Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.175 del 29/12/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Telecomunicazioni

Ordine del giorno n. 602 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bono Carossa, Cerutti, Leardi, Lupi, Molinari, Negro, Novero, Pedrale, Placido Ponso, Reschigna e Stara, inerente a "Servizio pubblico RAI" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo ai Consiglieri se vi sono proposte di modifica.
Come primo punto, verrà trattato e voteremo l'ordine del giorno n. 602 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bono Carossa, Cerutti, Leardi, Lupi Molinari, Negro, Novero, Pedrale, Placido, Ponso, Reschigna e Stara inerente a "Servizio pubblico RAI" sul servizio pubblico RAI, presentato dall'Ufficio di Presidenza e dai Capigruppo, che affronteremo, come concordato, senza discussione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Comunico che tutti i disegni di legge per cui era stato dato preavviso non sono stati licenziati dalle competenti Commissioni.
Pertanto proseguiremo, dopo l'ordine del giorno n. 602 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bono Carossa, Cerutti, Leardi, Lupi, Molinari, Negro Novero, Pedrale, Placido, Ponso, Reschigna e Stara, inerente a "Servizio pubblico RAI", con il disegno di legge n. 217 "Disposizioni in materia d'addizionale regionale all'IRPEF" di cui al punto 4) dell'o.d.g., con il punto 7) sull'esercizio provvisorio e con gli altri punti all'o.d.g.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa Raffaele e Cota.



PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 12.30, il Presidente del Consiglio incontrerà gli Uffici di Presidenza delle Commissioni Speciali d'inchiesta e d'indagine presso la sala Morando. Si tratta di un incontro a cui sono stati invitati anche i Presidenti di Gruppo che ritenessero di intervenire.


Argomento: Telecomunicazioni

Esame ordine del giorno n. 602 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bono Carossa, Cerutti, Leardi, Lupi, Molinari, Negro, Novero, Pedrale, Placido Ponso, Reschigna e Stara, inerente a "Servizio pubblico RAI"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 602 testé iscritto all'o.d.g.
un ordine del giorno sul servizio pubblico RAI che segue l'incontro che come Consiglio regionale abbiamo avuto con le organizzazioni sindacali e con una delegazione dei dipendenti RAI della sede di Torino. Informo che ho già scritto al Ministro competente e che l'Assessore Porchietto, se non ho inteso male, dovrebbe avere nella giornata di domani un incontro con il Ministro Passera su questa questione.
L'approvazione di quest'ordine del giorno darà un ulteriore e significativo impulso all'azione comune della Regione su questa problematica.
Non essendoci richieste d'intervento, indìco la palese votazione sull'ordine del giorno n. 602, il cui testo recita: "Premesso che la RAI costituisce patrimonio economico, produttivo tecnologico e culturale di tutto il Paese; in particolare, il Centro di produzione e il Centro di ricerca RAI di Torino sono delle importanti realtà per il Piemonte, caratterizzate da professionalità che costantemente s'impegnano per il raggiungimento e mantenimento della mission; in questi ultimi anni, il Centro di riproduzione RAI di Torino ha subito un progressivo depauperamento con conseguente perdita di posti di lavoro dimezzati nell'arco degli ultimi vent'anni - e che oggi è fortemente sottoutilizzato considerato che, secondo le organizzazioni sindacali, il piano di razionalizzazione che la RAI renderà operativo dal prossimo mese di gennaio prevede la vendita di RAI Way e la chiusura delle riprese esterne del Centro di produzione TV di Torino, con la conseguente necessità di ricollocare 40 persone; le scelte del Consiglio d'amministrazione della RAI prevedono la chiusura di RAI Internazionale, RAI Corporation, RAI Med e gli uffici di corrispondenza, oltre anche alla vendita dei cespiti immobiliari torinesi; potrebbero essere trasferite le produzioni RAI-Gulp da Torino considerato che da più di sei mesi è vacante il posto di Direttore del Centro di produzione RAI di Torino e che non è stato ancora sostituito il Direttore della direzione Finanza vista la persistente difficoltà della ricezione delle trasmissioni regionali della RAI sulla parte ovest del territorio piemontese, nonostante le richieste di risolvere il grave disservizio agli organi competenti il Consiglio regionale del Piemonte esprime giudizio negativo per la decisione assunta dai vertici RAI di attuare un piano di razionalizzazione che ridurrebbe le capacità editoriali e produttive della sede di Torino solidarietà ai giornalisti impegnati nella difesa del loro lavoro e della loro professionalità impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti ad operarsi presso gli Organi di amministrazione della RAI, il Governo e ogni altro organo competente affinché sia scongiurata la chiusura o la riduzione degli spazi produttivi nonché l'ulteriore impoverimento del palinsesto piemontese; ad assumere informazioni in merito alla nomina del nuovo Direttore del Centro di produzione RAI di Torino e alla sostituzione del Direttore della Direzione Finanza; a sollecitare ulteriormente la soluzione definitiva del grave disservizio relativo alla difficoltà di ricezione del segnale RAI".
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 217, inerente a "Disposizioni in materia d'addizionale regionale all'IRPEF"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 217, inerente a "Disposizioni in materia d'addizionale regionale all'IRPEF", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Carossa, che dà per letta la relazione, il cui testo recita: "Con il presente intervento si procede all'introduzione di nuove disposizioni in materia d'addizionale regionale all'IRPEF a seguito dell'entrata in vigore dell'articolo 28 del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 recante Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento (S.O. n. 251 della G.U. n. 284 del 6/12/2011). Tale norma infatti, dispone l'aumento dell'aliquota base (nazionale) dell'IRPEF destinata al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale dallo 0,9 allo 1,23%, cui si sommano le addizionali regionali, che possono crescere al massimo dello 0,50%.
Con l'articolo 1 si dispone, di conseguenza, la ridefinizione delle aliquote dell'addizionale regionale all'IRPEF per l'anno d'imposta 2012 previste all'articolo 2 delle Legge regionale n. 35 del 30 dicembre 2008 (Legge finanziaria per l'anno 2009)".
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Tenendo conto dei tempi stretti, come detto nella Conferenza dei Capigruppo, riteniamo che al momento la Regione potrebbe fare qualcosa di più, nel senso che con questo disegno di legge confermiamo le aliquote dell'addizionale regionale all'IRPEF per l'anno 2012, nei tre scaglioni già presenti l'anno scorso: da 0 a 15 mila 0% (ovviamente su questo scaglione non si può fare di più); da 15 mila a 22 mila un'aliquota dello 0,3% e sopra i 22 mila euro un'aliquota dello 0,5%.
