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Dettaglio seduta n.204 del 02/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Casoni Comba, Cota Giordano, Maccanti, Motta Massimiliano e Toselli.
Il numero legale è 27.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della parte III del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Stiamo trattando gli emendamenti relativi all'Allegato A - Parte III Emendamento rubricato n. 174) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Gariglio, Lepri, Manica, Taricco, Laus: Prima della ripartizione 4.3 "La formazione degli operatori" dell'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", a pagina 42 inserire la seguente ripartizione: "4.2 bis Valorizzare le professionalità del sistema sanitario Nel Servizio Socio-Sanitario sono già in atto significative evoluzioni delle componenti organizzativa e assistenziale, conseguenti all'oggettivo manifestarsi e consolidarsi di fenomeni di natura: tecnico-scientifica: costante e profonda evoluzione scientifica e miniaturizzazione e informatizzazione delle tecnologie con conseguente ridefinizione dei processi di lavoro e delle competenze dei diversi professionisti socio-sanitari epidemiologica: aumento delle patologie legate alla fragilità e alle malattie cronico degenerative, con necessaria ridefinizione dei processi di lavoro e rivisitazione delle correlate e necessarie competenze e responsabilità professionali: demografica per quanto attiene la popolazione: aumento dell'età media e dei "grandi" vecchi demografica per quanto attiene i gruppi professionali, sia in termini di relazione tra l'età dell'operatore e le sue capacità operative sia in relazione alla rilevanza delle quote prossime alla fuoriuscita dal sistema/formativo/professionale: miglioramento dei percorsi formativi e delle capacità e competenze delle professioni socio-sanitarie.
Nell'immediato futuro il Sistema Sanitario dovrà affrontate 'sfide' (sostenibilità, equità, appropriatezza, efficacia, efficienza, consenso) di portata tale da richiedere anche il superamento dei tradizionali modelli organizzativi.
Per il buon andamento e la qualità dei servizi socio-sanitari è indispensabile il contributo apportato dagli operatori, soprattutto in una situazione caratterizzata da ristrettezze economiche: essi sono sia l'interfaccia tra il sistema e i cittadini sia l'elemento di realizzazione e razionalizzazione interna: appropriatezza ed efficacia degli interventi qualità della risposta, dei processi e dei percorsi, efficacia della relazione umana e professionale e una proattiva gestione del rischio clinico. In questa logica viene ritenuto prioritario il riconoscimento e la valorizzazione delle professioni socio-sanitarie, anche in relazione alla professione medica. Al fine di garantire la governance di un sistema ad alta e specifica complessità, tale 'nuovo' coinvolgimento dovrà realizzarsi a tutti i livelli di responsabilità." La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'emendamento, ampio nei suoi contenuti, nel momento in cui sembra che i risparmi maggiori sul contenimento della spesa sanitaria si vogliano affrontare sul contenimento della spesa del personale, vuole invece riportare al centro delle nostre attenzioni il ruolo forte degli operatori sanitari all'interno del sistema, e conseguentemente il ruolo forte che ha la valorizzazione delle risorse umane e il tema della formazione permanente all'interno del sistema sanitario regionale.
un emendamento che ci auguriamo - visti i suoi contenuti, che non sono assolutamente contrastanti con le considerazioni e le riflessioni che abbiamo svolto in questi mesi - possa essere accolto dalla Giunta regionale. Perché il senso più preciso e più profondo è di dire che soprattutto nel momento in cui ci sono operazioni di contenimento della spesa sanitaria e di contenimento delle risorse umane, oggi più che mai è essenziale riportare al centro il tema della valorizzazione delle professionalità.
Abbiamo proposto quest'emendamento anche per un'altra ragione. Nei nostri numerosi incontri in giro per il Piemonte abbiamo colto, durante molte opportunità di confronto e di dibattito, un senso non dico di perdita di ruolo da parte degli operatori, ma certamente un senso di frustrazione da parte di molti operatori sanitari, che senza un loro forte protagonismo e senza la profonda consapevolezza, da parte dell'Amministrazione regionale, che è una componente essenziale di un percorso e di processo di riforma, rischia invece di ottenere i risultati opposti.
Quindi, ha un duplice significato: rimettere in campo il tema della valorizzazione e dare un senso positivo al ruolo e alla struttura degli operatori sanitari all'interno del nostro sistema regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ho letto l'emendamento che l'Assessore ha presentato rispetto alle professioni sanitarie e può essere in qualche modo condivisibile. Bisogna però che l'attenzione verso questo mondo non sia solo apparente, ma che sia effettivamente un interesse di sostanza.
Abbiamo letto che il governo regionale pensa sul personale - era scritto nell'Addendum - di risparmiare per il 2012 - non so se questo è ancora un obiettivo che l'Assessore si è dato - solo sul personale 72 milioni di euro.
Considerato che i 1.300 che sono rimasti a casa hanno rappresentato un risparmio di 30-40 milioni di euro, 72 milioni di euro in meno sul personale significa portare da 1.300 a 2.600 gli operatori che dovrebbero restare a casa.
Non è facile farlo (sto facendo un discorso assolutamente non ostruzionistico). Credo che in molte situazioni oggi gli infermieri possono sostituire i medici, ovviamente con le loro responsabilità e con il loro ruolo: penso, per esempio, ai reparti di terapia subintensiva o intensiva gli infermieri professionali che lavorano in quei reparti credo che sappiano, più o meno, ciò che è necessario fare. Ovviamente, il medico ha la responsabilità e ci deve essere.
Forse lei non lo sa (in tal caso, glielo confermo io), ma una volta si poteva diventare infermiere professionale soltanto con la terza media e il biennio delle scuole superiori. Il fatto di avere voluto gli infermieri laureati, ha innalzato di molto la qualità delle prestazioni erogate da questo personale all'interno degli ospedali, quindi possono fare molte cose che i medici possono non fare.
Dunque, una maggior attenzione verso questo mondo (tecnici di radiologia, psicologi e quant'altro) va proprio nell'interesse della qualità del servizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come hanno avuto modo di dire i colleghi che mi hanno preceduto, questo significativo emendamento richiama l'attenzione su una delle questioni più importanti all'interno del servizio sanitario e socio assistenziale in Piemonte e non solo, in particolare in un momento di difficoltà economica come il nostro, in cui dobbiamo razionalizzare i fondi e gli investimenti all'interno del servizio sanitario.
fondamentale, accanto agli investimenti e all'adeguamento tecnologico finalizzato a rendere conformi le strutture, ciò che il personale svolge all'interno del servizio sanitario stesso. Da qui, la valorizzazione del personale e delle sue professionalità in tutte le sue componenti, che non sono solo quella medica; vi è, infatti, tutta la componente paramedica di grandissimo rilievo, che adesso ha una più alta ed importante qualificazione e che, tra l'altro, è anche sufficientemente ristretta dal punto di vista numerico, tant'è che l'incentivo ai nostri giovani ad intraprendere questa professione potrebbe essere un elemento di grande importanza.
Dunque, il coinvolgimento, il poter lavorare con loro, il valorizzare la loro professionalità in un momento in cui, tra l'altro, per effetto del blocco del turnover, ogni due pensionamenti si sostituisce un'unica unità di personale, è assolutamente determinante.
quindi un emendamento che guarda all'oggi, all'attuale situazione, ma che rappresenta anche un investimento di valorizzazione per quanto riguarda il futuro.



PRESIDENTE

Esaminiamo l'emendamento n. 401) della Giunta regionale che, di fatto si dividerà in due emendamenti per questioni tecniche: il 4.2.3 (401.1) e poi il 4.2 (401.2).
Emendamento rubricato n. 401.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'assessore Monferino: Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 del 25 ottobre 2011 e n. 176 del 6 febbraio 2012 "Approvazione del piano socio-sanitario 2012 2015 ed individuazione della nuova Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" Allegato A Paragrafo "4.2 Qualità e rischio clinico", pagina 40, modificare il titolo come segue: "4.2 Qualità, rischio clinico e management assicurativo per la gestione sanitaria" e aggiungere, a pagina 42, al termine dei paragrafo "4.2.2 Rischio Clinico", il seguente paragrafo: "4.2.3. Management assicurativo per la gestione sanitaria E' necessario sviluppare a livello delle ASR una rete di servizi in grado di garantire un adeguato controllo del sistema di gestione dei rischi di responsabilità civile per attività sanitaria finalizzato al contenimento della spesa regionale.
In accordo con il principio di coordinamento e complementarietà, così come con i presupposti d'efficienza, efficacia ed economicità dell'organizzazione della assistenza sanitaria, assume particolare rilievo la presenza di dedicate funzioni e competenze medico-legali con prevalente attività di collaborazione, prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) e controllo del conflitto medico-paziente o cittadino-ospedale. È previsto un ruolo di partecipazione nell'ambito del "sistema di Clinical Risk Management" con la predisposizione di strumenti idonei a perfezionare il complesso sistema assicurativo regionale nel rispetto dei diritti e della tutela pubblica della salute del singolo in rapporto agli interessi della collettività.
Una gestione integrata del rischio sanitario e del contenzioso consentirà di ridurre le richieste di risarcimento e la percentuale di controversie giudiziarie tutelando l'utente, l'operatore sanitario e l'immagine della Struttura anche attraverso vari livelli e tentativi di condivisa conciliazione.
L'obiettivo è di potenziare le competenze ospedaliere al fine di pervenire rapidamente e definitivamente alla liquidazione del risarcimento in via conciliativa e transattiva in coerenza alla politica di deflazione del contenzioso in sede giudiziale, così come recepito dal Decreto Legislativo 04/03/10 n. 28 relativo alla cosiddetta "mediazione obbligatoria"." La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il nostro emendamento n. 401) viene spaccato in due emendamenti: il 401.1) riguarda il punto 4.2.3 ed è riferito al management assicurativo per la gestione sanitaria.
Noi introdurremmo i seguenti paragrafi (credo si commentino da soli): " necessario sviluppare a livello delle Aziende Sanitarie una rete di servizi in grado di garantire un adeguato controllo del sistema di gestione dei rischi di responsabilità civile per attività sanitaria finalizzato al contenimento della spesa regionale.
In accordo con il principio di coordinamento e complementarietà, così come con i presupposti di efficienza, efficacia ed economicità dell'organizzazione della assistenza sanitaria, assume particolare rilievo la presenza di dedicate funzioni e competenze medico-legali con prevalente attività di collaborazione, prevenzione e controllo del conflitto medico paziente o cittadino-ospedale. È previsto un ruolo di partecipazione nell'ambito del 'sistema di Clinical Risk Management' con la predisposizione di strumenti idonei a perfezionare il complesso sistema assicurativo regionale nel rispetto dei diritti e della tutela pubblica della salute del singolo in rapporto agli interessi della collettività.
Una gestione integrata del rischio sanitario e del contenzioso consentirà di ridurre le richieste di risarcimento e la percentuale di controversie giudiziarie, tutelando l'utente, l'operatore sanitario e l'immagine della Struttura anche attraverso vari livelli e tentativi di condivisa conciliazione.
L'obiettivo è di potenziare le competenze ospedaliere al fine di pervenire rapidamente e definitivamente alla liquidazione del risarcimento in via conciliativa e transattiva in coerenza alla politica di deflazione del contenzioso in sede giudiziale, così come recepito dal Decreto Legislativo 04/03/10 n. 28 relativo alla cosiddetta 'mediazione obbligatoria'".
Credo che l'emendamento si spieghi da solo. Il tentativo è, ovviamente quello di limitare una continua crescita della spesa assicurativa soprattutto se si arriva al contenzioso legale.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore.
Emendamento rubricato n. 267) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Boeti: pag. 44, punto 4.3.1, ultimo paragrafo, ultima riga Dopo le parole "(...) tutta la materia" Aggiungere "Le industrie che vorranno partecipare alla organizzazione e allo svolgimento degli eventi regionali di formazione nell'ambito dell'ECM e della formazione permanente, entreranno a far parte di un "fondo etico regionale" Emendamento rubricato n. 268) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 44, punto 4.3.1, ultimo paragrafo, ultima riga Dopo le parole "(...) tutta la materia" Aggiungere "L'industria che ha effettuato la sponsorizzazione potrà comparire con il proprio marchio in un numero proporzionale di eventi. La separazione totale tra singolo evento e interessi particolari dell'industria rendono limpido il processo di sponsorizzazione" Emendamento rubricato n. 269) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 44, punto 4.3.1, ultimo paragrafo, ultima riga Dopo le parole "(...) tutta la materia" Aggiungere "I provider possono costituire singolarmente o in forma associata un fondo indistinto di risorse provenienti da erogazioni liberali, con la possibilità di evidenziare i marchi delle aziende sponsorizzatrici in maniera indistinta nelle diverse iniziative formative" Emendamento rubricato n. 270) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 44, punto 4.3.1, ultimo paragrafo, ultima riga Dopo le parole "(...) tutta la materia" Aggiungere "Il personale dipendente/convenzionato può partecipare ad eventi formativi sponsorizzati. Tra lo sponsor, il partecipante e il proponente non devono esistere rapporti finanziari, personali o familiari, tali da generare un potenziale conflitto di interesse." Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio, per l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 267), 268), 269), 270); ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'Assessore, già in sede di Commissione, aveva recepito i principi di riferimento di questo elenco di emendamenti, impegnandosi con un'introduzione all'interno del Piano a normare complessivamente la materia.
Tengo, però, a riferire presso il Consiglio qual è il senso di questa serie di emendamenti che illustrerò in breve tempo (trattasi di quattro).
Il capitolo su cui afferiscono riguardano la sponsorizzazione della formazione per il personale dipendente/convenzionato del servizio sanitario.
Presso questo Consiglio regionale dovrebbe giacere dalla precedente legislatura (se non decadono, perché francamente non ho verificato) un disegno di legge della Giunta regionale con il quale cercavamo di mettere ordine in una materia che è caratterizzata da un certo arrembaggio e anche dalle possibili non lineari e trasparenti modalità di comportamento.
Trattasi delle forme di finanziamento da parte delle industrie produttrici di farmaci piuttosto che dalle industrie produttrici di tecnologie relativamente alla formazione degli operatori sanitari.
La proposta che il disegno di legge Bresso (a mia firma) presentava al Consiglio regionale era quella di costituire un cosiddetto "fondo anonimo e indistinto" affinché le imprese che decidessero di sostenere (nelle loro finalità è previsto che lo facciano) le attività di formazione del personale del servizio sanitario nazionale, lo facessero in maniera non finalizzata. Vale a dire, trasferendo a questo fondo indistinto le risorse annuali che nel loro quadro industriale sono da destinarsi per queste iniziative, in modo tale che non si possa abbinare la formazione in una disciplina o in un segmento assistenziale al finanziamento di quella ditta la quale, ovviamente, è funzionale al consumo di quel farmaco e all'impiego di quella tecnologia.
Da questo punto di vista, si renderebbe il finanziamento indipendente e la partecipazione dei professionisti ovviamente più libera, con ci sottraendo alle illazioni più o meno fondate a cui questo modo di comportamento abituale lascia aperte le porte di ogni supposizione, di ogni illazione, ancorché presumibilmente non fondate né nelle intenzioni dei finanziatori, tanto meno in quelle dei frequentanti.
Il principio ci sembra molto importante ed è, io credo, una buon'occasione, che il Consiglio regionale potrebbe percorrere, di recuperare quella proposta legislativa e lavorare in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Ritengo che il Governo regionale dovrebbe prendere in considerazione la proposta della Consigliera Artesio.
Le case farmaceutiche hanno, nel loro budget, una quota destinata all'invito dei professionisti. Questo è un percorso collegato naturalmente, alla pubblicizzazione dei loro prodotti, ma è chiaro che nella mente delle case farmaceutiche c'è la speranza che il medico prescriva quel farmaco o - parlando del mio lavoro - utilizzi quella protesi.
Mentre le protesi, negli ospedali, sono sottoposte a bando (vince la protesi che la Commissione, formata da più medici, stabilisce essere quella che più garantisce dal punto di vista qualitativo e che costa meno), questo non avviene nel rapporto diretto tra azienda farmaceutica e professionista (penso ad esempio alle questioni riguardanti il farmaco).
Ricordo (sono sufficientemente vecchio, ormai, per poterlo affermare) un farmaco che una trentina di anni fa veniva usato per tutto: dalla colica epatica al mal di testa, la cui ditta produttrice si specializzava in convegni in Kenya piuttosto che alle Maldive.
Quella è una vergogna cui adesso non assistiamo quasi più, ma il mal costume nel nostro Paese è piuttosto duro a morire! Se l'Assessore Monferino provasse a delineare un percorso di questo tipo, sarebbe, per lui e per il Governo regionale, una cosa positiva: se le aziende vogliono davvero partecipare alla formazione del personale, lo facciano con un fondo indistinto, con un fondo etico, che consenta al medico di partecipare ad un determinato corso o congresso.
In questo modo, il medico si sentirebbe svincolato, non in dovere diciamo così - di avere in mente un farmaco, piuttosto che un altro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 401.2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino: Allegato A Paragrafo "4.2 Qualità e rischio clinico", pagina 40, modificare il titolo come segue: "4.2 Qualità, rischio clinico e management assicurativo per la gestione sanitaria" e aggiungere, a pagina 42, al termine dei paragrafo "4.2.2 Rischio Clinico", il seguente Paragrafo: "4.2.3. Management assicurativo per la gestione sanitaria E' necessario sviluppare a livello delle ASR una rete di servizi in grado di garantire un adeguato controllo del sistema di gestione dei rischi di responsabilità civile per attività sanitaria finalizzato al contenimento della spesa regionale.
In accordo con il principio di coordinamento e complementarietà, così come con i presupposti di efficienza, efficacia ed economicità dell'organizzazione della assistenza sanitaria, assume particolare rilievo la presenza di dedicate funzioni e competenze medico-legali con prevalente attività di collaborazione, prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) e controllo del conflitto medico-paziente o cittadino-ospedale. È previsto un ruolo di partecipazione nell'ambito del "sistema di Clinical Risk Management" con la predisposizione di strumenti idonei a perfezionare il complesso sistema assicurativo regionale nel rispetto dei diritti e della tutela pubblica della salute del singolo in rapporto agli interessi della collettività.
Una gestione integrata del rischio sanitario e del contenzioso consentirà di ridurre le richieste di risarcimento e la percentuale di controversie giudiziarie tutelando l'utente, l'operatore sanitario e l'immagine della Struttura anche attraverso vari livelli e tentativi di condivisa conciliazione.
L'obiettivo è di potenziare le competenze ospedaliere al fine di pervenire rapidamente e definitivamente alla liquidazione del risarcimento in via conciliativa e transattiva in coerenza alla politica di deflazione del contenzioso in sede giudiziale, così come recepito dal Decreto Legislativo 04/03/10 n. 28 relativo alla cosiddetta "mediazione obbligatoria"." La parola all'Assessore Monferino, per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'emendamento si riferisce al paragrafo 4.2, "Qualità e rischio clinico", cui apportiamo una correzione nel titolo: "Qualità, rischio clinico e management assicurativo per la gestione sanitaria". Aggiungiamo nella pagina successiva, al termine del paragrafo 4.2.2., "Rischio clinico", il paragrafo che leggevo precedentemente.
Pertanto, si tratta di modificare il titolo del paragrafo 4.2.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 271) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pag. 46. Punto 5.2.1. dopo il titolo "I Centri di Assistenza Primaria" Aggiungere il seguente paragrafo: "Le cure primarie, come definite dal TOMS (Alma Ata, 1978) sono costituite da "quelle forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pratici, scientificamente validi e socialmente accettabili, rese accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella comunità grazie alla loro piena partecipazione, realizzate a un costo che le comunità e la nazione possono sostenere in ogni fase del proprio sviluppo in uno spirito di autonomia e di autodeterminazione" La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento entra nel merito di una delle questioni più rilevanti del Piano Socio Sanitario: l'organizzazione dei Centri di Assistenza Primaria.
L'emendamento riferisce ciò che l'Organizzazione Mondiale della Sanità intende con "cure primarie".
Lo voglio leggere, per partire da una base comune con i colleghi: "Le cure primarie sono quelle forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pratici, scientificamente validi e socialmente accettabili, resi accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella comunità grazie alla loro piena partecipazione, realizzate a un costo che le comunità e la nazione possono sostenere in ogni fase del proprio sviluppo".
Questa è la definizione delle cure primarie, che sono quindi una filosofia di erogazione dell'assistenza e non un modello tecnico.
In questo capitolo, però, troviamo un'articolazione dei Centri d'Assistenza Primaria diversa dalla sperimentazione dei gruppi di cure primarie che avevamo conosciuto in Piemonte.
Inoltre, mentre noi discutiamo, in questa sede, di come il Piano rispecchi più o meno efficacemente le aspettative del Consiglio sulle cure primarie, vediamo che, con un certo spregio (devo dire) dell'Aula l'Assessore, nella riunione di Giunta della scorsa settimana, delibera il modello delle cure primarie e dei Centri di Assistenza Primaria. Pertanto abbiamo una delibera che si chiama "Approvazione delle linee di indirizzo per la sperimentazione dei Centri di Assistenza Primaria", che dà indicazioni alle ASL, senza che il Consiglio abbia ancora espresso alcun orientamento su questa nuova forma di organizzazione dell'assistenza territoriale, che dipende esattamente dagli indirizzi di programmazione del Consiglio.
In più - e questo dovrebbe preoccupare i Consiglieri - nella deliberazione si fa riferimento al fatto che i CAP intervengono nelle strutture da riconvertire, con questione di qualche interesse per le pagine che seguiranno, del Piano Socio Sanitario.
Ritengo che, su questo capitolo, la nostra attenzione dovrà impegnare molto tempo e molta discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 272) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pag. 46. Punto 5.2.1 "I Centri di Assistenza Primaria" terzo capoverso Aggiungere il seguente capoverso: "Con il PSSR precedente si è individuato la forma associativa dei medici di famiglia rappresentata dai gruppi di cure primarie, come forme organizzate in ambito distrettuale per una popolazione di 10 - 15.000 abitanti caratterizzati da una sede unica e presenza pluriprofessionale." La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento n. 272) cerca di contrapporre il principio di capillarità, che la forma delle cure primarie adottava nel precedente Piano Socio Sanitario, con l'attuale forma con la quale si vogliono costituire i Centri di Assistenza Primaria.
Se le cure primarie hanno le caratteristiche che vuole l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quelle caratteristiche di prossimità che venivano richiamate devono agire su un ambito territoriale riconoscibile dal punto di vista dei comportamenti di scelta e di mobilità dei pazienti.
Infatti, il precedente Piano Socio Sanitario parlava dei gruppi di cure primarie come forme organizzate in ambito distrettuale per una popolazione di 10-15 mila abitanti; gruppi di cure primarie che individuavano un'unica sede, una presenza pluriprofessionale e la possibilità di interscambiabilità per la presa in carico.
Questo modello di capillarità ci sembra un po' distante dal modello che viene avanzato nella proposta dei Piano Socio Sanitario a nostre mani e nella proposta di deliberazione recentemente votata, che - ripeto - ragiona dell'organizzazione dei CAP a partire dalle strutture - lo cito testualmente - nell'ambito di interventi di riconversione riorganizzazione, di strutture aziendali.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto di Istruzione Superiore "C. Denina" di Saluzzo (CN)


