, nei quali si è detto che "non si vede alcuna revisione della spesa della Regione Piemonte". Ma questo non è assolutamente vero: noi abbiamo presentato come Gruppo del Popolo della Libertà - e ne siamo orgogliosi - una serie di emendamenti, che sono stati recepiti dalla Giunta regionale e dalla maggioranza, per una iniziale dismissione delle società partecipate della Regione Piemonte: questi famosi carrozzoni dei quali io da almeno 10-15 anni - sento dire che la Regione deve liberarsi. Ci si deve liberare di presenze inopportune in certi ambiti, figlie di un'impostazione della Regione da anni Settanta, dove tutto era pubblico, dove l'intervento regionale era assolutamente necessario: ricordo addirittura che la Regione Piemonte, negli anni Settanta, finanziava i caseifici; facevamo persino il burro e il formaggio, come Regione Piemonte...
In passato si diceva, a parole, di voler eliminare tutte queste cose qui e di volerne uscire; poi è dovuta arrivare questa Giunta regionale a mettere nero su bianco che finalmente qualcosa si farà. Quindi, noi usciremo già nel 2012 da alcune Aziende partecipate e dunque alleggeriremo il bilancio della Regione Piemonte e anche la nostra presenza in alcuni settori dove storicamente, ormai, è opportuno che noi non siamo più presenti.
Finalmente - ne siamo stati orgogliosamente promotori - abbiamo stimolato l'azione, che l'Assessore Quaglia aveva già avviato, di un'alienazione del patrimonio delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere. Ma abbiamo chiesto di fare ancora uno sforzo in più perché bisogna porsi degli obiettivi ambiziosi, che forse non si raggiungeranno al 100% ma magari solo al 50%; però se non si inizia, mai si otterrà qualche risultato.
Cari colleghi dell'opposizione, attenzione quindi a dire che non sono state fatte delle cose innovative in questa legge finanziaria e in questa legge di bilancio: ne sono state fatte. In ugual modo - magari sono interventi meno dirompenti dal punto di vista finanziario e di bilancio noi porteremo avanti una riduzione delle pese di locazione da parte della Regione Piemonte.
Abbiamo anche un modo diverso di finanziare e di concepire lo sviluppo della Regione Piemonte. Noi siamo convinti che sicuramente la parte produttiva e manifatturiera della nostra regione - l'automotive, per esempio - siano settori strategici e ancora molto importanti; e i Piani di sviluppo industriale, i Piani per l'occupazione che sono stati fatti nei primi due anni, portati avanti dalla Giunta e dall'Assessore Giordano vanno in questa direzione. Però siamo altrettanto consapevoli e convinti che, soprattutto dopo grandi eventi culturali, dopo grandi avvenimenti quali anche le Olimpiadi del 2006, ormai la vocazione del Piemonte non sia solo più industriale, solo più legata al settore automobilistico, ma sia multiforme e che il Piemonte abbia vocazioni molteplici.
Sicuramente, per esempio, ha la vocazione della cultura e attorno alle iniziative culturali vi sono migliaia e migliaia di posti di lavoro: vi è un grande indotto che magari non è a volte percepito direttamente. Si pensa infatti, quando si parla di cultura, nell'avvenimento o nella manifestazione culturale siano implicati solo la compagnia teatrale o coloro che organizzano quell'evento, quella mostra, quella rassegna cinematografica; ma c'è tutto un mondo che prima prepara questi eventi, dal settore della comunicazione alle semplici tipografie, a tutte le persone che lavorano direttamente o indirettamente per questi eventi.
Allora noi crediamo che la cultura sia un settore fondamentale per quanto riguarda l'economia del Piemonte; e soprattutto una cultura sempre meno autoreferenziale, ma una cultura che faccia numeri e presenze e che si integri fortemente con il turismo e con un'internazionalizzazione della nostra regione. È per questo che - come sapete - abbiamo presentato un provvedimento che prevede un'addizionale del gettito IRPEF destinata appunto, al settore della cultura.
