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Dettaglio seduta n.197 del 27/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 20.31 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 21.00 per consentire lo svolgimento della Conferenza dei Capigruppo)



(La seduta inizia alle ore 21.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 26 marzo 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Negro, Valle e Comba.
Pertanto, il numero legale è 29.


Argomento:

b) Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Prego i colleghi di voler prendere posto, perché devo dare comunicazioni all'Aula.
Il Presidente della Regione ha chiesto la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo che si è svolta dalle ore 20.30 fino alla ripresa adesso, dei nostri lavori. A seguito di un confronto, il Presidente ha rinunciato in questa fase all'applicazione dell'articolo 69, comma 6, del Regolamento, di fronte ad una programmazione in tempi ragionevoli e certi per l'approvazione del testo unificato delle deliberazioni di cui stiamo discutendo, non essendo il termine del 31 marzo perentorio e anche alla luce dell'approvazione odierna del disegno di legge n. 174, peraltro con la dichiarazione d'urgenza: il testo diventerà quindi legge della Regione nella giornata di dopodomani, essendo la stessa pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione in quella data.
Nel corso del dibattito le opposizioni hanno espresso unanimemente la soddisfazione per la garanzia dei tempi di discussione su questo provvedimento, prendendo loro stesse un impegno a finire il confronto - e quindi giungere alla votazione di questo testo unificato - entro la giornata di martedì 3 aprile.
Sostanzialmente, quindi, si è fatta una programmazione nelle more dell'applicazione del contingentamento dei tempi, ma con un impegno certo come peraltro è già avvenuto in più occasioni in quest'aula, anche in questa legislatura. Alla luce di questo, si è provveduto a riprogrammare i nostri lavori. Do quindi comunicazione all'Aula di quanto concordato.
confermato il Consiglio regionale di domani, dalle ore 15 alle ore 19.
Ricordo che precedentemente, alle ore 14.30, si svolgerà la seduta per la trattazione delle interrogazioni ex articolo 100, altrimenti definite question time.
Nella giornata di giovedì 29 marzo il Consiglio regionale è convocato alle ore 10 e alle ore 14.30, con fine dei lavori alle ore 19; viene confermata la seduta serale dalle ore 20 alle ore 24.
Venerdì 30 marzo il Consiglio regionale è convocato dalle ore 00.01 alle ore 2: significa che ci sarà una seduta notturna di due ore, con fine prevista per le ore 2.
Lunedì 2 aprile il Consiglio regionale è convocato alle ore 10 e alle ore 14, con fine dei lavori alle ore 19; non ci sarà seduta serale.
Martedì, che doveva essere l'ultima giornata - speriamo che questo avvenga prima - per l'approvazione del provvedimento, il Consiglio regionale sarà invece convocato alle ore 10 e alle ore 14.30, con una convocazione serale "tecnica" alle ore 20: infatti, se si dovesse arrivare a martedì pomeriggio con mezzora di lavoro mancante, se non fossimo convocati non potremmo proseguire. Ovviamente però l'auspicio, fatto proprio anche dalla Conferenza, è quello di finire i lavori tra lunedì e la giornata di martedì. È chiaro per tutti? Chiedo se ci siano richieste di chiarimenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Intervengo per informare l'Aula che, per essere d'aiuto al prosieguo dei lavori...



(Brusìo in aula)



LEO Giampiero

Ma non fate gli spiritosi! Portarvi a cena non va bene? Dicevo che lunedì alle ore 17 ci sarebbe stata l'Assemblea generale dell'Associazione per i Diritti umani, che ovviamente sconvochiamo; siccome ne fanno parte 40 Consiglieri, mi sembra giusto dirlo subito per non mandare una sconvocazione dopo.



PRESIDENTE

La ringrazio. Riprogrammeremo i lavori per mercoledì 4, giovedì 5 ed eventualmente, venerdì 6 aprile.
Do atto che non vi sono ulteriori richieste di chiarimento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176 inerente a "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

Nella seduta di oggi, come ho detto prima, è iniziato l'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176, "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", di cui al punto 6) all'o.d.g.
In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Artesio, Boeti, Manica, Taricco, Bresso, Buquicchio, Ronzani, Cerutti Muliere, Reschigna e Laus.
Adesso è iscritto a parlare il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Non vorrei fare da digestivo - se mai qualcuno mi ascoltasse - né da sonnifero, anche se mi pare che il clima sia orientato ad un atteggiamento più disteso. Prima mi sembrava, insomma, che ci fosse ancora qualche tentazione muscolare...
Peccato non ci sia l'Assessore, anche se poi avremo modo di poter...



PRESIDENTE

Chiedo scusa: capisco che la comunicazione del Presidente del Consiglio abbia un suscitato un po' di commenti, però il Consigliere Lepri ha diritto di svolgere il suo intervento con tranquillità. Grazie.



LEPRI Stefano

Dicevo che è un peccato che non ci sia l'Assessore Monferino, anche se credo avremo il modo, nel corso dell'esame degli emendamenti, di presentargli alcune nostre osservazioni. Nonostante il clima tenda verso una certa conciliazione, infatti, a noi pare che ancora non sia conclusa la trattazione delle questioni di cui vogliamo discutere e che pretendiamo vengano considerate: ce ne sono moltissime.
Noi abbiamo presentato - credo - un centinaio di emendamenti e vi assicuriamo che nessuno di questi è un emendamento ostruzionistico o, men che meno, teso a rinviare e prendere tempo. Si tratta in larga parte di emendamenti che, nel corso della discussione in Commissione, hanno già visto un rigetto da parte della Giunta, ma che abbiamo ritenuto di ripresentare perché vogliamo ulteriormente approfondirli; altri, che invece abbiamo formulato dopo la discussione in Commissione, riguardano argomenti nuovi.
Tra le tante questioni voglio ricordare quella relativa alla Città di Torino: mi pare che su questo punto non abbiamo ancora avuto modo di fare un'approfondita valutazione, anche perché l'Assessore si era riservato di poter discutere il merito dei nostri emendamenti nel corso di questi giorni. Voglio ricordare ai colleghi che la questione è riconducibile alla collocazione dell'Azienda ospedaliera Mauriziano all'interno delle reti ospedaliere che avete, come maggioranza, inteso delineare. È evidente infatti, che ad oggi la soluzione che ha formulato la Giunta è una soluzione discutibile e non convincente, perché non riconosce a quest'importante presidio quel territorio d'area cittadina dalla quale proviene buona parte dei suoi utenti.
Noi abbiamo quindi riformulato, in sostanza, l'intero assetto della rete ospedaliera - e anche territoriale e di prevenzione - della Città di Torino, prevedendo un'unica Azienda Sanitaria Locale; credo che questa potrebbe essere anche una proposta condivisa, visto che va nella direzione di semplificare e di ridurre il numero delle Aziende Sanitarie Locali e di ritagliare il profilo delle aree ospedaliere con una continuità, sicch anche l'ASL di Torino diventa l'ultima parte di quello spicchio radiale che, partendo dalla provincia di Torino, si completa nella città.
Questo vuole dire che, per essere concreti, tre circoscrizioni dell'ASL di Torino verrebbero ricollocate all'interno del quadrante Ovest, insieme all'ASL della Val di Susa e della Val Chisone e insieme agli Ospedali San Luigi e Mauriziano. Tra l'altro, avremo tre parti della provincia di Torino con simile popolazione e con una simmetria, per cui questa torta della provincia di Torino verrebbe articolata su tre grandi aree, fette quadranti radiali.
Un'altra questione che vogliamo rappresentare è quella relativa all'Ospedale di Lanzo. La rappresento io come Consigliere eletto nella Provincia di Torino, essendo evidente come in questo caso siamo di fronte ad un'incomprensibile riduzione del ruolo che l'Ospedale di Lanzo pu svolgere a complemento di quello di Ciriè.
Noi abbiamo detto che l'Ospedale di Lanzo sta usando una proporzione all'Ospedale di Ciriè, come l'Ospedale di Susa sta a Rivoli e come l'Ospedale di Cuorgnè sta ad Ivrea. Non si capisce perché Cuorgnè e Susa abbiano avuto lo status di Ospedale di territorio, mentre invece l'Ospedale di Lanzo vedrebbe ridotto il suo ruolo fino a riconoscerlo come ospedale da riconvertire.
Quello è un territorio che merita invece un ospedale di territorio. Tra l'altro, si tratta di un ospedale che ha già visto un comprensibile ridimensionamento del pronto soccorso, che funziona solo durante le ore diurne; altre forme di riorganizzazione sono comprensibili e valutabili, ma dentro una logica che riconosca l'Ospedale di Lanzo come un ospedale territoriale pienamente integrato nel quadrante Nord e soprattutto a complemento dell'ospedale cardine di Ciriè.
Voglio ancora, tra le tante questioni su cui vorrei soffermarmi rappresentare in riferimento alla rete ospedaliera, che andremo a discutere, delle gerarchie tra gli ospedali che verranno, credo verosimilmente, approvate, se la maggioranza lo riterrà. Vorrei rappresentare in questo quadro l'esigenza di - lo dico così - difendere il ruolo degli ospedali maggiori, e questo è un modo che a me piace di più con cui chiamare gli ospedali cosiddetti "cardine".
Gli ospedali cardine sono a tutti gli effetti il cuore della rete ospedaliera e il luogo naturale di accesso dei cittadini che si avvicinano per esigenze di acuzie alla rete ospedaliera. Non vorremmo che una gerarchizzazione come quella che si sta delineando (per certi versi certamente condivisibile) finisca presto o tardi per mortificare il ruolo degli ospedali maggiori, diciamo quelli di mezzo, per prendere atto di una progressiva crescita e rafforzamento di ospedali maggiori, quelli invece intesi appunto in cima alla graduatoria, definiti "ospedali cardine".
Dunque, noi lo rappresenteremo nel corso della discussione, perché non è un tema irrilevante. Mettendo insieme gli ospedali nei diversi quadranti vogliamo rappresentare l'esigenza di fare in modo che gli ospedali cardine abbiano un ruolo ben definito e non siano poco per volta sostituiti, in modo silente e strisciante, dalla preponderanza degli ospedali cosiddetti hub.
L'ultima considerazione che faccio è riferita a un nuovo emendamento che è stato presentato, su cui non abbiamo ancora discusso, ma che mi pare almeno è la mia opinione - un tema non irrilevante. Lo abbiamo maturato nel corso di questi ultimi giorni, anche alla luce del confronto con le parti sociali e con esperti.
Noi crediamo che il ruolo importante che il responsabile di distretto è chiamato a svolgere meriti una considerazione almeno pari a quella che sarà data verosimilmente in queste settimane ai Direttori generali. Perché i Direttori di distretto sono in realtà dei piccoli direttori d'ASL, con un budget che viene dato loro di diverse - in alcuni casi - centinaia di milioni d'euro, quindi c'è bisogno di una selezione importante e soprattutto, c'è l'esigenza di garantire anche un turn over evitando quindi, un'eccessiva staticità degli stessi, cosa che potrebbe determinare rischi anche di crescita eccessiva di potere in capo alle loro figure.
Per questo motivo, l'emendamento che abbiamo presentato prevede l'opportunità di una verifica a carattere periodico dell'operato degli stessi operatori di distretto e l'opportunità di una loro rotazione, salvo diversamente valutato, in distretti diversi, così appunto da evitare i rischi che prima paventavo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Quello che ci accingiamo a concludere nelle giornate che seguiranno è evidentemente la conclusione di un percorso abbastanza lungo e molto complicato, molto importante per quest'Aula, ma soprattutto molto importante per la vita dei cittadini piemontesi.
indubbio che le risorse che ci trasferiranno dallo Stato d'ora in poi saranno sempre inferiori. Questa maggioranza e questa Giunta si sono dovute confrontare con un problema cui - devo ammetterlo - l'opposizione non si è sottratta nel riconoscerlo anzitutto nella sua complessità, soprattutto di fronte ad un mondo che cambia e ad un'Italia che ha sempre meno risorse all'interno di un'Europa che ci pone dei limiti anche di natura economica finanziaria e di bilancio che nel passato non esistevano.
La diminuzione costante delle risorse che da Roma viene trasferita alle Regioni pur mantenendo in capo alle Regioni tutta una serie di competenze e quindi di servizi che le Regioni devono obbligatoriamente dare ai cittadini, obbliga tutti noi a porci delle domande e possibilmente a dare delle risposte.
La prima risposta che bisogna dare è come, a parità di servizi, ridurre i costi della macchina sanitaria piemontese.
Alcune Regioni, in passato, avevano cercato di affrontare la questione.
La nostra Regione stessa, nella scorsa legislatura, ha approvato un Piano Sanitario che però nei fatti - sicuramente la collega Artesio avrà un'opinione diversa nel merito - non ha compresso la spesa sanitaria l'espansione costante, la crescita costante della crescita sanitaria. Io peraltro, voglio ricordarlo, perché per me è un punto d'onore l'aver, in certi casi, sostenuto alcune delle questioni che la collega Artesio sosteneva. Ad esempio, quando lei si opponeva ad una riduzione orizzontale tout court, ritenevo fosse opportuno immaginare una riduzione dei costi una volta che si mettesse mano ad un'organizzazione soprattutto in senso verticale.
Questa maggioranza, questa Giunta, il Presidente Cota e l'Assessore Monferino hanno cercato di fare; stanno cercando di fare, noi riteniamo con soddisfazione e con successo, anche se poi non ci nascondiamo dietro al fatto che la prova dei fatti sarà alla fine, nella formazione dei bilanci dei prossimi anni finanziari. Lì potremo veramente giudicare e valutare questa riforma sanitaria. Lì potremmo dire se abbiamo ragione noi, ovvero se ci saranno dei risparmi effettivi e concreti che sono, ahinoi, necessari perché è l'Italia che ce lo impone, oppure se invece rimarrà tutto inalterato così com'è.
Non credo che, perlomeno, potremmo escludere l'ipotesi dell'espansione della crescita economica, ovviamente in deficit, della spesa sanitaria. Mal che vada, ci sarà un isocosto. Spero che ci sarà una riduzione sensibile dei costi. E per quanto riguarda la riduzione sensibile dei costi - lo dico ai colleghi - so già che uno dei refrain riguarderà le maxifederazioni. Non è nella "poltrona" in più del Direttore di Federazione o meno, perché, tra l'altro - lo dico anche per chi ci ascolta da casa - si parla di sei Federazioni. Anzi, queste sei Federazioni dovrebbero avere la funzione di riuscire a controllare meglio di quello che potrebbe fare l'Assessorato in capo, perché hanno una verifica puntuale, oserei dire quasi giornaliera dei costi.
Pertanto, controllare la spesa in uscita e imminentemente, in questo modo, meglio riferire all'Assessorato e quindi poter via via direzionare le varie politiche di spesa sanitaria che siano necessarie.
Il nostro compito è immaginare che i servizi erogati ai piemontesi siano il più possibile inalterati, perché è ovvio che qualche limatura e ritocco dovrà esserci, ma è anche fondamentale andare ad incidere su quelli che sono attualmente gli sprechi. E ci sono, cari colleghi: li potrei citare, ma non lo faccio. Lo farò se sarà opportuno, tanto avremo diversi giorni (non tantissimi grazie a Dio, visto che c'è perlomeno un'intesa fra gentiluomini di riuscire a portare in tempo in cantiere questo provvedimento utile per i cittadini piemontesi, un tempo ragionevole perch sia utile in questa legislatura).
Ci sono - dicevo - indubbiamente degli sprechi sui quali questa maggioranza ha deciso di intervenire e dichiarare guerra. Ci sono casi, ad esempio (parlando d'anziani, di pensionati), di ASL piene di scatole di pannoloni, che poi vengono regalati: lo so, perché conosco gente che ne ha pur non avendone bisogno, semplicemente perché c'è stata una pessima programmazione dell'acquisto.
So che, su questo, l'Assessore Monferino è molto attento, così com'è molto attento, ad esempio, alla questione dei magazzini, anche questa collegata alla questione degli acquisti.
L'Assessore Monferino e questa maggioranza sono molto attenti a creare delle Aziende sanitarie complementari, che non abbiano alcun settore supplementare, nessun doppione, nessuno che faccia due volte la stessa cosa. Non è possibile che un'Azienda svolga un ruolo e l'Azienda a fianco faccia la stessa e identica cosa.
Bisogna rendere i servizi complementari; piuttosto, migliorarne l'efficienza e specializzarli, rendendoli ancora più proficui per i cittadini piemontesi.
Sono molto ottimista sull'operatività di questo Piano Socio Sanitario.
Certo, nei prossimi giorni affronteremo una serie di emendamenti, di proposte che - credo - arriveranno per la quasi totalità dall'opposizione.
Se finora l'atteggiamento dell'Assessore Monferino ci ha permesso di licenziare il disegno di legge n. 174 non più tardi di qualche ora fa, non vedo perché non dovremmo essere ottimisti e pensare che saranno trattati ed affrontati nel merito anche tutti gli emendamenti considerati utili e compatibili con la visione della maggioranza e della Giunta.
Sicuramente l'Assessore Monferino e il Presidente Cota hanno dato questa disponibilità nel merito. Devo riconoscere che i fatti e le dichiarazioni del Presidente Cota, avvenute poco fa in sede di Capigruppo lasciano una grande apertura al dialogo, al confronto con tutte le opposizioni.
Lo dico perché qualcuno, anche in modo assolutamente legittimo, pu aver lamentato un po' di disaffezione - se vogliamo - e trascuratezza da parte di questa maggioranza e di qualche membro della Giunta.
Ce ne scusiamo: non era nostro interesse e non era nelle nostre intenzioni.
Sicuramente l'attenzione è rivolta verso tutti i Gruppi presenti in questo Consiglio regionale, verso tutti i Gruppi dell'opposizione, senza alcuna distinzione.
Le proposte saranno valutate con assoluta serenità e franchezza.
Ritengo che l'Assessore Monferino, il Presidente Cota e tutti i tecnici che ne hanno la competenza (cito il dottor Morgagni, ma non solo), potranno valutare nel merito quanto è ragionevolmente accoglibile e far sì che diventi un prolungamento stesso della maggioranza e della Regione Piemonte.
Infine, concludo, Presidente, ringraziando il Presidente Cota l'Assessore Monferino, il Consigliere Carossa (non lo vedo, però è sempre presente), il Consigliere Pedrale, oltre che il Consigliere Lupi, il collega Formagnana e la Consigliera Spagnuolo.
Ringrazio i colleghi della maggioranza per la pazienza e l'accuratezza con cui hanno affrontato questo provvedimento, in questa fase e nelle fasi finali, che ci apprestiamo ad affrontare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
Richiamo l'attenzione dell'Aula, poiché, com'è avvenuto in Commissione dovremo affrontare per parti l'attività emendativa.
Procederemo all'illustrazione e discussione degli emendamenti n. 187) 188), 189), 190), 191), 192), 193), 196), 158), 197), 198), 194), 195) 199), 200), 201), 202) e 203), che insistono sulla Premessa.
Emendamento rubricato n. 187) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova Azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A" Pag. 4 Capitolo 1. "Premessa" Dopo il titolo aggiungere il seguente paragrafo: "Ai sensi del Codice di Stile delle comunicazioni scritte ad uso delle Amministrazioni Pubbliche della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per la funzione pubblica (1993) che afferma la necessità di un uso non sessista e discriminatorio della lingua nell'ambito del linguaggio in uso negli atti amministrativi, il testo è redatto nella doppia accezione di genere (es.: cittadino/a o cittadin*)".
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Illustro questo primo emendamento, perché è simbolico di una serie di emendamenti successivi, rispetto ai quali valuterò se procedere all'illustrazione o dare per illustrati, riguardanti una questione che invece, è strutturale.
L'emendamento in oggetto richiama la necessità di rispettare un codice di comportamento nella stesura di tutti gli atti amministrativi.
Il codice di comportamento, peraltro, non è inventato dalla mia personale sensibilità, ma appartiene ad una raccomandazione che gli organismi di una democrazia paritaria delle Istituzioni europee hanno rivolto nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni di tutti gli Stati.
La preoccupazione è quella di redigere i documenti tenendo conto che i destinatari delle azioni contenute negli atti amministrativi sono destinatari differenti.
Il principio fondamentale della loro differenza è la differenza di genere.
Una scrittura al maschile è una scrittura che non intende considerare questa differenza, e già sono stati suggeriti degli stili da adottare per considerare, invece, il mondo composto da donne e da uomini.
Ma, in campo sanitario, la questione è ancora più delicata, ed è per questo che il tema non può essere liquidato come un fatto puramente stilistico. La questione è più delicata, perché il non considerare la differenza che è biologica, sociale, economica, relazionale, ha delle conseguenze rilevanti anche sulle procedure che si adottano nelle terapie ad esempio. Sappiamo che le industrie farmaceutiche non testano l'efficacia dei prodotti farmaceutici sempre in base alla differenza di genere, e questo produce delle reazioni diversificate.
Sappiamo anche che l'esposizione a rischio di malattia è profondamente diversa a seconda della condizione maschile o femminile. Sappiamo che ci sono patologie più ricorrenti nella popolazione femminile; ma sappiamo anche che stili di vita che prima attenevano alla popolazione maschile, ora coinvolgono quella femminile, mettendo questa fascia della popolazione a rischio in modo imprevedibile. Sappiamo che nelle funzioni di cura e d'assistenza c'è una prevalenza del ruolo femminile. Sappiamo che le malattie croniche degenerative riguardano, in particolare, le donne, le quali, pur essendo popolazione con maggiore aspettativa di vita, negli ultimi anni la conducano con maggiore difficoltà rispetto alla qualità della loro vita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Emendamento rubricato n. 188) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Primo paragrafo. Sostituire: "La salute è un diritto (...) dalla Costituzione." Con: "Il Piano Sanitario Regionale 2012-2015 pone le proprie fondamenta nei principi di responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona; d'universalità, di eguaglianza e di equità d'accesso alle prestazioni; di libertà di scelta; di informazione e di partecipazione dei cittadini; di gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge; di globalità della copertura assistenziale come definita dai LEA." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