PRESIDENTE

Desidero salutare, a nome dell'Assemblea e mio personale, i ragazzi della II A, II D e II E dell'Istituto "C. Denina", sezione "S. Pellico," di Saluzzo e i loro docenti in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame dell'Allegato A - Parte III del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176.
Emendamento rubricato n. 139) presentato dai Consiglieri Pentenero, Boeti Muliere, Reschigna, Gariglio, Laus, Lepri, Taricco, Manica: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 5.2.2 (I dipartimenti territoriali) a pagina 48 sono sostituite le parole: "5.2.2.1 Dipartimenti Territoriali" (...) omissis..
Tra i dipartimenti funzionali assumono particolare valore quelli che consentono connessioni e continuità tra territorio e ospedale, quali ad esempio il "Dipartimento materno infantile", in considerazione della necessità di attuare le opportune sinergie tra ospedale e territorio nel percorso parto e nel pieno rispetto dei temi legati al "progetto obiettivo" materno infantile (...) omissis (...) con "5.2.2.1 Dipartimenti Territoriali" (...) omissis (...) Tra i dipartimenti transmurali e strutturali già esistenti assumono particolare valore quelli che consentono connessioni e continuità tra territorio e ospedale, quali ad esempio il "Dipartimento materno infantile", in considerazione della necessità di attuare le opportune sinergie tra ospedale e territorio nel percorso parto e nel pieno rispetto dei temi legati al "progetto obiettivo" materno infantile.
(...) omissis (...) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, con il quale si chiede di sostituire precisamente a pag. 48, la parte legata ai Dipartimenti territoriali, si vuole semplicemente mettere in evidenza che è necessario garantire che, tra i Dipartimenti transmurali e strutturali già esistenti, assumano particolare valore quelli che consentono connessioni e continuità tra territorio e ospedale.
Occorre riservare particolare attenzione al Dipartimento materno infantile, in considerazione del fatto che è opportuno migliorare le sinergie tra ospedale e territorio nel percorso del parto, nel pieno rispetto dei temi legati al "progetto obiettivo" del materno-infantile.
Perché proporre quest'emendamento? Intanto perché esistono numerose sperimentazioni e attività che sono state svolte in tale senso e quindi è bene cercare di consolidarle all'interno del Piano Sanitario: è giusto che queste trovino uno spazio, una collocazione ben precisa all'interno del Piano perché, diversamente, corriamo il rischio intanto di non permettere più la messa in essere di queste attività, ma soprattutto non garantiremmo il necessario rapporto tra le attività del Dipartimento materno-infantile territoriali e quelle che vengono svolte all'interno dell'ospedale stesso.
Questo può sembrare un elemento di dettaglio. In realtà, crediamo che non introdurre questo tipo di modifica all'interno del Piano non permetterebbe più, appunto, ai progetti che sono stati avviati - in modo particolare all'interno di alcuni ospedali della Città di Torino - di operare in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Questo è un emendamento importante. Nel momento in cui affrontiamo il discorso dei Dipartimenti territoriali, riteniamo che assumano un'importanza particolare quelli che consentono connessioni e continuità tra territorio e ospedale. Questo è il caso del Dipartimento materno infantile: non vi è Dipartimento in cui sia più importante che in questo avere un'interconnessione tra le attività ospedaliere e le attività territoriali.
Ci sono tutta una serie di esperienze, che riguardano i Consultori familiari e altri importanti servizi, che vanno sviluppati e potenziati sul territorio, che possono essere un valido momento di assistenza alla madre e al bambino in tutte le fasi e nelle varie età.
Questi servizi devono vedere un collegamento molto stretto con le realtà ospedaliere - che investa i reparti di ostetricia, le pediatrie mediche e chirurgiche, le neuropsichiatrie infantili - per far fronte a tutti i momenti: dalle fasi che precedono il parto a quelle del parto, a quelle successive; così come, anche, le tematiche che riguardano la fase adolescenziale, l'età pre-puberale e la menopausa.
Da questo punto di vista è anche molto importante che ci sia un collegamento con tutte quelle attività che possono essere svolte - dagli asili nido, alle scuole materne, alla scuola primaria - con i supporti di carattere psicologico per i bambini nell'età tra zero e sei anni. Questo è uno dei punti più significativi da inserire nel Piano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 145) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Reschigna, Pentenero, Taricco, Lepri, Manica, Laus: Nella ripartizione 5.2.2 (I dipartimenti territoriali) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 48 le parole: "Tra i dipartimenti funzionali" sono sostituite dalle seguenti parole: " Tra i dipartimenti strutturali".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Si tratta del secondo emendamento collegato alla questione che i Consiglieri hanno presentato prima, cioè l'importanza che Dipartimenti di questo tipo siano Dipartimenti strutturali piuttosto che funzionali.
Peraltro, non ci sembra che, negli emendamenti dell'Assessore, ve ne sia qualcuno che, a questo riguardo, valorizzi il percorso nascita, che in questo momento è certamente uno delle fasi più delicate nella vita di una donna. Oggi le donne partoriscono, magari anche per fortuna, in età maggiore rispetto a quanto si verificava in passato, qualche volta il figlio è un figlio unico. Certo, ci sono anche famiglie che hanno più figli, per cui la nascita di un bambino diventa la cosa più importante nella vita della donna, del suo nucleo familiare e di tutti coloro che hanno con lei rapporti di tipo affettivo. Il percorso nascita, quindi, e il Dipartimento materno-infantile rivestono nella nostra società un ruolo maggiore rispetto a quello che possono aver rivestito in altri momenti della storia delle nostre comunità.
Avevamo presentato un emendamento sui Consultori: non ci sembra che l'Assessore - da quel che c'è dato - l'abbia ripreso e adesso non ricordo se il Piano vi faccia riferimento. Ci sembra che neanche i Consultori insomma, siano nell'agenda di questo Governo regionale e anche questo è un peccato. Oggi, infatti, soprattutto per il fenomeno dell'immigrazione e per le donne immigrate che vivono nella nostra Regione, un Consultorio che funzioni è certamente un caposaldo - ovviamente con l'utilizzo, al suo interno, di mediatrici culturali in grado di essere un punto di riferimento che diventa una risorsa importante per il territorio, più di quanto non lo sia stato in passato.
Insomma, in un momento nel quale il Dipartimento materno-infantile, il percorso nascita, la rete dei Consultori diventano più importanti - per usare una parola semplice - all'interno delle comunità, ci sembra che il Governo regionale tenda invece a sminuire questi aspetti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'emendamento che ha testé illustrato il collega Boeti è in continuità con quello presentato in precedenza. Crediamo sia davvero necessario avere maggiore attenzione su alcuni progetti particolari, ma anche - soprattutto tenere in considerazione il cambiato contesto sociale. Non possiamo immaginare che - per esempio per quanto riguarda il discorso delle nascite non ci siano una valutazione o un'analisi rispetto alle nuove generazioni di donne: le donne immigrate che si affacciano sui nostri territori.
Spiace, appunto, constatare che al momento attuale su questo tema non c'è stato alcun emendamento e quindi siamo convinti che ci sarà una grande attenzione nei confronti degli emendamenti che abbiamo presentato noi proprio al fine di sottolineare la necessità di avere una continuità tra territorio e ospedale, al fine di cercare di avere attenzione su un tema che, peraltro, ha visto la nostra Regione realizzare numerosi progetti e numerose sperimentazioni - e al fine di sottolineare ancora una volta che se non troveranno il giusto spazio e la giusta valorizzazione all'interno del Piano sanitario, questi aspetti correranno il rischio di sparire.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento in continuità con il precedente, nel senso che sostituisce al termine "Dipartimento funzionale" il termine e il concetto di "Dipartimento strutturale". In particolare, per alcune realtà come quella di cui abbiamo parlato nell'emendamento precedente, cui vogliamo fare un richiamo anche in questo, pensiamo al Dipartimento materno infantile come ad un elemento di grande importanza. Perché un Dipartimento come questo ha bisogno di una forte continuità tra territorio ed ospedale.
Sul territorio si svolgono una serie di processi importanti, vi sono una serie di servizi importanti, a partire dai consultori familiari istituiti dalla legge n. 405, realtà consolidate all'interno di questa regione, che in questo momento necessiterebbero di un'ulteriore attenzione di carattere normativo dentro la programmazione del Piano, oltre che di carattere finanziario, fino alla realtà ospedaliera e al collegamento dei vari reparti. Dai reparti di ostetricia, alle pediatrie (pediatrie mediche e pediatrie chirurgiche) nonché alle neuropsichiatrie infantile.
Il Dipartimento materno-infantile ha poi degli agganci ulteriormente importanti sul territorio in tutto quel percorso scolastico che va da zero a sei anni e a seguire che dai nidi, passando per le scuole materne alla scuola primaria e dell'obbligo, può vedere un supporto importante nei confronti dei bambini.
Noi riteniamo che questa parte del progetto materno-infantile, inserito come Dipartimento strutturale, sia uno dei punti da potenziare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
Emendamento rubricato n. 273) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pagina 49, punto 5.2.3, elenco numerato, punto n. 2 Dopo le parole " (...) fasi del processo" aggiungere le parole "definite come Centrale Operativa della Continuità Assistenziale (COCA)" La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 273) è stato presentato soprattutto per avere l'opportunità di chiarire una situazione che non riusciamo a comprendere.
C'è una giusta sottolineatura in questo paragrafo della necessità della continuità delle cure, dicendo che per la presa in carico occorre realizzare dei percorsi integrati tra la fase ospedaliera, la fase post ospedaliera e l'eventuale risoluzione rispetto a patologie reversibili, di residenzialità o di domiciliarità. Quindi, un percorso che va costantemente monitorato.
Per monitorare questo percorso vediamo (lo vedremo nelle pagine successive) che l'Amministrazione - un dato che è condivisibile - prevede di individuare esattamente i livelli di responsabilità. Ciò che non riusciamo a comprendere è perché individui due funzioni simmetriche in qualche modo smantellano quella che, fino a questo momento, era l'organizzazione che si faceva carico della continuità delle cure.
Vale a dire che, quando leggeremo della parte ospedaliera, vedremo che viene individuata una figura referente delle dimissioni, e noi sappiamo che all'interno delle strutture ospedaliere agiscono più figure deputate a questo compito. Ho particolarmente seguito - e sono sempre molto convinta il ruolo della figura del servizio sociale e sanitario. Così come nel territorio viene individuata una figura responsabile dei percorsi di continuità assistenziale. Ma in questo doppio e speculare ruolo, che rapporto ha la struttura preesistente della centrale operativa e della continuità assistenziale? Quel che non riesco a comprendere è se questa formula è una diversa denominazione delle organizzazioni che in passato erano deputate a garantire la continuità, oppure se si vuole effettivamente costruire un altro modello organizzativo, e allora sulla base di quali giudizi l'altro modello organizzativo deve essere costituito. Non si dica perché quello precedente non funzionava! Perché quello precedente non è che non funzionasse nell'incontro con le persone; non funzionava avendo carenza di risorse per supportare quelle persone.
Quindi mi sembra che andiamo a costruire una logica, di nuovo, molto settoriale di un organizzazione delle funzioni pensando di governare meglio i processi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 274) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna. Taricco: Dopo le parole.
" (...) sviluppo delle cure primarie (...) " aggiungere le parole "e con la programmazione dei PEPS e del PAT, come da art. 14 e 15 della l.r. 18/2007" L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 156) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Pentenero, Reschigna, Taricco, Lepri, manica, Laus, Cerutti: Al paragrafo 5.3.1 "Assetto dei Dipartimenti" dell'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", a pagina 51 dopo le parole "d) possono essere previsti anche gruppi di progetto che si occupano di patologie particolari (patologie rare) o di particolari percorsi diagnostico terapeutici, caratterizzati da notevole complessità clinico organizzativa" sono aggiunte le parole: "(quali la rete di genetica medica, la rete oncologica, ecc.)" Emendamento rubricato n. 154) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Pentenero, Reschigna, Taricco, Lepri, Manica, Laus, Cerutti: Al paragrafo 5.3.3 "I presidi ospedalieri" dell'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", a pagina 53 dopo le parole "Possono essere sede di attività didattica e di ricerca, anche attraverso l'apporto dell' Università" inserire le parole: "e di attività caratterizzate da ulteriore complessità che necessitano di coordinamento unitario con il concorso di tutti gli ospedali di riferimento, quali la rete trapianti, quella di Genetica medica ecc." La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento ha delle caratteristiche che sono poi riprese all'interno dell'emendamento successivo e dice che possono essere previsti anche i gruppi di progetto che si occupano di patologie particolari patologie rare o di particolari percorsi diagnostico-terapeutici caratterizzati da notevoli complessità cliniche e organizzative.
L'obiettivo di quest'emendamento, in effetti, è quello di dare valore ad una parte della medicina che non ha appariscenza, che ha un rapporto diretto con i medici che fanno la diagnosi, una categoria professionale che raramente occupa lo spazio dei giornali (nel bene, ma anche nel male) e che invece svolge un ruolo di grande importanza.
Dato che in questo Piano Socio Sanitario (mi riferisco sempre alla genetica medica) questo ruolo non viene menzionato, abbiamo voluto sottolineare quanto invece questo ramo della medicina svolga un ruolo di grande importanza.
Faccio un esempio personale. Ho visitato recentemente una persona che conosco di circa cinquant'anni, la quale ha scoperto (mi è capitato di vedere le sue radiografie) di essere affetto da una sindrome, che si chiama sindrome di Klippel-feil, che nessuno fino a quel momento gli aveva mai diagnosticato. Ho inviato il paziente presso il laboratorio di genetica medica dell'Ospedale San Luigi, perché questa malformazione, che è scheletrica, si accompagna ad altre malformazioni. In questo momento non ha disturbi di altra natura, ma possono comparire, da un momento all'altro soprattutto alterazioni cardiache.
La genetica medica dovrebbe avere, anche nell'immaginario collettivo ma soprattutto dal punto di vista generale nella convinzione da parte dei cittadini e anche in questo Piano Socio Sanitario, un ruolo diverso rispetto a quello che ha esercitato fino a questo momento.
Parliamo di molte cose. Di molte cose ha voluto parlare l'Assessore.
Alcune cose le abbiamo emendate noi e abbiamo chiesto che fosse dato spazio alla psicologia piuttosto che alla rete oncologica, piuttosto che al tema delle malattie rare. Credo che inserire nel Piano Socio Sanitario un'attenzione, e l'Assessore può stabilire la forma e il modo con il quale questo deve essere (...)



PRESIDENTE

Il tempo a sua disposizione è scaduto.



BOETI Antonino

Illustro brevemente anche il secondo emendamento, perché sono simili.



PRESIDENTE

Prego.



BOETI Antonino

Secondo noi è importante che questo grande capitolo (buona parte delle malattie sono identificabili con un esame di genetica medica) deve avere un ruolo diverso rispetto a quello che fino a questo momento gli è stato attribuito.
Quindi, Assessore, ovviamente, faccia le sue valutazioni, ma noi pensiamo che non si possa licenziare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 135) presentato dai Consiglieri Pentenero, Boeti Muliere, Laus, Manica, Reschigna, Taricco, Cerutti: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 5.1.2 (Struttura della rete delle pediatrie) alla ripartizione 5.3.4 a pagina 53 dopo le parole "Presso gli ospedali cardine le strutture di NPI operano per la diagnosi e cura di patologie specifiche a medio/ampia diffusione svolgendo anche attività distrettuale" sono inserite le seguenti parole: "Difatti è operativa una rete di assistenza neurologica, psichiatrica psicologica e riabilitativa in favore dell'infanzia e dell'adolescenza con garanzia della presenza di tutte le figure professionali, per una gestione multiprofessionale fortemente radicata nel territorio ed in continuità con la realtà ospedaliera, con indicatori di carico di attività legati alle specificità in termini di salute, povertà, multicarenzialita Infatti una grande percentuale di pazienti presenta situazioni psicosociali anomale. La competenza specialistica NPI viene quindi espressa non da un singolo professionista, ma dal lavoro multiprofessionale (medici, psicologi terapisti, logopedisti, infermieri, educatori ecc.) che opera con modalità in grado di ricercare l'appropriatezza e la completezza dei percorsi e dei progetti, in coerenza con la continuità degli interventi di cura possibili e la verifica degli esiti nel corso del tempo. L'altra caratteristica delle Strutture Complesse di neuropsichiatria infantile si esprime attraverso una presa in carico non solo complessiva, ma anche longitudinale che comprende sia prestazioni specificamente sanitarie, che di supporto e di monitoraggio agli interventi riabilitativi, sociosanitari ed educativi successivi alla diagnosi. Da rilevare che circa il 90% circa delle prestazioni erogate agli utenti in età evolutiva avviene a livello ambulatoriale territoriale da parte dei servizi di neuropsichiatria infantile e di questi circa il 30 sono minori disabili." Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento cerchiamo di rendere omogenee alcune parti del Piano.
Vogliamo evidenziare che è operativa una rete di assistenza neurologica, psichiatrica, psicologica e riabilitativa in favore dell'infanzia e dell'adolescenza, con garanzia della presenza di tutte le figure professionali, per una gestione multiprofessionale fortemente radicata nel territorio ed in continuità con la realtà ospedaliera, con indicatori di carico di attività legati alle specificità in termini di salute, povertà, multicarenzialità.
La competenza della neuropsichiatria viene quindi espressa non dal singolo professionista, ma da un gruppo multiprofessionale, che opera con modalità in grado di ricercare sia l'appropriatezza che la completezza dei percorsi e dei progetti che vengono messi in campo.
L'altra caratteristica delle Strutture Complesse di neuropsichiatria infantile si esprime attraverso una presa in carico non solo della persona bensì con la cosiddetta presa in carico orizzontale, che comprende sia le prestazioni di tipo sanitarie, sia interventi a carattere riabilitativo e socio-sanitario, nonché educativi, del bambino preso in considerazione.
Circa il 90% delle prestazioni erogate agli utenti in età evolutiva avviene a livello ambulatoriale e territoriale da parte dei Servizi di neuropsichiatria infantile e il 30% circa sono minori disabili.
L'introduzione di questa specificazione ci permette di sottolineare ancora una volta che la presa in carico, del bambino in questo caso, è complessiva; non è una presa in carico soltanto di tipo medico, ma anche di tipo sociale e di tipo educativo. Peraltro, dovrebbe trovare risposta anche all'interno delle analisi specifiche che vengono svolte sui singoli territori.
Il numero dei soggetti minori che richiedono l'intervento della neuropsichiatria infantile è in forte aumento, con una riduzione drammatica del personale che viene messo a disposizione.
Noi conosciamo anche la quantità dei disturbi e le situazioni di difficoltà che si trovano ad affrontare i territori. Vale la pena sottolineare che non è per forza necessario avere una certificazione, ma ad esempio, il mondo della scuola si rivolge spesso ai Servizi di neuropsichiatria infantile per cercare di ottenere un sostegno rispetto a bambini e ragazzi che presentano disturbi relazionali, che mettono in difficoltà l'attività didattica, che comunque derivano da una situazione di malessere.
Il numero esiguo di operatori oggi a disposizione non permette più una presa in carico corretta dei bambini che appartengono alla nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Mi ricordo in modo particolare le consultazioni che, come IV Commissione, abbiamo svolto a Novara, dove il tema della non sufficiente rappresentazione dell'attività della Struttura di neuropsichiatria infantile è stato posto proprio durante le consultazioni, ma anche nelle memorie successive.
vero che c'è stata una evoluzione nel passaggio dal primo al secondo testo da parte dell'Assessorato. Voglio ricordare che nel primo testo di Piano Socio Sanitario la Struttura di neuropsichiatria infantile non era classificata all'interno di nessuna delle tre classificazioni fondamentali su cui si costruisce la gerarchia degli ospedali e la rete ospedaliera.
Oggi, sostanzialmente, si dice che sono collocabili all'interno degli ospedali cardine. Lo riteniamo un passo in avanti, ma vorremmo anche - con l'emendamento firmato dalla collega Pentenero si va in questa direzione rappresentare il ruolo che oggi riveste il Servizio di neuropsichiatria infantile all'interno, soprattutto, della grande questione legata all'integrazione socio-sanitaria.
Giustamente, nell'emendamento viene ricordato come il 90% delle attività venga svolto a livello ambulatoriale, senza ricovero in struttura di degenza. Credo che ciascuno di noi possa rappresentare, rispetto al grande tema del disagio minorile, che è una delle questioni sociali più rilevanti che stiamo vivendo in questi ultimi anni, il ruolo che molte volte rivestono proprio i Servizi di neuropsichiatria infantile all'interno dell'integrazione con le strutture sociali e con le politiche sociali.
Quindi, l'emendamento vuole dare un senso compiuto a questo accenno contenuto all'interno del Piano.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Reschigna ha ricordato come i nostri emendamenti - che sono stati accettati dall'Assessore Monferino - abbiano portato la psichiatria all'interno delle strutture ospedaliere. Non che prima non ci fosse, c'era anche prima ovviamente, ma, nell'ambito della classificazione e dell'attribuzione delle caratteristiche dei reparti che gli ospedali devono avere, abbiamo chiesto l'inserimento della neuropsichiatria infantile e l'Assessore ha accettato tale ipotesi.
Riteniamo che il percorso vada completato, perché, effettivamente, come i miei colleghi ricordavano, è una di quelle questioni, come piacerebbe dire al Presidente Cota, assolutamente in rete all'interno del sistema socio-sanitario regionale. Sono servizi da espletarsi negli ospedali nella fase acuta del disagio, ma da compiersi a livello ambulatoriale quando la fase acuta del disagio è terminata, individuando un percorso di accompagnamento del paziente fino alla guarigione.
Questo settore - introduco un ragionamento che riguarda la psicologia per esempio, nella fase dell'adolescenza e del disagio minorile - ci appare, oggi, trascurato dal Governo regionale.
Se penso al territorio nel quale abito, una ventina di anni fa - lo dico per certo perché mia moglie faceva l'insegnante - c'erano quattro psicologi che si occupavano del disagio dei bambini nelle scuole. Oggi, ce n'è uno e mezzo, perché un paio sono andati in pensione e non sono stati sostituiti. Se l'insegnante segnala un bambino con difficoltà, prima della presa in carico passano mediamente otto-dieci mesi e questo non è sostenibile.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Una delle ragioni per cui nelle consultazioni si è a lungo parlato della necessità di evidenziare le problematiche e l'importanza dei Servizi di neuropsichiatria è legata al territorio del Piemonte, a quello di Novara in particolare, perché è tra i luoghi in cui la neuropsichiatria italiana è nata. La professoressa Marcella Balconi, il professor Bollea e il professor Berrini sono coloro che, anche sulla base di importanti studi di Piaget realizzarono i primi Servizi di neuropsichiatria in Italia: da questo punto di vista, il Piemonte e Novara hanno rappresentato un elemento di grande importanza. In particolare, la professoressa Balconi è stata a lungo consulente delle Regioni italiane su questi temi e, insieme ad altre persone, ha consentito di elaborare i Piani Socio Sanitari della Regione Piemonte su questi argomenti e su questa problematica.
Il Servizio è di grande importanza, vede al suo interno una presenza multidisciplinare di operatori - non solo neuropsichiatri, ma anche psicologi e educatori - e da sempre si esplica in ambito ambulatoriale.
Questa problematica era uno dei must della professoressa Balconi, insieme alla seconda problematica, quella del rapporto forte con gli elementi del territorio e con il territorio stesso.
In Piemonte vi è una rete di grande importanza, che in questi anni ha conosciuto elementi di sofferenza, soprattutto nel raccordo tra ospedale e territorio.
Quindi, con quest'emendamento si intende ribadire, ma anche valorizzare, il loro ruolo come realtà all'interno delle strutture sanitarie ed ospedaliere, comprese le relazioni tra queste realtà e il territorio. È un Servizio che solo in questa direzione può funzionare.
Certamente, funziona sul disagio, in periodo adolescenziale e per quanto riguarda i minori, ma non agisce solo su quello, anche sul mantenimento del benessere e sulle importanti condizioni di benessere del bambino da zero anni a seguire.
Per questa ragione, ritengo che quest'emendamento potrebbe essere accolto, perché rappresenta un arricchimento per il Piano e, tra l'altro vede nel Piemonte una di quelle regioni che maggiormente hanno contribuito su tali problematiche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 128) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Gariglio, Reschigna, Pentenero, Taricco, Manica, Laus, Muliere, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.3 (I presidi ospedalieri) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 54, nella seconda colonna della tabella ("ospedali cardine") è aggiunta la seguente riga: "Medicina generale e geriatria".
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Abbiamo notato un errore, probabilmente una dimenticanza comprensibile che con quest'emendamento intendiamo integrare e correggere, perché è evidente che non possiamo dimenticare la specialità della geriatria tra quelle che debbono essere indicate come essenziali all'interno di un ospedale cardine.
Come ben sappiamo, la geriatria è molto spesso una specialità incardinata all'interno della medicina generale o talvolta autonoma, ma pur sempre molto collegata, e quindi l'emendamento che abbiamo presentato modifica la dizione "medicina generale" sostituendola con "medicina generale e geriatria", con ciò consentendo l'organizzazione che più si adatta alla specifica realtà, ma contemporaneamente assicurando la presenza sia della medicina generale sia della geriatria, che - ripeto - in non pochi casi viaggiano insieme nella stessa specialità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Emendamento rubricato n. 127) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Gariglio, Reschigna, Pentenero, Taricco, Manica, Laus, Muliere, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.3 (I presidi ospedalieri) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 54, nella terza colonna della tabella ("ospedali di territorio") dopo le parole "Medicina generale" Sono aggiunte le parole "e geriatria".
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Il senso è identico all'emendamento precedente, è solo modificato in un'altra parte del testo.



