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Dettaglio seduta n.209 del 17/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.01 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la trattazione del punto "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La trattazione del punto relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" inizia alle ore 10.30)



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto.
Incominciamo i lavori, com'è nella consuetudine, anche in assenza del numero legale (manca un Consigliere), con la trattazione del sindacato ispettivo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 900 presentata dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "DGR n. 22-1473 dell'11/02/2011 di approvazione della Variante strutturale n. 4/2006 al Piano Regolatore Generale Intercomunale interessante il Comune di Parella (TO)" interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1011 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Deliberazione della Giunta Regionale 11.02.11 n. 22-1473, di approvazione della Variante strutturale n. 4/2006 al Piano Regolatore Generale Intercomunale interessante il Comune di Parella (TO)"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame congiunto delle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 900 e 1011.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.
Collega, le ricordo che ha a disposizione quattro minuti per l'illustrazione: due minuti per ogni interrogazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Le interrogazioni vertono sulla deliberazione della Giunta regionale n.
22-1473, dell'11 febbraio dello scorso anno, di approvazione della Variante strutturale n. 4/2006 al Piano Regolatore Generale Intercomunale riguardante anche il Comune di Parella, nel Torinese.
Le motivazioni che ci hanno portati a presentare le interrogazioni riguardano una parziale contraddizione da parte della Giunta regionale...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi: il Consigliere Bono sta interrogando il Vicepresidente! Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo: una parziale contraddizione tra il parere della Direzione regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia che, all'inizio del 2009, manifestava svariate perplessità in merito all'approvazione della Variante n. 4/2006, pronunciandosi a favore dello stralcio e/o del ridimensionamento di gran parte delle aree che s'intendeva edificare presso il succitato Comune.
Tra l'altro, rilevava che ben il 17% delle abitazioni presenti nel Comune di Parella erano sfitte, che il carico urbanistico aggiuntivo ad uso residenziale superiore al 27% faceva sorgere forti dubbi riguardanti la coerenza con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, che vi erano forti problematiche dal punto di vista paesaggistico e riguardo all'insediamento produttivo e che vi era un incremento pari al 71 di dette aree, con, ovviamente, una saturazione del rapporto di copertura.
Tale incremento risultava - a detta della Direzione regionale ingiustificato, proprio perché anche il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Torino non rilevava, all'interno dell'area intercomunale intorno al Comune di Parella, un bacino di valorizzazione produttiva.
Viceversa, con deliberazione della Giunta regionale (quella che citavo prima), la Giunta regionale ha - secondo noi - inspiegabilmente approvato questa Variante, senza alcuna variazione rispetto alle perplessità citate dalla Direzione regionale nel 2009.
stato presentato un ricorso...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi collega Bono, è vero che abbiamo avviato la seduta in assenza del numero legale, però, chi non è interessato, può uscire! Mi sembra di essere al bar! Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo che è stato fatto un ricorso al TAR da parte di alcuni cittadini ed alcune associazioni.
Poiché il Sindaco del Comune di Parella e l'Amministratore Delegato di una società privata hanno già presentato la realizzazione di queste iniziative edificatorie, sia ad uso residenziale sia ad uso produttivo definendole - giustamente - sui giornali, non speculative, chiediamo come mai la Giunta regionale sia andata apparentemente contro un parere di una sua stessa Direzione, che - ripeto - aveva espresso parere negativo all'edificazione, sia come area residenziale sia come area produttiva.
Vorremmo, inoltre, capire - come noi pensiamo - sussistendo dei validi motivi, affinché la Giunta regionale provveda all'autoannullamento della propria deliberazione, in autotutela, se la Regione intende eseguire quanto da noi citato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Vicepresidente Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Rispondo ad entrambe le interrogazioni (la n. 900 e la n. 1011), che trattano lo stesso argomento.
Con riferimento alle citate interrogazioni, la Direzione regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia ha predisposto la relazione - che consegnerò direttamente - mediante la quale si dà conto dell'iter di approvazione della Variante Strutturale al Piano Regolatore Generale Intercomunale interessante il Comune di Parella.
La Direzione regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia, con relazione d'esame datata 10/01/2009, aveva rinviato al Comune la Variante Strutturale al Piano Regolatore Generale Intercomunale adottata, solo per il Comune di Parella, con deliberazioni consiliari n. 20 del 3/8/2007, e n. 3 del 7/3/2008, affinché provvedesse ai sensi del 13° comma dell'articolo 15 della legge n. 56/77, oppure qualora il recepimento dei rilievi contenuti nella citata relazione avesse dovuto comportare una parziale rielaborazione, adottasse, appunto, queste modificazioni, ai sensi del comma 15° dell'articolo 15 della legge regionale n. 56/77, per apportare agli elaborati le modifiche e le integrazioni puntualmente elencate nella relazione citata.
L'Amministrazione comunale di Parella, con delibera consiliare n. 25 in data 6/9/2009, e n. 8, del 5/3/2010, di rettifica della DCC n. 25 già citata, ha controdedotto alle richieste formulate dalla Direzione regionale tramite una parziale rielaborazione della Variante Strutturale e la conseguente ripubblicazione del Piano, ai sensi del 15° comma dell'articolo 15, legge regionale n. 56/77, e ha provveduto ad aggiornare conseguentemente tutti gli elaborati tecnici.
Riprendendo le conclusioni della relazione, che si allega, corre l'obbligo di evidenziare come la Giunta regionale, con DGR n. 22-1473 dell'11/2/2011 di approvazione della Variante Strutturale n. 4/2006 al Piano Regolatore Generale Intercomunale interessante il Comune di Parella in coerenza con l'iter procedurale di approvazione, ai sensi dell'articolo 15 della legge regionale n. 56/77, non abbia affatto disatteso le risultanze dell'attività istruttoria della Direzione regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia e, in particolare, il parere negativo all'edificazione espresso con relazione di primo esame in data 14/1/2009, in quanto: ha assunto integralmente le valutazioni e le determinazioni espresse con la relazione della Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia, in data 28/12/2010, che costituisce l'ultimo atto tecnico di analisi e di esame in sede istruttoria dello strumento urbanistico. Tale relazione perviene motivatamente alle conclusioni di merito, anche in considerazione delle argomentate controdeduzioni comunali ha introdotto, inoltre, modifiche ex officio negli elaborati della Variante Strutturale relativamente all'area Pn3, affinché le sue destinazioni d'uso, per una migliore chiarezza interpretativa, fossero solo "connesse ad attività di tipo agricolo e florovivaistico di base che saranno di norma attuate all'esterno della stessa zona in area agricola propria e di attività artigianali produttive connesse alla prima trasformazione di prodotti agricoli di colture ed allevamenti locali e tipici del territorio canavesano con la relativa facoltà dei commercializzazione in loco come esercizio di vicinato".
Questa è la considerazione sommaria, che ho svolto per stare nei tempi regolamentari previsti. Vi è, poi, una relazione di diverse pagine, che disamina puntualmente tutte le questioni.
Per concludere, faccio solo presente che, di norma (e a me non risulta da quando ho questa delega, ma anche in precedenza, quando ho avuto altre opportunità di essere incaricato all'urbanistica), la Giunta si conforma sempre alla relazione finale della Direzione competente in materia urbanistica.
Non mi risultano, pertanto, situazioni con degli orientamenti divaricati.
Naturalmente, nel frattempo, col vecchio sistema della legge n. 56/77 c'è questo ping pong: approvo il Piano, lo mando in Regione, svolgo le osservazioni, lo rimando indietro, dopodiché viene rivisto, ripubblicato e rimandato in Regione, dove c'è una dialettica che porta ad una sintesi.
Con il nuovo sistema (il disegno di legge n. 153) avremo le Conferenze: se la Regione o la Provincia avranno qualcosa da dire, lo diranno subito in Conferenza.
Non dovrebbero più emergere distonie o situazioni apparentemente incoerenti, perché il verbale delle Conferenze sarà probante su come si sono atteggiati, subito e in quell'occasione, i vari soggetti partecipanti alla Conferenza ed all'istruttoria.
Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 714 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Caso Trombini ex Annovati di Frossasco (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 714 presentata dal Consigliere Bono.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche questa interrogazione risale a qualche mese addietro e riguarda lo stabilimento ex Annovati di Frossasco, in Provincia di Torino appartenente al Gruppo Trombini S.p.A., noto produttore italiano di pannelli in conglomerato di legno grezzo e nobilitato, oltre al laminato all'impregnato e alle resine, materiali inerenti all'industria del mobile.
Il camino di quest'azienda ha riversato nell'aria da circa 10 anni una notevole quantità di sostanze inquinanti, tale da indurre la Procura di Pinerolo a richiedere il sequestro dell'impianto nel mese di maggio 2010 (parliamo quindi di quasi due anni fa), con recente rinvio a giudizio del responsabile dello stabilimento, dottor Sirio Menghini, per inquinamento perdurante nel tempo, risultato dell'azione intrapresa da comitati di cittadini a partire da almeno tre anni fa quando, dopo la formale denuncia dell'ARPA, si sono costituiti parte civile contro l'azienda insieme al Comune di Frossasco stesso.
Nonostante il sequestro, l'azienda è stata sorpresa a bruciare fanghi derivanti dall'impianto di depurazione, come attestato da L'Eco del Chisone in data 3 novembre 2010. Poiché l'azienda non era più autorizzata a fare ciò in quanto era stato sequestrato anche l'impianto, il fatto era molto grave, anche perché non c'era neppure l'autorizzazione per bruciare i fanghi di depurazione; fanghi che, essendo altamente tossici, devono essere conferiti come rifiuti speciali ad impianti appositi.
Sia l'ARPA che la Provincia hanno riconosciuto la pericolosità e l'azienda ha dovuto interrompere anche questa attività, come abbiamo appreso L'Eco del Chisone il 26 gennaio 2011 (parliamo di più di un anno fa). Dai processi di lavorazione dell'azienda sono fuoriuscite diverse sostanze pericolose per la salute (diossina, formaldeide, ossidi di azoto).
Tale inquinamento interessa non solo il Comune di Frossasco, ma l'intera Val Noce e ovviamente, con i movimenti delle masse d'aria, anche tutta l'area della provincia di Torino.
A metà gennaio del 2011 erano scaduti i sei mesi della sospensiva del provvedimento di sequestro dello stabilimento e l'azienda ha riaperto i battenti. Da quanto ne sappiamo, attualmente è operativa, dopo circa un mese di lavori per un nuovo camino.
Si leggeva un anno fa che la bonifica degli impianti avrebbe dovuto far rientrare le emissioni inquinanti nei limiti e nei parametri ambientali. Le rilevazioni avrebbero dovuto essere effettuate nel mese di marzo del 2011 ma noi non abbiamo avuto informazioni in merito. Parrebbe che l'azienda dopo aver adottato un sistema di controllo in continuo, abbia separato le emissioni per quanto riguarda i pannelli che contengono formaldeide, però i dati venivano - e crediamo vengano - considerati dall'ARPA solo ogni tre mesi, nonostante vi sia una specifica di controllo in continuo. Faccio una parentesi: mi sembra che sia comunque una metodologia consolidata, tant'è che dovrebbe essere così anche per il costruendo inceneritore di Torino.
Chiudo ricordando che vi sono ancora delle decisioni della Provincia di Torino riguardanti l'autorizzazione troppo permissiva relativamente ad un impianto che sarebbe di incenerimento; si è parlato anche di una possibile trasformazione di impianto a biomasse, nonostante l'impianto sia stato dichiarato obsoleto a livello tecnico.
Interrogo l'Assessore, considerando i dati contenuti nel testo, per sapere: l'analisi dei fumi che oggi fuoriescono dai camini, la situazione dei permessi e le misure che si intendono attuare per ridurre l'inquinamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Lo stabilimento della Società Gruppo Trombini S.p.A. è finalizzato alla produzione e nobilitazione di pannelli truciolati ed è stato autorizzato alle emissioni in atmosfera, ai sensi dell'articolo n. 269 del decreto legislativo n. 152/2006, dalla Provincia di Torino con DD n. 31-230910 del 28/02/2007, integralmente sostituita dalla DD n. 112-29180/2010 del 29/07/2010.
Mediante l'autorizzazione oggi vigente è stato prescritto un nuovo assetto impiantistico finalizzato a risolvere alcune problematiche emerse durante i precedenti accertamenti, che hanno anche comportato Notizia di Reato a seguito del mancato rispetto dei limiti di emissione individuati dal provvedimento autorizzativo. L'attività dell'impianto è ripresa l'11 gennaio 2011 ed ha subito uno stop a causa di un forte calo degli ordinativi. A fine maggio, la ditta ha ripreso le normali attività produttive. La competenza al rilascio delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera è stata delegata alle Amministrazioni provinciali attraverso la legge regionale n. 44/2000 a partire dal 21 febbraio 2001.
La modalità di presentazione dei dati relativi alle emissioni in atmosfera non prevede, secondo l'attuale assetto normativo, l'invio all'Autorità competente (la Provincia di Torino) dei valori "continui e non mediati", ma solo delle medie orarie rilevate per ogni parametro sottoposto a controllo in continuo attraverso il Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni (SMCE). I dati medi orari, relativi ai mesi di maggio giugno, luglio e agosto 2011, delle emissioni di monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (Nox), composti organici totali (COT), ossidi di zolfo (Sox), acido cloridrico (HCl) e acido fluoridrico (HF), evidenziamo come, durante tale periodo, non si siano registrati superamenti del limite autorizzato. Anche i controlli svolti nel mese di luglio 2011 dal Laboratorio Microinquinanti dell'ARPA non hanno rilevato superamenti del valore limite per gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), i policlorobifenoli (PCB) e le policlorodibenzodiossine e i policolorodibenzofurani (PCDD/PCDF).
Quali misure si intendono adottare per difendere la salute della cittadinanza dalla diossina, dalla formaldeide, COT, Nox e da ogni altro inquinante emesso dai camini della ditta Trombini.
La Provincia di Torino, Autorità competente per il rilascio dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera, nell'ambito del quadro prescritto contenuto nell'autorizzazione di luglio 2010, ha definito un insieme di modifiche impiantistiche e gestionali finalizzate alla riduzione delle emissioni in atmosfera, in particolare per quanto riguarda gli inquinanti più critici. Gli esiti dei controlli effettuati (in particolare per le diossine, i policlorobifenoli e gli idrocarburi policiclici aromatici) e i dati rilevati dal sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni confermano il rispetto dell'assetto autorizzato.
Quali misure si intendono introdurre per conoscere la qualità delle forniture di legname o altro materiale in arrivo alla suddetta ditta e bruciata dai camini.
Il materiale in ingresso allo stabilimento (scarti di legno e legno vergine) non è direttamente destinato alla combustione, ma in prevalenza ad essere ridotto in piccola pezzatura per essere utilizzato nella formazione dei pannelli. Il materiale destinato ad essere combusto (polverino legnoso) proviene dalle fasi di nobilitazione e finitura superficiale del pannello e dal materiale più fine scartato dalla vagliatura.
Ciò premesso, occorre sottolineare che l'impresa Gruppo Trombini S.p.A.
è iscritta nel "Registro delle Imprese autorizzate al recupero di materia ed energia da rifiuto" e che pertanto la stessa è tenuta al rispetto delle norme tecniche di settore (d.m. 5/2/1998 e s.m.i.), ivi comprese quelle inerenti alle caratteristiche merceologiche dei rifiuti in ingresso allo stabilimento.
Nel corso del 2010, ARPA Piemonte ha riscontrato che quota parte del polverino legnoso avviato alla combustione era costituito dai fanghi centrifugati provenienti dall'elettrofiltro ad umido che tratta gli effluenti gassosi dalla fase di essiccazione dei trucioli. A seguito della diffida della Provincia di Torino, emanata con determina dirigenziale n. 5 593/2011 del 13/01/2011, l'impresa ha interrotto la combustione dei fanghi e ha comunicato le modifiche impiantistiche effettuate al fine di rimuovere tale difformità.
Lo stato dell'iter autorizzativo presso la Provincia di Torino della conversione dell'impianto in centrale a biomasse.
Alla data della presente comunicazione, non risulta essere stata presentata, dal gestore dello stabilimento in questione, alcuna domanda autorizzativa inerente la conversione dell'impianto, da produzione e nobilitazione di pannelli truciolari a centrale termoelettrica alimentata a biomassa.
La posizione della Regione Piemonte, con DGR 30 gennaio 2012 n. 6 3315, ha emanato le linee guida per l'individuazione delle aree e dei siti non idonei all'installazione ed esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, ai sensi del paragrafo 17.3 delle "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili", di cui al decreto ministeriale del 10 settembre 2010. In tale provvedimento sono individuate le porzioni di territorio considerate non idonee all'insediamento di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati con biomassa e i criteri che la rendono tale.
Lo stabilimento oggetto dell'interrogazione risulterebbe insistere, ai sensi di queste linee guida, su area non idonea. Qualora fosse presentata la richiesta di autorizzazione per la conversione dell'impianto, cosa che come ho già detto, non è ancora stata effettuata, va comunque specificato che la non idoneità va collegata a parametri prestazionali dell'impianto dal punto di vista emissivo e/o energetico, e che eventuali criticità, in fase progettuale, sono quindi potenzialmente superabili.
Grazie.



