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Dettaglio seduta n.164 del 25/10/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Carossa Costa Raffaele, Costa Rosa Anna e Cota.


Argomento: Varie

b) Informazione su presidio rappresentanza operatori culturali del Piemonte


PRESIDENTE

Informo che quest'oggi, davanti a Palazzo Lascaris, sarà presente dalle ore 10 alle ore 15, un presidio di una rappresentanza degli operatori culturali del Piemonte.


Argomento: Varie

c) Incontro delegazione lavoratori precari della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Inoltre, è presente anche una delegazione molto numerosa di lavoratori precari della Regione Piemonte, che martedì scorso avevano chiesto di essere incontrati. Rispetto a quell'incontro avevo valutato di dare loro un diniego, in quanto erano già stati ricevuti il martedì precedente. Lo stesso è avvenuto nella giornata di venerdì, perché, svolgendosi la Commissione competente, non abbiamo dato la disponibilità ad un incontro.
Quest'oggi, la Presidenza, anche per motivi che sono già stati rappresentati all'Aula in occasione di manifestazioni di questa portata ritiene che, terminando la seduta su TNE presumibilmente intorno alle ore 12-12.15, in quando non dovrebbero esserci grosse problematiche, si potrebbero interrompere i lavori consiliari a quell'ora e riunire i Presidenti di Gruppo - la Giunta ha già dato la propria disponibilità all'incirca a quell'ora (intorno alle ore 12-12.15 al massimo), in Sala dei Presidenti, per incontrare una delegazione di questi lavoratori.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

"TNE, stato di attuazione e collaborazione tra i soci" richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata dai Consiglieri Artesio, Buquicchio Ponso, Reschigna, Dell'Utri, Negro, Goffi, Stara, Lepri, Gariglio, Cerutti e Ronzani (ordini del giorno collegati n. 240, n. 519 e n. 522)


PRESIDENTE

La seduta è convocata in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale con l'esame del punto 2) all'o.d.g. inerente a "TNE, stato d'attuazione e collaborazione tra i soci".
Sono stati presentati tre atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 240 presentato dai Consiglieri Lepri, Artesio Boeti, Cerutti, Cursio, Gariglio, Goffi, Laus, Manica, Muliere, Pentenero Placido, Reschigna, Ronzani, Stara e Taricco, inerente a "TNE Torino Nuova Economia: quale destinazione?" ordine del giorno n. 519 presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso inerente a "Torino Nuova Economia, riassetto delle aree di proprietà della società" ordine del giorno n. 522 presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Dell'Utri e Buquicchio, inerente a "TNE - attuazione protocollo d'intesa e richiesta presentazione piano strategico".
Pertanto, se possibile, teniamo conto nei tempi del dibattito di quanto detto prima per quest'esigenza di incontro.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La richiesta condivisa con i colleghi del Consiglio regionale per avere una seduta dedicata sul tema TNE discende, in parte, da un obbligo formale che, periodicamente, quest'Aula dovrebbe soddisfare, che è insito all'interno degli atti formali di istituzione di TNE. Faccio riferimento in modo particolare, alla cosiddetta "clausola di valutazione" inserita all'articolo 7, che recita: "La Giunta regionale rende periodicamente conto al Consiglio dell'attuazione dei risultati in termini di contrasto alla crisi del settore automobilistico". Ovviamente, quando, questa mattina discuteremo il tema complessivo non sarà soltanto per adempiere ad un'attività informativa di carattere ordinario, ma per provare ad attualizzare la situazione che portò le istituzioni locali alla compartecipazione a Torino Nuova Economia, alla luce della situazione economica del nostro tessuto produttivo, in ambito di produzione automobilistica e di automotive, e anche in ordine agli aggiornamenti che su questo tema sono intervenuti nelle scelte di politica regionale.
Sarà brevissima la cronistoria della questione. I colleghi ricorderanno la legge regionale n. 15 del 17 novembre 2005, "Interventi per la riqualificazione delle aree industriali piemontesi", che, all'articolo 3 impegnava gli Enti pubblici territoriali ad acquisire dal Gruppo FIAT la proprietà di una parte non utilizzata del sito di Mirafiori, al fine di localizzare nuovi insediamenti produttivi, e determinava a questo fine una società a maggioranza pubblica, partecipata anche dalla società venditrice restando in capo alla società venditrice alcuni oneri, a cominciare da quello di bonifica dei terreni.
Insisto molto sugli aspetti propositivi della legge regionale e, poi sui successivi atti, quelli relativi agli accordi di programma e al trasferimento degli oneri necessari per l'acquisizione della partecipazione per il finanziamento della società, perché quando si diede vita a Torino Nuova Economia non si diede vita a un soggetto interessato alla riqualificazione urbanistica dell'area, né si diede vita soltanto ad un soggetto interessato alla formazione, alla ricerca e all'innovazione, ma entrambe queste due categorie che facevano da cornice al progetto di Torino Nuova Economia erano funzionali e finalizzate al rilancio dell'attività produttiva.
Questo dato è recepibile non soltanto dagli atti che sono stati formalmente assunti dalle tre istituzioni (Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino), nonché dai soci privati, ma anche da tutti i materiali che hanno promosso all'opinione pubblica la fondazione di Torino Nuova Economia. Li cito esattamente dai materiali promozionali adottati dalla stessa società: "Un nuovo polo tecnologico a Mirafiori, imprese, alta formazione e ricerca insieme per lo sviluppo di Torino".
Ora, come la storia ci restituisce, noi sappiamo bene che la vicenda è stata puntellata da una serie di successive forme, che io non esiterei a denominare "di disimpegno", se vogliamo possiamo chiamarle "di conflittualità interna", tra i soci di parte pubblica e il socio di parte privata, ma anche dal mancato raggiungimento dell'obiettivo prioritario cioè quello del rilancio del polo produttivo, in particolare in direzione della produzione automobilistica.
Perché faccio questi riferimenti? Anche qui li deriviamo dalla cronaca cui abbiamo assistito.
Il primo tema riguarda il fatto che la FIAT sta progressivamente rinviando nel tempo l'assunzione dei propri obblighi, anche quelli di carattere materiale, come la bonifica, avendo reagito alle prescrizioni che la Provincia di Torino, dal punto di vista delle competenze ambientali aveva restituito alla FIAT per le attività di bonifica. La FIAT stessa ha opposto ricorso ad un'iniziativa assunta dall'Amministrazione comunale di Torino, riguardante l'ampliamento del polo dedicato all'attività di studi e di formazione, soprattutto a favore delle residenze degli studenti universitari, in una logica di project financing, sulla quale la mia parte politica non è particolarmente d'accordo, soprattutto se si prevedono ampliamenti di attività commerciali. Certamente, è curioso che, anzich discutere nel merito, il socio privato di una società partecipata dal pubblico si comporti nei confronti dei soggetti pubblici come si comporterebbe nei confronti di qualunque contenzioso tra privati. Quindi non sembra che anche il comportamento del socio privato sia volto alla realizzazione degli obiettivi, se sfugge alle proprie responsabilità.
Ciò che qui interessa prevalentemente, soprattutto all'Assemblea legislativa, attiene, invece, alla mancata realizzazione dell'attività produttiva, che, come dicevo, rientra esattamente nelle finalità e nelle aspirazioni di Torino Nuova Economia. Questo è stato rimarcato anche dal Rettore del Politecnico, celebrando l'ampliamento della Centro del Design: tutta la capacità attrattiva in alta formazione che il Politecnico realizzava in quel sito era funzionale ed era fondata in termini di senso solo se al servizio del rilancio di un'attività produttiva. Diversamente ci troveremmo nella situazione, certamente molto utile dal piano delle politiche pubbliche, di formare nuove competenze professionali, che, per non potranno altro che essere esportate, anziché essere impiegate all'interno del nostro contesto produttivo.
Per ricordare la fatica che si è manifestata nella realizzazione del primo obiettivo, ricordo anche le successive situazioni concernenti il lotto B, per i quali i bandi di concessione delle aree realizzati (il primo nell'ottobre del 2008, il secondo nel gennaio del 2009 e il terzo nell'aprile 2011) non hanno riscontrato manifestazioni di interesse.
Questo quadro, già di per sé, meriterebbe un approfondimento, ma quello che rende l'approfondimento urgente, che probabilmente lo attualizza alla situazione attuale, è il mutato impegno da parte dell'Amministrazione regionale (almeno quanto l'Amministrazione tende a sottolineare nelle sue comunicazioni pubbliche) relativo al tema complessivo di automotive e sottolineo, in modo particolare, attraverso una raccolta - credo abbastanza puntuale - delle dichiarazioni degli Assessori di questa Giunta, quanto in termini molto recenti è stato dichiarato in proposito.
Intanto, parto dalle dichiarazioni che sono state rese non dal titolare delle competenze dello sviluppo economico e delle attività produttive Assessore Giordano, quanto piuttosto da chi quotidianamente si misura con i temi della caduta occupazionale e del mantenimento delle attività produttive. Mi riferisco in modo particolare all'Assessore Porchietto, la quale, esprimendo una preoccupazione (che noi condividiamo) in ordine alla fatica che il sistema delle pubbliche Istituzioni fa per tutelare le condizioni di lavoro dei lavoratori che vengono espulsi, sospesi temporaneamente o collocati in una situazione di insicurezza rispetto al loro destino professionale, dice con chiarezza che l'interesse è certo garantire gli ammortizzatori sociali, ma che in una condizione di civiltà e di qualità del benessere delle persone, si deve soprattutto cercare di garantire loro continuità e lavoro sicuro. Inoltre, l'Assessore Porchietto dice che per fare questo occorre, una volta per tutte, mettere a sistema il mondo dell'auto e definire le intenzioni e la possibilità di realizzare un distretto industriale dell'auto.
Cito testualmente: "È indispensabile che in Piemonte si chiarisca, una volta per tutte, le prospettive del futuro del distretto dell'auto e non ci si limiti a pensare agli ammortizzatori sociali quali questi fossero la panacea di tutti i mali".
una dichiarazione, ovviamente, condivisibile: noi siamo fortissimamente impegnati a richiedere che Governo, Regione e Amministrazioni confermino tutti gli ammortizzatori sociali, perché siamo di fronte ad una pesantissima crisi economica ma, nel contempo, riteniamo che l'uscita dalla crisi possa avvenire soltanto in una prospettiva di sviluppo. Peraltro, è persino quasi retorico e un po' ironico che dica io queste cose nei giorni in cui a Roma si dovrebbero discutere i provvedimenti per lo sviluppo.
Tornando a noi, tornando in Piemonte e alle intenzioni di questa Giunta, abbiamo letto ripetutamente delle dichiarazioni e, poi, abbiamo anche visto la firma di protocolli di intesa, in particolare, con il Ministro Gelmini, che tenderebbero ad attrarre sulla Regione Piemonte una serie di finanziamenti, sicuramente anche per altri settori, tra cui l'aerospaziale, ma certamente anche nei confronti del sistema del mondo dell'auto.
Abbiamo addirittura letto che il Presidente Cota si è rilanciato, dopo averlo già fatto all'inizio del proprio insediamento, nell'aspettativa di una possibilità di ricondurre a Torino il Salone dell'Auto, in quanto il Piemonte ha una realtà unica di design, ricerca e innovazione e il Piemonte fa un investimento in direzione del mantenimento del distretto dell'auto.
La questione puntuale con la quale potremmo aggiornare il dibattito su TNE è la seguente. Abbiamo di fronte una grande impresa automobilistica che non ha ancora chiarito le proprie prospettive industriali, anzi, che in modo particolare sta sottoponendo la società piemontese ad una fortissima condizione di stress. Ricordo soltanto che quest'anno, su 215 giorni di lavoro teorico, 176 sono stati di cassa integrazione, con una perdita salariale complessiva, per lavoratore, che dal 2009 ammonta a 12.000 euro inoltre, le produzioni sono crollate da 218.000 nel 2006 alle 50.000 nel 2011. Quindi l'interlocutore partner di Torino Nuova Economia S.p.A. al momento, per le proprie politiche industriali, non sta garantendo prospettive se non rinviando nel tempo, anche per le tipologie di modelli.
Viceversa, abbiamo - e concludo, Presidente - un impegno dell'Amministrazione regionale in ordine alla piattaforma sottoscritta con il Ministero. Sul tema della piattaforma è stato recentemente intrattenuto a cura dell'Assessore Giordano, un tavolo che ha raccolto intorno a s alcuni soggetti produttivi - la FIAT certamente, ma non soltanto la FIAT in direzione di nuove tipologie di investimento sull'auto. Tipologie che noi condividiamo nell'affermazione generica, perché si tratta di ragionare sul rapporto tra la produzione automobilistica e la mobilità sostenibile.
Ora, la domanda concreta però è: quale rapporto esiste tra quanto stiamo dicendo di TNE (dove pare che il soggetto pubblico non dia indirizzi in ordine a nuove produzioni e pare che il soggetto privato continui a rinviare nel tempo le proprie responsabilità), questo nuovo tema della piattaforma dell'auto, se volete del distretto dell'automotive, che invece a noi sembra abbia la sua naturale collocazione in una ripresa dell'indirizzo politico, e quel tema della mobilità sostenibile alla produzione di auto in direzione della sostenibilità ambientale - ci sembra convincente - di cui l'Assessore Giordano parlava? Ad oggi questa relazione non la cogliamo e ne siamo preoccupati.
Vogliamo delle rassicurazioni in quest'Aula ed è questa una delle motivazioni del Consiglio straordinario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato una richiesta di discussione e una mozione, o meglio una mozione che richiede la discussione, che finalmente è avvenuta, perch siamo evidentemente preoccupati del futuro di questa nostra importante società.
Ho solo ricostruito alcune delle dichiarazioni che nel corso degli anni i responsabili della società hanno concesso agli organi di stampa.
Purtroppo, queste dichiarazioni si scontrano con la realtà che, come sappiamo, ad oggi non vede insediamenti produttivi ad eccezione del Centro del Design e del progetto, certamente condivisibile, di fare "atterrare" in quell'area il Politecnico specializzato nell'attività di automotive.
Cito un'intervista del 2008 dell'Amministratore Delegato, che disse: "Questi terreni saranno destinati a ospitare in prevalenza attività manifatturiere. Ci sono già giunte sette manifestazioni di interesse tra cui quelle di aziende innovative che si occupano di laser, una società di Rivalta specializzata in veicoli elettrici..." eccetera.
A proposito del bilancio di TNE, approvato proprio in quei giorni (tra l'altro, il titolo è passato un po' sottotraccia, ma le società regionali hanno avuto nel 2010 un rosso di 13 milioni), sono passati due anni e, nel 2010, la metà di questo rosso è attribuibile a TNE. In verità l'Amministratore Delegato precisa che solo una piccola parte di quei circa sette milioni è attribuibile all'attività di esercizio dell'anno 2009 e che il più è relativo a svalutazioni che, avendo poi letto la relazione al bilancio 2009, non si capisce bene se attribuibili ad una caduta del valore immobiliare relativo alla costruzione del Centro del Design, oppure al combinato disposto della svalutazione dei terreni a fronte di perizie richieste al Tribunale.
In ogni modo, nel 2010, la Regione Piemonte ha dovuto ripianare un deficit di oltre sette milioni di euro, il che la dice lunga sulla difficoltà che TNE sta manifestando.
Se a questo aggiungiamo il fatto che, ad oggi, nonostante gli annunci più volte riportati dagli organi di stampa, non si registra, a meno che l'Assessore ci dica cose diverse, di cui naturalmente saremo ben lieti alcuna effettiva volontà, al di là delle manifestazioni di primo interesse ad insediare attività produttive in quell'area, è evidente che siamo preoccupati.
Se a questo aggiungiamo il fatto - come ha già ricordato la collega Artesio - che vi sono contenziosi in corso tra i soci, che speriamo possano esser risolti (e in particolare tra FIAT e gli altri soggetti pubblici); se aggiungiamo il fatto che ad oggi si è dato il via ad un percorso che insedierà attività commerciali e alberghiere con un dimensionamento inferire a quello originariamente prefigurato e che, in assenza di altre attività industriali oltre a quelle di studio e di progettazione certamente meritevoli e da sostenere (segnalo in modo particolare l'importanza del progetto presentato dall'Assessore Giordano per un polo dell'automotive) rischiano di non decollare, tutto questo ci pare oltremodo preoccupante e crediamo abbia bisogno di una valutazione politica. Vogliamo sapere dall'Assessore se le difficoltà che sono state evidenziate dall'assenza, ad oggi, di effettivi insediamenti produttivi siano dipese - e su questo la sua opinione, Assessore, è molto importante - da una condizione economica oltremodo difficile (non ha bisogno di illustrarcela), ovvero da altre difficoltà che magari possono essere intuite: dalla poca collaborazione per esempio, che il gruppo FIAT sta maturando e sta esercitando nei confronti di TNE di cui - non dimentichiamo - è socia. Come ultima questione, vorremmo capire a che punto è il percorso d'aggiudicazione della progettazione e dell'Accordo di Programma per il completamento del Centro del Design e la realizzazione della Cittadella politecnica della mobilità.
Avevo presentato un'interrogazione a risposta immediata, alla quale mi ha risposto il Vicepresidente Cavallera che, a fronte dell'accordo, assicurava che questo studio di fattibilità non attribuisce a chi lo ha presentato la titolarità della realizzazione del progetto, ma semplicemente costituisce il punto di base per una procedura di gara ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione, con il sistema della finanza di progetto, dell'appalto di progettazione, costruzione e gestione dell'opera.
Dopo alcuni mesi da questa interrogazione, saremmo interessati a capire se - essendo stata esclusa ogni automatica aggiudicazione - si è proceduto come annunciato dal Vicepresidente nel senso che prima ho ricordato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Spesso alla politica attiene una prerogativa, quella di sostenere pubblicamente e verbalmente esattamente il contrario di quel che si pensa: sostenere di volere ciò che in realtà non si vorrebbe. Penso che il caso di TNE - questa gigantesca partita - rientri in un'ipotesi, forse maliziosa di questo genere. Ritengo che nel termine Torino Nuova Economia di veritiero ci sia soltanto il nome della Città, perché purtroppo i progetti che sono stati analizzati e che sono in ballo sono sempre i soliti da decenni. Quando mancano idee innovative sull'utilizzo di una determinata area, si profila sempre in agguato l'ipotesi di realizzare un megacentro commerciale, buono per tutte le stagioni soprattutto se accompagnato da annesse speculazioni edilizie. È il caso di dire, insomma, niente di nuovo sotto il sole: non quello di Torino ma quello, più specificatamente, di Mirafiori.
All'epoca - come tutti noi ricordiamo - la vicenda legata a TNE e alle ex aree industriali da bonificare è iniziata sotto i migliori auspici oramai sono passati sei-sette anni: realizzare un polo di sviluppo a due passi dallo storico stabilimento FIAT (o a quel che ne rimane) - era questo l'obiettivo - sembrava un progetto lungimirante, all'avanguardia e al passo con le sfide del nuovo millennio. Quale migliore occasione per trasferirvi buona parte delle aziende dell'indotto? Indubbiamente si profilavano, in quest'ipotesi, vantaggi relativi ai minori costi di trasporto del materiale, migliore comunicazione...
Presidente, se fosse possibile avere un po' di silenzio mi farebbe piacere; se non è possibile continuo e alzo il tono della voce: qualcheduno mi ascolterà.



