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Dettaglio seduta n.202 del 30/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 00.02 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 00.07)



(La seduta ha inizio alle ore 00.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri regionali Bresso, Casoni, Costa Rosanna, Spagnuolo, Toselli, Burzi e Cota.
Pertanto, il numero legale è 27.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

L'esame del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n.
176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" prosegue con l'esame degli emendamenti ad esso riferiti.
Cominciamo i nostri lavori con una serie di votazioni; chiedo quindi ai Consiglieri di prendere posto; nel frattempo, l'Assessore Monferino ci raggiunge per l'espressione dei pareri della Giunta.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.4 "la presa in carico del cittadino" è modificato come segue: 1.4 La presa in carico del cittadino Lo sviluppo degli interventi rivolti al controllo dell'appropriatezza non può eludere l'obiettivo di un miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie per una reale presa in carico degli utenti del S.S.R., che consenta, attraverso un impegno professionale, individuale e di sistema, di ripensare l'accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini in un'ottica di equità e di sviluppo della "sanità d'iniziativa".
La "sanità d'iniziativa", intesa come modello assistenziale per la presa in carico, costituisce, nell'ambito delle malattie croniche, un nuovo approccio organizzativo che affida alle cure primarie l'ambizioso compito di programmare e coordinare gli interventi a favore dei malati cronici.
Le evidenze scientifiche dimostrano che i malati cronici, quando ricevono un trattamento integrato e un supporto al self-management e al follow-up tendono a migliorare e a ricorrere in misura inferiore alle cure ospedaliere.
I Centri d'assistenza Primaria, dei quali è prevista l'attivazione in ciascun Distretto delle ASL piemontesi, entro e non oltre il 2015 rappresenteranno il luogo deputato allo sviluppo della scienza medica d'iniziativa all'interno del Servizio Sanitario Regionale.'" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.4 "la presa in carico del cittadino" è modificato come segue: 1.4 La presa in carico del cittadino Lo sviluppo degli interventi rivolti al controllo dell'appropriatezza non può eludere l'obiettivo di un miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie per una reale presa in carico degli utenti del S.S.R., che consenta, attraverso un impegno professionale, individuale e di sistema, di ripensare l'accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini in un'ottica di equità e di sviluppo della "sanità d'iniziativa".
La "sanità d'iniziativa", intesa come modello assistenziale per la presa in carico, costituisce, nell'ambito delle malattie croniche, un nuovo approccio organizzativo che affida alle cure primarie l'ambizioso compito di programmare e coordinare gli interventi a favore dei malati cronici.
Le evidenze scientifiche dimostrano che i malati cronici, quando ricevono un trattamento integrato e un supporto al self-management e al follow-up tendono a migliorare e a ricorrere in misura inferiore alle cure ospedaliere.
I Centri d'assistenza Primaria, dei quali è prevista l'attivazione in ciascun Distretto delle ASL piemontesi, rappresenteranno il luogo deputato allo sviluppo della scienza medica d'iniziativa all'interno del Servizio Sanitario Regionale. Per la loro realizzazione l'assessorato alla salute predisporrà, con proprie deliberazioni, un coordinamento di tutti gli attori presenti nei singoli territori. Tali gruppi di lavoro avranno l'obiettivo di individuare, entro e non oltre il 31 dicembre del 2012, i luoghi preposti alla realizzazione delle strutture." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 213) presentato dalla Consigliera Artesio: pag. 12. Secondo paragrafo, penultima riga Abrogare: "Il rischio è che (...) dell'organizzazione del S.S.R." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 214) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 12, punto 1.6 Dopo il titolo "Qualità strutturale dei luoghi di cura" inserire "In quasi dieci anni, tra il 2000 e il 2009, sono stati quasi 45mila i posti letto tagliati in Italia, pari cioè al 15,1% del totale, con un rapporto di posti letto per abitante passato da 5,1 ogni mille abitanti di 12 anni fa, al 4,2 attuale (di cui 3,6 per mille dei letti per acuti e 0,6 per mille per le lungodegenze). Un dato che ci pone sotto la media europea che è di 5,5 per mille, come rileva l'indagine di 'Quotidiano Sanità, che ha rielaborato i dati degli Annuari statistici del Ssn del Ministero della Salute. Il calo di posti letto si rileva soprattutto nel settore pubblico.
In media, a livello nazionale, il ridimensionamento dei posti pubblici è del 17,2%, cioè più di tre volte di quello intervenuto nel privato, dove i tagli hanno riguardato solo il 5,3% dei letti di case di cura private accreditate.
La politica del ridimensionamento dei posti letto doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che per rileva l'inchiesta, stenta tuttora a realizzarsi in molte Regioni italiane.
Il risultato di quest'operazione di ristrutturazione sanitaria al momento appare quello di una rete ospedaliera vicina al collasso in molte zone del Paese e soprattutto in alcune grandi città come Roma, Napoli, Genova Torino e Milano, dove la riduzione dei letti in corsia sta provocando l'intasamento dei Pronto Soccorso ospedalieri con il moltiplicarsi di situazioni limite".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 214), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 215) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 12. Cap. 1.6, ultimo elenco puntato dopo le parole: "(...) funzionale delle strutture" Abrogare: "per assenza di un disegno (...) relazioni tra strutture." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 215), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.6 "qualità strutturale dei luoghi di cura" è modificato come segue: "1.6 Qualità strutturale dei luoghi di cura Lo stato strutturale dei presidi ospedalieri regionali è connotato dalle seguenti criticità riscontrabili su gran parte di essi: diffusa situazione di vetustà degli edifici, dovuta a condizioni di senescenza attribuibili sia al normale decadimento prestazionale dovuto all'uso ed al trascorrere del tempo, nonché a condizioni di obsolescenza ed inadeguatezza riconducibili a caratteri tecnologici, strutturali e morfologici inappropriati rispetto alle funzioni ed alle relazioni conseguente necessità di interventi di adeguamento sulle strutture, i quali risultano essere tanto più onerosi ed inefficaci quanto più è elevato il grado di vetustà degli edifici elevata incidenza dei costi di adeguamento delle strutture rispetto al loro valore di sostituzione elevata incidenza delle criticità sopra esposte sulle strutture ospedaliere di piccole dimensioni (assumendo come riferimento il numero di posti letto) maggiore inefficienza gestionale delle strutture di piccole dimensioni eterogeneità dimensionale e funzionale delle strutture per assenza di un disegno organizzativo della rete chiaramente individuabile rispetto a tipologia e complessità delle prestazioni e delle relazioni tra strutture.
Il quadro descritto evidenzia la necessità di implementare un piano di azione, in ottemperanza a quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia, rivolto agli edifici ospedalieri che, nell'ottica di supportare il processo di razionalizzazione e riordino organizzativo e funzionale della rete sanitaria, preveda anche la rifunzionalizzazione/riconversione delle strutture verso modelli più sostenibili ed efficaci, sia in relazione alle caratteristiche edilizie attuali delle strutture sia al loro ruolo nella rete sanitaria regionale.
In particolare, lo sviluppo delle tecnologie sanitarie rende del tutto inappropriato individuare nell'ospedale la sede esclusiva delle attività riabilitative. Occorre sviluppare reti integrate di servizi, a valenza plurispecialistica, finalizzate alla continuità e all'efficacia dei percorsi assistenziali, nonché alla specifica differenziazione sulla base dei singoli problemi di salute.
La Giunta regionale, sulla base degli indicatori tecnologi ci-strutturali più idonei a descrivere i caratteri di adeguatezza funzionale delle strutture, individua, con apposito provvedimento, i presidi ospedalieri che potranno essere oggetto di riconversione e/o rifunzionalizzazione.
La programmazione in materia di edilizia sanitaria sarà supportata in particolare dalle procedure di analisi dell'A.Re.S.S. basate sul debito informativo delle Aziende Sanitarie, ai fini di una valutazione coerente ed oggettiva: degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie, secondo quanto previsto alle procedure definite a livello regionale, avviate con D.G.R. n.
29-13683 del 29/03/2010 (Integrazioni e modifiche delle procedure amministrative e informatiche per la programmazione, la gestione e il monitoraggio degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie di cui alla D.G.R. n. 6-8817 del 26.5.2008) delle opportunità di riconfigurazione della rete aziendale previste dalla DGR 48-1615 del 28 febbraio 2011 (Adozione dell'Addendum al Piano di rientro e al Programma attuativo, commi da 93 a 97, della legge 23 dicembre 2009 n. 191) attraverso l'elaborazione di modelli organizzativi e distributivi dei presidi e delle relazioni tra gli stessi." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 216) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13 Punto 1.6, secondo paragrafo: Le parole "La Giunta regionale" sono sostituite da "Il Consiglio Regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 216), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 147) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Pentenero, Gariglio, Lepri, Manica, Taricco, Laus: Nella ripartizione 1.6 (Qualità strutturale dei luoghi di cura) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: "i presidi ospedalieri che potranno essere oggetto di riconversione e/o rifunzionalizzazione" sono inserite, a pagina 13, le seguenti parole: ", previo parere della Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 147), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 217) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13. Cap. 1.6, secondo paragrafo: Dopo le parole "(...) riconversione e/o rifunzionalizzazione" aggiungere "sentita la commissione consiliare regionale e la Conferenza dei Sindaci di riferimento territoriale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 217), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 218) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13 Secondo elenco puntato: è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 218), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 219) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13 Elenco 1.7, primo paragrafo, riga 4: dalle parole: "(...) questi ultimi" a "soggetti privati" è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 219), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati. Per l'effettuazione del riparto delle risorse a disposizione è necessario un continuo benchmarking con quanto avviene tra aziende sanitarie non solo a livello territoriale ma anche nazionale.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni règione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione.
A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza, qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati. Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti dì manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 220) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13 Cap. 1.7, secondo paragrafo dopo le parole: "(...) in tutte le regioni," abrogare: "e in uno scenario (...) evoluzione della spesa".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 220), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 221) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 13 Cap. 1.7, terzo paragrafo dopo le parole: "(...) di ogni regione," abrogare: "ma non può introdurre (...) autonomia regionale;".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 221), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni règione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione.
A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza, qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati. Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. La realizzazione della nuova metodologia deve prevedere la fissazione di obiettivi raggiungibili e misurabili annualmente, L'obiettivo deve essere quello di assegnare delle premialità per le aziende efficienti nonché la sostituzione del management per quelle al di sotto degli standard individuati. Tutti i dati devono essere costantemente aggiornati e resi immediatamente accessibili a tutti i cittadini.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti dì manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, sono andato a verificare nel tempo. Il Presidente Cota, quando è stato Presidente del Consiglio regionale, è stato lungimirante, perché vige una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza che dice che il Presidente deve garantire almeno 30 secondi di votazione. Io normalmente lascio almeno 40 secondi e controllo se tutti hanno votato.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei legge nella mente? Ho problemi muscolari alla mano.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa.
La tenga come un atto di cortesia e di comunicazione preventiva.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. L'assessorato alla salute stabilisce, entro e non oltre il 31 dicembre del 2012, un piano per la rimodulazione dei finanziamenti alle ASR secondo i nuovi criteri sopra riportati.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarle" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. Per fare questo è necessario un monitoraggio costante delle prestazioni economico-finanziario delle singole ASR.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione, monitoraggio e valutazione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: "1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli d'assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione, monitoraggio e valutazione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli, monitoraggio e valutazioni anche sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 222) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 14 Cap. 1.8, quinta riga dopo le parole: "(...) dell'auto (1,3%)." aggiungere: "Ciononostante l'incidenza della spesa sanitaria sul Pil è sostanzialmente in linea con quella dei Paesi europei, anzi inferiore all'incidenza di Francia e Germania".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 222), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 155) presentato dai Consiglieri Boeti, Taricco Gariglio, Reschigna, Pentenero, Lepri, Manica, Laus: Al paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" dell'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", a pagina 14, sostituire le parole "Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute" con le parole: "Su un piano analogo si pongono i progressi sulle conoscenze del genoma umano e i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 155), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 165) presentato dai Consiglieri Boeti, Taricco Gariglio, Reschigna, Pentenero, Lepri, Manica, Laus, Placido, Ronzani Cursio: Al paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" a pagina 14, dopo le parole "Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata." Sono inserite, a capo, le parole: "Il Parco della Salute può essere la sede in cui si approfondiscono i problemi del rapporto cura - malattia ma quelli del rapporto malattia e sue cause che in molti casi riflettono i processi economico-sociali- produttivi in atto nella nostra regione." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 165), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: "1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; la sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell' 8%.
Le imprese operanti nel settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale: i livelli d'assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard d'assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni d'assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso la robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata.
Occorre una capacità d'integrazione tra attività d'assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico-scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. Per fare questo è necessario individuare forme di collaborazione tra gli operatori interessati.
La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti di innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che s'intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario".
Solo così,, infatti,, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblico individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare ia combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servizi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte del tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e ai pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
Viceversa gli sviluppi d'intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-linkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: "1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; la sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell' 8%.
Le imprese operanti nel settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale; i livelli d'assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard d'assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni d'assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso la robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata.
