Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.208 del 11/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori iniziano alle ore 15.00 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1034 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Parco acquatico di Tricerro"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1034, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione verte sul parco acquatico di Tricerro, un Comune del Vercellese, in cui è stato recentemente realizzato un parco acquatico comunale, denominato "Acqua Smile". e dato in gestione a Treemme Sport S.r.l., su cui sono stati stanziati dei fondi anche da parte della Regione Piemonte, in seguito ad un accordo tra la Regione e il Comune di Tricerro.
La cifra è di 700 mila euro ripartita in 420 mila nell'anno 2009 e 280 nell'anno 2010. Questo parco ha prodotto diverse rimostranze da parte dei residenti prospicienti al parco stesso, anche perché risulta da un sopralluogo che è realizzato a soli 7 metri dalle abitazioni stesse.
Il parco ovviamente è soggetto ad elevati flussi di utenza, soprattutto nel periodo estivo, nelle stagioni più calde, con molti bambini le cui urla e schiamazzi arrivano a provocare una rumorosità molto elevata nelle case prospicienti. Sono state fatte delle rilevazioni acustiche da parte di tecnici privati pagati dai cittadini, che hanno rilevato oltre 80 decibel ma anche le rilevazioni fatte dall'ARPA, solo in seguito alla realizzazione del parco acquatico, hanno rilevato sforamenti rispetto al vigente piano di zonizzazione acustico comunale, che ha posto l'area del parco e del terreno circostante in classe terza di area di tipo misto. Per cui non bisognerebbe superare i 50 decibel.
stato suggerito un piano di risanamento acustico, che dovrebbe prevedere la costruzione di barriere fonoassorbenti alte da cinque a otto metri e lunghe 90 metri; quindi, proprio creare una barriera, un muro davanti alle abitazioni nei cui pressi è stato costruito troppo vicino il detto parco.
Dette misure fonometriche sono state analizzate negli effetti che produrrebbero, qualora venissero realizzate, sempre dall'ARPA in una relazione - che è disponibile al pubblico e anche ai Consiglieri regionali che ha dimostrato come, in realtà, abbatterebbe la rumorosità di circa quattro o cinque decibel, quindi non in tutte le aree e non in tutte le case prospicienti il parco, si arriverebbe a quei 50 decibel che sono previsti dal piano di zonizzazione acustica comunale e neanche i 35 decibel all'interno delle case, sempre previsti dal piano di zonizzazione acustica nonostante le case siano state realizzate abbastanza recentemente e quindi siano dotate di tutti gli strumenti, come doppi vetri e tripli vetri, che hanno funzione sia di termoisolamento che di fonoassorbimento.
Quindi, le criticità appaiono tali per l'ARPA che, alla fine del proprio prospetto, richiede una rivisitazione completa del piano.
Noi abbiamo appreso anche dagli organi di stampa che detto piano è stato approvato dal Consiglio comunale il 26 marzo 2012.
Chiediamo ovviamente alla Regione Piemonte, anche in virtù della somma stanziata di ben 700 mila euro, come intende tutelare i cittadini interessati da dette criticità rilevanti e sollevate anche dall'ARPA, che è un ente strumentale della Regione Piemonte, e in relazione all'Accordo di Programma tra Regione Piemonte e il Comune di Tricerro per la realizzazione di questo parco acquatico "Acqua Smile" in Strada Ronsecco.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Dal punto di vista ambientale viene precisato che la legge 447 del 26 ottobre 1995, la legge quadro sull'inquinamento acustico, nel definire le competenze di Regione, Provincia e Comune, attribuisce alle Agenzie Regionali per la Tutela dell'Ambiente, cioè l'ARPA, la funzione di controllo tecnico e di vigilanza per la sua attuazione, pur non menzionando nello specifico il supporto tecnico che l'ARPA può fornire ai Comuni in tema di piani di risanamento.
La Regione Piemonte con propria legge n. 52 del 20 ottobre 2000 ("Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento acustico") ha definito le competenze dei Comuni in materia di inquinamento acustico, ponendo in capo ad essi la responsabilità dell'approvazione dei piani di risanamento acustico per le imprese non soggette ad autorizzazioni di carattere ambientale rilasciate dalla Provincia.
Detta legge regionale indica, fra l'altro, che il Comune, avvalendosi di ARPA, effettua periodicamente la verifica a campione della realizzazione delle misure per la completa attuazione del piano di risanamento.
I contributi tecnici prodotti da ARPA nel caso di specie rientrano nell'ambito delle attività di supporto tecnico che l'Agenzia fornisce ai diversi enti, come previsto dalla legge istitutiva di ARPA, che è la legge regionale.
Nel caso di specie, ARPA si è espressa in relazione alla validità tecnica del piano di risanamento; tale contributo non ha tuttavia carattere vincolante per il richiedente.
In ordine ai denunciati superamenti dei limiti previsti dal vigente piano di zonizzazione acustica comunale, ferma restando l'esclusiva competenza del Comune in merito, al fine di fornire elementi utili per la risposta all'interrogazione, gli uffici regionali dell'Assessorato all'ambiente hanno tentato di contattare telefonicamente il Comune di Tricerro ed hanno formalizzato una nota scritta all'indirizzo dell'Amministrazione stessa.
Di detta nota l'Assessorato all'ambiente fornirà copia all'interrogante. Dal punto di vista dell'Assessorato allo sport si segnala che le criticità acustiche lamentate sono imputabili ad interventi non previsti dall'Accordo di Programma e realizzati autonomamente, sia dal punto di vista delle scelte progettuali sia dei relativi costi di realizzazione, dal soggetto gestore anche in riferimento alla convenzione stipulata con il Comune per la gestione del parco.
Conseguentemente, non è in capo all'Assessorato allo sport, che ha seguito e verificato l'iter di realizzazione delle opere previste esclusivamente dall'Accordo di Programma, la responsabilità e la competenza relativa ai disagi evidenziati.
Mi sembra di comprendere che è stato scritto al Comune, interpellandolo in ordine all'interpellanza, e quindi attendiamo gli elementi che faremo avere all'interrogante, con le valutazioni degli uffici e per quanto di competenza della Regione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1035 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Liberalizzazione servizio trasporto ferroviario"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1035 presentata dal Consigliere Ponso, che ha la parola, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, treni in ritardo, treni soppressi, linee destinate alla scomparsa, vagoni sporchi, porte che spesso non si aprono e che non rappresentano solo un fastidio, ma un vero e proprio pericolo in caso malaugurato di incidente.
Il servizio pessimo che Trenitalia offre ai pendolari - che ricordiamolo, sono clienti che pagano anticipatamente un abbonamento per ricevere un servizio sul quale non hanno potuto mettere bocca per quanto riguarda l'orario o quant'altro, rimettendosi alle decisioni di chi questo servizio lo mette a disposizione - si è dimostrato indipendente dalle condizioni climatiche, che, semmai, rappresentano un ulteriore elemento di disagio per i pendolari e per Trenitalia una comoda scusa.
La precedente Amministrazione regionale aveva predisposto dei bandi per aprire il servizio di trasporto pubblico alla concorrenza, fatto che avviene normalmente in tutti i paesi che possano dirsi civili. Uno dei primi atti della Giunta Cota è stato, invece, quello di abolire questi bandi, lasciando a Trenitalia la condizione di esclusivista del settore.
ovvio che quando si opera in regime di esclusiva senza alcun concorrente messo nelle condizioni di offrire un servizio migliore si può operare come Trenitalia opera da anni, senza che le multe comminate, ormai a livello complessivo di milioni di euro, abbiano modificato la situazione in essere.
Per questo motivo, a tutela degli interessi dei pendolari che non coincidono, a quanto è dato sapere, con quelli di Trenitalia, le chiedo gentile Assessore, di illustrarci quali sono i motivi che impediscono alla Regione di aprire il servizio di trasporto pubblico ai privati che vogliono mettersi in gioco. La strada dei bandi, quella già intrapresa e disconosciuta in seguito, credo sia l'unica in grado di modificare lo stato attuale del disservizio di trasporto pubblico affidato a Trenitalia, ancora più delle multe, che sembrano non impensierire molto i vertici dell'Azienda. Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega per avere posto un tema, quello del servizio del trasporto pubblico locale, il quale, certamente, sta molto a cuore all'Amministrazione, che proprio nelle ultime settimane ha convocato i vertici di Trenitalia, a cadenza pressoché settimanale, proprio per migliorare un servizio a tutela degli utenti.
Per quanto riguarda nello specifico le domande poste nel question time do conto di una nota predisposta dagli Uffici dell'Assessore Bonino, che ripercorre le tappe, anche sotto il profilo tecnico, di quanto la Giunta ha fatto fino ad oggi per la liberalizzazione del servizio ferroviario.
Sin dal novembre 2010, la Giunta regionale, attraverso la DGR n. 22 1095 del 30/11/2010, ha inteso promuovere la liberalizzazione del servizio ferroviario regionale attraverso l'attivazione di procedure a valenza pubblica articolando la rete ferroviaria piemontese in due ambiti.
L'ambito 1 denominato "Sistema Ferroviario Piemonte" (Provincia di Novara, Vercelli, Biella, Verbano Cusio Ossola, Provincia di Cuneo e i collegamenti con la Liguria di Ponente e la Francia, Provincia di Alessandria, Asti e i collegamenti con Genova, i collegamenti portanti tra le Province su rete fondamentale RFI).
L'ambito 2, denominato "Metropolitano" (servizio ferroviario metropolitano di Torino), comprendente le tratte finora coperte da Trenitalia S.p.A. e GTT S.p.A. (il differenziamento del lotto "metropolitano" si rende indispensabile anche in considerazione dei significativi interventi di potenziamento infrastrutturale programmati in coerenza con l'avanzamento del progetto del Sistema Ferroviario Metropolitano strutturato dall'Agenzia per la Mobilità Metropolitana di Torino).
Con la medesima delibera (novembre 2010) è stato anche stabilito di dare mandato alla Direzione regionale Trasporti, Infrastrutture, Mobilità e Logistica di predisporre gli atti tecnico-amministrativi propedeutici all'attivazione delle gare di che trattasi, al fine di procedere all'avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio ferroviario; di affidare il servizio ferroviario, nel periodo intercorrente tra l'indizione delle procedure di gara e l'avvio dei nuovi affidamenti, a Trenitalia S.p.A.
In relazione a ciò si fa presente che con la DGR n. 11-1793 del 04/04/2011 sono stati definiti ed assegnati a SCR Piemonte S.p.A. gli interventi nelle materie delle infrastrutture e dei trasporti; con la DGR n. 10-2572 del 13/09/2011 e la DGR n. 22-3210 del 30/12/2011 sono state definite nel dettaglio le attività assegnate a SCR Piemonte S.p.A. per la messa a gara del servizio pubblico di trasporto ferroviario regionale attività che dovranno concludersi entro la data del 31/12/2012; con la DGR n. 16-2262 del 27/06/2011 è stata affidata a Trenitalia S.p.A. la gestione dei servizi ferroviari di interesse regionale per gli anni dal 2011 al 2016 attraverso apposito contratto di servizio.
Concludendo la presente, si rende noto che le attività programmate dalla Giunta regionale sono tutt'ora in corso, in linea con quanto a suo tempo deliberato dalla Giunta stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi, anche se, per informazione e correttezza, in questa fase non c'è titolo per intervenire.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Infatti non intervengo, chiedo solo copia dell'intervento svolto ora dall'Assessore Maccanti.



