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Dettaglio seduta n.160 del 11/10/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(I lavori iniziano alle ore 14.47 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 769 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Nomina Commissione regionale di coordinamento della rete di terapia del dolore in attuazione della DGR 931-1482 dell'11/02/2011"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, trattando l'interrogazione a risposta immediata n.
769 presentata dal Consigliere Buquicchio.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Monferino per essere qui, in quanto non è molto usuale che a dare la risposta ai quesiti sulla sanità sia l'Assessore competente: di solito a rispondere era sempre il Vicepresidente Cavallera.
Questo succedeva un tempo, adesso siamo contenti che così non sia più.
La mia illustrazione sarà breve, Assessore, perché sicuramente lei si è documentato e quindi non le sto a fare tutta la pappardella. In sostanza chiediamo alla Giunta se si possa effettivamente verificare la possibilità di una modifica delle modalità di composizione della Commissione regionale di coordinamento della rete di terapia del dolore, perché la cosa che appare molto strana è che, di fatto, è stata inserita una sola società scientifica della terapia del dolore. Volendo pensar male, verrebbe da sostenere che, in tal senso, il bando sia stato fatto proprio ad personam: di società scientifiche ce ne sono tante, ma indicando solo quella si capisce che poi la scelta non poteva che ricadere sulla persona cui facevo riferimento.
Non si tratta, Assessore, di una questione di lana caprina perché è una nomina senza compenso: no. Da quella nomina dipende la formulazione di pareri molto importanti anche per la suddivisione dei modelli organizzativi rispetto alla riforma sanitaria in programma. Di conseguenza, ricorderei che la nomina è molto importante e risulta un po' strana la modalità con cui qualcuno ha ritenuto di scrivere i requisiti per essere nominati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Premesso che l'interrogazione in oggetto si riferisce a nomine fatte in tempi precedenti al mio incarico, gli Uffici mi hanno predisposto una lunghissima memoria in risposta che tenterei di sintetizzare per evitare una lettura molto burocratica di documentazioni che non aggiungono tantissimo valore.
Nella normativa nazionale non esiste una dettagliata individuazione delle figure professionali che devono partecipare alla struttura specificatamente dedicata al coordinamento della rete: l'organizzazione di questa è demandata alle singole Amministrazioni regionali sulla base dell'esperienza maturata e del contesto sanitario, sociale, organizzativo e gestionale.
La Commissione regionale di coordinamento della rete di terapia del dolore, la cui composizione è stata individuata con un decreto della Giunta dell'11 febbraio 2011 e i cui membri sono stati nominati con una successiva determina dirigenziale il 28 marzo, è stata organizzata in ottemperanza alla normativa nazionale (quella che ha istituito le reti regionali di cure palliative e della rete regionale di terapia del dolore), tenendo conto dell'accordo previsto in Conferenza Stato-Regioni, dei criteri di rappresentatività, delle diverse professionalità coinvolte nei percorsi di terapia del dolore e di criteri di perequazione territoriale.
Nel nostro caso specifico, la composizione del gruppo è la seguente.
Noi abbiamo i rappresentanti delle società scientifiche che si occupano di terapia del dolore che sono presenti sul territorio regionale; tra i componenti, ci sono: tre rappresentanti del SIARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e due rappresentanti di Federdolore. Sono inoltre rappresentate le società scientifiche: SIF (Società Italiana di Farmacologia), SIFO (Società Italiana Farmacisti Ospedalieri), SIMGE (Società Italiana di Medicina generale) e FIMP (Federazione Italiana dei Medici Pediatri), in adempimento a quanto previsto dalla normativa nazionale.
Gli Uffici precisano che la Commissione di coordinamento della Rete di Terapia del Dolore, in quanto organismo tecnico-consultivo, istituito presso l'Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità, è strumento di programmazione di quest'ultimo; ciò comporta il coinvolgimento diretto di tutte le professionalità operanti nei percorsi di terapia del dolore nell'ambito della nostra regione, la cui esperienza e il cui apporto saranno tenuti in conto nell'organizzazione dei centri hub&spoke, come saranno contemplati dal nuovo Piano Socio Sanitario.
Al di là della formulazione molto tecnica preparata dagli Uffici e dell'elenco delle rappresentatività, alla domanda se si ritiene che esistano delle personalità che tipicamente nel settore hanno qualcosa da aggiungere, un valore aggiunto da apportare, credo che non ci sia nessun problema a considerare quest'apporto di contributo d'idee e contribuito intellettuale, se questo valore aggiunto c'è.
Non c'è nessuna preclusione né, ovviamente, la volontà di privilegiare alcuni specifici settori nella questione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 770 presentata dal Consigliere Artesio, inerente a "Riconversione servizio emergenza presidio ospedaliero Lanzo Torinese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 770, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione che pongo in aula è già stata oggetto di dibattito in sede locale, in alcuni casi condivisi con il Commissario dell'ASL TO4, ed è frequentemente riportata dagli organi d'informazione. La questione ha un duplice aspetto.
Uno contingente, ed è la ragione dell'urgenza che riguarda il 15 ottobre, l'altro di prospettiva. Iniziamo dalla questione che motiva il question time, cioè la ragione d'urgenza.
Dopo annunci effettuati nella primavera 2011 relativi soprattutto alla necessità di riqualificazione ambientale del presidio di Lanzo e alla conseguente, allora sembrava obbligatorietà del Commissario, sospensione di alcune attività di degenza al fine di avviare gli interventi di ristrutturazione - questione che fu affrontata in un incontro diretto con l'allora Assessore alla Sanità che, invece, portò ad una sospensione dei trasferimenti delle degenze - un secondo annuncio pervenuto al presidio ospedaliero di Lanzo e già oggetto di un'audizione del Sindaco di Lanzo presso la Conferenza dei Presidenti, riguardava l'intenzione di sospendere l'attività notturna del servizio di emergenza-urgenza.
Questo è elemento, nella programmazione generale, non nuovo. Abbiamo tutti letto le delibere riguardanti il riordino dell'emergenza-urgenza redatte in funzione del piano di rientro e in adozione di indirizzi dei gruppi tecnici.
La questione, calata localmente, ha provocato due tipi di reazione. Il primo, un dato abbastanza comune e diffuso, lo hanno vissuto tutte le amministrazioni, riguarda la preoccupazione locale in ordine alla tutela nei casi di emergenza notturna. Come sempre le amministrazioni, questa compresa, rispondono che ci sono delle alternative altrettanto efficienti ma queste alternative non sono, al momento, visibili e conosciute dai diretti interessati.
Il secondo, che la chiusura del Pronto Soccorso notturno possa essere il primo passo per una progressiva ristrutturazione al ribasso delle attività di quel presidio ospedaliero. Quindi la critica locale è quella che manca una programmazione sulla funzione di tale presidio e che, in assenza di programmazione si procede, invece, a soppressioni progressive e parziali.
A conferma di questa preoccupazione giunge la nota, dei giorni scorsi comunicata dal Commissario, in cui appare l'intenzione di chiudere l'attività di posti di letto di hospice in ragione del fatto che questi erano stati diversamente declinati, ai tempi della loro programmazione e istituzione e ai tempi in cui furono usati i fondi per quell'attività.
Congiungendo i problemi: la situazione annunciata di una chiusura temporanea per lavori, la sospensione dell'attività notturna, la possibilità di sospensione dell'hospice, il clima di fibrillazione locale è molto elevato, quindi con l'interrogazione si vuole conoscere quali sono le proposte di programmazione per quel presidio e quali intenzioni abbia l'amministrazione nei confronti della comunità locale, sia delle istituzioni sia dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Con la DGR del 28 febbraio 2011 la Giunta regionale ha adottato l'addendum al Piano di rientro, in cui relativamente all'emergenza sanitaria ospedaliera si prevedono azioni ed obiettivi da approvare con successivo provvedimenti di Giunta.
In applicazione della delibera citata la Giunta con un provvedimento del 7 aprile 2011, ha definito i criteri organizzativi e le indicazioni alle quali le Aziende Sanitarie dovranno attenersi per la ridefinizione della rete d'emergenza ospedaliera anche in applicazione della DGR del 14 aprile 2008, "Linee guida per la revisione dei sistemi di emergenza-urgenza sanitaria".
In ultimo, il 29 aprile 2011, la Giunta regionale con un provvedimento ha rettificato l'allegato 1 della DGR del 28 febbraio, inserendo la tabella contenente le proposte relative alla rete di emergenza-urgenza che riporta tra i punti di primo intervento quello del presidio ospedaliero di Lanzo Torinese con una copertura di 12 ore giornaliere.
La riduzione oraria della funzione d'emergenza nel presidio di Lanzo Torinese è giustificata da una serie di valutazioni relative a: numero degli accessi registrati nelle fasce notturne e alla riorganizzazione prevista delle funzioni svolte nel presidio stesso.
Questo per rimanere agli stretti dati relativi all'interrogazione. La progettazione delle reti ospedaliere in corso, come sapete, annunciate come modalità processi e procedimenti durante la riunione della IV Commissione non ha completato ancora il suo iter. Non siamo in grado di dire esattamente oggi Lanzo che cosa conterrà di tutte le attività che oggi ci sono e le eventuali modificazioni che potranno esserci nella revisione della struttura ospedaliera sul territorio.
Per quanto riguarda le ipotesi di cui ho sentito ventilare, di eventuali chiusure di hospice, intanto non si tratta di chiusure di attività, ma ci sono ipotesi in corso, e le confermo, di verifica di spostamento di attività, e non di chiusura. Sono nell'iter del progetto della rete ospedaliera, non c'è nulla di deciso e definitivo e, quando questo progetto sarà completato e sarà collegato con le approvazioni successive del Piano Socio Sanitario, potrà vedere delle revisioni profonde, che oggi non ci sono.
Per quello che riguarda l'emergenza, è la semplice applicazione dei parametri che erano previsti nelle delibere citate e che hanno portato alla considerazione di avere soltanto un'operazione diurna su 12 ore.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 767 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Costi della comunicazione dell'Agenzia territoriale per la casa della Provincia di Cuneo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, all'interrogazione n. 767 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 771 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Riattivazione linea ferroviaria Asti-Chivasso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 771, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione in considerazione del fatto che la linea ferroviaria Asti-Chivasso ha da sempre rappresentato per quel territorio un servizio di primaria importanza, in modo particolare per gli studenti e i lavoratori e per un numero consistente di Comuni, seppure piccoli, che stanno sull'asse Asti-Torino e che in questi anni hanno ovviamente soltanto durante il periodo scolastico - usufruito di questo servizio: infatti, durante il periodo scolastico, il servizio svolge un'attività significativa e importante, con un numero di utenti altrettanto significativo e importante. Durante i mesi estivi il servizio viene sospeso.
Questo collegamento è realizzato utilizzando un locomotore con due carrozze: si tratta quindi di 63 posti circa, per un totale di 126 passeggeri. Questo tipo di mezzo, quindi, è assolutamente adeguato sia alle esigenze dei cittadini sia alle esigenze degli orari. Il maggiore flusso ovviamente, lo si constata durante l'uscita dalle scuole e dagli uffici.
Durante la pausa estiva chi usufruisce durante il periodo invernale del treno può utilizzare il servizio su gomma. Quest'anno il collegamento è stato sospeso come ogni anno durante il periodo estivo, ma alla riapertura delle scuole il servizio non è stato riattivato e la giustificazione che è stata data fa riferimento ad una serie di interventi che dovrebbero essere eseguiti nella galleria di Brozolo, che non è stata più ritenuta a norma; è stata semplicemente utilizzata questa giustificazione, però, senza procedere ad alcun'altra specificazione.
Quindi, tutti gli studenti e i lavoratori hanno come unica possibilità quella di utilizzare l'autobus, che ha soltanto 52 posti a disposizione contro i 126 necessari per garantire il trasporto durante il periodo invernale, quindi durante l'anno scolastico. In questo modo si sono arrecati una serie di disagi, soprattutto per chi deve recarsi al proprio posto di lavoro o per chi deve frequentare le scuole.
Oggi, non si conoscono quali siano le intenzioni relative a questa famigerata galleria di Brozolo, per la quale sarebbe necessario attuare degli interventi per la relativa rimessa a norma e la possibilità di ripristinare il servizio.
I Comuni interessati, attraverso i propri Consigli comunali, hanno posto la questione, approvando ordini del giorno, invitando la Regione a dare risposte e soprattutto invitando la Regione a ripristinare il servizio. Ad oggi non ci sono informazioni e non ci sono spiegazioni in merito al futuro della linea Asti-Torino. Vorremmo quindi conoscere quali sono le intenzioni della Giunta, soprattutto nei confronti dei cittadini: cioè quale tipo di servizio sostitutivo abbia immaginato di mettere in atto. Ci interessa anche capire quali siano gli interventi che si rendono necessari sulla galleria di Brozolo e qual è la tempistica per l'esecuzione dei lavori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Dirò subito che non sarò completamente esaustivo, anche perché siamo di fronte ad un'interrogazione a risposta immediata, per la quale si raccolgono quindi gli elementi che sono disponibili, con riserva di completamento da parte dell'Assessore.
La linea ferroviaria oggetto dell'interrogazione è la linea Chivasso Asti, che ha una lunghezza di 52 chilometri ed è caratterizzata da un semplice binario e da un esercizio effettuato con motrici diesel, in quanto non elettrificata. Lungo il suo percorso la linea è caratterizzata da tre gallerie di lunghezza complessiva pari a circa 3.377 metri e da numerosi ponti e viadotti con luci superiori a 20 metri e con lunghezza complessiva fino a 250 metri circa.
L'esercizio della linea veniva effettuato - come diceva appunto la Consigliera Pentenero - durante il periodo scolastico con materiale ferroviario sufficiente a garantire un adeguato servizio agli utenti pendolari, mentre nel periodo estivo avveniva mediante autobus sostitutivo organizzato da Rete Ferroviaria Italiana in accordo con la Regione.
Durante l'estate 2011, a seguito di servizi ispettivi sulla linea, con nota del 12 agosto RFI, facendo seguito ad una riunione in data 11 agosto ha comunicato di non poter riaprire la linea al traffico ferroviario in data 12 settembre (come previsto dal programma di esercizio approvato) in quanto, in corrispondenza di due delle gallerie presenti sulla linea, sono stati riscontrati gravi dissesti strutturali con i conseguenti problemi sulla sicurezza dell'esercizio. L'evoluzione dei dissesti viene tenuta sotto osservazione da RFI e riguarda le seguenti infrastrutture.
Prima di tutto la galleria di Cortanze, lunga 678 metri, posta tra le località di Cunico e Montichiaro, presenta - come riscontrato a seguito di approfonditi rilevamenti...



PRESIDENTE

Non riusciamo a sentire! Per favore, se qualcuno vuole parlare, pu andare fuori. Grazie.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Facevo riferimento alla galleria di Cortanze che presenta - come riscontrato da approfonditi rilevamenti - un cedimento della calotta che pregiudica la circolazione dei treni sulla tratta e la sicurezza di esercizio. Per la risoluzione di tale criticità occorre eseguire un intervento di centinatura e rinforzo per un'estensione di circa 150 metri.
L'impossibilità di riprendere l'esercizio sulla tratta è sostanzialmente dovuta al seguente aspetto.
La galleria di Brozolo, lunga 2.348 metri, posta tra le località di Brozolo e Cocconato, presenta una instabilità rilevata e monitorata da tempo, ma il quadro fessurativo esistente, non essendo attualmente consolidato, non permette di interpretare la possibile evoluzione temporale del dissesto. Se l'instabilità divenisse importante potrebbe richiedere un ulteriore accorciamento della tratta ferroviaria percorribile, limitandola al percorso Chivasso-Cavagnolo.
Le risorse necessarie per mettere in sicurezza la galleria di Cortanze e per procedere ad un monitoraggio precauzionale su entrambe le gallerie ammonta a circa 700.000 euro, somma di cui allo stato attuale RFI dichiara di non disporre. RFI non è pertanto in grado di preventivare per ora l'inizio e il termine dei lavori.
Nella suddetta nota RFI propone quindi - e qui aggiungo che condivido le sollecitazioni per la sistemazione definitiva, con l'obiettivo di un ripristino a regime - di mantenere il servizio sostitutivo oltre la data del 12 settembre, com'è effettivamente avvenuto, pur rendendosi conto del possibile malcontento dell'utenza, ma considerando che il servizio con autobus è in grado di supplire alla domanda esistente. Del resto, un servizio misto treno più bus (l'unico possibile attualmente) non sarebbe percepito positivamente, considerati la necessaria rottura di carico e i conseguenti disagi.
Dal 12 settembre 2011 è stato pertanto effettuato il servizio sostitutivo automobilistico che prevede la sostituzione totale dei treni contemplando i rinforzi di tre pullman a Chivasso e di due in arrivo ad Asti, in corrispondenza con l'ora di punta del mattino.
Vista la criticità di sovraffollamento segnalata dagli utenti sulla corsa TO904 (Montiglio 6.30 - Chivasso 7.23), verrà anticipata di 18 minuti la partenza della corsa TO910, attualmente prevista da Cavagnolo alle 7.15 per permettere l'arrivo a Chivasso alle 7.23 anziché alle 7.39; restano invariati gli orari delle successive corse TO924 (Cocconato 6.58 - Chivasso 7.40) e TO 906 (Asti 6.10 - Chivasso 7.40).
Inoltre, al fine di agevolare l'utenza scolastica rispetto al termine delle lezioni, sono state ritardate, a partire da lunedì 3 ottobre, le partenze della corsa bus da Chivasso 12.35 - Asti 14.05, Chivasso 13.30 Asti 15. Rispettivamente sono state spostate dalle 12.35 alle 13 e dalle 13.30 alle 13.57.
Questa è la situazione di emergenza. Naturalmente, riferir ulteriormente la sollecitazione dell'interrogante, che credo sia condivisibile in termini di difesa della rete ferroviaria esistente affinché vengano intraprese tutte le iniziative necessarie, anche se i dissesti idrogeologici sono molto subdoli e hanno talvolta delle evoluzioni da seguire nel tempo, quantomeno per mantenere l'obiettivo che è stato sollecitato dalla Consigliera interrogante.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta immediata n. 772 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Promozione dei prodotti piemontesi in Ucraina" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Ponso, all'interrogazione a risposta immediata n. 772, l'Assessore fornirà risposta scritta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 774 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Variante della Valle Stura e Autostrada Cuneo-Sisteron"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 774, presentata dal Consigliere Biolé, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto parte da una problematica che ha raggiunto oramai, qualche decennio di vita. La questione, legata ad una variante o ad una viabilità alternativa in Valle Stura di Demonte, nasce, infatti, negli anni Settanta e si è sviluppata in un lungo iter.
Inizialmente, si era parlato di una soluzione totale, che prevedeva una nuova strada statale; poi c'è stata l'ipotesi di un'autostrada, più volte riproposta e più volte riposta nei cassetti.
Ad un certo punto, a metà del 2000, dopo aver studiato molte alternative, si approdò ad un progetto condiviso sia a livello istituzionale che a livello di popolazione. Nel frattempo, però, si sono anche aggravate le problematiche dovute al traffico pesante: oramai si parla, in media, di più di 700 mezzi pesanti al giorno, la metà dei quali percorre l'intera valle fino a metà, ma non prosegue verso il valico internazionale, perché legata al trasporto e alla commercializzazione dell'acqua Sant'Anna.
Nel 2010, mentre si stava elaborando - finalmente! - quello che poteva essere un progetto esecutivo, l'istituzione provinciale disse che in realtà le risorse non erano più presenti, per cui non si poteva più procedere con quella che pareva essere, invece, una soluzione diretta di questa problematica.
Il Comitato cittadino, che si è formato spontaneamente in valle, le istituzioni locali (i Comuni interessati, soprattutto Demonte e Aisone) e poi anche la Comunità montana, si sono mossi a livello istituzionale, anche con manifestazioni sul territorio, per chiedere una risposta rispetto alla mancanza di tali risorse.
Nell'estate del 2011 non ci sono ancora risposte precise. Anzi l'Amministrazione provinciale ha rilanciato, per l'ennesima volta, l'idea di un'autostrada, ovviamente con un impatto ambientale e territoriale molto più elevato rispetto alle due varianti che venivano invece richieste e che risultavano strettamente necessarie in tempi brevissime, perché le problematiche dei centri storici sono quasi irrecuperabili a causa del passaggio del traffico pesante. È stata quindi rilanciata quest'idea, che comporterebbe una spesa ingente e che vedrebbe riaprirsi tutto l'iter per la sua realizzazione, che, in una visione ottimisticamente, troverebbe esecutività tra dieci, quindici o vent'anni, lasciando le esigenze locali e territoriali con un pugno di mosche, per motivi che a noi risultano ignoti.
Si richiede quindi all'Assessore e alla Giunta regionale che tipo di posizione, parere o idea può avere l'istituzione Regione rispetto all'esigenza del territorio e come intende muoversi relativamente a quest'ultima ipotesi dell'autostrada, che - lo ripeto - ripercorre un'ipotesi oramai superata, considerato anche che il confronto col territorio c'è stato (ed è stato anche molto laborioso) semplicemente sulle due varianti, che potrebbero risolvere il vero problema che è in atto in questo momento. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In data 26 ottobre 2005 è stato sottoscritto tra la Regione Piemonte la Provincia di Cuneo, i Comuni di Demonte, Aisone e Vinadio, la Comunità Montana Valle Stura e l'ANAS, un protocollo d'intesa per la realizzazione della variante della Strada Statale 21 del Colle della Maddalena nel tratto tra i Comuni di Demonte, Aisone e Vinadio.
Nel contratto di programma tra lo Stato e l'ANAS relativo agli anni 2007-2011 è stata inserita la variante di Demonte con una previsione di finanziamento di circa 57 milioni di euro.
ANAS ha pertanto redatto il progetto preliminare, comprensivo dello studio di impatto ambientale, che è stato approvato in linea tecnica in data 26 maggio 2008 dalla Direzione Centrale dell'ANAS, che ha autorizzato lo sviluppo del progetto definitivo della sola variante di Demonte (classificata Lotto I), valutandolo in circa 94 milioni in totale, oggi divenuti 98 milioni.
ANAS Compartimento del Piemonte non ha ricevuto questo finanziamento dell'opera in esame, pertanto non ha potuto provvedere al proseguimento della fase di progettazione. A tal proposito, si rammenta che l'ANAS aveva richiesto agli Enti locali di farsi carico del finanziamento di una somma pari a circa 1,5 milioni di euro, per proseguire nella progettazione delle opere della variante di Demonte. A fronte di un possibile impegno della Regione di circa 100.000 euro (disponibilità data nell'aprile del 2009) nessun altro Ente locale o associazione di categoria ha comunicato la propria disponibilità al finanziamento.
Di conseguenza, in data 30 agosto 2010, presso la Provincia di Cuneo si è svolta una riunione (la Regione, dicono gli uffici, non risulta sia stata invitata) tra la Presidente della Provincia, i Comuni interessati, il Sottosegretario ai Trasporti Giachino e il Compartimento ANAS del Piemonte durante la quale è stato chiesto all'ANAS di valutare la fattibilità di un diverso tracciato prossimo all'abitato di Demonte, i cui costi potrebbero essere inferiori a quelli del progetto approvato e quindi avere maggiore possibilità di essere finanziato.
A fine 2010, l'ANAS ha pertanto redatto uno studio di fattibilità che recepisce tale richiesta, per un importo di circa 59 milioni (a fronte dei 98 del Lotto I poc'anzi segnalato).
Riguardo l'autostrada con valico internazionale Cuneo-Sisteron, non si è a conoscenza di alcun'ipotesi concreta o rilevante al riguardo.
Pertanto, vi è un ruolo dell'ANAS e un ruolo della Provincia che, in materia di strade e viabilità, hanno ovviamente una collocazione importante, senza dimenticare tutte le attenzioni della Regione, ma queste sono le poche strade statali che sono residuate dopo il trasferimento Bassanini, quindi c'è soprattutto un'attenzione e competenza centrale dello Stato.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 775 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Messa in sicurezza gallerie Variante SP589 nei pressi di Avigliana"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 775 presentata dal Consigliere Bono, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione prende spunto da un articolo di giornale apparso qualche giorno fa; io non ero a conoscenza della problematica e sono rimasto abbastanza basito, in quanto si affermava, a ragion veduta - in seguito all'analisi che abbiamo fatto successivamente - che le gallerie in oggetto, presenti sulla Variante della Strada Provinciale 589, in Avigliana, che collegano lo svincolo autostradale dell'autostrada Torino Bardonecchia con corso Laghi, hanno dei problemi e sono in esercizio provvisorio, in quanto non sono ancora dotate di tutti gli impianti di sicurezza necessari per ottenere l'autorizzazione definitiva dall'ANAS.
Tra l'altro, non è una Variante che ha pochi passaggi, anzi, si parla di circa 18-20.000 passaggi giornalieri. Al momento, anche il Servizio ispettivo centrale dell'ANAS di Roma è stato interrogato e sollecitato direttamente dal Procuratore Guariniello, ed ha ribadito questa cronica mancanza di sicurezza all'origine della realizzazione delle gallerie stesse.
I vertici della SITAF sono stati addirittura iscritti nel registro degli indagati, per omissione dolosa di misure antinfortunistiche e per attentato alla sicurezza dei trasporti, quindi per sottolineare che sicuramente il problema c'è.
Le colonnine SOS all'interno delle gallerie non sono mai state attivate, non c'è un collegamento con la sala operativa centrale di SITAF se non un veicolo al giorno che transita per vedere se ci sono delle problematiche.
Non esistono vie di fuga preposte alla sicurezza ed incolumità dei passeggeri in caso di incidenti, non ci sono sensori termici che possano segnalare un eventuale surriscaldamento da incendio; nella galleria più corta non c'è neanche l'impianto idrico antincendio.
Tra l'altro, queste criticità erano già state segnalate nel momento dell'utilizzazione provvisoria.
Aggiungo - ciliegina sulla torta - che, in caso di fenomeni meteorici anche di non rilevante intensità, avvengono veri e propri allagamenti delle gallerie, tanto da portare alla chiusura delle stesse.
Si auspica, ovviamente, che la Giunta, non solo prenda atto della situazione, ma agisca nel senso di migliorare la condizione delle suddette gallerie, al fine di non dover andare a piangere qualche incidente con conseguenze gravi.
Svolgo, ancora, una riflessione, nei 15 secondi che mi restano: poich stiamo impegnando dei soldi per la valorizzazione turistica della Valle di Susa, in conseguenza del danno d'immagine che si è avuto a causa della vostra militarizzazione dei cantieri della Maddalena di Chiomonte considero importante favorire la viabilità e la sicurezza dei cittadini.
Se dopo anni esistono ancora delle gallerie in modalità d'esercizio provvisorio, non voglio pensare cosa succederà nell'eventuale realizzazione di gallerie ben più grosse e di opere ben più faraoniche.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Delle due gallerie citate nell'interrogazione, realizzate in occasione delle Olimpiadi invernali Torino 2006, la prima, in direzione sud, della lunghezza di 572 metri è stata realizzata dalla Società Autostradale SITAF la successiva, di 1.953 metri, è stata realizzata dall'Agenzia Torino 2006.
Entrambe le gallerie sono gestite dalla Società Autostradale SITAF.
Alla data di redazione della presente risposta, risultano attivi gli impianti SOS ed i cavi termosensibili. Risulta che l'ANAS abbia approvato un progetto per il collegamento in remoto delle due gallerie alla sala operativa della SITAF, per la messa in sicurezza. Sempre da informazioni assunte presso l'ANAS, questi lavori avranno una durata di 243 giorni e verranno eseguiti in orari tali da consentire, per quanto possibile l'esercizio nelle gallerie senza deviazioni di traffico. Come chiaramente evidenziato, la Regione Piemonte non ha alcuna competenza diretta sulle gallerie citate e sulla loro gestione. Altra cosa è, ovviamente, il ruolo che la Regione ha come ente esponenziale del territorio, per sollecitare gli organi competenti, affinché gli interventi che devono essere fatti abbiano luogo.
Nell'interrogazione sono stati fatti determinati riferimenti: è opportuno precisare che queste sono opere realizzate nell'ambito della competenza statale, in occasione delle Olimpiadi invernali Torino 2006.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 768 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Criteri per i trasferimenti ai Consorzi socio assistenziali. Trasferimenti al Consorzio IRIS del Biellese"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 768 presentata dal Consigliere Ronzani, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Caro Assessore, con quest'interrogazione non ho inteso proporre una questione di carattere generale, riguardante i tagli e i trasferimenti ai Consorzi socio-assistenziali, ma ho inteso porre una questione molto specifica. Infatti, i criteri fissati per assegnare le risorse agli enti gestori hanno penalizzato - e cercherò poi di dimostrarlo - l'IRIS, cioè l'Ente gestore del biellese occidentale, al quale sono stati assegnati quest'anno - se ho inteso bene - 400.000 euro in meno: in parte, per effetto dei tagli di carattere generale; in parte, invece, per la ragione specifica che andrò ad illustrarle.
Per la verità, la questione che pongo oggi al question time non è nuova ed era già stata sollevata in passato, in un mio intervento, senza che venisse affrontata e risolta, nonostante le assicurazioni che mi erano state date.
Il problema è il seguente: i criteri individuati, sulla base dei quali si è proceduto al riparto delle risorse, non tengono conto di un fatto importante, cioè che l'IRIS, il Consorzio che gestisce un pezzo delle politiche sociali a Biella - quelle riferite al biellese occidentale - non gestisce il complesso delle politiche sociali, per la semplice ragione che alcuni importanti Comuni, che lei sicuramente conosce, Assessore (Biella Gaglianico, Mongrando), gestiscono direttamente alcuni servizi di base che non hanno delegato all'IRIS.
Questo vuol dire, se ho fatto bene i conti, che una serie d'interventi che abbiamo valutato in 2-3 milioni di euro, avvengono attraverso iniziativa dei Comuni, e non attraverso il Consorzio IRIS.
Qual è il punto, Assessore? Il punto è che, se ci si ostina a non tener conto di questa realtà e si considera il bilancio dell'IRIS, del Consorzio l'unico criterio per valutare il complesso delle politiche sociali che vengono realizzate lì, non vedendo che una parte dei Comuni gestisce alcuni servizi in proprio - e il Comune di Biella fa da solo la metà della popolazione - il riparto, per come è avvenuto in questa fase, non potrà che avere effetti negativi ed essere ingiusto, perché penalizza quell'Ente gestore.
Da qui, allora, la mia interrogazione per capire perché la Giunta nonostante noi avessimo in passato non soltanto sottoscritto, anche la Comunità locale segnalata questa anomalia, non abbia finora provveduto e in che misura, qualora condividiate questa anomalia e questa ingiustizia, la Giunta intenda porvi rimedio, perché prima ancora che un delicato e grosso problema di risorse, è intanto è problema di equità e di giustizia nel riparto delle risorse, perché mentre i Consorzi vengono penalizzati per effetto dei tagli in generale, qui a quei tagli si somma un criterio che penalizza oltremodo il Consorzio IRIS.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
La mia risposta si dividerà in due parti. Un po' di storia, anche se le è nota ed è nota ovviamente, anche alla Regione, e poi cosa s'intende fare.
Come lei ha ricordato, la deliberazione della Giunta regionale, ormai famosa, forse anche famigerata, la n. 14 del 20 settembre 2010, aveva approvato i criteri del fondo per la gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Criteri di riparto che erano stati determinati senza il parere favorevole delle associazioni delle Autonomie locali, come tutti ricordano e che, peraltro, sono oggi ancora causa di ricorsi al TAR ancora aperti.
Considerato il particolare momento per il sistema del welfare pubblico in relazione al cambiamento del modello di finanziamento e, soprattutto alla contrazione dei trasferimenti statali (ricordo che il fondo nazionale per politiche sociali 2011 è ridotto rispetto l'anno precedente del 10,95%), la Regione, come ricorderà e come anche detto in IV Commissione con apposita intesa del 18 luglio 2011, ha concordato con le Autonomie Locali e con le Organizzazioni Sindacali i criteri per il finanziamento complessivo del sistema integrato di interventi e servizi sociali, sulla base delle risorse regionali disponibili.
Come ricorderà, le Autonomie Locali e le Organizzazioni Sindacali proprio con riferimento specifico ai criteri della citata DGR 14-714/2010 hanno proposto alla Regione Piemonte l'adozione di un sistema nel quale venissero valorizzate le quote capitarie versate dai Comuni per il finanziamento degli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali.
Quindi, da lì la deliberazione della Giunta regionale n. 7-2498 del 3 agosto 2011, sulla base di quanto previsto nella suddetta intesa che ha individuato, per l'anno 2011, criteri di riequilibrio delle assegnazioni afferenti al fondo basati, in particolare, sull'incremento della media delle quote capitarie di ogni Ente gestore avvenuto nell'ultimo quinquennio (con un tetto massimo del 20% della rispettiva quota 2010) e in proporzione alla valorizzazione della media della quota capitaria 2010 di ogni Ente gestore, in rapporto alla media regionale della quota capitaria.
Per garantire omogeneità di rilevazione e confrontabilità delle informazioni provenienti dalla complessa realtà regionale, con le deliberazioni della Giunta regionale n. 23-12502 del 18/5/2004 e n. 2-2157 del 13 giugno 2011 è stato adottato un sistema di rilevazione che consente di realizzare, in modo uniforme, la raccolta e la catalogazione dei dati di attività e di spese degli Enti gestori, quali garanti di una gestione completa e unitaria di una rete di servizi rispondenti alle effettive esigenze delle Comunità locali.
Nell'ottica di assicurare un'adeguata risposta ai bisogni dei diversi ambiti territoriali, l'articolo n. 9 della legge regionale n. 1 dell'8 gennaio 2004 prevede che i comuni adottino forme associative idonee a garantire l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dei servizi offerti ai cittadini, stante la presenza in Piemonte di oltre 1.200 comuni, dei quali 627 (il 51.9%) con meno di mille abitanti.
Inoltre, ai sensi dell'art. n. 35, comma 10, "I criteri per il riparto del fondo regionale sono finalizzati a privilegiare" - gli Enti gestori "che assumono la gestione complessiva degli interventi e servizi sociali di livello essenziale".
A tal propositivo, si rileva che la particolare situazione presente nell'ambio territoriale del Consorzio IRIS, dove alcuni Comuni, tra cui come lei ricordava, la Città di Biella, non hanno delegato "all'Ente gestore il servizio sociale territoriale", si concilia solo parzialmente con il dettato delle norme richiamate.
Questo ha fatto sì che il Consorzio che, come lei ricordava, è il Consorzio IRIS, abbia avuto una riduzione del finanziamento del 13,96 rispetto alla quota 2010, riduzione che, lo voglio rimarcare, anche se è una magrissima consolazione, anche perché parliamo di temi molto sensibili non si discosta significativamente dall'indice medio di contrazione della quota dei finanziamenti statali 2011, che è pari al 10,95%.
Si ricorda infine che, quanto disposto dalla recente normativa nazionale, in merito all'obbligo di soppressione dei Consorzi ed agli obblighi associativi per l'esercizio di tutte le funzioni per i Comuni fino a 1.000 abitanti, comporterà, nel breve periodo, la revisione dell'attuale sistema di gestione dei servizi e imporrà scelte organizzative, diverse da quelle attualmente praticate, non più rinviabili.
Io qui, però, voglio ricordare che c'è un tavolo aperto rispetto al quale nutro grandi speranze, naturalmente. Un tavolo aperto sia con le Organizzazioni sindacali che con le Autonomie locali, proprio per l'individuazione dei cosiddetti LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni).
Proprio in un'ottica di rivisitazione completa, quanto mai necessaria, come ricordavo, della normativa statale e di un quadro di riferimento assolutamente diverso, si dovranno ridisegnare non soltanto le regole del sistema di welfare, ma certamente anche i criteri cui lei faceva riferimento e che certamente hanno penalizzato il Consorzio IRIS.
Quindi, c'è l'impegno della Giunta a rivedere nella sua globalità il sistema, insieme alle autonomie locali e le alle Organizzazioni sindacali e a tenere conto delle realtà come quelle di Biella che hanno ritenuto di dover differenziare la gestione dei servizi sociali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 773 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Stanziamenti regionali per il diritto allo studio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 773, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Siamo qui a proporre un tema che quest'Aula ha già visto più volte al proprio l'o.d.g.
una questione che dovremo anche affrontare nel momento in cui sia andrà a discutere di assestamento di bilancio, anche perché le notizie che abbiamo al momento, che devono ancora essere maggiormente puntualizzate dal punto di vista dei numeri, ci dicono comunque che l'aumento delle richieste di borse di studio a causa, sicuramente, anche della crisi economica, e dell'incremento degli iscritti ai primi anni, porta a prevedere una spesa di almeno cinque milioni di euro, per ottemperare alle necessità dell'EDISU di rispondere a tutti coloro che richiedono la borsa di studio, quindi torinesi, pendolari e fuori sede.
Abbiamo inoltre le richieste degli aventi diritto per l'accesso ai posti letto, che sono circa 4.000 e, ad oggi, invece sono disponibili 1.800 posti.
Tra l'altro, mi permetto di segnalare una questione che non compare nella narrativa del question time, ma che leggiamo dagli organi di stampa: abbiamo 11 tunisini che vivono fra i senza tetto, proprio perché di giorno sono all'Università, ma di notte sono costretti appunto a dimorare nel dormitorio, perché non hanno un posto dove poter dormire. Tra l'altro, con una situazione un po' al limite di quello che penso si potrebbe prevedere per l'accoglienza nei confronti di studenti che provengono da altri Paesi.
Quindi sappiamo che sarà elemento, magari anche di discussione successiva, però pensiamo che sia subito necessario avere già un'indicazione da parte dell'Assessorato di come s'intenda procedere proprio perché vorremmo capire se si intende integrare, chiaramente in accordo con l'Università e il Politecnico di Torino, i fondi attualmente disponibili. Si parla perlomeno di un'integrazione partendo da uno stanziamento di 20 milioni di euro, che è insufficiente, e che invece dovrebbe arrivare almeno a 24 milioni. Proprio perché sappiamo essere elemento condiviso e quindi anche priorità dichiarata anche da parte della maggioranza garantire il diritto allo studio.
In questo senso, sappiamo che, al momento, con ciò che è previsto come stanziamento non è possibile ottemperare a tutte le richieste presentate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con l'Università

