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Dettaglio seduta n.195 del 27/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(I lavori iniziano alle ore 10.13 con la trattazione del punto "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 871 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Insediamento SVB Hella"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 871, presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Si tratta di una questione che ha un valore specifico, ma anche un valore più generale, perché dovrebbe invitare la Giunta a una riflessione più complessiva.
La vicenda che io sottopongo all'attenzione dell'Assessore Giordano riguarda un'azienda storica nel settore tessile, la SVB di Biella, che ha uno stabilimento a Rivalta.
Tale azienda, utilizzando il contratto di insediamento, aveva a suo tempo manifestato la volontà di riportare in Piemonte, in particolare a Biella, alcune produzioni che erano state delocalizzate in Romania. Un proposito naturalmente condivisibile. Aggiungo che di questo progetto e della richiesta dell'azienda di far ricorso allo strumento del contratto di insediamento venne data notizia durante una conferenza stampa che a Biella venne organizzata dalla Provincia di Biella, cui presero parte il Presidente Cota e l'Assessore Giordano.
Qual è però il problema? Il problema è che l'azienda SVB, che ha appunto uno stabilimento a Rivalta, nei mesi scorsi ha chiesto il ricorso alla cassa integrazione. Questo naturalmente può capitare in una fase di crisi, in una fase nella quale per esempio le imprese devono fare i conti con la stretta creditizia che sta riguardando moltissime aziende della nostra regione, ma in quell'occasione, discutendo di come gestire la crisi che stava investendo lo stabilimento di Rivalta, l'azienda aveva comunicato alle organizzazioni sindacali - da qui la mia sollecitazione all'Assessore che non aveva presentato la richiesta di utilizzare il contratto di insediamento. Questa è una cosa ovviamente non vera, perché se da una parte mi sento di sottolineare come fu intempestiva la conferenza stampa del Presidente Cota in quell'occasione, è del tutto evidente che è difficile pensare che il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore avessero dichiarato che l'azienda aveva fatto domanda per accedere al contratto di insediamento, se questa cosa non avesse avuto alcun fondamento. Quindi do per scontato il fatto che l'azienda abbia manifestato quest'intenzione e lavorato per ottenere i benefici previsti dal contratto di insediamento.
Allora mi rivolgo all'Assessore per chiedere tre cose, sostanzialmente.
La prima è per avere, diciamo così, contezza di come stiano effettivamente le cose.
La seconda è di avere la garanzia - ma mi pare una richiesta francamente pleonastica - che i benefici all'impresa vengano riconosciuti soltanto in presenza del rispetto degli impegni che l'azienda si è assunta o si assumerà nel momento della sottoscrizione del contratto di insediamento.
La terza è di invitare la Giunta a fare una riflessione complessiva sui contratti di insediamento perché, per quanto riguarda ad esempio il territorio del Biellese, dovremo discutere tra qualche settimana un'interrogazione analoga che pone essenzialmente lo stesso problema, cioè di imprese che avevano a suo tempo manifestato la volontà di utilizzare i contratti di insediamento e che poi, in corso d'opera, hanno avuto una serie di problemi.
Fatto questo, siamo obbligati, credo, a svolgere un'attività di monitoraggio per gestire e governare questi processi, essendo evidente che i contratti di insediamento sono uno strumento con il quale consentire alle imprese di insediarsi e con il quale garantire al nostro Piemonte, ai lavoratori e ai cittadini un'occupazione aggiuntiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Grazie, Presidente.
Un ringraziamento anche al collega Ronzani per aver sottoposto una questione che ci permette di parlare dei contratti di insediamento e, nello specifico, della necessità di vigilare continuamente con attenzione.
Devo dire che l'interrogazione arriva da un illustre biellese, che proviene da una terra che meglio ha accolto l'opportunità che i contratti di insediamento offrono, perché è vero che noi mettiamo in campo una serie di iniziative robuste, corpose di sostegno alle aziende - tra cui il programma dei contratti di insediamento, con ha lo scopo di attrarre imprese che vengono da fuori - e diamo ai territori l'opportunità di poterle raccogliere. In tal senso, questa azienda è l'esempio migliore che io cito quando vado in giro per il Piemonte a parlare, perché si sono organizzati bene, è una terra dove hanno lavorato bene, le opportunità sono arrivate, i posti di lavoro pure.
Adesso procedo a leggere una nota che credo possa tranquillizzare il collega. Trovo che la sua sia una giusta sollecitazione; peraltro, quando arrivano sostegni e aiuti di colleghi a vigilare, la mia reazione è ultra positiva, nel senso che quando ci sono tante cose da fare e molto lavoro da svolgere, qualcosa può scappare. Non è questo il caso. In ogni caso, quando i colleghi danno una mano con le interrogazioni e le proposte a guardare alcuni dossier, l'atteggiamento non solo mio, ma di tutto l'Assessorato, è comunque un atteggiamento di apprezzamento della collaborazione.
Provvedo a leggere la nota.
Con riferimento alla situazione dell'impresa SVB Hella, si precisa quanto segue.
Il 21 marzo 2011 l'azienda ha presentato domanda e relativo progetto per l'ammissione ai benefici della Mis. II.5 Piano Straordinario Occupazione - Più Investimenti "Contratto di Insediamento".
Effettuate le dovute verifiche e valutazioni, ritenuto ammissibile il progetto, la Direzione regionale, con determinazione n. 271 del 19/07/2011 ha provveduto ad approvare la bozza di contratto di insediamento e sviluppo tra la società SVB Hella e la Regione Piemonte.
Il programma di investimento prevede un importo complessivo di circa 5.000.000 di euro ad un costo ammissibile di 3.170.000 euro, prevedendo l'assunzione di almeno 50 addetti aggiuntivi rispetto agli attuali (considerando anche quelli in cassa integrazione) nell'anno a regime 2014.
Per via dell'avvicendamento dei Legali Rappresentanti dell'azienda avvenuti negli ultimi tempi, successivamente alla prima redazione del contratto d'insediamento da parte dell'Amministrazione regionale, il contratto stesso ad oggi non è stato ancora sottoscritto; pertanto attualmente nessun contributo, nemmeno a titolo di anticipo, è stato erogato all'azienda. Questo ci aiuta nel compito di tenere il dossier un attimo sospeso.
La scrivente Direzione regionali sta attentamente monitorando la crisi aziendale in atto, le scelte che l'impresa intenderà adottare nello sviluppo del piano industriale di rilancio dell'attività produttiva e le decisioni concertate con le Organizzazioni sindacali inerenti al mantenimento dei livelli occupazionali.
A tale proposito, sulla base delle valutazioni di cui sopra, anche in merito alla richiesta di cassa integrazione in deroga che la società SVB Hella si appresta a richiedere alla Regione Piemonte fino al settembre 2012 per i lavoratori degli stabilimenti di Rivalta e Grugliasco, la scrivente Direzione regionale prenderà in considerazione eventuali provvedimenti di revoca del finanziamento ammesso con il contratto di insediamento in essere, o ulteriori provvedimenti di competenza. Quindi, bene la sollecitazione, bene il lavoro della Direzione. Seguiamo la questione con cura.


Argomento: Contributi alle attività produttive

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 972 presentata dai Consiglieri Reschigna, Manica, Muliere, Ronzani e Taricco, inerente a "Misura IV.1 del Piano Straordinario per l'Occupazione - 'Agevolazioni per il rafforzamento della struttura patrimoniale delle piccole e medie imprese mediante prestiti partecipativi'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
972, presentata dai Consiglieri Reschigna, Manica, Muliere, Ronzani e Taricco.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto semplice e ha un obiettivo: cercare di capire qual è l'esatta posizione, da parte dell'Amministrazione regionale, in merito a una delle azioni del Piano Straordinario per l'Occupazione, quella relativa al rafforzamento della struttura patrimoniale delle piccole e medie imprese mediante i prestiti partecipativi.
Abbiamo ricordato nell'interrogazione che quando c'è stato il primo bando, questo si è esaurito velocemente, dato il grande interesse da parte dei soggetti attorno a questa Misura; che poi è intervenuto un accordo tra Finpiemonte e la Banca Europea per gli Investimenti nel luglio 2011, con il quale la Banca Europea ha concesso un finanziamento di 110 milioni di euro per interventi a favore del sistema produttivo; che una delle azioni annunciate dopo questo finanziamento era relativa ai prestiti partecipativi; il bando è uscito, però, dopo la presentazione delle domande sono state modificate le condizioni di ammissione dei soggetti. Questo sta creando non poche difficoltà al sistema delle piccole e medie imprese.
In sostanza, l'interrogazione pone le seguenti questioni: su quali basi sono state elaborate le stime iniziali, in merito alla dotazione finanziaria da assegnare alla Misura Prestiti Partecipativi in oggetto quali sono le motivazioni che non consentono alla Regione Piemonte, tramite Finpiemonte, di rilasciare la fideiussione indispensabile a "sbloccare" il finanziamento concesso dalla BEI; quali interventi urgenti la Regione intende attuare per sostenere concretamente il tessuto delle piccole e medie imprese, relativamente al bando iniziale, non quello oggetto di modifiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano, per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

L'interrogazione offre l'opportunità di chiarire una questione della quale si parla da settimane, ma rispetto alla quale non c'è stata un'occasione di confronto, anche per raccontare ai colleghi quali sono le difficoltà.
Cercherò di rispondere con ordine: c'è una nota che deposito e che consegnerò ai colleghi interroganti; non avrei intenzione di leggerla (poi vedremo), in ogni caso l'argomento lo conosco molto bene.
La misura Prestiti Partecipativi - è vero - è stata una misura molto apprezzata, anche perché aveva ed ha lo scopo di aiutare le piccole e medie imprese che partecipano al bando ad ottenere un finanziamento per migliorare la capitalizzazione, con una quota - seppure ridotta - a fondo perduto, e un'altra quota - più corposa - a tasso super agevolato.
una grand'opportunità per quelle aziende che hanno dovuto superare il periodo di crisi e che si trovano a dover fare i conti con diverse ferite.
Riguardo al tema della BEI, come Regione abbiamo ottenuto, prima, la promessa di un finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti (150 milioni di euro) e poi, dalla BEI, la promessa di un finanziamento di 100 milioni di euro, sul quale stiamo lavorando da settimane.
Relativamente al finanziamento Cassa Depositi e Prestiti, si parla di un finanziamento al tasso del 2,5% o poco più, quindi molto agevolato per le imprese, soprattutto in un momento in cui è difficile trovare liquidità.
Con questo, i problemi burocratici sono stati risolti (semplifico ma direi che il messaggio può essere considerato corretto). Sulla BEI abbiamo anche qui una grande opportunità: una difficoltà, ad oggi, da superare ed un'ulteriore valutazione sulle possibilità di destinazione dei fondi BEI.
La difficoltà burocratica di ottenerli è dovuta al fatto che la BEI ci ha chiesto che venisse testata una fideiussione tra alcune banche di primario livello del nostro Paese; banche che noi abbiamo trovato e che hanno dichiarato la propria disponibilità a firmare la fideiussione. Il problema è che il rating delle nostre banche non è il rating di tripla A richiesto dalla BEI, ma nel nostro Paese nessuna società ha rating di quel tipo, nel momento in cui non ce l'ha il Paese.
Stiamo cercando di convincere la BEI a modificare il proprio regolamento o, in altre parole, a concederci una deroga, affinché sia possibile che le banche, pur non avendo il rating primario richiesto possano comunque prestare fideiussione e noi sbloccare questi quattrini quindi ottenere il finanziamento.
Sul finanziamento, peraltro, stiamo lavorando da tempo, poiché abbiamo individuato con le banche, che si sono dichiarate disponibili, anche la possibilità di mettere la leva a questi soldi. Qualora ci dovessimo riuscire, potremmo costruire un pacchetto sul credito molto forte, che potrà diventare una grand'opportunità per il sistema delle piccole e medie imprese della nostra regione.
chiaro che prima dobbiamo risolvere e superare il primo scoglio.
Sicuramente, la prima misura che verrà finanziata, o meglio rifinanziata, sarà proprio quella dei prestiti partecipativi.
Peraltro, l'indirizzo ancora da formalizzare, ma sul quale stiamo lavorando, riguarda anche la disponibilità di un intervento diretto del Governo regionale e della Giunta di abbassare ulteriormente il tasso di interesse (già favorevole) almeno di un punto, per tutte quelle misure che prevedono investimenti o comunque ricapitalizzazione. Spero di aver fornito al collega tutte le informazioni da lui richieste.
Se ci sarà necessità d'approfondimento, ovviamente sono a disposizione.