PRESIDENTE

La ringrazio, la mia era un'informazione preventiva dovuta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1036 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Trasporto Pubblico Locale in provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1036, presentata dal Consigliere Muliere, che ha la parola per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
In qualche modo questa interrogazione si ricollega a quella precedente in cui si parlava di disservizi. Nella mia interrogazione era una ipotesi oggi è una certezza: saranno chiuse otto tratte ferroviarie. Quattro in Provincia di Alessandria (Asti-Casale, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale e Novi-Tortona), le altre quattro sono già note: Alba-Asti, Alba-Alessandria Cuneo-Mondovì, Cuneo-Saluzzo-Savigliano.
Otto tratte ferroviarie molto importanti per chi utilizza il treno per recarsi al lavoro o a scuola. Sono tratte ferroviarie che, in qualche modo da mesi, erano al centro dell'attenzione dei pendolari, e non solo. Ricordo articoli di giornali che davano rassicurazione rispetto alla linea Casale Vercelli non soltanto per quanto riguarda il trasporto, ma soprattutto per i finanziamenti che erano già stati stanziati per l'elettrificazione di tale linea.
Ricordo un incontro tra il Sindaco di Casale e l'Assessore ai trasporti, in cui c'erano queste rassicurazioni non più tardi di tre mesi fa. Oggi abbiamo la notizia che quella linea ferroviaria sarà soppressa e i pendolari si sono già mobilitati. Tutto ciò si va ad aggiungere ai tagli al trasporto pubblico locale su gomma. Cito i tagli nella provincia di Alessandria, ma è un tema che abbiamo trattato in Consiglio regionale e che riguardano tratti della viabilità della nostra regione.
La soppressione delle linee ferroviarie, i tagli al trasporto pubblico locale su gomma, il disagio che si ripercuote sui pendolari, ma anche, per quello che riguarda il trasporto su gomma, il pericolo di tagli di posti di lavoro, fa pensare che siamo di fronte ad una situazione davvero preoccupante.
Che cosa ha intenzione di fare la Giunta regionale che un giorno rassicura e il giorno dopo taglia le linee ferroviarie creando disagi notevoli ai cittadini? Siamo di fronte ad una situazione davvero preoccupante e, da quanto posso constatare, la Giunta regionale non ha nessuna opinione in merito anzi, ha preso una decisione, insieme a Trenitalia, che ha portato alla chiusura delle linee ferroviarie.
Siamo davvero davanti ad una situazione delicata e preoccupante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Si premette che la decisione di razionalizzare il trasporto pubblico locale da realizzare anche attraverso la sostituzione di alcune tratte ferroviarie con servizi sostitutivi su gomma - decisione ancora da assumere in via definitiva attraverso un provvedimento deliberativo della Giunta regionale - è dovuta alle ristrettezze, per il 2012, ma già emerse nel corso dell'anno precedente della finanza regionale con particolare riferimento alle entrate del trasporto pubblico locale.
Si ricorda, infatti, che a fronte di oltre due miliardi di euro a livello nazionale del 2010 per il trasporto pubblico locale, si è scesi a poco più di 1,7 miliardi di euro per il 2012, di cui al momento certi ce ne sarebbero soltanto 1,2 miliardi di euro.
Inoltre, le linee ferroviarie in questione (Asti-Casale, Alessandria Ovada; Vercelli-Casale, Novi-Tortona), rientranti nel gruppo delle linee per le quali è stata ventilata la soppressione e la sostituzione con servizio su gomma, hanno oggi per la Regione un costo da Contratto di servizio di Trenitalia variabile da 10 a 15 euro chilometro, con una media giornaliera di trasportati variabile da 15 a 40 persone, quindi inferiore alla capienza di un autobus da 50 posti che avrebbe, invece, un costo inferiore a 1,5 euro a chilometro (cioè 10-15 euro a chilometro per quello che riguarda il costo del servizio ferroviario, contro un costo di 1,5 euro a chilometro, l'impatto che avrebbe sulle finanze regionale la sostituzione con il trasporto su gomma).
Si ricorda che il collegamento Asti-Casale-Mortara è già svolto, da giugno 2010, senza grossi disagi per l'utenza, mediante autobus, causa problemi infrastrutturali nella galleria di Ozzano, ubicata sulla tratta Casale-Asti.
Peraltro, è in corso un'attività congiunta tra Regione-Province, quindi anche con la Provincia di Alessandria, rivolta a garantire un servizio su gomma alternativo a quello su ferro rispetto alle linee citate, nell'ambito dei cosiddetti servizi minimi provinciali, che garantisca livelli di offerta adeguati sia in termini quantitativi che qualitativi.
Ricordo anche che la razionalizzazione del trasporto pubblico ferroviario è un tema molto discusso anche in sede di Conferenza Stato Regioni; la razionalizzazione e il parametro del costo rispetto alla media dei trasportati sarà uno dei criteri di premialità per quello che riguarda la ripartizione del fondo dei prossimi anni.
Certamente, l'interesse della Giunta è quello di continuare a garantire il migliore servizio possibile agli utenti, ad un costo sostenibile.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1037 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Apertura del reparto di emodinamica presso gli ospedali di Ivrea e Chivasso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1037, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
quanto meno singolare scoprire dai giornali - faccio riferimento a La Sentinella del Canavese del 2 e 4 aprile - una questione che da tempo tiene le scene della discussione sulla sanità nel Canavese tra le realtà di Ciriè, Chivasso e Ivrea. Mi riferisco al reparto di emodinamica che ha iniziato a funzionare all'interno del territorio canavesano, anche con apprezzamenti da parte dei cittadini.
Tuttavia, se analizziamo nel dettaglio tutti gli atti autorizzativi, se esaminiamo l'iter riguardante un progetto - peraltro, era stato proposto dalla Giunta precedente che ha realizzato delle strutture - che ha avuto un avvio incerto e delicato sul territorio di Chivasso, oggi scopriamo che sul territorio di Ivrea, in modo altrettanto incerto e altrettanto precario, si pone l'avvio di alcuni interventi di emodinamica. Non si comprende bene quali siano le tutele messe in atto per i pazienti.
Peraltro si scopre che, così come era stato ribadito dal progetto illustrato dal Presidente Cota e predisposto dal Direttore dell'ARESS dottor Zanon, il personale non era sufficiente per garantire l'apertura dell'emodinamica, almeno all'interno del territorio di Ivrea.
Sappiamo che il dottor Secreto, attuale Commissario dell'Azienda TO4 ne ha fatto richiesta, ma non ha avuto autorizzazione. Si chiede di conoscere quale sia stato l'iter autorizzativo del reparto di Ivrea e che cosa si attenda rispetto ad un progetto deliberato con delibera n. 47-8608 del 2 aprile 2008, per la quale sono state realizzate le strutture nelle tre realtà afferenti all'ASL TO4. Ospedali definiti cardine del territorio e per i quali è prevista l'apertura dell'emodinamica 24 ore su 24, quindi esattamente in linea rispetto al progetto approvato nel 2008.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa innanzitutto in merito alla rete dei laboratori di emodinamica, che la Giunta regionale con DGR n. 13-1826 del 7 aprile 2011, ha revocato la DGR del 2008 citata dall'interrogante.
In attuazione di quanto indicato dal Piano di Rientro e in linea con la riorganizzazione della rete prevista dal Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2015, sono stati rivisti gli indirizzi programmatori nell'ambito in questione per conformarli alle previsioni di riordino del servizio sanitario regionale.
In particolare, la nuova deliberazione esclude la possibilità, prevista con il precedente provvedimento revocato, di attivare reti locali di laboratori di emodinamica in cui è possibile possedere i requisiti minimi previsti in forma collettiva, modalità organizzativa che ha portato a incentivare la proliferazione dei Centri e che, oltre a porsi in contrasto con le indicazioni previste dalla letteratura scientifica, non permette economie di scala in un'ottica di razionalizzazione dei servizi.
quindi prevista una razionalizzazione della rete mediante la riduzione numerica dei Centri e una loro maggiore qualificazione.
Nel caso specifico degli ospedali di Ivrea e Chivasso, si precisa quanto segue.
I due presidi sono nella ASL TO4, in cui è presente presso l'ospedale di Ciriè un'emodinamica attiva H24 con 3 emodinamisti e personale infermieristico in regola con quanto previsto dalla delibera regionale.
La direzione aziendale della ASL TO4, al fine di conformarsi agli indirizzi programmatori regionali che prevedono un unico laboratorio di emodinamica con tutti i requisiti previsti dalla DGR del 2011, sta lavorando e valutando ipotesi differenti per la localizzazione più corretta del laboratorio di emodinamica H24 nel territorio. Tali valutazione saranno fatte tenendo conto delle distanze di percorrenza, della provenienza dei pazienti (valutazione del bacino di utenza territoriale). Saranno presentate alla Direzione sanitaria diverse ipotesi per confermare l'attuale localizzazione o prevederne di migliori sulla base dei risultati degli studi indicati.
Lo studio sarà svolto dall'ASL in collaborazione con il gruppo di lavoro della Rete infarto.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta immediata n. 1038 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Insediamento Tessiltaglio S.rl."