Abbiamo poi anche voluto, come Gruppo del Popolo della Libertà significare ancora meglio la nostra azione politica con un'attenzione anche verso le politiche sociali. Abbiamo presentato un emendamento che prevede un'integrazione, un sostegno maggiore per i contributi economici per i disabili e per il mantenimento delle persone a domicilio. Crediamo infatti nella sussidiarietà orizzontale che deve essere esercitata soprattutto dalla famiglia, particolarmente in settori come quelli dell'assistenza dove e concludo davvero - l'intervento regionale esclusivamente pubblico è sì da mantenere, ma può rivelarsi estremamente oneroso. La possibilità quindi, di assistere gli anziani non autosufficienti e i disabili a domicilio è una scelta di politica assistenziale che noi vogliamo portare avanti e che abbiamo sottolineato con uno specifico emendamento.
Ci sarebbero altre cose ancora da dire, ma vi posso garantire che questa non è una legge finanziaria banale, non è un bilancio banale; è un bilancio che - sì - risente di difficoltà economiche, di trasferimenti minori dallo Stato, ma è anche un bilancio che porterà avanti la riforma sanitaria, con una nuova organizzazione (vedi le Federazioni).
Cercheremo davvero di razionalizzare la spesa e sicuramente, non fosse altro che per un motivo di economia di scala, dei risparmi ci saranno.
Quei risparmi li investiremo in maggiori servizi sanitari e sociali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ho assistito a quest'inizio di discussione generale, relativamente ai disegni di legge n. 169 e n. 170 (legge finanziaria e bilancio), a tratti con interesse, a tratti con stupore.
Naturalmente, mi riservo di suggerire le nostre indicazioni nel merito soprattutto per quanto riguarda alcune tematiche sulle quali il mio Gruppo ha presentato diversi emendamenti.
In premessa, però, devo sottolineare che lo stupore nasce dal fatto di aver assistito ad una - mi si permetta il termine un po' grottesco sceneggiata, rispetto ad una discussione, un confronto, un braccio di ferro tra alcune forze politiche all'interno dell'Aula, a proposito della propria trasparenza.
Come molti sanno, noi siamo presenti in questo consesso legislativo da poco tempo.
La trasparenza è, a volte, un concetto soggettivo: come Gruppo consiliare, abbiamo cercato di dimostrare la nostra trasparenza direttamente, a partire dal maggio 2010 (data dell'insediamento del Consiglio regionale), con la pubblicazione, su un sito internet del nostro Gruppo, di tutte le spese, le entrate e le uscite del Gruppo stesso.
Ritengo che questo sia l'unico modo veramente certo per dimostrare quali sono stati i movimenti relativi al funzionamento del Gruppo consiliare, ed è molto semplice da mettere in atto.
La trasparenza è stata dimostrata, fin dall'inizio e fin da prima dell'insediamento, da parte della piccola, ancor piccola forza politica che rappresento, rinunciando a un qualcosa di cui parlava il collega Pedrale il quale si stupiva, oppure denunciava la propria ignoranza (nel senso che ignora), rispetto a quanto possano ammontare i rimborsi elettorali, che lui reputa gestiti semplicemente a livello centrale.
Ricordo al collega Pedrale che i rimborsi elettorali sono percepiti anche dai Gruppi consiliari presenti in quest'Aula e - mi pare di ricordare in misura piuttosto elevata.
Probabilmente, grazie alle cronache attuali, i Gruppi consiliari tranne alcune piccolissime eccezioni, si sono accorti di gestire grosse somme. Probabilmente, poiché non c'è stata la volontà di trasparenza fin dall'inizio, non si sa bene che tipo di utilizzo (mirato, etico, congruo ed equo) sia stato fatto di queste somme.
Pertanto, non c'è nulla da inventare: così come l'Ente fa per alcuni tipi di pratiche, prendendo esempio da altri Enti che magari le hanno già messe in atto in passato, all'interno dei Gruppi consiliari sarebbe importante e molto semplice prendere esempio da buone pratiche che modestamente, posso rappresentare di aver messo in atto, insieme al Capogruppo Bono.
Per quanto riguarda, invece, il merito, diretto, dell'analisi del testo di legge che ci apprestiamo a discutere, occorre evidenziare alcune questioni.
Prima, fra tutte, la seguente: nonostante molte volte, nei mesi scorsi ci sia stata critica o anche autocritica, da parte della maggioranza e dell'opposizione, rispetto al fatto d'inserire all'interno di una legge come la finanziaria, temi che toccano settori in realtà poco attinenti con la gestione finanziaria della Regione, ebbene, nonostante questo, si continua a ricadere nello stesso errore.