(Scampanellìo del Presidente)



BUQUICCHIO Andrea

Ci sarebbero stati ovviamente vantaggi dovuti a costi minori relativi al trasporto, alla comunicazione più diretta tra casa madre e imprese satellite. Il Politecnico avrebbe avuto la possibilità, lì, di formare i lavoratori del domani, insegnando loro i trucchi del mestiere; e via di seguito.
Autorevoli esponenti del sindacato torinese - lo cito virgolettato hanno più volte sottolineato: "Se gli Enti locali e la FIAT si fossero concentrati da subito nel convincere la componentistica a spostarsi dentro le mura della fabbrica, oggi anche Mirafiori sarebbe meno a rischio".
Questo, infatti, è un nodo cruciale. Invece, è andato tutto a carte e quarantotto, con bandi di evidenza pubblica che si sono susseguiti senza attirare il benché minimo investimento; gli Enti locali hanno fatto la propria parte, però mi permetto di dire che avrebbero potuto e dovuto fare molto di più. È così evidente, però, come sia mancata la spinta propulsiva.
Di chi? Della FIAT, che avrebbe dovuto essere sicuramente l'interlocutore privilegiato per dialogare con le imprese dell'indotto, sostenendo e agevolando il loro trasferimento.
Nulla di tutto ciò è accaduto, così l'intera area compresa tra corso Orbassano e corso Settembrini si è trasformata in un bel monumento al passato industriale. Di solito i monumenti, però, si fanno per ricordare qualcosa che è esistito e che non c'è più. L'unica novità da rimarcare questo sì - è la presenza del Politecnico, a riprova che in questa vicenda gli Enti locali qualcosa, anche se poco, hanno fatto.
I tentativi di trasferire nelle aree di Mirafiori nuove imprese si sono rivelati quindi, di fatto, fallimentari. Ciò però non dovrebbe stupire un attento osservatore delle dinamiche economiche piemontesi: è sufficiente analizzare le principali criticità evidenziate da tutti i poli di innovazione e tutti i parchi scientifici, del tutto simili a TNE, presenti da diversi anni sul territorio regionale. Il problema di questi enti è uno solo: quello di trovare aziende disposte a trasferirsi e, successivamente quello di convincerle a restare; problema doppio, in un periodo segnato da una grande crisi economica.
A Mirafiori c'erano prospettive migliori rispetto ad altre zone, ma evidentemente FIAT si è defilata e non si è posta come soggetto capofila di un progetto di rilancio. E allora ecco il piano B: inanellata questa lunga serie di insuccessi, si pensa al cosiddetto "usato sicuro", cioè un centro commerciale: idea per nulla innovativa, ma quantomeno utile a dare un senso a quell'area, a maggior ragione considerando la presenza di sedi distaccate del Politecnico con annesso flusso di studenti, nonché il consistente boom edilizio registrato nei pressi di Mirafiori al confine con il Comune di Beinasco; senza contare, poi, che i lavoratori della FIAT Mirafiori, anche se sono rimasti pochi - ma comunque sono sempre qualche migliaio avrebbero avuto a disposizione un'area commerciale a due passi dal posto di lavoro: un indubbio beneficio.
Ma ecco che interviene il ricorso al TAR. Senza fare pensieri politicamente scorretti, risulta molto difficile commentare questo ricorso al TAR intentato da FIAT contro la variante del Comune che consente la realizzazione della nuova area commerciale. Qualcuno pensa ad una strategia per non sostenere i costi di bonifica, ma non va dimenticato nemmeno che un nuovo polo commerciale, a pochi metri da via Nizza, sarebbe un pericoloso concorrente per il Megastore di Lingotto.
A questo punto, la giustizia faccia il suo corso. Questo è quello che chiediamo con questo ordine del giorno; e siamo contrari a qualsiasi ipotesi di patteggiamento prima dell'eventuale sentenza, tanto più che la casa automobilistica, in più di una circostanza, è uscita sconfitta - per fortuna - dalle aule dei Tribunali.
Ricordo che la suddivisione delle quote è di 40 alla Regione, 40 al Comune, 10 alla Provincia e 10 alla FIAT. Questa suddivisione lasciava intravedere una filosofia e una strategia tesa alla governance della fase di crisi; fase di crisi nella quale le incognite del modello industriale si identificavano con quelle produttive.
Allora la politica doveva - e secondo noi dovrebbe anche oggi assumersi la responsabilità del raccordo tra gli indirizzi attuativi delle due sfere della gestione pubblica e di quella privata.
Il primato della quota pubblica significava e significa questo concetto; invece sta andando tutto in modo molto diverso. Se gli annunci che in questi anni ci sono stati corrispondessero ai fatti, la FIAT, a maggior ragione, dovrebbe attuare, per quanto di competenza, quale componente privato dell'accordo di programma con Regione, Provincia e Comune di Torino, il piano di rilancio dell'area di pertinenza TNE, della cui società detiene, come abbiamo detto, solo il 10% e, di conseguenza provvedere agli obblighi di bonifica spettanti.
Questo è il punto. Pacta servanda sunt, sia da parte delle aziende globali sia da parte degli attori locali, e poiché il termine "pactum" ha la stessa radice del termine "pax", in questo caso si tratterebbe di rinnovata pax sociale per il nostro territorio, intorno alla centralità del lavoro.
Per questo motivo anche TNE deve fare autocritica, in particolare rispetto alla gestione dei tempi, anche con l'attenuante di un complesso periodo preparatorio e, rispetto agli scarsi risultati, in confronto alle risorse impiegate. Inoltre, TNE si è rilevato insufficiente come catalizzatore di attrazione all'investimento.
La nostra proposta, Assessore e colleghi, è che, poiché a fine 2011 scade il C.d.A. di TNE, occorrono alcune cose: primo, introdurre il vincolo di risultato per ogni componente del C.d.A. (vero, collega Laus? So che lei è sensibile a questo argomento); secondo, introdurre nuovi criteri per la selezione delle candidature basate su comprovate esperienze manageriali nel campo della ristrutturazione economica, non chiunque solo perché appoggiato da questo o da quell'altro partito; terzo, ridurre la scadenza di mandato da tre a due anni, considerata la rapidità di evoluzione degli scenari economico-occupazionali in atto.
Detto questo, concludo invitando il Presidente Cota a interloquire con la FIAT in modo autorevole e severo, senza stendere più tappeti rossi perché di tappeti rossi a questa benedetta azienda ne abbiamo stesi troppi e a chiedere che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Sono stati illustrati gli ordini del giorno n. 522, n. 240 e n. 519.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'auspicio che portiamo, anche se molto sommessamente, è che questa discussione possa servire a qualcosa, altrimenti rischia di essere una riproposizione delle considerazioni provenienti soprattutto da questa parte dei banchi del Consiglio, senza che ci sia la possibilità di andare ad incidere sul progetto su cui si concentra l'attenzione di questa mattina TNE, che possiamo definire la grande incompiuta, sapendo che, nel momento in cui ragioniamo su TNE, necessariamente andiamo anche a considerare il futuro della FIAT a Torino, in Piemonte e nel nostro Paese.
Se ripetiamo alcune considerazioni sollevate anche in interpellanze come ricordava il collega Lepri, da parte della maggioranza non comprendiamo esattamente quali siano le posizioni, anche perché in Consiglio comunale a Torino, nel mio precedente mandato, abbiamo, seppur dalla maggioranza, posto considerazioni critiche sugli sviluppi del progetto TNE, rispetto a possibili evoluzioni, cui si è già accennato, che sicuramente non ci vedevano favorevoli. In queste critiche ci siamo trovati, insieme all'opposizione in Consiglio comunale, concordi nel ricordare all'Amministrazione, in quel caso comunale, gli obiettivi e le finalità che inizialmente erano attribuite a TNE.
Non vediamo altrettanta considerazione, e altrettanto orientamento certo e critico, da parte dell'attuale maggioranza in Consiglio regionale.
Sarebbe anche interessante sapere cosa pensa questa maggioranza sul progetto TNE, al di là degli annunci della Giunta, magari anche con grande ottimismo rispetto alla piattaforma per l'automotive, che poi per attualmente, non vediamo avere ricadute concrete su questo territorio.
Se vogliamo ricordare cos'è avvenuto nel 2005, in quel caso gli Enti Comune, Provincia e Regione furono concordi nel portare avanti quella che possiamo definire un'operazione industriale che aveva un suo significato.
Certamente aveva, a suo corredo, un investimento non irrilevante, messo a disposizione dal pubblico. In questo senso crediamo che già a fronte di questo patrimonio, che la comunità ha messo a disposizione su questo progetto, occorre effettivamente capire come, rispetto alle considerazioni fatte in quel momento, adesso si debba procedere, anche per non far sì che alla fine, questi 60 milioni di euro fossero un investimento sprecato.
In quel momento, abbiamo ritenuto che fosse una scelta ambiziosa che avrebbe potuto riammodernare il tessuto produttivo e manifatturiero dell'auto, rendendolo competitivo con i maggiori costruttori mondiali. Sono ormai trascorsi sei anni da quel dicembre, che sembrava gettare nuovi pilastri per l'automobile a Torino, ma in realtà abbiamo una grande incompiuta, una chimera. Gli unici risultati concreti che vediamo in questo momento sono quelli del Politecnico, che ha deciso di investire sempre di più sulle aree, con l'insediamento della cosiddetta Cittadella della mobilità, che va sicuramente nella direzione pensata nel 2005.
Ora però ci chiediamo, per quanto riguarda questo tipo di investimento cosa possa succedere rispetto a tutti gli altri attori in campo e non vogliamo prendere in considerazione - e su questo abbiamo espresso considerazioni critiche anche in maggioranza in altri luoghi - l'idea che possano maturare altre mire su quelle aree, quali, ad esempio, quelle di realizzare una speculazione di carattere edilizio. Né pensiamo sia sostenibile l'idea che, per attrarre le aziende che in questi sei anni non si sono trasferite in quei capannoni, possa bastare l'ennesimo ed illusorio centro commerciale, così come hanno pensato alcuni amministratori.
In questo senso, purtroppo, quello che si potrebbe pensare è che TNE possa diventare un soggetto che per conto terzi realizza le migliori vendite di spazi per scopi appunto lontani da quelli originari. Gli Enti locali dovrebbero essere assolutamente fermi nel non portare avanti questo tipo di opzione, proprio perché vi sarebbe un progressivo snaturamento.
chiaro che, al momento, dobbiamo tenere conto della situazione di FIAT, altro soggetto di TNE di cui non si comprende bene quale sia l'orientamento rispetto a questo progetto. Sappiamo che, non su TNE, ma in generale per quanto riguarda le intenzioni di FIAT, abbiamo uno slittamento della produzione almeno al 2013. Non sappiamo esattamente di cosa stiamo parlando, ma alcuni sostengono che già in precedenza bisognava considerare il fatto che FIAT non fosse interessata ad un investimento di lungo termine sul territorio. Noi pensiamo che, in realtà, la sfida posta è stata giusta ma in questo momento bisognerebbe essere conseguenti, al di là dei proclami che man mano vengono fatti rispetto a progetti di cui non vediamo un effettivo impatto sul territorio.
Al momento, su TNE l'unica certezza è data dai bandi deserti per i lotti B e C, sui quali vorremmo appunto che ci si interrogasse.
Sappiamo - l'hanno già riferito i colleghi - del contenzioso tra FIAT e il Comune di Torino rispetto ad una variante, che ha visto, tra l'altro, la stessa Giunta regionale approvare, nella giornata del 3 ottobre 2011, la costituzione nel ricorso. A questo punto, vorremmo chiedere al Presidente Cota - e qui abbiamo l'Assessore Giordano - quale significato assume questa decisione nell'ambito del rinnovato dialogo con l'Amministratore Delegato di FIAT.
Non più tardi di ieri, abbiamo assistito a nuove esternazioni. Il Presidente Cota ha dichiarato che Torino nel mondo è sempre stata conosciuta come una città dove si producevano, si producono e si produrranno automobili. Questo non è esaustivo, ma è un'immagine che deve restare. Nel convegno che ricordo, era presente anche l'Amministratore Delegato Sergio Marchionne, oltre alla Presidente di Confindustria Anna Marcegaglia. Lo stesso Presidente Cota - lo riporto perché, anche se non è presente, almeno possiamo leggere le sue dichiarazioni - si è chiesto come possiamo valorizzare la vocazione produttiva di Torino.
Le imprese piemontesi sono il nostro fiore all'occhiello; ognuno deve fare la sua parte, gli industriali e la politica. Ma la politica che parte sta facendo? A questo proposito, il Governatore ha ricordato (e così viene riportato nella nota) le misure varate per incoraggiare chi viene in Piemonte a insediarsi, a creare dei posti di lavoro come anche l'intenzione di lavorare sul fronte dell'internazionalizzazione. Le nostre aziende quando puntano sulla qualità dei prodotti, vincono le sfide.
Parliamo però in questo momento, e continuiamo a parlare, di intenzioni, così come ha ammesso - tra l'altro, questo deve anche far ricredere alcuni politici sempre molto ottimisti - lo stesso Amministratore Delegato Marchionne, che sempre ieri ha detto che "Fabbrica Italia", più volte evocata da politici di destra, ma anche di sinistra, non era altro che una dichiarazione di intenti, a dimostrazione dell'impegno verso il Paese. Sfortunatamente, continua ad essere intenzionalmente mal compresa e mal interpretata. E poi vorrei ricordare che lo stesso Marchionne ha comunque confermato l'idea di salvaguardare il più possibile i posti di lavoro.
Credo che questo, da parte della FIAT, sia un po' poco rispetto all'ottimismo continuamente manifestato più volte in ambiti pubblici (non nel Consiglio regionale) da parte del Presidente.
Noi siamo convinti che tutto ciò che si può fare da parte della Regione, del Comune e della Provincia debba ancora essere messo in atto seppur nella crisi complessiva generale, che chiaramente non dimentichiamo.
Siamo convinti che la battaglia sul futuro della FIAT passi proprio dall'analisi anche impietosa del progetto TNE, di cui - ripeto - sostengo gli obiettivi iniziali, quindi l'orientamento iniziale, che però purtroppo bisogna rivedere alla luce di un mondo che, nel frattempo, è cambiato. Ci però non significa che, a questo punto, dobbiamo pensare a vocazioni diverse da quelle produttive e industriali pensate per quest'area. In questo senso, noi auspichiamo che il dibattito di questa mattina, sentendo anche la maggioranza di questo Consiglio, possa dare delle indicazioni a quella politica che finora è stata completamente assente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Confesso che ultimamente ho dei problemi miei a capire...



(Commenti del Consigliere Gariglio)



ANGELERI Antonello

No, ma sono problemi miei, caro collega Gariglio.
Le opposizioni vengono a sottoporci questioni sicuramente di rilevanza notevole per il futuro dell'economia della nostra regione, ma ce le pongono come se fossimo noi i responsabili di una situazione che vede la sua nascita nel novembre del 2005.
Allora, il Consiglio di Amministrazione attuale, che scade (mi pare) alla fine di dicembre, è un Consiglio di Amministrazione voluto da quella stessa maggioranza che, oggi, richiede, a un'altra maggioranza completamente diversa, un'attenzione che mi pare testimoniata dall'impegno del Presidente Cota e dell'Assessore Giordano proprio su un pericolo che corriamo.
La prima cosa che mi sento di dire, quindi, è che, ovviamente con il garbo che ha contraddistinto gli interventi che ci sono stati, vorrei riportare a una verità originale quella che è la storia di Torino Nuova Economia.
Mi spiace definirla nel modo in cui la definirò, anche perch l'aspetto, per esempio, che riguarda l'intervento del Politecnico è un aspetto importante da non sottovalutare e che può fare di Torino una realtà costruita sulla ricerca, però per il 2005, quindi un secolo fa, un'economia fa rispetto alle situazioni di oggi, possiamo definirla una "marchetta".
Allora questa marchetta, fatta in un'epoca in cui probabilmente c'era la possibilità di portare avanti determinati ragionamenti, oggi si scontra e deve confrontarsi con una situazione completamente cambiata a seguito degli avvenimenti del 2008 e degli avvenimenti dell'agosto scorso, che hanno un po' rivoluzionato gli equilibri economici a livello internazionale.
Dobbiamo partire proprio da questo e fare un ragionamento per riportare in luce innanzitutto la verità, che veda ovviamente le istituzioni (non sto parlando solo del Consiglio regionale, ma sto parlando, per esempio, del Comune di Torino, che è presente col 40%; sto parlando della Provincia di Torino, che è presente col 10%; sto parlando ovviamente anche di FIAT presente col 10% in TNE) fortemente unite per capire quali sono le prospettive di un'area che non è da sottovalutare, perché si sta parlando quasi di un milione di metri quadrati da rivedere, nel loro complesso.
Questa fase è molto delicata e ci preoccupa. Ci preoccupa - lo dico con molta chiarezza - non per la scadenza del Consiglio d'Amministrazione di TNE; sinceramente, se in TNE ci sono personaggi professionalmente validi come abbiamo voluto inserire, per esempio, all'interno di questa Giunta (faccio un preciso riferimento all'Assessore Monferino), sono convinto che da un punto di vista delle capacità e della gestione, non ci saranno problemi.
Il problema è capire cosa intende fare, in questo momento, la politica per non dimenticare e far dimenticare la città di Torino e il Piemonte, nel mercato dell'auto e della ricerca in questo settore.
La settimana scorsa ho avuto la fortuna di andare in Sudamerica. Ho trascorso una serata con chi ha realizzato il progetto di massima del nuovo stabilimento FIAT che sarà costruito a Belo Horizonte. Un progetto eccezionale, un progetto bellissimo: per loro! Per loro, vista l'ampiezza e vista l'economia di quel Paese in sviluppo rispetto al nostro, ma, guardato dal punto di vista di un italiano, è un progetto che, in prospettiva, deve preoccupare un rappresentante delle istituzioni.
Se a questo aggiungiamo l'intervento che l'Amministratore Delegato Marchionne, ha svolto ieri al convegno internazionale promosso dall'Unione Industriale, con dichiarazioni che esprimevano il suo interesse a salvaguardare gli investimenti sulla realtà italiana e, quindi l'occupazione, con un attacco alla FIOM, che mi sento di condividere perché probabilmente bisogna cambiare il modello di pensiero nel sistema di difesa dei laboratori (qualcuno non l'ha ancora capito e rischia di penalizzare tutta una procedura ed un'economia, che potrebbe indebolirsi a causa di quel ragionamento), ebbene, se aggiungiamo queste parole a quanto ho visto personalmente, ma anche - e questa è una conseguenza logica della crisi economica - ad una situazione di difficoltà che ha visto i bandi di TNE andare deserti tre volte di seguito, è evidente che bisogna fare insieme alle altre realtà istituzionali, un ragionamento molto schietto con la FIAT, per comprendere quali sono le ipotesi concrete di sviluppo di questa realtà.
Non voglio svolgere riflessioni su altre scadenze, come la scadenza del contratto dell'ingegner Marchionne a settembre dell'anno prossimo, perch se facessi un ragionamento anche rispetto a questo, devo dire che una preoccupazione in più dovrei manifestarla. Ma sono fiducioso e soprattutto, sono fiducioso dell'operato e delle scelte del Presidente Cota e dell'Assessore Giordano rispetto alla grande industria torinese.
Chiudo dicendo che, se vogliamo che Torino rimanga un riferimento prezioso rispetto agli sviluppi della nuova Cittadella Politecnica della mobilità, se vogliamo che Torino rimanga il cuore e la capitale dell'auto è evidente che qualche rassicurazione in più, rispetto ad oggi - parlo di rassicurazioni concrete - dobbiamo chiederla.
L'appello del Gruppo della Lega Nord - so che è già stato recepito con molta attenzione dall'Assessore Giordano e dal Presidente Cota, perch hanno messo al primo posto il problema dell'occupazione in questa regione è di guardare con estrema attenzione e vigilare affinché gli impegni presi a parole dall'ingegner Marchionne possano essere concretizzati, magari chiedendo all'ingegner Marchionne che tali impegni si concretizzino all'interno di un Consiglio d'Amministrazione di FIAT, che deliberi definitivamente qual è l'impegno su questa città.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Colleghi, per regolare i lavori, comunico che sono iscritti a parlare quattro Consiglieri; dopodiché seguiranno tre votazioni.
Alle ore 12.15 dovremo incontrare i precari della Regione.



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Li incontriamo un giorno sì e un giorno no!



