Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.203 del 02/04/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 684 presentato dai Consiglieri Marinello, Angeleri Boeti, Buquicchio, Bussola, Cantore, Carossa, Cattaneo, Cerutti, Comba Cortopassi, Cursio, De Magistris, Dell'Utri, Formagnana, Giovine, Gregorio Laus, Leardi, Leo, Lepri, Manica, Mastrullo, Motta Angela, Motta Massimiliano, Negro, Novero, Pedrale, Pentenero, Ponso, Reschigna, Taricco Tiramani e Valle, inerente a "Giornata mondiale dell'autismo" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne fa facoltà.



CAROSSA MARIO

Grazie, Presidente.
Oggi le Nazioni Unite hanno istituito la "Giornata mondiale dell'autismo" (2 aprile di ogni anno), quindi chiederei cortesemente all'Assemblea se è possibile votare un ordine del giorno presentato dal Consigliere Marinello come primo firmatario, riguardante questo argomento.
Invito i colleghi a visionare il documento e a sottoscriverlo, se sono d'accordo.



PRESIDENTE

Si tratta dell'ordine del giorno n. 684. Se i colleghi concordano abbiamo due modi per procedere: lo iscriviamo in coda o, se non è necessaria la discussione, lo iscriviamo e lo votiamo.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Lo diamo per iscritto. Procederemo alla votazione.
I colleghi che vorranno aggiungere la propria firma anche dopo la votazione, lo potranno fare presso il banco della Presidenza.
L'o.d.g., così come modificato, è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Franco Maria Bresso, Casoni, Cota, Novero, Maccanti e Toselli.
Il numero legale è 27.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 20 e 21 marzo 2012; verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Saluto del Presidente del Consiglio agli Amministratori della Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone


PRESIDENTE

Oggi assiste ai nostri lavori una delegazione di Amministratori della Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. È presente sia il Presidente della Comunità, Celestina Olivetti, sia il Sindaco di Lanzo Torinese, Ernestina Assalto, con altri colleghi Sindaci e Amministratori di quella zona.
Il loro interesse è rivolto alla questione inerente all'ospedale ex Mauriziano di Lanzo Torinese.
A nome personale e dell'Assemblea, li saluto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 684 presentato dai Consiglieri Marinello Angeleri, Boeti, Buquicchio, Bussola, Cantore, Carossa, Cattaneo, Cerutti Comba, Cortopassi, Cursio, De magistris, Dell'Utri, Formagnana, Giovine Gregorio, Laus, Leardi, Leo, Lepri, Manica, Mastrullo, Motta Angela, Motta Massimiliano, Negro, Novero, Pedrale, Pentenero, Ponso, Reschigna, Taricco Tiramani e Valle, inerente a "Giornata mondiale dell'autismo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 684, presentato dal Consigliere Marinello ed altri, inerente a "Giornata mondiale dell'autismo" precedentemente iscritto all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 684, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Mondiale dell'Autismo in corrispondenza del 2 aprile di ogni anno preso atto della grande incidenza di questo disturbo, fortemente invalidante, che colpisce in Piemonte un bambino ogni 250 nati e perdura per tutta la vita di chi ne è affetto ritenuto che l'opera di sensibilizzazione delle associazioni genitoriali e assistenziali che si occupano dell'autismo e dei rapporti con persone affette da autismo sia da tenere in massima considerazione, sia al fine di sensibilizzare la popolazione sulla tematica sia per diffonderne una maggiore e più consapevole conoscenza premesso che la Regione Piemonte, oltre a partecipare al Tavolo Nazionale di Lavoro sull'Autismo, ha istituito in passato due Tavoli Regionali, uno rivolto alle problematiche dei minorenni, l'altro dei maggiorenni nell'ottica della riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale è opportuno che si uniformi anche la conoscenza e la gestione medica e terapeutica dell'autismo, essendo dimostrato che esistono terapie fortemente migliorative delle condizioni dei bambini affetti da autismo e considerando che l'autismo è la forma di disabilità che risulta essere più impattante sotto il profilo psicologico sulle famiglie colpite impegna la Giunta regionale a proseguire i lavori del Coordinamento Regionale per l'Autismo e del Tavolo Regionale sulla gestione dell'Autismo in soggetti maggiorenni promuovendo e supportando l'attività delle associazioni genitoriali e dei servizi che si occupano della problematica, al fine di diffondere la diagnosi precoce del disturbo nei bambini, garantire la corretta presa in carico socio-sanitaria ed educativa e ridurre lo stress psicologico nelle famiglie colpite".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

Colleghi, dobbiamo riprendere l'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 252) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Alla pag. 33, punto 3.1, quinto paragrafo dopo le parole: "(...) servizi sanitari e socio-sanitari." Aggiungere "Acquisiti i pareri del Coresa della commissione consiliare regionale, delle Conferenze dei Sindaci interessate per territorio." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'emendamento che, con i colleghi, ho presentato riguarda la necessità che le questioni di riorganizzazione del Piano Socio Sanitario regionale individuate nella Parte II e in modo particolare al Capitolo 3, cioè i presupposti logici dello sviluppo e la configurazione del servizio sanitario regionale, non siano assunti nell'ambito delle determinazioni della sola Amministrazione regionale (Giunta), ma debbano poter avere il più ampio consenso nei livelli della partecipazione territoriale.
Abbiamo già avuto modo di leggere e di osservare come anche l'organizzazione delle aree funzionali sovrazonali riceva molte opinioni contrastanti, in modo particolare per quello che riguarda l'organizzazione delle aree funzionali sovrazonali chiamate Federazioni nella provincia di Torino. Questo in ragione non tanto degli accorpamenti geografici che sottendono alle diverse Federazioni, quanto delle Aziende sanitarie locali e delle Aziende sanitarie ospedaliere che sottendono alle stesse.
evidente che se ci fosse stato un percorso di partecipazione nella determinazione di queste nuove aggregazioni, questo percorso avrebbe ricevuto altro tipo di coinvolgimento e di adesione.
Quindi noi chiediamo che si rimedi, nel corso del tempo, all'errore che si è compiuto in premessa e che non si dimentichino e non si omettano tutti gli elementi di conferma di valutazione degli organismi deputati.
Negli emendamenti precedenti ho già avuto modo di sottolineare come le Conferenze dei Sindaci siano state in parte espropriate da questo tipo di dibattito; in quest'emendamento sottolineo l'importanza affinché - e la legge regionale li conferma - manteniamo in vita questi organismi di consultazione del coinvolgimento del CORESA.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 169) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Laus, Manica, Taricco, Gariglio, Pentenero: Al paragrafo 3.2.1 "I cardini del riordino della rete di offerta" a pagina 34, dopo il punto d) è inserito il seguente ulteriore punto: "d bis) sull'attribuzione, entro tali reti interaziendali sovrazonale, di specifiche funzioni comuni ad una delle aziende che ne fanno parte;" La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
un emendamento superato dall'approvazione del disegno di legge n.
174, quindi pensiamo che non sia il caso di discutere di questioni superate dall'approvazione della legge.
Riguardava l'attribuzione ad una delle Aziende, ma il Governo regionale ha scelto una strada diversa, il Consiglio si è espresso, quindi l'emendamento lo ritiriamo perché non ha più senso discutere di una questione superata dai fatti.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 120) presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna Pentenero, Muliere, Boeti, Gariglio, Taricco, Manica, Laus, Stara: A pagina 34 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, all'interno della ripartizione 3.2.1 (I cardini del riordino della rete di offerta), dopo la lettera e) è inserita la seguente lettera: "e bis) sulla piena integrazione nelle reti ospedaliere delle strutture ex articolo 43 della legge 833/1978, riconoscendo loro i maggiori oneri derivanti dall'obbligo di applicazione della normativa sull'esclusività di rapporto, nonché di gestione del personale attraverso pubbliche procedure concorsuali.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

relativo alle strutture, ex articolo 43 della legge 78, che notoriamente hanno maggiori oneri derivanti da costi aggiuntivi previsti dalle varie legislazioni, in particolar modo l'applicazione della cosiddetta esclusività di rapporto in capo ai lavoratori impiegati presso queste strutture e al fatto che sono tenuti alle procedure di evidenza pubblica per la selezione e la gestione del personale.
Si tratta di maggiori costi che possono incidere anche nell'ordine del 15-20% e che portano queste strutture ad essere sicuramente svantaggiate rispetto a strutture private for profit, che invece non hanno questi oneri.
Peraltro, per quanto riguarda i regimi tariffari, le strutture ex articolo 43 e quelle private vengono trattate allo stesso modo.
una richiesta di considerazione di questi maggiori costi, visto che siamo di fronte ad una evidente disparità di trattamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 253) Presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 35. Punto 3.2.2, primo elenco puntato, sostituire le parole: "Istituzione di ambiti interaziendali sovra zonali" con : "Coordinamento interaziendale sovra zonale".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Presidente, si tratta di una serie di emendamenti che fanno riferimento alla nostra preferenza, che abbiamo ripetutamente cercato di sollecitare all'Assessore, di istituire semplici funzioni di coordinamento in capo ad un'Azienda, piuttosto che nuovi organismi come le Federazioni, con relativi costi di istituzione, relativi Direttori Generali e Amministratori delegati.
evidente che questi emendamenti decadono nel momento in cui l'Amministrazione, tramite la maggioranza, ha deciso di votare il disegno di legge. Tuttavia, in alcuni di questi emendamenti sottolineeremo la nostra preoccupazione in ordine ai costi ai quali la Regione andrà incontro.
L'emendamento 253), quindi, è illustrato per questa ragione; mentre i successivi, che fanno nuovamente riferimento alle Federazioni, saranno ritirati.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'emendamento rubricato n. 254) viene mantenuto?



ARTESIO Eleonora

L'emendamento 254), Presidente, non fa riferimento alla nuova Azienda ospedaliera: si riferisce, a pagina 35, punto 3.3. "Missione e competenza delle aziende sanitarie e del servizio sanitario regionale". Stiamo parlando dello stesso testo?



