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Dettaglio seduta n.165 del 25/10/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 789 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Comune di Tortona, Piano comunale di ricognizione ed alienazione del patrimonio immobiliare - Alienazione di fabbricati e relativi fondi - Variante al PRG"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 789, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha facoltà di illustrarla.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore.
Lei è a conoscenza della situazione, per cui le risparmierò la mia illustrazione. Attendo risposta, grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione a risposta immediata, il Consigliere Buquicchio intende comprendere se "la Regione Piemonte intenda procedere per una richiesta di sospensiva nei confronti del Piano comunale di ricognizione ed alienazione del patrimonio immobiliare - Alienazione di fabbricati e relativi fondi - Variante al Piano Regolatore Generale", relativo al Comune di Tortona.
In proposito si riferisce che la Direzione Programmazione Strategica Politiche Territoriali ed Edilizia, non rilevando "motivi ostativi o di dissenso alla conclusione della procedura di cui all'articolo 16 bis, comma 1 e comma 2 della legge regionale 56/77", ha provveduto a comunicare al Comune di Tortona l'archiviazione della pratica in parola, con nota in data 18/10/2011, protocollo n. 36812.
Nella stessa nota, la Direzione regionale ha ricordato al Comune: "Ai sensi dell'ultimo capoverso del comma 2 dell'articolo 16 bis della legge regionale n. 56/77, il Comune dovrà disporre sull'efficacia della variante tenendo conto delle eventuali osservazioni pervenute e in tale occasione dovrà essere anche recepito quanto indicato nelle conclusioni della relazione"; relazione predisposta dal Settore Copianificazione Urbanistica della Provincia di Alessandria, trasmessa al Comune in allegato alla citata nota.
Il punto 3, recante "Conclusioni" della sopra richiamata relazione ribadisce quanto già comunicato al Comune di Tortona, e cioè che "ai sensi dell'articolo 54, comma 2, lettera a) del decreto legislativo n. 42, sono inalienabili gli immobili con le caratteristiche di cui allo stesso comma fino alla conclusione del procedimento di verifica previsto dagli articoli 12 e 13 del decreto legislativo n. 42/2004 - Codice dei beni culturali - e che per i beni dichiarati di interesse dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l'alienazione è subordinata all'autorizzazione che dovrà essere rilasciata ai sensi dell'articolo 55, n. 42/2004, prima dell'atto dell'alienazione stessa".
In ordine al problema della pubblicazione del Piano di ricognizione ed alienazione del patrimonio immobiliare, si ricorda che il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 16 bis della legge regionale 56/77 recita: "La delibera di adozione è depositata in visione presso la Segreteria comunale ed è pubblicata per estratto all'Albo Pretorio per 15 giorni consecutivi durante i quali chiunque può prenderne visione". Relativamente a tale norma, si sottolinea che la Direzione aveva richiesto, nell'ambito della fase di verifica atti (comunicazione in data 14 settembre 2011) chiarimenti sui contenuti urbanistici della deliberazione consiliare n. 36 del 31 marzo 2011, nonché sugli aspetti che concernono la pubblicazione degli atti. In relazione a ciò il Consiglio comunale, con delibera n. 82 del 5 ottobre 2011, ha deliberato, tra l'altro, al punto 6 "di dare atto dell'avvenuta pubblicazione del piano delle alienazioni e dei relativi allegati, che a seguito delle osservazioni si sono stralciati due immobili di cui al punto 1 e che pertanto non è necessaria ulteriore pubblicazione".
Queste, con tutti i commi e i riferimenti, sono le considerazioni che hanno portato la Direzione Urbanistica a adottare le decisioni che sono alla base dell'interrogazione in oggetto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 786 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Servizi d'emissione biglietti, gestione cassa, accoglienza al pubblico, presidio degli spazi aperti al pubblico, pulizia locali presso la Reggia e i Giardini della Venaria Reale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 786, presentata dal Consigliere Bono, che ha facoltà d'illustrarla.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come da lei anticipato, l'interrogazione presentata dal sottoscritto riguarda i lavoratori adibiti all'espletamento di tutti i servizi relativi all'appalto di cui all'oggetto presso la Reggia della Venaria Reale e Giardini.
L'articolo 7 del decreto legislativo n. 248 del 2007 prevede che in presenza di una pluralità di contratti collettivi della medesima categoria le società cooperative che svolgono attività ricomprese nell'ambito di applicazione di detti contratti, applicano ai propri soci lavoratori, ai sensi della legge n. 142/2001, i trattamenti economici complessivi non inferiori a quelli dettati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale nella categoria.
In seguito al tavolo di conciliazione avvenuto in Prefettura in data 19 maggio 2008, in accordo con il Direttore della Struttura Flessibile "Progetto La Venaria Reale", l'Amministrazione regionale riteneva che, nei confronti dei lavoratori di cui all'oggetto, si applicasse il contratto nazionale multiservizi 2007.
L'accordo firmato al tavolo di conciliazione veniva sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale e nell'ambito delle categorie di cui all'oggetto.
A fine maggio dello stesso anno (quindi già nel corso del 2008) l'Amministrazione regionale si assumeva l'onere di verificare l'esatta applicazione del contratto multiservizi del 2007.
Ad oggi (siamo nel 2011, quindi sono passati tre anni e mezzo dal tavolo di conciliazione) risulta che il contratto multiservizi 2007 non sia stato applicato a tutti i lavoratori di cui all'oggetto. Chiedo pertanto all'Assessore competente (e, per interposta persona, alla Giunta) come questo sia possibile e quali posizioni s'intendano prendere. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Risponderà l'Assessore Coppola.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

In realtà, relata refero, tra l'altro con piena disponibilità del Consorzio medesimo a convocare un incontro più tecnico in sede di Commissione qualora se ne avvertisse l'esigenza.
Secondo la nota che mi è stata inviata, la gara indetta dalla Regione Piemonte del 2007 prevedeva una quantità di ore, e quindi di personale, per i servizi in outsourcing coerente con l'attività presso la Reggia in quel periodo. Tale personale risultava inquadrato con il contratto nazionale multiservizi.
L'incremento delle attività verificatosi negli anni seguenti, in particolare per le attività di mostre temporanee, ha prodotto un aumento delle ore lavorative e del relativo personale necessario. Le cooperative aggiudicatarie dei servizi, trattandosi di attività temporanee, hanno provveduto alla copertura del fabbisogno aggiuntivo con personale socio delle cooperative soggetto ai loro contratti di riferimento. Il Consorzio La Venaria ha interpellato in tal senso le cooperative aggiudicatarie anche su sollecitazione dei rappresentanti sindacali, su quale fosse il trattamento economico dei lavoratori non soggetti al contratto multiservizi. Qui di seguito si allega la risposta ricevuta (le sto leggendo puntualmente quanto mi hanno inviato).
Il contratto collettivo nazionale multiservizi è applicato al 100% dei lavoratori rientranti nell'accordo sottoscritto il 23 maggio 2008 dalle società aggiudicatrici dell'appalto (quello cui lei faceva riferimento).
Sulla base di tale accordo, tutti i lavoratori che a quella data avevano un rapporto di lavoro dipendente, anche di durata inferiore a quattro mesi, sono stati assunti con contratto multiservizi a tempo indeterminato, senza periodo di prova, con il mantenimento dello stesso livello di inquadramento e con lo stesso monte ore.
In ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 7 del decreto legge n.
248/2007, quello cui fa riferimento il Consigliere Bono nell'interrogazione, al personale subentrato successivamente, soprattutto per effettuare servizi straordinari nelle giornate festive, in occasione di mostre temporanee o in sostituzione di lavoratori assenti, il profilo orario lordo è stato integrato in modo che il trattamento economico complessivo non risultasse inferiore.
Ad integrazione di quanto sopra esposto, segnaliamo - continua la nota della Reggia - che recentemente l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro ed i servizi e le forniture ha emanato un parere in cui afferma che apparirebbe sproporzionata e discriminatoria l'apposizione di clausole che impongono alle società cooperative l'adesione a contratti collettivi di altre categorie. Tale applicazione è possibile sempre in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo al quale facevamo riferimento.
A complemento, anche se non è oggetto dell'interrogazione, devo informare che la Venaria Reale ha chiesto in un nuovo bando pubblicato il 16 dicembre 2010 l'applicazione di un altro contratto collettivo nazionale di riferimento. Nei prossimi mesi terminerà l'iter burocratico per aggiudicare l'assegnazione definitiva alla società che avrà avuto i requisiti per vincere la gara.
Il Consorzio è a disposizione per ulteriori approfondimenti tecnici.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 785 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Assunzioni presso le Agenzie Territoriale per la Casa (ATC)" (collegata interrogazione indifferibile e urgente n. 756 presentata dai Consiglieri Taricco, Laus, Manica, Motta Angela, Muliere, Pentenero Placido, Reschigna e Ronzani, inerente a "Procedure di assunzione presso le Agenzie territoriali per la casa ATC)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 785 (cui è collegata l'interrogazione indifferibile e urgente n. 756) presentata dal Consigliere Taricco, che ha facoltà d'illustrarla.



TARICCO Giacomino

Molto semplicemente per capire a quale norma e a quali riferimenti sia legato ciò che in alcune ATC abbiamo rilevato accadere.
Nel momento in cui in molte province si blocca il rinnovo di contratti di persone dedite alle sale di anestesia, al comparto infermieristico ed altri ruoli così fondamentali per la nostra sanità, con la giustificazione che non esistendo lo spazio di impegno ulteriore risorse, non si possono rinnovare contratti a termine, siamo venuti a conoscenza del fatto che facendo un esempio molto concreto, nell'ATC di Cuneo l'ex Direttore, che è andato in pensione, ha ricevuto un importante contratto di consulenza dall'ente nel quale operava. E parrebbe che siano state assunte anche altre figure con ruoli diversi, dalla gestione del protocollo alla comunicazione sia pur con contratti di consulenza a tempo determinato.
Vorremmo semplicemente capire se anche le ATC fanno parte di questa Repubblica oppure se rispondono a logiche extraterritoriali. A me parrebbe ma può darsi che mi sbaglio, che nel momento in cui c'è una significativa (da quanto siamo messi a conoscenza) riduzione di risorse e di possibilità dovrebbe esserci una maggiore finalizzazione ed una migliore individuazione di ciò che è veramente strategico da parte di tutto il complesso dell'ente.
Alcuni fatti dei quali sono venuto a conoscenza, rispetto alla situazione di singole ATC, mi portano a chiedere se sia così e, se così fosse, come sia possibile che accadono cose come quelle che ho brevemente citato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia

Grazie, Presidente.
Vista l'illustrazione, passo subito alle risposte - anche all'interrogazione n. 756 per economicità dei nostri lavori.
Relativamente al primo quesito, cioè se al personale delle ATC si applichi effettivamente la stessa normativa riferibile al personale della Regione, si rileva che le risposte giunte dalle ATC sono state tutte affermative, non solo da un punto di vista di principio, ma anche da un punto di vista pratico. Risulta indubitabile che al personale delle ATC si applichi la normativa di cui al decreto legislativo n. 165/2001, noto come testo unico sul pubblico impiego, il quale espressamente menziona gli IACP comunque denominati insieme al comparto regionale. In particolare, viene specificato che le ATC, come pubbliche amministrazioni, osservano per quanto compatibili le norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze della Pubblica Amministrazione, di cui al decreto legislativo n.
165, informando la propria organizzazione degli uffici ai principi, di cui agli articoli 1 e 2 del citato decreto, e attenendosi in particolare alle norme ivi previste in materia di mobilità, in materia di reclutamento ed utilizzo dei contratti di lavoro flessibili.
Inoltre le ATC, come le Regioni, sono incluse nel comparto Regioni Autonomie Locali, a livello di contratto nazionale di lavoro, di cui osservano le relative disposizioni concernenti il personale.
In questo senso si esprime anche la LR 3/2010, che disciplinando nell'articolo 35 lo status giuridico e il trattamento economico del personale delle ATC, dispone che l'ordinamento delle strutture operative delle ATC è informato ai principi generali della normativa statale e regionale, in materia di organizzazione degli uffici e che al personale delle ATC si applicano gli istituti attinenti allo stato giuridico ed economico dei dipendenti regionali.
Per quanto riguarda il secondo quesito, cioè se la suddetta normativa si applichi anche alle società promosse dalle ATC e da esse controllate premesso che tale questione riguarda specificamente solo alcune agenzie e in particolare, quella di Cuneo, di Novara e di Torino, in quanto non tutte le ATC si sono dotate di società in house, si rileva che presso l'ATC di Torino le società controllate applicano con il proprio personale i contratti collettivi nazionali di lavoro delle rispettive categorie servizi e commercio, a seconda della tipologia di lavoro di queste società partecipate.
L'ATC di Novara invece, ai sensi dell'articolo 18, comma 2, del decreto legislativo n. 112/2008, convertito nella legge n. 133, si è dotata di un proprio regolamento contenente criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi, nel rispetto dei principi che risultano essere stati osservati anche dall'ATC di Torino e di Cuneo di derivazione comunitaria, questi principi, di trasparenza, pubblicità ed imparzialità, mutuando i principi di concorsualità propri del decreto legislativo n. 165.
Presso l'ATC di Novara, ad una procedura selettiva di tipo pubblicistico, segue un inquadramento dei lavoratori dipendenti con contratto di tipo privatistico.
stato comunque certificato dall'ATC di Torino che ogni eventuale assunzione viene effettuata in ragione delle necessità funzionali delle società e avendo stretto riguardo al mantenimento degli equilibri di bilancio delle stesse.
In ordine al terzo quesito, cioè con quali criteri le ATC del Piemonte e le società da essa controllate abbiano potuto nell'ultimo anno procedere a nuove assunzioni, anche a tempo determinato, si rileva che le ATC, in quanto enti non soggetti al Patto di stabilità, osservano puntualmente le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 562, della legge n. 296/2006, che consente l'assunzione di personale nel limite delle cessazioni complessivamente intervenute nel precedente anno, se risulta rispettato il plafond di spesa per il personale dell'anno 2004, con l'esclusione degli oneri relativi ai rinnovi contrattuali. Quindi, ci sono due paletti: il numero di coloro che vanno in pensione e il livello di spesa.
Inoltre, trova applicazione quanto previsto dall'articolo 14 del decreto legislativo n. 78, convertito nella legge n. 122/2010, ai sensi del quale è fatto divieto agli enti, nei quali l'incidenza delle spese di personale è pari o superiore al 40% delle spese correnti, di procedere all'assunzione di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale. Non devono superare il 40%.
Infine, per quanto concerne le società controllate da ATC, laddove si è proceduto a nuove assunzioni nell'ultimo anno, così come negli anni passati (ossia presso l'ATC di Novara e di Torino), ciò è risultato possibile in quanto le limitazioni di cui all'articolo 18, comma 2 bis, del decreto legislativo n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008, non risultano applicabili, essendo tale previsione riservata a soggetti ben individuati: società a partecipazione pubblica locale in senso tecnico (cioè, di derivazione di Comune, di Città metropolitana, di Provincia o di Regione) società che svolgono attività nei confronti della Pubblica Amministrazione a supporto di funzioni amministrative di natura pubblicistica inserite nel conto economico consolidato della Pubblica Amministrazione, come individuato dall'ISTAT, ai sensi del comma 5 dell'articolo 1 della legge n.
311/2004, in cui le ATC non compaiono.
Risulta che tutte le ATC del Piemonte abbiano agito nel rispetto delle disposizioni sopra citate nell'esercizio, comunque della loro autonomia amministrativa e contabile riconosciuta dalla legge regionale n. 3/2010.
Infine, prendendo spunto dall'interrogazione e per completezza di informazione, sono state richieste ulteriori notizie circa le assunzioni effettuate da società promosse da ATC nel quinquennio 2005-2010. Le risposte giunte dalle ATC danno conto della seguente situazione: ATC di Torino - totale assunzioni effettuate dalle 5 società: n. 297, di cui 191 a tempo determinato ATC di Novara - totale assunzioni: n. 24, di cui n. 16 a tempo determinato ATC di Cuneo - totale assunzioni: n. 9, tutte a tempo determinato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 784 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Interrogazioni sui disservizi ferroviari della linea Biella-Torino e Biella-Milano"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
784, presentata dal Consigliere Ronzani, che la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Assessore, credo - non solo io - che la vicenda dei collegamenti ferroviari biellesi sia, in qualche modo, la spia dello stato di crisi e di difficoltà in cui versa una parte del sistema ferroviario della nostra regione.
Nell'interrogazione, usando una parola forte, parlo di una vera e propria "Caporetto" per quanto riguarda i trasporti ferroviari biellesi e in particolare, i collegamenti Biella-Torino e Biella-Milano.
Siamo passati da una situazione nella quale, da parte della Provincia di Biella, era stata avanzata l'ipotesi di consentire ad Arenaways di assicurare i collegamenti diretti (o una serie di collegamenti diretti) con Torino e con Milano, di cui si era anche discusso nella precedente legislatura, in occasione di una serie di incontri con l'allora Assessore ai trasporti, ad una situazione nella quale i disagi e i ritardi non si contano più. Io stesso ho voluto riassumere nell'ultima interrogazione quella a cui lei risponde, un elenco di questi disservizi che si verificano.
Aggiungo che, ad oggi, non mi pare esistano - in questo sono confortano dal giudizio che esprimono coloro che il treno lo usano tutti i giorni, poi dall'Associazione pendolari e da una parte delle organizzazioni sindacali su quella tratta - parlo della Biella-Santhià-Novara-Torino-Milano - i segni di un miglioramento.
Da dicembre - come lei, forse, mi risponderà - con il nuovo regime di orari sparirà il collegamento diretto con Torino, per le ragioni che conosciamo.
Invece, si enfatizza - lo ha fatto in qualche occasione qualche suo collega della Provincia - il collegamento diretto con Milano - che dovrebbe entrare in vigore con il nuovo orario previsto a dicembre - ma si omette di ricordare che il treno si fermerà a Porta Garibaldi e, soprattutto, che nel tratto compreso tra Biella e Novara si fermerà in tutte le stazioni. Questo è quanto ci è dato sapere; solamente, non credo che questo collegamento diretto possa essere presentato come un successo, anche perché, se ho inteso bene, i biellesi chiedevano un collegamento diretto con Milano e non, invece, un collegamento che è diretto, ma viene considerato per lo più una sorta di contentino.
Questo è il quadro rispetto al quale non credo di esagerare. Del resto le cronache dei giornali locali sono cosparse di riferimenti a disagi disservizi e disfunzioni che si verificano in maniera sistematica.
Credo siano evidenti le responsabilità di Trenitalia, vorrei essere chiaro su questo, ma in parte, però, attengono anche alla Regione.
Se questo è il quadro, che ho riassunto indicando nell'interrogazione alcuni ritardi - potrei documentarla ancora più correttamente - penso - non lo penso solo io - che lì, per una serie di ragioni, la situazione abbia ampiamente superato il livello di guardia. Ormai, trovo davvero scandaloso uso a proposito questo termine - che chi paga un servizio non abbia...



(Scampanellìo del Presidente)



RONZANI Wilmer

Ho quasi terminato, Presidente.
Dicevo, trovo scandaloso che chi paga un servizio non abbia il diritto di pretendere che il servizio funzioni. Chi lo gestisce quel servizio - in questo caso, Trenitalia - ha il dovere di farlo funzionare, perché, se questo non avviene, chi controlla - cioè noi - abbiamo il diritto di sanzionare chi gestisce il servizio.
Qui esiste un divario, ormai sempre più evidente, tra le cose che leggo sui giornali ("Stiamo cambiando i trasporti ferroviari piemontesi, stiamo migliorando la qualità del servizio") e la situazione di fatto.
Ora, sul piano generale, credo che la via maestra sia la liberalizzazione del servizio, introducendo per Trenitalia un regime di concorrenza con altri soggetti che effettuano il servizio, perché fino a quando Trenitalia avrà il monopolio del trasporto ferroviario locale potrà fare il bello e il cattivo tempo. Tuttavia, oggi, quella situazione non c'è, allora è con essa che occorre fare i conti! È a partire da essa che occorre modificare concretamente la situazione! Lei ha annunciato sui giornali una serie di investimenti, in accordo con Trenitalia, che dovrebbero riguardare il materiale rotabile. Mi domando se, per esempio, in quel piano di investimenti è prevista la possibilità di acquisire il mezzo ibrido (diesel-elettrico), che consentirebbe, per esempio, di ripristinare il collegamento diretto Biella-Torino, evitando il trasbordo che, oggi, invece, verrà previsto a partire dal mese di dicembre.
Più in generale mi chiedo e le chiedo di conoscere in che modo l'Assessorato, a fronte di questa denuncia - la mia è soltanto l'ultima in ordine di tempo - intende provvedere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio il collega Ronzani, perché ha utilmente riassunto tutta una serie di quesiti e anche di segnalazioni, che, se mi permette nella risposta puntuale in ordine a tutti i ritardi e alle soppressioni dei treni le trasmetterei con gli atti che abbiamo raccolto in Assessorato perché nei cinque minuti destinati a questo dibattito sicuramente non è possibile. Se lei è d'accordo, prendo impegno a trasferire tutta la documentazione specifica che abbiamo raccolto.
Per quanto riguarda il tema...



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

RONZANI Wilmer (fuori microfono) già a sue mani?



