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Dettaglio seduta n.184 del 08/03/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Telecomunicazioni - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 962 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Situazione emittenti locali piemontesi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
962, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo importante porre in forma ufficiale un tema che è rilevante e sappiamo che in questo senso l'Assessore ci sta già lavorando.
Crediamo sia corretto avere la possibilità di sapere quali sono le attività che si stanno mettendo in campo, proprio perché se n'è avuta eco sui giornali e sui media, anche se forse l'eco non è così rilevante rispetto alla gravità del problema.
Il tema è appunto la crisi di alcune tivù locali piemontesi e pensiamo che la nostra regione rischia effettivamente grosso: il pericolo è quello di vedere ridimensionato il pluralismo dell'informazione. Rispetto all'informazione locale, sappiamo che le tivù nazionali, per loro natura non possono supplire, in pratica è un tipo d'informazione che solo queste tivù possono dare.
Certamente non inferiore come problema è la correlata questione occupazionale, in quanto sappiamo che in tutto il Piemonte le tivù locali sono circa 25 e queste occupano centinaia di lavoratori. Quindi abbiamo due questioni: la questione del pluralismo dell'informazione e la questione del mantenimento dell'occupazione.
Rispetto alle ultime notizie - avevamo presentato il question time già qualche settimana fa, ma abbiamo modo oggi di discuterlo - il tavolo di crisi dell'Assessore dovrebbe essersi tenuto l'altro ieri e avremmo appunto piacere di conoscere quali azioni si stanno mettendo in campo, sapendo che probabilmente una delle prime tivù che risulta essere in difficoltà è Telestudio (seguita da Videogruppo e Telesubalpina).
Temiamo che la situazione di per sé possa ulteriormente peggiorare. In questo senso, il question time pone chiaramente una domanda rispetto a quali siano le azioni che si stanno intraprendendo. Pensiamo che certamente non sia di poco conto anche la questione del collegamento con l'attività del CORECOM, perché chiaramente il CORECOM per suo mandato sostiene le tiv locali e quindi, a questo punto, ci chiediamo come questo sostegno sia stato mantenuto nel tempo e se - lo diciamo in modo un po' superficiale o brutale - non possa essere indirizzato effettivamente alle tivù che hanno voglia di continuare la loro attività sul territorio, altrimenti è chiaro che sono finanziamenti pubblici che pensiamo debbano essere indirizzati nel migliore dei modi possibili.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Come ha già anticipato la Consigliera Cerutti, proprio nella giornata dell'altro ieri abbiamo tenuto il primo incontro ufficiale con le emittenti locali, le proprietà e le rappresentanze sindacali che, in realtà, era il prosieguo di tutta una serie d'incontri di natura più informale svolti con le rappresentanze sindacali e con i lavoratori.
chiaro che, in particolare nelle ultime settimane, sono emerse delle gravi difficoltà in cui versano le nostre emittenti private, che sono chiaramente visibili anche dal fatto che molte di queste emittenti durante la giornata non stanno producendo sulle varie reti che hanno a disposizione.
Abbiamo fatto questa serie di incontri informali e abbiamo verificato tra l'altro, che alcune emittenti dichiarano difficoltà di natura economica, mentre una nutrita parte di queste emittenti che dichiarano una preoccupazione per quello che potrà essere il futuro dell'emittenza locale non dichiarano, al momento, difficoltà economiche.
I posti di lavoro che abbiamo potuto verificare sono circa un 100-150 ma soprattutto c'è un patrimonio d'esperienza e di professionalità che rischiamo di perdere e che potrebbe in qualche modo anche inficiare tutto un processo di politiche industriali che in questo momento si stanno implementando, in particolare - ma non soltanto - sulla provincia di Torino attraverso gli strumenti e attraverso gli Enti che abbiamo in partecipazione come Regione Piemonte.
Questa situazione delle emittenti locali mette a serio rischio la qualità del servizio di informazione locale, ma soprattutto mette a serio rischio la garanzia di una pluralità dei contenuti. Ricordo anche che le emittenti locali sono il veicolo con il quale maggiormente anche le istituzioni, sia di carattere regionale sia più locale, riescono a comunicare le informazioni di natura sociale sul territorio. Tra l'altro aggiungiamo - perché non è cosa di poco conto - il futuro incerto del Centro Produzione RAI e del Centro Ricerche RAI, sui quali stiamo lavorando non sullo stesso tavolo, ma su un tavolo parallelo, perché anche da questo punto di vista non solo viene messa in difficoltà la capacità produttiva e quindi i posti di lavoro diretti della RAI, ma anche l'indotto che sul territorio vanta un'importante esperienza.
In più, a tutto questo si aggiunge il problema del segnale digitale terrestre, che spesso non raggiunge intere aree della nostra regione. Ci nasce anche dalla suddivisione della regione Piemonte nel momento in cui si è passati al digitale terrestre in due aree distinte e quindi in due momenti in cui poi si è intervenuti e si è passati al digitale terrestre e questo ha creato un malcontento tra gli utenti che non solo protestano per quanto riguarda il pagamento del canone RAI, ma si stanno anche disaffezionando rispetto a quella che è la caratteristica delle nostre emittenti locali e dell'emittente nazionale che opera in ambito territoriale.
In questo senso, ha operato e sta operando bene il CORECOM e, da qualche giorno, anche la Provincia di Torino, che si è fortemente attivata su questo ambito. Tuttavia, credo che sia estremamente importante che anche altre tematiche vadano portate all'attenzione di un tavolo nazionale tant'è che sul tavolo dell'altro ieri con le emittenti - ed è uno dei punti che immediatamente abbiamo affrontato - c'è un documento ufficiale da parte della Regione Piemonte che sollecita un intervento per quanto riguarda il problema del digitale terrestre.
Tra le altre cose, domani ci sarà una riunione a Roma del CORECOM nazionale e pertanto in quel frangente il Presidente del CORECOM porterà all'Authority nazionale la segnalazione da parte della Regione Piemonte.
Soprattutto c'è il tema di coinvolgere i nostri Parlamentari piemontesi sul futuro della RAI, quindi un altro passaggio che nei prossimi giorni faremo sarà quello di istituire, di convocare un tavolo in cui, oltre ad affrontare le tematiche di natura più imminente per quanto riguarda l'eventuale crisi dell'emittenza locale, prevedere un passaggio su quello che è il futuro della RAI sul territorio piemontese.
Come vi dicevo, abbiamo istituito, diciamo, un modus operandi con il tavolo e con le parti sociali presenti ieri, ci siamo dati una serie di punti operativi che stiamo iniziando ad affrontare già a partire da oggi pomeriggio, tant'è che sono attesa dal Presidente del CORECOM col quale stiamo verificando alcune delle evidenziazioni che il tavolo ha fatto e che porteremo, se l'Aula lo riterrà opportuno (in particolare chi ha presentato il question time in questo momento), nelle prossime settimane a conoscenza del Consiglio regionale o della Commissione competente per quanto riguarda l'evoluzione del tavolo con le emittenti locali.
Tengo solo a precisare che il tavolo di ieri, che è partito come un tavolo per affrontare il tema della crisi occupazionale, è stato spaccato in due, perché c'è un ambito delle emittenti che effettivamente ha un problema di natura occupazionale, ma fortunatamente un numero importante d'emittenti in questo momento il tema occupazionale, la crisi occupazionale non la risentono, ma potrebbero risentire di una crisi economica nel momento in cui non ci si adoperasse per rispondere ad una serie d'esigenze che hanno manifestato ieri.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 960 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Liquidazione lavoratori Novaplast di Racconigi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 960, presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Naturalmente, questo question time, essendo stato presentato già diversi giorni fa, quando si è presentato questo tipo di problematica legata alla liquidazione dell'azienda Novaplast di Racconigi, perde in qualche modo d'attualità in quelli che sono i contenuti stretti dell'interrogazione, ma è chiaro che purtroppo, ovviamente, la situazione non è stata ancora risolta.
Abbiamo conosciuto alcuni sviluppi, soprattutto, dalla stampa locale e se non ricordo male c'era già stata una presentazione di un ordine del giorno da parte di alcuni colleghi all'interno della discussione in aula.
In pratica, tutto nasce da questo fulmine a ciel sereno cui sono andati incontro i lavoratori dell'azienda Novaplast, che fa parte del Gruppo Abet Laminati di Bra, e a causa della situazione economica piuttosto grave, dal 2008 al 2010 hanno già fruito cassintegrazione ordinaria e straordinaria.
Poi, a un certo punto, dallo scorso 23 gennaio, la settantina di lavoratori e lavoratrici sono, di fatto, stati liquidati senza nessun preavviso a seguito della messa in liquidazione della stessa azienda.
Hanno quindi dato il via ad un presidio permanente che tuttora è presente all'interno dei locali dell'azienda. La maggior parte dei lavoratori sono di sesso femminile, con una media d'età tra i 40 e i 45 quindi con grossissime problematiche di reinserimento in altri contesti e in altre realtà.
Siccome c'è stata la disponibilità nei giorni passati, sia da parte dell'Amministrazione comunale e poi anche un'apertura da parte dell'Amministrazione provinciale di Cuneo, la nostra richiesta era semplicemente per conoscere il modo, i tempi e le modalità con cui eventualmente, la Giunta regionale abbia intenzione di interloquire e quali sono, essendo, come dicevo, quest'interrogazione non così strettamente attuale, essendo la situazione critica presente sul territorio racconigese quali sono stati gli sviluppi di questi ultimi giorni per vedere che tipo di iter è stato percorso per la soluzione di questa problematica.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto, per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Volevo ricordare al Consigliere che in realtà la risposta era pronta da qualche tempo, come lei ricorda, ma poi un Consiglio straordinario non ha permesso di affrontare l'argomento in tempi chiaramente molto più cogenti rispetto alla situazione.
Detto questo, informo che tra le altre cose noi stiamo attendendo sapendo che domani 9 marzo, è indetto un ultimo incontro tra le parti, per addivenire ad un accordo, qualora l'accordo non arrivasse, è chiaro che noi potremmo essere chiamati in causa.
Perché in realtà in questo momento la Regione Piemonte, pur avendo segnalato la disponibilità attraverso il sistema confindustriale che rappresenta l'azienda di aprire un tavolo istituzionale, non ha ricevuto da parte delle parti in questo momento in causa risposta positiva.
Pertanto, in questo momento il tavolo non è a livello regionale non per mancanza di volontà della Regione Piemonte, ma perché non è stato richiesto.
Brevemente, noi stiamo monitorando questa situazione dall'inizio dell'anno scorso; in realtà, i motivi per cui la società ha ritenuto di assumere questa decisione, vale a dire di avviare la procedura di mobilità per 70 lavoratori nei due stabilimenti produttivi, uno di Racconigi e l'altro di Cavallerleone, nascono dal fatto che, come ha dichiarato l'azienda, da ormai molti anni riporta sistematicamente delle perdite.
L'ultima, per quanto riguarda il triennio 2008-2010, ammonta a circa due milioni d'euro.
In tale periodo, tra l'altro oltre ai problemi strutturali, si è anche aggiunta la congiuntura economica chiaramente negativa che ha portato a questa decisione da parte della capogruppo.
L'andamento delle vendite, tra l'altro, nel 2011 ha continuato ad essere decisamente negativo, con una riduzione del fatturato importante di circa il 20% rispetto l'anno precedente, e anche il tema degli incassi ha visto un sistematico peggioramento della situazione finanziaria.
Nel momento in cui informalmente l'azienda è stata sollecitata e sentita, si è, comunque, ipotizzato che nessun elemento in termini positivi, neanche a medio termine, sia ravvisabile e pertanto, la crisi dei mercati attuali, ma soprattutto la mancanza di prospettive future, fa pensare che la decisione dell'azienda sia difficilmente revocabile.
Da questo punto di vista, né le istituzioni locali, come ricordavo, n l'azienda, né le organizzazioni sindacali hanno richiesto il nostro intervento, pur avendo segnalato e mantenuto un costante monitoraggio della situazione. Stiamo attendendo la giornata di domani, che per noi (tra virgolette) può essere decisiva, perché ci permetterà eventualmente di avere anche un approccio formale e non soltanto più informale per capire se possiamo spostare il tema sul tavolo regionale.
Nel caso in cui domani, auspico che non sia così, ma qualora non venisse raggiunto un accordo tra azienda e organizzazioni sindacali, da lunedì la Regione Piemonte sarà in grado di convocare un tavolo istituzionale presso l'Assessorato e a quel punto chiaramente noi cominceremo a lavorare per far sì che eventualmente l'azienda possa valutare, in funzione anche di quelli che sono gli strumenti che possiamo mettere a disposizione, un cambiamento di percorso rispetto a quell'annunciato all'inizio di gennaio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Porchietto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 954 presentata dal Consigliere Cantore, inerente a "Situazione presente De Tomaso" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'interrogazione a risposta immediata n. 954 presentata dal Consigliere Cantore, assente perché in congedo.
Consegneremo, dunque, risposta scritta al collega Cantore.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 956 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Assicurazione degli autobus urbani ed extraurbani"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 956, presentata dal Consigliere Gariglio che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione, purtroppo, non per motivi dipendenti dal Vicepresidente, attende da parecchio tempo risposta.
Noi stiamo battendoci per implementare le risorse del trasporto pubblico locale. La Giunta regionale, ma lo sa il Vicepresidente Cavallera sta anche in mezzo ad un difficile contenzioso con le aziende di trasporto e con gli Enti locali per ridurre le somme stanziate ogni anno a supporto di questo fondamentale servizio; è stato presentato un ordine del giorno in questo Consiglio, in cui s'invitava finalmente ad affrontare la questione dei costi standard in maniera tale da uniformare i trasferimenti alle varie Province (su questo, in particolare, è intervenuto più volte il collega Taricco).
Ora, proprio alla luce della necessità di poter capire qual è il costo standard dei vari tipi di trasporto pubblico locale erogati nella regione noi chiedevamo - e abbiamo interrogato la Giunta regionale - di sapere quale sia il premio netto per autobus (urbano ed extraurbano) pagato dalla principale azienda di trasporti di Torino, il Gruppo Torinese Trasporti: quindi, quello che espleta anche il servizio nelle aree con-urbate, dove s'immagina il più ampio rischio di sinistri.
Abbiamo chiesto quali sono i premi pagati per ogni autobus, a parità di massimale assicurato, come quest'importo è variato negli ultimi anni e soprattutto, quali siano gli importi pagati, a parità d'autobus e di servizio, dalle altre principali società pubbliche e private esercitanti il trasporto regionale.
Mi rendo conto che si tratta di una richiesta di atti cui, in modo burocratico, si potrebbe rispondere che non trattano competenze proprie della Regione; in realtà - se noi vogliamo andare a remunerare il servizio secondo la logica dei costi standard - il costo dei carburanti, il costo del personale in base ai Contratti collettivi nazionali di lavoro e il costo delle assicurazioni rappresentano tre delle principali voci di costo delle Aziende di trasporto.
Ecco perché mi pare significativo conoscere i dati dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde il Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Fornisco la risposta predisposta dall'Assessore Bonino.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa che al momento non sono note all'Assessorato le informazioni richieste, rivestendo attualmente le medesime specifico carattere aziendale.
I dati finanziari di cui dispone la struttura scrivente discendono dal rilevamento annuale effettuato, tramite il Programma Statistico Nazionale da parte del Ministero dei Trasporti, per ogni azienda di TPL. In tale rilevamento è prevista la compilazione di un conto economico consistente in una serie di valori aggregati per centri di costo, di cui il costo assicurativo dei mezzi impiegati risulta assorbito nel costo di produzione del servizio.
Peraltro, con l'introduzione dei costi standard nel TPL a livello aziendale, a seguito dell'accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, così come ripreso dall'art. 27 del D.L. 216/2011, anche il dato del costo assicurativo concorre alla formazione del costo di produzione dei servizi.
Pertanto, una volta definita la metodologia di calcolo dei costi standard - attività attualmente in corso - sarà necessario considerare anche i massimali assicurati e i relativi costi almeno per comparti omogenei (servizi urbani, extraurbani, ecc.) e sarà quindi possibile rispondere puntualmente a quanto richiesto.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

