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Dettaglio seduta n.2 del 18/05/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Dichiarando aperta la seduta, do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
In assenza di proposte di modifica l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.
È a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta del 3 maggio 2010.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Biolé.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Composizione Gruppi Consiliari e rispettive Presidenze - IX Legislatura


PRESIDENTE

In merito alla composizione dei Gruppi Consiliari e alle rispettive Presidenze della IX Legislatura, comunico che è stato costituito il Gruppo del "Popolo della Libertà", formato da 22 Consiglieri.



PRESIDENTE

Claudia PORCHIETTO: Presidente Augusta MONTARULI: Vicepresidente Marco BOTTA Franco Maria BOTTA Angelo BURZI Cristiano BUSSOLA Daniele CANTORE Valerio CATTANEO Fabrizio COMBA Alberto CORTOPASSI Rosa Anna COSTA Raffaele COSTA Girolamo LA ROCCA Lorenzo LEARDI Angiolino MASTRULLO Massimiliano MOTTA Luca PEDRALE Carla SPAGNUOLO Alfredo Roberto TENTONI Pietro Francesco TOSELLI Rosanna VALLE Gian Luca VIGNALE



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Lega Nord-Bossi", formato da 12 Consiglieri.



PRESIDENTE

Mario CAROSSA Presidente Michele MARINELLO Vicepresidente Antonello ANGELERI Gianluca BUONANNO Roberto COTA Roberto DE MAGISTRIS Massimo GIORDANO Federico GREGORIO Elena MACCANTI Riccardo MOLINARI Gianfranco NOVERO Claudio SACCHETTO



PRESIDENTE

È stato costituto il Gruppo "Partito Democratico", che ha dichiarato di essere Gruppo di opposizione, formato da 12 Consiglieri.



PRESIDENTE

Aldo RESCHIGNA: Presidente Stefano LEPRI: Vicepresidente Nino BOETI Davide GARIGLIO Mauro LAUS Giuliana MANICA Angela MOTTA Rocchino MULIERE Gianna PENTENERO Roberto PLACIDO Wilmer RONZANI Mino TARICCO



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Italia dei Valori, Lista Di Pietro", Gruppo di opposizione, formato da tre Consiglieri.



PRESIDENTE

Andrea BUQUICCHIO: Presidente Luigi CURSIO Tullio PONSO



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Movimento 5 Stelle", Gruppo di opposizione formato da due Consiglieri.



PRESIDENTE

Davide BONO: Presidente Fabrizio BIOLE': Vicepresidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Unione di Centro", Gruppo di opposizione formato da due Consiglieri.



PRESIDENTE

Giovanni NEGRO: Presidente Alberto GOFFI: Vicepresidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Gruppo Pensionati con Cota", formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Michele GIOVINE: Presidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Insieme per Bresso", Gruppo di opposizione formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Andrea STARA: Presidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Moderati", Gruppo di opposizione, formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Michele DELL'UTRI : Presidente È stato costituito il Gruppo "Per la Federazione-Sinistra Europea", Gruppo di opposizione, formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Eleonora ARTESIO: Presidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Sinistra Ecologia Libertà con Vendola" Gruppo di opposizione, formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Monica CERUTTI: Presidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Uniti per Bresso", Gruppo di opposizione formato da un Consigliere.



PRESIDENTE

Mercedes BRESSO: Presidente



PRESIDENTE

È stato costituito il Gruppo "Verdi Verdi-WWFF-l'Ambientalista per Cota" formato da un Consigliere



PRESIDENTE

Maurizio LUPI: Presidente


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Costituzione Giunta regionale per le elezioni - Regolamento Commissione Nomine


PRESIDENTE

Comunico, inoltre, che è stata costituita la Giunta per le elezioni, la Giunta per il Regolamento e la Commissione Nomine.
Comunico che, ai sensi dell'articolo 16 del Regolamento interno, ho nominato, in data 17 maggio 2010, su designazione dei Presidenti dei Gruppi del Consiglio regionale, i Consiglieri che costituiscono: Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità.
Franco Maria Botta, Marco Botta, Daniele Cantore, Fabrizio Comba, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta Claudia Porchietto, Carla Spagnolo, Rosanna Valle, Antonello Angeleri Mario Carossa, Michele Marinello, Riccardo Molinari, Gianfranco Novero Rocchino Muliere, Gianna Pentenero, Gianni Wilmer Ronzani, Andrea Buquicchio, Luigi Ponso, Davide Bono, Giovanni Negro, Michele Giovine Andrea Stara, Michele Dell'Utri, Eleonora Artesio, Monica Cerutti, Mercedes Bresso, Maurizio Lupi.



PRESIDENTE

In data 14 maggio, Giunta per il Regolamento.
Marco Botta, Angelo Burzi, Alberto Cortopassi, Augusta Montaruli, Antonello Angeleri, Gianluca Buonanno, Gianfranco Novero, Davide Gariglio, Rocchino Muliere, Aldo Reschigna, Andrea Buquicchio, Fabrizio Biolé, Alberto Goffi Michele Giovine, Andrea Stara, Michele Dell'Utri, Eleonora Artesio, Monica Cerutti, Mercedes Bresso, Maurizio Lupi.
In data 17 maggio 2010 sono stati eletti Alberto Cortopassi e Davide Gariglio Vicepresidenti della Giunta per il Regolamento.



PRESIDENTE

In data 14 maggio 2010, Commissione consultiva per le nomine: Daniele Cantore, Fabrizio Comba, Augusta Montaruli, Claudia Porchietto Mario Carossa, Roberto De Magistris, Federico Gregorio, Nino Boeti, Angela Motta, Mino Taricco, Luigi Cursio, Davide Bono, Alberto Goffi, Michele Giovine, Andrea Stara, Michele Dell'Utri, Eleonora Artesio, Monica Cerutti Mercedes Bresso, Maurizio Lupi.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

d) Designazione Vicepresidente del Consiglio regionale Vicario (decisione U.d.P. del 12 maggio 2010)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 7, comma 2 del Regolamento, il Vicepresidente Placido sostituirà, a far data dal 12 maggio e fino al 12 novembre 2010, il Presidente in caso di suo impedimento temporaneo.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

e) Decisione Corte costituzionale in ordine a legge regionale n. 11/2009


PRESIDENTE

In data 13 maggio è stata depositata la sentenza della Corte Costituzionale n. 170 del 2010 con la quale la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale per violazione dell'articolo 6 Cost. delle seguenti disposizioni della legge della Regione Piemonte 7 aprile 2009, n. 11 ("Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte"): art. 1, comma 1, limitatamente alle parole "la lingua piemontese," art. 2, comma 2, lettera c) nella parte in cui si riferisce alla "lingua piemontese" art. 2, comma 2, lettera g), "in piemontese e" art. 2, comma 2, lettera d), limitatamente alle parole "della lingua piemontese," art. 2, comma 2, lettera i) limitatamente alle parole "alla lingua piemontese e"



PRESIDENTE

La Corte ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità, sollevate dal Governo, relativamente all'articolo 1, comma 3; articolo 3, comma 5 e dell'articolo 4 della nostra legge.



PRESIDENTE

In definitiva, la Corte ha ritenuto che la Regione Piemonte possa assumere iniziative di promozione e valorizzazione dello studio del dialetto piemontese, senza che a tale dialetto si possa attribuire la tutela costituzionale riconosciuta alle minoranze linguistiche.


Argomento: Bilanci preventivi

f) Deliberazioni variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 10 maggio 2010 ha trasmesso, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte"), n. 9 deliberazioni del 16 marzo 2010, n. 4 deliberazioni del 22 marzo 2010, n. 17 deliberazioni del 29 marzo 2010 e n. 3 deliberazioni del 7 aprile 2010. (Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione di Massimiliano Ramadù e di Luigi Pascazio, militari caduti in Afghanistan il 17 maggio 2010


PRESIDENTE

Prima di iniziare i nostri lavori, volevo procedere ad una commemorazione dei militari uccisi in Afghanistan e poi chiedere, al termine, un minuto di silenzio.
Nelle prime ore di ieri, 17 maggio, i reparti delle Forze Armate italiane di stanza in Afghanistan sono state oggetto di un gravissimo attacco, che ha portato alla morte di due militari e al ferimento di altri due.
Questa mattina nella capitale del Paese, Kabul, le forze talebane hanno realizzato un altro analogo attentato contro un convoglio NATO, che ha provocato, dalle prime notizie pervenute, oltre venti morti fra civili afgani e militari statunitensi e canadesi.
Nell'esplosione del blindato Lince italiano, inserito in un convoglio partito da Herat e diretto a Bala Murghab, nel nord del Paese, hanno perso la vita il Sergente Massimiliano Ramadù e il Caporalmaggiore Luigi Pascazio, mentre sono stati gravemente feriti - ma non sono in pericolo di vita - il Caporale Cristina Buonacucina e il 1° Caporalmaggiore Gianfranco Scirè.
Tutti i militari coinvolti appartengono al 32° Reggimento Genio Guastatori della Brigata Alpina Taurinense e, nell'ambito del contingente italiano in Afghanistan, sono inseriti nella Task-Force Genio, unità tra i cui compiti vi è quello di controllare e bonificare gli itinerari percorsi dalle pattuglie e dai convogli militari.
La Brigata Alpina Taurinense, di stanza a Torino, si trova attualmente in quel Paese, al comando del Generale Claudio Berto, impegnata nella missione di pace e di stabilizzazione delle istituzioni democratiche.
Il Sergente Massimiliano Ramadù, nato a Velletri (Roma) l'8 febbraio 1977, prestava servizio nell'Esercito fin dal 1998. Dopo il matrimonio dello scorso luglio, viveva a Torino con la moglie.
Il caporalmaggiore Luigi Pascazio, nato a Grumo Appula (Bari) il 23 novembre 1985, era stato arruolato nel 2005 come volontario in ferma prefissata di quattro anni.
Onoriamo la memoria di due caduti nell'adempimento di una missione internazionale ad alto contenuto umanitario, due giovani che, con profondo senso del dovere, indiscussa professionalità e competenza stavano contribuendo alla sicurezza e alla pacifica convivenza delle popolazioni afghane.
Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per questo nuovo e doloroso tributo di sangue pagato dalle Forze Armate italiane a cui va tutta la nostra vicinanza, così come a tutti i familiari delle vittime. Allo stesso modo manifestiamo il cordoglio per i caduti nell'attentato di Kabul di questa mattina. Ai due militari italiani feriti manifestiamo la nostra piena solidarietà, con l'augurio di una pronta guarigione. E a tutti i militari che ogni giorno continuano a prestare in Afghanistan, e altrove la loro opera meritoria per il mantenimento della pace e della sicurezza rivolgiamo un caloroso saluto e rinnovato apprezzamento per l'impegno profuso in un così difficile momento.
Prego il Consiglio di voler osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dibattito relativo al programma di governo della Giunta regionale


PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito relativo al programma di Governo della Giunta regionale, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, noi chiederemmo di sospendere la seduta consiliare fino a quando il Presidente della Giunta regionale non arriverà in Aula.
Si tratta, infatti, del dibattito relativo alle dichiarazioni di programma che ha reso il Presidente della Giunta nella scorsa seduta: sarebbe oltremodo sconveniente che si avviasse proprio in assenza del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, il Presidente della Giunta regionale ci sta raggiungendo: ha manifestato personalmente il cordoglio della Regione al Comandante della Brigata Alpina Taurinense. Ritengo che fra pochi minuti potrà essere qui.
Ovviamente, si è trattato di un elemento contingente, che giudico importante.
Sospendiamo la seduta per dieci minuti, in attesa dell'arrivo del Presidente della Giunta regionale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.45 riprende alle ore 11.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Possiamo riprendere i nostri lavori, dal momento che ci ha raggiunto il Presidente della Regione, al quale, preliminarmente, cedo la parola per una breve comunicazione.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Volevo scusarmi per il ritardo, ma ho partecipato, a nome di tutti alla commemorazione dei nostri due ragazzi che hanno perso la vita in Afghanistan.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cota.
Procediamo con il dibattito relativo al programma di governo della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare, volevo complimentarmi per il suo discorso della volta scorsa - non abbiamo avuto la possibilità di farlo prima - e la ringraziamo per l'impegno a difendere le prerogative del Consiglio e a farlo in modo equilibrato.
Signor Presidente della Giunta, a mio avviso la volta scorsa ha cominciato male, sfoderando fin da subito l'arroganza del vincitore in due modi che proverò a rendere evidenti.
Anzitutto, impedendo all'opposizione di intervenire subito sulle sue dichiarazioni; dichiarazioni che non mi sentirei di definire "programmatiche", perché si è trattato di un discorso, quasi di un comizio.
E credo che questo lo abbia fatto allo scopo di occupare, come Presidente e come maggioranza, tutto lo spazio comunicativo.
In secondo luogo - entrando, quindi, più nel merito, perché le precedenti sono solo valutazioni - non ottemperando al dettato dello Statuto, che prescrive che il Presidente, durante la prima seduta "presenta la Giunta e illustra al Consiglio il programma di Governo per la legislatura". Lei, a mio avviso, non ha fatto né una cosa né l'altra.
Non ci ha presentato la Giunta, perché non si può considerare "presentazione" il rinvio al decreto di nomina (peraltro, questo è normato nel capoverso precedente, che conoscevamo).
"Presentare" significa illustrare al Consiglio le ragioni delle scelte ad esempio le competenze specifiche, l'appartenenza territoriale o l'equilibrio di genere. L'unico momento in cui ha compiuto un pezzo del suo dovere - di questo mi compiaccio - è stato quando ha precisato che le sue "Assessore" sono state scelte per competenza e non per genere. Non ci ha spiegato, però, di quali competenze o capacità si tratta; soprattutto, per gli uomini, non ha detto nulla. Lei ha sentito l'esigenza di precisare che le donne che ha scelto sono brave, quasi che questa caratterista dovesse essere dimostrata solo per le donne. Oppure dobbiamo dedurre che le donne sono brave, mentre gli uomini no, e che per questo motivo non li ha citati? Anche questa potrebbe essere un'ipotesi sulle ragioni! Dico anche al Consiglio che, poiché da sempre (quando sono stata membro di questo Consiglio nel ruolo di opposizione), ho chiesto di poter interrogare gli Assessori per verificarne l'attitudine a guidare i loro dicasteri, proporrò a breve una modifica del nostro Regolamento, che preveda una sessione pubblica durante la quale il Consiglio potrà interrogare, ad uno ad uno, gli Assessori designati, così come avviene, ad esempio, al Parlamento Europeo o al Senato degli Stati Uniti, affinch Consiglieri, stampa e cittadini possano rendersi conto delle capacità di coloro che sono designati a governarli. Perché, altrimenti, il termine "presentazione" perde ogni significato.
Naturalmente la nomina è competenza esclusiva del Presidente, il quale sarà libero di confermarla o meno, ma almeno il senso della parola "presentazione" assumerà tutta la sua pregnanza.
Se "presentare" non è sinonimo di "comunicare", deve ben voler dire qualcosa di più. E credo che questo "di più" vada specificato e normato.
Naturalmente, ci riserviamo di provvedere a sentire gli Assessori nella prima riunione delle Commissioni, anche se, non essendo pubbliche, si perderà il senso di questo diritto/dovere di controllo da parte dell'opinione pubblica.
Lei, però, non ci ha neppure illustrato il programma di Governo, perch ha parlato a braccio, rinviando al programma elettorale, che non ha nemmeno distribuito. Ovviamente lo abbiamo reperito sul sito elettorale (lo avevamo visto durante la campagna elettorale), però le chiederei, almeno, di depositarlo formalmente presso la Presidenza del Consiglio e di firmarlo quale testimonianza che proprio di quello si tratta, ovvero del programma di Governo della sua Giunta.
Lo firmi e lo depositi, perché negli anni, quando avremo occasione di parlare del programma, saremo certi di che cosa parliamo (cioè se parliamo della stessa cosa). In attesa di questo, che a mio avviso è un doveroso atto formale - quello del deposito di un testo - discutiamo delle idee che ci ha presentato e del documento che ci siamo potuti procurare dal suo sito elettorale.
La mia prima impressione rispetto a questo programma, Presidente, è che si tratti di una serie di intenzioni, molte delle quali anche condivisibili. Chi non sarebbe d'accordo, infatti, sul rilancio del Piemonte, sulla creazione di lavoro o sul metodo concertativo? Il punto è che nel testo scritto, e neppure nelle sue dichiarazioni, si trova la benché minima traccia di come pensa di raggiungere tali obiettivi. E non credo che basti premettere gli aggettivi "nuovo" o "effettivo" per spiegare come, in concreto, si possano realizzare le cose.
Dalla lettura del suo testo - farò un breve elenco, poiché il tempo è poco - si evince, essenzialmente, che il suo intento è quello di fare molte delle cose che stavamo facendo in modo più effettivo. Ad esempio, progetti che integrino grandi imprese, PMI, università e Politecnico, ovvero continuare quel "modello Piemonte" che ci ha resi celebri. Dove sta la novità? In cosa consiste la novità? Sempre a pagina 7 si precisa che va mantenuta e rafforzata l'esperienza positiva, ma tardiva, dei poli di innovazione. Anche in questo caso, dov'è la novità? I poli, come tutte le cose, ovviamente producono i loro effetti con il tempo e la persistenza. Ma in che cosa lei pensa di cambiare? Ancora a pagina 7 si parla di rete internazionale dei poli di innovazione e di partecipare a bandi europei per aumentare le risorse.
Anche qui, in cosa consiste la novità? Perché la Regione Piemonte, com'è noto, ha partecipato e vinto moltissimi bandi europei, al di là dei fondi strutturali.
A pagina 8 si parla di un Assessorato o di una delega specifica all'internazionalizzazione. In realtà, questa delega c'era e non c'è più.
Naturalmente, resta assegnata al Presidente, come tutte le competenze, per lei parlava di una "delega specifica" che, di nuovo, non si sa cosa voglia dire, in questo caso.
Sempre a pagina 8 si parla di contratto di insediamento, che mi pare abbiate chiaramente apprezzato, i cui fondi non sono affatto virtuali, ma vengono erogati a investimento effettuato, com'è ovvio. Oppure vorrebbe darli prima? Ma in cosa consiste la novità? Stessa cosa sull'imprenditorialità e l'innovazione: se si decodificano le affermazioni delle pagine relative a imprenditorialità e innovazione, si capisce che farete ciò che si stava facendo, naturalmente in modo più efficace.
La maggior efficacia è un'affermazione ovvia che, come tale, dovrebbe essere argomentata, ma non lo è. La "efficacità" in che cosa consiste? Poiché lei ha parlato, più volte, di ridurre la pressione fiscale IRAP, bollo, addizionale (sono poche le imposte attuali della Regione) - su quali di queste specifiche imposte intende intervenire? È una posizione impegnativa che va chiarita perché, come sa, il nostro bilancio è piuttosto rigido.
Tema lavoro. Lei dice che i disoccupati sono aumentati al 6,5% dal 4,6 dell'anno prima della crisi. Stiamo parlando della crisi più grave dal dopoguerra, siamo ancora una delle Regioni e dei Paesi del mondo con il più basso tasso di disoccupazione, dopo la crisi. Quello cui lei vuole tornare è: scendere sotto il 4,6% pre-crisi - uno dei più bassi del Piemonte - o semplicemente, finita la crisi, tornare ai livelli precedenti? Soprattutto, come pensa di ridurre la disoccupazione se non aspettando semplicemente che passi la crisi? Soprattutto perché il problema della disoccupazione è la qualità dell'occupazione, non tanto il tasso di disoccupazione, come pensa di ridurre il lavoro precario? Il tempo a disposizione è poco, quindi salto il passaggio relativo alle infrastrutture. Anche se non ho capito in che cosa consistono le differenze.
Mi fermo su un ultimo punto: federalismo e federalismo fiscale. Lei ci ha parlato delle maggiori competenze ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione, terzo comma. Come il Presidente sa, esiste una delibera votata dal Consiglio regionale, a larga maggioranza: vorremmo sapere che cosa condivide e cosa non.
Le competenze aggiuntive sono state chieste, ma il problema è: le condivide? Va avanti, oppure intende modificarle? Ultima questione: federalismo fiscale. Quali imposte regionali intende trattare? È d'accordo sull'interpretazione data del metodo dei costi standard che, lo scoprirà, danneggia pesantemente la Regione Piemonte? Su questo tema ha un'analisi e una proposta da offrirci? Almeno su un tema così caro a tutta la sua maggioranza, soprattutto al suo partito, vorremmo qualche informazione consistente, programmatica e non solo proclami elettorali che, a mio avviso, sono privi di contenuto.
Ultimissima cosa, mi consenta ancora trenta secondi. Buono scuola. La nostra legge è una legge per il diritto allo studio: di tutti, non solo dei ragazzi che frequentano le scuole paritarie. Vuole eliminare questa parte? Cioè quella del diritto allo studio di tutti? Chi va alla scuola pubblica sarà punito? Vuole tornare a dare meno fondi alle scuole paritarie come ha fatto la Giunta Ghigo? Vuole tornare a premiare i furbetti che dichiarano il falso rispetto ai propri redditi? Anche qui, ci dica che cosa cambierà, perché il buono scuola è stato sempre garantito a chi non truffava e non rubava.
Anche sulla Città della Salute vorremo capire se sarà una specie di "taccone", come si dice in Piemontese, cioè un po' qui, un po' là; qualcosa si, qualcosa no, da una parte e dall'altra, o se sarà un progetto. Come fa Novara essere sede associata di Torino se appartiene ad un'altra Università? Lei parla di Novara come sede associata della Città della Salute di Torino (così dice il suo programma elettorale, almeno quello che si deduce dal sito elettorale).
Ultimissima cosa: RU486. Ha annunciato che avrebbe bloccato tutto, per vorremmo capire che cosa intende fare, sul serio, al di là delle affermazioni elettorali. Intende lasciare andare a casa le pazienti senza nessuna tutela, basta la firma? Oppure fare qualcosa perché le donne che decidessero di andare a casa siano almeno tutelate? Anche qui, vorremmo sapere che cosa sta esattamente dietro alle affermazioni elettorali? Grazie, e mi scuso per il tempo che ho preso in più.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Presidente Cota, tutta la Giunta, innanzitutto una serie di premesse doverose. Voglio mettere in evidenza come il partito dei Moderati si porrà in questi anni di Consiglio: valuteremo esclusivamente i fatti. Di conseguenza, non vi è alcuna preclusione nei confronti della persona del Presidente, della Giunta, dei partiti di provenienza. Ripeto, la valutazione sarà esclusivamente sui fatti perché le parole passano, i grandi proclami passano, ma i fatti rimangono.
Un'altra premessa fondamentale. Voglio ricordarle, Presidente Cota, che lei siede su quella poltrona a fronte della volontà della metà dei piemontesi, metà più 0,42% (che equivalgono a 25 grandi condomini) quindi come tale, vuol dire che ha un'investitura pari alla metà dei piemontesi l'altra metà la sta a guardare, la sta a valutare. Di conseguenza, far ulteriormente attenzione che ciò che farete sia di interesse per l'interezza del Piemonte.
Un altro elemento di premessa fondamentale. Ci troviamo in un anno complesso e particolare, per una ragione: il prossimo anno, con le elezioni nella Città di Torino, si trasformerà in un anno elettorale. La conseguenza inevitabile è che vi sia un rischio, e il rischio è concreto, che, più che fatti, si lancino proclami, grandi proclami e parole, cui non seguirà una consequenzialità operativa proprio perché ci troveremo in un anno elettorale.
Fatte queste promesse, passiamo ai contenuti. Anzitutto, in relazione al suo discorso di insediamento, come è stato detto precedentemente, sono stati citati e presentati una serie di temi generali e generalissimi che è impossibile non condividere, per una ragione molto semplice. Penso che non ci sia un politico italiano, a qualsiasi livello, in qualsiasi Regione, in qualsiasi ambito territoriale, che non sia a favore della sburocratizzazione, a favore dell'implementazione dei trasporti e delle infrastrutture, delle facilitazioni per l'insediamento di nuove aziende dell'attenzione nei confronti del bilancio della sanità. Questi sono dati su cui non si può non essere oggettivamente d'accordo, anche come semplici cittadini.
Mi focalizzo quindi su due aspetti. In primo luogo, lei ha accentuato il tono sull'importanza di conferire un maggior ruolo alla Regione Piemonte, una maggiore importanza sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