Occorre una capacità d'integrazione tra attività d'assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti di innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che s'intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario". Solo così,, infatti,, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblico individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare la combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servizi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte del tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e al pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di valutazione monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
Viceversa gli sviluppi d'intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-linkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: "1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; la sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell'8%.
Le imprese operanti ne! settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale: i livelli d'assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard d'assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni d'assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso la robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata.
Occorre una capacità d'integrazione tra attività d'assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti dì innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che s'intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario". Solo così,, infatti,, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblico individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare la combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servizi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte de! tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e al pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
L'assessorato alla salute si impegna ad individuare modalità e tempi per il miglioramento e, soprattutto, l'omogeneizzazione dei sistemi informativi utilizzati dalle ASR.
Viceversa gli sviluppi d'intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-linkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 223) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: pag. 15. Punto 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale (SISR)" dopo il titolo Aggiungere la seguente premessa: "L'analisi comparativa sull'amministrazione online realizzata dalla Commissione Europea nel 2010 colloca l'Italia tra i Paesi con le migliori performance relativamente alla disponibilità online di alcuni servizi pubblici, tuttavia nel rapporto "Government at a glance 2011" dell'Ocse risultano ancora pochi i cittadini che utilizzano Internet verso le P.A." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance, utili per un costante monitoraggio e valutazioni delle prestazioni, condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi d'intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.l.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.l.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione suda rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente I servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di' accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado dì mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
Per la realizzazione della "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" l'assessorato alla Sanità provvederà ad effettuare una serie di provvedimenti con l'obiettivo di conseguire dei risultati concreti entro e non oltre II 1 marzo del 2013. È di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo quali carta e toner, stampanti, magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
Sarà predisposto dall'assessorato alla Sanità, entro sei mesi dall'approvazione del PSSR 2012-2015, un piano per l'implementazione presso tutte le ASR del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
L'Assessorato alla Sanità predisporrà degli obiettivi da raggiungere per singole ASR.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT. Per la realizzazione della dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, l'assessorato alla Sanità provvederà ad effettuare una serie di provvedimenti con l'obiettivo di conseguire dei risultati concreti entro e non oltre il 1 marzo 2013.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT. L'Assessorato alla Sanità predisporrà degli obiettivi da raggiungere per singole ASR.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 224) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Reschigna, Ronzani: pag. 16. quarto elenco puntato abrogare: "verificare la possibilità (...) con ricadute nel territorio regionale." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 224), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Lepri: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 Il sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, entro 12 mesi dell'approvazione del PSSR 2012-2015, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione. Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. Tale implementazione dovrà avvenire entro 12 mesi dell'approvazione del PSSR 2012-2015. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Gli accordi integrativi previsti con le varie categorie devono essere funzionali al PSSR 2012-2015 nonché al Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia, Ciò avviene attraverso la definizione di obiettivi misurabili e monitorati dalle Aziende sanitarie competenti. Solo il raggiungimento degli obiettivi darà luogo all'erogazione delle somme previste dagli accordi sopra indicati.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione, entro e non oltre 12 mesi dall'approvazione del PSSR 2012 2015, di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati, entro e non oltre 12 mesi dall'approvazione del PSSR 2012-2015, di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on-line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati, di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on-line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato, entro e non oltre 12 mesi dall'approvazione del PSSR 2012-2015, di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati, di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on-line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato, di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre, entro e non oltre 12 mesi dall'approvazione del PSSR 2012-2015, delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio-sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 168) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Muliere, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus, Ronzani: Al paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale (SISR)" a pagina 18, dopo le parole "Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale." Sono inserite le parole: "Va esplorata la possibilità d'utilizzo della informatica nel campo della promozione delle salute e del suo rapporto con tutte le politiche. Le evoluzioni nel tempo e nello spazio dei fenomeni esterni alla sanità rappresentano degli indicatori per la valutazione di buone pratiche nell'ambito di singole politiche ed anche delle ricadute su singoli problemi di salute, Si tratta di informazioni non sensibili da mettere in libero accesso e che diventano uno strumento prezioso per il coinvolgimento dei cittadini, delle loro Associazioni e anche di verifica delle politiche delle istituzioni territoriali. Particolarmente se in raccordo con altre banche dati settoriali.
In questo ambito assume un particolare significato l'esperienza OMS di Città Sane e la sua traduzione nel Piemonte dei 1206 comuni delle Reti per la salute di Distretto, in accordo con le Associazioni di Comuni quali ANCI e Lega delle Autonomie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 168), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 225) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Ronzani, Pentenero: pag. 18. Elenco 1.9, ultimo paragrafo, ultima riga: "(quali ad esempio il "project financing")" è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 225), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri, Pentenero: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati, di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on-line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato, di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Tutte le modalità attuative individuate saranno sottoposte a monitoraggio e controllo da parte dell'Assessorato alla Sanità che provvederà con cadenza trimestrale a fornire un report sull'avanzamento lavori.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Lepri Ponso: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: "1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità d'accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste d'attesa. Tale importante sistema d'accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative, referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
a) Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro due anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
b) Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
c) Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
d) Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente, referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
e) Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
I cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati, di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on-line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
f) Sistema informativo amministrativo contabile.
II SSR verrà dotato, di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
g) Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete di offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing")." Tali modalità saranno rese note entro e non oltre 90 giorni dall'approvazione del PSSR 2012-2015".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 53) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri, Ponso: Il paragrafo 2.1 "La garanzia dei diritti" è modificato come segue: "2.1 La garanzia dei diritti Garantire il diritto alla salute significa concretamente offrire i servizi le attività e le prestazioni necessarie per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie e la riabilitazione delle disabilità ma contemporaneamente, assicurare che tali attività, servizi e prestazioni siano di qualità intrinsecamente elevata e siano fornite nei modi, nei luoghi e nei tempi congrui per le effettive necessità della popolazione.
Per fare questo è necessaria la trasparenza delle informazioni rendendole disponibili, aggiornate e di facile lettura per i cittadini.
Alla dimensione che valuta "quali" servizi debbano essere inclusi nei Livelli essenziali d'assistenza (LEA), si affianca con evidenza la dimensione che analizza "come" questi servizi debbano essere forniti ponendo la questione se modalità insufficienti di erogazione, sotto il profilo della competenza professionale, della dotazione tecnologica, della diffusione del servizio e della sua organizzazione, della tempestività della risposta, non vanifichino, alla radice, la stessa garanzia del diritto.
Analogamente, ma da un diverso punto di vista, anche un uso inefficiente delle risorse disponibili compromette, o rischia di compromettere, la possibilità per tutti cittadini di usufruire del Servizio Sanitario Regionale. Ciascuno di questi temi merita una riflessione specifica alla ricerca di soluzioni efficaci." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Diamo atto che i colleghi Novero e Angeleri intendevano esprimere voto favorevole.
Emendamento rubricato n. 52) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Lepri Ponso: Il paragrafo 2.1 "La garanzia dei diritti" è modificato come segue: "2.1 La garanzia dei diritti Garantire il diritto alla salute significa concretamente offrire i servizi le attività e le prestazioni necessarie per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie e la riabilitazione delle disabilità ma contemporaneamente, assicurare che tali attività, servizi e prestazioni siano di qualità intrinsecamente elevata e siano fornite nei modi, nei luoghi e nei tempi congrui per le effettive necessità della popolazione.
Alla dimensione che valuta "quali" servizi debbano essere inclusi nei Livelli essenziali d'assistenza (LEA), si affianca con evidenza la dimensione che analizza "come" questi servizi debbano essere forniti ponendo la questione se modalità insufficienti di erogazione, sotto il profilo della competenza professionale, della dotazione tecnologica, della diffusione del servizio e della sua organizzazione, della tempestività della risposta, non vanifichino, alla radice, la stessa garanzia del diritto.
Analogamente, ma da un diverso punto di vista, anche un uso inefficiente delle risorse disponibili compromette, o rischia di compromettere, la possibilità per tutti cittadini di usufruire del Servizio Sanitario Regionale. Ciascuno di questi temi merita una riflessione specifica, in tempi certi, alla ricerca di soluzioni efficaci." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 51) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Lepri, Ponso: Il paragrafo 2.1 "La garanzia dei diritti" è modificato come segue: "2.1 La garanzia dei diritti Garantire il diritto alla salute significa concretamente offrire i servizi le attività e le prestazioni necessarie per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie e la riabilitazione delle disabilità ma contemporaneamente, assicurare che tali attività, servizi e prestazioni siano di qualità intrinsecamente elevata e siano fornite nei modi, nei luoghi e nei tempi congrui per le effettive necessità della popolazione.
Alla dimensione che valuta "quali" servizi debbano essere inclusi nei Livelli essenziali d'assistenza (LEA), si affianca con evidenza la dimensione che analizza "come" questi servizi debbano essere forniti ponendo la questione se modalità insufficienti di erogazione, sotto il profilo della competenza professionale, della dotazione tecnologica, della diffusione del servizio e della sua organizzazione, della tempestività della risposta, non vanifichino, alla radice, la stessa garanzia del diritto.
Analogamente, ma da un diverso punto di vista, anche un uso inefficiente delle risorse disponibili compromette, o rischia di compromettere, la possibilità per tutti cittadini di usufruire del Servizio Sanitario Regionale. Ciascuno di questi temi merita una riflessione specifica alla ricerca di soluzioni efficaci. Tali riflessioni devono essere rese note monitorate e valutate con cadenza trimestrale da parte dell'assessorato alla Sanità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 149) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Gariglio, Pentenero, Taricco, Laus, Muliere: Nel paragrafo 2 (LE SCELTE PRIORITARIE) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 2.1 (La garanzia dei diritti) è inserita, a pagina 19, la seguente: " 2.1 bis Vulnerabilità sociale e salute. Rinforzare le funzioni di tutela nei confronti delle fasce più deboli di popolazione.
In gran parte dei Paesi industrializzati, le statistiche sullo stato di salute della popolazione documentano la presenza di due tendenze contrapposte: la crescita generalizzata della speranza di vita e, al contempo, il progressivo inasprirsi delle disuguaglianze di mortalità e morbilità che separano gli individui in ragione della loro classe sociale.
La relazione fra salute e povertà costituisce l'oggetto di un'analisi che ha radici profonde nella tradizione delle scienze sociali ed epidemiologiche. Si tratta di una tesi difficilmente contestabile quando la povertà è intesa come deprivazione assoluta (privazione di cibo, privazione di una casa, etc.). Tuttavia, a tale condizione se ne deve considerare un'altra, forse ancora più rilevante ai nostri giorni, che ha a che fare con un processo di c.d. democratizzazione della povertà: la povertà sta diventando sempre più una condizione di cui possono fare esperienza ovviamente non con la medesima probabilità, individui e famiglie delle più eterogenee condizioni sociali. La povertà sta, cioè, cessando di essere esclusivamente l'attributo stabile di una "popolazione" circoscritta per diventare un "processo", sempre più frequente e diffuso, di attraversamento del confine mobile tra condizioni di benessere e povertà.
Dai risultati di un'indagine del 2009, promossa dalla Provincia di Torino in collaborazione con la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, l'Università di Torino ed il Servizio di Epidemiologia dell'ASL T03, si evince, tra gli altri aspetti, che circa il 77% degli intervistati ha difficoltà nell'affrontare le spese mensili e circa la metà di questi ha rinunciato, per ragioni economiche, ad almeno una prestazione sanitaria.
In altri termini, i risultati della ricerca misurano ed evidenziano la stretta relazione esistente fra ammalarsi ed impoverire e viceversa.
Questo circuito vizioso tra vulnerabilità sociale e salute può essere interrotto, o adeguatamente moderato nei suoi effetti negativi, solo attraverso appropriati interventi di carattere socio-sanitario.
E', quindi, opportuno che il welfare sanitario, in modo integrato con le politiche sociali, rinforzi le proprie funzioni di tutela nei confronti delle fasce più vulnerabili di popolazione, con un ruolo attivo dei professionisti coinvolti nel riconoscere precocemente i rischi e nel prevenirne l'insorgenza. In particolare, si ravvisa la necessità che, nella pratica del medico di famiglia, gli aspetti sanitari vengano ben integrati con informazioni di carattere sociale, per una valutazione multidimensionale delle risorse e, dunque, dei bisogni dei pazienti e delle famiglie, da condividere con la rete dei servizi sociali.".
La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Questo è un po' più complicato.
Concettualmente siamo d'accordo. Abbiamo riscritto la parte finale del testo, pertanto chiedo di leggerlo per verificare se va bene.



