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Dettaglio seduta n.206 del 03/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 15.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Franco Maria Bresso, Casoni, Cota e Giordano.
Il numero legale è 28.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 183 "Compagnia di San Paolo" (articolo 8 comma 1, lettera b e articolo 9 Statuto Compagnia) Consiglio Generale Designazione di 1 Consigliere

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 195 "Istituto Universitario Studi Europei Consiglio Direttivo" (Articolo 7 Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro (Integrazione)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 191 "Ente ACLI Istruzione Professionale ENAIP" - Collegio Sindacale (articolo 14 Statuto dell'Ente) Nomina di 1 Sindaco effettivo e 1 Sindaco supplente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione" (l.r. 28/2009)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 132 "Designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza"(l.r. 31/2009)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3 l.r. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 182 "Consorzio per il Sistema Informativo (CSI - Piemonte)" - Consiglio di Amministrazione - (articolo 12, Statuto del Consorzio) - nomina di 2 membri di cui uno anche in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ai sensi del Regolamento vigente, al fine di garantire la tutela della riservatezza del voto, chiedo che lo stesso avvenga tramite consegna e deposito...



PRESIDENTE

Andava chiesto prima.



RESCHIGNA Aldo

Non è ancora iniziata la votazione, Presidente.



PRESIDENTE

No, però ho fatto distribuire le schede e nessuno si è opposto.
Pertanto, Consigliere Reschigna, con tutta la buona volontà, o ci sono elementi per cui qualcuno mi dice che qualche Consigliere non è stato libero di esprimere il voto, allora è un conto; diversamente, quando ho letto le nomine, ho chiesto: "Posso distribuire le schede?". dopodiché, è cominciata la distribuzione.
Non può chiedermelo un quarto d'ora dopo aver votato!



RESCHIGNA Aldo

Lei stesso, Presidente, ha avuto piena contezza di quanto stava avvenendo in quest'Aula. Non aggiungo altro.



PRESIDENTE

C'è qualche Consigliere che non è stato libero di votare?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sento dei "sì" e allora bisogna dirlo!



(Commenti di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

Colleghi, non stiamo scherzando, stiamo effettuando delle nomine importanti e particolari.
Per favore, ognuno stia seduto e, quando sarà chiamato, si alzi e vada a depositare la scheda nell'urna.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.
Il Consigliere Segretario Ponso voterà per primo.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione.
Invito il Seggio a recarsi in Sala A, per procedere immediatamente allo spoglio. I risultati della votazione saranno comunicati all'Aula in corso di seduta.
Il numero legale è 28.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" (atti di indirizzo collegati - ordini del giorno n. 427, n. 685, n. 587, n. 439; interrogazione n. 119 ritirata)


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164) e n. 176), di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Eravamo nella fase illustrativa degli emendamenti. Siamo arrivati all'emendamento rubricato n. 159); seguiranno l'emendamento rubricato n.
307), presentato dalla Consigliera Artesio; l'emendamento rubricato n.
308), presentato dalla Consigliera Artesio; l'emendamento rubricato n.
309), presentato dalla Consigliera Artesio; l'emendamento rubricato n.
310), presentato dalla Consigliera Artesio; l'emendamento rubricato n.
140), presentato dalla Consigliera Pentenero; l'emendamento rubricato n.
311), presentato dalla Consigliera Artesio e l'emendamento rubricato n.
312), presentato dalla Consigliera Artesio, che riguardano la stessa materia.
Lo segnalo solo per la fase dell'illustrazione. Ovviamente, ogni emendamento potrà essere illustrato.
Emendamento rubricato n. 159) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus: Al paragrafo 4.1 "La salute mentale" dell'Allegato "I progetti speciali di salute" all'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano sociosanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", alle pagine 111-112-113 eliminare le parole: "Anche per quanto riguarda le politiche di contrasto alle Dipendenze Patologiche, il Piemonte riconosce come proprio obiettivo prioritario quanto già approvato nel Piano di Azione Nazionale sulla droga 2010-2013.
In quest'ottica, dunque, occorrerà implementare gli interventi del DSM già in atto svolti negli ambiti della: 1. prevenzione - informazione precoce, prevenzione universale e selettiva la diagnosi precoce di uso di sostanze stupefacenti (early detection) e approccio educativo 2. cura e diagnosi delle tossicodipendenze - contatto precoce, pronta accoglienza, diagnosi e terapie appropriate e contestuale prevenzione delle patologie correlate 3. riabilitazione e il reinserimento - sociale e lavorativo 4. monitoraggio e valutazione.
D'altra parte è pur vero che l'attuale rete dei Servizi per le dipendenze piemontese, in base alla politica fin oggi realizzata, non è bilanciato in modo equilibrato fra le aree sopra indicate e presenta diverse criticità nelle aree dei servizi di confine. Considerato il vincolo discendente dal rigoroso rispetto dei piani di rientro, risulta però impossibile prevedere maggiori investimenti, almeno per i prossimi anni, nelle aree su riportate mentre è del tutto evidente quale potrebbe essere il beneficio in termini di miglioramento dell'efficacia degli interventi e di razionalizzazione delle risorse, discendente da una integrazione funzionale dei PDTA con le branche specialistiche più affini. La diffusione crescente del disagio mentale, sovente correlato a comportamenti di abuso e/o a dipendenza da sostanze, il drammatico impatto sul tessuto sociale e sulla sicurezza, sui costi umani, sociali, sanitari ed economici, il coinvolgimento di tutte le aree della società e di tutte le fasce d'età, hanno fatto sì che nel PSSR 2012-2015, tra gli 11 problemi di salute considerati prioritari ai sensi dell'art. 12 (comma 1, lettera a) della L. R. n. 18/2007, fossero individuate anche la Salute Mentale e le Dipendenze Patologiche. Sul piano del "Global Burden of Disease", infatti, la Depressione, la Schizofrenia ed il Disturbo da Uso di Alcol sono le patologie a maggior impatto, a livello mondiale, in termini di anni vissuti con disabilità. I ricoverati in Piemonte ogni anno con diagnosi di disturbo psichico sono oltre 8.500 con un eccesso di ricoveri per diagnosi di disturbo psicotico, da uso di sostanze, da uso di alcol e disturbo psico-organico; circa 41.000 soggetti hanno avuto almeno una prescrizione di neurolettici, per un totale di quasi 400.000 prescrizioni, e più di 240.000 soggetti hanno avuto almeno una prescrizione di antidepressivi per un totale di circa 1.700.000 prescrizioni. Presso i DSM della Regione Piemonte vi sono circa 45.000 pazienti in trattamento ogni anno, e circa il 39% di essi presenta comorbidità con disturbi da uso di sostanze. Attualmente il numero di alcoldipendenti in carico ai servizi è di circa 5.000 e nel solo 2010 sono stati ricoverati in Psichiatria più di 1.000 soggetti con diagnosi di disturbo da uso di alcol. Il numero totale di tossicodipendenti in Piemonte è di circa 14.000 e il numero di soggetti deceduti per overdose è stabile intorno ai 40 decessi/anno. Circa il 20% degli Utenti in carico ai Servizi per le Tossicodipendenze vanno incontro ad almeno un ricovero in psichiatria/anno. I primi dati della ricerca A.Re.S.S. sulle motivazioni principali ed associate di richiesta di pronta disponibilità psichiatrica in DEA mostrano che il 33% degli Utenti hanno, quale motivazione primaria o secondaria, un Disturbo da Uso di Sostanze. È dunque evidente la significativa affinità psicopatologica dell'Utenza dei diversi servizi estremamente simili tra loro anche dal punto di vista dei trattamenti integrati, che prevedono che ciascun Utente, per quanto cronicizzato, debba essere sempre considerato recuperabile ad una condizione di dignità esistenziale, scevra da ogni forma di stigmatizzazione e discriminazione anche utilizzando trattamenti orientati alla prevenzione terziaria, e intervenendo in modo proattivo sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la cura, il monitoraggio, la riabilitazione e il reinserimento sociale e lavorativo. Tutto ciò indica la necessità di strategie più efficaci nella produzione di benessere, delineate facendo convergere gli sforzi e coordinando attività di prevenzione, di diagnosi e di cura tra SERT e DSM.
Ulteriore ragione a sostegno di tale integrazione funzionale deriva dalla constatazione di quanto gran parte degli Operatori interessati nei relativi percorsi di cura siano del tutto convergenti. In tutto ciò a buon titolo si inserisce anche il capitolo relativo all'assistenza psicologica, la quale proprio per suo mandato istituzionale, ha il compito, nell'ambito della rete sanitaria regionale, di contribuire alla tutela della salute individuale e collettiva, con specifico riguardo a quei fattori comportamentali, relazionali e sociali che rivestono un ruolo di rilievo tra i determinanti di salute e nei processi di diagnosi e cura (in ambito ospedaliero e territoriale), nonché ai fattori socio-organizzativi del sistema che risultano essenziali al suo buon funzionamento." Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento sarà illustrato dal collega Boeti nel merito.
Chiedo venga messo a disposizione del Consiglio regionale il parere espresso dalla Conferenza per la programmazione sanitaria, convocata in modo assolutamente irrituale per oggi alle ore 13, quasi sul fotofinish perché il Piano Socio Sanitario dovrebbe arrivare in Aula con il parere espresso dalla Conferenza per la programmazione sanitaria.
stata convocata durante lo svolgimento dei lavori, che considero un fatto irrituale; comunque, chiedo che il parere venga messo a disposizione dei componenti il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Chiedo agli Uffici di acquisire il più presto possibile il parere nella formulazione scritta e di farla pervenire al Consigliere Reschigna e a coloro i quali ne chiederanno copia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
un emendamento che riprende le riflessioni che abbiamo svolto fino a questo momento sulla salute mentale. Qui si è verificata una cosa curiosa: l'Assessore aveva presentato un emendamento, poi lo ha ritirato, perché ha fatto suo, se ho capito bene, l'emendamento che è stato presentato dal PdL.
Giusto?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Così è.



BOETI Antonino

Avevo letto l'emendamento dell'Assessore. Le perplessità sull'emendamento dell'Assessore, naturalmente, restano, anche se l'emendamento è fatto proprio dal Popolo della Libertà.
Questo della salute mentale è un capitolo di grande importanza per la nostra regione. Noi abbiamo presentato un emendamento che si poneva degli obiettivi all'interno dei Dipartimenti di salute mentale, che, come dicevamo questa mattina, hanno svolto - sostituendo gli ospedali psichiatrici, per fortuna - un ruolo straordinario nella programmazione degli interventi e nella gestione degli interventi relativi a questi pazienti. Pensiamo occorra un'implementazione ulteriore della prevenzione dell'informazione precoce e della diagnosi precoce dell'uso di sostanze stupefacenti.
Riteniamo che la cura e la diagnosi delle tossicodipendenze - poi svolgerò una riflessione - possano certamente stare all'interno di questo grande capitolo che riguarda la salute mentale, ma i Dipartimenti per le tossicodipendenze devono continuare, per la professionalità acquisita in questi anni, a svolgere la loro funzione. Certamente, anche qui, in rete con i Dipartimenti di salute mentale, ma non in un rapporto di dipendenza rispetto ai Dipartimenti stessi.
Poiché l'emendamento presentato dall'Assessore, che il Popolo della Libertà ha fatto proprio, ci sembrava smentisse questa ipotesi - e che i Dipartimenti per le tossicodipendenze, in qualche modo, fossero necessariamente attribuiti ai Dipartimenti di salute mentale - pensiamo che quest'emendamento sarà confermato: sarà bocciato, ma non ci ritroviamo assolutamente nell'emendamento presentato dall'Assessore e dal PdL.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 307) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 111. Punto 4.1 "La salute mentale", ventiduesima riga Abrogare: Da "(...) Anche per quanto riguarda" Fino a "(...) 4. monitoraggio e valutazione" Emendamento rubricato n. 308) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 112. Punto 4.1 "La salute mentale". Primo paragrafo Abrogare: da "D'altra parte è pur vero (...)" Fino a "(...) branche specialistiche più affini." Emendamento rubricato n. 309) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 112. Punto 4.1 "La salute mentale". Ventiquattresima riga Abrogare: da "Attualmente il numero (...)" Fino a "(...) un ricovero in psichiatria/anno." Emendamento rubricato n. 310) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 112. Punto 4.1 "La salute mentale". Nona riga da fine pagina dopo le parole: "(...) tra SERT e DSM." Aggiungere: "come da programmazione dei Piani locali della Salute mentale e dei Piani locali delle Dipendenze." Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Il corredo di emendamenti che abbiamo depositato insiste sul capitolo della salute mentale e, a seguire, sul capitolo delle dipendenze, perché ci ritroviamo, nella prima versione, profondamente distanti dall'impostazione assegnata a questi due settori. Per quanto riguarda la nuova versione, con la quale stiamo cercando di allinearci, visto che l'adozione del nuovo testo è avvenuta alle ore 13 di oggi, sulla base dell'emendamento del Consigliere Pedrale, siamo egualmente preoccupati.
Ora, le preoccupazioni più rilevanti che segnaliamo sono le seguenti.
Intanto, laddove si vuole descrivere una situazione, in modo particolare lo si fa per determinarne delle conseguenze, ci sono significative contraddizioni rispetto ai dati che vengono utilizzati.
Queste significative contraddizioni sui dati utilizzati non sono ascrivibili semplicemente a delle sviste, ma credo ad una insufficiente restituzione del buon lavoro che i servizi nel tempo hanno svolto. Ad esempio, è non fondato il riferimento che viene fatto alla questione dell'alcoldipendenza, perché, caso mai, è un elemento da sottolineare rispetto alla presa in carico come situazione in regresso rispetto, ad esempio, alle recidive. Così come occorrerebbe sempre rendere conto nei dati di serie storiche, per poter dimostrare la corretta evoluzione dei servizi.
L'analisi che ci viene offerta - ne parleremo con gli emendamenti successivi - per quello che riguarda la salute mentale, prima di intervenire sul capitolo dei servizi per le dipendenze, è un'analisi - come sempre in questo Piano Socio Sanitario - più attenta ai rapporti tra le organizzazioni che attenta ai profili di salute per le persone.
In modo particolare, noi contestiamo anche la riscrittura che il Capogruppo Pedrale ha fatto dell'originario testo del Piano Socio Sanitario. La critichiamo per alcuni aspetti sui quali interverr successivamente, quelli relativi ad esempio a un'asserzione teoricamente condivisibile, ma praticamente contestabile.
Vale a dire, laddove si fa riferimento alle reti con le quali i servizi operano e correttamente si rende conto del fatto che ci sono pluralità di opportunità organizzate nei servizi, nella residenzialità, ma anche nella territorialità, è bene che queste pluralità devono convergere nella coprogrammazione, visto che già agiscono nella cogestione. Questo non dà adito nell'estensore alla cosa più normale che si dovrebbe fare, cioè riconoscere i Piani locali per la salute mentale, che sono stati redatti proprio in base al principio del coinvolgimento di tutte le risorse (pubbliche, del privato sociale e del privato) relative al tema della presa in carico delle problematiche di salute mentale. No, genericamente si fa riferimento al coinvolgimento del privato.
Ancora una volta, invece di parlare dei percorsi e dei progetti, si parla delle relazioni tra i sistemi, e questo non ci può vedere d'accordo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 140) presentato dai Consiglieri Pentenero Reschigna, Lepri, Manica, Muliere, Boeti, Gariglio, Taricco, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 4.1 (La salute Mentale) a pagina 113 dopo le parole: "Risulta pertanto prioritario, anche per la Psicologia, riorientare l'evoluzione dei servizi secondo criteri di razionalizzazione ed integrazione." sono inserite le seguenti: "Sotto il profilo organizzativo-gestionale risulta necessario ricondurre ad unitarietà l'attuale parcellizzazione di risorse ed interventi, secondo le indicazioni della DGR 101/10, nell'ambito di servizi di psicologia cui sono affidati i compiti di programmazione, gestione e valutazione di interventi ed esiti; tali servizi sono collocati in strutture dipartimentali interaziendali. Le attività dei servizi di psicologia sono indirizzate e coordinate nell'ambito (o secondo il modello) della Rete Regionale.".
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo inserire un'espressione tale per cui da un punto di vista organizzativo e gestionale, ci sia il ritorno a un'unità e non a una parcellizzazione degli interventi, nell'ambito dei servizi di psicologia cui sono affidati i compiti della programmazione gestione e valutazione degli interventi e quindi anche la valutazione degli esiti.
Oggi queste strutture sono allocate nei Dipartimenti interaziendali e le attività dei servizi di psicologia sono indirizzate e coordinate nell'ambito della rete regionale. Con quest'emendamento intendiamo rafforzare il fatto che ci debba essere una rete di progetti, una rete di rapporti nella programmazione dei servizi di psicologia e che quindi ci sia un intervento non parcellizzato, ma si ritorni all'unitarietà di intenti in modo tale da ottimizzare intanto i risultati che si possono raggiungere e non la frammentazione o la parcellizzazione delle progettazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 311) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 113. Ultimo paragrafo, primo elenco puntato Sostituire la parola: "Codificare" Con: "Rendere esigibili" Emendamento rubricato n. 312) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 113. Ultimo paragrafo, secondo elenco puntato Abrogare: "liberalizzare alle cure" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti rubricati n. 311) e 312).



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il punto "Codificare i diritti dei cittadini" e il punto "Liberalizzare i servizi e garantire ai cittadini libertà di circolazione", che sono rimasti uguali nella versione del Consigliere Pedrale di stamani dimostrano di nuovo un approccio che non parte dai percorsi delle persone.
Cosa significa codificare i diritti? Caso mai i diritti devono essere nominati e resi esigibili. Cosa significa liberalizzare i servizi? Caso mai le persone possono e devono, nel momento della costruzione del loro percorso, vedere offerte le diverse opportunità. Invece qui, come sempre l'accezione non è quella del progetto personale, ma quella del peso che determinati servizi, nella loro gestione pubblica o privata, dovranno avere all'interno del sistema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 313) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114, primo paragrafo, ultimo elenco puntato dopo le parole: "(...) con le prestazioni." Aggiungere: "nel rispetto delle indicazioni del P.O.T.S.M. sulla riserva di almeno il 5% del bilancio aziendale." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
un rinforzo all'emendamento che aveva fatto il collega Boeti quando ricordava che il 5% dei fondi sanitari va finalizzato all'attività della salute mentale, ai sensi del progetto obiettivo "Tutela della salute mentale".



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 314) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114. Punto 4.1 "La salute mentale". Secondo paragrafo, seconda riga Sostituire le parole: "(...) dei servizi erogatori" Con: "dalla programmazione dipartimentale" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Qui ritorniamo alla questione precedente. La preoccupazione che sembra avere tutta la stesura di questo Piano Sanitario è di garantire, dicendolo continuamente, la forte partecipazione del privato.
Ora, il tema - come sempre - è che il nostro è un sistema in cui il settore privato svolge una funzione complementare. Quando si tratta di interventi nella post acuzie, il settore del privato sociale svolge una funzione di coprogrammazione nella definizione delle attività diurne residenziali, semiresidenziali e territoriali.
Come sempre, invece di parlare delle garanzie che la politica vuole riconoscere ai soggetti che erogano prestazioni, dovremo parlare delle garanzie che la politica vuole riconoscere alle persone e ai loro diritti alla cura, al cui concorso operano anche soggetti privati e soggetti del privato sociale. Ma il titolare della nostra attenzione è la persona portatore di una sofferenza, non è il settore che eroga le cure.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 150) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Pentenero, Manica, Placido, Gariglio, Laus: Al termine della ripartizione 4.1 (La salute Mentale) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 è inserito, a pagina 114, il seguente sottoparagrafo: 4.1 bis Obiettivi di salute Mentale "Ricordando che gli obiettivi di salute in generale e mentale in particolare attengono a sfere di intervento ben più ampie del campo socio sanitario, è altrettanto importante sottolineare che molti degli ambiti di intervento delle Aziende Sanitarie hanno significative ricadute in questo campo con un ampio ventaglio di servizi territoriali ed ospedalieri deputati a garantire prestazioni che direttamente o indirettamente le effettuano. Infatti agiscono rispetto a questo obiettivo il Dipartimento Materno infantile (con particolare riferimento alle strutture di Neuropsichiatria infantile), il Dipartimento di Salute Mentale, i Dipartimenti dei Servizi per gli Anziani, i Servizi di Liaison Ospedaliera di Psichiatria e Psicologia clinica. Questa articolazione molto ampia garantisce le diverse specificità ma non sempre si rivela efficace nei casi multi-problematici dove possono esservi sovrapposizioni e/o interazioni e dove, invece, rischiano di generarsi dei conflitti tra servizi. La multi problematicità spesso è caratterizzata anche da deprivazione socio economica con una diretta corresponsabilizzazione nella gestione di casi anche da parte del Servizio socio-assistenziale. L'obiettivo è di mettere a punto: analisi della casistica multiproblematica dei cittadini residenti e dei senza dimora verifica e revisione delle tipologie di prestazioni sanitarie e scio assistenziali ambulatoriali, semiresidenziali, residenziali ed ospedaliere rivolte a questo particolare tipo di utenza mediante protocolli e procedure di collaborazione tra i servizi interessati con particolare riferimento alla gestione dei finanziamenti assegnati alla residenzialità, sia a gestione diretta sia acquistata presso Presidi accreditati.".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento vuole sottolineare il fatto che ci siano dei Dipartimenti (penso a quello di salute mentale, a quello dei servizi per gli anziani, a quello di psicologia clinica, a quello di psichiatria) all'interno dei quali la multiproblematicità è un fatto che si evidenzia nei nostri territori e soprattutto nei nostri territori riferiti ai cittadini più deboli.
L'emendamento ha l'obiettivo, all'interno di questi Dipartimenti, di sottolineare tali aspetti e propone anche delle ipotesi di lavoro, per esempio l'analisi della casistica multiproblematica dei cittadini residenti e dei senza dimora, la verifica e la revisione delle tipologie di prestazioni sanitarie assistenziali, ambulatoriali e ospedaliere rivolte a questo particolare tipo di utenza mediante protocolli e progetti di collaborazione tra questi servizi interessati.
Ci rendiamo conto che si tratta di una questione complessa e piuttosto articolata, ma volevamo evidenziare il fatto che all'interno di questi Dipartimenti e riferite a questo tipo di popolazione le cose sono spesso molto più complesse di quanto non sembri.



PRESIDENTE

Grazie collega. Boeti.
Emendamento rubricato n. 315) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114. Punto 4.1 "La salute mentale", prima del paragrafo 4.2.
Aggiungere: "Proprio la forte connessione tra vissuto della malattia e l'identità sociale del malato, oltre a comportare interventi integrali, conferma e accentua il principio presente in ogni percorso terapeutico della partecipazione e dell'adesione dell'interessato/a e degli ambiti di organizzazione sociale da anni impegnati, dalle famiglie ai gruppi di famiglie alle associazioni di tutela cui, esattamente ai fini dell'efficacia che si vuol praticare, devono essere riconosciuti spazi ufficiali e riconosciuti nel processo decisionale sulle programmazioni anche organizzative ed economiche - dei Dipartimenti di Salute Mentale." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 130) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Reschigna, Manica, Muliere, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 4.2 (La salute mentale nell'infanzia e nell'adolescenza) a pagina 114 dopo le parole: "La presa in carico da parte della NPI deve sempre essere accompagnata da un lavoro diretto ed indiretto a sostegno delle relazioni genitori-figli e soprattutto della genitorialità debole e fragile, nonché essere improntata alla collaborazione con le scuole, l'Autorità giudiziaria, il Tribunale, i pediatri di libera scelta, i consultori pediatrici." sono inserite le seguenti: "Anche ai disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia e altri) vanno dedicati appositi programmi, formazione degli operatori, degli insegnanti e risorse. In questo caso l'integrazione e l'omogeneità dei saperi e delle pratiche sono da costruire in particolare con il sistema scolastico.".
Emendamento rubricato n. 131) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Reschigna, Manica, Muliere, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 4.2 (La salute mentale nell'infanzia e nell'adolescenza) a pagina 114 dopo le parole: "La presa in carico da parte della NPI deve sempre essere accompagnata da un lavoro diretto ed indiretto a sostegno delle relazioni genitori-figli e soprattutto della genitorialità debole e fragile, nonché essere improntata alla collaborazione con le scuole, l'Autorità giudiziaria, il Tribunale, i pediatri di libera scelta, i consultori pediatrici." sono inserite le seguenti: "Ai disturbi pervasivi dello sviluppo (tra cui in particolare l'autismo) vanno dedicati programmi e risorse umane e materiali specifici. Occorrono in particolare linee guida, diagnosi precoci ed una progressiva uniformità dei saperi e delle pratiche nei servizi di neuropsichiatria infantile anche attraverso programmi di formazione dedicata. Si tratta inoltre di garantire la continuità dei percorsi di cura sanitari dall'età infantile/evolutiva a quella adulta.".
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

un emendamento relativo ai disturbi specifici dell'apprendimento, in particolare la dislessia, verso la quale non vi è un accenno nel Piano, ma solo tre righe che rappresentano questa specifica disabilità.
Nello specifico, si prevede di dedicare appositi programmi di formazione agli operatori, destinando risorse adeguate, e si raccomanda, in particolare, che l'omogeneità dei saperi, nello specifico intervento avvenga d'intesa e attraverso una fattiva collaborazione con il sistema scolastico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Emendamento rubricato n. 137) presentato dai Consiglieri Pentenero Reschigna, Manica, Muliere, Taricco, Gariglio, Boeti, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 4.2 (La salute mentale nell'infanzia e nell'adolescenza) e prima della ripartizione 4.3 (Le Dipendenze Patologiche) a pagina 114 è inserita la seguente: "4.2 bis L'assistenza psicologica L'assistenza psicologica nell'ambito della rete sanitaria regionale ha il compito di contribuire alla tutela della salute individuale e collettiva sia in ambito clinico che attraverso interventi di prevenzione, con specifico riguardo a quei fattori comportamentali, relazionali e sociali che rivestono un ruolo di rilievo tra i determinanti di salute della popolazione.
Attualmente, l'assistenza psicologica in Piemonte si realizza con attività di diagnosi, psicoterapia, counselling, prevenzione e riabilitazione nonché interventi per lo sviluppo dei processi socio-organizzativi del sistema che risultano essenziali al suo buon funzionamento ed efficacia (formazione operatori, empowerment organizzativo, umanizzazione dei servizi, benessere organizzativo).
A partire dalle aree tradizionali della patologia mentale infantile e adulta e delle dipendenze, l'intervento psicologico si è progressivamente sviluppato nella diagnosi e trattamento del disturbo psicologico legato ai life events (lutti, separazioni, conflitti, patologie organiche croniche) alle criticità del ciclo di vita (adozioni, genitorialità, adolescenza senilità) ed ai disturbi di tipo psicosociale (minori a rischio psicoevolutivo), nonché all'area della disabilità. La rete regionale collabora strettamente per la formazione, la ricerca e i tirocini professionali con la Facoltà di Psicologia, due Scuole di Specializzazione universitarie e 12 scuole di psicoterapia con riconoscimento ministeriale.
La rete di assistenza psicologica nelle ASR piemontesi si articola attualmente in 22 Strutture Complesse o Semplici presenti nelle Aziende Sanitarie Ospedaliere e Territoriali, e si avvale di oltre 570 psicologi dipendenti o convenzionati e di oltre 450 incaricati e specializzandi; tali risorse professionali operano in parte nelle Strutture di Psicologia e in parte sono funzionalmente distaccate in altre strutture specialistiche (in prevalenza Ser.T, NPI, DSM).
La DGR 101 del 29 marzo 2010 ha identificato i L.E.A. per la psicologia nel SSR piemontese e le aree prioritarie di assistenza, sistematizzando i diversi ambiti di intervento psicologico nelle aziende sanitarie. La D.G.R.
n. 52-29953 del 13/04/00 "Funzioni, ambiti di intervento ed attività dei servizi di psicologia", ha indicato inoltre i criteri organizzativi per la gestione delle attività e delle risorse avviando le sperimentazioni organizzative nelle AASSLL.
Gli interventi psicologici, inoltre, si fondano sulle indicazioni formulate da specifici gruppi di lavoro che hanno sviluppato e definito in modo sempre più organico i percorsi di assistenza psicologica in collaborazione con l'ARESS. Infine, rispetto ad alcune aree in cui sono previsti interventi ad elevata integrazione socio sanitaria, i Servizi di psicologia operano sul versante clinico, diagnostico ed assistenziale, in riferimento alla specifica normativa nazionale e regionale.
Il recente studio sistematico condotto dall'ARESS ha evidenziato le principali criticità e gli obiettivi per la razionalizzazione delle attività psicologiche nelle ASR; in particolare è da rilevare come, a fronte di una domanda di intervento psicologico diffusa lungo uno spettro piuttosto ampio di necessità, le attività e i livelli assistenziali risultino attualmente alquanto differenziati e frammentati presso le diverse aziende sanitarie, dal punto di vista sia delle risorse che degli ambiti e delle tipologie di intervento.
Risulta pertanto prioritario orientare l'evoluzione della rete dei servizi di psicologia secondo criteri di razionalizzazione e priorità degli interventi, tesi a migliorare la qualità ed efficienza dell'offerta terapeutica al cittadino.
Le attività cliniche dei servizi di psicologia sono dunque rivolte principalmente ai seguenti ambiti assistenziali: assistenza psicologica ai minori e tutela psicosociale rischi psicologici in adolescenza cure primarie e assistenza consultoriale assistenza psicologica alle patologie ad elevato carico emozionale e gravemente invalidanti, psiconcologia e riabilitazione disabilità salute mentale e dipendenze psicogeriatria e patologie dementigene Sotto il profilo organizzativo-gestionale risulta necessario ricondurre ad unitarietà l'attuale parcellizzazione di risorse ed interventi, secondo le indicazioni della DGR 101/10, nell'ambito di servizi di psicologia cui sono affidati i compiti di programmazione, gestione e valutazione di interventi ed esiti; tali servizi sono collocati in strutture dipartimentali interaziendali. Le attività dei servizi di psicologia sono indirizzate e coordinate nell'ambito (o secondo il modello) della Rete Regionale.".
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

