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Dettaglio seduta n.200 del 29/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cantore, Cortopassi, Cota Giordano, Leo, Montaruli.
Il numero legale è 26.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Richiamo quindi l'attenzione dei Consiglieri, e in particolare dei Capigruppo.
L'elenco a vostre mani è un promemoria che vi è pervenuto come da accordi presi in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3 l.r. 25/2006) - Elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale)


PRESIDENTE

Per quest'elezione è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi (40 voti)


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 132 "Designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza" (l.r. 31/2009)


PRESIDENTE

eletto il candidato che ottiene il voto dei 2/3 dei Consiglieri assegnati al Consiglio regionale. Dopo la terza votazione, è eletto il candidato che ottiene la maggioranza dei voti dei Consiglieri assegnati al Consiglio regionale (maggioranza semplice)


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione" (l.r. 28/2009)


PRESIDENTE

La designazione è effettuata a maggioranza dei 2/3 dei Consiglieri assegnati alla Regione (40). Qualora nella prima votazione non sia raggiunta la predetta maggioranza, il Garante è designato con la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 183 "Compagnia di San Paolo" - (articolo 8 comma 1, lettera b e articolo 9 Statuto Compagnia) - Consiglio Generale Designazione di 1 Consigliere

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 148 "Agenzia di Accoglienza e di Promozione Turistica Locale della Provincia di Asti" - Asti Turismo - ATL (articolo 16, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - nomina di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 149 "Istituto Universitario di Studi Europei" (articolo 7, Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - designazione di 2 membri

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 188 "Azienda speciale della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola - (articolo 8, Statuto dell'Ente) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 189 "Fondazione Teatro Piemonte Europa" (articolo 18 Statuto Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti designazione di 1 membro effettivo con funzioni di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 181 "Fondazione Luigi Einaudi" - (articolo 7 Statuto della Fondazione) - Comitato di Indirizzo - nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 180 "A.S.F.I.M. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vercelli" - (articolo 8, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 174 "Comitato consultivo del Centro 'Gianni Oberto'" - (articolo 3, legge regionale 24/1980 mod. dalla l.r. 5/1983) nomina di 1 componente in sostituzione del signor Roberto Serra

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 172 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP" - (articolo 11, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 componente in sostituzione del signor Carmelo Inì

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 170 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP" - (articolo 13, Statuto dell'Ente) - Comitato Tecnico Scientifico - designazione di 1 componente in sostituzione della signora Tiziana Maglione

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 173 "Museo Regionale dell'Emigrazione" dei Piemontesi nel Mondo - (articolo 4, legge regionale 13/2009) - Comitato di gestione - Designazione di 1 rappresentante in sostituzione della signora Bruna Peyrot

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 192 "Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza" - CO.RE.SA. (articoli 3 e 4, legge regionale 30/1984 e s.m.i.) - nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Francesco Guidi (dimissionario)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 190 "Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura" (Articolo 15 Statuto Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti - designazione di 1 membro effettivo

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 184 "Osservatorio di Frutticoltura 'Alberto Geisser'" (Articolo 9 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - designazione di 1 Revisore

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 185 "CESMEO" - Istituto Internazionale di Studi Asiatici Avanzati - (Articolo 5 Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 2 rappresentanti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 186 "CESMEO" - Istituto Internazionale di Studi Asiatici Avanzati - (Articolo 8 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 Revisore

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 187 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" Articolo 14 Statuto Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti nomina di 1 Revisore dei Conti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 182 "Consorzio per il Sistema Informativo (CSI Piemonte)" - Consiglio di Amministrazione - (articolo 12, Statuto del Consorzio) - nomina di 2 membri di cui uno anche in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto


PRESIDENTE

Procediamo a distribuire le schede ai soli Consiglieri presenti; man mano che arrivano, i colleghi si avvicinino per prendere le schede.
Nel frattempo, il numero legale è salito a 27.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Momigliano" di Ceva (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Momigliano" di Ceva, classe III D, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali do il benvenuto.
C'è un po' di disordine, in quanto stiamo procedendo all'esame di un punto particolare, quello della nomina dei rappresentanti delle Regione in alcuni enti, quindi è necessario procedere con una votazione, diciamo che è un momento non ordinario. Grazie della visita.


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, con le procedere inerenti alla nomine.
Il seggio è composto dal Vicepresidente Boniperti, nonché dai Consiglieri Segretari Ponso e Novero.
Il Consigliere Segretario Ponso andrà nelle vicinanze dell'urna e voterà per primo.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali. Procediamo allo spoglio delle schede.
Dichiaro chiuso il punto relativo a "Nomine".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n.
176, di cui al punto 6) dell'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.