PRESIDENTE

Bene, collega.
Emendamento rubricato n. 275) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Cerutti: pag. 55. Punto 5.3.5 "La rete ospedaliera" prima del primo capoverso Aggiungere il seguente capoverso: "Per quanto riguarda la dimensione delle strutture di ricovero, nella categoria di strutture più piccole fino a 120 p.l. in Piemonte sono presenti 7 unità pari al 17,9% più bassa della media nazionale. La categoria dimensionale successiva, tra i 121 e 400 p.l. corrisponde alla media del Paese. Le prime due classi dimensionali non raggiungono il 60% in media con Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Per le strutture a maggiore capacità, il Piemonte si posiziona al di sopra della media nazionale per le classi intermedie, tra 400 e 800 p.l. Nel complesso, la rete piemontese è caratterizzata da strutture di media capacità, ovvero di dimensioni meno interessate da rilevanti diseconomie di scala. (Università di Torino Dipartimento di Scienze economiche e finanziarie)".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento introduce una delle parti più controverse del Piano Sanitario, che è esattamente l'organizzazione della rete ospedaliera.
L'emendamento che propongo cerca di scalzare alla radice alcune certezze o alcune asserzioni dalle quali poi il legislatore regionale fa discendere delle determinazioni in gran parte controverse e discutibili.
La certezza dalla quale si muove per proporre un riordino della rete ospedaliera è quella secondo la quale bisogna andare a principi di razionalizzazione per due fondamentali ragioni. La prima ragione è quella che ci ha coinvolti nella iniziale fase di insediamento di questa Giunta quando si parlava delle curve di apprendimento, vale a dire della necessità di organizzare determinate funzioni solo là dove è possibile esercitarle in un numero così significativo da fare in modo che i professionisti ne acquisiscano una padronanza che è l'unica per garantire sicurezza ai pazienti.
La seconda affermazione su cui si fonda tutto il riordino della rete è quella delle economie di scala, vale a dire che mantenere situazioni troppo limitate nel numero di attività e nel numero di ricettività produce una diseconomia di sistema che, come ancora l'Assessore Monferino ha ribadito nell'incontro coi Sindaci delle ore 13, non ci possiamo più consentire in questa fase economica.
I dati sulle curve di apprendimento sono stati ripetutamente confutati perché non complessi e non complessivi. Quelli sulle economie di scala evidentemente di questi tempi vanno molto di moda e mediamente non vengono neanche confutati. Però, poiché a me sembra che tutti trarremmo ragione di buona salute se ogni tanto ci facessimo attraversare dal dubbio, io ho avuto piacere di riportare nell'emendamento una parte di un lavoro di ricerca che, in quanto tale, come dire, fonda almeno sulla statistica alcuni elementi di conoscenza, che vorrei leggere perché altrimenti rischiamo di liquidare delle situazioni sulla base di principi che nel Piemonte non sono né così diffusi né così confermati.
Per quanto riguarda la dimensione delle strutture di ricovero, nella categoria delle strutture più piccole, il Piemonte ha una percentuale pari al 17,9%, percentuale più bassa della media nazionale delle strutture inferiori ai 120 posti letto.
La categoria dimensionale tra 120 e i 400 posti letto corrisponde alla media del Paese. Le prime due classi dimensionali, quella da meno di 120 posti o tra i 120 e i 400, non raggiungono il 60%, in media con la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna, cioè con le migliori Regioni. In compenso, ci posizioniamo meglio della media nazionale sui grossi nosocomi come a dire: non è l'economia di scala l'argomento, perché non è il Piemonte al di fuori delle regole dell'economia di scala.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 402.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino Paragrafo "5.3.5 La rete ospedaliera" Pagina 55 Eliminare il quinto capoverso "La classificazione (...) Giunta Regionale" Emendamento rubricato n. 402.2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino Paragrafo "5.3.5 La rete ospedaliera" Pagina 55 inserire, tra il terzultimo ed il penultimo capoverso di pagina 56, il seguente capoverso: "Tali riconversioni, nel rispetto di quanto previsto in materia di partecipazione dalla legge regionale 18/2007, saranno effettuate secondo il criterio della contestualità tra la dismissione dei Servizi di ricovero ospedaliero in regime ordinario e l'attivazione di quelli sostitutivi afferenti al livello assistenziale territoriale." La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Sono due brevissimi emendamenti. Il primo (n. 402.1) si riferisce al paragrafo 5.3.5, dove al quinto capoverso ribadiamo qualcosa che è già stato definito precedentemente e quindi sostanzialmente proponiamo di eliminare che è sostanzialmente: "La classificazione viene proposta alla programmazione regionale interaziendale di cui al paragrafo 3.1, recepita dalla Direzione regionale Sanità e successivamente oggetto di deliberazione da parte della Giunta regionale". Avendo chiarito e definito questo precedentemente al punto 3.1, eliminiamo questo paragrafo.
Completo con l'illustrazione dell'emendamento n. 402.2), che sostanzialmente aggiunge al quinto capoverso dello stesso paragrafo 5.3.5 la frase: "Tali riconversioni" - parliamo di ospedali da riconvertire "nel rispetto di quanto previsto in materia di partecipazione dalla legge regionale n. 18/2007, saranno effettuate secondo il criterio della con testualità tra la dismissione dei servizi di ricovero ospedaliero in regime ordinario e l'attivazione di quelli sostitutivi afferenti al livello assistenziale territoriale".
Questo è uno degli emendamenti che ci sono stati richiesti al termine dei vari incontri che abbiamo avuto con le organizzazioni sindacali. La loro preoccupazione era quella che si arrivasse a una riconversione degli ospedali che potesse penalizzare il percorso di continuità dagli ospedali alle altre strutture senza avere la certezza che le altre strutture fossero in grado di ricevere. Quindi, per evitare questa problematica o questa preoccupazione, i sindacati ci hanno richiesto di attuare le eventuali riconversioni nel rispetto di quanto previsto in materia di partecipazione regionale dalla legge n. 18/2007. Queste saranno effettuate secondo il criterio della contestualità tra la dismissione dei servizi di ricovero ospedaliero in regime ordinario e l'attivazione di quei sostitutivi afferenti al livello assistenziale territoriale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 276) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Cerutti: pag. 56. Punto 5.3.5 "La rete ospedaliera" penultimo capoverso Dopo le parole: "(...) e sicurezza delle cure." Aggiungere: "Occorre comunque assumere il dato per cui la composizione dell'offerta di p.l. in Piemonte, escludendo il regime di day hospital, risulta maggiormente orientata ai trattamenti di riabilitazione e di lungodegenza (22,22%) più del resto del Paese (13,77%). Nelle strutture pubbliche, in Piemonte solo l'85,9% dei p.l. sono destinati al trattamento di acuti, a fronte di un dato nazionale del 91,3%. (Università di Torino)".
Emendamento rubricato n. 277) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Cerutti: pag. 56. Punto 5.3.5 "La rete ospedaliera" penultimo capoverso Dopo le parole: "...e sicurezza delle cure." Aggiungere: "Il tasso di ospedalizzazione è inferiore alla media nazionale e il tasso di utilizzo dei p.l. ospedalieri in regime ordinario per acuti è del 79,7 nelle strutture pubbliche e del 78,3% nelle strutture accreditate, a fronte di una previsione nazionale rispettivamente dell'80% e del 63,2%." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 276) e poi anche il n. 277) continuano in questo tentativo di rassicurazione dei legislatori ma anche dei piemontesi rispetto al fatto che il Piemonte non parte da una situazione né di particolare insicurezza in ordine alla qualità delle cure né di particolari diseconomia in ordine alla distribuzione dei presidi ospedalieri.
Prima ho detto che il dimensionamento dei nostri presidi è nella media nazionale ed è nella media delle Regioni virtuose, il che non significa che non si possano o non si vogliano introdurre delle modifiche, ma nemmeno significa che, attraverso un atto di Piano, si debbano prevedere chiusure riconversioni e soppressioni, senza che queste siano accompagnate da un'alternativa, come fa ben figurare l'emendamento della Giunta (che in questo è apprezzabile), oppure siano meglio condivise con i territori e con i professionisti.
Qual è la seconda obiezione che si muove sempre nei confronti della programmazione della rete ospedaliera? Rapporto fra acuzie e post-acuzie.
Procediamo sempre con l'indagine di rilevazione: l'offerta di posti letto in Piemonte, escludendo il regime dei day hospital, risulta maggiormente orientata ai trattamenti di riabilitazione e di lunga degenza (22,22% più del resto del Paese che invece ha, su questi due profili, il 13,77%). Non è quindi così significativo dire che dobbiamo abbassare l'acuzie per il post-acuzie perché non abbiamo sufficiente accoglienza in post-acuzie: casomai, non abbiamo sufficiente accoglienza nella lunga assistenza, ma non nella post-acuzie. Nella post-acuzia, caso mai, abbiamo un problema di equilibrio fra l'offerta pubblica e quella accreditata e privata.
Nelle strutture pubbliche, solo l'85,9% dei posti letti è destinato al trattamento di acuti, a fronte del dato nazionale del 91,3. Questo significa che non abbiamo uno spreco di risorse rispetto alla fase di gestione dell'acuzie, ma un'adeguata distribuzione.
Per completare il ragionamento, Presidente, illustro anche l'emendamento 277), usando sempre e solo il tempo che mi rimane a disposizione.
talmente equilibrata la distribuzione dei posti letto, che anche il tasso di occupazione è qualitativamente efficiente e il tasso di ospedalizzazione, vale a dire il tempo di permanenza dei pazienti in ospedale, è inferiore alla media nazionale. Possono esserci delle situazioni di sfrido per le quali - secondo dati citati dal CTO in un convegno - abbiamo tempi di ospedalizzazione e di degenza ospedaliera superiore a quelli che sarebbero previsti per quel determinato intervento.
Tuttavia, il dato di media è un dato confortante: non abbiamo una cattiva rete, non così tanto da procedere con colpi di accetta.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Boeti, Pentenero, Manica, Taricco, Laus, Muliere, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 56 le parole: "in 6 aree sovra zonali" sono sostituite dalle seguenti: "in 6 reti ospedaliere".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Con l'emendamento che verrà illustrato più avanti (peraltro già illustrato nella discussione sulla modifiche della legge 18, per cui si prevedevano quattro Federazioni e non più sei), era necessario precisare meglio la distinzione tra le Federazioni e la rete ospedaliera.
un emendamento semplicemente formale, in cui si chiede di sostituire la dizione "aree sovrazonali" con "reti ospedaliere".



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Emendamento rubricato n. 116) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Boeti, Pentenero, Manica, Taricco, Laus, Muliere, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57 le parole: "Le 6 Aree sovra zonali" sono sostituite dalle seguenti: "Le 6 reti ospedaliere".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Lo stesso senso in un altro punto.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 126) Presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Boeti, Pentenero, Manica, Taricco, Laus, Muliere, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57 le parole: "1. Area Torino Sud Est, comprendente la nuova AOU San Giovanni Battista di Torino, l'ASL TO 1 e l'ASL TO 5," sono sostituite dalle seguenti: "1. Area Torino Sud Est, comprendente la nuova AOU San Giovanni Battista di Torino, la nuova ASL Torino città (per i territori delle attuali circoscrizioni 8, 9 e 10 di Torino) e l'ASL Torino provincia sud est (ex ASL TO 5).".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Pensiamo sia importante collocare tre circoscrizioni della città di Torino nel Quadrante Torino Sud-Est, prevedendo, tra l'altro, la costruzione di un'unica Azienda Sanitaria Locale Torino città.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 391) Presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Goffi, Reschigna, Laus, Muliere, Stara, Gariglio, Taricco, Ronzani, Manica Negro, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57 le parole: "1. Area Torino Sud Est, comprendente la nuova AOU San Giovanni Battista di Torino, l'ASL TO 1 e l'ASL TO 5." sono sostituite dalle seguenti: "1. Area Torino Sud Est, comprendente la nuova AOU San Giovanni Battista di Torino, l'ASL TOl (per i territori delle attuali circoscrizioni 8, 9 e 10 di Torino) e l'ASL T05.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Abbiamo nuovamente l'esigenza di precisare meglio la ripartizione delle circoscrizioni, in riferimento ai quadranti delle reti ospedaliere, per cui si attribuisce all'area Torino Sud-Est anche una parte o, meglio, solo una parte dell'attuale Torino 1, precisamente le Circoscrizioni 8, 9 e 10 di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Con questi emendamenti abbiamo provato a dare un senso a questo Piano Socio Sanitario nell'interesse delle Aziende, però per noi l'interesse delle Aziende viene dopo l'interesse dei cittadini, quindi il nostro obiettivo è dare senso ai servizi che nei territori sono riconosciuti ai cittadini di quel territorio.
In quest'emendamento proponiamo che le Circoscrizioni citate dal Consigliere Lepri siano attribuite al Quadrante della zona ovest, perch pensiamo che in questo modo quel territorio, un territorio di 800 mila abitanti, una rete davvero territoriale possa meglio soddisfare, per le caratteristiche delle Aziende ospedaliere inserite e per le caratteriste dell'ASL (Torino 3) la risposta ai bisogni di salute dei cittadini.
Penso alla cardiologia dell'ospedale Mauriziano, tanto per fare un esempio, dove oggi svolge una funzione meno premiante rispetto a quella che potrebbe svolgere, nonostante sia un reparto di grande qualità (peraltro con un Direttore di Dipartimento, una donna di grande competenza e di grande professionalità), che però insiste su una rete territoriale che non le consente di poter espletare di più, anche da un punto di vista numerico le prestazioni di grande qualità che è in grado di riconoscere ai cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento attuale proponiamo, prendendo atto del fatto che la Giunta non condivide la proposta di istituire a Torino una sola Azienda sanitaria, bensì due, un processo di aggregazione più funzionale, tanto più che la Regione intende mantenere le due Aziende sanitarie.
Tuttavia, questa vicenda ci offre le spunto per una riflessione. Vede Presidente, nella discussione sul Piano e sulla legge che ha riorganizzato la sanità, il tema di questi mesi è stato, se ho inteso bene, una Regione e una Giunta regionale che si sono posti il problema di garantire la sostenibilità del sistema e di immaginare, sulla base di questo principio una diversa organizzazione della sanità.
Questo assunto portava con sé delle conseguenze inevitabili, se fossimo stati o se la Giunta fosse stata coerente fino in fondo.
La prima conseguenza sarebbe stata un'Azienda sanitaria a Torino: non si farà una sola Azienda sanitaria, ma se ne faranno due. Adesso discutiamo di come immaginare, posto che le Aziende saranno due, una diversa organizzazione di ciò che afferisce a queste aziende sanitarie. Questo è il primo limite.
Il secondo: una Federazione? No, saranno di più. Domando: chi sono effettivamente i riformatori? Siccome avete presentato un Piano sostenendo che lo stesso aveva un vincolo e un presupposto, la riforma del sistema sanitario piemontese, da un punto di vista organizzativo, abbiamo due esempi nei quali la Giunta è incoerente rispetto alle finalità che si proponeva e si propone con il disegno di legge e con il Piano.
Penso che le ragioni che giustificano questa scelta siano altre: sono ragioni politiche e sono ragioni, chiamiamole così, di potere. È del tutto evidente che, se avessimo fatto una scelta solamente funzionale, la direzione di marcia sarebbe stata un'altra.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Torno sulle questioni che ha testé sollevato il Consigliere Ronzani.
La Città di Torino ha chiesto di avere un'unica Azienda sanitaria per tutta la città. Siamo in presenza di una situazione per alcuni aspetti anacronistica e assurda. Normalmente è la Regione che spinge perché vengano ridotte le Aziende Sanitarie Locali e i territori, invece, sono propensi a tenere l'organizzazione attuale. Siamo in presenza di una situazione in cui la Città di Torino chiede che ci sia un unico soggetto con cui rapportarsi nell'organizzazione dei servizi sanitari all'interno della città di Torino e l'Amministrazione regionale dice no. Sono rovesciati i termini della questione.
Ed è per questo che noi siamo veramente poco convinti del vero intento riformatore contenuto all'interno di questo progetto di riforma della sanità del Piemonte.
Anche sul tema delle Federazioni - ormai è risolto, è stato definito all'interno della legge, non possiamo tornarci sopra - abbiamo assistito alla stessa identica situazione. Noi proponevamo, posto che era passato il concetto della Federazione rispetto al quale noi non eravamo favorevoli e non siamo favorevoli, di ridurre l'impatto delle stesse.
C'è stato risposto "no"; qui abbiamo posto la questione di ridurre il numero delle Aziende sanitarie. Se non ricordo male, era l'intento originale del progetto di riforma. La conseguenza è quella che si consegna: al termine della discussione in Consiglio regionale avremo più soggetti che operano nell'organizzazione e nella gestione dei servizi sanitari all'interno della nostra regione e non ci sembra un obiettivo di riforma di cui vantarsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Mi sembra evidente che non c'è la volontà di portare avanti quell'intento riformista, quell'intento di novità, all'interno del Piano.
La novità poteva essere - dovendo tenere in considerazione i parametri di efficienza necessari dare nell'organizzazione dell'articolazione delle Aziende, oltretutto avendo colto un'esigenza del territorio - immaginare un'unica Azienda sanitaria nella città di Torino. Questo poteva essere un elemento che andava nella direzione di innovazione del Piano.
Evidentemente, questo non trova riscontro perché non esiste la volontà, ma gli obiettivi sono altri.
Come è già stato ricordato, lo stesso tipo di ragionamento è stato fatto per le Federazioni. Tuttavia, ci sembra utile ritornare sull'argomento per capire se è possibile trovare lo spazio di mediazione per dare un'organizzazione che sia davvero più efficiente e che tenga in considerazione, come è stato evidenziato prima, le richieste della città stessa.
Ci sembra che gli obiettivi possano essere altri, i giornali lo confermano quotidianamente. Alla fine avremo non un risparmio, ma sicuramente un'organizzazione che ci costerà molto di più rispetto a quello che attualmente abbiamo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 125) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Pentenero, Boeti, Taricco, Manica, Laus, Muliere: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57, le parole "2. Area Torino Nord, comprendente l'ASL TO 2 e l'ASL TO 4." sono sostituite dalle seguenti parole "2. Area Torino Nord comprendente la nuova ASL Torino città (per i territori delle attuali circoscrizioni 4,5,6 e 7 di Torino) e l'ASL Torino provincia nord (ex ASL TO 4).".
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

un emendamento che precisa meglio i contorni e i confini delle ASL nella Città di Torino e i Quadranti relativi alle aree ospedaliere.
Ipotizzando di avere un'unica ASL in Torino città, attribuiamo alla nuova ASL Torino città, per quanto riguarda il Quadrante Nord, i territori delle Circoscrizioni 4, 5, 6 e 7 di Torino.
Questa è la precisazione che con quest'emendamento riteniamo fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con quest'emendamento insistiamo su un punto fondamentale, che è quello che ci sia un'unica Azienda sanitaria regionale all'interno della città di Torino. Lo ripeto, Assessore, lo chiede la Città di Torino.
Non è una nostra invenzione, c'è un particolare calcolo. Il documento ufficiale della Città di Torino e la posizione del Sindaco di Torino vanno in questa direzione. Siccome ci poniamo il problema dell'organizzazione delle reti ospedaliere che sulla città di Torino vedono tre reti ospedaliere, nella visione di un'unica Azienda sanitaria regionale nella città di Torino e nella consapevolezza che sia corretto assegnare porzioni di territorio a ciascuna delle reti ospedaliere immaginate all'interno della città di Torino - che non riguardano solamente la città, ma anche la provincia - assumiamo come riferimento quello dei territori delle Circoscrizioni di Torino.
In questo caso, per l'area Torino Nord è prevista l'assegnazione dei territori coincidenti con le attuali Circoscrizioni 4, 5, 6, e 7 della Città di Torino, oltre all'ex ASL TO 4, che è esterna al perimetro urbano della città di Torino.
Insistiamo molto sul punto, perché non è pensabile che il risultato finale di questa riforma sia dell'incremento dei soggetti che, a diverso titolo, intervengono nell'organizzazione o nella gestione di servizi logistici o sanitari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quando discutevamo del Piano, abbiamo costituito come Partito Democratico un gruppo di lavoro formato da ex Direttori generali e da competenti nelle questioni sanitarie e sociali. A questo gruppo di lavoro aveva partecipato anche l'Assessore del Comune di Torino ai Servizi Sociali, l'Assessore Tisi, la quale ci aveva chiesto di fare le opportune verifiche con il Governo regionale e con l'Assessore Monferino, il quale ritengo sia teso all'ottimizzazione un po' per la sua esperienza lavorativa e un po' per carattere, perché credo che ognuno di noi fa il lavoro che il suo carattere lo induce a fare e nel lavoro mette le proprie competenze professionali e le proprie esperienze.
Ho detto in quella assemblea: "Credo di poter dire che l'Assessore Monferino accetterà l'ipotesi di un'unica ASL, un solo Direttore generale un solo referente sia per il Comune di Torino, ma un referente anche per lui, un solo responsabile". E sottolineo la parola "responsabile", perch ognuno deve assumersi la responsabilità delle sue scelte. Quindi, ho detto: "Credo di potere dire che l'Assessore Monferino accetterà l'ipotesi di un'unica ASL a Torino".
Non nascondo che non riesco a capire ancora adesso - e le chiedo se magari nella fase di discussione generale ce lo vorrà spiegare - quale sia la ragione per la quale lei non accetta l'ipotesi richiesta dal Comune di Torino (e che noi pensiamo sia la soluzione ottimale) di avere a Torino una sola ASL. È meglio per gli ospedali, è meglio per lei, è meglio per l'Assessore Tisi.
Non riusciamo a capire la ragione di questo diniego.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come hanno avuto modo di dire i colleghi, questa non è questione di poco momento. È quella di sostituire alle indicazioni che il testo di piano originariamente propone un testo diverso che dica che nell'area Torino nord comprendente la nuova ASL Torino Città per il territorio delle attuali Circoscrizioni 4, 5, 6, 7, l'ASL Torino provincia nord è la ASL Torino 4.
Quindi, l'unificazione, da questo punto di vista, è per quanto riguarda la realtà di Torino.
Non è di poco momento per diverse ragioni. La prima è che vi è una richiesta esplicita della Città e un'indicazione in tale direzione. Si ritiene più razionale questa organizzazione e la si ritiene più efficace ed efficiente per l'erogazione dei servizi.
Dall'altro lato, vi è un'altra ragione, che è quella che si è detto volere presiedere alla definizione di questo Piano Socio Sanitario, che è quella della razionalizzazione delle strutture e della riorganizzazione delle stesse e dei livelli di governance ai vari livelli territoriali.
Questa è senz'altro un'indicazione che va nella direzione dell'efficienza, della semplificazione e senz'altro della riduzione di costi e di doppioni di carattere organizzativo.
Questa duplice ragione dovrebbe fare riflettere durante il dibattito in Aula su questo testo e consentire di andare in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 123) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna, Pentenero, Boeti, Taricco, Manica, Laus, Muliere: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57, le parole: "3. Area Torino Ovest, comprendente l'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano l'AO Mauriziano Umberto I di Torino e l'ASL TO 3." sono sostituite dalle seguenti: "3. Area Torino Ovest, comprendente l'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano



TAO Mauriziano Umberto I di Torino, la nuova ASL Torino città (per i territori delle attuali circoscrizioni 1, 2 e 3 di Torino) e l'ASL Torino provincia ovest (ex ASL TO 3).".

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Quest'emendamento è il fratello del precedente, perché proprio nella logica di articolare meglio la città e il riferimento ai tre quadranti prevediamo che la fetta di territorio delle Circoscrizioni 1, 2 e 3 di Torino faccia capo all'area Torino ovest, cosa che invece al momento non è prevista.
In quest'emendamento e in un altro successivo, nel quale invece non è prevista la ASL Torino città unica, anche se siamo per questa preferenza prevediamo che il quadrante ovest abbia un pezzo importante della città relativo alle Circoscrizioni 1, 2 e 3 di Torino.
Colgo l'occasione di quest'emendamento per riflettere sull'impostazione complessiva. Voglio essere sincero ed onesto, perché so che ci sono altri aspetti che anche i futuri emendamenti della maggioranza intendono considerare.
Ritengo che, dal punto di vista geografico, quest'emendamento e la suddivisione in tre parti della città, tra di loro omogenee, dia un equilibrio complessivo alla tripartizione delle tre reti nella provincia di Torino, così da avere tre realtà intorno agli 800 mila abitanti ciascuna sostanzialmente tra di loro omogenee dal punto di vista del dimensionamento e con una articolazione radiale che ha un suo fondamento e una sua tenuta complessiva.
La proposta della Giunta che vede un Quadrante ovest da 500 mila abitanti e altri due Quadranti, il nord e il sud, da 900 mila abitanti anche dal punto di vista geografico, oltre che della popolazione, appare in parte squilibrato.
Quindi, quest'emendamento va nel senso di dare un equilibrio complessivo alle tre aree su cui si scomporrà e si articolerà la Provincia di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Il Consigliere Lepri ha chiarito il senso dell'emendamento. Noi pensiamo che l'attribuzione a quell'area territoriale delle tre circoscrizioni sia indispensabile per dare valore ai servizi che vengono offerti in quel territorio.
Approfitto dell'occasione presentata dall'emendamento per cominciare a fare una riflessione sull'ipotesi che l'Assessorato ha presentato. Non è un accorpamento, perché ogni Azienda avrà il suo Direttore generale, ma è un'ipotesi che vede in rete l'ospedale San Luigi Gonzaga con l'ospedale Mauriziano.
Desidero dire, a nome del mio Gruppo, che la responsabilità della scelta, rispetto alla messa in rete del Mauriziano con il San Luigi piuttosto che del Mauriziano con il Giovanni Bosco, è una responsabilità che tocca al Governo regionale e all'Assessore.
Noi ci siamo opposti con emendamenti importanti quando ci sembrava che il Piano Socio Sanitario andasse "contro" quelli che ci sembravano essere i diritti dei cittadini di avere servizi di qualità e che quel provvedimento penso alla divisione tra ospedali e territori - avrebbe danneggiato i cittadini questa regione.
Ci sono delle buone ragioni affinché il Mauriziano stia con il San Luigi - penso alla costituzione di un grande centro cardio-toraco-vascolare di livello nazionale - e ci sono molte ragioni per le quale il Mauriziano potrebbe essere opportunamente in rete con il Giovanni Bosco.
La maggioranza decida qual è la soluzione migliore e il PD non si opporrà alla scelta che la maggioranza deciderà di prendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Il collega Boeti ha già detto che noi abbiamo un'idea. Adesso non voglio tornare su questa questione, voglio invece prendere lo spunto per sollevare una questione che è quella che oggi dovremmo considerare un po' pregiudiziale in questa discussione.
singolare che a proporre una migliore razionalizzazione del sistema nella città di Torino sia un Gruppo dell'opposizione e non la maggioranza che si è inventata una riforma della sanità piemontese in nome dell'esigenza di garantire semplificazione e funzionalità. E poi fate esattamente il contrario e appesantite anziché semplificare.
Questa vicenda ha un'implicazione e una spiegazione: ha un'implicazione perché non c'è un rapporto di coerenza fra ciò che avete detto fino a ieri e ciò che fate (anzi, spero che il Presidente Cota tra qualche giorno non magnifichi il Piano spiegandoci che ha semplificato e reso il sistema più funzionale, perché stiamo discutendo adesso di una questione che dimostra esattamente il contrario!). Ha una spiegazione perché non credo che l'Assessore Monferino dica cose in cui non crede; anzi, ritengo che abbia coerentemente sostenuto (non sempre io ero d'accordo) un suo disegno di politica sanitaria, fatto di coerenze. E un punto di questa coerenza era esattamente l'esigenza di semplificare il sistema.
Mi ricordo che si disse: "Decidiamo chi fa che cosa". Per governare un sistema complesso, io devo sapere chi fa che cosa: all'interno di questa riflessione, c'è un ragionamento che riguarda anche la semplificazione dei soggetti.
Il fatto che oggi voi proponiate una soluzione che appesantisce il sistema, peraltro contro il parere della città di Torino, mi induce a sostenere che in questo caso la politica del centrodestra e le scelte politiche di potere del centrodestra fanno premio sulla migliore soluzione: voi l'avete sacrificata sull'altare di qualche Direttore. Allora, per favore, non parlateci di una sanità più funzionale e di più razionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione di quest'emendamento per affrontare anch'io il delicato tema del rapporto tra ASL e ASO nell'area torinese, in particolare della collocazione dell'ospedale Mauriziano Umberto I dentro un'area territoriale.
Quando l'Assessore Monferino venne e ci spiegò il collegamento in rete degli ospedali che aveva in mente, una delle "caselle" lasciate aperte era il Mauriziano: l'Assessore ci disse che c'erano ragioni che potevano corroborale la scelta di mettere il Mauriziano nell'area parte sud in rete con gli ospedali sud della Provincia, in rete con gli ospedali nord, in rete con gli ospedali ovest. Aveva detto che era una sorta di "jolly" che in qualche modo, non pregiudicava il suo disegno di efficientamento e di riforma.
In questa logica, all'interno del nostro Gruppo consiliare ciascuno di noi ha chiaramente maturato i propri orientamenti, così come hanno fatto immagino, gli altri Gruppi, e di volta in volta c'erano valutazioni pro e contro le varie soluzioni.
Noi, coerentemente, abbiamo deciso di affidarci alla decisione che la maggioranza avrebbe ritenuto più idonea sulla base di una valutazione complessiva, e quindi abbiamo detto: "Noi su questo non presenteremo emendamenti, ci rimettiamo alla valutazione che farà la Giunta regionale, o perlomeno a quella che sarà sostenuta dalla maggioranza".
Prendiamo atto che è stata proposta una messa in rete dell'Ospedale Mauriziano con il San Luigi: è una scelta della Giunta regionale, di cui se ne assume la responsabilità, maturata dopo alcuni incontri con i primari del Mauriziano (una minoranza, sia pure autorevole) in seno all'ARESS.
Questo incontro ha prodotto un convincimento che si è espresso (oltre che in una lettera, ma questo poco importa) in un atto della Giunta regionale.
Noi, in questa logica, attenendoci a questa scelta della Giunta regionale, presentiamo quest'emendamento, che punta a tutelare perlomeno il sistema torinese, i cittadini e le professionalità dell'Umberto I attribuendo a questo comprensorio e a questa rete una fetta di territorio di Torino, una fetta di abitanti di Torino. Fermo restando che noi, di fronte ad eventuali atteggiamenti diversi, emendamenti e iniziative della Giunta regionale o della maggioranza, non prenderemo posizione. È una scelta che abbiamo fatto, e la decisione che si adotterà per l'Ospedale Mauriziano verrà assunta autonomamente dalla maggioranza.
Se la decisione dovesse essere quella che oggi è formulata nel Piano con quest'emendamento noi puntiamo a salvaguardare la cittadinanza e la professionalità dell'Umberto I, attribuendo a questo ospedale e a questa rete il territorio di sei circoscrizioni di Torino.



PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a rispettare i tempi di discussione, anche perch il numero degli emendamenti è certamente cospicuo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo volentieri su quest'emendamento, affinché sia chiaro un aspetto: probabilmente, all'interno di questo Gruppo sono la persona meno indicata a conoscere a fondo la realtà dell'organizzazione degli ospedali della città di Torino, e quando non ho specifiche competenze o elementi di conoscenza sono molto prudente nelle mie considerazioni. Però, siccome negli ultimi giorni alcune questioni sono emerse pubblicamente, vorrei che fosse chiara una questione: noi abbiamo insistito molto, nel corso di quest'anno e mezzo, perché ci fosse un atteggiamento di confronto tra la Regione Piemonte e il mondo della sanità nelle diverse realtà territoriali in rapporto con il sistema delle autonomie locali, in rapporto con le organizzazioni sociali e sindacali che con il mondo della sanità viene in contatto. Lo dico perché credo molto a questo valore: non si fa buona programmazione se non in rapporto sostanziale con chi opera all'interno della sanità e chi col mondo della sanità viene a contatto, perché tutela sostanzialmente interessi collettivi.
Su un punto, però, vorrei essere chiaro: il confronto è importante e non credo, rispetto al balletto dei comunicati stampa che c'è stato negli ultimi giorni, che la sorte di dove viene collocato un ospedale all'interno di una rete dipende dal numero di primari che firmano o non firmano una petizione. Perché questo mi sembra che vada oltre il senso.
Il confronto, la capacità di dialogo e la capacità di ascolto sono elementi importanti, non il numero delle firme apposte sui documenti.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 390) presentato dai Consiglieri Lepri, Placido Boeti, Laus, Goffi, Reschigna, Muliere, Taricco, Gariglio, Ronzani, Manica Negro, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 57 le parole: "3. Area Torino Ovest, comprendente l'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano



TAO Mauriziano Umberto I di Torino e l'ASL TO 3."

sono sostituite dalle seguenti: "3. Area Torino Ovest, comprendente l'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano



TAO Mauriziano Umberto I di Torino, la ASL TO 1 (per i territori delle attuali circoscrizioni 1, 2 e 3 di Torino) e l'ASL T0 3.".

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Questa è la seconda versione del medesimo emendamento, qualora non venisse recepita la proposta dell'ASL unica.
In questo caso, nell'ipotesi che venga mantenuta la presenza di due ASL sulla città di Torino, prevediamo che la stessa ASL Torino 1 venga divisa in due, diciamo così, dal punto di vista dell'afferenza territoriale, pur rimanendo evidentemente unica, per cui all'area Torino Ovest fanno riferimento i territori delle attuali circoscrizioni 1, 2 e 3 di Torino che restano, peraltro, dal punto di vista amministrativo, ovviamente parte dell'ASL Torino 1.
Nell'ultimo minuto che mi resta, vorrei sottolineare anch'io qual è stata la riflessione che abbiamo fatto e il punto di sintesi del nostro partito.
Su tale questione le opinioni al nostro interno sono diverse. A me pare che non vi sia una convincente superiorità di alcune argomentazioni rispetto ad altre nell'individuare una soluzione piuttosto che l'altra Mauriziano con il quadrante ovest ovvero con il Quadrante Nord.
Quel che oggi è certo è che, con quest'emendamento, garantiamo al Mauriziano (nel caso la maggioranza ritenga di mantenere il Mauriziano nel Quadrante Ovest, come proposto dalla Giunta) quel territorio da cui provengono la gran parte dei cittadini che quotidianamente ad esso affluiscono.
Con la proposta della Giunta ci sarebbe stata un'assoluta anomalia, per cui il Mauriziano avrebbe fatto parte (naturalmente uso il condizionale contando sull'approvazione di quest'emendamento) del Quadrante Ovest senza avere il territorio da cui i cittadini provengono e questo, naturalmente sarebbe stato un obbrobrio.
Questa è la nostra indicazione e il nostro emendamento, in riferimento alla proposta della Giunta.
Se arriverà una soluzione diversa da parte della maggioranza prenderemo atto che quella è la soluzione maggioritaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo all'Assessore, poiché c'è stata l'opportunità di ragionare riguardo ad un problema inerente alla città di Torino, naturalmente. Io poi, sono fra coloro che condividono la proposta di mettere coerentemente il Giovanni Bosco e il Maria Vittoria in rete, anche perché questo permette, alla pari, di creare una situazione interessante che può essere da esempio anche su altro.
Mi riferisco alle tre Federazioni di Torino, delle quali abbiamo ampiamente discusso - Assessore - per porle una questione, augurandomi che possa essere condivisa e che lei la presenti nell'emendamento della Giunta perché, rispetto ad una serie di obiezioni ed osservazioni, la risposta è: "Ai cittadini, poi, interessano i risultati, non tanto quello che pu riferirsi agli addetti ai lavori" (sto semplificando).
Sarebbe importante, perché questo darebbe un segnale e tranquillizzerebbe molti se, sulla città, sulla gestione della città, ci fosse un coordinamento unico, al di là delle tre Federazioni, in capo all'Assessore.
Se queste sono le intenzioni dell'Assessore e se non ci sono problemi ad esplicitarle, sarebbe un segnale per gli operatori, oltre che per l'Amministrazione comunale e le Amministrazioni di Circoscrizione della città: al di là delle tre Federazioni, c'è un coordinamento (il termine pu essere anche un altro) unico. Diversamente, non sarebbe compreso.
Noi pensavamo ad un'unica Federazione, ma, se voi ritenete debbano essercene tre, scrivete almeno che sulla città di Torino, per mantenere l'unicità del cittadino, c'è un unico coordinamento (penso, a quel punto in capo all'Assessorato; non vedrei a chi altro).
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Riprendo per un attimo, nel dubbio ed anche nell'ipotesi di non essere stato sufficientemente chiaro - e desidero che l'Assessore mi ascolti - la questione riguardante l'emendamento che aggiunge le Circoscrizioni e che si collega alla questione del Mauriziano e del Giovanni Bosco.
Abbiamo aggiunto le Circoscrizioni all'ipotesi che l'Assessorato ha avanzato, perché riteniamo che, in questo modo, quel Quadrante (uso un termine ormai in disuso, ma che va bene, perché anche i Quadranti non hanno mai funzionato), quello spicchio di territorio, quel pezzo della nostra regione, possa avere più senso e valore, partendo dal presupposto che la proposta che mette in rete il Mauriziano con il San Luigi proviene dal Governo regionale.
Finora abbiamo votato contro tutti i provvedimenti che il Governo regionale ha presentato e pensiamo di mantenere questa linea fino alla fine di questa discussione, perché è vero che su alcune questioni abbiamo trovato un punto comune, ma la nostra opinione rispetto al Piano Socio Sanitario rimane negativa e, pertanto, voteremo contro.
Anche riguardo alla questione del Mauriziano, non ci sarà un voto a favore da parte del nostro Gruppo, con chiunque stia il Mauriziano.
Voteremo contro, ritenendo, però, che il Governo regionale abbia il diritto di fare la propria scelta. Quando il Governo regionale avrà fatto la propria scelta, non sarebbe male che, nella discussione generale di questi emendamenti, che sono importanti, perché entriamo nel merito delle questioni, l'Assessore Monferino comunicasse il suo orientamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 117) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Reschigna. Boeti, Taricco, Pentenero, Manica, Stara, Muliere, Laus: A pagina 57 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: "6. Area Piemonte Sud Est, comprendente TAO SS. Antonio e Biagio e C.
Arrigo di Alessandria, l'ASL AT e l'ASL AL." sono inserite le seguenti: "Al fine di realizzare una più forte unitarietà di azione nelle attività sanitarie e sociosanitarie della Città di Torino, è inoltre istituita la "Conferenza sanitaria e sociosanitaria della Città di Torino", composta dal Sindaco o suo delegato, dai direttori delle ASL e delle ASO del territorio cittadino e dal direttore dell'ente gestore delle funzioni socioassistenziali. La Giunta regionale definisce le modalità di funzionamento della suddetta Conferenza." La parola al Consigliere Lepri, per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

C'è una modifica che ho testé presentato: in sostanza, proponiamo di costituire una Conferenza sanitaria e socio-sanitaria della città di Torino, esperienza che è stata già praticata ai tempi dell'Assessore D'Ambrosio; poi, è stata temporaneamente non ripercorsa, ma appare oltremodo importante, soprattutto nella misura in cui si prevedono tre reti ospedaliere e quindi anche una tripartizione dell'attività sanitaria, socio sanitaria, ospedaliera e territoriale, in città.
Questa tripartizione ha bisogno di un momento di unitarietà; peraltro mi risulta (lo dico a margine) che il Sindaco e il Presidente della Giunta abbiano concordato su questo punto, almeno verbalmente, con pubbliche dichiarazioni in proposito).
Pensiamo sia utile, per garantire quest'unitarietà di azione naturalmente rimanendo in capo alla programmazione sanitaria l'indicazione delle linee di indirizzo, la necessità di una Conferenza sanitaria e socio sanitaria della città di Torino composta (e questa è la correzione all'emendamento che ho apportato) dall'Assessore regionale, dai Direttori regionali della sanità e delle politiche sociali, dal Sindaco e dal suo delegato, dal Direttore delle ASL e delle ASO del territorio cittadino e dal Direttore dell'ente gestore delle funzioni socio-assistenziali.
Voglio precisare che questa non è una conferenza di ASL, dove non è prevista la presenza del ruolo politico; in questo caso, è prevista la presenza del ruolo politico e anche degli apicali della programmazione sanitaria, essendo evidente che si tratta di un livello di coordinamento di azione che ha una valenza superiore a quella meramente aziendale, che quindi, ragionevolmente, ha bisogno anche di una presenza di ordine politico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Lepri.
Emendamento rubricato n. 122) presentato dai Consiglieri Lepri, Gariglio Stara, Reschigna, Pentenero, Boeti, Taricco, Manica, Laus, Muliere Cerutti: A pagina 57 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: "6. Area Piemonte Sud Est, comprendente TAO SS. Antonio e Biagio e C.
Arrigo di Alessandria, l'ASL AT e l'ASL AL." sono inserite le seguenti: "Le due attuali ASL di Torino città vengono quindi incorporate in un'unica Azienda Sanitaria Locale e in tre aree distrettuali corrispondenti alle circoscrizioni 1, 2 e 3 (Area Torino Ovest); alle circoscrizioni 4, 5 e 6 e 7 (Area Torino Nord); alle circoscrizioni 8, 9 e 10 (Area Torino Sud Est).".
L'emendamento, ricognitivo di quanti già illustrati, lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 370) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Taricco, Cerutti: All'interno della ripartizione 5.3.6 (La rete ospedaliera programmata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 dopo le parole: "6. Area Piemonte Sud Est, comprendente TAO SS. Antonio e Biagio e C.
Arrigo di Alessandria, l'ASL AT e l'ASL AL." sono inserite, a pagina 57, le seguenti parole: "E' prevista per ogni area sovra zonale una sede di confronto politico sindacale con la partecipazione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali e degli enti locali dell'area sovrazonale stessa.".
La parola al Consigliere Boeti, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Noi abbiamo presentato quest'emendamento...



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Certo: non "noi", ma "io"; l'ho fatto, però, a nome del Gruppo. Quando un Consigliere fa parte di un Gruppo individuale dice "noi pensiamo" e non si capisce chi siano gli altri; io dico "noi", siamo in 12, ma non va bene lo stesso.
Dicevo che abbiamo presentato quest'emendamento perché abbiamo la preoccupazione che, all'interno delle Aree sovrazonali - a questo punto possiamo chiamarle Federazioni -, non ci sia per le Autonomie locali - e devo dire anche per le organizzazioni sindacali - un luogo di confronto e di dialogo su quello che succede, su quali sono le prospettive, su quali sono i risultati che il lavoro delle Federazioni sta portando; è chiaro che questo non si fa nel primo mese, ma dopo un certo periodo di tempo - da quando cioè il governo regionale riuscirà a mettere in piedi le Federazioni occorrerà sapere, insomma, quali sono i risultati che si stanno ottenendo.
Non vorremmo che ci fosse - non dico una "terra di nessuno" - una sorta di "terra dell'Assessorato" - naturalmente lo dico con tutto il rispetto perché credo che l'Assessorato lavori nell'interesse dei cittadini rispetto alla quale non ci sarebbe la possibilità di un confronto, di un dialogo e di una verifica con le Autonomie locali, cioè con i Sindaci, e anche con le organizzazioni sindacali.
Abbiamo quindi presentato quest'emendamento perché ci possa essere uno spazio di dialogo e di confronto, che noi crediamo sia nell'interesse delle Federazioni stesse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 124) presentato dai Consiglieri Lepri, Taricco Gariglio, Reschigna, Pentenero, Laus, Manica, Muliere, Boeti, Cerutti



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Questa è una tabella che riprende un po', in modo schematico, quanto già indicato con l'illustrazione degli emendamenti precedenti, che vengono semplicemente collocati nello schema riassuntivo della proposta da parte della Giunta.
Vi sono poi alcune modifiche e ne cito una per tutte: il fatto che l'IRCC di Candiolo sia inopportunamente così definito e che la denominazione sia da sostituire con quella di "Fondazione per lOncologia di Candiolo", così come deriva dalla definizione che in quest'Aula abbiamo deciso al momento della sua costituzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 393) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Laus, Goffi, Reschigna, Muliere, Taricco, Negro, Gariglio, Ronzani, Manica Cerutti:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Coerentemente con ciò che abbiamo detto prima, l'ASL Torino 1 - almeno per quanto riguarda l'afferenza ai tre Quadranti - viene articolata prevedendo che faccia parte del Quadrante sud-est, ma precisando che in questo caso il riferimento è esclusivamente alle Circoscrizioni 8, 9 e 10 della Città di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Emendamento rubricato n. 395) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Laus, Goffi, Reschigna, Muliere, Taricco, Negro, Gariglio, Ronzani, Manica Cerutti:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Quest'emendamento è importante perché - coerentemente con gli emendamenti che abbiamo presentato, che attribuiscono una fetta della Città di Torino al Quadrante ovest - chiede che l'Ospedale Martini, attualmente collocato nel Quadrante sud-est, venga portato nel Quadrante Torino-ovest.
Ripeto che questa ricollocazione è in linea con questa articolazione della provincia in tre parti che, in modo radiale, arriva fino alla Città l'ospedale Martini, quindi, che è collocato nella Circoscrizione 3 coerentemente viene ricollocato nel Quadrante ovest.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Emendamento rubricato n. 171) presentato dai Consiglieri Boeti, Stara Reschigna, Pentenero, Gariglio, Manica, Taricco, Laus, Cerutti: Nella tabella a pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, le parole: "Ospedale Evangelico Valdese - Ospedale da riconvertire" sono sostituite dalle seguenti "Ospedale Evangelico Valdese - Ospedale di Territorio" L'emendamento riguarda l'Ospedale Valdese.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Non ho cercato l'emendamento: in questo momento la parola "valdese" è una parola magica, quindi non è necessario cercare il testo.
Credo che sarebbe opportuno - poi naturalmente il governo regionale faccia quello che vuole - approvare quest'emendamento, in maniera che l'Ospedale Valdese resti quello che è stato fino a questo momento, anche in presenza di una legge regionale: cioè, un ospedale di territorio.
Crediamo che sia opportuno che l'Assessore apra un tavolo tecnico innanzitutto con la Tavola valdese - che ha il diritto di dire quello che pensa rispetto alle questioni che riguardano l'Ospedale Valdese - con il Comune di Torino e con le organizzazioni sindacali, sia quelle confederali sia quelle dei medici.
chiaro che se non c'è l'accettazione dell'emendamento, forse non vale neanche la pena di aprire il tavolo, perché il fatto di scrivere che l'Ospedale Valdese dev'essere un ospedale da riconvertire ne definisce di per sé il futuro - incerto - di ospedale non più di territorio, per com'è stato conosciuto e per come la presenza di questo piccolo presidio si era caratterizzata nel quartiere di San Salvario.
Do un suggerimento e naturalmente l'Assessore è libero di non tenerne conto.
L'opposizione alla chiusura di questo ospedale sarà dura, perch l'ospedale è una struttura che nell'immaginario collettivo dei cittadini è un ospedale piccolo, accogliente e disponibile, c'è un reparto di senologia e una riabilitazione cardiologia in day-hospital che svolgono bene il loro lavoro e che ci sono dei Service che funzionano (anche se, naturalmente, il futuro dei Service può essere discusso).
Occorre considerare, inoltre, che l'Ospedale Valdese può essere in rete con l'Ospedale Molinette; anzi, che anche l'Ospedale Molinette-Città della salute dovrebbe far parte di questo tavolo, per capire come l'Ospedale valdese può entrare in rete; penso, per esempio alla senologia e al fatto che la Breast Unit può essere realizzata alla Molinette ma anche all'Ospedale Valdese, allo stesso modo: è una chirurgia che non ha bisogno della rianimazione e che quindi può essere fatta in tutta sicurezza all'interno di quell'ospedale; qui non parliamo di chirurgia addominale complessa, o epatica, o toracica che richiedono la presenza della rianimazione, ma di un tipo di chirurgia che può essere operata in una struttura di questo tipo.
Suggerisco sommessamente l'accettazione dell'emendamento - finisco Presidente - in maniera che si possa aprire un tavolo di confronto.
Altrimenti, ovviamente, noi cominceremo l'opposizione a questo progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Prima di scendere questo pomeriggio in Consiglio regionale, abbiamo avuto modo, almeno io ho avuto modo, di incontrare gli operatori e i cittadini della circoscrizione proprio sul tema dell'Ospedale Valdese.
L'affermazione "ospedale da riconvertire" lascia un segno profondo di indeterminatezza sul futuro dell'Ospedale Valdese.
Vorrei sinteticamente esprimere le seguenti considerazioni. Primo: il futuro dell'ospedale Valdese è stato frutto di un accordo tra l'Amministrazione regionale della Giunta Ghigo e chi aveva la responsabilità della gestione degli ospedali, in particolare, la Tavola Valdese. All'interno di questo accordo è stato anche individuato il ruolo che dovevano assumere questi ospedali. A me sembra che siamo in presenza di una scelta unilaterale. Anche qui, il tema del non confronto per me ha un valore. Una scelta unilaterale che è venuta fuori negli ultimi giorni della discussione in Commissione che non è stata assolutamente confrontata con chi aveva sottoscritto a suo tempo questo tipo di intesa.
Seconda considerazione. Sono molto convinto della proposta che PD di Torino ha presentato rispetto al futuro dell'Ospedale Valdese, cioè di caratterizzare all'interno della dimensione di ospedale di territorio il tema della senologia in rapporto con le altre strutture presenti negli ospedali di riferimento.
Perché questo? Perché questo non va ad aggiungere un elemento di non compatibilità con una riorganizzazione dei servizi sanitari ospedalieri all'interno della città di Torino. Credo che il trasferimento, invece dell'attività di senologia del Valdese apre un problema rispetto alla disponibilità degli spazi all'interno degli altri ospedali oggi esistenti all'interno di quell'area di riferimento.
A me sembra che l'emendamento abbia questi elementi di fondamento che ci sono stati più volte ribaditi, anche da parte della comunità valdese che ci sono stati ribaditi da parte della circoscrizione cui afferisce l'Ospedale Valdese, che ci sono stati ribaditi ripetutamente anche nell'incontro che abbiamo avuto prima di scendere in Aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Mi unisco ai colleghi, rimarcando anche il fatto che con tutti i colleghi non stiamo qui a portare degli argomenti in sé pretestuosi o semplicemente degli argomenti che cercano di far sì che si arrivi fino a domani in qualche modo, ma abbiamo delle considerazioni puntuali, in particolare questa sull'Ospedale Valdese.
Anch'io venendo qui ho incontrato le donne operatrici, donne cittadine che manifestavano proprio perché ritengono che l'Ospedale Valdese non possa essere un ospedale, così come definito nella proposta di Piano sanitario un ospedale da convertire.
In questo senso crediamo che quella che è l'unità che possa lavorare (Breast Unit) possa essere lì collocata, così come debbano essere mantenuti gli altri servizi che sono riconosciuti sul territorio.
Quindi, nella ridefinizione della rete ospedaliera, crediamo che se su alcuni punti si può anche convenire sul fatto che si posa avviare la razionalizzazione, in particolare per l'Ospedale Valdese e per alcuni altri ospedali, questa razionalizzazione non ha senso porla in atto, anche perch se quella che può essere la disponibilità da parte della Giunta nella considerazione della rete e per alcuni ospedali sappiamo che i progetti sono ancora da definire, così anche per l'Ospedale Valdese crediamo sia necessario avviare un confronto allargato, sia con il Consiglio sia con la Tavola Valdese e da lì effettivamente avere il progetto che però non sia quello di smantellamento di questo presidio sul territorio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
In questi giorni da quando è apparsa la notizia che l'Ospedale Valdese sarebbe stato tra quegli ospedali che sarebbero stati riconvertiti da parte della Regione abbiamo ricevuto parecchie lettere da parte di molte donne che avevano nell'arco della propria storia avuto a che fare con l'Ospedale Valdese.
La domanda che tutte quante si ponevano era perché questo ospedale avesse la necessità di essere riconvertito, perché quanto avevano trovato di attenzione, di cura, di attenzione positiva all'interno di questa struttura dovesse di punto in bianco sparire. È una domanda che ci è arrivata in modo pressante, in modo forte, che abbiamo colto con grande attenzione.
Non si comprende per quali motivi il denaro pubblico debba essere utilizzato in questo modo. In anni indietro su questo ospedale sono stati fatti degli investimenti. L'Ospedale è ritenuto un ospedale di qualità.
L'Ospedale è ritenuto un punto di riferimento per il tema della senologia per il tema che tocca la cura di molte donne.
Oggi, noi corriamo il rischio serio, grosso, importante di non avere più questo punto di riferimento. Una lettera di una paziente mi ha colpito in modo particolare, perché nell'arco della sua storia travagliata difficile e complicata aveva già dovuto cambiare due ospedali di riferimento: prima il Martini e poi il Valdese. Quindi, oggi si troverebbe ad iniziare un ulteriore cammino.
La domanda che si poneva questa donna era: "Per quale motivo non devo più trovare i medici, gli infermieri, le figure di riferimento che mi hanno accompagnato in un percorso doloroso e difficile?". Non siamo riusciti a dare una risposta. È per questo che sul tema saremo particolarmente attenti, particolarmente duri anche, perché davvero le motivazioni non si comprendono e non si capisce perché quello che è di eccellenza e che è stato realizzato con il denaro pubblico oggi corre il rischio di essere distrutto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 278) presentato dai Consiglieri Artesio Pentenero, Stara, Cerutti: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata" Tabella area Torino sud est Ospedale Evangelico Valdese Si sostituisce: "ospedale da riconvertire" con "ospedale di territorio" La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Anche il mio emendamento chiede di confermare l'Ospedale Evangelico Valdese come ospedale di territorio.
Cercherò di motivare questa posizione sulla base degli stessi argomenti che l'Amministrazione regionale utilizza per spiegare la propria tabella cioè quello della rete.
un po' singolare che, quando si parla di rete e qui di relazioni reciproche tra i presidi ospedalieri, poi, per motivare la riconversione di uno, si parli di una funzione e si descriva di come quella funzione possa essere accorpata ad altre ad esempio, concentrando l'attenzione sulla funzione valdese esclusivamente sull'unità di senologia nella prospettiva della Breast Unit.
Anzitutto, le prospettive di unificazione nei comportamenti trattamentali su determinate patologie passano prima per l'adozione di protocolli condivisi che non per un accorpamento fisico. In secondo luogo qui non stiamo parlando di presidi satelliti e funzionali a un ospedale di riferimento nell'ambito della stessa azienda come fu il San Giovanni Antica sede Molinette, ma stiamo parlando di un presidio che con la sua autonomia risponde alla rete dell'ASL Torino 1.
Quindi, vorrei ricordare quali sono le caratteristiche generali importanti per cui il Valdese è utile alla rete. Non è utile solo a se stesso.
Abbiamo detto delle attività di maggiore specializzazione nel campo della senologia, ma anche della chirurgia della tiroide. Vorrei ricordare come le attività di quella natura hanno un significato dal punto di vista del riconoscimento dei pazienti non solo per la prestazione singola, ma per il tipo di percorso che nel Valdese è stato garantito da gruppi di specialisti che agiscono in sinergia e in continuità.
Questa tipologia della sinergia e della continuità multidisciplinare è la caratteristica che abbraccia lo stile di lavoro di quel presidio, il quale è un esempio di organizzazione per intensità di cura e non per aree ovvero è un esempio ere di quello che vorremmo trasferire all'interno delle altre organizzazioni ospedaliere.
Ricordo ancora la capacità di integrazione di questo presidio con le esigenze diffuse nel territorio. Dalla parte dell'ambulatorio, con gli accessi diretti, dalla parte del raccordo con la da medicina generale, per la diabetologia, la medicina interna, la dietologia. Ricordo ancora la possibilità di spazi logistici, recentemente ristrutturati, che si configurano in quattro sale operatorie, cinquanta letti di degenza, che diventeranno 90 a seguito della ristrutturazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.