una risposta vergognosa!



PRESIDENTE

Collega Gariglio, per cortesia! Non c'è replica. Non le mancheranno strumenti e occasioni per ritornare nel merito.
Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 959 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Linea ferroviaria Bra-Torino-Bra"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
959, presentata dal Consigliere Ronzani sulla linea ferroviaria Bra-Torino Bra.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Caro Vicepresidente Cavallera, spero - ne dubito, ma il proverbio dice che la speranza è l'ultima a morire - che lei abbia avuto il tempo di leggere non soltanto l'interrogazione che ho presentato insieme al collega Taricco, ma anche le tabelle sui disservizi che si sono verificati sulla tratta Bra-Torino-Bra, che sono la spia della condizione di collasso in cui versano ormai le ferrovie piemontesi e i treni pendolari.
Da una parte ci sono le vostre chiacchiere - il Presidente Cota a volte ce ne propina alcune - e poi dall'altra c'è un lungo elenco di disservizi dai quali si ricava un giudizio ormai impietoso e senz'appello sulle condizioni di viaggio cui sono costretti i pendolari cuneesi. La invitiamo se ancora non lo avesse fatto - a leggere questa roba qui, che noi abbiamo allegato all'interrogazione: sono venti fogli che sono un'accusa impietosa nei confronti di Trenitalia.
Qui, a titolo esemplificativo, mi limito a raccontarle la Caporetto verificatasi il 1° febbraio nella provincia Granda - vero, collega Taricco? giorno nel quale sono stati soppressi 41 treni locali: 41, in un giorno! Sei cancellazioni sulla Cuneo-Mondovì, quattro sulla Ceva-Ormea, sette sulla Cuneo-Saluzzo, sei sulla Bra-Carmagnola, cinque sulla Cuneo-Torino tre sulla Torino-Bra, tre sulla Fossano-Savona, due sulla Fossano-Ceva. E affinché non ci siano dubbi - siccome è una situazione che si ripete purtroppo con gran puntualità -, le ricordo che il famoso treno delle 7.12 Bra-Torino nel mese di febbraio e in quest'inizio di marzo non è mai arrivato puntuale alla stazione di Torino.
Ora le domando, Assessore Cavallera, e lo domando all'Assessore Bonino per tramite suo: chi paga per questo? Chi paga per il fatto che si è inflitta e si infligge quotidianamente quest'ingiustizia a centinaia di pendolari? Per il momento nessuno. Ho letto che la Giunta regionale, in quelle ore calde in cui si stavano verificando i disservizi, aveva annunciato che era intenzione della Giunta rivalersi nei confronti di Trenitalia; e sarebbe il minimo, dopo quello che capita quotidianamente. Mi domando, però, se l'avete fatto o se invece è stata un'iniziativa che è servita per tranquillizzare coloro che in quei giorni pativano quell'ingiustizia e poi, campa cavallo che l'erba cresce! Vede però, Assessore Cavallera, la vicenda - e ho finito, Presidente chiama in causa le responsabilità della Regione e dell'Assessorato ai trasporti, perché credo dimostri senza ombra di dubbio come alla base di questi disservizi vi sia una ragione di fondo: e cioè la condizione di monopolio di Trenitalia, la quale in questa regione fa il bello e il cattivo tempo.
Ora, la colpa di quest'Amministrazione - del Presidente Cota, sua e dell'Assessore Bonino - è quella di avere, all'inizio di questa legislatura, bloccato le gare riguardanti il trasporto ferroviario e di essersi oggettivamente piegata all'arroganza di Trenitalia e dell'Amministratore Moretti. La vostra colpa è quella di non esservi in questi mesi adoperati con coerenza per avviare un processo di liberalizzazione. E soltanto nei giorni scorsi in Commissione è passato un emendamento del Partito Democratico, a firma del collega Gariglio, che va in questa direzione.
Per questo vi sono due responsabilità: una riguarda ovviamente Trenitalia, per la quale spero l'azienda venga chiamata a pagare; l'altra riguarda, però, l'immobilismo della Giunta regionale e dell'Assessore Bonino. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Per la Giunta regionale, risponde il Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Do lettura della nota dell'Assessorato.
In relazione ai contenuti dell'interrogazione di cui all'oggetto, con la presente si comunica quanto segue. C'è una lunga premessa, poi arrivo alla risposta del quesito.
Le norme contenute nel contratto di servizio, disciplinante i rapporti tra la Regione e Trenitalia ed afferenti il servizio pubblico di trasporto ferroviario effettuata dalla succitata impresa in Piemonte, regolano altresì la riduzione delle compensazioni a favore di Trenitalia per i servizi ferroviari non effettuati. In particolare, la Regione e Trenitalia allegato 6 del Contratto di servizio - si sono date reciprocamente atto che il sistema delle sanzioni e delle detrazioni del corrispettivo è definito a tutela dell'utenza regionale, con lo scopo di assicurare alla medesima il pieno ristoro di eventuali disagi o danni subiti.
In particolare, l'articolo 24 del Contratto di Servizio vigente prevede, al fine di facilitare la gestione del Contratto stesso, la costituzione di un "Comitato Tecnico di Gestione del Contratto di Servizio" composto da due rappresentanti per la Regione e per Trenitalia. Tale Comitato ha compiti e funzioni di assistenza alle parti nell'interpretazione e nell'applicazione del Contratto per quanto riguarda l'adempimento delle singole clausole contrattuali, con particolare riferimento all'applicazione di sanzioni, riduzioni di corrispettivo e riconoscimento di incentivi.
Per quanto infine concerne le criticità relative al servizio reso da Trenitalia nelle passate settimane, disservizi verificatesi in concomitanza con il maltempo, si comunica che è nostra intenzione far porre in discussione nell'ambito della prossima seduta del "Comitato Tecnico di Gestione del Contratto di Servizio", il tema dell'applicazione a carico di Trenitalia di misure sanzionatorie straordinarie dovute ai gravi danni creati sia all'utenza piemontese sia alla Regione Piemonte stante l'erogazione di un servizio di trasporto ferroviario non confacente con gli impegni contrattuali assunti.
Questa è la risposta allo specifico della domanda. Devo dire che ovviamente, non condivido le valutazioni circa l'operato della Giunta e dell'Assessore Bonino in particolare, ma non fa parte del quesito e avremo modo di discuterne speratamene.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 957 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Crediti dei Consorzi socio-assistenziali della Provincia di Cuneo nei confronti della Regione e delle Aziende Sanitarie Locali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 957, presentata dal Consigliere Taricco, che ha la parola per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
I dati che abbiamo inserito nell'interrogazione a risposta urgente penso non abbiano bisogno di grandissimi commenti. Per la sola provincia di Cuneo i Consorzi Socio Assistenziali, enti gestori, vantavano, alla data della presentazione della domanda, 36 milioni di euro di crediti in parte ancora risalenti, a quanto ci è dato sapere, al 2010 nei confronti della Regione Piemonte in quanto tale e delle ASL ai quali fornivano servizi.
Ci pare che la situazione sia drammatica, nel senso che qualunque azienda, per quanto possa essere economicamente sana, in queste condizioni non può che essere trascinata in un vortice dal quale rischia di non uscire. Pareva interessante capire, da una parte, qual è la situazione in questo momento, se i dati che noi abbiamo sono dati "corretti".
Aggiungo un'altra questione. Non so se sarà contenuta nella risposta che mi fornirà il Vicepresidente, ma chiederei che mi fossero forniti i dati relativi ai tempi medi di pagamento delle varie ASL di tutto il Piemonte (anche per iscritto, anche in forma privata). Vorrei capire se vi è un'unitarietà di risposta, oppure se vi sono significative sperequazioni tra territori e territori, tra ASL e ASL. Crediamo che questo dato sia non ininfluente ai fini di una valutazione di difficoltà complessiva che tutto il sistema sta attraversando.
Comunque è una situazione che non può durare in eterno in queste condizioni. Il rischio è di mandare in dissesto, a cascata, tutto un sistema. È chiaro che, nel momento in cui i Consorzi, gli enti gestori hanno pagamenti che arrivano 300-400 oltre giorni dopo la scadenza, questi a loro volta, ribaltano sui loro fornitori la stessa situazione.
Il rischio, ripeto, è di mandare in dissesto un sistema che è economicamente sano, ma che viene "sbiellato" per malagestione finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