PRESIDENTE

Sì, sì.
Emendamento rubricato n. 254) presentato dalla Consigliera Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 35. Punto 3.3 E' abrogato l'intero punto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento fa riferimento alla valutazione da parte mia ovviamente del tutto opinabile, del ruolo pleonastico di questo paragrafo probabilmente redatto quando ancora si pensava che le Federazioni sovrazonali potessero occuparsi della programmazione della rete ospedaliera e della rete dell'assistenza sanitaria territoriale.
In allora si fece presente, durante il dibattito della Commissione consiliare, che questa previsione sarebbe stata in contrasto con la legge 502/92, che assume la competenza della programmazione solo in capo alla Regione, per l'area vasta, o in capo alle Aziende Sanitarie Locali per l'ambito territoriale di riferimento.
Crediamo, quindi, che questo paragrafo viva in virtù di un effetto trascinante di una vecchia impostazione. Tuttavia, sappiamo bene che l'Assessore non ha rinunciato ad eliminare il comma 12 del disegno di legge, laddove il comma 12 indicava la possibilità di decentrare Uffici dell'Assessorato regionale affinché si occupassero della rete ospedaliera.
Continuiamo a ribadire che l'organizzazione della rete ospedaliera non è processo tecnico da realizzarsi attraverso un semplice decentramento degli Uffici regionali, tanto meno attraverso la scelta di un amministratore delegato della Federazione sovrazonale, ma deve essere l'effetto di una partecipazione che, come avviene in tutte le programmazioni delle ASL, stia in capo alla consultazione della conferenza dei Sindaci.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 170) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus: Emendamento all'Allegato A del testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino.
Al paragrafo 3.3 "Missione e competenza delle aziende sanitarie del SSR" a pagina 35, le parole: "la programmazione regionale può anche essere decentrata per ambiti territoriali allo scopo di coordinare e rendere omogenei i servizi sanitari, attraverso l'indirizzo, il coordinamento dei piani di attività e la valutazione delle prestazioni rese dalle aziende sanitarie regionali e dalle strutture accreditate pubbliche e private del territorio di competenza, a servizio della popolazione di riferimento." Sono sostituite dalle parole "la programmazione, una volta definiti a livello regionale gli orientamenti generali nonché la classificazione dei presidi ospedalieri, può anche essere decentrata per ambiti territoriali allo scopo di coordinare e rendere omogenei i servizi sanitari, attraverso l'indirizzo, il coordinamento dei piani di attività e la valutazione delle prestazioni rese dalle aziende sanitarie regionali e dalle strutture accreditate pubbliche e private del territorio di competenza, a servizio della popolazione di riferimento".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con quest'emendamento torniamo su un punto rispetto al quale rileviamo una certa ambiguità nel testo che stiamo esaminando. Il rischio è che avvenga una programmazione regionale, a livello di Uffici decentrati dell'Assessorato regionale alla sanità, che alla fine non risponda nessuno.
Non risponda nessuno perché, essendo un ufficio decentrato dell'Assessorato regionale alla sanità, non ha rapporto con i rappresentanti delle comunità locali, con i Sindaci, con le conferenze dei Sindaci o con le rappresentanze degli stessi.
Poiché crediamo che uno degli elementi fondamentali su cui poggia un corretto sistema sanitario è il principio della responsabilità in capo ad ogni soggetto, con quest'emendamento riteniamo di mettere in evidenza che non ci può essere una parte di programmazione sanitaria, a livello di Uffici decentrati dell'Assessorato, che riguardi soprattutto il tema dei servizi sanitari, che non sono solamente i presidi ospedalieri, non coerenti con la programmazione o con gli orientamenti generali della programmazione, che sono in capo all'Assessorato regionale e, proprio perché in capo all'Assessorato regionale, hanno come interlocutore, non solo il complesso delle organizzazioni sociali e di rappresentanza della nostra Regione, ma anche il Consiglio regionale, nella fattispecie la IV Commissione del Consiglio regionale.
Con l'emendamento, precisando che quella programmazione di dettaglio non può avvenire se non una volta definiti gli orientamenti generali della programmazione, per quanto riguarda i servizi sanitari, ospedalieri o no definita a livello regionale, intendiamo evitare che all'interno del sistema sanitario piemontese si inserisca un soggetto non responsabile non politicamente responsabile - nei confronti del Consiglio regionale e nei confronti delle comunità locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Non voglio ribadire quello che ha già espresso il Capogruppo, ma temo di non aver capito. Magari l'Assessore, dalla discussione generale rispetto a questi emendamenti, articolerà meglio il suo pensiero. Se, come abbiamo sostenuto in questi lunghi mesi di discussione sul Piano Socio Sanitario, la programmazione avviene esclusivamente a livello centrale avviene a livello dell'Assessorato regionale alla Sanità.
L'Assessore, ad un certo punto, aveva ipotizzato la realizzazione di Uffici decentrati della programmazione sui quali abbiamo espresso il nostro dissenso. Noi pensiamo che non ci possano essere Uffici decentrati della programmazione, che la programmazione non possa che essere in capo al governo regionale, quindi all'Assessorato che, su indicazione del Presidente della Giunta, ha la delega per occuparsi di queste questioni.
Contemporaneamente, pensiamo che mentre la programmazione viene svolta a livello centrale, cioè a livello dell'Assessorato, sia necessario decentrare rispetto alle autonomie locali, rispetto ai Sindaci, rispetto alla Commissione consiliare che si deve occupare di queste questioni.
Pensiamo che la programmazione sia figlia di una concertazione che avviene tra gli Enti istituzionalmente preposti ad occuparsi di queste questioni, e non realizzate da Uffici decentrati, isolati dal contesto sociale, dal contesto politico, senza nessun rapporto con i Sindaci e con le autonomie locali, e che quindi non possa svolgere una funzione sinergica rispetto al soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini di questa regione.
Se, durante la discussione, l'Assessore vorrà articolare questo pensiero, noi abbiamo bisogno di capire chi si occuperà di programmazione nei prossimi tre anni di governo regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come altri emendamenti presentati in questi giorni, anche questo entra nel merito delle questioni più importanti che attengono al Piano Socio Sanitario.
Intanto la questione della programmazione. Più volte abbiamo evidenziato come sia fondamentale e sia assolutamente nodale far sì che la programmazione sia in capo agli organi deputati e agli organi che, per concertazione, fanno parte integrante rispetto al livello decisionale della Giunta.
Tutto questo ci sembra assolutamente confuso e non chiaro. Crediamo che, purtroppo, se il livello di programmazione finisse in modo così determinato, in modo così chiaro in capo alle Federazioni, verrebbe meno il compito precipuo, anche definito dal piano costituzionale, del livello di programmazione da parte della Regione. Questo è un rischio che non possiamo correre, siamo ancora in tempo per cercare di migliorare il quadro complessivo del Piano che si discute all'interno dell'Aula, ed è assolutamente fondamentale ribadire che la programmazione sanitaria deve essere in capo alla Regione, deve essere in capo alla Giunta ma soprattutto, deve essere elemento di concertazione con la Commissione e con tutti gli organi che fanno parte del sistema.
Il rischio che noi stiamo correndo è che la distribuzione in modo non articolato e in modo non strutturato in capo alle Federazioni, diventi un modo per perdere il controllo. La conseguenza immediata, quindi, oltre a non avere il controllo sulla qualità e sul livello di intervento che noi abbiamo all'interno della Regione, è la perdita di controllo sulla spesa che mi sembra l'elemento che maggiormente sta a cuore all'amministrazione.
Chiediamo, pertanto, di riflettere anche su quest'emendamento, di porre attenzione. Ci auguriamo, soprattutto, che ci sia, da parte dell'Assessore una spiegazione chiara in merito agli intendimenti per quello che riguarda la programmazione. Elemento oggi non chiaro.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "Don Milani" di Pecetto (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale "Don Milani" di Pecetto torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti relativi al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176.
Emendamento rubricato n. 255) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 35. Punto 3.3.1. seconda riga. Dopo le parole "(...) benessere." Aggiungere "e garanzia dei percorsi di continuità assistenziale." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento n. 255) insiste sul capitolo che tratta delle Aziende Sanitarie Locali.
Le Aziende Sanitarie Locali vengono, ancora una volta, descritte come aziende che hanno come funzione la tutela della salute e la promozione del benessere. Due funzioni previste dalla legge per le Aziende Sanitarie Locali, ma la legge e la storia prevedono anche che le Aziende Sanitarie Locali non siano soltanto la rappresentanza dei bisogni di salute delle popolazioni, ma anche gli erogatori di prestazioni. In modo particolare per quello che riguarda l'assistenza territoriale, pensiamo a tutti gli operatori specialistici per quello che riguarda la continuità assistenziale e pensiamo alle cure domiciliari e alla residenzialità, per quello che riguarda gli interventi di post acuzie.
Continuamente il Piano Socio Sanitario, ogni volta che affronta il tema delle aziende, non fa riferimento al compito di produzione. Come se, sempre di più, si andasse in una direzione in cui la produzione è affidata esclusivamente alle strutture ospedaliere e alle Aziende sanitarie toccherebbe soltanto di programmare gli acquisti delle prestazioni, o presso le strutture pubbliche o presso il privato accreditato.
Noi riteniamo, invece, che le Aziende Sanitarie Locali abbiano una funzione anche diretta di produzione e che la loro continua omissione sia in qualche modo, la premessa di un cambiamento di finalità istituzionale che non condivideremmo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 109) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 3.3.1. "le Aziende Sanitarie Locali" è modificato come segue: 3.3.1 Le Aziende Sanitarie Locali Le ASL esercitano la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere. Per ottenere tali obiettivi è intendimento della Giunta regionale far convergere tutte le competenze sanitarie e socio assistenziali del territorio di competenza alle singole ASL definendo con appositi provvedimenti i rapporti tra queste ultime e i vari enti erogatori di prestazioni.
Tutela della salute e promozione del benessere implicano l'integrazione con la dimensione sociale ed una supervisione ed intervento estesi non solo ai bisogni manifesti della popolazione ed alla conseguente domanda diretta di servizi, ma anche un'attenzione specifica ai determinanti di tali bisogni ed alla qualità e quantità dell'offerta di servizi presente nel settore sanitario e sociosanitario.
Le ASL esercitano la funzione di erogazione con riferimento, oltre che all'assistenza ospedaliera erogata dai presidi afferenti alla rete interaziendale di riferimento, alla promozione della salute ed alla prevenzione ed al trattamento delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quando non necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessità clinica e/o tecnologica.
Compete ancora alle ASL l'assistenza prolungata nel tempo, domiciliare semiresidenziale e residenziale, alle persone disabili e/o non autosufficienti nonché programmi, attività e prestazioni di particolare caratterizzazione specialistica prevalentemente, o esclusivamente territoriali.
Le ASL esercitano la funzione di promozione e tutela rilevando i fabbisogni di servizi, attività e prestazioni, della collettività di riferimento e progettando e realizzando, per quanto di competenza, lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali.
A tal fine, l'ASL si avvale delle competenze e conoscenze maturate nella dimensione distrettuale, ambito privilegiato di organizzazione della rete di offerta dei servizi del territorio, di completamento socio-sanitaria e di ricognizione dei bisogni da soddisfare.
Emendamento rubricato n. 107) Presentato dal Consigliere Buquicchio.
Il paragrafo 3.3.1. "le Aziende Sanitarie Locali" è modificato come segue: 3.3.1 Le Aziende Sanitarie Locali Le ASL esercitano la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere.
Tutela della salute e promozione del benessere implicano l'integrazione con la dimensione sociale ed una supervisione ed intervento estesi non solo ai bisogni manifesti della popolazione ed alla conseguente domanda diretta di servizi, ma anche un'attenzione specifica ai determinanti di tali bisogni ed alla qualità e quantità dell'offerta di servizi presente nel settore sanitario e sociosanitario. In particolare è intenzione della Regione Piemonte dotarsi, sia quantitativamente che qualitativamente, di un numero di Dipartimenti di prevenzione in linea con le migliori pratiche presenti sul territorio nazionale.
Le ASL esercitano la funzione di erogazione con riferimento, oltre che all'assistenza ospedaliera erogata dai presidi afferenti alla rete interaziendale di riferimento, alla promozione della salute ed alla prevenzione ed al trattamento delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quando non necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessità clinica e/o tecnologica.
Compete ancora alle ASL l'assistenza prolungata nel tempo, domiciliare semiresidenziale e residenziale, alle persone disabili e/o non autosufficienti nonché programmi, attività e prestazioni di particolare caratterizzazione specialistica prevalentemente, o esclusivamente territoriali.
Le ASL esercitano la funzione di promozione e tutela rilevando i fabbisogni di servizi, attività e prestazioni, della collettività di riferimento e progettando e realizzando, per quanto di competenza, lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali.
A tal fine, l'ASL si avvale delle competenze e conoscenze maturate nella dimensione distrettuale, ambito privilegiato di organizzazione della rete di offerta dei servizi del territorio, di completamento socio-sanitaria e di ricognizione dei bisogni da soddisfare.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti rubricati n. 109) e 107).