Argomento: Università

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 967 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Finanziamento master Politecnico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 967.
Risponderà l'Assessore Porchietto.
La parola all'Assessore Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Per la verità, non avremmo esaminato questi documenti se non avessimo letto sugli organi d'informazione che un Assessore di questa Giunta regionale, un Assessore di collegio, si è vantato, sui territori, di aver operato per l'attivazione dei master universitari di primo e di secondo livello, presso le sedi della provincia di Cuneo.
In modo particolare, la nostra attenzione si era concentrata al momento in cui l'attuale Ministro Profumo, ex Rettore del Politecnico di Torino aveva presentato, prima ai propri organi interni, poi alle componenti delle Amministrazioni e della popolazione studentesca, il proprio Piano di razionalizzazione e centralizzazione, in base al quale aveva dimostrato che corsi di laurea e di laurea magistrale, presso sedi non metropolitane, non erano sufficientemente frequentati nemmeno quando li si favoriva attraverso adozioni di strumentazioni on line nei laboratori per esercitazioni in loco, e che, quindi, occorresse un principio di centralizzazione. Principio devo riconoscere - che per altri comparti vedo apprezzare molto da quest'Amministrazione regionale, a fronte di un'idea di capillarità e di decentramento dispersiva e diseconomica che altre Amministrazioni in precedenza, invece, avrebbero adottato.
Curiosamente, all'interno dell'organizzazione delle sedi formative, si apprende che, attraverso atti successivi - di qui la ragione per la quale la nostra attenzione non era stata particolarmente sollecitata - la Regione Piemonte ha autorizzato il finanziamento, attraverso risorse del Fondo Sociale Europeo per master universitari di primo e secondo livello, per un ammontare complessivo di circa due milioni di euro.
Nulla da eccepire, laddove questa nuova programmazione, peraltro significativamente onerosa per l'Amministrazione regionale, fosse fondata su una programmazione relativa agli orientamenti formativi e ai flussi di mobilità, alla possibilità di disarticolare frequenze in ordine a diverse tipologie di strutture nulla osta, tant'è che le nostre domande si pongono esattamente sulla richiesta di dimostrazione fondata su dati di evidenza dell'opportunità di questo investimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

I lavori sono sospesi.



(I lavori, sospesi alle ore 10.31 riprendono alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Volevo rassicurare la Presidente Artesio sull'iter procedurale che l'Assessorato ha tenuto per quanto riguarda l'assegnazione dei master e per questo motivo, se ritiene, vaglierei un momento quello che è stato l'iter procedurale, risalendo fino alla fine del 2008, quando con una DGR è stata approvata la Direttiva Pluriennale sull'Alta Formazione; in attuazione dell'Azione IV.I) con Determinazione Dirigenziale del 28/09/2011 vedeva approvato il Bando regionale per finanziare i Master Universitari di I e di II livello per l'anno accademico 2011/2012.
Il Bando regionale è stato strutturato secondo quanto previsto dalla Direttiva Alta Formazione, dove alla Sezione II, "Indirizzi per la Gestione delle Azioni", al punto 6), "Procedimenti Previsti", si definiscono come modalità di affidamento il ricorso a Procedure di selezione di progetti nel rispetto delle regole amministrative che fanno riferimento ad una DGR del 2007.
In particolare, sono state attivate procedura ad evidenza pubblica con esito di graduatoria di merito. Di fatto, con la determinazione dirigenziale del 19/10/2011 sono stati approvati sia il "Manuale di valutazione" sia i "Modelli di riferimento per la presentazione dei Progetti" e, con determinazione dirigenziale n. 762 del 5/12/2011, è stata nominata la Commissione per valutare i 35 progetti che sono pervenuti.
Il Bando regionale per il finanziamento di Master universitari di I e di II livello è strutturato su base regionale. Per quanto riguarda le modalità di assegnazione degli stessi alle rispettive sedi universitarie piemontesi, si fa riferimento al criterio che è contenuto nel bando al punto 10.1, "Oggetti e criteri di valutazione" dove, tra i vari elementi utili alla valutazione, è anche definito il criterio della sostenibilità.
In tale contesto l'operatore deve certificare per ogni sede operativa la capacità erogativa mediante l'esplicitazione del numero di aule e di laboratori disponibili nella specifica sede, il numero di utenti massimo di ricettività delle aule e dei laboratori.
L'operatore Politecnico di Torino ha corredato la sua richiesta di finanziamento per i quattro master presentati con la documentazione richiesta dal bando ed ha allegato documenti che comprovavano la capacità erogativa, vale a dire i calendari delle attività didattiche delle sedi e le schede descrittive dei laboratori.
Per quanto riguarda invece la modalità di determinazione degli ambiti di interesse dei suddetti master, vorremmo sottolineare che l'azione formativa promossa da questo bando è stata fortemente incentrata su valorizzare ed integrare gli atenei piemontesi e le competenze specifiche richieste dalle imprese.
A questo proposito, si è stimolato il coinvolgimento dei soggetti rappresentativi del sistema delle imprese, quali le Associazioni di categoria, gli Ordini e Collegi professionali, in quanto rappresentano insieme ai Poli di Innovazione e alla Piattaforme Tecnologiche, un punto di riferimento per quanto riguarda le priorità per le attività progettuali del presente bando.
Infatti al Paragrafo 3, "Priorità della programmazione regionale", e al punto 10.01, "Oggetti e criteri di valutazione" del bando, prevediamo il coinvolgimento delle parti sociali.
In attuazione a quanto richiesto dal bando regionale, il Politecnico di Torino ha presentato, a corredo dei master, una documentazione specifica che riguarda il Master in programmazione e gestione dei sistemi energetici (percorso annuale) e a supporto di questo percorso formativo sono stati allegate la lettera di adesione all'iniziativa del master del Polo d'Innovazione "Agroalimentare" e del Polo d'Innovazione "Polight". Inoltre è stata inserita la relazione che riguarda l'interrelazione tra Politecnico di Torino e Confindustria per la progettazione e la gestione dei master che saranno attivati nella sede di Mondovì e il Protocollo per la Pianificazione del Polo provinciale del Politecnico a Mondovì.
Infine, a completamento della documentazione allegata sono state inserite 14 lettere di aziende che hanno manifestato in modo concreto l'adesione all'iniziativa e l'impegno ad ospitare in stage gli allievi del percorso.
Nel Master in Ingegneria dell'acqua per uso potabile, civile ed industriale (che è sempre un percorso annuale) a supporto di tale percorso formativo sono state allegate le due lettere di adesione del Polo d'Innovazione "Agroalimentare" in particolare, ed è stata inserita la relazione che riguarda l'interrelazione fra Politecnico di Torino e Confindustria per la progettazione e la gestione dei master che verranno attivati nella sede di Mondovì. Infine, a completamento della documentazione sono state inserite dieci lettere di aziende che hanno manifestato in modo concreto l'adesione all'iniziativa e l'impegno a ospitare in stage gli allievi del percorso. Infine, per il Master in Ingegneria delle Materie Plastiche (percorso annuale) a supporto anche di questo percorso formativo abbiamo la lettera di adesione del Polo di Innovazione "Nuovi Materiali" e 20 lettere di aziende che hanno manifestato in modo concreto l'adesione all'iniziativa e l'impegno ad ospitare in stage gli allievi del percorso. Per quanto riguarda la previsione di risposta di partecipazione a questi master, si specifica che ad oggi risultano circa una quarantina di pre-iscrizioni complessivamente per i tre master universitari e il Politecnico prevede di iniziare le attività formative entro il mese di giugno. Pertanto, il numero di allievi effettivi potrà essere calcolato soltanto in seguito.
Evidenziamo inoltre per maggior chiarimento che, per quanto riguarda il Protocollo per la pianificazione del Polo provinciale del Politecnico di Torino", sottoscritto in data 16 febbraio 2011 dal Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, dal Sindaco del Comune di Mondovì, dal Presidente della Provincia di Cuneo, dal Presidente dell'Associazione per gli insediamenti universitari in Provincia di Cuneo, dal Presidente della Fondazione CRC, dal Presidente della Camera di Commercio di Cuneo e dal Presidente della Confindustria Cuneo, emerge che in tale contesto monregalese verranno promosse attività riguardanti i Master universitari e laboratori di ricerca e servizi coerenti con le esigenze di qualificazione espresse dal tessuto economico e produttivo.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del punto inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze".



(Alle ore 10.40 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione ed è stato approvato nella seduta del 26 marzo 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Cantore, Casoni, Comba Cota, Negro, Sacchetto e Spagnuolo.
Il numero legale è 27.


Argomento:

b) Ricevimento delegazione RSU Ospedale "Amedeo di Savoia"


PRESIDENTE

Informo che, a seguito della richiesta d'incontro pervenuta a norma del Regolamento dell'Ufficio di Presidenza da parte delle RSU dell'Ospedale "Amedeo di Savoia", una delegazione sarà ricevuta oggi alle ore 13 presso la sala Viglione. Mentre alle ore 14 incontreremo una delegazione della CGIL-CISL-UIL in sala dei Presidenti sempre sul Piano sanitario, perch hanno annunciato una manifestazione alle ore 15.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Cursio


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Io, pur ritenendo importantissima la discussione sull'argomento all'o.d.g. di questa giornata, devo chiederle cortesemente, nel rispetto dell'articolo 71 del Regolamento, una questione pregiudiziale. Ed è una questione accaduta venerdì scorso in questo palazzo.
La questione mi ha sfiorato, ma ha gettato dei dubbi, per come è stato trattato l'argomento, sulla mia persona. Quindi, le chiedo cortesemente questo mio intervento, perché è un fatto veramente gravissimo e non centro assolutamente nulla. Anzi, le chiederò in aggiunta che venga fatta una Commissione, quindi mi riferisco all'articolo 78, perché in questo palazzo è avvenuto tale episodio e se lei mi concede i tre minuti di tempo che mi spettano, le spiego brevemente che cosa è accaduto.



PRESIDENTE

Siccome è una questione pregiudiziale, ci spieghi di che cosa vuole discutere oggi al posto del Piano sanitario.



