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Dettaglio seduta n.201 del 29/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 20.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 20.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 20.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 26 marzo 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bresso, Casoni, Comba Costa Rosa Anna, Cota, Giordano, Marinello, Spagnuolo, Toselli e Vignale.
Il numero legale è 25.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla comunicazione dell'esito delle votazioni della seduta pomeridiana e alla proclamazione degli eletti: Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3 l.r. 25/2006) - elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 132 "Designazione del Garante Regionale per l'infanzia e l'adolescenza" (l.r. n. 31/2009).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione" (l.r. 28/2009) La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 183 "Compagnia di San Paolo" - (articolo 8 comma 1, lettera b e articolo 9 Statuto Compagnia) - Consiglio Generale designazione di 1 Consigliere La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 148 "Agenzia d'Accoglienza e di Promozione Turistica Locale della Provincia di Asti" - Asti Turismo - ATL (articolo 16, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - nomina di 1 rappresentante Proclamo nominata, quale rappresentante in seno al Consiglio Direttivo dell'"Agenzia d'Accoglienza e di Promozione Turistica Locale della Provincia di Asti" - Asti Turismo - ATL, la signora Demetrio Domenica.
Proposta di deliberazione n. 149 "Istituto Universitario di Studi Europei" (articolo 7, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - designazione di 2 membri Proclamo designato, quale membro in seno al Consiglio Direttivo dell'Istituto Universitario di Studi Europei, il signor Tamagnone Edoardo.
Il signor Robasto Mattia non ha raggiunto il quorum della metà più uno dei voti validi, quindi occorrerà procedere con un'integrazione per l'elezione di un unico membro in una prossima seduta Proposta di deliberazione n. 188 "Azienda speciale della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola" - (articolo 8, Statuto dell'Ente) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Azienda speciale della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola, il signor Toscano Fabrizio Proclamo nominato, quale membro supplente in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Azienda speciale della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola, il signor Collidà Gianpiero Proposta di deliberazione n. 189 "Fondazione Teatro Piemonte Europa" (articolo 18 Statuto Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti designazione di 1 membro effettivo con funzioni di Presidente Proclamo designato, quale membro effettivo con funzioni di Presidente in seno alla Fondazione Teatro Piemonte Europa, il signor Omegna Franco.
Proposta di deliberazione n. 181 "Fondazione Luigi Einaudi" - (articolo 7 Statuto della Fondazione) - Comitato d'indirizzo - nomina di 1 membro Proclamo nominato, quale membro in seno al Comitato d'indirizzo della Fondazione Luigi Einaudi, il signor Cucuzza Sebastiano Proposta di deliberazione n. 180 "A.S.F.I.M. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vercelli" - (articolo 8, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente.
Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'A.S.F.I.M. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vercelli, il signor Corano Paolo Proclamo nominato, quale membro supplente in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'A.S.F.I.M. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vercelli, il signor Biolé Francesco Proposta di deliberazione n. 174 "Comitato consultivo del Centro 'Gianni Oberto'" - (articolo 3, legge regionale 24/1980 mod. dalla l.r. 5/1983) nomina di 1 componente in sostituzione del signor Roberto Serra Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Comitato consultivo del Centro "Gianni Oberto", il signor Elio Barbero Proposta di deliberazione n. 172 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente -COREP" - (articolo 11, Statuto dell'Ente) -Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 componente in sostituzione del signor Carmelo Inì La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 170 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP" - (articolo 13, Statuto dell'Ente) - Comitato Tecnico Scientifico - designazione di 1 componente in sostituzione della signora Tiziana Maglione La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 173 "Museo Regionale dell'Emigrazione" dei Piemontesi nel Mondo - (articolo 4, legge regionale 13/2009) - Comitato di gestione - Designazione di 1 rappresentante in sostituzione della signora Bruna Peyrot Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Comitato di gestione del "Museo regionale dell'emigrazione" dei piemontesi nel mondo, il signor Fabrizio Livio Pignatelli Proposta di deliberazione n. 192 "Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza" - CO.RE.SA. (articoli 3 e 4, legge regionale 30/1984 e s.m.i.) nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Francesco Guidi.
Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Consiglio regionale di Sanità e Assistenza - CO.RE.SA., il signor Vittorio Petrino.
Proposta di deliberazione n. 190 "Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura" (Articolo 15 Statuto Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti designazione di 1 membro effettivo.
Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Collegio dei revisori dei conti della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, il Signor Gianluigi Strambi.
Proposta di deliberazione n. 184 "Osservatorio di Frutticoltura 'Alberto Geisser'" (Articolo 9 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti designazione di 1 Revisore Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Collegio dei revisori dei conti dell'Osservatorio piemontese di frutticoltura "Alberto Geisser" il signor Gianluigi Strambi.
Proposta di deliberazione n. 185 "CESMEO" - Istituto Internazionale di Studi Asiatici Avanzati - (Articolo 5 Statuto dell'Ente) - Consiglio d'Amministrazione - designazione di 2 rappresentanti Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto internazionale di Studi asiatici avanzati CESMEO, il signor Aurelio Maria Voarino e il signor Francesco Vercelli.
Proposta di deliberazione n. 186 "CESMEO" - Istituto Internazionale di Studi Asiatici Avanzati - (Articolo 8 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 Revisore Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Collegio dei revisori dei conti dell'Istituto internazionale di Studi asiatici avanzati CESMEO il signor Franco Omegna.
Proposta di deliberazione n. 187 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" Articolo 14 Statuto Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti nomina di 1 Revisore dei Conti Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Collegio dei revisori dei conti della "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna", il signor Gianluigi Strambi.
Proposta di deliberazione n. 182 "Consorzio per il Sistema Informativo (CSI Piemonte)" - Consiglio d'Amministrazione - (articolo 12, Statuto del Consorzio) - nomina di 2 membri di cui uno anche in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto dell'Ente La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Dichiaro chiuso il punto relativo a "Nomine".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Reschigna, di comunicazioni della Giunta regionale in merito alla conferenza stampa tenuta dal Presidente Cota e dall'Assessore Monferino relativamente alla proroga dei Commissari straordinari delle ASL


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Approfitto della presenza in aula dell'Assessore Monferino perché ho una richiesta da avanzare. Nel corso della Conferenza Stampa tenuta pochi minuti fa dal Presidente Cota e dall'Assessore Monferino, è stato sostanzialmente detto che è stata assunta dalla Giunta regionale la deliberazione di proroga al 30 aprile nei confronti dei Commissari straordinari; ed è stato pure detto che è prevista la nomina dei Direttori generali entro un mese al massimo, in un arco temporale molto ristretto con l'indicazione degli Amministratori unici delle Federazioni.
Lasciamo da parte il fatto che non vi è alcuna correlazione tra la nomina dei Direttori generali delle ASL e gli Amministratori unici delle Federazioni. Se, infatti, è vero che per legge l'indicazione spetta alla Giunta regionale, è altrettanto vero che i soggetti proponenti e costituenti le Federazioni sono le Aziende Sanitarie Regionali: ospedaliere, universitarie o d'altro tipo. Questo, dunque, rientra nella libera facoltà da parte della Giunta regionale, ma voglio significare che non vi è alcun collegamento logico tra i due fatti.
Quel che sorprende è che questo Consiglio regionale è stato sottoposto ad un tour de force cui noi non ci siamo assolutamente sottratti: non abbiamo mai espresso alcuna riserva in merito al calendario dei lavori proposto dai Gruppi di maggioranza. Durante le Conferenze dei Presidenti di Gruppo non ho mai ascoltato nessun Capogruppo di opposizione sollevare questioni in merito alla calendarizzazione dei lavori o all'introduzione delle sedute serali e notturne. Dico questo per verità dei fatti. Noi dunque, non ci siamo sottratti ad una calendarizzazione di questo tipo.
Questo Consiglio regionale, però, è stato sottoposto ad un tour de force, dando la sensazione - in termini molto chiari - che questo fosse assolutamente vitale per restituire certezza nel governo delle Aziende sanitarie, visto che per troppo tempo c'era stata una presenza di Commissari straordinari che non consolidavano e non consentivano l'introduzione della riforma sanitaria e della riorganizzazione dei servizi sanitari, e che quindi fosse indispensabile arrivare con tempi urgenti a questo tipo di definizione; questo per quanto riguarda i rapporti con il Consiglio regionale.
Da osservatore, mi permetto di dire che la maggioranza è stata sottoposta ad un autentico ricatto da parte del Presidente della nostra Regione...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere: non l'ho interrotta, ma mi dica dove vuole arrivare.



RESCHIGNA Aldo

Chiedo una comunicazione da parte dell'Assessore Monferino in merito a questa scelta della Giunta regionale, che non è indifferente rispetto all'argomento che stiamo discutendo. Mi riservo di intervenire dopo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla proroga al 30 aprile 2012 dei Commissari straordinari delle ASL


PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna ha chiesto una comunicazione della Giunta.
Chiedo per cortesia all'Assessore di rispondere. Successivamente si potrà intervenire per chiarimenti, ovviamente.
Prego, Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Quel che è stato riportato non è completamente esatto. La delibera prevede un termine "comodo", se mi passate il termine. Noi, comunque dobbiamo fare una proroga dal 31 marzo - cioè da sabato sera - perché non abbiamo il Piano approvato: sappiamo quindi che sforeremo nella prossima settimana e dal 31 marzo noi abbiamo tutti gli attuali Commissari che decadono.
Allora, per dare continuità e copertura in qualche modo all'Azienda, è stata preparata questa delibera che fissa un termine massimo - e ci si è dati un termine "comodo" - al 30 aprile, per non dover rincorrere un'altra proroga, magari per qualche strano problema.
Questo, però, non vuol dire che noi abbiamo trenta giorni - o che impiegheremo trenta giorni - per fare queste nomine: l'idea è quella di farle rapidamente, non appena concluso il ciclo. Se martedì, quindi riusciamo a completare l'approvazione formale del Piano, pensiamo di prendere tutti i curricula dei Direttori generali già a disposizione e completare le ultime valutazioni: in alcuni casi saranno valutazioni per le quali abbiamo già fatto lo screening, ma - siccome l'intenzione è quella di cercare di portare all'interno il massimo della professionalità possibile che possiamo trovare nel "parco" degli oltre 300 che sono rientrati nei bandi - abbiamo l'intenzione di incontrare queste persone, di spendere qualche giorno per intervistarle e fare un ulteriore screening attraverso questo processo che, peraltro, è relativamente normale quando si cerca un manager o un Direttore generale di un'Azienda - ritengo anche sanitaria per cercare le migliori competenze che possiamo trovare.
Il tempo dei trenta giorni è relativo a un tempo massimo che ci siamo dati. Spero che non s'impieghi proprio questo tempo, ma ci siamo coperti per evitare di continuare con proroghe su proroghe e proroghe.
vero che non c'è concomitanza diretta tra i Direttori delle aziende e i Direttori o gli Amministratori unici delle Federazioni, ma non è escluso che oggi ci possano essere dei responsabili di Aziende che possano anche essere presi in considerazione per le Federazioni. Quindi, volevamo - se è possibile, se è possibile, se non sarà possibile, ovviamente non si farà arrivare contestualmente a identificare i Direttori generali e non nominare (perché non sarà fattibile una nomina), ma almeno designare o indicare da parte del Presidente della Giunta i responsabili delle Federazioni.
Non ci sarà la nomina, ovviamente, dei responsabili delle Federazioni perché questa nomina potrà essere fatta soltanto nel momento in cui la Federazione sarà costituita e i Direttori generali delle Aziende sanitarie afferenti a quella Federazione avranno formalmente nominato il responsabile della Federazione.
Il processo è abbastanza complesso. Quel termine di 30 giorni dovrebbe essere una copertura più che sufficiente per poter fare bene tutto questo percorso. Mi auguro che il processo più importante (quello di andare alla ricerca del migliore responsabile possibile delle nostre Aziende sanitarie e, magari, anche delle Federazioni) sia compiuto anche spendendo un po' in termini di investimento di tempo, per portare a casa le migliori professionalità possibile.
Questi uomini o queste donne saranno coloro che saranno i responsabili di fatto dei buoni risultati, del successo o dell'insuccesso delle nostre Aziende.
Perdere qualche giorno in più per fare la migliore scelta possibile credo sia un buon investimento per tutto il nostro sistema. Sono persone che terremo con noi per un tempo lungo, anche se pensiamo all'eventualità di una valutazione a metà periodo, comunque stiamo parlando di un periodo significativo e abbastanza lungo. Quindi, avere la certezza o la miglior certezza, perché non c'è mai la certezza assoluta, di aver fatto la migliore scelta credo sia utile a tutto il sistema.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Assessore, credo sia importante, in un momento come questo, cercare di non nasconderci.
Rispetto alla data del 31 marzo, non credo di rivelare nessun segreto se quando, nei giorni scorsi, con il Presidente Cota si è ragionato rispetto ai tempi di approvazione del Piano Socio Sanitario. È stato dichiarato dal Presidente Cota, almeno al sottoscritto sicuramente, il fatto che i pochi giorni intercorrenti tra il 31 marzo (data di scadenza della deliberazione di proroga dei Direttori generali) e il 3 aprile (data nella quale la Giunta, subito dopo l'approvazione del Piano Socio Sanitario, avrebbe provveduto alla nomina dei Direttori generali) non rappresentavano un arco temporale per cui era necessario prorogare i Commissari straordinari, perché per tre giorni il sistema poteva funzionare, come avviene normalmente in questi frangenti, mettendo a capo delle Aziende il più anziano di età tra il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario. Queste non sono mie invenzioni. Se si arriva ad una proroga è perché ci sono altre situazioni. Questo è il primo dato.
Secondo dato. Dalle sue comunicazioni emerge sostanzialmente un aspetto: o quest'Amministrazione regionale è - mi consenta il termine, con molto rispetto sul piano personale nei confronti di chiunque - un po' "leggera" sul piano della tempistica e della complessità delle decisioni...
Ma mi rifiuto di accettare e di prendere per buona l'affermazione che solamente da oggi in avanti la Giunta regionale incomincia ad esaminare i curriculum dei Direttori generali che hanno fatto domanda. Mi rifiuto! Perché, da una parte, sbandierate l'urgenza di dare certezza al sistema e dall'altra parte, non vi comportate affinché vi sia una tempestività di azione da parte della Giunta regionale rispetto all'assunzione dei provvedimenti, oppure la reale situazione - la diciamo così? - è che nonostante tutti i proclami che vengono dichiarati sui Direttori generali non c'è ancora accordo politico all'interno della maggioranza. Questo è il punto vero! Poi, mi permetta un'altra cosa. Il fatto, Assessore, che lei dichiari che dovete andare ad esaminare i curriculum di chi ha fatto domanda per poter procedere alla puntuale valutazione delle persone più adeguate significa sostanzialmente...
(Commenti del Consigliere Carossa)



RESCHIGNA Aldo

Consigliere Carossa, siamo stati qua ad aspettare che voi faceste la riunione di maggioranza. Adesso il Regolamento mi consente di parlare e io parlo!



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Reschigna. Le do subito la parola.
Consigliere Carossa, il Consigliere Reschigna sta intervenendo, ai sensi dell'articolo 56 del Regolamento, e ha cinque minuti a disposizione.
Prego.



(Commenti del Consigliere Carossa)



RESCHIGNA Aldo

Dalle 17 alle 19 siamo stati qua in attesa vostra! Scusatemi! Almeno un po' di pudore! Almeno un po' di pudore!



PRESIDENTE

Per favore!



(Commenti del Consigliere Carossa)



RESCHIGNA Aldo

Io ce l'ho nonostante faccia politica da tanti anni! Ma siccome pretendo a me stesso di farlo in un modo corretto, mi riconosco pudore. Mi riconosco pudore! Perché non conta il tempo in cui si è fatto.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, si rivolga alla Presidenza.



RESCHIGNA Aldo

Se non sono interrotto, mi rivolgo anche alla Presidenza! Se l'Assessore Monferino dichiara che la Giunta deve procedere alla valutazione delle persone più idonee da mettere a capo delle Aziende significa, sostanzialmente, dal mio punto di vista, una cosa: che la Giunta regionale riconosce - finalmente! - il fatto che le nomine dei Commissari straordinari fatte nel dicembre 2010 non hanno messo a capo delle Aziende Sanitarie Regionali i manager migliori, com'è stato ventilato e dichiarato dalla Giunta regionale nel dicembre 2010, mettendo quasi a confronto gli elementi di novità rispetto al passato! Se oggi vi trovate in questa condizione è perché quelle nomine non hanno riguardato i migliori, ma hanno riguardato le spartizioni all'interno del centrodestra!