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Prima di illustrare l'emendamento, vorrei fare una richiesta di chiarimento, visto che l'interruzione del fine settimana ci ha fatto perdere il filo.
Sono stati presentati emendamenti dalla Giunta?



PRESIDENTE

La Giunta ha depositato l'emendamento n. 399).



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
A questo punto, diventa anche sterile parlare e ripetere sempre le stesse cose.
Gli emendamenti proposti, a suo tempo, al paragrafo che dovrebbe trattare delle Aziende Sanitarie Locali, come avvenuto per altri emendamenti presentati da altri colleghi di altri Gruppi, sono assolutamente superflui. L'impostazione, votata con la legge n. 174, ha dato irrimediabilmente una prospettazione di lavoro non conforme a quanto da noi desiderato e su cui si cercava di migliorare, addirittura emendando ulteriormente. Così non è stato.
Nell'emendamento n. 109) noi chiedevamo, lì dove si parla delle ASL che esercitano "la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere", di inserire, come emendamento aggiuntivo: "Per ottenere tali obiettivi, è intendimento della Giunta regionale far convergere tutte le competenze sanitarie e socio-assistenziali del territorio di competenza alle singole ASL, definendo, con appositi provvedimenti, i rapporti tra queste ultime e i vari enti erogatori di prestazioni".
Così come nell'emendamento n. 107) entravamo più nello specifico chiedendo di inserire, come emendamento aggiuntivo: "In particolare, è intenzione della Regione Piemonte dotarsi, sia quantitativamente che qualitativamente, di un numero di dipartimenti di prevenzione, in linea con le migliori pratiche presenti sul territorio nazionale".
Dipartimento di prevenzione. Penso che questa parola riguardi un argomento che, tra gli altri, mi sembra un po' deficitario in questo piano.
Personalmente, come Gruppo, da sempre anche nella precedente legislatura su questo argomento abbiamo fatto delle grandi battaglie.
Riteniamo che l'argomento della prevenzione possa essere anche considerato un investimento sicuramente non a breve termine, forse neanche medio, ma sicuramente a lungo termine.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 106) presentato dal Consigliere Buquicchio.
Il paragrafo 3.3.1. "le Aziende Sanitarie Locali" è modificato come segue: 3.3.1 Le Aziende Sanitarie Locali Le ASL esercitano la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere.
Tutela della salute e promozione del benessere implicano l'integrazione con la dimensione sociale ed una supervisione ed intervento estesi non solo ai bisogni manifesti della popolazione ed alla conseguente domanda diretta di servizi, ma anche un'attenzione specifica ai determinanti di tali bisogni ed alla qualità e quantità dell'offerta di servizi presente nel settore sanitario e sociosanitario.
Le ASL esercitano la funzione di erogazione con riferimento, oltre che all'assistenza ospedaliera erogata dai presidi afferenti alla rete interaziendale di riferimento, alla promozione della salute ed alla prevenzione ed al trattamento delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quando non necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessità clinica e/o tecnologica. Sarà compito dei Distretti, in coordinamento con i singoli Dipartimenti, istituire i singoli protocolli per il raggiungimento degli obiettivi ed il monitoraggio relativi alle attività sopra menzionate.
Compete ancora alle ASL l'assistenza prolungata nel tempo, domiciliare semiresidenziale e residenziale, alle persone disabili e/o non autosufficienti nonché programmi, attività e prestazioni di particolare caratterizzazione specialistica prevalentemente, o esclusivamente territoriali.
Le ASL esercitano la funzione di promozione e tutela rilevando i fabbisogni di servizi, attività e prestazioni, della collettività di riferimento e progettando e realizzando, per quanto di competenza, lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali.
A tal fine, l'ASL si avvale delle competenze e conoscenze maturate nella dimensione distrettuale, ambito privilegiato di organizzazione della rete di offerta dei servizi del territorio, di completamento socio-sanitaria e di ricognizione dei bisogni da soddisfare.
L'emendamento rubricato n. 106) presentato dal Consigliere Buquicchio è ritirato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 256) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.1. terzo paragrafo. Sostituire le parole "(...) assistenza prolungata nel tempo" con "la continuità delle cure e dell'assistenza senza limiti di durata," La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Continuiamo ad intervenire sulla questione delle funzioni delle Aziende Sanitarie Locali. Prendiamo atto che l'Assessore, nel frattempo, ha depositato una serie di emendamenti, che sono riferiti ai capitoli relativi ai progetti di salute, quindi alla parte di allegato del Piano Socio Sanitario e, in parte, alla rete ospedaliera, senza però andare ad individuare cambiamenti nelle previsioni che la rete ospedaliera affida a questo o a quel presidio, ma introducendo un aspetto di temporaneità. Vale a dire che le riconversioni saranno realizzate solo quando l'assistenza territoriale avrà dimostrato di poterle compensare.
Questo è il profilo nuovo con il quale ci misuriamo in questa mattinata, che noi vorremmo però poter articolare poi in ordine alle diverse situazioni territoriali a cui questo paragrafo si applica. Quindi ragionare del Valdese, di Lanzo e dell'Amedeo di Savoia.
Quello che quest'emendamento sottolineava era la necessità che le Aziende sanitarie, nel momento in cui si misurano con quella che viene considerata una patologia prevalente del sistema, cioè la malattia cronica riconosca che questa necessita della continuità delle cure, senza limiti di durata.
Credo che possa essere un emendamento assolutamente coincidente con la responsabilità pubblica del sistema sanitario, e che quindi possa essere condiviso dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 108) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 3.3.1. "le Aziende Sanitarie Locali" è modificato come segue: 3.3.1 Le Aziende Sanitarie Locali Le ASL esercitano la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere.
Tutela della salute e promozione del benessere implicano l'integrazione con la dimensione sociale ed una supervisione ed intervento estesi non solo ai bisogni manifesti della popolazione ed alla conseguente domanda diretta di servizi, ma anche un'attenzione specifica ai determinanti di tali bisogni ed alla qualità e quantità dell'offerta di servizi presente nel settore sanitario e sociosanitario.
Le ASL esercitano la funzione di erogazione con riferimento, oltre che all'assistenza ospedaliera erogata dai presidi afferenti alla rete interaziendale di riferimento, alla promozione della salute ed alla prevenzione ed al trattamento delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quando non necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessità clinica e/o tecnologica.
Compete ancora alle ASL l'assistenza prolungata nel tempo, domiciliare semiresidenziale e residenziale, alle persone disabili e/o non autosufficienti nonché programmi, attività e prestazioni di particolare caratterizzazione specialistica prevalentemente, o esclusivamente territoriali.
Le ASL esercitano la funzione di promozione e tutela rilevando i fabbisogni di servizi, attività e prestazioni, della collettività di riferimento e progettando e realizzando, per quanto di competenza, lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali.
A tal fine, l'ASL si avvale delle competenze e conoscenze maturate nella dimensione distrettuale, ambito privilegiato di organizzazione della rete di offerta dei servizi del territorio, di completamento socio-sanitaria e di ricognizione dei bisogni da soddisfare.
L'assolvimento di queste funzioni da parte del distretto socio-sanitario impone una dimensione territoriale rilevante dal punto istituzionale demografico, epidemiologico ed operativo. Sarà la Giunta regionale con apposito provvedimento ad indicare con precisione il perimetro nel quale il distretto socio-sanitario potrà attivarsi per l'espletamento delle funzioni di sua pertinenza.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 108), che si riferisce sempre al paragrafo 3.3.1, fa seguito a quel tipo di impostazione e di richieste che con gli emendamenti intendevamo dare a questo paragrafo.
Ripeto e non ci stancheremo mai di ripetere che l'impostazione che è stata data già con la legge n. 174, che ha visto istituire le federazioni fa cadere ogni altro tipo di impostazione, anche se da alcuni è considerata propedeutica all'impostazione che vedevamo ottimale e che anche la Giunta in più occasioni, aveva condiviso.
Quindi, noi chiediamo di inserire alla fine del paragrafo 3.3.1 le parole: "L'assolvimento di queste funzioni da parte del distretto socio sanitario impone una dimensione territoriale rilevante dal punto istituzionale, demografico, epidemiologico ed operativo. Sarà la Giunta regionale con apposito provvedimento ad indicare con precisione il perimetro nel quale il distretto socio-sanitario potrà attivarsi per l'espletamento delle funzioni di sua pertinenza".
un'impostazione che penso possa essere assolutamente recepibile ed applicabile. Bisognerebbe però ascoltarla e rifletterci sopra prima di decidere, ma visto che siamo alla fine di questo percorso e che si è deciso che domani il piano si vota, penso che ogni parola sia superflua.
Noi però, come è giusto ed è doveroso per una forza di opposizione continuiamo anche se con toni diversi e meno entusiastici, perché fino a qualche giorno fa avevamo ancora l'entusiasmo della speranza di poter modificare qualcosa. Ora anche quella è persa, e quindi non possiamo che procedere con toni sommessi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 257) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.2. La rete territoriale" prima del primo capoverso aggiungere il seguente capoverso: "Le indagini Istat Multiscopo sulla salute in Italia dimostrano che: il 4,7% della popolazione generale presenta un problema di disabilità; negli anziani questa percentuale sale al 18,8%. Il 45% di questi soggetti è costretto nell'abitazione a causa del proprio stato. Il 10,3% delle famiglie ha un componente disabile e di queste meno del 30% gode di una forma di assistenza a domicilio, Le forme di assistenza di cui le persone hanno bisogno si realizzano nel territorio." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento interviene sulla rete territoriale dei distretti. La rete territoriale dei distretti è oggetto di nostra preoccupazione soprattutto nei capoversi successivi quando s'interviene a quantificarne la dimensione di popolazione riferente, perché si modifica la precedente visione del disegno di legge dei 70 mila abitanti, facendolo arrivare a 100 mila, giudicati l'ambito ottimale.
Prima di arrivare a questo, che è elemento che condividiamo come opposizione essere invece molto preoccupante, l'emendamento che illustro interviene in modo particolare su un aspetto che fa riferimento alla tematica della cronicità e, in modo particolare, alla responsabilità che credo non sia completamente assolta.
Da questo punto di vista, devo dire che anche le gestioni precedenti hanno fatto grande fatica nell'accompagnare la crescita della domanda in ambito di disabilità. Questo però non significa che dobbiamo abbandonarla e che quindi si debba, come stiamo assistendo, rallentare in modo preoccupante gli inserimenti, sia nelle attività diurne sia in quelle semiresidenziali sia in quelle residenziali.
Quindi, il mio emendamento interviene ricordando all'Amministrazione di quale popolazione stiamo parlando. In modo particolare, faccio riferimento alle Indagini Multiscopo del Ministero della Sanità, che ricordano alle Regioni - perché è dovere delle Regioni - che il 4,7% della popolazione generale presenta un problema di disabilità e che negli anziani questa percentuale sale al 18,8%. Trattasi di disabilità invalidanti, ma in molti casi anche profondamente lesive delle possibilità relazionali, non soltanto dei principi di autonomia e di autosufficienza.
Le persone vengono quindi impossibilitate nella loro abitazione a condurre una vita di relazione, laddove non potessero avvalersi di quelle cure domiciliari che sono la grande frontiera del cambiamento dell'organizzazione delle prestazioni e dei servizi.
un monito che quest'emendamento si propone di introdurre all'interno della programmazione per ricordare questa responsabilità e questo riorientamento di risorse, che si era avviato con le DGR precedenti e che noi crediamo debba essere confermato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Nel merito dell'emendamento, condivido le considerazioni espresse dalla collega Artesio.
Ho chiesto di intervenire come firmatario, perché alla fine di questo capitolo c'è un punto che da subito vorrei mettere in evidenza.
L'emendamento presentato dell'Assessore Monferino apre una contraddizione da evidenziare. Noi abbiamo la legge regionale n. 18/2007 che fissa gli ambiti territoriali dei distretti con una popolazione non inferiore a 70 mila abitanti.
L'Assessore non ha ritenuto di intervenire sulla legge su questo punto ma interviene nel Piano Socio Sanitario - che è una deliberazione, quindi non ha la forza di superare la norma di legge - fissando che i distretti sanitari siano di 100 mila abitanti.
Risolvetemi questa contraddizione, perché un atto deliberativo di programmazione non può superare una norma di legge.
Siccome credo che sarebbe già un bel risultato, viste le condizioni del Piemonte, dare attuazione alla norma contenuta nella legge regionale n. 18 a parte le aree a dispersione territoriale demografica, che sono normate come eccezioni anche all'interno della stessa legge, e portare una realtà come il Piemonte in modo omogeneo a 70 mila abitanti.
Noi insistiamo affinché ci sia anche questo sforzo che riguarda gli organismo di gestione delle politiche locali.
Chiedo scusa se sono intervenuto adesso su quest'emendamento, che peraltro ho sottoscritto, in merito al quale non avrei altre considerazioni da aggiungere, condividendo l'impostazione data dalla collega Artesio, su cui i colleghi del Gruppo avranno modo di intervenire ulteriormente nel merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto quest'emendamento perché ritengo importante recuperare quel ragionamento che abbiamo già fatto in altre occasioni, che sottolinea la necessità di rafforzare la consapevolezza all'interno del Piano della crescente presenza, nelle nostre comunità e nella nostra società, di anziani non autosufficienti.
Su questo tema abbiamo già fatto molte considerazioni; credo, però, che sia importante riconfermare la necessità che il nostro sistema si dia delle regole chiare ed evidenti affinché la presa in carico degli anziani non autosufficienti non rischi di diventare la "Cenerentola" all'interno di un quadro che, dovendo tagliare e ridurre le risorse, in questi mesi non ha trovato di meglio da fare che diminuire il numero delle persone prese in carico.
Abbiamo visionato i dati di tutte le ASL e nella stragrande maggioranza, tolte alcune lodevoli eccezioni, la situazione è quanto mai preoccupante. E credo sia maggiormente preoccupante il fatto che, in carenza di linee di indirizzo chiare, questa situazione si diffonda a macchia di leopardo, a seconda della sensibilità dei dirigenti che operano nei vari contesti.
Noi riteniamo che quest'emendamento abbia la possibilità di rafforzare questa consapevolezza e crediamo valga veramente la pena prenderlo in considerazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Vorrei tornare, per un momento, sulla legge n. 1, che il Presidente Reschigna citava poc'anzi.
La legge n. 1, ancora operativa, costruita quando era in carica l'Assessore Cotto (espressione del centrodestra) e, tra l'altro, quando il Presidente Cota ricopriva il ruolo di Presidente del Consiglio regionale prevede che le risorse da attribuire ai servizi sociali devono essere le stesse dell'anno precedente aumentate dell'inflazione.
Le cose non sono andate in questo modo l'anno scorso, e non andranno in questo modo nemmeno quest'anno, anche se ci rendiamo conto che il Governo regionale ha fatto uno sforzo per avvicinarsi (per quanto non sia la stessa cifra) a quelle risorse destinate ai servizi sociali lo scorso anno, anche grazie al lavoro che l'opposizione ha fatto in quest'Aula.
Resta il fatto, però, che noi continuiamo a distribuire meno risorse (perché ci sono meno risorse) a fronte di una legge regionale che dice invece, che devono essere uguali e aumentate dell'inflazione.
Dunque, o correggete la legge n. 1, portando magari la modifica in Aula, oppure non si può continuare su questa strada. Se la legge n. 1 prevede che ci vogliono più risorse, bisognerà, in qualche modo, risolvere questo problema.
