Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.186 del 13/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 985 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Truffa ai danni del servizio sanitario commessa da una farmacia di Novi Ligure"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
985, presentata dal Consigliere Gariglio.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Come tante altre persone interne a questo Consiglio, ho visto in televisione (praticamente in diretta) la truffa che veniva consumata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale da una farmacia di Novi Ligure e da un gruppo di medici di base che fornivano in modo assolutamente illegittimo dati dei loro clienti e prescrivevano ai loro clienti medicinali in misura maggiore di quelli che poi non fossero necessari Ovviamente i pazienti erano all'oscuro di queste prescrizioni. Le ricette arrivavano alla farmacia che staccava i tagliandi e fatturava al servizio sanitario regionale delle medicine che non erano mai state effettivamente consumate. Ecco perché con questa interrogazione abbiamo chiesto di conoscere quali misure la Regione intenda o - ci auguriamo abbia posto in essere sia nei confronti dell'esercizio farmaceutico (so che la sensibilità del Presidente di questa assemblea) sia nei confronti dei medici di base.
In attesa di una definizione delle loro responsabilità in sede penale è evidente che questo comportamento sottintendeva una palese collusione tra medici di base, da una parte, e farmacisti, dall'altra.



PRESIDENTE

Ascolto anch'io volentieri con attenzione la risposta dell'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Noi siamo venuti a conoscenza dei fatti, credo come tutti, attraverso la loro diffusione mediatica da parte di questa trasmissione televisiva che è stata poi ampiamente riportata sulla stampa nazionale e locale.
Abbiamo provveduto immediatamente a chiedere agli Uffici competenti dell'Azienda di Alessandria (territorialmente competente) una relazione sull'accaduto.
Gli Uffici hanno trasmesso una nota che ci dà sostanzialmente la cronologia degli accadimenti relativi alla farmacia in questione, corredata da tutte le copie dei verbali ispettivi e dal verbale di accertamento redatto dai NAS di Alessandria.
L'Azienda Sanitaria di Alessandria, che inizialmente ha disposto una sospensione temporanea a titolo cautelativo dei pagamenti delle competenze mensili alla farmacia, sta ora collaborando con gli inquirenti nelle indagini successive agli accadimenti, procedendo in particolare al controllo incrociato tra le ricette del Servizio Sanitario Nazionale spedite nella farmacia dell'ospedale e i dati fiscali dei cittadini consumatori dei farmaci.
Tutto ciò premesso, occorre comunque significare che la Regione non ha competenze in merito all'attività di vigilanza sulle farmacie aperte al pubblico convenzionate con il sistema sanitario. Gli eventuali relativi provvedimenti sanzionatori di natura amministrativa sono di pertinenza dell'Azienda Sanitaria Locale e, sotto il profilo delle violazioni deontologiche, dell'Ordine Provinciale dei Farmacisti, ovviamente.
Poi, com'è noto, c'è un'indagine ancora in corso (indagini relative al procedimento penale), il cui esito è necessario attendere anche al fine di addivenire sia alla quantificazione del danno patito dal servizio sanitario nazionale sia alla risoluzione convenzionale tra il servizio e la titolare della farmacia (che si chiama "Dell'Ospedale"). Quindi, non appena le indagini saranno concluse, procederemo con le necessarie decisioni.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 986 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Centro regionale amianto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 986, presentata dal Consigliere Muliere, che ha la parola per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione a risposta immediata perché sono venuto a conoscenza tramite la lettura dei giornali della provincia di Alessandria che l'Assessore, l'ingegner Monferino, ha avuto un incontro il 20 febbraio con il Sindaco di Casale e i vertici dell'ASL della provincia di Alessandria, per discutere il futuro del Centro amianto.
La questione del Centro amianto è alla nostra attenzione; è stato oggetto anche di un dibattito all'interno del Consiglio regionale e a maggior ragione, dopo gli ultimi avvenimenti, è evidente che la questione di Casale, della bonifica, del ruolo del Centro amianto è tornata alla nostra attenzione, tanto più che pochi mesi fa le organizzazioni sindacali e l'Associazione familiari vittime amianto avevano sollecitato, in un incontro con la IV Commissione, la convocazione del Comitato strategico che non si era più riunito ormai per quasi due anni.
Siccome la costituzione del Centro era prevista da una legge regionale per quanto ci riguarda il futuro del Centro per l'amianto a Casale riveste una grande importanza. Nell'interrogazione, che rivolgo all'Assessore chiedo in modo specifico quale sarà il futuro del Centro amianto e quale ruolo avrà il Comitato strategico.
Noi esprimiamo una preoccupazione: pensiamo che la composizione del Comitato strategico sia importante. Noi crediamo che le organizzazioni sindacali e l'Associazione familiari vittime amianto, che in questi anni sono stati i veri promotori che hanno portato a quella sentenza che c'è stata un mese fa, debbano continuare ad avere un ruolo importante.
Spero che questo non sia solo un auspicio, ma che sia una certezza cioè far ricoprire a questi soggetti un ruolo importante all'interno del Comitato strategico. Mi auguro che a quell'incontro ne seguiranno altri.
Tuttavia, sottolineo che il Sindaco (so che gli inviti non li ha decisi lei, Assessore) avrebbe fatto bene ad invitarvi le organizzazioni sindacali, l'Associazione familiari vittime amianto, i Sindaci del Casalese o almeno quelli che hanno avuto un ruolo in questi anni sempre nella vicenda dell'amianto. Sarebbe stato importante.
In ogni caso, era un primo incontro; ce ne saranno degli altri. Da quest'interrogazione vorrei capire che cosa ne pensa la Giunta e in particolare modo l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei precisare che l'incontro del 20 febbraio che il Sindaco di Casale ha convocato e a cui ho partecipato in realtà ha fatto seguito ad una riunione che era stata organizzata circa venti giorni prima dal Ministro Balduzzi a Roma, riunione in cui era presente una trentina di persone, tra cui i rappresentanti sindacali, i rappresentanti delle associazioni e molti specialisti del tema in materia.
La sollecitazione che è arrivata dal Ministero e dal Ministro, in particolare - devo dire che si è fatto carico personalmente della problematica - aveva sostanzialmente lo scopo di rilanciare con forza la questione, dando anche un significato quasi a livello nazionale alle tematiche dell'amianto che abbiamo vissuto in Piemonte, e alle organizzazioni che in Piemonte si sono occupate di questo tema. Non soltanto: il Ministro ci ha fatto capire che, oltre alla sua volontà di rilanciare il Centro amianto e le organizzazioni collegate, avrebbe anche gradito che questo centro, magari rivisto e corretto nelle sue modalità operative e nella sua organizzazione, potesse aspirare a diventare un punto di riferimento nazionale per la tematica dell'amianto.
Abbiamo lavorato, dopo questa riunione fatta a Roma anche con l'Assessorato all'ambiente, colleghi, Istituzioni eccetera, ci siamo sentiti un paio di volte anche con il Sindaco di Casale e poi siamo arrivati a questa riunione del 20 che, sostanzialmente, aveva lo scopo di cercare di definire meglio le modalità organizzative, di come volevamo procedere, prendendo atto un pochino che l'organizzazione precedente non era stata capace di produrre quel tipo di risposta che il Ministro e il Ministero della Salute avrebbero gradito, ossia che questo centro piemontese potesse avere anche un ruolo a livello nazionale.
Abbiamo scelto un modello organizzativo e questo è stato l'obiettivo della riunione (discutere appunto questo modello organizzativo) in cui abbiamo costituito due entità - ho riconfermato - operative implementative: una è il Polo Amianto di Casale, che fa riferimento all'Assessorato all'ambiente, l'altro è il Centro Sanitario Amianto, che si occupa delle problematiche più tipicamente clinico-sanitarie.
Questi due centri, che sono due centri operativi, uno che opera sulle tematiche dell'ambiente, quindi le discariche, le bonifiche, eccetera l'altro che si occupa invece di qualità della vita e cura della patologia del mesotelioma, sono due centri operativi che saranno coordinati da un Comitato di Direzione di cui faranno parte i rappresentanti regionali dei due Assessorati, sia Ambiente che Sanità, oltre ai responsabili dei due centri operativi che risiedono e che sono localizzati a Casale.
Questo Comitato di Direzione si avvale delle linee guida che partono da un comitato, chiamiamolo "politico-strategico" (l'abbiamo chiamato Comitato Strategico) in cui sono rappresentati, come ricordava lei, le associazioni delle vittime, i Sindaci interessati da problematiche di questo tipo (in primis, ovviamente il Sindaco di Casale), ma anche, per esempio, il Sindaco di Grugliasco, che era presente non in quanto avesse problematiche di questo tipo nel suo Comune, ma in quanto rappresentante dell'ANCI piemontese. Quindi, probabilmente, sostituiremo il Sindaco di Grugliasco con un altro esponente che rappresenti l'Associazione dei Comuni piemontesi.
L'altro Comitato, di cui si avvale questo Comitato di direzione, è una Consulta tecnico-scientifica, che sarà formata da istituzioni, centri di ricerca, Università o singole personalità operanti nel settore del mesotelioma e delle problematiche relative all'amianto.
Quindi, sostanzialmente, ci sarà un Comitato Strategico che darà le linee guida e gli indirizzi, una Consulta che fornisce la consulenza tecnica in termini soprattutto di ricerca al Comitato di Direzione, e il Comitato di Direzione regionale che guiderà i due centri operativi sul territorio.
Toccando soprattutto le tematiche di ricerca, cercheremo di dare un respiro, anche per seguire le indicazioni del Ministero, più a livello nazionale che locale, a questi gruppi di organizzazioni, in modo che possano diventare, come ci è parso di capire essere l'interesse del Ministro, un po' un riferimento nazionale per tutte le problematiche dell'amianto.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 988 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Situazione lavorativa di Villa Cristina"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 988, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo ritenuto di riportare in Aula un tema che è già stato trattato e che, per quello che è di nostra conoscenza, risulta essere ancora fermo almeno dal punto di vista della situazione lavorativa dei lavoratori della Casa di Cura Villa Cristina.
Ricordiamo che il 18 ottobre 2011 veniva disposta, con delibera di Giunta, la chiusura della Casa di Cura Villa Cristina.
La chiusura - lo sappiamo, ne abbiamo discusso - si era resa necessaria a seguito dell'assenza di interventi sulla struttura per un'adeguata messa a norma che potesse garantire sicurezza sia ai pazienti sia ai lavoratori.
I pazienti della struttura sono già stati accolti da altre strutture sanitarie psichiatriche idonee.
Tuttavia, rimane il problema dei lavoratori. Da mesi 105 lavoratori della struttura di Villa Cristina vivono in una condizione di grave difficoltà successiva alla chiusura e dovuta all'assenza di adeguati ammortizzatori sociali. Ci risulta che non ricevono più stipendio e non hanno alcun ammortizzatore.
L'Assessore alla Sanità ha siglato un accordo, relativamente ai dipendenti di Villa Cristina, con le Associazioni di categoria che rappresentano la sanità privata e quindi le case di cura del Piemonte.
Tale protocollo prevede che siano le strutture di AIOP ed ARIS ad assumere a tempo determinato e per tutto il 2012, il personale dipendente di Villa Cristina.
Il 20 gennaio si è svolto un presidio, probabilmente l'Assessore lo ricorderà, sotto gli Ufficidell'Assessorato al fine di sensibilizzare la Giunta regionale e l'opinione pubblica sulla drammatica condizione dei lavoratori rimasti senza alcuna fonte di reddito. Ricordiamo che il 18 ottobre 2011 era stato approvato all'unanimità, in Consiglio regionale, un ordine del giorno sulla questione. A questo punto siamo a chiedere quali azioni urgenti si intendono adottare a tutela di quei lavoratori, anche a seguito delle dichiarazioni di interesse manifestate da parte dello stesso Assessore.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Leggo la breve nota predisposta dagli Uffici, poi allargherò un po' il commento.
A tutela dei lavoratori della Casa di Cura Villa Cristina l'Assessorato Sanità ha provveduto a dare attuazione all'Accordo sottoscritto con le Associazioni di categoria ARIS e AIOP prevedendo di riconoscere per l'anno 2012 alle Case di Cura "San Giorgio" e "San Michele", che si sono fatte carico dell'assunzione di alcuni ex dipendenti di Villa Cristina, la maggiorazione del budget in funzione di detto personale assunto.
A me risulta che l'Assessorato alla Formazione e Lavoro della Regione ha provveduto a riconoscere in deroga la Cassa Integrazione dal 1° gennaio 2012 ai dipendenti di Villa Cristina (mi risulta siano coperti, se non vado errato, fino a maggio). Questo per dare copertura al personale in questo periodo.
Noi avevamo preso un impegno, quasi a titolo personale. Ricordo che, in teoria, non sarebbe strettamente di competenza della Regione occuparsi di una problematica che non ha nulla a che vedere con le responsabilità regionali, ma con una specifica eventuale responsabilità dell'impresa che gestisce la Casa di Cura Villa Cristina, causa di questa situazione.
Tuttavia, ci siamo fatti carico, sin dall'inizio, cercando di dare le massime assicurazioni per aiutare i dipendenti di Villa Cristiana e trovare una soluzione che potesse essere almeno una soluzione ponte fino a quando come asserito dai proprietari di Villa Cristina, non fossero stati completati i lavori di ristrutturazione per accedere all'accreditamento e all'attività della struttura.
Tuttavia, abbiamo espresso più volte molti dubbi sulla reale capacità di riuscire ad arrivare ad una soluzione.
Abbiamo intanto lavorato per coprire questo periodo di interregno, come dicevo prima, con una collocazione parziale di personale su due strutture che avevano necessità di personale e su cui abbiamo appoggiato una parte non rilevante, dei dipendenti e abbiamo provveduto a coprire tutti gli altri con la cassa integrazione, almeno per il tempo necessario, per arrivare a soluzioni diverse.
Le soluzioni che abbiamo davanti e su cui stiamo lavorando, sono due.
La prima è una trattativa d'acquisto di una società che vorrebbe acquistare Villa Cristiana e utilizzarla, probabilmente, non per lo scopo per cui Villa Cristina stava operando, ma con una struttura di tipo diverso, più vicino ad una struttura di degenza, lungo degenza, RSA. Questa soluzione darebbe, secondo i potenziali acquirenti, la possibilità di riassumere il personale da maggio, quindi ci salderemmo al ponte che abbiamo previsto con la cassa integrazione, se questa dovesse essere la soluzione definitiva.
Sappiamo che le trattative sono in una fase avanzata, è in corso una procedura di due diligence da parte del potenziale compratore per fare l'analisi di tutta la documentazione patrimoniale dell'azienda che vorrebbero acquistare e, se tutto funziona come ci è stato detto dovrebbero arrivare alla formale acquisizione entro il mese di aprile quindi da maggio assumerebbero di nuovo la responsabilità dell'azienda e la titolarità del personale.
Questa è una soluzione che sembra essere finalmente oggi ben avviata come una soluzione definitiva.
Se questa soluzione non dovesse funzionare per qualsiasi motivo che pu sempre succedere, noi lavoriamo con una soluzione di backup. Voi sapete che per legge nazionale, il Sistema Sanitario Regionale si dovrà fare carico delle famose OPG, cioè delle Strutture Psichiatriche Giudiziarie, dove ci sono carcerati con problematiche psichiatriche, cosa di cui non si fanno carico le Regioni oggi. Emerge la volontà, da parte dello Stato, di trasferire a tutte le Regioni la cura di questi pazienti, molto particolari come potete immaginare.
Noi stiamo esaminando la possibilità di strutturare, cosa che oggi non abbiamo, delle strutture specifiche che si dovranno occupare prima o poi di questo tema. Per questo tema, pur essendo in Piano di rientro e quindi avendo dei veicoli sulle assunzioni, e trattandosi di un'attività aggiuntiva del sistema regionale che c'è stata chiesta dallo Stato, credo che non avremo problemi per ottenere una deroga eventuale per assumere personale per seguire questo tipo di attività.
Stiamo seguendo anche questa seconda strada, ma confidiamo che la prima porterà alla soluzione definitiva del problema, quindi la nuova struttura che comprerà Villa Cristina opererà e continuerà ad operare con il personale che già aveva. Soltanto nel caso in cui non dovesse funzionare lavoreremmo sull'ipotesi alternativa che ho citato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 984 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Finanziamento regionale al Campo Vallauri di Fossano"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 984 presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce da una segnalazione e da un movimento cittadino che si sta sviluppando sulla Città di Fossano che si sta muovendo per la salvaguardia, dal rischio della sua edificazione e quindi della costruzione di edifici al suo interno, di uno dei pochissimi spazi nel centro abitato della città. A partire dal Piano nazionale d'edilizia abitativa del 2009 la Giunta regionale ha recepito le indicazioni del Decreto con l'avviso pubblico allegato, che recita: "Le manifestazioni d'interesse dovranno essere prioritariamente finalizzate a incrementare l'offerta di abitazioni in locazione a canone sostenibile, la dotazione di servizi e infrastrutture di quartieri degradati, la trasformazione di aree produttive dimesse, la ricucitura di aree periferiche ed essere situate in comuni a forte disagio abitativo". Dall'esito dei lavori della Commissione, vediamo che tra le manifestazioni d'interesse compare un intervento di realizzazione d'edilizia residenziale previsto a Fossano in Viale Vallauri, per un totale di due milioni 901 mila euro di contributo regionale.
Ora, la legge regionale attualmente in vigore, la legge n. 56 del 1977 "Tutela e uso del suolo", che sappiamo sarà a breve in fase di rimaneggiamento e modifica, annovera tra i suoi principi fondamentali la tutela e il controllo dell'uso del suolo e, soprattutto, la partecipazione democratica al processo decisionale e gestionale dell'uso del suolo urbano ed extraurbano.
L''area interessata da quest'intervento è stata acquisita all'inizio degli anni '80 dall'Ente comunale e poi la cubatura presente all'interno dell'area è stata acquisita da un'azienda, la EdilNord, che l'ha utilizzata per la realizzazione di un edificio limitrofo. Quest'area, quindi, nel momento in cui questa manifestazione di interesse per la sua edificazione è stata accettata, è tuttora inserita all'interno del Piano regolatore generale come "area per attrezzature e strutture di interesse generale e servizi per l'istruzione superiore": quindi non per edilizia residenziale.
A più di due anni dal bando, il Comune non ha ancora provveduto a proporre la variante che consentirebbe la realizzazione residenziale, oltre che a rideterminare ovviamente la potenziale cubatura di costruzione.
L'area non ricade assolutamente nella definizione richiamata dalla deliberazione n. 7-421 del 2010, perché non è in un quartiere degradato non presenta aree produttive dismesse e non è situata in un Comune a forte disagio abitativo; anzi, sappiamo che esistono numerose aree nella stessa Città che hanno queste caratteristiche e, oltretutto, da un recentissimo calcolo è venuto fuori il risultato di più di mille abitazioni vuote.
Vado a chiudere: chiediamo alla Giunta se non sia opportuno rivedere il finanziamento, perché sicuramente tre milioni di euro sono una spesa non indifferente, e perché chiaramente i parametri relativi a questo avviso (di cui nella deliberazione) non sono stati rispettati, a quanto ci pare, da chi ha proposto questo tipo di intervento. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il Comune di Fossano ha partecipato nel 2010 al bando regionale per l'assegnazione di contributi statali concessi ai sensi del Piano nazionale d'edilizia abitativa (ex art. 1, lettera e) dell'allegato al DPCM del 16 luglio 2009).
Il Programma d'intervento riguarda la riqualificazione di un'area compresa nel tessuto edificato, attraverso la realizzazione di 12 alloggi di edilizia sovvenzionata, 37 di edilizia agevolata in locazione con promessa di vendita dopo dieci anni e 41 in edilizia convenzionata, per un totale di 90 alloggi. Il Programma prevede inoltre la realizzazione di attrezzature sportive, di un'area verde, di parcheggi e negozi. Il Programma sarà attuato dal Comune e dalle imprese DEGA e CO.GE.IN in forma associata. Il contributo statale assegnato ammonta a 2.901.791,04 euro mentre l'investimento complessivo attivato ammonta a circa 17,8 milioni di euro.
A ottobre 2011 è stato sottoscritto l'Accordo di Programma tra il Ministero e la Regione Piemonte per la realizzazione degli interventi e il trasferimento delle risorse. L'Accordo prevede che entro giugno 2012 sia sottoscritto il Protocollo d'intesa fra Regione, Comune e operatori interessati per l'attuazione degli interventi e l'erogazione dei finanziamenti.
Il testo della risposta all'interrogazione sarà depositato per il Consigliere e preannuncio già adesso la disponibilità del Vicepresidente Cavallera che, qualora ci fossero delle osservazioni da vedere a margine sarà qui nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 987 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Castello di Casotto"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
987, presentata dal Consigliere Taricco, che ha la parola per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo che l'interrogazione sia in sé molto chiara nei contenuti che va ad enunciare: sostanzialmente, nasce dalla constatazione che, a partire dal 1° gennaio 2012, la gestione del Castello di Casotto non è più attiva.
Il Castello di Casotto è un castello che era stato acquisito dalla Regione Piemonte; è un castello che, per la sua storia e per tutte le connessioni che ha, era stato inserito nel circuito delle residenze reali.
Era stato affidato in gestione alla Comunità montana nel 2001 e, dopo che nel 2009 le Comunità montane sono state unificate, è passato sotto la gestione della nuova Comunità montana; la nuova Comunità montana aveva manifestato l'interesse a continuare a gestirlo tramite una cooperativa perché molte sono le richieste avanzate per poter visitare questa splendida tenuta, situata in un contesto ambientale unico e veramente bello. Senza spiegazione comprensibile la gestione non è più stata affidata alla Comunità montana, bensì al Comune di Garessio, che l'ha esercitata fino alla fine del 2011; da allora, le persone che operavano all'interno della stessa reggia sono sostanzialmente senza destino, nel senso che non si sa che cosa stiano facendo: si sa che di fatto la gestione non è più stata affidata ad alcuno.
L'interrogazione vuole semplicemente capire qual è l'orizzonte verso cui la Regione si sta muovendo e cosa ha intenzione di fare nella gestione di questa splendida tenuta che, tra l'altro, ha goduto di importanti investimenti per la sistemazione, la messa in sicurezza e la riqualificazione da parte della Regione stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle risorse umane e patrimonio

