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Dettaglio seduta n.191 del 21/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 1007 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Sostegno delle attività di Piemonte in Musica"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1007, presentata dalla Consigliera Pentenero.
Prego, Consigliera Pentenero, ha tre minuti per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Ci sono giunte notizie secondo le quali "Piemonte in Musica" correrebbe il rischio di chiudere.
Voglio solo evidenziare una serie di dati: "Piemonte in Musica" vive in Piemonte dal 1984. I concerti realizzati all'interno della nostra regione solo per l'anno 2011, sono stati 14.000 (siamo partiti con 123 concerti nell'anno 1985).
La Regione, attraverso "Piemonte in Musica", cioè l'Unione Musicale di Torino, copre il 50% degli onorari artistici e la pubblicizzazione del concerto.
Perché consideriamo importante che "Piemonte in Musica" continui la propria attività? Per un semplice motivo: con una cifra, tutto sommato modesta, che la Regione ha da sempre investito (mi pare che ogni anno siano circa 600.000 euro), coinvolgendo i Comuni piemontesi con un meccanismo a rete, che è quello che auspichiamo continuamente all'interno delle nostre attività, riusciamo a garantire la realizzazione di concerti di musica classica e di alto profilo, da un punto di vista non solo artistico, ma anche professionale, su tutto il territorio piemontese.
Poiché una delle accuse che vengono rivolte maggiormente alla Regione è che le attività culturali sono torinocentriche, ritengo che sarebbe davvero una perdita importante e che occorra garantire la presenza di questo progetto, che ho avuto modo di toccare con mano quando svolgevo la funzione di amministratore comunale.
Siamo consapevoli della riduzione delle risorse e pensiamo che, se c'è qualcosa da rivedere all'interno dell'organizzazione, lo si può fare, ma pensiamo davvero che non finanziare questo progetto sia un danno, per il patrimonio culturale della nostra regione, che non possiamo permetterci.
I Comuni non hanno più grandi dotazioni di risorse, ma sono ancora in grado di garantire un numero, anche se più esiguo, di concerti.
Mi piacerebbe davvero conoscere le intenzioni dell'Assessore nei confronti di quest'attività, che riteniamo importante e meritevole di poter continuare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola all'Assessore Coppola, per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Quella di oggi è una giornata difficile per la comunità torinese e piemontese: approfitto per dire che le ultime notizie sembrano positive sembra che gli interventi cui è stato sottoposto il Consigliere Musy siano andati a buon fine, quindi speriamo di poter presto ricordare questo episodio drammatico, inspiegabile e ingiustificabile, come un fatto brutto del passato.
Presidente, mi permetta di ringraziarla, perché l'Ufficio di Presidenza ha consentito che quest'interrogazione a risposta immediata fosse calendarizzata come prima, permettendomi d'essere presente ad un appuntamento, alle ore 15, che avevo fissato da diverse settimane e che non riuscivo a posticipare.
Tra l'altro, ieri, nella gestione, nella logistica, nell'operatività del Consiglio, è successo anche un misunderstanding: noi avevamo risposto ad un'altra interrogazione urgente, che poi è stata ritirata e trasformata in questa, che ha una natura innovativa, poiché è un'interrogazione a risposta immediata che copia e incolla la mozione che avremmo dovuto discutere la settimana scorsa.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

PENTENERO Giovanna (fuori microfono)



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

stata ritirata.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Quindi la mozione è ritirata: questo mi fa piacere, da una parte, ma mi dispiace, dall'altra, perché avrebbe potuto entrare maggiormente, anche in termini temporali, nel merito delle questioni che proverò ad esplicitare oggi.
La Consigliera Pentenero ha parlato della necessità di riorganizzare "Piemonte in Musica" e delle modalità operative di "Piemonte in Musica", ma questo, di fatto, non emerge nella riflessione scritta (sia nella mozione sia nell'interrogazione).
Ritengo sia una vera miopia riflettere su "Piemonte in Musica" ponendo l'accento e l'attenzione esclusivamente su un fattore economico.
Non si tratta della necessità di riorganizzare e definire l'erogazione delle risorse e il loro ammontare: "Piemonte in Musica" è giunto ad un momento importante, che impone agli amministratori e ai gestori indiretti (com'è, a tutti gli effetti, la Regione) di riflettere sulle nuove modalità.
Sono lieto di essere qui oggi (ho fatto davvero il possibile per essere presente), perché ritengo giusto poter dire innanzitutto all'Assemblea regionale, ai colleghi Consiglieri, che non c'è alcuna intenzione o volontà di sopprimere, di chiudere o di negare il sostegno a "Piemonte in Musica".
Si tratta di un progetto della Regione Piemonte e tale rimarrà, anzi, sarà come le dirò tra poco - considerato un elemento ancora più centrale nell'offerta culturale della nostra regione.
Dopo diverse settimane di riflessioni, incontri e discussione all'interno dell'Assessorato alla cultura, e dopo alcuni incontri con i soggetti ai quali abbiamo chiesto di dedicarsi alla riorganizzazione di "Piemonte in Musica", nella giornata di lunedì ho dato mandato agli Uffici di spedire, non ai 300 (ecco qui una precisazione), ma ai 220 Comuni interessati da "Piemonte in Musica", per l'edizione 2011, e ai 250 Comuni interessati, per l'edizione 2010, una lettera che mi appresto a leggerle e della quale le lascerò copia.
indirizzata, per l'appunto, ai Sindaci: "Promuovere, valorizzare e diffondere la cultura musicale sul territorio piemontese rappresenta un obiettivo primario per la Regione Piemonte. Intento che non solo intendiamo confermare, ma sviluppare e favorire con forza per i prossimi anni attraverso un maggiore coordinamento delle attività nel settore dello spettacolo dal vivo.
Il circuito regionale 'Piemonte in Musica', nato nel 1984, cresce come progetto mirato a favorire la promozione diffusa della musica classica sul territorio piemontese e con lo scopo di raggiungere anche realtà molto piccole, fornendo quindi l'indispensabile supporto organizzativo e finanziario.
Nel corso degli anni, il sostegno della Regione Piemonte al progetto 'Piemonte in Musica' si è concretizzato con interventi di carattere molto diversificato, talvolta direttamente incidenti sui costi artistici delle iniziative" - lo ricordava anche lei - "talvolta anche solo con l'assunzione degli oneri relativi alla stampa dei programmi di sala.
Proprio per ribadire la presenza diffusa delle attività musicali direttamente coordinate dalla Regione Piemonte, non è più rinviabile una nuova definizione degli obiettivi, nonché un rinnovamento delle modalità organizzative, operative e amministrative fino ad oggi adottate".
Questa è una richiesta specifica che gli Uffici dell'Assessorato mi hanno sottoposto sin dai primi giorni del nostro insediamento.
"In virtù di queste riflessioni e alla luce degli incontri svolti in questi primi mesi del 2012, abbiamo immaginato una nuova prospettiva per il progetto 'Piemonte in Musica', con il proposito di garantire diffusione dei repertori musicali di qualità, allargare il numero degli enti locali coinvolti, valorizzare le professionalità e creare opportunità di rilievo per i giovani musicisti.
Il fine non vuole esser solo una conferma dell'esperienza di 'Piemonte in Musica'" - che, come ho detto, rimane un progetto prioritario della Regione Piemonte - "ma una maggiore collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, con particolare attenzione alla programmazione e alla distribuzione sul territorio degli spettacoli dal vivo di musica, teatro e danza, e quindi con una conseguente offerta, per i cittadini, più articolata, organica e ricca di opportunità di fruizione.
Nel pieno rispetto dell'esperienza storica, il 'Circuito Teatrale del Piemonte' - fondazione regionale nata nel 2003, che ha tra i suoi scopi statutari quello di promuovere la diffusione dell'arte e della cultura teatrale e musicale, della danza e della cinematografia, anche attraverso l'ideazione e l'organizzazione di rassegne musicali - è il soggetto che naturalmente può realizzare questo obiettivo. Nei prossimi giorni" - ho scritto ai Sindaci - "la fondazione 'Circuito Teatrale del Piemonte' congiuntamente all'Assessorato alla cultura, avvierà i contatti per riaffermare la volontà di proseguire il rapporto di collaborazione con gli enti territoriali e culturali coinvolti in 'Piemonte in Musica', iniziativa di cui si intende ribadire il ruolo essenziale nel sistema complessivo dell'offerta culturale sul nostro territorio già per la stagione 2012".
Quella che le ho letto è, in sostanza, una lettera che annuncia la volontà di riaffermare il progetto "Piemonte in Musica", di garantirlo per l'esercizio 2012 e chiaramente di mettere a sistema non soltanto i Comuni non soltanto i soggetti coinvolti (gli istituti culturali, gli enti culturali interessati, le orchestre, le realtà che erano convenzionate con la Regione), partendo dalla loro esperienza, coinvolgendoli nella programmazione, ma portando ai Comuni la possibilità di offrire ai loro territori e ai propri concittadini il teatro, la musica e la danza. Per dare un numero di riferimento, nel 2011 sono stati erogati circa 626.000 euro più 70.000 euro attraverso le politiche giovanili.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1004 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Anomalie sulla regolamentazione regionale dell'apprendistato"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n.
1004, presentata dal Consigliere Biolé.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in questione nasce da alcune considerazioni che sono state fatte da me personalmente e dal mio Gruppo dopo aver verificato gli attuali paletti che regolamentano il meccanismo relativo all'apprendistato nella nostra regione.
In particolare, c'è stata una variazione rispetto alle nuove regolamentazioni derivate da un atto di indirizzo regionale del 2008 e una determinazione del 2010 in cui in pratica ci troviamo in una situazione, se così si può dire, di conflitto di interessi rispetto alle agenzie che si occupano della formazione e dell'apprendistato.
Come si può evincere dall'interrogazione, il dubbio fa sorgere una domanda da rivolgere direttamente alla Giunta regionale: se è possibile e come intende operare per rivedere questo meccanismo, che vede un palese conflitto di interessi nel ruolo di vigilante assegnato all'agenzia formativa. In più, c'è una situazione che può portare eventualmente a un abuso da parte delle aziende che, godendo di agevolazioni contributive hanno anche la possibilità di utilizzare gli apprendisti per attività produttive a basso costo.
Nel frattempo, alle agenzie formative, per 48 ore di formazione (48 ore che sono state decise dopo le ultime determine regionali), viene corrisposta la stessa quota pro capite ad apprendista che era già stata erogata quando le ore erano 120, quindi ci pare che la situazione sia un po' complessa e quantomeno curiosa. Di conseguenza, abbiamo presentato quest'interrogazione per conoscere gli intendimenti della Giunta rispetto a tale anomalia.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interrogante, Consigliere Biolé, ha fatto lavorare la collega Porchietto, che ha redatto una risposta di cinque pagine. Fornirò le cinque pagine per iscritto, ma siccome devo stare nei termini dei cinque minuti faccio qualche considerazione, naturalmente rimandando l'interrogante alla lettura della risposta, che è molto articolata.
La risposta è basata su alcuni presupposti. Il presupposto numero uno è che l'equilibrio tra la formazione che si fa nelle agenzie formative e la formazione che si completa praticamente nelle imprese è senz'altro un obiettivo su cui tutti siamo d'accordo, ma trovare la giusta interazione e trovare anche il giusto equilibrio è una cosa ancora da definire come protocollo o come modalità definitiva. Ad ogni modo, sono state fatte delle sperimentazioni in provincia di Torino e in provincia di Cuneo, sulla cui base sono state anche elaborate queste modalità di comportamento.
Circa poi il presunto conflitto di interessi tra agenzia formativa e imprese che si avvalgono dei servizi in quanto hanno gli apprendisti, lei vedrà nella risposta che la prendono da lontano, quindi partono dalle considerazioni che fa l'Unione Europea quando definisce il conflitto di interessi in materie di questo tipo: "Difatti, un conflitto di interessi avviene quando un individuo o un'organizzazione sia privata che governativa è in posizione tale da sfruttare le proprie capacità o ruoli o quelli delle persone che lavorano al suo interno sia per obiettivi organizzativi che personali..." ( e via discorrendo nella disamina del caso concreto).
Per quanto riguarda la valutazione degli oneri, quindi dei corrispettivi, nella risposta si fa riferimento a quello che è il ruolo interno ed esterno dell'agenzia formativa. Prima era tutto un ruolo interno e quindi chiaramente forse più controllabile, forse più definibile da un punto di vista spazio-temporale, ma naturalmente in questo caso una parte si fa nell'impresa e allora è chiaro che serve il tutoraggio, tant'è che nella risposta si dice che è stata creata una figura professionale apposita all'interno delle agenzie formative (quindi con un relativo costo) che sovrintende a questa formazione in parte interna e in parte esterna raccordandola.
Naturalmente, è chiaro che siamo in una fase nella quale si andrà a definire il modello a regime, il modello permanente e quindi sono giuste e giustificate tutte le osservazioni e le domande poste. Credo che la ricetta perfetta - lo dico più da esterno che non da Assessore preposto alla materia - debba ancora essere elaborata.
Oggi ho letto sul giornale che, rispetto ad esempio alla tematica degli stage che si fanno in azienda, il Ministro Fornero proponeva di renderli comunque retribuiti sotto un certo punto di vista. Questo non ha niente a che fare con la formazione, ma qualora si volesse pensar male e si pensasse che tutto viene stravolto in un interesse delle imprese che si avvalgono dell'apprendistato, è chiaro che i fattori da combinare sono diversi perché non c'è solo il periodo della formazione e di apprendistato, ma ci sono altre presenze che possono essere garantite in azienda anche nel contesto di altri percorsi formativi.
una materia complessa. Credo che sia stato fatto un notevole sforzo per contro-dedurre a tutte le osservazioni. Ovviamente spero e mi auguro ma ne sono convinto - che la risposta sia stata esaustiva. Poi, per quanto riguarda la condivisione o meno, entriamo nel campo delle opinioni, ed è un altro discorso.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1005 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Tagli al trasporto pubblico locale con particolare riferimento alla tratta Pinerolo-Torre Pellice"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1005, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione vogliamo porre la questione generale del tema dei trasporti, con un riferimento puntuale.
All'interno della nostra interrogazione, abbiamo ripercorso i passi che questa Giunta e anche il Consiglio regionale hanno già discusso, tra l'altro con un Consiglio convocato appositamente sulla questione.
viva da parte di tutti la preoccupazione per quelli che sono appunto i tagli alle risorse del trasporto pubblico locale, che oltretutto determineranno anche lo sfruttamento di nuove quote di traffico verso il trasporto privato, colpiranno con gli aumenti i redditi familiari già magri e, oltretutto, abbiamo sicuramente una ripercussione dal punto di vista ambientale aumentando traffico ed emissioni.
Inoltre, abbiamo il timore che a soffrire di più di questi tagli siano appunto i centri minori, le zone marginali, collinari e montane, dove il servizio di trasporto pubblico svolge un duplice ruolo: di servizio sociale nei confronti della popolazione anziana e di garantire appunto i collegamenti verso i centri maggiori.
Non stiamo a ricordare tutto ciò che è capitato rispetto al rapporto con il Governo nazionale e rispetto anche a quelli che sono stati i rapporti con le varie aziende di trasporto pubblico locale disseminate sul territorio piemontese con i ricorsi al TAR. Tuttavia, vogliamo ricordate una questione specifica che poniamo appunto nel question time di oggi, per cui abbiamo che, da fine gennaio (da quando il gelo aveva causato problemi lungo i binari), la tratta ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice è stata soppressa e Trenitalia non ha ancora chiarito se e quando intenda ripristinarla.
Il Comitato pendolari Torre Pellice-Pinerolo-Torino denuncia la volontà di Trenitalia di sopprimere definitivamente questa linea a partire da giugno 2012 e ricordiamo che nel 2008, l'allora Assessore ai Trasporti Borioli, aveva iniziato a lavorare al progetto del Tram-Treno sulla linea Pinerolo-Torre Pellice, che avrebbe garantito tempi più rapidi, maggiore accelerazione e decelerazione rispetto ai treni, la possibilità di individuare nuove fermate intermedie, guida a vista e la possibilità di sostituire i passaggi a livello automatizzati con la semplice regolazione semaforica. Ma questo progetto sembra essere stato completamente accantonato dall'attuale Giunta regionale.
Quindi, stiamo a chiedere quali azioni si intendano intraprendere per far sì che Trenitalia ripristini il prima possibile il treno che collega Torre Pellice a Pinerolo, mettendo fine agli innumerevoli disagi causati oltre ai pendolari anche a tutti gli abitanti della Val Pellice.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La linea Pinerolo-Torre Pellice attualmente viene svolta dalla società Trenitalia con l'esercizio ferroviario a spola. Il servizio viene completato con servizi automobilistici sostitutivi di competenza amministrativa della Provincia di Torino.
Tuttavia, nei mesi scorsi si sono verificate le soppressioni del servizio a causa della mancanza del materiale rotabile sottoposto a urgenti revisioni, nonché per la difficoltà di circolazione dovuta alle avverse condizioni atmosferiche nel periodo tra fine gennaio e prima metà di febbraio.
S'informa anche attualmente il servizio viene svolto mediante bus perdurando l'indisponibilità del materiale rotabile in manutenzione.
Si fa presente che, rispetto al complesso delle linee ferroviarie o di competenza regionale, la Regione Piemonte sta sviluppando con la società Trenitalia un'attività di riprogrammazione dei servizi basato sull'efficientamento degli stessi.
Questa è la risposta che hanno predisposto gli Uffici.
chiaro che si possono evincere due questioni: anzitutto, quella della propensione verso l'efficientamento del servizio che, tutto sommato, credo sia l'attività che viene svolta principalmente da Regione e Provincia (una sulla ferrovia e l'altra sulla gomma), ma poi, laddove i servizi sono integrati, automaticamente vi è, al di là delle cause pendenti presso le sedi giudiziario-amministrative...