L'altro riferimento va agli anziani non autosufficienti. È un argomento su cui abbiamo lavorato molto come Partito Democratico, denunciando quanto questo Paese, rispetto alla media europea, dedichi una percentuale maggiore di risorse destinate alle pensioni (peraltro, anche prima del tempo destinato in altri Paesi), ma che, sulla spesa sociale e sanitaria, occupi uno degli ultimi posti in Europa.
Riprenderemo ancora questo ragionamento durante queste sedute, ci sono ancora molte cose che vanno dette.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 142) presentato dalla Consigliera Muliere Reschigna, Pentenero, Lepri, Ronzani, Gariglio, Manica, Taricco, Laus Boeti: all'Allegato A del testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino.
Nella ripartizione 3.3.2. (La rete territoriale) dell'Allegato A del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 36, dopo le parole "nell'integrazione tra le diverse istanze dei vari portatori di interesse (sanitari e sociali)" sono inserite le seguenti: ", da realizzare in sede di Conferenza aziendale di partecipazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Noi pensiamo che sia importante favorire la partecipazione nella gestione e nella programmazione della politica sanitaria soprattutto a livello aziendale.
Crediamo sia estremamente importante realizzare, in sede di Conferenza aziendale di partecipazione, l'intervento delle varie associazioni che possono contribuire a favorire o capire meglio le esigenze e i bisogni che provengono dal territorio.
Avevamo sollevato tale questione anche in sede di Commissione, durante la discussione sul Piano. Riproponiamo quest'emendamento in Aula perch crediamo siano utile creare tutte le occasioni possibili per favorire il confronto, anche in sede di Conferenza aziendale di partecipazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Con il Piano Socio Sanitario precedente, i percorsi socio-sanitari nei vari territori avevano, a nostro avviso, nei piani e nei profili di salute e nei piani di zona, due elementi di grande valore partecipativo anche dei territori e delle realtà che operano all'interno dei territori.
Noi abbiamo la preoccupazione che questo Piano Socio Sanitario non abbia, invece, alcun interesse alla partecipazione dei cittadini, al raggiungimento dei loro obiettivi di salute e, in definitiva, dei loro diritti.
Non c'è nessun riferimento a questi due grandi capitoli che abbiamo considerato di grande importanza degli anni precedenti: si ha la sensazione che le Aziende Sanitarie siano delle monadi isolate all'interno dei territori, in cui un Direttore generale decide quella che è la risposta ai bisogni di salute dei cittadini senza che ci sia una condivisione del territorio, senza che ci sia una compartecipazione dei Sindaci, senza che ci sia, insomma, la possibilità di partecipare alla discussione, alla programmazione e al soddisfacimento dei progetti, da parte degli utenti di questi bisogni.
Finora, da parte del Governo regionale, non abbiamo ricevuto alcuna risposta rispetto alle questioni che abbiamo sollevato e ci sembra che continuino a non essercene. Ma questo è davvero un problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ho l'impressione che non esista alcuna coerenza tra quello che scrivete nel Piano e quanto state facendo in questo momento.
Nel Piano scrivete che è intenzione della Giunta creare il Fondo per la non autosufficienza; ci sono state opinioni diverse relativamente al fondo dopodiché discutete una riforma della delibera regionale n. 17 del 2005 relativa alle case di riposo, che, se venisse presa alla lettera, avremmo esattamente le conseguenze opposte. Infatti, nella delibera affermate che state discutendo (è ancora in bozza), che occorre ragionare, sulle rette uniformi - se ho letto bene la bozza di delibera - che dovremmo definire nuove fasce d'intervento assistenziale.
Le due questioni, insieme, hanno un impatto formidabile sul sistema piemontese: aumento verso l'alto, naturalmente, delle rette per le Aziende sanitarie e per le famiglie. Per le famiglie è un problema drammatico; per le Aziende sanitarie significa minore possibilità di creare spazi per il convenzionamento.
Ma allora, di cosa stiamo parlando? Del Fondo per la non autosufficienza, ergo: noi dovremmo creare le condizioni affinché la Regione liberi risorse per quello scopo. Nello stesso momento in cui parliamo di questo, predisponete una riforma della delibera n. 17 che produce il seguente impatto: aumento delle rette che pagheranno le famiglie e le Aziende sanitarie.
Questo significa - ripeto - più soldi per le rette (quota sanitaria e alberghiera), riguardo alle Aziende sanitarie e comporta una situazione semplicissima: ridurre la possibilità di operare convenzioni, in una regione - lo ricordava la collega Artesio - che è passata dal 2% dei posti letto per anziani ultrasessantacinquenni, ad una media dell'1,3%.
Domando: quale coerenza esiste tra questi ragionamenti e la discussione aperta con le ASL, sulla delibera? Sospendete la discussione e la promozione della delibera - mi auguro perché, francamente, la coerenza su questo atto non esiste minimamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'emendamento in oggetto ha lo scopo d'intervenire sui meccanismi e sui processi decisionali, relativamente alle scelte sui territori che all'interno e a seguito di questo nuovo Piano Socio Sanitario, saremo chiamati a compiere.
Uno dei rischi che intravediamo in molti passaggi di questo Piano è quello di un insufficiente coinvolgimento dei territori nelle scelte che verranno assunte. Dall'altra parte, però, il rischio è esattamente opposto: il fatto di cercare di delegare a strutture tecniche o a soggetti esterni rispetto all'ambito regionale, le decisioni di programmazione che riguarderanno il futuro dei territori.
Noi riteniamo che occorra fare una scelta esattamente contraria: da una parte, attribuire alla Regione, in quanto tale, la piena responsabilità sulle scelte di programmazione, perché queste sono nella responsabilità della Regione, e, dall'altra, fare in modo che queste scelte vengano compiute attraverso un confronto con i territori interessati dalla ricaduta delle scelte che vengono effettuate.
Siamo consapevoli che è una strada complessa, perché non è mai facile intraprendere percorsi attraverso il confronto con i soggetti interessati ma siamo anche convinti che, trattandosi di sanità e della salute dei cittadini, questo sia un cammino necessario.
Quest'emendamento s'inserisce in questo ragionamento e crediamo valga la pena prenderlo in considerazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Taricco.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Questo è un emendamento importante che crediamo possa essere seriamente preso in considerazione, perché attiene ad uno degli argomenti più significativi che il Piano può evidenziare.
Avevamo già visto durante le consultazioni sul testo del Piano e sulle leggi ad esso connesse, come gli elementi di partecipazione e condivisione fossero importanti.
Un sistema sanitario, soprattutto una riforma del sistema sanitario, ha maggiori possibilità di funzionare nella misura in cui - è stato detto anche in quest'Aula dalla Giunta regionale - essa è condivisa.
molto importante individuare momenti di partecipazione con i soggetti sociali ed istituzionali che si occupano di sanità; è importante preventivamente, rispetto alle scelte che si possono individuare ed è importante in corso d'opera, così come successivamente.
Questo feedback è un elemento di grande rilievo, che consente di rendere le scelte sanitarie e socio-sanitarie le più partecipate possibile ma anche le più efficaci ed efficienti, perché quello della partecipazione non è solo un elemento di allargamento, di condivisione o un far comunità ma è anche un elemento sostanziale per l'efficacia e l'efficienza degli interventi stessi.
Questo rende i lavori più produttivi, quindi c'è una duplice ragione per la quale riteniamo che questa scelta, evidenziata dall'emendamento che potenzia le scelte originarie del testo di Piano, possa essere utile ed importante, pertanto da accogliere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 3.3.2 "La rete territoriale" è modificato come segue: 3.3.2 La rete territoriale promuove e sviluppa la collaborazione con la popolazione e con le sue forme associative (secondo il principio di sussidiarietà) per la rappresentazione delle necessità assistenziali e la pianificazione e valutazione dell'offerta di servizi nell'integrazione tra le diverse istanze dei vari portatori di interesse (sanitari e sociali) valorizza le risorse territoriali della comunità locale, promuovendo e garantendo alla popolazione risposte sanitarie coordinate ed integrate con caratteri di continuità ed appropriatezza rispetto ai bisogni rilevati ed ai corrispondenti percorsi clinico assistenziali.
Il rafforzamento dei compiti richiede la riconsiderazione delle attuali articolazioni e l'individuazione di aree territoriali più ampie delle attuali, idonee a superare la parcellizzazione oggi rappresentata da un numero di distretti di dimensione limitata, che non consentono lo svolgimento della funzione di govergance né le condizioni per ricondurre a sistema la sommatoria di servizi, interventi, prestazioni e per garantire le necessarie efficienze organizzative.
Le ASL articoleranno il proprio territorio in distretti, la cui dimensione ottimale viene quantificata di norma in centomila abitanti, fatti salvi i vincoli orografici. Per le zone a scarsa densità abitativa o con particolari caratteristiche territoriali si applicano le procedure di cui all'art. 19 della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 "Norme per la programmazione socio sanitaria e il riassetto del servizio socio sanitario regionale".
Il territorio dei distretti, anche accorpati rispetto a quelli attuali costituirà l'ambito strategico-istituzionale per rafforzare e rendere maggiormente efficaci ed efficienti non solo le singole funzioni ma anche l'erogazione dei servizi diretti ai cittadini.
L'ambito territoriale del distretto deve, al fine di assicurare lo svolgimento delle prestazioni dell'area dell'integrazione socio-sanitaria garantire l'effettiva fruibilità dei servizi ed il necessario raccordo con il soggetto gestore dei servizi socio assistenziali in una logica di razionalizzazione e contenimento della spesa.
In questo quadro programmatorio generale si inserisce la normativa nazionale introdotta in materia di riforma delle Autonomie locali, che impegna ad una revisione dei modelli organizzativi adottati in Piemonte dai Comuni per l'esercizio della Funzione Servizi Sociali, entro cui si colloca la programmazione e la gestione delle prestazioni dell'area dell'integrazione socio sanitaria.
Gli adempimenti previsti dalla normativa statale sono complessi e differiscono a seconda del numero di abitanti di ciascun comune. Il recente D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito con modificazioni dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, prevede che i Comuni fino a 1.000 abitanti esercitino tutte le funzioni e tutti i servizi tramite unione, mentre i comuni da 1.001 a 5.000 abitanti, in ottemperanza al dettato del D.L.
78/2011, dovranno esercitare le funzioni fondamentali, tra cui quella sociale, tramite unione o convenzione. Non sono previsti specifici adempimenti per i comuni sopra i 5.000 abitanti.
Questo complesso quadro normativo richiede alle Autonomie Locali decisioni istituzionali tali da garantire la fruizione dei servizi, afferenti all'area dell'integrazione, a livello distrettuale.
Pertanto, proprio nel distretto, è necessario identificare un nuovo rapporto con le Autonomie locali e le relative assemblee elettive nel territorio, che esprimono il bisogno e la domanda di servizi sanitari socio-sanitari e sociali del territorio.
Il distretto, sede di erogazione di prestazioni, ma anche di un approccio più articolato ai problemi di quel territorio, può rappresentare il cardine di un processo più lungo e complesso che costituisce un nuova dimensione metodologica e di gestione dei problemi evitando la frammentazione settoriale.
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Siamo al paragrafo 3.3.2, dove si dovrebbe parlare di rete territoriale, costituita dai distretti, e si specifica come sono composti questi ultimi.
proprio qui - ritengo - che il Piano avrebbe avuto bisogno di una maggiore incisività. Una rete distrettuale (quindi dei distretti) efficace ed efficiente è l'unico presupposto, non solo per fornire un buon servizio ai cittadini, ma anche per effettuare quelle economie di cui il sistema sanitario avrebbe e avrà bisogno.
Il Piano di rientro, riqualificazione e riorganizzazione del 2010, con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia, andava in questa direzione. Poi - lo ripeteremo sino alla fine, sino all'ultimo intervento tutto è cambiato.
Auguriamoci che il Piano possa individuare in modo chiaro, nonostante tutto questo stravolgimento, almeno quelle che dovrebbero essere le attività di ogni singolo distretto, in modo da assegnare un compito, un obiettivo, una funzione da espletare.
Anche accanto a quest'elemento, ci auguriamo che si possano specificare quali sono i responsabili dei procedimenti e si possa attuare un sistema di monitoraggio e valutazione.
Se questo non avverrà, tutti i buoni presupposti, inevitabilmente cadranno.
Il Piano, anche se dipendente in buona parte, in termini d'impostazione, dalla delibera n. 174 che noi non abbiamo assolutamente approvato, nei confronti della quale abbiamo espresso convintamene voto contrario, illustrata un sistema che sulla carta può essere condivisibile all'80%, ma, passando dalle parole ai fatti, nell'attuazione, temiamo che lì possa cascare l'asino e si possa assistere ad una grave delusione soprattutto sotto il profilo di quel prospettato risparmio che non riteniamo possa esserci.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Il mio Capogruppo ha già espresso con chiarezza il nostro punto di vista: con le Federazioni e con la mancata rete distrettuale si sta viaggiando su una strada che certamente non riteniamo pertinente, dal punto di vista politico, con quello che il nostro Gruppo ha espresso più volte.
Lascia amarezza il fatto che una riforma sanitaria, descritta come indispensabile e di portata storica dal Presidente e dalla Giunta, possa segnare purtroppo una strada che sa di "aggiustamento politico" e che viene svilita nella sua stessa natura rispetto a quanto era stato fortemente preposto.
Ecco, come descritto dal mio Capogruppo, si era partiti con molto entusiasmo per esercitare quel ruolo - che ritengo sia prezioso e democratico - di un Gruppo di minoranza che, pur dalla minoranza, può dare nello svolgimento del dibattito e lungo l'iter legislativo (sia in Commissione sia in Aula), un apporto positivo e costruttivo. Continueremo seppur meno motivati; perché rischiamo di fare come San Giovanni nel deserto, cioè di predicare al vento. In queste poche ore che mancano quindi, continueremo a rimarcare la nostra posizione con l'illustrazione di emendamenti che riteniamo importanti e costruttivi per l'iter legislativo e per l'approvazione di una legge che tanto si sta aspettando nel nostro territorio.
In queste poche ore svolgeremo questo nostro maturo compito di piccola opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 258) presentato dalla Consigliera Artesio Taricco, Boeti, Ronzani: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.2. secondo paragrafo. Abrogare: "Il rafforzamento dei compiti (...) efficienze organizzative." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento 258) si inserisce, sempre nell'ambito della rete territoriale, nel secondo paragrafo del punto 3.3.2, che si propone di abrogare. Perché? Per le stesse ragioni per le quali i colleghi prima intervenivano sul dimensionamento territoriale.
Qui si fanno delle affermazioni di principio senza averle dimostrate provo a sottolinearne alcune. Si dice infatti: "Occorrono aree territoriali più ampie delle attuali, idonee a superare la parcellizzazione oggi rappresentata da un numero di Distretti che non consentono lo svolgimento della funzione di governance né le condizioni per ricondurre a sistema la sommatoria di servizi".
Ora, quando si fanno affermazioni di eventuale disfunzione di organismi preesistenti, bisognerebbe esercitare il principio di responsabilità specie se si è un Ente pubblico - di dimostrare la fondatezza delle proprie affermazioni. Quindi, se analisi critica va fatta sull'attuale assetto dei Distretti - e qua è un'analisi fatta dei loro ambiti territoriali bisognerebbe dimostrare dove l'ambito territoriale troppo piccolo si sarebbe dimostrato inefficace. La dimostrazione non è data, ma questa premessa serve per legittimare il passaggio successivo, che vuole elevare la dimensione minima dei Distretti dai 70 mila abitanti del disegno di legge ai 100 mila della proposta di delibera consiliare.
Questo è quindi un ulteriore elemento di criticità rispetto a quest'opzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