PONSO TULLIO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 816 presentata dai Consiglieri Tentoni e Botta Marco inerente a "Determinazione del tributo speciale per il conferimento in discarica dei RUB (Rifiuti Urbani Biodegradabili) in relazione al numero di abitanti equivalenti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 816.
La parola all'Assessore Revello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
necessario, per dare una risposta puntuale all'interrogazione sebbene l'interrogante ne sia certamente a conoscenza, quindi è a beneficio dell'Aula, dare gli opportuni riferimenti normativi, quindi precisare quali sono i punti che collegano i vari lati del perimetro all'interno del quale si ci muove, cominciando dal decreto legislativo 36 del 2003.
Il Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, in attuazione della Direttiva 1999/31/CE, prevede una progressiva riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili conferiti in discarica, stabilendo i limiti di RUB da non superare, a livello di ATO, nei diversi anni e, in particolare, dal 27/3/2011, 115 kg di RUB/abitante per anno, e dal 27/3/2018, 81 kg di RUB/abitante per anno. La stessa norma impone di smaltire in discarica esclusivamente i rifiuti trattati, salvo specifiche situazioni particolari.
Questo per ricordare che, come molto spesso accade nel trattare tematiche ambientali, l'azione del legislatore nazionale e regionale deriva da uno spunto, da uno stimolo, molto spesso vincolante, a livello comunitario.
La norma nazionale n. 549 del 1995 impone un tributo speciale per i rifiuti conferiti in discarica e prevede che la Regione definisca l'importo di tale tributo tra un limite minimo e un massimo definito dalla normativa nazionale.
La legge regionale n. 14/06 ha previsto che il tributo speciale fosse messo in relazione alla tipologia di rifiuto smaltito, in particolare collegando l'importo dello stesso alla quantità di rifiuti biodegradabili contenuti nei rifiuti urbani indifferenziati conferiti in discarica successivamente, con DGR 61-6925 del 2007 è stato definito che la quantità di rifiuti biodegradabili può essere determinata tramite la quantità di rifiuti urbani indifferenziati prodotti pro capite.
Con deliberazione 69-2068 del 17 maggio 2011 è stato infine aggiornato il "Programma regionale per la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica" (DGR 22-12919 del 5 luglio 2004 e s.m.i.) adeguando alla normativa europea gli obiettivi di riduzione dei RUB.
stato quindi definito che, per l'anno 2011, il rispetto degli obiettivi di riduzione dei RUB è rispettato se i rifiuti indifferenziati non trattati conferiti in discarica non superano il limite di 216 kg/anno pro capite.
Il mancato rispetto dei nuovi limiti per il conferimento dei RUB in discarica, più restrittivi rispetto agli anni precedenti, può comportare l'applicazione dell'importo massimo del tributo speciale.
Alla luce di quanto suddetto e nel rispetto di quanto disposto dalla normativa comunitaria e nazionale in merito allo smaltimento in discarica di rifiuti trattati, la Giunta, con la DGR 69-2068/2011, ha adottato una mitigazione di ampio respiro che permette di applicare, in caso di superamento dei limiti di RUB, anziché l'importo massimo per la quantità complessiva dei rifiuti conferiti in discarica, l'importo minimo pari a 0,00517 euro/kg, fino al limite della produzione pro capite prevista, e l'importo massimo di 0,025 euro/kg, esclusivamente per i quantitativi di rifiuti che eccedono tale limite.
Si evidenzia che tale scelta consente l'applicazione di una mitigazione certa e di una immediata determinazione, evitando l'individuazione caso per caso degli abitanti equivalenti per ciascun comune.
Come precisavo fuori microfono al Consigliere interrogante, ricordo che, su questo atto, la Giunta regionale ha lavorato molto, considerandolo un passaggio non finale, non un punto di arrivo, ma un passaggio intermedio per alleggerire le situazioni più critiche da un carico particolarmente pesante, consentendoci di arrivare serenamente all'attivazione di un percorso definitivamente virtuoso e capace di riconoscere le singole situazioni di criticità.
In conclusione, si sottolinea che l'Assessorato all'ambiente ha dato mandato alle strutture competenti, in particolare all'Osservatorio regionale sui rifiuti, di approfondire i possibili percorsi che consentano di addivenire all'individuazione di criteri quanto più oggettivi possibile che tengano conto delle realtà che caratterizzano, ad esempio, i comuni turistici o i piccoli Comuni sedi di case di riposo, che più o meno sono ovviamente generalizzando, le grosse tipologie che si riscontrano e dalle quali emergono le problematiche da lei segnalate.
stato un compito affidato diverso tempo fa all'Osservatorio.
Considero la sua interrogazione anche uno stimolo per accelerare i risultati, per quanto possibile e compatibilmente con il già grosso carico di lavoro che le strutture regionali svolgono, che possano poi portare la Giunta a valutare, sulla base di questi criteri e di queste analisi, le misure più opportune da assumere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tentoni per la replica.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare l'Assessore Ravello per la risposta e per aver attivato l'Assessorato e l'Osservatorio regionale dei rifiuti a dare un ulteriore correttivo che, come ben diceva lo stesso Assessore nel suo intervento, si rende necessario soprattutto per non penalizzare quei piccoli Comuni nei quali, vuoi per il fatto che ci sono forti flussi turistici soprattutto nei mesi estivi (o invernali, nel caso si tratti di comuni montani), vuoi per la presenza di case di riposo, si trovano in una situazione di avere pochi abitanti, ma una produzione di rifiuti urbani biodegradabili molto alta, in relazione a questi due fattori.
Il fatto che, dal 2012, il livello di kg/pro capite per cui scatta il sovra costo di 2,5 centesimi al kg venga decisamente ridotto da 216 a 196 kg/abitante, rende ancora più pressante la sollecitazione all'Osservatorio regionale dei rifiuti affinché si possa disporre di dati per un'ulteriore diversificazione.
Sono assolutamente d'accordo che, con la DGR 69 del 2011, questa Giunta abbia mitigato in modo molto positivo le penalizzazioni per quei comuni che conferiscono in eccedenza, nella misura di chilogrammi pro capite, anche perché l'obiettivo della riduzione dei RUB in discarica è un obiettivo, non solo europeo, ma di civiltà e di conduzione della nostra gestione dei rifiuti.
Ritengo che la penalizzazione dei piccoli Comuni, se non ci fosse questa mitigazione e la considerazione delle variabili di cui parlavo prima, inciderebbe sui loro bilanci, soprattutto in un momento in cui questi bilanci sono già fortemente penalizzati da tutta una serie di norme di vincoli e di situazioni oggettive che ben conosciamo.
Grazie, Assessore, e spero che in breve l'Osservatorio regionale dei rifiuti possa fornirle quei dati necessari per una nuova normativa, senza penalizzare eccessivamente i piccoli comuni.
Grazie.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 892 presentata dai Consiglieri Ronzani e Artesio, inerente a "Captazione acqua torrente Elvo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 892.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione - al quale ricordo che ha due minuti a disposizione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Quando venne presentata questa interrogazione vi era chi negava l'esistenza di questo progetto di captazione sull'Elvo. Oggi, per fortuna i fatti hanno dimostrato che il progetto esisteva, tanto è vero che la Conferenza dei Sindaci - 12 Sindaci su 12 presenti - svoltasi qualche giorno fa, lo ha bocciato. Per fortuna, pensavo fosse abbastanza scontato ma lì è stata assunta una decisione inequivocabile.
Mi auguro che, a questo punto, quel progetto venga cestinato, ma è grave - non ne faccio una colpa a lei, Assessore Ravello - che l'Assessorato all'agricoltura, per l'ennesima volta, abbia dichiarato prioritario anche questo progetto presentato dall'innominato. Sarebbe curioso capire sulla base di quali criteri una volta che un progetto firmato da quei signori arriva all'Agricoltura viene sempre considerato prioritario; comunque, avrò tempo di approfondire anche questa questione.
Non c'è solo il fatto che il progetto che i Sindaci hanno bocciato confliggeva con l'articolo 40 del PTA, c'è il fatto che quel progetto non regge - mi avvio alla conclusione - per tantissime ragioni. Innanzitutto ha un forte impatto ambientale: prevede una galleria lunga un chilometro e mezzo, costerebbe altri 13 milioni di euro e confligge con la decisione che ha assunto il Consiglio regionale all'unanimità di istituire in quella valle la Riserva Naturale Spina Verde.
Anche qui, abbiate pazienza, la mano destra non sa cosa fa la sinistra.
La mano destra dice di realizzare la riserva naturale e la mano sinistra considera l'intervento del consorzio di bonifica prioritario, cose dell'altro mondo!



PRESIDENTE

Consigliere, la prego di concludere.