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Subito, è già predisposta.
Per quanto riguarda il tema specifico del servizio su Biella, il collega Ronzani sa che abbiamo avuto con la stazione di Porta Susa un problema importante, che ha riguardato sia il trasporto ferroviario Ivrea Aosta che il trasporto ferroviario concernente la zona di Biella nel suo collegamento con Torino. Questo problema non è determinato da una questione imputabile ai gestori del servizio, ma dalla progettazione della stazione di Porta Susa, che, incredibilmente, non comprende un impianto di ventilazione, ancorché stazione di nuova progettazione, che sia capace di assorbire e smaltire i fumi dei locomotori diesel.
Considerando che la flotta circolante non soltanto in Piemonte, ma direi dal nord al sud della penisola, è composta quasi completamente da locomotori di questo tipo, risulta complicato immaginare che nel giro di un anno e mezzo si possa ipotizzare in Piemonte, così come altrove, una sostituzione integrale dei locomotori, soprattutto a fronte delle risorse che oggi abbiamo a disposizione.
Quindi gli investimenti che noi abbiamo previsto di qui al 2014 con Trenitalia - perché questo è il cronoprogramma legato al contratto di servizio - e che si attiveranno a partire dal prossimo anno, salvo gli interenti di revamping che invece sono già stati presentati anche sulla tratta Torino-Milano, sono programmazioni che riguardano la sostituzione di materiale rotabile su tutta la linea piemontese; rispetto a questo, magari proporrei un approfondimento anche in Commissione, per entrare nel dettaglio del programma collegato al contratto di servizio.
In ogni caso, su Biella è prevista la sostituzione con i treni Minuetto, perché vi è un problema anche di capienza, che noi abbiamo preso in considerazione nel momento in cui abbiamo dato delle indicazioni per risolvere il problema a breve termine.
A breve termine cosa significa? Che con la sottoscrizione del contratto di servizio noi abbiamo utilizzato il cambio orario di dicembre per dare una risposta su Torino-Biella esattamente come abbiamo fatto su Torino Aosta. Questa risposta ci consente di utilizzare la rottura di carico per risolvere i problemi legati alla mancanza di puntualità. Le cito soltanto un dato, relativo al problema della mancanza di puntualità che era registrato su Torino-Ivrea nella misura del 50%, quindi un problema importante: la puntualità è cresciuta al 92,5%. Idem per quanto riguarda Torino-Biella. Quindi abbiamo applicato la medesima soluzione che ci consente di garantire perlomeno la puntualità. Questo lo abbiamo concordato con la Provincia e con le associazioni pendolari che, in più di una situazione, ci hanno detto che prima di ogni altra cosa hanno la necessità di sapere che gli orari sono rispettati. Questo è ciò che siamo riusciti a garantire nell'immediato.
Sempre su Biella-Milano: richiesta molto forte. Lei lo saprà perch conosce bene quel territorio. La richiesta era importante e noi abbiamo aggiunto quatto nuovi treni: abbiamo fatto un investimento dedicato solo a quella linea di un milione di euro (del contratto di servizio, ovviamente) dedicato all'istituzione di questi quattro nuovi treni. Anche in questo caso, sono ben felice di poterle trasmettere la documentazione di dettaglio con gli orari. Quindi è stata data un'attenzione importante al problema di questo territorio.
La fermata Garibaldi è obbligatoria, perché rappresenta una stazione collegata perfettamente con il sistema metropolitano, come lei sa benissimo, che è raggiungibile da quel tipo di locomotore. Oltre non possiamo andare. Conosce altrettanto bene i problemi del nodo di Milano e sa che noi ci confrontiamo non soltanto con i problemi legati alle capacità del gestore, ma anche a problemi importanti che riguardano le infrastrutture, sia sul nodo di Torino che sul nodo di Milano. Quindi, è sempre complicato riuscire ad integrare le nostre richieste di variazione rispetto al servizio con le disponibilità delle tracce degli ingressi nelle diverse stazioni.
Però, direi che, con l'entrata in vigore del nuovo contratto di servizio, Biella è stato uno dei punti fondamentali della nostra attenzione. Il che non significa che riteniamo risolto il problema di Biella, ma significa che riteniamo di avere dato una forte priorità con le carte che avevamo in mano.
Ricordiamo, ancora una volta, che noi ci siamo trovati ad ereditare una situazione direi drammatica, anche dal punto di vista della qualità del materiale rotabile piemontese, perché - senza voler riaprire una polemica il dato di fatto ci dice che negli ultimi sette anni non ci sono stati investimenti ed aggiornamenti. Di conseguenza, partiamo da una base veramente disastrosa, che difficilmente ci consentirà di pensare ad investimenti altamente onerosi come quelli relativi ai bimodali. Noi dobbiamo pensare ad aumentare la capienza delle carrozze sulle linee più frequentate, innanzitutto, perché oggi la gente viaggia in piedi.
Il tema dei bimodali è, se così si può dire, un secondo livello che ha tutta la nostra attenzione, che però ci interesserà nel momento in cui saremo riusciti a raggiungere un livello di sufficienza nell'erogazione di un servizio. A quel punto, il bimodale, il diretto, avrà la possibilità di entrare fino alle stazioni del centro città bypassando il problema dell'incompatibilità del diesel con i sistemi di aerazione e il permesso di accesso nel nodo torinese e in quello di Milano.
Come lei sa meglio di me, il quadrante è a disposizione di tutti i soggetti che interloquiscono. Inoltre, ci tenevo a puntualizzare che non ho disertato la riunione, ma poiché di incontri con le associazioni pendolari con le Province e di riunioni di quadrante ne facciamo moltissime, non potrei presenziare a tutte. Tuttavia, è sempre presente non soltanto la parte tecnica della struttura, ma anche la rappresentanza della segreteria dell'Assessorato, che fornisce non soltanto la risposta tecnica, ma è pure titolata ad assumere l'impegno politico.
Quindi nessuna riunione di quadrante è mai stata priva della presenza dell'Assessorato, oltre che della struttura direzionale che ha la competenza tecnica riferita a questi temi.
Se il Consigliere Ronzani me lo consente, oltre a chiedere scusa per la lunga giacenza dell'interrogazione, di cui, devo dire, non mi ero resa conto personalmente, e mi dispiace, perché non è mio costume lasciare così a lungo le richieste dei Consiglieri (ho fatto tanti anni di Consiglio ed Aula e mi dava molto fastidio, quindi capisco), gli trasmetterò tutta la documentazione che abbiamo già provveduto a raccogliere.
In seguito, se lo ritiene, potremo dedicare una riunione di Commissione, come accennavo prima, alla questione degli investimenti, per capire che cosa è legittimo attenderci rispetto agli investimenti che abbiamo previsto nel contratto di servizio e che cosa invece non ci sta dal punto di vista dei numeri e delle cifre.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 790 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Realizzazione del nuovo Poliambulatorio presso l'ex fabbrica Superga di via Verolengo a Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 790.
La parola al Consigliere Boeti, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questa interrogazione perché ho ricevuto una lettera da parte di un gruppo di cittadini che chiedeva che fine avesse fatto l'ipotesi di realizzazione del poliambulatorio.
un progetto che risale al 2001, che riguarda un edificio dismesso l'ex Superga. È un edificio che il Comune di Torino acquisì in proprietà in seguito a un piano edilizio che ha interessato l'area.
Nel 2001 si decise di realizzare un nuovo poliambulatorio in un'area di espansione edilizia. In quel territorio, la Spina 3, sono arrivati circa 15 mila abitanti. Quindi, con l'aumentare dell'espansione edilizia in quell'area, aumentava anche la necessità di una struttura di questo tipo.
Furono realizzati alcuni progetti presentati, poi, alla Circoscrizione.
E sembrava che in qualche modo il progetto fosse avviato. Tra l'altro sottolineo che, da circa dieci anni, l'ASL paga al Comune di Torino l'affitto di quell'area sulla quale avrebbe dovuto sorgere il poliambulatorio.
La scorsa settimana, in Commissione, abbiamo chiesto all'Assessore Monferino di illustrare il programma della Giunta sull'edilizia sanitaria.
Purtroppo, immaginiamo qual è il programma del Governo: praticamente niente! Il miliardo di euro destinati all'edilizia sanitaria è stato cancellato. Evidentemente, perché il Governo non ha le risorse necessarie e abbiamo la preoccupazione che anche i 270 milioni di euro destinati alla Città della Salute possano essere volati via con la decisione del Governo nazionale, ma un conto è realizzare la Città della Salute e un conto è realizzare un poliambulatorio, per la cui costruzione i cittadini aspettano ormai da circa dieci anni.
Quindi, vorrei sapere dall'Assessore qual è l'orientamento della Giunta. Chiedo all'Assessore Cavallera una risposta che gli Uffici gli hanno preparato. Diciamo, chiediamo agli Uffici una risposta chiara per poter dire ai cittadini di quel territorio che il poliambulatorio non ci sarà, che il poliambulatorio ci sarà e se ci sarà, quando. E qual è l'orientamento del Governo regionale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera, per la risposta della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La risposta mi sembra improntata al classico "veni, vidi, vici" di memoria scolastica.
Il piano finanziario per la realizzazione dell'opera, di cui all'oggetto, prevede fondi a carico del bilancio statale e fondi a carico del bilancio regionale.
Con riferimento ai fondi a carico dello Stato, pari a cinque milioni 422.797 euro, ai sensi della legge 448/98, il Ministero competente all'erogazione ne conferma la disponibilità bilancio; essi trovano copertura nell'ambito delle risorse iscritte nel bilancio regionale 2012 in corso di approvazione: essendo fondi statali - entrano e vengono spesi sono al di fuori della nota vicenda dei fondi regionali.
Con riferimento ai fondi regionali, pari ad un milione 702.686 euro, è già previsto un impegno contabile a carico del bilancio regionale relativo all'esercizio 2010. L'utilizzo delle somme di cui sopra sarà comunque valutato in coerenza con la nuova programmazione regionale in corso di definizione e rispettando le finalità di cui alla legge statale di finanziamento.
In sostanza, i cespiti ci sono; oggi in Giunta è stato deliberato il Piano Socio Sanitario, che verrà rimesso al Consiglio ed esaminato nelle prossime sedute; certo - sono io che interpreto il "burocratese" - qualora questo non fosse compatibile con i nuovi orientamenti che andrà ad assumere il Consiglio...Ma nel momento in cui, come sono convinto, questo intervento è ritenuto importante - e il fatto stesso che la Regione abbia attivato tutte queste procedure vuol dire che lo ha confermato - credo che, pur con i tempi di esecuzione dei lavori ordinari della Pubblica Amministrazione e del settore sanitario, probabilmente andrà in porto. Ecco, questa è la previsione che faccio.
In ogni caso, fornisco al Consigliere la risposta che mi hanno fatto pervenire gli Uffici.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 787 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Insegne parafarmacie"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 787 del Consigliere Segretario Ponso, avente per oggetto "Insegne parafarmacie".
La parola all'interrogante, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Egregio Vicepresidente Cavallera, è la seconda volta che l'incontro in occasione di questa seconda tornata di interrogazioni e il tema è quello delle insegne delle parafarmacie: non che non voglia sentirla e non sia onorato di vederla, ma purtroppo non riesco mai ad incontrare l'Assessore competente; avevo tentato con l'interrogazione precedente e non ho successo nemmeno con questa. Ad ogni modo, egregio Vicepresidente, torno sull'argomento delle insegne utilizzate dalle parafarmacie, per segnalare la loro presenza sul territorio.
A questo proposito, credo sia utile intanto ricordare l'articolo 5 del Dlgs. n. 153 del 3 ottobre 2009, il quale prevede e recita: "Al fine di consentire ai cittadini un'immediata identificazione delle farmacie operanti nell'ambito del SSN, l'uso della denominazione 'farmacia' e della croce di colore verde su qualsiasi supporto cartaceo, elettronico e di altro tipo è riservata alle farmacie aperte al pubblico e alle farmacie ospedaliere".
Ripreso questo, devo segnalare che in provincia di Cuneo - ma credo che la situazione si verifichi anche in altre aree del Piemonte - l'insegna con la croce verde viene utilizzata anche dalle parafarmacie. Questo viene a creare un problema all'utenza che, specie di notte, quando si rende necessario cercare una farmacia aperta per turno per approvvigionarsi di medicinali, magari con una certa urgenza, viene spesso tratta in inganno dalle insegne verdi delle parafarmacie che - paradosso -, oltre ad avere lo stesso colore di quelle delle farmacie, sovente restano accese - ce n'è più di una pure nella Città di Cuneo - anche di notte, pur ad esercizio chiuso la parafarmacia, infatti, ovviamente non svolge servizi notturni.
A questo punto sono a chiederle, egregio Vicepresidente, se non sia possibile l'emissione di un'ordinanza regionale - perché ho già sentito un po' tutti i campi, dall'ASL, al Comune, alla Polizia municipale, all'Ordine dei Farmacisti, ecc. - che faccia rispettare il dettato dell'articolo 5 del Dlgs. 153 che ho citato o, in alternativa, un intervento presso le ASL del Piemonte che consenta di eliminare l'utilizzo improprio dell'insegna luminosa verde, accesa a battenti chiusi, da parte delle parafarmacie.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde il Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Come citava l'interrogante, l'articolo 5 del D.lgs n. 153/2009 stabilisce: "Al fine di consentire ai cittadini un'immediata identificazione delle farmacie operanti nell'ambito del SSN, l'uso della denominazione 'farmacia' e della croce di colore verde su qualsiasi supporto cartaceo, elettronico o di altro tipo è riservato alle farmacie aperte al pubblico e alle farmacie ospedaliere". La norma nazionale tuttavia, nel fornire tale chiara indicazione non sanziona eventuali comportamenti difformi del cosiddetto parafarmacista che esponga un'insegna con la croce verde. Pertanto, ove riscontrino l'anomalia rinvenuta relativamente all'insegna, le Commissioni ispettive delle ASL territorialmente competenti la segnalano nei verbali di ispezione, anche invitando il gestore dell'esercizio alla rimozione dell'insegna medesima ma non dispongono di potestà sanzionatoria in proposito.
Si rappresenta ancora, con riferimento al testo dell'interrogazione consiliare, che non è prevista dall'ordinamento giuridico la fonte dell'ordinanza regionale, la quale sanzioni il comportamento del cosiddetto parafarmacista che espone l'insegna della croce verde e che, più in generale, l'Amministrazione regionale non può disporre l'applicazione di sanzioni non previste dalla legge nazionale.
Ciò posto, la Regione Piemonte ha sempre ribadito ai soggetti coinvolti l'anti-giuridicità del comportamento in questione, sia sollecitando attività ispettive sia segnalando anche al Ministero della Salute eventuali difformità riscontrate sul punto. Questo è quanto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 788 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Avvio procedura di mobilità presso lo stabilimento Lear Corporation di Grugliasco"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 788, avente per oggetto "Avvio procedura di mobilità presso lo stabilimento Lear Corporation di Grugliasco".
La parola all'interrogante, Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