PARTE PRIMA

Emendamento rubricato n. 237) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 25. Punto 2.5 "La qualità e le professioni sanitarie" penultimo capoverso Dopo le parole: "(...) alla gestione del rischio." aggiungere il seguente paragrafo: "In particolare si provvederà a garantire continuità il servizio di Biblioteca virtuale scientifica (BVS-P) che ha assicurato al sistema sanitario regionale la negoziazione e conservazione dei periodici e delle banche dati utili all'informazione e all'aggiornamento degli operatori; la migliore finizione delle risorse bibliografiche; la formazione degli operatori nella ricerca di informazioni in ambito biomedico in una logica di universale accessibilità.
Inoltre la biblioteca virtuale, oltre che validissimo strumento per la comunità medica piemontese, ha garantito al sistema un notevole risparmio.
Nel 2009 la Regione spendeva per le risorse bibliografiche 2.248.888 euro nel 2011 1.670.979. Nel contempo gli iscritti al servizio sono aumentati in modo esponenziale: dai 791 al 30/06/2010 ai 5928 al 1/08/2011".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Tengo ad illustrare quest'emendamento perché mi auguro che i colleghi trovino ragioni per condividerlo. L'emendamento insiste sul paragrafo riguardante le professioni sanitarie e, in modo particolare, sul rafforzamento delle competenze per quello che riguarda la possibilità di un aggiornamento costante.
Negli ultimi anni l'Amministrazione regionale aveva avviato, con atto deliberativo e in forma sperimentale, il ricorso alla biblioteca virtuale scientifica. Questa scelta era stata adottata da un lato per evitare la frammentazione degli abbonamenti da parte delle singole Aziende, dall'altro lato per consentire una banca dati di accesso a sistemi di formazione riviste, pubblicazioni, periodici, articoli - che, essendo accessibile sia ai medici di medicina convenzionata sia ai medici dipendenti, costituisse una sorta di accumulazione di conoscenza, fruibile da una platea più ampia di quanto non potesse avvenire in passato, proprio perché gli abbonamenti delle singole Aziende erano diversificati e proprio perché il singolo professionista selezionava le scelte, anche economiche, di adesione ad abbonamenti e a riviste scientifiche.
L'operazione si è rivelata vincente, sia perché ha ridotto complessivamente i costi - faccio solo riferimento al fatto che nel 2009 la Regione spendeva per le risorse bibliografiche 2.248.888 euro e nel 2011 ne ha spesi, con la biblioteca virtuale, 1.670.979 - sia perché gli iscritti sono aumentati in maniera esponenziale.
Quando era stata ventilata, da parte dell'attuale Amministrazione l'intenzione di concludere il periodo di sperimentazione, da più parti sia gli Ordini professionali sia i singoli professionisti sia i Servizi di formazione delle ASL - si era invece sottolineata la necessità di confermarla.
Con quest'emendamento, propongo che questa soluzione venga adottata come soluzione strutturale e venga quindi a buon diritto contemplata nel Piano, nell'articolo dedicato alla qualità delle risorse professionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questa della biblioteca virtuale è una questione della quale ci siamo occupati - io e la Consigliera Artesio - sollecitati anche dai medici che lavorano nei ospedali, e non solo da loro; da loro in maniera particolare ma si trattava di un sistema che riguardava anche l'aggiornamento dei medici di famiglia. L'idea di sospendere - adesso non sappiamo esattamente come stanno le cose e quindi se quest'aggiornamento sia stato sospeso o meno - questo importante strumento - lo dico ad un Governo regionale che usa l'espressione "mettere in rete" come chi ha un figlio che si chiama Giulio utilizza la parola "Giulio", e cioè la utilizza frequentemente toglie un'esperienza di messa in rete della formazione professionale individuale dei medici, che aveva riscosso un grande successo e che aveva consentito anche di ottenere notevole risparmio.
vero che molti specialisti sono abbonati alle riviste della specialità della quale si occupano: personalmente pago l'abbonamento a quattro-cinque riviste nazionali ed internazionali per quello di cui mi occupo e considero questo strumento indispensabile per capire cosa succede nelle altre parti del mondo. In questi anni in cui mi sono occupato molto di Regione, è stato più utile questo strumento che mille altri.
L'idea quindi che questo strumento possa essere abbandonato è un'idea che non ha visto la condivisione del personale delle nostre Aziende sanitarie e nemmeno di alcuni Consiglieri regionali che di questo si sono occupati.
Finisco con questo, Presidente: ho presentato un piccolo disegno di legge - perché così ci è stato detto di fare - che istituisce la biblioteca virtuale del Piemonte. Non so se l'emendamento che la Consigliera Artesio ha presentato basterà; mi auguro che basti, altrimenti cercheremo un'altra strada per evitare che quest'esperienza finisca, con l'impoverimento della capacità professionale dei nostri professionisti.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 232) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" Inserire: "La crisi economico-finanziaria sta imponendo al sistema di welfare revisioni e ridimensionamenti che rischiano di andare oltre il pur necessario contenimento delle inefficienze e il doveroso contributo al risanamento della finanza pubblica. Il rischio è che, di fronte alle gravi difficoltà, siano sacrificati i principi di fondo. La crisi non pu diventare la giustificazione di un rovesciamento dei principi".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Sottrarrò all'intervento il tempo che ho dedicato alla ricerca dell'emendamento.
Questa proposta fa riferimento alle preoccupazioni - che sono state ripetutamente avanzate dai colleghi del Consiglio regionale durante la discussione sia del Piano Socio Sanitario sia della legge di bilancio relative alla riduzione delle risorse per il sistema del welfare nel suo complesso. Ora, anche il testo attuale del Piano Socio Sanitario sotto il nostro esame fa riferimento alla complicata situazione di finanziamento o, se vogliamo, di co-finanziamento Stato-Regioni-Comuni - a cui potrebbe sottostare il sistema dello stato sociale, nel nostro Paese e nella nostra Regione.
Sarebbe però opportuno - così come viene ripetutamente fatto nel dibattito politico - affermare, accanto alla preoccupazione, anche un impegno. Qual è l'impegno al quale si fa riferimento? L'impegno che si chiede di iscrivere è che, nonostante le preoccupazioni riferibili alla ripetuta e consecutiva sottrazione di risorse, in ogni caso gli Enti pubblici desiderano - per la loro vocazione di Enti pubblici - mantenere fermo l'irrinunciabile principio relativo alla tutela dei diritti primari dei cittadini.