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto e preso atto dell'importante valore aggiunto costituito dalla forte attrattività degli atenei piemontesi, si precisa quanto segue.
Per quanto riguarda l'aumento di richieste di posti letto, esso è strettamente connesso ai criteri approvati dalla Giunta regionale previo parere favorevole della VI Commissione consiliare: criteri che stabiliscono che il corrispettivo in denaro, pari a 1.700 euro, del servizio abitativo da corrispondersi agli studenti idonei alla borsa di studio che trovino alloggio sul mercato privato, possa essere erogato solo agli studenti fuori sede che abbiano fatto specifica richiesta di posto letto partecipando al bando di concorso e che, per esaurimento di posti, risultino idonei e non vincitori di posti letto.
Tale dettato ha dunque portato a un aumento delle domande di posti letto che comprende però, come spiegato prima, anche le istanze di studenti che non necessitano di posti nei collegi universitari EDISU perché si sono rivolti o intendono rivolgersi al mercato degli affitti. Quindi, direi che quella graduatoria andrà a esaurimento.
Si rileva inoltre che l'EDISU Piemonte ha da poco chiuso il bando di concorso finalizzato all'erogazione delle borse; quindi l'Ente elaborerà a breve una graduatoria provvisoria, mentre a conclusione della fase istruttoria relativa alle opportune verifiche sul merito e reddito degli studenti verrà emanata la graduatoria definitiva per il conferimento delle borse. A quel punto, potremo fare un proficuo punto.
Seppure in attesa delle graduatorie definitive, è certamente evidente però, quanto sia necessaria una riflessione che, alla luce della contrazione generalizzata delle risorse regionali e della necessità di ridurre l'indebitamento della Regione, abbia ad oggetto le modalità per continuare ad assicurare il diritto allo studio universitario.
particolarmente importante coinvolgere in questa riflessione anche gli atenei, la cui attrattività non può essere disgiunta da un coinvolgimento nel sostegno del sistema.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cantore, Costa Raffaele Costa Rosa Anna, Cota e Montaruli.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame ordine del giorno n. 494 presentato dai Consiglieri Carossa Angeleri, Tiramani, Marinello, Sacchetto, Molinari, Maccanti, De Magistris Giordano, Gregorio e Novero, inerente a "Gruppi consiliari e partiti politici"; ordine del giorno n. 527 presentato dai Consiglieri Stara e Bresso, inerente a "Gruppi consiliari e partiti politici"


PRESIDENTE

Colleghi, dobbiamo trattare l'ordine del giorno n. 494, "Gruppi consiliari e partiti politici", presentato dal Consigliere Carossa Angeleri, Tiramani, Marinello, Sacchetto, Molinari, Maccanti, De Magistris Giordano, Gregorio e Novero, di cui al punto 5) all'o.d.g. A quest'ordine del giorno è collegato anche l'ordine del giorno n. 527 a firma dei Consiglieri Stara e Bresso.
Chi illustra il primo ordine del giorno? Prego, Consigliere Carossa, prenda pure la parola.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Lei ha premesso che all'ordine del giorno presentato dal Gruppo della Lega Nord era stato accorpato un altro ordine del giorno a firma del Consigliere Stara. Ebbene, non ritengo che questi due ordini del giorno siano accorpabili e quindi chiedo innanzitutto, prima di iniziare la discussione, di verificare questo.
Lo dico molto chiaramente, perché ritengo un escamotage politico il fatto di mettere esattamente lo stesso titolo, lo stesso oggetto per far accorpare due ordini del giorno che riguardano - e basta vedere l'impegnativa - cose decisamente diverse. Proprio decisamente diverse.
Quindi le chiedo, prima di iniziare, di approfondire la questione eventualmente anche a termini di Regolamento con una riunione dei Capigruppo oppure - forse è così - decidendo lei come Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Collega Carossa, mi sono posto il problema, poiché mi è stato rappresentato che in mia assenza lo stesso era stato evidenziato alla Presidenza.
In un primo momento, debbo dire che anch'io ho avuto delle riserve sul rendere collegabili i due documenti, però l'impegno del Consiglio regionale considera, da un lato, un suo richiamo preciso alla Carta Etica della Regione - che è già un documento vigente, peraltro sottoscritto da una serie significativa di Consiglieri - e, dall'altro lato, il richiamo nel dispositivo da parte dei Consiglieri Stara e Bresso di alcuni principi già previsti dalla stessa Carta Etica. Ciò mi mette nella condizione di valutare quest'ordine del giorno collegabile. Tra l'altro, non ci vedo nulla di male, perché si tratta di presentare le due mozioni, poi ci sarà una discussione generale e quindi saranno votate separatamente.
Nel suo dispositivo c'è questo richiamo preciso, che leggo testualmente: "... realizzare, in accordo con l'Ufficio di Presidenza, un documento che s'ispiri ai principi della Carta Etica". Quanto il Consigliere Stara ripete qui in buona parte sono già questioni previste dalla Carta Etica, ad esempio il divieto di assumere presso gli Uffici i parenti di Assessori, Consiglieri e quant'altro. Poi credo che il Presidente non possa che interpretare in modo estensivo, altrimenti sembra che non si voglia discutere, quasi con degli aspetti speciosi, di questioni che comunque sono all'ordine del giorno, ancor prima che in questo Palazzo al di fuori.
Quindi le chiederei, se per lei va bene, di rendere collegabile quest'ordine del giorno.



CAROSSA Mario

Presidente, non voglio far perdere tempo a nessuno.
Continuo a ribadire - lo premetto e lo sottolineo - che non ho nessun problema in qualsiasi momento a discutere l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Stara. Ritenevo che, in una discussione come quella che sicuramente nascerà - che è diversa, assolutamente diversa - dall'ordine del giorno della Lega Nord n. 494, non fosse opportuno accorpare questi due documenti.
Dopodiché, noi - ripeto - non abbiamo problemi a discuterli assieme. Lo dico solamente perché altrimenti viene da dire che in qualsiasi momento qualunque gruppo potrà, per sviare la discussione da un determinato punto presentare degli altri ordini del giorno del genere.



PRESIDENTE

Potremmo fare così, "per salvare capra e cavoli" (scusate la frase poco istituzionale): prima trattiamo l'uno e poi trattiamo l'altro. Tanto non vedo cosa possa cambiare, perché saranno comunque...



CAROSSA Mario

Dato che non sfugge a nessuno che sono questioni anche politiche molto importanti, ritengo, a questo punto, se è il caso, di sentire l'Aula, nel senso che, non dico con una votazione, ma capire se ci sono delle diverse sensibilità o diverse idee. Non penso di voler portare avanti solamente il nostro discorso come se fosse...



PRESIDENTE

Guardi, purtroppo o per fortuna, la prerogativa è esclusiva del Presidente che conduce i lavori, quindi questa è una di quelle situazioni in cui devo decidere.
Io lo ritengo collegato; facciamo l'illustrazione separata, un'unica discussione e poi facciamo la votazione separata. Perché il richiamo alla Carta Etica, in uno e l'altro dispositivo, è chiaro.
Consigliere Carossa, illustri pure il suo ordine del giorno.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non perderò molto tempo a illustrare l'ordine del giorno che abbiamo presentato, perché penso che sia chiarissimo a tutti i Consiglieri e anche perché parlare troppo di determinate cose, secondo me, non va nemmeno bene.
Questo non perché non ci debba essere una certa trasparenza nel discutere le cose, ma perché ritengo che sono assolutamente chiare e sotto gli occhi di tutti.
Nel momento in cui da tutte le parti si chiede una migliore gestione dei soldi pubblici, da tutte le parti, a partire dal Governo centrale, a partire dal Presidente della Repubblica, si chiede di intervenire sui costi della politica e quant'altro, noi ci ritroviamo in questo Consiglio regionale ad avere due Gruppi che sono "monogruppi", naturalmente: di uno è Presidente il Consigliere Stara e dell'altro è Presidente la Consigliera Bresso. Tutti e due, come suggerisce il Consigliere Toselli, sono Presidenti di se stessi, ma soprattutto tutti e due i Presidenti dei due Gruppi, nel contempo, sono iscritti e assolutamente sodali e inequivocabilmente (lo sanno tutti) appartenenti a un Gruppo politico ben specifico, che è il Partito Democratico.
Dico questo per svariati motivi, ma soprattutto per il fatto che questo ai cittadini piemontesi - mi permetto di dire questa "furbata" - costa nell'arco della legislatura, circa (non ho fatto i conti precisi) due milioni e mezzo di euro. E quando noi ci ritroviamo, a ogni piè sospinto, a discutere di tagli, abbiamo proteste più o meno legittime, più o meno veicolate - perché sappiamo benissimo come vanno queste cose - comunque proteste sui tagli, ipotetici o no, alla cultura; proteste su tagli - che se avverranno, sono molto più importanti - sul socio-assistenziale o su altre cose, questo non risolverebbe, come tante cose nel nostro bel Paese il problema, ma lo aiuterebbe.
In questo bel Paese, a forza di dire "ma questo non risolve il problema" non si fa mai niente, e non si interviene su niente. Questo è il tipico esempio.
Sono veramente dispiaciuto, lo sottolineo e sono sincero, che oggi sia assente l'ex Presidente Bresso, ma lei non può lasciare le sue argomentazioni, come un Presidente della Repubblica o un personaggio super partes, all'interno di lettere che vengono inviate al Presidente del Consiglio e ai Capigruppo, per poi esimersi e non partecipare alla discussione in aula che riguarda la sua persona.
Nei mesi trascorsi dalle elezioni, come esponente della Lega Nord sono passato sopra a "insulti" e ad insinuazioni pesantissime sul risultato elettorale avanzate dalla ex Presidente Bresso e poi mi ritrovo che, a fronte di alcune esternazioni, o alcune parole, lei si sia sentita assolutamente offesa. Salvo poi - me lo aspettavo assolutamente - non presenziare al dibattito in aula.
La Lega Nord è assolutamente pronta ad entrare nel merito di una riforma della legge elettorale che riguarda Gruppi, regolamenti finanziamenti e quant'altro. Noi non ci tiriamo indietro e non ci tireremo mai indietro ad affrontare seriamente questi argomenti.
Tuttavia, vorrei subito fare una cosa, ed è per quello che mi spiace non sia presente la Consigliera Bresso: vorrei ritirare questo ordine del giorno. Vorrei ritirarlo immediatamente, ma a condizione, Presidente, che sia il Consigliere Stara sia la Consigliera Bresso si riconoscano nel Gruppo del Partito Democratico - come è agli occhi dei cittadini tutti ma soprattutto, come è agli occhi dei militanti e dei sostenitori del Partito Democratico - rinuncino al loro scranno di Presidenti di Gruppo e si siedano a fianco al Consigliere Reschigna, Presidente del loro Gruppo.
Spero che non si debba arrivare all'impegnativa, che non si debba arrivare alla votazione con cui noi chiediamo di assegnare - e mi dispiace per lei, Presidente - per l'ennesima volta, un altro problema all'Ufficio di Presidenza (d'altronde, onori e oneri). Vorrei evitare ciò.
Chiedo fermamente che fin da subito rinuncino allo status di Capogruppo. Uno status che - mi permetto di dire, non abbiatene a male non è corretto verso i cittadini piemontesi. Si possono fare tante battaglie qui dentro, si possono veicolare, come dicevo prima, tante proteste ma, alla fine, quando non si rinuncia a certe prerogative, che sono quasi esclusivamente le prerogative dei soldi, qualsiasi battaglia che si porta avanti in Consiglio, corretta o meno corretta, viene sminuita di molto.
Avrei terminato con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 494 perché, come dicevo, non bisogna parlarne troppo. Tutti quanti sappiamo di cosa parliamo e tutti quanti speriamo che avvenga quello che io ho richiesto, cioè il ritiro dell'ordine del giorno prima della votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara per l'illustrazione della mozione n.
527.