La questione che poniamo ha un aspetto specifico e definito che riguarda la condizione dell'attività produttiva della Lear, ma pone all'Amministrazione regionale una questione di carattere più generale.
Immaginiamo e ci auguriamo quindi che, ottenendo delle risposte positive nella direzione specifica, si possa trarne rassicurazioni anche sul tema generali.
La questione della Lear è stata oggetto dell'attenzione degli organi d'informazione molto recentemente, a seguito della vicenda che è stata poi caratterizzata da un appuntamento presso il tavolo di trattativa dell'Unione Industriale, secondo la quale i vertici dello stabilimento avevano annunciato esuberi per l'80% sul totale del proprio organico. La situazione ha una diretta conseguenza nelle attività produttive dell'indotto legato alla FIAT, ancorché questo indotto si caratterizzi per avere un'alta capacità di qualificazione, non soltanto sul termine della produzione ma anche sul livello della realizzazione di nuovi progetti.
Da questo punto di vista, la relazione stretta con l'attività imprenditoriale della FIAT ha prodotto nella situazione attuale alcune conseguenze: la progressiva riduzione dell'attività in essere a seguito della fase di esaurimento della produzione della Lancia Musa e della FIAT Idea e, nella transizione, in attesa dell'avvio della nuova produzione determinata dalla nuova Maserati prodotta alla ex Bertone. Si tratta quindi di una situazione per la quale l'anno 2012 si configura come un anno di assenza di indirizzo e di assenza di attività.
Da un lato, noi - l'Amministrazione regionale tutta e il Piemonte in particolare - non siamo ancora in grado di conoscere quali siano gli investimenti che FIAT intenderà realizzare all'interno della situazione italiana, e piemontese in particolare, e di conseguenza quali saranno le caratteristiche di sviluppo per l'indotto. Dall'altro, l'alto livello di attività produttiva già annunciato - e risulterebbe confermato in modo favorevole alla Lear - si realizzerebbe a partire dal 2013 e, quindi, in una situazione per la quale l'intero prossimo anno risulterebbe non coperto da attività di impegno lavorativo, se non con gli strumenti degli ammortizzatori sociali.
Vengo al tema generale: la questione relativa alla richiesta della cassa in deroga. La tematica posta dalle organizzazioni sindacali, che immagino verrà discussa il 27 ottobre in un incontro presso la Regione riguarda esattamente le garanzie relative a questa particolare attività industriale della Lear, ma più generalmente altre situazioni coinvolte nella cassa in deroga, sul fatto che i finanziamenti possano essere confermati per l'anno 2012. Si tratta di un impegno che coinvolge l'Amministrazione regionale, ma coinvolge anche le relazioni tra la Regione e il Governo nazionale.
Nel porre questa questione, che è evidentemente urgente data l'imminenza dell'incontro in Regione, pongo all'Assessore Porchietto una richiesta rispetto agli impegni che sicuramente il Piemonte assumerà nelle relazioni con il Governo nazionale per ottenere la garanzia della cassa in deroga.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Credo sia importante ed opportuno fare prima una disamina della situazione della Lear Corporation degli ultimi dieci anni, in quanto la sua crisi, manifestatasi pesantemente nelle ultime settimane, in realtà dura da circa un decennio.
Abbiamo incontrato a più riprese l'azienda nei mesi scorsi: l'ultima volta prima delle dichiarazioni fatte nelle settimane scorse. L'ultimo incontro è avvenuto nel mese di settembre, quando la Lear Corporation aveva già evidenziato una difficile situazione, quindi anche alcuni temi toccati successivamente, che verranno affrontati il 27 ottobre, tra cui anche una dichiarazione di esuberi estremamente impattante sull'occupazione piemontese, in particolare della provincia di Torino e, mi permetto di dire, in un'area ben definita come quella di Grugliasco, dove hanno sede già tante aziende che in questi anni hanno dichiarato una serie di esuberi consistenti.
Stabilimento di Grugliasco.
Lo stabilimento di Grugliasco, a partire dal 2000 (quindi stiamo parlando di un decennio) ha fatto un costante ricorso agli ammortizzatori sociali, in funzione anche di diverse crisi e di diverse disponibilità ed utilizzi di questi ammortizzatori, per un totale di oltre tre milioni di ore. In realtà questo è un problema che non nasce soltanto dal momento in cui il Lingotto non ha ancora avviato gli investimenti su Mirafiori: è una società che da circa dieci anni a fasi costanti, quindi non soltanto a fasi alterne, utilizza ogni strumento legato all'ammortizzare ore di lavoro che non possono essere fatte all'interno dell'azienda.
In particolare, già all'interno di tavoli regionali, al fine di evitare delle dichiarazioni di esuberi, in particolare negli ultimi quattro anni dal 2007 fino al 2010 - è stato fatto un ampio utilizzo dei contratti di solidarietà difensivi dei posti di lavoro, che hanno evidenziato un crescente esubero di personale nel tempo. Questo, in realtà, con il continuo e costante peggioramento della situazione del mercato automobilistico e con la riduzione dei volumi produttivi, ma soprattutto con una chiara dichiarazione da parte dell'azienda, che ha un rapporto sistematico e monotematico con FIAT, perché sappiamo che stiamo parlando di un'azienda che lavora al 92% per FIAT.
Durante l'attuazione di questi contratti di solidarietà, l'azienda anche per contrastare l'aggravamento dell'esubero di personale, ha avviato una serie di altri strumenti che potevano aiutare, attraverso un limitato impatto sociale, la riduzione di un organico: incentivi all'esodo accompagnamento volontario alla pensione, blocco del turnover trasferimenti interaziendali.
Il problema è che, in particolare nell'ultimo triennio, la riduzione del fatturato è stata superiore al 50%. Qualsiasi azione di contenimento della dichiarazione di esuberi, quando il fatturato scende sotto il 50 nell'ultimo triennio, diventa esageratamente difficile da perseguire e da portare a termine.
L'azienda ha con noi, ma non soltanto con noi, sottolineato che l'attuale mancanza di commesse consente, purtroppo, di caratterizzare il progetto di ridimensionamento del personale quale definitivo e stabile, a prescindere da quelli che comunque saranno gli investimenti, e quindi dall'impatto produttivo che deriverà dall'investimento che verrà fatto dalla FIAT sia su Mirafiori sia sull'ex area Bertone, in quanto l'azienda ritiene che, a prescindere dalla ripresa del fatturato, anche se non con i numeri che ha dichiarato poche settimane fa, un progetto per gestire gli esuberi aziendali andrà comunque fatto.
Non c'è la possibilità di utilizzare la cassa né in forma straordinaria, perché non è possibile ipotizzare una proroga dell'attuale crisi, né tanto meno nella forma ordinaria, in quanto la mancanza di ordini rende incerto non solo l'effettiva temporaneità dell'evento, ma anche il fatto che si possano recuperare i precedenti volumi produttivi. C'è quindi l'impossibilità di garantire il rientro delle maestranze, che è chiaramente la condizione per ottenere la cassa integrazione ordinaria.
impossibile ricorrere al contratto di solidarietà anche perché, alla luce del nuovo numero di esuberi, mancherebbe l'indice di congruità tra le ore non lavorate e quelle che verrebbero lavorate, e anche perch l'istituto che deve chiaramente perseguire questo scopo, mantenendo per inalterati i livelli occupazionali, non consente l'eliminazione dell'esubero ormai strutturale, quindi impedirebbe comunque il miglioramento economico e gestionale dell'impresa nel suo complesso.
Come unico strumento, quindi, rimarrebbe la cassa in deroga. Prima di entrare nella seconda parte della riflessione posta dalla Consigliera Artesio, vorrei solo ricordare che lo strumento della cassa in deroga è uno strumento messo a disposizione nel momento in cui c'è una riduzione delle ore lavorate, ma non c'è una dichiarazione di esuberi come in questo caso.
Il 27 ottobre, nel tavolo convocato a livello regionale, evidenzieremo all'azienda come metteremo a disposizione lo strumento della cassa in deroga per far sì che l'impatto degli esuberi, a partire dall'11 ottobre 2011, sia meno pesante, ma non possiamo pensare che sia lo strumento principe da utilizzare, perché i numeri, ma soprattutto la mancanza di fatturato, sono tali per cui non utilizzeremmo lo strumento e creeremmo un precedente estremamente pericoloso per l'utilizzo della cassa in deroga.
Per quanto riguarda il tema del finanziamento della cassa in deroga così come abbiamo già dichiarato sui tavoli della Commissione regionale per l'impiego, abbiamo già prodotto la fase consuntiva dei primi tre trimestri del 2011 al Ministero, la previsione di utilizzo delle ore rendicontate fino ad oggi e la previsione di consuntivo a fine anno. Sin d'ora, per siamo in grado di dire che le risorse che la Regione Piemonte ha postato e quelle che sono state messe a disposizione dal Ministero del Lavoro per l'esercizio 2011 copriranno appieno la cassa integrazione in deroga.
Riteniamo che, così come ci è già stato informalmente annunciato (attendiamo che venga confermato a livello nazionale l'ammontare delle risorse per il 2012), in questo momento possiamo garantire la copertura del primo semestre 2012, chiaramente nel caso in cui non cambino le percentuali tra l'impegno regionale e l'impegno statale. Lo sottolineo, non perché in questo momento sia in discussione un cambio delle percentuali, ma perch penso che sia importante sottolineare il fatto che ad oggi, a fronte della stessa situazione che ci ha portato a firmare un accordo e a confermare l'accordo già firmato nel 2009 anche per il 2010 e per il 2011, siamo in grado di sostenere la previsione di interventi sull'esercizio 2011.
Ricordo che abbiamo anche il sistema FIAT che, a fine febbraio terminerà gli ammortizzatori straordinari, quindi occorrerà capire, in funzione del Piano industriale, quale sarà il prosieguo dell'utilizzo degli ammortizzatori in deroga per i lavoratori della FIAT. Di conseguenza, sarà importante vedere i numeri, perché non saremmo chiaramente in una situazione così serena qualora nel 2012 avessimo un numero estremamente superiore a quelli che sono stati i consuntivi del 2011, del 2010 e di una parte del 2009 in termini di numero di ore di richiesta della cassa in deroga e di consuntivazione della cassa in deroga.
Mi sento però di dire che in questo momento la prima parte del 2012, da parte nostra, è ampiamente coperta, così come sono state le garanzie che ci hanno dato a livello nazionale. Cosa diversa è capire - a partire dal tavolo del 27 ottobre, per tornare sulla Lear Corporation - insieme all'azienda, cosa che chiaramente noi faremo, a fronte delle dichiarazioni degli ultimi giorni anche dell'Amministratore delegato di FIAT, Marchionne che ha confermato comunque il massimo impegno per mantenere sia l'occupazione a livello nazionale che gli investimenti, che cosa vorrà significare per quanto riguarda invece gli esuberi della Lear Corporation perché credo che oggi sia importante, in particolare il 27 ottobre, capire se e quali proiezioni l'azienda ha fatto in funzione delle tempistiche di investimenti su Mirafiori e sull'ex Area Bertone.
Quindi, dopo il 27 ottobre, siamo a disposizione per portare anche al Consiglio regionale il rendiconto di quello che è accaduto sul tavolo nazionale.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 791 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Opera Pia Lotteri"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 791 presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo voluto porre questa questione perché abbiamo visto - in realtà, appreso dagli organi di stampa - che la vicenda dell'Opera Pia Lotteri, seguita dalla Regione e seguita anche dall'Amministrazione comunale torinese, sembra essere arrivata a un momento di svolta. Svolta che potrebbe essere anche assolutamente negativa per quello che è il patrimonio che questa struttura, con i suoi malati e quindi con il servizio offerto, rappresenta per la nostra realtà.
La Giunta regionale ha deliberato, in data 27 luglio 2011, la proroga della gestione commissariale dell'Opera Pia Lotteri, con sede in Torino sino al 31 dicembre 2011.
La nomina del Commissario era finalizzata a provvedere all'ordinaria e straordinaria amministrazione dell'Ente, con mandato generale volto a adottare tutti gli atti necessari a garantire un adeguato livello di prestazione a favore della popolazione anziana ospite.
Lo stesso Commissario dovrà procedere alla valutazione delle possibili prospettive e sviluppi futuri circa l'attività dell'Ente, compresa l'eventuale estinzione dello stesso.
Considerato quindi che la proroga della convenzione tra l'Opera Pia Lotteri e l'ASL TO1, con cui è attribuita temporaneamente al servizio sanitario regionale l'attività di gestione dell'Opera Pia, scadrà contemporaneamente il 31 dicembre 2011, la sopravvivenza dell'Ente potrebbe dipendere dalla decisione - così apprendiamo dagli organi di stampa - del giudice sul ricordo contro il pignoramento dei beni immobili.
Attualmente il personale impiegato - vogliamo ricordarlo - è di 22 dipendenti, nei confronti dei quali è opportuno assumere tutte le azioni finalizzate al mantenimento e alla salvaguardia dell'occupazione. Ogni ipotesi di speculazione privata, oltretutto, non garantirebbe il mantenimento dei livelli occupazionali e di assistenza.
A questo punto, proprio perché crediamo che sia un soggetto che quest'Amministrazione, anche nel passato mandato, ha cercato di tutelare con non poche difficoltà che arrivavano anche da un pregresso difficile per molti aspetti, che ha visto dei piani di investimento su alcune ali della struttura e che però adesso verrebbe del tutto vanificata se si procedesse in una direzione che praticamente va a smantellare questa struttura vorremmo sapere dalla Giunta regionale quali azioni intende adottare nelle prossime settimane al fine di garantire la continuità delle attività di cura e assistenza per gli ospiti della struttura. Questo proprio perch crediamo che sia comunque una risorsa che, tra l'altro, si è cercato di salvaguardare anche con delle risorse finanziarie collettive, quindi vorremmo capire adesso che cosa stia effettivamente succedendo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ritengo che ci si trovi di fronte ad una situazione in divenire.
Comunque, diciamo che la Regione, a fronte di questo disavanzo a suo tempo di 14 milioni di euro, ha provveduto, con deliberazione del 26 maggio 2008 successivamente reiterata, a nominare quale Commissario il dottor Adolfo Repice, incaricandolo di predisporre soluzioni che garantissero la continuità operativa dell'Ente.
Il Commissario ha individuato quale soluzione per il futuro dell'Ente adottata poi di concerto con gli Enti preposti (Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino), di procedere alla concessione di pubblico servizio dell'intera gestione dei servizi socio-sanitari con conseguente subentro del concessionario nelle situazioni creditorie e debitorie compreso il disavanzo gestionale.
Successivamente la Regione, con deliberazione del 20 aprile 2009, ha garantito la continuità assistenziale, evitando il rischio di un'interruzione di pubblico servizio, e ha affidato in regime di convenzione l'attività di gestione dell'Opera Pia Lotteri al servizio sanitario regionale attraverso l'ASL TO1.
Tale convenzione, a titolo oneroso, dal momento che lo stato di disavanzo della gestione dell'Ente resta a carico del bilancio dell'ASL TO1, è stata tuttora prorogata da quest'Amministrazione che, con successivi provvedimenti regionali, ha consentito di garantire l'operatività della struttura, l'assistenza agli anziani ricoverati e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Al momento, pertanto, non si ravvisano ragioni, neanche di natura economico-finanziaria, che impediscano il regolare funzionamento della struttura, dal momento che la Regione Piemonte, con deliberazione del 27 luglio 2011, ha deciso di prorogare la gestione commissariale nominando Commissario dell'Ente Marco Borgione, in sostituzione di Adolfo Repice dimissionario, ed affidando al Commissario l'incarico di provvedere all'ordinaria e straordinaria amministrazione dell'Ente, con mandato generale volto a adottare tutti gli atti necessari a garantire un adeguato livello di prestazione a favore degli anziani ricoverati, che si è concretizzato nel rinnovo della concessione della gestione all'ASL TO1 e di procedere alla valutazione delle possibili prospettive future.
Al momento, il Commissario sta valutando la delicata situazione dell'Ente, che ha perso la disponibilità dell'immobile in cui viene esercitata l'attività, e si è attivato in diverse sedi giudiziarie e non per proporre alla Regione soluzioni per evitare l'estinzione dell'Ente e la prosecuzione dell'attività di servizio alla popolazione anziana.
chiaro che la Regione, mi sembra di capire in un contesto bilaterale col Comune o triangolare con la Provincia e tenuto conto delle condizioni attuali di navigazione abbastanza a vista un po' in tutto il settore comunque credo sia molto attenta e che segua la situazione per fronteggiare eventuali imprevisti da un punto di vista istituzionale, fermo restando che, dal punto di vista gestionale, credo che il Commissario, per ora, in qualche modo svolga le funzioni senza nessun rilievo da parte della Regione.
chiaro che sono situazioni che devono trovare il loro assestamento.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.38 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Formazione professionale

Ordine del giorno n. 553 presentato dai Consiglieri Pentenero, Reschigna Boeti, Ronzani, Laus, Taricco, Motta Angela, Artesio, Buquicchio, Muliere e Dell'Utri, inerente a "Futuro della Fondazione Europea per la Formazione (ETF) e del Consorzio Villa Gualino" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 553, avente ad oggetto "Futuro della Fondazione Europea per la Formazione (ETF) e del Consorzio Villa Gualino".
Considerata la necessità di assumere alcuni provvedimenti, credo opportuno che l'Aula discuta questo documento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Al momento non c'è il numero sufficiente per l'iscrizione; appena sarà presente, com'è prassi e consuetudine dell'Aula iscriveremo la sua richiesta.


Argomento: Commemorazioni

Richiesta, da parte del Consigliere Buquicchio, in merito all'osservanza di un minuto di silenzio in aula in memoria di Marco Simoncelli

Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Ordine del giorno n. 549 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Laus e Ponso, inerente a "Disegno di legge 158, razionalizzazione e riorganizzazione del personale regionale" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Relativamente all'o.d.g., avrei da farle due distinte richieste.
La prima riguarda - le rivolgo un invito di valutazione, come Ufficio di Presidenza - l'opportunità di considerare quanto è accaduto nel mondo dello sport solo due giorni fa, e pertanto osservare quello che la consuetudine definisce "un minuto di silenzio".
Questo, non tanto per rendere omaggio o esprimere cordoglio nei confronti di un atleta, un grande atleta, del mondo del motociclismo, che come pilota, rappresentava l'Italia, anche se correva per una casa motociclistica non squisitamente nazionale.
Mi rendo conto che non è paragonabile al cordoglio che nell'umano sentire si debba e si possa provare nei confronti, ad esempio, dei caduti per la patria, lontani, o per le vittime del lavoro, però ritengo che il valore soggettivo che ognuno di noi dà alla vita e alla morte è una cosa ma rimane comunque un elemento oggettivo, che è quello di non ergersi a giudici valoriali, ma considerare che anche coloro che, nel mondo dello sport, esprimendosi sino all'estremo nel rischio e al limite del confine tra la vita e la morte, riescono a dare grandi soddisfazioni alla patria da cui provengono.
Ritengo che quella morte, così prematura, avvenuta per una fatalità per un attimo di difficoltà o distrazione, possa essere ricordata con un minuto di cordoglio.
Questa è la prima richiesta.
La seconda è più normale, ortodossa: chiedo d'inserire un ordine del giorno da me presentato, sulla razionalizzazione e riorganizzazione del personale regionale (per intenderci, il disegno di legge n. 158).
Chiedo possa essere inserito all'o.d.g. odierno e che, considerata l'importanza dell'argomento, si possa trovare spazio per la sua discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Il cordoglio generale per la scomparsa di un gran campione e di un giovane, per la famiglia e per tutti quanti noi, è già ampiamente manifestato in tutti gli stadi e in molte occasioni sportive. Nel merito penso che l'Ufficio di Presidenza valuterà al meglio cosa fare.
Riguardo all'iscrizione dell'ordine del giorno, naturalmente sarà iscritto come il precedente, avendo raggiunto, nel frattempo, le 44 presenze.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 532 presentato dai Consiglieri Leo, Placido Pentenero, Botta Marco, Mastrullo, Marinello, Spagnuolo, Negro, Dell'Utri e Gariglio, inerente a "Condanna delle violenze in Egitto ai danni della comunità cristiana copta" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Placido, chiedo cortesemente l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 532, "Condanna delle violenze in Egitto ai danni della comunità cristiana copta".
Presidente Placido, ritengo che possa essere votato anche senza discussione, sia perché ci sono state manifestazioni adeguate sia perché si avvale della firma di molti colleghi: per il PdL, la collega Spagnuolo e il collega Botta, ma anche la Consigliera Pentenero...



PRESIDENTE

Scusate colleghi, ma non si capisce nulla. Sapete che ascolto sempre con grande attenzione tutti, ma in particolare l'amico Leo, quindi chiedo la cortesia di fare silenzio.
Prego, Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie. Dicevo che l'ordine del giorno è sottoscritto dai colleghi di varie forze politiche: Marinello, Spagnuolo, Negro, Pentenero, Dell'Utri oltre che dal Vicepresidente Placido.
Vorrei invitare, inoltre, chi volesse solidarizzare con le tragedie della comunità cristiana in Egitto - con l'adesione anche del mondo islamico - a presenziare alla veglia di preghiera, il 1° novembre, alle ore 21.
L'ordine del giorno non lo illustrerò, anche se si dovesse discutere perché è stato ampiamente visto.
Se si potesse votare oggi, sarebbe un bel segnale e potremmo anche consegnarlo nel corso della iniziativa di solidarietà prima citata.
Grazie, per la sua cortesia.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Naturalmente l'ordine del giorno sarà iscritto, come gli altri. Sulla possibilità di votarlo oggi, attendiamo indicazioni dall'Aula; durante lo svolgimento dei lavori valuteremo il da farsi.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 550 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Condanna al grave episodio di vandalismo a struttura ricettiva in Valsusa" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno che ho depositato stamattina, che condanna l'episodio di vandalismo accaduto la notte scorsa in una struttura ricettiva - un bed and breakfast - della Val di Susa, che è stata oggetto di saccheggio e altri atti di vandalismo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Gli atti d'indirizzo presentati sono iscritti all'o.d.g.
Non essendoci ulteriori richieste di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cantore, Costa Raffaele Costa Rosa Anna, Cota, Giordano, Goffi, Mastrullo e Motta Massimiliano.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 18 ottobre 2011.


Argomento:

d) Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 14 ottobre 2011, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001, "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 4 deliberazioni del 13 settembre 2011. Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali dell'11 e del 13 ottobre 2011.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".


Argomento: Nomine

"Fondazione Teatro Regionale Alessandrino" (art. 8, Statuto Fondazione) Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 rappresentante


PRESIDENTE

Dobbiamo procedere all'indicazione di un rappresentante all'interno del Consiglio d'Amministrazione dello stesso ente.
Verrà distribuita una scheda, sulla quale compaiono otto autocandidature si può esprimere una sola preferenza.



PRESIDENTE

Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatore il Consigliere Segretario Novero.
Prego il Consigliere Segretario Ponso di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Ponso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede: presenti 51 votanti 3.
Poiché il numero legale è 26, la votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, non credo opportuno che una maggioranza, su una nomina di assoluto basso profilo, per la terza volta faccia mancare il numero legale.
A me sembra che la maggioranza stia usando il sistema dell'elastico sulle presenze, per far mancare o meno il numero legale, per nascondere sostanzialmente, l'incapacità di decidere anche sulle questioni più banali.
Lo abbiamo visto anche la settimana scorsa: ormai la tecnica è quella di far mancare sistematicamente il numero legale, anche quando i Consiglieri sono in aula. Mi sembra che questo non aiuti il percorso dei lavori in modo serio all'interno del Consiglio regionale e richieda anche una sottolineatura.
Non possiamo assistere, da spettatori, al fatto che la maggioranza, a seconda delle proprie convenienze, garantisca o meno il numero legale in aula.
Pensa di risolvere le sue contraddizioni, in alcuni casi, e la sua incapacità di decidere, in altri casi, con la non partecipazione al voto? E passi stamattina, ma oggi pomeriggio mi sembra che assuma un contesto e una caratteristica completamente diversa! Consiglierei una mezz'oretta di riflessione sotto questo profilo.