un emendamento che risponde al secondo criterio di stile che avevo cercato di introdurre con la presentazione di questi emendamenti. Il primo riguarda il riconoscimento delle differenze, nella forma con cui si scrive ma soprattutto per i contenuti materiali che questo riconoscimento comporta.
Questo, invece, riguarda una necessità, che personalmente avverto, di informare questo Piano Socio Sanitario di una caratteristica che trovo sottaciuta. Non possono solo programmare il servizio sanitario in funzione della sua sostenibilità, che oltretutto nemmeno ci viene chiesto (non viene chiesto neanche alle Regioni in piano di rientro).
Ho appreso con piacere, ascoltandolo nelle comunicazioni pubbliche, che il Ministro Balduzzi ricorda sempre che le Regioni sottoposte al Piano di rientro hanno una duplice responsabilità: da un lato, il rispetto dell'equilibrio economico che hanno sottoscritto; dall'altro, il rispetto dei livelli essenziali d'assistenza.
In sanità, quindi, non si fa economia semplicemente riducendo servizi e prestazioni, peraltro obbligatori; si fa buona economia sanitaria se partendo dagli obiettivi, si destinano ricorse adeguate, valutandone la congruenza e non la ridondanza.
Una serie di emendamenti, quindi, richiamano questi principi.
Noi non siamo legislatori dei bilanci della sanità; noi siamo legislatori degli obiettivi della sanità e, di conseguenza, dobbiamo sempre avere chiarezza di un sistema universalistico, di un sistema fondato sul rispetto dei livelli essenziali d'assistenza, di un sistema che si preoccupa dell'omogeneità di accesso ai servizi e alle prestazioni.
Di un sistema, in due parole, equo e appropriato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 189) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" secondo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Le scienze mediche a partire dagli anni '70 sono entrate in una fase di profondo cambiamento: tra coloro che operano nell'area culturale biomedica c'è chi ha riconosciuto nuovi e necessari apporti della cultura socio ecologica. Un sistema centrato sulla malattia e la sua cura è entrato in crisi e si è affermato il concetto di promozione della salute" Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 190) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "La carta di Ottawa per la promozione della salute (21/11/1986) ricorda che la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del Servizio Sanitario, ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere".
Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 191) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace l'abitazione, l'istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l'equità" (Carta di Ottawa 1986)".
Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 192) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" quarto capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Una buona salute è una risorsa significativa per lo sviluppo sociale economico e personale (...). Fattori politici, economici, sociali culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorire la Salute, ma possono anche danneggiarla" (Carta di Ottawa 1986).
Ha chiesto la parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento fa riferimento ad un principio che credo nessuno stenti a riconoscere: quando adottiamo una programmazione sanitaria dobbiamo sapere di rappresentare il 10% degli strumenti che servono a mantenere una popolazione in un buono stato di salute, perché il sistema sanitario interviene a prevenire o a rimediare condizioni di malattia e riesce a produrre una situazione di prevenzione e di cura, nella misure del 10% delle situazioni.
Questo significa che il 90% sta in capo ad altre responsabilità politiche, ad altre politiche pubbliche. Il 90%, che riguarda il determinante di salute, cioè ciò che può comportare buona salute (o piuttosto sottoporci a rischio di salute), sta nelle politiche dei trasporti, dell'ambiente, delle abitazioni, dell'alimentazione, della redistribuzione del reddito, dell'istruzione e della cultura.
Assumere il dato della parzialità, cioè sapere che la tutela della salute è un compito integrato e complessivo, significa anche promuovere una serie di comportamenti virtuosi nelle politiche generali e significa anche per questo i Sindaci intervengono nella programmazione sanitaria pretendere che le altre responsabilità pubbliche agiscano per la buona salute.
Questo è un terzo pilastro che l'Organizzazione Mondiale della Sanità rammenta a tutti gli Stati membri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 193) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" quinto capoverso Dopo le parole: "(...) intera comunità di riferimento." Aggiungere: I prerequisiti e le aspettative per la salute non possono essere garantiti solo dal settore sanitario (...). I governi, il settore sanitario e gli altri settori (...) le organizzazioni non governative e di volontariato, le autorità locali, l'industria e i mezzi di comunicazione di massa. Le persone di ogni ceto sociale sono coinvolte come individui, famiglie e comunità (...). (Carta di Ottawa 1986).
Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 196) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Sesto paragrafo, quinta riga Dopo la parola: "(...) preposti" Aggiungere: "contestualmente una scienza sempre più attenta all'individualità e alla personalizzazione delle cure deve assumere le differenze di genere come ottica di lettura. Così non è ancora compiutamente avvenuto: si pensi ad es. alla mancanza di dati per comprendere le ragioni della maggiore spettanza di vita delle donne alla nascita e in età avanzata e contemporaneamente, di una maggiore previdenza di malattie e di perdita dell'autonomia." Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 158) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Reschigna, Pentenero, Lepri, Taricco, Manica: Al paragrafo 1, "PREMESSA" a pagina 4, dopo le parole "L'efficacia del piano, pertanto, è strettamente correlata alla capacità dei diversi soggetti istituzionali, tra i quali gli enti locali, di cooperare e di trasformare operativamente gli indirizzi in esso riportati" sono inserite le parole: ", utilizzando gli strumenti realizzati in Piemonte: la Rete per la Salute e gli indicatori ad essa collegati a granularità comunale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

un emendamento abbastanza semplice che indica, a pagina 4, dopo le parole "l'efficacia del piano è correlata alla capacità dei diversi soggetti istituzionali, tra i quali gli Enti locali, di cooperare e di trasformare operativamente gli indirizzi in esso riportati".
Qui proponiamo di inserire le parole "utilizzando gli strumenti realizzati in Piemonte, la rete per la salute e gli indicatori ad essa collegati".
un emendamento che ha l'obiettivo di dare valore al lavoro che è stato fatto in molti Comuni grazie alla rete dei Comuni per la salute, e che aveva l'obiettivo, così come avevamo indicato nel Piano Socio Sanitario precedente utilizzando i piani e i profili di salute, di identificare, a livello territoriale, i bisogni di salute dei cittadini e di predisporre Comuni e ASL, insieme, gli strumenti necessari affinché questi bisogni di salute venissero soddisfatti.
Noi abbiamo quasi sempre risposto alle domande di salute dei cittadini aumentando i servizi. Questo è anche in parte responsabile dell'aumento dei costi del sistema sanitario, quando l'identificazione dei bisogni e i problemi di salute erano nella qualità della vita, nella qualità dell'aria e dei territori nei quali si vive.
Negli ultimi anni, grazie a questa rete, è nata una maggiore consapevolezza del lavoro che a livello territoriale deve essere realizzato perché insieme, Comune e Regione, attraverso il Piano Socio Sanitario possano predisporre gli strumenti perché la sanità, attraverso la prevenzione territoriale, non rappresenti più un costo, ma uno strumento indispensabile affinché a livello territoriale i bisogni di salute siano soddisfatti, non aumentando i servizi, ma intervenendo su quei fattori che sono in grado di influire sulla qualità della vita dei cittadini.
Un emendamento semplice, che il Governo regionale potrebbe approvare e che aggiunge qualcosa al lavoro ed è anche un riconoscimento del lavoro che è stato fatto in questi anni nei nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 197) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Nono paragrafo, quarta riga Dopo la parola: "(...) assistiti" Aggiungere: "Per quanto riguarda gli aspetti clinici si osserva che la disabilità funzionale è più frequente fra le donne (51,2% vs 18,6%) mentre tra gli uomini è più frequente una maggiore complessità di gestione domiciliare (62,8% vs 30,2%). Inoltre le donne vengono valutate più tardivamente rispetto agli uomini, ad es. il tempo di attesa oltre i due anni è del 19,2% negli uomini vs. il 26,4% nelle donne".
Emendamento rubricato n. 198) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. penultimo paragrafo, ultima riga Dopo le parole: "Stato-Regioni" Aggiungere: "e nel rispetto dei L.E.A. che costituiscono il parametro strutturale della definizione del fabbisogno e che, in quanto tali, sono incomprimibili, pena l'abbandono del principio costituzionale del diritto alla tutela della Salute".
Emendamento rubricato n. 194) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" penultimo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "In realtà la sostenibilità finanziaria non è minacciata dai livelli assoluti della spesa pubblica per la sanità, visto che dati di comparazione internazionale collocano il valore itallano al 2010 non lontano da quelli di Paesi a noi vicini".
Con il consenso della proponente li diamo per illustrati.
Emendamento rubricato n. 195) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 4. Capitolo 1. "Premessa" penultimo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Nel periodo 2001/2010 la spesa sanitaria pubblica è aumentata in termini reali del 22,8% e nel periodo più recente, 2006/2010 l'incremento reale è stato di circa il 4%. Per il Piemonte, nel periodo 2001/2010 si registra un incremento percentuale del 31,2% (media annua + 4,8%) nel periodo 2006/2010 del 7,2% (media annua + 1,4%). (45° Rapporto Censis)".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Ho disturbato l'attenzione dei colleghi del Consiglio fino al loro limite di tolleranza nel sottolineare che la percentuale di spesa del Servizio Sanitario Nazionale sul prodotto interno lordo è inferiore a quella degli altri Paesi europei.
Questo dato più specifico e più di dettaglio vale la pena di essere ricordato perché, forse, introduce un principio di verità, per chi lo volesse accettare, rispetto a ciò che è diventato un senso comune secondo il quale la spesa sanitaria in Italia e in Piemonte sarebbe stata incontrollata, in modo particolare negli ultimi anni.
Non nego che noi abbiamo compiuto una scelta politica durante il precedente mandato amministrativo di consegnare bilanci in pareggio e impegnando risorse straordinarie del bilancio regionale al fine di non presentare bilanci in disavanzo e, con ciò, abbiamo accompagnato una crescita dei costi del sistema.
Tuttavia, non è affatto vero che questa crescita sia stata sproporzionata rispetto a quel periodo di tempo o che sia stata inedita rispetto ai tempi precedenti, per cui, adottando i dati indipendenti del rapporto CENSIS sulla crescita sanitaria in Italia, vi leggo testualmente qual è questo andamento. Forse i colleghi potranno disporsi con un altro tipo di valutazione alla nostra storia, quella più passata e quella più recente, e accogliere una comune preoccupazione al rischio di depauperare troppo il sistema sanitario.
Qual è l'andamento che il CENSIS registra? "Nel periodo 2001-2010 la spesa sanitaria pubblica è aumentata in termini reali del 22,8%, ma nel periodo più recente, 2006-2010, l'incremento reale è stato di circa il 4%. Per il Piemonte, nel periodo 2001-2010, l'incremento è stato del 31,2%, con una media annua del 4,8%, mentre nell'ultimo quadriennio del 7,2%, con una media annua del +1,4%".
Questo dovrebbe rendere giustizia delle tante generiche dichiarazioni sulla crescita incontrollata.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 199) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 5. Capitolo 1. "Premessa" primo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Per rispondere alle attese dei cittadini le dinamiche future del Servizio Sanitario regionalizzato devono rispondere adeguatamente alla duplice esigenza di garantire la sostenibilità finanziaria e al tempo stesso dare a tutti i cittadini, ovunque risiedano, la qualità attesa".
Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 5 Quinto paragrafo, primo elenco puntato Dopo le parole "responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona" Aggiungere "in quanto diritto dell'individuo e interesse della collettività costituzionalmente previsto" Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso: Il paragrafo 1 "premessa" è modificato come segue: 1. PREMESSA La salute è un diritto fondamentale dell'individuo, la cui tutela è garantita dalla Costituzione.
Da tale assunto discende il dovere, a livello istituzionale ed individuale di promuovere azioni finalizzate alla sua conservazione.
A tal fine, è dovere della comunità organizzarsi per far fronte a problemi individuali e collettivi, spesso determinati o aggravati da carenze sociali.
L'organizzazione delle cure, nei singoli Paesi, non è uniforme riflettendosi, nelle strategie sanitarie, le condizioni sociali e politiche di ognuno di essi. I processi di globalizzazione economica tendono a rendere universali anche i problemi sanitari e sociali. Con l'iniziativa "Salute 21" l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2000, ha preso atto che sensibili risultati nella tutela della salute esigono un impegno diretto delle istituzioni e del mondo politico. Le singole decisioni assunte in ambito socio-sanitario possono avere pesanti ripercussioni sul bene salute e condizionare il buon esito della tutela di tale diritto per l'intera comunità di riferimento.
Al fine di intraprendere percorsi virtuosi è, pertanto, essenziale partire da una visione generale delle problematiche socio-sanitarie per cercare le soluzioni più opportune allo scopo di tutelare la salute dei cittadini per giungere, infine, ad una gestione oculata dei costi che deve coinvolgere in una consapevole condivisione degli obiettivi, tutti i livelli decisionali a ciò preposti. Conseguentemente, il Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2015 pone come obiettivo prioritario del Servizio Sanitario Piemontese non solo quello della promozione "della salute dei cittadini", ma, in un'accezione più lungimirante, quello della promozione del "benessere e della salute dei cittadini e delle comunità". Risulta opportuno, pertanto, che il Servizio sanitario regionale (SSR) assuma anche il ruolo di facilitatore di una strategia di coordinamento tra le diverse istituzioni e di integrazione degli indirizzi delle politiche intersettoriali, al fine di orientare, positivamente ed in maniera sinergica, i determinanti della salute e del benessere, in conformità alle direttive della Carta di Tallinn (2008).
L'efficacia del piano, pertanto, è strettamente correlata alla capacità dei diversi soggetti istituzionali, tra i quali gli enti locali, di cooperare e di trasformare operativamente gli indirizzi in esso riportati.
Sono molteplici le grandi sfide assistenziali che condizionano le scelte di programmazione regionale, prime tra tutte quelle riguardanti i problemi d'assistenza socio-sanitaria connessi alla non autosufficienza, l'elevata presenza di anziani e grandi anziani, le disponibilità di terapie e diagnosi ad alto costo indirizzate a specifici bacini di assistiti. Esse oltre a richiedere un'efficace integrazione delle politiche, degli indirizzi e degli interventi da parte delle diverse aree del welfare necessitano anche di un sistema coeso che porti alla convergenza dei finanziamenti, provenienti dai diversi settori coinvolti, su obiettivi ed ambiti tematici condivisi e ben definiti.
In considerazione dell'elevata crescita di risorse assorbite, derivante soprattutto dalle suddette sfide assistenziali, la sostenibilità economica del SSR deve essere garantita attraverso un sistema di governance multilivello, capace di assicurare un costante equilibrio tra il sistema delle prestazioni e quello delle risorse disponibili per il loro finanziamento. Tale equilibrio deve contemperare i requisiti di efficacia con quelli d'efficienza, attraverso le risorse definite nell'ambito dei rapporti Stato-Regioni. La sostenibilità del sistema risulta pertanto direttamente collegata ad azioni di governance volte al recupero d'efficienza e d'appropriatezza nell'erogazione degli attuali Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), alla coerenza degli indirizzi nazionali di politica sanitaria con il quadro delle risorse economiche rese disponibili al grado di collegamento delle azioni di integrazione delle strategie a tutela della salute.
Obiettivi specifici, che rappresentano anche un'ulteriore sfida per il PSSR sono, da un lato, quelli di valorizzare gli elementi di eccellenza del Servizio Sanitario e di orientare le risorse in settori strategici quali la prevenzione, le nuove tecnologie, i sistemi informatici ed informativi, la clinical governance e la sicurezza delle cure, la ricerca e le innovazioni mediche; dall'altro, quelli connessi alla necessità di affrontare le criticità del sistema, con particolare attenzione al recupero d'efficienza e d'appropriatezza e al miglioramento della qualità percepita da parte dei cittadini.
In uno scenario che si connota per la presenza di una molteplicità di soggetti e di strumenti di programmazione, il piano socio-sanitario regionale individua gli obiettivi generali di salute e di benessere da assumere per la programmazione locale, le strategie di sviluppo e le linee di governo dei servizi socio-sanitari regionali e rappresenta lo strumento di definizione delle macro linee d'indirizzo della programmazione sanitaria. Esso, pertanto, costituisce una cornice di sintesi, all'interno della quale vanno ricondotti i diversi accordi, piani e programmi, con evidenza degli elementi di coordinamento, integrazione e sinergia tra di essi, nonché l'elemento di garanzia dell'uniforme applicazione degli obiettivi e dei LEA in maniera coerente con le analisi dei bisogni e delle risorse di ciascun contesto locale.
Il Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2015 si basa sui seguenti principi: responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona universalità, eguaglianza ed equità di accesso alle prestazioni in una logica d'appropriatezza libertà di scelta, di informazione e di partecipazione dei cittadini gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge globalità della copertura assistenziale come definito dai LEA trasparenza.
Il PSSR si inserisce in un complesso quadro istituzionale e normativo, che si connota per una progressiva devoluzione di poteri dallo Stato alle Regioni. Tale processo è stato avviato con la riforma del Titolo V della Costituzione.
Essa ha posto in capo allo Stato la garanzia dei LEA ed alle Regioni la responsabilità della loro effettiva applicazione nel proprio territorio, e vede, nella fase corrente, l'attuazione delle disposizioni in materia di federalismo fiscale, contenute nell'articolo 119 della Costituzione, in conformità a quanto sancito dal Patto di stabilità tra Stato e Regioni. Con l'approvazione del riparto delle disponibilità finanziarie del Servizio Sanitario Nazionale per l'anno 2010, si è chiusa una complessa fase di programmazione economico-finanziaria e di regolazione del SSN che si era aperta con le previsioni del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, che all'art. 79, comma 1 bis, dispone che "(...) per gli anni 2010 e 2011 l'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato (...) è subordinato alla stipula di una specifica intesa" Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito con modificazioni con la legge 6 agosto 2008, fra Stato e regioni (...)" per la revisione degli standard dei posti letto, la razionalizzazione dell'efficienza della rete ospedaliera, la riduzione delle spese di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale e, nel caso in cui si profili uno squilibrio di bilancio del settore sanitario per l'attivazione anche di forme di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini.
Proprio con la finalità di giungere alla stipulazione dell'accordo di cui all'art. 14 dell'Intesa Stato Regioni del 3 dicembre 2009, la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 1-415 del 2.8.2010 ha approvato l'Accordo e l'allegato Piano di rientro, riqualificazione e riorganizzazione e di individuazione degli interventi per il conseguimento dell'equilibrio economico (Piano di rientro), sottoscrìtto il 29 luglio 2010 con il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze.
Il 30 settembre 2010, come previsto dall'art. 5, comma l.b.ii del citato accordo, è stato poi presentato il conseguente programma attuativo.
Successivamente, la Giunta Regionale, in seguito alla verifica dei conti per la prima parte del 2010 e nel rispetto delle indicazioni e strategie politiche del nuovo Governo regionale, insediatosi ad aprile 2010, ha ritenuto di adottare un Addendum , coerente con il Piano di Rientro e con il programma attuativo del 30 settembre 2010, ma che preveda nuovi obiettivi e nuove azioni ad essi collegate, con l'intenzione di sviluppare anche interventi sistematici che generino effetti anche successivi al 2012.
Come previsto dall'art. 5 dell'accordo del 29 luglio 2010 con il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze, gli interventi individuati dal Piano sono vincolanti per la Regione e le determinazioni in esso contenute comportano anche effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima Regione Piemonte in materia di programmazione sanitaria. L'Addendum ha definito, in questa fase, il raccordo tra le previsioni dell'accordo e del relativo piano attuativo con gli strumenti regionali della programmazione, delineando il programma analitico degli interventi da effettuarsi per la realizzazione degli obiettivi individuati dal Piano di rientro. Il PSSR individua gli obiettivi generali di salute e di benessere da assumere per la programmazione locale e le linee di governo dei servizi socio-sanitari in coerenza con i principi che hanno ispirato la definizione degli obiettivi e azioni di cui al Piano di rientro e relativo Addendum.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso: Il paragrafo 1 "premessa" è modificato come segue: 1. PREMESSA La salute è un diritto fondamentale dell'individuo, la cui tutela è garantita dalla Costituzione.
Da tale assunto discende il dovere, a livello istituzionale ed individuale di promuovere azioni finalizzate alla sua conservazione A tal fine, è dovere della comunità organizzarsi per far fronte a problemi individuali e collettivi, spesso determinati o aggravati da carenze sociali.
L'organizzazione delle cure, nei singoli Paesi, non è uniforme riflettendosi, nelle strategie sanitarie, le condizioni sociali e politiche di ognuno di essi. I processi di globalizzazione economica tendono a rendere universali anche i problemi sanitari e sociali. Con l'iniziativa "Salute 21" l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2000, ha preso atto che sensibili risultati nella tutela della salute esigono un impegno diretto delle istituzioni e del mondo politico. Le singole decisioni assunte in ambito socio-sanitario possono avere pesanti ripercussioni sul bene salute e condizionare il buon esito della tutela di tale diritto per l'intera comunità di riferimento.
Al fine di intraprendere percorsi virtuosi è, pertanto, essenziale partire da una visione generale delle problematiche socio-sanitarie per cercare le soluzioni più opportune allo scopo di tutelare la salute dei cittadini per giungere, infine, ad una gestione oculata dei costi che deve coinvolgere in una consapevole condivisione degli obiettivi, tutti i livelli decisionali a ciò preposti. Conseguentemente, il Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2015 pone come obiettivo prioritario del Servizio Sanitario Piemontese non solo quello della promozione "della salute dei cittadini", ma, in un'accezione più lungimirante, quello della promozione dei "benessere e della salute dei cittadini e delle comunità". Risulta opportuno, pertanto, che il Servizio sanitario regionale (SSR) assuma anche il ruolo di facilitatore di una strategia di coordinamento tra le diverse istituzioni e di integrazione degli indirizzi delle politiche intersettoriali, al fine di orientare, positivamente ed in maniera sinergica, i determinanti della salute e del benessere, in conformità alle direttive della Carta di Tallinn (2008).
L'efficacia del piano, pertanto, è strettamente correlata alla capacità dei diversi soggetti istituzionali, tra i quali gli enti locali, di cooperare e di trasformare operativamente gli indirizzi in esso riportati.
Sono molteplici le grandi sfide assistenziali che condizionano le scelte di programmazione regionale, prime tra tutte quelle riguardanti i problemi d'assistenza socio-sanitaria connessi alla non autosufficienza, l'elevata presenza di anziani e grandi anziani, le disponibilità di terapie e diagnosi ad alto costo indirizzate a specifici bacini di assistiti. Esse oltre a richiedere un'efficace integrazione delle politiche, degli indirizzi e degli interventi da parte delle diverse aree del welfare necessitano anche di un sistema coeso che porti alla convergenza dei finanziamenti, provenienti dai diversi settori coinvolti, su obiettivi ed ambiti tematici condivisi e ben definiti.
In considerazione dell'elevata crescita di risorse assorbite, derivante soprattutto dalle suddette sfide assistenziali, la sostenibilità economica del SSR deve essere garantita attraverso un sistema di governance multilivello, capace di assicurare un costante equilibrio tra il sistema delle prestazioni e quello delle risorse disponibili per il loro finanziamento. Tale equilibrio deve contemperare i requisiti di efficacia con quelli d'efficienza, attraverso le risorse definite nell'ambito dei rapporti Stato-Regioni. La sostenibilità del sistema risulta pertanto direttamente collegata ad azioni di governance volte al recupero d'efficienza e d'appropriatezza nell'erogazione degli attuali Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), alla coerenza degli indirizzi nazionali di politica sanitaria con il quadro delle risorse economiche rese disponibili ai grado di collegamento delle azioni di integrazione delle strategie a tutela della salute.
Obiettivi specifici, che rappresentano anche un'ulteriore sfida per il PSSR sono, da un lato, quelli di valorizzare gli elementi di eccellenza del Servizio Sanitario e di orientare le risorse in settori strategici quali la prevenzione, le nuove tecnologie, i sistemi informatici ed informativi, la clinical governance e la sicurezza delle cure, la ricerca e le innovazioni mediche; dall'altro, quelli connessi alla necessità di affrontare le criticità del sistema, con particolare attenzione al recupero d'efficienza e d'appropriatezza e al miglioramento della qualità percepita da parte dei cittadini.
In uno scenario che si connota per la presenza di una molteplicità di soggetti e di strumenti di programmazione, il piano socio-sanitario regionale individua gli obiettivi generali di salute e di benessere da assumere per la programmazione locale, le strategie di sviluppo e le linee di governo dei servizi socio-sanitari regionali e rappresenta lo strumento di definizione delle macro linee d'indirizzo della programmazione sanitaria. Esso, pertanto, costituisce una cornice di sintesi, all'interno della quale vanno ricondotti i diversi accordi, piani e programmi, con evidenza degli elementi di coordinamento, integrazione e sinergia tra di essi, nonché l'elemento di garanzia dell'uniforme applicazione degli obiettivi e dei LEA in maniera coerente con le analisi dei bisogni e delle risorse di ciascun contesto locale.
Il Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2015 si basa sui seguenti principi: responsabilità pubblica per la tutela del diritto di salute della comunità e della persona universalità, eguaglianza ed equità di accesso alle prestazioni in una logica d'appropriatezza libertà di scelta, di informazione e di partecipazione dei cittadini gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge globalità della copertura assistenziale come definito dai LEA trasparenza continuità con quanto indicato nel piano di rientro di riqualificazione e riorganizzazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia il 29 luglio del 2010.
Il PSSR si inserisce in un complesso quadro istituzionale e normativo, che si connota per una progressiva devoluzione di poteri dallo Stato alle Regioni. Tale processo è stato avviato con la riforma del Titolo V della Costituzione.
Essa ha posto in capo allo Stato la garanzia dei LEA ed alle Regioni la responsabilità della loro effettiva applicazione nel proprio territorio, e vede, nella fase corrente, l'attuazione delle disposizioni in materia di federalismo fiscale, contenute nell'articolo 119 della Costituzione, in conformità a quanto sancito dal Patto di stabilità tra Stato e Regioni. Con l'approvazione del riparto delle disponibilità finanziarie del Servizio Sanitario Nazionale per l'anno 2010, si è chiusa una complessa fase di programmazione economico-finanziaria e di regolazione del SSN che si era aperta con le previsioni del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, che all'art. 79, comma 1 bis, dispone che "(...) per gli anni 2010 e 2011 l'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato ... è subordinato alla stipula di una specifica intesa "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito con modificazioni con la legge 6 agosto 2008, fra Stato e regioni (...)" per la revisione degli standard dei posti letto, la razionalizzazione dell'efficienza della rete ospedaliera, la riduzione delle spese di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale e, nel caso in cui si profili uno squilibrio dì bilancio del settore sanitario per l'attivazione anche di forme di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini.
Proprio con la finalità di giungere alla stipulazione dell'accordo di cui all'art. 14 dell'Intesa Stato Regioni del 3 dicembre 2009, la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 1-415 del 2.8.2010 ha approvato l'Accordo e l'allegato Piano di rientro, riqualificazione e riorganizzazione e di individuazione degli interventi per il conseguimento dell'equilibrio economico (Piano di rientro), sottoscritto il 29 luglio 2010 con il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze.
Il 30 settembre 2010, come previsto dall'art. 5, comma l.b.ii del citato accordo, è stato poi presentato il conseguente programma attuativo.
Successivamente, la Giunta Regionale, in seguito alla verifica dei conti per la prima parte del 2010 e nel rispetto delle indicazioni e strategie politiche del nuovo Governo regionale, insediatosi ad aprile 2010, ha ritenuto di adottare un Addendum , coerente con il Piano di Rientro e con il programma attuativo del 30 settembre 2010, ma che preveda nuovi obiettivi e nuove azioni ad essi collegate, con l'intenzione di sviluppare anche interventi sistematici che generino effetti anche successivi al 2012.
Come previsto dall'art. 5 dell'accordo del 29 luglio 2010 con il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze, gli interventi individuati dal Piano sono vincolanti per la Regione e le determinazioni in esso contenute comportano anche effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima Regione Piemonte in materia di programmazione sanitaria. L'Addendum ha definito, in questa fase, il raccordo tra le previsioni dell'accordo e del relativo piano attuativo con gli strumenti regionali della programmazione, delineando ii programma analitico degli interventi da effettuarsi per la realizzazione degli obiettivi individuati dal Piano di rientro. II PSSR individua gli obiettivi generali di salute e di benessere da assumere per la programmazione locale e le linee di governo dei servizi socio-sanitari in coerenza con i principi che hanno ispirato la definizione degli obiettivi e azioni di cui al Piano di rientro e relativo Addendum.
Gli emendamenti n. 2) e n. 1) sono accorpati perché simili.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Serviva una riorganizzazione dell'assistenza e della sanità in Piemonte per rendere più efficaci ed efficienti gli attuali servizi. In futuro le risorse non aumenteranno, mentre aumenterà di sicuro la domanda dei servizi. Oggi, dopo tante discussioni, documenti scritti, disegni di legge ed emendamenti presentati non vedo novità.
Entrando nel merito dell'emendamento abbiamo ritenuto necessario che tra i principi su cui si basa il Piano, ci debba essere la trasparenza. A nostro avviso, occorre che le attività di tutti gli operatori dall'Assessorato alle singole aziende, presidi ospedalieri e distretti e quant'altro, debbano essere comunicati e pubblicizzati e disponibili a tutti i cittadini. Le informazioni devono essere rese semplici ed utilizzare un linguaggio comune. Un contratto di collaborazione per assistenza ai pazienti, deve essere nominato allo stesso modo per tutti i centri di costo della sanità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Emendamento rubricato n. 201) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 5 Sesto paragrafo, riga 2 Dopo le parole "(...) di poteri dallo Stato alle Regioni" aggiungere "pur nel rispetto dell'unità universalistica del servizio sanitario nazionale" Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 202) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 5 Settimo paragrafo, riga 2 Dopo le parole "(...) nella fase corrente" sostituire "l'attuazione delle disposizioni in materia di federalismo fiscale contenute" "la predisposizione dei processi di federalismo fiscale contenuti (...)".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