STARA Andrea

Come ha ricordato il Consigliere Carossa, i temi che lui pone - il tema della Carta Etica della Regione, dei costi della politica, di una gestione oculata e trasparente dei fondi pubblici - sono seri e trasversali.
Sono le conclusioni che, mi permetto di sottolineare, le reputo sconclusionate. Non credo sia di pertinenza né del Consiglio regionale n dell'Ufficio di Presidenza decidere quale tessera di partito un eletto debba avere in tasca. Tralascio tutte le riflessioni che si possono desumere dalla nostra Carta Costituzionale.
anche vero che mi sembra che oggi la Lega abbia altri riferimenti. La vostra base, chiamata a votare per l'elezione di organismi interni, ha accusato la dirigenza, come ho appreso dai giornali, di metodi da soviet.
Se il vostro nuovo modello di democrazia è la Cina, dove è praticamente obbligatorio avere la tessera del partito e il partito si sostituisce alla rappresentanza istituzionale, voglio ricordare che qui siamo nella Repubblica italiana.
Nell'ordine del giorno del Consigliere Carossa si fa riferimento al "proliferare in Consiglio regionale di Gruppi consiliari", ma la composizione del Consiglio regionale è frutto delle elezioni e del voto dei cittadini elettori. Se, invece, si vuole esprimere e aprire un dibattito sulla legge elettorale che affronti seriamente il tema, sono disponibile.
Ripeto, alcuni temi presenti nell'ordine del giorno del Consigliere Carossa sono di grande rilevanza e meritano una riflessione. Quando si parla di Carta Etica della Regione, di una gestione oculata e trasparente dei fondi pubblici e il parametrarsi a quelli che sono gli standard degli altri Paesi europei.
Riprendo la proposta presente nel mio ordine del giorno, una proposta che individua una serie di punti precisi, che rispondono in maniera netta e chiara a questi temi, più volte sollecitati, in varie sedi e in varie occasioni, dalle forze di opposizione presenti in Consiglio. Non ultima una conferenza stampa del Partito Democratico che ha esposto un programma preciso da questo punto di vista, ma anche altri Gruppi di opposizione che hanno rilanciato il tema. Il tema che assicuri trasparenza e chiarezza nell'uso delle risorse pubbliche.
Nei punti che avete presente nell'ordine del giorno da me sottoscritto chiedo un impegno del Consiglio regionale ad approvare con urgenza una proposta di legge regionale, che consenta un controllo sulla spesa assegnata ai Gruppi consiliari da parte del collegio dei Revisori dei Conti, di prossima istituzione obbligatoria anche a livello regionale, che preveda la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della rendicontazione analitica delle voci di spesa dei bilanci dei Gruppi consiliari, come anche l'eliminazione dello strumento dell'autocertificazione dei Consiglieri ai fini della corresponsione del gettone di presenza.
Ritengo che gli emolumenti che i Consiglieri ricevono siano sufficienti ed ampi e che, pertanto, il sabato e la domenica, quando sono invitati a partecipare a riunioni istituzionali, ma che in alcuni casi rappresentano anche un modo per mantenere i rapporti con la propria base elettorale, si possa fare a meno dei gettoni o dei rimborsi chilometrici.
Occorre operare, poi, una verifica sull'effettiva residenza degli amministratori, ai fini della determinazione dei rimborsi dei costi chilometrici, che non sono costi della politica (mi risulta che alcune persone abiterebbero o avrebbero preso la residenza fuori dal Piemonte) che preveda la riduzione dei biglietti aerei per voli nazionali e internazionali assegnati ad ogni Gruppo in misura non inferiore al 40 l'eliminazione del vitalizio calcolato sulla base dell'indennità percepita con il passaggio ad un sistema di calcolo di tipo contributivo, la riduzione dei Consiglieri regionali da 60 a 50 a partire dalla prossima legislatura, l'abolizione - caro collega Carossa - dei doppi incarichi istituzionali, tuttora presenti nell'ambito dell'attuale Consiglio e Giunta regionale, e il divieto di assumere, anche presso Uffici diversi rispetto ai quali l'amministratore - Assessore o Consigliere - ha la titolarità parenti e coniugi di Consiglieri e Assessori, se non previo esperimento di regolare procedura concorsuale.
Presidente del Consiglio, lei sa che io non ho firmato la Carta Etica non perché non consideri quel provvedimento di valore, anzi, gliene faccio pubblicamente un merito, ma non la firmerò fino a quando non si arriverà ad un progetto o provvedimento di legge che coinvolga tutti gli ambiti della Regione.
Nel mio Gruppo, anche se non ho firmato la Carta Etica, non c'è alcun parente, però sappiamo - dagli elenchi che abbiamo - che risultano numerosi parenti di appartenenti a questo Consiglio regionale e a questa Giunta. Non farò assolutamente i nomi, perché non è il mio metodo né il mio stile preferisco fare politica piuttosto che percorrere la via degli attacchi personali, ma su alcuni giornali è già stato riportato che, ad esempio, ci sono parenti nella Segreteria della Presidenza, nel settore della comunicazione dell'Assessore Giordano, nella Segreteria dell'Assessorato dell'Assessore Casoni, nei Gruppi regionali.
Continuo svolgendo una riflessione di carattere complessivo e generale: se vogliamo rispondere ad una crescente delegittimazione della politica nei confronti del Paese, dobbiamo passare subito attraverso l'abolizione di quelli che considero dei privilegi, e in quest'ordine del giorno sono elencati tutti.
Partiamo da qui, ma teniamo anche conto che ci sono situazioni, nella politica, da riequilibrare. Io sono il primo a vergognarmi quando incontro un Sindaco di un piccolo Comune ed apprendo che questo percepisce 200 euro e poi dedica il proprio tempo andando addirittura ad intervenire fisicamente in alcune situazioni di emergenza.
Pertanto, è un discorso complessivo, ma ritengo che occorra soprattutto rispondere alle vere questioni del Paese, ai problemi veri.
Mi sembra che qui, in Regione, siamo ben lontani dal fornire tali risposte e pongo un esempio che considero emblematico: ritenete possibile parlando di legittimazione della politica, che ad ottobre non sia ancora stato presentato un bilancio di assestamento? Ritenete possibile che si presenti un documento di bilancio di previsione che ha cinque paginette in croce e 600 pagine dove sono scritte solo le spese obbligatorie, dove non c'è e non traspare alcun progetto e alcun'idea per uscire dalla crisi? Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Stara.
Apriamo il dibattito generale.
Il primo collega iscritto a parlare è il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per essere arrivato in aula più tardi, ma avevo un impegno; in ogni caso, interverranno anche altri colleghi Consiglieri.
L'intervento del collega Stara e l'ordine del giorno che ha presentato mi stupiscono, perché probabilmente il collega non ricorda che il Consiglio regionale ultimamente ha già fatto delle scelte che vanno verso la correttezza e la trasparenza della gestione dei Gruppi e della figura stessa del Consigliere regionale. Ritengo che la Carta Etica, uno strumento che molti Consiglieri regionali hanno firmato - non erano obbligati, è stata una scelta facoltativa - sia stato sicuramente un passo avanti molto importante e unico in tutta Italia. Come piemontesi, come rappresentanti del Consiglio regionale del Piemonte, siamo stati sicuramente all'avanguardia: abbiamo tagliato del 50% la liquidazione, ridotto l'indennità, previsto la firma elettronica per quanto riguarda le sedute dei Consigli regionali, abbiamo anche deciso di valorizzare l'attività legislativa del Consigliere regionale, puntando ad una maggiore presenza in Commissione, con l'individuazione della Commissione prevalente; in quella seduta, come nelle sedute di Consiglio regionale, è impossibile fare autocertificazione.
Peraltro, occorre anche intendersi: ci lamentiamo tutti dei Deputati e dei Senatori eletti nelle liste bloccate, che non hanno un rapporto con i cittadini, e poi ci scandalizziamo o polemizziamo se incontriamo gli amministratori comunali, i Sindaci, sul territorio. Occorre mettersi d'accordo: vogliamo essere dei rappresentanti della nostra comunità sul territorio, oppure dei politici ingessati, eletti in liste bloccate, perch amici del potente di turno? Poiché noi riceviamo le preferenze, e spero che questo strumento di democrazia diretta popolare rimanga, dobbiamo per forza avere un contatto col territorio, pertanto la possibilità di incontrare soprattutto i rappresentanti delle amministrazioni locali è una garanzia di vera rappresentanza democratica che noi esprimiamo direttamente.
Concludo dicendo che da tanti poteva arrivare qualche critica, qualche rilievo, che è sempre legittimo, ma è singolare che quest'ordine del giorno sia stato presentato dai colleghi Stara e Bresso, che non possono certamente brillare per aver dato una dimostrazione di coerenza e trasparenza politica dei propri Gruppi, poiché si sono presentati nella stessa lista e poi si sono divisi e hanno costituito due Gruppi, duplicando le spese. Questi fatti sono noti.
Mi dicono - ma io non mi fermo ai gossip - che due di questi rappresentanti siano anche iscritti al Partito Democratico, e allora non capisco perché non scelgano di aderire legittimamente al Gruppo cui sono regolarmente iscritti. Sono domande che ci sentiamo di dover porre, quando leggiamo ordini del giorno di questo tenore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Quando, nel lontano 1975, ho iniziato la mia esperienza amministrativa ricordo che mi capitava, molte volte, nel Consiglio comunale di Verbania di assistere a situazioni nelle quali i Gruppi della sinistra presentavano dei documenti contro la guerra in Vietnam e la presenza degli americani seduta stante, il Gruppo della Democrazia Cristiana presentava documenti contro l'invasione da parte dei russi nei confronti della Cecoslovacchia.
In quel momento, ho imparato che, quando ci sono valori in campo questi non possono essere giocati a livello di baratto e non possono neanche essere rappresentati da vicende nelle quali "se tu mi attacchi su questo piano, io ti rispondo su questo livello": era giusto condannare la presenza degli americani in Vietnam, così come era giusto condannare l'invasione della Cecoslovacchia da parte dell'Unione Sovietica.
giusto affrontare in modo serio il tema dei costi della politica in questo Consiglio regionale, senza che diventi l'occasione per scaricarsi reciprocamente badilate di feci, avendo presente che, probabilmente, il vero obiettivo è che pretendiamo che tutto cambi affinché nulla cambi: noi invece, vogliamo cambiare il sistema.
Molto semplicemente, con quest'atteggiamento il Gruppo regionale del Partito Democratico vuole affrontare questo dibattito, insieme ad un'altra modalità che ancora oggi caratterizza la nostra presenza in aula.
All'inizio abbiamo fatto una scommessa con noi stessi, con il nostro partito, che rappresentiamo con molto orgoglio, e con i nostri elettori: cercare di rappresentare il Partito Democratico in questo Consiglio regionale senza troppe liti interne, esprimendo, ogni volta, una posizione di chiarezza sui problemi. Sono valori che noi vogliamo preservare, che siamo riusciti a preservare durante questo anno e mezzo e che vogliamo preservare anche oggi.
Allora, semplicemente, cercando di entrare nel merito delle questioni ho la sensazione che, se il dibattito odierno, su un tema così delicato e così importante, prosegue secondo gli interventi iniziali, dovremo aspettarci una baruffa, non otterremo alcun risultato e, probabilmente mineremo le condizioni che permetterebbero al Consiglio regionale, invece con molta serietà, di affrontare questi temi.
Non è solamente una mozione degli affetti quella che mi accingo a presentare, cerco di esplicitare questo mio atteggiamento anche entrando nel merito e nel cuore dei problemi.
legittimo, sotto il profilo formale e regolamentare, che il Consigliera Stara e la Consigliera Bresso abbiano costituito Gruppi autonomi? Certamente, è legittimo.
opportuno che questo avvenga nella misura in cui hanno scelto liberamente di aderire ad un partito come il Partito Democratico? No, non è opportuno, perché abbiamo l'esigenza, attraverso le nostre posizioni, di essere chiari e trasparenti nel rapporto sostanziale che ci deve legare con chi ci ha votato, con i nostri militanti, con i nostri iscritti, che chiedono a noi di essere molto coerenti con le cose che facciamo e che proponiamo.
Queste cose noi le abbiamo sostenute, le abbiamo anche scritte e ci auguriamo, sinceramente, che a questo problema, senza ricorrere ad artifici regolamentari, i Consiglieri regionali interessati e coinvolti aderiscano perché saremmo felicissimi di ospitarli all'interno del Gruppo regionale del Partito Democratico.
A scanso d'ogni equivoco - non mi piace anche su questo piano girarci attorno - dico che la loro eventuale adesione al Gruppo regionale del Partito Democratico non deve passare attraverso la fusione dei Gruppi, ma attraverso lo scioglimento dei rispettivi Gruppi e la loro adesione come singoli Consiglieri all'interno del Gruppo regionale del Partito Democratico.
Dopodiché, questo vale anche per molti altri che sono in quest'aula che siedono in Gruppi autonomi, che fanno parte di organismi dirigenti e di altri partiti. Credo che a ciascuno debba essere chiesta la stessa coerenza. Ecco perché non condivido la modalità - lo dico così soprattutto quando parliamo di persone assenti e che, indipendentemente dai loro impegni ufficiali, sono assenti anche per ragioni personali, in questa fase di vita del Consiglio regionale. Pertanto, inviterei a non trasformare questo Parlamento regionale in una sorta di "j'accuse" nei confronti dei singoli; dobbiamo tentare di affrontare con molta serenità questi temi.
Così come, caro Consigliere Carossa, non condivido la parte dell'ordine del giorno che hai presentato laddove fa riferimento al fatto che, a livello nazionale, nella manovra di agosto 2011, si siano espressi chiari e concreti indirizzi affinché ci sia un'operazione etica e di contenimento dei costi della politica. Durante il mese di agosto, abbiamo sentito parlare tanto di provvedimenti nazionali che prevedessero la riduzione del numero dei parlamentari e la riduzione dei privilegi di cui godono i parlamentari nazionali, però non abbiamo visto gli atti.
Qui apro una seconda riflessione, come Gruppo regionale. In questo momento, visto che abbiamo l'esigenza di accorciare la forte distanza, che coinvolge ciascuno di noi - in queste circostanze dico "belli e brutti buoni e cattivi", almeno siamo tutti ricompresi - tra chi fa politica e il cittadino - il cittadino non percepisce la distinzione tra il politico che cerca di svolgere il suo mandato seriamente e quello che non lo fa seriamente - occorre superare la fase degli ordini del giorno.
necessario, invece, operare concretamente con atti che siano chiaramente interpretabili da parte della comunità piemontese.
Ecco perché all'inizio di questa legislatura, come Gruppo regionale del Partito democratico, abbiamo presentato una proposta di legge, che poi è stata approvata con altre forme e altre modalità, ma a noi sostanzialmente, interessava il concetto e l'obiettivo di fondo, che è quello del dimezzamento delle indennità di fine rapporto da parte dei parlamentari.
Ecco perché abbiamo sostenuto con grande convincimento, come Gruppo del Partito Democratico, le iniziative dell'Ufficio di Presidenza, tese a intervenire progressivamente su questi temi.
Ecco perché, una settimana fa, il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha voluto presentare in una conferenza stampa proposte concrete che attengono alla riduzione dei costi della politica, ma anche proposte concrete tese, sostanzialmente, a rendere più trasparente l'utilizzo dei fondi regionali da parte dei Gruppi regionali.
Anche se posso capirne le ragioni e apprezzo di aver trovato immediatamente consenso, da parte dei due Gruppi, sulle proposte del Partito Democratico, ritengo sia una gravissima mancanza di stile che un ordine del giorno presentato oggi in Consiglio regionale non faccia altro che riprendere sistematicamente tutte le proposte che aveva fatto il Partito Democratico in quella conferenza stampa. È una grave mancanza di stile, ma rischia anche di essere qualcosa di più, perché, se, oggi, il Consiglio regionale si esprimesse e bocciasse quel documento, si interromperebbe la fase, che invece noi auspichiamo, di un puntuale e serio confronto tra tutti i Gruppi del Consiglio regionale sulle nostre proposte e su quelle che gli altri Gruppi presenteranno, tese sostanzialmente a riportare il rapporto tra il cittadino e la politica a una dimensione più vicina e meno distante.
Ecco perché chiedo, proprio per ripristinare anche una condizione di stile nei rapporti tra i Gruppi consiliari, che quella mozione sia ritirata da parte del primo firmatario. Non accetterei assolutamente che un pronunciamento negativo da parte del Consiglio regionale mettesse un Gruppo consiliare, che ha presentato dettagliatamente quelle proposte la settimana scorsa, nella condizione di vedersele respinte dal Consiglio regionale prima ancora che questo Gruppo consiliare abbia avuto la facoltà - lo faremo domani mattina - di presentare una proposta di legge e una proposta di deliberazione al Consiglio regionale. Questo lo chiedo perché credo che nella vita occorra mantenere stile nei rapporti.
Un'ultima considerazione la voglio esprimere: collega Pedrale, credo che molto ci sia ancora da fare - questo passa attraverso le norme, ma anche attraverso i comportamenti dei singoli - e da lavorare tutti per rendere più trasparente il nostro rapporto con la comunità piemontese, a partire da quella che io ho considerato una piaga, ovvero le autocertificazioni.
Inviterei il collega Pedrale a visionare i dati: li ho esaminati, ma non li posso rendere pubblici perché, giustamente, il Presidente del Consiglio mi ha chiesto, nel trasmettermeli, di considerarli come "dati sensibili".
Inviterei però i Capigruppo a vederli e a trarre, da essi, una ragione di riflessione. Perché ogni volta che al sabato o alla domenica incontriamo, ad esempio, l'Associazione dei mutilati sul lavoro, com'è capitato domenica scorsa, o partecipiamo a manifestazioni sulla Resistenza o partecipiamo alla vita sociale e politica di questa Regione - perché è nostro dovere partecipare alla vita sociale e politica della nostra Regione e della nostra comunità - abbiamo bisogno di vedere persone che sono lì in testimonianza di quei valori; ci sono dei Consiglieri regionali, invece che sono lì per incassare il gettone di presenza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Farò un intervento molto breve e sommesso, viste anche le mie condizioni di salute. Oggi sono comunque venuto in Consiglio perché ritengo sia un dovere, nei limiti del possibile, partecipare ai lavori dell'Aula.
Cari colleghi, dirò una cosa che ho avuto modo di ribadire anche in televisione e sui giornali, che sicuramente sarà impopolare (così, chi pensa che io dica sempre cose piacevoli, sarà smentito): fermi restando i ragionamenti ascoltati - tutti validi - si ritrovi il gusto e la dignità del nostro lavoro.
Quando si fa a gara al più uno, nel senso del meno uno o meno dieci significa che probabilmente vi sono persone che non prendono sul serio questo lavoro: non sanno cosa vuol dire e non hanno la passione né l'umiltà sufficiente per essere al servizio dei cittadini. Mi spiegherò meglio.
corretto essere rigorosissimi nei comportamenti, ma l'autoflagellazione nel dire che siamo i "privilegiati" della società è una cucca grande quanto il mondo.
Colleghi, pensate che molti di voi - oserei dire anch'io, e potrei citarne tanti personalmente - al di fuori di qui non avrebbero un lavoro o una professione che assicuri due o tre volte gli emolumenti che percepiamo? Non scherziamo! Ho avuto il piacere - chiedo perdono se lo dico - di conoscere colleghi immensamente più bravi di me, che hanno una professionalità estrema, come Carla Spagnuolo e tanti altri, i Beppe Gatti e gli Artusi, che facevano i Consiglieri comunali nella Prima Repubblica per 20.000 lire al mese e che oggi sono megadirigenti di multinazionali, e sono stati sbattuti fuori dalla politica per scandali che non esistevano, per una sorta di "caccia alle streghe" della politica, portata avanti, allora, solo perché erano democristiani. So che per alcuni colleghi essere cattolici o democristiani rappresenta un insulto, ma per me essere cattolico, democristiano comunista, socialista o liberale è un grandissimo pregio, purché lo si sia sul serio.
Siccome non voglio fare i conti in tasca agli altri - non lo trovo certo elegante - li farò nelle mie tasche. Del grandissimo emolumento che percepiamo, quando si sottraggono i soldi per il partito, per la segreteria e per le campagne elettorali, perché a molti di noi non le paga nessuno...,non rimane certo una cifra da capogiro....
Se qualche collega - l'ho ribadito anche sui giornali - solo con cespiti politici, ha quattro o cinque case, yacht o ville, c'è qualcosa che non torna. Come ha detto Fassino, chi fa onestamente politica non si arricchisce.
Vi porto un altro esempio personale: io sono laureato, come altri colleghi, con lode in giurisprudenza. Sono sempre stato malauguratamente il primo della scuola - non della classe! - e molti miei colleghi che oggi sono avvocati, magistrati e notai, che, grazie a Dio, hanno copiato da me dal liceo all'università, oggi guadagnano tre o quattro volte tanto (i notai anche dieci o venti volte tanto, mentre gli avvocati e i magistrati solo due o tre volte tanto) e dicono: "Certo, ma voi siete dei politici quindi dei privilegiati".
Credo che si debba rispondere a queste considerazioni svolgendo il proprio dovere e lavorando tantissimo, non facendo contrapposizioni fittizie o strumentali, ma lavorando per trovare soluzioni ai problemi della società, lavorando con impegno, con passione, ritrovando questa dignità.
Perché ho fatto questo esempio? Cosa c'entra col dibattito? Perché ci tenevo a dirlo, almeno una volta, in quest'Aula.
Antonello - cito lui perché lo conosco - quante offerte gli hanno fatto nel settore privato? Avrebbe ottenuto dieci volte di più! Ma è proprio una passione. Io l'ho scoperta in terza elementare, quando ancora non facevo grandi calcoli economici.
Infine, una battuta al collega Reschigna. Anche in questo, mi spiace dirlo, ma Carla Spagnuolo ed io eravamo tra coloro che manifestavano sia per il Vietnam che per la Cecoslovacchia. Ho partecipato sia alle manifestazioni contro Pinochet che a quelle contro Ceausescu, insieme a buona parte della classe politica (ne è testimone Piero Fassino). Un'altra parte della classe politica, invece, a sinistra e non solo, non aveva questo equilibrio. Sono stato irenico? No. Penso solo che avevamo un criterio obiettivo, quello per cui la libertà, essendo un valore, andava difesa da chiunque la calpestasse; quindi gli imperialismi ci sembravano uguali.
Collega Reschigna, dico questo per ribadire che forse, anche adesso questa riflessione è valida. E, come allora, chi di noi ha dato la vita alla politica, lo ha fatto per passione, non certo per calcolo.
Non sono entrato nel merito della discussione, ma credo che ciascuno di noi (mi riferisco, soprattutto, a ciò che possiamo fare al di fuori di qui) farebbe bene a emendarsi personalmente anziché fare prediche.
Un'ultima battuta: alle terme dove mi porta mia moglie per farmi dimagrire (devo persino pagare per non mangiare e non posso neanche parlare con qualcuno!) ho incontrato un imprenditore veneto, che mi ha detto: "Lei è un politico, quindi avrà preso la laurea con le raccomandazioni! Pensi che i miei tre nipoti l'hanno dovuta pagare con i miei soldi, perché io sono onesto. Ai miei tre nipoti la laurea in medicina gliel'ho comprata coi miei soldi!" e giù insulti. Anche quando ero uno sfigatissimo studente calabrese che non conosceva nessuno...



PRESIDENTE

Consigliere Leo, le parole!



LEO Giampiero

Mi sono laureato con lode e la laurea non l'ho rubata. Eppure ci sentiamo fare la predica da chi ritiene morale averla comprata solo perch non è un politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Quando ho preso visione dell'o.d.g. che lei, Presidente, cortesemente e puntualmente ci ha inviato dalla Presidenza, avevo deciso di non intervenire su questo argomento.
Tuttavia, vista la piega che sta prendendo il dibattito, mi piacerebbe fare qualche considerazione. La prima è che per cultura, per educazione e per atteggiamento consolidato, non amo discutere né in pubblico, ma forse neanche in privato, di questioni che sono da definirsi "personali". Così come non mi piacciono le leggi ad personam, non mi piacciono nemmeno le discussioni ad personam.
Detto questo come cappello, vorrei dire agli amici della Lega che l'argomento è sicuramente degno di nota. L'argomento. Ma per come è stato posto - consentitemi di dirlo - diventa una "frecciata" indirizzata a qualcuno in particolare. E questo non va bene, semplicemente per un motivo: le questioni interne al partito vanno regolate in ciascun partito dai dirigenti del partito stesso. E poiché, come ha ben detto il Presidente Reschigna, qui non parliamo di atti o posizioni illegittime, ma tutt'al più anzi, non tutt'al più - parliamo, e sottolineo "parliamo" di opportunità politica comportamentale.
Quell'opportunità politica comportamentale attiene alle questioni di partito: noi come Aula e, quindi, come Consiglieri non possiamo intervenire con un ordine del giorno mirato, ad personam, per sancire chissà che cosa o per censurare chissà chi.
Potremmo lavorare tutti insieme per regolamentare in modo diverso partendo dalla legge elettorale, la diramazione di rappresentanze sul territorio da parte dei vari Gruppi. Però, mi piace ricordare che su questo argomento, circa un anno fa avevo presentato un ordine del giorno. Per questo motivo mi sento, se mi consentite, coinvolto e in un certo senso legittimato a parlare. L'ordine del giorno, che in prima istanza era stato bocciato e poi era stato votato all'unanimità o quasi dal Consiglio (vi ringrazio tutti), riguardava la regolamentazione delle spese dei Gruppi. So che la Presidenza ci sta lavorando e so che l'argomento non è facile, ma quello mi sembra un argomento degno di nota. Regolamentiamo le spese di Gruppo, se vogliamo fare qualche cosa di concreto.
Per toccare più da vicino la questione dei Consiglieri, cui sicuramente il Consigliere Carossa si riferiva (non so quanto direttamente o indirettamente, perché ero fuori dall'Aula), ripeto, non mi sembra che, per ragioni di stile oltre che di eleganza, convenga sollevare la questione in aula in questo momento e, quindi, mettere a carico dell'Aula e dei Consiglieri questa questione.
Se la vogliamo affrontare in termini di massimi sistemi, se la vogliamo affrontare in termini di regole affrontiamola pure, ma non indirizziamo i nostri discorsi e le nostre invettive contro qualcuno, perché si verrebbe a rompere ulteriormente quello che è bene che in qualsiasi consenso istituzionale ci sia e cioè un minimo di galateo che regoli i rapporti tra i vari eletti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Chi interviene è una persona che è sempre stata orgogliosa di fare politica e ha pagato il prezzo che la politica comporta.
Questa stagione in cui si discute dei costi della politica è una stagione che è ricorrente nella storia della politica italiana quando la politica fa degli errori o quando la politica non riesce a risolvere i problemi del Paese. Allora si pone il problema dei costi della politica.
L'abbiamo già vissuto.
Certamente, chi legge la storia della nostra Repubblica e dei nostri parlamentari sa che, dopo l'approvazione della Costituzione, i nostri costituenti prendevano il treno, andavano a Roma in treno, si portavano da mangiare con sé, vivendo secondo le consuetudini del tempo.
Poi, le società evolvono. Le classi politiche rispecchiano la porzione di società che dovrebbero governare, con i vizi e le virtù di queste società.
Noi politici non siamo diversi dagli altri cittadini. Però, avendo la responsabilità di governare i fenomeni della nostra società e del nostro tempo, dovremo avere la capacità di fare sintesi. Allora, la questione dei costi della politica torna sempre quando la politica è stata inadeguata a svolgere le funzioni cui era chiamata.
Oggi c'è certamente una crisi di governabilità complessiva nella maggioranza e nei ruoli dell'opposizione e c'è una crisi economica terrificante, quindi è giusto che si affrontino le questioni che si devono affrontare, fra cui i problemi dei costi della politica.
Tuttavia, credo che le questioni si debbano affrontare non livellandosi sul livello più basso, ma cercando di recuperare i valori della politica e l'orgoglio di fare politica, perché attraverso questa strada, un po' per volta, si arriva alla calunnia! Allora si dice: "Voi state dicendo a me qualcosa che non va nel mio comportamento, allora io vi dico che voi siete responsabili di questo o di quell'altro". Credo che questa non sia la strada e non è neanche la strada che deve seguire un consesso regionale come questo.
Spesso si parla non conoscendo che ci sono state stagioni completamente diverse. Ci sono stati anni nei quali, Consigliere Stara, per fare il Consigliere regionale ci si doveva dimettere. Io, per esempio, l'ho fatto.
Lo dico perché indirettamente sono stata tirata in ballo, rimbalzando notizie che vergognosamente sono state pubblicate da qualche parte. Io l'ho fatto! L'ho fatto perché credevo nella politica, ho voluto rischiare per intraprendere la strada della politica! Mi sono dimessa dalla Regione Piemonte. Ho rischiato e sono felice di averlo fatto. Perché noi amavamo la politica, eravamo, allora come oggi, orgogliosi di essere dei politici. E non lo dico solo in questa sede.
Quando l'Assessore Monferino, nella sua prima intervista, ha detto una frase impostata in un certo modo: "Tirare fuori la politica dalla sanità" mi sono permessa - augurandogli buon lavoro in maniera estremamente convinta - di dirgli che la politica è un valore, che si governa attraverso la politica. E la politica ha le sue regole, che nell'arco degli anni cambiano, e se in questo momento dobbiamo cambiarle, le cambieremo. Le cambieremo, ma io mi rifaccio al Presidente e all'Ufficio di Presidenza pro tempore: bisogna cambiarle con dignità e bisogna eventualmente anticipare questo percorso.
Io ho chiesto, quando c'è stata una falsa interpretazione, direttamente all'Ufficio di Presidenza (e sono in attesa di una risposta) se l'Ufficio di Presidenza ci tutela in quanto politici o se dobbiamo tutelarci noi come persone, perché se si rispettano le leggi, si rispettano. Queste leggi, in una fase della vita politica ti possono avere danneggiato.
Il Segretario del suo partito, che era anch'egli dipendente della Regione Piemonte, sei mesi dopo che mi licenziai, fruì del fatto che poteva chiedere l'incompatibilità e non l'ineleggibilità ed è stato - il suo Segretario attuale, il mio carissimo Morgando, perché continuo a considerarlo un carissimo collega di Consiglio - per anni parlamentare in aspettativa rispetto alla...
Pregherei che il Presidente mi seguisse, però, perché uno fa lo sforzo di dire certe cose che vorrebbe anche non dire.
Allora, credo che nella vita politica, se tu non sei nato ieri mattina e non è un merito - hai avuto delle fasi nelle quali le cose ti sono andate male e delle fasi nelle quali le cose ti sono andate meglio. Questo è. Però se uno fa politica, sa anche che delle situazioni si possono - e magari si devono - cambiare. Quello che è importante è che uno si muova applicando le leggi che esistono. Allora, se c'è una legge che ti consente di fruire in maniera più positiva in determinati anni, tu avrai avuto un vantaggio; se ci sono delle leggi che in allora ti hanno penalizzato chiaramente tu hai avuto delle maggiori difficoltà.
Nel mio caso, ho una pensione regionale che oggi prenderebbe un dipendente di bassissimo livello. Ma di questo non mi lamento, perché è stata la scelta della mia vita.
Quello che conta è che noi recuperiamo il valore di quello che stiamo facendo, che tutti assieme recuperiamo l'orgoglio della politica. Una classe politica non può sputarsi addosso. Io ho già visto questo esercizio che ha travolto una classe politica che, permettetemi, non è stata ancora sostituita da nessuno, perché i grandi partiti che si chiamavano Democrazia Cristiana - e oggi, non a caso, Napolitano ha invocato la figura di Giuseppe Pella - e altri grandi partiti che hanno portato avanti quelle battaglie di libertà e di civiltà non sono ancora stati sostituiti. Devo anche dire che nell'opposizione la grande cultura del Partito Comunista Italiano, purtroppo, ha avuto vicende e fortune molto alterne, perché ci trovavamo comunque di fronte a una classe dirigente che si era formata nella clandestinità, in tempi nei quali si è comunque concorso a costruire lo Stato repubblicano che oggi è andato avanti.
Allora mi fermo sull'orgoglio della politica. Il Presidente dica che se c'è qualcuno che ha violato le leggi che oggi regolano lo status dei Consiglieri - questo per un piccolo aspetto - e, se ci sono delle leggi o delle norme da cambiare, cambiamole, ma non giocando al gioco che finisce per diventare il gioco della calunnia reciproca.
Questa strada è già stata condannata dalla storia in questo Paese.
Negli anni 1993-1994, ricordo che si diceva: "Capita a me questo guaio, ma dovrebbe capitare anche a lui". Da allora noi non ci siamo ancora ripresi ci sono state delle vicende che ci hanno riguardato tutti, ci sono state delle personalità che sono entrate in campo, ci sono state delle nuove forze politiche che sono entrate in campo, ma l'equilibrio della politica complessivamente non è ancora stato trovato, perché oggi siamo ancora nella grande trasformazione.
Mi sono permessa di ricordare queste cose perché, se qualcuno sbaglia è bene che venga ripreso. Credo che quello che è stato fatto da parte anche degli ordini del giorno presentati si riferisca a situazioni di cui magari si può valutare la non opportunità, ma che certamente si muovono nella legittimità. Ci sono le opportunità dei comportamenti che vengono richiamate, ci sono le regole che devono essere rispettate: cambiamole, ma risottolineando la dignità di quello che stiamo facendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Sono stato stimolato a intervenire. Normalmente si viene stimolati per un eccesso di polemica all'interno del Consiglio regionale: io sono stato stimolato dal garbo e dalla signorilità dell'intervento del collega Reschigna, che ha affrontato con grande serietà questo tema.
Al di là delle posizioni di ciascuno, credo che si debba ragionare in termini di credibilità collegiale e in termini di mancanza di credibilità collegiale. Qui non è che siamo ciascuno in un compartimento stagno: siamo all'interno di un Consiglio regionale, che è un consesso collegiale in cui se qualcuno sbaglia o se qualcuno tiene comportamenti sbagliati, a farne le spese non è solo il singolo, ma è l'intero Consiglio regionale. Dobbiamo ritengo - partire di qui, perché altrimenti rischiamo di dare un'immagine sbagliata all'esterno.
Credo che questo Consiglio regionale, questo Ufficio di Presidenza e la guida del Presidente abbiano certamente dato in questi mesi delle prove di responsabilità. Noi abbiamo anticipato, in un momento in cui nessuno ne parlava, provvedimenti che certamente erano nel senso di tagli alla politica. Abbiamo intanto - almeno il nostro Gruppo l'ha sottoscritto, così come molti altri - la Carta Etica, abbiamo ridotto le indennità, abbiamo dimezzato il trattamento di fine mandato: tutto questo perché è stata assunta la logica che la credibilità è dell'intero Consiglio regionale.
Questa sintesi è stata fatta dall'Ufficio di Presidenza e abbiamo fatto tutti insieme un lavoro in un'unica direzione.
Ora, non credo - e mi spiace che l'abbia riportato in questo modo il collega Buquicchio - che il problema della divisione dei Gruppi sia un problema di partito, perché nel momento in cui vi è una difficoltà all'interno di un partito che non ha incidenza sulle casse pubbliche, è un problema di partito, ma nel momento in cui un problema di partito in qualche modo si riversa sulle istituzioni, le cose cambiano.
Il collega Stara, che più volte ha fatto delle battaglie anche in difesa della cultura, sa in questo momento quanta necessità di soldi pubblici c'è all'esterno. Credo che la duplicazione dei Gruppi sia un fatto disdicevole, e lo dico con estrema sincerità e franchezza. Perché se fossimo in un periodo di vacche grasse, probabilmente questo passerebbe inosservato, ma in un momento in cui dobbiamo spiegare ai nostri amministratori che stiamo spendendo milioni in più per una duplicazione e per un egoismo partitico, ho delle difficoltà, così come voi. Il problema ce lo dobbiamo porre tutti. Il comportamento tenuto in questo momento dalla Consigliera Bresso e dal Consigliere Stara riguarda tutti, per le ragioni che ho esposto. È un problema di credibilità collegiale.
Fuori di qui non si distingue il mio atteggiamento da quello di chi fa la duplicazione dei Gruppi, è un problema di responsabilità che ci riguarda tutti. Dobbiamo assumere un metodo per affrontare queste cose se non siamo in grado di uscire dalla logica della contrapposizione politica. Poiché lei è stato molto bravo, Presidente, a condurci sulla strada del taglio dei costi della politica, assuma anche la responsabilità di risolvere questo problema. È un problema che riguarda tutti e riguarda la credibilità di tutti.
Aggiungo un ultimo pensiero. La Consigliera Spagnuolo faceva riferimento alla dignità della politica. Sono assolutamente d'accordo penso che la politica debba avere un sussulto di dignità. Affrontiamo anche le caste, quante sono e quali sono. Qui facciamo tutti politica da molti anni, ma sappiamo perfettamente tutti chi sono i privilegiati. I privilegiati, molto spesso, non siedono fra questi banchi, ma siedono nelle partecipate pubbliche. Chi è stato Consigliere comunale di Torino sa del potere che hanno oggi gli Amministratori delegati e i Presidenti di grandi società partecipate, sappiamo perfettamente i privilegi che hanno queste partecipate. Perché non affrontiamo con tranquillità i costi e i benefici che queste partecipate della Regione, del Comune o della Provincia producono sulla politica? È lì che dobbiamo cercare i tagli.
Credo che un lavoro in questo senso faciliterebbe molto anche la credibilità di chi fa politica con serietà. È difficile spiegare, molto spesso, che lo stipendio di un amministratore delegato supera 500 mila euro, quando quella partecipata produce un buco di diversi milioni di euro che tutti noi paghiamo - e le tariffe dei cittadini non calano neanche di un euro nell'arco di dieci anni, ma aumentano.
Vorrei capire perché determinate caste hanno l'intoccabilità e alcune altre hanno la denigrazione. Questo dobbiamo affrontarlo con lo spirito per cui vanno affrontate, senza contrapposizioni.
Non sarò certamente quello che propone ordini del giorno uno contro l'altro, ma credo che l'Ufficio di Presidenza, che è stato così bravo in questi mesi a condurci su una strada, possa condurre anche ad un dibattito diverso. L'esigenza di trasparenza è la prima esigenza di credibilità.
Poiché sono convinto che la sobrietà e la trasparenza siano elementi per dare credibilità, iniziamo di qui. Iniziamo anche ad affrontare seriamente non ero più tornato su questo tema, ma ci ritorno oggi - la questione delle Commissioni di indagine e di inchiesta. Dare verità su determinati atti a chi sta fuori è un'esigenza che i cittadini sentono.
Dato che, senza voler fare troppe polemiche, chi oggi fa la duplicazione dei Gruppi è l'unica persona che è andata su tutti i giornali dicendo che le Commissioni di inchiesta e di indagine sarebbero state un costo aggiuntivo, respingo al mittente il costo aggiuntivo, ricordando i costi che noi sosteniamo e che, purtroppo, la comunità pubblica sostiene proprio con la sua duplicazione.