(Scampanellìo del Presidente)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Dicevo che, per quanto riguarda l'efficientamento tra Regione e Province, vuol dire soprattutto predisporre dei servizi molto coordinati.
L'altra questione è quella delle responsabilità di Trenitalia come appaltatore di un servizio. Questo aspetto non è stato approfondito, ma è chiaro che laddove non dovessero ricorrere cause e giustificazioni previste dal contratto a fronte di situazioni anomale, ci devono essere anche le penalità.
Mi sembra che proprio in questi giorni ci siano state precise prese di posizione da parte della Giunta e anche dichiarazioni pubbliche sia dell'Assessore che del Presidente. Anche se, ovviamente, fintanto che non si darà corso a un rinnovamento del materiale rotabile, non ci potrà essere un miglioramento significativo.
Devo dire che nei mesi scorsi abbiamo registrato delle situazioni in cui la rete ha ceduto proprio dal punto di vista strutturale; da come viene esposto qui ,sembra che il problema riguardi sostanzialmente il materiale rotabile, quindi tutto sommato sempre uno stop è, ma è più facilmente rimediabile di situazioni dove occorrono le massicciate ferroviarie piuttosto che le gallerie e le reti, eccetera.
Quindi, diciamo che l'interrogante ha sottolineato una questione di una certa rilevanza e mi sembra che dalla risposta si evinca che sia la struttura sia l'Assessore stiano seguendo la vicenda in modo adeguato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1000 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Crisi CSEA: quali prospettive?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1000, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ho posto quest'interrogazione la cui urgenza è assolutamente evidente scorrendo le cronache dei quotidiani delle diverse realtà territoriali e anche le cronache degli incontri istituzionali e sindacali.
Il tema è noto. CSEA versa in una gravissima crisi che sembra essere essenzialmente una crisi di liquidità, ma anche di competenza. Tale crisi rende assolutamente oscuro il futuro dal punto di vista degli investimenti nell'ambito della formazione professionale, ma anche incerti i completamenti dell'anno formativo in corso per gli studenti iscritti compresi quelli tenuti all'obbligo formativo, e assolutamente nebulosa la situazione occupazionale dei docenti impiegati nei centri CSEA.
Recentemente, le Amministrazioni coinvolte (Provincia e Comuni, in primis, ma ai tavoli è seduta anche la Regione) si sono occupati immediatamente della situazione contingente, senza però trovare, almeno alla cronaca odierna, delle soluzioni concrete, ovviamente, prospettando tutti la ricerca di una soluzione per il futuro, ricerca che sembrerebbe richiedere una somministrazione straordinaria di risorse.
Avendo ripetutamente letto le dichiarazioni dell'Assessore Porchietto mi sembra di poterle riassumere in questi termini: c'è l'interesse e la disponibilità della Regione - perché si tratta di un patrimonio formativo importante - ma per articolare una generica disponibilità politico istituzionale occorre conoscere più dettagliatamente quale sia la reale condizione economica (cioè quale sia l'ammontare di questo "buco finanziario") e, in questa direzione, quale potrebbe essere il reimpegno della parte pubblica del Consorzio CSEA.
Dunque, proprio perché le questioni si aggiornano quotidianamente, il mio quesito è volto a conoscere lo stato dell'arte e una prima valutazione delle possibilità regionali in direzione della soluzione di questa grave crisi.



PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione presentata dalla Consigliera Artesio si comunica quanto segue.
In data 12 marzo 2012, con protocollo n. 14560/DB15.00 sono stati chiesti al rappresentante legale di CSEA i seguenti documenti: copia degli atti dai quali si evincano le decisioni e il mandato della liquidazione copia del bilancio provvisorio dell'ente alla data odierna e delle analisi condotte a seguito dell'attività svolta dagli incaricati della recente due diligence informazioni puntuali circa la prosecuzione dei corsi in tutte le sedi regionali, al fine di valutare il permanere dell'affidabilità economico finanziaria dell'Ente e degli altri requisiti dell'accreditamento regionale.
Si è inoltre comunicata l'intenzione della Regione di realizzare un ulteriore controllo presso le sedi CSEA, mirato a verificare la reale situazione economico-finanziaria.
Ad oggi, tali informazioni non sono ancora pervenute. Da incontri con il liquidatore, nominato il 6 marzo ultimo scorso, si evince che la situazione finanziaria rileva una fortissima criticità e i lavoratori hanno dichiarato di prolungare lo sciopero fino a venerdì 23 marzo 2012.
La Regione, la Provincia di Torino e la Provincia di Vercelli si sono impegnate a garantire nel più breve tempo possibile i controlli necessari ad evidenziare i saldi eventualmente positivi che possano ancora essere versati a CSEA relativamente alle annualità 2009-2010 e 2010-2011.
Ad oggi, tali controlli non sono ancora iniziati, in quanto lo sciopero dei dipendenti ha impedito alla società incaricata del controllo di accedere alla documentazione. La principale preoccupazione della Regione Piemonte è garantire agli utenti il proseguimento delle attività didattiche sino alla conclusione del corrente anno formativo, con particolare riferimento ai percorsi per l'assolvimento dell'obbligo d'istruzione, e si attiverà, di conseguenza, con tutti gli strumenti necessari di concerto con le Province interessate.
Il liquidatore ha chiesto nel tavolo di crisi del 19 marzo ultimo scorso qualche giorno per definire completamente la situazione finanziaria e verificare se esista la possibilità di portare l'Ente ad un'amministrazione straordinaria o se il fallimento sia l'unica strada perseguibile. Entro la settimane tale decisione dovrà essere presa e si procederà di conseguenza per garantire agli utenti di poter tornare a scuola e ai dipendenti la massima tutela possibile.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 999 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Interventi a favore della tutela dei celiaci"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 999, presentata dal Consigliere Buquicchio, che la illustra.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione perché all'interno della bozza di lavoro per il Patto per la salute 2013-2015, allo studio della Conferenza delle Regioni, è contenuta una proposta di tagli alle esenzioni cui oggi hanno diritto i malati cronici. Tra questi, gli oltre 122.000 affetti da celiachia in Italia, e più di 8.000 nel solo Piemonte.



(Brusìo in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Lei riesce a sentire, Assessore?



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Sì, sì.



BUQUICCHIO Andrea

Bene. L'allarme è stato lanciato qualche settimana fa dall'Associazione Celiachia Italiana, fortemente preoccupata per il contenuto della proposta all'interno del Patto; preoccupazione che in un certo senso mi permetto di girare a lei, Assessore, per ricevere rassicurazioni in merito alla tutela dei malati di celiachia cui è riconosciuto, per legge, come lei m'insegna il diritto all'erogazione gratuita di prodotti dietoterapici senza glutine essenziali, in assenza di terapia medica, ad evitare gravi complicanze alla salute di questi malati.
L'accordo tra Stato e Regioni, che includerebbe fra le cosiddette azioni prioritarie anche l'introduzione di nuovi ticket per una maggiore sostenibilità del sistema sanitario, rischia di mettere in seria discussione la salute di questi malati.
Le preoccupazioni dell'Associazione Celiachia Italiana si fondono sul paventato rischio che salti il buono...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma, visto il brusìo, credo che l'Assessore Monferino abbia difficoltà ad ascoltare il collega.
Grazie.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dicevo, le preoccupazioni dell'Associazione Celiachia Italiana si fondono sul paventato rischio che salti il buono per l'acquisto dei prodotti senza glutine. Parliamo, come lei ben sa, di prodotti salva vita.
Le chiedo, dunque, quale sia la situazione a suo sapere e che cosa intenda fare la Giunta, per quanto di sua competenza, per poter ovviare a questo grave rischio. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Confermo che l'erogazione gratuita dei prodotti senza glutine a tutti i soggetti affetti da malattie celiache è stabilita dalla legge n. 123 del 4 luglio 2005 e dal decreto del 4 maggio 2006, ed è uno dei livelli essenziali di assistenza previsti a livello nazionale, tenuto conto del fatto che tale patologia è stata riconosciuta come malattia sociale.
L'attenzione dimostrata nel corso degli anni dalle istituzioni, sia a livello nazionale che regionale, nei confronti dei cittadini affetti da questa patologia, tenendo conto delle complicanze della stessa se non trattata con una dieta adeguata, dovrebbe garantire anche per il futuro il mantenimento della gratuità dell'erogazione di prodotti senza glutine.
Per la verità, non avevo sentito mettere in discussione la questione.
Avevo udito, nelle riunioni romane, ventilare ipotesi del tipo "perché non facciamo pagare la differenza tra il cibo normale e quello specialistico per celiaci, che, ovviamente, ha un costo superiore?". Dunque, per giustizia verso tutti gli altri cittadini italiani, qualcuno sostiene che sarebbe più corretto far pagare la differenza e dare gratuitamente il costo di tale differenza. Ad ogni modo, si tratta di ipotesi e opinioni personali che ho raccolto nelle riunioni romane quando si parlava del nuovo Patto della salute.
Per quanto mi risulta, noi continuiamo a mantenere i livelli essenziali di assistenza per i celiaci e non vi è, al momento, alcuna ipotesi di modifica di quello che, peraltro, è previsto da legge nazionale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1002 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Accordi per la ricollocazione del personale della Casa di Cura privata Villa Cristina"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1002, presentata dal Consigliere Boeti, che ha la parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

La illustro brevemente, perché si tratta di un'interrogazione che ho presentato qualche tempo fa ma, essendo il nostro Gruppo numeroso e avendo più interrogazioni, ho lasciato il posto ad altri Consiglieri che ritenevano che le loro fossero più urgenti. Questa è arrivata quindi dopo l'interrogazione della Consigliera Cerutti cui mi pare che l'Assessore abbia già risposto: non l'ho ritirata perché tanto l'avevo depositata e quindi, Assessore, faccia che spiegare anche a me come stanno le cose.
Vorrei capire a questo punto com'è la situazione, cioè se i cento lavoratori di Villa Cristina sono in cassa integrazione o sono in mobilità che prospettive ci sono (soprattutto per la riapertura eventuale dell'attività che Villa Cristina ha svolto fino a questo momento) e, in caso contrario, quali sono le prospettive per questi lavoratori: se, per esempio, si prevede il transito verso società, cooperative o aziende che potrebbero svolgere il lavoro che Villa Cristina ha svolto fino a questo momento.
Con l'occasione, Assessore, mi piacerebbe sapere chi sta facendo in questo momento quel lavoro.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Confermo quanto avevo già risposto alla Consigliera Cerutti.
La situazione è la seguente: i dipendenti di Villa Cristina sono in cassa integrazione fino alla fine di aprile, data fino alla quale è stata concessa l'autorizzazione per la cassa integrazione. Noi abbiamo due soluzioni al momento aperte. Forse avete notato che la settimana scorsa sono passate un paio di deliberazioni che aumentavano il budget di due case di cura private che, tramite quest'aumento di budget, si sarebbero fatte carico, da subito, dell'assunzione di una parte del personale di Villa Cristina; se non ricordo male il totale è una ventina di persone circa che operavano in Villa Cristina.
Restava ancora il problema dei circa 80 restanti, sul totale dei 100 dipendenti: gli 80 restanti sono quelli che sono in cassa integrazione fino alla fine di aprile.
Ci sono due soluzioni...



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Scusate: siamo in seduta di question time, per la quale non serve il numero legale; occorrono però le condizioni minime per lavorare.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Dicevo che gli 80 restanti sono in cassa integrazione autorizzata fino a fine aprile che potrebbe eventualmente essere rinnovata; in ogni caso per ora è così.
Sappiamo di una trattativa di acquisto di Villa Cristina da parte di un operatore privato che avrebbe confermato, in caso di successo del suo processo di acquisizione, l'assunzione di tutto il personale che oggi opera in Villa Cristina ma attualmente in cassa integrazione, dal 1° maggio in avanti.
Ci dicono che le trattative sono a buon punto che il processo di due diligence è in corso e sembra procedere bene. Tutto confermerebbe, quindi l'opzione che entro il mese di aprile si concluda l'atto di acquisto della Società Villa Cristina.
Se questo avviene, il problema decade immediatamente da solo. Se per qualche motivo non dovesse avvenire, noi abbiamo preparato una soluzione alternativa, collegandoci alla necessità di dover provvedere a rinforzare i nostri Dipartimenti di salute mentale, per farci carico dei famosi OPG cioè la parte giudiziaria che viene passata alle Regioni. Noi dovremo quindi farci carico dei detenuti in strutture che li seguano: appunto, le OPG. Siccome in Regione non abbiamo nulla di strutturato per farci carico di questo tipo particolare di detenuti, che necessitano di cure mentali stiamo organizzando delle strutture ad hoc che dovranno occuparsene. E pensavamo di utilizzare il personale di Villa Cristina, che è il più simile o vicino alle professionalità necessarie per questo tipo di attività, in questo tipo di lavoro che si organizzerà in strutture pubbliche.
Si tratta quindi di un progetto alternativo che, se non dovesse andare in porto la soluzione di acquisto di Villa Cristina, potrebbe consentirci di reimpiegare il suo personale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 998 presentata dal Consigliere Cantore, inerente a "Situazione De Tomaso" (risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1006 presentata dal Consigliere Mastrullo, inerente a "Graduatorie inserimento anziani in strutture accreditate nel distretto del Verbano" (risposta scritta)


PRESIDENTE

I lavori proseguono con l'interrogazione a risposta immediata n. 998 presentata dal Consigliere Cantore e l'interrogazione a risposta immediata n. 1006, presentata dal Consigliere Mastrullo.
Entrambi gli interroganti danno conferma di voler accogliere la risposta in forma scritta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1001 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Grave ritardo nel pagamento delle spettanze dovute alla Cooperativa Animazione Valdocco da parte delle ASL TO1 e TO2"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1001, presentata dal Consigliere Reschigna, che ha la parola per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione affronta un tema specifico e vuole porre nuovamente all'attenzione della Giunta un tema più complessivo.
Il tema specifico è la situazione che ci è stata denunciata nel corso di questi giorni da parte della Cooperativa Valdocco, che vanta crediti per circa 8 milioni di euro da parte di un'ASL della città di Torino e che, con la situazione ormai fortemente esposta che sta vivendo e che è stata denunciata ripetutamente, sta entrando in una condizione di grandissima difficoltà.
Più in generale, il tema che riporteremo all'attenzione dell'Aula anche all'interno di un ordine del giorno che è stato depositato ieri da parte della collega Pentenero, è la forte esposizione che il sistema sanitario e delle politiche sociali ha in questo momento nella nostra regione nei confronti della cooperazione sociale, che rischia di mettere il sistema della cooperazione sociale in condizioni di grandissima difficoltà e di crisi; oltre alle altre difficoltà, le ragioni delle quali sono a noi ben note.
Con questo question time poniamo l'attenzione su quella situazione specifica, chiedendo un intervento e una valutazione da parte della Giunta regionale. Più in generale, con l'ordine del giorno che discuteremo in una delle prossime sedute, poniamo il tema nella sua complessità, che riguarda un numero consistente di cooperative all'interno della nostra regione che stanno obiettivamente incontrando una condizione di grandissima precarietà.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sul tema specifico, abbiamo chiamato in data odierna le due Aziende sanitarie responsabili del pagamento ed entrambe si sono dichiarate disponibili e a tentare di risolvere immediatamente le criticità, iniziando quindi ad avviare i pagamenti.
Precisiamo anche che ad entrambe le Aziende in questione è stata garantita una somma mensile di cassa superiore a quella che abbiamo erogato nell'anno passato, considerando che non pensiamo di aumentare le spese complessive del nostro sistema sanitario. Questo dovrebbe consentire loro di coprire l'andamento corrente e - a piccoli step - recuperare gradatamente gli arretrati dei pagamenti.
In termini generali - e prima o poi varrebbe la pena approfondire il discorso, magari in una IV Commissione ad hoc - in questo momento il sistema sanitario ha pagamenti medi vicini ai 300 giorni; o, insomma, ci stiamo avvicinando a quella cifra. Questo è il frutto di una serie di problematiche che sarebbe bene approfondire in una riunione ad hoc.
abbastanza complesso e ci abbiamo impiegato anche un po' di tempo per capire il perché di questa continua scalata di termini di pagamento. Nasce da due problematiche: dal fatto che i trasferimenti dallo Stato alle Regioni non sono mai al cento per cento in prima battuta ma sono sempre tra il 98% e il 99%. E parlando di cifre dell'ordine di otto miliardi, lei capisce che anche quel 2% che viene rimandato all'anno dopo o ai due anni successivi, alla fine si cumula e costituisce un battente non irrilevante di liquidità che manca al sistema.
La stessa prassi è stata applicata dalla Regione da qualche anno quindi il problema non è freschissimo e, d'altra part, non si raggiungono i 300 giorni di pagamenti se non con anni di una pratica. La stessa cosa ha fatto la Regione nei confronti della sanità, che trasferiva queste somme alle Aziende sanitarie. Cumulando tutti questi passaggi, in questo modo abbiamo costruito un battente di ritardati pagamenti che ci ha portato dai 60, 90 e 120 giorni ai quasi 300 giorni attuali.
Senza entrare nel dettaglio in questo momento, che richiederebbe maggiori spiegazioni, quello che stiamo cercando di fare è di avere un trasferimento mensile che noi diamo alle nostre Aziende sanitarie leggermente superiore alle necessità delle Aziende di ogni mese: una decina di milioni in più al mese circa. Questo per poter recuperare nell'arco di due-tre anni, con recuperi parziali dei tempi di pagamento arretrati, una condizione normale di termini di pagamento.
Questo è quello che stiamo cercando di fare.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1003 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Ritardi nei pagamenti all'AVIS"