A livello nazionale. Mi auguro veramente che, con la sua venuta, ci sia un'attenzione maggiore da parte del Governo nazionale nei confronti del Piemonte, così come è stato per la Città di Roma, dove, con l'elezione a Sindaco di Alemanno, è arrivato un bonus dal Governo di 500 milioni. Ben venga qualora ci fosse un'attenzione del genere anche verso di noi. Finora i fatti, nei confronti del Piemonte, quanto meno per la compagine governativa dei Ministri e per l'esiguo numero dei Sottosegretari testimoniano che non vi è stata un'attenzione così grande, se poi ci pensate, si tratta di una curiosa nemesi storica, perché la città che ha avuto l'onere e l'onore di creare l'Unità d' Italia si è poi trovata, nella storia tanto regia quanto repubblicana, ad avere quattro Presidenti del Consiglio torinesi su un numero infinitamente più ampio. Questo è un dato curioso.
Ben venga che con il suo arrivo il Governo nazionale abbia un'attenzione maggiore nei confronti del Piemonte.
Su ambiti internazionali, ritengo che questi anni di lavoro siano stati proficui e importanti. Il Piemonte è fortemente conosciuto nel mondo grazie ad una serie di interventi fatti in questi cinque anni passati (dal Brasile all'Argentina, dalla Cina agli Stati Uniti). Di conseguenza, penso che proseguire con azioni in quella direzione sia assolutamente da considerare con attenzione. Valutando anche, in conseguenza - in questo caso parlo di un primo fatto concreto - l'attenzione agli eventi che ci rendono famosi nel mondo.
Ci sono alcune manifestazioni come il Salone del Gusto, esempio concreto, che riporta una notorietà mondiale talmente rilevante che ricade tanto sul Piemonte, quanto sulla Città di Torino, che è importante costantemente, tenere a mente e valorizzare, perché è una valorizzazione indotta della città e della regione. Questo sull'ambito dell'importanza del Piemonte come valorizzazione esterna.
In relazione all'attenzione nei confronti del Consiglio regionale anche in questo caso c'è una valutazione sui fatti. Ben venga che, a dichiarazioni e a parole, si dica "vogliamo considerare il Consiglio regionale come elemento propulsore e propositivo e importante anche per la Giunta", ma nei fatti troviamo che, alla prima possibilità di dibattito sono bloccati gli interventi della minoranza, da quelli che mi sono quasi sembrati dei "prefetti del pretorio": l'amico Mario Carossa e la dottoressa Porchietto.
A questo punto, di due possibilità l'una: o lei si trova temporaneamente, ostaggio dei prefetti del pretorio, ma non credo, oppure semplicemente, è una cosa stabilita a monte, non si sa bene per quale ragione. Il diritto di parola non è lesivo nei confronti di nessuno, è un elemento fondamentale di base che deve essere garantito costantemente.
Spostare il dibattito prima o dopo non cambiava tanto, anche perché, a livello dei mass media, lei mi insegna che, ad una mezza parola detta in un'intervista strappata da qualche altra parte, corrisponde l'immediato controbilanciamento. Si poteva fare adesso come allora, era meglio allora soltanto per una coerenza di forma e di sostanza.
Ultimo elemento che voglio sottolineare, forse per una mia deformazione ma, in generale, credo per buonsenso storico e culturale. La cultura è la storia di un popolo e di una regione: dice chi siamo stati, chi siamo ora e chi saremo soprattutto nel futuro.
Di conseguenza, questo è un tema caldo e importante che non può essere sottovalutato. È inevitabile, quindi, che chiunque occupi un incarico di questo tipo non può prescindere da competenze specifiche, importanti conclamate.
Per carità, poi l'atteggiamento e la tenacia delle persone possono aiutare a recuperare il retaggio del passato, però insisto sul fatto che alcuni elementi sono assolutamente imprescindibili perché condizionano fortemente il futuro e, in particolare, il futuro delle giovani generazioni.
Ormai siamo abituati alla circostanza che i programmi televisivi sono la cultura di fatto; vediamo infatti quanto sia basso il livello di cultura della società attuale; sinceramente i grandi programmi televisivi sono lo specchio di questa realtà e non so fino a che punto abbiano un senso.
In conclusione, penso che l'impegno fondamentale di questi anni d'altronde anche lei lo ha riconosciuto - siano il lavoro e le aziende. Mai come in questa campagna elettorale, a livello personale, ma penso a chiunque abbia affrontato la gente per la strada, mi sono trovato di fronte persone che mi rivolgevano richieste disperate. Questo testimonia quindi che il problema del lavoro è un dato assolutamente autentico e prioritario.
Il lavoro conferisce dignità alla persona, chi non ha lavoro non ha dignità e noi non possiamo permetterci di fare sì che le persone non abbiano dignità nella nostra regione.
Le aziende storiche piemontesi che si sono costruite in un secolo di storia e di orgoglio piemontese non potranno sottrarsi alle loro responsabilità. Faccia in modo, muovendosi lei, sollecitando il Governo nazionale, di prestare attenzione a questa realtà perché è la realtà che condizionerà, insieme alla cultura, il futuro della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Signor Presidente, contro la sua elezione a Presidente della Regione ci siamo battuti con convinzione profonda e con le armi della democrazia.
Oggi le auguriamo un buon lavoro da Presidente della Regione, così come intendiamo ringraziare Mercedes Bresso per quanto ha saputo offrire alla comunità piemontese durante la precedente legislatura regionale.
Una legislatura partita con ambiziosi obbiettivi programmatici in gran parte raggiunti e che ha incontrato durante il suo percorso una crisi economica vasta, ampia e difficile che e mette a repentaglio la sicurezza economica di molte famiglie e la coesione sociale della comunità piemontese.
Signor Presidente, mi ero accinto ad ascoltare le sue dichiarazioni programmatiche senza alcun pregiudizio. Dopo averle ascoltate mi sono oltremodo convinto che non vi era bisogno di pregiudizio: e la stessa sensazione ho provato quando ho voluto leggere il resoconto stenografico del suo intervento. È vero che la campagna elettorale è finita, ma questo vale per tutti, anzitutto per lei che doveva offrire all'interno delle sue dichiarazioni non solo intenzioni ma anche come concretizzare quelle intenzioni in leggi o strumenti di programmazione. La comunità piemontese sta vivendo una fase difficile. I dati dell'incremento della disoccupazione dal 4,5 al 6,5% non testimoniano che il Piemonte si sia fermato negli scorsi cinque anni ma che il Piemonte è coinvolto come tutto il Paese in una crisi difficile, una crisi che nella dimensione della politica nazionale avete tentato di rendere meno palese agli occhi dei cittadini e delle cittadine e che invece avete evidenziato nella dimensione della politica regionale.
Una crisi che è stata affrontata con interventi a tutela delle persone e delle famiglie e con interventi tesi a sostenere gli sforzi per irrobustire, rendere più competitivo il sistema piemontese, una crisi nella quale per alcuni sistemi territoriali piemontesi oggi si richiede di individuare nuove strade per ricostruire economia: ricerca, poli innovativi, agevolazione per chi si insedia tramite i contratti di insediamento, sostegno per l'accesso al credito per microimprese e per le piccole e medie imprese artigiane e industriali. Sono stati gli strumenti messi in campo per tentare di uscire diversi, ma con un futuro nella precedente legislatura regionale.
Si può fare altro, certo. Vogliamo però sapere come, non bastano le intenzioni. Rifaccia i contratti di insediamento. Ma come, signor Presidente? Mezzo vaucher per chi assume? Da parte di chi? Della Regione o degli strumenti che a livello nazionale sono già presenti? Credo certo che ci sia un bisogno di semplificazione per le imprese e per i cittadini, ma credo anche che il Piemonte dovrà guardare molto al di fuori dei propri compiti, ma per farlo occorre anzitutto renderlo più forte e più competitivo.
La seconda questione che vorrei affrontare brevemente riguarda la sanità. Le prime uscite non ci convincono, signor Presidente, a partire delle distribuzione delle deleghe e dallo spezzettamento delle stesse ancor più forte che nella precedente legislatura, perché coinvolge anche la programmazione sanitaria.
Non ci interessa entrare nel campo delle divisioni nelle attribuzioni delle deleghe fra lei e l'Assessore Ferrero, cioè tra la Lega e il PdL: consideriamo questa, come altre materie, problemi vostri. Se lei intende fare, invece, la programmazione sanitaria tramite ARESS questo interessa anche noi. Intendo per noi non il Gruppo del Partito Democratico, ma l'intero Consiglio regionale.
È un film già visto, signor Presidente, nella VII legislatura regionale, quando l'allora Presidente della Regione, l'Onorevole Enzo Ghigo, risolse una situazione difficile nel rapporto con l'Assessorato regionale alla sanità, caricando l'ARESS di funzioni di programmazione che non le sono proprie e non le appartengono nella legislazione regionale; le conseguenze le abbiamo conosciute bene.
Così come è un film già visto, signor Presidente, quello dell'ipotizzata separazione della gestione degli ospedali dalle ASL per creare una dipendenza politica e funzionale degli stessi dalle Aziende sanitarie ospedaliere. Era il contenuto del piano sanitario della VII legislatura regionale, mai approvato perché bocciato dalla comunità piemontese.
Noi crediamo, invece, che vada rafforzato ulteriormente il sistema della rete degli ospedali, ma in un regime di integrazione tra sanità ospedaliera e sanità territoriale, tra sanità e il sociale, tra cure e prevenzione, tra sanità e salute, signor Presidente.
Vorrei affrontare due ultime questioni, perché molti dei temi saranno ripresi, approfonditi e affrontati negli interventi di altri colleghi dei Gruppi.
I costi della politica. Signor Presidente, facciamo una legge, non ci servono gesti volontari. Non capiamo le ragioni per cui volontariamente e come tale, suscettibile anche alle modificazioni nel corso del tempo abbiate assunto una scelta come quella di ieri. O forse crede di non avere i numeri in questo Consiglio regionale per poter affrontare in modo serio ma complessivo il tema dei costi della politica? Noi siamo pronti ad affrontare questo tema: lo abbiamo fatto già la settimana scorsa presentando una proposta di legge che riguarda l'eliminazione della doppia mensilità per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto per i Consiglieri regionali.
Noi chiediamo, signor Presidente, anche su questo tema di non esprimere gesti volontari o intenzioni, ma di farsi carico della presentazione di una proposta di legge che noi siamo disponibili ad esaminare con molta velocità e con molta intensità.
Siamo disponibili ad affrontare questo tema per ridurre privilegi e per accorciare le distanze immense in questo momento, ma anche in termini complessivi, tra noi e la comunità piemontese. Facciamolo in fretta, perch questo è un gesto dovuto, ma facciamolo in fretta perché poi questa legislatura regionale dovrà occuparsi delle politiche strutturali in grado di poter garantire un futuro e una sicurezza economica e sociale per il Piemonte.
L'intervento sui costi della politica, per quanto importante, non garantisce politiche strutturali e noi abbiamo bisogno invece che questa legislatura sia anche caratterizzata su questo tema.
Le rinnoviamo l'invito, signor Presidente, a lei, al Vicepresidente della Giunta regionale e al Consigliere Buonanno, di fare delle scelte chiare, di farle velocemente, di non coprirvi dietro iter procedurali che non sono comprensibili agli occhi della comunità piemontese. La complessità e l'importanza della sua carica richiedono che lei svolga fino in fondo, a tempo pieno, il ruolo che gli elettori e i cittadini piemontesi le hanno assegnato. Così vale anche per il Vicepresidente della Giunta regionale e così vale anche per il Consigliere Buonanno, che riesce ad accumulare nello stesso momento il suo essere Sindaco a Varallo Sesia, il suo essere Vicesindaco a Borgosesia, il suo essere Consigliere regionale e il suo essere Parlamentare: fra un po' credo che verrà proposto anche all'ONU o in qualche altro organismo internazionale! Ultima questione. Signor Presidente, lei sta vivendo un bel periodo di "luna di miele"; come capita a tutti i Presidenti neo eletti, ha un'attenzione molto forte da parte dell'opinione pubblica e le vengono anche perdonate uscite e smentite successive, come abbiamo avuto modo di ascoltare in queste prime settimane del suo impegno. Sappia, signor Presidente, che noi consideriamo la politica e questa legislatura regionale non come una corsa di velocità dei 100 metri: per noi è una maratona.
Quando si affronta una maratona, si hanno momenti in cui si sentono forti cedimenti, si hanno dei crolli, si avvertono delle difficoltà, si attraversano attimi di scoramento, ma poi si passa anche attraverso la voglia di ripresa. Per noi è questo.
In questa maratona noi, come Gruppo regionale del Partito Democratico vogliamo esserci. Non ci consideriamo migliori, signor Presidente: lo vogliamo diventare. Lo vogliamo diventare con la nostra capacità di fare fino in fondo il ruolo di opposizione nel controllare gli atti e i comportamenti suoi e dell'intera Giunta, senza rinunciare a svolgere fino in fondo una grande competizione sulla qualità delle proposte.
Il nostro è un impegno che guarda alla comunità piemontese, e un Gruppo regionale come il Partito Democratico guarda alla comunità piemontese anche facendosi carico di individuare percorsi e proposte che possano garantire sicurezza economica e coesione sociale. Buon lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare il mio intervento ringraziando il Presidente Cota per la presentazione che ha fatto 15 giorni fa in questa sala, perché, a differenza di quanto diceva l'ex Presidente Bresso, ritengo che si sia iniziato bene e si sia iniziato non con l'arroganza del vincitore, ma con l'umiltà di chi vuole venire in questa sede - ed è su verbale, è scritto alla prima frase del Presidente - a confrontarsi, nel rispetto dei ruoli in particolare di questo Consiglio regionale. E il Presidente Cota lo ha espresso con molta chiarezza quando ha detto: "Cercherò in ogni modo di valorizzare il ruolo e la funzione del Consiglio regionale". Non lo ha detto solo in questa sede, ma lo ha anche concretizzato in modo molto preciso, affidando una delega ad un Assessore della Giunta affinché questi rapporti siano seguiti con estrema attenzione, ossia la delega che ha dato all'Assessore Maccanti.