CURSIO Luigi

Vorrei che venisse aperta la discussione su un attacco strumentale e demagogico alla mia persona avvenuto - lo ripeto - all'interno di questo palazzo.
Il Movimento 5 Stelle ha indetto, alle 14.30, una conferenza stampa con un Consigliere dell'Italia dei Valori di Alessandria.
In quella conferenza stampa si è discusso di mafia; di argomenti già noti alla Magistratura e di argomenti noti a chi ha avuto modo di vedere trasmissioni televisive. I Consiglieri, cioè il Consigliere Bono, il Consigliere Biolé e, in aggiunta, anche il Consigliere Buquicchio, hanno gettato delle ombre.
Posso citare cosa ha detto il collega Bono, per esempio (fatto veramente di inaudita gravità): "Qui ci sono infiltrazioni di vicinanza un po' dappertutto. Vogliamo capire per quali motivazioni un Segretario provinciale e un Segretario regionale" - il Segretario regionale sarei io "che, se non sbaglio" - lo dice con sarcasmo - "è anche Consigliere regionale, Luigi Cursio" - cita il nome "non ha voluto che questa mozione venisse presentata".
Il Consigliere Bellotti dell'Italia dei Valori di Alessandria sostiene falsamente, perché il diavolo fa le pentole ma si dimentica di fare i coperchi, che in quel periodo avrebbe - avrebbe - detto a me di presentare una mozione in seno a questo Consiglio.
Vorrei ricordare che, prima che scoppiasse l'operazione "Minotauro" "io" ho presentato qui una mozione votata all'unanimità, e i Consiglieri Bono e Biolé si astennero. In quell'ordine del giorno chiedevo che venissero ricordate le vittime cadute per mano della mafia. Quindi ben prima che scoppiassero i fatti di "Minotauro".
Bellotti, il Consigliere Bellotti...



PRESIDENTE

La prego di concludere, per favore.



CURSIO Luigi

Presidente, vorrei che qui si aprisse la discussione, perché non è possibile...
Le dico una cosa importantissima: voglio che venga istituita una Commissione, perché è stato gettato fango sulla mia persona. Io sono assolutamente estraneo: il Consigliere Bellotti evidentemente ha chiesto ai Consiglieri Bono e Biolé di fare questa conferenza stampa e di buttare fango addosso al Consigliere De Marte, nonché Segretario provinciale, e addosso al sottoscritto che nulla ha a che vedere con i fatti. Nulla! Io non c'entro assolutamente nulla.



PRESIDENTE

Grazie.



CURSIO Luigi

No, Presidente, la cosa è ben più importante perché c'è chi pensa di vivere buttando discredito addosso ad altri e chi invece la vita la vive con serietà e senza demagogia.



PRESIDENTE

La ringrazio, però la invito a concludere.



CURSIO Luigi

No, Presidente, la questione è molto importante per me.
Io ho già il documento, gliel'ho presentato, delle mie dimissioni.
Presidente, mi ascolti, perché è un fatto molto importare, non è una "cavolativa". Non è tollerabile che si getti fango senza sapere nulla. Io a carico di questo Consigliere, sto prendendo provvedimenti (sto parlando del Consigliere Paolo Bellotti di Alessandria). Non l'ho fatto prima perch ho ritenuto, in una precedente sua conferenza stampa dove farneticava parlava a vanvera... Cioè, non è affatto vero...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, collega Cursio. Sta già parlando da qualche minuto, però non possiamo fare la discussione prima che eventualmente il Consiglio decida di farla, perché lei ha posto una questione pregiudiziale.



CURSIO Luigi

Sì, ma mi rendo conto...



PRESIDENTE

importante e la capisco: infatti, ha parlato già due minuti in più del tempo a sua disposizione e non l'abbiamo interrotta.
Però, vorrei che lei concludesse e poi, quanto da lei chiesto, verrà valutato. Ho già delle risposte da darle e poi voteremo la questione pregiudiziale.
La invito quindi a concludere, per favore.



CURSIO Luigi

Sì, grazie, Presidente.
Quello che voglio chiederle è che si apra una discussione, perché non è possibile che si viva la vita in maniera distonica: cioè che si viene qui o si va in certi ambiti e si professa una certa parola, e poi nella vita si fa tutt'altro o, ancora peggio, si cerca di infangare il buon nome e l'onorabilità di qualche Consigliere per avere un minuto di visibilità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Il collega Cursio, a norma dell'articolo 71n del Regolamento, ha posto una questione pregiudiziale: chiede che il Consiglio regionale affronti preliminarmente, quindi prima della prosecuzione del disegno di legge n.
174, la questione da lui richiamata, cioè le offese che ha ricevuto e questioni avvenute all'interno di Palazzo Lascaris nel pomeriggio di venerdì scorso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei rispondere adesso, perché se la questione pregiudiziale viene messa al voto potrebbe anche essere bocciata (io voterò favorevolmente) e quindi rischierei di non poter più intervenire.
Sono basito dall'intervento del collega Cursio. È stata fatta una conferenza stampa: era aperta a tutti i Consiglieri ed è stato mandato l'invito a tutti i Capigruppo. Come tutte le conferenze stampa, ovviamente c'è il libero accesso di tutti, tant'è che, purtroppo, è intervenuto solo un Consigliere (avrei auspicato che ne intervenissero di più).
Ci siamo limitati a riportare i fatti che venivano raccontati da un Consigliere comunale di Alessandria. Ovviamente non ero a conoscenza di fatti intercorsi all'interno di un partito, di cui tra l'altro noi non facciamo parte, quindi abbiamo semplicemente dato parola ad un Consigliere comunale che avevamo incontrato in una conferenza in Val di Susa.
Qualunque responsabilità voglia ascrivere al nostro comportamento siamo pronti a rispondere in qualunque sede, non solo nelle sedi istituzionali, ma in qualunque altra sede voglia il collega Cursio.
Ribadisco che la situazione è di altro tipo. Non vorrei che venisse strumentalizzata la posizione di eventuali litigi tra Segretari comunali provinciali e regionali all'interno di un partito, perché non è questa la questione, tant'è che ho presentato una mozione molto importante per richiedere la commissione d'accesso agli atti prefettizi del Comune di Alessandria, che con le questioni di onore e onorabilità dei Consiglieri regionali, comunali e provinciali, per quanto mi riguarda, proprio non c'entra per nulla.
Per noi la questione era quella di presentare una mozione di commissione d'accesso agli atti, in un Comune in cui un Consigliere comunale è stato arrestato perché affiliato all'ndrangheta.
Se poi vogliamo parlare di altre cose, anche se non so per quale motivo, possiamo perdere tutto il tempo che si vuole, ma questo era l'oggetto della nostra conferenza stampa. Tutto il resto sono chiacchiere.
Grazie.



PRESIDENTE

Permane la sua richiesta o la ritira, consigliere Cursio?



CURSIO Luigi

Assolutamente resta tale e permane, perché qui si vuole confondere le cose. Cosa c'entro io con il Consigliere Caridi arrestato ad Alessandria? Io lo chiedo.



PRESIDENTE

D'accordo.
Lei ha fatto una serie di richieste. Mi ha inviato una lettera che ho oggi ho già firmato, e poi le risponderò.
Abbiamo quindi una richiesta di pregiudiziale, ex articolo 71: il Consigliere Cursio chiede di affrontare le problematiche di venerdì in dibattito, preliminarmente, come ho detto prima, al proseguimento del disegno di legge n. 174.
Se la pregiudiziale viene accolta dall'Aula, prima di continuare affronteremo la questione sollevata dal Consigliere Cursio; se sarà respinta, proseguiremo con l'esame del disegno di legge n. 174.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Non ho avuto il tempo di consultarmi con il Consigliere Carossa sulla questione, poi magari interverrà anche lui.
Onestamente, non conoscevo la questione sollevata dal Consigliere Cursio e non vogliamo assolutamente impedire che tale questione venga discussa in Consiglio regionale. Chiedevo, semplicemente, che venisse affrontata e discussa in aula, dopo l'approvazione del Piano Socio Sanitario. Senza voler impedire la discussione, ma consentendo i lavori sul Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

Questa è materia di Conferenza dei Capigruppo. Se viene accetta la pregiudiziale, trattiamo l'argomento subito; se viene respinta, se ne parlerà quando si deciderà di parlarne in Conferenza Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Nessuno vuole minimizzare nulla, tuttavia ritengo, come lei ha già accennato, che si possa discutere e prevedere un successivo dibattito in una Conferenza dei Capigruppo. Adesso stiamo trattando il Piano Sanitario riteniamo sia prioritario continuare in tal senso.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla questione pregiudiziale proposta dal Consigliere Cursio.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che i colleghi si siano sottratti al dibattito, perché si dà modo a chi vuole intaccare...



PRESIDENTE

Consigliere Cursio, scusi, la pregiudiziale è stata respinta, non me ne voglia, ma non possiamo aprire un dibattito. L'ho fatta parlare più a lungo prima e mi sembra che i colleghi abbiano dato la disponibilità ad affrontare in un momento ordinario la questione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge 174, inerente a "Disposizioni in materia di organizzazione del Servizio Sanitario Regionale"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 174, "Disposizioni in materia di organizzazione del servizio sanitario regionale", di cui al punto 5) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ricordo che nella seduta pomeridiana del 26 marzo 2012 è stato votato l'articolo 2.
All'articolo 3 sono già stati illustrati gli emendamenti rubricati ai numeri 223), 32), 86), 87), 88) e 98).
Riprendiamo dalla fase dell'illustrazione degli emendamenti sull'articolo 3.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi dei Direttori Generali, Direttori Amministrativi e Direttori Sanitari delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una riduzione pari al 10% dell'attuale loro compenso.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, la ringrazio, e chiedo a qualche altro collega di illustrarlo, perché mi devo organizzare.
Nel contempo, mi permetto di chiederle se è possibile avere gli emendamenti numerati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