Per questo motivo, presenteremo e discuteremo alcuni emendamenti riguardanti il fatto di eliminare la maggior parte delle richieste di modifica all'interno della finanziaria, o di eventuali ulteriori emendamenti presentati, su settori, aree ed argomenti che non riguardino strettamente la gestione finanziaria della Regione.
Per quanto riguarda altre proposte di modifica, ci rendiamo conto che è importante incidere su alcuni fronti. Come già accennato da diversi colleghi in mattinata, una delle nostre richieste sarà di ritoccare i ridicoli - se vogliamo - pagamenti di canoni riguardanti le acque minerali in merito all'estrazione, quindi alla cavazione.
Nonostante molti esponenti di molte forze politiche si riempiano un po' la bocca, parlando di tutela del fantomatico, oramai strautilizzato (come espressione) bene comune, molto poco viene conferito per tutelarlo. Questo avviene, non solo a livello economico, ma anche a livello di politiche di medio e lungo termine.
Infine, un altro intervento che consideriamo opportuno e necessario, è relativo alla critica, all'eventuale modifica, se non all'eliminazione, di quella che è stata considerata da alcuni colleghi, ed anche dal mio Gruppo una semplice apposizione di una bandierina che dà una risposta ad un accordo preelettorale, riguardante l'articolo 26 della finanziaria, cioè l'erogazione di risorse erogate in seguito alla rinuncia all'interruzione di gravidanza.
Dal nostro punto di vista, questo è un atteggiamento che ha semplici scopi mediatici, scopi di risposta - come dicevo - ad accordi preelettorali, assunti con alcune piccole o grandi lobby (mi permetto di dire).
Nonostante - ripeto - siamo in questo Consiglio regionale da poco tempo, riteniamo che la Regione debba dare risposte d'indirizzo verso la fornitura di servizi, verso il supporto, l'aiuto, l'accompagnamento in situazioni a volte non felici, derivanti da situazioni sociali od economiche che causano problematiche, e non attuare una mera politica di erogazione di risorse, peraltro pubbliche, senza una politica a lungo termine e lungimirante, e poco utili, che vanno a mettere una toppa rispetto all'assenza di una programmazione mirata e rispettosa di tutte le situazioni.
Mi riferisco, ovviamente, anche ai Consultori, che - abbiamo potuto toccare con mano, in questi mesi - rappresentano uno dei migliori sistemi in quest'ambito, in Italia. Tramite il taglio, la scarsa volontà di rifinanziare e risostenere questo tipo di servizi, siamo riusciti ad avere una precarietà anche in questo campo.
Noi riteniamo che il sistema dei Consultori piemontesi debba tornare ad essere un esempio anche per le altre Regioni, e sicuramente la modalità da adottare non è quella proposta da questa legge finanziaria e da questa maggioranza.
Per quanto riguarda la questione degli enti specifici e delle partecipate, è chiaro che è facile riportare i commenti di base, quasi da bar, il tagliare i carrozzoni, tagliare via da quelle che sono le gestioni interne della Regione queste strutture che, volenti o nolenti, in qualche modo rendono un servizio alla Regione.
Chiaramente è molto più difficile andare ad analizzare quelle che sono le eccellenze, quelli che sono i servizi veramente erogati per il bene pubblico. È molto difficile riuscire ad andare ad analizzare quelle che sono le competenze e il know how, in modo da valorizzarle e non semplicemente da tagliare e dimenticarsene.
In ultimo, mi permetto ancora di accennare a quella che è una volontà che abbiamo ravvisato all'interno soprattutto della proposta di legge sul bilancio, cioè questa svendita - si chiama alienazione, ma la definirei di più con il termine svendita - di immobili di quelle che sono le proprietà regionali, in modo molto poco preciso, per tamponare quelle che possono essere mancanze di bilancio, ammanchi di bilancio, ma senza certezze temporali e soprattutto senza certezze finanziarie.