PRESIDENTE

Risponderò anche a lei, Consigliere Goffi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Siamo ad aprile 2008 e sul sito del Partito Democratico appare un'intervista alla Presidente della Regione Piemonte. Alla domanda: "Un partito del Nord non ha bisogno di un leader del Nord?" la riposta è: "Perché? Penso ad un partito organizzato a livello regionale, dove chi amministra lavora al fianco di chi si occupa dell'organizzazione. Insieme si scelgono le strategie".
Relativamente al tema delle alleanze si dice: "Il Partito Democratico non può coprire tutto il centrosinistra, dobbiamo porci il problema della sinistra". Sono frasi condivisibili di un eminente esponente del Partito Democratico, Mercedes Bresso - mi spiace, non sia presente oggi - che, una volta perse le elezioni, decide di dare seguito a quella linea in maniera alquanto originale. La strada scelta per amministrare lavorando al fianco di chi si occupa dell'organizzazione del Partito, è quella di mantenere ed istituire un Gruppo singolo, al di fuori del contenitore del Partito Democratico.
singolare come scelta. Consigliere Ronzani, lei che ha grande capacità di analisi, è una scelta sicuramente singolare quella adotta da Mercedes Bresso.
Ha una sua logica? È il tentativo del centrosinistra, o meglio, del Partito Democratico, di coprire tutto il centrosinistra, come diceva la Bresso. Qual è la molla ideologica che porta un esponente di un partito a non aderire al Gruppo del suo partito? Non posso pensare che ci siano ragione diverse dalle ragioni ideologiche o dalle ragioni di una strategia politica ben concertata con i vertici. Si vuole occupare spazi nel ventaglio politico regionale che, evidentemente, si pensa siano rimasti liberi.
Si vuole strizzare l'occhiolino a qualche categoria particolare che il Partito Democratico non riesce a rappresentare o intercettare? Sono domande. Che strategia c'è? Soprattutto: può una strategia politica risultare così onerosa? È etico? È giustificato? Questa è una strategia con i vertici? Qui viene il dunque. A sentire il Consigliere Reschigna oggi non mi pare, anche a sentire le dichiarazioni rilasciate all'Ansa dal Segretario regionale del Partito Democratico non sembrerebbe. Dichiarazioni che, tra l'altro, credo denotino l'efficacia dell'ordine del giorno che abbiamo portato oggi.
Il 30 settembre appare una dichiarazione: "Ho incontrato nei giorni scorsi Mercedes Bresso e Andrea Stara. I due Consiglieri hanno condiviso che siano ormai mature le condizioni per una piena e formale integrazione tra i loro Gruppi e il Partito Democratico che unifichi in Consiglio regionale l'azione di tutti coloro che con l'iscrizione al Partito si riconoscono in una posizione comune". Lo afferma il Segretario del Partito Democratico in Piemonte, Gianfranco Morgando.
"Registro positivamente", dice Morgando, "questa disponibilità, nei prossimi giorni definiremo le modalità per attuare l'iniziativa".
Voglio capire: perché quella scelta che, fino ad ieri, andava bene oggi non viene più riconosciuta valida? È fallita la strategia? Oggettivamente non riesco a capire la situazione di cui stiamo parlando oggi. Me lo chiedo da settimane, ma non ho trovato risposte. Mi auguro che la discussione di oggi qualche risposta me la dia.
Chiudo l'intervento con un appello accorato, come una sorta di lettera aperta, contravvenendo anche alle formalità che vorrebbero che i Consiglieri si rivolgessero al Presidente del Consiglio regionale: "Cara Bresso e caro Stara" - di più, cara Mercedes e caro Andrea - "la questione dei costi della politica è venuta ad assumere una forte rilevanza presso l'opinione pubblica e nel dibattito giornalistico, da richiedere risposte urgenti, serie e coerenti. In caso contrario, il rischio è quello di vedere crescere il sentimento dell'antipolitica arrivando a trasformare il livore nei confronti dei privilegi della cosiddetta casta, in un'aggressione ai fondamenti della democrazia.
Cara Mercedes e caro Andrea dobbiamo evitare che la giusta contestazione a privilegi, sprechi e costi ingiustificati, finisca per indebolire le istituzioni, compromettendo le funzioni che le stesse svolgono nell'interesse della collettività. La democrazia dei costi necessari, sicuramente, che vanno difesi, senza mai confonderli con inutili sovracosti che suscitano giusta indignazione.
Detto questo, è a tutti evidente che in un momento di così grande difficoltà in cui stiamo chiedendo sacrifici durissimi a chi ci ha eletto tutti noi siamo chiamati ad adottare scelte coerenti, assumendo decisioni anche di valore simbolico.
Cara Mercedes e caro Andrea, l'esistenza del Consiglio regionale del Piemonte accanto al Gruppo consiliare del Partito Democratico, di due Gruppi presieduti e composti individualmente da due autorevoli iscritti al Partito Democratico come voi, non trova alcuna giustificazione politica e istituzionale, ma solo come conseguenza un maggior costo per l'Ente.
Infatti, i due Gruppi consiliari in questioni si trovano ad avere un dotazione economica di alcune centinai di migliaia di euro, che verrebbero risparmiate dalla Regione nel caso di ingresso, come peraltro previsto dallo Statuto del Partito Democratico, nel Gruppo del Partito.
Sono consapevole che si tratta di un risparmio che non risolverà i problemi economici del Piemonte, ma attuarlo assumerebbe un forte valore morale. Credo che chi come voi, Presidente l'uno della precedente Giunta di centrosinistra ed eletto l'altro in una lista che si chiamava 'Insieme per Bresso', ed un così alto curriculum di autorevolezza politica non abbia alcuna difficoltà a compiere questo passo, dando così un segnale chiaro ai piemontesi e agli elettori".
Questo è un appello accorato che mi sentivo di fare. Non sono parole mie, ma di Stefano Esposito, risalenti al mese di agosto 2011. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per coloro che dovessero ancora intervenire - lascio alle loro sensibilità - è vero che si tratta di una collega, però la Consigliera Bresso è assente. Se si fanno domande precise, forse occorrerebbe anche tenere conto, per chi lo ritenesse, del fatto che, oggi, la Consigliera Bresso è assente. Quindi, se ci pongono domande precise o la si invita in altri comportamenti, credo sia più...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non mi riferisco solo a quest'ultimo intervento, è già un po' che lo dovevo fare. Il suo intervento mi dà semplicemente un elemento ulteriore per queste parole, poi, ovviamente, lascio alla sensibilità di ciascuno.
La parola al Consigliere De Magistris.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
So che, oggi, la Consigliera Bresso non è presente per un motivo importante e nessuno di noi farà riferimento al fatto che la collega non è presente oggi.
Adesso, farò un giochino con i numeri, perché ho sentito parlare di tanti numeri che a voi sono noti, ma al sottoscritto, fresco di quest'Aula lo sono un pochino meno.
Per capire di cosa stavamo parlando, sono andato a rileggere questa famosa Carta Etica del Piemonte e ho svolto ragionamenti per capire di cosa stavamo esattamente parlando.
Sono certo che vi annoierò con informazioni che già conoscete, però ve le voglio ricordare lo stesso; leggerò anche brevi frasi riportate nella Carta Etica, in modo che chi le ha dimenticate, soprattutto chi fa finta di dimenticarle, se le ricordi.
Mi sono riletto l'impegno che abbiamo quasi tutti firmato sottoscrivendo questa Carta Etica; diamo atto al collega Stara, invece, che è iscritto nella lista di coloro - pubblicata sul sito del Consiglio regionale e non della Regione - che non hanno sottoscritto tale documento.
Non è che con questo sia assolto dal rispetto dei doveri dettati comunque dall'etica - Carta o non Carta, ovviamente - così come la collega Bresso che ha anche l'aggravante di averla firmata.
All'articolo 5 si dice che ci si impegna a non perseguire il proprio interesse generale, né diretto né indiretto, né l'interesse particolare o di gruppi di persone. Prosegue - salto le parti meno interessanti - dicendo che "le situazioni contabili e i bilanci devono rappresentare fedelmente i fatti di gestione" - salto una parte - "a garanzia della buona gestione del denaro pubblico".
Infine, all'articolo 10, il sottoscrittore firmando si impegna a rispettare "la disciplina di bilancio e finanziaria e si sforzerà di contenere le spese di funzionamento della pubblica amministrazione". Tutto ciò è finalizzato, oltre al contenimento della spesa pubblica dell'Amministrazione, anche all'allineamento dei costi della politica agli altri Paesi europei o, semplicemente, come farebbe un buon padre di famiglia, con l'obiettivo di mantenere costante o, meglio, ricreare quel rapporto di fiducia tra eletti ed elettori, che le notizie riportate dalla cronaca, in particolare da alcune regioni italiane - che sappiamo tutti da che parte stanno - hanno indebolito, se non addirittura distrutto, nel corso di questi ultimi tempi e di questi ultimi mesi particolarmente.
Anche l'Ufficio regionale, però, non ha rispettato l'articolo 16, dove si dice che l'elenco dei sottoscrittori o meno deve essere a disposizione del pubblico e pubblicato sul sito della Regione. Se c'è, è nascosto bene perché non sono riuscito a trovarlo.
C'è, invece, nel sito del Consiglio regionale. Lì si nota che la Consigliera Bresso vi ha aderito, mentre il Consigliere Stara no, quindi lo confermo - al 1° marzo, data in cui è aggiornato il sito, non so cosa è successo dopo - ma, dai loro comportamenti, direi che quanto meno se ne sono dimenticati.
Dico questo perché costituire i due Gruppi, che, tra l'altro, sono denominati "Insieme per Bresso" e "Uniti per Bresso", non rispetta di certo quanto ci siamo imposti sottoscrivendo la Carta Etica della Regione, almeno dal punto di vista dell'economia.
Costoro, pur appartenendo al PD, non si fanno scrupolo di pesare sul bilancio della Regione, o, meglio, sulle spalle dei piemontesi, con almeno tre budget di spesa, quelli appunti destinati ai Gruppi consiliari. Questi dal punto di vista dell'etica e della logica, oltre che del rispetto dei contribuenti, potrebbero e dovrebbero essere destinati al funzionamento di un solo Gruppo consiliare - parliamo di 240 mila euro all'anno per Gruppo oltre al maggior costo per la Regione, determinato dal fatto che sono tre i Capigruppo, ognuno con una retribuzione maggiore rispetto al Consigliere semplice, senza contare il maggiore peso politico e decisionale.
Per completare l'informazione, ricordiamo che i Gruppi di maggioranza sono quattro, quelli appartenenti alla minoranza sono ben nove, dei quali cinque composti da un solo Consigliere, ma Capogruppo.
Nel caso della Consigliera Bresso, ritengo sia anche ignorato l'articolo 10 nel passaggio in cui ci si impegna a dimostrare assidua presenza alle sedute del Consiglio e delle Commissioni o di altri organismi cui siamo chiamati in ragione ognuno del proprio ruolo.
Verificando le presenze della collega, spicca la sua presenza a 79 Consigli regionali - 40 quest'anno, quindi la percentuale è in calo mentre gli altri colleghi si attestano tra le 130 e le 160 presenze: direi che è abbastanza evidente la differenza. Immagino che il rapporto sia simile anche nelle Commissioni consiliari, però questo dato non ho avuto modo di averlo.
Giocando con i numeri, possiamo dire che la Consigliera Bresso, per il funzionamento del suo Gruppo, considerando un'indennità mensile intorno ai 9.000 euro, costa alla comunità piemontese - cioè a chi, come si suol dire fa fatica ad arrivare a fine mese - un totale annuo di 108 mila euro, che sommati ai 240 destinati al Gruppo, fanno 348 mila euro all'anno. Divisi tra le 79 presenze, possiamo giocare a dire che ci costa 4.500 euro ogni volta che è presente in aula. Altro che la difesa dei diritti dei più deboli: se sommiamo la spesa determinata in un anno e la spalmiamo sui cinque, arriviamo a tre milioni e 480 mila euro, che, espressi in un'altra lingua, sono 6 miliardi e 700 milioni. Tale cifra si potrebbe risparmiare non del tutto, ovviamente, ma in buona parte, almeno i due terzi, se i due Gruppi confluissero nel PD, quindi in un solo Gruppo.
La Consigliera Bresso, inoltre, percepisce un'altra somma per la sua partecipazione alla Commissione europea, della quale non conosco l'importo ma percepirà pur ancora qualche emolumento.
curioso notare che i due Capigruppo in questione spesso ci danno pure lezioni di etica e ci ricordano che noi apparteniamo a Gruppi politici caratterizzati dal personalismo dei nostri leader. In tal senso, è sufficiente ricordarvi il nome dei loro Gruppi: Uniti per Bresso e Insieme per Bresso.
Posso dire con una certa tranquillità che il comportamento dei due rappresentanti dei rispettivi Gruppi è eticamente scorretto. Senza contare....



PRESIDENTE

Scusi, se interrompo l'intervento, ma ho il dovere di tutelare un Consigliere assente.
Lei ha iniziato il suo intervento dicendo che non ne avrebbe parlato ma sta facendo esattamente il contrario. Non mi sembra corretto che lei attribuisca un comportamento scorretto a un Consigliere che non è presente e non può nemmeno intervenire per difendersi...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi.
La invito a tenerne conto.
So della sua intelligenza e della sua correttezza, pertanto la invito a tenerne conto e sono certo che si comporterà in tal senso.
Prego.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Lei ha ragione, Presidente. Se fosse un caso, lei avrebbe ragione, ma stiamo parlando di meno della metà delle presenze.
Capisco che, oggi, mi si dice che c'è un problema grave, che non voglio nemmeno commentare, ma io ho detto che la signora, e lo dimostrano gli Uffici della Regione...



PRESIDENTE

La signora è un Consigliere come noi.
Lei ha detto che ha un comportamento scorretto, quindi ha ascritto a un Consigliere regionale un comportamento senza...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Io non volevo parlare, come sta dicendo il mio Capogruppo, della lettera che la signora Consigliera...



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Se stanno zitti, continuerei anche.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

La signora Consigliera - non volevo denigrare, mi sono solo sbagliato nonché Capogruppo di un Gruppo composto di una sola persona, che ci costa un occhio della testa, oggi non è presente. Ho preso atto che non è presente, ma quest'anno l'abbiamo vista 40 volte.
Lei, signor Presidente, non mi ha dato...



(Commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Boeti! Prego, prosegua.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Sto dicendo cose facilmente verificabili.



(Commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Scusi.
Consigliere Boeti, per favore, almeno lei! Prosegua.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Io non ho mai urlato, non ho mai interrotto...



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere De Magistris, che il tempo sta scorrendo inesorabile.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Lei, signor Presidente, ha mancato nei miei confronti, perché lei ha ricevuto una lettera dalla Consigliera Bresso che è piena, sì, di insulti se vuole, li sottolineo - di cui non mi ha dato conto. L'ha data ai Capogruppo, l'ha data ai componenti della Giunta - immagino - l'avrà data ai componenti del suo Gruppo, a me non l'ha data.
Qui ci sono frasi, che ho sottolineato, dove si parla di "invettive e minacce contro di me sono espressione di un atteggiamento squadrista che non intendo tollerare... è un modo triviale di svolgere il proprio mandato pubblico... solidarietà per l'incivile situazione... avvilente...".



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, per favore!



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

"Manifesta il rozzo livello dei protagonisti... ritengo che chi quotidianamente dileggia la Costituzione repubblicana con ridicole rivendicazioni territoriali non possa ergersi a paladino di una qualsiasi...".
Credo sia un pochino più offensivo quanto scritto dalla signora Consigliera Presidente Capogruppo Bresso.
Se ho ancora qualche minuto, vorrei terminare di leggere quanto mi ero scritto, non vorrei che mi scappasse qualcosa.



PRESIDENTE

Ha ancora 33 secondi.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Bene. Ribadisco che il comportamento di questi signori è stato eticamente scorretto, dal mio punto di vista. Senza contare il danno causato dagli inutili tentativi di sovvertire l'esito delle elezioni, che apprendiamo dagli organi di stampa - sembra ammontare a circa mezzo milione di euro.
Possiamo affermare che la Consigliera Bresso alla Regione Piemonte, o ai piemontesi, è costata proprio cara. Un bel danno, anche di immagine: e poi ci stupiamo che la gente detesti la politica, o, meglio, certa politica! legittimo, infine, che il quotidiano La Stampa di giovedì 6 ottobre abbia descritto la Consigliera come detestata fra i banchi della Lega e del PdL, ma poco amata anche tra le file della minoranza.
Vorrei aggiungere un'altra considerazione, perché oggi so di essermi fatto un bel po' di nemici, ma era previsto.
Nei primi due mesi circa di partecipazione a questo Consiglio, il sottoscritto ha anticipato di propria tasca le spese di trasferta da Verbania, dove risiedo, a Torino, a causa del fatto che la Giunta se n'era andata senza approvare il bilancio.
In quei giorni, il centrosinistra argomentò con calore un ordine del giorno, poi approvato, che andava a dimezzare il compenso di fine mandato dei Consiglieri regionali. Anche il nostro Gruppo, logicamente, votò a favore. Ma non mi posso dimenticare neanche il colore del collega Reschigna, che diventò paonazzo, e urlava: "È una vergogna".
Lui, a me, urlava: "È una vergogna". Lui, che dieci giorni prima insieme a chi componeva il Consiglio, aveva percepito, incassato e portato a casa il doppio di quello che sicuramente io non prenderò!



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no! Io adesso non ci sto! Adesso non ci sto!



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, poi potrà intervenire per fatto personale.
Collega De Magistris, continui e concluda.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Volevo solo concludere con una battuta che secondo me è simpatica, ma non ne sono sicuro.



PRESIDENTE

Concluda, per favore!



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Ho concluso. Volevo solo ribadire che in quel momento ho capito che cosa prova l'asino quando il bue gli dà del cornuto!



PRESIDENTE

Richiamerei un attimino l'attenzione dell'Aula prima di continuare questo dibattito, posto che quest'oggi siamo ancora sulla buona strada.
Credo che ogni Consigliere regionale abbia il diritto di dire liberamente ciò che pensa su chiunque e comunque. Su questo non vi è dubbio. Così come chi è interessato, ha il diritto di ascoltare. Però un po' di stile e, soprattutto, un richiamo al fatto che quando si ascrivono comportamenti a persone assenti, ancorché Consiglieri regionali, debba essere tenuto in considerazione: chi è presente può difendersi, chiedendo la parola anche per fatto personale; chi è assente, invece, non lo pu fare.
In secondo luogo, per quanto attiene alla lettera, visto che ha detto che io ho mancato nei suoi confronti, io non sono solito distribuire la corrispondenza che ricevo come Presidente del Consiglio regionale nei corridoi.
Quella lettera è stata inviata a ciascuno dei Presidenti di Gruppo.
Eventualmente, per quanto la riguarda, anche in combinato disposto al suo comportamento tenuto in aula nella scorsa seduta - che è uno dei motivi della lettera della Presidente Bresso - sarebbe stato dovere del suo Presidente di Gruppo, se lo avesse ritenuto opportuno, fargliela pervenire in copia.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Cosa vuole dire quando sostiene che frequento i corridoi? Perché, io frequento i corridoi?



PRESIDENTE

No. Ho detto semplicemente che io non sono solito distribuire la mia corrispondenza nei corridoi.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché, per rintracciarmi bisogna trovare un corridoio?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gregorio; ne ha facoltà.



GREGORIO Federico

Grazie, Presidente. A me il compito di stemperare i toni, a questo punto.
Collega Laus, lei e la Presidente Bresso ci costate oltre...



(Commenti del Consigliere Laus)



GREGORIO Federico

Chiedo scusa, collega Laus, intendevo riferirmi al collega Stara.



PRESIDENTE

Prego, collega Gregorio, lei che è l'ala moderata della Lega.



GREGORIO Federico

Devo stemperare i toni ed è un compito gradito, talvolta. Chiedo ancora scusa all'amico Laus.
Collega Stara e collega Bresso, ci costate oltre due milioni e mezzo di euro - secondo i dati che poc'anzi citava il collega - e non trovate niente di meglio che tirare in ballo quelle che sono le problematiche interne al nostro partito? Mi chiedo che cosa le passi per la mente, se mi permette l'esagerazione.
Non ha aderito alla Carta Etica - ci mancherebbe altro che aderisse alla Carta Etica! - però, visto che ho promesso di stemperare i toni, vorrei rifarmi alle parole del Consigliere, collega, Capogruppo e Presidente Mario Carossa, che ha accennato a quelli che sono, dal punto di vista della dialettica, gli eventuali o palesati insulti che il nostro movimento avrebbe comunque in questi mesi subito o che, come poc'anzi è stato riferito, avrebbe addirittura fatto nel corso delle recenti sedute di Consiglio regionale.
Proprio per questo motivo, la collega Bresso si è sentita oggetto - uso parole sue, testuali - "di invettive e minacce a seguito di alcuni interventi nel corso della seduta consiliare di mercoledì scorso", alla quale, peraltro, non era presente (ci mancherebbe, non vogliamo entrare nel merito visto che ne abbiamo già parlato).
Mi risulta che l'espressione più forte rilevata in quella sede - è qui che vorrei entrare, come prologo, in quella che è la discussione di merito sia stata la frase "Mercedes cucù, i due ricorsi non ci sono più" impressa sulla maglietta del collega Paolo Tiramani.
Mi è venuta la curiosità di capire cosa avesse potuto recare così tanta offesa e ho deciso di approfondire la questione con una breve ricerca brevissima - in merito al significato di questo termine "cucù" incriminato che così tanta offesa, lo ripeto, ha arrecato alla collega Mercedes Bresso.
Per non sbagliarmi, ho voluto consultare alcuni dizionari etimologici al riguardo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa! Il collega Gregorio sta facendo un intervento che ho difficoltà a sentire.
I primi che disturbano sono proprio coloro che si trovano nelle immediate vicinanze del collega che sta intervenendo. Vi chiedo, per favore, di consentire al collega Gregorio di svolgere il proprio intervento.