I ritardi dei pagamenti della Regione verso i Consorzi socio assistenziali sono parzialmente legati alle difficoltà di cassa dell'amministrazione ma, soprattutto, all'iter dei ricorsi al TAR promossi a causa dell'impossibilità di trovare modalità di accordo condivise su tutto il territorio regionale per il riparto del Fondo regionale indistinto, di cui all'articolo 35 della legge regionale 1/2004: tali ricorsi, proposti dagli enti gestori che si sono ritenuto penalizzati dall'adozione dei provvedimenti regionali rispettivamente del 2010 e del 2011, hanno determinato la sospensione delle liquidazioni e dei pagamenti in attesa della risoluzione delle controversie.
A questo riguardo nel 2010, con delibera della Giunta regionale n. 14 714 del 29 settembre 2010, sono stati approvati nuovi criteri di ripartizione del fondo sopra indicato, il fondo assistenziale.
Nello stesso anno il Comune di Torino e altri Comuni e Consorzi della provincia di Torino hanno promosso ricorso al TAR Piemonte per l'annullamento della suddetta delibera, la n. 14 del 29 settembre 2010, e della determinazione n. 387 del 15 ottobre 2010 di assegnazione delle risorse, previa sospensione in via cautelare dei provvedimenti stessi (questo è il ricorso che avevano fatto).
A fronte di tali ricorsi e, in particolare, della suddetta istanza di sospensione cautelare, si è ritenuto necessario impegnare sul capitolo di competenza le risorse residuali pari ad euro 23.981.250,00 a favore degli enti gestori delle attività socio assistenziali.
Si è pertanto demandato ad un successivo atto dirigenziale la ripartizione, tra gli enti sopraindicati, di tali risorse a titolo di saldo per l'anno 2010. I soldi sono stati fermati per evitare che si andasse in economia, ma la ripartizione è stata momentaneamente sospesa, anche perch se cambiavano i criteri cambiava anche la ripartizione.
Con la determina n. 190 del 6 luglio 2011 si è provveduto ad erogare il saldo che, ad oggi, risulta non solo liquidato, ma anche pagato (parliamo del 2010).
Nel 2011, in base alle disposizioni della citata delibera della Giunta n. 14-714 del 29 settembre 2010 - non annullata dal TAR Piemonte che ha respinto i ricorsi proposti - è stato sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali e con le rappresentanze delle autonomie locali approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 7 del 3 agosto 2011 con la quale sono state definite le modalità di riequilibrio delle assegnazioni per l'anno 2011.
Nello stesso anno 11 enti gestori (prevalentemente della provincia di Cuneo) hanno proposto ricorso al TAR Piemonte per l'annullamento, in particolare, della deliberazione della Giunta regionale n. 7 del 3 agosto 2011 e della determinazione n. 254 del 27 settembre 2011 di assegnazione delle risorse.
Come lo scorso anno si è ritenuto necessario impegnare sui capitoli di competenza le risorse residuali pari ad euro 47.535.751,51 a favore degli enti gestori delle attività socio assistenziali e delle province (vedi determinazione n. 322 del 30 novembre 2011). Si è pertanto demandato ad un successivo atto dirigenziale la ripartizione, tra gli enti sopraindicati di tali risorse.
Nell'anno 2011 la differenza tra quanto impegnato e quanto liquidato a favore degli enti gestori dalla Direzione servizi sociali è pari infatti a 47 milioni e 544 mila, le cifre che ho detto prima.
Questa è l'informazione che viene dalla Direzione. Possiamo sottolineare due cose, che vi è un problema di carattere generale di pagamenti della Pubblica Amministrazione verso il sistema delle imprese del terzo storia, del no-profit, delle cooperative e quant'altro.
Speriamo che vengano approntati a livello generale e stiamo studiando e potrebbe essere più esplicito di me il collega Monferino - anche nel settore sanitario e assistenziale, sistemi che possano rendere liquidi i crediti.
La seconda questione è quella dei ricorsi. Purtroppo, essendo in un'epoca di risorse calanti, si può o seguire la via politica del confronto, delle rivendicazioni e sedersi attorno ad un tavolo e cercare di riequilibrare le cose, oppure la via di affidare la surroga di questi percorsi politici ad altre sedi. Però non si sa come vanno a finire questi procedimenti e comunque, qualora andassero anche a finire positivamente per i ricorrenti, si tratta poi di andare a vedere dove trovare le risorse, a fronte di pronunce giurisdizionali che impongono certe cose.
stato sollevato un problema importante, sul quale si sta lavorando e mi auguro che prevalga la strada politica e anche il confronto e l'apporto tra Giunta e Consiglio per trovare i percorsi per mettere a disposizione la cifra che in un modo difficoltoso riusciamo come Regione con il bilancio a stanziare nei vari anni.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 955 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Disservizi Trenitalia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 955 presentata dal Consigliere Ponso.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Oggi, egregio Vicepresidente, è la giornata di Trenitalia, giornata nera e purtroppo non una giornata sola per il disservizio che sta avvenendo sulla pelle degli studenti, dei lavoratori e dei nostri concittadini piemontesi.
per questo le pongo un'interrogazione urgente, che riguarda i disagi a cui Trenitalia sottopone i pendolari che utilizzano il gestore unico del trasporto ferroviario pubblico e che è precedente - lo sottolineo - alla situazione di emergenza causata dall'ondata di maltempo degli ultimi tempi.
Per questo motivo desidero ampliare brevemente il mio intervento perché pur essendo in presenza di eventi che hanno carattere di eccezionalità, lascia veramente perplessi constatare quali sono stati in una regione montana come la nostra, gli effetti del freddo sulla circolazione dei treni e quale livello di impreparazione sia stato evidenziato dal gestore unico del servizio di trasporto ferroviario pubblico.
Possiamo concedere l'attenuante che il problema ha riguardato tutto il nostro Paese e non solo la Regione Piemonte, ma se anche Trenitalia è stata travolta dall'eccezionalità degli eventi nella situazione specifica, si è contraddistinta ancora una volta per l'assoluta mancanza di comunicazione agli utenti, fatte salve quelle di routine che annunciavano via via la cancellazione dei treni.
Venivano fornite informazioni approssimative sulle tempistiche dei ritardi o sull'eventuale utilizzo di treni in sostituzione di quelli cancellati, tutte notizie affidate al passaparola tra pendolari che le avevano carpite in qualche modo.
Nell'interrogazione che avevo presentato prima dell'emergenza sottolineavo che dal 1° gennaio, Trenitalia ha modificato il prezzo dei biglietti con aumenti consistenti, che non sono stati bilanciati purtroppo da un miglioramento del servizio.
In questi giorni ho letto dell'irritazione espressa dall'Assessore Bonino e dal Presidente Cota nei confronti dei vertici di Trenitalia e dei vostri propositi di Giunta di fare applicare le penali previste dal contratto di servizio che lega la Regione a Trenitalia.
Per questo le chiederei quali iniziativi intende mettere concretamente in atto la Regione e con quali tempistiche per porre Trenitalia di fronte alle sue responsabilità.
Questo è quanto dovuto per rispetto nei confronti dei pendolari, che non possono continuare ad essere sottoposti a disagi, e nell'usare la parola disagio, ovviamente utilizzo un eufemismo.
A margine di ciò, le chiedo anche se non sarebbe utile pensare di ripristinare i bandi per l'assegnazione del servizio di trasporto pubblico ferroviario, che la precedente Amministrazione aveva deciso di presentare per poter consentire una maggiore concorrenza nel settore, visto che siete stati fautori in campagna elettorale anche di una proposta del genere e visti i limiti strutturali e organizzativi evidenziati anche in queste emergenze, e non solo, da Trenitalia.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Per prima cosa, collega Ponso, per economicità dei nostri lavori richiamo quello che ho già detto nella risposta al Consigliere Ronzani, poi le fornisco copia di queste considerazioni.
Quindi, nel prossimo comitato paritetico, la Regione porrà la questione delle penalità e degli oneri a carico di Trenitalia nel momento in cui il servizio non si svolge come i contratti prevedono.
Leggo la risposta integrativa per quanto riguarda la sua specifica domanda.
In relazione ai quesiti posti con l'interrogazione, la risposta è la seguente.
I rapporti tra Regione e Trenitalia inerenti il servizio di trasporto pubblico ferroviario regionale sono regolati dal contratto di servizio siglato dalle parti il 28/6/2011 all'interno del quale vengono anche definiti gli standard qualitativi.
Al verificarsi di disservizi, ritardi o soppressioni imputabili al gestore Trenitalia, all'interno dell'articolato contrattuale vige un sistema di penalità e di detrazione per servizi non resi.
Credo che i nostri rappresentanti in quella sede porranno anche la questione come veniva detto apertamente e ventilato precedentemente del non avere una organizzazione adeguata a far fronte alle calamità. Giustamente come veniva osservato, siamo una regione nella quale determinate precipitazioni atmosferiche nei mesi invernali sono normali o prevedibili.
Io viaggio molto sulle autostrade e vedo che hanno le piazzole con i mezzi e il sale e quant'altro e le autostrade sono percorribili.
Credo che la stessa cosa con dei mezzi su rotaia o quello che è necessario dovrebbe essere fatto da Trenitalia, visto che, tra l'altro, fa parte del gruppo nel quale c'è anche rete ferroviaria italiana.
A questo proposito, il suo accenno pungente alle liberalizzazioni credo che il primo passo debba consistere nella separazione netta tra chi detiene la rete e chi fa organizza il trasporto con i vagoni ferroviari.
Questa è una separazione formale, ma deve diventare sempre più sostanziale, perché a quel punto potrebbe esserci quella famosa concorrenza. Quindi, non solo necessario vagheggiare la liberalizzazione ma bisogna creare le condizioni perché queste liberalizzazioni possano veramente avvenire.
Per concludere, si rende altresì noto che da tempo la Regione Piemonte ha attivato un servizio ispettivo di monitoraggio e di controllo sul trasporto ferroviario regionale che viene effettuato sia attraverso ispezioni a campione sui treni sia con ispezioni mirate a seguito di segnalazioni di disservizi da parte di utenti singoli o da parte dei Comuni o delle associazioni dei pendolari.
Quindi, quello che umanamente si può fare, viene fatto. L'obiettivo è proprio quello: se c'è un quadro nazionale di liberalizzazione con separazione della rete dei binari da chi gestisce il trasporto.
Naturalmente la Regione Piemonte ha sempre riconfermato che il nuovo contratto di servizio era temporanea perché l'obiettivo è quello di arrivare alla gara, ma predisposta in un quadro e in un modo adeguato.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 977 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Spesa sanitaria 2011"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
977, presentata dal Consigliere Buquicchio.
Prego, Consigliere Buquicchio, ha tre minuti a disposizione per illustrare l'interrogazione, alla quale risponderà il Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, tre questioni. La prima: ritengo che questo brusio d'aula sia indecoroso, pertanto, o lei riesce a determinare le condizioni per poter parlare dignitosamente o io rinuncio ad illustrare l'interrogazione in segno di protesta.
Seconda questione: le vorrei chiedere cortesemente di farsi parte diligente nell'Ufficio di Presidenza, per proporre una modifica regolamentare relativa ai tre minuti da assegnare all'interrogante, che potrebbero essere a sua discrezione posposti in termini di replica all'interrogazione che, in ogni caso, l'Assessore conosce e cui è tenuto se ritiene, a rispondere.
La terza: vorrei sapere qual è il criterio con il quale vengono chiamati gli interroganti, perché, soprattutto in una situazione di brusìo del genere, non è piacevole stare in quest'aula.
Io sono presente dalle 14.30 e da quell'ora attendo di parlare. Sarebbe bene comunicare, magari all'inizio dei lavori, chi parla prima e chi dopo in modo che chi desidera andare a bere un bicchiere d'acqua o prendere un caffè lo possa fare, esimendosi da questo indegno rumoreggiare, che infastidisce non poco.
Assessore Cavallera, quasi due mesi fa avevo già presentato un'interrogazione, relativamente a quest'argomento.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Buquicchio. Colleghi, per cortesia! Sembra una classe alla fine dell'anno scolastico! Diventa oggettivamente difficile avere la minima agibilità, per chi ha intenzione di seguire la lezione.
Ha ragione il Consigliere Buquicchio: si fa proprio fatica! Prego, collega.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Avevamo presentato quest'interrogazione e l'Assessore Monferino aveva risposto tranquillizzando, non solo me, ma tutta l'Aula, sulla correttezza dei dati, sullo stato dell'arte.
Successivamente, però, in data 27 gennaio, non soddisfatto di come procedeva la situazione, ho presentato una richiesta precisa riguardante le spese per ogni singolo centro di costo, nell'ambito della sanità regionale.
Attendo ancora una risposta e sono sempre più preoccupato, perché il 28 febbraio il Sole 24 Ore ha scritto (ho qui l'articolo): "In attivo solo tre regioni. Il disavanzo della spesa pubblica potrebbe superare 2-3 miliardi".
In queste tre regioni, ovviamente, non è compreso il Piemonte, ma la Lombardia, la Toscana e la Basilicata.
possibile avere un pochino di chiarezza? Lo chiedo a lei, che in questo momento presiede la seduta e che è stato promotore della votazione di una legge (la cosiddetta "Open Data") che dovrebbe invocare la trasparenza su tutti i dati; dati che, invece si attendono sempre.
Ritengo che, al di là del merito e della valutazione sull'operato e sui conti, la mancanza di trasparenza sia inaccettabile. Inaccettabile! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Le darò poi informazioni in merito alle sue richieste.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Buquicchio, la risposta consiste soprattutto in una tabellina, che riassume, relativamente al 2011, sia i dati di spesa sia i dati di copertura della stessa, divisa per trimestre. Dopodiché, se manca qualche dato farò nuovamente da intermediario per acquisirlo.
L'Assessore alla sanità, nel trasmettere questi dati per la risposta comunica che i dati relativi alla spesa sanitaria per l'anno 2011 suddivisa per singoli trimestri e per singole voci di costo, sono contenuti in questa tabella.
I dati relativi ai trimestri sono cumulati in modo tale che arrivi al totale finale di 8.589.000 e rotti. Naturalmente, le voci sono da moltiplicare per mille, perché così vengono elaborati i dati di spesa.
Nel prospetto vengono anche indicate le fonti di copertura relative all'esercizio 2011, e qui si rileva che non ci sono disavanzi relativi allo stesso anno.
Se mi vorrà esplicitare la sua necessità di ricevere ulteriori dati, la trasmetterò al collega Monferino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Collega Buquicchio, rispetto alle sue richieste d'informazioni: la modifica degli articoli 69, comma 3, e 100 del Regolamento dipende dalla Giunta per il Regolamento, alla quale si può fare una proposta di modifica dei tempi dedicati alle interrogazioni a risposta immediata. Per quanto riguarda il brusio, è tutto il pomeriggio che intervengo più o meno con successo.
In merito all'ordine delle risposte, dipende dal combinato disposto (come si usava dire un po' di tempo fa) della presentazione cronologica e della presenza degli Assessori e dei colleghi Consiglieri.
Nel caso di oggi pomeriggio, questo è stato abbastanza rispettato. Lei era, in sostanza, il penultimo, poiché la sua interrogazione è stata presentata il 2 marzo, quindi in tempi recentissimi. Ho già comunicato agli Uffici di rispettare rigorosamente la cronologia di presentazione naturalmente anche in base alle disponibilità della Giunta. La ringrazio per la sua comprensione.