Infatti, la frase che propongo venga inserita è la seguente: "Il rischio è che, di fronte alle varie difficoltà, siano sacrificati i principi di fondo. La crisi non può diventare la giustificazione di un rovesciamento dei principi": un po'come si è fatto quando, affrontando in premessa il tema della compatibilità economica del servizio sanitario, si sono però ribaditi i criteri di universalità e di equità di accesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 233) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" inserire: "Il quasi totale azzeramento dei fondi statali per gli interventi sociali che nel 2013 saranno pari a circa un decimo di quelli stanziati nel 2008 la riduzione delle entrate delle Regioni e degli Enti locali e le incertezze legate al processo di attuazione del federalismo fiscale graveranno pesantemente sulle persone più fragili".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 233) insiste sul principio che ho appena richiamato e lo elabora con alcuni dati materiali, vale a dire l'azzeramento dei fondi statali per gli interventi sociali, che è un termine molto forte perché in realtà non è stato un azzeramento complessivo, ma un quasi totale azzeramento. Nel 2013 porterà il Paese ad una situazione tale, laddove non venisse modificata in legge finanziaria, per la quale gli interventi sociali vedranno la riduzione a un decimo degli stanziamenti del 2008, e questo rischia di rendere ancora più fragili le condizioni personali.
Di qui la necessità di mantenere, come ho detto con l'emendamento precedente, la priorità dei servizi e delle prestazioni a tutela delle persone più vulnerabili come una delle responsabilità dell'Ente pubblico.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Momigliano" di Ceva (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Momigliano" di Ceva in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame dell'emendamento n. 233).
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Durante queste sedute, abbiamo assistito alla trattazione delle questioni che guardano al sistema delle politiche sociali e abbiamo pure rivendicato la necessità di uno stanziamento di risorse adeguate a mantenere un sistema di welfare.
Con la stessa coerenza, vogliamo però ribadire che non accettiamo - e da qui l'inserimento di quest'emendamento - questo disimpegno da parte dello Stato nazionale sul fondo nazionale sulle politiche sociali.
La progressiva riduzione degli stanziamenti che porterà nel 2013 ad avere circa un decimo degli stanziamenti di soli cinque anni fa, che in modo particolare colpisce due ambiti di intervento delle politiche sociali quello della non autosufficienza e quello delle politiche per la famiglia dal nostro punto di vista è una situazione assolutamente negativa, che non possiamo accettare.
L'inserimento di questo comma all'interno del Piano Socio Sanitario tende a rappresentare in modo non dico forte, ma a ribadire questo tipo di concetto, assieme all'impegno che vogliamo esprimere nuovamente circa il fatto che noi non diamo per scontato che questo debba essere il risultato finale della situazione.
Da qui la forte sollecitazione che costantemente rivolgiamo affinché vi sia un ritorno di attenzione da parte della politica nazionale e della destinazione delle risorse sul piano nazionale almeno su questi due fondi quello della non autosufficienza e quello relativo alla disabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo semplicemente per sottolineare che, così come quando nelle varie finanziarie furono drasticamente ridotti i fondi destinati alle politiche sociali sul fondo nazionale facemmo rilevare che quella china su cui si erano incamminate le scelte nazionali avrebbero riverberato effetti devastanti sulla tenuta di un sistema di protezione sociale che ha garantito, io credo, anche al di là di un rispetto della dignità della vita di persone in molti casi meno fortunate nelle scelte e nei percorsi, così in questa fase crediamo importante rimarcare la necessità di un'attenzione su questo tema.
Abbiamo posto questo tra i temi centrali nelle scelte che la Regione deve e sarà chiamata a fare, perché crediamo che sia un passaggio importante. Da questo punto di vista, l'emendamento in oggetto tende a sottolineare la necessità di una grande attenzione su questo tema.
Crediamo che questo sia un emendamento importante e sarebbe importante che fosse accolto proprio perché crediamo che su questo tipo di tematiche non possa essere mai abbassata la guardia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Abbiamo sentito spesso in questi mesi dire che, se il governo regionale non aveva disponibilità economiche per finanziare i servizi, di questo era responsabile il Governo Monti.
Personalmente ho sentito il Presidente Cota fare queste affermazioni e mi pare che sia una frase utilizzata e un pensiero utilizzato dovendo fare l'opposizione, ovviamente, al Governo Monti da una parte importante della Lega Nord.
Bisogna avere il coraggio di dire ai cittadini che, se non ci sono risorse per i servizi sociali, questo dipende dal fatto che il Governo Berlusconi, di cui la Lega faceva parte, ha azzerato il fondo per non autosufficienza dagli 800 milioni di euro circa del 2008 ai 45 previsti nel 2013 e ha azzerato il fondo per non autosufficienza che il Governo Prodi aveva finanziato con 400 milioni di euro e del quale non è rimasta traccia.
Allora le risorse non ci sono non perché il Governo Monti - che noi sosteniamo con un po' di sofferenza, anzi con tante sofferenze - non abbia destinato a questo settore risorse, ma perché il responsabile del taglio di queste risorse è l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e naturalmente i Ministri che se ne occupavano (il Ministro Sacconi era Ministro del Welfare), nonché ovviamente la Lega che con Berlusconi ha governato in tutti questi anni.
Bisogna avere il coraggio di dire la verità. Quando dicevamo sempre al Governo regionale che il taglio di 900 milioni di euro in due anni da parte del Governo Berlusconi e di Tremonti non era sostenibile con il sistema sanitario e sociale di qualità che avevamo garantito fino a questo momento dicevamo la verità. E ci era stato risposto che bastava eliminare gli sprechi e il Piemonte sarebbe stato comunque in grado di dare risposte positive.
Finisco con una dichiarazione del Vicepresidente della Giunta Cavallera, che ha detto: "Il Piemonte può fare a meno in questi settori di 500-600 milioni di euro senza nemmeno accorgersene". Adesso stiamo vedendo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Vogliamo intervenire su quest'emendamento di cui è prima firmataria la collega Artesio, che abbiamo voluto sottoscrivere perché riteniamo questa una problematica particolarmente importante.
Abbiamo visto come nel corso del provvedimento legislativo precedente la discussione sui temi del socio-assistenziale sia stata una discussione importante sia dal punto di vista del reperimento di ulteriori fondi sia dal punto di vista dell'individuazione più certa di un livello di governance attraverso una proroga fino al 31/12/2012 del funzionamento degli attuali Consorzi socio-assistenziali, ma indubbiamente adesso che affrontiamo il testo relativo al Piano Socio Sanitario è molto importante che dentro a questo testo sia contenuta la rilevanza dei temi socio assistenziali, soprattutto alla luce di smobilitazione in tal senso delle politiche nazionali con il Governo precedente, fondi non riconfermati neanche dall'attuale Governo.
sempre più importante che in un testo così rilevante come quello del Piano Socio Sanitario le politiche di welfare, i loro finanziamenti e la loro realizzazione siano inserite come elemento chiave di un testo di programmazione fondamentale della nostra Regione.