Visto che il Governo Monti, nella cosiddetta manovra "salva Italia" (che poco salva gli italiani), ha aumentato indiscriminatamente dello 0,33%, quindi anche per chi guadagna meno di 15 mila euro lordi l'anno ricordo che 15 mila euro tutti i Consiglieri regionali li ricevono lordi in busta paga in un mese, quindi è un dodicesimo del nostro stipendio. Se considerate che uno stipendio netto medio è di 10 mila euro il mese, lo dividiamo per 12 mesi, la cifra è di circa 800 euro al mese. Questo è lo stipendio su cui il Governo Monti andrà ad aumentare le tasse per 30-40 euro. È vero che si può dire "30-40 euro, che saranno mai", ma lo può dire chi ha una busta paga di 15 mila euro lordi mensili, perché, per una persona che guadagna 800 euro al mese, 40 euro in un anno, diviso 12, sono comunque tre-quattro euro al mese. Spesso questi tre-quattro euro, quando non si riesce ad arrivare a fine mese, quando non si riescono a pagare le bollette o quando non si riesce a pagare l'affitto, possono fare la differenza.
Noi abbiamo fatto una proposta...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono.
Stiamo discutendo della conferma di una tassa sui nostri concittadini piemontesi. Credo sia un dibattito importante, quindi chiedo al Consiglio di mettere in condizione il Consigliere Bono di fare il proprio intervento.
Prego, continui.



BONO Davide

Grazie, Presidente, ma ovviamente la testa dei Consiglieri è già all'esercizio provvisorio e forse alle vacanze, comunque la ringrazio del richiamo.
Noi abbiamo presentato un emendamento, che illustrerò successivamente per far sì che la Regione s'impegni almeno a ridurre, non dico neutralizzare, l'impatto della manovra Monti soprattutto sui redditi dai 15 ai 22 mila euro. Ribadendo che da 0 a 15 mila non si possono ridurre perch l'aliquota in capo alla Regione è zero, quindi non si può andare in negativo, si dovrebbe cercare di ridurre o neutralizzare l'aumento dell'addizionale inserita dal Governo Monti per i redditi da 15 mila a 20 mila, che sono quelli più in difficoltà, e che guadagnano le cifre astronomiche tra 900 e i 1100 euro al mese. Anche per loro, 30-40 euro oltre all'aumento dell'IVA e dei carburanti, potrebbe creare problemi.
Studi recenti hanno valutato in un aumento della spesa per la famiglia di oltre 3.000 euro l'anno. Stiamo parlando di una manovra - o, meglio, una somma delle manovre, quelle precedenti del Governo Berlusconi e questa del Governo Monti - che colpisce sempre i soliti, in pratica le classi più deboli, perché con 3.000 euro di aumenti l'anno si colpiscono famiglie che magari, hanno un netto totale annuo di 10-11-12 mila euro. Ancor più potete capire che, in un contesto in cui si valuta un possibile aumento di oltre 3.000 euro, 30-40 euro possono veramente fare la differenza.
In questo caso, noi chiederemo alla Regione di prendere in considerazione, già per il 2012, se possibile, una riduzione dell'aliquota in capo alla Regione per la fascia dei 15-20 mila euro, che attualmente ha lo 0,3%. Quindi, poterla ridurre anche a 0,1 o 0,2% già sarebbe un segnale Assessore Quaglia. Magari non risolviamo i problemi delle famiglie piemontesi alle prese con la crisi del lavoro, con l'aumento dell'IVA delle tasse, del costo della benzina e, conseguentemente, anche dell'aumento del costo medio della vita, però sarebbe un segnale che, già nel 2012, dimostrerebbe un impegno concreto da parte della Giunta Cota per cercare di andare incontro alle difficoltà dei piemontesi.
In seguito, dall'anno successivo, dal 2013, potremmo valutare insieme con tutto il tempo che vorremo dedicarvi, di aumentare eventualmente le aliquote sui redditi più alti o, comunque, di efficientare il bilancio tagliando tutte le spese che riteniamo veramente inutili, così da non dover incidere maggiormente sugli stipendi dei piemontesi con delle tasse che, a livello europeo, ci collocano tra i Paesi con i livelli più alti di tassazione in assoluto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'intervento si pone come una considerazione in termini più generali anche perché questo sembrerebbe essere un atto dovuto di ratifica, che la Regione deve necessariamente compiere. In realtà, non possiamo esimerci da una valutazione anche di carattere politico, proprio perché, tra le varie misure previste dalla manovra Monti, la cosiddetta manovra "salva Italia" figura come uno dei primi provvedimenti da mettere in atto, da subito proprio quest'aumento dell'aliquota base dell'addizionale regionale IRPEF passando dallo 0,9 all'1,23%.
Come molti sanno, magari altri meno, noi non siamo presenti in Parlamento, quindi non abbiamo potuto esprimere una valutazione più generale sulla manovra. Anche in questa sede, sono state espresse tante considerazioni - tra l'altro, da parte di partiti che, in questa situazione, siedono tra le file della maggioranza, mentre in Parlamento risultano essere all'opposizione - secondo le quali la manovra Monti non è equa. Mi riferisco, per esempio, alla lettera inviata da universitari torinesi, che è stata pubblicata su diversi giornali, che si esemplifica nel titolo: "Caro Monti, perché i ricchi non pagano mai?".
In questo senso, occorrerebbe una valutazione su quanto ci apprestiamo ad approvare in questo momento, quando, tra l'altro, la Regione Piemonte così come avverrà in altre Regioni, probabilmente, registrerà altre crisi aziendali e altre difficoltà. Certamente, introdurre nuovamente altre tasse non sarà bene accolto dalla popolazione piemontese, quando, seguendo una logica che non è solo quella del "no", si sarebbe potuto fare altro.
Oggi non è argomento di discussione, ma in molti ricordano che non è presente nella manovra Monti una seria tassazione di tipo patrimoniale della ricchezza mobiliare. Invece, si colpiscono, come si dice, sempre i soliti, quando sappiamo - su questo vorrei che la maggioranza esprimesse una considerazione - che altre Regioni si stanno comportando diversamente.
Per esempio, la Regione Veneto, che è a guida leghista, in realtà, non introduce subito la tassazione così come prevista dal provvedimento presentato dalla maggioranza, ma rimane su livelli più bassi, così come la Regione Toscana.
