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Dettaglio seduta n.177 del 17/01/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 912 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Contaminazione area Italia '61"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
912, presentata dal Consigliere Bono.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione intendiamo chiedere all'Assessore Ravello se è informato di quanto riportiamo all'interno dell'interrogazione stessa e poi, ovviamente, bontà sua, lo ringraziamo se ci darà anche qualche informazione e risposta in merito ai dati di cui siamo venuti a conoscenza riguardanti l'area Italia '61.
Dalle analisi effettuate sul terreno dell'area dalla società "Pentagramma Piemonte" nel giugno 2010 e successivamente consegnate alla città è risultato un livello di inquinamento decisamente elevato, inferiore ai limiti contenuti nel decreto legislativo n. 152/2006 per aree industriali o commerciali, ma notevolmente superiore ai limiti di legge per aree destinate ad uso verde o residenziale; diciamo che ci troviamo in una zona grigia per un ampio spettro d'inquinanti, tra cui cromo, nichel piombo, rame, zinco (metalli pesanti) e anche numerosi idrocarburi policiclici aromatici e non.
L'area in questione non è una zona industriale, ma è vicina alle case del quartiere Lingotto e al parco d'Italia '61 ed è destinata a verde sia oggi che dopo la realizzazione dei parcheggi nel progetto del futuro centro commerciale che si vuole costruire in quel sito. L'esistenza d'inquinanti oltre i limiti di legge riguardanti aree non industriali solleva dei quesiti per quanto riguarda le necessarie e opportune cautele che si devono prendere soprattutto nell'azione del Piano di gestione delle terre e rocce da scavo, perché ovviamente bisognerà andare a rimuovere anche in profondità materiali che sono contaminati da metalli pesanti e idrocarburi policiclici; tutto ciò anche ai sensi della delibera di Giunta regionale n.
24-13302 del 15 febbraio 2010.
Vorremmo capire se questi dati erano e sono a disposizione dell'Assessore Ravello, fermo restando che la delibera di Giunta regionale risale al febbraio 2010, quindi quando l'Assessore non c'era, ma oggi la posizione che ricopre fa sì che debba comunque essere correttamente informato e predisporre eventuali modifiche o comunque tutte le attenzioni e le tutele del caso per un eventuale conferimento del materiale in siti idonei e il controllo degli stessi, funzione appunto di controllo e di gestione che ovviamente spetta alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Effettivamente, con l'interrogazione in oggetto si chiedeva alla Regione se fosse informata in merito alla questione. Non mi limiterò a rispondere con un monosillabo: "Sì, siamo informati", ma dirò anche tutto quanto abbiamo potuto raccogliere, e non da ora.
Prima di tutto, però, occorre precisare qual è il quadro normativo all'interno del quale ci si muove su questa vicenda. Credo di fare cosa utile, collega Bono, nel leggere una nota molto chiara prodotta dagli Uffici e con la quale - metto le mani avanti - le anticipo il risultato del lavoro svolto dagli uffici nell'evidenziarle quello che, da quanto inteso rappresentava per lei il quesito più importante, ovvero la situazione presente in due siti classificati nell'anagrafe regionale dei siti inquinati. Quello di via Ventimiglia e quello d'Italia '61 non rientrano all'interno della normativa nazionale, successivamente recepita a livello regionale con la delibera che lei citava del febbraio 2010 sulle terre e rocce da scavo, procedura che ha visto l'adozione di linee guida da parte della Giunta regionale. In maniera molto chiara, tali linee guida definiscono che, di fronte a materiali contaminati, la normativa che vale non è quella sulle terre e rocce da scavo, ma è quella sui siti inquinati prevista dal D.lgs. 152/2006.
Le ho anticipato in estrema sintesi quanto contenuto nella nota comunque sia, le preciso con ulteriori dettagli che le procedure di bonifica dei siti contaminati riguardano aree per le quali siano stati verificati superamenti dei limiti tabellari individuati dal D.lgs. 152/2006 per determinate sostanze nel terreno e/o nelle acque sotterranee.
In tali casi, il compito relativo alle operazioni di caratterizzazione messa in sicurezza e bonifica del sito, nel rispetto del principio comunitario secondo il quale "chi inquina paga", è del responsabile della contaminazione (quindi il soggetto obbligato è chi ha operato in maniera tale che si determinasse una forma di contaminazione).
Per quanto disposto dalla normativa statale e regionale (articolo 242 comma 12, del D.lgs. 152/2006 e articolo 3 della legge regionale n.
42/2000), la competenza all'approvazione dei progetti di bonifica è posta in capo al Comune, o alla Provincia nei casi il cui l'inquinamento interessi il territorio di più Comuni.
L'articolo 186 del D.lgs. 152/2006 costituisce invece la disciplina di riferimento per la gestione delle terre e rocce da scavo e fornisce i criteri e le modalità d'utilizzo delle medesime qualora classificate come sottoprodotti, prevedendo l'assoggettamento delle stesse alla disciplina dei rifiuti qualora il loro utilizzo non rispetti tutte le condizioni stabilite dal predetto articolo.
La suddetta normativa nazionale prevede che tali materiali possano essere utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati purché, tra l'altro, siano impiegati direttamente nell'ambito d'opere o interventi preventivamente individuati e definiti, sin dalla fase della produzione vi sia certezza dell'integrale utilizzo, sia garantito un elevato livello di tutela ambientale, sia accertato che non provengono da siti contaminati o sottoposti ad interventi di bonifica (questo è il passaggio che sostiene quanto le ho detto poc'anzi, ovvero che nei due casi specifici la normativa di riferimento è sempre il D.lgs. 152/2006, ma peraltro rispetto alla gestione delle terre e rocce da scavo).
Le darò adesso alcune informazioni rispetto al livello di conoscenza della Regione sulla situazione e le procedure poste in atto dai soggetti competenti nei due siti.
I due siti contaminati sono classificati col numero d'ordine 1641 per quanto riguarda il sito di via Ventimiglia n. 195/A e 2150 per il sito dell'asilo nido "Il Laghetto". In ordine a quest'ultimo, si rileva che il 26 agosto 2011 il Comune di Torino ha comunicato anche alla Regione Piemonte per conoscenza che, a seguito delle indagini condotte dal Comune nell'area d'Italia '61, era stato riscontrato un superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione individuate dal D.lgs. 152/2006 per la destinazione d'uso residenziale; il superamento rilevato riguarda alcune sostanze (metalli, idrocarburi policiclici aromatici) riscontrate nel materiale di riporto (terreno misto a laterizi) presente nel sottosuolo del cortile dell'asilo.
Nella comunicazione del Comune di Torino - che, ricordo, è il soggetto che ha la competenza per quanto riguarda il rilascio delle autorizzazioni ai progetti di bonifica - era specificato che non vi erano rischi di aggravamento della situazione di contaminazione e, stante l'integrità del prato, non si erano ravvisati rischi immediati per l'ambiente e la salute pubblica.
Veniva altresì comunicato che, al fine di condurre ulteriori indagini atte a caratterizzare i primi metri di riporto e nel contempo di limitare i disagi alla struttura scolastica agendo nel periodo di parziale sospensione dell'attività, si sarebbero eseguiti 3 pozzetti nel periodo 29 agosto-16 settembre e contestualmente, quale misura di prevenzione, si sarebbe sostituito il primo mezzo metro di terreno superficiale previa posa di geotessuto.
I risultati delle indagini sarebbero stati comunicati contestualmente alla predisposizione del Piano di caratterizzazione del sito, prima fase progettuale prevista dal D.lgs. 152/2006.
Occorre precisare che la situazione riscontrata rientra nella fattispecie della bonifica dei siti contaminati ed è pertanto esclusa dalla normativa relativa alla movimentazione di terre e rocce da scavo.
Con nota del 3 novembre 2011, la Provincia di Torino, ha inoltre comunicato l'inserimento del sito nell'Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati del sito con numero d'ordine 2150.
Per quanto riguarda l'altro sito (1641), relativo all'area ubicata in via Ventimiglia n. 195/A, sulla scorta di quanto comunicato dal Comune di Torino con nota del 18 novembre 2011, risultano in corso i lavori di bonifica. La contaminazione iniziale era stata riscontrata in occasione delle operazioni di scavo nel cantiere dell'impianto sportivo comunale "Tennis vela", in concessione alla società "2d lingotto volley".
La procedura di bonifica risulta inizialmente avviata, ai sensi dell'articolo 249 del D.lgs n. 152 del 2006, cioè mediante le procedure semplificate, che presuppongono casistiche di bonifica relativamente semplici e tempistiche più rapide per l'approvazione dei progetti.
Il progetto d'intervento, trasmesso nel novembre 2007, prevedeva l'asportazione e lo smaltimento in discarica del terreno contaminato stimato in 400 metri cubi.
Nel corso della rimozione del terreno, effettuato a maggio del 2008, è stata riscontrata tuttavia una contaminazione più estesa di quella prevista e, pertanto, dall'iniziale procedura semplificata si è passati alla procedura ordinaria, ex articolo 242, comma 3, con la presentazione di un Piano della Caratterizzazione e di un documento di Analisi del rischio. I lavori di bonifica in essere consistono in un progetto operativo di messa in sicurezza permanente approvato dalla Città di Torino il 30 ottobre 2009.
Anche in questo caso, occorre precisare che la situazione riscontrata rientra nella fattispecie della bonifica dei siti contaminati e quindi è esclusa dalla normativa relativa alla mobilitazione di terre di rocce da scavo.
Credo di aver risposto a tutti i quesiti e, forse anche a qualcosa di più rispetto a quanto si chiedeva nell'interrogazione. Diamo copia della nota prodotta dagli Uffici.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ravello.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta immediata n. 913 presentata dal Consigliere Leo inerente a "Rinnovo del Comitato Sacrense presso la Sacra di San Michele"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 913, presentata dal Consigliere Leo, che rinuncia all'illustrazione.
La parola all'Assessore Coppola, per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Evito di ricostruire la storia del rapporto e della convenzione in atto tra la Regione Piemonte e l'ente religioso Sacra di San Michele, perché è assolutamente conosciuto dal Consigliere Leo; anzi, l'ha visto assolutamente protagonista negli anni passati.
Se posso dare una risposta legata più alla volontà di dare un indirizzo rispetto al lavoro che si sta facendo in queste settimane, per arrivare al rinnovo della convenzione che è scaduta nel 2009, credo di poter rispondere con una certa convinzione che l'indirizzo che daremo in sede di riscrittura e di rinnovo della convenzione nuova vedrà certamente un coinvolgimento di tutti i soggetti che si adoperano per la valorizzazione della Sacra di San Michele.
In effetti, il tavolo sacrense si è rivelato in questi anni lo strumento migliore per portare l'attività della Sacra al massimo dei livelli possibili, e credo che il coinvolgimento sempre più pronunciato del territorio debba essere considerato non soltanto un auspicio, ma un punto irrinunciabile.
Ad oggi, ne fanno parte (anche perché il tavolo sacrense è rimasto comunque convocato anche nelle more della convenzione scaduta) la Regione Piemonte, il Direttore dei Beni culturali o un suo delegato della Regione il Padre Rettore, due esperti designati dall'Istituto Rosminiano e un rappresentante della Sovrintendenza. Nella costituzione del tavolo, nel rispetto della prima convenzione, di fatto non erano previste le associazioni di volontariato che si adoperano per il funzionamento della Sacra o per l'attività di conoscenza e di promozione della Sacra stessa.
Credo che quanto auspicato dal collega Leo debba essere recepito.
Questo sarà l'indirizzo e l'orientamento che porteremo al tavolo della discussione e sono sicuro che, nelle modalità che definiremo, anche dai Padri Rosminiani si potrà avere il benestare e la condivisione di questo indirizzo.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

LEO Giampiero (fuori microfono)



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Sono molto soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

Non c'è diritto di replica, Consigliere Leo.
Ricordo che nel question time non c'è diritto di replica.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 914 presentata dal Consigliere Cantore, inerente a "Situazione De Tomaso" (ritirata)