L'emendamento riguarda la salute mentale nell'infanzia e nell'adolescenza. Chiediamo, per quanto riguarda l'assistenza psicologica collegamento rispetto alle politiche territoriali e un rafforzamento della rete sull'assistenza psicologica, che attualmente si articola in 22 strutture complesse o semplici, presenti nelle Aziende sanitarie ospedaliere e territoriali, e si avvale di circa 570 psicologi dipendenti o in convenzione, con altri 450 incaricati o specializzandi.
Sostanzialmente chiediamo che venga rafforzata la presenza di dipartimenti psicologici e venga rafforzato soprattutto l'interazione all'interno della rete dei servizi, tra strutture sanitarie e strutture territoriali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 157) presentato daI Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Gariglio, Taricco, Laus: Al paragrafo 4.3 "Le dipendenze patologiche" dell'Allegato "I progetti speciali di salute" all'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", alla pagina 114, dopo il titolo inserire le parole: "I Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze (DPD) nascono come entità organizzativa finalizzata a coordinare le realtà dei Servizi Pubblici e del Privato Accreditato razionalizzando le risorse con un'azione di selezione rispetto alle scelte operative e di aumento dell'efficienza che deriva da una migliore sinergia degli strumenti ambulatoriali e residenziali, a realizzare in modo uniforme sul territorio piemontese gli indirizzi regionali e a rispondere con competenza tecnica alle esigenze di prevenzione, di trattamento dei fenomeni di addiction noti ed emergenti e di riabilitazione nelle realtà aziendali locali.
La scelta organizzativa ottimale appare quella dell'attuale dimensione dipartimentale per territori ASL. I DPD in questi anni hanno espresso un'elevata capacità di gestione economica e di controllo delle risorse rappresentando in questo ambito una punta di eccellenza nel panorama regionale. Solo una profonda conoscenza della materia in ambito clinico e organizzativo permette che eventuali necessità di razionalizzazione operativa possano essere definite sapendo compiutamente quali sono le opzioni da mettere in atto senza che le conseguenze determinino un disservizio ingovernabile. Per questo motivo l'ipotesi qui presentata differisce da quelle basate su interventi di accorpamento con realtà operative diverse (Psichiatria, Distretti ecc.) che determinano forti elementi di confusione operativa, di perdita di specializzazione e di peggiore uso delle risorse con diminuzione dell'efficacia clinica in un campo delicato per le conseguenze sociali e sulla salute della popolazione generale." La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
un emendamento a cui attribuiamo una grande importanza. La questione l'avevo già anticipata facendo una riflessione sulla salute mentale.
Abbiamo previsto che siano inserite le parole (leggo solo le prime righe): "I Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze (DPD) nascono come entità organizzativa finalizzata a coordinare le realtà dei Servizi Pubblici e del Privato Accreditato razionalizzando le risorse, con un'azione di selezione rispetto alle scelte operative e di aumento dell'efficienza che deriva da una migliore sinergia degli strumenti ambulatoriali e residenziali".
Pensiamo che in questi anni i Dipartimenti per le dipendenze abbiano svolto un buon servizio a favore dei cittadini interessati da questi problemi. Ho un'esperienza diretta, rispetto al Dipartimento delle dipendenze di Rivoli, che ha mostrato quanto un Dipartimento di questo tipo sia in grado di tenere assieme le varie esigenze, unendo i servizi ambulatoriali con i servizi di tipo residenziale.
Pensiamo che, in questo settore, la specializzazione delle competenze e dell'intervento sia questione di grande importanza. Non possiamo pensare che medici, o professionisti in generale, che non hanno una competenza diretta, o che non si occupano in maniera precipua di queste questioni possano occuparsi dell'organizzazione dei servizi stessi e che possano avere, mi riferisco alla questione della salute mentale per esempio, una posizione di predominanza rispetto a questi servizi.
Mi auguro che l'Assessore accetti l'emendamento presentato, che non farebbe altro che riconoscere il buon lavoro svolto in questi anni l'impegno dei professionisti e la dedizione del personale, a vantaggio di una popolazione che ha bisogno di questo tipo di intervento, di questo tipo di specializzazione, di questo tipo di competenze e di questo tipo di professionalità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 316) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche" Sostituire il paragrafo: "La politica sanitaria piemontese sulle dipendenze patologiche si riconosce nelle strategie generali definite dall'UE e nel Piano di Azione Nazionale 2010-2013 approvato dal Governo" con "Gli esseri umani si sono confrontati da sempre con l'uso delle sostanze sotto tutte le latitudini e in ogni epoca. Un atteggiamento "fobico" nei confronti delle sostanze psicoattive (incluso l'alcol e paradossalmente coesistente con un consumo proporzionalmente eccessivo di psicofarmaci legalizzati) rappresenta quindi l'eccezione".
Emendamento rubricato n. 317) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 114, punto 4.3, "Le Dipendenze Patologiche", seconda riga dopo le parole " (...) dall'UE" le parole "e nel Piano di Azione Nazionale 2010-2013 approvato dal Governo" sono abrogate Emendamento rubricato n. 318) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 114 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche Il primo punto elenco è abrogato Emendamento rubricato n. 319) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche" Il primo elenco puntato è sostituito con: "II diritto ad operare scelte che ineriscono la propria personale esistenza anche in riferimento all'esercizio della sessualità, dell'assunzione del cibo e delle sostanze inebrianti - va essenzialmente riconosciuto in sospensione di giudizio" Emendamento rubricato n. 381) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 114 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche, primo punto elenco seconda riga dopo le parole: "(...) tutte le droghe sono" Abrogare "egualmente" Emendamento rubricato n. 320) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 114 punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche" il secondo punto elenco "non è lecito drogarsi e perciò non esiste un diritto a consumare droga neppure occasionalmente;" è abrogato Emendamento rubricato n. 321) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 114, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche" Il secondo elenco puntato è sostituito con: "La salute è un diritto. Tale diritto va riconosciuto anche per comportamenti potenzialmente auto lesivi. " Emendamento rubricato n. 322) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 115, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche" Il primo elenco puntato è sostituito con: "Di fronte a comportamenti auto lesivi la società è chiamata a mettere in atto interventi di prevenzione, sensibilizzazione, cura e riabilitazione e non di repressione e criminalizzazione" Emendamento rubricato n. 323) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche", primo punto elenco le parole "il tossicodipendente (...)" sono sostituite con "la persona in condizione di tossicodipendenza" Emendamento rubricato n. 324) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 115, punto 4.3 "Le Dipendenze Patologiche", dopo secondo elenco puntato Aggiungere il punto "premesso che in termini di utilizzazione delle risorse, risulta coerente una utilizzazione prioritaria per interventi miranti ad alleviare la sofferenza in ambito medico, psicologico e sociale di individui potenzialmente esposti alle forme compensative dell'abuso, anziché di persecuzione." Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti rubricati n. 316), 317), 318), 319), 381) 320), 321), 322), 323), 324); ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Vorrei ricordare che, in seno alla Conferenza dei Presidenti, avevo sottolineato quali fossero per me le questioni irrinunciabili: una di queste è il capitolo dedicato alle dipendenze patologiche.
Posso essere accomodante nell'illustrare congiuntamente degli emendamenti, ma non sono certo disponibile a bypassare quest'argomento quindi illustrerò congiuntamente gli emendamenti dal n. 316) al n. 324) però desidero poter avere il tempo ragionevole prima di passare agli aspetti di carattere organizzativo che ritengo critici, in modo particolare sulla necessità di riconoscere i dipartimenti delle dipendenze, com'erano stati deliberati nel precedente Piano. Voglio cercare di illustrare all'Aula le perplessità che derivano dal modo con il quale s'introduce tutto il capitolo delle dipendenze patologiche.
una modalità che cerco di correggere con la sequenza di emendamenti che ho appena richiamato, secondo cui le persone che vivono una situazione di consumi, e di consumi patologici, vengono egualmente rappresentati all'interno del Piano, a prescindere da quale sia il loro consumo, dalle condizioni di abuso e dalla durata nelle condizioni delle dipendenze, come soggetti egualmente in condizione potenzialmente irrecuperabile, se sul loro consumo non pesasse, come invece si ritiene debba pesare, una censura sociale.
Vengono fatte affermazioni non scientificamente provate, e le si fa passare come affermazioni fondate sull'evidenza: bere un bicchiere di vino non produce gli stessi effetti di un consumo di cocaina; fumare una canna è meno dannoso per l'organismo di un'iniezione di eroina.
Tutte le analisi fatte sul campo delle dipendenze dimostrano che l'asserzione contenuta all'interno di questo capitolo è fondata sull'opinione morale di chi ha scritto il capitolo, e non sulla fondatezza scientifica.
Personalmente sostengo che, in particolare nei servizi che si occupano delle condizioni di dipendenza (ma in generale in tutti i servizi sanitari), debba prevalere la sospensione di giudizio, e alla sospensione di giudizio debba essere sostituito l'atteggiamento dell'accoglienza. Il servizio sanitario non giudica, il servizio sanitario accoglie, e nell'accoglienza assume i percorsi di diagnosi, di terapia d'accompagnamento e di integrazione più adeguati alle persone, ai loro comportamenti e alla loro sostenibilità nell'aderire ad un processo terapeutico.
Questo significa anche prendere atto che un atteggiamento predicatorio rispetto al danno di un abuso di sostanze, non è la risoluzione dei comportamenti individuali, e che il servizio interviene anche nelle condizioni in cui i soggetti convivono e perdurano nello stato delle dipendenze. Da questa condizione derivano tutte le politiche di riduzione del danno che, non a parere di qualche opinionista, ma a parere delle comunità scientifiche, rappresentano il quarto pilastro del trattamento nelle condizioni di dipendenza.
L'ossessivo riferimento al Piano nazionale antidroga che questo Piano fa, riferimento non confermato da alcuna adesione della Conferenza delle Regioni al Piano nazionale antidroga, è una scelta di campo scientifico e morale, che ritengo che in un Piano di programmazione, che deve garantire alle persone i servizi, non ci debba essere.
Se vogliamo, apriamo tavole rotonde con accademici diversi, operatori filosofi, teologici e parliamo di che cosa pensiamo delle dipendenze.
Quando dobbiamo garantire alle persone i servizi - e curarle indipendentemente dai loro comportamenti - non ci possiamo permettere scelte di carattere moraleggiante. Questa, quindi, è la premessa che motiva quella serie di emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 325) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 115, punto 4.3, "le aree di intervento principale sono" Il primo elenco puntato è sostituito con: "va riconosciuta la priorità di strategie mirate a favorire o ripristinare meccanismi autoregolativi" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento n. 325) insiste sul primo capitolo del settore delle dipendenze, che è quello della prevenzione. In modo particolare, in questo capitolo abbiamo una serie di elenchi puntati dove si fa riferimento alla necessità della dissuasione e di misure di prevenzione precoce. Allora, a me sembra che quelli contenuti all'interno della prevenzione siano aspetti riduttivi della produzione culturale che è avvenuta all'interno dei Piani locali per le dipendenze, strumento di programmazione tuttora vigente che continua ad essere omesso ed ignorato da parte dell'Amministrazione.
Voglio ricordare che nei Piani locali per le dipendenze si sono esercitati non solo i soggetti sanitari, ma anche quelli educativi e quelli sociali, nonché le aggregazioni e le auto-organizzazioni della - come si usa dire adesso - "società civile"; il che significa che l'attività di prevenzione va un po' oltre rispetto alle analisi a campione descritte all'interno di questo Piano Socio Sanitario: trattasi invece di iniziativa di carattere culturale che, se ben sviluppata nel rispetto dei Piani locali per le dipendenze, potrebbe produrre nel lungo periodo risultati migliori di queste campagne di misurazioni selettive, peraltro condotte su gruppi sociali che il legislatore presume essere più esposti e svantaggiati, sulla base - di nuovo - di un pregiudizio, che mi permetto di definire culturale da parte di chi ha scritto il testo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 326) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono", primo elenco puntato dopo la parola "stupefacenti" si sopprime la parentesi e si aggiunge "scientificamente validati e istituzionalmente approvati dalle linee guida della Conferenza Stato Regioni" Emendamento rubricato n. 327) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono", terzo punto elenco, seconda riga dopo la parola "fabbisogno" l'inciso "presso Centri articolati" è abrogato La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



ARTESIO Eleonora

Gli emendamenti n. 326) e n. 327) possono essere illustrati congiuntamente, nel senso che tornano a richiamare la responsabilità di chi redige un documento di programmazione per il futuro ad attenersi a quanto è scientificamente validato e a non far prevalere le proprie soggettive opinioni.
L'uno e l'altro, quindi, fanno riferimento alla necessità di aggiungere le linee guida approvate dalla Conferenza Stato-Regioni che, dal punto di vista dell'articolazione dei programmi e dell'organizzazione dei Servizi sono evidentemente più rassicuranti e complessive di quanto non sia questo testo che andiamo ad emendare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 382) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara: pagina 115 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche dopo l'ultimo punto elenco Aggiungere il seguente punto: "- organizzazione: promuovere l'integrazione pubblico-privato accreditato per assicurare la continuità assistenziale, mediante l'attivazione dei Dipartimenti delle Dipendenze" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento inserisce la necessità, già ricordata dai colleghi di contare - per tutto quello che riguarda la strutturazione della competenza scientifica e delle caratteristiche degli interventi sull'esperienza maturata nei Servizi. I Servizi nel tempo si sono organizzati, nella loro articolazione territoriale, attraverso l'organizzazione dei Dipartimenti delle dipendenze.
I Dipartimenti delle dipendenze sono la prima esperienza attiva in Regione Piemonte di Dipartimenti partecipati, nei quali la composizione non è semplicemente demandata agli operatori dei Servizi, ma prevede anche la partecipazione diretta degli altri soggetti - come ama dire quest'Amministrazione - "erogatori", nonché la rappresentanza degli utenti nelle loro diverse forme organizzate.
L'emendamento si propone quindi di riconoscere la collaborazione pubblico-privato - così come sembra essere desiderabile da parte degli stessi Consiglieri di maggioranza - ma di farlo nelle sedi appropriate. Le sedi appropriate sono i Dipartimenti delle dipendenze, sulla cui necessità continuiamo ad insistere.



ARTESIO Eleonora

PRESIEDENTE



ARTESIO Eleonora

Grazie, collega Artesio.



ARTESIO Eleonora

Emendamento rubricato n. 328) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono", secondo paragrafo, prima riga dopo la parola "(...) dipendenze piemontese" le parole "(...) in base alla politica fin qui realizzata non è bilanciato in modo equilibrato fra le aree sopra indicate." sono abrogate



ARTESIO Eleonora

La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento n. 328) contesta di nuovo un'affermazione assertiva dell'Amministrazione, la quale sostiene che non ci sia stato un equilibrio nelle tre fasi delle responsabilità sanitaria - la prevenzione, la diagnosi e la cura - e ritiene che si sia stati troppo poco equilibrati in ambito di prevenzione.
Ritorno a sostenere che l'ambito della prevenzione è l'esito di un processo che vede diversi attori ed è l'esito di un processo culturale.
Questo è uno dei capitoli di impegno dell'attività dei Piani locali della dipendenza: piuttosto che emettere giudizi affrettati e frettolosi, si riconosca la programmazione già avvenuta all'interno dei Piani locali sulle dipendenze.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 329) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono", secondo paragrafo, prima riga dopo la parola "piemontese (...)" si aggiunge (...) cui dovranno essere garantite risorse adeguate in termini di personale e di funzionamento, dovrà agire (...) " La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Parlando dell'organizzazione dei Servizi e delle loro funzioni ribadiamo - come fanno altri Gruppi consiliari - la necessità di rafforzare l'attuale organizzazione, piuttosto che correre il rischio di diluirla od omologarla in Dipartimenti unici. Partendo dal capo, quindi, abbiamo: i Dipartimenti delle dipendenze, la loro programmazione - che sono i Piani locali partecipati - e le loro risorse. Non si può organizzare obiettivi di salute - anche quelli che mi vedono divergere, per le premesse che ho cercato di spiegare prima - senza dotare le strutture di adeguate risorse professionali.
Voglio solo ricordare che il "mitico" taglio lineare del Piano di rientro - quello che con grande orgoglio l'Assessore ci ricorda aver portato a meno 1.350 unità il Servizio sanitario piemontese nell'ultimo anno - ha tagliato in modo cieco e ha tagliato in modo maggiore laddove le condizioni di precarietà erano maggiori e si stavano lentamente stabilizzando.
Gli operatori dei Servizi delle dipendenze - nelle loro diversità disciplinari - sono oggetto di mancata stabilizzazione e di veloce espulsione, quando gli incarichi sono a tempo determinato. Ora, è inutile lanciare grandi appelli morali - quali quelli che fa questo Piano - parlare della libera circolazione dei pazienti, dire che bisogna codificare i loro diritti, dopodiché non dotare le strutture delle risorse professionali adeguate e necessarie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 330) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono", secondo paragrafo, prima riga dopo la parola "loro famiglie (...)" si aggiunge "avvalendosi della programmazione dei Piani locali delle Dipendenze" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento n. 330) interviene dopo una frase che va enfatizzando la partecipazione della società civile e il ruolo delle famiglie. Vorrei ricordare che l'enfasi non è patrimonio di una cultura politica, tanto meno della sensibilità di una parte.
Però è inutile fare affermazioni retoriche sull'importanza della famiglia e della partecipazione, se poi non si danno le sedi, i tempi e le forme per cui questa partecipazione possa essere garantita.
Quali erano le sedi, i tempi e le forme? Esattamente i piani locali delle dipendenze, esattamente la dimensione partecipata dei dipartimenti delle dipendenze.
Spero che l'insistita reiterazione dei due termini chiave di questo capitolo, possa portare i colleghi Consiglieri, che non avevano avuto esperienza e forse hanno sottovalutato il loro emendamento dell'opportunità di stabilire, nel campo delle dipendenze, il dipartimento dedicato nelle forme che abbiamo sperimentato negli ultimi due anni.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 383) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 115 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche Prima del paragrafo "La prevenzione" dopo le parole: "(...) l'assistenza delle loro famiglie" Aggiungere: "all'interno dei Piani Locali delle Dipendenze, formulati dai Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze, in integrazione con il privato accreditato." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

una riedizione che vale per tutti i capitoli. Si è voluto distinguere questo capitolo delle dipendenze nei tre sottoinsiemi. Il sottoinsieme della prevenzione, quello della cura, della diagnosi, della prevenzione e patologie correlate, della riabilitazione, del reinserimento sociale lavorativo ed infine del monitoraggio e della valutazione.
In ognuno di questi capitoli occorre anticipare, attraverso linee di indirizzo e programmi di attività, gli obiettivi di carattere generale del Piano e particolare della programmazione dei servizi. Tutto ciò ha uno strumento, lo strumento è il piano locale formulato nei dipartimenti di patologia delle dipendenze.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 331) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.3 "Le aree di intervento principali sono" Prima del paragrafo "La prevenzione" aggiungere "Le mission di operatori che si occupano di comportamenti disregolativi si collocano come interventi di mediazione. In nessun modo potranno essere strumentalizzati dal potere politico ad esercitare un ruolo di controllo sociale in una posizione non dialettica con l'utente" Emendamento rubricato n. 332) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.2 "La prevenzione", Prima riga dopo la parola "fondamentale (...)" si sostituisce "la riduzione della domanda" con "l'adozione di stili di vita" Emendamento rubricato n. 333) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.2 "La prevenzione", sesta riga dopo le parole "giovani generazioni (...)" le parole "(...) che risultano maggiormente vulnerabili proprio per la maggiore sensibilità dello sviluppo neuropsichico agli eventuali danni da uso di droghe." Sono abrogate Emendamento rubricato n. 334) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.2 "La prevenzione", decima riga le parole da "Il ruolo (...)" a "(...) conosciuto." Sono abrogate Emendamento rubricato n. 335) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115 punto 4.2 - La prevenzione - quindicesima riga L'incìso da "Oltre (...)" a "(...) motivazionali" è abrogato L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 336) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115 punto 4.2 "La prevenzione" - quintultima riga L'inciso da "Causa (...) " a "(...) adolescente" abrogato Gli emendamenti rubricati n. 331), 332), 333), 334), 335), 336) sono dati per illustrati.
Emendamento rubricato n. 337) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.2 "La prevenzione" - quart'ultima riga Le parole da "riconoscimento precoce (...) " a "(...) .marginalità sociali" sono abrogate La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Ho dato per illustrati gli emendamenti precedenti perché non riguardavano l'organizzazione dei servizi, oggetto che sta particolarmente a cuore, ma riguardavano l'impostazione di questi capitoli, in modo particolare la forma con la quale si interpreta l'aspetto legato alla prevenzione, e il modo con il quale si prevedono delle iniziative di carattere puntuale.
Facciamo un esempio.
Vengono introdotti alcuni gruppi sociali particolarmente a rischio vengono introdotte azioni di riconoscimento precoce, individuandone una come se quella fosse la metodica prevalente.
Questo modo di approcciarsi, è un modo che risponde sicuramente ad un'analisi della situazione parziale e ha un approccio, che mi permetto di chiamare ideologico, degli estensori di questo capitolo.
L'insieme di questi emendamenti aveva lo scopo di far recepire nell'interesse generale e collettivo, che non c'è nessuno che sia contrario al principio di responsabilità nella prevenzione, ma che l'appiattirsi su alcuni strumenti di rilevazione, sul rapporto causa effetto tra alcune condizioni sociali e l'uso e l'abuso di sostanze, non è un modo giusto per riconoscere l'insieme della realtà.
Si potevano tranquillamente accorpare quegli emendamenti, si pu serenamente discutere dei diversi approcci.
La preoccupazione è che in un Piano si selezionino metodi e lettura della realtà a senso unico, che non rendono conto di quello che è il lavoro quotidiano dei nostri servizi e non rendono conto delle persone in carne e ossa che i nostri servizi incontrano.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 338) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115 punto 4.2 "La prevenzione" quartultima riga Sostituire "Azioni di (...) dell'uso" con "informazione e prevenzione sull'uso" L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 384) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 115 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche- La Prevenzione Quart'ultimariga Nella parentesi (early detection) Far precedere la parola "(ad esempio" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Chiediamo, nel capitolo della prevenzione, di eliminare o, meglio, far precedere dalla parola "ad esempio" (siamo a pagina 115): "Diventa quindi fondamentale promuovere azioni di riconoscimento precoce dell'uso di sostanze stupefacenti nei minorenni", chiediamo di inserire nella parentesi "ad esempio", proprio perché alcune modalità di intervento non siano assunte a principio di riferimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 339) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 115, punto 4.2 "La prevenzione", penultima riga le parole "scientificamente riconosciute come più efficaci" sono abrogate La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento tenta di ricondurre tutta l'articolazione del discorso alle evidenze scientifiche. Quindi si propone di aggiungere "ogni qual volta si suggeriscono programmi di intervento o linee di indirizzo per i programmi" di aggiungere "scientificamente riconosciute come più efficaci".
Ci mettiamo a riparo da appartenenze scientifiche specifiche, ci mettiamo a riparo da visioni partigiane e garantiamo ai nostri utenti il massimo delle opportunità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 340) presentato dalla Consigliera Artesio: dopo la parola "prevenzione" Da "scientificamente riconosciute (...) selettivo" si sostituisce con "e di informazione potranno essere rivolte, ad es. " L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 341) presentato dalla Consigliera Artesio: (pagina 116, punto 4.2 "La prevenzione" Il primo punto elenco da "gruppi(...) " a "(...) sociali etc." è abrogato L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 342) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 116, punto 4.2 "La prevenzione", secondo punto elenco, seconda riga: Le parole da "E' inoltre(...) (...) " a "(...) e alcol." sono abrogate L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 385) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara: pagina 116 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche La cura e diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate.
Terza riga Sostituire le parole: "privato sociale" Con: "privato accreditato" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

un elemento di correzione formale, credo possa essere condiviso dell'Amministrazione. Dove viene fatto riferimento al privato, e al privato sociale, aggiungerei "accreditato".
Visto che abbiamo letto un intero paragrafo dell'emendamento di maggioranza che parla dell'accreditamento, lo darei per scontato, quindi ritiro quest'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
L'emendamento rubricato n. 385) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 386) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara: pagina 116 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche La cura e diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate.
Quarta riga dopo le parole: "(...) forme di collaborazione " Aggiungere: "e organizzazione" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Interviene sul paragrafo "Le cure e la diagnosi delle dipendenze e la prevenzione delle patologie correlate", dove il riferimento è alle forme di collaborazione, si aggiunge "e organizzazione".
Perché aggiungiamo questo? Perché la collaborazione ha uno spirito di squadra, l'organizzazione è la messa in atto, da parte di chi deve garantire la funzionalità dei servizi, di tempi, di luoghi e di risorse perché avvenga il coordinamento.
Ripeto, noi insistiamo nel campo delle dipendenze sulla necessità del riconoscimento dell'organizzazione cui si è giunti, quindi del dipartimento delle dipendenze, delle forme di programmazione di questo dipartimento, e del fatto che l'operatività non può essere disgiunta dalla responsabilità della Regione nel garantire risorse adeguate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 343) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 116. Punto "La cura e la diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate". Settima riga dopo le parole: "(...) libera da droghe" Aggiungere: "o compatibile in una logica di riduzione del danno." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Inserisco, come avevo detto illustrando nella premessa, "le iniziative relative alla riduzione del danno", che risultano completamente omesse dalla scrittura di questo paragrafo



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 344) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 116. Punto "La cura e la diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate". Settima riga Abrogare: "La maggiore trasparenza (...) terapeutici"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 345) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 116. Punto "La cura e la diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate". Tredicesima riga Abrogare: "uscire dalle valutazioni soggettive e"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 346) della Consigliera Artesio: pag. 113. Punto "La cura e la diagnosi delle tossicodipendenze e la prevenzione delle patologie correlate", quintultima riga dopo le parole: "(...) sociale (" Aggiungere: "contrasto a"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 387) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 117 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche La riabilitazione ed il reinserimento sociale e lavorativo.
Ultima riga.
dopo le parole: "(...) a disposizione dei servizi. " Aggiungere: "attraverso la definizione di una strategia di intervento presente nei Piani locali delle Dipendenze, formulata dal Comitato Partecipato di Dipartimento, previsto dalla DGR4048 del 1/7/2008." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Questo è un emendamento che riprende le riflessioni e le motivazioni che fino a questo momento ho ricordato. In modo particolare, voglio ricordare che ogni volta che si dà riassetto con un atto di indirizzo generale al sistema sanitario, non significa che si abroghino le deliberazioni precedenti che sono state adottate.
In modo particolare, faccio riferimento alla DGR del 2008 che, avendo cura di riconoscere l'attività dei dipartimenti delle dipendenze, metteva loro in capo la responsabilità della predisposizione dei piani locali.
Piani locali che non sono soltanto la scrittura di un testo di intenzioni, ma che sono poi da monitorare in forma, di nuovo, socialmente partecipata.
Il Comitato partecipato del dipartimento è anche uno di quegli strumenti, incredibilmente rimosso anche nel capitolo "Monitoraggio e valutazione", in cui si riescono a fare vivere nella valutazione dei soggetti interessati le analisi sugli esiti dei risultati raggiunti, in un modo - non a caso ho usato il termine "far vivere" - ben più caldo e consapevole e soprattutto ben più coinvolto di quanto non sia esclusivamente la rilevazione statistica.
Quindi, anche quest'emendamento interviene sul tema dei piani locali dei Comitati di partecipazione e dei dipartimenti delle dipendenze.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 347) della Consigliera Artesio: pag. 117. Punto "Il monitoraggio e la valutazione", quarta riga Abrogare: "Le linee di indirizzo...antidroga"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 388) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 117 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche Il monitoraggio e la valutazione.
Dodicesima riga.
dopo le parole: (...) particolare riferimento" Aggiungere: "alle necessità di integrazione più frequenti: servizi di infettivologia Gastroenterologia, Medicina Interna e DSM."