PRESIDENTE

Concludiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1003 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Com'è scritto nell'interrogazione, noi abbiamo riportato una serie di informazioni che sono apparse a mezzo stampa, che lamentavano a nome dell'AVIS, l'associazione dei donatori del sangue, direttamente all'Assessorato alla sanità regionale - quindi saranno arrivate anche a mani dell'Assessore Monferino - alcune criticità riguardanti il servizio.
Innanzitutto un ritardo medio dei pagamenti di circa cinque-sei mesi il fatto che per il 2010 non fossero state applicate sulle quote di rimborso della raccolta delle sacche gli aumenti previsti dalla convenzione tra Regione ed associazione relativi all'andamento della media dei prezzi ai consumi secondo l'ISTAT, e la non completa erogazione a novembre 2011 di tutti i rimborsi straordinari riguardanti i fondi per la sicurezza e il controllo nella raccolta delle emosacche. Era pari a 258 mila euro, per cui a febbraio 2012 ancora rimanevano da pagare 129 mila euro.
In un successivo articolo, sempre uscito su alcuni giornali di edizioni locali del 18 febbraio 2012, si sottolineava che circa 200 tra medici infermieri e dipendenti dell'AVIS rischiavano di restare senza stipendio proprio perché la Regione non garantiva il pagamento dello stipendio a fine febbraio, tendenzialmente pagato intorno al 26-27 febbraio.
Dalle segnalazioni che ci sono pervenute risulta che la situazione non è ancora stata risolta. La somma necessaria per gli stipendi dei 200 medici, infermieri e dipendenti ammonta a circa 300 mila euro e ricordiamo che, essendo alcuni medici dei liberi professionisti che fatturano le prestazioni svolte, è possibile che si inizino a perdere da subito questo numero di medici, che non è dipendente dalla struttura stessa e che quindi probabilmente non intenderebbe lavorare a gratis.
Quindi, queste criticità, cioè i ritardi nei pagamenti che erano oggetto anche di un'interrogazione precedente cui in parte l'Assessore Monferino ha risposto come discorso generale, vanno a colpire un'attività importante come quella dell'AVIS, soprattutto molto fruttuosa dal punto di vista della raccolta di sangue che - lo ricordo - è una delle prestazioni più richieste in ospedale sia per interventi di pronto soccorso, trapianti interventi chirurgici, sia anche per alcune neoplasie ematologiche oppure altri tipi di malattie.
Pensiamo che debbano essere tenute in grande considerazione le criticità che sono state sollevate e chiediamo all'Assessore Monferino se ci fa conoscere, riguardo a dette criticità e ai ritardi nei pagamenti qual è la situazione ad oggi e quali iniziative saranno prese dall'Assessorato per cercare di non farle ripetere in futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Non è polemica la mia, ma se volessimo parlare di ritardati pagamenti e fare interrogazioni su ritardanti pagamenti, credo che per ognuno dei 10.000 fornitori del sistema sanitario potremmo fare un'interrogazione analoga e parlare dello stesso tipo di problema.
Per il problema specifico le evito la lettura di tutta la relazione che ci ha fatto l'OIR-Sant'Anna, che ci racconta la storia.
Quello che le dico è che abbiamo anticipato subito al Sant'Anna, che ha liquidità zero in questo momento per problematiche legate alla non restituzione di un prestito dal San Paolo. È un discorso molto complesso che richiederebbe molto tempo e non credo che valga in questa sede approfondirlo.
Quindi, sono rimasti senza liquidità. Noi stiamo alimentando il Sant'Anna con un milione e 400 mila euro che serviranno proprio a fare fronte alle problematiche più urgenti di pagamento, compreso anche il pagamento all'AVIS. Questo per il caso specifico.
Se vuole i dettagli, le fornisco la relazione e non aggiungo molto valore se le racconto tutto quello che c'è scritto.
Quello che è chiaro però è che potremmo fare tutti i giorni diecimila interrogazioni analoghe a queste, perché quando abbiamo 300 giorni medi di pagamento, considerando che ci sono dei fornitori che vengono pagati a 30 giorni, alcuni a 15 - parlo ad esempio delle farmacie che presentano a piè di lista le loro fatture tutti i mesi e tutti i mesi dobbiamo pagarle perché queste sono previste dai contratti nazionali - lei capisce che se qualcuno è pagato a 15 giorni e abbiamo pagamenti medi a 300 giorni, vuol dire che alcuni dei nostri fornitori sono pagati a due anni o tre anni.
La situazione è veramente estremamente critica. Se abbiamo ritardi dei pagamenti di tre anni, vuol dire che la storia nostra di alimentare liquidità nei confronti del sistema sanitario è una storia di anni, perch non si costruiscono situazioni critiche di questo tipo in tre mesi, sei mesi o nove mesi.
una prassi che è invalsa nel nostro sistema, che ho cercato di accennare con l'intervento precedente, che ha creato la situazione che abbiamo.
Questo probabilmente è il motivo per cui varrebbe la pena affrontare in modo più approfondito l'argomento complessivo. Che poi non è altro che un altro modo di raccontare l'enorme criticità economico-finanziaria di tutto il sistema sanitario nostro. Questa è la realtà della situazione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.53 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 20 marzo 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Bresso, Cota e Giordano Il numero legale è 28.


Argomento:

b)Manifestazione organizzata dall'associazione "Libera" davanti a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Comunico e ricordo che alle ore 18.30 davanti al Palazzo della Regione in Piazza Castello c'è la manifestazione organizzata dall'Associazione "Libera" riguardo la lettura dei nomi delle vittime del terrorismo. La stessa manifestazione che si è svolta l'anno scorso a Palazzo Lascaris.
Quindi, i colleghi interessati saranno coinvolti nel leggere i nomi delle vittime.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Varie

Solidarietà espressa dal Consiglio regionale nei confronti del Consigliere comunale della Città di Torino Alberto Musy


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Voglio rinnovare i sentimenti al Gruppo consiliare, e al Partito dell'Unione di Centro, per il ferimento del Capogruppo dell'UDC in Consiglio comunale a Torino.
Anche se la natura e la ragioni di questo fatto sono ancora oggetto di valutazioni e di indagine da parte delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria, qualunque sia il movente, è una situazione assolutamente preoccupante e grave che richiede il massimo impegno da parte della comunità, compreso il Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Consigliere.
Stamani sono venuto a conoscenza di questo vile attentato ad un nostro collega, l'avvocato Musy. Ho già espresso ai colleghi dell'UDC, non conoscendo il Consigliere Musy di persona, la solidarietà del nostro Gruppo, ma credo di tutto il Consiglio regionale, come ho già sentito, per questo attentato, che ha colpito un esponente politico.
Speriamo che dietro a quest'avvenimento non vi siano matrici o moventi di tipo politico, anche se il fatto rimane ugualmente ed estremamente grave.
Allo stato attuale non possiamo che confidare che vengano avviate rapidi indagini e che venga fatta assoluta chiarezza su questo episodio.
Nel contempo, esprimiamo la nostra solidarietà alla persona interessata sperando che tutto vada bene, da un punto di vista sanitario, ed esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia dell'interessato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Le dinamiche e le ragioni di questo vile agguato non si conoscono e quindi non possiamo anticiparle, ma qualora abbiano il sapore di un'azione di carattere politico, la condanna deve essere unanimemente forte.
In un momento del genere c'è una strana coincidenza: ieri è stata approvata la riforma sul lavoro, quindi non è volersi arrampicare sugli specchi a pensare male. Mi auguro che gli investigatori possano giungere a qualcosa di concreto e al più presto possibile, ma sicuramente ci troviamo qualora fosse avallata l'ipotesi da me avanzata, di un momento di estrema gravità.
Uniamoci tutti contro qualsiasi azione di violenza, perché non è tollerabile, soprattutto in un momento di tensione sociale come questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico, così come ho fatto in sede di Conferenza dei Capigruppo, che stamattina, dopo le prime notizie, ho fatto pervenire al professor Musy e alla sua famiglia un messaggio di solidarietà e di vicinanza dell'intero Consiglio regionale e mio personale, oltre un messaggio di solidarietà e di vicinanza dell'intero Consiglio regionale attraverso le agenzie di stampa.
Il Presidente della Regione si è recato personalmente all'ospedale presso il quale il professor Musy è ricoverato, per accertarsi del suo stato di salute.
Credo che il calore, l'affetto, il rispetto e la vicinanza dell'intero Consiglio gli potrà pervenire anche dalle testimonianze di chi ha preso la parola e di chi si associa, magari senza intervenire.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Lei ha già detto in pratica tutto, ma anche come gruppo della Lega Nord ci associamo alla vicinanza.
Ringrazio lei e il Presidente Cota per aver già fatto pervenire questi messaggi alla famiglia. Siamo sicuramente vicini alla famiglia.
Personalmente ho conosciuto in Consiglio comunale lo scorso anno il Consigliere Musy: una persona assolutamente mite, pacata e tranquilla quindi siamo vicini a lui. Siamo contenti che dalle ultime notizie sembra essere fuori pericolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente mi unisco anche a nome del Gruppo.
Siamo rimasti stupiti di questo evento e siamo umanamente vicini al Consigliere Musy, alla famiglia e ai collaboratori. Naturalmente, non essendoci alcuna ipotesi in questo momento, credo sia importante attendere le prime ipotesi degli inquirenti, ma, al di là di tutte le cause e i moventi che potranno venire fuori, è assolutamente piena la condanna ad un gesto del genere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche noi ci uniamo alla solidarietà. Esprimiamo sgomento rispetto ad un atto così brutale e ci auguriamo che a breve si chiarisca il movente.
chiaro che in questo momento fare altre ipotesi sarebbe del tutto prematuro. Al momento, la questione più importante è che Alberto Musy sia fuori pericolo e che possa ritornare alla vita normale e amministrativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Intanto la ringrazio, Presidente, perché con la sua comunicazione tempestiva e con l'annuncio dato in Consiglio ci ha rappresentati tutti.
Personalmente, e congiuntamente all'ex Consigliere Bossuto, impegnato in campagna elettorale per il Comune di Torino, ho avuto modo di frequentare e di conoscere personalmente il contenuto del lavoro politico e della proposta programmatica del Consigliere Musy. Come Gruppo Federazione della Sinistra ci siamo associati nel formulare gli auguri alla famiglia. Il primo auspicio di tutti, dalla comunità politica a quella dei singoli cittadini, è che le condizioni di salute possano essere prontamente ripristinate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anch'io la voglio ringraziare per essere intervenuto prontamente a nome di tutto il Consiglio regionale questa mattina. Mi associo agli auguri nei confronti del collega, come collega del Consiglio comunale di Torino che conosco bene e con cui c'è un buon rapporto. Devo dire che il grande sconcerto di questa mattina è stato ulteriormente rafforzato proprio dalla conoscenza personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Formagnana; ne ha facoltà.



FORMAGNANA Michele

Grazie, Presidente.
Volevo anch'io ringraziarla per il suo intervento puntuale e tempestivo in occasione di questo tragico evento.
Voglio anch'io esprimere solidarietà personale al Consigliere e alla famiglia, sperando, ma aspetteremo gli eventi, che non siano di carattere politico. È chiaro che se fossero tali sono da condannare nella maniera più assoluta.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 174, inerente a "Disposizioni in materia di organizzazione del servizio sanitario regionale"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame del disegno di legge n. 174, di cui al punto 4) all'o.d.g., con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana di ieri, martedì 20 marzo, all'articolo 2 sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 12, 44, 45, 43, 16, 15 e 14.
iniziata l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 41), con gli interventi di illustrazione dei colleghi Lepri, Reschigna e Bresso.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire sull'emendamento 41)? Non essendoci altri interventi, passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Lepri, Laus, Ronzani, Muliere, Placido, Motta Angela, Manica, Bresso Artesio, Pentenero, Gariglio, Buquicchio: Il comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale" è soppresso I Consiglieri Boeti e Reschigna lo danno per illustrato.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Lepri, Buquicchio Stara, Boeti, Pentenero, Gariglio, Laus, Bresso, Taricco, Manica, Ronzani Muliere, Placido: All'articolo 2 (modifiche alla legge regionale 18/2007) del disegno di legge 174, il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. L' articolo 23 della 1.r. 18/2007 è sostituito dal seguente: Art. 23 - (Forme di coordinamento sovrazonale e di integrazione funzionale dei servizi) 1. Ai fini di conseguire il miglior livello di efficacia sanitaria ed efficienza organizzativa, la Giunta regionale individua i servizi amministrativi, logistici, tecnico-economali, informativi, tecnologici e di supporto le cui funzioni vengono programmate ed espletate a livello di area di coordinamento sovrazonale.
2. Le aree di coordinamento sovrazonale sono quattro, così individuate: a) provincia di Torino b) provincia di Cuneo c) province di Alessandria e Asti d) province di Novara, Vercelli, Biella e VCO.
3. L'esercizio, a livello sovrazonale ovvero in forma aggregata, delle funzioni di cui al comma l si realizza secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta regionale.
4. La Giunta regionale individua altresì, sulla base di analisi epidemiologiche che evidenzino situazioni a forte valenza territoriale, le funzioni sanitarie da espletarsi a livello di area.
5. Per l'esercizio della funzione di programmazione socio sanitaria regionale, la Giunta regionale può individuare ambiti territoriali sovrazonali allo scopo di garantire in modo integrato l'assistenza ospedaliera, territoriale e la prevenzione. La Giunta regionale può altresì individuare altre modalità per l'esercizio della funzione di programmazione socio sanitaria regionale.".
La parola al Consigliere Lepri, per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Non vedo l'Assessore; in ogni caso la proposta è semplice: modifichiamo le aree di coordinamento sovrazonale, che nella proposta arrivata in Aula sono sei, portandole a quattro e prevedendone una sola per la città di Torino.
una proposta che va nel senso di razionalizzare e risparmiare. Ci piacerebbe che, al di là della disattenzione che regna sovrana in quest'Aula, ci fosse attenzione e approfondimento almeno su alcune questioni importanti, come quella che ora ho ricordato.
Mentre nelle altre aree vaste è difficile accentrare e fare massa critica (ci riferiamo a Cuneo, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli, Biella e VCO, che quindi restano come autonome aree di coordinamento sovrazonale) è possibile prevedere un'unica area di coordinamento sovrazonale nella provincia di Torino, pur mantenendo le tre reti ospedaliere.
Pertanto, il senso dell'emendamento complessivo, al di là di quanto ho ora illustrato, è il seguente: proponiamo di ridurre a quattro le forme di coordinamento sovrazonale, mantenendo le sei reti ospedaliere, così come sono contenute nella proposta di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Come ha ben spiegato il Consigliere Lepri, questo è un emendamento puntuale di merito, che ha, tra gli obiettivi, anche quello di dimostrare quanto ci sta a cuore il tema della razionalizzazione del sistema e della ricerca di punti di efficienza - per quanto possibile - che vadano nella direzione di creare il massimo di sinergia e la migliore condizione di recupero di risorse.
Abbiamo detto fin dall'inizio di questa discussione sulla riforma della sanità che il tema delle Federazioni o delle aree sovrazonali - che dir si voglia - in linea di principio è da noi condivisibile.
Mi ha fatto piacere l'apertura, in questo senso, da parte dell'Assessore, il quale ha anticipato la presentazione di un emendamento che andrebbe a definire in modo puntuale la modalità con la quale dare corpo al coordinamento di una serie di funzioni di supporto all'erogazione delle prestazioni sanitarie.
Riteniamo che questo percorso debba essere attuato, pertanto siamo in attesa degli emendamenti che la Giunta vorrà proporre, che dovrebbero andare in questa direzione: noi siamo interessati anche al contenuto.
L'abbiamo detto ieri e lo ribadiamo oggi: è necessario che queste aree sovrazonali, Federazioni o come le si vorrà chiamare, rappresentino un momento di lavoro unitario da parte delle Aziende Sanitarie, di coordinamento e consorziamento tra queste, e non diventino, invece, un nuovo soggetto giuridico che rischierebbe di appesantire la struttura invece di semplificarla ed alleggerirla. Inoltre, si rischierebbe di creare un sostanziale svuotamento della natura del sistema delle aziende che noi fin dall'inizio, abbiamo voluto difendere e che riteniamo debbano rimanere il perno di tutto il funzionamento e di tutto il sistema.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Voglio ribadire un punto che per noi rimane fondamentale: noi siamo contro lo strumento della Federazione e siamo perché si adottino soluzioni diverse, con le quali realizzare le politiche su area vasta.
Questo è punto di partenza: contrarietà.
Qualora la maggioranza e la Giunta dovessero insistere per inserire e utilizzare quello strumento, siamo perché la questione non sia delegata alla Giunta regionale, come oggi è previsto.
Pertanto, chiediamo che nel disegno di legge vengano definiti con chiarezza i compiti, la personalità giuridica, le funzioni, e quant'altro.
In questo quadro, sempre che la Giunta si ostini a sostenere lo strumento della Federazione e lo inserisca nel disegno di legge, chiediamo che venga ridotto il numero delle Federazioni stesse, da sei a quattro, per le ragioni che i colleghi hanno ampiamente ricordato.
Mi sembra una proposta ragionevole, da parte di un partito che non fa un'opposizione preconcetta e che ha un'idea che non contesta il principio delle politiche sull'area vasta, che ha delle obiezioni di principio rispetto allo strumento che avete individuato, e che vi dice: "Insistete nel voler utilizzare questo strumento? Allora chiaritelo nella legge.
Vogliamo che nel disegno di legge risulti quante sono le Federazioni che compiti hanno, quale sarà la loro personalità giuridica e vogliamo che il loro numero sia quattro, anziché sei.
La proposta mi sembra assolutamente ragionevole, non affatto pregiudiziale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Come hanno spiegato i colleghi che mi hanno preceduto, questo è un emendamento non di ridefinizione o miglioramento del testo, ma di carattere assolutamente sostanziale, rispetto ai cardini di questa proposta di riforma, contenuta nel Piano Socio Sanitario.
Al di là di quei principi che sono tramontati, come la separazione tra ospedale e territorio (che noi consideriamo assolutamente positiva) riteniamo che l'ipotesi e la proposta delle Federazioni (che sono in numero di sei) sia, per alcuni aspetti, da precisare ulteriormente, anche dal punto di vista dei loro compiti, funzioni e natura anche giuridica.
Allo stesso tempo, pensiamo ci sia la necessità di ridurne il numero: da sei a quattro, intervenendo significativamente sulla realtà torinese.
Questo rende - a nostro avviso - più equilibrato il percorso complessivamente.
Fatto salvo che sulla problematica delle Federazioni ci sono diversi ordini di questioni, come ho avuto modo di dire; questioni di carattere numerico ed organizzativo, cosa che affrontiamo precipuamente all'interno di questo emendamento, ma anche altre questioni che riguardano la loro natura e la loro più complessiva organizzazione, che saranno successivamente oggetto della nostra discussione in quest'Aula.
Chiederemmo che su questo emendamento la Giunta prestasse un'attenzione particolare, data - a nostro avviso - la sua natura sostanziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Non nascondo il peso di questa discussione oggi pomeriggio: quando la morte ci sfiora, abbiamo la sensazione che quello che facciamo ogni giorno non abbia alcun senso.
Per quanto riguarda l'emendamento, a noi era parso di capire, in una prima discussione all'interno della Commissione, che ci fosse la disponibilità da parte del governo regionale a prendere in considerazione l'ipotesi, relativamente alla provincia di Torino, di realizzare una Federazione soltanto. Una soltanto perché, secondo noi, il fatto di definirla in questo modo supera anche le questioni relative all'accorpamento dei vari ospedali (è nota a tutti la questione che riguarda il Mauriziano, piuttosto che il San Giovanni Bosco, piuttosto che il San Luigi). Utile perché consentirebbe, essendo l'obiettivo dell'Assessore, risparmi economici importanti.
Ci sembrava che un risparmio su un'area di due milioni e 200 mila abitanti quant'è la provincia di Torino - cioè un accorpamento, per usare un brutto termine, una messa in rete, l'insieme dei servizi di cui le Federazioni dovrebbero occuparsi - in qualche modo andasse incontro anche alle dichiarazioni che l'Assessore aveva fatto in un primo momento. Credo che sarebbe opportuno rispetto al Piemonte. L'Assessore sarà accusato di volere sei nuovi Direttori generali; invece si tratta di mettere assieme in qualche modo le quattro province piemontesi un po' ricalcando quel modello che la Provincia di Torino ha ipotizzato senza eliminare le province, ma con l'accorpamento delle stesse, cosa che in qualche modo sembrava avesse senso.
L'Assessore, intervenendo l'altro giorno, invece ha detto - ci è parso di capire - di essere interessato a confermare e a mantenere le sei Federazioni, e noi questo lo consideriamo un errore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per dire che queste settimane, parlando con gli operatori del settore, molti mi hanno detto: "Abbiamo letto il disegno di legge e ci pare che la Giunta abbia abbandonato l'idea di proporre le Federazioni". Ho replicato, dicendo: "No, guardate che la Giunta continua a insistere sulle Federazioni".
Il problema qual è? È che dalla lettura dell'articolato del disegno di legge n. 174 non si evince che si propongono le Federazioni, che se ne propongono sei e che debbono fare alcune cose. Volete proporre le Federazioni? Esplicitate la proposta all'interno dell'articolato, dite quante ne volete fare, che cosa debbono fare e la loro natura giuridica, in modo tale che ci sia chiarezza. Invece c'è un articolato che fa supporre che poi si possa arrivare a questa proposta.
Con l'emendamento, noi abbiamo detto con chiarezza che proponiamo, nel caso si vada a pensare a politiche di area vasta, quattro strutture.
Chiamiamole come vogliamo, non è il punto di come si vogliono chiamare, in questo caso noi proponiamo che in Piemonte ci possano essere 4 strutture per gestire le politiche di area vasta. Quello su cui insistiamo è questo.
Abbiamo delle opinioni diverse rispetto a come debbono essere le Federazioni, ma intanto si cominci a esplicitare nell'articolato quali sono le proposte. Noi avanziamo una proposta, sappiamo qual è quella della Giunta, ma ci aspettiamo che venga esplicitata con chiarezza all'interno dell'articolato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Posso tentare di rovesciare il discorso?



