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Dettaglio seduta n.185 del 13/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.02 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 665 presentato dai Consiglieri Formagnana e Giovine inerente a "Solidarietà ai due Marò italiani" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi sono richieste di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Formagnana; ne ha facoltà.



FORMAGNANA Michele

Grazie, Presidente.
Chiederei se fosse possibile inserire l'ordine del giorno, di cui avevo già parlato nella scorsa seduta, inerente ai due nostri connazionali militari detenuti in India.
Proprio per l'attualità dell'argomento ne chiederei la trattazione perché credo sia importante che il Consiglio esprima la propria solidarietà.
Grazie.


Argomento: Viabilità

Ordine del giorno n. 619 presentato dai Consiglieri Muliere, Boeti Gariglio, Laus, Lepri, Motta Angela, Pentenero, Reschigna e Ronzani inerente a "Terzo Valico" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ritorno a ricordarle se è possibile inserire il mio ordine del giorno sul Terzo Valico. Due sedute fa era all'o.d.g.; la volta scorsa non era inserito e ho chiesto di inserirlo ed oggi non è di nuovo inserito.
Ritengo, per quanto mi riguarda, che sia una questione molto importante quindi chiedo di poterlo inserire.



PRESIDENTE

Non era stato inserito perché era già partita la convocazione come convoca unica.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Condizione femminile

Ordine del giorno n. 432 presentato dai Consiglieri Cursio, Botta Marco Burzi, Costa Rosa Anna, Gariglio, Laus, Leo, Lepri, Manica, Mastrullo Negro, Ponso, Spagnuolo, Stara e Vignale, inerente a "Maternità e tutela posto di lavoro" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile iscrivere l'ordine del giorno riguardante la maternità, anche perché s'inserisce molto bene nell'ambito della discussione sulla sanità.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Ordine del giorno n. 658 presentato dai Consiglieri Laus, Dell'Utri Manica, Motta Angela e Reschigna, inerente a "Procedure per la presentazione delle domande di concessione dell'assegno di studio per iscrizione e frequenza" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Se è possibile, chiederei l'iscrizione di un ordine del giorno già presentato da qualche tempo, relativo alle procedure per la presentazione delle domande di concessione dell'assegno di studio per l'iscrizione e la frequenza. Visto che c'è stata anche una delibera della Giunta regionale, è un'iscrizione finalizzata a quell'integrazione.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Boeti, Lepri, Muliere Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Adesione alla proposta dell'associazione Penelope Piemonte 'A.A.A. Scomparsi, assenza angoscia attesa. Diamo voce al silenzio'" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Ripropongo per l'ennesima volta l'ordine del giorno sulle persone scomparse. So di incontrare anche la sua sensibilità, Presidente.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Collega Boeti, lei sa che le iscrizioni possono essere richieste una per Gruppo, e l'ha già chiesta il collega Muliere; tuttavia lo iscriverei come atto di cortesia.
Se riusciremo a ritagliare un'ora per trattarli, li faremo tutti altrimenti a fine lavori potremmo fare il punto della situazione, perch nel pomeriggio siamo in seduta straordinaria.
Oggi dobbiamo affrontare sia l'elezione del Vicepresidente sia l'inizio di importanti disegni di leggi, quindi li iscriviamo successivamente al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Solo un'informazione, Presidente: gli ordini del giorno relativi alla violenza e alla TAV sono stati accantonati?



PRESIDENTE

Poiché dobbiamo votare un quadro di lavori reali, e siamo convocati fino alle ore 13, e al pomeriggio siamo in seduta straordinaria, ritengo difficile poterli discutere oggi, quindi nella Capigruppo di domani potremmo vedere come affrontarli, soprattutto quelli urgenti.
Tuttavia oggi vengono iscritti in modo che, se durante la giornata dovessimo trovare un momento, li possiamo trattare.
Dichiaro iscritti i seguenti ordini del giorno: ordine del giorno n. 665 presentato dai Consiglieri Formagnana e Giovine inerente a "Solidarietà ai due Marò italiani": ordine del giorno n. 619 presentato dai Consiglieri Muliere, Boeti Gariglio, Laus, Lepri, Motta Angela, Pentenero, Reschigna e Ronzani inerente a "Terzo Valico" ordine del giorno n. 432 presentato dai Consiglieri Cursio, Botta Marco Burzi, Costa Rosa Anna, Gariglio, Laus, Leo, Lepri, Manica, Mastrullo Negro, Ponso, Spagnuolo, Stara e Vignale, inerente a "Maternità e tutela posto di lavoro" ordine del giorno n. 658 presentato dai Consiglieri Laus, Dell'Utri Manica, Motta Angela e Reschigna, inerente a "Procedure per la presentazione delle domande di concessione dell'assegno di studio per iscrizione e frequenza" (iscrizione ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Boeti, Lepri, Muliere Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Adesione alla proposta dell'associazione Penelope Piemonte 'A.A.A. Scomparsi, assenza angoscia attesa. Diamo voce al silenzio'" Ci sono poi tutti gli ordini del giorno relativi alla TAV: ordine del giorno n. 655 presentato dai Consiglieri Leo, Boeti, Botta Franco Maria, Bussola, Cattaneo, Costa Rosa Anna, Laus, Leardi, Lupi Mastrullo, Montaruli, Muliere, Negro, Pedrale, Placido, Reschigna, Ronzani Stara e Taricco, inerente a "Solidarietà al Procuratore Capo Giancarlo Caselli dopo le gravi minacce dei NO TAV in occasione della presentazione del suo libro a Genova" ordine del giorno n. 656 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Solidarietà nei confronti del Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Torino Giancarlo Caselli" ordine del giorno n. 664 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Pedrale, Montaruli, Mastrullo, Vignale, Comba, Burzi, Formagnana Boniperti, Valle, Bussola, Tentoni, Spagnuolo e Botta Marco, inerente a "Censura delle affermazioni del Consigliere Bono in relazione all'aggressione di una troupe televisiva avvenuta in Valle di Susa il 29 febbraio 2012" ordine del giorno n. 666 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "TAV, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero non deve sfociare nella violenza" ordine del giorno n. 669 presentato dai Consiglieri Reschigna, Manica Muliere, Pentenero, Laus, Ronzani, Taricco e Boeti, inerente a "Realizzazione della linea ferroviaria ad Alta capacità Torino-Lione" ordine del giorno n. 668 presentato dalla Consigliera Artesio, inerente a "TAV il movimento non è solo e non può essere criminalizzato" ordine del giorno n. 671 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente "Stop alla militarizzazione e all'interdizione illegittima nell'area e nei cantieri circostanti il cantiere della discenderia della Maddalena di Chiomonte; uscita dell'Italia del progetto di Alta Capacità Torino-Lyon per manifesta inutilità della stessa"



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g. )



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il verbale del 22/02/2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Casoni e Comba


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, il processo verbale della seduta dell'08/03/2012.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

d) Variazione e composizione Gruppo Consiliare


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza in data 12 marzo 2012 ha preso atto che il Consigliere William Casoni è stato assegnato al Gruppo "Il Popolo della Libertà".


Argomento:

e) Ricorso alla Corte Costituzionale


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza, in data 12 marzo 2012, ha preso atto della comunicazione della Giunta regionale circa il ricorso alla Corte Costituzionale avverso il Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività) in merito all'articolo 35 riguardante le misure per la tempestività dei pagamenti, per l'estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni statali, nonché disposizione in materia di tesoreria unica.


Argomento:

f) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 3 febbraio 2012, la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 23 del 13 dicembre 2011 "Ulteriori modifiche della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostegno della garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell'impiantistica di risalita e dell'offerta turistica)" in data 24 febbraio 2012 le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 24 del 23 dicembre 2011 "Disposizioni in materia di pubblicazione tramite la rete internet e di riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell'amministrazione regionale" legge regionale n. 25 del 28 dicembre 2011 "Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 3 settembre 2001, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e 31 dicembre 2010, n. 27 (Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali)" legge regionale n. 26 del 29 dicembre 2011 "Disposizioni in materia di addizionale regionale all'IRPEF" legge regionale n. 27 del 30 dicembre 2011 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2012 e altre disposizioni finanziarie".


Argomento:

g) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 5 marzo 2012, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
2 deliberazioni del 30 dicembre 2011, n. 3 deliberazioni del 3 febbraio 2012, n. 10 deliberazioni del 13 febbraio 2012.
Gi allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ingegner Franco Lamolinara, rapito e ucciso in Nigeria l'8 marzo 2012


PRESIDENTE

Colleghi, nella giornata di giovedì 8 marzo si è appreso della morte di un ingegnere italiano, Franco Lamolinara, rapito il 12 maggio 2011 a Binin Kebbi in Nigeria.
Lamolinara, 48 anni, di Gattinara, in Nigeria da circa undici anni lavorava per una società di costruzioni. Nel sequestro è stato coinvolto anche un tecnico inglese, Christopher McManus, di 28 anni.
L'uccisione di Lamolinara e di McManus è avvenuta nella tragica conclusione di un'operazione condotta dalle forze di sicurezza nigeriane con il sostegno operativo di quelle britanniche - intesa a liberare gli ostaggi.
Con profonda commozione ho espresso la mia personale vicinanza, e quella di tutto il Consiglio regionale, nei confronti della vedova, la signora Anna, e dei figli Mattia e Nicole, partecipando ai funerali di ieri pomeriggio a Gattinara, alla presenza del Gonfalone della Regione Piemonte insieme al Vicepresidente della Regione Ugo Cavallera e al collega Alberto Cortopassi.
Il giorno precedente, nella giornata di domenica, il Presidente della Regione, Onorevole Roberto Cota, si è recato a Gattinara alla camera ardente.
Prego il Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Prima di discutere il punto 3) all'o.d.g., le chiedo cortesemente se può concederci dieci minuti per una riunione di Gruppo.