La sottoscrizione di quest'emendamento, che ha come primo firmatario il Consigliere Buquicchio, è motivata dalla preoccupazione che moltissimi colleghi dell'opposizione hanno condiviso e ripetuto in quest'aula relativamente alla questione dell'aumento dei costi che deriverà, laddove il Consiglio regionale dovesse approvare la legge n. 174 nella versione avanzata dalla Giunta, dalla nomina dei Direttori generali delle Federazioni sovrazonali. Ecco perché l'introduzione in quest'emendamento di una richiesta di riduzione dei compensi.
Tuttavia, ricordo che i compensi dei Direttori generali si allinearono già alle nuove normative riguardanti i costi della pubblica amministrazione e delle funzioni dirigenziali. Questa ulteriore sollecitazione non è certo diretta a mortificare l'esercizio della funzione professionale e delle sue responsabilità da parte delle figure apicali delle Aziende, ma visto che si intende moltiplicare il numero, almeno conteniamone il costo.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 100) presentato dai Consiglieri Buquicchio Bresso, Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. 11 compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi dei Direttori Generali e dei Direttori Amministrativi delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una riduzione pari al 10 dell'attuale loro compenso.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io ho sottoscritto questo emendamento analogo a quello precedente che riprende la questione dei compensi dei Direttori generali e dei Direttori amministrativi delle Aziende.
Anche noi riteniamo che questo sia un tema delicato; sappiamo che già in precedenza, così come ricordava la Consigliera Artesio, è stato affrontato. Certamente non riteniamo che si voglia, come già detto mortificare le professionalità, ma vogliamo porre una questione collegata anche alla nuova organizzazione. Un'organizzazione che prevede un aumento del numero dei Direttori generali.
Crediamo che, da questo punto di vista, sia necessario avere chiarezza degli intenti dell'Amministrazione, e quindi, in una logica complessiva un'attenzione ai costi e alle retribuzioni. Ricordiamo che proposte passate, avanzate anche da diverse forze politiche, avevano introdotto la questione che tra colui o colei che guadagna di più in un Ente e colui o colei che guadagna di meno, non ci deve essere una forbice superiore ad una certa percentuale.
Sarebbe interessante provare ad introdurre questo tipo di considerazione anche negli Enti che noi governiamo, proprio perché sarebbe il tentativo di ridurre la questione delle disuguaglianze, quindi far sì che il gap che distanzia chi guadagna di più da chi guadagna di meno all'interno di un Ente, in questo caso di un ente pubblico, non vada oltre una certa percentuale.
In questo caso chiediamo una riduzione e potrebbero esserci ulteriori provvedimenti che vanno in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 101) presentato dai Consiglieri Buquicchio Bresso, Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. 11 compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una riduzione pari al 10% della compenso medio dei Direttori Generali occupati attualmente.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Proseguiamo questa valutazione, che il collega Buquicchio ci ha invitati a svolgere, in ordine al trattamento economico delle funzioni apicali, perché avviene in un momento di particolare delicatezza non solo del quadro generale del Paese, ma del quadro specifico del Sistema Sanitario Regionale piemontese.
un quadro nel quale viene concordata una riduzione complessiva dei costi del personale tra l'Amministrazione regionale e il Ministero dell'Economia e delle Finanze. In rapporto alla riduzione complessiva dei costi del personale, che ricordo non deve sforare il tetto del 2004 meno l'1,4%, si riducono conseguentemente le dotazioni organiche, a cominciare dal mancato rinnovo dei contratti e degli incarichi a tempo determinato di alcune professioni sanitarie che si attagliano in maniera particolare alle figure professionali dei giovani, i quali hanno investito in corsi di laurea e in perfezionamento universitario. Così si sconfessa tutta la retorica politica di gran parte della classe dirigente di questo Paese in ordine alla volontà dell'inserimento dei giovani.
Ora, a fronte di una riduzione dei costi della politica, sia pure in una misura, come ripetuto dall'Assessore nell'intenzione di convincerci non così diffusa e, comunque, vantaggiosa perché l'attività meritoria - si spera - di questi nuovi Direttori generali porterà tali e tanti risparmi nel governo delle funzioni amministrative delle ASL da compensare il loro stipendio, noi aggiungiamo stipendi negli apicali non rinnovando i contratti ai lavoratori a tempo determinato.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 96) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo li , comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 1 settembre. Il mancato raggiungimento degli obiettivi o la presenza di conti economici dell'Azienda in deficit per due trimestri consecutivi, comporta l'automatico decadimento della nomina del Direttore Generale e delle consulenze da esso autorizzate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente, anche per la copia.
Nella modifica dell'articolo 3, al comma 2 scriviamo testualmente: "I compensi di tutti i direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 1° settembre.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi o la presenza di conti economici dell'Azienda in deficit per due trimestri consecutivi comporta l'automatico decadimento della nomina del direttore generale e delle consulenze da esso autorizzate".
Quindi, l'emendamento che riguarda la rideterminazione dei compensi di cui all'articolo 3 inquadra non solo la parte inerente alla remunerazione ma anche determinati obiettivi, prevedendo il possibile decadimento qualora questi non siano stati raggiunti.
Come i precedenti, anche questo emendamento tende ad evidenziare - so che esistono due filosofie di pensiero al riguardo - che la remunerazione di questi Direttori sicuramente è al di sopra della media; quindi, un riadeguamento, così come peraltro c'è stato per altre cariche, sia elettive sia di nominati, ritengo possa essere opportuno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 95) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. 11 compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti ín materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 1 settembre. 11 mancato raggiungimento degli obiettivi comporta l'automatico decadimento della nomina del Direttore Generale e delle consulenze da esso autorizzate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Anche qui introduciamo, sempre all'articolo 3, un comma 2, con il quale chiediamo quanto segue: "I compensi di tutti i direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 1° settembre. Il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta l'automatico decadimento della nomina del direttore generale e delle consulenze da esso autorizzate".
Come vedremo nei successivi emendamenti, la questione relativa ai Direttori generali è molto importante nell'ambito della sanità. Infatti spesso diventa argomento di seria discussione anche relativamente ai criteri con i quali questi manager vengono nominati.
L'ambizione di una politica con la "P" maiuscola dovrebbe effettivamente poter individuare personalità che, per competenza, capacità magari anche esperienza, sono in grado di assolvere al meglio i propri compiti, quindi raggiungere gli obiettivi loro prefissati.
per questo che, parlando con operatori del settore, ho sentito più volte dire che "gli emolumenti di questi manager sarebbe anche opportuno fossero superiori a quelli attuali". È il motivo per cui chiedevamo una drastica riduzione del numero delle direzioni generali, quindi dei direttori e dei vari direttori amministrativi, in modo tale che, se realmente, la competenza di queste personalità fosse veramente eccezionale si potesse anche disporre di un quantum, in termini di emolumento superiore a quello attuale.
Mi risulta che sono stati già ridotti, forse di un 20%, gli emolumenti di questi direttori. Dovremmo appurare se è possibile una riduzione ulteriore o se c'è un vincolo legato alla legge nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Questi emendamenti, che, personalmente, ho anche sottoscritto, credo siano in sintonia e non possano che essere apprezzati dalla maggioranza soprattutto dal Presidente della Giunta e dalla Giunta stessa, in quanto più di una volta ho sentito nel corso della campagna elettorale e - ormai siamo quasi a metà legislatura - in questo loro operare esprimere sensibilità nei confronti degli sprechi e delle spese che questa Amministrazione regionale deve affrontare.
Ci siamo adoperati più di una volta per esprimere il nostro dissenso nei confronti di queste Federazioni che comportano l'"invenzione", tra virgolette, di una nuova poltrona a livello alto dirigenziale - più di una poltrona! Non essendo riusciti in questo nostro doveroso compito di opposizione e non riuscendo a fare comprendere alla Giunta la poca opportunità delle stesse Federazioni, almeno cerchiamo con questi emendamenti di fare intendere all'Amministrazione qual è il loro stesso spirito, il loro stesso principio, cioè la riduzione delle spese in questa Amministrazione regionale e, soprattutto, degli sprechi.
Riteniamo che diminuire il costo di questi direttori generali che vengono paracadutati nel nostro Sistema Sanitario sia, da parte nostra sicuramente doveroso nei confronti di un territorio che è stato più di una volta penalizzato in termini di spesa, di finanziamenti e, soprattutto a livello sanitario - ricordo che la sanità riveste l'80% della spesa regionale - dei servizi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. 11 compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 1 settembre. Il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta l'automatico decadimento della nomina.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Anche qui all'articolo 3, comma 2, chiediamo testualmente di inserire i compensi di tutti i Direttori generali delle Aziende sanitarie regionali che devono prevedere una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento degli obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 1° settembre.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta l'automatico decadimento della norma.
Il perché di questi emendamenti (che possono tranquillamente, per onestà intellettuale lo ammetto, essere definiti ostruzionistici) è perch questo argomento potrebbe sembrare slegato dall'articolo 2, ma non lo è assolutamente: l'articolo 2 è passato con le modifiche che l'Assessore, la Giunta e la maggioranza hanno ritenuto di dovere apportare, ma è rimasto fermo rispetto alla ipostazione delle Federazioni.
Federazioni che, come abbiamo più volte ripetuto, anche volendo vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, ci preoccupano, per le motivazioni che più volte abbiamo ribadito.
Allora, il discorso dei Direttori generali è collegato, perché in una possibile riduzione delle Aziende così come era stato prospettata, la scelta sarebbe dovuta cadere su un numero più limitato di manager e quindi il problema degli emolumenti, pur eventualmente lasciando lo stesso carico di emolumento addirittura superiore, sarebbe stato complessivamente inferiore. Invece purtroppo assistiamo a una lievitazione del carico economico da questo punto di vista.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Mi associo all'illustrazione che il collega ha fatto sull'emendamento n. 94) per questa ragione: abbiamo ripetutamente cercato di spiegare all'Assessore che la qualità di un processo produttivo (se proprio volgiamo usare questa terminologia anche per il sistema sanitario) non dipendente soltanto dalla validità del singolo segmento, sia esso il tempo di produzione, il materiale col quale si produce, la "valentia" dei professionisti che producono, ma dipende anche dalle forme di partecipazione al processo che esercitando una funzione di controllo riescono anche ad aumentarne la qualità.
Non c'è stato verso di convincerlo che le Federazioni sovrazonali espropriano dalla partecipazione e dal controllo le attività delle Aziende sanitarie e, soprattutto, esautorano le iniziative dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali nell'esercizio della funzione di controllo.
Perché? Perché le Conferenze dei Sindaci hanno la possibilità di esprimere la valutazione di risultato nei confronti dei Direttori generali valutazione che riguarda il 20% del loro salario. Così facendo hanno un'opportunità pubblica per valutare la coincidenza tra gli obiettivi di programmazione, a suo tempo assegnati dal territorio dei Direttori generali, e nel tempo praticati.
Questo non accadrà ai Direttori delle Federazioni, perché questi o si sottopongono al giudizio delle Conferenze dei Sindaci di ciascun ambito di ASL e di ciascun ambito di ASO afferente alle Federazioni stesse, o come più probabilmente accadrà, non si sottoporranno ad alcuna valutazione di alcuna rappresentanza democratica del territorio.
Questo è un elemento di fortissima preoccupazione. Il Consigliere Buquicchio insiste sugli aspetti economici per valorizzare anche questo dato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 97) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 1 settembre.