singolare - no? - la contraddizione! Noi infatti abbiamo una legge, la n. 18, che stabilisce le dimensioni dei Distretti. Naturalmente il legislatore ha il diritto di cambiare le norme e ha diritto di immaginare che i Distretti, essendo troppo piccoli debbano diventare più grandi. Quello che il legislatore non può fare è non conoscere la legge, perché non vi è consentito di non sapere e di non conoscere come funziona una legge. Voi, infatti, modificate la dimensione dei Distretti utilizzando la delibera; ma siccome la legge conta più della delibera, voi state prendendo una decisione che non serve a nessuno, perch chiunque può sostenere che - facendo testo la legge - la legge n. 18 stabilisce che i Distretti sono calibrati sui 70 mila abitanti.
Allora, delle due l'una: ritirate l'emendamento o modificate la legge e il Piano.
Faccio una seconda considerazione. La ratio che vi muove ha, da un certo punto di vista, una sua logica. Voi dite che dobbiamo immaginare Distretti più grandi; a me sembra una dimensione eccessiva, però c'è una logica che sta dietro a questa proposta, in qualche modo riconducibile al tema dell'area vasta: immaginiamo processi aggregativi.
Domando: perché la stessa cosa non avviene per i soggetti gestori del comparto socio-assistenziale? È un'altra contraddizione, perché se si imbocca una strada la si imbocca fino in fondo e, se si decide che è giusto immaginare dimensioni più grandi, non si può fare questo ragionamento quando fa comodo e non farlo quando non fa comodo! La logica vorrebbe che, se si decide di avviare processi aggregativi questo criterio si usi per sempre e non lo si usi quando fa comodo: si usa per i Distretti e poi ci si "dimentica" di avere usato questo parametro sui Distretti e, per quanto riguarda il rapporto fra Distretto e Consorzio socio-assistenziale, si individua uno strumento che gradualmente conduce lì, evitando però di fissarne la dimensione.
Questa è una delle conferme delle contraddizioni che stanno caratterizzando l'atteggiamento della maggioranza sul Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho firmato quest'emendamento per una ragione molto semplice. Credo che sia legittimo che la maggioranza e la Giunta palesino il proprio intendimento di voler aumentare il numero di abitanti, quale riferimento per la dimensione del Distretto. Credo però che vi siano due questioni che vale la pena prendere in considerazione.
La prima è che noi abbiamo annunciato che nella legge n. 18 il riferimento è quello dei 70 mila abitanti e pur tuttavia vi sono parecchi casi di deroghe, cioè di situazioni in cui non si sono raggiunti i 70 mila abitanti. Credo che prima di alzare il livello del riferimento ottimale varrebbe la pena superare le deroghe o capire perché queste deroghe continuano ad esistere, senza alzare semplicemente il parametro quando poi la realtà dice una cosa diversa; dato, non concesso e non ammesso che sia legittimo che la realtà dica una cosa diversa.
L'altra questione è che in molteplici occasioni è emersa la necessità/utilità di far coincidere per quanto possibile la dimensione del Distretto sanitario con la dimensione dell'area all'interno della quale l'Ente gestore dei servizi socio-assistenziali esercita l'attività. Questo infatti, migliorerebbe il funzionamento e l'integrazione del comparto sanitario con quello socio-assistenziale. In questo senso è quantomeno contraddittorio che, mentre si dice che se lavorano insieme i livelli lavorano meglio, poi si fissano norme che in un caso ne aumentano la dimensione e nell'altro la riducono a circa un terzo.
Credo che quest'emendamento evidenzi una contraddizione, che si chiede venga affrontata nel merito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 259) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.2. terzo paragrafo. Sostituire le parole: "di norma in (...) sanitario regionale." Con: "secondo le previsioni dell'art. 19 della L.R. 18/2007".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento è semplicissimo e tende a ripristinare la gerarchia delle fonti.
Dove, invece, la delibera recita: "La dimensione ottimale viene quantificata di norma in 100 mila abitanti", propongo di sostituire le parole: "La dimensione ottimale viene definita secondo le previsioni dell'articolo 19 della legge regionale 18", cioè le stesse che sono state richiamate fino a questo momento dai colleghi intervenuti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Valgono le considerazioni che ho già espresso in un precedente intervento. Vado oltre, perché mi sembra che quest'emendamento non faccia altro che riportare nell'ambito giusto, che è quello dell'intervento legislativo, la definizione di questo punto.
Insisto su una questione: per noi sarebbe già importante riuscire a creare distretti, di norma, intorno ai 70 mila abitanti. Poi, il fatto che la stessa legge non indichi in termine rigido i 70 mila abitanti, nulla impedisce che vengano considerate anche realtà, soprattutto nelle aree a grande densità urbana, con popolazione maggiore.
Su questo punto consiglierei anche all'Assessore di fare uno sforzo ulteriore. Non solo mi riferisco a quanto sostenuto poc'anzi dal collega Ronzani, cioè fare uno sforzo perché almeno sul piano dell'atto di programmazione ci sia una coincidenza forte tra gli ambiti territoriali dei distretti sanitari e quello dei soggetti gestori delle politiche sociali ma anche togliere in quel paragrafo del documento che stiamo esaminando tutti i riferimenti all'evoluzione legislativa in corso che riguardano le forme associative dei comuni.
Tra l'altro, sostanzialmente, significherebbe dare un segno politico di non accettazione del quadro che il legislatore nazionale ci ha sino ad ora consegnato sul piano della frammentazione. Anche perché - queste sono notizie che dovrebbero aiutare nel percorso legislativo nazionale - stando alle ultime informazioni che i nostri parlamentari ci hanno fornito, questa settimana dovrebbe essere licenziata dalla Commissione del Senato la Carta delle Autonomie e approdare all'Aula del Senato la settimana prossima. La Carta delle Autonomie supererà tutti i riferimenti legislativi richiamati in questo paragrafo sulla frammentazione tra i comuni sotto i mille e tra i mille e i cinquemila abitanti.
Chiedo all'Assessore l'utilità di non inserire in un documento importante, quale un atto di programmazione, una situazione che noi stessi vogliamo contestare.