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.41 riprende alle ore 11.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Informo i colleghi che, nel frattempo, il numero legale è salito a 30.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 178, inerente a "Integrazione Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - elezione di un Vicepresidente (articolo 22 dello Statuto e articolo 5 del Regolamento)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del proposta di deliberazione n. 178, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Dobbiamo procedere all'elezione di un Vicepresidente, secondo quanto previsto dall'articolo 22 dello Statuto della Regione Piemonte e dall'articolo 5 del Regolamento interno.
Informo, pertanto, che, ai sensi dell'articolo 22 dello Statuto e dell'articolo 5 del Regolamento interno, procederemo all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del Regolamento...
Chiedo scusa, colleghi, se siete così gentili da prendere posto ricordo che, ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del Regolamento, l'elezione del Vicepresidente si svolge a scrutinio segreto.
Ai sensi del comma 7, è eletto Vicepresidente il Consigliere che ha ottenuto il maggior numero di voti. Pertanto, com'è noto, non è necessaria la maggioranza qualificata.
Ci sono interventi? Prego, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Per comunicare che, a nome del Gruppo del PdL, ma anche della maggioranza, esprimiamo l'indicazione del collega Roberto Boniperti, quale Vicepresidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Bene.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
evidente che il nostro rispetto nei confronti delle norme regolamentari che assegnano questo posto ad un rappresentante della maggioranza c'impone un atteggiamento diverso da quello che, con molta serenità, avremmo assunto all'interno dell'Aula.
Un punto, però, lo voglio evidenziare: questa poteva essere l'occasione per eliminare un vulnus che si era creato due anni fa, all'inizio della legislatura, con l'elezione originaria dell'Ufficio di Presidenza, che non vede la presenza di alcun rappresentante di genere diverso da quello maschile, andando anche contro un principio stabilito dallo Statuto della Regione Piemonte (in modo particolare, all'articolo 13).
Noi avremmo tanto...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, ma il Consigliere Reschigna deve poter svolgere il proprio intervento!



RESCHIGNA Aldo

Ritengo che quest'atteggiamento sia poco rispettoso nei confronti dell'Aula e delle colleghe che siedono in Consiglio regionale.
Sarebbe stata una bella occasione - quella che accidentalmente è capitata al Consiglio regionale: dover procedere, prima della scadenza di metà legislatura, a un'integrazione dei componenti dell'Ufficio di Presidenza - se a ricoprire questo ruolo fosse chiamata una Consigliera e non un Consigliere regionale.
Per queste ragioni, per manifestare il proprio dissenso e la propria contrarietà, il Gruppo consiliare del Partito Democratico non ritirerà la scheda.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Ci sono altri interventi? La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo su questo punto per dire che a me, personalmente, ma anche alle colleghe del PdL e della maggioranza, quest'indirizzo statutario era ed è assolutamente chiaro.
evidente che, in particolare il nostro Gruppo, ma tutta la maggioranza, in questa circostanza ha compiuto una scelta d'unità politica che consideriamo un valore altrettanto importante della rappresentanza di genere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
Non essendoci richieste di altri interventi, dispongo che vengano distribuite ai signori Consiglieri le schede per l'elezione.
Il Consigliere Segretario Leardi procederà alle due chiame, con l'appello nominale.
I Consiglieri chiamati che intendono partecipare al voto depositeranno la scheda nell'urna allocata alla mia sinistra.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Novero, anche se formalizzer lo scrutinio personalmente Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Provvedo personalmente, coadiuvato dai Consiglieri Segretari, allo spoglio immediato delle schede.
Comunico l'esito della votazione.
Consiglieri votanti 40 Hanno ottenuto voti: BONIPERTI Roberto 27 CATTANEO Valerio 3 NEGRO Giovanni 3 Schede bianche 3 Schede nulle 4 Proclamo eletto il Consigliere Boniperti Vicepresidente del Consiglio regionale e lo invito a prendere posto al banco della Presidenza.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Evviva l'unità del centrodestra!



(Il Consigliere Boniperti prende posto al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Presidente, mi scusi. Se ho capito bene la lettura dell'esito della votazione, risulterebbero 3 voti per Cattaneo, 3 voti per Negro, 3 schede bianche, 4 nulle e 27 voti per Boniperti. Ora, se la matematica non è un'opinione, a casa mia il totale fa 39, mentre lei ha detto che i votanti sono 40.
Vorrei capire come mai c'è questa discrasia.



PRESIDENTE

La matematica deve ripassarla, Consigliere: 27 più 3 più 3 più 3 più 4 uguale 40. Il totale è perfetto.



(Risate in aula)



GIOVINE Michele

Riconosco l'errore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 174, inerente a "Disposizioni in materia d'organizzazione del Servizio Sanitario Regionale"


PRESIDENTE

Prima di iniziare la trattazione del disegno di legge n. 174, di cui al punto 4) all'o.d.g., invito i relatori del provvedimento ad avvicinarsi al banco della Presidenza.



(Il Presidente Cattaneo si consulta brevemente con i Consiglieri Artesio, Boeti, Buquicchio Carossa e Motta Massimiliano)



PRESIDENTE

Procediamo con la trattazione del disegno di legge n. 174 "Disposizioni in materia di organizzazione del servizio sanitario regionale".
Relatori di maggioranza sono i colleghi Carossa e Motta Massimiliano relatori di minoranza sono i Consiglieri Artesio, Boeti e Buquicchio.
Incominciamo con lo svolgimento delle relazioni, rispetto alle quali abbiamo concordato dieci minuti di tempo a disposizione di ciascun Consigliere relatore.
La prima relazione è quella del Consigliere Motta Massimiliano, che ha pertanto la parola.