GREGORIO Federico

Innanzitutto, il termine "cucù" è un richiamo onomatopeico al cuculo quell'uccello che, come ben sappiamo, non fa il proprio nido, ma furtivamente depone le proprie uova in quelli degli altri e poi le lascia covare, ignari. È molto furbo.
"Cucù" lo troviamo inteso anche come gioco di carte.
Dove lo mettiamo, poi, il famoso "cucù", inteso come orologio a pendolo? Ne vogliamo parlare, Presidente? Perché non possiamo esimerci a tal riguardo. L'orologio a cucù è una particolare variante degli orologi a pendolo. Questo, infatti, indica l'orario, come tutti, ma presenta una peculiare caratteristica: segnala lo scorrere delle ore con un suono simile al verso di un uccellino, che generalmente (ma non sempre) sbuca fuori da una piccola finestrella in maniera ritmata, facendo corrispondere il numero dei suoi versi alle ore trascorse.
L'orologio a cucù prende il nome proprio dal volatile, ossia il cuculo di cui prima abbiamo accennato le caratteristiche, che non mi sembrano almeno per rispetto del cuculo, così tanto offensive.
Infine, pensiamo a "cucù" in senso figurato - per non farla troppo lunga - come richiamo di ragazzi che giocano a nascondino e, per estensione, come espressione ironica, se vogliamo così definirla, usata figurativamente da chi voleva dire: "Non te l'aspettavi, ma eccomi qua" oppure "Questa proprio non pensavi che sarebbe successa, ma guarda, è capitata davvero". Ci gioco spesso con mia figlia, ma lei non si è mai offesa.
Per estensione del concetto di base, è appropriata l'interpretazione "Tu cercavi di nasconderti dietro falsi pretesti, ma io ti ho scoperto lo stesso". Non ravvisiamo - perlomeno io - nel termine "cucù" alcunché di offensivo, così come invece viene percepito dalla collega Bresso, ma - anzi è un'espressione decisamente efficacie nella sua semplicità, oserei dire quasi banale.
Ben diverso, però, Presidente, sarebbe stato usare la medesima parola in lingua piemontese. "Coco" (si scrive appunto 'coco' per essere corretti) indica, tanto per il dizionario Gribaudo che per il Brero, il nome standard del cuculo, ma ha anche il significato figurato di sciocco, frescone scimunito, eccetera.
Lungi da noi, Presidente, una caduta di stile di tale portata. Questa è la definizione tecnica dei vocabolari piemontesi italiana.
Ma il collega Paolo Tiramani, che non è uno sprovveduto, ha ben scritto la frase di senso compiuto e senza errori, mettendo l'accetto nel posto giusto: "Bresso cucù, i due ricorsi non ci sono più". Era perfetta, quindi non vi è nulla di offensivo.
Lasciato il prologo sulla definizione tecnica della parola "cucù" vorrei guardare a problematiche non serie, ma oserei dire drammatiche, che ci troviamo ad affrontare in questo momento storico. Non possiamo che ravvisare comportamenti quantomeno incoerenti in taluni che continuano a denunciare gli sperperi di denaro pubblico in politica, come poco fa sono stati elencati, e poi, con il loro stesso modo di agire, inasprire in prima persona i costi della politica a carico dei cittadini.
Mi sovviene, Presidente, anche per la mia terra di origine, una riflessione di Luigi Einaudi, nostro illustre e illuminato concittadino Presidente della Repubblica, di cui si è commemorato, proprio lo scorso sabato, in quel di Dogliani, il cinquantesimo anniversario della morte, in presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Egli cita testualmente: "Se Regioni, Province e Comuni devono ricorrere ad entrate proprie, nasce il controllo dei cittadini sulla spesa pubblica nasce la speranza di una gestione sensata del denaro pubblico. In caso contrario, manca l'orgoglio del vivere il frutto del proprio sacrificio e nasce la psicologia del vivere a spese altrui, dell'emulazione nel chiedere sempre e non essere mai contenti, nel mettere innanzi sempre nuove querele per i torti del passato, anche di un passato remoto, e nuove rivendicazioni di risarcimento per l'avvenire".
Queste "prediche inutili" - definite amaramente in questo modo, nel suo libro - sono invece quanto mai attuali; ne stiamo discutendo proprio in quest'aula ed è nostro dovere tenerle presenti ed agire di conseguenza.
Anziché passare il tempo a puntare il dito, contestare, denunciare pretendere, pontificare, perché non incominciamo a correggere qualche struttura, prendendo gli spunti che anche quest'Aula ha portato, nelle recenti discussioni? Vero, colleghi Stara e Bresso? Prendo ad esempio una situazione quantomeno incresciosa agli occhi dei cittadini: che senso ha o può avere il proliferare in Consiglio regionale di Gruppi consiliari i cui componenti fanno riferimento a partiti già rappresentati da altri Gruppi consiliari? Oltre al notevole aggravio delle spese, come si può giustificare una tale anomalia ai nostri elettori, proprio ora che dovremmo tutti indistintamente, oggi più che mai, dare il buon esempio di razionalizzazione e dei risparmi? E per terminare, cosa diciamo alla vostra claque, che non più di 15 giorni fa veniva in Consiglio regionale a insultare i Consiglieri regionali, con l'alibi di voler finanziare associazioni che, più che culturali, mi sembravano vere e proprie espressioni politiche e ideologiche a voi vicine? Cosa diciamo a questi signori, che voi ci costate ben oltre due milioni e mezzo di euro? Come ha detto nel suo intervento il mio Capogruppo Carossa, non è sicuramente questa la cifra che può risolvere tutti i problemi del bilancio regionale, però aiuta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna, per fatto personale (se lo esplica, per favore); ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Credo che anche lei abbia ascoltato l'ultima parte dell'intervento del Consigliere De Magistris.
Al Consigliere De Magistris voglio solo ricordare due questioni: il raddoppio delle indennità di fine mandato è avvenuto nella VII Legislatura del Consiglio regionale, quando mi sembra che il Presidente del Consiglio regionale si chiamasse Roberto Cota, l'attuale Presidente della Giunta regionale.
Pertanto, quando si vogliono attaccare le persone su questo piano, si studino bene le situazioni prima di proferire stupidaggini.
Voglio ricordare, inoltre, al Consigliere De Magistris che, nella precedente legislatura, ero onorato di avere un Capogruppo come Muliere perché, nella precedente legislatura, il Gruppo regionale del Partito Democratico ha presentato più volte delle proposte per dimezzare le indennità di fine mandato e chi si è opposto strenuamente a quella soluzione si chiamava Michele Giovine e Maurizio Lupi - che oggi onorate all'interno della vostra maggioranza - con un ostruzionismo che ci teneva in aula giorno e notte.
Voglio, poi, rammentare che certamente c'è stata una sentenza della Corte Costituzionale - che noi rispettiamo ed accettiamo - che mette fine ad una situazione all'interno di questa Regione, ma quella sentenza non ha tolto il fatto che in questo Consiglio regionale, all'interno dei banchi della maggioranza, siede un Consigliere regionale condannato in primo grado dal Tribunale di Torino per fatti...



PRESIDENTE

Collega, si attenga al fatto personale.



RESCHIGNA Aldo

Mi attengo benissimo al fatto personale! Condannato - dicevo - in primo grado...



(Proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna, altrimenti riapriamo un dibattito...



RESCHIGNA Aldo

Mi scusi, Presidente, perché, dopo gli interventi iniziali, ho notato che il Consiglio regionale stava cercando di affrontare seriamente questi problemi.



PRESIDENTE

Lei ha chiarito l'aspetto della doppia liquidazione che ha dovuto subire, quindi credo sia stato chiaro. Non faccio lo spiritoso; era quello che lei ha ascritto come comportamento al collega De Magistris.
La invito a concludere, per favore.



RESCHIGNA Aldo

Certo, concludo sinceramente: noto che oggi, in questo Consiglio regionale, non si vuole avviare un serio e sereno confronto sui temi del costo della politica; si vuole sistematicamente tentare di riportare un clima di bagarre, al quale noi non ci prestiamo.
I comportamenti presenti oggi in Consiglio regionale molto stridono con la dimensione che percepisce la comunità piemontese fuori.
Grazie.



(Il Consigliere Carossa chiede la parola)



PRESIDENTE

Non siamo ancora al momento della replica sull'ordine del giorno. Lei è già intervenuto nel dibattito; quando replicherà sull'ordine del giorno potrà intervenire.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Carossa: o è un fatto personale - e non mi sembra oppure, quando ci sarà la replica sull'ordine del giorno, potrà intervenire.
La ringrazio, conosce il Regolamento meglio di me.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine, per fatto personale; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sono quasi imbarazzato, poiché avevo in mente un intervento quasi equilibrato...



PRESIDENTE

Scusi, interviene per fatto personale o nel dibattito?



GIOVINE Michele

Per fatto personale.



PRESIDENTE

Prego.



GIOVINE Michele

Del resto, evidentemente punto sul vivo, il Consigliere Reschigna non ha saputo far di meglio che utilizzare il primo argomento sul quale pensava di trovare il ventre molle! Mi spiace rispondere al Presidente part-time: caro Presidente part-time (l'unico Presidente che riesce a diventare dirigente part-time, mentre fa il Consigliere regionale! Complimenti! È da suggerire a Marchionne, come dirigente della FIAT!), io le rispondo che - primo - come ha detto lei quella è una sentenza di primo grado...



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Scusate, per favore!



GIOVINE Michele

Se al collega Boeti...
Ne parliamo in un altro momento, grazie.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Giovine, poi lei potrà parlare; la interrompo un attimo anche a sua tutela.
Per favore, colleghi, il Consigliere Giovine ha il diritto di intervenire come gli altri. La invito, per favore - se possibile, lascio alla sua sensibilità - a non introdurre ulteriori elementi di dibattito altrimenti diventerà un po' difficile andare avanti.
Prego, Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Va bene. Accolgo il suo invito, Presidente. Avevo anche da replicare sul fatto che certe condanne sono - e lo esprime la Consigliera Bresso clamorose nella pena! La stessa Consigliera Bresso, cioè, dice che è una condanna allucinante; evidentemente ha perso il lume della ragione e ha posto un argomento che è a favore della difesa, perché, se lo si legge, ci si rende conto che, di fatto, ha portato un argomento...



PRESIDENTE

Va bene, credo che il fatto personale sia concluso.



GIOVINE Michele

Finisco, perché raccolgo il suo invito.



PRESIDENTE

Lei può intervenire ancora nel dibattito, poiché è prenotato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo un po' d'attenzione: vorrei riportare la discussione al tema principale della giornata, perché siamo scesi troppo in dibattiti personali, incancreniti negli anni (questioni comunali, provinciali e regionali).
Quello che ritengo vergognoso, e non ho difficoltà ad esprimerlo altrimenti non sarei un iscritto della Lega Nord (ho scelto questo movimento fin da bambino, perché mi permetteva di esprimere ciò che veramente pensavo; diversamente, siederei probabilmente di fianco al collega Negro, nell'UdC, o comunque sceglierei un approccio diverso), è che l'ordine del giorno del Gruppo della Lega Nord sia stato ingiustamente collegato a quello del collega Stara, che è stato usato solo per una flebile difesa.
Il documento della Lega Nord era chiaro: andava a colpire due monogruppi in particolare, perché sarebbe ingiusto - e qui, forse per la prima volta dall'inizio della legislatura, e spero anche dei prossimi cinque anni, devo dare ragione alla collega Artesio e a quanto ha scritto su Lo Spiffero - attaccare tutti i monogruppi. Se qualcuno si è presentato con il proprio Gruppo, ha una certa fede politica e raccoglie dei consensi è giusto che il monogruppo abbia luogo; non è giusto, però, che degli iscritti a un partito politico si stacchino solamente per avere dei benefit personali.
Non sono d'accordo con il collega Goffi, quando sostiene che è un'immagine collegiale che ci diamo, perché secondo me non lo è. Io sono diverso da chi si stacca per avere tutta una serie di privilegi in più altrimenti, probabilmente, potrei creare un Gruppo, come De Magistris (non dico Novero che poi magari si offende, perché è permaloso) quello dei "Nonni padani"; Pedrale il Gruppo della "Panissa Libera ed indipendente". E tutta una serie di "castronerie", solamente per poter trovare delle possibilità economiche in più.
Ma non è possibile e non è accettabile che quel partito, che spesso ci fa la morale... Ed ho interpretato l'atteggiamento del Consigliere Reschigna non come pacifista, ma come "difensivista". Capisco anche l'imbarazzo di avere un iscritto che è fidanzato di un dirigente del proprio partito...



TIRAMANI Paolo

BOETI Antonino (fuori microfono)



TIRAMANI Paolo

Non può continuare in questo modo!



TIRAMANI Paolo

CAROSSA Mario (fuori microfono)



TIRAMANI Paolo

I difensori della morale pubblica!



PRESIDENTE

Consigliere Tiramani, per favore!



TIRAMANI Paolo

Non è un fatto personale, è una cosa nota a tutti.



PRESIDENTE

un fatto di buon gusto! Continui.



TIRAMANI Paolo

A me non interessa molto, sinceramente, perché se fossi il Segretario regionale di quel partito, di cui non ricordo il nome (lo dico davvero e non è un insulto...



(Commenti in aula)



TIRAMANI Paolo

No. Stara è presente...



(Scampanellio del Presidente)



PRESIDENTE

Per favore! Scusi, Consigliere Boeti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Collega Boeti, per favore! E anche lei, Consigliere Carossa!



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi Boeti e Carossa, per favore! Il collega Tiramani ha diritto di fare il suo intervento anche lui come gli altri.
Ascoltiamolo.
Consigliere Tiramani, aveva cominciato dicendo che avrebbe riportato la discussione sul tema in oggetto, quindi ritrovi l'alveo del suo intervento.
Prego.



TIRAMANI Paolo

Scusate, non credo di aver detto nulla di così straordinario, penso di aver riportato quella che è la realtà e mi dispiace che il collega Boeti sia sempre prevenuto nei miei confronti. Non lo so perché, ma fa niente.
Penso che il Segretario regionale di un partito serio dovrebbe dire: "Cari colleghi, o dentro o fuori. Il PD non è Beautiful, non è il Grande Fratello. Scegliete voi cosa fare". Non è possibile un atteggiamento di questo genere e credo che a condannarlo sono anche diversi dei vostri Consiglieri regionali.
A me va bene tutto, ma che qualcuno crei una situazione ad hoc per avere del personale... Perché io mi ricordo (è vero che non c'è, ma sono cose che si leggono sui giornali) le dichiarazioni dell'ex Presidente Bresso che, attaccata, disse: "Ho fatto questo per preservare la professionalità di alcuni dipendenti che erano con me in staff". Ma chi se ne frega! Non è che dobbiamo mantenere gli amici degli amici per anni. Se no il sistema davvero non cambia, davvero è incancrenito, davvero l'immagine che diamo fuori è schifosa! Allora io dico questo: fate un passo indietro; fate quello che volete.
Volete essere iscritti al PD e fare il vostro Gruppo? Fate quello che volete, però un conto è chi si è presentato agli elettori con un proprio simbolo, un altro conto è che si creano dei privilegi ad hoc.
Evidentemente, il sistema così com'è non va bene. Davvero non penso di dire nulla di straordinario; non siamo qui a criticare chi ci ha messo la faccia e ha raccolto dei consensi, ma chi, invece, ha leso questa maestà per crearsi delle situazioni ad hoc.
Quindi sentire certi interventi sui costi della politica... Prima ascoltando il Consigliere Stara, mi è sembrato di tornare indietro negli anni, di sentire l'onorevole Ilona Staller parlare di verginità.
veramente la stessa cosa!



(Commenti in aula)



TIRAMANI Paolo

No, mio Dio! Cara Pentenero, forse sei arrabbiata perché volevi fare l'Assessore e, se si andava a votare, avevi già l'accordo con Chiamparino ma questo è un discorso...



PRESIDENTE

Senta, per favore!



(Commenti in aula)



TIRAMANI Paolo

Sono tutte verità! Vede, potrò essere attaccato, ma questo è il mio carattere! Non dirò mai nulla dietro, come molti sono avvezzi fare, sar sempre chiaro e dirò sempre le cose in faccia, piaccia o non piaccia.
Questo è il mio atteggiamento e credo che, alla lunga, potrà essere solamente apprezzato. Non mi voglio autoincensare, però.
Credo, quindi, che da parte vostra dobbiate prendere delle decisioni serie.
Vedi, caro Reschigna, ho apprezzato...



TIRAMANI Paolo

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



TIRAMANI Paolo

Si rivolga al Presidente del Consiglio!



PRESIDENTE

Si rivolga al Presidente.
Prego.



TIRAMANI Paolo

Va bene, Reschigna. Mi spiace che questo dialogo è andato a scemare.
Però, davvero, invito il PD ad avere un atteggiamento propositivo e di non nascondersi dietro la collegialità dell'Aula e affrontare direttamente le cose: o dentro o fuori.
Poi, sono problemi vostri; i panni sporchi si lavano in casa, va bene.
Però, fate finire questa cosa.
Apprezzo, a volte, anche quello che fa il PD: come non sarebbe giusto non riconoscere delle cose positive? Anche Fassino ogni tanto fa delle cose positive. La Commissione antimafia che arriverà in Piemonte è un elemento positivo ed è grazie a lui che, tramite l'ANCI, la porterà in Consiglio comunale a Torino. Ben venga! Io non sono sempre qua per attaccare quello che fate voi. Anzi! Però, veramente, quando è troppo, è troppo! E quello che abbiamo visto in questi mesi, con le lezioni di falsa moralità politica, è eccessivo. Vi invito a procedere nella giusta direzione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sarò assolutamente sintetica, perché ritengo che se le intenzioni dichiarate dai presentatori di questi due ordini del giorno sono quelle di costruire un momento di responsabilità in ordine alla rappresentazione che la politica ha verso l'esterno, a cominciare dal tema dei costi della politica, l'andamento della nostra discussione non è stato certamente coerente con questa intenzione e non credo che abbiamo migliorato la presentazione esterna della qualità della politica.
Quindi, volendo fornire un contributo moderato (anch'io, come il Consigliere Tiramani, vi stupirò) alla discussione, l'osservazione è sostanzialmente questa: mi pare che si sia parlato dei sintomi, vale a dire che il sintomo è il costo della politica, per non voler parlare della malattia, e la malattia individuata dall'estensore dell'ordine del giorno che ci ha portato a questa discussione è evidentemente una situazione interna al Gruppo del PD.
La questione è molto semplice. Se esistono i due Gruppi succitati e questi, a norma di Regolamento, sono funzionanti dall'insediamento del nostro Consiglio regionale, avendo superato la validazione di un Ufficio di Presidenza, che è assolutamente ligio all'applicazione delle regole e del Regolamento, significa che stiamo parlando di una condizione formalmente e giuridicamente possibile.
Quindi, quando si pone questa questione la si pone in termini politici nel senso che si vuole aprire una dialettica nei confronti del principale partito di opposizione o, per ragioni umanamente comprensibili, di ritorsione rispetto alle vicende che ci hanno caratterizzati sul risultato elettorale, o per un altrettanto comprensibile battaglia politica - che potrebbe essere svolta più elegantemente - nei confronti del maggiore partito dell'opposizione.
Allora, se questa è la questione il risultato della discussione è già stato raggiunto. Non aggiungiamo ornamenti e orpelli che con questo oggetto non hanno nulla a che vedere, che sono i costi della politica. Si sono nominati i costi della politica per volere nominare il sintomo e non dichiarare l'obiettivo al quale si voleva arrivare.
I costi della politica sono un problema serissimo. L'Ufficio di Presidenza ci ha già proposto degli appuntamenti istituzionali significativi, ai quali abbiamo unanimemente aderito.
Sono un po' meno soddisfatta di come il Consiglio regionale ha valutato la mia proposta del dicembre 2010 (proposta di legge n. 2): in quel momento, non avevo alcun competitor, non c'erano corse in atto, testimoni di staffette da trasferire, giochi "ai più uno", che poi da allora si sono aperti. In quell'occasione, non si è voluto prendere in considerazione la mia proposta di legge sui costi di funzionamento dei Gruppi, ma con la volontà unanime di oggi sono certa che si potrà tornare a parlarne.
Quindi distinguiamo la tematica del costo della politica, dedicando a questo tema serissimo il lavoro istituzionale che compete alle Commissioni sulla materia, prendendo in considerazione le proposte depositate e quelle che si depositeranno, e questo riceva il consenso e il lavoro il più possibile unanime e unitario del Consiglio regionale.
L'altro aspetto, la dialettica politica, si conclude con il dibattito di oggi.
Il tema è: o lo risolve il Gruppo del Partito Democratico, ma è una responsabilità, un'autonomia, un'autorevolezza che a quel Gruppo va riconosciuta - e non ci sono altri Gruppi che danno lezioni su questa materia e che possono permettersi di darla - oppure la risolve un Regolamento diverso.
Credo che la questione, oggi, abbia già negli interventi travalicato il confine stilistico.
Conclusa questa discussione si possa riservare al tema dei costi della politica l'attenzione che merita e non usare altri argomenti per colpire altri bersagli. Il bersaglio oggi non è chiaramente il costo della politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, ma credo che oggi si sia un po' esagerato in quest'aula.
Chiedo a tutti più dignità e più rispetto per le Istituzioni. L'ordine del giorno si può rivedere, si può ragionare sui costi della politica abbiamo ridotto tutto quello che era giusto ridurre. Quello che trovo poco corretto è sparlare contro un Consigliere regionale assente. Trovo illogico sparlare di una persona che non è presente in aula. Parliamone approfondiamo la questione in Commissione quando sarà presente anche la Consigliera Bresso.
Cambiamo clima, più rispetto per il ruolo istituzionale che copriamo più rispetto per tutti. Se cambia il clima, possiamo continuare i nostri lavori, ma con questo clima bene farebbe il Presidente a chiudere la seduta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato tutti gli interventi, anche quelli della Lega (peraltro nella passata legislatura, nessuno di loro era presente in aula).
Mi sento umiliato come Consigliere e ritengo che questa sia stata la seduta più brutta cui ho assistito in quasi sette anni di Consiglio regionale. Non è accettabile, Consiglieri, da nessuna parte giunga, che si spari su un collega, come sparare sulla Croce Rossa. Non è assolutamente accettabile, è veramente vergognoso.
Non voglio far perdere ulteriore tempo, ma vorrei far notare a tutti coloro che sono intervenuti che oggi abbiamo perso tre ore di lavoro per parlare del nulla.
Questo è il vero costo che facciamo pagare ai cittadini. Abbiamo ordini del giorno, abbiamo un lavoro da portare avanti, e stiamo qui ad insultarci. Mi sembra poco decoroso e poco intelligente.
Vorrei chiudere con una battuta. Se ci rifacessimo al motto evangelico che recita: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra", qui dentro potremmo stare come in un bunker.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Mi viene benissimo intervenire dopo l'eccellente intervento del Consigliere Boniperti, potrei anche stare zitto.
Credo che oggi si sia reso evidente a tutti come non si fanno le cose se l'obiettivo, credo l'abbia detto anche la Consigliera Artesio, era quello di toccare e risolvere dei temi. Palesemente non è questa la strada che si può seguire. L'esito mi pare abbastanza evidente.
Anticipo, avendo letto gli ordini del giorno che, ovviamente, non voterò l'ordine del giorno del Consigliere Stara. Ho una regola molto semplice: lo propone qualcuno dell'opposizione, non vedo perché devo perdere tempo a votarlo. Quindi non lo voto. Tra l'altro, leggendolo, nel merito ho trovato un sacco di motivi per non votarlo.
Tuttavia, non parteciperò neanche al voto dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Carossa. Non perché non lo condivida, forse dentro ci sono delle cose che condivido, ma, essendo parte del Gruppo di maggioranza, pretendo che questi temi vengano discussi in maggioranza. Non essendo stato discusso, non mi sento responsabilizzato a seguire una posizione che non necessariamente è la mia. Con questo abbiamo sistemato gli ordini del giorno.
I temi toccati arrivano da molto, molto lontano. Il Consigliere Boniperti conosce molte barzellette, io ne conosco alcune anche un po' blasfeme che non sto neanche citare perché...c'è il Consigliere Leo dietro di me, poi a microfoni spenti le racconterò perché sono anche divertenti.
L'esito è quello che diceva il Consigliere Boniperti: credo che nessuno possa arrogarsi questo compito.
Ho un suggerimento sul tema più ampio dei costi della politica che mi affascina "zero". Visto che tutti ne parlano, parliamone. Se qualcuno vuole preoccuparsi di ridurre i costi della politica, un'occasione eccellente si presenta da domani, quando parleremo di bilancio. Faccio delle anticipazioni. Chi mi conosce sa che posso giocare abbastanza benino in curva, ci ho giocato cinque anni contro, si fa per dire, la Presidente Bresso...



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



BURZI Angelo

Sì, noi siamo abituati a perdere, sono molto sorpreso quando alla fine dei cinque anni...



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, per favore, continui, il suo intervento.



BURZI Angelo

Rispondevo al Consigliere Motta..



PRESIDENTE

Appunto.



BURZI Angelo

Sappia, Presidente, che io sono insindacabile! Questo consesso ha così giudicato. La prego, non mi dia...



PRESIDENTE

Volevo solo invitarla a rivolgersi, come tutti i Consiglieri, alla Presidenza.



BURZI Angelo

Faccio un po' quello che voglio! E lei è tenuto a garantirmi il rispetto del "mio faccio un po' quello che voglio". È il diritto che ho maturato essendo stato eletto con il proporzionale per quattro volte.



PRESIDENTE

Lei ha questo diritto, ma deve rivolgersi alla Presidenza!