PRESIDENTE

Tecnicamente non si è configurata come una mancanza di numero legale perché i presenti erano 51, per cui il numero legale, per quanto attiene la prosecuzione dei lavori, era garantito.
La votazione non è valida, perché per essere valida deve essere presente un numero minimo, che dovrebbe essere 31, oppure 26 per effetto dei congedi.
la seconda volta che è stata inserita all'o.d.g. ed è la prima volta che si effettua la votazione, per quello che attiene a questa precisa nomina.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 159, inerente a "Atto di indirizzo e criteri per la promozione e definizione del Piano regionale di dimensionamento delle Autonomie scolastiche piemontesi e per la programmazione dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2011/2013 e successivi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 159, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cirio per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
In Commissione l'abbiamo analizzata nel dettaglio, quindi mi richiamerei alle considerazioni che sono state fatte, grazie anche al coordinamento del Presidente, con cui abbiamo sviscerato con i membri della Commissione tutti gli aspetti contenuti in questa deliberazione.
Questa deliberazione è importante, perché è un atto di indirizzo che noi trasferiamo alle Province. Ringrazio peraltro anche il Presidente del Consiglio di aver accolto l'urgenza di questa deliberazione, perché sia possibile trasferire questi atti di indirizzo alle Province, che entro dicembre dovranno riconsegnarceli. O meglio, dovranno provvedere a fare il dimensionamento scolastico nel loro territorio e poi riconsegnarci il documento, perché entro la fine dell'anno la Regione Piemonte, con una deliberazione complessiva, accoglie le indicazioni arrivate da tutte le Province.
Sostanzialmente sono due i punti che intendo rimarcare, anche nell'ambito dell'Assemblea. Il primo è che, per quanto riguarda i punti di erogazione del servizio, abbiamo continuato a mantenere gli stessi riferimenti numerici che sono in vigore da diversi anni in Regione e che abbiamo prorogato l'anno scorso. Quest'anno li abbiamo fatti nostri per quanto riguarda i Comuni montani, ma anche per quanto riguarda quella tipologia di Comuni istituita dal Consiglio regionale e dalla precedente Giunta regionale, che individuava il concetto di marginalità. Si tratta di quei Comuni non montani, ma neanche così agiati per quanto riguarda le comunicazioni e i collegamenti, e che come marginalità hanno diritto ad avere una quota inferiore rispetto alle indicazioni che provengono dallo Stato.
In secondo luogo, vi è il meccanismo del dimensionamento delle Autonomie scolastiche, sulla base delle quali prevediamo, nello stretto rispetto della legge, numeri che variano a seconda di istituzioni scolastiche, che siano nelle città, rispetto a quelle nei territori montani, ma soprattutto d'accordo con le Province e con la Conferenza sul diritto allo studio, si è deciso, dopo un incontro fruttuoso con le organizzazioni sindacali, di individuare un meccanismo triennale di adozione di questo dimensionamento, in modo da permettere con un 20 quest'anno e con l'ulteriore 80% nei due anni a seguire, la creazione di un meccanismo di adozione del piano che sia morbido e che non crei, o meglio limiti al massimo, quelle che possono essere le ripercussioni negative sul territorio.
Non dimentichiamo però che, quando parliamo di dimensionamento, non parliamo di scuole aperte o chiuse, ma parliamo di accorpamenti amministrativi nell'ambito delle istituzioni scolastiche, mentre per quanto riguarda i cosiddetti punti di erogazione del servizio, che sono le aule che stanno aperte con i nostri bambini dentro, su quelle vengono mantenuti gli stessi parametri che hanno permesso in tutti questi anni alla Regione Piemonte di garantire l'apertura delle scuole anche nelle realtà e nei territori più piccoli.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come ogni anno, ci troviamo a dover discutere di quelli che sono i criteri per una programmazione. Le Regioni hanno dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale e per ben due volte è stato confermato che la competenza in termini di programmazione della rete scolastica è all'interno delle Regioni. Le due sentenze, la 200 del 2009 e la 92 del 2011, hanno ribadito che la competenza della programmazione della rete formativa è delle Regioni.
Devo dire però che il margine di decisione delle Regioni è ridotto ormai al lumicino e che, malgrado i proclami, i decreti e le leggi che sono state approvate, questo Paese si trova sempre di più, per quello che riguarda in particolare il tema dell'istruzione, a dover affrontare questioni che hanno il tono dell'emergenza, ma soprattutto che hanno sempre, solo e comunque come unico elemento la riduzione delle risorse destinate al sistema scolastico.
Nel decreto del 6 luglio troviamo riduzioni importanti delle risorse: abbiamo cinque miliardi in meno destinati al sistema dell'istruzione. E allora cosa facciamo? Utilizziamo uno strumento, che è quello degli istituti comprensivi, per cercare di razionalizzare il sistema scolastico piemontese ed italiano.
Credo che i giornali lo abbiano riportato in tutte le forme e in tutti i modi. Lo strumento dell'istituto comprensivo è uno strumento importante che permette di migliorare la continuità educativa e la continuità didattica, a partire dalle scuole materne per arrivare fino alle scuole medie di primo grado.
Certamente il modello dell'istituto comprensivo, e quindi la possibilità di avere pluralità di offerta, potrebbe anche essere utilizzato nel sistema delle scuole superiori. Ma di tutti i ragionamenti sul come lo strumento dell'istituto comprensivo possa essere utilizzato quale miglioramento della qualità dell'offerta formativa e dell'attività didattica all'interno dei nostri territori, noi non vediamo traccia alcuna.
A fronte di due sentenze della Corte e a fronte anche del Titolo V della Costituzione, le Regioni sono ridotte a ricevere una circolare da parte di un Direttore generale, che afferma la necessità di costituire gli istituti comprensivi. Nessun ragionamento in merito all'importanza che questi ricoprono, ma solo un mero ragionamento di tipo economico.
Non so se sia noto all'Aula, ma con l'operazione che andiamo a fare con quello che sarà il nuovo dimensionamento che avremo all'interno della nostra Regione, perché ormai questo è un provvedimento che assolutamente le Regioni sono obbligate a dover assumere, noi avremo 1.331 unità di dirigenti in meno all'interno del nostro Paese, ma avremo 1.569 unità di Direttori amministrativi all'interno delle nostre scuole, quindi, posti di lavoro in meno. Ma, soprattutto, avremo una rete della scuola organizzata secondo una serie di casualità, secondo un meccanismo per il quale, laddove i presidi sono andati in pensione e hanno lasciato una situazione vacante non c'è stata nessuna situazione per la quale ci sia stato un accompagnamento, magari mettendo a disposizione di questo Paese degli strumenti affinché gli istituti comprensivi siano veramente degli istituti che permettano qualità d'insegnamento.
La Regione ormai ogni anno si trova di fronte a quest'atteggiamento ministeriale, secondo il quale le risorse della Pubblica Istruzione possono essere ridotte. Eppure si può continuare ad affermare che i provvedimenti che vengono presi sono provvedimenti che continuano a garantire qualità della nostra scuola.
Mi chiedo quindi quali siano gli elementi che possano qualificare il sistema scolastico. Se si possono ridurre le risorse in modo significativo senza fare nessuna valutazione su quali sono le incidenze dei territori, mi chiedo quali siano gli strumenti che bisogna mettere a disposizione affinché questa possa lavorare al meglio e affinché possa garantire ai cittadini del domani, che sono coloro che oggi frequentano le nostre scuole, un'istruzione adeguata, che permetta di affrontare un percorso di vita adeguato.
Non esistono, perché l'unica operazione che il nostro Ministero ci propone è la riduzione delle risorse.
La nostra Regione, a seguito del provvedimento di luglio, avrà 74 direzioni in meno, 74 presidi e 74 direttori amministrativi in meno. Credo che sia necessario che questa Regione - e mi auguro che sia stato espresso un parere unitario in tal senso - prenda atto di quello che all'interno della Commissione competente è stato discusso, cioè la necessità di garantire il numero medio di mille unità all'interno della nostra Regione e non mille unità per ogni Autonomia scolastica, seppure istituto comprensivo, perché questo è un elemento, seppure l'unico strumento ridotto, che i territori avranno a disposizione, per evitare che le Autonomie scolastiche diventino un "copia e incolla" di situazioni territoriali, caratterizzate da "togli e metti plessi", a seconda dei numeri dei plessi, quindi per garantire autonomie scolastiche di mille unità.
Credo che la presa di posizione della Conferenza unificata, che richiede un numero medio di mille alunni per ogni autonomia scolastica, sia la soluzione migliore per consentire ai territori di organizzarsi e non soltanto di tenere in considerazione la situazione dove i presidi andranno in pensione o saranno sostituiti.
Mi permetto ancora di svolgere un paio di valutazioni e, poi, di esprimere quello che sarà il voto del nostro Gruppo.
Intanto, se osserviamo il panorama nazionale, se di risparmi bisogna parlare, forse c'erano altre regioni che necessitavano di ridurre in modo così importante le autonomie scolastiche. Abbiamo Regioni italiane che, a parità di abitanti, hanno 300 autonomie scolastiche in più.
La nostra Regione, da questo punto di vista, ha già dato. La nostra Regione è sempre stata virtuosa, che ogni anno ha cercato di trovare il migliore compromesso tra la qualità della rete e dell'offerta formativa e le necessità di razionalizzazione della spesa. Non è necessario che si continui a dare ulteriormente, ma è necessario che, se questo Stato solo di tagli - ahimè - è in grado di parlare, questi non siano dei tagli trasversali, bensì tengano in considerazione le esigenze e le caratteristiche di ogni regione.
Un'ulteriore considerazione. A fronte della riduzione importante delle risorse che il Ministero ha effettuato in questi anni, ogni anno la nostra Regione sborsa circa dieci milioni di euro, che vengono destinati al pagamento di insegnanti per garantire, come è giusto che sia, una rete dell'offerta formativa che tenga in considerazione i territori di montagna e i territori di collina.
Questi dieci milioni di risorse che vengono destinate sono certamente una boccata di ossigeno utile, ma sono frutto di una competenza che non ci appartiene. Questo vuole dire sottrarre risorse ad altre attività che invece, sono fondamentali e che appartengono alla competenza delle Regioni.
Questo sembra non essere un tema che interessi al Governo regionale o al Governo nazionale; quello che interessa è poter far cassa e risparmi sulle voci dell'istruzione.
Ancora una raccomandazione: questo tipo di riduzione delle autonomie scolastiche terrà in considerazione soltanto i numeri, soltanto la riduzione di milioni di euro.
Allora, l'avvertimento che voglio rivolgere all'Assessore è il seguente: attraverso le Province si cerchi di redigere un piano di dimensionamento scolastico che, davvero, non faccia dei "copia e incolla" che, davvero, non metta soltanto insieme i plessi scolastici in base ai numeri, ma che, davvero, utilizzi la modalità dell'istituto comprensivo quale elemento di lavoro, di condivisione, di progettualità tra gli insegnanti dei tre diversi ordini di scuola, dalle scuole materne, alle scuole elementari, alle scuole medie.
Se, come attualmente sta un po' capitando all'interno del Piemonte, i Comuni si muoveranno in base a elementi che non sono valutazioni di carattere didattico e di carattere educativo legate all'insegnamento, bensì soltanto valutazioni di quella presenza o di quell'altra presenza di un preside o di legami più o meno stretti tra Amministrazioni, determineranno un ulteriore danno relativamente ad una situazione già compromessa e già pesantemente penalizzata da un atteggiamento nazionale di difficile comprensione.
Come sicuramente l'Assessore potrà ribadire, molti degli elementi contenuti all'interno di questo piano erano già presenti nei piani preesistenti. Di fronte a questo elemento di fondo, per il quale il Ministero non ha un atteggiamento costruttivo nei confronti delle Regioni o un atteggiamento di valutazione positiva rispetto al sistema dell'istruzione, che fornisca gli elementi più utili perché il sistema possa lavorare al meglio, il nostro Gruppo esprime un atteggiamento di astensione nei confronti del piano di dimensionamento scolastico.
Ancora una volta, invitiamo l'Assessore a coinvolgere davvero le Province e i Comuni, affinché il lavoro venga svolto nel modo migliore possibile, soprattutto tenendo in considerazione le esigenze della scuola dei Comuni, dei territori e, in modo particolare, dei nostri studenti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, questo atto di indirizzo è di tipo obbligato, perché lei in questa Amministrazione, così come i colleghi nella precedente, deve, di fatto, da una parte, difendere - io direi più che altro subire - gli input del Governo nazionale.
Però, vorrei iniziare il mio intervento esprimendo una nota positiva a suo vantaggio, visto che lei rappresenta questo Assessorato, cioè il merito di salvaguardare le realtà scolastiche attive nei territori montani e, in generale, nelle aree geografiche definite ad alta marginalità.
Purtroppo, però, di negativo c'è tutto il resto: ad esempio, la necessità di accorpare gli istituti comprensivi (scuole dell'infanzia primaria e secondaria di primo grado, quindi asili, elementari e medie).
Poi, mi consenta di dirle, con tutto il rispetto, che un altro fattore poco condivisibile - anzi, per niente condivisibile - è rappresentato dalla mancanza di concertazione che il suo Assessorato è riuscito, in questi tempi, a instaurare con gli Enti locali (Comuni, Comunità montane o Unioni di Comuni).
Ritengo - mi corregga se sbaglio - che si sarebbe potuto fare un piccolo sforzo in più da questo punto di vista, ma iniziamo dalla parte positiva, dalle scuole di montagna. La caratteristica maggiormente apprezzabile di questo piano di dimensionamento che lei sta ponendo alla nostra attenzione, quindi dell'Aula, è rappresentata, appunto, dal tentativo di salvaguardia di queste scuole di montagna, il cui limite minimo è stato mantenuto nella misura dei 300 utenti. È un provvedimento fondamentale per molte realtà della nostra regione; infatti, spesso, gli istituti scolastici sono l'ultimo baluardo contro il definitivo invecchiamento della popolazione e il conseguente abbandono dei territori montani.
proprio la riduzione della popolazione il primo fattore di cambiamento con il quale le scuole di montagna hanno dovuto fare i conti nel corso degli ultimi decenni. Si tratta di un fenomeno rilevante che, in passato, ha condotto alla riduzione delle classi, alla chiusura di istituti e alla formazione di pluriclassi. È un fenomeno che deve essere considerato tenendo conto di un secondo elemento che ha costantemente influito sulle scuole di montagna: quello della distribuzione della popolazione su aree territoriali molto ampie.
Per assicurare i servizi a piccole comunità disperse su territori estesi e scarsamente dotati di infrastrutture di collegamento, le scuole di montagna, e con esse le Amministrazioni locali, devono risolvere non facili problemi circa l'organizzazione delle attività didattiche, l'accoglienza e il trasporto degli allievi, la comunicazione con le famiglie e la loro partecipazione alla vita scolastica. Sono problemi accresciuti dall'insufficiente presenza nella gran parte delle aree di montagna di reti di comunicazione a tecnologia avanzata.
Ciò nonostante, le scuole di montagna sono spesso riuscite a mettere in atto risposte adeguate alle non facili condizioni ambientali in cui devono operare. In alcuni casi si sono poste come esempi di eccellenza, ed è proprio nella relazione con la comunità locale e le sue istituzioni che va ricercata la chiave del successo di molte scuole di montagna. Direi che l'equazione "scuola di montagna uguale scuola di eccellenza" spesso si rivela azzeccata, proprio per l'attaccamento nei confronti di queste istituzioni dimostrato dai docenti in primis, oltre che dalle famiglie e dagli alunni.
Nelle piccole realtà i servizi spesso funzionano meglio proprio perch c'è quel controllo sociale che solo una piccola comunità può garantire.
Quindi, per concludere questo argomento, mi auguro che si prosegua su questa strada anche per la stesura dei prossimi piani di dimensionamento.
Non possiamo dire la stessa cosa relativamente all'accorpamento delle scuole, agli istituti comprensivi o poliverticali. Questo non è assolutamente condivisibile: i cosiddetti istituti comprensivi o verticali possono svolgere una funzione importante in aree montane, marginali o poco popolose, ma non possono diventare da un giorno all'altro l'unico strumento per tagliare i costi. I bambini dell'asilo e gli adolescenti della scuola media presentano esigenze e problemi completamente differenti. Realtà così diverse non possono essere amministrate da un unico soggetto, invece si sta procedendo spediti verso questa strada che giudico profondamente sbagliata con l'unico obiettivo di razionalizzare le risorse.
Siccome ormai emerge dagli atti di indirizzo che gli istituti verticali sono destinati a diventare una costante della scuola italiana, allora penso in modo provocatorio - che sarà necessario potenziare notevolmente le attività di ricerca e di studio attorno a questo nuovo modello. Le Istituzioni, Governo e Regioni in primis, dovranno interessarsi maggiormente a questo fenomeno "verticale", sviluppatosi inizialmente nei Paesi del Nord Europa, per farlo uscire definitivamente dall'emergenza delle "razionalizzazioni" e proiettarlo verso i piani "nobili" del sistema scolastico italiano.
Altro punto dolente, Assessore - se mi consente e sempre con tutto il rispetto - è quello relativo al fatto che nessuna nuova scuola sia stata programmata. Mi permetto di ricordarle, ma lei la conosce sicuramente meglio di me, la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha stabilito che spetta proprio alle Regioni la facoltà di istituire nuove scuole. La decisione della Consulta parla chiaro: "Occorre prevedere misure volte a ridurre, nei casi in questione, il disagio degli utenti del servizio scolastico, proprio per l'impatto che tali eventi hanno sulle comunità insediate nel territorio e con riguardo alle necessità dell'utenza delle singole realtà locali".
Infine, sicuramente, relativamente a quello che dicevo prima sul confronto e le consultazioni degli Enti locali, penso che qualcosa in più onestamente si sarebbe dovuto e potuto fare.
Per queste motivazioni che le ho espresso, pur sapendo che questo governo locale, come quello precedente, era di fatto - come posso dire? vincolato da input esterni, quindi di carattere nazionale, non posso esprimere un voto favorevole.



PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato un emendamento all'Allegato A.
La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Alcune brevissime considerazioni in ordine all'atto di indirizzo che è stato sottoposto all'attenzione del Consiglio regionale, prendendo qualche spunto anche dagli interventi precedenti.
Anzitutto, credo che vada sottolineato che non si subisce qualcosa in questo momento, ma si cerca di dare attuazione a degli indirizzi, ad una normativa nazionale che inevitabilmente porta, anche in questo settore delle razionalizzazioni. Credo inoltre non sia il caso di scandalizzarsi ogni volta, perché la fase storica che stiamo vivendo è una fase storica che penso tutti abbiano capito: non è questo il momento in cui aprire nuove scuole.
Penso che la scelta recentemente fatta dalla Giunta riguardo gli interventi in generale di edilizia scolastica finalizzati al miglioramento al potenziamento e alla messa in sicurezza degli edifici esistenti sia una scelta assolutamente condivisibile, perché la situazione (ne parlavamo in un Consiglio regionale proprio poche settimane addietro riguardo l'edilizia scolastica), se è vero che in Piemonte non è drammatica, è anche vero che presenta delle criticità che vanno sanate. Quindi, se ci sono delle risorse, sicuramente vanno indirizzate in questo momento sulla cura e sulla manutenzione straordinaria dell'esistente.
Questa è un'ottima deliberazione, che ha due elementi che sono già stati sottolineati e che vanno evidenziati in maniera positiva. Il primo, è la decisione di "spalmare" sul triennio la creazione e l'accorpamento di autonomie scolastiche in istituti comprensivi per arrivare, nel triennio al 100%.
Questa è una scelta intelligente, che dà il tempo alle Province e alle Autonomie locali di fare delle scelte ponderate. In questo senso, concordo con la Consigliera Pentenero, i piani di dimensionamento scolastico provinciale vanno realizzati a misura di territorio e, quindi, le valutazioni delle Autonomie locali sono fondamentali, ma mi pare che la Regione abbia dato ampia libertà e abbia avviato un confronto serrato con le Province, se è vero che questa deliberazione di piano di dimensionamento scolastico regionale, che ne approva i criteri, è una deliberazione già presentata alle Province e ne ha recepito le indicazioni.
In un certo senso, viene demonizzata l'istituzione di istituti comprensivi. Gli istituti comprensivi non vengono inventati adesso esistono già e sono una realtà funzionale.
Se è vero che, nella sanità, la qualità dell'offerta non dipende dalle strutture, ma dai medici, è altrettanto vero che la qualità dell'offerta nel campo dell'istruzione, non dipende dalla struttura dell'autonomia scolastica, orizzontale o verticale, ma dagli insegnanti. Inoltre, il fatto che ci siano istituti comprensivi in grado di offrire un'altissima qualità dell'offerta nel campo dell'istruzione dimostra che non è quella la discriminante per capire se un sistema è di qualità o meno. Quindi, non è la struttura dell'autonomia che stabilisce o che incide sulla qualità dell'istruzione dei nostri studenti.
Ci saranno meno dirigenti? Probabilmente, sì. Pazienza. Non è questo il problema, perché la scuola non nasce per dare lavoro ai dirigenti, ma nasce per formare i nostri studenti.
Sottolineo anch'io, e concludo, l'elemento positivo delle deroghe per i territori montani, deroghe sia per il mantenimento dei plessi scolastici sia per il mantenimento con la deroga "500 studenti" delle autonomie scolastiche. Questo, per le terre di montagna - concordo pienamente con quanto diceva il Consigliere Buquicchio - è un elemento fondamentale e importante, che la Regione conferma e che non può che vederci favorevoli.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Diciamo che, anche per quanto riguarda questo argomento, tutti abbiamo compreso che l'Assessorato regionale ha recepito le direttive nazionali.
Se si è voluto ammortizzare o ammorbidire questo ulteriore cambiamento credo che questo ulteriore depauperamento del sistema scolastico regionale prolungando a tre anni il ridimensionamento, possa essere una misura che in realtà, è soltanto cosmetica senza cambiare la sostanza.
Sono d'accordo con alcuni colleghi che hanno parlato dell'importanza di tenere più in attenzione le varie esigenze dei territori, quindi le varie eccellenze e, soprattutto, il fatto che una Regione come la nostra, da questo punto di vista, in passato, è stata di esempio per le altre Regioni mentre ci sono state realtà che non hanno voluto o non hanno potuto adeguarsi, oppure continuano a non rispettare le regole e le direttive nazionali.
Ci sono poi dei paradossi all'interno del Piemonte. Ci accorgiamo di casi in cui, ad un ridimensionamento di tipo orizzontale compiuto pochissimo tempo fa, si contrappone adesso un ridimensionamento di tipo verticale: ci sono state cioè delle città in cui delle scuole medie sono state accorpate, appunto, in modo orizzontale con scuole affini e in questo momento ci si trova invece davanti all'esigenza di riscorporare il tutto per adeguarsi a queste nuove direttive. Questo è un altro elemento da tenere in considerazione.
Ritenendo che ci sia stata comunque la volontà di ammorbidire dilazionare e soprattutto di venire in parte incontro alle esigenze del territorio, non voteremo contro la delibera e il Gruppo del Movimento 5 Stelle si asterrà. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Cattaneo, l'emendamento lo illustrerà il collega Vignale.
Ringrazio i tre Capigruppo che l'hanno firmato: i colleghi Pedrale e Carossa e anche il collega Negro. Invece, sul dibattito generale farò un intervento molto breve, perché quello del Consigliere Marinello è stato veramente completo e adeguato. Oltretutto, è vero che repetita iuvant, ma siccome il Consigliere Marinello ogni tanto mi dice che in Commissione intervengo troppo, oggi, per farmi perdonare, sarò brevissimo; dico che sottoscrivo le sue parole e lo ringrazio per la completezza dell'intervento. Faccio solo tre considerazioni politiche.
La prima è che la Commissione, dalla Consigliera Pentenero a tanti altri colleghi ha dato un gran contributo a questo lavoro.
La seconda è che la Giunta ha prestato una particolare attenzione all'istruzione, in particolare per volere del Presidente Cota.
La terza è che la gestione dell'Assessore Cirio, che adesso sta seguendo l'andamento delle scuole sul computer, è stata una gestione equilibrata, oculata e attenta - devo dire anche coadiuvata da una dirigenza di grande livello - che ha saputo contemperare, all'interno delle grandi difficoltà che conosciamo, le esigenze principali delle varie componenti sociali (scuole, territorio, studenti, famiglie, personale scolastico ecc..). Questo merita veramente un apprezzamento, quindi votiamo a favore con piacere.
Ripeto che invece, sulle questioni tecniche, il Consigliere Marinello sia stato veramente esaustivo e completo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d' intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Negro Boniperti, Leo, Pedrale, Boeti, Tentoni, Valle: Allegato A, punto 3.2.1.
Sostituire "Comuni dove viene meno il servizio" con "Comuni dove viene meno il servizio pubblico (statale o paritario) salvo che il servizio esistente venga interrotto o impedito per volontà del Comune stesso".
La parola al primo firmatario, Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Relativamente alle scuole per l'infanzia, nell'Allegato si prevede che come priorità per l'apertura delle nuove sezioni, si mantenga il principio dell'inesistenza di un servizio già reso, in modo tale che non si vadano a duplicare i servizi all'interno di uno stesso Comune.
S'intende anche sottolineare, però, come questo debba avvenire con una situazione di trasparenza delle Amministrazioni comunali: che cioè si possa richiedere un servizio dove esso è mancante, laddove non siano le stesse Amministrazioni ad averlo interrotto.



PRESIDENTE

Grazie. L'emendamento, l'unico esistente, è già in rete ed è rubricato al n. 1).
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Intervengo soltanto per esprimere, a nome della Giunta, parere favorevole su questo emendamento, ma chiedendo cortesemente se può essere lessicalmente riformulato in questo modo: Allegato A, punto 3.2.1.
Sostiiture "Comuni dove viene meno il servizio" con "Comuni dove viene meno il servizio pubblico" - eliminando le parole tra parentesi perché ultronee "salvo che lo stesso venga soppresso per volontà del Comune".
E' un modo per semplificare e rendere più chiara la dicitura.



PRESIDENTE

Con il consenso del presentatore, Consigliere Vignale, do lettura dell'emendamento, così come riformulato.
Allegato A, punto 3.2.1. Sostituire "Comuni dove viene meno il servizio" con "Comuni dove viene meno il servizio pubblico salvo che il servizio esistente venga soppresso per volontà del Comune".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

La ringrazio, perché non avevamo avuto modo di leggere l'emendamento.
Desidero esprimere il nostro voto a favore di questo tipo di emendamento. Chiedo soltanto una precisazione: quello di cui si parla dev'essere inteso come criterio di priorità nel momento in cui venga meno il servizio, sia esso erogato da una scuola statale o da una scuola pubblica paritaria, anche qualora il Comune decidesse di interrompere la convenzione con la scuola paritaria? È questo il senso? Vorrei una precisazione da parte del proponente.



(Cenno di assenso del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento né dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione dell'emendamento rubricato n. 1), così riformulato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ci sono dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione n. 159? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Non avevo capito che quello di prima era un voto sull'emendamento quindi chiedo scusa.
Dichiaro il voto assolutamente favorevole e sono anche molto contento della dichiarazione del collega Marinello e del fatto che evidentemente l'Aula ha capito - vale per la scuola, ma vale in generale per l'apparato pubblico - che si deve cominciare a vedere il settore pubblico come luogo della produzione di qualcosa e non come uno "stipendificio" fine a se stesso.
Lo dico su questo provvedimento, ma domani sarà argomento di maggioranza per altri argomenti collegati. Dobbiamo ricordarci che ora come ora, e più che mai, bisogna spendere risorse pubbliche in modo oculato soprattutto quando si vanno a creare nuovi posti di lavoro, che devono avere una funzione chiaramente identificabile e collegabile e non ci deve essere il ragionamento opposto: prima si individua la persona da assumere e poi si crea attorno la scrivania e l'ufficio.
Non deve più funzionare così e spero che questo sia il nuovo corso anche inaugurato da questo provvedimento.
Grazie, Presidente, e grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento.
Prima di procedere al voto, comunico che si è proceduto ad una riscrittura formale per chiarire meglio il testo, quindi non c'è nulla di sostanziale.
La prima è a pagina 6, dalla tredicesima riga, dopo le parole "16/199,".
stata fatta una ristruttura formale, anche rivedendo la punteggiatura, fino alla fine del capoverso, parole "più di una".
La seconda è a pagina 8, dalle parole "ma non attivati", fino alla settima riga, "edificio che di aule". Anche in questo caso è stata rivista la punteggiatura per dare maggiore comprensione. Si tratta di riscritture tecniche predisposte dagli Uffici, sotto il profilo formale e non sostanziale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 159, così come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame disegno di legge n. 158, inerente a "Misure di razionalizzazione in materia di personale e di organizzazione regionale" (rinvio)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'esame del disegno di legge n. 158, inerente a "Misure di razionalizzazione in materia di personale e di organizzazione regionale", di cui al punto 5) all'o.d.g., non è possibile trattarlo, in quanto questo punto era stato prenotato, con preavviso scritto, ai sensi dell'articolo 58, comma 2, del Regolamento interno. Lo stesso testo oltretutto, non è stato licenziato dalla Commissione competente, la 1 Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Chiedo scusa, ma penso di farle una richiesta pertinente.
Ho presentato un ordine del giorno proprio su questo argomento e quindi, se lei ritenesse di poterlo discutere e votare, potrebbe essere utile.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, il problema è che non trattando il punto l'abbiamo approfondito con gli Uffici - diventa difficile collegare ad un punto che non viene trattato un altro argomento. Con tutta la buona volontà, sarebbe un precedente non di poco conto.
Va bene, grazie.