un emendamento apparentemente di dettaglio, perché è una semplice proposta di cambiamento del sostantivo che regge il periodo. Anzich "attuazione delle disposizioni in materia di federalismo fiscale", propongo di sostituire "con la predisposizione dei processi di federalismo fiscale".
Credo che si debba comunemente, senza che ciò possa essere considerato una sconfitta per alcuno, prendere atto che la stagione della riforma del Titolo V della Costituzione non cammina più con il passo veloce con il quale ci si era illusi potesse camminare, o per lo meno quella tabella di marcia si è profondamente rallentata. Per difficoltà oggettive di trasferimento delle competenze e di riorganizzazione a livello decentrato della loro gestione, per difficoltà politiche, ogni qual volta c'è una sostanziale crisi dell'economia, che quasi sempre è sostanziale crisi della democrazia, accade che si cerchi, si immagini e ci si illuda di poter governare il sistema con una centralizzazione.
Sono esemplari, a proposito della riduzione della democrazia, le scelte di governi tecnici. Sono altrettanto esemplari, a dimostrazione della riduzione del decentramento, gli elementi di controllo che lo Stato ha messo in atto, ad esempio sul tema della spesa sanitaria, attraverso l'induzione dei piani di rientro.
Piani di rientro che non pongono banalmente obiettivi alle Regioni, ma che pongono loro l'obbligo di adottare strumenti ritenuti idonei dallo Stato per raggiungere gli obiettivi di contenimento della spesa e che poi considerati nella realtà delle Regioni, si dimostrano del tutto inefficaci.
Di qui a breve, come hanno potuto verificare altre Regioni, purtroppo anche in Piemonte continuando su questa strada, si verificherà come la riduzione dei posti letto e la limitazione delle prestazioni non potranno che produrre un aumento della mobilità passiva, quindi dei costi visibili a distanza di due o tre anni, che ricadranno sul bilancio della Regione.
Di qui a poco, il Piemonte, che ha sottoscritto il Piano di rientro, si ritroverà nelle penose condizioni di altre Regioni che hanno sottoscritto quel patto chiedendo in cambio un patto allo Stato, perché lo Stato, per almeno tre anni, mantenesse ferme le proprie risorse, e poi ci sentiamo dire dall'Assessore ad ogni piè sospinto: "È rivisitato il livello di trasferimento da parte dello Stato". Quindi, direi che non possiamo certo plaudire, come fa la scrittura un po' retorica di questo Piano sanitario all'attuazione del federalismo: siamo, forse, ai vagiti iniziali.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato gli emendamenti.
aperta la discussione generale sugli emendamenti.
Chi desidera intervenire ha due minuti a disposizione.
Il numero legale è 30.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 187), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 188), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 189), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 190), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 191), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 192), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 193), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 196), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 158), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 197), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 198), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 194), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 195), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 199), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 200), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati n. 2) e 1) accorpati, sui quali il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 201), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 202), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203), sul quale il Presidente Cota, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla "Premessa" del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e n. 176.
Il Consiglio approva.
Sia messo a verbale che il Consigliere Reschigna intendeva esprimere voto contrario, così come il Consigliere Ronzani.
Procediamo con la trattazione della Parte I, sulla quale insiste un numero significativo di emendamenti.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "Le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatela di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni, personale amministrativo sovradimensionato.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia. Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "Le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatela di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni, l'eccessivo ricorso a consulenze esterne da parte delle direzioni delle aziende sanitarie. Il progresso della medicina, infatti assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali, aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia. Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo, contribuiscono all'innalzamento dei costi.
differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalie Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "Le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni, il drastico taglio, quale unica forma di risparmio per la voce di personale, degli operatori a diretto contatto con i pazienti assunti con contratti atipici.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia. Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "Le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia. Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi se non costantemente monitorato dalle aziende sanitarie regionali.
differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 204) presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Taricco, Ronzani: Pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Se si esclude l'infanzia, le donne - come emerge dall'ultima indagine multiscopo dell'ISTAT - dichiaravano condizioni di salute buone in quote sempre inferiori ai maschi e, a partire dalla mezza età, le percentuali di donne che affermano di soffrire di due o più malattie croniche sono sistematicamente superiori".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Secondo tentativo di introdurre un principio di sensibilità all'interno del Consiglio regionale: riprendo la questione della differenza di genere.
Il voto precedente ha archiviato frettolosamente, a mio modo di vedere la questione relativa alla compilazione stilistica del documento rifiutando così di parlare, di volta in volta, di donne e di uomini. Per non credo che si possa liquidare in modo altrettanto frettoloso l'indagine multiscopo dell'ISTAT, che è quella che rileva le differenze di salute a seconda dei generi in Italia. Se si esclude la fase iniziale della vita per cui nell'infanzia le condizioni sono omogenee (quindi teoricamente le aspettative di vita potrebbero essere omogenee), abbiamo una situazione di maggiore aspettativa delle donne rispetto ai maschi, ma nel corso della vita peggiori condizioni di salute rispetto ai maschi. In modo particolare nella seconda parte della vita - quindi nella terza età - la percentuale di donne sofferenti di due o più malattie croniche è superiore alla percentuale di uomini portatori di malattie croniche.
Questo è un dato epidemiologico. Noi possiamo negare l'emendamento del collega del Consiglio, ma non possiamo negare la conseguenza che questo comporta sull'organizzazione dei servizi e delle cure. Quindi pregherei un'attenzione almeno su quest'aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 205) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Le differenze di salute tra uomini e donne hanno una componente strutturale di tipo biologica legata al sesso, ma ad esse concorrono altre dimensioni di genere, come la divisione dei ruoli sociali e dei rapporti di potere".
Emendamento rubricato n. 206) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Quando si parla di specificità femminile nella salute hanno tradizionalmente più spazio argomenti legati a fattori eziologici e di rischio, minore è il riferimento al permanere di condizioni di disuguaglianza strutturale, ma ancor meno presente è la specificità culturale e sociale".
Con il consenso del proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 207) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 7. Parte I. Punto 1. "Le criticità del sistema" terzo capoverso Dopo il capoverso aggiungere: "Il Progetto nazionale 'La medicina di genere come obiettivo strategico per la sanità pubblica' avviato nel 2006 dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l'Università di Sassari e circa venti centri di ricerca itallani dimostra che i dati ottenuti con gli studi sugli uomini non possono essere trasferiti automaticamente alle donne. Donne e uomini hanno un rischio diverso di ammalarsi e le reazioni avverse nelle donne sono più frequenti. Di fatto, una donna su 4 non è trattata in modo adeguato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Quest'emendamento, che forse si sposa con un emendamento della collega Cerutti, che magari compare in altri passaggi del Piano Socio Sanitario, fa riferimento al fatto che quelli che, a quest'ora della serata, in quest'Aula, possono sembrare pensieri originali delle Consigliere proponenti, nella comunità scientifica internazionale/nazionale sono invece branche di studio e branche di specializzazione.
In modo particolare, vorrei sottolineare che l'Istituto Superiore di Sanità fin dal 2006 ha istituito il "Progetto nazionale della medicina di genere come obiettivo strategico per il miglioramento della sanità pubblica".
A questo progetto dell'Istituto Superiore di Sanità aderiscono, oltre che le università, venti centri di ricerca itallana, i quali hanno dimostrato che gli studi clinici compiuti sulla popolazione generale non riflettono l'esito di quelle applicazioni nella popolazione femminile.
Donne e uomini hanno diversi rischi di ammalarsi; donne e uomini hanno reazioni diverse rispetto ai farmaci e ai trattamenti. Di conseguenza oggi, nella civilissima Italia e nel civilissimo occidente, una donna su quattro non è curata in modo adeguato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 208) presentato dalla Consigliera Artesio: Pag. 7. quinto paragrafo, terza riga Dopo le parole: "(...) assistenziale di day service." aggiungere: "È da rilevare che, in assenza di normative per includere il genere quale variabile nelle raccolte di dati, tuttavia secondo lo studio ERA la degenza media è risultata di 6,9 gg per i maschi e 6,8 per le femmine in regime ordinario. Su alcuni profili, tuttavia, nelle malattie del sistema respiratorio circolatorio, dell'apparato digerente, dell'apparato respiratorio, del sistema osteomuscolare e connettivo si rileva una degenza media più elevata nelle donne rispetto agli uomini"