PRESIDENTE

Se è utile, prego.



RESCHIGNA Aldo

Se un Consigliere regionale del Gruppo del Popolo della Libertà o un Consigliere regionale della Lega Nord si trovasse all'opposizione in questo momento e si trovasse di fronte ad una proposta presentata da una Giunta regionale che dice: "Io voglio mettere in piedi delle società, dei consorzi, delle modalità attraverso le quali gestire un pezzo dei servizi sanitari", qualunque Consigliere regionale di questi Gruppi si trovasse in questa condizione chiederebbe sostanzialmente alla Giunta: "Va bene, noi possiamo anche non essere d'accordo, ma perlomeno ti chiediamo di non fare un provvedimento che non dice nulla. Ti chiediamo, visto che dimostri di aver studiato il tema, di scrivere nella legge quante devono essere queste società o questi consorzi e che natura devono avere (sono società, sono consorzi, sono associazioni temporanee tra aziende sanitarie regionale sono qualunque cosa, sono qualunque altra cosa)".
Può un Consiglio regionale, su un punto considerato legittimamente nel merito importante per la Giunta regionale, votare una delega alla Giunta regionale di fare quello che vuole? Può arrivare a questo livello la spogliazione del ruolo di soggetto legislativo e di programmazione in capo al Consiglio regionale? Questo è l'interrogativo.
A questo proposito, ieri nell'intervento dell'Assessore Monferino è stato detto che la Giunta regionale intenderebbe presentare un emendamento in cui questi nodi, dal suo punto di vista, li vuole precisare. Ma se volete una discussione di merito, perché non presentate questo emendamento? Non l'ho ancora visto. Se volete una discussione nel merito, vi invito a svelare le carte; se non volete una discussione nel merito, non lamentatevi del resto, però.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
L'intervento del nostro Capogruppo mi ricorda un vecchio spot pubblicitario; si chiamava Carosello, non c'erano ancora gli spot, si trattava di una cosa più artigianale, che però devo dire, sarà che passano gli anni, era decisamente più romantica, mentre voi cercate - ma non ci riuscirete - di toglierci anche il romanticismo.
Lo spot del Carosello era: "A scatola chiusa, si compra solo Arrigoni".
Voi prevedete che noi si compri a scatola chiusa, senza essere Arrigoni e noi possiamo dire che da questa Giunta di sicuro non si può comprare neanche un'auto usata.
Questa Giunta non è in grado di presentarsi e dire: "Piemontesi, di questa Giunta vi potete fidare, potete comprare un'auto usata, altro che Arrigoni!" e, su un tema così importante, pretende che si compri a scatola chiusa.
A volte mi sembra di perdere tempo, ma fa parte del nostro lavoro quello di seriamente, correttamente, continuamente invitare al dialogo alla moderazione e al buonsenso, perché questo è quello che stiamo cercando di fare, altro che le barricate! Uno potrebbe anche, come dire, magari essere tentato, dal farlo davvero; alcuni colleghi non sanno cosa vuol dire fare le barricate ostruzionistiche e confondono una normalissima dialettica di opposizione, di buonsenso, fin moderata con le barricate! proprio vero che a seconda di dove si parte...



(Scampanellìo del Presidente)



PLACIDO Roberto

Mi scuso, Presidente, tanto non mancherà il tempo: i pomeriggi, le sere, le notti dove avremo l'opportunità di dilettarci su questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Poiché non vedo una grande disponibilità interlocutoria con i colleghi della maggioranza, propongo ai colleghi dell'opposizione di interloquire tra di noi.
Per esempio, adesso potrei rivolgere una domanda o all'amico Roberto Placido o a Mauro Laus; ma voi avete capito bene quello che è stato spiegato? Io sinceramente non ho capito, quindi chiedo a voi, nei vostri prossimi interventi, di spiegarmelo.
Le Federazioni avrebbero dovuto assolvere a tre compiti. È stato detto che, relativamente a quello che a me, per esempio, preoccupa molto, perch occupa il 30% della spesa sanitaria, la possibilità di ottimizzare le risorse umane, quindi la mobilità del personale, le Federazioni si occuperanno di formazione del personale, non potendo assolvere a quel compito di ottimizzazione delle risorse, in quanto lo spostamento fra un'Azienda sanitaria e l'altra, essendo rimasti invariati gli assetti delle Aziende, non sarà possibile.
Quindi, questa è già una domanda che vi pongo. Perché l'Assessore ha risposto, o ritiene di averlo fatto (lo ringrazio per la risposta), ma questa risposta è insufficiente, perché l'obiettivo di poter operare una mobilità nell'ambito della sanità se non regionale, almeno provinciale (o territoriale limitrofa) viene meno, in quanto l'assetto numerico delle Aziende rimane invariato.
Poi proseguiamo nella prossima occasione. Chi mi vuole rispondere, lo faccia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Mi sembra che i temi posti dai colleghi o - come dire - l'impostazione metodologica posta dai colleghi sia un'impostazione che mette in evidenza i limiti della discussione che stiamo affrontando.
Noi abbiamo sostenuto che fosse necessario trovare delle soluzioni perché alcune funzioni potessero essere esercitate in area vasta all'interno delle ASL che compongono la nostra Regione.
Da qui è emerso un progetto presentato dalla Giunta, che partiva con l'identificazione di sei Fed, cioè sei Federazioni e, quindi, sei aziende (o, perlomeno, per deduzione immaginiamo che siano sei aziende) sovraterritoriali che poi nel nuovo di emendamento passano a quattro, ma comunque sei entità (poi trasformate in quattro) delle quali non è chiaro quale sia la composizione, quale sia la natura giuridica. Come dire, sono indicate genericamente delle funzioni, ma non esiste nessuna altra articolazione che ci permetta di comprendere se davvero la nostra intuizione, cioè che siano sei o quattro nuove aziende sovraterritoriali che sovrastano le aziende territoriali, sia un'intuizione corretta oppure un'intuizione sbagliata.
Ovviamente, a noi spetta il ruolo della minoranza, ma è un ruolo che come dire, anzitutto ci richiama al senso di responsabilità che ogni componente di quest'Aula deve avere, ovvero, il far sì che gli atti che vengono prodotti da quest'Aula siano atti che possono rispondere alle esigenze reali di un sistema sofisticato, ma fondamentale per i cittadini.
Quindi crediamo che su questo si debba continuare ad approfondire e si debba continuare a ragionare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito di quest'emendamento, che definisco un emendamento di subordine (ci arrivo subito dopo), volevo dare una sorta di interpretazione autentica del mio comportamento e del comportamento di tutti i colleghi: non sono questi dei comportamenti ostruzionistici e quando più colleghi intervengono sulla stessa questione è perché si vuole marcare in modo particolare una posizione politica. Questo è il punto.
Perché se avessimo voluto fare un ostruzionismo forte, sicuramente ci sarebbero stati degli emendamenti non di merito. Quindi, nel caso in specie, la questione è stata già ampiamente dibattuta in Commissione e illustrata qui in Consiglio.
Dicevo, un emendamento di subordine. Perché? Premesso che ci sono diverse posizioni sulle aree vaste, sulle Federazioni e quant'altro, quindi oltre alla necessità di capire giuridicamente funzioni, competenze e di capire se il tutto viene e potrà essere compatibile con il quadro normativo nazionale, cioè al di là di tutto e di chiarire, comunque, ieri l'Assessore ha prospettato che avrebbe presentato un emendamento.
Quindi, questa è una cosa molto importante. In subordine, che facciamo con questo emendamento? Chiediamo che se la strada dovesse essere questa un'unica Federazione per la Provincia di Torino, si mantengano comunque ferme le reti ospedaliere così come prospettato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Laus.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Reschigna Pentenero, Gariglio, Buquicchio, Lepri, Boeti, Placido, Manica, Taricco Laus, Bresso, Artesio, Muliere: Il comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale" è sostituito dal seguente: "2. L'articolo 23 della 1.r. 18/2007 è sostituito dal seguente: "1. La Giunta regionale, al fini di conseguire il miglior livello di efficacia sanitaria ed efficienza organizzativa, individua delle aree di coordinamento sovrazonale, al cui livello vengono programmate ed espletate funzioni quali i servizi amministrativi, logistici, tecnico - economali informativi, tecnologici e di supporto.
2. Nell'ambito delle aree di cui al comma 1, la Giunta regionale individua le aziende sanitarie che vengono incaricate di svolgere specifiche funzioni che supportano, integrano e sostituiscono i relativi servizi di altre aziende sanitarie.
3. L'esercizio da parte dell'ASL delegata delle funzioni di tipo sovrazonale si realizza secondo criteri e modalità stabilite dalla Giunta Regionale.
4. La Giunta Regionale individua altresì, sulla base di analisi epidemiologiche che evidenzino situazioni a forte valenza territoriale, le funzioni sanitarie da espletarsi a livello di area.
5 .La Regione, previo confronto con le Aziende Sanitarie interessate esercita la programmazione socio sanitaria in modo integrato e complementare nell'ambito dell'area di coordinamento sovrazonale." Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ho ricevuto risposta dai colleghi dell'opposizione. Cosa pu significare, collega Mastrullo? Non può significare altro che neanche loro hanno ben chiare le motivazioni che hanno suggerito alla Giunta questo tipo di proposizione.
Effettivamente, il problema è serio e resta per quello che è. So che ci sono colleghi da questa parte che stanno - non voglio usare il termine "trattare", perché non è bello - richiedendo, legittimamente, una riduzione del numero delle Federazioni. Io intendo rimarcare la nostra posizione, che non è...



(Commenti del Consigliere Ronzani)



BUQUICCHIO Andrea

Vede a che serve l'interlocuzione? Mi è stato chiarito che è in subordine, quindi che non si confonda questo concetto. Quindi noi siamo contrari alle Federazioni, in subordine: nella denegata ipotesi in cui proprio non si riesca a convincere la Giunta a trovare una soluzione diversa, in quel caso qualcuno potrà prendere in considerazione questa ipotesi, che però, secondo me, sarà una soluzione comunque fallimentare.
Il problema non è la poltrona in più che, a volte, ognuno di noi demagogicamente può utilizzare nei suoi comizi o nei suoi discorsi, o il costo relativo a quella poltrona. Sì, fa sicuramente specie sentire che aumentano le poltrone. Il problema è che con quel tipo di impostazione non si assolve all'obiettivo che ci si era prefissati e relativamente al quale ci si era impegnati sul Piano di rientro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Con tutto il rispetto che nutro per il Consigliere Buquicchio, non è che ogni volta che interveniamo dobbiamo spiegare al collega quale sia il senso dei nostri emendamenti! Perché così non può funzionare.
Ci sono emendamenti che chiariscono, in maniera definitiva, la nostra posizione. Se, però, il Governo regionale ritiene di dover proseguire con questa ipotesi, noi pensiamo che quattro sia meglio di sei. Questo è il punto, e questo è l'argomento che abbiamo sviluppato fino adesso.
Questo emendamento, che ripresentiamo per l'ennesima volta, ha l'obiettivo di convincere l'Assessore: poiché ci stiamo arrendendo all'idea di convincere il Consigliere Buquicchio sulla bontà della nostra posizione proviamo a convincere l'Assessore, per vedere se riusciamo almeno ad ottenere con lui quello che non riusciamo a conseguire con il collega Buquicchio.
Non abbiamo poltrone da trattare. Pensiamo che vi sia un altro modo per gestire le aree vaste e il Governo regionale, legittimamente, ha il diritto di pensarla in altro modo.
All'interno della gestione delle aree vaste noi riteniamo che debbano essere specializzate le aziende. Ma se l'ipotesi che il Governo regionale sta portando avanti dovesse avviarsi alla conclusione, noi pensiamo che in Provincia di Torino non sia opportuno mantenere tre Federazioni, anzi tre aree vaste (ricordo all'Assessore che la collega Artesio ha detto che il termine "federazione" ha portato male, diciamo così, alla sinistra; ma lo ha detto lei, io non mi permetterei mai di parlare degli assenti considerati i risultati elettorali! Ma lo ha detto in maniera spiritosa, e forse un altro nome ci poteva anche stare).
In Provincia di Torino sarebbe opportuno che ve ne fosse una sola: il Governo regionale potrebbe ottimizzare di più il risultato del lavoro, ci sarebbero meno poltrone - questo sì, ma le poltrone le sceglie chi governa quindi è questione che non ci interessa - e alla fine, anche per il Governo regionale, sarebbe, rispetto all'esterno, un buon risultato.
Ma, naturalmente, fate quello che volete.


Argomento: Varie

Saluto ai docenti e studenti della scuola media "P. Calamandrei" di Torino e ai docenti ospiti stranieri dell'Austria, Grecia e Gran Canaria facenti parte del progetto formativo dell'Associazione Comenius di Torino, in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Prima di continuare la discussione, a nome dell'Assemblea e mio personale, desidero salutare i docenti della Scuola Media "P. Calamandrei" di Torino e i docenti ospiti provenienti da alcuni Paesi stranieri, tra cui l'Austria, la Grecia, Gran Canaria (dovrei dire Spagna, ma la cito perché è un'isola bellissima), che fanno parte del progetto formativo Comenius.
Vi do il benvenuto e vi ringrazio per l'onore che ci riservate con la vostra visita.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 174, inerente a "Disposizioni in materia di organizzazione del servizio sanitario regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 46 presentato al disegno di legge 174.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con quest'emendamento noi diamo una risposta al quesito che rappresenta l'elemento centrale della discussione; una risposta, evidentemente coerente con il nostro punto di vista.
Le funzioni da gestire a livello di area sovrazonale sono messe in capo ad un'Azienda Sanitaria Regionale del quadrante, la quale esercita quelle funzioni a nome e per conto di tutte le altre Aziende Sanitarie Regionali.
Questa è la nostra risposta al tema, e comunque è una risposta che consente, sostanzialmente, di individuare il soggetto deputato alla gestione di queste funzioni da esercitarsi a livello di area sovrazonale.
La Giunta regionale ci può rispondere, come ha fatto molte volte l'Assessore Monferino in Commissione, che ritiene che questo non funzioni.
Va benissimo (non certo dal nostro punto di vista): posso anche capire ed accettare che abbiamo punti di vista differenti. La cosa che chiediamo però, è di scrivere nella legge quale sia il vostro punto di vista. Perch se così non fosse...