Argomento: Bilanci preventivi

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Effettivo utilizzo delle risorse del bilancio annuale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 6) all'o.d.g., che prevede delle comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Effettivo utilizzo delle risorse del bilancio annuale".
Nella Conferenza dei Capigruppo del 19 ottobre si è concordato lo svolgimento, nella seduta di oggi, della comunicazione da parte della Giunta regionale in merito all'effettivo utilizzo delle risorse del bilancio annuale.
Lo stesso punto è stato messo, su richiesta dei Presidenti dei Gruppi delle opposizioni, all'o.d.g.
Per questo motivo, viene affrontato in questo momento.
La parola all'Assessore Quaglia per la comunicazione, sulla quale potranno essere chiesti chiarimenti o aperto il dibattito generale. Lo vedremo alla fine della comunicazione stessa.
Prego, Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Così come previsto dall'articolo 7 della legge regionale 7/2001 e dal Regolamento regionale di contabilità n. l8/R. (agli articoli 14 e 15), in cui si definiscono le modalità di assegnazione delle risorse da parte della Giunta Regionale alle Direzioni utilizzando lo strumento del programma operativo, la Giunta regionale assegna ulteriori risorse finanziarie oltre a quelle già assegnate con DGR n. 2444 del 27 luglio 2011 che ricordo, aveva disposto: assegnazione integrale fondi sanità e spese obbligatorie ed indifferibili (spese per il personale, rate mutui interessi passivi, fiscalità passiva, oneri previdenziali), il 75% di tutte le restanti spese obbligatorie, dei fondi statali ed europei e delle relative quote di cofinanziamento regionale, il 75% di tutte le spese di investimento indicate nel titolo II, il 40% delle restanti spese cosiddette discrezionali - rispettando il vincolo di non produrre disavanzo per l'esercizio 2011 e prevedendo il dimezzamento dell'assunzione di indebitamento.
Si è quindi deciso di agire con "prudenza" (e dalle mie comunicazioni in I Commissione credo che sul punto sia già stata data comunicazione ai Consiglieri e abbiamo già anche discusso), operando con lo strumento di programmazione operativo, per non incorrere nella cancellazione di impegni già assunti e individuando temi prioritari su cui concentrare gli impegni di spesa, attraverso l'apertura di nuove assegnazioni.
Ulteriori riduzioni di entrate di provenienza statale ci obbligano, ad oggi, a lasciare invariata l'assegnazione del 40% già prevista nel programma operativo per diversi capitoli dei fondi regionali.
Le comunicazioni di oggi, tuttavia, richieste dalla Conferenza dei Capigruppo, afferiscono ad un provvedimento deliberativo della Giunta regionale che nei primi giorni di novembre (la prima Giunta utile calendarizzata sulla prima settimana di novembre) intende attuare i seguenti interventi: capitolo 156041 DB 14, inerenti al funzionamento delle comunità montane: sblocco al 100 capitolo 169754 DB 10, oneri per il personale dei parchi e delle riserve naturali : sblocco al 100 capitoli vari DB 14-171 economia montana e foreste stipendi e oneri collegati per operai e impiegati forestali: sblocco al 100 interventi relativi a scuola e istruzione, compresi nella DB 15071, per un'assegnazione ulteriore di circa 30 milioni di euro che ricadono sul finanziamento della legge n. 28/2007: si tratta di contributi a Comuni e Province per servizi di trasporto, mensa, assistenza disabili, progetti inerenti il diritto allo studio, buono scuola e finanziamento scuole materne autonome in aggiunta a queste risorse, verrebbero incrementati al 70% i capitoli che riguardano l'obbligo formativo - cap. 146845 della DB 15001 contributi a enti pubblici e privati per l'organizzazione e funzionamento dei corsi di formazione e addestramento professionale (per intenderci, contributi extra por a carico della Regione) ulteriori assegnazioni pari a oltre 45 milioni di euro sulle politiche sociali - DB 19 - finalizzati a mantenere gli impegni assunti nell'intesa sottoscritta nel mese di luglio 2011 con le organizzazioni sindacali e le autonomie locali; sblocco pari al 90% per le assegnazioni ai Comuni per il sostegno agli affitti - cap. 154536 e 171636 DB 08 un capitolo a parte riguarda il trasporto pubblico locale con maggiori assegnazioni per 140 milioni, utili a dare parte della copertura ai contratti di servizio sul trasporto pubblico su gomma in capo alle Province e ai Comuni e ad una parte del contratto di Trenitalia, seguendo e valutando con l'assessorato competente le priorità a riguardo. Su questo tema è peraltro da sottolineare, come già comunicato in sede di I Commissione, il fatto che ad oggi, a fronte ad una previsione di 163 milioni di fondi statali trasferiti per il TPL (per il 2010 erano 190 ndr) ne sono stati incassati dalla Regione Piemonte solo 37 (a fronte di un accertamento di entrata di 47 milioni, così com'era stato comunicato in sede di I Commissione).
Nelle prossime settimane, in base alle verifiche di accertamento di entrata dei fondi statali e apertura di altri spazi di compensazione esiste la volontà, da parte della Giunta regionale, di procedere ad ulteriori assegnazioni.
Inoltre, in merito al monitoraggio al 30 settembre 2011, che evidenzia uno stanziamento pari a 11 miliardi 477 milioni di euro (inserendo, man mano che arrivano le assegnazioni dei fondi statali ed europei), ricordo che sono state assegnate risorse pari a 10 miliardi 403 milioni, ovvero il 90,64% e sono state impegnate risorse per 7 miliardi 804 milioni di euro ovvero il 75%.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Viste le condizioni in cui si è svolta la comunicazione dell'Assessore Quaglia - che ringrazio personalmente - che denotavano un grandissimo disinteresse da parte della maggioranza, chiederei un quarto d'ora di sospensione del Consiglio; chiedo, altresì, la relazione scritta dell'Assessore Quaglia, perché nonostante tutto il mio impegno, non sono stato in grado di seguire la relazione. Grazie, Presidente.
Se mi fornite il testo, si riunirà il Gruppo del Partito Democratico e interverrò successivamente.



PRESIDENTE

Provvediamo a mettere il testo in rete (per chi lo richiede, è disponibile anche in forma cartacea).
I nostri lavori sono aggiornati alle ore 17.20.
La sedute è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.54 riprende alle ore 17.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i colleghi a prendere posto, perché continuiamo i nostri lavori.
Apriamo il dibattito generale sulle comunicazioni della Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Chiedo a lei, Presidente, quando e come si è deciso di aprire il dibattito, perché non mi risulta - salvo mio errore - che in sede di Conferenza di Capigruppo si sia deciso in merito a ciò. Non si è stabilito né si è discusso di questo. Pertanto, in merito a questa "apertura di dibattito", che comunque non mi vede d'accordo, mi rivolgo a lei per ricevere chiarimenti.



PRESIDENTE

Ha terminato?



CAROSSA Mario

Sì, sì, salvo poi richiedere ulteriori chiarimenti.



PRESIDENTE

Mi darà atto che in apertura ho precisato che sull'intervento della Giunta regionale possono essere richiesti chiarimenti attraverso interventi di cinque minuti, oppure che è possibile aprire il dibattito generale.
Quando le ho dato la parola, intendevo che in questa fase intervenisse per chiarimenti.
Se poi qualcuno chiederà un dibattito, lo apriremo se vi saranno le condizioni per farlo. Tutto qui. Ma è un problema che al momento non esiste.
Consigliere Carossa, vuole intervenire per chiarimenti?



CAROSSA Mario

Intervengo sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

La richiesta di intervento "sull'ordine dei lavori" non è prevista nel nostro Regolamento.



CAROSSA Mario

Benissimo. Mi chiarisca, allora, la questione, mi aiuti per cortesia.
Perché non ho ancora capito - ma è una mia mancanza - se lei ha aperto il dibattito o se la parola è stata concessa per ulteriori chiarimenti o per quant'altro.



PRESIDENTE

Precedentemente alla sospensione, la parola è stata richiesta dal Consigliere Reschigna, che ha comunicato alla Presidenza e all'Aula che non è stato in grado, in quanto Consigliere regionale, di ascoltale la relazione dell'Assessore.
Ha chiesto la cortesia di sospendere i lavori per avere la possibilità di leggere la relazione.
Avendo presieduto interamente la seduta durante l'esposizione dell'Assessore, devo ammettere che, in effetti, in questa seduta che oggi è particolarmente rumorosa, il rumore era ulteriormente al di sopra di un certo livello di decibel, tanto che perfino io, che faccio il Presidente e seguo, ho avuto difficoltà ad ascoltare l'Assessore.
Pertanto, nelle facoltà e nelle prerogative del Presidente, ho deciso di sospendere la seduta e di acconsentire al Consigliere Reschigna di poter leggere quella relazione, volendo lui intervenire nel merito.
Abbiamo ripreso i lavori e lei mi ha chiesto se è previsto o meno il dibattito. Ho cercato di spiegarglielo, ma adesso proverò a farlo in un modo ancora più chiaro: mi scuso se non sono stato sufficientemente esaustivo.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Magari, se possibile, può spiegarlo in maniera più semplice.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Giunta, così come sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, è sempre prevista la possibilità di intervenire per chiarimenti per cinque minuti. Se qualcuno vuole aprire un dibattito, a norma dell'articolo 56 del Regolamento lo può chiedere: valuterà l'Aula se vi saranno o meno le condizioni per farlo.
Quando le ho dato la parola, essendo lei il primo iscritto a parlare intendevo per chiarimenti. Invece lei mi ha chiesto, in effetti, un chiarimento sulla mia procedura e penso di averglielo fornito. È tutto chiaro?



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiarissimo. Quindi adesso il Consigliere Reschigna...



PRESIDENTE

No, adesso non lo ha ancora chiesto.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Chiedo il dibattito.



PRESIDENTE

Lei chiede il dibattito a norma dell'articolo 56 del Regolamento interno del Consiglio regionale?



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, Presidente.



PRESIDENTE

L'articolo 56 recita: "Tre Consiglieri o il Presidente di un Gruppo possono chiedere che sulle comunicazioni della Giunta si apra la discussione. In tal caso il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione, può altresì decidere che la discussione si svolga in Commissione".
Pertanto, il Consigliere Reschigna - in qualità, appunto, di Presidente di Gruppo - chiede, a norma dell'articolo 56, comma 2, che si svolga una discussione e quindi un dibattito. È corretto?



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Sì, e vorrei motivarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Peraltro, ne avevo anche anticipato le motivazioni in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Mi rendo conto che questo sia il luogo meno adatto per affrontare una discussione siffatta, perché il luogo più conforme per affrontare un dibattito sulle comunicazioni della Giunta sarebbe stato la I Commissione del Consiglio regionale.
Dopodiché, vorrei che tutti avessimo una consapevolezza: il sottoscritto la settimana scorsa alla Conferenza dei Capigruppo ha chiesto queste comunicazioni e questa richiesta è l'ultima di una serie di iniziative che, per alcuni aspetti unitariamente tutti i Gruppi dell'opposizione, e per altri aspetti individualmente i Gruppi consiliari del PD, hanno avanzato su questo tema.
Voglio ricordare che all'inizio del mese di settembre alcuni Capigruppo dell'opposizione avevano mandato una lettera al Presidente del Consiglio regionale e alla Giunta regionale, con la quale chiedevamo una comunicazione urgente da parte dell'Assessore Quaglia in I Commissione, in merito agli stanziamenti effettivi sul bilancio 2001.
Questa lettera ha avuto come risposta una comunicazione assolutamente generica da parte dell'Assessore Quaglia in I Commissione.
Successivamente, in altra seduta di I Commissione abbiamo riproposto lo stesso tema, anche in relazione alla questione legata alla vera o non vera presentazione della legge di assestamento di bilancio. E anche in I Commissione, dove si è svolta un'ennesima relazione generica da parte dell'Assessore Quaglia, non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo.
Devo dire che oggi abbiamo ottenuto un risultato, perché, a forza di insistere nel corso di un mese e 25 giorni con grande tenacia su questo tema, l'Assessore Quaglia è venuta in Consiglio regionale e non ha fatto la solita relazione generica. E questo lo considero un fatto positivo, perch è un mese e 25 giorni che noi diciamo che la mancata decisione da parte della Giunta regionale in merito agli effettivi stanziamenti - e quindi alle deliberazioni di assegnazione delle risorse sul programma operativo stava creando una condizione di assoluta incertezza nella comunità piemontese. Tutti avevano la consapevolezza che la legge di assestamento del bilancio, qualora presentata, e i comportamenti della Giunta regionale sulla gestione del bilancio 2011, comunque fossero stati gli atteggiamenti e le scelte della Giunta regionale, avrebbero determinato, come conseguenza, minori assegnazioni rispetto a quanto contenuto nella legge di bilancio 2010.
E denunciavamo, da un mese e 25 giorni a questa parte, il fatto che questa condizione di incertezza rischiava di mettere in una condizione di ancora più forte criticità quel pezzo della comunità piemontese, che poi sia il mondo del volontariato, le politiche sociali, la cultura, il mondo dell'economia, il sistema degli Enti locali, l'istruzione o quant'altro che attendeva dalla Giunta regionale di sapere quali erano effettivamente le risorse a disposizione.
Mi rendo conto che ci è voluto un mese e 25 giorni di pressing da parte di questo Gruppo consiliare nei confronti della Giunta regionale. Oggi - lo ripeto - finalmente abbiamo qualche elemento su cui ragionare. Oggi finalmente, grazie al nostro pressing, abbiamo costretto la Giunta regionale negli ultimi giorni ad assumere quello che la politica impone sia un atteggiamento da assumere in queste circostanze, cioè fare delle scelte e determinare delle priorità.
Sotto questo aspetto, voglio esprimere alcune considerazioni relativamente alla comunicazione che ci ha fatto l'Assessore Quaglia. E le considerazioni che voglio esprimere sono sostanzialmente queste.
Innanzitutto, dai conti che abbiamo fatto il margine di possibile intervento ulteriore da parte della Giunta regionale si aggira su una cifra tra i 70 e i 100 milioni di euro. Questi sono i margini di ulteriore stanziamento in Consiglio...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Reschigna.
Se vuole concludere lo faccia, poi se non ci fosse il dibattito, pu intervenire per altri cinque minuti per chiarimenti.
Quindi, o viene accolto il dibattito oppure c'è un intervento contrario prima della votazione. Se c'è il dibattito, faremo il dibattito; se non si fa il dibattito, resta in vita la richiesta di chiarimenti.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo dopo, non senza avere fatto una brevissima considerazione.
Sulle comunicazioni della Giunta, da che mondo è mondo, che ci sia stata in questa legislatura o nella legislatura precedente, si è sempre aperto il dibattito qualora un Gruppo consiliare ne ravvisasse l'opportunità. Attenzione a quello che fate! Se la logica diventa quella dei numeri, la discussione si fa ancora più impegnativa sotto molti aspetti ve lo dico francamente - perché sulle comunicazioni della Giunta, e su comunicazioni della Giunta di siffatta importanza, credo che sarebbe disdicevole un tentativo di censura attraverso la non autorizzazione al dibattito.



PRESIDENTE

A norma dell'articolo 56, comma 2, al di là delle considerazioni che faceva il Consigliere Reschigna, un Presidente di Gruppo ha la facoltà di chiedere che sulle comunicazioni avvenga la discussione. Il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione e può altresì decidere che la stessa si svolga in Commissione.
Sulla richiesta di dibattito, se non si acconsente o non c'è un accordo, è possibile per un solo Consigliere intervenire contro, in quanto chi ha chiesto il dibattito è già intervenuto a favore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Noi esprimiamo la contrarietà ad aprire un dibattito, perché da quanto mi ha riferito la Vicepresidente Montaruli, che mi ha sostituito nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, questo non era stato concordato. Era stata concordata una comunicazione dell'Assessore, ma non l'apertura di un dibattito.
Pertanto, credo che la situazione sia chiara già in partenza, per cui noi siamo contrari all'apertura del dibattito sul bilancio.



PRESIDENTE

Per la seduta di oggi o anche in seduta differita della Commissione?



PEDRALE Luca

Se l'Assessore è disponibile, penso che in Commissione si possa approfondire la materia. Se l'Assessore è disponibile, ma questo non lo so.
So di quanto era stato deciso per il Consiglio in Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, lei sarebbe favorevole a svolgere il dibattito in Commissione?



RESCHIGNA Aldo

No, e voglio motivarlo.



PRESIDENTE

già intervenuto, tanto può intervenire dopo per chiarimenti, perch vige il comma 1.



RESCHIGNA Aldo

Sì, però voglio ricordare che il sottoscritto nell'ultima Conferenza dei Capigruppo è stato molto chiaro su questo punto. Ora, che il maggiore Gruppo della maggioranza sia disinteressato a creare delle condizioni di certezza tra la comunità piemontese e i comportamenti e le scelte della Giunta regionale, affari loro! Noi siamo fortemente interessati!



PRESIDENTE

Sulla Conferenza dei Capigruppo ricordo la questione del merito e che lei aveva anticipato che non avrebbe voluto ascoltare dall'Assessore Quaglia quanto aveva già ascoltato in I Commissione.
Devo dire che lei ha ragione sul fatto che, di norma, c'è quanto meno un accordo, nel senso che ci si mette d'accordo per i chiarimenti e per il dibattito e che raramente si vota.
Però se lei chiede il dibattito e un Gruppo si oppone...
Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Solo per ribadire il fatto che comunque c'è la mia disponibilità anche venerdì mattina, dopo le consultazioni sul bilancio 2012, ad aprire il dibattito in Commissione con eventualmente anche quello che è necessario a supporto tecnico per quanto riguarda le comunicazioni che non sono state rese oggi. E per ribadire il fatto che a me risulta, dalle disponibilità chieste dal Presidente della I Commissione, che lunedì comunque c'è un'ipotesi di calendarizzazione della I Commissione.
Quindi, la disponibilità mia è massima rispetto anche a queste eventuali riunioni.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna, a norma dell'articolo 56, comma 2, chiede che si svolga oggi una discussione in merito alle comunicazioni della Giunta regionale rese dell'Assessore Quaglia.
Pertanto, pongo in votazione questa richiesta. Votando "sì", si sostiene lo svolgimento della discussione; votando "no", ci si oppone.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di discussione sulle comunicazioni della Giunta regionale proposta dal Consigliere Reschigna.
Il Consiglio non approva.
Ci sono richieste di chiarimenti? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

I chiarimenti su questo tema e sulla comunicazione dell'Assessore Quaglia sono molto semplici: consideriamo positivo il fatto che con questi stanziamenti sia data copertura alle spese per il personale delle Comunità montane, dei Parchi, delle Aree protette e degli operai forestali della Regione.
La comunicazione dell'Assessore Quaglia all'Aula offre alcune ragioni di riflessione rispetto ai comportamenti che la Giunta regionale assume fuori, sul territorio.
Voglio ricordare, a proposito di questi stanziamenti e di quest'ulteriore messa a disposizione delle risorse, che poche ore fa il Consiglio regionale ha ricevuto i rappresentanti dell'EDISU e, secondo la comunicazione dell'Assessore Quaglia, non ci sono risorse a disposizione nonostante gli impegni assunti in quell'incontro; che i capitoli dell'innovazione e della ricerca, su cui l'Assessore Giordano ci ha ampiamente informati, nel corso di dibattiti in quest'aula e fuori, hanno assegnazioni pari a meno del 70% rispetto agli stanziamenti a bilancio; che il tema fondamentale dell'istruzione e formazione professionale del lavoro compreso quello relativo al sostengo al reddito, riceve stanziamenti complessivamente, attorno al 60% rispetto ai 425 milioni previsti nella legge di bilancio; che il tema della cultura, che ha visto grande attenzione da parte di questo Consiglio regionale, non ha avuto alcuna assegnazione ulteriore all'interno di queste scelte prioritarie (siamo al 50% rispetto agli effettivi stanziamenti finali sulla legge di bilancio).
evidente che, quando ci sono meno risorse, occorre fare delle scelte e la responsabilità politica di tali scelte può competere alla Giunta regionale, ma anche ad un rapporto d'assunzione di responsabilità condivisa all'interno del Consiglio.
chiaro che il comportamento odierno della maggioranza, non solo ha impedito una discussione responsabile da parte dei Gruppi d'opposizione su questo tema, ma ha creato - lo dico molto spassionatamente - una bellissima precondizione rispetto alla difficilissima discussione riguardante la legge di bilancio 2012.
Non devo minacciare niente e nessuno, però, o c'è un atteggiamento assolutamente responsabile di fronte ad una situazione difficile, nella quale l'Amministrazione regionale, forse ancor più nel 2012 rispetto al 2011, si troverà, e allora quest'assunzione di responsabilità vede anche comportamenti siffatti da parte dei Gruppi di opposizione, oppure, se prevale la logica dei numeri, ed è la logica dei numeri che vi consente d'impedire un dibattito su questi temi (dibattito che questo Gruppo richiede da un mese e 25 giorni), se questa logica dei numeri la mettete in atto solamente perché avete una fretta boia - e lo dico spassionatamente: avete una fretta boia - di tentare, per la terza volta in tre sedute di Consiglio regionale, di portare a casa la sede redigente su una legge di riforma della caccia, e avete paura, quando arriveranno le 18.30 o le 18.45, di non riuscire ad avere i numeri per effettuare la votazione significa che queste sono le logiche che prevalgono all'interno della maggioranza e del Consiglio regionale e sono logiche che attengono tutte alle difficoltà politiche che avete di fronte a voi!