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo considerarlo illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1 "Le criticità del sistema" è modificato come segue: 1. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA Anche il sistema sanitario piemontese, pur potendosi considerare assolutamente in grado di garantire un buon livello di tutela della salute della popolazione e di qualità complessiva delle prestazioni in rapporto alle caratteristiche demografiche dei piemontesi, soffre di criticità comuni a molte altre regioni del Paese, quali la non appropriatezza di alcune prestazioni (ad es. l'utilizzo improprio del pronto soccorso), le lunghe liste di attesa per alcune prestazioni, il ricorso a strutture di altre Regioni.
Il progresso della medicina, infatti, assicura la sopravvivenza, ma raramente la completa guarigione, da malattie in precedenza letali aumentando la consistenza della fascia di soggetti che richiedono cure continue e complesse per periodi di lunga durata se non per il resto della vita. Questi effetti, indotti dai successi della medicina, non sono evidenti solo per eventi o casistiche particolari, come trapianti e terapie sostitutive di organi o apparati, ma accompagnano spesso le nuove acquisizioni della maggior parte delle specialità e delle tecnologie mediche e chirurgiche più avanzate, dalla cardiologia all'oncologia. Ad esse si aggiungono alcune situazioni contingenti che rendono la spesa sanitaria poco flessibile e sensibile alle congiunture economiche strutturali: da un lato l'invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento delle patologie croniche e, dall'altro, i progressi tecnologici della medicina che generano migliori cure ma, nel contempo contribuiscono all'innalzamento dei costi.
Il differente tasso di ospedalizzazione registrato sul territorio è generato, in parte, dai diversi atteggiamenti in proposito assunti dai presidi e dalle Aziende Ospedaliere e, in parte, dallo sviluppo differenziato sul territorio regionale delle cure primarie che possono contenere il ricorso al ricovero ospedaliero.
L'analisi del tasso di ospedalizzazione in regime di ricovero diurno evidenzia, infine, una forte disomogeneità imputabile al non corretto uso del day hospital ed all'attivazione diversificata, sul territorio regionale, della modalità assistenziale di day service. In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni d'attività.
In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015 in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR. Per fare questo è necessaria il rispetto e la continuità con quanto previsto nel piano di rientro di riqualificazione e riorganizzazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia nel luglio del 2010.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 361) presentato dalla Consigliera Cerutti: Alla pagina 7 - Capo 1.1 La Programmazione si propone di sostituire la frase composta dalle parole : "Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi d'acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche." con la seguente: "Dal punto di vista organizzativo, si deve riconoscere la necessità di collaborazione e sinergia tra le singole aziende specificamente rispetto le funzioni d'acquisto di beni e servizi, logistica e i sistemi informativi." Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento riproponiamo una questione che, peraltro, avevamo già trattato in merito al disegno di legge.
In realtà, così come abbiamo già affermato, nell'organizzazione generale non condividiamo la costituzione delle Federazioni sovrazonali (abbiamo visto nel disegno di legge quali funzioni sono andate ad accorpare). Noi riteniamo che dal punto di vista organizzativo si debba chiaramente riconoscere la necessità di collaborazione e sinergia tra le singole Aziende, specificatamente per il rispetto delle funzioni d'acquisto di beni e di servizi, logistica e sistema informativi, ma cassiamo l'introduzione delle Federazioni sovrazonali.
Quest'emendamento, che è in linea con quello che abbiamo proposto nel disegno di legge, lo manteniamo per coerenza rispetto alle posizioni prese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 209) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Pag. 7. Cap. 1.1, prima riga Dopo le parole: "si deve." Sostituire: "definitivamente passare necessità di articolarne" Con: "consolidare il principio di cooperazione in rete già impostato dal precedente PSSR 2007/2010 per articolare alcune funzioni..." ARTESIO Eleonora (fuori microfono) Possiamo considerarlo illustrato.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.1 "La programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dai punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi d'acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche. Per la realizzazione di quanto indicato si deve sempre considerare quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e di riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia.
Tale evoluzione si correla ad obiettivi nonché di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli d'assistenza. Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione / erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi dì tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il SSR consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio-assistenziali con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.1 "La programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi d'acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche. Per fare questo è necessaria l'osservazione di quanto già presente in ambito nazionale. Tale evoluzione si correla ad obiettivi di contenimento dei costi per garantire la sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virtù di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione di tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli d'assistenza. Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione/erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo io svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il SSR consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio-assistenziali con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti locali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, di alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.1 "la programmazione" è modificato come segue: 1.1 La Programmazione Dal punto di vista organizzativo, si deve definitivamente passare dal mito dell'autosufficienza delle aziende sanitarie al riconoscimento della necessità di articolarne alcune funzioni in ambiti sovra zonali, con lo sviluppo di processi produttivi d'acquisto e di condivisione di servizi e funzioni amministrative e tecnico-logistiche. Tale evoluzione si correla ad obiettivi di maggiore efficientamento del sistema nonché di contenimento dei costi per garantire ia sostenibilità dell'intero sistema, e di conseguimento di maggiore appropriatezza nell'uso delle risorse. In virt di tali scelte si deve affermare anche la necessità di un maggiore sviluppo della funzione dì tutela nei distretti, vero e proprio "sensore" nei confronti del territorio, e non solo articolazione organizzativa di particolari livelli d'assistenza.
Queste nuove esigenze riaprono la riflessione su quali debbano essere i criteri per la definizione degli strumenti e degli ambiti territoriali relativi sia all'esercizio delle funzioni sovra zonali delle aziende sanitarie piemontesi, sia allo svolgimento delle attività dei distretti.
Se sul versante del livello assistenziale relativo ai servizi ospedalieri appare ormai ineludibile la necessità di "mettere in rete" le strutture di ricovero, articolandole per differenti livelli di complessità clinica delle malattie che vengono trattate, dal punto di vista territoriale si riscontrano, tra le principali criticità a livello distrettuale, le seguenti: cultura organizzativa e prassi gestionale dei Distretti improntate ad una prevalente concezione di "produzione / erogazione di servizi - prestazioni" piuttosto che "di promozione di logiche di reti integrate". Solo lo svilupparsi di tali reti può consentire di fornirsi di un efficace strumento di governance atto ad integrare ed armonizzare i diversi aspetti (clinici, gestionali, finanziari, della comunicazione, della ricerca e della formazione) che, configurando a sistema i servizi sanitari e socio sanitari territoriali, concorrono a rafforzare in senso qualitativo il S.S.R.
consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali carente responsabilità di governo della domanda e del correlato ruolo di committenza (valutazione dei servizi necessari a rispondere ai bisogni che presuppone la negoziazione e rinegoziazione, la valutazione sull'appropriatezza ed efficienza delle prestazioni) nei confronti delle Cure Primarie, nonché verso le strutture dipartimentali del territorio (Dipartimento di Salute mentale, Dipartimento delle Dipendenze Dipartimento di prevenzione ) e dei presidi ospedalieri dimensione territoriale e mancata coincidenza tra bacino di popolazione del distretto sanitario e dell'ente gestore dei servizi socio-assistenziali con la conseguenza che la programmazione delle attività socio-sanitarie integrate non è basata sulla definizione di volumi di servizio correlati alla domanda del territorio, ma su una contrattazione tra ASL ed enti focali bacino di popolazione nella maggior parte delle realtà distrettuali inadeguato ad attivare economie di scala nell'utilizzo dei fattori produttivi e nell'erogazione dei servizi di cui il Distretto è garante scarsa autonomia economico-finanziaria e, di conseguenza, risorse umane e dotazioni strumentali insufficienti.
L'attribuzione a livello sovra zonale e interaziendale, dì alcune funzioni di tipo strumentale alla produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari garantiranno il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza ed il recupero di risorse importanti, da investire soprattutto, per l'abbattimento delle liste d'attesa e lo sviluppo dell'assistenza sanitaria territoriale.
In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 167) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Manica, Laus, Taricco, Pentenero, Gariglio: Al paragrafo 1.1 "La programmazione" a pagina 8, dopo le parole " consolidata autoreferenzialità delle associazioni professionali che tendono a riconoscersi più nella loro identità etico-scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali;" aggiungere il seguente ulteriore punto: "- inadeguato coinvolgimento degli enti locali nella "Salute in tutte le politiche;" Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Quest'emendamento riprende un po' i concetti che abbiamo espresso nell'unico emendamento sul quale il nostro Gruppo è intervenuto.
Dopo le parole "- consolidata autoreferenzialità delle direzioni professionali che tengono a riconoscersi più nella loro entità etico scientifica che nel sistema integrato dei servizi sanitari e sociali", noi chiediamo di aggiungere il seguente punto: "- inadeguato coinvolgimento degli enti locali nella 'Salute in tutte le politiche;'".
Questo ragionamento riprende quello che avevamo fatto in merito all'emendamento discusso in precedenza, secondo il quale i Comuni devono svolgere un ruolo prioritario, soprattutto per quanto riguarda le politiche di prevenzione. Come avevo detto in precedenza, infatti, abbiamo aumentato i servizi per rispondere ai bisogni di salute della popolazione, quando i bisogni erano da trovare in tutt'altro posto. Come tutti sanno la povertà è una delle condizioni che fa ammalare di più i cittadini nel territorio della nostra regione.
Crediamo e siamo anche convinti che l'Assessore Monferino la pensi in questo modo e che questi ragionamenti debbano essere intensificati a livello dei nostri territori; che i discorsi di prevenzione debbano avere sempre più spazio nelle politiche di salute della Regione e che i Comuni debbano lavorare insieme, soprattutto i Comuni contigui che possono avere problemi analoghi ma anche progetti comuni.
Si tratta quindi di un emendamento semplice, che ha lo scopo di ridare valore a questo compito che i Comuni devono svolgere all'interno dei territori guidati dai Sindaci e dalle Amministrazioni locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Il paragrafo che stiamo trattando individua, nell'affrontare la programmazione, alcune criticità nell'attuale articolazione del sistema territoriale a livello distrettuale.
Voglio ricordare che sul tema dei Piani della salute si giocava e si gioca, dal nostro punto di vista, gran parte della consapevolezza che se gli interventi si limitassero unicamente alla dimensione sanitaria vorrebbe dire una forte limitazione della cognizione della necessità di affrontare le tematiche, invece, in modo complessivo rispetto alla crescita di una condizione di salute all'interno delle nostre comunità.
Noi veniamo da una scuola che sotto questo aspetto, anche attraverso la costante sollecitazione dell'ex Assessore regionale Sante Bajardi, ci invita costantemente a ragionare rispetto al fatto che - per costruire un'effettiva programmazione sotto il profilo sanitario, che abbia anche come riferimento quello di un controllo della spesa sanitaria - occorra sempre più considerare delle politiche per la salute piuttosto che delle politiche che guardino all'organizzazione dei servizi sanitari.
Sotto questo profilo è inevitabile, dal nostro punto di vista evidenziare come una delle criticità che ancora oggi rileviamo nella dimensione distrettuale è quella di un inadeguato coinvolgimento da parte delle comunità locali. Sono innanzitutto le comunità locali, infatti, che possono concepire e costruire politiche per la salute che passino attraverso le politiche ambientali, le tematiche degli stili di vita e quelle che guardano anche a tutti gli interventi di prevenzione.
Con l'emendamento, tra le criticità proposte dal documento della Giunta, noi vogliamo rimettere in campo ancora una volta un tema che per noi è vitale: senza un coinvolgimento da parte delle comunità locali, non solo ben difficilmente si attua una riforma, ma nemmeno si può programmare la crescita di un sistema corretto all'interno delle diverse realtà territoriali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Intervengo molto semplicemente per ribadire alcuni concetti che già sono stati ben espressi dai colleghi. Noi crediamo che il Piano Socio Sanitario debba avere innanzitutto l'ambizione di creare le condizioni complessive per il miglior mantenimento possibile di condizione di salute per i cittadini della nostra regione.
Il cuore di tutto l'impegno che la Regione sarà chiamata a mettere in campo si giocherà innanzitutto sui temi della prevenzione: sui temi della costruzione di condizioni affinché non si crei la necessità di interventi sanitari.
Sotto questo profilo, molto del lavoro che era stato avviato negli anni passati sui Piani di salute aveva proprio questo tipo di ambizione, cioè quella di capire nel dettaglio quali fossero i contesti e le situazioni che dovevano essere affrontati per evitare il crearsi di condizioni che impattassero negativamente sulla salute dei cittadini.
del tutto evidente che un ragionamento di questa natura chiede il superamento di un insufficiente coinvolgimento delle Amministrazioni locali, in questo tipo di scommessa complessiva che la nostra Regione è chiamata a fare. Credo che questa scommessa si giochi sulle due facce della stessa importante medaglia: da una parte, sicuramente, il tema della tutela della qualità della vita dei cittadini e dall'altra parte, in modo abbastanza evidente, quello di una riduzione complessiva dei costi dedicati all'intervento per curare condizioni di insufficienza di salute, lavorando di più sulla prevenzione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Com'è già stato ricordato, crediamo che quest'emendamento sia davvero al centro dell'azione sanitaria, per quello che riguarda i Piani di salute.
bene ricordare che le stesse Aziende sanitarie devono trovare un pieno coinvolgimento delle Autonomie locali, che in questi anni hanno sviluppato all'interno della nostra regione, molti progetti volti alla prevenzione.
Se pensiamo alla quantità di lavoro che è stato svolto dalle Aziende sanitarie insieme alle scuole e alle associazioni presenti all'interno dei vari Comuni della realtà piemontese, noi ci rendiamo conto di un patrimonio culturale che è stato sviluppato in modo significativo ed importante: davvero un modo per consentire un risparmio e fare prevenzione. Non si fa prevenzione se si immagina che le Aziende sanitarie siano delle isole all'interno dei propri territori che non riescono ad interagire, in modo particolare, con i Comuni afferenti ad essi.
Non solo i Comuni sono i soggetti con i quali trovare un dialogo e una condivisione, ma anche tutte le Associazioni che operano e delle quali l'esperienza consolidata ha dimostrato anche la serietà, la preparazione e la professionalità con la quale affrontano molti dei progetti che sono stati sviluppati in questi anni nella nostra regione. Questo approccio è certamente giusto ed importante, proprio per consentire sul lungo tempo che tutta la prevenzione possa permettere dei risparmi veri e concreti all'interno della nostra sanità e quindi nei bilanci delle nostre Aziende sanitarie.
Siamo convinti, quindi, che quest'emendamento possa contribuire a migliorare l'impostazione del Piano Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 210) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". Allegato A Pag. 8 Quarto paragrafo, secondo punto elenco: è abrogato Con il consenso della proponente lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 211) presentato dalla Consigliera Artesio.
Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". Allegato A Pag. 8 Quarto paragrafo, quinto elenco puntato: abrogare "Bacino di popolazione (...) il Distretto è garante".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'insieme di questi emendamenti si riferisce alla considerazione nella quale viene tenuto, in questa parte descrittiva - poi avremo modo di approfondirlo, invece, nel capitolo dell'assistenza territoriale -, il ruolo del Distretto.
Mi sembra che residuino, in questa introduzione del Piano Socio Sanitario, alcuni dei concetti che invece insistevano con grande prevalenza nelle versioni dei precedenti Piani. Qual era la nostra preoccupazione? Allora, si faceva molto riferimento alla distinzione tra il ruolo di produzione, affidato alle aziende ospedaliere, e il ruolo di tutela, nonch di committenza, affidato al distretto sanitario.
In questa scrittura nuova, ma solo nella parte introduttiva, si fa riferimento al ruolo di garanzia del distretto e nulla si dice del suo ruolo di produzione. Questo può preludere in una lettura preoccupata degli eventuali contenuti del Piano a un'idea secondo la quale si voglia sempre di più spogliare l'assistenza territoriale del suo ruolo di produzione (che va da quello della medicina generale, a quello degli ambulatori specialistici, a quello della continuità assistenziale), limitandone la funzione ad un ruolo di interpretazione dei bisogni e di ricerca in altri produttori della soddisfazione dei bisogni stessi.
Noi riteniamo invece che proprio in base ai principi che vengono anche qui dichiarati riprendendoli, come è logico che facciano le Regioni, dagli indirizzi del Piano Sanitario Nazionale, il ruolo di produzione del distretto debba sempre essere ricordato, perché quanto più si potenzia l'assistenza territoriale, tanto più si evita il ricorso inappropriato a quella ospedaliera.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 7. quinto paragrafo, terza riga Dopo le parole: "(...) assistenziale di day service." Aggiungere: "E da rilevare che, in assenza di normative per includere il genere quale variabile nelle raccolte di dati, tuttavia secondo lo studio ERA la degenza media è risultata di 6,9 gg. per i maschie 6,8 per le femmine in regime ordinario. Su alcuni profili, tuttavia, nelle malattie del sistema circolatorio, dell'apparato digerente, dell'apparato respiratorio, del sistema osteomuscolare e connettivo si rileva una degenza media più elevata nelle donne rispetto agli uomini " L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare, entro e non oltre 3 mesi, e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro sigiato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dal Consigliere Buquicchio: II paragrafo 1.2 L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. Entro il 31 marzo dell'anno successivo i dati della valutazione e del monitoraggio devono essere resi disponibili. La non pubblicizzazione comporterà l'automatico decadimento delle direzione delle Aziende Sanitarie regionali inadempienti, i dati di In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare ia criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale.
L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sui territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni, specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e ia maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare Tappropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità. Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sìa della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra (e realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. . In questo caso le singole aziende sanitarie regionali, coordinate tra loro, devono provvedere alla stesura di un protocollo sul modello previsto per la farmaceutica. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni, specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità. Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie regionali.



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo. Anche questo tipo d'attività devono essere sottoposte a monitoraggio e valutazione costante. Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale . di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai finì sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate, li PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo. Devono essere indicati chiarì obiettivi in linea alle prestazioni già presenti sul territorio nazionale. Per quanto attiene più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza al fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima dei fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero di appropriatela nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).
L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 212) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 9. Punto 1.2 "L'appropriatezza" quarto capoverso Dopo le parole: "(...) perseguirne l'appropriato utilizzo" Aggiungere: "Queste tendenze si ritrovano anche nel movimento dell'Health Technology Assessment (Hta), molto diffuso in Canada e più recentemente in Europa, che studia le implicazioni mediche, sociali etiche ed economiche dello sviluppo, della diffusione e dell'uso di tecnologie sanitarie"



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 'L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e valutazione sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda che agiscano direttamente sui comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 18) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 l'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, in linea con le migliori pratiche già presenti sul territorio sia regionale che nazionale, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità. Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 "L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: rea dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita dei volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l'appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di monitorare e governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 20) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.2 L'appropriatezza" è modificato come segue: 1.2 L'appropriatezza Un obiettivo da confermare e ulteriormente perseguire è il superamento dell'inappropriatezza di alcune prestazioni e delle modalità con le quali vengono erogate. Il PSSR 2012-2015 impegna le ASR ad elaborare e porre in essere specifici "progetti d'appropriatezza", le cui aree tematiche sono: Area dei ricoveri ospedalieri per acuti Area della post-acuzie Area delle prestazioni specialistiche Area della farmaceutica.
I progetti d'appropriatezza devono essere correlati agli obiettivi strategici aziendali esplicitati nel piano d'attività e correlati all'assegnazione degli obiettivi ai Direttori Generali delle ASR. Tali obiettivi devono poter essere valutati e monitorati al fine di raggiungere un maggiore stato d'efficienza come previsto dal Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia. In particolare, uno dei settori che, più degli altri, è in grado di rappresentare la criticità relativa alla non appropriatezza è quello dell'attività ambulatoriale, con particolare riferimento alla diagnostica di tipo strumentale. L'invecchiamento della popolazione e la conseguente maggiore diffusione di malattie croniche tra gli assistiti rappresentano una delle principali cause dell'incremento della domanda di prestazioni ambulatoriali. A questo fenomeno si aggiunge una diffusione non ancora adeguata d'assistenza domiciliare e residenziale sul territorio regionale che comporta l'erogazione in regime ambulatoriale di prestazioni specialmente di tipo terapeutico, che potrebbero essere erogate in setting assistenziali più appropriati.
L'avvento delle nuove tecnologie, inoltre, ha generato un incremento nell'erogazione delle prestazioni ad esse collegate, con un'estrema variabilità a livello territoriale in termini di quantità, non compensato da un'equivalente riduzione delle prestazioni "obsolete" ad esse assimilabili. Inoltre, la maggior consapevolezza dei cittadini rispetto ai propri bisogni di salute e la maggior diffusione della pratica preventiva hanno contribuito alla crescita della domanda di prestazioni di carattere prettamente diagnostico.
Valutazioni in merito alla quantità ed all'elevato tasso di crescita delle prestazioni rese possibili dalle nuove tecnologie, inducono a ritenere sempre più necessaria, a livello sovrazonale e regionale, un'azione sistematica di coordinamento che includa i processi di pianificazione acquisto e gestione delle apparecchiature biomediche e che sia prioritariamente orientata, da un lato, all'armonizzazione della distribuzione territoriale delle tecnologie e, dall'altro, a perseguirne l'appropriato utilizzo.
Per quanto attiene, più in generale, alla crescita del volume d'attività d'assistenza specialistica ambulatoriale, ed al conseguente diretto impatto che ne deriva in termini sia di costi sostenuti dal SSR, sia di tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, si rende necessaria la realizzazione di adeguati strumenti di supporto alla programmazione e sanitaria, che consentano: di misurare l''appropriatezza dell'assistenza specialistica ambulatoriale di mettere in atto opportuni piani di governo della domanda, che agiscano direttamente sul comportamento prescrittivo di governare il trasferimento delle funzioni in regime di ricovero diurno alla più corretta modalità ambulatoriale, ove se ne dimostri la possibilità.
Il patrimonio informativo disponibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) risulta di fondamentale importanza ai fini sia dell'identificazione di standard di riferimento, sia della stima del fabbisogno appropriato di prestazioni. Il monitoraggio dell'assistenza sanitaria, erogata dalle Aziende Sanitarie sul territorio regionale consente di individuare e seguire nel tempo le evidenti differenze che sussistono fra le realtà territoriali e sottolinea costantemente l'esigenza di indagare e promuovere azioni correttive volte a garantire l'equità del sistema tramite un necessario superamento delle disuguaglianze sanitarie sociali e territoriali. Tale patrimonio informativo deve essere leggibile costantemente aggiornato e disponibile a tutti i cittadini. Il recupero d'appropriatezza nell'Area della post-acuzie potrà essere perseguito anche attraverso il completamento della riorganizzazione delle attività di riabilitazione in Piemonte, intrapresa con la deliberazione della Giunta regionale 2 aprile 2007 n. 10-5605 (Riorganizzazione delle attività' riabilitative della Regione Piemonte - Prime direttive alle Aziende Sanitarie Regionali).