MOTTA Massimiliano, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che questi dieci minuti siano un po' pochi per poter esprimere la soddisfazione di un inizio di una riforma che va nel cuore della sanità vale a dire che si occupa della riorganizzazione di quella che è una geografia che assolutamente aveva necessità di un riordino anche per le note vicende di carattere più economico. C'è stata una mutazione della configurazione sia nell'ambito della popolazione sia proprio nella necessità di creare una sanità sempre più soddisfacente, per quanto la sanità piemontese sicuramente non fosse da meno rispetto ad altre, riguardo alla domanda di salute, ma anche di prevenzione.
Adesso mi limiterò a leggere la relazione predisposta e poi, se avanzerà del tempo, aggiungerò alcune considerazioni generali che sicuramente anche il collega Carossa approfondirà.
Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il disegno di legge n. 174 nella sua formulazione originaria, è stato presentato dalla Giunta regionale in data 25 ottobre 2011 come cornice giuridica finalizzata ad armonizzare le disposizioni contenute nella legge regionale 6 agosto 2007 n. 18 ("Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale") e nella legge regionale 26 aprile 2000, n.
44 ("Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59'") alla luce di un nuovo progetto di riordino del sistema sanitario regionale che prevedeva una diversa configurazione degli ambiti organizzativi e territoriali delle Aziende sanitarie regionali.
In particolare, il principio guida del riordino del sistema era fondato sullo scorporo della funzione di produzione ospedaliera e specialistica facente capo alle ASO da quella territoriale facente capo alle ASL.
Da tale modifica scaturiva poi la necessità di intervenire sul sistema delle Conferenze territoriali di riferimento mediante modificazioni alle competenze della Conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria.
Accanto al disegno di legge n. 174 era stata presentata, a titolo di corollario del procedimento di riordino territoriale del servizio sanitario regionale, la proposta di deliberazione n. 104, con la quale si concretizzava il procedimento di scorporo ospedale-territorio attraverso la ridefinizione territoriale delle Aziende Sanitarie Locali e la conseguente riaggregazione alle aziende ospedaliere ed alle aziende ospedaliero universitarie dei presidi ospedalieri che alle ASL erano precedentemente afferenti.
Ultimo tassello della manovra sanitaria era costituita dalla proposta di deliberazione n. 164, con la quale la Giunta regionale ha proposto al Consiglio l'approvazione del prossimo Piano Socio Sanitario regionale.
I tre provvedimenti sopra elencati sono stati oggetto di una tornata di consultazioni, articolata sulle otto province del Piemonte, a cui sono stati invitati i principali soggetti di interesse tematico.
Le consultazioni hanno rappresentato un importante momento di confronto con il territorio ed hanno permesso di raccogliere le opinioni di una platea variegata di soggetti portatori di interesse, tra cui i Sindaci, i rappresentanti degli ordini professionali, le università, il mondo del volontariato e del Terzo settore.
Complessivamente i contributi raccolti, in forma scritta o con semplici interventi orali, sono stati più di quattrocento.
Merita inoltre di essere ricordato che sul disegno di legge n. 174 è stato richiesto il parere del Consiglio delle autonomie locali, che, a margine dell'esame, ha raccomandato di conciliare le ragioni dello scorporo ospedale-territorio con l'esigenza di salvaguardare i poteri e le competenze delle rappresentanze degli Enti locali nei processi di governo dei presidi ospedalieri fatti afferire alle aziende ospedaliere ed ospedaliero-universitarie.
Anche in considerazione delle osservazioni espresse dal Consiglio delle autonomie locali e dai soggetti auditi che, in particolare, hanno manifestato contrarietà o forti perplessità in relazione alla tematica generale dello scorporo e al timore che ciò avesse come conseguenza l'estromissione dei Sindaci da ogni decisione in materia di sanità, la Giunta regionale, in data 6 febbraio 2012, ha presentato una serie di emendamenti con i quali, sostanzialmente, si riscrive l'intero testo del disegno di legge.
Contestualmente la Giunta regionale ha presentato una nuova proposta di deliberazione al Consiglio con la quale si adegua il procedimento di riordino del Servizio Sanitario regionale ai nuovi principi desumibili dagli emendamenti relativi al disegno di legge.
Nel testo così emendato viene superato l'originario modello dello scorporo dei presidi ospedalieri dalle rispettive ASL e, di conseguenza non è più ravvisata la necessità di intervenire sulle competenze delle Conferenze territoriali.
Il testo licenziato dalla Commissione e ora sottoposto all'esame dell'Aula consiliare costituisce, quindi, il frutto del recepimento degli emendamenti di Giunta, arricchiti dall'accoglimento di alcuni emendamenti delle opposizioni presentati in sede di esame di merito.
L'articolo 1 mira ad estendere la portata delle disposizioni di cui all'articolo 24 della legge regionale n. 18/2007, prima relegate tra le mere disposizioni transitorie, a tutti i casi in cui vengano costituite nuove Aziende, ai sensi degli articoli 18, 20 e 21 della medesima legge.
L'articolo 2 interviene sugli articoli 22 e 23 della legge regionale n.
18/2007.
Con riferimento all'articolo 22 viene, infatti, aggiunto un comma con il quale si prevede che, qualora si verificasse la coincidenza territoriale tra distretto ed ente gestore dei servizi socio-assistenziali, il comitato dei sindaci di distretto e l'assemblea dei sindaci dell'ente gestore operino in modo congiunto e contestuale, assumendo la denominazione di comitato territoriale socio-sanitario dei Sindaci.
Per quanto riguarda, invece, l'articolo 23, ne viene riformulato il contenuto, prevedendo nuove e più ampie forme e modalità per l'esercizio, a livello di coordinamento sovrazonale, delle funzioni amministrative tecniche e di supporto delle Aziende sanitarie regionali.
Ulteriore elemento di novità, nel testo dell'articolo riformulato, è rappresentato dalla previsione dell'assegnazione alla dimensioni territoriali sovrazonali di funzioni in materia di programmazione sanitaria regionale allo scopo di garantire maggiormente e in modo più integrato l'assistenza ospedaliera, territoriale e la prevenzione.
L'articolo 3 adegua i compensi dei componenti del Consiglio regionale di Sanità e Assistenza, quali stabiliti dalla legge regionale n. 30/1984 alle previsioni del decreto legge n. 78/2010 che detta misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.
L'articolo 4 prevede l'istituzione della nuova Azienda regionale dell'emergenza e urgenza territoriale, al fine di assicurare una migliore programmazione e gestione delle attività finora svolte a livello di Dipartimento emergenza territoriale 118.
L'articolo 5, infine, reca la dichiarazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto.
Direi che non vi è nulla di nuovo, perché è una mera lettura di quello che è una relazione che comunque incardina sicuramente una riforma che passa appunto dal nuovo assetto geografico. Ripeto, ritengo che questo sia anche un momento singolare perché credo che, almeno da quando ne ho memoria, l'impegno rispetto al riordino della materia sanitaria, materia ostica che sicuramente crea anche poco consenso rispetto al lasciare le cose come stanno, si può sicuramente iscrivere a quelli che sono stati i governi di centrodestra.
E credo che questo sia solo un aspetto di merito, ma anche e di metodo.
I cambiamenti di rotta sono stati il necessario adeguamento rispetto a un principio: la riorganizzazione per cercare di utilizzare e razionalizzare meglio le risorse, le professionalità e le eccellenze che comunque abbiamo in Piemonte.
Mi fermo qua, rispettando i dieci minuti che sono stati concessi e al limite mi riservo di intervenire durante il dibattito generale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Motta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Cruto" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Cruto" di Piossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
C'è stato un intervento in cui ha parlato il relatore del disegno di legge n. 174, "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema Sanitario Regionale". Si sta parlando della modifica della legge che regola la sanità e l'assistenza nella nostra regione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 174, inerente a "Disposizioni in materia di organizzazione del Servizio Sanitario Regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 174, inerente a "Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema Sanitario Regionale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Boeti, in qualità di relatore di minoranza.