(Commenti dai banchi della maggioranza)



RESCHIGNA Aldo

Stamattina ho sentito dei bei concioni, e non sono intervenuto, sulla vicenda TNE, con grandissime lezioni: volete che apriamo, rispetto al tema delle priorità, il capitolo PISU (12 milioni di euro a ciascun capoluogo di provincia, secondo criteri che attengono alle priorità, allo sviluppo dell'economia, alla riqualificazione urbana)? Perché se si affrontano le tematiche su questo piano, carissimi colleghi, probabilmente nessuno di noi è in grado di dare lezioni. Tutti possiamo riceverne, ma nessuno di noi è in grado di darne, meno che meno i rappresentanti dell'attuale Giunta regionale!



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi per chiarimento? No. Passiamo, pertanto, ad altro argomento.


Argomento: Caccia

Proseguimento pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139 e 141, in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio (questione sospensiva - assegnazione in sede redigente)


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, all'esame del punto 7) all'o.d.g., riguardante il pronunciamento in merito all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139 e 141.
Al termine della scorsa seduta, era stata effettuata una votazione sulla proposta di sospensiva del punto in oggetto con il seguente esito: presenti 26 Consiglieri, favorevoli 22, non votanti 4. La votazione non era risultata valida per mancanza del numero legale.
Dobbiamo, quindi, ripartire dalla ripetizione di quella votazione.
Ricordo che, se si vota "sì", si chiede la sospensiva della trattazione dell'argomento; se si vota "no", si continua a trattare l'argomento.
chiaro?



PRESIDENTE

PEDRALE Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Noi votiamo "no".



PRESIDENTE

Voi votate come ritenete opportuno, Consigliere Pedrale. Io ho comunicato come deve avvenire tecnicamente la votazione.
Se vuole posso ripetere. La richiesta riguarda la sospensiva della trattazione del punto: se si vota "sì", si sospende la trattazione dell'argomento; se si vota "no", si tratta l'argomento.
Indìco la votazione palese sulla questione sospensiva proposta dal Consigliere Pedrale.
Il Consiglio non approva.
Dobbiamo procedere, ora, alla votazione per l'assegnazione in sede redigente.
Ci sono dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, il voto odierno è una farsa.
Intendo denunciarlo pienamente con questa considerazione: è un'autentica farsa! Il Capogruppo del PdL, nell'ultima seduta, ha chiesto di sospendere la votazione sulla discussione in sede redigente; ha fatto questa furberia regolamentare, solamente perché, in quel momento, non c'erano i numeri per approvare la sede redigente.
Oggi chiede la sospensione della sede redigente e vota contro la richiesta che lui stesso aveva formulato, solamente perché, in questo momento, la maggioranza è in grado di garantire il numero legale.
evidente che voi, oggi, potrete approvare l'autorizzazione alla sede redigente su questo provvedimento! È evidente che questo mette il Consiglio regionale nelle condizioni di vivere una fase ulteriore di tensione nei rapporti tra maggioranza e opposizione, perché pensare di riformare la legge sulla caccia attraverso la sede redigente all'interno della Commissione è un modo con il quale si pensa di accelerare i tempi. Nella realtà, questo tipo di scelta non farà altro che determinare una condizione reale per cui quel provvedimento difficilmente arriverà mai in Aula nonostante il fatto che il Gruppo consiliare del Partito Democratico abbia presentato una proposta di legge di riforma di questo tema.
Però, oggi - lo dico anche in relazione alla chiusura della discussione sulla modifica del Regolamento all'articolo 84, lo dico molto chiaramente stanno cambiando le disponibilità di questo Gruppo! Stanno fortemente cambiando le disponibilità di questo Gruppo! Non è pensabile che, a fronte di un'assunzione di responsabilità, in modo particolare sull'applicazione dell'articolo 84 del Regolamento del Consiglio regionale, espressa da questo Gruppo, la risposta sia caratterizzata da continue richieste di autorizzazione alla discussione in sede redigente non solo di provvedimenti di scarso livello e di impegno sotto il profilo del confronto politico, ma anche di provvedimenti impegnativi.
Se questa è la condizione reale - mi rendo conto che quando uno è in difficoltà politica non fa altro che coprirsi con la logica dei numeri nella quale si vuole costruire un confronto nel merito delle questioni tra maggioranza e opposizione, non posso che dire che questo ci porta da tutt'altra parte! Questo ci porta in tutt'altra direzione, Presidente! Lo dico in termini assolutamente espliciti: ci porta in tutt'altra direzione! Allora, quello che, oggi, può sembrare un successo da parte della maggioranza, nella realtà non lo è. Nella realtà non lo diventa, perch quando uno costruisce un successo attraverso le furberie regolamentari attenzione - ottiene, come risposta, unicamente l'applicazione delle furberie regolamentari! Non ottiene, come risposta, un confronto politico! Ottiene, come risposta, le furberie regolamentari! E noi le furberie regolamentari non le abbiamo applicate, ma siamo capaci di applicarle.
Siamo capacissimi di applicarle e credo che avrete modo di capirlo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che, negli ultimi tempi, il Consigliere Reschigna alterni le minacce anche ad apprezzamenti pesanti su quest'Aula e sul ruolo dei Consiglieri regionali. La definisce una farsa: secondo me, definire farsa una scelta legittima di votazione da parte di un Gruppo è indice di scarso rispetto verso questo stesso Gruppo e di questo me ne dispiace assai.



PEDRALE Luca

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PEDRALE Luca

Perché non l'hai fatta votare la settimana scorsa?



PEDRALE Luca

Perché avevo chiesto...



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna!



PEDRALE Luca

Lei non deve interrompere...



PEDRALE Luca

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PEDRALE Luca

Perché non l'hai fatta votare la settimana scorsa?



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, per favore!



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché non l'hai fatta votare la settimana scorsa? Non avevi i numeri!



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, il Consigliere Pedrale l'ha ascoltata! Prego, prosegua.



PEDRALE Luca

L'ho ascoltata civilmente, chiedo altrettanta attenzione e civiltà da parte del Consigliere Reschigna. Non cadrò nella sua trappola di provocazione, quindi chiudo già i miei rilievi sul suo intervento.
Ovviamente, esprimiamo voto favorevole per una discussione in sede redigente. È una delle prime volte - forse è già stato fatto per un paio di altri provvedimenti - in cui si utilizza questo strumento, che ci viene consentito dal Regolamento, proprio per velocizzare il dibattito e l'eventuale approvazione successiva in Aula.
Non voglio ricordare quante volte, nella scorsa legislatura, anche dai banchi dell'attuale opposizione, è stato detto che i tempi della politica di questo Consiglio regionale erano troppo lenti ed elefantiaci rispetto a quanto richiesto dalla società e dalla gente. Adesso stiamo individuando un percorso che, forse, consente, da un lato, di approfondire molto nel merito la materia, magari, allo stesso tempo, addivenendo ad un'approvazione piuttosto celere.
Spero che le minacce paventate dal Consigliere Reschigna siano dettate solo da un momento di nervosismo e non da scelte di tipo politico.



PRESIDENTE

Grazie.
Qualche altro desidera intervenire?



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, il Consigliere Reschigna ha già espresso la propria dichiarazione di voto a nome del Gruppo.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Prego, esprima il suo dissenso.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo in dissenso dal collega Reschigna, perché il Consigliere Reschigna in questo intervento ha dato prova - penso - di eccessivo senso di responsabilità e vi spiego la motivazione.
Penso che una maggioranza abbia dalla sua la forza dei numeri, questo è evidente. Voi ce l'avete, quindi, fra un po', ci imporrete un voto che avvierà la sede redigente, che peraltro è prevista dal nostro Regolamento.
Però, una maggioranza governa anche se non si affida soltanto alla forza dei numeri, perché questa, di per sé, non è sufficiente.
Ora, voi proponete la sede redigente per il provvedimento sulla caccia: il nostro Gruppo ha presentato un provvedimento sulla caccia e ha assunto su questa questione la posizione di un partito che non è contro la caccia.
Quindi, da parte nostra, c'era la disponibilità ad entrare nel merito di un provvedimento che affrontasse i temi della riforma della caccia. Avete fatto questa cosa sulla caccia e sul diritto allo studio, dove, invece, la questione è più controversa, c'è maggiore discussione.
Credo che, normalmente, la sede redigente vada proposta e votata da una maggioranza su provvedimenti che sono condivisi, non su provvedimenti che dividono maggioranza e opposizione in maniera verticale, come invece avverrà, per esempio, sul diritto allo studio o come avverrà, per altri Gruppi consiliari, sul tema della caccia, perché altri Gruppi consiliari hanno manifestato sulla caccia un atteggiamento di radicale opposizione.
Credo che una maggioranza che voglia governare eviti la sede redigente perché, in questo caso, la redigente assume il valore di una sfida: non ricorro al Regolamento per velocizzare l'approvazione di un provvedimento ma ricorro alla redigente perché voglio in qualche modo cercare una via d'uscita, una scorciatoia, che peraltro voi non troverete! È evidente che i Gruppi che hanno un atteggiamento di opposizione a quel provvedimento in Commissione faranno ciò che avrebbero fatto nei lavori d'Aula, cioè faranno di tutto per opporsi all'approvazione del provvedimento! Presidente, ora aggiungo una questione: ho partecipato alle riunioni della Giunta per il Regolamento, in cui si è discusso di allargare la possibilità per la maggioranza di fare ricorso all'articolo 84 del Regolamento. Lo dico perché il Consigliere Pedrale non può, o non avrebbe dovuto, ignorare questo fatto, cioè il fatto che avete a che fare con un Gruppo delle opposizioni che si fa carico di alcuni problemi del governo della Regione e di velocizzare alcune attività legislative.
Consigliere Pedrale, se, a fronte di Gruppi di opposizione che si dicono disponibili a discutere anche una riforma dell'articolo 84 del Regolamento e si fanno carico delle esigenze, la risposta è questa, voi credo abbiate - non vi faccio torto - messo in conto che le forzature che voi decidete di compiere ricorrendo troppo spesso alla redigente, anche su provvedimenti sui quali non vi è accordo, avranno un effetto. Lo ha annunciato il Consigliere Reschigna, io rafforzo questo ragionamento, in dissenso con lui.
Credo che questo atteggiamento - mettetelo in conto, Consigliere Vignale - possa pregiudicare la possibilità di dare un seguito alla discussione che noi stiamo svolgendo in sede di Giunta per il Regolamento.
Una maggioranza - ritorno al discorso di partenza e ho terminato Presidente - non governa unicamente impugnando e facendo riferimento ai numeri: quando decide mette in conto queste conseguenze! Spero che voi abbiate tenuto conto di questa conseguenza: fare ricorso spesso, con delle forzature, alla redigente comporta quelle conseguenze! Io io! - per quanto posso contare, ve lo annuncio, mi batterò con tutte le mie forze nel Gruppo del PD per impedire la riforma dell'articolo n. 84 del Regolamento. Perché, se queste sono le conseguenze, non mi fido di una maggioranza che assume questi atteggiamenti.



PRESIDENTE

Quindi, come vota?



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Voterò in dissenso.



PRESIDENTE

Quindi, a favore?



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono) Non parteciperò al voto o mi asterrò.



PRESIDENTE

PEDRALE Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora è una farsa!



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per dirti quello che penso!



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri Pedrale e Ronzani.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Anch'io spessissimo sono in dissenso, praticamente totale, con il mio Capogruppo, e questa è una delle tante eccezioni.
Credo che in un intervento precedente, non nell'ultimo, ma nel penultimo, il Consigliere Reschigna abbia detto, facendo un esempio legato al tema del bilancio, che in quest'Aula molti non erano in grado di dare degli esempi e alludeva ad una voce specifica del bilancio.
Mi permetto di dire, avendo avuto l'onore di partecipare alla costituzione dell'attuale Regolamento, che certamente senza il Capogruppo di allora Muliere e senza il Gruppo del PD non potrebbe essere il Regolamento attuale, alla cui redazione abbiamo offerto la nostra collaborazione, ma il Gruppo di maggioranza dell'allora maggioranza eravate voi.
Per chi ha partecipato, è ben vero che i Regolamenti si leggono e non si interpretano e ben poco valore ha ciò che si voleva esprimere, ma ha valore ciò che è scritto e come viene letto dagli attuali interpreti, un po' tutti - credo - se c'è rimasto un minimo di onestà (almeno parlando con noi stessi, non tanto qui) possiamo verificare che non tutto sta andando come avremmo voluto andasse quando se ne discusse allora, anche perch l'aspetto più interessante è che entrambi gli schieramenti pensavano legittimamente di vincere e quindi vedevano il Regolamento anche con gli occhi di chi era convinto di governare. Poi, come sapete, le cose sono andate come sono andate, e in questo caso ci compete l'onore e l'onere di governare, avendo partecipato essenzialmente a scrivere la parte delle opposizioni.
Dico questo perché francamente accetterei poche prediche su come utilizzare lo strumento delle Commissioni. Per esempio, non saprei dire se lo strumento della redigente sia nato per interpretazione (certamente di parte, ma che non condivido), che stava dando il collega Ronzani, ma per la banale ragione che, se siamo tutti d'accordo, andiamo in aula.
evidente che la Commissione redigente serve, secondo me (all'epoca non ho prestato particolare attenzione a questo aspetto del Regolamento) quando non c'è accordo e quando ci deve essere uno spazio di discussione più tecnico, non certo più ristretto della Commissione rispetto all'Aula.
Tutto qui. Quindi non ne farei - come posso dire? - una ragione di scandalo.
Torno all'argomento di prima. Anche qui c'è qualcosa che non mi torna.
Per quanto riguarda l'assunzione di responsabilità, sto a guardare, faccio il Presidente di Commissione. Come ho detto più volte, ritengo mi abbiano dato questo ruolo per cercare di impedirmi di esprimere delle opinioni, ma adesso vedrò come fare per ovviare a questo.
Il bilancio si avvicina e anche la gestione del PO è stata fatta.
Entrambi si prestano dapprima a delle considerazioni che toccano il livello delle entrate. Guardate che se il PD decide, come apparentemente stava facendo il Consigliere Reschigna (parlando solo del PO 2011, che sia ben chiaro, e non certo del 2012), di avvitarsi attorno alle polemiche delle uscite lamentando che non sono sufficienti (che non è una grande novità almeno per quest'Aula), diventa ben strano modo di assumersi le responsabilità che, invece, che si possono riferire solamente al livello delle entrate.
Francamente, condivido l'approccio che sta avendo l'Assessore Quaglia che si occupa delle entrate, perché se non risolviamo il tema delle entrate, è sicuro che il tema delle uscite non lo risolveremo. Ed è sul tema delle entrate che le responsabilità non sono certamente distribuite in maniera equa. Mentre, sull'indebitamento, è evidente che tutte le Giunte che si sono succedute negli ultimi dieci anni (non uno di più, dieci quindi, sia di centrodestra che di centrosinistra), hanno aumentato l'indebitamento fino a livelli non più tollerabili.
Buon Dio! Sul "buco", come lo chiamiamo noi, o sulla differenza tra i dati contabili e i dati accertati dal bilancio 2011 alla realtà, non pu non vedersi la responsabilità - e sto attento a cosa dico, non parlo di colpa - della Giunta precedente, perché è palese che la gestione del PO fatta dalla Giunta precedente, consentiva in Aula di dire delle cose e nell'ambito delle strutture, di gestire il bilancio, così come votato e come legge, in funzione invece delle esigenze della Giunta.
Vuolsi, tagliando l'operatività quando non si doveva uscire dal Patto di stabilità, per arrivare a degli estremi molto interessanti e alla cancellazione dei debiti esistenti della Regione e della sanità, per riproporli l'anno successivo. Il giochino ha funzionato per due o tre anni.
L'anno scorso non ha funzionato perché il centrosinistra ha perso e quindi siamo rimasti con i debiti pendenti: 509 milioni di euro.
Credo che in questa legislatura anche i Gruppi di opposizione abbiano fatto un utilizzo intelligente e legittimo del Regolamento - non ho nulla da eccepire - però credo che coloro che hanno utilizzato gli strumenti regolamentari, sappiano che sono stati utilizzati al limite dell'eccesso: parlo dei Consigli straordinari, parlo degli emendamenti, parlo della gestione che c'è stata sulla legge di Cavallera sulla casa, dove abbiamo (anche per miopia nostra, secondo me) subito un ostruzionismo assolutamente immotivato e immotivabile. Chiudo la parentesi.
Visto che non sono un cacciatore, quindi fondamentalmente sono del tutto disinteressato al tema, lo dico con chiarezza - se sente mia figlia che dico che sono cacciatore, non mi saluta più e non me lo posso permettere - inviterei a partire dall'esame delle entrate, perché se ci avvitiamo sulle spese diventa interessante, ma escludo che qualcuno possa prendersi delle responsabilità.



PRESIDENTE

Quindi, il suo voto?



BURZI Angelo

Voto contro.
Vedo cosa fa il Consigliere Pedrale e io faccio una cosa diversa!



PRESIDENTE

Grazie per la chiarezza.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Resterò nel merito della questione, facendo una considerazione aggiuntiva di carattere politico.
Nel merito, la sottoscritta è sempre stata contraria alla caccia, sono stata uno dei sei Consiglieri che votò la legge sulla caccia, quella vigente. Credo che ognuno, però, debba essere libero di esprimere le proprie opinioni.
Ritengo che la caccia sia una pratica antistorica, soprattutto è antistorica nel nostro tempo. Inoltre, credo che le questioni poste attinenti alle problematiche della selezione, trovino una risposta nella normativa vigente, che è del tutto strumentale, perché gli obiettivi che si vogliono raggiungere, che condivido ancora meno, sono altri.
Queste cose le dirò partecipando ai lavori della Commissione, ma volevo che rimanessero in quest'Aula come una posizione di principio, così come io rispetto le altre.
Credo che nel nostro tempo nel quale sono state fatte grandi scoperte il nostro genoma è straordinariamente vicino al genoma di altri esseri che noi riteniamo di poter uccidere tranquillamente, invocando magari la necessaria selezione.
La selezione non c'è perché si è alterato...



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Chiedo scusa, se disturbo. Alzo la voce finché è sufficiente...



(Scampanellìo del Presidente)



SPAGNUOLO Carla

Come lo è stata, in questi anni, sempre sulle questioni di principio.
Proprio perché è una questione di principio, dovete ascoltarmi.



(Scampanellìo del Presidente)



SPAGNUOLO Carla

Piaccia o non piaccia.
Allora, non parteciperò a questo voto, perché ritengo che non sia corretto che si vada in una Commissione, semplicemente per evitare i problemi che l'Aula avrebbe maggiormente evidenziato.
Non è questa una questione di democrazia, soprattutto in una materia nella quale le differenze sulle posizioni di principio e di coscienza ci sono.
Oggi noi abbiamo un mondo - mi fermi, Presidente, quando è il momento nel quale i giovani sempre più non sono cacciatori, perché rifiutano quest'esperienza. Le donne sempre di più rinunciano ad un certo tipo d'abbigliamento che rappresentava uno status sociale, perché hanno una cultura di carattere diverso.
Volere chiudere questo dibattito in maniera metodologica, in base ad un Regolamento, lo ritengo un abbassamento del livello di cultura di questo Consiglio regionale. Pur rispettando le posizioni di tutti gli altri, come abbiamo sempre fatto. Noi abbiamo svolto delle audizioni: abbiamo audito dei coltivatori che ci dicono che sul tema delle api noi abbiamo delle questioni che riguardano la vita. Credo che l'uomo, ancora una volta, metta in campo una grande presunzione.
Ho ricordato prima la questione del genoma, che è stato mappato nell'arco di questi anni: si è scoperto che quello umano si differenzia pochissimo da quello dei topi e pochissimo da quello di quegli animali che noi riteniamo siano inferiori e che pensiamo di avere il diritto di uccidere. Queste sono motivazioni che possono fare sorridere o ridere, ma io le porterò avanti insieme con altri, che sono sempre più numerosi e sempre più giovani.
Voglio però dire un'altra cosa: do un'altra motivazione di carattere politico. Anche il Consigliere Leo mi dice - se non sbaglio - di condividere questo mio intervento. L'altra considerazione la faccio sulla base del modesto ruolo che ho in questo Consiglio e che, come tale, intendo rispettare: sto al mio posto, come si dice. Svolgo un ragionamento di carattere politico, dicendo che in questo momento nel quale noi abbiamo problematiche grandiose e difficilissime - il bilancio, il Piano Socio Sanitario, le difficoltà di carattere economico - forse una politica che alleggerisse i toni avrebbe potuto essere utile.
Non comprendo il perché di questo intervento, per pochi sparuti cacciatori antistorici che fanno semplicemente ridere; nel nostro tempo nel quale noi avremmo invece il dovere inverso: quello di difendere dalle piccole alle grandi nature che stanno scomparendo. Penso che a pochi passi da noi c'è il Museo di Scienze naturali che fa delle battaglie di straordinaria importanza che noi ignoriamo; penso ai rinoceronti, agli elefanti e agli altri grandi animali; penso alle grandi foreste che vengono devastate nel silenzio. Qualche voce, anche se fa ridere, si deve alzare.
Credo invece che se noi dessimo la possibilità a questo Consiglio di poter far alzare le voci che liberamente si devono esprimere - pur rispettando coloro che la pensano esattamente all'opposto di noi - daremmo una lezione di civiltà.
Questa è la mia posizione e la voglio esprimere perché resti a verbale per la storia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Rispetto l'ultimo intervento, perché le idee vanno tutte rispettate.
Dico però che da troppo tempo si parla di quest'argomento, che pure è importante; forse in mezzo a tanti altri lo è di meno, però è importante.
La categoria dei cacciatori sta attendendo da molti mesi, da anni, che questa revisione avvenga. Anch'io personalmente preferisco che il provvedimento venga discusso in Aula e non in Commissione: questo non lo nascondo. Avrei piacere, se il suo Capogruppo e il Partito Democratico garantissero di votarlo senza il ricorso alla Commissione in sede redigente, che questo avvenisse e consiglierei di fare così. Però, a questo punto, non aspettiamo più altro tempo.
Magari per il voto sul ricorso alla Commissione potrei garantire la presenza; impedire però che questo sia messo in votazione non mi sta bene perché dietro di me ho tutta la categoria dei cacciatori che mi punta il fucile.