Crediamo che, in realtà, occorrerebbe una certa coerenza di carattere politico, proprio per comprendere se non approvando l'equità di una manovra a livello nazionale si possono predisporre le stesse misure a livello regionale, anche nelle forme più inique. In questo senso abbiamo presentato, insieme ad altri colleghi dell'opposizione, degli emendamenti per tentare un'azione di riequilibrio.
chiaro che, a questo punto, vorremmo fossero rivisti gli scaglioni.
In particolare, poiché si dice sempre che alcuni redditi, che potrebbero rientrare in una fascia media, in realtà, risultano essere quelli più tartassati, proponiamo di allargare il secondo scaglione, così che, anzich da 15 a 22 mila euro, vada da 15 a 28 mila euro, così come è stato fatto in altre Regioni, che certamente avevano scaglioni diversi.
Dal punto di vista dell'equità del provvedimento, quest'elemento potrebbe non essere risolutivo, ma certamente attenuare l'impatto su determinate fasce di reddito, che certamente non sono particolarmente ricche, se vogliamo usare questo termine desueto, che, purtroppo, è più che mai attuale. Quindi, proponiamo quest'emendamento, tentando da subito di ragionare su questo tipo di scaglionamento, che, nella sua diversità, prova ad essere più equo. In questa direzione, chiaramente, ricordiamo alla maggioranza una non coerenza tra il livello locale e il livello nazionale che altre Regioni, ad esempio la Regione Veneto, invece, stanno portando avanti in modo più serio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Lei ci ha invitati ad una riflessione istituzionale, per cui non vorrei dilungarmi, anche perché i colleghi che mi hanno preceduto, sia il Consigliere Bono che la Consigliera Cerutti, hanno espresso le stesse nostre perplessità.
Gli emendamenti che anche loro hanno presentato - quello del Consigliere Bono ho ritenuto anche di sottoscriverlo, in quanto lo condivido - seguono questa linea, che scaturisce da una riflessione secondo la quale...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Buquicchio, se interrompo il suo intervento.
Quando ho chiamato i signori Presidenti di Gruppo poc'anzi ho riferito loro sulla necessità che il Consiglio regionale approvi questo disegno di legge entro un'ora o poco più, altrimenti non si riuscirà a pubblicarlo sulla Gazzetta Ufficiale.
Per senso di responsabilità - il Consigliere Buquicchio lo ha ricordato avete visto che i Consiglieri d'opposizione intervengono autolimitandosi i tempi. Discutendo di un'importante scelta - immagino per tutti sofferta credo che chi intende intervenire abbia il diritto di poterlo fare con serenità e, forse, anche di essere ascoltato, in modo che anche altri possano intervenire brevemente in questo dibattito. Vi chiedo, per favore di confermare le condizioni minime per lo svolgimento di un dibattito civile. Grazie.
Prego, Consigliere, prosegua.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non intendo dilungarmi perché il tempo è prezioso, anche se l'approvazione di questo provvedimento - mi dispiace doverlo dire - la lasciamo tutta - soprattutto se non fossero accolti quegli emendamenti che i colleghi hanno presentato e che condivido - alla responsabilità della maggioranza.
Pertanto, il provvedimento, se rimane immutato, non potrà avere il nostro voto favorevole. Si poteva scegliere un metodo diverso.
La maggioranza intende perseguire questo criterio che noi non riteniamo equo perché, come il solito, si preferisce attingere da tutti, anche da coloro che hanno difficoltà a raggiungere, come si suol dire, la quarta settimana del mese. La Toscana ha utilizzato un criterio diverso, che "colpisce" i redditi superiori a 75 mila euro. In Piemonte, riteniamo ricchi, a differenza di altre regioni, coloro che raggiungono un reddito di massimo 22 mila euro. Pertanto, non posso esprimere un voto favorevole a questo provvedimento.
Mi auguro, invece, che gli emendamenti dei Consiglieri che ho citato poc'anzi possano essere accolti, soprattutto quello del Movimento 5 Stelle che ho sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sarò breve anch'io come i colleghi, anche perché non è con la durata dell'intervento che si può manifestare con nettezza il senso della nostra posizione.
Dico fin da subito che questa norma, contenuta all'interno dei provvedimenti approvati dal Parlamento nazionale, l'abbiamo votata a livello nazionale per senso di responsabilità, perché le condizioni in cui si trova il nostro Paese e il pericolo di un'ulteriore regressione o recessione economica è un pericolo fortemente reale che, qualora si attuasse, determinerebbe un impoverimento complessivo da parte del nostro Paese.
Questa norma, però, poteva essere assimilata nel provvedimento regionale anche in modo diverso: poteva essere l'occasione per una riflessione rispetto alle modalità d'applicazione dell'addizionale IRPEF così com'è già stato evidenziato in altri interventi. Questa norma richiede, nella dimensione locale, dove noi siamo una forza politica e un Gruppo consiliare d'opposizione, di avere come interlocutore politico un soggetto responsabile.
Da un anno e mezzo, dall'inizio di questa legislatura e ancora ripetutamente, soprattutto negli ultimi mesi, continuiamo a denunciare il totale disinteresse da parte del Presidente della Giunta regionale nei confronti dei problemi della comunità piemontese e il suo essere interessato ad altre dimensioni.
Con il nostro voto contrario vogliamo proprio mettere in evidenza quest'ulteriore dimensione che, secondo noi, nei prossimi mesi si accentuerà ancora di più determinando una condizione d'abbandono delle comunità piemontesi.
Vogliamo, inoltre, mettere in evidenza, con il nostro voto contrario un'altra dimensione politica che nelle ultime settimane è apparsa evidente nella gestione della Regione Piemonte. Il Presidente della Giunta regionale, per un anno e mezzo, è stato supino rispetto ai provvedimenti nazionali; quei provvedimenti che hanno comunque determinato un inasprimento del prelievo nei confronti dei cittadini e una forte riduzione dei trasferimenti da parte del bilancio dello Stato al bilancio della Regione e che, l'anno prossimo, metteranno l'Amministrazione regionale necessariamente nelle condizioni di essere di fronte a scelte e a momenti difficili.
Ora, la nuova collocazione politica a livello nazionale da parte della Lega Nord, assolutamente legittima, ha determinato un'inversione di rotta e d'atteggiamento politico da parte del Presidente della Giunta regionale che, proprio a seguito delle vicende politiche nazionali, ha deciso di abbandonare ancora di più il suo ruolo prestigioso di Presidente della Regione Piemonte e di caratterizzarsi sempre più con il suo ruolo d'esponente politico regionale della Lega Nord capace di interpretare il tentativo della ricostruzione di una "verginità politica" in capo ad un movimento che ha pesanti responsabilità di governo nazionale, per com'è oggi la condizione economica del nostro Paese, avendo governato per molti anni nelle ultime legislature nazionali. Allora, di fronte a questo scenario, che noi vogliamo denunciare con questa nostra dichiarazione di voto, è chiaro che quel senso di responsabilità, che abbiamo assunto a livello nazionale, non intendiamo manifestarlo nella dimensione regionale perché di fronte a noi vi è un interlocutore che, ripetutamente nel corso di questo anno, ha dimostrato quanto sia forte e totale il suo disinteresse nei confronti dei problemi della comunità piemontese e dell'Amministrazione regionale e quanto forte sia, invece, il suo interesse nel seguire le logiche di collocazione politica del movimento di cui è anche un prestigioso leader a livello regionale.