Questa è la ragione per cui vogliamo ribadire questi temi con l'emendamento, tanto più che in un contesto di crisi economica e sociale qual è quello in cui ci troviamo la smobilitazione del welfare non solo non consente di uscire dalla crisi, ma deprime ulteriormente i consumi, oltre a mettere molte persone che anche fino a quel momento non lo erano in condizioni di gravi difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 234) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Lepri, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 25, punto 2.6, primo paragrafo, dopo le parole "prima ancora che destinatari di prestazioni" inserire: "Un'ampia letteratura scientifica mostra come nei paesi sviluppati migliori condizioni di vita possono essere raggiunte attraverso la riduzione delle diseguaglianze (economiche e sociali) e non solo attraverso l'aumento del Pil. In tale contesto le politiche sociali hanno il compito di ricordare che lo sviluppo richiede che siano eliminate le deprivazioni sociali, le limitazioni alla partecipazione alla vita della comunità. Per questo le politiche sociali devono diventare più ambiziose".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento completa la serie d'integrazioni di questo paragrafo che suggerisco. Non soltanto per fare riferimento alla responsabilità pubblica di tutela, come abbiamo fatto nell'emendamento precedente e in quello ancora precedente, ma anche al vantaggio pubblico nel mettere in atto, con servizi e prestazioni, questo tipo di tutele.
Credo di non svelare alcun contenuto originale se sottolineo come mai da molti anni, la letteratura scientifica abbia considerato il vantaggio derivante da interventi di carattere sociale a fini preventivi, ad esempio volti alla riduzione delle disuguaglianza, e la diffusione dello stato di benessere nelle persone e nelle comunità, vale a dire una condizione per la quale non ci troviamo poi ad accompagnare con politiche di riduzione dei danni delle situazioni di disuguaglianza e di disagio, ma riusciamo con interventi sociali a prevenirle.
Un classico esempio che veniva ricordato da moltissimi amministratori (in particolare, Sindaci) era questo, quando discutevamo del Fondo Sociale Regionale; se ci impedite di mettere in atto degli interventi preventivi perché le risorse vengono sospese - e noi ad esempio non potremmo incentivare gli affidi familiari - ci ritroveremo, di qui a qualche mese o di qui a qualche anno, a vedere un'ingiunzione del Tribunale dei minorenni per un affidamento del minore e questo non potrebbe che costarci, per ospitalità in centri famiglia e in comunità, ben più ci sarebbe costata l'incentivazione dell'affido familiare.
Quindi, l'investimento che si chiede di mantenere sulle politiche sociali non è semplicemente un richiamo ai buoni sentimenti, ma è anche una scelta oculata di politica pubblica che nel medio e lungo periodo comporta dei vantaggi economici.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho firmato quest'emendamento della collega Artesio, perché ritengo sia un emendamento importante che ripercorre temi e tesi già espresse in emendamenti che abbiamo trattato nella giornata di ieri, cioè dell'importanza che rivestono le condizioni economiche, sociali e di contesto di vita in cui vivono i cittadini su quella che è la qualità della loro salute e sulle condizioni che possono o meno alterare questo tipo di situazione.
Condividiamo assolutamente quest'emendamento che ha scritto la collega Artesio, perché crediamo sia assolutamente vero che le politiche sociali abbiano - e, connesso a questo, il contesto di vita, il tema delle deprivazioni sociali, le limitazioni che ci sono nei confronti dei cittadini - una ricaduta importantissima anzitutto sulla vita delle persone, ma in seconda battuta anche su quelle che dovranno essere iniziative di cura sanitaria per affrontare la perdita di salute che in questi contesti, nei contesti meno favorevoli e meno vantaggiosi, i cittadini hanno in percentuale più alta.
Quindi, da questo punto di vista, rimarcare la necessità di un'attenzione forte alle politiche sociali, in ultima analisi, è una modalità attraverso la quale, in qualche misura, agire su leve che hanno un'efficacia di prevenzione su fattori che minano la tutela della salute e che, diversamente, non sarebbe possibile portare avanti. Quindi, in questo senso l'attenzione alle politiche sociali è a tutti gli effetti un'azione di prevenzione per il mantenimento della salute nei contesti di vita delle persone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento entra, rispetto a quello precedente, più ulteriormente nel merito di come, nei contesti di crisi economica e finanziaria, che in questo momento stanno imponendo al sistema di welfare dei forti ridimensionamenti, come si vada oltre a un pur necessario contenimento delle inefficienze e a un contributo del risanamento della spesa pubblica, ma si corre un rischio diverso, nel momento in cui dentro un contesto di crisi si taglia sul welfare.
Al momento in cui dentro un contesto di crisi si taglia sul welfare si corrono due seri rischi. Il primo. Quello di mettere persone che erano in condizioni di già grave difficoltà in difficoltà ulteriori con rischi molto gravi dal punto di vista della loro salute ma anche di una più ampia tenuta sociale complessiva.
Nello stesso tempo, si rischia di non intervenire su situazioni che prima della crisi non erano situazioni né gravi, né deprivate, né a rischio, ma che lo diventano per effetto della crisi stessa e per il peso che questa ha su una serie di categorie di persone che precedentemente non si trovano in queste condizioni.
C'è poi anche una ragione economica che non sottovaluterei. Non è assolutamente vero che se si deprime completamente il welfare e le tutele nei confronti di una serie si fasce di categorie si esca sempre più facilmente e più rapidamente dalla crisi, perché vi è una depressione compiuta dei consumi da questo punto di vista e vi è una difficoltà ulteriore non inferiore a individuare un percorso diverso.
Dentro a un contesto sanitario e socio-assistenziale queste problematiche diventano ancora più gravi e ancora più preoccupanti.
Pertanto, quest'emendamento non solo si giustifica, ma è fortemente contestualizzato rispetto alla realtà attuale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
L'emendamento della collega Artesio pone alcune questioni che richiederebbero davvero una riflessione più profonda, perché quando si afferma che lo sviluppo economico richiede politiche sociali adeguate, che lo sviluppo necessita di tutele nei confronti delle persone più deboli e più fragili, e che quanto più lo sviluppo va avanti in una società, tanto più si devono garantire coperture dal punto di vista sociale ad alcune categorie, si afferma anche che queste politiche sociali devono diventare più ambiziose.
Ebbene, in una società che cambia continuamente, penso che ci sia bisogno di una politica che, nel campo sociale, dia risposte nuove.
Il welfare che abbiamo conosciuto nel secolo scorso, grande conquista del Novecento, oggi ha bisogno di risposte nuove, perché sono cambiate le esigenze, cambia la società, aumenta l'età media, aumentano le persone che non trovano lavoro e che magari rischiano di stare a casa un periodo molto più lungo rispetto a chi, dieci-vent'anni fa, non trovava lavoro e viveva un periodo di disoccupazione molto più breve.
Insomma, ci sono tante questioni sulle quali bisognerebbe trovare delle risposte, perché uno sviluppo equilibrato ha bisogno di politiche sociali adeguate. Una società che vuole essere civile ha bisogno di dotarsi di uno stato sociale che sia adeguato ai nuovi bisogni dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