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 21) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.3 "la qualità percepita" è modificato come segue: 1.3 La qualità percepita La qualità percepita dai cittadini è stata determinata con varie iniziative a livello delle ASR Piemontesi. I risultati, anche se frammentari e raramente confrontabili, hanno dimostrato in generale una buona qualità percepita da parte dei cittadini.
Tra gli esempi di maggior rilievo, l'indagine condotta dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sulla soddisfazione dei cittadini rivolta ai servizi sanitari territoriali, che, nel 2009, ha coinvolto 4.992 piemontesi. Dall'indagine si rileva che il medico di medicina generale (MMG) è il professionista che gode di uno fra i più elevati livelli di fiducia da parte della popolazione piemontese (84%). Giudizi molto positivi sono stati forniti sulle capacità relazionali e di comunicazione del medico (ascolto, coinvolgimento, tempo dedicato, ecc.), a conferma dell'importanza del rapporto interpersonale fra professionista e paziente.
I dati sul pediatra di libera scelta (PLS) indicano un livello di fiducia buono o ottimo nell'81% degli intervistati, solo lievemente inferiore a quello del medico di medicina generale. Buono anche il giudizio sulle capacità relazionali dei pediatri e sulle competenze.
Nel 2010, attraverso un questionario somministrato dall'Associazione "Cittadinanza Attiva" col supporto dell' A.Re.S.S., circa 3.000 cittadini piemontesi hanno avuto la possibilità di esprimersi, manifestando un consenso elevato. L'86,3% degli utenti intervistati ha, infatti, promosso l'associazionismo e, da un'analisi più approfondita dei dati, è emerso come più del 90% degli intervistati valuti "positiva" la presenza di tali forme.
Per quanto riguarda, invece, "l'accesso" in termini di comodità per la fruizione dei servizi, gli utenti si sono espressi globalmente con una percentuale di estremo favore, che supera il 90% e che pare dimostrare che la distribuzione territoriale dei gruppi presi in esame risponda alle esigenze della cittadinanza. Anche dai dati inerenti l'umanizzazione è emersa una percentuale di valutazione positiva che supera il 70% dei consensi. Si può quindi affermare che la risposta più che soddisfacente espressa dai cittadini intervistati sia la tangibile dimostrazione che l'offerta sanitaria è capace di soddisfare ampiamente le esigenze di salute dei cittadini.
L'indagine effettuata dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha anche valutato il grado di soddisfazione degli utenti in merito ai servizi di Pronto Soccorso. A tal scopo è stato utilizzato un campione stratificato per punti di erogazione dei servizi d'emergenza e per Codice Colore, estratto da una popolazione di utenti maggiorenni che si sono serviti degli stessi nell'arco di tre settimane fra gennaio e marzo 2010.
L'indagine ha rilevato, in tutto il Piemonte, un giudizio ottimo o buono sulla qualità dell'assistenza ricevuta da parte dell'83,9% del campione valutato, cui si deve aggiungere un altro 11% di intervistati che esprimono un giudizio di sufficienza. Il risultato globale appare estremamente lusinghiero per quanto concerne la cortesia, la disponibilità, il rispetto della persona, la competenza professionale, gli aspetti della comunicazione, riferiti agli operatori sanitari sia medici sia infermieristici. Sono invece risultati carenti gli aspetti legati al comfort, alla pulizia degli ambienti, all'accoglienza e all'umanizzazione ai tempi di attesa, all'informazione (notizie sul codice assegnato) nel momento del primo impatto col Pronto Soccorso.
E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure.
Tale attività di benchmarking deve riguardare non solo il territorio regionale bensì quello nazionale ed internazionale:



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.3 "la qualità percepita" è modificato come segue: 1.3 La qualità percepita La qualità percepita dai cittadini è stata determinata con varie iniziative a livello delle ASR Piemontesi. I risultati, anche se frammentari e raramente confrontabili, hanno dimostrato in generale una buona qualità percepita da parte dei cittadini.
Tra gli esempi di maggior rilievo, l'indagine condotta dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sulla soddisfazione dei cittadini rivolta ai servizi sanitari territoriali, che, nel 2009, ha coinvolto 4,992 piemontesi. Dall'indagine si rileva che il medico di medicina generale (MMG) è il professionista che gode di uno fra i più elevati livelli di fiducia da parte della popolazione piemontese (84%). Giudizi molto positivi sono stati forniti sulle capacità relazionali e di comunicazione del medico (ascolto, coinvolgimento, tempo dedicato, ecc.), a conferma dell'importanza del rapporto interpersonale fra professionista e paziente. I dati sul pediatra di libera scelta (PLS) indicano un livello di fiducia buono o ottimo nell'81% degli intervistati, solo lievemente inferiore a quello del medico di medicina generale. Buono anche il giudizio sulle capacità relazionali dei pediatri e sulle competenze.
Nel 2010, attraverso un questionario somministrato dall'Associazione "Cittadinanza Attiva" col supporto dell'A.Re.S.S., circa 3.000 cittadini piemontesi hanno avuto la possibilità di esprimersi, manifestando un consenso elevato. L'86,3% degli utenti intervistati ha, infatti, promosso l'associazionismo e, da un'analisi più approfondita dei dati, è emerso come più del 90% degli intervistati valuti "positiva" la presenza di tali forme.
Per quanto riguarda, invece, "l'accesso" in termini di comodità per la fruizione dei servizi, gli utenti si sono espressi globalmente con una percentuale di estremo favore, che supera il 90% e che pare dimostrare che la distribuzione territoriale dei gruppi presi in esame risponda alle esigenze della cittadinanza. Anche dai dati inerenti l'umanizzazione è emersa una percentuale di valutazione positiva che supera il 70% dei consensi. Si può quindi affermare che la risposta più che soddisfacente espressa dai cittadini intervistati sia la tangibile dimostrazione che l'offerta sanitaria è capace di soddisfare ampiamente le esigenze dì salute dei cittadini.
L'indagine effettuata dal Laboratorio MES della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha anche valutato il grado di soddisfazione degli utenti in merito ai servizi di Pronto Soccorso. A tal scopo è stato utilizzato un campione stratificato per punti di erogazione dei servizi d'emergenza e per Codice Colore, estratto da una popolazione di utenti maggiorenni che si sono serviti degli stessi nell'arco di tre settimane fra gennaio e marzo 2010.
L'indagine ha rilevato, in tutto il Piemonte, un giudizio ottimo o buono sulla qualità dell'assistenza ricevuta da parte dell'83,9% del campione valutato, cui si deve aggiungere un altro 11% di intervistati che esprimono un giudizio di sufficienza. Il risultato globale appare estremamente lusinghiero per quanto concerne la cortesia, la disponibilità, ii rispetto della persona, la competenza professionale, gli aspetti della comunicazione, riferiti agli operatori sanitari sia medici sia infermieristici. Sono invece risultati carenti gli aspetti legati al comfort, alla pulizia degli ambienti, all'accoglienza e all'umanizzazione ai tempi di attesa, all'informazione (notizie sul codice assegnato) nel momento del primo impatto col Pronto Soccorso.
E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure.Per questo motivo sarà predisposto un coordinamento delle varie aziende sanitarie regionali per predisporre un programma condiviso di indagine da utilizzare in modo constante ed uniforme su tutto il territorio.



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 166) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Manica, Laus, Taricco, Pentenero, Gariglio Al paragrafo 1.3 "La qualità percepita" a pagina 10, dopo le parole "E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure." Sono inserite le parole: "Molto utile sarà la prosecuzione della attività della Rete HPS &HS piemontese."



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 24) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al paragrafo 1.3 "La qualità percepita" a pagina 10, dopo le parole "E' necessario, in prospettiva, un coordinamento, a livello centrale, delle iniziative di rilevamento della qualità percepita, con interventi organici a livello delle ASR, in modo da ottenere risultati che possano favorire il benchmarking, indispensabile per un miglioramento della qualità delle cure." Sono inserite le parole: "Molto utile sarà la prosecuzione della attività della Rete HPS &HS piemontese."



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.4 "la presa in carico del cittadino" è modificato come segue: 1.4 La presa in carico del cittadino Lo sviluppo degli interventi rivolti al controllo dell'appropriatezza non può eludere l'obiettivo di un miglioramento effettivo di tutte le attività necessarie per una reale presa in carico degli utenti del S.S.R., che consenta, attraverso un impegno professionale, individuale e di sistema, di ripensare l'accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini in un'ottica di equità e di sviluppo della "sanità di iniziativa".
La "sanità di iniziativa", intesa come modello assistenziale per la presa in carico, costituisce, nell'ambito delle malattie croniche, un nuovo approccio organizzativo che affida alle cure primarie l'ambizioso compito di programmare e coordinare gli interventi a favore dei malati cronici.
Le evidenze scientifiche dimostrano che i malati cronici, quando ricevono un trattamento integrato e un supporto al self-management e al follow-up tendono a migliorare e a ricorrere in misura inferiore alle cure ospedaliere.
I Centri di Assistenza Primaria, dei quali è prevista l'attivazione in ciascun Distretto delle ASL piemontesi, rappresenteranno il luogo deputato allo sviluppo della scienza medica di iniziativa all'interno del Servizio Sanitario Regionale. Per la loro realizzazione l'assessorato alla salute predisporrà, con proprie deliberazioni, un coordinamento di tutti gli attori presenti nei singoli territori. Tali gruppi di lavoro avranno l'obiettivo di individuare, entro e non oltre il 31 dicembre del 2012, i luoghi preposti alla realizzazione delle strutture.



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 213) presentato dalla Consigliera Artesio: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 12. Secondo paragrafo, penultima riga Abrogare: "Il rischio è che (...) dell'organizzazione del S.S.R.



PRESIDENTE

L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 214) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 12, punto 1.6 Dopo il titolo "Qualità strutturale dei luoghi di cura" inserire "In quasi dieci anni, tra il 2000 e il 2009, sono stati quasi 45mila i posti letto tagliati in Italia, pari cioè al 15,1% del totale, con un rapporto di posti letto per abitante passato da 5,1 ogni mille abitanti di 12 anni fa, al 4,2 attuale (di cui 3,6 per mille dei letti per acuti e 0,6 per mille per le lungodegenze). Un dato che ci pone sotto la media europea che è di 5,5 per mille, come rileva l'indagine di 'Quotidiano Sanità", che ha rielaborato i dati degli Annuari statistici del SSN del Ministero della Salute. Il calo di posti letto si rileva soprattutto nel settore pubblico.
In media, a livello nazionale, il ridimensionamento dei posti pubblici è del 17,2%, cioè più di tre volte di quello intervenuto nel privato, dove i tagli hanno riguardato solo il 5,3% dei letti di case di cura private accreditate.
La politica del ridimensionamento dei posti letto doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che per rileva l'inchiesta, stenta tuttora a realizzarsi in molte Regioni itallane.
Il risultato di quest'operazione di ristrutturazione sanitaria al momento appare quello di una rete ospedaliera vicina al collasso in molte zone del Paese e soprattutto in alcune grandi città come Roma, Napoli, Genova Torino e Milano, dove la riduzione dei letti in corsia sta provocando l'intasamento dei Pronto Soccorso ospedalieri con il moltiplicarsi di situazioni limite".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento merita un'illustrazione e riguarda il paragrafo dedicato alla qualità strutturale dei luoghi di cura.
Dico che merita un'illustrazione perché riprende molti degli elementi che il collega Boeti introduce nella nostra discussione quando esprime una preoccupazione sulla futura programmazione dei posti letto, sia in applicazione degli indirizzi generali dello Stato sulla riduzione del rapporto posti letto-abitanti (siamo passati, nell'ultimo biennio, da 4,6 per mille abitanti a 3,6 per mille abitanti, comprensivi dei posti letto delle post-acuzie), sia in relazione alla riduzione di posti letto così come li contempla il Piano di rientro del Piemonte.
Per inquadrare la preoccupazione mia e del collega Boeti, dobbiamo segnalare che in quasi dieci anni (tra il 2000 e il 2009), in Italia, i posti letto sono stati ridotti nella misura di 45 mila, pari cioè al 15 del totale. Dodici anni fa, avevamo 5,1 posti letto ogni mille abitanti.
Oggi siamo nella media nazionale, ma noi siamo nella situazione più virtuosa; la media nazionale è di 4,2.
Questo dato ci pone sotto la media europea e questo calo deve cominciare a fare esprimere elementi di preoccupazione. Perché è pur vero che aumentano l'assistenza territoriale e il richiamo al ricorso inappropriato ai ricoveri, ma è altrettanto vero che c'è un livello di guardia. Inoltre, all'interno di questo andamento generale, dovrebbe preoccupare un altro elemento: il fatto che percentualmente la riduzione di posti letto è avvenuta prevalentemente nel pubblico, mentre non c'è stata un'analoga riduzione di posti letto nel sistema sanitario privato.
Vero è che questo riguarda altre Regioni più che il Piemonte, cioè quelle dove la presenza della sanità accreditata è più diffusa di quanto non sia in Piemonte, ma è altrettanto vero che il Piemonte ha una diffusa presenza di sanità privata nel campo delle post-acuzie.
Quindi questo dato a noi fa dire (poi le valutazioni possono essere differenti) che sotto questo livello di guardia non si può scendere, pena il rischio di situazioni limite, quali talvolta si registrano e vengono riportate dagli organi di informazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 215) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 12. Cap. 1.6, ultimo elenco puntato Dopo le parole: "(...) funzionale delle strutture" Abrogare: "per assenza di un disegno (...) relazioni tra strutture." L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.6 "qualità strutturale dei luoghi di cura" è modificato come segue; 1.6 Qualità strutturale dei luoghi di cura Lo stato strutturale dei presidi ospedalieri regionali è connotato dalle seguenti criticità riscontrabili su gran parte di essi: diffusa situazione di vetustà degli edifici, dovuta a condizioni di senescenza attribuibili sia al normale decadimento prestazionale dovuto all'uso ed al trascorrere del tempo, nonché a condizioni di obsolescenza ed inadeguatezza riconducibili a caratteri tecnologici, strutturali e morfologici inappropriati rispetto alle funzioni ed alle relazioni conseguente necessità di interventi di adeguamento sulle strutture, i quali risultano essere tanto più onerosi ed inefficaci quanto più è elevato il grado di vetustà degli edifici; elevata incidenza dei costi di adeguamento delle strutture rispetto al loro valore di sostituzione elevata incidenza delle criticità sopra esposte sulle strutture ospedaliere di piccole dimensioni (assumendo come riferimento il numero di posti letto) maggiore inefficienza gestionale delle strutture di piccole dimensioni eterogeneità dimensionale e funzionale delle strutture per assenza di un disegno organizzativo della rete chiaramente individuabile rispetto a tipologia e complessità delle prestazioni e delle relazioni tra strutture.
Il quadro descritto evidenzia la necessità di implementare un piano di azione, in ottemperanza a quanto previsto dal Piano di rientro di riorganizzazione e riqualificazione siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia, rivolto agli edifici ospedalieri che, nell'ottica di supportare il processo di razionalizzazione e riordino organizzativo e funzionale della rete sanitaria, preveda anche la rifunzionalizzazione/riconversione delle strutture verso modelli più sostenibili ed efficaci, sia in relazione alle caratteristiche edilizie attuali delle strutture sia al loro ruolo nella rete sanitaria regionale.
In particolare, lo sviluppo delle tecnologie sanitarie rende del tutto inappropriato individuare nell'ospedale la sede esclusiva delle attività riabilitative. Occorre sviluppare reti integrate di servizi, a valenza plurispecialistica, finalizzate alla continuità e all'efficacia dei percorsi assistenziali, nonché alla specifica differenziazione sulla base dei singoli problemi di salute.
La Giunta regionale, sulla base degli indicatori tecnologici-strutturali più idonei a descrivere i caratteri di adeguatezza funzionale delle strutture, individua, con apposito provvedimento, i presidi ospedalieri che potranno essere oggetto di riconversione e/o rifunzionalizzazione. La programmazione in materia di edilizia sanitaria sarà supportata in particolare dalle procedure di analisi dell'A.Re.S.S. basate sul debito informativo delle Aziende Sanitarie, ai fini di una valutazione coerente ed oggettiva: degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie, secondo quanto previsto alle procedure definite a livello regionale, avviate con D.G.R. n.
29-13683 del 29/03/2010 (Integrazioni e modifiche delle procedure amministrative e informatiche per la programmazione, la gestione e il monitoraggio degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie di cui alla D.G.R. n. 6-8817 del 26.5.2008); delle opportunità di riconfigurazione della rete aziendale previste dalla DGR 48-1615 del 28 febbraio 2011 (Adozione dell'Addendum al Piano di rientro e al Programma attuativo, commi da 93 a 97, della legge 23 dicembre 2009 n. 191) attraverso l'elaborazione di modelli organizzativi e distributivi dei presidi e delle relazioni tra gli stessi.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 216) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 13 Punto 1.6, secondo paragrafo: Le parole "La Giunta regionale" sono sostituite da "Il Consiglio Regionale" La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è una sorta di modello standard di alcuni emendamenti. Tutto il Piano, oltre ad adottare principi che noi riteniamo discutibili quando non preoccupanti, ha una fortissima impronta dirigistica. Date le linee d'indirizzo col Piano Socio Sanitario e possibilmente cercando di liquidarle nella discussione d'Aula il più velocemente possibile, poi tutte le competenze di applicazione sono della Giunta. Il che corrisponde a un principio di distinzione dei poteri tra quello d'indirizzo e di controllo del Consiglio e quello esecutivo della Giunta.
Tuttavia, va segnalato che non possiamo pensare che operazioni uscite dalla finestra, quali quella, ad esempio, della costituzione dell'Azienda sanitaria del 118, possano rientrare in altro modo attraverso progressivi atti deliberativi che sfuggano al potere di dialettica del Consiglio regionale.
Per cui alcune volte ci saranno emendamenti miei nei quali propongo che alla funzione unica della Giunta venga sostituita una funzione del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 147) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Reschigna, Lepri, Manica, Taricco, Laus, Placido, Lepri: Nella ripartizione 1.6 (Qualità strutturale dei luoghi di cura) dell'Allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176, dopo le parole: "i presidi ospedalieri che potranno essere oggetto di riconversione e/o rifunzionalizzazione" sono inserite, a pagina 13, le seguenti parole: previo parere della Commissione consiliare competente".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questo è un argomento al quale attribuiamo grande importanza, perch pensiamo che non debba essere soltanto la Giunta (che però, naturalmente ha il diritto di prendere le sue decisioni) a stabilire quali sono le strutture che debbono essere o meno riconvertite.
La Giunta ha il diritto di fare le sue scelte assumendosene tutta la responsabilità, ma del destino, per esempio, dell'Ospedale Valdese... Cito il Valdese, perché è uno degli istituti da riconvertire e l'emendamento che abbiamo presentato riguarda proprio questo concetto, cioè che gli ospedali devono essere riconvertiti in struttura per la non autosufficienza, oppure in presidi sanitari diversi da quelli che erano stati fino a quel momento.
un emendamento che abbiamo discusso in Commissione che, io credo erroneamente, l'Assessore Monferino ha deciso di bocciare, però una seconda bocciatura non ci troverebbe assolutamente d'accordo, perché riteniamo che la Commissione consiliare debba svolgere il proprio ruolo e che non si possa chiudere un ospedale, oppure che lo si possa chiudere dopo aver discusso con chi, nei territori, è rappresentativo della popolazione che l'ha votato. Dopodiché, naturalmente, il Governo regionale può assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Il ragionamento non riguarda solo l'Ospedale Valdese, nei confronti del quale abbiamo presentato un emendamento. Prima, nell'intervento di carattere generale, il Consigliere Lepri ha fatto riferimento all'ospedale di Lanzo: un altro ospedale che dovrebbe essere riconvertito. Ma ricordo anche l'Amedeo di Savoia, la cui riconversione è legata ad una diversa sistemazione: stamattina l'Assessore ha confermato che non c'è interesse a chiudere l'attività che l'Amedeo di Savoia svolge nel campo delle patologie infettive.
Crediamo sia un diritto della Commissione consiliare discutere questioni così importanti. I territori, ovviamente, reagiscono in maniera negativa quando si tratta di trasformare un ospedale che, per quanto piccolo, ha reso ad un territorio e ad una popolazione un servizio di qualità per le prestazioni che quel piccolo ospedale poteva garantire.
Poiché i Consiglieri regionali rappresentano quella popolazione ritengo che la Commissione non possa essere derubata del ruolo che deve poter svolgere in settori così importanti.
Poi, come abbiamo detto molte volte, chi governa si assume la responsabilità delle scelte, ma dateci perlomeno la possibilità di discutere di questioni così importanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il tema è quello della riorganizzazione della rete ospedaliera, che dovrebbe rappresentare una delle questioni che affrontiamo con il nuovo Piano, per il momento sul piano teorico, perché più complicato sarà tradurre questo orientamento, cioè la riconversione di alcuni Presidi ospedalieri da orientamento di natura programmatoria e politica a decisione pratica, ma questo è problema che riguarderà la Giunta regionale.
Ricordo soltanto che, in Commissione, ebbe luogo una forte discussione in merito alla prima proposta di classificazione degli ospedali presentata dall'Assessore Monferino. Tale classificazione venne riscritta più volte non perché gli Uffici avessero sbagliato a scriverla, ovviamente, perché il problema non riguardava la scrittura, ma gli orientamenti, perché lì si determinarono una serie di spinte, direi quasi delle contrapposizioni, che erano figlie di richieste localistiche, rispetto alle quali il dato locale prevaleva sull'idea di programmazione e sulla classificazione, così come voi la concepite nel Piano che - come sapete - immagina tre tipi di ospedali: gli ospedali di riferimento, gli ospedali cardine e gli ospedali territoriali.
Questo è il nodo della questione. È del tutto evidente che ci siano due modi di affrontare una questione come questa e, per quanto ci riguarda, il tema è attuale, concreto.
La prima modalità è quella di ancorare questi ragionamenti e decisioni ad una politica di programmazione (chi fa che cosa); il secondo criterio e ho finito, Presidente - è quello di non tenere conto di questo: un passo avanti è rappresentato dalla classificazione che noi oggi discuteremo perché allegata al Piano, e questo lo consideriamo un fatto positivo, un risultato della nostro battaglia.
Tuttavia - come ricordava il collega Boeti - sarebbe singolare se su una questione che ha queste implicazioni, sul piano della programmazione regionale, sul piano sanitario ed anche sul piano locale, noi non ci ponessimo il problema di un confronto nella Commissione consiliare competente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Abbiamo assistito, in questi mesi, al dibattito che si è svolto intorno alla classificazione dei Presidi ospedalieri della nostra regione. Ogni qualvolta l'Assessore abbia presentato una tabella sulla classificazione, è stato inevitabile discuterne in Commissione e, naturalmente, la discussione è poi arrivata sul territorio, com'è giusto che sia, perché una classificazione deve necessariamente coinvolgere il territorio, dove abbiamo visto quali sono state le reazioni.
Tra l'altro, qui si parla di riconversione delle strutture ospedaliere: non soltanto di classificazione, ma di riconversione.
A maggior ragione, se si discute di riconvertire un Presidio ospedaliero, è indispensabile, inevitabile - direi - coinvolgere nel dibattito la Commissione consiliare competente. Tra l'altro, sappiamo benissimo che questo dibattito avverrebbe ugualmente in Commissione perché, di fronte ad una richiesta di un singolo Consigliere e di un Gruppo consiliare che chiede di approfondire il tema della riconversione di una struttura ospedaliera, sarebbe quantomeno assurdo, illogico, negare la discussione.
Considero utile prevedere - come noi proponiamo - che, quando la Giunta e l'Assessore propongono di riconvertire una struttura ospedaliera, abbia luogo un dibattito all'interno della Commissione competente, affinché la stessa possa approfondire ed esprimere un parere.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Provo a continuare il discorso intrapreso dai colleghi, su un tema che può sembrare secondario, ma che noi consideriamo fra i più importanti poiché mette in discussione la concezione di democrazia rappresentativa all'interno di un'assemblea legislativa.
Non è questa l'occasione né l'ora per parlarne (non mancherà magari nei prossimi giorni, ma non stasera, senza alcuna polemica), ma voglio ricordare che il Piemonte ha avuto un risultato elettorale due anni fa dove l'opposizione rappresenta quasi la metà dei piemontesi.
E allora, è importante pensare che, in un gioco democratico, la metà dei piemontesi non debba essere esclusa dal ragionare e dal dare il proprio contributo, che - abbiamo visto, e ne avete convenuto - è stato positivo e condiviso, tanto da essere anche accolto su più di una questione.
Pensate e pensiamo se non ci fosse stata una normale dialettica democratica e se fosse passata la "versione Arrigoni" (a scatola chiusa) noi avremmo avuto...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Ricordo, ai colleghi più giovani che non c'erano, il Carosello: "A scatola chiusa si compra solo Arrigoni".