PRESIDENTE

Assessore Monferino, voleva ancora aggiungere qualcosa?



(Commenti del Consigliere Tiramani)



(Alterco tra il Consigliere Reschigna e il Consigliere Tiramani)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri Questori di intervenire! Consigliere Tiramani, se ha fatto una battuta, lo dica al Consigliere Reschigna, per favore! Per favore, ha chiesto di intervenire la Giunta regionale! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20.52 riprende alla ore 20.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Volevo chiedere scusa al Consigliere Reschigna, ho fatto una battuta e pensavo si fosse capito, anche perché non l'ho detta a microfono acceso. Mi scuso nuovamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Quando i Direttori generali sono stati nominati nella tornata precedente ero arrivato da 15 giorni (arrivai a fine novembre e i Direttori furono nominati un mese dopo). Non conoscevo nessuno dei nomi presenti nel bando. Erano nomi assolutamente sconosciuti a me, non sapevo veramente chi fossero.
Le nomine sono state fatte, io le ho ricevute, non avrei potuto neanche volendo, contribuire a quelle nomine semplicemente per ignoranza complessiva del sistema, degli uomini e delle donne nominati in questo contesto perché a me totalmente sconosciuti. Non sono in grado di fare nessuna valutazione.
Ho lavorato con queste persone per circa un anno. Alcune di loro hanno dato un contributo estremamente positivo, dal mio punto di vista, nel contesto difficile che abbiamo vissuto di Piano di rientro prima e poi di far convivere insieme tante urgenze, molte dovute al Piano di rientro e molte dovute alla preparazione del nuovo Piano Socio Sanitario.
Alcuni di loro, a mio giudizio, si sono rilevati non all'altezza del compito che dovevano svolgere, e sui risultati che dovevano portare a casa non sempre hanno dato il contributo che si poteva aspettare.
A distanza di un anno o poco più, credo di avere qualche conoscenza in più sia delle persone, non solo di quelle che hanno assunto questi incarichi ma anche di molte altre che hanno lavorato all'interno del sistema. Mi riferisco ai Direttori sanitari e amministrativi, ma anche molti Direttori di distretto o di Dipartimento, a seconda se vogliamo parlare di territorio o di ospedale, di cui ho avuto modo di fare la conoscenza e, in molti casi, di apprezzarne le qualità.
Credo che il bando abbia creato qualche sconcerto, ne ho sentito parlare da alcuni di voi. Il bando è stato riaperto per consentire di allargare lo spettro dei potenziali candidati e per avere, quindi, una base molto più larga su cui poter fare la scelta quest'anno.
Credo - può darsi che non condividiate ma questa è un po' l'esperienza che ho fatto nella mia vita di lavoro - che sia anche corretto spendere del tempo con delle interviste personali. Quando si è fatto - come è stato fatto - lo screening completo di 300 circa curricula per i Direttori generali, li abbiamo ridotti ad un numero abbastanza ristretto, ma credo che valga la pena, su questo numero ristretto, cui siamo arrivati facendo una valutazione sulla carta.
La mia esperienza mi dice che questo ci ha coperto dai rischi di fare una scelta non correttissima. Avere non tanto tempo, ma qualche giorno in più - tre, quattro, cinque, sei giorni - per fare quest'ulteriore valutazione è, a mio giudizio, una garanzia di sbagliare il minor numero possibile di scelte.
Questa è la mia intenzione nel procedere nei prossimi giorni nel fare queste valutazioni e proporre, quindi, alla Giunta una lista di potenziali candidati un po' più grande dei numeri di posti disponibili, proprio perché, se emergessero dei problemi, ci sarebbe la possibilità, su quella lista, di avere tutti coloro che devono coprire le responsabilità delle nostre società.
Per persone che devono lavorare con noi tre anni - in qualche caso forse si potrebbe pensare qualcosa di più, perché su alcune Aziende su cui abbiamo obiettivi di più lungo termine, per esempio della Città della Salute, i risultati non ci saranno nell'arco di tre anni, ma saranno risultati che potrebbero arrivare al quarto o quinto anno - potrebbe forse valere anche la pena tentare di allungare un po' di più il mandato di alcuni di questi Direttori. Credo che, per tempi di questo tipo, spendere qualche giorno in più per fare delle valutazioni corrette sia a tutto vantaggio del nostro sistema e delle scelte che faremo per il nostro sistema di lavoro.
Personalmente, lo confesso, faccio fatica a capire perché un così grande problema emerge dopo settimane e mesi di lavoro che tutti insieme abbiamo fatto in Consiglio e nelle sedute di Commissione sanità che hanno impegnato molti, tutti noi, per molto tempo e avendo tutti noi anche altre cose da fare. Credo che non abbiamo avuto veramente moltissimo tempo per dedicarci ad un'attività che oggi diventa di primaria importanza perch dobbiamo chiudere rapidamente anche questo problema.
Credo sia indispensabile fare bene questo lavoro, ma capisco poco le difficoltà che mi pare abbiate sullo spendere qualche giorno in più e vi garantisco che, per quanto mi riguarda, non ci sono problematiche politiche di sorta, legate a queste scelte.
Fornirò una rosa di nomi che non avranno niente di politico; per quello che sarò capace di valutare in questi screening, all'interno di quelle rose saranno poi fatte le scelte definitive.
Questa è l'unica cosa che posso garantire da parte mia, non ci sarà nient'altro che questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Oggi, intorno alle ore 17, il Capogruppo del partito di maggioranza relativa della coalizione ha chiesto di sospendere i lavori del Consiglio.
Richiesta legittima: molte volte è accaduto e non sarà l'ultima volta che questa richiesta sarà avanzata alla Presidenza.
La motivazione era chiarissima: la maggioranza sente l'esigenza di discutere sul prosieguo dei lavori, sul programma dei lavori del Consiglio.
Assolutamente legittima.
La seduta è stata opportunamente aggiornata, dal Presidente, alle ore 20, e poiché è bene, tra noi, fare un discorso di verità - eh, Luca altrimenti ci prendiamo in giro! - è del tutto evidente che la maggioranza in maniera assolutamente legittima, ha chiesto che venissero sospesi i lavori per discutere su come dare seguito al nostro dibattito.
Sappiamo, però, che ha discusso d'altro. Possiamo dirlo o è un delitto? Allora, una minoranza, un'opposizione, che per settimane è stata rampognata, perché il problema era quello di approvare il Piano Socio Sanitario e, prima, il disegno di legge, considerando quella data una linea del Piave (il 31 marzo era decisivo, o sbaglio, Luca Pedrale? Mi sbaglio? Se mi sbaglio, mi ricredo!), cosa può pensare di fronte al fatto che la maggioranza s'inventa una motivazione (e questo è comprensibile), ma discute di altre questioni? Quando riprendono i lavori dell'Aula, noi siamo autorizzati a pensare che quei tempi e quelle scadenze, ovviamente, rimangano fermi. Invece, si comunica tranquillamente che, per quanto riguarda la partita dei Direttori che era una delle ragioni che giustificavano il fatto che avremmo dovuto votare il Piano Socio Sanitario entro il 31 marzo, la data è stata (anche questo in maniera legittima, naturalmente) prorogata di un mese e mezzo due.
stato prorogato tutto al 30 aprile, come tempo possibile.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Non è così! Non vuol mica dire che nominiamo a 30 giorni!



RONZANI Wilmer

Caro Assessore Monferino, non discuto sulla data del 30 aprile: discuto sulla proroga.
Voi, per settimane, avete sostenuto che la scadenza del 31 marzo era una scadenza fondamentale: prendiamo atto che, oggi, la maggioranza ha deciso di prorogare al 30 aprile (può succedere anche prima) le nomine. Sta di fatto che è avvenuta una proroga.
La proroga è avvenuta, perché? Perché è avvenuta la proroga? Fateci un discorso di verità, perché siamo persone maggiorenni e vaccinate e ci rendiamo conto delle ragioni che possono avere consigliato.
Io mi rifiuto di pensare che una maggioranza, che dichiara al Consiglio che deve rinnovare entro il 31 marzo, o il 1° aprile, i Direttori - i Commissari, nominandoli Direttori - scopre, oggi, di avere il problema di leggere i curriculum! Se il problema fosse stato questo, ci avreste detto: "Cari colleghi della minoranza, votiamo i documenti riguardanti la politica sanitaria della Regione. Per quanto riguarda i Direttori, si vedrà".
Presidente, il fatto che oggi l'Assessore Monferino pensi di essere creduto dalle opposizioni quando dichiara che la ragione per la quale non avete provveduto a nominare i Direttori è che non avete esaminato i curriculum, quando da settimane discutete di tale questione, francamente mi sembra paradossale! La ragione (anche questa comprensibile, secondo me, comprensibilissima) è che, pur avendo, voi, immaginato un certo percorso, che prevedeva che il Consiglio regionale approvasse il disegno di legge n. 174, che il Consiglio regionale approvasse il Piano Socio Sanitario e, contestualmente o nel giro di pochissimo tempo, nominasse anche i Direttori, è sorto un problema, o sono sorti più problemi.
Preferirei che la maggioranza facesse al Consiglio un discorso di verità, perché la cosa peggiore è essere presi in giro.
Io, quando sento l'Assessore Monferino dire che non può nominare i Direttori, perché non ha esaminato i curriculum...



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Lavoro diciotto ore al giorno.



RONZANI WILMER

Perfetto, perfetto, ma allora bastava che, con molta tranquillità affrontasse...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



RONZANI Wilmer

Affrontasse sulla base di tempi diversi.
Ho finito, Presidente. Svolgo, però, un'ultima considerazione: mi sembra del tutto legittimo, se viene meno il vincolo della nomina dei Direttori entro il 31 marzo o il 2 aprile, domandarsi se valga ancora il vincolo in base al quale tutti - ed anche noi, con senso di responsabilità c'eravamo impegnati ad approvare il Piano entro il 31 marzo.
Io dei dubbi li ho, Presidente, perché è cambiata la tabella di marcia non per colpa del Consiglio e non per colpa dell'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Credo, senza che quanto dico sia supportato da uno studio giuridico quindi posso anche sbagliarmi, che il centrodestra avrebbe potuto nominare i Direttori generali anche in assenza del Piano, perché le Aziende sanitarie non sono cambiate: il Direttore generale del San Luigi sarà quello del San Luigi, il Direttore generale del Mauriziano sarà nominato Direttore del Mauriziano, e così via. C'è un solo accorpamento riguardante la Città della Salute, pertanto, quando noi discutevamo con i professionisti degli ospedali, dicevamo: "Secondo noi, potrebbero nominare ugualmente".
Pensavo che il Presidente Cota volesse legare la nomina dei Direttori generali e l'approvazione del Piano Socio Sanitario al 31 marzo per fare pressioni sul Consiglio regionale, affinché il Piano vedesse finalmente la luce. Pensavo, inoltre, che facesse maggiori pressioni alla sua maggioranza, piuttosto che all'opposizione: questa era la convinzione che avevamo.
Per giustificare questa teoria, dicevamo: "In effetti - primo - chi vince le elezioni ha il diritto di scegliere e portare a casa i programmi elettorali con i quali si è proposto ai cittadini e - secondo effettivamente, gli ospedali hanno bisogno di stabilità. È già troppo tempo che ci sono i Commissari".
Da parte degli operatori degli ospedali emergevano ragionamenti di questo tipo: "Bisogna, finalmente, che si facciano delle scelte, che si sostituisca un Primario, se è necessario sostituirlo, insomma si ritorni ad una condizione di normalità".
Se questo - noi abbiamo ritenuto - è il prezzo da pagare, e consentire quindi, che il Piano venga approvato, in qualche modo questo si realizzi.
Scopriamo, invece, dalle riunioni di cortile e dal fatto che è stato sospeso per due ore un Consiglio regionale che avrebbe dovuto essere determinante, che quella data non è più fatidica, che i Commissari possono essere prorogati per altri trenta giorni e che, quindi, tutto pu continuare, anche indipendentemente dalle promesse e dalle minacce che il Presidente Cota ha fatto a tutti.
Ritengo (l'ho detto altre volte e lo dico anche ai Consiglieri di maggioranza con i quali ho un rapporto personale di amicizia) che l'Assessore Monferino sia un uomo per bene. Credo che, in questo momento sia avvolto dalla politica partitica, cioè da quella parte della politica che pensa che la maggioranza che ha vinto le elezioni debba poter scegliere, a seconda della vicinanza ad alcuni Gruppi, piuttosto che ad altri, i Direttori generali che spettano a quel pezzo di maggioranza piuttosto che ad un pezzo di maggioranza inteso come partito.
Pertanto, quando il Presidente Cota afferma: "Fuori la politica dagli ospedali", noi non riusciamo più a credere che questo possa essere vero.
Non riusciamo più a credere che corrisponda al vero quello che il Presidente Cota dice.
Se, invece (ed è la sensazione che abbiamo) non sono stati nominati i Commissari, perché non si è riusciti a mettersi d'accordo sui nomi da assegnare alle varie Aziende ospedaliere, almeno il Presidente Cota abbia la gentilezza di non utilizzare più quei termini! "Fuori la politica dagli ospedali" vorremmo non sentirlo più dire perché nelle nomine di questi Commissari la politica c'è dentro fino al collo, stabilisce quali sono i propri amici che devono andare a dirigere quell'azienda ospedaliera. E ribadisco qui che nessuno del PD ha chiesto all'Assessore Monferino o al Presidente Cota un solo nome di un solo Direttore generale.
Il Consigliere Tiramani ha chiesto scusa e noi ovviamente accettiamo le scuse e la finiamo qui. Ho fatto a botte molte volte nella mia vita giocando al pallone, perché ho giocato al pallone fino a quarant'anni, ma quando finiva la partita, per quanto mi riguardava, finiva lì. Ci sono le scuse del Consigliere Tiramani e va bene così e la partita la chiudiamo qui e le scuse vanno bene se uno si rende conto di avere sbagliato.
Però coloro che domani leggeranno i giornali, del mondo della sanità o del mondo dei sindacati non crederà nessuno che non c'è stato il tempo di studiare i curriculum e tutti penseranno che non vi siete messi d'accordo e che quindi in attesa della spartizione complessiva, il centrodestra rimanda le nomine.
Potrete dire quello che volete.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Comprendo il disagio dell'Assessore, ma l'Assessore comprenderà la nostra insofferenza di fronte ad un balletto a cui assistiamo un po' da tempo. Del resto, non siamo stati noi a porre dei termini; li ha posti il Presidente Cota ed è legittimo da parte del Presidente porre dei termini rispetto all'andamento dei lavori.
Abbiamo visto che questo termine era un termine basato su motivazioni non legate al futuro della sanità piemontese, perché altrimenti la programmazione dei lavori sarebbe stata un'altra, e ha fatto bene il Capogruppo Reschigna a richiamare che, nella Conferenza dei Capigruppo, i Capigruppo di minoranza non hanno mai posto problemi rispetto al calendario dei lavori del Consiglio.
anche vero quello che ha detto poc'anzi il collega Boeti, cioè che i Direttori si potevano nominare, perché l'organizzazione delle Aziende non è cambiata ed abbiamo approvato la deliberazione nella giornata di ieri.
Siccome viviamo anche noi in quest'aula, ci siamo resi conto molto bene non dell'insofferenza della minoranza, ma dell'insofferenza cresciuta in questa giornata nei colleghi della maggioranza, di fronte al fatto che da stamattina si vociferava che ci sarebbe stata una deliberazione da parte della Giunta regionale che avrebbe prorogato i Commissari per un mese.
L'insofferenza era nei colleghi della maggioranza, e li comprendo perché Cota ha detto alla maggioranza - e non alla minoranza: se non approviamo il Piano entro il 31, andiamo tutti a casa. L'ha detto a voi non a noi; l'ha detto a voi, colleghi della maggioranza.
E capisco la vostra insofferenza che è cresciuta oggi. Il Presidente Cota che vi dice: guardate che andiamo a casa e adesso proroghiamo i Commissari per un mese. Se fossi stato nei vostri panni, mi sarei più che arrabbiato.
Capite anche il fatto che la minoranza possa dire qualcosa su queste cose. Per quanto mi riguarda, Assessore, se lei ha preso tempo una settimana, dieci giorni o venti giorni, va bene, perché rispetto ai Commissari ho un'aspettativa: spero che lei non nomini più Commissari incapaci, che hanno dimostrato in questo anno e mezzo di essere degli incapaci, non capaci a dirigere Aziende importanti che si occupano della salute dei cittadini.
Se lei in questi dieci-venti giorni riuscirà a fare un lavoro che metta alle porte degli incapaci, per quanto mi riguarda le verrò a stringere la mano e la sosterrò.
Se questo tempo che lei si è preso per esaminare e per studiare serve non per trovare un equilibrio politico ma per cacciare gli incapaci, per quanto mi riguarda la sosterrò.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La situazione che si è determinata in questa sede di Consiglio è kafkiana e lo è compiutamente, nel senso che ci troviamo ormai da settimane in un pressing che è cominciato nelle Commissioni e che poi è arrivato all'Aula, per cui entro il 31 marzo bisognava assolutamente approvare i provvedimenti sulla sanità.
Il 31 di marzo era la deadline ed era talmente una deadline che il Presidente della Giunta ha addirittura minacciato, qualora questi tempi non venissero rispettati, di mandare a casa l'intero Consiglio.
Davanti a questo noi abbiamo immaginato che era una deadline che costringeva il Presidente addirittura a minacciare lo scioglimento, cosa che a noi non faceva per nulla paura, perché se si voleva sciogliere questo Consiglio e interrompere questa legislatura noi, dal punto di vista delle scelte politiche, eravamo assolutamente favorevoli. Ci sembrava anche utile che ci fosse un ricambio politico all'interno di questa Regione.
Era un problema talmente importante che si sono contingentati i tempi si sono addirittura minacciati ricorsi regolamentari di carattere muscolare, che creavano addirittura dei problemi di interpretazione del Regolamento.
E a questa importante ed epocale riforma sanitaria, che doveva essere assolutamente approvata entro il 31 marzo, si era collegato come elemento indifferibile quello della nomina dei Direttori generali, Commissari fino a questo momento, straordinari fino a questo momento, alcuni confermati ed altri cambiati, magari nessuno. Scelta della Giunta.
Queste cose erano talmente collegate sul piano tecnico che, quale collegamento tecnico esse avessero, non se ne è mai accorto nessuno perché, come diceva il collega Boeti, tranne in un caso che poteva tranquillamente essere risolto, le due cose potevano tranquillamente marciare separate. Avevano i loro tempi e le loro urgenze, che marciavano entrambe per la loro strada.
Ad un certo punto, cosa succede? Che il collegamento tecnico che non c'era, ma che era evidentemente un collegamento politico, viene a saltare anche come tale, tant'è che la Giunta alle 19 di stasera decide che assume una determinazione di rinvio di cinque-dieci o 30 giorni.
Salta quel nesso politico tra le due cose che era stato sostenuto come imprescindibile ed indifferibile fino a questo momento.
Che cosa succede in quest'Aula? Che non tanto l'opposizione, quanto la maggioranza, dall'inizio di questa giornata ma, conclamatamene, dalle ore 17 di oggi, attraverso l'intervento del collega Pedrale, rende effettiva questa situazione di fibrillazione e chiede una sospensione, si dice per l'ordine dei lavori. In termini di "ordine dei lavori", però, non siamo riusciti a capire quali modificazioni si siano introdotte, perch altrimenti, sarebbero state comunicate ai Capogruppo dell'opposizione.
Chiaramente la questione è un'altra.
Dunque, le questioni che il Presidente della Giunta poneva - deadline non erano per l'opposizione: è del tutto evidente che erano per la maggioranza, sia per quanto riguarda la proposta di riforma, ma soprattutto, per quanto riguarda le fibrillazioni interne sulle nomine dei Direttori generali.
Faccio i migliori auguri sul fatto che vengano nominati tutti sulla base della lettura dei curricula, e, soprattutto, sulla base di colloqui per valutare le capacità dei singoli candidati.
Come ho detto, rivolgo i migliori auguri, perché gli auspici, per come le cose stanno andando fino a questo momento, sono che invece sia una "spartingaglia" della peggior politica tra la Prima, la Seconda e la Terza Repubblica. Se ci volete sommare anche la Quarta, non crea grandi problemi! Come il Presidente pensa, noi ci portiamo già avanti coi lavori rispetto ad una serie di cose.
Ci pare che la situazione sia questa e che non tocchi all'opposizione sciogliere la questione, ma spetti a voi. Perché l'opposizione, a questo punto, non è più vincolata da nulla, perché tutti i problemi sono causati dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, mi sono perso - non so se purtroppo o meno male - un attimo di vivacità. Però l'aspetto importante è quello politico, perché si è svelata - finalmente è venuta fuori! - la verità: il re è nudo, e non è un bel vedere! Lo ripeto, il re è nudo e non è un bel vedere.
venuta fuori una verità chiara, quella che si sapeva, quella che, un malpensante come me, diceva da tempo, insieme ad altri colleghi ( normale, può essere in un modo o in un altro). Adesso è chiaro e lo voglio dire tra lo sconcerto e l'incredulità dei Commissari delle ASL, oggi increduli rispetto alla comunicazione; quelli che avete nominato voi, per buona parte incapaci di gestire il bene comune - è chiaro? - increduli loro stessi; qualcuno di loro aveva già cominciato a fare opposizione in quest'ultimo tempo, quando aveva capito che oramai era un "Commissario yogurt", perché stava per scadere senza speranza di essere rinominato. In alcuni casi - lo vediamo sui giornali - li vediamo contestare e criticare l'operato di chi... Sappiamo benissimo che chi viene nominato come minimo è ingrato - e facciamo arrabbiare un tot di altre persone - talmente ingrato da dire: "Non è possibile". Perché voi oggi... Assessore Monferino, prendo lei come riferimento, perché purtroppo non abbiamo "Calimero Cota" ad assumersi le sue responsabilità in aula. Perché un Presidente degno di tale nome, che mantiene la parola data, è un Presidente senza parola, e lo aspetto il 1° di aprile per chiedergli di mantenere la parola e di dimettersi, se ha il coraggio, se ha gli attributi che voi dite hanno tutti i Leghisti! Se ce l'ha veramente duro, venga qua e si dimetta! È chiaro?