BURZI Angelo

Non mi rivolgo da nessuna parte. Qui si è visto di tutto e di più! Al massimo poteva censurare il Consigliere Motta che mi disturbava eventualmente.
Riprendo il mio discorso, poi recupererò i 25 secondi che lei mi ha fatto perdere, Presidente.
Domani, tutti noi, parleremo di bilancio. Credo molto nelle risorse dell'opposizione come partito di governo, mica tutti i partiti che siedono all'opposizione li riconosco legittimamente tali, certamente, non volendo escludere nessuno. Il Partito Democratico lo è da quando è nato, con un percorso molto faticoso, che invidio perché avete discusso, discusso discusso. A noi discutere pare che non interessi nessuno. Noi saremmo il primo caso di partito che sparisce senza aver discusso neanche del perché è nato. Comunque, cose che succedono. Lo dicevo anche prima. È da quando è nata Forza Italia che cercano di espellermi, adesso che hanno il problema di essere iscritti...Comunque, questo è un problema che affronteremo in occasione dei Congressi.
Il Partito Democratico, come principale partito di opposizione e di governo, perché è un partito di governo, ha due scelte nel caso specifico del bilancio.
Innanzitutto, sapere che, avendo partecipato a piene mani, ha contribuito a crearlo questo problema che ha la Regione Piemonte. Non vorrei dover citare Fassino - siamo in presenza di un eccellente politico ma soltanto uno come Fassino, che è davvero un uomo di serie A, lo dico con assoluta serietà, poteva togliere, nell'assoluto silenzio del PdL e degli altri, l'unica arma che in Consiglio comunale c'è: aver ridotto le casse del Consiglio comunale "là" - poi anche qui, ma prima là - come un groviera dicendo: "Non accetto lezioni" - così ha detto - "da chi le casse le ha prosciugate". Così dicendo, ha detto una solare verità.
Poi qualcuno poteva rispondere: "Dov'eri quando questi prosciugavano le casse? Cosa facevi? A quale partito appartenevi?". Ma questo lo lascio ai colleghi di opposizione.
Ricordo che il partito che oggi è all'opposizione ha contribuito in maniera significativa, non determinante, ai problemi che oggi la Regione ha in termini di bilancio. Attenzione, chi vi parla è un Assessore che si è dimesso, grazie anche al grande contributo, non determinante, del Consigliere Placido, che mi ha solo disturbato (non è stato certamente l'origine delle mie dimissioni, però mi ha disturbato). Tuttavia, devo dire che mi ha fatto molto piacere all'epoca avere un Presidente del Consiglio che intervenisse su alcune delle sue esternazioni, peraltro pubbliche, ma che mi hanno insegnato molto.
Altrimenti, ci si mette dalla parte di chi, avendo contribuito al problema, insieme contribuisce a risolverlo, oppure giochiamo in curva.
Vi assicuro che sul bilancio, se devo giocare in curva - poi vedo se mi conviene in senso politico - ne ho da dire. Adesso lo traduciamo sul discorso del costo della politica.
Guardate, siamo nel Consiglio regionale, che è l'area del bilancio della Regione Piemonte che, almeno dal 1995 - per il periodo precedente bisogna chiedere all'Assessore Cavallera che, come ho detto più volte, era qui prima ancora dell'istituzione delle Regioni - ha avuto un unico trend: è salito, è salito, è salito sempre! Il Consiglio regionale - noi - per carità, è un tassellino rispetto ai più ampi problemi della Regione. Quest'anno credo che siamo a 60, 65 o 70 milioni - una roba del genere - nell'ambito del totale. Presiedeva il Consiglio il Presidente Cota quando, tutti d'accordo, nessuno escluso, è stato fatto anche in modo che il bilancio del Consiglio venisse ad essere d'obbligo recepito dal bilancio della Giunta. Io, che ero Assessore al bilancio, ho detto: "Ma siete scemi? Noi dobbiamo accettare quello che il Consiglio dice senza discuterlo?". È stato risposto di sì, e l'abbiamo votato per legge. Essendo una legge la possiamo anche cambiare, cosa che sarebbe doverosa.
Se si vuole fare efficienza sui costi della politica, si prende il bilancio del Consiglio - 65, 70? - si decide di quanto deve essere il totale e insieme si fa in modo che il totale quadri, tutto il resto - non so bene quale sia il sinonimo di "pippe" - sono parole.
Parole ne abbiamo sentite molte oggi. Non trovo divertente replicare a nessuna di queste, perché, una volta tanto, non ero l'oggetto del discorso.
Tra l'altro, l'ha detto il Consigliere Goffi all'inizio del suo intervento quando c'era ancora questo tentativo di gestire tutti insieme il problema poi, lo ha ripetuto il Consigliere Vignale, che il bilancio della Regione come debito, cresce ineludibilmente dal marzo 2002: combinazione, è esattamente il giorno in cui mi sono dimesso. Da lì in avanti - ed è vero ed è il migliore complimento che ogni tanto mi faccio da solo - il debito della Regione è sempre stato soltanto così: crescere, crescere, crescere.
Poi, sono arrivati degli artisti, come Peveraro, che hanno migliorato il trend di crescita da significativo a più impervio, facendo cose che non erano semplici da fare. Evidentemente, Peveraro risultava soltanto l'attore, lo strumento di una simpatica Giunta di cui oggi non c'è la Presidente, ma, avendola tante volte criticata in pubblico, non credo si risenta se continuo nelle critiche oggi che non c'è più.
Certo, non è dalla Presidente Bresso, né dalla sua Giunta, che è stata più che lei, punita sufficientemente dagli elettori, che uno come me accetta una qualche predica sui costi della politica e sull'efficienza!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Senza polemica - visto che ha detto che non c'è scritto da alcuna parte mi permetto di comunicare all'Aula che l'articolo 61, che regola il diritto di parola, al comma 4 recita: "Gli oratori parlano dal proprio banco, in piedi e rivolti al Presidente".
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Per fortuna, intervengo dopo che un pochino si sono rasserenati gli animi, che è già quasi una dicotomia in termini pensare che si rasserenino gli animi dopo che interviene il collega Burzi, normalmente questo serviva ad accendere ancora di più gli animi in aula. Peraltro, condivido per lo meno una parte delle parole del collega Burzi, se non altro l'analisi sul metodo degli ordini del giorno in oggetto.
Qui, comunque, continuiamo a fare un errore marchiano: continuiamo a parlare di costi della politica mentre credo sia molto più corretto arrivare, finalmente, a usare almeno una terminologia appropriata e parlare di costi della democrazia.
Se noi stessi non ci convinciamo che questi, di cui stiamo discutendo con questi due ordini del giorno, sono, di fatto, solamente costi della democrazia e non costi della politica, capite che la situazione è paragonabile alla storia della legge elettorale nazionale. Quando è nata la legge elettorale nazionale, il suo autore l'ha definita il "porcellum".
ovvio che è una legge nata morta; poi, magari, con il trascorrere del tempo, si scoprirà che è una legge migliore di quello che si racconta in giro, magari potremmo scoprire che la legge elettorale nazionale è molto simile a quella vigente in Spagna, in Germania e via discorrendo. Eppure lì non l'hanno definita il "porcellum", non l'hanno ammazzata subito! Non lo dico in polemica con il Ministro Calderoli, ma, semplicemente perché, a volte, noi stessi siamo autolesionisti e ci facciamo del male usando una terminologia che non è sempre la più adatta a narrare anche ai cittadini quello che accadde qui dentro.
I casi sono due: o la democrazia ha un valore e se ha un valore ha un costo - è normale - allora dobbiamo decidere insieme qual è questo costo corretto e giusto anche di fronte a quello che la società può accettare oppure non è un valore, ma se non è un valore non è giusto che abbia un costo. A Sparta avevano due Re, a Roma avevano due Consoli, un Senato che era, di fatto, un orpello. Poi, hanno risolto la questione, hanno pensato che due Consoli fossero troppi e hanno deciso di mettere direttamente il Pretore. Lì i costi della politica erano molto ridotti, non so oggettivamente quanto il popolo fosse realmente contento.
Per carità, non so se queste parole cadono nel vuoto o possono servire a qualcuno per riflettere. A volte, ho l'impressione che ci sia la volontà e non mi riferisco ai colleghi della Lega, ma più in generale ad altre entità presenti in questo Consiglio regionale e fuori - di utilizzare questo strumento per arrivare ad altri obiettivi. Infatti, prima, ho sentito parlare alcuni autorevoli colleghi - non ho capito bene a quale titolo e cosa ineriva con gli argomenti all'o.d.g. - di legge elettorale perché non è che siamo nati ieri sulla pianta di banane e siamo scesi con la liana. Sappiamo perfettamente che, sotto sotto, c'è un dialogo su questa questione.
Vi dico già prima che dobbiamo decidere se questo Consiglio regionale deve lavorare per il bene dei cittadini oppure vivere un po' in difficoltà nei prossimi anni. Infatti, nessuno può negare che qualunque modifica collegata alla legge elettorale sia finalizzata a migliorare le proprie condizioni e le proprie possibilità di essere rieletto, a scapito evidentemente degli altri, ma non apro l'argomento ritenendolo decisamente ultroneo. L'ho citato per far capire - rivolgendomi alle nuore, per far capire alle tante suocere che stanno lavorando su questo tema - che noi non siamo né sordi né ciechi, quando sarà il momento non saremo neanche muti.
Nella scorsa legislatura, raramente ho visto un dibattito così acceso e così feroce contro una persona, ma, allora, non c'è stato alcun Consigliere che ha tenuto gli atteggiamenti della Consigliera Bresso in questo anno e mezzo. Devo dire che, anche nella precedente legislatura, il collega Placido si è distinto per essere, all'epoca, uno degli attaccanti di punta dell'opposizione: sicuramente ha sollevato il livello di scontro in aula ma non so se si sia mai arrivati a giornate come quella odierna.
Personalmente, sono un po' dispiaciuto. A scanso di equivoci, spero che nessuno abbia dubbi su quali siano i miei giudizi morali, etici e personali sulla signora Mercedes Bresso, spero che su questo non ci siano dubbi.
Peraltro, Presidente Cattaneo, colgo l'occasione per ringraziare perché il collega Carossa, credo a nome della Lega, prima ha voluto difendermi per fatto personale, ma lo rifaccio, perché nessuno si è accorto di alcuni passaggi di questa lettera, che, nella scorsa legislatura avrebbero fatto sollevare i Consiglieri.
Qui, un partito politico, democraticamente eletto, presente a tutti i livelli, è stato definito "squadrista".
Presidente del Consiglio, gradirei da parte sua una parola di chiarezza su questo fatto, perché voglio capire se i miei colleghi che siedono in maggioranza sono squadristi-fascisti, quindi fuori dall'ordine democratico oppure no. Oggi, loro hanno avuto il coraggio, l'onere e l'onore di sollevare un tema su questo aspetto, ma qualcuno qui ha scritto letteralmente: "...invettive e le minacce contro di me sono espressione di un atteggiamento squadrista". Gli atteggiamenti squadristi, nonostante sia abbastanza giovane, mi ricordano un periodo della storia molto buio di questa Repubblica. Queste argomentazioni dovrebbero utilizzarsi in momenti molto gravi, non per la sciocchezza, se vogliamo definirla tale verificatasi martedì scorso in Consiglio regionale, alla fine di una giornata di estrema tensione. Lo ritengo abbastanza grave.
Chiedo scusa al collega Carossa se mi sono permesso, restituendovi la cortesia, di difendervi su questo punto, che, a mio avviso, si raffigura come una questione di onore, non solo della Lega Nord, ma di tutto il Consiglio regionale. Credo che sia estremamente grave il fatto che in questa sede possano sedere dei colleghi definiti "squadristi".
Nel merito, invece, avrei preferito che l'argomento in questione sui due Gruppi consiliari non fosse stato trattato in aula (peraltro, anche in Commissione avrebbe avuto un sapore di cattivo gusto). A differenza di tutti i Consiglieri, ritengo che il collega Stara abbia tutto il diritto di poter istituire il proprio Gruppo, perché la legge è chiara: all'epoca lui non faceva parte del PD; era candidato nella lista civica della Presidente Bresso e poteva formalmente creare un Gruppo. Ritengo che la Presidente Bresso avrebbe dovuto scegliere di aderire al suo Gruppo oppure a quello del PD (qualcuno sostiene che poteva fare diversamente, come ha fatto nutro qualche dubbio in merito, ma non entrerei in questioni ulteriormente spinose, perché non è utile, né è oggetto del contendere di oggi).
Certo, se il collega Stara facesse parte del Gruppo PD, forse dovrebbe fare un'ulteriore riflessione, che però è peculiarità del collega stesso.
Ritengo - mi avvio alla conclusione, anche perché vorrei evitare di "bruciare" ulteriore tempo del Piemonte su questo argomento - che alcuni degli interventi dei colleghi siano stati veramente fuori luogo. Ho preso qualche appunto: qualche collega - mi ricordo bene chi lo ha detto, ma non lo cito per evitare di aprire ulteriori polemiche - considera l'autocertificazione come una piaga, addirittura. Io non sapevo che i Consiglieri regionali creassero le piaghe come nell'antico Egitto! Per me ad esempio, il rimborso chilometrico è una piaga, perché diventa difficilmente giustificabile agli occhi dei cittadini. Discutiamone allora. Ma, a questo punto, si discute di tutto.
Veniamo al metodo. Ne hanno già parlato diversi colleghi, per cui non ritengo opportuno ritornarci. Condivido molte delle considerazioni che la Lega ha fatto oggi, le condivido anche dal punto di vista emotivo. Tutto sommato, ritengo che l'ordine del giorno sia anche eticamente condivisibile: se appartengo ad un partito e mi candido, mi iscrivo al Gruppo di tale partito. Ritengo però - oggi questo non è emerso - che vi siano stati degli scandali maggiori, non nati qua dentro, ma a Roma. Perch la Presidente Bresso percepisce rimborsi elettorali che non le erano dovuti, grazie ad una legge che purtroppo abbiamo approvato noi - dobbiamo fare un mea culpa - come Governo nazionale; legge che le ha permesso di presentare la richiesta per i rimborsi elettorali fuori tempo.
Se già sei in una lista civica, per cui non si capisce bene che rimborsi elettorali dovresti percepire, visto che sono dedicati ai partiti non hai neanche l'intelligenza di presentare le richieste in tempo? Non hai diritto a ricevere i rimborsi elettorali. Noi abbiamo emanato questa legge collegata alla finanziaria a febbraio 2011 e abbiamo beneficiato la collega Bresso, la signora Emma Bonino, il signor Nichi Vendola, il signor Leoluca Orlando e anche Magdi Allam, che è l'unico del centrodestra. Vi invito a calcolare a quanto ammontano i rimborsi percepiti da Magdi Allam e dagli altri personaggi. Andate a vedere quanti Gruppi regionali ci sono nella Regione Lazio! Troviamo il Gruppo regionale Emma Bonino e quello dei Radicali: questi sono sempre pronti a sedersi su un pulpito, ma quando c'è da inzuppare il biscotto sono sempre in prima fila! Sempre, da Radio Radicale in poi.
Tra l'altro, vorrei capire oggi, nell'epoca di Internet e dei blog, che senso ha finanziare pubblicamente Radio Radicale con 20 milioni d'euro l'anno! Concludo, Presidente, anche in termini di dichiarazione di voto annunciando che voterò contro l'ordine del giorno presentato dal collega Stara, perché non è assolutamente condivisibile nel merito. Tra l'altro, è chiaramente strumentale in risposta all'ordine del giorno presentato dal collega Carossa.
Faccio una chiosa, Presidente Stara: il fatto che la Consigliera Bresso censuri le autocertificazioni dopo che lei stessa aveva chiesto di percepire il gettone quando faceva il Presidente in Europa - nominata da noi - è una vergogna! È una cosa ridicola il fatto che la Presidente Bresso neghi le autocertificazioni per tutti, ma le abbia chieste per sé quando era in Europa!



GIOVINE Michele

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



GIOVINE Michele

Non è vero, e lei lo sa.
Aveva chiesto di essere messa in congedo.



PRESIDENTE

Ha già ampiamente superato il tempo a sua disposizione. Concluda, la prego.



GIOVINE Michele

Concludo dichiarando che...



GIOVINE Michele

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



GIOVINE Michele

Non è vero, e lei lo sa.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, ho due pagine di appunti. Risponderò a tutti in ultimo, per non dare ulteriori elementi di discussione.
Prego, Consigliere Giovine, Concluda.



GIOVINE Michele

Credo che non parteciperò alla votazione dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Carossa, pur condividendo e ringraziandoli per il tema proposto. Grazie.



PRESIDENTE

Alla fine, Consigliere Reschigna, avrò una serie di puntualizzazioni e di risposte doverose da mettere in campo su questioni che sono state avanzate in alcuni interventi nel corso della nostra discussione.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente e Colleghi.
Segnalo un forte imbarazzo, non perché sia preoccupato o spaventato da interventi duri o aspri, ci mancherebbe! Devo dire, però, che lo spettacolo che abbiamo dato - me ne assumo una parte, perché sono un Consigliere regionale - per chi ha ascoltato in diretta o anche solo per noi, qualora non ci fosse nessuno collegato, è dei peggiori, non dei migliori.
Sapendo che nella maggioranza ci sono colleghi che, al di là delle opinioni, che sono molto diverse, sentono il senso della responsabilità di essere all'interno di un'assemblea legislativa, oggi ritengo che alcuni colleghi abbiamo superato ampiamente il segno, ma non quello della politica, bensì quello del rispetto delle persone. Vorrei esprimere solidarietà alla Presidente Bresso - mi conoscete, sapete cosa ne penso in merito sia sugli aspetti personali, che su quelli politici e dell'amministratore - perché la battaglia politica è una cosa, il rispetto delle persone è un'altra. Il rispetto delle persone viene prima della battaglia politica.
Vorrei essere anche chiaro, però: noi non ci sottraiamo ai nostri doveri e alle nostre responsabilità, quindi vi invito a fare lo stesso. Non ci sottraiamo al problema e non mi nascondo - assolutamente non lo faccio mai - dietro le percentuali millesimali che incidono. Assolutamente non faccio questo discorso: 0,5 per mille del bilancio, i costi...
In una tradizione che si è persa della politica dei grandi partiti, si affrontano i problemi nelle sedi opportune: è una questione che il Gruppo regionale del Partito Democratico ha affrontato, sta affrontato e risolverà quanto prima. Ma non per le percentuali millesimali o perché ci viene più o meno chiesto con veemenza da alcuni Consiglieri. Ma perché conveniamo sul fatto che sia un problema da risolvere, che riguarda sia il Gruppo consiliare, che il Partito. E noi lo risolveremo quanto prima in maniera definitiva, dove ciascuno naturalmente si assumerà le responsabilità delle decisioni e delle scelte da fare.
C'è, però, un problema serio, che ha toccato il collega Burzi: anche su questo, noi non ci sottrarremo, perché è un tentativo di essere messi sul banco degli imputati, cercando di non affrontare i problemi veri, e i problemi veri sono il bilancio della Regione, ma non tralasceremo neanche gli altri.
L'ho detto e lo voglio sottolineare: noi, come partito e come Gruppo affronteremo e risolveremo i problemi quanto prima, al massimo qualcuno che vorrà fare un po' di dialettica potrà dire: "Ma voi...", ma dovrà parlare al passato. Abbiamo presentato una proposta di legge - l'ha detto il Capogruppo Reschigna - con la quale non sfideremo, ma chiederemo ai colleghi della maggioranza di dimostrare di voler affrontare seriamente i costi della politica, complessivamente; non dove conviene o non solo dove conviene, ma complessivamente, sapendo che è una medicina che fa male, ma ce lo impone la condizione del Paese e della nostra Regione.
Occorre affrontare il problema del bilancio: lì si affronta il bilancio tutto. Noi non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà.
Se fosse stata un'altra giornata, non avrei avuto problemi a dire: "Vi sfido", anche alzando il tono della voce, ma non è proprio il giorno adatto. Per quanto mi riguarda, si è alzata fin troppo la voce; in qualche caso - mi permetto - la si è anche sprecata. Qualcuno potrà dire naturalmente, che questo vale anche per me! Ricordo quello che mi diceva sempre mia nonna, e questo è il caso per molti di noi: la miglior parola è quella che non si dice.
Oggi era una di quelle occasioni per ricordare i vecchi detti popolari che saranno pure vecchi, non saranno grandi citazioni filosofiche - mi rivolgo ai colleghi della Lega, penso che su questo condivideranno - ma i detti popolari spesso colgono nel segno.
Pertanto - e termino, non ho bisogno dei dieci minuti - nei prossimi giorni e nelle prossime settimane abbiamo il dovere di recuperare la "caduta" di oggi. Abbiamo il dovere di farlo - ed è un invito che rivolgo non una sfida - nelle differenze e nella distinzione dei ruoli: nessuna confusione.
Il voto ricevuto ci ha conferito questi compiti, che sono chiari. Io li ho sempre rispettati, anche le settimane, i mesi o l'anno scorso: non ho mai avuto dubbi, i colleghi lo sanno. Quando nelle prossime settimane discuteremo il bilancio, v'invito ad entrare nel merito, complessivamente dei costi della politica, provando a rendere un servizio vero alla nostra Regione e, in quota parte, al nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Voglio riallacciarmi a due espressioni usate, nel dibattito precedente da altri Consiglieri.
La collega Carla Spagnuolo ha parlato di classe politica che non pu più sputarsi addosso e il collega Goffi ha parlato di sussulto, di dignità di cui necessita la politica.
Tutti noi qui presenti è come se il 28 aprile 2010 (giorno dell'accettazione delle nostre candidature) avessimo risposto ad un annuncio di lavoro molto strano. L'annuncio diceva: "Si propone un lavoro in cui devi spendere molto per iniziare a lavorare; pur investendo, non sei assolutamente certo del risultato;" - credo che qui siamo uno su dieci, uno su venti, in rapporto - "se sei assunto, puoi essere licenziato senza preavviso e in modo repentino; per lavorare devi spendere moltissimo quando finisci il contratto, per continuare a lavorare, devi altrettanto spendere, senza essere assolutamente certo del rinnovo".
Questa è la verità, la verità vera, che conosciamo noi - però - del Consiglio regionale e di qualsiasi altro Consiglio. Questo è ciò che la politica sa di se stessa, ma non è ciò che sanno i cittadini.
Un antico proverbio del Sud dice che quando il vento soffia, il giunco si piega, e noi ci piegheremo, perché è vero che adesso è la stagione dei costi e dei tagli sulla politica, ma se voi notate, questa stagione è iniziata in maniera così violenta da quando c'è, forte, la crisi economica.
Poiché ritengo che la crisi economica non finirà quest'anno né nei prossimi anni, andremo verso una soluzione unica e radicale, e mi spiace pronunciare queste parole da Cassandra, ma mi sembra abbastanza inevitabile.
Andremo verso ciò che ha fatto il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci - tre settimane fa, che ha comunicato di rinunciare completamente ad ogni emolumento. E sapete qual è la conseguenza di questo? La conseguenza di questo è che il popolo è contentissimo, felice: finalmente uno degno! Sapete quale sarà la conseguenza per tutti, alla lunga? Che in questo consesso, nel futuro, si potrà sedere soltanto chi ha patrimoni importanti e chi ha cultura importante, ovvero si tornerà al censo.
Porto un esempio di cosa vuol dire il censo: in seguito allo Statuto Albertino, nella città di Torino ci fu la prima elezione libera; c'erano 150.000 abitanti (siamo al 1° novembre 1848 o 1849, non ricordo più) e i votanti, su 150.000 abitanti, erano 2.000 persone. Il più eletto ebbe 75 preferenze, e questo perché aveva un patrimonio, paragonato all'oggi, di almeno tre milioni di euro, ed una cultura.
Per carità, forse ad alcuni di noi può fare comodo, perché possiede tanto l'uno quanto l'altra, ma questa non è più democrazia: si chiamerà oligarchia o aristocrazia.
Sia che si voglia vedere in positivo il governo dei migliori, gli "aristoi", o il governo dei pochi, gli "oligoi", in ogni caso sarà sempre una netta opposizione con il sistema democratico di oggi.
Quindi, se il vento della politica - e questo vento continuerà, ce lo beccheremo tutti - porterà a far sì che la politica, da qui a dieci anni sia gratuita, sappiamo tutti che questo porterà inevitabilmente a creare una vera, netta e definitiva rottura con l'attuale democrazia.
il sistema per un ritorno al passato, basato sul censo.



(Applausi dai banchi della maggioranza e della minoranza)



PRESIDENTE

Grazie. Non si può applaudire, per favore! La parola al Vicepresidente Molinari, che interviene in qualità di Consigliere.



MOLINARI Riccardo

Grazie, Presidente.
Sicuramente non utilizzerò i dieci minuti per l'intervento, perch vorrei soltanto svolgere qualche piccola riflessione sull'ultima parte della discussione, sulla piega che ha preso.
Presidente, il Gruppo della Lega Nord ha posto un problema, con quest'ordine del giorno, il cui primo firmatario è il Presidente Carossa che certamente non va a risolvere in assoluto i costi della politica - su questo siamo tutti d'accordo - perché non è certo sopprimendo due Gruppi monopersonali all'interno dell'Aula che risolveremo i problemi dei costi della politica né, tanto meno, con questa richiesta e provocazione potremo risolvere i problemi di bilancio della Regione.
Di questo, siamo ben consapevoli.
Forse qualcuno potrà contestare l'opportunità di questa provocazione aggiungo solo che è connaturale rispetto a quello che è stato l'avvio di questa legislatura e l'esasperazione che si è portata avanti, in questo primo anno e mezzo di legislatura, all'interno dell'Aula e soprattutto fuori, nei confronti dell'opinione pubblica. Esasperazione dei contrasti esistenti tra l'attualmente maggioranza e l'opposizione, messi in atto - lo devo dire - dalla Presidente Bresso - oggi non è presente, quindi non voglio parlare degli assenti, perché sono d'accordo con chi ha detto che non si deve attaccare o quantomeno sollevare critiche nei confronti di chi non può rispondere (su questo sono perfettamente d'accordo) - ma è cronaca ed è innegabile che questa legislatura ha avuto un iter particolare, una tensione esasperata nei rapporti a causa dell'azione intrapresa dalla Presidente Bresso.
Credo di non insultare la Presidente né di offendere qualcuno dicendo questo.
La grande anomalia messa in campo in questa legislatura, dal primo giorno, anzi dalla sera stessa delle elezioni, è stata quella di delegittimare chi, con il voto espresso dalla gente, è andato al governo di questa regione.
Pertanto, non accetto che la stessa parte politica, soprattutto lo stesso soggetto, venga a dire che ci sono stati dei comportamenti non consoni all'Aula, dei comportamenti che contrastano con le regole democratiche.
In quella lettera si parlava di atteggiamento fascista: sono molto offeso da quelle parole, perché faccio parte convintamente del movimento della Lega Nord. Io, come il collega Paolo Tiramani, che ha la mia età (è un ragazzo giovane), abbiamo dedicato metà della nostra vita alla militanza in questo partito politico e tutti gli altri Consiglieri regionali hanno una storia ancora più lunga all'interno di questo movimento.
Riteniamo un'offesa gravissima il fatto che il nostro movimento sia definito parafascista e squadrista! Quella è la grande vergogna che, di nuovo, viene dalla stessa persona che, per un anno e mezzo, ha delegittimato questa maggioranza, sostenendo che il voto dei cittadini fosse un voto falsato e sostenendo che chi ha governato bene questa Regione, in questo anno e mezzo, lo abbia fatto in maniera illegittima.
A parte la delegittimazione e - passatemi il termine - lo "sfinimento" che è stato portato all'interno dell'opinione pubblica con l'azione politica e con questa sorta di critica costante, la cosa più grave che ha fatto questa persona e che ha creato questa azione giudiziaria intrapresa contro l'attuale maggioranza è stata far sperperare un sacco di soldi pubblici! Perché la giustizia costa! Non costano soltanto gli avvocati che personalmente e privatamente, chi ha messo in campo questi ricorsi si pagherà e gli avvocati che, privatamente e personalmente, noi ci dovremo pagare per questi ricorsi elettorali, ma la giustizia nel suo complesso.
Vi ricordate il riconteggio delle schede? Vi ricordate le numerose udienze che sono state messe in campo? Vi ricordate il lavoro che gli Uffici dei tribunali hanno dovuto fare? Tutto questo è un costo collettivo! Non voglio accusare l'intera parte politica, perché so benissimo che non tutto il suo partito la pensa come la persona che ha avviato questi ricorsi elettorali. Questo lo sappiamo bene e lo sappiamo bene anche noi, ma per colpa di quell'atteggiamento si sono sperperati soldi pubblici, in parte si è delegittimata la classe politica e si è creato un clima di incertezza all'interno di quest'Aula che, volere o volare, ha distratto l'attuale maggioranza e l'attuale Consiglio regionale. Certamente questa incertezza bene non ha fatto per il lavoro che il Consiglio doveva fare, cioè tutelare gli interessi dei piemontesi! Allora, che a fronte di tutto questo, che non si può far finta che non sia successo, si accusi il partito politico, il movimento, il Gruppo consiliare della Lega Nord per il fatto di aver messo in scena una sceneggiata lo scorso Consiglio regionale, di aver fatto - sì, forse - un teatrino, di aver ecceduto forse nei toni, ma non credo, perché dire "a volte rivincono i buoni" e far sospendere la seduta non penso sia qualcosa che possa compromettere i lavori di quest'Aula, se si fosse voluto continuare a lavorare martedì scorso.
Essere accusati di essere un partito parafascista per aver esposto dei cartelloni alla chiusura di quella triste vicenda - che è la vera tristezza di questa legislatura - onestamente, mi sembra veramente eccessivo, mi sembra un comportamento che non ha nessun tipo di giustificazione. E "ribaltare la frittata", come ho sentito fare negli ultimi interventi, per cui la pagina vergognosa del dibattito nasce dall'ordine del giorno che ha presentato la Lega Nord (che, forse, contiene una provocazione nei confronti della Presidente Bresso), mi sembra una distorsione della realtà.
Forse, non era opportuna la provocazione nei confronti della Presidente Bresso e del collega Stara, per i motivi che ho detto prima, perché non si risolvono i problemi dei costi della politica sopprimendo quei Gruppi, ma non si può far finta che tutto quello che è successo non sia successo.
Allora, partiamo da lì.
Quello che è successo è successo. Si è delegittimata la classe politica, si sono buttati via dei soldi pubblici, si è creato un pessimo clima in quest'aula e si sono logorati i rapporti fra maggioranza e opposizione.
Quest'ordine del giorno, condivisibile o meno, solleva un problema: il problema, come ha già detto il Presidente Cattaneo, questa maggioranza e devo dire, tutta l'Aula (perché le proposte che sono state fatte dall'Ufficio di Presidenza e dalla maggioranza in questa legislatura sono state recepite anche dalla minoranza) dei costi della politica.
Questa questione è stata affrontata seriamente, perché tutti insieme abbiamo approvato una legge che ha tagliato l'indennità dei Consiglieri abbiamo approvato una legge (questo ci distingue dalle altre Regioni di questo Paese, perché siamo tra i pochi ad averlo fatto) che va già a limitare il tema delle autocertificazioni, perché le autocertificazioni ora sono impedite nei giorni di Consiglio e di Commissione e, infine, ha dimezzato il TFR. Questo lo abbiamo fatto tutti insieme.
Quindi non si può dire che quest'Aula, in questa legislatura, non abbia affrontato il tema del costo della politica. Poc'anzi, ho sentito dire da alcuni colleghi del PD che nella legislatura passata questo non si è potuto fare perché c'era qualche collega che faceva opposizione. Può essere, ma la maggioranza ce l'avevate voi! Resta un dato, cari colleghi dell'opposizione: in questo primo anno questi problemi si sono affrontati, si possono affrontare meglio e potremo fare meglio insieme, ma la differenza è che, in questa legislatura, i problemi si sono affrontati e una prima risposta è stata data. Nella legislatura passata no! In questa legislatura il Presidente è Roberto Cota e, fino a prova contraria, è Roberto Cota, esponente di quello stesso partito che qualcuno di voi ha definito parafascista e che, invece, sta dimostrando di essere l'unico movimento che in concreto risponde ai problemi che questa regione ha.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato l'ultimo intervento del Consigliere Molinari, che considero un giovane equilibrato della Lega Nord e per il quale nutro anche una simpatia personale. Al quale dico anche, però, che credo che un partito di maggioranza, che governa la Regione e che ha l'obiettivo di governare non debba assumere atteggiamenti di scherno nei confronti dei suoi avversari politici.
Noi abbiamo vinto le elezioni nella passata legislatura, quando lo sconfitto è stato il Presidente Ghigo, che prima di fare il Senatore è stato in Consiglio circa un anno e mezzo, e non ricordo da parte di un Consigliere della maggioranza un insulto, un'offesa o un atteggiamento di violenza morale - non fisica, naturalmente - nei confronti del Presidente Ghigo.
I ricorsi fanno parte della giustizia civile. Penso che, fino a quando i ricorsi per una causa che si ritiene non giusta non rappresentano un reato, ognuno abbia il diritto, nel rispetto della legge, di cercare con la legge e non in altri modi, di raggiungere i propri obiettivi.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Collega Angeleri, per favore! Può chiedere la parola, perché forse non ha ancora parlato, quindi ascoltiamo prima il collega Boeti e, poi, lei potrà intervenire.