Grazie, Presidente.
Deposito la risposta perché contiene tutta una parte che ha già ripercorso il Consigliere: quest'Accordo di Programma tra Stato e Regione Piemonte, infatti, è stato sottoscritto nel 2001 e aveva la finalizzazione che è già stata richiamata.
L'intero complesso è sottoposto a vincolo di tutela monumentale dalla Sovrintendenza. La Regione Piemonte ha recentemente ultimato un articolato processo di restauro conservativo e recupero funzionale della Tenuta e delle sue pertinenze, mentre l'insediamento della Correria dovrà svolgere un ruolo di complementarietà e di supporto alle funzioni e agli utilizzi previsti dal progetto generale di riqualificazione, di valorizzazione e di restauro architettonico e funzionale della Tenuta.
Sono in corso di espletamento le operazioni di collaudo di tutti gli interventi. A tal proposito, si precisa che sino all'emissione del certificato di collaudo, l'intero edificio resta in carico, per la responsabilità, la custodia e la manutenzione ordinaria all'appaltatore.
Questo era un punto che era segnalato nell'interrogazione.
in fase di approvazione, ai fini del finanziamento con fondi europei il progetto di allestimento del percorso museale, che prevede tra l'altro la ricollocazione in loco degli arredi storici già restaurati a cura del Centro del Restauro di Venaria Reale.
Nelle more dell'attuazione del progetto di allestimento, la Direzione Risorse Umane e Patrimonio e la Direzione Cultura Turismo e Sport hanno predisposto, relativamente al progetto di valorizzazione del complesso della Tenuta di Valcasotto, gli atti di gara a pubblico incanto per l'individuazione del soggetto affittuario per l'utilizzazione e la valorizzazione dello stesso.
La gara è stata pubblicizzata secondo la normativa ed il termine per la presentazione delle offerte è fissato al 13 aprile 2012.
Il bando di procedura ad evidenza pubblica ha l'obiettivo di individuare un soggetto affittuario dei beni costituenti il complesso della Tenuta di Valcasotto, e precisamente: il Castello, con i locali siti al piano interrato, parte del piano terreno, il piano mezzanino e il piano secondo e tutte le pertinenze esterne; la Correria, con tutti i locali e le loro pertinenze esterne e tutte le aree dedicate a bosco e prato pascolo costituenti il complesso regionale di Valcasotto, per complessivi 83 ettari di proprietà della Regione Piemonte.
La condizione essenziale della scelta dell'affittuario resta comunque la presentazione di un progetto e un piano economico finanziario dettagliato delle attività che intende realizzare, finalizzati ad attuare un intervento organico di utilizzo e valorizzazione del complesso della Tenuta, che ne renda economicamente sostenibile la conduzione e lo faccia diventare un fattore di promozione turistico-culturale oltre che economico occupazionale per il territorio, nel cui ambito si auspica che il personale, la cui attività si è conclusa il 31 dicembre, possa trovare una giusta collocazione.
A margine, sottolineo il fatto che, al di là dell'affidamento ad una cooperativa per quanto riguarda la parte esterna, che noi ci auguriamo nell'impianto venga riconvertito, c'è poi un custode che attualmente è presente ed è in fase di trattativa per avere un ruolo in questo.


Argomento: Nomine - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 983 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Presidenza Parco del Po cuneese"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 983 inerente a "Presidenza Parco del Po cuneese".
La parola al Consigliere Segretario Ponso per l'illustrazione in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione è molto semplice, come l'Assessore sa, perché ne ha preso parte. Nell'ultima seduta del 2011 la Giunta regionale ha nominato come nuovo Presidente del Parco del Po cuneese l'attuale Sindaco di Venasca, Stefano Dovetta.
Parto dal fatto che, a favore della riconferma di colui che è stato il Presidente uscente, Emiliano Cardia, si erano espressi i Sindaci del territorio, proprio per testimoniare il suo buon operato. Mi risulta infatti che questi Sindaci avevano sollecitato la riconferma del Presidente uscente, Emiliano Cardia, con una lettera indirizzata al Presidente Cota. E non solo si erano espressi a favore del suo buon operato, ma avevano sollecitato la sua riconferma.
Preso atto del fatto che il Presidente uscente e il neo eletto Presidente sono entrambi espressione dello stesso partito politico, il PdL e che quindi la decisione di Cota non è certo una presa di posizione politica diversa rispetto a colui che ha ricoperto l'incarico in precedenza, sono a chiedere di conoscere i criteri attraverso i quali è stata presa questa decisione di nomina dell'attuale Presidente, Stefano Dovetta, a Presidente del Parco del Po cuneese. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie, Presidente.
Com'è noto, abbiamo approvato ad agosto dello scorso anno la legge regionale che modificava le nomine degli Enti Parco, in generale.
Siamo passati da 28 a 14 Enti, sono stati rimodulati e sono state anche modificate molto chiaramente nella legge le modalità attraverso le quali scegliere i componenti del cosiddetto C.d.A., cioè dei cinque nominati, due dalla Regione, due dagli Enti locali e uno dalla Provincia e come dovevano essere individuati.
Sono state costituite le cosiddette Comunità del parco, che sarebbero le comunità dei Sindaci che risiedono in quel territorio, le quali riunite appositamente con all'o.d.g. l'iscrizione e la nomina dei componenti e l'intesa sul Presidente, devono deliberare legittimamente. E quelli sono atti ufficiali ufficiosi, sui quali ogni Sindaco mette la firma autonomamente e consapevolmente su quella che è la propria decisione.
In questo caso una prima riunione della Comunità del Parco era stata convocata per il 20 dicembre 2011 presso la sede della Provincia di Cuneo e in tale riunione non è stata raggiunta l'intesa. Pertanto la richiesta è stata riaggiornata dagli stessi Sindaci al giorno 23 dicembre, in quanto i Sindaci hanno detto che si sarebbero trovati fra di loro in modo che la volta successiva si sarebbero presentati con una decisione condivisa.
Tant'è che il giorno 23 dicembre, quindi dopo solo tre giorni, la Comunità delle Aree protette, con votazione espressa all'unanimità - quindi non c'è stato un voto di dissenso sul nominativo di Dovetta - ha espresso l'intesa sul nominativo dello stesso Sindaco.
Si ritiene pertanto che abbiamo adottato tutte le procedure di legge perfettamente legittime. Tra l'altro, i verbali delle Comunità del parco sono a disposizione per chi ne volesse prendere visione e le votazioni sono molto chiare. Il problema non è stato più sollevato e da quel momento nessuno ha più detto nulla su questo tema, se non il Consigliere Ponso, che forse si riferiva ad una lettera di gradimento sull'operato dell'ex amministratore. Ma lei, collega, riconosce che le nomine le dobbiamo fare seguendo i parametri della legge e non sulla base di lettere informali scritte a chicchessia.
In quella sede i Sindaci hanno trasmesso l'intesa sul nome di Dovetta e pertanto è stato eletto Dovetta Presidente del Parco del Po cuneese.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.17)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Comba e Cota.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

"Precariato nell'ente Regione Piemonte" - Richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata dai Consiglieri Cerutti, Reschigna, Boeti Muliere, Taricco, Gariglio, Manica, Pentenero, Lepri, Laus, Ronzani Cursio, Buquicchio, Artesio e Negro (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 674, n. 130, n. 675, n. 676, mozione n. 480)


PRESIDENTE

La seduta prosegue in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale con l'esame del punto 2) all'o.d.g. inerente a "Precariato nell'ente Regione Piemonte".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Prima di lasciare la parola alla Consigliera Cerutti, volevo solo censurare, affinché rimanga a verbale, il fatto che, nell'incontro che abbiamo avuto tra le ore 13 e le ore 14.30 con il sistema delle politiche sociali, non un rappresentante della Giunta ha ritenuto suo dovere essere presente.
Questo è un brutto segno d'insensibilità nei confronti di un tema così rilevante.



PRESIDENTE

La ringrazio. Lo può evidenziare perché la censura rientra nelle prerogative dell'Ufficio di Presidenza.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrare la richiesta di Consiglio straordinario.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo ritenuto, sia come Gruppo sia come opposizione, di chiedere questo Consiglio straordinario proprio per provare a mettere ordine su un tema che, a poche settimane dalle scadenze contrattuali, assume i risvolti di un'emergenza sociale.
Su questo vogliamo porre la nostra attenzione, anche perché trattiamo sempre situazioni che purtroppo sono in crisi nella nostra realtà piemontese, però in questo caso trattiamo di lavoratori che hanno a che fare con il nostro Ente e che rischiano di andare ad accrescere quella che è la crisi generale.
Non credo possiamo esimerci dal non metterlo sotto la nostra attenzione. In questo senso pensiamo, proprio perché la Regione Piemonte con un'altra componente della Giunta, tratta altre crisi aziendali, non pu essere lei causa di situazioni che diventano situazioni pari alle altre, di cui invece è attrice protagonista.
Non vorremmo che affrontare il tema dei precari nella sua urgenza, in un contesto economico e sociale che peggiora di giorno in giorno significasse toccare un altro punto di quello che pensiamo sia un mancato governo della Regione da parte del Presidente Cota e della sua Giunta.
Non vorremmo, anche perché siamo ancora nei tempi perché ci sia invece una disponibilità a trovare una soluzione.
La richiesta del Consiglio, quindi, è data da due necessità macroscopiche che si manifestano ai nostri occhi: in primo luogo, provare a dare una risposta certa al bisogno di stabilità economica che avvertono questi lavoratori e, dall'altra, analizzare una questione relativa alla gestione della Regione e al fatto che ci sia comunque un patrimonio di competenze che questa Regione non può permettere che vada disperso.
Nella considerazione iniziale vorrei ricordare, ma non è solo un ricordo formale, che al Piemonte spetta il record delle Regioni del Nord con la maggiore quota percentuale di persone in cerca di occupazione, da oltre 12 mesi, sul totale di coloro che cercano lavoro, 47,5%. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, siamo, secondo quanto sottolinea l'ultima analisi dell'IRES CGIL, al 26,6%. L'occupazione in Piemonte, tra il 2008 e il 2011, è in gran parte precaria e le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite del 24,7% .
Tornando alla questione specifica del Consiglio regionale straordinario di oggi, non vorremmo, perché sarebbe riduttivo, elencare le promesse mancate di questo Governo in questi due anni (che per certi aspetti potremmo definire di non Governo). Poco meno di un anno fa - ci colleghiamo ad altri temi riguardanti il lavoro più in generale - si annunciava il piano giovani per il Piemonte, con un numero di astensioni compreso fra le 10 e le 30 mila. Non ci sembra di intravedere nulla come effetto concreto.
Tornando al tema di oggi, abbiamo 204 vincitori di concorso - e teniamo a sottolineare questo aspetto, che è il punto del problema - impiegati nelle strutture della Regione, da un minimo su tre...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera.
La Consigliera Cerutti sta cercando di illustrare, anche a nome dei richiedenti, le motivazioni che presidiano un atto straordinario come quello del Consiglio di oggi. Chiederei, se fosse possibile, di ripristinare almeno le condizioni minime per mettere in condizione i Consiglieri che lo ritengono di poter ascoltare queste ragioni.
Prego, continui.