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Stai diventando paonazzo!



PLACIDO Roberto

Sono rosso di mio, è un colore naturale. Questa è la situazione. E lo aspettiamo qua, dov'é la sede..., non in una conferenza dove può raccontare la rava e la fava, tra l'incredulità degli stessi giornalisti. Li ho sentiti, perché, come sapete, i rapporti ci sono: non ci volevano credere neanche loro! Mi scusi, Presidente, chiedo che l'Assessore stia al proprio posto perché sto parlando con lui.



PRESIDENTE

L'Assessore è presente.



PLACIDO Roberto

No, mi rivolgo a lui, per cui gli chiederei di stare seduto al proprio posto. È proprio una questione visiva, mi perdoni, ma vorrei almeno guardarlo in faccia.
Qual è il problema? "Entro il 31, perché altrimenti non si può..." tutte balle! Perché, giuridicamente, i Direttori generali si possono rimuovere quando c'é il nuovo Piano. Ma siccome erano già tutti scaduti non c'era neanche il rischio di dover pagare, coi soldi pubblici mandandoli via. E qual era il problema di dire "Approviamo il Piano il 30 marzo, il 31, il 4 o il 5 aprile, e poi nomineremo i Direttori generali"? Mi scusi, Assessore Monferino, ma lei cosa fa adesso, il cacciatore di teste, headhunter? Lei dovrebbe fare altro, anche nell'interesse mio!



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Non sa come si gestisce un'Azienda!



PLACIDO Roberto

Guardi, ci son passato, non a quei livelli...Quindi qualche conoscenza ce l'ho! E poi cosa? Perché a pensare male si fa peccato, ma forse si azzecca? Allora, la questione delle Federazioni - sei o quattro - non è un problema politico, è che purtroppo ne dovete sistemare sei e non quattro! Perché a pensare male... e io dichiaro di pensare male, lo dico, lo dichiaro, non me ne vergogno e me ne assumo la responsabilità. Allora, "O entro il 31, o altrimenti noi non possiamo nominare i Commissari", e adesso scopriamo - contrordine compagni! - tutto il tempo che ci vuole tutto il tempo che serve. Ma noi non abbiamo fretta; a questo punto ha ragione il collega Ronzani: pacta sunt servanda, e quando si viene meno ai patti... Io non ho dubbi, ho dichiarato prima cosa penso di chi, per primo, dovrebbe mantenere i patti. Per quanto mi riguarda - ragioneremo come Gruppo - tutto quello che permette il Regolamento penso che si debba attuare, perché come minimo abbiamo il dovere politico di farvelo trovare lungo! Perché questo è il meno che si possa fare rispetto a questi comportamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Molto brevemente, auspico che si ricominci con la discussione molto istruttiva degli emendamenti, con l'illustrazione e quant'altro.
Voglio solo fare due considerazioni: se si vogliono rompere dei patti ognuno è libero di fare quello che vuole nella vita. Sicuramente.
Dopodiché, a me piace guardarci sempre negli occhi e sono convinto che non romperete nessun patto. Detto ciò, lo spero quantomeno.
Quello che voglio ribadire, però, è che il rispetto delle persone dovrebbe essere, a mio avviso, sempre al primo posto.
Troppe volte questa sera avete detto: "Avete messo degli incapaci". Se avete dei nomi, fateli!



CAROSSA Mario

MULIERE Rocco (fuori microfono)



CAROSSA Mario

Sì!



CAROSSA Mario

Se avete dei nomi, fateli. Se avete dei dubbi sulla correttezza di quello che noi vogliamo fare d'ora in avanti come Consiglio, come maggioranza - ripeto come maggioranza, perché noi siamo maggioranza! - come Giunta e come Assessorato, ci sono le Procure: andate pure! Vi è sfuggita solo una cosa: noi vogliamo cercare - lo sottolineo - in questi Direttori le persone migliori. Voi siete ancora fermi alla vostra vecchia politica, che è quella delle partizioni e delle lottizzazioni, in cui sicuramente eravate e siete maestri. Non avete ancora capito che qua è cambiato qualcosa: questa maggioranza è diversa da quella che ha guidato si fa per dire - la Regione nei cinque anni precedenti. Non l'avete ancora capito, ma lo capirete nei prossimi mesi!