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento, che si colloca a pagina 117 e in modo particolare nella fase del monitoraggio e della valutazione, ritorna su uno stile che ci sembra troppo dimenticato in questo capitolo, da parte dell'Amministrazione.
Perché l'Amministrazione fa molto riferimento alla necessità di cooperazione, interrelazione e abbandona poi questa necessità alla volontà degli operatori e dei servizi.
Come già detto, bisogna costruire uno scheletro organizzativo, come si era fatto nel 2008, nel quale consentire le forme di collaborazione.
Quindi, quando qui si dice della necessità di integrazione, si citino anche i servizi con i quali più frequentemente i servizi delle dipendenze cooperano: i dipartimenti di salute mentale - lo avete detto precedentemente - addirittura lasciando quasi intendere di volere unificare la salute mentale e le dipendenze; i servizi di infettivologia. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare l'Assessore, che sottolineava come è stato intrattenuto ed interessato dall'evoluzione delle modalità con le quali si curano le malattie sessualmente trasmissibili e di come, quindi alcune condizioni che possono coniugare (condizione di dipendenza) con altri comportamenti a rischio, come la gastroenterologia e la medicina interna, abbiano oggi modalità di trattamento vincenti e differenziate.
Quindi, laddove si citano le integrazioni, è bene nominarle, ma soprattutto è bene che l'Amministrazione consenta poi momenti organizzativi dedicati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 348) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 117. Punto "Il monitoraggio e la valutazione", sedicesima riga dopo le parole: " (...) 2012-2015" Aggiungere: "da sottoporre alla commissione consiliare regionale competente"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 389) presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Buquicchio, Stara.
pagina 117 punto 4.3 - Le Dipendenze Patologiche Il monitoraggio e la valutazione.
Sedicesima riga.
dopo le parole: "(...) Dipendenze (PARD) 2012-2015" Aggiungere: "che ha individuato l'architettura organizzativa dei servizi e i percorsi di prevenzione cura e riabilitazione."



ARTESIO Eleonora

Questo è un emendamento molto importante. Quest'emendamento, dopo averlo fatto nel capitolo della prevenzione, averlo ripreso nel capitolo della diagnosi e della cura, ricorda anche nel capitolo del monitoraggio e della valutazione, che noi abbiamo agito nell'ambito di una programmazione precedente, che questa programmazione precedente ha orientato tutti i servizi a un lungo lavoro, che è stato il lavoro di redazione dei piani locali delle dipendenze.
Nel testo a pagina 117 si fa riferimento al lavoro della Commissione tecnica regionale, composta da esperti di diversi settori, i quali avrebbero elaborato il piano di azione. Ma oltre ad elaborare il piano delle azioni, occorrerebbe individuare le strutture organizzative che diano gambe, testa e continuità a questo piano di azione, quindi aggiungiamo "che ha individuato l'architettura organizzativa dei servizi e i percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 349) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 118, penultima riga della pagina dopo le parole: (...) impegnano" Abrogare: "impropriamente"



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 176) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Pentenero, Manica, Taricco, Gariglio, Laus.
All'interno del paragrafo 4 (Le fragilità) dell'Allegato "I progetti speciali di salute", contenuto nell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 4.4 (Gli anziani non autosufficienti) dopo le parole "4. lo sviluppo di settino pro-attivi tra servizi di welfare, l'anziano non autosufficiente e la sua famiglia e le risorse mobilitate dalle comunità piemontesi nel percorso di cura e di assistenza" è inserito, a pagina 124, il seguente punto: " La Clinica della Memoria Tra le cause di fragilità della popolazione anziana sempre più diffuse figurano le malattie dementigene, quali ad esempio l'Alzheimer.
A tal riguardo, tra le strutture la cui realizzazione la Regione intende promuovere, vi è la ed. "Clinica della Memoria" di Collegno, quale centro per la cura delle patologie dementigene e soprattutto per la cura dell'Alzheimer secondo un modello innovativo finalizzato a migliorare sensibilmente l'efficacia e la continuità dell'assistenza a tali malati.".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Quest'emendamento è stato modificato dopo la discussione in Commissione, secondo l'indicazione che era venuta all'interno della Commissione e dalla riflessione che con l'Assessore Monferino abbiamo fatto.
Riguarda la clinica della memoria di Collegno, un progetto nato durante il secondo Governo Ghigo, che non si è concretizzato durante i cinque anni del governo di centrosinistra e che adesso, dopo due anni, si ripropone.
un investimento che, almeno fino a questo momento, è esclusivamente privato, che è stato reso possibile grazie alla passione del parroco di San Secondo, Don Forradini, e che è stato sostenuto dalle fondazioni bancarie.
Sono stati spesi nel comune di Collegno fino a questo momento circa 13 milioni di euro per realizzare la struttura; qui manca ancora un certo numero di milioni di euro per il suo completamento.
Noi crediamo che le cose cominciate, in qualunque momento siano state cominciate e di chiunque sia la responsabilità, vadano completate altrimenti c'è stato uno spreco di terreno agricolo in una zona del comune di Collegno molto pregiata dal punto di vista ambientale e c'è stato uno spreco di denaro per realizzare l'immobile per il quale i lavori sono quasi completamente terminati. Soprattutto manca un servizio relativo ad un settore, quello della cura dell'Alzheimer, che avrebbe bisogno nella nostra Regione ancora di molti servizi diurni e anche di un certo numero di disponibilità di posti letto.
L'Assessore si è detto disponibile ad accogliere un emendamento che prevede nella clinica della memoria, non tanto la ricerca - che abbiamo escluso dall'emendamento - quanto la realizzazione di 40 posti letti di ricovero e di 40 posti letti di centro diurno.
Se viene accettato quest'emendamento, entra nella programmazione sanitaria regionale - non è mai uscito perché era stato inserito anche nel piano socio sanitario precedente - finalmente le fondazioni erogano l'ultima tranche di contributi e questo problema - perché ormai è un problema, così come è un problema tutto quello che viene iniziato e non completato - all'interno del comune di Collegno completa il suo iter e potrà ospitare 80 malati di Alzheimer.
Questo rappresenterà un sollievo per i pazienti e per le famiglie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale "V. Mucci" di Bra (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II B dell'Istituto Professionale "Velso Mucci" di Bra in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" (atti di indirizzo collegati - ordini del giorno n. 427, n. 685, n. 587, n. 439; interrogazione n. 119 ritirata) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti relativi al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176.
Emendamento rubricato n. 412) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino: allegato "l progetti speciali di salute" dopo il Paragrafo "4.5.
Le persone con disabilità" pagina 125 Inserire il seguente sotto paragrafo: "4.5.1 Miglioramento delle procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile. Dal 1 gennaio 2010, la Legge 102/2009 ha individuato nuove procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile, affidandole a Commissioni mediche delle Aziende sanitarie locali integrate da un medico dell'INPS quale componente effettivo, anche se l'accertamento definitivo viene effettuato dall'INPS.
L'avvio della nuova procedura di riconoscimento, che prevede una forma di collaborazione ed interazione attraverso commissioni mediche congiunte tra INPS e ASL, ha creato ritardi nell'iter procedurale, anche a causa dell'incompatibilità tra i sistemi informatici delle ASL e dell'INPS, che hanno portato ad un grave rallentamento del riconoscimento dell'invalidità civile e delle provvidenze collegate.
Per tali motivi, è necessario individuare nuove misure di miglioramento del percorso di riconoscimento dell'invalidità civile, provvedendo, sulla base della normativa statale vigente, alla stipula di una nuova convenzione tra Regione Piemonte e INPS volta ad esperire nuove soluzioni tecnico operative, che rendano meno oneroso per i cittadini il procedimento di riconoscimento di invalidità civile. Obiettivi della nuova convenzione sono: Ridurre i tempi per il riconoscimento dell'invalidità civile Rendere omogeneo sull'intero territorio regionale il procedimento per l'ottenimento dei benefici, evitando la frammentazione delle metodologie impiegate nei diversi territori omogeneizzare i parametri di valutazione utilizzati per gli accertamenti sanitari su tutto il territorio regionale Tra le varie soluzioni, l'affidamento all'INPS, che opera per competenza territoriale in base ai Codici di Avviamento Postale, del ciclo completo delle valutazioni medico-sanitarie, rappresenta una delle soluzioni più efficaci ed efficienti.
Tale soluzione, prima della sua adozione a regime dovrà essere sottoposta a sperimentazione annuale, al fine verificare i risultati attesi di miglioramento dei tempi di attesa per l'espletamento delle visite relative all'invalidità civile e quelle connesse alla condizione di handicap." La parola all'Assessore Monferino, per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
L'emendamento 412) corrisponde ad un altro degli impegni assunti nella Commissione sanità e riguarda il punto 4.5.1, "Miglioramento delle procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile".
Dal 1° gennaio 2010, la legge 102/2009 ha individuato nuove procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile, affidandole a Commissioni mediche delle Aziende Sanitarie Locali, integrate da un medico dell'INPS quale componente effettivo, anche se l'accertamento definitivo viene effettuato dall'INPS.
Stiamo dialogando con l'INPS per cercare una soluzione più rapida per arrivare al riconoscimento delle cause d'invalidità, dando, se è il caso gruppi di medici delle nostre Aziende Sanitarie Locali a supporto dell'attività dell'INPS, che potrebbe recuperare totalmente il processo evitando lo scollamento di un passaggio tra le approvazioni delle Aziende Sanitarie Locali ai necessari processi che deve svolgere l'INPS.
Questo è lo spirito dell'emendamento.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore.
Emendamento rubricato n. 350) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 129. ultimo elenco puntato, prima del paragrafo "Indicazioni sui modelli organizzativi" Abrogare l'elenco puntato "piena salvaguardia (...) dei piani di rientro" La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Il capitolo di cui stiamo parlando dovrebbe suscitare molta attenzione da parte del Consiglio regionale, poiché riguarda il modo con il quale la Regione Piemonte si organizza, al fine di gestire la delega trasferita dal Ministero di Giustizia sulla sanità penitenziaria.
Ripetutamente, ma devo dire previdentemente, la Commissione è stata assorbita dalla priorità del Piano Socio Sanitario.
Ho posto la questione della tutela della salute in carcere, perché lo considero non solo un elemento paradigmatico del livello di civiltà del nostro Paese e del rispetto costituzionale del valore rieducativo della pena, ma anche un requisito fondamentale per garantire, nel senso vero del termine, la sicurezza sociale, pertanto anche le relazioni vivibili all'interno degli istituti penitenziari.
Non è accettabile - dal mio punto di vista - che ci sia un paragrafo che pone anche la sanità penitenziaria nell'ambito dei vincoli del Piano di rientro, secondo la solita logica di questo Piano Socio Sanitario per la quale il legislatore dice: "Vorrei, ma non posso; vorrei, sarebbe necessario, dovrebbe essere opportuno, però compatibilmente con il Piano dei rientro".
Ricordo che alla sanità penitenziaria sono stati trasferiti fondi finalizzati; ricordo che la sanità penitenziaria è oggetto di un tavolo di monitoraggio nazionale in seno al Coordinamento delle Regioni; ricordo che la sanità penitenziaria è monitorata, a livello regionale, dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e dai Direttori degli Istituti di pena.
Purtroppo, l'esperienza - non posso parlare per analisi statistica - mi induce a dire che il livello di assistenza erogata nell'ultimo anno e mezzo è profondamente scaduto, soprattutto per quanto riguarda la convenzione con gli specialisti.
Se usciamo dai confini della città di Torino - che è molto sofferente per il sovraffollamento dell'Istituto di pena, ma non lo è dal punto di vista della specializzazione dei servizi sanitari - e andiamo nelle altre province, vediamo come questa riduzione dell'opportunità delle visite specialistiche in carcere sia visibile e denunciata...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Artesio. Capisco che siamo nella fase dell'illustrazione; capisco che la Consigliera Artesio ha una parte significativa di emendamenti, ma credo sia anche apprezzabile il fatto che sta accorpando l'illustrazione. Credo doveroso garantire quelle condizioni minime che permettono alla Consigliera Artesio di dire cosa pensa e, alla Giunta e a chi è interessato, di ascoltare, pertanto confido nella vostra collaborazione.
Prego, Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Dicevo: era stata denunciata nei sopralluoghi che ho realizzato, sia dai Direttori e dagli operatori del sistema penitenziario sia dai detenuti che ne portano, per primi, le sofferenze.
Ritengo, utilizzando quest'emendamento, di non poter accettare che alcuni principi fondamentali vengano superati dal principio economico del Piano di rientro. Ho utilizzato questo paragrafo per sottolinearne l'elemento di forte contraddittorietà.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 178) presentato dai Consiglieri Laus, Reschigna Lepri, Manica, Boeti, Taricco, Pentenero, Muliere, Gariglio: All'interno del paragrafo 5 (percorsi qualificanti) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, prima della ripartizione 5.1 (La rete delle neonatalogie e la rete delle pediatrie) è inserita, a pagina 132, la seguente: " 5.0 Area materno-infantile Quadro di riferimento L'area materno-infantile è rivolta alla tutela della salute dei minori e delle donne in età fertile che dai dati BDDE 2010 risultavano essere rispettivamente 683.841 e 971.805; a quest'ultimo dato vanno aggiunte le donne straniere temporaneamente presenti.
Nel 2010 i nati residenti in Piemonte registrati in BDDE risultano 38.385.1 parti avvenuti in ospedali pubblici piemontesi o a domicilio ammontano a 36.585 (Fonte Cedap) con 36.955 nati, il 26% dei quali di donne straniere che presentano percorsi sanitari non sufficientemente tutelati con esiti perinatali maggiormente problematici.
Rispetto all'area pediatrica i minori che nel 2011 hanno contattato i servizi di neurosi chiatria infantile sono stati 52.754, di questi il 23% è disabile, mentre il 23,4% presenta problematiche sociali rilevanti spesso gestite con l'autorità giudiziaria (9,4%). L'ADI per l'età evolutiva è organicamente attuata, tramite protocolli assistenziali regionali, in tutte le ASL per quel che riguarda il percorso dei pazienti affetti da fibrosi cistica e per quelli con ventilazione assistita.
1 servizi afferenti all'area materno-infantile sono presenti in modo diffuso sul territorio regionale con l'unica eccezione dei pediatri di libera scelta che in alcune zone coprono sono parzialmente la popolazione infantile. Tali servizi in questi anni sono stati ricondotti al dipartimento materno-infantile (DMI) all'interno del quale trovano collocazione le funzioni relative ai percorsi assistenziali dell'area e si integrano i servizi dedicati alla maternità, alle cure pediatriche, alle cure NPI.
Il modello organizzativo perseguito ha avuto come obiettivo la definizione dei percorsi assistenziali all'interno di una rete integrata di servizi vista come unica risposta possibile ad una richiesta di salute sempre più complessa e articolata e rivolta ad una pluralità di servizi. La rete nasce dall'esigenza di coniugare il diritto dei pazienti a prestazioni sempre più appropriate ad un'organizzazione dei servizi sanitari comunque vicina ai cittadini, soprattutto quelli per cui la necessità delle cure non è un fatto episodico.
Dall'interno dei DMI le diverse strutture complesse e semplici concorrono alla organizzazione delle relative reti regionali: rete dei Punti Nascita e delle Terapie Intensive Neonatali, rete delle NPI, rete dei Consultori familiari, rete dei punti di sostegno all'allattamento al seno, rete della patologia respiratoria, rete allergologica, rete malattie rare,etc.
Sono stati sviluppati sistemi di monitoraggio delle attività indispensabili per l'introduzione di sistemi di governo clinico che garantiscono la tracciabilità dei percorsi assistenziali (Percorso Nascita, Crescita Cronicità, Adolescenza, Genitorialità responsabile), realizzati attraverso la duplice dimensione orizzontale dei DMI e verticale delle reti regionali la ricerca sulla appropriatezza e sull'efficacia e la realizzazione della plasticità con la quale il DMI deve sapere rispondere alla domanda di salute locale nel rispetto della organizzazione generale del SSR.
Nell'area materno-infantile così organizzata (DMI, rete regionale dei servizi orizzontale e verticale, DWH dell'area) il governo clinico si esplicita attraverso audit di percorso a livello regionale e a livello dipartimentale con il supporto del DWH messo a disposizione degli operatori.
Criticità Necessità di definire percorsi assistenziali condivisi tali da garantire equità di accesso e trattamento ai cittadini e riduzione degli eccessi di medicalizzazione che si riscontrano in alcune attività.
Implementazione della raccolta dei dati al fine di omogeneizzare il flusso informativo per fini programmatori ed epidemiologici.
Scarsa attenzione agli interventi primari, alle relazioni di rete necessarie alla definizione dei percorsi assistenziali dei pazienti ed ai percorsi dei pazienti più deboli.
Discontinuità dell'assistenza al processo riproduttivo: fra periodo della gravidanza e del parto, fra parto e puerperio e durante il travaglio. La forte esigenza, da parte delle donne, di una figura di riferimento che garantisca la continuità è dimostrata dal ricorso massiccio, in gravidanza, all'assistenza privata (nel 75% dei casi), quasi sempre di un medico che opera anche in un ospedale pubblico (dove si verifica oltre il 90% dei parti).
Strategie Consolidamento della rete dei servizi compatibile con la domanda di salute e con le risorse disponibili attraverso lo sviluppo dei flussi informativi e la definizione dei percorsi assistenziali riconducibili a quest'area : percorso donna (tutela della salute della donna globalmente intesa e per l'arco dell'intera vita); percorso maternità consapevole percorso nascita; percorso crescita; percorso cronicità; percorso adolescenti. I percorsi devono garantire la presa in carico in un modello di alleanza terapeutica, il superamento della parcellizzazione della risposta, l'integrazione con tutti i servizi sanitari e non, la trasparenza dell'offerta in relazione e a confronto con la domanda di salute espressa dalla famiglia. I percorsi assistenziali propri dell'area devono essere resi accessibili alle donne ed ai minori stranieri (es.
informazioni in lingua, mediazione culturale).
Realizzazione delle relazioni di rete attraverso l'attenzione agli interventi primari (es Consultori, consultori per adolescenti), la formalizzazione del principio di sussidiarietà ( per es. tra le componenti di assistenza pediatrica per superare le carenze di pediatria di libera scelta), il potenziamento delle risposte extraospedaliere (ADI pediatrica quale risposta per favorire il rientro o la permanenza al domicilio introduzione della telemedicina per le situazioni più compromesse attivazione della ospedalizzazione domiciliare per i casi che richiedono competenze non delegabili all'assistenza di base), l'organizzazione multiprofessionale e la contestuale individuazione delle misure necessarie per il sostegno alle famiglie nelle quali sono presenti situazioni che richiedono una alta assistenza (per es. per i servizi di NPI).
Promozione di progetti di sostegno alle aree depresso (es. gemellaggio con servizi assistenziali materno-infantili nei paesi in via di sviluppo).".
La parola al Consigliere Laus, per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
L'emendamento nasce dall'esigenza di riconoscere il lavoro che è stato svolto, negli anni, per mettere in rete, quindi far dialogare e integrare tra loro, servizi diversi: ginecologia, pediatria, neuropsichiatria infantile, ecc., che hanno in comune la salute delle donne, dal momento in cui sono fertili, e quella dei bambini, attraverso il delicato passaggio della gravidanza e oltre.
L'idea portata avanti, sulla quale ancora si sta lavorando, è di superare la singola risposta all'evento sanitario, per creare un percorso che dia continuità di assistenza alla popolazione femminile e infantile attuando un'unica strategia di attenzione che coinvolga tutte le strutture interessate, ognuna per la propria competenza.
In questo modo, la donna, madre, ha modo di acquisire una sempre maggiore consapevolezza, oltre a non essere mai lasciata sola.
Attraverso la specificazione di protocolli multidisciplinari, si è cercato di ottenere anche una maggiore appropriatezza degli interventi sanitari. Pensiamo, ad esempio, alla proliferazione in alcuni settori degli esami inutili.
Questo sforzo virtuoso per creare relazioni di rete tra servizi diversi impone che, anche nella scrittura del Piano Socio Sanitario, si abbia una visione d'insieme dell'area materno-infantile, prima di passare alla trattazione dei diversi servizi, altrimenti si rischia di disperderne la forza.
Mi pare, quindi, che un cappello introduttivo alla trattazione dell'area materno-infantile sia indispensabile per mettere a valore i risultati di questa strategia d'insieme e per dare una continuità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Laus.
Emendamento rubricato n. 132) presentato dai Consiglieri Pentenero Muliere, Boeti.
Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagine 132-133, le parole: " 5.1 La rete delle neonatologie e la rete delle pediatrie 5.1.1 Struttura della rete delle neonatologie - terapie intensive neonatali Attualmente esistono in Piemonte 7 Neonatologie con Terapia Intensiva Neonatale (TIN) di III livello situate in Ospedali con DEA di II livello.
Gli altri Centri Nascita esistenti sono distribuiti fra I e II livello, ma con differenza di funzioni non nettamente definita. Si riscontrano principalmente due tipi di criticità: Posti di Terapia Intensiva Neonatale insufficienti soprattutto per l'aumento negli ultimi 10 anni dei neonati estremamente critici a causa di aumento dell'età materna, fecondazione assistita, immigrazione miglioramento delle cure ostetriche e neonatologiche con conseguente aumento della sopravvivenza di tali neonati Difficoltà ad assicurare un'adeguata assistenza neonatale per la parcellizzazione dei Centri Nascita di piccole dimensioni tali da non consentire in ciascuno un adeguato numero di Neonatologi per coprire le 24 ore.
L'obiettivo fondamentale è quello di garantire a ogni neonato, in qualsiasi Centro Nascita, ai vari livelli assistenziali, un'assistenza appropriata e sicura, uniforme su tutto il territorio regionale. In conformità con il recente Documento della Conferenza Unificata Stato Regioni concernente "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo" (G.U. Serie Generale al3 del 18 gennaio 2011) si prevede la realizzazione di una rete delle neonatologie tale da garantire una dimensione adeguata dei Centri Nascita tramite l'accorpamento graduale dei Centri di piccole dimensioni in modo da costituire solamente Centri con almeno 1000 nati l'anno. La possibilità di punti nascita con numerosità inferiore (e comunque non inferiore a 500 parti/anno) potrà essere prevista solo sulla base di motivate valutazioni per aree geografiche particolarmente disagiate con rilevanti difficoltà di attivazione del servizio di trasporto assistito materno (STAM). Ciò consentirà una copertura assistenziale 24 ore su 24 da parte di personale medico e infermieristico con competenze neonatologiche adeguate. Per attuare le azioni proposte si prevede il raggruppamento dei Centri Nascita di I e II livello in Unità Operative Pediatriche/Neonatologiche di I livello all'interno di un DEA di I livello (Unità che assistono neonati sani e nati con patologie che non richiedano ricovero in TIN) lasciando la situazione attuale delle Terapie Intensive Neonatali di III livello, che vengono denominate Unità Operative Neonatologiche di II Livello-TIN (Unità che assistono neonati fisiologici e neonati patologici,ivi inclusi quelli bisognosi di terapia intensiva) air interno di un DEA di II livello, potenziandone le capacità recettive secondo le attuali necessità. Si prevede inoltre l'abbinamento per pari complessità di attività delle UU.O.O. Ostetrico-Ginecologiche con quelle Neonatologiche riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali.
Secondo quanto previsto dal Documento della Conferenza Unificata Stato Regioni, le U.O. Ostetricia di I livello assistono gravidanze e parti in età gestazionale superiore o uguale a 34 settimane, in situazioni che non richiedono presuntivamente interventi di livello tecnologico e assistenziale elevato, tipiche del II livello, per la madre e per il feto.
Le U.O. Ostetricia di I livello sono formalmente e funzionalmente collegate con le Unità di Ostetricia di II livello secondo il modello Centri di Riferimento e Cardine e garantendo il trasferimento mediante lo STAM a Unità di II livello delle gravide per le quali si preveda che il nascituro abbisogni di terapia intensiva, salvo le situazioni di emergenza nelle quali ciò non sia possibile e per le quali deve essere attivato con tempestività lo STEN (Servizio Trasporto Emergenza Neonatale)." sono sostituite dalle seguenti: "5.1 La rete delle ostetricie, neonatologie e pediatrie 5.1.1 Struttura della rete delle ostetricie e neonatologie Livelli assistenziali Le più recenti indicazioni a livello Nazionale (conferenza unificata Stato Regioni - Rep. Atti n. 137/CU-G.U. Serie Generale n, 13 del 18 gennaio 2011) prevedono: 1) la progressiva riduzione dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno 2) l'abbinamento per pari complessità di attività delle UUOO ostetrico ginecologiche con quelle neonatologiche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali. La differenziazione fra primo e secondo livello esclusivamente sulla base dell'età gestazionale al parto (34 settimane) proposta dal succitato documento è riduttiva e potrebbe condurre ad inappropriatezza assistenziale. La complessità della classificazione nel contesto dell'ostetricia-neonatologia nasce dal fatto che sempre si deve considerare la diade madre/feto e non sempre i livelli assistenziali necessari sono corrispondenti per la madre e per il feto/neonato.
L'identificazione di centri di I e II livello ostetrico-neonatologici deve essere basata su una rigorosa differenziazione fra fisiologia e patologia: ai centri di I livello afferiscono i parti fisiologici, essendo classificate come fisiologiche le gravidanze senza patologie e senza fattori di rischio materni e/o fetali, attuali o anamnestici, che iniziano il travaglio di parto a termine o presso il termine (>34 settimane) ai centri di II livello, che includono anche un I livello, delle unità ostetrico-ginecologiche e neonatologiche, afferiscono: a) le gravidanze con patologie materne (anche se queste non influiscono sulla salute del feto) b) le gravidanze con patologie fetali, anche >34 settimane e anche in assenza di patologie materne c) le gravidanze con patologie materno-fetali o parti <34 settimane.
In questo modo dovrebbe essere ridotta al minimo la necessità dello STEN (Servizio Trasporto Emergenza Neonatale) che, seppur indispensabile rappresenta la risposta al fallimento di una corretta assistenza alla gravidanza (che dovrebbe essere in grado di riconoscere prima del parto i casi che necessiteranno di terapia intensiva neonatale).
Integrazione territorio-ospedale Al fine di attuare il suddetto sistema è indispensabile rendere operante l'integrazione territorio-ospedale. Le strutture del territorio (consultori) devono garantire l'assistenza alle gravidanze fisiologiche con riferimento al punto nascita scelto dalla donna secondo le modalità già in atto (agenda della gravidanza, bilancio di salute a circa 36 settimane ricovero in travaglio attivo). Modalità di dimissioni precoci e protette dovranno essere attivate per ridune le giornate di degenza e favorire l'attaccamento madre-neonato. Per tutte le gravidanze in cui vengono identificate patologie o fattori di rischio materni e/o fetali deve essere attuato il riferimento per l'assistenza prenatale e/o per il parto a Centri di II livello ostetrico-neonatologici opportunamente individuati secondo il modello Riferimento e Cardine. Il riferimento dovrebbe avvenire il più precocemente possibile, talora anche già in fase preconfezionale, solo raramente ricorrendo allo STAM (Servizio Trasporto Assistito Materno). A tal fine devono essere approntati protocolli diagnostico-terapeutici condivisi fra territorio ed ospedale ed individuati i conseguenti adeguati percorsi assistenziali. Attualmente mancano dati relativi alla incidenza delle patologie materne e/o fetali ed alla loro distribuzione geografica sul territorio piemontese. Sulla base di questi dati dovranno essere individuati i centri di II livello a cui fare afferire le gravidanze con patologie materne e/o fetali e le caratteristiche di tali centri; necessità di dotazioni strutturali (numero letti di degenza, numero culle TIN tecnologie diagnostiche) ed organiche.".
La parola alla Consigliera Pentenero, per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