PRESIDENTE

Grazie.
Comunico che nella pausa dei lavori, alle ore 13, incontreremo la delegazione di Amministratori delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone in Sala Viglione, al primo piano.
Emendamento rubricato n. 399) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Monferino: Testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 del 25 ottobre 2011 e 176 del 5 febbraio 2012 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Paragrafo "3.3.2 La rete territoriale" Pagina 36. Al terzo capoverso "Le ASL articoleranno (...) Servizio socio sanitario regionale", eliminare le parole "di norma".
La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, semplicemente, si proponeva di togliere "di norma 100 mila abitanti".
Alla luce delle considerazioni svolte, visto che accetteremo uno dei vostri emendamenti proposti, credo che quest'emendamento non abbia più interesse. Quindi lo ritiriamo, perché quando svolgeremo la votazione sugli emendamenti ne accetteremo uno presentato.



PRESIDENTE

Lei sa già dirmi quale sarà?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'emendamento rubricato n. 259).



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 360) presentato dalla Consigliera Cerutti: Alla pagina 36 - Capo 3.3.2 La rete territoriale All'interno della frase composta dalle parole "Le ASL articoleranno il proprio territorio in distretti, la cui dimensione ottimale viene quantificata di norma in centomila abitanti, fatti salvi i vincoli orografici", si propone di emendare come segue: inserire le parole "misura non superiore ai" tra le parole "di norma" e "centomila abitanti".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

A questo punto decade, in quanto è accettato.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 360) è stato ritirato. Grazie.
Emendamento rubricato n. 260) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.2. quarto paragrafo. dopo le parole: "il territorio dei distretti" abrogare: ", anche accorpati rispetto a quelli attuali,".
Emendamento rubricato n. 261) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 36. Punto 3.3.2. ultimo paragrafo. abrogare: "Il distretto, sede di erogazione (...) frammentazione settoriale.".
Con il consenso dei presentatori gli emendamenti rubricati n. 260) e 261) sono ritirati.
Emendamento rubricato n. 129) presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna Pentenero, Muliere, Boeti, Gariglio, Taricco, Manica, Laus, Ronzani: Nel Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 3.2.2 (La rete territoriale) a pagina 37 dopo le parole: "Il distretto, sede di erogazione di prestazioni, ma anche di un approccio più articolato ai problemi di quel territorio, può rappresentare il cardine di un processo più lungo e complesso che costruisce una nuova dimensione metodologica e di gestione dei problemi evitando la frammentazione settoriale." Sono inserite le seguenti: "I direttori di distretto sono chiamati a gestire budget significativi collegati a notevoli responsabilità gestionali, relazionali e progettuali.
Per questo è previsto che i direttori generali, ogni cinque anni, valutino il loro operato e, se positivo, applichino di norma, salvo motivate eccezioni, una rotazione dei direttori di distretto.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