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

L'esame del Testo Unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n.
176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", di cui al punto 6) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 241) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Pentenero, Reschigna, Lepri: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A. pag. 26. Punto 2.7, ultima riga . Dopo"... permangono validi ed efficaci" aggiungere "In considerazione della diverse confessioni religiose e dei differenti orientamenti spirituali, la Regione ha già impegnato le aziende sanitarie a protocolli di collaborazione con i ministri di culto e all'individuazione di locali idonei al raccoglimento" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento rubricato n. 241) è particolarmente significativo di uno stile un po' omissivo che questo Piano Socio Sanitario sceglie di praticare quando le questioni non sono convenienti per l'Amministrazione attuale perché non può ascrivere a se stessa alcuni risultati.
Questo capitolo riguarda il coinvolgimento e la partecipazione del supporto spirituale durante il periodo di ricovero ospedaliero. In realtà, questo capitolo risponde a normative molto tradizionali: con la Chiesa Cattolica sono secolarmente intercorse relazioni affinché i Ministri di culto potessero partecipare alle attività di degenza attraverso il conforto spirituale da arrecare ai malati e ai loro familiari.
Nella fase dell'ultimo mandato amministrativo si era passati dalla consuetudine riconosciuta ad un tentativo di costruire nel dialogo interreligioso delle forme riconosciute pubblicamente di accesso e di nomina delle diverse confessioni religiose, che rispecchiano la pluralità delle appartenenze di fede dei malati ricoverati.
Quella è stata una delle esperienze culturalmente e civilmente più significative, tant'è che si è arrivati, attraverso il tavolo delle professioni religiose dei Ministri di culto, a redigere un protocollo d'intesa, che definiva i comportamenti delle rispettive religioni nelle loro forme di accesso alle strutture sanitarie pubbliche. Infine, si è arrivati a definire di dedicare spazi riservati, diversi ovviamente da quelli della cappella, luogo di professione di fede della religione cattolica, per coloro che, professando altre religioni, desiderassero raccogliersi o semplicemente, essendo laici, trovare un luogo sgombro da simbologie nel quale meditare e conciliare una sofferenza, quale quella della malattia.
Non ci vuole tanto a riconoscere che questo c'era! Non ci vuole tanto ad aggiungere un paragrafo in cui si dice che l'assistenza spirituale e religiosa è garantita secondo quel protocollo! Invece, ci si limita ad un riconoscimento parziale, negando una storia recente che, nei fatti, è praticata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto quest'emendamento della Consigliera Artesio nel convincimento di un riconoscimento di quanto è già stato fatto. È un segno di umiltà. Immaginare l'assistenza religiosa estesa ai diversi culti e ai diversi orientamenti spirituali - non è un elemento di novità contenuto all'interno di questo Piano Socio Sanitario quando è così da tempo in tutte le Aziende Sanitarie del Piemonte, non solo per il culto prevalente o la credenza religiosa prevalente, che è quella cattolica, ma anche per le altre - è un fatto che appartiene all'esperienza che nella nostra regione si è consolidata nel tempo.
Allora, quest'emendamento ha il solo scopo di dire che tutto quanto è già stato fatto è bene che prosegua, sia ben chiaro, perché l'assistenza religiosa nei confronti delle persone malate è ragione di consolazione all'interno del sistema sanitario. Riconosco anche il fatto che questo riguardi malattie - quella mentale e l'AIDS - nei confronti delle quali non c'è lo stesso atteggiamento di pietà che ciascuno di noi prova, per convinzione personale, nei confronti di ogni persona malata.
L'assistenza spirituale nei confronti delle persone malate è un importate elemento di civiltà. Credo che riscrivere questo paragrafo del Piano Socio Sanitario dando atto che così è stato fatto e così si intende fare appartiene al riconoscimento che il mondo non incomincia da noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, riaffermare all'interno del Piano quanto esprime quest'emendamento, cioè tenere in forte considerazione le diverse confessioni religiose e i differenti orientamenti spirituali, lo ritengo un fatto da non sottovalutare, soprattutto per quanto riguarda il presidio ospedaliero, che, molte volte, è luogo di sofferenza ed è importante soprattutto per coloro che hanno una fede religiosa, poter ricevere questo conforto.
fondamentale, nel momento in cui elaboriamo un Piano Sanitario, tenere conto dei tanti aspetti che riguardano il mondo della sanità, soprattutto quando diciamo che mettiamo al centro il cittadino, che rispettiamo il suo pensiero e ciò che ritiene importante in quel difficile momento della sua vita. Quindi, all'interno del documento più importante che si occupa della programmazione sanitaria riaffermiamo con forza, attraverso l'emendamento il lavoro compiuto negli anni scorsi, per continuare a tenere in considerazione questi aspetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quando nel 1980 ho cominciato a lavorare all'Ospedale Maria Adelaide c'erano le suore a dirigere l'ospedale. Erano davvero altri tempi: dei generali di corpo d'armata erano le suore negli ospedali. Di notte, le infermiere, se avevano poco tempo, non lo trascorrevano a chiacchierare, ma a tirare su le bende e a sterilizzarle, affinché il giorno dopo potessero essere utilizzate. Oggi, quando si fa un bendaggio si taglia e si butta via tutto; allora le suore facevano lavare, stirare e rimettere a posto le bende al personale.
Certamente, se mi vengono in mente quelle suore, penso a quello che erano gli ospedali allora, dove gli unici immigrati erano i meridionali che, in quegli anni, già da molto tempo, erano arrivati per lavorare e costruire le proprie famiglie nel nord del nostro Paese.
Oggi, gli ospedali sono completamente cambiati: nella stessa camera, se ci sono quattro letti, c'è un marocchino, un italiano, un senegalese, ecc.
e credo effettivamente che quella che è la nostra comunità - oggi una comunità interetnica - trovi all'interno dell'ospedale la sua espressione migliore. Dentro una corsia d'ospedale i pazienti, pur appartenenti ad etnie e religioni diverse, ritrovano la voglia di stare insieme e la solidarietà: quello che sta meglio - quante volte l'ho visto - riempie un bicchiere d'acqua al malato che magari sta peggio.
All'interno di queste comunità particolari che sono le camere di un ospedale è giusto pensare, scrivendolo nel Piano, che il conforto religioso che è anche un pezzo importante della cura ospedaliera - possa valere per tutte le fedi e per tutte le religioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io ho firmato quest'emendamento perché credo sia giusto ribadire che la scelta fissata nel Piano sanitario, in realtà, si pone in continuità con quanto, all'interno delle nostre strutture, è giustamente offerto a coloro che in queste strutture devono passare del tempo.
già stato detto dai colleghi: credo sia importante offrire a tutte le persone la possibilità di avere un conforto sul versante dell'assistenza spirituale, qualunque sia il credo cui queste persone fanno riferimento penso lo sia perché - a prescindere da come può pensarla ciascuno di noi e quali che siano i convincimenti che ognuno ha - la sfera religiosa e spirituale è una sfera importante e, in molti casi, in forte connessione con il momento, magari non facile, che in tante situazioni le persone sono chiamate a vivere.
Credo quindi che da una parte sia assolutamente giusto ribadire questa presenza all'interno del mondo socio-sanitario e che dall'altra occorra proprio come fa l'emendamento - andare a chiarire che ci muoviamo in un quadro di continuità che è giusto che ci sia. Ripeto che questa sfera infatti - al di là dei convincimenti personali - è estremamente importante.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per unirmi a quanti hanno già espresso il proprio intendimento nell'aver sottoscritto l'emendamento di cui stiamo parlando. L'abbiamo fatto convinti che sia necessario portare avanti - da questo punto di vista il Piano Socio Sanitario non introduce niente di nuovo - un'esperienza ritenuta assolutamente fondamentale per il grado di umanità e condivisione necessario nel momento in cui una persona varca la soglia di un ospedale e, forse, dovrà anche apprestarsi a percorsi difficili. Il conforto della propria fede religiosa, del proprio credo pu infatti diventare davvero uno strumento per rendere il percorso di vita individuale meno difficoltoso e meno duro.
Ora, ci sembra utile sottolineare come quest'esperienza fosse già presente nel Piano precedentemente approvato e che quindi non rappresenti certo una novità. Quello che, forse, il nuovo Piano potrebbe fare è cercare di migliorare un'esperienza già attuata all'interno degli ospedali piemontesi. Cosa vuol dire migliorare? Vuol dire provare a cercare di accrescere le opportunità di relazione con i percorsi di fede che sono stati organizzati e strutturati all'interno degli ospedali, favorendo quindi ancora di più l'avvicinamento tra il malato e il proprio cammino di fede.
necessario, infatti, cercare di fornire il maggior conforto possibile alle persone che si trovano in una situazione - transitoria o non transitoria - di difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 163) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Laus, Manica, Taricco, Ronzani, Gariglio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" "Al paragrafo 2.8 "L'Empowerment" a pagina 27, dopo le parole"Tale sviluppo verrà perseguito in relazione al contesto ed alla popolazione, assumendo caratteristiche differenti per persone diverse (età, fascia sociale bisogni ecc.), in contesti diversi (differenze culturali, ...), senza "calare dall'alto" le azioni di promozione dell'Empowerment, ma partendo da un' attenta analisi dell'esistente, dei vincoli e delle risorse disponibili, che permetta di costruire insieme alla persona/organizzazione/comunità a cui le azioni sono rivolte." Sono inserite le parole:"Accanto alle iniziative istituzionali è necessario, infatti, che ogni operatore sia consapevole che è un proprio impegno lo sviluppo della partecipazione e dell'Empowerment dei cittadini agendo anche nell'ambito della rete HPH (Health Promoting Hospitals and Health Services) in coerenza con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale e con le iniziative già in atto nella nostra Regione, secondo le modalità organizzative di cui alla DD 118 del 15 febbraio 2011".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Quest'emendamento propone - devo dire in maniera un po' pomposa - di inserire, al paragrafo 2.8 di pag. 27, dopo le parole - dico solo le ultime "che permetta di costruire insieme alla persona/organizzazione/comunità a cui le azioni sono rivolte - queste parole: "Accanto alle iniziative istituzionali è necessario, infatti, che ogni operatore sia consapevole che è un proprio impegno lo sviluppo della partecipazione e dell'empowerment dei cittadini, agendo anche nell'ambito della rete HPH (Health Promoting Hospitals and Health Services) in coerenza con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale e con le iniziative già in atto nella nostra Regione secondo le modalità organizzative di cui alla DD 118 del 15 febbraio 2011".
La proposta ricalca un ragionamento già fatto in altre occasioni - e ripreso dalla Consigliera Artesio - che probabilmente caratterizza soltanto il centrosinistra.
All'interno di questo Piano, infatti, sembra che soltanto a noi, per tramite dei nostri emendamenti, interessino quel che succede nei territori e il tema di come le condizioni economiche e sociali si riflettano sugli stili di vita dei cittadini e quindi anche sulle malattie.
Ciò che sottolineiamo con quest'emendamento è che ogni operatore dev'essere consapevole che è un suo impegno lo sviluppo della partecipazione dei cittadini nell'ambito, appunto, della Rete internazionale delle Città sane.
Forse si tratta di qualcosa di più di una sensazione, tant'è che dal Piano sono scomparsi completamente i ragionamenti che riguardavano i piani e i profili di salute: non sentiamo più parlare dei Piani di zona, che peraltro - utilizzando il volontariato - molte Amministrazioni comunali si erano predisposte ad approvare. Abbiamo la sensazione che quello che succede sui territori, che si connette naturalmente con la prevenzione e con gli stili di vita, sia un argomento che al governo regionale non interessi tanto.
Ci aspettiamo quindi che, in qualche modo, qualcuno di questi emendamenti possa trovare accoglimento, perché i cittadini piemontesi sappiano che il tema di come vivono nelle loro comunità e di quali sono le loro condizioni sociali ed economiche non riguarda soltanto il centrosinistra, ma riguarda tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 242) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Gariglio, Ronzani, Manica, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 27. Punto 2.8.1. ultimo paragrafo abrogare "In questo contesto lo sportello interventi e procedure." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento si colloca all'interno di un capitolo generale del Piano che è dedicato - cito testualmente - al "Rapporto con i cittadini e alla partecipazione degli utenti e all'empowerment".
Devo dire che essendo persona molto convinta, anche per la sostenibilità dei sistemi pubblici, del livello di consapevolezza, di responsabilità e di partecipazione dei cittadini, in uno degli ultimi convegni organizzato dall'ARESS ho sentito il conduttore del convegno stesso (che agiva lì ospitando l'ARESS e in coordinamento con il Tribunale dei diritti del malato) dichiarare che diffida sempre quando sente le Pubbliche Amministrazioni parlare di empowerment, perché pensa sempre che sia l'anticamera per dire ai cittadini "fai un po' da te", tirandosi su le maniche e legittimare così una disaffezione o un disimpegno della politica pubblica.
Sono sicura che non è certo questo l'intento di quest'Amministrazione regionale, ma che invece è quello di costruire canali di comunicazione trasparenti e comprensibili e in questo modo anche raccogliere, oltre che una tempestiva segnalazione delle disfunzioni, l'esercizio di quello spirito di collaborazione che può proporre suggerimenti migliorativi.
la soluzione e lo strumento che non ci convince. Perché, dentro ad un quadro complessivo che ha queste finalità, ma ha però finalità "metafinalità", su cui sarebbe difficile non convenire, poi si atterra direi quasi si precipita - sull'indicazione di uno strumento ritenuto la somma di questi obiettivi: ed è lo sportello "Io scelgo la salute".
Intervengo con un certo imbarazzo su questa questione, perché non vorrei sembrare il censore di questo sportello e dei volontari che vi operano, di chi l'ha ideato e di chi ne ha la responsabilità gestionale dato che mi sono già resa protagonista, credo, di una serie di interrogazioni o comunicazioni. Va detto che però esistono uffici di relazione con il pubblico in ogni singola azienda, che hanno conoscenze e padronanza territoriale e forse saprebbero prima e di più dare risposte ai cittadini che, nella contingenza di una questione personale e locale, si rivolgono a quelle strutture.
Dopo le mie polemiche pubbliche, ho ricevuto anche lettere di chi lavora in questi uffici di relazione con il pubblico che confrontano il numero di accessi e di risposte date da quel servizio con il numero di accessi e di risposte date dagli URP.
In ultimo, mi sono arrivate anche segnalazioni di cittadini che raccontano questa "catena di Sant'Antonio". Il cittadino esprime un'obiezione; l'obiezione va all'Assessorato; l'Assessorato la gira allo sportello "Io scelgo la salute" e puntini, puntini: la riposta rimane inevasa.
Suggerirei di trovare una formulazione più ampia per parlare degli uffici di comunicazione con i cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io ho sottoscritto quest'emendamento semplicemente per il motivo addotto della parte finale dell'intervento della Consigliera Artesio.
Visto che esistono altre strutture che hanno lo specifico compito di essere il riferimento per i cittadini in tutte le questioni che questi sottopongono alla Pubblica Amministrazione, crediamo che delle due l'una: o si fa un riferimento esplicito all'insieme degli strumenti dei soggetti che operano sulla frontiera del front office nei confronti dei cittadini oppure, come nel caso di quest'emendamento, si toglie il riferimento puntuale a questo unico tipo di strumento che, tra l'altro, probabilmente non è neanche il principale attore di questo tipo di riferimento cui afferiscono i cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 243) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Gariglio, Ronzani, Manica, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 28. Punto 2.8.3. "Il marketing in sanità" primo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Secondo il 45° rapporto Censis gli italiani indicano nella sanità il settore in cui più investire nei prossimi anni per innalzare la qualità della vita in Italia (29,7%) e considerano le nuove cure mediche e i nuovi farmaci le innovazioni tecnologiche e sociali che daranno maggiore impulso al cambiamento della vita nel futuro (54%)".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questo capitolo s'intitola "Il marketing in sanità".
Suggerisco di introdurre una premessa sotto al titolo. Allora, qui dobbiamo cercare di capirci: il sistema sanitario ha bisogno di un marketing? Siamo sempre a dichiarare che c'è un ricorso illimitato e indeterminato rispetto al servizio sanitario. Quindi, non si tratterebbe di compito di promozione per far conoscere l'esistenza del servizio sanitario evidentemente, si tratterebbe, invece, di far conoscere alla cittadinanza la correttezza in termini di appropriatezza delle funzioni che possono essere richieste al servizio sanitario, perché se le domande sono appropriate, anche la stessa sostenibilità del sistema ne trae miglioramento.
Quindi, il paragrafo che propongo di introdurre a titolo di integrazione è un piccolo elemento di conforto a chi governa il sistema sanitario. Vorrei dire loro, ricordando ancora quel rapporto CENSIS, che ci collocava come la migliore sanità meno costosa in Europa ma che non volete mai considerare, rapporto che dice che percentualmente negli ultimi cinque anni siamo cresciuti in modo inferiore alla crescita degli anni precedenti che, se volete, potreste considerarlo, almeno per questa parte, che è quella che dice che i cittadini legittimano i politici che scelgono prioritariamente di investire nel sistema sanitario.
Infatti, cosa dicono le indagini CENSIS? Che i cittadini italiani indicano nella sanità il settore in cui più investire nei prossimi anni per innalzare la qualità della vita in Italia e considerano le cure mediche, i farmaci e le innovazioni tecnologiche la migliore condizione di cambiamento per aumentare e qualificare al vita nel futuro.
Quindi, i politici così oppressi dalla preoccupazione di dover governare questo sistema e così affaticati dai costi di questo sistema potrebbero trarre utile incoraggiamento con questa premessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Condivido il senso di quest'emendamento, perché credo che si saldi molto bene con le riflessioni che già nelle passate sedute abbiamo avuto occasione di fare, relativamente a questo fatto; cioè che, in termini di contenuto, la sanità abbia un ruolo importantissimo per quel che concerne complessivamente la qualità della vita nel nostro Paese e il riferimento al 45° rapporto CENSIS credo sia assolutamente appropriato.
Credo sia giusto rimarcare che nei prossimi anni l'investimento più importante che potremmo fare per innalzare la qualità della vita sarà nel settore sanitario, così come la ricerca e l'innovazione fatte in questo campo potranno essere reali propulsori di cambiamento della vita nel futuro.
L'emendamento firmato dalla Consigliera Artesio, che chiede che questo venga posto come sottotitolo del capitolo, credo sia una scelta appropriata.
Ragion per cui ho voluto firmare l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Lo abbiamo detto anche in altre occasioni: abbiamo la sensazione magari dettata dal momento contingente e dalle difficoltà economiche, che l'attuale Governo regionale, per restare in campo "pallonaro", giochi quasi esclusivamente in difesa e che non riesca a vedere come, invece, in questo settore, sia possibile far sì che il settore stesso possa diventare occasione di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita che si ottiene attraverso la farmacologia e le innovazioni tecnologiche.
Aggiungo un altro elemento. Nel campo dell'edilizia ospedaliera, per esempio, ho visto che lo Stato è disponibile a finanziare quelli che vengono chiamati ospedali verdi, cioè ospedali nuovi, a risparmio energetico a costo zero da un punto di vista energetico, per il quale lo Stato è disponibile a dare contributi alle Regioni che presentano i progetti.
Ho la preoccupazione che questi tre anni giocati al risparmio senza nessuna prospettiva per i nuovi ospedali - a parte l'ospedale di Novara che forse vedrà, speriamo, l'inizio dei lavori e le Molinette che non vedranno ahimè, inizio dei lavori - non ci sia nient'altro rispetto al quale questo governo regionale possa essere ricordato.
Penso a qualche ospedale nuovo che potrebbe essere realizzato con questi principi, utilizzando risorse già esistenti e che ci consentirebbero di non giocare solo più in difesa, ma spingersi fino alle soglie dell'ala destra.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 244) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Gariglio, Ronzani, Manica, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 28. Punto 2.9. "I servizi dell'area socio-sanitaria integrata" secondo capoverso.
Dopo il capoverso aggiungere: "I caregiver sono soprattutto donne nel caso dei malati di Alzheimer, come per chi è affetto da Parkinson o ha avuto un ictus. L'indagine condotta dal Censis insieme a Alice Italia onlus e all'Università di Firenze nel 2010 evidenzia che: nel caso dei pazienti maschi si ha una prevalenza di caregiver mogli (il 33,3% ha 65 anni o più) e nel caso di pazienti donne si tratta di figlie in classe di età compresa tra i 46 e i 54 anni".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Siamo nel paragrafo successivo, che comincia ad affrontare una delle questioni molto importanti di tutto il Piano, ma anche dell'organizzazione dei modelli di cura che abbiamo in mente ogni qualvolta ragioniamo sui processi di cronicizzazione della popolazione, sulle diverse forme dell'invecchiamento in condizione di non autosufficienza e sulla conseguente necessità di realizzare in questa direzione servizi socio sanitari, così come socio-sanitari sono i percorsi e le forme d'integrazione individuate per altre patologie, quale quella del disagio mentale e delle dipendenze, ovvero per le condizioni di non autosufficienza della disabilità.
Quest'emendamento residua dagli emendamenti della premessa quando disperatamente, tentavo di introdurre un'attenzione di genere nella cultura degli estensori del Piano Socio Sanitario e cercavo di spiegare all'Aula come una sottovalutazione delle politiche della differenza, che porta a promuovere percorsi terapeutici non così efficaci, poiché non tarati sulle condizioni di genere differente, conseguentemente producesse un'offerta al ribasso dal punto di vista assistenziale, e un'inefficacia anche in termini economici degli stessi investimenti.
La questione la ripropongo da un altro approccio. Non parlo della condizione delle persone malate nella loro differenziazione di genere, ma parlo delle condizioni di coloro che curano. Ogni volta che si fa riferimento alla filosofia dell'area socio-sanitaria integrata, si introducono, sia ragionando sul versante professionale con la figura dei garanti dei percorsi di continuità assistenziale, sia leggendo la realtà di vita dei pazienti si guarda a coloro che li assistono, i cosiddetti caregiver, e se ne parla come fossero figure indifferenziate.