PRESIDENTE

Colleghi, la mia era una mera comunicazione.
Vi informavo esclusivamente per cercare, nei limiti del possibile, di organizzare i lavori e riuscire a chiudere per quell'ora i quattro interventi e le tre votazioni.


Argomento: Varie

Chiarimenti della Presidenza del Consiglio in merito al ricevimento della delegazione dei lavoratori precari della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sinteticamente, sulle comunicazioni della Presidenza, che evidentemente è più che legittimata a decidere in quale misura colloquiare con chi chiede colloquio.
Faccio solo rilevare che, con questa, è la terza volta che li sentiamo: tre incontri creano un precedente e, poiché credo che di persone che vorrebbero essere sentite ce ne siano 3.333, non vorrei che passassimo il tempo, in quest'aula, tra inutili Consigli straordinari, legittimamente richiesti dalle opposizioni, ai sensi di Regolamento e Statuto, e ancor meno utili consultazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Mi associo completamente alle considerazioni del Consigliere Burzi.



PRESIDENTE

Bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, abbiamo ascoltato le sue comunicazioni. È vero che per il Consiglio regionale è un lusso ricevere tre volte gli stessi soggetti credo, però, che il Consiglio regionale e la maggioranza, soprattutto (sottolineo la maggioranza), non stiano facendo una bella figura, nella misura in cui, da settimane, non danno risposte al tema posto.
Qui viviamo una condizione un po' anacronistica: spesso riceviamo delegazioni di operai che pongono il problema occupazionale e ci sentiamo tutti un po' impotenti. Ritengo sia corretto, almeno sulle questioni in cui è il legislatore regionale, soprattutto la maggioranza, a dover intervenire, dire "sì" o dire "no", e assumersi le responsabilità politiche degli atti compiuti.
Noi saremo in Sala Viglione.
Grazie.



PRESIDENTE

Questa mattina, in apertura (chi era presente lo ricorderà) ho reso una comunicazione spiegando le ragioni per le quali la Presidenza ha ritenuto di incontrare, alle ore 12.15, i lavoratori precari.
La questione è la seguente: abbiamo già ricevuto una delegazione di questi lavoratori, i quali avevano chiesto di essere ricevuti martedì scorso, e la Presidenza aveva dato il proprio diniego all'incontro. Hanno poi, chiesto di essere incontrati venerdì, e la Presidenza ha dato ancora diniego all'incontro. Oggi hanno nuovamente chiesto di essere ricevuti e come ho avuto modo di ribadire più volte, ci sono anche motivi di ordine pubblico che mi hanno indotto ad accettare: questo Consiglio regionale deve concorrere anche al mantenimento dell'ordine pubblico all'interno di questo quartiere.
Siccome è presente una delegazione numerosissima e sta piovendo, e dal momento che, tutto sommato, mi sembra che la seduta straordinaria su TNE visti gli interventi prenotati, potrà terminare presumibilmente intorno alle ore 12 o 12.15, ho semplicemente ritenuto di incontrarli. Non vi è nulla di male nell'ascoltarli, per cui riceveremo una delegazione di pochi lavoratori, così come concordato. Peraltro, da me preliminarmente interpellata, anche la Giunta regionale ha offerto la propria disponibilità a riceverli. Credo di avere esaurito definitivamente tale questione.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