(Commenti dell'Assessore Monferino)



RESCHIGNA Aldo

Ma quand'è che presentate l'emendamento? Se depositate l'emendamento, Assessore Monferino, probabilmente una parte della discussione che stiamo facendo potremmo considerarla non dico superata, ma quantomeno potremmo affrontarla in maniera diversa. E probabilmente, invece di essere impegnati a sfogliare le pagine del Regolamento del Consiglio regionale, si potrebbero sfogliare le pagine di un emendamento che consentirebbe, invece, di entrare nel merito della questione.
Perché le pagine del Regolamento del Consiglio regionale le abbiamo sfogliate anche noi, e non credo che vi siano le risposte alle questioni politiche che riguardano la sanità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, temo che la Giunta si faccia ostruzionismo da sola: se avete un emendamento che affronta la questione che noi stiamo ponendo e che consideriamo il cuore della discussione di queste ore, la prima cosa da fare non dovrebbe essere, appunto, vedere con il Regolamento come poter abbreviare la discussione, ma aprire un confronto di merito sull'emendamento che voi tenete lì, e non si capisce perché. Non fatevi ostruzionismo da soli! Da giorni discutiamo della questione delle Federazioni, contro cui noi facciamo questa battaglia. Perché l'emendamento nostro - caro collega Buquicchio, te lo dico per la centesima volta - stabilisce che noi siamo per un'altra soluzione; noi vorremmo che le competenze che la Giunta vuole attribuire alle Federazioni vengano assegnate ad un'azienda, che diventa capofila.
Se però voi avete una proposta, che non sarà la nostra ma che affronta comunque alcune questioni sollevate dall'opposizione - nella previsione che voi non condividiate la proposta delle Aziende Sanitarie come Aziende capofila per fare politiche di area vasta, ma abbiate in mente l'idea di confermare lo strumento della federazione - presentatela.
A meno che non abbiate problemi interni vostri, all'interno della maggioranza. Perché non mi spiegherei, altrimenti, per quale ragione, in presenza di un'opposizione che vi dice: "Vorremmo superare le Federazioni non realizzarle, ma in via subordinata siamo disposti a discuterne, purch mettiate in legge una, due, tre o quattro cose", l'Assessore continui a farci vedere il foglietto con l'emendamento e non lo presenta. Presentate l'emendamento, così faremo una discussione più di merito.
Ma, se mi è consentito, questo dimostra che noi siamo pronti a discutere di merito. Chi adesso non ce lo consente, è una Giunta che tiene in tasca l'emendamento che dovrebbe, invece, depositare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Presidente, anch'io non comprendo il motivo per cui, sin dall'inizio (e non adesso), la Giunta non abbia messo per iscritto le proprie intenzioni in merito alle Federazioni.
Siccome l'Assessore lo ha detto con molta chiarezza - noi non condividiamo la sua opinione, ma lo ha sempre ribadito - non capiamo perch non sia stato inserito nell'articolato.
Se adesso c'è un emendamento, che venga depositato, in modo tale che si possa ragionare su un'ipotesi precisa che la Giunta ha in testa.
Noi abbiamo un'altra idea e l'abbiamo espressa con molta convinzione già nei lavori di Commissione. Ritorniamo oggi a riproporre la nostra idea che porterebbe, anche in questo caso, ad una riduzione dei costi e ad un miglior funzionamento dell'area sovrazonale.
Siccome anche noi siamo convinti che ci vogliano politiche di area vasta per gestire alcune questioni, si tratta solamente di chiarire come gestirle. Per quanto ci riguarda, attribuire queste funzioni ad un'azienda all'interno di quell'area vasta e pensare a quattro strutture a livello regionale, riteniamo sia il modo migliore e più adeguato per mettere in campo politiche di questa natura.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Provo a riprendere il ragionamento. Prima i ricordi mi hanno portato ad un periodo straordinario e molto interessante, quello della pubblicità dell'Arrigoni. E questa storia di questo emendamento annunciato, dichiarato e non formalizzato mi porta altri ricordi. Chiedevo alla collega Spagnolo di aiutarmi nei ricordi, ma non abbiamo avuto tempo; senz'altro, però, non mancherà occasione e mi verrà in mente a cosa si riferiva questo continuo annunciare. Noi siamo nella politica dell'annuncio: faremo, faremo faremo... e però all'annuncio, ancora una volta, non corrisponde la realtà e ad un'opposizione che chiede di discutere, vedere, entrare nel merito e verificare cos'è meglio fare non si risponde.
Abbiamo delle opinioni sui numeri: sei, quattro. Se continua così li giocherò al lotto, perché non si sa mai. Ma noi - è evidente che la mia è solo una dichiarazione retorica - siamo contrari non solo alle slot machine ma anche a tutti i giochi - ed è un problema che riguarda anche l'assistenza - che inducono decine di migliaia di famiglie alla rovina.
Giocheremo questi numeri e chissà che non portino bene.
Mi auguro che l'attesa delle risposte sia vana. Se fosse possibile averle entro il mese di marzo, sarebbe meglio; poi, possiamo anche discuterne in aprile. La cosa, però, cambia perché ci sono state importanti dichiarazioni del Presidente della Regione, che sono convinto che terrà fede a quanto ha dichiarato: "Entro il mese di marzo".
Il tempo è passato e quindi riprenderò nei prossimi due minuti a mia disposizione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Il tema di come si intenda proseguire la discussione è un tema che si pone ormai in modo evidente. Non bisogna però certamente - almeno da parte nostra - demordere rispetto al fatto di affermare fino in fondo le proprie convinzioni.
Come abbiamo detto in Commissione e com'è stato più volte ripetuto durante l'illustrazione degli emendamenti presentati - che continueremo a presentare e a discutere con voi - crediamo sia necessario che alcune funzioni della nostre Aziende sanitarie siano gestite con una sovrastruttura; ma è necessario capire come questa sovrastruttura si articolerà, cioè se come struttura autonoma, come una nuova azienda, come qualcosa che invece è strumentale rispetto alle nostre Aziende sanitarie.
Non si tratta di una differenza qualsiasi: con l'emendamento che stiamo discutendo noi abbiamo fatto una proposta concreta che merita di essere presa in considerazione.
Certamente non si può accettare che si possa far passare sottogamba, in silenzio e con superficialità la proposta formulata dalla Giunta, che è una proposta che invece metterebbe in discussione il nostro sistema sanitario.
Peraltro, ancora questa mattina, durante la discussione in I Commissione, ci si è ricordati come sia necessario che il Piano di rientro permette di avere ulteriori risparmi per poter consentire il travaso delle risorse all'interno del sistema dei servizi sociali. Bene, non c'è alcuna garanzia in tal senso, perché siamo altresì convinti che questa nuova articolazione del sistema sanitario non sarà certamente un'articolazione che permetterà di ottenere dei risparmi, che è l'unico obiettivo che sembra essere tenuto in considerazione da parte di questa maggioranza. C'è il problema della garanzia nei confronti dei cittadini e c'è una serietà con la quale noi vogliamo misurarci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come hanno avuto modo di ricordare anche i colleghi, questo è un emendamento importante: non è un emendamento qualsiasi ma va direttamente al cuore di una parte significativa della proposta di Piano Socio Sanitario che è stata sottoposta al nostro esame in Commissione e, adesso, in Aula.
Si tratta della visione che noi abbiamo di come si gestiscano e si coordino delle politiche a livello sovrazonale.
Noi sappiamo che a livello piemontese esistono dei quadranti, che raccolgono gruppi di ASL e i ASO; dentro quei quadranti si può realizzare una politica integrata, articolata rispetto alle esigenze di quei territori e come sia a nostro avviso utile ed opportuno che sia una delle Aziende di quel territorio e di quello specifico quadrante ad assumere il ruolo delle funzioni di coordinamento sovrazonale. Questo semplificherebbe il sistema non introdurrebbe vicende di carattere giuridico-organizzativo molto complesse - oltre che, a nostro avvisto, anche ulteriormente costose comporterebbe immediatamente una razionalizzazione e un risparmio rispetto alla possibilità di realizzare efficaci politiche di carattere sovrazonale e raggiungerebbe quegli obiettivi di efficacia e di efficienza che questo Piano dice di voler raggiungere in una modalità a nostro avvisto invece negativa e che porta in direzione diversa.
Visto che poi apprendiamo che - sulle caratteristiche della proposta che lei stessa ha realizzato, che noi abbiamo avversato in Commissione e su cui ci stiamo esprimendo anche in Aula - la Giunta avrebbe preparato un emendamento all'interno del quale vi sarebbe una proposta, sarebbe utile che questo venisse formalizzato e venisse sottoposto all'attenzione dell'Aula perché si possa affrontare una seria discussione di merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Spero che il mio collega di partito Ronzani e il Consigliere Buquicchio non si offendano se li riprendo; prima, infatti, il collega Buquicchio aveva chiesto l'attenzione ai colleghi dell'opposizione e poi si è distratto a sua volta, tanto lui quanto il Consigliere Ronzani.
Tutto ciò premesso, vorrei suggerire una piccola puntualizzazione un'osservazione, una riflessione. Nei momenti di difficoltà e di crisi si cerca sempre di realizzare efficienza e di liberare delle risorse, però non utilizziamo una cosa che non costa, che si chiama trasparenza. Spesso la si evita perché si devono fare dei giochi loschi, ma qui non stiamo parlando di questo. Invoco quindi una sorta di trasparenza, perché la trasparenza non costa niente.
Secondo me, definire le competenze di quelle che voi definite Federazione all'interno della legge e non avocare questi poteri alla Giunta aiuta il confronto con le opposizioni; aiuta tutti gli operatori del settore, le forze sociali e tutti coloro che stanno fuori da questo Palazzo a capire in che direzione si sta andando. Dopodiché, certo, nasce una discussione nel merito, nel rispetto delle posizioni di maggioranza e di opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, com'è già stato detto da alcuni colleghi, è una delle possibili formulazioni sullo strumento di coordinamento sovrazonale e di gestione sovrazonale di una serie di funzioni di supporto a quella che è l'attività vera e propria di erogazione delle prestazioni da parte delle aziende preposte a questo tipo di impegno.
Come abbiamo detto, per quello che ci riguarda non è su questo tipo di formulazioni che ci fermiamo o ci formalizzeremo, nel senso che crediamo che sia necessario che innanzitutto il testo che descrive e rappresenta il modello con cui questo tipo di attività dovrà essere svolta in legge.
Quindi, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, noi attendiamo di conoscere la formulazione che la Giunta vorrà mettere in campo.
Inoltre abbiamo alcune convinzioni, cioè che questo tipo di attività non debba rappresentare l'ennesima occasione per costruire un nuovo strumento e magari uno strumento sovraordinato a quello che è l'insieme delle aziende che operano nella erogazione delle prestazioni.
Noi crediamo che questa attività debba essere un'attività eminentemente di coordinamento e di cogestione da parte delle aziende e delle aree vaste così come nell'emendamento precedente le avevamo individuate, perch crediamo che debba essere un'attività che richiede un'area più vasta per essere svolta ma non richiede nuovi strumenti e nuovi soggetti.
Sono benissimo capaci di svolgere questa attività l'insieme dei soggetti che già oggi le svolgono, semplicemente non singolarmente nel singole aziende ma insieme in un'attività coordinata ed cogestita.
Concludo, tanto avremo altre occasioni di approfondire il tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Artesio, Taricco Boeti, Ronzani, Reschigna, Bresso, Buquicchio, Pentenero, Placido, Cerutti: Art 2 Comma 2 - al comma 1 dell'art. 23 l.r. 18/2007 Da "ai fini" a "Giunta Regionale" è così sostituito: "Ai fini di ridurre il consumo inappropriato di risorse e ottimizzare la efficacia e l'appropriatezza delle stesse, nel rispetto della esigibilità dei Lea, la Giunta Regionale con atti di indirizzo promuove il coordinamento delle attività in ambito sanitario e organizza l'esercizio aggregato di funzioni nell'area dei servizi non sanitari per realizzare economie di scala e" Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Ringrazio i colleghi del PD di avermi chiarito il problema del subordine. Resta il fatto che non ponevo a voi la domanda relativamente al significato della vostra posizione. Io vi chiedevo di aiutarmi non a capire il vostro emendamento, ma a capire quello che è nella testa della Giunta per proporre e continuare a riaffermare la volontà di proseguire su questa strada.
Perché dei tre obiettivi relativi alla governance clinica programmazione sanitaria, mobilità del personale e accentramento degli acquisti, dei magazzini e dell'informatica, di fatto, che cosa rimane? Rimane quest'ultimo che ho detto più, relativamente al personale, soltanto la problematica della formazione.
Ma penso che proprio nella programmazione sanitaria, nel riordino e nella ottimizzazione delle risorse umane che riguardano il personale, che assorbe un 30% della spesa totale, si sarebbero potuti individuare dei risparmi. Non dico una riduzione soltanto degli sprechi: quella è a prescindere dall'impostazione, perché una riduzione degli sprechi si potrebbe anche fare senza toccare nulla del Piano Socio Sanitario. Ma operare qualcosa in più, oltre alla riduzione degli sprechi e quindi un risparmio concreto, lo si può fare solo se si fa un riordino logico.
Inventarsi la soluzione delle Federazioni, sei o quattro che siano senza darmi una risposta concreta sul raggiungimento di quegli obiettivi continuo a dire che non lo capisco.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Mi inserisco anch'io in questo dibattito in quanto crediamo che si sta affrontando una delle questioni centrali del Piano sanitario. E, in particolare, ho deciso di sottoscrivere l'emendamento a prima firma della collega Artesio, proprio perché in questo emendamento si definisce: "Ai fini di ridurre il consumo inappropriato di risorse e ottimizzare l'efficacia e l'appropriatezza delle stesse, nel rispetto dell'eleggibilità dei LEA, la Giunta regionale con atti di indirizzo promuove il coordinamento delle attività in ambito sanitario e organizza l'esercizio aggregato di funzioni nell'area dei servizi non sanitari per realizzare economie di scala".
Quindi, noi non siamo indifferenti al fatto che si debbano e si possano realizzare quelle che sono economie di scala, ma pensiamo che se in realtà non siamo all'anno zero rispetto a ciò che è stato messo in atto in passato, adesso la soluzione proposta all'interno del Piano sanitario, che è quella di individuare le Federazioni sanitarie, in realtà non sia un elemento che ci porta ad economie di scala e ad effettivi risparmi, ma possa addirittura andare in direzione contraria.
Ieri ci è stato fatto notare che, in realtà, si tratta di aggiungere soltanto un numero molto limitato di Direttori e di Direttore sanitari.
Quindi, in questo senso anche la polemica rispetto ad un aumento di funzioni, è una polemica riduttiva e risibile.
In realtà, però si va a costruire un soggetto di cui non sappiamo quale possa essere la realizzazione. In questo senso, pensiamo che si abbiano aprono tutte le possibilità con già ciò che esiste per arrivare a quelle economie di scala e a quel risparmio che tanto si vuole perseguire, senza andare ad introdurre un nuovo organismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Oggi pomeriggio, e credo anche domani mattina, la Consigliera Artesio per una questione sanitaria è impegnata fuori dal Consiglio regionale quindi noi cercheremo in questi due giorni di essere in qualche modo testimoni di quello che è il pensiero della Consigliera.
In quest'emendamento penso avesse l'obiettivo soprattutto di sottolineare quell'indirizzo programmatorio che pensiamo che la Giunta regionale debba avere.
Questa è una discussione che abbiamo già fatto quando nel primo modello di piano a livello delle Federazioni era stato ipotizzato di attribuire anche la programmazione del sistema socio sanitario regionale. Noi invece pensiamo - e credo che lo pensi anche la Consigliera Artesio - che invece la funzione programmatoria debba essere attribuita essenzialmente ed esclusivamente alla Regione.
Non ci è ancora chiaro come a livello territoriale e a livello delle Federazioni eserciteranno le loro funzioni quegli uffici decentrati dei quali l'Assessore ci ha parlato durante i lavori che sono stati svolti in Commissione.
Anche questo è un argomento sul quale nutriamo qualche perplessità, ma resta il fatto che la programmazione non può che essere svolta dal governo regionale che si assume la responsabilità degli indirizzi, la responsabilità delle scelte e, in ultima analisi, anche la responsabilità di un sistema sanitario che è riconoscibile come un sistema efficiente soprattutto se alla base ha un livello di programmazione adeguato alle sue esigenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ci troviamo ad affrontare una delle questioni centrali del Piano sanitario, la grande manovra sanitaria che questa Giunta sta prospettando e che si è impegnata a portare avanti sin dalla campagna elettorale.
Sicuramente, come recita il testo, si devono realizzare le economie di scala. Siamo tutti d'accordo che gli sprechi vanno messi da parte e combattuti, ma inserire le Federazioni in questo Piano sanitario ci lascia molto perplessi, perché come rendere compatibili le cosiddette economie di scala con la novità delle Federazioni? Ci dà l'impressione di una contraddizione sulle stesse economie di scala, oltre a non esserci stata spiegata l'utilità pratica e tecnica della necessità di una figura giuridica come queste Federazioni.
Sul punto siamo molto titubanti e perplessi.
Non credo che questo sia il modo, a mio avviso, per perseguire i principi di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità in una buona riforma come quella che ci prospetta la Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Boeti Placido, Cerutti: L'articolo 2 del disegno di legge 174 (Modifiche alla l.r. 18/2007) è modificato come segue: Articolo 2 (Modifiche alla l.r. 18/2007) Dopo il comma 1 dell'articolo 22 della 1.r. 18/2007 è inserito il seguente: "1 bis. Qualora si verifichi la coincidenza territoriale tra distretto ed ente gestore dei servizi socio assistenziali, il comitato dei sindaci di distretto di cui all'articolo 8 e l'assemblea dei sindaci dell'ente gestore operano in modo congiunto e contestuale, assumendo la denominazione di comitato territoriale socio sanitario dei sindaci".
L'articolo 23 della I.r. 18/2007 è sostituito dal seguente: "Art. 23. (Forme di coordinamento sovrazonale e di integrazione funzionale dei servizi) 1. Ai fini di conseguire il miglior livello di efficacia sanitaria nonch di efficienza e trasparenza organizzativa, la Giunta regionale individua i servizi amministrativi, logistici, tecnico-economali, informativi tecnologici e di supporto le cui funzioni vengono programmate ed espletate a livello di area di coordinamento sovrazonale.