CERUTTI Monica

Tornando alla questione specifica, i 204 vincitori di concorso - e teniamo a sottolineare questo aspetto - sono impiegati nelle strutture della Regione, da un minimo di tre ad un massimo di undici anni, periodo nel quale hanno svolto mansioni fondamentali per il nostro Ente, acquisendo professionalità e competenze che li rendono oggi indispensabili e non superflui, come parrebbe invece desumersi da quello che sta avvenendo e speriamo non avvenga.
In questo senso non capiamo quali siano le indicazioni che vengono da questa maggioranza. Non vorremmo, citando quanto la Giunta regionale ha varato credendo di sopperire a gravi mancanze, ad esempio con il ricorso che possa ricorrere ai tirocini da 300 euro, citati nella Misura 3 del Piano giovani, cui prima facevo riferimento, approvato a novembre 2011.
Non è certamente una misura che possa essere sostitutiva, rispetto a quella che è un'effettiva assunzione del problema.
In questi mesi si sono moltiplicate le iniziative: abbiamo visto dei stop and go su questo tema; abbiamo visto petizioni e abbiamo visto che diversi Dirigenti della Regione hanno sottoscritto una nota a sostegno del fatto che si passasse finalmente alla stabilizzazione di questi lavoratori.
Dopo una fase iniziale in cui sembrava esservi disponibilità a proseguire il percorso di stabilizzazione da parte della Giunta, siamo poi entrati in una sorta di limbo, in cui non si comprende cosa si voglia fare.
Personalmente credo che in questo momento non sia tanto necessario andare a considerare, dal punto di vista del Consiglio, questioni meramente tecniche, anche perché abbiamo potuto vedere il tentativo di ribaltare ad altri livelli quelle che potevano essere le decisioni, e in questo senso abbiamo visto che si è ricorsi a chiedere pareri ad altri livelli, senza che questi pareri siano stati utilizzati per prendere decisioni.
In questo senso crediamo che, anche alla luce della questione delle tempistiche, sia necessario procedere. Abbiamo già affrontato la questione tante volte in Commissione (ancora in un'ultima seduta di I Commissione) e abbiamo presentato emendamenti dichiarati tecnicamente non ammissibili o non votabili, e quindi sono stati bocciati. In questa situazione vorremmo che si arrivasse, con questo Consiglio, ad una presa di coscienza e ad un'assunzione di responsabilità.
Per questo motivo abbiamo presentato, come opposizione, più ordini del giorno, proprio perché riteniamo, ripercorrendo qui i passi che ci hanno portato a questa situazione, che la Regione Piemonte ha avviato, con la legge finanziaria per il 2007, un processo di stabilizzazione del personale precario nei limiti e con le modalità previste dalla legge 296/2006, che si è dato corso, in attuazione del Protocollo firmato nel 2007 tra l'Amministrazione regionale e le organizzazioni sindacali, all'indizione di tre avvisi di selezione pubblica, che tali selezioni hanno prodotto una graduatoria sulla base della quale la Regione ha sottoscritto 204 contratti di durata triennale, che andranno in scadenza nei prossimi mesi considerato che l'assunzione di queste persone ha risposto, nel corso degli anni, ad esigenze vitali per il funzionamento dell'Ente.
Nel periodo compreso tra il luglio 2012 e il gennaio 2013, tutti i 204 contratti dei precari attualmente in forza alla Regione Piemonte scadranno e finora non abbiamo compreso quali sono le indicazioni della Giunta.
L'approvazione dell'ordine del giorno n. 159 del 2010 (prima firmataria la Consigliera Mercedes Bresso), votato in data 23/12/2010, impegna la Regione ad avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Constatato che quanto previsto da quell'ordine del giorno attualmente non ha ancora avuto un esito, il Consiglio regionale ribadisce la necessità di avviare quel percorso di stabilizzazione ed impegna la Giunta ad adoperarsi affinché, nell'attesa di un compiuto percorso di stabilizzazione, nessuna delle professionalità venga licenziata, andando ad incrementare la percentuale di disoccupazione nella nostra regione, che supera ormai il 7,5%.
Si richiede, inoltre, entro trenta giorni dall'approvazione del seguente atto, la verifica della piena attuazione di quanto indicato nel dispositivo.
Chiedo, ovviamente, che il Consiglio regionale si pronunci su quest'ordine del giorno e, volendo arrivare a risultati concreti, potrebbe pronunciarsi anche la maggioranza del Consiglio stesso.
Sappiamo che, se può esserci buona volontà da parte della Giunta, è anche necessaria un'assunzione di carattere politico, che possa partire, ad esempio, da una prosecuzione del contratto di lavoro, se non da un'immediata stabilizzazione, di questi lavoratori.
Questa potrebbe essere una soluzione: non è la migliore, in questo momento, ma sarebbe veramente un boomerang per tutto il Consiglio regionale se si uscisse da questa seduta di Consiglio senza alcun effetto concreto. I lavoratori sarebbero stati illusi e continuamente disillusi, ma soprattutto questa maggioranza avrebbe dimostrato di non considerare un problema che non riguarda solo i lavoratori precari della Regione, ma i lavoratori di tutto il Piemonte ed e legato alle competenze che essi rappresentano.



PRESIDENTE

Dichiaro collegati alla discussione una serie d'atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 674 presentato dai Consiglieri Cerutti, Buquicchio Artesio, Stara, Reschigna, Ronzani e Motta Angela, inerente a "Stabilizzazione personale precario della Regione Piemonte" mozione n. 480 presentata dai Consiglieri Pentenero, Artesio, Bresso, Motta Angela, Reschigna, Ronzani, Stara e Taricco, inerente a "Lavoratori precari della Regione Piemonte. Definizione del percorso per la stabilizzazione" ordine del giorno n. 130 presentato dai Consiglieri Bresso, Artesio Cerutti e Pentenero, inerente a "Stabilizzazione personale regionale assunto con contratti a tempo determinato per un triennio" ordine del giorno n. 675 presentato dai Consiglieri Reschigna, Negro Taricco, Cerutti, Dell'Utri, Motta Angela, Laus, Ronzani, Artesio, Manica Gariglio, Goffi, Lepri, Boeti, Pentenero, Muliere, Ronzani e Stara inerente a "Lavoratori precari della Regione Piemonte" ordine del giorno n. 676 presentato dai Consiglieri Bresso, Stara, Artesio e Reschigna, inerente a "Precari della Regione Piemonte. Stabilizzazione".
Non vedo la Consigliera Bresso, pertanto quando ci raggiungerà le chieder se è d'accordo, ma dovremmo ritenere superata con il dibattito anche l'interrogazione ad oggetto "Stabilizzazione dei precari" presentata dalla collega stessa.
Procederei in questo modo: una breve illustrazione di ogni singolo atto d'indirizzo - qualora richiesta - e, successivamente, il dibattito generale.
I Consiglieri Cerutti, Pentenero e Bresso (che, ripeto, non vedo), danno per illustrati i documenti presentati.
Il Consigliere Reschigna intende illustrare il proprio ordine del giorno il n. 675.
Prego, Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Velocemente, perché m'interessa illustrare la parte finale dell'ordine del giorno.
Considerando che, quand'anche si avviasse il processo di stabilizzazione, ciò richiederebbe del tempo, poiché esiste una norma nazionale sulle percentuali d'ingresso con contratti a tempo indeterminato all'interno della nostra Regione, pertanto, con quest'ordine del giorno si chiede il prolungamento dei contratti a tempo determinato in essere, al fine di recuperare una soluzione che consenta una certezza nel percorso di stabilizzazione.



PRESIDENTE

Bene.
Diamo per illustrato l'ordine del giorno n. 676, presentato dal Consigliere Stara.
I cinque atti d'indirizzo a nostre mani sono stati illustrati.
aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo che la discussione odierna, che non è nuova (di questo ormai discutiamo da mesi, in Commissione ed in Consiglio), servisse a definire una volta per tutte la questione. Definire una volta per tutte tale questione significa risolvere il problema o avviarlo a soluzione.
Mi esprimerò, poi, sulla base della proposta avanzata poco fa dal Capogruppo Reschigna. Tuttavia, mi consentirete, in questo breve intervento, di svolgere alcune considerazioni, poiché sono anche i fatti che dovrebbero convincerci tutti a mettere la parola fine alla vicenda risolvendo il problema dei dipendenti della Regione, perché avete detto, e abbiamo detto, tutto e il contrario di tutto.
Assessore Quaglia, ricordo quando lei in Aula sostenne la necessità di utilizzare lo strumento del disegno di legge in luogo della delibera. Lo ricordate? In quella sede lei disse di sentirsi più garantita dal disegno di legge, ergo: l'orientamento della Giunta e dell'Assessore era quello di stabilizzare questi lavoratori, altrimenti non avrebbe aperto la disputa sullo strumento da utilizzare, sul più efficace.
L'Assessore ha dichiarato: "Io non voglio la delibera, perché non mi garantisce; voglio il disegno di legge, perché mi garantisce di più e voglio un voto del Consiglio regionale su una legge che stabilizzi questi lavoratori".
Convenimmo sul fatto di presentare il disegno di legge ed andammo in Commissione. Per carità di patria, evito di raccontare quello che è successo, perché in Commissione è successo di tutto. È vero, Assessore Quaglia? È successo di tutto.
Quel disegno di legge che voi consideravate pregiudiziale per affrontare la questione è diventato, improvvisamente, un'araba fenice: c'è non c'è...
Ricordo un incontro tra questi lavoratori e i Capigruppo, nel quale, ad un certo punto, un illustre Capogruppo di questo Consiglio regionale (non l'ultimo arrivato!), che rappresenta un partito di maggioranza relativa della maggioranza, tanto per essere chiari, dichiarò, dopo quella discussione, di aver preso atto in quel frangente del problema e che per quanto riguardava il suo partito - Il Popolo della Libertà - si sarebbe potuto votare nella settimana entrante il disegno di legge. Venerdì.
Tutti eravamo autorizzati a ritenere che il venerdì successivo avremmo votato il provvedimento. È vero, collega Carossa? È andata così, no?



(Commenti del Consigliere Carossa)



RONZANI Wilmer

Sto ricostruendo i fatti onestamente.
stata una boccata di ossigeno: siccome parliamo di persone che hanno problemi familiari, personali, professionali e umani, di fronte al fatto che si apriva uno spiraglio, tutti eravamo autorizzati a pensare che quella vicenda sarebbe stata risolta bene, una volta per tutte.
Collega Toselli, si sieda al suo posto, per cortesia! Perché vorrei che il Presidente ascoltasse.



PRESIDENTE

La sto ascoltando.
Prego.



RONZANI Wilmer

Perché non è per me, sappiate che non è per me! Ma siccome parliamo di una questione delicata...
Sempre in quell'occasione, emerge una proposta - discutibile e strana secondo la quale noi accantoniamo la discussione sul disegno di legge perché si ritiene necessario chiedere un parere al Consiglio di Stato. Non ho mai capito per quale motivo la Regione abbia ritenuto di chiedere un parere al Consiglio di Stato, ma tant'è che arrivammo anche a quel punto: delibera? No alla delibera. Disegno di legge? Sì al disegno di legge. Poi però, neanche più il disegno di legge, perché occorreva un parere del Consiglio di Stato, il quale non poteva che essere il parere che è stato espresso. E noi, oggi, siamo esattamente al punto di partenza, con l'aggravante che nel frattempo, come ricordava il collega Reschigna, il quadro legislativo ha introdotto delle novità e dei cambiamenti.
Assessore Quaglia, ci dite cosa avete in mente di fare? Perché lei l'altra settimana, intervenendo in Commissione, di fronte ad un emendamento presentato dal Gruppo del Partito Democratico - primo firmatario è il Consigliere Reschigna - che voleva normare, diciamo così, la questione e dare una risposta legislativa alla stessa, lei ci invitò a ritirare l'emendamento (o comunque a non porlo in votazione), nella presunzione che oggi avremmo incardinato il problema, risolto la questione e individuato un percorso.
Ebbene, sono curioso e mi auguro che lei oggi ci dica in che misura e in che modo la Giunta regionale e il suo Assessorato intendono risolvere la questione. Perché - e termino, Presidente - non è il caso, adesso, di tornare su questioni che abbiamo già discusso anche in passato, ma non possiamo, da una parte, avere un Assessore all'industria e un Assessore al lavoro che, giustamente, rivendicano il merito di aver introdotto nella legislazione regionale incentivi con i quali stabilizzare i rapporti di lavoro e poi, dall'altra, non preoccuparci del fatto che qui c'è un problema che riguarda la stabilizzazione di una parte di questi lavoratori.
Non possiamo, credo, rivendicare e sottolineare il valore del merito e della professionalità, che peraltro condivido, e poi ignorare che non il Gruppo del Partito Democratico, che potrebbe essere partigiano, ma i Direttori che voi avete nominato stanno dichiarando che alcune di queste professionalità sono essenziali per l'Amministrazione regionale.
L'ho detto e lo ripeto: molti di questi lavoratori partecipano, a nome e per conto della Regione, a discussioni e a riunioni in sede nazionale perché occupano mansioni e funzioni che penso quei Direttori e quegli Assessori considerino importanti per l'Amministrazione regionale.
difficile parlare di efficienza della macchina amministrativa regionale e della Regione Piemonte se poi non ci poniamo il problema di come evitare che, non stabilizzando questi rapporti di lavoro, eliminiamo alcune attività.
Perché un'altra cosa che lei immagino sappia, Assessore Quaglia - non può non saperlo, essendo Assessore al personale - è che se dovessimo domani mattina, non rinnovare il contratto di lavoro e non stabilizzare questi lavoratori, alcune Direzioni di questa Regione dovranno sopprimere alcune attività, perché non sanno con quale personale gestire le attività che verranno soppresse. Mi sbaglio, Assessore Quaglia? Guardi che non lo dice Wilmer Ronzani, ma lo dicono i Direttori che voi avete nominato persone al di sopra di ogni sospetto dal punto di vista della capacità di capire in che modo far funzionare la macchina e decidere quali settori e quali attività garantire e sviluppare.
Questi sono i fatti, Assessore.
vero che è intercorsa una corrispondenza tra un Ministro della Repubblica e l'Assessorato per affrontare la questione? È vero che un Ministro vi ha dichiarato la propria disponibilità a ricercare insieme un percorso con cui affrontare la questione? Vorrei su questo una risposta precisa e vorrei sapere cosa ha risposto lei o il Presidente della Giunta a questa disponibilità manifestata da un Ministro. Mi auguro, se esiste la lettera, che abbiate dichiarato che siete pronti a discutere con lui su come risolvere il problema. Ma credo che abbiate invece risposto che non ci sono le condizioni per affrontarlo. Sarebbe paradossale che le parti fossero rovesciate, ovvero che un Ministro della Repubblica si dicesse pronto a discutere su come trovare una soluzione organica al problema e chi invece dovrebbe per primo sollecitare le risposte o il modo per risolverlo si adoperi per dire: "Guardate che non ci sono le condizioni".
Assessore, lei sa che questo Gruppo si è sempre dichiarato pronto ad affrontare la questione - quando volete - avendo in testa l'obiettivo di risolvere, una volta per tutte, la questione. E siccome dobbiamo dare una risposta a questo problema, come sostiene il collega Reschigna, noi pensiamo che si debba affrontare contestualmente l'esigenza di avviare a soluzione il problema e prorogare i contratti di questi lavoratori, in modo che sia possibile, una volta per tutte, scrivere la parola "fine" su questa vicenda, offrendo a questi lavoratori un quadro di garanzie certe al termine del quale vi sarà l'assunzione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Vorrei solo ricordare che l'ordine del giorno è stato presentato dalla collega Bresso, che è impegnata al Comitato delle Regioni a Marsiglia quindi non può essere presente, ma di fatto ha seguito fin da sempre questa vicenda.
Mi permetto di sottolineare quello che ancora rappresenta un elemento di confusione in quest'Aula: chi ha la responsabilità di decidere, non si nasconda dietro ad impedimenti giuridici e legislativi che non ci sono.
Fuori ci sono 204 persone che aspettano e probabilmente...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Stara, lei sa già cosa sto per dire.
Più che invitare, richiamare e suonare...Purtroppo, non posso disporre della disponibilità, della correttezza e del rispetto degli altri, ma spero che si...