BOETI Antonino, relatore

Grazie, Presidente.
Comincia oggi la discussione di un provvedimento importante per qualunque Consiglio regionale e credo che anche la presenza in Aula del Presidente Cota testimoni l'importanza di questo provvedimento.
Il Piano Socio Sanitario è forse l'unico provvedimento universale di una Regione, perché ne riguarda tutti i cittadini.
Un Piano - secondo le dichiarazioni roboanti di inizio legislatura che avrebbe dovuto essere approvato entro tre mesi; una riforma epocale che avrebbe dovuto dividere l'ospedale dal territorio secondo un modello lombardo e inglese (a seconda del relatore e anche a seconda dell'uditorio).
Ancora ieri ascoltavamo le parole roboanti del Presidente della Giunta il quale parlava di "una riforma che negli ultimi venti o trenta anni tutti hanno provato a fare senza essere riusciti", parlando anche di qualche potere forte che - mi sembra di capire - non manca mai nei ragionamenti che facciamo e che cercherebbe di impedirla.
In questi due anni abbiamo provato a spiegarvi che il sistema sanitario ha bisogno di stabilità, che i cittadini hanno bisogno di punti di riferimento per i servizi, che il modello sanitario può essere adattato alle condizioni economiche, a quelle geografiche, agli stili di vita, ma che non può essere radicalmente trasformato a seconda del colore politico della Regione.
La legge istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale aveva, nella continuità territoriale delle cure, uno dei suoi cardini più importanti e il Piemonte, a partire dagli anni Ottanta, ha saputo tenere assieme sanità sociale, ospedale e territorio.
Abbiamo provato a spiegarvelo noi; ve lo hanno spiegato durante le consultazioni i Sindaci e gli amministratori locali, che non vedevano assolutamente di buon occhio l'ipotesi che avevate pensato.
La divisione epocale tra ospedale e territorio avrebbe scardinato un sistema efficiente di qualità. Sottolineo queste due parole, "efficiente" e "di qualità". Perché nelle prime pagine del vostro documento si evidenzia il fatto che in Piemonte, in un'indagine che si riferiva al 2009, i cittadini di questa regione erano contenti del sistema sanitario regionale.
Ma non era questo, Presidente Cota, il sistema allo sfascio di cui lei parlava all'inizio della legislatura e che teoricamente vi avremmo lasciato? Vedremo fra qualche anno, quando la stessa indagine sarà condotta rispetto al 2011, al 2012 e al 2013, quale sarà il giudizio dei piemontesi sul sistema sanitario regionale.
Un terzo dei risparmi ottenuti sono in parte figli del pensionamento senza sostituzione di parte del personale sanitario; la metà del risparmio (la metà dei 25 milioni di euro) è figlia del mancato rinnovo dei contratti a circa 700 persone: logopedisti, biologi, psicologi che hanno perso il posto di lavoro; 700 persone, quanto una grande industria metalmeccanica.
Se fosse successo lì, ci sarebbero stati i Sindaci con il gonfalone l'Assessore Porchietto al capezzale, le organizzazioni sindacali pronte a difendere i lavoratori. Ma questi lavoratori sono lavoratori singoli e non contano; possono essere licenziati o - come dice l'Assessore Monferino "non confermati", con un sottile distinguo; come se il distinguo facesse la differenza.
Tra l'indifferenza generale, a Rivoli - lo dico al Presidente della Giunta - ci sono oggi, per una popolazione scolastica di 5.000 bambini, 1,5 psicologi; l'1,5 è dovuto al fatto che lo psicologo è a metà tempo: si aspettano dieci mesi per una visita dallo psicologo per un bambino che pu avere dei problemi.
Chiudendo il capitolo in maniera definitiva, voglio fare chiarezza sui conti; lo dico soprattutto agli amici dell'opposizione. Rispetto al debito che avrebbe ereditato questo governo regionale, uno dei primi documenti datato 2 agosto 2010, dice: "Il presente documento viene varato dalla Regione Piemonte ed è finalizzato alla stipula dell'accordo di cui all'art.
14 dell'Intesa Stato-Regioni per la riattribuzione del maggior finanziamento per l'anno 2004". Aggiunge inoltre: "La Regione Piemonte non ha adempiuto alla copertura del disavanzo nei termini previsti per tale anno"; un disavanzo quantificato in 676 milioni di euro.
Gli Uffici del Presidente Cota scrivono ancora: "Negli anni 2005, 2006 2007, 2008 e 2009, invece, la Regione Piemonte ha garantito l'equilibrio della gestione mediante idonei stanziamenti a carico del bilancio regionale".
Il Piano di rientro definito nel 2007 è quindi figlio del debito del 2004. Sono d'accordo a porre la parola fine a questa vicenda, perché credo nella continuità amministrativa: chi governa dopo si assume gli onori e gli oneri delle Amministrazioni precedenti. Quello che ci preoccupa, infatti non è tanto il passato ma il futuro. Nel Piano di rientro è previsto ancora un taglio del personale che prevede un risparmio di 72 milioni di euro.
Noi oggi abbiamo 3,5 posti letto ogni 1.000 abitanti; la Francia ne ha 6,8 e la Germania ne ha 9,6. Abbiamo 6,4 infermieri ogni 1.000 abitanti; la Svizzera ne ha 16 e la Danimarca 14. Sotto questo livello non c'è più l'eliminazione degli sprechi, ma l'eliminazione fisica dei servizi. Lo dico se vogliamo confrontare il sistema sanitario nazionale - non tanto quello regionale - paragonandolo agli altri Paesi europei.
Anche per quanto riguarda la spesa, in Europa il costo del sistema sanitario è aumentato del 4%; in Italia è aumentato del 2%: e non faccio riferimento al solito rapporto con il PIL che - come tutti sanno, anche l'Assessore - è inferiore rispetto a quello di tutti gli altri Paesi europei.
Per i Piani di rientro, in Inghilterra, si è considerato un tempo necessario di dieci anni; in Italia, invece, siamo a tre anni. Così c'è il pericolo di soffocare il sistema. L'Italia - questo lo dico all'Assessore ha una mobilità passiva di 330 milioni di euro rispetto alla Francia.
Quando il mercato della salute - e uso questo termine - sarà accessibile in Europa a tutti i cittadini europei - e cioè ogni cittadino potrà farsi curare indifferentemente in Francia o in Italia allo stesso modo e quei Paesi dovranno pagare a piè di lista le prestazione che un cittadino italiano si farà fare in Francia - il fatto di diminuire la qualità del servizio in Italia e in Piemonte farà inevitabilmente aumentare i costi di questo servizio. I cittadini, infatti, sceglieranno di farsi curare in altri Paesi europei. Quindi, la riduzione dei costi a scapito della qualità, anche da un punto di vista economico, è un'operazione che non pu essere fatta.
Partiamo dalle Federazioni. Questa non la si può definire - e finitela di dirlo! - un'idea nuova, né epocale: le aree vaste non sono un parto di questa Giunta. Nella passata legislatura abbiamo provato, riducendo le ASL ad accorpare anche i servizi sanitari. Forse non l'abbiamo fatto con la giusta determinazione e, probabilmente, due anni non bastano a sviluppare questi servizi; vedremo se ce la farete voi e se ce la farete ci complimenteremo con l'Assessore.
Noi siamo d'accordo con l'ipotesi che le ASL e gli ospedali si occupino dei servizi sociali e sanitari e siamo anche d'accordo che gli acquisti di beni e servizi, la formazione del personale e la farmaceutica possano essere appannaggio di altri organismi: su questo - l'Assessore lo sa - il Partito Democratico è favorevole.
Noi non siamo d'accordo con il numero di Federazioni - pensiamo che sei siano troppe - e non siamo d'accordo con il fatto di nominare un Direttore generale nuovo, perché questo fa aumentare i costi a carico della Federazione; soprattutto, non siamo d'accordo con il fatto di definire una nuova Azienda per il servizio del 118.
Naturalmente, questo Consiglio regionale dovrà stabilire la veste giuridica delle Federazioni. Noi non possiamo - con tutto il rispetto possibile e immaginabile - pensare che sia la Giunta a decidere quello che deve essere fatto di un provvedimento così importante.
Inoltre, per quanto riguarda il 118, non possiamo pensare - come dice l'Assessore - che si nomini una nuova Azienda per il fatto che oggi chi governa l'Azienda non riesce a dirimere le questioni fra medici dell'emergenza e medici di famiglia: se non è in grado, Assessore, lo sostituisca nominando un'altra persona in grado di raggiungere questo obiettivo senza costituire una nuova Azienda e senza nominare un nuovo Direttore generale.
Siamo anche preoccupati dalla moltiplicazione dei Direttori e pure del sistema con il quale saranno nominati. Voi avete applicato il più rigido spoil system nella storia di questa Regione: non c'è Direttore generale che non appartenga rigorosamente al centrodestra (al PdL o alla Lega) o che non sia qualche conoscente dell'Assessore.
Noi pensiamo che i Direttori generali debbano invece avere autonomia certamente, Assessore, la responsabilità è sua - ma che debbano occuparsi dei servizi sociali, dei Servizi territoriali e della prevenzione, perch la salute ...



(Brusìo in aula)



BOETI Antonino

Presidente, scusi ma non si capisce niente. Se l'argomento non interessa neanche al centrodestra, noi ci regoleremo...



PRESIDENTE

Scusi, collega Boeti. Colleghi, per cortesia: c'è un tale crescendo di rumore che già con l'intervento del Consigliere Motta lavoravamo con decibel assolutamente superiori alla media. Vi prego! Continui, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Come dicevo, riteniamo che i Direttori generali che abbiamo in mente anche se naturalmente di nomina del centrodestra - ma non ci occupiamo di tali questioni - debbano occuparsi di argomenti diversi rispetto a quelli che hanno pronunciato. Ricordo il Direttore di Carmagnola che, quando è stato eletto, ha detto che, pur di risparmiare, sarebbe stato disponibile a fare le pulizie. Noi pensiamo invece che questi Direttori debbano occuparsi di cose diverse e più serie.
Solo il 15% dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso - come ha scritto recentemente il Ministro Balduzzi - viene ricoverato; e questo perché evidentemente i servizi territoriali non sono in grado, rispetto a quell'altro 85%, di offrire una risposta adeguata.
Se la discussione avverrà sul piano del confronto, discuteremo in maniera serena. Noi vogliamo che i prossimi tre anni, per quella stabilità di cui c'è bisogno, le Aziende sanitarie possano contare su Direttori generali e non su commissari. Ma se la minaccia del Presidente Cota ieri sui giornali ("Se non passa il Piano, andiamo tutti a casa") è rivolta a noi, si sappia che noi siamo disponibili ad andare a votare domani. Il Presidente Cota, quindi, metta da parte il progetto. Noi pensiamo invece che sia rivolta ad una parte della sua maggioranza, perché è chiaro che l'obiettivo dell'opposizione è mandare a casa la maggioranza che governa.
Cercheremo di migliorare questo Piano con i nostri emendamenti, dalle professioni sanitarie alla riorganizzazione della rete ospedaliera (rete che esiste da prima che questo governo regionale fosse insediato), alla salute dei migranti - uomini e donne che hanno diritto di avere gli stessi servizi che hanno i cittadini piemontesi perché lavorano nel nostro territorio. Pensiamo che un servizio di qualità debba andare dall'unghia incarnita al trapianto cardiaco, perché tutto per i cittadini rappresenta un problema e dev'essere curato nella maniera più competente e appassionata possibile.
Abbiamo vinto la nostra battaglia, impedendovi di massacrare - con la divisione tra Ospedale e territorio - il territorio. Ma c'è ancora un tema finisco, Presidente, ma me lo faccia sviluppare un attimo perché è di grande importanza - che per noi è dirimente e che rappresenterà, anche all'interno di questo Consiglio regionale, uno dei ragionamenti più importanti: la questione socio-assistenziale. Cinquanta milioni di euro non sono compatibili con il sistema.
Ricordo al Presidente Cota che non è stato il Presidente Monti a tagliare i servizi al socio-assistenziale, ma che è stato il Presidente Berlusconi, con cui la Lega governava, ad annullare il fondo per la non autosufficienza ed ad annullare, di fatto, il fondo sociale, che è passato da 700 milioni di euro del Governo Prodi a 45 per il 2013.
Capisco che il mondo sia cambiato, che in tre mesi è cambiato il Governo, ma forse quando dicevamo che 900 milioni di euro di tagli del Governo Berlusconi non erano sostenibili dalla Regione Piemonte probabilmente, avevamo ragione.
Ricordo le dichiarazioni del Vicepresidente della Giunta, Cavallera che aveva detto: "Sulla sanità possiamo risparmiare 500-600 milioni d'euro". Ci piacerebbe vedere adesso - chiedetelo al Vicepresidente Cavallera - com'è possibile farlo.
Ci sono molte cose che possono essere fatte. Vi possiamo dire, secondo noi, cosa può fare la Regione: ridare centralità agli interventi di politica sociale e non scaricarle sulle spalle dei Comuni. La legge n. 1 del 2004 è stata realizzata da un governo regionale di centrodestra (l'Assessore era Cotto), ed è stata una delle leggi più all'avanguardia del nostro sistema socio sanitario.
Ed ancora: modificare gli standard gestionali e strutturali, pensare a nuovi modelli di gestione, contribuire con lo Stato alla ridefinizione del socio-sanitario e occuparsi anche della questione del Piano di rientro.
Potremmo trattare con il Governo cinque anni, piuttosto che tre per poter rientrare del debito che abbiamo accumulato.
Ho poco tempo a disposizione, quindi finisco il mio intervento: non importa, tanto abbiamo due settimane davanti per affrontare e discutere ancora di questi problemi.
Ho letto recentemente, conoscete bene gli Stati Uniti, una lettera che ha inviato un chirurgico americano che si occupa di protesi di ceramica. In America è una tecnica molto sviluppata, ma utilizzata anche in Italia.
Questo medico scrive che i pazienti non sanno quanto durerà la protesi come avviene l'intervento chirurgico, ma hanno piena consapevolezza del modo con il quale vengono accolti all'interno degli ospedali, della disponibilità e dell'umanità con cui il personale tratta i pazienti. La contrazione eccessiva del personale medico ed infermieristico non consente oggi al personale, soprattutto nei posti dell'emergenza, di sviluppare questa umanità che, per i pazienti, non è meno importante, Assessore, del bisogno di tenere a mente i conti.
Finisco con un invito. L'approvazione di questo Piano, entro la fine del mese, dipenderà anche dal tono e dal modo - lo dico alla maggioranza con il quale si svilupperà la discussione all'interno di quest'Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio, in qualità di relatore di minoranza.