2. L'esercizio, a livello sovrazonale ovvero in forma aggregata, delle funzioni di cui al comma 1 si realizza secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta regionale.
3. La Giunta regionale individua altresì, sulla base di analisi epidemiologiche che evidenzino situazioni a forte valenza territoriale, le funzioni sanitarie da espletarsi a livello di area.
4. Per l'esercizio della funzione di programmazione socio sanitaria regionale, la Giunta regionale può individuare ambiti territoriali sovrazonali allo scopo di garantire in modo integrato l'assistenza ospedaliera, territoriale e la prevenzione. La Giunta regionale può altresì individuare altre modalità per l'esercizio della funzione di programmazione socio sanitaria regionale.".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
L'emendamento della Giunta non ci è consentito conoscerlo. Questo sta a significare che, probabilmente, l'elaborazione è in itinere. E allora, cari colleghi e cara Presidente della IV Commissione, visto e considerato che è legittimo - più che legittimo, vorrei quasi dire in modo sacrosanto - che l'elaborazione è in itinere, perché abbiamo avuto tutta questa fretta di licenziare dalla Commissione i documenti e trasferire la discussione in Aula? Sarebbe stato meglio, a mio modestissimo avviso, continuare la discussione in Commissione per quel che era necessario.
Ripeto: è legittimo poter cambiare idea - una, due, tre, quattro o più volte - ma quello che non è legittimo è imporre una marcia di un certo tipo al percorso, pur sapendo che forse è necessario, per lubrificare i pistoni fermarsi e fare delle azioni di rivisitazione o di manutenzione.
Trovo un po'imprudente il metodo con cui si è ritenuto di dover accelerare. Si può accelerare e tenere anche un certo ritmo di numero di giri, però questo cozza con la consapevolezza che il motore non era forse idoneo a sopportare la velocità e il peso.
Non voglio fare una colpa a nessuno: tutto è legittimo, quello che trovo un po' meno legittimo è, da una parte, dare termini e scadenze e dall'altra, avere nel cassetto una rielaborazione che non si vuole presentare a chi oggi sta qui comunque, non per semplice testimonianza, ma per far valere le proprie ragioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Due considerazioni perché, come ha già detto il collega Buquicchio quest'emendamento si riferisce ad una delle questioni che non è ancora chiaro come verrà poi risolta nella soluzione definitiva del Piano.
Relativamente alle considerazioni su un'opposizione che sta portando avanti un atteggiamento di per sé pretestuoso, o magari di una ritualità legata ad una politica che per certi versi porta avanti il rito della presentazione di emendamenti dell'ostruzionismo (rito portato avanti già da altri Gruppi consiliari nella discussione di altri atti) dato che stiamo discutendo di questioni che, in realtà, sono ancora oggetto di approfondimento, è chiaro che per noi non si tratta di portare avanti quello che è un ostruzionismo, una ritualità inutile.
Noi vorremmo comprendere meglio, perché sui nodi su cui sono stati presentati questi emendamenti - che non sono emendamenti sulle virgole o sui punti e virgola, ma vogliono portare suggerimenti o considerazioni fattive su quella che potrà essere la soluzione finale - crediamo ci sia l'esigenza di una discussione.
In questo senso crediamo sarebbe opportuno avere la possibilità di capire meglio gli intendimenti della Giunta, pur riconoscendo, come già detto in altre sedi, che si possono avere posizioni che non necessariamente coincidono, o che vedano l'opposizione, o parte della stessa, soddisfatta ma almeno avere una chiarezza degli intendimenti attuali.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Gariglio, Buquicchio, Lepri, Pentenero, Bresso, Ronzani, Muliere, Manica Placido, Cerutti: Al comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), come sostituito dal comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale", dopo le parole: "Ai fini di conseguire il miglior livello di efficacia sanitaria ed efficienza organizzativa," sono inserite le seguenti: "entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge,".
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Quest'emendamento parte da quello che l'Assessore Monferino riteneva essere uno dei presupposti della riforma, cioè la velocità dell'esecuzione della nuova impostazione che l'approvazione del Piano avrebbe dovuto determinare.
Abbiamo veramente provato a mettere un tempo a questa possibilità o a questa capacità: vedremo poi se si espliciterà come tale.
Ricordo che in Commissione l'Assessore Monferino aveva detto che entro un mese dall'approvazione del Piano Socio Sanitario sarebbero stati in grado di mettere in piedi le Federazioni, e da quel momento le Federazioni eserciteranno, con i risparmi ottenuti, il loro effetto benefico sul Piano Socio Sanitario. Di conseguenza, si risparmieranno risorse e queste risorse saranno utilizzate a finanziare il sistema socio-sanitario che, come tutti sanno, è in grave crisi e in grande difficoltà in questo momento.
A noi è parsa una speranza quanto esplicitato dall'Assessore, perch realizzare un obiettivo di questo tipo entro un mese ci sembra piuttosto difficile. Tuttavia, può darsi che sottovalutiamo le capacità manageriali ed organizzative dell'Assessore.
Abbiamo invece provato ad impostare un tempo che ci sembra un po' più equilibrato: due mesi sono un tempo utile affinché l'Assessorato e l'Assessore predispongano, dopo l'approvazione del Piano, gli strumenti necessari che permetteranno alle Federazioni di incominciare ad essere operative, esplicando il loro benefico effetto sulle risorse del sistema socio-sanitario regionale.
Consiglio di approvare l'emendamento, perché non credo che, in un mese l'Assessore riuscirà a portare a casa un risultato, mentre ritengo che due mesi siano il tempo utile affinché questo si possa verificare.
Il collega Burzi, nella scorsa seduta, ha ricordato che alcuni emendamenti sono stati approvati: si trattava, in gran parte, d'emendamenti non di sostanza, ma di buonsenso, oggettivi, che potevano essere approvati.
Ritengo che quest'emendamento rientri in quella categoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Come ha ricordato il collega Boeti, stiamo parlando di un emendamento che è di dettaglio, nel panorama complessivo della riforma che stiamo discutendo.
altresì, un emendamento che va nella direzione dei tanti già presentati e discussi. Tende ad introdurre un elemento di definizione puntuale di chiarezza, perché non vorremmo che si creasse una situazione in cui, non essendoci un riferimento temporale entro il quale la Giunta deve definire le materie oggetto di gestione sovrazonale, questa situazione slittasse in là nel tempo, non riverberando la sua efficacia sulla norma in quanto tale.
Inoltre, c'è la necessità di stabilire un termine entro il quale definire tali materie, perché non vorremmo assistere ad una sorta di stillicidio, dove magari s'individuano immediatamente alcune materie mentre altre vengono individuate successivamente.
Andare a definire puntualmente, entro un termine congruo (due mesi ci paiono oggettivamente un termine congruo), gli ambiti e le materie che dovranno essere oggetto di una gestione territorialmente sovraordinata, di area vasta, è una questione di trasparenza.
Questa riflessione è piccola cosa, che può essere accolta senza grossi problemi e preoccupazioni, così come sono già state accolte decine di suggerimenti migliorativi, presentati nella discussione in Commissione.
Si va nella direzione di dare il massimo di chiarezza e trasparenza alla norma. È chiaro che per noi - concludo velocemente, Presidente - la questione centrale è che venga definita la natura e il funzionamento di questi soggetti e di questi strumenti, nella norma.
Questa, se vogliamo è una finezza di puntualizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come abbiamo espresso nei diversi emendamenti, siamo convinti che all'interno del Piano debbano essere definiti ed espresse con chiarezza le modalità, gli strumenti, le opportunità con le quali s'intendono gestire le attività sovrazonali.
L'emendamento proposto prevede un tempo all'interno del quale definire i contenuti e le modalità con le quali le Federazioni dovrebbero funzionare.
Questo, però, non è assolutamente sufficiente: c'è la necessità di definire in modo chiaro come si articola il Piano Socio Sanitario. Dobbiamo anche riuscire ad avere contezza di cosa voglia dire, da un punto di vista economico, la creazione delle nuove aziende, che, per deduzione, stiamo immaginando siano sei, forse ridotte a quattro, ma sempre di nuove aziende si tratta.
in ogni caso, una situazione che non potrebbe fare altro che aumentare i costi della gestione del sistema sanitario piemontese.
Vorremmo che questo Piano avesse dei contenuti chiari, delle proposte chiare, delle definizioni che ci permettessero di comprendere in modo preciso le modalità con le quali s'intendono le Federazioni e le modalità con le quali intendete costituire le stesse, la natura giuridica e il tipo di rapporto che esse avranno con le Aziende Sanitarie.
Nei fatti, sembra che le Aziende Sanitarie verranno completamente svuotate di contenuti: non si capisce cosa possano e debbano fare e non si capisce nemmeno come le Federazioni interagiranno con le Aziende Sanitarie.
Non possiamo approvare un Piano che ha questo tipo d'incertezza, questo tipo di situazione che potremmo definire precaria e sicuramente non congrua alle esigenze dei cittadini piemontesi, ai quali dobbiamo dare delle risposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Questo è un emendamento, se non di carattere tecnico, che gli si avvicina molto, perché propone di stabilire un tempo ben definito (60 giorni), per permettere alla Giunta regionale d'individuare i servizi amministrativi, logistici, tecnico-economali, ecc.
chiaro che questo è un compito che deve perseguire la Giunta. Questo e non altri: il fatto di delegare completamente alla Giunta, così com'è scritto nell'articolato, non ci trova concordi, perché riteniamo che occorra essere estremamente chiari, se si vuole istituire uno strumento come quello delle Federazioni: occorre capire cosa sono, cosa devono fare qual è il loro ruolo.
Nel disegno di legge presentato, invece, la Giunta regionale deve giustamente, individuare questi servizi.
La nostra è una proposta di logica: permettere alla Giunta regionale di individuare questi servizi, in un periodo di 60 giorni.
Aspettiamo che la Giunta depositi il proprio emendamento, in modo da poterlo esaminare e discutere nell'ambito della discussione del disegno di legge 174 e, in particolare, delle politiche di area vasta.
Se non lo si discute adesso, quando lo si fa?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Riprendo la considerazione finale svolta dal collega Muliere: se la maggioranza e la Giunta avessero dichiarato di non avere alcun'intenzione di presentare un emendamento che affronti diversamente il tema delle Federazioni (noi siamo contro le Federazioni e abbiamo presentato un corpo di emendamenti al riguardo - questo è uno degli emendamenti presentati) capiremmo.
La Giunta, invece, non vuole neanche considerare la possibilità di presentare un emendamento e lascia che l'opposizione illustri i propri.
Poiché poco fa - colleghi della maggioranza - l'Assessore ha lasciato intendere che la Giunta ha predisposto un emendamento che affronta - credo diversamente la questione che noi stiamo discutendo, perché perdiamo del tempo? Capirei se la Giunta non considerasse minimamente la possibilità di affrontare la questione, ma poiché - collega Pedrale - la Giunta ha lasciato capire che intende affrontarla, mi domando: "Cosa aspetta l'Assessore o la Giunta a presentare un emendamento che riscriva il problema, la questione delle Federazioni? Io non lo capisco! Non fate delle forzature, colleghi della maggioranza! Non fate delle forzature, perché sarebbe singolare: noi siamo qui per discutere un emendamento che avete in serbo di presentare e che avete scritto.
Non lo presentate, discutiamo a prescindere dal fatto che la Giunta abbia in mente di presentare un emendamento che ha scritto, e poi, magari presentate una proposta - che so io! - ai sensi del Regolamento per evitare che prosegua la discussione.
Chi in questo momento non consente un confronto di merito è la maggioranza. Chi in questo momento dichiara i contenuti dell'emendamento sulle Federazioni, che sappiamo vorreste presentare, è la Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Scusi, ma il collega Gariglio mi ha distratto e volevo capire la portata di quest'emendamento, perché magari ha delle sfumature diverse rispetto ai due precedenti.
Anche quest'emendamento, così come gli altri, sono di subordine: in pratica, non è la nostra posizione, ma è la posizione della Giunta. Come dicevo prima, è necessario ed indispensabile, a nostro avviso, che le competenze e la natura giuridica - in pratica tutto - venissero scritte in modo chiaro nel disegno di legge, e non già nelle prerogative della Giunta.
Questo per ragioni di chiarezza.
Quest'emendamento, oltre a rimarcare quelle posizioni, fa un accenno sostanziale - sempre in subordine - in termini temporali e, giustamente, si chiede "entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge".
Io quest'emendamento lo prenderei ancora meno in considerazione rispetto a quelli precedenti, perché sono tutti subordinati. Stiamo attendendo con piacere l'elaborazione dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale, per darne poi un'attenta lettura e iniziare, finalmente una discussione di merito su questo punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale. Prego, Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Siccome non vorrei che parlassimo di un argomento che, alla fine, si dovrebbe svuotare, mi ricollegherei all'intervento che ha svolto ieri il Consigliere Reschigna, che, sostanzialmente, citava tre argomentazioni di rilievo che dovevano essere affrontate.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Assessore.
Colleghi, sta intervenendo la Giunta regionale in una fase straordinaria (siamo in fase di illustrazione): potrebbe essere utile ascoltare l'intervento dell'Assessore. Prego.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il Consigliere Reschigna ieri ha sottolineato tre problemi: la questione delle Federazioni, il 118 e l'argomentazione relativa alle politiche sociali.
Durante l'intervento di ieri credevo di aver chiarito che è nostra intenzione affrontare tutti e tre i problemi, e cercare di trovare su tali questioni, come peraltro abbiamo sempre fatto, un terreno di possibili convergenze.
Sul discorso delle Federazioni non abbiamo intenzione di nascondere quello che vorremmo fare domani con le stesse, tanto è vero che, quando avevate sollevato il problema, avevamo detto con chiarezza - è vero, lo abbiamo fatto a parole e non lo abbiamo mai scritto nel Piano - che non era nostra intenzione non fornire un dettaglio di ciò che avremmo voluto fare.
Ieri il problema è stato nuovamente ricordato.
Questa mattina abbiamo lavorato su quest'emendamento: abbiamo preparato una bozza che stiamo affinando con il Direttore qui presente e che domani mattina depositeremo. Ve lo anticipo, comunque, in sintesi, nel suo contenuto.
Il nostro emendamento prevede la costituzione di sei Federazioni saranno sei aziende consortili (quindi un soggetto giuridico che sembra essere un problema di rilevanza importante) a responsabilità limitata.
Sostanzialmente, due, tre o quattro Aziende Sanitarie, a seconda dei territori, costituiranno questo soggetto giuridico nuovo, che avrà, come funzioni, la gestione degli acquisti, dei magazzini, della logistica, dei sistemi, degli uffici legali (che saranno centralizzati a livello di federazione) ed eventualmente di ulteriori funzioni amministrative (parliamo, per esempio, della gestione del payroll (libro paga dei dipendenti comune per tutti, e della gestione dei corsi di formazione centralizzati). Non entriamo, dunque, nella contrattualistica specifica del personale, che è da gestire a livello aziendale - almeno oggi questa è la situazione e così continuerà - ma ci riferiamo a tutte le attività del personale che potrebbero essere accentrate, che saranno, eventualmente raggruppate. Queste saranno le funzioni tipiche.
Ci sarà un Direttore (o Amministratore unico, chiamiamolo come vogliamo), che sarà l'unico dipendente della Federazione. Questo Direttore sarà nominato, ovviamente, dall'Assemblea dei soci su presentazione/indicazione del Presidente della Giunta. Peraltro, è esattamente la stessa configurazione dell'Azienda nella Regione Toscana noi abbiamo solo dilatato un pochino di più le funzioni da trasferire all'interno della Federazione, in modo da portare a fattor comune più cose possibili, che siano servizi o supporto alle attività di erogazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali.
Ciò che resta alle Aziende Sanitarie è tipicamente l'attività di erogazione del servizio ospedaliero o territoriale. Tutto il resto viene portato a livello di Federazione.
Questo è, sostanzialmente, ciò che sarà scritto nell'emendamento che stiamo completando e che depositeremo domani mattina (è solo una questione di scritturazione).
Comunque, i contenuti che vi sto illustrando in questo momento non sono diversi da quelli che avevamo discusso in sede di IV Commissione e che avevamo detto di voler esprimere con estrema chiarezza.
D'altra parte, nel periodo 2012-2015, che è la validità di questo Piano, non potremmo fare cose tanto diverse da queste! Se riuscissimo a fare tutto questo, e a metterlo a regime, sarà già un bel risultato.
Giustamente, come avete fatto rilevare anche voi, non vi è alcuna ragione per lasciare indeterminatezza nella soluzione tecnica che si vuole applicare, perché, comunque, questo era lo strumento tecnico cui noi avevamo pensato.
Con questo intervento ritengo - lo spero, perlomeno - di aver fornito risposta ad una vostra legittima richiesta, che era il primo dei tre punti che citavo prima e che ieri il Consigliere Reschigna rimarcava.
Vediamo se riusciremo a trovare un terreno comune anche sulle altre soluzioni. Avremo modo di discuterne.
Mi pare di comprendere che questa mattina si è parlato di politiche sociali e sapete quali sono gli impegni che stiamo prendendo. Ce n'è uno in particolare, che non è formalizzato - perché non lo possiamo ancora scrivere - ma che rappresenta un impegno fermo, quello di spostare 20 milioni dal budget 2012 di spesa della sanità sulle politiche sociali.
La sua formalizzazione in questo momento non è tecnicamente possibile ma sapete che c'è la volontà e l'impegno di voler fare questo trasferimento di risorse dalla sanità alle politiche sociali.
Spero che questo intervento alleggerisca un po' la situazione o possa consentire di superare una parte delle problematiche che state portando in discussione in questo momento, almeno quelle relative all'incertezza del modello che si vuole attuare. Grazie.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di chiarimento? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