Inoltre, vogliamo denunciare che l'Amministrazione regionale non ha colto quest'occasione per un'opportuna riflessione rispetto ad una possibile rimodulazione, a parte gli elementi obbligatori derivati dalla legislazione nazionale, per un'opportuna riflessione, così com'è avvenuto nella precedente legislatura, circa le modalità d'applicazione dell'addizionale IRPEF nella nostra Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il Gruppo della Federazione della Sinistra ha sottoscritto l'emendamento appena illustrato dalla Consigliera Cerutti e sottoscritto da altri Gruppi consiliari d'opposizione, per tentare di introdurre all'interno della determinazione assunta dalla legge regionale (disegno di legge n. 217) almeno il criterio della progressività nella partecipazione ai costi complessivi dello Stato, secondo le possibilità di ciascuno, com'è sancito dalla nostra Costituzione. Purtroppo, questo diritto viene rimosso e viene violato troppo spesso in virtù di un interesse economico a coinvolgere la platea generale dei contribuenti, piuttosto che nel distinguerne le reali possibilità di partecipazione in ordine alle proprie capacità.
Va però ricordato, come hanno fatto i colleghi, che i provvedimenti che assumiamo, con i livelli d'urgenza che quest'Aula ricorda, sono dei provvedimenti che, assunti dal Governo tecnico Monti, vengono poi ad avere ripercussioni sui livelli istituzionali locali e sulle popolazioni coinvolte, conservando però al loro interno dei significativi paradossi che vorrei riprendere in questo momento.
Il primo paradosso è questo. L'aumento dello 0,4 (quello destinato alla partecipazione statale) è un incremento che viene motivato dallo 0,9 all'1,23 come necessario per poter sostenere il Fondo Sanitario Nazionale.
Quel Fondo Sanitario Nazionale di cui viene detto dai successivi Governi e questo non dà segnali di discontinuità nel passaggio tra il Governo Berlusconi-Tremonti e il Governo Monti attuale - non dà discontinuità rispetto ad una convinzione generale che il Fondo Sanitario Nazionale, che oggi copre una quota equivalente a circa il 7% del PIL, sia una spesa eccessiva per lo Stato italiano e sia una condizione di benessere che la popolazione italiana non può più consentirsi.
Ho voluto ricordare la percentuale di copertura della spesa del Sistema Sanitario Nazionale perché non voglio che si dimentichi, soprattutto in quest'Aula di legislatori, che questo peso del costo della sanità sul PIL è il più basso tra il peso delle Nazioni europee. E se a questo peso sommiamo il cosiddetto livello di partecipazione privata dei singoli cittadini, che purtroppo sarà destinato ad aumentare (con la partecipazione dei ticket che viene ventilata) arriviamo intorno al 9% (il secondo indice in crescita, il primo è statico), ma anche con il 9% siamo ai livelli più bassi del contesto europeo.
Tuttavia, ancorché si voglia aumentare l'addizionale IRPEF di competenza dello Stato per questa finalità, si continua a sostenere che il costo della nostra sanità sia eccessivo, tant'è che vengono annunciati non da altri governi, ma da questo Governo tecnico - ulteriori tagli nei trasferimenti dallo Stato alle Regioni: l'Assessore regionale continua infatti, a cercare di motivare le sue curiose ipotesi di riforma sanitaria con la preoccupazione di un minor trasferimento da parte dello Stato.
bene che i partiti rappresentati in Aula - tutti i partiti: quelli della maggioranza, quelli della minoranza, quelli che qui sono all'opposizione ma che nazionalmente sostengono il Governo Monti - ricordino questa questione.
Se questo dovesse accadere, infatti, saremmo evidentemente in un paradosso: si chiede ai cittadini di sopportare un incremento del prelievo ma contemporaneamente si ridurrà la voce a cui questo prelievo è destinato questo è il primo paradosso.
Il secondo paradosso è quello che abbiamo cercato di evitare a questo Consiglio regionale, inducendo una discussione in Commissione, e riportandola in quest'Aula, sul criterio della progressività che ricordavo prima. Se abbiamo già un'operazione di carattere nazionale che in nome del principio di responsabilità - questo, almeno, viene richiamato da coloro che sostengono quelle scelte nazionali - chiede ulteriori sacrifici alla popolazione italiana - perché "prima viene l'Italia" - sarebbe bene che, se "prima viene l'Italia", ci ricordassimo che è formata dagli italiani e che questi italiani dovrebbero sopravvivere alle manovre economiche. La questione conseguente è quindi quella di fare delle scelte politiche che siano nella maggiore possibilità di tutelare le condizioni dei cittadini in particolare quelle più deboli dal punto di vista della capacità reddituale.
I colleghi, prima, ricordavano in qualche modo la situazione di disparità - una disparità che deriva dalle disparità retributive - in cui versano redditi, salari e pensioni nel nostro Paese. Non è mancato chi come sempre ha ricordato la tematica dei redditi della parte politica bisognerebbe però ricordarlo sempre: non si votano, cioè, l'accisa sulla benzina e poi si pone un problema o si avanza una preoccupazione sui redditi dei piemontesi quando si tratta di votare l'addizionale IRPEF.
Tuttavia, va molto bene che si ragioni sul criterio della progressività, e lo diciamo in ragione di questa particolare considerazione: se la Regione non vuole aggiungere, almeno in questa annualità - ed è un elemento condivisibile - un ulteriore incremento della competenza regionale, almeno aiuti questo tentativo di ammorbidire le conseguenze della manovra Monti introducendo un'ulteriore fascia di partecipazione.
Non si tratta di dato nuovo: altri livelli regionali hanno già cercato di diversificare le fasce di reddito sull'insieme delle politiche tariffarie, così come sull'insieme delle politiche di prelievo fiscale.
Avendo accanto dei "vicini" regionali che quest'operazione l'hanno fatta come per esempio la Regione Liguria - che cito soltanto per vicinanza geografica, ma che non è la sola - proviamo ad accogliere, essendoci oggi tutte le condizioni perché questo possa essere fatto, questo suggerimento che - credo con principio di responsabilità - l'opposizione avanza.