(Commenti del Consigliere Pedrale)



PLACIDO Roberto

Luca, ti ringrazio della tua attenzione: mi fa piacere e mi onora che lo ricordi anche tu (è ancora più importante), ma c'era un collega del Partito Democratico che non lo ricordava o che non era presente, quindi ho dovuto ricordare il famoso Carosello "A scatola chiusa si compra solo Arrigoni"! il paragone con questo Piano, se fosse passato il metodo Arrigoni, a scatola chiusa! Avremmo avuto un Piano che non ci soddisfa, che non è quello che vorremmo, che non è quello di cui avrebbero bisogno i piemontesi, ma che sarebbe stato senz'altro peggio di questo.



(Scampanellìo del Presidente)



PLACIDO Roberto

Termino, Presidente; la ringrazio, ma mi hanno confuso e distratto i colleghi (recupero scalando i minuti dal prossimo intervento)! Invece, abbiamo dato un contributo - e proverò a svilupparlo nel seguito della serata e dei prossimi giorni - all'interno del ruolo, in una democrazia, in un'assemblea legislativa, delle opposizioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Quest'emendamento è importante, perché nel corso di queste settimane tutti siamo stati coinvolti - chi più, chi meno - nella discussione relativa alla possibile riconversione di alcuni presidi ospedalieri.
Le opinioni, naturalmente, non sono tutte coincidenti: in alcuni casi avevamo convenuto con le manifestazioni che spontaneamente (talvolta anche un po' "spintamente") erano state rappresentante; altre volte, invece abbiamo guardato a tali questioni con più prudenza, anche trovando elementi discutibili o osservazioni critiche.
Ma certamente queste scelte di riconversione, per come sono stati collocati alcuni ospedali, meritano una riflessione approfondita: non possono essere risolte con la "bacchetta tecnocratica", né possono essere tanto più, affrontate con qualche ispirazione, talvolta non sempre lucida o qualche soluzione, da parte dell'Assessore Monferino.
Noi vogliamo fare in modo che decisioni così importanti, come quelle di riconvertire un ospedale al punto da retrocederlo (perché di questo si tratta) in alcuni casi dalla serie A alla serie C in un solo colpo, vadano approfondite.
Per un ospedale come quello di Lanzo, che in alcuni casi svolge le attività tipiche di un ospedale cardine, diventare "ospedale da riconvertire" rappresenta una doppia retrocessione. Ma possiamo parlare anche di altri casi.
Questo per dire che noi abbiamo bisogno di approfondire tali questioni.
Noi chiediamo che, perlomeno quando si tratta di riconvertire o di "rifunzionalizzare" (che brutto termine!) questi ospedali, occorra necessariamente il parere della Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Poiché l'emendamento che abbiamo presentato mi sembra sufficientemente chiaro, porrei la questione su un altro versante: il comma di pagina 13 su cui si inserisce quest'emendamento recita: "La Giunta regionale, sulla base degli indicatori tecnologici-strutturali più idonei a descrivere i caratteri di adeguatezza funzionale delle strutture, individua, con apposito provvedimento, i presidi ospedalieri che potranno essere oggetto di riconversione o/e rifunzionalizzazione".
Questo comma, di fatto, è superato, e cercherò di spiegarne la ragione.
Questo comma rientrava in una fase iniziale del Piano Socio Sanitario concepita, sostanzialmente, come una sorta di "delega alla Giunta" nell'attuazione di tutti i provvedimenti conseguenti. Anche in questo contesto, il comma diceva sostanzialmente questo: ci sono alcuni ospedali da rifunzionalizzare o da riconvertire? La Giunta regionali li individuerà poi. Il nostro lavoro in Commissione è stato sostanzialmente quello di costringere la Giunta regionale a dichiararlo, invece, all'interno del Piano Socio Sanitario, tanto che le tabelle di pagina 58 e 59 del Piano Socio Sanitario individuano già alcuni presidi ospedalieri che devono essere riconvertiti o rifunzionalizzati.
La questione da porre, a questo punto, è un'altra, giusto per dare un minimo di senso logico agli atti che vengono approvati dal Consiglio regionale.
Le tabelle di pagina 58 e 59 individuano una serie di ospedali, ma non dicono qual è la funzione e il risultato finale che deve essere ottenuto attraverso la riconversione e la rifunzionalizzazione di quell'ospedale.
Allora, riscrivendo complessivamente questo comma - ma lo potrà fare solo la Giunta regionale, non noi - si può fare certamente riferimento alla tabella di pagina 58 e 59, ma si deve fare anche riferimento al fatto che noi chiediamo che ci sia un coinvolgimento della Commissione consiliare non solo perché questo, in parte, è già avvenuto nell'individuazione dei presidi ospedalieri da riconvertire, ma anche nell'individuazione di quello che dovrà essere il futuro ruolo di questi presidi ospedalieri. Perché dire che un ospedale deve essere riconvertito e rifunzionalizzato, è dire tutto e dire niente.
Il problema vero è il ruolo che questa struttura dovrà assumere all'interno del sistema sanitario piemontese. E sotto questo aspetto il coinvolgimento della Commissione è quanto mai necessario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Chi ha seguito, in questi mesi, le vicende, le discussioni e i confronti che hanno ruotato intorno alla definizione, da una parte, delle funzioni che le varie tipologie di presidi ospedalieri andavano ad assumere, e, dall'altra parte, alla classificazione dei vari presidi ospedalieri in funzione del quadro generale, credo abbia facilmente avuto la consapevolezza che ragionare su questi temi, in rapporto ai territori sia questione quanto mai delicata e da maneggiare con grande cura.
Mi pare che quest'emendamento compia, sostanzialmente, un'operazione molto semplice ma altrettanto necessaria: quella di portare il confronto su queste tematiche in Commissione.
Portare queste tematiche in Commissione è il modo migliore per coinvolgere coloro che hanno la funzione di essere di riferimento dei territori su decisioni che, proprio sui territori, avranno ricadute importanti e pesanti.
Negli interventi che hanno svolti i colleghi che mi hanno preceduto credo che già sia stato chiarito con sufficiente profondità questo tipo di necessità, quindi mi permetto semplicemente di ribadire ulteriormente la bontà di questo suggerimento che ci siamo permessi di avanzare attraverso un emendamento, con la speranza che, stante la ovvia utilità di una simile affermazione dentro il Piano Socio Sanitario, possa essere accolto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Com'è già stato ricordato, riteniamo importante quest'emendamento anche alla luce degli ultimi fatti che sono susseguiti alla presentazione del Piano Sanitario.
evidente che ogni volta che si va a modificare l'assetto degli ospedali che appartengono alla nostra Regione, si innesca una serie di meccanismi che generano paura o instabilità, soprattutto in quelle popolazioni che, da sempre, hanno identificato l'ospedale di riferimento di quel territorio, o di riferimento per alcune patologie, quindi di interventi che lo stesso offre.
evitabile, dunque, che questo scateni una serie di reazioni che, in primo luogo, sono di difesa o volte ad evidenziare una situazione di difficoltà. Peraltro, non sempre le proposte creano una sensazione di insicurezza; possono anche solo essere proposte non condivise, e pu esistere una seconda o una terza soluzione rispetto all'ipotesi avanzata.
Da un certo punto di vista, il fatto che si richieda anche il parere della Commissione rappresenta un elemento tutelante da parte della Giunta perché in qualche modo viene ampliato il confronto e la possibilità di trovare, all'interno della Commissione consiliare, lo spazio necessario per confrontarsi e trovare insieme le giuste soluzioni. Nel momento in cui viene presentata una modifica dell'assetto degli ospedali e della rete sanitaria della nostra regione, è evidente che questa scaturisca da un'analisi.
Finisco soltanto il ragionamento, Presidente. Ora, il fatto che questo possa trovare conforto all'intero di un parere della IV Commissione è sicuramente un elemento - come ho detto prima - che permette di fare delle scelte più accurate e rassicurare anche la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Utilizzo questi pochi secondi per marcare ancora di più la posizione del Gruppo del Partito Democratico sulla necessità di far sì che il Consiglio regionale, il Consigliere regionale stesso e le Commissioni consiliari competenti possano esercitare effettivamente il loro ruolo. Qui parliamo di riconversione di ospedali e del tema della riorganizzazione della rete ospedaliera. Per il Gruppo del Partito Democratico credo che questo sia un emendamento dovuto e di buonsenso.
Se non esercitiamo le nostre prerogative e se non permettiamo vengano esercitate quelle delle Commissioni in questo contesto e nelle circostanze nelle quali sono coinvolte scelte di particolare importanza, ditemi voi quando dev'essere sentita la Commissione! Per chiudere e per marcare - come dicevo prima - la posizione del Partito Democratico, dico che noi non facciamo altro che chiedere l'inserimento di un semplicissimo parere della Commissione sanità. Abbiamo notato quant'è stato necessario dibattere, all'interno della Commissione non solo sul tema della classificazione degli ospedali, ma anche su quello della loro riconversione, cosa di cui si sta parlando qui. Si tratta quindi di un emendamento dovuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Sì, abbiamo fatto parlare dieci colleghi, in presenza di otto firme; e tutti superano i trenta secondi: non sono, quindi, tra i Presidenti più severi...
Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Noi abbiamo una stima infinita verso chi presiede l'Assemblea...