evidente che noi domattina, non appena la Giunta regionale depositerà l'emendamento, potremo valutarlo anche nei suoi aspetti formali: non coincide con la nostra visione ma vorrei anche dire che noi non abbiamo la pretesa di imporre la nostra visione: avevamo, almeno su questo tema, la pretesa di imporre un principio che deve salvaguardare l'attività e la funzione legislativa del Consiglio regionale, che è quella della non-delega in bianco in capo alla Giunta regionale.
Nel merito, poi, valuteremo l'emendamento domani mattina e quindi, per quanto riguarda le questioni di merito, espliciteremo durante il dibattito di domani quale sarà la nostra posizione. Da subito vorrei però proporre una questione alla valutazione dell'Assessore Monferino. Noi continuiamo a considerare indipendentemente dalla forma giuridica che assumeranno queste Federazioni, eccessivo il numero di sei. Noi siamo convinti che proprio un sistema che ha quelle funzioni possa reggere quattro grandi aree sovrazonali e che possa essere utile avere quattro aree sovrazonali.
Veniamo alle dimensioni sotto l'aspetto della popolazione, visto che immagino che la questione riguardi l'organizzazione della città e della provincia di Torino. Le dimensioni della Città e della provincia di Torino pur consistenti, non rendono necessario, dal nostro punto di vista l'individuazione di tre soggetti.
Visto che ho la parola, vorrei rappresentare e ribadire, senza far perdere tempo, altre due questioni che dal nostro punto di vista sono importanti, anche se non sono ancora state affrontate nel corso del dibattito sull'articolato che stiamo esaminando. Una è la questione dell'Azienda sanitaria regionale 118. Siccome probabilmente la valutazione e la rappresentazione dell'atteggiamento della Giunta sulle questioni in termini complessivi può aiutare lo svolgimento e il confronto di metodo del dibattito, noi chiederemmo alla Giunta regionale, nella giornata di domani anche solo di esplicitare una valutazione rispetto alla questione, che non solleviamo solo noi: mi sembra che sia stata posta da molti Gruppi dell'opposizione e, da quello che abbiamo colto anche nel dibattito che si è svolto all'interno della Commissione, non trova neanche un consenso così esteso nella maggioranza, oltre al non-consenso che si respira nella dimensione piemontese, quindi nell'articolazione sanitaria regionale.
Ribadisco due altre questioni. Una è la questione - che ieri, in alcuni interventi, abbiamo cercato di esplicitare anche in termini concreti degli ambiti territoriali di integrazione tra le politiche sanitarie e le politiche sociali. Finisco e poi evito di occupare il tempo negli interventi successivi.



PRESIDENTE

Consigliere, lei è in credito da ieri...



RESCHIGNA Aldo

Ribadisco questo concetto, Assessore. Su questo tema questo Gruppo consiliare vi sta sfidando a fare un'operazione di cambiamento e di trasformazione del Piemonte. In questo nostro atteggiamento non c'è la difesa dell'esistente; semmai, c'è l'invito o la proposta a intervenire affinché l'esistente possa essere ammodernato.
Rimane poi la quarta questione - che il dibattito di stamattina in I Commissione non ha risolto a maggior ragione, finalmente, dopo la presentazione di tabelle formalmente corrette e coerenti con gli emendamenti depositati dalla Giunta sul disegno di legge di bilancio - che è quello delle risorse sul sistema delle politiche sociali. Siamo molto lontani. Allora, sotto questo aspetto, voglio ribadire due questioni.
La prima è che, per alimentare il sistema delle politiche sociali, non necessariamente occorre prelevare dal sistema della sanità. Ci rendiamo conto, infatti, che probabilmente alcuni risparmi sulla spesa sanitaria possono essere accertanti nel corso dell'esercizio e non certamente essere oggi oggetto di una previsione, all'interno del documento di bilancio, non prudente sotto questo aspetto; rimane come elemento di discussione della legge di bilancio il tema delle risorse sul sistema delle politiche sociali.
L'altro elemento è che io credo agli impegni politici, soprattutto se sono esplicitati all'interno di un'Aula come quella del Consiglio regionale. Allora, siccome siamo convinti che fra quattro o cinque mesi dichiarare l'esatta entità delle risorse - che può essere emersa sul sistema delle politiche sociali - sarà tardivo, perché in quel momento si saranno già prodotte le conseguenze della certezza delle comunicazioni sulle risorse date dalla Regione, chiedo che su questo tema, durante questo dibattito in Consiglio regionale, ci sia un suo forte pronunciamento. C'è un rapporto che è stato individuato in un accordo tra la Giunta regionale e la Città di Torino: chiediamo che quello sia il riferimento che riguarda l'approvvigionamento dei soggetti gestori delle politiche sociali nella realtà complessiva del Piemonte.
Poi, ci rendiamo anche conto che c'è un carico di tensione sociale sulla Città di Torino, come sui grandi centri urbani. Questo può anche essere conteggiato, calcolato, valutato e considerato ma, attenzione, non nel termine di meno 17% e meno 40%, perché questo creerebbe una situazione non gestibile da nessuno: da noi assolutamente non condivisa, ma non gestibile neanche da voi.
Rinnovo la considerazione che, dal nostro punto di vista, il confronto di questi giorni non può essere considerato una perdita di tempo e vorrei ribadire un concetto: signori, quando un Gruppo consiliare presenta, su due provvedimenti così importanti, 70 emendamenti, vi voglio sfidare a dimostrare che l'ostruzionismo è un'altra cosa; la nostra sfida è una discussione di merito sulle questioni! Se durante queste giornate riusciamo a confrontarci in Aula su tali questioni - visto che noi vogliamo farlo - probabilmente renderemo tutti insieme un buon servizio, indipendentemente da quale sarà l'esito finale di questa discussione. Se invece incominciamo ad affrontare il dibattito guardando, analizzando e studiando i commi degli articoli del Regolamento ci porremo in una strada che - vi garantisco - non vi porterà da nessuna parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non posso che ringraziare il Presidente del Gruppo del Partito Democratico Reschigna per la sensibilità che ha ritenuto di usare nei confronti delle altre forze di opposizione. Lei invece, Assessore, continua a ritenere - ieri gliel'ho fatto notare nel corso della Conferenza dei Capigruppo - che su questi banchi ci sia soltanto un interlocutore. Ieri l'ho detto molto educatamente e adesso lo ripeto con maggiore forza e maggior energia, come sono abituato a fare: su questi banchi non esiste soltanto una forza di opposizione! E guarda caso, Assessore, alcune delle richieste del Partito Democratico coincidono anche con quelle delle altre forze politiche; quindi lei non è autorizzato ad assemblare in quelle richieste le richieste degli altri.
Ci siamo comportati veramente nel modo più corretto ma, a questo punto non ci vuole assolutamente niente a far firmare 500 emendamenti all'Italia dei Valori, a Sinistra Ecologia Libertà, alla Federazione della Sinistra e magari, anche al Movimento 5 Stelle. In questo modo vi dimostriamo che non esiste solo il Partito Democratico, con tutto il rispetto per gli amici del Partito Democratico. Qui non si mette in discussione il rispetto per gli amici del PD: si mette in discussione la mancanza di rispetto per le altre forze! Lei sa benissimo, Assessore, che sono stato il primo a porle - in rappresentanza della mia forza politica - il problema del 118. Quindi non fare riferimento ad una forza politica che è la seconda forza politica di opposizione è una mancanza di rispetto che non tollero. E ve ne accorgerete!



PRESIDENTE

Bene.



BUQUICCHIO Andrea

E lo ripeterò finché avrò voce, perché ho il dovere...



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, riprende la parola? Altrimenti...



BUQUICCHIO Andrea

Ve ne accorgerete anche voi, se continuerete a mettere il bavaglio!