PRESIDENTE

Comunico che l'interrogazione a risposta immediata n. 914, presentata dal Consigliere Cantore, inerente a "Situazione De Tomaso" è stata ritirata dal proponente.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 905 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Traffico aereo low cost presso l'Aeroporto internazionale Sandro Pertini di Torino Caselle"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 905, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Con tutta la simpatia del caso, mi spiace che non sia presente l'Assessore Bonino, che su questa vicenda è stata molto presente, perlomeno nelle dichiarazioni sui giornali.
L'interrogazione voleva anche servire a relazionare al Consiglio le azioni che l'Assessore ha annunciato a mezzo stampa per cercare, per quanto di sua competenza, di ovviare alla vicenda.
Tutti i colleghi e la Giunta regionale sanno che il problema del potenziamento del sistema dei voli low cost sull'aeroporto Sandro Pertini di Torino è un problema annoso: si sta trascinando perlomeno da 2009.
Da questo punto di vista, la Regione intervenne, già sotto il governo del Presidente Mercedes Bresso, ad adiuvandum nei confronti dell'azienda SAGAT, affinché si potesse incrementare il volo low cost.
Il volo low cost, specie quello prodotto dal vettore principale Ryanair, è importante perché, da un lato, permette ai nostri cittadini di muoversi a basso costo verso altre città europee e, dall'altro, permette di attrarre un consistente flusso turistico che è aumentato specie sul capoluogo piemontese.
Purtroppo, abbiamo letto sui giornali che dal sito Ryanair non è più possibile effettuare prenotazioni di voli su Torino successivi alla data del 24 marzo 2012, che è la data che coincide con la chiusura dei rapporti contrattuali pendenti oggi e anche sovvenzionati dalla Regione.
Sostanzialmente, riteniamo che questo sia un grave danno per la struttura economica della nostra Regione. Ci poniamo alcuni problemi, che sono annosi.
Il primo problema. Se la privatizzazione di SAGAT S.p.A., com'è avvenuto nel passato, sia stata funzionale al potenziamento del ruolo dell'infrastruttura aeroportuale, poiché oggi ci troviamo con i principali soci privati (la famiglia Benetton), che si trovano anche come soci rilevanti nel sistema di controllo dell'Alitalia (CAI). Quindi, di fatto si trovano in una situazione di potenziale conflitto d'interessi circa un potenziamento dei voli low cost operati da un'azienda alternativa al gruppo che loro controllano. Questo è il primo problema.
Il secondo problema è quello di capire se i patti parasociali di queste società debbano rimanere tali e quali. Ricordo che, con un fatto mai visto nella storia piemontese, lo scorso inverno un gruppo di cittadini piemontesi ha raccolto nelle piazze migliaia e migliaia di firme per chiedere al Comune di Torino non un referendum, ma la riscrittura dei patti sociali tra i soci dell'aeroporto, considerando l'attuale stato di governance non funzionale al raggiungimento degli obiettivi ma, in subordine e questa è la domando oggetto del question time.
Chiediamo, quindi, cosa intenda fare urgentemente, nel prossimo futuro la Giunta regionale affinché il traffico aereo low cost in partenza e in arrivo dall'aeroporto Sandro Pertini di Torino possa svilupparsi e non invece, come appare, contrarsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Bonino avrebbe tenuto a rispondere personalmente, ma quest'oggi è impegnata a Roma per la prima convocazione della Conferenza permanente sul trasporto pubblico locale. In ogni caso, credo che avremo modo, magari nelle prossime settimane, di confrontarci direttamente con l'Assessore Bonino su un tema che certamente ha occupato non solo le prime pagine dei quotidiani, ma anche l'azione della Giunta ha occupato e preoccupato.
Quindi, mi limiterò a leggere stralci di un'ampia relazione che consegnerò al termine dell'intervento al Consigliere Gariglio e che lascer agli atti del Consiglio Regionale per tutti coloro che ne fossero interessati e che è stata redatta dall'Assessorato ai trasporti.
L'operatività di Ryanair sul nostro scalo avviene grazie a due accordi separati con scadenza a marzo 2012. Il primo, con la SAGAT, il quale prevede un'incentivazione variabile per passeggero in partenza su tutti i voli, ad eccezione di quelli per Bari e Brindisi. Il secondo, con la Regione Piemonte, attraverso diverse modalità al fine di incentivare il traffico turistico incoming.
L'evoluzione del rapporto con il vettore nel corso degli ultimi anni è stata caratterizzata da alcune tappe importanti che l'Assessorato ai trasporti ha ritenuto utile riepilogare.
Dopo lunghe trattative a fine 2009 viene sottoscritto un contratto di due anni, teso a verificare l'effettiva consistenza del mercato da/per il Piemonte, propedeutico l'apertura di una base. Accordo onorato esclusivamente dalla Regione Piemonte (azionista all'8%) e SAGAT, mentre il Comune di Torino (38%) e la Provincia di Torino (5%) non hanno partecipato all'iniziativa promossa dalla Regione Piemonte, beneficiando però dei dividendi generati anche da quest'iniziativa.
Oltre al già presente volo per Trapani, inaugurato a maggio del 2009 il 2010 registra l'apertura di due nuove destinazioni domestiche per Bari e per Brindisi. Nell'estate del 2010, come previsto dal contratto, vengono inaugurate due nuove rotte internazionali, Madrid e Ibiza, quest'ultima stagionale.
Sempre in linea con il contratto, e seguito dell'accordo appena citato ad aprile 2011 viene aperta la nuova destinazione internazionale Parigi Beauvais.
L'ormai vicina scadenza contrattuale (ottobre 2011) vede il vettore prima della scorsa estate, chiedere un'estensione di sei mesi alla SAGAT e alla Regione, onde poter mettere in vendita i voli della stagione invernale nelle more della contrattazione della base, prolungamento che viene accordato, portando dunque la scadenza a fine marzo 2012. Ancora a settembre 2011, anche nell'ultimo incontro tra SAGAT e Ryanair svoltosi a Londra prosegue il negoziato per la base, culminato con un audit operativo svolto a Torino da parte di Ryanair, superato poi con successo per determinare il possesso da parte dell'aeroporto dei requisiti tecnico operativi necessari per l'apertura della base. Nello stesso incontro, si conviene inoltre che Ryanair fornisca alla SAGAT un network plan ed un Piano Passeggeri ha fatto definire il budget di spesa per i successivi cinque anni richiesti da Ryanair per realizzare la base.
A novembre 2011 il vettore annuncia l'uscita del Direttore Commerciale Ryanair e il cambiamento della persona di riferimento per il negoziato su Torino, a partire da 2012. A fine novembre, improvvisamente, mentre SAGAT e Regione ancora attendono di ricevere i dati previsionali di traffico Ryanair chiede in tempi brevissimi e in termini perentori (tre giorni) una nuova estensione di un anno (fino ad aprile 2013) dell'attuale contratto.
Dopo formale richiesta da parte della SAGAT di chiarimenti su tale inaspettato atteggiamento, tesa a sbloccare la delicata situazione nell'imminenza della pausa natalizia, il progetto in ambito Ryanair viene affidato ad un nuovo soggetto, il quale inizia col lavorare e a rivedere lo stato dei negoziati con la SAGAT.
Il 27 dicembre 2011 questi comunica che a suo parere il progetto, sin qui concordato con i suoi colleghi, ad un meccanismo teso ad assicurare una prevalenza di flussi incoming di traffico, è di non semplice gestione per Ryanair, la quale non vuole eccessivi vincoli sulla tipologia di rotte.
Riferisce inoltre che vi sono molti aeroporti interessati a Ryanair, la quale nel 2012 immetterà molti meno aerei sul mercato, con l'intenzione di privilegiare gli aeroporti con accordi meno complessi.
Il 6 gennaio 2012 notizie di stampa enfatizzano che l'aeroporto di Torino risulta ancora fuori dal sistema di prenotazioni Ryanair a partire da aprile 2012.
Ryanair il 9 gennaio comunica l'apertura del volo su Malta a far data da maggio 2012 con due frequenze la settimana, chiedendo supporto alla SAGAT che lo accorda.
La Regione si sta fortemente impegnando per una soluzione positiva della vicenda. Il 12 gennaio l'Assessore ai trasporti ha incontrato immediatamente i vertici SAGAT per discutere ed individuare possibili soluzioni, in preparazione dell'imminente incontro con il vettore ribadendo la necessità per la Regione di conoscere urgentemente dalla compagnia aerea il business plan aggiornato ai volumi di traffico previsionali - stime finanziarie - accordi tecnico-commerciali utili per una valutazione complessiva.
Questo il quadro della situazione, attraverso quest'ampia relazione che consegnerò al collega Gariglio. Ovviamente, vi è la disponibilità della Giunta ad aggiornare su eventuali ulteriori incontri che potessero determinare conseguenze su quest'importante trattativa, non priva di conseguenze.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 911 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Effetti della speculazione da uso agro-energetico dei territori di risaia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 911, presentata dal Consigliere Biolé, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Credo sia noto a tutti che una delle eccellenze agricole della nostra regione sia quella della risicoltura. Da alcuni dati si evince come ci sia un'importanza economica di quasi 250 milioni d'euro annuali.
Ci siamo resi conto da segnalazioni, ma anche da pubblicazioni sui giornali locali e non, che una grossa problematica sta colpendo questo settore, ed è quella legata allo sviluppo d'impianti energetici da biomassa. Questo fenomeno, oltre ad altri territori, sta interessando pesantemente anche il territorio dedicato alla risicoltura e, soprattutto il Vercellese.
Il business legato a questo sfruttamento sta prendendo sempre più piede. I primi dati parlano di una tendenza all'aumento piuttosto cospicuo per l'acquisto o l'affitto di quelli che possono essere i terreni da dedicare alla risicoltura per uso alimentare. Il mercato, infatti, è falsato o distorto da questa speculazione relativa ad un altro utilizzo.
L'eccellenza risicola, così come tutte le attività economiche sul nostro territorio, si trova già in una problematica globale e generale e viene ancora di più penalizzata da queste possibilità.
Sappiamo che da tempo si sta lavorando in Giunta alla definizione di linee guida a livello regionale per definire i criteri per l'esercizio ottimale degli impianti a biomassa.
A partire da questa considerazione e sapendo che già più volte in questo consesso ci siamo confrontati su un argomento legato allo sfruttamento energetico dei terreni d'ogni tipo di coltura, chiediamo direttamente all'Assessore in quale modo intenda affrontare la problematica relativa alla speculazione di tipo economico che stanno subendo i terreni che potrebbero essere utilizzati (acquistati o affittati) dagli agricoltori impegnati nel comparto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente.
Provvedo a leggere la nota che mi è stata predisposta e che depositer a disposizione del collega interrogante.
Nella mia risposta c'è anche una parte predisposta dalla Direzione Agricoltura, che ovviamente è indispensabile per poter dare una risposta al collega.
Il decreto ministeriale 10/9/2010, "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti di produzione d'elettricità da fonti rinnovabili", chiarisce espressamente che le sole Regioni e Province Autonome possono porre limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio e pianificatorio per l'installazione di specifiche tipologie d'impianti alimentati da fonti rinnovabili ed esclusivamente nell'ambito delle modalità di cui al paragrafo 17 del decreto ministeriale medesimo.
La proposta di linee guida regionali per l'individuazione delle aree non idonee alla localizzazione d'impianti di produzione d'energia elettrica alimentati da biomassa, in conformità al decreto ministeriale citato, è stata predisposta da un gruppo di lavoro interdirezionale e presentata alle associazioni ambientaliste ed organizzazioni datoriali il 24 novembre dell'anno passato.
A seguito di un incontro, sono pervenute numerosissime osservazioni da parte di tutti i soggetti consultati.
Il 16 gennaio 2012 sono state proposte le controdeduzioni del gruppo tecnico regionale alle suddette osservazioni. Nonostante la non completa condivisione del documento principalmente da parte dei datoriali, si ritiene indispensabile concludere l'iter di approvazione portando il documento all'attenzione della Conferenza Regione-Autonomie locali in sede tecnica il 23 gennaio e in sede politica il 27 gennaio, al fine di consentirne l'urgente approvazione con deliberazione della Giunta regionale prima dell'approvazione del decreto ministeriale "Burden Sharing", che vanificherebbe gli sforzi compiuti ai sensi del decreto ministeriale 10 settembre 2010, "Linee guida nazionali".
Il documento individua aree idonee e aree d'attenzione alla localizzazione degli impianti di produzione d'energia elettrica alimentati da biomassa mediando l'esigenza di rispetto del territorio e dell'ambiente con quelle di sviluppo economico legato agli impianti in questione. In sede di predisposizione del nuovo Piano Energetico Ambientale si affronteranno anche le tematiche inerenti gli aspetti di filiera in una logica di programmazione e pianificazione delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 387/2003 relativo alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno d'elettricità, "gli impianti di produzione di energia elettrica possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti Piani Urbanistici. Nell'ubicazione si dovrà tener conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale".
Il decreto ministeriale 10 settembre 2010 chiarisce che "le sole Regioni e Province autonome possono porre limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio e pianificatorio per l'installazione di specifiche tipologie d'impianti alimentati a fonti rinnovabili ed esclusivamente nell'ambito e con le modalità di cui al paragrafo 17" del decreto ministeriale testé citato.
Il paragrafo 17 definisce che le Regioni possono procedere ad indicare come aree e siti non idonei all'installazione di specifiche tipologie d'impianti le "aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, DOP, IGP, STG, DOC, DOCG, produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale, in coerenza e per le finalità di cui all'articolo richiamato dal decreto legislativo, anche con riferimento alle aree, se previste dalla programmazione regionale, caratterizzate da un'elevata capacità d'uso del suolo.
Il paragrafo 17 - chiedo scusa se leggo, ma almeno il ragionamento torna per tutti, anche per coloro che magari non hanno la possibilità di approfondire tematiche così specifiche - chiarisce inoltre che: l'individuazione delle aree e dei siti non idonei deve essere basata esclusivamente su criteri tecnici oggettivi legati ad aspetti di tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale l'individuazione delle aree e dei siti non idonei non può riguardare porzioni significative del territorio o zone genericamente soggette a tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico l'individuazione delle aree e dei siti non idonei non deve configurarsi come un divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione degli iter autorizzativi, anche in termini di opportunità localizzative offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio.
Nella primavera 2011 è stato costituito un gruppo di lavoro interdirezionale che ha coinvolto i nostri uffici. La finalità del gruppo è l'elaborazione di Linee guida regionali, che individuino le aree non idonee all'installazione degli impianti a biomassa, relativamente alle filiere dei biocombustibili, al fine di evitare ovviamente un utilizzo disordinato e poco sostenibile del suolo e del paesaggio.
Le aree non idonee sono individuate nell'ambito di quattro tipologie: aree sottoposte a tutela del paesaggio e del patrimonio storico, artistico e culturale; ambiente e aree protette; aree agricole; aree forestali ed aree in dissesto idraulico e idrogeologico.
Le Linee guida individuano, inoltre, aree di attenzione che, per le loro caratteristiche di pregio ambientale, paesaggistico e agricolo, in sede d'istruttoria del progetti meritano particolare attenzione sia sotto il profilo della documentazione da produrre, sia sotto il profilo della valutazione che l'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione dovrà effettuare.
Al fine di contemperare l'obiettivo di sviluppo della produzione energetica da fonte rinnovabile con l'esigenza di tutela del territorio rurale e di difesa dei suoli agricoli più fertili e delle produzioni di pregio, e alla luce delle indicazioni fornite dal decreto ministeriale cui è necessario attenersi, nell'ambito delle aree agricole le proposte di Linee guida regionali individuano tra le aree non idonee: i terreni agricoli irrigati con impianti irrigui a basso consumo idrico realizzati con finanziamento pubblico; i terreni classificati dai Piani Regolatori vigenti a destinazione d'uso agricola e naturale ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d'uso del suolo (la spiegazione tecnica la rimando alla nota di questo punto); il territorio dei Comuni individuati nell'elenco dei Comuni ad alto carico zootecnico.
Tra le aree di attenzione sono individuate: le aree agricole destinate alla produzione di vini DOC e DOCG; le aree agricole destinate a produzioni agricole e agroalimentari di pregio (riso e quant'altro; il collega troverà la lunga elencazione nella nota scritta che fornirò); le aree agricole destinate ad alpeggi, pascoli o prati permanenti utilizzati per alimentare animali per la produzione di latte destinato alla trasformazione di una serie di formaggi indicati nella nota; le aree agricole destinate a peschiere, stagni e invasi utilizzati per la produzione della "Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino".
Per quanto riguarda le aree d'attenzione, nel caso in cui si verifichi che i terreni classificati dai PRGC a destinazione d'uso agricola in cui s'intende realizzare l'impianto rientrano nell'area geografica di produzione di prodotti a Denominazione d'Origine e sono destinati a coltivazioni per la produzione di prodotti a Denominazione d'Origine o di Prodotti Agroalimentari Tradizionali, questi sono da considerarsi inidonei all'installazione di tutti i tipi d'impianti.
Come ho già fatto presente, provvedo a depositare la nota per il collega.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Giordano.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 902 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Associazione Marcovaldo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 902, presentata dal Consigliere Negro, che la illustra.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
In questo Consiglio in più occasioni ci si è occupati delle problematiche legate alla cultura e l'Assessore Coppola ha dimostrato capacità d'ascolto.
In un periodo di stretta finanziaria come quello che stiamo vivendo sarebbe assurdo pretendere che tutto rimanesse immutato. Tuttavia, credo fermamente che alcuni aspetti cardine della politica culturale, maturati in questi anni nel panorama regionale, debbano rappresentare dei "punti fermi" nei programmi dell'Assessorato.
L'interrogazione riguarda un'eccellenza regionale localizzata in provincia di Cuneo: mi riferisco all'Associazione Marcovaldo, che nei suoi vent'anni d'attività ha promosso oltre 70 mostre, 350 spettacoli, 50 convegni, distribuiti nei 12 siti restaurati e riportati alla usufruibilità pubblica tramite il Sistema ARTEA, unico esempio non torinese di sistema dei beni culturali esistenti in Piemonte. Le gravi difficoltà della finanza pubblica rischiano di pregiudicare tale realtà.
Nel mese di dicembre scorso una delegazione dell'Associazione Marcovaldo, dei dipendenti e dei fornitori, oltre al Sindaco di Caraglio sono stati ricevuti dall'Assessore Coppola e dal Direttore Generale dall'Assessorato, riunione cui ha preso parte anche il Consigliere Gregorio oltre che il sottoscritto. In quell'incontro ho avuto modo di apprezzare la disponibilità dell'Assessore a risolvere il problema. Questa interrogazione è dunque volta a richiedere quali siano stati gli adempimenti intrapresi.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Coppola; ne ha facoltà.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Devo ringraziare il Consigliere Negro, perché, nella ricostruzione di quanto è avvenuto, è stato a tutti gli effetti assolutamente puntuale. Di fronte all'Aula, voglio testimoniargli il mio sincero apprezzamento, anche per l'aiuto conferito in occasione dell'incontro cui lui faceva riferimento.
Successivamente all'incontro del 5 dicembre, abbiamo mantenuto fede agli impegni presi in quella sede e, relativamente alla contribuzione pattuita per l'anno 2011, l'Assessorato, nella figura del Direttore Tiraboschi, ha onorato l'impegno.
Credo, però, che il ragionamento più importante che si dovrà continuare a fare in relazione all'Associazione Marcovaldo, ma in modo particolare alla Fondazione ARTEA, sia il vero elemento sul quale tornare a definire insieme a quel territorio, le priorità e i modelli d'organizzazione dell'offerta culturale e della gestione dei beni presenti sullo stesso.
Per certi versi, sarebbe incomprensibile lavorare con alcune aree del Piemonte (mi riferisco alla Provincia di Torino), per generare delle razionalizzazioni, per mettere a fattor comune tutte le effettive possibilità di collaborazione e di sviluppo culturale di un'area, e non fare altrettanto con altre Province.
La Fondazione ARTEA è nata con l'intento di diventare un soggetto di riferimento per un territorio, insieme ad associazioni culturali o enti di promozione, per la gestione di alcuni beni e per la valorizzazione degli stessi.
In realtà, il programma e i tempi d'attuazione di tale progetto hanno registrato qualche ritardo: oggi ci troviamo in una situazione d'intermedia soluzione dei problemi.
L'attività che l'Associazione Marcovaldo ha svolto in questi anni, come testimoniano e certificano i numeri, è un'attività sicuramente funzionale.
altrettanto vero che la definizione di un luogo preciso, che veda tutto il territorio responsabile nelle politiche di valorizzazione e gestione di quei beni, non può che essere una strada obbligata. Certamente, questo in partecipazione e compartecipazione con l'Associazione Marcovaldo, che, tra l'altro, insieme alla Regione, è socio della Fondazione ARTEA, ma senza rinunciare a potenziali altri soggetti che insistono su quell'area e che possono contribuire alla realizzazione di politiche di promozione culturale e turistica (come i numeri dimostrano), che devono vedere sempre più i territori coinvolti co-protagonisti delle scelte di carattere regionale ed anche responsabili delle iniziative che si realizzano sui territori stessi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 907 presentata dal Consigliere Laus inerente a "Rispetto delle scadenze indicate nel CD 'Cronoprogramma degli interventi' di cui all'Allegato 4 della DGR n. 44-1615 del 28 febbraio 2011"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
907, presentata dal Consigliere Laus.
Risponderà l'Assessore Monferino.
La parola al Consigliere Laus, per l'illustrazione.
Prego, Consigliere, ha tre minuti.



LAUS Mauro

Grazie Presidente. Questa richiesta non necessita di una particolare illustrazione, poiché sono domande specifiche e puntuali.
Attendo prima la risposta dell'Assessore. Eventualmente, se non utilizzo tutti i minuti a disposizione, posso replicare?