"TNE, stato di attuazione e collaborazione tra i soci" richiesta di sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale presentata dai Consiglieri Artesio, Buquicchio Ponso, Reschigna, Dell'Utri, Negro, Goffi, Stara, Lepri, Gariglio, Cerutti e Ronzani (atti d'indirizzo collegati n. 240, n. 519 e n. 522) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con il dibattito su "TNE, stato di attuazione e collaborazione tra i soci".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sono stato stimolato dall'intervento del collega Angeleri, che ha correttamente voluto riportare quella che, comunque, rappresenta una verità storica sul caso TNE.
Ricordo bene quali erano, all'epoca, le posizioni in Consiglio regionale: c'era una maggioranza molto spinta dalla Presidente Bresso su tutta la vicenda, a partire dalla creazione di TNE, il Campo Volo e via discorrendo. Ricordo altrettanto bene che l'opposizione, invece, era pervicacemente e fortemente contraria. Nonostante tutto, malgrado il nostro vituperato Regolamento (così veniva definito), alla fine, pur con un voto non positivo, diede il via libera. Non ricordo, poi, se ad un certo punto il resto dell'opposizione votò con netta contrarietà o con l'astensione rammento semplicemente che il mio voto fu decisamente contrario, perché non capivamo assolutamente qual fosse il piano industriale: ci sembrava un mero regalo di 70 milioni di euro, donato, di fatto, alla FIAT, proprio in un momento in cui la crisi cominciava a mordere, peraltro senza alcuna rassicurazione occupazionale in merito.
Quello che è avvenuto dopo, compreso lo stesso Consiglio straordinario legittimamente richiesto dai colleghi dell'opposizione, che hanno posto la questione su un problema che, in qualche modo, doveva trovare uno sbocco e una soluzione, ha portato, di fatto, ad un nulla di che.
All'epoca, se ben ricordo, il primo Presidente di TNE fu Pierfranco Risoli, che proveniva tra l'altro da Finpiemonte, dove aveva ricoperto per un periodo neanche tanto breve il ruolo di Presidente provvisorio.
In allora, il collega Angeleri, che mi ha preceduto, era in Consiglio comunale e credo che in quella veste abbia vissuto le stesse problematiche e abbia portato avanti le stesse argomentazioni che avevamo posto noi in Consiglio regionale. Poi, sinceramente, non conosco le vicende storiche o l'esito delle votazioni in Consiglio comunale di Torino.
Purtroppo siamo stati delle facili cassandre, perché quello che per noi era un progetto senza capo né coda, alla fine si è verificato tale.
incredibile che, per certi versi, venga quasi dimenticato questo frammento di ricostruzione storica, addebitando a questa maggioranza quello che è stato chiaramente un fallimento economico e, se mi è consentito, anche un fallimento politico.
TNE non stava in piedi: tutti ne erano perfettamente a conoscenza.
Eppure, all'epoca si era deciso di procedere ugualmente, perch evidentemente, esistevano dei patti che andavano rispettati e mantenuti.
Mi auguro che adesso nessuno si voglia arrogare il diritto anche solo di pensare di attribuire a questa nuova maggioranza e a questa nuova Giunta l'insuccesso dello stato attuale di TNE.
Ricordo alcune frasi che furono pronunciate nel corso del dibattito dal collega Burzi e dalla collega Ferrero: "Noi su questo posto ci faremo il campo di patate". Perché era chiaro ed evidente a tutti che i progetti su cui si fondava TNE erano assolutamente campati per aria e scritti su carta ma non sarebbero stati mai realizzati.
La dimostrazione è nei fatti che ha citato prima il collega Angeleri: bandi di gara andati completamente desolati. Questo va al di là delle capacità o meno dell'Assessore Giordano, perché anche gli Assessori che lo hanno preceduto sulla materia non hanno avuto più fortuna.
Non so quali possano essere le soluzioni. A tal riguardo, sono certo che l'Assessore potrà fornirci ulteriori spunti di riflessione, però credo che almeno queste precisazioni sulla verità storica, su come è nata TNE e su quali erano le posizioni in campo quando la stessa nacque - parliamo del novembre 2005, ma il dibattito iniziò subito dopo le elezioni regionali del 2005, con una lunga discussione che durò almeno sei mesi - fossero doverose. Noi l'avevamo detto.
Adesso, certo, le posizioni sono diverse ed è comunque nostra responsabilità governare e cercare di trovare una soluzione, perché questo è l'onore e l'onere che ci hanno attribuito i cittadini piemontesi. Ma vorrei che nessuno qui dentro, e soprattutto fuori, dimenticasse quali erano le posizioni di principio quando tutta la vicenda TNE partì.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Mi aspettavo, per una forma di alternanza, di ascoltare ancora qualche intervento dell'opposizione, anche perché mi sento un pochino disorientato rispetto ad una richiesta di seduta tematica straordinaria che, al di là di tutto, ha affrontato mille problematiche. Chiaramente, ci si auspica sempre che si arrivi ad una definizione di una posizione o, comunque, di una presa d'atto di un qualcosa. Ma questa vicenda è veramente singolare, tanto nella richiesta, quanto, soprattutto, nell'impegno che si chiede a questa Giunta a svolgere tempestive comunicazioni.
Per carità, noi governiamo - cioè il centrodestra governa - da un anno e mezzo, al di là di tutte le vicissitudini che si sono susseguite, per cui mi sento un vero e proprio Consigliere regionale forse solo dal 6 ottobre quando finalmente è stata posta la parola "fine" all'annosa vicenda.
Il pensare che comunque tempestivamente oggi si debba dare una risposta rispetto ad una vicenda che si trascina oramai dal 2005 e che già nella sua genesi aveva comunque delle carenze, sia progettuali che di capacità di intendere quale fosse il reale ruolo della Regione, anche nella costituzione di nuovi soggetti e di nuove newco, e dove potessero il pubblico e il privato collaborare.
Oggi ci troviamo di fronte ad una questione che complessivamente ha un valore di circa 90 milioni di euro, che ha reso alla Regione e alla collettività qualcosa pari a zero.
Mi conforta il fatto che i Consiglieri della scorsa legislatura e che fanno parte di questa maggioranza abbiano comunque tenuto una posizione ferma, stigmatizzando che comunque quello era un progetto fallimentare perché così è stato.
Come avevo preannunciato all'Ufficio di Presidenza, chiederei di poter depositare sostanzialmente due sintesi, perché, essendo una raccolta di documentazione piuttosto voluminosa, nel ripercorrerne la vicenda non vorrei dire qualcosa che fosse male interpretato o che comunque non fosse suffragato da documenti che da circa un anno stiamo raccogliendo, proprio perché è nella mia natura conoscere fino in fondo le problematiche e cercare anche di comprendere in quale contesto si muovono.
Quindi, nel momento in cui la Regione Piemonte - e vado per sommi capi quindi lascerò la parte della sintesi più ristretta e della sintesi più allargata anche con qualche copia di documenti raccolti che attestano quello che andrò a sostenere - nel 2005 si affretta e corre per costituire TNE - al di là di quello che potrebbe essere il tentativo di dare questa chance all'amico Risoli, con cui abbiamo condiviso il C.d.A. di Finpiemonte per poter esprimere al meglio le sue capacità di promotore di opportunità sul territorio - e fa questa legge con DGR 2/8/2005, dimostra l'appoggio all'operazione TNE, che ha come strategia utile a favorire la tenuta e la produttività dell'area torinese a beneficio della competitività dell'indotto piemontese.
In alcuni interventi di autorevoli Consiglieri dell'opposizione, mi è parso di comprendere che questi aspetti non li abbiano condivisi o perlomeno, li abbiano condivisi ma nel tempo se li siano dimenticati, e quindi pur partecipando a quella Giunta - perché la collega Artesio faceva parte di quella Giunta - non ha saputo dare un taglio di correzione o una vena di correzione a quella Giunta per far sì che questo principio venisse comunque perseguito.
Aggiungo una cosa. Se l'area di Mirafiori poteva essere un'area che poteva rispondere a questo principio, non riesco a comprendere perch quella Giunta decise anche di inserire la parte di Campo Volo e la parte della Mandria, che tutto sommato non le vedo così strategiche. Ma magari è un limite assolutamente personale.
Questa questione, che cuba 90 milioni di euro per la Regione, ha portato comunque dei danni, che sono stati dei danni anche di carattere economico, legati a quella finanza creativa che amava dipingere l'Assessore al bilancio della passata Giunta Bresso.
Finanza creativa, perché - e questo lo dicono i documenti - una Regione governata dal centrosinistra acquista un terreno e acquista un terreno senza accorgersi che quel contratto che sta sottoscrivendo non prevede l'IVA.
Solo per dare dei numeri a grandi linee, su un acquisto di 60 milioni di euro IVA esclusa, l'IVA faceva qualcosa come 12 milioni di euro.
Per questa cifra - se non fosse così, qualcuno può anche correggermi la Regione Piemonte fu obbligata ad accendere un mutuo, perché nelle casse i soldi non c'erano. Ma la cosa più singolare - sempre perché tutto ciò va in contrasto con quella che è la strategia di sviluppo e il pensiero della volontà espressa nei principi ispiratori della costituzione di questa newco è che questi terreni furono acquistati per essere ceduti dalla FIAT 16 mesi dopo. Si compra d'urgenza, però poi vengono ceduti 16 mesi dopo, mesi che al bilancio di TNE producono nel 2006 una perdita dichiarata di 407.784 euro, con un'ICI di oltre 306 mila euro che è solo ed esclusivamente di quelle aree.
Chiaramente non vi sto a tediare sul fatto che attorno a questo progetto si sono spesi una miriade di studi di fattibilità, più o meno utili; direi meno, visti i risultati dei tre bandi andati deserti. Sono stati spesi nel primo anno oltre 78 mila euro per gli studi, perché era importante averli. Nel secondo anno c'è stato un contenimento pari a 624 mila euro, mentre nel 2008 c'è stato un ulteriore contenimento della spesa che è balzata ad oltre due milioni e mezzo di spese di servizio. Tutto questo per produrre, perché dovevamo fare l'auto-motive. Ci mancherebbe che il privato non facesse il suo mestiere.
I tappeti rossi - mi riferisco all'affermazione del Consigliere Buquicchio - non li ha stesi questa Giunta, ma li ha stesi la Giunta Bresso, e direi che anche per colore è decisamente più attinente.
Però ci mancherebbe che quei tappeti rossi la FIAT in un momento di difficoltà non li avesse percorsi o, comunque, fatto sì che fossero a suo vantaggio. Fermo restando che non voglio negare che delle responsabilità per il ritardo della politica nell'ambito della bonifica ci possano essere ma con questi numeri è una piccola cosa rispetto all'incapacità di gestire e di portare un risultato.
Tra l'altro, visto che il mio tempo è quasi scaduto, lascerò questa documentazione, ma ci tengo a dire che tutto ciò è portato a definire che forse questa società ha percorso un compito che non le era proprio rispetto ai principi di costituzione, e neanche della Regione. Credo che alla fine si sia creato un paradosso, cioè abbiamo acquistato dei terreni ad un prezzo esorbitante e li stiamo tentando di svendere - pur consapevoli che nessuno li vuole - ad un costo decisamente inferiore, in una serie di atti che sono anche simpatici da leggere, ma purtroppo tristi per i numeri che hanno prodotto, che lascerò alla Presidenza del Consiglio a fini di consultazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Credo che sia inutile ricordare a lei e ai colleghi la grave crisi economica che attanaglia il nostro Paese e la nostra Regione, ma penso che sia importante considerare, proprio alla luce della crisi, quanto sia necessaria una certa flessibilità nel modificare progetti che, altrimenti sarebbero destinati al fallimento totale, fatto che, perdurando l'attuale situazione, sicuramente non possiamo permetterci.