Credo che questo sia il leitmotiv di molte delle misure contenute in queste due proposte di legge, cioè il fatto che vengano proposte delle soluzioni, che qualitativamente possono essere condivisibili o meno, ma che quantitativamente, quindi come cifre, non possono essere valutate in precedenza rispetto a quella che deve essere l'approvazione delle due leggi.
Mi riserverò insieme al mio collega di intervenire successivamente nell'analisi del testo.
Mi permetto solo di dire che, visto che il motivo sia all'interno della legge finanziaria sia all'interno di quella che è la discussione politico mediatica di questi giorni è veramente la trasparenza, ripeto che i buoni esempi esistono: basta semplicemente copiarli, nessuno ha il copyright ed è importante che tutti li mettiamo in atto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia doveroso fare alcune precisazioni rispetto a questo bilancio che noi valutiamo - seppure con le modifiche apportate in Commissione, ma oggi è il bilancio che il centrodestra ha presentato all'esame dell'Aula un bilancio che ha certamente degli aspetti positivi e che tanto la legge finanziaria quanto il bilancio riscontrano certamente un primo tentativo di modifica strutturale della spesa, che poteva anche essere fatta precedentemente ma che certamente individua alcuni aspetti - ripeto positivi.
Ci poteva essere più coraggio, poteva essere fatto precedentemente, ma rammento alcuni aspetti che questo bilancio ha al proprio interno, partendo da una valutazione che è quella delle risorse stanziate, il netto dell'indebitamento e delle aspettative che vi sono anche su ciò che viene speso.
Parto dal fondo. Il bilancio del 2009 aveva quasi un miliardo e mezzo di euro in più del bilancio attuale. Il bilancio del 2010 aveva 900 milioni di euro in più del bilancio attuale. Erano milioni di euro, una parte di investimenti e una parte consistente anche di spesa corrente.
Però è evidente che se è semplice richiedere una maggiorazione di intervento relativamente ad alcune voci - la parte socio-assistenziale, gli investimenti, il lavoro o altri aspetti - è altrettanto vero che bisogna individuare la possibilità all'interno della quale prendere queste risorse cioè le entrate.
Come è stato il bilancio del nostro Ente negli ultimi anni? Lo comunico ad alcuni colleghi che diligentemente - penso al Presidente della Commissione bilancio, Consigliere Ronzani e molti altri - hanno seguito attentamente il bilancio della Regione.
Sostanzialmente la Regione Piemonte negli ultimi sei anni ha fatto cinque miliardi e 200 milioni di euro di indebitamento, con i quali ha potuto pagare tutta una serie di necessità, ad esempio le politiche sociali, i maggiori investimenti e quant'altro.
Nei bilanci dal 2006 al 2010 - e li cito volutamente, perché sono quelli interamente redatti dalla Giunta di centrosinistra, quello del 2010 l'abbiamo votato noi, ma era ancora stato deliberato dalla Giunta di centrosinistra, tant'è che l'opposizione nel maggio 2010 diede un voto di astensione su quel bilancio, che non venne cambiato di una virgola - dal 2006 al 2010 la Regione Piemonte autorizza nuovi mutui per quattro miliardi 681 milioni di euro di nuovo indebitamento. Su cinque anni, dal 2006 al 2010, cioè i bilanci scritti dal centrosinistra, perché il bilancio 2005 fu un bilancio tecnico ancora votato dall'Amministrazione che aveva come Presidente della Giunta il Senatore Ghigo.
Nei due anni successivi, cioè nel 2011 e nel 2012, la somma complessiva dell'indebitamento è di 896 milioni di euro. Ora, è verosimile ed è possibile - noi ci auguriamo di no - che l'obiettivo dei 196 milioni di euro di indebitamento possa essere difficilmente perseguibile.
Poniamo che sforiamo di 100 milioni di euro. Significa che, invece di 900 milioni di euro, in due anni abbiamo fatto un indebitamento di un miliardo, che però è tendenzialmente in discesa: 700 del 2011, 300 nel 2012, 000 nel 2013-2014.
Questi sono gli atti di bilancio che abbiamo approvato e che stiamo approvando. È evidente che, soprattutto quando si parla come si diceva oggi dicendo "voi non fate efficienza, fate tagli!", guardate che ve lo scrivo anch'io un bilancio che non faccia tagli con un miliardo e 100 milioni, un miliardo e 300 milioni o 900 milioni all'anno di maggiore accensione di mutui. Non è mica difficile: 50 in più di qua, 100 in più di là.