PRESIDENTE

Non è possibile, Consigliere Laus: nel question time non è prevista la replica. Ha tre minuti da utilizzare, se ritiene, per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Attendo la risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino, per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Il cronoprogramma collegato al Piano di Rientro è un documento abbastanza ponderoso, poiché raccoglie circa 170 potenziali deliberazioni che erano state suddivise nell'arco del 2011-2012.
Quando dico che è un documento ponderoso mi riferisco al fatto che sono alcune decine di pagine che riportano tutte quelle delibere.
Quando è stato presentato (dicembre 2010-gennaio 2011) avevamo stabilito, soprattutto per i primi mesi, un certo numero di attività, che riguardavano le reti dell'emergenza, dell'urgenza, la riappropriatezza dei farmaci e la parte dei rapporti con le aziende private, che ci consentivano di raggiungere il più rapidamente possibile la gran maggioranza delle economie previste, nell'arco del 2011, dal Piano di Rientro.
Tra queste, è compresa la famosa delibera del blocco del turnover del personale del sistema sanitario.
Tutte queste deliberazioni ci hanno consentito di raggiungere una buona parte dei risultati ottenuti.
Le successive deliberazioni, che sono molto più dettagliate ed entrano in dettagli molto profondi sui farmaci, sulle proteiche, ecc., erano state scaglionate nel periodo tra aprile-maggio e dicembre.
Ci siamo resi conto che era impossibile riuscire a mantenere le tempistiche previste nel cronoprogramma, tanto è vero che abbiamo preparato una revisione in termini di date e l'abbiamo proposta ai due Ministeri (quello dell'Economia e quello della Salute).
Nel nuovo cronoprogramma che abbiamo preparato sono riportate (nell'ultima colonna) le nuove date in cui c'impegneremo con i Ministeri a portare a compimento le deliberazioni relative.
Il nuovo cronoprogramma è qui, a disposizione; non è ancora stato formalmente ufficializzato - lo sarà nella riunione di marzo - con i Ministeri e, se approvato, diventerà il documento ufficiale che seguiremo come nuovo cronoprogramma.
Nell'ultima riunione, avvenuta alcuni giorni fa, il tema è stato sollevato ed è stato riportato nel sito dei Ministeri - è una delle criticità sollevate (credo ci sia un altro question time riguardante il Piano di Rientro che si riferisce a queste criticità).
Il nuovo cronoprogramma dovrebbe dare risposta ad una delle criticità segnalate in quella riunione: è a disposizione e, per adesso, è in bozza in quanto non è ufficializzato e potrebbe ancora cambiare, comunque non è segreto.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Interrogazione a risposta immediata n. 906 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Osservatorio Nazionale Tessile "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 906, presentata dal Consigliere Ronzani.
Risponde l'Assessore Monferino.
La parola al Consigliere Ronzani, per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
I fatti sono noti: durante la discussione e l'approvazione della legge finanziaria del 2010 è stato approvato all'unanimità un articolo della legge stessa che impegnava la Giunta regionale ad istituire l'Osservatorio Nazionale Tessile, Abbigliamento, Pelle e Calzature a Biella. Non credo di dover spiegare perché a Biella, trattandosi dell'Osservatorio Tessile.
In quei giorni, il Presidente Cota si attribuì comprensibilmente il merito della decisione, nonostante la norma contenuta in quella legge finanziaria fosse stata ereditata dalla Giunta precedente, ma non approvata dal Consiglio regionale, perché, come alcuni colleghi ricorderanno, ci furono le elezioni ed il ricorso all'esercizio provvisorio, imposto dall'allora minoranza (lo dico perché spesso queste tematiche ritornano: è discussione di questi giorni).
Da allora è trascorso un anno e mezzo e la Giunta regionale, che pure ha acquisito il parere del sistema locale (Provincia, Comune, Camera di Commercio), circa la forma giuridica dell'Osservatorio Nazionale Tessile non ha ancora adottato la delibera ed impegnato le risorse previste da quell'articolo della legge finanziaria (370 mila euro l'anno, per tre anni).
vero, sono stati erogati 96 mila euro su 160 mila, stanziati e trasferiti dal Ministero della Salute alla Regione, da questa all'ASL e, a sua volta, da quest'ultima alla Fondazione Tessile e Salute per realizzare iniziative propedeutiche alla formazione e alla costituzione dell'Osservatorio Tessile. Però, questa, come tutti possono bene immaginare, è altra cosa rispetto alla delibera con la quale costituire l'Osservatorio Nazionale Tessile, con la quale assegnare a questa iniziativa la copertura prevista durante la discussione sulla legge finanziaria.
Assessore Monferino, da questo deriva la mia interrogazione: non tanto per denunciare il ritardo, che pure esiste, con cui la Giunta ha dato seguito, o non ha ancora dato seguito, a quel dispositivo di legge, ma per sollecitare la Giunta, senza ulteriori esitazioni, essendo ormai trascorso un anno e mezzo, a dare piena attuazione all'articolo 5 di quella legge finanziaria. Però, non prima di avere ricordato innanzitutto a me stesso ma anche all'Esecutivo regionale, che stiamo parlando dell'istituzione a Biella, cioè in Piemonte, dell'Osservatorio nazionale tessile-abbigliamento pelle-calzature, cioè di un'iniziativa il cui fine sarà quello di controllare la qualità e la sicurezza dei prodotti. Proprio per questo, è un'iniziativa che rappresenta per il Piemonte, per il Paese, ma anche per una Provincia come la nostra, sede del distretto tessile, un valore aggiunto.
Ho terminato, Presidente.
Siccome spesso e volentieri parliamo di innovazioni e di sviluppo - lo facciamo anche adesso durante la discussione sulla legge finanziaria - è bene che tutti sappiano che quest'iniziativa s'iscrive pienamente in questo contesto. È una buona ragione per dare attuazione all'articolo 5 della legge finanziaria del 2010. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
L'accordo prevedeva per la realizzazione del progetto dell'Osservatorio un contributo da parte del Ministero della Salute di 160 mila euro: di questi, 96 mila, effettivamente, sono estati erogati e passati direttamente all'Azienda Sanitaria di Biella; le due successive tranche di 48 mila e 16 mila sono state sollecitate dall'Assessorato in data 21 febbraio, 21 giugno e 3 agosto. Quindi, è un finanziamento che, per la parte statale, ha registrato una storia abbastanza travagliata.
L'articolo 5 della legge regionale del giugno 2010 prevedeva la contribuzione della Regione, con un finanziamento proprio di 370 mila euro per ciascuno anno, dal 2010 al 2012, alla costituzione e al funzionamento dello stesso Osservatorio.
In realtà, nelle revisioni di bilancio questi quattrini non sono stati messi a disposizione dell'UPB e il progetto ha subito un rallentamento.
Sono venuto a conoscenza del tema dell'Osservatorio circa due mesi fa quando è stata organizzata una riunione a cui ha partecipato anche l'Assessore al lavoro della provincia di Biella. Durante questa riunione è emersa la necessità, anche in considerazione della necessità di razionalizzare e contenere la spesa, di rivalutare la volontà di istituire almeno nelle forme inizialmente previste o, piuttosto, in forme un pochino più semplificate e meno costose, l'attività dell'Osservatorio.
L'Assessorato si farà carico di completare con le Istituzioni locali interessate questa valutazione e di proporre, entro il mese di febbraio, la soluzione definitiva per l'Osservatorio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 903 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Verifica dell'attuazione del Piano di Rientro di riqualificazione e riorganizzazione del SSR, indicazione dei provvedimenti per il rispetto degli impegni presi con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e delle Finanze"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
906, presentata dal Consigliere Buquicchio in data 11 gennaio.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione, che ha tre minuti a disposizione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, con quest'interrogazione è mia intenzione comprendere dalla sua viva voce quelle che lei ritiene siano le azioni tese a sopperire alle criticità emerse nell'ultima riunione con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia, come risulterebbe formalmente dal sito.
Lei ci ha fatto sapere che ce n'è stata un'altra, di cui, però, non si ha alcuna notizia formale, né, ad oggi, nulla è stato pubblicato sul sito del Ministero.
Quindi, queste - quella del 13 dicembre, insieme a quella del 13 luglio e dell'11 aprile 2011 - sono riunioni d'incontro periodico con i due Ministeri, che hanno l'obiettivo di accompagnare le Regioni che versano in una situazione d'emergenza fuori dall'emergenza stessa - il Piemonte è appunto una di quelle - e si riferiscono alla valutazione della congruità delle azioni rispetto a quanto indicato nel Piano di Rientro.
Ora, relativamente a quella riunione e da quanto appare formalmente sul sito - richiamo la riunione del 13 dicembre - molte sono le criticità che emergono, quindi ci piacerebbe comprendere in quale modo si intenda sopperire ad esse.
Ritengo che questa questione sia particolarmente cogente, anche perch come lei sa, ci siamo sempre parlati in modo chiaro e leale - dopo la presentazione delle possibili varianti relative all'ultima bozza di Piano Socio Sanitario, ritengo che le problematiche possano aumentare.
Lei sicuramente ha contezza della relazione delle Corte dei Conti dell'ultima decade di dicembre 2011, la quale riteneva che quel riordino soprattutto riferito alla rete ospedaliera, costituisse uno degli elementi positivi, che, invece, ritengo sia inserito in una situazione di seria criticità rispetto a quella rivisitazione che è stata svolta come ultima prospettazione.
Quindi, attendo da lei, come sempre, in modo chiaro, una risposta relativamente a questo quesito. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "C. Battisti" di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Monferino, desidero a nome dell'intera Assemblea consiliare dare il benvenuto in questo consesso alla Scuola elementare "Cesare Battisti", classe V A, di Torino, agli alunni e a tutti gli insegnanti.
Stiamo svolgendo il cosiddetto question time, cioè quella fase in cui i Consiglieri pongono delle interrogazioni alla Giunta, cui rispondono gli Assessori.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 903 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Verifica dell'attuazione del Piano di Rientro di riqualificazione e riorganizzazione del SSR, indicazione dei provvedimenti per il rispetto degli impegni presi con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Economia e delle Finanze" (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta all'interrogazione n.
903.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, darei una risposta puntuale alle specifiche questioni che sono state poste nell'interrogazione; poi, magari, svolgiamo una valutazione un pochino più complessiva sul Piano di Rientro e riforma, che sono strettamente collegate.
Con riferimento specifico all'interrogazione, vorrei precisare che, in data 13 luglio, a seguito della prima verifica annuale del Piano di Rientro, avendo la Regione rispettato le prescrizioni relative, il Tavolo ministeriale ha previsto di erogare alla Regione Piemonte il 40% delle risorse accantonate - mi riferisco ai famosi 500 milioni, quindi sono 200 milioni. Quindi, il Ministero ha accertato l'efficacia delle azioni intraprese, che ci ha consentito di accedere a questi 200 milioni.
Con legge regionale del 30 dicembre 2011, n. 27, avente per oggetto "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2012 e altre disposizioni finanziarie", in base alle risultanze dei conti economici annuali presentati dalle Aziende Sanitarie nel mese di ottobre 2011, che richiedeva un'integrazione pari a 60 milioni d'euro, si è garantita la copertura finanziaria dell'esercizio finanziario 2011. Con tale atto si è, di fatto, superata la criticità relativa alla copertura finanziaria relativa all'anno 2011, citata dal Ministero.
Occorre comunque sottolineare che la gestione dell'esercizio finanziario 2011, a seguito delle azioni intraprese nel corso dell'anno, ha permesso una riduzione considerevole dei costi, portandoli ad un livello inferiore rispetto all'anno precedente, invertendo quindi un trend storico di aumenti di costi delle nostre spese sanitarie.
Con riferimento agli adempimenti 2010 si specifica che la Regione Piemonte è risultata adempiente relativamente a tutti gli adempienti LEA valutati dal relativo tavolo di monitoraggio.
Con riferimento alle criticità rilevate dal Ministero, che sono state citate nell'interrogazione, si chiarisce che esse si riferiscono ad ulteriori adempimenti previsti dall'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 e che alcune di esse sono già state superate con l'invio dell'integrazione documentale richiesta dal Ministro, mentre altri adempimenti sono ancora in fase di istruttoria.
Con riferimento agli adempimenti 2010 ricordiamo che la Regione Piemonte è risultata adempiente relativamente all'equilibrio economico finanziario, assicurando le necessarie risorse per mantenere la stabilità e l'equilibrio di gestione del servizio sanitario regionale.
Con riferimento ai ritardi relativi al cronoprogramma - ritorno, in parte, all'interrogazione precedente - segnaliamo che la Regione Piemonte intende ridefinire lo stesso, al fine di superare alcune difficoltà che si sono manifestate nell'attuazione dell'Addendum.
Occorre chiarire che le criticità rilevate dai Ministeri competenti non comportano la perdita delle quote accantonate, ma soltanto il loro differimento a seguito del superamento delle stesse, con l'integrazione documentale richiesta.
Sulla valutazione complessiva, in realtà, il Piano di Rientro che ci ha consentito questa inversione del trend storico dei costi della sanità non ha raggiunto l'obiettivo inizialmente previsto di riduzione di circa 150 milioni, perché all'appello ci mancano 45 milioni. 105 milioni sono stati ottenuti, in termini di riduzione dei costi, 45 non sono stati ottenuti. A questi 45 si aggiungono 15 milioni di addizionali costi di ammortamenti che siamo stati chiamati ad aggiungere. Una quota ulteriore ci sarà nel 2012, perché ci stiamo avviando gradualmente alla gestione integrale degli ammortamenti nei nostri conti economici che non abbiamo mai precedentemente considerato.
Complessivamente, quindi, nel 2011 a noi mancheranno i 45 milioni di obiettivi che non siamo riusciti a completare (ne abbiamo fatti solo 105) e i 15 milioni di ammortamenti, per un totale di 60 milioni, messi a copertura nell'esercizio provvisorio a cui ho fatto riferimento.
Sappiamo tutti che il Piano di Rientro non ha risolto strutturalmente la sostenibilità della nostra sanità e che la sostenibilità economico finanziaria del nostro sistema sanitario è fondato sulle azioni che strutturalmente toccheranno il sistema e che sono contenute nella riforma sanitaria, tra l'altro in discussione in questi giorni.
Vorrei ricordare, perché questo è il nostro pensiero, che quando parliamo di modifiche strutturali al nostro sistema sanitario sostanzialmente ci riferiamo a due cose: la prima è il governo della rete ospedaliera, in modo da evitare le duplicazioni che nel sistema oggi abbiamo, e il secondo è la centralizzazione di attività di servizio e supporto.
Per quanto riguarda il governo del sistema ospedaliero, anche se il disegno ha abbandonato la separazione ospedali-territorio, noi siamo convinti che il governo della rete ospedaliera sarà assicurato dalla proposta che abbiamo presentato in IV Commissione qualche giorno fa e che sarà in discussione nelle prossime riunioni della stessa.
L'effetto economico-finanziario che volevamo ottenere, secondo noi sarà ottenuto anche dal disegno che abbiamo proposto.
Grazie.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Interrogazione a risposta immediata n. 910 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Politiche regionali in materia di sicurezza integrata. Quali azioni regionali?"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
910, presentata dal Consigliere Stara, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



STARA Andrea

Su quest'argomento abbiamo già ampiamente dibattuto con l'Assessore.
Sicuramente l'Assessore mi illustrerà le magnifiche sorti progressive che ha in mente sul tema della sicurezza.
Tempo fa ho letto articoli che hanno coinvolto colleghi qui presenti in Aula che annunciavano - mi sembra che fossero legati alla sicurezza sulle Langhe e Roero, ma non vorrei sbagliarmi - provvedimenti sul territorio sempre in tema di sicurezza.
Il bando che si era concluso, che aveva poi demandato alle Province la sua attuazione, con tutti i limiti degli stanziamenti previsti, in questo anno ha dato la possibilità all'Assessorato regionale di capire quali strategie e quali programmazioni avviare, pur tenendo conto delle esigue risorse in essere.
Ricordo, ad esempio, la discussione relativa al bando dell'anno scorso quando non c'era più tempo per farlo direttamente come Regione, quindi si utilizzò la solita pratica di demandarlo alle Province, riprendendo le solite caratteristiche. Con questa domanda, che di fatto permette solo una singola domanda come modello di question time, chiedo all'Assessore rispetto alle risorse previste in bilancio, quali atti, quali modalità e cosa ha in programma di fare, visto che l'anno è concluso e visto che il tema la coinvolge anche prioritariamente come questione legata al suo partito, che su questo tema ha sempre tenuto una particolare attenzione.
quindi più una domanda informativa cui, probabilmente, seguirà, anche in base a tutte le delucidazioni che ci fornirà, una serie di valutazioni politiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore alla promozione della sicurezza e polizia locale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Stara per questo question time, che mi fornisce certamente l'occasione per una prima informativa, e che da sempre è attento alle questioni inerenti alla sicurezza e, in particolare, alla legge regionale che in passato ha davvero destinato cospicui fondi per questo settore.
Ho già avuto modo di affrontare quest'argomento in I Commissione quando ho illustrato i capitoli del 2012, oggettivamente risicati rispetto ai fondi cui siamo abituati, e mi auguro che in I Commissione questa discussione possa proseguire.
Il primo triennio d'applicazione della legge regionale in materia di sicurezza integrata si è caratterizzato per lo sviluppo di una forte collaborazione istituzionale con le Amministrazioni provinciali e con le Amministrazioni comunali, la cui fase principale è stata la realizzazione dei bandi provinciali del 2009. Il senso della legge deve essere chiaramente finalizzato a stimolare l'azione degli Enti locali e dei soggetti territoriali, nella promozione delle politiche integrate di sicurezza.
I bandi provinciali del 2009, come ho già avuto occasione di dire benché abbiano avuto esiti in gran parte positivi, hanno fatto per registrare dei chiarissimi elementi di criticità. In sostanza, l'utilizzo di questi bandi su progetti specifici ha permesso interventi immediati da parte degli Enti locali, ma la politica di sicurezza di questi Enti spesso è risultata priva di continuità.
In breve, si è cercato legittimamente di utilizzare le risorse messe a disposizione dalla Regione, ma si sono evidenziate difficoltà da parte di molti soggetti nel comprendente la ratio della legge regionale; non è stato colto fino in fondo, cioè, che le misure regionali - attraverso i bandi rappresentassero un sostegno straordinario a iniziative sperimentali, ma funzionale all'avvio di politiche ordinarie di sicurezza che garantissero la sostenibilità nel tempo. È impensabile, infatti, che poi la Regione accompagni per decenni le politiche integrate in materia di sicurezza.
A questi elementi critici - bisogna riconoscerlo - si è anche aggiunta una generale difficoltà da parte degli Enti locali ad utilizzare questi strumenti, anche sotto il profilo delle risorse umane; per esempio ci sono state difficoltà nel rispetto dei tempi, nel rispetto dei vincoli amministrativi, nei necessari aggiustamenti progettuali in corso d'opera.
L'anno 2011 è sostanzialmente servito per concludere l'iter di questi bandi. Lei, Consigliere Stara, sa bene - perché è attentissimo a questo proposito - che nel 2011 è stato saldato l'importo di oltre un milione e 700 mila euro perché moltissime Amministrazioni locali hanno sostanzialmente chiesto la proroga dei termini per presentare i progetti proprio per le difficoltà che hanno riscontrato.
La scelta della Regione nel 2011 - quindi prima di un ulteriore utilizzo di risorse, benché previste nel bilancio di previsione - è stata quella di una valutazione dei mezzi utilizzati a finanziamento delle politiche di sicurezza integrate, sino ad oggi quasi unicamente incentrato sui bandi. Tale valutazione è potuta avvenire nell'anno trascorso e si sta concludendo adesso; a fronte delle considerazioni precedenti e delle risorse disponibili - queste sì notevolmente ridotte - la Regione è intenzionata ad una rivisitazione degli indirizzi di investimento in materia di sicurezza integrata che produrranno presumibilmente i loro effetti a partire da quest'anno.
Per le ragioni che ho fin qui esposto, non crediamo - tanto per essere assolutamente chiara - possa essere più sostenibile, come fonte primaria di sostegno alla sicurezza, il finanziamento attraverso bandi. Riteniamo si debba fare uno scatto in avanti, utilizzando le risorse per progetti che mirino a creare o a rafforzare strutture o servizi utilizzabili dagli Enti locali piemontesi, nella loro interezza, per la loro attività in tema di sicurezza.
Nell'anno corrente sarà quindi finalizzato a tali politiche - che mi auguro poter approfondire e anche condividere con tutti i membri del Consiglio regionale, anche nel corso della Commissione - un milione di euro. Questo consentirà di poter fornire un concreto sostegno operativo alle politiche di sicurezza di tutte le Amministrazioni, soprattutto di quei Comuni di piccole e medie dimensioni che non hanno potuto in passato usufruire delle risorse regionali.