BUQUICCHIO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Presidente Cota, oggi avrei voluto fare un discorso diverso.
L'Assessore e i colleghi lo sanno, per le cose che dirò si evinceranno chiaramente le ragioni delle mie enormi perplessità e anche dell'impossibilità a votare un Piano siffatto.
Secondo la maggioranza questo Piano Socio Sanitario avrebbe dovuto rappresentare una svolta nel sistema sanitario che avrebbe investito tutta la Regione. Sarebbe dovuto essere il punto cruciale attraverso il quale dare finalmente attuazione alla tanto declamata lotta agli sprechi. Ancora oggi, su tutti i giornali, si parla di quello che non dico io (anche se lo vado ripetendo da anni), ma la Corte di Conti: ci sono sprechi.
Un Piano impostato all'insegna della risoluzione o, quanto meno, della riduzione degli sprechi, perbacco, sarebbe stato un Piano non solo da appoggiare passivamente, ma un Piano al quale dare orgogliosamente un contributo.
Invece, abbiamo assistito ad una continua modifica, potrei parlare di decine di modifiche, arrivate al tavolo della Commissione. Il risultato qual è? Niente di nuovo, di fatto, sotto il sole. Forse potrei anche essere un po' più severo, se me lo consentite: magari si trattasse di niente di nuovo! Temo che questa nuova impostazione possa rappresentare veramente dei grossi problemi.
L'aspetto più preoccupante riguarda la scarsa adesione del Piano Socio Sanitario agli impegni contenuti nel Piano di rientro, famoso Piano di rientro che non mi stancherò mai di rievocare: siglato a Roma con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia. Impegni già purtroppo disattesi nei mesi scorsi, visto che la Regione ha ottenuto un singolare primato, mi dispiace doverlo dire anche se parlo da forza di opposizione ma sono un cittadino piemontese. Un singolare primato: siamo l'unica Regione del Nord d'Italia a non aver ottemperato alle prescrizioni del Piano di rientro.
Un record davvero invidiabile visto che ha determinato il congelamento delle risorse ministeriali destinate al Piemonte. Se si procederà in Aula con questo tipo di impostazione fino al 31 marzo, ritengo, purtroppo, che la situazione non potrà che peggiorare.
Si parlava all'inizio, cosa che a me piaceva e al mio partito piaceva tantissimo, non della riduzione massiva del numero delle Aziende Sanitarie con un riordino della rete ospedaliera, estrapolata dalle aziende in modo da distinguere tra acuzie e post acuzie, capaci di integrarsi tra di loro.
Qual era la soluzione ottimale? Sei ASL e sei ASO in modo che ci potesse essere un'omogeneità anche territoriale per quel travaso.
Mi rendo conto che, purtroppo, si è scelta la via più semplice, quella e mi dispiace doverlo dire, della mediazione al ribasso per i veti incrociati, trasversali, chiamiamoli come più ritenete opportuno, della politica e dei partiti. Allora cosa si è pensato? Si è pensato di istituire delle Federazioni, lasciando il numero di 13 ASL e cinque ASO identico, per un totale di 18 Aziende. Così erano e così rimangono (rimangono salvo poi vedere gli altri punti).
Istituire sei Federazioni che rappresenterebbero, nella buona fede sicuramente, dell'Assessore Monferino, un'impostazione propedeutica ad una riduzione, chissà quale, ma per fare un Piano Socio Sanitario, benedetto iddio, ci vuole un lavoro enorme! Tutto quello che si deve ottenere, dopo un lavoro di questo genere, deve essere il massimo, non si può dire che impostiamo le fondamenta per la costruzione di un grattacielo, ma oggi ci limitiamo a realizzare i garage sotterranei. Dico sotterranei perché non si vedrà nulla di nuovo, anzi, si potranno vedere i difetti, i nocumenti, gli handicap.
Federazioni che, di per sé avrebbero dovuto, inizialmente, secondo la prima prospettazione, risolvere tre problematiche: la problematica relativa agli acquisti, centralizzazione degli acquisti; la problematica relativa non di poco conto, perché il capitolo ad essa riferente è enorme - del personale; la problematica relativa alla programmazione sanitaria.
Di queste solo la prima, di fatto, viene mantenuta. Per le altre due non è possibile che le Federazioni assolvano a quel compito. Lo si è visto sotto il profilo giuridico e di funzionamento di un'azienda.
E, quindi, mi chiedo: è necessario - poiché non è possibile raggiungere un obiettivo ottimale - ricorrere ad una soluzione che non può che essere intesa come mediazione al ribasso, che di per sé inizialmente porterà solo un aggravio dei costi? All'inizio i rappresentanti dell'ARESS nei convegni che si erano organizzati e successivamente anche il neo Assessore alla sanità Monferino, sostenevano a gran voce che l'azienda di per sé, in quanto azienda, ha un costo gestionale. Quindi, riducendo il numero delle aziende si ottiene un risparmio.
Anche se personalmente rispetto il pensiero di altri anche della mia parte di coalizione che ritengono che così non è, in quanto, secondo loro alla cosiddetta Area vasta possono essere fatte delle critiche, ritengo che quella sia la via maestra, tant'è vero che a Roma era piaciuto il tipo di impostazione del primo piano di rientro.
Quindi, mi chiedo che cosa dirà oggi quel Tavolo, se voi sarete capaci e avrete il coraggio di portare a casa un risultato di questo tipo.
Si parlava di potenziamento della rete d'emergenza e d'urgenza, si parlava di riconversione dei piccoli ospedali, e io ero d'accordo contro le pressioni legittime ma non sempre giustificate dei territori, dei vari campanili. Si parlava di questo e io ero d'accordo.
Pensate, cari amici della Giunta, che in quella fase vi ho fatto pubblicità su tutto il territorio regionale, sia pure dall'opposizione perché andavo sostenendo queste tesi.
Poi è crollato tutto. Si parlava quindi di poter avere un implemento anche con un investimento ulteriore, della rete del 118, non per favorire il trasporto di qualsiasi malato da casa in ospedale. Non per quello - per cortesia, non giochiamo sulle parole - ma per poter garantire a quei codici adeguati l'immediato trasporto nella struttura idonea a salvargli la vita dopo che un rianimatore o chi per lui, capace di intubare, avesse potuto in loco, entro pochi minuti, ridare la capacità respiratoria ad un paziente.
Di questo non si parla più, anzi si parla di una agenzia nuova per il 118, giustificata dalle beghe che esistono fra i vari attori di quel settore. E assisto, ancora una volta con amarezza, ad un elemento di delusione.
La centralizzazione degli acquisti rimane l'unico elemento in capo alle Federazioni, e quindi andiamo a costituire delle Federazioni con i costi che queste rappresentano, senza avere risolto la necessaria riduzione delle aziende per la centralizzazione degli acquisti. Ma la facciamo questa centralizzazione a livello regionale? No.
Sarà fatta federazione per federazione; c'è qualcuno che, siccome non ha questo tipo di impostazione radicale che vi sto illustrando, dice: "Le Federazioni possono andare bene, però non ne vanno bene sei, ne vogliamo cinque o quattro". Io non le voglio proprio le Federazioni! Non le posso votare, perché l'unica funzione che esse svolgeranno con un incremento dei costi, è la centralizzazione degli acquisti.
Sono d'accordo per onestà intellettuale, Assessore: la centralizzazione degli acquisti è bene che non sia unica, è bene poter mettere in concorrenza qualche centro in più, ma non costituendo ad hoc delle Federazioni.
Si sarebbe potuto fare il tutto molto diversamente, ma capisco, la politica con la "p" minuscola, e i partiti, non l'hanno consentito.
