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Dettaglio seduta n.21 del 20/07/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che i lavori avranno inizio alle ore 14.35)



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata - art. 100 Regolamento)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 89 del Consigliere Gariglio inerente a "Salvaguardia dei livelli occupazionali del Gruppo Eni in provincia di Torino" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 89, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Presidente, sono contento di iniziare questa seduta ponendo il primo question time all'Assessore Porchietto, cui formulo i migliori auguri di buon lavoro. Sono convinto che, viste la sua esperienza e la sua professionalità, non avrà difficoltà a adempiere l'incarico che, peraltro è estremamente gravoso.
Le pongo una domanda, Assessore, che riguarda le vicende che in questi anni hanno toccato il Gruppo Eni in Piemonte Il Gruppo Eni è un gran gruppo nazionale, un gruppo di Stato che sta progressivamente svuotando la presenza sul territorio piemontese a vantaggio del territorio della Lombardia e della sede nazionale.
Io sono da sempre estremamente preoccupato dei rapporti con la Lombardia, perché spesso si sviluppano in modo non utile per la nostra Regione, attraverso il progressivo trasferimento di risorse e d'opportunità da un territorio verso l'altro. Dovremmo riuscire ad invertire questo trend. Quello che è successo in questo caso è fin troppo chiaro. Nel marzo del 2000 il Comune di Torino sottoscrisse una convenzione con Italgas, oggi Gruppo Eni, per creare AES, la società che si doveva occupare e che si occupa, in effetti, della rete di distribuzione del gas e del teleriscaldamento a Torino e Moncalieri. L'accordo con Italgas, oggi gruppo Eni, recitava: "La concessionaria Italgas conferma il mantenimento della struttura dell'esercizio di Torino e la sede della direzione generale in Torino con i relativi attuali livelli occupazionali". I dipendenti del Gruppo Italgas, a quell'epoca, ammontavano a 1500 unità. Queste persone erano quindi tutelate anche dall'accordo stipulato con il Comune di Torino.
Ciononostante in questi dieci anni, dal 2000 ad oggi, le unità sono diminuite di 500; quindi l'occupazione registra un -33%. Il successivo acquisto di Italgas da parte di Snam e la conseguente centralizzazione della struttura di Snam, hanno portato un progressivo spostamento verso Milano di tutte le mansioni principali: le nuove prospettive occupazionali vengono tutte incentrate su Milano.
Oggi la situazione è critica. Comprendendo le varie unità di riferimento - Aes, Eni, Adfin, Italgas - oggi i dipendenti sono 1200. Il 4 giugno scorso è stato stipulato un accordo con i sindacati che prevede un'ulteriore riduzione di personale di 1500 unità del Gruppo Eni a livello italiano. Si ha ragione di temere che di queste 1500 unità la maggior parte siano unità residenti in Piemonte, che vengono progressivamente spostate a Milano, o comunque incentivate verso la mobilità e quindi verso un'espulsione dal mercato del lavoro. Per questo, Assessore, le chiediamo quali azioni d'urgenza la Giunta intenda adottare per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali in Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Gariglio. La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Gariglio per gli auguri. Come ben sa sono anni che seguo attentamente - prima sotto altra veste - le tematiche e in questo periodo, ahimè, soprattutto le problematiche del tema lavoro sulla Regione Piemonte. È chiaro che non è sfuggita questa situazione e vorrei dirle fin da subito che abbiamo già richiesto, dopo aver parlato anche con il Vicesindaco di Torino Tom Dealessandri che ha la delega, un incontro con i vertici Eni per verificare ciò che lei in questo momento prospettava e che anche noi abbiamo timore che possa verificarsi. Lei stesso faceva riferimento al protocollo che è stato siglato il 4 giugno 2010 e che porta tra l'altro la firma delle principali e autorevoli sigle sindacali. Parto pertanto già dal presupposto che il fatto che i sindacati abbiano siglato un protocollo d'intesa sia legato anche ad un'attenta valutazione del suo contenuto.
Tra le altre cose, tale protocollo prevede nel biennio 2010-2011, per tutelare le condizioni individuali dei lavoratori coinvolti, degli interventi con il soggetto istituzionale competente, vale a dire l'INPS per la prosecuzione volontaria a carico di Eni del versamento dei contributi a conclusione del periodo di mobilità previsto dalla legge. Tra le altre cose i lavoratori usufruirebbero della mobilità ordinaria a carico dell'INPS, cui Eni aggiungerebbe il periodo mancante, al fine di ottenere un pacchetto di 7 anni. Quindi questa valutazione è stata fatta.
Ci sono poi una serie di interventi di ottimizzazione e di efficientamento degli assetti organizzativi, che riguarderanno prevalentemente le unità centrali. È chiaro che il fatto che in questo momento ci sia una particolare forte attenzione sulla sede di Roma e su quella lombarda rende necessaria un'attenzione da parte della Regione Piemonte e anche del Comune di Torino per far sì che - tra le altre cose le nuove assunzioni delineate in questo patto siglato, che sono circa 540 unità di giovani laureati e diplomati, vedano parte attiva anche la Regione Piemonte e coinvolgano gli insediamenti sul nostro territorio. Il bacino dei lavoratori coinvolti dal programma di mobilità sarà costituito principalmente da coloro che, nel rispetto delle esigenze tecnico organizzative aziendali, manifesteranno la propria disponibilità - e penso che il fatto che si parli di una mobilità volontaria sia un passaggio che vada tenuto in considerazione -, i quali matureranno il diritto ad un trattamento pensionistico nel periodo massimo di 7 anni dalla risoluzione dei rapporti di lavoro. Al fine di perseguire una gestione equilibrata degli assetti occupazionali, Eni si è impegnata a prorogare i contratti di somministrazione in essere entro i limiti previsti dalla normativa vigente e dalle disposizioni nel settore energia e petroli e nel settore chimica che sono i contratti che loro applicano - e ad effettuare, come dicevo precedentemente, nuove assunzioni per un ammontare complessivo di 540 unità. Sono previsti degli incontri periodici per il monitoraggio, al fine di analizzare l'andamento del numero di adesioni all'istituto della mobilità, rispetto al target che ha prospettato l'Azienda. Nell'accordo non sono invece presenti elementi ulteriori al fine di individuare le ricadute a livello territoriale piemontese ed è per questo motivo che si siamo immediatamente attivati - anche con la Provincia di Torino - finalizzato ad un incontro tra le parti per definire, a questo punto, quali sono le linee di impegno sul territorio piemontese da parte del Gruppo Eni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

"Debutto cortese" ha detto il Consigliere Reschigna.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta immediata n. 87 del Consigliere Goffi, inerente a "Pedaggio sulla Torino-Caselle" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 87 presentata dal Consigliere Goffi. Come da intesa con il Consigliere Goffi, la diamo per illustrata.
La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente. Mi ricorda solo quali sono i tempi? Cinque minuti vero?



PRESIDENTE

Cinque minuti, ma non siamo mai rigidissimi. Prego, Assessore.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie. Innanzitutto cercherò di essere sintetica perché questo quesito ripropone in buona parte un quesito cui abbiamo dato precedentemente risposta e rispetto al quale, purtroppo, non abbiamo rilevanti novità.
Colgo volentieri l'occasione per tornare su una questione che mi sta particolarmente a cuore oggetto anche di segnalazioni ripetute, sia formalmente sia telefonicamente con incontri appositamente richiesti presso l'Anas a Roma. La risposta che avevamo fornito la scorsa volta riprendeva la storia che ha condotto poi all'approvazione del DPCM del 25 giugno e che rimane a verbale; quindi, se il Consigliere Goffi me lo consente, posso produrre poi la documentazione che ho portato la scorsa volta e che non fa altro che ripercorrere a grandi linee qual è stato il percorso normativo che ha condotto poi all'elencazione delle stazioni oggetto dell'incremento di pedaggio.
Ripeto, invece, una considerazione che ho già fatto in quest'aula, vale a dire un sostanziale giudizio positivo sul provvedimento del Governo che consente, finalmente, di sottoporre a pedaggiamento alcune zone delle infrastrutture italiane che, soprattutto nel Centro e nel Sud, normalmente ne erano esentate, in maniera abbastanza misteriosa dal mio punto di vista invece vi sono numerose Regioni che giustamente - sempre dal mio punto di vista - vedono i cittadini pagare per i servizi che utilizzano. Salvando quindi la filosofia generale del provvedimento, non concordavo sulla strategia che aveva portato Anas a proporre al Ministero le stazioni individuate sulla tangenziale torinese quali oggetto dell'incremento di pedaggio. Questa non condivisione mi ha portato a scrivere ad Anas chiedendo una serie di spiegazioni. In particolare siamo in attesa di avere risposta rispetto a questi punti: quali siano i riferimenti normativi che individuano la tratta Torino-Caselle quale raccordo autostradale, pur configurandosi esclusivamente come una doppia carreggiata priva di corsie di sosta; quali siano gli elementi che autorizzano a sostenere che il traffico della Torino-Caselle possa essere intercettato attraverso le tre barriere contenute nel DPCM, ovvero Falchera, Settimo Torinese e Bruere quale sia il flusso di traffico giornaliero stimato sulla Torino-Caselle quale sia il flusso dei veicoli intercettati quotidianamente dai caselli suddetti e infine quale sia la cifra che Anas prevede di incassare grazie alla maggiorazione tariffaria imposta sulle tre barriere in oggetto.
Oltre a questa richiesta, approfittando anche delle indicazioni contenute nell'interrogazione proposta dal Consigliere Goffi, abbiamo richiesto ad Anas di avere un'informazione rispetto all'orario relativo alla riduzione della carreggiata per i lavori sulla Torino Caselle, oggetto della richiesta. Segnalo al Consigliere Goffi che in realtà l'interruzione non decorre dal 20 luglio, ma dal 5 al 20 luglio: quindi oggi è l'ultimo giorno di interruzione di questo servizio. Con la segnalazione inviata ad Anas chiediamo invece di conoscere qual è la ragione per cui i cartelli di segnalazione sono di fatto difformi rispetto ai reali orari di interruzione del servizio, avendo questo creato non pochi disagi agli utenti.
Concludo dicendo che - al di là del caso contingente, che ci vede su posizioni di dissenso rispetto all'impostazione che Anas ha voluto impartire in ordine a quest' incremento di pedaggio - la nostra posizione è di una valutazione molto attenta del sistema di pedaggiamento della tangenziale torinese, che oggi non ci sembra corrispondere a criteri equi.
Sappiamo perfettamente che alcuni che utilizzano la tangenziale non pagano a prescindere dal tratto che percorrono e altri invece pagano molto, a fronte di una scarsa percorrenza. Le competenze dirette non sono nostre non possiamo impugnare e cancellare quanto previsto dal DPCM. Nostra invece, può essere la responsabilità di condividere un disegno di ripensamento del sistema di pedaggiamento della tangenziale torinese che infatti, è oggetto di studio innanzitutto di Caf, che è la struttura più adeguata per sostenere un ruolo di programmazione della Regione, ma che evidentemente prevede anche momenti di confronto in seno alla Commissione con le parti sociali e con gli altri soggetti coinvolti. Grazie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 88 del Consigliere Placido, inerente a "Borse di Studio universitarie a rischio" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo al terzo question time: interrogazione a risposta immediata n.
88 del Consigliere Placido, che ha la facoltà di illustrarla. Prego Consigliere.