NOVERO GIANFRANCO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 908 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Vendita stabilimento Lactalis di Moretta"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 908 del Consigliere Segretario Ponso, che ha la parola, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, Moretta è un paese di 4.000 abitanti in provincia di Cuneo, che dal 2007 ad oggi ha perso circa 200 posti di lavoro legati alle vicende del colosso del settore caseario Lactalis, proprietario dei marchi Parmalat, Vallelata-Galbani, Cademartori, Invernizzi, Casale Torrealta.
In un breve riassunto desidero segnalarle che nel 1998 la famiglia Besnier, della francese Lactalis, ha comprato da Nestlè parte dello stabilimento di Moretta, dal quale escono prodotti caseari con il marchio Locatelli. Dopo circa dieci anni di attività, nel 2007 la multinazionale decise di delocalizzare la produzione, lasciando a casa circa 200 dipendenti e mettendo in vendita lo stabilimento, con impegno morale di deindustrializzarlo. In seguito a ciò si registrarono alcuni tentativi di acquisto dello stabilimento, tra cui quelli di un'azienda di Brescia e poi di un imprenditore piemontese; tentativi che non si concretizzarono a causa del mancato via libera della casa madre francese.
Si hanno notizie, che risalgono allo scorso luglio, di un compromesso di vendita - e non di una vendita vera e propria - attraverso il quale la proprietà dello stabilimento sarebbe stata assegnata alla Nestlè, per evitare il rischio che in esso venga impiantata un'attività concorrente. Le società coinvolte in un incontro avvenuto presso Assolombarda a Milano avevano preso l'impegno di convenire ad un piano sociale finalizzato a gestire in maniera il meno traumatica possibile l'esubero determinato dalla cessione dell'attività produttiva presso lo stabilimento morettese e a valutare i progetti di iniziativa imprenditoriale che comportino l'acquisizione dello stabilimento, in modo da facilitare la ripresa dell'attività, con le conseguenti importanti ricadute occupazionali sul tessuto sociale di Moretta e dei paesi del circondario.
Data la crisi economica e finanziaria, che sta percorrendo il nostro Paese come il resto dell'Europa, sono all'ordine del giorno le situazioni di crisi in molte aziende piemontesi. Riteniamo però assurdo che nel caso specifico dello stabilimento di Moretta l'attività venga messa a rischio esclusivamente a causa dei timori che nella struttura vengano inserite attività produttive concorrenti con Lactalis o Nestlè: fatto ampiamente smentito dagli imprenditori che si sono fatti avanti per rilevare la struttura.
Per questo motivo, egregio Assessore, chiedendole se è a conoscenza della vendita dello stabilimento della Lactalis alla Nestlè, lo scopo di quest'interrogazione che le rivolgo è quello di sapere quali iniziative la Regione può assumere per salvaguardare la presenza operativa dello stabilimento di Moretta, per favorire il mantenimento dei posti di lavoro oggi a rischio. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Ringrazio il collega che in effetti - come lui stesso dice - ha segnalato al sottoscritto, ma anche a tutta la Struttura, un caso che merita attenzione. Tralascio la lettura di gran parte della nota informativa, in quanto il collega nella sua illustrazione ha già messo in luce molti aspetti della vicenda. Mi limito quindi a leggere l'ultima parte, facendo però anche una piccola premessa.
I fatti indicati dal collega sono fatti veri e non interpretazioni ai quali do un'interpretazione mia: ritengo si sia trattato di uno degli episodi emblematici in senso negativo di come le imprese non dovrebbero operare. Soprattutto in un momento come questo, infatti, l'esigenza di dare posti di lavoro alla nostra gente dovrebbe convincere quantomeno a ragionare in un modo un po' diverso.
Il fatto nuovo, che non so se il collega conosce, è che le organizzazioni sindacali del settore alimentare hanno chiesto un incontro con la Nestlè che si svolgerà il 30 gennaio presso la Confindustria di Cuneo. In quella sede uno degli argomenti di confronto prenderà avvio dall'accordo sottoscritto dalla Lactalis con il sindacato nel 2007, in conseguenza della chiusura dello stabilimento. In particolare, le organizzazioni sindacali intendono richiamare alla Lactalis gli impegni derivanti dalla cosiddetta "clausola sociale", contenuta in quest'accordo.
In questa clausola si prevede anche, ai fini occupazionali, un impegno dell'azienda sul piano della deindustrializzazione del sito dismesso.
La situazione è seguita dalla Direzione Attività produttive: noi aspettiamo di ricevere dai sindacati e dalla Confindustria di Cuneo le relazioni sull'esito dell'incontro. Dopodiché, se l'esito non sarà favorevole, interverremo noi per convincere gli imprenditori interessati a mettere giudizio e ad essere un po' più rispettosi delle istanze e delle esigenze di lavoro della nostra gente, ma soprattutto dei nostri territori.
Si tratta di esigenze non di secondo piano, ovviamente. La promessa al collega, vista la sgradevolezza della vicenda, è quella di metterci il massimo impegno.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 904 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Bando prevenzione Assessorato alla Sanità"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 904 della Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La motivazione dell'urgenza insiste sul fatto che il bando emanato dalla Direzione dell'Assessorato alla Sanità dovrebbe servire a prevedere una riorganizzazione delle competenze interne all'Assessorato.
Riorganizzazione prevista fin dal 1° gennaio e per la quale erano già state inviate indicazioni sulle procedure da adottare in ordine alla nuova definizione dei settori e successivamente rinviata al 1° febbraio per oggettive complicazioni tecniche di applicazione. Siamo quindi in prossimità della determinazione.
L'oggetto della nostra interrogazione riguarda alcune valutazioni attinenti la discrezionalità del modello organizzativo che concernano, in particolare, un settore della vita dell'amministrazione regionale che è quello, complessivamente, della prevenzione tra le cui competenze figurano oltre la programmazione di intesa con le Aziende Sanitarie e i Comuni della prevenzione primaria, anche il coordinamento di carattere amministrativo dei compiti legati alla prevenzione e alla sicurezza nei luoghi di lavori oltre che, ovviamente, tutte quelle misure di gestione diretta delle Aziende Sanitarie che afferiscono al cosiddetto capitolo della prevenzione secondaria.
La curiosità sulla quale si è soffermata la nostra attenzione, riguarda i requisiti di formazione e di esperienza richiesti per coloro che ambirebbero a ricoprire questo tipo di ruolo. È prevista, infatti, quale competenza specifica per le suddette materie che ho prima elencato, oltre che i requisiti di carattere culturale e di base, anche una specifica competenza in ambito veterinario.
pur vero che nell'ambito complessivo dei dipendenti addetti alla prevenzione delle nostre Aziende Sanitarie Locali, la prevalenza è ampiamente rappresentata da operatori e professionisti del comparto veterinario, anche per ragioni legate alla storicità della cultura della prevenzione che, se sono state immediate per quello che riguarda il controllo delle coltivazioni e degli allevamenti, nonché per l'igiene degli allevamenti e degli alimenti, successivamente è avvenuta estendendosi alla sicurezza degli ambienti e dei luoghi di lavoro.
Tuttavia, pare perlomeno singolare che, in un contesto quale quello piemontese fortemente caratterizzato dalle relazioni sanitarie in ambito di influenza della sicurezza sui luoghi di lavori, sulla salute dei piemontesi andiamo dall'Eternit, fino alla processo Thyssen - si sia privilegiata per la ricerca di una professionalità di coordinamento, quella dell'ambito veterinario.
Ovviamente, poiché un politico è un Consigliere eletto e non pu prestare ascolto né prestare il fianco a malignità che sicuramente sono parziali, non vogliamo minimamente pensare che questo tipo di opzione, così specifica e così discrezionale, avesse già in mente un eventuale profilo disponibile, e quindi lo si dovesse calzare.
Ovviamente sono certa che sarò rassicurata dall'Assessore in merito il quale, ad oggi, mi potrà anche dire le determinazioni assunte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione relativa al bando per individuare una figura professionale per il settore prevenzione veterinaria, precisiamo che nel bando non è previsto alcun requisito preferenziale se non la laurea o laurea specialistica, come viene citato nel bando.
Il bando è finalizzato all'individuazione di una figura professionale che abbia competenze in un ambito ampio che va dalla prevenzione alla veterinaria. Sono quindi ammesse al bando anche le figure professionali che non abbiano una laurea specifica in veterinaria.
I titoli di studio richiesti nel bando sono, appunto, il diploma di laurea (vecchio ordinamento), o la laurea specialistica (nuovo ordinamento). Per quanto riguarda il tipo di professionalità necessaria, si richiede: conoscenza degli strumenti finalizzati alla promozione della salute e valutazione dell'impatto sanitario; attività di educazione sanitaria; epidemiologica e statistica.
Si richiede, inoltre, specifica esperienza nel settore del risk management in sanità con particolare riferimento alla sicurezza sul lavoro nel Settore Veterinario; conoscenze di tecniche editoriali e di utilizzo di canali informativi a fini di comunicazione istituzionale in materia di tutela della salute e conoscenza delle istituzioni, degli organi e delle strutture delle Pubbliche Amministrazioni. Viene richiesta, inoltre, una serie di titoli relativi alle attitudini e capacità più personali, tipo capacità di assumere iniziative, decisioni e responsabilità, ecc. non mi risulta che siano richiesti titoli specifici che riguardano la veterinaria.
C'è un'ampia valutazione, quindi un'ampia possibilità d'accesso, con diversi specialisti e diversi titoli di studio, non confinati nell'ambito della veterinaria.
Le decisioni non sono ancora state assunte semplicemente perché, tra le mille cose da fare, essendo la ristrutturazione della Direzione Sanità collegata alle attività che dovranno essere realizzate con i nuovi riassetti delle Aziende Sanitarie ed avendo spostato, temporalmente speriamo di non troppo tempo, l'approvazione della riforma sanitaria, non è fondamentale che l'organizzazione della Direzione Sanità avvenga la settimana prossima.
Certamente non aspetteremo troppo: immagino che entro il mese le decisioni saranno completate e assunte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Diritto di asilo - Profughi - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 909 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Profughi e diritto allo studio negato"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 909, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Il tema posto per noi è molto importante e interessa anche ciò che capita fuori dal Palazzo.
Ponendo questione puntuale relativa al diritto allo studio dei profughi, sappiamo che il tema del diritto allo studio vede una protesta che penso non debba lasciare indifferente quest'Aula. Da settimane abbiamo in atto la mobilitazione degli studenti iscritti ai corsi di studio nella nostra regione per vedere riconosciuti gli stanziamenti necessari al ripristino del diritto allo studio.
La Giunta, fino ad ora, non ha assunto decisioni, comunque, per il momento, sembra che la questione non si volga in senso positivo. Le richieste degli aventi titolo per l'accesso ai posti letto sono circa 4.000 e ad oggi soltanto un migliaio i posti disponibili. La situazione attuale escluderebbe circa 2.000 persone dal riconoscimento di un diritto costituzionale.
L'Università degli Studi ospita, tra gli altri, studenti provenienti da Paesi per i quali viene loro riconosciuto uno status di profughi, rifugiati o richiedenti asilo. Tra questi, molti sono vincitori di una borsa di studio del servizio di unità abitativa che garantisce loro la possibilità di proseguire un percorso di studi già avviato nella nostra regione, quindi in questo senso pensiamo che per molti studenti, a questo punto, il futuro formativo è assolutamente in bilico. Oltretutto, è evidente che per questi studenti c'è un problema ulteriore: l'impossibilità di ritornare nei loro Paesi, proprio perché fuggono da Paesi in guerra o dilaniati da carestie e quindi in questo senso potrebbero vedersi negata la passibilità di costruire un futuro in Italia.
Già nei mesi scorsi abbiamo sottoposto questo problema alla Giunta.
Bisogna dire che fino ad ora non è stato prospettato alcun tipo di soluzione. Sappiamo che esistono problemi sul bilancio, però bisogna fare delle scelte. In questo senso, pensiamo che il diritto allo studio, in particolare per questa categoria (chiamiamola così) di studenti, risulta essere un elemento ancor più importante e abbiamo posto questa question time proprio per comprendere quali azioni la Giunta intende intraprendere al fine di tutelare la prosecuzione del percorso di studio degli studenti fuori sede provenienti da Paesi extra UE ai quali è stato riconosciuto lo status di profughi o richiedenti asilo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Risponderò leggendo una nota che mi è stata consegnata dall'Assessore Maccanti, che si scusa perché ha dovuto assentarsi a causa di un impegno imprevisto.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si segnala che, tra gli studenti richiedenti la borsa di studio EDISU, quelli che risultano nello status di rifugiato sono 9; tale dato non è certo al 100% perché viene rilevato solo se tale status è segnalato dallo studente stesso.
Prima di entrare nel merito della situazione di queste 9 persone occorre descrivere i criteri di assegnazione dei posti letto: agli studenti aventi diritto iscritti ai primi anni di corso viene assegnato il 35% dei posti letto messi a bando; il 15% di questo sottoinsieme è poi riservato agli studenti extra UE.
La situazione dei due rifugiati di cui sopra è la seguente: sette iscritti ai primi anni, di cui solo tre hanno fatto domanda di posti letto ma i restanti quattro non hanno richiesto il posto letto; sette vincitori di borsa, tra i quali tre vincitori di borsa e vincitori o idonei al posto letto, di cui due vincitori di posto letto, un idoneo; successivamente allo scorrimento della graduatoria è diventato vincitore di posto letto, ma non si è presentato alla chiamata; due rifugiati iscritti agli anni successivi (II anno), entrambi idonei (non vincitori) servizio abitativo/borsa (per insufficienti requisiti di merito).
Riassumendo, su nove rifugiati hanno il posto letto in due; quattro non lo hanno richiesto; uno non si è presentato all'assegnazione; due non hanno i necessari requisiti di merito.
Questi ultimi due, iscritti a anni successivi al primo, sono idonei alla borsa, ma per il posto letto sono in graduatoria perché tutti quelli prima di loro hanno dato più esami di loro e hanno quindi un merito più alto, cioè maggior numero di crediti.
Con specifico riferimento a quest'ultimo dato, si sottolinea come questo sia in linea con l'elevata "mortalità" che colpisce particolarmente gli studenti extra UE, che dimostrano una difficoltà a conservare il livello di crediti richiesto; forse un segnale che alla crescente internazionalizzazione di alcuni atenei piemontesi non ha corrisposto una didattica totalmente comprensibile per gli studenti extra UE.
Si riporta inoltre la situazione più generale della distribuzione dei posti letto EDISU nel corrente anno accademico, e in particolare quella relativa agli studenti extra UE.
In valori assoluti gli studenti aventi diritto al posto letto sono 4.610, cui sono stati assegnati 2900 posti, sulla base degli scorrimenti in graduatoria. Sono in corso altri scorrimenti per 37 posti di cui 26 a Torino e 11 a Vercelli.
Tra questi, provengono da Paesi extra UE 737 studenti aventi diritto al servizio abitativo, di cui 129 vincitori di posto letto sulla base della riserva del 15% cui si è accennato in premessa.
Mi pare abbastanza chiaro che i volumi del problema siano piuttosto ridotti e che, di conseguenza, non sia particolarmente difficile far fronte dando delle risposte concrete.
Comunque, sperando di aver fornito degli elementi sufficienti per chiarire i dubbi avanzati, lascio copia della relazione che mi è stata consegnata.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.09 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.10)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 609 presentato dai Consiglieri Laus, Gariglio e Muliere, inerente a "Razionalizzazione del servizio di accertamento liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate tributarie o patrimoniali dei Comuni e delle società da essi partecipate" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La convocazione odierna avviene ai sensi dell'articolo 39 dello Statuto.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione e la trattazione di un ordine del giorno avente come sulla "Razionalizzazione del servizio di accertamento liquidazione e riscossione spontanea e coattiva delle entrate tributarie o patrimoniali dei Comuni e delle società da essi partecipate", perché la legge 22 dicembre 2011 (la cosiddetta manovra Monti), in pratica, ha stabilito che il 31 dicembre 2012 è il termine a decorrere dal quale la società Equitalia S.p.A., nonché le società per azioni da essa partecipate, cessa di effettuare la sua attività.
Visto che è stata avviata una riflessione politico-istituzionale per la costituzione di una società e visto anche che il Comune di Torino ha già una società di riscossione (la SORIS), vorremmo capire e verificare se esiste la possibilità di una fusione.
un ordine del giorno abbastanza largo, aperto e credo che abbia bisogno di pochi minuti per essere sicuramente iscritto, ma anche trattato nella giornata di oggi.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 603 presentato dai Consiglieri Goffi, Pedrale, Carossa e Giovine, inerente a "Riscossione Piemonte S.p.A: la società alternativa a Equitalia" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
A questo punto, chiedo di iscrivere anche l'ordine del giorno sulla costituzione di un Ente di riscossione regionale, se è possibile.



PRESIDENTE

collegato, va bene. Collega Goffi, è già stato depositato, vero? Lo possiamo chiamare ordine del giorno inerente a "Ente riscossione regionale".


Argomento: Pari opportunità - Condizione femminile

Ordine del giorno n. 611 presentato dalle Consigliere Manica, Pentenero Valle, Bresso, Costa Rosa Anna, Spagnuolo, Motta Angela, Artesio e Cerutti inerente a "Rappresentanza di genere nelle istituzioni" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione in data odierna di un ordine del giorno sottoscritto dalle Consigliere regionali sulla rappresentanza di genere nei Consigli, che viene dall'iniziativa di Roma di tutte le donne di tutti i Consigli regionali d'Italia e di cui lei è a conoscenza, perché tale iniziativa è stata realizzata anche con gli Uffici di Presidenza.
Essendo un testo unanime, si può iscriverlo.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Propongo quindi l'iscrizione all'o.d.g. della seduta odierna, se nessuno si oppone, in coda alla convoca dei seguenti atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 609 presentato dai Consiglieri Laus, Gariglio e Muliere, inerente a "Razionalizzazione del servizio di accertamento liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva, delle entrate tributarie o patrimoniali dei Comuni e delle società da essi partecipate" ordine del giorno n. 603 presentato dai Consiglieri Goffi, Pedrale Carossa e Giovine, inerente a "Riscossione Piemonte S.p.A: la società alternativa a Equitalia" ordine del giorno n. 611 presentato dalle Consigliere Manica, Pentenero Valle, Bresso, Costa Rosa Anna, Spagnuolo, Motta Angela, Artesio e Cerutti inerente a "Rappresentanza di genere nelle istituzioni"



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Ordine del giorno n. 610 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, De Magistris, Marinello e Giovine, inerente a "Soppressione corse traghetto Lago Maggiore "


PRESIDENTE

Preliminarmente, ci sarà l'esame dell'ordine del giorno n. 610 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, De Magistris, Marinello e Giovine, inerente a "Soppressione corse traghetto Lago Maggiore " che pu anche essere votato senza discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Presidente, mi può illustrare meglio l'ultimo ordine del giorno che ha citato?



PRESIDENTE

Riguarda una soppressione delle corse del traghetto sul Lago Maggiore e impegna la Giunta ad operare sul Governo per aprire dei fondi. È stato concordato tra Consiglieri.
Collega Giovine, si oppone all'iscrizione?



GIOVINE Michele

No, Presidente. Anzi, se c'è l'accordo del primo firmatario, vorrei sottoscriverlo.



PRESIDENTE

La ringrazio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Costa Raffaele, Cota e Sacchetto.


Argomento:

b) Non impugnativa l.r. 21/2011


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 13 gennaio 2012 la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 21 del 14 novembre 2011 ("Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2010").


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta dei Consiglieri, i processi verbali delle sedute del 20, 27 e 29 dicembre 2011.


Argomento:

d) Presidio di esponenti del movimento per "Mappano Comune" davanti a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Vorrei informare l'Aula che davanti al Consiglio regionale c'è un presidio ridotto di una serie di cittadini esponenti del movimento per "Mappano Comune" che sono già stati ricevuti dal Consiglio regionale in più occasioni.
Ho parlato personalmente con loro e ho spiegato loro che oggi non c'erano le condizioni per una serie di motivi, non di meno il protrarsi della seduta, ex articolo 100, e che nel frattempo è stata presentata e incardinata la proposta di legge. Ho parlato con loro che successivamente probabilmente nella prossima seduta saranno ricevuti.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame ordine del giorno n. 610 presentato dai Consiglieri Cattaneo Reschigna, De Magistris, Marinello e Giovine, inerente a "Soppressione corse traghetto Lago Maggiore"


PRESIDENTE

Prima di passare alla proposta di legge n. 152, fatto salvo che i colleghi che volessero aggiungere la firma lo potranno fare anche successivamente, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 610 avente ad oggetto "Soppressione corse traghetto Lago Maggiore", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, De Magistris, Marinello e Giovine testé iscritto all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 610, il cui testo recita: "Premesso che la Gestione Navigazioni Laghi con avviso al pubblico n. 32/11 del 27 dicembre 2011 ha comunicato la riduzione del servizio traghetto Intra - Laveno dal 1° gennaio 2012 considerato che la modifica ha comportato la soppressione delle corse in partenza da Intra alle ore 7.20 e alle ore 7.40, che sono sempre state le fasce di maggiori afflusso, sostituite con una unica corsa alle ore 7.30 e della corsa da Laveno alle ore 20.00 appreso che tali decisioni sono state assunte dall'Azienda in conseguenza delle difficoltà di finanza pubblica preso atto delle numerose proteste da parte dei lavoratori che utilizzano il traghetto Intra - Laveno vista l'importanza dell'attività svolta dalla Gestione Navigazione Laghi sul Lago Maggiore soprattutto per i lavoratori pendolari, oltre che per i numerosi turisti italiani e stranieri tutto ciò premesso Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a operare presso il Governo nazionale affinché siano assicurate alla Gestione Navigazione Laghi le risorse necessarie al ripristino del servizio traghetto Intra - Laveno sul Lago Maggiore".
Il Consiglio approva.