(Commenti della Consigliera Pentenero)



PRESIDENTE

Desidera intervenire?



(Commenti della Consigliera Pentenero)



PRESIDENTE

già intervenuta sullo stesso argomento con l'emendamento rubricato n.
171) ...
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Chiedo scusa, mi ero distratta un attimo.
Volevo semplicemente ritornare sulla questione precedente. So benissimo che l'emendamento presentato da noi e l'emendamento presentato dalla collega Artesio vertono sullo stesso argomento.
Voler riprendere il tema sull'Ospedale Valdese sottolinea quanto all'interno delle nostre votazioni sia importante far comprendere che l'Ospedale Valdese non deve essere riconvertito.
Lo ricordavo prima, ma vorrei ancora riprenderlo, in quanto abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte di pazienti che ci chiedevano il motivo per il quale questo Ospedale sarebbe stato riconvertito. Un attimo fa la collega Artesio ha ripreso il dato da un punto di vista della programmazione e da un punto di vista economico, da cui emerge l'importanza di quest'ospedale non tanto per l'appartenenza ad un'area quanto per l'intensità della cura che all'interno di esso viene garantita. Mi piace sottolineare ancora una volta che le risorse che in questi anni sono state investite sull'Ospedale Valdese sono rilevanti e che, oggi, portano a risultati che possono considerarsi soddisfacenti. Le spiegazioni che ci sono state date in Commissione e durante gli incontri sul tema dell'Ospedale Valdese - peraltro, non mi sembra che sul tema si incontri la rispondenza anche della maggioranza - ci convincono ancora di più che non c'è stata alcuna valutazione di tipo scientifico che abbia portato a considerazioni così chiare e precise in merito alla chiusura dell'Ospedale Valdese.
C'è ancora il tempo per riprendere l'argomento. Ci auguriamo ci sia una revisione dell'atteggiamento da parte della Giunta e che si possa immaginare di potere continuare ad investire in un ospedale che sicuramente, rappresenta un'eccellenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 377) presentato dai Consiglieri Pedrale, Motta Massimiliano, Vignale, Costa Rosa Anna, Spagnuolo, Cantore, Mastrullo Toselli, Giovine, Burzi, Comba, Lupi: pag. 58 riga n. 12, II colonna sostituire la frase relativa all'ospedale Valdese "ospedale da riconvertire" con la frase "Ospedale da riconvertire la cui attività senologica verrà inserita nella futura Città della salute".
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'emendamento a nome un po' di tutto il Gruppo proprio perché siamo attenti al processo di territorializzazione degli ospedali che abbiamo deciso di procedere a riconvertire.
Questo vuol dire che non si chiudono gli ospedali, ma si assegna una missione nuova; soprattutto, non si vogliono perdere le eccellenze che questi ospedali hanno storicamente incorporato al loro interno.
Pertanto, sul caso specifico dell'Ospedale Valdese, che è inserito all'interno di una rete metropolitana, che più di una volta è stato illustrato, chiediamo che l'ospedale sia convertito in ospedale territoriale, ma soprattutto che la sua attività di senologia, che è una sua eccellenza, venga inserita nella futura Città della Salute.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Sono stata molto attenta alla discussione di tutti questi emendamenti in particolare per quanto riguarda le tematiche che investono prevalentemente la vita e la salute delle donne. Su questo chiedevo nella replica che ci sarà un'attenzione e una risposta anche da parte dell'Assessore, in quanto, avendo seguito, in questi anni, ma anche in quelli passati, il dibattito svolto su questa materia, mi sembrava di ricordare che relativamente a questo settore, in passato, ci fosse stata la richiesta, per la pluralità degli interventi che vengono svolti nei confronti delle donne, di trattarlo all'interno delle Molinette, vale a dire di strutture estremamente più grandi. Si può comprendere che, nel momento in cui si fanno discorsi di ristrutturazione, di ridimensionamento e di riqualificazione, ci possono essere delle prese di posizione - ce n'è stata una anche questa mattina - e tutta una serie di osservazioni da parte delle strutture inserite in una fase di revisione. Però, soprattutto per quanto riguarda la salute delle donne e tutti gli interventi legati al cancro al seno, credo sia molto importante salvaguardare e continuare a valorizzare quelle strutture che realizzano moltissimi interventi.
Nell'emendamento che è stato presentato precedentemente, mi sembrava di cogliere una sorta di non coerenza. Quindi, svolgo quest'intervento per avere da parte dell'Assessore una risposta in proposito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Spagnuolo.
Emendamento rubricato n. 177) presentato dai Consiglieri Laus, Gariglio Reschigna, Taricco, Stara, Lepri, Manica, Laus, Muliere, Boeti, Cerutti: A pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164-176, le parole Ospedal|Ospedale da dismettere e |con oftalmi|Con trasferimento co |attività" sono sostituite dalle seguenti: Ospedal|Ospedale di riferimento e |per oftalmi|le patologie oculistiche co Emendamento rubricato n. 372) presentato dai Consiglieri Laus, Reschigna Dell'Utri, Stara, Negro, Cerutti: A pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164-176, sostituire le parole Ospedal|Ospedale da dismettere e |con oftalmi|Con trasferimento co |attività" con le seguenti parole Ospedal|Ospedale da riconvertire e oftalmi co Ha chiesto la parola il Consigliere Laus per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Rispetto agli emendamenti rubricati n. 177) e 372) svolgo un unico intervento.
Inizierei da una fotografia dell'attuale situazione dell'Ospedale Oftalmico. Come è noto, l'Ospedale Oftalmico di Torino è un presidio specialistico di riferimento regionale per numerose malattie dell'occhio sede della Clinica Oculistica dell'Università, cui accedono centinaia di studenti. È sede dell'unico pronto occorso oculistico esistente in Piemonte ed è il Centro regionale di riabilitazione visiva.
Nel Piano Socio Sanitario abbiamo trovato una citazione all'interno della tabella, a pagina 58 dell'Allegato A, in cui si legge che l'Oftalmico è un ospedale da dismettere, con trasferimento di attività.
Chiaramente, non potevamo fare altro che presentare un emendamento conseguente al comportamento tenuto in sede di Commissione, per una spiegazione, in quanto ci è stato detto che l'Ospedale Oftalmico sarà collocato nella Città della Salute, che, nella migliore delle ipotesi, sarà pronta nel 2019. Stiamo approvando un provvedimento che deve esplicare la sua efficacia nei prossimi tre anni, quindi riteniamo assolutamente di buonsenso la richiesta rivolta all'Assessore di sostituire quest'emendamento.
Tra l'altro, l'Oftalmico già svolge un'attività di coordinamento tra le unità operative di oculistica presenti nei vari ospedali sul territorio provinciale. Dunque, si tratta di mettere a valore quest'attività e preparare il terreno ad un'eventuale prossima trasformazione organizzativa.
Quindi, chiediamo che venga accolta la sostanza di questi due emendamenti e aspettiamo dalla Giunta, in modo particolare dall'Assessore un'indicazione su come trattare l'Ospedale Oftalmico nei prossimi tre anni.
Soprattutto, mi preoccupa se l'Assessore è interessato a disincentivare la creazione di nuove strutture che, nella programmazione futura, secondo noi risulterebbero assolutamente superflue.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Oggi non mi sono scaldato in maniera particolare rispetto alla questione dell'oftalmico, perché il progetto della Città della Salute mi sembra un progetto che "ha da venire", anche se auguro all'Assessore Monferino di essere l'Assessore che pone la prima pietra rispetto a questo progetto.
Non so se gli Ospedali monospecialistici sono destinati a scomparire, o se è giusto che non abbiano più senso. Ho lavorato trent'anni in un ospedale monospecialistico che ha reso un servizio di qualità ai cittadini ma in questo momento è stato smantellato. Quell'ospedale poteva contare su 17 posti letto solo per le protesi, adesso ne ha sei al CTO. Escludo che la performance ottenuta negli anni precedenti (400 protesi), che consiste nel maggior numero di interventi in quel settore, possa essere ripetuta nell'ospedale pubblico.
un ragionamento che non faccio perché potrebbe sembrare un conflitto di interesse, tant'è che non ne parlo in quest'Aula. Ci sono ospedali monospecialisti che hanno reso un servizio di qualità e che i cittadini hanno riconosciuto come ospedali affidabili, all'interno dei quali il rapporto, proprio perché più piccoli, è improntato all'umanità e alla serietà professionale. Ho qualche dubbio, con l'antefatto sull'Oftalmico cioè che gli ospedali monospecialisti debbano sparire.
Mi sembra che ventilare in questo Piano Socio Sanitario un'ipotesi che se va bene, si realizzerà, per chi ci sarà, nei prossimi due Piani Socio Sanitari, sia un po' un azzardo. Avrei lasciato stare: chi fra sei, sette otto o dieci anni governerà il sistema sanitario regionale, deciderà se l'oftalmico potrà continuare ad avere senso, oppure se le divisioni verranno ricollocate all'interno di ospedali di Torino che magari non hanno una divisione di oculistica.
Adesso mi sembra veramente un discorso prematuro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 378.1) presentato dai Consiglieri Vignale, Burzi Boniperti, Angeleri, Carossa, Comba, Spagnuolo, Costa Rosa Anna Formagnana, Tentoni, Cantore, Novero, Motta Massimiliano: Novero, Motta Massimiliano pag. 58 riga n. 13, II colonna sostituire la frase relativa all'Ospedale Oftalmico "ospedale da dismettere con trasferimento di attività" con la frase "Vista la sempre maggiore necessità di organizzazioni multi professionali nella gestione efficace della moderna medicina, lOftalmico è destinato ad essere inserito nell'ambito di un contesto ospedaliero dotato di tutte le attività specialistiche complementari ad oggi identificato nella futura Città della salute. Fino ad allora l'attuale attività oftalmologica continuerà ad essere ospitata nel presidio di Via Juvarra".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Verrà poi modificato, per mantenere la tabella così come prevista nel Piano, mantenendo la dizione del trasferimento dell'ospedale, però si ritiene opportuno, anche in virtù degli investimenti fatti, e pur comprendendo la necessità di mantenere un ospedale tanto importante come l'oftalmico (però assieme ad altre discipline che ne garantiscano una plurifunzionalità rispetto a molti interventi eseguiti), individuare, come recita l'emendamento, la futura Città della Salute quale luogo in cui trasferire l'attuale ospedale oftalmico.
Questo è quanto previsto, cioè individuata oggi nella futura Città della Salute il mantenimento della sede, allo stato attuale in via Juvarra.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 396) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Reschigna, Cerutti, Laus, Muliere, Taricco, Gariglio, Manica, Ronzani Negro, Cerutti: Nell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, la porzione di tabella (a pag. 58): Presidio |Istituto ex art.
Sanitario San |43 L. 833/78 Camillo è sostituita dalle seguente: Presidio |Istituto ex art.
Ospedaliero San |43 L. 833/78 Camillo L'emendamento rubricato n. 396) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 398) presentato dai Consiglieri Botta Marco Comba, Giovine, Botta Franco Maria, Lupi, Costa Rosa Anna, Pedrale Formagnana:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 398) si ricollega all'emendamento 398.1) e all'impostazione della rete ospedaliera per l'area di Torino Nord e poi di Torino Ovest, quindi la collocazione dell'ospedale Mauriziano con le due opzioni emerse prima nel dibattito in Commissione e successivamente in Aula, cioè se collegare il Mauriziano al San Luigi di Orbassano oppure al San Giovanni Bosco.
Durante queste settimane di riflessione e di discussione sono emersi da un punto di vista tecnico e politico-sanitario, argomenti a favore sia di una soluzione sia dell'altra. Sono stati valutati i flussi dei pazienti la cosiddetta territorialità - e una sinergia che poteva esserci con un'azienda universitaria, nel caso il Mauriziano fosse andato con Orbassano, l'effettiva contiguità di Orbassano con la città di Torino, non più una vera e propria città esterna alla cintura di Torino, ma parte integrante della periferia del capoluogo piemontese.
Alla luce delle sinergie scientifiche e sanitarie, che sia in un caso che nell'altro potevano essere positive (sia nel caso che il Mauriziano fosse collegato con il San Giovanni Bosco, sia che fosse collegato con il San Luigi di Orbassano), alla fine, dopo una discussione approfondita con contributi significativi della maggioranza e della minoranza, abbiamo valutato, all'interno del nostro Gruppo, di demandare alla Giunta la scelta definitiva, da un punto di vista tecnico e politico, di quale fosse la più opportuna.
Questi due emendamenti collegati li abbiamo illustrati, ma in fase di votazione li ritireremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 172) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Pentenero, Stara, Gariglio, Lepri, Taricco, Manica, Laus, Cerutti: Nella tabella a pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, le parole: Ospedale Amedeo |Ospedale da di Savoia |dismettere con trasferimento attività sono sostituite dalle seguenti: Ospedale Amedeo |Ospedale di di Savoia |riferimento per le malattie infettive Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Mi auguro che quest'emendamento sia accettato dal Governo regionale.
Pensare che si possa, rispetto ad un ospedale come l'Amedeo di Savoia vale per tutti gli ospedali, ma questo in maniera particolare per la delicatezza degli argomenti di cui tratta: ricordo che ci sono 4.000 pazienti ambulatoriali che vengono curati per un percorso terapeutico rispetto all'AIDS - scrivere sul Piano Socio Sanitario che è ospedale "la cui attività deve essere trasferita", senza avere in questo momento un'idea di dove trasferire l'attività, per noi è un errore. È un errore perch preoccupa tutti i pazienti che si rivolgono a quell'ospedale; è un errore perché mette in ansia e in agitazione i medici che si sentono sul piede di partenza senza sapere la destinazione finale; è un errore sotto ogni profilo.
stato fatta qualche ipotesi di trasferimento (anche questo un errore che poi però è stato ripreso: mi riferisco all'ospedale di Settimo), ma non è necessario, Assessore Monferino, che il Piano Socio Sanitario scriva questo rispetto all'Amedeo di Savoia, perché quando poi l'Assessorato, lei stesso, il Presidente Cota, la maggioranza e la Commissione consiliare cercheranno di capire qual è il luogo in cui questo ospedale dovrà trovare la sua sistemazione definitiva, il percorso potrà essere agevolato indipendentemente dal fatto di scrivere sul Piano Socio Sanitario che è un ospedale che deve essere destinato chissà dove, perché questo dice il Piano Socio Sanitario.
Anche qui, sommessamente, diamo un suggerimento per evitare che continui la raccolta firme all'Amedeo di Savoia, che i pazienti in quell'ospedale si mettano in agitazione, che inizino le manifestazioni davanti a quell'Ospedale, oppure le fiaccolate notturne.
Eliminiamo quest'emendamento, stabiliamo che l'Ospedale Amedeo di Savoia, così come il nostro emendamento prevede, è un ospedale che si occupa di malattie infettive e, all'interno della Commissione. con i medici dell'Amedeo di Savoia e con le organizzazioni sindacali, lei cercherà di capire qual è il posto e il luogo nel quale questo ospedale deve trovare la sua collocazione.
Noi un'idea ce l'avremmo. Se, quando sarà il momento della discussone vorrà discutere di questo...
Lei, Assessore Monferino, non deve essere solo l'Assessore che mette a posto i conti, ma deve essere anche - lo dico nel suo interesse perché uomo per la quale ho stima - anche l'Assessore che ha una prospettiva rispetto a qualche pezzo di sistema sanitario regionale.
Non può essere soltanto una questione economica. Su questo, se vuole siamo disponibili a confrontarci.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 279) presentato dalla Consigliera Artesio: al testo unificato delle deliberazioni n. 174 e n. 176 "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale" 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A) pag. 58, paragrafo 5.3.6, "la rete ospedaliera programmata" Tabella "Area Torino Nord" Ospedale Amedeo di Savoia Si sostituisce "ospedale da dismettere con trasferimento attività" con "ospedale monospecialistico, complementare al Maria Vittoria" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Anche il mio emendamento interviene sulla tabella per la parte che si riferisce all'Amedeo di Savoia.
Il mio emendamento propone di descrivere, se vuole mantenere questo riferimento la situazione per com'è ora: ospedale monospecialistico complementare al Maria Vittoria.
Farei quest'osservazione. Purtroppo sentiamo dire molto spesso che, per i presidi di cui è riscritta riconversione, non esiste ancora alcun'ipotesi definita o definitiva sui filoni della riconversione. Anche nel corso dell'audizione con i lavoratori dell'Amedeo di Savoia e con le associazioni di tutela dei malati, abbiamo ricevuto una risposta abbastanza analoga. Non vogliamo sottrarre opportunità ai servizi, ma vogliamo riallinearli all'esigenza della contemporaneità. Esigenze che vedono una diversa manifestazione delle malattie infettive e incidenze che vedono come le tipologie delle cure si sono evolute nel tempo; fortunatamente per la salute dei pazienti, molti degli interventi prima ospedalieri, ora possono essere residenziali, domiciliari e ambulatoriali.
Proprio perché bisogna ripensare, troviamo prematuro anteporre il carro ai buoi e decidere già che dovrà essere dismesso, quindi le questioni sono due: o stiamo parlando del contenitore, e allora non lo scriviamo nella rete ospedaliera, quindi ci venga presentato un progetto edilizio di alternativa sull'impiego dei fondi destinati per questo presidio, oppure stiamo parlando di un progetto assistenziale.
Allora ci venga presentato un progetto nel quale si dice se l'ospedale monospecialistico, come è ora, è significativo e quali supporti ha con un ospedale generale. Certo non poteva essere sensata l'ipotesi di Hopital du Piemont. Ci venga presentata un'ipotesi con la quale si fa funzionare un monospecialistico in relazione con un ospedale generale, oppure si dica che non si ritenga più ragionevole un monospecialistico sull'infettivologia, ma si ritiene di dover attivare numerosi servizi in rete nella città. Nulla di ciò è stato detto, ci viene solo detto che l'Amedeo di Savoia è da trasferire.
Credo che sia davvero inopportuno e prematuro questo riferimento, che meriti una migliore capacità di analisi e che, quindi, questo passaggio debba essere abrogato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 367) presentato dai Consiglieri Cerutti e Stara: Alla pagina tabella di pag. 58 del capo 5.3.6 La rete ospedaliera programmata relativamente a Ospedale Amedeo di Savoia si propone di mutare "Ospedale da dismettere con trasferimento attività" con "Ospedale da riconvertire" La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Anche noi abbiamo presentato un emendamento sull'Amedeo di Savoia con le stesse finalità dei colleghi.
Ricordo che proprio martedì scorso abbiamo ricevuto le RSU dell'Ospedale, che hanno raccolto parecchie firme, ma non è solo quello che ci ha spinto a chiedere che non si proceda ad un suo smantellamento, ma il fatto che, in realtà, questo è un altro dei presidi che pensiamo debba essere salvaguardato.
Abbiamo sentito, già in quella sede, le considerazioni da parte dell'Assessore Monferino, che ha riferito di non avere interesse rispetto alla struttura, ma di avere interesse rispetto ai servizi offerti, quindi anche alle specialità in quella struttura. Pensiamo che, in questo momento proprio perché non sembra esserci un progetto alternativo - eravamo a conoscenza dell'idea di un trasferimento a Settimo, che sembra essere decaduta - debba essere salvaguardata sia la struttura, sia ciò che rappresenta quella struttura, soprattutto per la tipologia di malati che trovano una risposta presso quel presidio, una tipologia particolare che ha fatto sì che l'Amedeo di Savoia sia divenuto punto di riferimento non solo per la città e per il Piemonte.
In questa direzione, crediamo vada salvaguardato, sia pure in quella che può essere una discussione complessiva, e che quindi sia prematuro come ha detto la Consigliera Artesio, un suo smantellamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 118) presentato dai Consiglieri Lepri, Goffi Reschigna, Negro, Boeti, Stara, Pentenero, Taricco, Manica, Muliere, Laus Cerutti: Nella tabella a pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, le parole: Ospedale di |ospedale da Lanzo |riconvertire sono sostituite dalle seguenti: Ospedale di |ospedale del Lanzo |territorio La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