STARA Andrea

Proseguo.
Il non regolarizzare gli oltre 200 precari, lavoratori a tempo determinato, vincitori di concorso pubblico in attesa di stabilizzazione, è una scelta politica.
Tra l'altro, il Presidente Cota promette un piano straordinario per l'occupazione in Piemonte e proprio nella sua azienda - "sua" ovviamente scritto in corsivo - ovvero in Regione, che riveste un carattere e una centralità strategica nell'erogazione di servizi pubblici, di fatto licenzia queste 204 persone! Credo che su questa vicenda - anche stamattina, nell'incontro che alcune forze di opposizione hanno avuto con l'Assessore Quaglia e con l'Assessore Maccanti - si sia percepita una certa disponibilità. Tuttavia rispetto a questa disponibilità (e mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza), è chiaro che è necessaria una posizione del Consiglio che supporti un percorso che i colleghi prima hanno illustrato e cioè: proroga con inizio della stabilizzazione per dare il tempo di trovare una soluzione definitiva che coinvolga anche i sindacati. Se non c'è questo supporto dal Consiglio, sono evidenti le responsabilità di chi decide di introdurre la parola fine in maniera così negativa nel rispetto di questi lavoratori.
Si esprimano dunque le posizioni in maniera netta e chiara. Penso che su questa vicenda tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio regionale debbano esprimere con chiarezza la loro posizione. A noi è sembrato, questa mattina, che ci sia una disponibilità da parte degli Assessori Quaglia e Maccanti: chiedo se questa disponibilità è confermata oggi in Consiglio; se questa disponibilità è recepita in qualche maniera anche dal PdL, ovvero una disponibilità a trovare una soluzione che vada nel senso fino adesso illustrato.
Nell'adunanza del Consiglio di Stato e anche in un recente pronunciamento della Corte dei Conti, che recepisce la posizione della Corte Costituzionale, in caso di scioglimento delle partecipate dei Comuni sotto i 30.000 abitanti, sono state prescritte le condizioni relative all'accessibilità e al trasferimento del personale delle partecipate.
Emerge che l'elemento del concorso pubblico diventa il discrimine principale per la stabilizzazione all'interno degli Enti. Ancora oggi il concorso pubblico è il discrimine principale.
Mi rendo conto che il clima è cambiato rispetto a pochi anni fa o a quando ci fu il provvedimento Prodi di stabilizzazione, però ricordo che ci sono anche alcune persone presenti in questo Consiglio regionale che hanno utilizzato una forma di stabilizzazione (tra l'altro, non con il concorso pubblico) che oggi non sarebbe assolutamente ammessa. Questo elemento dovrebbe maggiormente responsabilizzare tutti nella scelta che oggi facciamo.
Al di là della solidarietà dei Dirigenti e delle centinaia di firme di solidarietà dei dipendenti, dei funzionari e dirigenti nei confronti dei precari, al di là del sentimento di solidarietà di chi lavora a fianco di queste persone, vi è - come è stato ribadito - un elemento di oggettivo investimento che l'Ente regionale ha fatto negli ultimi anni. Queste persone sono state preparate, hanno acquisito una professionalità specifica, la Regione stessa ha investito su di loro, ha investito tempo energie e ci sono alcuni settori in cui la presenza di queste persone appare inequivocabilmente indispensabile per la funzionalità e l'erogazione dei servizi dell'Ente regionale. Quindi, da questo punto di vista, ritengo che la mancata stabilizzazione sia un errore con delle ricadute a medio e lungo termine gravi per lo stesso operato della Regione Piemonte.
Da questo Consiglio dovrebbe emergere un dato fondamentale: quello della certezza delle posizioni, della chiarezza delle posizioni. Su questi temi non si può giocare a rimpiattino e non ci si può delegare le responsabilità l'uno con l'altro.
Ci rendiamo conto delle difficoltà, Assessore Quaglia: non è una scelta semplice. Non mettiamo in discussione il fatto che, qualunque scelta farete, sarà comunque sofferta e complicata. Tuttavia, ritengo che esistano le possibilità e le soluzioni affinché la scelta della stabilizzazione sia confermata con un'articolazione che deve essere praticata all'interno dei limiti presenti oggi nelle leggi statali. Ad esempio, sappiamo bene che non si può effettuare una stabilizzazione immediata, ma che bisogna rispettare dei parametri e dei limiti che prevederebbero una prima stabilizzazione di circa 20 persone già nel 2012.
Ritengo che oggi il Consiglio debba prioritariamente dare un segnale in questo senso dando attuazione a una prima stabilizzazione nel 2012 di circa una ventina di persone, prorogando i contratti e studiando una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze possibili.
L'Assessore Quaglia - e non credo di non dire nulla che non possa essere condiviso - ha richiesto nella sede e nell'incontro di stamattina un supporto da parte del Consiglio regionale in questo senso e quindi, di fatto, siamo tutti responsabilizzati: tutte le forze politiche oggi sono responsabilizzate a individuare una modalità.
Oggi sono stati presentati diversi ordini del giorno. Credo che ci sia la disponibilità da parte di tutti (almeno per quanto riguarda quello della Bresso) a ritirare tali documenti, se si trova una soluzione che va nella direzione che hanno già esplicitato i colleghi Cerutti e Reschigna. Una soluzione che, di fatto, non risolve subito tutti i problemi, ma dà un segnale, individua un arco di tempo, approfondisce, perché c'è la necessità di approfondire con i sindacati gli inquadramenti.
La stabilizzazione è una questione complicata: bisogna individuare le figure professionali, le modalità, ecc. Sicuramente c'è un'assoluta necessità di approfondimento. Tuttavia, diamo almeno un segnale positivo in cui la Regione investe su se stessa per il futuro stesso dell'Ente e delle attività che produce.
Al contrario, ritengo che dare un segnale negativo a tale vicenda vorrebbe dire che la Regione stessa non crede nel suo stesso Ente, non crede nelle possibilità che ha nell'adempiere ai suoi compiti e nel fornire tutti i servizi, compresa una miriade di attività che producono reddito e sviluppo.
Diventerà complicato - ci è stato ribadito - assolvere a tutte queste funzioni, in carenza di figure che ormai sono diventate chiave. Quindi, al di là di quelle che possono essere le singole posizioni degli ordini del giorno, credo che spetti alle forze politiche di maggioranza responsabilmente, individuare e proporre al Consiglio una soluzione che essere condivisa da tutti e sia utile a fornire un ulteriore elemento di approfondimento, dando però un segnale preciso rispetto alla stabilizzazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Mi permetto di fare alcune considerazioni, che per alcuni aspetti sono già state anticipate dagli interventi dei colleghi e che credo siano importanti al fine di collocare il tema del quale stiamo parlando oggi nel giusto quadro di riferimento.
Stiamo parlando di oltre 200 figure professionali, di 200 persone che svolgono mansioni importanti all'interno della nostra struttura regionale che (anche alla luce di un recente documento che è circolato, sottoscritto da direttori e capi settore di tutta la nostra struttura regionale) ed esprimono professionalità che sarebbero non facili, in alcuni casi molto difficili, da sostituire: sarebbe difficile immaginare un livello adeguato di capacità di risposta ai bisogni del Piemonte da parte della nostra struttura senza tali figure professionali.
Sono persone - com'è stato già detto prima - che da almeno tre anni operano all'interno della nostra struttura, in alcuni casi anche da una decina d'anni, che quindi hanno consolidato esperienza e professionalità sono persone che hanno vinto un concorso ad evidenza esterna tre anni fa.
Nei documenti che accompagnavano il bando di selezione di questo concorso vi era un accordo sindacale che inseriva quell'assunzione triennale a tempo indeterminato all'interno di un percorso di stabilizzazione definitiva di quel personale nella struttura regionale.
Non voglio ripercorrere in questa sede le vicissitudini - già altri l'hanno fatto prima di me - le discussioni, i confronti, le riflessioni che questo Consiglio, sia in Aula che in Commissione ha svolto nei mesi passati relativamente a questo tema. Alcuni aspetti sono comprensibili, altri un po' meno, ma questo dipende dai punti di vista personali e soggettivi.
Penso che in questo percorso sia stata evidenziata, a più riprese, sia da parte dei partiti di minoranza, ma soprattutto in molteplici occasioni da parte di autorevoli esponenti della maggioranza, la volontà di trovare una soluzione che permettesse di salvaguardare dentro la struttura regionale quelle professionalità e di procedere alla loro definitiva stabilizzazione.
Credo sommessamente di poter dire che, probabilmente, è uno di quei casi in cui la ricerca della perfezione è nemica della costruzione di strade percorribili, perché credo che uno dei fattori, il tempo, che ha attraversato questa vicenda non abbia propriamente giocato a nostro favore in un percorso che mi pareva avesse larghe adesioni di condivisione.
Dunque, credo che sia giunto il momento (la discussione odierna è uno strumento importante) da una parte, di sedimentare alcune scelte che vadano nella direzione di dare alla nostra Regione la possibile di salvaguardare l'investimento che ha fatto in termini di formazione e di professionalizzazione di queste figure professionali e, dall'altra, di dare a queste persone una certezza di prospettiva che le metta in condizione di esprimere il meglio all'interno della struttura nella quale operano.
Credo quindi che sia necessario che noi usciamo da questo Consiglio con un indirizzo da parte del Consiglio alla Giunta e con un'espressione da parte della Giunta di una volontà di andare nella direzione auspicata da più interventi.
Credo non sia un dato banale, né marginale la disponibilità espressa dal Ministero della Funzione Pubblica tesa a costruire insieme un percorso che affrontasse e risolvesse i problemi che ci sono, soprattutto alla luce del percorso che abbiamo fatto e delle possibilità che in qualche misura la disponibilità del Ministero potrebbe aprire.
importante che noi usciamo oggi intanto con un indirizzo chiaro: dare una prima prospettiva temporale a questi nostri collaborati all'interno della struttura. Quindi, penso sia un passaggio assolutamente importante il tema (già posto da altri colleghi prima di me) relativo alla proroga dei contratti in essere per mettere a punto in modo preciso e puntuale il percorso di stabilizzazione.
Concludo facendo ancora tre velocissime considerazioni.
La prima. Come ho detto prima, siamo di fronte a persone qualificate che svolgono un ruolo importante all'interno della struttura regionale.
Inoltre, è personale necessario al funzionamento della Regione; non lo dico io, non lo dice la minoranza, ma lo dicono coloro che hanno la responsabilità delle strutture operative all'interno della nostra Regione.
Inoltre, penso sia necessario uscire oggi con un'idea chiara di percorso condiviso.
Infine, un'ultima considerazione. Troverei veramente singolare che dopo aver individuato un percorso per dare una prospettiva di stabilità a figure che già in allora si ritenevano importanti per la nostra Regione, dopo averle inserite in organico per tre anni e aver investito su queste in termini di professionalizzazione, la Regione decidesse di non procedere diciamo così, a costruire per loro una strada di stabilizzazione che salvaguardi questo investimento di professionalità.
Non vorrei, lo dico sommessamente, che in qualche misura una scelta del genere lasciasse spazio all'inserimento in struttura di nuove figure precarie, magari senza la preventiva selezione e inquadramento in termini di qualificata professionalità.
La scelta di prorogare i contratti in essere in attesa di stabilizzarli intanto credo sia un una scelta, anzitutto dal punto di vista della Regione, di salvaguardare un investimento di formazione e di professionalizzazione che la Regione stessa ha fatto e che è quanto mai necessaria in un momento come questo per garantire prospettiva di qualità di erogazione delle prestazioni ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto, credo sia necessario, lo dico soprattutto ai colleghi che hanno in più di un'occasione invocato il merito del rispetto della legge nazionale, la n. 296, e della legge finanziaria, quella sulla stabilizzazione, ricordare cosa recitavano i due commi, il 519 e il 529, in merito alla stabilizzazione.
Il 519 (legge in vigore) dice che "hanno titolo a essere stabilizzati i precari che alla data del 29 settembre 2006 hanno un contratto vigente".
Il comma 529 della medesima legge prevede che, qualora si adottino procedure differenti, il 60% delle persone che vengono contrattualizzate con queste procedure, devono essere persone operanti all'interno dell'Ente.
Ora la nostra Regione, per insipienza di chi ha bandito quello che non è un concorso, una sorta di bando ad evidenza pubblica per la selezione di lavoratori a tempo determinato, non ha rispettato certamente il comma 529 della legge n. 296, perché sono stati stabilizzati una somma decisamente inferiore al 60% dei lavorati; inoltre, non poteva e non può procedere alla stabilizzazione degli altri lavorati, salvo circa 30 persone che hanno i requisiti, di cui al comma 519, per la stabilizzazione.
Quindi, per legge - lo sappiate - per legge, non si può. È sufficiente che ognuno di voi consulti non solo la legge nazionale, ma anche qualunque sito dei sindacati che si occupa di Pubblica Amministrazione e vedrà che in modo molto, molto semplice è spiegato, come ha potuto comprendere il sottoscritto, che il senso dei due unici commi che stabiliscono la modalità di stabilizzazione, ciò non è possibile, salvo per un numero limitato di dipendenti.
Perché questo non è un tema nuovo. Poi qualcuno, ovviamente, fa il suo lavoro, quindi fa l'opposizione, ma ai colleghi che oggi sono all'opposizione e che nel 2009 erano in maggioranza, ricordo che, a fronte delle 2.000 stabilizzazioni in sanità, mi permisi di ricordare, con un emendamento respinto dal centrosinistra, che c'erano circa 25/30 dipendenti all'interno di questi Enti che erano figli di nessuno, perché si stabilizzavano 2.000 dipendenti in sanità, ma non si stabilizzavano 25 dipendenti in Giunta. Quell'emendamento venne respinto perché l'Assessore Peveraro disse correttamente: "Noi abbiamo già fatto una legge regionale che prevede i percorsi di stabilizzazione: sarà mia cura iniziare i percorsi di stabilizzazione", percorsi che non sono mai avvenuti perch contestuali a quelli di altre 180 persone che sono entrate nella procedura concorsuale successiva.
Mi sembra anche corretto ricorrere a quella che è la legge, perché se no ognuno di noi, da domani, può dire che sarebbe lieto di stabilizzare un po' di dipendenti o di collaboratori; e questo non si può fare. Nel corso degli ultimi anni la normativa è molto cambiata e ricordiamo anche quali sono stati i dibattiti, in questo Consiglio, quand'è avvenuta l'ultima stabilizzazione all'interno di quest'Ente.
Bisogna anche comprendere - e questo è invece l'aspetto del mio intervento che più mi interessa - qual è il nostro compito. È evidente a tutti che noi gestiamo del denaro pubblico. Allora noi ci dobbiamo domandare, quando ci troviamo a fare una scelta come questa - che è certamente una scelta importante perché, ahimè, va a impattare sulle vite di più di 200 persone - cos'è la cosa giusta per i cittadini piemontesi.
Noi rileviamo un aspetto: intesa come Giunta regionale, la nostra Regione rispetto a Regioni "gemelle" quali l'Emilia Romagna e il Veneto (quattro milioni di abitanti, più o meno la stessa conformazione geografica, ecc.) ha fra il 20 e il 30% di dipendenti in più; il Consiglio regionale - per motivi che sono abbastanza noti ai presenti, e non solo ai presenti - ha una cifra di dipendenti che è quasi il doppio di quella dei Consigli regionali "gemelli" dell'Emilia Romagna e del Veneto.
Un dato esiste, in questa Regione: da un punto di vista numerico, noi abbiamo un numero di dipendenti sufficiente. Anche la Corte dei Conti quando ci fa i rilievi, ci dice che noi abbiamo personale altamente qualificato; questo, ovviamente, parlando non solo di questi 204 lavoratori ma complessivamente del personale regionale, che ha un alto numero di persone in fascia D e collocate tra il personale dirigente e più di mille posizionate. Questo è un dato del quale non possiamo non tenere conto.
Allora è evidente che abbiamo due vie, quando noi scegliamo di fare delle valutazioni che incidono sulla buona gestione dell'Ente. Ricordo infatti che questa è una spesa che l'Ente deve sopportare, nel senso che il rinnovo o la stabilizzazione dei contratti pesano per circa otto milioni di euro, di cui questa Regione si deve far carico. Non avessimo dipendenti e questo personale che oggi opera presso la Regione fosse indispensabile per l'attività dell'Ente, quella sarebbe una scelta che inevitabilmente questa Regione dovrebbe fare. Però vi rilevo un dato: a fronte di competenze non aumentate - anzi, a fronte del fatto che, dal 2000 in poi, noi abbiamo ceduto competenze alle Amministrazioni provinciali -, il personale della Regione Piemonte è andato via a via crescendo e solo negli ultimi anni è andato riducendosi, soprattutto nel livello dirigente ma non solo. Allora credo che, rispetto alla gestione del denaro pubblico, noi abbiamo un dovere, che è quello di farlo nel modo più oculato possibile.
Vi è poi un secondo aspetto: cioè che, soprattutto in un momento come questo di gravissima crisi economica, noi dobbiamo confrontare un dato quello certamente sensibile, e del quale certamente ci facciamo carico delle 207 persone che hanno un contratto a tempo determinato - con il mondo che è la fuori. Rilevo che con dieci milioni d'euro - cioè poco di più della cifra che in un anno spenderemmo per il rinnovo dei contratti ai lavoratori precari all'interno della nostra Regione - noi abbiamo stabilizzato 2.000 lavoratori piemontesi, una parte dei quali verosimilmente, sarebbe stata stabilizzata anche senza quei dieci milioni di euro e un'altra parte certamente no. Credo allora che noi abbiamo un dovere anche rispetto alla logica di stabilizzazione qual è quella che abbiamo inserito nel Piano straordinario per l'occupazione, che non deve però solo guardare all'interno della nostra "casa".
Mi permetto un'ultima considerazione. Intanto, se si guarda la distribuzione di questi lavoratori si comprende che è stata fatta con logiche che mi appaiono assolutamente non omogenee: che 81 siano in un Assessorato e zero in un altro mi sembra un fatto assai poco logico.
L'anomalia assoluta, però, è che si arrivi ad una lettera dei Direttori regionali - cioè dei soggetti che in qualche modo dovrebbero essere coloro i quali, all'apice della Regione sia per indennità sia per responsabilità debbono gestire il personale - che dicono, a fronte di standard quantitativi e qualitativi superiori rispetto ad altre Regioni, che senza questi dipendenti non sono in grado di governare l'Assessorato.
Non so chi siano i Direttori che hanno sottoscritto il testo, ma consiglio loro di cambiare mestiere: il compito al quale sono stati deputati, infatti, anche in una situazione di crisi all'interno della quale noi tendiamo a risparmiare ogni euro in ogni settore, è un altro e credo che non si possa lavorare con modalità diverse, a seconda che ci si trovi in un caso o nell'altro.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere Vignale.
Prego i commessi di fare entrare questi ragazzi, perché ci dispiace vederli lì a metà strada.
Prego continui, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Diamo loro il benvenuto.
Concludo dicendo, quindi, che credo sia doveroso fare un ragionamento complessivo che però non può prescindere dal confronto tra le istanze di chi, anche umanamente, ci è più vicino - nel senso che lavora negli Uffici della Giunta, nel senso che si tratta di persone che conosciamo, tanto che molte di loro legittimamente sono venute a chiederci dei consigli perch legittimamente hanno dei timori rispetto alla loro prospettiva lavorativa e il mondo complessivo - quello che sta all'esterno - che chiede sempre più pesantemente che tutte le risorse risparmiate o derivate dalle efficienze vengano investite sul mondo del lavoro.
Credo che il nostro dovere sia questo e credo che non daremmo un buon messaggio, salvo quello - sacrosanto - di fare, invece, i concorsi, che tengano conto di chi ha operato all'interno della nostra Regione. Quella allora, sarebbe una procedura concorsuale vera e assolutamente trasparente: se, dal mese di luglio in poi, ci sarà il fabbisogno di persone che lavorino all'interno della Regione, la macchina regionale provvederà - se serve - a bandire dei concorsi ad evidenza pubblica dove tutti possano partecipare e nei quali chi ha lavorato in Regione avrà dei titoli maggiori rispetto ad altri.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "S. Pertini" di Ponderano (BI)


PRESIDENTE

Prima di continuare il nostro dibattito desidero, a nome dell'Assemblea e mio personale, salutare i ragazzi e le ragazze, oltre che gli insegnanti che li accompagnano, della Scuola elementare "Sandro Pertini" di Ponderano classe IV: benvenuti a Palazzo Lascaris.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

"Precariato nell'Ente Regione Piemonte" - Richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata dai Consiglieri Cerutti, Reschigna, Boeti Muliere, Taricco, Gariglio, Manica, Pentenero, Lepri, Laus, Ronzani Cursio, Buquicchio, Artesio e Negro (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 674, n. 130, n. 675, n. 676, mozione n. 480) (seguito)