Argomento: Emigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 152, inerente a "Programma attuativo per l'anno 2011. Gestione legge regionale n. 1/1987 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e successive modificazioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la proposta di deliberazione n. 152, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Tale proposta di deliberazione è stata licenziata a maggioranza dalla III Commissione in data 17 novembre 2011.
La parola all'Assessore Giordano per l'illustrazione.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Grazie, Presidente.
L'argomento è stato trattato direi in modo approfondito in Commissione quindi mi riserverei di dire qualcosa di diverso dopo aver ascoltato gli interventi.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore Giordano.
Dobbiamo riprendere con questa seduta di Consiglio regionale obbligatoria per lo Statuto, i nostri lavori nel corso dell'anno 2012, dopo un breve periodo di quiescenza provvisoria.
Chiederei, per cortesia, un po' d'attenzione. Ci sono importanti provvedimenti e credo che l'Assessore abbia diritto di essere ascoltato nell'interesse generale.
Prego, Assessore.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Mi riservo di fare degli approfondimenti dopo aver sentito gli interventi.
Mi permetterei solo di chiarire una cosa. La tempistica dell'approvazione del programma: approviamo il programma del 2011 a tempo scaduto. Era un'osservazione che i colleghi di opposizione avevano fatto presente in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, ma il brusìo è insopportabile.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.22 riprende alle ore 16.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Assessore, prego, continui.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Questo aspetto era stato sollevato dai colleghi di opposizione. Dopo la sollecitazione sono andato a guardare che cosa era avvenuto negli anni passati, ricordandoci e ricordandomi che la Giunta ha approvato il programma a luglio, perché c'era l'esigenza di capire quanti fondi avevamo a disposizione; poi, c'è stata la tempistica del Consiglio regionale, che ovviamente non è governata dall'esecutivo. Già in passato (precisamente nel 2005), era successo che venisse approvata l'anno successivo, infatti è stato approvato il 7 febbraio 2006.
Con questo non voglio dire che la prassi, quando c'è stata, seppur non particolarmente consolidata, sia da approvare, ma l'impegno che mi prendo è, per quanto riguarda il 2012, che ci sia l'approvazione il prima possibile.
Alla luce della consapevolezza che questo possa accadere, nel 2010 (quindi, due anni fa) contestualmente all'approvazione del programma, venne approvata anche una norma che prevede espressamente che, in assenza di approvazione del programma, vale quello dell'anno passato, per non lasciare un vuoto normativo.
Ripeto, questo non è per giustificare la bontà di quella prassi che porta all'anno successivo e risottolineo l'impegno per quest'anno di presentare il programma del 2012 il prima possibile.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste d'intervento il dibattito generale è concluso.
La parola alla Consigliera Artesio, per dichiarazione di voto.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Una semplice sottolineatura di contestualizzazione di questo provvedimento all'interno delle politiche generali della Regione e di una previsione specifica che è contenuta all'interno del programma attuativo che non contesto, ma che rapporto a comportamenti specifici di altre aree dell'Amministrazione.
La valutazione di carattere generale. La proposta di deliberazione è doverosa, ancorché tardiva. L'Assessore ci ha già spiegato le difficoltà ma mentre il Consiglio regionale è chiamato ad assumere un disegno programmatico in ordine alle scelte che lo riguardano sulle politiche per l'emigrazione, non posso ignorare che persistiamo in una colpevole omissione nel definire gli impegni del Consiglio regionale sulle politiche dell'immigrazione.
E in questo modo specifico, voglio ricordare come la discussione che ci impegnerà sul bilancio di previsione 2012, riguardante le politiche sociali, ci porterà a rilevare una sottovalutazione degli impegni poi gestibili da parte delle Amministrazioni comunali o dagli enti o dalle associazioni in ordine alle politiche di inclusione. Inoltre, anche altre politiche settoriali, che al loro interno dovrebbero contenere impegni ed operatività in ordine alle politiche per l'immigrazione come alle politiche abitative, sono significativamente omissive in ordine a queste opzioni.
In realtà, il testo che prendiamo in considerazione per l'emigrazione è più correttamente da considerare un testo cosiddetto di politica integrata perché non impegna soltanto l'Assessore presentatore, cioè l'Assessore Giordano, ma impegna anche politiche interassessorili.
Voglio soltanto sottolineare che se la questione emigrazione è una questione di caratterizzazione economica e di profonda sensibilità sociale lo è sia in direzione di coloro, cioè i piemontesi, che si sono rivolti in cerca di ricongiungimenti o di attività professionale all'estero e desiderano rientrare, ma lo è anche in ragione dei nuovi cittadini, che da altri Paesi europei od extraeuropei sono approdati nelle città italiane nello specifico nel territorio piemontese.
La seconda osservazione. Il programma attuativo è tutto un programma di indirizzi, che definisce parametri relativi all'erogazione di contributi e requisiti per l'accesso ai contributi. Poi identifica due specifiche e puntuali situazioni in ambito culturale che riguardano l'erogazione di borse di studio: il progetto "Nidi di Rondine", "Associazione Arvangia" presso la Casa delle Memorie di Mango d'Alba, e il progetto "Voci della poesia", concorso gestito dal Liceo Peano di Tortona.
Nulla da eccepire su iniziative puntuali, salvo il fatto che se queste iniziative puntuali sono richiamate nell'ambito di un programma attuativo di una legge regionale, in virtù di protocolli d'intesa, collaborazioni convenzioni, accordi di programma pluriennali, è giusto che l'Amministrazione regionale le riconosca e le riproponga.
Vorrei ricordare che, nell'ambito dell'istruzione e della cultura analoghi impegni derivanti da convenzioni con associazioni non vengono riproposti o sostenuti. Ciò nonostante, avendo richiamato questi fatti per una questione di mancata affinità con altri comportamenti politici su altre materie, in ogni caso il voto a questo programma attuativo sarà un voto favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 152, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Esame proposta di legge n. 148, inerente a "Norme in materia di selezione e nomina dei Direttore Generali delle Aziende Sanitarie Regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 148, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ne riassumo l'iter.
In data 21 giugno 2011 la proposta di legge n. 148 è stata assegnata in sede referente alla IV Commissione consiliare.
In data 11 ottobre 2011 la proposta di legge 148 è stata rinviata dal Consiglio in IV Commissione, a norma dell'articolo 88 del Regolamento consiliare, definendo il termine massimo di discussione in giorni 30.
In data 27 dicembre 2011 la proposta, ai sensi dell'articolo 37 del Regolamento, è stata nuovamente richiamate in aula, ma non esaminata.
In data 17 gennaio 2012 la proposta è stata iscritta all'o.d.g., quindi nella seduta odierna.
A norma dell'articolo 37, commi 6 e 7, del Regolamento, do la parola alla Presidente della IV Commissione, Consigliera Spagnuolo, che deve provvedere a riferire.



SPAGNUOLO Carla

Come lei ha anticipato, la proposta di legge. n. 148 è stata presentata dal Consigliere Laus come primo firmatario insieme alle Consigliere Pentenero e Motta e ai Consiglieri Taricco e Ronzani.
stata assegnata nel giugno 2011; il termine per l'esame è scaduto il 14 settembre 2011, per cui è stato richiamata, ai sensi dell'articolo 37 comma 6 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Il 18 ottobre è stato rinviata ai sensi dell'articolo 88 nuovamente in Commissione ed è stata, per l'iter conseguente, iscritta all'o.d.g. del Consiglio regionale il 27 dicembre 2011.
Questa è la procedura fin qui svoltasi ai sensi del Regolamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Questa legge va a normare la selezione e la nomina dei Direttori Generali nelle ASR. Direttore Generali che, in questo momento nella nostra Regione, sono in proroga fino al 30 marzo, quindi per tre mesi.
Credo che sia opportuno, prima di illustrare questa disposizione di legge, sottolineare che non esprimo e non voglio esprimere giudizi sulla capacità degli attuali Direttori. Lungi da me.
Faccio un ragionamento più ampio, cioè una fotografia di quello che succede nel nostro Paese, e se c'è la possibilità di essere ascoltato, mi riprendo anche psicologicamente.
La fotografia nel nostro territorio nazionale ci porta a fare alcune considerazioni. Non è stato il caso del Piemonte, ma spesso accadde che la forma della clientela avviene anche attraverso un metodo assolutamente legale e formale, cioè inquadrando amici - oggi tutto a norma di legge - a gestire un'azienda partecipata, in modo particolare una ASL. E poi scopriamo, a distanza di tempo, che c'era un sistema "inquinato" (questo è stato già appurato in altre realtà fuori dalla nostra Regione). Questo è il primo stimolo che mi induce a sposare la proposta che sto per dettagliare.
Un altro aspetto molto importante, sul quale gradirei soffermarmi ancora di più, riguarda i costi della politica.
Per quanto mi riguarda, questa può rappresentare una sorta di "operazione verità". Perché i costi della politica non sono solo rappresentati dai costi dei Deputati e dei Consiglieri, o dal numero degli stessi. Secondo chi vi sta parlando in questo momento, ciò che andrò a dire rappresenta il macrocosto della politica: i manager delle aziende pubbliche e gli amministratori delle partecipate, per esempio, devono essere professionisti pagati quanto meritano, sempre nella massima trasparenza, ma devono essere disposti ad una verifica di qualità prima e dopo il conferimento dell'incarico, per misurare tanto i propri requisiti, quanto i risultati ottenuti. In una qualunque azienda, chi non raggiunge gli obiettivi genera uno spreco, quando non addirittura un danno: questo è un lusso che il sistema pubblico non si può più permettere. Esattamente come non ci si può più permettere che gli evasori fiscali la facciano franca così si deve chiedere a chi gestisce il bene collettivo di essere capace.
Per questo la politica deve farsi da parte e lasciare che le nomine avvengano senza condizionamenti e secondo principi meritocratici. Qual è la ratio legis? Compito della politica è tracciare una linea di demarcazione tra quelli che sono gli obiettivi rispetto a quelle che sono le risorse idonee affinché tali obiettivi possano essere perseguiti. Affidare, dunque a società esterne: "La presente legge stabilisce di estendere al sistema di selezione dei manager pubblici il principio generale della separazione tra compiti d'indirizzo strategico e compiti di gestione, esternalizzando l'intera procedura di individuazione dei Direttore Generali delle Aziende sanitarie (e, in prospettiva, tutti gli amministratori degli enti e delle aziende regionali) ad una o più società di selezione scelte tramite bando di gara. In questo modo, introducendo un doppio sistema di filtri, nella scelta della società di selezione e nell'individuazione dei Direttori, ed attenendosi nella sostanza a procedure di evidenza pubblica, si otterrebbe quindi un duplice risultato: in primo luogo, si farebbe in modo che la selezione avvenisse sulla base di criteri magari discutibili, ma puramente tecnici. In secondo luogo, si attribuirebbe la responsabilità della scelta dei Direttori a selezionatori che non avrebbero alcun interesse diretto o indiretto rispetto al loro operato.
Alla Giunta, in questo caso, rimarrebbe il solo potere di revoca dei Direttori in caso di mancato perseguimento degli obiettivi aziendali".
Presidente, dato che tutti i colleghi conoscono bene questa legge e hanno avuto modo di leggerne il testo...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Lo so, però oggi non...



LAUS Mauro

Lo sappiamo io e lei, va bene così. Andiamo avanti.



PRESIDENTE

Le dichiaro la mia impotenza a condurre l'Aula oggi pomeriggio, nel senso che mi manca l'autorità o l'autorevolezza per ottenere una minima condizione.
Tuttavia, la questione dell'educazione e del rispetto non è una norma o una disposizione presidenziale: appartiene, come la coscienza e la verginità, ad ognuno di noi. Prego.



LAUS Mauro

Non vorrei fare l'uccello del malaugurio su una legge che io stesso ho presentato, quindi mi aspetto che questa norma possa essere approvata.
So benissimo che non mi stanno ascoltando, perché? Perché tanti (sto facendo riferimento alla maggioranza) non sono interessati ad interloquire su questo ragionamento, perché sono consapevoli che, qualora dovesse essere approvata questa legge, verrebbe meno tutto il sistema di equilibrio su cui si fonda e si poggia l'attuale maggioranza. Pertanto, la distrazione serve loro per avere un buon equilibrio in termini psicologici. Non mi preoccupo quindi, se i colleghi non mi ascoltano.
In sostanza, la politica deve indicare gli obiettivi e deve stare lontana dalle nomine. In questo momento sto parlando della sanità, ma il ragionamento chiaramente può essere esteso anche al resto.
Ho la certezza matematica - lo dico con presunzione - che l'Assessore Monferino, persona che stimo come capacità tecnica e professionale, se dovesse dire di no in questa sede, è perché è politicamente costretto a farlo.



(Commenti dell'Assessore Monferino)



LAUS Mauro

Politicamente costretto. Ma io non posso pensare che l'Assessore Monferino non sia d'accordo rispetto alla nomina dei manager di livello selezionati da altri, avocando a sé il solo potere di revoca dei Direttore Generali.
Se l'Assessore Monferino dovesse dichiararsi non d'accordo significherebbe che mente e che sa di mentire.
Perché una Regione che vuole ristrutturare e riorganizzare completamente il Piano del Sistema Sanitario Regionale lo può fare esclusivamente tramite manager.
Una volta un collega mi ha risposto che ci sarebbe sempre e comunque l'interferenza della politica sulle società di selezione: ma, in questo caso, verrebbe a concretizzarsi come un vero e proprio reato, perché si configurerebbe come comportamento contra legem nel momento in cui una legge come questa dovesse passare.
Presidente, sono trascorsi dieci minuti. Riprenderò successivamente il ragionamento.



PRESIDENTE

Può recuperare il minuto che l'ho interrotta. Se vuole proseguire, pu farlo.



LAUS Mauro

Oggi, in pratica, i Direttore Generali vengono nominati dalle istituzioni e, quindi, dalla politica. Aggiungo che quando abbiamo un Direttore Generale bravo e capace, indipendentemente dal fatto che sia stato nominato dal centrosinistra o dal centrodestra, quella bravura e quella capacità é frutto delle qualità personali del soggetto. Perché tale soggetto non scaturisce da una scuola di formazione politica vicina al centrosinistra o al centrodestra, ma è solo un rapporto di vicinanza e di appartenenza politica.
Quindi le riforme sanitarie vengono rimesse completamente al caso, cioè del tipo "speriamo che ci vada bene". Questa è una vera e propria rivoluzione. Queste sono le riforme. Questi sono i panni che può indossare solo ed esclusivamente un vero riformista: chi non è riformista non potrà mai votare questa legge. Chi invece lo è, guarda lontano e ci tiene alla trasparenza, alla pulizia e alla selezione del merito nella sostanza e non nella forma, ha il dovere e la coscienza di votare a favore. E non ho la presunzione di vedere la maggioranza del numero verde, ma ho la tranquillità della mia coscienza di aver avuto il coraggio di presentare una proposta di legge che negli anni precedenti è stata presentata, nella stessa Aula, dal Partito Radicale. Per correttezza ed onestà intellettuale a loro, per quest'aspetto, vanno i mie più vivi complimenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La posso invitare ad avvicinarsi al banco della Presidenza, per favore?



LAUS Mauro

Mi deve rimproverare?



PRESIDENTE

No, le devo fare una proposta! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.45 riprende alle ore 16.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Apriamo la discussione generale.
Il primo Consigliere iscritto a parlare è il Consigliere Buquicchio.
Prego, Consigliere Buquicchio, ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Laus per aver - come si suol dire in questi casi buttato la pietra nello stagno: è uno stagno un po' torbido, perché è un argomento estremamente delicato.
Non so, sinceramente - caro Mauro - se, con una prospettazione legislativa di questo tipo, si possa risolvere un problema che, secondo il mio modesto avviso, attiene ad una questione ben più ampia ed importante.
Non intendo rinviare il problema a questioni di massimo sistema, ma qui ci troviamo di fronte ad un capitolo fondamentale: la gestione della sanità.
Capitolo fondamentale riguardante la sanità, che impiega le risorse che ben conosciamo, ma che, di fatto, non è diverso dalla questione inerente alle capacità gestionali in altri ambiti.
Si tratta, quindi, di scegliere i responsabili dei vari settori della Pubblica Amministrazione.
Normalmente, là dove la legge lo consente, si usa lo spoil system; in questo caso è proprio la legge che lo vuole, perché è la Giunta, è il Presidente della Giunta che firma, con il suo Assessore, i decreti di nomina di questi Direttore Generali.
L'abbiamo detto in tante altre occasioni: è ovvio che la legge nazionale attribuisce ai Direttori Generali dei poteri enormi e non si tratta di un triumvirato (Direttore Generale, direttore amministrativo e direttore sanitario che si assumono e quindi decidono in merito alla gestione dell'azienda), ma si tratta di un potere monocratico, perché la scelta del direttore amministrativo e del direttore sanitario, di fatto sono in capo allo stesso Direttore Generale.
Vorrei vedere quale direttore amministrativo e quale direttore sanitario: a volte avviene e si assiste ad una diversa collocazione di questi personaggi. È raro, poiché sono rare le figure, le professionalità i personaggi e gli uomini capaci di farsi "trombare" pur di sostenere fino in fondo una tesi in cui credono, però ci sono e sono dei casi che non possono che meritare tutta l'ammirazione e la stima.
In questo caso, parliamo di potere monocratico nell'ambito del privato e da qui l'Assessore Monferino...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Buquicchio: oggi ci sono delle condizioni veramente impossibili per proseguire i lavori! Se non vogliamo proseguire, sciogliamo la seduta e andiamo a casa perché ritengo che i Consiglieri che hanno voglia e sentono il dovere d'intervenire su una proposta di legge che un collega ha presentato, che ha diritto di essere discussa, lo devono poter fare con serenità.
Se non hanno nemmeno la possibilità minima di concentrarsi e di parlare, significa che non svolgiamo bene il nostro lavoro complessivo di Consiglio regionale.
Confido, dopo cinque appelli, in un minimo di comprensione e collaborazione da parte vostra. Grazie.
Prego, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dicevo che, nell'ambito del privato, il problema è compatibile e meno cogente, perché nel privato si risponde quotidianamente ad obiettivi pertanto la responsabilità è verificata e controllata nella quotidianità.
vero che alla sanità si è voluto conferire questo sistema con la configurazione di un'azienda con una pseudo fisionomia privatistica, ma così non è, perché parliamo del pubblico, pertanto si vive una situazione d'incongruità.
Il sistema è ibrido: da una parte, si decide con una scelta che proviene da atteggiamenti derivanti dallo spoil system; dall'altra, si attribuisce al Direttore Generale un potere monocratico, ma di fatto si gestisce qualcosa che riguarda il pubblico e, quindi, purtroppo, ad oggi senza poter pagare, in termini di responsabilità personale, i flop che in quell'ambito si vengono a determinare.
Se, invece, così fosse e ci fosse, a monte, una responsabilità politica, non solo di chi nomina e non solo politica, ma riguardante tutti gli altri aspetti che attengono alla responsabilità stessa da parte di chi nominato - gestisce, le cose potrebbero andare meglio.
Secondo me, non è tanto il problema di come scegliere i Direttori Generali (se attribuire la scelta ad un'agenzia di selezione o meno): il problema è che dovrebbe cambiare il senso della responsabilità, sia politica sia non politica, per coloro che affrontano l'amministrazione di settori così onerosi e delicati.
Presidente, quanto tempo ho?