RONZANI Wilmer

Ho terminato, Presidente.
Infine, verrebbe giustificato con l'esigenza di migliorare l'efficienza idrica di una diga che c'è già, quella sull'Ingagna. Anche questo è paradossale: prima fanno gli invasi, poi non sanno come riempirli perché il fiume, o comunque il torrente, non ha acqua a sufficienza, allora si inventa una captazione.
Mi auguro, dopo quanto è successo e dopo il pronunciamento dei Sindaci che almeno questo progetto - che si aggiunge a quell'altro, Assessore quello sul Sessera - venga preso e messo in un cassetto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Consigliere Ronzani, come avrà notato, rispondo anche per conto dell'Assessore all'agricoltura, al quale le strutture della Direzione Regionale Ambiente hanno fornito gli elementi utili per dare una risposta complessiva, che le leggerò.
Per correttezza, in anticipo, le porgo le scuse da parte mia, qualora degli elementi contenuti in questa relazione non rispondano ad un aggiornamento in tempo reale rispetto ad accadimenti recenti che possono eventualmente non essere stati raccolti e trasmessi in questo documento. In questo caso me ne assumo la piena responsabilità e provvederò a farle avere, appena gli Uffici ne saranno in condizione, gli elementi nuovi e aggiornati.
Comunque, ora le leggerò la nota che era stata prodotta per l'Assessore Sacchetto: "Relativamente ai lavori afferenti alla captazione di acque dal torrente Elvo finalizzati al potenziamento di accumulo di risorsa nell'invaso dell'Ingagna, si precisa che l'Assessorato all'agricoltura non ha adottato provvedimenti nei quali detti lavori assumano caratteristiche di interventi prioritari.
Si informa, peraltro, che tali lavori sono inseriti in un più ampio progetto denominato 'Lavori di completamento dell'impianto di irrigazione a pioggia sotteso al bacino di invaso sul torrente Ingagna - 11° lotto', che trova diretta copertura finanziaria con risorse statali di cui alla legge n. 350/2003, attivate mediante deliberazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - meglio noto come CIPE - n. 74 del 27 maggio 2005, avente per oggetto 'Programma nazionale degli interventi nel settore idrico, legge n. 350/2003, articolo 4, commi 35 e 36'.
Con riferimento al passaggio in cui viene prospettato un conflitto tra il progetto e l'articolo 40 del Piano di Tutela delle Acque, si precisa che detto progetto è stato sottoposto, nel 2008, alla fase di verifica di impatto ambientale, ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale n.
40/1998, dalla provincia di Biella, che ha stabilito di rinviarlo alla fase di valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'articolo 12 della stessa legge regionale.
A tutt'oggi non risulta che" - lo devo nominare - "il Consorzio della Baraggia Biellese e Vercellese abbia presentato istanza di valutazione dell'impatto ambientale in merito all'oggetto e, quindi, né l'Ente provinciale e né l'Amministrazione regionale hanno avuto modo di esprimere su di esso alcun tipo di parere formale.
Va comunque rilevato che l'eventuale trasferimento di acqua dal torrente Elvo al torrente Ingagna non costituirebbe diversione di bacino disciplinata dall'articolo 40, comma 7, delle Norme del Piano di Tutela delle Acque, in quanto, nel caso di specie, trattasi di corsi d'acqua collocati nel medesimo sottobacino idrografico dell'Elvo (il torrente Ingagna è un affluente dell'Elvo).
Per quanto riguarda gli aspetti di possibile interferenza con l'area protetta regionale 'Spina Verde', istituita con legge regionale n. 19/2009 sul territorio dei Comuni di Occhieppo Inferiore e Mongrando, occorre innanzitutto, precisare che l'intervento in questione si colloca al di fuori di tale area e, pertanto, la legge non ne disciplina la fattibilità.
Pur non potendo escludere effetti indiretti modificativi sugli ecosistemi posti lungo l'Elvo (fiume che costituisce l'asse longitudinale dell'area protetta ed elemento naturalistico caratterizzante l'ambiente) determinati da una riduzione delle portate idriche a valle della zona di prelievo, occorre anche rilevare che il punto di confluenza del torrente Ingagna con l'Elvo è posto al limite inferiore dell'area protetta della Spina Verde e, quindi, solo un tratto limitato dell'asta dell'Elvo in zona parco sarebbe interessata da tali effetti".
Sperando di aver dato una risposta esauriente, confermo, come sempre la disponibilità a fornire gli eventuali ulteriori elementi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 936 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Progetto di riapertura della Cava del Colombino a Grignasco (NO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 936.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Sarà un'illustrazione molto veloce, nel senso che è importante la risposta che ci potrà fornire l'Assessore.
L'apertura di questa cava destra preoccupazione in quanto, tra l'altro siamo in una zona particolare, cioè una zona parco. Nell'adiacenza di questa realtà c'è una preoccupazione complessiva da parte del territorio e degli amministratori locali, nonché delle associazioni.
Siccome la Regione ha importanti competenze da questo punto di vista volevamo conoscere quali informazioni l'Assessore regionale abbia rispetto a questa realtà e come, rispetto a questa realtà, intenda intervenire anche in relazione alla Provincia di Novara per il suo ordine di competenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Anzitutto, gli Uffici della Giunta regionale sono venuti a conoscenza dell'ipotesi di riapertura dell'attività estrattiva (attività che era cessata prima del 1979) solo nell'autunno scorso, quando - per essere più precisi - il 16 settembre 2011, si è tenuto un incontro informale con il proponente, i rappresentanti del Comune di Grignasco e dell'Ente Parco naturale del Monte Fenera. All'incontro hanno partecipato le strutture Ambiente, Attività Estrattive e Parchi della Regione.
In tale occasione (ripeto, occasione informale) è stata presentata un'ipotesi dell'attività estrattiva finalizza sia alla messa in sicurezza dell'area sia al riuso a fini fruitivi e turistici del sito.
indispensabile premettere che, data la competenza regionale sull'attività estrattiva svolta in Area Protetta, ogni ipotesi di progetto potrà essere presa in esame per un percorso procedurale solo se preceduta dalla positiva verifica da parte dell'Ente di gestione dell'Area Protetta che il medesimo sia ammissibile ai sensi delle norme e degli strumenti di Piano che regolano l'Area protetta, anche alla luce del nuovo quadro normativo di cui alla LR 19/2009, "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità", come modificata dalla LR 16/2011.
Nel merito dell'ipotesi illustrata durante l'incontro del settembre scorso e dalla documentazione fotografica visionata (è da precisare che a tutt'oggi non sono state presentate né gli Uffici dispongono di documentazione atte a permettere una seppur minima e puntuale valutazione tecnica) si ritengono opportune le seguenti considerazioni.
Tengo a sottolineare, Consigliera Manica, che le considerazioni tecniche effettuate da parte degli Uffici sono state fatte sulla base di semplici fotografie, perché in assenza di una presentazione di apertura dell'istruttoria formale non era possibile agire in maniera diversa.
La prima considerazione, dalla quale emerge che i versanti abbandonati dalle coltivazioni minerarie pregresse paiono essere in uno stato di effettivo degrado dovuto alla totale carenza di interventi di recupero (anche solo morfologici), che a suo tempo, mediante la sistemazione del sito dal punto di vista morfologico ed idrogeologico per la sicurezza sia statica che ambientale, avrebbero potuto consentire una controllata azione degli agenti naturali e condurre la rinaturalizzazione dell'area. Pertanto si può ritenere che un intervento estrattivo mirato esclusivamente a garantire la sicurezza e a consentire l'effettivo recupero naturalistico dell'area non possa essere censurato a priori.
La seconda considerazione è che deve essere peraltro chiaro che un intervento con le finalità sopra delineate (sicurezza e recupero naturalistico) non necessita dell'estrazione dei quantitativi indicati nell'interrogazione (circa 1.500.000 metri cubi) che corrispondono a quelli illustrati nell'incontro del 16 settembre scorso. Per giungere a tale quantitativo di estrazione l'ipotesi progettuale prevede infatti, oltre alla messa in sicurezza del sito, anche un notevole arretramento del fronte e il riutilizzo dell'area a scopi turistici con percorsi didattici di archeologia industriale. Anche in questo caso l'ipotesi, che non è da escludere a priori, ma che si ritiene fortemente sbilanciata verso la coltivazione e la produzione di materiale all'interno di un'Area Protetta debba comunque essere largamente condivisa in sede locale.
Terza considerazione. È inoltre da segnale come un eventuale progetto di ripresa dell'attività estrattiva dovrà anche essere valutato ai sensi dell'articolo 5 della LR n. 69/1978. In particolare si dovrà tenere conto del notevole traffico indotto dall'ipotizzata attività estrattiva e della rilevanza del materiale da estrarre per l'economia regionale; materiale estraibile e valorizzabile nella filiera della produzione di calci e cementi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 549 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Realizzazione del nuovo ponte di Oleggio (NO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 549.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Questa è una questione che dura da molto tempo, come dibattito all'interno della realtà novarese, ma è una questione che riguarda, a mio avviso, l'intera regione, perché il ponte di Oleggio è un importante collegamento verso l'aeroporto della Malpensa.
Il rifacimento dello stesso consentirebbe al Piemonte, che dista pochissimi chilometri dall'aeroporto della Malpensa, molto meno di quanto distano, ad esempio, la città di Milano e alcune realtà del Piemonte, un accesso facile e veloce. È un'opera, quindi, di grande importanza e di grande rilievo; l'attuale ponte è ampiamente superato.
La Provincia di Novara, già nella precedente Amministrazione, aveva fatto un intervento per realizzare la progettazione di quest'opera.
Ovviamente, un'opera come questa implica un importante intervento di ordine finanziario da parte della Regione, così come da parte del Ministero competente. L'urgenza si determina con sempre maggiore importanza.
Volevamo capire, a questo punto, quali erano gli orientamenti, gli intendimenti della Regione, come e in che tempi si intenda procedere in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
L'intervento cui si riferisce l'interrogazione è relativo alla realizzazione di un nuovo ponte sul fiume Ticino, lungo la SP 527, nel Comune di Oleggio, come correttamente ricordava la Consigliera Manica.
Il ponte ha una lunghezza di 316 metri ed è costituito da otto campate di cui la campata principale è di 114, le altre sete campate sono di 20 e 30 metri.
La sezione trasversale è quella di una strada extraurbana di tipo C1 con due percorsi pedonali da 1,60 metri. La campata principale è formata da una travata tubolare con pareti laterali realizzate mediante un graticcio in acciaio e l'impalcato inferiore è formato da una sezione lenticolare. Le campate di luce minore sono invece formate da un impalcato continuo in calcestruzzo armato precompresso e con sezione lenticolare. La Regione Piemonte (ai sensi della LR 4/1983), con apposita convenzione stipulata con la Provincia di Novara il 30/11/2006, ha finanziato tutte le spese tecniche relative all'intervento, stimate pari a euro 2.000.000,00, che risultano totalmente liquidate.
La suddetta convenzione prevedeva un importo complessivo per la realizzazione del ponte pari a 13 milioni di euro; con la redazione del progetto preliminare (approvato in data 11/12/2007), l'importo delle opere è passato da 24,7 milioni di euro. Pertanto l'intervento è stato suddiviso in due lotti funzionali: il primo dell'importo di 20,6 milioni di euro per la realizzazione del ponte e il secondo di 4,1 milioni di euro per l'adeguamento della SP 527.
La Provincia ha acquisito un finanziamento di nove milioni dal Ministero delle Infrastrutture e dispone di risorse proprie per due milioni, quindi la disponibilità ammonta a 13 milioni di euro.
Successivamente, la Provincia ha redatto il progetto definitivo; la procedura di attivazione di tale progetto è sospesa in attesa del reperimento delle risorse aggiuntive necessarie per coprire il fabbisogno complessivo. Mancano 11,7 milioni di euro.
La Provincia di Novara, il 17 dicembre 2008, ha richiesto di inserire la quota di risorse aggiuntive necessarie alla completa copertura finanziaria dell'intervento, pari a 11,7 milioni nell'Aggiornamento del Piano Investimenti sulla rete stradale trasferita dallo Stato. Alla richiesta non è stato dato corso per mancanza dei fondi necessari.
Stante l'indisponibilità delle risorse finanziarie necessarie, il progetto risulta ancora da approvare a livello definitivo e pertanto non è stata rispettata la scadenza del 31/12/2011 prevista in convenzione per la realizzazione dell'intervento.
Non appena reperite le risorse mancanti, occorre procedere con l'adeguamento del progetto definitivo e con la proroga della convenzione.
In allegato alla risposta vi consegniamo anche la documentazione relativa alle comunicazioni tra il Ministero e la Provincia di Novara, ovviamente concordate con la Regione Piemonte, in merito alla questione. Le comunicazioni, ovviamente, sono inviate, per conoscenza, anche alla Regione Lombardia, e vanno nella direzione di una richiesta di condivisione nello sforzo di individuare la fonte per la copertura finanziaria dell'intervento.
La Regione Piemonte, ovviamente, sostiene quest'iniziativa insieme alle molte altre che richiedono l'intervento da parte dello Stato per il reperimento di risorse finalizzate alla realizzazione delle nostre infrastrutture.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

MANICA Giuliana (fuori microfono)



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Posso avere anche il testo scritto, Assessore?



PRESIDENTE

Invito l'Assessore a far pervenire alla collega Manica la risposta testé trattata.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "L. C. Goltieri" di Asti