PRESIDENTE

Adesso continuiamo con la nostra discussione su "Precariato nell'ente Regione Piemonte", per la quale è iscritto a parlare il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto chiarire lo spirito con cui abbiamo chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio regionale, oggi. Noi non abbiamo chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio regionale immaginando che siamo qua a definire il funerale, sotto il profilo dell'esperienza lavorativa, di un certo numero di dipendenti della Regione Piemonte e che pertanto, oggi, il tema è quello di scambiarci le reciproche accuse in merito a dove risiedono la responsabilità e la colpa di un'operazione di questo genere.
Non avrei nessuna difficoltà ad affrontare un tema di questo genere tuttavia mi rendo conto che, probabilmente, affrontare l'odierna discussione su queste basi e su questi presupposti significherebbe veramente far cadere l'ultima speranza per qualche centinaia di collaboratori della Regione Piemonte che hanno prestato e stanno prestando la loro attività.
Abbiamo chiesto la seduta del Consiglio regionale di oggi perché è giusto che il Consiglio regionale assuma una posizione responsabile. Sotto questo profilo, ci rendiamo conto come il disegno di legge originariamente presentato dalla Giunta regionale, ad oggi, non abbia più, nei contenuti e negli obiettivi, una sua facile percorribilità. Si basava sostanzialmente sul presupposto di una dismissione, di abbandono di un certo numero di dipendenti della Regione (un brutto termine, che è quello della rottamazione, che a me non piace) che avrebbe consentito l'inserimento all'interno dei ruoli organici della Regione, di un certo numero di dipendenti, tenendo conto delle percentuali che la legge nazionale, che non possiamo violare, impone in termini di sblocco del turnover all'interno del personale degli Enti, tra cui la Regione Piemonte.
Che questo tipo di presupposto non ci stia più nell'attualità, sta nel fatto che la riforma approvata dal Parlamento nazionale, la riforma delle pensioni, ha allungato, di fatto, la data di esperienza. Il tema oggi è diverso. L'assunzione di responsabilità che noi chiediamo al Consiglio regionale, e che chiediamo alla Giunta regionale di condividere, è quella che abbiamo posto questa mattina all'Assessore Quaglia nell'incontro.
Incontro che è avvenuto, anzitutto, su richiesta di alcuni Capigruppo di opposizione, ed era talmente notorio che alcuni Capigruppo di opposizione avessero chiesto questo incontro che due o tre settimane fa abbiamo firmato una lettera e ripetutamente, nelle discussioni di I Commissione, quindi in modo assolutamente pubblico, abbiamo chiesto all'Assessore Quaglia di poterla incontrare prima dell'odierna seduta di Consiglio regionale.
Qual è il punto centrale oggi, al di là dei convincimenti e della lettura che ciascuno di noi può fare dell'esperienza di questi anni? Siamo disponibili a costruire un percorso, necessariamente lungo nel tempo perch le percentuali di turnover non sono consistenti e perché le percentuali di abbandono dal rapporto di lavoro sono ridotte rispetto a quelle di qualche mese fa, che sta all'interno anche di una fattispecie diversa dalla pura e semplice stabilizzazione, o passare anche attraverso l'emissione di concorsi con riserva. Possono esserci tutta una serie di strumenti consentiti dalle norme di leggi, ma siamo favorevoli ad evitare che tutto ciò avvenga quando la stragrande maggioranza dei contratti ha avuto termine? Quindi la stragrande maggioranza dei dipendenti, con contratto a tempo determinato, non può più vedere riconosciuto anche non dico un suo diritto esclusivo, una condizione preferenziale rispetto ad altro tipo di soggetto? Questo è il punto.
Questa lettura impone, sostanzialmente, la valutazione di una proposta che è quella del prolungamento dei contratti a tempo determinato. Questo consente, sostanzialmente, di avere del tempo a disposizione per trovare strumenti più idonei e più efficaci che consentano il raggiungimento di questo obiettivo.
Sono per questo tipo di soluzione, lo dico molto francamente, non voglio e non deve mettere nessuno con le spalle al muro, ma vorrei che tutti insieme considerassimo due elementi. Il primo. Emerge una condizione di preoccupazione. In questo momento la Regione Piemonte agisce come un'azienda. Vorrei che ragionassimo rispetto al fatto che come noi manifestiamo sensibilità nei confronti di lavoratori di altre aziende che si trovano a dover vivere esperienze di incertezza rispetto al prolungamento della propria esperienza lavorativa, manifestassimo la stessa sensibilità e attenzione anche in questo caso. Che non ci mettessimo nell'ottica sbagliata di considerare queste persone come dei privilegiati perché veramente, a quel punto, predichiamo bene e razzoliamo male.
Il secondo presupposto è che non stiamo facendo la carità a nessuno, ma c'è un bisogno reale all'interno degli Uffici e delle Direzioni regionali della Giunta.
Posso pensarla esattamente come il Consigliere Vignale rispetto ad un'eccessiva dotazione organica all'interno del Consiglio regionale, ma sappiamo tutti da dove nasce questa cosa. Non può essere questo il metro di confronto e di paragone. Ma perché vi è un'effettiva esigenza all'interno di Ufficie di Direzioni della Regione.
Poi c'è il tema del rigore. Sul tema del rigore noi non ci sottraiamo ma anche su questo piano, cari colleghi - lo dico senza eccessivi intenti polemici - ma perché invochiamo il rigore su questi temi quando, in questi due anni, non negli anni precedenti, il sistema esterno della Regione delle società direttamente controllate dalla Regione, ha avuto un'espansione di assunzioni di personale? Corrispondeva ad un'effettiva esigenza tutto ciò? Corrispondeva ad un effettivo rigore tutto ciò? Voglio solo ricordare gli ultimi dati che corrisponde al numero, dal mio punto di vista assolutamente abnorme, di assunzioni fatte in SCR negli ultimi due mesi dell'anno del Signore 2011. Oppure il fatto che la maggior parte delle persone che all'interno della società di committenza regionale avevano un rapporto di COCOCO o di COCOPRO o di contratto a tempo determinato, hanno trasformato il loro rapporto in un contratto a tempo indeterminato.
Quando invochiamo il rigore, prima di invocarlo, pratichiamolo, anzi se permettete, praticatelo sotto questo aspetto.
Che cosa chiediamo? Chiediamo che ci sia un'assunzione di responsabilità da parte del Consiglio regionale, che questa assunzione di responsabilità porti ad un provvedimento che consenta la gestione di una fase intermedia. Anche su questo piano ho votato la norma, ma il Consiglio regionale ha votato anche una norma per cui i concorsi interni per gli inquadramenti nelle figure dirigenziali nella nostra Regione sono stati votati con una norma che consentiva la durata illimitata della graduatoria in attesa dell'ingresso nei ruoli effettivi di queste persone.
Lo abbiamo fatto tutti insieme con senso di responsabilità, lo ha fatto anche chi invoca rigore in questo momento e in questa circostanza all'interno di quest'Aula. Non rinnego mai i voti che esprimo all'interno dell'Aula, ma invoco un principio di equità e di giustizia di trattamento.
Consentiamo l'introduzione di un provvedimento che consenta di tenere viva la possibilità di individuare uno strumento attraverso il quale gradualmente e nel tempo, l'amministrazione regionale possa continuare ad avvalersi delle professionalità di questi collaboratori.
Sia ben chiaro, lo dico con molto rispetto, con lo stesso rispetto che porto nei confronti di chi oggi, in azienda private o in aziende pubbliche vive una condizione di incertezza. Lo stesso rispetto vorrei che lo portassimo nei confronti di questi lavoratori e di questi dipendenti, che non sono diversi dagli altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Condivido gli ultimi interventi, in particolare quello del collega Reschigna.
Non voglio entrare nel dettaglio dei vari problemi complessi di questi lavoratori e delle relative assunzioni, cioè tutto quello che il collega Vignale citava.
Innanzitutto voglio esprimere la piena solidarietà a queste persone. Si tratta di 204 lavoratori precari in Regione Piemonte, persone che hanno vinto i concorsi ed ora rischiano il posto di lavoro, ossia si trovano senza busta paga.
Dietro a questi precari, esistono famiglie e figli e vi lascio immaginare come ci si possa svegliare al mattino pensando e sapendo di non avere più un lavoro.
L'incontro che abbiamo fatto stamattina con l'Assessore Quaglia e l'Assessore Maccanti mi è parso - e ne sono certo - abbastanza positivo. Ho avuto la sensazione e la certezza che ci sia la volontà anche da parte degli Assessori di trovare una soluzione, la disponibilità di valutare così come la disponibilità di fare pressione al Ministero per salvaguardare queste persone e i loro posti di lavoro.
In questo momento così difficile e così delicato dobbiamo fare in modo di non creare altri drammi a livello regionale.
Questo è un appello che voglio fare: noi dobbiamo dare un forte segnale a favore di questi precari, oggi in questa sala. Noi tutti abbiamo il dovere di sostenerli. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Avendo sottoscritto gli ordini del giorno dei colleghi e avendo in passato presentato dei documenti, mi sembrava superfluo aggiungere la mia voce alle tante autorevoli che da questa parte dei banchi si sono già espresse sulla necessità di trovare una soluzione e una conferma al problema delle stabilizzazioni del personale dell'Ente Regione.
Però, avendo ascoltato alcune delle espressioni della maggioranza, mi sembra necessario proporre un modesto ragionamento, nell'augurio che questo dibattito non sia, per noi e per coloro che attendono da noi una soluzione l'ennesima recita di una psicosi autistica. Perché sembra quasi che da questa parte ci siano coloro che continuano inascoltati a proporre delle ragioni e dall'altra parte o il silenzio o l'espressione di ragioni del tutto contrarie.
E dato che non credo che faccia piacere né a noi sentirci inascoltati né ad altri fingere di non ascoltare, ma soprattutto meno piacere hanno coloro che si trovano a vivere questa situazione, nella loro condizione professionale e personale, di dovere ogni volta sollecitare il Consiglio regionale su una risposta che sembra evidentemente loro dovuta in termini di diritto, credo valga la pena provare a passare dall'affermazione doverosa anche dei buoni principi, che qui è stata fatta da tanti colleghi ad un minimo di valutazione realistica delle cose che abbiamo di fronte perché credo che forse riusciremmo a trovare una condivisione.
Ogni volta che si è posto questo problema, ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento della maggioranza che suonava più o meno così, cioè gran parte della maggioranza che diceva, esplicitamente oppure di rimando parlando con i sindacati o con le persone interessate: "Vorrei, ma non posso".
Questo "non posso" era poi spiegato in maniera diversa: non posso perché non ci sono gli strumenti giuridici, non basta la deliberazione ma ci vuole la legge, non posso perché tutta la mia maggioranza non è d'accordo e ci sono alcuni che mi interdicono.
Questa è la prima spiegazione del "vorrei ma non posso".
La seconda spiegazione del "vorrei ma non posso" è quella che abbiamo sentito adesso dal Consigliere Vignale, che continua a ribadire questo tipo di posizione, ed oggi lo ha fatto in maniera puntuale e consecutiva.
Vorrei soltanto fare questo ragionamento. Innanzitutto sono un Consigliere che, forse perché sono una donna, ha un atteggiamento su tutte le decisioni che deve assumere che è quello della responsabilità personale.
Partire da sé è una delle lezioni che il movimento femminile ha dato soprattutto a coloro che si sono presi impegni di responsabilità politica.
Partire da sé significa che non si può predicare la continuità dell'occupazione, la stabilità dell'occupazione e il lavoro buono, se non lo si fa dalla sede in cui si è in grado di decidere.
Quindi, a me sembra poco convincente un ragionamento che dica verso l'Assemblea legislativa regionale: noi non ci preoccupiamo del personale da stabilizzare che lavora nel nostro Ente, perché ci dobbiamo preoccupare del personale da stabilizzare che lavora fuori dal nostro Ente. Non preoccupiamoci dei duecento, perché ci dobbiamo preoccupare dei duemila.
Io qui ho la responsabilità di preoccuparmi di questo Ente e peraltro e sfido chiunque a contestare questa affermazione - noi non abbiamo alcuna prova oggettiva di come i contributi che eroghiamo alle imprese, anche in funzione dell'aumento dell'occupazione o della stabilizzazione dell'occupazione, siano effettivamente promotori di continuità occupazionale, di aumento occupazionale e di sviluppo occupazionale.
Non lo dico per una posizione ideologica degli ultimi comunisti rimasti, ma lo dico perché ogni volta che interrogo gli Assessori di turno e questo vale per il centrodestra e per il centrosinistra, tra coloro che sostengono che l'Ente pubblico debba favorire lo sviluppo dell'impresa perché quello è sviluppo, mentre se sosteniamo le condizioni dei lavoratori, quella è assistenza, altro paradigma incredibile che ormai ha attraversato tutte le coscienze - ogni volta che faccio la domanda "dimostrami su base oggettiva quanti contributi pubblici hanno aumentato l'occupazione fuori dal sistema pubblico", la risposta è "ci vorrebbe un premio Nobel per dimostrartelo".
Quindi, noi non abbiamo risposte, cioè non abbiamo risposte di quanto i soldi dell'Ente, finalizzati a soggetti imprenditoriali esterni, producano occupazione buona e stabile.
Allora, cominciamo da noi: cominciamo a produrre occupazione buona e stabile dove possiamo noi. Questo era il primo tema.
Secondo tema. Abbiamo sbagliato? Hanno sbagliato nel passato a prevedere un percorso di reclutamento attraverso procedure di evidenza pubblica di professionalità che sarebbero utili all'Ente? Vorrei ricordare che qui a sbagliare non è stato l'orrido Peveraro dell'orrida Giunta Bresso, con gli orridi Assessori della Giunta Bresso e l'altrettanto orrida maggioranza.
Ci sono state una serie di scelte che non sono state solo politiche, ma sono state anche tecniche, perché qui abbiamo avuto una legge regionale una delibera regionale, un protocollo sindacale, un parere della Commissione consiliare: tutti atti che andavano nella direzione che si è presa, la volontà di stabilizzare il personale, la scelta di non farlo secondo una procedura relativa alle unità che avevano all'epoca i requisiti di tre anni di contratto in corso, ma attraverso una procedura di evidenza pubblica che ha premiato parte delle persone che erano precarie ed altre che avevano qualità professionali tali per cui è stato superato il concorso.
Tutto questo è avvenuto con un corredo di consenso, parere di regolarità formale, parere di regolarità contabile e l'esame di formalità degli atti, che credo debba dare una certa garanzia. Altrimenti in quest'Aula viene fuori che ci sono politici e strutture che non sanno quello che fanno quando decidono, salvo alcuni Consiglieri che invece sanno qual è la legge giusta, la procedura corretta sopra ed oltre tutta la struttura amministrativa e tecnica che è valida ai nostri atti.
Ammettiamo pure che tutti gli atti che abbiamo preso, in parte insieme (ricordo che a dicembre 2010 il Consiglio ha votato - c'eravate già voi quindi la maggioranza politica aveva un'opinione e una volontà in quella direzione - un ordine del giorno che impegnava la Giunta alla stabilizzazione), fossero, come dice il Consigliere Vignale, inficiati di un'interpretazione parziale e non condivisibile degli strumenti legislativi regionali, però la questione è che ci sono 204 persone che prestano servizio all'interno del nostro Ente in modo onorevole, che restituisce onore alla qualità del lavoro di quest'Ente e lo hanno fatto attraverso una procedura selettiva. Questo è stato voluto dall'Ente che li ha chiamati, li ha valutati e li sta tuttora valutando ed utilizzando, perché ogni giorno gode di quelle prestazioni professionali. Come risolviamo il problema? Punto.
Da questo punto di vista, non credo che possiamo continuare a consentire alla maggioranza gli alibi del "vorrei ma non posso". Troviamo insieme, se vogliamo, se la volontà è quella che viene dichiarata pubblicamente in Aula da questa parte (e poi viene dichiarata singolarmente quanto fate i colloqui con il sindacato e con i singoli lavoratori), le forme praticabili.
L'hanno già detto i colleghi: primo, non creare ulteriore precarietà e insicurezza, confermando e prorogando gli incarichi a tempo determinato secondo, consentiamo, nella relazione che la Giunta ha ritenuto opportuno avviare attraverso il parere del Consiglio di Stato con i Sottosegretari del Ministero della Funzione Pubblica, di trovare forme più adeguate per trasformare il tempo determinato in tempo indeterminato, uscendo da questa continua, affannose, e soprattutto dolorosa per chi aspetta una soluzione da noi, recita delle parti, per trovare almeno un'unità sulla volontà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Vorrei argomentare le motivazioni che mi inducono ad esprimere un voto favorevole sugli ordini del giorno o, comunque, sui ragionamenti fin qui argomentati, finalizzati alla stabilizzazione dei precari.
Potevo anche non intervenire, avendone già parlato in altre sedute ed anche in Commissione, ma le ragioni che mi inducono a votare favorevolmente non dipendono dal fatto che queste persone mi fanno pena, o ci fanno pena o perché hanno una famiglia o i mutui. Non è questo il motivo per cui esprimo un voto favorevole, offenderei la mia intelligenza e la dignità di queste persone, perché fuori dal Consiglio regionale ci sono persone che hanno mutui e difficoltà e non hanno nemmeno il lavoro precario.
Il mio intervento è per dare dignità alle professionalità che sono in campo: professionalità riconosciute dall'Ente.
Questa maggioranza è un burro! Questa maggioranza è un burro e volendo, l'opposizione ogni volta si potrebbe infilare come una lama, ma quando ci accorgiamo che i destinatari dell'azione politica sono sempre gli interessi generali dei cittadini, non possiamo fare sempre la lama.
In sostanza, quindi, vi stiamo chiedendo di esercitare un'azione di responsabilità: assumetevi la vostra responsabilità, non personale ma politica.
Per questo motivo termino con la preghiera di una responsabilità politica, affinché possa essere avviato un percorso - capisco parte del ragionamento del collega Vignale - impostato da un punto di vista giuridico. Se c'è la volontà politica, ci sono i presupposti per stabilizzare queste professionalità che voi avete anche ritenuto indispensabili (l'ho addirittura sentito con le mie orecchie).
Esercitiamo quindi questa responsabilità politica, non a fini propagandistici, perché se volessimo propagandare - per questo ho utilizzato la metafora del burro - potremmo sbizzarrirci: lo potevamo fare con il Piano Socio Sanitario, con il bilancio, con la nomina dell'Ufficio di Presidenza. Lo possiamo fare ogni giorno e lo possiamo fare sempre con voi.
Oggi, quello che è venuto fuori, con sfumature e con argomentazioni diverse, è una preghiera, ma non perché ci fanno pena queste persone perché a me non fanno pena. Mi dispiace, sono dispiaciuto quando abbiamo di fronte una situazione precaria, però il mio intervento è la valorizzazione della dignità delle persone e delle professionalità che hanno messo in campo e che hanno esercitato.
Per questo motivo vi chiediamo gentilmente, a titolo di cortesia, di prendervi qualche minuto in più di riflessione prima di votare i nostri documenti, anche se sono sicuro che il vostro voto sarà favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome della Lega Nord per esprimere la nostra posizione.
Vorrei fare un intervento non populista, ma molto tecnico e molto pratico.
Sono concorde con quanto espresso dal Consigliere Vignale, perché dice una sacrosanta verità, cioè quello che è la legge.
Ciò di cui ci stupiamo è la posizione dei sindacati e vi spiego il perché.
Sono il primo a riconoscere il fatto che alcune persone devono essere stabilizzate ed hanno titolo e merito per esserlo. Chi da tanti anni opera in Regione ha dimostrato la propria professionalità (e vengono anche caldeggiate le stabilizzazioni da parte dei loro dirigenti), ma mi chiedo come sia possibile, anche perché mi sono letto il "libretto" della CGIL Piemonte, portare avanti la causa di coloro i quali, giustamente debbono trovare uno sbocco nel mercato del lavoro, e ci mancherebbe, soprattutto all'interno dell'amministrazione regionale, insieme a quella dei 204 precari. Non voglio essere classista, ma una trentina di loro hanno ovviamente requisiti diversi.
Questo non lo dico io per opinione personale, ma lo dice la legge secondo cui tale requisito viene ottenuto in virtù di contratti stipulati a tempo determinato triennale alla data del 29 settembre 2006. Tutti i contratti che vengono dopo - lo dice la legge, non lo dico io Paolo Tiramani - evidentemente non possono essere stabilizzati. Allora perch portare avanti i 204 in maniera uniforme? Tuteliamo pure tutti, ma ciò che dico e penso - e non ho vergogna ad esprimerlo - è che fra queste persone ci sono lavoratori che hanno più diritto, perché la legge è dalla loro e perché dovevano essere già stabilizzati precedentemente, ed altri che arrivando dopo, evidentemente non sono dentro questi parametri di legge.
Allora bisognerebbe studiare un altro tipo di percorso - e ci mancherebbe qualcuno ha anche abbozzato delle idee e dei contratti a tempo determinato che possono proseguire, ma saranno poi valutazioni politiche da fare e delle situazioni da analizzare tutti insieme - ma fare del populismo, come qualcuno ha fatto, mettendola anche da un punto di vista dei disagi familiari e personali che si creerebbero e andando contro la legge non è corretto, né da parte di chi ha fatto questa battaglia in maniera uniforme né da parte di chi viene comunque usato in questa battaglia, perché è evidente che alcuni sindacati hanno portato avanti una battaglia che va contro la legge, perché ho letto prima un comma che è ben chiaro.
Credo che la posizione di quest'Aula consiliare dovrebbe essere più chiara, più chiara innanzitutto verso i lavoratori, ma anche tra di noi: o noi assumiamo delle decisioni in virtù, non di quelli che sono i sentimenti di ognuno di noi (che posso anche capire), ma di quelle che sono le leggi nazionali, oppure non andremo da nessuna parte. Continueremo ad attaccarci: noi a ricordare il periodo dentro il quale bisognava stabilizzare questi dipendenti - parlo della passata legislatura - e non è stato fatto; voi ad accusarci di immobilismo o di modi scorretti, per quella che è stata la bozza di legge che poi non è andata avanti, proprio perché andava contro la legge nazionale.
Occorre una riflessione sicuramente più corposa, ma occorre ben distinguere e deve entrare nella testa di tutti che le situazioni non sono uguali per tutti i 204 dipendenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiuso il dibattito generale.
Passiamo agli atti d'indirizzo.
Il primo atto d'indirizzo, l'ordine del giorno n. 674, "Stabilizzazione personale precario della Regione Piemonte", ha come prima firmataria la Consigliera Cerutti. Collega, ha la necessità di replicare?