La Consigliera Artesio pone, apparentemente, una questione di principio. In effetti, l'emendamento sottolinea il valore di politiche sociali capaci di rimuovere disuguaglianze, ingiustizie, emarginazione ecc.
Sarebbe singolare che un Piano Socio Sanitario non si ponesse il problema di contenere un'affermazione come questa. Naturalmente sappiamo benissimo che non basta scrivere una cosa così nel Piano Socio Sanitario e che queste politiche vanno declinate con atti di governo, leggi, delibere coperture finanziarie, interventi nelle politiche di bilancio. Del resto in questi giorni, la nostra discussione ci ha diviso su questo, sul fatto che noi pensavamo, in coerenza con affermazioni come questa, che occorre destinare risorse adeguate alle politiche sociali. Questo è stato oggetto di una discussione e di uno scontro in Consiglio tra maggiorana e minoranza.
Tuttavia, vorrei sottolineare il fatto che un'affermazione come questa e coerenti politiche che devono seguire ad un'affermazione come questa sono tanto più necessarie in un momento come questo. In questi giorni mi è capitato, ma sarà capitato a molti colleghi, di discutere come la crisi produca una serie di effetti. Disoccupazione, licenziamenti, difficoltà stanno determinando, nelle persone e nelle famiglie, conseguenze fino a qualche mese fa inimmaginabili.
L'aumento delle dipendenze, per esempio, dall'alcool piuttosto che da altre cose, fenomeni di depressione, il fatto che la gente sia sempre più sola e non abbia prospettive. Tutto questo non è cosa che non riguarda la società e non riguarda la politica, essenziale per una politica che voglia invece, evitare questi fenomeni e al tempo stesso creare le condizioni perché non si creino e non si determinino situazioni di disagio sociale e di ingiustizia.
Per questo credo che l'emendamento che propone la Consigliera Artesio andrebbe compreso nel Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Emendamento rubricato n. 238) presentato dalla Consigliera Artesio Taricco, Reschigna, Lepri, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 26. Punto 2.6, primo capoverso, ultima riga dopo le parole "..
.solidarietà sociale" Aggiungere: "in coerenza con il proprio ruolo di advocacy e di assunzione di responsabilità pubblica per come definito dalle legislazioni n. 381/91 e n.
328/00".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 239) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Reschigna, Manica, Pentenero, Ronzani, Boeti, Muliere ed altri: Pag. 26, punto 2.6, terzo capoverso, ultima riga, abrogare le parole: "Superando il semplice paradigma professionale".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