La proposta che avanziamo è la seguente.
Prendendo atto che i direttori di distretto sono chiamati, tanto più se il dimensionamento sarà quello indicato nella legge 18/2007, a gestire budget significativi, quindi a svolgere un ruolo sicuramente importante onde evitare un eccessivo radicamento in quel territorio, che talvolta potrebbe determinare anche - è un rischio - un eccesso di potere in capo agli stessi direttori di distretto, sarebbe opportuno prevedere, di norma ogni cinque anni, salvo eccezioni, una rotazione dei direttori di distretto. Questo al fine di tutelare un corretto rapporto tra territorio e figure apicali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Quest'emendamento illustrato dal collega Lepri mi sembra molto chiaro.
Sostanzialmente, vorremmo ribadire due questioni. Per quanto riguarda la prima, richiamo l'autonomia di budget da parte dei direttori di distretto, che non è un problema di poco conto.
Noi sappiamo che in un budget indistinto che viene gestito unicamente dal direttore generale delle Aziende Sanitarie Regionali i servizi territoriali rischiano di passare in secondo piano rispetto alle tematiche inerenti al mantenimento della rete ospedaliera. È quello che è avvenuto dall'inizio della legislatura, anche se non c'è stato un provvedimento che ha riguardato la riduzione dei servizi territoriali o la riduzione degli accessi nelle strutture residenziali per la popolazione non autosufficiente.
su quello che, sostanzialmente, si è concentrata l'attività, in prima battuta, di cosiddetto "risparmio economico" da parte dei direttori generali, determinando anche una situazione assolutamente negativa sul bilancio della sanità. Nella misura in cui vengono ridotti gli inserimenti all'interno delle strutture residenziali per la popolazione non autosufficiente, è chiaro che si determinano le condizioni per una pressione di inappropriatezza nei confronti della rete ospedaliera.
Avendo partecipato non più tardi di venerdì pomeriggio ad un incontro su questo tema all'interno della mia Azienda Sanitaria Locale, voglio ricordare che, a fronte di 712 posti letto, cosiddetti "accreditati", per la popolazione anziana non autosufficiente nell'ASL 14, oggi ne risultano operativi 512, cioè sono 512 quelli su cui interviene la quota sanitaria .
Questo, peraltro, sta mettendo in crisi le strutture, perché hanno standard che devono rispettare, innanzitutto quello sul personale, ma non intervenendo la quota sanitaria, quelle strutture, oggi, hanno un livello di occupazione notevolmente inferiore rispetto a quello normale.
Qui inseriamo anche un altro concetto, quello della possibile rotazione dei direttori di distretto. Questa non deve essere una norma categorica però valgono le considerazioni espresse dal collega Lepri: noi crediamo che anche per la gestione di alcune posizioni di responsabilità, la rotazione consente di poter offrire anche livelli di confronto tra modelli gestionali differenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Sabato mattina - era presente anche il collega Leardi - si è svolta a Biella l'assemblea dei Sindaci di Due distretti e di due Consorzi socio assistenziali (Sindaci di tutti i colori, di sinistra, di centro, di destra, della Lega), i quali hanno invitato i Consiglieri regionali a sostenere in Consiglio le ragioni delle risorse che andrebbero destinate in misura adeguata alle politiche sociali.
Non torno sulla questione; sono solo in attesa che gli impegni che l'Assessore Monferino si è preso per quanto riguarda le risorse aggiuntive destinate alle politiche sociali si traducano in un emendamento che dovremo esaminare quanto prima in Commissione bilancio, perché l'altra questione che chiedono i Sindaci (tutti i Sindaci) non è soltanto quella di avere contezza di maggiori risorse, ma di avere certezza di averle. Lo strumento per dare certezza ai Comuni e ai Consorzi è quello di iscrivere a bilancio le risorse aggiuntive che noi pensiamo debbano essere loro trasferite sulla base degli impegni assunti formalmente in quest'Aula dall'Assessore.
Secondo problema: i posti letto per non autosufficienti. Lo ricordava il collega Reschigna, lo diceva la collega Artesio: sono diminuiti. A Biella siamo passati da 750 a 600 e qualcosa: sono diminuiti in questi mesi. Primo problema. Vuol dire che tanta gente che avrebbe diritto a un posto letto convenzionato è in lista di attesa: quattro anni di lista di attesa. Bilancio della Giunta Cota: quattro anni di lista di attesa.
Non mi si dica che era così anche prima, perché non era così anche prima, nel senso che prima è avvenuta un'inversione di tendenza e i posti letto convenzionati erano aumentati (cifre alla mano).
Adesso si aggiunge un'altra questione: state predisponendo una delibera di modifica della delibera 17, che avrà un effetto devastante ulteriore perché ridurrà i posti letto essendo che aumenta i costi delle rette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Faccio anch'io due considerazioni su questo argomento. La prima riguarda non solo i Direttori di Distretto, ma in generale riguarda tutte quelle persone che hanno posizioni apicali all'interno delle aziende sanitarie e che non sempre sono in condizione (qualche volta per limite personale, qualche volta invece per "debordanza" del Direttore generale) di assumere le decisioni che loro spettano.
Vale oggi nella discussione che stiamo facendo per i Direttori di Distretto, vale in generale per i Direttori sanitari delle Aziende ospedaliere, e questo secondo me è uno dei problemi, cioè il fatto che la catena di comando - per usare questo termine - all'interno delle Aziende ospedaliere abbia un solo responsabile: il vertice, il Direttore generale.
Questo porta ad una deresponsabilizzazione, ad una mancanza di capacità decisionale e, in definitiva, ad una minore efficienza da parte dei presidi ospedalieri.
Forse prima o poi dovremo rivedere il ruolo dei Direttori generali, ai quali oggi per intero è delegata ogni decisione all'interno delle Aziende ospedaliere delle quali sono responsabili. Se nessuno si assume la responsabilità delle scelte (parlo dei Direttori sanitari di Presidio e parlo dei Direttori di Distretto), le Aziende sanitarie non possono funzionare; questa è la ragione per la quale vi sono limiti importanti nella capacità di decidere all'interno delle nostre Aziende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
La prima questione è quella che abbiamo previsto nell'emendamento perché pensiamo che il principio della rotazione, soprattutto nel campo sanitario, sia un principio che vada salvaguardato.
Io lo penso per quanto riguarda i Direttori generali delle Aziende ospedaliere o delle ASL, perché oggi i Direttori hanno un potere enorme e naturalmente, quando rimangono per molti anni nello stesso posto, questo rischia di creare problemi.
Penso anche al ruolo che hanno assunto i Distretti socio-sanitari e spero continuino ad assumere anche in futuro. Hanno la possibilità di gestire dei budget importanti, come si dice nell'emendamento, ed è evidente che il principio della rotazione è utile per il lavoro di tutti gli operatori, affinché vi sia un equilibrio nella gestione. Ritengo e riteniamo che questo vada assunto come un metodo di lavoro.
La seconda questione è quella che hanno ricordato anche altri colleghi.
Prima il Consigliere Ronzani descriveva la situazione di Biella, ma credo che sia una situazione comune su tutto il territorio piemontese. Potrei citare i dati della provincia di Alessandria, dove le liste d'attesa, in questo ultimo anno in particolar modo, sono aumentate e ci sono tantissime persone, tantissimi anziani che attendono di avere un posto all'interno delle strutture convenzionate e debbono aspettare molto tempo, creando problemi notevoli alle famiglie.
C'è una situazione di disagio molto forte, rispetto alla quale dovremmo avere un'attenzione particolare e invece l'Amministrazione regionale non ha questa attenzione. Credo che il lavoro che dovremo fare nei prossimi giorni attraverso la discussione che faremo sul bilancio dovrà avere al centro come noi abbiamo posto, proprio questa questione: il finanziamento delle politiche sociali.



PRESIDENTE

Chiusa la fase di illustrazione degli emendamenti sulla Parte II Capitolo III, del testo unificato, chiedo se ci sono interventi di discussione generale.
Non essendovi interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono delle dichiarazioni di voto sull'intero testo e sull'intero blocco degli emendamenti? Prego, Consigliere Boeti, prenda pure la parola.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Faccio una riflessione in generale sulla discussione di questa mattina e anche su come mi pare si stiano svolgendo i lavori di questa seduta.
Noi abbiamo la sensazione che la maggioranza sia un po' distratta e che consideri chiuso questo capitolo del Piano Socio Sanitario. Invito invece ad un po' di attenzione e anche a un po' di prudenza, perché il Piano Socio Sanitario sarà approvato quando l'Aula lo approverà, direbbe Monsieur de Lapalisse, ma le cose stanno effettivamente così.
Noi abbiamo visto un Assessore non seguire i ragionamenti che venivano fatti e la maggioranza chiacchierare, insomma. Abbiamo avuto questa sensazione, magari non è vero, ma a noi sembra che le cose stiano in questo modo.
Sono stati presentati anche stamattina degli emendamenti che noi chiediamo all'Assessore di valutare perché il percorso sarà più semplice se la maggioranza, come ha fatto fino a questo momento, dimostrerà che è in grado di tenere conto delle osservazioni che vengono dalle opposizioni.



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto.
Invito i colleghi a prendere posto, perché procediamo a una serie di votazioni di emendamenti Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 364), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 252), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ricordo che l'emendamento rubricato n. 169) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 120), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 253), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 254), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 170), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 255), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 106) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 256), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 257), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 258), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 259), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 129), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'intera Parte II del testo unificato.
Il Consiglio approva.
La Parte II è approvata.
Procediamo con l'esame degli emendamenti relativi alla Parte III.
Emendamento rubricato n. 262) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 39. Parte terza. Punto 4. Punto elenco a) Sostituire: "Il ruolo guida della Giunta (...) politiche di sistema" con: "Il ruolo di programmazione del Consiglio Regionale." Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Mi sembra di notare un'incongruenza.
Qui si fa riferimento al ruolo guida, ma se fosse il ruolo guida dell'Assessorato, potrei obiettare di un eccesso di trasferimento alle competenze esecutive che, attraverso delibere di Giunta, va a normare elementi che non compaiono nella programmazione e che invece dovrebbero comparire, ma qui si fa riferimento al ruolo guida della Giunta regionale e dell'Assessorato regionale.
una questione un po' curiosa, perché se l'esercizio delle funzioni sanitarie, in termini di ruoli guida, viene messo in capo alla Giunta allora effettivamente c'è un'espropriazione, da parte dell'organo esecutivo, delle facoltà di indirizzo del Consiglio.
O si mette che l'Assessorato svolgerà un ruolo guida, sulla base degli indirizzi del Consiglio regionale, oppure che il ruolo guida è del Consiglio regionale (che è la proposta inserita nel nostro emendamento).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento in sé è stato adeguatamente illustrato dalla collega Artesio, ma voglio solo aggiungere poche considerazioni.
Mi sembra che nessuno di noi disconosca il ruolo dell'Assessorato regionale alla sanità nell'attuazione degli atti di programmazione in capo al Consiglio regionale, e con quest'emendamento vogliamo ribadire che se per ruolo guida intendiamo la funzione di programmazione, questa è unicamente in capo al Consiglio regionale (è una delle funzioni proprie assieme a quella di tipo legislativo).
In ottemperanza e in esecuzione c'è certamente una funzione di indirizzo - che noi non smentiamo - e di controllo - che noi non disconosciamo - da parte dell'Assessorato regionale alla sanità nei confronti del sistema sanitario piemontese, ma ci pare che inserire un terzo elemento, un terzo soggetto di cui non è chiara la funzione e il ruolo, sia quanto mai inappropriato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 400) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Monferino: Testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 del 25 ottobre 2011 e 176 del 5 febbraio 2012 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Capitolo "4. La Governance di sistema: attori, luoghi e processi decisionali" Pagina 39. Al punto b) eliminare le parole "o nell'ambito delle ulteriori priorità di lavoro individuale" ed aggiungere, dopo le parole "art. 11 l.r.
16 marzo 1998, n. 10 "Costituzione dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari") le seguenti: "informata la Commissione consigliare competente.".
La parola all'Assessore Monferino per l'illustrazione.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda il punto b) della Governance di Sistema e, in particolare, il ruolo di supporto tecnico e scientifico dell'ARESS.
Il punto b) recita: "Il ruolo di supporto dell'ARESS, ente strumentale della Regione, soggetto deputato ad operare a supporto dei processi decisionali degli Assessorati e delle ASR. L'ARESS svolge la propria attività in base agli obiettivi posti dalla Giunta regionale o nell'ambito delle ulteriori priorità di lavoro individuate nel piano annuale di attività e spesa approvato dalla Giunta regionale".
Chiediamo di eliminare le parole "Nell'ambito delle ulteriori priorità di lavoro individuate" e aggiungiamo "informata la Commissione consiliare competente". Ci è stato richiesto da più parti e condividiamo questa osservazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 263) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco.
Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 39. Parte terza. Punto 4. Punto elenco c) seconda riga Dopo le parole: "(...) programmazione regionale" abrogare: "da esercitarsi (...) punti 3.1 e 3.3." Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