CERUTTI Monica

No, Presidente.



PRESIDENTE

Bene.
Il secondo atto d'indirizzo è la mozione n. 480, che ha come prima firmataria la Consigliera Pentenero.
Intende replicare, Consigliera Pentenero? Prego; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Ritengo che oggi, in quest'Aula, siano già stati espressi molti concetti importanti e volti a sottolineare che non possiamo permetterci di non dare una risposta a quei lavoratori e a quelle lavoratrici.
Intanto, sarebbe necessario immaginare di concedere loro la proroga e rinnovare loro l'incarico, perché, se esistono dei problemi sul piano nazionale - come sosteneva il collega Ronzani - attendiamo di capire quale esito potrà dare la disponibilità data dal Ministro.
Questo è davvero un elemento importante e fondamentale.
Ritengo che, a questo punto, sia necessario sentire la Giunta, ma soprattutto immaginare che ci sia un'assunzione di responsabilità responsabilità che i lavoratori stanno aspettando da troppo tempo e che deve essere assunta anche con la consapevolezza - è già stato detto - che quei lavoratori hanno svolto un servizio all'interno del nostro Ente, sono stati formati e hanno permesso di svolgere le funzioni fondamentali dello stesso.
Presidente, credo che sia assolutamente difficile...



PRESIDENTE

Per favore, colleghi! Continui, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
La Regione non è un soggetto privato o un'azienda privata, ma ha l'obbligo di fornire servizi e dare risposte ai cittadini, attraverso una serie d'attività esercitate dai dipendenti regionali.
Com'è già stato ricordato, quei dipendenti che hanno sostenuto un concorso pubblico e superato una selezione, hanno svolto un ruolo nei confronti di quest'Ente; hanno svolto, altresì, processi di formazione pertanto c'è stato un investimento di risorse pubbliche nei loro confronti.
Non possiamo immaginare che tutto ciò vada disperso e che ci sia una risposta unicamente d'ordine burocratico.
Dobbiamo cogliere tutte le opportunità, ma dobbiamo anche dare una prospettiva ed immaginare che un rinnovo dell'incarico sia una soluzione transitoria per cercare di superare gli intoppi che eventualmente, da un punto di vista burocratico, sul piano nazionale, si manifesteranno ancora.
Ritengo che il dibattito si sia svolto in modo approfondito e che tutte le motivazioni e spero - mi auguro - che tutti gli elementi siano stati colti, con grande attenzione, dalla Giunta, che non penso si possa tirare indietro nel dare una risposta.
Ci aspettiamo una presa di posizione, una situazione in cui il senso di responsabilità sia l'atteggiamento prevalente con il quale questa Giunta intende affrontare la tematica dei lavoratori della nostra Regione.
Un'assunzione di responsabilità che non può più essere ondivaga, a seconda delle giornate o degli umori della maggioranza, ma che deve tenere in considerazione la situazione reale delle 204 persone coinvolte.
La crisi economica ha messo in difficoltà molti lavoratori e molte lavoratrici piemontesi, che non appartengono, ovviamente, al nostro Ente ma ad un sistema economico in difficoltà. Non possiamo - non fosse altro per questo motivo, oltre a tutti gli elementi di grande valore che sono stati espressi in merito al lavoro svolto nelle Direzioni che compongono la nostra Regione - avere un atteggiamento da Ponzio Pilato, perché qualche elemento potrebbe essere superato e discusso con il Governo, che ha dimostrato apertura e disponibilità ad affrontare la questione.
Ci aspettiamo - dall'Assessore Quaglia, ma anche dalla maggioranza una risposta precisa e chiara, che dia una prospettiva, ma anche qualche elemento di sicurezza, a chi sta aspettando una definizione di quello che sarà il proprio progetto di vita, perché molti progetti di vita sono legati a quanto questa Giunta deciderà e a quanto questa maggioranza vorrà oggi in quest'Aula, dire.



PRESIDENTE

Grazie.
In merito all'ordine del giorno n. 130, presentato dai Consiglieri Bresso, Artesio, Cerutti e Pentenero, credo non ci sia necessità di replica. Grazie.
Relativamente all'ordine del giorno n. 675 da lei presentato Consigliere Reschigna, intende intervenire? Prego, Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ho ascoltato il dibattito: posso manifestare il mio stupore? Intendo manifestare il mio stupore su due aspetti: il primo è il silenzio della Giunta, che mi sembra non possa essere un soggetto terzo rispetto a questo dibattito.
Il secondo elemento di stupore è questo: un Ministro del Governo italiano ha inviato una lettera al Presidente della Giunta regionale, non dicendo "risolvo il problema", ma affermando "apriamo un momento di confronto tra il Governo nazionale, il Ministero della Funzione Pubblica e la Regione Piemonte, rispetto a questo tema". E qui, oggi, noi celebriamo il funerale? In un momento, cioè, in cui avremmo tutto l'interesse a tenere aperta una possibile strada, noi celebriamo il funerale? Ci mettiamo a disquisire, in quest'Aula, se 30 dipendenti sono diversi da 178? C'è il silenzio fondamentale, non solo della Giunta, ma anche dei Gruppi consiliari della maggioranza, che affidano i propri interventi e le proprie prese di posizione a rispettabilissimi colleghi, che, però, non svolgono la funzione di sintesi che ha un Capogruppo, in un dibattito all'interno dello stesso Gruppo! Vi chiedo di riflettere su tali questioni! Abbiamo l'interesse a tenere aperto un lumicino di speranza, nel momento in cui, oggi, al Ministero alcune delle persone coinvolte in questa situazione vengono ricevute, così com'è stata ricevuta l'Assessore Quaglia, su delega del Presidente della Regione.
Non vi chiedo oggi d'inventare una soluzione difficile e complicata, ma vi chiedo di non sancire il funerale! Questo è quello che vi chiedo, almeno questo! Colleghi, non stiamo parlando di quale sia il nostro atteggiamento su un provvedimento astratto: stiamo decidendo la sorte di alcune persone! Riflettete, per cortesia.



PRESIDENTE

La Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Quaglia, interverrà dopo la prossima replica.
Procediamo con l'ultimo ordine del giorno in esame, il n. 676 presentato dai Consiglieri Bresso, Stara, Reschigna e Artesio. Qualcuno intende replicare? Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente per ribadire che, di fatto, si può uscire da questa situazione prendendo il tempo necessario per studiare delle soluzioni.
Credo che da questo punto di vista ci sia da necessità di individuare delle responsabilità, che non possono essere, così com'è stato ricordato di disponibilità personale e poi di indisponibilità collettiva in Consiglio regionale.
Alcuni esponenti - mi riferisco ai colleghi Vignale e Tiramani - sono intervenuti individuando con chiarezza le loro posizioni: credo che sia legittimo, ma ritengo che sia altrettanto necessario trovare una soluzione condivisa, che possa offrire una prospettiva di fronte a degli elementi ancora di incertezza futura (parlo del ruolo delle Province e quant'altro) e che possa dare un segnale oggi.
Di fatto, la stabilizzazione non può avvenire, anche per legge immediatamente: anche se si decidesse di stabilizzare tutti i precari sarebbe molto complicato, visti i vincoli attuali. Noi abbiamo - anzi, voi avete - la disponibilità e la possibilità di iniziare un percorso di stabilizzazione. Questo viene chiesto da questo Consiglio.
Da questo punto di vista, quindi, ritengo che non possano essere messe in campo questioni legate alla disponibilità di risorse. Il collega Vignale ha ribadito che c'è un impegno di circa otto milioni di euro; tuttavia, il collega Vignale - lo ricordo - è stato uno dei colleghi che hanno più sostenuto il cambio del provvedimento legislativo sulla caccia; quello stesso provvedimento, che, stante alle parole dello stesso Presidente Cota auspicava il recepimento di una legge del Consiglio che superasse la necessità di andare al referendum, non è avvenuto. Quel referendum individua risorse per circa 25 milioni di euro, quindi il tema delle risorse oggi non è in campo: lasciamolo da parte, non ne parliamo, perch creerebbe confusione.
Noi stiamo parlando di professionalità; stiamo parlando di persone che non chiedono l'elemosina; stiamo parlando di un investimento che la Regione ha fatto in maniera netta e chiara in diversi settori strategici. Cito un esempio per tutti: il PD ha tenuto un convegno sulla pianificazione urbanistica, che ha visto la presenza dell'Assessore Cavallera; anche in quel contesto, dagli Uffici era emersa la difficoltà a gestire quelli che saranno i percorsi futuri di funzionalità della Regione senza l'attuale personale, che in parte è precario, all'interno di quegli uffici. È solo un piccolo esempio, ma come questo se ne possono fare molti altri dislocati in importanti settori della Pubblica Amministrazione.
anche difficile generalizzare, così com'è stato fatto: perché in alcuni Assessorati sì e in altri no? Perché le logiche sono, evidentemente di funzionalità e di professionalità, ma anche di necessità di cui l'Ente aveva bisogno. Quindi la risposta in questo senso è molto semplice.
Mi auguro che da questo punto di vista sia la stessa Giunta ad individuare una possibile soluzione, magari anche non definitiva Assessore: proviamo, cioè, a tenere il campo aperto. Com'è stato ribadito credo che oggi non si debba per forza chiudere la questione. Teniamo il campo aperto a nuove prospettive, magari anche prospettive di aiuto da parte di altri Enti, in primis il Ministero, che si è reso disponibile a verificare e a valutare la situazione.
Di fronte ad una situazione di questo tipo non chiudiamo le porte.
Questo è il senso.
Auspicherei una proposta in questa direzione, che ci consenta di approfondire ulteriormente la materia. Grazie.



PRESIDENTE

Differentemente da quanto comunicato all'Aula, l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 782, ad oggetto "Stabilizzazione precari", presentata dalla collega Mercedes Bresso, non è stata assorbita dal dibattito, in quanto la Consigliera Bresso è assente. È fondamentale e necessario, per farla ricomprendere nel dibattito, l'autorizzazione del primo - peraltro unico - firmatario.
L'interrogazione, dunque, continua a vivere.
Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale. Prego, Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle risorse umane e patrimonio

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale oggi ha ascoltato il dibattito che si è svolto in Aula e gli interventi che ne sono conseguiti.
Nello specifico, sono state richieste precisazioni in merito ad una lettera e ad un interessamento che era stato manifestato dal Ministero della Pubblica Amministrazione.
Nella lettera trasmessa al Presidente in data 24 febbraio 2012, il Ministro dichiarava di essere stato informato della questione riguardante il percorso di stabilizzazione dei precari della Regione Piemonte "...e laddove" - leggo testualmente - "ci fosse l'interesse ad approfondire la questione, sono qui a rappresentarle la mia disponibilità ad acquisire gli elementi sulla vicenda che vorrà fornirmi, o a svolgere un incontro di approfondimento sulla tematica".
Com'è già stato ricordato in alcuni interventi, a seguito della risposta del Presidente, che comunicava che sul tema l'Assessore al personale assumeva l'impegno ad attivare i contatti per fornire il materiale sulla vicenda e a svolgere questi approfondimenti, c'è stato un primo incontro mercoledì scorso con un rappresentante del Ministero, cui ho consegnato la documentazione relativa alla vicenda. Oggi vi è stato un ulteriore incontro richiesto da una delegazione dei lavoratori a tempo determinato della Regione, che credo sia ancora in corso.
Ribadisco la mia disponibilità, confortata da quella del Presidente, ad approfondire poi col Ministero le possibili e le opportune osservazioni che verranno espresse sulla vicenda.
Rispetto a questo, vi è un tema che è già stato sollevato anche in taluni interventi di alcuni Capigruppo, relativamente al fatto che rispetto al disegno di legge n. 158 ancora giacente in Commissione, ci sono sicuramente delle correzioni che devono e che possono essere apportate anche alla luce dei nuovi orientamenti espressi dalla normativa nazionale.
stata altresì manifestata da alcuni Consiglieri, laddove ci sono state delle segnalazioni precise delle Direzioni, la necessità di ravvisare delle carenze di organico e di non perdere delle qualifiche specifiche di lavoratori che attualmente - e sottolineo da anni - lavorano presso la Regione Piemonte e che quindi hanno maturato un percorso ben preciso di formazione e hanno raggiunto determinate qualifiche.
Confermo la disponibilità, come Giunta, a lavorare per non perdere queste professionalità e per capire quali sono i margini che possiamo avere su un percorso inquadrato di stabilizzazione. Lo ripeto in quest'Aula anche se sono osservazioni che ho già fatto sia con la delegazione dei precari, sia con le delegazioni sindacali: la valutazione di proroghe dei contratti, per me, va inquadrata rispetto ad un percorso di stabilizzazione e di opportunità che la Giunta e questo Consiglio potranno vedere circa l'attuazione degli strumenti.
Lo dico perché credo sia stato ribadito in più discussioni che la necessità era quella di dare una risposta, ma non di illudere o di procrastinare, senza prendere delle decisioni su contratti che riguardano la vita di diverse persone. Quindi, credo che ci sia la necessità, prima di discutere delle proroghe, di capire quali sono gli strumenti che noi possiamo mettere in atto per proseguire il processo di stabilizzazione o perlomeno, di garantirlo. Questa è una posizione che io, in accordo con gli Uffici, ho già espresso sia ai precari, sia alle delegazioni sindacali.
Si è parlato, perché, alla luce del Consiglio di Stato e anche alla luce dell'incontro con il Ministero e con la funzionaria del Ministero degli Affari della Pubblica Amministrazione, sulla possibilità di individuare queste procedure di selezione, nelle more dell'espletamento di eventuali proroghe che permettessero a chi ha dei contratti in essere di partecipare alle procedure di selezione stesse, purché queste rientrino però nell'individuazione di questo percorso.
Un intervento oggi ha richiamato la Giunta a condividere un'indicazione, un percorso che poteva nascere dal dibattito del Consiglio regionale. La Giunta è qui, è stata presente, ha ascoltato tutti gli interventi e si augura che ci sia la possibilità che questo non sia - come dire - un silenzio da parte di alcuni Consiglieri o Capigruppo, che sia inteso come una manifestazione contraria circa la volontà di proseguire questi approfondimenti da un punto di vista tecnico e, soprattutto, in riferimento a persone sulle quali si può immaginare un percorso di stabilizzazione.
Credo che ci siano i margini, nella discussione in Commissione sul disegno di legge n. 158, di proseguire rispetto ad un atto che la Giunta ha presentato.