Devo dire, per ultimo, richiamando sempre l'intervento dell'ex Presidente Bresso, che a me l'intervento del Presidente Cota non è parso assolutamente un comizio, ma l'intervento di una persona che, eletta Presidente, parla con il cuore, fuori dagli schemi e cerca di trasmettere la realtà che vive in mezzo ai cittadini tutti i giorni.
Anche solo perché ha richiamato al programma e non ha letto in quest'aula nel dettaglio quanto è stato scritto e quanto è stato dibattuto più volte all'interno della campagna elettorale, penso che a lui si debba rispetto e si debba in qualche modo attendere quelli che sono i fatti che presto arriveranno.
Personalmente, mi auguro che in quest'aula, al di là del dibattito di oggi, ci sia un senso di responsabilità da parte delle varie forze politiche, in un momento di carattere economico difficile, in una situazione storica molto particolare, come richiamava già il collega nell'intervento precedente. Mi auguro che, insieme a questo, ci sia da parte di tutte le forze politiche, in particolare da parte delle opposizioni, quella onestà intellettuale e politica indispensabile per un confronto franco, per far sì che si facciano veramente gli interessi dei cittadini, i quali hanno una grande attesa e una grande aspettativa.
I cittadini hanno una grande aspettativa, perché, in fondo, i piemontesi hanno espresso una scelta, hanno chiaramente espresso una volontà di cambiamento nei confronti del passato, e verso chi oggi governa questa Regione c'è un'assoluta attenzione. Mi pare che rispetto a quest'attenzione il Presidente abbia risposto, perché la priorità assoluta che lui ha voluto sottolineare in questo Consiglio regionale è stato proprio il tema del lavoro, richiamato già dai primi interventi delle opposizioni, quindi il tema dell'occupazione. E il tema dell'occupazione lo si recupera, così come è stato espresso più volte, anche attraverso un recupero di quel ruolo politico di traino che il Piemonte ha avuto nel passato e che ha perso per strada in questi ultimi anni. Piemonte, che è stato per tanti anni guida del Paese e che noi vorremmo, attraverso il lavoro di questa Giunta e di questa maggioranza, ritornasse ad essere come un tempo, ovviamente attraverso il nuovo cambiamento che vedrà l'attuazione del federalismo e vedrà necessariamente - dalle parole del Presidente chiaramente si trae un indirizzo in questa direzione - sviluppare il processo di semplificazione legislativa e di sburocratizzazione.
Per rispondere alle esigenze di lavoro e di maggiore occupazione, si dovranno favorire nuovi insediamenti produttivi, temi su cui so che il Presidente Cota e l'Assessore Giordano stanno già lavorando.
Inoltre, un'attenzione particolare dovrà essere rivolta alle questioni importanti che abbiamo dibattuto anche con foga e che abbiamo illustrato in campagna elettorale, come la realizzazione delle grandi infrastrutture indispensabili per fare uscire il Piemonte dalle secche. Mi riferisco al Corridoio 5, ma anche alle prospettive del Corridoio che incrocerà l'Alta Capacità, ossia quello della Genova-Rotterdam, quindi le grandi opere viste come un'unica opportunità vera di rilancio di questo territorio, partendo come ha detto il Presidente nella sua relazione - proprio dalle opportunità da dare a quel territorio, cioè al territorio che sarà interessato dalle grandi infrastrutture. Quindi: rispetto per i cittadini e rispetto per quei territori che, fino ad oggi, in qualche modo hanno vissuto, per disattenzione o per polemiche politiche, non accettando quelle che sono state le scelte della politica in generale.
Ma penso anche a quello che è un ragionamento importante, per esempio sui trasporti; penso ai pendolari di questa regione che sono stati completamente dimenticati e al recupero di un rapporto anche con la realtà di Trenitalia.
Altro aspetto. Mi pare che nelle parole del Presidente ci sia anche un distinto ragionamento importante, che è quello di mettere mano ad un sistema sanitario che in questi anni ha visto crescere a dismisura una spesa che ha oggi portato a verificare sul bilancio uno sforamento non indifferente. Stiamo parlando di quasi nove miliardi di euro di spesa e in una situazione come questa penso che il tutto debba essere affrontato come ha espresso il Presidente non con arroganza, ma con grande umiltà con la volontà di un rapporto con i diversi livelli istituzionali sia locali sia nazionali.
Questo è già un segnale ed un'inversione di tendenza rispetto alla Giunta precedente, che si è completamene isolata e che ha isolato questa Regione.
Sicuramente questa, Presidente, è un'eredità difficile da gestire con un debito altissimo - pare si aggiri intorno ai quattro miliardi e 300 milioni di euro - cresciuto a dismisura in questi ultimi anni e più che raddoppiato nella legislatura precedente. Quindi, è palese la difficoltà di garantire da parte di questa Regione gli investimenti, anche in settori - e mi rivolgo all'amico Assessore Coppola - su cui diventa difficile intervenire quando ci sono condizionamenti forti da un punto di vista economico e del bilancio.
Vorrei che la politica di questa Regione andasse avanti non come è cresciuta, ad esempio, all'interno della Città di Torino, dove l'attenzione era rivolta nei confronti di qualcuno e di alcuni salotti e non nei confronti del territorio, che aveva bisogno di risposte.
Questo è il modo di fare cultura, questo è il vero modo di fare welfare, non così come agisce la Giunta Chiamparino nella città capoluogo di questa Regione.
Concludo, Presidente, facendo l'augurio alla Giunta e al Presidente, ma anche a tutto il Consiglio regionale, perché questo momento particolare possa essere superato con intelligenza, con onestà e con quella politica recuperata di cui penso il Piemonte abbia necessità ed urgenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dopo questa difesa sicuramente non d'ufficio, ma più che qualificata da parte del Consigliere Angeleri nei confronti del Presidente della Giunta Cota, spetta a me, come rappresentante di un partito di opposizione usare per quel che ne sono capace, ma mi sforzo sempre di usarla fino in fondo l'onestà intellettuale per poter esprimere i pensieri nel modo più compiuto.
Presidente, personalmente chi le parla non utilizza il pregiudizio e il preconcetto nell'analisi dei fatti. Analizza i fatti con serenità e poi si sforza, per quel che ne è capace, di esprimere un giudizio. Personalmente non ho apprezzato non tanto il suo intervento preliminare; lei ha ritenuto di fare un discorso sintetico ed era legittimo farlo. Nei contenuti pu avere omesso molte cose, ma devo dire che le enunciazioni non è che potessero essere elemento confutabile più di tanto.
Non ho apprezzato affatto la violenza - e sottolineo questo termine che la maggioranza di cui lei è il capo, ha voluto manifestare nei confronti di tutto il Consiglio, non solo nei confronti dell'opposizione nella scorsa seduta nel momento in cui si è posto il bavaglio ai Consiglieri, rimandando ad oggi, dopo quindici giorni, questa discussione.
È superato sicuramente il problema, però è rimasto un segno e se - come si dice - il buongiorno si vede dal mattino, mala tempora currunt.
Auguriamoci che così non sia.
Presidente, lei ha parlato all'inizio del suo discorso del lavoro di squadra. Io, a parte rinnovare tutte le domande e i quesiti che i colleghi che mi hanno preceduto le hanno rivolto, le volevo rivolgere personalmente una domanda: di quale squadra parla? Mi sembra che lei volesse fare un appello all'intero Consiglio per invitare tutti i Consiglieri a lavorare nell'interesse e nel bene del Piemonte, quindi della popolazione piemontese con un lavoro di squadra. Questo è possibile, Presidente, anzi sarebbe auspicabile, se ognuno di noi fosse in grado di utilizzare sempre l'onestà intellettuale nella valutazione dei fatti.
Però, Presidente, questo deve essere e deve nascere da una reciprocità non solo di intenti, ma di comportamenti. Il rispetto è dovuto a tutti, ma è dovuto sempre in modo reciproco.
Lei, Presidente, ha parlato di federalismo e noi alcuni aspetti del federalismo, soprattutto sul piano fiscale, non possiamo che condividerli.
Quindi, questo è un elemento dal quale si può partire insieme.
Il Presidente ha parlato di sburocratizzazione e dei costi della politica, dei tagli agli sprechi; ha parlato delle sue prospettive rispetto al lavoro ed ha anche accennato qualcosa relativamente alla sanità.
Sono tantissimi gli argomenti che, nel corso di questa legislatura, ci divideranno.
Ci divideremo, per esempio, quando si parlerà di argomenti eticamente sensibili, quando si parlerà dei diritti, non solo dei diritti dell'uomo e della donna, ma anche dei diversi e non solo dei diversamente abili, ma anche di coloro che hanno diverse attitudini sessuali. Ci divideremo quando affronteremo il problema del concetto più o meno tradizionale di famiglia.
Ci divideremo quando affronteremo le problematiche che scaturiscono dai fenomeni dell'immigrazione. Ci divideremo, perché probabilmente saranno diversi i metodi di proposta, ma noi interverremo sempre per proporre dei suggerimenti, perché ho fatto agli elettori una promessa, quella di svolgere, comunque e sempre, per quel che ci riesco, un'opposizione seria e costruttiva, ma libera.
Probabilmente affronteremo insieme, mi auguro, con alcuni di voi del centrodestra, delle battaglie contro i poteri forti. Questo me lo auguro di cuore, perché ci sono problematiche che devono interessare in modo trasversale le forze politiche di questa città, di questa Regione, e quindi di questo consesso istituzionale. Quindi, ci potranno essere elementi da cui partire per proseguire verso obiettivi legislativi comuni, purché ci sia sempre il rispetto, in modo reciproco.
Ora vorrei affrontare il problema della sanità. Presidente, non per colpa sua, ma probabilmente per colpa di alcune testate giornalistiche che intendono, così come facevano molti anni fa nei vostri confronti, cioè nei confronti della Lega, oscurare mediaticamente l'attività politica dell'Italia dei Valori, ma io, a mo' di sfida, dico che continuino pure ad oscurarci, tanto noi continuiamo a crescere e a vincere! Dicevo, non per colpa sua, ma per colpa di qualcuno di questi giornalisti, di qualcuna di queste testate giornalistiche, lei non ha letto il mio modestissimo pensiero riguardo alla sanità. E allora parto da una considerazione. Vede, il pianeta sanità, a prescindere dal colore del governo regionale, ha rappresentato, rappresenta e mi auguro non rappresenti ancora per molto un enorme problema. E questo non solo perch assorbe circa l'80% del bilancio, ma perché in modo atavico è stato considerato nel tempo, da quando è nata la riforma sanitaria, una terra di conquista da parte della maggioranza di coloro che hanno operato in questo settore. Questo ha fatto sì che a macchia di leopardo, e basandosi più sulle capacità dei singoli operatori di quel settore che sulle capacità organizzative, un sistema a mio modo di pensare malato alla radice non potesse portare a risultati soddisfacenti per gli utenti.
Lei ha parlato di sprechi. Si ricordi, Presidente - questo l'ho detto anche ai miei alleati, anche alla maggioranza che è uscita dalla scorsa legislatura - non lo dico io, lo dice la Corte dei Conti: gli sprechi attribuibili all'ambito sanitario si aggirano attorno al 10%. Questo significa, Presidente, che non dobbiamo parlare di cento milioni di euro in più o in meno da correggere; ma ci aspetta una sfida ben più grande, se lei vorrà mantenere fede all'impegno con i suoi elettori. È circa il 10% di quella somma, 7-800 milioni di euro che lei dovrà avere la capacità di correggere. Perché comunque noi, come forza politica, a prescindere dal fatto che oggi abbiamo perso e siamo all'opposizione, anche dalle fila della maggioranza questo lo avremmo preteso. E a maggior ragione lo pretenderemo, anzi, per onestà intellettuale, in eguale ragione lo pretenderemo dalle fila dell'opposizione.
Buon lavoro, Presidente.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Questo è il mio primo intervento di merito come opposizione; lo dico perché finora sono sempre stata in maggioranza, ahimè, e quindi dovr imparare a fare l'opposizione.
Nella sua presentazione, Presidente, ha parlato di come potevamo aspettarci l'accento sul federalismo, quando poi sappiamo che il Governo centrale si sta in realtà muovendo in una direzione sostanzialmente opposta, almeno fino ad ora. Per esempio, la direzione di affamare gli Enti locali, in primis i Comuni, continua ad essere una direzione perseguita attivamente.
Ieri sera abbiamo approvato il bilancio del Comune di Torino: abbiamo praticamente realizzato quella che possiamo definire la quadratura del cerchio, in un contesto che, dati i vincoli esistenti, non permette di fare una seria programmazione e che chiaramente, anche in un'ottica di sostegno allo sviluppo locale, crea dei seri problemi per superare i quali il Comune di Torino finora ha cercato di operare, trovando chiaramente sempre più difficoltà a farlo. C'è quindi bisogno di una riflessione più ampia che parte sicuramente, come lei ha suggerito, anche dall'esigenza di una semplificazione della burocrazia a tutti i livelli, che si incrocia con l'argomento, ormai all'ordine del giorno - sia in termini effettivi di costi, sia simbolici - rispetto alle ristrettezze economiche che vivono molti cittadini, del costo della politica.