PRESIDENTE

Dieci minuti, più uno da recuperare.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Da una parte, ringrazio il collega Laus per aver voluto stimolare un dibattito sull'argomento; non so se il problema lo si risolva con una selezione che comunque si potrebbe prestare ad assecondare quelle che sono state le logiche che da sempre hanno riguardato la sanità.
Sappiamo che nel passaggio da USL ad ASL molti hanno ritenuto che questa connotazione, quest'impostazione aziendale, potesse risolvere il problema della spartizione relativa ai comitati di gestione. Così non è così non è stato, perché si sono create delle microzone, con tutta la proliferazione, e poi la tendenza alla semplificazione, di aziende che di per sé hanno sempre rappresentato e la politica - non dobbiamo essere ipocriti, lo sappiamo tutti - ha sempre considerato le Aziende come un pozzo clientelare per attingere dal punto di vista elettoralistico. Quindi mi nomino il mio Direttore Generale, che non deve avere prioritariamente la finalità di gestire bene e al meglio i soldi pubblici, bensì la finalità di indirizzare politicamente, partiticamente ed elettoralisticamente i voti a chi lo ha nominato! questo che avviene! Ed è il motivo per cui, caro Assessore, noi ci opponiamo! Noi ci opponiamo alla proliferazione delle poltrone! Noi vedevamo di buon occhio la semplificazione massiva di quelle poltrone, perché, comunque, si riduceva al minimo questa logica perversa: già nella scorsa legislatura, purtroppo, sia l'Assessore che il Presidente non mi hanno voluto ascoltare.
Oggi, di fronte ad una prospettazione di semplificazione, le Aziende Sanitarie rimangono quelle che sono e ci saranno altre sei poltrone in termini di federazione. E questo piace! Perché piace? Come faccio a non pensare che questo piaccia perché risponde a quel tipo di logica? Io lo penso, lo affermo e lo ripeto: è il motivo per cui, di fronte a quel tipo di impostazione, continuo a dire "no".
Caro amico Laus, il problema non è come nominare il Direttore Generale il problema è, innanzitutto, uscire da quelle logiche e, in secondo luogo attribuirgli delle responsabilità, affinché lo stesso possa anche pagare dal punto di vista patrimoniale rispetto a gravi deficit e a gravi azioni che determinano un nocumento per la Pubblica Amministrazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Apprezzo il lavoro che il collega Laus e altri colleghi del Consiglio e dell'opposizione hanno prodotto su una materia di questo tipo.
sicuramente un aspetto positivo che un gruppo di Consiglieri regionali abbia cercato di migliorare un ambito dell'Amministrazione regionale. Sono sicuro che questo progetto di legge sia stato animato da questo spirito però evidenzio e constato una profonda contraddizione all'interno di questo disegno di legge: noi, qui, dobbiamo parlare di Direttore Generali. I Direttore Generali devono realizzare concretamente, da un punto di vista amministrativo, gli indirizzi politici che la Giunta regionale, in particolare l'Assessorato alla sanità, assegna alle Aziende Sanitarie Locali e alle Aziende Sanitarie Ospedaliere.
Allora, non vedo altra possibilità: la Giunta regionale, dopo avere ovviamente, lei stessa selezionato i Direttore Generali, attraverso un albo, dove sono stati già da anni individuati i criteri precisi (la laurea l'esperienza quinquennale nel campo dell'attività di pubblica amministrazione o anche nel privato), poi, sulla base dei curriculum dell'esperienza e della professionalità di queste persone procede ad una nomina.
Di fatto, sono persone già sicuramente d'indubbia preparazione ed esperienza, perché i requisiti formali con cui sono selezionati e attraverso i quali avviene l'iscrizione allo specifico albo individuano già dei parametri molto precisi, che sicuramente garantiscono professionalità ed esperienza.
Delegare - è questo l'aspetto che mi sorprende - per l'ennesima volta qui non è neanche la politica, ma l'amministrazione pubblica l'amministrazione regionale, che ha già in mano la possibilità di operare una scelta su un elenco di persone precedentemente selezionate, che posseggono determinati requisiti ed esperienza - la scelta ad un soggetto esterno, cioè ad un'agenzia esterna, mi sembra, innanzitutto, una abdicazione da parte dell'Amministrazione regionale, cioè di amministratori regionali che sono stati eletti, che, comunque, hanno ricevuto un consenso politico dalla popolazione piemontese. Nello stesso tempo, non vi è alcuna garanzia che la selezione da parte di un soggetto esterno assicuri un sistema di selezione migliore di quello attuale.
Voi sapete benissimo che dirigere un'Azienda Sanitaria Locale o un'Azienda Sanitaria Ospedaliera non è come dirigere una qualsiasi azienda.
Significa dirigere un ente, tra l'altro un ente di diritto pubblico seppure impostato in termini di azienda, che, intanto, riveste un ambito sociale e sanitario che, chiaramente, non può essere paragonabile ad un'industria manifatturiera, tanto per fare un esempio. Soprattutto, deve raffrontarsi con il mondo del no-profit, con il mondo del volontariato, con il mondo delle amministrazioni comunali, con il mondo della politica e deve avere la capacità di tenere relazioni pubbliche e sociali molto estese e molto allargate.
Ritengo che affidare la scelta di persone che, per forza, devono avere questi profili e questi ruoli ad un'agenzia esterna, sicuramente asettica che in maniera inevitabilmente burocratica e rigida individui una graduatoria di persone più o meno nominabili a Direttore Generale, sia un rischio che non consenta di migliorare la situazione, ma, forse, di peggiorarla.
In passato - qui possono soccorrermi Consiglieri regionali o Assessori di più lunga esperienza del sottoscritto - abbiamo vissuto esperienze non positive da questo punto di vista. Apprezzo lo sforzo del collega Laus e degli altri colleghi che hanno preparato questo progetto di legge, che sicuramente, è stato animato dall'obiettivo di un miglioramento della macchina sanitaria regionale, ma credo che in questo caso commetteremmo un errore.
Secondo me, abbiamo fatto un notevole buon passo avanti alcuni anni fa quando è stata prevista l'iscrizione di uno specifico albo, con precisi parametri, a cui potere accedere. Infatti, molte volte, le candidature inoltrate vengono bocciate perché non si riscontrano questi requisiti. Tra l'altro, sono albi che spesso vengono aggiornati per consentire l'ingresso di persone che, nel frattempo, hanno acquisito professionalità ed esperienza, quindi sono aggiornati ai tempi e alle esigenze della politica sanitaria piemontese.
Come qualcuno a volte ricorda, l'ottimo è il nemico del bene, per ritengo che questo strumento garantisca, da un lato, la professionalità e l'esperienza necessaria per dirigere un soggetto, quale, appunto un'Azienda Sanitaria Locale od Ospedaliera, e, nel contempo, quel minimo di discrezionalità che la Giunta regionale deve avere nell'affidare a delle persone la concreta attuazione della politica sanitaria sul territorio.
Non è così - se qualcuno, magari, ha un retropensiero - che si risponde alle critiche verso la politica, che, in maniera qualunquistica, in questo periodo vanno molto di moda; è, invece, la capacità della politica di scegliere, assumendosi le proprie responsabilità, dei bravi Direttori Generali, con requisiti specifici e professionalità acquisite. Questo la politica e l'Amministrazione regionale, se vogliono, lo possono già fare fin d'ora con l'attuale legge e con l'attuale albo con cui sono stati selezionati i Direttori Generali, naturalmente prevista.
Apprezzando comunque lo sforzo fatto, c'era la possibilità, ma mi pare che il primo presentatore, il Consigliere Laus, non sia disponibile, anche a fronte della riforma sanitaria in atto con il Piano Socio Sanitario che deve essere discusso e approvato, al momento di soprassedere al disegno di legge, perché ci dispiacerebbe dover esprimere una bocciatura o un voto contrario, perché non è un provvedimento così campato per aria o senza una seria impostazione. Quindi la proposta era di approvare un ordine del giorno in cui prevedere, all'interno del Piano Socio Sanitario, alcuni correttivi e alcuni possibili miglioramenti sulla legge di selezione dei Direttore Generali attualmente vigente.
Mi pare che il primo firmatario non sia disponibile ed è giusto rispettare la sua decisione, però faccio una proposta che feci già nella scorsa legislatura. Dove forse serve una vera selezione, ed io dico un vero esame pubblico, come un tempo si faceva, è invece nella scelta e nella nomina dei primari. Qui veramente la politica deve stare completamente fuori; i Primari migliori e più preparati devono essere veramente nominati attraverso un concorso pubblico.
Nella scorsa legislatura, non c'è stato il coraggio di farlo; si è preferito fare una "riformetta" che alla fine comunque consente - e speriamo che i Direttore Generali non sbaglino mai - la nomina discrezionale dei Primari e dei responsabili di struttura complessa. Lì secondo me, bisognerebbe pensare a nuovi criteri di selezione, che possono essere concorsi pubblici alla vecchia maniera o altri strumenti selettivi ma lì davvero la politica deve assolutamente star fuori.
Un Direttore Generale, invece, non può stare fuori dall'alta politica che è quella dell'interrelazione con l'Amministrazione regionale, con gli Amministratori comunali, con le associazioni presenti sul territorio e con i cittadini che, loro malgrado, spesso devono avere accesso alle strutture sanitarie piemontesi o, in misure minore, anche quelle ospedaliere.
L'invito che faccio è di non lasciar cadere questo stimolo ad un miglioramento del sistema sanitario regionale nella scelta e nella discrezionalità di persone che devono ricoprire determinati ruoli, ma personalmente ritengo più opportuno pensare e riflettere sul fronte dei responsabili di strutture complesse, piuttosto che a quelle dei Direttore Generali delle ASO e delle ASL territoriali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Cercare di raddrizzare le cose che nascono storte è sempre un'azione di buona volontà, ma difficilmente si riuscirà ad intervenire in modo tale che si vinca la maratona di New York, perché si continuerà sempre a zoppicare un po'.
Dato che la questione delle figure dei Direttore Generali, per come le conosciamo, deriva dal D.lgs n. 502 del 1992, che ha aziendalizzato la sanità, che personalmente giudico un provvedimento storto, tutto quello che succede dopo può forse migliorare l'andatura, ma non risolve la contraddizione, che, se vogliamo affrontare il problema, dobbiamo chiamare per quella che è: una contraddizione.
Il D.lgs n. 502 nasce dopo una stagione infelice nella quale numerosi Comitati di gestione, che rappresentavano la partecipazione al Governo della sanità della democrazia elettiva, cioè i Comitati di gestione nominati dai Sindaci, erano stati travolti dalle questioni relative al malcostume della politica, e in nome - non tanto diversamente rispetto a quello che stiamo ripetendo in questi tempi - del risanamento della politica si è fatto come sempre: buttare fuori la politica e pensare di sterilizzare il governo della sanità con delle presunzioni di ruoli tecnici, quelli dei Direttore Generali. Come poi si siano dimostrati, nei casi di malasanità e di corruzione politica, così incorruttibili quelle figure tecniche, lo rimetto alla storia e alla cronaca che ciascuno di noi ha sotto gli occhi, perché così come non tutti i politici sono disonesti non tutti i tecnici sono onesti.
La questione è diventata tale per cui voler presentare questa figura sterile, asessuata, indifferente ai problemi politici e al di fuori di qualunque sollecitazione, che, come un ectoplasma, è al governo delle Aziende Sanitarie, è una grande ipocrisia. Lo dico per com'è: un'ipocrisia perché un Direttore Generale che badi esclusivamente ad una direzione economica non è un buon Direttore Generale, perché non tiene conto delle finalità assistenziali del proprio settore e al fatto che c'è un punto di rottura tra l'obiettivo economico e le garanzie sanitarie.
Un Direttore Generale che badi solo al clima interno, cioè all'equilibrio tra i costi e l'assistenza e non sappia spiegare il proprio contesto territoriale fatto di quella politica che deve ancora indirizzare e controllare finché esistono le Istituzioni (dal Comune alle Regioni) non è un buon Direttore Generale, perché non sa rendere compatibile e condivisibile la gestione della sanità nei confronti del proprio territorio.
Quel Direttore Generale, quindi, non è mai un tecnico; è sempre un mediatore, come minimo un mediatore delle relazioni tra la sua azienda e la Regione (che, fino a quando non vogliamo sostituire anche la Regione, è un organo politico), tra l'azienda e la cittadinanza e tra l'azienda e i Comuni.
Far finta che noi selezioniamo tecnici puri per chiedere poi a loro di gestire una relazione istituzionale e politica (e la politica non è ancora una bestemmia) è un'ipocrisia. Sull'ipocrisia, allora, cerchiamo poi di mettere i "tacun" (come si dice in piemontese), che molto spesso sono peggio dei buchi, e questi "tacun" che mettiamo sono quelli della ricerca parossistica di un'altra figura, che quella certo sarà neutra, quella certo sarà oggettiva, quella sì sarà tecnica, sempre qualcosa che sta fuori, che sta oltre e che sta sopra. Andiamo a cercare le agenzie dei cacciatori di testa, dicendola in italiano, ma, introdotte in ambito industriale lasciamo poi comunque sempre all'ambito industriale la discrezionalità di selezionare nel ventaglio delle cose che vengono proposte dalle agenzie esterne.
A parte la non splendida esperienza già fatta da questa Regione, la questione che esista qualcosa di oggettivo al di fuori dovrebbe inquietare un po' la politica. È come le agenzie di rating: c'è sempre qualcosa fuori di noi che, chissà perché, ha la scienza infusa e l'oggettività intrinseca per cui, mentre tutti gli altri fanno qualcosa di discrezionale, quelli lì no! Ma devo scomodare Monti, Prodi e Draghi per dire che qualcosa che sta al di fuori di noi non è, di per sé, oggettivo? Vede, Consigliere Laus, non c'è bisogno di pensare ad atti criminali per dire che c'è una porosità tra l'uno e l'altro ambito, basta pensare alle sequenze temporali. Legga "Finanzcapitalismo" del professor Gallino le spiegherà che non c'è nulla di criminale nel rapporto tra l'organizzazione dell'industria e l'organizzazione della politica; succede solo che, quando si pensa di delegare i compiti che sono di uno agli altri ad un certo punto quelli che prima facevano industria diventano candidati alle elezioni e magari pure Sindaci e amministratori, e quelli che prima facevano i Sindaci diventano Consiglieri di amministrazione delle fondazioni bancarie.
E non c'è mica niente di criminale in questo: è la porosità dei sistemi! E allora succede che chi fa parte di un'agenzia di rating dopo un po' farà politica - magari nelle grandi agenzie o istituzioni economiche e chi faceva parte di un'agenzia di sorveglianza del funzionamento della sanità - come KPMG, per citare una grande associazione, o altre di ambito universitario - poi ad un certo punto ottiene i requisiti e fa la domanda per entrare nell'Albo dei Direttori Generali. E non c'è nulla di criminale in tutto questo: è solo la porosità dei sistemi.
Allora, colleghi Consiglieri, se la cosa "storta" è fingere che ci sia una tecnica neutrale e che la politica si possa affidare ad una tecnica neutrale scegliendo i propri Direttore Generali, quel che può essere vergognoso non è il fatto che su un elenco di 200, dovendone scegliere 20 si introducano più criteri: quello della tecnica certo, altrimenti non sarebbero nell'Albo, e insieme quello della discrezionalità. Forse dà un po' più fastidio che questa discrezionalità si spartisca - che ci sia cioè qualche "spartingaglia", magari tra maggioranza e minoranze, per condividere le nomine - invece che prendere una responsabilità diretta e dire quali sono le persone a cui chi opera la scelta, autonomamente consegna la responsabilità.
Ma se noi vogliamo veramente che la politica faccia la politica e la tecnica faccia la tecnica, ritorniamo allora a raddrizzare il sistema sanitario. Qualcuno, a livello nazionale, rimetta gli organi di gestione politica e qualcun altro, quando vuole far dirigere le Aziende, lo faccia per i criteri che nel mondo, da sempre, si sono trovati per selezionare la tecnica: i concorsi pubblici e interni.
Questa storia, infatti, per la quale il tecnico esterno sarà più oggettivo se lo cerca l'agenzia di "cacciatori di teste" e meno oggettivo se lo sceglie l'amministratore e per la quale tutto ciò avviene a scapito delle progressioni di carriera di una pubblica amministrazione, regolate per delle procedure di selezione interne, è un altro figlio di un'altra stagione storta in cui la burocrazia pubblica è stata messa in ginocchio dall'idea delle professionalità "a contratto" esterne e si è rinunciato alla cultura e al sapere dell'istruzione e della burocrazia pubblica e dei meccanismi di selezione che, comunque, erano concorsuali.
Si vogliono allora fare una vera valutazione e una vera selezione tecnica? Si facciano le nomine dei Direttore Generali attraverso procedure concorsuali di selezione tra i dipendenti delle Aziende sanitarie! E quella sarà una selezione tecnica, con graduatorie che vivranno nel tempo fintanto che ce ne sarà bisogno.
Diversamente, è tutto un lodevole sforzo, quando è fatto in buona fede non ho ragione di pensare che non sia fatto in buona fede - per mettere una toppa ad un sistema che cammina storto e che cammina storto perché da allora - con riedizione negli anni 2000 - continuiamo a denigrare la politica e, così facendo, la politica la facciamo male, in modo sommerso ed esponendoci a quelle critiche che il Consigliere Laus usa per argomentare la propria proposta di legge: che la scelta, cioè, è fatta in maniera "politica".



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Presidente, avrei ancora un credito di altri dieci minuti: valuti lei quando accordarmeli...