PRESIDENTE

Prego.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Parliamo della "vulnerabilità sociale e salute".
Alla fine del paragrafo aggiungeremmo: "La crisi economico-finanziaria di questi ultimi anni, che ha investito in particolare l'economia dei paesi del sud Europa e la tenuta delle loro politiche pubbliche, ha accelerato i processi di caduta nella vulnerabilità di fasce prima garantite, anche del ceto medio.
Questo processo non sembra interessare soltanto la sfera economica delle persone, ma investe anche aspetti di cittadinanza quali l'accesso alle prestazioni sanitarie, all'istruzione superiore ed universitaria, alla casa di proprietà, ad un lavoro adeguato e remunerativo e alla formazione professionale. Inoltre, carenze nella rete relazionale, familiare, amicale e sociale delle persone ed altre fragilità psico-sociali e individuali rischiano di aggravare le condizioni di salute delle persone.
quindi opportuno che un sistema di welfare socio-sanitario integrato rinforzi le proprie funzioni di tutela nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione, per consentire l'accesso prioritario alle prestazioni e ai servizi ricompresi nei LEA.
Un ruolo attivo nel riconoscere precocemente i rischi può essere svolto dai professionisti e, in particolare, si ravvisa la necessità che nella pratica del medico di famiglia gli aspetti sanitari vengano ben integrati con le informazioni di carattere sociale, per una valutazione multidimensionale delle risorse e dunque dei bisogni dei pazienti e delle famiglie, da condividere con la rete dei servizi sociali presenti a livello distrettuale".
La formulazione non è molto diversa dal testo originale, ma c'è questa aggiunta.



PRESIDENTE

Prima di verificare la procedura, per lei andrebbe bene, Consigliere Boeti?



(Richiesta di chiarimenti, fuori microfono, del Consigliere Boeti)



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Si aggiungerebbe - alla fine del paragrafo 2.1, a pag. 19 - tutto quello che ho letto precedentemente, completando sostanzialmente il testo con i concetti riportati dal vostro emendamento, che invece riscriveva tutto il paragrafo.