Argomento: Montagna

Interrogazione a risposta immediata n. 953 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Stato di calamità richiesto dall'Arpiet: risposte dell'Assessorato al turismo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione a risposta immediata n. 953, presentata dal Consigliere Bono, che mi pare disponibile ad una risposta scritta.
Gliela faremo pervenire quanto prima.



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'è già oggi?



PRESIDENTE

Lo verifichiamo con la Segreteria dell'Assessore Cirio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 978 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Requisiti dei richiedenti per beneficiare dei contributi integrativi dei canoni di locazione relativi all'anno 2010"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 978, presentata dalla Consigliera Artesio.
Quest'interrogazione è stata presentata il 6 marzo e questo conferma quanto spiegavo poco fa al collega Buquicchio: la sua interrogazione era la penultima, poiché presentata il 2 marzo.
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.
Prego collega, ha tre minuti a disposizione.



ARTESIO Eleonora

Intanto spero che il collega Cavallera si senta confortato del fatto che con quest'interrogazione riesce ad intervenire sulle materie di sua competenza, e non a fare il portavoce di tutte le deleghe della Giunta.
L'oggetto e l'urgenza di questa nostra interrogazione nasce dal fatto che è in corso, per applicazione della delibera regionale del dicembre 2011, il bando per la presentazione di domande ai fini di accedere ai contributi pubblici per il sostegno alla locazione, in applicazione della legge n. 431/98, cosiddetta "Fondo di sostegno alla locazione".
del tutto evidente che la situazione attuale è costretta tra due difficoltà: la prima riguarda...
Chiederei al collega Buquicchio, se riesce, di non disturbare l'Assessore, che stavolta dovrebbe ascoltare me.