PLACIDO Roberto

Presidente, a me fa piacere che risponda l'assessore Quaglia, cosa prevista e permessa dal nostro Regolamento. Vorrei solo ricordare ai colleghi, sia dell'opposizione sia della maggioranza, che questa è una delega che il Presidente Cota ha tenuto per sé; e quando si tiene una delega, oltre alle responsabilità politiche, sarebbe auspicabile che se ne rispondesse in toto, compreso in occasione del question time che pone dei problemi particolari. Mi riservo quindi, se non soddisfatto - e penso che non sarò soddisfatto, anche se sono pronto a dire che mi sbagliavo - di ripresentare lo stesso question time finché il Presidente Cota non verrà di persona a rispondere in quest'aula. Perché le deleghe si mantengono in toto, anche nelle risposte in aula.
Il nostro Consiglio ha una tradizione sulle borse di studio universitarie; la nostra Regione era l'unica - ora se ne è aggiunta una seconda - a pagare tutte le borse universitarie agli idonei. Andando indietro negli anni, nel 2007-2008 su 11.500 domande sono stati stanziati circa 30 milioni di euro; nel 2008-2009 per circa 10.000 domande 26 milioni di euro; nel 2009-2010 per 10.200 domande 29 milioni di euro, così suddivisi: 12 milioni e 400 mila a carico dello Stato, 11 milioni dalla tassa regionale universitaria, 6 milioni da parte della Regione. Nel 2010 2011, a fronte di domande che si presumono ricalcare gli stessi numeri, noi siamo in presenza di una riduzione da parte dello Stato di 7 milioni di euro; perché i fondi statali passano da 12 milioni e 400 mila a 5 milioni e 500 mila, mettendo di fatto in discussione un quarto delle domande dei probabili idonei, stimati sugli stessi numeri degli anni precedenti.
Relativamente al sistema universitario, ci troviamo di fronte ad un taglio di 6,5 milioni di euro. Il ragionamento è semplice: significa che ai 7 milioni di euro in meno dallo Stato (un quarto), si sommano i 6,5 milioni in meno dalla Regione (un altro quarto).
La questione sarà oggetto della prima interpellanza rivolta all'Assessore Porchietto; mi dispiace non sia presente il caro amico Leo che potrebbe confermare quanto dico, oltre a quanto è negli atti.
Assessore, non mi risponda che la Regione pagherà tutte le borse di studio; occorre ripristinare i 22 milioni e mezzo, altrimenti mancheranno i soldi per le residenze universitarie, per le mense universitarie. Chi ha diritto alla borsa di studio ha anche diritto alle residenze e alle mense.
I servizi nel sistema universitario si tengono insieme, quindi o ci sono risorse per le borse di studio, per le mense, per le residenze diversamente, chi sarà idoneo per la borsa di studio non potrà permettersi la residenza, non potrà permettersi la mensa. Si ha un bel dire "I laureati: il futuro della nostra regione". Questo è il problema, caro Assessore Quaglia, in attesa del Presidente Cota.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione presentata dal Consigliere Placido, il rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2009 dell'EDISU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) presenta un avanzo finanziario presunto a chiusura dell'esercizio, di euro 8.966.630, mediante il quale l'Ente potrà sopperire alla minore entrata regionale.
Tale avanzo di amministrazione è motivato dalla maggiore entità del fondo di trasferimento statale del 2009, al cui valore storico sono state aggiunte, a fine 2009, risorse provenienti dai fondi Fas.
Alla luce di tale situazione finanziaria dell'Ente, in fase di predisposizione dell'assestamento di bilancio di previsione per l'anno 2010, si è resa possibile una riduzione dell'UPB di riferimento (la 13011 che veniva indicata anche nell'interrogazione) di circa 5 milioni di euro che garantisce comunque il finanziamento delle borse di studio.
chiaro che, per quanto riguarda la programmazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011, la Giunta regionale valuterà - e qui mi permetto di dire - nelle opportune sedi consiliari (è un dibattito che in Commissione sarà tema di confronto), anche a fronte al documento di manovra finanziaria statale di cui è attesa la conversione in legge, quali siano i margini entro cui operare al fine di verificare il mantenimento degli elevati livelli di eccellenza in materia di politiche di diritto allo studio che hanno caratterizzato la nostra Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Comba, Costa Raffaele, Cota Giordano, La Rocca, Maccanti, Motta Massimiliano, Sacchetto e Tentoni.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proseguimento esame disegno di legge n. 12 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 12, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010" prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Siamo sempre in sede di dibattito generale.
La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Prima di fare una valutazione sulla manovra di assestamento di bilancio, voglio porre, a nome del Gruppo dei Moderati, una serie di premesse per poi trarne le dovute conseguenze.
Prima premessa. Una serie di dati oggettivi che non si possono non considerare. Il primo elemento è la crisi che stiamo vivendo. Una crisi importante non soltanto a livello nazionale ed europeo, ma, ovviamente anche regionale.
Si è sempre sentito dire - da quando è iniziata la crisi - che la crisi non c'era, che la crisi si sarebbe risolta da lì a poco: in realtà la crisi è continuata. Chiunque abbia un amico commercialista o avvocato sa benissimo quali sono i numeri dei fallimenti e delle esecuzioni immobiliari in atto in questi giorni; numeri raddoppiati del 30-35% rispetto all'anno scorso, il che testimonia chiaramente come la crisi sia un dato reale.
Secondo elemento. La diminuzione degli stanziamenti da parte dello Stato. Apprezzo la risposta muscolare del Governatore Cota nei confronti degli altri Presidenti di Regione, staccandosi dalla loro posizione e sostenendo che non soltanto non rinuncia alle proprie deleghe ma, anzi, ne chiederà altre. Ben venga. Atteggiamento che valuto positivamente, ma non valuto positivamente il fatto che non combatta per la riduzione dei trasferimenti alla Regione - l'ipotesi è di un 11% - di circa cinquecento milioni di euro. Questo è un altro dato assolutamente incontrovertibile.
Il terzo elemento è la necessità di un equilibrio di bilancio.
L'equilibrio di bilancio a fronte di una diminuzione di entrate, a fronte della situazione di crisi, diventa difficile da contenere. Questi i primi dati oggettivi.
Voglio considerare altri elementi problematici, legati al momento attuale. Il primo è la non conoscenza della "macchina", dato fisiologico per l'attuale Giunta. Come si dice a Napoli, "non si nasce imparati": tre mesi di conoscenza dei bilanci non determinano una conoscenza del complesso della struttura del bilancio della Regione.
Ulteriore elemento, il fenomeno dei ricorsi. Elemento che inevitabilmente, aleggia e fa perdere tempo e attenzione rispetto a problematiche gestionali di altro tipo.
Inoltre, non si possono dimenticare i problemi che la Giunta ha avuto in questi tre mesi, come testimonia l'abbandono da parte del Vicepresidente Rosso e la sua sostituzione. Questi sono dati ulteriori.
Valutazioni iniziali che non possono, ripeto, non essere considerate. A fronte della difficile situazione, dal momento che la coperta si è fisicamente ristretta, non si può non prestare un'attenzione estrema a dove si vanno a praticare i tagli.
I proclami elettorali - anche in buona fede - intendevano significare volontà di attenzione nei confronti dell'industria, del mondo del lavoro del sistema produttivo piemontese affinché questo riparta fortemente, a livello concreto, le scelte solo in parte hanno corrisposto a questi proclami (vediamo il pacchetto lavoro) e, dall'altra parte, ci troviamo di fronte a tagli molti forti nei confronti di capitoli importanti che alimentano, a loro volta, il sistema lavoro. Parliamo del turismo, della cultura, ma parliamo anche dei trasporti. Il prossimo anno avremmo 25 milioni in meno in bilancio al capitolo trasporti. Questo fa sì che vi sia una situazione assolutamente contraddittoria, per cui da una parte vi sono parole e, in parte, fatti, come il pacchetto lavoro, che testimoniano attenzione, dall'altra parte, però, ci sono tagli drastici in settori che a loro volta, alimentano questo stesso pacchetto.
Da qui l'impressione che si tratti di un assestamento di bilancio abbastanza improvvisato, per ragioni contingenti ed inevitabili intervenute: l'elemento dei ricorsi, la non conoscenza dei bilanci e la difficoltà di bilanci legati alle riduzioni da parte dello Stato. Tuttavia non si può pensare di favorire la dimensione lavorativa facendo sì che importanti elementi produttivi del sistema Piemonte vadano in decremento.
Precedentemente, un Consigliere della maggioranza ha sostenuto che riteneva assolutamente non sensati gli aiuti che nella precedente Giunta venivano erogati quale forma di assistenza sociale, che è stata definita "elemosina". Innanzitutto, l'interpretazione di elemosina è assolutamente personalistica, però c'è un dato da considerare. L'interpretazione del Consigliere che precedentemente ha detto di non dare elemosine, ma posti di lavoro, è bellissima, sono più che d'accordo. Però, se i dati relativamente al Piemonte, oggi, dicono che le aziende sono drasticamente in crisi e che molte stanno chiudendo, probabilmente, è meglio avere un minimo sussidio riuscire a pagare qualche mese di affitto e qualche bolletta piuttosto che avere la speranza di un qualcosa che, forse, non ci sarà - tutti noi ci auguriamo non sia così.
Di conseguenza, la valutazione dei Moderati relativamente a questo bilancio è problematica - per carità, ne riconosco le motivazioni, anche reali - e si manifesterà soprattutto nel futuro, perché un bilancio di questo tipo influenzerà particolarmente il medio e lungo termine. Anche perché, secondo me, non possiamo assolutamente illuderci che nei prossimi anni non ci siano ulteriori tagli sistematici da parte dello Stato nei confronti delle Regioni. Ormai, lo Stato in maniera costante scarica sugli Enti locali: ha iniziato con i Comuni e le Città, adesso passa alle Regioni.
Com'è avvenuto per le grandi città in questi ultimi quattro anni, ho il timore che questo sia solo l'inizio, per le Regioni. Di conseguenza l'attuale bilancio deve tenere conto anche di tagli futuri; quindi, la strategia impostata oggi è molto pericolosa, perché non tiene conto del medio e lungo termine. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dell'Utri.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Sarò veloce perché questa mattina l'assestamento al bilancio è già stato sviscerato sia da una parte sia dall'altra; però, vorrei rilevare alcuni aspetti riguardanti i tagli che, a nostro avviso, sono assai faziosi e recano danno alle tante fasce già oggi in difficoltà.
Siamo tutti consapevoli che, la disoccupazione sta crescendo; la crisi non è finita: dal mio punto di vista, in Piemonte, sta aumentando.
Innanzitutto, voglio citare un aspetto di notevole importanza di cui si è già parlato in varie discussioni: la sanità. Uno degli argomenti più importanti, che mai come oggi è così sentito, visto il taglio ai fondi.
necessario rivedere alcune scelte, a nostro avviso, non proprio ben fatte, e provvedere ad una politica attiva sul lavoro: si è molto parlato di sostenere il lavoro e le famiglie, quelle che hanno maggiore difficoltà.
Altresì, sono da sostenere le piccole e medie imprese. In questi giorni si è parlato di realizzare tanti posti di lavori, però, per quanto abbiamo potuto vedere, ci sono dei paletti che, a mio avviso, non permetteranno mai a queste imprese di accedere a questi benefici. Pertanto, pregherei di eliminare questi paletti e fare in modo di non creare ulteriori difficoltà a imprese che già soffrono, dando loro un tantino di respiro.
Occorre non dimenticare - non per ultimo - i Comuni che noi qui rappresentiamo, in particolare i piccoli e medi Comuni, in estrema difficoltà.
Per quanto riguarda il discorso della viabilità, non si devono chiudere le porte perché rappresenta un problema di estrema importanza per tutta la Regione Piemonte. Se tagliamo queste voci e questi fondi non so come Province e Comuni potranno fare fronte alle urgenze e necessità, ad esempio all'apertura di strade chiuse con le varie alluvioni.
A questo punto, cosa devo dire? Mi rivolgo al Presidente Cota - mi dispiace non sia presente - dicendogli che ho molta fiducia e che deve farsi valere di più a livello statale, a Roma, e non accettare e consentire questi tagli. Sono in due, abbiate pazienza: lui e il Ministro Zaia, che stanno zitti a questo riguardo: no, dobbiamo fare gli interessi del nostro Piemonte, della nostra gente, della nostra comunità.
Se accettiamo questi tagli, cari colleghi, voglio vedere fra un anno e mezzo cosa succede a non rendere più fruibile un servizio e poi ancora un altro, qui si ribalta l'intera comunità della regione Piemonte! Dico al Presidente Cota di battere i pugni forte e di non accettare queste scelte del Governo nazionale, perché per noi non va bene, è in discussione la sopravvivenza dei nostri cittadini.
A questo riguardo chiedo ancora un confronto nelle varie Commissioni come già abbiamo fatto, per svolgere una valutazione punto per punto. Noi siamo collaborativi, vogliamo collaborare, però vogliamo fare qualcosa che sia sensato e giusto, pur stringendo la cinghia, ma evitando questi drastici tagli, in particolar modo quelli provenienti da Roma. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Signori colleghi Consiglieri, con l'assestamento al bilancio di previsione per l'anno 2010 che la Giunta sta presentando a questo autorevole consesso regionale, i nodi stanno venendo al pettine; direi che è la fine del sogno elettorale: gli spot hanno le gambe corte.
Siamo tutti d'accordo, in questo consesso, che si devono combattere gli sprechi, che non piacciono a nessuno, credo non ci sia un Consigliere che non sia d'accordo. Però, occorre distinguere gli sprechi, da un lato e i meri tagli orizzontali, dall'altra. I meri tagli orizzontali minano l'equilibro sociale ed economico della nostra Regione, esprimono una forte contraddizione nei confronti di un piano straordinario di occupazione, che questa autorevole Giunta sta proponendo al territorio piemontese. Il risultato non può che essere depressivo sul sistema economico regionale e si può ripercuotere in tutti i comparti economici. Ne cito solo alcuni, i più importanti, ma questo non vuole dire che non si ripercuota su tutto: le aziende, il lavoro, il turismo, l'agricoltura e l'assetto idrogeologico del territorio.
Per quanto riguarda le aziende, abbiamo ricevuto, come messaggio da parte dalla Giunta, la proposta di incentivi per migliorare e traghettare la difficoltà economica in cui le aziende si dibattono, ma questi incentivi rischiano di non produrre l'effetto che la Giunta si ripropone, proprio perché minati dai tagli ricevuti, che tolgono ossigeno alle imprese.
Così avviene per il lavoro: ritengo non sia sufficientemente incisiva la proposta avanzata dalla Giunta nei confronti di quei lavoratori che non hanno ammortizzatori sociali; non è sufficientemente determinante nell'affrontare misure di sostegno al reddito.
Così avviene anche nel settore agricolo. Durante le elezioni abbiamo sentito espressioni positive, quali "cambiamento", "potenziamento" e "risorse", come indicato in modo particolare dal vostro programma elettorale, ma queste espressioni positive si traducono ora in un'espressione decisamente negativa: la preoccupazione che questi tagli proposti possano significare la chiusura di diverse aziende agricole. Dato preoccupante, visto che l'agricoltura è un comparto portante della nostra economia.
Sulla vostra proposta leggo tagli per circa il 20%. Ne cito solo due importanti: nel capitolo 110/41, relativo al sostegno dell'attività zootecnica, 1 milione e 700 mila euro in meno; nel capitolo 110/32, il "Piano carne", 9 milioni 753 mila euro in meno. Allo stesso modo possiamo parlare del taglio a quello che dovrebbe essere il rispetto ambientale del territorio stesso: al capitolo 246/152 troviamo tagli per 2 milioni 850 mila euro. Sul turismo, che potrebbe essere un volano di ripresa dell'economia del nostro territorio, troviamo tagli per circa il 30%, anche se negli anni passati il turismo è aumentato più del 10%.
Quello che potrebbe essere una risorsa, che potrebbe tradursi in occupazione, che potrebbe essere una buona carta di investimento ed una buona opportunità per quest'amministrazione, viene a subire una battuta di arresto, causando un effetto negativo sull'economia piemontese.
Anche in queste proposte noto una contraddizione: da un lato i tagli dall'altro la volontà di investire risorse per l'acquisto di quote in partecipazione. Su questo non possiamo che essere decisamente contrari.
Concordo con il Capogruppo Carossa sull'importanza dell'opposizione in un Consiglio regionale. Noi vogliamo essere un'opposizione responsabile e lavorare insieme; non falsamente responsabili, come ha detto questa mattina. Una proposta positiva, al di là del colore politico, troverà sicuramente il consenso dell'Italia dei Valori.
Occorre, però, distinguere gli sprechi da quanto può essere investimento o volano di sviluppo; soltanto raggiungendo quanto si aspettano i concittadini piemontesi possiamo tentare di far ripartire questo splendido territorio e onorare coloro che tutti i giorni lavorano per cercare di arrivare a fine mese, magari con molta difficoltà.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Quest'avvio di dibattito sul bilancio di assestamento, che arricchiremo man mano si discuteranno gli emendamenti, è caratterizzato, sin dalla fase della sua presentazione, da un'ambiguità nel modo con il quale si presenta questo atto di organizzazione della contabilità regionale o, come ci è stato ripetutamente detto quando abbiamo discusso il bilancio di previsione, questo primo bilancio politico della nuova amministrazione Cota.
Il bilancio di assestamento sarebbe stato l'atto della vera fisionomia politica della nuova Giunta o, come è stato detto dai Consiglieri di maggioranza stamane, una sorta di atto obbligatorio, tendente a lenire le conseguenze della precedente amministrazione che ovviamente, nella lettura e nella valutazione degli attuali Consiglieri di maggioranza, non è risultata adeguata, dal punto di vista delle risorse economiche.
Una prima questione, quindi, su cui determinare un orientamento quando discutiamo, è se stiamo parlando di uno strumento politico o di un atto contabilmente dovuto.
Mi sembra di poter dire che stiamo parlando di uno strumento politico superbamente presentato da questa maggioranza come capacità di stare in campo, da parte della Regione Piemonte, nel quadro complessivo delle manovre nazionali.
Anche da questo punto di vista sarebbe giusto intenderci, una volta per tutte, sul giudizio che diamo sulla qualità della nostra amministrazione regionale: siamo stati una Regione virtuosa o una Regione sprecona per la quale l'attuale maggioranza non può permettersi alcuna scelta politica, ma deve soltanto tentare di riparare le falle? Dico questo perché la scorsa settimana abbiamo votato un ordine del giorno presentato dall'ex Presidente del Gruppo PdL, l'Assessore Porchietto, che richiamava alla posizione politica delle Regioni alla Conferenza Stato-Regioni, sostenendo che si sarebbe benissimo potuto reggere il contraccolpo della manovra Tremonti se nella relazione con lo Stato centrale, la distribuzione delle risorse finanziarie avesse tenuto conto delle dimensioni degli Enti virtuosi da incentivare, rispetto a quelli non virtuosi da non incentivare.
A meno che l'ex Capogruppo Porchietto - e non credo - fosse così irresponsabile da praticare un atto di autolesionismo, nel momento in cui ha ritenuto di avanzare una richiesta di favore nei confronti del Piemonte riteneva di presentare una Regione virtuosa.
La questione "atto dovuto" per gli sprechi precedenti è bene, per lealtà intellettuale, cominciare ad accantonarla.