Quindi ben venga una Giunta con due componenti in meno; oggi apprendiamo del taglio del 5% agli emolumenti della Giunta dell'eliminazione delle auto blu, come lei ha dichiarato più volte. Noi però vorremmo andare oltre questi aspetti, anche perché molte volte si tratta di apparenze. Lo sappiamo, così com'è stato denunciato in altre Regioni, che il taglio delle auto blu finisce poi per aumentare i costi.
Quindi sarebbe opportuno andare a verificare questo aspetto.
La volontà condivisa, credo, da maggioranza e opposizione è quella di dare un'immagine della politica e delle istituzioni diversa, più vicina alla vita reale; di semplificare, come anche lei, Presidente, ha sottolineato. Però vogliamo dire che non siamo all'anno zero: proprio ieri abbiamo approvato in Consiglio comunale il taglio dei compensi degli amministratori delegati e dei presidenti delle partecipate del Comune, che non potranno essere maggiori al 50% di quello del Sindaco, in linea con quanto la Giunta Bresso aveva già approvato, aspetto che forse ci siamo dimenticati di sottolineare.
Tutta la politica, certo, deve dare segnali diversi. Anche perch vorrei ricordare che in quest'Aula non è presente il primo partito votato in Piemonte, così come nelle altre Regioni: quello dell'astensione. Questo purtroppo, è il primo partito; forse vale la pena ricordarlo in un Consiglio e provare ad identificare le cause di questo male italiano e non solo. Quello principale è proprio che la diffusa è che la politica non si occupi dei veri problemi delle persone, innanzitutto il lavoro. La disoccupazione è in testa alle preoccupazione: il 38% degli italiani, come emerge da una recente ricerca di Demos, lo indica come l'emergenza più importante da affrontare.
Il Piemonte non fa eccezione e il suo programma, Presidente, non sembra cogliere appieno la gravità della crisi che stiamo vivendo; né si percepisce quella scelta netta che il governo di centrosinistra uscente stava intraprendendo per la Regione, puntando sulla terza rivoluzione industriale come volano per la creazione di nuovi posti di lavoro e strada obbligata da un punto di vista ambientale. Su questo fronte troviamo qualche accenno nel suo programma all'economia verde e l'affermazione che sia fondamentale il superamento di un'opposizione pregiudiziale al nucleare di ultima generazione insieme all'indicazione, qualora il Piemonte venisse scelto come sede di impianti, di negoziare contropartite non solo sulla sicurezza, ma anche sulle scorie antiche. Allora le chiedo: come lo spieghiamo ai piemontesi che intraprendiamo il cammino del nucleare, senza neanche avere risolto i problemi derivanti dal nucleare passato? Proviamo a capire.
Noi saremo una ferma opposizione su questo fronte, sapendo che gli investimenti sulle energie da fonti rinnovabili sono alternativi a quelli sul nucleare. Così come invece sosterremo gli incentivi alle imprese che intendono investire nel risparmio energetico. E, proprio nell'ambito del sostegno alle imprese, andremo a verificare in che cosa consista il piano per il lavoro. Il Presidente ha accennato, nella sua relazione, a tre binari: contratti d'insediamento, voucher, procedure di semplificazione. Mi permetto di sostenere che non si tratta di grandi novità. Questo provvedimento che avete annunciato rientra tra i vostri impegni, appunto per i primi cento giorni: controlleremo se le vostre dichiarazioni corrisponderanno alla realtà dei fatti.
Così come v'incalzeremo sulle questioni specifiche: sulla Bialetti caso emblematico per la realtà del Verbano-Cusio-Ossola e per tutto il Piemonte, quelle alleanze con il Governo nazionale che voi rivendicate terreno su cui invece avete denunciato un'incapacità del Governo uscente di centrosinistra. Finora, almeno su queste realtà, non sono servite.
Attenzione analoga, lo abbiamo anche letto oggi sui giornali, sui lavoratori di Agile-Eutelia, rispetto ai quali avete, appunto, preso degli impegni.
Il piano industriale della FIAT è estremamente ambizioso.
In questo momento, non è lecito dubitare della volontà di portarlo a termine e della disponibilità dei mezzi finanziari per realizzarlo, ma sono leciti una serie di interrogativi: lei, Presidente, ha stretto un patto almeno, così abbiamo letto - alcune settimane fa con la FIAT, che parte dalla ricerca sul motore ibrido e forse anche dal rilancio delle aree gestite da TNE (Torino Nuova Economia).
Sulla volontà di rilanciare il progetto di incubatore per la meccanica d'avanguardia nelle aree dello stabilimento di Mirafiori sappiamo quante difficoltà sono state incontrate: i bandi per la ricerca di soggetti interessati andati finora deserti e, contemporaneamente, come forza di sinistra, non possiamo guardare con grand'attenzione e sospetto alla richiesta di flessibilità nei confronti dei lavoratori, come condizione prioritaria per la realizzazione del piano.
Avremmo preferito che la FIAT indicasse come condizione primaria proprio l'innovazione, e su questo chiaramente la invitiamo a lavorare.
Noi pensiamo sia importante mettere al centro della nostra attenzione il lavoro, da coniugare con ambiente e libertà; non a caso la mia forza politica ha scelto di chiamarsi "Sinistra ecologia libertà con Vendola" e proprio sul fronte dei diritti v'incalzeremo: sul patto per la vita e la famiglia.
Noi non abbiamo alcun'intenzione di banalizzare l'aborto, ma chiederemo un'applicazione della legge 194 che potenzi gli strumenti della prevenzione, e siamo soddisfatti che il Presidente abbia ritratto, o magari, se preferisce, rivisto, le sue prime dichiarazioni sulla RU486.
Non siamo assolutamente in sintonia con le seguenti affermazioni: "Sulla vita" - voglio prendere quello che è scritto nel suo programma, che abbiamo trovato in rete - "il modello virtuoso di riferimento è quello umile, silenzioso ed eroico del quotidiano impegno delle Suore Misericordiose, che hanno assistito Eluana per farla vivere, non quello di chi ha offerto un ospedale piemontese per farla morire". Così come faremo proposte assolutamente alternative rispetto al rifiuto di ogni ipotesi di omologazione della famiglia fondata sul matrimonio a ogni altra forma di convivenza, anche omosessuale.
Riteniamo che, sempre sul fronte dei diritti, vada difeso il sistema sanitario come sistema di diritti universale e siamo preoccupati dell'approccio fortemente economicista che vede la sanità prioritariamente come un volano di sviluppo; importante, ma non il primo criterio guida.
E sulla Città della Salute riteniamo che sia poco serio continuare a cambiarne la localizzazione, senza corredare e mettere a confronto le nuove ipotesi con le corrispondenti valutazioni di carattere urbanistico e non solo.
Questi, chiaramente, sono soltanto alcuni degli argomenti che intendiamo trattare e sui quali concentreremo la nostra attenzione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Intervengo dopo un'oretta di dibattito; ho ascoltato con molta attenzione, con sincera attenzione gli interventi dell'opposizione e non spetta certamente a me esprimere un giudizio.
Voglio esprimere, però, quello che incomincio a sentire: considero positivo il dibattito che si è sviluppato fino a questo momento; è un dibattito dal quale emergono delle differenze, ma che permette di auspicare, per l'intero Consiglio regionale, un buon metodo di lavoro.
Gli interventi dell'opposizione hanno un filo conduttore, che è sostanzialmente questo: il Presidente Cota ha enunciato delle priorità presenti nel suo programma, ma non ha detto in maniera specifica come intende affrontarle.
Ho riletto a fondo l'intervento del Presidente Cota in quest'aula, non tanto il programma, perché è evidente, e ritengo di poter affermare che in quell'intervento ci sono dei passaggi sui temi centrali del Piemonte e, per certi versi, sui temi centrali che l'Italia deve affrontare in questo momento.
La questione del lavoro, che è stata posta al centro della sua attività politica, è certamente qualcosa che sentiamo nella quotidianità; chiunque di noi vada in giro può rendersene conto e, come qualcuno ha detto giustamente, basta vedere quante richieste di collaborazione ognuno di noi ha ricevuto per capire quanto la questione lavoro sia stata posta pesantemente e in maniera accorata dal Presidente Cota nel suo programma e nei suoi interventi.
Il Presidente Cota e questa maggioranza hanno ricevuto in Piemonte un certo numero di voti; credo sia esperienza di tutti poter dire che, finita la campagna elettorale, finita ogni campagna elettorale, esiste un periodo nel quale l'attenzione verso chi è stato eletto può scemare oppure pu crescere.
Io mi sento di assicurare che l'attenzione del Piemonte nei confronti del Presidente Cota e del lavoro che questa maggioranza può esprimere è un'attenzione che sta crescendo. Starà crescendo per motivazioni varie, ma il dato politico è che l'attenzione sta crescendo: lo dicono i media magari anche in seguito ad atteggiamenti, comportamenti, modi di fare politica di questo Presidente di Giunta, che, per certi versi, possono essere per tutti noi - Presidente Cota - modi nuovi di fare politica. Li possiamo valutare, magari qualche volta ci colpiscono, ma è indubbio che esiste un filo conduttore: cercare di parlare alla gente delle priorità delle concretezze, dare le risposte che oggi la gente chiede di sentire.
Ritengo che questo metodo sia presente nell'intervento del Presidente Cota, il quale non ha solo enunciato delle priorità, che possono essere non essere le novità.
Ho un'esperienza di quarant'anni di vita politica e amministrativa di cui non mi vergogno, anzi ne sono veramente orgogliosa, e ricordo che tanti anni fa (ho fatto molta esperienza nella vita, perché appunto gli anni sono stati tanti) Giancarlo Pajetta disse al Presidente Viglione: "Non preoccuparti di dire sempre le stesse cose, perché i problemi sono quelli!". È chiaro che la novità non c'è, perché i problemi sono quelli, ma sarà il modo, l'approccio, la credibilità che il Piemonte darà a far sì che le risposte possano essere più immediate, di natura diversa, possano essere delle risposte che tocchino anche un po' il cuore dei piemontesi.
Lei, Presidente, nel suo intervento ha fatto riferimento ai valori e quei valori sono condivisibili; è evidente che, in tema di diritti civili ci saranno dei confronti ed è evidente che ci sono delle ricchezze anche da questa parte, che possono essere delle differenze, ma non c'è dubbio che abbiamo bisogno di una cosa, che forse questo Governo interpreta bene e che secondo me è un valore: che la politica possa avere di più e dimostrare di più.
Certo, dobbiamo creare più efficienza, dobbiamo realizzare risparmi dobbiamo rivedere determinate questioni che sembrano dei tabù. Ne dico una per brevità: dobbiamo partecipare alla Marcia della Pace ad Assisi dobbiamo andare, però se ci andassimo, per esempio, a spese nostre, a spese dei Consiglieri che ci vogliono andare, secondo me, sarebbe una modalità non semplicemente per farci risparmiare, ma per procedere in altro modo.
Accanto al far cadere dei tabù su tante piccole cose, che per rappresentano grandi risorse che possiamo mettere a disposizione delle priorità, c'è un'altra cosa cui tengo moltissimo, che ho visto mutare in questi anni e che ha sempre comportato gran difficoltà per la classe politica. Mi riferisco al valore di porsi con semplicità. Sembra banale, ma la semplicità è un modo di vivere; la semplicità è un modo di essere; la semplicità è un modo di risparmiare; la semplicità è un modo di rispettare gli altri, dai grandi ai piccoli, intendendo per piccoli coloro di cui ci dobbiamo occupare di più: la gente, la gente che soffre, i giovani che non hanno lavoro, le grandi masse che si sentono abbandonate.
Oggi non ne posso parlare, ma avendo maturato una grandissima esperienza nella città vecchia di Sanremo, dove ho un'attività, ho visto veramente dei giovani perdersi e ora, forse, le risposte che il PdL e la Lega insieme vogliono dare devono trovare modi di comunicazione diversi.
Presidente, credo che questo modo di comunicazione lei ce l'abbia, magari qualche volta un po' la criticheremo, però lei ce l'ha.
Voglio concludere il mio intervento con la questione delle donne.
Vede, lei ha fatto degli apprezzamenti, ha sostenuto che "queste donne sono brave" e da una mia prima lettura confesso a quest'Aula che dentro di me ho fatto la stessa osservazione della collega Bresso, cioè, ho detto: "Accidenti, perché ha detto che le donne sono brave e non ha parlato degli uomini?". Poi, però, ho fatto una riflessione diversa: queste donne che siedono su questi banchi, perché nel nostro Gruppo abbiamo donne giovani brave, belle e capaci (certamente la nostra Capogruppo e il nostro piccolo ghepardo, come lo chiamo io, il nostro piccolo leoncino, che è la collega Montaruli), Presidente Cota, e mi rivolgo anche all'opposizione, sono il frutto del nostro lavoro, sono il frutto del mio lavoro, sono il frutto del lavoro delle donne delle generazioni che mi hanno preceduta, sono il frutto delle donne anche di quest'opposizione, che tanto ha lottato perché le donne avessero il loro spazio e potessero mettere a disposizione di tutti le loro grandi capacità e potenzialità.
Dal dopoguerra ad oggi è stato fatto un percorso politico, lo abbiamo fatto insieme, il prodotto è dato anche da questo. Quando una donna come me, che nella vita ha affrontato tante rinunce per la politica (le nostre generazioni avevano altri pezzi di storia alle spalle e a noi venivano chieste cose diverse), vede su questi banchi Caterina Ferrero, Elena e altre giovani donne, che in questo momento non ci sono, o queste ragazze che hanno figli piccoli, ma possono fare politica, allora può dire che, da questo punto di vista, tutte le donne che hanno combattuto, dal dopoguerra ad oggi e anche prima, hanno fatto una gran battaglia di civiltà e che voi veramente, siete anche nostre.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
Prima di dare la parola alla Consigliera Artesio, chiedo la cortesia ai Consiglieri, al pubblico e a tutti di silenziare i telefoni cellulari perché durante gli interventi spesso si sentono squillare e, oltre ad esserci una disposizione dell'Ufficio di Presidenza in questo senso, credo sia una forma di rispetto e di buon andamento dei lavori. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