PRESIDENTE

No, gli altri dieci minuti sarebbero già finiti. Ho chiesto se ci fossero ulteriori interventi, ho atteso quindici secondi e, non avendo ricevuto alcuna risposta, ho chiuso il dibattito generale. Siccome però è ammessa la distrazione, se lei intende intervenire sul dibattito generale eccezionalmente lo riapro.
Ha la parola, Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente: un vero grazie di sostanza.
Guardi, ho già argomentato prima e quindi potevo anche non intervenire.
Colleghi, cerco di stare anche in meno di dieci minuti, però chiedo gentilmente di poter avere un po' di silenzio; in questo modo parlerò anche a bassa voce e non vi faccio venire il mal di testa, perché tra i miei difetti ho quello di urlare un po' e di non rendermi conto, ogni tanto, che siamo in un'Aula parlamentare.
Ho ascoltato con piacere l'ultimo intervento della collega Artesio sul discorso dell'ipocrisia. È un tema che mi sta particolarmente a cuore e non è un caso che prima delle vacanze la omaggerò di un libro, scritto da me che si chiamerà "Pane e ipocrisia". Non volevo, Consigliera Artesio, ma le ho dato anche una notizia.
Rispondo al Capogruppo Pedrale che chiede se ci siano la possibilità e lo spazio per ritirare questa proposta di legge, perché magari si possono trovare dei parametri diversi nei prossimi giorni. Una cosa non esclude l'altra: voi siete la maggioranza, per cui quello potete farlo ugualmente anzi, vi guardo con attenzione e mi piacerebbe assistere a queste vostre riflessioni che vanno in tale direzione. Quanto alla questione dei Primari anche lì - una cosa non esclude l'altra.
Guardi, collega Artesio, che il "requisito formale" può averlo anche un Amministratore delegato o un Presidente di un'azienda che, per assoluta incapacità, viene cacciato via e al quale vengono dati 200-300-400.000 euro, se non di più, di buonuscita; e in questa regione ne abbiamo avuti di questi casi: un amministratore, quindi, che viene allontanato. Nel suo curriculum, però, c'è scritto che questa persona ha fatto l'Amministratore delegato di quell'azienda. Questo amministratore va poi da un'altra parte viene di nuovo ripreso a calci nel sedere e il suo curriculum sfavillante continua a crescere. Questo signore, poi, si trova in competizione con un giovane laureato brillante, che sa guidare la macchina ma che non ha questo curriculum sfavillante. Secondo la sua filosofia, Consigliera, il giovane sta a casa sua e lasciamo che quello con il curriculum sfavillante guidi la macchina. Questa sua posizione politica - legittima - è distinta e distante dalla mia. Nessuno è detentore e domiciliatario del sapere umano, nessuno ha la verità in tasca; ma sono convinto che con quella sua filosofia e quella sua posizione politica noi abbiamo rovinato l'Italia.
Guardate che non c'è da fare confusione con le agenzie di rating stiamo parlando di una cosa diversa: non dobbiamo fare confusione. Io sono stato eletto per fare politica e il mio ruolo politico e il mio potere politico non lo demando a nessuno; il mio potere politico è quello di indicare quali sono gli obiettivi. Non viene snaturata la politica, quindi: non c'è alcuna usurpazione del potere politico. L'obiettivo di una maggioranza politica, di un Deputato, di un Senatore, di un Consigliere regionale è la capacità di indicare gli obiettivi. Un politico, cioè, deve dire: dobbiamo andare da Roma a Bruxelles; il tecnico decide, messosi in macchina, quale strada deve fare e a quanto deve andare in termini di velocità. Si tratta di due questioni completamente diverse. Un conto sono gli obiettivi, che sono il compito della politica e che non mi lascio usurpare da nessuno; un conto è la capacità tecnica per realizzare quegli obiettivi.
Vi faccio un esempio più chiaro. Un Direttore Generale delle Molinette non parliamo di quello attuale, ma di un Direttore in generale, e parlo delle Molinette solo perché è un grande ospedale - ha le capacità per capire qual è il meglio per la gestione del calore delle Molinette? Ha le capacità per gestire tutti i processi di ristrutturazione e rifacimento del patrimonio immobiliare che nulla ha a che vedere con il discorso delle patologie del sistema sanitario? Sono cose completamente diverse. La politica fa molta confusione tra la mission in sé nel caso specifico della sanità, e la gestione nel suo complesso. Qui c'è da fare ulteriori approfondimenti.
Mi sono fermato a monte, non voglio entrare in tutti i dettagli tuttavia non posso acconsentire a chi dice, quindi chi mi ha preceduto, che il tecnico va ad usurpare il ruolo e il potere politico. Ripeto, e lo voglio ripetere più volte perché mi piace che rimanga agli atti, che il compito della politica è quello di preparare un piano, nel caso specifico socio sanitario, e capire in quale direzione si vuole andare, dopodich mani libere, ci devono essere i manager e persone capaci e competenti che sanno di cosa parlano. Spesso ci troviamo di fronte ad interlocutori che in termini metaforici, non sanno né leggere né scrivere e non sanno nemmeno perché sono collocati su quella poltrona. Questo è il male del Paese.
Visto che c'è un Governo non tecnico ma politico che, in un situazione di difficoltà, cerca di ristrutturare e riorganizzare il sistema Paese, se una legge come questa dovesse essere bocciata, quello che si sta facendo a Roma è solo ed esclusivamente tempo perso. Sono tutte le articolazioni che devono andare in quella direzione, non si può efficientare dalla testa e poi, nei paesi più piccoli, sperperi e incapacità da parte di persone che si trovano lì perché hanno la capacità di organizzare il consenso legittimo, per carità, per questo o quel politico o per questa o quell'area politica.
Vi chiedo di credermi - ma ho la certezza di essere creduto da voi che lo spirito e la ratio di questa legge è uno spirito pulito. Uno spirito pulito che vuole dare al tecnico la possibilità e la capacità di fare il tecnico, ma non assegnarli un ruolo politico che, nel caso della Regione può essere assolto solo ed esclusivamente dalla maggioranza, dai politici ognuno per la sua parte, e dall'opposizione.
Il mio ruolo politico non lo demando assolutamente a nessuno. Non è un caso, e mi avvio alla conclusione, che oltre a questo progetto di legge giace una mozione che prevede anche la selezione, sempre con lo stesso sistema, delle persone che ricoprono incarichi nei consigli di amministrazione delle società partecipate della nostra Regione. Come sui temi del lavoro c'è tanta discussione, nessuno ha la verità in tasca, ma questa mia posizione almeno può essere considerata come una sorta di sperimentazione. Come sempre, le sperimentazioni abbisognano di tempi per capire se possono portare risultati, vantaggi o, meglio, ritornare al sistema precedente. L'attuale sistema non funziona e su questo siamo tutti d'accordo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
La proposta di legge di cui abbiamo parlato e che vede come primo firmatario il Consigliere Laus è sicuramente una proposta di legge interessante, una proposta di legge che mira alla trasparenza dell'istituzione nei confronti dei suoi cittadini e ha una serie di dati che posso ritenere anche positivi.
Tuttavia, l'ultimo intervento del Consigliere Laus, che ha iniziato parlando di "pane e ipocrisia", mi ha fatto riflettere sull'iter di questa legge presentata a giugno 2011, mai discussa in Commissione, ritornata in Aula il 19 settembre e rinviata l'11 ottobre.
vero, in questi mesi c'è stato parecchio lavoro all'interno della Commissione sanità. Abbiamo dovuto lavorare sul progetto di riforma determinante e importantissimo per il futuro di questa regione, ma io non ho visto, da parte dei colleghi firmatari - a proposito di pane e ipocrisia un impegno spasmodico nel voler fare un ragionamento serio all'interno della Commissione. Ragionamento serio che è il presupposto per fare una buona legge.
Comprendo che oggi il Consigliere Laus si voglia ergere a paladino in difesa della trasparenza, di un'iniziativa che sicuramente, al giorno d'oggi, non può che conseguire, da un punto di vista dei consensi, un risultato altrettanto positivo. Tuttavia, ritengo che l'esperienza maturata all'interno della Regione sia un'esperienza che ci deve far riflettere. Non ritengo che possa uscire da quest'Aula una legge di questa importanza perché noi consegneremmo un processo decisionale, di fatto, ad altre persone, in maniera così semplice; anche perché gli effetti dell'approvazione di tale provvedimento sarebbero effetti parziali.
Parlavamo prima con alcuni colleghi e la prima riflessione è stata questa: facciamo questa scelta e poi domani, quando saremmo insoddisfatti del risultati di uno di questi manager, cosa facciamo? Li possiamo "cacciare" il giorno stesso? Penso di no.
C'è un altro dato che ci deve far riflettere.
Invito il Consigliere Laus, che ritengo persona seria, a fare una riflessione un po' più attenta all'interno dell'Aula, all'interno dell'istituzione regionale, che fa riferimento alle esperienze precedenti.
Diciotto anni fa, nel 1994 - mi rivolgo alla figura più anziana del Consiglio, l'Assessore Cavallera - un'iniziativa simile a questa era stata introdotta all'interno della Giunta che il Presidente Brizio, se non vado errato, allora guidava.
Non vorrei ricordare male, invito i colleghi a verificare quegli atti ma quell'esperienza non si è conclusa molto bene, da un punto di vista della figura che l'Istituzione ha fatto. Da quello che ho letto dell'articolo 2, la proposta del Consigliere Laus è grossomodo la stessa.
Questa è la prima riflessione che faccio, perché questo presuppone che su argomenti così delicati si debba fare un ragionamento un po' più approfondito di quello che è consentito all'interno di un'Aula come questa.
Quindi, l'invito è a lavorare successivamente ad un progetto di legge che veda anche il rispetto del processo di trasformazione che è in atto.
Abbiamo discusso giovedì scorso con l'Assessore Monferino il progetto di riforma; giovedì la Presidente Spagnuolo ha convocato la IV Commissione sia al mattino sia al pomeriggio proprio per entrare nel merito della riforma che vede la creazione di queste sei federazioni.
Quindi, un ragionamento che si inserisce potrebbe essere sicuramente interessante, ma essendo a ridosso della decisione finale - che mi auguro venga raggiunta nel più breve tempo possibile proprio per cercare quella ottimizzazione delle risorse che abbiamo l'obbligo di ricercare continuamente in un momento difficile come questo - penso che questo progetto di legge meriti e debba avere maggiore attenzione, collega Laus, a cominciare non certo da lei, ma da tutti coloro che hanno firmato questa proposta di legge.
L'invito che mi sento di farle, perché penso che la mia sia una critica costruttiva per cercare di arrivare ad un ragionamento serio, non affrettato - lei è un imprenditore e mi insegna che la fretta è cattiva consigliera - è di prevedere un ragionamento un po' più approfondito, a fronte anche di una riforma che porta delle sostanziali novità all'interno di questo Ente e magari la necessità di una scelta di manager ancora più preparati rispetto a quelli che sono già stati scelti, sicuramente pronti e capaci, ma ancora più preparati per il concetto che è stato espresso rispetto alla creazione di sei holding che avranno un'importanza notevole nel processo decisionale e nel processo di programmazione del sistema sanitario piemontese.
Chiudo il mio intervento, che non vuole essere assolutamente e aprioristicamente contro una riflessione, che ritengo corretta, che possa essere stata fatta all'interno di quest'Aula, ma ritengo che una riflessione di questo tipo, rispetto alle esperienze precedenti e rispetto al processo di riforma in atto, debba necessariamente meritare da parte nostra una maggiore attenzione e maggiore tempo per evitare di approvare un disegno di legge che, alla fine, rischia di fare ritornare anni negativi come il '94. Parlo in termini di immagine delle istituzioni, non entrando nel merito delle decisioni di allora, e soprattutto in un momento in cui la Regione sta facendo una scommessa vitale per la sua sopravvivenza e per il servizio socio-sanitario che dobbiamo offrire ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Sono stata molto incerta se intervenire, perché alla fine di un dibattito così lungo, il rischio è anche quello di appesantirlo. Però ho fatto due riflessioni che mi sento di proporre all'Aula.
Sono convinta che il collega Laus, nel momento in cui ha presentato la sua proposta, abbia voluto dare un contributo in un campo molto complesso nel quale è anche difficile porsi.
Però la proposta di legge è stata presentata nel giugno 2011 e credo che, nell'arco di questi sei-sette mesi, ormai veramente nel nostro Pese le cose sono profondamente cambiate. Quindi, rispetto alla profondità delle modificazioni sostanziali che sono intervenute - penso ad esempio al panorama politico italiano, che ha visto sostituirsi agli eletti dei Ministri tecnici e un Presidente del Consiglio che è stato scelto per le sue capacità e anche per la sua non appartenenza alla politica - credo che oggi la tematica che pone in questa circostanza il Consigliere Laus, sia una tematica che assume una dimensione e uno spessore diverso.
chiaro che questa discussione avviene in un Consiglio incomprensibilmente distratto, ma questa questione in realtà pone dei grandissimi interrogativi su chi vogliamo essere, che cosa possiamo essere come vogliamo caratterizzarci per un giorno, per un mese o per un anno in questo Consiglio regionale in questa parte della vicenda politica italiana.
Il dubbio è che ci sono delle modificazioni che Laus ha portato, le ho ascoltate in tutti i suoi interventi, ma devo dire che non mi hanno convinto.
Non mi hanno convinto, così come non mi convinse l'affermazione che fece l'Assessore quando divenne tale, dicendo che bisognava togliere fuori la politica dalla sanità.
Mi permisi di dire quello che dissi alla stampa, perché una grande questione che non riguardava l'Assessore o me, è un modo di vedere e di vivere nella politica, che è diventato molto più pesante oggi. Noi anche oggi in questo Consiglio regionale ci stiamo comportando come se ci trovassimo in una condizione di normale amministrazione.
Un collega dice: "Diamo le nomine dei Direttore Generali della sanità ad un soggetto esterno da noi". Questo cosa vuole dire? Vuol dire che ritiene di dare maggiore trasparenza attraverso questa strada, maggiore competenza, maggiore capacità, ma in definitiva dice: "Adottiamo un sistema che dia maggiore fiducia ai cittadini". E che cosa vuole dire questo? Vuole dire che i cittadini pensano - a suo dire, perché il ragionamento è indiretto - che le scelte che noi Consiglio regionale siamo portati a fare siano delle scelte complessivamente non positive, poco aderenti alla competenza e poco aderenti alla responsabilità e alla capacità. Ma c'è una questione di fondo molto più lontana, ma più onnicomprensiva, che è l'onestà.
Quindi, la questione posta dal Consigliere Laus solleva delle grandissime questioni, che nell'arco degli anni, caro collega, sono state più volte affrontate, anche con strumenti di questo tipo. Non mi riferisco soltanto alla questione specifica legata alla fase della Giunta Brizio nella quale io ero Presidente del Consiglio regionale, che non portò bene.
Ma questo non vuol dire nulla, perché magari uno una volta usa uno strumento, non lo usa bene, ecc. Ma anche negli anni passati - perché la Regione ha quarant'anni di vita - sono state utilizzate delle agenzie per selezionare il personale, per selezionare i Dirigenti, per esaminare i bilanci, perché si è ritenuto che uscendo dalla dimensione netta della politica si potesse fare meglio.
Credo che questo sia assolutamente legittimo, ma che risponda a visioni diverse del nostro ruolo.
Se tutto ciò aveva un senso dieci, venti o trent'anni fa, quando si andò verso situazioni di questo tipo, oggi fare una scelta o farne un'altra assume un connotato molto più politico, e corrisponde a delle visioni: è indubbio che la politica abbia, in qualche modo, abdicato a difendersi.
Perché così è. Noi, un po' per volta, ci stiamo adattando e acconciando ad accettare che vi sia qualcuno al di fuori di noi a decidere: e allora ci sono le authority, ci sono le società pubblico-private, ci sono le agenzie ci sono le società di competenza di questo, di quello e di quell'altro sulle quali noi non ragioniamo, ma poi scopriamo che i costi della politica sono enormi e ci acconciamo a sentir dire, giorno dopo giorno, che è il costo dello stipendio dei Parlamentari ad aver portato l'Italia alla rovina, senza pensare, invece, che grandissima parte dei problemi che noi abbiamo derivano dall'aver abdicato da un'immagine di valore della politica.
E non ci ascoltiamo nemmeno più, perché tutto, a nostro avviso, rientra in qualche modo nella routine; tutto, secondo noi, è "normale amministrazione". Ma non è così! La proposta sulla quale il collega Laus ci induce a ragionare guarda lontano, perché trae le sue motivazioni da una questione gigantesca che riguarda il nostro Paese, nel quale sempre di più la politica viene mortificata e accetta di essere mortificata. Pur riconoscendo grandi competenze che sono state messe in campo, sono stufa di non sentire nel nostro Parlamento italiano delle voci che possano cominciare a dire che la politica rappresenta un valore e che la politica deve assumersi le proprie responsabilità. Continuo a pensarlo.
In conclusione, se è vero che chi deve governare i grandi fenomeni come quelli della sanità, deve essere dotato di grandi capacità, deve sapere tener di conto, deve sapere essere onesto e conoscere un territorio, in ogni scelta esiste un margine di discrezionalità che attiene alla responsabilità che noi abbiamo accettato, con un sistema o con un altro nel momento in cui abbiamo detto: "Io mi assumo la responsabilità di poter governare e di poterlo fare bene". Perché noi dobbiamo riaffermare che la politica è in grado di governare bene e di fare anche delle grandi scelte.
Ricordo un dibattito degli anni Ottanta in cui si sosteneva che i Comuni, per esempio, non dovevano fare questa scelta, non dovevano fare quell'altra scelta, e che ci si doveva muovere nella logica della "politica del ballatoio", perché era dalle grandi scelte che venivamo corrotti.
Certo, queste cose sono anche avvenute, ma ciascuno di noi, a mio avviso nel suo microcosmo, deve poter riaffermare che, in qualche modo, si pu ricominciare da capo.
Altrimenti, anche qui, siamo solo dei "morti che camminano", perch questa è la verità: siamo gente senza orgoglio, gente che parla d'altro gente che non sa ascoltare, gente che pensa soltanto alle proprie competenze e alle proprie spettanze in termini economici e che ci si sciacqua un po' la bocca e la morale dicendo "Riduco dell'1% e sono finalmente qualcosa di perbene".
Noi diventiamo perbene se riusciamo, in qualche modo, a convincere i cittadini che le nostre scelte sono ugualmente oneste, capaci e responsabili della migliore delle società di committenza, e questo vale per chi è eletto, ma anche per chi ha semplicemente accettato, con grande responsabilità e coraggio, di essere Assessore o Ministro tecnico, perch comunque ha compiuto una scelta che attiene alla politica.
In questo senso, Consigliere, non mi ha convinto la sua proposta perché mi sembra riduttiva e che rientri in una logica che per la politica e per questa Regione continua ad essere perdente.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Passiamo all'articolo 1, sul quale non insistono emendamenti e per il quale è prevista solo ed esclusivamente la dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il mio intervento varrà come dichiarazione di voto per l'articolo 1 per l'articolo 2 e per l'intero testo di legge.
La discussione che abbiamo svolto evidentemente si è concentrata sugli interventi del Consigliere proponente, che non è riuscito a convincere alcuni colleghi. Temo di non essere riuscita a convincere il Consigliere proponente a modificare la propria proposta di legge nella direzione di avanzare la richiesta di selezione delle figure dei Direttore Generali attraverso procedure concorsuali interne. Perché questo, a me sembra l'unico vero modo per distinguere l'indirizzo di carattere politico dall'esercizio gestionale del ruolo tecnico.
Però è anche vero che, sicuramente, nelle intenzioni del Consigliere e degli altri proponenti, così come di coloro che sosterranno questa proposta di legge, c'è il tentativo di reagire con uno strumento che ho giudicato e cercato di dimostrare essere parziale, ad un clima nel quale agiamo e che qualche volta incrementiamo, come ricordava bene la Consigliera Spagnolo.
Non posso ignorare il fatto che l'apertura della stagione di governo della sanità in questa Amministrazione regionale è stata connotata non solo da un Assessore tecnico, che comprensibilmente riteneva la politica eccessivamente ingerente, ma anche da un Presidente della Regione che criticava, a suo dire, un eccesso di politica nelle gestioni precedenti fino al punto di insinuare un ruolo esorbitante della politica addirittura in procedimenti di selezione che sono, per loro natura, concorsuali, come quelli dei Primari e dei responsabili di struttura complessa.
Quindi, tutto ciò che oggi viene proposto, è difficile venga esaminato sotto un profilo squisitamente giuridico, formale, tecnico e di opportunità, quale ho cercato di fare sicuramente in modo non adeguato e non completo nel mio intervento, ma viene correlato e, in qualche modo contaminato dal clima nel quale stiamo discutendo.
Ho citato il clima indotto dalla maggioranza, perché questo è stato lo stile con il quale si è cercato di presentarsi. L'altro clima è quello nel quale chi cerca di ragionare nel merito degli strumenti venga accusato di fare del "benaltrismo", cioè di proporre qualcosa di più o di diverso non perché è convinto della necessità di qualcosa di più e di diverso, ma per evitare e bypassare la proposta specifica sulla quale viene chiamato a pronunciarsi.
Allora, ammettendo tutto il livello di condizionamento della nostra discussione, che non è quello che riterrei ideale per una questione così importante, onde non essere accusata di benaltrismo, e perché comunque questa proposta introduce delle contraddizioni sia sulle scelte che dovranno essere fatte tra tre mesi nelle nomine dei nuovi Direttore Generali, sia per il modo con il quale la maggioranza vuole autorappresentarsi, cioè come una maggioranza che caccia una politica che per di per sé è, evidentemente, definita e qualificata come negativa nonostante le perplessità che ho descritto prima, voterò a favore di questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il nostro voto non potrà che essere a favore, sia per un gesto di stima e simpatia verso il proponente sia perché egli ha il merito di aver sollevato il problema. Restano le perplessità che, a monte, ho ritenuto d'illustrare nel precedente intervento e mi trovo d'accordo con la Consigliera Spagnuolo, là dove la stessa dice: "Non è alla politica che dobbiamo chiedere di fare un passo indietro; alla politica dovremmo chiedere di fare due passi avanti, in questo senso".
Qual è il senso? Il senso non può che essere quello dell'assunzione concreta di responsabilità, che può determinare il discrimine tra l'incapacità impunita e la competenza premiata.
ovvio che, nel momento in cui la scelta - da qualsiasi parte provenga viene comunque indirizzata pro domo propria, si perderanno di vista gli obiettivi e gli elementi relativi all'assunzione di quella piena responsabilità che non può che rispondere ad obiettivi di sana e corretta gestione di un ambito così delicato.
Pertanto, l'intervento di dichiarazione di voto che riguarda questo, ma anche gli altri articoli, si concretizza in un auspicio: che su questo argomento la politica con la "p" maiuscola voglia prendere coscienza ed adottare i necessari provvedimenti, e che non si confonda l'ingerenza della politica, in un ambito così delicato come la politica sanitaria, che non può sottrarsi alle proprie responsabilità, con l'ingerenza dei partiti, che è cosa ben diversa, perché significa, solitamente, spartizione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Esprimo voto contrario all'articolo 1. Se il mio Capogruppo deciderà così, bene; diversamente, qualora il voto del Gruppo fosse contrario, vorrà dire che mi dissocerò: non sarebbe la prima volta né sicuramente l'ultima.
Stabilito il voto contrario, cerco di partire dall'unico punto che condivido dell'intervento del collega Buquicchio: la stima che ho per il primo firmatario, che è davvero ampia e sincera. Vede, collega Laus, non si fanno le cose che lei ha fatto nella vita, all'esterno di qui, se non si hanno delle doti ed anche molto significative, perché al giorno d'oggi è difficile fare impresa, è difficilissimo, e a Torino è difficile al cubo.
Il fatto che lei ci riesca e ci sia riuscito è per me motivo di apprezzamento e stima. Inoltre, la conosco ormai da anni.
Proprio perché la stimo e poiché non c'è proprio niente che condivida in quanto è scritto nel provvedimento, cerco di indurla, non a cambiare idea, ma a ritirarla, perché prima o poi lei si pentirà - essendo molto giovane - di quello che qui ha scritto.
Cerco di convincerla su questo. Prima il Consigliere Buquicchio sosteneva: "Non so se la politica debba fare un passo avanti o indietro".
Non è così! Faccio un'affermazione che non vi troverà d'accordo (anche questo francamente, mi preoccupa poco): guardate che noi Consiglieri siamo mediamente meglio della società che ci ha espresso.
L'Onorevole La Malfa (anche qui, è una delle poche cose che dice lui e che io condivido, però ogni tanto capita), parlando del Parlamento (io, per scelta, non ho avuto modo di frequentare il Parlamento), ritiene che il 10 dei parlamentari sia decisamente meglio della società italiana, che (lui dice, si vede che ha avuto modo di verificarlo) il 10% è molto peggio mentre l'80% dei parlamentari rappresenta la società italiana.
Io la penso come lui. Capiterà anche a voi: conosco decorosamente i colleghi che frequento, anche quelli delle scorse legislature, e conosco evidentemente un numero di persone decisamente maggiore di quelle che frequento qui. Bene, fuori è peggio di qui, perché qui, comunque (e non capisco questa modalità masochistica per cui ci arrotoliamo su noi stessi) siamo vincolati a regole di pubblicità e trasparenza, ad un'attenzione dei media che molti di noi, a partire da me, non desiderano per nulla: cosa che la società normale non ha.
Guardate che noi siamo stati - questo sì - lo siamo oggi e lo saremo in maggioranza e in parte anche in minoranza, attori di scelte di spreco (non che nell'azienda privata non ce ne siano; semplicemente si svolgono secondo modalità diverse). Tutte le volte che abbiamo compiuto (tranne quel 10% di denegati casi di mala gestio, sia pubblica sia privata) una scelta di spreco, sempre, dietro di noi c'è stato qualcuno della società esterna che ci ha indotti a farlo.
Escludo che qualcuno di noi si svegli al mattino decidendo di celebrare la "festa del puciu"! Esiste, perché il Consigliere Mellano, che è stato nostro collega nella scorsa legislatura, vive in un piccolo comune della provincia di Cuneo (Trinità), dove ci sono i puciu e dove si svolge il "festival dei puciu"! Non credo che l'abbia promossa perché era fanatico dei puciu: sono convinto che alcuni dei suoi cittadini di Trinità...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BURZI Angelo