A questo punto, quindi, giudico su principi politici questo bilancio di assestamento che risulta, alla mia cultura, francamente incomprensibile e per alcuni versi anche offensivo; incomprensibile perché percorre una strada assolutamente indifferente al ruolo primario che appartiene alle Autonomie locali, ovvero di fungere da ammortizzatore sociale e di redistribuzione delle risorse economiche, in una modalità volutamente diseguale che va ad accompagnare le condizioni di maggiore vulnerabilità quale si compete alle politiche pubbliche, le quali non hanno il compito di comportarsi come imprenditori e di intervenire direttamente sul mercato, ma hanno il compito essenziale di svolgere un ruolo di rappresentanza, di tutela, di redistribuzione, rispetto alle condizioni della propria popolazione, la cui redistribuzione, come qualunque economista al primo anno di corso sa - dato che piace questa modalità di dire - non è solo un atto di solidarietà e di equità, ma ha un valore economico.
Evitando la deriva della crisi economica contenente i rischi di emarginazione e di esclusione sociale, noi teniamo il fronte dei consumi e introduciamo anche un valore economico nelle categorie di sviluppo del nostro territorio. Ma questo non appartiene alla cultura di questa maggioranza: questa maggioranza ha ridotto il fondo sociale regionale: la si può rigirare come si vuole, ma questa maggioranza ha ridotto di 20 milioni il fondo sociale regionale e non ha riconfermato le misure di sostegno al reddito. E, ancora più preoccupante, è la mistificazione con la quale si cerca di legittimare tali misure. Una mistificazione del tutto allineata alla cultura precedentemente richiamata, per cui le misure di sostegno alle condizioni del lavoro sono passive e assistenziali, mentre le misure di sostegno all'impresa sono esempi di politiche attive del lavoro.
L'abbiamo già detto quando abbiamo illustrato le nostre proposte di emendamento al bilancio di previsione; là c'era già la possibilità di invertire la tendenza e non si è voluto fare. Lo ribadiamo nel dibattito generale sul bilancio di assestamento e lo confermeremo nella presentazione di tutti gli emendamenti, perché risulti forte e chiaro, di passo in passo come vota quest'Assemblea elettiva, relativamente al tema del sostegno al reddito dei lavoratori in mobilità, in cassa integrazione o inoccupati, le cui condizioni sono state richiamate non più tardi di domenica sia dal Difensore Civico sia dalle organizzazioni sindacali, che ci hanno ricordato come il peggioramento del periodo di durata di mobilità comporti la caduta nel vuoto di una serie di condizioni per alcuni lavoratori, il cui passaggio in transizione sulla pensione sarebbe stato garantito - e così non sarà più con la nuova manovra finanziaria - esattamente dalle condizioni di lavoro in mobilità.
Ora, che questo tipo di presunzione, indifferente alle condizioni del bisogno sociale, venga presentata come una politica di sviluppo che guarda all'occupazione ed ai mercati e non come un'elemosina istituzionale, è solo un atto che, nella sua volgarità, dimostra il modo aggressivo con il quale si considerano le condizioni umane. Ciò è ben diverso dallo stile adottato nelle relazioni con soggetti esterni e ben diverso dallo stile adottato fuori da quest'aula, ma per quel poco che potrò, sarà mia cura rendere esplicito fuori di qui qual è la cultura che viene rappresentata.
Si diceva - e c'è sempre qualcuno al suo posto, perché in carne ed ossa non possiamo vederlo - che il Presidente Cota vuole rilanciare il lavoro; e ha non pochi buoni testimoni e portavoci in quest'aula.
Questo Piano lavoro, che non sto a discutere di quante misure tradizionali ed innovative sia composto, è così innovativo che per sostenerlo avete dovuto assumere un provvedimento di legge, perché ogni altra misura era già contemplata negli atti amministrativi precedenti. Ma tant'è; l'importante è che funzioni.
Ma ciò che pare veramente insopportabile è l'aspetto connesso alla sottovalutazione delle condizioni sociali della popolazione.
Parlare di "elemosina istituzionale" è quanto di più brutale indifferente e supponente io abbia sentito dire dalla classe politica nei confronti della popolazione diffusa. Credo sia bene per tutti invertire questo senso, perché a nessuno può interessare di governare un territorio caratterizzato dal venir meno dei principi di coesione sociale e dalla larga diffusione di frange di nuova povertà.
Né vale, per alcuni che brillano sulle pagine dei giornali locali, di cui personalmente ho cura attenta, stracciarsi le vesti, raccontando le scene di coloro che vanno a raccogliere la frutta e la verdura scartata dai mercati, ovvero il Consigliere Marinello, e poi arrivare qui e dire che le misure di compensazione fatte con il Fondo Sociale regionale o con le misure di sostegno al reddito sono elemosine da cui dipendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
L'operazione cui siamo necessariamente obbligati a confrontarci è una manovra di assestamento di bilancio che risente di una pesante eredità come alcuni colleghi stamattina hanno ricordato - in particolare il collega Carossa. Alla pesantezza dei numeri dell'eredità non ci si può sottrarre e bisogna affrontare il problema con la maggiore capacità di risposta seguendo una linea di serietà e di rigore. Siamo stati eletti dal nostro elettorato anche con questi compiti, cercando nel contempo di spalmare i sacrifici in una maniera la più equilibrata e la meno negativa possibile per la popolazione piemontese.
Alcuni si sono lamentati dei tagli sulla cultura. Noi ci siamo trovati e non vorrei davvero trovarmi nei panni dell'Assessore alla cultura Coppola - con delle spese senza copertura finanziaria imputate sul bilancio 2009, che inevitabilmente sono slittate sul 2010, per oltre 20 milioni di euro.
Capite che di fronte a queste situazioni era necessario chiudere i rubinetti di una gestione che nell'ultimo anno - anno, guarda caso, pre elettorale - era diventata molto "farfallona", se è consentito il termine.
stato un atto dovuto e necessario, da parte di un'Amministrazione responsabile, avere il coraggio di risparmi incisivi e forti proprio per tenere in equilibrio i conti della Regione.
Si è accusato che questa manovra non darà impulso all'economia piemontese. Non sono assolutamente d'accordo: nonostante le difficoltà e nonostante i risparmi necessari che ci impone la contabilità di bilancio regionale, il Piano casa, ad esempio, ovvero il realizzare almeno 10 mila alloggi, darà sicuramente impulso all'economia piemontese.
Voi sapete come l'edilizia sia il volano di tutte le economie, non solo quella piemontese, ma anche nazionale, e questo incentivo all'edilizia popolare sicuramente servirà a dare un impulso all'economia della regione.
E rappresenta anche una risposta - ahimè - alla scelta negativa e tragica fatta dalla precedente Amministrazione regionale: aver tarpato le ali al Piano casa del governo Berlusconi, ponendo una serie di vincoli, di limiti e di delimitazioni che hanno fatto sì che l'effetto in Piemonte sia stato molto limitato, mentre le potenzialità di quel Piano casa - che in una seconda fase di questa legislatura sarà ripreso - nella regione Piemonte potevano dare effetti molto incisivi.
C'è poi la critica sulle politiche sociali. E' stata fatta una scelta tra sanità e politiche sociali. Si è deciso di fare dei risparmi molto ridotti (il 2% circa sulla sanità) e dei risparmi più significativi sul fronte dell'assistenza sociale. E, in tal senso, c'è una questione di competenze e responsabilità che tutte le istituzioni piemontesi e gli Enti locali della regione devono portare avanti, una volta per tutte.
La sanità è di competenza esclusiva della Regione, quindi essere riusciti a fare una manovra in assestamento di bilancio in cui la riduzione della spesa sanitaria si attesta ad appena un meno 2%, è un'operazione molto positiva, della quale bisogna complimentarsi con la Giunta regionale e in particolare con l'Assessore Ferrero, perché con la manovra di rientro di 130 milioni imposta alle ASL e con una serie di correttivi fatti a livello centrale, si è riusciti a ridurre la spesa sanitaria solo del 2% e a non incidere sullo stato dei servizi sanitari piemontesi.
Invece, sulle politiche sociali, è ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Questa mattina l'amico Vignale poneva l'esempio di due Consorzi socio assistenziali confinanti: in uno la quota a carico del Comune è di 10 euro procapite, mentre nell'altro Consorzio socio-assistenziale è di 36 euro non era Frassineto Po ma Fontaneto Po il Comune cui faceva riferimento l'amico Vignale. É evidente che all'interno di questi Consorzi socio assistenziali, espressione degli Enti locali e dei Comuni, non c'è omogeneità di gestione, non c'è la stessa efficienza e la stessa capacità di offrire i medesimi servizi socio-assistenziali alla popolazione piemontese.
necessario che i Comuni facciano una scelta più rigorosa nei progetti e nei piani zonali e socio-assistenziali che approvano; evidentemente è necessario che cambino anche gli amministratori che esprimono in questi Consorzi socio-assistenziali.
Ci si è battuti tanto per l'autonomia dalla Regione degli enti gestori e dei loro "azionisti di riferimento" - per così dire - ovvero i Comuni.
Però autonomia significa anche responsabilità. Quindi, se molti di questi gestori sono incapaci di introdurre regole di efficienza, se ne facciano carico gli Enti locali, in questo caso i Comuni, provvedendo a determinati tipi di scelte sia nel personale che dirige questi enti gestori sia in altre situazioni: non è più periodo di vacche grasse.
I Comuni, se davvero tengono alla gestione dell'assistenza sociale dovranno fare delle scelte, rinunciando magari a qualcuna delle feste pseudo-culturali che ancora, in maniera incredibile, vengono organizzate sul territorio piemontese - manifestazioni dalla dubbia efficacia culturale o turistica - e si privilegi, invece, l'assistenza sociale, il contributo sugli assegni di cura, il contributo sulle residenze per gli anziani non autosufficienti, per i posti convenzionati e tutte quelle politiche di sostegno all'assistenza e, più in generale, alle fasce deboli della popolazione piemontese.
Si sta cercando, peraltro, di travisare un altro dato, quello secondo cui non risultano esservi incentivi a sostegno delle attività produttive.
Non è vero: se il dato è corretto, si parla di ben 34 milioni in finanziamenti destinati alle attività produttive. Questa credo che sia la risposta migliore alle critiche sollevate in questa sede.
Non credo, quindi, si potesse fare di meglio in una situazione di pesante eredità e in una situazione di difficoltà finanziaria a rilievo nazionale. Pertanto, l'assestamento di bilancio a cui ci stiamo apprestando a discutere nel merito, con una serie di emendamenti che verranno anche dai banchi della maggioranza (alcuni correttivi, alcuni in corso d'opera), non poteva essere impostato in maniera diversa.
Vi è, poi, il piccolo tentativo - "piccolo" tra virgolette o "iniziale" forse sarebbe il termine più corretto da usare - di aggredire le spese storiche e di eliminare certi dogmi che in quest'aula, nelle passate legislature, sembravano principi intoccabili.
Si possono modificare certe spese storiche e si possono responsabilizzare altri soggetti istituzionali (Comuni ed enti gestori come dicevo prima) nella politica dell'assistenza sociale nella nostra Regione.
Concludo l'intervento complimentandomi col Presidente della Giunta regionale e con i suoi Assessori, per essere riusciti, sostanzialmente, ad armonizzare una situazione difficile, e, nel contempo, a far aprire alcuni filoni per dare impulso di sviluppo economico alla nostra Regione (mi riferisco al sostegno alle attività produttive e al Piano case).
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su una materia così importante come quella che riguarda il bilancio.
Mi fa piacere, peraltro, avere il Consigliere Carossa di fronte almeno non mi viene il torcicollo a girarmi a sinistra: sarebbe una punizione troppo grande! - perché una parte del tempo a mia disposizione sarà dedicata ad un problema che il collega ha sollevato con molta forza questa mattina. Perché non basta la forza, bisogna avere gli argomenti e più che altro, i fatti. Ma ci tornerò successivamente.
La prima parte del mio intervento verterà sul bilancio. Perché con tutta la buona volontà a parlare di "ottimizzazione delle risorse", ad usare il termine "razionalizzazione" al posto di "taglio", che è una bellissima parola, ma che non modifica la sostanza di questa manovra di bilancio - non voglio toccare assolutamente quella nazionale (sulla quale ne avremo da dire!), se non per il combinato disposto di queste due manovre (le mode passano, ma fino a poco tempo fa si usava sempre questo termine ma in questo caso penso che si possa rispolverare), ma in questo caso mi riferivo solo a quella regionale - come dissi già nella scorsa legislatura si tratta di capire chi è il "gabelliere", chi è lo "sceriffo di Nottingham" e chi è il "Superciuk", che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Perché questa è la situazione. Ma entriamo nel merito.
Come hanno già detto alcuni miei colleghi - ripetere non guasta mai! esistono 1.206 Comuni, la grande maggioranza dei quali sono certamente piccoli. Ci capita spesso di dire che rappresentano una risorsa, la spina dorsale delle nostre Province e delle nostre vallate; quelle vallate dove è necessario intervenire: penso, ad esempio, alle Valli di Lanzo, che percorro in bici, e il buon collega Novero mi ha aiutato anche a risolvere qualche problema; gliene sarò sempre riconoscente.
Come dicevo, ci si preoccupa a parole dei piccoli Comuni, ma poi, sulla legge n. 18, la norma che riguarda proprio questi enti, si tolgono 55 milioni di euro, per gli interventi da 50.000 euro, che non sono quelli per i grandi raccordi, per le infrastrutture, per le torri regionali o per le banche, ma sono quelli per l'illuminazione, per le fogne e per i cimiteri.
Non c'é bisogno di spolverare la famosa poesia "I sepolcri", che ha fatto la storia della letteratura del nostro Paese. Non c'é neanche rispetto per i cimiteri! Ci si riempie la bocca di "piccoli Comuni" e poi, sugli stessi, si tolgono 55 milioni di euro? Il problema dei piccoli Comuni non riguarda solo l'opposizione: glielo dovrete andare a spiegare voi! Io vivo a Torino: l'area metropolitana crea tanti problemi, ma su questo aiuta, mentre nelle altre Province piemontesi è più complicato. Lo stesso vale per i 48 milioni sull'assistenza. Nei nostri interventi si parla sempre di 50 milioni di euro, ma per la precisione sono 48. L'elenco su chi intervenite, come ha già detto più volte la collega Artesio, che se n'è occupata per qualche anno, - ecco il combinato disposto con la manovra nazionale - è costituito da deboli e poveri, perché non intervenite sui benestanti o su chi detiene rendite.
In merito, poi, al sostegno al reddito - grandioso, lo diceva stamattina in un equilibrato intervento il collega Ronzani - emerge il classico zero. Aspetto di capire - in tal senso mi unisco al collega Ronzani - cosa metterete sul sostegno al reddito.
Veniamo alla sanità: non entro nel merito dei piccoli ospedali, sui quali avevo una posizione molto chiara allora - bisognerebbe intervenire ancora maggiormente, ma difatti lì è una partita chiusa - ma parliamo di 1 milione sui progetti per i pazienti degli ex ospedali psichiatrici. E si continua a battere sulle fasce deboli o, come sostiene qualcuno in maniera molto meno romantica, sulla "sfiga", ovvero su chi è già in difficoltà. Mi riferisco, ad esempio, ai precari della scuola, alla manovra del Governo nazionale, quei 300 o 400 già in condizioni difficili che facevano il lavoro di coloro che una volta venivano definiti "bidelli", che vengono lasciati a casa (parlo delle cooperative sociali, che lavorano molto nelle nostre scuole); si batte sempre sullo stesso tema, sempre sui piccoli, che siano persone, enti o Comuni. Sempre sugli stessi. È un po' più complicato intervenire sulle grandi realtà.
Allora si ha un bel dire che si tratta di una manovra di razionalizzazione o di normalizzazione! Questa è una manovra di tagli; di tagli veri, che riguardano le fasce deboli, coloro che sono già in difficoltà. D'altronde, non mi stupisco.
Qualche problema se lo dovrebbe porre un collega del PdL, che è molto vicino alle tematiche sociali. Mi riferisco al collega Vignale, al quale con estrema sincerità, sono abituato a dire ciò che penso. Come gli ho fatto i complimenti per quel problema che ha sollevato questa mattina perlomeno in parte (perché non si possono dare contributi a chi arriva prima, in quanto l'intervento del Pubblico non è una lotteria, e non ho problemi ad affermarlo), vi sfido a porre rimedio e a sostenere le fasce deboli, non a tagliare chi è in difficoltà. Perché voi state facendo questo, è chiaro? Caro collega Vignale, come non ho problemi a dire che avevi ragione questa mattina, ti invito a fare altrettanto sui tagli, sulle fasce deboli sui piccoli Comuni, su chi è già in difficoltà. Quando interverremo nel merito (articolo per articolo, capitolo per capitolo, delega per delega) sarà ancora più chiaro il tipo di intervento che voi, con questo bilancio di assestamento, via apprestate a fare: togliere ai poveri per dare ai ricchi! Questa la differenza tra chi si occupa della parte sociale e chi si occupa di altre cose.
Gli ultimi due minuti (anche meno se riesco) li voglio dedicare al collega Carossa. Caro collega Carossa, lei deve smetterla di "farci la lezione" tutte le volte, e sbraitare sulla vergogna della legge che ha permesso questa situazione, additando al centrosinistra di aver compiuto questa situazione incredibile, che non permette più al Presidente Cota, nel pieno dei suoi poteri, di poter governare così come hanno voluto i piemontesi! Voglio ricordare a chi c'era già la scorsa legislatura - i "nuovi" lo potranno finalmente capire, che la famosa e mitica legge n. 21 (alla quale quanto prima bisogna porre rimedio: problema di tutti) non è soltanto un problema del centrodestra o del centrosinistra, se vogliamo evitare di trovarci, magari le prossime elezioni, nella stessa situazione e non è n inciucio, né soccorso. Gli accordi si fanno nella chiarezza, senza promesse, senza nomine e senza altro! Per essere chiari, quella legge fu votata nel seguente modo: ci fu un non partecipante, il collega Bossuto (che non è più qua), un voto contrario, il Consigliere Turigliatto. Io posso parlare tranquillamente, non l'ho votata perché non ero presente. Per disciplina, se fossi stato in aula, senz'altro l'avrei votata, così tolgo opportunismi personali, che non mi appartengono. Però, caro Carossa, la devi smettere! Il tuo Capogruppo ha votato a favore! È chiaro? Il tuo Capogruppo ha votato a favore! Così come tutti i presenti della Lega! È chiaro? Smettila! Parliamo della nuova legge elettorale. Anzi, della legge elettorale che riguarda tutti! Non si può fare demagogia a seconda del posto che si occupa. Entriamo nel merito: siamo disponibili a fare finalmente, in ritardo di cinque anni, e lo Statuto ce lo chiede, la Legge regionale evitando così i problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
In discussione generale dell'assestamento di bilancio non possiamo che partire dal contesto in cui va a collocarsi l'assestamento.
L'assestamento si colloca in una situazione ereditata dalla Giunta ereditata da questo Consiglio. Una situazione veramente di grande difficoltà; ci siamo già ritornati molte volte e non voglio ripetere ci che è già stato detto. Non possiamo non ricordare la differenza di quasi 500 milioni di euro, cui questo Consiglio e questa Giunta hanno dovuto far fronte. Non possiamo dimenticare la deliberazione del 29 marzo, con i tagli a impegni di spesa già assunti per i comuni, per le associazioni, che assunse la Giunta precedente nell'ultima sua riunione.
Questo assestamento è frutto delle conseguenze di questa situazione pertanto, non possiamo non prenderne atto.
Un assestamento di bilancio che vuole dare delle risposte a chi invece, rispetto a quegli impegni di spesa, aveva già assunto delle iniziative, aveva già assunto degli impegni e che non può essere lasciato da solo, non può essere lasciato per strada. La Giunta fa bene a dare una continuità amministrativa alla sua azione, assumendosi anche quegli impegni che qualcun altro avrebbe dovuto onorare con risorse proprie, risorse che invece non c'erano. La situazione è questa, senza polemica.