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale "L. C.
Goltieri" di Asti in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 566 presentata dai Consiglieri Biolé e Bono, inerente a "Nuovo tracciato della circonvallazione di Cherasco"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 566, inerente a "Nuovo tracciato della circonvallazione di Cherasco".
La parola al Consigliere Biolé, per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La presente interrogazione chiede lumi all'Assessorato in merito alla circonvallazione che dovrebbe realizzarsi all'interno del territorio comunale di Cherasco, in Provincia di Cuneo.
Noi chiediamo all'Assessore se ritenga opportuno avallare una scelta che, mantenendo l'attuale contributo regionale, vada a incidere in modo pesante sul territorio comunale, dal momento che esisteva già un progetto preliminare, condiviso, peraltro, dalla popolazione e da chi, all'interno del territorio, ha anche interessi di tipo economico (il tracciato infatti, andrebbe comunque ad incidere su quelle che sono le piccole aziende agricole, comportando grosse problematiche).
Noi vorremmo capire che tipo di motivazione esista dietro la volontà di variare completamente il tracciato storico, che già era stato vagliato corretto e approvato a tutti i livelli.
Il nuovo tracciato ci risulta essere poco sostenibile, per diverse motivazioni. Innanzitutto, comporterebbe un'ulteriore spesa di risorse pubbliche. Inoltre, comprometterebbe ogni futuro utilizzo della tratta ferroviaria Bra-Ceva, che in questo momento non è utilizzata, ma si potrebbe prevedere un recupero funzionale per un utilizzo turistico.
Infine, potrebbe pregiudicare un microsistema o microclima, con relativa flora e microflora, garantito dalla presenza di una risorgiva. In pratica andrebbe ad impattare su questo tipo di territorio.
Non capiamo la ratio che ha indotto ogni livello istituzionale a variare completamente il tracciato, andando a disegnarne uno nuovo che non è condiviso dal territorio a nessun livello.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
In attuazione dell'Intesa istituzionale tra Regione Piemonte e Provincia di Cuneo è stato sottoscritto, in data 28 gennaio 2008, l'Accordo di programma tra la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e il Comune di Cherasco per la realizzazione del collegamento tra la SP 661 "delle Langhe" e la S.P. 12 "di fondovalle Tanaro", che costituisce variante esterna all'abitato di Cherasco.
Il soggetto attuatore dell'intervento è la Provincia di Cuneo e l'importo di spesa stimato è di 6.800.000 euro.
In corrispondenza dell'abitato di Cherasco la SP 611 attraversa il centro storico tra palazzi e strutture architettoniche medioevali e rinascimentali di rilievo artistico notevolissimo e l'intenso traffico ha determinato criticità non solo per quanto riguarda la sicurezza e la fluidità della circolazione, ma anche per quanto riguarda la stabilità degli edifici prospicienti la sede stradale, nonché per l'inquinamento atmosferico ed acustico del concentrico.
Nel corso del Tavolo tecnico tenutosi in data 30 marzo 2009, la Provincia e il Comune hanno illustrato alla Regione Piemonte uno studio di fattibilità che esaminava diverse alternative di tracciato, nel quale veniva individuato un tracciato ottimale diverso rispetto al primo progetto preliminare redatto nel 2002.
Le motivazioni che hanno portato la Provincia e il Comune alla scelta del tracciato in tale studio di fattibilità sono le seguenti: andamento planoaltimetrico (il vecchio tracciato presentava una lunghezza maggiore, un andamento molto sinuoso, con la presenza di curve e tornanti mentre l'attuale risulta fluido e ottimale per la percorrenza dei mezzi pesanti) rischio idrogeologico (il vecchio tracciato attraversava una zona in frana determinando l'esigenza di consistenti interventi di stabilizzazione del versante, mentre il nuovo tracciato non attraversa alcun movimento franoso o altre situazioni di instabilità) impatto acustico (il nuovo tracciato può essere considerato migliorativo rispetto alle problematiche connesse all'impatto acustico sulle frazioni abitate) il nuovo tracciato ottimizza le interferenze con le attività agricole, la rete ecologica e il passaggio faunistico.
Il progetto preliminare è stato sottoposto alla Provincia di Cuneo alla verifica VIA, che ha dato esito positivo, con un provvedimento del 2 ottobre del 2009. Successivamente, la Provincia ha predisposto il progetto definitivo e il Comune di Cherasco sta procedendo alla variante urbanistica di recepimento del progetto. A tutt'oggi mi risulta che non sia ancora concluso l'iter.
Da quanto sopra esposto, si evince che il tracciato oggetto della variante urbanistica è quello del progetto preliminare sottoposto alla fase di verifica ai sensi della legge regionale n. 40/98, presentato preliminarmente alla Regione Piemonte nel corso del Tavolo tecnico del 30 marzo 2009, coerentemente con quanto previsto nell'Accordo di Programma.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 925 presentata dai Consiglieri Angeleri, Carossa Marinello e Tiramani, inerente a "Passante Ferroviario e stazioni Porta Susa e Rebaudengo a Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 925 - l'Assessore fornirà prima la risposta e successivamente un interrogante potrà replicare.
Prego, Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Le stazioni di Porta Susa e Rebaudengo sono essenziali nel sistema del Passante Ferroviario e del Servizio Ferroviario Metropolitano. I lavori per la realizzazione del potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria sulla tratta Porta Susa-Stura del nodo di Torino sono attualmente in avanzata fase di realizzazione da parte di RFI. Il costo complessivo è pari a circa 1 miliardo e 36 milioni, a valere sul contratto di programma RFI finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L' APQ Reti Infrastrutturali di Trasporto del 2006 ha previsto, a valere su risorse regionali, il finanziamento della progettazione preliminare e definitiva dell'interconnessione della ferrovia Torino-Ceres con il nodo ferroviario di Torino. Con convenzione del 10/06/2009 sono stati disciplinati i rapporti tra Regione Piemonte e GTT per il finanziamento della progettazione definitiva succitata per l'importo massimo di 3.900.000 euro: tale progetto è stato consegnato alla Regione nel mese di novembre 2010.
Il progetto non ha potuto seguire l'iter previsto dalle opere inserite nel Programma Infrastrutture Strategiche (ex legge Obiettivo) non presentando la necessaria copertura finanziaria, conditio sine qua non per l'esame e l'approvazione da parte del CIPE, sebbene prevista nella programmazione regionale delle risorse FAS 2007-2013.
Con il I Atto integrativo all'APQ Reti Infrastrutturali di Trasporto sottoscritto nel 2007 sono state finanziate le cosiddette "opere preliminari", che consistono nella realizzazione delle strutture al rustico (paratie, solettoni, impermeabilizzazioni) della immissione della ferrovia Torino-Ceres nel nodo ferroviario in corrispondenza della stazione Rebaudengo.
La loro realizzazione, a cura di RFI, è avvenuta nell'ambito dell'appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di completamento dell'ampliamento della ferrovia tra Corso Vittorio Emanuele II e Corso Grosseto, con sottoattraversamento del fiume Dora Riparia.
Le fasi progettuali hanno avuto solo lievi ritardi rispetto alla programmazione definita nell'Accordo di Programma Quadro, mentre i lavori aggiudicati formalmente il 4 dicembre 2009 si sono conclusi nel novembre 2011, rispettando quasi del tutto le scadenze definite dall'APQ.
attualmente in corso la fase di collaudo delle opere, che dovrebbe concludersi entro il mese di maggio 2012. Le opere sono state finanziate con le risorse rese disponibili con la delibera CIPE del 2006 per la somma di 2.500.000 euro e dalla Regione Piemonte per la somma di 12.500.000 euro a copertura del costo complessivo dell'intervento, pari a 15 milioni.
La Stazione di Porta Susa risulta la stazione di tipo passante principali della Città e, a progetto, il suo assetto prevede sei binari, di cui il primo e il secondo in questione di precedenza, funzionali alla completa potenzialità della stazione.
L'attivazione, nell'ottobre 2009, della prima galleria a doppio binario tra Porta Susa e Corso Grosseto - inclusa la prima fase della nuova Stazione sotterranea di Porta Susa - ha consentito l'abbandono del vecchio tracciato e quindi l'avvio sul sedime relativo ai lavori della seconda galleria, pure a doppio binario, sottopassante la Dora.
Tali lavori sono ormai pressoché completati ed è imminente l'avvio dei lavori di attrezzaggio ferroviario - binari, elettrificazione, impianti di sicurezza, ecc. - con attivazione prevista a dicembre di quest'anno. Sarà così possibile disporre di quattro binari tra Porta Susa e Stura eliminando il principale collo di bottiglia sulla linea per Milano.
Sempre a dicembre 2012 è prevista l'attivazione della Stazione di Rebaudengo-Fossata per il servizio viaggiatori. Tale stazione, nell'ambito dei lavori in corso, è stata predisposta per l'inserimento della linea GTT per quanto attiene alle strutture civili interferenti con i lavori di RFI.
In aggiunta, la prima parte del nuovo fabbricato viaggiatori della Stazione di Porta Susa, comprendente l'accesso dell'omonima fermata della Metropolitana, è stata aperta al pubblico nel settembre 2011, superando gravi e ripetute criticità verificatesi tra il 2007 e il 2010 con i precedenti appaltatori.
I lavori per il completamento della nuova Stazione - della quale è evidente la rilevanza a livello nazionale ed internazionale - sono attualmente in pieno svolgimento. Il completamento degli interventi suddetti nel 2012 renderà possibile, nel 2013, anche la graduale liberazione delle superfici, oggi ancora occupate dai cantieri, consentendo l'avvio delle sistemazioni viarie ed urbanistiche previste dagli accordi in essere.
Nella situazione descritta si è determinata l'esigenza di sviluppare contemporaneamente i due cantieri principali, realizzando un'opportuna separazione fisica a carattere temporaneo tra gli stessi, garantendo in tale contesto tutte le funzionalità previste per i viaggiatori. Per evitare reciproche interferenze tra i cantieri si è quindi reso necessario posporre alle attivazioni previste nel 2012 il completamento degli impianti e i lavori di finitura della Stazione sotterranea di Porta Susa, interessanti i binari 1 e 2 e la connessione diretta, a livello dei binari, con il nuovo fabbricato.
Nel 2011 si è inoltre verificata una temporanea criticità finanziaria attualmente in via di superamento, che ha fatto ritenere opportuna la riprogrammazione di alcuni interventi di finitura interessanti, fra l'altro, le strutture commerciali della Stazione Rebaudengo-Fossata comunque senza pregiudicarne la fruibilità per la clientela.
In definitiva, si è ritenuto opportuno concentrare l'operatività dei cantieri sugli obiettivi fondamentali per il conseguimento delle principali attivazioni funzionali, ripianificando a valle delle medesime il completamento delle opere non prioritarie, che resta in ogni caso confermato.
Sono in corso di valutazione diverse ipotesi atte a consentire la copertura del finanziamento dell'opera finalizzati, attraverso opportuni contatti con il Ministero dei Trasporti, all'avvio dell'istruttoria del progetto da parte della struttura tecnica di missione, secondo i dettati della legge Obiettivo.
Il CIPE, nella seduta preparatoria del marzo 2012 e in quella definitiva, ha approvato l'assegnazione programmatica di 20 milioni di euro per la realizzazione del tratto di ferrovia metropolitana che collega l'Aeroporto di Caselle con la Stazione Rebaudengo. Questo è un capitolo che merita di essere considerato a parte, perché lo stanziamento di queste risorse nasce dalla realizzazione di quell'accordo intervenuto tra il Ministero, la Regione Piemonte, la Provincia e la Città di Torino ai tempi dell'Accordo di Pracatinat (il cosiddetto Accordo per gli interventi di prima fase), che si proponeva di sviluppare il nodo torinese, attraverso un finanziamento straordinario da parte dello Stato destinato proprio al potenziamento di questo polo ferroviario. L'accordo prevedeva appunto in allora - oltre alla realizzazione delle Stazioni Dora e Zappata, oltre all'acquisto di materiale rotabile da destinare al nodo ferroviario - anche la realizzazione delle ferrovia metropolitana Torino-Ceres, per un valore stimato di 162 milioni di euro.
Queste risorse dovevano essere stanziate in parti uguali dallo Stato e dalla Regione che, attraverso i fondi FAS regionali, doveva garantire la copertura - appunto - del 50% della somma necessaria per la realizzazione di questo tratto di ferrovia metropolitana, molto importante per raggiungere l'obiettivo del collegamento dell'Aeroporto piemontese con l'area metropolitana e soprattutto con il nodo ferroviario principale da cui vengono smistati i collegamenti per tutte le altre destinazioni trasformando quindi la fruibilità dell'Aeroporto di Caselle in maniera sostanziale, sia per l'incoming che per l'outgoing.
Si tratta di un intervento che era ritenuto assolutamente strategico ragion per cui - nel momento in cui il Governo si è dichiarato disponibile ad anticipare 20 milioni sugli interventi di prima fase - l'indicazione del territorio è stata quella di spostarli sulla realizzazione della Torino Caselle; e la Regione Piemonte ha anticipato, oltre alla propria quota di fondi FAS, le risorse necessarie per arrivare alla copertura complessiva dell'intervento: vale a dire che la Regione Piemonte ha messo su questo intervento 142 milioni di euro per realizzare la tratta Torino-Caselle e lo Stato ne ha messi 20. Ovviamente gli accordi per la realizzazione degli interventi di prima fase rimangono assolutamente validi e lo Stato, nel momento in cui avrà le risorse necessarie, integrerà la propria quota liberando così risorse da destinare ad altri interventi, sempre sul nostro territorio.
La previsione dell'avvio dell'uscita del bando per il progetto esecutivo e la realizzazione dell'intervento è l'autunno del 2012: confidiamo quindi che i tempi ci consentano di procedere con l'assegnazione prima della fine del 2012. La previsione di durata dell'intervento è di circa 3 anni e quindi possiamo immaginare che nel 2015-inizio 2016 il collegamento di ferrovia metropolitana con l'Aeroporto di Caselle sarà una realtà.
Mi fa molto piacere dare questa comunicazione e sottolineare l'importanza di questo intervento che - oltre a rappresentare ad oggi il più importante intervento per la realizzazione di infrastrutture sul nostro territorio - ha visto anche la Regione Piemonte fortemente impegnata per procedere nella direzione del completamento di quel lavoro fatto sul nodo ferroviario di Torino che risponde alla logica, che portiamo avanti fin dall'avvio della legislatura, di interventi molto forti e costanti per favorire la realizzazione della linea ad alta capacità Torino-Lione ma contemporaneamente, la valorizzazione del nostro nodo ferroviario, per consentire fin da subito la possibilità di una riqualificazione del trasporto ferroviario piemontese e anche la trasformazione nella capacità di offerta ai nostri utenti sulle nostre linee ferroviarie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Ovviamente non avevo dubbi e la risposta dell'Assessore è andata nella stessa direzione di quello che era l'impegno della Regione.
Parlano le cifre: 142 milioni di euro rispetto ai 20 milioni di euro messi dal livello nazionale e dal Governo, sono proprio emblematici di una situazione e per mettere in evidenza come noi, come istituzione - e non voglio mettere solo la Regione e giustamente l'Assessore prima parlava degli accordi con la Città, con la Provincia e con tutti gli altri Enti teniamo ad un investimento che avrà sicuramente un ritorno importante non solo per la città di Torino, ma per tutta la Regione Piemonte.
La preoccupazione è partita da alcune verifiche che il nostro Gruppo aveva fatto e soprattutto da alcune dichiarazioni che l'Amministratore delegato Moretti aveva fatto alla fine di gennaio.
Una di queste ci aveva particolarmente colpito ed avevamo verificato attraverso sopralluoghi personali che avevamo fatto con tanto di fotografie, di cui l'Assessore conosce lo stato dell'arte rispetto ai lavori.
In una dichiarazione l'Amministratore delegato Moretti diceva: "Dobbiamo concentrarci sulle opere prioritarie". Come se lo snodo ferroviario di Torino, la stazione Rebaudengo e il completamento di Porta Susa fosse un passaggio che non interessasse minimamente a questo personaggio. D'altronde, conosciamo il carattere del personaggio e conosciamo anche l'arroganza dello stesso, perché l'abbiamo verificata anche negli anni precedenti. Fortunatamente, con l'intervento di questa Giunta qualche rapporto è riuscito a ricucirsi, ma comprendo le difficoltà nell'affrontare un dialogo con una persona che ritiene di avere la verità in tasca, senza scendere a patti con un'istituzione che merita tutto il rispetto quale è la Regione.
Ed è per questo motivo che noi siamo preoccupati, ma lo dico da un punto di vista delle istituzioni e dell'investimento che è stato fatto dalle varie realtà a livello cittadino, provinciale e regionale, e abbiamo presentato quest'interrogazione.
La risposta dell'Assessore ci conforta in parte, ma è ovvio che il nostro Gruppo vigilerà affinché l'autunno del 2012, che è alle porte, non veda di nuovo qualche scusa o qualche dichiarazione non del tutto adatta rispetto all'impegno delle istituzioni che ho citato prima, sia da parte dell'Amministratore delegato Moretti sia da parte del Governo, che fino adesso non ha fatto quello sforzo nei confronti della nostra città.
Aggiungo che ci sono fior di Ministri che arrivano da questo territorio e da questa regione.
Mi auguro che almeno loro all'interno del Governo nazionale facciano sentire la loro voce e facciano rispettare gli impegni che ai diversi livelli, non certo la Lega Nord e non certo questa Giunta di centrodestra ma la politica sana che ha prodotto questi risultati si è impegnata a consegnare nei confronti dei cittadini. È un lavoro che diventa indispensabile e che avrà delle ripercussioni importantissime da un punto di vista economico in tutta la nostra regione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del punto relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".



(Alle ore 11.44 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 11.44)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Caccia

Mozione n. 715 presentata dai Consiglieri Reschigna, Placido, Taricco Manica, Motta, Boeti e Lepri, inerente a "Percorso di modifica alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 'Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma per il prelievo venatorio'" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne fa facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo per richiedere l'iscrizione di una mozione che ho depositato, con la quale si chiede di fare uno sforzo, nella consapevolezza del rispetto nei confronti del diritto di partecipazione stabilito dello Statuto, viste le condizioni economiche della nostra Regione e della comunità piemontese, per trovare all'interno della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi una soluzione equilibrata che eviti il referendum.
Questo sforzo passa attraverso - e lo abbiamo individuato - la disponibilità, da parte dei quattro primi firmatari delle proposte di legge che sono state depositate, a ritirarle per consentire alla Conferenza dei Capigruppo di ragionare su questo problema.
Chiedo l'iscrizione della mozione, che è un invito a fare un ultimo sforzo. Mi rendo conto che non sarà semplice trovare una soluzione, ma è doveroso almeno che il legislatore regionale la cerchi, non per evitare o per violare un diritto importante di cui riconosco l'importanza. Io sono una persona che tutte le volte che c'è un'elezione o un referendum va a votare, perché ritengo il voto un'espressione di forte democrazia.
La seconda questione che vorrei porre è una questione più rilevante perché attiene ad una questione pregiudiziale sul non passaggio all'esame del disegno di legge n. 170, che è la legge di bilancio.



PRESIDENTE

Questo lo deve fare dopo quando ci arriviamo.
Ora siamo nel momento in cui eventualmente modifichiamo l'o.d.g.
Quando apriremo quel punto, potrà eventualmente porre tale questione.



RESCHIGNA Aldo

Se vuole lo faccio in quel momento.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Questione pregiudiziale proposta dal Consigliere Reschigna


PRESIDENTE

Collega Reschigna, le concedo la parola sulla questione pregiudiziale da lei sollevata.
Se brevemente ce lo vuole anticipare...



RESCHIGNA Aldo

Mi ero permesso di farlo adesso solamente per un elemento. Poiché il Consiglio regionale prima deve procedere all'esame della legge finanziaria e nella questione pregiudiziale non c'è la nostra richiesta di sospendere anche l'esame della legge finanziaria, questo avrebbe consentito anche alla Giunta, oltre a lei Presidente, di poterla valutare con la dovuta attenzione.
La questione pregiudiziale sta nel fatto che, secondo noi, in primis non è rispettato l'articolo 10 della legge regionale che dispone la formazione del bilancio, in modo particolare, sul principio di veridicità.
In che cosa consiste questo non rispetto? Nel fatto che l'articolo 9 del disegno di legge n. 170 accerta un presunto avanzo di amministrazione alla chiusura dell'esercizio 2011, pari a 159.837,000.
I dati che l'Assessore Quaglia ha fornito giovedì scorso in Commissione ci dicono invece che l'esercizio 2011 chiuderà con un disavanzo superiore ai 484 milioni di euro.
Quindi, poiché questi 159 milioni di euro sono utilizzati per garantire il pareggio di bilancio, ma i dati sul 2011 ci dicono che non esistono viene messo in discussione il principio dell'equilibrio di bilancio.
Il secondo elemento attinente alla questione pregiudiziale sta nel fatto che il disegno di legge n. 170 non provvede a coprire la quota di un terzo del disavanzo dell'esercizio 2010. O, se invece vogliamo aggiornarci ai dati del 2011, non provvede a coprire una quota parte del disavanzo che il conto consuntivo del 2011 accerterà pari a 484 milioni di euro.
In sede di I Commissione ho chiesto che mi venisse rappresentata la UPB nella quale è iscritto l'importo teso a dare sostanza e credibilità all'accordo che la Regione Piemonte ha fatto con il MEF sulla spalmatura in tre esercizi del disavanzo del 2010. È stata indicata la UPB 09043 dove vi è un capitolo, il 399670, nel quale è scritto un importo pari a 200 milioni di euro.
Dopo la Commissione ho provveduto ad esaminare il monitoraggio della situazione del bilancio della Regione al 31 marzo 2012. Alla data del 31 marzo del 2012, i 200 milioni di questa UPB sono già stati utilizzati per 111 milioni 855 mila, quale rimborso all'Unicredit dell'anticipazione passiva straordinaria relativamente alla sanità.
Si vede che in questi tre mesi, dal 1º gennaio al 31 marzo, lo Stato ha trasferito un pezzo dei 607 milioni di euro che la Regione vantava come credito, su cui la Regione aveva aperto un'anticipazione con l'Unicredit e come li ha ricevuti, ha dovuto rimborsare l'Unicredit.
La realtà è che non esiste all'interno delle tabelle di bilancio nessuna UPB con la copertura del pezzo del disavanzo del 2010/2011.
L'ultima questione, meno rilevante sotto il profilo delle cifre in campo, sta nel fatto che, nell'ultima seduta di I Commissione, sono stati approvati a maggioranza emendamenti della Giunta regionale - e su quegli emendamenti non abbiamo volutamente partecipato al voto - riguardanti, per 20 milioni di euro, le politiche sociali, per due milioni di euro, gli stanziamenti agli oratori, per quattro milioni di euro, gli stanziamenti a favore dell'EDISU, e, per 20 milioni di euro, gli stanziamenti per la copertura dei costi del referendum, dando come contropartita un incremento del ricorso ai mutui.
In questo modo, Presidente, si viola l'articolo 119 della Costituzione che impone che non può essere coperta spesa corrente attraverso il ricorso all'indebitamento.
Su questi tre elementi, pongo le questioni pregiudiziali e le pongo volutamente in questa fase, poiché questo darà modo a lei, alla Giunta e all'intero Consiglio regionale di valutare tutti questi elementi prima che il Consiglio regionale stesso possa cominciare l'esame del disegno di legge di bilancio.
Grazie.