Facciamolo, se davvero siamo convinti che la competenza della legislazione regionale possa svolgere un ruolo di calmiere rispetto alle conseguenze di una manovra nazionale che "atterra" sul nostro territorio già segnatamente provato dalla condizione economica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Ho pensato per un attimo se intervenire in questo dibattito, per non cadere nell'incoerenza che ha testé espresso la Consigliera Artesio: faccio parte di un partito che a livello nazionale ha votato i provvedimenti del Presidente Monti e quindi ovviamente su questi provvedimenti è difficile in un contesto regionale, poter esprimere un giudizio dopo che il proprio partito ha dato un giudizio positivo a livello nazionale. Mi permetto per di fare qualche considerazione, cercando di non cadere nell'incoerenza.
Avrei preferito discutere, oggi, il tema dell'addizionale non come mera applicazione di un ulteriore balzello o di un aumento dei balzelli stessi: avrei preferito discuterne nell'ambito di un contesto più ampio, quello del bilancio di previsione. Non dimentichiamoci, infatti, che a livello nazionale il Governo risponde a delle dinamiche di tipo internazionale e si deve muovere nella cornice di un contesto europeo. La "fase 1", così com'è stata definita dal Presidente Monti, è stata, infatti, una fase - inutile negarlo - di tassazione; è stata purtroppo una fase di stagnazione dell'economia ed è stata unicamente dettata - io spero - dall'emergenza di una situazione di bilancio. Il livello regionale è un livello diverso: è un livello che non ha da rispondere a delle logiche internazionali e da muoversi in un contesto europeo, ma può e deve modulare i suoi interventi sulla base delle condizioni oggettive ed economiche della nostra regione.
Sulla base di questa considerazione, il Gruppo dell'Unione di Centro dichiara oggi la sua astensione; non perché non condivide l'operato del partito a livello nazionale, che invece giustifica, ma perché ritiene che occorresse - in quest'occasione che, a nostro giudizio, è stata persa ripensare ad un sistema fiscale e ad una diversa modulazione fiscale sul livello regionale. Noi presenteremo come Gruppo il prima possibile - spero nel corso della settimana prossima - la proposta di un nuovo meccanismo di fiscalità sul territorio regionale, perché probabilmente se gli Amministratori locali - e tra questi metto anche quelli regionali riusciranno a fare un salto di qualità e a dimostrare che non si limitano esclusivamente ad applicare quanto il livello nazionale impone, ma cercano soluzioni innovative anche per rimodulare la fiscalità sul nostro territorio, credo che noi riusciremo a contenere l'effetto depressivo e repressivo che queste manovre purtroppo rischiano di avere come ricaduta nei prossimi mesi.
Non nascondo una banalità che è un'ovvietà per tutti, cioè il fatto che il nostro territorio sarà certamente il più colpito, perché costituito da una maggioranza di micro-imprese che vivono due condizioni di disagio: una tassazione sulla produzione molto alta e una crisi economica che le colpisce direttamente sul lavoro. Noi saremo quindi destinati, come Regione, a subire le conseguenze di manovre repressive molto di più di altre Regioni.
Oggi, quindi, consideriamo quest'aspetto come emergenziale, finito il quale, però, non commettiamo l'errore, che purtroppo si sta commettendo a livello nazionale, di andare solo sulla scia dell'emergenza senza affrontare seriamente, con un sistema più innovativo, la rimodulazione del sistema fiscale. Se commetteremo quest'errore non discuteremo probabilmente dei nuovi bilanci perché non riusciremo ad arrivare in tempo: ci sarà un momento in cui arriverà il grande "botto", determinato dal fatto che i soldi non ci saranno più.
Mi auguro, Assessore Quaglia, di poter fare con lei e con il Presidente Cota un ragionamento pacato e sereno, con la distinzione naturale che ci dev'essere tra i Gruppi ma senza contrapposizioni su come approdare ad un nuovo assetto del regime fiscale piemontese per cercare di contenere questi effetti. Mi auguro che su questo si possa destare il senso di responsabilità: vi ripeto, infatti, che se non vi sarà senso di responsabilità su questi aspetti probabilmente discuteremo del nulla perché non arriveremo in tempo al momento di affrontare i bilanci di previsione degli anni successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri per il ricco dibattito, peraltro anche prevedibile, visto che si sta parlando dei soldi dei cittadini. Purtroppo di un aumento di un'imposizione fiscale che nessuno, in quest'Aula vorrebbe votare. Penso che la maggior parte dei Consiglieri facciano anche fatica a discuterne.
In buona parte sono state dette cose assolutamente vere, ma altre cose dette sono comunque interpretabili. Alcuni dati elencati devono essere letti anche alla luce della recente storia nazionale e, se mi consentite piemontese.
La verità è che con la manovra Monti ci mancheranno oltre duecento milioni sul comparto sanitario. Quello che noi oggi stiamo andando ad approvare è, di fatto, ineludibile. Ci risulta che dalla Conferenza Stato Regioni - anche se qualcuno ha detto che la Regione Toscana non lo farà, io non lo metto in dubbio e sono sicuro che l'oratore che ha detto ciò è ampiamente informato, più del sottoscritto - fosse emerso un orientamento unanime, ovvero che tutte le Regioni dovevano approvare l'aumento dello 0,3% e dello 0,5% sui redditi superiori ai 22 milioni sull'addizionale IRPEF. Anche perché, in mancanza di ciò, il mancato trasferimento dallo Stato renderebbe impossibile chiudere le partite riguardanti il bilancio.
Un'autorevolissima collega - che stimo dal punto di vista sia personale sia politico - ha fatto riferimento al fatto che c'è una curiosa dicotomia: da una parte la maggioranza approva un aumento dell'addizionale IRPEF per colmare un fondo e, dall'altra, va a ridurre la capienza di quel fondo. In realtà è esattamente l'opposto, non c'è una dicotomia in questo senso, ma una complementarità proprio perché si cerca di ridurre il deficit strutturale che abbiamo in campo sanitario.
La maggioranza ci tiene ad approvare un Piano Sanitario che tanto ha impiegato sia l'Aula del Consiglio sia le Commissioni, soprattutto con un dialogo per ora assolutamente costruttivo fra maggioranza e opposizione.
Proprio per ridurre il deficit strutturale che abbiamo come Regione Piemonte in materia sanitaria, proprio per evitare di dover, ad un certo punto, tagliare i servizi in campo sanitario ai cittadini. Azione che, sono sicuro, nessuno dei colleghi presenti vuole fare. A noi non piace approvare questa legge, non ci piace la manovra Monti, ma dobbiamo farlo.