chiaro che questo non può essere un assestamento con il quale la Giunta mette in campo e dispiega una politica come quella che avremmo voluto, potuto e dovuto dispiegare se le cose fossero state nella normalità e cioè se avessimo trovato tutti i conti in pareggio, ogni impegno con le sue risorse a disposizione.
Noi questo lo comprendiamo, ma vogliamo anche dire che non accettiamo la forma mentale di chi dice che ci distacchiamo dagli impegni della Giunta passata, che non seguiamo la spesa storica della Giunta passata. Ci mancherebbe che una nuova maggioranza, una nuova Giunta si proponesse di seguire la linea direttiva di una Giunta con cui, invece, noi dobbiamo segnare discontinuità! Quindi, con piacere voglio sottolineare i momenti di discontinuità.
già stato detto, ma lo voglio ricordare anch'io, in questa discontinuità si pone anche tutto il grande impegno che questa Amministrazione, naturalmente supportata dalla sua maggioranza, ha preso sulla questione lavoro. Non è un caso che sulla problematica più sentita più avvertita dai piemontesi in questi mesi, in questi ultimi anni, seppure recenti, cioè proprio la questione occupazione e lavoro, la Giunta abbia assunto l'impegno programmatico più forte, accompagnato anche con un'allocazione di risorse, in parte già esistente, in parte nuove, per tentare di affrontare la problematica più sentita dai piemontesi.
Quindi, il Piano lavoro come primo momento di una nuova strategia, cui seguirà tutta una serie di impegni che indicheranno la discontinuità rispetto alla Giunta precedente, ma nel rispetto degli impegni assunti con chi (Comuni, associazioni, realtà associative) aveva delle aspettative dalla passata Giunta e che noi riteniamo giuste e che verranno onorate.
Certo è che noi abbiamo impostato un discorso, anche rispetto a questo assestamento, molto lineare, un percorso che è partito dal rispetto dei tempi. Voglio sottolineare questa questione: per la prima volta (lo dico a chi ad esempio dirigeva la I Commissione nella passata legislatura) i tempi di presentazione del documento di assestamento sono stati rispettati.
Sembra una banalità, ma per noi che abbiamo vissuto l'intera legislatura e voglio dirlo per onestà intellettuale - anche legislature precedenti, è importante il fatto che per la prima volta si siano rispettati i tempi; mi auguro che questo avvenga anche per il bilancio di previsione del 2011 perché ce lo impone la necessità di dare anche un senso diverso al nostro modo di fare politica.
Rispettare i tempi di presentazione dell'assestamento, l'essere giunti in Commissione in maniera condivisa, aver voluto le consultazioni, non era un atto dovuto, come ho sentito dire stamattina, perché altrimenti qui ci prendiamo in giro; possiamo dire che è stato un atto condiviso, ma non un atto dovuto, perché le fattispecie degli assestamenti degli anni passati ci hanno segnalato come alcune volte siano state fatte e altre siano state negate. Poi, l'ampia discussione che si è svolta in Commissione senza compressione dei tempi, ma con la volontà precisa di arrivare nei tempi specificati dal nostro Regolamento alla deliberazione e poi alla votazione del nostro assestamento, anche questo è un modo nuovo di fare politica.
Concludo questo mio breve interevento soffermandomi su alcuni degli emendamenti, perché mi hanno stranito soprattutto quelli che fanno riferimento alla sanità. Io ho conosciuto un'ex maggioranza, oggi opposizione, che sulla sanità ha fatto negli anni passati - non giudico, ma rilevo - una battaglia per non toccare neanche un centesimo, definendo le scelte del centrodestra, che tendevano non a tagliare ma a cercare di introdurre dei meccanismi e delle modalità di ricerca dell'efficienza tagli sulla sanità e sul sociale. Poi mi trovo tutta una serie di emendamenti - almeno questi presentati ultimamente, questi che abbiamo qui a nostre mani - che nel loro complesso raggiungono una cifra intorno ai 70 milioni di euro, non molto lontana da quelle cifre che l'opposizione dei cinque anni precedenti proponeva all'allora maggioranza: tutti di tagli sulla sanità: tutti a firma del collega Reschigna, molti a firma della collega Pentenero. Insomma, la sanità di oggi è diversa dalla sanità di ieri? È cambiato l'atteggiamento dell'opposizione? L'opposizione di oggi quando chiede i tagli sulla sanità, è diversa dalla maggioranza di ieri che invece diceva che un centesimo di euro sulla sanità non si poteva tagliare? Ecco, io capisco che cambiano i ruoli e possono cambiare le strategie, ma bene ha fatto la Giunta regionale, presentando anche l'emendamento che poi andremo a discutere, a difendere il discorso della spesa sanitaria che va comunque razionalizzata. Perché l'obiettivo, ripeto di questa maggioranza e di questa Giunta è di arrivare ad una razionalizzazione che limiti gli sprechi di questa sanità; ma non certo con questi emendamenti che tagliano un po' a casaccio, come proposto dall'opposizione.
Ritengo quindi che il lavoro fatto per questo assestamento di bilancio sia un lavoro importante, con interventi selettivi, per cercare di rimediare ad una situazione che noi abbiamo ereditato. Avremmo potuto lavorare in maniera molto diversa, la Giunta avrebbe potuto lavorare in maniera molto diversa. Invece ha voluto fare un lavoro di approfondimento su ogni capitolo di spesa, su ogni oggetto di interesse del bilancio per graduare queste riduzioni, al fine di riportare Regione Piemonte in uno stato di equilibrio di bilancio che possa darci la possibilità da quest'anno, prevedendolo sul bilancio 2011, di spiegare finalmente in piena totalità e coscienza la nostra politica regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Come altri colleghi hanno fatto e in modo speculare al pluri citato Consigliere Carossa - che ha riconosciuto in una parte dell'opposizione un atteggiamento costruttivo e ha ringraziato la Giunta del lavoro svolto posso dichiarare una difficoltà ad esercitare questa funzione costruttiva avendo visionato, nell'ambito delle Commissioni in cui certo è stato fatto un lavoro (come riconoscevano dei consiglieri della maggioranza), degli emendamenti presentati in più fasi, che rendono complessa, soprattutto per chi è neo consigliere come me, un'analisi di quale sia la linea guida di questa manovra di assestamento. Si sono visti più emendamenti e debbo dire che è proprio difficile trovare una linea guida.
Purtroppo a noi sembra che l'unica caratteristica sia di riprendere l'orientamento nazionale, con una manovra depressiva che non risponde alle criticità che i piemontesi stanno vivendo. Certo, fare opposizione in una situazione complessa come quella attuale è più semplice: diciamo cose scontate ma è chiaro che è così. Però, con questa manovra, il nuovo Governo del Presidente Cota secondo noi perde un'opportunità: quella di spiegare ai piemontesi, più volte evocati in quest'aula, quali siano le sue priorità e su cosa intenda effettivamente investire. Invece, bisogna dire che abbiamo dei tagli indiscriminati che certamente - e questo è stato già rilevato da molti colleghi dell'opposizione - non tutelano le fasce deboli e seguono dei luoghi comuni, accezioni che una parte della sinistra ha da tempo superato. Da una parte il welfare, che viene considerato solo come elemento di spesa e non di sviluppo; dall'altra la stessa cultura vista anch'essa come un "di più" da tagliare e come un sistema fonte di tanti posti di lavoro. Così, dietro agli annunci mi si lasci dire roboanti di un nuovo piano lavoro, noi andiamo, con questa manovra, a tagliare tanti posti di lavoro.
Il principio secondo cui quando ci sono difficoltà tutti debbono fare sacrifici non sembra rispettato, senza tenere conto che a fare sacrifici non dovrebbero essere sempre gli stessi: gli indigenti, i disabili, le persone non autosufficienti, i minori maltrattati che i sacrifici li stanno appunto già facendo. Invece i tagli alla spesa sociale portano con sé la negazione di questo principio. Vi sarà una ricaduta generalizzata di difficoltà che i Consorzi troveranno nel gestire i prossimi mesi e chiaramente questa situazione si ripercuoterà sulle condizioni di conclamata indigenza, in particolare con sospensione dei servizi, aumento delle liste d'attesa, diminuzione di circa 1000 posti di lavoro, solo sul fronte sociale.
Allo stato attuale - e questo è un rilievo da fare che non depone bene rispetto alla proposta che viene portata in aula - vi è stata anche una mancanza di confronto con chi lavora nel sociale, in ordine agli intendimenti che si vogliono mettere in atto, soprattutto per capire come poter far sì che questi tagli possano essere gestiti nel modo meno impattante possibile sulla popolazione più indigente. In particolare proprio per parlare di questione concrete, come la Giunta dichiara di essere abituata a fare - vorrei ricordare come questi tagli vanno ad inserirsi proprio rispetto ai successivi mesi dell'anno: tagli dei contributi economici alle famiglie indigenti, in un quadro chiaramente di difficoltà economica generalizzata, con possibili ricadute anche sull'ordine e sulla sicurezza pubblica - mi rivolgo all'Assessore che mi sta ascoltando -; tagli agli interventi per la tutela del disagio minorile che si sta evidenziando come la più preoccupante emergenza; tagli alle borse lavoro per i disabili e conseguente mancanza di incentivi per favorire l'autonomia e il minor costo sociale di questa categoria di persone; tagli all'assistenza domiciliare per anziani con conseguente maggior costo per le famiglie e diminuzione dei posti di lavoro esternalizzati; tagli alle integrazioni delle rette per anziani ricoverati in strutture residenziali e incremento delle liste d'attesa, con probabile aumento dei costi sanitari per possibili ricoveri ospedalieri impropri.
Questi alcune delle nostre considerazioni sulla preoccupante situazione sociale che andremo ad affrontare, senza dimenticare - come hanno ricordato alcuni Consiglieri - i tagli al personale delle cooperative sociali che si occupano delle pulizie e di altri servizi nelle scuole. (Sappiamo che la Giunta si è dimostrata sensibile: il Consiglio ha votato un ordine del giorno all'unanimità). Verificheremo quale sarà il risultato finale: a tagli su questo fronte corrispondono maggiori bisogni sociali e, con quanto è stato appena annunciato rispetto ai tagli sul fronte sociale, è chiaro che la situazione diventerebbe ingestibile. Analogamente, siamo preoccupati per la salvaguardia dei livelli occupazionali, per esempio del personale nei Parchi regionali. In tal senso, abbiamo proposto un emendamento che ripristina lo stanziamento previsto. Sono state tagliate tutte le attività relative all'educazione ambientale. Ci preoccupiamo per il contesto specifico, il fronte ambientale, sul quale crediamo sia molto importante lavorare per creare cultura, poiché anche qui abbiamo un corrispettivo tagliare posti di lavoro che hanno una loro rilevanza dal punto di vista della qualità del lavoro. Abbiamo richiamato questi tagli perché sono relativi ad un settore - l'ambiente - a noi molto caro, sul quale rileviamo scarsa sensibilità. Sono stati ricordati i tagli sulle opere, ma abbiamo anche tagli sui fondi previsti per la prevenzione sul territorio, sui fondi forestali. Molti elementi di preoccupazione che, chiaramente, dovremo verificare insieme, relativamente alla manovra che, effettivamente quest'Aula andrà a varare. La nostra preoccupazione sul fronte ambientale è grande: abbiamo presentato delle interrogazioni specifiche, proprio perché sembra che questa Giunta sia intenzionata, sul fronte dell'energia ad andare in una direzione diversa da quella portata avanti dal passato governo regionale. C'èra un forte investimento verso le energie da fonti rinnovabili, che certamente sono occasione di sviluppo. Mentre abbiamo sentito da parte del neo Assessore e da parte del Presidente, l'idea di tornare al nucleare. Su questo siamo molto preoccupati, proprio perch sappiamo che investimenti sul nucleare significheranno non investimenti sulle energie rinnovabili. Abbiamo i molti emendamenti presentati da maggioranza e opposizione su questi argomenti: ci sarà modo di intervenire ulteriormente. Tuttavia, riteniamo che, nello spirito complessivo della manovra, in realtà, non si diano indicazioni precise. Precise e anche moderne, così come la Giunta vorrebbe atteggiarsi. In questo senso, se vogliamo fare un'opposizione costruttiva, dovremo, entrare nel merito delle questioni con la discussione degli emendamenti,. Speriamo di capire meglio quali sono le priorità di questo governo che, attualmente, non sono comprensibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io credo, come già è stato detto da alcuni colleghi, che in qualche misura questa manovra, questo bilancio di assestamento, così come proposto, rappresenti la fine di una serie di sogni e di speranze che in molti nutrivano, non solo in quest'aula, e che credo sia dietro al risultato elettorale delle passate elezioni.
stato detto che il bilancio di assestamento rappresentava il primo atto politico da cui dovrebbe trasparire, rendersi evidente, la volontà della nuova amministrazione. Credo lo sia, soprattutto partendo da un dato.
Sono stati fatti tanti ragionamenti sul fatto che il bilancio di assestamento viene dopo il bilancio...vorrei dire una cosa molto semplice.
Il bilancio che abbiamo approvato, un bilancio predisposto sulla base di un accordo fatto a conclusione della passata legislatura, un bilancio di natura tecnica, conteneva soltanto le voci ritenute indispensabili per un funzionamento minimo e ordinario della Regione. Un bilancio predisposto in un accordo nel quale, in quel momento, si pensava dovesse essere approvato prima delle elezioni, lasciando nelle mani di coloro che avrebbero vinto le elezioni la decisione di dove appostare gli effettivi investimenti rafforzamento delle voci e via discorrendo.
A conclusione del percorso che avrebbe dovuto portare all'approvazione questo bilancio non fu approvato. È stato approvato come bilancio previsionale in avvio di legislatura come tutti sanno. È evidente che se si fanno ragionamenti rapportandosi a quel bilancio, i conti non possono tornare.
Quello non era un bilancio cui si possa fare riferimento perché era un bilancio tecnico, dove era evidente, per accordo fatto in quel momento, che molte voci erano non riferibili e insufficienti per l'insieme delle cose che si dovevano fare, non per cattiva volontà di qualcuno, ma perché quello era il percorso scelto in quel momento. Avendo avuto parte nel percorso che portò in quell'occasione, mi ricordo benissimo che era chiaro l'accordo per cui se si attingeva altro, il bilancio non sarebbe stato approvato. In realtà, non fu approvato neanche aggiungendo nulla, ma questa è un'altra storia, è frutto di scelte che legittimamente le parti, in quel momento, in quest'aula, decisero di mettere in campo.
Sono state dette e sono state messe in campo alcune riflessioni da parecchi interventi di colleghi che facevano riferimento alla necessità di mettere sotto controllo una sanità che sarebbe fuori controllo. Questo avemmo dovuto dirlo noi, quando abbiamo iniziato la nostra esperienza di governo nella passata legislatura perché allora sì la sanità era totalmente fuori controllo. Quella che abbiamo di fronte a noi oggi è una sanità sicuramente migliorabile - su questo, per quanto possibile, vorremmo poter concorrere fare tutte le scelte utili per migliorare la sanità da offrire ai cittadini piemontesi - ma è una sanità che ha i conti in ordine, è una sanità che ha messo in ordine tutte le sue questioni e razionalizzabile.
Alcuni Consiglieri della vostra maggioranza hanno detto che sicuramente, si sarebbe intervenuti con tagli nell'ordine del 5% per razionalizzare tutto, vedremo. Noi crediamo sia sicuramente possibile migliorare, perché è sempre possibile migliorare, ma è possibile intervenire per rendere più efficiente e per ridurre le aree di spreco e di taglio.
Crediamo che la partenza con cui la vostra amministrazione ha messo in campo questa proposta di bilancio di assestamento non vada in questa direzione, perché, in realtà, fa tagli lineari su tutti i settori e, senza porsi il minimo problema, azzera tutta una serie di capitoli che riteniamo assolutamente importanti e fondamentali. In queste settimane abbiamo colto i tanti tratti degli orientamenti politici che la vostra maggioranza ha inteso mettere in campo.
Se vogliamo, è un tema di livello nazionale, però mi permetto questa piccola osservazione: nelle passate settimane, ho ritenuto oltremodo sgradevole la proposta e, poi, l'approvazione dell'ordine del giorno proposto dalla Lega Nord, sul tema delle quote latte.
Nel momento in cui a tutti i cittadini italiani e anche piemontesi qui il problema è molto grosso e forte - si chiedono sforzi e sacrifici per affrontare una situazione complessivamente difficile, credo che l'avere approvato in quest'aula un ordine del giorno che comporterà, con ogni probabilità, una multa da parte dell'Unione europea, qualora confermato in sede parlamentare, di oltre un miliardo di euro per il nostro Paese sostanzialmente per salvare alcune aziende che hanno al loro attivo solo il mancato rispetto delle regole - che non vogliono rispettare neanche adesso non sia il viatico migliore da mettere in campo.
Il fatto di aver innalzato l'età pensionabile alle donne della funzione pubblica del nostro Paese per soddisfare la richiesta proveniente dall'Unione Europea e dieci giorni dopo aver disobbedito ad una precisa indicazione della stessa Unione Europea, determinando probabilmente una multa di miliardi di euro a questo Paese, che inciderà sulle tasche dei nostri cittadini - alla faccia del fatto che non mettiamo le mani in tasca ai cittadini! - credo fotografi perfettamente, senza la necessità di note aggiuntive né di commenti - la linea che caratterizza il comportamento di questa maggioranza.
I tagli all'assistenza - qualche minuto fa ho sentito una serie di ragionamenti - temo saranno notevoli, occorrerà farne oggetto di riflessione. Non è accettabile dire che in fondo è giusto tagliare sul settore socio-assistenziale; ognuno deve assumersi le proprie responsabilità: si tratta di competenze che attengono alle Amministrazioni locali, che fanno sperpero di risorse per fare feste, festine e altre cose senza alcun senso, o che non sono capaci di esprimere amministratori in grado di dare efficienza. Di questo dovremo discutere e ragionare con i Consorzi socio-assistenziali, con chi lavora sul territorio in situazioni anche molto disagiate, per dare sostegno alle fasce più deboli ed esposte della nostra società.
Credo sia un approccio che nella sua ruvidezza - passatemi il termine dica più di ogni commento possibile relativamente all'approccio culturale al problema, nella nostra società, delle categorie più deboli, delle persone e famiglie che fanno più fatica.
Nella discussione che faremo ritengo necessario confrontarci nel merito delle singole proposte avanzate. Molti aspetti sono già stati citati dai colleghi; noi abbiamo provato a fare alcune riflessioni molto semplici verificando sui singoli aspetti coinvolti da questo assestamento l'incidenza sui territori e, conseguentemente, sulle comunità e sulle famiglie. È evidente che quando sottraiamo risorse ai Consorzi socio assistenziali incidiamo sui servizi resi alle famiglie, soprattutto a quelle con più problemi in questo momento difficile.
Quando interveniamo con una riduzione di 120 milioni di euro sul settore delle opere pubbliche, difesa del suolo ed economia montana incidiamo pesantemente su tutti gli investimenti e le opere che verranno compiuti in questi territori, compresa l'economia collegata a questo tipo di attività su quei territori.
Voglio sperare che ci sarà lo spazio, al di là degli emendamenti presentati e dei temi sottolineati, per migliorare l'impatto e l'impianto complessivo di questa proposta di assestamento al bilancio, durante la discussione di merito sui singoli articoli.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