PRESIDENTE

Bene, poi le rispondo su tutto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Mozione n. 712 presentata dai Consiglieri Artesio, Ronzani, Cerutti, Leo e Bresso, inerente a "Misure di contrasto al precariato giornalistico" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Molto semplicemente, Presidente, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 712, condivisa con altri colleghi del Consiglio regionale riguardante la questione del precariato nel settore dell'informazione giornalistica.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Condizione femminile

Ordine del giorno n. 432 presentato dai Consiglieri Cursio, Botta, Burzi Costa Rosa Anna, Gariglio, Laus, Lepri, Manica, Mastrullo, Negro, Ponso Spagnuolo, Stara e Vignale, inerente a "Maternità e tutela posto di lavoro"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile iscrivere in questa giornata l'ordine del giorno riguardante la maternità e la tutela del posto di lavoro. Poiché le condizioni si sono ulteriormente aggravate, questa mattina mi sono permesso di presentare un ulteriore ordine del giorno a tale riguardo e vorrei che fosse richiamato.
Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Mozione n. 699 presentata dai Consiglieri Lepri, Reschigna, Ronzani Muliere, Artesio, Cerutti e Negro, inerente a "Non duplicare le strutture amministrative: accorpare le funzioni di direzione amministrativa delle ASL" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Solo perché nella scorsa seduta avevamo iscritto un ordine del giorno relativo alla possibile riduzione del numero dei direttori amministrativi delle Aziende Sanitarie Regionali; poi non fu discusso, quindi lo interpreti come una richiesta ripetuta, già avanzata, e che il Consiglio aveva accolto nella scorsa seduta, per poter discutere quest'ordine del giorno, vista tra l'altro l'urgenza della questione, essendo prossima leggiamo sui giornali - la nomina degli stessi direttori.
Grazie.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo - Caccia

Mozione n. 715 presentata dai Consiglieri Reschigna, Placido, Taricco Manica, Motta, Boeti e Lepri, inerente a "Percorso di modifica alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 'Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma per il prelievo venatorio'" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Relativamente a quanto ha detto il Consigliere Reschigna: relativamente alla mozione del referendum, la iscriverei oggi, con l'impegno - perché mi sembra che lei abbia fatto una proposta di buonsenso, che sia anche perseguibile - di affrontare la questione nella Capigruppo di domani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.
Prego, Consigliere, così rispondo una volta sola.



STARA Andrea

Posso conoscere la proposta sul referendum?



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna chiede di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna una mozione a sua firma e di altri colleghi, avente ad oggetto "Percorso di modifica alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 'Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma per il prelievo venatorio'".
Nel dispositivo, dopo una serie di premesse e di valutazioni, il Consigliere Reschigna, in questo atto di indirizzo, richiede ai quattro primi firmatari il relativo ritiro delle proposte di legge ed impegna il Consiglio regionale affinché, in sede di Conferenza dei Capigruppo e di Commissione consiliare competente, sia individuato un nuovo percorso di modifica della legge regionale n. 70/1996 e così via.
Quindi, la iscriverei e poi ne parliamo alla Conferenza dei Capigruppo di domani, che anticipiamo alle ore 18.30 (era convocata per le 19).
Per quanto attiene alle pregiudiziali, la ringrazio. Credo che l'Assessore abbia preso buona nota, noi abbiamo preso buona nota. Ritengo che difficilmente si possa arrivare al bilancio nella giornata di domani quindi credo che si possa prendere un impegno nella riunione dei Capigruppo di parlare anche di queste questioni e poi, se lei non sarà soddisfatto quando inizieremo il bilancio, avrà ovviamente la prerogativa di riproporre in forma ufficiale e nel momento giusto queste pregiudiziali.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 714 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Leardi, Mastrullo, Marinello, Motta Angela, Reschigna, Dell'Utri, Tentoni Artesio, Muliere, Valle, Vignale, Tiramani, Negro, Stara, Botta Marco Costa Rosa Anna, Biolé, Bono, Formagnana, Spagnuolo, Montaruli, De Magistris, Cantore, Cursio, Buquicchio, Boeti, Ronzani, Botta Franco Maria Motta Massimiliano, Taricco, Lepri, Bussola, Leo e Toselli, inerente a "Adesione del Consiglio regionale alla campagna 'Salvaciclisti' e iniziative connesse" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Consideriamo iscritti all'o.d.g. mozione della Consigliera Artesio l'ordine del giorno del Consigliere Cursio, così come l'ordine del giorno del Consigliere Lepri.
Inoltre, chiederei di votare direttamente l'ordine del giorno firmato da tutti i Consiglieri relativo al sostegno della campagna "Salvaciclisti".



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono approvati i verbali delle sedute del 22 e 26 marzo 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Giordano, Gregorio e Sacchetto.
Il numero legale è 28.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta antimeridiana dell'11 aprile 2012.


Argomento:

c) Ricevimento delegazione Comitato Promotore II Petizione Popolare


PRESIDENTE

Comunico che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione del Consiglio regionale, verrà ricevuta una delegazione del Comitato Promotore della II Petizione Popolare, in relazione alla questione attinente alla materia socio-assistenziale. Si tratta delle persone che stanno manifestando davanti al Palazzo da questa mattina e che, in ottemperanza alla delibera dell'Ufficio di Presidenza, hanno inviato la richiesta per essere ricevuti.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 714 presentato dai Consiglieri Cattaneo Placido, Leardi, Mastrullo, Marinello, Motta Angela, Reschigna, Dell'Utri Tentoni, Artesio, Muliere, Valle, Vignale, Tiramani, Negro, Stara, Botta Marco, Costa Rosa Anna, Biolé, Bono, Formagnana, Spagnuolo, Montaruli, De Magistris, Cantore, Cursio, Buquicchio, Boeti, Ronzani, Botta Franco Maria Motta Massimiliano, Taricco, Lepri, Bussola, Leo e Toselli, inerente a "Adesione del Consiglio regionale alla campagna 'Salvaciclisti' e iniziative connesse"


PRESIDENTE

Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 169, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 714, relativo all'adesione del Consiglio regionale alla campagna "Salvaciclisti" e iniziative connesse, sottoscritto da buona parte dei Consiglieri.
Ovviamente il documento è nella disponibilità di coloro i quali volessero aggiungere la firma.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 714, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale a conoscenza che lo scorso 2 febbraio 2012 il quotidiano londinese "The Times" ha lanciato una campagna denominata "Cities fit for cycling" anche a seguito di un grave incidente subito in novembre da una sua giornalista ora in coma chiedendo al governo inglese una serie di azioni da porre immediatamente in campo per tentare di fermare una strage che ha fatto registrare, in 10 anni, ben 1.275 vittime a conoscenza, inoltre, che successivamente l'appello che ha lanciato la campagna "Cities fit for cycling" è arrivato anche in Italia, e denominato campagna ".
salvaciclisti", rilanciata da decine di blogger e di siti dedicati al mondo della mobilità ciclistica raggiungendo in pochi giorni decine di migliaia di adesioni, che di giorno in giorno stanno aumentando visto che in Italia l'appello, tradotto e adattato, prevede 8 punti programmatici pensati in modo da fare diminuire il numero di incidenti che coinvolgono i ciclisti. Anche perché in Italia il dato inglese drammaticamente raddoppia.
In 10 anni in Italia sono stati 2.556 i ciclisti vittime della strada. Nel 2010 il nostro è stato il terzo Paese europeo per numero di morti tra i ciclisti che percorrono le strade, 263 contro i 462 della Germania e i 280 della Polonia nel 2010, in base a dati ISTAT, in Piemonte si sono avuti 1.003 incidenti stradali che hanno coinvolti i ciclisti l'indice di gravità degli incidenti rilevati tra veicoli per quanto riguarda le bici è tra i più alti, secondo solo a quello fatto segnare dai motocicli posto che in Piemonte la ciclabilità è stata riconosciuta non solo come parte integrante della moderna mobilità quotidiana ma come soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini personali su mezzo privato attraverso l'approvazione della legge n. 33/1990 attualmente è stato presentato presso il Senato della Repubblica un disegno di legge sottoscritto da senatori di diverse forze politiche, di maggioranza e opposizione che riprende i punti elencati nell'appello della campagna ".
salvaciclisti" tale appello, rilanciato e sottoscritto tra gli altri dalla Gazzetta dello Sport ha come contenuto i seguenti otto punti: gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote gli incroci più pericolosi devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere sul lato indagine nazionale per determinare quanti vanno in bici e quanti vengono uccisi o feriti il 2 per cento del budget dell'ANAS dovrà essere destinato a piste ciclabili di nuova generazione migliorare la formazione di ciclisti e autisti e la sicurezza dei ciclisti come parte fondamentale dei test di guida limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili a 30 km/h invitare i privati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato ogni città nomini un commissario alla ciclabilità per promuovere riforme aderisce ufficialmente alla campagna "salvaciclisti" invita il Presidente della Regione Piemonte e la Giunta regionale a mettere in essere tutte le iniziative necessarie per arrivare all'inserimento dei punti contenuti nell'appello all'interno della legislazione nazionale".
Il Consiglio approva.



(Commenti dei Consiglieri Bono e Biolé)



PRESIDENTE

Colleghi, la votazione è ormai chiusa. Cosa chiedete di inserire? Bene mettiamo a verbale che i Consiglieri Bono e Biolé intendevano votare favorevolmente.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012"


PRESIDENTE

Colleghi, il punto 4) all'o.d.g. prevede l'esame del disegno di legge n. 169. La legge finanziaria è stata licenziata dalla I Commissione a maggioranza dei Consiglieri presenti il 9 marzo u.s.
Vi sono due relazioni: quella di maggioranza del Consigliere Pedrale e quella di minoranza del Consigliere Lepri.
Consigliere Pedrale, vuole procedere alla lettura della relazione o la dà per letta? Il collega Pedrale dà per letta la seguente relazione di maggioranza, il cui testo recita: "Il provvedimento è stato esaminato in Commissione dedicando numerose sedute ad approfondimenti di materia e svolgendo le Consultazioni con i soggetti ed enti interessati.
Il testo nella sua fase di presentazione è stato emendato con l'inserimento di ulteriori interventi normativi anche a seguito delle relazioni svolte dagli assessori nella Commissione di merito.
Sono state apportate modifiche di tecnica legistica e il testo normativo è stato riorganizzato in nove capi, il primo dedicato alle disposizioni finanziarie, il secondo capo contenente le modifiche di leggi regionali, il terzo alle disposizioni in tema di enti dipendenti e partecipazioni regionali, il quarto relativo alle disposizioni in materia di personale, il quinto capo in tema di politiche sociali, il sesto capo in materia idrogeologica e sismica, il settimo in materia di sicurezza nelle piscine ad uso natatorio, l'ottavo capo contenente norme in materia di sistema informativo regionale, il nono capo dedicato a norme transitorie e finali.
Il disegno di legge n. 169, Legge finanziaria per l'anno 2012, nel testo licenziato dalla I Commissione il 10 marzo 2012 contiene trentadue articoli, il primo dei quali, in conformità con l'ordinamento contabile regionale, definisce, all'interno dell'allegato A), l'ammontare del rifinanziamento delle leggi regionali di spesa.
Gli articoli 2, 3, e 4 individuano norme per il contenimento e il controllo della spesa regionale, con particolare riferimento al Consiglio regionale, e interventi di razionalizzazione della spesa regionale.
Gli articoli 5 e 6 prevedono interventi fiscali per la cultura e l'attivazione di apposite carte di credito finalizzate ad alimentare un fondo per il finanziamento alla cultura.
L'articolo 7 riguarda la ricognizione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e prevede la redazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari.
L'articolo 8 autorizza il finanziamento del programma attuativo regionale del fondo aree sottoutilizzate per il periodo di programmazione 2007-2013.
L'articolo 9 contiene norme per la riduzione delle spese per locazioni passive.
Nel primo capo è infine incardinato l'articolo 10 relativo a disposizioni per il rilascio delle concessioni per l'utilizzo di beni del demanio forestale e la determinazione dei relativi canoni.
Il capo secondo del disegno di legge prevede modifiche di leggi regionali, quali: la modifica alla legge regionale 58 del 1978 in merito alla richiesta di documentazione per il finanziamento di attività di carattere culturale agli enti locali, istituti ed associazioni culturali (articolo 11) la modifica alla legge regionale 63 del 1978 in merito alle sanzioni del settore fitosanitario regionale (articolo 12) la modifica legge regionale 1 del 2000 in merito alla introduzione di contratti di servizio relativi al trasporto pubblico locale con i soggetti aggiudicatari o affidatari per gli enti contraenti accordi di programma (articolo 13) la modifica alla legge regionale 16 del 2002 in merito all'organismo per le erogazioni in agricoltura di aiuti, contributi e premi comunitari (articolo 14) la modifica alla legge regionale 12 del 2004 in merito alla tabella dei canoni di concessione per l'utilizzo delle pertinenze idrauliche (articolo 15) la modifica alla legge regionale 37 del 2006 in merito alle modalità di pagamento delle tasse e soprattasse per l'esercizio della pesca dilettantistica, con particolare riferimento all'istituto dell'esonero (articolo 16) la modifica alla legge regionale 13 del 2007 in tema di disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia (articolo 17) la modifica alla legge regionale 19 del 2010 in riferimento agli interventi urgenti per lo sviluppo delle attività produttive (articolo 18) la modifica alla legge regionale 26 del 2010 (articolo 19) la modifica alla legge regionale 10 del 2011 in tema di aziende agricole (articolo 20) Il capo terzo prevede quattro articoli (21-24) contenenti disposizioni in tema di enti dipendenti e di partecipazioni regionali, in particolare in merito ai compensi degli organismi societari, a disposizioni relative ad amministratori e al piano regionale di razionalizzazione delle partecipazioni regionali.
previsto un quarto capo in materia di personale inerente le prestazioni straordinarie (articolo 25).
Il capo quinto è finalizzato a sostenere interventi a tutela della maternità (articolo 26).
Il capo sesto contiene disposizioni relative alle autorizzazioni per la realizzazione di interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici e disposizioni in materia di procedure sismiche.
Il capo settimo e ottavo prevedono rispettivamente disposizioni in materia di sicurezza nelle piscine ad uso natatorio e norme in tema di sistema informativo regionale.
Gli articoli 31 e 32 contengono norme transitorie e la dichiarazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto della Regione Piemonte".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri, relatore di minoranza.