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, è stato ripreso! Nella giornata di oggi, la cosa peggiore che può capitare è proprio quella di essere ripresi da una collega! Prego, Consigliera Artesio.



PRESIDENTE

BUQUICCHIO Andrea (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa.



ARTESIO Eleonora

Perché giustamente il collega Buquicchio è sensibile al momento dell'ascolto, quindi dovrebbe condividere anche la mia richiesta.
Come dicevo, tale questione sta patendo due situazioni: la prima riguarda la diminuzione complessiva delle risorse per l'anno 2011, con una relativa minore possibilità di sostegno alle persone e alle famiglie in difficoltà esattamente nei momenti in cui la crisi economica li costringe in una preoccupante difficoltà a far fronte agli oneri dell'affitto.
La seconda questione che poniamo, che invece sta nelle nostre prerogative, riguarda i criteri che sono stati adottati: io non riesco a comprendere se per disaffezionare la popolazione ad utilizzare questa opportunità oppure sulla base di quali valutazioni tecniche.
Cito alcune questioni che a me sembrano paradossali. La prima: si fa riferimento alla possibilità di presentare domanda a coloro che nel corso del 2010 si sono trovati all'interno di una procedura di licenziamento o di mobilità; ma coloro che vivono una condizione di disoccupazione di lunga durata, quindi non avvenuta come fase di inizio nel 2010, ma in anni precedenti, non possono presentare domanda di sostegno alla locazione quasi come se il persistere di una condizione di disoccupazione fosse colpa da non consentire l'impiego e le risorse del sistema pubblico.
Un altro elemento di forte contrarietà, con la retorica che poi ascoltiamo in altre sedi, è il fatto che si fa riferimento alla possibilità di documentare i propri redditi da lavoro dipendente e la incapienza dei propri redditi rispetto alla possibilità di far fronte agli affitti, ma non si considerano i lavori atipici. Cioè la tanto richiamata "flessibilità/creatività", che io invece declino come "flessibilità/precarietà", è resa ancor più precaria dal fatto che le partite IVA - i giovani, ad esempio - non sono nelle condizioni di poter accedere a questa opportunità, salvo, poi, fare retorica sulla famiglia l'autonomia, i "bamboccioni", lo stare lontani dalla mamma e dai genitori.
Un terzo elemento abbastanza paradossale è quello per il quale correttamente si fa riferimento alla necessità di un maggiore aiuto da parte dei nuclei familiari che hanno al loro interno persone in condizioni di non autosufficienza, come i disabili, ma se questi non sono titolari del contratto di locazione la domanda non può essere presentata.
Pare, quindi, che questo bando per la locazione sia stato decisamente una corsa ad ostacoli. A noi sembra che non si stia dando un aiuto reale e che sia urgente una rivisitazione dei criteri.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia residenziale

Con riferimento all'oggetto e si sentita la Direzione competente, si riferisce quanto segue.
Per l'edizione relativa all'esercizio finanziario 2010 del Fondo sostegno alla locazione, ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 431/98 erano disponibili per l'erogazione dei contributi risorse complessive pari ad euro 23.705.000, costituite da risorse statali pari ad euro 11.278.000 e risorse regionali e cofinanziamento pari a 8.600.000. Le restanti risorse utilizzate erano derivanti da restituzioni effettuate dai Comuni. Nel 2010 avevamo quasi 24 milioni.
Per l'esercizio finanziario 2011 del Fondo sostegno alla locazione, lo Stato ha accreditato alla Regione Piemonte la cifra di 819.952 euro. La Regione, per lo stesso esercizio, ha cofinanziato con proprie risorse pari ad euro 7.740.000. Si consideri, inoltre, che negli ultimi giorni del mese di dicembre 2011, a seguito di richieste formali - affiora la questione delle restituzioni dei contributi degli anni precedenti non utilizzati - il Comune di Torino, ad esempio, ha provveduto alla restituzione e all'accredito di 5 milioni di euro derivanti da economie di risorse degli esercizi precedenti.
Pertanto, ad oggi, le risorse complessivamente disponibili (circa 7.700.000 della Regione, 819.000 dello Stato e le restituzioni dei Comuni) ammontano a circa 13 milioni (mi riferisco alla ripartizione di cui stiamo discutendo).
Data l'esiguità delle risorse complessivamente disponibili per l'esercizio 2011 - da 24 milioni circa a 13 milioni, quindi poco più della metà di quelle dell'anno precedente - si è ritenuto necessario introdurre nuovi criteri di accesso al fondo, anche sulla base della considerazione che nell'esercizio 2010, con le risorse disponibili (circa 24 milioni), a fronte delle necessità espresse dai circa 800 Comuni aderenti, si era potuto soddisfare il 30% del fabbisogno.
Stimolati dalle sollecitazioni pervenute dai Comuni e da una parte dei cittadini, è stato deciso di dare avvio in tempi ristretti ad una nuova edizione del Fondo sostegno alla locazione. Dopo attento studio delle possibili opzioni in campo, si è optato per una nuova edizione, ristretta a determinate categorie considerate in situazioni di particolare debolezza sociale.
Detta proposta è stata condivisa dalla Giunta regionale che ne ha formalizzato i termini con delibera n. 19 del 30 dicembre 2011.
In sintesi, il contributo non dovrebbe rappresentare un sostegno solo simbolico, ma per raggiungere la finalità posta dalle norme dovrebbe costituire un concreto aiuto di una certa consistenza economica, poich esso è diretto a ristorare il conduttore che ha affrontato sacrifici per il pagamento del canone relativo all'anno 2010.
Considerato quindi che nella passata edizione i beneficiari sono stati 31.282, è apparso necessario, proprio al fine di raggiungere l'obiettivo sopraindicato, individuare quali possibili fruitori del beneficio quei cittadini in condizioni di particolare debolezza sociale e in possesso di redditi minimi che, pertanto, si ritiene debbano essere particolarmente tutelati.
Ciò brevemente premesso in ordine al punto 1) dell'interrogazione ("intervenire al fine di garantire l'accesso al contributo per il canone di affitto anche ai disoccupati di lunga durata e a chi ha svolto lavori atipici e lavoro autonomo"), al momento non risulta concretamente praticabile, dal punto di vista tecnico-amministrativo ed economico gestionale, intervenire proprio per ampliare la platea dei destinatari del Fondo.
Il 22 febbraio scorso, tutti i Comuni che hanno inteso aderire all'iniziativa emettendo i relativi bandi hanno chiuso la presentazione delle domande. Gli enti sono ora nella fase istruttoria di verifica dei requisiti dei soggetti richiedenti i contributi.
Si fa peraltro osservare che i lavoratori autonomi non sono a priori esclusi della possibilità di accedere, in quanto la categoria del "soggetto appartenente al nucleo familiare, con almeno tre figli a carico monoreddito" non distingue la tipologia di reddito. Inoltre, nella categoria "titolari di pensione" potrebbero rientrare i soggetti che hanno svolto nel passato lavoro autonomo, non essendo introdotta per tale categoria alcuna distinzione.
Per quanto concerne i lavori atipici, si rileva che nella categoria "lavoratori dipendenti ed assimilati" possono essere ricompresi quei soggetti in possesso di contratti ad esempio di collaborazione coordinata e continuativa, a progetto ecc. che, in possesso di un CUD, sono assimilati dal punto di vista fiscale ai lavoratori dipendenti.
In ordine al punto 2) dell'interrogazione ("intervenire al fine di evitare l'esclusione dovuta allo stato di disoccupazione dei soggetti intestatari di contratto di locazione, seppur con reddito del nucleo familiare nei limiti previsti dal bando"), si fa osservare che il meccanismo del bando del nuovo esercizio 2011 prevede che non sia sufficiente, per il richiedente, essere intestatario del contratto di locazione e rientrare nei limiti reddituali previsti, ma debba appartenere ad una delle categorie di cittadini individuate (titolari di pensione lavoratori dipendenti e assimilati; soggetti appartenenti a nucleo familiare, con almeno tre figli a carico, monoreddito; soggetti con invalidità pari o superiore al 67%; lavoratori che siano stati sottoposti a procedure di mobilità o licenziamento nell'anno 2010).
chiaro che per, quanto mi riguarda, questo è un anno di sperimentazione. Certamente non è stata raggiunta la perfezione e ci sono diversi aspetti discutibili. Se quando avremo i risultati raccolti nei vari Comuni (penso tra un paio di mesi), ne vorremo parlarne in Commissione in previsione di futuri adempimenti, credo di poter dare già fin da ora la mia disponibilità, nel momento in cui in Commissione la cosa mi dovesse essere richiesta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.41 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.42)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota, Giordano e Leo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 178, inerente a "Integrazione Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - Elezione di un Vicepresidente (articolo 22 dello Statuto e articolo 5 del Regolamento)" (questione pregiudiziale)


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana dell'8 marzo, è stato chiesto dal Consigliere Pedrale il rinvio della discussione alla prossima seduta del punto relativo a "Integrazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - Elezione di un Vicepresidente", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Sono seguiti gli interventi dei colleghi Reschigna, Carossa e Buquicchio.
La proposta di rinvio è stata messa in votazione dal Presidente; la votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale.
Dobbiamo quindi ripetere la votazione.
Indìco la votazione palese sulla questione sospensiva proposta dal Consigliere Pedrale.
Il Consiglio approva.
Il punto è rinviato ad altra seduta.


Argomento: Fondi sanitari

Richiesta, da parte del Consigliere Reschigna, di chiarimenti in merito alla risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 977 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Spesa sanitaria 2011"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Il collega Buquicchio mi ha gentilmente fornito la documentazione che gli è stata consegnata dal Vicepresidente della Giunta regionale Cavallera in relazione al question time poc'anzi. Questa documentazione mi consente di dover richiamare l'attenzione della Giunta e del Presidente del Consiglio regionale attorno a un fatto: da anni e anni, è tradizione che i conti relativi alla sanità innanzitutto non siano segreti e che vengano consegnati e suddivisi per ASL, non per conti riassuntivi di tutta la realtà.
Seconda questione. Vorrei richiamare l'attenzione della Giunta e del Presidente del Consiglio regionale sul fatto che l'altro giorno, in sede di IV Commissione, sono stati fatti vedere i conti relativi alla sanità e tutti abbiamo percepito la richiesta della Presidente della Commissione che quei dati fossero assunti agli atti del Consiglio regionale e della Commissione. Tutti abbiamo percepito la risposta dell'Assessore Monferino: "Non li do, perché altrimenti finiscono sui giornali".
Io voglio che sia ben chiaro: a) che quando un collega chiede i dati questi siano consegnati come sono sempre stati forniti; b) che quando si fanno vedere delle slide in Commissione, non c'è nulla di segreto e un Assessore non può rifiutarsi di trasmettere della documentazione richiesta dal Presidente della Commissione.
Questa rappresentazione dei conti della sanità del 2011 io non ho mai avuto modo di vederla in 7 anni. È la prima volta, da quando sono Consigliere regionale, che si usa, anche sul piano della trasmissione di documenti ufficiali, una modalità tale per cui i Consiglieri regionali devono essere messi nelle condizioni di non capire nulla.
RONZANI Wilmer (fuori microfono) Spiegate a Monferino che non siamo alla FIAT: siamo in Consiglio regionale!