La mozione degli affetti con la quale la Consigliera Spagnuolo ha concluso il suo intervento tende ad intenerire le mie osservazioni.
Cercherò di non farmi condizionare troppo e di prendere a riferimento l'intervento di programma del Presidente della Giunta regionale, che accanto all'assunzione della responsabilità istituzionalmente doverosa, ha teso a sottolineare il risultato elettorale e di conseguenza l'autorità che deriva a lui e a quest'Amministrazione di governare il Piemonte, in ovvia polemica con il ricorso della Presidente Bresso, alla quale riconosco invece, il principio di legalità che ha ispirato il ricorso.
Certamente, non disconosco al Presidente Cota e a questa Giunta l'autorità che i cittadini piemontesi gli hanno consegnato. Sarà nostro compito dimostrare che, se il risultato elettorale conferisce l'autorità a governare, ciò che la Giunta Cota deve conquistarsi è l'autorevolezza a governare e le garantisco che per parte mia e per parte delle opposizioni di questo Consiglio - spero - non ci saranno sconti nel dimostrare la difficoltà che la sua amministrazione avrà nel guadagnare autorevolezza verso i piemontesi, al di là del periodo della luna di miele giornalistica e al di là degli ossequi opportunistici che normalmente si avvicendano nei confronti di chi governa.
Per cominciare a vedere quali sono le prime confusioni dal punto di vista della coerenza programmatica, assumerò tre punti di osservazione. Il primo punto di osservazione riguarda il rapporto autonomia-indipendenza centralismo, che è una delle questioni assolutamente care alle politiche leghiste, ovviamente quando le maggioranze sono variabili. Quando le maggioranze sono omogenee, invece, l'autonomia è evidentemente una sorta di sudditanza alla filiera con il Governo nazionale. O meglio, per un po' finché durerà, finché avrà effetti, fino a che la competizione con qualche altro governatore leghista non farà prendere il sopravvento ad altri rispetto al Governatore del Piemonte, s'invoca la possibilità di ricorrere al Governo nazionale come strumento di compensazione, di arbitrato e di risoluzione delle problematiche. Negli incontri si sprecano frasi come questa: "Lo diremo al Ministro, andremo al Governo, faremo un incontro con le Commissioni nazionali".
Ebbene, ci auguriamo, e credo che il fascino della sua attuale fase di amministrazione derivi anche da quest'apertura di credito in cui i piemontesi confidano al fine di ottenere qualche sguardo più benevolo verso il territorio piemontese, che nella chiarezza dei contenuti questa filiera che di autonomia ha poco, semmai di assoluta consequenzialità nelle linee di governo nazionali e locali, possa, se non altro, portare qualche vantaggio locale. Per l'orgoglio dei piemontesi che rappresentiamo anche noi - non solo lei, Presidente Cota - vorremmo che questo possibile vantaggio fosse anche coerente rispetto alla riforma di questa Regione sulle quali comincio a vedere qualche crepa nella presunta autorevolezza.
Primo argomento: la questione centrale è il lavoro, ne conveniamo.
Allora, oltre a fare proclami, via via un po' più timidi e fievoli (prima partivamo con un "contro la delocalizzazione", adesso cominciamo a dire "vediamo se con qualche voucher riusciamo ad attrarre qualche imprenditore per mantenere nella stessa area produttiva le attività industriali e salvaguardare, forse, una parte dell'occupazione"), per sostenere politiche di investimento, la difesa del marchio italiano, lo sviluppo locale e la resistenza contro la delocalizzazione noi la sfidiamo a riprendere nel dibattito di quest'Aula un disegno di legge che la nostra forza politica aveva depositato nel precedente Consiglio, che si richiama al principio di responsabilità sociale d'impresa, assolutamente riconosciuto e consolidato a livello europeo.
Tale principio prevede che chi riceve benefici per collocarsi produttivamente in un ambito territoriale, laddove poi abbandonasse le proprie scelte di investimento e di produzione, possa restituire alla collettività quanto in termini sociali la collettività ha consentito all'impresa affinché si sviluppasse, ovviamente a tutela dell'occupazione.
So che di questa proposta anche brillanti esponenti dell'attuale minoranza non sono sembrati molto entusiasti.
Peraltro, anche stamani si è consumata qualche annotazione sulle diverse sensibilità che, come nella sua maggioranza, allignano anche nella minoranza, però mi fa piacere ricordarle che, in quest'Aula, il suo Gruppo e con immenso piacere cito le parole del Consigliere Novero - proprio sul disegno di legge relativo alla delocalizzazione ha, con la semplicità disarmante del linguaggio della Lega Nord, così dichiarato: "Gli incentivi alle imprese che si accingono ad insediarsi sul nostro territorio devono essere accompagnati da obblighi contrattuali di insediamento. Quando mai prendo un contributo e non ho nessun obbligo? Me lo metto in tasca e faccio quello che voglio? Quindi, a meno che non ci siano novità nella discussione, oppure che appaia qualcosa che in questo momento non vedo, il mio Gruppo ritiene di votare a favore".
Per questo motivo, Presidente, con l'appoggio del suo partito di riferimento la invitiamo a riprendere, pur con la complessità delle relazioni che avrà dalle rappresentanze economiche portate in quest'Aula dalla sua parte politica, questa discussione.
Seconda questione: affermazione della Regione, ruolo politico centrale ho citato testualmente - che si sostanzierà nel fare squadra (ho già detto squadra con il Governo). Vediamo la squadra con le altre autonomie locali. Un po' ondivaga, Presidente, perché quando si parla di Città della Salute - è noto a quest'Aula quanto io abbia cercato di sollevare, a proposito della Città della Salute, questioni di merito e non relative alla sua localizzazione - puntiamo diritto su Torino, quando invece si parla di trasporti pubblici, Regione e Comune vanno allo scontro: piazza Castello sta con i centri dell'hinterland e sull'area metropolitana si decide tutti insieme. Eppure, la Città della Salute non è l'ospedale dell'area di Torino sud che tutti abbiamo convenuto debba essere mantenuto - avevamo persino convinto in proposito il Consigliere Scanderebech - quanto piuttosto un polo di riferimento di distretto sanitario, d'elevata complessità funzionale ai principi di mobilità interna e interregionale. Non è affatto solo un presidio torinese.
In ultimo, la questione sanità.
Mi sarebbe fin troppo facile entrare nel merito, dettaglio per dettaglio. Mi dispiace trattandosi di questione tanto sensibile quanto seria, che al termine "sanità" lei affianchi troppo spesso la dizione "malasanità" e che al termine "sanità" lei affianchi troppo spesso la dizione "sprechi", seguendo, peraltro, un rituale abbastanza comune: quando la sanità ottiene brillanti risultati il merito è dei suoi professionisti quando ci sono delle difficoltà è colpa dell'organizzazione politica. Varrà anche per lei.
Ebbene, per fare riferimento alla banalità, che non è semplicità ma pericolosa banalità, con la quale lei riduce le questioni, alludo a come ha risposto, nella rubrica di Torino Cronaca "Dillo al Governatore", ad un cittadino che segnalava la sofferenza personale e familiare nel dover raggiungere la moglie, ricoverata in una struttura riabilitativa d'alta riqualificazione in provincia di Cuneo. A questo cittadino, a questa malata, che si avvale di un servizio sanitario che garantisce le cure ai malati in stato vegetativo con un'esposizione economica ed una sensibilità politica ed umana non banali, lei risponde che le spese della sanità hanno registrato un aumento burocratico e che per opporsi all'aumento burocratico delle spese sanitarie occorre, non il costo standard, che un Governo pur molto lontano da me ha citato come riferimento rispetto alle medie della spesa, ma una spesa standard, perché "Non è possibile che, se oggi la sanità costa dieci, l'anno dopo costi dieci più due e l'anno dopo ancora 12 più due".
Vede, Presidente Cota, a quel cittadino lei avrebbe già potuto rispondere dando applicazione alla delibera sugli stati vegetativi assunta da quest'Amministrazione, che prevedeva la possibilità, per persone ricoverate fuori regione, di rientrare, laddove si fossero realizzati nuclei speciali previsti dalla delibera. Quei nuclei prevedevano assunzioni; uno si sarebbe dovuto attivare a Carmagnola dal 1° maggio, ma la sua delibera sulle sospensioni delle assunzioni ne ha impedito l'attivazione.
Voglio suggerirle un po' più di sensibilità sulle questioni umane. A volte, i costi crescono anche perché le persone, grazie ad investimenti nella sanità, vivono a lungo e se oggi dieci anziani istituzionalizzati costano 100, domani ne avremo dieci più 12 più 14.
Per noi questo era un orgoglio; per lei è una spesa burocratica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente Cota, le sfide che le stanno di fronte, come ha ricordato il Capogruppo del mio partito, sono di quelle che fanno tremare le vene dei polsi. È vero, deve vincere queste sfide, glielo chiedono i suoi elettori ma lei avrà di fronte, in questo Consiglio regionale, un'opposizione di merito: non le faremo degli sconti, naturalmente, e la sfideremo sul terreno del governo. Nel suo discorso in Consiglio d'investitura, lei si è rivolto molto al Piemonte e poco al Consiglio regionale. È stato - se me lo consente - un discorso avaro d'indicazioni programmatiche e, quindi, credo che sarà giusto attendere atti e proposte di governo.
La collega Spagnuolo ha ricordato poco fa che le novità non sono una pregiudiziale. Sì, è vero, i problemi sono gli stessi, collega Spagnuolo, e non sono di centro, di destra o di sinistra. Tuttavia, le risposte che un governo di centrodestra dovrebbe dare a questi problemi, mi permetto di dirle, sono sostanzialmente diversi dalle proposte e dal modo con il quale intende affrontarli uno schieramento che, invece, fa riferimento alle forze di centrosinistra Io, invece, mi ostino a sostenere che nel discorso che lei ha fatto in Consiglio, all'inizio di questa legislatura, le novità erano poche e i punti da chiarire - mi permetto - moltissimi. Moltissimi.
Noi, naturalmente, accettiamo la sfida sulle questioni del Governo e del lavoro, perché penso che questi siano i problemi di questa Regione. Io non credo che i segnali di ripresa, che pure si stanno registrando nel nostro Paese (e assai limitatamente in Piemonte), autorizzino alcun ottimismo (certo non da parte nostra). Lei, Presidente Cota, ha fatto bene nel discorso di qualche settimana fa, ad insistere sulla gravità della crisi e sulla centralità che assumeranno in Piemonte i temi del lavoro e dell'industria.
Tuttavia, rilevo onestamente, che il Presidente della Giunta Cota, che qui ha giustamente insistito sulla gravità della crisi e sulla centralità che assume il tema del lavoro, in quel discorso - me lo consenta - ha sconfessato "Cota Presidente del Gruppo parlamentare della Lega Nord", cioè quel Cota che a Roma, insieme a molti Parlamentari della maggioranza e insieme al Presidente del Consiglio, nei mesi passati ha offerto un quadro non proprio drammatico della situazione economica del Paese. Mi sbaglio colleghi? Ci spiegavate che la crisi era un'invenzione del centrosinistra assicuravate che la situazione economica era meno grave di quanto si potesse immaginare; affermavate che la ripresa era dietro l'angolo addirittura il Presidente del Consiglio dichiarò, se non ricordo male, che la crisi era, prima di tutto, un fatto psicologico e che il problema consisteva nel "far ripartire i consumi": in pratica, la gente avrebbe dovuto spendere, perché da lì noi avremmo riscontrato, in qualche modo, una politica di ripresa dell'economia.
Oggi il quadro presentato dal Governo di cui lei ancora fa parte, in quanto esponente della maggioranza (farò, successivamente, alcune precisazioni a tal riguardo), è assai diverso. Voi - non noi! - avete negato la manovra di rientro a Roma, colleghi della maggioranza! Voi l'avete negata! E oggi presentate un conto che costa 25 miliardi. La Grecia ne costa cinque, collega Botta; il resto - i 20 miliardi che dovrete presentare alle Camere nei prossimi giorni - rientra in una manovra di rientro per affrontare i temi della crisi italiana.
Credo che un rischio lo corra questo Paese, perché dal carattere della manovra, infatti, dipenderà la possibilità o meno di accompagnare i segni di ripresa che si registrano nella nostra economia. Spero che finisca questa sarabanda d'ipotesi - ogni giorno un Ministro si inventa la sua ricetta per affrontare la crisi! - e spero che il Parlamento, del quale Cota fa ancora parte, venga messo, al più presto possibile, nelle condizioni di discutere con quali manovre e con quali politiche questo Governo intende affrontare la crisi economica del Paese.
Tuttavia - lo ripeto - non saremo certo noi ad opporci al tentativo di considerare centrali le questioni del lavoro e dell'economia.
Ciononostante, Presidente Cota, le dico che le novità sono poche.
Perché non è una novità il riferimento ai contratti d'insediamento.
Siamo d'accordo che non è una novità: è uno strumento che ha adottato la Giunta Bresso. Potete riformarlo, ma non è una novità.
Non è una novità far riferimento alle politiche d'incentivo per le imprese. Nei prossimi mesi investirete 100 milioni d'euro d'incentivi finanziati con il Fondo Sociale Europeo.
Non è una novità neppure l'attacco ai centri per l'impiego, perché è ricorrente questo tema nelle analisi del centrodestra. Vorrei che alcuni di voi facessero un giro nei centri per l'impiego, perché scoprireste che da mesi si stanno occupando della cassa integrazione in deroga, perch l'accordo Governo-Regioni (sbagliando, le Regioni hanno fatto quell'accordo!) prevede che i centri per l'impiego debbano gestire le politiche passive, cioè occuparsi della gestione della cassa integrazione in deroga, che noi finanziamo in parte con le risorse del Fondo Sociale Europeo.
Ma qui, Presidente, c'è un punto d'analisi che non ci vede d'accordo: noi non crediamo che oggi le imprese non assumano perché prive di incentivi. Non è questo il punto, perché le tipologie di contratto e gli incentivi ci sono. Perché, allora, non assumono le imprese? Le imprese non assumono non perché mancano gli incentivi - è un errore fare quella valutazione! - ma perché la domanda interna è insufficiente e perché il quadro macroeconomico è ancora molto caratterizzato da incertezza. Questo è il punto! Se è così, noi dobbiamo agire sulla leva fiscale - spero che il Governo lo faccia - per far ripartire i consumi. Ma spero, soprattutto, che la politica di bilancio del centrodestra, così come avvenne con la Giunta Bresso, sia orientata a tre obiettivi: il primo è l'innovazione di sistema e delle imprese; il secondo consiste nel rafforzare l'armatura complessiva del sistema Piemonte (in questo contesto rivestono un ruolo strategico le infrastrutture); il terzo è finalizzato a garantire misure di sostegno al reddito.