Se non vogliamo arrivarci per studio, arriviamoci per esperienza perché tutti sappiamo essere compito prevalentemente femminile. I caregiver sono soprattutto donne, sono donne dell'ambito familiare, e sono donne professionalmente impegnate nei lavori di cura domiciliari che provengono in grande e significativa parte dai percorsi d'immigrazione.
Lo dico io? C'è sempre il CENSIS che riporta questi dati che declino in termini statistici. Nel 2010 si evidenzia che, nel caso dei pazienti maschi si ha, ovviamente, una prevalenza dei caregiver mogli, delle quali il 33,3 ha 65 anni o più, e nel caso di pazienti donne si ha una prevalenza di figlie in età compresa tra i 46 e i 54 anni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 182 presentato dai Consigliere Laus, Boeti Ronzani, Manica: Emendamento all'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" Nella ripartizione 2.9.1 (Sviluppo delle cure domiciliari) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 a pagina 29 le parole: "incremento delle prestazioni erogate nell'area dell'integrazione socio-sanitaria, attraverso un nuovo modello di gestione delle risorse finanziarie destinate in maniera vincolata all'area dei servizi dell'area socio-sanitaria integrata, che trova il suo perno nella costituzione del Fondo Regionale per le non autosufficienze, in cui confluiscono risorse del fondo sanitario regionale già impiegate per questi servizi, nuove risorse del Fondo sanitario regionale derivanti dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, risorse regionali proprie risorse degli Enti locali" sono soppresse.
La parola al Consigliere Ronzani, per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Sono firmatario dell'emendamento, insieme al collega Laus, il quale, a causa di un impegno, non lo può illustrare, pertanto lo illustro io.
Si tratta di un gruppo d'emendamenti - mi riferisco innanzitutto all'emendamento n. 182), ma anche ai numeri 183) e 184) - che criticano l'idea di istituire il Fondo per la non autosufficienza, non per ragioni ideologiche o per pregiudizi, ma per ragioni di merito, che brevemente illustro.
Vedete colleghi, è vero che si fa riferimento al fatto che altre Regioni hanno costituito fondi del genere, ma, in verità, la similitudine con l'esperienza compiuta da altre Regioni è solo apparente.
In Italia, i Fondi per la non autosufficienza sono nati nel 2007, sulla scorta di una serie di finanziamenti e stanziamenti che aveva, a suo tempo come i colleghi ricorderanno - deciso un Governo di centrosinistra: il Governo Prodi.
Come molte volte ha ricordato il collega Boeti, il Fondo per la non autosufficienza è stato azzerato dal Governo precedente. Per onesta intellettuale, riconosco che anche il Governo attuale non ha proceduto a finanziare il Fondo per la non autosufficienza; sta di fatto che ci sono Regioni italiane - faccio riferimento alla Toscana - che, in presenza di quel definanziamento stabilito dal Governo precedente, hanno finanziato il Fondo per la non autosufficienza con risorse proprie.
La Regione Toscana finanzia quel fondo con risorse regionali, nella misura di 80 milioni l'anno. In Piemonte la situazione è assolutamente diversa, perché noi istituiamo il Fondo per la non autosufficienza nel Piano Socio Sanitario (questo è un tema aperto che hanno sollevato, più volte, il collega Laus e altri colleghi del mio Gruppo).
Non è chiaro, però, in che modo si pensi di finanziare un fondo di questo tipo, in una realtà regionale (quella piemontese) nella quale le liste d'attesa, di cui molte volte abbiamo discusso, ma anche le caratteristiche della regione stessa (una regione caratterizzata da una forte incidenza della popolazione anziana), spingerebbero invece ad istituirlo soltanto se siamo in grado di prevedere finanziamenti adeguati.
In assenza delle risorse - ho finito, Presidente - è del tutto evidente che la proposta appare propagandistica, perché rischiamo di avere un fondo che rappresenta, né più né meno, una scatola vuota.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Mi sembra di capire - ed è questa la ragione per la quale ho firmato l'emendamento - che nell'emendamento soppressivo del Consigliere Laus ci sia, in fondo, anche una provocazione.
La costituzione del Fondo per la non autosufficienza fu una battaglia vinta da parte del sindacato che forse rappresenta maggiormente i pensionati in questo Paese: lo SPI-CGIL.
Furono raccolte - allora - migliaia di firme e inviate al Governo. Il Governo Prodi (allora Prodi era il candidato, mi pare che la questione si definì quando quel Governo vinse le elezioni) si impegnò, in caso di vittoria elettorale, a costituire il fondo e il fondo fu, in questo modo definito.
Noi pensiamo che, fra i tanti limiti e le tante sconfitte, i tanti errori di questi tre anni di Governo Berlusconi, ci sia anche l'aver eliminato il fondo a livello nazionale e, pertanto, anche le risorse che da quel fondo, arrivavano alle Regioni.
Quando il Governo regionale ha presentato la costituzione del Fondo per la non autosufficienza, ho chiesto con quali risorse sarebbe stato finanziato, cioè se la Regione si sarebbe preoccupata di trovare risorse nuove per costituire ex novo il fondo. La risposta è stata: "No, non abbiamo altri soldi, il fondo viene costituito utilizzando le poche risorse che già sono disponibili, e questo deve essere sufficiente".
Abbiamo la sensazione, che il collega Laus ha espresso con un emendamento soppressivo, che si tratti di un'operazione di facciata e che dietro ci sia praticamente niente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Emendamento rubricato n. 245) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Ronzani, Manica, Reschigna, Laus: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 29. Punto 2.9.1 "Sviluppo delle cure domiciliari" ultimo capoverso, penultima riga dopo le parole: il domicilio risultano carenti." Sostituire: "Risulta quindi necessario sviluppare con: "Il ventaglio delle prestazioni domiciliari ha seguito il seguente andamento: da poco più di 15 milioni di gg erogate nel 2006 a quasi 20 ml nel 2008 tuttavia risulta necessario sviluppare".
Emendamento rubricato n. 183) presentato dai Consiglieri Laus, Boeti Ronzani, Manica: Emendamento all'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"Nella ripartizione 2.9.1 (Sviluppo delle cure domiciliari) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 a pagina 30 le parole: "Obiettivo del PSSR 2012 2015 è l'attuazione dei principi della legge regionale 10/2010 attraverso l'istituzione del "Fondo regionale per la non autosufficienza" definendo un modello operativo integrato tra servizi sanitari e socio-assistenziali per l'erogazione delle prestazioni di cura domiciliare ad alta complessità assistenziale in fase intensiva che delle prestazioni di lungo assistenza attivo in tutti i Distretti delle ASL piemontesi." sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 246) presentato dai Consiglieri Artesio, Laus Boeti, Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 30. Punto 2.9.1. ultimo paragrafo dopo le parole: "(...) .della L.R. 10/10 " Abrogare: "attraverso l'istituzione delle Asl piemontesi." Emendamento rubricato n. 247) presentato dai Consiglieri Artesio, Laus Boeti, Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 30. Punto 2.9.2. ultimo paragrafo abrogare: "Tale revisione si esplicita vigente in materia." Con il consenso degli interroganti, gli emendamenti rubricati n. 245) 183), 246), 247), sono dati per illustrati.
Emendamento rubricato n. 134) presentato dai Consiglieri Pentenero Muliere, Laus, Boeti, Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Emendamento al Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" Nel testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo la ripartizione 2.9.2 (La revisione del modello organizzativo -gestionale delle prestazioni e dei servizi dell'area sociosanitaria integrata) a pagina 30 dopo le parole: "Tale revisione si esplicita nella definizione di nuovi standard organizzativo - gestionali per l'erogazione, da parte delle strutture di produzione, delle prestazioni diurne e residenziali per minori, anziani e disabili e nella contestuale precisazione della tariffa a carico del SSN, del cittadino e/o degli enti gestori dei servizi socio assistenziali, compatibile con l'attuale quadro di riduzione delle risorse pubbliche e in piena applicazione della normativa vigente in materia. Sono inserite le parole "L'integrazione socio-sanitaria degli interventi deve essere affrontata con l'adozione iniziale in tutto il territorio regionale di protocolli d'intervento interservizi, ove non ancora esistenti, per raggiungere un'integrazione strutturale volta ad un'efficace prevenzione e a diagnosi ed interventi non frammentati e settoriali." La parola alla Consigliera Pentenero, per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo modificare la parte del Piano relativa agli standard organizzativo-gestionali per l'erogazione, da parte delle strutture di produzione, delle prestazioni diurne e residenziali per minori, anziani e disabili, nella contestuale precisazione della tariffa a carico del Servizio Sanitario Nazionale, dei cittadini e degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali, compatibile con l'attuale quadro di riduzione delle risorse pubbliche e in piena applicazione della normativa vigente in materia.
A questa parte del Piano Socio Sanitario intendiamo aggiungere le seguenti parole: "L'integrazione socio-sanitaria degli interventi deve essere affrontata con l'adozione iniziale in tutto il territorio regionale di protocolli d'intervento interservizi, ove non ancora esistenti, per raggiungere un'integrazione strutturale volta ad una efficace prevenzione e a diagnosi ed interventi non frammentati e settoriali".
Troppo spesso, infatti, gli interventi che attengono alle politiche socio-sanitarie vedono una frammentazione rispetto alle progettualità.
Pertanto, per evitare quanto spesso si sente dire, cioè che i servizi sociali sono la cenerentola della sanità, crediamo sia necessario inserire laddove il Piano presenterà la necessità di questo tipo d'integrazione, che l'integrazione socio-sanitaria deve essere l'elemento essenziale all'interno del quale i protocolli che esistono e che devono garantire l'integrazione tra i due settori, dovranno essere elemento dal quale partire per avviare le attività all'interno di tutte le Aziende Sanitarie.
Questa proposta è per evitare interventi non omogenei e fare in modo che ci sia un'eterogeneità della situazione nell'integrativa tra socio e sanitario, in ogni Azienda delle otto province della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Poiché proveniamo dalla stessa terra, Presidente Cattaneo, lei saprà benissimo che all'interno dell'Azienda Sanitaria Locale 14, da due anni a questa parte sono stati fatti dei protocolli e sono stati costituiti degli sportelli territoriali integrati tra i distretti sanitari e i consorzi dei servizi sociali.
Questo, da un lato, per ridurre la complessità del rapporto tra il cittadino e il sistema dei servizi che, in moltissimi casi, è ancora frammentato; dall'altro, per dare concretezza a quel tema della presa in carico complessiva della persona, indipendentemente, valutando il complesso dei propri bisogni sotto il profilo sanitario e sociale.
Queste esperienze ci hanno portati ad immaginare che le sperimentazioni che s'incominciano ad effettuare all'interno del territorio piemontese siano sperimentazioni positive, sotto questo aspetto.
Questo è un modello che andrebbe esteso e andrebbe reso pratica di comportamento e di effettiva integrazione tra la sanità e i servizi sociali, in tutto il Piemonte. Esso evita certamente la complessità nel rapporto da parte del cittadino, in relazione alla diversità dei servizi cui si rivolge, portando ad una più efficace organizzazione dei servizi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quando, all'inizio della discussione di questo Piano, abbiamo provato a spiegare che la divisione tra ospedale e territorio sarebbe stata un errore, perché contraria alla storia sociale e sanitaria della nostra regione e perché contraria allo spirito del Piano Socio Sanitario nazionale che nel 1978 fece piazza pulita delle varie mutue e mise i cittadini di fronte agli stessi diritti e alle stesse opportunità della cura della salute, l'abbiamo fatto anche perché abbiamo letto che il sistema, in Italia, che per antonomasia divide maggiormente l'ospedale dal territorio (il sistema lombardo), presenta molte crepe.
Ricordo di aver letto una relazione dell'IRES lombardo (la società che si occupa di studiare, attraverso i dati epidemiologici, le condizioni, lo sviluppo della regione), il quale affermava che il problema del sistema sanitario lombardo, un sistema sanitario certamente di qualità e di eccellenza, era rappresentato dalla frattura tra prevenzione, cura e riabilitazione.
Abbiamo cercato di indurre il Governo regionale - riuscendoci, alla fine, dopo una lunga discussione - a rivedere questa sua posizione, perch se su 20 Regioni, 19 hanno un sistema diverso (fra queste la Toscana e l'Emilia Romagna, che pure sono ai primi posti per la qualità delle prestazioni erogate), non capivamo perché si volesse adottare un sistema uguale all'unica regione italiana dove ci si rende conto dei limiti del progetto.
Il nostro emendamento fa di più: non mette solo assieme ospedale e territorio, ma indica una strada (quella dei protocolli d'intervento interservizi) che, secondo noi, facilita la vita dei cittadini e consente di erogare servizi migliori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 184) presentato dai Consiglieri Laus, Ronzani Manica: Emendamento all'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". La ripartizione 2.9.3 (L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza) alle pagine 30 e 31 dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 è soppressa.
Con il consenso degli interroganti, l'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 248) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna, Gariglio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 30. Punto 2.9.3 abrogare: L'intero punto.
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Cercherò di recuperare l'assenza di forza maggiore che mi ha impedito d'illustrare gli emendamenti precedenti cercando di essere sintetica e quanto mi sarà possibile, precisa, sulla ragione per la quale chiedo di abrogare completamente il punto che istituisce il Fondo regionale per la non autosufficienza.
Non è certamente da parte mia che si trascuri il bisogno delle persone non autosufficienti, così come non può essere certamente imputato alla mia persona né al Governo precedente di aver ignorato che le persone non autosufficienti sono da considerarsi persone malate, portatrici di un diritto esigibile alle cure, senza limiti di durata.
Ed è per questo che non riesco a trovare coerenza tra questo principio che non è un principio morale, ma è sancito dalla legislazione vigente, dai livelli essenziali di assistenza, e l'istituzione di un fondo, essendo il fondo, per sua natura, finito, cioè caratterizzato da un limite, da un budget, da un tetto.
Questo equivale a dire che è come se noi istituissimo, nell'ordinario funzionamento dei nostri servizi sanitari, magari quelli per l'acuzie, un fondo per le cure ai soggetti colpiti da incidente cardiocircolatorio, o istituissimo nei Presidi ospedalieri un fondo relativamente agli interventi di protesi all'anca.
ovvio che nessun Direttore generale né sanitario si sognerebbe di determinare il limite economico con il quale prestare cure a persone colpite da un ictus o, viceversa, prestare interventi quali quelli delle protesi d'anca.
Allora, perché lo si fa nella condizione dei malati non autosufficienti? Per uno strano e non dichiarato residuo di riserva mentale, secondo la quale si pensa che la persona non autosufficiente in fondo non sia malata, perché non autosufficiente è e in grado di perdurare ci si augura - in quella condizione per molti anni, e questo, in qualche modo, è un accadimento di cui il sistema sanitario evidentemente non pu prendersi tutta la responsabilità. In quanto ad accadimento, è già molto se si pensa di prevedere in anticipo qual è il limite delle risorse stanziate per queste persone, perché forse queste persone, più che malate sono bisognose di un'assistenza sociale e familiare.
Non concordo su questo approccio e quindi chiedo che il capitolo non venga considerato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
In aggiunta all'intervento della collega Artesio, voglio ricordare due questioni.
La prima riguarda la mia interpretazione rispetto ad una ridondanza che ha questo paragrafo, all'interno del Piano Socio Sanitario.
Sono convinto che questa ridondanza e l'istituzione stessa del fondo corrispondesse ad un'impostazione che mi sembra un po' modificata negli ultimi tempi, da parte della Giunta regionale.
E l'impostazione era quella di dire che l'intervento in ambito di politiche sociali e nella parte di integrazione socio-sanitaria dovesse riguardare unicamente il tema della non autosufficienza.
Collego a questa mia riflessione tutta una serie di dichiarazioni.
Negli ultimi tempi mi sembra che da parte della Giunta regionale ci sia stato un cambiamento di atteggiamento e di approccio al tema.
Ma voglio aggiungere una seconda considerazione: l'altro ieri abbiamo avuto l'audizione con CGIL, CISL e UIL in sala Viglione, e proprio durante l'audizione da parte delle organizzazioni sindacali è stato chiesto di ridurre moltissimo l'ambito di intervento del Piano Socio Sanitario in relazione al tema dell'istituzione del Fondo sulla non autosufficienza perché il tema ha sua complessità e si collega moltissimo alle trasformazioni all'interno del tessuto demografico. Quindi, anche per l'importanza che sta assumendo la dimensione della cronicità, merita un approccio quasi a livello di intervento legislativo da parte dell'Amministrazione regionale.
A me sembra che entrambe queste due considerazioni che ho espresso all'interno del mio intervento portino a considerare la necessità di ridurre moltissimo questo tema all'interno del Piano Socio Sanitario, non perché se ne disconosce l'importanza, ma proprio perché si riconosce invece l'importanza e l'impatto che tutto il tema della cronicità e della non autosufficienza ha ed avrà in futuro rispetto alla problematica dell'organizzazione dei servizi.
Il tema merita un intervento legislativo da parte dell'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Intervengo anch'io per riconfermare il fatto che condivido la riflessione appena fatta dal collega Reschigna e che peraltro è emersa anche nell'audizione dell'altro giorno.
Vi è la necessità che un tema di questa portata veda, nella fase di definizione delle modalità e del funzionamento, un sufficiente approfondimento per evitare che - voglio dare il beneficio della buonafede un'intuizione positiva possa in realtà trasformarsi in un qualcosa di negativo, come diceva prima la collega Artesio.
Proprio per questo motivo, crediamo che un tema di questa natura meriti una specifica norma legislativa. Questo tipo di approccio è stato richiesto nei giorni scorsi anche dal sindacato e noi lo condividiamo.
Crediamo che tutto questo sia necessario, se si vuole percorrere questa strada per evitare che rischi di essere, da una parte, un eccesso di formalizzazione, avendo a disposizione nella migliore delle ipotesi le stesse risorse e rischiando che, in futuro, con la riduzione del fondo, in realtà si riduca il potenziale di risposta ai bisogni; dall'altra parte ricordo che questa frontiera e questo tema sono e saranno nei prossimi anni uno dei temi più delicati che saremo chiamati ad affrontare.
Per questi motivi crediamo che valga la pena togliere questo tema come punto specifico, così approfondito com'è nel Piano Socio Sanitario, e farlo divenire un ambito nel quale mettere a punto una specifica norma di legge che vada con tutte le riflessioni e gli approfondimenti del caso ad affrontare questa questione in modo puntuale. Questione che, ripeto, è oggi e sarà nei prossimi anni una delle questioni centrali sulla quale nell'ambito delle risposte ai problemi socio-sanitari, saremo chiamati a cimentarci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
C'è una parola che viene utilizzata dalle associazioni di volontariato quando rimarcano la necessità e il dovere di occuparsi dei malati non autosufficienti, ed è il diritto esigibile, cioè quel diritto che consente che venga riconosciuto il bisogno e definisce anche il dovere di un Paese civile come il nostro, dopo averlo riconosciuto, di soddisfare quel bisogno.
Ci sono dei dati che mi sono rimasti in mente e che ogni tanto tiro fuori quando facciamo ragionamenti di questo tipo in Consiglio regionale o nelle assemblee pubbliche. Riguarda il numero di anziani non autosufficienti, di anziani disabili nel nostro Paese, che sono due milioni e 450 mila, di cui 450 mila disabili gravi.
E dico che il Paese garantisce servizi solo all'1% di questa popolazione. Se guardiamo quello che spende il Piemonte, il dato più o meno corrisponde al dato nazionale, l'1% o l'1,5%, non di più.
Molti Paesi europei garantiscono questi pazienti, ad esempio l'Inghilterra (10-12%), ma i Paesi Scandinavi molto di più; ci supera anche la Repubblica Ceca, che garantisce servizi al 6% della popolazione.
Il Governo regionale di centrodestra, nel secondo governo Ghigo, aveva fatto una legge importante, che era la legge n. 1, che diceva che ogni anno le risorse destinate a questo settore avrebbero dovuto essere uguali a quelle dell'anno precedente, implementate del tasso di inflazione.
una legge ancora operativa, che il nuovo Governo regionale non ha cambiato, ma che è disattesa ogni giorno. In questo momento a Torino 13.000 anziani aspettano un posto in una struttura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi, come hanno detto i colleghi, chiediamo che questa materia, la non autosufficienza, sia trattata e sia stralciata da questo punto e sia oggetto di un provvedimento ad hoc della Regione Piemonte, che affronti complessivamente l'intera questione.
Questa vicenda è emersa chiaramente negli incontri con le categorie sociali, in particolare con le organizzazioni sindacali. Noi chiediamo che questo problema venga affrontato compiutamente dalla nostra Amministrazione.
Ci rendiamo conto che su questo pesa oggi anche il taglio delle risorse operato a livello nazionale. Più volte i principali amministratori della nostra Regione, iniziando dal Sindaco di Torino, hanno lamentato che questi provvedimenti nazionali, iniziati sotto il Governo di centrodestra e non ancora corretti dall'attuale Governo, che invece prevede uno schieramento diverso, rischiano di scaricare sulle spalle degli Enti locali delle responsabilità che gli Enti locali non possono sostenere con le proprie risorse. E quindi, in ultima analisi, è un federalismo per abbandono che comporta un depauperamento dei servizi offerti alla cittadinanza.
La non autosufficienza è un problema drammatico in questo territorio.
Ricordo a tutti l'audizione che c'è stata in seno alla IV Commissione nella quale alcuni genitori ci hanno raccontato la loro vita familiare e ci hanno dipinto come quelle che sono scelte che per noi possono essere considerate scelte di meri numeri, in realtà impattano sulla carne viva di tante famiglie.
per questo che chiediamo che questa materia sia affrontata in una logica complessiva, abbia la dignità di un provvedimento legislativo e in qualche modo possa vedere la Regione, pur nella carenza strutturale di risorse, dare una risposta che cerchi di salvaguardare questi cittadini che sono sicuramente fra quelli più in difficoltà della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 249), il cui primo firmatario è la collega Artesio, che lo può illustrare.
PLACIDO Roberto (fuori microfono) Mi scusi, Presidente, ma avevo chiesto la parola in merito all'emendamento precedente.