L'emendamento non ha bisogno di molti commenti, avendo ascoltato molti dei nostri colleghi e l'opinione di Sindaci della Valle di Lanzo. Esiste un analogo emendamento presentato dalla Consigliera Artesio che avevo firmato in prima fase. L'emendamento punta ad attribuire all'Ospedale di Lanzo la configurazione di ospedale di territorio, escludendo che venga classificato come ospedale da riconvertire.
Oggi abbiamo ascoltato l'Assessore, che ha dato qualche rassicurazione ai Sindaci e ai Consiglieri. Lui sa qual è l'opinione certamente unitaria delle minoranze, non so quale sia la posizione del Movimento 5 Stelle, ma gli altri partiti si sono espressi in modo molto netto su questo punto. Non ci sembra emergano ragioni particolari per retrocedere di due serie l'Ospedale di Lanzo che oggi, a tutti gli effetti, è un ospedale assimilabile ad un ospedale cardine; può ragionevolmente diventare un ospedale territoriale, di intesa e a complemento con l'Ospedale di Ciriè così come in altre valli assistiamo al medesimo gemellaggio. Susa viene riconosciuto come ospedale territoriale avendo Rivoli come ospedale cardine, Ivrea viene riconosciuto ospedale cardine, avendo Cuorgnè il ruolo di ospedale territoriale.
Per le ragioni che in altre sedi abbiamo spiegato, e che qui non ho tempo di illustrare, ci sono molti elementi per ritenere che non sia ragionevole paragonare, per completare il confronto, l'Ospedale di Lanzo con ospedali minori, naturalmente anch'essi importanti, ma con un ruolo ben preciso, come possono essere Pomaretto o Castellamonte che, certamente anche tenendo conto degli altri ruoli (Pinerolo e Cuorgnè), per quanto riguarda Castellamonte, non possono certo anch'essi assurgere al ruolo di ospedali di territorio.
Quindi, è ragionevole - questa è la mia modesta opinione - che in quei casi si proceda ad una rivisitazione del loro ruolo. Mantenere Lanzo come ospedale di territorio ha un senso, soprattutto in riferimento all'esigenza di garantire un'attività di medicina generale in un luogo a bassa densità abitativa e ad evidenti caratteri di montanità con tutti i problemi di spostamento che queste caratteristiche comportano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sono fiducioso sull'accoglimento di quest'emendamento. D'altra parte l'Assessore Monferino oggi ha dichiarato durante l'audizione che l'ospedale di Lanzo non diventerà una RSA che mantiene l'impegno dell'acquisto della nuova TAC.
Tutti questi mi sembrano segnali tesi all'accoglimento del nostro emendamento, altrimenti non riesco a capire la coerenza tra queste dichiarazioni e questa classificazione di ospedale.
Sono oltremodo fiducioso, perché devo dire che i Sindaci della Valle di Lanzo stamattina sono riusciti in un'impresa unica, sotto tutti i profili.
Noi eravamo abituati che, negli ultimi tempi, le audizioni chieste da organizzazioni sindacali o da consorzi dei servizi sociali avevano una limitatissima partecipazione da parte degli esponenti della maggioranza.
Oggi, oltre alla doverosa, ma sempre apprezzata presenza dell'Assessore Monferino, c'era l'Assessore Porchietto, che sosteneva i Sindaci della Valle di Lanzo. C'erano molti Consiglieri del PdL e della Lega Nord c'erano i Gruppi di opposizione.
Di fronte ad uno scenario di questo tipo, sarebbe una presa in giro nei confronti dei Sindaci della Valle di Lanzo una determinazione diversa da parte, non dico dell'Assessore, ma del Consiglio regionale.
Credo e spero che quest'emendamento sia votato a stragrande maggioranza dei componenti del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Credo che sia utile che ognuno di noi affermi il proprio pensiero in merito all'Ospedale di Lanzo, indicato come ospedale da riconvertire.
L'ospedale si trova in una zona montana e, in base ai numeri analizzati, ci si chiede come gli ospedali del territorio cui i cittadini dovrebbero fare riferimento possano sopperire a numeri così importanti quali quelli che oggi continua ad offrire l'ospedale di Lanzo.
Si parlava prima del reparto di medicina; secondo i numeri attuali, se tutti i cittadini facessero riferimento all'Ospedale di Ciriè, vorrebbe dire che l'Ospedale di Ciriè non riuscirebbe nemmeno a garantire gli interventi che sono necessari al proprio territorio.
Come diceva prima il nostro Capogruppo, oggi all'incontro con i Sindaci, che erano presenti in aula per testimoniare ancora una volta una richiesta precisa e chiara all'Assessore, molti sono i Consiglieri e gli Assessori che si sono presentati.
Crediamo che nel momento in cui ci si presenti ad un incontro, questo voglia testimoniare il fatto che si attende una parola ed un giudizio di conferma rispetto a quanto si è posto da parte della Giunta e dell'Assessore.
Come per molti altri elementi - lo dicevamo prima per il Valdese e per l'Oftalmico - sicuramente ognuna di queste rappresenta una situazione diversa. Non c'è un'omologazione, ma c'è una valutazione di merito. Quindi ci auguriamo che questo merito venga tenuto in considerazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Voglio dire all'Assessore Monferino che nella specialità che deve avere un ospedale territoriale c'è la medicina, la lungodegenza e la riabilitazione.
Non è previsto che ci siano la chirurgia, né esami diagnostici impegnativi; nemmeno il day-hospital è previsto nell'ospedale territoriale.
Se le cose stanno così, lei oggi ha detto: "Non vogliamo chiudere l'ospedale di Lanzo, ma vogliamo fargli fare delle cose. Può darsi la medicina". Credo che lei condivida il ragionamento che ha fatto il sindaco di Ciriè. Se il problema è la deospedalizzazione e la post-acuzie, ad un ospedale come quello di Ciriè, che ha un pronto soccorso piuttosto frequentato e che ha bisogno quindi di liberare i posti letto per acuti, se togliamo anche i 40 posti letto della medicina dell'Ospedale di Lanzo diventa un problema per l'Ospedale di Ciriè e le liste di attesa, in pronto soccorso per il ricovero di un paziente, aumentano.
Se le cose stanno così, e lei ha aggiunto anche che potrebbe esserci spazio per un'attività di day-hospital (ha detto "compreremo probabilmente la TAC"), tutto questo è anche di più rispetto ad un ospedale territoriale.
E allora perché vuole mettere "ospedale da riconvertire"? Non solo; la Lega, e lo dico perché lei lo sappia, ha affisso manifesti in quel territorio - e giustamente, perché ognuno fa la sua parte politica in cui è scritto: "L'ospedale di Lanzo è salvo grazie alla Lega".
Ma se loro scrivono che l'Ospedale di Lanzo è salvo e lei, Assessore scrive che è un ospedale da riconvertire, c'è qualcosa che non funziona all'interno della maggioranza.
Quindi, l'invito che le faccio, anche per la sua maggioranza e per il suo quiete vivere, è che forse dovrebbe tenere conto del nostro emendamento, considerato che lei vuole lasciare più di quanto un ospedale territoriale ha. E così facciamo fare bella figura alla Lega, visto che adesso sta facendo una brutta figura, se lei lascia "ospedale da riconvertire". Se lei lascia "ospedale da riconvertire", la Lega sarà costretta a staccare i manifesti, e anche rapidamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Novero in qualità di Consigliere, per fatto personale; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Il manifesto incriminato l'ho scritto io! C'era stato un altro partito secondo me in modo poco serio - che aveva fatto dei manifesti a lutto e aveva scritto: "L'Ospedale di Lanzo è morto".
Il mio manifesto diceva: "Chi festeggiava già la morte dell'Ospedale di Lanzo, si ricreda e si fermi! L'ospedale di Lanzo non chiude".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Visto che ho firmato quest'emendamento, mi sento coinvolto.
Stamattina erano tanti i Sindaci in Consiglio a manifestare per l'Ospedale di Lanzo, ospedale da riconvertire, e qui si chiede "ospedale del territorio".
Ho apprezzato l'intervento del collega Reschigna, Capogruppo del PD che condivido, ma aggiungo di più: l'Assessore Monferino troverà una via seria, compatta e unita che darà più servizi rispetto a quelli forniti dall'ospedale attuale.
Di questo sono certo.
Sicuramente non ce lo passerà come "ospedale di territorio", metterà un altro nome e cambierà qualcosetta, ma sono convinto che l'Assessore troverà una soluzione: ne sono certo.
La Regione darà più servizi ai Sindaci e ai cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
Emendamento rubricato n. 280) presentato dai Consiglieri Artesio, Goffi Stara, Cerutti: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata" Tabella "area Torino nord" - Ospedale di Lanzo Si sostituisce: "ospedale da riconvertire " con "ospedale di territorio" L'emendamento rubricato n. 280), presentato dalla Consigliera Artesio, è uguale all'emendamento rubricato n. 118) del collega Lepri. Saranno quindi votati insieme.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Dato che l'Ospedale di Lanzo gode di buona salute e non abbiamo bisogno di rianimarlo (casomai semplicemente di mantenerlo in questa buona condizione), e poiché credo che invece l'Assessore abbia bisogno del nostro conforto per modificare quanto è arrivato come tabella allegata con il Piano Socio Sanitario, insisto con quest'emendamento perché l'ospedale di Lanzo, anziché essere definito come "ospedale da riconvertire", venga definito come "ospedale di territorio".
E lo faccio non sulla base di una valutazione soggettiva, ma sulla base di una coerenza tra la pagina 58, in cui compare la tabella, e la pagina 54, in cui compaiono le specialità tipiche dell'ospedale di prossimità, in quanto l'Ospedale di Lanzo oggi ha esattamente le funzioni di un ospedale di prossimità. In più, l'Ospedale di Lanzo non risponde esclusivamente ad una domanda legata al bacino di stretta prossimità, ma come ci è stato spiegato dalla Conferenza dei Sindaci in sedi pubbliche e ribadito oggi nell'audizione, svolge esattamente quella famosa funzione di rete sulla quale pare ruotare tutto questo Piano Socio Sanitario. Perché offre una funzione di decongestione, in modo particolare per le specialità legate alla medicina e alla lungodegenza dell'ospedali di Ciriè, il cui dato di saturazione in termini di servizi di emergenza/urgenza e poi di ricovero in reparto, è a tutti noto.
Quindi io credo che noi non dovremmo commettere degli errori nell'adottare, per superficialità, una denominazione che non si confà a quello che è oggi il presidio ospedaliero di Lanzo, ma assegnargli esattamente le attribuzioni che derivano dalle funzioni svolte attualmente e quindi l'attribuzione di 'ospedale di territorio'.
Penso che successive ipotesi di ridimensionamento o di rinovellate forme di organizzazione che si possano pensare - ho sentito parlare della possibilità di articolare l'attività su cinque giorni (per la verità io non l'avevo mai sentito immaginare l'organizzazione della medicina su cinque giorni), che non sono documentate né comprovate e che tendono a suscitare soltanto un quadro di insicurezza, non sono argomenti che ci possano convincere di conferire al presidio di Lanzo una funzione di riconversione anziché quella oggi riconosciuta di territorio.
Per cui, mi associo ai colleghi del Partito Democratico e dell'Unione di Centro (o, meglio, mi prendo il merito che si siano associati alla mia proposta di emendamento) e chiedo che quest'emendamento ricollochi Lanzo come 'ospedale di territorio'.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Anch'io ho sottoscritto gli emendamenti dei colleghi. Abbiamo già avuto modo di confrontarci più volte con l'Assessore su questo ospedale. Oggi abbiamo la certezza (registrata, peraltro, con una nota Ansa), che l'ospedale di Lanzo, a detta dell'Assessore Monferino, non chiuda. Però, a questo punto, crediamo sia opportuno mantenerlo come ospedale di territorio, così come ha detto la collega.
stato detto che verranno comprati dei macchinari, in particolare la TAC, quindi ci saranno dei servizi che renderanno questa struttura un riferimento per il territorio. È stata altresì riconosciuta dalla Giunta la questione della morfologia di quel territorio. Per cui, se la considerazione è quella di una logica di sinergia fra le strutture vicine è una logica che fa sì che questa struttura comunque rimanga ospedale di territorio.
Non sto, quindi, a ripetere le altre considerazioni, ma credo che sia giusto, come Gruppi dell'opposizione, dare un'indicazione unanime, che è anche quella degli Amministratori del territorio, indipendentemente dal colore politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Intervengo solo per unirmi alle considerazioni del collega Lepri e della collega Artesio sull'ospedale di Lanzo. Ci uniamo in questa sollecitazione corale e mi ha fatto piacere sentire l'Assessore questa mattina smentire con chiarezza un'ipotesi di chiusura dell'ospedale. Questa è certamente una rassicurazione che ci fa ben sperare per il futuro, anche se abbiamo l'incertezza di questa dicitura "da convertire", che francamente vuol dire tutto e vuol dire nulla.
Chiedo semplicemente di tenere in considerazione anche la morfologia di quel territorio montano, che rende difficilmente accessibili i servizi specie alle persone anziane. In questo momento va tenuto conto della povertà del territorio e della difficoltà del raggiungimento anche delle diverse strutture.
La TAC è sicuramente un elemento importante che abbiamo apprezzato, e una medicalizzata sarebbe altrettanto importante. Trasformare questa struttura in lungodegenza o in una struttura che perde le sue qualità di servizi essenziali ospedalieri sul territorio sarebbe un grave danno non solo per il servizio sanitario, ma anche per le ripercussioni sulle popolazioni che vivono in quel territorio.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 398.1) Presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Giovine, Costa Rosa Anna, Pedrale, Lupi, Formagnana, Botta Franco Maria:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 398.1) è ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 392) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Laus, Goffi, Reschigna, Muliere, Negro, Gariglio, Motta Massimiliano Ronzani, Manica, Cerutti:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Scusatemi, ma approfitto del tempo per l'illustrazione di quest'emendamento per tornare sulla questione precedente, che vorrei che trattassimo seriamente. Perché se la mettiamo sul ridere, posso dire che sono preoccupato anche se siamo nella settimana santa, perché c'è il venerdì di passione prima della Pasqua di risurrezione, a meno che, per essere tranquilli sull'ospedale di Lanzo, non si voglia spostare il tutto a dopo domenica.
Sul metodo della questione vorrei che fossimo molto chiari: oggi ci si assume una responsabilità.
Se viene accolto l'emendamento che abbiamo presentato noi, insieme alla collega Artesio, Goffi, Cerutti e da una buona parte dei Gruppi di opposizione, c'è un futuro, all'interno di una struttura ospedaliera, per l'attuale Ospedale di Lanzo, sia pure ridimensionato rispetto all'attuale (c'è comunque un futuro).
Se invece non viene accolto l'emendamento, noi non confidiamo sulla capacità di inventiva dell'Assessore Monferino! Perché quando si scrive "ospedale da riconvertire" basta leggersi alcune pagine del Piano Socio Sanitario per capire cosa vuol dire. "Ospedale da riconvertire" significa RSA o poliambulatorio, o una struttura riabilitativa.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

O le due cose insieme.



RESCHIGNA Aldo

O le due cose insieme, ma non è un ospedale di territorio sotto questo aspetto.
Siccome le cose hanno un senso non solo per come le si raccontano, ma anche per come vengono assunte in quest'Aula, mi sembra doveroso ribadire un concetto: noi siamo convinti dell'opportunità di classificare l'ospedale di Lanzo come ospedale di territorio, che è già una declassificazione rispetto alla situazione attuale; siamo convinti che le cose che ha detto l'Assessore Monferino, rispetto agli impegni sull'acquisto della TAC debbano portare in questa direzione; non siamo convinti che un ospedale di territorio sia una RSA o un Centro di Riabilitazione.
Peraltro, richiamo l'attenzione su un emendamento che è stato illustrato questo pomeriggio dalla collega Artesio: il problema dei posti letto di riabilitazione è il problema, probabilmente, dello squilibrio del rapporto tra presenza pubblica e privata, non è il problema dell'insufficienza.
Mi preoccupo quando sento parlare di destinare delle strutture ospedaliere a strutture di tipo riabilitativo, perché, probabilmente, i riferimenti cui voi siete costretti, anche quelli del Piano di rientro, non porteranno all'attuazione concreta di questo tipo di scenari (siamo anche un po' fuori, rispetto al numero dei posti letto di riabilitazione).
Lo dico, perché questo rischia di essere (tra virgolette, senza offese personali, sia chiaro, non è mai mio intendimento) una sorta di "presa in giro" rispetto ad una prospettiva che non è una prospettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

L'emendamento precisa in altro modo, nella tabella del testo unificato che rappresenta la classificazione degli ospedali, la collocazione di una parte dell'ASL TO1, per quanto riguarda le Circoscrizioni 1, 2 e 3 all'interno dell'Area Torino Ovest. Pertanto, non è altro che la conferma in altro luogo, dell'emendamento che prima abbiamo illustrato.
Colgo l'occasione per dire All'Assessore Monferino - che peraltro è distratto dal collega Motta, quindi aspetto che l'Assessore mi ascolti che in effetti questa sua, chiamiamola ostinazione (naturalmente penso lo faccia convintamene, rispetto alla sua volontà di perseguire il bene comune; questo non lo metto in discussione), rappresenta un'eccessiva rigidità nella sua valutazione.
Infatti, se prendiamo - come ha già fatto la collega Artesio - l'elenco delle specialità che sono tipiche di un ospedale territoriale e mettiamo insieme le caratteristiche dell'attuale ospedale di Lanzo con quanto lei ha assicurato dovrà esserci, vediamo che non ci sono molte differenze tra la classificazione delle specialità da attribuire ad un ospedale territoriale e ciò che oggi c'è e dovrebbe esserci grazie alle rassicurazioni che lei all'ora di pranzo, ha voluto consegnarci.
Pertanto, non capiamo davvero la sua ostinazione su una questione che appare, a questo punto, più di nome che di fatto e che, se venisse considerata, aprirebbe non solo il cuore, ma anche la speranza a tanti amministratori e cittadini che vedono, in una decisione nominalistica, la speranza sparire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Anch'io ritengo opportuno, relativamente all'Ospedale di Lanzo, che l'Assessore accolga l'emendamento, perché - l'ho già detto prima - nelle sue parole c'è più di quanto non sia attribuito dalla scheda ad un ospedale territoriale.
Non voglio farne una questione personale con il collega Novero, poich il rapporto che ho con il collega è superiore rispetto a tali questioni però - collega Novero - cosa vuol dire che l'ospedale non chiude? Immagino che non chiuda, ma non è mica una questione di portineria! Una questione che riguarda un ospedale è questione di quello che c'è dentro quell'ospedale! Io mi auguro che non chiuda e che continui a svolgere i servizi che finora ha svolto.
Non si vuole più che siano quelli che sono stati svolti fino a questo momento? Li si vuole modificare? Si può aprire una trattativa con i Sindaci, per esempio, e con le Autonomie locali del territorio.
Questo è un percorso che può essere avviato, ma lo si avvia soltanto se resta la dizione "ospedale di territorio". Se, invece, viene trasformato in ospedale da riconvertire, certo che può restare aperto, ma non è più l'ospedale che finora ha svolto e garantito quei servizi.
Peraltro, un termine che abbiamo sentito frequentemente è "zona disagiata", e allora si giustificherebbe ancora di più l'approvazione dell'emendamento da parte del Governo regionale.
Ritengo che si possano assumere delle decisioni, anzi penso che chi governa si debba assumere la responsabilità delle scelte. Se resta questa dizione e non viene approvata, credo che non ci saranno manifesti da appendere, perché poi non saranno più credibili quei manifesti! Se l'ospedale resta aperto offrendo meno servizi rispetto a quello che è previsto per un ospedale di territorio, effettivamente vuol dire la chiusura dell'ospedale. Poi, può darsi che in un secondo momento l'Assessore recuperi, però non capisco per quale ragione non si accetti l'emendamento, lasciando aperta la porta per una discussione ed un confronto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 281) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara e Cerutti: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata" Tabella "area Torino ovest" Ospedale di Venaria Si sostituisce: "ospedale da riconvertire " con "ospedale di territorio" La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'Assessore ha sicuramente compreso che, da questa parte, con grande convinzione, abbiamo sostenuto la necessità di mantenere, per l'ospedale di Lanzo, la qualifica di ospedale di territorio. Siamo intervenuti motivatamente anche su due Presidi di Torino.
L'emendamento del quale ci occupiamo ora, che segue l'elenco della deliberazione, è relativo all'ospedale di Venaria.
Vede, Assessore: personalmente, per dare corso ad un indirizzo del precedente Piano Socio Sanitario che classificava quel Presidio come "ospedale di distretto", e avendo quindi cercato di configurare le attività in essere e quelle future in maniera compatibile con il nuovo investimento sulla logica di un ospedale di distretto, sono incorsa in vivaci rapporti con il territorio (ed uso un eufemismo).
Pertanto, comprendo bene quali sono le relazioni alle quali si va incontro quando, in quel caso, si sommano tantissime ambiguità e sovrapposizioni.
Ho presentato quest'emendamento soprattutto per chiederle sull'ospedale di Venaria, la continuità delle posizioni della Giunta regionale.
Ho qui un comunicato stampa congiunto, fatto dalla Regione, dall'ASL e dalla Città di Venaria Reale, in cui si scrive: "Nella programmazione l'ospedale di Venaria, le procedure per realizzare il nuovo Presidio articolato su due lotti, seguiranno il cronoprogramma previsto. Attualmente è in corso l'appalto delle opere", tant'è che l'appalto scadeva il 31 marzo.
Non le sto chiedendole le ragioni per le quali lei ritiene che l'ospedale di Venaria sia da riconvertire, le sto chiedendo la coerenza tra gli atti della sua Amministrazione e questa tabella, perché bisogna capirci: se sono stati aggiudicati i primi lotti dei lavori, allora dovrà essere detto - come immagino verrà detto - che quello è il lotto per l'attività ambulatoriale e, a seguire, il secondo viene messo in discussione. Se non è così, e vuole proseguire nelle rassicurazioni che la Regione ha dato a quel territorio, allora non può esserci scritto "da riconvertire".
un po' kafkiana la recita che stiamo facendo, perché quello che è certo, che funziona (l'ospedale di Lanzo), lo si mette da riconvertire alla stregua di un Presidio del quale si sta realizzando un nuovo edificio.
Direi che siamo un po' immersi nella confusione. Laddove ci fosse interesse a ragionare su questo presidio, forse i dati che l'ARESS diffonde dovrebbero diventare patrimonio più collettivo per poterci ragionare insieme.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 282) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara e Cerutti: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata" Tabella "area Torino ovest" Ospedale di Avigliana Si sostituisce: "ospedale da riconvertire " con "ospedale di territorio" L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 283) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata" Tabella "area Torino ovest" Ospedale di Pomaretto Si sostituisce: "ospedale da riconvertire " con "ospedale di territorio" Emendamento rubricato n. 284) presentato dai Consiglieri Artesio, Stara: pag. 58, Paragrafo 5.3.6 "La rete ospedaliera programmata Tabella "area Torino ovest" Ospedale di Torre Pellice Si sostituisce: "ospedale da riconvertire " con "ospedale di territorio" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti rubricati n. 283) e 284).



ARTESIO Eleonora

Do per illustrato l'emendamento n. 282) e illustro congiuntamente gli emendamenti n. 283) e n. 284) presentati, più che per fare riferimento ai presidi specifici oggetto degli emendamenti, per avere l'opportunità di tornare sulla questione dell'Ospedale Valdese; e di tornarci non più tanto sul tema delle funzioni - che spero di aver illustrato sufficientemente quanto per un aspetto giuridico che dovrebbe interessare, prima di me proprio l'estensore del Piano Socio Sanitario.
Continuo a dire che si sta procedendo con delibera, in maniera contraddittoria con quanto previsto dalla legge regionale n. 11 del 2004.
Quella legge regionale, che estingueva la gestione valdese degli Ospedali e che trasferiva gli stessi nella rete ospedaliera regionale - peraltro con un onere a carico della Regione di 40 milioni e la cessione del patrimonio diceva in alcuni articoli, particolarmente gli articoli 1 e 5, alcune cose ben puntuali che vi vorrei leggere.
L'articolo 1 diceva che "garantisce il mantenimento dei livelli delle prestazioni"; l'articolo 5 diceva che "ai fini di conservare la specificità e l'identità valdese, ogni programmazione di quei presidi deve essere frutto di un coinvolgimento della Tavola Valdese". La clausola valutativa prevista a un anno di distanza da quella legge - posseggo una memoria precisa di come la Regione ha poi esercitato quella clausola valutativa che ha dimostrato la sostenibilità economica del presidio e ha deliberato sulle originarie forme organizzative (quelle dei Service) - era stata condivisa esattamente con la Tavola Valdese.
Ora, noi passiamo ad una funzione che vuole essere diversa senza il passaggio previsto dall'articolo 5 della legge regionale. Questo è dunque un intervento "di servizio", perché riguarda la salvaguardia della regolarità delle nostre procedure.
Suggerirei quindi una particolare attenzione su questo problema.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 397) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Laus, Cerutti, Reschigna, Taricco, Muliere, Gariglio, Manica, Ronzani Negro, Cerutti:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Si tratta semplicemente di una questione nominalistica, perché c'è certamente un errore nella dicitura relativa all'Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo, che va esposto con la dizione con cui è stata costituita la relativa Fondazione. L'emendamento, quindi, sostituisce l'attuale definizione con quella corretta, cioè "Fondazione per l'Oncologia di Candiolo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo su quest'emendamento, già adeguatamente illustrato dal collega Lepri, perché già con l'intervento che avevo fatto sull'emendamento del nostro Gruppo riguardante l'Ospedale Valdese - ma il tema è stato ripreso dalla Consigliera Artesio nel suo intervento di poc'anzi - si apre una questione che chiedo all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale di valutare in modo adeguato.
La questione è questa: può uno strumento di programmazione andare sostanzialmente ad annullare una previsione legislativa, senza che la legge che è stata votata la settimana scorsa abbia cancellato la legge regionale cui faceva riferimento poco fa la collega Artesio, in merito all'accordo intervenuto con la Tavola valdese sugli Ospedali Valdesi? Inviterei ad affrontare il problema in modo adeguato. L'avevo già evidenziato nel mio intervento poc'anzi e devo riconoscere che la collega Artesio l'ha ripreso in modo assolutamente preciso e corretto. A questo punto pongo la questione per come va affrontata.
La Giunta regionale aveva in mano uno strumento, che era quello di inserire all'interno della legge che è stata approvata la settimana scorsa un'eventuale abrogazione della legge regionale esistente; non l'ha fatto pur in presenza sostanziale di una serie di emendamenti che rappresentavano questo tema e anche di una corrispondenza...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, ma il Consigliere Reschigna sta ponendo al Presidente e all'Ufficio di Presidenza un quesito che vorrei ascoltare.
Continui, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Dicevo che si era verificata anche una corrispondenza, in tal senso, da parte della Tavola Valdese.
Oggi ci troveremmo sostanzialmente di fronte ad una significativa riclassificazione degli Ospedali ex Valdesi e questo nel non rispetto della legge attuale, che non è stata abrogata.



PRESIDENTE

del tutto evidente che una proposta di deliberazione - e, quando votata, una deliberazione - non può in alcun modo intervenire a modificare una legge vigente, perché per modificare una legge è assolutamente necessaria una legge; tant'è che nel corso di questa legislatura, con il nuovo strumento della Commissione in sede legislativa, siamo sempre intervenuti a modificare delle leggi con un'altra legge, ancorché varata in sede di Commissione legislativa; così come spesso, per esempio, alcuni articoli della legge finanziaria vanno a modificare delle leggi della Regione.
Mi riservo quindi - e mi scuso per averla seguita parzialmente - di approfondire la questione. In termini più generali però - visto che l'ho ascoltata con molta attenzione - le confermo già che una delibera non pu modificare una legge: questo è del tutto evidente ed è alla base della nostra tecnica legislativa e della nostra esperienza.
Emendamento rubricato n. 394) presentato dai Consiglieri Taricco, Boeti Reschigna, Lepri, Muliere, Laus, Gariglio, Manica, Ronzani, Negro, Cerutti:



(vedi emendamento allegato)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Visto che oggi le due ASL della provincia di Cuneo si chiamano "Cuneo 1" e "Cuneo 2", l'emendamento chiede che vengano chiamate una "Cuneo" e l'altra "Langhe e Roero". La proposta è molto semplice e, richiamando solo un criterio di identificazione territoriale, è più di forma che di sostanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Volevo sottolineare la nota di romanticismo che caratterizza quest'emendamento del Consigliere Taricco, perché "Cuneo 1" e "Cuneo 2" è proprio brutto, effettivamente, invece Langhe e Roero mi pare che possa meglio rispondere al bisogno che ha quel territorio di avere una dimensione internazionale, di più rispetto a quelle che ha in questo momento.
Peraltro, ho imparato che i cuneesi tra di loro sono sempre d'accordo sono sicuro che su quest'emendamento c'è anche il consenso del Consigliere Negro e l'Assessore penso che troverà la maniera migliore per soddisfare questa esigenza.