PRESIDENTE

Cominciamo a votare gli atti d'indirizzo.
Consigliere Reschigna, le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno non sono più possibili. Tuttavia, dal momento che c'è stata una comunicazione da parte della Giunta, se si vuole chiedere un chiarimento non c'è nessun problema.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei solo capire il suo intervento, Assessore. Poiché non voglio fare l'esegeta su quello che lei ha detto, mi permetto di cercare di evidenziare alcuni elementi.
Leggo il suo intervento come un'apertura, una disponibilità, però - mi permetta, Assessore - legare la questione della discussione sulla proroga dei contratti all'individuazione del percorso finale significa arrivare al mese di luglio e sancire che un bel pezzo di questi contratti non ci sono più.
La invito a rovesciare i termini del problema: troviamo uno strumento che consenta la proroga dei contratti. È evidente che può letto come la non certezza, però, mi scusi, l'alternativa è la certezza di vedere dei contratti cancellati. E poi ragioniamo tutti assieme (su questo, noi diamo la massima disponibilità) rispetto a un provvedimento che necessariamente ha dei quadri di riferimento diversi dal disegno di legge depositato in I Commissione.
Seconda questione: i tempi in cui tutto ciò avviene.
Assessore, se non avessimo chiesto il Consiglio straordinario oggi sulla vicenda che il disegno di legge sulla stabilizzazione dei precari (uso questo termine, che però non mi piace, è molto improprio) era calato un tenebroso silenzio. Abbiamo dovuto chiedere il Consiglio straordinario perché non se ne parlava più! Questo problema era quasi rimosso dall'agenda di questo dibattito in Consiglio regionale da parte della Giunta.
Se io immagino, Assessore, che per un po' noi saremo impegnati sul Piano Socio Sanitario, per un po' saremo impegnati sulla discussione sulla legge finanziaria, ma quanto facciamo questa discussione? Ed è proprio per questo che la invito a prendere e sul serio almeno un punto! Almeno un punto! Sappiamo che in questo momento non siamo nelle condizioni di dare certezze, ma almeno creiamo delle condizioni per cui non siamo tutti assieme, noi e voi, vincolati da una scadenza temporale che è davanti a noi! Almeno su questo punto dia una disponibilità un po' più forte rispetto a quella che ha evidenziato nel suo intervento. Almeno su questo punto! Ci sarà poi un percorso che consentirà la trasformazione attraverso procedure concorsuali o non concorsuali: non voglio discutere oggi di questi problemi (è troppo complicato affrontarli in Aula), ma individuiamo un percorso che consentirà la trasformazione di questo rapporto in un rapporto a contratto a tempo determinato! Non riusciremo in questa operazione? Ma almeno ce l'abbiamo messa tutta! Almeno ce l'abbiamo messa tutta! E almeno, magari, consentiamo a queste persone di non trovarsi dall'oggi al domani in una condizione di sicura incertezza, di sicura condizione di non sapere il loro futuro lavorativo. Questo è quello che vi chiedo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente. Mi unisco al Presidente e Reschigna, nel senso che c'è un certo imbarazzo dal punto di vista di quello che può l'esito di questa seduta. Perché, così come è stato detto, abbiamo fatto bene a richiederlo, perché abbiamo comunque rimesso in fila alcune questioni e abbiamo anche avuto notizia formale, per esempio, della disponibilità da parte del Governo e del Ministro. Quindi, in questo senso, registrando anche la disponibilità da parte della Giunta, che farebbe venire meno anche quelle che sono le questioni tecniche che alcuni colleghi della maggioranza hanno già posto in passato e ripresentato in questa sede.
Vorremmo capire quale possa essere l'esito di questa seduta, proprio perché c'è la questione temporale (già ricordata), e poi mi è sembrato di capire (cercando di interpretare l'intervento dell'Assessore Quaglia) un'interlocuzione che continua a rimanere all'interno della maggioranza.
Vorremo però riuscire ad avere almeno un elemento su cui poter proseguire e avere delle certezze, perché altrimenti ci ritroveremmo di nuovo punto e a capo quando invece c'è qualche novità, forse positiva soprattutto da parte del Governo e, da parte della Giunta, diciamo, una disponibilità, che certamente deve trovare la possibilità di una sua attuazione e un consenso più generale.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo alla votazione degli atti di indirizzo. Per primo sarà posto in votazione l'ordine del giorno n. 674, ad oggetto "Stabilizzazione personale precario della Regione Piemonte", di cui la collega Cerutti è la prima firmataria.
Do atto che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 674, il cui testo recita: "Premesso che la Regione Piemonte ha avviato con la legge finanziaria per il 2007 (legge regionale n. 9/2007) un processo di stabilizzazione del personale precario nei limiti e con le modalità previste dalla legge 296/2006 che si è dato corso, in attuazione del Protocollo firmato nel 2007 tra l'Amministrazione regionale e le Organizzazioni Sindacali, all'indizione di tre avvisi di selezione pubblica che tali selezioni hanno prodotto una graduatoria sulla base della quale la regione ha sottoscritto 204 contratti di durata triennale che andranno in scadenza nei prossimi mesi Considerato che l'assunzione di queste persone ha risposto nel corso degli anni ad esigenze vitali per il funzionamento dell'Ente che nel periodo compreso tra luglio 2012 e gennaio 2013 scadranno tutti i 204 contratti dei precari attualmente in forza alla Regione Piemonte l'atteggiamento ondivago manifestato da questa Giunta che ha dapprima illuso i dipendenti ipotizzando il mantenimento degli impegni assunti salvo poi ricredersi per i dissapori interni alla maggioranza sottolineata l'approvazione dell'ordine del giorno n. 159/2010 votato in data 23/12/2010, prima firmataria Mercedes Bresso, che impegnava la Regione ad avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato, in contratti di lavoro a tempo indeterminato constatato che quanto previsto dall'atto votato e dalle decisioni precedentemente assunte è stato totalmente disatteso dalle azioni fin qui messe in campo dalla Giunta Regionale Il Consiglio regionale ribadisce la necessità di avviare un percorso di stabilizzazione per i 204 precari della Regione attualmente privi di ogni garanzia sulla prosecuzione della propria attività lavorativa impegna la Giunta ad adoperarsi affinché, nell'attesa di un compiuto percorso di stabilizzazione, nessuna delle professionalità venga licenziata andando a incrementare la percentuale di disoccupazione nella nostra Regione che supera ormai il 7.5 richiede, entro trenta giorni dall'approvazione del seguente atto, la verifica della piena attuazione di quanto indicato nel dispositivo".
Causa disguido tecnico nel sistema di rilevamento elettronico, diamo atto per il verbale che la Consigliera Pentenero ha votato favorevolmente.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla mozione n. 480, "Lavoratori precari della Regione Piemonte.
Definizione del percorso per la stabilizzazione", la cui prima firmataria è la collega Pentenero.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 480, il cui testo recita: "Premesso che: la Legge finanziaria statale per l'anno 2007 (legge n. 296/2006), ha previsto un percorso di progressiva stabilizzazione mediante assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato dei lavoratori c.d. precari delle pubbliche amministrazioni la legge regionale n. 9/2007 (legge finanziaria per il 2007) ha stabilito che "La Regione avvia un processo di stabilizzazione del personale precario, compresi i lavoratori del settore della sanità, nei limiti e con le modalità previste dalla l. 296/2006. La Giunta regionale, attraverso un confronto con le Organizzazioni sindacali e sentita preventivamente la Commissione consiliare competente, predispone un piano annuale per dare attuazione alle finalità previste dal comma 1" in data 28/12/2007 la Giunta della Regione Piemonte ha adottato la deliberazione n. 32-7961, che ha recepito il Protocollo d'intesa, stipulato tra l'Amministrazione regionale e le Organizzazioni Sindacali, volto alla definizione di un percorso di stabilizzazione del personale precario operante presso le strutture della Giunta, in applicazione di quanto previsto dalla citata legge n. 296/2006 con la successiva DGR n. 38-8701 del 28/04/2008, e la collegata determinazione della Direzione regionale Risorse umane e patrimonio n. 550 del 30/04/2008, sono stati approvati, in attuazione del richiamato Protocollo d'intesa, tre avvisi di selezione pubblica per le categorie B1 C1 e D1 a seguito dell'espletamento delle predette procedure di selezione pubblica e dell'individuazione dei candidati idonei è stata approvata la relativa graduatoria e sono stati stipulati con i vincitori contratti di lavoro a tempo determinato di durata triennale attualmente, sono 209 i lavoratori regionali assunti con le modalità descritte in servizio per le strutture regionali, tutti con requisiti di anzianità e formazione professionale elevati e tutti selezionati mediante procedure concorsuali pubbliche considerato che: le disposizione statali e regionali richiamate in premessa fanno esplicito riferimento ad un percorso graduale di stabilizzazione del personale precario articolato in una prima fase di selezioni pubbliche per assunzioni a tempo determinato ed una futura trasformazione di tali rapporti di lavoro a tempo indeterminato in base alla consolidata Giurisprudenza della Corte costituzionale (ex multis, sentenze n. 380 del 2004, n. 95 del 2008 e n. 100 del 2010), la regolamentazione delle modalità di accesso al lavoro pubblico regionale è riconducibile alla materia dell'organizzazione amministrativa delle Regioni e rientra nella competenza legislativa residuale di cui all'art. 117, comma 4, Cost. Tale competenza, pertanto, può essere esercitata senza necessità di conformarsi a norme di principio statali, fatto salvo il rispetto di quanto previsto dagli artt. 97 e 98 Cost. in ordine, soprattutto, al rispetto del carattere concorsuale ed aperto delle procedure di selezione carattere che nella fattispecie considerata non può essere revocato in dubbio, come chiarito in premessa e ribadito anche dalla richiamata richiesta di parere. È quanto accaduto, per citare un esempio significativo, con l'art. 13 della l.r. 18 maggio 2004, n. 12 disposizione, come noto, con la quale venne disposta la stabilizzazione del personale non di ruolo in servizio presso i gruppi consiliari la stessa Giurisprudenza costituzionale ha chiarito che, ai fini del rispetto dei citati artt. 97 e 98 Cost., è necessario che il percorso di stabilizzazione: 1) riguardi personale assunto mediante procedure concorsuali pubbliche aperte 2) sia giustificato da ragioni ricollegabili alla peculiarità delle funzioni che il personale da reclutare è chiamato a svolgere, in particolare relativamente all'esigenza di consolidare specifiche esperienze professionali pregresse non acquisibili all'esterno, ovvero ulteriori specifiche necessità funzionali.
tali condizioni sono certamente sussistenti per i 209 i lavoratori regionali, essendo questi stati assunti mediante procedure concorsuali aperte e disponendo i medesimi di professionalità di elevata qualificazione e di consolidata esperienza la recente legge n. 111/2011, di conversione del decreto-legge n.
98/2011, non pone vincoli puntuali alle Regioni in materia di politiche del personale, ferma restando la necessità di garantire il contenimento delle relative spese l'ordine del giorno n. 159/2010 'Stabilizzazione dei lavoratori precari della Regione Piemonte, approvato dal Consiglio Regionale in data 23 Dicembre 2010, ha impegnato la Giunta 'ad avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato tenendo conto delle esigenze di personale dell'Ente e previa la definizione di un percorso attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali sentita altresì la Commissione consiliare competente'.
gli oneri relativi ai contratti riguardanti i 209 i lavoratori regionali suddetti sono già inclusi nella spesa di personale della Regione e quindi non ne possono determinare l'incremento.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ed in particolare l'Assessore regionale al Bilancio e finanze, Risorse umane, Patrimonio e Pari opportunità a definire in tempi brevi un percorso di definitiva stabilizzazione dei 209 lavoratori regionali precari attualmente in servizio presso gli Ufficiregionali che preveda l'adozione di una deliberazione della Giunta regionale che, in attuazione dell'art. 36 della L.r. n. 9/2007 e dell'Ordine del giorno n. 159 del 2010 approvato all'unanimità dal Consiglio Regionale in data 23 Dicembre 2010, a domanda individuale ed alle relative scadenze, stabilisca la trasformazione degli attuali contratti a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato, previo adeguamento, laddove necessario, delle dotazioni organiche a garantire che i contratti di lavoro a tempo determinato siano prorogati sino all'inquadramento a tempo indeterminato nel ruolo della Giunta regionale".
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'ordine del giorno n. 130 presentato dalle Consigliere Bresso Artesio, Cerutti e Pentenero, inerente a "Stabilizzazione personale regionale assunto con contratti a tempo determinato per un triennio".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 130, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Preso atto che sono 213 i lavoratori regionali assunti con contratto a tempo determinato, previo esperimento di concorso pubblico, sulla base delle norme contenute nella Legge Finanziaria 2007, che ne prevedeva, tra l'altro, la stabilizzazione al termine del periodo previsto dal contratto i suddetti lavoratori, tuttora in servizio, hanno fruito, al pari di quelli assunti a tempo indeterminato, di specifici corsi di formazione e hanno goduto degli stessi diritti e doveri del restante personale in servizio trattasi di lavoratori prevalentemente di giovane età la cui cessazione dal servizio alla scadenza del contratto,e in mancanza di stabilizzazione andrebbe ad aggravare la già grave situazione occupazionale dei giovani nella nostra Regione, che tocca ormai una percentuale altissima della forza lavoro la Giunta Regionale, consapevole della situazione sopra descritta ha istituito una 'Commissione Bilaterale per la stabilizzazione dei precari' a cui partecipano tutte le sigle sindacali, affidando ad essa il compito di proporre ogni soluzione possibile, tenuto conto della complessità delle norme vigenti, per pervenire e proporre soluzioni che consentano, alla fine del periodo di precariato di mantenere in servizio, per le considerazioni appena svolte, i suddetti lavoratori i sottoscritti Consiglieri Regionali esprimono un apprezzamento per tale iniziativa a cui guardano con favore e da cui si attendono soluzioni condivise e favorevoli ai lavoratori interessati sulla base delle verifiche di congruità compiute recentemente dalla Giunta sullo stato dell'organizzazione regionale, è risultato che l'organico della Regione Piemonte è sotto dotato di alcune centinaia di unità di lavoratori in considerazione delle norme nazionali vigenti e dell'anzianità maturata da quei lavoratori che hanno costituito il primo nucleo operativo regionale al momento della sua costituzione (1975) è prevedibile che una buona parte di essi abbia maturato gli anni richiesti di anzianità per accedere al pensionamento e che, pertanto, la sotto dotazione di cui sopra possa aumentare nell'arco del periodo occorrente a completare il triennio di assunzione di tutti i lavoratori precari (da luglio 2012 a gennaio 2013) Nel ricordare che la Giunta Regionale, nel 1994, aveva stabilizzato il personale precario assunto per tre anni a seguito di un concorso pubblico svolto per fronteggiare l'emergenza alluvione e che buona parte di quel personale era in servizio da pochi mesi all'atto della stabilizzazione Invita la Giunta regionale per le ragioni sopra esplicitate, a voler assumere ogni determinazione utile a soluzioni che consentano ai lavoratori assunti a tempo determinato di permanere in servizio presso la Regione Piemonte attraverso una loro stabilizzazione entro il termine della scadenza del contratto in itinere a manifestare tale impegno e volontà, dando assicurazione ai consiglieri scriventi che saranno esplorate tutte le possibili soluzioni che la normativa vigente è in grado di offrire".
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'ordine del giorno n. 675 ad oggetto "Lavoratori precari della Regione Piemonte", di cui è primo firmatario il Consigliere Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 675, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Legge finanziaria statale per l'anno 2007 (Legge n. 296/2006) ha previsto un percorso di progressiva stabilizzazione, mediante assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato, dei lavoratori ed. 'precari delle Amministrazioni Pubbliche la legge regionale n. 9/2007 (legge finanziaria per il 2007) ha stabilito che "La Regione avvia un processo di stabilizzazione del personale precario, compresi i lavoratori del settore della sanità, nei limiti e con le modalità previste dalla l. 296/2006. La Giunta regionale, attraverso un confronto con le Organizzazioni sindacali e sentita preventivamente la Commissione consiliare competente, predispone un piano annuale per dare attuazione alle finalità previste dal comma 1" in data 28 dicembre 2007, la Giunta regionale ha adottato la DGR n. 32 7961, che ha recepito il Protocollo d'intesa, stipulato tra l'Amministrazione regionale e le Organizzazioni Sindacali, volto alla definizione di un percorso di stabilizzazione del personale precario operante presso le strutture della Giunta, in applicazione di quanto previsto dalla sopraccitata Legge 296/2006 con la DGR n. 38-8701 del 28 aprile 2008 e la collegata Determinazione della Direzione regionale Risorse umane e patrimonio n. 550 del 30 aprile dello stesso anno, sono poi stati approvati, in attuazione del richiamato Protocollo d'intesa, tre avvisi di selezione pubblica per le categorie BI CI e DI a seguito dell'espletamento delle predette procedure di selezione pubblica e della conseguente individuazione dei candidati idonei, è stata quindi approvata la relativa graduatoria e sono stati stipulati contratti di lavoro a tempo determinato di durata triennale attualmente, sono 209 i lavoratori regionali, assunti con le modalità sopra descritte, in servizio presso varie strutture regionali, aventi tutti requisiti di formazione professionale elevati e tutti selezionati mediante procedure concorsuali pubbliche Considerato che le disposizione statali e regionali richiamate in premessa fanno esplicito riferimento ad un percorso graduale di stabilizzazione del personale precario, articolato in una prima fase di selezioni pubbliche per assunzioni a tempo determinato ed una futura trasformazione di tali rapporti di lavoro a tempo indeterminato l'ordine del giorno n. 159/2010 'Stabilizzazione dei lavoratori precari della Regione Piemonte", approvato dal Consiglio Regionale in data 23 Dicembre 2010, ha impegnato la Giunta 'ad avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato tenendo conto delle esigenze di personale dell'Ente e previa la definizione di un percorso attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali sentita altresì la Commissione consiliare competente'.
gli oneri relativi ai contratti riguardanti i 209 i lavoratori regionali suddetti sono già inclusi nella spesa di personale della Regione e, quindi non ne possono determinare l'incremento Considerato, altresì, che in data 15 febbraio 2012, è stata trasmessa ai Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale una lettera redatta dai Direttori e dai Dirigenti del ruolo della Giunta, con la quale gli stessi hanno ritenuto necessario intervenire in merito al problema della stabilizzazione del personale assunto con contratto a tempo determinato al fine di 'evidenziare le gravi conseguenze che si verrebbero a determinare in seguito ad una eventuale (e si spera solo paventata) mancata stabilizzazione' Impegna la Giunta regionale a definire un percorso di definitiva stabilizzazione dei 209 lavoratori regionali precari attualmente in servizio presso gli Ufficidella Regione Piemonte a garantire che i contratti di lavoro a tempo determinato relativi ai suddetti lavoratori siano prorogati sino all'inquadramento a tempo indeterminato nel ruolo della Giunta regionale.
Il Consiglio non approva.
Passiamo infine all'ultimo ordine del giorno, il n. 676, ad oggetto "Precari della Regione Piemonte. Stabilizzazione", di cui è nuovamente prima firmataria la Consigliera Bresso.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 676, il cui testo recita: "Premesso che la Regione Piemonte con la legge finanziaria 2007 ha avviato un processo di stabilizzazione del personale precario nei limiti e con le modalità previste dalla legge 296/2006 e che con Protocollo firmate nel 2007, tra l'Ente regione e le OO.SS, ha provveduto all'indizione di tre bandi di concorso pubblico che ha portato alla selezione di 209 candidati con i quali la regione ha sottoscritto un contratto di tre anni di prossima scadenza (luglio 2012 e gennaio 2013) Considerato che in data 23 dicembre 2010 l'Aula approvava l'ordine del giorno n. 159 che impegnava la Regione ad avviare un processo di stabilizzazione, da tempo determinato a tempo indeterminato, di quei lavoratori che se non venissero confermati si creerebbe un vuoto di professionalità all'interno dell'Ente regione che in Commissione Bilancio è stato votato e respinto l'emendamento n. 93 al disegno di legge regionale n. 169 'Legge finanziaria per l'esercizio 2012' Tutto ciò premesso il Consiglio regionale si impegna a valutare e recepire in Aula nel corso della discussione del ddl 169 'Legge finanziaria per l'esercizio 2012' tutte le indicazioni presenti nell'emendamento n. 93 di cui in premessa e che è parte integrante del presente ordine del giorno, necessarie per il definitivo inquadramento nel ruolo regionale dei vincitori del pubblico concorso".
Il Consiglio non approva.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Non si può applaudire! Per favore. Capisco ovviamente che siate coinvolti però non si può applaudire. Abbiamo delle regole e vi invito, per cortesia a rispettarle. Vi ringrazio.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 665 presentato dal Consigliere Formagnana inerente a "Solidarietà ai due Marò italiani"