PRESIDENTE

Collega Boeti, lei vuole aggiungere la firma alla proposta di riscrittura della Giunta? In termini procedurali,, infatti,, occorre "tecnicamente" respingere il suo emendamento; oppure lei lo ritira e mettiamo in votazione questo della Giunta.
Con il consenso del proponente, l'emendamento rubricato n. 149) è ritirato.
Al suo posto è presentato l'emendamento rubricato n. 149 bis), a firma dell'Assessore Monferino e del Consigliere Boeti: Paragrafo "2.1 La garanzia dei diritti" Pagina 19. Alla fine del Paragrafo aggiungere il seguente sotto paragrafo: "2.1.1 Vulnerabilità sociale e salute.
La crisi economico finanziaria di questi ultimi anni, che ha investito in particolare le economie dei Paesi del sud Europa e la tenuta delle loro politiche pubbliche, ha accelerato i processi di caduta nella 'vulnerabilità' di fasce prima garantite, anche del ceto medio. Questo processo non sembra soltanto interessare la sfera economica delle persone ma investe anche aspetti di 'cittadinanza, quali l'accesso alle prestazioni sanitarie, all'istruzione superiore ed universitaria, alla casa di proprietà, ad un lavoro adeguato e remunerativo e alla formazione professionale.
Inoltre carenze nella rete relazionale familiare, amicale e sociale della persona ed altre fragilità psico-sociali personali rischiano di aggravare le condizioni di salute di persone adulte oltre che degli anziani.
E' quindi opportuno che un sistema di welfare socio-sanitario integrato rinforzi le proprie funzioni di tutela nei confronti delle fasce più vulnerabili di popolazione, per consentirne l'accesso prioritario alle prestazioni e ai servizi ricompresi nei LEA.
Un ruolo attivo nel riconoscere precocemente i rischi può essere svolto dai professionisti. In particolare si ravvisa la necessità che, nella pratica del medico di famiglia, gli aspetti sanitari vengano ben integrati con informazioni di carattere sociale, per una valutazione multidimensionale delle risorse e, dunque, dei bisogni dei pazienti e delle famiglie, da condividere con la rete dei servizi sociali presenti a livello distrettuale." Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 149 bis).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 59) presentato dai Consiglieri Buquicchio Cerutti, Pentenero, Lepri, Ponso: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 227) presentato dai Consiglieri Artesio Reschigna Ronzani, Boeti, Taricco, Pentenero, Manica, Muliere, Cerutti e altri: pag. 19. Punto 2.2 Secondo elenco puntato. Sostituire: "La compatibilità (...) risorse finanziarie." Con "il finanziamento allineato alla esigibilità e alla concreta attuazione dei L.E.A. e delle integrazioni extra Lea, contemplate dal sistema sanitario piemontese".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 227), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 362) presentato dalle Consigliere Cerutti Pentenero: Alla pagina 19 - Capo 2.2 "Gli obiettivi di fondo" all'interno della frase composta dalle parole "la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie" si propone di emendare come segue: sostituire le parole: "le risorse finanziarie" con le parole "in modo rispondente alla domanda di salute".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 362), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso, Cerutti: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema la garanzia per i cittadini d'accesso alle informazioni riguardo tutti i tipi di prestazione delle singole ASR l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 228) presentato dai Consiglieri Artesio Ronzani Boeti, Taricco, Pentenero, Manica, Muliere, Cerutti, Laus: pag. 19. Punto 2.2 ultimo elenco puntato dopo le parole: "(...) crescita del territorio," abrogare: ", passando dal concetto (...) spesa produttiva,".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 228), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 57) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso, Cerutti: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti, entro e non oltre 24 mesi dalla data di approvazione del PSSR 2012-2015, i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso, Cerutti: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti, monitorati e valutati i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso, Cerutti: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, individuando modalità e percorsi per la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso, Cerutti: Il paragrafo 2.2 "gli obiettivi di fondo" è modificato come segue: "2.2 Gli obiettivi di fondo Le scelte strategiche della politica sanitaria piemontese per il prossimo quadriennio, in continuità con quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia ed termini di opportunità e di vincoli, si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento della qualità dei servizi, assicurando l'innovazione nel perseguimento della salute la compatibilità del sistema con le risorse finanziarie la garanzia di un accesso equo dei cittadini al sistema l'accompagnamento della trasformazione del sistema da modello di cura a modello di presa in carico, nel campo sanitario e socio-sanitario, in seguito all'aumento dell'età media della popolazione il rilancio del Servizio Sanitario Regionale, anche come strumento di opportunità di crescita del territorio, passando dal concetto di spesa improduttiva a quello di spesa produttiva, al fine di arrivare ad un reale bilancio sociale del sistema.
Nell'ambito di queste scelte dovranno essere conseguiti i seguenti obiettivi prioritari: l'equità di trattamento e d'accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico - amministrativa e privilegiando modalità d'accesso unificate la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana una gestione più efficace ed efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste d'attesa, anche attraverso la predisposizione di "percorsi facilitati" per le cronicità." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 226) presentato dai Consiglieri Artesio Ronzani Boeti, Taricco, Pentenero, Reschigna, Manica, Muliere, Cerutti: pag. 19. Punto 2.2 "Gli obiettivi di fondo" secondo capoverso, secondo punto elenco aggiungere il seguente punto: "- L'accessibilità al Servizio Sanitario per la popolazione immigrata indipendentemente dallo stato giuridico di permanenza nel territorio regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 226), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, nonché quanto previsto nel Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio e valutazione da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio e implementazione da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 68) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna, Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
Tale accordo deve essere costantemente monitorato al fine di garantire quanto previsto.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna, Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
Entro i prossimi 24 mesi sarà previsto l'aumento della percentuale di rispetto nelle priorità delle prestazioni fissando il limite al 95%.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna, Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center-Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Nei prossimi 12 mesi sarà effettuata una valutazione dello sviluppo del Sovracup web.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate. Allo scadere dei 12 mesi dalla data di attuazione del PSSR 2012-2015 sarà effettuato il monitoraggio e una valutazione dell'implementazione del sistema CUP.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 64) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione). Allo scadere dei 12 mesi dalla data di attuazione del PSSR 2012-2015 sarà effettuato il monitoraggio e una valutazione dell'implementazione del sistema Recall.
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna, Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Allo scadere dei 12 mesi dalla data di attuazione del PSSR 2012-2015 sarà effettuato il monitoraggio e una valutazione dell'implementazione del sistema Contact Center.
Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 62) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di maggior efficienza e razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 146) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Muliere, Pentenero, Gariglio, Taricco, Laus, Ronzani Cerutti: Nel paragrafo 2 (LE SCELTE PRIORITARIE) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, nella ripartizione 2.2.1 (La riduzione dei tempi d'attesa), a pagina 20 dopo le parole: "la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo." è inserito il seguente periodo: "Occorre predisporre, soprattutto nelle specialità aventi le liste d'attesa maggiori, ambulatori specialistici ad accesso diretto.".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 146), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 61) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Cerutti: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate. Anche in questo caso è previsto, entro e non oltre il 31 marzo 2013, un monitoraggio ed una valutazione delle iniziative predisposte dalle singole ASL.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 61), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 60) presentato dai Consiglieri Buquicchio Reschigna, Ponso: Il paragrafo 2.2.1 "la ridefinizione dei tempi d'attesa" è modificato come segue: "2.2.1 La riduzione dei tempi d'attesa Le azioni da svolgere per la riduzione delle liste d'attesa devono prendere in considerazione molteplici aspetti di carattere organizzativo legislativo e sanitario, anche in ottemperanza a vari provvedimenti definiti a livello nazionale, devono prevedere il contributo alla loro soluzione di diverse figure professionali operanti in ambiti che dovrebbero essere complementari.
Sono già state individuate da tempo le prestazioni oggetto di monitoraggio da parte dell'Amministrazione Regionale ed i relativi standard di riferimento.
Un aspetto cruciale nel governo delle liste d'attesa riguarda l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, una delle chiavi di volta nella risoluzione del problema: la non appropriatezza prescrittiva dei medici è sicuramente una delle cause che, generando un eccesso di domanda allunga i tempi d'attesa. All'appropriatezza prescrittiva delle prestazioni conseguirebbe il soddisfacimento, equo ed uniforme, del fabbisogno nelle diverse realtà locali della Regione.
E' stato di recente approvato a livello nazionale il nuovo Piano nazionale di Governo delle Liste d'Attesa per il triennio 2010-2012, la cui applicazione impegna la Regione Piemonte sia in termini di appropriatezza prescrittiva (rispetto delle classi di priorità d'accesso, percorsi diagnostico-terapeutici cardiovascolare ed oncologico), sia in termini di organizzazione complessiva di tutto il sistema delle prenotazioni.
L'accordo siglato impegna la Regione Piemonte al rispetto delle priorità nelle prestazioni al 90% degli utenti, anche attraverso la gestione razionale degli accessi dei cittadini al sistema CUP delle prenotazioni.
E' in fase di elaborazione il Sovracup web, che permetterà ai cittadini di effettuare le prenotazioni da casa ed è in fase di studio l'implementazione di un CUP unico regionale (finalizzato all'informatizzazione del ciclo prescrizione-prenotazione-referto che consenta la combinazione del sintomo con la classe di priorità da assegnare al paziente) e l'accesso alle prenotazioni attraverso altri canali quali ad esempio le farmacie, gli sportelli bancomat o il contact center (già in uso per il Sovracup della provincia di Torino) in grado di far dialogare rapidamente i cittadini con le ASR attraverso la semplice compilazione di una pagina web dove lasciando i propri dati personali, si viene ricontattati da operatori della propria ASL o del Call Center- Sovracup nel caso della provincia di Torino.
Il Piano di Governo delle Liste d'Attesa 2010-2012 prevede di "integrare in modo ottimale il complesso dell'offerta pubblica e privata accreditata attraverso l'uso diffuso del sistema CUP" ed in tal senso la commissione regionale a ciò deputata ha proposto l'estensione del CUP aziendale dell'ASL cittadina anche ai centri accreditati, in modo tale da avere un panorama dell'offerta complessiva per le prestazioni ambulatoriali evitando il problema generato dal fenomeno delle multiprenotazioni (pazienti che prenotano per più strutture senza poi disdire), che falsa la percezione reale dei tempi d'attesa e rende meno omogeneo il tempo standard tra strutture pubbliche ed accreditate.
Un'altra innovazione tecnologica da introdurre è il sistema Recali che ricontattando il paziente alcuni giorni prima per ricordargli l'appuntamento ed eventualmente disdirlo, permette di liberare e riassegnare disponibilità che altrimenti andrebbero perdute e contribuisce ad abbattere il fenomeno del drop out (pazienti che "dimenticano" di disdire la prenotazione).
Ancora, un'innovazione importante riguarda il Contact Center, ovvero il sistema per la richiesta di prenotazioni on-line che si rivolge a tutti i cittadini che desiderano prenotare prestazioni sanitarie erogate dalle strutture aderenti al sistema sovracup in alternativa agli sportelli di prenotazione, ovvero al telefono con cui chiamare il numero verde messo a disposizione dalla Regione Piemonte (in collaborazione con I'ASL TO1) questo sistema verrà esteso a tutte le Aziende sanitarie piemontesi.
Inoltre è previsto l'utilizzo di questo applicativo nelle farmacie inizialmente in quelle ubicate in territori meno raggiunti dai tradizionali sistemi di prenotazione, in modo tale da favorirne una maggiore integrazione nella rete complessiva dei servizi ai cittadini e sfruttandone la capillare distribuzione sul territorio regionale; i benefici di questo sistema per i cittadini saranno sostanziali ed eviteranno, soprattutto alle fasce più deboli o anziane della popolazione, la necessità di sobbarcarsi trasferte ed attese inutili. Un aspetto di razionalizzazione da introdurre nel sistema riguarda la necessità di dividere i percorsi delle prime visite da quelli relativi alle visite di controllo.
Oltre all'implementazione delle reti informatiche sopra descritte tutte le ASL si impegnano a sperimentare l'accesso a tempo zero di tutte le prestazioni ambulatoriali erogate.
Anche la riduzione dei tempi d'attesa per il trasferimento in un setting riabilitativo appropriato dopo il ricovero ospedaliero potrà realizzarsi con la corretta gestione complessiva del percorso riabilitativo assistenziale e con l'informatizzazione della rete della post-acuzie. Anche in questo caso è previsto, entro e non oltre il 31 marzo 2013, un monitoraggio ed una valutazione delle iniziative predisposte dalle singole ASL effettuando un benchmarking fra tutte le Aziende del territorio." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 97) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore per una maggiore efficacia, efficienza, trasparenza ed economicità del sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 96) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard, che per un efficace utilizzo deve tenere in debita considerazione lo stato di conservazione della dotazione dei beni immobili appartenenti alle singole aziende, obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 95) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking, attraverso anche l'individuazione di tempi certi per il monitoraggio e la valutazione devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perch questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Entro il 31 marzo 2012 l'Assessorato alla Sanità provvederà ad una prima valutazione dell'introduzione del sistema del costo standard.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 93) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
L'Assessorato prevede, con scadenza annuale, un benchmarking non solo territoriale ma anche prendendo in considerazione tutte le iniziative su base nazionale.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'arti. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
L'Assessorato prevede, con scadenza annuale, un benchmarking attuando un sistema di incentivi e disincentivi al fine di favorire l'implementazione del sistema.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, in ottemperanza a quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia, l'efficienza, la trasparenza e l'economicità migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi. Per far questo la Giunta provvede ad un apposito sistema di scambio di informazioni con il Consiglio regionale. Tale processo prevede l'obbligatorietà del parere del Consiglio riguardo gli atti della Giunta utili per l'individuazione della sostenibilità del sistema sanitario nonch delle risorse finanziarie necessarie.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali d'assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un'efficace, efficiente, trasparente ed economico utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard, preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard. Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infraregionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 229) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Muliere, Manica, Pentenero, Reschigna, Ronzani e altri: pag. 21. Punto 2.3 ottavo paragrafo, dopo le parole: "(...) e d'applicazione dei LEA." Aggiungere: "Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di ulteriori provvedimenti che, secondo le previsioni dello stesso legislatore, si attueranno nell'arco di sette anni."