Mi avvio alla conclusione. Come possiamo votare un piano che ha bocciato in Commissione sanità una norma di trasparenza sulla scelta dei Direttori generali? Noi lo sappiamo molto bene che quando si affronta una campagna elettorale, tutti ci riempiamo la bocca della necessità di una trasparenza nella scelta e nelle nomine, affinché tale scelta e soprattutto tali nomine non siano intese come spartizione partitocratrica, ma siano fatte all'insegna della reale competenza, quindi del merito.
Sono tutti elementi basilari per impostare un discorso di riduzione di sprechi, e quindi di risparmio. Sul risparmio sono più che d'accordo. Ci sono altri che dicono che in sanità non si deve risparmiare e che la sanità deve costare quello che costa, perché il risparmio è visto come riduzione di servizi. No! Il risparmio significa risparmio da poter eventualmente dirottare verso settori che hanno necessità di intervento.
Quindi, mi dispiace, perché avrei voluto fare un discorso diverso, sia pure dai banchi della minoranza. Non posso farlo, quindi ho presentato 152 emendamenti nel merito. Vedremo che cosa questa maggioranza e questa Giunta avranno voglia di approvare - mi auguro - dopo l'interlocuzione seria che se non da parte e in parte dalla Giunta, c'è stata in Commissione. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa, secondo relatore di maggioranza.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Quello che iniziamo oggi a discutere è un disegno di legge che ritengo fondamentale e molto importante per il Piemonte e per tutti i piemontesi.
Il Piano Sanitario, che è stato licenziato in Commissione, è un atto che ritengo di grande valore, che ridisegnerà in modo razionale un settore chiave della nostra Regione.
La sanità - ricordiamolo sempre - equivale a più dell'82% di tutto il bilancio della Regione Piemonte. I pilastri su cui si regge questo disegno di legge sono il contenimento dei costi, la visione strategica del territorio, un'attenta definizione delle istanze pervenute ed una gestione accurata delle prestazioni erogate ai cittadini.
Questo è un piano che permetterà al nostro Piemonte di salvarsi di fronte ad una situazione economica che definire drammatica è poco.
Ma non solo, perché non dobbiamo solo salvarci da questa situazione economica drammatica. Noi dobbiamo e possiamo diventare un esempio a livello nazionale di efficacia e di efficienza. Questo noi lo possiamo e lo dobbiamo fare.
Le future Federazioni sanitarie cardine della nuova proposta e strumento necessario per programmare acquisti e gestione, garantendo quindi risparmi economici e programmazione, rappresentano quindi un concetto responsabile della gestione della sanità.
Con esse sarà possibile raggiungere l'obiettivo di risparmiare centralizzando la gestione e gli acquisti, permettendo ad ASL e ospedali di fare il loro eccellente lavoro, cioè dare ai cittadini il migliore servizio possibile. La sanità mastodontica, e non più gestibile, che abbiamo ereditato, con le tante - troppe - ripetizioni sul territorio, era arrivata ad avere costi esorbitanti e in alcuni casi - per fortuna solo in alcuni casi - con un certo decadimento dei servizi.
Altro aspetto di questo Piano Socio Sanitario che ritengo molto importante è stata la condivisione. Sicuramente ci sarà il solito gioco delle parti, però indubbiamente c'è stata una grande condivisione. In tutte le province del territorio si sono svolte riunioni ed incontri: sono state recepite circa 400 osservazioni tra scritte ed orali.
Voglio porgere un ringraziamento - ringraziamento non dovuto, ma lo faccio con il cuore - alla Presidente della Commissione Carla Spagnuolo per aver saputo coniugare con fermezza una grande apertura sul discorso della discussione e della comprensione. Ripeto: se questo Piano è stato licenziato in un certo modo, bisogna ringraziare - e lo dico con il cuore la Presidente della IV Commissione. In Commissione sono stati approvati ed accettati 111 emendamenti presentati dall'opposizione: 66 presentati dalla Federazione della Sinistra Europea; 28 dal PD; 13 dall'Italia dei Valori tre da SEL e uno dall'UDC.
Spero che in sede di discussione si riesca, non dico a raggiungere un voto favorevole anche da parte dell'opposizione, ma che almeno non ci sia un voto contrario, anche alla luce di questi emendamenti accettati.
Questi sono fatti! Fatti che sicuramente non comporteranno un muro contro muro, ma che dimostrano la condivisione che si è voluta dare in questo Piano Sanitario.
Oggi arriviamo in aula per compiere un nuovo percorso che, come dicevo prima, potrà ridare slancio al settore più importante di tutta la gestione della Regione.
Come ho detto prima, nella condivisione di tutte le soluzioni, (visto anche il risultato ottenuto in Commissione), comprese quelle che riguardano le nuove classificazioni degli ospedali, c'è il vero banco di prova della maturità di tutta l'opposizione.
Lo dico molto chiaramente e rivolgo anche un invito: stasera inizierà il banco di prova, in un'assemblea aperta in VIII Circoscrizione a Torino in cui si parlerà dell'Ospedale Valdese. Occorre andare a dire con chiarezza quello che tutti quanti - opposizione e maggioranza - dicono nei corridoi: gli ospedali devono essere riconvertiti e non si può continuare con delle moltiplicazioni dei servizi sul territorio.
Questo dobbiamo dirlo tutti quanti. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo e bisogna iniziare a farlo da questa sera. Non pretendo e non chiedo che l'opposizione vada a fare campagna per questa riforma e per questo nuovo Piano - assolutamente - però chiedo correttezza, soprattutto ripetendo fuori, magari non ad alta voce, quello che si sussurra nei corridoi tra di noi, cioè che occorre andare avanti su questa strada, perché è indispensabile andare avanti su questa strada.
Mi permetto di fare anche un ringraziamento all'Assessore Monferino e al dottor. Morgagni per aver anche loro dimostrato, in sede di Commissione una grande disponibilità.
Ripeto: i 111 emendamenti presentati dall'opposizione e accolti non sono cosa da poco e da far passare sotto gamba. Sono fatti! Grazie a questi emendamenti, sono state modificate delle proposte di Giunta. È un dato di fatto importante e rilevante.
Sicuramente ci sarà una discussione vivace, ma mi auguro costruttiva perché auspico, come dicevo prima, che non si vada sul territorio a fare una battaglia che non porterebbe niente a nessuno.
Se il Piano Socio Sanitario funzionerà, andrà bene per tutti i piemontesi; andrà bene per questa maggioranza e andrà bene per l'opposizione. Se questo Piano non funzionerà, sicuramente gli elettori piemontesi ci puniranno nel 2015.
Non c'è nessun problema: l'importante è fare sempre le cose in maniera onesta e in maniera corretta.
Un ultimo passaggio sul discorso di conoscenti ed amici. Presumo che n il sottoscritto né la Lega Nord né l'Assessore Monferino abbiano conoscenti o amici, o meglio: sicuramente li abbiamo, ma non andranno ad influenzare determinati punti su questo Piano.
Un punto su cui l'Assessore Monferino e il Presidente Cota si sono sempre trovati d'accordo è di lasciare fuori le interferenze che da troppi mondi vogliono interloquire ed influire sulla sanità piemontese e non solo piemontese. Ci sono interessi enormi, ma li dobbiamo lasciare fuori.
L'intesa tra il Presidente Cota e l'Assessore Monferino su questo Piano è al 100%. E questo è garanzia di risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio, per l'ultima relazione di minoranza.