un'altra di quelle proposte di correzione dal punto di vista dei linguaggi adottati. Questa nota, sulla quale insiste l'emendamento, fa riferimento alla necessità di un'accoglienza della persona da seguire, in questo caso parliamo delle attività inerenti i servizi di area socio sanitaria, in un senso che si direbbe olistico. Cioè prendendo in considerazione l'insieme della condizione personale, non solo la parte malata, non solo il dato della solitudine, ma la persona nella sua dimensione integrale e nelle sue relazioni. Per questo gli operatori sono indotti, in una logica di questo tipo, ad agire in maniera integrata, ed è giusto che, agendo in maniera integrata, modifichino e contaminino i rispettivi linguaggi e protocolli. Dire che questo sia un obiettivo è molto corretto, dire che va superato un paradigma professionale inscritto in questa frase quasi come arroccamento, è, forse, una nota ingenerosa delle attuali competenze del personale.
Suggerirei di eliminare quella parte conclusiva che nulla aggiunge al contenuto del capitolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 164) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Manica, Pentenero, Gariglio, Taricco, Boeti, Ronzani, Muliere ed altri.
Al paragrafo 2.6 "Le opportunità del welfare e il terzo settore" a pagina 14, dopo le parole: "La Giunta regionale definisce le modalità di collaborazione con le imprese del Terzo Settore, per istituire percorsi di collaborazione ed accompagnamento delle persone bisognose di relazioni umane con problemi di salute" sono inserite le parole: "in tale percorso si avrà cura di interloquire con le organizzazioni di terzo settore in grado di garantire la maggiore qualità, radicamento nel territorio ed effettiva coerenza con le finalità sociali." La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Abbiamo voluto, con quest'emendamento, inserire un ragionamento che il governo regionale ha teso a sottolineare nel rapporto con il Terzo Settore.
Quando abbiamo fatto le consultazioni nelle varie province del Piemonte, a fronte di una presa di posizione contraria da parte di quasi tutti i Sindaci, di molti amministratori, delle Organizzazioni sindacali che si sono espressi in maniera contraria al Piano, le organizzazioni del Terzo Settore, invece, proprio per le parole - uso un termine che non vuole essere offensivo - che blandivano questo settore, si erano espresse in maniera favorevole.
Noi abbiamo provato a spiegare che è difficile pensare che il Terzo Settore possa avere maggiori capacità di incidere sui bisogni di salute sociale dei cittadini, perché di questo in gran parte il Terzo Settore si occupa, a fronte di risorse che passavano da 136 milioni di euro a 36 milioni. Si trattava, quindi, soltanto di parole quelle che affidavano al Terzo Settore una maggiore responsabilità, che avevano l'obiettivo di blandire e di avere il consenso di una parte importante della storia cooperativa e sociale della nostra regione.
Con quest'emendamento vogliamo, in maniera più seria, dare un ruolo maggiore ad un settore che è in gran sofferenza. In gran sofferenza perch il Piemonte, come molte Regione d'Italia, non paga le cooperative.
Peraltro, come leggevo questa mattina, prima o poi questo Paese dovrà adeguarsi alla normativa europea che dice che bisogna pagare entro 30 giorni oppure al massimo entro 60 giorni. Quando questo Paese si adeguerà alla normativa europea, non riesco a capire in quale modo questo problema potrà essere risolto. Bisognerebbe cominciare ad attrezzarsi prima che ci obblighi qualcun altro a farlo.
Ci sono Regioni, come la Lombardia, che pagano in un tempo accettabile (60 giorni); ci sono altre Regioni come la Calabria che pagano in 1.550 giorni, ripeto 1.550 giorni (non riesco a capire come quelle cooperative le case farmaceutiche e tutti quelli che aspettano soldi dagli Enti pubblici possono continuare a svolgere il loro servizio).
L'emendamento aveva l'obiettivo di dare maggiore valore a questo settore, senza piaggerie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Come ha già detto il Consigliere Boeti, quest'emendamento s'inserisce in un paragrafo del Piano Socio Sanitario che esprime una volontà importante, quella di rafforzare il ruolo di collaborazione della sanità e del socio assistenziale piemontese, con il mondo del Terzo Settore che tanta parte ha avuto, e che probabilmente avrà, e vedrà rafforzato nella costruzione di un sistema capace di rispondere a tutti i bisogni e a tutte le esigenze delle nostre comunità e delle persone che in queste comunità fanno più fatica in questo momento.
L'emendamento si inserisce in un quadro in cui il rischio che si corre con questa ambizione, che in quanto tale è assolutamente condivisibile, è da una parte, di fare enunciazioni che rischiano di essere virtuali, perch senza le risorse a sostegno della volontà di ampliare la gamma delle possibilità di interventi, si rischia di tracciare percorsi che però, in modo concreto, non sono realizzabili; dall'altra, il rischio è di affermare quadri di riferimento che potrebbero essere - tra virgolette - troppo generici o solamente indicativi.
Il comma che proponiamo di inserire ha invece l'ambizione di creare il percorso per declinare, nel concreto, l'enunciazione delle scelte che si vogliono fare, con una collaborazione con quelle organizzazioni di Terzo Settore che hanno dimostrato, da una parte, di avere un forte radicamento sociale e, dall'altra, di essere capaci di fare qualità.
Anche qui, all'interno del mondo del Terzo Settore, non tutto è uguale e non tutti i segmenti e le facce sono capaci di interpretare allo stesso modo le sfide che i cambiamenti ci imporranno.
quindi importante privilegiare, in una sorta di rapporto bilaterale chi ha dimostrato sul campo di avere le carte in regola per poterlo fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Effettivamente, come ricordava il collega Boeti, durante la discussione del Piano c'è stata qualche incomprensione sul tema, se possiamo definirla in questo modo, perché noi riteniamo che il Terzo Settore abbia un ruolo fondamentale, ma non sostitutivo delle politiche del pubblico.
Sappiamo benissimo che, se non ci fosse il Terzo Settore, davvero bisognerebbe inventarlo, per gestire in particolar modo le politiche sociali sul nostro territorio. Non possiamo però pensare di diminuire il ruolo del pubblico per spianare la strada al Terzo Settore.
Il Terzo Settore - lo ripetiamo - interviene dove il pubblico non riesce ad arrivare. Da un lato, si vuole far svolgere un ruolo quasi sostitutivo, dall'altro abbiamo a che fare con quell'incongruenza legata ai tempi di pagamento che mette in ginocchio - letteralmente in ginocchio - il Terzo Settore. Ognuno di noi potrà fare decine di esempi che possono riportare in quest'Aula il dramma che vivono alcune cooperative e alcune associazioni che gestiscono in modo volontario alcuni servizi. Potrei fare l'esempio di un'associazione come l'ANFAS che, in due località della provincia di Alessandria gestisce centri diurni per disabili e portatori di handicap, ma non riesce a pagare gli stipendi degli operatori perché i tempi di pagamento sono lunghissimi (devo dire che si sono allungati soprattutto nell'ASL della provincia di Alessandria in questo ultimo anno).
Hai voglia a presentare bilanci in pareggio, se i tempi di pagamento si allungano! Forse bisognerebbe andare a vedere bene come vengono stilati i bilanci di quella Azienda sanitaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Il Terzo Settore è una problematica di grande importanza in generale perché, nella nostra realtà regionale, il numero di associazioni afferenti al Terzo Settore e a tutto il complesso sistema del volontariato è tra i più alti in Italia.
Questa è un'indicazione di una importante ricchezza che esiste nella nostra realtà regionale. Si tratta di associazioni, tra altro, impegnate in importanti ambiti di carattere sociale e socio-assistenziale - penso alle problematiche relative agli anziani, all'handicap e al materno-infantile quindi di grande rilievo.
Sappiamo che la collaborazione con il Terzo Settore è sempre importante, anche ci fossero, per il welfare, risorse che oggi non ci sono o si tende a non mettere nei bilanci nazionali o regionali. Anche se fossimo al massimo, da questo punto di vista, il pubblico non arriverebbe a garantire tutte le forme di assistenza possibili ed immaginabili, in un campo così vasto, così complesso e così articolato, in cui la presenza del Terzo Settore sarebbe comunque fondamentale. Tanto più lo è in una realtà come quella in cui viviamo, con gravi ristrettezze e restringimenti sempre più consistenti della spesa.
Il Terzo Settore è, da questo punto di vista, una risorsa importante.
Pertanto, la regolamentazione e la definizione dei rapporti, la valorizzazione dei tavoli, l'inserimento di questo punto all'interno del Piano Socio Sanitario regionale sono elementi di grande rilevanza per questa Regione che, da questo punto di vista, ha una lunga ed importante esperienza, ma lo sono, in particolare, in questo momento economico e sociale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Ricordo che durante la consultazione a proposito della riforma del centrodestra - messa poi in discussione durante le consultazione ed oggi infatti, il testo che stiamo discutendo e la parte che ne abbiamo approvato è cosa molto diversa da quella che la Giunta sottopose alla consultazione si enfatizzò il ruolo della cooperazione.
Ricordo che in quell'occasione diffusi furono gli apprezzamenti del Terzo Settore rispetto ad un'impostazione che lo valorizzava. Concordo con le affermazioni del collega Muliere: primo, non è in discussione, per quanto ci riguarda, il ruolo della cooperazione, anzi, noi indichiamo un emendamento che ne sottolinea il ruolo. Naturalmente non può essere sostitutivo del ruolo pubblico della sanità, perché in molti casi il Terzo Settore viene considerato in maniera tale da sostituire parti di sanità pubblica, anche quando invece non sarebbe necessario.
Qui ovviamente il fenomeno deve essere governato con molto rigore e con molta serietà, però c'è la questione posta dai colleghi, perché va benissimo rimarcare il ruolo del Terzo Settore e della cooperazione nelle politiche socio-assistenziali e nella sanità, però la questione posta in questi giorni è drammatica, da un certo punto di vista, perché si deve valorizzare il ruolo di questo settore, ma anche mettersi in condizioni di fare in modo che le cooperative che lavorano per la sanità e per il socio assistenziale abbiano i mezzi per andare avanti.
Invece abbiamo, non solo il fenomeno denunciato - e si spera risolto di risorse non trasferite a sufficienza, che avrebbero, per questa via messo in ginocchio il sistema delle cooperative, ma anche il fenomeno delle cooperative che hanno crediti esigibili che devono essere pagati e che nell'impossibilità di ricevere soldi loro spettanti dalla Regione, oggi vivono con sofferenza perché vedono concreto il rischio di non poter continuare la propria attività.
L'emendamento che poniamo sottolinea queste questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'emendamento, come ricordato in altri interventi, è uno degli emendamenti che ci permette di entrare nel merito e di approfondire meglio i temi trattati.
Il Terzo Settore è oggi ritenuto uno degli strumenti principali con il quale vengono portate avanti le attività all'interno della sanità e soprattutto, all'interno dei servizi sociali.
Troppo spesso la progettazione portata avanti con la cooperazione sociale e con il terzo settore non è stata una progettazione scelta perch si condividevano i principi e una modalità di lavoro, ma è stata utilizzata come modalità per poter risparmiare delle risorse. Con questa situazione oggi dobbiamo fare i conti, perché ci troviamo di fronte ad una situazione per la quale le aziende sanitarie e i consorzi stessi, di fronte ad un taglio delle risorse e di fronte ad una situazione di difficoltà di cassa preferiscono immaginare che le cooperative sociali e il terzo settore viva di una luce propria, e che quindi non abbia nemmeno bisogno delle risorse per poter continuare la propria attività. Pertanto, si fatica anche a garantire lo stipendio di tutti i lavoratori che quotidianamente portano avanti progetti importanti e che garantiscono la sopravvivenza dei servizi all'interno della nostra Regione. L'intento di rafforzare un rapporto con il Terzo Settore va fatto tenendo in considerazione una serie di principi fino ad oggi sottovalutati e non considerati gli elementi fondanti sui quali ragionare per definire come potere collaborare e lavorare insieme. Si è pensato soltanto ad uno strumento per potere risparmiare.
Quindi, ci auguriamo che quest'emendamento venga preso in considerazione e possa costituire un miglioramento all'interno del piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