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 229 ha chiesto di intervenire l'Assessore Monferino, ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo proporre una leggera modifica.
L'emendamento n. 229) chiede di aggiungere "Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che secondo le previsioni dello stesso legislatore si attueranno nell'arco di sette anni".
Noi lo modificheremmo così: alla fine dell'ottavo capoverso, aggiungere "Pervenendo al pieno superamento del criterio storico con il riparto del fondo sanitario regionale valido per l'anno 2015".



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

No, grazie.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Non va bene? Allora ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 229), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 86) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. Le misurazioni individuate devono avere scadenze trimestrali e costanti nel tempo. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/A0U), promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 86), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 85) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga,, infatti,, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa,, infatti,, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, da predisporre entro e non oltre il 30 settembre del 2012, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 85), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 230) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Muliere, Manica, Pentenero, Reschigna, Ronzani e altri: pag. 22. Quarto punto elenco dopo le parole: "(...) maggiormente accurate." abrogare: ", che, non potendo avvalersi (...) dal contingente." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 230), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 231) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Muliere, Manica, Pentenero, Reschigna, Ronzani, Buquicchio e altri: pag. 22. Quarto punto elenco, penultima riga dopo le parole: "(...) indicatori," abrogare: ", ma senza (...) del sistema." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 231), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire, in tempi certi, gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 83) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi certi e confrontabile fra tutte le realtà del territorio 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare, coinvolgendo tutti gli operatori interessati, i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti efficaci, efficienti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 79) (emendamento rubricato n. 80 di identico contenuto) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso, Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire, entro e non oltre il 30 settembre del 2012, un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Buquicchio Pentenero: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad una costante azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Pentenero, Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Tutti i dati devono essere messi a disposizione dei cittadini. Inoltre devono sempre avere un linguaggio comprensibile e di facile apprendimento.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività costante di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione, nel passato nel presente e nel futuro della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale da attuare in tempi certi. In proposito il governo della regione effettuerà una ricognizione semestrale al fine di monitorare l'implementazione di tutte le attività previste.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento, ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.3 "La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard" è modificato come segue: "2.3 La sostenibilità del sistema, le risorse finanziarie ed i costi standard Il trend relativo all'incremento della spesa sanitaria nelle società avanzate e la profonda disparità non solo nell'outcome sanitario, ma anche nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse obbligano il sistema a prendere in considerazione l'introduzione dei costi standard come fattore razionalizzante il sistema, che difficilmente potrà reggere ad ulteriori crescite.
Il costo standard obbliga, infatti, a confrontare le singole realtà incentivando al miglioramento e, per avere successo, dovrà avere uno sviluppo in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore sia nella fase di rilevazione dei dati necessari alla realizzazione delle banche dati sia, soprattutto, nel momento della valutazione, in modo tale da coinvolgere tutte le conoscenze acquisite, evitando di creare delle diseconomie.
La definizione dei costi standard e le attività di benchmarking devono così dare attuazione al principio di trasparenza organizzativa, sviluppando un sistema tramite il quale, se si effettua una spesa, è perché questa risponde ad un miglioramento del servizio erogato. Tale obiettivo presuppone un alto livello di interdisciplinarietà, dove il costo standard non deve rappresentare un valore numerico, ma un riferimento la cui comprensione e chiarezza deve essere percepita e chiarita anche dal potenziale paziente.
In quest'ottica il costo standard diventa la naturale maturazione di un processo che, partendo dal concetto che tutti hanno diritto alla salute arriva al concetto che tale obiettivo non deve permettere sprechi o abusi ma deve diventare lo stimolo per raggiungere appropriatezza ed efficienza.
Il Servizio Sanitario del Paese si basa, infatti, su un principio irrinunciabile: la Costituzione sancisce, all'articolo 32, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e come interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". La modifica al Titolo V della Costituzione valorizza inoltre le autonomie locali e pone in capo alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni la tutela della salute individuando la necessaria uniformità dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre affida agli Enti Locali la competenza e la responsabilità del governo e della determinazione autonoma del settore socio assistenziale.
La Regione Piemonte, in conformità all'impianto legislativo, intende procedere all'organizzazione delle proprie risorse con un'ottica di sistema, che ottimizzi l'efficacia migliorando la qualità dei servizi.
Questo impegno è reso ancor più necessario ed inderogabile alla luce della Legge Delega del 5 maggio 2009 n. 42 (Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione) e del successivo Decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario). Il compito che attende il governo regionale è quello di determinare un radicale cambiamento del criterio d'utilizzo delle risorse allocate per la "Spesa Sanitaria", dal costo storico al costo standard preservando i fabbisogni dei cittadini.
La Sanità è il primo vero banco di prova del federalismo fiscale e d'applicazione dei LEA. L'introduzione del costo standard dovrà tendere al superamento delle differenze oggi esistenti tra le diverse Regioni e tra le ASR, evitando sprechi e rendendo uniformi le erogazioni dei LEA.
L'esperienza registrata in questi ultimi anni ha dimostrato che le Regioni che più spendono non necessariamente sono risultate più efficienti ed appropriate nell'erogazione dell'assistenza sanitaria.
Con la nuova normativa, i trasferimenti statali vengono cancellati e, al loro posto, secondo le prime indicazioni, le Regioni godranno di un mix di tributi propri e di compartecipazioni, per finanziare il 100% dei livelli essenziali delle prestazioni a costi standard.
Il passaggio dalla spesa storica ai costi standard cui fare riferimento per il finanziamento dei servizi di base erogati dalle Regioni prevede l'individuazione di indicatori condivisi tra Regioni e Governo, per la misurazione e trasparenza delle prestazioni conseguite non solo a livello regionale ma anche a livello locale. La riforma ha effetti anche in ambito infra-regionale, imponendo le stesse condizioni di misurazione alle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) e alle Aziende Ospedaliere (AO/AOU) promuovendo e rinforzando, di fatto, un'attività costante di valutazione e di benchmarking al loro interno.
Il ritardo con cui la sanità, all'estero come in Italia, acquisisce e riordina i dati disponibili, ha obbligato a prevedere uno specifico progetto, sulla necessità di individuare una soluzione metodologica affidabile e nel contempo pervenire tempestivamente a disporre di dati da fornire ai decision maker, tali da permettere un'azione di benchmarking tramite l'applicazione dei costi standard. Non è economicamente e razionalmente sostenibile pagare lo stesso servizio o la stessa prestazione in modo profondamente diverso in realtà sostanzialmente simili.
Le difficoltà di analisi socio economiche sono, in prima istanza riconducibili ai seguenti aspetti: 1) differenziazione della tipologia produttiva/erogativa. La Sanità opera in condizioni differenti ad altri settori industriali poiché, per quanto si possa teorizzare una catena produttiva ospedaliera, la sua trasposizione nella realtà finirà con l'essere influenzata dalle caratteristiche eterogenee dei servizi erogati, la cui complessità non è definibile a priori.
2) La produzione viene gestita da personale altamente qualificato sotto il profilo sanitario, ma con scarsa attenzione al reporting. La discrasia tra il servizio erogato e la messa a sistema delle informazioni economico gestionali determina inefficienza (l'attività effettuata e non rendicontata genera solo costi e non produzione) e incapacità di avere tempestivamente le informazioni necessarie al governo.
3) La non omogeneità delle strutture. Dovendosi adattare alle caratteristiche del luogo e della popolazione in cui si opera, la sanità ha sviluppato soluzioni profondamente diverse da zona a zona.
4) Carenza di una cultura diffusa di tipo economico sanitaria fra gli operatori del settore. Il rapporto, spesso esaustivo, medico-paziente ha sovente portato ad escludere l'interesse di altre discipline a ricercare soluzioni efficaci in sanità.
Le dimensioni raggiunte in questi ultimi anni dalla sanità hanno per obbligato a procedere a rilevazioni maggiormente accurate, che, non potendo avvalersi di una cultura consolidata nel settore, si sono tramutate in una confusa programmazione dettata dal contingente. Si sono così effettuate un'infinità di rilevazioni e creati una moltitudine di indicatori, ma senza una visione completa del sistema. Le esigenze contingenti hanno, infatti portato a rilevare dati e informazioni.
Per superare questa situazione si è reso necessario: 1) definire gli ambiti d'applicazione dei costi standard sia a livello territoriale che ospedaliero 2) cogliere le dinamiche del settore (obiettivo indiretto) in modo da indirizzare le risorse disponibili in modo efficace, permettendo così di raggiungere il risultato in tempi ragionevoli 3) individuare i soggetti cointeressati alla rilevazione creando opportunità di brainstorming, essendo la sanità un settore caratterizzato da un alto livello di interdisciplinarietà, per un'elaborazione di costi standard corretti, coerenti ed applicabili 4) definire un rigoroso metodo scientifico con il quale procedere alla rilevazione 5) sottoporre i dati esaminati ad un'azione di monitoraggio e verifica.
Si sono esaminate le banche dati attualmente disponibili, al fine di poter aggregare voci di costo o di produzione, verificando che queste dispongano di un sufficiente riscontro indipendentemente dalla fonte dati scelta.
Criteri di aggregazione dei dati La necessità di rendere confrontabili realtà tra loro difformi, se non talvolta addirittura peculiari, secondo un metro unitario può essere perseguita mantenendo uno schema fisso di rilevazione da adeguare alle specifiche rilevazioni. Riprendendo la classica suddivisione proposta a livello ministeriale si è proceduto ad aggregare i dati in funzione della prevenzione del territorio dell'ospedale.
I costi standard devono quindi rappresentare il risultato di un'attività di benchmarking di unità organizzative simili, in particolare per quanto attiene il territorio, prevedendo: l'osservazione della variabilità nel costo unitario (per utente o per unità di output) la spiegazione della variabilità mediante relazioni causali fra variabili (con varie metodologie da semplici a complesse).
In un contesto che si caratterizza per l'insufficienza di risorse finanziarie da destinare al sistema socio sanitario, così come è attualmente configurato, e per l'incremento, anche qualitativo, della domanda di prestazioni, nella necessità di assicurare i LEA, diventano essenziali interventi strutturali di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale.
Dall'attuazione degli interventi di riorganizzazione strutturale successivamente delineati, ma che possono essere sintetizzati in due grandi tipologie, ovvero quelli relativi alla razionalizzazione della rete ospedaliera e quelli relativi alla gestione centralizzata di alcune funzioni di supporto tecnico-amministrativo, potrebbero derivare significative economie. Tali economie, l'Assessorato alla Sanità stabilirà con successivi provvedimenti le precise ripartizioni, saranno indirizzate verso due principali settori, in grado di rispondere in maniera appropriata alle necessità assistenziali della popolazione piemontese, sempre più spesso affetta da malattie cronico-degenerative dovute all'invecchiamento ovvero il settore delle cure primarie e quello relativo ai servizi dell'area socio-sanitaria integrata." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Le azioni per la valorizzazione delle risorse umane devono essere presentate con appositi provvedimenti da tutte le aziende sanitarie regionali entro e non oltre il 30 settembre 2012.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 100) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Le azioni per la valorizzazione delle risorse umane devono potere essere valutate e monitorate costantemente dall'assessorato alla Sanità.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 101) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Le azioni per la valorizzazione delle risorse umane dovranno prevedere un sistema di incentivi e disincentivi al fine di rendere maggiormente efficace ed efficiente la nuova programmazione.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 102) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Le azioni di valorizzazione delle risorse umane, devono prevedere un piano per l'assunzione a tempo indeterminato degli operatori a diretto contatto con i pazienti attualmente occupati con contratti di lavoro atipici.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Tutte le azioni per la valorizzazione del personale devono essere pubblicizzate, di facile lettura e a disposizione di tutti i cittadini.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Per realizzare tale operazione è necessaria l'effettuazione di operazioni di benchmarking con le aziende sanitarie maggiormente performanti a livello nazionale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale, ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n.
112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico, mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 98) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente.
Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale, quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali, costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi, complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative). Per i motivi sopra indicati, si rende necessario che tutte le Aziende Sanitarie Regionali adottino un riordino ed un ridimensionamento del personale amministrativo senza intaccare le risorse umane delle strutture complesse sanitarie già carenti di tali professionalità. Tutte le Aziende Sanitarie Regionali devono provvedere alla realizzazione di un piano del personale di medio lungo periodo (5/7 anni) con l'obiettivo di raggiungere quanto previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Sanità ed il Ministero dell'Economia.
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 98), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 105) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Reschigna: Il paragrafo 2.4 "le risorse umane" è modificato come segue: "2.4 Le risorse umane La risorsa umana, che nei servizi alla persona riveste una prioritaria importanza, rappresenta il capitale più rilevante del sistema socio sanitario piemontese. L'adeguata valorizzazione delle risorse umane che operano nel sistema, sia sotto l'aspetto professionale che motivazionale ed economico, è essenziale per il successo delle politiche sanitarie regionali e le spese per lo sviluppo di tali risorse non possono essere valutate solo come costi ma devono essere considerate a tutti gli effetti quali investimenti. Pur essendo problematico individuare specificatamente le azioni che devono essere attuate nel periodo di validità del PSSR per la valorizzazione delle risorse umane, la manovra sul personale deve tener conto dell'esigenza di semplificare l'accesso ai servizi e deve essere gestita in coerenza con il nuovo assetto istituzionale e con i modelli organizzativi/gestionali che devono essere ritarati e concretizzati in ambito aziendale, sulla base di intese tra le parti sindacali ed aziendali tenendo conto dei vincoli stabiliti dalla Regione e dalla normativa statale vigente. Per quanto concerne l'aspetto economico, gli interventi per la riconduzione delle dinamiche legate allo sviluppo della spesa sanitaria hanno, tra i riferimenti principali, a livello nazionale e regionale quelli legati al contenimento della spesa per il personale. Proprio la definizione di misure di riduzione stabile della consistenza organica del personale in servizio ed il conseguente ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa di cui ai contratti collettivi nazionali costituiscono parte degli impegni che le Regioni hanno assunto con l'amministrazione centrale, ai sensi del decreto legge 25 giugno 2008, n.
112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria). I dati desumibili dalle banche dati nazionali evidenziano come la consistenza del personale delle aziende sanitarie piemontesi complessivamente considerata, sia sostanzialmente in linea con le medie nazionali, con alcune differenze, per il personale medico e per quello infermieristico, mentre risulta particolarmente elevata rispetto ai valori medi nazionali la dotazione di personale amministrativo (e il dato è presumibilmente sottostimato, poiché non tiene conto che in questi anni alcune figure del profilo sanitario sono state allocate in funzioni amministrative).
Come previsto dall'art. 2, comma 71, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2010) gli Enti del Servizio Sanitario devono adottare nel triennio 2010/2012 le misure necessarie per garantire che le spese riferite al personale, nelle varie forme contrattualmente previste non superino per ciascun anno il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito del 1,4%. Tutte le azioni effettuate e da effettuarsi per il rispetto della normativa riguardo le spese del personale devono essere pubblicizzate, aggiornate costantemente, di facile lettura e a disposizione di tutti i cittadini.
Nel periodo di vigenza del PSSR 2012-2015 l'azione delle ASR, supportate dagli indirizzi regionali, sarà, pertanto, rivolta alla riduzione stabile dei costi complessivi del personale senza che questo determini effetti negativi sulla qualità dei servizi erogati, ma al contrario sia accompagnato dal miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie attraverso una più razionale allocazione delle risorse umane e l'ottimizzazione dei carichi di lavoro. L'obiettivo si sostanzia attraverso la revisione dei modelli organizzativi relativi alle diverse funzioni aziendali e delle dotazioni organiche ed è realizzabile attraverso lo sviluppo delle azioni previste nel PSSR, dalle azioni per la realizzazione delle reti ospedaliere interaziendali a quelle di governo della domanda di servizi, dallo sviluppo degli interventi sulla governance al potenziamento dell'assistenza primaria in ambito distrettuale, sino ad una più omogenea gestione dei contratti di lavoro relativi al personale dipendente della dirigenza e del comparto. Tale omogeneità deve comprendere anche i contratti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta nonch degli specialisti ambulatoriali. A tale proposito, accanto alla revisione delle dotazioni organiche, in vista proprio delle azioni di riordino del SSR che si intendono realizzare, occorrerà prevedere anche interventi per la omogeneizzazione degli istituti legati alla gestione dei fondi contrattuali che determinano oggi sperequazioni retributive, anche importanti, tra i dipendenti delle aziende sanitarie regionali.
Nell'ambito delle politiche per il personale un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base e specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti, e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con gli Ordini e Collegi professionali, gli Atenei e le Società scientifiche." La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Vorrei leggere una nostra proposta: "Sostituire l'ultimo capoverso con la seguente: 'La Regione promuove la valorizzazione delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico-sanitarie della riabilitazione e della prevenzione e delle assistenti sociali, anche attraverso lo sviluppo dipartimentale delle direzioni ai servizi delle professioni sanitarie nelle costituendi reti ospedaliere territoriali sovrazonali, con l'obiettivo di garantire per le professioni stesse, in ambiti territoriali allargati condizioni uniformi, sia da un punto di vista organizzativo, che di gestione di risorse umane e materiali.
In tale modo le direzioni delle professioni sanitarie dovranno, con piena assunzione di responsabilità, promuovere quei cambiamenti organizzativi che vanno nella direzione della centralità del paziente dell'organizzazione delle strutture, in funzione di esso per intensità e complessità assistenziale.
Anche il servizio sociale professionale in sanità, nei distretti delle ASL e nelle Aziende Ospedaliere e Ospedaliere Universitarie, svolge un ruolo strategico...'".