TARICCO Giacomino

Concludo velocemente con due brevissime considerazioni.
La prima. Questa mattina ho sentito argomentare sul tema dell'utilità necessità o meno di una comunicazione del Presidente relativamente al tema delle dimissioni del Vicepresidente Rosso, della surroga del ruolo di Vicepresidente e della nomina del nuovo Assessore.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



TARICCO Giacomino

Chiudo velocemente, Presidente.
Dico solo che sostenere, come è stato sostenuto in quest'aula, che le comunicazioni che il Presidente aveva da fare le aveva già fatte a suo tempo, quando ha presentato la Giunta, e, sostanzialmente, far passare come ordinaria amministrazione la sostituzione del Vicepresidente è questione che non sta né in cielo né in terra; ritengo necessario avere qualche parola di chiarimento da parte del Presidente.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



TARICCO Giacomino

Termino qui il mio intervento con l'auspicio già espresso: spero veramente ci sia lo spazio nella discussione sui singoli articoli ed emendamenti di poter contribuire, come Consigliere e come partito, al miglioramento della manovra di assestamento al bilancio, che, se rimane come è stato presentato, a pagarne il conto non saremo noi in quest'aula ma sicuramente i cittadini dei nostri territori. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Parto da una premessa di carattere generale: non è facile governare in una situazione congiunturale come questa, non è facile per chiunque e non sarebbe stato facile neanche per il centrosinistra: viviamo una situazione di crisi economica locale e mondiale.
Proprio in un momento in cui sarebbe necessaria una forte politica d'indebitamento pubblico per sostenere l'economia, la domanda e i consumi questo è già fuori controllo, oltre i limiti di sostenibilità - debito contratto, purtroppo, in periodi di "vacche grasse", se così vogliamo dire.
Proprio perché comprendo questa difficoltà per chi governa, e la poca disponibilità di tempo avuta dai nuovi Assessori, mi sarei aspettato un confronto e una disponibilità in Commissione a condividere determinate scelte. Così non è avvenuto, abbiamo assistito al rito dovuto del passaggio in Commissione con una generosa disponibilità da parte degli Assessori Maccanti e l'Assessore Quaglia: una disponibilità generica.
mancato l'approfondimento nel merito delle proposte avanzate della Giunta e anche di quelle dell'opposizione. Di fatto, questo costringe ad un dibattito nel merito in aula. Da una parte, c'è l'atteggiamento - credo un po' saccente - della maggioranza, che evitando un confronto approfondito in Commissione, ci dice: "Abbiamo vinto noi, tocca a noi governare e lo facciamo senza tanti fronzoli e discussioni, preferendo l'arma degli annunci alla stampa e l'appello al proprio popolo al confronto politico nelle sedi istituzionali".
In alcuni casi, la maggioranza ha evidenziato come alcune prassi istituzionali, come, ad esempio, il riferire in aula su questioni importanti - ricordo solo la vicenda delle dimissioni del Vicepresidente del Consiglio regionale, on. Rosso - siano ormai da superare, frutto della vecchia politica da modernizzare non solo nelle scelte, ma anche nei modi: meno forma e più sostanza.
Di fatto, sono pronto a superare alcuni riti, come quelli che avvengono in aula, quando sono farciti, da una parte e dall'altra, da troppa e da troppa retorica di parte. Sono convinto che a volte sono riti fini a se stessi, in cui ognuno interpreta il suo ruolo nel gioco delle parti, ma che fuori da quest'aula si dissolvono nell'esigenza di una richiesta impellente di aiuto che i cittadini rivolgono alle istituzioni per superare la drammaticità delle proprie situazioni socio-economiche. Ad oggi, però, sono costretto a registrare solo un decadimento della forma, che a volte si traduce in sciatteria politica, ma purtroppo niente sostanza. Sostanza zero. Tanti annunci, ma l'elefante ha partorito il topolino.
Aggiungo anche che gli interventi del Presidente Cota, in riferimento alla manovra nazionale, si iscrivono purtroppo in quelle dichiarazioni di rito in cui, per appartenenza politica, si decide di accettare l'insostenibile. Il combinato disposto tra manovra del Governo nazionale e manovra di assestamento regionale mette a rischio la coesione sociale del sistema Piemonte. Sappiamo che questo combinato metterà ancora più in crisi i servizi e lo stato sociale largamente inteso. E chi fa politica sul territorio, come riconosco alla Lega, questo lo sa.
Il sostegno alle fasce più deboli è assolutamente marginale; com'è risaputo che, da questo combinato disposto, chi ha redditi alti non ha nulla da temere.
E poi, alcune scelte dove si evidenziano le differenze, profonde, tra destra e sinistra; in primo luogo sulle politiche ambientali. Parlo dei tagli che andranno ad incidere sul personale dei parchi e delle riserve naturali del Piemonte; parlo delle scelte sul nucleare; parlo, ad oggi, del congelamento delle opere di compensazione sul termovalorizzatore e ai contributi per opere e lavori pubblici destinati alla difesa del suolo.
Da questo punto di vista non posso che registrare estrema coerenza nazionale e locale sul concetto di ambiente che ha il centrodestra. Così come i tagli che si abbatteranno sul sistema scolastico nel suo complesso e sul sistema culturale piemontese. Una riduzione alla disponibilità di impegno di risorse, rispetto al 2009, pari a oltre 29 milioni di euro, con effetti immediati devastanti.
Così per le politiche per il lavoro: le differenze sono evidenti. Si privilegia lo sviluppo all'occupazione attraverso incentivi all'insediamento delle grandi aziende, ma si tralascia il sostegno all'imprenditoria giovanile, all'imprenditoria femminile, il possibile sostegno all'imprenditoria a chi vive situazioni di precariato economico o di cassa integrazione. La rinuncia dei contributi a titolo di sussidi a favore dei lavoratori in gravi difficoltà economiche; parlo della necessità di integrare il bando sul sostegno al reddito per cassintegrati, lavoratori in mobilità e inoccupati. Parlo del taglio ai contributi agli enti per la formazione professionale. Parlo di nessuna azione prevista per il rafforzamento delle imprese cooperative. Parlo del taglio del 25% delle spese previste per gli appalti riguardanti le cooperative sociali e le imprese di pulizia che operano nelle scuole. Parlo della mancata copertura per dare continuità al rapporto di lavoro con la Regione del personale assunto a tempo determinato. A questi si aggiungono i tagli all'assistenza sociale e alla sanità, meglio descritti dai miei colleghi.
Nel merito, registro di fatto, in questa manovra di assestamento, una semplice riduzione degli investimenti nei vari capitoli più che un piano straordinario per ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza e l'efficacia.
efficace e efficiente, e soprattutto è di buon senso, annunciare in questa fase la riduzione delle aperture domenicali della distribuzione? O è, invece, semplicemente una risposta politica da utilizzare nei confronti di una parte del proprio elettorato? Personalmente, ho condiviso l'annuncio precedente dell'Assessore Casoni quando ha dichiarato che occorre una stretta alle concessioni alla grande distribuzione. Penso anch'io che si sia superato il limite; ma in questa fase, annunciare anche la riduzione delle aperture domenicali, credo sia pericoloso.
Oggi, e non è solo un punto di vista di sinistra come può essere il mio, ma un'analisi di diversi economisti riconducibili alle più svariate aree politiche, c'è bisogno di sostenere i consumi, di politiche di sostegno al reddito e di politiche di redistribuzione del reddito.
Più volte si è sottolineato come chi ha alti redditi non viene toccato dalla manovra del Governo nazionale che in aggiunta prevede tagli alle Regioni per 8,5 miliardi di euro, il cui vulnus, anzi pietra miliare, è rappresentato, non solo come effetto della manovra, ma come scelta ideologico-politica, dal taglio indiscriminato dell'ICI per tutti.
Chiedo al Consigliere Vignale, ad esempio, che ha sempre avuto, da destra, un'attenzione alle politiche sociali, e chiedo alla maggioranza se ritiene, soprattutto in una situazione di crisi economica come quella attuale, giusta quella scelta e giusta difenderla ad ogni costo.
Credo sia qui una delle grandi differenze tra un Governo di centrodestra e uno di centrosinistra.
In una situazione di crisi economica aumenta fortemente la domanda socio-assistenziale diretta e indiretta. Chi perde il lavoro, chi è in cassa integrazione senza prospettive, presto scivolerà, lentamente ma inesorabilmente, nella fase in cui è messa a rischio la propria sopravvivenza e la propria dignità. Quando non si riesce più a pagare il mutuo di casa o l'affitto, quando anche i genitori e i nonni non ce la fanno più a sostenerti con la propria pensione, le conseguenze in termini umani saranno drammatiche. E il costo al sistema Piemonte, in termini di peso socio-assistenziale, sarà molto più alto che non intervenire in tempo nella fase precedente, cioè quello delle politiche di sostegno al reddito e agli affitti.
Sono di una drammaticità allarmante le notizie che arrivano dall'ATC: aumento esponenziale delle morosità incolpevoli per gli inquilini delle case popolari. Parlando dei tagli alle Regioni, si preannuncia che sarà la Conferenza Stato-Regioni a decidere come ripartire i tagli, privilegiando comunque le amministrazioni virtuose. Cosa significa virtuoso? Virtuosità significa anche livello e prestazione dei servizi e non solo verifica delle entità di indebitamento. La qualità della vita che si registra nelle varie Regioni, frutto del complesso delle politiche e dello sviluppo di una Regione, non può essere ridotto a soli parametri economicismi.
In periodo di crisi economica c'è bisogno di indebitarsi affinché il sistema non crolli, soprattutto quando questa esigenza di virtuosità economica, e quindi di rigore economico, non vale per tutti alla stessa stregua. Ricordo i casi clamorosi per i Comuni di Catania e Roma dove causa affinità politica, si è trovata una soluzione ad hoc, in deroga a tutti i rigori. Devo constatare anche su quest'argomento che per il Piemonte possiamo dirci "cornuti e mazziati".
La tanto proclamata affinità politica sbandierata dal Presidente Cota in campagna elettorale foriera, citando Leopardi che ridicolizzava Terenzio Mariani, delle "magnifiche sorti e progressive"; la particolare attenzione che il Governo romano avrebbe concesso al Piemonte leghista: di questa dote o debito di affinità politica in questa manovra finanziaria non si vede traccia. Addirittura neanche per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia poco o nulla si è spostato. Anzi, il Presidente Cota appare su tutti i giornali affermando, di fatto, che la riduzione dei trasferimenti che colpirà il Piemonte è cosa buona e giusta. Ma scusate, e il Federalismo dove sta? Sta forse nel taglio ai finanziamenti della legge 18 per i piccoli Comuni, 55 milioni, o aggrappato oramai solo al patto di sangue con i propri elettori per lo slittamento delle multe per il mancato rispetto delle quote latte? Vorrei mi si spiegasse, in quest'ultimo caso, dove sta il rispetto della legalità e dove si riscontra l'efficacia e l'efficienza in una scelta che produrrà ulteriori sanzioni europee, oltre che iniquità fiscale. Quando i mancati trasferimenti e i provvedimenti restrittivi per il rispetto del patto di stabilità sono così ingenti, viene meno un principio fondamentale del federalismo e, cioè, viene meno la discrezionalità delle scelte e la sovranità politica.
Diamo ufficialmente inizio ad un nuovo federalismo: il federalismo di risulta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
La discussione odierna sul disegno di legge relativo all'assestamento di bilancio avviene in una fase molto difficile, che richiede certamente senso di responsabilità e grande attenzione nei confronti dei problemi e delle aspirazioni della comunità piemontese. Avviene in un contesto nazionale nel quale il Parlamento è impegnato nella discussione sulla manovra correttiva, alla legge finanziaria dell'anno, che mette in discussione con forte intensità, proprio in questo anniversario quarantennale della nascita e dell'insediamento del Consiglio regionale del Piemonte e del regionalismo in Italia, le prospettive e il ruolo delle Regioni.
Voglio ricordare solo alcuni dati, perché è da qui che dobbiamo partire. Abbiamo affrontato la discussione sulla legge di assestamento di bilancio sulla base di un disegno di legge inesistente. Nel corso della discussione in I Commissione, la Giunta regionale ha presentato prima un maxi emendamento, poi un sub emendamento al maxi emendamento, teso sostanzialmente ad evidenziare alcune scelte di fondo: un totale di circa 50 milioni di euro aggiuntivi, le risorse per quanto riguarda le politiche sul lavoro e sullo sviluppo economico del Piemonte e depotenziare fortemente gli stanziamenti relativamente ad altri assi di intervento all'interno del bilancio della Regione.
Nonostante una manovra fortemente penalizzante per l'economia piemontese capace di non creare condizioni di sviluppo economico, ci ritroviamo sostanzialmente con un ulteriore indebitamento, in prospettiva in quest'anno.
L'indebitamento complessivo della Regione Piemonte crescerà di ulteriori 600, quasi 700 milioni di euro.
Lo dico perché quando sento certi ragionamenti relativamente al fatto che la manovra che impegnerà la legge di bilancio per il 2011 e il 2012 è affrontabile in termini di recupero di efficienza, di risparmio e di lotta agli sprechi, se fossi al posto del Presidente della Giunta regionale o degli esponenti di questa Giunta e di questa maggioranza regionale qualche riflessione in termini di maggior preoccupazione l'avrei.
Quanto stiamo discutendo oggi in quest'aula non è nient'altro che l'aperitivo di qualcosa assai più complesso, pesantemente capace di intervenire sulla capacità di creare sostegno all'economia, tutela alle persone, mantenimento di uno standard qualitativo dei servizi all'interno della Regione Piemonte a partire dagli anni 2011 e 2012.
Quest'Amministrazione regionale quando si è insediata ha rappresentato sostanzialmente la gestione precedente come un qualcosa in preda a sprechi soldi buttati, iniziative che non andavano sostenute.
All'interno della legge di assestamento di bilancio noi non abbiamo visto l'evidenziazione di questi sprechi e di queste leggerezze nella gestione delle risorse regionali, e questo dovrebbe preoccuparci, perché lo scenario che questa legge di assestamento o di bilancio ci offre è uno scenario di mortificazione dell'economia piemontese preoccupante rispetto alla capacità e alle volontà di questa Amministrazione regionale di potere sostenere un Piemonte che soffre e che fa fatica.
Se rapportiamo questo scenario al 2011 e 2012 diventa ancora più difficile comprendere ed immaginare quali politiche l'Amministrazione regionale sarà in grado di mettere in campo.
Sotto quest'aspetto, sono decisamente preoccupato da alcuni interventi di oggi. Si può venire in quest'aula a dire che c'è una condizione difficile, che la coperta è corta. Si può venire in quest'aula a sostenere che c'è bisogno di gran senso di responsabilità, perché il Paese fa fatica perché la condizione complessiva del bilancio e del debito pubblico è preoccupante e capace di non rassicurare un futuro alle nuove generazioni.
Ma non può venire in quest'aula quanto ho ascoltato oggi, dal prossimo Presidente del Gruppo regionale del P.d.L.: la Regione deve preoccuparsi meno delle politiche sociali poiché è responsabilità sostanziale dei Comuni e del sistema locale.
E' la riflessione che proponeva prima il Consigliere Taricco: state tranquilli, sarà nostra preoccupazione informare il sistema degli enti locali piemontesi su quali considerazioni e quali giudizi vengono espressi in quest'aula.
L'intervento sulle politiche culturali non può essere rappresentato solamente dalla ricerca dell'effimero, qualche fuoco d'artificio, qualche concerto.
Certo, di tutto questo si può anche fare a meno o in misura ridotta rispetto a quanto poteva essere fatto in condizioni normali, ma voglio ricordare sempre al Consigliere Pedrale che la cultura in questa Regione è un pezzo del PIL piemontese, quindi un pezzo della ricchezza e della capacità della Regione di offrire opportunità di lavoro a molte persone all'interno della comunità.
Nei giorni scorsi questo Gruppo, in sede di I Commissione, nelle dichiarazioni ufficiali e nelle comunicazioni verso l'esterno ha detto molto semplicemente - e voglio ribadirne il senso con questo mio intervento che questa manovra è sbagliata: chiediamo che all'interno del Consiglio regionale si apra un reale confronto attorno ad alcuni temi.
Il primo tema che rivendichiamo è quello del ripristino di risorse economiche per le politiche sociali. C'è un Piemonte che soffre, un Piemonte che fa fatica e che vede il proprio presente in termini di grandissima preoccupazione e di grandissima incertezza.
La seconda questione riguarda gli interventi sul sostegno al reddito.
Voglio ricordare che quando abbiamo discusso la legge di bilancio 2010 in quest'aula pochi mesi fa, il collega Ronzani è intervenuto richiamando la Giunta regionale ad un'attenzione su questo tema; da parte della Giunta regionale in quel contesto e in quel dibattito è stato espressa la consapevolezza dell'importanza di garantire gli interventi sul sostegno al reddito. È stato quindi assunto un impegno formale, politicamente rilevante, che su questo tema si sarebbe parlato durante la discussione della legge di assestamento di bilancio.
Se queste sono le conclusioni degli impegni e delle riflessioni, se questa è la consapevolezza che viene espressa, noi chiediamo un cambiamento di rotta.
Terza questione: è inutile che venga detto all'assemblea dell'associazione nazionale costruttori edili che la Giunta regionale sta predisponendo un pacchetto di intervento straordinario sulle opere pubbliche, se poi non si mettono le risorse nella legge di bilancio.
Altrimenti si vanno a raccontare... - non uso la parola che questa mattina è stata ripetutamente usata - ma si vanno ad assumere impegni che poi non si è in grado di onorare.