C'è un'impostazione diversa che viene fuori in quel paragrafo del piano socio sanitario tra la proposta della Giunta e la posizione che il Gruppo PD ha espresso. E l'impostazione diversa sta sostanzialmente su questo piano: in quel paragrafo viene immaginato che il sistema degli Enti locali debba non gestire più il sistema del welfare e delle politiche sociali e affidarlo totalmente al privato, privato sociale e alle IPAB.
Noi riconosciamo il valore che ha nell'esperienza piemontese il privato, il privato sociale e le IPAB, non come elemento sostitutivo per del sistema pubblico, ma come elemento integrativo. E avvertiamo anche il pericolo che dietro quest'affermazione ci sia la consapevolezza che questa è la risposta ad un sistema che avrà meno risorse a disposizione. Ed è una risposta che tende a utilizzare un costo del lavoro inferiore, diritti dei lavoratori inadeguati e quant'altro.
Con quest'emendamento, riconoscendo il valore forte che il privato, il privato sociale e le IPAB hanno all'interno del sistema del welfare piemontese, vogliamo però dire che il rapporto con questo mondo non è un rapporto sostitutivo, ma un rapporto integrativo, riconoscendone il valore e l'importanza. Non può essere considerato come lo strumento attraverso il quale si vogliono risparmiare risorse economiche, ma semmai si vuole costruire quella sussidiarietà di tipo orizzontale che è uno dei principi costituzionali ai quali siamo più fortemente legati. Ma la sussidiarietà di tipo orizzontale non è lo strumento attraverso il quale si possono negare i diritti o si possono ottenere delle riduzioni rispetto al costo del lavoro delle persone impiegate nel sistema della protezione sociale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 240) presentato dalla Consigliera Artesio Taricco, Reschigna, Manica, Pentenero, Lepri, Boeti, Ronzani, Muliere ed altri: Pag. 26. Punto 2.6 quinto paragrafo. Il paragrafo da "Ciò comporta" a "server di protezione sociale" è abrogato.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Tengo molto ad illustrare quest'emendamento, che è un emendamento soppressivo. Ci tengo, perché quando io non capisco, inizio a costruire degli scenari, che se invece le questioni fossero chiare, potrebbero apparirmi più rassicuranti.
Questo paragrafo è già stato modificato, perché nella versione arrivata in Commissione era ancora più oscuro e si parlava di un istituto giuridico incomprensibile, quello della cessione, e non potendo argomentare il substrato formale di questo termine cessione, si è scelta una formula più amplia, che dice: "Ciò comporta nel rispetto della normativa vigente" - e ci mancherebbe altro che un'Amministrazione non proceda nel rispetto della normativa - "il pieno utilizzo degli strumenti di affidamento al terzo settore della gestione delle attività e dei servizi a gestione diretta delle ASL dei Comuni e dei consorzi... poiché se ne attende un rilevante risparmio da parte del sistema pubblico a cui rimarranno delegate esclusivamente le funzioni di tutela e di sostegno economico".
Non so se sia chiaro ai colleghi del Consiglio cosa viene prefigurato con questa opzione. Viene prefigurato che il pubblico dismetta la gestione diretta di alcuni servizi e, usando le forme oggi note, proceda a trasferirle in gestione a soggetti accreditati, in particolare in nome del principio della sussidiarietà orizzontale ai soggetti del terzo settore.
Vorrei sottolineare che un sistema misto, che consenta la comparazione delle forme gestionali pubbliche con quelle delle forme gestionali indirette, è sempre nel medio e nel lungo periodo vantaggioso, perch consente al pubblico di detenere la conoscenza e non dismetterla a favore di altri gestori, i quali, se diventeranno gli unici detentori, finiranno per dettare i capitolati di appalto, perché il pubblico non saprà più scriverli autonomamente. E questo è già un aspetto.
Ma una formula così generica insospettisce. Io non so quanti di voi si siano resi conto che abbiamo votato un disegno di legge che istituisce le Federazioni sovrazonali che, diversamente dalle Aree vaste della Toscana non sono enti di diritto pubblico, e forse quindi non saranno sottoposte allo stesso codice degli appalti. E senza colpo ferire in sette righe abbiamo votato una legge che lo stabilisce. Adesso, senza colpo ferire, in sette righe votiamo strumenti che spogliano il pubblico dalla gestione dei servizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Posso dire che trovo, in questo punto che la collega Artesio chiede di abrogare, una pesante invasione di campo da parte dell'Amministrazione regionale rispetto al sistema degli Enti locali. Scrivere all'interno di un piano socio sanitario che i Comuni devono dismettere le gestioni dei servizi, mi sembra un principio fortemente autoritario.
Prima ancora della discussione nel merito dello stesso, si esprime un principio autoritario che non rientra nell'ambito di intervento né sul piano legislativo né sul piano della funzione programmatoria da parte della Regione Piemonte.
Uno può discutere rispetto all'effettiva incidenza che una simile affermazione abbia nel sistema. Perché un paragrafo che dice che il pubblico non deve gestire più nulla - chi l'ha detto? - e che deve essere affidato tutto al sistema del terzo settore del privato, del privato sociale e delle IPAB, perché questo determina un risparmio economico sul sistema della protezione sociale, a me sembra, in primis, inaccettabile sul piano del merito. Ma prima ancora che inaccettabile sul piano del merito mi sembra un intervento a gamba tesa, con i tacchetti alzati, che la Regione non dovrebbe fare nei confronti del sistema degli Enti locali.
Credo che, invece, vada lasciato al sistema degli Enti locali la possibilità di valutare qual è lo strumento più idoneo, sia sul piano dell'efficienza economica, ma anche sul piano della qualità, al fine di garantire, nelle condizioni economiche migliori, lo svolgimento di un sistema dei servizi sociali nelle diverse realtà territoriali. Poi ci sarà chi lo affiderà al privato sociali, chi lo affiderà in parte e chi costruirà alleanze col privato sociale: sono tutti scenari assolutamente legittimi. Ma è giusto che sia il sistema dei poteri locali a deciderlo, e non un'amministrazioni ad imporlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Premetto che non ho capito bene cosa si intende per "server di protezione sociale". Non vedo l'Assessore, ma avevo già anticipato...