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1038 presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, Assessore Maccanti, pone una questione che non riguarda soltanto la richiesta di accertare se siano state rispettate le condizioni previste dal contratto di insediamento della Tessiltaglio, ma credo abbia un valore più generale, perché fa seguito a un'altra interrogazione di contenuto analogo.
Riassumo per lei, Assessore, e per i colleghi i termini della questione.
Nel novembre del 2011, durante una conferenza stampa credo fatta per promuovere i contratti di insediamento e anche le attività della Giunta regionale, il Presidente Cota e l'Assessore Giordano, accompagnati in quell'occasione dal Presidente della Provincia di Biella e dall'Assessore al lavoro, indicarono quell'azienda come una delle imprese che avrebbero utilizzato i contratti di insediamento per rilocalizzarsi nel Biellese. Una buona notizia, naturalmente, che venne giustamente enfatizzata, in parte credo anche un po' strumentalmente per ascrivere questa iniziativa a merito della Giunta regionale, peccato però che anche questa vicenda, così come quella dell'altra azienda a cui mi riferivo in precedenza, si sia incagliata. Infatti, risulta che questa azienda abbia, almeno per il momento - ma vorrei essere contraddetto dall'Assessore - realizzato soltanto il 40% dell'investimento previsto; che l'azienda abbia, come altre aziende, in questa fase problemi di difficoltà e di crisi, ma che soprattutto una parte rilevante dei dipendenti dell'azienda siano per lo più lavoratori provenienti da altre regioni e non biellesi.
Prima considerazione. Consiglierei maggiore sobrietà alla Giunta regionale nel valorizzare queste iniziative e di farlo, semmai, una volta che le stesse si siano concluse in maniera positiva.
Tuttavia - e qui vengo alla seconda considerazione - non voglio con questa interrogazione mettere in discussione il valore del contratto di insediamento, che è stato inventato dalla Giunta precedente, modificato dalla Giunta attuale e che è stato pensato come strumento con il quale attrarre investimenti nella nostra regione e anche per creare occupazione aggiuntiva. Per quanto mi riguarda, non è questo in discussione, anzi credo che questa riflessione vada fatta per capire come rendere ancora più efficace eventualmente uno strumento del genere.
Ad ogni modo, penso che la riflessione sul contratto di insediamento non possa non intrecciarsi con una valutazione che riguarda anche il contesto economico nel quale oggi sono chiamate ad operare le imprese che pure sottoscrivono i contratti di insediamento, che è un contesto economico caratterizzato da difficoltà e problemi (problemi del credito, per esempio).
Ecco allora che emerge una questione: se da una parte il contratto di insediamento consente alle imprese che decidono di accedervi e che devono rispettarlo, naturalmente, nello spirito e nella lettera di poter contare su agevolazioni che noi riteniamo essenziali per attrarre investimenti (non rifaccio il discorso che ho fatto prima), è però altrettanto vero che le agevolazioni che possono derivare per effetto del contratto di insediamento sono una faccia della medaglia. L'altra faccia della medaglia è rappresentata da altre questioni, per esempio dalla politica del credito che in questo momento e in molti casi soffoca il sistema delle imprese e se non realizzato in maniera tale da poter essere consentito, l'accesso al credito da parte delle imprese finisce per vanificare anche strumenti come quelli che la Regione ha messo in campo per consentire politiche di sviluppo.
Da qui allora una richiesta specifica per capire qual è lo stato dell'arte per quanto riguarda questa azienda, ma anche una sollecitazione a monitorare queste situazioni e a fare in modo, se necessario, che le aziende possano essere accompagnate ed aiutate per affrontare quei problemi che non sono il contratto di insediamento, ma che la crisi pone loro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEARDI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito dei quesiti posti dal Consigliere Ronzani dico subito che condivido l'ultima parte della sua analisi, soprattutto per quel che riguarda i problemi dell'accesso al credito, anche perch drammatici fatti di cronaca ci hanno consegnato negli ultimi giorni episodi tragici di imprenditori che hanno deciso di togliersi la vita proprio per questi gravi problemi.
Su questo, la Giunta mi sento di dire che è impegnata a 360 gradi. Non più tardi di questa mattina, come Assessore agli Enti locali, ho insediato un tavolo al quale è presente API insieme agli Enti locali e alle finanziarie regionali, proprio per far ripartire la nostra economia e dare supporto ai nostri Enti locali per quanto riguarda le piccole opere infrastrutturali.
Da un lato, abbiamo i nostri Comuni che non riescono a realizzare le piccole opere (pensiamo, ad esempio alla ristrutturazione delle scuole, che così tanto sarebbe necessaria); dall'altro, abbiamo le nostre imprese che non lavorano. Infine, il terzo attore che è rappresentato dagli istituti bancari che, attraverso la stretta del credito, non incentivano certamente la ripresa della nostra economica.
Quindi, assicuro il Consigliere Ronzani rispetto al fatto che siamo impegnati davvero a 360° in un momento così difficile.
Per quanto riguarda, nello specifico, l'interrogazione a risposta immediata presentata dal Consigliere Ronzani, devo dire che è un piacere smentirla nei dati, non tanto per smentire lei, ma perché si tratta di migliori notizie riguardo allo sviluppo e all'occupazione del territorio che sicuramente le è molto caro.
Facciamo, un po' di storia.
Nel novembre 2008 questa azienda, la Tessiltaglio S.r.l., che opera da più di vent'anni nel settore della produzione di prodotti in tessuto usa e getta per centri estetici, solarium e parrucchieri, ha avviato la realizzazione di uno stabilimento in Villanova Biellese (BI) che ha iniziato la sua attività a fine 2009.
Il programma presentato sul contratto di insediamento prevedeva un investimento da realizzare in di quattro anni (entro novembre 2012) pari a 6.750.000,00 euro con un'occupazione finale a regime (entro il 2013) di 30 unità lavorative.
Il progetto, monitorato semestralmente come tutti i progetti finanziati dalla Misura, presenta oggi il seguente stato di avanzamento e in questo i dati che le presento sono migliorativi rispetto a quelli da lei citati.
Cioè, l'investimento finora realizzato è del 72,23%, quindi decisamente più alto rispetto al 40% che le risultava, con un'occupazione effettiva diretta di 32 unità.
Quindi, l'investimento fino ad oggi realizzato, sebbene in ritardo effettivamente di qualche mese, risulta in linea con le previsioni dell'azienda.
Da un confronto con la stessa, dato il forte investimento realizzato nonostante il particolare periodo di crisi, è prevedibile uno slittamento di una piccola parte delle spese nel 2013, con conseguente scorporo e riduzione del contributo, a parità comunque di occupati generati (minimo 30 unità).
La spesa differita riguarderebbe un macchinario di rifinitura che rappresenta all'incirca per il 15% il programma complessivo; si prevede una chiusura all'85% delle spese che non compromette la produttività totale.
Come evidenziano i dati, quindi, sebbene l'impegno di ricaduta occupazionale debba essere rispettato entro la fine del 2013, l'azienda ha già raggiunto da tempo l'obiettivo. Tale indicatore sarà comunque oggetto di verifica nell'anno a regime, pena la revoca del contributo. Le risorse in questione sono regolarmente iscritte ed operano presso l'unità locale di Villanova Biellese.
Come avviene per qualsiasi investimento che preveda lavorazioni molto specializzate o di nicchia, o la complessa organizzazione logistica di un consistente magazzino di materie prime e prodotti finiti, nello stabilimento è necessario un livello di esperienza medio-alto ed un'adeguata preparazione delle risorse umane, sia di stabilimento sia amministrative.
L'azienda ha una politica di gestione del personale che predilige la crescita interna, la formazione e la fidelizzazione dei dipendenti pertanto in questa fase di avvio è prevista la presenza di alcune risorse esperte provenienti dallo stabilimento principale che formano le risorse assunte sul posto e nel corso del tempo porteranno a completamento la loro formazione, fino alla completa autonomia, che dovrebbe avvenire entro l'anno di regime, cioè il 2013.
L'indicatore occupazionale che sarà verificato nell'anno a regime considererà comunque le sole risorse locali. Quindi la presenza di risorse non locali è finalizzata all'attività di formazione.
Occorre, inoltre, precisare che il contratto d'insediamento in questione è stato stipulato con modalità approvate sì dalla precedente Giunta regionale, senza l'obbligo del vincolo occupazionale. Solo i nuovi contratti disciplinati dalla nuova scheda tecnica, approvata in coerenza con il Piano straordinario per l'Occupazione, hanno l'obbligo di realizzare una ricaduta minima occupazionale, pari a 50 addetti quale presupposto indispensabile per la sottoscrizione del medesimo.
Infine, in data 12/3/2012, presso il Ministero del Lavoro è stato raggiunto un accordo sindacale (in allegato) che prevede, tra l'altro l'intervento della Cassa Integrazioni Guadagni Straordinaria per un periodo di 12 mesi a decorrere dal 12/3/2012 per un numero massimo di 36 lavoratori, di cui n. due occupati presso la sede di Magnano (MI), n.
cinque presso la sede di San Pietro in Lama (LE) e n. 29 presso la sede di Villanova Biellese (BI).
Inoltre, l'azienda si è impegnata a presentare alla Regione istanza di esame congiunto finalizzata al ricorso alla CIG in deroga per i tre apprendisti dello stabilimento di Villanova Biellese.
Concludo dicendo che la Direzione Regionale Lavoro competente sta esaminando le pratiche relative alla Cassa Integrazione Straordinaria e alla Cassa Integrazione in deroga e comunicherà gli sviluppi della pratica e le soluzioni finali allo stato di crisi in atto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1039 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Delocalizzazione Indesit di None (TO) - futuro occupazionale dei dipendenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1039, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto porre una questione che è già stata molto discussa all'esterno e che finora non ha ancora avuto degli esiti dal punto di vista istituzionale, se non il coinvolgimento del Sindaco di None.
Però crediamo che questo sia un altro dei temi che, purtroppo, verranno posti all'attenzione degli Enti locali e della Regione e riguarda lo stabilimento Indesit di None, che, già in passato, è stato oggetto di interessamento e anche di un susseguirsi di crisi e di procedure che hanno portato a ridurre il numero degli occupati, da 6.000 degli anni Sessanta fino agli attuali 600.
Nel 2009 fu siglato un nuovo accordo che prevedeva un'ulteriore riduzione di 200 dipendenti e impegnava la proprietà a mantenere lo stabilimento presso la sede di None.
Nella riunione del comitato interaziendale europeo, che si è riunito martedì 3 aprile a Roma, il gruppo Indesit ha dichiarato la propria intenzione di concentrare in Polonia la produzione di lavastoviglie mettendo in pericolo il futuro lavorativo dei 400 dipendenti dello stabilimento torinese, disattendendo gli impegni presi nel 2009.
Al momento questo è l'unico atto ufficiale, è un atto che aveva già delle considerazioni molto puntuali, che però al momento non dà l'idea che si tratti semplicemente di un'indicazione: è una vera e propria intenzione.
Chiaramente, la conseguenza di tale scelta ha ricadute drammatiche sul futuro occupazionale e di ricollocazione degli attuali dipendenti nel territorio pinerolese, che forse più di altri ha già subito il forte peso della crisi.
Fin da subito, i lavoratori hanno intrapreso azioni di protesta e di mobilitazione, chiedendo incontri istituzionali con gli Enti locali e la Regione. Come dicevo, i lavoratori attualmente già sono stati ricevuti dal Sindaco di None, che ha dato disponibilità a fare quanto necessario per mantenere la produzione e i livelli occupazionali.
Le prossime date sono quelle del 18 aprile, quando ci sarà un primo incontro a livello nazionale tra le organizzazioni sindacali e l'azienda; e per il 24 è programmata la prossima riunione del CAE (Comitato Interaziendale Europeo).
Quindi, chiediamo che cosa la Giunta stia mettendo in atto preventivamente, anche perché crediamo sia necessario aprire, purtroppo l'ennesimo tavolo, per affrontare la situazione lavorativa e occupazionale dei dipendenti della società valutando l'attivazione di eventuali misure di ammortizzatori sociali o di favorirne la ricollocazione, nel caso che questo piano, che purtroppo sembra essere già molto puntuale, sia poi portato alla sua realizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Il 3 aprile u.s. si è tenuta a Roma una riunione del CAE - Comitato Interaziendale Europeo - nel corso della quale è stata fornita un'informativa sui vari stabilimenti, compresa l'intenzione del Gruppo Indesit di concentrare la produzione di lavastoviglie presso lo stabilimento di Radomoko, in Polonia.
La conferma da parte di Indesit è intervenuta dopo la divulgazione della notizia da parte delle organizzazione sindacali. La società, che si è dichiarata pronta ad avviare una discussione con i lavoratori, ha spiegato che dopo l'accordo sottoscritto a luglio 2009, che prevedeva il mantenimento di una parte della produzione a None, il mercato delle lavastoviglie ha continuato a flettere sia per volume che per valore.
Secondo Indesit lo stabilimento ha una profittabilità negativa e in peggioramento nonostante i 14 milioni di investimenti effettuati negli ultimi tre anni.
La notizia ha colto tutti di sorpresa ed è particolarmente grave perché solo tre anni fa era stato raggiunto un accordo faticosissimo che pur prevedendo un elevato numero di uscite di lavoratori, impegnava l'azienda a mantenere a None la produzione.
La notizia della chiusura dello stabilimento di None, tuttavia, non è stata ancora ufficializzata: con ogni probabilità verrà confermata nella riunione che l'azienda avrà con le organizzazioni sindacali il 18 aprile p.v.
evidente che la gravità della situazione non può essere compensata dal fatto che l'azienda avrebbe deciso di lasciare a None la ricerca e lo sviluppo e ad ipotizzare un piano sociale per la gestione degli esuberi: pertanto non verrà lasciato nulla di intentato, al fine di cercare di far recedere l'azienda dalle decisioni assunte.
Indesit, com'è noto, ha utilizzato i seguenti periodi di cassa integrazione straordinaria: dal 13 luglio 2009 al 12 luglio 2010 per crisi aziendale; dal 13 luglio 2010 al 12 luglio 2012 per riorganizzazione aziendale. In base alla normativa vigente, lo stabilimento di None, in caso di deprecabile chiusura del sito, potrà avere a disposizione solo più dodici mesi di cassa, esaurendo, in tal modo, il periodo massimo di 36 mesi utilizzabile nel quinquennio 2010-2015.
Comunque l'Assessore seguirà puntualmente la situazione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1040 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Presunti esuberi presso l'ASO S. Croce Carle di Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1040, presentata dalla Consigliera Artesio, che la illustra.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione riceve molta attenzione dagli organi di informazione della Provincia di Cuneo e, da come ricordava l'Assessore, è già stata oggetto di una prima disamina a cura di un'interrogazione analoga del Consigliere Taricco. Il tema appare rilevante, in quanto coinvolge in specifico un'Azienda Sanitaria Ospedaliera, che, nello stesso Piano Socio Sanitario viene definita come Azienda hub, quindi di rilevanza della rete ospedaliera, quindi Azienda che deve rendersi disponibile, oltre che alla soddisfazione della domanda di salute del proprio territorio, anche alla funzione per le attività complesse rispetto agli altri ospedali connessi in rete, per la quale, quindi, occorrerebbe una conferma delle dotazioni di risorse professionali adeguate al livello di considerazione cui l'Azienda si colloca. Livello di considerazione che non è dato soltanto dal Piano Socio Sanitario piemontese, ma anche dal riconoscimento sulla scala nazionale assunto da quest'Azienda Ospedaliera per la complessità delle proprie prestazioni e dall'andamento della produzione sempre crescente.
Le voci diffuse dagli organi d'informazione non smentite riguarderebbero una discontinuità tra ciò di cui l'azienda avrebbe bisogno in termini di autorizzazione di spesa per il personale e ciò che, invece viene autorizzato ai sensi del trasferimento di budget determinato dall'Assessorato regionale nel riparto alle Aziende.
Tale discontinuità produrrebbe, a detta di una prima analisi realizzata dal Direttore generale/Commissario di questa azienda, dottor Marchisio, un esubero conseguente di quasi 163 unità.
La questione è, evidentemente, molto rilevante, perché si tratta non soltanto di procedere ad uno stillicidio già in essere grazie al Piano di rientro, per cui dal 2011 non sono stati confermati incarichi a tempo determinato, collaborazioni a progetto e consulenze, per una serie rilevanti di professioni sanitarie, ma addirittura qui si prevedrebbe non solo una dismissione, ma è più facile immaginare una non sostituzione del personale che, in quiescenza, non verrebbe quindi sostituito.
La questione ci sembra preoccupante. Lo stato di agitazione ha già coinvolto le organizzazioni sindacali e lo stato di allarme ha, viceversa coinvolto le popolazioni e gli Enti locali, per cui mentre si sottolinea ancora una volta la gravità di questa situazione, si chiedono determinazioni da parte dell'Assessorato competente.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La risposta, ovviamente, tiene conto di una verifica fatta con l'Azienda Sanitaria, che ha deliberato circa un mese e mezzo fa in merito.
Quanto segue è la risultanza dell'incontro avuto con loro (da parte dell'Assessore Monferino, ovviamente). La riduzione di personale previsto dall'Azienda nella delibera n. 50 del 18 gennaio 2012 non è corretta, in quanto è finalizzata ad una riduzione dei costi di 6.377.949 euro. Mentre la riduzione da ottenere, coerentemente con il Piano di rientro, è di 3.524.000 euro, pari alla differenza tra il tetto di spesa 2012 (definito con la determinazione n. 516) e il costo 2011 a consultivo della consistenza organica, che è stato di 123.462.000 euro.
Quindi, il recupero che deve essere fatto per raggiungere, da 126, 123 è di circa tre milioni e mezzo di euro.
L'Azienda dovrà rivedere la proposta di consistenza organica prevedendo la necessaria riduzione del personale, che, ovviamente, sarà molto più contenuta, trattandosi di costi da recuperare dell'ordine di tre milioni e mezzo rispetto ai 6.300.000; da attuarsi, come previsto dalle disposizioni regionali, nell'ambito di un processo riorganizzativo con la necessaria gradualità, che può anche andare oltre il 2012, com'è peraltro previsto dal Piano di rientro, senza ovviamente l'attivazione di procedure di messa in mobilita dei dipendenti a tempo indeterminato.
In estrema sintesi, questa è la verifica compiuta con l'Azienda da parte della Regione.
In allegato - non so se ce l'ho a mie mani, in caso contrario mi attiverò per recuperarlo e inviarglielo - troverete un dettaglio molto più articolato, che fa riferimento ai diversi passaggi del Piano di rientro e dà giustificazione di questa riduzione di tre milioni e mezzo.
Credo che l'interesse di tutti vertesse sulla riduzione, che non deve essere, come previsto, di 6.300.000, che, se non ricordo male, faceva prevedere una riduzione di 160 unità circa, ma di tre milioni e mezzo di euro, da fare con la gradualità necessaria per raggiungere questo obiettivo.
Questa è la risposta che è stata fornita alla presente interrogazione.
Cercherò di acquisire la documentazione allegata e di farla pervenire alla Consigliera. Peraltro, siamo in sede di risposte verbali e non di interrogazione formale, ma visto che la documentazione è stata comunque predisposta, cerchiamo di consegnarla.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.00 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Mozione n. 699 presentata dai Consiglieri Lepri, Reschigna, Ronzani Muliere, Laus, Pentenero, Buquicchio, Artesio, Cerutti, Dell'Utri, Negro e Goffi, inerente a "Non duplicare le strutture amministrative: accorpare le funzioni di direzione amministrativa delle ASL" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Chiediamo l'iscrizione della mozione depositata oggi, ad oggetto "Non duplicare le strutture amministrative: accorpare le funzioni di direzione amministrativa delle ASL".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Se nessuno si oppone, diamo per iscritta la mozione presentata dal Consigliere Lepri.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni, Cota, Giordano e Sacchetto.
Il numero legale è 28.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 129, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana dell'8 marzo è stato posto in votazione l'articolo 3. La votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale, pertanto dobbiamo ripetere la votazione dell'articolo 3.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Bono: "Si riscrive l'art. 4 così: Art. 4 (Funzioni di organizzazione del servizio) Le province e ì comuni di ciascun ambito territoriale ottimale o area territoriale omogenea esercitano in forma associata le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani come di seguito identificate: specificazione della domanda di servizio, intesa quale individuazione della quantità e della qualità di rifiuti da raccogliere e avviare a recupero di materia in modo da rispettare i limiti di legge; della quantità e qualità di rifiuti residuali da avviare a recupero o smaltimento e, in generale del livello qualitativo globale dei servizi da garantire agli utenti elaborazione, approvazione e aggiornamento del relativo piano d'ambito finalizzato alla realizzazione degli impianti e all'acquisizione delle attività e delle dotazioni necessarie all'erogazione dei servizi determinazione dei livelli di imposizione tariffaria, finalizzazione e destinazione dei proventi tariffari e definizione del piano finanziario relativo al piano d'ambito definizione del modello organizzativo e individuazione delle modalità di produzione dei servizi affidamento dei servizi, conseguente alla individuazione della loro modalità di produzione controllo operativo, tecnico e gestionale sull'erogazione dei servizi.
Le funzioni di cui al comma 1, lettere b), c) e d) sono esercitate d'intesa con la Giunta regionale quando sono relative ad opere strategiche intendendosi per tali i termovalorizzatori, gli impianti finalizzati all'utilizzo energetico dei rifiuti e le discariche a servizio dei medesimi.
Nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, le province e i comuni si attengono alle direttive generali ed agli indirizzi regionali in materia di gestione dei rifiuti e di qualità dei servizi." Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento 33) s'inscrive nell'ambito del dibattito svolto sia in Commissione sia nella prima parte dell'illustrazione del disegno di legge riguardante la distinzione tra l'ambito territoriale ottimale e l'area territoriale omogenea.
Per questo motivo abbiamo votato contro l'articolo 3, in quanto si definiva che gli ambiti territoriali ottimali possono, o potranno, essere organizzati per aree territoriali omogenee.
Noi riteniamo che dovrebbe essere trasformata in un "devono", nel senso che la sotto-organizzazione in aree più piccole sarebbe sicuramente funzionale ad un migliore svolgimento della funzione precipua di cui tratta questa legge, in particolar modo la gestione integrata dei rifiuti urbani visto che il servizio è di tipo integrato, anche se citato ovviamente nel disegno di legge, viene trattato solo in modo marginale, mantenendo la vecchia suddivisione in ATO.
Con quest'emendamento riteniamo di sottolineare la presenza anche dell'area territoriale omogenea e, all'interno delle funzioni di organizzazione e di controllo del servizio, gestito in forma associata abbiamo pensato di aggiungere, al comma a), il recupero di materia, in modo da rispettare i limiti di legge europei e nazionali. Il contesto normativo la 152 del 2006 e le direttive europee - esige almeno il 65% di raccolta differenziata al 2012 (quindi oggi) e, per quanto riguarda il recupero di materia, a breve è richiesta una quota di almeno 50%, che più o meno corrisponde, a seconda dei calcoli, addirittura ad un 70-72% di raccolta differenziata.
Ovviamente non tutta la raccolta differenziata è perfetta e pulita come si dice in maniera non tanto tecnica ma in gergo, quindi non tutta la quota della raccolta differenziata va a recupero di materia.
Aggiungeremmo questi due punti per meglio definire le funzioni da gestire in forma associata all'interno degli ambiti e delle aree territoriali omogenee.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Ronzani, Reschigna, Manica, Bresso: "I commi 1 e 2 dell'articolo 4 del disegno di legge n. 129 sono sostituiti dai seguenti: 1. I comuni in forma associata esercitano le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, in applicazione dell'art. 4 l.r. 24/2002, lettera b) e lettera c), compreso l'affidamento dei servizi conseguenti alla individuazione del modello organizzativo e delle modalità di produzione dei servizi.
2. Le province esercitano, entro gli ambiti territoriali di cui all'art. 3 anche attraverso convenzione, le funzioni relative ad opere strategiche intendendosi per tali, tra l'altro, i termovalorizzatori, gli impianti finalizzati all'utilizzo energetico dei rifiuti e le discariche a servizio dei medesimi. Tali funzioni sono esercitate nel rispetto della pianificazione regionale di cui all'art, 2 l.r. 24/2002. Tutti gli atti amministrativi assunti dalle province singolarmente o in convenzione sono trasmessi entro dieci giorni alla Regione che ne verifica la coerenza con la pianificazione regionale. La Regione ha la facoltà di chiedere integrazioni o modifiche entro trenta giorni, passati i quali l'atto si intende automaticamente approvato." Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Preliminarmente chiederei, se è possibile, avere l'elenco degli emendamenti che affronteremo, come abbiamo già sperimentato in altre sedute.
Con quest'articolo entriamo di fatto nella puntuale definizione dell'organizzazione dei servizi e della struttura su cui si articolerà la gestione del servizio, ma quando siamo partiti c'era un quadro che, via via, è totalmente mutato.
Oggi siamo in presenza di un mutamento del ruolo delle Province, se non cambia, ma non vedo come potrebbe cambiare visto che alcune Province andranno ad elezione nel prossimo mese. Con il nuovo modello di Province che si sta prefigurando, le stesse non saranno più enti intermedi con funzioni proprie e specifiche, ma diventeranno enti di coordinamento senza funzioni gestionali. Credo che vi sia la necessità di una riflessione sulle modalità di organizzazione, perché, con le modificazioni intervenute secondo cui le nuove Province saranno una specie di unioni o coordinamenti di Comuni, ci troveremo con soggetti gestori che saranno al 50% in capo alle Province e al 50% in capo ai Comuni.
Non credo che l'assetto che si è prefigurato sia ottimale per gestire questo tipo di situazione, quindi credo varrebbe la pena, prima di addentrarci a definire questa situazione, di approfondire la questione così come abbiamo fatto quando si era partiti.
cambiato il mondo, da questo punto di vista, quindi non credo abbia senso andare avanti facendo finta che nulla è cambiato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Invito i colleghi a fare una riflessione sulla questione posta dal collega Taricco, perché dobbiamo confrontarci con il fatto che, nel frattempo, è cambiata la legislazione sulle Province, che avranno un ruolo diverso rispetto a quello che noi conosciamo.
Oggi la Provincia è un ente di gestione e di programmazione, ma gestisce. Le modifiche che il Governo ha deciso - a torto o a ragione - di apportare al ruolo delle Province, modificano la funzione che esse eserciteranno tra qualche mese (la prima scadenza riguarda la Provincia di Asti, dove si voterà nel 2013, quindi non tra vent'anni, ma tra un anno e mezzo).
Le Province saranno enti di coordinamento e di programmazione e non più enti di gestione. Insisto, colleghi: saranno enti di programmazione e di coordinamento; saranno eletti con elezioni di secondo grado, nel senso che saranno i Consiglieri comunali di quella provincia ad eleggere il Presidente - non più la Giunta - e il Consiglio provinciale; tant'è vero che il Parlamento sta esaminando un disegno di legge che, in forza di quanto stabilito dal decreto che ha cambiato la natura delle Province incarica il Parlamento di definire le modalità di elezione delle nuove Province.
Se questo è il contesto, la domanda è: noi dovremo fare una riflessione, no? Cioè, noi non possiamo ragionare come se la Provincia sia quella che abbiamo immaginato quando abbiamo costruito questo modello e questa proposta di legge, perché sappiamo che non sarà così.
Allora, qual è il rischio concreto? Che noi ragioniamo prescindendo da un Ente che cambierà profondamente natura e l'unica cosa certa è che cambierà natura; questa non è una cosa ipotetica: non stiamo discutendo di qualcosa che potrebbe capitare. Si potrebbe dire che esiste in Parlamento un disegno di legge e il Parlamento potrebbe approvarlo o respingerlo.
Quindi, tutto sommato, potremmo considerare questa proposta di legge praticabile e percorribile perché il Parlamento potrebbe anche non votare quella modifica del ruolo delle Province, ma la cosa che sto dicendo è legge: le Province, cioè, non esisteranno più, per come le abbiamo conosciute. E c'è un problema temporale, nel senso che le nuove Province entreranno in vigore ciascuna finito il mandato in corso: più chiaro di così si muore! Qual è il problema? Che dovremmo - ho finito, Presidente - aprire una riflessione e immaginare in che misura l'attuale disegno di legge debba essere cambiato per tener conto di questa novità istituzionale: questo è il punto. L'unica cosa che non possiamo fare è far finta di niente, cioè ignorare che - fra un anno e mezzo o due - le Province non saranno più quello che sono ora.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Non torno sulle questioni che hanno affrontato i colleghi, non perch non le condivida ma perché mi sembra siano state sufficientemente illustrate. Torno invece sull'emendamento che stiamo presentando in questo momento. Con l'emendamento che stiamo illustrando, di cui vorrei evidenziare le ragioni fondamentali, noi riscriviamo sostanzialmente i primi due commi dell'articolo 4.
Con il primo comma noi immaginiamo che siano i Comuni, in forma associata, ad esercitare le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Qui c'è un problema su cui vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula e dell'Assessore: il primo comma dell'articolo 4 prevede che gli ambiti territoriali ottimali siano il riferimento anche per la raccolta. Noi crediamo che gli ambiti territoriali ottimali siano di riferimento per l'organizzazione complessiva del servizio, non tanto per la raccolta. Voglio ricordare che ci sono quattro ambiti territoriali ottimali e immaginare che la raccolta si debba organizzare a quel livello di popolazione e di territorio mi sembra un po' eccessivo: mentre è corretto porre a livello di area vasta il tema degli impianti di smaltimenti, non è corretto porre a quel livello di area vasta il tema della raccolta quale tema così determinante.
Con il secondo comma, invece, interveniamo su un'altra delle questioni che secondo noi l'articolo 4 del disegno di legge non ha affrontato correttamente. Il secondo comma dell'articolo 4 dice sostanzialmente che sui grandi impianti termovalorizzatori - quelli che offrono anche una possibilità di produzione di energia - occorre costruire intesa tra le Province e la Regione. Ora, dal nostro punto di vista, la parola "intesa" significa una potenziale invasione di campo da parte della Regione sul sistema cui è delegata la gestione di questi interventi.
Noi proponiamo, invece, intanto che la Regione definisca la programmazione e che quindi, nella programmazione, affronti anche il tema dello smaltimento, che oggi è un tema importante vista l'ampiezza della raccolta differenziata; e il tema dell'organizzazione dello smaltimento non può essere affrontato neanche più a livello delle singole Province considerato che abbiamo Province di popolazione molto diversa.
Il secondo elemento che proponiamo è che sugli atti delle Province che affrontano questa tematica vi sia, sì, una possibilità di intervento da parte della Regione, laddove questa ravvisi un incoerente riferimento con l'applicazione della programmazione regionale; ma che questo avvenga in un tempo perentorio di 30 giorni, decorso il quale subentra il silenzio assenso.
Fissiamo allora questi elementi: la certezza del procedimento, la definizione delle funzioni e la possibilità di intervento da parte della Regione unicamente come richiamo ad una programmazione regionale non applicata correttamente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Internazionale Europea Statale "A. Spinelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle classi III e V della Scuola Internazionale Europea Statale "A. Spinelli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 129.
La parola alla Consigliera Pentenero, sempre sull'emendamento n. 37).