Spetta all'assessorato regionale creare un sistema di monitoraggio per la valutazione degli obiettivi assegnati.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Qui il comma 2 dice testualmente: "I compensi di tutti i direttori generali delle aziende sanitarie regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 1° settembre. Spetta all'Assessorato regionale creare un sistema di monitoraggio per la valutazione degli obiettivi assegnati".
Le considerazioni preziosissime aggiunte dalla Consigliera Artesio mi trovano più che concorde. La preoccupazione che si paventava si è paventata più volte relativamente alla istituzione delle Federazioni, e riguarda proprio l'aspetto economico, l'aspetto finanziario, che temiamo che possa per le limitazioni legate quell'istituto, così come è stato concepito e definito, non permettere di assolvere a quelli che erano gli obiettivi di Piano relativi all'obbligo di rientro.
Detto questo, è inutile ricordare che l'elemento importante sul quale questi Direttori generali delle Aziende non potranno sicuramente intervenire, né quelli delle Federazioni, né delle varie Aziende, che rimangano così come erano state ideate sul territorio, è quello della mobilità del personale.
Relativamente al personale, le Federazioni si assumeranno una serie di funzioni relative alla formazione, ma non potranno, proprio perché il numero delle stesse è rimasto invariato, poter operare una mobilità tra Azienda e Azienda, a meno che - diciamo che qui si "parrà la vostra nobilitate" - la Giunta non riesca a fare accordi sindacali che comunque vedo molto difficili a quel livello.
Quello era un elemento esenziale, un elemento molto importante per il riordino e l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse relative al personale.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 93) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1.Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 1 settembre.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Qui, al comma 2 dell'articolo 3 proponiamo: "I compensi di tutti i Direttori generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 1° settembre".
Quindi la preoccupazione permane ed è legata all'attività di manager che svolgono sicuramente delle funzioni importantissime, perché dal loro operato e dalla loro capacità, frutto anche magari della loro esperienza deriva il raggiungimento o meno di quegli obiettivi, che poi si rivela per loro determinante nella individuazione di quella quota variabile relativa agli emolumenti.
Nella scelta dei Direttori generali, che sicuramente dovrebbero poter adempiere al meglio, secondo scienza e coscienza, gli obblighi e gli obiettivi che sono loro prefissati, si dovrebbe badare più a questo aspetto che alla docilità al comando. Ma noi sappiamo che purtroppo è un antico vizio della politica quello di scegliere collaboratori, più che brillanti capaci e competenti, docili a quello che si suole definire il comando o l'indicazione che dagli alti comandi viene loro impartita.
Si dovrebbe uscire da queste logiche, ma ci vorrà sicuramente tempo.
Ritengo che la cultura al riguardo sia maturando e si stia evolvendo, ma questo è uno di quegli aspetti che è troppo legato a interessi di gruppo di parte in senso lato, per poterlo risolvere da un giorno all'altro.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. 1 compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi annui individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità entro e non oltre il 30 settembre.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sempre all'articolo 3, comma 2, proponiamo di inserire: "I compensi di tutti i Direttori generali nelle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile, legata al raggiungimento di obiettivi annui e individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità entro e non oltre il 30 settembre".
un'ennesima espressione di volontà di rideterminare le regole relative a un argomento che discende sicuramente dalla scelta relativa all'articolo 2, ma che si inserisce in un articolo 3 che l'Assessore avrebbe preannunciato di intendere di dover abrogare.
Noi lo solleciteremmo alla modifica, più che all'abrogazione, perché è un argomento che, qualora l'articolo venisse abrogato, non comprendiamo dove si possa andare poi a stabilire tutta una serie di norme e di regolamentazioni che aiuterebbero, in un ambito così delicato com'è quello della managerialità sanitaria, ad avere una maggiore trasparenza e anche una più facile induzione al raggiungimento di quegli obiettivi che dovrebbero rappresentare per i manager stessi non soltanto un obiettivo in termini economici, ma dovrebbero rappresentare, dal punto di vista etico il raggiungimento con il massimo impegno di quegli obiettivi utili per la gestione intesa in senso lato della cosa pubblica nell'ambito sanitario che è ancora più delicato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale alla Sanità e sottoposti a parere vincolante della commissione consiliare competente.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sempre all'articolo 3, comma 2, individueremmo questa soluzione: "I compensi di tutti i Direttori generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere una parte fissa e una parte variabile, legata al raggiungimento di obiettivi individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale alla sanità e sottoposti a parere vincolante della Commissione consiliare competente".
Questa potrebbe sembrare una provocazione, ma se i colleghi ci riflettessero sopra, sarebbe molto opportuno che la Commissione consiliare competente potesse in questo ambito esprimere un parere, che non è - come di solito avviene - un parere senza vincoli, ma abbiamo voluto specificare che si tratterebbe di un parere vincolante.
C'è la tendenza, non solo in questo Governo di centrodestra ma è un po' un andazzo in termini di aspettative di governo di qualsiasi colore, di poter, in nome della governabilità, accentrare poteri. Questo, se da una parte può essere comprensibile ai fini della fluidità del processo di governo, dall'altra diventa un elemento estremamente ostico, estremamente amaro da dover digerire, perché cozza con i principi democratici del confronto e quindi della possibilità di esprimere assenso o dissenso nel modo più ampio possibile e nelle varie occasioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Ho già avuto modo di rimarcare più volte che la proposta delle Federazioni ci lascia molto perplessi e preoccupati proprio per l'aspetto del bilancio stesso. Da un lato, ci sono gli obiettivi - giusti, nobili dell'Amministrazione regionale, con un Piano di rientro deciso e con una lotta agli sprechi; dall'altro, ci troviamo di fronte a queste Federazioni che comporteranno sicuramente, per quanto riguarda l'aspetto del bilancio un deciso peggioramento.
Allora lo spirito di questi emendamenti è anche quello di stimolare al di là della decisione, che condanniamo, che non appoggiamo, della Giunta che il manager, colui che sarà alla guida di ognuna di queste Federazioni, sia veramente una persona esperta e che possa esprimere, con la sua esperienza, il raggiungimento di quegli obiettivi che vadano a beneficio di tutta la comunità piemontese.
Ecco lo spirito di questi emendamenti. La proposta di una parte fissa di remunerazione, ma anche una parte variabile che deve essere ovviamente da stimolo per queste capacità. Rideterminare quindi le regole di questo gioco per spezzare il connubio tra quella che è la politica e gli alti incarichi manageriali. Questo ce lo chiedono sicuramente i tempi di grave crisi economica, e ce lo stanno chiedendo i concittadini, non solo piemontesi, ma italiani.
Di conseguenza, è forte in noi la volontà di rideterminare queste regole, di dare ovviamente a queste funzioni di Federazione almeno la possibilità di uno stimolo di professionalità da parte di coloro che andranno a ricoprire tale incarico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa, corrispondente al 50% massimo del totale, ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale competente.
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Intervengo sull'emendamento presentato dal collega Buquicchio, per sottolineare un aspetto peculiare dell'emendamento stesso.
Certamente, non si può sostenere che le riflessioni proposte siano presentate a meri fini ostruzionistici: infatti, il contenuto di quest'emendamento è molto puntuale.
Voglio ricordare ai colleghi della precedente legislatura che la Commissione consiliare competente fu lungamente impegnata, a seguito dell'approvazione del Piano Socio Sanitario (approvazione avvenuta a due anni dal suo deposito, non certo ad una settimana dal suo arrivo in Consiglio regionale), nel verificare come l'Assessorato regionale formulasse adeguatamente due indicazioni verso i propri Direttori. La prima riguardava gli ambiti ed i limiti del Piano di rientro economico e di riqualificazione dell'assistenza, che la IV Commissione volle prima conoscere e poi dibattere nel dettaglio. Certamente a noi non è accaduta la stessa cosa quando, nel mese di aprile 2010, le Aziende Sanitarie furono chiamate a depositare un Piano di rientro, ai sensi della trattativa in essere, nei confronti del Ministero dell'Economia e del Ministero della Salute.
La seconda indicazione sulla quale le Commissioni consiliari furono impegnate riguardava l'analisi degli indirizzi forniti dall'Assessorato ai Direttori generali, per determinare il raggiungimento degli obiettivi funzionali alla valutazione dell'onorario accessorio dei Direttori generali.
Vorrei ricordare a quest'Aula l'attenta analisi che alcuni Consiglieri della IV Commissione fecero sul peso degli indicatori di raggiungimento del risultato dei Direttori generali. Bene, la forte ingerenza (qualcuno potrebbe chiamarla invadenza) dei ruoli dell'Assemblea legislativa sui ruoli gestionali che avvenne nel precedente mandato, non ha avuto uguali nel comportamento dei Gruppi consiliari di questa legislatura.
Il fatto, però, che ci siano dei Direttori, come quelli della Federazione, che sfuggano a qualunque valutazione, compresa quella prevista dalla legge sui Direttori generali, cioè della Conferenza dei Sindaci francamente è troppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Ha ragione la collega Artesio: è veramente troppo, perché il ragionamento che si faceva prima, relativo alla possibilità di snellire le procedure di un qualsiasi ambito di governo, per poter "meglio governare" non può e non deve assolutamente rappresentare escamotage per sottrarsi ad una valutazione democratica degli aventi diritto, pertanto ad un passaggio in ambito valutativo allargato, come può essere una Commissione consiliare competente (stiamo parlando della IV Commissione, quindi della sanità, ma questo vale per qualsiasi altro settore amministrativo che abbia obblighi e funzioni gestionali).
Non è possibile volere a tutti i costi, da una parte, accentrare e dall'altra, sottrarsi alla valutazione, che significa anche giudizio: quando si amministra e si governa bene non deve assolutamente far paura n la valutazione né il giudizio, che non è sempre un giudizio strumentale o negativo, di controparte.
A volte, dalla valutazione e dai giudizi si possono trarre degli spunti per correggere la propria attività.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Bresso Ponso, Cerutti, Artesio: L'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è modificato come segue: Art. 3. (Rideterminazione compensi) 1. Il compenso di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di sanità e assistenza) è rideterminato, ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 luglio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni nella legge 30 luglio 2012, n. 122, in euro trenta.
2. I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende sanitarie regionali devono prevedere un parte fissa ed una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi individuati con appositi provvedimenti dall'assessorato regionale competente.
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
All'articolo 3, comma 2, la proposta è: "I compensi di tutti i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie regionali devono prevedere una parte fissa ed una parte variabile, legata al raggiungimento di obiettivi individuati con appositi provvedimenti dall'Assessorato regionale competente".
Mi sembra che questo sia l'ultimo emendamento relativo all'articolo 3 che, molto probabilmente (quasi sicuramente), la maggioranza abrogherà, su richiesta della Giunta.
Sarebbe bello se, in occasione di questa votazione, e magari dell'intervento della Giunta stessa e dell'Assessore, si potesse avere qualche ragguaglio in più, relativamente a quest'abrogazione. Soprattutto se si potesse comprendere dove, quando e come l'Assessore voglia individuare quanto abbiamo cercato d'illustrare, forse in maniera ripetitiva, con questi emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione degli emendamenti.
aperta la discussione generale: ci sono interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo solo per chiedere alla Giunta regionale di ritirare l'emendamento abrogativo, anche perché l'adeguamento a 30 euro è previsto da una norma di legge nazionale, quindi non vedo la ragione per cui debba essere tolto dall'articolo e dal disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.
Assessore Monferino, l'emendamento abrogativo permane?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sì.