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

Presidente, i miei colleghi mi disturbavano...
Noi riteniamo si possa tranquillamente chiudere questa vertenza accogliendo la proposta di prevedere un passaggio - seppur a titolo meramente consultivo - dell'organismo consiliare competente, ossia la Commissione.
Manca, seduto ai banchi della Giunta, il Vicepresidente Cavallera che spesso, nella passata legislatura, ci ha insegnato con molta perizia e anche con molta simpatia come il passaggio dalla Commissione servisse anche alla luce della sua pratica politica - ad arricchire e guidare la Giunta nei momenti salienti della sua attività amministrativa.
Ecco che, richiamandoci a questo illustre precedente - tra l'altro di un Assessore che ha sempre suscitato la profonda simpatia e ammirazione di coloro che pur erano all'opposizione -, noi riteniamo si debba seguire questo esempio prevedendo un passaggio consiliare, onde evitare che alcune scelte siano intraprese dalla Giunta regionale in modo non sufficientemente motivato e condiviso.
Ci pare un emendamento assolutamente non eversivo che pensiamo, nella logica costruttiva con cui stiamo andando a costruire questo nuovo Piano sanitario, possa servire per garantire a tutti una maggior ponderazione delle scelte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Gariglio.
Emendamento rubricato n. 217) presentato dai Consiglieri Artesio e Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". Allegato A Pag. 13. Cap. 1.6, secondo paragrafo.
Dopo le parole: "riconversione e/o rifunzionalizzazione'' Aggiungere: "sentita la Commissione consiliare regionale e la Conferenza dei Sindaci di riferimento territoriale".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Dopo gli interventi dei colleghi del Partito Democratico, mi verrebbe da dire: ubi maior, minor... non vorrebbe cessare; nel senso che mi voglio arrogare il merito di avere presentato gli emendamenti alla tabella delle pagg. 54, 55 e 56 che intervengono proprio sulla questione della rete ospedaliera. In modo particolare, l'ho fatto con una valutazione di merito e di opportunità che hanno ripreso il collega Lepri, per quanto riguarda il presidio dell'Ospedale di Lanzo, e il collega Boeti, per quanto riguarda il presidio dell'Ospedale Valdese.
Dico questo per sottolineare che siamo in più d'una - e in più d'uno a pensare inopportuna la scelta compiuta di rifunzionalizzazione e di riconversione almeno di questi presidi ospedalieri e che la contrarietà possa essere motivata sia in base alle caratteristiche di funzionamento di quei presidi, sia in base alla loro specificità territoriale.
Nella logica di promuovere un contributo e una collaborazione su scelte ponderate da parte dell'Amministrazione regionale, interveniamo anche noi come Gruppo con un emendamento che chiede che le scelte di riconversione siano condivise, con l'espressione di un orientamento politico più ampio che non quello dell'autorità dell'organo esecutivo.
Ecco dunque il ruolo della Commissione, certo; ma introduco anche la Conferenza dei Sindaci di riferimento territoriale. Non lo faccio per complicare e per aumentare il disordine, quanto piuttosto per introdurre un ragionamento coerente con quello che la Giunta fa sempre. Che il ruolo di ogni presidio non dev'essere valutato esclusivamente in rapporto alla sua produzione o alla sua produttività - ormai sono stata profondamente contaminata da questo linguaggio, che da due anni imperversa in ambito sanitario - e che, invece, ogni presidio dev'essere pensato e ponderato in rapporto alla funzione che svolge nella rete lo abbiamo visto bene all'Assemblea di venerdì sera a Lanzo, dove sono intervenuti non solo i cittadini e gli Amministratori di quel Comune, ma anche gli Amministratori come il Sindaco di Ciriè, che intervengono in una logica di rete e che capiscono bene il valore e la funzione del presidio di Lanzo in rapporto alla rete.
Avere un'espressione, quindi, di chi rappresenta la rete politica cioè la Conferenza dei Sindaci di territorio - è sicuramente utile per assumere delle scelte più consapevoli.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 218) presentato dai Consiglieri Artesio e Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". Allegato A Pag. 13 secondo elenco puntato: è abrogato.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 219) presentato dai Consiglieri Artesio e Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino". Allegato A Pag. 13 Elenco 1.7, primo paragrafo, riga 4: dalle parole: "...questi ultimi" a "soggetti privati" è abrogato.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati. Per l'effettuazione del riparto delle risorse a disposizione è necessario un continuo benchmarking con quanto avviene tra aziende sanitarie non solo a livello territoriale ma anche nazionale.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni règione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti dì manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 220) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 13. Cap. 1.7, secondo paragrafo Dopo le parole: "(...) in tutte le regioni," Abrogare: "e in uno scenario (...) evoluzione della spesa." La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Questi emendamenti fanno riferimento alle valutazioni che sempre l'Amministrazione regionale produce per sostanziare le proprie determinazioni e, in modo particolare, questo ricorrente riferimento alla modalità di contenimento dell'evoluzione della spesa.
Avevo già cercato prima, producendo dei dati del rapporto CENSIS quindi dati non partigiani - di dimostrarvi che, almeno nel caso del Piemonte, l'evoluzione della spesa non è dimostrabile con quel trend con il quale la si vuole raccontare, quando si sostanziano scelte di riduzione e si dice che sono "obbligate", in rapporto ad un andamento incontrollato della spesa.
Ogni volta che vedo questi riferimenti cerco di intervenire in modo da correggere un eccesso, una particolare tendenza ad enfatizzare un aspetto che, se assunto come unico parametro, rischia seriamente di portarci fuori strada. Peraltro, nell'emendamento precedente, che non ho illustrato, si faceva anche riferimento alle relazioni nel sistema tra il comparto pubblico e il comparto privato che sono state ereditate.
Credo che ogni volta che si ragiona in termini di rete è corretto esaminare tutte le risorse presenti, quindi prendere in considerazione anche il sistema accreditato, ma che sia altrettanto corretto considerare che non può essere delegata al sistema della sanità privata alcuna funzione esclusiva. E che ogni buon sistema anche ai fini del governo dei propri costi debba poter avere al proprio interno la doppia rappresentazione dei diversi modelli gestionali, altrimenti ci si colloca nelle mani di un unico produttore, che sarà l'unico a detenere il sapere in ordine a quella determinata disciplina e che sarà quello, in ultima battuta, a dettarci poi anche i costi di questo stesso sistema.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 221) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Ai testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 13. Cap. 1.7, terzo paragrafo Dopo le parole: "(...) di ogni regione," Abrogare: "ma non può introdurre (...) autonomia regionale;" L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e io Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. La realizzazione della nuova metodologia deve prevedere la fissazione di obiettivi raggiungibili e misurabili annualmente. L'obiettivo deve essere quello di assegnare delle premialità per le aziende efficienti nonché la sostituzione del management per quelle al di sotto degli standard individuati. Tutti i dati devono essere costantemente aggiornati e resi immediatamente accessibili a tutti i cittadini.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema dì remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dai finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. L'assessorato alla salute stabilisce, entro e non oltre il 31 dicembre del 2012, un piano per la rimodulazione dei finanziamenti alle ASR secondo i nuovi criteri sopra riportati.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarle" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa. Per fare questo è necessario un monitoraggio costante delle prestazioni economico-finanziario delle singole ASR.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 "l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per il rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per .la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione, monitoraggio e valutazione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.7 l'allocazione delle risorse finanziarie" è modificato come segue: 1.7 L'allocazione delle risorse finanziarie Le principali dimensioni del finanziamento del servizio sanitario riguardano la determinazione del fabbisogno ed il reperimento delle risorse, il riparto fra aree di intervento, il riparto fra aziende sanitarie regionali, la remunerazione dei soggetti erogatori, il finanziamento degli investimenti, questi ultimi anche attraverso l'intervento di soggetti privati.
Sulla determinazione del fabbisogno e sul reperimento delle risorse è in gioco una delicata partita tra le Regioni e lo Stato, per il riallineamento della responsabilità del finanziamento e della spesa, per ii rispetto del vincolo di bilancio in un contesto in cui la spesa ha un'evoluzione controllata ma con disavanzi correnti in tutte le regioni, e in uno scenario in cui il mercato preme per un'evoluzione della spesa.
Anche la determinazione del fabbisogno delle singole Regioni a carico dello Stato, presenta contraddizioni difficili da superare, dato che l'allocazione fra macro livelli di assistenza serve solo per la stima del fabbisogno di ogni regione, ma non può introdurre vincoli di destinazione che sarebbero in contrasto con l'autonomia regionale; e i pesi per la ponderazione della popolazione al fine dell'allocazione delle risorse elaborati in sede tecnica vengono poi sopravanzati in sede politica da altri argomenti di valutazione. A proposito di riparto del fondo sanitario a livello regionale tra le ASR, la principale criticità rimane quella relativa al criterio della spesa storica; occorre superare tale metodologia, sostituendola, gradualmente con regole di finanziamento che tengano conto, oltre alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione assistita, anche di indicatori di appropriatezza qualità, efficienza e di efficacia delle prestazioni e dei servizi erogati.
Più in generale, l'attenzione deve spostarsi dal finanziamento e dalla sua incidenza sul risultato differenziale, al costo, ed ai fattori che lo generano, per la produzione delle prestazioni e dei servizi, compresa la loro dimensione qualitativa e non solo quantitativa.
A proposito di remunerazione dei soggetti erogatori, le questioni aperte sono le necessità costanti di manutenzione, monitoraggio e valutazione del sistema di remunerazione nelle due componenti tariffarie ed extra tariffarie; un sistema di governo complesso, con chiare relazioni tra accreditamento e sistema di remunerazione, accordi contrattuali, e controlli, monitoraggio e valutazioni anche sull'appropriatezza delle prestazioni, che sembra richiedere una più puntuale considerazione delle differenze, in modo da introdurre sistemi di incentivi e disincentivi per il livello di appropriatezza delle prestazioni stesse.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 222) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 14. Cap. 1.8, quinta riga Dopo le parole: "(...) dell'auto (1,3%)." Aggiungere: '"Ciononostante l'incidenza della spesa sanitaria sul PIL è sostanzialmente in linea con quella dei Paesi europei, anzi inferiore all'incidenza di Francia e Germania." L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 155) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Taricco, Lepri, Manica, Laus: Al paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" dell'allegato A del Testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino", a pagina 14 sostituire le parole "Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni'80 con un impatto importante sulla salute" con le parole: "Su un piano analogo si pongono i progressi sulle conoscenze del genoma umano e i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute" La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Abbiamo proposto in quest'emendamento di sostituire le parole "Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologia, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute", abbiamo proposto di mettere le parole "Su un piano analogo si pongono i progressi sulle conoscenze del genoma umano e i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute".
Quest'emendamento - poi ce n'è un altro, che segue subito dopo, che ha l'obiettivo di focalizzare l'attenzione su un capitolo di grande importanza, che è quello delle genetica medica - ha l'obiettivo di sottolineare quello che ci sembra essere un limite del Piano. Cioè il Piano non si addentra in un concetto, che invece è un concetto espresso miliardi di volte e che intende il sistema sanitario, non soltanto come un fattore di spesa, ma come un settore, attraverso il campo delle biotecnologie, nel quale è possibile produrre posti di lavoro.
Il Libro Bianco di Jaques Delors, che ha ormai ha più di vent'anni credo, aveva indicato nelle attività connesse all'assistenza alla persona un ambito nel quale ci sono maggiori possibilità per la creazione di posti di lavoro.
Questo, effettivamente, è un percorso che si è realizzato.
L'invecchiamento della popolazione, il bisogno di assistere gli anziani l'aumento delle malattie croniche sono tutte cose che hanno determinato un aumento in questo campo delle occasioni di lavoro.
Chi si occupa di queste questioni a livello internazionale e chi fa previsioni sui futuri mestieri dei nostri figli e dei figli dei nostri figli, prevede nel campo delle biotecnologie la maggiore opportunità di lavoro nei prossimi anni e non soltanto nel campo delle biotecnologie, ma anche nel campo dei farmaci. Si pensi che i farmaci biologici, che sono farmaci di nuova generazione, nati per curare malattie fino a questo momento poco curabili, come le malattie autoimmuni, come la rettocolite ulcerosa e l'artrite reumatoide, fatturano nel mondo oggi circa 100 miliardi di euro.
un campo che ci è precluso, del quale non ci stiamo occupando, del quale forse non siamo in grado di occuparci, ma questo rappresenta un limite per il Governo regionale e per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Riteniamo che anche questo debba essere un emendamento sul quale porre attenzione. Proprio perché vogliamo fare una discussione di merito e non vogliamo fare una discussione che sia soltanto volta a cercare di arrivare più nel dettaglio possibile e quindi cercare di convincervi che comunque il Piano Sanitario, così come presentato, ha grossi limiti, grossi vincoli e grossi vulnus che non sono stati affrontati, soprattutto, come dicevamo prima, per quel che riguarda il tema dei Piani della salute.
Quindi, quest'emendamento è volto soprattutto a cercare di entrare nel merito su alcune vicende. Infatti si tocca il tema della ricerca biotecnologia che, fin dagli anni Ottanta, ha avuto un impatto significativo all'interno della medicina e dello sviluppo dei processi farmacologici.
Su questo intendiamo porre un'attenzione per quello che riguarda i processi e le conoscenze del genoma umano, quindi riteniamo sia assolutamente fondamentale centrare l'attenzione all'interno del Piano anche sulla ricerca che vada oltre il puro e semplice investimento nella biotecnologia e sugli sviluppi farmaceutici, ma che trovi anche sviluppo e conoscenza all'interno di quelle che sono le ricerche derivano dalla conoscenza sul genoma umano.
Quindi, ci auguriamo che questo tipo di analisi trovi adesione rispetto alla nostra richiesta e possa modificare, qualificandolo nel dettaglio, il Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Il tema è relativo ai cambiamenti che stanno si realizzando per quanto riguarda la ricerca biotecnologia. È chiaro che lo sviluppo di farmaci importanti già dagli anni Ottanta con un impatto rilevante sulla salute debba essere considerato anche in riferimento alle conoscenze sul genoma umano e sui cambiamenti che sono in atto o a venire nella ricerca biotecnologia.
Quindi crediamo che, con il nostro emendamento, questo tema, che ci pare un po' sottovalutato nella riflessione della Giunta, possa trovare una maggiore considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Mi sembra che quest'emendamento interviene su un punto fondamentale.
Siamo abituati a immaginare che quando affrontiamo il tema della sanità anche per il peso di questo importante ambito d'intervento delle politiche regionali, lo affrontiamo unicamente in termini di contenimento della spesa sanitaria, che è un punto di vista sicuramente importante, rispetto al quale non ci sottraiamo.
Crediamo, e ne siamo anche convinti, che la sanità possa anche rappresentare un'occasione di sviluppo del Piemonte e dell'economia piemontese.
Voglio ricordare che proprio nella provincia di Torino esiste un parco tecnologico che è caratterizzato dalla ricerca in ambito prevalentemente sanitario e farmaceutico. All'interno del progetto della Città della Salute di Torino, come di tutte le esperienze che si sono consolidate all'interno delle realtà europee, anche internazionali, questi poli d'aggregazione sono, non solo poli di grande eccellenza rispetto agli interventi di cura ma anche momenti importanti nei quali la ricerca scientifica ed universitaria fa diventare queste aree importanti, anche per lo sviluppo economico della nostra regione.
un punto su cui conveniamo, rispetto alle proposte contenute nel documento che stiamo esaminando.
Con quest'emendamento vogliamo solo approfondire alcuni elementi e puntualizzarli, condividendo la consapevolezza che la sanità pu rappresentare un'occasione per la costruzione di una nuova identità economica della nostra regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 165) presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio Reschigna, Ronzani, Lepri, Manica, Laus, Ronzani, Placido: Al paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" a pagina 14, dopo le parole "Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni5 80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata." Sono inserite, a capo, le parole: "Il Parco della Salute può essere la sede in cui si approfondiscono i problemi del rapporto cura - malattia ma quelli del rapporto malattia e sue cause che in molti casi riflettono i processi economico-sociali-produttivi in atto nella nostra regione." La parola al Consigliere Boeti, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Riprendo il concetto di cui parlavo prima, riguardante le biotecnologie. Poi, farò un riferimento, relativamente al nostro emendamento, al Parco della Salute.
L'industria biotecnologica americana fattura circa 65 miliardi di euro fa lavorare 190 mila persone e conta su 1.990 imprese circa; l'industria biotecnologica europea ha qualche centinaio di imprese in più (sono evidentemente imprese più piccole), fattura 45 miliardi di euro e fa lavorare circa 160 mila persone; l'industria biotecnologica itallana fattura quattro miliardi di euro. Per carità, siamo in Europa, facciamo parte del patrimonio di conoscenza dell'industria biotecnologica europea ma questo è certamente un campo nel quale il nostro Paese in generale, ed anche la nostra regione, in maniera particolare, dovrebbe essere un po' più viva e presente.
In Piemonte abbiamo una quarantina d'imprese, con un migliaio di addetti, che si occupano soprattutto di manutenzione degli impianti e delle strutture tecnologiche di alta specialità presenti nell'ospedale, ma non vendiamo niente a nessuno e soprattutto non vendiamo niente a noi stessi.
Il rimprovero che abbiamo rivolto alla Regione (la nostra non condivisione del progetto della Città della Salute di Torino) è che non ci sembra un grande progetto di respiro internazionale in grado di muovere con il campus dell'impresa, possibilità economiche in questo settore, ma ci sembra, in sostanza, un progetto edilizio.
Il Comune di Torino risistema una parte delle proprie aree, magari attribuisce loro anche un valore dal punto di vista patrimoniale, mentre Milano - leggevo prima su Il Sole 24 Ore" - ha realizzato il CERBA, una grande struttura che ha messo assieme qualche decina di grandi strutture sanitarie europee, a partire dal Centro Tumori - polo oncologico di Milano in un grande parco alla periferia della città. Un'area aperta, grande alla quale possono essere aggiunti moduli diversi, man mano che, in questo campo, la ricerca e la scienza potranno dare nuovi risultati.
Ci sembra che il Piano e il progetto della Città della Salute siano, in questo settore, progetti asfittici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

La suggestione del collega Boeti è intelligente, come, peraltro l'autore stesso dell'emendamento.
Se istituiremo la Città della Salute, il Parco della Salute deve diventare un luogo di ricerca - l'abbiamo detto - ma troppe volte noi pensiamo alla ricerca come allo spazio attraverso cui la scienza pu trovare soluzioni alle fasi curative, quindi nuovi farmaci, nuove tecnologie, nuove apparecchiature, che possono fronteggiare una patologia già emersa e manifestata.
Noi riteniamo, invece, che l'attività di ricerca non possa limitarsi a questo campo, naturalmente importantissimo, ma che debba anche approfondire le ragioni, non solo di ordine sociale, ma anche, ad esempio, legate a fattori alimentari, relativi a stili di vita, che possono determinare le patologie.
In altri termini, il Parco della Salute può essere anche il luogo attraverso cui si studiano le cause in forza delle quali si registrano patologie o, talvolta, situazioni di mortalità.
Questa vocazione ad ampio raggio del Parco della Salute l'abbiamo voluta sottolineare, affinché non si limiti all'aspetto - seppure importante - relativo alla valutazione del modo attraverso cui la patologia, una volta manifestata, potrà essere affrontata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

La ringrazio, Presidente.
Capisco che i colleghi possano considerare questi come emendamenti di bandiera, quasi, ma non è così.
Stiamo discutendo il Piano Socio Sanitario, che è fatto di paragrafi e di una serie di misure e politiche, all'interno delle quali cerchiamo d'inserire una questione che non è assolutamente secondaria, per una regione che considera, giustamente, il Piano Socio Sanitario un intervento di programmazione essenziale per definire il futuro della sanità.
C'è il grande tema che riguarda non soltanto le politiche sanitarie intese in senso lato, ma le politiche con le quali si cerca di fare investimenti sull'innovazione e sulle tecnologie che possano produrre un salto di qualità, non soltanto sul piano della ricerca, ma anche sul piano dell'organizzazione della politica sanitaria.
Il nostro emendamento ha questo significato.
Sono convinto che quando passeremo alla discussione generale e alla valutazione che l'Assessore farà di questi emendamenti, sarà difficile pensare che un emendamento come questo possa essere respinto: non c'è alcuna ragione per opporsi ad un emendamento che introduce nel Piano quest'opzione e quest'obiettivo.
Pertanto, ritengo che quest'emendamento, così come il precedente, abbia il significato di qualificare il Piano, colmando lacune che sono evidenti e che un Piano Socio Sanitario come il nostro non può non comprendere.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