L'emendamento riguarda la rete delle neonatologie e la rete delle pediatrie.
Intendiamo riscrivere completamente il punto 5.1, riscrivendo la struttura della rete dell'ostetricia e neonatologia, definendo i livelli essenziali.
Le più recenti indicazioni a livello nazionale prevedono la progressiva riduzione dei punti nascita, l'abbinamento per pari complessità di attività delle Unità Operative ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali, la differenziazione fra primo e secondo livello, esclusivamente sulla base dell'età gestazionale al parto, proposta dal succitato documento è riduttiva e potrebbe condurre all'inappropriatezza assistenziale.
La complessità della classificazione nel contesto dell'ostetricia neonatologia nasce dal fatto che sempre si deve considerare la diade madre/feto e non sempre i livelli assistenziali necessari sono corrispondenti per la madre e per il feto/neonato.
L'identificazione di centri di primo e secondo livello ostetrico neonatologici deve essere basata su una rigorosa differenziazione tra fisiologia e patologia, definendo quindi cosa fa riferimento ai centri di I livello e cosa fa riferimento ai centri di secondo livello.
Ai centri di primo livello afferiscono i parti fisiologici, essendo identificate come fisiologiche le gravidanze senza patologie e senza fattori di rischio, mentre ai centri di secondo livello afferiscono le gravidanze con patologie materne e le gravidanze con patologie fetali anche inferiori a 34 settimane e anche le gravidanze con patologie materno fetali o parti inferiori alle 34 settimane.
Relativamente ad un'ultima parte legata all'integrazione tra territorio e ospedale, per potere rendere attuabile il sistema sopra evidenziato, è indispensabile rendere operante l'integrazione tra territorio e ospedale cercando di collegare entrambe le progettualità legate alla struttura ospedaliera e alla struttura territoriale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 136) presentato dai Consiglieri Pentenero Reschigna, Taricco, Muliere, Boeti, Gariglio, Manica, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 5.1.2 (Struttura della rete delle pediatrie) a pagina 134 è inserita la seguente: "5.1.2 bis Strutture di Neuropsichiatria infantile (NPI) I Servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPI) sono strutture operative interdisciplinari, deputate alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche dell'infanzia e dell'adolescenza (da 0 a 18 anni), e di tutti i disordini dello sviluppo del bambino nelle sue varie linee di espressione (psicomotoria, linguistica, cognitiva, intellettiva e relazionale).
Hanno quindi come competenza specifica lo sviluppo complessivo del bambino e l'azione dell'ambiente o di eventi patogeni su di esso.
Nei disturbi neuropsichici dell'età evolutiva, il processo diagnostico e l'impostazione del progetto terapeutico e/o riabilitativo sono frutto di una valutazione globale multiprofessionale specifica: la competenza specialistica non è quindi espressa da un singolo professionista ma dal lavoro di una unità operativa stabile e specificamente formata, che opera con modalità che garantiscano continuità tra uno specifico intervento ospedaliero e specifico percorso territoriale, entrambi necessari per assicurare: a. appropriatezza e completezza nella diagnosi b. precisione e adeguatezza del progetto terapeutico c. coerenza e continuità degli interventi di cura possibili d. verifica degli esiti nel tempo.
La competenza dei Servizi di NPIA si esprime in una presa in carico globale, complessiva e longitudinale che comprende sia le prestazioni diagnostiche che l'attuazione, il supporto e il monitoraggio di interventi terapeutici, riabilitativi ed educativi successivi alla diagnosi e che includono famiglia e contesti di vita.
E' inoltre compito dei Servizi di NPIA contribuire alla formazione del personale sanitario ed educativo, in causa nell'intervento terapeutico.
I Progetti Obiettivo Materno Infantile e Tutela Salute Mentale rappresentano il riferimento teorico-operativo delle strutture di NPI; essi presuppongono una rete omogenea di Strutture Operative in grado di assicurare la prevenzione e la cura dei disturbi neurologici e psichiatrici dell'età evolutiva, erogando livelli di assistenza uniformi in tutto il territorio regionale.
Storicamente la Neuropsichiatria Infantile del Piemonte è composta da strutture specialistiche collocate all'interno del Dipartimento Materno Infantile e questo ha consentito una risposta specifica ed uniforme ai bisogni globali dei pazienti.
La disciplina di NPI è rappresentata in ambito accademico da una struttura universitaria e da una scuola di specializzazione, collocate all'interno dell'Ospedale Infantile Regina Margherita. I servizi di NPI del Piemonte si sono dotati di uno strumento epidemiologico specifico (NPI.net) che garantisce la tracciabilità dei percorsi del minore nei vari servizi e il monitoraggio dell'attività specialistica, dei carichi di lavoro e dei percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi. In questi anni i servizi di NPI si sono dotati di strumenti specifici e linee guida in vari ambiti: ADHD, autismo, emergenza psichiatrica in età evolutiva e in adolescenza disturbi specifici di apprendimento, disturbi del comportamento alimentare revisione linee guida sull' abuso e maltrattamento ai minori. Alcuni per non hanno avuto finora un'applicazione operativa come ad esempio quello sull'Emergenze Psichiatriche Alla luce dell'imminente pubblicazione del piano socio sanitario, l'importanza di mantenere l'attuale configurazione delle strutture di NPI nel Dipartimento Materno Infantile Strutturale delle aziende sanitarie regionali, garantendo così la specifica identità professionale specialistica nonché l'assetto organizzativo con integrazione ospedale/territorio in ambito neurologico e psichiatrico in età evolutiva.
Si sottolinea inoltre l'estrema importanza del mantenimento/rafforzamento della multidisciplinarietà della NPI.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Con quest'emendamento ci riferiamo ai Servizi di neuropsichiatria infantile, che sono strutture operative interdisciplinari, deputate alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche dell'infanzia e dell'adolescenza.
Quindi, hanno una competenza specifica sullo sviluppo complessivo del bambino e sull'azione dell'ambiente o di eventi patogeni che ad esso sono collegate.
Chiediamo che vengano rafforzate le strutture di neuropsichiatria infantile, al fine di assicurare una maggiore appropriatezza e completezza nella diagnosi, una maggiore precisione e adeguatezza del progetto terapeutico, una coerenza e una continuità degli interventi di cura possibili e una verifica degli esiti nel tempo.
Nel tentativo di rafforzare le Strutture di neuropsichiatria infantile in modo particolare vogliamo fare riferimento alla struttura universitaria e alla scuola di specializzazione collocata all'interno dell'Ospedale Infantile Regina Margherita.
I Servizi di neuropsichiatria infantile del Piemonte sono così dotati di uno strumento epidemiologico che garantisce la tracciabilità dei percorsi del minore nei vari servizi e il monitoraggio dell'attività specialistica, dei carichi di lavoro e dei percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi.
In questi anni, i Servizi di NPI si sono dotati anche degli strumenti specifici e delle linee guida in ambiti come quello dell'autismo dell'emergenza psichiatrica in età evolutiva e in adolescenza.
Sostanzialmente, chiediamo che queste Strutture vengano rafforzate all'interno delle progettualità che ho cercato di descrivere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 413) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell''Assessore Monferino: allegato "i progetti speciali di salute" Paragrafo "5.2 Le Unità di senologia" pagina 134 Sostituire il paragrafo con il seguente: "5.2 Le Unità di senologia L'attuale situazione piemontese del trattamento del Tumore della mammella non riesce a fornire un servizio pienamente competitivo rispetto ai centri di riferimento nazionali presenti nelle Regioni confinanti. Ne consegue una mobilità passiva, specie verso la Lombardia, che può e deve essere evitata.
I protocolli diagnostici-terapeutici del carcinoma della mammella sia in campo oncologico, sia in campo chirurgico sono ormai validati a livello internazionale e vengono ubiquitariamente utilizzati. La percentuale di sopravvivenza risulta, dunque conseguentemente sovrapponibile. Ciò che diversifica l'attuale realtà piemontese da quella dei grandi centri nazionali è la tipologia di approccio globale al paziente. L'atteggiamento che costituisce il gold standard del trattamento si basa sulla visione della malattia non solo come patologia che mette a rischio la vita della paziente, ma anche come esperienza demolitiva della integrità e femminilità della persona, concetto che miri alla salute ed al benessere della persona (empowerment), riportando al centro dell'attenzione terapeutica la donna e non il tumore. L'atto terapeutico che ne consegue non solo pone sullo stesso piano la chirurgia demolitiva e quella ricostruttiva, ma identifica la seconda come atto fondamentale di completamento della prima. In questo contesto è necessaria la stretta collaborazione tra il Chirurgo Plastico il Chirurgo Oncologo, il Radioterapista, l'Oncologo Medico, dal momento della diagnosi, fino alla scelta ed esecuzione dell'atto demolitivo chirurgico che, oltre ad avere la finalità di exeresi della malattia, deve avere anche una funzione di preparazione dell'atto ricostruttivo. Se la finalità dunque del trattamento della patologia tumorale della mammella risponde ad una domanda di salute che va oltre la sopravvivenza, il percorso di cura vede nella figura del Chirurgo Plastico il Professionista capace di interagire con il Chirurgo Oncologo, l'Oncologo Medico, il Radioterapista. Tale scelta rappresenta un segnale forte, concreto e socialmente rilevante di evoluzione del trattamento globale della malattia tumorale della mammella, nella direzione del rispetto della donna, del suo corpo, della sua femminilità fisica e psicologica. La riorganizzazione delle Breast Unit secondo tale modello risulta inoltre propedeutica alla costruzione di una rete senologica coordinata con la rete Oncologica e con la rete Ricostruttiva. Il documento di consenso e le linee guida europee nazionali e regionali raccomandano di istituire Unità multidisciplinari di senologia per il trattamento della patologia mammaria. Le Unità di senologia, sviluppate in "rete" e con diverse sedi regionali per coprire il fabbisogno del territorio regionale, al loro interno sono collegate in senso orizzontale, in modo che tutti i referenti dei servizi coinvolti (radiologi, anatomopatologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti (...) possano confrontarsi in incontri settimanali per la discussione collegiale dei casi clinici venuti all'osservazione. Tutti i servizi regionali componenti le varie Unità dovrebbero inoltre essere collegati tra loro per dotarsi di protocolli comuni di diagnosi e trattamento in accordo con linee guida, documenti di consenso e studi in corso: tutti gli specialisti delle varie discipline dovrebbero avere degli incontri periodici con gli specialisti presenti in altre sedi per confrontarsi sui problemi logistico organizzativi e sui protocolli. Occorre identificare due livelli di Unità operativa con diversi livelli di volume di attività di componenti il gruppo multidisciplinare. Le Unità di riferimento devono essere situate in strutture Ospedaliere o Universitarie o Istituti di Tumori (che incorporano le professionalità e te competenze di rilievo presenti presso altre sedi) in cui siano assicurati: volume di attività, rispetto dei tempi di attesa e delle procedure diagnostico-terapeutiche, gestione multidisciplinare monitoraggio degli indicatori di qualità. Presso tali strutture deve essere garantita la formazione degli specialisti. Una Unità diagnostico terapeutica di senologia deve possedere i seguenti requisiti (pubblicati sulle linee guida): Volume Il numero di nuovi casi all'anno deve essere variabile a seconda che si tratti di Unità di tipo docente o di tipo periferico; in ogni caso trattare meno di 50 casi all'anno non permetterebbe di raggiungere sufficienti livelli di formazione. Il numero riportato sulle linee guida è almeno di 150 casi anno. Il numero ottimale per una Unità di tipo docente di riferimento è stato stimato nell'ordine di 400 nuovi casi all'anno, un numero maggiore di casi comporterebbe un aumento dei costi economici per la necessità di aumentare le strutture e le attrezzature, un numero inferiore a 300 casi/anno comporta invece un utilizzo non ottimale delle stesse.
Tempi di attesa delle procedure diagnostico-terapeutiche I tempi di attesa delle procedure diagnostico-terapeutiche devono essere codificati e, quindi, rispettati nell'80% dei casi dal momento dell'indicazione. L'attesa per la consulenza dal momento in cui viene richiesta non deve superare i 10 giorni quando essa soddisfi i criteri di urgenza (sospetta neoplasia). La risposta delle procedure diagnostiche (tripletta diagnostica clinico-strumentale-citologica), da effettuarsi in un'unica visita, deve essere disponibile entro una settimana. L'attesa per l'inizio della terapia non deve essere superiore a tre settimane nell'80 dei casi. L'attesa per la consegna dell'esame istologico e delle le successive conclusioni terapeutiche non deve superare i 10 giorni.
Gestione multidisciplinare Nella sede dell'Unità di senologia devono essere presenti i servizi di chirurgia o ginecologia, il servizio di chirurgia plastica, il servizio di radiologia e quello di anatomia patologica (nella stessa sede) ed altri specialisti (oncologo, radioterapista, fisiatra, fisioterapista, psicologo ed epidemiólogo). Il personale operante in una Unità di senologia, che costituisce il gruppo multidisciplinare di lavoro, deve soddisfare alcune caratteristiche che la definiscono come tale, quali: Incontri periodici La collaborazione deve essere attiva e continua tra i componenti del team: si deve prevedere un incontro settimanale per la discussione di tutti ì casi clinici, sia al termine dell'iter diagnostico, che terapeutico ed incontri periodici a carattere scientifico, incontri che devono rappresentare importanti momenti di "formazione" Tempo dedicato La prestazione nell'attività senologica non deve essere occasionale ma prestabilita in termini di tempo dedicato percentuale minimo sull'attività professionale globale: sarebbe impossibile in caso contrario garantire elevati livelli di specializzazione e qualificazione Livello di formazione livello idoneo di formazione dello specialista deve essere definito in modo dettagliato e deve costituire l'obiettivo di formazione per chi intenda occuparsi di senologia. Di seguito vengono riportati i requisiti che definiscono il livello di formazione del chirurgo o del ginecologo. Il III livello caratterizza il docente che deve prestare o avere prestato servizio in Strutture che trattino oltre 150 nuovi casi all'anno (Strutture di riferimento regionale, Istituti di ricerca in campo oncologico o Strutture di tipo Universitario) e occuparsi personalmente di oltre 50 nuovi casi all'anno e avere tempo dedicato totale. La formazione scientifico-culturale prevede che sia: membro di comitati commissioni regionali e nazionali coredattore di documenti di consenso nazionali o internazionali coautore di pubblicazioni su riviste scientifiche.
Il II livello caratterizza i requisiti minimi di chi voglia occuparsi di carcinoma mammario nei programmi di screening e/o nelle Unità senologiche che trattino almeno 100 nuovi casi all'anno. Deve trattare personalmente oltre 30 casi. La formazione scientifico-culturale prevede la conoscenza dei documenti di consenso e delle linee guida internazionali e nazionali.
Deve infine essere in grado di monitorare gli indicatori di qualità della propria attività. Tempo dedicato superiore al 50%. Il I livello è rappresentato dal neospecialista in ginecologia o in chirurgia generale o in chirurgia plastica con nozioni di base in chirurgia che intenda specializzarsi in campo senologico e che deve dunque sottoporsi ad una formazione per raggiungere il II livello ed operare in Unità senologiche nei territorio. Gli specialisti operanti in Unità di Senologia devono partecipare ad un programma di formazione e aggiornamento che includa eventi formativi nazionali.
Monitoraggio degli indicatori di qualità Un requisito essenziale dell'Unità di senologia, infine, è un sistema di monitoraggio di indicatori di qualità basato sulla misura dell'aderenza alle linee guida ed ai documenti di consenso. Una elevata qualità di prestazione può essere garantita solo da una sua verifica periodica. A tal fine è stato elaborato in ambito GISMA un documento, pubblicato sul protocollo FONCAM, che individua una serie di indicatori di qualità del trattamento del carcinoma mammario, che identifica un livello minimo di qualità dì trattamento sotto il quale è necessaria un'ulteriore formazione ed un livello ottimale che rappresenta l'obiettivo da raggiungere.".
Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'emendamento rubricato n. 413) si riferisce al paragrafo 5.2, che è stato completamente riscritto ed è riferito alle Unità di senologia.
Sostanzialmente, descriviamo la situazione piemontese ad oggi, in quali punti e quanti sono gli interventi di questo tipo, come potrebbero essere ridisegnati all'interno del nuovo Piano Sanitario.
Sono linee guide generiche, quindi con questo non entriamo nello specifico dettaglio di progettazione delle Strutture ospedaliere che si occuperanno. Tanto per citare le problematiche che abbiamo discusso nei giorni scorsi, richiamo il Valdese, le Molinette, il Sant'Anna.
Semplicemente, diamo le linee guida che dovrebbero guidare le Unità di senologia che verrebbero sviluppate nelle strutture ospedaliere piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 369) presentato dai Consiglieri Laus e Boeti.
All'interno del paragrafo 3 (i percorsi di cura per le patologie più rilevanti) dell'Allegato "I progetti speciali di salute", contenuto nell'Allegato B "Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2015" della PDCR n.
176, dopo la ripartizione 5.2 (Le unità di senologia) è inserita, a pagina 136 la seguente: "5.2 bis Attività a sostegno della Nefrologia Il 10-13% della popolazione generale ha un danno renale cronico e circa 700 nuovi casi ogni anno giungono ad una insufficienza renale che deve essere trattata con la dialisi (160-170/milioni abitanti/anno) e circa il 20% di questi casi ha indicazione al trapianto renale mentre i rimanenti devono essere trattati a vita con la dialisi. Nel caso della nostra Regione attualmente i pazienti in trattamento dialitico sono oltre 3100 di cui 785 in lista d'attesa per il trapianto di rene e con trapianto renale funzionante 1600 si tratta di un carico assistenziale molto oneroso (70.000 euro il costo di un anno del paziente in dialisi) a cui si aggiungono oneri particolarmente importanti per i trasporti domicilio sede di dialisi.
Questo carico assistenziale è destinato a crescere con il progressivo invecchiamento della popolazione.
In Piemonte lo sì è fronteggiato con un impegno nel trattamento delle nefropatie croniche evolutive e delle condizioni di alto rischio per il loro sviluppo e con la creazione di una rete nefro-dialitica trapiantologica particolarmente efficiente della quale fanno parte i 25 Centri di Nefrologia e Dialisi (3 dei quali con attività di trapianto del rene Torino - Molinette , Novara- Ospedale Maggiore della Carità , per gli adulti , Torino - OIRM-S. Anna per il bambino). Gli stessi Centri nefrologici impiegando conoscenze e tecnologie particolarmente sofisticate sono impegnati nella diagnosi e terapia medica e dialitica dell'insufficienza renale acuta che negli ultimi due decenni ha avuto una incidenza crescente particolarmente negli ospedali dia alta specializzazione che trattano soggetti complessi ad alto rischio.
E' necessario che nell'arco di validità del Piano Sanitario Regionale siano tenuti in conto i seguenti capisaldi: a. riconosciuta congruità della specialità nefrologica/dialitica a livello degli ospedali come elencato nella tabella a pag 52 del PSR , ma non successivamente esplicitato in maggior dettaglio , mantenendo la centralità nefrologica nei centri nefrologico- dialitici sia per la diagnosi e terapia dei pazienti cronici (non solo acuti) che nella attività di follow-up del trattamento del rene b. prosecuzione dei programmi di incentivazione delle modalità dialitiche extraospedaliere e domiciliari (dialisi peritoneale, emodialisi domiciliare) ancora sottoutilizzate c. implementazione dell'insufficienza renale acuta e cronica in stretta collaborazione con i medici di Medicina Generale , come indicato dal DGR n° 8-6636 del 3/08/2007.
d. mantenimento e potenziamento del registro regionale di Dialisi e Trapianto in collaborazione con il CRT ( Centro Regionale Trapianti) Piemonte e Valle D'Aosta. Si sottolinea come tale registro sia stato il 1° in Italia a fornire informazione sulla totalità dei pazienti in trattamento e sul n° e sulle caratteristiche dei nuovi casi.
e. potenziamento ed ulteriore sviluppo dell'attività di trapianto renale.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento concerne l'attività a sostegno della nefrologia.
La rete di nefrologia piemontese, per le sue caratteristiche organizzative ben collaudate, rappresenta un fiore all'occhiello della nostra sanità, tanto da essere stata presa a modello dalle altre Regioni italiane. In quanto tale, merita più di una semplice citazione nel documento che programma le attività sanitarie nel prossimo futuro.
Una adeguata trattazione è importante per favorire la prevenzione delle malattie renali, di cui è ben nota l'insidiosità, e per agevolare il percorso di cura dei malati nefropatici e dializzati. Ce ne sono 3.000 oggi, in Piemonte, 700 nuovi ogni anno e oltre mille trapianti renali, le cui necessità il Piano non può tacere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus.
Emendamento rubricato n. 351) presentato dalla Consigliera Artesio pag. 137, punto 5.4 Dopo il titolo "Le cure odontoiatriche" inserire "La normativa nazionale stabilisce che l'assistenza odontoiatrica rientri tra quelle da garantire con i fondi integrativi del SSN, sotto forma di prestazioni aggiuntive, non ricomprese nei LEA ma con questi integrati. La medesima normativa stabilisce che siano invece a carico del SSN i programmi di tutela della salute odontoiatrica nell'età evolutiva nonché l'assistenza odontoiatrica e protesica a determinate categorie di soggetti in condizioni in particolare vulnerabilità".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Se non parlassimo di sofferenza delle persone, potremmo usare una certa ironia del commentare gli emendamenti che seguono, che fanno riferimento a tutto il capitolo delle cure odontoiatriche, perché potremmo ricordare le promesse in campagna elettorale di questa Amministrazione regionale.
Dato che, invece, abbiamo rispetto dei bisogni delle persone, metteremo da parte l'ironia e cercheremo di portare questo capitolo ad un livello di obiettiva programmazione, se si vuole effettivamente prendere a cuore questo tema, più di quanto non sia avvenuto in passato - quindi, se volete facciamo anche riferimento ad una incapacità precedente di riuscire ad accompagnare adeguatamente i bisogni delle persone - e a collocarlo, per su dei binari corretti.
La questione delle cure odontoiatriche non è da sventolare durante la campagna elettorale, ma è una questione che, purtroppo, richiede addirittura una revisione della normativa.
Se siamo sicuri che, oggi, i dati di impoverimento e di invecchiamento della popolazione siano tali da impegnarci, come sistema pubblico, ad aumentare la copertura della salute orale, quindi delle cure odontoiatriche, abbiamo di fronte due cose da fare: non delle promesse, ma degli impegni in ordine alla Conferenza delle Regioni.
Cosa dobbiamo fare? Innanzitutto, dobbiamo mettere mano, con una certa chiarezza, a quella curiosa modalità di iscrivere nei LEA il diritto alle cure odontoiatriche. Nei LEA si scrive che le cure odontoiatriche devono essere garantite come prevenzione nell'età della crescita - e lo risolviamo con qualche visita durante l'orario scolastico - che vanno garantiti gli interventi di ricostruzione - questo lo facciamo in tutte le sedi ospedaliere che hanno la struttura e il servizio, in modo particolare per recuperare la funzionalità dell'apparato masticatorio, dopo momenti distruttivi, soprattutto a causa di traumi o neoplasie - e, poi, per i soggetti vulnerabili.
Dalla gran parte delle Regioni il termine "soggetti vulnerabili" viene interpretato come "pazienti non collaboranti", cioè quei pazienti che per essere sottoposti a cure odontoiatriche devono essere sedati, quindi devono necessariamente richiedere una prestazione magari ambulatoriale, magari giornaliera, ma in una struttura ospedaliera.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Artesio: Sospendo la seduta, perché se non interessa l'argomento è inutile proseguire! Prego.