PRESIDENTE

L'emendamento abrogativo, pertanto, permane.
Procediamo, ora, con la votazione degli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 28.
Emendamento rubricato n. 223) presentato dall'Assessore Monferino: L'articolo 3 (rideterminazione dei compensi) è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223).
Il Consiglio approva.
Pertanto, essendo abrogato l'intero articolo 3, gli emendamenti n. 32) 86), 87), 88), 98), 99), 100), 101), 96), 95), 94), 97), 93), 92), 91), 90) e 89) sono decaduti.
Il voto è esteso all'articolo 3.
ARTICOLO 3bis Emendamento rubricato n. 39) presentato dal Consigliere Buquicchio: Dopo l'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è aggiunto il seguente articolo: Art. 3 bis (Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 23 marzo 1995 n. 39) 1. Al comma 2 dell'articolo 2 della legge 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati), dopo le parole "sono attribuite alla Giunta regionale" sono inserite le seguenti: " La Giunta provvede alla nomina e alla designazione direttamente ovvero secondo modalità diverse stabilite con legge regionale." 2. Al comma 3 dell'articolo 2 della I.r. 39/95, le parole "attribuite alla Giunta regionale o al suo Presidente" sono sostituite dalle seguenti: "a cui, in assenza di altre disposizioni legislative relative alle modalità di ricerca e selezione, provveda direttamente la Giunta o il suo Presidente".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Lo consideri cortesemente illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Buquicchio: Dopo l'articolo 3 del disegno di legge 174 (Rideterminazione compensi) è aggiunto il seguente articolo: Art. 3 ter (Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 24 gennaio 1995, n. 10) 1. I commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 della legge regionale 24 gennaio 1995 n. 10 (Ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Aziende sanitarie regionali) sono sostituiti dai seguenti: " 1. Alla nomina dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie provvede la Giunta regionale secondo i seguenti principi: bando di un avviso pubblico di selezione per l'incarico di Direttore generale nelle Aziende sanitarie, a cui possano rispondere quanti siano in possesso dei requisiti di cui alli articolo 3 bis del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 pubblicazione a cura della Giunta regionale, sul Bollettino Ufficiale dell'elenco dei soggetti che abbiano risposto al bando e che siano in possesso dei requisiti formali di cui alla lettera a) c) affidamento delle procedure di selezione professionale dei Direttori Generali nell'ambito dell'elenco di cui alla lettera b) e dei connessi adempimenti amministrativi a tre soggetti nominati dai seguenti enti: 1) Regione Piemonte 2) Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S) 3) Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale dell'Università Bocconi di Milano (CERGAS).
d) nomina dei Direttori Generali da parte della Giunta sulla base delle indicazioni delle Agenzie di selezione.
2. I criteri di selezione dei Direttori Generali delle ASO San. Giovanni Battista di Torino, San. Luigi di Orbassano e Maggiore della Carità di Novara sono definiti d'intesa con il Rettore dell'Università. Il processo di selezione dei Direttori delle predette ASO è effettuato secondo le modalità stabilite al comma 1." 3. Le modalità di attuazione della disciplina di selezione e nomina dei Direttori Generali delle ASR sono disciplinate da un apposito provvedimento della Giunta regionale.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei poterlo illustrare e comunque leggere, perché attiene a quella evoluzione culturale che personalmente, con grande umiltà, mi sento di auspicare. Qualora la politica ritenesse di accogliere un emendamento del genere, significherebbe un passo avanti notevole, ma probabilmente siamo ancora un po' indietro.
I commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 della L.R. n. 10 24/1/1995 sono sostituiti dai seguenti: "1. Alla nomina dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie provvede la Giunta regionale secondo i seguenti principi: a) bando di un avviso pubblico di selezione per l'incarico di Direttore generale nelle Aziende sanitarie, a cui possano rispondere quanti siano in possesso dei requisiti di cui all' articolo 3 bis del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 b) pubblicazione a cura della Giunta regionale, sul Bollettino Ufficiale dell'elenco dei soggetti che abbiano risposto al bando e che siano in possesso dei requisiti formali di cui alla lettera a) c) affidamento delle procedure di selezione professionale dei Direttori Generali nell'ambito dell'elenco di cui alla lettera b) e dei connessi adempimenti amministrativi a tre soggetti nominati dai seguenti enti: 1) Regione Piemonte 2) Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S) 3) Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale dell'Università Bocconi di Milano (CERGAS).
d) nomina dei Direttori Generali da parte della Giunta sulla base delle indicazioni delle Agenzie di selezione.
2. I criteri di selezione dei Direttori Generali delle ASO San. Giovanni Battista di Torino, San Luigi di Orbassano e Maggiore della Carità di Novara sono definiti d'intesa con il Rettore dell'Università. Il processo di selezione dei Direttori delle predette ASO è effettuato secondo le modalità stabilite al comma 1.
3. Le modalità di attuazione della disciplina di selezione e nomina dei Direttori Generali delle ASR sono disciplinate da un apposito provvedimento della Giunta regionale".
Il modello proposto riprende una pratica attuata già - non so con quale successo - dalla Regione Puglia. Grazie.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Il tema che il collega Buquicchio propone è un tema sul quale con opinioni differenti abbiamo avuto modo di discutere a seguito della presentazione di un documento da parte del Consigliere Laus del PD.
Ripetutamente la politica cerca di risolvere i contenziosi piuttosto che le doglianze che vengono espresse in ordine alla capacità di nomina e di valutazione dei propri dirigenti apicali, cercando di delegare all'esterno, attraverso l'individuazione di agenzie specializzate, ciò che compete comunque come soluzione finale alla politica stessa, visto che ai sensi della legge n. 502/92 è proprio l'Amministrazione regionale a dover procedere alla nomina dei Direttori generali, quale che sia il processo che ha preceduto la valutazione conclusiva da parte della Giunta.
Ho ovviamente delle opinioni personali sulla questione, così come sono personali le opinioni dei colleghi che propongono tipi di valutazioni differenti da quelle fino a questo momento adottati.
mia opinione personale che il ricorso ai cacciatori di teste non abbia dato, laddove e quando è stato realizzato, risultati significativi come potrebbero ricordare alcuni Assessori delle Giunte precedenti che ricorsero a questo tipo di strumento, seppure parzialmente.
In ogni caso, non ritengo che ci si possa assolvere da una responsabilità che la politica si vede assegnata dalle leggi nazionali.
Ciò che tuttavia mi ha spinto a prendere la parola in maniera positiva sul testo presentato dal Consigliere Buquicchio, non è tanto questo ultimo aspetto, quanto piuttosto una situazione sufficientemente curiosa, alla quale noi assistiamo da quando si è insediata la Giunta Cota, vale a dire la continua riapertura dei termini dei bandi per il reclutamento dei Direttori generali, quasi come se questa Amministrazione avesse a priori in mente quali debbano essere i suoi uomini - continuo a parlare di uomini perché questa è l'accezione con la quale l'Assessore guarda alle funzioni apicali - e come se i suoi uomini dovessero essere ricercati in mondi che ancora non si sono affacciati all'elenco e alla graduatoria dei Direttori generali, e quindi si debba sempre dare più tempo, più tempo e ancora più tempo, ampliando i termini e le scadenze per arricchire questa rosa potenziale fintanto che non si arriverà forse all'individuazione delle persone preferibili o ritenute ottimali.
Questo non mi pare un costume sufficientemente certo rispetto agli aventi titolo, che forse desidererebbero, come avviene in tutte le altre professioni, una volta che sono iscritti in una graduatoria, non vedersi attraversati a pettine da continue riaperture delle graduatorie stesse.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Buquicchio: L'articolo 4 (Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale) è abrogato.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, dovrebbe indicare se con l'emendamento s'intende abrogato l'articolo o il comma 1, perché è indicato solo il numero. Dobbiamo precisarlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

S'intende abrogato l'articolo 4.
Grazie, Presidente, si tratta di un refuso, di un errore e la ringrazio.
Penso che la proposta di abrogazione, da parte della Giunta, dovesse riguardare questo articolo e non il precedente. L'abrogazione in primis poi in subordine ci potranno essere, come è stato preannunciato nell'intervento di ieri dell'Assessore, nuove prospettazioni, che vorremmo comprendere anche meglio.
Riteniamo comunque che, così come è stato impostato - e mi sembra che sul punto siano d'accordo molti altri colleghi, ad iniziare dal Consigliere Reschigna - l'Assessore sia orientato su quel versante. Sarebbe comunque opportuno che ci venga data maggiore cognizione al riguardo.
Riteniamo che così come è stato impostato non segua i principi e le indicazioni del Piano di rientro, il famoso Piano di rientro richiamato più volte, siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute e con il Ministero dell'Economia.
Peraltro, l'emergenza sanitaria territoriale prevedeva l'individuazione di ben quattro centrali operative, in funzione dell'attività sinergica con i rispetti cluster di DEA e Pronto soccorso.
Vorremmo capire meglio dall'Assessore cosa intende fare, al di là di del suo annuncio di accentrare presso l'Assessorato, in ambito di settori o di vicedirezioni (non lo abbiamo ancora ben chiaro). Ci auguriamo possa darci maggiori ragguagli in tal senso, perché l'istituzione di una nuova azienda, invocando la non facile gestione dei vari attori che oggi regolano e governano quel sistema, non sarebbe una giustificazione o una motivazione valida da sostenere, soprattutto perché quelle problematiche non sarebbero sicuramente risolte dalla nuova azienda.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Pentenero, Gariglio, Taricco, Manica, Laus, Stara, Muliere, Boeti, Bresso: L'articolo 4 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale" è eliminato" Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Artesio, Ronzani Taricco, Bresso: L'art. 4 "Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale" è soppresso.
L'emendamento 47) è uguale all'emendamento 56), pertanto verranno illustrati congiuntamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con questo emendamento riproponiamo la stessa richiesta illustrata poc'anzi dal Consigliere Buquicchio.
Chiediamo che venga abrogato l'articolo, perché riteniamo sbagliata la scelta della costituzione di una nuova Azienda sanitaria regionale per il 118. Se la Giunta regionale confermerà le dichiarazioni rese ieri dall'Assessore Monferino all'interno di questa Aula - e noi ce lo auguriamo mi sembra che ormai ci sia un orientamento molto ampio e molto forte all'interno del Consiglio regionale (penso alla cancellazione di questo articolo).
Per questo motivo, chiederei all'Assessore Monferino di esplicitarlo nuovamente, in modo tale da aiutarci nel prosieguo della nostra attività.



PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 56) ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Non sono così mentalmente agile da comprendere l'applicazione del Regolamento, sicuramente perfetta da parte del nostro Presidente, per la quale parliamo di emendamenti su un articolo che, presumibilmente, dovrebbe essere ritirato, stando alle dichiarazioni rese ieri dall'Assessore.
Il merito di questo nostro emendamento - e abbiamo la presunzione di pensare che sia esattamente questo merito ad avere convinto l'Assessore - è l'inopportunità di istituire l'Azienda regionale dell'emergenza territoriale 118, non tanto dal punto di vista del governo delle parti del sistema, che è il punto di vista prevalente della preoccupazione dell'Assessore, ma dal punto di vista del percorso assistenziale del paziente.
Il percorso assistenziale del paziente vede tutte le tematiche dell'urgenza come un continuum garantito nel trasporto da casa all'ospedale; garantito all'interno della gestione ospedaliera nei casi di emergenza nei DEA e nei Pronto soccorso; garantito nell'eventuale malaugurata fase di ricovero ospedaliero e garantito nel rientro a casa.
Ora, per dire un continuum, si deve necessariamente consentire agli operatori di avere la percezione del processo e non semplicemente la padronanza del proprio specifico. Avere la percezione del processo significa poter avere interscambi all'interno del sistema: interscambi di informazione tra personale che opera sul 118 e personale che opera nei DEA e interscambi nell'adozione di protocolli.
Nel primo anno di insediamento di questa Giunta abbiamo avuto un grande corale richiamo all'opportunità di stabilire le reti, perché le reti avrebbero garantito i percorsi e, quanto più fossero stati specializzati i percorsi, tanti più le reti ne sarebbero state consapevoli: come se la rete dell'ictus, la rete dell'infarto e la rete del trauma non fossero mai esistite.
Sono state improvvisamente utilizzate per dimostrare la fondatezza scientifica con la quale questa Giunta compie le proprie scelte.
Evidentemente, però, la rete deve poter parlare un linguaggio unico tra gli operatori, medici ed infermieri che agiscono sul 118 e all'interno delle sedi dell'emergenza ospedaliera, oltre al fatto che possa esserci un interscambio di sedi lavorative tra il personale del 118 e il personale dell'emergenza ospedaliera, perché certamente non possiamo immaginare visto che non vogliamo applicare il turnover e visto che prolunghiamo l'età pensionabile, di avere operatori sanitari perennemente nell'emergenza che saltano da un elicottero ad un'ambulanza, o che non ci possa essere, almeno nello stesso settore dell'emergenza, già carico di tensione, uno scambio tra ospedale e territorio.



PRESIDENTE

Sono accorpati gli emendamenti rubricato n. 33), 47) e 56) perch identici.
I tre emendamenti saranno votati congiuntamente.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dal Consigliere Buquicchio: L'articolo 4 (Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale) è sostituito dal seguente: Articolo 4 (riorganizzazione dell'Emergenza Sanitaria Territoriale 118) 1. Al fine di dare continuità a quanto previsto nel Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze in data 29 luglio 2010, è prevista la riorganizzazione dell'Emergenza Sanitaria Territoriale 118 individuando quattro centrali operative, in funzione dell'attività sinergica con i rispettivi Cluster di DEA e Pronto Soccorso, così determinate: AREA 1 TO: Centrale Operativa di Torino presso la costituenda Azienda Ospedaliera universitaria San Giovanni Battista di Torino, per i tre Cluster Sud, Nord e Ovest di Torino e Provincia.
AREA 2 AL-AT: Centrale Operativa di Alessandria per il Cluster di Alessandria-Asti AREA 3 CN: Centrale Operativa di Cuneo per il Cluster Cuneo AREA 4 NO-BI-VC-VCO: Centrale Operativa di Novara per il Cluster Novara.
2. L'unicità della Azienda Sanitaria di appartenenza amministrativa viene garantita dalla nuova Azienda Ospedaliera universitaria San Giovanni Battista di Torino, in una logica di accorpamento razionale e rispettoso dei criteri di economicità e di clinical governance del soccorso territoriale e dei trasporti protetti in urgenza-emergenza.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
L'articolo 4 è sostituito dal seguente. Questo ovviamente, non solo in subordine, ma perché riteniamo possa essere una proposta non emendativa, ma sostitutiva.
"Al fine di dare continuità a quanto previsto nel Piano di rientro siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e delle Finanze in data 29 luglio 2010 è prevista la riorganizzazione dell'Emergenza Sanitaria Territoriale 118 individuando quattro centrali operative, in funzione dell'attività sinergica con i rispettivi Cluster di DEA e Pronto Soccorso così determinate. Area 1 TO: Centrale Operativa di Torino presso la costituenda Azienda Ospedaliera universitaria San Giovanni Battista di Torino per i tre Cluster Sud, Nord Ovest di Torino e Provincia.
AREA 2 AL-AT: Centrale Operativa di Alessandria per il Cluster di Alessandria-Asti AREA 3 CN: Centrale Operativa di Cuneo per il Cluster Cuneo AREA 4 NO-BI-VC-VCO: Centrale Operativa di Novara per il Cluster Novara.
2. L'unicità della Azienda Sanitaria di appartenenza amministrativa viene garantita dalla nuova Azienda Ospedaliera universitaria San Giovanni Battista di Torino, in una logica di accorpamento razionale e rispettoso dei criteri di economicità e di clinical governance del soccorso territoriale e dei trasporti protetti in urgenza-emergenza".
Questa la nostra proposta.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Pentenero, Gariglio, Taricco, Manica, Laus, Stara, Muliere, Boeti, Bresso: L'articolo 4 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale" è sostituito dal seguente: 4. (Rete regionale dell'emergenza urgenza territoriale) 1. Nell'ambito delle aree di coordinamento sovra zonale di cui all'art. 23 della L.R. 23/2007, è individuata l'Azienda sanitaria e le eventuali strutture di supporto cui fanno riferimento i centri opertivi dell'emergenza urgenza territoriale La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, noi non illustriamo quest'emendamento se l'Assessore conferma l'accettazione degli emendamenti abrogativi dell'articolo 4.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