A parti inverse, sono sicuro che se avesse vinto il campo opposto le scorse votazioni regionali, sarebbe stata fatta la stessa identica cosa.
L'intervento del Consigliere Goffi, un intervento equilibrato e moderato nei termini e nei contenuti, sicuramente è un riconoscimento al fatto che purtroppo, c'è una posizione diversa, devo dire in parte per alcuni partiti d'opposizione e, in parte, per alcuni partiti della maggioranza, fra quello che si dice e si fa a Roma e fra quello che si dice e si fa a Torino.
Noi, purtroppo, non possiamo fare altro che applicare decisioni che ci sono piovute sul capo, proprio per evitare che ci sia un'ulteriore penalizzazione nei nostri conti. Proprio per evitare che ci sia un danno maggiore ai cittadini.
Per quanto riguarda la rimodulazione, e la richiesta di progressività avanzata da alcuni Gruppi dell'attuale minoranza, voglio ricordare che c'è un'apprezzabilità soprattutto per lo sforzo emendativo e migliorativo fatto. Non riteniamo che sia possibile farlo in questa fase, anche perch gli uffici tecnici mi hanno detto che abbiamo una scarsa manovrabilità proprio di natura tecnica per quanto riguarda l'anno 2011.
Invece, può esserci un'apertura per quanto riguarda il 2012, che credo possa, almeno in quota parte, affinché non si facciano sanzioni punitive per certe categorie ai danni di altre, assolutamente prevedere un ragionamento franco e sincero approvato e discusso nella sede opportuna.
Penso che il primo appuntamento utile possa essere il bilancio previsionale del 2012 che da gennaio in poi riprenderemo a discutere e ad approvare.
Non è la panacea questo disegno di legge, non è, purtroppo, quello che noi, come Regione, e soprattutto come maggioranza, avremmo voluto portare all'attenzione dell'Aula per farlo votare, come si spera, ma non possiamo fare diversamente. Ce ne scusiamo con chi può essere rimasto deluso, ma chi ha onestà intellettuale in Aula, sa perfettamente che quanto oggi stiamo andando ad approvare era assolutamente ineludibile.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Cerutti, Artesio Bono: "Sostituire i commi b) e c) con i seguenti: b) aliquota dell'addizionale regionale dello 0,3 per cento sui redditi superiori ad euro 15.000,00 e sino a quelli non superiore ad euro 28.000,00 c) aliquota dell'addizionale regionale dello 5,5 per cento sui redditi superiori ad euro 28.000,00".
Ha chiesto di intervenire, per l'illustrazione, il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Volevo illustrare brevemente due dati.
Volevo specificare che è stata fatta un'analisi dal mio Gruppo consiliare sui dati del 2009 - gli ultimi che siamo riusciti ad entrare in possesso - elaborati dal Ministero dell'Economia e Finanze.
La nostra proposta andrebbe, come ho detto, ad incidere solo sulla fascia di reddito dai 15 mila ai 20 mila euro, che sono quelli, come ho già detto nel precedente intervento, che più risentono della crisi economica e dell'aumento generale del prelievo fiscale e delle spese in generale come IVA e altro, compreso l'aumento dei carburanti che ricordava prima la Consigliera Artesio. Che incide principalmente a livello nazionale.
La prima fascia che siamo andati a toccare è quella da 15 a 16 mila euro. Su di essa avremmo esteso l'aliquota a zero per quanto riguarda la Regione; da 16 mila a 18 mila euro proporremmo un'aliquota dello 0,1% e da 18 a 20 mila un'aliquota dello 0,2%.
Ricordiamo che queste tre fasce sono attualmente messe allo 0,3% e che la Giunta vorrebbe confermare in tal senso.
Ricordo solamente - abbiamo fatto un computo ovviamente spannometrico perché non abbiamo i dati del 2010, tanto meno quelli del 2011 - che la previsione di minor gettito fiscale sarebbe, per la prima fascia, di circa quattro milioni; per la seconda fascia di circa sette; per la terza di circa tre, per un totale, così ribadisco sui calcoli del 2009, di circa 15 milioni di euro.
Mi riallaccio all'intervento che hanno fatto il Consigliere Giovine, il Consigliere Reschigna o il Consigliere Goffi, affermando che si può dire tutto per difendere l'approvazione della manovra a livello centrale, ma qui non discreditiamo, non critichiamo, non diamo un parere politico alla manovra Monti - posto che siamo liberissimi di farlo in un'altra sede - ma stiamo definendo quali sono le possibilità di delineare delle aliquote sull'addizionale regionale da parte della Regione Piemonte. Questa è la piena facoltà della Regione Piemonte.
Quindi non è che, come lei ha detto, dobbiamo accettare pedissequamente e supinamente le scelte del Governo centrale, anche perché altrimenti non si spiegherebbe la riforma in senso federale della Costituzione del 2001 che ha dato ampie potestà a legiferare, purché concorrenti residuali, alle Regioni.
In questo caso, penso che si debba dare un segnale, come ho detto prima, che sia un dato anche concreto - ribadisco: 30-40 euro non sono noccioline per chi guadagna 900 euro al mese - e ovviamente speriamo che in futuro si possa andare a ritoccare le aliquote in generale e fare un discorso, come detto anche dalla collega Artesio, realmente sul reddito quindi valutare, per esempio, il reddito ISEE delle famiglie. Ma, ad oggi l'unica cosa che possiamo fare è intervenire sulle fasce in riduzione della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo molto rapidamente, anche per rispetto verso quanto è stato deciso nella Conferenza dei Capigruppo di poco fa e che lei ha ricordato poc'anzi.
Voglio correggere quello che ha appena detto il collega Bono. Vivaddio mai e poi mai, né il sottoscritto né il Partito Pensionati approverebbe la manovra Monti o il Governo Monti, un Governo non eletto dai cittadini.
Tengo assolutamente a chiarire quest'aspetto.
Se mi consente, collega Bono, difendevo l'operato della maggioranza regionale e dicevo che noi, purtroppo, visto che ci "ballano" 250 milioni dobbiamo procedere in questo senso, ma mai e poi mai avallavo quello che è stato deciso dal Governo Monti e soprattutto la manovra Monti.
Tengo a sottolinearlo. Scusate, ma anche ai fini del verbale, non vorrei mai fosse interpretato diversamente.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta regionale sull'emendamento n. 1) presentato dalla Consigliera Cerutti ed altri? Prego, Assessore Quaglia, prenda pure la parola.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è negativo. Se posso, intervengo facendo una dichiarazione comprendente anche l'emendamento presentato dal Consigliere Bono.