Il mio riferimento è chiaramente alla vicenda del ricorso al TAR presentato dalla FIAT contro il Comune di Torino, avversando una decisione che, allo stato attuale dei fatti, reputo ineccepibile.
Secondo il Lingotto, la decisione di realizzare un centro commerciale nelle aree dimesse della FIAT a Mirafiori, aree gestite dal consorzio Torino Nuova Economia, potrebbe pregiudicare le attività industriali nel resto del comprensorio.
Il problema è che i bandi per l'assegnazione delle aree dimesse continuano ad essere sì proposti, ma le aziende attirate dai 34 mila metri quadri complessivi, dopo una prima manifestazione di interesse, si sfilano.
E così aree che, a fine 2005, erano state cedute agli Enti locali e che dovevano servire ad attirare nuove aziende e a ricollocare imprese della componentistica auto, continuano purtroppo ad essere inutilizzate.
Il Comune di Torino, insieme alla Regione Piemonte, alla Provincia di Torino e il socio fondatore della TNE, dopo che è stato realizzato il Centro del Design, ha accettato la proposta di project financing, destinato a raddoppiare il Centro del Design, ottenendo un campus universitario, dove il Politecnico trasferirebbe i corsi di design industriale e la Facoltà di Ingegneria dell'automobile, avviando una collaborazione con prestigiosi atenei statunitensi e canadesi. Il tutto in cambio della realizzazione di un centro polifunzionale con all'interno ampie porzioni di aree commerciali. Oltretutto, non reputo trascurabile il fatto che, oltre al discorso economico, si verrebbe a dare, sicuramente, un nuovo volto urbano alla zona.
Non sono sicuramente per una crescita incontrollata di insediamenti commerciali, di ipermercati e centri che, spesso, restano la classica "cattedrale nel deserto" - lo sappiamo - e che, inoltre, contribuiscono alla scomparsa dei negozi di vicinato, impoverendo, sicuramente, il tessuto sociale cittadino.
Nel caso specifico, si tratterebbe di un'operazione volta a non sprecare gli investimenti portati avanti fino ad oggi e troviamo perci pretestuosa l'iniziativa della FIAT. Infatti, è giusto ricordare che il costo complessivo dell'operazione Torino Nuova Economia è già di circa 85 milioni di euro, tra i 67 sborsati, nel 2005, da Regione, Provincia e Comune, per l'acquisto delle aree dismesse dello stabilimento di Mirafiori e altri 18, spesi per la ristrutturazione di parte dell'unico lotto che ha trovato impiego, quello tra corso Orbassano e corso Settembrini.
Il Lingotto nel suo ricorso al TAR si fa forte del fatto che questo polo commerciale attirerebbe migliaia di visitatori e clienti, rischiando di interferire con la produttività, in contrasto con l'Accordo di Programma del 2007, attraverso il quale veniva ribadita la vocazione industriale delle aree vendute. Da più parti si sottolinea che il vero problema che FIAT cela dietro il ricorso al TAR sarebbe costituito dai costi previsti per la bonifica dei 300 mila metri quadrati di Mirafiori e di quelli del Campo Volo di Collegno, tutti a carico di FIAT, che vorrebbe approfittare dell'occasione offertale dal nuovo Accordo di Programma per uscire da TNE senza grandi spese, tanto che le procedure di ricorso avanzate dal Lingotto sono proprio relative agli obblighi di bonifica dell'area interessata all'acquisizione.
Quindi, ritengo che la discussione odierna sia estremamente utile per comprendere le vere intenzioni della FIAT. Credo sia nostro dovere far presente al management del Lingotto tutte le considerazioni che qui ho sinteticamente esposto. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Come già evidenziato da altri colleghi precedentemente intervenuti, a volte, abbiamo noi stessi difficoltà a comprendere l'origine e le motivazioni di alcuni ordini del giorno - non tutti - che vengono presentati dall'opposizione, che determinano la possibilità di svolgere questi Consigli regionali tematici.
Potremmo chiudere rapidamente i nostri interventi dicendo: "Ve lo avevamo detto!", perché tutta una serie di perplessità, critiche e obiezioni che rileviamo negli ordini del giorno presentati dai Gruppi dell'opposizione sembrano quasi la fotocopia dei nostri interventi, delle critiche e delle perplessità che sollevammo alcuni anni fa quando fu costituita TNE.
Avevamo perplessità in ordine a quella che si riteneva la strada giusta circa la politica industriale realizzata dalla Regione, tra l'altro con un'invasione di campo da parte della Regione a favore del Gruppo FIAT, che ci lasciava all'epoca, come ora, dubbiosi. Soprattutto, non vi era alcun concreto obiettivo e non c'era alcuna garanzia in ordine a tutta una serie di ricadute industriali, occupazionali e imprenditoriali, a fronte dell'impegno economico che la Regione affrontava. Anche all'epoca avevamo perplessità che, davvero, a seguito dell'acquisto di quest'area, fosse attivata la linea della Grande Punto, in quanto, in un'economia di libero mercato, è difficile imporre ad un gruppo industriale la realizzazione di determinati prodotti; così è avvenuto.
Allo stesso modo, avevamo perplessità che l'acquisto di quest'area determinasse l'arrivo di nuovi insediamenti produttivi.
Mi ricordo che molte volte chiedemmo all'allora Presidente e all'allora Assessore competente di dirci se vi erano delle proposte concrete e delle volontà effettive di insediamento su quest'area. Ci risposero che c'erano moltissime manifestazioni di interesse.
Il problema è che queste manifestazioni di interesse, poi, non si sono concretizzate, se non, forse, in un solo caso, con il Centro del Design che è ben poca cosa rispetto all'operazione messa in atto, con finalità e obiettivi grandiosi da parte dell'Amministrazione regionale Bresso. Anche qui, è un po' singolare che alcune questioni vengano sollevate proprio da Gruppi che hanno sostenuto la Giunta Bresso, che, pertanto, conoscono i fatti e le azioni che determinarono la nascita di TNE e quella scelta di politica industriale.
Concludo dicendo che è altrettanto un po' imbarazzante leggere in uno degli ordini del giorno una neanche troppo velata critica e un attacco al Comune di Torino. Infatti, si evidenzia la volontà del Comune di Torino di rendere non più industriale e non più produttiva gran parte di quest'area ma commerciale, per la realizzazione di un megacentro commerciale. Di queste strutture ce ne sono già tante a Torino e in questa sede abbiamo anche legiferato per tentare di aiutare il commercio di vicinato.
Chiaramente, un ulteriore megacentro commerciale, oltre ad interferire con le finalità produttive industriali di quest'area, sicuramente indebolisce ulteriormente il tessuto del piccolo commercio torinese.
Anche qui siamo un po' imbarazzati di fronte a questo ordine del giorno: forse, era più opportuno presentare questo documento in Comune a Torino, chiedendo lumi e informazioni al Sindaco Fassino.
Detto ciò, non possiamo che ricordare le criticità che manifestammo allora circa la costituzione di questa società. È un'amara e magra consolazione dire che, comunque, avevamo visto giusto all'epoca.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Cercherò di svolgere delle considerazioni all'insegna dell'onestà intellettuale, come molte volte ci proponiamo di fare, senza sempre riuscirci. In questo frangente, mi propongo di essere onesto intellettualmente nelle parole che esprimerò, anche se - ahimè - cadono in una situazione di totale disattenzione da parte dell'Aula.
Rivendico l'operazione effettuata dalla Giunta regionale e dalla maggioranza di centrosinistra nella scorsa legislatura, che registrò la contrarietà di alcuni colleghi, come dimostra l'intervento del Consigliere Pedrale che mi ha preceduto.
Ero convinto che l'intervento andasse fatto; ero convinto che l'intervento fosse giustificato dall'istanza di non fare saltare completamente la produzione nello stabilimento di Mirafiori. Quindi, sono convinto che l'intervento degli Enti locali e della Regione abbia perseguito un interesse: il bene comune della collettività in quel determinato momento storico. Però, Presidente - lo dico in particolare all'Assessore - guardando ex post quanto è avvenuto, credo si debba avere anche l'onestà intellettuale di fare delle valutazioni. Con il senno di oggi, credo che l'operazione che noi abbiamo realizzato non si possa definire di successo.
L'operazione messa in atto non ha portato i risultati sperati, non ha avuto successo, per una serie di motivi. Non ha avuto successo perché la produzione della Grande Punto, cui avevamo vincolato l'intervento, è stata una produzione che, se non erro, si è tenuta in quello stabilimento per sei mesi circa. Dopodiché, non c'è più stata. Si poteva in qualche modo dire che l'avevamo detto, la preoccupazione c'era, devo dire che ciò non è avvenuto e su questo gli Enti locali a non sono stati così attenti.
Non c'è stata la ricollocazione dell'azienda, che era stata annunciata ma non è avvenuta. Si è ricollocato solo il Politecnico con un'operazione che grava sul bilancio della società e quindi direttamente degli Enti locali. Da ultimo, assistiamo ad un'operazione che vede una conflittualità tra FIAT e la compagine degli azionisti di TNE. Quindi, si può dire che non è un'operazione che ad oggi - ad oggi! - ha raggiunto i risultati per cui era stata fatta.
Da ultimo, noi ci troviamo qui a discutere in un Consiglio sulla vicenda TNE, che parte da alcuni ordini del giorno che sono stati presentati. Tuttavia, penso che si debba, anche in questo caso, avere l'onestà intellettuale di guardare al destino di un'area, una parte dall'area A dei terreni Mirafiori di TNE. A seguito della variante urbanistica avvenuta nella primavera-estate di quest'anno e a seguito del nuovo Accordo di Programma, prevede sostanzialmente un tentativo di risanare o di alleviare i disastrati bilanci di TNE. Come? Attraverso un intervento, dove sostanzialmente dei promotori (se vincessero la gara, i promotori, altre imprese se vincessero loro la gara nel meccanismo di project financing) si impegnano a raddoppiare il Centro del Design a fronte di una costruzione di terreni ASPI per 38 mila metri quadri.
Allora, consideriamo che l'Accordo di Programma del 12 luglio 2007 prevedeva su quell'area una Superficie Lorda di Pavimento a destinazione ASPI di 22 mila metri quadri, di cui il 50% destinato a commerciale, il che vuol dire che su 22 mila metri quadri di ASPI, 11 mila erano destinati al commerciale.
Oggi, con la Variante urbanistica, con la quale il programma è modificato (il Comune di Torino e la Regione Piemonte sono d'accordo) si crea una superficie di 38 mila metri quadri di ASPI, di cui 38 mila commerciali. Cioè, non è stato più posto alcun limite alla parte commerciale nell'ambito della superficie ASPI.
Il che vuol dire che in qualche modo stiamo anche dando un'indicazione non propriamente veritiera quando diciamo che la superficie commerciale che si realizza sulle aree TNE, è una superficie al servizio del Centro del Design e degli studenti che frequenteranno il centro, situato in una zona non propriamente tra le migliori, le più belle e le più accessibili della città di Torino.
Dire che 38 mila metri quadri di commerciale servono per la bella vita degli studenti che frequenteranno il Centro del Design, significa presupporre che gli studenti che andranno ad occupare il Centro del Design abbiano una potenzialità di reddito e di spesa pari ai figli degli sceicchi degli Emirati Arabi! Non so se vi rendete conto cosa significano 38 mila metri quadri di area commerciale rispetto alla popolazione universitaria che graverà su quell'area.
Quindi, alla fine, anziché condurre un'operazione per perseguire il bene comune, ma che sicuramente aveva dei presupposti, ci troviamo a realizzare un ennesimo centro commerciale, che sicuramente va a beneficiare TNE, perché nel progetto dei promotori c'è anche una corresponsione di 12 milioni di euro alla società per la costruzione del Centro del Design.
Sostanzialmente, creiamo l'ennesimo ipermercato nella città di Torino.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega, ma c'è un nuovo "gruppo verticale" proprio al centro, una nuova formazione.