PRESIDENTE

Mi scusi, non avevo visto.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Proverò ad aggiungere alcune considerazioni, su un tema particolarmente sensibile, a quanto hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Mi auguro che ci sia un ripensamento su un argomento così delicato e particolare, perché altrimenti le frasi dette da tutti... ma, in questo caso, chi governa ha una responsabilità in più: "Nessuno sarà lasciato indietro", "Non vi abbandoneremo mai". Io penso a chi ha un'esperienza cattolica, come il caro amico Giampiero Leo...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Venendo, invece, al problema della non autosufficienza, mi auguro che ci sia la possibilità di trattare, come giustamente chiedono CGIL, CISL e UIL.
Questo Governo regionale, neanche la maggioranza, che non ha responsabilità, che osserva attonita, stupita, imbarazzata e in difficoltà... Prima, la veemenza mi veniva anche dalle energie di tutto il PDL, nell'intervento che ho fatto poc'anzi, che era senz'altro convinto ed entusiasta, ("condividendolo" non lo posso dire, perché fa parte delle cose...). Fra l'altro, ero convinto che tutto fosse risolto. Prima ho trovato la cara amica Presidente e Onorevole Armosino, e ho detto: "Se è arrivata anche Maria Teresa, con tutta la marca astigiana, vuol dire che è tutto a posto". Non era vero niente, come poi i fatti hanno dimostrato.
Si era detto: "Se arriva anche Maria Teresa, vuol dire...", invece no quello era proprio il prodromo dei problema che c'erano e che non sono stati assolutamente risolti.
Termino, perché questo Governo regionale riesce a fare meglio e di più di quello nazionale, perché compatta CGIL, CISL e UIL, tutte insieme d'accordo - e io lo vedo positivamente - nel dire che un tema così importante e così sensibile merita di essere trattato a parte, perch altrimenti, "Nessuno sarà lasciato indietro" sono solo dichiarazioni così....
Noi ci auguriamo che la Giunta regionale decida di trattare questo tema con un provvedimento, perché è degno e merita assolutamente di essere fatto in questo modo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Placido.
Emendamento rubricato n. 249) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 30. Punto 2.9.3 "L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza" prima del primo capoverso aggiungere il seguente capoverso: "Le persone non autosufficienti (anziani colpiti da patologie invalidanti, dementi senili, soggetti con handicap intellet4 malati psichiatrici gravi e a limitata autonomia) hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni sociosanitarie semiresidenziali e residenziali e domiciliari, secondo le norme riguardanti i L.E.A. (D. L.vo 29/9/2001) cogenti in base all'art 54 della L. 289/2002".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Insisto sui principi che ho richiamato precedentemente e per farlo non mi affido alla mia capacità di convinzione, quanto, piuttosto, alle norme che esistono in materia, cioè il decreto legislativo del 2001, che istituisce i Livelli Essenziali di Assistenza, e la legge n. 289 del 2002 che li rende cogenti in base all'articolo 54.
Perché trovo sproporzionata l'applicazione di una legge nazionale rispetto al modo con il quale viene individuato il compito della Regione Piemonte in questo articolato? Intanto per alcune ragioni oggettive: posso concepire, perché questo è un problema di coloro che governano il sistema che si immaginino delle progressioni nell'ampliamento dei servizi, siano esse residenziali piuttosto che domiciliari, e quindi con grande onestà si dichiarino quali siano i tempi di crescita rispetto all'offerta che si vuole programmare.
Ma questo Piano Socio Sanitario, che arriva dopo un altro Piano Socio Sanitario che è durato tre anni, propone ai termini di copertura di posti letto nelle residenze sanitarie assistite lo stesso parametro di ormai quasi cinque anni fa: il due posti letto ogni 100 anziani ultrasessantacinquenni, parametro che era stato raggiunto, certo grazie alle spese della Giunta precedente che avevano fatto crescere la sanità in modo incontrollato, alla fine del 2010.
A seguito delle mancate attività dei nostri servizi, oggi il Piemonte è di nuovo sceso intorno al 1,3 e l'Amministrazione regionale con questo Piano Sanitario storico - di nuovo, ho letto il comunicato del Presidente Cota di due ore fa - intende portare - udite, udite - gli obiettivi per le persone non autosufficienti al livello cui erano cinque anni fa, facendo un'operazione francamente molto discutibile, che è quella, invece, di garantire la copertura in termini di programmazione per i privati che volessero investire in questo ambito a 3,5 posti letto per ogni cento ultrasessantacinquenni.
Il che è come dire: io, Governo regionale, so che il bisogno sarebbe quello, ma non intendo rispondere a questo bisogno se non per una parte, e lascio libero mercato a coloro che possono, sulla base della mia programmazione, investire e rivolgersi ad un mercato del tutto privato.
Peccato che questo mercato del tutto privato sia la parte più debole e sofferente dei piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questi due anni sono stati effettivamente caratterizzati da una politica di annunci, ai quali non è poi seguito niente di concreto.
Ricordo che l'Assessore precedente, Caterina Ferrero, aveva fatto una conferenza stampa annunciando che i posti letto per gli anziani non autosufficienti sarebbero stati portati al 3%. Molti mi avevano telefonato dicendomi: "Pare che il centrodestra faccia meglio di quanto non abbia fatto il centrosinistra. Voi vi siete fermati al 2%, loro invece ipotizzano 3%". Sono andato quindi a vedere la delibera.
Sono uno che si fida abbastanza, facendo un mestiere concreto non sono un cavillatore e non cerco la virgola, perché non appartiene alla mia mentalità. Però, leggendo la delibera, avevo notato che l'Assessore Ferrero scriveva allora "naturalmente non convenzionati". In pratica, se i privati sono disponibili ad investire, possiamo arrivare al 3%; se i piemontesi pagano per intero la prestazione (non c'è più la copertura della quota sanitaria) e spendono quei 3 o 4 mila euro necessari per essere ricoverati in una struttura, noi avremo raggiunto il nostro obiettivo, cioè avremo offerto un maggior numero di posti letto agli anziani non autosufficienti.
Peccato che siano interamente privati.
Ora, il Presidente Cota ritorna con la politica degli annunci, non oso pensare cosa succederà quando questo Piano sarà approvato. Credo che gli aggettivi si sprecheranno: passeremo dalla riforma "epocale" a quanto di più straordinario il genere umano abbia concepito negli ultimi anni, quanto a politiche sanitarie.
Ma sono pronto a fare scommesse sul numero e sulla pomposità degli aggettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Domani pomeriggio parteciperò ad un incontro organizzato dall'ASL 14 cui siamo stati invitati noi Consiglieri regionali del Verbano Cusio Ossola su un tema che è stato proposto dalle RSA della Provincia del Verbano Cusio Ossola.
Il blocco degli inserimenti per le persone anziane non autosufficienti all'interno delle RSA, che è incominciato nell'estate del 2010 e che oggi non è neanche in grado di garantire il turnover (quindi a parità di posti esistenti nell'estate 2010), non solo sta determinando un prolungamento molto forte delle liste di attesa, ma sta mettendo a rischio l'equilibrio economico delle strutture.
Oggi molte RSA in Piemonte hanno dei posti letto per la non autosufficienza non utilizzati, così come gli accessi per le persone afflitte da Alzheimer hanno la stessa caratteristica e la stessa dimensione.
Se all'interno del Piano Socio Sanitario si vuole affrontare il tema della non autosufficienza, lo si faccia ribadendo, sostanzialmente, quelle che oggi sono le normative nazionali e regionali, che impongono di considerare questo come un livello essenziale di assistenza garantito dalla normativa di legge.
Quindi, quest'emendamento deve essere letto con quanto illustrato in precedenza, non è un capoverso che va ad aggiungersi. Se vogliamo, è il capoverso che, sostanzialmente, in attesa dell'esame di una legge regionale sulla non autosufficienza, scrive qual è l'atteggiamento che il Piano Sanitario rivolge nei confronti di questa tematica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ringrazio la Consigliere Artesio per quanto ha detto illustrando il suo emendamento, che mi ha consentito di tornare sulla questione, che francamente, non ricordavo in questi termini: eravamo al 2%. Quindi, negli anni passati, abbiamo investito risorse per raggiungere un obiettivo indicato dal Piano e siamo scesi all'1,3.
Prima questione: siccome si parla di bilanci - e i bilanci sono fatti concreti, non chiacchiere - in questi ultimi due anni abbiamo ridotto il numero di convenzioni per anziani non autosufficienti. Primo problema...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



RONZANI Wilmer

O quelle che, per effetto del decesso degli anziani, non sono state rinnovate, perché capita esattamente questo.
Vi porto l'esempio della mia provincia, quella di Biella: negli anni in cui governava la Sanità l'Assessore Artesio, siamo passati da 630 a 830 posti letto. Duecento posti letto in più: pochi o tanti, era sicuramente una forte inversione di tendenza. Non nego che era ancora considerevole il numero di anziani in lista d'attesa.
Per effetto di quanto ha detto la collega Artesio, siamo passati a 650 cioè abbiamo perso 150 posti letto convenzionati o, comunque, a fronte del fatto che sono deceduti 150 anziani, non sono state rinnovate 150 convenzioni. Questi sono i fatti! La stessa cosa accade per gli assegni di cura. Capisco se la Giunta Cota dicesse che vuole ripensare la politica per gli anziani, che ritiene sbagliato investire sulle strutture per anziani e pensa, come ha fatto la Regione Toscana, che sia utile riconvertire questa politica e destinare queste risorse agli assegni di cura, perché l'anziano deve stare in casa deve morire a casa sua e non in casa di riposo! Voi avete tagliato i primi fondi e anche i secondi. Il risultato ottenuto è il seguente: meno convenzioni, meno assegni di cura e più anziani in difficoltà.
La risposta la affidiamo ai privati, perché, per questa via raggiungiamo il rapporto di 3 posti letto ogni 100 anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti? Capite che, se non c'è un contributo del pubblico, queste rette saranno impossibili. Il risultato sarà che scaricheremo il costo intero sulla famiglia, mettendola con le spalle al muro, o per molti anziani questo sarà un lusso che non potranno permettersi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ritengo questo tema estremamente delicato ed importante. Lo è in generale perché credo che la Regione, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, dovrà approfondire molto questa questione, sulla quale si gioca la possibilità di garantire alle famiglie di poter vivere con serenità una situazione decisamente molto difficile.
In questi mesi, nello svolgimento di incontri sui territori per spiegare il nostro punto di vista sulla riforma sanitaria della regione è emerso che il 90% delle questioni che i cittadini presenti pongono riguardano questi aspetti. Questo perché è un problema che riguarda da vicino la vita di moltissime famiglie, stante il fatto che, se, da una parte, l'età media delle persone si è allungata, dall'altra, i problemi connessi in molti casi all'invecchiamento delle persone riguardano la non autosufficienza.
Volevo porre un aspetto molto particolare di questo tema, relativamente al quale, recentemente, abbiamo presentato anche un'interrogazione per avere alcuni chiarimenti e capire se alcuni sensazioni che abbiamo raccolto corrispondono alla realtà. Abbiamo visionato i dati delle prese in carico del mantenimento da parte delle ASL di anziani non autosufficienti: il numero degli anziani non autosufficienti in carico alla sanità pubblica è calato, ma molto a macchia di leopardo. Vi porto l'esempio della mia provincia, dove ci sono due ASL: l'ASL Cuneo 1, come nel caso a cui precedentemente ha fatto riferimento il collega Ronzani, ha perso circa 150 posti, mentre l'ASL Cuneo 2 è riuscita a crescere nonostante la situazione di difficoltà.
Qui occorre svolgere un ragionamento complessivo e valutare se non sia il caso di dare qualche indicazione di orientamento complessivo, perché non è possibile che, da una parte, tagliamo 100 e, dall'altra, aggiungiamo 30 c'è qualcosa che non quadra. Pertanto, nell'ambito di una riflessione su questo tema, penso valga la pena approfondire anche questo aspetto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola alla Consigliera Pentenero