una questione di allineamento delle diverse fonti, nel senso che il punto c) di questo capitolo dice che il ruolo di programmazione interaziendale dei servizi e delle risorse viene svolto dalla Regione attraverso la programmazione regionale, da esercitarsi anche in forma decentrata, come specificato ai punti 3.1 e 3.3.
Presumo che questa forma decentrata siano le Federazioni sovrazonali le quali sono state assunte per votazione del DDL.
Per questo motivo il mio emendamento non vive, però forse converrebbe allinearsi al riferimento legislativo.
Comunque è ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 263) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 264) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 39. Parte terza. Punto 4. Punto elenco e) seconda riga Dopo le parole: "(...) salute sul territorio" aggiungere: "e della continuità assistenziale." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

una semplice sottolineatura della necessità che, ogni volta che si parla della salute sul territorio, si ricorda il principio della continuità assistenziale e, soprattutto, ogni volta che si parla della salute sul territorio, si continua a parlare di tutela e di promozione e mai di organizzazione degli interventi assistenziali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 265) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 40. Parte terza. Punto 4.1 "La programmazione di sistema aziendale" Primo capoverso, seconda riga Dopo le parole: "(...) soggetti interessati" aggiungere: "come prescritto dall'art. 10 della legge 18 del 2007".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

un emendamento di qualche interesse. Si fa riferimento, in questo capitolo, al processo di programmazione e di partecipazione.
A un certo punto nella seconda riga si dice: "La programmazione avviene con la partecipazione allargata a tutti i soggetti interessati". Così detto è molto generico, ma abbiamo la possibilità di non essere generici, perch le nostre leggi già specificano quali sono gli obbligatori passaggi di partecipazione.
Suggerisco di aggiungere "come prescritto dall'articolo 10 della legge regionale n. 18 del 2007". Così si individuano tutti i passaggi del coinvolgimento nella programmazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento in oggetto lo considero quanto mai opportuno anche perch non si capirebbe perché, al secondo capoverso del paragrafo 4.1 venga fatto riferimento alla normativa della legge n. 18 del 2007 per quanto riguarda la conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, mentre non si fa riferimento, se non con un'affermazione di interesse di carattere generale e generico, al livello di partecipazione dei soggetti interessati, in modo particolare delle Autonomie locali, così come disciplinato dalla legge regionale n. 18 del 2007.
Richiamare all'interno di questo paragrafo che quello è il riferimento dentro il quale si sviluppa un livello di partecipazione non solo da parte delle Autonomie locali ma, più in generale, da parte del mondo del volontariato delle organizzazioni sociali e sindacali, ci sembrerebbe opportuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Molto brevemente per dire che l'emendamento in esame, nella sua semplicità, è molto opportuno. Crediamo sia opportuno definire, in modo puntuale, qual è il meccanismo previsto dalla norma per definire il percorso di partecipazione.
Credo sia una norma di salvaguardia di effettiva partecipazione, ma apporta un elemento importante che è quello di creare, sui percorsi che si intendono intraprendere, un riferimento certo a tutta una serie di soggetti che possono essere molto utili con la loro lettura che proviene dal territorio o dalle funzioni che esplicano e che può aiutare a compiere le scelte più appropriate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 266) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 40. Punto 4.1. quarto paragrafo, seconda riga Sostituire le parole: "(...) degli utenti, delle organizzazioni (...) Regione-Università." con: "e il coinvolgimento degli utenti, le relazioni sindacali con le rappresentanze dei professionisti, la concertazione con le organizzazioni di volontariato e le associazioni di tutela, la collaborazione con la cooperazione sociale del terzo settore come già individuato dalla L. 328.".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Siamo sempre alla parte riferita alla partecipazione, anzi, al coinvolgimento nella programmazione. Non si parla più esplicitamente del percorso formale, quindi quello prescritto dalla legge regionale, ma dell'ascolto degli utenti.
Il termine "ascolto" regge non soltanto la parte riferita agli utenti ma anche quella riferita ai sindacati, al volontariato, alle associazioni di promozione, alla cooperazione, al Terzo Settore. Non è possibile che cooperazione e Terzo Settore, su cui avete speso tutte le parole della sussidiarietà orizzontale, cui volevate devolvere attraverso la cessione e la gestione dei servizi prima gestiti attraverso le ASL, adesso diventino semplicemente e banalmente dei soggetti da ascoltare, alla pari di quello che può essere il passaggio delle obiezioni che i cittadini rivolgono agli Uffici di relazione con il pubblico.
Il tema della programmazione è questo: coinvolgimento degli utenti relazioni sindacali (i sindacati non si ascoltano, con i sindacati si negozia), concertazione con le organizzazioni di volontariato e con il Terzo Settore, perché la legge n. 328 del 2000 parla del ruolo del Terzo settore come soggetto titolare alla condivisione dei processi di programmazione ed, eventualmente, della cogestione dei servizi che ne derivano.
Suggerirei di essere più puntuale, altrimenti in una pagina si enfatizzano persino compito impropri, nell'altra tutti questi soggetti sociali diventano dei soggetti da ascoltare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

A me sembra che con l'emendamento si voglia precisare, in modo adeguato, il livello di rapporto tra il sistema sanitario e i diversi soggetti che entrano in contatto e la qualità del rapporto che è diversa.
Abbiamo visto, sabato scorso, riproporre il tema di un sistema di relazioni o di accordi che riguardano il tema della mobilità del personale.
evidente che questo non può avvenire, se non all'interno di relazioni e accordi con le organizzazioni sindacali. Ed è diverso il ruolo delle organizzazioni sindacali rispetto al ruolo delle Autonomie locali e alla partecipazione o alla concertazione con le organizzazioni del volontariato.
Precisare, in modo molto chiaro e sintetico, qual è il livello di rapporto che deve esistere e che deve essere mantenuto - questo lo consideriamo un dato di fatto all'interno dell'esperienza piemontese, così come fa l'emendamento - ci sembra opportuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Anch'io ho voluto firmare l'emendamento perché mi pare un chiarimento non marginale quello che viene proposto. Una precisazione che chiarifica il livello e la modalità dei rapporti.
I termini che la legge n. 328 usa, definiscono meglio quello che dovrebbe essere la qualità del confronto con i soggetti portatori di interessi che, ripeto - lo hanno già detto i colleghi non voglio ulteriormente ripetere cose già dette - non è sufficiente che siano ascoltati, ma chiedono un pieno coinvolgimento nelle decisioni.
Nel caso delle organizzazioni di volontariato, del sindacato e del Terzo Settore, è una vera e propria concertazione e codecisione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 141) presentato dalla Consigliera Muliere Reschigna, Pentenero, Lepri, Boeti, Gariglio, Manica, Taricco, Laus, Stara: all'Allegato A del testo unificato delle proposte di deliberazioni n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino.
Nella ripartizione 4.2.2. (Rischio clinico) dell'Allegato A del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, a pagina 42, dopo le parole "ma anche a livello territoriale e del privato accreditato e non." sono inserite le seguenti: "- L'istituzione di un osservatorio sul rapporto tra andamento del rischio clinico nei reparti e numero dei sanitari (medici e infermieri) presenti e numero dei malati con riferimento alla tipologia delle prestazioni".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Qui riproponiamo una questione relativa al rischio clinico nei reparti e numero dei sanitari che lavorano in certi reparti, medici e infermieri, e il rapporto con il numero dei malati presenti in certi momenti in reparto.
Secondo noi è importante l'istituzione di un osservatorio su tale rapporto. Sappiamo qual è la situazione. Molte volte siamo in presenza sempre di un impegno straordinario dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori, che anche in una situazione difficile come questa, anche con il blocco delle assunzioni al 50%, in molte situazioni operano veramente con un impegno che va oltre il normale orario di lavoro e un impegno che dimostra serietà e professionalità nel condurre il proprio lavoro.
Naturalmente la questione del rischio clinico è sempre una situazione che può essere presente, soprattutto in frangenti come quelli che stiamo vivendo in questa fase.
Quindi, secondo me, la proposta della formazione di un osservatorio su questa questione può essere utile ed aiutare il lavoro di tutti gli operatori e anche di chi dirige le Aziende in un momento come questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Le responsabilità che gravano sulle spalle dei medici diventano sempre più preoccupanti, non soltanto da un punto di vista economico, cioè da un punto di vista assicurativo, quanto da un punto di vista personale.
Ho avuto la fortuna in tanti anni di professione di non avere grandi problemi da un punto di vista della responsabilità professionale, ma ho seguito il dramma di molti colleghi che, per le questioni più varie, si sono trovati anche a commettere qualche errore, e può capitare, e a portarne il peso per tutta la vita.
Se si lavora in condizioni di tranquillità, se all'interno delle strutture ospedaliere, soprattutto nelle sale operatorie, c'è collaborazione tra i colleghi e con il personale, questo limita molto la possibilità di errore, ma nonostante questo qualche volta capita.
Si deve lavorare in tranquillità e il personale deve essere adeguato al lavoro che si sta svolgendo.
Tutti sanno che in pronto soccorso in un giorno possono arrivare 50 persone, ma ne possono arrivare anche cento, soprattutto quando ci sono magari condizioni di epidemie influenzali piuttosto che altre situazioni generali.
In un pronto soccorso il numero degli infermieri e dei medici deve essere adeguato, altrimenti aumenta la possibilità che l'errore si verifichi.



PRESIDENTE

Prima di interrompere i nostri lavori, ricordo che in sala Viglione c'è l'incontro con gli Amministratori della Valle di Lanzo, Ceronda e Casternone per la questione che riguarda l'ex Mauriziano di Lanzo. Sarà presente anche l'Assessore Monferino.
Nel frattempo, alle 13.30 in sala Morando il Gruppo Movimento 5 Stelle ha invitato il Comitato referendario.
L'incontro è aperto a tutti i Consiglieri regionali che volessero partecipare per avere l'opportunità di incontrare i rappresentanti delle associazioni del Comitato referendario regionale sulla caccia.
Riprendiamo la seduta alle ore 14.30. Ricordo che non ci sarà il question time e che quindi inizieremo i lavori con la seduta ordinaria per la trattazione del testo unificato delle deliberazioni n. 164 e n. 176.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



< torna indietro