GARIGLIO Davide

Come sa, Presidente, il centro attrae.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Prego, collega Gariglio.



GARIGLIO Davide

Sostanzialmente, ritenevo, Presidente, che dopo gli annunci fatti da tutte le maggioranze di bloccare gli ipermercati, sia dalla Giunta Bresso che dalla Giunta Cota, nonostante una politica di intervento e di modifica delle norme sulla grande distribuzione fatta a suo tempo (nel 2006, se non erro) dalla maggioranza passata, nonostante le declamate volontà di questa nuova maggioranza che ci governa in Regione, solo nella zona sud di Torino abbiamo i seguenti centri di grande distribuzione: TNE, 38 mila metri quadri; Torino sud corso Maroncelli angolo corso Unità d'Italia, la ricostruzione del Palazzo del Lavoro; Torino Ipermercato di piazza Bengasi Torino, centro commerciale Esselunga in via Sestriere, al confine tra Moncalieri, Nichelino e Torino. Più tutto il centro già realizzato con l'Otto Gallery al Lingotto.
Quindi, mi chiedo, al di là di ogni polemica di parte, che non mi pare questa la sede per farla, se davvero dobbiamo rassegnarci a questo declino di TNE, a questo modo di procedere di una società che noi controlliamo.
Lo dico all'Assessore consuntivamente: non imputo nessuna responsabilità ad alcuno, i fatti sono andati così.
Penso che la gestione sia stata ex post fallimentare, al di là delle volontà dei singoli, al di là delle responsabilità dei Sindaci. Do atto a tutti di essere partiti con buonafede, ma penso che non si possa proseguire in questo modo. Soprattutto credo anche che, se dobbiamo fare una politica per gli insediamenti universitari, dobbiamo tenere conto che questa città ha due Università, che questa Regione ha tre o quattro Università e che dovremmo porci un problema di coerenza tra quello che facciamo per gli uni e quello che facciamo per gli altri.
Quindi penso che interventi che vanno in modo unidirezionale solo su un ateneo non sono un bel modo di pianificare l'edilizia universitaria in questa regione.
Chiederei, infine, all'Assessore, visto che è stato attento in tutto il corso del dibattito, se può darci indicazioni ulteriori circa i problemi connessi agli oneri di modifica sulle aree TNE e il contenzioso che si è sviluppato su questo tema.
Infine, prendo atto positivamente che l'Assessore Cavallera, in risposta ad un'interpellanza presentata dal collega Lepri e da altri Consiglieri, ha già chiarito che il meccanismo di assegnazione dei lavori essendo all'interno della norma di legge sulla finanza di progetto, avverrà attraverso procedura concorsuale, ma quello su cui, concludendo il mio intervento, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi è proprio il destino di TNE.
Siamo azionisti di questa società, l'abbiamo creata. Potremmo dire che alcuni ci hanno creduto e altri no. Credo che noi abbiamo un dovere nella nostra funzione di shareholder, ma anche di stakeholder rispetto a questa società, ossia di dare delle indicazioni, perché quello che mi pare certo è che questo modo di procedere non è funzionale agli intendimenti con cui abbiamo avviato un'operazione controversa, ma che ha avuto perlomeno il merito di evitare che, brutalmente, un impianto produttivo chiudesse i battenti in una situazione già pre-fallimentare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nella scena finale di uno dei film più belli che abbiano mai fatto Blad Runner - il replicante, prima di morire, dice delle cose molto poetiche: fondamentalmente sostiene di avere avuto occasione nella sua vita, pur di replicante, di "aver visto cose che gli occhi umani non hanno mai avuto occasione di vedere".
Mutatis mutandis, in qualità di Consigliere oggi sento cose che non avrei mai pensato di sentire. Allora cerco di rimetterle in ordine; perch vedete - mia madre, che ha 91 anni, segue le nostre sessioni: sono convinto - temo - che non abbia capito granché di quello che sta succedendo. Cerco allora, basandomi sulla fiducia che per il legame sanguigno prova mia madre per me, di spiegarle cosa sta succedendo in questa sessione. Sta succedendo che un dibattito interno al centrosinistra mica niente di grave; nessuno voglia vedere una critica in questo, perch trovo persino utile, in senso maieutico, che ci siano tensioni all'interno del Partito Democratico o del centrosinistra: ne abbiamo anche noi - viene catapultato qui.
La cosa originale, infatti, è che questa è una delle peggiori iniziative pubbliche che il centrosinistra piemontese ha fatto negli ultimi dieci anni, con due registi molto chiaramente identificabili, più un Direttore regionale. I registi sono il mai sufficientemente sullodato Sindaco Chiamparino, che ne è stato il primo motore, e la Presidente Bresso che, siccome temeva che il Sindaco andasse troppo avanti ad inventarsi questa "splendida iniziativa imprenditoriale" a favore degli azionisti della FIAT (non dell'azienda), si è subito messa in fila chiedendosi: "Ma io chi sono? Anch'io mi voglio confrontare con questa partita".
Hanno trovato un eccellente ideologo e regista, l'altrettanto mai sufficientemente sullodato Assessore Bairati, il quale - come ha detto correttamente il mio Capogruppo - ha ricevuto un sacco di manifestazioni di interesse sull'iniziativa; devono essere pervenute dagli stessi che gli hanno promesso che l'avrebbero votato: uguale intensità di intenzione e stessi risultati...



(Risate in aula)