PRESIDENTE

Chiedo al Vicepresidente della Giunta e all'Assessore ai rapporti con il Consiglio di prenderne atto. Credo che nella I Commissione sanità ci sarà l'opportunità di chiarire anche questo punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Mi permetto di dissentire, perché non mi risulta che l'Assessore Monferino abbia detto: "Non li do, perché vanno a finire sui giornali". Ha detto: "Non vorrei che vadano a finire sui giornali", ma non ha detto: "Non li do, perché vanno a finire sui giornali".
Scusate, le parole hanno sostanza. Io ho percepito quello, lei ha percepito altro; volevo solamente dirlo in questa sede.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire in quest'interessante dibattito sull'uso dell'indicativo o del congiuntivo nelle espressioni dell'Assessore Monferino. Volevo solo chiedere alla sua cortesia di rendere disponibile il materiale che l'Assessore Cavallera ha usato per la risposta al question time a tutti i Consiglieri



PRESIDENTE

Mi sembra corretto. Il Vicepresidente Cavallera ha preso buona nota.
Quindi, se fosse possibile acquisirlo da parte degli Uffici, lo trasmettiamo immediatamente alla Presidente della Commissione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizione in materia di servizio idrico integrato di gestione integrata dei rifiuti urbani", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Faccio il punto sull'ultima giornata durante la quale ci siamo occupati di questo disegno di legge.
Il 27 dicembre 2011 è stato votato l'articolo 2.
Al titolo del Capo terzo è stato illustrato e votato l'emendamento rubricato n. 1).
All'articolo 3 sono stati ritirati gli emendamenti rubricati 59), 60), 61) 62), 63), 64) e 65) progressivi fino all'87) compresi.
Sono stati illustrati e votati gli emendamenti rubricati 25), 26), 27), 32) e 57). In sede di discussione generale, all'articolo 3 è intervenuto il Consigliere Stara. L'articolo 3 è stato posto in votazione per quattro volte.
Le votazioni sono state dichiarate non valide, per mancanza del numero legale, pertanto da lì dobbiamo ripartire.
Pongo in votazione...
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Probabilmente, mi sono distratto io e chiedo scusa in anticipo, ma il punto 4) all'o.d.g., relativo a "Nomine", non viene svolto?



PRESIDENTE

Lo abbiamo detto questa mattina che si andava ad altra seduta.



RESCHIGNA Aldo

Allora, confesso di non aver compreso e la ringrazio.



PRESIDENTE

Va bene.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Sì, lo so, ma il problema è atavico ormai. Sono perfettamente d'accordo, però stamattina l'ho perché alla Conferenza dei Capigruppo vi ho mandato quell'elenco di nomine che dovete aver ricevuto nel frattempo, ed eravamo abbastanza intesi che nella Conferenza dei Capigruppo andavamo ad individuare quali nomine e in quale seduta cominciare a farle.
Grazie, Consigliere Reschigna.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Passiamo all'articolo 3, che deve essere posto in votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "E. Montale" di Torino


PRESIDENTE

Prima di sospendere la seduta desidero, a nome dell'Assemblea e di tutti colleghi, salutare le ragazze e i ragazzi della Scuola Elementare "Eugenio Montale" di Torino.
Visto che si è un po' dibattuto sull'uso dell'indicativo o del condizionale, dico "avrebbero dovuto" seguire i nostri lavori.
Ragazzi, ci scusiamo. Purtroppo è mancato il numero legale e quindi i nostri lavori riprenderanno fra circa 30 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.51 riprende alle ore 16.25)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Difesa idrogeologica

Proseguimento esame disegno di legge n. 129, inerente a "Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo ripetere la votazione dell'articolo 3 del disegno di legge n. 129.
Indico la votazione palese sull'articolo 3.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Passiamo pertanto ad altro argomento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 644 presentato dal Consigliere Buquicchio inerente a "Allocazione, seguendo i principi di efficacia, efficienza ed economicità, del servizio di emergenza - 118 di Torino e Provincia presso la costituenda Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 644, avente ad oggetto "Allocazione, seguendo i principi di efficacia, efficienza ed economicità del servizio di emergenza - 118 di Torino e Provincia presso la costituenda Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino" presentato dal Consigliere Buquicchio, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
La ringrazio per avermi dato finalmente la parola su questo argomento che giace da due mesi. Prendo atto del fatto che manca l'Assessore competente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Buquicchio. Mi dica se vuole trattarlo in un'altra seduta.



BUQUICCHIO Andrea

A questo punto, direi che è meglio "toglierci il dente" e finalmente potere esprimere il nostro pensiero relativamente a questa questione.
Riguardo alla vicenda della riorganizzazione della rete dell'emergenza urgenza del Piemonte, in particolare del trasferimento della centrale dell'emergenza territoriale per la Provincia di Torino e dell'Azienda CTO Molinette, l'Azienda ospedaliera universitaria San Luigi di Orbassano avevo già presentato un ordine del giorno in data 1° dicembre 2011, in cui si chiedeva la revoca del provvedimento previsto nella deliberazione di Giunta regionale 16-2648 del 22 luglio 2011.
Fortunatamente, secondo il mio punto di vista, con provvedimenti successivi, e mi riferisco alla DGR n. 38-3226 del 30 dicembre 2011, la Giunta regionale ha inserito alcune modificazioni alla suddetta DGR n. 16 2348, stabilendo la sospensione dell'efficacia per ciò che concerne il trasferimento della centrale di emergenza sanitaria territoriale 118 all'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi di Orbassano.
Recentemente la Giunta regionale sta presentando (abbiamo finito la discussione in Commissione) il nuovo Piano Socio Sanitario regionale individuando un'Azienda regionale dell'emergenza e urgenza territoriale dotata di autonomia patrimoniale, organizzativa, gestionale e contabile all'interno della quale far confluire l'insieme delle attività sinora svolte al Dipartimento emergenza territoriale 118.
Questa decisione, ci chiediamo, come è stata presa? È stata presa in linea con quanto previsto dal Piano di rientro approvato dai Ministeri della Salute e dell'Economia? Non mi sembra proprio.
Queste domande, a dire il vero, non è solo il sottoscritto a porsele ma diciamo che è emerso chiaramente un parere relativo al Ministero dell'Economia e delle Finanze oltre che della Salute già diverse settimane fa; parere negativo su questo argomento.
Non vi leggo tutte le pagine del parere, ma mi soffermo solo su alcune righe che riporto letteralmente: "Nel merito il provvedimento non appare coerente con le osservazioni sollevate dai Ministeri affiancanti alla DGR n. 44-1980 del 29 aprile 2011, con il parere del 26 luglio 2011 prot. 94-P nonché con quanto previsto dal Piano di rientro della Regione Piemonte" Piano di rientro della Regione Piemonte: non mi stancherò mai di ripeterlo "in materia di rete di emergenza territoriale (DGR 44/1615/2011, Addendum al Piano di rientro e al Programma attuativo, paragrafo 1.2.1 'La ridefinizione della rete di emergenza territoriale')".
Insomma, cari colleghi: già solo in base a quanto da me descritto con queste parole, credo che ce ne sia abbastanza per fermarsi e riflettere su quanto sta accadendo in merito al trasferimento delle emergenze sanitarie territoriali nel servizio di 118, relativamente alla Provincia di Torino.
Ribadisco che bene ha fatto la Giunta a sospenderne il trasferimento perché diciamo che adesso abbiamo un po' più di tempo - spero sufficiente per poter fare una riflessione un po' più accurata e per effettuare delle scelte che siano coerenti con il Piano di rientro, senza stravolgere in modo inefficace e inefficiente la rete dell'emergenza.
Personalmente, cari colleghi, ritengo che non sia necessaria una nuova Azienda; penso che siamo in parecchi a pensarla così. Non devo certo ribadire in questa sede come ad ogni Azienda equivalgano nuove spese sostenute con i soliti soldi dei soliti contribuenti. Tanto meno è pensabile separare la Centrale operativa e la sua governance clinica dalla futura Città della Salute. Riguardo a quest'ultima, il Ministero ha recentemente sbloccato ben 377 milioni di euro per la sua realizzazione e potrebbe essere un modo efficiente di allocare le risorse il prevedere lì il cuore del sistema dell'emergenza-urgenza per la provincia di Torino.
Facciamo attenzione a non creare nuove strutture o agenzie con poteri particolari. La Giunta aveva già predisposto un Piano di riorganizzazione approvato dai Ministeri della Salute e dell'Economia. Che bisogno c'era - o c'è - di stravolgere tutto, rischiando di avvilire le tante competenze tecniche e professionali maturate all'interno del sistema? Possiamo dirlo: si tratta di competenze che - a mio modesto avviso - hanno reso la rete dell'emergenza piemontese, in questi ultimi quindici anni, un fiore all'occhiello a livello nazionale ed europeo. Né bastano le considerazioni relative alla necessità di resettare tutto perché tra le parti c'è disaccordo.
Concludo ribadendo - e lo faccio ancora una volta - che io per primo voglio una riorganizzazione efficiente dei servizi; ma questo dev'essere fatto seguendo delle logiche corrispondenti a due elementi, essenzialmente: come fatto burocratico e tecnico al Piano di rientro e, come fatto di coerenza politica, a quanto si preannunciava e si pubblicizzava in momenti che erano forse lontani da quelli della reale e concreta operatività, ma che rispondevano forse solo alla propaganda.
Con questo ordine del giorno, quindi, chiedo che venga individuata con chiarezza, all'interno del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015, la collocazione del Servizio di emergenza 118 di Torino e provincia nella costituenda Azienda ospedaliera universitaria "S. Giovanni Battista di Torino", in quanto questo è coerente con quanto indicato nel Programma attuativo al Piano di rientro siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia, nonché funzionale alla presenza della futura Città della Salute.
Se questa maggioranza, o parte della stessa, o la Giunta o altri sono contrari, è bene che lo dicano chiaramente perché i cittadini devono sapere; e ci prodigheremo tutti quanti perché sappiano. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Il collega Buquicchio, insistendo correttamente perché il Consiglio arrivasse a considerare l'ordine del giorno che da tempo ha presentato, ci propone con quest'occasione un'anticipazione della discussione generale che avremo, relativamente al disegno di legge di modifica della legge regionale 18 e della deliberazione di Consiglio regionale del nuovo Piano socio sanitario.
A me sembra che le questioni che il collega ha illustrato siano delle questioni molte serie dal punto di vista dell'organizzazione istituzionale del servizio e, come capita e accade quando la sensibilità politica - in questo caso del collega - incrocia la sensibilità professionale e la preoccupazione sociale delle persone in ordine al servizio di emergenza urgenza, si tratta di temi, di motivazioni e di ragionamenti che vengono discussi anche al di fuori di quest'Aula, con toni di preoccupazione analoghi a quelli usati dal collega Buquicchio. A me sembra quindi sia un'interessante occasione quella di poter - sia pure in assenza dell'Assessore alla sanità - svolgere un ragionamento rispetto alla questione dell'organizzazione dell'emergenza-urgenza.
La questione dell'emergenza-urgenza non è questione che possiamo esaminare a partire dall'aspetto specifico della collocazione di una Centrale operativa e delle strumentazioni ad essa necessarie, ma che- come dice il termine stesso - dobbiamo assumere all'interno di un continuum.
un continuum che nasce nel territorio, dall'espressione della condizione di acuzie di un paziente, piuttosto che dalla manifestazione di un'ansia e di una preoccupazione rispetto ad una condizione di disagio di carattere sanitario, che nel territorio vede organizzata la risposta dell'emergenza territoriale, attraverso l'insieme della rete dei trasporti di emergenza-urgenza, attraverso l'individuazione che passa con l'uso di determinati codici delle priorità di urgenza segnalate dalla condizione sanitaria e che, per tramite di questo tipo di organizzazione, approda nel sistema ospedaliero; sistema ospedaliero che - per quello che riguarda l'emergenza-urgenza - agisce nella logica della doppia cerniera: una cerniera in ordine all'accoglienza della domanda che arriva dal territorio e una seconda cerniera, dopo la stabilizzazione del paziente, in ordine alla funzionalità dei reparti ospedalieri che devono procedere nell'accoglienza dei pazienti da ospedalizzare.
Questo sistema, quindi, che si compone di emergenza-urgenza territoriale e di emergenza-urgenza ospedaliera, ha già in sé le caratteristiche dell'integrazione tra ospedale e territorio, ma ancora di più le ha nel momento in cui si deve relazionare con l'assistenza territoriale non di emergenza e quindi con la capacità, tanto richiamata nei dibattiti generali della medicina generale, di riuscire ad essere sensore per intercettare adeguatamente la domanda di salute meno complessa che quindi non dovrebbe giungere in ospedale...