PRESIDENTE

Bene. C'è una richiesta di chiarimento da parte del Vicepresidente Placido, che ha tre minuti a disposizione, in qualità di Consigliere prego, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Cercherò di utilizzare i tre minuti sulle comunicazioni dell'Assessore che ringrazio, perché mi ha anticipato, dato che gli stavo per chiedere: fatecelo vedere finalmente!.
Invece ho ascoltato con attenzione che c'è tutta l'intenzione, se il documento poi risponderà a quello che ha detto, ma non ho dubbi in proposito.
Rimane la perplessità e condivido parola per parola, comprese le virgole, l'intervento del Capogruppo Reschigna; rimangono le contrarietà e le nostre perplessità e continueremo ad elencarle fiduciosi che ci sia un segnale.
Noi siamo per la semplificazione: aggiungere sei sovrastrutture - avrei capito, e solo su questo parlo a titolo personale, una riduzione delle ASL non un'aggiunta. È questo che non si capisce, perché da una parte c'è buon senso, invito alla moderazione, invito a trovare le soluzioni, ad entrare nel merito, a discutere, a semplificare, a ridurre. E la risposta è: adesso con un'aggiunta la precisazione positiva ad aumentare con tutte le preoccupazioni e le perplessità che il Gruppo del PD e non solo - non fosse altro per non fare agitare con preoccupazioni di molti l'amico Buquicchio.
Collega, sia un po' più placido, perché fa bene anche alla salute.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Vorrei chiedere scusa al Consigliere Buquicchio, perché come Assessore alla sanità non vorrei essere la causa di qualche problema di salute. Mi spiace di averla portata a questo, e come Assessore alla sanità proprio non dovrei farlo.
Lei sa bene qual è il mio punto di vista, perché abbiamo avuto anche modo di parlarne, sul discorso che lei ha proposto, che non era molto diverso da quello che avevamo proposto noi, era abbastanza simile.
Mi sono reso conto che alla fine è meglio essere pragmatici e portare a casa dei risultati, piuttosto che continuare a ragionare su un'opzione che mi rendevo conto che non poteva essere portata a compimento, non per un problema politico soltanto, ma perché c'era un problema di 30 mila operatori del sistema sanitario che potevano non condividere quella scelta.
Sono convinto che qualunque soluzione si può portare avanti se c'è l'adesione della gran parte di coloro che la devono attuare ed implementare.
Personalmente sono convintissimo che la separazione tra ospedale e territorio funziona benissimo, non ho nessun problema, perché sono i processi che danno la garanzia della continuità terapeutica. Non sono i soggetti giuridici e le scatole giuridiche che lo danno. Ma non importa: ho rinunciato a questa visione, perché non mi rendevo tanto conto che il problema era politico. Francamente ho poca familiarità con queste cose e non le capisco, ma mi sono reso conto che molti dei 60 mila operatori che c'erano nel sistema sanitario non condividevano questa scelta.
Quindi, non si può portare avanti nessun cambiamento se una parte importante degli operatori del sistema non sono d'accordo. Si lavora e si va verso un risultato se la maggioranza di quelli che stanno in quella squadra lavorano per quel risultato, altrimenti non si ottiene.
Questo è il motivo per cui ho dovuto abbandonare una soluzione che personalmente ero convinto che potesse funzionare.
Lei continua a ripetermi la sua soluzione e la capisco benissimo perché condivido l'ipotesi di base e lei lo sa, perché gliel'ho detto e confermato tante volte.
Sono stato costretto a cambiare strada per questo motivo e ho cercato una strada che consentisse lo stesso raggiungimento dei nostri risultati.
Questo è il motivo molto semplice che ci ha portato a questo. E non posso tornare indietro, quindi capisco il suo disappunto che, in parte, pu essere anche il mio. Capisco che lei deve rinunciare a qualche cosa, come io sto rinunciando a qualche cosa, ma lo sto facendo per cercare una soluzione che sia condivisa in quest'Aula il più possibile, anche se non avremo esattamente le stesse opinioni forzatamente. Siamo in tanti qui dentro ed è probabile che avremo tante opinioni diverse.
Quindi, cerchiamo di raggiungere il massimo della comunanza possibile di intenti e poi cerchiamo di far funzionare la macchina nel suo complesso.
Questo è il tentativo che stiamo facendo.
Per lo stesso motivo ho ripreso i problemi che ieri - e non vorrei risollevare le sue perplessità - ha sollevato il Consigliere Reschigna, nel cercare un ulteriore possibile avvicinamento. Giustamente posso comprendere, ma è anche un suo problema e non solo del Presidente Reschigna, di non dare una delega in bianco su un tema come quello della formazione. Sono d'accordo. Siccome la nostra idea era quella di formare quel tipo d'organizzazione, la esplicitiamo e la mettiamo in un emendamento con la precisione di tutti i dettagli di cui oggi siamo capaci.
Credo che questo non sia solo un problema del Capogruppo Reschigna, che ce l'ha ricordato ieri, credo di avere capito che fosse anche un suo problema. Quindi, abbiamo dato risposta anche al problema di altri Gruppi presenti in questo Consiglio che avevano espresso le stesse perplessità.
Quindi, non se la prenda, perché non voglio causarle nei problemi di salute.
Mi creda, sto cercando con il più largo buonsenso possibile di trovare un terreno comune che ci consenta rapidamente di arrivare al 31 marzo quando non potremmo più prorogare i commissari e dobbiamo dare una situazione stabile alle nostre Aziende sanitarie. Questo è l'unico obiettivo che abbiamo: stabilizzare una situazione di precarietà, perché ci sono dei commissari oggi, rinnovati per tre mesi, che vivono nella più totale instabilità nella gestione della loro azienda. Più in fretta diamo stabilità a queste aziende, più in fretta diamo stabilità al sistema sanitario piemontese.
E dare stabilità vuol dire cercare di portare a casa tutte le azioni che ciò che stiamo descrivendo in questo Piano - che mi pare largamente condiviso in alcuni capitoli fondamentali - quali la centralizzazione, la programmazione delle reti ospedaliere, perché è stato confermato da tutti.
Quelle sono le cose importanti per cui battersi ed arrivare ad una soluzione. Vi siete battuti, abbiamo accettato una larga parte importante delle vostre istanze e mi pare che abbiamo fatto bene il nostro lavoro.
Mi rivolgo ora al Consigliere Placido. Francamente non voglio parlare di ostruzionismo o meno, però questo viene un po' della mia estrazione culturale. Però ripetere dieci volte l'emendamento n. 12) o l'emendamento n. 71), e per dieci volte ripetere lo stesso esatto concetto, non aggiunge valore alla discussione. Quando è stato espresso con chiarezza una volta l'ho capito, non ho bisogno di sentirlo dieci volte per capirlo meglio. Per me quella - non so se chiamarlo ostruzionismo - è certamente una perdita di tempo, perché non dà valore aggiunto. È solo una questione di dare i termini e le definizioni giuste.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Assessore, la ringrazio del chiarimento, però vorrei meglio puntualizzare quel concetto. Anche se con posizioni diverse, come ha ribadito in modo estremamente chiaro il Consigliere Ronzani (e non solo) abbiamo tutti delle perplessità rispetto alle Federazioni. Io, per di più avevo condiviso, a differenza di altri, l'impostazione di riduzione delle ASL, che poi però non è più stato possibile realizzare, ma ormai è superato, perché ho capito - e l'ho anche dichiarato - che mi ritengo forza minoritaria su questo panorama. Lo capisco e non faccio barricate, pur continuando a sostenere la non bontà della mancata riduzione.
Relativamente alle Federazioni, PD da una parte, Italia dei Valori dall'altra, FED dall'altra, SEL ancora da un'altra parte e Movimento 5 Stelle da una diversa parte, siamo tutti contrari, ma in modo diverso.
Relativamente alla questione del 118, ribadisco il problema. Non si tratta di avere una paternità, ma poiché chi ha sollevato per primo il problema si vede poi ignorato nelle risposte, in termini di sensibilità è normale che se la prenda.
Per quanto riguarda il socio-assistenziale, non ho presentato emendamenti perché so che egregiamente ne hanno presentati il PD, SEL e FED, quindi non volevo ripetere quanto già fatto. Io le battaglie le faccio in modo serio: mi appoggio alle loro. L'hanno fatto loro per primi, quindi mi va bene.
Questo è il mio modo di fare politica.
Occorrerebbe, a parte il comportamento indegno delle testate giornalistiche - anche se non vedo qui giornalisti - che parlano solo di chi vogliono loro e si permettono il lusso di ignorare continuamente le forze cui, per un motivo o per un altro, non intendono dare voce, che almeno da parte degli interlocutori con cui si lavora dalla mattina alla sera, perché siamo tutti qui per lo stesso Piano, ci fosse pari dignità di rapporto.
Solo questo rivendico. Non è il PD che fa delle richieste, è l'opposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Monferino per la precisazione, ma vede, Assessore ognuno di noi ha esperienza di certe cose, lei non ha ancora avuto l'opportunità - mi auguro che non accada mai - di sperimentare l'ostruzionismo.
Il Partito Democratico è una forza di Governo anche quando sta all'opposizione.
L'ostruzionismo è un'altra cosa, per quantità, per intensità e per qualità degli interventi.
Questo è tutt'altro che ostruzionismo.
Ho apprezzato la sua risposta e mi permetto di interloquire cordialmente non c'è nessun intento di altro genere.
L'ostruzionismo è altra cosa.
Vede, Assessore, chiedere è lecito, rispondere è cortesia.
Noi facciamo delle domande e lei giustamente dice "basta una volta, uno capisce", ma non abbiamo ottenuto risposta (mi riferisco alle Federazioni tanto per essere più precisi). Non che lei sia scortese, assolutamente però non ha dato la risposta e uno che si trova in questa situazione continua a porre la domanda, auspicando una risposta.
Attenzione, Assessore, la risposta non è ancora neanche nel merito perché se c'è un emendamento, uno poi lo valuta, interviene e si comporta di conseguenza, dopo che ha potuto leggerlo. Ecco perché vi suggeriamo interventi continui e reiterati, assolutamente nel rispetto del Regolamento mi permetto, perché i colleghi mi hanno sentito più volte dirlo. Non mi esprimo nel merito, ma quello è il Regolamento e quello dobbiamo rispettare. Tanto per dare un elemento - e termino - Assessore Monferino: un Regolamento che in certi aspetti ritengo liberticida.
Ma questo è e questo ci tocca rispettare.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Buquicchio, Lepri, Bresso, Gariglio, Ronzani, Muliere, Manica, Placido Pentenero: Al comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), come sostituito dal comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale", dopo le parole: "la Giunta regionale" sono inserite le seguenti: ", sentita la Commissione consiliare competente,".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Lo illustro io, Presidente.
un emendamento molto semplice. Noi crediamo che la decisione prima ribadivamo sulla necessità di essere adottata entro i 60 giorni, che spetta sicuramente alla Giunta, debba essere fatta.
Riteniamo, stante l'importanza della materia, la definizione degli ambiti e le materie che dovranno essere gestite per aree vaste, che debba essere adottata dopo un coinvolgimento ed una riflessione in seno alla Commissione.
Crediamo, come abbiamo già espresso in tante occasioni di definizione di norme di riferimento, che le scelte importanti, che sono un po' quelle di sistema, debbano vedere, laddove è la Giunta ad adottare dei provvedimenti, il coinvolgimento della Commissione. È chiaro che questo tipo di testo, come buona parte degli emendamenti presentati, sono emendamenti di approssimazione progressiva. È altrettanto chiaro che nel momento in cui avremo sottomano l'emendamento della Giunta, che andrà a definire puntualmente materie, contenuti e modalità con cui queste verranno gestite, probabilmente molti dei nostri emendamenti e dei nostri suggerimenti verranno meno, nel senso che se definiremo le materie dettagliatamente e puntualmente all'interno della legge, non vi sarà più la necessità di richiamare successivi interventi della Commissione a conforto e confronto delle decisioni che dovrà assumere la Giunta.
Visto che siamo in una discussione che aveva, fin dall'inizio l'ambizione di porre un tema e di richiedere un pronunciamento chiaro abbiamo ritenuto, per intanto e a legge vigente, di suggerire le integrazioni e le correzioni che ritenevamo e riteniamo necessarie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Assessore, con quest'emendamento, che si lega al precedente continuiamo a cercare di intervenire sull'oggetto della delega che, con questa norma di legge, il Consiglio affida alla Giunta regionale. Non ci pare fuori dal mondo chiedere che, come in tutti i procedimenti di delega ci sia, da un lato, un termine temporale, perché so che a lei sta a cuore come penso a tutti, un celere avvio dell'esperimento delle Federazioni, ma tutto sommato, prevedere anche in via legislativa un termine entro il quale questo avvenga, penso sia positivo per tutti.
Dopodiché, in ossequio ad una prassi che qui è stata introdotta dalla sapienza del Vicepresidente Cavallera, quando sedeva ai banchi dell'opposizione, chiediamo che sulla materia ci sia un parere della Commissione, e venga ascoltato, ovviamente lasciando il potere discrezionale alla Giunta regionale. Questo l'oggetto del nostro emendamento e ci piacerebbe che, quando - speriamo presto - sarà superata la fase un po' fisiologica di aprioristico scontro tra gli schieramenti e si entrerà nella ricerca delle soluzioni, si possa arrivare a un accoglimento di queste istanze.
Dopodiché, Assessore, rimarco la posizione del Gruppo consiliare, che ritengo non debba trovare la sua contrarietà a priori: l'ipotesi di arrivare ad una sola Federazione a Torino.
Se i compiti delle Federazioni sono quelli che leggiamo nella legge come bene lei ha esplicitato poc'anzi, riteniamo che nella logica di dare efficacia ed efficienza all'erogazione complessiva del sistema sanitario, e quindi risparmiare tutti i servizi strumentali che saranno affidati alla Federazione, riteniamo che avere una sola Federazione sul bacino provinciale di Torino sia assolutamente una scelta prioritaria.
Ecco perché chiediamo ancora la sua attenzione al nostro emendamento perché ci pare possa essere un fattore di semplificazione del nuovo sistema che si va a creare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Gariglio.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Quest'emendamento potrà anche essere ritirato, se domani sarà depositato l'emendamento annunciato, con i contenuti illustrati dall'Assessore Monferino.
evidente che, se c'è una norma precisata in legge, non ci sarà la necessità di un doppio passaggio all'interno della Commissione consiliare competente, per un parere.
L'emendamento era stato presentato al testo licenziato dalla Commissione, che aveva questo tipo di caratteristiche, quindi ci sembrava il male minore accompagnare questo passaggio attraverso un rapporto tra la Commissione e la Giunta regionale.
Ripeto: se domani sarà depositato l'emendamento, che, al di là dei nostri punti di vista di merito, consentirà di evitare la delega illimitata in capo alla Giunta regionale, è evidente che l'emendamento in oggetto potrà anche essere considerato da noi superato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Quando vedremo l'emendamento della Giunta, modificheremo le nostre valutazioni rispetto a quest'argomento, anche se continuiamo a ritenere che le Federazioni debbano essere quattro e non sei.
Si tratta di un argomento di non poco conto e personalmente non capisco quale sia la ragione per la quale, invece, il Governo regionale contrariamente a quello spirito efficientistico che dovrebbe caratterizzarlo, continui a ritenere che due Federazioni in più possano consentire meglio di raggiungere l'obiettivo che l'Assessore si è prefissato.
Sulle linee generali non ho voluto intervenire, perché, per quanto ci riguarda, parla il nostro Capogruppo, quindi ho ritenuto di non aggiungere altro.
Voglio fare, però, una riflessione e vorrei che l'Assessore mi ascoltasse: come ho detto ieri, noi stiamo organizzando numerose assemblee sulle questioni sociali. Ieri sera sono stato, insieme al Consigliere Muliere, ad Alessandria, dove - come l'Assessore sa - le preoccupazioni rispetto ai consorzi e ai servizi sono di grande rilevanza.
Certamente è una questione normativa (non la discutiamo adesso; si discuterà, poi, con l'Assessore Maccanti), ma è anche una questione finanziaria, perché è chiaro che i LEA devono continuare ad essere garantiti e, pertanto, dovendo tagliare 50 milioni di euro, quei servizi che non fanno parte dei LEA (penso, per esempio, al sostegno economico) saranno questioni sulle quali, in un momento di grave crisi, le famiglie, i consorzi socio-assistenziali o chi gestirà i servizi, dovrà incidere.
Noi, ovviamente, su quest'argomento, abbiamo delle perplessità.
Accogliamo la riflessione dell'Assessore - "metteremo a disposizione altri 20 milioni di euro" - ma noi crediamo che non bastino e pensiamo che la questione sociale vada al di là delle Federazioni. Condividiamo il principio, ritenendo che la Giunta regionale che ha vinto le elezioni abbia il diritto di portare a casa i propri programmi elettorali (l'ho detto sin dalla prima ora e confermo quest'impostazione), ma la questione dei servizi sociali, per quanto riguarda il mio partito, sarebbe difficile da spiegare.
Pertanto, riteniamo che quattro Federazioni siano meglio di sei. Il Governo regionale deciderà quello che vuole fare, ma la questione delle risorse ai servizi (mi rendo conto di quanto questa riflessione si sposi con il bilancio) è dirimente e superiore, per quanto mia riguarda, a tutte le altre.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Com'è stato detto, su quest'emendamento si possono svolgere due riflessioni.
La prima rientra nell'ambito di un corpo d'emendamenti su una problematica che consideriamo fondamentale, rispetto a questo testo di Piano Socio Sanitario: la problematica relativa alle Federazioni, che ci porta ad una riflessione su cosa debbano essere le politiche dell'area vasta, le loro caratteristiche gestionali ed organizzative, il numero e le caratteristiche territoriali, e quant'altro.
dunque, del tutto evidente che l'emendamento, che in sé potrebbe sembrare un emendamento limitato, è collegato a questo ragionamento.
Non avendo una precisazione, nell'attuale testo, di questa struttura dal punto di vista degli aspetti gestionali ed organizzativi, chiediamo che vengano definiti dei tempi e, soprattutto, che venga sottoposta alla Commissione competente l'eventuale normativa che la Giunta intende elaborare, affinché la Commissione la possa esaminare. Dopodich ovviamente, rispetto al parere della Commissione, la Giunta ha tutta la facoltà d'intervenire, nei termini e nei modi che riterrà più opportuni.
evidente che questo ragionamento è relativo al testo che stiamo discutendo; qualora il testo cambiasse, se - come è stato detto - domani sarà depositato un emendamento della Giunta, che entri più nel merito della parte normativa relativa alle Federazioni, l'ordine della discussione cambierà e potrebbe anche essere necessario ritirare l'emendamento in oggetto, perché magari sarà superato dal nuovo testo del provvedimento o perché magari cambieranno le definizioni, per cui questo emendamento potrebbe diventare superfluo.
Questo lo sapremo solo dopo la presentazione del testo della Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo sottolineare come sia necessario che le attuazioni previste dalla Giunta abbiano la piena condivisione o comunque ci sia il massimo del confronto con la Commissione consiliare competente.
I temi sui quali dobbiamo concentrarci maggiormente sono relativi al fatto che dovremmo avere delle organizzazioni sovraterritoriali (uso il termine "organizzazioni" perché non riusciamo a comprendere bene quale tipo di struttura queste abbiano), con un'articolazione chiara e precisa e soprattutto, con un modello che possa essere identificato, non come elemento di maggiore spesa, ma come fattore che vada a fornire un servizio funzionale e strumentale alle Aziende Sanitarie.
Oggi l'Assessore ha preannunciato che domani sarà presentato un emendamento: lo esamineremo, cercando di capire l'impatto che questo avrà sul Piano, e se risponderà a quanto oggi intendiamo mettere in evidenza.
Resta, comunque, fermo il problema legato alle funzioni socio assistenziali (attualmente oggetto di una grande preoccupazione), che in alcune parti del nostro territorio raggiunge una situazione quasi drammatica, legata ai servizi socio-assistenziali.
Ci sono territori dove non si riesce a garantire la sopravvivenza dei servizi, e dove - anzi - ogni giorno i Direttori e gli operatori si trovano a dover fare i conti con la chiusura di nuovi servizi; servizi che sono stati attivati nell'arco del tempo e che hanno risposto a cittadini che appartengono alle fasce più deboli della popolazione piemontese.
Questa è la ragione per cui riteniamo che ci debba essere urgentemente una risposta. Non si può pensare che le risorse arrivino dai risparmi derivanti dalla nuova organizzazione sanitaria, perché questo mi sembra che sia soltanto un prendere in giro un contesto delicato e un settore importante della nostra società piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, mi rendo conto che dopo che l'Assessore Monferino ha illustrato l'emendamento che domani la Giunta presenterà, questa discussione lascia un po' il tempo che trova. Perché sarebbe più utile discutere l'emendamento dell'Assessore Monferino, che, legittimamente, per ragioni di limatura, se ho inteso bene, presenterà domani mattina. Adesso sì, davvero, è inutile questa discussione, perché illustriamo emendamenti che non hanno né capo né coda; sarebbe più giusto, invece, discutere in merito alla proposta dell'Assessore. Dunque, convengo anche io nel sostenere che rischiamo di discutere di emendamenti che avevano un senso prima che fosse presentato o illustrato l'emendamento della Giunta. Al momento vi è una situazione obiettivamente nuova, perché il riferimento di adesso (o di domani mattina) sarà il nuovo emendamento.
Allora, Presidente, possiamo valutare la possibilità di sospendere qui la discussione?



PRESIDENTE

Siamo convocati fino alle ore 18, quindi restano pochi minuti.



RONZANI Wilmer

Perché sarebbe più giusto discutere dell'emendamento presentato dall'Assessore Monferino, e lo faremo domani mattina. Altrimenti anch'io mi sento impegnato a discutere di una cosa che può essere superata dagli eventi.
Tali emendamenti, infatti, non tenevano conto dell'emendamento presentato dalla Giunta, per cui sarebbe più utile che i colleghi, domani mattina, si esercitassero seriamente a discutere il merito della proposta che l'Assessore ha illustrato, e che è giusto che noi valuteremo concretamente sulla base del testo che la Giunta presenterà.



PRESIDENTE

Grazie. Pochissimi minuti di pazienza e arriviamo dove vuole lei.
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Boeti, Reschigna Buquicchio, Lepri, Bresso, Gariglio, Ronzani, Muliere, Manica, Placido Pentenero: Al comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), come sostituito dal comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale", dopo le parole: "la Giunta regionale individua" sono inserite le seguenti: ", evitando le duplicazioni di ambiti di intervento,".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anche questo, se vogliamo, è un emendamento che automaticamente andrà ad esaurirsi nel momento in cui avremo in mano la proposta di riscrittura del testo che c'è stata annunciata. Qui, sostanzialmente, andavamo a fare una presentazione ultronea, nel senso che dice una cosa che crediamo sia importante ma che dovrebbe essere scontata, e cioè che tutta questa operazione di gestione su area vasta di una serie di funzioni di supporto a quella che è l'attività caratteristica dell'erogazione delle prestazioni sanitarie deve essere fatta evitando duplicazioni di ambito di interventi (il classico vecchio tema di chiarire "chi fa che cosa, e quella cosa la fa soltanto il soggetto incaricato di farla").
In pratica, si andrebbe a chiarire che se alcune funzioni vengono allocate a livello di area vasta, a livello di area vasta devono essere per quanto possibile, compiutamente gestite, in modo da evitare che qualcuno continui a gestire un pezzo di funzione a livello di Azienda Sanitaria e qualcun altro gestisca un altro pezzo di funzione a livello di area vasta. Ci rendiamo conto, com'è già stato anticipato dai colleghi, che probabilmente ciò di cui stiamo ragionando in questo momento è un aspetto che domani mattina non avrà alcun senso. Perché nel momento in cui conosceremo nel dettaglio le materie che saranno gestite a livello di area vasta, le modalità con cui le stesse saranno gestite ed organizzate, e dove saranno allocate le funzioni, queste riflessioni, queste cautele e queste garanzie che abbiamo voluto inserire nel testo probabilmente verranno meno.
Ovviamente, sebbene talvolta siamo consapevoli del fatto che rischiamo di essere un po' ripetitivi e dispersivi nelle nostre analisi, crediamo che sia compito importante di un'opposizione mettere in campo un insieme di proposte di emendamenti che hanno l'ambizione compiuta di portare elementi di riflessione e, se vogliamo, creare lo spazio per lasciar maturare e crescere all'interno della Giunta e della maggioranza le condizioni per la predisposizione del testo che speriamo ci verrà prossimamente presentato e possa, in qualche misura, sostituire e surrogare tutte queste riflessioni che ci rendiamo conto, in questo quadro, probabilmente verranno meno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

A questa riflessione vorrei aggiungere un altro concetto.
Noi pensiamo, certamente, che un sistema sanitario sia efficiente se non duplica gli interventi, e lo è, in questo caso, da un punto di vista economico. Certo è che, a seconda dei territori e dei bisogni di salute della popolazione di quel territorio - bisogni di salute che devono essere determinati con studi epidemiologici adeguati - conta anche il fatto che vi sia un'offerta di servizi. Perché per evitare duplicature, non è che possiamo chiudere tutti i servizi, concentrandoli magari in un'unica grande struttura, aumentando in tal modo le liste di attesa.
Questo è un problema importante che si porrà se, quando e come saranno davvero applicati quei tagli ai sistema sanitario che l'Assessore ogni tanto paventa (che, però, non sono storie, ma fanno parte davvero del programma di questo Governo e speriamo che non facciano parte del programma di Governo dell'altro). Noi saremo costretti a tagliare molti servizi perché con 600 milioni di euro in meno, il sistema sanitario, com'è stato garantito fino a questo momento, non potrà certamente essere assicurato.
Noi siamo d'accordo, quindi, con il fatto che le strutture non debbano essere duplicate, ma chiediamo anche che si faccia una verifica attenta dell'offerta territoriale dei servizi. Se fino a qualche anno fa questo sistema sanitario era in grado di garantire non solo la qualità, che è rimasta immutata, ma anche la tempestività delle prestazioni, oggi la tempestività delle stesse non è più quasi garantita, perché le liste d'attesa sono aumentate. E con esse, credo, Presidente, che potremmo concludere questa giornata.
Grazie.



PRESIDENTE

Sono le ore 18 e abbiamo terminato i nostri lavori.
Ricordo che il Consiglio regionale è convocato per domani alle ore 10 e rammento, in particolare alla Giunta e a coloro che hanno presentato richieste di sindacato ispettivo, che apriremo la seduta con la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.00)



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