Considero grave il fatto che oggi, in Piemonte, 10.000 lavoratori che hanno presentato domanda per ricevere un sostegno al reddito ricevano una lettera nella quale la Giunta comunica loro che non avranno la possibilità di ottenerlo. Parliamo di 10.000 persone! Mentre ritengo, in questa fase di crisi, che una priorità sia ancora sempre rappresentata dall'esigenza di mettere in campo, come ha fatto l'Amministrazione regionale precedente, misure di sostegno al reddito delle famiglie.
La sfida, quindi, esiste; è nei fatti, Presidente Cota. Noi la accettiamo e la incalzeremo sui temi del lavoro, dell'industria e del rilancio dell'apparato produttivo di questa Regione.
Mi consenta, però, di concludere facendo riferimento ad un'affermazione che ha fatto il mio Presidente di Gruppo.
Presidente Cota, glielo dico con sincerità: si dimetta da Deputato, ma non lo faccia a luglio. Lo faccia dopo che avrà concluso i lavori di questo dibattito in Consiglio regionale. Annunci in questa sede che intende dimettersi da Parlamentare e rassegni le dimissioni, e con lei lo facciano il Vicepresidente della Giunta e il Consigliere Buonanno.
Lei avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni - mi consenta di dirglielo un minuto dopo la sua proclamazione. Non lo ha fatto. Lo faccia adesso però. Lo faccia nell'interesse di chi lo ha eletto Presidente di questa Giunta e la vuole impegnato a tempo pieno a governare questa Regione, che ha tutti i problemi che lei ha indicato. Lo deve ai piemontesi che non l'hanno votata e che hanno diritto di avere un Presidente a tempo pieno al governo di questa Giunta regionale. Lo deve, in parte forse, anche a noi Consiglio regionale del Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola al Vicepresidente Placido, vorrei precisare all'Aula, a titolo informativo, che poiché continuano a pervenire alla Presidenza molteplici richieste di intervento, potremmo prevedere ancora tre interventi, per poi sospendere i lavori intorno alle ore 13, con la ripresa alle ore 14.30.
Comunico, altresì, che per la seduta pomeridiana sono già previste 18 richieste di intervento.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Presidente Cota, le faccio gli auguri di buon lavoro nell'interesse non tanto suo e della sua Giunta, ma di tutti i piemontesi.
Concordo con quanto ha detto il mio Capogruppo, Aldo Reschigna, che mi ha preceduto - fra l'altro, quando presenterete provvedimenti che vanno nella direzione degli interessi di tutti, non ci saranno problemi a sostenerli e a votarli, come abbiamo sempre fatto - e con quanto ha sottolineato la Presidente Bresso.
Vorrei riprendere un pezzo del suo intervento nella seduta dell'insediamento, senza toccare gli argomenti che hanno citato già altri colleghi prima di me; mi soffermerò, quindi, soltanto su alcuni.
"So di non aver risolto" - si evince dal testo stenografico - "i problemi del mondo e i problemi della Regione, riducendo il numero degli Assessori da 14 a 12 unilateralmente, ma ho dato un segnale che qualcosa è cambiato e che qualcosa deve cambiare dal punto di vista dell'efficienza e dei costi della politica. Deve cambiare qualcosa! La gente vuole questi segnali e vi invito...". Questo era il suo intervento.
Fra l'altro, la voglio informare (i colleghi ormai lo sanno) che ho opinioni diverse, tutte legittime. Ero assolutamente contrario ad una Giunta esterna, era un esperimento. Il Partito Democratico, con la sua Direzione, si era espresso perché ci fosse una Giunta tutta di Consiglieri lei però fa delle dichiarazioni e voglio riprendere gli interventi della prima seduta della precedente legislatura. L'allora Capogruppo, Presidente Senatore Enzo Ghigo ad un certo punto dice: "Questo segnale - ahimè - non è stato rispettato dall'attuale governo regionale perché, se facciamo i conti con le surroghe che abbiamo appena votato, con il meccanismo di scelta di Assessori non Consiglieri, il numero di Consiglieri, che lo Statuto aveva definito a 60, oggi è ben di 77" (per i motivi che dicevo prima).
Presidente Cota, in questo Consiglio, per sua responsabilità, è di 66; lei ha sempre dichiarato: "Noi dobbiamo tagliare i costi".
Proseguo. Sempre il 16 maggio 2005 (seduta iniziale), il Consigliere Casoni, attuale Assessore, disse: "Nel chiudere il mio intervento, voglio chiedere alla Presidente Bresso, visto che si appresta a presentare il proprio programma, di comunicarci dove intende reperire i 10 milioni di euro che, in questa legislatura, rappresentano il costo degli Assessore esterni.Le chiedo, pertanto, Presidente, di dire, nel suo intervento, come queste risorse verranno reperite". Questa è una domanda che rivolgo anche a lei, Presidente Cota.
Andando avanti, il Consigliere Burzi, nella seduta del 12 settembre 2006, dice: "Non credo affatto che attenga alla qualità delle persone.
Credo che attenga allo stato dell'attuale Giunta, che è una Giunta tecnica". Quindi la sua, Presidente Cota, è una Giunta semitecnica. Dunque questa è una Giunta a due velocità? Lei è un Presidente a due velocità? Una a scartamento ridotto e una a scartamento intero? Purtroppo, manca il Consigliere Dutto, appassionato di treni, che in questo senso potrebbe darci qualche conforto.
E ancora, il Consigliere e Onorevole Tino Rossi - che penso lei conosca bene - nella seduta del 18 ottobre 2005 dice: "La Presidente ha voluto una Giunta composta da Assessori totalmente completamente esterni. 14" - taglio per necessità di tempo - . un costo aggiuntivo, ma non solo. 14 Assessori esterni significa 14 stipendi in più". Presidente Cota, sei Assessori esterni significano sei stipendi in più.
Il Consigliere Rossi continua dicendo: "Invece di risparmiare, la Presidente ha creato una realtà di Giunta che dipende totalmente dalla Presidente stessa. Oltre a costare molto di più un Assessore esterno rispetto ad uno scelto tra i Consiglieri"."Ciò significa che l'Assessore è interamente in mano alla Presidente". Vuol dire che alcuni suoi Assessori sono interamente in mano a lei? Continuo (per poi arrivare alle domande, Presidente Cota). Il Consigliere Casoni, allora Capogruppo, attuale Assessore, nella seduta del 22 gennaio 2008 diceva: "Attenzione, io l'ho già detto: presenteremo immediatamente una proposta di legge per fare gli Assessori interni". Siete sempre in tempo a tornare sui vostri passi, a ritornare indietro. E continuava: "Poi vedremo cosa avrete da dire". Vi diciamo la stessa cosa: "Poi vedremo cosa avrete da dire". L'intervento seguiva dicendo: "Voi, che adesso difendete questi soldi, la appoggerete, perché proponiamo di risparmiare dei soldi, e non 16 mila euro, ma qualcosa come 20 milioni di euro". E così via.
Presidente Cota, con una Giunta a scartamento ridotto, con un Presidente a due velocità, lei fa spendere di più ai piemontesi otto milioni e 600.000 euro. Dove pensa di reperire queste risorse? E dove le toglie? Alla sanità, per caso? Dove si utilizza un consulente? Avrà scorso tutte le lettere dell'alfabeto per arrivare all'ultima. Sono curioso di sapere cosa farà.
Sempre sui risparmi, Presidente Cota, lei ha detto: "Do l'esempio, non uso l'auto di servizio". Ma lei deve dire ai piemontesi che, come gli altri giustamente è una sua prerogativa - costa circa 3.000 euro di rimborso chilometrico (si informi). Aspetto anche su questo delle risposte, visto che del risparmio si fa una bandiera, mentre il Paese soffre e si fa demagogia - io sono convinto - per dimezzare le liquidazioni, anziché fare un provvedimento serio che intervenga sulla materia.
Gli Assessori leghisti non viaggiano con l'auto. Parla uno che utilizza l'auto di servizio, ma che - tutti sanno - come questa mattina arriva in Consiglio in Vespa oppure con una Musa. Lei deve dire che l'Assessore Giordano ha l'auto; che l'Assessore Quaglia ha due autisti che la vanno a prendere e la riportano. Ma non ci trovo niente di scandaloso, tranne quando si fa demagogia dicendo che si deve risparmiare e poi non si risparmia. La invito ad essere conseguente con quello che ha detto nell'interesse dei piemontesi, per risparmiare.
Arriviamo al bilancio. L'Assessore Quaglia: non so se non la ritiene in grado, perché con quattro dirigenti che ci sono al bilancio e cento funzionari, tra i primi provvedimenti che ha assunto, visto che ha fatto una campagna elettorale incentrata sulle consulenze (il Consigliere Vignale, che saluto con simpatia, ci ha edotto lungamente su questi temi) ce n'è uno che affida una consulenza al direttore regionale che è andato in pensione. La formula è sempre la stessa: non trovando all'interno delle capacità, delle qualità del personale del Consiglio, diamo una consulenza.
Nulla da dire sul portavoce, nulla da dire sul Capo di Gabinetto, ma che dire di una consulenza di 120 mila euro per lo "Sviluppo delle relazioni con gli organi di informazione nazionali e gli organi istituzionali dello Stato". Per non parlare della auto: la informo Presidente, che ci sono 28 autisti e 12 auto, quindi il suo risparmio è comunque un'aggiunta di costo.
Su questi argomenti, caro Presidente Cota, lei ha fatto un intervento che, per rispetto istituzionale (alcuni lo hanno definito un comiziaccio una cosa a braccio.) io considero un intervento di investitura. Ho troppo rispetto per le istituzioni, di chi è presidente in quel momento. In questo momento lo è lei, ha vinto democraticamente le elezioni e, in questo senso lo intendo un intervento di investitura. Ognuno fa quello che riesce compreso il sottoscritto.
Però, finita la campagna elettorale, finita la demagogia, io - come penso molti colleghi, e lo ripeto - l'aspetto non alle dichiarazioni demagogiche, alcune anche interessanti. Quello che ha annunciato al Salone del Libro, in cui ero presento, l'ho trovato interessante, utile. Come vede, non c'è nessuna pregiudiziale; dopodiché, i provvedimenti sono una cosa, la demagogia è un'altra.
Sulle cose che le ho detto, sulla sua Giunta a scartamento ridotto, su quello che hanno affermato i suoi Assessori, i Capigruppo della sua maggioranza. Perché è vero che fischiare i falli è più facile che giocare ma non avete neanche cambiato di posto: siete sempre lì. Fino all'altro ieri ci accusavate di sperperare le risorse pubbliche, di aumentare i costi della politica, di avere Assessori esterni che non avreste mai permesso e avete fatto la stessa cosa. Mi aspetto, ci aspettiamo, i piemontesi si aspettano: questi 8,6 milioni dove li troverete? E così tutto il resto.
Presidente Cota, le auguro nuovamente buon lavoro. Ne abbiamo bisogno tutti; ne hanno bisogno tutti i piemontesi, ma se il buon giorno si vede dal mattino, la sua sarà una Giunta di dichiarazioni demagogiche e prive di sostanza. Purtroppo, i problemi sono sostanziali e inizio avere il pensiero e il dubbio che non so se lei sarà in grado di affrontarli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Signor Presidente, le abbiamo già detto, e lo ripeto, che è finita la luna di miele con i piemontesi. L'ha consumata, il tempo è trascorso e ora si torna a casa con le valigie da disfare e ci aspetta, vi aspetta, un duro lavoro, così come l'impegno familiare è un duro impegno.
Vorrei restare nella metafora familiare per entrare subito, signor Presidente, nei temi che volevo portarle ad esempio, per continuare nelle argomentazioni che i miei colleghi hanno già introdotto. Noi le diciamo che è finito il tempo della propaganda e degli annunci e che la misureremo sui fatti e le faremo competizione, forte, sui contenuti.
Aggiungo anch'io che noi non siamo pregiudizialmente contrari ad ogni sua proposta e che troverà in noi, in me certamente, un interlocutore obiettivo, ma anche sicuramente non tenero nella misura in cui ci troveremo di fronte ad annunci non confermati o ad intenzioni non condivisibili.
Parto con un esempio che si porta dietro la metafora matrimoniale. Lei ha ricordato che si impegnerà per sostenere i valori che, peraltro, sono quelli che la Chiesa Cattolica ha ricordato come "non negoziabili".
Potrei dirle che sono d'accordo con lei, ma questo non è importante.
Tuttavia, è importante, per esempio, che lei passi dalle dichiarazioni ai fatti.
Anzitutto, vorrei ricordarle che si è dimenticato un piccolo passaggio non insignificante nelle indicazioni che la Chiesa Cattolica fa ai politici, perché ricorda l'importanza della indissolubilità del matrimonio.
Lo cito perché lei non lo ha ricordato e probabilmente è un po' difficile ricordarlo ai tanti leader del centrodestra che credono nella famiglia, nel senso che ne hanno più di una, ma questa, di nuovo, è una battuta già menzionata.
Presidente Cota, il tema vero è che non solo dobbiamo fare (se lei lo ritiene troverà in me un suo sostenitore) una forte affermazione di principio sulla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma bisogna fare in modo che le sue politiche sostengano la famiglia fondata sul matrimonio ed è molto diverso difendere semplicemente un principio un'istituzione oppure promuoverla.
Lei ha detto che sosterrà - sempre per rimanere sul tema dei valori - e che difenderà il principio della libera scelta educativa. Molti Consiglieri che mi hanno preceduto le hanno già ricordato che questo principio nella nostra legge è stato ampiamente sancito. Non a caso, questa legge è stata votata anche dai suoi colleghi di centrodestra, anche dal suo partito.
Forse, se l'è dimenticato.
Proprio per richiamare che c'è una contrapposizione preconcetta per cui il centrodestra difende i valori e il centrosinistra invece se ne dimentica, le consegnerò un articolo della Federazione italiana delle scuole materne che riporta una fotografia del 2009 sui fondi erogati dalle Regioni alle scuole di infanzia paritarie. Lei vedrà, Presidente, che il Piemonte (dati del 2009) dà per ogni bambino iscritto alle scuole materne paritarie un importo triplo rispetto a quello erogato dalla Lombardia e precisamente, 207 euro il Piemonte, 72 la Lombardia e 149 il Veneto. Noi diamo un contributo tre volte superiore (voglio ricordarlo anche ai colleghi del centrodestra) rispetto alla Regione Lombardia e una volta e mezza rispetto alla Regione Veneto.
Sempre per restare sulle questioni evocative ed esemplificative di ci che noi ci attendiamo, cioè non più proclami e né annunci, ma fatti, vorrei concentrarmi sul tema dei cosiddetti ospedali riuniti. Lei ha annunciato che intenderà promuovere una riforma importante, certamente importante come ha già ricordato il collega Reschigna. Come si è letto dalle sue dichiarazioni, lei intende portare gli ospedali delle ASL sotto la titolarità delle Aziende sanitarie ospedaliere.