BURZI Angelo

Oggi noi, perché abbiamo, nonostante tutto, un minimo di stile, invece di dire che almeno su questa "vaccata" siamo estranei - perché, oltre che "vaccata", non saprei come definirla: o meglio, potrei ma sono sicuro Presidente, che lei mi richiamerebbe; con il termine "vaccata" mi sembra di rimanere ancora nell'ambito dell'assoluta legittimità - ci sentiamo di sprecare del tempo su un inutilissimo Consiglio straordinario: inutilissimo, perché attiene ad un dibattito nel Partito Democratico.
La sintesi, quindi, qual è? Che si sono sprecati un po' più di 70 milioni di euro di denaro pubblico. La Presidente Bresso mi aveva inizialmente perfino convinto, prima di diventare Presidente, quando diceva una cosa nella quale penso credesse (ancorché poi non l'abbia praticata): l'Amministratore pubblico non deve comprare patrimonio - terreni, cose edifici - se non sa come utilizzare. E criticava alcune iniziative svolte precedentemente dal centrodestra, tramite le quali alcune acquisizioni vennero fatte - nel caso specifico si riferiva alla Tenuta dei Laghi del Parco della Mandria - senza che la destinazione del bene fosse definita; e quindi il bene è rimasto lì, semplicemente a costo: che è esattamente quel che sta capitando ai terreni comprati dagli azionisti della FIAT nell'ambito di TNE.
Voglia poi l'Assessore andarsi a rivedere, per cultura personale, il dibattito molto ampio che si svolse nelle varie Aule intorno a questo argomento; voglia vedere l'Assessore quali fossero gli impegni apparenti e quali le forme; alcune sono state citate: la Grande Punto, il ruolo della FIOM e della CGIL a fiancheggiare quest'iniziativa, la grande moral suasion che gli interlocutori pubblici avrebbero svolto nei confronti della FIAT non soltanto affinché permanesse a Torino, ma sviluppasse ulteriormente i suoi risultati.
Ora, se il cambio che abbiamo ottenuto - e non vorrei che qualcuno si risentisse, perché magari ci sono delle cose che io non vedo, visto che fortunatamente non faccio più l'Assessore da dieci anni - è l'ingegner Monferino, mi congratulo, perché è un eccellente personaggio; mi sembra poco, però, rispetto ad un investimento di 70 milioni di euro di denaro pubblico che - aggiungo - sono anche addirittura convinto che pure come valore unitario, oltre che come destinazione, qualcuno avrebbe potuto criticare se gli attori principali di questa tragedia (non commedia) non fossero stati il Comune, la Regione (allora governata dal centrosinistra) e la FIAT; ho l'impressione infatti che anche sui valori unitari alcuni avrebbero probabilmente delle cose da dire in senso critico. Questo è il primo punto.
Il secondo punto è questo. Visto che in giro non c'è alcuna fatina azzurra che ci porterà nuove entrate - se questa fatina azzurra c'è, di sicuro non frequenta l'Italia né in sede di Governo nazionale né tanto meno in sede di governi regionali - voglia considerare l'Assessore, che tra l'altro, come tutti i colleghi Assessori, si sta occupando anche di bilancio (ce ne occuperemo anche noi come Consiglio) e che di questo è ben conscio - forse non tutti i suoi colleghi lo sono e neanche tutti i Consiglieri - che qui non c'è il problema di vedere da dove arrivino nuove entrate. Non ce ne sono e non ce ne saranno; non c'è neanche l'opportunità di fare nuovi debiti, perché a ciò ha già pensato l'altrettanto sullodato Assessore Peveraro: non se ne possono fare più, neanche volendo. Si tratta di dismettere, tagliare, fare efficienza facendolo con intelligenza e cogliendo l'opportunità storica che questo momento difficile ci pone oppure continuare a girare intorno ad una pianta sperando che, ad un certo punto, arrivi la fatina azzurra di disneyana memoria e ci porti dei regali che temo non arriveranno.
Da ultimo, inviterei i Capigruppo di codesta maggioranza - altra cosa che fortunatamente non mi compete più - a contare quanti Consigli straordinari abbiamo fatto. Siccome "straordinario" ha in italiano appunto, un significato molto specifico - nel senso che è "fuori dall'ordinario" - quando lo straordinario diventa ordinario...
In azienda - vero, Consigliere Laus? - quando si pagano troppi straordinari vuol dire che è ora di assumere, perché unitariamente lo straordinario costa di più. Bèh, se qui facciamo solo Consigli straordinari, c'è qualcosa che non va; ed è talmente palese, nella giornata di oggi, che c'è qualcosa che non va, cui credo sia ora di provvedere.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Sarò assolutamente veloce, anche perché mi è stato ricordato che c'è un incontro con la delegazione dei precari. Mi ha già preceduto il collega Burzi ed è sempre difficile intervenire dopo di lui: anche e proprio per questo sarò velocissimo.
Si tratta di una vicenda tutta interna alla sinistra, sia quand'è iniziata sia attualmente; dico attualmente, perché non sfuggiranno a nessuno le diatribe - usiamo questo termine - in corso nel Partito Democratico al Comune di Torino con la Regione (quelle del PD regionale con il PD di Torino e quelle tra Chiamparino e Fassino); ed era iniziato tutto sotto la sinistra: con la Presidente Bresso alla Regione Piemonte, con il Sindaco Chiamparino al Comune di Torino che era, fino ad una settimana fa considerato Dio in terra.
Se leggete i giornali - e voi li leggete - notate che fino ad una quindicina di giorni fa l'ex Sindaco era Dio in terra, ma adesso cominciano ad arrivare un po' di bordate: non so da dove partano - o meglio, immagino da dove - ma incominciano ad esserci delle critiche non più tanto velate sull'operato di Chiamparino. Stranamente, arrivano dal suo successore: non mi risulta che ultimamente si parlino più tanto, ma queste sono questioni loro e tutte interne al loro partito. In ogni caso i protagonisti erano Chiamparino, Bresso e Saitta.
Ricordo solamente ai signori Bresso, Buquicchio, Lepri, Angela Motta Muliere, Placido, Reschigna e Ronzani - perché qui ogni tanto bisogna ricordare le cose - che sono loro ad aver votato sì a questa deliberazione non l'ha votata il Consigliere Gariglio, ma immagino solamente perché era Presidente del Consiglio al posto dell'attuale, collega Cattaneo; ci sono invece altre persone - i colleghi Allasia, Boniperti, Casoni, Cavallera Ferrero, Ghigo, Leo, Manolino, Monteggia, Pichetto, Rossi e Vignale - che hanno votato contro.
una vicenda tutta interna al centrosinistra, purtroppo svoltasi come al solito - di nuovo sulla pelle dei piemontesi; i 70 milioni di euro naturalmente non li avete tirati fuori voi - e vorrei ben vedere! - ma li avete fatti tirare fuori ai piemontesi. Adesso ci dobbiamo sorbire questo Consiglio straordinario, uno dei tanti Consigli straordinari che si configurano come ostruzionismo; o almeno io chiamo così questa pratica: questo è un modo velato e subdolo di fare ostruzionismo.
Dato che ho promesso che avrei detto poco e che avrei usato poco tempo annuncio quindi che il Gruppo della Lega Nord e quello del Popolo della Libertà non parteciperanno al voto. Non andate poi a dire, dunque, che è caduto il numero legale per colpa del fatto che non ci siamo: ci siamo e potremmo perfettamente bocciare questi ordini del giorno. Invece non partecipiamo al voto, perché dovete capire che non si può proseguire su questa strada, convocando Consigli straordinari su argomenti come questo che, come tutti sanno, riguarda una bega interna vostra. Quello che fa il Consiglio è una cosa. Sappiamo benissimo che la Giunta sta già lavorando com'è nostra abitudine, senza il bisogno dei vostri ordini del giorno per cercare di risolvere i problemi.
Con questo termine il mio intervento.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dall'intervento del mio Capogruppo per dire che anch'io ho faticato a capire la ragione di questa iniziativa politica dei colleghi di centrosinistra. In ogni caso, che la capisca o meno, spetta all'Esecutivo, attraverso il mio intervento, portare informazioni e il nostro punto di vista sul tema.
Se non fossi un addetto ai lavori e arrivassi oggi in Aula per la prima volta senza sapere nulla di TNE, ascoltando gli interventi dei colleghi del centrosinistra sembrerebbe quasi che il pasticcio lo abbiamo combinato noi: noi di questo Esecutivo, noi di questo schieramento politico. Se tra il pubblico c'è qualcuno che non conosce la vicenda, sappia che non è così.
Anche questo piglio di stimolo rivolto a noi per spronarci a governare una vicenda che è un'eredità pesante, lo dico con rispetto, avrebbe dovuto essere un piglio diverso, quasi consolatorio della difficoltà che oggi dobbiamo sostenere per senso di responsabilità e per gestire una vicenda che non è figlia nostra, ma è figlia vostra.
Sappiamo tutti che la ragione di questo intervento del pubblico è assistenzialista. La FIAT era in difficoltà, aveva bisogno di liquidità e gli Enti pubblici torinesi con la Regione decisero di intervenire facendo un mestiere che non è il loro: quello degli immobiliaristi.
Solitamente gli Enti pubblici intervengono anche sulla base delle ultime legislazioni sulla riqualificazione urbana. La nostra legislazione ha previsto, come strumento, le STU (Società di Trasformazione Urbana) quando l'intervento del pubblico ha lo scopo di superare la parcellizzazione dei territori, magari perché ci sono cento proprietari per cercare di dare alla riqualificazione urbana una regia comune. Ma qui il proprietario era uno solo! Con la pianificazione urbanistica l'Ente locale governa la riqualificazione urbana e l'intervento diretto, se non ci fosse stata la ragione di assistere la FIAT, non ci sarebbe stato. Oggi per di più, il mondo è cambiato.
Noi siamo per il manifatturiero (do per scontata la nostra filosofia di fondo, che è diretta - l'abbiamo spiegato più volte - alla difesa dell'industria di questo territorio). TNE non aveva solo l'obiettivo di insediare qualche azienda, ma aveva un obiettivo (peraltro, ringrazio la collega Artesio per avermi rinfrescato la memoria su un punto specifico) ben più ampio: creare un polo nel quale fare interagire le imprese, le attività formative, i laboratori di ricerca pubblici e privati, incubatori di imprese, centri di servizio, garantendo l'equilibrio finanziario al progetto complessivo.
Sarebbe bello che il mercato ci permettesse di fare questo. Non basta comprare porzioni di territorio e dire che si vogliano fare grandi centri di ricerca. Fosse così semplice, i problemi del mondo e delle città si risolverebbero unicamente con la pianificazione urbanistica. In realtà dipende dal mercato. Tu puoi prevedere tutto quello che vuoi e puoi stimolare tutto quello che vuoi, ma se poi non c'è una convenienza ad intervenire, nessuno arriva.
Oggi, per di più, ci troviamo con il mondo cambiato e con la crisi economica internazionale, quindi per noi la responsabilità e le difficoltà sono ancora più grandi.
Ovviamente ci siamo assunti l'impegno, per senso di responsabilità, di fare tutto il possibile, pur non condividendo le basi di impostazione e pur non condividendo la filosofia di fondo, a cercare di governare un problema che è nell'interesse della città di Torino, ma lo faremo senza accettare le logiche del pozzo senza fondo e senza accettare le logiche "sudiste" e assistenzialiste, che già si sono espresse in modo adeguato.
Vi ricordo solo un dato. Sono andato - Capogruppo Carossa, prima ne parlavo con lei - all'inaugurazione e a visitare il Centro del Design primo lotto partito in una delle tre porzioni di Mirafiori. È molto bello! Lì, il Politecnico ha trasferito alcune attività e ci sono corsi universitari. Quell'intervento costa più di venti milioni e oggi TNE dice: "Sì, però il Politecnico ci paga solo 500 mila euro di affitto; tu Regione, per favore, intervieni con i fondi strutturali europei, con dieci milioni di euro, per garantirci l'equilibrio economico-finanziario".
Se questa è la logica degli interventi, non la possiamo accettare.
L'intervento pubblico che sostiene l'attrazione di funzioni di qualità pu essere l'eccezione, ma non può essere la regola, perché non ci sono più questi fiumi di fondi pubblici. Fossimo tutti tanto ricchi insedieremmo Università, fosse anche possibile farlo solo con gli assegni.
Sia chiaro, quindi, che questo intervento deve essere l'eccezione e non la regola. Sia chiaro che faremo di tutto per senso di responsabilità per favorire l'attrazione di funzioni urbane di qualità, ma sia chiaro che devono essere funzioni urbane di qualità che si regolano sulla base di logiche di mercato, non su fiumi di denaro pubblico che vanno a sostenere logiche assistenzialiste che non sono le nostre.
Per questo motivo, non si confonda il nostro senso di responsabilità per condivisione di logiche che sono lontane dalla nostra impostazione politica e dal nostro sentire l'impostazione di lavoro.
Ci sono poi tante altre questioni che potrebbero essere messe in evidenza, ma credo che ai colleghi di opposizione bastasse sentire questo che è dichiarato, da parte nostra.
Ho sentito poi alcuni interventi che criticavano la possibilità che in quell'area si insedino un supermercato o dei servizi commerciali. Lo dico con rispetto (oltretutto ne ho già parlato con alcuni colleghi, quindi si deve dare un taglio non arrogante ma rispettoso a quanto sto per dire): sono andato a fare un sopralluogo per cercare di rendermi conto della situazione, perché quando si va in loco si guarda e si capisce meglio. Ho visto questo Centro del Design, frequentato da 1.200 studenti. Ad eccezione del piccolo bar interno, non c'è un locale dove uno studente possa prendere un panino. Non è che gli studenti, per andare a mangiare in un ristorante devono prendere un elicottero! Che ci siano servizi da quelle parti è solo positivo. Se si vogliono insediare funzioni universitarie e funzioni di ricerca, avere del commerciale è solo utile, perché altrimenti si capisce subito che la logica è quella della cattedrale nel deserto. Peraltro, figlia di quale ideologia? Le funzioni urbane, quando vengono insediate, devono avere anche una logica di coerenza di impostazione e di mix urbano. Anche se voglio portare degli incubatori che "spin-offano" aziende che si possono insediare lì, chi ci lavora dovrà avere la possibilità di andare a mangiare una pizza, un panino e bere una Coca Cola! Questo non può essere visto come approccio speculativo. L'approccio speculativo non c'è in questa fase, o almeno non l'ho visto. Ho avuto la fortuna, facendo il Sindaco della mia città, di occuparmi di riqualificazioni urbane, ma di interventi così sgangherati, sinceramente ne ho visti pochi.
Se FIAT avesse un po' più di generosità, magari le cose non andrebbero male. Vai a comprargli le aree - come enti, perché noi non c'eravamo e non condividiamo l'impostazione - gli dai 70 milioni di euro e poi si mettono a fare le cause per quantificare la bonifica che deve essere fatta! Non lo so! Impugnano il provvedimento urbanistico che agevola l'insediamento di funzioni urbane che rendono appetibile quell'intervento che altrimenti non sarebbe tale! Vivaddio, sei socio di TNE, ti abbiamo tolto le castagne dal fuoco, probabilmente ti abbiamo salvato la pelle e come ci ripaghi? Facendoci ricorsi! Non sono d'accordo su questa impostazione, con rispetto, lealtà e sincerità: lo andremo a dire, lo abbiamo già detto e continueremo a dirlo.
Rispondo ai colleghi che mi sollecitavano. La bonifica sta in capo a FIAT. Si può dire: "Allora perché c'è il contenzioso?". C'è il contenzioso perché il quantum della bonifica non è stato definito con precisione quindi se tu vuoi fare una bonifica per insediare un'impresa che fa bulloni, devi spendere dieci, se devi insediare un asilo spendi 50. Ho fatto due esempi banali, ma che fanno capire ai colleghi che non hanno potuto studiare il dossier di che cosa si parla.
Ora cercheremo di convincere FIAT ad abbandonare il contenzioso, anche sulla base di un'impostazione di ricordo di quel che c'è stato rinfrescando la memoria e cercando di portare ovviamente gli elementi che riteniamo essere a nostro favore.
Gli amministratori di TNE non devono essere condizionati da questi ricordi, ma devono cercare di continuare nell'iniziativa di attrarre funzioni urbane di qualità, contando sull'intervento nostro non come un intervento di sostegno del tipo "paga Pantalone", quindi non come una condivisione di logiche assistenzialiste, ma come un intervento che è un'eccezione per cercare di dare una mano. E un conto è dare una mano, un conto è essere facilitatori, un altro conto è essere considerati dei fessi sempre pronti a fare banco quando le cose non funzionano.
Presidente, ovviamente mi riservo di intervenire ad ogni replica se ho mancato di fornire quegli elementi che si volevano conoscere.



PRESIDENTE

Adesso, come procedura, ci sarebbe la possibilità delle tre repliche prima della votazione, però ricordo che dobbiamo rispettare il programma di cui ho già detto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sono abituata a interloquire con gli interventi che vengono fatti in una discussione anche duramente e non ero mai stata abituata a sentir dire che un dibattito in Consiglio regionale era inutile o fosse inutile. Molto probabilmente non è l'oggetto sul quale viene accentuata la qualifica di inutilità, ma forse il Consigliere che ha voluto stigmatizzare questo dibattito come inutile si riferiva alla qualità degli interventi dei Consiglieri regionali e quindi assumo che abbiamo tra noi chi ritiene che il nostro dibattito sia inutile.
Parto dalle questioni che sono state richiamate. Gli ordini del giorno ponevano una questione di una semplicità evidentissima, che è sicuramente chiarissima alla deliziosa mamma del Consigliere Burzi.
La qualità della nostra discussione è questa. Essendo che le istituzioni pubbliche hanno fatto un investimento di riqualificazione di un ambito di proprietà della maggiore impresa automobilistica del Piemonte in funzione della prospettiva - illusione, utopia, favore, marchetta: uso i termini che avete usato voi - che ci fosse la possibilità di mantenere diversificare e sviluppare l'attività produttiva e oggi così non è, anzi abbiamo un atteggiamento ritorsivo del partner privato nei confronti delle istituzioni pubbliche, la domanda, sempre a uso della deliziosa mamma del Consigliere Burzi, era la seguente.
In questo tipo di relazioni, che cosa può fare l'Amministrazione pubblica, per giunta un'Amministrazione pubblica con le caratteristiche che l'Assessore regionale Giordano ha "recitato" cinque minuti fa, secondo cui non si vuole una relazione assistenzialista nei confronti dell'impresa e si sappia offrire opportunità, se l'impresa si delocalizza e sono "cavoli" poiché bisogna richiedere i risarcimenti e bisogna richiedere il ristoro? La domanda era banale. E viene fatta da una che, per la scarsa memoria del Consigliere Motta, non ha fatto quelle delibere perché non era ancora in Giunta, ma a me non fa velo questo tema: mi assumo la responsabilità di continuità amministrativa, perché sono stata educata al rispetto delle istituzioni. E proprio perché ho questa continuità amministrativa, chiedo: ora che la questione è in questi termini, cosa può fare in questo quadro di relazioni difficili un'Amministrazione che dice di non essere assistenzialista, di avere un rapporto che favorisce l'incentivazione, ma in una logica paritaria, anzi è contro le prospettive di delocalizzazione delle imprese e fa trovare strumenti di contrasto alla delocalizzazione? Questa era la domanda. Domanda che, a parte una recita a soggetto, non ha ottenuto alcun tipo di risposte.
La seconda domanda. Non sarà sfuggito ai più che, dopo la drammatica gestione regionale della Giunta Bresso, sono successi alcuni piccoli particolari sul piano economico, ma proprio alcuni piccoli particolari che fanno cambiare prospettiva a chi governa adesso come l'avrebbero fatta cambiare a chi governava prima.



ARTESIO Eleonora

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



ARTESIO Eleonora

Nel 2008, chi c'era?