ARTESIO Eleonora

Di conseguenza, la Regione Piemonte ha la necessità, come tutte le Regioni che vogliono prendere un po' più a cuore questo tema, di intervenire a precisare i LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza illustro il gruppo insieme - chiarendo questo termine, veramente ambiguo del "paziente vulnerabile".
chiaro che, nel momento in cui si definisce che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza una gamma di prestazioni, sia di interventi di cura e di ricostruzione, compresa anche la parte protesica, che oggi non rientrano, occorre che le Regioni ricontrattino il trasferimento del Fondo Sanitario Nazionale perché i LEA si sono ampliati e hanno dato una migliore, e forse anche doverosa, copertura per questo bisogno di salute della popolazione.
Se non facciamo questo, tutto il resto è veramente retorica; infatti in questi due anni abbiamo visto solo retorica.
Penso che una buona scrittura, che voglia veramente impegnare l'amministrazione regionale per il futuro, a questo punto con risorse certe (perché se non si apre la vertenza con lo Stato centrale non si potranno avere dotazioni aggiuntive), debba poter intervenire con chiarezza sulle condizioni per le quali si ci vuole prendere cura.
Vogliamo parlare della degenerazione, dovuta all'età, dell'apparato masticatorio e della possibilità che questo comporti una cattiva consuetudine della masticazione e danni successivi, che poi vanno a carico di altre parti dell'organismo e comportano comunque costi economici, oltre che sofferenza umana? Vogliamo provare ad intervenire differenziando per fasce di reddito? Ad oggi, chi ha accesso alle cure odontoiatriche paga il ticket per la visita e poi contribuisce al costo della protesica.
Vogliamo differenziarlo in base alla facoltà economica? Ma si deve articolare un progetto, non si può genericamente promettere e poi dedicare nel Piano Socio Sanitario, alcune, poche, incerte e confuse righe a questa tematica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 356) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, punto 5.4 Dopo il titolo "Le cure odontoiatriche" inserire "La normativa regionale conferma che la visita odontoiatrica rientra tra quelle cosiddette ad accesso diretto e dall'altro lato codifica un gran numero di prestazioni, sottoponendo l'utente al pagamento della quota di partecipazione economica (ticket), fatta eccezione per il costo dell'eventuale manufatto protesico (a carico dell'utente)".
Emendamento rubricato n. 352) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, punto 5.4 "Le Cure Odontoiatriche", primo paragrafo, quarta riga sostituire le parole "caratterizzate dalla particolare fragilità." con le parole "Considerato che l'efficienza masticatoria è direttamente correlata alla integrazione sociale e familiare e che l'estensiva perdita di denti riducendo la possibilità di masticare, vincola la scelta dei cibi causando malnutrizione e conseguentemente incidendo sullo stato di salute generale si può affermare che lo stato di salute orale rappresenta un elemento determinante nel mantenimento del benessere generale sia fisico che psicologico in età geriatrica".
Emendamento rubricato n. 353) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, punto 5.4 "Le Cure Odontoiatriche", nel primo punto elenco sostituire le parole "di prevenzione nelle scuole dell'obbligo con le parole "definizione competenze e rapporti tra i servizi odontoiatrici territoriali e i servizi ospedalieri, garantendo così corrette modalità di presa in carico dei pazienti sulla base di protocolli concordati" Emendamento rubricato n. 354) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, punto 5.4 "Le Cure Odontoiatriche", nel secondo punto elenco sostituire le parole "di cura rivolta ai pazienti disabili" con le parole "definizione del ruolo della Dental School, sia in quanto sede dello specifico percorso formativo universitario, sia in relazione alle potenzialità assistenziali" Emendamento rubricato n. 355) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, punto 5.4 "Le Cure Odontoiatriche", nel terzo punto elenco sostituire le parole "protesici nei confronti dei soggetti anziani, appartenenti alle fasce economicamente più deboli, attraverso la realizzazione di un tariffario regionale "calmierato;" con le parole "l'identificazione di percorsi di erogazione di prestazioni non ricomprese nei LEA ovvero, se ricomprese, solo per particolari condizioni di vulnerabilità, estesa a categorie di utenti più ampie affinché vengano fornite le medesime in condizioni qualitative e con tariffe calmierate e controllate".
Emendamento rubricato n. 152) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus.
Nel paragrafo 5 (percorsi qualificanti) dell'Allegato "I progetti speciali di salute", contenuto nell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 5.4 (Le Cure Odontoiatriche) a pagina 137, è inserita la seguente: "5.4 bis L'assistenza psicologica Attualmente, secondo l'estrazione dei dati dall'elenco dei nominativi del personale sanitario al 31 agosto 2011, la figura dello psicologo è presente nei servizi pubblici regionali nella misura di 375 professionisti, contro i 9203 medici, 472 veterinari e 308 biologi - per dirne alcuni. Tale rappresentatività ha subito un evidente calo negli anni.
Alla Psicologia clinica è correlata la psicologia ospedaliera, la psicologia delle dipendenze patologiche, la neuropsicologia clinica.
Strumenti di supporto indispensabile appaiono la psicodiagnostica e la psicoterapia. Essi agiscono su molti ambiti del disagio psicologico di individui, coppie, famiglie e gruppi (stress, malattie somatiche e disturbi d'ansia, depressione, disturbi alimentari, tossicodipendenze, Situazioni critiche del ciclo di vita).
L'intervento precoce ed integrato consente la non cronicizzazione del disturbo ed il risparmio sulla spesa sanitaria (farmaci, prestazioni servizi assistenziali), su quella previdenziale (indennità di malattia) e su quella sociale.
I servizi sanitari si impegnano ad assicurare l'erogazione di prestazioni di psicologia sia nell'ambito della cura, sia in quello della prevenzione.
Per quanto riguarda la cura, le prestazioni della salute mentale devono dare maggiore rilievo ai trattamenti di natura psicologica e psicoterapica.
Questi ultimi debbono essere anche strumenti indispensabili per l'intervento nelle condizioni non ancora configurabili come malattia, ma che, tuttavia, costituiscono quadri pre-morbosi di natura emotiva affettiva. Un intervento in tale ambito scongiura il rischio che un disagio psicologico si tramuti, se inascoltato, in malattia psichica o somatica vera e propria.
Il potenziamento dei percorsi di prevenzione dedicati alle fasce sociali più a rischio, in crisi (per esempio in occasione di lutti, separazioni genitorialità) o ai soggetti nelle fasi vitali più problematiche (infanzia adolescenza, terza età) si pone, dunque, anche in una ottica di risparmio.
Nel rispetto di quanto detto sopra e del benessere del cittadino, è riconosciuta l'importanza dei servizi di psicologia nell'ambito del Sistema Sanitario Regionale e per fare ciò è necessaria la presenza stabile e continuativa di psicologi e psicoterapeuti adeguatamente collocati nel territorio. Le attività cliniche dei servizi di psicologia sono, dunque rivolte principalmente ai seguenti ambiti assistenziali: Assistenza psicologica ai minori e tutela psicosociale; Rischi psicologici in adolescenza Cure primarie e assistenza consultoriale Assistenza psicologica alle patologie ad elevato carico emozionale e gravemente invalidanti; Psiconcologia e riabilitazione Disabilità Salute mentale e dipendenze Psicogeriatria e patologie dementigene.
Inoltre, nella tutela degli utenti e dei giovani in formazione, i tirocini in psicologia e psicoterapia vengono effettuati secondo i principi della Risoluzione del Parlamento europeo "sulla promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro, rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti" del 6 luglio 2010, vale a dire nel rispetto dei limiti temporali, funzionali ed avendo cura che tale attività formativa non si tramuti in lavoro gratuito.".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

L'emendamento n. 152) introduce riflessioni su un capitolo considerato di grande importanza in molti Paesi del mondo - penso agli Stati Uniti che invece nel nostro Paese non sembra trovare spazio. Mi riferisco soprattutto all'assistenza psicologica, che sembra aver perso, nella nostra regione, diritto di cittadinanza.
Abbiamo già fatto una riflessione rispetto a queste questioni discutendo - l'ha fatto la Consigliera Artesio e lo facciamo anche noi delle varie professionalità, dei 1.300 rimasti a casa nel Piano di rientro e nell'Addendum che l'Assessore Monferino ha presentato. Tra questi psicologici, logopedisti, fisioterapisti, cioè persone che sembrano non dare, con la loro presenza, il loro valore e la loro professionalità elementi di arricchimento al Piano Socio Sanitario e al bisogno di salute dei cittadini di questa regione.
Non so quale sia l'orientamento dell'Assessore rispetto a quest'emendamento, ma ci sembra riprenda la questione della psicologia all'interno di un altro emendamento che ora non ricordo. Noi l'emendamento lo manteniamo perché pensiamo che questo capitolo, di cui non abbiamo più voglia di discutere vista l'ora tarda e un po' di stanchezza, debba in qualche modo trovare ospitalità all'interno del Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 175) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Manica, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus.
Dopo la ripartizione 5.4 (Le Cure Odontoiatriche) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte dì deliberazione n. 164 e 176, a pagina 137, è inserita la seguente ripartizione: "5.4 bis Potenziamento e la messa in rete dei consultori della Regione.
Deve essere salvaguardato e potenziato il lavoro dei consultori, secondo le finalità della legge quadro n. 405/75, opportunamente interpretate alla luce dei cambiamenti presenti nell'attuale contesto socio culturale.
I consultori si occupano della salute della donna e dell'età evolutiva perché questi sono i settori "forti" della popolazione: le donne sono i pilastri delle famiglie e quindi della società, per le responsabilità di cura di cui si fanno carico. L'età evolutiva è, per definizione, in formazione e quindi nelle migliori condizioni di riflettere sui vissuti e sulla memoria storica della comunità di appartenenza. Questo processo di riflessione è particolarmente fruttuoso se inserito nel processo formativo currìcolare della scuola, che non è altro che riflessione sulla memoria storica dell'umanità e formale processo di acquisizione di competenze e consapevolezza. Si può stare certi che, con questa connessione, migliora l'efficacia del processo formativo curricolare e da questo si trae più nutrimento per lo sviluppo di competenze e consapevolezza nel governo della propria salute. L'attività del consultorio familiare deve essere svolta in forma interdisciplinare e pluridisciplinare, attraverso la realizzazione ed il potenziamento di un sistema informativo, divulgativo e di assistenza nella realtà territoriale, mediante costanti rapporti tra tutte le sedi dei Consultori familiari della Regione e, fra questi le ASL, i Servizi scolastici ed i Servizi sociali. È necessario definire dei percorsi di salute con procedure standardizzate e uguali su tutto il territorio regionale per tutelare la maternità rimuovendo le cause che possono ostacolarla, favorire il benessere sessuale in tutte le fasi della vita l'assistenza e la cura dei problemi di sterilità e la loro prevenzione nell'età tra i 15 ed i 30 anni, la contraccezione, la maternità libera e consapevole (IVG, gravidanza, parto, puerperio e collegamento con i servizi pediatrici), la gestione della menopausa." L'emendamento rubricato n. 175) è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 357) Presentato dalla Consigliera Artesio.
pag. 137. Dopo il paragrafo 5.4 "Le Cure Odontoiatriche" Inserire il paragrafo 5.5 "Percorso clinico assistenziale per persone in Stato Vegetativo, Stato di Minima Coscienza e Locked-in Syndrome" L'incidenza e la prevalenza dello Stato Vegetativo (SV) e dello Stato di Minima Coscienza (SMC) sono in graduale crescita in tutti i paesi occidentali, di pari passo, paradossalmente, coi progressi della scienza medica, in particolare con l'evoluzione delle tecniche rianimatorie, questo fenomeno pone nuovi interrogativi sulle modalità di gestione di situazioni di disabilità gravissima e non emendabile, le cui caratteristiche sono l'andamento cronico, il profondo impatto psicologico sulla famiglia e sul team di assistenza, e la persistenza per tempi lunghi di problemi assistenziali complessi.
Lo Stato Vegetativo (SV) è una condizione che fa seguito a uno stato di coma protratto per almeno quattro settimane, causato da un danno cerebrale acuto (traumatico, vascolare, anossico), avente le seguenti caratteristiche: nessuna evidenza di coscienza di sé e della consapevolezza dell'ambiente, stato di veglia, anche se alternato a periodi di chiusura degli occhi che possono apparire come un ritmo sonno -veglia, possibile attivazione della vigilanza a seguito di stimoli luminosi, sonori, tattili.
Lo Stato di Minima Coscienza (SMC) rappresenta un'evoluzione dal quadro di coma o di SV, ove vi sia la presenza, seppur minima o in fasi alterne, di comportamenti caratterizzati da risposte o manifestazioni cognitive volontarie e non riproducibili da comportamenti riflessi, come movimento volontario e finalizzato delle dita o degli arti, chiusura e apertura degli occhi, inseguimento con lo sguardo, etc.
La Locked-in Syndrome (LIS) è una sindrome di de-efferentazione con assoluta immobilità ad eccezione di quella oculare, con coscienza e sensibilità conservata e presenza di chiara consapevolezza di sé e dell'ambiente. Si presenta in vari stadi. Il più grave permette al paziente la sola comunicazione con lo sguardo tramite i movimenti oculari sul piano verticale e l'ammiccamento. La causa più frequente è una lesione a livello del ponte encefalico da occlusione dell'arteria basilare. Tale condizione può realizzarsi anche in caso di gravi cerebrolesioni acquisite traumatiche; condizioni assimilabili alla LIS possono verificarsi anche nell'evoluzione di altri quadri neurologici (come, ad esempio, può accadere nella sindrome di Guillain Barre).
La Regione Piemonte ha avviato uno studio finalizzato all'analisi della situazione relativa alle persone con disturbi prolungati della coscienza.
L'analisi dei dati forniti registra 234 casi complessivi di cui 147 soggetti in SV (pari al 63%) e 87 (pari al 37%) in SMC. La distinzione in base al sesso dei soggetti rileva 110 maschi e 124 femmine, con un range di età compreso tra i 6 ed i 98 anni. La prevalenza è estremamente bassa (circa 1%) nella popolazione pediatrica, mentre quella maggiore si osserva nel giovane adulto e nella popolazione anziana.
La prevalenza in Piemonte risulta, pertanto, di 5,2 casi/100.000 abitanti.
Per quanto riguarda la Locked-in Syndrome si assumono una prevalenza di 0,65 casi/100.000 abitanti.
Con deliberazione 62 - 13647 del 22/3/2010 la Regione Piemonte definisce il Percorso appropriato distinguendone le seguenti fasi: 1. Identificazione clinica dello SV, SMC e LIS 2. Attivazione del Percorso mediante il Nucleo di Valutazione Regionale 3. Inserimento nei reparti di assistenza medica nell'area post-acuzie 4. Fase di cronicità: proseguimento dell'assistenza al domicilio o in struttura residenziale, anche temporanea.
La realizzazione del Percorso in oggetto prevede la definizione di livelli assistenziali, a prescindere dall'età, distinti tra la fase della post acuzie e la fase della cronicità, che assicurano interventi sia di tipo ospedaliero sia di tipo extra ospedaliero/territoriale.
La formazione degli operatori è punto cardine, è quindi necessario che tutti coloro che entrano a contatto con il soggetto interessato abbiano una formazione specifica, in base alle competenze richieste alle varie figure.
Si prevede, quindi, che per ogni setting di cura sia definito un programma di formazione e aggiornamento degli operatori coinvolti, i cui contenuti devono essere tecnici, organizzativi, gestionali, etici, informati alla metodologia della valutazione e revisione della qualità. Particolare attenzione andrà posta alla formazione dedicata all'età evolutiva.
Nella vigenza del PSSR, si darà attuazione e continuità al percorso delineato dalla DGR attraverso l'attivazione a completamento del fabbisogno delle U.S.V. in setting ospedaliero e in NSV./NAC, (alta complessità neurologica cranica) in setting territoriale nonché della prevista assistenza domiciliare.
Emendamento rubricato n. 358) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 137, dopo il paragrafo 5.4 "Le Cure Odontoiatriche" inserire il paragrafo 5.5 "La rete di donazione e di trapianto di organi, tessuti e cellule della Regione Piemonte Il sistema trapianti di organi, tessuti e cellule della Regione Piemonte è uno dei settori di eccellenza del sistema sanitario regionale, per l'ampia tipologia di trapianti, per gli elevati volumi di attività e per l'ottima qualità dei risultati. Il sistema è coordinato dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte e della Valle d'Aosta (CRT), che è articolato in due principali funzioni: il Centro Regionale di Riferimento per i Trapianti



CRRT - ed il Coordinamento Regionale Donazioni e Prelievi - CRP. La Regione

ha istituito 6 banche di tessuto e possiede centri autorizzati per ogni tipologia di trapianto di organi. La qualità raggiunta è testimoniata dalla posizione sempre di eccellenza che occupa la Regione nelle diverse analisi compiute dal Centro Nazionale Trapianti (CNT). Al momento i cittadini piemontesi trovano un'ottima risposta ai loro bisogni di salute nel settore dei trapianti di organi, di tessuti e di cellule, principalmente le staminali emopoietiche. La rete regionale è complessa e ad essa partecipano, con diverse competenze, tutte le aziende sanitarie.
L'articolazione della rete di donazione e trapianto si è infatti sviluppata sotto la regia del CRT e del CRP, creando connessioni delle diverse strutture che operano in Regione. Oltre i centri di trapianto d'organo, si sono sviluppate nella Regione Piemonte la rete dei coordinamenti aziendali in tutti i Presidi sede di donazione, quella delle banche dei tessuti e dei centri di innesto, quella dei laboratori di tipizzazione e dei centri di reclutamento collocati presso ogni Servizio Trasfusionale per lo sviluppo del Registro dei donatori di Midollo osseo, quella dei Referenti dei centri di Nefrologia e Dialisi per il programma di trapianto renale, la rete dei centri di raccolta del sangue di cordone, e, ancora, la rete degli psicologi clinici dei trapianti dei presidi sede di donazione e di attività di dialisi.
Gran parte dei risultati ottenuti dalla rete trapiantologica regionale trovano appropriato riconoscimento economico dalle tariffe e dai DRG collegati alle prestazioni effettuate. Alcune funzioni, però, non trovano analogo supporto, e devono avere garanzie di risorse tramite finanziamenti finalizzati. Finora i finanziamenti sono stati garantiti dal Ministero della Salute (come previsto dalla legge 91/99) e dalla Regione; per i prossimi anni sono in via di definizione anche altre modalità di sostegno della rete, come ad esempio una Fondazione.
In particolare si identificano come di impegno prioritario il sostegno a: CRT, come struttura di governo, coordinamento, sviluppo e controllo dell'intera rete regionale Il settore del procurement, che coinvolge tutte le Rianimazioni del Piemonte, dove avviene l'identificazione di tutti i potenziali donatori gli accertamenti per valutarne l'idoneità ed i colloqui con i familiari in merito alle disposizioni di donazione.
Il registro regionale dei donatori di midollo osseo, per il reclutamento dei nuovi donatori ed il mantenimento del registro, che attualmente conta più di 35.000 donatori, e della banca di sangue di cordone.
Obiettivi della rete Per mantenere l'efficienza, l'efficacia e appropriatezza fin qui ottenute è necessario perseguire nell'arco del triennio di validità del Piano Sanitario Regionale i seguenti obiettivi: : 1. Incremento della donazione di organi e tessuti da donatore deceduto: i donatori segnalati possono raggiungere il valore descritto dalla letteratura di 60 pmp, e le opposizioni possono scendere al di sotto del 20 % (limite fisiologico descritto dalla letteratura) 2. Consolidamento delle attività regionali in materia, attraverso: l'implementazione della rete informativa dei prelievi e trapianti di organi e tessuti e cellule al fine di adeguarla alle attuali necessità di sviluppo il sostegno alle attività di trapianto soprattutto quelle con maggior volume di attività il rafforzamento della rete dei coordinatori aziendali per potenziare il prelievo di organi, tessuti e cellule il mantenimento del sistema di autorizzazioni regionali dei centri che effettuano trapianti di organi l'accreditamento dei centri di trapianto di cellule e tessuti la definizione della valorizzazione economica di alcune attività (per es : trapianti di staminali emopoietiche, trapianti combinati, raccolta di sangue di cordone, ridefinizione delle tariffe di prelievo di organi) l'implementazione del registro regionale dei donatori di cellule staminali emopoietiche (midollo osseo) il consolidamento delle attività di formazione locale, regionale ed extraregionale il consolidamento delle attività del servizio di psicologia dei trapianti in quanto la donazione ed il trapianto di organi, tessuti e cellule richiede grande attenzione anche ai risvolti psicologici che da essi derivano.
3. Sviluppo di attività di donazione e trapianto Applicazione del programma di trapianto rene-pancreas per i pazienti diabetici ed in insufficienza renale cronica che ne presentano l'indicazione e preferibilmente prima dell' inizio della terapia dialitica.
II centro di Medicina Rigenerativa della Regione Piemonte Lo sviluppo della rete regionale dell'insufficienza d'organo. Per le patologie che portano ad insufficienza renale terminale si dispone di una rete regionale costituita dai servizi di Nefrologia e Dialisi in grado di riconoscere tali malattie, avviare una prevenzione della loro progressione ed indirizzare al trapianto i casi che lo richiedano. In questo settore occorre formalizzare il ruolo del medico Referente per il trapianto renale, de facto già individuato nell'ambito delle singole SC di Nefrologia e Dialisi del Piemonte dal 1988. Anche la rete dei Centri diabetologici risulta adeguata per la ricognizione delle patologie che causano insufficienza della funzione endocrina pancreatica, mentre per le altre patologie suscettibili di Trapianto, il sistema regionale non dispone di una rete regionale che possa condurre una adeguata ricognizione di tali patologie, che valuti la loro reale incidenza ed avvii al programma trapianti i casi per i quali sia richiesto. Anche per queste ultime patologie occorre coordinare le strutture specialistiche al fine di definire una rete che intercetti le patologie suscettibili di trapianto che sia in continuità con la rete dei trapianti 4. Promozione della partecipazione dei cittadini e delle associazioni di volontariato alle diverse attività del sistema trapianti regionale.
5. Promozione dell'informazione ai cittadini attraverso le reti per 1* insufficienza d'organo, le carte dei servizi, le campagne informative e di sensibilizzazione della popolazione.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento 357) si riferisce al riconoscimento della rete dei servizi che si dedicano al tema degli stati di minima coscienza e degli stati vegetativi.
L'emendamento 358) fa riferimento alla rete dei trapianti. Se non sbaglio vorrei conferma - l'Assessore ha presentato un suo emendamento su entrambe le reti, quindi ritiro i miei.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 357) e n. 358) sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 366) presentato dalla Consigliera Cerutti: All'allegato al piano socio sanitario regionale 2012-2015 i progetti speciali di salute si propone di integrare con il seguente nuovo capo: "Medicina di genere Il diritto alla salute delle donne e il loro accesso alle cure, insieme allo sviluppo della medicina e della ricerca di genere devono essere prioritarie nelle azioni di programmazione.
Solide ragioni scientifiche evidenziano come le diseguaglianze di genere possono avere un impatto negativo sulla qualità della ricerca. Occorre pertanto promuovere una ricerca interdisciplinare e più bilanciata rispetto al genere. Una ricerca che sia quindi maggiormente basata su logiche di collaborazione in team, tesa a sviluppare un sistema collaborativo e cooperativo. La sensibilità di genere migliora le opportunità per stimolare il processo di ricerca basato sui bisogni degli uomini e delle donne. Per queste ragioni si individua presso la struttura sanitaria S.Anna di Torino un primo polo di sperimentazione di tali pratiche".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Quest'emendamento vuole introdurre un capitolo.
L'Assessore Monferino ha accolto alcuni emendamenti della collega Artesio sul tema della medicina di genere, però vorremmo, proprio per quella che è la dignità di questa branca - che non è questione legata ad un lusso o ad un veterofemminismo, ma è un'idea di cui già in altri Piani sanitari si sta discutendo e, a livello nazionale, nella Commissione di bioetica - avere cognizione del fatto che sulle donne e sugli uomini le stesse medicine hanno effetti diversi.
In questo senso, un importante aspetto sottovaluto, anche dal punto di vista della prevenzione, è che si possono fare politiche diverse sulle donne e sugli uomini.
Abbiamo parlato dell'istituzione del centro sulla senologia, ma in realtà sappiamo che la prima causa di mortalità per le donne non è tanto il tumore al seno, quanto le malattie cardiovascolari. In questo senso, avere un riferimento, rispetto alla medicina di genere, potrebbe anche far sì che le risorse siano indirizzate meglio.
Abbiamo inserito questo capitolo, che potrebbe anche essere oggetto di eventuali modifiche da parte della Giunta, perché lo riteniamo importante e perché sarebbe in linea anche con ciò che sta avvenendo a livello nazionale e in linea con altri atti che questa amministrazione sta portando avanti.
Il giorno prima dell'8 marzo abbiamo presentato, insieme alla Giunta regionale, il bilancio di genere, al cui interno si fa anche riferimento alla medicina di genere.
Questo aspetto, quindi, va ad inserirsi in un lavoro più generale, da parte di questa amministrazione, affinché il bilancio di genere non sia un documento redatto come "compito" puramente formale, ma abbia una sua ricaduta sostanziale su una delle questioni più importanti che questa amministrazione sta affrontando, ossia la sanità.
Ci sembra importante sostenerlo. Abbiamo già visto da parte dell'Assessore una disponibilità rispetto alla terminologia, però qui si chiede proprio di avere un inizio, magari con la possibilità di rivedere l'emendamento come si ritiene meglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 368) presentato dalla Consigliera Cerutti: allegato al piano socio sanitario regionale 2012-2015 i progetti speciali di salute inserire il nuovo Capo "Cure palliative" La Rete regionale di Cure Palliative e la Rete regionale di Terapia del Dolore, garantiscono un valido strumento di analisi e proposta negli ambiti di loro competenza, di cui l'Assessorato alla Sanità tiene conto nella programmazione delle proprie attività, in considerazione delle necessità e del fabbisogno evidenziato sul territorio delle singole Aziende Sanitarie.
Si promuovono la realizzazione delle reti locali valutandone la loro attività, attraverso l'applicazione di quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale, per garantire livelli uniformi di erogazione e accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore e si adottano strumenti di certificazione dell'effettiva erogazione delle cure palliative e della terapia del dolore nelle strutture ospedaliere, residenziali e domiciliari.
opportuno implementare strumenti di controllo della qualità delle prestazioni, perseguendo il miglioramento continuo della qualità delle cure erogate.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Anche qui introduciamo, pur sapendo che c'è già un lavoro in atto, il tema delle cure palliative, che riteniamo molto importante. Chiediamo che si introduca una rete regionale delle cure palliative e una rete regionale di terapia del dolore, che possano garantire un valido strumento di analisi e di proposta negli ambiti di loro competenza.
Pensiamo, quindi, ci debba essere un capitolo specifico su questo fronte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 414) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Monferino: allegato "progetti speciali di salute" pagina 138 Dopo il paragrafo "5.4 Le Cure Odontoiatriche" inserire: "5,5 Percorso clinico assistenziale per persone in Stato Vegetativo, Stato di Minima Coscienza e Locked-in Syndrome.
L'incidenza e la prevalenza dello Stato Vegetativo (SV) e dello Stato di Minima Coscienza (SMC) sono in graduale crescita in tutti i paesi occidentali, di pari passo, paradossalmente, coi progressi della scienza medica, in particolare con l'evoluzione delle tecniche rianimatorie, questo fenomeno pone nuovi interrogativi sulle modalità di gestione di situazioni di disabilità gravissima e non emendabile, le cui caratteristiche sono l'andamento cronico, il profondo impatto psicologico sulla famiglia e sul team di assistenza, e la persistenza per tempi lunghi di problemi assistenziali complessi. Lo Stato Vegetativo (SV) è una condizione che fa seguito a uno stato di coma protratto per almeno quattro settimane, causato da un danno cerebrale acuto (traumatico, vascolare, anossico), avente le seguenti caratteristiche: nessuna evidenza di coscienza di sé e della consapevolezza dell'ambiente, stato di veglia, anche se alternato a periodi di chiusura degli occhi che possono apparire come un ritmo sonno - veglia possibile attivazione della vigilanza a seguito di stimoli luminosi sonori, tattili.
Lo Stato di Minima Coscienza (SMC) rappresenta un'evoluzione dal quadro di corna o di SV, ove vi sia la presenza, seppur minima o in fasi alterne, di comportamenti caratterizzati da risposte o manifestazioni cognitive volontarie e non riproducibili da comportamenti riflessi, come movimento volontario e finalizzato delle dita o degli arti, chiusura e apertura degli occhi, inseguimento con lo sguardo, etc.
La Locked-in Syndrome (LIS) è una sindrome di de-efferentazione con assoluta immobilità ad eccezione di quella oculare, con coscienza e sensibilità conservata e presenza di chiara consapevolezza di sé e dell'ambiente. Si presenta in vari stadi. Il più grave permette al paziente la sola comunicazione con lo sguardo tramite i movimenti oculari sul piano verticale e l'ammiccamento. La causa più frequente è una lesione a livello del ponte encefalico da occlusione dell'arteria basilare. Tale condizione può realizzarsi anche in caso di gravi cerebrolesioni acquisite traumatiche; condizioni assimilabili alla LIS possono verificarsi anche nell'evoluzione di altri quadri neurologici (come, ad esempio, può accadere nella sindrome di Guillain Barre).
La Regione Piemonte ha avviato uno studio finalizzato all'analisi della situazione relativa alle persone con disturbi prolungati della coscienza.
L'analisi dei dati forniti registra 234 casi complessivi di cui 147 soggetti in SV (pari al 63%) e 87 (pari al 37%) in SMC. La distinzione in base al sesso dei soggetti rileva 110 maschi e 124 femmine, con un range di età compreso tra i 6 ed i 98 anni. La prevalenza è estremamente bassa (circa 1%) nella popolazione pediatrica, mentre quella maggiore si osserva nel giovane adulto e nella popolazione anziana. La prevalenza in Piemonte risulta, pertanto, di 5,2 casi/100.000 abitanti. Per quanto riguarda la Locked-in Syndrome si assume una prevalenza di 0,65 casi/100.000 abitanti.
Con deliberazione 62 - 13647 del 22/3/2010 la Regione Piemonte definisce il Percorso appropriato distinguendone le seguenti fasi: Identificazione clinica dello SV, SMC e LIS Attivazione del Percorso mediante il Nucleo di Valutazione Regionale Inserimento nei reparti di assistenza medica nell'area post-acuzie Fase di cronicità: proseguimento dell'assistenza al domicilio o in struttura residenziale, anche temporanea.
La realizzazione del Percorso in oggetto prevede la definizione di livelli assistenziali, a prescindere dall'età, distinti tra la fase della post acuzie e la fase della cronicità, che assicurano interventi sia di tipo ospedaliere sia di tipo extra ospedaliero/territoriale. La formazione degli operatori è punto cardine, è quindi necessario che tutti coloro che entrano a contatto con il soggetto interessato abbiano una formazione specifica, in base alle competenze richieste alle varie figure. Si prevede, quindi, che per ogni setting di cura sia definito un programma di formazione e aggiornamento degli operatori coinvolti, i cui contenuti devono essere tecnici, organizzativi, gestionali, etici, informati alla metodologia della valutazione e revisione della qualità.
Particolare attenzione andrà posta alla formazione dedicata all'età evolutiva.
Nel periodo di validità del PSSR, verrà attuato quanto previsto dalla D.G.R. 62-13647 del 22 marzo 2010, ridefinendo diversi livelli di intensità di cura e, conseguentemente, le tariffazioni. In particolare, saranno individuate le sedi dei NSV e NAC, prioritariamente nelle strutture da riconvertire; per i casi che Io possono consentire saranno gradualmente attivati interventi di assistenza domiciliare.
5.6 L'assistenza psicologica Alla Psicologia clinica è correlata la psicologia ospedaliera, la psicologia delle dipendenze patologiche, la neuropsicologia clinica.
Strumenti di supporto indispensabile appaiono la psicodiagnostica e la psicoterapia. Essi agiscono su molti ambiti del disagio psicologico di individui, coppie, famiglie e gruppi (stress, malattie somatiche e disturbi d'ansia, depressione, disturbi alimentari, tossicodipendenze, Situazioni critiche del ciclo di vita).
L'intervento precoce ed integrato consente la non cronicizzazione del disturbo ed il risparmio sulla spesa sanitaria (farmaci, prestazioni servizi assistenziali), su quella previdenziale (indennità di malattia) e su quella sociale.
I servizi sanitari si impegnano ad assicurare l'erogazione di prestazioni di psicologia sia nell'ambito della cura, sia in quello della prevenzione.
Per quanto riguarda la cura, le prestazioni della salute mentale devono dare maggiore rilievo ai trattamenti di natura psicologica e psicoterapica.
Questi ultimi debbono essere anche strumenti indispensabili per l'intervento nelle condizioni non ancora configurabili come malattia, ma che tuttavia, costituiscono quadri pre-morbosi di natura emotivo-affettiva.
Un intervento in tale ambito scongiura il rischio che un disagio psicologico si tramuti, se inascoltato, in malattia psichica o somatica vera e propria.
Il potenziamento dei percorsi di prevenzione dedicati alle fasce sociali più a rischio, in crisi (per esempio in occasione di lutti, separazioni genitorialità) o ai soggetti nelle fasi vitali più problematiche (infanzia adolescenza, terza età) si pone, dunque, anche in una ottica di risparmio.
I buoni risultati in termini di salute di esperienze pilota in Servizi di Psicologia di alcune AA.SS.LL. suggeriscono l'opportunità di ampliare gli interventi di diagnosi e prevenzione psicologica dei disturbi relazionali tra madre e figlio nei primi tre anni di vita del bambino e in attività di rete con altre professionalità (Neuropsichiatri Infantili, Pediatri Ospedalieri, PLS, Assistenti Sociali, ecc) ai fini di diagnosticare e seguire precocemente pazienti pediatrici con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo e cognitivi.
Coerentemente con tali considerazioni e nel rispetto del benessere del cittadino, è riconosciuta l'importanza dei servizi di psicologia nell'ambito del Sistema Sanitario Regionale.
A tal fine, è necessaria la presenza stabile e continuativa di psicologi e psicoterapeuti adeguatamente collocati nel territorio.
Le attività cliniche dei servizi di psicologia sono, dunque, rivolte principalmente ai seguenti ambiti assistenziali: Assistenza psicologica ai minori e tutela psicosociale Rischi psicologici in adolescenza Cure primarie e assistenza consultoriale Assistenza psicologica alle patologie ad elevato carico emozionale e gravemente invalidanti Psiconcologia e riabilitazione Disabilità Salute mentale e dipendenze Psicogeriatria e patologie dementigene." La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente. Quest'emendamento riguarda l'ultimo degli impegni che avevamo preso in Commissione Sanità e vi abbiamo raggruppato il paragrafo 5.5, "Percorso clinico assistenziale per persone in Stato Vegetativo, Stato di Minima Coscienza e Locked-in Sindrome", e il paragrafo relativo all'assistenza psicologica e alla psicologia clinica.
Noi abbiamo cercato di recuperare in questi due paragrafi ciò che era stato riportato in vari emendamenti presentati. Mi pare che i redattori che sono degli specialisti che sono stati messi in gruppo per dare risposta a questi temi - abbiano colto lo spirito di tutte le osservazioni che erano state avanzate sui due argomenti.
Potete scorrere rapidamente il testo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi richieste di intervento per il dibattito generale n dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione degli emendamenti.
Chiedo pertanto ai colleghi di prendere posto.
Do atto che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 133), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 292), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 405).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 293), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 406).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 148), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 294) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 407).
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 151) è ritirato.
Prima di passare alla votazione dell'emendamento rubricato n. 143), ha chiesto la parola per una precisazione l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Avremmo solo proposto una modifica e abbiamo visto che il Consigliere Boeti l'ha riportata. Con la modifica, dunque, accettiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 143) verrà posto in votazione, così come modificato dai proponenti, il Consigliere Boeti e altri, in accordo con la Giunta regionale. In fondo, viene aggiunto un ulteriore e ultimo capoverso: "Sviluppare una politica sanitaria nei confronti degli immigrati modificando l'esperienza dei centri ISI".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 153), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 162), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 161), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 295), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 296), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 297), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 408).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 376), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 298), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 299), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 300), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 301), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola alla Consigliera Artesio:



ARTESIO Eleonora

Vorrei chiarire che su alcuni emendamenti avevo dato soltanto la mia presenza, ma voto a favore degli emendamenti presentati da me.



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale quanto dichiarato dalla Consigliera Artesio: Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 302), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 303), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 304), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 305 B), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 179), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 180), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 181), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 305 A) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 371), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 409).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 410).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 380), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Chiedo qualche minuti di sospensione per motivi tecnici.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.13 riprende alle ore 17.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento n. 411) della Giunta regionale è ritirato.
Gli emendamenti che sono stati ricompresi dall'emendamento n. 380) decadono tutti tranne l'emendamento 150) e l'emendamento 137), che verranno messi in votazione perché sono aggiuntivi.
Vengono dichiarati decaduti gli emendamenti rubricati n. 306), 159), 307) 308), 309), 310), 140), 311), 312), 313) e 314).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 150), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Vengono dichiarati decaduti gli emendamenti n. 315), 130) e 131).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 137), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sono decaduti, con l'approvazione dell'emendamento n. 380), anche gli emendamenti n. 157), 316), 317), 318), 319), 381), 320), 321), 322), 323) 324), 325), 326), 327), 382), 328), 329), 330), 383), 331), 332), 333) 334), 335), 336), 337), 338), 334), 339), 340), 341), 342), 386), 343) 344), 345), 346), 347), 388), 348) e 389).
L'emendamento n. 385) è ritirato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 349), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 176) viene modificato dal proponente, con l'accordo con la Giunta.
Leggo tutto il dispositivo: "Tra le cause di fragilità della popolazione anziana sempre più diffuse figurano le malattie dementigene, quali ad esempio l'Alzheimer.
A tal riguardo, tra le strutture la cui realizzazione la Regione intende promuovere, vi è la cd. 'Clinica della Memoria' di Collegno, quale centro per la cura delle patologie dementigene e parzialmente dedicate alla cura dell'Alzheimer, anche tramite la realizzazione di centri diurni".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 412).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 350), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 178), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 136), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 138) della Consigliera Pentenero è ritirato dalla proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 413).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 369), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 351), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 356), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 352), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 353), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 354), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 355), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 152), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 175), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 357) e n. 358) sono ritirati dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 366), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 368), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 414).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'intera Parte IV dell'Allegato A.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame dell'allegato B.
L'emendamento rubricato n. 121) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 375) presentato dall'Assessore Monferino: L'Allegato B al Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 del 25 ottobre 2011 e n. 176 del 6 febbraio 2012 è sostituito dal seguente: "Individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Federazioni Sovrazonali"



(vedi tabella allegata)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, quest'emendamento dovrebbe raccogliere quanto ci siamo detti fin'ora in merito alla costituzione delle Aziende.
In particolare, c'è la costituzione dell'Azienda Città della Salute che raggruppa il San Giovanni Battista, CTO Maria Adelaide e l'OIRM Sant'Anna.
Questa nuova Azienda - è una piccola nota che abbiamo aggiunto - avrà decorrenza formale dal 1° luglio 2012.
Abbiamo scelto questa data semplicemente per chiudere i bilanci semestrali delle tre Aziende che confluiranno nella nuova, per riaprirli il 1° luglio 2012.
Nello stesso emendamento è prevista la costituzione delle sei Federazioni: Torino Sud Est: Torino 1, le Circoscrizioni 1, 2, 3, Torino 5 e la Città della Salute nuova costituita Torino Nord: Torino 2 e Torino 4 Torino Ovest: Torino 3, l'Azienda San Luigi, il Mauriziano Piemonte Nord Est: ASL Vercelli, ASL Biella, ASL Novara, ASL VCO, Azienda Ospedaliera di Novara.
Piemonte Sud Est: Cuneo1, Cuneo 2, Azienda Ospedaliera Santa Croce di Cuneo Piemonte Sud Est: ASL Asti, ASL Alessandria e l'Azienda Ospedaliera SS Antonio, Biagio e Arrigo di Alessandria.
Mi sono scordato di precisare che nella Torino Nord ci sono le Circoscrizioni 8, 9, 10, se non erro.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



PRESIDENTE

Non vi preoccupate.
Prima di porre in votazione l'emendamento, spiegherò tutto, perché è stato ancora modificato.
Stia tranquillo, Consigliere Motta: il Consiglio e i Consiglieri sono tutelati.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Posso risintetizzare, Presidente? Torino Sud Est: Torino 1, le Circoscrizioni 8, 9 e 10, Torino 5 e la nuova Azienda Città della Salute.
Torino Nord: Torino 2 e Torino 4 Torino Ovest: Torino 3, San Luigi, Mauriziano e le circoscrizioni 1, 2, 3 di Torino 1.
Le altre restano inalterate.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale relativamente ai due emendamenti; vi sono richieste di intervento? Non essendovi richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale; procediamo, dunque, con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Mi spiace, ma intendo essere lineare e coerente con quanto abbiamo detto finora.
In merito a quest'ultima illustrazione, relativa all'assetto che si è inteso dare alle Federazioni, essendo contrario sin dall'inizio alle Federazioni, ovviamente non potrò che votare in modo negativo. Mi dispiace.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con la votazione dell'emendamento n. 375), così come modificato dall'Assessore: la nuova Azienda avrà decorrenza 1° luglio 2012 e si fanno ulteriori precisazioni per quanto riguarda l'ASL Torino 5, per le Circoscrizioni 8, 9 e 10, e per l'ASL Torino 1, per le Circoscrizioni 1, 2 e 3.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 375).
Il Consiglio approva.
Richiamo l'attenzione dell'Aula perché in seguito all'approvazione dell'emendamento n. 375) testé votato, occorre, per coordinamento effettuare le seguenti modifiche: alle pagine 57 e 58 nell'area sovrazonale Torino Sud Est, sostituire le parole "Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino" con le parole "Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino" alle pagine 57 e 59 sostituire la denominazione dell'area sovrazonale "Piemonte Nord" con la denominazione "Piemonte Nord Est".
Si tratta, ovviamente, di una nota di coordinamento tecnico. Dobbiamo procedere alla votazione dell'intero allegato B.
Indìco la votazione palese sull'Allegato B.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame del testo della proposta di deliberazione, su cui insistono degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 374) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Monferino: Il secondo alinea del deliberato relativo al testo unificato delle proposte di deliberazione viene sostituita come segue: "di procedere all'individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Aziende Ospedaliere ad essa afferenti, nonché delle Federazioni Sovra zonali secondo l'allegato B alla presente deliberazione".
Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Semplicemente, il secondo alinea del deliberato relativo al testo unificato delle proposte di deliberazione viene sostituita scrivendo "di procedere all'individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Aziende Ospedaliere ad essa afferenti, nonché delle Federazioni Sovra zonali secondo l'Allegato B alla presente deliberazione".



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 119) presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna Pentenero, Muliere, Boeti, Gariglio, Taricco, Manica, Laus: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: "di procedere all'individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovarmi Battista di Torino e dei presidi ospedalieri ad essa afferenti" sono inserite le seguenti: ", nonché della nuova azienda sanitaria locale Torino città".
La parola al Consigliere Lepri, per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 373) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino: Il titolo del testo unificato viene modificato come segue: "Approvazione del piano sociosanitario 2012-2015 ed individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Federazioni sovra zonali".
La parola all'Assessore Monferino, per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Il titolo del testo unificato viene modificato come segue: "Approvazione del Piano Socio Sanitario 2012-2015 ed individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Federazioni sovra zonali".



PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo terminato la fase dell'illustrazione degli emendamenti.
aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiedo come intenda - la Presidenza - inserire, all'interno dell'atto deliberativo, così come obbligatorio per legge, il parere della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria.



PRESIDENTE

Prima del voto leggerò il parere e, ovviamente...



RESCHIGNA Aldo

Ci deve essere un emendamento, Presidente! Legga la legge regionale n. 18!



PRESIDENTE

Casualmente ce l'ho qui!



RESCHIGNA Aldo

Non mi riferivo a lei...



PRESIDENTE

L'articolo 11, comma 2, recita: "Il Piano Socio Sanitario regionale approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, e previo parere della Conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria, nell'anno di inizio del periodo al quale si riferisce la programmazione".
Annunceremo, quindi, nel deliberato, che è acquisito, oltre al parere del CORESA, anche il parere della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Brevemente, vorrei che non passasse così inosservato agli occhi dell'Aula il fatto che la Conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria, soggetto che obbligatoriamente deve esprimere un parere sul Piano Socio Sanitario regionale, ai sensi della legge regionale n. 18/2007 (quindi non va inserito nel fascicolo, il parere della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria, per essere chiaro), è stata convocata oggi, durante l'intervallo dei lavori, per esprimere il proprio parere, alla faccia di una programmazione politica che voleva chiudere la discussione sul Piano Socio Sanitario la settimana scorsa! Vorrei solo far rilevare e porre alla valutazione del Consiglio regionale il fatto che la Conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria ha espresso parere negativo, rispetto al Piano Socio Sanitario.
Questo non è che l'ultimo di una serie di pareri negativi, che sono stati espressi rispetto all'impostazione.
Mi preme anche far rilevare un'annotazione, perché qualcuno può anche immaginare che tutto ciò sia oggetto di un'operazione di cospirazione e complotto politico da parte del centrosinistra: oggi, all'interno della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria, erano presenti sei persone chiaramente identificabili in formazioni politiche del centrodestra. Non mi metto a disquisire sui rappresentanti che, non essendo soggetti istituzionali, possono avere le loro libere appartenenze, ma, tra Sindaci, Presidente della Conferenza dei Sindaci e Presidenti delle Province loro delegate, i rappresentanti del centrodestra all'interno della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria erano sei.
Il risultato finale è che oggi, la Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria ha bocciato il Piano Socio Sanitario esprimendo due voti a favore! L'ultimo capolavoro che oggi è stato realizzato è tale per cui neanche il voto di tutti i rappresentanti e funzionari del centrodestra, rispetto a questo Piano, è stato favorevole.
Da qui, deriva una considerazione molto semplice (avrò modo di tornare su questo punto, successivamente): all'interno della discussione in Aula probabilmente (dal mio punto di vista, sicuramente) è prevalsa una logica di mera obbedienza nei confronti dell'impostazione data dalla Giunta regionale; cosa che nemmeno il centrodestra è in grado di poter tenere nella dimensione e nei rapporti territoriali.
Questo la dice lunga, perché una riforma non condivisa è una riforma che difficilmente verrà attuata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ritengo sia abbastanza evidente a tutti come questa riforma, che doveva essere la riforma epocale, sia nata male e non si chiuda bene.
Il testo che abbiamo discusso in queste settimane, di cui ci apprestiamo a concludere la discussione, è un testo al quale abbiamo lavorato per ridurre i danni e i grossi limiti che conteneva.
un testo che è stato bocciato, in modo abbastanza evidente, in tutto il Piemonte, in questi mesi, nella sua articolazione.
La ciliegina finale è arrivata oggi, con la mancata approvazione...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, siamo in discussione generale. Abbiamo lavorato oltre 50 sedute in Commissione e abbiamo svolto tantissimo lavoro in Aula: magari vale la pena ascoltare e fare un ultimo sforzo.
Prego, Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ritengo che la mancata approvazione, da parte della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria, sia un suggello più giusto e logico ad un percorso nato, non per fare il bene della sanità piemontese, ma per potersi attaccare sulla giacca il bollino di una riforma epocale, che non aveva e non ha alcun senso e che - credo - sarà bocciata nei fatti, dal Piemonte.
Siamo tutti consapevoli che ci sono tante cose da fare per migliorare la nostra sanità, ma quelle cose si potevano e si possono fare in base alle norme vigenti; non c'era bisogno di alcuna riforma. Soprattutto, non c'era bisogno di una riforma per la quale i partiti di maggioranza hanno cavalcato, in ogni occasione, sul territorio, tutto e il contrario di tutto.
Ritengo che questo sia il vero grande problema, soprattutto dell'azionista di maggioranza di questo governo regionale, autodefinitosi sempre "di lotta e di governo".
Di lotta e di governo si nasce, ci si consolida e si muore, perch questa non è la modalità responsabile con cui affrontare e gestire i problemi, che richiedevano altra serietà e responsabilità di Governo.
Noi - lo ha detto il Capogruppo - voteremo sicuramente contro questa riforma, ma lo faremo per senso di responsabilità nei confronti del Piemonte: crediamo che meriti e meriterebbe ben altro approccio.



PRESIDENTE

Prima di procedere, Consigliere Reschigna, ho approfondito la questione da lei posta. Il testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, al secondo "visto" recita: "Visti gli articoli 3 e 11 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione sociosanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), in base al quale il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale ed acquisito il parere della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria approva con propria deliberazione il Piano Socio Sanitario".
Quindi è già citato nel testo della delibera.
Altra questione riguarda quello che lei rilevava, sotto il piano politico, in termini di discussione generale, però la legittimità dell'atto è assolutamente garantita perché c'è un richiamo preciso al parere.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Ho capito perfettamente.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

La trasparenza imporrebbe di acquisire il parere negativo.