BOETI Antonino

Credo che se la Presidente ha definito il movimento della Lega Nord parafascista abbia commesso un errore e che non sia giusto rivolgere offese a chicchessia. Trovo però che nell'atteggiamento del Consigliere Angeleri ci sia un po' di prevaricazione nei miei confronti, perché vorrei poter intervenire, dal momento che non sono ancora intervenuto. Quando il Consigliere Angeleri parlerà, lo ascolterò, come faccio con tutti gli altri.
Dicevo che non abbiamo avuto, nella passata legislatura, atteggiamenti di scherno nei confronti degli avversari che pure avevamo sconfitto. Perch la maggioranza, dall'ultimo Comune fino al Parlamento nazionale, per definizione è generosa.
Per definizione deve essere disponibile, perché ha l'obiettivo di raggiungere i suoi progetti politici, i piani con i quali si è presentata ai cittadini. E questo riesce a farlo anche - nella passata legislatura, un po' meno - se l'atteggiamento dell'opposizione è un atteggiamento costruttivo. Noi, Presidente, abbiamo dimostrato in questo anno e mezzo (parlo come esponente del PD) che il nostro atteggiamento è stato fino a questo momento un atteggiamento, rispetto alle leggi, assolutamente costruttivo.
Faccio una considerazione su una questione etica, quella per la quale la Presidente Bresso e il Consigliere Stara non avrebbero ottemperato all'eticità della politica. Quando alla fine farà qualche riflessione Presidente, se vuole fare un'osservazione su questo punto, le sarei grato.
La Carta Etica, quella che io ho firmato, può dire cose diverse rispetto alle leggi che ispirano il governo regionale? Credo di no. Cioè questo governo regionale nella passata legislatura ha votato un disegno di legge che prevedeva, nel caso di accorpamento dei Gruppi, il mantenimento delle risorse economiche.
Quindi, se noi decidessimo di accorpare i Gruppi e di mantenere le risorse economiche che quei Gruppi avevano in quel momento, noi non commetteremmo niente di illegale, non commetteremmo nessun reato e credo che risponderemmo anche alle questioni etiche che riguardano questo Consiglio regionale. A meno che non si parta dal principio che quella legge che abbiamo votato è una legge che non è eticamente sostenibile. Se non è eticamente sostenibile, invito la maggioranza, che ha i numeri, che ha un Regolamento che le consente oggi di fare quello che vuole, a cambiare la legge, cosa che nella passata legislatura era piuttosto complicata se un Gruppo di opposizione, anche minore, non era d'accordo. I Consiglieri Lupi e Giovine sanno perfettamente di che cosa parlo! Con il nuovo Regolamento è più facile per la maggioranza governare rispetto al governo precedente.
Quindi, Presidente, le chiedo se nelle sue riflessioni vuole sottolineare questo aspetto: se l'etica e le leggi camminano insieme, non c'è niente di contrario all'etica se noi decidessimo di accorpare i tre Gruppi presenti in questo momento, mantenendo le risorse, perché, se la legge non va bene, la legge va cambiata. Allora, invito il Governo, che oggi, ha gli strumenti e i numeri per legiferare come meglio ritiene, di modificare quella legge che, nella scorsa legislatura, è stata votata con l'accordo di maggioranza e opposizione.
La terza questione riguarda le parole utilizzate nei confronti della Consigliera Bresso: ritengo - questo sì - non eticamente sostenibile l'avere parole di scherno nei confronti di una persona che non è presente in aula.
Sono un vecchio comunista, probabilmente, e mi avvio verso la fine della mia carriera politica, ma credo che il confronto all'interno dell'Aula debba essere improntato al rispetto reciproco, nonostante i momenti di crudezza che possono intervenire.
Il Consigliere Negro mi ha invitato per venerdì pomeriggio, come penso abbia invitato tutti, nella sua residenza di campagna - io non parteciper nonostante abbia per il collega Negro, una grande simpatia - per trascorrere un pomeriggio insieme a persone con le quali, poi, anche in quest'aula c'è un minimo di rispetto reciproco. Se in quest'aula non c'è rispetto reciproco, non essendo un ipocrita, non mi sento in quest'aula di offendere o di sentirmi offeso da un Consigliere e, dopo, sedermi attorno ad un tavolo nella residenza di campagna del collega Negro: in qualche modo, su questo credo occorra un po' di eticità.
Teniamo presente quanto è arrivato a dire il Consigliere Reschigna, che è un uomo di grande equilibrio: parole che noi non abbiamo espresso da quando il Consigliere Giovine è stato condannato. Mai nessuno in quest'aula ha detto che un Consigliere regionale condannato a due anni e otto mesi di reclusione siede come se niente fosse all'interno del Consiglio regionale.
Non lo abbiamo fatto perché è il primo grado di giudizio e perché mi auguro che il Consigliere Giovine possa dimostrare la sua innocenza e, alla fine possa essere assolto. La Magistratura svolge il suo lavoro e compie il suo dovere, indipendentemente dal fatto che le sentenze ci vadano bene o meno ma il rispetto personale esula dalla politica e in quest'aula di rispetto personale non ce n'è, Presidente, per nessuno.
Con il Consigliere Reschigna abbiamo provato ad impostare un ragionamento serio. Nella scorsa legislatura, quando i discorsi sui costi della politica erano molto accesi, ho inviato la mia dichiarazione dei redditi di professionista della sanità di quando non ero Consigliere regionale, cioè di quando svolgevo soltanto la professione di medico, dalla quale si evinceva che guadagnavo di più facendo il medico rispetto a quello che guadagno adesso facendo il Consigliere regionale. L'ho fatto perch volevo dimostrare che non siamo tutti qui per lo stipendio, che, fuori di qui, potremmo anche guadagnare in maniera diversa rispetto a quello che stiamo facendo, ma, oggi, c'è un problema importante che riguarda il sentire comune dei cittadini.
L'eliminazione del vitalizio previsto nel nostro disegno di legge deriva dal sentire dei cittadini che lo ritengono un percorso ineludibile.
Magari, tra cinque o dieci anni, quando la politica avrà recuperato la sua credibilità, ci sarà uno spazio affinché anche chi fa politica possa avere la giusta retribuzione per l'impegno che ci mette. Oggi, questo non è perseguibile e, a prescindere da qualunque costo, dobbiamo dimostrare ai cittadini che siamo qui per progetti, per ideali, per pensieri e per obiettivi e non per lo stipendio che il Governo regionale ci conferisce.
Nella passata legislatura, mi sono recato in Romania perché volevo stipulare una convenzione con l'Università di Sibiu sulla questione degli infermieri. Mi sembrava vergognoso che un infermiere rumeno partisse dal suo paese e qui la cooperativa che se ne occupava ricevesse dal sistema sanitario regionale 28 euro l'ora e che a lui ne desse 14. Mi sono pagato il biglietto dell'aereo e per molto tempo ho tenuto in tasca lo scontrino dell'albergo, per dimostrare alla gente che non siamo qui solo per questioni economiche.
Termino il mio intervento, avendo già utilizzato i dieci minuti a mia disposizione.
Noi porteremo avanti il disegno di legge che riguarda i costi della politica, speriamo ci sia la disponibilità da parte della maggioranza a confrontarsi con noi su questi temi, altrimenti porteremo avanti la nostra battaglia da soli.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Sinceramente, non avrei voluto intervenire, però, essendo stato chiamato in causa, volevo cogliere l'occasione per chiedere scusa al collega Boeti: non è mio uso e costume, come lui sa, interrompere; quindi assolutamente, volevo scusarmi di questo.
Però, al collega Boeti, che ha detto alcune cose, che ritengo giuste e corrette rispetto ad un'accusa - mi è dispiaciuto moltissimo nei confronti del collega Giovine - mossa dal Capogruppo Reschigna, volevo ricordare che questo fatto era già capitato proprio in quest'aula nella VII Legislatura da parte di una sua collega, Consigliere Boeti. Lo dico perché era stata rivolta proprio nei miei confronti, quando durante la mia vicenda ero stato, in qualche modo, condannato in primo grado.
Qualcuno richiamò questo fatto a chiare lettere, dicendo quasi che si vergognava di sedere a fianco di un condannato in primo grado: poi, come sapete, sono stato assolto non per mancanza di prove, ma con l'assoluzione piena che voi conoscete.
Volevo solo richiamarlo, perché, per fortuna, non è un'abitudine di tutti, ma è un'abitudine di molti che, purtroppo, appartengono prevalentemente ad una corrente di pensiero non politica - non voglio identificare una linea politica - che, sicuramente, con il garantismo non ha nulla a che fare.
Detto questo, volevo intervenire nel merito rispetto all'ordine del giorno che è stato proposto dal Gruppo a cui appartengo.
Prima, collega Boeti, l'ho interrotta, perché tutto è legittimo - i ricorsi e quant'altro, ci mancherebbe altro - ma, in qualche modo, dobbiamo chiedere tutela quando riteniamo che i nostri diritti siano stati lesi.
Però, il problema è che, in questo anno e mezzo - lo ha detto molto bene il collega Molinari - c'è stato anche del condimento - fa parte della dialettica politica, per carità - con il quale, in questo periodo, si è cercato di delegittimare continuamente questa Giunta e questo Consiglio regionale, che sentendosi continuamente attaccato sotto questo aspetto ha avuto, con sicurezza, dei problemi nell'affrontare le problematiche complesse che si sono verificate proprio in questi diciotto mesi.
Nonostante tutto, mi pare si sia dimostrato di lavorare seriamente e in una certa maniera.
Quello che non riesco a concepire è che si pretende rispetto e correttezza dai banchi di questo Consiglio regionale, la si chiede in particolare al Gruppo della Lega Nord, ma posso dire con estrema chiarezza che - essendo stato presente la settimana scorsa quando il dibattito è stato interrotto, dopo che era stato espresso un pensiero con i cartelli in maniera sicuramente non del tutto consona a quest'Aula, ma in modo del tutto civile - non ho non ho sentito esprimere minacce contro la collega Bresso, né mi pare che l'atteggiamento del Gruppo consiliare della Lega fosse squadrista.
Posso sicuramente portare a testimonianza tutti i colleghi presenti: c'è stata una manifestazione a seguito della quale, evidentemente, il Presidente ha ritenuto di dover interrompere la seduta. Ma, vivaddio Presidente, dopo diciotto mesi di scherni e comunque di "condimenti" ad un ricorso fatto (peraltro legittimo), probabilmente è anche umano - siamo esseri umani! - che sia esplosa una reazione che, magari, è andata al di là di quelli che sono i normali rapporti all'interno di quest'Aula. Ma non ha nulla a che vedere con un atteggiamento squadrista! Lo ripeto: non ha nulla a che vedere con un atteggiamento squadrista! Io non sono mai stato squadrista e vorrei evitare che queste accuse improvvisamente piovano su un Gruppo che ha dato, in questo anno e mezzo, il proprio contributo in maniera corretta.
Ma al di là delle puntualizzazioni, vorrei chiedere chi è contrario in quest'aula all'impegnativa di quest'ordine del giorno, che poi è il succo del provvedimento che è stato presentato. Chi può essere contrario ad un'impegnativa di questo genere? Ho l'impressione - non ne sono sicuro - che qualcuno, quantomeno, lo abbia letto con molta superficialità. E visto che rientro ancora nei tempi mi permetto di leggere queste cinque righe, con la preghiera, dopo la lettura, di rileggervelo attentamente per contro vostro.
In questo documento si chiede (da parte nostra) l'impegno del Consiglio regionale a realizzare, in accordo con l'Ufficio di Presidenza - quindi rappresentativo di tutto il Consiglio regionale - un documento che si ispira ai principi della Carta Etica della Regione Piemonte, che la stragrande maggioranza dei Consiglieri ha sottoscritto, in cui sia espressa la necessità che ogni Consigliere regionale eletto aderisca al Gruppo consiliare di cui è reale espressione, o, in alternativa, prenda le distanze dalle realtà politiche di cui non si sente più far parte, in ossequio ai principi di chiarezza, trasparenza ed eticità sopra citati e ovviamente rispettando le norme descritte dal Regolamento della Regione.
Tale documento verrà sottoposto a tutti Consiglieri regionali, chiedendo una loro sottoscrizione. Cosa c'è di tanto anomalo e di politico in tutto questo? Abbiamo perso completamente il buonsenso? Vorrei che si alzasse un qualsiasi Consigliere e dicesse che questa è una stupidaggine. Qualcuno si alzi e dica: "Questa è una vera stupidaggine"! ovvio, poi, che si debba ragionare su un contorno più ampio rappresentato dai costi della politica: ben venga questo ragionamento serio, magari non fatto in aula ma all'interno di una Commissione, senza riflettori e senza alcun tipo di pressione esterna. Ma è evidente che chi non vuole votare questo impegno è perché in quest'aula ha, evidentemente altri tipi di interessi, sia pure legittimi (non sto parlando di interessi illegittimi).
Noi siamo convinti che questa sia un'espressione di buonsenso e un modo per rispondere correttamente e in modo trasparente a chi ci ha eletto, a prescindere dal ruolo che ricopriamo all'interno di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Cercherò di essere breve, giusto per non preoccupare nessuno dei miei colleghi, né la Presidenza, e per non togliere dignità al dibattito e alle repliche.
Ho chiesto la parola intanto perché almeno così mi "guadagno la pagnotta", visto e considerato che oggi sembra quasi che chi non interviene, non lavori (anche se, in qualche situazione, pare che si dia fiato solo alle corde vocali). Ma almeno così anch'io posso dire di essermi guadagnato il mio gettone di presenza.
Credo che oggi manchi sostanzialmente chi di questa morale abbia voluto farsi paladina: mi riferisco, ovviamente, alla Consigliera Bresso, che spero, dopo tutto quello che ha sentito in questo consesso, sia prossima a presentare le proprie dimissioni.
D'altra parte, se qualcuno si sente inadeguato, può sempre rassegnare le dimissioni; subentrerà qualcun altro.
Tutto sommato, potrebbe compiere questo "atto di stile", visto che è proprio lei la prima a ricoprire determinati doppi ruoli, magari anche affidati da questa Giunta, non dico in cambio di qualcosa, ma sicuramente per un atteggiamento di attenzione nei suoi confronti da parte di questa maggioranza, per la sua professionalità in Europa. Poteva tranquillamente dimettersi. Invece, quello stesso Gruppo che oggi richiama noi alla trasparenza e all'effettivo controllo, alla pubblicazione del Bollettino Ufficiale...
Tra l'altro, in questi giorni alcuni Consiglieri regionali sono soggetti a "strani" controlli sul territorio; alcune persone che si stanno persino interessando a dove abitiamo, ai nostri numeri di telefono, alle nostre situazioni. Io vivo in un piccolo paese, queste cose poi si...
Ritrovo dei numeri che poi cerco di richiamare (parlo del sottoscritto ovviamente) ma risultano assolutamente irraggiungibili.



(Commenti del Consigliere Boeti)



MOTTA Massimiliano

MOTTA Massimiliano



MOTTA Massimiliano

L'unica cosa di cui non mi preoccupo è un controllo da parte di Pubblici Ufficiali: è l'unica cosa su cui mi sento assolutamente pulito perché non ho nulla da nascondere.
Che mi vengano a perquisire la casa, l'ufficio, che cazzo vogliono!



PRESIDENTE

Per favore!



MOTTA Massimiliano

Qualcuno mi aveva detto che in latino era una bella parola!



PRESIDENTE

Deve averlo studiato bene, però, per fare una considerazione di questo tipo.



MOTTA Massimiliano

Io dico che se, in questo caso, invece fosse qualcun altro...
Visto e considerato che in passato, la buonanima del Consigliere Contu ma meno buonanima suo figlio, arrivò ad attaccarmi i manifesti sul cancello, tentando di intimorirmi... Io gli avevo solo chiesto di venire in un momento in cui fossi stato a casa! Come dicevo, le intimidazioni sono comunque di vario genere. Noi abbiamo assistito ad intimidazioni, diciamo così, sottili o sotto traccia di altro genere: qualcuno che telefonava ai Gruppi consiliari per sapere quali erano le mogli e i figli che lavoravano, confondendosi anche fra bionde... Ho una segretaria bionda, ma non è mia moglie. Mia moglie non lavora all'interno del Gruppo, così come non ci lavora nessun mio parente.
Ma non mi stupisco, comunque, che qualche parente lavori all'interno del Gruppo, perché non c'é nulla veramente... se è disoccupato, ha semplicemente avuto un'opportunità per dimostrare comunque la propria professionalità e può decidere, chi per esso, di farlo lavorare.
Io sono uno di coloro che non ha firmato la Carta Etica, non perché il giorno dopo intendevo assumere qualcuno che poteva dare adito a chiacchiere, ma perché non ritengo di dover sottolineare principi che comunque la mia cultura di destra mi ha insegnato sin da quando ero piccolo e militavo in un partito retto da un certo Giorgio Almirante. Sicuramente lezioni o patenti di legittimità per questioni di trasparenza o quant'altro...
Ricordo, tra l'altro, un'altra sceneggiata (forse qua abbiamo la memoria troppo corta!), dove qualcuno - mi pare fosse proprio il Consigliere Stara - in quella situazione di richieste totali di ineleggibilità e quant'altro, aveva addirittura fatto un muro contro muro in Commissione per non dimettersi da un Consiglio di Amministrazione del Teatro del Piemonte.



MOTTA Massimiliano

STARA Andrea (fuori microfono)



MOTTA Massimiliano

Non si ricorda!



MOTTA Massimiliano

Lo ricordo benissimo, Consigliere Stara. Ci sono anche i verbali per questo, perché comunque è uscito anche...



PRESIDENTE

Si rivolga anche lei alla Presidenza, per cortesia!



MOTTA Massimiliano

Dico un qualcosa che è di pubblico dominio. Perché qua le parole hanno un significato ben preciso. Io non ritengo di conoscere bene l'italiano ma, nel momento in cui leggo, in un ordine del giorno, che, se non aderisco e non voterò quel documento, non sono trasparente, automaticamente il collega potrà sostenere che non sono trasparente e che cerco di non verificare.
Collega, ricevo 280 euro al mese come rimborso chilometrico e sono disposto a lasciarli a chi mi dici tu.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Motta, la prego.



MOTTA Massimiliano

Li posso lasciare a qualsiasi associazione che la Presidenza - poich mi devo rivolgere alla Presidenza - m'indicherà; poi, eventualmente, lo dica lei al collega Stara...



PRESIDENTE

Se le dà così fastidio, cambiamo il Regolamento.
Continui.



MOTTA Massimiliano

Sì, certo, per Regolamento devo rivolgermi alla Presidenza, quindi mi rivolgo alla Presidenza.
Sono disposto a lasciarli a qualsiasi associazione di volontariato che mi indichiate, ma così devono fare anche gli altri Consiglieri, perché sono residente dove vivo, anche perché diversamente non potrei pagare il mutuo (sono costretto a fare una cosa di questo genere, ma lo faccio volentieri perché non avrei mai pensato di avere la residenza dove non vivo).
Esprimo qualche considerazione in merito ai trattamenti che ci sono stati sottoposti, riguardanti la nostra ineleggibilità, quindi anche i piccoli processi collegati: sono uscito da questa situazione non so ancora bene come, ma sicuramente pagando 10.000 euro agli avvocati. Per il mio collega, Vicepresidente Molinari, la vicenda non si è ancora conclusa: è stato chiamato addirittura il Consiglio di Stato.
Tutte queste situazioni, che - per carità - fanno bene agli avvocati voglio capire se non sono costi della politica che potremmo tranquillamente evitare e devolvere magari a qualcun altro. Questi costi non li abbiamo ingenerati noi della maggioranza: qualcuno della minoranza ci ha indotti a fare questo tipo di discorso.
Concludo - ho già utilizzato troppo tempo per dire "cavolate", ma sono cose che realmente penso - dicendo che forse dovremmo indignarci per qualcosa che deriva dalla gestione precedente. Mi spiace che oggi non abbiamo potuto parlare di TNE, perché al riguardo potremmo sostenere che qualcuno si è inventato di dover aprire un mutuo per pagare l'IVA di un acquisto che persino i miei futuri nipoti, che non sono ancora nati (non posso dire neanche più i miei figli, perché uno ha 21 anni e l'altro 14) sanno che l'IVA su un acquisto deve essere applicata. Qualcuno è riuscito a non applicare l'IVA su un acquisto da 70 milioni e ha dovuto aprire successivamente un mutuo per 14 milioni di euro. Questo qualcuno si chiamava Peveraro, colui che il collega Burzi ha citato come "Assessore al bilancio creativo".
Dopodiché, in tutto questo non c'è attenzione al trattamento dei dati.
Dovremmo essere coscienti che non può far bene a nessuno vedere qui davanti, tutte le mattine, quando entriamo nel Palazzo del Consiglio quelli di quell'area forcaiola che cercano di darci delle lezioni, compresi coloro che si autotassano e, invece di ricevere lo stipendio, lo danno ad una fondazione, perché prima o poi arriverà anche il loro tempo. Anche se rifiutassimo totalmente lo stipendio - e non lo trovo corretto, perché io prima lavoravo e oggi non lavoro più, perché svolgo questo mestiere dedicando 14 ore al giorno - quindi anche se ci autotassassimo e non prendessimo più un euro, non credo che la situazione cambierebbe, perch questo - l'ha espresso bene il collega Dell'Utri, di cui mi sento di sottoscrivere l'intero intervento - è un tentativo di attribuire la politica ad una seconda casta.
Dicendo che non si guadagna niente e assumendo un determinato ruolo, si torna indietro, nella politica; non si va avanti!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Motta.
Ancorché sottili o sotto traccia, sarei forse a conoscenza di intimidazioni riguardanti i Consiglieri regionali, di richieste di informazioni, da parte di terzi, che facciano presagire pericoli d'incolumità pubblica o privata per gli stessi; chiedo d'informare la Presidenza, affinché la stessa possa eventualmente valutare adempimenti rientranti nei doveri propri d'Ufficio.
chiuso il dibattito generale.
Prima di dare la parola ai proponenti, per le repliche, voglio fornire alcune precisazioni e doverose risposte.
Per quanto riguarda la tutela dei Consiglieri regionali, in quanto politici e persone, è nato un approfondimento da parte dell'Ufficio di Presidenza in essere sia alla richiesta generale presentata da un Presidente di Gruppo sia su un caso specifico da parte di un Consigliere quindi entro breve tempo sarà data una risposta precisa.
Per quanto riguarda la costituzione dei Gruppi formati da un Consigliere regionale, attualmente tutti i Gruppi, compreso quello della Consigliera Bresso, sono costituiti a norma e nel pieno rispetto dell'articolo 15 del Regolamento del Consiglio regionale.
In merito alla violazione delle regole, da parte di alcuni Gruppi sulla questione economica, all'Ufficio di Presidenza - per quanto di competenza in questo anno e mezzo - risulta che tutti i Gruppi consiliari hanno presentato regolarmente il proprio rendiconto; riguardo ai Consiglieri regionali, ricordo che il cosiddetto "rimborso chilometrico" è un diritto rispetto alla propria residenza e non più rispetto al domicilio e così gli Uffici liquidano.
La Consigliera Bresso non ha mai chiesto, in essere al suo impegno europeo, di ricevere il cosiddetto "gettone di presenza" o "indennità di presenza". Semplicemente, con propria nota, datata 13 ottobre 2010, ha chiesto al Presidente del Consiglio regionale di valutare che la stessa possa essere messa automaticamente in congedo quando assente per l'impegno europeo, equiparando quell'impegno a quanto previsto dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 152-5666 del 13 febbraio 2001. È una sorta di congedo automatico che, peraltro, sommessamente lo voglio ricordare contribuisce a diminuire il numero legale.
Per quanto riguarda i vitalizi e la Carta Etica - rispondo in particolare al Consigliere Buquicchio, che aveva presentato l'ordine del giorno, poi approvato all'unanimità da parte del Consiglio regionale stiamo lavorando sulla tematica dei costi dei Gruppi, ovviamente come abbiamo fatto su altre tematiche; in particolare, per quanto riguarda la Carta Etica sui Gruppi, come lui stesso ricordava - e gliene sono grato non è sicuramente così facile rispetto ai singoli Consiglieri.
Al Consigliere Goffi, in merito alla Commissione d'indagine e d'inchiesta: domani anticiperò la deliberazione che andrà in Ufficio di Presidenza la prossima settimana, per informazione ai colleghi Presidenti di Gruppo, nella Conferenza dei Presidenti delle ore 13.30; sede nella quale, qualora ci fosse l'esigenza, potrà essere aperta una discussione sulla lettera presentata dalla Consigliera Bresso, a me indirizzata e, per conoscenza, ai Capigruppo.
Infine, una considerazione: in questa legislatura, abbiamo proceduto a dare alcune risposte al cosiddetto "tema dei costi della politica".
Lo ricordavano alcuni colleghi nei loro interventi: abbiamo approvato da subito il dimezzamento dell'indennità di fine mandato, con un voto pressoché unanime del Consiglio regionale, la riduzione del 10 dell'indennità, la cosiddetta introduzione della firma elettronica per la corresponsione dell'indennità di presenza, in ordine alla Commissione prevalente e alla giornata di Consiglio. In entrambe le giornate è stato introdotto il divieto di autocertificazione.
Devo dire che su queste tematiche, e non ne ho mai fatto mistero anche in sede pubblica, riconoscendo all'intero Consiglio regionale un senso di responsabilità, abbiamo registrato, come Ufficio di Presidenza, per dirlo in modo moderno, una sensibilità bipartisan, soprattutto nel momento di grave crisi economica che stiamo vivendo.
Ricordo che il Governo nazionale ha approvato, con decreto legge convertito poi in legge dal Parlamento, una manovra che prevede alcuni adempimenti per i Consigli regionali e le Regioni, che dovranno essere effettuati entro sei mesi dalla data del decreto, quindi entro il 12 febbraio 2012.
Tra questi rientrano la riduzione del numero dei Consiglieri regionali sulla quale l'Ufficio di Presidenza ha già presentato all'unanimità una proposta di legge per la modifica dello Statuto della Regione, diminuendo come sapete - i seggi da 60 a 50, e il numero massimo dei componenti della Giunta regionale in 11 unità.
Per quanto riguarda l'istituzione dei Revisori dei Conti - ed è un parere, ma lo stiamo approfondendo - se non dovesse intervenire una modifica della finanziaria (cosiddetta "definitiva") da parte del Parlamento, essi potranno operare a 360 gradi sui conti e sui documenti contabili della Regione e del Consiglio regionale. Inoltre, dalla prossima legislatura, dovremo passare al vitalizio contributivo.
Questi sono obblighi e adempimenti previsti dalla manovra, che dovranno essere effettuati, qualora il Consiglio regionale, nella sua sovranità, lo dovesse ritenere, entro la data del 12 febbraio 2012.
Questo lo ricordo, e concludo, facendo poi una riflessione ultimissima perché l'Ufficio di Presidenza (credo sia eletto per questo, così come anche chi ci ha autorevolmente preceduto) deve in un certo senso fare sintesi e portare all'attenzione del Consiglio sia quanto previsto dalle leggi, sia quanto viene proposto dell'Aula su questi importantissimi temi.
Facendo una sintesi, alcune volte anche introducendo (non voglio mancare di rispetto a nessuno) mediazioni ed equilibrio. Credo che anche su queste tematiche avremo modo, prima come Ufficio di Presidenza, poi come Consiglio regionale, di confrontarci e di costruire, nei mesi che verranno, una risposta equilibrata e concreta a quanto ci viene richiesto.
Infine, prima di dare la parola ai colleghi Carossa e Stara per la replica, vorrei (ecco perché mi permetto di intervenire prima) proporre all'Aula e in particolare ai proponenti di valutare di non procedere alla votazione di entrambi gli ordini del giorno. Perché credo che vi sia stato un dibattito molto partecipato e, peraltro, anche acceso, nel quale per sono stati fatti anche rilievi e proposte che, a mio parere, devono essere approfonditi ed è indubbio che l'approvazione o la mancata approvazione di questi ordini del giorno, in un certo senso, potrebbero vincolare il lavoro dei prossimi mesi, nello spirito che dicevo.
Questa è una proposta che ovviamente lascio in primis come valutazione ai proponenti e poi all'intero Consiglio regionale.
Consigliere Carossa, prego.
Lei, Consigliere Pedrale, vuole intervenire? Prego.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

No. Scusi, Consigliere Pedrale.
Il Presidente conosce abbastanza bene il Regolamento, perché ogni giorno cerca di studiarne un pezzetto...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Chiedo scusa.
Siccome il Consigliere Pedrale ha chiesto la parola sulla mia comunicazione, è un suo diritto, come per gli altri 58 Consiglieri (perch non la chiedo per un mio intervento), chiedere la parola, perché prevale rispetto alla replica, a norma di Regolamento.
Interverrà brevemente il Consigliere Pedrale. Chiedo se ci sono altre richieste d'intervento sulle mie comunicazioni e poi procediamo con le repliche.
Prego.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Pedrale.
Il Consigliere Carossa ha chiesto di parlare non per la replica, ma sulle comunicazioni.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Intervengo sulla discussione generale, perché non sono intervenuto.



PRESIDENTE

La discussione generale è già stata dichiara conclusa.