LEPRI Stefano, relatore

Grazie, Presidente.
Noi discuteremo in questi giorni dell'infondatezza di un bilancio preventivo, basato su dati che non quadrano (lo ricordava prima il nostro Capogruppo) e su un mutuo che dubitiamo possa essere previsto e men che mai acceso.
Questi però sono temi che riguardano il bilancio e oggi voglio invece concentrarmi sulla legge finanziaria, quindi sul senso complessivo che questa maggioranza intende dare alla cosiddetta manovra.
Credo che tutti conveniamo sul fatto che sia tempo che la manovra svolti, anche se ci sentiamo di affermare - e credo di interpretare tutta la minoranza nel dire ciò che sto per presentare - che finora c'è stata solo qualche piccola sterzata.
Spesso in Commissione abbiamo assistito alla retromarcia di provvedimenti proposti e poi invece rigettati. Altre volte sembra che la marcia sia messa in folle e si vada avanti solo perché c'è un po' di discesa, ma in generale non vediamo questa manovra.
Onestamente, va detto che questa manovra è difficile perché la strada è stretta, ma c'è sempre tempo: la discussione in Aula è appena iniziata. Ci saremmo aspettati - lo diciamo in riferimento ai lavori in Commissione più coraggio da parte del manovratore, del guidatore, sapendo che se noi guardiamo - consentitemi la metafora - nello specchietto retrovisore possiamo dire che le responsabilità sono di molti. Ma non ha più senso l'abbiamo già fatto lo scorso anno - fare la corsa allo scaricabarile.
Gli incidenti, diciamo così, ci sono stati. I danni si pagano, non ci sono assicurazioni, al massimo ci sono banchieri che ci ricordano gli interessi che dobbiamo pagare.
Dicevo, c'è bisogno di più coraggio e c'era bisogno di più coraggio già nel corso di quest'anno, perché sicuramente non avete dimenticato, per esempio, che alla fine del 2010, nella discussione del primo bilancio preventivo, in quest'Aula fu votato un ordine del giorno (con il pieno consenso del Presidente Cota) che consegnava alla I Commissione consiliare il compito di formulare le priorità, le possibili sinergie, superando il criterio della spesa storica per contenere e ridurre l'indebitamento.
passato un anno e quattro mesi e noi sostanzialmente ci ritroviamo la stessa indicazione nella finanziaria, dove si dice che il Consiglio impegna la Giunta a trovare le formule per contenere la spesa, per fare benchmarking, ecc., tutte cose riconducibile dietro la parola magica spending review che, appunto, nel corso di quest'anno e mezzo non è stato per niente perseguito.
E che dire di piccoli obiettivi che ci si era dati nella scorsa finanziaria, per esempio la fusione tra Sviluppo Piemonte Turismo e IMA? Una piccola cosa simbolica, che però non abbiamo ancora visto. È vero che c'è tempo fino a fine giugno, e quindi non basta un anno, ci vorrà ancora qualche mese, ma certamente si poteva fare prima.
Cosa dire della proposta che facemmo nella scorsa discussione per la legge finanziaria e del bilancio, che fu bocciata, dove si proponeva la costituzione di un fondo immobiliare per cominciare ad avviare il percorso di alienazione del patrimonio non più utile per l'attività istituzionale? Anche in questo caso, è passato un anno e mezzo e vediamo scritta probabilmente in modo meno preciso di quello che facemmo noi, la proposta di costituzione di un fondo immobiliare per avviare il percorso di alienazione del patrimonio non più utilizzabile.
Se guardiamo ai giorni nostri e non a quest'anno ormai perduto, non possiamo che dire che siamo di fronte - lo abbiamo già detto - ad una manovra incerta, in alcuni casi vorrei dire di proposte che sanno di acqua fresca. Ci sono indicazioni di risparmio, certo, in alcuni casi anche chiare, ma sono ancora indicazioni: spetterà alla Giunta attuare queste indicazioni, anche se la Giunta poteva già procedere in questo anno e quattro mesi, in special modo ai sensi dell'ordine del giorno che ho prima ricordato.
I tempi sono già non rispettati: cito per tutti l'indicazione del 31 marzo come data entro la quale la Giunta avrebbe dovuto presentare un piano per razionalizzare, fare fusioni o dismettere società controllate e partecipate. Siamo a metà aprile e ancora non è arrivata la proposta.
Eppure il termine è scritto all'interno della stessa proposta di legge finanziaria: è paradossale, voteremo una proposta il cui termine è già superato.
In più, dentro la Finanziaria ci sono "pillole" di consenso che magari servono per distrarre un po' l'attenzione: i giovani under 14 potranno finalmente pescare senza dover pagare qualche tassa; gli agriturismi misura certamente attesa dei piemontesi - non dovranno sottostare a tutti gli obblighi per gestire le piscine, e ci sono poi alcuni provvedimenti che sanno proprio di demagogico, come la deduzione dall'imponibile IRAP dei costi per le assunzioni under 35, che adesso vengono raddoppiati, ma sappiamo già, essendo una misura che non ha effetto ed è poco apprezzata dagli imprenditori, che quello non sarà il fattore che sposterà la scelta sull'assunzione o meno di una persona, sotto i 35 anni, che cerca lavoro.
In generale, nella Finanziaria non c'è - ed è questa l'osservazione più rilevante che vorrei fare, anche se è vero che forse è materia di bilancio ma posso anticipare che non c'è neanche nel bilancio - una scelta chiara sulle priorità effettive che, in un contesto di risorse scarse e di necessità di ridurre l'indebitamento, dovrebbero essere adottate. Per esempio, all'interno delle singole Direzioni avremmo dovuto capire con maggiore chiarezza che cosa va tutelato, salvaguardato e difeso, e cosa inevitabilmente, dovrà essere ridotto.
vero, nei bilanci delle singole Direzioni questa scelta, a malincuore, si intuisce, ma sarebbe stato molto più corretto individuare le priorità, un po' come abbiamo fatto noi con un emendamento che riguarda le attività produttive, che all'interno di 30-40 misure, come sono quelle che il Piano per la competitività e il Piano per il lavoro prevedono, ne individuiamo sei che ci paiono quelle più importanti, su cui occorre concentrare le risorse, sapendo che sulle altre è inevitabile una riduzione.
C'è poco o nulla, anzi nulla, sulla riduzione dei costi della politica mentre invece le forze di opposizione hanno presentato alcune proposte molto importanti, che non sappiamo quando le vorrete discutere, ma noi le riproponiamo in Finanziaria: bilanci rendicontati dei Gruppi, vitalizi non agganciati all'andamento ISTAT, bilancio del Consiglio regionale orientato al contenimento della spesa, facendo riferimento al consuntivo delle spese 2011 e non ai preventivi, che anche nel 2011 abbiamo verificato essere stati un po' troppo generosi.
Troviamo poco sulle questioni riguardanti il personale.
vero, si dà un'indicazione sul contenimento del personale e sull'esigenza di operare anche azioni di mobilità, ma lo si fa dopo che i buoi sono scappati. Abbiamo registrato in Commissione, grazie ai dati che ci sono stati forniti, come in questi due anni il numero dei dipendenti nelle varie società, in modo particolare dentro Finpiemonte e SCR, sono stati fortemente gonfiati. Il numero è cresciuto in modo straordinariamente elevato.
Noi, invece, facciamo proposte più serie - ci pare - e meno generiche: per esempio, proviamo a discutere - lo abbiamo fatto come emendamento, ma c'è anche l'ordine del giorno - sulla possibilità di nominare meno Direttori amministrativi in sanità, potendo contare su sei mega Direttori delle Federazioni, quindi i Direttori amministrativi hanno meno compiti da svolgere, possono esserne nominati di meno a scavalco.
In alternativa, altra proposta che abbiamo avanzato negli emendamenti è pretendere che i Dirigenti rappresentino le eventuali eccedenze di personale, per attuare una vera politica della mobilità all'interno della Giunta e tra Giunta e Consiglio.
Siamo poi molto perplessi sulle questioni che riguardano le alienazioni. È un tema che viene precisato dentro la legge di bilancio, ma c'è un articolo molto chiaro nella legge finanziaria, su cui sono già intervenuto, ma voglio dire che ci pare assolutamente incredibile la cifra accertata e prevista come entrata nel bilancio preventivo, avendo visto gli esiti passati di previsione di vendita, considerando la necessità di vendere con prudenza e al massimo realizzo.
Relativamente agli Enti strumentali e alle società, anche in questo caso non siamo di fronte ad una proposta, che ancora non è arrivata, ma ci sono solo annunci e volontà generiche. Noi invece abbiamo avanzato proposte concrete: la fusione tra realtà che operano negli stessi comparti; evitare nel caso di possibile alienazione e dismissione, il rischio di vantaggi in capo ai privati soci delle società miste; la riduzione delle ATC e lo scioglimento di SCR.
A noi pare, in conclusione, di aver fatto un lavoro serio e di non aver ecceduto negli emendamenti. L'abbiamo fatto certamente in modo un po' più ampio nel corso della discussione in Commissione, riducendo al minimo gli emendamenti per la discussione in Aula, proprio perché vogliamo che la discussione sia nel merito e abbiamo la responsabilità di comprendere la difficoltà del momento.
A noi pare che questa disponibilità seria, seppure dall'opposizione, a discutere dei provvedimenti necessari per il nostro Piemonte, al momento non sia contenuta nella proposta che avete portato in Aula.
Ci auguriamo che la discussione di questi giorni ci possa smentire, ma crediamo che continuerete in una generica proposta di legge finanziaria e di bilancio, che temiamo non farà altro che aggravare i problemi della nostra Regione e delle nostre comunità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Dopo essersi svolte le relazioni, dichiaro aperta la discussione generale sul disegno di legge n. 169.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