Sostanzialmente ho accolto le indicazioni al dibattito che c'è stato qui in Aula. Ricordo a tutti che l'applicazione del decreto legislativo n.
68 imporrà alle Regioni, rispetto ad alcuni commi, la possibilità di lavorare già dal 2012 con il termine d'applicazione del 2013 per quanto riguarda la revisione delle aliquote regionali confrontandole con gli scaglioni nazionali e soprattutto - lo dico come riflessione, ma si tratta di un lavoro che sicuramente dovremo fare già a partire dal mese di gennaio anche a favore delle detrazioni che le Regioni possono prevedere nell'ambito dell'applicazione dell'IRPEF; penso, ad esempio, alle detrazioni per le famiglie esplicitate proprio nel comma 5.
Rispetto a tutto questo, l'applicazione decorre dal 2013 e l'impegno della Giunta regionale - come ho già detto in Commissione - è lavorare fin dai primi mesi per chiarire tutto l'aspetto generale che vede coinvolti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1 nel testo originario.
BONO Davide (fuori microfono) Mi scusi, Presidente, ma prima c'è da votare un altro emendamento.



PRESIDENTE

Dichiaro sospesa la votazione.
Prego il Consigliere Bono di avvicinarsi al banco della Presidenza.



(Il Presidente Cattaneo si consulta con il Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Mi scuso con l'Aula per un errore del Presidente, ma c'è un ulteriore emendamento che dobbiamo votare prima dell'articolo. Si tratta dell'emendamento a firma dei Consiglieri Bono, Buquicchio, Biolé e Cerutti sul quale la Giunta ha già espresso parere contrario (in effetti l'Assessore Quaglia parlava di due emendamenti).
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono, Buquicchio Biolé, Cerutti: "L'articolo 1 è sostituito dal seguente.
1. In attuazione di quanto previsto dall'articolo 6, comma 2 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, come modificato dall'articolo 1, comma 10, lettera c) del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, per l'anno d'imposta 2012 sono confermate le aliquote dell'addizionale regionale all'IRPEF di base come desumibili dalla legge regionale 30 dicembre 2008, n, 35 (Legge finanziaria per l'anno 2009) e più precisamente: aliquota dell'addizionale regionale pari a zero sui redditi sino ad euro 16.000,00 aliquota dell'addizionale regionale dello 0,1 per cento sui redditi superiori ad euro 16.000,00 e sino a quelli non superiori ad euro 18.000,00 aliquota dell'addizionale regionale dello 0,2 per cento sui redditi superiori ad euro 18.000,00 e sino a quelli non superiori ad euro 20.000,00 aliquota dell'addizionale regionale dello 0,3 per cento sui redditi superiori ad euro 20.000,00 e sino a quelli non superiori ad euro 22.000,00 e) aliquota dell'addizionale regionale dello 0,5 per cento sui redditi superiori ad euro 22.000,00 e sino a quelli non superiori ad euro 100.000,00;" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Presidente, sull'articolo 2 chiedo la votazione per appello nominale a me si associano altri Consiglieri.



PRESIDENTE

La votazione sarà effettuata tramite appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 Consiglieri votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 11 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 Consiglieri votanti 49 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 14 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Approvazione della rinuncia alla partecipazione della Regione Piemonte a enti e/o istituti scientifici, fondazioni, associazioni e centri di ricerca"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
Avevo piacere di chiedere una cortesia all'Aula. Prima di iniziare l'esercizio provvisorio, se era possibile anticipare la discussione della proposta di deliberazione al Consiglio Regionale che riguarda l'approvazione della rinuncia alla partecipazione della Regione Piemonte ad enti ed istituti scientifici, fondazioni, associazioni e centri di ricerca.
Anticipo già che c'è su questa proposta di deliberazione un emendamento presentato che la Giunta sente di accogliere. L'emendamento riguarda lo stralcio dell'ISI dalla rinuncia alla partecipazione. La Giunta sente di accoglierlo per la valenza scientifica della partecipazione in ISI.
Ovviamente anticipo all'Aula che per quanto riguarda la contribuzione di cui ISI ha potuto beneficiare nei precedenti anni, non ci può essere alcuna garanzia, ma la permanenza della Regione ha certamente un valore simbolico.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto ad esaminare la proposta di deliberazione n. 161, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Tale proposta è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 18 novembre scorso.
Essendo stata discusso a lungo in Commissione, credo che la Giunta non abbia la necessità di illustrarla.
aperto il dibattito generale.
Non essendovi richieste d'intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Reschigna, Bresso Dell'Utri, Stara: La lettera a) Istituto per l'Interscambio scientifico - Fondazione ISI della Proposta di deliberazione n. 161 "Approvazione della rinuncia alla partecipazione della regione Piemonte a enti e/o istituti scientifici fondazioni, associazioni e centri di ricerca" è soppressa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento prevede di stralciare dalla proposta di deliberazione della Giunta la non partecipazione all'ISI, non solo per le ragioni che ha espresso l'Assessore Maccanti, ma anche perché tra i vari soggetti è l'unico che ha una valenza europea e ci sembra che il Piemonte in questo momento non possa rinunciare a essere parte di un processo di valorizzazione di presenza internazionale all'interno della nostra Regione in modo particolare della Città capoluogo di Provincia.
L'emendamento chiede sostanzialmente lo stralcio dalla proposta di deliberazione per quanto riguarda l'istituto ISI.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Il sottoscritto aveva già espresso nella riunione di maggioranza il pieno favore a questa deliberazione, perché s'iniziasse a fare un po' di pulizia del parco delle partecipazioni della Regione, eliminando quelle non effettivamente strategiche, nate in epoche completamente diverse da quella attuale e che quindi non hanno una finalità strategica oggi, in un momento di crisi.
Tra l'altro, spesso non si capisce perché la ricerca non debbano farla gli enti di ricerca ma la Regione, che non ha questo come suo principale compito.
Non so se voterò l'emendamento proposto dal Gruppo PD, anche se ha avuto il parere favorevole della Giunta. Mi rendo conto che può sembrare una dichiarazione eretica in questo momento di grande concordia, ma se iniziamo a fare all'italiana, ogni volta che scegliamo una direzione, delle eccezioni e delle "eccenzioncine", le regole e le sub-regolette, ovviamente sarà sempre molto complicato intraprendere certi percorsi.