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che, alla luce di quanto sta capitando sul piano nazionale in ordine alle riforme previste - in modo particolare per ciò che attiene le Province - oggi quest'Aula non possa pensare di andare avanti sulla discussione di una legge importante, che tocca un tema delicato dell'organizzazione degli Enti locali della nostra Regione, senza tenere in considerazione - e quindi senza immaginare di introdurli all'interno del disegno di legge stesso - degli elementi tali che ci permettano di dare effettiva attuabilità alla legge e una soluzione agli Enti locali che si trovano in un momento di trasformazione e di cambiamento.
L'invito, quindi, è quello di andare a rivedere il comma 2 dell'articolo 4, che prevede la definizione delle competenze delle Province. Magari forse è il caso, a questo punto, di attendere gli atti definitivi che arriveranno dalle Aule del Parlamento, per cercare di comprendere qual è la migliore soluzione che possiamo dare al nostro disegno di legge.
Sicuramente l'assetto normativo rispetto agli Enti locali subirà uno stravolgimento e un cambiamento importante che - laddove va a toccare un tema come quello della raccolta rifiuti e soprattutto della gestione dei grandi impianti - non si può non tenere in considerazione.
Immaginiamo quindi che con oggi si possa aprire un dibattito su questo tipo di situazione e che si facciano delle valutazioni attente perché gli Enti locali hanno bisogno di strumenti attuali e, soprattutto, che possano essere di risposta alle esigenze di gestione e di organizzazione territoriale rispetto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 88) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Al comma 1 dell'art. 4 la parola "esercitano" è sostituita dalla parola "impiegano".
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Al comma 1 dell'art. 4 la parola "funzioni" è sostituita dalla parola "attività".
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Al comma 1 dell'art. 4 la parola "organizzazione" è sostituita dalla parola "coordinamento".
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Al comma 1 dell'art. 4 la frase "di seguito" è sostituita dalla parola "sotto".
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Al comma 1 dell'art. 4 la parola "identificate" è sostituita dalla parola "individuate".
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: La lettera a) del comma 1 dell'art. 4 è così riscritta: "a) specificazione della domanda di servizio, intesa quale individuazione della quantità e della qualità di materiali post consumo da raccogliere e avviare a recupero di materia nonché della quantità da avviare a smaltimento e, in generale, del livello qualitativo globale dei servizi da garantire agli utenti;".
In accordo con il proponente, diamo per illustrati gli emendamenti rubricati n. 88), 89), 90), 91) e 92).
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'emendamento n.
31).



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a intervenire sul comma 1, lettera a) dell'articolo 4, andando a definire e riscrivere praticamente il comma che riguarda le funzioni di organizzazione del servizio per Province, Comuni e ciascun Ambito Territoriale Ottimale.
Andremmo ad inserire la definizione, come abbiamo pensato di modificare in altri punti del testo di legge, di rifiuti in "materiali post consumo da raccogliere e avviare a recupero di materia", quindi non un generico smaltimento che comprenda anche il recupero energetico.
La quantità la segnaliamo solo per la quota da avviare a smaltimento che sia in discarica o che sia recupero energetico.
In generale, vogliamo definire il livello qualitativo globale dei servizi, perché stiamo parlando di un servizio di pubblica utilità che comprende ovviamente anche la nettezza urbana, da garantire agli utenti.
Con quest'emendamento intendiamo separare nettamente da una parte la raccolta differenziata e il recupero di materiali, quindi l'effettivo recupero di materia, dallo smaltimento proprio, che intendiamo in discarica o a recupero energetico tramite i cosiddetti inceneritori o termovalorizzatori, parola che non riteniamo molto consona all'attività che svolgono questi impianti; quindi, riconoscendo quella che è la suddivisione anche gerarchica delle direttive europee, che prevede lo smaltimento in discarica come ultima risorsa nella gestione dei rifiuti, e subito sopra il recupero energetico. Mentre tiene come principi cardine, per quanto riguarda le norme della gestione dei rifiuti, la riduzione, il riuso e il riciclo.
In questo caso, penso che anche la nostra legge regionale dovrebbe fermo restando che conosciamo le intenzioni della Giunta e della maggioranza dei Consiglieri regionali, prevedere all'interno della gestione dei rifiuti in Regione Piemonte anche l'incenerimento, però riteniamo cosa su cui abbiamo una posizione nettamente contraria a ragion veduta che si debbano tenere separate le due competenze, le due funzioni: da una parte quella che è riduzione, riuso e riciclo per recupero di materia dall'altra smaltimento che sia in discarica o per recupero energetico.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 93) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: al comma 1, lettera a), dell'articolo 4, la parola "specificazione" è sostituita dalla parola "inquadramento" Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: al comma 1, lettera a), dell'articolo 4, la parola "individuazione" è sostituita dalla parola "indicazione".
Gli emendamenti rubricati n. 93) e n. 94) del Consigliere Bono sono dati per illustrati dal proponente.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: alla fine della lettera c) del comma 1, dell'articolo 4, si aggiunge "escludendo qualsiasi forma di remunerazione del capitale investito".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