In un intervento precedente ho fatto riferimento al forte richiamo che in molte parti, ispira anche i comportamenti politici di merito di questo Gruppo, in materia sanitaria. Forte richiamo che costantemente si rivolge a noi.
Attenzione, perché se voi volete continuare a parlare unicamente di sanità, dovete affrontare un pezzo del problema: occorre costruire politiche per la salute.
Sostanzialmente, quest'emendamento dice: attenzione, il Parco della Salute non deve approfondire unicamente l'ambito di ricerca riguardante il rapporto tra la malattia e la cura.
Va bene approfondire - perché è questo il senso dell'emendamento l'ambito che riguarda le cause che, all'interno della nostra comodità negli stili di vita, nel sistema produttivo, nelle politiche della mobilità, nel sistema dei trasporti, nelle politiche di alimentazione determinano una forte crescita al ricorso ad un sistema sanitario. Noi conterremmo la spesa sanitaria nella misura in cui saremo capaci di ridurre, per la qualità degli interventi di prevenzioni, che sono ampi e che non riguardano, unicamente, il tema dell'educazione sanitaria, il ricorso alla dimensione della cura.
Ecco perché quest'emendamento dice, sostanzialmente, che il Parco della Salute è la sede nella quale non affrontare unicamente i problemi del rapporto tra cura e malattia, ma quelli del rapporto tra la malattia e le sue cause. Perché intervenire sulle cause, in moltissimi casi significa anche intervenire con un impegno economico decisamente inferiore rispetto a quello richiesto, invece, nella misura in cui il nostro intervento si limitasse unicamente alla cura degli effetti che ormai si sono già prodotti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire ed utilizzare meno tempo di quello che ho a disposizione.
Prima di arrivare all'argomento in oggetto, riprenderei da dove avevo lasciato, sollecitato dai colleghi, rispetto al logo Arrigoni. Mi sembra che il Presidente Cota abbia la "sindrome di Calimero", un altro grande Carosello degli anni d'oro. Per i più giovani e fortunati, era un simpaticissimo Carosello che diceva: "Tutti ce l'hanno con me, perché sono piccolo e nero".
Non si può dire: "Tutti ce l'hanno con me, perché sono piccolo e verde", anche perché altrimenti dovrei fare riferimento ad Hulk, che è un altro grande supereroe, ma non del Carosello! Rispetto a questo Piano Sanitario e alle affermazioni che ha fatto il Presidente, rivolte principalmente alla maggioranza, l'impressione che abbiamo avuto mi ha ricordato il Carosello di Calimero. Nelle fiere, quelle di paese, dove ci sono i rigattieri, si trovano ancora i ciondoli che si attaccavano alla macchina del "Calimierino" di plastica; se ne trovo uno ne farò dono al Presidente, sperando che possa superare la "sindrome del Calimero". Anzi, ricordo ancora quello che fece il Capogruppo della Lega alla Presidente Bresso nella scorsa legislatura, che disprezzò il tapiro e lo pose sul banco della Presidenza del Consiglio: in quel momento stavo presiedendo io, e l'ho apprezzato molto; l'ho trattenuto ed è ancora sulla mia scrivania. Era un tapiro dipinto di verde. Con lo stesso spirito cercherò di trovare un Calimero nero, lo farò dipingere di verde e lo regalerò al Presidente Cota, augurandogli che superi la sindrome del Calimero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Vorrei offrire anch'io un contributo, nella speranza di essere ascoltato, perché ritengo che in futuro l'atto terapeutico sarà molto diverso rispetto a quello che oggi conosciamo. Attraverso le biotecnologie attraverso le cellule staminali e i fattori di crescita, il futuro chirurgico e medico cambierà radicalmente. Sarebbe opportuno, quindi, che in un impianto di così ampie vedute, almeno per il medio termine, si facesse una riflessione su cosa diverrà la terapia in ambito medico.
Terapia che significa, altresì, sviluppo, e quindi brevetti e ricaduta industriale; significa, fondamentalmente, credere, soprattutto per chi ha una mentalità di ordine industriale, che attraverso la sanità e attraverso lo sviluppo tecnologico in ambito sanitario si possa creare occupazione e sviluppo per questo nostro territorio.
Credo che sia assolutamente importante, anzi probabilmente necessario recuperare il tempo che fino ad oggi abbiamo perso, perché la ricerca è l'elemento essenziale, e deciderà il futuro dei Paesi, soprattutto in ambito sanitario (e non solo).
Continuerò successivamente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cursio.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: 1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; la sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell' 8%.
Le imprese operanti nel settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale; i livelli di assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard di assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni di assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso ia robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata.
Occorre una capacità di integrazione tra attività di assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti di innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che si intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario". Solo così, infatti, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblico individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare la combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servizi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l.'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte del tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e al pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di valutazione monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
Viceversa gli sviluppi di intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-litnkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: 1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; ia sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell' 8%.
Le imprese operanti nel settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale; i livelli di assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard di assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni di assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso ia robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni'80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali, soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata. Occorre una capacità di integrazione tra attività di assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti di innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che si intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario". Solo così, infatti, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblico individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare la combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servìzi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l.'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte del tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e al pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di valutazione monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
Viceversa gli sviluppi di intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-linkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.8 "La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere" è modificato come segue: 1.8 La sanità come opportunità di crescita: un'occasione da non perdere La relazione tra sanità e sviluppo economico è provata da alcuni essenziali indicatori che ne connotano la rilevanza. Le risorse assorbite (oltre il 7 del PIL) ne testimoniano la rilevanza tra tutti gli altri settori nel panorama nazionale; la sua posizione è superiore a quella dell'intera agricoltura (3%), del settore tessile e dell'abbigliamento (3,4%) dell'industria chimica (2%) e dell'auto (1.3%). La spesa per i soli acquisti del sistema sanitario nazionale rappresenta un valore complessivo di oltre 20.000 milioni di euro, con un incremento su base annua dell' 8%.
Le imprese operanti nel settore hanno, in Piemonte, un totale di circa 80.000 addetti, di cui 58.000 nel solo servizio sanitario regionale pubblico.
In termini di scenario si possono riconoscere tre dimensioni di sviluppo che hanno rilievo per l'economia regionale: i livelli di assistenza essenziali (LEA), la tecnologia e i sistemi informativi.
I LEA sono degli standard di assistenza, stabiliti a livello centrale dallo Stato, che ogni regione può incrementare per promuovere maggiore salute e maggiore soddisfazione dei bisogni di assistenza, e quindi anche sviluppo.
Nel campo dell'integrazione socio-sanitaria la sanità potrebbe innescare una nuova relazione positiva tra politiche sociali e sviluppo del territorio, quanto più sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ideale volano per un'economia regionale afflitta dalla crisi dell'industria manifatturiera, ma forte di un'esperienza e di una mai sopita vocazione nel campo della progettazione e produzione di tecnologia avanzata. Sul versante tecnologico, l'attività clinica in questi ultimi anni è stata caratterizzata da notevoli evoluzioni che hanno permesso di rendere più "trasparente" l'uomo attraverso la diagnostica per immagini, hanno fatto sì che la chirurgia fosse meno invasiva e più controllata attraverso la robotica e la telechirurgia e hanno introdotto processi più efficienti per il percorso di cura dopo la fase acuta con la telemedicina. La loro implementazione, tra l'altro, pu far sì che gli interventi volti a contrastare l'obsolescenza degli ospedali non siano necessariamente solo quelli statici legati agli aspetti architettonici e strutturali.
Su un piano analogo si pongono i cambiamenti, in atto e a venire, nella ricerca biotecnologica, che ha visto sviluppi farmaceutici importanti già fin dagli anni '80 con un impatto importante sulla salute. Per la promozione di questi sviluppi tecnologici è evidente che gli ospedali soprattutto quelli di riferimento, non sono solo luoghi di cura ma sono luoghi di generazione di conoscenza, attraverso la ricerca applicata.
Occorre una capacità di integrazione tra attività di assistenza, di didattica e di ricerca in dipartimenti clinico scientifici organizzati in contesti strutturali e logistici unitari e moderni, oltre che un'organizzazione orientata ad attrarre investimenti e trasferire idee in brevetti. La ricerca e la sperimentazione delle più efficaci modalità di collaborazione tra industria, università, centri di ricerca e strutture del settore sanitario rappresenta un aspetto di rilevante interesse per i futuri programmi di intervento, oltre che una risposta alle esigenze di autofinanziamento proprie della ricerca industriale.
Per non proporre soluzioni velleitarie, l'operatore pubblico dovrebbe concepire, finanziare e monitorare progetti dì innovazione nel settore della sanità, fissando in maniera esplicita i contenuti che si intendono perseguire e gli obiettivi che le tecnologie dovranno consentire operando affinché non venga alimentato il possibile fenomeno del "consumismo sanitario". Solo così, infatti, si potrebbe favorire la valorizzazione, a vantaggio del territorio, delle conoscenze sofisticate citate in precedenza: l'operatore pubblica individua nuove frontiere da raggiungere e chiede ai soggetti produttori, pubblici o privati, di individuare la combinazione di risorse più efficace, ma anche più economica.
I costituendi Parchi della Salute saranno i luoghi di elezione per veder realizzato il progetto di una ricaduta economica della spesa sanitaria che superi il concetto tradizionale di investimento in acquisti per la normale attività assistenziale e possa, invece, sostenere anche la ricerca e lo sviluppo del mondo imprenditoriale, senza trascurare, naturalmente l'importanza della creazione di impresa.
Analoghe considerazioni valgono anche per gli aspetti organizzativi e per i servizi, in analogia con quello che l'industria manifatturiera ha fatto negli ultimi anni: l'outsourcing di parti importanti del processo produttivo e l'adozione del concetto del "miglioramento continuo della qualità" si sono tradotti in recuperi di produttività e in migliori rapporti qualità/prezzo.
In termini generali la sfida è quella di innovare in maniera profonda gli aspetti organizzativi, strutturali e gestionali di un settore che comunque, avrà aumenti inerziali dei costi e richieste di servizio crescenti.
Sul versante dei sistemi informativi, buona parte del tempo di lavoro viene spesa nella raccolta e nell'uso delle informazioni, nel campo sia della comunicazione di tipo organizzativo sia di quella riferita al paziente e al pubblico. L'aumento atteso derivante dalle necessità di monitoraggio e controllo regionale, nonché dall'aumento delle aspettative da parte del pubblico, non potranno che allargare questo impegno. Nella regione importanti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda i sistemi informativi circoscritti all'ambito sanitario e sostenuti da ben giustificati motivazioni gestionali, ad esempio le schede di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche, l'assistenza specialistica.
L'assessorato alla salute si impegna ad individuare modalità e tempi per il miglioramento e, soprattutto, l'omogeneizzazione dei sistemi informativi utilizzati dalle ASR.
Viceversa gli sviluppi di intere aree del bisogno e dell'assistenza, come quelle della non autosufficienza o ancora quelle di record-linkage tra i diversi sistemi informativi sanitari, anche a livello aggregato, stentano ancora a manifestarsi pienamente.
L'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 223) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco: Al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 164 e 176 "Approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. Allegato A Pag. 15. Punto 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale (SISR)" dopo il titolo Aggiungere la seguente premessa: "L'analisi comparativa sull'amministrazione on line realizzata dalla Commissione Europea nel 2010 colloca l'Italia tra i Paesi con le migliori performance relativamente alla disponibilità on line di alcuni servizi pubblici, tuttavia nel rapporto "Government at a glance 2011" dell'Ocse risultano ancora pochi i cittadini che utilizzano Internet verso La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Siamo al capitolo che tratta il tema del sistema informativo sanitario regionale. È vero che moltissimi colleghi hanno una padronanza tecnica e direi anche una passione per lo sviluppo dei sistemi informativi, ed è altrettanto vero che il nostro Paese ha adottato, sulla scia delle indicazioni europee, molti indirizzi che riguardano la dematerializzazione degli atti, la dematerializzazione dei documenti di archivio, la possibilità di trasmettere tra Pubbliche Amministrazioni in via digitale la necessità di semplificare la vita ai cittadini attraverso la possibilità di svolgere funzioni semplici nei rapporti con la Pubblica Amministrazione quali, nel caso del sistema sanitario, quelle delle prenotazioni di visite specialistiche e analisi attraverso l'uso della strumentazione on line.
altrettanto vero che dobbiamo anche considerare l'insostituibilità dell'attività di informazione, di comunicazione e di accoglienza data dal fattore umano nelle relazioni tra la Pubblica Amministrazione e gli utenti.
Non vorrei apparire né romantica né sentimentale facendo questa sottolineatura, e allora, per documentare questa preoccupazione, faccio riferimento ai dati dell'OCSE, il quale, nell'analisi realizzata nel 2010 segnala l'infima quantità di cittadini che ricorrono ad internet nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Se noi partiamo da un dato quantitativo ad un'analisi qualitativa, ci rendiamo conto che la discriminazione di accesso è particolarmente collegata ad alcune categorie: un elemento di forte discriminazione nel ricorso a questi strumenti è quello dell'età, un altro è quello delle condizioni socio-economiche.
Quest'emendamento non vuole negare nulla di quanto previsto nel capitolo sul potenziamento del sistema informativo, sulla sanità elettronica o sulla documentazione elettronica, però vuole sempre ricordare, a chi governa i servizi, la necessità di rendere sempre possibile un percorso alternativo fondato sulla comunicazione diretta.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance, utili per un costante monitoraggio e valutazioni delle prestazioni, condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.l.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.l.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione suda rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente I servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi infatti enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza intero pera bilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di' accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado dì mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la demateriaiizzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
Per la realizzazione della "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" l'assessorato alla Sanità provvederà ad effettuare una serie di provvedimenti con l'obiettivo di conseguire dei risultati concreti entro e non oltre II 1 marzo del 2013. È di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo quali carta e toner, stampanti, magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il /einvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certifìcatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
Il SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi infatti enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 li sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati..
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità dei servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
Sarà predisposto dall'assessorato alla Sanità, entro sei mesi dall'approvazione del PSSR 2012 -2015, un piano per l'implementazione presso tutte le ASR dei Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e fa cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale deli'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costì di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito deli'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condìvisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
Il SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
II sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi infatti enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servìzi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
L'Assessorato alla Sanità predisporrà degli obiettivi da raggiungere per singole ASR. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo quali carta e toner, stampanti, magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT.
La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.): programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.l.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissióne delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponìbili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata In grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
il SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi infatti enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dal Consigliere Buquicchio: Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SiSR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere. La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalie norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT. Per la realizzazione della dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, l'assessorato alla Sanità provvederà ad effettuare una serie di provvedimenti con l'obiettivo di conseguire dei risultati concreti entro e non oltre il 1 marzo del 2013. La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini di omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed, in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo i'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nei rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado di supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore. Oggi infatti enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale, procederà a rilevare indipendentemente dal punto di accesso del cittadino alla rete di offerta i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili). Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione di autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dal Consigliere Buquicchio: Delibera 176 Il paragrafo 1.9 "Il sistema informativo sanitario regionale" è modificato come segue: 1.9 II sistema informativo sanitario regionale (SISR) Il Sistema Informativo Sanitario Regionale (SISR) è una risorsa strategica del SSR, in quanto strumento su cui si fondano le attività cliniche e amministrative. Le sue performance condizionano fortemente tanto la capacità di governo del sistema quanto la qualità dei servizi erogati.
Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT's) rendono oggi possibile l'implementazione di un SISR capace di massimizzare le performance del sistema a favore degli operatori del SSR, facilitare l'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed, infine, indurre notevoli razionalizzazioni della spesa.
Per conseguire tutto ciò occorre realizzare una "piattaforma regionale integrata di sanità elettronica" che, sviluppando servizi centralizzati "ad hoc" ed il dialogo informatico tra il sistema informativo regionale ed i sistemi informativi delle singole aziende sanitarie regionali, consenta: l'interoperabilità del dato clinico la dematerializzazione delle impegnative, dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione della prestazione sanitaria, consultazione ed acquisizione on line dei referti).
di tutta evidenza come l'interoperabilità del dato clinico, che si consegue realizzando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), possa facilitare l'operatività del personale sanitario, riducendo i tempi di intervento e l'inutile duplicazione di esami, con ricadute positive sia sulla qualità del servizio erogato sia sui relativi costi da sostenere.
La dematerializzazione dei referti di specialistica ambulatoriale, delle cartelle cliniche e delle varie modulistiche, resa possibile dalle norme nazionali che determinano il valore giuridico dei documenti in formato elettronico e la cui attuazione nel prossimo triennio è determinata dal nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 2010 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n. 69) entrato in vigore il 25 gennaio 2011, consentirà di ridurre notevolmente i costi correntemente sostenuti dalle ASR per la produzione e l'archiviazione legale dei documenti (materiali di consumo, quali carta e toner, stampanti magazzini ed archivisti), recuperando risorse da reinvestire nel settore ICT. L'Assessorato alla Sanità predisporrà degli obiettivi da raggiungere per singole ASR.
La possibilità di accesso per via telematica ai servizi amministrativi faciliterà i cittadini riducendo allo stretto necessario la loro mobilità sul territorio per fruire della prestazione sanitaria, migliorando così la percezione sulla qualità dei servizi, oltre ad indurre positive ricadute sul sistema in termini dì omogeneizzazione delle liste di attesa. Tale importante sistema di accesso ai servizi dovrà tenere sempre in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica dei cittadini ed in particolare, delle fasce più deboli della popolazione, prevedendo l'espletamento dei servizi anche attraverso metodi tradizionali. Nel periodo di vigenza del Piano, è necessario: progettare l'evoluzione del SISR per conseguire l'interoperabilità del dato clinico, la dematerializzazione dei vari documenti utilizzati (impegnative referti di specialistica ambulatoriale, cartelle cliniche e modulistica) e l'accesso anche per via telematica a tutti i servizi amministrativi (pagamento on line dei ticket, teleprenotazione, consultazione ed acquisizione on line dei referti, etc.) programmare la sua attuazione nel rispetto delle previsioni del Codice dell'amministrazione digitale (CAD), favorendo, laddove economicamente vantaggioso, il ricorso alle tecnologie open source ed a quelle acquisibili con la formula del riuso varare iniziative volte alla riduzione della complessità architetturale dell'ICT aziendale (oltre 700 applicazioni informatiche in uso presso le ASR) ed alla razionalizzazione dei relativi costi di gestione, coordinando le ASR nell'individuazione e nell'avvio di processi di omogeneizzazione delle soluzioni informatiche, ricorrendo ove possibile al riuso e privilegiando le tecnologie open source verificare la possibilità del coinvolgimento di un partenariato pubblico privato con la partecipazione del CSI, al fine di implementare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con un impianto di sanità elettronica che risponda ai continui avanzamenti nell'ambito dell'ICT, con ricadute nel territorio regionale.
Nel perseguire i succitati obiettivi, occorre considerare prioritariamente l'attuazione, a livello organizzativo sovra zonale, dei seguenti progetti.
Piattaforma di Sanità Elettronica.
Realizzazione di una piattaforma info-telematica attraverso cui, a regime le singole Aziende Sanitarie gestiranno in maniera omogenea tutti i processi dell'area clinico- sanitaria. Le ASR, a fronte dei relativi recuperi di efficienza certificati, dovranno programmare la progressiva dismissione dei propri gestionali in uso ed il contestuale ricorso agli omologhi servizi resi accessibili attraverso la succitata piattaforma di Sanità Elettronica, definendo un percorso di durata massima triennale, che evidenzi le riduzioni di costo attese e che, in attuazione delle previsioni del CAD, ne preveda il reinvestimento nell'area ICT aziendale. La piattaforma dovrà essere realizzata entro tre anni, rendendo disponibile alle ASR un sistema informativo integrato in grado dì supportare il S.I.O.
(sistema informativo ospedaliero: ADT, Pronto Soccorso, Cartella clinica generale e di specialità, Blocco operatorio, Dossier clinico aziendale) ed il S.I.T. (sistema informativo territoriale).
Immagini radiologiche in rete.
Il servizio, già sperimentato positivamente negli ospedali dell'ASL TO 1 e dell'ASL TO 2 della Città di Torino, rende disponibile un archivio digitale centralizzato delle immagini radiologiche e dei relativi referti validati alimentato costantemente dai sistemi di archiviazione e trasmissione delle ASR interconnesse. Questo sistema rende disponibile ai medici di medicina generale, ai pediatri ed ai medici ospedalieri (in particolare ai radiologi) l'accesso per via telematica (sia da una postazione sulla rete aziendale sia da una postazione collegata ad Internet) ad un servizio on line che consente la consultazione per i propri pazienti delle bio-immagini e dei relativi referti, prodotti in differenti strutture sanitarie, o il teleconsulto, ovvero la condivisione a distanza tra professionisti.
L'estensione su scala regionale di questo servizio, oltre a facilitare l'operatività del personale sanitario, indurrà razionalizzazioni dei costi attualmente sostenuti per la stampa ed il trasporto della documentazione.
Inoltre faciliterà il paziente, che non sarà più costretto a conservare la documentazione clinica.
Ricetta elettronica.
Implementazione di una soluzione in grado di supportare la dematerializzazione di tutte le ricette di prescrizione (emesse sia dai medici del territorio sia dai medici ospedalieri) e l'invio al Ministero delle Finanze dei flussi come previsto dalla normativa vigente, per consentire alla Regione di disporre del controllo completo delle prescrizioni, potenziando così la propria capacità di svolgere le opportune verifiche sulla spesa sanitaria, di effettuare proiezioni basate su serie storiche e, in generale, di predisporre accurate pianificazioni della spesa. I pazienti potranno ottenere la prestazione (farmaceutica o specialistica) presentando solamente la propria tessera sanitaria e potranno contestualmente alimentare la base dati informativa del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
Rete dei medici di medicina generale.
Implementazione di un portale di servizi, integrato con il Sistema Informativo Sanitario regionale, attraverso cui i MMG ed i PLS potranno: gestire le informazioni cliniche dei propri pazienti (cartella clinica informatizzata) gestire le comunicazioni di tipo amministrativo con le ASL di competenza (lista assistiti, normativa) condividere le informazioni prodotte attraverso la cartella con gli operatori del SSR (prescrizione elettronica di farmaci, prestazioni specialistiche, produzione dei certificati di malattia per invio telematico all'INPS, alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente) consultare le informazioni prodotte dal SSR (storia clinica del paziente referti, allerta in caso di eventi che interessino i propri assistiti) ed accedere a servizi interattivi (prenotazione di prestazioni specialistiche per i propri assistiti, presa in carico di un assistito nell'ambito di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale) accedere alla reportistica sul proprio profilo prescrittivo (farmaci e prestazioni).
Tessera sanitaria. Accesso ai dati clinici.
cittadini e gli operatori del SSR dovranno essere dotati di uno strumento atto a garantire l'accesso, con controllo di identità sicura, ai servizi on line che saranno progressivamente resi disponibili. Tale strumento, fatta salva la normativa in materia di privacy, dovrà garantire l'accessibilità ai dati dell'utente affinché possano essere erogati direttamente i servizi attraverso uno sportello unico. In particolare, per i cittadini si valuterà l'utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi, attualmente loro rilasciata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e, per gli operatori delle strutture sanitarie, di una chiave crittografata in grado di fornire l'autenticazione e la firma digitale, rilasciata da certificatori accreditati a norma di legge.
Sistema informativo amministrativo contabile.
SSR verrà dotato di un sistema informativo amministrativo contabile unificato, al fine di rendere disponibile alla Regione Piemonte la fruizione di un impianto contabile unico ed armonizzato, con l'obiettivo finale di addivenire alla disponibilità di un bilancio consolidato a livello regionale ottenibile in forma automatica ed in tempo reale.
Sistema informativo per la "non autosufficienza".
Il sistema informativo per la "non autosufficienza" dovrà disporre delle informazioni sugli interventi socio-assistenziali e integrati socio sanitari a sostegno delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico, indipendentemente dal soggetto pubblico erogatore.
Oggi, infatti, enti gestori dei servizi socio-assistenziale e le ASL aprono fascicoli elettronici sugli anziani non autosufficienti presi in carico dai servizi a propria gestione senza interoperabilità e regole condivise. La Regione, anche a livello organizzativo sovrazonale procederà a rilevare, indipendentemente dal punto d'accesso del cittadino alla rete d'offerta, i casi di: lungo-assistenza sostegno economico alla domiciliarità interventi socio-assistenziali forniti a non autosufficienti (anziani e disabili).
Particolare attenzione verrà posta alle informazioni relative alla valutazione del soggetto non autosufficiente da cui si potrà evincere la condizione d'autonomia, il grado di mobilità, i disturbi cognitivi e comportamentali, la condizione sociale. Per realizzare i succitati progetti, la Regione Piemonte identificherà modalità attuative che, per quanto attiene ai relativi finanziamenti, prevedano l'utilizzo del recupero atteso di risorse rispetto alle correnti modalità di gestione (quali ad esempio il "project financing").
In assenza del proponente l'emendamento è considerato illustrato.
I nostri lavori sono terminati. Ricordo che domani, alle ore 14.30, è prevista la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Riprenderemo i nostri lavori alle ore 15 con l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 224) presentato dalla Consigliera Artesio.
Confermo che nella mattinata di domani non sono previste Commissioni consiliari.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23.55)



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