ARTESIO Eleonora

Stai bravo, Angeleri, altrimenti rischi veramente di partecipare al tema che questi dibattiti sono inutili.
Allora, la domanda era in relazione a ciò che è accaduto, cioè alle modalità con le quali ci si rapporta con questa Regione, che - mi dispiace se erano modalità sfacciate quando si è fatto TNE, adesso sono modalità altrettanto sfacciate, perché ancora oggi non sappiamo se ci sarà l'investimento, su quale investimento, sappiamo per certo che forse tutto sarà trasferito al 2013.
Leggendo le cronache degli incontri del Presidente della Regione sui giornali, vi rimando all'articolo de Il Fatto Quotidiano. La cordialità di relazione tra Marchionne e il Presidente della nostra Regione è stata: "Allora, Presidente, possiamo dire che si rispettano gli impegni?".
Risposta di Marchionne: "Lei non è titolato a dire che FIAT ha cambiato idea". Questa vi sembra una relazione nella quale si gioca l'autorevolezza delle istituzioni, che non chi governava prima che non era capace, ma chi governa adesso, che è molto migliore, sa gestire direttamente? Il ruolo di impulso dell'Amministrazione pubblica mi sembra una difficoltà.
L'altra domanda. Certo, il mondo è cambiato, non ci sono più le mezze stagioni, i giovani non sono più quelli di una volta, non abbiamo più le fate Turchine che vengono a dare fondi di finanziamento alle istituzioni pubbliche. Ebbene, non so se il Ministro Gelmini sia una fata Turchina o il mago Zurlì, certo è che da 15 giorni ci viene detto che è arrivato il mago Zurlì con 40 milioni per la Regione Piemonte. E a cosa serve il mago Zurlì coi 40 milioni per la Regione Piemonte? A dare impulso al distretto dell'auto. Allora, quel che prima nessuno era stato capace di fare perch alla FIAT non interessavano gli sgravi fiscali, perché alla FIAT non interessavano le operazioni immobiliari, perché la politica non può imporre le scelte industriali, adesso si può. E adesso ci viene detto - e non sono io che uso nei confronti di un Ministro la terminologia che altri Consiglieri hanno suggerito su chi porta risorse pubbliche, perché io rispetto il Ministro Gelmini - che il distretto dell'auto si può fare con soggetti che sono in gran parte gli stessi che erano stati coinvolti come possibili investitori sull'operazione TNE.
troppo, da un banale Consigliere di opposizione, chiedere: cos'è cambiato? Che prospettive hai? Che aspettative ti poni? Che relazione c'è tra quel che si voleva fare allora e si fa ora? È troppo? No.
Crediamo sulla fiducia. Crediamo che le fate Turchine non c'erano prima, adesso ci sono i maghi, l'investimento dell'auto non si poteva fare perché la Giunta di prima non era capace, quello di adesso si farà perch la Giunta è capace. Crediamo sulla fiducia e sulla parola, perch discutendone in quest'Aula il dibattito è inutile. Ne prendo atto.
Ne discuteremo molto fuori di quest'Aula, ve lo garantisco, molto fuori di quest'Aula e non per l'iniziativa politica di chi sta parlando, ma per l'onda che travolgerà istituzioni che continuano ad essere così indifferenti su questa materia perché purtroppo, Assessore Giordano, il supermercato la FIAT l'aveva già fatto a Mirafiori. Il problema è che operai che non lavorano per 175 giorni su 210, in quei supermercati non comprano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ritengo che, per come sia andato il dibattito, per gli elementi che ognuno ha avuto la possibilità di evidenziare, ma soprattutto per gli elementi che la maggioranza e la Giunta, a mio avviso più che legittimamente, hanno espresso, e in considerazione inoltre della dichiarazione di voto fatta dal Capogruppo della Lega, che associava anche quella del PdL, di non partecipazione al voto, pur rimanendo convinto di alcuni punti che ho espresso nella mia illustrazione, soprattutto quelli relativi all'auspicio di chiamare a responsabilità i membri del C.d.A. di TNE, che dovranno essere rinnovati nel 2012; tutto ciò premesso Presidente, ritiro il mio ordine del giorno e ritiro la firma dagli ordini del giorno connessi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Buquicchio.
Do atto che l'ordine del giorno n. 519 presentato dal Consigliere Buquicchio è ritirato; il Consigliere, inoltre, ritira la propria firma dagli altri atti d'indirizzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Dopo aver ascoltato il dibattito, devo riconoscere che è stato un dibattito poco utile. Qualcuno ha dichiarato: "Ve l'avevamo detto!", ma una volta che un dibattito ha luogo, ci dovrebbe essere anche la volontà di renderlo utile! Questo non è avvenuto: lo dico alla maggioranza, ma anche all'Assessore, che si è lanciato in una giaculatoria sprezzante nei confronti di chi ha preso la decisione sofferta di dare risorse per contribuire a salvare un'azienda che era prossima al fallimento (forse qualcuno l'ha dimenticato).
Tutti riconoscono che quel salvataggio fu molto utile, in quel frangente. Certo, non eravamo illusi di riempire quelle aree di fabbriche o di fornitori, da subito, perché avevamo una preoccupazione molto più banale, ma sicuramente importante.
Al di là della volontà di un tempo, il tema, adesso - Assessore - è che tocca a voi.
Qui, la ricostruzione...
(Commenti dell'Assessore Giordano)



LEPRI Stefano

Tocca a voi: oneri e onori, l'abbiamo detto da tempo! Lei non pu nascondersi sempre, dicendo: "Avete sbagliato", con ricostruzioni più o meno simpatiche dei colleghi di maggioranza. Ora tocca a voi dipanare le vicende complicate e questo Assessore...



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico (fuori microfono)

Quando arrivano le minacce mi terrorizzo! Mi terrorizzate!



LEPRI Stefano

Nessuno le fa intimidazioni; sappiamo che lei ha un bel fisico e sicuramente si sa difendere dalle minacce!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore! Mi scusi, Consigliere Lepri! Ci sta aspettando una delegazione e mi sembra che stiamo complicando la discussione, nel finale.
Il Consigliere Lepri ha il diritto di essere ascoltato; mi sembra che stia anche facendo una proposta.
Per favore, Assessore Giordano e Consigliera Artesio! Grazie! Continui, Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Ci saremmo aspettati, Assessore - tocca a lei, nonostante le eventuali frittate che sono state fatte - che ci dicesse come intende affrontare la questione della piattaforma automobilistica rispetto a TNE.
Non ci ha detto niente: lei non ha detto una parola su come pensa di utilizzare TNE rispetto alla piattaforma automotive. Io non l'ho sentita: aveva un'occasione per spiegarci come questo progetto, sul quale potremmo anche essere d'accordo, si connette con TNE.
Non abbiamo avuto risposta: ha detto sorprendentemente (probabilmente non ha studiato a sufficienza il dossier, perché è molto impegnato), che 38 mila metri quadrati di superficie commerciale sono necessari, doverosi, che sono l'unica ancora di salvataggio, in questo momento.
Noi ci siamo semplicemente permessi di dire che probabilmente ci vuole un po' di superficie commerciale, ma che 38 mila metri quadrati sono un altro enorme centro commerciale che forse stona rispetto alla programmazione complessiva e che non ci aspettavamo certamente quell'esito che si può tranquillamente prevedere un grande bar, un piccolo supermercato e anche qualche ristorante, ma questa è una cosa diversa da 38 mila metri quadrati di superficie commerciale.
Lei ci ha detto di essere perfettamente d'accordo con questa soluzione.
Mi sembra, Assessore, che le sue parole, oltre al fatto che noi abbiamo sbagliato - opinione legittima, ma noi la contestiamo - abbiano espresso ben poco altro.
Tra l'altro, pensavo fosse disponibile a precisare alcune questioni anche rispetto alle domande che ho posto, ma non l'ha fatto. È libero di fare ciò che ritiene, ma certamente noi siamo liberi di chiedere di approfondire delle problematiche sulle quali pensiamo ci sia una responsabilità del Consiglio regionale.
Ritiro il mio ordine del giorno, che richiedeva una discussione che evidentemente è avvenuta.
La mia opinione l'ho già espressa.



PRESIDENTE

Pertanto, l'ordine del giorno n. 240, presentato dal collega Lepri ed altri, è ritirato.
Resta in vita l'ordine del giorno n. 522, "TNE - Attuazione protocollo d'intesa e richiesta presentazione piano strategico", presentato dai colleghi Artesio, Cerutti, Dell'Utri, Buquicchio e Ponso. Il Consigliere Buquicchio ha ritirato la propria firma.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 522, il cui testo recita: "Premesso che: La Regione Piemonte, con LR n. 15 del 17/11/2005, 'Interventi per la riqualificazione delle aree industriali piemontesi', all'articolo 3 impegnava gli Enti pubblici territoriali ad acquisire dal gruppo FIAT la proprietà di una parte non utilizzata del sito Mirafiori, al fine di localizzare nuovi insediamenti produttivi e determinava una società a maggioranza pubblica e partecipata dalla società venditrice, cui rimanevano in carico gli oneri di bonifica dei terreni Con delibera di Giunta Regionale n. 80-1632, del 28/11/2005, la Giunta Regionale approvava la convenzione per disciplinare i rapporti fra la Regione e Torino Nuova Economia S.p.A., accantonando gli oneri relativi per i capitali occorrenti all'acquisizione della partecipazione e al finanziamento della Società In data 23/12/2005 veniva siglato il Protocollo d'Intesa tra la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Città di Torino e il gruppo FIAT volto a valorizzare e sviluppare il piano di riqualificazione delle aree di Mirafiori, a seguito del quale la Società FIAT Auto S.p.A. vendeva e trasferiva in piena proprietà a TNE S.p.A. circa mq 300.000 ubicati nel complesso immobiliare Mirafiori Con DGR n. 30-6378, del 9/07/2007, la Regione Piemonte dichiarava l'interesse pubblico e la condivisione del testo dell'accordo di programma finalizzato alla realizzazione del Centro Design dell'area Mirafiori tra corso Settembrini e corso Orbassano, in quanto coerente al Master Plan concordato tra Enti Locali, Politecnico e Siti e in particolare sulla zona A Constatato che: Il costo complessivo dell'operazione TNE consta di 85 milioni di euro: 67 milioni già trasferiti da Regione, Provincia e Comune per l'acquisto delle aree dimesse, altri 18 milioni per la ristrutturazione dell'unico lotto finora convertito In merito alle proprie responsabilità sulle tematiche ambientali, la Società FIAT Group Automobiles, avendo presentato il progetto di messa in sicurezza permanente per la porzione residua del capannone zona A non interessata dal Centro del Design e avendone ricevuto eccezioni da parte della Provincia di Torino, ha avviato un ricorso avanti il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte contro la determinazione dirigenziale n. 188, del 28/6/2010, emanata dal Settore Ambiente della Città di Torino volta all'integrazione delle caratterizzazioni ambientali Appurato che: In data 16/3/2011 il Vicepresidente della Regione Piemonte ha firmato per conto della Regione un nuovo Accordo di Programma in modifica a quello in essere sulla trasformazione urbanistica della zona A dell'area Mirafiori al fine di consolidare un distretto integrato della ricerca, della formazione, dell'innovazione per un polo 'Cittadella della mobilità' capace di fornire insegnamenti di alto livello formativo a studenti provenienti da tutto il mondo Appreso che: Dagli organi di informazione del 7/7/2011 il Gruppo FIAT ha impugnato davanti al TAR l'Accordo di Programma predisposto dall'ex Assessore all'urbanistica del Comune di Torino, Mario Viano, con il quale i vertici di TNE e del Comune accettavano la proposta di Project Financing per raddoppiare il Centro del Design in direzione di un Campus Universitario collaborante con gli Atenei Canadesi e Statunitensi, in cambio di un Centro Polifunzionale di circa 36.000 mq. con all'interno ampie porzioni di aree commerciali Rilevato che: Al di là delle valutazioni di merito su quest'ultimo Accordo di Programma il comportamento della FIAT Group Automobiles sembra orientato a non partecipare attivamente allo sviluppo della società e alla ricerca, invece di modalità utili ad eludere gli impegni economici in capo alla società venditrice dell'area Nel corso dell'inaugurazione del campus del Politecnico a Mirafiori sono stati ribaditi i legami tra alta formazione, nelle parole del professor Profumo, e attività produttiva, e che anche l'Amministrazione Comunale nelle parole del Vicesindaco, ha ribadito la necessità e la volontà di una conciliazione tra insediamenti a servizio degli studenti e ambito produttivo Il Consiglio Regionale richiede all'Assessore competente e alla Giunta: Di prendere l'iniziativa con i soci di parte pubblica al fine di definire le modalità attuative di quanto previsto nel Protocollo d'Intesa del 23 dicembre 2005, segnatamente ai punti 'B', 'C', 'F', della premessa dello stesso e ancora ai seguenti articoli dello stesso testo: all'articolo 3, in particolare al punto 'sia mantenuta l'attività produttiva, con particolare riferimento alla produzione del modello Grande Punto (o, si deduce, produzione analoga) anche attraverso un significativo investimento che garantisca le condizioni per il migliore utilizzo degli organici e degli impianti'; all'articolo 5 (interventi per l'indotto) nei suoi diversi punti; all'articolo 6 (interventi ricerca, la formazione e l'innovazione) nei suoi diversi punti.
Tali premesse, articoli e punti sono a tutt'oggi rimasti inattuati, se non blandamente realizzati con la futura sede del Centro del Design per il Politecnico (che, come asserito al punto 5 del recente Accordo di Programma del 16/3/2011, ha un senso se sull'area permane l'attività produttiva manifatturiera legata alla mobilità, all'auto) e l'avvenuta temporanea permanenza di una linea di 'Punto' per quasi un anno, senza significativi investimenti Di presentare un Piano strategico nella Commissione competente o in seduta congiunta con le corrispondenti Commissioni della Provincia e del Comune di Torino, poiché solo i succitati obiettivi, nella volontà di definire e rilanciare la vocazione produttiva dell'area e di conservare e potenziare l'occupazione, fondavano e legittimano l'impiego delle risorse pubbliche trasferite a TNE".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Ricordo, per chi è interessato, che ci trasferiamo in Sala Viglione primo piano, per l'incontro con i lavoratori precari della Regione Piemonte.
Alle ore 14 ci sarà un incontro con una delegazione dell'EDISU, in Sala dei Presidenti.
Resta confermata, alle 14.30, la convocazione per la trattazione del sindacato ispettivo, ex articolo 100 del Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.46)



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