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore.
Capisco il clima, ma poiché si propone un emendamento sostitutivo dobbiamo ascoltare.
Prego.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

"Anche il servizio sociale professionale in sanità, nei distretti delle ASL e delle Aziende Ospedaliere e Ospedaliere Universitarie, svolge un ruolo strategico, in quanto ha una funzione di connessione tra le esigenze dei pazienti fragili e il territorio, in termini di rilevazione dei bisogni e attivazione delle risorse, considerato che le problematiche sociali possono influenzare in modo rilevante l'esito dei percorsi terapeutici.
Tali funzioni sono svolte dal professionista assistente sociale in quanto titolare di competenze tecnico-scientifiche idonee a gestire la persona nella sua globalità.
Nell'ambito delle politiche per il personale, un ruolo fondamentale dovrà infine essere svolto da quelle legate alla formazione di base specialistica, in raccordo con le Istituzioni universitarie, con le quali dovranno essere aggiornati i protocolli d'intesa attualmente vigenti e da quelle legate alla formazione continua, da realizzarsi in accordo e con...".



PRESIDENTE

Per favore! Poi ci sarà da assumere una decisione. C'è il firmatario Consigliere Reschigna, in quanto i Consiglieri Buquicchio e Ponso sono assenti pertanto occorrerà procedere: chiedo un attimo di cortesia.
Prego, Assessore, prosegua.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

"...con gli Ordini e i Collegi professionali, gli Atenei e le società scientifiche.
inoltre da valutare, sempre in accordo con le Istituzioni universitarie, il possibile impiego del personale in fase di formazione specialistica all'interno delle strutture di primo soccorso e degli ospedali, in affiancamento alle risorse di personale già presente".



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, lei è il solo firmatario presente...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Non sono il primo firmatario. Quindi, per rispetto al primo firmatario non sono nelle condizioni di potermi esprimere circa l'accoglimento o meno delle modifiche.



PRESIDENTE

Assessore, tecnicamente così si può procedere.



(Commenti della Consigliera Artesio)



PRESIDENTE

Però, lei non l'ha firmato.



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

Quello non è un emendamento all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per un contributo.



ARTESIO Eleonora

la terza volta che l'Assessore utilizza un emendamento presentato dai Consiglieri e discusso per aggiungere, con maggiore o minore armonia con il testo precedente, delle integrazioni che, probabilmente, erano sfuggite nella stesura o erano state sottovalutate. Su queste tre integrazioni perché sono mediamente tre i corni delle questioni affrontate - ad esempio nel merito sono d'accordo, però è oggetto di una nuova predisposizione di emendamento.
Quindi, o l'Assessore lo incardina in un altro punto oppure lo sospendiamo, perché questo è un vero e proprio nuovo emendamento, che condivido, peraltro.