semplicissimo fare i bilanci in questo modo.
Credo che le positività che questa legge finanziaria e questo bilancio hanno, tendono - tentano in un modo che poteva essere più coraggioso - ad indicare una nuova possibilità di riscrittura del bilancio regionale.
Io lo dico: molte parti le abbiamo fatte e condivise, perché insieme abbiamo compreso che si è in una situazione tale per cui quello che era il concetto della spesa storica - è vero - oggi viene presentato emendamento condiviso da tutta la maggioranza e dalla Giunta in sede alla Commissione e quindi approvato. È anche questo un atto politico. Non è che nei cinque anni precedenti, quando noi avanzavamo degli emendamenti che andavano verso l'efficienza, la maggioranza li accogliesse perché magari riteneva che oggettivamente ci fosse un problema ed era necessario ridefinire insieme la spesa: no, respinti in modo sistematico.
Solo grazie all'utilizzo del vecchio Regolamento - ne do atto perch non voglio disconoscere quanto è stato fatto - riuscimmo ad introdurre un principio di efficienza in sanità di 80 milioni di euro. Alcuni colleghi lo ricordano, altrimenti sembra che stavamo su pianeti diversi o eravamo in Enti differenti.
Questo è un aspetto. Vi è un secondo aspetto che riguarda il mondo delle partecipate. È evidente a tutti che questa Regione oggi si muove con due velocità o due sensibilità differenti, un rigore incredibile al limite dell'eccessiva stretta sui bilanci, per ciò che riguarda il bilancio regionale e i suoi 2.500 dipendenti, un'attività assolutamente non rigorosa lo sottolineo - all'interno delle società partecipate e dei loro 3.500 dipendenti.
Che ci siano questi due mondi differenti è vero, ma è altrettanto vero che, per la prima volta in legge finanziaria - lo sottolineo - diamo risposte precise, pur ancora non ancora sufficienti (io stesso avevo presentato emendamenti più rigorosi in tal senso), perché prevede la riduzione dell'80% delle spese di consulenza. Abbiamo previsto che la legge nazionale, che vale per gli Enti pubblici, valga anche per le società partecipate (decreto Brunetta).
Dal 2012, quindi, i Presidenti di agenzie, società partecipate e quant'altro della nostra Regione potranno spendere l'80% rispetto alle spese di consulenza del 2009, secondo la normativa che citiamo all'interno della legge finanziaria.
Blocchiamo le nuove assunzioni; riduciamo le spese per locazioni prevediamo un piano di alienazione, vendita e dismissione delle società partecipate, che l'Assessore Maccanti dovrà presentare al Consiglio.
Si dirà che tutto questo non è sufficiente per la grave situazione in cui ci stiamo trovando. Può anche essere vero, ma io domando, a chi aveva l'onere di governare la Regione prima di noi e, personalmente, anche ai colleghi che prima erano al Governo: in cinque anni avete venduto una società partecipata? No, anzi, ne avete costituite delle nuove: CAP, SCR e Sviluppo Piemonte Turismo.
In cinque anni avete alienato un bene? Sì, complessivamente mi sembra per venti milioni di euro di alienazioni.
In cinque anni avete sciolto o fuso o venduto una società partecipata? No.
Avete ridotto la spesa all'interno delle società partecipate? No.
Tutto quello che oggi viene ascritto come responsabilità al centrodestra, può essere che il centrodestra in modo tardivo lo abbia fatto (magari una manovra di questo tipo andava fatta l'anno precedente), ma questo bilancio, che non ritengo rivoluzionario, sotto certi punti di vista è positivo, perché tende a dare un'indicazione di rotta differente.
Si dirà: siete obbligati a farlo perché la condizione economica pone questa situazione. Parzialmente è vero, perché se invece di contrarre mutui per 196 milioni avessimo contratto un mutuo, mi pare, di 600 milioni di euro come l'anno precedente, è evidente che avremmo avuto 14 milioni di euro in più di maggior spesa, con i quali soddisfare una parte consistente di richieste provenienti dal territorio, e che molto spesso i colleghi di opposizione, facendo il proprio lavoro, raccolgono.