PRESIDENTE

Scusi, collega Artesio.
Bisogna creare delle condizioni per consentire a chi vuole ascoltare di poterlo fare. Inoltre, anche chi collabora con noi ha veramente difficoltà per le trascrizioni: se fosse possibile un po' di silenzio, credo che daremmo rispetto alla collega ma anche la possibilità a tutti di ascoltare.
Prego, Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Ma poi nuovamente come relazione con l'assistenza territoriale all'atto della dimissibilità dei pazienti che, sia che non vengano ospedalizzati ma necessitino di una presa in carico del territorio sia che vengano ospedalizzati, devono poter essere dimessi in situazioni di maggiore o minore protezione, al termine della gestione della fase acuta del loro disagio e della loro malattia.
Questa descrizione, che non parte dall'organizzazione, ma parte dal percorso delle persone, racconta di una situazione di continuità da garantire e di relazioni da oliare, ovvero l'esatto opposto di situazioni per le quali, come sembra voler far il nuovo Piano Socio Sanitario, si organizzano, invece, le parti del sistema in maniera distinta e separata ciascuna dalle altre.
Questo è quello che accadrebbe, laddove il Consiglio regionale andasse nella direzione di accogliere la proposta dell'Assessore sulla costruzione dell'Azienda autonoma del 118, cioè della sola organizzazione dell'emergenza territoriale.
Dicevo che, fortunatamente, questa è una delle occasioni in cui la politica non è diversa né distante dalle preoccupazioni e dai dibattiti che si svolgono nel territorio. Vorrei ricordare, a titolo di memoria, quello che a livello nazionale si sta compiendo nelle relazioni tra la medicina generale e la medicina d'urgenza.
Avrete sicuramente letto, da persone attente ed esperte quali siete delle dichiarazioni del rappresentante del sindacato maggiormente rappresentativo della medicina generale, che dava un impegno in ordine alla collaborazione dei colleghi per l'estensione dell'apertura degli ambulatori nei giorni e nelle ore ma, contemporaneamente, richiedeva all'organizzazione ospedaliera di concorrere, con la propria parte, nella capacità di gestire poi le dimissioni dei pazienti una volta ospedalizzati e di farlo consentendo l'assistenza territoriale la migliore presa in carico possibile.
Avrete assistito in Piemonte all'iniziativa assunta esattamente dall'Ordine dei Medici, che rappresenta tutte le professionalità nei differenti sistemi insieme al Collegio degli Infermieri per segnalare la necessità di costruire il percorso, non i segmenti organizzativi, ma il percorso per i pazienti.
Se questo dibattito, che oggi è stato anticipato grazie alla presentazione dell'ordine del giorno, non è dissonante rispetto alla cultura che si muove sul piano professionale intorno a questi temi e rispetto al bisogno sociale che si esprime in questi temi, credo che noi faremo molto male a liquidare il dibattito offerto dal Consigliere Buquicchio, come un elemento ordinario della soddisfazione da darsi a questo o a quel Gruppo consiliare per le specifiche manifestazioni di interesse che i gruppi consiliari possono avere su uno o sull'altro tema.
Dovremmo non perdere l'occasione.
Un'occasione per fare arrivare all'Assessore la consapevolezza del fatto che quando si parla di persone e di relazioni, cioè di processi, non se ne può parlare soltanto come fossero processi di produzione. Non perch si demonizzi la qualità della produzione, ma semplicemente perché i sistemi complessi come quelli sanitari i meccanismi di controllo della produzione adottati altrove, non sempre sono la migliore soluzione.
Quando abbiamo proposto all'Assessore queste preoccupazioni invitandolo a prendere in considerazione la continuità e l'integrazione dell'emergenza territoriale e di quella ospedaliera, ci siamo sentiti rispondere che sono mondi difficilmente governabili per egoismi e conflitti, qualche volta professionali qualche volta personali. Quindi, per riuscire a governarli meglio, l'unica soluzione nota in campo industriale è quella di trovare un solo uomo al comando (recito testualmente perché credo che se fosse qui l'Assessore Monferino, anche oggi 8 marzo, non riuscirebbe dire altro che "un sol uomo al comando", essendo il comando, nella sua testa, per definizione maschile).
Ciò detto se sembra ragionevole, ad un Consiglio regionale, rischiare i principi di continuità assistenziale, segmentare un servizio che nasce sulla continuità e sull'integrazione, spendere risorse aggiuntive per soddisfare questo progetto, esclusivamente per l'ambizione di avere un governo unitario che risponde esclusivamente all'Assessore? Credo che il Consiglio regionale abdichi al proprio ruolo e perda una buona occasione di manifestare, con un voto favorevole su questo ordine del giorno, tutta la nostra preoccupazione da una parte, ma disponibilità dall'altra, ad intervenire nella qualità di questi servizi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Non posso che concordare con quanto detto dal Capogruppo Buquicchio che, nel presentare questo ordine del giorno, ha ricordato come la stessa nostra Costituzione preveda che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Così come trovo corretta la segnalazione relativa alla legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale che sottolinea che detto servizio è costituto dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione. Inoltre l'attuazione del Servizio Sanitario Nazionale compete allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali territoriali garantendo la partecipazione dei cittadini.
Dalla redazione della nostra Carta Costituzionale e dalla promulgazione della legge n. 833 del 1978 sono passati molti anni e la situazione generale di crisi in cui il nostro Paese sta vivendo, ha portato a dover rivedere il modo con cui sono erogati molti dei servizi che Stato e Regioni hanno fornito e stanno fornendo ai concittadini.
Molto spesso nella loro ridefinizione è mancata la programmazione e la concertazione con il territorio.
Nello specifico oggetto dell'ordine del giorno presentato, ritengo che l'osservazione relativa all'Azienda ospedaliera, cui farà capo il polo sud in cui è prevista l'aggregazione delle Molinette, del CTO, dell'Ospedale Infantile Regina Margherita-Sant'Anna a formare l'unico riferimento, con funzioni anche per il bacino naturale dell'ex Torino 1 a cui saranno collegati Moncalieri, Chieri e il pronto soccorso di Carmagnola, sia pertinente, così come credo sia giusto ricordare che, in termini qualitativi e quantitativi, questo polo sud, con circa 350 mila passaggi e oltre 40 mila ricoveri di pronto soccorso (dati del 2010), è il polo che si fa carico della gestione del sistema 118 con personale medico infermieristico e tecnico, delle convenzioni provinciali per i mezzi di terra, oltre che della gestione dell'elisoccorso regionale.
La Regione ha definito i criteri per la riorganizzazione dell'emergenza sanitaria territoriale 118, prevedendo l'accorpamento delle attuali otto centrali operative in quattro, e la rimodulazione dei mezzi sul territorio.
Per quanto riguarda l'emergenza sanitaria, territoriale, il 118 per la Provincia di Torino, che attualmente è assegnata al CTO- Maria Adelaide, in un primo momento veniva trasferita al San Luigi di Orbassano.
Successivamente tale decisione veniva sospesa.
Ritengo corrette le osservazioni che l'amministrazione comunale di Torino ha sollevato sul Piano Sanitario Regionale, indicando che la centrale operativa provinciale, in relazione al 118, debba mantenere la sua collocazione nell'ambito della Città di Torino per la presenza di poli ospedalieri di riferimento sovracittadino, come la Città della Salute.
Il collega Buquicchio, in questo ordine del giorno, ha fatto un'analisi approfondita attraverso la presentazione di delibere regionali e pareri del Ministero della Salute e di quello delle Finanze e dell'Economia.
Personalmente, mi limito a dire che la richiesta che venga individuato con chiarezza, all'interno del Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015, la collocazione del servizio di emergenza 118 di Torino e Provincia nella costituenda Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino, in quanto coerente con quanto indicato nel programma attuativo del Piano di rientro, nonché funzionale alla presenza della futura Città della Salute, sia logica razionale e, come tale, vada nella direzione di una corretta razionalizzazione dei servizi.
Per questo motivo, esprimo il mio parere favorevole all'ordine del giorno in discussione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore all'ARESS