Non so neanche quale sia questa valenza dell'ISI. Qualcuno mi dice che ha una valenza europea e mi fa piacere. Io non conosco nessuno, né del C.d.A. dell'ISI né che lavori all'ISI.
Se la Regione Piemonte legittimamente sceglie un percorso, deve poterlo eseguire in piena autonomia e in piena libertà, perché ci sarà qualche altro ente di ricerca e di natura scientifica che dirà: "Avete fatto l'eccezione dell'ISI, potete fare un'eccezione anche per noi".
Sicuramente l'emendamento passerà, perché i numeri in Aula ci sono.
Però mi sentivo in dovere di fare quest'intervento. Mi rendo conto che il Gruppo PD avrà avuto tutte le sue motivazioni per proporlo e nulla quaestio sulle motivazioni nel merito, ma trovo che sia contraddittorio rispetto allo spirito della deliberazione che, invece, per quanto mi riguarda, è molto condivisibile.
Se apriamo una porta sull'ISI, nulla ci vieterà in futuro di dover aprire, per non fare figli e figliastri della Regione Piemonte, le porte anche su altri enti di ricerca.
Quindi, per quanto mi riguarda, salvo che il dibattito non mi faccia cambiare idea, il mio voto sull'emendamento sarà contrario, mentre ovviamente sarà favorevole sulla deliberazione.
Ci tenevo a dirlo a verbale per poter giustificare la mia votazione successiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Molto rapidamente.
Considero molto positivo quest'emendamento del PdL. Credo che l'Assessore Maccanti peraltro si sia mossa con il suo consueto discernimento, nel senso che in questo momento - mi dispiace non concordare solo su questo aspetto con il collega Giovine - bisogna fare delle scelte.
In tanti settori siamo chiamati a fare delle scelte dolorose.
Io tendenzialmente sarei stato favorevole al permanere delle convenzioni così come sono oggi. Dovendo fare delle scelte, qui come in altri settori, mi permetto di dire, apertis verbis, che le varie scelte che ho sentito proporre dall'Assessore Maccanti sono sempre state le più ragionevoli e le più realistiche.
Per questa ragione, noi votiamo a favore dell'emendamento, che salvaguarda almeno qualcosa, ma con piacere cogliamo il fatto che la Giunta l'abbia accolto. Quindi, il nostro voto sarà favorevole all'emendamento e ringraziamo l'Assessore Maccanti anche per questa ulteriore prova di attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Penso che le determinazioni con le quali le istituzioni scelgono di aderire a fondazioni siano mediamente motivate e altrettanto mediamente fondate sul particolare clima nel quale le adesioni vengono decise; clima nel quale vengono decise e clima nel quale vengono disdette.
Il clima nel quale vengono decise è, mediamente, quello che valorizza la logica del partenariato, e che ritiene che l'interesse pubblico ancorché perseguito con altri soggetti, debba vedere una congrua partecipazione delle istituzioni. Il clima nel quale vengono disdette è quello attuale, ossia quello nel quale ogni elemento di cooperazione e ogni vocazione che non sia l'esercizio diretto delle funzioni amministrative perseguito da un Ente viene più guardato per il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione e per il valore delle risorse trasferite, che non per quello delle finalità perseguite da quegli enti.
Ma poiché questo è il clima dei tempi, ed è impossibile resistergli, è del tutto comprensibile l'atteggiamento scelto dalla Giunta regionale ("comprensibile" non significa condivisibile): comprensibile per atteggiamento di Giunta, comprensibile per appartenenza politica dell'Assessore proponente.
Se questo è il quadro, noi avremmo dovuto decidere secondo una logica per la quale avremmo dovuto esaminare le attività svolte da ciascuno di questi enti e il livello di coinvolgimento della Regione, nonché la permanenza o meno del livello di interesse della Regione rispetto agli obiettivi di interesse pubblico: non è quello che ha fatto la Commissione.
Da questo punto di vista, credo che, non essendo entrati nel merito dell'opportunità, si debba o valutare il principio, ed esserne favorevoli o contrari, oppure su questa logica di sfogliare la margherita o il carciofo (a seconda di ciò che preferite come immagine) a seconda di relazioni politiche che possono assecondare un indirizzo o una valutazione - anche congrua, anche scientifica e motivata, io non ne discuto - vorrei confrontare la salvaguardia che mettiamo in campo di questo emendamento con la Fondazione per le biotecnologie, ed esempio: vogliamo discutere quale delle due riveste un maggior interesse pubblico? Questa, sinceramente, non mi pare una questione che possa fondarsi su una ragionevole disamina della proposta avanzata dalla Giunta come politica complessiva. Quindi non sarò favorevole all'emendamento e, per le ragioni che ho detto prima, per cui a volte si fanno scelte più indotte dal clima che da una particolare valutazione, non sarò favorevole nemmeno alla delibera.



PRESIDENTE

Non risultano altre richieste di intervento. La Giunta regionale aveva già espresso in premessa il parere favorevole sull'emendamento rubricato n.
1).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Non risultano richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 161, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 220, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2012 e altre disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 220, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2012 e altre disposizioni finanziarie", di cui al punto 7) all'o.d.g. Potremmo procedere all'illustrazione delle due relazioni, per poi sospendere i nostri lavori, come previsto, alle ore 12.30 per dare spazio alla riunione programmata degli Uffici di Presidenza delle Commissioni speciali. Nella seduta pomeridiana delle ore 14.30 riprenderemo con la discussione generale sul disegno di legge n. 220.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Carossa, che dà per letta la relazio ne, il cui testo recita: "Al fine di consentire un completo esame della manovra di bilancio per l'anno finanziario 2012 comprese le consultazioni, si rende necessario richiedere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio.
L'autorizzazione è prevista sino e non oltre il 30 aprile e permette la possibilità d'impegnare nei limiti di un dodicesimo per mese, fatte salve le spese obbligatorie, per interventi collegati alle calamità naturali, per la tutela dell'incolumità pubblica, per la copertura di contratti già stipulati e per i trasferimenti necessari al settore della Sanità.
Allo scopo di garantire la copertura finanziaria richiesta dagli accordi sottoscritti in materia sanitaria e nonostante gli importanti risparmi ottenuti relativamente ai costi delle forniture farmaceutiche ed al blocco del turn over, le risorse finanziarie per ASL ed ASO relative all'esercizio 2011 sono integrate di euro 60.000.000." Il relatore di minoranza, Consigliere Lepri, dà per letta la relazione.
Se siete d'accordo, anticipiamo i lavori in Sala A dei due Uffici di Presidenza e riprenderemo nostri lavori, possibilmente in orario, alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.15)



< torna indietro