PRESIDENTE

Però sulla legge non si dice questo. Comunque, è agli atti, il parere è a disposizione.
Se vuole, alla prima votazione ribadisco che il parere è negativo, così resta agli atti.
Visto che è stato distribuito ai signori Capigruppo e non tutti i Consiglieri ne sono a conoscenza, informo che, oggi, la Conferenza si è riunita e ha espresso il parere contrario.
Non essendoci ulteriori interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 374).
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 119) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 373).
Il Consiglio approva.
Adesso indicherò la modalità con cui procederemo.
Abbiamo una serie di atti di indirizzo collegati: l'ordine del giorno n. 439 presentato dai Consiglieri Cursio, Pentenero e Stara, inerente a "La riforma Gelmini e i gravi riflessi sul futuro della sanità regionale" l'ordine del giorno n. 587 presentato dai Consiglieri Cursio, Laus e Negro inerente a "Fondo Sanitario Integrativo Territoriale per prestazioni aggiuntive in ambito sanitario"; l'ordine del giorno n. 427 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Previsione nel Piano di riqualificazione e riorganizzazione del SSR Piemonte"; l'ordine del giorno n. 685 presentato dai Consiglieri Pentenero, Laus, Lepri, Reschigna Ronzani e Taricco, inerente a "Pagamento delle spettanze dovute dalla Regione e dalle Aziende Sanitarie Locali nei confronti degli enti gestori delle funzioni socio assistenziali".
Quindi, svolgeremo le dichiarazioni finali sull'intero testo della deliberazione (sono a disposizione cinque minuti); poi, tratteremo gli ordini del giorno, infine, ci sarà il voto finale.
Procediamo con le dichiarazione di voto - ricordo che sono a disposizione cinque minuti - sull'intero testo della proposta di deliberazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Finalmente, possiamo dire che con oggi concludiamo questo lungo percorso, a volte anche faticoso, che, sicuramente, consegnerà risultati positivi per la comunità piemontese.
Molto brevemente, vorrei ringraziare la Commissione sanità, la sua Presidente, Carla Spagnuolo, l'Assessore Monferino e coloro, sia di maggioranza che di minoranza (in particolare i portavoce in Commissione) che hanno seguito con maggiore attenzione l'iter di questo provvedimento così importante.
stato detto che non è un provvedimento rivoluzionario. In Italia diffido sempre delle cose rivoluzionarie, perché poi non succede nulla, non si cambia nulla e non si migliora nulla. Preferisco provvedimenti ragionati, concreti, seri, fattibili, quale quello che questa maggioranza e questa Giunta, con il suo Presidente, hanno voluto portare avanti.
Per rispondere a chi ci ha chiesto come mai abbiamo recepito molti emendamenti proposto dall'opposizione, dico che per noi la sanità e la salute non hanno un colore politico, non sono di destra e non sono di sinistra, proprio per questa impostazione non preconcetta e, da un punto di visto ideologico, non chiusa.
Abbiamo compreso che alcune componenti dell'opposizione hanno apprezzato questa nostra apertura mentale: li ringraziamo per la loro fattiva collaborazione in contributi e in proposte. Rispetto ad altri, pur avendo accolto molte delle loro proposte ed emendamenti, siamo rimasti un po' delusi, ma cammin facendo, magari, le cose possono anche cambiare anche nel momento in cui la riforma entrerà a regime.
I punti fondamentali li abbiamo ribaditi in moltissime occasioni durante questo dibattito sia in Commissione e sia in Aula, quindi non è il caso di soffermarsi troppo. Certamente, la classificazione degli ospedali su tre parametri consentirà appropriatezza e celerità dei ricoveri, una identificazione di questi ultimi in maniera molto adeguata tra ospedali di riferimento, cardine e territoriale, quindi con riferimento alle patologie di maggiore o minore intensità.
Tutto ciò libererà risorse economiche, che, come abbiamo già dimostrato attraverso l'ultimo Piano di rientro, è nostra intenzione reinvestire sui servizi sanitari, sulle politiche sociali e su tutta la tematica dell'assistenza, della non autosufficienza e della disabilità.
Un ulteriore strumento di razionalizzazione della spesa sanitaria è rappresentato dalla creazione delle Federazioni. Come ho già detto, con sei Federazioni verrà centralizzata in sei centri di spesa tutta una serie di attività non sanitarie, che prima erano disperse in mille rivoli in tutte le ASL e in tutte le ASO piemontesi. Sono attività non sanitarie legate alla logistica, alla gestione dei magazzini e dei patrimoni, della formazione professionale e dei servizi informatici. Tutto ciò, per un semplice motivo di economia di scala, genererà dei risparmi, che, anche in questo caso, verranno reinvestiti per migliorare il livello qualitativo dei servizi sanitari piemontesi.
Con soddisfazione possiamo davvero dire che questo è stato un iter positivo, anche per le consultazioni fatte sul territorio. A volte abbiamo ricevuto critiche, ma sono state anche costruttive, ed è servito a migliorare e implementare il provvedimento.
stata sicuramente un'esperienza positiva che ci ha arricchito da un punto di vista politico e culturale.
Per questo motivo, a nome del Gruppo del Popolo della Libertà esprimiamo convintamente il nostro voto di approvazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Sono dispiaciuta di far parte della delusione del Consigliere Pedrale.
Mi addoloro di avergli prodotto una delusione, ma non me ne preoccupo. Non me ne preoccupo, perché sono in buona compagnia: perché a deludere le aspettative della maggioranza regionale, nell'esprimere un consenso sul Piano Socio Sanitario - che evidentemente era atteso - sono in compagnia di molti soggetti che hanno espresso la loro contrarietà, la loro preoccupazione e la loro disaffezione.
Sono almeno in compagnia degli Enti locali che, nella Conferenza della programmazione sanitaria, hanno mandato una nota, almeno per quanto riguarda le amministrazioni provinciali, in cui si dice che non possono essere utilizzate come yes man a cose fatte, di fronte all'impossibilità di intervenire in maniera emendativa e significativa sul documento.
Sono in buona compagnia della gran parte delle organizzazioni sindacali, che chiedono conto di come si applicano le misure puntuali, non solo del Piano, ma del Piano di rientro, perché quotidianamente ne devono registrare le difficoltà a carico degli operatori e, in ultima istanza - ma dovrebbe essere il nostro primo interesse - a carico degli utenti.
Sono in buona compagnia, perché questa riforma, per gran parte, non è stata condivisa con i professionisti, che altrimenti non avrebbero cercato di fare emergere le loro puntuali preoccupazioni e riflessioni, mandando memorie alla Commissione consiliare (che solo in ultimo sono state recuperate in extremis dalla Giunta). Sono anche in buona compagnia di tutto quell'associazionismo degli utenti che quotidianamente ci inviano petizioni popolari, lamentando la mancata soddisfazione dei bisogni di ricovero, di cura e di sollievo, e di tutte quelle associazioni che lamentano la mancata partecipazione negli organismi previsti a livello aziendale. Direi, quindi, che, a questo punto, la preoccupazione dovrebbe essere tutta della maggioranza, se noi non avessimo il livello di sensibilità di sentire su di noi la responsabilità pubblica, anche se dall'opposizione. La preoccupazione sarebbe tutta della maggioranza perché, da questo momento in avanti, il gioco delle parti non sarà più possibile. Non sarà più possibile sentire un Consigliere di una provincia dichiarare di aver salvato il proprio ospedale contro le cattiverie dell'Assessore di riferimento, o del Presidente del Consiglio regionale o della Giunta di cui fa parte, perché ciò che succederà nei presidi ospedalieri da riconvertire è stato votato, con nomi e con cognomi, dai Consiglieri di questa maggioranza.
difficile immaginare degli eroici salvataggi da parte di eroici rappresentanti territoriali, d'ora in avanti. Sarà interessante vedere come questi campioni del loro territorio si comporteranno nel cercare di fare quella politica che non hanno voluto riconoscere nel Piano di riduzione del danno, cioè nel cercare di capire come calmierare gli effetti negativi delle delibere che daranno attuazione a questo Piano. E allora vedremo se sorgeranno nuovi campioni che difendono qualcosa dalla sanità del loro territorio! Questo Piano ci preoccupa. Ci preoccupa per le molti omissioni che ha sull'assistenza territoriale, sia nella medicina generale sia nell'iniziativa della non autosufficienza, i cui dubbi sulle fonti di finanziamento insistono tutti, sia sull'organizzazione della rete ospedaliera, sia sulle zone lasciate vuote, in segmenti importanti di integrazione socio-sanitario, come la salute mentale e come le tossicodipendenze.
La gestione di questo Piano ci preoccupa ancora di più perché non siamo innamorati dell'idea delle holding - tali sono le Federazioni sovrazonali e non siamo innamorati di un altro squarcio che stiamo vedendo, al quale sembra che la politica assista in modo passivo. Lo squarcio è questo: come mai un sistema pubblico così sconquassato, come quello della sanità, che tutti dicono non essere più sostenibile, è oggi un terreno di così alto interesse da tutte le imprenditorialità e managerialità, che ben altri interessi avevano prima d'ora e che oggi si rendono disponibili a fare consulenti, manager e super manager, in un sistema sanitario che sembra diventare più la succursale di qualche impresa, che magari nel frattempo si delocalizza, che non un interesse pubblico per la salute dei cittadini?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Il nostro è un no convinto a questo Piano per le motivazioni che a mano a mano abbiamo già illustrato e che in questo momento proviamo a riprendere, con una nota in più rispetto al metodo.
Prima è intervenuto il Presidente del Gruppo del Partito Democratico Reschigna: noi ieri avevamo appreso di questa convocazione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale e francamente pensavamo fosse un errore, perché avere la convocazione di questa Conferenza nella giornata in cui è prevista la votazione finale del Piano sanitario ci sembrava un atto meramente formale e non sostanziale.
chiaro che - da quella che è stata la scarsa partecipazione al voto e dallo stesso voto negativo che è stato espresso - vediamo un elemento che ci rafforza nell'esprimere anche da parte nostra un voto negativo, che credo non deponga a favore del percorso che è stato instradato con questo Piano.
Bisogna riconoscere che alcuni elementi che l'opposizione ha portato sono stai accolti, a partire certamente dalla proposizione iniziale che è stata profondamente rivista; ma che è stata rivista - l'ho già detto anche in precedenza - per l'opposizione in Consiglio regionale che ha acquisito un suo ruolo, ma soprattutto per le consultazioni sul territorio. A questo punto, così come dichiarato da parte della Giunta, le due architravi di questo Piano - l'istituzione delle Federazioni sanitarie e la revisione della rete ospedaliera - non ci vedono esprimere parere favorevole.
L'abbiamo già detto più volte: pensiamo che un'economia di scala sia possibile senza l'istituzione, appunto, di nuovi soggetti e sulla rete ospedaliera pensavamo che rispetto ad alcune particolari strutture - il Valdese, l'Amedeo di Savoia, l'Ospedale di Lanzo - ci fosse la possibilità di andare a rivedere la proposta iniziale di strutture da convertire. Così non è stato; sappiamo che per alcune di queste strutture (o per tutte) un vero progetto non esiste ancora e quindi avremo modo, poi, di poter partecipare alla sua definizione.
chiaro che riteniamo un elemento di particolare debolezza del Piano elemento che dovrà essere successivamente monitorato - la scarsa attenzione ai Servizi territoriali; e non a caso, in effetti, vengono indicate come architravi del Piano la rete ospedaliera e le Federazioni sanitarie.
Pensiamo invece ci sia stata scarsa attenzione ai servizi di territori e che servizi molto importanti, come quelli legati al tema della salute mentale e delle tossicodipendenze, non abbiano avuto una loro dignità nella definizione e negli indirizzi di quello che attualmente è un progetto sulla carta, di cui vedremo poi quale potrà essere l'effettiva realizzazione.
Abbiamo mantenuto l'impegno che si era individuato come Presidenti e Gruppi di opposizione - cioè si è arrivati nella giornata odierna all'approvazione di questo Piano - ed è chiaro che da questo punto noi crediamo inizi un nuovo lavoro: inizia un nuovo lavoro per la Giunta, per giungere alla realizzazione di quanto impostato, e inizia un nuovo lavoro da parte dell'opposizione che dovrà andare a verificare effettivamente ci che la Giunta ha deciso di mettere in campo. Per quanto riguarda la rete ospedaliera andremo appunto a verificare i progetti; per le Federazioni sanitarie ci aspettiamo di andare a verificare quali saranno gli effettivi risparmi. Ci aspettavamo infatti di avere - e su questo chiudo, Presidente un modello, un elemento, una stima di quali possono essere i risparmi portati dalle Federazioni sanitarie. In questo momento non abbiamo alcun parametro di riferimento e purtroppo temiamo che con le Federazioni sanitarie i costi, anziché diminuire, possano seriamente aumentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Il dibattito che si è concluso sul Piano socio-sanitario è stato improntato ad una correttezza istituzionale, che ritengo doveroso sottolineare. Come Gruppo UDC abbiamo seguito puntualmente l'evolversi di quanto stasera è sottoposto alla votazione come testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, dalla stesura originaria del disegno di legge n. 174 e del PDL n. 104.
La situazione si è modificata nella forma e nella sostanza. Anche su nostra pressante richiesta la IV Commissione ha calendarizzato incontri in tutte le province piemontesi, incontri che si sono dimostrati estremamente utili. Abbiamo apprezzato questo sforzo e a nostro avviso è doveroso ringraziare la Presidente della Commissione Consigliera Spagnuolo e l'Assessore Monferino per il metodo utilizzato nell'ascolto del territorio e di tutte le componenti istituzionali, sindacali e associative.
La radicale reimpostazione del Piano socio-sanitario, rispetto agli indirizzi della DGR n. 51 del 2010, ci ha convinti. Non eravamo affezionati al cosiddetto "modello piemontese" per puro sentimentalismo, quanto per l'efficienza dimostrata negli anni e ribadita dagli operatori, dai Sindaci dai sindacati e dalle popolazioni intervenute nelle varie riunioni.
Consideriamo un atto di grande sensibilità e responsabilità della Giunta - del Presidente Cota e dell'Assessore Monferino - e della Direzione regionale l'aver dato corso ad un rinnovato modello che, a regime consentirà all'istituzione - ma credo anche nella realtà - di consolidare un sistema che ha dato buoni risultati, con l'innesto di elementi nuovi di maggiore efficacia per evitare sovrapposizioni inutili e realizzare contenimenti di spesa, non gravando sull'erogazione dei servizi sanitari e sulla continuità di cura.
Permangono alcuni aspetti di criticità e ve ne cito alcuni: per esempio, gli ospedali di montagna (come quello di Lanzo) che vanno sostenuti e alcune incertezze che solo il tempo potrà fugare.
Dico che fare un Piano Sanitario perfetto al primo colpo è impossibile: cammin facendo si potrà vedere, fra un anno, quello che non va e correggerlo, andando avanti. Lo standard di eccellenza di cura della sanità diffusa piemontese sembra contrastare con le maggiori restrizioni economiche. Questo elemento non interessa soltanto la nostra Regione, ma è un problema nazionale; in particolare, tocca tutto il comparto socio assistenziale.
Vorrei sottolineare, però, che le luci sono sicuramente superiori alle ombre e che l'impianto complessivo del testo in votazione può essere ritenuto un grande passo in avanti verso il mantenimento di un sistema che negli anni ha ottenuto gradimento presso la popolazione e gli operatori.
Da una posizione totalmente contraria come quella verso l'impostazione iniziale - per senso di responsabilità e volontà di contribuire ad offrire ai cittadini piemontesi un buon modello di sanità pubblica - l'espressione di voto dell'UDC si può considerare di costruttiva astensione. Certamente vigileremo sull'applicazione delle norme contenute in questo documento pronti a sollevare obiezioni, suggerimenti, per la loro migliore efficacia applicativa.
L'astensione costruttiva assume un significato politico, di tutta rilevanza per il nostro Gruppo che siede nei banchi dell'opposizione, ma lo facciamo convintamente perché riteniamo che il Presidente Cota e l'Assessore Monferino abbiano dato corso alle aspettative dei territori di cui noi tutti siamo espressione ed interpreti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