In realtà, quello che noi proponevamo era di sostituire l'articolo 4 così come era stato presentato, con una proposta che consentisse comunque di definire nel prossimo futuro gli strumenti necessari per coordinare meglio le strutture del 118.
La nostra volontà sarebbe stata quella di portare un emendamento con scritto: "Al fine di garantire la massima efficacia ed efficienza possibile del sistema dell'emergenza e urgenza territoriale, la Giunta regionale entro 90 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento individua, sentite le Commissioni competenti, i necessari strumenti organizzativi".
Con questo verrebbe ritirata la formale proposta della costituzione di un'Azienda 118. La Giunta si riserva di trovare nei prossimi giorni o mesi gli strumenti giusti e più opportuni per coordinare e controllare l'attività del 118.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Se l'Assessore Monferino deposita l'emendamento, lo leggerò con molta attenzione.
Mi permetto di ribadire un concetto. Le questioni organizzative non sono materia di intervento legislativo. Mi sembra che un emendamento siffatto sia inutile. Sul piano dell'organizzazione del sistema 118 credo sia giusto che ci sia il coinvolgimento da parte della Commissione consiliare competente, perché sul tema ha manifestato una certa quale attenzione, ma mi domando se l'ambito di un potenziabile intervento di questo tipo sia dire, in una legge, che entro 90 giorni la Giunta regionale presenterà una proposta organizzativa.
Se l'Assessore Monferino ritenesse di ufficializzare un'ipotesi siffatta, non ha che da seguire una strada, se vuole un mandato del Consiglio regionale: quella di accettare il primo emendamento presentato in ordine temporale, che è quello di abrogazione dell'articolo 4, e di presentare, o esso stesso o i Capigruppo di maggioranza, un ordine del giorno che dica sostanzialmente che entro 90 giorni la Giunta regionale presenterà alla Commissione consiliare competente una proposta organizzativa relativamente al tema dell'emergenza territoriale.
Oggi la discussione sul piano dell'articolo è la discussione se costituire o meno l'Azienda Sanitaria, ma mi sembra che la questione organizzativa non preveda assolutamente, o non possa prevedere, di tirare in discussione la costituzione di una nuova azienda.
Noi siamo contentissimi dell'opportuno coinvolgimento della Commissione consiliare, ma questo emendamento sembra più materia di un ordine del giorno che di una norma di legge.



PRESIDENTE

Se ho ben inteso, Consigliere Reschigna, lei dice che se si discute sull'emendamento 224), possono essere ritirati gli altri emendamenti?



RESCHIGNA Aldo

Parlo per i miei emendamenti, non parlo per altri.
Se la Giunta regionale accoglie l'emendamento, il primo presentato l'emendamento n. 33) del Consigliere Buquicchio, di abrogazione dell'articolo 4 - noi non andiamo più avanti a discutere di questo tema.
Se poi la Giunta regionale, o la maggioranza, ritiene di presentare un ordine del giorno, lo presenti e lo discutiamo volentieri.
Non ha senso che una legge preveda un mandato alla Giunta regionale di riorganizzazione di un servizio, non è un ambito di intervento della legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Può darsi emerga la mia scarsa familiarità con la macchina amministrativa, le leggi, le normative, ecc.
Poiché noi avevamo posto il tema di un'Azienda e cambiando, in modo sostanziale, questa ipotesi cercando uno strumento diverso, (anche una parte dei Consiglieri di maggioranza aveva qualche perplessità sulla soluzione di un'azienda), mi sembrava un'attenzione particolare al Consiglio offrire questo emendamento che sostituisce l'articolo 4.
vero che probabilmente - e qui emerge la mia carenza - questo potrebbe essere ridondante, come peraltro era ridondante l'articolo 13, che abbiamo visto ieri, che prevedeva tutta una serie di normative e che non era necessario inserire in legge, ma ci sembrava una cortesia dare una soluzione diversa da quella della costituzione della società, con una soluzione che ci dava strumenti che avremmo verificato con la IV Commissione sanità.
Non è fondamentale: lascio anche all'eventuale scelta di un emendamento della maggioranza se vogliono presentare il problema così.



PRESIDENTE

L'Assessore ha detto che potrebbe anche accettare l'abrogazione dell'articolo 4, lasciando all'Aula la valutazione, per intervenire poi con atti amministrativi, e non legislativi, sulla realizzazione.
Per proseguire, dobbiamo eliminare ogni equivoco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Non ho avuto tempo né modo di consultarmi con il Presidente di Gruppo Reschigna, per cui lo farò in modo trasparente e non in termini ostruzionistici.
A questo punto, ritengo che sarebbe opportuna una pausa di cinque minuti, per consentire alle opposizioni di riunirsi un attimino. Visto che riguarda la sensibilità di più anime, ritengo doveroso il confronto.



PRESIDENTE

Sospendiamo i nostri lavori fino alle ore 12.30: la maggioranza potrà riunirsi in Sala A, mentre l'opposizione in Sala fumatori. Alle ore 12.30 riprenderemo i nostri lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.11)



(Alle ore 12.30 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta riprenderà alle ore 12.35)



(La seduta riprende alle ore 12.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Accettiamo gli emendamenti (sono più di uno) che propongono l'abrogazione dell'articolo 4.



PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula: il primo emendamento abrogativo rubricato n. 33), è stato presentato dal Consigliere Buquicchio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Condividiamo l'apertura che la Giunta intende fare sull'articolo 4 però bisogna che l'opposizione ci agevoli in questa dinamica e in questo confronto che stiamo svolgendo, credo civilmente, in questi giorni (soprattutto nella giornata di ieri). Noi rileviamo una serie di emendamenti (circa 140) sull'articolo 4 che, a fronte di un ritiro del medesimo, vorremmo che fossero ritirati, sia nella parte dell'illustrazione, che nella parte della dichiarazione di voto. Credo che sia un giusto equilibrio fra la vostra richiesta, che la maggioranza e la Giunta sono disponibili ad accettare, e le nostre posizioni politiche.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste d'intervento sulle comunicazioni dell'Assessore Monferino? Stavo dicendo che l'emendamento rubricato n. 33) del Consigliere Buquicchio propone l'abrogazione dell'articolo 4, così come l'emendamento n. 47) dei Consiglieri Reschigna, Muliere, Lepri, Stara Boeti ed altri, e come l'emendamento n. 56), presentato dai Consiglieri Artesio, Ronzani ed altri. Pertanto, come ho già premesso, andranno trattati insieme. Avevamo interrotto i nostri lavori su richiesta delle opposizioni, affinch potessero confrontarsi su questo tema. Mi sembra che la Giunta abbia comunicato che intende accettare l'abrogazione dell'articolo 4, pertanto propongo che vengano posti in votazione questi tre emendamenti abrogativi in tal modo, andrebbero a decadere gli emendamenti in subordine.
Consigliere Buquicchio non è d'accordo?



BUQUICCHIO Andrea

Preferirei una via più elegante di responsabilità soggettiva, perch così facendo facciamo decadere senza discussione gli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, è inevitabile, poiché questa era la sua prima intenzione. Lei, per primo, chiede di abrogare l'articolo 4. La Giunta, a seguito della sospensione dei lavori, ne accetta l'abrogazione, andando incontro alla sua richiesta.



BUQUICCHIO Andrea

Diciamo che mi ha anticipato a regola di Regolamento.
Io volevo, invece, rispondere...



PRESIDENTE

Comunque va bene, se vuole dare...