Grazie, Presidente.
Solo per dare il parere della Giunta, che evidentemente in questa sede è un parere negativo, in quanto questo ordine del giorno ad oggi è incoerente con il piano sanitario, che è stato licenziato dalla Commissione e che verrà discusso in Consiglio regionale a partire da martedì prossimo.
Quindi, giacché questo ordine del giorno si è trascinato per molte sedute di Consiglio regionale ed è nato anche con premesse diverse, credo che la naturale sede della discussione possa essere quella all'interno del piano socio sanitario, che sarà in discussione a partire da martedì.
Pertanto, in questa sede e in questo contesto il parere della Giunta è evidentemente negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Volevo solo replicare brevissimamente al rappresentante della Giunta dicendo che comprendo la sua risposta.
Auspicavo che potesse essere già un'occasione di confronto propedeutica allo sviluppo nell'ambito dell'Aula di quello che sarà il discorso di merito del piano. Vista l'assenza dell'Assessore competente e visto lo scarso interesse da parte dei colleghi di maggioranza, procediamo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Buquicchio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 644, il cui testo recita: "Premesso che L'Articolo 32 della Costituzione italiana prevede come "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti" La legge 833/78 prevede l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
Quest'ultima nei suoi principi indica come "Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione - ed inoltre L'attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini" premesso ancora che In previsione della riforma strutturale del sistema sanitario piemontese la DGR 18-1831 del 7 aprile 2011 prevede la definizione degli snodi della rete dell'emergenza ospedaliera. In particolare l'Azienda Ospedaliera cui farà capo il Polo Sud prevede 1'aggregazione dei presidi Molinette, CTO e OIRM S. Anna a costituire l'unico riferimento con funzioni anche per il bacino naturale (ex TO 1) a cui saranno collegati Moncalieri, Chieri ed il PS di Carmagnola sia in termini quantitativi che qualitativi il polo Sud , con circa 350.000 passaggi e oltre 40,000 ricoveri di Pronto Soccorso nel 2010 è necessariamente il polo che si fa carico della gestione, come già accade del complesso sistema 118 con personale medico, infermieristico e tecnico tutte le convenzioni provinciali per i mezzi a terra e la gestione del soccorso regionale tenuto conto che con la DGR 44 - 1980 del 29/04/11 la Regione ha definito i criteri per la riorganizzazione dell'Emergenza Sanitaria Territoriale 118 con l'accorpamento delle attuali 8 Centrali Operative in 4 ed una rimodulazione dei mezzi sul territorio quanto previsto nella DGR 44/1980 del 29/04/11 trova attuazione nella Deliberazione della Giunta Regionale 22 luglio 2011, n. 16-2348 in particolare il trasferimento della S.C. Emergenza Sanitaria Territoriale 118 per la Provincia di Torino, attualmente assegnata alla AO CTO/Maria Adelaide, all'Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano con la DGR 38-3226 del 30 dicembre 2011 la Giunta Regionale ha inserito alcune modificazioni alla suddetta DGR 16-2348 stabilendo che viene sospesa l'efficacia per ciò che concerne il trasferimento della S.C. Emergenza Sanitaria Territoriale 118 per la Provincia di Torino dall'Azienda AO CTO/Molinette alla AOU San Luigi di Orbassano la Città di Torino, con documento approvato in sede di Conferenza Unificata Sanitaria e Socio-sanitaria dei Presidenti di Circoscrizione ed il contributo della IV Commissione Consiliare Perm. (Sanità e Assistenza), ha presentato le proprie osservazioni sulla Proposta di PSSR nelle quali, in merito alla rete dell'Emergenza Urgenza, ha indicato come: "in relazione alla rete del 118, si ritiene che la Centrale Operativa provinciale debba mantenere la propria collocazione nell'ambito della città di Torino innanzitutto in quanto funzionale alla presenza di poli ospedalieri di riferimento sovracittadino, in primis la Città della Salute" ritenuto che il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze con una nota congiunta, in data 07 dicembre 2011, in merito al trasferimento della struttura complessa di emergenza di Torino e Provincia dall'AO CTO/Maria Adelaide alla AOU San Luigi di Orbassano nonché della realizzazione di una nuova sede della centrale operativa di TO presso l'AOU di Orbassano hanno dichiarato: 'Per quanto riguarda la prevista "istituzione" del predetto Dipartimento Interaziendale il8 (prima linea del deliberato) e l'art. 4 (Piano di attività annuale e risorse) del relativo schema quadro di convenzione, in ordine al quale il Piano di rientro prevede interventi non in merito alla sua istituzione (peraltro tale dipartimento risulterebbe già esistente per effetto della DGR 89-6614/2007) bensì solo in ordine alla sua allocazione sotto la gestione di un 'unica azienda sanitaria, si rileva l'assenza di riferimenti concreti ai relativi finanziamenti.
Inoltre il predetto art. 4 descrive le procedure che il Consiglio Direttivo deve adottare per la comunicazione delle risorse finanziarie annualmente impegnate, senza però definire l'entità dei finanziamenti previsti né la relativa copertura. In proposito non può che rinnovarsi la richiesta di predisposizione dell'apposita relazione riguardante l'impatto finanziario delle iniziative finora adottate, chiarendo altresì se le 6 strutture che compongono il Dipartimento in questione (qualificate strutture complesse) comportino o meno un incremento del numero totale di strutture complesse e se le strutture attualmente operanti, in attesa dell'attuazione del nuovo modello organizzativo, siano anch'esse strutture complesse.
Si sottolinea in tal senso, come già rilevato nel parere 94-P, la necessità di accorpare le centrali operative e non di costruirne delle nuove. Infine non si comprende come, al fine di individuare gli spazi per una centrale operativa, sia necessario spostare le strutture complesse, rinnovando l'operazione ad ogni nuova nomina del Direttore del Dipartimento'.
ritenuto ancora che Con la DGR 12-3345 la Giunta regionale predispone alcune modifiche al PSSR 2012-2015 tra cui l'istituzione di un'Azienda regionale dell'emergenza urgenza territoriale, dotata di autonomia patrimoniale, organizzativa gestionale e contabile all'interno della quale fare confluire l'insieme delle attività sinora svolte dal Dipartimento Emergenza territoriale 118 si impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad individuare con chiarezza, all'interno del PSSR 2012 - 20015, la collocazione del servizio di emergenza - 118 di Torino e Provincia nella costituenda Azienda Ospedaliera universitaria San Giovanni Battista di Torino in quanto coerente con quanto indicato nel Programma Attuativo al Piano di Rientro (siglato con il Ministero della Salute e dell'Economia) nonché funzionale alla presenza della futura "Città".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
A questo punto, vista la giornata un po' particolare, penso che possiamo chiudere i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Porrò la questione alla prossima riunione dei Capigruppo.
Presidente, vorrei, con l'opposizione e con lei, capire la situazione.
Mi pare che lei possa posticipare e andare avanti con il Consiglio.
chiaro che dobbiamo decidere se sugli ordini del giorno presentati da voi non si voglia andare a votare o meno. Mentre è legittimo - e vorrei ben vedere - che voi non votiate un provvedimento di legge, anche se, secondo me, quando ci si riempie la bocca di questioni istituzionali e di responsabilità verso i cittadini e verso il Piemonte, forse si potrebbe anche votare, votando contro, se uno non è d'accordo con certi argomenti.
Quello è legittimo, ma mi permetto di dire che, sugli ordini del giorno vostri, bisognerebbe votare. Altrimenti, lo preannuncio, porrò la questione nella riunione dei Capigruppo, perché inserire degli ordini del giorno che per la maggior parte sono dell'opposizione e poi l'opposizione non vota i propri ordini del giorno, io a questo gioco non ci sto. Io a questo gioco non ci sto e quindi, caro collega Gariglio, andiamo a fare noi la maggioranza, o almeno ci proviamo, e nella riunione dei Capigruppo incominciamo a dire che dei vostri ordini del giorno non me ne frega niente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Capisco la rabbia che nasconde l'imbarazzo del collega Carossa, per vorrei mettere in evidenza un aspetto. Quand'è venuto a mancare il numero legale sulla precedente votazione, noi non ci siamo opposti all'iniziativa del Presidente del Consiglio regionale di passare ad altro punto all'o.d.g.
Ma è notorio, perché abbiamo occhi per vedere e orecchie per sentire che da quel momento molti colleghi della maggioranza se ne sono andati a casa. Basta vedere quanto è calato il numero a seconda della votazione.
evidente che, sugli ordini del giorno proposti dai Gruppi di opposizione, noi non avremmo nessuna difficoltà ad esprimere il nostro voto. Ad una condizione, però: che quest'Aula diventi un luogo di confronto su quei temi.
Non parla un esponente della maggioranza, la Giunta regionale non tramite l'Assessore competente esprime solo un parere negativo, non c'è dibattito e non c'è confronto. Ma a che gioco stiamo giocando? Se ci fosse un confronto nel merito, è evidente che ci sarebbe un altro atteggiamento da parte nostra, ma io a stare qua con il fatto che ci fate sfogare e ci fate parlare, tanto poi votate contro, non parlate ed eliminiamo un po' di situazioni, non sono d'accordo, perché così si svilisce l'Aula.
E quanto al senso di responsabilità, oggi questa parola non la voglio sentire proferire, perché il senso di responsabilità nei confronti della comunità piemontese, innanzitutto e soprattutto e sopra di ogni cosa, non appartiene agli stili politici di questa maggioranza.



PRESIDENTE

V'informo che, in base all'articolo 49 del Regolamento, non è determinato quante volte si può passare ad altro argomento e rientra tra le poche autonomie che ha il Presidente del Consiglio.
Quindi, non per l'impossibilità di passare ad altro argomento, ma perch ritengo - e mi pare ci sia la condivisione - che, stante la situazione possa essere più utile chiudere la seduta ed ognuno di noi occupare il tempo in altre iniziative.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.00)



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