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

Io sono uno di quelli - non lo nascondo - che non va e che però paga i permessi. Vorrei anche precisare, però, che i cacciatori non sono quelli che fanno scomparire determinate specie. Voglio rimarcare che i cacciatori sono quelli che mantengono delle specie e che curano...



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

No: lo posso dimostrare. La mia grande soddisfazione sarebbe però che tutta quest'Aula fosse d'accordo a votare questa legge senza il ricorso alla Commissione in sede redigente: questo me lo augurerei. Avrei piacere che il suo Capogruppo e tutto il Partito Democratico dicessero: "Noi la votiamo, siamo favorevoli; la discutiamo in Aula e non in Commissione".
Questo vorrei sentire, se il Consigliere Pedrale lo concedesse. Altrimenti garantirò la presenza sul voto in merito al ricorso o meno alla Commissione perché non voglio bloccare questo provvedimento. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, vuole intervenire per fatto personale? Non mi pare che il collega Negro ce l'avesse con gli umani: mi sembra di più che ce l'avesse con gli animali... Prego, Consigliere Buquicchio.



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Vorrei evitare di ripetere cose già dette, visto che questa discussione dura da parecchio, nel merito sono stati espressi molti pareri e sono state fatte molte considerazioni. Ho apprezzato molto le osservazioni della collega Spagnuolo, oltre che quelle di altri colleghi che l'hanno preceduta. Io non so però, a questo punto, se rivolgermi al Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà o al Consigliere e amico Vignale; non lo so né voglio saperlo, nel senso che mi rendo conto della responsabilità che attiene ad ogni Capogruppo nel dover cercare di accontentare le richieste dei suoi vari componenti. Io però faccio appello all'intelligenza e all'esperienza del Capogruppo Pedrale affinché comprenda quanto sia inopportuna, sul piano politico, una richiesta di questo genere. Si tratta di una richiesta legittima, più che legittima. Ma quante cose...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Buquicchio: mi sembra che siamo in un una fase di dichiarazioni di voto molto articolata - perché poi ci sono tanti Consiglieri che intervengono in dissenso dal Gruppo - che credo debba giustamente essere seguita. Il Consigliere Buquicchio ha diritto di essere ascoltato. Vi prego per favore, affinché dopo, quando dovessi interrompere per mettere nelle stesse condizioni altri, non rimaniate scandalizzati.



BUQUICCHIO Andrea

Non voglio sostenere a tutti i costi questa tesi perché, per quel che attiene al mio pensiero sulla caccia, ricordo che sono uno dei presentatori di una delle quattro leggi, con i colleghi e amici del Gruppo del Movimento 5 Stelle. Non intervengo per questo, ma perché ritengo veramente inopportuna sul piano politico la scelta del Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà Pedrale.
Se questo può essere accolto, invito nel contempo anche il Presidente della Commissione Vignale a considerare che è veramente il caso, una volta tanto, di saper innestare la retromarcia. Tante manovre sono realizzabili solo con la retromarcia; altrimenti, per voler andare a tutti i costi avanti, si corre il rischio di farsi del male. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in dissenso dal proprio Gruppo, il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.
La prego poi, a fine intervento, di esprimere questo dissenso.



TARICCO Giacomino

Sì, Presidente, naturalmente. Voglio esprimere il rammarico per come ci stiamo incamminando su una strada che rischia di diventare complessa. Noi abbiamo presentato una delle proposte di legge e l'abbiamo fatto con la volontà di contribuire in modo positivo ad un percorso di miglioramento dell'attuale quadro normativo che riguarda tutto il tema della gestione faunistica, della caccia e del settore venatorio. Credo che la strada che stiamo intraprendendo per scelta del maggior partito all'interno dell'Aula renda oggettivamente molto complesso qualunque ragionamento di merito su questo tema. Lo rende complesso innanzitutto perché io credo che si ponga una questione generale.
Non ho partecipato - perché allora ero Assessore e mi occupavo d'altro alla discussione in merito all'attuale Regolamento che governa i lavori dell'Aula. Tuttavia, rispetto al percorso ordinario, che prevede discussione in Commissione, approvazione della norma, e poi discussione in Aula e approvazione in Aula della norma, qualunque altra strada, sia redigente sia legislativa, deve partire da una condivisione di questo percorso. Se gli strumenti di cui ci siamo dotati per rendere più agevole il percorso diventano invece uno strumento per cui la maggioranza pu forzare la mano alle minoranze, si prefigura un uso assolutamente improprio dello strumento. È chiaro che se lo strumento viene usato in modo improprio, inevitabilmente innesca la necessità, da parte di chi non ritiene che quel percorso sia corretto, di studiare delle contromisure per evitare forzature.
Su questo percorso si corre il rischio di "incartarci" nel provvedimento. Se è vero - e lo dico molto sinceramente - che non potremmo più presentare emendamenti in Aula, potremmo però presentare 500 ordini del giorno che discuteremo fino a settembre del prossimo anno.
Se questa è la strada costruttiva che qualcuno ha pensato per realizzare il percorso, si faccia avanti. Noi spiegheremo a tutte le categorie interessate che eravamo talmente convinti che abbiamo presentato una norma che dice esattamente quello che vogliamo, ma che siamo stati messi con le spalle al muro per il modo in cui una maggioranza, di fatto vuole forzare e violentare la minoranza in quest'Aula.
Il tema, quindi, si sposta da un tema di merito ad uno di rispetto delle prerogative di quest'Aula. Lo dico con molta chiarezza: non credo che stiate facendo una gran bella scelta.
Così come credo che chi, come il Consigliere Negro, si è espresso su cosa sarebbe utile a quest'Aula, dovrebbe ripensare alla sua partecipazione a questo voto. Non so come andrà il voto; credo che se c'è un modo sbagliato di partire a trattare un tema su cui ci potevano essere ampie riflessioni di merito, sia quello che voi avete scelto e che ci porterà a ripensare al nostro modo di ragionare su questo come su altri temi.
Dopodiché, il gioco, in tutte le Assemblee, lo gestisce e lo decide la maggioranza. Non possiamo che prenderne atto e regolarci di conseguenza.
Da piccolo mi hanno insegnato che qualunque scelta comporta anche le conseguenze che da quella scelta derivano. Avete fatto una scelta. Vi apprestate a gestirla, ma non venite poi a spiegare che bisognerebbe avere senso di responsabilità. Voi avete scelto di cacciarlo da quest'Aula il senso di responsabilità.
Da questo punto di vista ne prendiamo atto e, inevitabilmente, dovremo regolarci di conseguenza.
Mi esprimo in dissenso sulla scelta del percorso da portare avanti e non parteciperò al voto, perché non condivido la possibilità di un ragionamento di merito sul percorso per come è stato fatto.



PRESIDENTE

Per quanto attiene la violenza sulle prerogative dell'opposizione sotto il profilo politico non spetta alla Presidenza, però voglio ribadire che la Presidenza del Consiglio, e in particolare la Presidenza di turno (quindi io o chiunque presieda l'Aula), garantisce l'agibilità dell'Aula e la procedura.
Quanto stiamo trattando, quindi la richiesta depositata, è pienamente rispondente alle prerogative e alla procedura del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La discussione di oggi ha assunto toni ancora diversi rispetto a quella di due settimane fa e della settimana scorsa, in merito a questa richiesta della maggioranza.
Condivido in parte quanto detto dal Capogruppo del Partito Democratico.
Se non si è trattato di farsa, rispetto ad una proposta del Capogruppo del maggior partito rappresentato all'interno di quest'Aula consiliare, poco ci è mancato.
una marcia indietro che, in realtà, è stata tentennante a seconda che il numero legale fosse garantito o no, quasi fosse un terno al lotto rispetto alla votazione.
Per quanto riguarda il merito, so di essermi già espresso, ma risottolineo le mie posizioni a proposito del nuovo eventuale provvedimento sul prelievo venatorio.
Innanzitutto, la richiesta è legittima perché dettata da norme del nostro Regolamento. Condivido il parere dei colleghi che si sono espressi dicendo che si tratta di una forzatura per il fatto che è un tema sicuramente il primo all'interno di questa legislatura, su cui ci sono quattro diverse proposte di legge. Oltretutto mi pare di avere intuito, da alcune indicazioni di colleghi già presenti nella passata legislatura, che si tratti di un tema molto spinoso e che lo è stato, anche storicamente nel corso dell'esame dei provvedimenti del passato.
Per questo motivo credo che la ratio da cui è nata la volontà di creare una fase diversa da quella referente, ossia quella redigente, vada esattamente al contrario rispetto ad una situazione multisfaccettata, come quella inerente al prelievo venatorio.
Altro aspetto da sottolineare è che esiste, all'interno della Regione Piemonte, un referendum dichiarato legittimo dopo più di vent'anni. Saranno quattro i quesiti che i piemontesi dovranno votare, presumibilmente, nella prossima primavera, e su cui abbiamo anche presentato un ordine del giorno.
Dopo più di vent'anni credo sia opportuno, e piuttosto rispettoso nei confronti di tutti i cittadini piemontesi, lasciare che essi esprimano il loro parere, conformemente ad una colonna portante del nostro ordinamento anche statale, cioè la partecipazione diretta del cittadino. Dopodich nulla vieta che, a partire da queste considerazioni, un Consiglio regionale abbia il dovere di legiferare su questi argomenti, aggiungendo e modificando, però sempre partendo dall'espressione della volontà popolare.
chiaro a tutti, aprendo un qualsiasi motore di ricerca Internet, che la popolazione italiana e piemontese ha idee molto simili a quelle espresse dalla collega Spagnuolo. Non lo dico io ma le pubblicazioni, sia on line sia cartacee. È chiaro a tutti che anche in Piemonte l'attività venatoria diminuisce perché diminuiscono gli operatori di questo tipo di attività.
Abbiamo meno di ventimila cacciatori in Piemonte, che se li rapportiamo con gli aventi diritto al voto in questo referendum, rappresentano veramente una minoranza.
quindi corretto, dal mio punto di vista, far esprimere prima tutti i cittadini piemontesi.
Per questo motivo, come già accennato da altri colleghi, abbiamo sottoscritto una di queste quattro proposte di legge, che recepirebbe le indicazioni di questo referendum, calendarizzato per la prossima primavera.
La fase redigente, per questi e per altri diversi motivi, mi sembra inopportuna, quindi voterò a sfavore rispetto a questa richiesta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Poiché il collega mi ha preceduto, possiamo dire che lui è in dissenso rispetto al Capogruppo (questi sono formalismi).
Sono d'accordo con la posizione espressa dal Consigliere Ronzani, che era a sua volta in dissenso con il suo Capogruppo Reschigna: la maggioranza è "libera", nei limiti del Regolamento, del buonsenso e del rispetto delle opposizioni, di mettere in atto tutte le strategie lecite, dal punto di vista regolamentare, per cercare di portare a casa qualcosa che ritiene importante o addirittura fondamentale.
ovvio che politicamente riteniamo assolutamente sbagliato, sia nel merito sia nel metodo, quello che sta avvenendo da settimane in Aula, che qualcuno ha definito "una farsa".
Ribadisco che il Capogruppo del principale Gruppo delle opposizioni aveva chiesto di aprire un dibattito sulle comunicazioni della Giunta questo non è stato concesso, per poter votare la sede redigente su delle leggi (sottolineo delle leggi, in quanto al momento sono presenti quattro testi di legge) - e in questo senso, nelle scorse settimane ne abbiamo visti di tutti i colori - riguardanti la caccia.
una situazione estremamente delicata, che va analizzata bene in Commissione, ma che deve anche avere lo spazio per la discussione in aula come qualunque testo che non si sottoponga alla fase redigente o legislativa.
Non è stata concessa - dicevo - l'apertura di un dibattito sulle comunicazioni della Giunta, ad un Capogruppo che l'aveva richiesto, a prescindere da chi fosse il Capogruppo.
Questo è lecito, perché il Regolamento prevede che tale richiesta si metta ai voti dell'Assemblea, ma non è corretto dal punto di vista del rapporto con le opposizioni. Lo sgarbo non è stato fatto a me e penso che il Partito Democratico avrà tutti i mezzi per rispondere adeguatamente, in ogni sede.
Per quanto riguarda la fase regolamentare, ribatto al collega Ronzani che ha dichiarato di non fidarsi più della maggioranza, dicendo che sinceramente io non mi sono mai fidato di questa maggioranza, ma probabilmente non mi sarei fidato nemmeno di un'altra maggioranza.
Certamente, episodio increscioso dopo episodio increscioso, quella poca fiducia o tendenza o volontà di addivenire a degli accordi, per quanto riguarda la gestione, almeno in merito al metodo, del funzionamento delle Commissioni e dell'Aula, viene scemando.
All'interno della Giunta per il Regolamento, valuteremo con molta e particolare attenzione - come avremmo fatto anche se non ci fosse stato questo episodio - l'articolo 84 del Regolamento, ma anche - e manderò una lettera, al riguardo, al Presidente del Consiglio - gli articoli 30 e 31 che abbiamo iniziato a discutere, seppure in minima parte, nella Giunta per il Regolamento, riguardanti la fase redigente e la fase legislativa.
Non si può chiedere che un numero illimitato di leggi passi solo in fase redigente o addirittura solo in fase legislativa.
Le opposizioni hanno permesso che due leggi, se non sbaglio (mi dicono quattro, pertanto giustamente mi correggo), venissero approvate con un percorso più che celere, in fase legislativa: si è arrivati alla Conferenza dei Capigruppo, alla presenza dell'Assessore Maccanti e delle opposizioni le quali non si sono opposte ad andare a discutere ed approvare, in fase legislativa, dei disegni di legge.
Spero che questo metodo venga discusso dalla Giunta per il Regolamento non per una volontà di ostruzionismo, ma per consentire un buon lavoro all'interno dell'Aula anche e soprattutto da parte dei piccoli Gruppi, che spesso sono in difficoltà a studiare i testi di legge e a presenziare a tutte le Commissioni.
In merito alla fase redigente - e chiudo, Presidente - l'abbiamo già detto: era stata chiesta una sospensiva, ma poi si è votato contro.
Per questo motivo, voto in dissenso dal mio collega di Gruppo: tanto di cappello nei confronti della maggioranza, se ovviamente ha i numeri per farlo, ma sottolineo che questo metodo apre delle conseguenze riguardo ai rapporti, dal nostro punto di vista già scarsi, con l'opposizione relativamente al prosieguo dell'analisi dei quattro testi di legge riguardanti la caccia.
Assessore Sacchetto, come ha detto il collega, sono vent'anni che aspettiamo il referendum: va bene calpestare i Gruppi di opposizione, ma non calpestiamo i cittadini!



PRESIDENTE

Quindi, come vota?



BONO Davide

Astenuto.



PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni di voto?



(Il Consigliere Pedrale chiede la parola)



PRESIDENTE

Lei è già intervenuto sulle dichiarazioni di voto, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Sulle modalità della votazione.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

La richiesta deve essere presentata da cinque Consiglieri. Prego i Consiglieri che intendono richiedere la votazione per appello nominale di alzare la mano.
Grazie.
Invito, pertanto, tutti i colleghi a prendere posto, per effettuare la votazione e agevolare il lavoro dei Consiglieri Segretari.
Il numero legale è 27.
Indìco la votazione nominale sul pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139 e 141.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri hanno votato NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 468 presentato dai Consiglieri Goffi, Negro Tentoni, Gariglio, Lepri, Cursio, Motta Angela, Taricco, Botta Franco e Novero, inerente a "Risorse per le opere di miglioramento infrastrutturale nel territorio del Canavese" (collegata mozione n. 414 presentata dai Consiglieri Bono, Biolé, Buquicchio, Cerutti e Goffi, inerente a "Liberalizzazione delle tratte autostradali tra i caselli di Quincinetto Ivrea, Scarmagno e Albiano d'Ivrea")


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del punto 8) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n. 468, presentato dai Consiglieri Goffi, Negro, Tentoni Gariglio ed altri; è altresì collegata la mozione n. 414 dei Consiglieri Bono, Biolé, Buquicchio, Cerutti e Goffi.
L'ordine del giorno n. 468 è dato per illustrato.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione della mozione n.
414.



BONO Davide

Grazie, Presidente, cercherò di essere breve.
Vorrei illustrare la mozione soprattutto ai colleghi della maggioranza che non hanno avuto il tempo di esaminarla, perché spero possa essere approvata e presa in carico dall'Assessore Maccanti.
Con questa mozione chiediamo la liberalizzazione delle tratte autostradali tra i caselli di Quincinetto, Ivrea, Scarmagno e Albiano d'Ivrea; chiediamo, cioè, di non far pagare il pedaggio, com'è avvenuto nella tratta Torino-Chivasso, che ha permesso di alleggerire di molto il traffico di autovetture, camion privati e quant'altro che, per evitare il pedaggio, percorrevano le strade statali, quindi all'interno delle città provocando congestione del traffico di auto che va da Aosta verso Sud (quindi verso Torino o, comunque, verso Milano), o da Torino verso Nord (verso Aosta o altre destinazioni).
Noi riteniamo che si possa prendere in considerazione la possibilità di richiedere alla Società Autostrade il dettaglio degli ultimi cinque anni giusto per capire la sostenibilità del progetto - dei passaggi, suddivisi per tipologia di passaggio (telepass o biglietto autostradale) nelle tratte in oggetto, e il fatturato generato per tipologia di tariffa. Si richiede altresì, di avviare subito (o quantomeno il prima possibile) un tavolo per una trattativa con la Società Autostradali competenti - disponendo, quindi del tariffario - e preparare una relazione sulla trattativa, allegando i dati richiesti, ed esporla in Consiglio regionale.
Chiederei quindi all'Assessore o al Vicepresidente della Giunta, se qualcuno mi ascoltasse...



MACCANTI Elena, Assessore regionale (fuori microfono)

La ascolto io.



BONO Davide

Grazie, Assessore Maccanti.
una mozione che non impegna in un'opera formale il Consiglio regionale, né la Giunta; impegna semplicemente a presentare una relazione immagino da parte dell'Assessore Bonino, sulla base dei dati tariffari relativi al transito delle automobili in quei caselli, per poter valutare se è possibile una liberalizzazione del tratto in oggetto. Si tratta quindi, di recuperare i dati, redigere una relazione da presentare in Consiglio regionale e provare ad aprire un tavolo con le società autostradali.
Sarei anche disposto ad emendare il testo nella parte relativa agli impegni per la Giunta, affinché sia più semplice, per la Giunta stessa addivenire a quella relazione, che porterebbe in Consiglio dei dati importati, per poter successivamente decidere se chiedere o meno quando detto.
un lavoro propedeutico, richiesto in maniera bipartisan dalla stessa città di Ivrea; un lavoro, peraltro, a costo zero, perché non prevede alcuna costruzione in più.
Richiediamo, dunque, un parere favorevole sulla mozione in oggetto da parte dell'Aula. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Chiederei, se è possibile, di ritirare l'ordine del giorno n. 468: dal momento che intendiamo fare una piccola correzione, lo ripresenteremo successivamente.



PRESIDENTE

Comunico che l'ordine del giorno n. 468 è ritirato.
Vi sono richieste di intervento in fase di dibattito generale in merito alla mozione n. 414, avente come primo firmatario il Consigliere Bono? Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Nel merito, la mozione è stata già ben delineata e rappresentata dal mio Capogruppo.
Credo che sia importante sottolineare che non si tratta di una richieste di tipo perentorio, ma si configura semplicemente come recepimento ed elaborazione di dati relativi ai dettagli dei passaggi degli ultimi anni, suddivisi per tipologia, finalizzati alla costituzione di un tavolo di lavoro - un gruppo - che possa capire, valutare e fornire degli indirizzi rispetto a questo tipo di infrastruttura. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Non entro nel merito dell'ordine del giorno.
Impiegherò soltanto 35 secondi per richiamare l'attenzione del Consiglio regionale e per dichiarare che non intendevo offendere nessuno quando dicevo che in questo consesso si fanno le furbate: si sono fatte le furbate e si continuano a fare.
La dimostrazione, peraltro, è molto semplice, Presidente: dopo la votazione con cui è stata autorizzata la sede redigente, noi abbiamo visto i Consiglieri regionali del PdL andarsene a casa.
Questa è la dimostrazione del ruolo centrale che riveste quest'Aula di fronte a tali tematiche. Si sta qua fino a quando c'è l'ordine di dover votare; tutto il resto è assolutamente relativo. Evviva il senso di responsabilità! Grazie.



PRESIDENTE

Approfitto del suo intervento, che ritengo incidentale, per comunicare che domani, in sede di Conferenza dei Capigruppo, desidero chiarire con i signori Presidenti di Gruppo alcuni aspetti, sia in merito alla sospensiva sia in merito alla dichiarazione di voto in dissenso dal Gruppo. Perch ovviamente, come purtroppo avevo previsto, ci sono state delle votazioni come quella del Presidente Bono, esattamente diverse rispetto a quanto annunciato.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Bono, era intervenuto per fare la sua dichiarazione di voto in dissenso dal suo collega di Gruppo, e aveva dichiarato che si sarebbe astenuto. Invece, essendoci stato l'appello nominale, risulta che ha votato negativamente, esattamente come il suo collega Biolé.



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho sbagliato.



PRESIDENTE

Ha sbagliato? Diamo atto che lei voleva astenersi e facciamo la correzione materiale della votazione?



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, grazie.



PRESIDENTE

Le spiace dichiararlo a microfono, affinché rimanga agli atti?



BONO Davide

Presidente, dichiaro che volevo astenermi.