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
evidente che quest'emendamento non può che trovarci d'accordo.
Abbiamo una situazione ormai pesante in tutta la regione. Ci sono anziani in lista d'attesa per entrare all'interno delle strutture che non avranno più la possibilità di vedere integrata la retta o di trovare una soluzione in una determinata fase della vita. Allora, laddove non esistano figure parentali che possano occuparsi della persona, davvero la situazione diventa drammatica: sia per i familiari che immaginano di poter permettere al proprio congiunto di terminare il proprio percorso di vita presso la propria abitazione - perché non sono più stati attivati gli assegni di cura sia per le strutture convenzionate, i cui posti che erano in essere nella nostra Regione durante la legislatura precedente oggi sono praticamente dimezzati.
Ora, non si può pensare che non ci sia una politica per gli anziani non autosufficienti, e che l'unica politica sia quella che vede la riduzione drammatica delle risorse. Dobbiamo immaginare che ci sia un intervento importante e che la Regione si faccia carico di un problema sociale di questa natura.
Ci risulta, appunto, che i posti convenzionati siano stati ridotti del 50% rispetto a qualche anno fa e poi - come citava il collega Taricco prima ci sono situazioni dove, paradossalmente, i posti sono aumentati: c'è qualcosa che non va nella programmazione.
Sicuramente c'è un dato dal quale si evince che molti sono gli anziani che oggi attendono di entrare in una struttura convenzionata. Perlomeno, se avessimo una politica a favore degli anziani non autosufficienti, potremmo anche immaginare soluzioni alternative; ma oggi nemmeno queste sono contemplate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Se c'è un argomento rispetto al quale dovremmo avere tutti una certa sensibilità è proprio questo e dovremo dedicare il nostro impegno per garantire - come viene detto nell'emendamento - un diritto che dev'essere immediatamente esigibile da parte delle persone in difficoltà: in questo caso i non autosufficienti.
Come hanno detto i colleghi, in questi mesi la realtà è peggiorata: si sono allungate le liste d'attesa e ci sono famiglie che sono davvero in forte difficoltà, difficoltà rispetto alle quali noi dobbiamo trovare delle soluzioni.
Comprendiamo tutti che ci sono dei problemi economici, ma dobbiamo impegnarci per garantire a queste persone un minimo di futuro e alle famiglie che si trovano in difficoltà dobbiamo cercare di dare delle risposte. Cosa diciamo ad una famiglia che ha un ragazzo o un anziano con queste difficoltà? Qual è la risposta, se poi non si trovano posti nelle residenze convenzionate con la Sanità pubblica e si allungano le liste d'attesa? Poi ci accorgiamo che i nostri ospedali - e in modo particolare i Pronti soccorso - vanno in difficoltà. Ma è evidente che se a una famiglia che non può inserire un anziano o il proprio caro che ha problemi non si dà una soluzione, è chiaro che questa famiglia si deve recare presso l'ospedale pubblico; e gli ospedali entrano in difficoltà.
O diamo delle risposte, quindi, facilitando la vita alle famiglie e ai pazienti, oppure mettiamo in crisi le strutture pubbliche e creiamo un ulteriore problema alle famiglie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Come hanno avuto modo di dire i colleghi, con quest'emendamento stiamo parlando di persone non autosufficienti, cioè di anziani colpiti da patologie invalidanti o da demenze senili, di soggetti che hanno handicap gravi, di sofferenti psichici: persone, insomma, a limitata autonomia.
Quando parliamo di una casistica che ha questa complessità e queste necessità di servizi socio-assistenziali, è del tutto evidente che il diritto è quello a prestazioni socio-sanitarie - sia che siano esse semi residenziali, residenziali o domiciliari - che rientrino, appunto, nei LEA.
Noi ci rendiamo certo ben conto che ci sono difficoltà di carattere economico per la spesa sanitaria e socio assistenziale, che non possono essere messe a carico di servizi e di soggetti come questi e che, invece le prestazioni debbano essere garantite.
veramente preoccupante, dal nostro punto di vista, che si scenda com'è stato ricordato - a livelli che sono quelli di circa cinque anni fa quindi molto precedenti ai quelli dei risultati ottenuti dall'Amministrazione precedente con il Piano sanitario che ha appena esaurito la sua validità - soprattutto in una situazione in cui queste casistiche non tendono a diminuire, ma ad aumentare. Per questa ragione riteniamo che ribadire questo concetto ed inserirlo nel contesto di questo Piano sia un elemento di importanza rilevante.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 363) presentato dalla Consigliera Cerutti: Emendamento all'Allegato A) del testo unificato delle delibere 164 e 176 Alla pagina 30 - Capo 2.9.3 L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza.
si conferma il primo paragrafo, si sostituisce la restante parte a partire da: "nel fondo regionale per la non autosufficienza confluiscono (...)." con la seguente frase: "(...) la Giunta Regionale presenterà un'apposita proposta di legge per l'istituzione del fondo stesso nella quale saranno indicate: le risorse economiche da destinarsi a detto fondo, le prestazioni finanziate dal medesimo. Le prestazioni erogate dal fondo non saranno sostitutive di quelle sanitarie ma andranno ad affiancarsi ad esse per garantire i servizi di natura socio assistenziale e socio sanitaria indispensabili per il miglioramento della qualità della vita per la persona non autosufficiente e la sua famiglia" La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ritorniamo su di una questione già affrontata dai colleghi nell'illustrazione dei precedenti emendamenti, cioè sul tema del Fondo regionale per la non autosufficienza. Come abbiamo sentito, le considerazioni sono diverse e riprendono, per la verità, una questione che a livello nazionale è stata dibattuta a lungo e non ha portato ancora ad una situazione prossima all'istituzione di questo Fondo. Al di là delle considerazioni, anche convincenti, fatte dalla collega Artesio, sappiamo che nazionalmente si è pensato di istituire questo Fondo e che - così come veniva ricordato adesso - questo continua ancora a non essere finanziato.
Noi abbiamo ritenuto comunque che all'interno del Piano il riferimento debba rimanere rimandando il tema ad un disegno di legge, cioè ad un'apposita proposta di legge, in modo che vadano ad essere definite concretamente le risorse da destinare a questo Fondo e anche le prestazioni finanziate dal medesimo. Abbiamo ritenuto infatti che, in realtà, nella versione proposta dalla Giunta non si chiariscano questi aspetti e si faccia confusione, appunto, rispetto a quello che invece dovrebbe essere un atto autonomo.
Anche noi abbiamo partecipato all'audizione che è avvenuta due giorni fa con le organizzazioni sindacali che da sempre - non solo adesso - hanno sostenuto l'istituzione di questo Fondo e in quella sede abbiamo anche sentito la considerazione dell'Assessore che ha annunciato una sua modifica al testo, che - se non ricordo male - dovrebbe alleggerire ciò che è contenuto all'interno del Piano e quindi rimandare ad un disegno di legge successivo.
Con questa proposta di modifica, quindi, chiediamo che si rimandi ad un atto da parte della Giunta, proprio perché riteniamo anche molto importante il fatto che le prestazioni erogate dal Fondo non siano sostitutive di quelle sanitarie, ma vadano ad affiancarsi ad esse per garantire i servizi di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria indispensabili per il miglioramento della qualità di vita per la persona non autosufficiente e la sua famiglia.
Sappiamo, infatti, che in questo ambito si giocano questioni legate ai temi più prettamente sanitari ma che abbiamo una serie di problematiche legate alla rete familiare e quindi anche agli interventi di carattere socio-assistenziale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 250) presentato dalla Consigliera Artesio, Boeti Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 31. Punto 2.9.3 "L'istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza" primo capoverso abrogare l'ultimo punto elenco: "- le risorse rese disponibili dai Fondi integrativi" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione di quest'emendamento è una di quelle questioni esemplari di un diverso modo di interpretare l'organizzazione dei servizi.
I colleghi hanno già sottolineato qual è la composizione delle risorse necessarie per costruire un progetto individuale, residenziale o domiciliare, a favore delle persone non autosufficienti: la quota sanitaria, quota di compartecipazione degli utenti e, laddove l'utente non sia in grado di assumere su di sé i costi necessari, le quote di contribuzione sociale.
Nell'insieme delle pratiche finora realizzate, le risorse che alimentavano l'area dell'integrazione socio-sanitaria per i non autosufficienti erano esattamente composte da questi flussi: il Fondo nazionale, le risorse provenienti dalle ASL, le risorse provenienti dai Consorzi e le risorse provenienti dagli utenti. Qui si introducono le risorse rese disponibili dai fondi integrativi.
Questa è una di quelle questioni a mio modo di vedere molto delicate sulle quali non si può ridurre la nostra espressione di giudizio in base ad una riga.
Cosa vuol dire Fondi integrativi? Vedo solo due scenari.
Il primo. Se ci sono anziani titolari di assicurazioni sanitarie integrative, a loro, essendo abbastanza complicato immaginare che quel tipo di vantaggio individuale, maturato nel tempo, possa essere messo a beneficio di un fondo indistinto, si concederanno determinate modalità di presa in carico e di gestione nelle strutture, come succede nel caso dei pensionati INPDAP, che in base a un fondo dedicato, in caso di ricovero in RSA, hanno diritto alla maggiorazione di alcuni minutaggi a valere su quel fondo loro assegnato. Questa è un'ipotesi.
Seconda ipotesi. Si fa un grande accordo della Regione Piemonte con tutti i titolari delle polizze di sanità integrativa, quelle che, come salario indiretto, si siglano negli accordi contrattuali per alcune categorie.
Ora, ad oggi quei fondi sanitari integrativi coprono mediamente il pagamento dei ticket in alcune branche della diagnostica ed è un po' complicato chiedere a organizzazioni private, come queste, di farsi carico di costi, quali possono essere quelli delle cure oncologiche o della non autosufficienza di lunga durata e di grande portata.
Questa frase non è sufficientemente chiara.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va ulteriormente nella direzione delle indicazioni che abbiamo già espresso nei precedenti emendamenti.
Semplicemente, intervengo per ribadire la necessità che questo tema trovi dentro a un contesto di legge la possibilità di un approfondimento per tutte le implicazioni che una tematica importante come questa riveste e che rivestirà sempre di più, com'è abbastanza naturale, nei prossimi anni.
Crediamo di poter dire che su questo tema si giocherà una delle questioni di civiltà della nostra comunità. Lo dicevo prima: abbiamo una situazione che in questi anni è andata peggiorando complessivamente.
andata peggiorando, ringraziando il Cielo, non dappertutto in modo uguale ma la difficoltà che tutto il sistema sta attraversando ci richiede un approfondimento attraverso una norma di legge che parta anche da un confronto con le parti sociali per capire insieme come affrontare questo tipo di tematica.
stato già detto prima da alcuni colleghi e lo condivido: immaginare che tutto ciò che in termini di risorse verrà meno sul piano pubblico possa semplicemente essere surrogato da risorse che possono essere messe in campo da privati o da chi ha la possibilità di farlo con proprie risorse è probabilmente, una strada che, prima di essere intrapresa, richiederà un'approfondita riflessione e la valutazione degli strumenti, delle regole e delle condizioni alla luce delle quali mettere in campo percorsi che aiutino a colmare un bisogno che comunque è importante, esiste e tocca la vita di tutte le famiglie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
Emendamento rubricato n. 251) presentato dalla Consigliera Artesio Ronzani, Manica, Taricco, Reschigna: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 32. Punto 2.9.4 "Indirizzi per la compartecipazione alla spese socio sanitaria" abrogare l'intero punto La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 251) chiede di abrogare completamente i punti 2), 9) e 4), "Indirizzi per la compartecipazione alla spesa socio-sanitaria".
Di nuovo, siamo di fronte a una questione che o svisceriamo in modo complessivo e approfondito o, inserita in questo modo, lascia solo immaginare che ci siano delle intenzioni che non vengono dichiarate e quindi lascia solo adito al sospetto.
Non ci sono grandi studi da fare sulla questione della compartecipazione degli utenti nell'ambito socio-sanitario, perché anche questa questione è stata ed è normata dalle leggi esistenti.
Quindi, se qualcuno vuole cominciare a introdurre una qualche devianza rispetto ai temi della compartecipazione, ad esempio, cominciare a dire che bisogna calcolare il reddito familiare e non il reddito individuale diversamente da quanto stabilito dalle leggi, si confronti con le leggi vigenti, con i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, con le bocciature dei propri provvedimenti deliberativi, così come è capitato a quei Comuni a quelle ASL e a quelle Regioni che ci hanno provato, e non provi a introdurre surrettiziamente cambiamenti in uno stringato capitolo di una proposta di deliberazione consiliare.
Viceversa, se qualcuno vuole immaginare che ambiti, oggi sanitari possano essere giudicati, magari dopo un certo numero di giorni di degenza non più sanitari, ma socio-sanitari e, in quanto tali, prevedere la compartecipazione degli utenti, allora lo si dice. Cioè, se qualcuno pensa come accennato nel Piano di rientro e come scritto in alcune bozze che circolano (che evidentemente il Consiglio regionale non ha mai avuto modo di commentare), che ci sia una fase di acuzie della condizione di un paziente, probabilmente cronico, probabilmente anziano, probabilmente non autosufficiente, e che stabilizzata quella dopo succede un periodo di riabilitazione o di lungodegenza, ma su questo periodo, specie se condotto all'interno di strutture di RSA deputata a dimissioni protette, si vuole applicare una tariffazione da parte dell'utente, lo si dice così.
Si fa una deliberazione, ci confrontiamo con la politica, con le organizzazioni di rappresentanza e si dice. Qui si fanno delle prefigurazioni come fosse compito nostro normare nuove compartecipazioni quando tutto quel che c'era da dire e quel che c'era da decidere stava e sta scritto in leggi nazionali e in deliberazioni regionali! Le leggi nazionali non si possono cambiare da qui; le deliberazioni, se le si vuole cambiare, si revocano.
Queste frasi sibilline sono francamente incomprensibili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io ho sottoscritto quest'emendamento in quanto credo, come la Consigliera Artesio, che di questo tema valga la pena parlare in modo compiuto.
Bisogna dire che il capitolo "Compartecipazioni" si trovava in una prima bozza del Piano Socio Sanitario, poi - in realtà - nella discussione non era più stato presentato e, infine, è stato nuovamente inserito.
Se ci si vuole cimentare su questo fronte, ricordiamo che è sicuramente un fronte molto complesso; come è stato ricordato, è già stato affrontato in altre sedi e portato anche a dei ricorsi che si richiamano alla legge nazionale.
Vale certamente la pena approfondire il tema in questa direzione: ricordo che anche il Comune di Torino, sulla questione dell'assistenza domiciliare, ha più volte affrontato la possibilità di capire come poter riparare alle storture dovute anche a situazioni che magari non erano correttamente dichiarate.
Dopodiché, il tema è anche legato ai diritti del singolo individuo pertanto consideriamo pericoloso, dopo una prima bozza che prevedeva la sua cancellazione, provare a reintrodurlo senza una discussione compiuta, che è assolutamente complessa e che, se questa Giunta e questo Consiglio regionale intendono esaminare, dovrà essere affrontata in termini compiuti.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Dichiarazione di voto sul complesso degli emendamenti relativi alla Parte Prima.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Non nascondo che questa è stata, per tutti, una giornata piuttosto faticosa.
Abbiamo presentato, mantenendo lo stile che ha contraddistinto il nostro partito fino a questo momento, una serie d'emendamenti che avevano l'obiettivo di migliorare il Piano Socio Sanitario.
Abbiamo voluto evidenziare la questione delle liste d'attesa, che ancora oggi rappresentano un problema di grande importanza per la popolazione piemontese.
Abbiamo voluto evidenziare la questione del terzo settore, a fronte di dichiarazioni testimoniate all'interno del Piano da parte del Governo regionale, rispetto ad una presunta sostituzione del Terzo Settore rispetto a quelle che noi riteniamo essere funzioni precipue del Governo regionale che si assume le responsabilità di finanziare i servizi.
Voglio aprire una parentesi: il Presidente Cota continua a sostenere che, in fondo, la questione dei servizi sociali è una questione che riguarda i Comuni, che - sì - la Regione può dare una mano e un contributo ma che, effettivamente, sono i Comuni che devono finanziare questo tipo di servizi, perché loro è la responsabilità di tali questioni. Il Presidente Cota dimentica una parte importante, di cui la legge 1, a firma di un Assessore di centrodestra, approvata dal Consiglio regionale quando il Presidente Cota era Presidente del Consiglio regionale: dovrebbe, pertanto essere ben chiaramente impressa nella sua mente.
Abbiamo voluto evidenziare il bisogno di coinvolgere i Comuni e la Rete delle città sane, rispetto ai problemi riguardanti la salute dei cittadini nei territori, perché sappiamo che, nei territori, la salute la si conquista e la si perde.
Insomma, una serie d'emendamenti che, come abbiamo detto in questi lunghi mesi di discussione sul Piano Socio Sanitario, avevano e hanno l'obiettivo di migliorare il documento; documento che è stato migliorato grazie al lavoro svolto in Commissione, occupandoci di questioni nuove rispetto a quelle che mancavano completamente.