"Il mondo è cambiato", è il refrain che tante volte abbiamo ascoltato da esponenti della Giunta regionale e dallo stesso Presidente Cota negli ultimi mesi.
vero che il mondo è cambiato, ma aggiungo un'altra riflessione: le condizioni che oggi rendono evidente una situazione di grande difficoltà sul bilancio della Regione Piemonte erano note da tempo. Oggi svilupperemo questa questione nella discussione sul disegno di legge di bilancio. Il bilancio della Regione 2012 sconta circa 930 milioni di euro in meno al bilancio 2010, ma è un dato non noto negli ultimi giorni e nelle ultime settimane. È un dato che, sostanzialmente, proviene da una serie di manovre del Governo nazionale, alcune delle quali datate un anno e mezzo fa.
Per un anno e mezzo abbiamo ascoltato soprattutto il Presidente della Giunta regionale dire che queste manovre non avrebbero determinato conseguenze sulla capacità della Regione di mantenere il sistema dei servizi, gli interventi a sostegno dello sviluppo economico, un'equilibrata politica di investimenti nelle infrastrutture, capaci di alimentare anche una domanda nei confronti di una economia asfittica, perché l'operazione avrebbe visto impegnata la Giunta regionale in termini di riduzione degli sprechi e delle inefficienze.
La relazione assolutamente positiva che ha svolto il collega Lepri poc'anzi, sostanzialmente, ci dice una cosa: per tutto il 2011 l'azione del Governo regionale, in termini di politica di bilancio, si è mossa non considerando gli scenari che erano di fronte a noi e che ci erano già noti non considerando neanche le proposte che le opposizioni, in modo particolare il Gruppo consiliare del Partito Democratico, avevano presentato nel dibattito e nella discussione sulla legge finanziaria per il 2011 e sulla legge di bilancio per il 2011.
Il mandato conferito nell'immaginare con quali strumenti potesse essere affrontato il tema dell'indebitamento della Regione è davanti a noi.
Dico con molta fermezza - questo è il termometro della condizione di irresponsabilità politica che questa Regione, oggi, sta manifestando - agli Assessori, un po' dormienti, che dovrebbero occuparsi della fusione tra IMA e Sviluppo Piemonte Turismo, che una legge della Regione Piemonte su un emendamento presentato dal Gruppo consiliare del Partito Democratico prevede la chiusura della fusione entro il 30 giugno di quest'anno. Noi non abbiamo contezza se la Giunta regionale e quelle due società, totalmente controllate dalla Giunta regionale, si stiano muovendo in ottemperanza ad una legge regionale che è stata votata da questo Consiglio regionale.
Quindi, un anno è passato non considerando gli scenari noti a noi tutti e, oggi, ci troviamo a dover affrontare la stessa discussione e a cercare di individuare alcune soluzioni, obiettivamente in una condizione più difficile e più complicata rispetto a quella di un anno fa.
Noi abbiamo una consapevolezza, ed è il filone ispiratore della manovra emendativa che questo Gruppo consiliare regionale ha presentato sulla legge finanziaria: o cogliamo questa occasione della discussione sulla legge finanziaria del 2012 per riformare profondamente la Regione, essa stessa ma, soprattutto, il sistema che ruota attorno alla Regione, altrimenti i prossimi anni ci consegneranno una condizione di bilancio della Regione capace a malapena di affrontare e di garantire l'adempimento delle spese obbligatorie, nulla di più. La politica in questa Regione cesserà di essere protagonista perché dovrà accontentarsi di gestire una situazione esistente incapace di garantire il mantenimento di coesione sociale, la qualità dei servizi e il sostegno all'economia.
O assumiamo questa consapevolezza e questa consapevolezza in questo dibattito e negli atteggiamenti che quest'Aula è chiamata ad assumere diventa concretezza di decisione, altrimenti le prospettive sono negative.
Allora, quali sono le scelte di fondo che noi proponiamo? Innanzitutto, dobbiamo prevedere la stessa presenza con modalità diverse. Non possiamo immaginare - Assessore Quaglia, poche settimane fa in quest'Aula è stata votata una legge, quella di riforma della sanità, che ha affidato gran parte delle competenze in materia di acquisto di beni e di servizi alle nascenti Federazioni - che questo non determini una rimessa in discussione della società della committenza regionale.
Non sono più i tempi nei quali possiamo permetterci di aggiungere soggetti a quelli già esistenti: o l'uno o l'altro! O tornate indietro dalla scelta delle Federazioni oppure, conseguentemente, dovete assumere il principio che la Società di Committenza Regionale, soprattutto in anni nei quali la Regione non è in grado di garantire un sostegno agli investimenti all'interno delle infrastrutture, deve essere sciolta, questo indipendentemente dalle vicende di questi ultimi giorni, che, comunque evidenziano un altro aspetto, che si desume leggendo le cronache giornalistiche e le intercettazioni che sono riportate all'interno dei giornali. Non vale il principio per cui concentrare in un unico soggetto tutti gli affidamenti esterni garantisce trasparenza, soprattutto se la politica mette costantemente mano alle decisioni che riguardano gli uomini le scelte e le modalità stesse di composizione dei Consigli d'Amministrazione o degli organi tecnici.
La stessa riflessione è quella che ci porta a dire che - se c'è un punto che è stato condiviso nel corso di questi ultimi mesi e che ha riguardato anche un rapporto tra le grandi forze politiche e che chiede di ridisegnare le politiche su area vasta, su quattro grandi aree vaste - la Regione, per prima, deve uniformarsi a questo nuovo scenario, il quale è in grado di garantire modernità ed efficienza al sistema pubblico.
Ecco perché ritorniamo su un emendamento, che è quello che prevede la riduzione del numero delle Agenzie Territoriali per la Casa all'interno della nostra regione, immaginando che dalle sette attuali, secondo il principio di area vasta, possiamo - io dico che dobbiamo - scendere a quattro.
Vogliamo anche rimettere in discussione il fatto che, soprattutto se le modalità di scelta e di selezione delle persone vede la grande intromissione della politica, non siamo più in grado, probabilmente, di essere legati a vecchi stereotipi del passato, per cui ad ogni agenzia ci deve essere - a tutti i costi - un Consiglio d'Amministrazione, ad ogni area protetta ci deve essere, per forza di cose, un Consiglio d'Amministrazione.
Possiamo fare uno sforzo di immaginazione creativa tesa anche a rendere più leggera l'articolazione e l'intervento della Regione su questi ambiti anche con soluzioni innovative rispetto al passato? E capaci comunque di garantire l'unico vero controllo attorno all'attuazione dei programmi e dei progetti, che è quello delle Comunità locali.
la sfida del cambiamento che è contenuta all'interno dell'iniziativa politica del Partito Democratico in Consiglio. Perché, senza un profondo cambiamento, senza la costruzione di una Regione più moderna, più efficiente, più "leggera" questa Regione non sarà in grado nei prossimi anni di garantire questo tipo di attività. E di fronte a questa sfida noi leggiamo, invece, l'atteggiamento della conservazione da parte di questa Amministrazione regionale, il non volersi rimettere in discussione. Il non voler cogliere sostanzialmente, a partire dalle proposte che guardano alla riorganizzazione dei poteri locali, a partire dal non cogliere le sfide legate alle questioni che abbiamo sollevato, che oggi è necessario anzitutto fare uno sforzo che guardi al futuro e che governi il cambiamento.
Ci sono poi alcune questioni contenute all'interno della legge finanziaria, su cui ritorneremo nel dibattito sui nostri emendamenti e sugli articolati. Diciamo da subito di riflettere con molta attenzione attorno alla proposta del fondo chiuso immobiliare, non perché noi non siamo d'accordo in un'operazione di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione e delle Aziende Sanitarie Regionali, ma così come è stata formulata e scritta ci sembra una proposta che guarda solamente a risolvere il problema nel breve periodo e non a innescare politiche che guardano al medio e al lungo periodo.
Noi abbiamo la consapevolezza che un pezzo consistente delle nostre proposte non è di per sé capace a garantire effetti significativi sotto il profilo economico già all'interno di questo esercizio. Se non si comincia quest'anno, non cominceremo più. Se non si comincia quest'anno non potrà più esserci un'altra opportunità per costruire una regione più moderna, più efficiente, più capace di garantire il sistema dei servizi e di intervenire sul sistema dei servizi.
Concludo, esprimendo un'altra considerazione, l'ultima, poi recuperer nel corso di queste giornate.
chiaro ai nostri occhi che - è la dimensione della questione pregiudiziale che ho posto rispetto al non procedere all'esame della legge di bilancio - le questioni che il collega Lepri ha posto nella relazione e che ho cercato in modo sintetico di riproporre nel mio intervento di dibattito generale, ci dicono che la discussione che abbiamo incominciato questa mattina sulla legge finanziaria e sul bilancio è una discussione strategicamente più rilevante della stessa discussione che abbiamo chiuso pochi giorni fa sulla riforma sanitaria.
Allora, questo passaggio è vitale, perché in discussione sono le scelte capaci di costruire o non costruire un futuro alla nostra regione e alla nostra Comunità piemontese; scelte politicamente altrettanto rilevanti, che meritano - e sono gentile - anzi, rendono obbligatoria la presenza del Presidente della Giunta regionale durante questo dibattito.
Per molti aspetti, è più decisiva la discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio rispetto a quella sulla riforma sanitaria. O a partire da questo dato ci sarà una significativa accettazione da parte della Giunta regionale che noi vogliamo una discussione di merito - non un impedimento, ma una discussione di merito vera e reale - e una significativa dimostrazione che il Presidente della Giunta regionale non è un corpo estraneo a questa discussione, oppure, per noi varrà (l'ho detto tante volte durante il dibattito in Commissione) il principio di adeguamento e di adattamento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "G. C. Pola" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "G. C. Pola" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 169, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2012", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ronzani, sempre in discussione generale.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Diceva il Capogruppo Reschigna e ha detto nella sua relazione di minoranza il collega Lepri che quello di cui stiamo discutendo è un bilancio "non veritiero". Poiché in politica le parole contano, il fatto che il Gruppo del PD usi questa definizione e denunci il fatto che il bilancio non è veritiero, credo debba preoccupare in particolare l'Assessore Quaglia, ma credo anche l'intera maggioranza.
Colleghi, noi siamo una delle poche Regioni che approvano il bilancio nel mese di aprile. Siamo tra le peggiori Regioni d'Italia, perché le Regioni di testa, quelle cui fa riferimento il Presidente Cota quando annuncia la sua politica all'Italia e al Piemonte, hanno approvato il bilancio il 31/12/2011, quattro mesi fa. Quelle Regioni hanno ritenuto giustamente, di organizzare i propri bilanci in funzione dei tagli e delle esigenze e di offrire al sistema produttivo, sociale e ai loro territori un quadro di certezze.
Questa è una Regione che approva il suo bilancio entro il 30 aprile nonostante lo Statuto e il Regolamento non avrebbero impedito a voi di dotare questa Regione dei documenti di bilancio e di finanziaria entro il mese di dicembre dello scorso anno.
una scelta, naturalmente. È una scelta però di cui portate per intero la responsabilità.
Credo che anche questo sia uno dei risultati della gestione Cota perché avremmo dovuto confidare sul fatto che lo Statuto e il Regolamento venissero utilizzati dalla Giunta in carica per accelerare la discussione sui documenti di bilancio, in ragione anche della crisi che investe questa Regione. Perché noi stiamo discutendo del bilancio prescindendo dal fatto che il bilancio è una leva straordinaria, pur nelle attuali difficili condizioni, per fare politica economica, per intervenire su una Regione che ha problemi gravissimi. Ma ormai il bilancio è diventato un fatto di ordinaria amministrazione, altro che l'atto politico qualificante! "La fotografia della politica di un'Amministrazione", si era detto e si diceva negli anni passati.
Avrei ascoltato volentieri la relazione del relatore di maggioranza collega Luca Pedrale, che ha dato per letta, anche perché - credo - nel suo intervento avrebbe sostenuto la politica della maggioranza.
Vorrei capire come collega questa adesione alla manovra della maggioranza il fatto che i Consiglieri di maggioranza abbiano presentato decine di emendamenti, anzi centinaia: 110, 105?



RONZANI Wilmer

PEDRALE Luca (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

La maggioranza?



RONZANI Wilmer

Non cento, ma insomma...
Capite che anche questa è una bella contraddizione.



PRESIDENTE

Se le può tornare utile, il blocco complessivo degli emendamenti è circa dello spessore che le mostro.



RONZANI Wilmer

Perfetto. Vede, Presidente, che un po' di dà ragione? Mi sarei aspettato una maggioranza coesa attorno alla Giunta Cota perché di questo voi parlate. Cosa non vera, perché il Presidente Cota è pieno di acciacchi e lo sanno tutti, ormai, in Piemonte!



RONZANI Wilmer

CAROSSA Mario (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Sta benissimo!