CAROSSA Mario

Ho chiesto di intervenire ben prima! Mi sono prenotato e poi lei non mi ha dato la parola. Non è un problema! Volevo intervenire per specificare quanto stava dicendo il Consigliere Tiramani. Solo per quello. C'è stato un equivoco, ma nessun problema.
Sarò brevissimo.
Come Capogruppo della Lega, non ho nulla da rimproverarmi del dibattito di oggi. Né per gli interventi del mio Gruppo, né tanto meno per questo ordine del giorno, semmai muovo qualche piccola critica, se mi permette, a lei, Presidente. Perché? L'ho detto all'inizio e lo ripeto adesso: i due ordini del giorno non erano da accorpare, perché come immaginavo questo è stato un escamotage per parlare dei costi della politica e non era questo l'argomento, assolutamente! Assolutamente! E poi si è visto come è andato a finire il dibattito.
Inoltre, vorrei chiedere di rimandare il prosieguo del dibattito perché ciò che mi è dispiaciuto veramente (spero che ci sia stata una disattenzione da parte sua), è stato sapere a metà dibattito che la Presidente Bresso non era presente, perché il marito era stato operato. A me, come a tutti quelli della Lega, piace parlare chiaro! Questo a me è dispiaciuto veramente tanto! È dispiaciuto, perché un conto è che un Consigliere non ci sia per due o tre sedute, ma parlare di questo argomento e sapere a metà dibattito che non è presente per quel motivo, questo mi dispiace veramente.
Quindi, le chiedo di interrompere il dibattito per proseguirlo quando lei riterrà e, soprattutto, con la presenza della Presidente Bresso, perch mi sembra assolutamente corretto, assolutamente corretto.
Perché alcune cose, come Presidente del Gruppo della Lega - e su questo mi ha anticipato il Consigliere Giovine - io, sulla lettera, le avrei dette; alcune cose che non riguardano soltanto la Lega Nord, ma anche i cittadini piemontesi. Perché io invito a leggerla bene questa lettera molto bene! Anche la frase finale, quando si parla di "un astratto 'popolo' inesistente". Questo è un insulto non alla Lega, cui sono abituato. Sono abituato ad essere trattato da razzista, da xenofobo, tutti i titoli! Sono abituato che un Ministro della Repubblica come Maroni sia paragonato a Hitler, ma va tutto bene, perché è della Lega! Poi, però, quando ci si permette di dire qualcosa verso i detentori della moralità, allora lì non va più bene niente! Allora lì siamo veramente i rozzi della Lega.
Quindi, le chiedo di interrompere il dibattito, vista anche l'ora (altre volte abbiamo interrotto molto prima, senza nostra richiesta; forse questa è la prima volta che il Gruppo della Lega fa questa richiesta) e di proseguire - ripeto - quando lei lo riterrà opportuno, perché per noi non c'è problema! Questo problema che abbiamo posto con l'ordine del giorno è un problema politico! Certo non ci nascondiamo dietro questo. È un problema politico dentro il Partito Democratico! Ma è chiaro, vivaddio! Ma è chiaro! legittimo che un partito, anche di maggioranza, faccia questa cosa qua! Ma se si mette anche quello, allora fate tutto: cantatevela e suonatevela e buonanotte! Termino, perché ho detto che sarei stato breve. Faccio una richiesta ufficiale di terminare il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il dibattito generale era già concluso. Le ho dato volentieri la parola, perché non avevo visto che lei l'aveva richiesta. Chiedo per sicurezza se ci siano altri interventi.
Consigliere Leo, lei è già intervenuto. Lo ricordo perfettamente. E ha anche reclamato dicendo che avevo interrotto a cinque minuti, tra l'altro cosa non vera, perché ha deciso lei di concludere. Cerco di seguire i lavori dell'aula avendo anche presieduto tutto il pomeriggio.
Se non ci sono altri interventi.
La parola al Consigliere Pedrale, sulla mia comunicazione.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Volentieri raccolgo il suo invito di ritirare i due ordini del giorno.
Perché il dibattito di oggi è stato sicuramente appassionato, forse, sotto certi aspetti, anche utile, per ricordare quello che è già stato fatto e che non voglio ripetere sui costi di funzionamento della cosiddetta "politica". Però stiamo prendendo una brutta china: la china dell'autodistruzione.
Mi sembra che qui ci sia un inseguirsi nell'autocensurarsi nell'autoridursi, nell'autolimitare la propria capacità di poter fare politica e di poter fare democrazia. Condividendo molto di quanto ha detto il collega Dell'Utri, ricordo che sulla politica dei costi, se continuiamo a ridurre le indennità, le possibilità dei Gruppi di poter fare attività politica, ritorniamo drammaticamente indietro di quindici o venti anni quando i partiti della Prima Repubblica, per fare la propria attività hanno dovuto ricorrere a delle fonti di finanziamento illecite.
C'è questo rischio che vedo all'orizzonte. Non ci rendiamo conto che andiamo verso quel rischio e quindi ad una sorta di autodistruzione? Ricordiamoci che, a forza di andare dietro a queste sirene dell'antipolitica, che poi è dell'antidemocrazia, alla fine, nessuno dei signori che è qua dentro ritornerà in questo Consiglio regionale. Ci sostituirà, magari, qualche altro, come diceva il Consigliere Dell'Utri che non ha problemi economici, magari qualche milionario o miliardario qualche parvenu, davvero, della politica, che non ha alcun interesse democratico. Attenzione, perché anche in quest'aula, oggi, ho intravisto una deriva di questo tipo.
Credo - e non voglio ripetermi, l'ho già detto nel mio intervento e saggiamente, lo ha ribadito il Presidente del Consiglio - che molte cose quest'anno sono state fatte per ridurre i costi della politica in quest'aula.
Vorrei altresì riallacciarmi a quanto detto dal Consigliere Goffi: perché non andiamo a vedere anche i costi delle altre cosiddette "caste" che ci sono in Piemonte e in Italia? Perché c'è solo questa attenzione verso la politica? Allora, se vogliamo davvero svolgere un esame profondo del costo di certe sovrastrutture presenti in Piemonte e in Italia, andiamo a vedere anche quello, andiamo a vedere quanto costano le Authority, quanti soldi prendono quelli delle Authority! Facciamo attenzione, non infiliamoci in tunnel autodistruttivi, perch mi sembra che, oggi, senza saperlo, inconsciamente, molti di noi si stiano infilando in questo tunnel di autodistruzione. Di cose positive ne abbiamo fatte, convochiamo altre riunioni e svolgiamo altre riflessioni su questo argomento...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



PEDRALE Luca

Concludo, raccogliendo il suo invito, dicendo che non mi sembra ci siano le condizioni, il clima adatto e la lucidità, soprattutto mentale, da parte di molti di noi per approvare e discutere i due ordini del giorno presentati.



PRESIDENTE

Bene.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento sulle mie comunicazioni credo potrebbe essere una soluzione non procedere alla votazione - domani si svolgerà la Conferenza dei Capigruppo - il dibattito generale è concluso, quindi non può essere riaperto...
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Prendo atto della sua proposta.
Devo dire che farò molto fatica se l'intendimento è di riaprire una discussione...



PRESIDENTE

Non intendevo dire quello...



RESCHIGNA Aldo

Se l'intendimento è riaprire un'altra discussione in Consiglio regionale, in quanto noi vorremmo anche cercare di affrontare i problemi di questa regione.



PRESIDENTE

Ho detto che il dibattito generale è concluso, perché, ovviamente l'avevo già detto prima del suo intervento. Avevo ridato la parola al Consigliere Carossa, il quale mi ha comunicato che aveva chiesto di intervenire: si era prenotato e non l'avevo visto, non è la prima volta, ci mancherebbe.
Adesso abbiamo concluso anche gli interventi sulla mia comunicazione chiedo semplicemente di non procedere alla votazione - non è la prima n l'ultima volta - e la questione è chiusa. Poi, c'è la Conferenza dei Capigruppo che è sovrana, c'è il diritto di ogni singolo Consigliere di presentare all'Aula le proposte che ritiene.
Per quanto riguarda i documenti a mie mani, questo dibattito è concluso, se i proponenti sono d'accordo.
Consigliere Carossa, lei è d'accordo a non procedere alla votazione?



(Cenno di assenso del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Stara?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Di non procedere alla votazione, quindi al ritiro di questi ordini del giorno...



(Cenno di assenso del Consigliere Stara)



PRESIDENTE

Bene, grazie.
Allora, gli ordini del giorno sono entrambi ritirati, ringrazio i proponenti e i colleghi Consiglieri.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente della proposta di legge n. 20 "Modifiche alla Legge regionale n. 28 del 28 dicembre 2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente della proposta di legge n. 20 "Modifiche alla Legge regionale n. 28 del 28 dicembre 2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)" deliberata dalla VI Commissione in data 3 febbraio 2011, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Il Presidente della Commissione è il Consigliere Marinello, cui do la parola.



MARINELLO Michele

una richiesta votata a maggioranza all'interno della VI Commissione già alcuni mesi addietro, in riferimento ad una proposta di legge di cui è primo firmatario il collega Vignale. L'invito è di agevolare la discussione e l'eventuale approvazione della proposta di legge usando la formula della sede redigente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo che su questa richiesta può intervenire un Consigliere per Gruppo per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Presidente, volevo chiedere se era possibile verificare il comma sette dell'articolo 31, che recita testualmente: "Le norme del presente articolo non si applicano ai progetti di legge di revisione statutaria né a quelli attinenti le materie tributarie, all'approvazione della legge finanziaria...
Chiedo scusa, Presidente.



PRESIDENTE

Scusi lei, prego.



PENTENERO Giovanna

Chiederei di verificare il comma sette dell'articolo 31 del Regolamento vigente, che recita testualmente: "Le norme del presente articolo non si applicano ai progetti di legge di revisione statutaria né a quelli attinenti le materie tributarie, all'approvazione della legge finanziaria del bilancio, dell'assestamento e del rendiconto nonché ai piani generali e di settore".
Il progetto il legge presentato prevede la modifica della legge n. 28 che detta norme in materia d'istruzione - quindi è una legge di settore nello specifico dell'istruzione - e, secondo l'interpretazione del nostro Gruppo, il comma sette dell'articolo 31 non prevede la sede redigente.
Chiederei di procedere ad una verifica e di dare un'interpretazione in merito, grazie.



PRESIDENTE

Mentre procediamo all'approfondimento, chiedo se qualcuno intende intervenire.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere un parere favorevole per quanto riguarda la sede redigente.
Peraltro, sarà un tema che, correttamente, la collega ha affrontato in merito alle norme di settore, ma ricordiamo che questa modifica della legge n. 28 non interviene relativamente a quello che, poi, è il documento, in realtà, di pianificazione, che è il Piano triennale sulla scuola. Infatti non è la norma che interviene sulla normativa, ma la norma rinvia la programmazione ad un documento triennale, che quest'Aula ha già approvato.
Ovviamente, non do interpretazioni, che attengono all'Ufficio di Presidenza. Riteniamo, invece, opportuno servirsi della Commissione in sede redigente perché, intanto, si utilizza uno strumento che abbiamo inserito all'interno del Regolamento. Inoltre, in più occasioni, con l'utilizzo della Commissione in sede legislativa, abbiamo dimostrato come, in qualche modo, i diversi gradi che il Regolamento poneva, cioè l'esame in sede referente, in sede redigente e in sede legislativa, siano utilizzabili.
Credo che, dopo più di un anno dall'inizio di questa legislatura, sia opportuno - non è avvenuto in molti casi, tant'è che solo in due occasioni è stata richiesta alla maggioranza l'utilizzo della sede redigente - che venga utilizzato tale strumento in sede di Commissione, che ricordiamo come sanno tutti i colleghi, non pregiudica nulla rispetto all'intera attività emendativa, migliorativa e di proposta, perché si svolgerà all'interno dell'Aula consiliare e avrà esattamente tutte le stesse modalità presenti durante la discussione di una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Noi esprimeremo parere contrario, perché, ovviamente, qui, nel merito non siamo affatto d'accordo, in quanto, dato il momento così difficile, nel quale tutti e da tutte le parti cercano di reperire i fondi che mancano per l'assenza dei finanziamenti provenienti da Roma, in Piemonte, con questa proposta di legge vorremmo procedere spediti nella direzione opposta.
Invece di sostenere - lo dico senza alcun pregiudizio ideologico, che non mi appartiene affatto - i gravi problemi della scuola pubblica, che sta affondando, ci preoccupiamo di aumentare i benefici per gli istituti privati. Infatti, non ci preoccupiamo nella sicurezza nella scuola o del diritto allo studio. Così non va, per cui mi limito - concludo qui perch siamo tutti stanchi - a dire che il nostro voto sarà contrario, anzi probabilmente, non parteciperemo neanche al voto e non daremo neanche la presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo al termine di una giornata che sinceramente giudico quantomeno vomitevole. Ho usato questo termine anche sui social network e coi contatti che mi seguono, perché il livello del dibattito è stato molto basso, nonostante si sia tentato di infarcirlo di valutazioni filosofiche anche su una certa base di epistemologia politica.
Sappiamo benissimo - perlomeno lo sa una parte dei piemontesi - quali sono le condizioni reali in cui si svolge il dibattito politico, non solo in quest'aula, ma in tutte le assise elettive. In Parlamento è ancora peggio! Abbiamo sentito parlare di costi della politica e di tentativi di riduzione, quando sappiamo benissimo che proprio il nostro Gruppo aveva tentato, l'anno scorso, di presentare una proposta di legge in tal senso.
Ma non è neanche tanto quello il punto. La questione attiene più all'etica della politica e alla laicità delle istituzioni.
Potrei andare avanti con tutta una serie di esempi che prolungherebbero il mio intervento, consentendo magari a qualche altro Consigliere della maggioranza di lasciare l'aula e di rinviare, quindi, il voto alla prossima seduta. Ma non so quanto potrebbe servire, Presidente, se la maggioranza ha deciso di assumere una scelta politica di questo tipo, e quindi di proporre un disegno di legge che va a finanziarie le scuole paritarie, proprio dopo che qualche settimana fa abbiamo ricevuto la famiglia Scafidi, che ha perso un figlio proprio perché un pezzo di controsoffittatura gli era caduto in testa. Ma noi scegliamo di finanziare l'edilizia delle scuole paritarie! Benissimo, fate le vostre scelte, ma ne risponderete nelle sedi elettorali ovviamente, e magari anche in qualche piazza. Prima o poi accadrà anche qua in Italia di vedere qualche piazza inferocita! Noi, ovviamente, non parteciperemo al voto, anche se penso che tanto non avrete i numeri, come spesso accade, soprattutto a quest'ora del pomeriggio, visto appunto che il dibattito, come ho detto prima, è stato quantomeno vomitevole.
Posto che avete presentato una proposta di legge del genere e visto che, evidentemente, è una di quella serie di marchette politiche che anche la Lega Nord deve fare per rendere conto di quei voti che gli hanno permesso di vincere - voti che avete preso grazie ad accordi politici con istituzioni religiose, e quindi calpestate (ma lo fa anche il centrosinistra, non vi preoccupate!) quello che dovrebbe essere il primo faro della politica, ovvero la laicità delle istituzioni - trovo fortemente scorretto che, addirittura su una proposta di legge scandalosa, proviate a chiederne il passaggi in fase redigente, escludendo praticamente l'aula come per velocizzare i tempi. Ritengo che non sia assolutamente corretto.
Anzi, lo giudico uno scandalo nello scandalo (se si può parlare di "scandalo al quadrato"), per cui ve lo voterete da soli.
Noi non prenderemo parte al voto e spero che chi ha le nostre stesse sensibilità o visioni... che dovrebbero essere di chiunque fa politica perché poi, per quanto riguarda l'etica e la sensibilità, chiunque pu esprimere le proprie idee. Ma quando siamo eletti e parliamo per conto delle istituzioni che rappresentiamo, dobbiamo far sì che queste sensibilità e visioni etiche non vadano a danneggiare quelli che sono i bisogni, i servizi essenziali e i diritti sanciti dalla Costituzione, come quello rappresentato dalla scuola pubblica, ovvero il diritto di poter ricevere un'istruzione per tutti, non a pagamento. Questo lo ritengo sicuramente vergognoso.
Chiedere ulteriormente una fase redigente, rappresenta veramente la ciliegina sulla torta di una giornata francamente squallida; squallida anche per chi ha visto il Consiglio regionale, che si chiede che cosa stiamo facendo qua e per che cosa siamo pagati.
Quando sento alcuni Consiglieri dire: "Comunque se riduciamo i costi della politica, poi lo faranno solo i ricchi o comunque per censo" probabilmente se venissimo pagati di meno, non perderemmo le giornate così Presidente.
In una giornata del genere, non abbiamo contribuito in alcuno modo a risolvere quella che è la gravissima crisi economica, ambientale e sociale del Paese. Concludo, confermando che il nostro Gruppo non prenderà parte al voto e chiedo, altresì, di analizzare la questione pregiudiziale che ha sollevato la collega Pentenero.



PRESIDENTE

In ordine a quanto rilevato dalla collega Pentenero, anche con il conforto degli uffici, questa legge, di fatto, propone all'articolo 2 l'istituzione del Fondo rotativo per l'edilizia scolastica. Non si tratta né di materia di revisione statutaria né di materia tributaria, legge finanziaria, bilancio, assestamento o rendiconto. L'esclusione di cui al comma 7 è molto chiara: parla dei piani di settore generale. Per "Piani di settore generale" s'intendono, ovviamente, quelli organici (è evidente a tutti). Pertanto, la richiesta di rinvio in Commissione redigente è parere della Presidenza che sia ammissibile.
Non vi sono altre richieste per dichiarazioni di voto.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sul pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente della proposta di legge n. 20.
Il Consiglio approva.


Argomento: Caccia

Pronunciamento dell'Assemblea in ordine all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139, 141 in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del punto 7) all'o.d.g.
relativo al pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139, 141 in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Come richiesto dalla Commissione, si richiede il voto di quattro proposte di legge differenti in sede redigente.
Per la verità, in Commissione è stata avanzata una richiesta su una proposta di legge ma, com'è inevitabile, per omogeneità con tutte le discussioni sui provvedimenti di legge, sono state inserite anche le altre tre.
Dicevo, come richiesto dalla Commissione, si chiede di porlo in sede redigente.



PRESIDENTE

Vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Siamo contrari all'autorizzazione alla sede redigente da parte del Consiglio regionale e vorrei anche che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale valutasse, sostanzialmente, che mentre prima - poi il giudizio di merito sul provvedimento può essere espresso da ciascuno in modo assolutamente libero - si trattava di modificare una norma o una serie di norme contenute della legge generale sul diritto allo studio, in questo caso il Consiglio regionale autorizzerebbe la sede redigente per la legge che riforma la materia della caccia all'interno della nostra Regione.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Il Presidente Reschigna si sta opponendo alla richiesta, magari qualcuno dovrà poi intervenire.
Prego, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Vorrei anche rammentare, signor Presidente, che è opportuno che la sede redigente, che è uno strumento previsto dal Regolamento, sia utilizzata per quegli ambiti d'intervento legislativo che esauriscono la possibilità di discussione e confronto all'interno del lavoro di Commissione e dell'attività emendativa.
Immaginare di autorizzare la sede redigente per approvare una legge organica di riforma in materia della caccia, è - sì - un modo attraverso il quale si spoglia il ruolo fondamentale del Consiglio regionale e si eliminano i diritti individuali dei singoli Consiglieri, su questa materia.
Voglio ricordare che, in sede di Commissione consiliare, vale il voto plurimo e che ad ogni Consigliere regionale è data la facoltà - se vuole di manifestare un dissenso personale.
Immaginare che lo strumento della sede redigente possa essere utilizzato per riformare complessivamente un settore, in un tema come quello della legislazione regionale in materia della caccia, significa togliere una prerogativa.
Sia ben chiaro: sto facendo un discorso in termini di principio e di difesa di una facoltà e di un diritto.
Su questa materia - e la proposta di legge che abbiamo presentato va in questa direzione - abbiamo opinioni diverse rispetto a quelle di altri Gruppi che siedono in Consiglio regionale, ma questo non ci sottrae dal dovere di sottolineare tali elementi e considerazioni.
pensabile che una legge come quella sulla caccia sia affrontata con il voto plurimo da parte dei rappresentanti dei Gruppi, in sede di Commissione? Aggiungerei anche un altro elemento: pensate che la sede redigente aiuti un percorso più celere, su una materia di questo tipo? Io non credo, anzi, se posso esprimere un'opinione del tutto personale mi sembra che forzare la sede redigente su una legislazione di questo tipo significhi creare delle precondizioni - che noi non auspichiamo - di non confronto all'interno del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari.
Lo sbocco finale di questa operazione è che, ad un certo punto, i proponenti delle proposte di legge che vogliono riformare il settore si renderanno conto che ci si è infilati in un vicolo cieco, che non porta da nessuna parte.
Peraltro - ripeto - è uno strumento previsto dal Regolamento, ma non voglio interpretare o chiedere l'interpretazione sulle norme regolamentari chiedo, però, una valutazione di merito politico da parte del Consiglio regionale.
E la valutazione di merito politico da parte del Consiglio regionale è: può il singolo Consigliere spogliarsi da una propria prerogativa, nel momento in cui affida la propria rappresentanza politica al proprio Capogruppo, al proprio rappresentante all'interno della Commissione, su una legge siffatta? Per questo voteremo contro l'autorizzazione alla sede redigente.



PRESIDENTE

Ricordo che un provvedimento esaminato in sede redigente torna successivamente in aula. Qui ci sarà la discussione generale e la votazione dei singoli articoli, con la dichiarazione di voto. Ovviamente, i singoli articoli non possono essere modificati.
Questo lo voglio ricordare.
Per fortuna - passatemi la locuzione - questa volta non è nella disponibilità del Presidente del Consiglio regionale dover decidere quest'aspetto, ma è una prerogativa esclusiva del Consiglio, con il voto.
Pertanto, continuiamo con le dichiarazioni di voto e, se permane la richiesta avanzata, dovrà essere posta in votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Questo è l'ennesimo escamotage sull'argomento, per accelerare i tempi.
Le posizioni di ognuno di noi sono chiare, pertanto - così come sosteneva il Consigliere Reschigna - anche se, come sottolineato dal Presidente, rientra nelle prerogative del Consiglio, previste dal Regolamento, mi sembra l'ennesima forzatura, quantomeno sul piano politico.
Avevate già provato con il collegato alla finanziaria; avevamo trovato un compromesso con l'Assessore competente, ma adesso, anche per quel che concerne l'iter finale, s'intende accelerare.
Vorrei, pertanto, riassumere la posizione: come tutti sapete, esiste una sentenza della Corte d'Appello di Torino, del dicembre 2010, che ha respinto il ricorso della Regione Piemonte. Quindi, l'iter referendario in materia di caccia dovrà avere luogo.
Il mio partito ha presentato, insieme al Movimento 5 Stelle, una proposta di deliberazione, con la quale si prevede la possibilità di evitare il referendum, in un momento molto difficile dal punto di vista economico e finanziario.
Pertanto, se si aderisse all'approvazione di quella proposta di legge che recepisce i punti previsti dal referendum, si potrebbe evitare il referendum stesso. Invece, non la si considera affatto, la si snobba eppure qualche osservazione va fatta, perché la maggioranza dei cittadini che noi dovremmo rappresentare in quest'aula non è più d'accordo riguardo alla caccia.
I cacciatori, negli ultimi vent'anni, sono diminuiti del 50%; i giovani non richiedono più il porto d'armi per la caccia, superando anche sul piano culturale questa pratica ludica, più che sportiva, a danno delle specie animali.
Il referendum, a differenza di quello che si dice al bar, non vieta la caccia, ma prevede la possibilità di cacciare solo quattro specie, vieta la caccia la domenica e sul terreno coperto da neve ed introduce dei limiti di carniere anche nelle aziende faunistico-venatorie.
Di fatto, non è un procedimento che intende abolire la caccia, ma semplicemente regolamentarla.
Voler accelerare quest'iter, votando la sede redigente, mi sembra una forzatura.
legittimo che voi lo facciate, assumendovene la responsabilità politica: noi, ovviamente, voteremo contro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Solo per esprimere il voto favorevole e per ricordare - poi evidentemente, ogni collega dà la propria interpretazione al Regolamento che molti di noi, nella precedente legislatura, hanno scritto, con le sfumature che si ritiene e che è legittimo avere - che non casualmente abbiamo diviso tre fattispecie di esame in Commissione: quello relativo alla sede referente, che tradizionalmente usiamo; quello relativo alla sede legislativa, che in più di un'occasione abbiamo adottato - e questa, sì richiede un largo consenso, tant'è che è sufficiente che un numero minimo di colleghi richiami la legge in aula perché non si possa effettuare la sede legislativa; infine, la modalità redigente, peraltro copiata dall'attività della Camera dei Deputati e da quella di altre Regioni, in cui ogni prerogativa - salvo poi la ragione del Consigliere Reschigna - del voto singolo al posto di quello plurimo rimanga ad ogni singolo Consigliere, nello svolgimento della valutazione delle singole leggi.
Pertanto, oggi non svolgiamo quella valutazione sulle leggi che dovevamo effettuare nelle Commissioni competenti, ma ci esprimiamo sulla modalità che intendiamo esercitare.
Per questo, esprimiamo un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come ha ricordato il collega Buquicchio, siamo firmatari di una proposta di legge in tema di prelievo venatorio che recepirebbe i quesiti del referendum che si terrà in primavera, che si dovrà tenere - finalmente! dopo 24 anni, in primavera.
Nel merito della discussione odierna il nostro Gruppo voterà contro questa proposta per diversi motivi e vado a evidenziare quali sono, secondo noi, le criticità.
Anzitutto, è evidente a tutti che su questa materia esistono quattro proposte di legge. Ciò significa, per quanto risulta anche a me, che i piemontesi siano piuttosto concordi contro l'attività in sé, e significa anche che, invece, in quest'aula ci sono delle visioni diverse e contrastanti.
Questo porterebbe quindi ad ipotizzare una sorta di discussione (che ovviamente tutti speriamo sia costruttiva), ma che cozza contro il principio, almeno per come lo leggo io, della fase redigente in Commissione, in quanto credo sia utile utilizzare questo tipo di modalità per quanto riguarda proposte di legge per lo più condivise dall'Aula.
Altro tema cui accennavo prima, quello del referendum in primavera. Già durante gli ultimi mesi della legislatura abbiamo assistito (almeno in parte) alla liberalizzazione dell'attività venatoria inserita all'interno di proposte di legge, poi diventate leggi, che non erano dedicate alla materia nello specifico.
Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a disposizione, come da Regolamento, per contrastare queste modifiche, sia di metodo che di merito.
Ribadisco che le modifiche che sono state apportate non sono state discusse in un quadro generale nell'ambito dell'Aula legislativa regionale per eccellenza (il Consiglio regionale). Inoltre, relativamente all'accenno cui facevo prima della volontà diffusa sul territorio, anziché stabilire una riduzione di questa attività, si va ad ampliarla, estendendo la possibilità che cacciatori esteri o provenienti da altre Regioni svolgano l'attività venatoria all'interno del nostro territorio. E ancora sono state introdotte tutta una serie di modifiche che, dal nostro punto di vista sono alquanto deleterie, senza entrare nel merito di una discussione globale rispetto al prelievo venatorio.
Ricordo che l'attività stagionale è già incominciata, ahimè. Quindi riteniamo utile una discussione la più ampia possibile, che preveda una fase in Commissione e poi in aula, per regolamentare questa materia seguendo così l'iter previsto per la formazione di una legge, affinché si possa addivenire, per la prossima eventuale stagione venatoria, a delle modifiche condivise il più possibile. Nel frattempo, ritengo sia assolutamente doveroso, come ricordavo prima, sentire anche formalmente quello che dovrebbe essere il parere dei cittadini tramite il referendum che, ripeto, aspetta da ormai 24 anni! La sentenza è già stata citata dal collega Buquicchio. Anche sui media passa poco su questo referendum. Penso che dopo i beni comuni trattati a livello nazionale (come, ad esempio l'acqua o il nucleare) i piemontesi potranno dare la loro indicazione su quello che si può individuare come un altro bene comune, che è costituito dalla ricchissima fauna presente all'interno della nostra regione, oltretutto rispetto ad un'attività che con scopi ludici, molte volte rasenta anche la crudeltà.
Nel merito, chiaramente è importante che le modifiche che verranno decise (ripeto, auspico prima in Commissione e poi in aula) vengano fatte dopo aver recepito quello che, secondo noi, rappresenta uno dei pilastri fondamentali anche all'interno della Carta costituzionale, che è la democrazia diretta e partecipata: il referendum.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sul pronunciamento in ordine all'assegnazione in sede redigente delle proposte di legge n. 104, 137, 139, 141.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 19.46)



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