Per noi in questa condizione di necessità di sostenere l'economia, il tema di ripristinare le risorse sulla legge n. 18 a sostegno degli investimenti nelle piccole opere pubbliche non è assistenzialismo nei confronti dei Comuni. È il tema che ci consente di dire che quando parliamo di sviluppo economico o di sostegno dell'economia, parliamo di qualcosa che con immediatezza siamo in grado di poter attuare e mettere in atto. Altra questione al centro delle nostre attenzioni: il tema delle politiche culturali, che non è effimero, ma è un pezzo della ricchezza del Piemonte ed è un sistema in grado di potere garantire anche una nuova stagione di sviluppo economico di questo Piemonte.
Così come noi chiediamo, signor Presidente e concludo, che dal testo della legge sull'assestamento di bilancio vengano eliminati quegli articoli che con la legge di assestamento di bilancio non hanno nulla a che vedere.
Noi non rilasciamo alcuna cambiale in bianco alla Giunta regionale, con un articolo di legge per partecipare a società di gestione sul trasporto pubblico locale.
Se la Giunta regionale ha in mente questo tipo di strategia, venga in aula, la presenti e la motivi. Siamo disponibili al confronto e alla discussione, ma non siamo disponibili a rilasciare cambiali in bianco.
L'altro tema affrontato all'interno della legge finanziaria provvedimento presentato dall'Assessore Cavallera, straordinario, lo ritroviamo invece all'interno della legge di assestamento come modifica alla legge urbanistica regionale.
Su questo tema vorremmo confronto, discussione e disponibilità a cogliere le sensibilità ed opinioni che sono state espresse.
UItima considerazione. C'è un problema, che voglio rappresentare nei 15 secondi che mi rimangono.
Per difendere una legge di assestamento al bilancio non avete detto una parola in fase di discussione in Commissione; anzi, avete presentato quasi più emendamenti voi, come maggioranza, di quanti ne abbia presentati l'opposizione.
Se questo è il livello del rapporto, del confronto e della assunzione di responsabilità, riconosciamo qualche difficoltà a tal riguardo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare il mio intervento con le stesse parole che ha usato il Presidente Reschigna: grande attenzione e senso di responsabilità verso la comunità.
Questo quanto si vorrebbe da quest'Aula e, sicuramente, dalla maggioranza. Tuttavia, auspicheremmo lo stesso senso di responsabilità e la stessa attenzione nei confronti dei cittadini da parte dell'opposizione.
Invece ci troviamo alcuni rappresentanti dell'opposizione che, per quanto siano sicuramente dei bravi oratori e dei bravi Consiglieri regionali (secondo loro), dal punto di vista economico, farebbero certamente più fortuna a fare gli attori. Perché vengono a spiegarci, in modi diversi, a seconda del luogo in cui si trovano, le stesse cose con motivazioni opposte. Cercherò di spiegarmi meglio.
Stamattina il Capogruppo Carossa parlava delle posizioni della minoranza all'interno delle Commissioni; posizioni di cui si alza il tiro all'interno di questo Consiglio regionale, perché, evidentemente, ci sono i riflettori dei mass media.
Personalmente, penso che i cittadini non siano per niente deficienti e lo hanno dimostrato, in qualche modo, in queste difficili elezioni; ma si avverte quotidianamente (perlomeno chi va in giro e si confronta, come facciamo noi), da parte dei piemontesi tutti, una grande attesa per questo Governo che ha vinto le elezioni del 28 e 29 marzo. Perché cito quelle date? Perché è da lì che bisogna partire.
Siamo a luglio e, a distanza di tre mesi dalle elezioni, questa Giunta ha dimostrato, con quel grande senso di responsabilità e con quella grande attenzione nei confronti di una situazione economica difficile in questo Piemonte, di fare alcuni interventi importanti, a cominciare dal Piano lavoro; un Piano che si occupa dei nuovi insediamenti produttivi, che si occupa di occupazione - ma di occupazione in questo Piemonte - favorendo quindi, la crescita nel complesso e in un futuro.
Non si limita a fare "elemosina", così come si è fatto negli anni precedenti, nei confronti dei lavoratori, mettendoli su una strada che è tipica dello stile che ha sempre contraddistinto una parte di questo Paese e una parte della sinistra.
Il Piano lavoro è un dato di fatto: è stata una scelta politica. Voi parlate di scelte politiche e tali scelte politiche sono state compiute, ma non in tre mesi, in 45 giorni! Dirò di più: il lavoro svolto in merito alla Città della salute, un altro pezzo dimenticato dalla precedente Presidente e dalla precedente maggioranza, ha trovato in poche settimane una concretizzazione, ma soprattutto, una risposta istituzionale, non data solamente dal Presidente Cota, ma anche dal Sindaco della città di Torino.
Per non parlare, poi, del lavoro che si sta compiendo su un aspetto molto delicato, quale quello del Piano sanitario. Una situazione che abbiamo trovato - mi rivolgo, in particolare, ai Consiglieri della precedente legislatura - di grandissima difficoltà. Perché se qualcuno ha sottolineato la mancanza di fondi in questo bilancio e in questo assestamento, forse si è dimenticato della gestione precedente, dei cinque anni precedenti in cui è letteralmente esplosa la spesa sanitaria. Questi sono dati che possiamo verificare quotidianamente leggendo i bilanci e confrontandoli dal 2006 ad oggi. Una situazione che ha visto qualcosa come 75 milioni di fondi FAS, per esempio, 150 milioni di fondi non iscritti a bilancio, quindi circa 225 milioni che questa nuova Giunta si è ritrovata a dover coprire! E voi venite a spiegarci, a distanza di tre mesi dalle elezioni, che si tagliano i fondi sociosanitari? Che si tagliano, come ho sentito prima da parte del Capogruppo Reschigna, alcune spese e interventi importanti sulla cultura? Vorrei che si facesse una riflessione attenta quella riflessione attenta che ha richiesto, con grande franchezza e serietà, il mio Capogruppo, alla quale, da parte dell'opposizione, non è stata data risposta in maniera seria. Chi viene a spiegarci, in questa sede, che questo non è un bilancio politico, non tiene conto di queste difficoltà, di questi aspetti, del fatto che noi approviamo il primo bilancio politico di questa maggioranza alla fine di luglio in una condizione economica molto molto difficile.
Io invito l'opposizione a riflettere su questi aspetti, perché, come torno a ripetere, penso che i cittadini piemontesi non siano stupidi e hanno visto come si è governato, qual é stata la situazione degli anni precedenti e qual è stato l'intervento che è stato fatto nei primi tre mesi di quest'anno sulle cose che dicevo prima.
Forse sarebbe più onesto e molto più corretto se si facesse il confronto in riferimento ai bilanci sulla sanità, per esempio, che sono quelli che hanno inciso maggiormente sui tagli che abbiamo dovuto fare perché costretti, e che abbiamo subito. Abbiamo dovuto fare una razionalizzazione che non è figlia di questa maggioranza, ma è figliastra della maggioranza precedente. Riflettete su questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come Movimento 5 stelle non vogliamo scendere nell'analisi approfondita dell'articolato dell'assestamento al bilancio per l'anno finanziario 2010 in quanto riteniamo che se ne discuterà - almeno così auspichiamo successivamente, o già oggi o domani. Anche perché alcuni articoli comunque sono condivisibili, altri meno; noi vorremo più che altro prendere in analisi il dato politico dell'assestamento di bilancio, considerando la serie di tagli in diversi settori che vieppiù si sommano ai tagli che posti dalla Finanziaria del governo di Roma.
Quindi ci preoccupiamo soprattutto di garantire i livelli essenziali dei servizi pubblici: la sanità, il trasporto pubblico, il turismo e la comunicazione ambientale, tematica che a noi sta molto a cuore - e che è stata falcidiata - soprattutto perché rappresenta un investimento e non una spesa. Non tutto è valutabile solo come spesa: la programmazione che si pu fare facendo comunicazione e formazione sicuramente ha un ritorno economico importantissimo.
Quello che noi lamentiamo è la mancanza di programmazione a lungo termine da parte dell'Ente Regione, il quale, per definizione, dovrebbe attuarla; vuoi per l'alternanza politica ogni cinque anni, ma anche per l'analisi contingente delle problematiche.
Efficienza ed efficacia: ovviamente, come Movimento 5 Stelle, siamo d'accordo e penso che nessun Gruppo consiliare, né Consiglieri in buonafede potrebbero opporsi; però occorre far seguire, in concreto, i fatti alle parole.
Non si può parlare di tagli agli sprechi, d'efficienza e d'efficacia tagliando due auto blu, o riducendo del 5% gli stipendi della Giunta.
Sappiamo benissimo, infatti, che sprechi e inefficienze purtroppo sono asse portante del sistema politico, come a Torino, così a Roma, perché servono a controbilanciare un reddito dal lavoro dipendente tra i più bassi - ahinoi d'Europa. Questo il modo con cui la politica si rapporta con la cittadinanza.
Sull'importante questione del lavoro, volevo spezzare una "mezza lancia" in favore di quanto detto dal Consigliere Vignale in precedenza.
Come diceva prima la Federazione della sinistra, anche noi non riteniamo che la metodologia assistenziale con cui vengono gestiti gli ammortizzatori sociali, dal livello centrale al livello regionale, debba essere fatto "passare in cavalleria", ma, se è vero che in un momento di crisi economica non si può pensare di tagliare gli ammortizzatori sociali, ovviamente, per non si può neanche ritenere che questi siano gli unici "investimenti" (tra virgolette) che la Regione deve attuare.
Come esempio, segnalo il caso di malagestione degli ammortizzatori sociali, della cassintegrazione guadagni straordinaria per quanto riguarda il caso di Aviapartner - è stata anche istituita una Commissione congiunta.
In questo caso, assistiamo proprio ad una metodologia "farlocca" (non saprei come dire) di somministrazione di questi ammortizzatori: il lavoro c'è, ma questi lavoratori sono stati messi in cassintegrazione - quindi pagati dalla Regione - senza una reale motivazione, se non per giochi politici degli azionisti di riferimento.
Al riguardo segnalo che uno dei cassintegrati sta facendo uno sciopero della fame già da otto giorni. Non vorrei che questo compromettesse le sue condizioni di salute. Chiedo alla Giunta e al Consiglio di assumere dei provvedimenti, come già alla fine del 2009, con un ordine del giorno della precedente legislatura del Consiglio regionale, ma anche considerando quanto detto e fatto in Commissione.
Dicevo che la politica può essere in grado di programmare e offrire ai cittadini fonti di reddito sicure e dignitose, come vuole il dettato costituzionale: "la Repubblica cerca di rimuovere gli ostacoli, sociali ed economici, alla piena realizzazione dei cittadini, che si esplica attraverso un lavoro".
Nessuno dei cassintegrati, ovviamente, è contento della situazione in cui si trova; penso che questo sia condiviso da tutti. Quando li si incontra davanti alle aziende in crisi ciò che viene detto è che vogliono un lavoro. La Regione è l'ente preposto a trovare strade percorribili a livello economico, che permettano a queste aziende di restare sul territorio per dare spazio reale ai nostri concittadini piemontesi.
Sicuramente, oltre a quanto richiesto dai cittadini, oltre alla programmazione, si tratta anche di questione legata alla partecipazione come abbiamo avuto modo di ripetere molte volte nella nostra campagna elettorale e non per questo smetteremo di dirlo adesso che siamo qui in Consiglio regionale. La partecipazione è fondamentale: noi riteniamo che molte volte i cittadini, se ascoltati realmente e se messi nelle condizioni di partecipare ai lavori dell'Amministrazione, potrebbero suggerire soluzioni migliori di quelle che noi stessi potremmo assumere, per uscire dalla situazione di crisi che vivono sulla loro pelle. La politica dovrebbe essere capace, oltre che a programmare, anche di ascoltare, favorendo la partecipazione dei cittadini tramite strumenti appositi.
Tuttavia, non ci pare che vadano in questo senso né l'assestamento di bilancio né la manovra finanziaria di Roma: vengono assunte scelte in un'ottica sempre più di centralizzazione e non di decentramento. Scelte di investimenti pesanti, su pesanti infrastrutture che ovviamente drenano risorse alla collettività e impediscono di stanziarle per quelle che tutti a parole, hanno detto essere fondamentali: le opere pubbliche per i piccoli Comuni, visto che il Piemonte è la regione con più comuni (1206 comuni),.
ex legge n. 18.
Noi si tratta di un falso problema. È vero che ci sono i tagli, ma quanti di questi soldi potrebbero essere stornati dalle grandi opere inutili, per una reale razionalizzazione della spesa sia a livello centrale che a livello regionale? Pensiamo sia necessario potenziare la partecipazione (come ho già detto), dando ai cittadini la possibilità, non come qualcuno diceva di essere "padroni a casa propria", ma - come penso io - "di avere la sovranità", ad esempio, sul territorio, potendo esprimersi su un'opera che insiste sul loro territorio; una sovranità alimentare, quindi controllare la filiera dei cibi; una sovranità energetica, dell'informazione, delle comunicazioni.
Auspichiamo che al più presto si faccia un investimento - e non una spesa - sulla banda larga in Piemonte; questo permetterebbe di creare nuovi posti di lavoro, in remoto, il telelavoro; inoltre, creerebbe competitività e produzione, senza creare problematiche secondarie.
Tematiche che speriamo verranno affrontate al di fuori dell'assestamento di bilancio, sperando se ne possa discutere nei prossimi giorni e nelle varie Commissioni, tenendo come punto fondamentale il principio - ripeto - di programmazione a lungo termine.
Non è più sufficiente mettere delle pezze alle falle della nave-Regione e degli Enti locali: è necessario far partecipare realmente i cittadini dando loro gli strumenti per controllare l'operato e incidere sulle scelte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Il dibattito odierno non ha portato nulla di nuovo rispetto al lungo lavoro di informativa avviato nelle varie Commissioni permanenti su questo assestamento di bilancio.
bene ricordare che tale informativa non era dovuta, come ricordava il Consigliere Botta, perché non prevista da alcuna disposizione regolamentare; l'abbiamo voluta di comune accordo per un approfondimento della situazione - certamente non rosea - di questo bilancio regionale; il "disco" però è sempre lo stesso.
Per chi non ha seguito il lavoro nelle Commissioni, è utile ricordare che abbiamo assistito ad una lunga lezione di buongoverno da parte dell'opposizione, la stessa che ci viene impartita in questi giorni, la stessa che ci viene impartita oggi. Abbiamo ascoltato interventi di luminari della gestione del bilancio che hanno grandissima capacità di farci sapere quello che per loro non va bene. Loro: loro ci dicono quello che non va bene... E dire che la situazione che ci siamo trovati a dover fronteggiare - una situazione che ricordo è di emergenza preoccupante riguardo ai conti del bilancio - l'abbiamo ereditata proprio da loro. Ci hanno ripetuto, e lo stanno facendo anche oggi, che la manovra messa in campo con gli inevitabili tagli è in antitesi rispetto al piano straordinario per l'occupazione varato in soli quaranta giorni dalla Giunta Cota: da una parte si taglia, dicono, e dall'altra si vogliono far credere cose diverse.
La nostra è una manovra "deprimente", dicono. Perdonatemi, ma qui di deprimente c'è la faccia tosta di qualcuno. Delle due, l'una: o ci prendete in giro, oppure non avete capito bene quello che sta succedendo e, se così fosse, allora va sottolineato un altro aspetto non secondario: avete la grandissima capacità di dimenticare in fretta. Il giorno dopo le elezioni avete resettato il vostro pc interno e vi siete calati nel ruolo di oppositori senza batter ciglio, quasi foste arrivati da un altro pianeta giusto qualche settimana addietro; quasi come se il Piemonte vi vedesse per la prima volta in questa Legislatura. Allora, passi il gioco delle parti ma un po' di correttezza non guasterebbe. Perché sia chiara una cosa: se questa Giunta si è vista costretta a ridimensionare i budget di quasi tutti gli Assessorati, non è per sadico piacere o per capriccio: è perché questo era ed è l'unico modo di far quadrare un bilancio che - lo ribadiamo con forza - abbiamo trovato in condizioni drammatiche.
Il Consigliere Lepri, in uno sprazzo di onestà intellettuale, ha dichiarato all'inizio del suo intervento di questa mattina che questa era una manovra inevitabile, concetto spesso dimenticato dalle vostre lezioni fiume nelle Commissioni, di cui parlavo prima. Abbiamo sentito frasi in tal senso che suonano grottesche e paradossali, se tarate su chi le ha profferite, e cioè su persone che fino a ieri hanno governato e quindi dovrebbero conoscere perfettamente la situazione che dobbiamo fronteggiare.
La Consigliera Manica, nella III Commissione del 17 giugno, in riferimento alla misura del piano per il lavoro che riguarda il turismo dice: "I conti non tornano, mettete soldi su una misura e ne togliete altri dalle disponibilità del settore". Certo, Consigliera Manica: i conti non tornano. Ma che i conti non tornano lo dobbiamo dire noi. E proprio perch i conti non tornano siamo obbligati a fare questo tipo di operazione altrimenti perché avremmo tolto i soldi all'Assessore Cirio? Perché ci sta antipatico? Perché non crediamo nel turismo? No: perché non ce ne sono più.
Questo è il motivo, che voi conoscete benissimo, anche se fate finta di non conoscerlo.
E sulla stessa linea è intervenuto parecchie volte il collega Ronzani: "da una parte mettete, dall'altra togliete e il saldo è negativo". È una bella scoperta, Consigliere Ronzani: il saldo è negativo e, secondo i nostri conti, anche in maniera pericolosa, se è vero tra l'altro che l'indebitamento della Regione sfiora ormai il 5 miliardi di euro: 5 miliardi di mutui accesi per finanziare anche la parte corrente.