Questo bilancio va letto, quindi, non soltanto nel chiaro e scuro di cosa comporta, ma anche come portatore di un minimo di coerenza rispetto alla gestione di questo Ente nei cinque anni passati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente, conto di stare nei tempi, anche prenderne un po' di meno perché l'intervento del nostro capogruppo Pedrale ha segnato una linea che condivido totalmente.
Il Piemonte non ha solo più la vocazione industriale, pur rimanendo questa ed una vocazione estremamente importante, pertanto dobbiamo avere sensibilità anche verso altri settori - faccio dei passaggi rapidissimi per mantenere l'impegno di intervenire anche in meno di dieci minuti - come la cultura.
Veniamo da severi tagli e sofferenze patite, anche a causa di debiti pregressi lasciati da amministrazioni precedenti. Per dire la verità, noi non avevamo lasciato l'Assessorato con alcun debito, anzi con dei crediti.
L'Assessore Coppola, invece, non solo non ha trovato crediti, ma ha ricevuto debiti.
Dopo questo arretramento, che tengo a precisare di carattere economico e non di Governo (anzi, voglio dare atto all'Assessore Coppola del particolare impegno e della bravura che ha dimostrato in situazioni assai complesse), oggi abbiamo, come PdL, ma anche con i nostri alleati della Lega e con la sensibilità di molti altri Consiglieri, voluto mettere uno stop.
Ringrazio il Capogruppo e tutto il Gruppo del PdL per l'emendamento presentato insieme e totalmente condiviso.
un grande segnale, per questo esprimo un sincero ringraziamento ai colleghi.
Devo dire che anche i colleghi del centrosinistra hanno condiviso ed espresso questa esigenza: la collega Cerutti quando parlava del welfare della cultura; il collega Laus, che conosce la fatica dei lavoratori della cultura; il collega Stara o la collega Pentenero, che ha chiesto una garanzia per i fondi, almeno per quelli ipotizzati con l'emendamento alla Finanziaria.
Noi ci sentiamo di dare questa garanzia, peraltro non a scapito di altri Assessorati. Vogliamo mantenere, come è stato detto dalla collega Pentenero i fondi ipotizzati per la cultura, minimali ma almeno sicuri senza penalizzare altri Assessorati.
Un altro segnale importante, piccolo ma importante, è relativo al diritto allo studio universitario, già approvato in Commissione. Devo ringraziare l'Assessore Maccanti per essersi impegnata moltissimo nel Comitato universitario di coordinamento a chiedere la collaborazione di altri Enti. Come dicevo all'Assessore Coppola, mi fa piacere quando il Sindaco Fassino dice che la cultura è molto importante. Mi riempie di gioia, ma se ogni volta che dice che è così importante dimezza il bilancio meglio che non lo dica più, altrimenti il bilancio sparisce.
So che l'Assessore Maccanti ha gradito questo segnale, perché l'aiuta nelle trattative complicatissime con gli altri Enti, dà forza al suo lavoro.
Infine, credo vada dato un incoraggiamento, perché so che stanno lavorando autorevoli colleghi - la Presidente della IV Commissione e altri colleghi come il Consigliere Toselli - ad un intervento sul sociale.
A margine, ma non indifferente, l'emendamento già accolto in Commissione sul tema degli oratori. Anche qui, colleghi del centrosinistra come Lepri e Gariglio hanno già assunto un impegno in merito. Mi sembra un gran bel segnale, perché queste struttura rivestono una funzione storicamente importante - ricordo quando con la collega Costa abbiamo visitato tanti oratori - di fronte alla crisi economica.
Credo che tutti leggano La Stampa, quindi avranno letto che molti centri pubblici della città di Torino, e non solo, stanno chiudendo: Centri pubblici e Centri giovani nati ai tempi di Alfieri stanno chiudendo perch non ci sono più i mezzi. Che rifugio potranno avere questi giovani, in particolare giovani disoccupati e a disagio? Se con una cifra in fin dei conti modesta, stanziata per questo settore, si può dare ospitalità sostegno, speranza, educazione, formazione e insegnamento alla solidarietà a tanti giovani, ciò mi pare estremamente positivo. Insieme agli interventi di grande respiro del Consigliere Pedrale, e all'intervento sempre competente del collega Vignale, anche queste cose possano essere segnalate come elementi positivi pur nelle difficoltà del momento, per una società migliore.
Ho parlato meno di sei minuti, Presidente Cattaneo, grazie