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 670 presentato dal Consigliere Pedrale, inerente a "Solidarietà per i due Marò italiani Maresciallo Massimiliano Latorre e il Sergente Salvatore Girone"


PRESIDENTE

Come ricorderete questa mattina, in apertura, abbiamo iscritto per la quinta volta consecutiva una serie di ordini del giorno. Siccome sono le ore 17.20, se alcuni di questi ordini del giorno non avessero la necessità di grandi discussioni si potrebbero affrontare.
Provo a citarli, per vedere se ne troviamo qualcuno da poter discutere: gli ordini del giorno di solidarietà ai due Marò italiani; l'ordine del giorno sul Terzo valico; l'ordine del giorno contro le dimissioni in bianco; l'ordine del giorno per la procedura per la presentazione delle domande di concessione, assegnazione e iscrizione di frequenza; l'ordine del giorno di adesione alla proposta nell'Associazione Penelope Piemonte per le persone scomparse. Poi c'è una serie di ordini del giorno sulla TAV che è questione un po' complessa: su questo argomento mi sento - salvo prova contraria - di escludere d'ufficio una discussione.
Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 665 e l'ordine del giorno n.
670.
Non essendovi richieste d'intervento e con l'assenso dei proponenti passiamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 665, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: Il Ministro degli Esteri ha convocato alla Farnesina l'Ambasciatore indiano a Roma Deb ra baia Sa ha per protestare, a nome del Governo italiano, contro il comportamento delle autorità indiane nei confronti dei due militari italiani detenuti a Trivandrum, a seguito dei fatti che hanno coinvolto l'equipaggio della nave italiana 'Enrica Lexie' Nel ribadire le già più volte espresse posizioni del Governo italiano sull'esclusiva competenza giurisdizionale della magistratura italiana per un fatto che coinvolge organi dello Stato operanti nel contrasto alla pirateria sotto bandiera italiana e in acque internazionali, il Ministro ha fermamente protestato per le inaccettabili misure adottate nei confronti dei nostri militari, definendo non soddisfacenti anche le attenuazioni del regime di detenzione, peraltro disposte dalle autorità locali solo a seguito dell'azione svolta dai Sottosegretario Staffan de Mistura Il Governo italiano ha inoltre chiesto al diplomatico indiano di trasmettere al Governo di New Delhi e alle autorità statali del Kerala la foltissima preoccupazione del Governo, del Parlamento e dell'opinione pubblica italiana per il clima di tensione e di forte sentimento anti italiano che si registra in India, ed in particolare nella regione interessata, sulla vicenda dei nostri due militari, con un possibile grave pregiudizio della correttezza del procedimento giudiziario in corso, cui comunque l'Italia non riconosce la legittimità per carenza di giurisdizione Esprime: piena solidarietà ai due marò italiani tratti in inganno dalie forze dell'ordine indiane e conseguentemente arrestati illegittimamente mentre adempivano ai loro doveri esercitando funzioni finalizzate a difendere convogli da azioni piratesche Il totale sostegno all'attività del Governo italiano, impegnato a far valere i diritti lesi, posto che l'azione si è svolta in acque internazionali, volti a far si che i nostri militari siano giudicati dalla giurisdizione italiana e con un processo equo che garantisca la tutela del diritto di difesa, peraltro costituzionalmente sancito l'appoggio incondizionato alla nostra diplomazia, perché operi affinch gli altri Stati membri dell'Unione Europea, dichiaratisi finora colpevolmente "estranei" alla vicenda, garantiscano il proprio sostegno alle fondate e legittime richieste invocate dai nostri rappresentanti.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 670, il cui testo recita: "Vista la vicenda del Maresciallo Massimiliano Latorre e il Sergente Salvatore Girone, i due militari italiani che sono stati accusati di omicidio dalle autorità dello Stato indiano considerato che stavano svolgendo il loro lavoro nel quadro di una campagna contro la pirateria che coinvolge altri Paesi, come previsto dalla legge italiana che ha reso possibile per gli armatori dotare le navi a rischio di attacchi pirati di contractor o militari professionisti, come i marinai della Marina italiana ritenendo che la Regione Piemonte debba porre attenzione, unitamente alle altre istituzionali locali e nazionali, alla questione affinché i due mar abbiano la possibilità di difendersi in Italia, in quanto la nave mercantile si trovava in acque internazionali e pertanto sotto la giurisdizione italiana Il Consiglio regionale del Piemonte esprime vicinanza e sostegno al Maresciallo Massimiliano Latorre e il Sergente Salvatore Girone e alle loro famiglie auspica che siano poste in atto tutte le iniziative utili a un tempestivo rientro del Maresciallo Massimiliano Latorre e il Sergente Salvatore Girone in Italia Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Boeti, Lepri Muliere, Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Adesione alla proposta dell'associazione Penelope Piemonte 'A.A.A. Scomparsi, assenza angoscia attesa. Diamo voce al silenzio'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 652 del Consigliere Boeti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 652, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il numero delle persone scomparse in Italia e ella nostra regine è in costante ascesa: fonti ufficiali del Ministero dell'Interno riportano che da gennaio 1974 a marzo 2011, sono ben 24.670 le persone di cui non si hanno più notizie, di cui 1500 piemontesi. Parallelamente dallo stesso Ministero dell'Interno si apprende che i cadaveri censiti ma non identificati nel nostro Paese sono circa 800, di cui 34 rinvenuti in Piemonte preso atto che nella nostra regione opera l'Associazione territoriale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse Penelope, Onlus nazionale nata per promuovere occasioni di incontro per le famiglie che hanno vissuto l'angosciante esperienza della sparizione di un proprio caro l'Associazione Penelope ha promosso la proposta di legge parlamentare n.
4568 (disposizioni per la ricerca delle persone scomparse), finalizzata a favorire la ricerca degli scomparsi promuovendo un maggiore coordinamento tra le forze dell'ordine sia in Italia che all'estero, oltre a garantire l'assistenza legale e psicologica alle loro famiglie e creare una banca dati dei cadaveri conservati negli istituti di medicina legale considerato che nel corso del convegno tenuto dall'Associazione Penelope a Collegno lo scorso 10 settembre 2011 è stata redatta una proposta di atto di indirizzo rivolto a tutti gli Enti locali, affinché sostengano la sopraccitata proposta di legge il suddetto atto di indirizzo sollecita altresì le istituzioni a creare un fondo di solidarietà da destinare alle iniziative a favore dei familiari degli scomparsi, oltre a istituire, presso il casellario centrale di identità del Ministero dell'Interno, una banca dati nazionale sulle persone scomparse in quanto strumento indispensabile per diffondere fotografie e segnalazioni relative alle persone scomparse, nonché a istituire una banca dati nazionale di campioni di DNA delle persone scomparse impegna la Giunta regionale a sollecitare l'approvazione in tempi celeri della proposta di legge parlamentare sopraccitata, tenendo altresì conto delle ulteriori istanze richiamate in premessa affinché sia prevista la possibilità, a livello regionale, di prevedere a favore dei familiari delle persone di cui non si hanno più notizie permessi retribuiti per facilitare il loro impegno nelle ricerche degli scomparsi".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ci sono le condizioni per votare l'ordine del giorno n. 619 presentato dal Consigliere Muliere, inerente a "Terzo valico"? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà



BONO Davide

Mi oppongo all'approvazione celere perché vorrei leggere il documento e aprire una discussione generale.



PRESIDENTE

Sull'ordine del giorno n. 619 non vi sono le condizioni per una votazione, tuttavia vi ricordo, e non voglio fare una polemica, che era possibile consultarlo in via telematica già da questa mattina.
Ricordo l'ordine del giorno n. 617, inerente a "Introduzione della legge contro le dimissioni in bianco" presentato dalle Consigliere Cerutti Artesio e Bresso; l'ordine del giorno n. 432, inerente a "Maternità e tutela posti di lavoro", presentato dai Consiglieri Cursio, Botta, Burzi Costa Anna Rosa, Gariglio, Laus, Lepri, Manica, Mastrullo, Negro, Ponso Spagnuolo, Stara e Vignale; l'ordine del giorno n. 523, inerente a "Impegno contro le discriminazioni e i licenziamenti delle donne in gravidanza" presentato dal Consigliere Bono; l'ordine del giorno n. 545, inerente a "Maternità e donne lavoratrici", presentato dai Consiglieri Carossa e Pedrale.
Ci sono le condizioni per votare questi ordini del giorno? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Sono ordini del giorno molto significativi e importanti. Credo che, in diversi casi, sarebbe necessaria anche la presenza degli Assessori competenti, ragion per cui chiederei di rinviare la loro discussione.



PRESIDENTE

Abbiamo tutti gli ordini del giorno inerenti alla TAV. Credo abbiano bisogno di qualche seduta.
L'ultimo ordine del giorno è il n. 658, inerente a "Procedure per la presentazione delle domande di concessione dell'assegnazione per iscrizione e frequenza", presentato dai Consiglieri Laus, Dell'Utri, Manica, Motta Angela e Reschigna.
Questo ordine del giorno impegna la Giunta, in previsione dell'attivazione di un nuovo bando per la concessione degli assegni di studi per l'iscrizione alla frequenza, a verificare condizioni e modalità necessaria per una revisione delle modalità di presentazione delle nuove domande, in modo tale da richiedere, a coloro che abbiano già usufruito del contributo per annualità precedenti, esaustiva documentazione riguardo all'effettivo impiego dei contributi già concessi per il pagamento delle quote di iscrizione e di frequenza. È da prevedere l'intensificazione dei controlli sulla correttezza delle domande presentate.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Ringrazio il Consigliere Laus che l'ha sottoposto.
Siccome è una questione da approfondire, noi possiamo votarlo sicuramente la prossima settimana, lo esaminiamo e chiederemo al Consigliere Laus di iscriverlo al primo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

compito della Conferenza dei Capigruppo l'iscrizione all'o.d.g.


Argomento: Boschi e foreste - Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 677 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, Artesio, De Magistris, Marinello, Boeti Boniperti, Novero, Carossa, Placido, Taricco, Motta Angela, Formagnana Negro, Stara, Botta Franco Maria, Toselli, Vignale, Burzi, Pedrale, Manica Dell'Utri, Mastrullo, Biolé, Leo, Angeleri, Gregorio, Tiramani, Laus Cursio, Lepri, Botta Marco, Cerutti, Spagnuolo, Costa Rosa Anna, Bussola Cantore, Cortopassi, Valle, Tentoni, Muliere e Gariglio, inerente a "Sostegno ai lavoratori del settore forestale"


PRESIDENTE

Infine, abbiamo l'ordine del giorno n. 677, inerente a "Sostegno ai lavoratori del settore forestale", sottoscritto da 42 Consiglieri, che riguarda gli operai forestali.
Su questo documento, credo che non ci dovrebbero essere problemi per l'iscrizione all'o.d.g. e l'immediata approvazione.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Non senza rilevare, signor Presidente, che nella stessa giornata il Consiglio regionale ha individuato, legittimamente, un percorso che riguarda persone che devono essere tutelate, ma nella stessa giornata il Consiglio regionale lo ha negato ad altri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 677, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: i mancati trasferimenti dello Stato e la difficile situazione economico finanziaria che si ripercuote sul bilancio regionale hanno determinato un taglio di 8,25 milioni di euro, che corrisponde a oltre il 50% delle risorse finanziarie destinate alle squadre forestali ciò comporterà pesanti ricadute occupazionali per la mancata contrattualizzazione di 275 operai a tempo determinato che da anni operano nel settore, nonché significative criticità anche per i lavoratori a tempo indeterminato l'attività di manutenzione e salvaguardia svolta dai lavoratori forestali è di fondamentale importanza per prevenire calamità ed eventi catastrofici nel territorio del Piemonte il considerevole taglio di risorse determinerà quindi delle ripercussioni negative anche sul mantenimento del corretto equilibrio ambientale del nostro territorio una delegazione delle rappresentanze sindacali dei lavoratori forestali (FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL) è stata ricevuta dal Consiglio regionale il 31 gennaio 2012, su richiesta delle OO.SS. stesse, per chiedere un intervento della Regione Piemonte che possa risolvere la difficile situazione sopra descritta considerato che: la produzione di energia idroelettrica di Enel e altri soggetti, sulla base delle concessioni idroelettriche, costituisce un'attività ad alta redditività in considerazione anche del fatto che i relativi investimenti in molti casi sono già ammortizzati da anni l'attività di produzione dell'energia idroelettrica si basa sull'utilizzo di una risorsa naturale di importanza primaria per il territorio e, quindi strettamente connessa alla corretta gestione del territorio stesso un adeguato incremento dei canoni idrici per la produzione di energia idroelettricapermetterebbe di reperire gli oltre 8 milioni di euro necessari per finanziare sia l'attività svolta dagli operai forestali, sia altre misure per la cura del territorio e la prevenzione del rischio idrogeologico impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti a valutare l'opportunità di incrementare le tariffe dei canoni idrici per la concessione della produzione di energia idroelettrica in misura tale da determinare un aumento degli introiti della Regione che permettano da un Iato, di risolvere la problematica occupazionale dei lavoratori forestali di cui in premessa e, dall'altro, di mantenere il corretto equilibrio ambientale del nostro terri torio.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.33)



< torna indietro