RONZANI Wilmer

Gli auguro lunga vita sul piano personale e lunga vita sul piano politico, ma questo non dipende soltanto da noi, e neanche soltanto da voi probabilmente.
In ogni caso, mi sarei aspettato che la maggioranza, come di solito accade in queste occasioni, facesse quadrato attorno alla manovra. Scopro che, invece, in questa maggioranza coesa e unita sono molti i Consiglieri che ritengono, in maniera legittima, di presentare emendamenti sostanziali sostanziali, leggeteli! - alla manovra che viene presentata.
Si tratta - dicevo - di un bilancio non veritiero, innanzitutto per una questione che ha già anticipato il collega Lepri: voi fondate le previsioni del bilancio 2012 su una cosa che non esiste. È un bel problema Presidente! Io fondo le previsioni della politica di bilancio immaginando che il 2011 si chiuda con un avanzo di amministrazione di 159 milioni di euro e su questa base (ma non solo) definisco il bilancio di previsione e impegno quei 159 milioni, che sono un avanzo dall'amministrazione precedente.
Peccato che voi non abbiate avuto un avanzo di amministrazione. Ma non solo. Peccato che il 2011 non ha un riporto più, ma un riporto meno, di 484 milioni, che, sommati ai 159 che avete spalmato sul previsionale 2012 fanno il problema che ricordava prima il collega Reschigna. Come la mettiamo, Presidente? Peccato che, pur avendo voi concordato con il Governo di spalmare il disavanzo su più anni - vorrei comunque verificarlo nei fatti, Assessore Quaglia - nel 2012 i 200 milioni che avevate imputato come "voce con la quale colmare una parte di disavanzo pregresso" li abbiate già impegnati.
Di fronte a dati come questi... e tralascio, per il momento, un capitolo importantissimo, che riguarda il fatto che voi oggi non siete più nella condizione di aumentare di un centesimo il debito della Regione. E gli argomenti che l'Assessore Quaglia, attraverso gli uffici, ha portato in Commissione, non sono sostenibili: non si può sostenere il fatto che siccome ho aperto un contenzioso sui derivati, i derivati vengano scomputati dall'indebitamento, perché non è così. E il 20% lo avete superato. Per non parlare del fatto, naturalmente, che state impiegando risorse eventuali, frutto di indebitamento, per fare spesa corrente. Sono cose che dovrebbero succedere in un bilancio, perché, come tutti sanno l'indebitamento può essere fatto per attuare una politica di investimenti ma non per finanziare la spesa corrente. Assessore Quaglia, non lo dice Wilmer Ronzani, ma la Costituzione! Se questo è il quadro, ciò che ci si sarebbe dovuti aspettare da un Presidente dalla Giunta regionale, peraltro assente...
Ha ragione il collega Reschigna, ma ho rinunciato a questa partita perché il fatto che il Presidente Cota sia assente, non è una novità. Voi capite qual è il problema? Collega Reschigna, è così. Noi dovremmo abituarci a convivere con un Consiglio regionale che non ha un Presidente della Giunta, perché non ritiene che sia suo dovere venire qui e dire alla sua maggioranza, per esempio, in che modo intenda affrontare i problemi che pone l'opposizione. Non sono neanche convinto che il Presidente Cota conosca questi problemi! Perché se il Presidente Cota avesse conosciuti i problemi del suo bilancio, non avrebbe detto che i tagli decisi dal Governo precedente erano, in sostanza, un modo per fare un po' di lotta agli sprechi, ma si sarebbe reso conto che quei tagli avrebbero inciso sulla carne viva del Piemonte e avrebbe, se non organizzato un'opposizione quantomeno aperto un confronto dialettico con il Governo.
Ma il Presidente Cota, in quel caso, si stende e si sdraia sul Governo precedente: è lo stesso Presidente Cota che si scopre improvvisamente oppositore quando, nel frattempo, è cambiato il Governo. Ma guarda un po'! Il Presidente Cota dichiara che i tagli di 980 milioni di euro...
Per intenderci, sono la somma che manca a bilancio più o meno: c'è quasi un rapporto di causa/effetto tra ciò che manca in questo bilancio e ciò che ha tagliato. Altre Regioni hanno quantomeno organizzato una resistenza, hanno tentato di opporsi, il Presidente Cota no: ha dichiarato che per lui non era un problema. Ha detto che, in fondo, avremmo dovuto organizzare meglio la Regione e avremmo garantito più servizi, pensate un po'! Ho una sua dichiarazione a mie mani: "Noi garantiremo comunque più servizi perché combatteremo gli sprechi". Qual è il risultato? Presenta un bilancio che non è un bilancio veritiero! Manca una strategia - diceva il collega Reschigna - che affronti due nodi: quello di avviare, in maniera credibile e non demagogica, una riduzione dell'indebitamento, che non si abbatte gonfiando e sovrastimando le entrate che deriverebbero dal fatto che si vendono degli immobili della Regione (non si abbatte così l'indebitamento); immaginando, in secondo luogo, una politica che faccia dimagrire, diciamo così, la Regione (ha usato questo termine il collega Reschigna). Traduco il concetto in una parola: meno soldi per le macchine e per la macchina, più soldi per la gente e per i servizi.
Abbattiamo la spesa che oggi non produce servizi per i cittadini (SCR e tutte le altre cose che citava il collega Reschigna) e convertiamo questa spesa, perché nelle condizioni attuali questo è decisivo.
Il Partito Democratico avanza pochi emendamenti, diversamente dalla maggioranza, e anche questo aspetto è singolare. Perché nei precedenti Consigli - lo ricordo ai colleghi che non c'erano - capitava il contrario ovvero capitava che fosse l'opposizione a inondare l'aula di emendamenti e la maggioranza a difendere la politica della Giunta.
Qui siamo in una situazione opposta: abbiamo una maggioranza che ha inondato l'aula di emendamenti e un'opposizione che ne ha selezionati alcuni, che hanno esattamente le finalità che prima ho ricordato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Della legge finanziaria e del documento di bilancio sottolineer soltanto alcuni aspetti legati allo stile e alle scelte, e riprender alcune priorità delle nostre proposte di emendamento.
In merito allo stile, anche la Regione Piemonte, come la Giunta Cota non ha rinunciato al vizio antico, visibile soprattutto a livello nazionale, di far diventale la legge finanziaria uno strumento omnibus, il momento e la sede nel quale risolvere, con affrettate attività di articolo legislativo, quelle soluzioni legislative sulle quali non si riesce a comporre, in senso generale, un consenso all'interno dell'Assemblea legislativa, estrapolando e anticipando perché non si è capaci di legifera.
Su queste anticipazioni, che chiamerò omnibus, insiste un mix sorprendente per una Giunta e una maggioranza che vogliono dipingersi come decisioniste, di questioni che si sa di dover affrontare ma sulle quali non si è d'accordo sul come affrontarle, questioni che assumono un piglio ideologico con il quale parlare all'esterno e questioni in cui si fa di necessità virtù perché, non essendo stati capaci di adeguare le leggi ai cambiamenti normativi generali, adesso si devono estrapolare codicilli e commi per adeguarli alle norme nazionali.
Primo stile: non si è capaci di arrivare ad una posizione unanime.
Almeno due questioni sono rilevanti: quella della dotazione organica dell'Amministrazione regionale e quella della riorganizzazione del CSI tema che viene giudicato urgente - non da noi che ne parliamo, ma dalla maggioranza - salvo poi essere la maggioranza incapace di arrivare ad una posizione di sintesi.
Questione ideologica: l'introduzione all'interno della legge finanziaria di una specifica riserva di risorse, relativamente agli interventi dedicati non al sostegno della maternità, della genitorialità e delle famiglie, ma - ideologicamente - a sostenere provvisoriamente precariamente ed in modo effimero quelle donne che rinunciassero, avendolo prima immaginato e ipotizzato, al percorso di interruzione volontaria di gravidanza.
Terza questione: i codicilli che si inseriscono qui e là, come la questione dei diritti di pesca o il superamento, nella legge sulla cultura di Comitati di monitoraggio intermedi che nel tempo si sarebbero dovuti evolvere.
Questo è il quadro della legge omnibus e su questo quadro di legge omnibus l'attività di emendamento che il Gruppo consiliare regionale ha esercitato cerca invece di usare l'opportunità dell'urgenza - quella della legge finanziaria - per intervenire su questioni che giudichiamo strutturali, cercando di proporre soluzioni che non siano né effimere n ideologiche né di breve periodo.
Cominciamo, quindi, dalla prima delle questioni. Poiché questa Assemblea legislativa ha avuto una grande capacità di iniziativa, dovuta soprattutto al Presidente del Consiglio regionale, di intervenire progressivamente sulla questione della riduzione dei costi della politica ma non ha mai avuto la capacità - in quanto organizzazione dei Gruppi politici - di arrivare ad individuare una proposta di legge unitaria o, per lo meno, di arrivare a votare una proposta di legge organica, nella legge finanziaria, introduco alcuni emendamenti che intervengono esattamente su questioni dei costi della politica che ancora non sono state affrontate dalle decisioni cui l'Assemblea ha aderito su proposta del suo Ufficio di Presidenza: il costo di funzionamento dei Gruppi consiliari e la trasparenza del loro bilancio.
La seconda è una questione che giudico strutturale. Con altri colleghi siamo ripetutamente intervenuti o a proporre Consigli dedicati, o a sottoporre ordini del giorno, o ad avanzare in Commissione proposte di emendamento, per far sì che questo Consiglio assumesse una posizione - dal nostro punto di vista necessariamente favorevole - sulla stabilizzazione del personale dipendente dell'Ente Regione. E questa è di nuovo l'occasione nella quale tornare a porre il problema; non solo per una questione di diritti conculcati delle persone che oggi operano in maniera precaria all'interno del nostro Ente, ma per una questione strutturale della politica di questo nostro Paese, in questo particolare momento.
Vorrei ricordare all'Aula che siamo - e non siamo i soli, purtroppo un'Amministrazione pubblica che disperatamente rincorre la preoccupazione della caduta dei livelli occupazionali nel proprio territorio, anche improvvisando o costruendo progetti e misure per sostenere l'occupazione e lo sviluppo in campi che non dipendono dalla regia pubblica, e quindi formulando contributi e sostegni alle imprese, ai fini di ottenere il vantaggio complessivo della competitività della Regione e dell'occupabilità, in primo luogo dei giovani. Ebbene, poi - laddove agiamo come imprenditori dei servizi pubblici, cioè siamo titolari di come governiamo le nostre imprese attraverso le risorse umane - siamo i massimi produttori di disoccupazione tra tutti i datori di lavoro del Piemonte.
La sanità, infatti, ha dismesso 1.350 incarichi professionali in un anno: di lavoro colto, qualificato, giovanile. Rischiamo di dismettere 204 professioni nel settore dell'Amministrazione regionale. Continuiamo progressivamente a sostenere che la Pubblica amministrazione deve dimagrire e la stiamo facendo diventare anoressica, incapace e non autosufficiente e riduciamo, esattamente per questo approccio, tutte le risorse professionali. Siamo i peggiori produttori, dal punto di vista dei livelli occupazionali. Il tema dell'occupazione, quindi - per noi e per la nostra scelta in ordine alle risorse umane - è fondamentale.
La terza questione è quella delle politiche sociale. Le politiche sociali sono un tema che sarebbe retorico, quasi, affidare ad una vocazione che non mi attendo più: l'illuminazione della politica a ricordare che sono anch'esse politiche di sviluppo, ma pare che questa osservazione sia ormai fuori tempo. Le politiche sociali sono però la necessaria attività complementare che, in carico soprattutto all'Ente pubblico, va realizzata nei momenti di crisi economica. Nei momenti di crisi economica il welfare non si deve ridurre, ma si deve aumentare.
E da questo punto di vista sarò severissima, pur nel limite delle mie energie e delle mie poche forze numeriche di rappresentanza, nel ricordare una questione sulla quale non valgono i giochi delle parti e le commedie in cui si scambiano i ruoli a seconda delle opportunità. Non si venga a dire lo hanno già detto alcuni colleghi - che non saremo in grado di fronteggiare i tagli delle politiche nazionali; non perché questi non siano gravi e ingiusti - io lo dichiaro: in questo momento le politiche nazionali, per quel che mi riguarda, sono inique - ma perché la Regione Piemonte è andata a firmare con i Ministeri dell'Economia e della Salute un Piano di rientro nel quale ha sottoscritto non solo i propri obblighi, ma anche i trasferimenti dello Stato. Prima del Governo Monti il Presidente Cota ha firmato quello che avrebbe atteso dallo Stato fino al 2013: quindi non ci può venire a dire che adesso il Governo ci taglia le risorse, se riceve i finanziamenti che era andato a sottoscrivere! Non si può ciurlare nel manico, dire - quando si firma un Piano di rientro - che così si avrà certezza per un triennio e poi, l'anno dopo venirsi a lamentare che lo Stato non dà certezze, perché se lo Stato non rispetta quel Piano di rientro, la Regione lo deve disdettare e sono la prima a ritenere che per il Piemonte sarebbe un vantaggio, non certo un limite.
Sulle politiche sociali, quindi, facciamo poche questioni: non confondiamo le acque e non mescoliamo i problemi finanziari. La questione certa e solida, per noi, è la necessità di una conferma di risorse regionali nelle politiche sociali, alla spesa storica; sì, alla spesa storica, perché questa non è una parolaccia: la spesa storica, anche nell'era del federalismo e anche in questa maggioranza, non è una parolaccia perché garantiva servizi e prestazioni.
Da queste considerazioni derivano gli emendamenti che riguardano appunto, le politiche di sostegno alle famiglie, le politiche di sostegno queste sì! - alla libera scelta della maternità e della genitorialità (quelle che proporremo nell'emendamento) e le politiche di sostegno alla condizione di disabilità e di non autosufficienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Il collega Ronzani ha anticipato - del resto non possiamo esimerci dal fare questa riflessione - il fatto che oggi discutiamo di questioni che non riguardano il Governo Monti, ma che sono figlie del Governo Tremonti Berlusconi.
Ricordiamo in quest'Aula quando il Presidente diceva che un miliardo in meno in due anni non sarebbe stato sostenibile dal sistema della Regione Piemonte. Il Presidente aveva detto quella frase celebre che tutti conoscono: "Eliminando gli sprechi, noi potremmo comunque continuare ad erogare servizi ai cittadini".
Non è presente l'Assessore Cavallera, e anche lui si è superato in questo contesto quando ha detto: "Noi possiamo, eliminando gli sprechi fare a meno di 500-600 milioni sul sistema sanitario". E quando invece i 500-600 milioni potrebbero davvero rappresentare un taglio del sistema sanitario, se l'accordo con lo Stato dovesse portare ad un taglio di 600 700 milioni con una dimensione dei trasferimenti di otto miliardi di euro Cavallera dovrà poi confermare che noi possiamo fare a meno di 600-700 milioni e dovrebbe dire al Presidente Cota di non lamentarsi, perché tanto migliorando i servizi ed eliminando gli sprechi, noi siamo in grado comunque di offrire servizi di qualità.
Lo diceva Ronzani: manca quel miliardo, Assessore Quaglia, che Tremonti e Berlusconi hanno tagliato al sistema economico e produttivo di questa Regione.
Faccio anch'io questa riflessione, non posso esimermi, rispetto alle questioni che riguardano il sociale.
Noi abbiamo un Assessore alla sanità che si è impegnato - non conoscendo peraltro l'argomento - con molta passione civile ad affrontare questo argomento, che è l'Assessore Monferino.
L'Assessore Monferino però è un Assessore per caso per quanto riguarda le questioni sociali, perché altrimenti non si sarebbe presentato, rispetto ai 136 milioni di euro dell'anno precedente, con un bilancio quando è cominciata la discussione sulla Finanziaria, di 36 milioni di euro.
Devo dire che anche Sacconi è stato per il nostro Paese un Ministro al welfare per caso. Lo sappiamo: lui si era ispirato al Libro bianco di Delors e ha scritto il Libro bianco di Sacconi; bianco anche perché dentro non è che ci fosse tanto.
Il welfare della società attiva del Ministro Sacconi era fondato su provvedimenti passivi e sono gli stessi dei quali discutiamo in questa Finanziaria.
Il provvedimento del Consigliere Vignale: 250 euro per 18 mesi alle ragazze che decidono di non interrompere la gravidanza.
Il bonus bebè è un altro provvedimento passivo, quel bonus bebè che vi ostinate a ripresentare anche in una Finanziaria che è una finanziaria "lacrime e sangue".
Possono anche essere soltanto cinque milioni di euro, ma anche da un punto di vista politico non vi serve, perché date 250 euro a famiglie che hanno un reddito di 36 mila euro, alle quali questi 250 euro non risolvono nessun problema, non aggiungono e non tolgono niente. E vi esponete al fuoco incrociato di quelle famiglie e di quelle associazioni che dicono invece che 300-400 euro al mese per un assistente familiare ad un anziano che ha bisogno di restare a casa, possono essere utili. Ma perch continuate a tenere questo provvedimento in una Finanziaria nella quale alla fine togliete tutto? Non c'è niente di male nel dire: "Abbiamo messo in piedi un provvedimento quando le risorse economiche della Regione lo consentivano.
Oggi quelle risorse economiche non lo consentono più, lo togliamo". Non è stato un errore prima, ma era una disponibilità quando le condizioni lo consentivano.
Ma mi pare che il Presidente non sia disponibile a tornare indietro e oggi incontriamo il CSA e le altre associazioni che si occupano di anziani e vi diranno ancora una volta che quei soldi vanno destinati a chi ne ha veramente bisogno.
Perché questi provvedimenti? La social card è la stessa cosa, e il Governo Monti, sbagliando, l'ha riconfermata, perché quello che ha in mente il centrodestra - e la Lombardia insegna in questo caso - è la monetizzazione dei servizi e la monetizzazione dei diritti: non siamo in grado di dare una risposta ai diritti dei cittadini, e quindi gli diamo un po' di soldi e vediamo come riescono a cavarsela.
L'ultimo rapporto Caritas - e lo dico a chi si rivolge frequentemente al mondo cattolico - sulla povertà dice: l'errore è sempre lo stesso, soldi e non servizi.
Faccio ancora una riflessione su questo tema. Non ricordo se l'ho fatta quando abbiamo discusso del Piano Socio Sanitario, ma ricordo che la povertà e i contributi per la povertà in Italia sono nettamente inferiori rispetto alla gran parte dell'Unione Europea, il 75% in meno, che per la famiglia e la maternità spendiamo il 61% in meno, che per la non autosufficienza spendiamo il 31% in meno, che per la sanità spendiamo il 10% in meno rispetto a tutti gli altri Paesi europei.
Quindi, c'è più bisogno di welfare e non c'è bisogno di minore welfare.
Faccio ancora una riflessione e ne discuteremo quando poi parleremo del referendum sulla caccia, perché quei 22 milioni di euro in questo momento rappresentano un dramma per la Regione.
Peraltro, si fa un mutuo per una spesa corrente. Quando facevo il Sindaco, il dirigente del Settore finanziario e il Segretario del Comune mi avevano insegnato che questa cosa non si può fare.
Poi ci spiegherete se è compatibile con le leggi dello Stato; se è compatibile con le leggi dello Stato, accetteremo questa ipotesi. Ma essendo questa spesa per il referendum una spesa corrente, voi non potete finanziarla con un mutuo, dovete trovare risorse correnti.
Vi invito - faremo poi una discussione su questo capitolo - ad aprire di nuovo un tavolo di trattativa con le associazioni ambientaliste e con i Comitati promotori dei referendum.
L'Assessore Sacchetto in questo momento si sta occupando, essendo candidato a Sindaco di Cuneo, di fare il candidato sindaco. Secondo me sarebbe meglio che si occupasse delle questioni del referendum.
Io questa cosa non riesco a capirla. Quando una persona - naturalmente gli faccio tutti gli auguri - un ragazzo, visto che ha 29 anni, ha la possibilità di fare l'Assessore regionale, e faccia l'Assessore regionale che ne ha già tanto da fare - piuttosto che preoccuparsi di fare il candidato Sindaco in un'altra città, dovrebbe accendere un cero alla Madonna, e questo l'ho detto anche per lei, Assessore Coppola, quando si era candidato Sindaco. Quindi, confermo questa mia teoria. Si faccia il mestiere che si è accettato di fare per cinque anni e poi si ha la possibilità di fare altro.
Bisogna riaprire questo capitolo, perché dato che per noi la questione sociale è di vitale importanza, ricordo che per arrivare ai 110 milioni di euro che hanno consentito di sbloccare la discussione sul Piano Sanitario ne mancano ancora una trentina, 20 potrebbero essere questi che sono destinati al referendum sulla caccia.
Faccio ancora una riflessione perché nel provvedimento c'è anche la ricognizione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare.
Durante la passata legislatura mi ero occupato di stimolare, d'accordo con il Parco nel quale la Certosa di Monte Benedetto è inserita, l'acquisto da parte della Regione di quella Certosa. È un posto incantevole in valle di Susa. Mi pare che l'avevamo pagata 300-400 mila euro, il legittimo proprietario l'aveva messa in vendita e la Regione l'aveva acquistata.
Ho visto che la Certosa di Monte Benedetto è tra il patrimonio che la Regione intende dismettere. E un altro patrimonio importante è quello intorno all'Abbazia di Sant'Antonio di Ranverso, i terreni intorno all'Abbazia, sui quali già in passato si era tentata un'ipotesi di speculazione edilizia.
Vi invitiamo a lasciare in pace la Certosa di Monte Benedetto e i terreni intorno a Sant'Antonio di Ranverso.
Si possono vendere palazzi in città o dove volete (ci mancherebbe altro, la Regione non deve fare certamente l'agente immobiliare), ma i beni che abbiamo acquistato, che fanno parte e difendono il patrimonio storico e culturale della nostra regione, non possono essere messi all'asta.
Termino, Presidente. Non penso che questo provvedimento geniale, che intende diminuire i costi della pesca ai ragazzini di 14 anni, servirà ad avere più disponibilità nei confronti di una legge finanziaria che, invece ridurrà in ginocchio la nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Prima di chiudere i lavori, ricordo che in Sala Viglione ci sarà l'incontro con i rappresentanti delle politiche sociali.
Ricordo, inoltre, che i lavori pomeridiani riprenderanno alle ore 14.30, con la seduta ordinaria, poiché il question time sarà svolto nella giornata di domani. Inizieremo con il disegno di legge n. 169 e il prosieguo della discussione generale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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