PRESIDENTE

Collega Negro, non vorrà mica opporsi? La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Per carità. Essendo un roerino, mi sento coinvolto e mi va bene.
Pero, siamo nel 2012; non mi sento di dividere la provincia. Per me la provincia Granda deve rimanere tale.
Andiamo in Europa e vogliamo dividerci tra di noi? Allora aggiungiamo Langhe e Roero come Patrimonio dell'UNESCO, perché sto lottando per questo.



PRESIDENTE

Quindi vuole subemendare l'emendamento? Sono necessarie tre firme.



NEGRO Giovanni

Se passa e aggiungiamo quello, a me va bene.



PRESIDENTE

Bene. Avremo tempo per rifletterci.
Emendamento rubricato n. 185) presentato dai Consiglieri Taricco Reschigna, Pentenero, Gariglio, Lepri, Taricco, Manica, Laus, Muliere Boeti, Cerutti: nella tabella a pagina 58 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: Ospedale di |ospedale da Fossano |riconvertire sono inserite le seguenti: Ospedale di |ospedale da Caraglio |riconvertire Emendamento rubricato n. 186) presentato dai Consiglieri Taricco Reschigna, Pentenero, Gariglio, Lepri, Taricco, Manica, Laus, Muliere Boeti, Cerutti: Nella tabella a pagina 59 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 le parole: Ospedale di |Ospedale da Fossano |riconvertire sono sostituite dalle seguenti: Ospedale di |Ospedale di Fossano |territorio e d'alta Valenza Riabilitativa di riferimento per l'Area Piemonte Sud Ovest La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questi due emendamenti, il 185) e il 186), sono due proposte di correzione per quel che riguarda la classificazione relativa al territorio della Provincia di Cuneo.
Il primo è molto semplice: nella tabella non è citato in alcun modo l'Ospedale di Caraglio e quindi la proposta è di citarlo come ospedale da riconvertire, poi si vedrà quale sarà la riconversione che è nelle cose che l'Assessorato deciderà di mettere in campo.
La seconda proposta, invece, è molto più importante ed è relativa all'Ospedale di Fossano che è semplicemente citato come Ospedale da riconvertire.
Abbiamo formulato quest'emendamento semplicemente per porre il tema. Ci può andar bene una qualche soluzione che l'Assessore, la Giunta e la maggioranza decidano di individuare. Quello che ci preme, per sottolineare è che oggi l'Ospedale di Fossano è un ospedale che abbina alla riabilitazione alcune funzioni di medicina e di day surgery, che tra l'altro sono molto importanti come sgravio della struttura ospedaliera di Fossano.
Quello che ci preoccupa e che vorremo che l'Assessore prendesse in considerazione è che, da una parte, sia indicato qual è l'obiettivo, tra l'altro, ampiamente condiviso, di far diventare la struttura di Fossano una struttura di eccellenza per quel che riguarda la valenza riabilitativa e in qualche misura, in attesa del completamento del percorso di garantire il tipo di operatività che oggi è presente.
Non vorremmo che dentro una mancanza di chiarimento di qual è l'approdo finale e - diciamo così - non più indicando che è ospedale di territorio di fatto si rischiasse di andare ad uno svuotamento della struttura sostanzialmente. Quindi, da questo punto di vista credo che la cosa più importante sarebbe che fosse evidenziato il fatto che oggi è un ospedale di territorio e, soprattutto, quella che è la prospettiva, cioè un ospedale ad alta valenza riabilitativa.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 379) presentato dai Consiglieri Pedrale, Vignale Motta Massimiliano, Mastrullo, Toselli, Spagnuolo, Costa Rosa Anna Cantore, Botta, Burzi, Comba, Giovine, Lupi: A pagina 7, 5 capoverso seconda riga dopo "sul territorio regionale" inserire la seguente frase: "di week hospital".
Pagina 59 inserire il paragrafo 5.3.6 bis " Attivazione dei Week Hospital " "5.3.6 bis Attivazione dei Day Hospital" Nella ridefinizione del Presidio Ospedaliero definiti come da 'riconvertire' deve esser tenuto conto della peculiarità della posizione geografica dello stesso e della produzione sanitaria effettuata.
Laddove i presidi stessi non siano addizionabili agli ospedali di Territorio o cardine territorialmente vicini, è prevista la loro riconversione secondo un'organizzazione del tipo "day surgery", in grado di permettere l'erogazione di tutte le prestazioni sanitarie ospedaliere in attività di cinque giorni.
Il day hospital, pur potendo ospitare attività extraospedaliera - quali hospice e RSA - prevede la predisposizione di percorsi diagnostico terapeutici per il trattamento, in regime di ricovero ordinario, di patologie a ciclo prefissato in cinque giorni (dal Lunedì al Venerdì) e sospensione delle attività nei fine settimana (Sabato e Domenica), con il risultato di rendere la struttura ospedaliera fortemente dinamica nei confronti della popolazione e dei bisogni di sanità dei territori.
La struttura ospitante il week hospital avrà invece apertura continuativa h 24 per 365 giorni l'anno per le attività extraospedaliere.
L'emendamento n. 379) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 113) presentato dai Consiglieri Reschigna Gariglio, Pentenero, Lepri, Taricco, Manica, Laus, Muliere, Boeti, Cerutti: Al paragrafo 5.3.8 "La rete dell'emergenza urgenza" a pagina 60 le parole "Per tali motivazioni il Piemonte istituisce l'Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale, all'interno della quale confluiscono tutte le attività finora svolte dal Dipartimento Emergenza territoriale 118" sono soppresse.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
A me sembra che quest'emendamento dovrà essere accolto dalla Giunta.
Con soddisfazione abbiamo accolto la cancellazione nel testo del disegno di legge della Giunta regionale della creazione dell'Azienda regionale dell'emergenza territoriale. Poiché questo pezzo era contenuto nel Piano Socio Sanitario e faceva riferimento all'articolo del disegno di legge, per logicità, anche se non erano questi i nostri intenti, era evidente: era un momento su cui poter ritornare sul tema, però a questo punto per logicità va accolto l'emendamento, perché il paragrafo 538, a pagina 60, dava le motivazioni della costituzione dell'Azienda sanitaria 118, che mi sembra invece decaduta dopo l'approvazione del testo della legge.
Poiché ho proposto di emendare soltanto queste tre righe, consiglierei all'Assessore una rilettura della parte precedente quel paragrafo, per consentire, magari, di rivedere altri aspetti, prima di passare al voto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 112) presentato dai Consiglieri Reschigna Gariglio, Pentenero, Lepri, Taricco, Manica, Laus, Muliere, Boeti, Cerutti.
Al paragrafo 5.3.8 "La rete dell'emergenza urgenza" a pagina 60 le parole "Per tali motivazioni il Piemonte istituisce l'Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale, all'interno della quale confluiscono tutte le attività finora svolte dal Dipartimento Emergenza territoriale 118" sono sostituite dalle parole: "Per tali motivazioni viene individuata, all'interno di ogni area di coordinamento sovrazonale, l'azienda cui affidare, anche per conto delle altre aziende della stessa area, le funzioni di emergenza urgenza e cui compete l'organizzazione della centrale operativa del 118 competente per territorio." La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

A questo punto lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 365) presentato dalla Consigliera Cerutti: alla pagina 59 - Capo 5.3.8 La rete dell'emergenza-urgenza si propone di sostituire la frase: "Per tali motivazioni il Piemonte istituisce l'Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale, all'interno della quale confluiscono tutte le attività finora svolte dal Dipartimento Emergenza territoriale 118." con la seguente: "Per tali motivazioni si valorizzano e potenziano tutte le attività finora svolte dal Dipartimento Emergenza territoriale 118. " La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io lo ritiro, in quanto superato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 285) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pagina 60 punto 5.3.8, secondo paragrafo, quinta riga l e parole da "per tali (...)" a "(...)118" sono abrogate La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
l'emendamento che si propone lo stesso risultato, nel senso che cancellare dal paragrafo di pagina 60 il punto 538, che è quello che riguarda la motivazione della costituzione dell'Azienda sanitaria 118 abrogandolo per coerenza con ...



PRESIDENTE

Andrebbe ritirato?



RESCHIGNA Aldo

No, perché questo va votato, altrimenti rimane un pezzo incoerente con la legge.



PRESIDENTE

Sì, ha ragione.
Emendamento rubricato n. 286) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pagina 60 punto 5.3.8, penultimo paragrafo, terz'ultima riga le parole da "La maxiemergenza (...)" a "(...). sovra zonale." sono abrogate La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Credo che il collega Reschigna avesse già illustrato la necessità di allineare questa serie di emendamenti al fatto che l'Assessore ha annunciato il ritiro dell'articolo della legge.
Ci sono però alcune questioni che non vengono risolte dal cambiamento del disegno di legge, perché da pagina 60 in poi si fa riferimento a tutta le rete dell'emergenza e urgenza, quindi ci si riferirà non soltanto all'idea superata, o perlomeno superata per il momento, di costituire l'unica Azienda del 118, ma a un complessivo sistema di emergenza e urgenza.
Quindi, direi che l'emendamento n. 285), per coerenza con disegno di legge, deve consentire l'abrogazione e per quello che riguarda il 286) essendo che nel testo originario si diceva che l'Azienda si occupa in modo comprensivo anche della massima urgenza, debba essere accolta anche l'abrogazione di questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 287) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: pagina 61, punto 5.3.8 L'ultimo punto elenco da "Eventuale..." a "2014" è abrogato La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento rubricato n. 287) interveniva sulla questione dell'eventuale gestione o cogestione dei trasporti ordinari nel biennio 2013-2014.
Qualunque sia il modello organizzativo che verrà individuato, sia quello attuale che si vorrà confermare, sia quello che l'Assessore attraverso atti deliberativi o attraverso la costituzione dell'Ufficio regionale di cui abbiamo letto sui giornali, vorrà determinare, la questione è molto delicata, perché, al momento, la gestione dei trasporti è regolata da grosse convenzioni in essere, gestite direttamente dall'Assessorato.
Qui si parla di un'eventualità di diversi modelli di gestione e cogestione dei trasporti, peraltro, a valere dalla fine delle convenzioni in essere, quindi dal 2013. Poiché questo dato nulla aggiunge dal punto di vista della deliberazione, suggerirei di abrogarlo, ovviamente impegnando l'Amministrazione e la Giunta a chiarire quali sono le future intenzioni di assetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 288) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 61 punto 5.3.8 Centri di Riferimento (Dea di II livello) Il secondo paragrafo è sostituito come a seguire "L'ospedale deve essere dotato delle strutture previste dalla DGR 48-8609 del 14/04/2008" Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento rubricato n. 288) dovrebbe essere definito un emendamento di buonsenso, per il fatto che interviene sull'organizzazione dell'emergenza ospedaliera per come l'abbiamo già configurata nelle delibere precedenti.
Sottolineerei l'inopportunità di riscrivere i contenuti delle precedenti delibere, ma di fare riferimento alla DGR del 2008, che finora non è stata revocata.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 289) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 62, punto 5.3.8, "Centri cardine (Dea di I Livello)", secondo paragrafo Dopo la parola "medio-alta" si aggiunge "anche diffusi nella rete ospedaliera" omissis Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento rubricato n. 289) fa riferimento, in ordine ai collegamenti che devono avere gli ospedali cardine, alla presenza in loco mentre io faccio riferimento alla possibilità di attingere alle competenze a chiamata, purché queste siano presenti in modo raggiungibile nella rete ospedaliera.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 290) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 62, punto 5.3.8, "Centri cardine (Dea di I Livello)", terzo paragrafo Dopo la parola "multidisciplinare" si aggiunge "anche comuni con l'area di Osservazione Breve Intensiva" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Reschigna Gariglio, Pentenero, Taricco, Lepri, Manica, Muliere, Laus, Boeti: al paragrafo 5.3.8 "La rete dell'emergenza urgenza" a pagina 62, nel sottotitolo "Centri Cardine (Dea di I Livello)" dopo le parole "Devono essere presenti o disponibili h. 24 i Servizi di Radiologia con T.A.C, ed Ecografia, Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale." sono soppresse le parole: "Le funzioni proprie del Centro Cardine possono essere, nella fase di riorganizzazione, anche erogate da più strutture integrate su più presidi." Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sostanzialmente, quest'emendamento vuole rendere chiaramente esplicito un concetto che è stato sviluppato all'interno di alcuni passaggi della discussione che si è svolta in Commissione e anche rappresentato dalla stessa Giunta regionale: le funzioni di un ospedale cardine possono, nella fase di riorganizzazione, anche essere erogate da più strutture integrate su più presidi.
Non è un ragionamento astratto. Nella stessa classificazione delle strutture ospedaliere predisposta dalla Giunta regionale - per comodità di ragionamento, faccio riferimento a ciò che conosco meglio - sono identificati, all'interno del Verbano Cusio Ossola, come ospedali cardine l'Ospedale di Verbania e quello di Domodossola, nella consapevolezza che nessuno dei due ospedali ha di per sé le caratteristiche per essere un ospedale cardine. Però, un processo di integrazione tra le due strutture ospedaliere, che auspico più forte rispetto alla situazione attuale consente una concezione unitaria dei due ospedali, che sono classificati come ospedale cardine.
Peraltro, sarebbe bene che quei due ospedali non fossero più classificati come Ospedale di Verbania e Ospedale di Domodossola, ma con la dicitura Ospedali Riuniti del Verbano Cusio Ossola, come già avviene da parte della stessa Azienda Sanitaria Regionale. Forse, occorrerebbe modificare la stessa dicitura, Ospedali Riuniti del Verbano Cusio Ossola contenuta all'interno delle tabelle, con l'adeguata classificazione degli stessi come ospedale cardine.
Quest'emendamento rende più chiara l'esplicitazione di questo concetto.
Peraltro, alcune riflessioni non solo limitate alla provincia di Verbania mi sembra che lo stesso ragionamento fosse rinvenibile nella classificazione di alcuni ospedali della provincia di Alessandria - rendono esplicito che il complesso delle specialità afferenti ad un ospedale cardine è dato non dal fatto che ciascuna deve essere contenuta all'interno di ogni ospedale, ma nella valutazione integrale del rapporto tra gli stessi. Questo è soprattutto possibile laddove determinate distanze rendono facilmente attuabile un processo di più forte integrazione tra gli ospedali.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento illustrato dal Consigliere Reschigna ha un fondamento non soltanto per alcune realtà, come ha specificato prima per il Verbano Cusio Ossola, ma, per esempio, anche per la realtà della provincia di Alessandria. Stiamo parlando in particolar modo dell'Ospedale integrato Novi-Tortona, che, oggi, nella classificazione che stiamo discutendo viene concepito come Ospedale cardine integrato Novi-Tortona.
Quindi, questa fase di riorganizzazione è di transizione, anche se sono due ospedali strutturati che hanno una loro storia. Ci sono alcune attività che in questa fase di riorganizzazione possono essere svolte e integrate su più presidi come afferma l'emendamento, ma questo ragionamento può essere applicato anche ad altre realtà. Pertanto, ritengo estremamente lineare e giusto prevedere questa possibilità, soprattutto in una fase di riorganizzazione come quella che stiamo attraversando.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Reschigna per una precisazione.



RESCHIGNA Aldo

Per un errore che ho commesso - poi provvederò a correggere l'emendamento - la soppressione deve riguardare solo le parole "nella fase di riorganizzazione".



PRESIDENTE

Se poi si avvicina al banco della Presidenza, glielo facciamo siglare.
Grazie.



RESCHIGNA Aldo

Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 114), la soppressione riguarda solo le parole "nella fase di riorganizzazione".



PRESIDENTE

L'abbiamo già corretto, la prego di volerlo siglare.
Emendamento rubricato n. 291) presentato dalla Consigliera Artesio: pagina 64, punto 5.3.8 L'ultimo paragrafo dalle parole "Tale formazione..." a "..118" è abrogato Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Questo paragrafo soppressivo riguarda l'impostazione della formazione e dell'aggiornamento del personale. Dove le organizzazioni fossero state distinte, applicando la precedente e originaria intenzione, allora si pu parlare di coordinamento. Diversamente, la riflessione della qualità di formazione in ingresso e della formazione in servizio del personale dell'emergenza-urgenza dovrebbe essere naturalmente condivisa.
una proposta, mi rendo comunque conto che l'accordo che qui viene sottolineato è già un elemento di garanzia.
Lo mantengo, però mi pare già rassicurante la riflessione di coordinamento.
Anzi, lo ritiro.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 403) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino: paragrafo "5.3.9 Elementi caratterizzanti l'AOU e la Ricerca ed insegnamento diffusi nel sistema" pagina 65 Sostituire il Paragrafo con il seguente: '5.3.9 Elementi caratterizzanti l'AOU e la Ricerca ed insegnamento diffusi nel sistema.
Le Università piemontesi, la cui offerta didattica comprenda i corsi di laurea afferenti alle Scuole e/o Facoltà di Medicina e Chirurgia, d'intesa con la Regione, contribuiscono con le loro risorse umane e materiali alle attività assistenziali essenziali per ottemperare alle proprie peculiari ed inscindibili funzioni di didattica e di ricerca traslazionale.
Compartecipano, inoltre, alla predisposizione dei Piani sanitari regionali all'elaborazione di programmi d'intervento coerenti con gli indirizzi di politica sanitaria ed alla definizione di modelli organizzativi delle strutture sanitarie preposte all'insegnamento che favoriscano la migliore integrazione possibile tra sistema sanitario regionale e sistema universitario. I rapporti tra Regione ed Università si ispirano ai principi di pariteticità e di reciproco rispetto delle proprie competenze, come previsto dalla vigente normativa, nella condivisione dell'obiettivo di garantire la tutela della salute del cittadino contemperandola all'esigenza di attuare politiche sanitarie mirate all'efficienza e all'efficacia per assicurare un'ottimale gestione economico-finanziaria del sistema integrato.
Tali rapporti sono definiti nei Protocolli d'Intesa Regione-Università elaborati dalla Commissione Paritetica di cui all'art. 9, comma 3 della L.R. 18/2007, che costituiscono parte integrante della programmazione regionale, ancorché definiti successivamente alla promulgazione del PSSR 2012-2015, con particolare riferimento alla necessità di garantire la massima integrazione, nelle AOU, delle reti informatiche, della sperimentazione clinica, delle risorse bibliografiche, della gestione della formazione continua (ECM).
La legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007, "Norme per la programmazione sociosanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale", ha definito all'articolo 21, comma 3, i principi ispiratori dell'assetto delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, la cui istituzione è stata prevista dall'articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 21 dicembre 1999 n° 517 promulgato ai sensi dell'articolo 8 della legge n°59 del 15 marzo 1997, e regolamentato dalle Linee-guida derivate dal D.P.C.M. del 24 maggio 2001 che dovranno essere aggiornate dallo "Schema d'Intesa Università-Regione" che sarà emanato ai sensi dell'articolo 6 comma 13 della legge n° 240 del 30 dicembre 2010, "Norme in materia di riorganizzazione dell'Università (...) ". In riferimento ai suddetti principi, l'intesa tra Regione ed Università, finalizzata alla gestione delle Aziende Ospedaliero Universitarie, deve perseguire i seguenti scopi: 1) individuare un organismo paritetico d'indirizzo strategico 2) insediare in tutte le aziende interessate i Dipartimenti ad Attività Integrate (D.A.I.) 3) perseguire economie di scala e di scopo attraverso la gestione comune di attività e servizi.
L'intesa generale risponde all'esigenza di rafforzare i processi d'integrazione tra Università e Servizio Sanitario Regionale, sviluppando metodi e strumenti di collaborazione coerenti con la volontà di perseguire in modo congiunto, obiettivi di qualità, efficienza e competitività rispetto alle esigenze assistenziali, alla formazione del medico e delle altre figure professionali sanitarie ed al potenziamento della ricerca biomedica, clinica, traslazionale, epidemiologica e relativa a nuovi percorsi di organizzazione. L'integrazione delle funzioni di didattica ricerca ed assistenza, svolte dall'Università e dal S.S.R., si finalizza al miglioramento del servizio pubblico di tutela della salute, ad un'offerta formativa a livelli d'eccellenza ed alla valorizzazione dello sviluppo scientifico e tecnologico, irrinunciabile volano dell'economia regionale.
Lo sviluppo dei nuovi modelli organizzativi all'interno delle Aziende Ospedaliero-Universitarie garantisce da un lato l'inscindibilità delle funzioni assistenziali, formative e di ricerca dall'altro la compartecipazione delle due istituzioni al perseguimento di tali scopi, nel rispetto delle proprie peculiari competenze istituzionali.
L'intesa raggiunta con l'Università del Piemonte Orientale, ai sensi degli articoli 9 e 21 della legge regionale n° 18 del 6 agosto 2007, disciplina l'integrazione tra le attività istituzionali dei due Enti e definisce il funzionamento dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di riferimento, ovvero l'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. I principi guida cui si è ispirata, nel pieno rispetto del quadro legislativo vigente all'atto della sottoscrizione, sono i seguenti: 1) Articolazione dipartimentale integrata di tutte le strutture aziendali aggregando le strutture stesse con logiche interospedaliere.
2) Implementare sistemi di misurazione delle performance multidimensionali capaci di rappresentare ai fini gestionali le tre funzioni di cui si compone la loro mission.
3) Promuovere attività di ricerca e didattica diffuse nel SSR, per contribuire alla crescita collettiva delle competenze nel sistema.
Tale intesa dovrà aggiornarsi sia allo Schema d'Intesa Università-Regione (ai sensi dell'articolo 6 comma 13 della legge n°240 del 30 dicembre 2010) in attesa di definizione, sia alla prevista costituzione della Città della Salute e della Scienza di Novara. Le Aziende Ospedaliero-Universitarie (A.O.U.) ed, in particolare le progettate "Città della Salute e della Scienza" di Torino e di Novara, rappresentano l'occasione ideale per la sperimentazione di modalità organizzative e logistiche di tipo innovativo che consentano di raggiungere il livello più alto d'integrazione possibile tra i due sistemi coinvolti. A tal fine è perseguibile l'obiettivo di una piena corrispondenza tra l'organizzazione dipartimentale universitaria e quella assistenziale nel modello "ad attività integrate". L'integrazione potrà avvenire a tutti i livelli ( amministrativo, gestionale patrimoniale, organizzativo, logistico etc) secondo logiche di isomorfismo istituzionale.
La loro natura di Ospedali di ricerca e insegnamento li qualifica come la sede più opportuna per la diagnosi e cura di patologie complesse e come ospedali di riferimento su un livello, non solo regionale, ma anche nazionale.
Presso le Aziende Ospedaliero-Universitarie in cui si insedieranno le "Città della Salute e della Scienza", si allocheranno "Centri di Ricerca Traslazionale e di Incubazione" con il prioritario obiettivo di valorizzare l'apporto universitario, integrato con quello ospedaliero, allo sviluppo della scienza, dell'innovazione e dell'economia regionale.
Tale passaggio deve favorire: 1) Lo sviluppo scientifico ed il trasferimento tecnologico come motore di crescita economica per la Regione.
2) L'acquisizione, da parte dei ricercatori delle AOU, di una cultura d'impresa legata alla progettualità.
3) L'utilizzazione ottimale di tutte le risorse comuni disponibili (umane economiche, patrimoniali, logistiche).
4) Il raggiungimento degli obiettivi di efficienza ed efficacia nella gestione integrata oltre a quelli peculiari della formazione, della ricerca e dell'assistenza di alto livello qualitativo.
5) L'attuazione di iniziative, in sinergia tra tutti gli atenei piemontesi per una maggiore integrazione con il territorio di riferimento.
6) Il costante aggiornamento dei protocolli d'Intesa tra Regione ed Università alle dinamiche conseguenti al graduale processo d'integrazione.
7) La realizzazione di un sistema di governance che garantisca, da un lato il perseguimento degli obiettivi comuni di integrazione, dall'altro, il costante rapporto con le istituzioni e le rappresentanze del territorio regionale cui spettano funzioni di controllo o di coordinamento o di proposta.
8) La costituzione di un Comitato Etico in ogni AO/AOU di riferimento.
La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Si tratta di un paragrafo che ci eravamo impegnati a rivedere nella stesura finale: pagina 65 del testo, punto 5.39, "Elementi caratterizzanti l'AOU e la Ricerca ed insegnamento diffusi nel sistema". È venuto fuori nel dialogo con l'Università, che ci ha specificatamente richiesto di inserire.
Noi condividiamo questa tesi, quindi la riscrittura di questo testo che non so se è vostre mani. È abbastanza lungo, ma credete, ve lo posso leggere.



PRESIDENTE

in rete, Assessore.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Se gli date una scorsa rapidamente, sono semplicemente precisazioni richieste dall'Università, nel regolare i rapporti con le nostre Aziende nel caso di Azienda Ospedaliera Universitaria. Riguardano la formazione, la ricerca...
RONZANI Wilmer (fuori microfono) Possiamo prenderne visione, Presidente?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Certamente.