L'emendamento è sempre all'articolo 4, comma 1, lettera c): oltre alla "determinazione dei livelli di imposizione tariffaria, finalizzazione e destinazione dei proventi tariffari e definizione del piano finanziario relativo al piano d'ambito", vorremmo inserire "escludendo qualsiasi forma di remunerazione del capitale investito", andando quindi a recepire quella che è stata la volontà di 27 milioni di elettori italiani, che si sono espressi con un referendum nel giugno 2011, che riguardava tutti i servizi pubblici locali. Quindi, anche la gestione dei rifiuti urbani, mentre possiamo dire, fortunatamente, che almeno è passato un concetto, anche se sbagliato, che il referendum si rivolgesse solo alla gestione del servizio idrico integrato. È merito sicuramente del Forum nazionale dell'acqua pubblica, però oggigiorno ci rivolgiamo, nella gestione che 27 milioni di italiani chiedono che rimanga pubblica, solo al servizio idrico integrato.
Noi, come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, vogliamo ricordare che il referendum era su un articolo di un decreto legge che riguardava tutti i servizi pubblici locali, compresa anche la gestione dei rifiuti.
Quindi, riteniamo che in questo caso bisognerebbe rispettare, come tutti i referendum, la volontà popolare, anche se l'Italia è un Paese un po' strano, in cui anche il referendum, cioè quella che è la massima espressione della sovranità popolare, sancita nel primo articolo della Costituzione, viene un po' dimenticato e trascurato, anche perché c'è una Costituzione scritta ed una Costituzione poi applicata.
Oggi si parla tanto dei rimborsi elettorali su cui c'è stato un referendum nel 1993 e dopo sei mesi è stato trasformato da finanziamento pubblico a rimborsi elettorali.
Non vorremmo che anche questo accadesse nell'ambito delle varie applicazioni a cascata dal livello nazionale al livello regionale e al livello dei Comuni, perché anche il Comune di Torino si sta avviando verso logiche di privatizzazione che francamente cozzano con il referendum nazionale. Ad esempio, c'è già la volontà di andare a vendere - e penso che in Assessorato ne abbiate parlato anche con il rispettivo Assessore all'ambiente del Comune di Torino - anche il 50% delle quote di TRM, cioè il trattamento rifiuti metropolitani di Torino, che dovrebbe gestire quando sarà costruito l'inceneritore di Torino, l'impianto per ragioni di cassa.
Noi, essendo in Regione, ci auguriamo che l'Assessore Ravello non avalli questa politica dei Comuni e, a livello regionale, metta un forte sbarramento e una diga per arginare quelle che sono scelte non democratiche, che vanno contro l'espressione popolare di 27 milioni di elettori italiani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: alla lettera e), del comma 1, dell'articolo 4, dopo "affidamento" si aggiunge "in house o tramite azienda speciale" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Quest'emendamento segue l'emendamento precedente e prosegue il discorso che stavo facendo.
Alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 4, quando si parla di affidamento dei servizi, inseriremmo "con gestione in house tramite azienda speciale, quindi di diritto pubblico", in quanto, per riprendere il discorso che avevo iniziato nel precedente emendamento, per dare seguito reale all'espressione di 27 milioni di elettori italiani, che si sono espressi contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali, non si pu tentennare.
Si può quindi andare o con un affidamento in house anche ad una S.p.A.
quindi di diritto privato ma con capitale interamente pubblico, oppure come richiede fortemente il Forum nazionale dell'acqua pubblica, tramite il ritorno ad un tipo di azienda di diritto pubblico, l'azienda speciale, che non è morta, non è stata eliminata o espunta dal Codice per quanto riguarda l'utilizzo delle aziende e della gestione dei servizi, ma è tuttora utilizzabile.
Francamente noi riteniamo che, inserendolo nel testo di legge, la Giunta, l'Assessore Ravello e questo Consiglio potrebbero ergersi a sbarramento, a diga e a difesa di quella che è l'espressione popolare e di quelle che sono le richieste fondamentalmente - e lo ribadisco per sottolinearlo nuovamente - di 27 milioni di elettori.
Visto che giustamente o ingiustamente i partiti politici, le maggioranze e le opposizioni vivono del consenso elettorale, forse il consiglio di tenere conto della volontà di così tanti elettori potrebbe tornare utile, anche alla luce del forte calo di consensi che diverse forze partitiche stanno affrontando e probabilmente affronteranno maggiormente nei prossimi mesi e nelle prossime elezioni politiche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: alla fine del comma 2, dell'articolo 4, si aggiungono le seguenti parole "gli impianti di compostaggio industriale e di trattamento a freddo dei materiali post consumo" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Con quest'emendamento si passa al comma 2 dell'articolo 4, in cui le funzioni riguardanti le lettere espresse nel comma 1 vengono esercitate in intesa con la Giunta regionale quando sono relative ad opere strategiche intendendosi per tali i termovalorizzatori, gli impianti finalizzati all'utilizzo energetico dei rifiuti, quindi gli inceneritori e le discariche a servizio dei medesimi.
Noi chiederemmo di aggiungere "anche gli impianti di compostaggio industriale e gli impianti di trattamento a freddo dei materiali post consumo". Visto che se n'è parlato molto in questi giorni, l'impianto di compostaggio di Druento è stato chiuso, finalmente, e sono stati messi i sigilli e dovranno trovarsi le risorse regionali per cercare di riattivarlo, in modo che non creino più quelle puzze ammorbanti che provocano dei disagi olfattivi e anche di salute sia fisica sia psicologica a migliaia e migliaia di cittadini torinesi che venivano ammorbati da queste puzze, perché quando si era sotto vento colpivano larga parte dell'hinterland torinese, di Torino città e dei quartieri più vicini alla zona dove è posto l'impianto di compostaggio di Druento.
Quindi, gli impianti di compostaggio industriale sono impianti importanti, proprio perché essendo impianti industriali trattano una grande quantità di rifiuti organici, quindi non sono "impiantini" piccoli, come può essere un piccolo impianto di compostaggio, magari condominiale o di una scuola o di un ospedale o quant'altro. Sono impianti molto grossi e riteniamo debbano essere gestiti d'intesa con la Giunta regionale.
Non so dire se la causa sia imputabile alla cattiva costruzione o alla cattiva gestione; sicuramente l'impianto di compostaggio di Druento non ha funzionato e l'impianto di compostaggio di Borgaro non produce un compost di livello elevato.
Quindi, penso che la Regione, che ha competenze specifiche sulle opere strategiche, dovrebbe inserire nel piano di gestione anche la localizzazione, la realizzazione e la gestione, ovviamente d'intesa con le aree territoriali omogenee, di questi impianti, nonché, in ultimo, degli impianti di trattamento a freddo di materiali post-consumo.
Se ne sente parlare in diverse province, ci sono diversi impianti che dovrebbero o potrebbero essere trasformati in impianti di gestione a freddo, ma non sono funzionanti, sono cattedrali nel deserto. Cito, ad esempio, in provincia di Torino, l'impianto di Piossasco, che è fermo, in cui sono stati investiti centinaia di migliaia di euro, ma ne conosco altri nella provincia di Cuneo e in altre province, che, se venissero governati sotto una regia regionale, potrebbero servire a gestire a freddo i materiali risultanti dalla raccolta differenziata, così da poter ridurre la quantità che finisce allo smaltimento, che, purtroppo per noi, è discarica o incenerimento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Reschigna, Muliere, Manica, Bresso: al comma 3 dell'articolo 4 del disegno di legge n. 129 dopo le parole "Nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 sono inserite le parole: "e 2".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questo, di fatto, è un emendamento di coordinamento, in quanto con gli emendamenti che abbiamo presentato abbiamo voluto fare un'operazione che pur nel mutato quadro normativo di riferimento, riteniamo importante, con l'obiettivo fondamentale di precisare quali erano le funzioni in capo a ciascun ente. Ovviamente, il comma 1 è stato sdoppiato in due commi, così da chiarire quali sono le funzioni in capo ai Comuni e quali sono le funzioni in capo alle Province.
Approfitto di quest'emendamento, che ritengo non necessiti in sé di altri grandi commenti, per effettuare una considerazione, che, a maggiore ragione con il mutato quadro che abbiamo di fronte, necessita di essere valutata approfonditamente.
Con i nostri emendamenti avevamo cercato di evitare che, per l'ennesima volta, si creasse un meccanismo nel quale troppi enti dovessero avviare forme di cogestione. Crediamo che con la cogestione gli enti sui nostri territori rischino di "schiattare", in quanto, alla fine, tutto diventa oggetto di negoziazione condivisa, di accordi e via discorrendo, in cui tutti compartecipano alle decisioni: sotto questo profilo il sistema sta collassando. Credevamo, e continuiamo a credere, fosse più importante dire con chiarezza cosa facevano i Comuni, cosa facevano le Province, cosa fa la Regione. Prima lo ha illustrato molto bene il collega Reschigna. Pensiamo sia più logico che la Regione, nell'ambito delle sue competenze, dica quali sono le regole del gioco, sia in termini normativi che di pianificazione alle quali gli enti sottordinati, quindi le Province e i Comuni, devono attenersi. Se ci sono questioni da dirimere, c'è un tempo nel quale questo deve essere fatto. Riteniamo che questo sia meglio che dire che la Regione e le Province co-decidono questo tipo di questioni e le gestiscono insieme.
Qui facciamo lo stesso tipo di operazione: scindiamo con chiarezza quali sono i compiti e gli ambiti su cui si esercita una serie di funzioni in capo ai Comuni e quali sono le funzioni in capo alle Province.
L'emendamento proposto in questa sede è di coordinamento, cioè prende atto di questa modifica e, ovviamente, la riporta anche laddove definiamo al comma 3 di questo articolo - che i Comuni e le Province si attengono alle direttive e agli indirizzi generali che dà la Regione, ma riteniamo dovrebbe essere un principio ispiratore generale.
Ne approfitto un secondo per dire che, nel mutato quadro che abbiamo di fronte, con le Province che sono diventate un'altra cosa, varrebbe la pena a questo punto, non sono i dieci giorni in più o i quindici giorni in meno, questo testo lo abbiamo talmente diluito nel tempo che potremo prenderci anche qualche settimana per ragionare - svolgere una riflessione per capire cosa la nuova funzione e organizzazione delle Province determina all'interno di questo quadro e come dovremmo prenderne atto per definire una legge che non sia da modificare tra venti giorni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Gli emendamenti sono terminati. Pertanto, possiamo procedere alla discussione generale e alla votazione degli stessi.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Al di là del pronunciamento da parte dell'Assessore sui singoli emendamenti, sarebbe opportuno capire come l'Assessore Ravello intende affrontare questa questione. È evidente che non è favorevole il quadro verso il quale ci avviciniamo, con la trasformazione delle Province in enti di secondo grado, a cui non sono attribuite competenze e funzioni amministrative proprie, cioè grandi consorzi dei Comuni. Però, questo mi sembra un elemento difficilmente modificabile rispetto agli scenari politici nazionali.
Siccome questo disegno di legge poggia su un equilibrio - che abbiamo accettato, perché lo riteniamo anche corretto - tra il ruolo delle Province e il ruolo dei Comuni, non solo nelle conferenze d'ambito, ma anche, in alcuni casi, nell'attribuzione di specifiche funzioni, è evidente che oggi, rischiamo di affrontare questo problema secondo una modalità e tra poco tempo di doverlo riaffrontare in tutt'altra dimensione.
Capire l'orientamento della Giunta relativamente a questo nodo fondamentale mi sembrerebbe assolutamente opportuno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello, che interviene a nome della Giunta regionale.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Il comune denominatore di tutti gli interventi che si sono susseguiti fino ad ora è stato quest'ultimo toccato dal Consigliere Reschigna, quello relativo a cosa sarà del sistema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti un domani, quando, se e come il riordino degli Enti locali, con particolare riferimento alle Province, entrerà in vigore.
Non vi annoierò rispondendo, ancora una volta, agli altri punti, a quelli che non fanno parte del minimo comune denominatore relativo alla discussione sul ruolo delle Province, così come immaginati nel provvedimento, poiché ampiamente discussi in lunghe sedute di Commissione.
Su questo, però, ricordo all'Aula che vi fu un ampio dibattito il giorno in cui questo disegno di legge arrivò in sede consiliare, per la precisione il 6 dicembre, giorno dal quale le condizioni non sono cambiate di molto.
Allora, la Giunta, dopo averne discusso, comunicò al Consiglio la sua ferma intenzione di procedere, considerando come valide le condizioni di allora, cioè del 6 dicembre, che da quella data ad oggi non sono variate di molto. Oggi ci confrontiamo con un quadro che vede prima di tutto gli Enti locali, Comuni e Province, richiedere con forza un'accelerazione nell'approvazione di questa legge, in maniera tale da avere un quadro di certezza all'interno del quale muoversi e trasferire le medesime certezze agli operatori, che, ovviamente, non possono che partecipare attivamente e direttamente alla gestione del ciclo dei rifiuti.
Mi permetto di ricordare che, di certo, oggi c'è qualche contenuto nel decreto che vale nella misura in cui è contenuto in un decreto. Non ritengo particolarmente opportuno immaginare una modifica, oggi, al disegno di legge, senza avere la conferma definitiva, successivamente alla conversione da parte delle Aule parlamentari - lo ricordava anche la Consigliera Pentenero - di quel decreto.
Non sarà difficile, qualora il contenuto dovesse essere confermato in questi termini, adeguare la legge che nel frattempo sarà certamente approvata, con due possibilità. Trasferire in capo alla Regione le competenze che oggi è previsto siano assegnate alle Province in seno alla Conferenza d'ambito, oppure ridistribuire quella quota tra i comuni che già faranno parte della Conferenza d'ambito.
Posso già spingermi in là manifestando una certa preferenza per la seconda opzione, poiché non è, come sostenuto dal Consigliere Taricco, che la Regione entra in compartecipazione con gli altri enti di governo del territorio. La Regione afferma, determina gli indirizzi, mantiene in capo a sé le proprie competenze di programmazione e disegna il quadro all'interno del quale gli Enti locali hanno mansioni operative, non di gestione del servizio, ma di governo dello stesso, che prevede quindi l'affidamento in gestione ad altri del medesimo. Credo che questa sia un'opzione da perseguire e da considerare.
Comunque sia, non ritengo opportuno oggi spingermi troppo in là considerando le richieste pressanti che provengono dal mondo istituzionale che poi gestisce quotidianamente il sistema dei rifiuti, che governa questo sistema.
Sarà poi nostra cura, nel momento in cui avremo la certezza sul nuovo ordinamento degli Enti locali, adeguare l'attuale legge, riconoscendo il medesimo livello di condivisione delle responsabilità immaginato ora.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Scusi, Presidente. Non vorrei aver fatto confusione e se l'ho fatta chiedo scusa.
La questione che ha posto l'Assessore non è di lana caprina, è dirimente. Non credo che esista un decreto. Il Governo, a torto o a ragione, ritenne, presentando il decreto "salva Italia", di inserirvi la normativa sulle Province. Quel decreto è stato convertito in legge, ergo: la normativa sulle Province è legge a tutti gli effetti.
Il Governo ha fatto un'altra cosa. In forza di quanto stabilito da un decreto diventato legge, è cambiata la natura delle Province in maniera inequivocabile. Altra cosa è se la Corte Costituzionale eccepisce e condivide gli atti compiuti da alcune Regioni. Ma questo oggi esula dalla nostra discussione. Il Parlamento sta esaminando un disegno di legge che deve normare le modalità con le quali si votano e si eleggono le Province ma oggi la normative sulle Province è cambiata radicalmente, non siamo in presenza di un decreto.
Siamo in presenza di una legge che riconfigura il ruolo delle Province italiane nei seguenti termini. Cessano di essere ente di gestione e diventano ente di coordinamento e di programmazione; avranno un Presidente avranno un Consiglio provinciale e non avranno più la Giunta. Il Consiglio provinciale e il Presidente saranno, sulla base di quanto disposto dal disegno di legge all'esame del Parlamento, votati dai Consiglieri comunali facenti parte dei Comuni, che fanno parte della Provincia da eleggere.
Questo è il quadro.
Se questo è il quadro, il ragionamento dell'Assessore mi sembra superato. Nel senso che abbiamo ragione noi a dirvi - siccome, almeno su questo, non c'è divisione centrodestra o sinistra e possiamo metterci d'accordo - di fare una riflessione. Siamo in presenza di una novità che è sconvolgente sul piano istituzionale.
Capisco quando l'Assessore dice che i Sindaci premono "per", ma i Sindaci sanno molto bene che c'è una novità istituzionale. Quando l'Assessore Ravello ha presentato il provvedimento, eravamo in presenza di una condizione, di una situazione politico istituzionale delle Province ahimè, diversa. Allora sì c'era il decreto. Ma quel decreto è diventato legge e oggi le Province devono fare i conti con esso.
Voglio fare un esempio. Asti, che voterà nel 2013, nel momento nel quale la Commissione Affari costituzionali della Camera e del Senato licenzierà il provvedimento e il Parlamento lo voterà, voterà la Provincia così come prima l'ho descritta.
Concludo dicendo che, se ho sbagliato, chiedo scusa, allora ha ragione l'Assessore, ma se invece risponde a verità la mia interpretazione dei fatti, quella novità, a partire dalla quale l'Assessore dichiarava che sarebbe stato opportuno fare una riflessione, si è già verificata.
Allora, vi prego: sospendete l'esame del provvedimento, fate una riflessione e costruiamo insieme un modello che tenga conto del fatto che la Provincia, prevista nel modello attuale, non esiste più.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Solo per porgere le scuse ai miei interlocutori. Ho fatto confusione per cui è opportuno precisare.
Il riferimento rispetto all'attuale incertezza, incertezza che non riteniamo ci debba spingere verso una modifica dell'attuale testo che tenga conto delle modifiche al quadro normativo nazionale rispetto al ruolo delle Province, è legata - ha ragione, collega Ronzani - non alla fase di riconversione del decreto, ma alla fase che vede attualmente giacente in Senato la Carta delle Autonomie. Strumento che rappresenterà per tutti, ad iniziare dalle Regioni, il modello al quale ispirarsi per ogni partita sulle quali le Province, così come attualmente sono disegnate, esercitano una forma di competenza.
In assenza di quel testo, riteniamo, ovviamente, prematuro procedere ora con la modifica del testo.
Volevo rappresentare le mie scuse per aver commesso una palese imprecisione.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di dichiarazione di voto.
Dobbiamo procedere alla votazione dei singoli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: Si riscrive l'articolo 5 così: articolo 5 Forma di cooperazione tra gli Enti locali, Conferenze d'ambito "1. Le Province e i Comuni di ciascun ambito territoriale ottimale e di ciascun'area territoriale omogenea esercitano le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata di rifiuti urbani attraverso apposite Conferenze d'ambito, che operano in nome e per conto degli enti locali associati, secondo modalità definite nell'apposita convenzione che le istituisce, stipulata ai sensi della normativa sull'ordinamento degli enti locali, sulla base della convenzione-tipo approvata dalla Giunta regionale sentita la competente commissione consiliare, nonché tramite le apposite assemblee di area".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Illustrerò brevemente quest'emendamento perché, come ha detto l'Assessore Ravello, abbiamo avuto modo di discuterne ampiamente in Commissione e nelle precedenti sedute.
Oggi, ho ricordato le ragioni che ci hanno condotto a presentare alcuni emendamenti, riguardanti l'area territoriale omogenea, ma penso che ormai sia acclarata la volontà da parte dell'Assessore e della maggioranza di non condividere la nostra proposta tesa - ripeto - a rendere più cogente la forma delle aree territoriali omogenee all'interno degli ambiti territoriali. Abbiamo pertanto inserito questa modifica anche nell'articolo 5 e, ovviamente, oltre a sentire la competente Commissione consiliare in base all'istituzione della convenzione tipo, chiediamo anche di sentire le apposite assemblee di area territoriale omogenea.
Questa è la nostra proposta che ribadiamo ancora oggi, sempre per dare maggiore peso e maggiore rappresentatività ai Comuni, alle Unioni di Comuni o alle Aree territoriali omogenee, ritenendole sicuramente più vicine ai cittadini, più vicine alle esigenze di un servizio pubblico importante quale quello della gestione integrata dei rifiuti urbani.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso: l'articolo 5 del disegno di legge n. 129 è sostituito dal seguente: "1. Le Province e i Comuni di ciascun ambito territoriale ottimale esercitano le funzioni di gestione integrata dei rifiuti urbani come di seguito identificati: a) specificazione della domanda di servizio, intesa quale individuazione della quantità e della qualità dei rifiuti da raccogliere e avviare a recupero o smaltimento e, in generale, del livello qualitativo globale dei servizi da garantirsi agli utenti b) elaborazione, approvazione e aggiornamento del relativo piano d'ambito, finalizzato alla realizzazione degli impianti e all'acquisizione delle attività e delle dotazioni necessarie all'erogazione dei servizi c) determinazione dei livelli di imposizione tariffaria, finalizzazione e destinazione dei proventi tariffari e definizione del piano finanziario relativo al piano di cui alla lettera b) d) definizione del modello organizzativo e individuazione delle modalità di produzione dei servizi e) controllo operativo, tecnico e gestionale sull'erogazione dei servizi" La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va nella direzione di quanto dicevamo prima, cioè di differenziare le funzioni che prima erano gestite dalle Province distintamente dai Comuni; in quest'emendamento vengono individuate le funzioni di programmazione generale e di controllo che avrebbero dovuto essere gestite insieme.
chiaro che, essendo passata una linea diversa proposta da parte della Giunta, questo tipo di emendamento viene meno, perché è superato di fatto dalla scelta in favore di una cogestione da parte della Conferenza d'ambito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso: la rubrica dell'articolo 5 del disegno di legge n. 129 è sostituita dalla seguente: "(Pianificazione del servizio, Conferenze d'ambito)" Lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso, Lepri: all'articolo 5, del disegno di legge n. 129, dopo il comma 1 è inserito il seguente: "1 bis. La Conferenza d'ambito ha autonomia organizzativa, patrimoniale finanziaria ed economica, per le attività connesse alle proprie funzioni".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 54) sembra quasi una contraddizione. Di fatto, non lo è, perché noi immaginavamo la riorganizzazione del sistema attribuendo, sostanzialmente, a ciascuno dei soggetti le proprie funzioni.
emerso, invece, che la gestione del sistema dei rifiuti avviene attraverso le Conferenze d'ambito.
Però, così com'è formulato il testo del disegno di legge della Giunta regionale, si sa da chi sono composte le Conferenze d'ambito, ma non si sa che cosa sono.