PRESIDENTE

Credo, Assessore, che non essendo presente il primo firmatario e alla luce sia della posizione del cofirmatario Consigliere Reschigna e sia dell'intervento di merito della Consigliera Artesio - che ringrazio, anche se irrituale, può servire - sia meglio verificare nel prosieguo la sua proposta, in presenza anche del primo firmatario. Quindi, mettiamo in votazione l'emendamento rubricato n. 105) con il suo parere, semplicemente se lei ritiene.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Esprimo parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 237) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25. Punto 2.5 "La qualità e le professioni sanitarie" penultimo capoverso dopo le parole: "(...) alla gestione del rischio." Aggiungere il seguente paragrafo: "In particolare si provvederà a garantire continuità il servizio di Biblioteca virtuale scientifica (BVS-P) che ha assicurato al sistema sanitario regionale la negoziazione e conservazione dei periodici e delle banche dati utili all'informazione e all'aggiornamento degli operatori; la migliore fruizione delle risorse bibliografiche; la formazione degli operatori nella ricerca di informazioni in ambito biomedico in una logica di universale accessibilità.
Inoltre la biblioteca virtuale, oltre che validissimo strumento per la comunità medica piemontese, ha garantito al sistema un notevole risparmio.
Nel 2009 la Regione spendeva per le risorse bibliografiche 2.248.888 euro nel 2011 1.670.979. Nel contempo gli iscritti al servizio sono aumentati in modo esponenziale: dai 791 al 30/06/2010 ai 5928 al 1/08/2011".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 237).
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 232) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" Inserire: "La crisi economico-finanziaria sta imponendo al sistema di welfare revisioni e ridimensionamenti che rischiano di andare oltre il pur necessario contenimento delle inefficienze e il doveroso contributo al risanamento della finanza pubblica. Il rischio è che, di fronte alle gravi difficoltà, siano sacrificati i principi di fondo. La crisi non pu diventare la giustificazione di un rovesciamento dei principi".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 232), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Ricordo che il numero legale è 27.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 233) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" Inserire: "Il quasi totale azzeramento dei fondi statali per gli interventi sociali che nel 2013 saranno pari a circa un decimo di quelli stanziati nel 2008 la riduzione delle entrate delle Regioni e degli Enti locali e le incertezze legate al processo di attuazione del federalismo fiscale graveranno pesantemente sulle persone più fragili".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 233), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 234) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" Inserire: "Un'ampia letteratura scientifica mostra come nei paesi sviluppati migliori condizioni di vita possono essere raggiunte attraverso la riduzione delle diseguaglianze (economiche e sociali) e non solo attraverso l'aumento del Pil. In tale contesto le politiche sociali hanno il compito di ricordare che lo sviluppo richiede che siano eliminate le deprivazioni sociali, le limitazioni alla partecipazione alla vita della comunità. Per questo le politiche sociali devono diventare più ambiziose".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 234), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 235) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25. Punto 2.6 "Le opportunità del welfare e il terzo settore" secondo capoverso aggiungere il seguente capoverso: "Il Comune è l'interfaccia più diretta della rete di welfare, dal DPR 616/77 sino alla riforma 328/2000. Dati Istat del 2008 indicano in circa 6,7 miliardi di euro il valore di interventi e servizi sociali comunali.
L'articolazione per fonte di finanziamento istituzionale segnala che i Comuni coprono i ¾ della spesa, lo Stato circa l'8% e le Regioni circa il 17%. Oltre il 40% delle risorse per il sociale dei Comuni è impiegato per famiglie e minori, il 21,2% per gli anziani, una quota simile per i disabili e il 7% circa per la lotta alla povertà".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 235), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 236) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 25. Punto 2.6, terzo paragrafo, seconda riga dopo le parole "(...) portatore di bisogni sanitari e assistenziali" aggiungere "titolare di diritti e di competenze".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 236), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 238) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 26. Punto 2.6, primo capoverso, ultima riga dopo le parole "(...) solidarietà sociale" aggiungere "in coerenza con il proprio ruolo di advocacy e di assunzione di responsabilità pubblica per come definito dalle legislazioni n. 381/91 e n. 328/00".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 238), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 239) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 26. Punto 2.6, terzo capoverso ultima riga abrogare le parole "Superando il semplice paradigma professionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 239), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 164) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Ronzani, Muliere, Pentenero, Taricco, Laus, Gariglio e altri: Al paragrafo 2.6 "Le opportunità del welfare e il terzo settore" a pagina 26, dopo le parole "La Giunta regionale definisce le modalità di collaborazione con le imprese del Terzo Settore, per istituire percorsi di collaborazione ed accompagnamento delle persone bisognose di relazioni umane con problemi di salute" Sono inserite le parole: "; in tale percorso si avrà cura di interloquire con le organizzazioni di terzo settore in grado di garantire la maggiore qualità, radicamento nel territorio ed effettiva coerenza con le finalità sociali." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 240) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 26. Punto 2.6 sesto paragrafo Il paragrafo da "Ciò comporta" a "server di protezione sociale" è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 240), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 173) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Ronzani, Pentenero, Taricco, Laus, Gariglio: Al paragrafo 2.6 "Le opportunità del welfare e il terzo settore" a pagina 26, le parole "Ciò comporta, nel rispetto della normativa vigente, il pieno utilizzo degli strumenti di affidamento al Terzo Settore della gestione delle attività e dei servizi a gestione diretta delle ASL e dei Comuni o dei consorzi.
Grazie a tali sinergie nel medio periodo si prevedono una crescita della risposta di servizio nell'area della cronicità, un miglioramento qualitativo delle prestazioni erogate, nonché un rilevante risparmio da parte del Sistema Pubblico, a cui rimarranno delegate esclusivamente le funzioni di tutela e di sostegno economico correlate ai grandi server di protezione sociale." Sono sostituite dalle parole: "E' necessario valutare con attenzione quali servizi, interventi e attività possano essere erogati più efficacemente, con maggiore flessibilità e minori costi attraverso le imprese della cooperazione sociale e le organizzazioni di volontariato e quali debbano essere sotto la responsabilità del Servizio Pubblico che ha compiti di tutela dei cittadini, soprattutto di quelli meno in grado di avere contrattualità nel momento del bisogno e, in ogni caso, compiti di controllo della qualità degli interventi anche erogati da terzi.
Questa valutazione, che può avere attuazioni differenziate a seconda delle caratteristiche della presenza del Terzo Settore nelle varie realtà piemontesi, può portare ad una crescita della risposta di servizio nell'area della cronicità, un miglioramento qualitativo delle prestazioni erogate, nonché un risparmio da parte del Sistema Pubblico." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 173), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 241) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 26. Punto 2.7, ultima riga dopo "(...) permangono validi ed efficaci" aggiungere "in considerazione delle diverse confessioni religiose e dei differenti orientamenti spirituali, la Regione ha già impegnato le aziende sanitarie a protocolli di collaborazione con i ministri di culto e all'individuazione di locali idonei al raccoglimento".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 241), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 163) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Ronzani, Pentenero, Taricco, Laus, Gariglio: Al paragrafo 2.8 "L'Empowerment" a pagina 27, dopo le parole "Tale sviluppo verrà perseguito in relazione al contesto ed alla popolazione, assumendo caratteristiche differenti per persone diverse (età.
fascia sociale, bisogni ecc.), in contesti diversi (differenze culturali ...), senza "calare dall'alto" le azioni di promozione dell'empowerment, ma partendo da un'attenta analisi dell'esistente, dei vincoli e delle risorse disponibili, che permetta di costruire insieme alla persona/organizzazione/comunità a cui le azioni sono rivolte." Sono inserite le parole: "Accanto alle iniziative istituzionali è necessario,, infatti,, che ogni operatore sia consapevole che è un proprio impegno lo sviluppo della partecipazione e dell'empowerment dei cittadini, agendo anche nell'ambito della rete HPH (Health Promoting Hospitals and Health Services) in coerenza con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale e con le iniziative già in atto nella nostra Regione, secondo le modalità organizzative di cui alla DD 118 del 15 febbraio 2011." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 163), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 242) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 27. Punto 2.8.1 ultimo paragrafo abrogare: "In questo contesto lo sportello ... interventi e procedure." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 242), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 243) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 28. Punto 2.8.3. "Il marketing in sanità" primo capoverso. Dopo il capoverso aggiungere: "Secondo il 45° rapporto Censis, gli italiani indicano nella sanità il settore in cui più investire nei prossimi anni per innalzare la qualità della vita in Italia (29,7%) e considerano le nuove cure mediche e i nuovi farmaci le innovazioni tecnologiche e sociali che daranno maggiore impulso al cambiamento della vita nel futuro (54%)".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 243), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 244) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 28. Punto 2.9. "I servizi dell'area socio-sanitaria integrata" secondo capoverso. Dopo il capoverso aggiungere: "I caregiver sono soprattutto donne nel caso dei malati di Alzheimer, come per chi è affetto da Parkinson o ha avuto un ictus. L'indagine condotta dal Censis insieme a Alice Italia onlus e all'Università di Firenze nel 2010 evidenzia che: nel caso dei pazienti maschi si ha una prevalenza di caregiver mogli (il 33,3% ha 65 anni o più) e nel caso di pazienti donne si tratta di figlie in classe di età compresa tra i 46 e i 54 anni".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 244), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 182) presentato dai Consiglieri Laus, Manica Pentenero, Boeti, Ronzani, Muliere: Nella ripartizione 2.9.1 (I servizi dell'area socio-sanitaria integrata) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 a pagina 29 le parole: "incremento delle prestazioni erogate nell'area dell'integrazione socio-sanitaria, attraverso un nuovo modello di gestione delle risorse finanziarie destinate in maniera vincolata all'area dei servizi dell'area socio-sanitaria integrata, che trova il suo perno nella costituzione del Fondo Regionale per le non autosufficienze, in cui confluiscono risorse del fondo sanitario regionale già impiegate per questi servizi, nuove risorse del Fondo sanitario regionale derivanti dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, risorse regionali proprie risorse degli Enti locali" sono soppresse.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 182), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 245) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 29. Punto 2.9.1 "Sviluppo delle cure domiciliari" ultimo capoverso penultima riga dopo le parole: " ...il domicilio risultano carenti." Sostituire: "Risulta quindi necessario sviluppare:" con: "Il ventaglio delle prestazioni domiciliari ha seguito il seguente andamento: da poco più di 15 milioni di gg erogate nel 2006 a quasi 20 mi nel 2008, tuttavia risulta necessario sviluppare".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 245), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 183) presentato dai Consiglieri Laus, Manica Pentenero, Boeti, Ronzani, Muliere: Nella ripartizione 2.9.1 (Sviluppo delle cure domiciliari) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 a pagina 30 le parole: "Obiettivo del PSSR 2012-2015 è l'attuazione dei principi della legge regionale 10/2010 attraverso l'istituzione del "Fondo regionale per la non autosufficienza" definendo un modello operativo integrato tra servizi sanitari e socio- assistenziali per l'erogazione delle prestazioni di cura domiciliare ad alta complessità assistenziale in fase intensiva che delle prestazioni di lungo assistenza, attivo in tutti i Distretti delle ASL piemontesi." sono soppresse.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 183), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 246) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 30. Punto 2.9.1 ultimo paragrafo dopo le parole: "(...) della L.R.
10/10" abrogare: "attraverso l'istituzione (...) delle Asl piemontesi." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 246), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 247) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 30. Punto 2.9.2 ultimo paragrafo abrogare: "Tale revisione si esplicita (...) vigente in materia." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 247), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 134) presentato dai Consiglieri Pentenero Muliere, Laus, Manica, Boeti, Ronzani, Taricco, Reschigna: Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 2.9.2 (La revisione del modello organizzativo-gestionale delle prestazioni e dei servizi dell'area socio-sanitaria integrata) a pagina 30 dopo le parole: "Tale revisione si esplicita nella definizione di nuovi standard organizzativo-gestionali per l'erogazione, da parte delle strutture di produzione, delle prestazioni diurne e residenziali per minori, anziani e disabili e nella contestuale precisazione della tariffa a carico del SSN, del cittadino e/o degli enti gestori dei servizi socio assistenziali, compatibile con l'attuale quadro di riduzione delle risorse pubbliche e in piena applicazione della normativa vigente in materia." sono inserite le parole: "L'integrazione socio-sanitaria degli interventi deve essere affrontata con l'adozione iniziale in tutto il territorio regionale di protocolli d'intervento interservizi, ove non ancora esistenti, per raggiungere un'integrazione strutturale volta ad una efficace prevenzione e a diagnosi ed interventi non frammentati e settoriali." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 184) presentato dai Consiglieri Laus, Manica Pentenero, Ronzani: La ripartizione 2.9.3 (L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza) alle pagine 30 e 31 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 è soppressa.
Emendamento rubricato n. 248) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 30. Punto 2.9.3 abrogare: L'intero punto.
Sugli emendamenti n. 184) e n. 248) ha chiesto di intervenire, a nome della Giunta regionale, l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Questi due emendamenti sono abrogativi. Noi abbiamo ricevuto delle istanze sindacali, con le quali concordiamo, che ci chiedevano di aggiungere specificatamente che "con apposita legge regionale saranno definite le risorse afferenti al Fondo" (della non autosufficienza) "e la loro provenienza, le prestazioni e i soggetti giuridici ai quali è destinato, nonché i criteri di riparto al Fondo stesso".
Noi, quindi, aggiungeremmo queste tre righe al nostro testo accogliendo in sostanza la richiesta che ci è pervenuta dalle tre Confederazioni.