All'inizio di questa dichiarazione di voto desidero ringraziare il mio Gruppo consiliare. Per un anno e tre mesi questo Gruppo consiliare ha saputo costruire, dentro le istituzioni della Regione e con una forte iniziativa politica nella realtà territoriale del Piemonte, il senso più profondo della sua opposizione rispetto alla cosiddetta riforma sanitaria che questa sera il Consiglio regionale approverà.
Grande parte delle modifiche intervenute - modifiche sostanziali in documenti originari - sono grazie al fatto che abbiamo saputo intercettare quello che era il significato più profondo di contrarietà, di opposizione che la comunità piemontese ha espresso sin dall'inizio, nei confronti di un progetto che era autoritario, verticistico e che pretendeva di riformare la sanità piemontese senza un confronto con la comunità locale.
Detto questo, vorrei arrivare alla dichiarazione di voto di questa sera, anche se la dichiarazione di voto che ha reso poc'anzi il Consigliere Pedrale, forse, mi ha tolto il mestiere. Quando il Capogruppo Pedrale dichiara che questo Piano non è una rivoluzione, è forse il giudizio più duro che un Capogruppo di maggioranza, rispetto all'inizio di questa discussione risalente ad un anno e quattro mesi fa, poteva rivolgere al termine di questo percorso.
Non solo un anno e quattro mesi fa, ma solo qualche giorno fa il Presidente della Regione Piemonte, intervenendo al tradizionale appuntamento con l'Arcivescovo di Torino, aveva immaginato questa grande dimensione di rottura rispetto al passato che questo Piano doveva essere capace di costruire e di rappresentare.
Che cosa rimane della grande rivoluzione immaginata dal Presidente Cota all'inizio di questa legislatura? Due fatti. Non più la separazione ospedale e territorio, non più l'atteggiamento ripetutamente reso nel corso degli ultimi tempi di una condizione di abbandono nei confronti delle politiche sociali, funzione di competenza esclusiva o prevalente in capo agli enti locali.
Un elemento di novità, anche apprezzabile, al di là del giudizio negativo che noi diamo rispetto ad alcune scelte contenute, è quello della classificazione e gerarchizzazione degli ospedali. Un altro, sicuramente negativo, è quello che ci troviamo alla fine di questo percorso non con un minor numero di soggetti che intervengono nella gestione della sanità, ma con più aziende, più società e, permettetemi, più posti.
Voglio ricordare le premesse da cui era partito il Governo regionale all'inizio di questo percorso, quello di rendere più semplice, di togliere di mezzo una serie di Aziende Sanitarie Regionali, di immaginare che la Regione Piemonte avesse bisogno di minor numero di aziende per raggiungere quella massa critica capace di garantire efficienza ed efficacia nel corso dell'attuazione di questa riforma.
Oggi, neanche le proposte più ragionevoli che sono state presentate da questo Gruppo, tendenti ad esempio alla riduzione ad un'unica Azienda Sanitaria Regionale sulla città di Torino, sono state accolte dalla maggioranza e dalla Giunta perché tale era l'impulso e la volontà di non ridurre gli spazi di intervento della politica al momento delle nomine dei Direttori generali.
Questi sono i due elementi di novità che rimangono e che possiamo leggere all'interno dei provvedimenti. Oggi, questo percorso si chiude non solo con il voto da parte dell'Aula, ma si chiude anche con un elemento che mi rendo conto il Governo regionale farebbe bene a non sottovalutare - noi ci impegneremo a sopravvalutarlo - rispetto all'effettiva portata dello stesso: il voto contrario da parte della Conferenza della programmazione sanitaria piemontese sul testo del Piano Socio Sanitario.
Su questo voto voglio ritornare per quattro secondi per dire che il modo con cui la Giunta regionale ha affrontato anche la costruzione del rapporto con la Conferenza regionale per la programmazione sanitaria, è il modo un po' "altezzoso", un po' arrogante di chi è disinteressato comunque, all'espressione dei pareri. Se noi guardiamo i componenti della Conferenza di programmazione con un po' di attenzione, un Governo regionale avrebbe almeno portato gli esponenti istituzionali del centrodestra alla partecipazione alla Conferenza e al voto favorevole da parte della Conferenza.
Ma l'atteggiamento di questo Governo regionale è un atteggiamento di indifferenza, anzitutto nei confronti non solo degli esponenti territoriali del centrosinistra, ma anche degli esponenti territoriali del centrodestra.
un atteggiamento di autosufficienza che non considera come valore fondamentale, come valore importante, la costruzione del consenso.
Per questo, anche se voteremo contro il Piano con grande convinzione la nostra convinzione è ancora più forte perché sappiamo che, in questa battaglia, non siamo stati soli; sappiamo di essere stati capaci ad unirsi e dialogare effettivamente con le comunità locali, con le organizzazioni economiche e sociali di questa regione.
Non ho ancora trovato nessun esponente esterno al mondo della politica che abbia espresso un parere favorevole intorno a questo documento e ai contenuti dello stesso.
Noi continueremo, sapendo che il prossimo futuro per il Governo regionale sarà un'altra tappa importante. Nelle prossime settimane, con qualche ritardo, provvederete a nominare i Direttori generali dell'ASL. Lì la Giunta regionale si troverà di fronte ad un bivio, dovrà decidere quale strada prendere. Non potete ammettere che i manager nominati come commissari un anno e qualche mese fa dalla Giunta regionale non sono stati nominati perché migliori, ma perché appartenenti a schieramenti politici però hanno dimostrato, nella loro esperienza, di non essere - non tutti, ma in buona parte - non in grado di assolvere quelle funzioni. Allora il necessario cambiamento di quelle persone suonerà come un giudizio politico molto forte e negativo nei confronti degli atteggiamenti assunti dal Governo regionale.
Ma se non faceste questo, se non procederete con grandi cambiamenti nelle figure che dovranno gestire questo Piano sanitario, Presidente Cota voi vi troverete con dei soggetti che saranno anche, in alcuni casi, dei bravi yes men, ma incapaci di intercettare i bisogni delle comunità locali e di dare una risposta in termini di efficienza ed efficacia e di futuro agli stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
La posizione e il pensiero dell'Italia dei Valori su questa grande partita che è la riforma sanitaria è stata ampiamente illustrata in tante ore di confronto. Avremmo voluto ritrovarci nell'ambito della legge n. 174 il provvedimento più importante relativo alla riforma, con un impianto diverso. Un impianto aderente a quello che era il Piano di rientro, un impianto che potesse avvicinarsi il più possibile a quella ipotesi prospettata inizialmente.
Una legge che avrebbe dovuto, a nostro avviso, vedere una drastica riduzione del numero delle Aziende. Invece, purtroppo abbiamo trovato una legge che prevedeva addirittura impianti di nuove Aziende.
Noi su quella legge, motivando le ragioni in modo approfondito in più occasioni, abbiamo espresso un voto negativo.
Oggi dobbiamo invece votare il piano che discende in termini di provvedimenti, purtroppo, da quel tipo di impostazione che non abbiamo condiviso. Riteniamo che qualsiasi buona riforma con la "R" maiuscola - e questo lo penso a differenza del pensiero rispettabilissimo di molti colleghi dell'opposizione - ossia una riforma siffatta non possa essere attuata con un largo consenso, perché le riforme normalmente richiedono sacrifici. Richiedono sacrifici agli operatori del settore, richiedono sacrifici ai cittadini e richiedono enormi sacrifici alle varie associazioni che convergono in quell'ambito.
Devo dire - e lo dico senza più alcuna polemica, perché in questi ultimi minuti devo cercare di esprimere le motivazioni al voto che dar che ci sarebbe voluto più coraggio e, colleghi tutti, la responsabilità di questa mancata attuazione in quei termini tocca un po' tutti. Perché quella drastica riduzione delle Aziende non la si è voluta, ad iniziare dai territori, dai Sindaci e per finire a diverse forze politiche che si sono sentite in dovere di esprimere elementi di protezione al riguardo.
Ritengo che sia mancato il coraggio per potere attuare una riforma inerente e coerente con quello che era il Piano di rientro prestabilito fin dal 2010.
Oggi ci ritroviamo con un impianto che mi auguro possa trovare un'attuazione positiva, soprattutto nei termini della valorizzazione di quei parametri e di quegli elementi necessari per poter ridurre la spesa relativa a quell'ambito, eliminando il più possibile gli sprechi e generando quel risparmio indispensabile in questo momento di crisi economica. Risparmio da poter riutilizzare e riconvertire in ambiti che ne hanno bisogno.
Non posso sicuramente dare un voto favorevole per tutte le motivazioni che ho detto, ma desidero dare un voto che sta a significare essenzialmente un augurio alla Giunta, affinché possa attuare quanto si è prefissata, e a tutto il Piemonte che possa usufruire dell'utilizzo di metodi che la Giunta stessa, ad oggi, con il voto della maggioranza ritiene idonei per il raggiungimento di quell'obiettivo.
Non vuole essere un voto di indulgenza o un voto di gratitudine, perch molti emendamenti sono stati considerati ed accolti, ma il voto di astensione che il Gruppo dell'Italia dei Valori esprimerà vuole essere un augurio sincero, affinché si possano realizzare gli elementi che ritenete possano essere realizzabili.
Quindi, l'Italia dei Valori esprimerà un voto finale in questa occasione, ricordando sempre che la legge n. 174 è stata votata in modo negativo e con voto contrario, mentre il voto sul Piano sarà un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome del Gruppo consiliare per dichiarazione di voto sul Piano Socio Sanitario 2012-2015, così come uscirà dall'Aula, con l'accoglimento di numerosi emendamenti.
Abbiamo riflettuto a lungo ed abbiamo analizzato anche in merito al voto da dare, ricordandoci che è il documento più importante che in Regione si può approvare, quindi anche da parte del Consiglio regionale.
ovviamente una programmazione a breve e medio termine di tre anni, ma viene da un lavoro di almeno un anno della Commissione.
Sicuramente l'ultima tegola su questo Piano Socio Sanitario si è avuta oggi - l'hanno ricordato altri colleghi - cioè il parere contrario della Commissione permanente. Non che in base a questo parere - che è un parere che prevede dei riferimenti politici ma anche dei riferimenti territoriali si sia modificato nettamente il nostro parere, che oscillava tra un parere di astensione e uno di voto contrario, ma alla fine, ricordando anche il lungo iter accidentato, che ha portato all'approvazione di questo Piano Socio Sanitario, il voto alla fine sarà contrario.
Sarà contrario, pur riconoscendo dei distinguo che già altri colleghi hanno fatto, in quanto non possiamo esimerci dal ricordare che siamo pienamente favorevoli alla riorganizzazione di ospedali per intensità di cura, quindi ad una gerarchizzazione che prevede anche degli ospedali che dovranno essere riconvertiti, come si è usato in termini soft da parte della Giunta all'interno degli allegati tabellari.
Alcuni ospedali probabilmente verranno chiusi, nel senso che non saranno più ospedali, ma saranno poliambulatori o centri di riabilitazione.
In effetti, la parola giusta dovrebbe essere quella di sacrifici che ha usato per tre volte il collega Buquicchio, ma non amo molto usare la parola sacrificio, anche perché è un termine che si sta facendo passare non solo da parte del nostro Presidente del Consiglio non eletto, Mario Monti, ma anche un po' da tutto il milieu culturale, finanziario e bancario europeo cioè parlare sempre di sacrifici in capo ai cittadini e in capo ai lavoratori.
Pensiamo che se la politica è il capitolo più ampio della spesa regionale, è anche il capitolo dove più si annidano ovviamente le clientele, le corruttele e tutte le altre sacche di inefficienza, come si direbbe in termini un po' più politically correct, che bisogna aggredire.
Quindi, se degli ospedali erano inefficienti, se degli ospedali presentavano dei posti letto in più che non svolgevano un compito sia per quanto riguarda i temi di sicurezza - quindi di nuovo l'organizzazione per l'intensità di cura - sia per prestazioni offerte ai cittadini, in quel caso ha senso pensare ad una riorganizzazione, ad una ristrutturazione, ad una riconversione. Se così non fosse, ovviamente noi ci saremmo opposti.
Quindi, riteniamo che un principio condivisibile ci sia nell'organizzazione della rete ospedaliera.
Anche noi però siamo fortemente dubbiosi - non uso la parola contrari perché la maggioranza si lascia la facoltà e la libertà di governare e di emettere i propri emendamenti, le proprie deliberazioni, i propri piani e le proprie leggi. Quindi, il discorso delle federazioni sanitarie noi l'abbiamo contestato molto, siamo stati più attivi sul DDL 174, che era un po' il nocciolo preparatorio al Piano Socio Sanitario.
Sulle Federazioni sanitarie non ci avete convinto per nulla. Né il Presidente Cota, né l'Assessore Monferino, né la maggioranza e siamo ancora convinti che sia una struttura in più che non va in quel senso di snellimento, principio di cui, tra l'altro, anche la Lega Nord è stata veramente tra i primi "portatori sani", sia a livello centrale che regionale, ma che poi non è stato applicato fino in fondo.
Quindi, nuove strutture che sono probabilmente delle S.r.l., che qualcuno ha definito holding, con degli amministratori unici, che abbiamo definito uomini o donne (per le pari opportunità) soli al comando, con possibilità di nomine ripetute nel tempo, senza limiti. Tutto ciò ci spaventa molto, ricordando anche qual è il peso e l'importanza della sanità.
Noi, infatti, siamo stati sicuramente tra i pochi a condannare i fatti che hanno portato all'indagine riguardante SCR, tutt'ora in corso, ma non riteniamo che cambiare un soggetto, per crearne un altro si possa risolvere la situazione.
Quindi, nonostante un Piano con luci e ombre, sottolineiamo ancora una volta le ombre riguardanti un percorso accidentato, che ha visto coinvolgere a fasi alterne le popolazioni, i cittadini, le utenze e i sindacati. Per questo motivo, ci sentiamo di esprimere un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
La critica da parte delle opposizioni che ci vede essenzialmente tutti sulla stessa linea è essenzialmente quella dell'aver approvato un modello molto gerarchico, autoritario e verticistico. È ritornato dai banchi dell'opposizione in più occasioni, ma anche dai territori.
una critica che dovrebbe farvi male, Presidente Cota e Assessore Monferino, perché di fatto va a incidere su quella che è una sua prerogativa ideologica, quella del federalismo. Tutto si può dire di questo documento tranne che sia un piano federalista, cioè che abbia ascoltato i bisogni del territorio.
Al di là delle singole dichiarazioni dei Consiglieri che in questa sede stanno intervenendo, l'analisi essenziale di questo ragionamento sta, come è stato detto, nella Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria, sul fatto che su 29 rappresentanze al suo interno (anche questa è espressione di quello che è il mondo della realtà sanitaria e assistenziale) questo Piano ha raccolto (tra assenze, non partecipazioni eccetera), Assessore, solo due voti favorevoli! Quindi, non si tratta e non si può certo dire che è un voto diviso per appartenenze politiche. Ricordo che il vecchio Piano sanitario fu approvato a maggioranza.
Credo che questo sia l'elemento che lascia una certa tristezza soprattutto perché alla fine l'analisi nel Piano si è incentrata più su questioni e preoccupazioni di centralizzazione di appalti e di procedure che all'analisi dei bisogni dei cittadini o anche allo studio di indicatori qualitativi che ne definiscano l'eccellenza, anche nel tempo e nella pianificazione, che poi è la risposta per cui si fa un piano, cioè quello di soddisfare i bisogni dei cittadini. Sicuramente, si risparmieranno delle risorse, questo forse è anche l'obiettivo per cui lei, Assessore, è stato chiamato a questo compito: dare sostenibilità economica per i prossimi anni al modello socio-sanitario. L'elemento dei costi è un elemento sicuramente centrale e non si può non tenerne conto. Però, diciamo che alla fine l'attenzione si è calata solo su quest'elemento. Così tanta opposizione si è registrata da parte delle forze di opposizione dei territori, che l'ottenimento più grande è stato l'aver cassato, rispetto al primo prospetto presentato, un modello che superava e che separava gli ospedali dai territori.
Credo che un piccolo risultato, ma essenziale, sia stato ottenuto e non solo dalle forze di opposizione, perché il dissenso raccolto nei territori relativamente alla presentazione del Piano in tutte le province, sia stato pesante anche politicamente, e credo che lo sarà anche nel prossimo futuro.
Credo che così tanta ostinazione e pervicacia nel cercare di portante a casa questo Piano non ascoltando quelle che sono state le opposizioni dei territori, anche delle vostre parti politiche, sia stata possibile attraverso una banale considerazione, e cioè la necessità di un nuovo Regolamento dell'Aula consiliare. dopo oltre un anno, si porterà a casa questo documento con un'amara considerazione, cioè il fatto che alla fine il Regolamento vi sta dando una grossa mano. Considerata l'opposizione complessiva che dai territori si è sollevata, se non ci fosse stato questo nuovo Regolamento oggi voi non avreste approvato questo Piano. Credo che voi abbiate ben chiara questa consapevolezza politica. Con il Piano approvato dovrete dimostrare di saper rispondere ai bisogni che i cittadini vi solleveranno costantemente. Questa è una sfida che voi state raccogliendo. Mi auguro che a questa sfida voi riusciate a dare una corretta risposta. Al di là delle carte, al di là del modello organizzativo scritto sulle carte, mi auguro sinceramente che alla fine ci sarà una risposta positiva ai bisogni dei cittadini. Ve lo auguro e vi auguro anche di impegnarvi in questo senso, anche se ovviamente quello che dimostra il Piano nelle carte va in direzione completamente opposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Inizierei leggendo la premessa del Piano Socio Sanitario, perch ritengo sia molto importante: "La salute è un diritto fondamentale dell'individuo. Da tale assunto discende un dovere a livello istituzionale di individuare e di promuovere azioni finalizzate alla sua conservazione. A tal fine, il dovere della comunità è organizzarsi per far fronte a problemi individuali e collettivi spesso determinati o aggravati da carenze sociali".
In questi mesi abbiamo sentito tante parole, abbiamo fatto tanti dibattiti, abbiamo condiviso tanti momenti e abbiamo sentito tante cose.
Nella condivisione, perché c'è stata una condivisione, accettando proposte da parte dell'opposizione. È legittimo che ci siano voti contrari o delle astensioni, ma non voglio dimenticare (vorrei che non ci dimenticassimo) che sono stati approvati ben 190 emendamenti dell'opposizione. Vedo il collega Burzi che si mette le mani nei capelli che non ha perché 190 emendamenti dell'opposizione sono stati accettati dall'Assessore e da questa maggioranza.
Questa io la chiamo, al di là di tutte le parole, condivisione di un Piano Socio Sanitario. dopodiché, ognuno è legittimo di dare il voto che vuole: vorrei ben vedere. Ma questi sono fatti.
Inoltre, è forse vero che siamo anche un po' dilettanti, facciamo in modo che in certe occasioni dei pareri non possono essere favorevoli, sono negativi, sono contrari: abbiamo molto da imparare da voi, questo sicuramente è vero. Tuttavia, c'è un fatto: con questa riforma noi abbiamo una grande sfida. Ci deve essere la maturità della classe politica maturità che, purtroppo, non ho visto in questo dibattito. Mi spiace ammetterlo, ma sono abituato a dire sempre ciò che penso.
Quando si dice, in ogni occasione, da qualsiasi parte e da qualsiasi Gruppo politico, che bisogna razionalizzare, mettere le strutture e gli ospedali in rete, ma poi, arrivati al dunque, non si può fare né cambiare assolutamente nulla, è necessario fare un esame di coscienza: ci deve essere una maturazione dell'intera classe politica, perché, altrimenti diamo la stura a questi Governi pseudo-tecnici, come quello, per esempio che voi (e non solo voi) appoggiate a Roma, e a questi personaggi. Noi dobbiamo riuscire, invece, ad avere un balzo di orgoglio e maturare politicamente. Bisogna avere una visione collettiva e globale del problema della sanità piemontese. Questo è un appello che rivolgo per ciò che seguirà nei mesi successivi: dobbiamo riuscire a superare i piccoli campanilismi.
Mettere in rete gli ospedali significa - spero sia ben chiaro a tutti evitare i doppioni e gli sperperi. Ma non si può dire solo a voce, bisogna farlo coi fatti. Oramai i tempi sono cambiati e siamo noi, classe politica che dobbiamo adeguarci ai tempi.
Termino il mio intervento ricordando alcuni aspetti. Oggi concludiamo un percorso legislativo - è vero! - affrontato con grande correttezza dall'intera Aula. Ma, sempre oggi, inizia una strada ben più lunga e ben più difficile, che coinvolge soprattutto la maggioranza che governa questa Regione, ma non solo: ricordiamocelo e mettiamocelo in testa tutti che anche le minoranze e le opposizioni sono coinvolte in questo lungo percorso, che ha l'obiettivo di portare a frutto questa riforma. Ma non per noi, non per il Presidente Cota o per l'Assessore Monferino, ma per i piemontesi. Altrimenti, noi non riusciamo più a garantire i servizi che siamo abituati a dare.
Dobbiamo riuscire a superare le criticità e i problemi giornalieri che troveremo sui territori, per lasciare qualcosa ai nostri figli: è questa la maturità di una classe politica che si rispetti! Noi, come Lega Nord, siamo pronti. Lo siamo adesso e, caro Assessore lo saremo anche dopo. Perché, come dicevo, è dopo che la strada sarà ancora più dura. Noi l'aiuteremo, nei limiti del possibile, a far fruttare questa riforma, in cui noi crediamo profondamente.
Concludo con un'ultima riflessione: noi inauguriamo una nuova stagione in cui veramente la visione dell'insieme deve superare quella locale. In caso contrario, non andremo da nessuna parte: ne siamo tutti consapevoli quando parliamo al di fuori dell'Aula, ma dobbiamo cercare di esserne consapevoli anche parlando con i cittadini e con i nostri elettori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei, innanzitutto, ringraziare il Consiglio regionale e tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, per l'apporto costruttivo che hanno dato alla discussione e al dibattito di questo Piano Sanitario: al di là delle dichiarazioni di voto e della posizione finale, è un elemento indubitabile ed oggettivo.
Come ho detto, il fatto che il dibattito sia stato costruttivo è un aspetto assolutamente oggettivo, e di questo vi ringrazio.
In particolare, dalle dichiarazioni di voto registro anche che una parte importante dell'opposizione ha deciso, al di là degli schieramenti politici risultanti dalle elezioni, di esprimere un voto di astensione rispetto a questo Piano Sanitario; decisione che io interpreto sicuramente come un'apertura di credito rispetto al lavoro del Governo regionale e rispetto all'impostazione che è stata data attraverso questo Piano.
Tutto ciò rappresenta un elemento politico molto importante: il Governo regionale, attraverso questa votazione, esce con un voto diverso e più ampio rispetto al risultato delle elezioni, perché abbiamo, da un lato, la maggioranza che vota a favore, ma, dall'altro lato, abbiamo una parte dell'opposizione che si astiene, sia pure con le dichiarazioni di voto che avete sentito tutti voi. Di questo, ovviamente, sono molto contento.
Questo Piano Sanitario rappresenta una parte importante del nostro programma elettorale. Quando ci siamo presentati ai piemontesi alle elezioni del 2010 avevamo messo, tra i primissimi punti, l'esigenza di riformare il sistema sanitario.
Abbiamo posto come elemento centrale del nostro progetto la messa in rete delle strutture ospedaliere, perché riteniamo che proprio attraverso la messa in rete delle strutture ospedaliere si realizzino gli obiettivi di questo Piano, che sono sostanzialmente tre.
Il primo è quello di avere una sanità moderna ed efficiente, che risponda al criterio dell'appropriatezza delle cure. A questo serve l'organizzazione, la strutturazione e l'identificazione degli ospedali, a seconda della tipologia di interveto, e la loro messa in rete.
Il secondo obiettivo è quello di dare alla nostra sanità un carattere di sostenibilità rispetto alle risorse a disposizione. La sanità piemontese è una buona sanità, soltanto che la spesa sanitaria in Piemonte negli ultimi anni è andata completamente fuori controllo. Questo dato oggettivo è la principale causa dell'indebitamento che registra oggi la Regione. Questa spesa fuori controllo oggi è ancora più preoccupante a fronte della riduzione delle risorse per quanto riguarda la gestione della sanità.
Arriviamo all'approvazione del Piano Sanitario grazie all'importante lavoro che hanno svolto l'Assessore Monferino, le strutture dell'Assessorato e i Direttori generali delle Aziende Sanitarie e delle Aziende Ospedaliere. Perché quest'anno la spesa sanitaria, per la prima volta, è stata messa sotto controllo, ottenendo un risparmio di 135 milioni di euro. Questo per dire che è strutturalmente necessario il Piano per poter andare avanti e raggiungere questi obiettivi.
Inoltre, il Piano, attraverso il modello della messa in rete degli ospedali, risponde alle caratteristiche della nostra Regione.
Il Piemonte ha grandi estensioni, con ben 1.206 Comuni, molti dei quali montani. È una Regione che, per questi motivi, necessita di un'integrazione delle strutture: in pratica, non sarebbe possibile, in Piemonte, condensare tutto in poche grandi strutture. Questo si potrebbe attuare in una Regioni con estensioni limitate, il cui numero di abitanti, magari, è condensato in un'unica area metropolitana, e che ha un'estensione al di fuori dell'area metropolitana minore rispetto a quella del Piemonte.
Vorrei anche rivendicare che questo Piano - e sono assolutamente convinto che emergerà - è rispondente alle caratteristiche della nostra regione.
Ovviamente, il percorso è soltanto all'inizio, poiché, com'è stato giustamente osservato anche negli interventi, noi oggi approviamo il Piano Socio Sanitario, che, da domani, dovrà essere attuato.
Sarà questo il grande sforzo, ma anche il grande impegno, che le strutture della sanità piemontese dovranno affrontare.
Vi ringrazio, per il vostro lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cota.
Prima di procedere al voto finale, dobbiamo esaminare i seguenti atti d'indirizzo collegati.
Ordine del giorno n. 427 "Prevenzione nel Piano di riqualificazione e riorganizzazione del SSR Piemonte" presentato dal Consigliere Buquicchio.
Ordine del giorno n. 685 "Pagamento delle spettanze dovute dalla Regione e dalle Aziende sanitarie locali nei confronti degli enti gestori delle funzioni socio assistenziali" presentato dai Consiglieri Pentenero, Laus Lepri, Reschigna, Ronzani, Taricco Ordine del giorno n. 587 "Fondo sanitario integrativo territoriale per prestazioni aggiuntive in ambito sanitario" presentato dai Consiglieri Cursio, Negro, Laus Ordine del giorno n. 439 "La riforma Gelmini ed i gravi riflessi sul futuro della sanità regionale" presentato dai Consiglieri Cursio, Pentenero, Stara Ovviamente, essendo le 18.58, sarebbe opportuna una breve illustrazione, o darli per illustrati, e procedere al voto.
L'ordine del giorno n. 427, presentato dal Consigliere Buquicchio, è dato per illustrato.
L'ordine del giorno n. 685, presentato dai Consiglieri Pentenero, Laus Lepri, Reschigna, Ronzani, Taricco è dato per illustrato.
L'ordine del giorno n. 587, presentato dai Consiglieri Cursio, Negro e Laus, è dato per illustrato.
Relativamente all'ordine del giorno n. 439, presentato dai Consiglieri Cursio, Pentenero e Stara, ha chiesto la parola il Consigliere Cursio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno che considero veramente importantissimo soprattutto in riferimento alla programmazione.
Il documento riguarda la riforma Gelmini, che, al comma 6 dell'articolo 29, prevede che, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, di concerto con il Ministro della Salute, provvede a rideterminare il numero disponibile per gli accessi alle Università della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
A partire da quest'anno, il saldo è negativo, cioè i medici che andranno in pensione saranno in numero di gran lunga superiore rispetto ai medici che entreranno, o meglio che si laureeranno (entrare nel mondo del lavoro è un passo successivo).
In ogni caso, il concetto è il seguente: nel volgere di pochi anni diverse migliaia di unità, a livello nazionale, e diverse centinaia di unità, a livello regionale, andranno in pensione e non potranno essere sostituite, poiché il numero dei medici formati sarà inferiore.
Pertanto, si chiede alla Giunta regionale di farsi carico di esporre presso la Conferenza Stato-Regioni o presso il Ministero, tale situazione affinché si possa avere, nel volgere di breve tempo, una rideterminazione del numero di accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che l'interrogazione ordinaria n. 119 "Efficienza Servizio Sanitario Nazionale" presentata dalla Consigliera Artesio, atto di sindacato ispettivo ritenuto collegato è ritirata dalla proponente.
aperta la discussione generale sugli ordini del giorno.
Non essendoci interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sono aperte le dichiarazioni di voto.
Non essendoci dichiarazioni di voto, ha la parola l'Assessore Monferino per i pareri sugli ordini del giorno.
Prego, Assessore.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Faccio solo un breve cenno al tema toccato dal Consigliere Cursio.
Siamo ben coscienti di questo problema: è un problema grave, che avremo nei prossimi anni. Ne abbiamo parlato con le Università. Abbiamo avuto qualche giorno fa, un incontro con il Ministro della Sanità e con il Presidente e abbiamo posto, tra gli altri argomenti, anche il tema delle scuole di specialistica e della carenza di medici che avremo prossimamente.
Siamo impegnati su questo tema e confermo che le nostre intenzioni sono quelle di intraprendere, con il Governo centrale, ovviamente, le strade migliori per poter dare risposta a tale problematica.
Sono, pertanto, favorevole all'ordine del giorno n. 587.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 427, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che L'articolo 32 della Costituzione italiana prevede come 'la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti' La legge 833/78 prevede l'istituzione del Sistema Sanitario Nazionale.
Quest'ultima nei suoi principi indica come: '...Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione' - ed inoltre - 'L'attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini' Premesso ancora che Il Ministero della Salute ha individuato, nell'aprile del 2010, un sistema di valutazione delle performance dei Servizi Sanitari Regionali Tra i vari indicatori, due valutano il sistema di prevenzione attraverso l'estensione 'grezza' dello screening mammografico nonché al colon retto In entrambi i casi il Sistema Sanitario della Regione Piemonte si pone rispetto alle altre regioni del Nord del Paese, in una situazione di netta inferiorità per prestazioni preventive erogate Tenuto conto che L'Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OLCD) ha pubblicato uno studio che analizza i sistemi sanitari di Francia Canada, USA, Spagna ed Olanda, dimostrando una relazione inversa tra spese in prevenzione e spese terapeutiche (un euro speso in prevenzione porta ad un risparmio di 3 euro in spese terapeutiche) Il Piano Attuativo dei riorganizzazione, rientro e riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale del Piemonte non riporta alcun riferimento in merito all'attività di prevenzione Ritenuto ancora che La denuncia di un cittadino sul quotidiano La Stampa riporta come il medico di famiglia le abbia spiegato che: 'con i tagli fatti dalla Regione sulla sanità non è più possibile effettuare un pap-test mammografico. Le richieste di visite vengono eseguite in caso di patologie in corso o presunte' Si impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente A delineare, all'interno del Piano Attuativo di riorganizzazione, rientro e riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale, un programma di prevenzione che si ponga come obiettivo il miglioramento dello stato attuale prendendo come base di riferimento la valutazione effettuata dal Ministero della Salute".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 685, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che L'abnorme situazione creditoria degli enti gestori socio-assistenziali nei confronti sia della Regione che delle Aziende sanitarie locali sta condizionando pesantemente l'attività degli Enti stessi e, soprattutto, sta conducendo al dissesto economico il sistema dei fornitori di servizi e prestazioni a fasce di popolazione di per se stesse già deboli e vulnerabili La legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1 (Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento) all'articolo 35 dispone, al comma 4, che 'la Regione concorre al finanziamento del sistema integrato di interventi e servizi sociali attraverso proprie specifiche risorse' e, al comma 6, che tali risorse 'sono almeno pari a quelle dell'anno precedente, incrementato del tasso di inflazione programmato' La gravità della situazione in cui versa il comparto socio-assistenziale trova ulteriore conferma nelle ripetute segnalazioni di difficoltà nel pagamento degli stipendi ai dipendenti Considerato che Gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali hanno già subito nel 2011 una pesante decurtazione di risorse rispetto agli anni precedenti e tale situazione è ulteriormente aggravata dai notevoli ritardi nei pagamenti da parte della Regione e delle ASL Dalla lettura dei dati di seguito riportati si evince l'insostenibilità dei debiti della Regione e delle ASL nei confronti degli enti gestori, infatti solo per citare alcuni esempi significativi: in provincia di Torino il Consorzio 'INRETE' in riferimento agli anni 2010 e 2011 ha maturato crediti nei confronti della Regione pari a 1.770.028 euro, il Consorzio CISAP, sempre per il 2010 e 2011, ha maturato crediti per 2.409.888 euro, mentre il Consorzio CISS per 1.050.000 in provincia di Cuneo il Consorzio Socio Assistenziale del cuneese vanta crediti per 10.509.318 dall'ASL e per 2.115.781 dalla Regione, il Consorzio Monviso Solidale per 4.215.926 euro dall'ASL e 4.920.918 dalla Regione ed il Consorzio Socio Assistenziale di Alba per 934.837 euro dall'ASL e 2.262.779 dalla Regione in provincia di Biella il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali del Biellese Orientale ad oggi è in credito per 1.011.954 euro dalla Regione, mentre il Consorzio IRIS vanta un credito verso la Regione pari a 2.276.146 euro Constatato che l'8 marzo u.s. l'Assessore regionale alla sanità e politiche sociali ha dichiarato che i ritardi nei pagamenti della Regione verso gli enti socio assistenziali sarebbero legati soprattutto all'iter dei ricorsi proposti al TAR degli enti gestori stessi per l'annullamento dei nuovi criteri di ripartizione del Fondo regionale per la gestione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali (Delibera n. 14-714 del 29 settembre 2010), nonché per l'annullamento della successiva determinazione di assegnazione delle risorse 2010 (Determina n. 387 del 15 ottobre 2010) dell'approvazione dei criteri di riequilibrio per la ripartizione del Fondo (Delibera n. 7-2498 del 3 agosto 2011) e della determinazione di assegnazione 2011 (Determina n. 254 del 27 settembre 2011) la motivazione legata alla pendenza dei ricorsi al TAR non giustifica i mancati pagamenti verso gli enti gestori che, dato il loro ammontare rischiano di 'strozzare' l'intero sistema piemontese dei servizi sociali e di minare i bilanci di numerose famiglie di lavoratori degli enti stessi e dei soggetti fornitori di servizi Impegna Il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti a procedere ad un'immediata erogazione di almeno due terzi delle spettanze dovute nei confronti degli enti gestori socio-assistenziali ricorrendo, se necessario, ad uno specifico Fondo di anticipazione presso l'Istituto finanziario regionale piemontese Finpiemonte Spa, come peraltro già avvenuto per altri settori".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 587, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che la gravità della crisi economica che da oltre due anni colpisce il nostro Paese e, in particolare, la nostra Regione, ha assunto carattere strutturale i residenti in Piemonte si trovano a dover affrontare condizioni di crescente disagio economico la situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di prospettive lavorative per i più giovani che vivono in uno stato di precarietà e di incertezza per il loro futuro Considerato che: Per i piemontesi sono fonte e causa di grave incertezza i timori per il futuro proprio e dei propri figli in ordine al mantenimento del proprio tenore di vita in uno con la paura di non poter più disporre ed accedere ad adeguati servizi nel momento del bisogno Affermato che In questa legislatura deve essere adeguatamente affrontato il problema della sostenibilità, nel medio-lungo periodo, del finanziamento della spesa sanitaria pubblica Tutto ciò premesso e considerato, impegna la Giunta regionale Ad avviare gli opportuni approfondimenti in ordine all'ipotesi, da valutare e studiare, circa la creazione di un fondo sanitario regionale integrativo finalizzato alla fornitura di prestazioni aggiuntive quali, in ipotesi ed a titolo di esemplificazione, l'assistenza odontoiatrica e gli interventi per i non autosufficienti".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 439, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: la recente riforma dell'Università, nota come 'riforma Gelmini', avrà riflessi anche sul futuro della sanità nazionale e regionale l'articolo 29, comma 6, della c.d. 'riforma Gelmini' prevede che, entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, di concerto con il Ministro della Salute, provvede alla rideterminazione del numero dei posti disponibili nei corsi di laurea in medicina e chirurgia e alla loro distribuzione su base regionale anche al fine di riequilibrare l'offerta formativa in relazione al fabbisogno di personale medico del bacino territoriale di riferimento lo schema del nuovo Piano Sanitario Nazionale (PSN) per il triennio 2011 2013 approvato il 21 gennaio 2011 in forma preliminare dal Consiglio dei Ministri individua come problema prioritario da affrontare quello 'delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)' Considerato che: il PSN ha ritenuto opportuno rappresentare come questione di preminente interesse il calo che nei prossimi anni si registrerà nel numero dei medici dipendenti del SSN è possibile stimare (fonte: INPDAP) che entro il 2015 circa 17.000 medici lasceranno il servizio per raggiunti limiti di età, numero che salirà a 22.000 nel 2018 sin dal 2012 si attende un saldo negativo fra pensionamenti e nuove assunzioni con una forbice tra entrate e uscite nel SSN che tenderà ad allargarsi negli anni a seguire stante il numero inadeguato delle immatricolazioni al corso di laurea in medicina e chirurgia a causa della non idonea offerta formativa dell'Università, appare assolutamente inadeguato il numero dei medici specialisti, problema già oggi di assoluta gravità stante la carenza di figure professionali quali anestesisti, radiologi, nefrologi, pediatri, geriatri, chirurghi la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri ha stimato che circa 115.000 medici, oggi ricompresi nella fascia di età tra i 51 ed i 59 anni, andranno in pensione nei prossimi dieci-quindici anni Affermato che: l'invito rivolto agli studenti dal Ministro Gelmini ad iscriversi ai corsi di laurea in medicina sembra ignorare che l'accesso a tali facoltà è contingentato mediante numero chiuso nel 2010 le aspiranti matricole erano 90.000 a fronte di soli 8.755 posti disponibili nelle facoltà italiane (rapporto di 1/10) è assolutamente necessario incrementare il numero di immatricolazioni al corso di laurea in medicina e chirurgia, contrastando l'abbandono universitario e conciliando il diritto allo studio con il diritto alla salute dei cittadini il problema della carenza nel breve-medio periodo di medici a causa dello squilibrio tra entrate ed uscite nel SSN rappresenta una vera e propria emergenza con ripercussioni dirette per la tutela della salute dei cittadini e la sostenibilità a livello regionale di un servizio sanitario pubblico efficiente e rispondente alle esigenze della collettività la programmazione qualitativa a quantitativa delle professionalità mediche deve essere funzione del bisogno di salute espresso dalla popolazione e non delle potenzialità formative delle Università Impegna la Giunta regionale, in persona del suo Presidente, ad attivarsi presso il Governo Nazionale ed in seno alla Conferenza Stato-Regioni affinché: siano elaborate e perseguite valide ed efficaci soluzioni rispetto alla 'emergenza medici' che si determinerà nel breve-medio periodo sia incrementato già a partire dal prossimo anno accademico il numero di accessi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia si attui una completa revisione delle modalità di accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia programmando in modo razionale le future esigenze del Servizio Sanitario Nazionale".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sul testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, che verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 55 Consiglieri votanti 54 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 16 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Anche se irrituale, comunico volentieri che il Consigliere Davide Gariglio è diventato papà di due belle gemelline.
Informo che domani, alle ore 15, in Aula è convocata la IV Commissione in sede legislativa per la trattazione del disegno di legge n. 250, inerente a "Disciplina dei Registri regionali di rilevante interesse sanitario" presentato dalla Giunta regionale.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla comunicazione dell'esito delle votazioni e alla proclamazione degli eletti: Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3 l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 132 "Designazione del Garante Regionale per l'infanzia e l'adolescenza" (l.r. n. 31/2009).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione" (l.r. 28/2009).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 183 "Compagnia di San Paolo" - (articolo 8 comma 1, lettera b e articolo 9 Statuto Compagnia) - Consiglio Generale designazione di 1 Consigliere.
Proclamo designata, quale Consigliere del Consiglio Generale della Compagnia di San Paolo la signora Patrizia Polliotto, persona in possesso di titoli culturali e professionali adeguati, nonché in possesso di competenze ed esperienze nei settori rilevanti di cui all'articolo 3 dello Statuto dell'Ente.
Proposta di deliberazione n. 195 "Istituto Universitario di Studi Europei" Consiglio Direttivo - designazione di 1 membro.
Proclamo designato, quale membro in seno al Consiglio Direttivo dell'Istituto Universitario di Studi Europei, il signor Robasto Mattia.
Proposta di deliberazione n. 182 "Consorzio per il Sistema Informativo (CSI Piemonte)" - (articolo 12 Statuto del Consorzio) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 2 membri di cui 1 anche in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 191 "Ente ACLI Istruzione Professionale ENAIP" - Collegio Sindacale - nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 Sindaco supplente.
Proclamo nominata, quale Sindaco effettivo in seno al Collegio Sindacale dell'Ente ACLI Istruzione Professionale - ENAIP, la signora Rolando Sara.
Proclamo nominata, quale Sindaco supplente in seno al Collegio Sindacale dell'En te ACLI Istruzione Professionale - ENAIP, la signora Chirico Rosa.
Comunico che la seduta delle ore 20 è sconvocata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.11)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 375) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Monferino.
L'Allegato B al Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 del 25 ottobre 2011 e n. 176 del 6 febbraio 2012 è sostituito dal seguente: "Individuazione della nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino e delle Federazioni Sovrazonali"



PRESIDENTE

1) AZIENDE OSPEDALIERE Denominazione |Aziende ospedaliere afferenti A.O. Città della Salute e della |A.O.U. San Giovanni Battista di Scienza di Torino |Torino A.O. CTO/Maria Adelaide di Torino A.O. OIRM/S. Anna di Torino La nuova azienda avrà decorrenza dal 1.7.2012 2) FEDERAZIONI SOVRA ZONALI Federazione Sovrazonale (FS) |Aziende Sanitarie Regionali afferenti FS 1 - Torino Sud Est |ASL TO 1; ASL TO 5; AO Città della Salute e della Scienza di Torino FS 2 - Torino Nord |ASL TO 2; ASL TO 4 FS 3 - Torino Ovest |ASL TO 3; AOU San Luigi di Orbassano; AO Ordine Maliziano di Torino FS 4 - Piemonte Nord Est |ASL VC; ASL Bl; ASL NO; ASL VCO AOU Maggiore della Carità di Novara FS 5 - Piemonte Sud Ovest |ASL CN 1; ASL CN 2; AO Santa Croce e Carle di Cuneo FS 6 - Piemonte Sud Est |ASL AT; ASL AL; AO SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria



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