PRESIDENTE

Assessore Ravello, siccome il Consigliere Reschigna sta ponendo un problema ad alta rilevanza, le chiedo scusa ma forse sarebbe opportuna la sua attenzione. Grazie.
Prego, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Dicevo, si sa da chi sono composte le Conferenze d'ambito, sappiamo quali sono le loro funzioni, però non sappiamo quale sia la loro natura. Se si fa una scelta, la si deve sostenere fino in fondo.
Che cosa chiediamo, sostanzialmente, con quest'emendamento? A nostro avviso, le Conferenze d'ambito devono avere autonomia patrimoniale economica e giuridica.
Fatta la scelta (da noi non condivisa) di gestire il ciclo integrato dei rifiuti attraverso queste Conferenze d'ambito, non è possibile che questi soggetti, che devono fare le gare ed avere rapporti contrattuali non godano di autonomia economica, patrimoniale e giuridica. Vi ricordo che dispongono di personale e dovranno redigere i bilanci: dunque, o hanno una autonomia economica, patrimoniale e finanziaria oppure rischiamo di mettere in piedi un sistema che non ha gli elementi fondamentali per poter essere gestito.
Ecco perché abbiamo presentato quest'emendamento, senza il quale credo che il sistema non possa funzionare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per riprendere quanto diceva prima l'Assessore in merito ai provvedimenti di legge che devono essere oggi approvati dalle Camere in merito alle Province. È ovvio che oggi abbiamo un assetto definito rispetto a quelle che saranno le nuove articolazioni delle Province, ma ci manca tutta quella che è la modalità con la quale queste interagiranno con il territorio; ovvero le modalità con le quali saranno elette. Questo non può che incidere sull'organizzazione complessiva di una legge come la nostra.
evidente che la posizione della Giunta non tiene minimamente in considerazione questo tipo di atteggiamento, ma non può non tenere in considerazione quelli che sono i passaggi che ancora vengono messi in evidenza come elementi critici da parte degli Enti locali, pur sollecitando, come ricordava lei prima, la necessita di addivenire all'approvazione di una legge.
Oggi le Conferenze d'ambito hanno competenze in merito alla gestione del servizio integrato, ma non hanno una definizione giuridica. Dunque l'emendamento che andiamo a proporre dà una definizione e identifica quali sono le competenze dal punto di vista giuridico, perché, nel momento in cui si dovranno gestire bandi o normare attività concorsuali per permettere la gestione dell'attività a loro deputata, non lo potranno fare perché la legge non ne identifica la possibilità.
Quest'emendamento ha lo scopo di definire la natura giuridica e le attività che dovranno esercitare le Conferenze d'ambito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

L'emendamento ha un'importanza cruciale per noi, perché come abbiamo ricordato in Commissione più volte, la Conferenza d'ambito pare essere un organismo che dovrebbe fare tutto, ma che non ha, tuttavia, quella responsabilità giuridica che, inevitabilmente, dovrà svolgere.
Le argomentazioni che avete fornito anche dal punto di vista tecnico non ci convincono, lo abbiamo già detto.
Se la Conferenza d'ambito sarà chiamata, come inevitabilmente pare dall'assetto delineato della Giunta, ad affidare, per esempio, il servizio di raccolta, tale servizio dovrà essere affidato con i criteri tipici delle regole che ispirano e che determinano queste procedure.
evidente che se l'aggiudicatario non ha una robusta caratterizzazione, cioè una personalità giuridica, un'autonomia organizzativa, patrimoniale, finanziaria ed economica, fin dal nascere queste procedure rischiano di essere fallaci o di non trovare quel sistema di garanzie che i fornitori debbono avere per poter operare con ragionevole sicurezza in un contesto di fornitura. Se, ad esempio, non è prevista la possibilità di una chiara azione di rivalsa in caso di inadempienza, di mancato pagamento o altro, è verosimile che molti potenziali fornitori non si avvicinino alle gare. Quindi siamo di fronte ad un soggetto i cui contorni indefiniti minano alla base il modello di gestione su cui finora questi servizi sono appoggiati.
Per questo la natura giuridica, in particolar modo l'autonomia organizzativa, patrimoniale e finanziaria, della Conferenza d'ambito appare cruciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Vorrei ritornare sulla motivazione che ha portato l'Assessore, per giustificare il fatto che si vuole continuare la discussione e l'approvazione di questo disegno di legge, legata all'approvazione della Carta delle Autonomie Locali. Qualora venisse approvata, infatti, noi dovremmo adeguare il testo di legge che stiamo discutendo.
parzialmente convincente e noi, comunque, siamo tra coloro che spingono affinché avvenga l'approvazione della Carta delle Autonomie Locali, perché riteniamo che tutto il sistema degli Enti locali si debba adeguare ad una normativa nazionale, che adesso va avanti a pezzetti. Ci auguriamo, quindi, che la Carta delle Autonomie Locali metta ordine in questa direzione.
In ogni caso, noi stiamo discutendo e approveremo - il Consiglio - un testo che lascerà ancora una situazione molto incerta. Da questo punto di vista, quindi, non siamo convinti della necessità di continuare questa discussione.
Ad ogni modo, visto che si sceglie di proseguire, ci sembra opportuno perseguire l'obiettivo che abbiamo posto attraverso quest'emendamento perché mira a dare ordine.
Le motivazioni che sono state addotte sul fatto che vogliamo dare autonomia organizzativa, patrimoniale e finanziaria all'attività della Conferenza d'ambito ci sembrano più che giustificate.
Ci auguriamo che l'Assessore accolga con favore quest'emendamento.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso, Lepri: All'articolo 4 del disegno di legge n. 129, dopo il comma 1 è inserito il seguente: "1 bis. Le Conferenze d'ambito sono riconosciute giuridicamente." La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Quest'emendamento è, sostanzialmente, un frammento del ragionamento precedente.
Il ragionamento che avevamo fatto rimane, dunque, invariato: eravamo contrari all'istituzione di questo organismo, ma nel momento in cui si è fatta la scelta di utilizzare questo strumento per governare il sistema tanto vale farlo mettendolo nelle condizioni di poter agire compiutamente.
Da questo punto di vista, gli emendamenti rubricati n. 54) e 55) hanno il compito e l'ambizione di sollecitare una scelta che vada nella direzione di fornire uno strumento che, una volta creato, dovrà gestire il personale e i contratti e affidare incarichi economicamente anche molto robusti, di avere evidentemente la struttura formale e giuridica per poterlo fare.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo alla discussione generale.
Ha chiesto di intervenire, a nome della Giunta regionale, l'Assessore Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Invito tutti a non scorgere la benché minima vena polemica in quanto sto per dire, però vorrei solo richiamare la curiosa genesi di quest'emendamento poiché il Consigliere Taricco, in particolare, la ricorda bene.
Questo passaggio era contenuto nella versione del provvedimento presentata e discussa in Commissione; però, di fronte ad alcune osservazioni preoccupate, in particolare da parte dell'opposizione, fu ritirato - non essendo stato ritenuto dirimente per l'impianto del testo per eliminare un argomento che potesse giustificare il timore che la Giunta andasse incontro ad una "entificazione"; ma non è mai stata intenzione della Giunta contenere in questo disegno di legge un progetto che prevedesse una "entificazione".
Ora, responsabilmente, da parte dello stesso Partito Democratico, si richiede di reinserire un passaggio che permetta alla nascente Conferenza d'Ambito di avere quella agilità necessaria che le garantisca di poter procedere con tempestività all'esercizio delle funzioni che le saranno affidate.
Era anche stato concordato - con il relatore, che ringrazio, e con il Vicepresidente della V Commissione Taricco - un testo che sono a riproporre e che, se fosse accolto dai presentatori, vedrebbe il parere favorevole della Giunta. Ne do lettura: "La Conferenza d'ambito ha autonomia funzionale, organizzativa, patrimoniale, finanziaria e contabile per le attività connesse alle proprie funzioni".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Comincio innanzitutto dicendo che accettiamo la riscrittura del testo e quindi che l'emendamento n. 54) riprende la forma che ha appena letto l'Assessore.
Poi faccio una considerazione: è vera la ricostruzione che ha fatto l'Assessore; ricordo solo - così come abbiamo detto con svariate modalità all'interno della discussione in Commissione - che il tema della "entificazione" o meno è un tema - se vogliamo - di dissertazione culturale. Quello che volevamo far rimarcare - poi che si chiami Ente o "Giuseppe" è uguale - è che si sta creando una struttura, che di fatto gestirà una serie di funzioni; poi - ripeto - se non vogliamo chiamarlo Ente possiamo chiamarlo "Francesco", ma è la stessa cosa. Quello che ci premeva sottolineare è la sostanza; e la sostanza continua ad essere questa.
Dopodiché - visto che si è scelto comunque di mantenere in essere questo strumento - tanto vale impostarlo in modo che funzioni.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento in sede di discussione generale né dichiarazioni di voto, chiedo all'Assessore Ravello e al collega Taricco di avvicinarsi un attimo alla Presidenza per mettere a punto l'emendamento, prima di cominciare la votazione.
Comunico che adesso procediamo ad una serie di votazioni sugli emendamenti.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 54), d'intesa con la Giunta, il proponente Consigliere Taricco, anche a nome degli altri firmatari, ha emendato il proprio emendamento, che verrà messo in votazione così come modificato: dopo la parola "autonomia" è aggiunta la parola "funzionale" viene eliminata la parola "economica", sostituita con la parola "contabile".
Do atto che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Emendamento all'art. 6 del disegno di legge 129 Si riscrive l'art. 6: Art. 6 (Conferenze d'ambito ed Assemblee d'Area. Composizione e funzioni) In ciascun ambito territoriale ottimale a base provinciale o sovra provinciale è istituita una conferenza d'ambito per l'organizzazione e il controllo del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, di seguito denominata conferenza d'ambito, composta dai presidenti delle province e da rappresentanze dei sindaci dei comuni ricompresi nell'ambito territoriale ottimale costituite in forma unitaria o per gruppi di comuni.
Le conferenze d'ambito deliberano a maggioranza qualificata dei voti espressi in base alle quote di rappresentatività fissate dalla convenzione che disciplina la forma di cooperazione tra gli enti locali, sulla base della popolazione, dell'estensione del territorio ricompreso nell'ambito e tenendo conto della necessità di rappresentare equamente le diverse esigenze del territorio. Il 30 per cento dei voti è riservato ai comuni mentre il restante 70 per cento dei voti è attribuito alle province ricadenti nello stesso ambito territoriale ottimale.
Le conferenze d'ambito esercitano le seguenti funzioni: approvano il piano d'ambito definiscono il modello organizzativo e individuano le forme di gestione dei servizi determinano le tariffe del servizio e dispongono in ordine alla destinazione dei relativi proventi definiscono la struttura organizzativa degli uffici delle conferenze d'ambito, prevedendo eventuali forme di articolazione degli uffici sul territorio approvano le modifiche della convenzione che disciplina la forma di cooperazione tra gli enti locali, con le procedure e le maggioranze qualificate definite dalla convenzione stessa.
Con decisione della conferenza d'ambito, gli enti partecipanti alla conferenza costituiscono appositi uffici comuni che operano anche con personale distaccato dagli enti partecipanti, per l'esercizio delle seguenti funzioni: predisposizione degli atti della conferenza d'ambito, nonché effettuazione delle ricognizioni, delle indagini e di ogni altra attività a ci finalizzata esecuzione delle deliberazioni della conferenza d'ambito ed in particolare del programma degli interventi e l'acquisizione delle attività e delle dotazioni necessarie per l'erogazione del servizio compimento degli atti necessari all'affidamento della gestione del servizio, compresa la stipula del contratto di servizio con i gestori controllo operativo, tecnico e gestionale sull'erogazione del servizio ogni altra attività attribuitagli dalla conferenza d'ambito.
Nelle aree territoriali omogenee, ferme restando le competenze delle conferenze d'ambito, è istituita un'assemblea composta dai sindaci o assessori delegati dei comuni appartenenti all'area interessata, ed al Comune capofila sono attribuite le seguenti funzioni: decidere, limitatamente alle previsioni del piano d'ambito, le modalità di gestione in materia di conferimenti separati, raccolta differenziata raccolta e trasporto dei rifiuti residuali indifferenziati relativi all'area territoriale omogenea di riferimento verificare il regolare svolgimento delle attività di cui alla lettera a) durante tutta la durata della gestione con facoltà, esaminate e valutate le criticità rilevate dagli uffici della conferenza d'ambito o segnalate da singoli comuni, di proporre alla conferenza d'ambito proposte di ottimizzazione dei servizi.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto segnalo che c'è stato un refuso nell'emendamento. Quindi chiedo se il Presidente mi può aiutare a correggere.
Al comma 2 ho invertito le cifre; invece del 30% ai Comuni e 70% alla Provincia, metterei 70% ai Comuni e 30% alla Provincia.