BUQUICCHIO Andrea

No, no, va bene così.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33) sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47) sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56) sul quale l'Assessore Monferino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'articolo 4 viene abrogato. Dichiaro quindi decaduti gli emendamento rubricati dal n. 37) al n. 220).
ARTICOLO 4 bis Ripartiamo dall'emendamento rubricato n. 73) del Consigliere Boeti, che propone di istituire l'articolo aggiuntivo 4 bis.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Pentenero, Gariglio, Taricco, Manica, Laus, Stara, Muliere, Bresso: L'articolo 4 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale" è sostituito dal seguente: 4. (Rete regionale dell'emergenza urgenza territoriale) 1. Nell'ambito delle aree di coordinamento sovra zonale di cui all'art. 23 della L.R. 23/2007, è individuata l'Azienda sanitaria e le eventuali strutture di supporto cui fanno riferimento i centri opertivi dell'emergenza urgenza territoriale.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anche questo è un argomento - peraltro, come altri - che, come Partito Democratico, abbiamo affrontato in quest'aula e in queste settimane di discussione, al quale attribuiamo, naturalmente, una grande importanza.
In un momento di difficoltà economica - questo è, certamente, per la Regione e anche per il Paese, un momento di difficoltà economica - pensiamo sia un errore eliminare anche i modelli con i quali i servizi socio sanitari sono stati gestiti fino a questo momento.
In Piemonte, su 56 enti gestori, 40 sono consorzi socio-assistenziali.
I Comuni più grandi come Torino e Asti gestiscono i servizi in proprio, ma Comuni medi e piccoli hanno valutato utile, anche da un punto di vista economico, oltre che da un punto di vista organizzativo, utilizzare i consorzi per la gestione dei servizi socio-sanitari.
La legge che li elimina, che porta il nome dell'ex Ministro Calderoli aveva soprattutto - è all'interno di un provvedimento in materia di risparmio economico - l'obiettivo di economizzare i costi. Il Ministro Calderoli riteneva ci fossero troppi consorzi e troppi enti di gestione quindi persone che venivano pagate; non ritenendo più di pagarle ha inteso eliminare gli stessi consorzi.
Il risparmio economico è stato ottenuto, perché, dal 2010, i componenti del Consiglio d'Amministrazione dei consorzi socio-assistenziali, cioè quell'organismo nominato dai Comuni, non vengono retribuiti; nonostante questo, in rarissime occasioni i Presidenti dei Consigli d'Amministrazione hanno lasciato il loro incarico. Questo vuol dire che le persone che erano state nominate dalle Amministrazioni comunali non avevano l'obiettivo di portare a casa 500-600 euro in più, bensì di prestare il proprio contributo affinché servizi importanti, quali i servizi socio-sanitari, all'interno dei territori nei quali hanno scelto di vivere potessero, in qualche modo continuare.
Ora, l'Assessore Maccanti ha presentato un provvedimento, che l'Assessore sta discutendo nei territori, che propone diverse ipotesi, tra cui l'attribuzione alle ASL. Noi chiediamo di valutare, da un punto di vista amministrativo e legislativo, come i consorzi possono, invece continuare a svolgere il loro servizio.
Sono trascorsi tre minuti, concludo, poi proseguirò. Altri miei colleghi svilupperanno ancora meglio il concetto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Avevamo considerato un po' cruciale la discussione sulle politiche sociali e sulla riorganizzazione del sistema dei consorzi per le ragioni che ora non riprendo, le quali, però, hanno un significato preciso.
L'Assessore intervenendo ieri ha dato una risposta positiva a entrambe le questioni, perché ha impegnato la Giunta a trasferire ai consorzi 110 milioni di euro, prevedendo un meccanismo che incentiva quei consorzi che si mettono insieme e fanno politiche di aggregazione, per le ragioni che non sto qui a riprendere.
evidente che per fare questo i consorzi devono esistere, altrimenti trasferiamo risorse in capo a strumenti che non esistono più, che potrebbero essere soppressi; cioè immaginiamo processi di aggregazione in capo a strumenti che potrebbero cessare di esistere. Allora, secondo me l'emendamento dà una risposta a questa questione.
Nelle more della discussione in sede parlamentare, dove è in corso di approvazione il Codice delle Autonomie locali, che dovrebbe affrontare la questione, ci rivolgiamo alla maggioranza del Consiglio regionale o al Consiglio regionale, ritenendo sia un voto unitario quello che ci accingiamo a spingere, perché tiene in larga misura conto di una spinta che è venuta in questa settimana e in questi mesi da molti amministratori locali: vi chiediamo di approvare un emendamento che ci consente di continuare a fare vivere i consorzi socio-assistenziali, per le ragioni che prima ho ricordato.
C'è una politica che deve essere realizzata: gli strumenti per realizzarla sono i consorzi, evitiamo che si interrompa questa esperienza positiva. La Regione, approvando questa norma, ha la possibilità di far sì che i consorzi possano continuare a vivere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Voglio citare all'Aula e all'Assessore Monferino l'articolo 9 della legge 1/2004, che disciplina i servizi sociali nella nostra Regione: "La Regione individua nella gestione associata, ed in particolare in quella consortile, la forma idonea a garantire l'efficacia e l'efficienza degli interventi..." - omissis - "Per la gestione associata delle funzioni, i comuni adottano le forme associative previste dalla legislazione vigente che ritengono più idonee...". Quindi, pur indicando la gestione associata in particolare quella consortile, il comma 3 lascia ai Comuni la decisione sulla forma ritenuta più idonea, e sottolineo "compresa la gestione associata tramite delega all'ASL, le cui modalità gestionali vengono definite con l'atto di delega".
Quindi, ad oggi, i Comuni hanno la facoltà di potere scegliere la forma ritenuta da loro più idonea. L'unica obiezione è rappresentata dal decreto Calderoli, che esclude che i consorzi possano gestire.
Noi sappiamo che è in corso una disquisizione e sono stati presentati dei ricorsi al Consiglio di Stato e al TAR che, ancora oggi, portano a ritenere possibile la forma del consorzio di servizio. Peraltro, vi è una discussione in sede parlamentare in avanzato stato di definizione - c'è motivo di credere che da qui a pochi mesi possa essere approvata - secondo cui anche questa materia verrebbe ridefinita e riprecisata.
Semplicemente, sapendo che il vero argomento del decreto Calderoli era il costo di queste strutture - argomento che è venuto meno perché, oggi gli amministratori dei consorzi non prendono un centesimo, anzi, lo fanno pro bono o ci mettono del loro; tra l'altro, potendo gli stessi Comuni indicare loro stessi, cioè i Sindaci e gli Assessori, come membri del consorzio alla scadenza, così da eliminare anche l'altra obiezione, secondo cui non vi sarebbe una diretta presenza degli Assessori e dei Sindaci delegando essi altre persone a rappresentare il consorzio - riteniamo che non vi siano ragioni per accelerare questo passaggio - o "trapasso", in senso ironico - e, invece, sia molto più ragionevole e suggeribile mantenere con questo nostro emendamento la situazione attuale, aspettando la conclusione dell'evoluzione legislativa nazionale ed evitando una turbolenza inutile che verrebbe imposta ai servizi sociali.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo non ci sia molto da aggiungere rispetto a quanto espresso dai colleghi; mi permetto solo di portare all'attenzione due brevissime considerazioni.
Per quanto riguarda la prima, siamo in presenza di un iter, peraltro molto tortuoso, ma che sta procedendo a livello nazionale, che, dalle notizie che abbiamo, entro non molti mesi porterebbe all'approvazione della famigerata e tanto attesa Carta delle Autonomie.
Riteniamo estremamente importante questo passaggio, perché, per la prima volta, dopo anni di discussione fornirebbe un quadro entro il quale inserire l'insieme degli strumenti di cui dotiamo le Amministrazioni locali per gestire le risposte alle necessità dei cittadini, sostanzialmente.
Relativamente alla seconda considerazione, in molteplici occasioni l'Assessore Maccanti - e non soltanto - a nome della Giunta ci ha rappresentato un tema che noi riteniamo assolutamente condivisibile, cioè mettere le Amministrazioni locali nella condizione di poter scegliere quale tipo di strumento organizzativo utilizzare per gestire come ritengono più adeguato ed opportuno l'insieme delle politiche con cui affrontare le questioni nella fattispecie sociali.
Anzitutto siamo convinti che lo strumento del Consorzio, se di dimensioni e con adeguata modalità organizzativa, può essere uno strumento importante; crediamo che in molte realtà abbia dato ottima prova di capacità di rispondere ai problemi e quindi crediamo che sarebbe opportuno in questa fase non anticipare i tempi per smontare un soggetto, anticipare i tempi rispetto alla definizione del quadro complessivo. In questo senso questo emendamento ha l'obiettivo di dire: aspettiamo ad avere il quadro definitivo (tra l'altro è in diffusione anche la nostra norma regionale che va ad affrontare questi temi), quindi proroghiamo questo discorso in attesa della definizione quadro.
Poi, avremo il tempo legato alla Carta delle Autonomie e alla nostra norma della gestione delle funzioni associate, quindi crediamo che questo emendamento, andando nella direzione di non imporre niente a nessuno, ma di offrire uno strumento in più, in qualche misura, dovrebbe avere tutti i requisiti per poter essere accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Più volte, durante i nostri emendamenti nella discussione così importante quale è la legge sul Piano Sanitario, siamo tornati sul tema dei consorzi; questo ci rappresenta il fatto che il nostro Gruppo su questo tema ha una particolare attenzione, che credo sia assolutamente motivata considerato il tema e gli argomenti dei quali si occupano i consorzi socio assistenziali.
Siamo convinti che sia necessario trovare delle formule snelle per la gestione di molti servizi fra i Comuni, ma certamente l'esperienza realizzata dai Consorzi all'interno della nostra Regione, dopo l'approvazione della legge n. 1, è un settore che merita particolare attenzione.
Siamo convinti che, con l'approvazione della Carta delle Autonomie, le diverse leggi e i diversi provvedimenti che sono stati approvati sul piano nazionale per la gestione associata delle funzioni comunali troveranno una sintesi sicuramente migliorativa. Nel frattempo, non possiamo immaginare di distruggere - perché di questo si tratterebbe - l'esperienza dei consorzi socio-assistenziali.
Noi dobbiamo immaginare che nel rispetto, ovviamente, delle norme che caratterizzano le competenze di una Regione all'interno del nostro Paese si debbano trovare le soluzioni per garantire una gestione transitoria nell'attesa che il quadro nazionale assuma un contorno, una definizione un po' più chiara rispetto a quello che oggi noi abbiamo, perché certamente ci sono delle dimensioni ottimali all'interno delle quali andare a gestire (peraltro, è già indicato dal Piano precedente). Oggi noi abbiamo la necessità di trovare davvero una norma transitoria.
L'emendamento che oggi presentiamo in questo contesto è un emendamento che va esattamente in questa direzione. Quindi, se c'è coerenza rispetto a quanto espresso dalla Giunta, crediamo che quest'emendamento non possa non essere approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiederei brevissimamente l'attenzione della Giunta, anche se mi rendo conto che state discutendo del tema.
Dal nostro punto di vista, il problema in quest'emendamento non è quello di riaffermare una nostra convinzione sul modello consorzio o unione dei Comuni. Comunque, sul modello forma associativa per la gestione delle politiche sociali.
Noi abbiamo questa convinzione ma, come hanno detto altri colleghi, la legge consente un ventaglio di opportunità e tutte le scelte che fanno i Comuni in tal senso noi le rispettiamo. Il problema è un altro. Oggi abbiamo bisogno di dare un po' di certezza e di sicurezza al sistema. Noi sappiamo che, dopo la vicenda del CISS del Cusio, che è cominciata l'anno scorso, nella primavera di questo anno molti dei consorzi dei servizi sociali hanno la scadenza del rinnovo del Consiglio d'Amministrazione.
Sappiamo che oggi la norma nazionale dice che l'entrata in vigore del decreto Calderoli avviene al momento del rinnovo del Consiglio d'Amministrazione. Sappiamo che oggi la maggior parte del sistema non è pronto ad una sua trasformazione qualunque essa sia, perché in attesa che il legislatore nazionale (in parte anche quello nazionale, ma soprattutto il legislatore nazionale) affronti in modo organico e corretto il tema della riorganizzazione dei poteri locali.
Il tema è la discussione al Senato su cui regge un accordo tra le tre più importanti forze politiche che attualmente ci sono al Parlamento (PD PdL e Lega Nord) sul testo su cui è stato costruito una serie di emendamenti congiunti e sostenuti da tutte e tre le forze politiche.
Noi abbiamo bisogno di trovare una soluzione che consenta al sistema di non andare oggi in tilt, perché significa avere di fronte l'incertezza sulla sicurezza su cui gestisce le politiche sociali. Il nostro emendamento ha questo obiettivo, quello di dare un po' di certezza, di accompagnare questa fase, contando sul fatto che con l'approvazione della Carta delle Autonomie una serie di questioni, che dal nostro punto di vista sono state mal poste, che prevedrebbero lo scioglimento dei consorzi, potrebbero essere valutate in modo diverso.
Attenzione, se non si fa questo va in tilt tutto il sistema. Perché i Comuni che andassero verso lo scioglimento dei consorzi dovrebbero porsi a proprio carico il tema del personale e ciò farebbe uscire quei Comuni immediatamente dal Patto di stabilità. Quindi, è una situazione complicatissima.
Sostanzialmente noi accogliamo una richiesta che è stata presentata durante l'audizione della settimana scorsa da parte del coordinamento regionale dei consorzi in Sala Viglione, dove ci hanno detto di fare una moratoria che ci consenta di aspettare un quadro di certezze che, giusto o sbagliato che sia, a quel punto consentirà a ciascuno di poter fare la scelta migliore. È una moratoria quella che chiediamo.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa l'illustrazione.
Riprenderemo, quindi, con il completamento dell'illustrazione dell'emendamento n. 73). È iscritta la collega Manica.
Ricordo che alle ore 13 è previsto un incontro in Sala Viglione con le RSU dell'Ospedale "Amedeo di Savoia", mentre alle ore 14 in Sala dei Presidenti con la triplice sindacale, sempre sul Piano Sanitario.
I lavori riprenderanno alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



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