(Il Vicepresidente del Consiglio Placido chiede di intervenire in qualità di Consigliere)



PRESIDENTE

Per cosa?



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per fatto personale.



PRESIDENTE

Lo esplichi, però.



PLACIDO Roberto

Il Consigliere Leo non mi ha ringraziato questa volta.



PRESIDENTE

Se ne farà una ragione, ne sono certo.



PLACIDO Roberto

un fatto personale, volevo renderlo pubblico a lei e a tutti i colleghi.



PRESIDENTE

Sono certo che nel corso del dibattito sul bilancio di queste giornate troverà un'occasione.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Utilizzerò pochi minuti, anche perché i colleghi hanno affrontato tanti argomenti.
Constato che la Giunta non crede nel futuro e, fintanto non crede nel proprio futuro, poco potrebbe importare. Questa impostazione inevitabilmente, coinvolgendo i tanti cittadini che vivono in questa Regione, personalmente, mi interessa.
Cosa voglio dire? Potrei parlare dell'assenza di un progetto di sviluppo per questa Regione; potrei parlare dell'assenza di politiche nel welfare e del socio-assistenziale. No, invece, pongo l'accento su un'istituzione sacra - non dal punto di vista spirituale, mi riferisco ad una sacralità terrena - cioè, sulla famiglia.
La scarsa attenzione che questa Giunta pone nei confronti della famiglia non può che sollecitarmi una riflessione amara. Ragione per la quale credo che il futuro sia veramente precluso a chi non ha a cuore una politica seria per la famiglia, qualunque essa sia.
Se la disattenzione verso la famiglia è così manifesta e ampia, vuol dire che il sistema crolla, in quanto entra in crisi. Se entra in crisi un sistema sacro, come la famiglia, evidentemente, tutto il resto tende ad esserne coinvolto, quindi il sistema rischia di implodere.
Vorrei ricordare un Paese a noi vicino (la Francia): quando, negli anni Ottanta, si resero conto che, drammaticamente, la crisi della famiglia stava coinvolgendo la loro società, si aprirono e, negli anni Novanta furono attuate politiche serie e strutturali, che determinarono un cambiamento radicale. Quella trasformazione portò all'odierna Francia, cioè una Francia ben più strutturata e ben più forte sotto qualsiasi punto di vista, non solo quello economico. È forte perché ha una prospettiva, ha un futuro, va oltre al contenuto orizzonte al quale noi, purtroppo, siamo destinati.
Ritengo importante una seria riflessione, perché, più volte, ho sentito i colleghi di centrodestra e la Giunta porre un'attenzione nei confronti della famiglia, ma con timidezza, che negli atti pratici è stata inconsistente.
Inviterei veramente, se hanno a cuore anche il futuro di questa Regione, a guardare con più attenzione alle politiche della famiglia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ci sono due articoli senza emendamenti, che voterei; poi, interromperei i lavori, anche per poter iniziare l'esame dell'articolo 3, sul quale sono stati presentati molti emendamenti.
Il numero legale è 30.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Gli importi di cui all'allegato A verranno tecnicamente coordinati dagli Uffici alle risultanze del dibattito sulla legge di bilancio.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Ricordo che domani siamo convocati alle ore 10, per proseguire direttamente con l'esame sul disegno di legge n. 169, non essendoci il punto del sindacato ispettivo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.20)



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