PRESIDENTE

Ne prendiamo atto. Grazie.
Comunichiamo all'Aula che, per mero errore materiale, il Presidente Bono ha votato in senso contrario al posto dell'astensione, così come aveva dichiarato, e che il voto viene pertanto corretto.
Vi sono altre richieste di intervento in fase di discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo poter fare un ulteriore approfondimento sulla mozione, quindi chiederei di sospende la votazione e di rinviarla ad altra seduta.



PRESIDENTE

Dichiaro che il punto è sospeso. Sarà poi la Conferenza dei Presidenti di Gruppo a decidere quando trattarlo.
Procediamo all'esame del punto 9) all'o.d.g.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Esame ordine del giorno n. 541 presentato dai Consiglieri Cursio, Taricco Cortopassi, Tentoni, Pedrale, Artesio, Toselli, Mastrullo, Boniperti, Leo Negro, Carossa, Stara, Reschigna, Marinello, Muliere, Gregorio, Boeti Laus, Ponso, Tiramani, Cantore, Burzi, Valle, De Magistris, Dell'Utri e Bresso, inerente a "19 marzo - Giornata regionale per le vittime degli incidenti sul lavoro"; ordine del giorno n. 526 presentato dalle Consigliere Artesio e Cerutti, inerente a "Infortuni sul lavoro e impiego femminile"


PRESIDENTE

In merito all'ordine del giorno n. 541, avente ad oggetto "19 marzo Giornata regionale per le vittime degli incidenti sul lavoro", di cui al punto 9) all'o.d.g, vi sarebbero da fare alcune considerazioni.
Ricordo - peraltro, si era già convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, ma anche in Aula - che si era deciso, anche a seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Artesio, di provvedere alla commemorazione una volta all'anno, sulla scorta degli elenchi ufficiali che perverranno, di anno in anno a seguito della nostra richiesta, da parte della Direzione INAIL del Piemonte, con la lettura dei nomi dalla lista ufficiale.
Pertanto, essendo l'ordine del giorno in oggetto superato, chiedo ai proponenti se intendono ritirarlo.



(Commenti del Consigliere Cursio)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Perché è superato da nostre decisioni, cui peraltro ha concorso anche lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Presidente, se questa è la volontà espressa dalla Conferenza dei Capigruppo, mi atterrò ad essa.



PRESIDENTE

A ridosso del mese di ottobre si terrà una commemorazione ufficiale (una volta all'anno, appunto) con gli elenchi ufficiali, che non possono essere nelle nostre disponibilità prima della seconda metà dell'anno (così sosteneva la Direzione dell'INAIL).



CURSIO Luigi

Se mi concede qualche istante, desidererei però chiarire la ragione che mi ha indotto alla presentazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Guardi che il mio è solo un invito alla valutazione; se lo vuole mantenere, non vi è alcun problema.



CURSIO Luigi

No, no, farò questa breve considerazione, dopodiché decideremo in merito, oppure prenderò atto di ciò che lei ha riferito e mi atterrò a tale decisione.
In verità, la mia voleva essere una riflessione un pochino più ampia in considerazione dei numeri, che sono assolutamente allarmanti.
Secondo i dati INAIL, nel 2010 in Italia sono morte 980 persone, a fronte di 775.374 infortuni denunciati; si sono riscontrati 42.347 casi di malattia professionale. Sono numeri veramente raccapriccianti! So perfettamente che la prima domenica del mese di ottobre viene celebrata la Giornata nazionale delle vittime di incidenti sul lavoro tuttavia, ritenevo (e ritengo tuttora) che una riflessione in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro meritava la nostra attenzione. Voleva dunque essere anche un modo per prendere in esame una materia che merita attenzione, perché guardando i dati, ad esempio, vedo che nel 2009 in Italia si è registrato un calo del 6,9%; nella Regione Piemonte si è registrato un aumento del 33,93%. Quindi, siamo secondi solo alla Calabria.
Ragion per cui sarebbe opportuno che si facesse una seria riflessione non necessariamente ricorrendo all'articolo 50, perché se deve essere una seduta straordinaria, non vorrei che poi diventasse ordinaria e perdesse la propria funzione.
Questa era la ragione che mi portava a mettere la questione sotto una luce diversa. Lì i casi di malattie professionali riguardano persone che sono attive sul lavoro, quindi persone relativamente giovani.
Essendoci un così elevato numero di morti da una parte e di persone inabili o parzialmente abili o, comunque, con alterazioni tali che possano compromettere lo svolgere delle funzioni più elementari, secondo me sarebbe stato giusto, e lo è ancora, istituire questa giornata. Ho posto il 19 marzo perché è San Giuseppe ed è il giorno del lavoratore per eccellenza. Non so se lo sapete, ma ogni categoria di lavoratori ha il proprio santo. Ad esempio, San Vito è il protettore degli artisti; la Madonna del Carmelo è la protettrice dei lavoratori manuali.
Vedo che c'è un'attenzione incredibile! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Per dare un elemento di valutazione al dibattito, credo che istituire una giornata regionale per le vittime degli incidenti sul lavoro sia un po' complesso, perché non possiamo commemorare due volte le stesse persone.
Altra cosa è la questione del Consiglio regionale in sessione straordinaria per discutere della tematica, dove ci sono essere delle proposte, o relativamente a tali problematiche, per portare di anno in anno un contributo alla discussione su un tema su cui registro una sensibilità rilevante da parte di tutti.
Quindi, potremmo valutare da parte sua, se lei ritenesse di emendare il suo ordine del giorno - perché lo può fare solo lei - di prevedere, ai sensi del Regolamento, la riunione della sessione straordinaria nella prima seduta utile successiva alla celebrazione della Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, in modo che, oltre che alla commemorazione, ci sia anche un momento di discussione.
Potrebbe essere un compromesso che porta un elemento di attenzione all'interno del Consiglio sulla discussione da un lato, e si fa un'unica commemorazione. Ovviamente noi commemoriamo per competenza in senso generale tutti i caduti sul lavoro, ma citando l'elenco di coloro i quali sono caduti sul lavoro in Piemonte. Altrimenti correremmo il rischio di commemorarli due volte. Peraltro, a marzo questi elenchi non sarebbero nelle nostre disponibilità.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Il Presidente mi ha anticipato e, peraltro, il collega Cursio conosceva già la mia opinione.
Penso che non sia utile, o perlomeno che sia un doppione, istituire se mai si possa fare e se mai il Consiglio intenda votarla - una giornata regionale su questo tema, essendovi già per norma dello Stato (mi pare che sia un DPCM di qualche anno fa) la Giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro, che si celebra la seconda domenica di ottobre e viene celebrata presso ogni Provincia che ha il mandato di organizzare iniziative celebrative di commiato sul tema.
Quindi, penso di potere convincere il collega Cursio nel valutare ci che il Presidente ha già anticipato e che io sottoscrivo, peraltro mantenendo la seconda successione che invece mi pare convincente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La mia è una richiesta relativamente all'ordine dei lavori.
Dato che il documento del Consigliere Cursio, anche laddove venisse emendato, ha introdotto comunque la tematica relativa al tema della sicurezza sul lavoro e ai rischi degli infortuni, ricordo che, insieme alla collega Cerutti, avevo presentato l'ordine del giorno n. 526, chiedendo che potesse essere iscritto esattamente nella stessa seduta in cui abbiamo fatto la commemorazione delle persone cadute a ragione di incidente sul lavoro.
Quindi, chiederei, comunque evolva la determinazione del Consigliere Cursio, a maggior ragione se evolve nella direzione di accogliere la sua proposta di avere un Consiglio straordinario dedicato all'approfondimento di discuterlo congiuntamente all'ordine del giorno n. 526.
Apprezzo personalmente, Presidente, l'attenzione che lei dedica al lavoro che il Consiglio potrebbe riservare in una seduta straordinaria dopo quello che si è sentito dichiarare da alcuni illustri colleghi di questo Consiglio sul significato delle sedute straordinarie.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 526 presentato dalle Consigliere Artesio e Cerutti, inerente a "Infortuni sul lavoro e impiego femminile" è collegato.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo avuto la disavventura, e tutto il Paese ha avuto la disavventura di celebrare le persone cadute a seguito di un problema di sicurezza sul lavoro, esattamente nei giorni in cui si celebravano le esequie delle persone colpite in un gravissimo incidente sul lavoro in quel di Barletta.
Ciò che ha colpito l'opinione pubblica è certamente la dinamica relativa agli accertamenti in ordine al crollo, che ha coinvolto il luogo nel quale si svolgeva l'attività produttiva, ma anche il fatto che le stesse persone lavoravano in condizioni logisticamente insicure ed in condizioni economicamente così fragili da rendere loro impossibile una qualunque contrattazione, anche a vantaggio della loro incolumità.
Questo dato ci ha colpiti non solo perché ci sottolinea un problema di disuguaglianza epocale, che nonostante la civiltà del nostro Paese e il valore delle grandi lotte sindacali compiute nel nostro Paese, continua a persistere, ma anche perché ha fatto affiorare un elemento che non sempre è visibile e compresa nell'analisi statistica. Vale a dire quali siano le differenze, se sussistono - ed anticipo che sussistono - tra le condizioni di lavoro e di sicurezza del lavoro nella popolazione dei lavoratori maschi rispetto alla popolazione delle lavoratrici donne.
In modo particolare, conosciamo come in Italia, a parità di condizione lavorativa, esistono ancora delle differenze di trattamento salariale a svantaggio della popolazione femminile. Così come sappiamo che all'interno della progressione di carriera, anche delle professioni che hanno il miglior rilievo sociale, esiste ancora una discriminazione di genere tra uomini e donne.
Un esempio che si fa classicamente è quello dell'ambito sanitario, in cui, ormai, le donne laureate in medicina superano gli uomini laureati in medicina, ma in alcune specialità, in particolare quelle chirurgiche, gli uomini sembrano farla da padrone e, soprattutto, in alcune progressioni verticali, come la direzione di strutture complesse o di dipartimenti sanitari, dove ancora la prevalenza del genere maschile è immotivatamente ridondante.
Ciò che, invece, non diciamo abbastanza spesso è che, nella distribuzione dei dati relativi agli infortuni professionali, il nostro Paese registra, purtroppo, un andamento del tutto anacronistico. Noi vorremmo eliminare completamente l'esposizione al rischio nell'ambiente di lavoro, quindi gli infortuni. Però, laddove ancora non siamo a questo livello di certezza e di civiltà, dobbiamo denunciare, purtroppo, che nell'andamento generale degli infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL dal 2005 al 2009, gli infortuni che riguardano gli uomini sono diminuiti del 25%, mentre quelli che riguardano le donne sono diminuiti dello 0,8%.
Ovviamente, non stiamo parlando di valori assoluti, che, essendo la partecipazione della donna al mercato del lavoro inferiore, non sarebbe significativo; stiamo parlando di valori percentuali, che ci restituiscono un dato profondamente significativo e profondamente negativo.
Quindi, mentre il Consiglio regionale dedica la sua attenzione al tema si chiedeva, in occasione di quella giornata, ma va bene anche oggi, che l'Amministrazione realizzi un'attività specifica. Fortunatamente, il Coordinamento regionale delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, grazie all'iniziativa delle organizzazioni sindacali, aveva già richiesto a questa Regione un'immersione specifica sul tema del rapporto donne, lavoro e sicurezza. In base a questa indagine, l'INAIL ha presentato in una conferenza stampa questi dati, i quali confermano gli elementi asimmetrici rispetto alla progressione verso una maggiore sicurezza.
Quindi, con il nostro ordine del giorno chiediamo che la Regione, ormai consapevole e senza poter più ignorare i dati nazionali, i dati regionali e la collaborazione avuta con l'INAIL, adotti specifiche linee guida in seno al Comitato regionale di coordinamento, affinché, all'interno delle diverse strutture produttive e dei servizi, le rispettive parti, quelle datoriali e quelle dei lavoratori, assumano una specifica ottica di genere, per la prevenzione degli infortuni, dei rischi e dei danni a scapito della popolazione femminile, in modo che questi non abbiano a ripetersi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Presidente, intervengo solo per comunicare che ho ritirato la firma dal documento, in quanto sono d'accordo.
Rimango dell'idea di sostenere la proposta di una giornata dedicata a questo tema, da parte del Consiglio regionale, senza sovrapporsi alla giornata che già esiste. Quindi, se l'ordine del giorno rimane così, ritiro la firma.



PRESIDENTE

Se, invece, fosse modificato? Comunque lo vediamo prima del voto, ce ne ricordiamo.
Non essendoci altre richieste d'intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Collega Cursio, lei accetta di emendare spontaneamente il suo ordine del giorno?



CURSIO Luigi

Se me lo chiede così, come potrei rifiutarglielo?



PRESIDENTE

Quindi, accettiamo la sua modifica, che emenda in tal senso: vengono tolte le parole "delibera di istituire la giornata regionale per le vittime degli incidenti sul lavoro" e la parte residuale del dispositivo viene così modificato...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, viene tolta quella regionale.
"Delibera, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, di riunirsi in sessione straordinaria nella prima seduta utile successiva alla celebrazione della giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro": praticamente, oltre alla comunicazione che già svolgiamo, quel giorno lì procediamo ad una mini seduta sul tema in modo che, di anno in anno, facciamo il punto sulla situazione.
Collega Artesio, vuole replicare sul suo ordine del giorno?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No.
L'ordine del giorno collegato n. 526 riguarda gli infortuni sul lavoro e l'impiego femminile.
La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Rimarcando l'importanza del tema cui afferiscono gli ordini del giorno la Giunta esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.
L'ordine del giorno n. 541 è modificato nella parte del dispositivo, dando atto che il Consigliere Taricco mantiene la firma.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 541, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che ai sensi dell'articolo 1 comma 1 della Costituzione l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro la Repubblica, ai sensi dell'articolo 4 comma 1 della Costituzione riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni (cfr.
art. 35 Cost.) ed i lavoratori hanno diritto che siano previsti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria (cfr. art. 38 comma 2 Cost.) ai sensi dell'articolo 9 comma 2 dello Statuto regionale, la Regione organizza gli strumenti più efficaci per tutelare la salute e garantire la qualità degli ambienti di vita e di lavoro considerato che in Italia ogni giorno continuano a morire tre persone sul lavoro e si verificano in media oltre 2.000 incidenti secondo dati INAIL, nel 2010 in Italia sono stati 980 i morti sul lavoro 775.374 gli infortuni denunciati e 42.347 i casi di malattie professionali nel primo semestre 2011 (Fonte Banca Dati Statistica INAIL) gli infortuni denunciati ammontano a 372.200 mentre i morti sul lavoro sono stati 428 in Piemonte nel 2010 sono stati denunciati 60.014 infortuni sul lavoro con 75 decessi rispetto al 2009, contrariamente alla media nazionale, che ha registrato un calo del 6,9%, i morti sul lavoro in Piemonte nel 2010 sono aumentati del 33,93%; considerato tutto il territorio nazionale, soltanto in Calabria si è registrato un incremento percentuale superiore a quello piemontese (+64,71%) il 6 dicembre 2007 presso lo stabilimento torinese della Thyssenkrupp si verificò un incidente che provocò la morte di sette lavoratori affermato che gli infortuni e le morti sul lavoro sono inaccettabili la riduzione registrata nel 2010 rispetto al 2009 a livello nazionale nel numero degli infortuni (-1,9%) e delle morti c.d. bianche (-6,9%), sia pure in un contesto occupazionale di grave difficoltà caratterizzato da un massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni ed al lavoro a tempo parziale con conseguente contrazione delle ore lavorate, deve essere considerata non un traguardo, ma una tappa del percorso volto ad assicurare la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori anche un solo infortunio, un solo morto sul lavoro rappresenta una sconfitta per la collettività tutta tanto i lavoratori quanto i datori di lavoro devono essere consapevoli che la formazione e la sicurezza non rappresentano un costo, ma costituiscono un investimento per la vita e la salvaguardia della persona negli ambienti di lavoro con conseguente contenimento dei costi sociali connessi agli incidenti sul lavoro tutto ciò premesso e considerato delibera, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, di riunirsi in sessione straordinaria nella prima seduta utile successiva alla celebrazione della giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro".
Il Consiglio approva.
Sull'altro ordine del giorno chiedo se posso dare la stessa votazione.
Però, prima di proclamare la votazione, collega Artesio, qui c'era scritto: "Il Consiglio regionale..." e, poi, a mano: "...impegna la Giunta regionale". Di chi è l'impegno? Chiedo se può avvicinarsi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per il momento abbiamo approvato il primo.



(La Consigliera Artesio si avvicina al banco della Presidenza per consultarsi con il Presidente Cattaneo e il Vicepresidente della Giunta regionale Cavallera)



PRESIDENTE

Prima di dare la stessa votazione, siccome c'era un'aggiunta a mano, il dispositivo è il seguente: "Impegna il Consiglio regionale a chiedere che nell'ambito dell'analisi degli infortuni, ai sensi del verbale...".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 526, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 4 ottobre 2011, una palazzina di tre piani a Barletta è crollata causando la morte di Tina Ceci, Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro e Antonella Zazza, quattro operaie tessili dell'opificio al pian terreno della palazzina stessa e di Mariapia Cinquepalmi, figlia del titolare dell'attività valutato che la procura di Trani ha avviato due inchieste sul crollo per disastro e omicidio colposo e dalle prime indagini emergerebbe anche la condizione di lavoro nero delle operaie coinvolte che percepivano retribuzioni inferiori a 4 euro all'ora considerato che come periodicamente accade, la particolare gravità di questo incidente ha riportato all'attenzione dei media le reali condizioni di sfruttamento e la mancanza delle più elementari norme di prevenzione e sicurezza in molti luoghi di lavoro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha più volte espresso pubblica condanna sulla "strage inaccettabile" delle morti bianche e nel merito dell'incidente di Barletta ha sottolineato come le donne fossero "vergognosamente pagate in nero"; ancora la scorsa domenica il Presidente della Repubblica nel messaggio inviato al Presidente dell'Anmil Bettoni in occasione della Giornata dedicata alle migliaia dei lavoratori caduti o feriti sul posto di lavoro ha rimarcato come il nostro paese "non pu abbassare la guardia riducendo gli investimenti nel campo della prevenzione e della sicurezza sul lavoro" purtroppo, con molta probabilità e nonostante gli sforzi del Presidente Napolitano, l'attenzione sull'argomento tornerà in breve tempo ai quotidiani livelli di indifferenza a cui sono relegate le centinaia di morti sul lavoro che annualmente avvengono nel nostro Paese verificato che il fatto che le vittime del crollo di Barletta siano tutte donne, rende necessaria una valutazione delle reali condizioni di lavoro delle donne sui luoghi di lavoro, anche in considerazione dei dati dell'ultimo rapporto annuale INAIL dal quale emerge che per le donne tra l'anno 2009 e l'anno 2010 sono aumentati il numero di infortuni in complesso dello 0,4% e del 9,7 i casi mortali verificato ancora che a livello piemontese vi è sensibile differenza, a seconda del genere, rispetto al trend generale degli infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL): dal 2005 al 2009 gli infortuni che riguardano gli uomini sono diminuiti da 53.557 a 40.400 (-25%), mentre per le donne sono passati da 22.025 a 21.854 (-0,8%) impegna la Giunta regionale a chiedere che nell'ambito dell'analisi degli infortuni - ai sensi del verbale di accordo intercorso in data 12 gennaio 2008 e dell'istituzione del Comitato Regionale di Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro - si attivi una specifica valutazione in ordine alle organizzazioni lavorative a impiego femminile. Tale linea di indirizzo, già adottata dal Comitato Regionale di Coordinamento originando una specifica indagine definita "Donne, lavoro, sicurezza" ai sensi della DGR n. 33-11955 del 4 agosto 2009 e presentata in conferenza stampa presso l'INAIL, richiede ora l'assunzione di specifiche linee guida da promuovere in seno al succitato CRC ai fini di introdurre, nei comportamenti delle parti e dell'attività dei servizi, uno specifico sguardo di genere nella prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Abbiamo ancora una serie significativa di punti all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Assumendomi la responsabilità e chiedo cortesemente la sospensione del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Bene, non vedendo grande opposizione alla richiesta...
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Prima di sospendere il Consiglio, chiedo sia discusso e votato l'ordine del giorno sulla Fondazione europea "Villa Gualino", che è un tema assolutamente urgente, su cui chiediamo che il Consiglio regionale esprima un atto di indirizzo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Carossa chiede di sospendere i lavori, mentre il Consigliere Reschigna chiederebbe che il Consiglio discuta e voti l'ordine del giorno n. 553 che è stato iscritto in apertura di seduta con 40 voti avente ad oggetto "Futuro della Fondazione Europea per la Formazione (ETF) e del Consorzio Villa Gualino".
L'Aula acconsente a procedere o viene confermata l'interruzione dei lavori?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, dalla maggioranza non c'è disponibilità ad andare avanti con i lavori.
Quindi, se lei chiede di procedere mettiamo ai voti la proposta di sospensiva dei lavori.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

chiaro che i numerosi inviti che vengono rivolti durante la Conferenza dei Capigruppo a lavorare di più il lunedì mattina, il venerdì pomeriggio, in Aula, eccetera, vengono sistematicamente smentiti con una coerenza politica strabiliante.
Prendo atto che, però, non è lei che chiude i lavori, perché ad un certo punto è la maggioranza che si mette il cappotto, recupera le borse e si alza, perché ha deciso che è ora di andare a casa e si va a casa.
Prendo atto e le chiedo di mettere ai voti la sospensiva.



PRESIDENTE

Purtroppo, non posso, come lei sa, trattenere le persone con la corda.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Tolga il "purtroppo"!



PRESIDENTE

No. Dico "purtroppo" perché alla Conferenza dei Capigruppo più volte...



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Tolga il "purtroppo"!



PRESIDENTE

Lo dicevo in senso metaforico, Consigliere Carossa! La prego! Consigliere Reschigna, prende atto o pongo in votazione la sospensiva dei lavori della seduta?



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, votiamo!



PRESIDENTE

Pongo in votazione la sospensiva dei lavori della seduta convocata in data odierna fino alle ore 20.
Chi vota "sì" è d'accordo a sospendere i lavori, chi vota "no" è per continuare.
Il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di chiusura della seduta proposta dal Consigliere Carossa.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.09)



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