Ho già finito, Presidente?



PRESIDENTE

Continui pure, sono tre minuti, ma continui.



BURZI Angelo

Avevo appena iniziato: se devo smettere, smetto.



PRESIDENTE

Sarebbero tre minuti, però vada avanti, ci mancherebbe!



BURZI Angelo

Continuo nella dichiarazione di voto dell'articolo 2. Non si preoccupi!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente, per dichiarazione di voto.
Come ho già espresso nella discussione generale, pur apprezzando lo sforzo e soprattutto lo spirito di questa proposta di legge, esprimiamo voto contrario.
Riteniamo sia un errore l'abdicazione della politica e dell'Amministrazione Pubblica, nella scelta, in un ambito selezionato di persone con professionalità ed esperienza, di coloro che devono eseguire sul territorio le linee d'indirizzo della politica sanitaria della Regione Piemonte e dell'esecutivo politico.
L'esecutivo politico dà le linee guida e i Direttore Generali le devono applicare a livello locale.
Come ho già detto, e come altri colleghi hanno sottolineato, la scelta dei soggetti esterni è rischiosa, perché potrebbe indurre a scelte meramente burocratiche o tecnocratiche, quando sappiamo che un Direttore Generale, oltre ad avere dei requisiti culturali, che sono già previsti dall'Albo in cui viene inserito e da un quinquennio d'esperienza direzionale, deve anche avere la capacità d'interloquire con la società con il mondo del volontariato, con chi soffre, con chi ha delle difficoltà con la politica, con le Amministrazioni comunali e provinciali.
Ritengo, pertanto, che l'individuazione di quelle persone che abbiano questi profili non possa che essere e debba rimanere nelle mani della Giunta regionale, cui spetta l'indirizzo politico; ai Direttore Generali ripeto - spetta l'applicazione concreta delle linee guida della politica sanitaria.
Nell'ultimo minuto che mi rimane, colgo l'occasione per riaprire una riflessione, che vorrei che tutti insieme svolgessimo, sulla riforma della selezione, della scelta dei Primari (impropriamente usiamo il termine "primario", ma sappiamo che il ruolo tecnico è dei responsabili del settore nel complesso).
Sono dell'idea che il concorso pubblico, magari non il concorso pubblico di trent'anni fa, ma aggiornato e migliorato, sia lo strumento più adatto per selezionare i Primari professionalmente migliori e più preparati, più bravi nell'espletare le proprie funzioni.
Qui sì che la politica deve stare fuori: nella scelta e nell'individuazione dei migliori Direttore Generali che possono interagire al meglio con il territorio, con la società, con la politica stessa, credo invece, debba essere una scelta da lasciare alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Sinceramente, mi dispiace che il Consigliere Laus non abbia accettato l'invito rivoltogli dal Gruppo della Lega a riflettere ulteriormente su questa proposta di legge. Non voglio assolutamente pensare che voglia fare una marchetta - perché non è nel suo stile - non voglio neanche immaginarlo.
Invece, una riflessione più attenta su una materia delicata - come ho già detto nell'intervento precedente, che, purtroppo, ha un documentato passato: è un'esperienza che si è rivelata non certo positiva per l'immagine dell'Istituzione regionale - avrebbe potuto fare maturare all'interno di questo Consiglio, o della Commissione competente, un provvedimento che, in qualche modo, poteva essere ragionato tra tutte le forze politiche, anche rispettando, come ho già avuto modo di dire, quella che è una trasformazione nel mondo dell'organizzazione sanitaria, quale quella che dovremo votare nelle prossime settimane.
Per questo motivo, su questo articolo voteremo in senso contrario.
Ovviamente, per non intervenire nuovamente, voteremo contro l'intero testo quindi anche relativamente al successivo articolo 2, come già motivato nell'intervento svolto precedentemente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo molto sinteticamente per esprimere un voto completamente contrario, perché mi pare che, già, la politica si stia automutilando su tutta una serie di aspetti della vita del nostro Paese.
Definisco risibile l'intera proposta - qualcuno l'ha definita provocatoria - peraltro anche per chi la propone. Infatti, mi chiedo come mai queste proposte vengono portate avanti sul tema della sanità e, magari vengono lasciate da parte altre questioni: ad esempio, un'azienda a caso le ATC, dove non si richiedono gli stessi criteri e lo stesso rigore.
Non sottraggo altro tempo al Consiglio, anche perché, oggi, non sono di umore eccezionale; pertanto, confermo il mio voto assolutamente negativo.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamo con la votazione.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 La parola al Consigliere Burzi per dichiarazione di voto.



BURZI Angelo

Solo per riprendere il discorso, altrimenti non posso terminare questo mio scherzoso tentativo di convinzione nei confronti dell'amico Laus.
Sui "puciu" credo di aver dimostrato che uno vota e cento spingono: questo vale dappertutto. Poi, la inviterei a riflettere perché lei è giovane, mentre il Consigliere Ronzani, ormai, ha compiuto ogni esperienza quindi non c'è più alcuna possibilità di recupero di uno come Wilmer.
Invece, lei è giovane anche di amministrazione, pertanto la invito a riflettere su due questioni. Rispetto a quando avevo la sua età, l'Italia è peggiorata di molto: adesso c'è un tasso di ignoranti numericamente molto maggiore, ma con la differenza che, un tempo, chi era ignorante se ne vergognava, cioè era dispiaciuto di non sapere perché riteneva che fosse un dovere. Invece, adesso l'ignoranza è accompagnata da un simpatico orgoglio di essere ignoranti, quasi che il sapere fosse motivo di colpa.
Da ciò deriva, secondo me, il secondo e ultimo errore, rispetto al quale mi dispiace che non se ne rendano conto colleghi, peraltro stimabili quali il Consigliere Taricco e la Consigliera Pentenero, che ha fatto parte della Giunta.
Nella nostra Amministrazione, anche in questa, manca il concetto di responsabilità delle scelte: questo noi dovremmo pretendere e fare! Guardate che lo ha detto qualcun altro: non è mica che tutte le scelte che facciamo, che sono state fatte e che verranno fatte siano sbagliate! Anzi, la maggior parte sono giuste! Non si capisce perché questa esattezza di scelte debba venire condivisa - con chi, che molti non sanno neanche molto spesso di cosa si parla? Si attribuisca la responsabilità alle persone, ai Gruppi, ai partiti che queste scelte hanno con forza proposto, difeso e ottenuto. La responsabilità cadrà ineludibilmente qualora ci siano degli errori e soltanto chi proprio non fa nulla errori non ne commette mai.
Il far scegliere ad altri non è sufficiente. Se lei vuole davvero allontanare la responsabilità delle scelte dalla politica ha un unico modo: un'urna contenente i nomi di tutti i candidati e una bambina - che l'inviterei a scegliere con attenzione per verificarne la serietà - che scelga i nomi, ma spero a quel tempo di non essere più parte di questo mondo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio non approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

la procedura.
Consigliere Ronzani, la procedura è questa, bisogna procedere anche al voto finale.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Che cosa votiamo, visto che i due articoli non sono stati approvati?



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, questa volta alla sostanza si antepone la forma.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Ho messo in votazione l'intero testo, che apparentemente potrebbe sembrare illogico - e ci sta - semplicemente perché per l'intero testo è obbligo, per legge, l'appello nominale.
Mi sono consultato, abbiate fede; e non è la prima volta.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Delega di funzioni regionali agli enti locali - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 158, inerente a "LR 38/2001 (Costituzione dell'Agenzia interregionale per la gestione del fiume Po AIPO) Ridefinizione dell'ambito territoriale di competenza dell'AIPO"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 158, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Una breve illustrazione per riprendere quanto presentato in occasione della riunione della settimana scorsa della Commissione.
La delibera che la Giunta ha presentato oggi all'Aula ha radici lontane. Nel 2001, la Regione Piemonte, con la legge 38 del 28 dicembre 2001, ha disposto la sua partecipazione all'istituzione di un'Agenzia interregionale per il fiume Po, organismo che andava a sostituire l'ex Magistrato per il Po. Nel farlo, si dispose che il reticolo idrografico di competenza dell'allora Magistrato per il Po passasse sotto la competenza dell'Agenzia.
Parallelamente alla costituzione dell'Agenzia interregionale per il Po le Regioni che vi partecipano - Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - sottoscrissero un accordo con il quale si impegnarono ad una prossima ridefinizione del reticolo di AIPO che rispondesse anche agli indirizzi, approfonditi poi successivamente sul piano tecnico, secondo i quali la competenza dell'Agenzia interregionale avrebbe dovuto esercitarsi sull'asta di Po e sui suoi affluenti maggiori, e alle Regioni avrebbe dovuto restare la competenza sui tributari minori e sulle tratte alpine dei tributari maggiori.
A partire dal 2008 l'AIPO ha avviato, presso le Regioni che concorrono al suo funzionamento, i tavoli tecnici per la definizione dei criteri che portassero alla ridefinizione del reticolo. Oggi, a conclusione di questo percorso, ci troviamo nella condizione di poter presentare all'Aula una proposta di ridefinizione del reticolo, concordata tra la Regione Piemonte e l'AIPO, che porterà il reticolo, in totale 2.319 chilometri, a suddividersi, trasferendo, di questi, 1.051 chilometri alla Regione lasciando i restanti 1.268 chilometri all'AIPO.
L'urgenza di tale provvedimento si giustifica perché l'AIPO nell'aprile dello scorso anno, ha disposto un trasferimento alla Regione Piemonte, per le annualità 2012, 2013 e 2014, di una quota annuale pari a 700 mila euro per la manutenzione ordinaria della parte di reticolo attualmente di competenza di AIPO, che successivamente all'approvazione di questo provvedimento entrerà sotto la competenza della Regione.
Questa decisione andrà a compensare gli scarsi investimenti che AIPO è stata in grado di garantire sul reticolo attualmente in capo a sé, e permetterà alla Regione di produrre una programmazione per garantirne l'esecuzione.
Successivamente all'approvazione di questa delibera, che come previsto dalla legge regionale 38 è l'atto necessario per poter eventualmente ridefinire il reticolo di competenze, vi sarà un atto della Giunta regionale con il quale si definiranno i criteri e le modalità relative agli aspetti operativi, quindi alle richieste di intervento, al rilascio delle autorizzazioni all'esercizio delle funzioni di polizia idraulica, alla gestione delle opere idrauliche e all'espletamento dei servizi di piena.
Grazie, signor Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
un provvedimento cui noi, forse perché sempre distratti e indaffarati da mille cose, non abbiamo dato la giusta importanza. È un atto importante che consente sempre di più alla Regione Piemonte di avere una responsabilità diretta sulla situazione idrogeologica del nostro territorio, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione degli eventi alluvionali.
Un buon passo avanti era già stato fatto negli ultimi anni quando le competenze su questi importanti e significativi corsi d'acqua (dal Po alla Dora Baltea al Tanaro) erano passate all'AIPO, Agenzia interregionale di cui fa parte il Piemonte. Rispetto al passato, quando questi corsi d'acqua erano di competenza del Magistrato del Po, cioè di un ente dipendente dal Ministero dei Lavori pubblici (allora così chiamato, oggi Ministero delle Infrastrutture), sicuramente da questo punto di vista c'è stato un passo in avanti.
Essendo un'Agenzia interregionale è più facile, per le Regioni coinvolte, interloquire meglio fra loro: una burocrazia che parla lo stesso linguaggio. Nel passato, il fatto che la Regione e il Magistrato del Po appartenessero a burocrazie diverse, una regionale e una statale, generava maggiori difficoltà per coordinare i lavori di manutenzione o d'intervento.
Adesso credo sia veramente possibile definire un quadro normativo di soggetti istituzionali responsabili molto più omogeneo, molto più vicino al territorio e, quindi, molto più vicino alle scelte che bisogna fare per una corretta manutenzione e per una gestione più complessiva dei corsi d'acqua che interessano la nostra Regione.
Con il passaggio di competenze dirette alla Regione dei corsi fluviali più importanti del Piemonte attuato con questa deliberazione, si opera il completamento di una ridefinizione della politica del controllo del territorio, già avviata questa estate.
Per questo motivo, mi complimento con l'Assessore Ravello e con la Giunta per aver portato a casa questo risultato e invito i Gruppi dell'opposizione ad esprimere un voto favorevole verso questo provvedimento, trattandosi sicuramente di un atto positivo che va nella direzione di un miglior controllo del territorio.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazioni di voto possiamo passare alla votazione.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 158, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.26)



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