"Macelleria sociale": in due mesi stiamo passando le giornate a tamponare situazioni drammatiche e voi non vi siete accorti che la "macelleria sociale" è già in atto da tempo? Il collega Boeti dice "ci aspettavamo di più", commentando il piano straordinario per il lavoro. Anche noi, Consigliere Boeti, ci aspettavamo di più: speravamo di non trovare vuoti tutti i cassetti. Il collega Reschigna parla di manovra penalizzante, ci chiede maggiore coerenza. Ma di quale coerenza parla? Cosa avevano in mente per tappare i buchi gli amministratori di ieri, quelli che con il partito dei ricorsi vorrebbero tornare in sella alla guida della Regione Piemonte? Quali soluzioni ipotizzavate? Certo è che se la vostra soluzione era di continuare ad emettere i PAP allora non ci siamo. I PAP, nella finanza creativa della sinistra, sono i "Pagherò l'Anno Prossimo", che è un nuovo metodo introdotto dalla Giunta Bresso: l'acronimo di Pagherò l'Anno Prossimo. Hai bisogno di 100 euro? Benissimo, 50 te li do subito, 50 te li prometto sul bilancio dell'anno prossimo, senza però il relativo impegno di spesa sul pluriennale. Il risultato sono 26 milioni di euro di promesse solo nel settore cultura accumulate nel 2009, nonostante le resistenza di pochi. In Commissione illuminante è stato l'intervento del Consigliere Stara che ha chiaramente capito il meccanismo, bollandolo come mala gestione. Abbiamo capito che quel metodo - se è quello che avevate in mente per tirare ancora a campare in caso di vittoria alle elezioni - non è più accettabile e di certo non è replicabile in quel modo.
Parliamo di alcuni dei tagli. Perché quando ci viene chiesto di agire sugli sprechi è bene ricordare che, pur nel breve tempo a disposizione alcuni interventi li abbiamo fatti; alcune cose le abbiamo fatte, per contenere spese a nostro avviso sovradimensionate: 13 milioni per la progettazione della nuova sede della Regione (DB0700002); 800 mila euro di indennità di missione per trasferte del personale; 500 mila euro per acquisto e noleggio mezzi; 51 mila euro di borse di studio del Collegio Mondo Unito dell'Adriatico; 300 mila euro per le celebrazioni; 150 mila euro per le mostre; 444 mila euro del progetto di valorizzazione della Scuola di equitazione di Pinerolo che - con tutto il rispetto per la Scuola di equitazione di Pinerolo - forse non era una priorità, ma probabilmente una spesa che va rivista. Queste sono alcune delle voci tolte e ci sono anche queste appena elencate, che non sono certo voci fondamentali all'interno del bilancio.
Passiamo alle due voci che abbiamo dovuto aggiungere. Inserire 16 milioni di euro per il funzionamento del Consiglio regionale; si tratta di una delle cose che abbiamo fatto dall'inizio del mandato, perché questa è la grande considerazione che l'opposizione aveva per il Consiglio regionale: si dimenticava di mettere i soldi per il suo funzionamento. E non dimentichiamo la manovra da 390 milioni di euro per il pacchetto del lavoro.
Allora, chiudo citando una frase che Mercedes Bresso aveva detto in Commissione, sul pacchetto lavoro: "Quello che è originale non è particolarmente intelligente e quello che è intelligente non è originale".
Cara Consigliera Bresso e - visto che vorreste che fosse ancora lei la vostra Presidente - cara opposizione, di originale nella situazione finanziaria ereditata c'è solo il peccato: il peccato originale di chi ha voluto governare senza essere capace; e di poco intelligente c'è il non ammetterlo e il voler provare a tutti i costi a tornare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marinello. La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Certamente non credo che si possa liquidare la questione dell'assestamento provando a controbattere punto per punto a quanto detto da parte della minoranza in Commissione, e poi oggi ripreso in aula. Perch è vero che sicuramente ci si trova di fronte a una situazione di grossa difficoltà economica, una situazione complessivamente molto delicata; ma credo che nei propri interventi la minoranza questo lo abbia più volte evidenziato e non si sia certamente nascosta dietro a un dito nei confronti di quella che è oggettivamente una realtà difficile.
Vede, caro Consigliere, ci sono delle situazioni all'interno delle quali le politiche dei tagli orizzontali portano a una situazione di ingovernabilità e di ingestibilità. Peraltro, se si andassero poi ad analizzare fino in fondo i documenti che ci sono stati presentati all'inizio della discussione in I Commissione sull'assestamento emergerebbe un dato molto interessante, che ci porta a notare come la spesa corrente, a fronte dei tagli e certamente anche a fronte della capacità di indebitamento, complessivamente aumenta di 150 milioni di euro. Allora, è un fatto curioso come si facciano dei tagli, si riducano drasticamente tutte le politiche della nostra Regione e poi parallelamente, dalla lettura dei dati legati all'assestamento, si ha un aumento della spesa corrente.
Credo che questo sia un dato molto interessante, sul quale in Commissione è stata rivolta più volte la domanda all'Assessore competente; ma ancora oggi non abbiamo avuto spiegazione del perché e del per come sia riportato questo dato come somma totale.
In ogni caso, le risorse che sono state tagliate all'interno delle singole Direzioni sono risorse che ammontano a una cifra importante: siamo intorno ai 712 milioni. Se prendiamo voce per voce - parliamo ad esempio dei Consorzi socio-assistenziali - e mettiamo insieme i dati che attengono ai tagli dell'operazione del Governo centrale sui Comuni con quanto si effettuerà da parte della Regione, non so bene quale possa essere il livello di tenuta dei Consorzi. E quando prima il Consigliere Vignale evidenziava che ci sono costi pro capite diversificati all'interno dei singoli Consorzi, ricordo che laddove i Comuni, come quota pro capite pagano di meno, è perché i servizi erogati dai Consorzi stessi hanno minore attività e hanno minore impatto sulle popolazioni locali.
Ogni territorio ha un contesto diverso, quindi non si può semplicemente dire, in valore assoluto, che il Consorzio di Chivasso, piuttosto che il Consorzio del vercellese, costa di meno o costa di più. Bisogna analizzare qual è l'attività, quali tipi di delega l'assemblea consortile ha delegato al Consorzio stesso e quali funzioni i Comuni hanno pensato di ottenere.
Vivaddio fino a quando c'è la libertà di gestione dei singoli Consorzi, pur riconoscendo la legge n. 1 che impone la gestione associata delle politiche sociali, ogni territorio ha organizzato e gestito nei limiti dei regolamenti previsti dalla Regione, la propria attività. Da lì i costi diversificati di ogni singolo Consorzio.
Certamente, se noi non pensiamo a quale sia l'impatto totale che deriva da due tagli, cioè da quello effettuato da parte della manovra finanziaria dello Stato e quello dell'assestamento regionale, e non analizziamo l'impatto totale, non potremmo comprendere in quale situazione di grossa difficoltà si troveranno i Consorzi socio-assistenziali che, come sappiamo si occupano delle fasce più deboli della popolazione della nostra regione.
Il tema della sanità è stata toccato da più punti all'interno dei vari interventi; voglio solo ricordare che attendiamo la fase di discussione dei piani di rientro delle singole aziende sanitarie, e su questo spero che si apra un confronto vero, , che ci porti a comprendere quale situazione reale ci troveremo a dover affrontare.
Cultura, turismo e sport. In modo particolare faccio riferimento alla cultura: i tagli previsti ammontano, in alcune situazioni, anche al 60%.
Forse non abbiamo presente quale sia il tipo di livello occupazionale che settori della cultura hanno all'interno della nostra regione. Le persone che vi lavorano, senza considerare l'indotto, ammontano a 1500. Persone che hanno fatto della propria professionalità all'interno del mondo della cultura, una propria attività, che si troverebbero improvvisamente senza uno stipendio, senza la possibilità di avere garantito il proprio reddito che sta all'interno di una realtà e di un'attività che riteniamo fondamentale per lo sviluppo della nostra collettività.
Per quanto riguarda la cultura, quindi, bisognerà capire quale sarà l'impatto complessivo che il sistema dovrà subire e il sistema dovrà riuscire, non credo ad attutire, perché un taglio del 60% vuol dire la chiusura di molte attività.
Un po' più fortunati sono stati il settore dello sport e del turismo semplicemente perché buona parte dell'attività programmata è stata spostata sull'annualità successiva.
Di trasporti abbiamo già parlato in precedenza. Anche in questo settore il Governo che ci ha ricordato che non avrebbe messo "le mani nelle tasche dei cittadini" ma lo ha fatto attraverso gli aumenti dei pedaggi. Questo doppio taglio, questa doppia sforbiciata, fa sì che i cittadini dovranno pagare buona parte dei servizi.
Mi riferisco ad uno dei settori principali della società, che attiene al sistema dell'istruzione. Nel sistema dell'istruzione, la proposta della Giunta vede una riduzione sostanziale della garanzia del diritto allo studio, di circa dieci milioni.
Da un lato si dice che la riforma Gelmini, "riforma, mi sembra un termine improprio... i regolamenti approvati dalla Gelmini, su proposta del Ministro Tremonti, sono ottimi, ottime applicazioni sul sistema dell'istruzione, dall'altro l'Assessore competente dice che la Regione deve intervenire in termini di sussidiarietà nei confronti delle operazioni svolte dal Ministero competente e deve intervenire utilizzando dieci milioni del bilancio regionale per integrare le autonomie scolastiche affinché possano assumere insegnanti.
"Assunzioni per ridurre la precarietà all'interno del sistema scolastico": affermazione di chi non conosce il sistema scolastico.
Un'assunzione per un anno non permette di ridurre la precarietà, ma semplicemente svolge una funzione di tampone nei confronti delle operazioni di distruzione del sistema scolastico che il Ministero ha effettuato.
Dieci milioni del bilancio regionale che potevano essere dedicati alle politiche necessarie per i piemontesi sono stati destinati ad una funzione che non compete alla Regione. Non compete alla Regione l'assunzione di insegnanti a fronte di una riduzione drammatica che il Ministero ha previsto. Abbiamo stanziato 10 milioni a favore dell'assunzione degli insegnanti: in questo modo ci siamo sostituiti ad una competenza che ad oggi non è ancora attribuita.
Fino a quando il Titolo V non sarà applicato e fino a quando non avremo la conoscenza dei livelli essenziali, non abbiamo alcuna competenza nell'assumere insegnanti su una funzione non di competenza regionale mentre avremmo potuto utilizzare quella somma di denaro per competenze che già ci appartengono e che fanno parte dell'attività obbligatoria - ad esempio il diritto allo studio - che le Regioni devono effettuare. Nel dato complessivo questo è un po' in controtendenza rispetto alle politiche di altri Paesi europei e di altre Regioni.
Di fronte al momento di crisi complessiva più volte ricordato durante i nostri interventi che cosa fa il nostro Paese e la nostra Regione? Riducono le risorse a favore del sistema dell'istruzione, dell'Università e della ricerca. Quando, invece, altri Paesi, che si trovano in una situazione sicuramente analoga alla nostra, investono sul sistema dell'istruzione e sui sistemi educativi nella loro complessità, consapevoli del fatto che questi rivestono un'importanza fondamentale per lo sviluppo di una realtà regionale e nazionale.
Questi i risultati di politiche devastanti nei confronti del sistema dell'istruzione; risultati che valuteremo nei prossimi anni. Non solo non abbiamo lavorato per migliorare la qualità della nostra scuola - della quale sicuramente, c'era necessità - ma il contributo dato sia dal Governo sia dalla nostra Regione sarà volto a peggiorarNe drammaticamente la situazione. Mi auguro che la discussione possa procedere e che ci sia lo spazio per valutare, in modo particolare, le politiche dell'istruzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Rispetto all'assestamento di bilancio dichiaro una certa difficoltà nella comprensione dell'intero documento. Tutto ciò è sicuramente dovuto al fatto che siamo in Assemblea regionale da pochi mesi. Abbiamo tutti i nostri limiti, non siamo - e né vorremo diventare in futuro - dei professionisti della politica.
Ammetto anche che ci è un po' difficile, in Commissione, nei primi mesi di legislatura in Consiglio regionale, stare dietro al continuo e noioso rimpallarsi di responsabilità tra centrodestra e centrosinistra. È uno sport, nonostante sia soddisfacente ed esaltante per chi lo pratica assolutamente inutile, se non deleterio per chi vi assiste passivamente, e in seconda istanza, ne fanno le spese i cittadini di questa regione.
Inevitabilmente, anche in questo assestamento di bilancio, come in tutti i provvedimenti o disegni di legge in cui va fatta una scelta di natura economica e finanziaria, i risultati possono non piacere, essere criticabili, opinabili, rispondenti o meno a criteri dettati dalla propria visione politica e dalla propria sensibilità. Rispondenti o meno ad esigenze dettate da questa o quella corporazione, questa o quella fascia economica sociale, questa o quella lobby.
Umilmente, ma fermamente, ci permettiamo di suggerire un nuovo tipo di approccio, sicuramente perfettibile, costruttivamente criticabile. Tutti i segnali che ci giungono da una lettura approfondita dalle realtà italiana e mondiale ci dicono che il sistema socio-economico sta collassando e che il castello di carta sta crollando. La risposta a tutta questa emergenza non sta certamente negli interventi singoli, slegati tra loro: incentivi settoriali, sostegni momentanei, toppe ad una coperta comunque troppo corto o, addirittura, in disfacimento, che si sfilaccia sotto le nostre mani di amministratori, ma prima ancora di cittadini. L'approccio dovrebbe, a nostro avviso, andare nella direzione di una pianificazione un po' più oculata che tenga conto di ogni esigenza del territorio: programmazione pianificazione, lungimiranza e massima libertà di espressione di ogni cittadino.
Investimento per il benessere dei cittadini è quello che svilupperà volenti o nolenti, noi crediamo, il nuovo concetto di Benessere Interno Lordo, il cosiddetto BIL, contrapposto al PIL, che da anni ormai detta le nostre politiche ad ogni livello, visto in modo ormai consuetudinario come unico e possibile parametro per valutare la tenuta di uno Stato, di una Nazione, di una Società.
Per quanto riguarda le nostre ricette, che non saranno perfette e forse, sono incomplete, siamo sicuri che, trovando un giusto clima ricettivo e collaborativo potremmo proporle ed elaborarle insieme a tutti i colleghi.
Sicuramente le conoscerete già. Funzionalmente al mio intervento ne elenco alcune: vera lotta all'evasione ed elusione fiscale; accorpamento o abolizione di alcune Province; fusione di enti comunali; sviluppo dell'efficienza energetica, anziché progettazione di nuovi impianti di qualsiasi tipo siano - infatti, di energia ne produciamo abbastanza, forse è ora di utilizzarla in modo corretto, con il minimo di dispersione - forte prevenzione, anziché investimenti, sulle cure e, di conseguenza, riduzione dell'impronta ecologica in molti campi (nei trasporti, nell'industria, nel settore energetico, nella gestione dei rifiuti e in tutti gli altri settori).
In ultimo, e forse un po' fuori tema, mi permetto di accettare l'invito del Vicepresidente Placido in merito alla necessità di formulare tutti insieme una nuova proposta di legge elettorale, che possa mitigare e annullare gli spiacevoli episodi che stanno accompagnando questi primi mesi di Legislatura, con indubbia dimostrazione, da parte di tutti, rispetto a quelle che sono davvero le esigenze dei nostri concittadini e del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
ARTICOLO 1 Procediamo con l'esame dell'articolato; dunque, dall'articolo 1.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, signor Presidente.
Innanzitutto, chiediamo di mantenere una prassi in Consiglio regionale ovvero di discutere per ultimo l'articolo 1 dell'assestamento al bilancio come si è sempre fatto, perché il rischio è che nel corso della discussione subentrino altri elementi.
Per quanto riguarda la seconda considerazione che volevo proporre, noi vorremmo capire, rispetto alle questioni che abbiamo sollevato nella discussione generale, quali sono le risposte della Giunta regionale.
Sostanzialmente, mi sembra che in fase di discussione generale, da parte dei diversi Gruppi, sia stata formulata una serie di problematiche osservazioni, proposte e temi.
Il mancato intervento da parte della Giunta regionale in sede di chiusura della discussione generale non lo consideriamo proficuo - volevo evitare un altro termine - non lo consideriamo corretto. La Giunta regionale, relativamente alla legge d'assestamento al bilancio, è intervenuta solamente con l'illustrazione da parte dell'Assessore Ferrero di un emendamento, che ha presentato e depositato questa mattina. La discussione mi sembra sia stata sufficientemente ampia e abbia posto in evidenza una serie di sensibilità.
Capire l'atteggiamento della Giunta regionale relativamente ai problemi che il Consiglio regionale ha sollevato in sede di discussione generale sottostà alla disamina degli emendamenti presentati e depositati altrimenti rischiamo di non avere il minimo orientamento sotto questo aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Ha chiesto di intervenire il relatore, Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, avevo inteso così.
Ha chiesto di intervenire la Giunta Regionale, nella persona dell'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Intanto, ringrazio i colleghi del Consiglio per l'odierno dibattito che credo sia stato utile al proseguo del lavoro svolto in Commissione.
Ho seguito con attenzione tutti i lavori della I Commissione e parte dei lavori di altre Commissioni, dove i colleghi hanno relazionato in merito alle singole materie. Credo che già in Commissione siano stati fatti dei ragionamenti, che sicuramente proseguiranno in questa sede, rispetto alle priorità che i Consiglieri hanno evidenziato in tutti gli interventi sia da parte dei Consiglieri della maggioranza sia da parte dei Consiglieri di minoranza.
Il Consigliere Reschigna ha chiesto, come di prassi, che l'articolo 1 quello in merito alle variazioni, che prevede anche l'approvazione dell'allegato A, venga posticipato: la Giunta concorda su questa modalità.
C'è ancora il margine rispetto a degli articoli, i primi, sui quali non sono stati presentati emendamenti, relativamente ai quali in Commissione si è già provveduto ad un'illustrazione e al voto - credo favorevole, o comunque anche all'astensione.
Credo si possa proseguire a lavorare su questi articoli, che non presentano emendamenti; naturalmente, è chiara la disponibilità da parte della Giunta regionale per un confronto rispetto agli emendamenti e alle sollecitazioni provenienti dalla discussione di oggi.