Questa dichiarazione, passata sotto traccia, significa una cosa molto importante, signor Presidente, e cioè che lei intende (a meno che i suoi colleghi di maggioranza intendano smentirla, perché questo naturalmente sarà un passaggio di programmazione sanitaria e quindi di piano sanitario regionale) adottare in Piemonte il modello lombardo, dove sostanzialmente tutti gli ospedali fanno capo alle Aziende sanitarie ospedaliere.
Lei deve sapere, signor Presidente, che siamo assolutamente contrari a questa sua intenzione e non sappiamo se sarà condivisa dai suoi colleghi di maggioranza. Inoltre, vorremo invece che lei si battesse contro (la dico così) le lobby ospedaliere universitarie che frenano (centrodestra centrosinistra) riforme vere, autentiche razionalizzazioni nel sistema delle reti ospedaliere, e non vorremmo che lei se la prendesse, alla fine con i piccoli ospedali di territorio, che nel suo disegno sembrano le vittime sacrificali di una razionalizzazione che al momento, mi pare, non sappiate come fare.
Inoltre, non vorremmo neanche, Presidente - glielo dico con ancora più franchezza - che il suo disegno permetta di fare ulteriormente "ingrassare" alcuni imprenditori che negli anni delle Giunte Ghigo hanno ampiamente sviluppato i loro business e che oggi sono anche in grado, magari grazie a quei soldi, di portare alcune squadre di calcio agli onori delle cronache sportive.
Per quanto riguarda altre dichiarazioni, ricordo quelle del Capogruppo Carossa, che diceva "prima i nostri". Non vorrei che "prima i nostri" si trasformasse poco per volta in "arrivano i nostri" e poi magari arriva anche Rin Tin Tin. Ma penso che su questi temi bisognerebbe essere seri.
Ho consegnato al Consigliere Carossa la legge sull'edilizia residenziale pubblica, perché nel suo primo intervento ha detto che la casa popolare verrà data anzitutto ai piemontesi o, comunque, a quelli che stanno in Piemonte da molti anni. Ho ricordato al Consigliere Carossa e lo ricordo anche a lei, Presidente, che questo annuncio è già stato ampiamente praticato; infatti, nella legge votata dal centrosinistra possono accedere all'edilizia residenziale pubblica soltanto coloro i quali sono residenti da almeno tre anni nel Comune che bandisce la graduatoria.
Vorrei ricordarle anche che noi ci aspettiamo (naturalmente, questo è un tema che riguarda soprattutto lo Stato nazionale) indicazioni che vadano oltre la propaganda per quanto riguarda il federalismo. Le cito il tema del federalismo demaniale, che lei appunto ha ricordato nel suo intervento. Se lei ascolta gli amministratori che hanno nei loro territori beni che sono probabilmente destinati ad un trasferimento, ad una devoluzione, quindi ad un trasferimento di proprietà in capo alle Province e ai Comuni, sentirà (basta leggere, per esempio, l'intervista del Sindaco di Firenze) che c'è già per quasi tutte queste proprietà una destinazione diversa da quella che i Comuni e le Province vorrebbero invece individuare, e che sono certamente previsti in capo ai Comuni e alle Province i costi delle manutenzioni.
Quindi, anche in questo caso, signor Presidente, vorremmo evitare che la propaganda risuonasse in un modo e poi venisse praticata in un altro.
Le ultime due considerazioni, Presidente, me le sono lasciate in fondo perché mi sembrano oltremodo esemplificative di ciò che non ci attendiamo e ciò che invece vorremmo che ci fosse.
Cito le dichiarazioni del Vicepresidente, Onorevole Rosso, che ha dichiarato recentemente che intende abolire i centri per l'impiego e che intende riconoscere il compenso a chi "porta il pesce", come cito testualmente.
Vorrei ricordare anche alla carta stampata, oltre che ai colleghi di maggioranza (i nostri colleghi di minoranza lo sanno già e lo sa certamente anche lei, signor Presidente), che la finanziaria del 2010 (quella dello Stato) che lei ha votato il 30 dicembre 2009, prevede già 1.200 euro per ogni collocamento, per ogni incontro domanda-offerta riuscito, fino ad un massimo 5.000 euro nel caso degli inserimenti lavorativi più difficili.
Come dire che questa misura è già prevista dallo Stato e noi in questo caso applaudiamo, però, signor Presidente, vorremmo evitare poi di sentircela venduta come una cosa fatta da lei. Siccome lei, tra l'altro, continua a stare un po' a Roma e un po' a Torino, vorremmo appunto che lei trovasse altre risorse, per lo meno che non ci vendesse le risorse dello Stato come risorse che invece ha stanziato la Regione.
L'ultima questione riguarda una sua dichiarazione, signor Presidente.
Lei ha detto che vuole individuare allo studio, d'intesa con l'Assessore all'industria, un voucher per incentivare le nuove assunzioni. Noi abbiamo fatto fare dai nostri uffici alcuni studi (per aiutare il suo lavoro e quello dei suoi uffici, glieli consegnerò), una breve ricognizione di tutte le misure che oggi sono già previste per incentivare l'assunzione di personale. Siamo arrivati a trenta misure che oggi sono già previste e attuative, quasi tutte finanziate dallo Stato, per incentivare le assunzioni.
Ora, signor Presidente, lei individua la trentunesima e noi la valuteremo, oppure forse è meglio, come hanno già detto i miei colleghi Reschigna e Ronzani, concentrarsi sulle misure che possono evitare nuovi licenziamenti piuttosto che aggiungerne altre, quando ce ne sono almeno una trentina.
Ho concluso, signor Presidente. Noi le ricordiamo nuovamente che il tempo della propaganda è finito; non le facciamo opposizione preconcetta ma certamente non le faremo sconti e, per rimanere nella metafora matrimoniale, almeno nel suo caso, faremo in modo che il suo matrimonio con i piemontesi non sia indissolubile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Riparto da dove si è fermato il Consigliere Lepri. Lo ringrazio, ma da persona sposata da 15 anni gli dico che alle lune di miele poi solitamente fortunatamente per noi, seguono dei periodi indissolubili di matrimonio, e credo che quello con il Presidente Cota sarà sicuramente un matrimonio che andrà oltre i cinque anni. Ne sono certa, perché so che siamo in grado di lavorare bene e penso che siano significative anche le professionalità che siedono oggi su questi banchi, a partire dal Capogruppo del PdL, che proviene da un'esperienza diversa, che è stata motivata sia dal Presidente Cota che dal PdL, che si onora di rappresentare.
Mi pare che diversi esponenti del PD abbiano evidenziato qualche settimana fa, sulle pagine del nostro principale organo di stampa piemontese, come invidiavano il fatto che il centrodestra avesse saputo rinnovare la classe dirigente.
Parto da questo per ringraziare il collega Reschigna, perché ho apprezzato con quale serietà e professionalità ha voluto dare una serie di indicazioni importanti, così come hanno fatto i Consiglieri Cerutti Ronzani e altri, secondo un'opposizione costruttiva, un'opposizione che secondo me, sarà significativa per questo mandato. Sono certa che voi vigilerete attentamente, ma sono altrettanto certa che sia la Giunta sia la maggioranza sapranno fare un lavoro come deve essere fatto: la Regione Piemonte ne ha bisogno.
Il segnale che è stato dato con queste elezioni è forte. Qualcuno si stava chiedendo precedentemente perché la Giunta Cota ha ripreso dei temi che erano stati dei cavalli di battaglia della precedente Giunta Bresso.
Penso perché probabilmente la coerenza non è stata pregnante, forse perch è mancata, forse perché c'è stata, da parte di alcuni Assessori, una forte arroganza. Infatti, oggi alcuni Assessori della Giunta Bresso non li vediamo qui, pur essendosi candidati. Ne ricordo soltanto uno, Andrea Bairati; l'ho conosciuto bene, ho lavorato con lui per parecchio tempo, ho cercato anche di dargli una serie di indirizzi come Presidente di Associazione che, puntualmente, non ha sentito. E i 1.035 voti pesano pesano proprio perché forse le politiche di quella Giunta non sono state così pregnanti e così attente al territorio come avrebbero dovuto essere.
Vi porto soltanto qualche spunto. Nei cinque anni della Giunta Bresso credo che qualcosa nei vari livelli, non soltanto di comunicazione, ma nella gestione degli strumenti, non abbia funzionato. POR 2007-2013: è rimasto tale e quale. C'è stata una crisi, una crisi epocale e oggi i nostri Assessori preposti a queste materie, le materie occupazionali, del mondo del lavoro, delle politiche sociali e dell'industria, stanno marcatamente incontrando le rappresentanze per condividere con loro la progettazione, una progettazione partecipata. Ebbene, nei cinque anni precedenti questa progettazione partecipata io non l'ho vista, non ho visto coinvolgere e condividere le politiche che riguardavano il CEIP, la TNE, la Finpiemonte nel momento in cui l'abbiamo scissa, con le partecipazioni da una parte e lo sviluppo dall'altra; nelle partecipazioni la razionalizzazione non è partita se non su quelle che non si meritavano di essere razionalizzate.
Non abbiamo fatto una riqualificazione territoriale l'internazionalizzazione non si è spinta più avanti di voucher che in realtà passavano ancora una volta da quel soggetto (il CEIP) che era fortemente criticato non soltanto dal centrodestra, ma anche dal centrosinistra.
Non c'è stata rapidità di intervento, non ci sono state forze incentivanti, non si è coltivata la piccola e media impresa, cosa che prontamente i nostri Assessori in questo mese hanno fatto: non soltanto hanno incontrato tutte le forze datoriali (e non solo), ma hanno dato dei significativi segnali di attenzione nei confronti di quella classe imprenditoriale dirigente che non ha visto nei precedenti cinque anni interventi significativi, poiché si è sempre guardato soltanto alla grande impresa.
A mio parere, questi sono gli elementi che fanno capire perché i piemontesi hanno deciso di cambiare, oltre al fatto che sono state presentate altre professionalità all'interno della classe dirigente: lo vediamo anche oggi nei nostri Assessori e anche nella scelta coraggiosa di Capigruppo che qualcuno definisce "matricole". Ebbene, ben vengano, perch il rinnovo della classe dirigente passa dalle matricole; lo ricorderei a chi troppo spesso guarda con un sorriso malizioso chi oggi siede per la prima volta su questi banchi, facendolo con grande rispetto sia delle opposizioni che della maggioranza.
Vorrei ringraziare il Consigliere Reschigna per un passaggio che ha fatto precedentemente, quando sperava di non dover essere lui a gestire i problemi dell'alleanza della maggioranza. Lo ringrazio e vorrei rassicurarlo sul fatto che l'alleanza è solida: il PdL e la Lega sanno lavorare bene, insieme a Lupi, insieme a Giovine. Invece, vorrei chiedere con un po' di preoccupazione il motivo per cui oggi la Presidente Bresso non è a capo dell'opposizione. Forse, anziché guardare i tavoli della Lega e del PdL, sarebbe opportuno guardare all'interno del centrosinistra perché penso che faccia bene anche alla maggioranza avere un'opposizione solida e soprattutto unita.
Noi siamo pronti per condividere un sistema della Regione efficiente ed efficace, e non stiamo parlando di tagli, non stiamo parlando soltanto di riduzione dei costi della politica intesi con percentuali. Relativamente a quest'ultimo aspetto, vorrei rispondere all'amico Roberto Placido, che con affetto vorrei far ritornare con i piedi per terra, poiché non è soltanto con una riduzione degli Assessori o con l'intervento di professionalità attraverso Assessori esterni che si fa politica. Lascerei un attimo da parte le logiche, secondo me sterili, di verificare quanti sono gli Assessori esterni o quanti sono gli Assessori che siedono sui banchi del Consiglio: guardiamo avanti. Penso che oggi il Piemonte abbia la necessità che tutti quanti noi qui dentro, tutti i 66 Consiglieri presenti guardino avanti per il bene del Piemonte.
Accetto la competitività sulle idee, accetto la competitività che il Consigliere Reschigna ha lanciato come PD e gli farò vedere come il PdL saprà raccogliere questa sfida e portare dei grandi risultati all'interno di quest'aula. Così come raccolgo la sfida del Consigliere Buquicchio quando parla di poteri forti. Mi dispiace che oggi il collega non ci sia ma vorrei ricordare quello che nelle pagine della stampa abbiamo visto nelle ultime settimane, soprattutto per quanto riguardava la Compagnia di San Paolo, il "tira e molla" su Benessia. Ebbene, se non sbaglio e se non ricordo male, non credo che quella di Benessia sia stata una scelta fatta dal centrodestra, ma è stata una scelta fatta e ponderata da alcuni personaggi importanti del centrosinistra in questa città.
È ora di cambiare. L'anno scorso ho usato questo slogan e ci credo ancora fortemente: è ora di cambiare, in particolare su Torino, perch Torino comunque rimane - lo vedrete e lo segnaleremo fortemente - il punto di riferimento della Regione Piemonte. Anche sui poteri forti è ora che il centrodestra e il centrosinistra si muovano attivamente per far sì che quella "cappa" che è sempre stata il punto debole di Torino vada a rompersi, e siete voi che ne avete avuto la responsabilità negli ultimi 25 anni.
La gente vuole segnali forti. Per quanto riguarda le squadre di calcio scu sami Lepri, ma sono poco tifosa di calcio e quindi certe metafore le capisco poco. Gradirei sapere quali sono le squadre di calcio importanti che sono state coinvolte durante il tuo messaggio, ma sono certa che se sapremo lavorare come sanno lavorare alcune squadre di calcio (e ne abbiamo alcune che stanno vincendo cinque scudetti di seguito), probabilmente anche la Regione Piemonte saprà gestire molto meglio le partite e le difficoltà che ci stanno toccando.
Un ultimo passaggio. Vorrei che questo inizio di mandato desse un segnale forte non soltanto da parte della Giunta. Il Presidente Cota lo sta dando con efficacia, con efficienza, come diceva la collega Spagnuolo precedentemente, forse con un modo di fare politica in certi frangenti diverso, non sempre facile da condividere, ma lui sa che la lealtà del PdL ci sarà sempre, così come ci sarà sempre anche la dialettica nei confronti del Presidente. Questo è un impegno per far sì che la progettualità della Giunta sia non soltanto interna alla Giunta, ma sia condivisa da tutta la maggioranza, PdL per primo.
Sono anche certa che, così come abbiamo avviato questo percorso stamattina, troveremo un'opposizione capace e attenta, ma che non farà mai mi auguro di poter sottolineare mai - un'opposizione soltanto perch siede sui banchi dell'opposizione, perché sarebbe un peccato per la Regione Piemonte. Ne abbiamo realmente bisogno. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.14)



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