PRESIDENTE

in linea, rubricato 403).
Emendamento rubricato n. 111) presentato dal Consigliere Buquicchio: 5.4 Le Funzioni tecnico-logistico-amministratìve Nell'ambito del riordino, il SSR piemontese persegue anche azioni di aggregazione e concentrazione di alcune funzioni tecnico-amministrative tese a sviluppare economie di scala, cioè economie di costo rese possibili dal crescere delle dimensioni della struttura produttiva aziendale, le quali si prevede generino inoltre vantaggi ascrivibili ad economie di apprendimento e di esperienza.
La realizzazione delle economie di scala si concentra principalmente sui seguenti fronti: piani di acquisto annuali e pluriennali e approvvigionamento di beni e servizi, anche attraverso l'attività della SCR S.p.A.
gestione del materiale, dei magazzini e della logistica sviluppo e gestione delle reti informative e digitalizzazione del sistema programmazione degli investimenti in edilizia sanitaria e nelle infrastrutture, gestione del patrimonio immobiliare per le funzioni ottimizzabili in materia di manutenzione, appalti e alienazioni programmazione degli investimenti e valutazione delle tecnologie sanitarie gestione del patrimonio tecnologico per le funzioni ottimizzabili in materia di manutenzione, acquisizione, riallocazione e dismissione (HTA e HTM) gestione e organizzazione dei centri di prenotazione gestione degli affari legali.
Occorre definire le linee di indirizzo per una riorganizzazione omogenea delle diverse funzioni Tecnico-Logistico-Amministrative, avendo come riferimento le esperienze già avviate nella gestione della logistica degli approvvigionamenti, nella riorganizzazione dei Servizi di Ingegneria Clinica, nell'implementazione di archivi edilizi informatizzati e centralizzati, quali azioni per garantire una risposta omogenea e qualificata su tutto il territorio regionale in tema di sicurezza efficienza ed economicità d'uso di strutture, tecnologie, farmaci e dispositivi.
In particolare, assumono un ruolo fondamentale la gestione dei materiali e della logistica, sia in termini di ottimizzazione delle scorte e controllo/riduzione dei costi di gestione, da realizzarsi anche attraverso la ottimizzazione dell'organizzazione delle risorse umane e strumentali impiegate, sia in termini di miglioramento della qualità del servizio offerto agli assistiti attraverso, ad esempio, la collaborazione alla gestione del rischio clinico con il controllo sui rischi da somministrazione, il monitoraggio delle terapie e delle attrezzature utilizzate.
Ciò si ottiene avviando piattaforme integrate di dimensione interaziendale che consentano una sinergia gestionale, una semplificazione dei flussi fisici e informativi inerenti i materiali, una maggiore visibilità dei prodotti comuni alle aziende sanitarie e lo sviluppo della tracciabilità dei materiali all'interno delle strutture, secondo la progettualità già sviluppata da ARESS Piemonte e Politecnico di Torino.
Tutto ciò consente di ottenere economie derivanti da un'efficiente gestione dei materiali, riduzione delle scorte nei magazzini centrali e nei punti di utilizzo, riduzione dei consumi e degli scaduti, nonché dei costi fissi per la gestione delle risorse dedicate alle strutture logistiche.
I punti chiave di tale approccio riguardano: l'istituzione di flussi informativi che permettano di definire parametri economici standard ed obiettivi di efficienza l'integrazione delle attuali strutture aziendali dotate di personale dedicato a compiti di monitoraggio dei consumi e dei flussi di materiali rispettivamente dal punto di vista gestionale e clinico (figure del logistico aziendale e del farmacista clinico), al fine di garantire una efficiente gestione dei flussi dei materiali, della loro tracciabilità e appropriatela nei consumi standardizzazione delle informazioni sui materiali tali da garantire codifiche comuni, prontuari unificati e specifici motori di ricerca che consentano un approccio ontologico alla analisi semantica delle anagrafiche a livello regionale. In altri termini, gli interventi sulla logistica aziendale costituiscono uno strumento strategico per il perseguimento dell'obiettivo di coniugare una maggiore efficienza/economicità con il miglioramento della qualità del servizio.
Questa stessa impostazione, applicata al settore delle tecnologie sanitarie, si concretizza nel consolidamento della rete dei Servizi di Ingegneria Clinica, i quali hanno come mission la gestione in efficienza economicità e sicurezza del parco delle apparecchiature biomediche contribuendo inoltre ad un più appropriato impiego di tali strumenti nei diversi contesti organizzativi, anche attraverso il supporto al management ed agli utilizzatori sanitari (medici, tecnici, infermieri).
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 359) presentato dai Consiglieri Carossa, Angeleri: nella parte III al capitolo 5 paragrafo 4 dopo la parola "vista" nei "punti chiave" sostituire le parole: "gestionale e clinico (figure del logistico aziendale e del farmacista clinico)" con le parole: "clinico-gestionale (logistico aziendale e infermieristico) e clinico assistenziale (infermieristico per i dispositivi medici e farmacista per i prodotti farmaceutici".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 404) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Monferino: Paragrafo "5.4 Le Funzioni tecnico-logistico-amministratìve" Pagina 68 Alla fine del Paragrafo aggiungere le seguenti parole: "I Servizi tecnico-logistico-amministrativi devono essere funzionali alle esigenze degli utilizzatori sanitari in termini di tempistiche e di efficacia di intervento; pertanto, le loro performance saranno oggetto di valutazione periodica da parte delle direzioni sanitarie di presidio previa acquisizione dei pareri dei responsabili delle strutture sanitarie interessate." La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

A pagina 68, capitolo 5.4, "Le funzioni tecnico-logistico amministrative", ci è stato chiesto di precisare: "I Servizi tecnico logistico-amministrativi devono essere funzionali alle esigenze degli utilizzatori sanitari in termini tempistiche e di efficacia di intervento pertanto, le loro performance saranno oggetto di valutazione periodica da parte delle direzioni sanitarie di presidio, previa acquisizione dei pareri dei responsabili delle strutture sanitarie interessate".
Ovviamente è condivisibile da parte nostra, quindi nessun problema ad inserirlo.
Questa sarebbe la piccola aggiunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Ha fatto entrare la truppa con qualche minuto di anticipo, Consigliere Mastrullo, abbia pazienza! Senza offesa, altrimenti chiedo scusa.
Ho ritenuto di intervenire contrariamente perché questo paragrafo complessivamente, su cui c'è stata una sufficiente e intensa attività emendativa da parte nostra, è uno dei capitoli più importanti del Piano Socio Sanitario. Affronta le questioni legate alla gerarchizzazione della rete ospedaliera, la classificazione degli ospedali; affronta il tema rispetto alle organizzazioni delle Aziende Sanitarie Regionali. Affronta una serie di altre questioni come il tema della non autosufficienza, su cui abbiamo avuto modo di ritornarci molto frequentemente.
Ho visto anche una serie di emendamenti che mi davano la sensazione di affrontare il problema in modo da non rendere chiare le decisioni che la Giunta regionale intenderebbe assumere su ciascuna di queste questioni.
Ho inteso, invece, intervenire perché avverto un'esigenza. La prima è quella che ci sia una risposta chiara da parte della Giunta regionale. Non possiamo vivere di equivoci, non è che domani mattina qualcuno fa un intervento e dice che un ospedale è morto e qualcun altro dice che è risorto. Su queste questioni il Consiglio regionale deve assumere una posizione chiara.
Rinnovo l'invito, Presidente, ad affrontare la questione che ho posto nell'intervento pomeridiana, che non è risolta. Non può, un atto di programmazione, invadere un terreno su cui c'è stato un intervento legislativo da parte del Consiglio regionale. Questa questione, legata agli Ospedali Valdesi, va chiarita prima che inizi la votazione.
C'è una legge regionale che stabilisce che la riconversione degli ospedali avviene tramite un'intesa con la Tavola Valdese, ma questo non è avvenuto. Non è possibile che il Consiglio regionale, con una delibera modifichi una legge regionale.



PRESIDENTE

Gliel'ho già detto e in linea generale lo confermo. Stiamo verificando nel merito per trovare una soluzione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Credo che oggi pomeriggio abbiamo affrontato una buona discussione che è entrata nel merito di molte questioni. La questione delle professioni sanitarie e la questione del rischio management sono questioni molto importanti.
Abbiamo perplessità sull'emendamento che ha presentato l'Assessore perché non riusciamo a capire se ci sarà spazio per interventi da parte della Giunta e di privati cui la Giunta può delegare gli incarichi e le funzioni rispetto a questioni come il materno-infantile e la neuropsichiatria infantile, come opportunità territoriale e come elemento dispensabile per la continuità territoriale delle cure.
C'è il grande capitolo delle rete ospedaliera territoriale. Abbiamo discusso di capitoli importanti, ma quello di cui parleranno i giornali domani, probabilmente, riguarderà soprattutto la questione della rete ospedaliera. Si parlerà dell'ospedale di Lanzo, si parlerà dell'Ospedale Valdese, dell'Oftalmico, si affronterà la questione che riguarda l'Amedeo di Savoia.
Credo che qui, inevitabilmente, il Governo regionale debba assumersi delle responsabilità, ragion per cui invito al buon senso e all'equilibrio della scelta.
La Giunta regionale si assumerà, in questa occasione, la responsabilità della scelta, ma noi, che non vogliamo utilizzare le questioni che riguardano la salute dei cittadini per fare opposizione al Governo regionale, invitiamo all'equilibrio e al buon senso. Abbiamo presentato emendamenti rispetto all'organizzazione della rete ospedaliera di equilibrio e di buon senso, nell'interesse di tutti, soprattutto nell'interesse dei cittadini e invitiamo il governo regionale a tenerne conto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Voglio utilizzare questi pochi minuti per riprendere la considerazione che ho fatto sull'ultimo emendamento e per sottoporre all'attenzione dell'Assessore la questione relativa all'Ospedale di Fossano.
L'Ospedale di Fossano è stato un ospedale che, nel corso delle tante ristrutturazioni effettuate negli ultimi dieci anni, è stato tra i primi ad accettare un forte ridimensionamento sulla medicina, la chirurgia, le funzioni ordinarie che avevano i vari ospedali, come contropartita di un accordo che prevedeva che diventasse il riferimento su quel territorio, per tutto il tema della riabilitazione.
stato avviato un progetto che oggi vede l'Ospedale di Fossano trasformato in un centro di riabilitazione di secondo livello, con la prospettiva di diventare un centro importante per quel territorio, in termini di riabilitazione.
Credo che tutti i ragionamenti che dicono "vedremo di costruire un percorso che vada in quella direzione", sono meglio di niente, ma credo che sarebbe necessario, proprio per la storia che ha caratterizzato quel territorio e quella struttura, che questo percorso, questo orizzonte e questa prospettiva fossero chiariti nel documento. Non si vuole chiamarlo ospedale ma struttura a valenza riabilitativa? Credo debba essere chiarita all'interno del documento qual è la prospettiva verso cui questa struttura viene indirizzata.
Per la storia di quel territorio e tutti i ragionamenti che ci stanno dietro, credo che quel ridimensionamento sarebbe un smacco che in questo momento non avrebbe a che fare con la storia di quella struttura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Non vorremo che il dibattito di oggi portasse ad un nulla di fatto. Mi sembra che oggi siano state portate in Aula motivazioni serie, motivazioni approfondite, motivazioni che toccano temi reali. Ci auguriamo, davvero che tutto il dibattito non sia stata una inutile perdita di tempo.
Abbiamo toccato temi che vanno dal percorso neonatale, al tema della neuropsichiatria infantile, al tema della programmazione. L'annosa questione che ha visto come filo conduttore tutta la discussione sul Piano Sanitario.
I temi che maggiormente ci stanno a cuore sono quelli legati alla definizione degli ospedali. Noi non vogliamo che il tema legato all'Ospedale di Lanzo, legato all'Ospedale Valdese, legato all'Oftalmico legato alla programmazione delle Aziende della città di Torino, domani diventino solo elementi per la cronaca, ma siano elementi che possano indurre ad un'ulteriore riflessione la Giunta e l'Assessore, nell'esprimere il proprio parere durante la votazione.
Vorremo che motivazioni che sono state apportate siano capitalizzate e possano costituire un'ulteriore possibilità di confronto, seppure con alcune divergenze di fondo che restano all'interno del Piano. Ci auguriamo che la discussione di oggi sia servita ad indurre a qualche ulteriore riflessione all'interno della Giunta.
ovvio che non si può immaginare che per "ospedale aperto" intendiamo il fatto che la struttura mantenga delle porte! il contenuto che fa la differenza, quindi se all'interno di questo ospedale avremo un poliambulatorio, di poliambulatorio si parla. Se invece intendiamo un ospedale, l'ospedale ha determinate caratteristiche e non possiamo pensare che ci siano dei reparti, come quello di medicina, che vengono considerati in modo fantasioso dal lunedì al venerdì.
Forse la notte porterà consiglio, ma ci auguriamo che le nostre riflessioni e le motivazioni che abbiamo portato in quest'Aula possano costituire una ricapitalizzazione, quindi possano essere prese in considerazione nell'approvazione del Piano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei intanto ringraziare tutta l'Aula del contributo e per gli emendamenti presentati sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, molti dei quali saranno inseriti e potremo sicuramente accettarli.
Volevo solo fare una considerazione finale su alcuni degli interventi.
chiaro che la mia dialettica poco sofisticata di tipo politico forse non si presta bene a spiegare certe argomentazioni.
Nell'incontro che abbiamo avuto oggi con i Sindaci per l'ospedale di Lanzo, non ho assolutamente detto che cambiamo la posizione sull'Ospedale di Lanzo. Ho detto che ci sono alcune cose che sicuramente faremo, perch le riteniamo corrette, giuste ed indispensabili. Tanto per citarne una, ci che viene fatto oggi all'interno di quell'ospedale per chi è stato soggetto a bypass coronarici, dell'aorta o anche a trapianti di polmone. In quell'ospedale non abbiamo neanche una TAC, se avessimo bisogno di farla in un caso di emergenza.
Certe scelte sono legate anche alle attività che in questo momento ci sono per salvare la pelle a qualcuno in caso di problemi, perché oggi in qualche caso quei pazienti sono ad altissimo rischio.
Volevo fare un piccolo ripercorso, perché nelle sedute di IV Commissione abbiamo convenuto tutti sul fatto che si dovesse fare una razionalizzazione del sistema e abbiamo identificato - perché richiesto specificatamente - una serie di potenziali interventi su un numero di strutture, che sono state alla fine elencate una per una, mentre inizialmente nella stesura del Piano c'erano delle dichiarazioni generali e non c'erano delle specifiche indicazioni delle strutture che potevano essere toccate da eventuali interventi.
Tutte le strutture inserite nel Piano Socio Sanitario, che sono oggetto di qualche livello di intervento, che abbiamo sintetizzato con il termine "riconversione", oggi in quest'Aula sono state smontate una per una. Il Valdese no per questo motivo, l'Oftalmico no per quell'altro motivo l'Amedeo di Savoia no, Lanzo no, Pomaretto no, Avigliana no, Venaria no Fossano no, Caraglio no.
Caraglio nella lista non c'è nemmeno, perché quello di Caraglio non è un ospedale. Oggi a Caraglio ci sono 13 coma vegetativi e non c'è nemmeno un ospedale. Dovremmo ripassarlo ad ospedale di territorio.
Francamente, se questa è la razionalizzazione che intendiamo fare credo che possiamo smettere qui e fare qualcos'altro. In questo modo non razionalizziamo il sistema sanitario piemontese.
Per carità, come dice sempre il Consigliere Boeti, ognuno poi si prende le proprie responsabilità, è libero di scegliere, ha le proprie opinioni e si assume le responsabilità del caso. Però avevo capito, al termine delle riunioni della IV Commissione, che c'era una larga condivisione sul fatto che il nostro sistema avesse necessità di essere razionalizzato. E avevamo fatto, su richiesta specifica della Commissione, un lungo elenco di strutture che potevano prestarsi a queste razionalizzazioni. Le abbiamo smontate tutte oggi, neanche una è rimasta in piedi, se dovessimo seguire tutti i ragionamenti che sono stati fatti oggi.
Francamente mi domando che tipo di Piano Sanitario vogliamo portare avanti e che tipo di riforma vogliamo fare. Ricordo che tra due anni avremo 640 milioni in meno da Roma, più il pezzetto che ci manca ancora per il Piano di rientro. Non so come si farà a tenere in piedi il sistema sanitario con 700-800 milioni in meno. E poi ci cadranno una dietro l'altra, ma non quelle che abbiamo previsto noi, organizzato noi pianificato noi e progettato noi, ma ci cadranno a caso, perché poi il sistema va a pezzi da solo, se non siamo in grado di sostenerlo.
Queste erano soltanto un po' di considerazioni che volevo fare, perch quando andremo a parlare di queste strutture, manterremo sostanzialmente le ipotesi che abbiamo formulato, parlando di ospedale da riconvertire.
Altrimenti il nostro Piano Socio Sanitario ha cessato di esistere prima ancora di cominciare a funzionare.
Queste erano le considerazioni che volevo fare. Detto questo, raccolgo invece molti contributi che sono stati portati - domani li vedremo uno per uno - e che entreranno a far parte del nostro Piano. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



PRESIDENTE

ALLEGATI



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 124) presentato dai Consiglieri Lepri, Taricco Gariglio, Reschigna, Pentenero, Laus, Manica, Muliere, Boeti, Cerutti:



PRESIDENTE

Alle pagine 58-59 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, la tabella AREA TORINO SUD EST |AOU S. Giovanni Battista-CTO



PRESIDENTE

OIRM/Sant'Anna ASLTO 1 ASLTO 5 Ospedale Molinette |Ospedale di Riferimento Ospedale Dermatologico San |Ospedale di Riferimento Lazzaro Centro Traumatologico Ortopedico |Ospedale di Riferimento Ospedale Infantile Regina |Ospedale di Riferimento Margherita Ospedale Sant'Anna |Ospedale di Riferimento Ospedale Martini |Ospedale Cardine Ospedale di Chieri |Ospedale Cardine Ospedale di Moncalieri |Ospedale Cardine Ospedale Maria Adelaide |Ospedale complementare al CTO Ospedale San Giovanni Antica Sede|Ospedale da riconvertire Ospedale Evangelico Valdese |Ospedale da riconvertire Ospedale Oftalmico |Ospedale da dismettere con trasferimento attività Ospedale di Carmagnola |Ospedale di Territorio Presidio Sanitario San Camillo |Istituto ex art. 43 L. 833/78 AREA TORINO NORD |ASLTO 2 ASLTO 4 Ospedale San Giovanni Bosco |Ospedale di Riferimento Ospedale Maria Vittoria |Ospedale Cardine (di Riferimento per Ostetricia e Pediatria, complementare al San Giovanni Bosco) Ospedale Amedeo di Savoia |Ospedale da dismettere con trasferimento attività Ospedale di Chivasso |Ospedale Cardine Ospedale di Ivrea |Ospedale Cardine Ospedale di Ciriè |Ospedale Cardine Ospedale di Cuorgnè |Ospedale di Territorio Ospedale di Castellamonte |Ospedale da riconvertire Ospedale di Lanzo |Ospedale da riconvertire SAAPA di Settimo Torinese |Ospedale da definire in base a trasferimento attività Presidio Ospedaliero Gradenigo * |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Ospedale Cardine Presidio Ospedaliero Cottolengo |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Ospedale di Territorio Presidio Ospedaliero Ausiliatrice|Istituto ex art. 43 L. 833/78 Don Gnocchi Presidio Ospedaliero Major |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Presidio Beata Vergine della |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Consolata Casa di Cura Villa Maria Pia |Casa di Cura (Cardiochirurgia integrata con S.G.B.) AREA TORINO OVEST |AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano AO Mauriziano Umberto I ASLT0 3 Ospedale San Luigi Gonzaga di |Ospedale di Riferimento Orbassano Ospedale Mauriziano Umberto I |Ospedale di riferimento Ospedale di Rivoli |Ospedale Cardine Ospedale di Pinerolo |Ospedale Cardine Ospedale di Susa |Ospedale di Territorio Ospedale di Venaria |Ospedale da riconvertire Ospedale di Avigliana |Ospedale da riconvertire Ospedale di Giaveno |Ospedale da riconvertire Ospedale di Pomaretto |Ospedale da riconvertire Ospedale di Torre Pellice |Ospedale da riconvertire IRCC di Candido |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Ospedale di Riferimento AREA PIEMONTE NORD |AOU Maggiore della Carità di Novara ASL VC - ASL BI ASL NO - ASL VCO Ospedale Maggiore della Carità di|Ospedale di Riferimento Novara Ospedale di Vercelli |Ospedale Cardine Ospedale di Biella |Ospedale Cardine Ospedale di Borgomanero |Ospedale Cardine Ospedale di Verbania - |Ospedale Cardine Domodossola Ospedale di Borgosesia |Ospedale di Territorio Ospedale di Arona |Ospedale da riconvertire Ospedale di Galliate |Ospedale complementare al Maggiore di Novara Centro Ortopedico di Quadrante di|Ospedale monospecialistico Omegna Istituto di Piancavallo |IRCCS Istituto di Veruno |IRCCS AREA PIEMONTE SUD OVEST |AO Santa Croce e Carle di Cuneo ASL CN1 ASL CN 2 Ospedale Santa Croce e Carle di |Ospedale di Riferimento Cuneo Ospedale di Mondovì |Ospedale Cardine Ospedale di Savigliano |Ospedale Cardine Ospedale Alba - Bra |Ospedale Cardine Ospedale di Ceva |Ospedale di Territorio Ospedale di Saluzzo |Ospedale di Territorio Ospedale di Fossano |Ospedale da riconvertire AREA PIEMONTE SUD EST |AO SS. Antonio e Biagio e C.
Arrigo di Alessandria ASL AT ASL AL Ospedale SS. Antonio e Biagio di |Ospedale di Riferimento Alessandria Ospedale Infantile Cesare Arrigo |Ospedale di Riferimento di Alessandria Ospedale Borsalino di Alessandria|Centro Riabilitativo Polifunzionale Ospedale di Asti |Ospedale Cardine Ospedale di Casale Monferrato |Ospedale Cardine Ospedale di Novi Ligure - Tortona|Ospedale Cardine Ospedale di Acqui Terme |Ospedale Cardine Ospedale della Valle Belbo |Ospedale di Territorio Ospedale di Valenza |Ospedale da riconvertire Ospedale di Ovada |Ospedale di Territorio



PRESIDENTE

*Gli interventi strutturali e tecnologici necessari saranno posti a carico del Fondo Sanitario Regionale, In considerazione della funzione di Ospedale Cardine che viene svolta presso tale Presidio."



PRESIDENTE

è sostituita dalla seguente



AREA TORINO SUD EST |AOU S. Giovanni

Battista-CTO-OIRM/Sant'Anna ASL Torino città ASL Torino provincia sud est Ospedale Molinette |Ospedale di Riferimento Ospedale Dermatologico San |Ospedale di Riferimento Lazzaro Centro Traumatologico |Ospedale di Riferimento Ortopedico Ospedale Infantile Regina |Ospedale di Riferimento Margherita Ospedale Sant'Anna |Ospedale di Riferimento Ospedale di Chieri |Ospedale Cardine Ospedale di Moncalieri |Ospedale Cardine Ospedale Maria Adelaide |Ospedale complementare al CTO Ospedale San Giovanni Antica |Ospedale da riconvertire Sede Ospedale Evangelico Valdese |Ospedale da riconvertire Ospedale Oftalmico |Ospedale da dismettere con trasferimento attività Ospedale dì Carmagnola |Ospedale dì Territorio Presidio Ospedaliero San |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Camillo



AREA TORINO NORD |ASL Torino città

ASL Torino provincia nord Ospedale San Giovanni Bosco |Ospedale di Riferimento Ospedale Maria Vittoria |Ospedale Cardine (di Riferimento per Ostetricia e Pediatria, complementare al San Giovanni Bosco) Ospedale Amedeo di Savoia |Ospedale da dismettere con trasferimento attività Ospedale di Chivasso |Ospedale Cardine Ospedale di Ivrea |Ospedale Cardine Ospedale di Ciriè |Ospedale Cardine Ospedale di Cuorgnè |Ospedale di Territorio Ospedale di Castellamonte |Ospedale da riconvertire Ospedale di Lanzo |Ospedale da riconvertire SAAPA di Settimo Torinese |Ospedale da definire in base a trasferimento attività Presidio Ospedaliero Gradenigo |Istituto ex art. 43 L. 833/78 * |Ospedale Cardine Presidio Ospedaliero Cottolengo|Istituto ex art. 43 L. 833/78 Ospedale di Territorio Presidio Ospedaliero |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Ausiliatrice - Don Gnocchi Presidio Ospedaliero Major |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Presidio Beata Vergine della |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Consolata Casa di Cura Villa Maria Pia |Casa di Cura (Cardiochirurgia integrata con S.G.B.)



AREA TORINO OVEST |AOU San Luigi Gonzaga

di Orbassano AO Mauriziano Umberto I ASL Torino città ASL Torino provincia ovest Ospedale San Luigi Gonzaga di |Ospedale di Riferimento Orbassano Ospedale Mauriziano Umberto I |Ospedale di riferimento Ospedale Martini |Ospedale Cardine Ospedale di Rivoli |Ospedale Cardine Ospedale di Pinerolo |Ospedale Cardine Ospedale di Susa |Ospedale di Territorio Ospedale di Venaria |Ospedale da riconvertire Ospedale di Avigliana |Ospedale da riconvertire Ospedale di Giaveno |Ospedale da riconvertire Ospedale di Pomaretto |Ospedale da riconvertire Ospedale di Torre Pellice |Ospedale da riconvertire Fondazione per l'Oncologia di |Istituto ex art. 43 L. 833/78 Candido |Ospedale di Riferimento



AREA PIEMONTE NORD |AOU Maggiore della Carità

di Novara



ASL Vercelli



ASL Biella



ASL Novara



ASL Verbano Cusio Ossola

Ospedale Maggiore della Carità |Ospedale di Riferimento di Novara Ospedale di Vercelli |Ospedale Cardine Ospedale di Biella |Ospedale Cardine Ospedale di Borgomanero |Ospedale Cardine Ospedale di Verbania - |Ospedale Cardine Domodossola Ospedale di Borgosesia |Ospedale di Territorio Ospedale di Arona |Ospedale da riconvertire Ospedale di Galliate |Ospedale complementare al Maggiore di Novara Centro Ortopedico di Quadrante |Ospedale monospecialistico di Omegna Istituto di Piancavallo |IRCCS Istituto di Veruno |IRCCS



AREA PIEMONTE SUD OVEST |AO Santa Croce e Carle di Cuneo



ASL Cuneo

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