PRESIDENTE

Quindi, bisogna invertire 70% con 30%. Le chiedo, dopo che ha terminato l'illustrazione, di passare e mettere una sigla sulla modifica.



BONO Davide

Quest'emendamento lo ritengo importante, è stato discusso ampiamente anche in Commissione, proprio perché riteniamo che dare lo stesso peso ad una Provincia o ad un insieme di Province, nel caso si parli di un'area territoriale omogenea che comprenda più Province, e di quanto peso hanno i Comuni, sia secondo noi sbagliato e non indicativo delle rappresentanze territoriali espresse.
A maggior ragione, visto che ne abbiamo parlato e ne ha parlato il PD in alcuni suoi emendamenti, oggi che le Province vanno praticamente a morire come Enti autonomi e regolarmente eletti.
Saranno enti di secondo livello, quindi dare la stessa rappresentanza oggi che possiamo immaginare quale sarà il ruolo delle Province - già enti di secondo livello di coordinamento - lo riteniamo non corretto.
Come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle lo ritenevamo non corretto già prima, perché pensiamo che i Comuni debbano necessariamente avere più peso rispetto alle Province, sia perché sono tanti i Comuni - pensiamo ad esempio alla Provincia di Torino, perché è quella che conosco di più e sono 306 Comuni - e dividere le quote del 50% su 306 Comuni diventa molto complesso. Il Comune di Torino ha 900 mila abitanti. Nell'ambito territoriale ottimale del servizio idrico integrato, è vero che - lo dico nonostante io sia torinese di residenza e di nascita - avrebbe un peso sproporzionato rispetto alla miriade di altri Comuni, che anch'essi hanno la loro rappresentanza e la loro estensione territoriale.
Quindi, sarebbe il caso anche di valutare la rappresentatività territoriale non solo per peso di abitanti, ma anche per estensione territoriale. Quindi, pensiamo alla gestione del servizio idrico integrato su un Comune, magari di una valle alpina, che ha un'estensione territoriale quasi pari se non più grossa del Comune di Torino stesso, pur avendo magari un centesimo o un millesimo degli abitanti del Comune di Torino, che si trova a contare lo 0,00 più un numero, cioè praticamente nulla.
Quindi, riteniamo almeno che la percentuale debba essere innalzata al 70% per quanto riguarda i Comuni e lasciando alla Provincia o alle Province il 30% di peso.
In più ribadendo che un domani, qualora volessimo proprio eliminare il peso della Province perché ridotte ad enti di secondo livello, potremmo innalzare la quota dei Comuni al 100%, però portiamoci già avanti in questo senso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Ronzani, Reschigna, Manica, Bresso, Lepri: all'articolo 6 del disegno di legge n. 129, prima del comma 1 è inserito il seguente: "01. La pianificazione del servizio è esercitata attraverso forme di cooperazione tra province e comuni definite conferenze d'ambito.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è nuovamente un emendamento che interviene dentro un quadro che noi avevamo prefigurato, cioè in un quadro nel quale le Province e i Comuni hanno funzioni distinte, e quindi ovviamente le Conferenze d'ambito sono solamente più il luogo della pianificazione e della programmazione dei controlli e non più della vera e propria gestione.
Uno dei motivi per il quale noi avevamo proposto che fossero distinte chiaramente le funzioni è che, in realtà, il meccanismo che andrà a creare la Conferenza d'ambito è un meccanismo, così come previsto dall'articolo 6 apparentemente partecipativo e democratico, ma in realtà no.
Infatti, avendo la Provincia una quota del 50% e tutti gli altri Comuni insieme un ulteriore 50%, è del tutto evidente che i Comuni non contano nulla, nel senso che nella sostanza basterà che pochissimi Comuni che esprimono in concorso la loro partecipazione all'interno della Conferenza d'ambito convengano con la Provincia, che di fatto la Provincia, senza averne tutta la titolarità e la responsabilità, sarà il vero determinante protagonista di tutte le scelte che saranno fatte. Crediamo che questo sia un tema nel quale i Comuni hanno, di fatto, una responsabilità molto forte perché saranno loro il front-office nei confronti dei cittadini, e invece non saranno nelle condizioni di determinare in modo puntuale le scelte che ricadranno come responsabilità su di loro. Ecco perché credevamo e continuiamo a credere che questo tipo di scelta sia sbagliata e non corretta. Crediamo che, a maggior ragione, non lo sia nel quadro nuovo che viene a verificarsi, perché non sappiamo neanche bene e concretamente cosa saranno le Province.
Quindi, pur prendendo atto che la Giunta regionale e la maggioranza hanno imboccato una strada diversa, ci permettiamo, e continueremo a farlo di rimarcare che la strada scelta non è una buona strada. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Quest'emendamento, in effetti, cerca di correggere questo pasticcio che la Conferenza d'ambito costituisce, in modo particolare rispetto alle procedure decisionali che si andranno a costituire.
Il fatto che al 50% conti la Provincia, mentre il restante 50% dei voti viene riservato ai Comuni, ci porta a pensare che la Provincia svolga - non so se ciò era nelle intenzioni effettivamente della Giunta o meno - un ruolo di dominus. Basterà alla Provincia avere qualche Comune che si accordi con lei per determinare la maggioranza dei voti.
Quindi, è una falsa cooperazione quella che si va a definire e con quest'emendamento proviamo dire che occorre una forma evidente di cooperazione e non basta governare al 50% più uno, ma se proprio non siamo convinti di questa promiscuità di funzioni e se proprio questa promiscuità deve esserci, non può esserci una promiscuità a maggioranza, mettendo quindi in minoranza, con quello che ne consegue, i Comuni che non concordano con la volontà della Provincia, ma si cerchino modalità cooperative di collaborazione dentro la Conferenza d'ambito.
Cosa questo voglia dire sarà un compito della Giunta precisarlo, visto che la Giunta intende proseguire con questo pasticcio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Intervengo per ribadire quanto hanno detto i colleghi Taricco e Lepri per insistere su una questione: rischiamo di discutere, in questo caso, una norma e un articolo che non potranno essere attuati.
Approviamo la legge? Perfetto, approviamo la legge. La legge ridisegna il modello della politica dei rifiuti della nostra regione e fin qui niente di male. Dopodiché, siccome le Province e i Comuni dovranno dare attuazione agli articoli della legge, la prima riflessione che si farà nei territori sarà la seguente: che senso ha mettere in piedi un modello di organizzazione, di raccolta, di gestione e di smaltimento dei rifiuti ad Asti, per esempio? Cosa diranno gli amministratori di Asti? Noi non facciamo un "ambaradan" del genere se fra un anno votiamo! Guardate, che è più il tempo che sprechiamo per costruire il modello che non la possibilità di vederlo realizzato, in quanto il giorno in cui, eventualmente, dovremo realizzarlo, ecco che scopriremo che le Province saranno un'altra cosa. Tra l'altro, conosciamo già quello che avverrà, perché il paradosso di questa discussione è esattamente questo! Discutiamo per ore di una legge che sappiamo già in partenza che non sarà attuata, perché uno degli interlocutori o dei soggetti che immaginiamo dovranno realizzare quella politica dei rifiuti cesserà di esistere e non potrà esercitare quelle competenze.
Vi domando perché lo facciamo. Non credo valga il ragionamento dell'Assessore, che richiama la discussione in Parlamento sulla Carta delle Autonomie. Quella è un'altra cosa! In questo momento, il nostro riferimento, per quanto riguarda i contenuti della legge, è rappresentato dalle Province e le Province sono quelle che prima descrivevo.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Questo articolo pone il tema che i miei colleghi hanno cercato di affrontare e di illustrare in modo, secondo me, ancora più problematico.
Immagino quale possa essere la risposta dell'Assessore Ravello. Sotto questo aspetto, se le Province continueranno ad esistere, seppure con una modifica rispetto alla loro funzione e al loro ruolo, sostanzialmente, non cambia nulla; poi, i proprietari - li chiamo così - di queste nuove Province saranno i Comuni, quindi, a maggior ragione, il problema si risolve da solo.
Qui, però, c'è un problema di fondo, che mi preoccupa rispetto soprattutto, a quanto il legislatore nazionale è chiamato a valutare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Già lo diceva il Consigliere Ronzani: la fine delle Province è stata decisa, la discussione aperta in Parlamento è, sostanzialmente, sui meccanismi di elezione e sulla possibilità che recuperino alcune funzioni amministrative e non solo una funzione di coordinamento.
Proprio i meccanismi di elezione mi preoccupano alla luce di quello che stiamo facendo, in quanto, nella misura in cui il corpo elettorale è rappresentato dai Consiglieri comunali, sette Consigli comunali da cento abitanti conteranno come la Città di Torino. Questo significherà che l'ente di secondo grado, che sarà un grande consorzio dei Comuni, sostanzialmente sarà gestito dai piccoli Comuni. Viene a cessare la funzione di regolazione che le Province hanno assunto storicamente tra grandi aree urbane e aree marginali periferiche.
Attenzione, se immaginiamo che una serie di fatti porteranno ad avere un peso predominante all'interno della Conferenza d'ambito rispetto alla realtà dei piccoli Comuni, significa che ci saranno politiche che vedranno le grandi aree urbane, o anche le medie aree urbane, totalmente disinteressate a questa vicenda. Anche il meccanismo, non definito, di possibile rappresentanza per gruppi dei Comuni, che tengono conto, da un lato, della popolazione e, dall'altro, dell'estensione territoriale, che non è quantificato - vuol dire che verrà lasciato, come è avvenuto per le Conferenze d'ambito sul ciclo integrato dell'acqua, alla capacità dei soggetti di costruire intese - metterà a dura prova la possibilità che queste Conferenze d'ambito possano effettivamente avviarsi.
Noi vediamo con preoccupazione questo futuro. Sostanzialmente, una volta venuto meno il ruolo della Provincia di regolazione tra grandi aree urbane e aree marginali, attenzione, perché le grandi aree urbane avvieranno politiche autonome rispetto al resto del contesto territoriale.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Le preoccupazioni espresse poc'anzi sono reali.
Capisco che i Comuni spingano perché si arrivi nel più breve tempo possibile ad una qualche approvazione, perché c'è una situazione di confusione e di incertezza, però è nostra preoccupazione che a confusione si aggiunga altra confusione e altra incertezza rispetto al futuro.
Le preoccupazioni sono davvero fondate, in quanto, finora, le Province hanno svolto un compito ben preciso per quanto riguarda la programmazione di un settore particolare quale quello dei rifiuti. Cosa accadrà fra un po' di tempo è davvero molto incerto e molto discutibile. Cosa saranno le Conferenze d'ambito, nel momento in cui le Province avranno un altro ruolo lo abbiamo detto prima.
L'emendamento pone la questione della pianificazione del servizio attraverso forme di cooperazione tra Province e Comuni, definite Conferenze d'ambito; però, naturalmente, questo nostro tentativo attraverso l'emendamento si scontra con il fatto che non conosciamo di preciso, se non quanto è stato approvato finora, cosa saranno le Province.
Abbiamo molti dubbi sul fatto che le Province, in futuro, possano svolgere un ruolo chiaro rispetto a competenze delicate quali quelle che stiamo discutendo in questa legge.



PRESIDENTE

Grazie.



(Il Consigliere Negro chiede di intervenire)



PRESIDENTE

Consigliere Negro, lei non ha firmato l'emendamento, potrà intervenire sul prossimo.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Ronzani, Reschigna, Manica, Bresso, Lepri: al comma 1, dell'articolo 6, del disegno di legge 129 le parole "l'organizzazione" sono sostituite dalle parole "la pianificazione" Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

In linea con il ragionamento che abbiamo portato avanti fin qui proponevamo la sostituzione delle parole "l'organizzazione tra le funzioni che ha la Conferenza d'ambito" con "pianificazione".
Come dicevo prima, noi immaginavamo un quadro nel quale l'organizzazione era in capo, a seconda delle responsabilità, ai Comuni per quello che riguarda tutta la prima fase di raccolta, di condizionamento e di conferimento, e in capo alla Provincia la fase finale, cioè la fase di smaltimento del rifiuto.
Immaginavamo che la funzione di pianificazione e di controllo rimanesse in capo alla Conferenza d'ambito, che diventava il momento unificante, in termini di programmazione e di progettazione e pianificazione, di tutto il sistema.
Da questo punto di vista quest'emendamento, per quello che ci riguarda rimane in piedi, anche se sappiamo che, come è stato detto in più occasioni, la strada scelta è un'altra. Ci permettiamo di sottolineare come già è stato fatto dai colleghi nei loro interventi, tutti i rischi, i limiti e i punti interrogativi che rimangono aperti sulla strada che ci si avvia ad imboccare.
Continuiamo a ritenere che, proprio alla luce del quadro generale che aggiunge incertezza a quello che già era un quadro di perplessità, sarebbe valsa la pena non costituire un ulteriore strumento gestionale che, di fatto - che lo si chiami ente o non ente, da questo punto di vista riteniamo sia abbastanza irrilevante - si caratterizzerà come una sorta di soggetto intermedio nel momento in cui i soggetti costituzionalmente previsti come enti pubblici, vanno ad essere messi in discussione, anche all'interno della discussione in atto sulla Carta delle Autonomie.
Ritenevamo, e continuiamo a ritenere, che sarebbe valsa la pena non creare un nuovo soggetto in attesa di capire cosa faranno quelli che già esistono.
La strada scelta è un'altra. Abbiamo utilizzato quest'emendamento, e continueremo a farlo con alcuni di quelli che verranno, per sottolineare la nostra convinzione che la strada scelta non è utile e proficua. Vedremo operativamente, attraverso i fatti che andranno a caratterizzare l'attuazione della norma, se avevamo avuto ragione a sollevare queste eccezioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