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Ci sono, ci sono!



LEPRI Stefano

Mi ero anche permesso una piccola ironia - forse non se la ricorda perché per quanto lei non sia della Lega Nord, qualcuno potrebbe dire che prima dell'inglese sarebbe meglio usare il piemontese! Non credo che la dicitura "server di protezione sociale" l'abbia scritta lei, ma noi non sappiamo cosa voglia dire e proprio per questo le abbiamo chiesto, visto che conosce l'inglese meglio di tutti noi un'interpretazione autentica (magari ce la darà nella replica).
Ci potremmo comunque risparmiare gli inglesismi, visto che l'italiano va benissimo.
A parte questo, in effetti qui c'è una forzatura. Essendomi occupato di questi aspetti, ho sempre puntato molto sulla logica dell'affidamento di molti servizi socio sanitari al terzo settore; tuttavia, non mi ero mai sognato di poter indicare, per Regolamento comunale, ciò che potevo fare (eventualmente proponendolo al Consiglio comunale), ovvero che tutti i servizi per norma fossero affidati ad una gestione di terzi. In alcuni casi la sua esperienza potrà confermarlo, visto che ce la ricorda sempre anche opportunamente - è preferibile il "make" piuttosto che il "buy" quindi non c'è una regola aurea per cui se si compra fuori si fa meglio.
Inoltre, forse, c'è anche qualche buona ragione per mantenere dei pezzi di "make", giusto per rimanere sull'inglesismo (del resto, i termini "make" e "buy" li conosciamo tutti, invece "server di protezione sociale" continua ad essere una dicitura misteriosa!).
Come dicevo, il "make" è talvolta suggeribile non solo perché il "buy" alla fine rischia di essere troppo forte, tanto da dettare le regole stesse della contrattualistica; ma anche perché in alcuni casi la gestione in proprio, almeno di pezzi del servizio, può suggerire anche una sorta di esperienza di gestione.
A questo possiamo aggiungere il fatto che le scelte di gestione socio sanitaria sono fatte sul bilancio comunale e regionale. Dunque, imporre per legge o per delibera di Consiglio regionale una forma di gestione anche a chi "mette la grana", mi sembra una forzatura eccessiva.
A Milano si dice "pago, spendo, pretendo"- faccio contenti due volte i leghisti, visto che cito il piemontese, ma anche uno dei loro ultimi baluardi - per cui credo che i Comuni, mettendo anche qualche quattrino potrebbero e dovrebbero anche poter dire la loro sul modo attraverso cui i servizi devono essere gestiti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Sorrido di fronte ad un emendamento come questo: il fatto che compaia in un Piano Sanitario presentato da una Giunta regionale guidata da un Presidente leghista, che fino a qualche giorno fa ci spiegava che la centralità degli Enti locali era un qualcosa di indiscutibile, è quantomeno singolare.
Stabilire nel Piano Sanitario che i Comuni - quei Comuni di cui si parlava in un certo modo, come architrave del nuovo sistema politico e istituzionale italiano, al punto che abbiamo ripensato la politica italiana in funzione del ruolo che i Comuni, le Province e le Regioni avrebbero dovuto avere nel nuovo Stato di impronta federalista - debbano oggi prendere atto che devono delegare a terzi tutti i servizi, è il colmo! una contraddizione incredibili tra le cose che si dicono e le cose che si scrivono nei documenti (in questo caso, nel Piano Sanitario).
Ma lasciate che siano i Comuni a decidere! Intanto scrivete in italiano tutto - perché, francamente, anche questo vezzo di mettere sempre qualche riferimento in inglese... Siccome ci rivolgiamo al Piemonte, quel Piemonte che voi vorreste tra l'altro in un certo modo, ancora più attento alle sue tradizioni, addirittura attento al suo dialetto, qui addirittura facciamo largo sfoggio di termini inglesi! È assurdo per una Regione governata da un Presidente leghista.
Ma al di là della questione di colore, c'è un punto di principio: decidano i Comuni sulla base di opzioni diverse. Vi saranno Comuni che decideranno di affidare i servizi al privato sociale, come ricordava il collega Lepri e prima ancora il Presidente Reschigna, altri che faranno scelte diverse.
Dovremmo dire ai Comuni: "Fate la scelta migliore fra le diverse opzioni", senza attaccarsi ad una sola soluzione. Questo sì che è un emendamento ideologico e assai poco autonomista!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho letto questo passaggio del Piano Socio Sanitario e, soprattutto nel secondo comma, mi ha colpito la modalità con cui è formulato il testo, che recita: "Grazie a tali sinergie, nel medio periodo si prevedono una crescita della risposta di servizio nell'area della cronicità, un miglioramento qualitativo delle prestazioni erogate, nonché un rilevante risparmio da parte del sistema pubblico". Qualcuno forse ha la bacchetta magica? Perché se affidando il servizio otterrò, come risultato, una crescita della risposta, un miglioramento qualitativo e una riduzione dei costi, benvenuto Mandrake! Mi sembra troppo semplice così. A meno che non si immagini che, per definizione, pagando meno il personale, si possano creare tutti questi efficaci ritorni positivi.
Non credo di poter essere tacciato come una persona che non ha sensibilità nei confronti di questo mondo, perché ho dedicato 15 anni della mia vita all'impegno per costruire questo mondo, quindi credo di poter affermare che questa realtà mi sta particolarmente a cuore. Ritengo, per che un approccio di questo genere sia devastante, perché voglio immaginare che questo sia un mondo - e lo è - capace di cogliere tante opportunità e di valorizzare tante possibilità, e non un mondo che fa di più spendendo di meno. Perché quel "di più spendendo di meno" lo pagano i lavoratori. E purtroppo, c'è una fetta importante di questo mondo, indebitamente incentivata dall'Ente pubblico per il solo scopo di ridurre i costi, che ottiene come risultato una precarizzazione e una strumentalizzazione di lavoratori che non fa bene a questo mondo e che non fa bene a nessun aspetto della nostra società civile. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Per riprendere quanto ha appena terminato di esprimere il collega Taricco, è davvero incomprensibile pensare che, nel momento in cui si affidano tutti i servizi o la gestione di tutti i servizi al Terzo Settore questi possano determinare risparmi.
Questa è davvero la prova provata che il Terzo Settore è ritenuto non un valore, ma un modo per poter gestire i servizi risparmiando, magari sottopagando il personale, non rispettando i contratti o quant'altro.
Questa è davvero la prova provata di quello che si pensa nel momento in cui si affidano i servizi al Terzo Settore.
Il Terzo Settore fa riferimento, intanto, a leggi nazionali ed esprime una serie di valori che attengono alle modalità con cui vengono gestiti e affidati i servizi.
Ognuno di noi ha la propria esperienza: il collega Taricco raccontava la propria e io, per professione, appartengo ad una cooperativa del Terzo Settore. Quindi, da un punto di vista dell'opportunismo individuale sarebbe molto più semplice poter dire che affidiamo tutti i servizi e la gestione al Terzo Settore. Invece, credo occorra una grande prudenza e una grande sensibilità nel momento in cui pensiamo di mettere in atto questo tipo di operazione.
Davvero, la pericolosità di questo articolo è l'assoluta negazione delle esperienze degli enti locali, che spesso possono scegliere di utilizzare il Terzo Settore. Però, nel momento in cui questo avviene, lo si sceglie in tutta la sua autorevolezza e in tutta la sua eccezione, non come strumento essenziale con il quale si intende gestire e organizzare i servizi all'interno del territorio piemontese.
Mi auguro vivamente che questo articolo venga modificato tenendo in considerazione l'emendamento che stiamo illustrando, valutando innanzitutto, l'elemento di negatività che si andrebbe a introdurre e a delegare al Terzo Settore, rinunciando a una funzione precipua degli enti locali e degli enti gestori dei servizi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza, chiederei una sospensione dei lavori per non più di 20-30 minuti, per una verifica dei lavori d'Aula.



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori alle ore 17.25.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.55 riprende alle ore 17.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che per esigenze - siccome questa riunione si protrae, è quasi un'ora che i lavori sono sospesi - e anche per una migliore organizzazione dei lavori chiuderei la seduta.
confermata la seduta serale delle ore 20 così tutte le discussioni politiche che dovessero servire possono svolgersi con tranquillità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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