PRESIDENTE

I firmatari dei due emendamenti, Consiglieri Laus e Artesio, dichiarano di non accettare questa proposta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Poiché i due emendamenti erano abrogativi, se l'Assessore Monferino accetta di abrogare il testo e di mettere soltanto questo pezzetto rispetto al testo originale del capoverso, potremmo essere d'accordo e questo mi sembra anche coerente con quanto abbiamo dichiarato ripetutamente in quest'Aula. Se, invece, diventa un emendamento aggiuntivo a tutto il testo che rimane, è evidente che a questo punto non può essere utilizzato un emendamento abrogativo per emendare un testo.



PRESIDENTE

Procediamo così, Assessore Monferino?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Accettiamo l'abrogazione e aggiungiamo questo al...



PRESIDENTE

Il 248 bis non ce l'ho. Me ne manca uno dei due.
unico per tutti e due? Allora approviamo le due abrogazioni e aggiungiamo questo.
Richiamo la vostra attenzione, perché tecnicamente dobbiamo procedere in questo modo (poi, l'Aula è sovrana): secondo la proposta posta all'attenzione dall'Assessore Monferino, per permettere che regga l'impianto complessivo del testo, bisogna procedere all'approvazione degli emendamenti n. 184) e 248) che vanno ad abrogare e all'approvazione del 248/bis presentato dall'Assessore Monferino, che va a sostituire. È chiaro? Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 184), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 248), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 248 bis) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Monferino): Paragrafo "2.9.3 L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza".
Pagina 31 sostituire ai periodi "Nel Fondo Regionale (...) per ciascuna ASL territoriale." Il periodo "Con apposita legge regionale, saranno definite le risorse afferenti al Fondo e la loro provenienza, le prestazioni ed i soggetti giuridici ai quali è destinato, nonché i criteri di riparto del Fondo stesso." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 248 bis).
Il Consiglio approva.
Gli Uffici si faranno carico del coordinamento, se ci dovesse essere la necessità. Lo vedremo con le comunicazioni all'Aula.



(Commenti della Consigliera Artesio)



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale che la Consigliera Artesio non ha partecipato alla votazione.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 249) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 30. Punto 2.9.3 "L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza" prima del primo capoverso aggiungere il seguente capoverso: "Le persone non autosufficienti (anziani colpiti da patologie invalidanti dementi senili, soggetti con handicap intellettivo, malati psichiatrici gravi e a limitata autonomia) hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni sociosanitarie semiresidenziali e residenziali e domiciliari, secondo le norme riguardanti i L.E.A. (D.L.vo 29/9/2001) cogenti in base all'art 54 della L. 289/2002".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 249), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 363) presentato dalle Consigliere Cerutti Pentenero: Alla pagina 30 - Capo 2.9.3 L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza si conferma il primo paragrafo, si sostituisce la restante parte a partire da: "(...) nel fondo regionale perla non autosufficienza confluiscono..." con la seguente frase: "(...) la Giunta Regionale presenterà un'apposita proposta di legge per l'istituzione del fondo stesso nella quale saranno indicate: le risorse economiche da destinarsi a detto fondo, le prestazioni finanziate dal medesimo. Le prestazioni erogate dal fondo non saranno sostitutive di quelle sanitarie ma andranno ad affiancarsi ad esse per garantire i servizi di natura socio assistenziale e socio sanitaria indispensabili per il miglioramento della qualità della vita per la persona non autosufficiente e la sua famiglia"



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 363) l'Assessore Monferino ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Questo emendamento dovrebbe decadere.



PRESIDENTE

In effetti, l'emendamento n. 363) è decaduto per effetto dell'approvazione degli emendamenti di prima.
Emendamento rubricato n. 250) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 31. Punto 2.9.3 "L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza" primo capoverso abrogare l'ultimo punto elenco: "- le risorse rese disponibili dai Fondi integrativi".
L'emendamento n. 250 decade, essendo alternativo a un emendamento già approvato, il 248 bis).
Emendamento rubricato n. 251) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Pentenero, Manica, Boeti, Ronzani, Muliere e altri: pag. 32. Punto 2.9.4 "Indirizzi per la compartecipazione alla spesa socio sanitaria" Abrogare l'intero punto Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 251), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Dobbiamo procedere al voto finale della parte prima.
Indìco la votazione palese sulla "Parte Prima" della deliberazione.
Il Consiglio approva.
Ricordo che il Consiglio è convocato alle ore 10.00 e alle ore 14.30 di lunedì prossimo.
Cominciamo la parte seconda, dal momento che abbiamo qualche minuto a disposizione.



PARTE SECONDA

Emendamento rubricato n. 364) presentato dalla Consigliera Cerutti: Alla pagina 33 - Capo 3.1 Gli assunti guida si propone di sostituire la frase: "Quale principio guida, per favorire la massima governabilità di sistema e la migliore integrazione tra i presidi ospedalieri e le aziende ospedaliere ed ospedaliero-universitarie, la Giunta Regionale individua, con apposito provvedimento, ambiti territoriali interaziendali, cui la programmazione regionale fornisce indirizzi programmatici specifici, al fine di inserire in una visuale di area sovra zonale, la programmazione locale delle ASR relativa all'offerta di servizi sanitari e socio-sanitari." con la seguente: "Quale principio guida, per favorire la massima governabilità di sistema e la migliore integrazione tra i presidi ospedalieri e le aziende ospedaliere ed ospedaliero-universitarie, la Giunta Regionale individua, con apposito provvedimento, le attuali AASSLL come ambiti territoriali su cui effettuare la programmazione relativa all'offerta di servizi sanitari e sociosanitari." La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ripartiamo sulla questione che abbiamo già trattato con il disegno di legge. In questo senso presentiamo un emendamento che crediamo non verrà accolto dalla maggioranza, ma che riprende di nuovo la questione delle Federazioni.
Le Federazioni che sono state proposte nel disegno di legge e vengono riproposte da parte del proponente del Piano Socio Sanitario all'interno dello stesso piano. Pertanto vi è la costituzione di questi nuovi enti.
Rispetto alla questione sulle Federazioni vorremmo capire quali saranno i numeri effettivi, perché nel disegno di legge non veniva specificato n il numero e neanche venivano esplicitate le funzioni. A questo punto è chiaro che scendendo nel dettaglio di quella che sarà l'organizzazione del sistema sanitario avremo modo anche di comprendere meglio queste sei Federazioni (se, appunto, saranno sei), come andranno ad articolarsi; in seguito si andrà anche a discutere di quelli che saranno i soggetti che andranno a concretizzarle nella pratica.
Quindi, con questo emendamento proponiamo una sostituzione del testo che vada a depennare le Federazioni sovrazonali, indicando sì l'esigenza e questa la consideriamo e la condividiamo - di quella che può essere una razionalizzazione di alcune spese, quindi una loro concentrazione. Ripeto: condividiamo l'obiettivo, ma non riteniamo necessaria la costituzione di un nuovo ente. Sono sufficienti gli accorpamenti di funzione, che non individuano questi nuovi sei direttori generali, che, così come abbiamo visto nella parte precedente del Consiglio, saranno essi stessi individuati con un bando specifico per quanto riguarda le competenze manageriali. Poi, verificheremo quali saranno questi criteri.
In questo senso, il nostro emendamento propone una sostituzione procedendo a depennare la questione delle Federazioni sovrazonali.



PRESIDENTE

Dobbiamo chiudere la seduta. Poiché lo avevo annunciato, è partito il countdown elettronico e alcuni colleghi hanno già firmato: mi spiacerebbe che coloro i quali restano qui a lavorare abbiano problemi rispetto a coloro che si sono già allontanati. Mi scuso, lunedì riprenderemo i lavori dalla parte seconda con il secondo emendamento, ricordando che il Consiglio è convocato alle ore 10.00 e alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 01.55)



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