ARTESIO Eleonora, relatrice

Quando ci si appresta alla redazione di una nuova programmazione sanitaria o socio-sanitaria dovrebbe essere obbligatorio assumere un condizionale: partire dall'analisi dell'esistente, dalla motivata valutazione degli obiettivi raggiunti, e di quelli lasciati ancora incompiuti, quindi dalla selezione delle priorità sulla base di questi dati di evidenza, per supportare le proprie culture e le proprie visioni di sistema, con motivazioni oggettive.
Tutto questo non è avvenuto nella redazione del Piano Socio Sanitario di questa Giunta. Anche la valutazione sullo stato di salute della popolazione, che pure è una premessa obbligatoria per come la legge nazionale e la legge regionale la contemplano, è un semplice allegato cui non si fanno corrispondere elementi di valutazione su come si intenda promuovere ulteriormente questa salute o su come ulteriormente si cerchi di contenere le eventuali esposizioni ai rischi per la salute.
Perché non si è scelta, su basi di evidenza scientifica, una motivata valutazione dello stato dell'assistenza sanitaria nella nostra Regione? Perché, se lo si fosse fatto, si sarebbe dovuto riconoscere che, dal punto di vista della qualità dell'assistenza sanitaria, la nostra Regione, sulla base di indicatori oggettivi e di valutazioni indipendenti, è collocata al terzo e al quarto posto in Italia.
Ammettere questo dato avrebbe comportato la demolizione di tutta la retorica politica sulla quale si è impostata la presentazione del nuovo Piano Socio Sanitario o, meglio, avrebbe dovuto comportare - davvero in questo caso sì - un esercizio di onestà intellettuale per il quale non si parla di buona sanità solo riferendola alle prestazioni degli operatori sanitari, dimenticando quanto nella buona sanità deriva anche da una buona organizzazione politica e amministrativa, e si sarebbe dovuto riconoscere che qualità dei professionisti e qualità del governo sanitario erano andate di pari passo negli ultimi anni.
Questo, però, è un riconoscimento che quest'Amministrazione non si pu permettere. E, infatti, lo ignora.
Voglio sottolineare l'aspetto dei buoni indicatori sul sistema sanitario, non riferendolo soltanto ai dati dei livelli assistenziali raggiunti, ma anche a quei parametri che il Ministero utilizza per giudicare l'appropriatezza di un sistema: il numero dei ricoveri, il numero dei ricoveri ripetuti, il numero dei giorni di degenza, il numero dei posti letto.
Ebbene, da questi parametri, la Regione Piemonte risultava tra le Regioni più coerenti e le più vicine agli obiettivi ritenuti desiderabili.
Anche sulla questione dei posti letto, il parametro era rispettato, così come sulla questione della percentuale dei piccoli presidi rispetto a quelli di medie e grandi dimensioni, come avrò modo di documentare con tutti gli emendamenti che presenterò al Piano.
Pertanto, la necessità di rimettere mano, senza motivazione e senza l'obbligo di dimostrazione, ad un nuovo Piano Socio Sanitario non derivava da una valutazione di qualità. Infatti, si dichiara esattamente che il nuovo Piano Socio Sanitario ha un'unica stella polare: quella della compatibilità economica.
Anche da questo punto di vista, occorre fare un esercizio di onestà: non si può dire che si sta compiendo un rigoroso sforzo di contenimento delle risorse, ma non si sa se questo obiettivo sarà raggiunto, perch nel frattempo, i Governi cambiano i trasferimenti alle Regioni sull'ambito sanitario con il Patto per la Salute, cosa vera in linea oggettiva, ma se contemporaneamente non si dice che questa Regione ha scelto di andare a firmare con il Ministero della Sanità un Piano di rientro, con il quale ha già sottoscritto i finanziamenti attesi da parte dello Stato.
Quindi, non ci si può oggi lamentare che lo Stato trasferisce 108 milioni alla Regione Piemonte, quando con il Piano di rientro si era sottoscritto che ci si sarebbe accontentati di 106.
Pertanto, questo è un esercizio fondato sull'uso, artatamente funzionale alla dimostrazione delle tesi di chi governa, degli argomenti. E questo è esattamente il contrario di un atteggiamento oggettivo.
Dicevo che la scelta di redazione di questo Piano Socio Sanitario regionale non si occupa, se non per quanto dovuto ai fini della stesura di un atto amministrativo che deve prevedere anche 11 azioni prioritarie di salute, degli obiettivi sanitari e degli obiettivi assistenziali. Anzi, se leggiamo quelle pagine, vediamo che non corrispondono né alla migliore cultura né alle migliori pratiche che pure sono presenti all'interno del sistema. Sembra quasi che i capitoli dedicati alle diverse discipline e all'organizzazione dei Settori siano utilizzati nel Piano più come stralci di documenti generali malamente riassunti o piuttosto come risultati di gruppi ristretti che non rappresentano l'insieme delle professioni.
Vi citerò alcuni esempi.
Vogliamo forse pensare che la cultura di questa Regione, nell'ambito delle politiche e delle pratiche sulla salute mentale, corrisponda a quel capitoletto che troviamo allegato al Piano Socio Sanitario, incomprensibile anche dal punto di vista della lingua italiana, oltre che degli obiettivi sanitari? Vogliamo forse credere che quello che troviamo scritto come allegato sulla categoria delle politiche per la dipendenza e dei servizi sulle dipendenze corrisponda a quanto faticosamente gli operatori e le associazioni hanno costruito negli ultimi vent'anni (non è un merito degli ultimi cinque), in termini di organizzazione dei servizi territoriali e dei dipartimenti delle dipendenze? Vogliamo forse credere che quanto è proposto sulla riorganizzazione della rete oncologica sia condiviso da tutti gli operatori che fino a questo momento avevano invece lavorato all'interno di un dipartimento funzionale, interregionale, tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, organizzato sui poli, sui centri d'accoglienza e d'assistenza, sui gruppi interdisciplinari delle cure? Lo stesso metodo che ancora proponete nella sottoscrizione con la Regione Valle d'Aosta? Allora pensiamo proprio che quella proposta corrisponda alla migliore cultura scientifica e alla massima condivisione tecnico-organizzativa dei professionisti? Io credo di no.
Oppure pensiamo che sia un buon risultato aver scritto, dentro l'obiettivo sul socio-sanitario e sulla non autosufficienza, che occorre raggiungere un numero di due posti letto ogni 100 ultrasessantacinquenni quando quello era l'obiettivo che si doveva raggiungere fino al 2009 e solo grazie e a causa dei tagli prodotti al sistema si è tornati indietro, nella nostra regione, a livello di 1,3, quando la stessa politica autorizza, nel privato, costruzioni fino a tre posti letto ogni 100 ultrasessantacinquenni, con ciò riconoscendo che il bisogno sarebbe superiore a quello che il pubblico vuole e decide di perseguire? Vogliamo credere che questi capitoli di tipo qualitativo sono quelli che orientano questo Piano Socio Sanitario? Il buonsenso non ci può permettere di crederlo, e infatti non è la qualità che orienta questo Piano Socio Sanitario, ma soltanto l'equilibrio economico.
Andiamo, allora, a vedere come si pensa di raggiungere l'equilibrio economico: con la scelta delle federazioni sanitarie.
I colleghi hanno già esposto il tema, pertanto sottolineo soltanto un aspetto: la scelta delle federazioni sanitarie, oltre ad essere ancora non dimostrata e assolutamente indefinita nelle caratteristiche giuridiche, si fonda sul principio per il quale il grande è necessariamente economico ed efficiente.
Ho già provato a dire che forse occorre dimostrare, anche parlando di economie di scala, che la scelta delle centralizzazioni è sempre la più conveniente. Io non lo credo e non lo credo nemmeno dal punto di vista delle economie dello sviluppo locale.
Ma ammettiamo che questo sia un onere che tocca al Governo dimostrare.
Certo una cosa si comprende nelle scelte di organizzazione che fa quest'Amministrazione, che più che dimostrare la fondatezza e le aspettative delle proprie scelte, cerca di praticare una logica piramidale gerarchica, di controllo assoluto: quanto più si restringe il potere decisionale, come avverrà nella selezione dei sei dirigenti delle sei federazioni sanitarie, tanto più si eserciterà un controllo.
Guardate che il controllo non è sinonimo di condivisione né di fidelizzazione né di aumento della qualità. Il controllo è semplicemente esercizio del potere e a me sembra che quest'Amministrazione regionale stia cercando fondamentalmente nelle relazioni con le parti esterne e nelle relazioni al proprio interno, di esercitare un fortissimo potere illudendosi di esercitare un controllo sul sistema.
Il controllo su un sistema così complesso come quello sanitario avviene per processi, per ricerca di partecipazione, per reciproca convinzione e non per esercizio di potere. Ma questa è la convinzione assoluta che vediamo nell'Assessore e che vediamo sostenuta dalla politica di maggioranza, se questa voterà il Piano. E a voi toccherà la responsabilità di rendere conto degli errori e delle conseguenze che questo Piano produrrà.
Concludo con una sottolineatura: vantare i risultati economici, che sono ancora tutti da verificare e dimostrare, fondandoli su una contrapposizione continua come state facendo, produce dei danni, anche culturali, significativi. State contrapponendo l'assistenza territoriale a quella ospedaliera, producendo un circolo vizioso. Dite che per decongestionare gli ospedali dalle funzioni inappropriate occorre rafforzare il territorio, però poi sostenete che per rafforzare il territorio bisogna prima attendere i risparmi prodotti dall'ospedale.
E questo è un primo circolo vizioso.
Sostenete che per aumentare il socio-sanitario e trasferire al fondo sociale occorre diminuire risorse della sanità, ma non dimostrate come una sanità che continua a non inserire e a non aprire nuovi servizi possa offrire una maggiore opportunità d'accoglienza nel socio-sanitario.
In ultimo, contrapponete all'interno anche le categorie degli operatori, gli uni con gli altri: l'assistenza ospedaliera e quella territoriale, le categorie degli altri attori produttivi, coloro che operano nel socio-sanitario, contro coloro che operano nel sanitario, in un'illusione del "si salvi chi può" che sembra essere la categoria dominante del sistema sanitario, oggi, in Piemonte.