L'emendamento è coerente con la nostra visione. Non siamo convinti che la Conferenza d'ambito possa far tutto, è solo una promiscuità foriera di confusione. Verosimilmente, sarà ingovernabile, per cui il nostro giudizio è nettamente negativo.
L'orientamento di quest'emendamento è chiaro. Prevedendo in capo ai Comuni, come avremo voluto, l'attività di raccolta e avendo voluto attribuire, invece, alle Province l'attività di smaltimento, alla Conferenza d'ambito sarebbe opportunamente rimasta l'attività di pianificazione, in modo particolare quella relativa alla definizione delle tariffe, al sistema di lettura del bisogno, alla omogeneizzazione delle stesse tariffe, ecc.
Questo, verosimilmente, non sarà recepito, ma ciò non esclude il fatto che noi, fino in fondo, nell'Aula, che è sovrana, ci batteremo per la nostra posizione. Ripeto, quella di prevedere ruoli distinti in capo agli Enti è un ruolo di programmazione agli enti unitamente organizzati dalla Conferenza d'ambito, laddove per ruoli comuni intendiamo i ruoli di programmazione e non quelli organizzativi che gli verranno conferiti, se testardamente andrete avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento è molto semplice, ma corrisponde ad una visione. Se parlo di organizzazione, la nostra preoccupazione non è sull'organizzazione dello smaltimento della quota indifferenziata. Tra l'altro, ritengo che, a questo livello, vi siano anche gli ambiti di popolazione adeguati.
Se parlo di organizzazione e controllo del servizio di gestione integrata e di rifiuti urbani, arrivo a definire una serie di meccanismi che significano, sostanzialmente, negare anche un aspetto contenuto negli articoli che in precedenza sono stati votati, che è quello che, sul sistema della raccolta e del pretrattamento, la stessa legge immagina che il livello degli ambiti territoriali ottimali sia troppo vasto, quindi riconosce l'opportunità o la necessità di recuperare ambiti territoriali inferiori.
Dietro questo nostro emendamento sta, sostanzialmente, un ruolo anche sul sistema della raccolta di programmazione in capo alla Conferenza d'ambito, non un ruolo di organizzazione perché significa, sostanzialmente portare quella funzione ad un livello di popolazione di territorio troppo ampio e quindi, secondo noi, corre il rischio della inadeguatezza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 96) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ravello: La lettera d) del comma 3 dell'articolo 6 del disegno di legge n. 129 è sostituita dalla seguente: "d) definiscono la struttura organizzativa delle conferenze d'ambito prevedendo eventuali forme di articolazione sul territorio;".
Emendamento rubricato n. 97) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ravello: "Il comma 4 dell'articolo 6 del disegno di legge n. 129 le parole "Con decisione della conferenza d'ambito, gli enti partecipanti alla conferenza costituiscono appositi uffici comuni che operano anche con personale distaccato dagli enti partecipanti, per l'esercizio delle seguenti funzioni:" sono sostituite dalle seguenti: "Le strutture organizzative delle conferenze d'ambito, istituite ai sensi dell'articolo 30, comma 4 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) esercitano anche con personale distaccato dagli enti partecipanti, le seguenti funzioni:".
La parola all'Assessore Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, più testuale che di sostanza, al comma 3 dell'articolo 6, in coerenza con l'emendamento successivo, si tenta di dare un ulteriore chiarimento al peso reale della Conferenza d'ambito.
Modificando il testo, spiegando che la struttura organizzativa prevede eventuali forme di articolazione, si rimuove la parola "uffici". La logica sta nel fatto che non si tendeva dare l'idea che la Conferenza d'ambito avrebbe, automaticamente, assunto una struttura particolarmente complessa.
L'emendamento successivo ritengo possa ulteriormente chiarire l'emendamento che ho appena illustrato.
Nell'emendamento n. 97) si precisa qual è il richiamo normativo che ci consente di individuare, nelle Conferenze d'ambito, la forma di governo del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio.
Il testo unico sull'ordinamento degli Enti locali all'articolo 30 definisce cos'è una Conferenza d'ambito. Rispondo in tal modo anche al Consigliere Taricco, perché non è proprio vero che un ente è un ente, che si chiami o no ente, e mi scuso per il gioco di parole. C'è una norma dello Stato che ci dice che cosa è "ente" e cosa non lo è.
La Conferenza d'ambito, ai sensi di questa norma, non è un ente, per cui, per evitare ulteriori fraintendimenti che nascono dalla buona fede o diversamente, nuove strumentalizzazioni che potrebbero nascere dalla cattiva fede, abbiamo voluto spiegare, esplicitare, chiarire qual è il senso, la ratio, la logica dell'istituzione della Conferenza d'ambito richiamandoci alla norma alla quale ci si può ispirare. Conferenza d'ambito che, tanto per replicare a uno degli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto, non può che raccogliere competenze che attualmente sono in capo agli ATO (che la finanziaria dello Stato ha deciso di sopprimere) e non in capo alle Province. Questo lo dico per rispondere a qualcuna delle preoccupazioni legate all'incertezza sul destino delle Province.
L'emendamento successivo precisa che all'interno di un ATO, in particolare, quando l'ATO raggruppa più Province, le sub-aree territoriali omogenee, che possono essere costituite qualora ricadano su un territorio di più province, vedono al proprio interno la partecipazione del Presidente o di un delegato della Provincia il cui territorio è interessato.
Questo è un emendamento che abbiamo ritenuto necessario inserire in ragione del fatto che il nuovo disegno dato al ciclo dei rifiuti sulla nostra regione prevede, come sapete, l'istituzione di solo quattro Ambiti Territoriali Omogenei, due dei quali vedono l'unione di più Province.
Pertanto, è ragionevole pensare e prevedere che questi due Ambiti l'Ambito astigiano-alessandrino e l'Ambito del nord-est (Novara, VCO Vercelli e Biella), possano comprendere al proprio interno aree di più Province. Non abbiamo voluto escludere forme di rappresentanza delle Province che dovessero essere interessate da questa possibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ravello.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso: La lettera d), del comma 4, dell'articolo 6 del disegno di legge n. 129 è soppressa.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione propone la soppressione del comma 4 della lettera d), ovvero il controllo operativo tecnico-gestionale sull'erogazione del servizio.
Ovviamente, questo tipo di intervento va nella direzione che avevamo già chiarito prima, cioè di una diversa articolazione delle funzioni, dove nella norma, così come è prevista, tutte le funzioni sono allocate in capo alla Conferenza d'Ambito.
Nell'articolazione prevista da noi una serie di funzioni rimanevano in capo, come dicevamo prima, ai Comuni, ma nella fattispecie in capo alle Province. Quindi, la funzione di controllo operativo-tecnico non era in capo agli Uffici appositamente predisposti dalla Conferenza d'Ambito, ma questo tema rimaneva direttamente in capo alla Provincia.
Approfitto anche per segnalare un'altra questione. Non ho capito bene se l'Assessore abbia già presentato un emendamento sulla possibilità, da parte delle Conferenze d'Ambito, di articolarsi per sub-ambiti. È già tra quelli che sono stati illustrati?



(Commenti dell'Assessore Ravello)



TARICCO Giacomino

Perché non lo trovavo tra gli emendamenti. Quindi è già nel testo originario.
Vado a verificarlo per fare un'osservazione che mi pareva necessaria.
Ma ora non ho sottomano il testo, quindi mi riservo di intervenire in seguito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica, Bresso: il comma 5, dell'articolo 6, del disegno di legge n. 129 è soppresso Emendamento rubricato n. 98) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ravello: Al comma 5 dell'articolo 6 del disegno di legge n. 129 dopo le parole "appartenenti all'area interessata" sono aggiunte le seguenti: "e, negli ambiti territoriali ottimali sovraprovinciali, dal presidente o assessore delegato della provincia competente per territorio".
Il Consigliere Taricco e l'Assessore Ravello danno per illustrati gli emendamenti suddetti.
Passiamo alla discussione generale sull'articolo 6.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ho risolto l'enigma, perché mi ricordavo che c'era un nostro subemendamento all'emendamento della Giunta di cui non mi raccapezzavo più.
Abbiamo risolto l'enigma.
Approfitto della discussione generale per puntualizzare per l'ennesima e ultima volta la nostra osservazione. Cioè, sono consapevole che da un punto di vista giuridico il riferimento che l'Assessore ha fatto al testo unico per decidere cosa è ente e cosa non è ente è assolutamente pertinente. Quindi ci mancherebbe pure.
Mi spiego meglio. Noi non ne facevamo una questione giuridico-formale ma ne facevamo una questione sostanziale. Ritenevamo e continuiamo a ritenere che, nel momento in cui il legislatore a livello nazionale si sta ponendo il problema di ridurre il numero dei soggetti che concorrono a governare i processi sul territorio e addirittura vengono messi in discussione enti istituzionalmente previsti, fosse più ragionevole inserirci dentro questo filone e valutare la possibilità di allocare tutte le funzioni possibili in capo agli enti istituzionalmente previsti, perch il rischio che noi corriamo in questo tipo di scelte che si stanno portando avanti è che, da una parte, andremmo a sciogliere, perché toglieremmo competenze ad una serie di soggetti che sono previsti istituzionalmente dall'altra parte creeremmo soggetti ad hoc per gestire funzioni che abbiamo tolto a questi enti che già esistevano.
Noi crediamo che questo tipo di scelta sia quanto meno contraddittoria quindi in questo senso abbiamo proposto un modello di governance alternativo, che intendiamo continuare a sottolineare e che probabilmente avrebbe avuto complessivamente una maggiore coerenza di quadro, e a rimarcare anche che scelte di questo tipo sarebbe utile farle nel momento in cui il quadro di riferimento è definito.



PRESIDENTE

Collega, meno male che aveva risolto l'enigma. Se non lo avesse risolto, chissà quanto tempo avrebbe avuto a disposizione.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Come dicevano i latini, ripetere serve, anche se mi pare che i colleghi ci ascoltino poco.
Noi diciamo che la Conferenza d'Ambito sarà un pasticcio, un obbrobrio un luogo di confusione, dove avendo lì conferito (uso il termine non a caso) tutte le attività, che siano di programmazione o di gestione, che finora venivano gestite da Enti diversi su piani diversi, quel luogo diventerà una grande discarica - continuo nella mia infelice metafora perché non si riuscirà a differenziare tra le funzioni di programmazione e quelle di gestione.
Non si capirà, effettivamente, chi farà che cosa, ma vi saranno alleanze di volta in volta differenti, definite, magari, per logiche diverse da quella dell'efficienza, e in molti casi si andrà incontro ad una impasse che finirà per suggerire - forse, alla fine, è ciò che vuole la Regione - il passaggio dei poteri sostitutivi per alcune funzioni, in modo particolare per quelle che riguardano le grandi funzioni di smaltimento alla Regione, che, probabilmente, raggiungendo il suo scopo, finirà per occuparsi di vicende troppo complicate e non più affrontabili in un contenitore così indistinto e pasticciato.



PRESIDENTE

Procediamo con le votazioni degli emendamenti. Vi ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 98).
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è sempre 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Non essendovi emendamenti né richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Non essendovi emendamenti né richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
Do atto - su richiesta della stessa Consigliera - che il voto della collega Artesio è stato un voto di astensione.
ARTICOLO 9 Non essendovi emendamenti né richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica: L'art. 10 del disegno di legge n. 129 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica: Il comma 2 dell'art. 10 del disegno di legge n. 129 è soppresso.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



TARICCO Giacomino

Questi emendamenti rispondono al ragionamento cui già accennavo prima durante l'illustrazione del precedente emendamento. Avendo noi previsto che l'azione di controllo venisse esercitata dalle Province nell'attribuzione delle funzioni e non, quindi, dalle Conferenze d'Ambito, è evidente che i due emendamenti vanno a sopprimere i due commi che normano le modalità con cui la Conferenza d'Ambito esercita la propria attività di controllo.
Diciamo che gli emendamenti che abbiamo presentato sono, in qualche misura, emendamenti "di coordinamento" all'impostazione complessiva del testo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ravello: Al comma 2 dell'art. 10 del disegno di legge n. 129 le parole "gli uffici delle conferenze d'ambito e delle autorità d'ambito" sono sostituite dalle seguenti: "le conferenze d'ambito e le autorità d'ambito".
La parola all'Assessore Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Questa è la naturale conseguenza dell'emendamento all'articolo 6 dove quando si richiamano le Conferenze d'ambito, sono state rimosse le parole "gli uffici". Quindi, la Conferenza d'ambito è il soggetto che esercita senza il tramite di alcun altro soggetto, le competenze relativamente al controllo diretto sull'erogazione dei servizi affidati al gestore. Questo significa - per rispondere all'ultimo intervento del Vicepresidente della V Commissione Taricco - avere anche la possibilità di intervenire, qualora i livelli di qualità non fossero riscontrati all'altezza di quanto inserito in gara o, comunque, di quanto ritenuto dovuto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, passiamo alle votazioni, per le quali ricordo che il numero legale è sempre 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99).
Il Consiglio approva.
Preciso che la Consigliera Artesio e il Consigliere Bono si astengono sull'emendamento 99) presentato dalla Giunta.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica: All'articolo 11 del disegno di legge n. 129, il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. In caso di inerzia e di evidente disservizio dei comuni nelle funzioni loro attribuite, le province esercitano, previa diffida, i poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali).".
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica: all'articolo 11 del disegno di legge n. 129, dopo il comma 1 è inserito il seguente: "1 bis. In caso di inerzia e di evidente disservizio delle province nelle funzioni loro attribuite, la Regione esercita, previa diffida, i poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali).".
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Pentenero, Muliere, Reschigna, Manica: all'articolo 11 del disegno di legge n. 129, il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. In caso di inadempienze del gestore, accertate nell'ambito del controllo diretto o segnalate dalla Regione nell'esercizio delle funzioni di controllo di sistema, ferme restando le conseguenti penalità a suo carico, nonché il potere di risoluzione e di revoca dell'affidamento, la Regione e le province possono, previa diffida, sostituirsi rispettivamente alla provincia ed al comune in caso di sua inerzia, provvedendo a far eseguire a terzi le opere o gli interventi, con spese a carico del gestore inadempiente, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di appalti pubblici.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Li illustro congiuntamente, Presidente, perché nella nostra proposta avevamo scisso in tre le funzioni in capo a Comuni, Province e Regioni. In caso di inadempienza, gestivamo il potere sostitutivo a cascata: quando il gestore non gestiva adeguatamente il potere sostitutivo, esso passava in capo alle Province o alla Regione, per quanto ciascuno di propria competenza.
Quando i Comuni non esercitavano le loro funzioni, passava in capo alle Province, e quando non lo facevano le Province, passava in capo alla Regione.
L'architettura, quindi, rispondeva ad un potere di surroga a cascata: laddove il livello inferiore non garantiva l'assolvimento qualitativamente corretto delle proprie funzioni, il livello superiore subentrava surrogando e sostituendolo.
chiaro che, nel momento in cui il soggetto individuato è la Conferenza d'ambito, l'architettura dei poteri sostitutivi, che noi avevamo immaginato venisse meno.
Da questo punto di vista, l'emendamento è l'ennesima occasione per rimarcare che avevamo immaginato un'architettura diversa. L'abbiamo spiegato in molteplici modalità e versioni in questa discussione.
Continuiamo a rimanere del nostro parere.
Non essendo noi maggioranza in quest'Aula, prendiamo atto delle scelte della maggioranza e dalla Giunta, e le verificheremo sul campo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Non essendovi emendamenti né richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Non essendovi emendamenti né richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Come avevamo già accennato all'Assessore, l'articolo 14, che è l'articolo sulle norme transitorie, è molto delicato.
Abbiamo presentato una serie di emendamenti, sui quali la Giunta ha già anticipato che esprimerà parere positivo. Ci sono alcuni emendamenti molto delicati, ma anche molto importanti, perché su questi si gioca il passaggio dal sistema attuale al nuovo sistema, in un quadro che non sia negativo per i territori su cui si ribalta.
Chiederemmo pertanto di sospendere il Consiglio in questo momento per avere il tempo di ragionare puntualmente sui contenuti di questo articolo 14, perché riteniamo che sia molto delicato e che debba essere calibrato adeguatamente.
Abbiamo posto alcuni problemi e ci interessa la soluzione, per affrontare insieme il ragionamento necessario alle norme transitorie.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Ritengo ragionevole la richiesta del Consigliere Taricco.
Effettivamente una volta affermata la posizione della Giunta ed ora anche del Consiglio rispetto ai passaggi più sostanziali del disegno di legge, è opportuno adottare grande cautela nell'individuare la formula migliore per gestire la fase di accompagnamento dal vecchio regime al nuovo. Pertanto sono disponibilissimo a concedere ulteriore tempo a chi lo richiede invitando il richiedente a farmi la stessa concessione, perché ovviamente dovrei sottoporre nuovamente alla maggioranza l'eventuale nuovo testo che dovesse essere concordato.



PRESIDENTE

Mi sembra che la richiesta di sospensione sia condivisa. Ricordo che domani è convocata la I Commissione sia al mattino sia al pomeriggio.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 18.32)



< torna indietro