PRESIDENTE

Di fronte alle sollecitazioni e richieste precise del Consigliere Reschigna, mi sembra che la Giunta, innanzitutto, abbia reso un parere favorevole allo spostamento, come nella prassi, della trattazione dell'articolo 1 alla fine dell'articolato.
Quindi, se l'Aula acconsente, sposterei la trattazione dell'articolo 1 e la votazione dei relativi emendamenti, oltre che la votazione dell'intero articolo, successivamente alla trattazione e votazione dell'articolo 17 prima del Capo III: "Disposizioni transitorie e finali".
Va bene, Assessore Quaglia?



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Reschigna, inserito lì?



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

No, adesso vado avanti. Siccome avevamo detto genericamente "alla fine", alla fine sarebbe anche oltre le "Disposizioni transitorie".



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

No, no: lo collochiamo esattamente dopo l'articolo 17, prima del Capo III: "Disposizioni transitorie e finali".
Invece, in merito alla questione della cosiddetta "replica", preciso che non è più prevista alla fine della discussione generale, per l'Assessore Quaglia, l'Assessore competente sul provvedimento, ha chiesto di intervenire.
Mi sembra che l'Assessore abbia dichiarato - mi dica se è così come ho inteso - che, visto che avremo parecchi giorni per la trattazione di emendamenti e articoli, darà le risposte man mano; quindi, ci sarà occasione di confronto anche rispetto alle sollecitazioni poste dal Consigliere Reschigna.



(L'Aula unanime acconsente di posticipare la votazione dell'articolo 1)



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Io devo fare il Presidente: è così come ho inteso?



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Ci sono problemi? (Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Va bene.
Credo che questa possa essere una modalità, Consigliere Reschigna: l'articolo 2 non presenta emendamenti; poi abbiamo una serie di articoli con emendamenti.



(Il Consigliere Ronzani chiede di poter intervenire)



PRESIDENTE

A quale titolo intende intervenire, Consigliere Ronzani?



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Il dibattito generale è chiuso.
Il Consigliere Reschigna, giustamente, ha fatto una proposta, che è stata accolta e l'Aula ha acconsentito.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

No, non mi permetterei mai di non darle parola, le chiedo semplicemente di esplicare a quale titolo intende intervenire.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Scusi, non le voglio togliere la parola, le chiedo solo a quale titolo intende intervenire. Quando me lo esplicherà, potrà sicuramente intervenire, perché il Regolamento dà la possibilità di farlo.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non intervengo.



PRESIDENTE

La ringrazio per il suo senso di responsabilità.
ARTICOLO 2 Non sono stati presentati emendamenti, quindi non c'è discussione generale sull'articolo.
La parola al Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Penso che l'Assessore Quaglia non abbia capito qual è il problema posto o faccia finta di non capire.
Noi abbiamo sollevato una questione politica, così come tutte le volte che abbiamo discusso di assestamento al bilancio. Abbiamo presentato una serie di emendamenti - anzi, approfitto per sottoporle anche la valutazione del Presidente della I Commissione -: alcuni possono essere respinti, altri possono essere valutati. Cercavamo una sede nella quale poterci confrontare con la Giunta sul contenuto di questi emendamenti e capire come procedere..
Questo è decisivo per capire come si sviluppa la nostra discussione. Poich mi sembra di aver inteso che il nostro Capogruppo, da giorni, chiede di parlare con l'Assessore Quaglia e con la Giunta, per conoscere l'orientamento della Giunta su questioni che, a torto o a ragione consideriamo pregiudiziali - ci sono due o tre emendamenti che, per quanto ci riguarda, hanno più valore di altri - vorrei capire se è sempre stato così, se era prassi che fosse così. Allora vorrei che fosse prassi così anche adesso: un colloquio per capire l'orientamento della Giunta su questi emendamenti.
Volete andare avanti, andate avanti, però ritengo utile per il nostro lavoro e per il bilancio di assestamento - che non abbiamo interesse a che non venga approvato e che non vogliamo ostacolare - un chiarimento politico con l'Amministrazione regionale. Mi chiedo cosa avete in mente rispetto a due o tre questioni che il nostro Gruppo ha considerato, negli interventi svolti in aula e non soltanto, decisive e pregiudiziali.
Se voi non ci dite niente, si vada avanti. Ma sarebbe più utile - e qui mi fermo - non insistere con l'approvazione degli articoli, ancorché si tratti di articoli sui quali potremmo soltanto fare dichiarazioni di voto ma approfittare dell'ora e mezza da qui fino alle ore 19.00 per un confronto di merito e capire domani mattina come riprendere la discussione.
La Giunta risponde negativamente e respinge i nostri emendamenti? É una posizione legittima, che, naturalmente, non condivido, ma è una posizione così avremmo aperto l'interlocuzione.
Vorremmo delle risposte, Presidente: è sempre stato così qui dentro non chiediamo la luna nel pozzo!



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, l'interlocuzione, ovviamente, avviene su ogni emendamento; poi, per altri tipi di interlocuzione, che non competono la votazione e la Presidenza, per l'amor del cielo...! Per agevolare i lavori, potremmo procedere alla votazione di quest'articolo, che non presenta alcun emendamento, per poi sospendere i lavori, dando così la possibilità dei confronti richiesti - che credo anche siano stati concordati. Modalità che ritengo possa agevolare il proseguo della trattazione di quest'importante provvedimento. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Interviene uno per Gruppo, se non sbaglio?



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Uno per Gruppo. Allora, in questo caso, non essendo il Capogruppo intervengo in dissenso dal Capogruppo, che prima o poi interverrà, solo perché volevo dire una cosa al Consigliere Ronzani.
Intanto - mi rivolgo ai colleghi più giovani, in modo che non si facciano ingannare - il Consigliere Ronzani attiva molta partecipazione orale: è pura professionalità, non preoccupatevi, è normalissimo, non è affatto agitato. È solo che pretende che le risposte siano quelle che lui vorrebbe, che lui ama - non solo lui. Domande suggestive che prevedono una sola risposta. Posso fare degli esempi; nell'ambito di questa discussione il collega Marinello l'ha detto prima in maniera molto chiara - soltanto dei distratti possono pensare che noi facciamo dei tagli perché vogliamo farci del male.
Per carità, sul farsi del male il centrodestra ha delle esperienze ormai durevoli da almeno 16 anni, ma non proprio di questa natura.
soltanto per un eccesso di bontà d'animo che non viene da voi apprezzata.
L'ha scritto anche il collega Carossa su una pagina intera della "Stampa" di ieri, che evidentemente non è bastata.
Se volete che chiediamo dei Consigli straordinari con quindici firme per spiegare perché dobbiamo passare il tempo a turare i buchi che avete fatto, credo non sia difficile - visto che non apprezzate il fatto che non li chiediamo. Non è casuale, non è che ci siamo distratti. Non li facciamo perché non servono e, come dice giustamente il collega Biolè, la gente che sta fuori da quest'aula, di questo rimpallo tra le sciocchezze fatte dall'una parte o dall'altra, non ne può più.
Lo stralcio di tutta una serie di emendamenti che voi avete chiesto e che sono stati facilmente ottenuti, credo faccia parte di un normale e costruttivo rapporto tra una maggioranza - in questo caso, questa - tra una Giunta ed un'autorevole opposizione.
Non su tutto c'è stata risposta o risposta soddisfacente, ma voi sapete bene che la discussione del bilancio - ahimè non so dirvi perché - una volta sentita la dichiarazione in discussione generale, probabilmente avremo potuto finirla stasera. Se ci piace farla durare tre giorni possiamo farla durare tre giorni, tanto al 31 finisce, ma è solo una scelta.
La Giunta ha perfettamente capito - sono certo che ha capito - che ci sarà lo spazio per completare le risposte non ancora arrivate e dare soddisfazione o meno. Non siamo proprio così duri. Manteniamo il rispetto del gioco delle parti. Abbiamo capito - davvero - e adesso risponderemo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazioni di voto indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Ricordo che il numero legale è 29.
La votazione non è valida, per mancanza del numero legale.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento del Consiglio regionale, la seduta è terminata.
Comunico che mercoledì 21 luglio 2010 è convocata la IV Commissione per le audi-zioni alle ore 9,30; alle ore 10,30 è convocata la seduta congiunta della I e della IV Commissione; l'adunanza antimeridiana di domani del Consiglio regionale è convocata; alle ore 14 è convocata la III Commissione per il licenziamento del provvedimento; alle ore 14,30 è convocata la seduta del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.40)



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