Questo sistema sanitario, alla fine della vostra cura, non sarà come un soggetto obeso che cerca di riconquistare la propria linea, intanto perch obeso non era. Questo soggetto non sta andando in direzione di una nuova linea, ma semplicemente ha smesso di nutrirsi, di alimentarsi e, da questo punto di vista, finiremo con un sistema deperito.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Un breve intervento, da parte mia, mi sembrava quantomeno doveroso dopo 39 sedute di Commissione consiliare - comprese le consultazioni sui provvedimenti - che hanno rappresentato un momento vero ed importante di confronto e di democrazia.
Se mi è consentito, farei un intervento senza distinguere la parte relativa al disegno di legge e la parte successiva, perché sono sempre state vissute come un tutt'uno in questa materia; del resto, non poteva che essere così.
Il percorso attuato è stato molto partecipato: ritengo che le consultazioni ci abbiano fornito molto, e credo, altresì, che raramente il frutto delle consultazioni sia stato così fortemente preso in considerazione.
Mi preme ringraziare l'Assessore Monferino anche per la novità di approccio che ha saputo portare a questa materia; un approccio molto laico nel quale sovente ha saputo prendere in considerazione ciò che perveniva dal territorio, ma anche le posizioni che, teoricamente, potevano essere considerate le più lontane.
Dalle consultazioni sono emerse delle problematiche inerenti ai Sindaci, alle organizzazioni sindacali e all'associazionismo, ma tutto questo ha ricevuto la dovuta attenzione all'interno della Commissione consiliare.
Non è mia intenzione fare un intervento "buonista", posto che non sarebbe assolutamente compito mio, ma penso di dover ringraziare tutte le forze politiche. Non sono un'esperta in sanità: sovente, nel percorso amministrativo e politico della mia vita, mi sono occupata della materia ma non mi reputo un tecnico, né un'esperta. Continuo ad essere un politico e riconosco di aver imparato molte cose da tutti gli interventi che sono stati pronunciati, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Ovviamente per quello che già ho detto, ho appreso molto anche dallo stesso approccio dell'Assessore, che è arrivato all'esame di questa materia in maniera molto spontanea e genuina. Forse non sono i termini più corretti per un grande manager, qual è l'ingegner Monferino, ma la sostanza del suo comportamento mi induce a pensare a queste due espressioni.
Vorrei altresì ringraziare i colleghi Marco Botta e Nino Boeti, perch mi hanno dato un aiuto notevole e sono stati due ottimi Vicepresidenti così come coloro che hanno partecipato ai lavori della Commissione.
un dovere, Presidente Cattaneo, ringraziare anche i funzionari del Consiglio regionale, che sono stati preziosi nell'aiutarci a portare avanti un lavoro molto complesso, non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche per l'equilibrio che è stato necessario avere, da parte di tutti, in tutte le fasi della nostra discussione.
assolutamente evidente che il ringraziamento della Commissione nel suo complesso vada anche a Sergio Morgagni, alla dottoressa Vitale e al dottor Zanon, che ci hanno accompagnato in questo percorso, seguendo nel merito le proposte e le difficoltà che abbiamo incontrato.
Questo lavoro inerente alla sanità è importante per il Piemonte, sia sotto il profilo della maggioranza - in parte lo hanno già ribadito i colleghi Carossa e Motta Massimiliano - che dell'opposizione: la sanità va affrontata, perché i tempi politici, economici e di riorganizzazione che anche i cittadini sentono, impongono che si arrivi ad una riorganizzazione.
E di questi tempi è evidente che la riorganizzazioni deve passare attraverso gli strumenti, attraverso una profonda ed attenta analisi dei costi e dei benefici, ma deve passare, come sempre, anche attraverso la possibilità concreta che le persone che verranno scelte per governare la sanità sappiano portare avanti questo tipo di progetto.
Sono stati ascoltati tutti. È evidente che nel corso di questi lavori alcuni colleghi - non faccio distinzione tra maggioranza e opposizione perché ho cercato di imparare un po' da tutti - ci hanno portato l'esperienza che avevano alle proprie spalle: penso, per esempio, alla grande ed appassionata presenza del collega Buquicchio, che non a caso è un medico. Talvolta mi capitava di dirgli: "Andrea, calma, perché alla fine ti sentirai male", nel senso che mi preoccupavo per lui! Penso, ancora, al collega Boeti, un altro medico che tanto ci ha insegnato, e penso all'esperienza amministrativa del collega Lepri, che, soprattutto sulla parte socio-assistenziale, ha molto da dire. Ma, ovviamente, questo riguarda tutti i colleghi della maggioranza.
Indubbiamente, il Presidente della Giunta regionale ci ha molto incalzato, seguendoci da vicino e dandoci anche pubblicamente uno stimolo e delle scadenze. Credo che tali scadenze vadano prevalentemente vissute sotto il profilo del traguardo vero che abbiamo di fronte. Perché sono convinta che tutte le volte che l'Assessore Monferino ci diceva (o ci faceva capire) di procedere in maniera più rapida possibile, pensava alla fase - essa sì più esaltante - che noi abbiamo di fronte. Noi non abbiamo davanti soltanto l'approvazione di un Piano Socio Sanitario, che anche in questa Aula - lo hanno preannunciato i Gruppi dell'opposizione - vedrà ulteriori momenti di esame e di modifica di emendamenti, di articoli o di punti all'ordine del giorno. Sono convinta che tutte quelle tematiche che oggi possono anche essere viste sotto un aspetto critico...
La collega Artesio, ad esempio, che certamente porta un grande bagaglio di esperienza dopo aver ricoperto il ruolo di Assessore alla sanità (per cui il suo confronto è quasi sempre di merito rispetto ai problemi, perch li ha vissuti, e si sente), ci diceva che esiste una prevalenza di problematiche di carattere economico e di compatibilità economica. Sarà molto interessante - e concludo - la parte che noi abbiamo davanti, perch la Giunta regionale, probabilmente d'intesa con il Consiglio, dovrà esaminare dei testi di attuazione della legge e del Piano. E sarà proprio in quella sede che affronteremo, forse, la fase più interessante, quella che si calerà maggiormente nel concreto, che vedrà di più i problemi di incompatibilità economica, di risparmio e di bontà delle scelte che vengono compiute con questo Piano (attraverso il disegno di legge così come verrà poi licenziato dall'Aula), ma anche quella parte che riguarderà funzioni e persone.
Non ho mai voluto apparire dal punto di vista giornalistico: l'Assessore sa che dalla Commissione, in quanto tale, non è mai uscito alcun documento. Io stessa non ho mai rilasciato dichiarazioni, perché non ritenevo e non ritengo tuttora che sia quello il compito di un Presidente di Commissione nel corso dello svolgimento dell'attività.
Oggi ho fatto una dichiarazione per il PdL, ma penso che sia un caso che prossimamente non si ripeterà. Penso che, da adesso in avanti, dovremo sempre di più, occupandoci di sanità, guardare alle persone. Quando dico di persone, voglio dire tutto quel mondo grandissimo della sanità del Piemonte che è per lo più un grande valore, e allora noi queste cose le dovremo mettere in evidenza.
Abbiamo delle grandi eccellenze dal punto di vista degli operatori, dei primari, di tutta la struttura della sanità e certamente dovremo mettere in evidenza quelli che sono i bisogni dei pazienti, che sono i primi a darci l'indicazione della direzione nella quale noi dobbiamo andare. Per lo più il paziente non sbaglia, per lo più il paziente sceglie il meglio, per lo più il paziente ci dice in che direzione dobbiamo andare noi.
Tutto questo è molto importante, e mi auguro che sempre di più nella sanità del Piemonte, accanto alle problematiche di riorganizzazione accanto alle problematiche di economicità, di funzionalità, di strutture venga messa un po' un'anima, perché questo è un mondo nel quale il paziente fruitore finale vuole sentire un'anima che lo accompagna.
Non è cosa da poco, non è banale questo. Penso e mi rifaccio proprio ai tanti interventi che ho sentito in Commissione da parte dei medici che erano portatori di qualcosa di diverso, che erano un po' portatori di un'anima che è necessaria. E non è buonismo, questo.
Io, che sono un paziente che ha seguito come politico e come Amministratore tanti settori, credo che mai come in questo caso noi dobbiamo cercare di fare uno sforzo in questa direzione e quindi il più possibile parlare alle intelligenze e alle disponibilità delle persone.
Quando tu parli con una persona che è stata ricoverata e che magari è uscita da un intervento più o meno grave, più o meno pesante, ti dice due cose: "Sono stato trattato bene dalla struttura" oppure "Non sono stato trattato bene"; "Ho trovato dei medici e degli operatori che, accanto alla professionalità, avevano una grande umanità".
E se allora i pazienti, nello scegliere le strutture, ci dicono la direzione nella quale andare, nel fare questi commenti, ci dicono anche ci che è necessario e ciò che sono i bisogni di questo grande arcipelago della sanità, che noi dovremo cercare anche per questo profilo di interpretare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo; grazie anche per l'apprezzamento e il ringraziamento agli uffici, che a mia volta voglio ringraziare per il lungo lavoro svolto per arrivare alla giornata di oggi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "P. Boselli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II B dell'Istituto "Paolo Boselli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Prima di chiudere i nostri lavori, informo che, a seguito della richiesta dei un incontro da parte del coordinamento tra i consorzi socio assistenziali della provincia di Torino, come già scritto ai colleghi, in particolare ai signori Presidenti di Gruppo, una delegazione degli enti gestori della Regione Piemonte sarà ricevuta dal Consiglio regionale alle ore 13 presso la Sala Viglione.
Chi è interessato, è invitato a partecipare.
Detto questo, ricordo che siamo convocati alle ore 14.30 per la trattazione del sindacato ispettivo ex articolo 100 del Regolamento e, successivamente alle ore 15 inizierà il Consiglio straordinario.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



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