(Scampanellìo del Presidente)



BOETI Antonino

Quanto tempo ho, Presidente? Tre minuti?



PRESIDENTE

Tre minuti, collega.



BOETI Antonino

Pensavo di avere cinque minuti a disposizione.
Concludo augurandomi che una parte degli emendamenti che abbiamo presentato possa vedere l'approvazione da parte del Consiglio regionale fiducioso che il lavoro impegnativo che abbiamo svolto fino a questo momento possa trovare un accoglimento.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, procediamo con le votazioni.
Invito tutti i colleghi a prendere posto, poiché dobbiamo procedere ad una serie ripetuta e significativa di votazioni.
Ricordo che il numero legale è 27.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "le criticità del sistema" è modificato come segue: LE CRITICITA' DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni, personale amministrativo sovradimensionato.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia.
Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service.
In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi, all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA, con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni di attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "le criticità del sistema" è modificato come segue: LE CRITICITA' DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso) l'eccessivo ricorso a consulenze esterne da parte delle direzioni delle aziende sanitarie.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia.
Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service.
In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi, all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA, con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni di attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "le criticità del sistema" è modificato come segue: LE CRITICITA' DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni, il drastico taglio, quale unica forma di risparmio per la voce di personale, degli operatori a diretto contatto con i pazienti assunti con contratti atipici.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia.
Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service.
In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi, all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA, con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176.
Il paragrafo 1 "le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni dei Paese, - quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia.
Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi se non costantemente monitorato dalle aziende sanitarie regionali.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile ai non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, su! territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni di attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 204) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Ronzani, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Se si esclude l'infanzia, le donne - come emerge dall'ultima indagine multiscopo dell'Istat - dichiaravano condizioni di salute buone in quote sempre inferiori ai maschi e, a partire dalla mezza età, le percentuali di donne che affermano di soffrire di due o più malattie croniche sono sistematicamente superiori".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 204), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 205) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Ronzani, Boeti: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso dopo il capoverso aggiungere:"Le differenze di salute tra uomini e donne hanno una componente strutturale di tipo biologico legata al sesso, ma ad esse concorrono altre dimensioni di genere, come la divisione dei ruoli sociali e dei rapporti di potere".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 205), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 206) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato a pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso dopo il capoverso aggiungere:"Quando si parla di specificità femminile nella salute hanno tradizionalmente più spazio argomenti legati a fattori eziologici e di rischio, minore è il riferimento al permanere di condizioni di diseguaglianza strutturale, ma ancor meno presente è la specificità culturale e sociale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 206), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 207) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato a pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Il Progetto nazionale "la medicina di genere come obiettivo strategico per la sanità pubblica" avviato nel 2006 dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l'Università di Sassari e circa 20 centri di ricerca italiani dimostra che i dati ottenuti con studi sugli uomini non possono essere trasferiti automaticamente alle donne. Donne e uomini hanno un rischio diverso di ammalarsi e le reazioni avverse nelle donne sono più frequenti. Di fatto una donna su 4 non è trattata in modo adeguato".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 207), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 208) presentato dalla Consigliera Artesio: Emendamento Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato a pag. 7. quinto paragrafo, terza riga Dopo le parole: (...) assistenziale di day service."aggiungere:"È da rilevare che, in assenza di normative per includere il genere quale variabile nelle raccolte di dati, tuttavia secondo lo studio ERA la degenza media è risultata di 6,9 gg. per i maschie 6,8 per le femmine in regime ordinario. Su alcuni profili, tuttavia, nelle malattie del sistema circolatorio, dell'apparato digerente, dell'apparato respiratorio, del sistema osteomuscolare e connettivo si rileva una degenza media più elevata nelle donne rispetto agli uomini " Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 208), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7) ) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176.
Il paragrafo 1 "le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. le criticità del sistema. Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia.
Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni di attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR. Per fare questo è necessaria il rispetto e la continuità con quanto previsto nel piano di rientrò di riqualificazione e riorganizzazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia nel luglio del 2010.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 361) presentato dalla Consigliera Cerutti: Emendamento all'Allegato A) del testo unificato delle Delibere 164 e 176 Alla pagina 7 - Capo 1.1 La Programmazione si propone di sostituire la frase composta dalle parole: "Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi di acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico logistiche. " con la seguente: "Dal punto di vista organizzativo, si deve deve riconoscere la necessità di collaborazione e sinergia tra le singole aziende specificamente rispetto le funzioni di acquisto di beni e servizi logistica e i sistemi informativi. " Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 361), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 209) presentato dalla Consigliera Artesio: Emendamento Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 7. Cap. 1.1, prima riga, dopo le parole: "Si deve" Sostituire "definitivamente passare (...) necessità di articolarne" con: "consolidare il principio di cooperazione in rete già impostato dal precedente PSSR 2007/2010 per articolare alcune funzioni (...)." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 209), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.1 "la programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dai punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi di acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche. Per la realizzazione di quanto indicato si deve sempre considerare quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e di riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia.
Tale evoluzione si correla ad obiettivi nonché di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli di assistenza.
Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione/erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governante atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il S.S.R.
consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio assistenziali, con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse mane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.1 "la programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con io sviluppo di processi produttivi di acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche. Per fare questo è necessaria l'osservazione di quanto già presente in ambito nazionale.
Tale evoluzione si correla ad obiettivi di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli di assistenza.
Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione / erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il S.S.R.
consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio assistenziali, con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 il paragrafo 1.1 "la programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi di acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche.
Tale evoluzione si correla ad obiettivi di maggiore efficientamento dei sistemi nonché di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli di assistenza.
Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di «produzione / erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il S.S.R.
consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio assistenziali, con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 167) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Gariglio, Lepri, Taricco, Manica, Laus: Emendamento all'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" Al paragrafo 1.1 "La programmazione" a pagina 8, dopo le parole" consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali;"aggiungere il seguente ulteriore punto: "- inadeguato coinvolgimento degli enti locali nella "Salute in tutte le politiche;" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 210) presentato dalla Consigliera Artesio: Emendamento Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 8 Quarto paragrafo, secondo punto elenco: è abrogato Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 210), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 211) presentato dalla Consigliera Artesio: Emendamento Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 8. Quarto paragrafo, quinto elenco puntato abrogare: "Bacino di popolazione (...). il Distretto è garante." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 211), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.1 "la programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi di acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche.
Tale evoluzione si correla ad obiettivi nonché di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli di assistenza.
Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione I erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il S.S.R.
consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio assistenziali, con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti. L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari, garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire, soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
Quanto indicato comporta una fondamentale condivisione degli obiettivi con tutti gli operatori coinvolti nella realizzazione della nuova programmazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare, entro e non oltre 3 mesi, e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione, acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 li paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. ll PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. Entro il 31 marzo dell'anno successivo i dati della valutazione e del monitoraggio devono essere resi disponibili. La non pubblicizzazione comporterà l'automatico decadimento delle direzioni delle Aziende Sanitarie regionali inadempienti. i dati di in particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale.
L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni, specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dai Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. In questo caso le singole aziende sanitarie regionali,coordinate tra loro, devono provvedere alla stesura di un protocollo sul modello previsto per la farmaceutica. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni, specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 li paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza.
Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo. Anche questo tipo di attività devono essere sottoposte a monitoraggio e valutazione costante. Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. li monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. il recupero dí appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 II paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza. Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della, domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo. Devono essere indicati chiari obiettivi in linea alle prestazioni già presenti sul territorio nazionale.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 212) presentato dalla Consigliera Artesio Emendamento Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A pag. 9. Punto 1.2 "L'appropriatezza" quarto capoverso Dopo le parole: "(...) perseguirne l'appropriato utilizzo" aggiungere: "Queste tendenze si ritrovano anche nel movimento dell'Health Technology Assessment (Hta), molto diffuso in Canada e più recentemente in Europa, che studia le implicazioni mediche, sociali etiche ed economiche dello sviluppo, della diffusione e dell'uso di tecnologie sanitarie" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 212), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 ll paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e valutazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale; di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo; di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard diriferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 18) ) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un Iato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, in linea con le migliori pratiche già presenti sul territorio sia regionale che nazionale, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale,ove se ne dimostri la possibilità.Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un Iato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di monitorare e governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricoverodiurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale, consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie, sociali e territoriali. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post-acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte - Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.2 "l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento della inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti di appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti di appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano di attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato di efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata di assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume di attività di assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard diriferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. 11 monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Tale patrimonio informativo deve essere leggibile costantemente aggiornato e disponibile a tutti i cittadini. Il recupero di appropriatezza nell'Area della post-acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte - Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dal Consigliere Buquicchio Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.3 "la qualità percepita" è modificato come segue: 1.3 La qualità percepita La qualità percepita dai cittadini è stata determinata con varie iniziative a livello delle ASR Piemontesi. I risultati, anche se frammentari e raramente confrontabili, hanno dimostrato in generale una buona qualità percepita da parte dei cittadini.
Tra gli esempi di maggior rilievo, l'indagine condotta dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sulla soddisfazione dei cittadini rivolta ai servizi sanitari territoriali, che, nel 2009, ha coinvolto 4.992 piemontesi. Dall'indagine si rileva che il medico di medicina generale (MMG) è il professionista che gode di uno fra i più elevati livelli di fiducia da parte della popolazione piemontese (84%). Giudizi molto positivi sono stati forniti sulle capacità relazionali e di comunicazione del medico (ascolto, coinvolgimento, tempo dedicato, ecc.), a conferma dell'importanza del rapporto interpersonale fra professionista e paziente.
I dati sul pediatra di libera scelta (PLS) indicano un livello di fiducia buono o ottimo nell'81°/0 degli intervistati, solo lievemente inferiore a quello del medico di medicina generale. Buono anche il giudizio sulle capacità relazionali dei pediatri e sulle competenze.
Nel 2010, attraverso un questionario somministrato dall'Associazione "Cittadinanza Attiva" col supporto dell' A.Re.S.S., circa 3.000 cittadini piemontesi hanno avuto la possibilità di esprimersi, manifestando un consenso elevato. L'86,3% degli utenti intervistati ha, infatti, promosso l'associazionismo e, da un'analisi più approfondita dei dati, è emerso come più del 90% degli intervistati valuti "positiva" la presenza di tali forme.
Per quanto riguarda, invece, "l'accesso" in termini di comodità per la fruizione dei servizi, gli utenti si sono espressi globalmente con una percentuale di estremo favore, che supera il 90% e che pare dimostrare che la distribuzione territoriale dei gruppi presi in esame risponda alle esigenze della cittadinanza. Anche dai dati inerenti l'umanizzazione è emersa una percentuale di valutazione positiva che supera il 70% dei consensi. Si può quindi affermare che la risposta più che soddisfacente espressa dai cittadini intervistati sia la tangibile dimostrazione che l'offerta sanitaria è capace di soddisfare ampiamente le esigenze di salute dei cittadini.
L'indagine effettuata dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha anche valutato il grado di soddisfazione degli utenti in merito ai servizi di Pronto Soccorso. A tal scopo è stato utilizzato un campione stratificato per punti di erogazione dei servizi d'emergenza e per Codice Colore, estratto da una popolazione di utenti maggiorenni che si sono serviti degli stessi nell'arco di tre settimane fra gennaio e marzo 2010.
L'indagine ha rilevato, in tutto il Piemonte, un giudizio ottimo o buono sulla qualità dell'assistenza ricevuta da parte dell'83,9% del campione valutato, cui si deve aggiungere un altro 11% di intervistati che esprimono un giudizio di sufficienza. Il risultato globale appare estremamente lusinghiero per quanto concerne la cortesia, la disponibilità, il rispetto della persona, la competenza professionale, gli aspetti della comunicazione, riferiti agli operatori sanitari sia medici sia infermieristici. Sono invece risultati carenti gli aspetti legati al comfort, alla pulizia degli ambienti, all'accoglienza e all'umanizzazione ai tempi di attesa, all'informazione (notizie sul codice assegnato) nel momento del primo impatto col Pronto Soccorso.
E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure.
Tale attività di benchmarking deve riguardare non solo il territorio regionale bensì quello nazionale ed internazionale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dal Consigliere Buquicchio: Emendamento all'allegato A del Testo unificato PDCR 164 e 176 Il paragrafo 1.3 "la qualità percepita" è modificato come segue: 1.3 La qualità percepita La qualità percepita dai cittadini è stata determinata con varie iniziative a livello delle ASR Piemontesi. I risultati, anche se frammentari e raramente confrontabili, hanno dimostrato in generale una buona qualità percepita da parte dei cittadini.
Tra gli esempi di maggior rilievo, l'indagine condotta dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sulla soddisfazione dei cittadini rivolta ai servizi sanitari territoriali, che, nel 2009, ha coinvolto 4.992 piemontesi.
Dall'indagine si rileva che il medico di medicina generale (MMG) è il professionista che gode di uno fra i più elevati livelli di fiducia da parte della popolazione piemontese (84%). Giudizi molto positivi sono stati forniti sulle capacità relazionali e di comunicazione dei medico (ascolto coinvolgimento, tempo dedicato, ecc.), a conferma dell'importanza del rapporto interpersonale fra professionista e paziente.
I dati sul pediatra di libera scelta (PLS) indicano un livello di fiducia buono o ottimo nell'81')/0 degli intervistati, solo lievemente inferiore a quello del medico di medicina generale. Buono anche il giudizio sulle capacità relazionali dei pediatri e sulle competenze.
Nel 2010, attraverso un questionario somministrato dall'Associazione "Cittadinanza Attiva" col supporto dell'A.Re.S.S., circa 3.000 cittadini piemontesi hanno avuto la possibilità di esprimersi, manifestando un consenso elevato. L'86,3% degli utenti intervistati ha, infatti, promosso l'associazionismo e, da un'analisi più approfondita dei dati, è emerso come più del 90% degli intervistati valuti "positiva" la presenza di tali forme.
Per quanto riguarda, invece, "l'accesso" in termini di comodità per la fruizione dei servizi, gli utenti si sono espressi globalmente con una percentuale di estremo favore, che supera il 90% e che pare dimostrare che la distribuzione territoriale dei gruppi presi in esame risponda alle esigenze della cittadinanza. Anche dai dati inerenti l'umanizzazione è emersa una percentuale di valutazione positiva che supera il 70% dei consensi. Si può quindi affermare che la risposta più che soddisfacente espressa dai cittadini intervistati sia la tangibile dimostrazione che l'offerta sanitaria è capace di soddisfare ampiamente le esigenze di salute dei cittadini.
L'indagine effettuata dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha anche valutato il grado di soddisfazione degli utenti in merito ai servizi di Pronto Soccorso. A tal scopo è stato utilizzato un campione stratificato per punti di erogazione dei servizi d'emergenza e per Codice Colore, estratto da una popolazione di utenti maggiorenni che si sono serviti degli stessi nell'arco di tre settimane fra gennaio e marzo 2010.
L'indagine ha rilevato, in tutto il Piemonte, un giudizio ottimo o buono sulla qualità dell'assistenza ricevuta da parte dell'83,9% del campione valutato, cui si deve aggiungere un altro 11% di intervistati che esprimono un giudizio di sufficienza. Il risultato globale appare estremamente lusinghiero per quanto concerne la cortesia, la disponibilità, il rispetto della persona, la competenza professionale, gli aspetti della comunicazione, riferiti agii operatori sanitari sia medici sia infermieristici. Sono invece risultati carenti gli aspetti legati al comfort, alla pulizia degli ambienti, all'accoglienza e all'umanizzazione ai tempi di attesa, all'informazione (notizie sul codice assegnato) nel momento del primo impatto col Pronto Soccorso.
E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure.
Per questo motivo sarà predisposto un coordinamento delle varie aziende sanitarie regionali per predisporre un programma condiviso d'indagine da utilizzare in modo constante ed uniforme su tutto il territorio Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 166) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Gariglio, Lepri, Taricco, Manica, Laus: Emendamento all'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" Al paragrafo 1.3 "La qualità percepita" a pagina 10, dopo le parole "E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure." Sono inserite le parole: "Molto utile sarà la prosecuzione della attività della Rete HPS &HS piemontese." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 166), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, penserei di fare un piccolo intervallo: adesso bisogna firmare, qui alla mia sinistra, per la chiusura della seduta serale; dopo aver firmato l'uscita, si può già firmare l'entrata per la seduta successiva, alla mia destra.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23.55)



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